12. L'antica Via Priula 30/06:Layout 1

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12. L'antica Via Priula 30/06:Layout 1 L’Antica Via Prìula naturalistico ed etnografico, tutelata N° delle tappe: 2 sto sistema di faglie si chiama Linea del come sito di importanza comunitaria Punto di partenza: stazione ferroviaria Tonale, è orientato circa E-W ed ha con- Da Morbegno (SIC: IT2040028) e territorio di riferi- di Morbegno (SO), 244 m sentito il sollevamento del blocco N, ri- al Rifugio Passo San Marco 2000 mento dell’Ecomuseo della Valle del Punto di arrivo: Rifugio Passo spetto a quello che include le Orobie, di Bitto di Albaredo, incluso nel Parco San Marco 2000 (BG), 1830 m una ventina di chilometri. Oltre al solle- Riferimenti alla Via Alpina: nessuno delle Orobie Valtellinesi. Luogo: Alpi Orobie Occidentali vamento, il blocco settentrionale ha su- Il percorso segue le tracce di una tra Contesto geologico: rocce bìto uno scorrimento laterale di circa un L’itinerario si snoda complessivamente le più note ed importanti vie storiche: metamorfiche ed intrusive centinaio di chilometri verso E. Questo in senso meridiano, da N verso S, risa- la cinquecentesca “Via Prìula”. Alcuni dal Paleozoico inferiore al Permiano processo è chiamato estrusione crostale. lendo il versante orobico dal fondo- tratti sono purtroppo spariti o forte- e depositi quaternari Le rocce dei due blocchi contrapposti, so- valle valtellinese. Esso si sviluppa in mente rimaneggiati, data la sovrappo- prattutto quello settentrionale, hanno due tappe, in una fascia altimetrica sizione della strada provinciale e Principali caratteristiche geologiche registrato le deformazioni di questi mo- dai relative opere di urbanizzazione. I Nella bassa Valtellina, la base del ver- vimenti. Tracce che si possono leggere a 230 m di Morbegno ai quasi 2000 del segmenti rimasti integri si ambientano sante retico (opposto a quello ove si svi- tutte le scale, dal campione di roccia sino Passo di San Marco. Ci si addentra in tuttavia in un contesto paesaggistico luppa il presente itinerario) e l’intero alle forme del paesaggio. Rispetto alle una valle laterale di grande interesse di grande pregio. La via sale al valico versante orobico, condividono gli ele- rocce che affiorano in Valchiavenna e secondo una logica che prevedeva pen- menti essenziali della geologia, come nelle valli laterali in destra idrografica denze costanti e moderate, adatte al strutture a scala regionale e tipologia della Valtellina, quelle toccate dall’itine- trasporto di merci su animali da soma, delle rocce affioranti. La principale linea rario sono quindi molto più superficiali. e rimane sempre relativamente vicina di sutura che salda la parte europea Lo stile di deformazione è perciò diverso, a centri abitati o alla strada asfaltata. della catena alpina con quella africana, con chiara prevalenza degli effetti della Quest’ultima resta tuttavia sufficien- decorre infatti parallelamente al fondo- deformazione fragile (rottura della roccia temente schermata dalla vegetazione valle ma in posizione sopraelevata, inci- sotto forma di faglie e sistemi di frattura) o dal rilievo topografico. dendo il versante esposto a meridione. rispetto a quelli della deformazione dut- In considerazione della lunghezza e del La discontinuità accennata è la maggiore tile (ripiegamento “a caldo”). notevole dislivello, la classificazione di tutte le Alpi. Essa prende il nome d’in- Alcuni punti panoramici all’inizio del del grado di difficoltà dell’itinerario è sieme di Lineamento Periadriatico, in percorso permettono di osservare le escursionistico (E), per quanto l’intero quanto modellata attorno al bordo set- forme del paesaggio modellate da ghiac- sviluppo mantenga caratteristiche tipi- tentrionale di un promontorio africano, ciai, da impetuosi torrenti e dall’azione che dei percorsi adatti a qualsiasi chiamato Adria, in riferimento alla geo- della gravità. Particolarmente interes- escursionista, classificabili come “turi- grafia del Meso-Cenozoico (fig. 12.2). sante è la breve deviazione al ponte di stici”, con la costante vicinanza di Nel corso della collisione continentale tra Bema ed alle parti sottostanti il mede- punti di assistenza. Africa ed Europa, l’Adria ha costituito un simo abitato. Vi si osservano la profonda Fig. 12.1 - Tracciato dell’itinerario cuneo profondamente penetrato nella forra tagliata dal Torrente Bitto, a monte con i punti di riferimento delle tappe massa europea. Il tratto centrale di que- del conoide sul quale è costruito Morbe- e delle soste 200 Fig. 12.2 – A sinistra paleogeografia del Giurassico con indicazione schematica delle masse continentali. A destra il dettaglio dell’area mediterranea come si osserva oggi, con le principali linee di frattura individuate in base alla sismicità: in evidenza il frammento continentale dell’Adria o Apulia, ruotato in senso antiorario