Comune di “IN DIVENIRE – PERCORSI DI RICONNESSIONE" PIANO STRATEGICO DELLA CITTA’ DI ENNA DOCUMENTO INTERMEDIO PRIMA PARTE - DIAGNOSI TERRITORIALE

INDICE 1 PREMESSA ...... 12

2 INTRODUZIONE ...... 15

3 METODOLOGIA ADOTTATA PER L’ANALISI DEL TERRITORIO ...... 15

4 ANALISI DELLO STATO DI FATTO ...... 17

4.1 STORIA DELL ’INSEDIAMENTO E DELLE TRASFORMAZIONI URBANE ...... 17 4.2 IL QUADRO SOVRA -LOCALE ...... 20 4.3 ANALISI SOCIO –DEMOGRAFICA ...... 22 4.3.1 Popolazione ...... 22 4.3.2 Dinamica ed evoluzione della popolazione ...... 25 4.3.3 Movimento migratorio della popolazione ...... 33 4.4 ANALISI ECONOMICA ...... 41 4.4.1 Mercato del lavoro ...... 42 4.4.2 Struttura produttiva del territorio ...... 55 4.4.3 Settore Bancario e Creditizio ...... 95 4.4.4 Settore del Turismo ...... 108 4.4.5 Settore della Sanità ...... 122 4.4.6 Settore dell’Istruzione ...... 124 4.4.7 Settore dell’Innovazione e Ricerca ...... 128 4.5 EMERGENZE NATURALI E VARIABILI AMBIENTALI ...... 133 4.5.1 Aree protette ...... 135 4.5.2 Rifiuti urbani ...... 138 4.6 ACCESSIBILITÀ E MOBILITÀ ...... 143 4.6.1 Infrastrutture ...... 143 4.6.2 Mobilità e trasporti ...... 150 4.6.3 Il trasporto pubblico ...... 158 4.7 QUALITÀ DELLA VITA ...... 160 5 IL QUADRO PROGRAMMATICO ...... 165

5.1 STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DERIVANTI DALLE POLITICHE EUROPEE ...... 167 5.1.1 Piano Operativo del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale 2007-2013 ...... 167 5.1.2 Programma Operativo Regionale per il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 ...... 173 5.1.3 Il LEADER e il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 ...... 176 5.1.4 I Progetti Integrati Territoriali – POR Sicilia 2000/2006 ...... 180 5.2 LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA DI CARATTERE REGIONALE E PROVINCIALE ...... 182 5.2.1 Le “Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale” ...... 183 5.2.2 Piano Territoriale Provinciale di Enna - Schema di massima ...... 183 5.2.3 Programma di sviluppo economico e sociale della Provincia di Enna ...... 191 5.2.4 Il Patto per lo sviluppo della Provincia di Enna...... 196 5.2.5 Il Patto Territoriale ...... 198 5.3 I PIANI DI SETTORE ...... 200 5.3.1 Il Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità e le sue previsioni sul territorio di Enna ...... 200 5.3.2 Piano di gestione “lago di Pergusa” ...... 212 5.3.3 Piano provinciale di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non ...... 214 5.3.4 Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico ...... 217 5.3.5 Studio di fattibilità per il Parco delle Miniere ...... 220 5.4 LA PIANIFICAZIONE COMUNALE ...... 222 5.4.1 Il Piano Regolatore Generale ...... 222 5.4.2 I Piani Particolareggiati per il recupero del centro storico ...... 228 5.4.3 Programma commerciale ...... 231 5.4.4 Il PRUSST Valdemone ...... 235 5.4.5 Proposta di Contratto di Quartiere II denominato Enna Centro ...... 236 5.4.6 Analisi delle schede P.I.S.U...... 241 5.4.7 Gli interventi puntuali nella programmazione delle OO. PP. a Enna ...... 244 5.4.8 Progetti e previsioni urbanistiche sulla mobilità generale ...... 245 5.5 NODI DI CRITICITÀ E POTENZIALITÀ ...... 255

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6 CONCLUSIONI DELL’ANALISI DESK TERRITORIALE ...... 263

SCHEDE PROGETTO ...... 266

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INDICE delle TABELLE

Tabella 1: Popolazione residente maschile, femminile e totale (valori assoluti e quote %) – 2002–2007 ...... 23 Tabella 2: Popolazione residente maschile, femminile e totale in Sicilia, nelle regioni meridionali e nelle macro-aree (Var %) – 2002–2007 ...... 25 Tabella 3: Popolazione residente maschile, femminile e totale nelle province e nei comuni–capoluogo siciliani (Var %) – 2002–2007 ...... 26 Tabella 4: Indice di vecchiaia per province e per comuni–capoluogo siciliani (valori indice)– 1991-2007 ...... 32 Tabella 5: Indice di vecchiaia per province (var %) – 1991-2007 ...... 33 Tabella 6: Saldo migratorio maschile, femminile nelle regioni meridionali (valori in unità e var %) – 2002–2007 ...... 34 Tabella 7: Saldo migratorio maschile, femminile e totale per le province e i comuni capoluoghi siciliani (valori in unità e var %) – 2006-2007 ...... 39 Tabella 8: Composizione della provenienza della popolazione straniera residente nelle province siciliane (quota % rispetto al totale degli stranieri) - 2008 ...... 40 Tabella 9: Occupati per settore produttivo e forza di lavoro nella regione Sicilia (variazioni percentuali sul periodo precedente ) – 2005–2007 ...... 47 Tabella 10: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro maschili per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 ...... 51 Tabella 11: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro femminili per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 ...... 51 Tabella 12: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro totali per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 ...... 52 Tabella 13: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione maschile (valori %) – 2006-2007 ...... 53 Tabella 14: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione femminile (valori %) – 2006-2007 ...... 53 Tabella 15: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione totale (valori %) – 2006- 2007 ...... 53 Tabella 16: Occupati per settore di attività per le province siciliane (quota % rispetto al totale dell’economia) - 2007 ...... 54 Tabella 17: Occupati per settore di attività per le province siciliane (var %) – 2006-2007 ...... 55 Tabella 18: Valore aggiunto a prezzi correnti per macro–settori di attività economica (1) (milioni di euro) per la regione Sicilia e per le macro–ripartizioni – 2005 e 2007 ...... 55 Tabella 19: Valore aggiunto e PIL per settore di attività economica nel 2006 (1) (milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali) per la regione Sicilia– 2004–2007 ...... 56 Tabella 20: PIL pro-capite per le regioni italiane inserite nell'Obiettivo Convergenza (UE27=100) – 2000-2005 ...... 57 Tabella 21: Imprese registrate, iscritte e cessate per la regione Sicilia ( unità ) – 2006 – 2008 ...... 57 Tabella 22: Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite a prezzi correnti per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2002-2006 ...... 59 Tabella 23: Prodotto interno lordo (PIL) per settore di attività economica per le province siciliane (quote % sul totale economia) – 2006 ...... 59 Tabella 24: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici- 2008 ...... 62

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Tabella 25: Valore aggiunto a prezzi correnti e unità di lavoro per l'intero sistema economico e per il settore agricolo distinti per macro–ripartizione dell’Italia– 2007 ...... 67 Tabella 26: Valore della produzione agricola meridionale per comparto nel 2007 ...... 67 Tabella 27: Numeri indice della produzione e del valore aggiunto agricoli nel mezzogiorno e in Italia (2006 = 100) – 2007 ...... 68 Tabella 28: Produzione e valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca per la regione Sicilia, per ripartizioni geografiche e per l’Italia (valori a prezzi costanti, del 2000 in milioni di euro) – 2002-2006 ...... 69 Tabella 29: Principali prodotti agricoli e superficie utilizzata della regione Sicilia ( migliaia di quintali, migliaia di ettari e variazioni percentuali ) – 2007 ...... 69 Tabella 30: Produzione di vino con uve da vino per marchio di qualità (in migliaia di ettolitri) ...... 70 Tabella 31: Imprese attive nel settore agricolo per province e comuni capoluogo siciliani – 2000-2007 ...... 71 Tabella 32: Unità locali nel settore agricolo per province e comuni capoluogo siciliani – 2000-2007 ...... 72 Tabella 33: Aziende, superficie e allevamenti biologici per le province e i comuni– capoluogo siciliani – 2000 ...... 73 Tabella 34: Aziende e superficie coltivata a cereali e frumento per le province e i comuni– capoluogo siciliani (valori in unità e quote %) – 2000 ...... 74 Tabella 35: Aziende e superficie coltivata ad agrumi e alberi da frutta per le province e i comuni–capoluogo siciliani (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 75 Tabella 36: Aziende e superficie coltivata ad ortive e foraggere per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 75 Tabella 37: Aziende e superficie coltivata a vite ed olio per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 76 Tabella 38: Aziende con produzione di uva da tavola, per vini DOC e DOCG e per altri vini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 77 Tabella 39: Superficie per produzione di uva da tavola, per vini DOC e DOCG e per altri vini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 78 Tabella 40: Aziende con produzioni di viti non innestate, viti madre di portinnesto e di barbatelle per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 79 Tabella 41: Superficie per produzioni di viti non innestate, viti madre di portinnesto e di barbatelle per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 79 Tabella 42: Aziende e numero di capi allevati di bovini, vacche, bufalini e suini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 81 Tabella 43: Aziende e numero di capi allevati di bovini, vacche, bufalini e suini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 ...... 82 Tabella 44: Variazioni % rispetto all’anno precedente, variazione media annua e cumulata, del valore aggiunto dell'industria in senso stretto per ripartizioni geografiche – 2001–2007 ...... 83 Tabella 45: Variazioni % rispetto all’anno precedente, variazione media annua e cumulata, del valore aggiunto dell'industria in senso stretto per sub–settori e per ripartizioni geografiche – 2001–2007...... 83

