L’Antica Via Prìula naturalistico ed etnografico, tutelata N° delle tappe: 2 sto sistema di faglie si chiama Linea del come sito di importanza comunitaria Punto di partenza: stazione ferroviaria Tonale, è orientato circa E-W ed ha con- Da (SIC: IT2040028) e territorio di riferi- di Morbegno (SO), 244 m sentito il sollevamento del blocco N, ri- al Rifugio Passo San Marco 2000 mento dell’Ecomuseo della Valle del Punto di arrivo: Rifugio Passo spetto a quello che include le Orobie, di di Albaredo, incluso nel Parco San Marco 2000 (BG), 1830 m una ventina di chilometri. Oltre al solle- Riferimenti alla Via Alpina: nessuno delle Orobie Valtellinesi. Luogo: Alpi Orobie Occidentali vamento, il blocco settentrionale ha su- Il percorso segue le tracce di una tra Contesto geologico: rocce bìto uno scorrimento laterale di circa un L’itinerario si snoda complessivamente le più note ed importanti vie storiche: metamorfiche ed intrusive centinaio di chilometri verso E. Questo in senso meridiano, da N verso S, risa- la cinquecentesca “Via Prìula”. Alcuni dal Paleozoico inferiore al Permiano processo è chiamato estrusione crostale. lendo il versante orobico dal fondo- tratti sono purtroppo spariti o forte- e depositi quaternari Le rocce dei due blocchi contrapposti, so- valle valtellinese. Esso si sviluppa in mente rimaneggiati, data la sovrappo- prattutto quello settentrionale, hanno due tappe, in una fascia altimetrica sizione della strada provinciale e Principali caratteristiche geologiche registrato le deformazioni di questi mo- dai relative opere di urbanizzazione. I Nella bassa Valtellina, la base del ver- vimenti. Tracce che si possono leggere a 230 m di Morbegno ai quasi 2000 del segmenti rimasti integri si ambientano sante retico (opposto a quello ove si svi- tutte le scale, dal campione di roccia sino Passo di San Marco. Ci si addentra in tuttavia in un contesto paesaggistico luppa il presente itinerario) e l’intero alle forme del paesaggio. Rispetto alle una valle laterale di grande interesse di grande pregio. La via sale al valico versante orobico, condividono gli ele- rocce che affiorano in Valchiavenna e secondo una logica che prevedeva pen- menti essenziali della geologia, come nelle valli laterali in destra idrografica denze costanti e moderate, adatte al strutture a scala regionale e tipologia della Valtellina, quelle toccate dall’itine- trasporto di merci su animali da soma, delle rocce affioranti. La principale linea rario sono quindi molto più superficiali. e rimane sempre relativamente vicina di sutura che salda la parte europea Lo stile di deformazione è perciò diverso, a centri abitati o alla strada asfaltata. della catena alpina con quella africana, con chiara prevalenza degli effetti della Quest’ultima resta tuttavia sufficien- decorre infatti parallelamente al fondo- deformazione fragile (rottura della roccia temente schermata dalla vegetazione valle ma in posizione sopraelevata, inci- sotto forma di faglie e sistemi di frattura) o dal rilievo topografico. dendo il versante esposto a meridione. rispetto a quelli della deformazione dut- In considerazione della lunghezza e del La discontinuità accennata è la maggiore tile (ripiegamento “a caldo”). notevole dislivello, la classificazione di tutte le Alpi. Essa prende il nome d’in- Alcuni punti panoramici all’inizio del del grado di difficoltà dell’itinerario è sieme di Lineamento Periadriatico, in percorso permettono di osservare le escursionistico (E), per quanto l’intero quanto modellata attorno al bordo set- forme del paesaggio modellate da ghiac- sviluppo mantenga caratteristiche tipi- tentrionale di un promontorio africano, ciai, da impetuosi torrenti e dall’azione che dei percorsi adatti a qualsiasi chiamato Adria, in riferimento alla geo- della gravità. Particolarmente interes- escursionista, classificabili come “turi- grafia del Meso-Cenozoico (fig. 12.2). sante è la breve deviazione al ponte di stici”, con la costante vicinanza di Nel corso della collisione continentale tra Bema ed alle parti sottostanti il mede- punti di assistenza. Africa ed Europa, l’Adria ha costituito un simo abitato. Vi si osservano la profonda Fig. 12.1 - Tracciato dell’itinerario cuneo profondamente penetrato nella forra tagliata dal Torrente Bitto, a monte con i punti di riferimento delle tappe massa europea. Il tratto centrale di que- del conoide sul quale è costruito Morbe- e delle soste 200 Fig. 12.2 – A sinistra paleogeografia del Giurassico con indicazione schematica delle masse continentali. A destra il dettaglio dell’area mediterranea come si osserva oggi, con le principali linee di frattura individuate in base alla sismicità: in evidenza il frammento continentale dell’Adria o Apulia, ruotato in senso antiorario Prìula Via L’Antica

gno, e gli effetti a varie scale dei pro- clinazione verso il fondovalle valtellinese. Questa successione sedimentaria che ri- Le rocce sono attribuite alla parte pro- cessi franosi. Questa geometria d’insieme determina copre le rocce cristalline è ben osserva- fonda di crosta continentale africana, Il percorso, risalendo il versante orobico la relativa monotonia litologica del per- bile lungo il contiguo itinerario 13 “Alle cioè al basamento cristallino delle Alpi ed avvicinandosi al crinale, si mantiene corso, poco adatto ad attraversare Sorgenti del Brembo”. Si notano spesso Meridionali o Sudalpino. Come osserva- entro la medesima tipologia di rocce, le grandi spessori di roccia in quanto ne ac- dei fitti piegamenti, con locali deviazioni zione generale, queste rocce hanno re- quali mostrano con evidenza le deforma- compagna, a basso angolo, le superfici di dalla direzione predominante. In parti- gistrato condizioni di seppellimento a zioni sopra descritte. Queste ultime, es- scistosità. Sull’opposto versante a meri- colare, si trovano tratti in cui la scisto- maggior profondità, dunque processi me- sendo le più recenti nella fase di dione del crinale orobico, in territorio sità si dispone a basso angolo e viene tamorfici più intensi, nella parte occi- costruzione della catena alpina, sono bergamasco, il medesimo assetto strut- tagliata, lungo superfici di debolezza, se- dentale, verso il Monte Legnone, rispetto anche le più facili da osservare. Le rocce turale consente la progressiva esposi- condo una prevalente direzione WSW- alla parte più orientale, verso le cime più hanno una chiara suddivisione in banchi zione delle rocce più recenti. ENE. alte delle Orobie. Più ad E, esse passano (scistosità regionale) quasi sempre pros- simi alla direzione E-W, con una forte in- Fig. 12.3 – Sezione geologica N-S del versante orobico nei pressi dell’itinerario. In evidenza, dal Monte Fioraro (sul crinale) al fondovalle, l’assetto strutturale delle formazioni rocciose fortemente