Prìula Via L’Antica gno, e gli effetti a varie scale dei pro- clinazione verso il fondovalle valtellinese. Questa successione sedimentaria che ri- Le rocce sono attribuite alla parte pro- cessi franosi. Questa geometria d’insieme determina copre le rocce cristalline è ben osserva- fonda di crosta continentale africana, Il percorso, risalendo il versante orobico la relativa monotonia litologica del per- bile lungo il contiguo itinerario 13 “Alle cioè al basamento cristallino delle Alpi ed avvicinandosi al crinale, si mantiene corso, poco adatto ad attraversare Sorgenti del Brembo”. Si notano spesso Meridionali o Sudalpino. Come osserva- entro la medesima tipologia di rocce, le grandi spessori di roccia in quanto ne ac- dei fitti piegamenti, con locali deviazioni zione generale, queste rocce hanno re- quali mostrano con evidenza le deforma- compagna, a basso angolo, le superfici di dalla direzione predominante. In parti- gistrato condizioni di seppellimento a zioni sopra descritte. Queste ultime, es- scistosità. Sull’opposto versante a meri- colare, si trovano tratti in cui la scisto- maggior profondità, dunque processi me- sendo le più recenti nella fase di dione del crinale orobico, in territorio sità si dispone a basso angolo e viene tamorfici più intensi, nella parte occi- costruzione della catena alpina, sono bergamasco, il medesimo assetto strut- tagliata, lungo superfici di debolezza, se- dentale, verso il Monte Legnone, rispetto anche le più facili da osservare. Le rocce turale consente la progressiva esposi- condo una prevalente direzione WSW- alla parte più orientale, verso le cime più hanno una chiara suddivisione in banchi zione delle rocce più recenti. ENE. alte delle Orobie. Più ad E, esse passano (scistosità regionale) quasi sempre pros- simi alla direzione E-W, con una forte in- Fig. 12.3 – Sezione geologica N-S del versante orobico nei pressi dell’itinerario. In evidenza, dal Monte Fioraro (sul crinale) al fondovalle, l’assetto strutturale delle formazioni rocciose fortemente inclinato verso N. In colore marrone-arancione le rocce nella Formazione degli Gneiss di Morbegno 201 infatti ai litotipi più ricchi in miche caratteristica distintiva e relativamente sione e temperatura alle quali queste niti, probabilmente di natura ed età chiare e verdi (micascisti e micascisti fil- facile da osservare in molti luoghi, nella rocce hanno acquisito il loro aspetto: composita. Ai più antichi Gneiss Occhia- ladici) degli Scisti di Edolo. In tutto il massa di fondo spiccano “occhi” chiari di masse sub centimetriche o raramente dini del Monte Pedena, si associano in- lungo tratto inferiore ed intermedio plagioclasio, da mezzo centimetro ad un centimetriche, tondeggianti, scure, di fatti lembi di un granito, consolidatosi dell’itinerario, sino a poco sotto lo paio di centimetri, arrotondati ma allun- granato; cristalli allungati, bruni, di alla fine dell’orogenesi che precede sbocco della laterale Valle d’Orta, affio- gati parallelamente alla scistosità. Que- staurolite; rari cristalli allungati ed ap- quella alpina, l’Ortogneiss del Monte Fio- rano le rocce raggruppate nella Forma- sti “occhi” di plagioclasio sono più minuti piattiti, grigio-azzurri, di cianite. Si no- raro. zione degli Gneiss di Morbegno. Si tratta e dai bordi meno netti, rispetto ai cri- tano anche piccoli lembi di ortogneiss a Con il termine Gneiss Occhiadini, per in prevalenza di rocce mediamente sci- stalli di feldspato degli gneiss occhiadini grana minuta, appartenenti alle antiche questo tipo di rocce, si descrive l’aspetto stose, abbastanza scure per l’abbon- veri e propri, che si incontrano più a rocce magmatiche, chiari e compatti. Al- eterogeneo, minutamente chiazzato, do- danza di minerali poveri in silice, con monte. Gli Gneiss di Morbegno mostrano cune sottili vene di quarzo microcristal- vuto alla presenza di cristalli che spic- alternanza di livelli millimetrici chiari e spesso una separazione in grandi banchi, lino, compatto e bianco latteo, seguono cano, per le maggiori dimensioni ed il scuri, separati da superfici leggermente intervallati da livelli scuri a tessitura e in parte e, più frequentemente, interse- colore bianco latteo, sulla massa di ondulate. La predisposizione di queste scistosità più fine. Sono presenti, soprat- cano la scistosità. Ad esse si associano fondo più scura. Queste rocce si trovano rocce a rompersi lungo i piani di scisto- tutto nella parte alta della valle, affio- frequentemente concentrazioni di mine- in numerose località alpine e sono state sità (fissilità) è meno marcata e più irre- ramenti ove si riconoscono altri minerali rali ferriferi, come la siderite, dai quali, descritte dai pionieri delle Scienze della golare rispetto agli scisti. Come caratteristici delle condizioni di pres- per alterazione, si originano patine ed Terra sin
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