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Tabella 46: Valore aggiunto dell’industria manifatturiera per sub–settore (1) ( milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali ) per la regione Sicilia– 2002–2005 ...... 85 Tabella 47: Valore aggiunto manifatturiero (sez. D ateco) ai prezzi base per dimensione di impresa e per province siciliane (milioni di euro correnti) – 2004 ...... 87 Tabella 48: Imprese attive nel settore industriale (sezioni ateco) per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità e var%) – 2000–2007 ...... 88 Tabella 49: Valore aggiunto dei servizi per sub–settori (1) (milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali) per la regione Sicilia– 2002–2005 ...... 91 Tabella 50: Imprese attive nel settore dei servizi (sezioni ateco) per le province siciliane (unità e var%) – 2000–2007 ...... 93 Tabella 51: Struttura del sistema bancario meridionale ( unità ) – 1998–2007 ...... 95 Tabella 52: Struttura del sistema bancario della regione Sicilia (dati di fine periodo, in unità) – 2005–2007 ...... 96 Tabella 53: Numero di sportelli e per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità e var %) – 1997–2007 ...... 98 Tabella 54: Prestiti per settore di attività economica (a) (b) per macro–ripartizioni ( milioni di euro e variazioni % ) – 2007 ...... 99 Tabella 55: Prestiti alle famiglie per forma tecnica (a) (b) per ripartizioni geografiche (variazioni % e consistenze di fine anno in milioni di euro ) – 2007 ...... 100 Tabella 56: Composizione delle attività e passività delle famiglie siciliane (1) ( valori % ) – 2006 ...... 101 Tabella 57: Impieghi bancari per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 ...... 101 Tabella 58: Impieghi in rapporto agli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 ...... 102 Tabella 59: Raccolta bancaria per forma tecnica (a) per ripartizioni geografiche dell’Italia (milioni di euro e variazioni percentuali sui dodici mesi ) – 2007 ...... 103 Tabella 60: Raccolta bancaria per forma tecnica (1) ( variazioni % sul periodo precedente ) per la regione Sicilia – 2005–2007 ...... 103 Tabella 61: Depositi bancari comunali per localizzazione degli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 ...... 104 Tabella 62: Depositi in rapporto agli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 ...... 105 Tabella 63: Rapporto fra flusso di nuove sofferenze e impieghi vivi (a) per ripartizioni geografiche (valori %) – 2006–2007 ...... 105 Tabella 64: Prestiti e sofferenze delle banche per settore di attività economica (1) per la regione Sicilia (consistenze di fine periodo in milioni di euro e valori %) – 2005–2007 ...... 106 Tabella 65: Impieghi in rapporto ai depositi per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 ...... 107 Tabella 66: Offerta ricettiva per tipologia di esercizio – regione, province, ripartizione – 2001–2006 ...... 108 Tabella 67: Arrivi e Presenze nel complesso delle strutture ricettive per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia –2006 ...... 112 Tabella 68: Var % degli arrivi e delle presenze dei turisti nella regione Sicilia - 2001-2006 ...... 112 Tabella 69: Spesa dei viaggiatori stranieri per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia ( in milioni di euro ) – 2002–2006 ...... 113

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Tabella 70: Arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti - province e regione – 2005 ...... 113 Tabella 71: Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri nelle province siciliane per residenza dei clienti – 2005 ...... 114 Tabella 72: Arrivi e presenze negli esercizi complementari per residenza dei clienti, provincia e regione – 2005...... 115 Tabella 73: Spesa dei viaggiatori stranieri per provincia visitata (in milioni di euro) – 2002– 2006 ...... 118 Tabella 74: Rappresentazione del volume d’affari relativo ai monumenti di Enna – 2007 ...... 121 Tabella 75: Strutture sanitarie per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 ...... 122 Tabella 76: Degenze, giorni di degenza e posti letto per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 ...... 123 Tabella 77: Personale sanitario per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 ...... 124 Tabella 78: Circoli didattici della scuola dell’infanzia –2006-2007 ...... 125 Tabella 79: Scuole elementari – 2006-2007 ...... 126 Tabella 80: Scuola secondaria di primo grado – 2006-2007 ...... 126 Tabella 81: Scuole secondarie superiori – 2006-2007 ...... 127 Tabella 82: Innovazione - Indicatori strutturali per la regione Sicilia – 2001–2006 ...... 128 Tabella 83: Quantità di brevetti europei assoluti e per abitante delle province siciliane ...... 133 Tabella 84: Numero ed estensione di ZPS e SIC della regione Sicilia ...... 137 Tabella 85: Produzione totale e pro–capite di rifiuti urbani (dati assoluti in tonnellate, dati pro–capite in kg) – 2004-2005 ...... 138 Tabella 86: Trend della percentuale di raccolta differenziata nei comuni–capoluogo di provincia della regione Sicilia – 2000–2007 ...... 140 Tabella 87: Consistenza degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili delle province siciliane – 2005-2006 ...... 142 Tabella 88: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane – 2007 ...... 147 Tabella 89: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane (var%) – 2004–2007 ...... 148 Tabella 90: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane (quote % sul totale) – 2007 ...... 149 Tabella 91: Auto private in circolazione per 100 abitanti e posizionamento in graduatoria delle province italiane (unità e var%) – 2007 ...... 152 Tabella 92: Var % delle autovetture per le province e i comuni capoluoghi – 2004–2007 ...... 153 Tabella 93: Veicoli circolanti per i comuni capoluogo siciliane – 2007 ...... 154 Tabella 94: Popolazione che si sposta giornalmente in base al sesso per le province e i comuni capoluogo siciliani – 2001 ...... 155 Tabella 95: Spostamenti all’interno ed all’esterno del comune di dimora per le province e i comuni capoluogo siciliani – 2001 ...... 155 Tabella 96: Linee di Trasporto Pubblico Urbano con relativi capolinea ...... 159 Tabella 97: Classifica Ecosistema Urbano dei capoluoghi italiani – 2009 ...... 160 Tabella 98: Indice di qualità della vita di Italia Oggi (Posizione e punteggio) – 2000-2007 ...... 164 Tabella 106: Quadro riassuntivo del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 con i sette assi strategici ...... 174 Tabella 99: Infrastrutture stradali della Sicilia appartenenti alla rete SNIT di I livello ...... 205 Tabella 100: Interventi sulla rete stradale da esaminare nei progetti di sistema ...... 207 Tabella 101: Infrastrutture stradali della Sicilia appartenenti alla rete SNIT di II livello ...... 207 Tabella 102: Interventi pubblici di riqualificazione urbana e recupero edilizio pubblico ...... 237 Tabella 103: Interventi privati di riqualificazione urbana e recupero edilizio pubblico ...... 239

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Tabella 104: Interventi previsti dal PISU ...... 242

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INDICE delle FIGURE

Figura 1: Popolazione residente per fasce d’età per le province siciliane – 2002 ...... 24 Figura 2: Popolazione residente per fasce d’età per le province siciliane – 2008 (1) ...... 24 Figura 3: Andamento della popolazione residente nelle province siciliane – 1991-2007 ...... 27 Figura 4: Andamento della popolazione residente nei comuni-capoluogo siciliani – 1991-2007 ...... 28 Figura 5: Confronto del tasso di natalità a livello provinciale della regione Sicilia – 2002- 2007 ...... 29 Figura 6: Confronto del tasso di natalità a livello di comuni capoluogo siciliani – 2002 e 2007 ...... 31 Figura 7: Confronto del tasso di migrazione a livello provinciale della regione Sicilia – 2002 e 2007 ...... 35 Figura 8: Confronto del tasso di migrazione a livello di comuni capoluogo della regione Sicilia – 2002 e 2007 ...... 36 Figura 9: Trend della popolazione straniera in Sicilia e nelle macro-ripartizioni (valori assoluti) – 2003-2007 ...... 40 Figura 10: Tassi di occupati per la popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni (valori %) per la regione Sicilia in confronto con le macro–ripartizioni territoriali – 1995–2007 ...... 42 Figura 11: Numero di occupati per la regione Sicilia, le macro-ripartizioni (numeri indice 2004=100) – 2004-2008(1) ...... 44 Figura 12: Tassi di occupazione maschile e femminile della popolazione in età da lavoro (valori percentuali) – 2004–2008(1) ...... 45 Figura 13: Variazioni assolute e % delle forze di lavoro per la regione Sicilia e le macro– ripartizioni dell’Italia – 2007–2008 ...... 48 Figura 14: Variazioni assolute e % degli occupati e delle persone in cerca di lavoro (var % e assolute) per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia – 2005– 2007 ...... 48 Figura 15: Tassi di attività delle persone tra 15-64 anni per la regione Sicilia e per le macro-ripartizioni – 2007-2008 ...... 50 Figura 16: Composizione % del PIL per le province siciliane e le macro–ripartizioni – 2007 ...... 60 Figura 17: Variazione % dei contributi dei settori economici per le province siciliane – 2004-2006 ...... 61 Figura 18: Ordini e produzione per l’industria della regione Sicilia ( medie mobili a tre termini dei saldi delle risposte destagionalizzati ) (1) – 2003–2008 ...... 86 Figura 19: Distretti industriali individuati dell’ISTAT nella regione Sicilia ...... 90 Figura 20: Servizi bancari telematici (consistenze di fine periodo in migliaia) – 2000– 2007 ...... 97 Figura 21: Prestiti bancari per ripartizione territoriale (a) (b) ( variazioni % ) – 2003–2007 ...... 99 Figura 22: Andamento del numero di esercizi ricettivi della Sicilia – 2001–2006 ...... 109 Figura 23: Numero delle strutture ricettive, per tipologia, delle province della Sicilia – 2006 ...... 110 Figura 24: Percentuale di presenze e arrivi turistici delle province siciliane – 2005 ...... 114 Figura 25: Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri della provincia di Enna per provenienza (2005) ...... 115 Figura 26: Arrivi e presenze negli esercizi complementari della provincia di Enna per provenienza – 2005 ...... 116