inclinato verso N. In colore marrone-arancione le rocce nella Formazione degli Gneiss di Morbegno 201 infatti ai litotipi più ricchi in miche caratteristica distintiva e relativamente sione e temperatura alle quali queste niti, probabilmente di natura ed età chiare e verdi (micascisti e micascisti fil- facile da osservare in molti luoghi, nella rocce hanno acquisito il loro aspetto: composita. Ai più antichi Gneiss Occhia- ladici) degli Scisti di Edolo. In tutto il massa di fondo spiccano “occhi” chiari di masse sub centimetriche o raramente dini del Monte Pedena, si associano in- lungo tratto inferiore ed intermedio plagioclasio, da mezzo centimetro ad un centimetriche, tondeggianti, scure, di fatti lembi di un granito, consolidatosi dell’itinerario, sino a poco sotto lo paio di centimetri, arrotondati ma allun- granato; cristalli allungati, bruni, di alla fine dell’orogenesi che precede sbocco della laterale Valle d’Orta, affio- gati parallelamente alla scistosità. Que- staurolite; rari cristalli allungati ed ap- quella alpina, l’Ortogneiss del Monte Fio- rano le rocce raggruppate nella Forma- sti “occhi” di plagioclasio sono più minuti piattiti, grigio-azzurri, di cianite. Si no- raro. zione degli Gneiss di Morbegno. Si tratta e dai bordi meno netti, rispetto ai cri- tano anche piccoli lembi di ortogneiss a Con il termine Gneiss Occhiadini, per in prevalenza di rocce mediamente sci- stalli di feldspato degli gneiss occhiadini grana minuta, appartenenti alle antiche questo tipo di rocce, si descrive l’aspetto stose, abbastanza scure per l’abbon- veri e propri, che si incontrano più a rocce magmatiche, chiari e compatti. Al- eterogeneo, minutamente chiazzato, do- danza di minerali poveri in silice, con monte. Gli Gneiss di Morbegno mostrano cune sottili vene di quarzo microcristal- vuto alla presenza di cristalli che spic- alternanza di livelli millimetrici chiari e spesso una separazione in grandi banchi, lino, compatto e bianco latteo, seguono cano, per le maggiori dimensioni ed il scuri, separati da superfici leggermente intervallati da livelli scuri a tessitura e in parte e, più frequentemente, interse- colore bianco latteo, sulla massa di ondulate. La predisposizione di queste scistosità più fine. Sono presenti, soprat- cano la scistosità. Ad esse si associano fondo più scura. Queste rocce si trovano rocce a rompersi lungo i piani di scisto- tutto nella parte alta della valle, affio- frequentemente concentrazioni di mine- in numerose località alpine e sono state sità (fissilità) è meno marcata e più irre- ramenti ove si riconoscono altri minerali rali ferriferi, come la siderite, dai quali, descritte dai pionieri delle Scienze della golare rispetto agli scisti. Come caratteristici delle condizioni di pres- per alterazione, si originano patine ed Terra sin dall’Ottocento. Esse derivano incrostazioni di color ocra. da masse intrusive, riferibili essenzial- Risalendo, si attraversa una sottile fascia mente a due grandi cicli magmatici, uno di rocce meno compatte, più scistose, antico (Ordoviciano) ed uno più recente fittamente ripiegate, raggruppate nella (Permo-Carbonifero), che il metamorfi- Formazione delle Filladi di Ambria. In as- smo connesso all’orogenesi alpina ha ir- senza di alterazione, il loro colore è gri- regolarmente “stirato”. Data la notevole gio scuro, reso lucente dalla brillantezza compattezza di queste rocce, la defor- delle miche; la grana cristallina è piut- mazione non si è propagata regolar- tosto fine. In molti punti lungo il per- mente in tutta la massa, ma si è corso, nella massa di fondo della roccia, concentrata in fasce di taglio. Queste se- spiccano numerosi cristalli di granato, lo- parano lembi pressoché intatti, il cui vo- calmente di dimensioni superiori al cen- lume varia dal decimetro a diversi metri timetro. Questa fascia di rocce, cubi. Uno dei principali minerali costi- predisposte ad un comportamento dut- tuenti le rocce, il feldspato, è qui pre- tile nel corso delle deformazioni alpine, sente in forma di losanghe sfaccettate di avvolge un nucleo molto più compatto, colore da bianco a rosato. Questi cristalli vero pilastro nei pressi del crinale oro- hanno perso la netta forma geometrica bico. Si tratta di un lembo di antichi gra- originale e vengono arrotondati ed av- Fig. 12.4 – Un tratto storico della Via Prìula 202 volti dal materiale più fine, che fluisce prelude al raggiungimento del valico sul cora monticati, distribuiti sulle parti ele- alcune interpretazioni etimologiche, il loro intorno, assumendo l’aspetto che ri- crinale orobico, mostra un buon assorti- vate di entrambi i rami della valle omo- nome deriverebbe dal celtico bitu (pe- chiama la forma degli occhi, da cui il mento di morfologie glaciali quali rocce nima. La lavorazione si effettua in alta renne). Caratteristici della fascia a bosco nome. In particolare, alla fine dell’oro- montonate ed avvallamenti con laghetti quota, entro capanne di muro a secco sono i baitelli (budulere) dove il latte genesi tardo-paleozoica, si sono consoli- e torbiere. dette caléc’. viene conservato, veri frigoriferi naturali date numerose masse intrusive grazie a La presenza esclusiva di rocce imper- Il formaggio è a base di latte vaccino in- parzialmente interrati, che sfruttano un processi di lacerazione della crosta, che meabili, di natura silicea, determina una tero, cui viene aggiunta una quantità va- ruscello per l’efficace interazione di L’Antica Via Prìula Via L’Antica preludevano all’apertura dell’antico notevole ricchezza d’acqua, diffusa- riabile tra il 5 ed il 10% di latte di capra. ombra e circolazione costante d’acqua oceano Tetide. Un ricco e variato assor- mente presente sia in superficie, nel re- Ne derivano forme tonde, dai 10 ai 20 kg, quale motore termodinamico. timento di gneiss occhiadini si può osser- ticolo idrografico, sia in copiose sorgenti. che vengono portate in casera per la sa- Le caratteristiche fisiografiche del terri- vare sia negli affioramenti, sia nei I suoli sono ovunque acidi, adatti a bassa latura e la prima stagionatura. Questo torio valtellinese, relativamente isolato blocchi di roccia lungo il percorso, nella quota alla coltivazione del castagno ma formaggio grasso d’alpe acquisisce carat- dalla Pianura Padana e facilmente acces- parte alta dell’itinerario. sfavorevoli alla diffusione delle specie teristiche organolettiche davvero uniche sibile dai valichi alpini, ne hanno costan- Come in quasi tutta la Valtellina, la mor- che si adattano ai substrati calcarei. Le con il lungo invecchiamento, cui sembra temente condizionato la storia. fologia glaciale è ben conservata, e fa- caratteristiche climatiche, anche se re- particolarmente predisposto. Secondo Particolarmente complessa è la sequenza cilmente