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JASIT Jane Austen Society of Italy ANNUARIO 2014 © Jane Austen Society of Italy (JASIT) gennaio 2015 jasit.it Introduzione La Jane Austen Society of Italy (JASIT) è stata fondata il 28 gennaio 2013, il giorno in cui cadeva il bicentenario della prima pubblicazio- ne di Orgoglio e pregiudizio. L'obiettivo dell'associazione, fondata da Mara Barbuni, Giuseppe Ierolli, Silvia Ogier, Gabiella Parisi e Petra Zari, è quello di "pro- muovere in Italia la conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vi- ta, la sua opera e tutto ciò che è legato ad essa, attraverso qualunque attività utile a realizzare tale scopo, nel nome dell'arricchimento cul- turale personale e condiviso." Dopo il primo anno di attività, svolta essenzialmente nel sito web dell'associazione (www.jasit.it) e coronata dalla pubblicazione alla fine dell'anno di Jane Austen: i luoghi e gli amici, in collaborazione con la casa editrice Jo March, il 2014, oltre alla consueta pubblica- zione degli articoli nel sito raccolti in questo Annuario, è stato ricco di iniziative di tipo diverso: pubblicazione di un'edizione speciale di Mansfield Park in occasione del bicentenario; realizzazione di alcune raccolte di scritti austeniani in forma- to PDF liberamente scaricabile, elencate nella pagina "Pub- blicazioni JASIT" del sito e nelle pagine finali di questo An- nuario; registrazione dell'associazione e apertura delle iscrizioni per l'anno 2015, con le modalità descritte nella pagina "Iscriviti"; organizzazione, in collaborazione con la Biblioteca Salabor- sa di Bologna, di un ciclo di nove incontri dedicati alle opere e alla vita di Jane Austen: Jane Austen Book Club (JABC), che ha già visto una nutrita partecipazione negli incontri di ottobre, novembre e dicembre di quest'anno, e che continuerà fino al mese di giugno del 2015. Per il 2015, oltre ai sei incontri già previsti per il Jane Austen Book Club a Bologna, che probabilmente saranno seguiti da un se- 3 Introduzione condo ciclo ancora da decidere, abbiamo un programma la pubblica- zione dell'edizione speciale per il bicentenario di Emma, che in realtà abbraccerà anche il 2016, visto che la prima edizione fu pubblicata il 23 dicembre 1815 ma i tre volumi sono datati 1816. Abbiamo inoltre deciso di dar vita a una rivista quadrimestrale: Due pollici d'avorio, riservata ai Soci JASIT, che sarà pubblicata nei mesi di febbraio, giugno e ottobre di ogni anno e inviata ai Soci in formato PDF. Naturalmente, ogni altra iniziativa del 2015 sarà annunciata nel sito e nella pagina Facebook dell'associazione. In questo Annuario sono raccolti i testi pubblicati nel sito nel cor- so del 2014. Tranne poche eccezioni, abbiamo omesso le immagini inserite nei testi originali, ai quali rimandiamo per una consultazione più completa. Ricordiamo anche che il sito è strutturato in forma di "blog" e permette quindi l'inserimento di commenti, riflessioni e suggerimenti da parte dei lettori Come comincia? Gli incipit di Jane Austen 5 gennaio 2014, Giuseppe Ierolli Snoopy non poteva trovare modo migliore per cominciare, visto che il famoso “Call me Ishmael” di Moby Dick è uno degli esempi più famosi e citati di incipit che si scolpiscono nella memoria del lettore. Gli incipit sono un po’ i gesti di benvenuto di una narrazione, la porta d’ingresso che oltrepassiamo per addentrarci poi nel libro, nel racconto che lo scrittore ha estratto da un mondo “dato in blocco, senza un prima né un poi”, come scrive Italo Calvino nell’Appendice alle sue Lezioni americane: Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo, una somma di informazioni, di esperienze, di valori – il mondo dato in blocco, senza un prima né un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità im- plicita; e noi vogliamo estrarre da questo mondo un discorso, un rac- conto, un sentimento: o forse più esattamente vogliamo compiere un’operazione che ci permetta di situarci in questo mondo. Abbiamo a disposizione tutti i linguaggi: quelli elaborati dalla letteratura, gli stili in cui si sono espressi civiltà e individui nei vari secoli e paesi, e anche i linguaggi elaborati dalle discipline più varie, finalizzati a raggiungere le più varie forme di conoscenza: e noi vogliamo estrar- ne il linguaggio adatto a dire ciò che vogliamo dire, il linguaggio che è ciò che vogliamo dire. Le tipologie di incipit sono moltissime. Talvolta sono fulminanti, come nel caso del romanzo di Melville (tre parole in inglese, addirit- tura due nella traduzione italiana), altre volte più lunghi e articolati; alcuni sembrano un po’ anonimi, come se lo scrittore non volesse scoprire nessuna carta in anticipo; altri ci portano direttamente nel 5 Come comincia? Gli incipit di Jane Austen cuore della vicenda, come se fossimo improvvisamente testimoni di un avvenimento che succede davanti ai nostri occhi; altri ancora pre- parano il terreno, con descrizioni più o meno