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Figura 27: Indice di internazionalizzazione dei flussi turistici (arrivi stranieri/arrivi totali) nelle province siciliane e in Italia (valori %) – 2005 ...... 117 Figura 28: Rapporto tra arrivi turistici e popolazione nelle province siciliane e in Italia – 2005 ...... 118 Figura 29: Andamento della spesa dei viaggiatori stranieri per provincia – 2002-2006 ...... 119 Figura 30: Rapporto tra ingressi ai beni museali, archeologici e culturali e totale arrivi turistici – 2005 ...... 120 Figura 31: Consistenza degli utenti dei beni museali dell’ennese ...... 122 Figura 32: Scuola dell'infanzia - media del numero di bambini per sezione – 2006-2007 ...... 125 Figura 33: R&S – Spesa per le risorse umane di Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005 ...... 129 Figura 34: R&S – Capacità innovativa della regione Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005 ...... 130 Figura 35: R&S – Spesa finanziata dalle imprese private nella regione Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005 ...... 131 Figura 36: R&S – Numero di laureati in scienza e tecnologia nella regione Sicilia, Mezzogiorno, ed Italia (unità) – 2001–2005 ...... 132 Figura 37: R&S – Tasso di scolarizzazione superiore nella regione Sicilia, Mezzogiorno, ed Italia (valori %) – 2001–2005 ...... 132 Figura 38: Siti di interesse naturalistico del comune di Enna – 2007 ...... 136 Figura 39: Zone a protezione speciale della regione Sicilia – 2007 ...... 137 Figura 40: Siti di importanza comunitaria della regione Sicilia – 2007 ...... 138 Figura 41: Produzione pro capite di rifiuti della Sicilia e delle ripartizioni nazionali (valori in kg) – 2004-2005 ...... 139 Figura 42: Produzione pro–capite di rifiuti urbani delle province siciliane – 2004-2005 ...... 140 Figura 43: Andamento della raccolta differenziata nei capoluoghi siciliani – 2000-2007 ...... 141 Figura 44: Variazione percentuale della raccolta differenziata dei capoluoghi siciliani – 2005-2007 ...... 141 Figura 45: Consistenza degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili delle province siciliane – 2005-2006 ...... 143 Figura 46: Infrastrutture del territorio siciliano ...... 150 Figura 47: Flussi di traffico nell’ora di punta 7.30-9.30 sull’intera rete viaria del Comune di Enna (veic.eq./ora) ...... 156 Figura 48: Flussi di traffico nell’ora di punta 7.30-9.30 sull’intera rete viaria del Comune di Enna (veic.eq./ora) ...... 157 Figura 49: Utilizzo trasporto pubblico e privato ...... 159 Figura 50: Posizionamento dei capoluoghi siciliani nella classifica Ecosistema Urbano ...... 162 Figura 51: Indice di qualità della vita di Legambiente – Variazione del ranking delle province siciliane – 2002–2008...... 162 Figura 52: Andamento del posizionamento del comune di Enna nella classifica di Legambiente – 1997-2009 ...... 163 Figura 53: Andamento del posizionamento della provincia di Enna nella classifica di Italia Oggi – 2000-2007 ...... 165 Figura 54: Strutturazione dei tavoli tematici del patto per lo sviluppo della Provincia di Enna...... 197 Figura 55: Il territorio ennese nella Carta delle pericolosità e del rischio geomorfologico ...... 217 Figura 56: Il programma commerciale di Enna ...... 231 Figura 57: Particolare delle scelte localizzative del Programma commerciale a Enna alta ...... 233 Figura 58: Collocazione degli interventi previsti nella proposta di Contratto di quartiere privilegia la zona San Pietro e la zona Lombardia ...... 240 Figura 59: Interventi del Contratto di quartiere, del PISU, del programma triennale OOPP ...... 241

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Figura 60: Alcuni degli interventi del PISU localizzati a Enna alta ...... 242 Figura 61: La distribuzione degli interventi previsti nel Programma Triennale OO. PP. a Enna alta ...... 244 Figura 62: Planimetria generale del PRG con le relative previsioni - Rapporto tra Enna bassa ed Enna alta ...... 246 Figura 63: Principali interventi infrastrutturali previsti da PRG per cui non è stato rilasciato parere positivo dal Genio Civile ...... 247 Figura 64: Alcuni interventi infrastrutturali previsti da PRG ed esclusi dal Genio Civile – Zona S. Bartolomeo...... 248 Figura 65: Il tracciato SITRAM, come collegamento complesso e articolato tra Enna alta ed Enna bassa ...... 249 Figura 66: Progetto di un sistema integrato di scale mobili e tapis-roulant per il collegamento tra Enna alta con Enna bassa – Provincia di Enna ...... 251 Figura 67: Progetto di un parcheggio multipiano interrato ...... 252 Figura 68: Progetto di completamento di via S. Pietro – Comune di Enna ...... 253 Figura 69: Previsione di completamento di via S. Pietro con annesso parcheggio ...... 254

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1 Premessa

Il Piano strategico del Comune di Enna si configura come una grande opportunità di azione di democrazia dal basso per la programmazione e il riscontro della fattibilità delle future scelte in materia di sviluppo della realtà socio-economica e territoriale della comunità insediata, ciò si realizza attraverso un percorso attivo che intreccia soggetti interessati, quali portatori di interessi e di capacità, con le opportunità territoriali e le risorse economiche verso la finalità di costruzione di un insieme condiviso di azioni future possibili e coordinate che si possono trasformare in progetti. Il Piano strategico di Enna dovrà essere l’esito di un cammino costruttivo, che nasce da presupposti solidi di riflessione sul futuro e sui possibili scenari che la città e il suo territorio possono offrire; un documento di costruzione e condivisione di una visione futura di un territorio, di definizione di obiettivi e strategie da conseguire attraverso politiche ed interventi pubblici e privati e attraverso un insieme di interventi e di procedure finalizzati alla progettazione e al buon governo di processi di trasformazione. L’obiettivo principale del ricorso al Piano strategico dovrà essere quindi quello di non lasciarsi sfuggire un’opportunità per il proprio territorio comunale, sfruttando l’occasione per costruire uno strumento in grado di dare risposte ai cambiamenti in atto, in grado di individuare politiche e interventi che consentano alle comunità locali di stare al passo con i tempi, contribuendo al consolidamento di un’identità del territorio ennese. Con l’intrapresa di questo percorso condiviso dello sviluppo, di medio-lungo periodo, sia urbano che di area vasta, si dovrà puntare alla competitività in chiave sovra-comunale, attraverso la costruzione di intese tra gli attori istituzionali, sociali ed economici nella città e per mezzo della costituzione di reti di accordi. Tutto ciò sarà contestualizzato, in un quadro di relazioni tra città e territori in grado di superare il limite dei confini amministrativi, consegnando alle comunità locali l’occasione di risolvere le divisioni tra le aree di accentramento dello sviluppo e le aree di marginalità sociale e di degrado ambientale, rimodulando le previsioni di rigenerazione fisica, sociale ed economica all’interno di una scala territoriale di area sovra-comunale. Per sua natura il Piano Strategico è strumento capace di concretizzare il rapporto tra i soggetti/attori di potenziali iniziative e le azioni praticabili (in funzione dei vari vincoli che il territorio presenta). Sono proprio i soggetti/attori che possono diventare i garanti della realizzazione dei vari progetti. È anche l’insieme dei progetti che raggiunge un quadro di coerenze attraverso un percorso di costruzione sensibile alle esigenze della comunità e del territorio. Soggetti, intraprese e territorio divengono una triade inseparabile che si coniuga attraverso azioni, economie e sinergie. Pertanto, il Piano strategico non deve essere inteso come un mero elenco delle richieste che una comunità rivolge all'amministrazione locale nella speranza che i mezzi necessari per concretizzare il proprio progetto siano di provenienza pubblica, bensì come un accordo tra tutti i soggetti responsabili delle trasformazioni che intervengono nel territorio di Enna, definendo in modo chiaro quali siano gli impegni che ciascuno è in grado di assumere. Questa è la ragione per cui lo strumento, dopo essere stato concertato con tutti i soggetti sociali coinvolti, viene sottoscritto congiuntamente da chi ne condivide le previsioni e le scelte per il futuro. Proponendosi non come uno strumento imposto, bensì come un atto volontario, il Piano strategico affida larga parte della sua riuscita all’abilità delle comunità locali di promuovere e rendere operante la vitalità dei partners e delle reti delle coalizioni, attorno ad obiettivi

Parte Prima Pagina 12 strategici consciamente preventivati e condivisi, per sostenerli in termini decisionali ed economici. Il Piano viene costruito attraverso un efficace processo di comunicazione che coinvolge gli attori istituzionali, sociali, economici e culturali locali, per l’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo proposte dall’amministrazione locale, per articolarle, di concerto, sia nei contenuti, che nelle priorità di intervento assumendo, ciascun soggetto coinvolto, responsabilità individuali all’interno di assetti partenariali. I soggetti sociali portatori di interessi divengono in questo quadro i primi interlocutori con cui necessariamente occorre confrontarsi per definire un insieme di azioni che nella loro espressione più diretta e genuina diventano i principali fautori dell’azione di piano. Censire l’espressione delle loro attenzioni e le prospettive di cui sono portatori e inserire tutto ciò in un quadro di interventi possibili è il primo passo del lavoro. Il coinvolgimento dei partner e l’assunzione delle responsabilità da parte di ogni soggetto coinvolto avviene sulla scorta di un documento di programmazione, nel quale vengono definiti i rapporti della città con il territorio e le altre comunità locali. Nella sua stesura finale, il Piano, è affiancato da un’intesa sottoscritta dai soggetti pubblici e privati impegnati nella sua attuazione, contestualmente un comitato formato dai rappresentanti delineati dagli attori pubblici e privati firmatari dell’intesa, viene istituito per il monitoraggio e per l’attuazione del Piano strategico. Occorrerà contestualmente, durante le fasi del Piano, definire i giusti orientamenti per consentire quelle naturali collimazioni tra progetti e azioni presentate dai vari soggetti sociali e il quadro della progettazione e pianificazione esistente per meglio raggiungere l’obbiettivo della definizione di un insieme di progetti adeguati, tra loro non conflittuali e compatibili con l’insieme dei vincoli e delle scelte già operate da precedenti atti che possono comunque essere rimessi in discussione ma di cui occorre tenere conto. Bisogna precisare che il Piano strategico in realtà possiede un carattere differente rispetto agli strumenti di pianificazione tradizionale. Il Piano urbanistico tradizionale è uno strumento che regola e fa previsioni future sull’uso pubblico e privato del suolo e degli edifici di un territorio comunale. Oltre all’aspetto regolamentativo, che si esplicita attraverso le norme, il Piano urbanistico comunale possiede sia contenuti di previsione nei confronti della richiesta di insediamenti e servizi, che contenuti di carattere progettuale attraverso cui disegna gli elementi e la forma dell’insediamento umano. A differenza di questo, il Piano Strategico di un territorio, sia esso città o area vasta, è un atto volontario di costruzione, partecipazione e condivisione di una visione futura dello stesso, del suo ruolo rispetto ad altre comunità locali, territori e sistemi socio-economici, di definizione di strategie da conseguire attraverso politiche ed interventi pubblici e privati. Esso ha prevalentemente natura e contenuti politici e fonda la sua riuscita sulla forza delle relazioni, alleanze e partenariati politici e socio-economici che sostengono con decisioni e investimenti lo sviluppo delle linee di azione strategica. Questa differenza di definizione tra i due livelli non consente in nessun caso la sostituzione di uno strumento rispetto a un altro, ma le previsioni del Piano strategico possono integrarsi con la strumentazione ordinaria potenziandone l'efficacia, individuando occasioni che consentano alle previsioni di avere cogenza attuativa. In questo quadro il Piano ordinario potrebbe divenire in realtà lo strumento che consente la realizzazione degli scenari pensati attraverso il Piano strategico. Questa sinergia è meglio verificabile nel caso in cui i due strumenti abbiano origine nello stesso momento. In sostanza, il rapporto e il dialogo fra il Piano strategico e i Piani e i progetti avviati dall’amministrazione ennese è fondamentale, sarà sempre possibile prevedere procedure di