riconoscibile, soprattutto nelle lativamente più continentali e con minor di episodi successivi al crollo dell’Impero parti più elevate delle valli laterali. I piovosità, rispetto al versante orobico ed Romano. La dominazione dei Longobardi medi e bassi versanti mostrano infatti, ai rilievi pedemontani, consentono un ri- risale al VI secolo e fu seguita, dall’VIII, prevalentemente, gli effetti dell’ener- goglioso sviluppo della vegetazione ed da quella dei Franchi. Successivamente, gico modellamento ad opera dei corsi una sua regolare distribuzione per fasce la Valtellina entrò a far parte del Sacro d’acqua e della gravità. Ciò si deve al di- altimetriche. In alto, notevoli per pregio Romano Impero e del relativo sistema slivello tra fondovalle e creste (energia paesaggistico le peccete, cui si inframez- feudale. Dal 1210 Albaredo si costituì di rilievo), qui particolarmente elevato, zano maestosi esemplari di abete bianco come Comune, retto da un podestà lo- ed alla presenza di enormi masse di roc- Abies alba, in dialetto locale avéz. cale, prendendo parte al conflitto tra cia indebolite dagli effetti della defor- Guelfi e Ghibellini schierandosi con i se- mazione fragile. L’intreccio dei due Contesto storico - economico - sociale condi, in generale accordo con gli altri fattori predispone il territorio valtelli- I principali aspetti d’interesse generale Comuni del versante orobico. Nel mede- nese ad una diffusa franosità. L’intensità per l’escursionista che percorra la valle simo secolo, iniziarono ad assumere par- dei processi di denudamento dei versanti sono rappresentati dalla via storica, che ticolare importanza le risorse del è evidenziata dalle dimensioni e dal ri- affonda le sue radici nelle vicende tra sottosuolo ed, in particolare, i giaci- lievo morfologico dei numerosi conoidi alto Medio Evo ed albori dell’Era Mo- menti di siderite. Data la frequenza degli alluvionali presso lo sbocco nell’Adda, derna, e ad un prodotto gastronomico di episodi bellici, il ferro era certamente un sui quali sono costruiti quasi tutti i centri nicchia, ma di grande fama: il formaggio metallo strategico. Sul versante valtelli- abitati come Morbegno. La seconda Bitto (presidio di Slow Food). Quest’ul- nese, il minerale è presente nelle parti tappa, soprattutto nel tratto finale che timo viene prodotto in cinque alpeggi an- elevate delle laterali sinistre dell’Adda, Fig. 12.5 La lavorazione del formaggio Bitto 203 soprattutto la Val Venina. Nelle valli del colo si ebbero i primi contatti con la Se- rezione di mezzogiorno, fra alti monti, nuova via sul territorio è oggetto di interi Bitto furono trovati filoni coltivabili sulle renissima Repubblica di Venezia, che ini- fino alle vette del confine veneto, una volumi. L’opera d’arte, in senso ingegne- pendici dei monti Pedena ed Azzarini (o ziò a scontrarsi con i Visconti. In seguito, lunga vallata, ben disposta e popolosa, ristico, comprendeva un tracciato di Fioraro). Per produrre carbone vegetale con l’avvento a Milano degli Sforza, l’in- la quale dal fiume Bitto che le percorre pendenza regolare e larghezza minima di quale combustibile dei forni fusori, si fluenza veneta sulla Valtellina si spostò viene denominata valle del Bitto. Essa è tre metri, con massicciata e muri di so- sfruttava il legname dei boschi, risorsa sul piano economico. così larga e così lunga che comprende stegno, drenaggi, parapetti, aree attrez- espressamente citata da Leonardo nel Nel 1512 la Valtellina entrò a far parte ben sei comuni. (...). Quivi non prospera zate per la sosta ed il cambio delle Codice Atlantico. Fu costituita una So- dell’elvetico dominio della Repubblica la vite; ma tuttavia gli abitanti godono bestie da soma, nonché una locanda-can- cietà dei Forni di Ferro, che rimase ope- delle Tre Leghe, cui appartenne sino al una grande agiatezza, perché traggono toniera nei pressi del valico, aperta tutto rativa fino alla fine del XVIII secolo. 1797. I nuovi signori realizzarono presto grossi guadagni dall’allevamento del be- l’anno, che divenne il più antico rifugio Alcuni documenti, relativi alle attività un inventario delle risorse economiche stiame, dalla lavorazione dei panni di dell’intero arco alpino. Sul versante val- minerarie, sono conservati negli archivi dell’area: gli Estimi generali del 1531. lana, nonché da svariati mestieri che essi tellinese, gli otto ponti sul Bitto ed i suoi di Coira, in Svizzera. Furono registrate e valutate abitazioni, esercitano in diversi luoghi d’Italia. In affluenti potevano essere rapidamente La prima metà del XIV secolo vide l’ar- superfici a pascolo, a bosco, alpeggi, in- questa valle si trova anche una certa pie- distrutti, in caso fosse necessario bloc- rivo dei Visconti, signori di Milano, che frastrutture come segherie e mulini. Un tra rossa e durissima con cui si fanno i care truppe ostili. ed Albaredo riorganizzarono l’amministrazione terri- interessante spaccato dell’epoca è il vo- mortai ed altri arnesi consimili (…).” La furono accomunate dalla costruzione di toriale suddividendo la vallata in tre ter- lume “Raetia” pubblicato dallo storico e pietra in questione deve essere il conglo- una dogana ed una stazione di posta. zieri, assegnando il settore comprendente cartografo Johann Guler von Weineck nel merato quarzoso della Formazione del La Via Prìula passò attraverso cambia- Albaredo al terziere inferiore, politica- 1616, dal quale si estrae la seguente tra- Verrucano Lombardo, affiorante nella menti storici, quali l’avvento di Napo- mente aggregato a Morbegno. Nel XV se- duzione: “Da Morbegno si estende, in di- parte alta della Valle del Bitto di Gerola. leone con la fine della Repubblica delle Alla fine del XVI secolo si verificò Tre Leghe nel 1797 e la successiva costi- l’evento che impresse un’impronta fon- tuzione della Repubblica Cisalpina, e cli- damentale al territorio: gli accordi tra le matici con la transizione dall’optimum repubbliche di Venezia e delle Tre Leghe climatico medioevale alla “piccola gla- e la successiva costruzione di una via di ciazione”. La moderna denominazione comunicazione con la Valle Brembana, del Comune di Albaredo per San Marco ri- attraverso il Passo di San Marco. Le mo- sale al 1863, all’inizio della storia del tivazioni alla base del nuovo tracciato Regno d’Italia. erano militari e commerciali, con l’ob- Balzando agli ultimi decenni del secolo biettivo dei Veneziani di eludere il con- scorso, furono gli anni ’60 ed il clima psi- trollo milanese lungo la via navigabile cologico del boom economico a vedere la dell’Adda e del Lario. Il tracciato tardo progettazione e la costruzione di una Fig. 12.6 – cinquecentesco prese il nome dal Pode- nuova carrozzabile, sovrapposta alla vec- Il rifugio nei stà veneto di Bergamo, Alvise Priuli. La chia