estese che ci rendono familiare lo scenario dell’azione; e così via, con un’estrema varietà di tecniche narrative che, comunque, dovrebbero tutte avere lo scopo di attirare la nostra attenzione per indurci a continuare la lettura. Se volete leggerne un po’, senza scomodarvi a tirare giù i libri dai vostri scaffali, potete girovagare per il sito che ho creato nel 1997, e che ora ne conta più di quattromila: incipitario.com Ma veniamo a noi, o meglio a Jane Austen, cominciando col met- tere in fila gli incipit dei sei romanzi canonici: Ragione e sentimento La famiglia Dashwood si era da tempo stabilita nel Sussex. Avevano una vasta tenuta e risiedevano a Norland Park, al centro della pro- prietà, Orgoglio e pregiudizio È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in posses- so di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie. L’abbazia di Northanger Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland nella sua infanzia avrebbe mai immaginato che fosse nata per essere un’eroina. Mansfield Park Circa trent’anni or sono, Miss Maria Ward, di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di attrarre Sir Thomas Ber- tram, di Mansfield Park, Emma Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa conforte- vole e un buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle migliori benedizioni dell’esistenza, Persuasione Sir Walter Elliot, di Kellynch Hall, nel Somersetshire, era un uomo che, per suo diletto, non prendeva mai in mano altro libro che il Ba- ronetage; 6 Come comincia? Gli incipit di Jane Austen La cosa che emerge con più evidenza, leggendoli uno di seguito all’altro, è la presenza di nomi di personaggi, come se l’autrice vo- lesse subito introdurci nelle vicende che seguiranno senza troppi pre- liminari e, nel contempo, mettere in evidenza l’importanza primaria delle “persone”, dell’ambiente sociale. In tutti gli incipit, meno uno, sono infatti citati dei personaggi del romanzo. In due (L’abbazia di Northanger ed Emma) direttamente l’eroina della storia; in altri due (Mansfield Park ePersuasione) ri- spettivamente i coniugi Bertram, che accolgono l’eroina e ne diven- tano praticamente la famiglia, e Sir Walter Elliot, padre dell’eroina; in Ragione e sentimento è citata invece genericamente la famiglia Dashwood, un indizio che può prepararci a un romanzo nel quale la figura dell’eroina è sdoppiata in due sorelle; il “meno uno” si riferi- sce ovviamente a Orgoglio e pregiudizio, dove però sono implicita- mente suggeriti sia l’argomento che dà il via alla vicenda: la ricerca di un marito per le loro figlie da parte di tutte le famiglie che ne han- no qualcuna da accasare, sia i due personaggi maschili principali: Bingley, lo scapolo il cui arrivo nel vicinato entusiasma Mrs. Bennet, e Darcy, l’altro scapolo, che seguirà un percorso personale più acci- dentato prima di impalmare l’eroina. La scelta di privilegiare le “persone” è in perfetto accordo con la tecnica narrativa di Jane Austen, che affida il racconto principalmen- te alla descrizione dei rapporti interpersonali, con abbondanza di di- scorso diretto e indiretto dal quale far emergere i caratteri dei perso- naggi, come se “il narratore” fosse un testimone nascosto che non si sofferma quasi mai a “raccontare” autonomamente, ma preferisce di- panare le fila della vicenda facendo, appunto, interagire i personaggi che ne sono via via protagonisti o comprimari, pur usando talvolta l’espediente di rivolgersi direttamente al lettore, quasi mai però per raccontargli qualcosa della storia, ma come per riflettere insieme a lui su alcuni aspetti della vicenda. Una tecnica, quest’ultima, larga- mente usata nel romanzo inglese del Settecento, basti pensare ai fre- quenti incisi del narratore nel Tom Jones di Henry Fielding. Non a caso, nei suoi romanzi le descrizioni degli scenari dell’azione sono sempre molto brevi, a parte qualche caso specifico, come la visita di Elizabeth Bennet a Pemberley, dove il luogo diven- 7 Come comincia? Gli incipit di Jane Austen ta una sorta di specchio in cui vedere il riflesso del vero carattere di Darcy, come scrive David Shapard in una nota a un’edizione di Pride and Prejudice da lui curata: Queste descrizioni di Pemberley, che proseguiranno nel corso del capitolo, costituiscono l’unico punto del romanzo in cui Jane Austen si discosta dalla sua abituale riluttanza a fornire dettagliate descri- zioni dei luoghi. La ragione di questa deviazione è che le caratteristi- che fisiche di Pemberley giocano un ruolo cruciale nella trama, sia perché illustrano il carattere di Darcy, sia perché la reazione di Eli- zabeth di fronte a queste caratteristiche la porta a modificare il suo atteggiamento nei confronti di lui.” (The Annotated Pride and Prejudice, annotated and edited by David. M. Shapard, Anchor Books, New York, 2007, pag. 449) Ovviamente la lettura di questi incipit suggerisce anche riflessioni meno generali, più legate a ciascun romanzo.