Parte Prima Pagina 13 collimazione tra le scelte operate dai due strumenti se non sono comunque in contraddizione con le leggi operanti. La convergenza finale volgerà alla formazione di un insieme di progetti praticabili misurati e costruiti con la tecnica dei preliminari di progetto. Il Piano strategico grazie al confronto con la comunità locale e con il sistema degli attori sociali coinvolti ottiene continui e progressivi miglioramenti aumentando l’efficacia del Piano stesso, sia in termini di ridefinizione degli interventi, delle loro prelazioni e dei tempi di attuazione, sia in ragione degli esiti prodotti e ottenibili, in termini di riposizionamento delle politiche e delle strategie di sviluppo. Nella sua stesura finale, il Piano, sarà affiancato da un’intesa sottoscritta dai soggetti pubblici e privati impegnati nella sua attuazione, istituendo contestualmente un comitato formato dai rappresentanti delineati dagli attori pubblici e privati firmatari dell’intesa, ai fini del monitoraggio e dell’attuazione del Piano strategico.

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2 INTRODUZIONE

I processi di trasformazione cui è stato sottoposto il comune di Enna e il suo territorio, derivano dai nuovi modelli di vita che caratterizzano il nostro tempo e che spesso hanno contribuito a generare situazioni territoriali con squilibri e contraddizioni. Si tratta di fenomeni noti a quasi tutte le medie e le grandi città, spesso non ben governato, come capita nel caso di Enna, e fortemente connessi alla nascita delle nuove esigenze dell’uomo contemporaneo quali: la domanda di seconde case, l’esigenza di ampi spazi per i centri commerciali, la diffusione dell’automobile e il cambiamento delle dinamiche della mobilità, l’abusivismo edilizio, ecc. La formazione di Enna bassa e la sua attuale configurazione urbana, si devono in gran parte a queste contraddizioni e in buona parte alla scarsa disponibilità di suolo dell’alto piano su cui sorge la città antica. Nel corso degli ultimi anni, l’amministrazione di Enna, sposando alcuni strumenti urbanistici a disposizione e avviando progetti ambiziosi, ha cercato di governare questi squilibri territoriali mirando a risolverli e in taluni casi a trasformarli in opportunità per il suo territorio. Uno degli esempi che dimostra questa politica, è l’insediamento nella città bassa del Polo Universitario. Nata nel 1995 come la quarta università in Sicilia e ufficialmente istituzionalizzata nel 2004 con decreto ministeriale, con i suoi 12.000 studenti è divenuta negli ultimi anni un’importante realtà di riferimento per tutta la Sicilia centrale, proponendosi come una buona opportunità per rilanciare il ruolo strategico della provincia di Enna. Un altro esempio significativo, è rappresentato dal decentramento di una parte dei servizi collettivi da Enna alta (l’ospedale, la caserma dei vigili del fuoco, parte delle attrezzature sportive, l’agenzia delle entrate, ecc.) o ancora dai progetti per ricollegare Enna alta con Enna bassa tramite infrastrutture di collegamento veloci quali il Si.Tra.M previsto nel nuovo Prg in corso di adozione, o il progetto di scale mobili e tapis roulant previsto nel progetto preliminare portato avanti dalla Provincia regionale. L’analisi territoriale dei paragrafi successivi è stata condotta studiando questi strumenti urbanistici e progetti adottati dall’amministrazione comunale, provinciale e regionale, attraverso una lettura distaccata e neutra, in grado da far emergere le principali problematiche e opportunità che coinvolgono la città di Enna e il suo territorio.

3 METODOLOGIA ADOTTATA PER L’ANALISI DEL TERRITORIO

L’analisi desk del territorio, detta anche di sfondo è stata realizzata come supporto di base del Piano Strategico, e ha permesso di costruire un quadro completo sullo stato delle attenzioni e dei processi in atto sul territorio di Enna attraverso una fase desk di classificazione e riclassificazione degli esiti delle analisi già svolte. Tale condizione ha consentito una notevole economia delle variabili tempi/costi e soprattutto, di omogeneizzare

Parte Prima Pagina 15 gli start-up informativi su tutte le esperienze di pianificazione e di programmazione locale presenti sul territorio di Enna. L’analisi territoriale è stata finalizzata quindi, alla costruzione di una base di conoscenza comune da cui partire per sviluppare la successiva costruzione della vision della città e del suo territorio e dei traguardi possibili e delle modalità con cui conseguire tali obiettivi. Ciò ha comportato l’individuazione degli elementi strutturali attraverso cui leggere gli assetti della città e del territorio evidenziandone lacune e potenzialità. L’analisi si compone di due elementi principali: l’analisi dello stato di fatto (dal punto di vista sociale, economico e ambientale) e l’analisi del quadro programmatico. Per quanto riguarda l’analisi dello stato di fatto viene analizzato il trend demografico e la struttura produttiva, con particolare attenzione al tasso di disoccupazione e di occupazione, al peso del settore agricolo, manifatturiero e dei servizi ed alla produttività del lavoro. Inoltre lo studio si sofferma su alcuni elementi strategici che potrebbero essere alla base della competitività e dello sviluppo del territorio, come ad esempio il settore agricolo, il settore industriale, e all’interno del settore dei servizi: il settore turistico e il settore creditizio. Strettamente legato allo sviluppo del settore turistico è il settore dei beni culturali e dei beni naturali, e più in generale dell’ambiente, di cui è ricca sia la provincia che il comune di Enna. La tutela dell’ambiente, attraverso una buona gestione delle aree protette e dei rifiuti urbani, rappresenta una caratteristica di attrattività del territorio da un punto di vista turistico. Inoltre, viene data importanza alla formazione del capitale umano, in quanto fattore principale del settore della ricerca e sviluppo, che rappresenta nella letteratura economica l’elemento fondamentale per l’innovazione sia nella produzione che nel processo produttivo. In base alle teorie della crescita, infatti, l’innovazione e il capitale umano costituiscono il motore della crescita di un’economia in quanto permettono di sfruttare le potenzialità di crescita di un’area territoriale. Infine, per valutare la capacità attrattiva sia di capitale umano che di capitale fisico, viene valutata la competitività del territorio e la qualità della vita del comune di Enna. La metodologia, seguita in questa parte dell’analisi, consiste principalmente nella raccolta e nell’elaborazione di dati sia a livello comunale, provinciale, regionale che a livello nazionale. I dati economici sono stati prevalentemente ottenuti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), riferendosi sia ai differenti censimenti (Popolazione, Industria e Agricoltura) sia al bilancio demografico e alla rilevazione della forza lavoro. Altri dati soprattutto per il livello comunale sono stati ottenuti dall’Istituto Tagliacarne (GEOweb database), mentre per il livello regionale e provinciale sono stati utilizzate anche altre fonti come i rapporti di SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”, della Banca d'Italia su “L’economia della Sicilia nell’anno 2007” e i dati raccolti da Unioncamere della Regione Sicilia per la “VI giornata dell’economia 2007”. Per quanto riguarda il settore del turismo, gli scarni dati sulle presenze e sugli arrivi dei visitatori e dei beni culturali ed ambientali nel dataset dell’Istituto Tagliacarne, sono stati integrati con i dati provenienti dall’ISTAT, dall’Assessorato al Turismo della regione Sicilia e dai dati raccolti per la “VI giornata dell’economia” per il livello provinciale. L’analisi sull’ambiente ed in particolare sulle aree protette è stata sviluppata tenendo in considerazione i dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente. Infine, i dati sull’analisi dei rifiuti urbani sono basati sull’APAT ovvero l’agenzia per l’Ambiente e il Territorio. Nelle tabelle riportate in questa relazione, è stato seguito, come regola generale, il criterio di utilizzare sempre l’ultimo dato aggiornato disponibile anche se per alcune tabelle i dati non sono molto recenti. Si deve sottolineare che purtroppo le statistiche più aggiornate riguardano principalmente un livello di aggregazione superiore, come per esempio il livello provinciale o la ripartizione tra Nord, Centro e Sud, rispetto a quello comunale. Si è così deciso di delineare all’inizio di ogni paragrafo un quadro più generale al fine di completare

Parte Prima Pagina 16 l’analisi comunale spesso basata su dati dei censimenti dell’ISTAT che ormai risalgono all’inizio degli anni duemila. In questa analisi, quindi, l’osservazione approfondita del territorio, soprattutto nella descrizione di alcune evoluzioni economiche, viene necessariamente retrodatata a causa della carenza di dati comunali. L’analisi del quadro programmatico tiene conto della lettura degli strumenti urbanistici e dei progetti portati avanti dall’amministrazione comunale, sia vigenti che in corso di formazione e sia di strumenti di pianificazione del territorio sovra ordinati a scala provinciale e regionale. Tutti questi strumenti, tra cui: il Piano regolatore generale, i Piani particolareggiati per il recupero del centro storico, il Programma commerciale, la Proposta di Contratto di quartiere, il Programma triennale delle Opere pubbliche, i Progetti e previsioni sulla mobilità generale, etc. sono corredati di significative analisi in materia di identificazione dei principali fattori competitivi del territorio. Nell’ottica dell’ottimizzazione e valorizzazione delle analisi territoriali già svolte all’interno dei piani e dei progetti vigenti, si è proceduto attraverso la ricognizione delle stesse all’individuazione di in varianti tra le diverse analisi. Le informazioni accumulate attraverso la lettura dei documenti, sono state filtrate successivamente, attraverso l’analisi SWOT (strength, weaknesses, opportunities, threats) così da delineare i punti di forza e di debolezza della città e del territorio e le principali minacce e opportunità che vanno considerate ai fini del suo riposizionamento. Dalla analisi SWOT, inoltre emergono delle grandi linee di una prospettiva futura e l’individuazione degli assi strategici, utili per individuare una visione condivisa, realistica e desiderabile per la città o per la comunità locale. Le strategie individuate diventano così la base di partenza per il confronto con la comunità locale in modo da comprendere quali di queste strategie siano le più condivise e, soprattutto, quanto il tessuto imprenditoriale e sociale sia pronto ad elaborarne ulteriori.