Prìula. La “Transorobica” fu realiz- pressi del Passo costruzione, nonché l’impatto della zata per tratte successive, raggiungendo di San Marco 204 il passo dal versante bergamasco nel stello alto-medioevale. Subito sopra costa si snoda in un fitto bosco, ma quanto la miglior visione d’insieme di 1966. La costruzione della tratta in di- questo punto, si trova il tempietto vo- offre numerosi punti di vista sulla mor- quest’ultimo, in posizione frontale, si scesa verso Albaredo ebbe inizio nel tivo ai caduti di guerra progettato fologia del fondovalle e delle alte pa- abbia da Sacco sulla strada che sale a 1971. L’intero percorso fu aperto al traf- dall’architetto Paolo Caccia Dominioni, reti che lo chiudono. Ben visibili le . fico nell’estate del 1976 come strada lambito dalla strada provinciale. Que- poderose reti che dovrebbero proteg- Tornati sui nostri passi, ci si allontana bianca; asfaltata una quindicina di anni st’ultima interseca due volte la Via gere la strada dalla caduta di massi ed dall’asfalto addentrandosi nel fitto ca- fa, vide il passaggio del Giro d’Italia nel Prìula nel suo corso iniziale. Alla prima avvolgono le scarpate in roccia forte- stagneto salendo la Via Prìula. Dopo un L’Antica Via Prìula Via L’Antica maggio del 1986. intersezione (quota 415 m), seguendo mente fratturata. Dopo circa 1,9 km tratto iniziale ben conservato, si per- in discesa l’asfalto sino al vicino tor- dal bivio, si giunge al ponte di Bema. Il corre un lungo segmento la cui pen- Descrizione della tappa N° 1: da nante, si raggiunge il bivio per l’abi- manufatto è sospeso a grande altezza denza ha purtroppo suggerito un Morbegno (SO) alla Locanda Ca’ tato di Bema, deviazione per la prima sul fondovalle e ne consente un’ottima intervento “conservativo” con abuso di Prìula presso la piazza centrale sosta. Questa strada, poco frequen- visione panoramica. Si notano le impo- cemento. In alcuni punti si possono os- di Albaredo per San Marco (SO) tata, si addentra nella forra tagliata nenti opere di presidio idraulico, con servare sporadici affioramenti degli L’itinerario si svolge interamente sul dal Torrente Bitto di Albaredo, subito a briglie e muri-argini. Si può proseguire Gneiss di Morbegno che, localmente, tracciato della via storica, ben ricono- monte della confluenza con il ramo di per l’abitato di Bema, minacciato da presentano corpi più compatti di orto- scibile per l’ampiezza, la sostanziale Gerola. Il tortuoso percorso a mezza un importante processo franoso, per gneiss minuti derivati da antiche rocce continuità, la presenza di tratti di sel- di origine magmatica. Poco sopra quota ciato e pavimentazione laterale in la- 605 m si trova un gruppo di vecchie stre di pietra, i cartelli segnaletici baite con ampi prati a pascolo, dal ubicati presso ogni bivio importante. Il margine dei quali si vedono le pareti percorso inizia con il tratto urbano, rocciose che rinserrano il corso del raggiungendo e superando in sequenza Bitto, in sinistra idrografica. Poco le piazze Mattei, Martiri caduti per la prima di una edicola votiva, a quota Libertà, III Novembre, Marconi ed im- 635 m circa, si osservano avvallamenti boccando infine la Via San Marco, nei a trincea e contropendenze che inter- pressi del settecentesco Palazzo Mala- rompono la regolarità del pendio. Il crida. Questa parte di Morbegno è indi- bosco e i depositi detritici mascherano cata dal nome Contrada Scimicà (in solo in parte queste forme, generate cima alle case) e si inerpica in dire- da processi di deformazione per gravità zione della forra del Bitto. In fondo a che agiscono in profondità sul versante. Via San Marco inizia la via storica, che La via prosegue come strada sterrata, raggiunge in breve il luogo della prima di sovrapposizione recente, solo a tratti sosta. Si tratta del Dòs de la Lümàga, si riconoscono i blocchi di pietra che de- presso il quale è stato allestito un ar- limitavano il margine della via storica, boreto e dove doveva sorgere un ca- Fig. 12.7 –Tappa avvicinando un elettrodotto. Raggiunto n°1 con soste 205 un tornante alla quota di circa 695 m, si e n° 105 “Lecco - Valle Brembana”, Morbegno, si trova un’area a parco che ritrova l’antico tracciato in buone con- Accesso Kompass - Karten Gmbh, 6063 include un arboreto, con messa a dimora dizioni di conservazione, anche se l’ori- Morbegno, in Valtellina, è collegata dalla Rum/Innsbruck, Austria / Österreich di alcune tra le specie tipiche del terri- ginale larghezza è sensibilmente ridotta linea ferrovia Milano - Lecco - , Quota minima: Morbegno, 244 m torio, ed una grande costruzione rosa. La dall’apporto detritico del pendio sopra- autobus e dalla Strada Statale n° 38; Al- Quota massima: Albaredo, 898 m conformazione a balze concentriche stante, solo in parte contenuto dai muri baredo per San Marco è raggiungibile sia Dislivello totale in salita: 654 m dalla quale deriva il toponimo locale, a secco in pietra, e dall’invasione dei da nord, da Morbegno per la Strada Pro- Dislivello totale in discesa: trascurabile ben visibile nelle riprese aeree, è di ori- rovi. Il selciato è comunque ben ricono- vinciale n° 8, sia da Mezzoldo in Valle Durata: 3 h gine antropica. La veduta della città da scibile, con la regolare disposizione in- Brembana per l’omonimo passo, lungo la Lunghezza percorso: 8 km (ai quali questo punto concentra un’ampia distesa trecciata dei ciottoli allungati, a Strada Provinciale n° 9, poi 8. aggiungere circa 3 km nel caso si di grigi tetti in pietra, secondo l’uso lo- impedire lo scivolamento degli zoccoli effettui la deviazione al ponte cale. A questo scopo, vengono adoperate dei muli. Poco più a monte, la Via Partenza: Morbegno (244 m): ed alla frana di Bema) rocce la cui scistosità fitta e regolare Prìula torna ad intersecare la strada Lat. N 46° 08' 11'' - Long. E 9° 34' 07'' Livello di difficoltà: E consente una facile apertura a spacco ed provinciale in corrispondenza degli abi- Arrivo: Albaredo (898 m): una relativa sottigliezza delle lastre, tati di Valle e Campo Erbolo, le prime Lat. N 46° 06' 11'' - Long. E 9° 35' 23'' Sosta N° 1 - Dòs de la Lümàga (305 m) note come piode, per evitare un carico frazioni del Comune di Albaredo per Base Topografica: carta escursionistica Proprio all’inizio del percorso, sulle eccessivo sui travi in legno. San Marco. I due nuclei abitati sono se- n° 92 “ - Val Bregaglia” prime alture che dominano la città di Il luogo consente l’osservazione di un parati da un impluvio, presso il quale si buon affioramento degli Gneiss di Morbe- possono di nuovo osservare gli Gneiss di gno, che reca evidenti le tracce dell’ero- Morbegno. La prima di una serie di scul- sione glaciale. Le rocce sono infatti ture a bassorilievo, incise nella roccia rimodellate con forme tondeggianti e da un bizzaro artista di strada fino ai sulle superfici, guardando con atten- pressi del valico, richiama l’attenzione zione, si possono notare le tipiche stria- sull’affioramento. ture di abrasione. Come di consueto, nel Oltre questo punto, la Via Prìula torna caso di superfici di erosione glaciale, a svolgersi a quota inferiore rispetto l’affioramento si presenta regolarizzato alla provinciale, passando per prati a nelle forme e le rocce sono apparente- sfalcio e sfiorando alcune vecchie abi- mente più compatte di quanto non siano tazioni in pietra. L’ingresso in Albaredo in realtà. Le fratture presenti sono in- è nuovamente per Via San Marco, che fatti parzialmente mascherate. Si rico- reca alla piazza principale. La Locanda nosce bene la scistosità regionale, con Ca’ Prìula si trova dirimpetto all’edifi- numerose pieghe che causano locali de- cio che ospita gli uffici dell’Ecomuseo viazioni rispetto alla direzione E-W, ma della Valle del Bitto di Albaredo. sempre fortemente inclinata verso il corso del fiume Adda. Fig. 12.8 – Panorama di Morbegno con i tipici tetti in piode 206 forra presso lo sbocco, la mancanza di aree Dal ponte, si può raggiungere l’abitato sia mente ostruito da sbarramenti in grado di Sosta N° 2 - Forra del Bitto e frana adeguate di espansione naturale a causa lungo la strada principale sul versante di creare pericolosi laghi effimeri. L’episodio di Bema (460 m) della diffusa urbanizzazione, il brusco rac- Albaredo, sia lungo una pista costruita in principale è avvenuto nel 1873. Un volume Il territorio valtellinese è connotato dal- cordo tra il ripido versante orobico e il coincidenza dell’antica mulattiera. La stimato in circa 250.000 m3 giunse in alveo l’intensità dei processi di denudamento dei piatto fondovalle valtellinese costitui- frana di Bema è inclusa nel censimento dei formando, a monte dell’accumulo di frana, versanti. Gli agenti sono la forza di gravità scono, nel loro insieme, un quadro di evi- “centri abitati instabili” della Regione un invaso di un paio di chilometri di lun- e l’azione erosiva delle acque, soprattutto dente problematicità. La storia del Bitto Lombardia ed oggetto di monitoraggio e ghezza. Gli eventi meteorici estremi del L’Antica Via Prìula Via L’Antica nel caso di torrenti con alveo ripido e por- narra di ripetute, rovinose alluvioni. Quella messa in opera di interventi per conte- 1987 (gli stessi della sciagura della Val tata irregolare, con ripetuti episodi di di Morbegno, di ponti più volte ricostruiti nerne l’evoluzione. Si tratta di una frana Pola) innescarono una serie di riattivazioni piena. Il Bitto ne rappresenta un esempio dopo esser stati spazzati via dalla furia in roccia di tipologia complessa, in cui pre- dei processi in stato di momentanea quie- emblematico. L’ampiezza del bacino idro- delle acque. L’abitato di Bema, sospeso valgono i meccanismi di distacco per crollo scenza. Come di consueto, la nicchia prin- grafico organizzato in due rami, Valle di Al- sulla confluenza dei due rami del torrente, e di scorrimento, lungo la superficie piatta cipale di distacco tende ad arretrare sul baredo e Val Gerola, la sproporzione tra si trova in una posizione particolarmente dei piani di scistosità. La posizione della versante minacciando direttamente, in tale ampiezza e le dimensioni dell’alveo in critica. Condizioni di propensione al disse- frana incombe sul fondovalle, periodica- questo caso, il centro abitato di Bema. sto si osservano in tutto il tratto descritto sino al ponte di Bema, ma soprattutto sul lato occidentale del displuvio, rivolto al ramo della Val Gerola. La roccia è intensa- mente ed irregolarmente fratturata, come ben osservabile lungo tutto il taglio stra- dale. In quest’area, la scistosità regionale devia sensibilmente dalla direzione E-W per disporsi prevalentemente NW-SE, man- tenendo tuttavia la forte inclinazione verso l’Adda. Gli Gneiss di Morbegno, in genere compatti, sono qui tagliati da frequenti li- velli a scistosità più fitta, che passano lo- calmente a micascisti, vene di quarzo lungo fratture e fasce di miloniti rocce scure estremamente deformate. I contatti tra rocce molto diverse quanto a compat- tezza e le fratture, in buona parte riatti- vate dalla gravità, costituiscono elementi di discontinuità orientati sfavorevolmente Fig. 12.10 – Particolare della Fig. 12.9 – Forme di Bitto in fase rispetto alla geometria del versante. frana di Bema nei pressi del di stagionatura Torrente Bitto 207 mente distrutto dalle valanghe prima- sovrastato dal valico. Superato il Passo Sosta N° 3 - Campo Erbolo (835 m) Descrizione della tappa N° 2: verili, ci si porta verso la Casera d’Orta di San Marco (1985 m), antico confine Per la conformazione del basso e medio dalla Locanda Ca’ Prìula, Vaga (1707 m). In questo punto, pur se- tra le repubbliche di Venezia e delle versante e l’epoca di costruzione del Albaredo per San Marco (SO) guendo sempre il tracciato della Via Tre Leghe ed attuale limite tra le pro- tracciato storico, gli affioramenti lungo al Rifugio Passo San Marco 2000, Prìula, si lascia il segnavia CAI 110 per vince di Bergamo e Sondrio, la mulat- quest’ultimo sono sporadici e general- Mezzoldo (BG) quello CAI - GVO (Gran Via delle Oro- tiera lascia il versante valtellinese e mente rivestiti da superfici di altera- Dalla Locanda Ca’ Prìula (898 m), in Via bie) in direzione del Passo San Marco. scende in Valle Brembana fino alla sto- zione, oltre alle associazioni vegetali di Brasa nel centro di Albaredo per San Questo tratto del percorso, chiamato rica cantoniera Ca’ San Marco (1830 m). muschi e licheni incrostanti. Il ben più Marco, si percorre il tracciato della Via “Scale d’Orta”, sale bruscamente con Da questa, un breve tratto di strada recente taglio stradale della provinciale Prìula in direzione del Passo San Marco una serie di tornanti fino alla conca asfaltata reca al vicino Rifugio Passo “Transorobica” presenta affioramenti (segnavia dedicato). In questo tratto la pianeggiante dell’anfiteatro glaciale, San Marco 2000 (1840 m), in prossimità molto migliori e quasi continui ma mulattiera, trasformata per gran parte anche la presenza, poco piacevole per in strada silvo-agro-pastorale, sale attra- gli escursionisti, del traffico automobi- verso i pascoli conducendo verso la loca- listico. lità Prati Nuovi. Dopo aver incrociato più Chi non desiderasse effettuare la devia- volte la strada provinciale, si giunge alla zione al ponte di Bema (sosta N° 2), può chiesa di Santa Maria delle Grazie ritrovare un facile punto di osservazione (1157 m), in posizione dominante su ri- delle rocce lungo la strada provinciale, pidi pendii erbosi. Da qui, una serie di poco a valle del punto di arrivo della tornanti in discesa recano al fondovalle tappa. Presso il