4 ANALISI DELLO STATO DI FATTO

4.1 Storia dell’insediamento e delle trasformazioni urbane

Enna ha origini antiche e una storia lunga e complessa. Nel territorio ennese sono stati rinvenuti reperti di frequentazione neolitica e sono vissuti popoli quali: sicani, siculi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, aragonesi e borboni. Il sito di Enna, in epoca arcaica è conosciuto come sede del culto di Demetra e Kore, le due divinità più venerate dai Greci giunti in Sicilia; in epoche successive, poeti e scrittori tra cui Cicerone, Livio, Ovidio la citano come un luogo sacro alle dee. Il tempio di Demetra, secondo quanto scritto da Cicerone nelle Verrine, doveva sorgere a Enna sullo sperone detto “la rocca di Cerere”, in cui erano racchiuse enormi statue della dea e di Trittolemo. L’orografia del territorio ennese favorisce nel secolo VII a. c. l’insediamento di una colonia influenzata dal potere economico-politico della vicina Gela. Nel IV secolo l’insediamento fu circondato da una cinta muraria che comprendeva anche parte delle rupi, quindi per una estensione più ampia della città, che sembra contasse 20.000 abitanti. Sotto la dominazione romana la città subì una riduzione, sia per i fatti successivi alla seconda guerra punica, sia per quelli legati alla rivolta degli schiavi. In età imperiale, Enna diventa snodo strategico di un sistema di strade che collega le aree delle coltivazioni estensive di grano duro dell’interno con i caricatori costieri e viene fortificata con funzioni di presidio e centro di raccolta e di

Parte Prima Pagina 17 approvvigionamento delle truppe militari. Interrotto il lungo periodo di pax romana dalle incursioni vandaliche, in epoca bizantina la Sicilia si trasforma in un fulcro del Mediterraneo capace di attrarre grandi latifondisti e, con essi, il fisco imperiale e la Chiesa, interessati dalla gestione attiva dei grandi patrimoni terrieri. Ciò, modifica profondamente la rete degli insediamenti rurali e la loro tipologia d’impianto, comportando un progressivo frazionamento dell’abitato e della campagna. Alla fine dell’impero bizantino la coltivazione del frumento rappresenta un’importante risorsa che caratterizza il paesaggio del territorio ennese. Accanto alla coltivazione dei cereali si affiancano presto colture più marginali, destinate all’auto-consumo degli affittuari e dei coloni. Il passaggio dall’abitato antico a quello medioevale, è fortemente caratterizzato dalla tenuta delle strutture urbane nella continuità dei più importanti siti degli insediamenti difensivi, tra cui l’acropoli di origine proto-storica di Enna che costituisce uno dei centri della vita politica, economica e religiosa della Sicilia. L’avanzata islamica nel nord Africa, trasforma la Sicilia bizantina nella retrovia del fronte maghrebino rendendo necessario il rafforzamento ed il potenziamento delle strutture politiche e militari dell’isola. Le fonti, riportate nell’opera di Michele Amari, consentono di costruire un quadro esaustivo delle fortezze siciliane d’età bizantina, in cui la fortezza naturale Castrogiovanni assume un ruolo storicamente unico sia in virtù della posizione baricentrica dell’isola, che del sito naturale difeso da rupi che la rendevano inespugnabile. La struttura urbana di Enna bizantina è però ignota, l’unica notizia sicura al momento dell’occupazione musulmana era l’abitato diviso fra borgo e fortezza, una dualità definita da una cerchia di mura interne che isolavano la fortezza permettendole così, come avviene nell’837, di contrastare l’invasione dei musulmani. I bizantini scelsero il Castrum Hennae come spazio vitale per la difesa delle circoscrizioni amministrative territoriali dell’impero; la fortezza posta sulla roccaforte dominava dalla sua posizione centrale tutto il teatro di battaglia. La caduta della roccaforte di Enna, avvenuta nell‘859, non consentì di pensare una difesa complessiva dell’impero bizantino nel territorio siciliano, per cui molto presto prese il sopravvento il dominio arabo. La consacrazione di Enna quale luogo di culto, il ripristino delle sue fortificazioni segnano l’inizio dell’islamizzazione, la cui profondità è confermata dall’arabizzazione del toponimo, trasformato da Castrum Hennae o Kastruin Ennas in Qasr Yannah. In questo periodo la tipologia dell’abitato, viene reinterpretata e adattata ad un contesto politico e sociale nuovo che rappresenta una rottura per molti aspetti traumatica con il passato. La conquista di tutto il territorio siciliano da parte dei Normanni (dal 1060 al 1091), segna l’inizio di una fase storica di profonda trasformazione dell’isola. Il nuovo assetto normanno impose la formazione di un cospicuo demanio reale e l’assegnazione di feudi e villani a beneficiari laici ed ecclesiastici; un’operazione molto vasta che stravolge l’assetto territoriale preesistente e la geografia degli insediamenti umani su tutto il territorio siciliano. Ad Enna, in particolare, il castello di Lombardia mostra con chiarezza come la città si strinse attorno alla fortificazione mediante l’insediamento di una vera e propria colonia di provenienza italica. Gli anni di dominio normanno-aragonese rappresentano per Enna un periodo di grandi trasformazioni urbanistico-architettoniche. La città diviene la sede privilegiata di Federico II di Svevia e i territori intorno al lago di Pergusa divengono la sua riserva di caccia. La città cresce e si sviluppa attraverso la costruzione di nuovi quartieri e la realizzazione di interventi

Parte Prima Pagina 18 significativi all’interno del tessuto urbano già consolidato. L’assetto urbano si caratterizza ulteriormente sia per la struttura del sistema difensivo che per le caratteristiche architettoniche dell’asse viario di via Roma, arricchito dal Duomo e da tutta una serie di edifici religiosi e palazzi nobiliari. Il contributo di Castrogiovanni agli avvenimenti politici e sociali della storia siciliana si riflette nella presenza e nell’opera di architetti e artisti che arricchiscono qualitativamente e quantitativamente il patrimonio storico, artistico e culturale della città. Nel ‘400, la sconfitta nella lotta dei Vespri che appoggia il potere baronale, porta all’occupazione delle zone dell’altopiano della città che non erano state ancora urbanizzate tra cui il Pisciotto popolata dagli abitanti provenienti dalla borghata Rossomanno e il nucleo di Fundrisi formato dagli abitanti provenienti dalla borgata Fundrò. Con l’avvento del potere spagnolo nel ‘600 e con l’esaurirsi delle grandi dominazioni militari dell’isola, il ruolo strategico di Castrogiovanni viene meno, il baronaggio prende il sopravvento con l’affermazione del latifondo nel territorio agricolo. Enna assume un ruolo anche economico e produttivo centrale. Verso la fine del ‘700, con l’ingresso dell’America nei mercati internazionali della produzione cerealicola, la Sicilia perde questo ruolo nell’economia del mediterraneo, nello stesso tempo comincia a svolgere un ruolo attrattivo lo sfruttamento minerario dei giacimenti di salgemma e zolfo, che diventerà sempre più intenso nel corso dell’Ottocento. Il nucleo urbano coincide sostanzialmente con il centro antico, e gli interventi sulla città sono sintetizzabili in alcune modifiche all’impianto viario e nel riempimento del tessuto urbano interno, mentre sotto l’aspetto economico l’estrazione dello zolfo occupa ormai il ruolo prima occupato nel commercio dalle granaglie. Alla fine del 1860 Enna possiede 14.000 abitanti per lo più accentrati nel centro della città che ormai si estende sulla parte più alta dell’altopiano, con un tessuto urbano ormai denso, ricco di palazzi nobiliari ed edifici religiosi. Nell’economia mondiale l’estrazione dello zolfo siciliano rappresenta nel 1890, circa l’80% della produzione totale, assegnando alla regione un ruolo di monopolio, destinato però ad entrare rapidamente in crisi a causa dello sviluppo di nuovi metodi e nuove tecnologie di estrazione. Comincia per Enna un periodo di forti emigrazioni, ridotte solo dagli eventi della prima guerra mondiale. Sotto il governo Mussolini, Enna viene eletta capoluogo di una nuova provincia, la quinta per estensione e l’ultima per popolazione dell’isola: comprende venti comuni tra cui , Nicosia e complessivamente per un totale di 200.000 abitanti. Nella parte più antica della città, si fanno spazio, attraverso sventramenti, le costruzioni destinate ai servizi provinciali e uffici pubblici di cui il nuovo capoluogo deve dotarsi. Nelle aree ad ovest non ancora urbanizzate della città, viene attuata una grande espansione che occupa quasi tutte le aree vuote dell’altopiano. Dopo il 1930, viene redatto un piano di ampliamento della città che prevede interventi abitativi, attrezzature collettive e una rete viaria che riorganizza gli spazi pubblici secondo un impianto urbanistico ordinato e regolare. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946 il comune di Enna bandisce un concorso per la redazione di un Piano Regolatore Generale, secondo la legge urbanistica del ’42. Il progetto vincitore non fu mai approvato, e nel 1951 fu invece approvato un Piano di Ricostruzione e subito dopo (1956) un regolamento edilizio. Questi strumenti rimasero in vigore fino al 1979 quando fu approvato un nuovo Piano Regolatore generale e in attuazione un piano per l’edilizia economica e popolare che portò alla costruzione di cinque nuclei abitativi, uno dei quali fu ubicato ad Enna Alta, tre ad Enna bassa e uno a Pergusa. Questi ultimi confermavano una tendenza all’espansione già in atto, anche attraverso il fenomeno dell’abusivismo edilizio. A partire dagli anni ’60, infatti, la ripresa demografica, unitamente al consolidarsi di modelli

Parte Prima Pagina 19 abitativi nuovi, avevano originato lo sviluppo edilizio della borgata di Sant’Anna (Enna Bassa), lungo le direttrici della statale SS 117 bis e della Pergusina, e di edilizia stagionale nell’area di Pergusa interessata dalla costruzione del velodromo, segnando nei decenni successivi la costruzione di un paesaggio urbano che tutt’ora appare incompleto e disordinato. Il territorio di Enna conserva numerose tracce della sua storia. Oltre ai ritrovamenti preistorici, cospicue sono le aree archeologiche greco-romane non tutte esplorate e messe in luce. Dell’impianto medievale del centro antico sono visibili parti significative del sistema difensivo e brani del tessuto edilizio oltre ai principali monumenti religiosi, composti con chiese, palazzi e impianti viari del periodo barocco. Nelle campagne sono presenti esempi significativi di masserie: centri direzionali, padronali e del lavoro agricolo, complessi di architettura rurale di grande valore funzionale che hanno attraversato secoli di storia e vari mutamenti nei rapporti di produzione mantenendo immutato il valore estetico e di connotazione del paesaggio della Sicilia centrale. Alle masserie si sono aggiunte ville padronali, estesi complessi per l’estrazione e la lavorazione dello zolfo, con edifici e palazzi rappresentativi. Anche il Liberty nei primi anni del Novecento ha avuto ad Enna una sua scuola che ha permeato molti settori dell’artigianato locale. Enna e il suo territorio possono costituire mete notevoli di itinerari dell’Arte e dell’Architettura medievale e islamica nel mediterraneo e in Sicilia 1, così come di percorsi dell’architettura romana e bizantina e di itinerari del Liberty siciliano.