limite tra gli abitati di (1120 m). La Via Prìula, indicata in que- Valle e Campo Erbolo, la figura femmi- sto tratto con il segnavia CAI 110 (non nile del bassorilievo accennato nella de- sempre riportato) supera la Valle Piazza scrizione di questa tappa costituisce un e la Valle Pedena con ponti in cemento, inconfondibile punto di riferimento. Uno più volte ricostruiti dopo rovinose piene. slargo della sede stradale consente una Si risale il versante fino ai due nuclei pausa sicura. Guardando con attenzione della frazione Dosso Chierico (1219 m). la roccia, si possono riconoscere gli occhi Da questa amena località, posta in di plagioclasio tipici di questa forma- cima ad un crinale affilato e segmen- zione, la presenza di scuri livelli molto tato da fratture trasversali, si prose- deformati (miloniti) e, in alcuni punti, la gue attraverso un fitto bosco di faggi e presenza di un minerale appartenente al abeti lungo il Dosso della Motta, fino gruppo della tormalina con cristalli pri- ad incrociare i pascoli degli alpeggi smatici, sottili, fortemente allungati a della Valle d’Orta. Superato il Torrente formare aghetti neri e lucenti. Orta con un ponte in legno, periodica- Fig. 12.11 – Itinerario 12, tappa 2 con l’ubicazione delle soste 208 della Strada Provinciale n° 9. dai ghiacciai, dai torrenti e dall’azione dalla Valle Brembana (BG) per l’omonimo Rum/Innsbruck, Austria / Österreich Il percorso permette di osservare nume- della gravità. In particolare, si possono passo, lungo la Strada Provinciale n°9. Quota minima: rosi affioramenti di rocce, in preva- notare processi di erosione differen- Locanda Ca’ Prìula, 898 m lenza gneiss, micascisti e filladi, ziale, dovuta alle variabili caratteristi- Partenza: Rifugio Locanda Ca’ Prìula, Quota massima: appartenenti al basamento cristallino che di resistenza delle rocce e alla 898 m: Passo San Marco, 1985 m delle Alpi Meridionali. Queste rocce de- presenza di superfici di discontinuità Lat. N 46° 06’ 11’’ - Long. E 9° 35’ 23’’ Dislivello totale in salita: 1200 m rivano sia da depositi sedimentari di che attraversano queste ultime. Alcuni Arrivo: Rifugio Passo San Marco 2000, Dislivello totale in discesa: 250 m L’Antica Via Prìula Via L’Antica tipo prevalentemente sabbioso ed argil- punti del percorso permettono di ve- 1985 m: Durata: 7 h loso, sia da corpi magmatici di varie di- dere come le rocce hanno registrato, Lat. N 46° 02’ 22’’ - Long. E 9° 43’ 33’’ Lunghezza percorso: 13 km mensioni. Entrambe le tipologie con pieghe e fratture, gli eventi di de- Base Topografica: Livello di difficoltà: E originali sono state in seguito defor- formazione connessi al sollevamento - Carta escursionistica n° 105 Lecco - mate e metamorfosate, cioè trasfor- delle Alpi. Valle Brembana, scala 1:50.000; Kom- Sosta N° 1 - Chiesa di Santa Maria mate in nuove associazioni di minerali, pass - Karten Gmbh, 6063 delle Grazie (1157 m) stabili a elevate pressioni e tempera- Accesso Rum/Innsbruck, Austria / Österreich La Via Prìula sale con inclinazione co- ture, durante l’orogenesi alpina. Le Albaredo per San Marco e il Passo San - Carta escursionistica n° 104 Foppolo - stante verso i Prati Nuovi, attraversando forme di paesaggio che si osservano du- Marco sono raggiungibili sia da nord, per Valle Seriana, scala 1:50.000; ripidi pendii a pascolo intervallati da rante il tragitto sono state modellate Morbegno e la Strada Provinciale n°8, sia Kompass - Karten Gmbh, 6063 resti di boschi, a delimitarne le pro-

Fig. 12.13 – I ripidi tornanti della Via Prìula. Sullo sfondo, il nucleo inferiore della frazione Fig. 12.12 – Il ponte della Via Prìula all’incrocio con la Valle Pedena Dosso Chierico 209 prietà. È possibile notare tra i prati le delle Filladi di Ambria. Nel tratto sommi- legati ad un’antica attività siderurgica, gliano il substrato. In entrambi i casi, il antiche canalizzazioni rivestite di pie- tale, la brusca comparsa degli Gneiss del riscoperti nel 1984. metallo è contenuto in carbonati, tra i trame, che portavano acqua ai vari ap- Monte Pedena, molto più compatti, ori- Meno diffusi, rispetto al territorio berga- quali prevale la siderite manganesifera, pezzamenti evitando il degrado gina una fascia dirupata con pareti sub- masco (si pensi, ad esempio, all’impor- e in ossidi come l’ematite. Nettamente idrogeologico del versante. La prote- verticali. tanza delle vicine miniere di Carona), si subordinati sono i solfuri, come pirite e zione del suolo è stata tanto efficace che In primo piano è ben visibile un fitto in- trovano piccoli giacimenti di ferro pirrotite. La grana grossolana e la sem- solo in corrispondenza di alcuni tagli sieme di fratture orientate tra NE-SW ed anche presso il versante valtellinese plicità dell’associazione mineralogica stradali, tra la Chiesa di Santa Maria ENE-WSW, che segmenta il crinale sulla delle Orobie. A meridione del crinale consentiva un’efficace cernita a mano. delle Grazie ed il fondovalle, è possibile cui sommità si trovano i due nuclei della orobico affiorano le rocce sedimentarie La percentuale di manganese, natural- osservare il substrato roccioso. Le rocce, frazione Dosso Chierico. Il nucleo infe- permo-triassiche e le mineralizzazioni mente presente, conferiva eccellenti ca- nelle quali sono tagliati a mezza costa i riore è appoggiato ad un blocco chiara- si trovano soprattutto come lenti e corpi ratteristiche alla lega metallica prodotta. tornanti della mulattiera, sono raggrup- mente ribassato. I ripidi prati passano stratoidi nelle Formazioni del Servino e, In quota veniva praticata una prima lavo- pate nella Formazione degli Gneiss di bruscamente, nella parte prossima al più raramente, del Collio. A nord, dove razione (arrostimento) usando come Morbegno. fondovalle, ad una parete rocciosa denu- si trovano in prevalenza rocce cristalline combustibile il carbone vegetale pro- Questa unità litologica è costituita in data dall’erosione del Torrente Bitto. più antiche del Carbonifero, il minerale dotto nelle carbonaie locali. In tal modo prevalenza da gneiss, che si presentano ricorre in forma di vene più o meno quar- si otteneva una pre-concentrazione del in grossi banchi separati da sottili livelli Sosta N° 2 - I forni fusori (1225 m) zose, con spessori anche metrici, che ta- minerale ed una sensibile riduzione di fortemente scistosi, scuri per l’abbon- Presso il nucleo inferiore di Dosso Chie- danza di mica bruna (biotite) e talvolta rico, in prossimità di una fontana a quota di color ruggine, per l’alterazione dei mi- 1194 m, si trova il bivio tra il percorso nerali contenenti ferro, lungo le zone principale in salita, prossimo al filo del fratturate. crinale, ed un’interessante deviazione La vista panoramica che si apre sulla Val che si addentra nella valle principale, Pedena permette di fare alcune conside- lambendone il fondovalle. Questo per- razioni circa la differenza di rilievo mor- corso richiede un paio d’ore e si snoda fologico legato, in questo caso, al tipo di con alcuni saliscendi lungo una strada roccia affiorante. Risalendo con lo sterrata che conduce agli alpeggi di Ve- sguardo il versante, si attraversa infatti senda. Occorre seguire il segnavia CAI una sequenza di rocce diversamente 135 e, giunti ad un bivio (quota 1216 m), erodibili. Dagli Gneiss di Morbegno dei abbandonare il tracciato più largo che pendii posti all’inizio del percorso, pre- scende sulla destra e percorrere il sen- valentemente ricoperti dal bosco di tiero più stretto sulla sinistra. Dopo circa aghifoglie e da pascoli, si passa ad una 1 km, ci si avvicina all’alveo del Bitto, in fascia meno acclive, dove affiorano le una spianata tra gli abeti. Segnalati da rocce meno resistenti della Formazione pannelli si trovano i resti di forni fusori Fig. 12.14 – I resti dei forni fusori nei pressi dell’alveo del Torrente Bitto di Albaredo 210 peso dei carichi che andavano a dorso di sine, a farsi in azzali, et a lavorarsi il tentrionale di un lungo crinale NNW-SSE, fitta vegetazione e sotto la coltre dei de- mulo verso il fondovalle. Significativo il ferro”. Gli imbocchi delle gallerie non denominato Dosso della Motta. Il topo- positi di versante, si trovano rari e limi- toponimo , alla base del versante sono più visibili, risultando probabilmente nimo, caratteristico in tutta la Valtellina tati affioramenti del substrato roccioso orobico presso lo sbocco della Val Madre, ricoperti dal detrito di versante, ma dove- per le culminazioni di forma relativa- (Gneiss di Morbegno). Solo poco prima poco a oriente di Morbegno. vano trovarsi nelle vicinanze. mente arrotondata, indica le forme di un d’arrivare all’alpeggio di Orta, si iniziano Dei giacimenti in Valle del Bitto si trovano Proseguendo in direzione degli alpeggi di grande dosso montonato, testimonianza ad incontrare rocce differenti, attribuite cenni storici sin dal 1392. Interessante la Vesenda, si raggiunge un autentico mo- dell’erosione glaciale cui furono sottopo- alla Formazione delle Filladi di Ambria. L’Antica Via Prìula Via L’Antica relazione al Senato Veneto del 1596 del numento in forma di albero: il celebre sti i versanti in epoca remota. Prose- Il passaggio litologico, nascosto dai de- Capitano di Bergamo, Giovanni da Lezze: Avéz, un abete bianco di circa 350 anni, guendo oltre le ultime abitazioni di Dosso positi quaternari colonizzati da una ve- “Il forno è un vaso murato di pietre co- alto quasi 40 m con un tronco la cui cir- Chierico, si abbandonano i ripidi pascoli getazione rigogliosa, è sottolineato da perto, fabbricato sopra qualche seriola conferenza sfiora i 6 m. per entrare in un fitto bosco. Presso l’ul- una fascia rocciosa ampia diversi metri, d'acqua che con quella i mantici grandi ac- tima curva della mulattiera, prima d’ini- interessata da intensa fratturazione. Ciò cendino et mantenghino il foco et con la Sosta N° 3 - Dosso della Motta (1430 m) ziare il traverso che conduce ai pascoli causa l’innesco di piccole frane che coin- forza di quello sottoposto si separa il ferro Riprendendo il percorso della via storica degli alpeggi di Orta, in una radura a lato volgono in parte anche l’antico sedime dalla terra, la terra torna a congelarsi in verso il valico, si raggiunge il nucleo su- del sentiero, si può osservare un eccel- della mulattiera. lota, et il ferro si unisce da se stesso indu- periore di Dosso Chierico. lente esempio di roccia montonata. Oltre All’uscita del bosco di Dosso della Motta, rendosi, che poi indurito si porta alle fu- Questa frazione si trova all’estremità set- alle strie ed ai solchi glaciali, si ricono- nei prati tra i pascoli dell’alpeggio poco scono banchi di natura prevalentemente prima della Casera d’Orta Vaga, sul lato quarzoso-feldspatica, separati da livelli a valle, si incontra un tipico dosso mon- più sottili, ricchi in mica bruna (biotite), tonato. Il dettaglio della superficie, li- con tessitura fortemente foliata, talvolta sciata dai ghiacci, presenta anche in ripiegati. Dal punto di vista litologico, i questo caso strie e solchi glaciali indi- rari affioramenti sono ancora attribuibili canti la direzione ed il verso di flusso del alla Formazione degli Gneiss di Morbegno, ghiacciaio. La roccia affiorante è un’al- ben diversa dalle rocce costituenti la For- ternanza di filladi e livelli quarzosi, en- mazione delle Filladi di Ambria, che in- trambi fortemente deformati, con contreremo poco oltre, nella zona degli sviluppo di scistosità e pieghe, a volte alpeggi. molto serrate. Superato il torrente, si arriva alla Casera Sosta N° 4 - Il dosso montonato (1610 m) dell’Alpe Orta Vaga. La Via Prìula, fin qui Il tracciato della Via Prìula, che si snoda indicata con il segnavia CAI 110, prose- con pendenza costante attraverso i bo- gue verso il Passo San Marco con segnavia schi di Dosso della Motta, supera con nu- CAI GVO (quota 1687 m). Da questo merosi tornanti il dislivello tra Dosso punto, con numerosi tornanti scavati Chierico e Casera d’Orta Vaga. Tra la nelle filladi e costruiti in parte anche con Fig. 12.15 – Panoramica da Dosso Chierico con l’abitato di Albaredo in secondo piano 211 Fig. 12.17 – Scuri cristalli isolati di granato spiccano nelle Filladi di Ambria

Fig. 12.16 – Il dosso montonato presso la Casera d’Orta Vaga

pietrame, iniziano le Scale d’Orta. Guar- Sosta N° 5: Un’antica iscrizione dando i grossi massi che formano i muri (1795 m) di contenimento di valle della mulat- Salendo le Scale d’Orta, a quota 1795 m tiera, è possibile cogliere le differenze lungo la strada, si nota un masso con Fig. 12.18 – Antica litologiche ed immaginare le diverse ti- un’antica iscrizione che riporta la data iscrizione incisa su un masso al bordo della Via pologie di rocce che affiorano nelle vici- 1569, sormontata da una croce, e le let- Prìula nanze. Oltre ai litotipi compresi nelle tere CM, acronimo di Confine di Monte. Filladi di Ambria, con colori che variano Quando la mulattiera riprende ad essere variamente arrotondati, inclusi tra livelli molto compatte e si riconoscono per la da toni verdi ad argentei, a volte con meno ripida, passando tra due piloni del- di miche. A volte la roccia contiene morfologia degli affioramenti. Sono in- granati grandi fino ad un centimetro, si l’alta tensione (1862 m), si attraversa il anche cristalli di granato e tormalina. fatti caratteristiche le pareti di notevole riconoscono gneiss chiari con tipica tes- limite tra le Filladi di Ambria e gli Gneiss Gli Gneiss del Monte Pedena derivano, altezza, con numerose e nette fratture situra occhiadina, appartenenti alla For- del Monte Pedena. Le rocce di quest’ul- per metamorfismo di basso grado, da una che delimitano blocchi rocciosi di dimen- mazione degli Gneiss del Monte Pedena tima unità sono ortogneiss, antiche rocce originaria massa di età ordoviciana (circa sioni fino a diversi metri cubi. I bordi che incontreremo in affioramento poco magmatiche a tipica tessitura occhia- 450 milioni di anni fa), intrusa nella suc- delle scarpate sono soggetti a diffusi pro- oltre. dina. Si notano cristalli di feldspato po- cessione sedimentaria pre-carbonifera. cessi di crollo, che originano un grosso- tassico di dimensioni centimetriche, Le rocce di questa formazione sono lano macereto. Come accennato in