4.2 Il quadro sovra-locale

Nell’analisi socio–economica del comune di Enna non si può prescindere dal delineare il quadro sovra–locale in cui è situato. A tal fine, di seguito, l’analisi comunale viene preceduta da un’indicazione più generale degli aspetti socio–economici principali che riguardano la regione Sicilia in confronto con le altre regioni meridionali e con le ripartizioni geografiche dell’Italia oltre all’Italia intesa in modo complessivo. Per quanto riguarda la crescita economica dell’Italia, i tassi di crescita nazionale, tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del nuovo secolo, non sono stati eccezionali anche se la crescita economica ha coinvolto in una certa misura il Mezzogiorno che ha presentato per il 2000 un tasso di crescita pari al 2,3%, ovvero l’1% in più rispetto al 1999. In particolare, i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze2 evidenziano che, se dalla seconda metà degli anni ottanta alla prima metà degli anni ’90, il tasso di crescita dell’economia meridionale si era posizionato al di sotto di quello del Centro Nord, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, il Mezzogiorno ha fatto registrare una crescita superiore a quella del Centro Nord (7,8% contro il 6,3% fra il 1995 e il 1999). Tale tendenza è stata confermata anche per il 2002 con tassi pari rispettivamente allo 0,8%, contro lo 0,4%. Tuttavia, l’ultimo risultato è frutto più di una forza di inerzia che di effettive possibilità prospettiche di maggiore crescita stabile. Come rilevato, infatti, dalla relazione dello SVIMEZ sull’Economia del mezzogiorno del 2003 tale risultato si deve più ad una relativamente maggior tenuta dell’economia meridionale che

1 Vedi in proposito il volume curato dal Dispa (Dipartimento di Storia e progetto nell’Architettura dell’Università degli Studi di Palermo) e dall’OING MWF (Museo Senza Frontiere), (2007), L’arte siculo normanna. La cultura islamica nella Sicilia medievale , pubblicato in inglese, tedesco, francese, spagnolo e tedesco da altrettanti editori e in italiano da ed. Kalòs, Palermo; il sito internet curato dalla stessa OING “discoverfyslamicart.com ”; il sistema di itinerari culturali proposti nel volume a cura di Quartarone C. (2007), Sicilia romana e bizantina , Grafill, Palermo; inoltre lo studio pubblicato nel volume a cura di Quartarone C., (2008), Il turismo culturale e la fattibilità degli itinerari del Liberty in Sicilia , Grafill, Palermo. 2 Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, Politiche per lo Sviluppo del Mezzogiorno - Primo Rapporto, 2001.

Parte Prima Pagina 20 per un miglioramento assoluto di tendenza. Nell’ultimo biennio, vi è stata però un’inversione di tendenza. Secondo il rapporto SVIMEZ 2008, il tasso di crescita del PIL nel Mezzogiorno negli anni 2006 e 2007 è stato pari all’1,1% ed allo 0,7%, a fronte di un tasso di crescita del Centro–Nord rispettivamente pari al 2,1% e all’1,7%. Se da un lato la regione Sicilia si estende su una superficie di 25.711 Kmq, caratterizzata prevalentemente da uno sviluppo complessivo delle coste di 1.484 km di lunghezza, confermandosi così come la maggiore isola del Mediterraneo, dall’altro lato, la provincia di Enna si può definire come una provincia davvero “speciale”, in quanto è l’unica provincia siciliana, assieme a Caltanissetta, a non avere sbocchi sul mare, rappresentando, quindi, la realtà più nascosta della regione Sicilia con le caratteristiche tipiche di un’area interna, la cui posizione geografica ha influito sul giudizio sulla provincia stessa come la migliore per vivibilità dell’intera Sicilia. Il territorio della provincia di Enna si estende su una superficie complessiva di 2.562 kmq, distribuita tra 20 comuni, di cui 16 localizzati in aree collinari, che occupano circa l’80% della superficie complessiva, ed i restanti 4 in zone montane, concentrati nella zona settentrionale ed a ridosso dell’area delle Madonie e dei Nebrodi. La provincia ennese quindi ha nei 1193 metri di Monte Altesina e nei 1558 di Monte Sambughetti le sue massime altitudini e quest’ultima è anche fra le più alte vette dei Nebrodi, catena che chiude a nord il territorio. Gli unici territori pianeggianti si trovano a confine con la piana di Catania, nei comuni di e . Come spina dorsale gli Erei e per confini le colline orientali della piana di Catania, quelle meridionali della piana di Gela e, ad occidente, il corso del fiume Imera Meridionale. In generale, il territorio di Enna è sempre stato fertile e ricco di materie prime che hanno permesso almeno due secoli fa di costituire una fiorente industria mineraria di gesso e zolfo. A causa dell’unicità delle caratteristiche e di omogeneità del territorio, il territorio ennese è stato identificato come uno dei 13 “Sistemi Locali Territoriali” (SLoT) individuati per la regione siciliana in base ad una ricerca di rilevanza nazionale 3, al fine di realizzare un sistema locale di governance capace non solo (e non tanto) di assicurare la coesione e la continuità proiettata nel futuro dell’identità e del senso di appartenenza del territorio, ma anche (e soprattutto) di (auto)organizzarsi e (auto)progettarsi, evolvendo verso un sistema (auto)sostenibile in grado di generare il valore aggiunto del territorio. Al fine di delineare un quadro di sviluppo economico possibile per il comune oggetto dell’analisi è necessario confrontare il territorio con gli altri territori della regione sia a livello provinciale che comunale. Il confronto a livello provinciale alcune volte rappresenta l’unica possibilità a causa della mancanza di dati aggiornati a livello comunale. Infatti si deve tenere in considerazione il fatto che spesso i dati comunali risalgono ai censimenti dell’agricoltura del 2000 e dell’industria e dei servizi del 2001 dell’ISTAT. Tuttavia, l’analisi socio– demografica e della struttura produttiva anche solo a livello provinciale permette di delineare il quadro sociale ed economico del territorio tale da consentire agli enti territoriali di perseguire adeguate politiche di sviluppo del territorio stesso. Nei paragrafi seguenti, verrà sviluppata un’analisi socio–economica sia a livello regionale e di macro–aree che a livello comunale e/o provinciale in confronto con gli altri comuni– capoluogo e province della regione Sicilia. L’attenzione, quindi, si concentra principalmente sull’analisi demografica, del mercato del lavoro ed infine della struttura produttiva. Questo ultimo aspetto viene analizzato riferendosi, in generale, ai tre principali settori di un’economia: settore agricolo, settore industriale e settore dei servizi. Data l’importanza

3 Ricerca “ I sistemi locali nei processi di sviluppo territoriale ” coordinata dal Prof. G. Dematteis dell’Università di Torino.

Parte Prima Pagina 21 sempre crescente del settore dei servizi rispetto al settore primario e secondario, si è scelto di approfondire l’analisi, soffermandosi principalmente sul settore turistico, bancario e della ricerca e sviluppo, oltre alla tutela dell’ambiente e della struttura sanitaria dell’area, in quanto costituiscono gli elementi fondamentali necessari per promuovere uno sviluppo economico di un territorio in generale e di quello siciliano, in particolare.

4.3 Analisi Socio–Demografica

L’analisi dell’evoluzione demografica è un primo indicatore che permette di delineare un quadro di riferimento di un territorio e di individuare le linee di sviluppo economico da perseguire. Infatti, la capacità di un’area di attrarre o respingere la popolazione potrebbe essere legata in modo più o meno stretto alla vivacità economica del territorio stesso. Tuttavia, questa analisi deve essere completata considerando tutti gli altri fattori che possono influenzare le scelte individuali di dove stabilire la propria residenza come per esempio le infrastrutture che rendono agevole il collegamento di un territorio con le zone limitrofe, come verrà sviluppato nel corso della relazione. Al fine di delineare gli aspetti principali del territorio, verranno innanzitutto considerati i dati demografici sia a livello di ripartizioni geografiche dell’Italia che a livello regionale, in seguito verranno considerate le province e i comuni della regione Sicilia. I dati socio–demografici sono stati ottenuti dall’ISTAT. In particolare, sono stati utilizzati i valori del Bilancio Demografico. Questi ultimi sono elaborazioni dell’ISTAT che, partendo dalla popolazione dichiarata ufficialmente con il censimento del 2001, stabiliscono il numero di residenti in una determinata area basandosi sul movimento naturale, come iscrizioni per nascite e cancellazioni per morti, e sul flusso migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza).

4.3.1 Popolazione

La regione Sicilia presenta un numero complessivo di residenti, al 31/12/2007, dal Bilancio Demografico dell’ISTAT pari a 5.029.683 residenti, suddivisi in 2.599.411 donne (pari al 51,7%) e 2.430.272 uomini. Per il quinto anno consecutivo, la popolazione residente in Sicilia ha superato i 5 milioni di abitanti che costituiscono l’8,5% del totale nazionale. La popolazione del comune di Enna al 31 dicembre del 2007 ammonta a 28.125 abitanti mentre la popolazione a livello provinciale ammonta a 173.723 abitanti sulla base dei dati ISTAT del bilancio demografico, riportati nella Tabella 1. Se da un lato nel 2007 le province di Enna e Caltanissetta si collocano agli ultimi posti nella graduatoria, dall’altro, le province di Palermo (1.243.385 abitanti), Catania (1.081.915) e Messina (652.551) accolgono insieme quasi il 60 per cento dei residenti nell’isola. A livello comunale, il comune di Enna rispetto alla regione rappresenta soltanto lo 0,56% mentre Palermo, Catania e Messina rappresentano il 23,99% della popolazione siciliana. Inoltre, il comune di Enna all’interno della provincia raccoglie solo il 16,19% della popolazione residente, evidenziando una rilevante dispersione in tutto il territorio provinciale rispetto al comune di Palermo che accentra il 53,34% della popolazione della provincia.