212 precedenza, la zona di contatto tra le di- nianza di più estesi laghetti di escava- conferisce alla roccia il tipico aspetto se- verse formazioni affioranti era già osser- zione glaciale. riceo. L’associazione mineralogica con la BIBLIOGRAFIA vabile dalla chiesa di S. Maria delle Il recente taglio stradale presso il Passo clorite, di colore verde pallido, indica AA.VV (1971): Note Illustrative della Grazie. San Marco permette di osservare un’inal- condizioni metamorfiche di basso grado. Carta Geologica d’Italia, Fogli 7 e 18 Il valico, presidiato da un alto cippo sor- terata superficie di affioramento del Localmente, i livelli quarzosi possono Pizzo Bernina-Sondrio, Servizio Geolo- montato da un’aquila in pietra bianca, è substrato roccioso, costituito dalle Fil- avere spessori maggiori. Lungo la mulat- gico d’Italia, Roma. un’amplia depressione del crinale. Lo ladi di Ambria. I nettissimi piani di folia- tiera, poco oltre il cippo di confine dal L’Antica Via Prìula Via L’Antica sguardo può spaziare, apprezzando la zione metamorfica ne favoriscono passo, si notano infatti alcune vene di di- AA.VV (1998): Alpi e Prealpi Lombarde. marcata differenza di paesaggio geolo- l’apertura in lastre planari. Questa sci- mensioni metriche, con quarzo com- 35 escursioni a piedi. Guide Geologiche gico tra i rilievi bergamaschi, scolpiti es- stosità pervasiva, fitta e distribuita in patto, microcristallino, di colore bianco Regionali, Ed. BE-MA, Milano. senzialmente in rocce sedimentarie con tutta la massa della roccia, è talvolta latteo. Alcune di queste sono state scol- netta stratificazione, e quelli valtelli- strettamente ripiegata. La tessitura mi- pite a bassorilievo da un eclettico arti- AA.VV. (2008): I Geositi della Provincia nesi, scolpiti soprattutto in rocce cristal- croscopica è rappresentata dall’alter- sta. di Sondrio. Regione Lombardia - IREALP. line. Su entrambi i versanti del valico, è nanza di sottili livelli chiari e scuri. I Scendendo sul lato brembano, l’antica 139 pp., Mottarella Studio Grafico, possibile ammirare la morfologia di un primi sono costituiti in prevalenza da Via Prìula passa dapprima accanto ai ru- (SO). anfiteatro roccioso modellata dall’azione quarzo e feldspati; nei secondi si concen- deri delle casermette costruite durante glaciale. Zone pianeggianti, generate trano i granuli più fini e appiattiti, so- la prima guerra mondiale (tracce della AA.VV. (2008): Da Bergamo a Coira lungo dall’azione erosiva dei ghiacci, sono oggi prattutto miche chiare come la “Linea Cadorna”) per arrivare, dopo una le vie storiche. Museo della Val San Gia- occupate dal pascolo. Nelle depressioni muscovite. Quest’ultimo minerale, in mi- serie di tornanti, alla storica Ca’ San como e della Via Spluga e Pro Loco Valle tra le rocce, con ristagno d’acqua, si svi- nuti cristalli lamellari di colore bianco Marco. Lasciato l’antico acciottolato per del Bitto di Albaredo, 223 pp., Tipogra- luppano alcune torbiere come testimo- argenteo e lucentezza madreperlacea, una comoda strada asfaltata si rag- fia Pinizzotto, Morbegno (SO). giunge, poco più a sud, il nuovo Rifugio Passo San Marco 2000, già visibile in lon- Agostoni S., Laffi R., Sciesa E. (1997): tananza. Centri abitati instabili della provincia di Sondrio, pubblicazione CNR-GNDCI.

Bedogné F., Montrasio A. e Sciesa E. (2006): I minerali della medio-alta Val- tellina, delle Orobie Valtellinesi e della Valle di Poschiavo. 255 pp., Tipografia Fig. 12.19 – Bettini, Sondrio. La tipica tessitura occhiadina Pesenti G. e Carminati F. (1988): Una degli Gneiss strada, una valle, una storia. Quattro del Monte secoli di viabilità in Valle Brembana e Pedena 213 dintorni. Archivio Storico San Lorenzo di Zogno (BG), 355 pp., Tipolitografia Elenco numeri utili e servizi: Consorzio Turistico “Porte di Valtellina” Autori Eletta, Villa d’Almè(BG). Comune di Albaredo per San Marco Piazza M. E. Bossi, 6 - 23017 Morbegno (SO) Federico CONFORTINI, Via S. Marco, 24 - 23010 Albaredo per Tel. 0342-601140; fax 0342- 619063 Guido MAZZOLENI, Anna PAGANONI San Marco (SO) [email protected] Museo Civico di Scienze Naturali Tel. 0342-616288; fax 0342-602253 CAI Sezione di Piazza Brembana “E. Caffi”, Piazza Cittadella 10, [email protected] Via B. Belotti, 54/b - 24014 Piazza 24129 Bergamo, Italia, Comune di Morbegno Brembana (BG) www.museoscienzebergamo.it - Via Prati Grassi - 23017 Morbegno (SO) Tel. 0345-82244 [email protected] Tel. 0342-610997 [email protected] Comune di Mezzoldo CAI Sezione di Morbegno Con la collaborazione di: Via Bonandrini, 1 - 24010 Mezzoldo (BG) Palazzo Malacrida - 23017 Morbegno (SO) Margherita Ferraiuolo, Museo Civico di Tel. 0345-86041; fax 0345-86500 Tel. e fax 0342-613803 Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo, [email protected] [email protected] Alessio Conforto, Stazione Valchiavenna Comunità Montana Valle Brembana per lo Studio dell’Ambiente Alpino; Via Don Angelo Tondini, 16 - 24014 Albergo Cooperativa Alboran - Gianpiero Mazzoni, PROGEA Albaredo Piazza Brembana (Bergamo) Locanda Ca' Prìula - Via Brasa, 14 - per S. Marco (SO). Tel. 0345-81177; fax 0345-81240 23010 Albaredo per San Marco (SO) [email protected] Tel. e fax: 0342-616434; 339-6099907 Si ringrazia: Matteo Malzanni Comunità Montana Valtellina di Morbe- Bed and Breakfast “Bersaglio” gno Via Prati Grassi, 16 - 23017 Morbegno (SO) Via Stelvio, 23/A - 23017 Morbegno (SO) Tel. 0342-614715 Tel. 0342-615671 Rifugio Passo S. Marco 2000 Museo Civico di Scienze Naturali “E. Località La Cola - 24010 Mezzoldo (BG) Caffi” di Bergamo Tel. e fax 0345-86020; 349-8048505 Piazza Cittadella 10, 24129 Bergamo [email protected] Tel. 035-286020; fax 035-286019 [email protected] Link utili: Museo Civico di Storia Naturale www.cmmorbegno.it • Comunità Mon- Via Cortivacci, 2 - 23017 Morbegno (SO) tana Valtellina di Morbegno Tel. 0342-612451 www.portedivaltellina.it Porta del Parco Orobie d'Albaredo www.waltellina.com • (portale con in- Tel. +39 848780761 formazioni turistiche e naturalistiche) [email protected] www.museoscienzebergamo.it

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