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Tabella 1: Popolazione residente femminile, maschile e totale (valori assoluti e quote %) – 2002–2007 quota % quota % del totale del totale FEMMINE MASCHI TOTALE sulla sulla regione provincia 2002 2007 2002 2007 2002 2007 2007 2007 PROVINCE Agrigento 232.242 235.209 217.792 220.341 450.034 455.550 9,06% Caltanissetta 141.104 141.382 131.063 131.188 272.167 272.570 5,42% Catania 547.328 559.573 510.834 522.342 1.058.162 1.081.915 21,52% Enna 91.718 90.224 84.778 83.499 176.496 173.723 3,45% Messina 342.044 339.375 315.927 313.176 657.971 652.551 12,98% Palermo 640.645 645.324 596.154 598.061 1.236.799 1.243.385 24,73% Ragusa 151.988 158.536 144.756 153.234 296.744 311.770 6,20% Siracusa 202.413 204.316 194.104 196.448 396.517 400.764 7,97% Trapani 219.652 224.701 206.040 211.273 425.692 435.974 8,67% Sicilia 2.569.134 2.598.640 2.401.448 2.429.562 4.970.582 5.028.202 100% COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 28.820 30.332 27.081 28.820 55.901 59.152 1,18% 12,98% Caltanissetta 32.104 31.751 28.815 28.388 60.919 60.139 1,20% 22,06% Catania 162.908 158.146 145.530 140.811 308.438 298.957 5,95% 27,63% Enna 15.014 14.709 13.838 13.416 28.852 28.125 0,56% 16,19% Messina 130.321 127.784 119.030 116.213 249.351 243.997 4,85% 37,39% Palermo 356.731 348.245 326.170 314.928 682.901 663.173 13,19% 53,34% Ragusa 36.242 37.488 33.444 35.023 69.686 72.511 1,44% 23,26% Siracusa 63.013 63.202 59.883 60.393 122.896 123.595 2,46% 30,84% Trapani 35.688 36.711 32.729 33.927 68.417 70.638 1,40% 16,20% Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

La Figura 1 mostra la mappa della popolazione residente nelle province siciliane suddivisa per fasce d’età nel 2002. In questa figura, la provincia di Enna si situa quasi sempre in posizioni più basse rispetto alle altre province dell’isola fino alla fascia di età dei 50–59 anni. Infatti, nella fascia dei 60–69 anni la popolazione residente della provincia di Enna risulta percentualmente più elevata, rispetto alle altre province siciliane, Tuttavia, nelle ultime due fasce sostanzialmente si allinea ai valori delle altre province mostrando un valore intorno al 3% tra gli 80 e gli 89 e un valore inferiore al 1% nell’ultima fascia d’età.

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Figura 1: Popolazione residente per fasce d’età per le province siciliane – 2002

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0% 0-9 10-19 20 - 29 30 - 39 40 -49 50 -59 60 - 69 70 -79 80 -89 90 - 100

Trapani Palermo Messina Agrigento C altanissetta Enna C atania Ragusa S iracusa

Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Il raffronto con la Figura 2 che fotografa la realtà della popolazione residente delle nove province al 2008 conferma in linea di massima l’andamento già rilevato nel 2002: la provincia di Enna registra una minore popolazione in tutte le fasce d’età comprese tra lo 0 e i 59 anni, con un innalzamento della popolazione rispetto alle altre province nelle fasce 70–79 e 80–89 per poi allinearsi ai valori delle altre province nell’ultima fascia che considera i novantenni.

Figura 2: Popolazione residente per fasce d’età per le province siciliane – 2008 (1)

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0% 0-9 10-19 20 - 29 30 - 39 40 -49 50 -59 60 - 69 70 -79 80 -89 90 - 100

Trapani Palermo Messina Agrigento C altanissetta Enna C atania Ragusa S iracusa

Note: (1) i dati del 2008 si riferiscono al 1 gennaio del 2008 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

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4.3.2 Dinamica ed evoluzione della popolazione

La popolazione complessiva, nel 2007, della regione Sicilia resta sostanzialmente stabile con un tasso di crescita della popolazione totale rispetto al 2002 pari all’1,16% e allo 0,3% rispetto al 2006. Nella Tabella 2, vengono riportate le variazioni della popolazione maschile, femminile e totale, in base alle stime elaborate dall’ISTAT nel bilancio demografico per la fine del 2002 e del 2007. Si nota che la crescita della popolazione nella regione Sicilia è caratterizzata da una prevalenza della popolazione maschile (1,17%) rispetto a quella femminile (1,15%). Se confrontiamo il valore della regione Sicilia rispetto a quello delle altre regioni appartenenti all’obiettivo di “Convergenza dell’Unione Europea”, il dato demografico della Sicilia risulta superiore a quello della regione Calabria, mentre è sostanzialmente inferiore a quello delle regioni Campania e Puglia. Inoltre, si deve sottolineare che la regione Basilicata ha registrato un tasso negativo tra il 2002 e il 2007 pari a –0,98%. Infine, considerando il mezzogiorno rispetto alle altre macro–ripartizioni geografiche dell’Italia, si nota che il tasso di crescita della popolazione (1,32%) è molto simile a quello dell’Italia insulare (1,29%) e decisamente inferiore rispetto a quello delle ripartizioni del centro–nord dell’Italia. In particolare, l’Italia centrale ha registrato un incremento del tasso di crescita di circa il 6,33% superiore sia all’Italia nord–occidentale (4,96%) che all’Italia nord– orientale (5,47%).

Tabella 2: Popolazione residente maschile, femminile e totale in Sicilia, nelle regioni meridionali e nelle macro-aree (Var %) – 2002–2007 Popolazione Maschile Popolazione Femminile Popolazione Totale Sicilia 1,17% 1,15% 1,16% Campania 1,13% 1,86% 1,51% Puglia 1,31% 1,30% 1,31% Basilicata -1,23% -0,73% -0,98% Calabria -0,28% 0,30% 0,02% Italia Nord-Occidentale 5,63% 4,34% 4,96% Italia Nord-Orientale 5,90% 5,06% 5,47% Italia Centrale 6,56% 6,11% 6,33% Italia Meridionale 1,13% 1,50% 1,32% Italia Insulare 1,34% 1,25% 1,29% Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Nella Tabella 3, viene riporta la variazione percentuale della popolazione residente in tutte le province e i comuni–capoluogo siciliani nell’arco temporale che va dal 2002 al 2007. Considerando questo periodo temporale, è possibile notare come a livello provinciale solo due sono state le province nelle quali si sono registrate variazioni negative sia per la popolazione maschile che femminile e di conseguenza per quella totale: Enna (–1,57% della popolazione totale) e Messina (–0,82% della popolazione totale). La diminuzione della popolazione nella provincia di Enna è stata maggiore rispetto a quella di Messina, sottolineando una minore capacità attrattiva di questa provincia. Al contrario tra le province con una maggiore capacità attrattiva si segnala la provincia di Ragusa con una percentuale positiva del 5,06%. Quando, invece, si osservano i dati comunali, si nota immediatamente che oltre ad Enna (– 2,52%) e Messina (–2,15%) altri comuni hanno registrato un deflusso nel tempo come Caltanissetta (–1,28%), Catania (–3,07%) e Palermo (–2,89%). In controtendenza sono

Parte Prima Pagina 25 invece i comuni di Ragusa e di Agrigento che vedono un incremento rispettivamente del 4,05% e del 5,82%.

Tabella 3: Popolazione residente maschile, femminile e totale nelle province e nei comuni– capoluogo siciliani (Var %) – 2002–2007 Popolazione Femminile Popolazione Maschile Popolazione Totale PROVINCE Agrigento 1,28 1,17 1,23 Caltanissetta 0,20 0,10 0,15 Catania 2,24 2,25 2,24 Enna -1,63 -1,51 -1,57 Messina -0,78 -0,87 -0,82 Palermo 0,73 0,32 0,53 Ragusa 4,31 5,86 5,06 Siracusa 0,94 1,21 1,07 Trapani 2,30 2,54 2,42 Sicilia 1,15 1,17 1,16 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 5,25 6,42 5,82 Caltanissetta -1,10 -1,48 -1,28 Catania -2,92 -3,24 -3,07 Enna -2,03 -3,05 -2,52 Messina -1,95 -2,37 -2,15 Palermo -2,38 -3,45 -2,89 Ragusa 3,44 4,72 4,05 Siracusa 0,30 0,85 0,57 Trapani 2,87 3,66 3,25 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Al fine di facilitare l’analisi della dinamica della popolazione residente nelle province siciliane, viene raffigurato, nella Figura 3, l’andamento dal 1991 al 2007. Si nota immediatamente che i trend complessivamente risultano stabili, senza punte particolari di crescita o diminuzione della popolazione. Solo in due province negli ultimi anni, dal 2004 al 2007, sembra esserci un andamento moderatamente positivo: Catania e Ragusa, mentre la provincia di Enna, sostanzialmente la meno popolosa della regione, mostra un trend in leggera diminuzione negli ultimi anni, dopo l’anno 1994.

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Figura 3: Andamento della popolazione residente nelle province siciliane – 1991-2007

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0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Agrigento Caltanissetta C atania E nna Messina P alermo Ragusa S iracusa Trapani

Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

La Figura 4 invece introduce l’andamento, nel periodo 1991–2007, della popolazione residente nei comuni–capoluogo siciliani. La tendenza generale è verso una diminuzione progressiva della popolazione residente in quasi tutti i comuni, ad esclusione di Ragusa, Agrigento e Trapani. In generale, tuttavia, se si esclude il decremento piuttosto rilevante di Palermo, le variazioni risultano essere relativamente contenute. La città di Enna, nel periodo analizzato, presenta un andamento pressoché inalterato.

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Figura 4: Andamento della popolazione residente nei comuni-capoluogo siciliani – 1991- 2007

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0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani

Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Al fine di completare il quadro sulla dinamica della popolazione è utile soffermarsi sul tasso di natalità dell’area territoriale. Nella Figura 5 e nella Figura 6 vengono confrontati il tasso di natalità del 2002 con quello del 2007 a livello provinciale e comunale rispettivamente della regione Sicilia. Per esempio, i dati provinciali per l’anno 2007 evidenziano una maggiore natalità a Catania (10,42 per 1000 abitanti), a Palermo (10,39 per 1000 abitanti) e Ragusa (9,99 per 1000 abitanti); in coda Messina (8,67 per 1000 abitanti), Trapani (8,98 per 1000 abitanti) ed Enna (9,05 per 1000 abitanti). Osservando i dati comunali, il comune di Enna si conferma sia nel 2002 che nel 2007 come il comune che presenta la minore natalità dell’intera regione Sicilia.

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Figura 5: Confronto del tasso di natalità a livello provinciale della regione Sicilia – 2002-2007 2002 2007

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Figura 6: Confronto del tasso di natalità a livello di comuni capoluogo siciliani – 2002 e 2007 2002 2007

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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L’indice di vecchiaia della popolazione è un ulteriore strumento che permette di considerare l’attrattività di un’area da parte dei giovani. Infatti, se l’indice di vecchiaia è maggiore di 100 allora la popolazione è composta prevalentemente da una fascia di età maggiore dei 65 anni e viceversa nel caso in cui l’indice è minore di 100, allora la popolazione è composta nella maggior parte da giovani individui. Nella provincia di Catania nel 2007, come riportato dalla Tabella 4, si registra il tasso di vecchiaia meno elevato (102,03) seguito immediatamente da Palermo (108,19) grazie alla maggiore presenza dei segmenti giovanili della popolazione rispetto a quelli degli anziani. Il valore più elevato dell’indicatore si ha nella provincia di Messina (148,19) seguito da Enna con un indice di vecchiaia di 130,95, entrambi ben al di sopra del valore dell’intera regione che è pari a 116,61. A livello comunale, nel 2007, Enna rappresenta il comune con il maggior indice di vecchiaia con un valore pari a 148,67 rispetto agli altri comuni–capoluogo siciliani.

Tabella 4: Indice di vecchiaia per province e per comuni–capoluogo siciliani (valori indice)– 1991-2007 TOTALE FEMMINE MASCHI 1991 2001 2007 1991 2001 2007 1991 2001 2007 PROVINCE Agrigento 74,64 104,81 123,17 83,37 121,08 143,64 66,3 89,32 103,76 Caltanissetta 69,42 92,86 110,46 78,9 107,86 128,81 60,36 78,65 93,1 Catania 61,94 87,26 102,03 71,67 102,06 120,1 52,63 73,07 84,81 Enna 80,75 110,58 130,95 89,53 127,04 152,62 72,05 94,69 110,34 Messina 93,05 125,13 148,19 110,06 150,81 178,68 76,76 100,74 119,57 Palermo 65,92 90,7 108,19 76,69 108,28 127,57 55,76 74,06 89,65 Ragusa 78,55 102,08 115,14 88,84 118,37 134,05 68,61 86,67 97,42 Siracusa 67,88 99,18 119,19 77,45 114,72 138,15 58,72 84,44 101,32 Trapani 82,83 110,42 128,55 94,44 128,59 150,36 71,64 93 107,88 Sicilia 72,09 99,1 116,61 82,99 116,53 137,17 61,67 82,5 97,09 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 59,25 88,78 117,23 70,45 108,32 144,15 48,91 71,06 93,12 Caltanissetta 72,14 100,76 120,28 85,17 120,73 144,07 59,48 81,36 97,59 Catania 74,77 108,4 125,58 90,62 133,93 156,34 59,56 84,2 96,44 Enna 75,97 112,5 148,67 87,06 134,12 174,85 65,31 91,96 123,44 Messina 88,01 117,32 139,72 106,65 144,92 172,95 70,24 91,21 108,74 Palermo 57,52 84,47 105,44 69,46 105,09 128,59 46,31 65 83,19 Ragusa 92,09 127,41 145,19 107,02 150,27 171,54 77,92 105,81 120,09 Siracusa 61,48 97,62 121,77 72,2 115,07 143,69 51,16 81,11 101,07 Trapani 76,58 105,23 124,4 92,66 128,36 150,25 61,12 82,74 99,53 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Un ulteriore aspetto emerge dall’osservazione della Tabella 4: l’indice di vecchiaia nell’arco temporale di 10 anni (tra il 1991 e il 2001) sia a livello provinciale che a livello comunale è passato da un valore inferiore a 100 ad un valore superiore in alcune aree. Il trend di invecchiamento della popolazione si è accentuato nel periodo tra il 2001 e il 2007, dove l’indice è diventato maggiore di 100 in tutte le province o comuni–capoluogo siciliani. Questo aspetto viene confermato nella Tabella 5, dove si mostrano le variazione degli indici di vecchiaia tra il 1991 e il 2001 e tra il 2001 e il 2007. Si può facilmente notare che in generale

Parte Prima Pagina 32 i tassi di incremento dei valori dell’indice sono drasticamente diminuiti nel secondo periodo di osservazione, infatti in media nella regione l’indice di vecchiaia è aumentato solo del 17,67% tra il 2001 e il 2007 mentre nel primo periodo la variazione era circa il 37,47%. In particolare, a livello provinciale, Siracusa ha registrato, in entrambi i periodi, il tasso di variazione maggiore, mentre le province con un tasso di variazione inferiore sono state Ragusa (26,32%) per il primo periodo e Trapani (16%) per il secondo periodo. Per quanto riguarda la provincia di Enna l’andamento ha rispecchiato sostanzialmente quello registrato a livello regionale, tuttavia osservando i dati comunali di Enna, si nota che l’incremento dell’invecchiamento della popolazione è stato rilevante soprattutto recentemente tra il 2001 e il 2007, con un tasso di variazione totale del 32,15%.

Tabella 5: Indice di vecchiaia per province (var %) – 1991-2007 1991-2001 2001-2007 TOTALE FEMMINE MASCHI TOTALE FEMMINE MASCHI PROVINCE Agrigento 40,42% 45,23% 34,72% 17,52% 18,63% 16,17% Caltanissetta 33,77% 36,70% 30,30% 18,95% 19,42% 18,37% Catania 40,88% 42,40% 38,84% 16,93% 17,68% 16,07% Enna 36,94% 41,90% 31,42% 18,42% 20,14% 16,53% Messina 34,48% 37,03% 31,24% 18,43% 18,48% 18,69% Palermo 37,59% 41,19% 32,82% 19,28% 17,81% 21,05% Ragusa 29,96% 33,24% 26,32% 12,79% 13,25% 12,40% Siracusa 46,11% 48,12% 43,80% 20,18% 20,42% 19,99% Trapani 33,31% 36,16% 29,82% 16,42% 16,93% 16,00% Sicilia 37,47% 40,41% 33,78% 17,67% 17,71% 17,68% COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 49,84% 53,75% 45,29% 32,05% 33,08% 31,04% Caltanissetta 39,67% 41,75% 36,79% 19,37% 19,33% 19,95% Catania 44,98% 47,79% 41,37% 15,85% 16,73% 14,54% Enna 48,08% 54,05% 40,81% 32,15% 30,37% 34,23% Messina 33,30% 35,88% 29,85% 19,09% 19,34% 19,22% Palermo 46,85% 51,30% 40,36% 24,83% 22,36% 27,98% Ragusa 38,35% 40,41% 35,79% 13,95% 14,15% 13,50% Siracusa 58,78% 59,38% 58,54% 24,74% 24,87% 24,61% Trapani 37,41% 38,53% 35,37% 18,22% 17,05% 20,29% Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

4.3.3 Movimento migratorio della popolazione

Al fine di analizzare in modo più approfondito la dinamica della popolazione viene riportato nella Tabella 6 il saldo migratorio tra il 2002 e il 2007. Il saldo migratorio si differenzia dal tasso migratorio in quanto consiste semplicemente nella differenza tra il numero di cittadini immigrati (iscritti nei comuni della regione da un’altra regione o dall’estero) o emigrati (cancellata dalla regione per altra regione o per l’estero). In Sicilia, il saldo migratorio maschile è passato da un valore negativo nel 2002 (–422) ad un valore considerevolmente positivo nel 2007 (3887). Anche il saldo migratorio femminile mostra in deciso incremento nel 2007 rispetto al 2002 con una variazione percentuale positiva del 369,6%. Tuttavia, si deve tenere in considerazione che in questo dato sono inclusi anche gli stranieri regolari

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presenti nei comuni, e il fatto che siano maggiori le donne potrebbe implicare una forte richiesta di badanti, dovuta all’invecchiamento della popolazione. Se si osservano le ripartizioni territoriali dell’Italia si nota che il saldo migratorio è sostanzialmente sbilanciato a favore delle donne rispetto agli uomini, in particolare nel meridione il saldo migratorio femminile rappresenta circa il doppio di quello maschile, confermando così una tendenza già evidenziata a livello regionale.

Tabella 6: Saldo migratorio maschile, femminile nelle regioni meridionali (valori in unità e var %) – 2002–2007 Saldo migratorio Territorio Saldo migratorio Maschile Saldo migratorio Totale Femminile 2002 2007 Var % 2002 2007 Var % 2002 2007 Var % Sicilia -422 3887 -1021,1% 1711 8035 369,6% 1289 11922 825,0% Campania 1388 871 -37,3% 3958 7575 91,4% 5346 8446 58,0% Puglia -2244 -232 -89,7% -1601 3273 -304,4% -3845 3041 -179,1% Basilicata -182 -73 -59,9% -414 583 -240,8% -596 510 -185,6% Calabria -1989 3893 -295,7% -1556 5749 -469,5% -3545 9642 -372,0% Italia Nord- 62.660 73.380 17,1% 55.580 82.104 47,7% 118.240 155.484 31,5% Occidentale Italia Nord- 68.017 62.874 -7,6% 54.432 72.939 34,0% 122.449 135.813 10,9% Orientale Italia 41.394 64.432 55,7% 43.386 80.374 85,3% 84.780 144.806 70,8% Centrale Italia 4.858 12.951 166,6% 7.484 26.832 258,5% 12.342 39.783 222,4% Meridionale Italia 3.840 7.131 85,7% 4.872 11.854 143,3% 8.712 18.985 117,9% Insulare Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Considerando il livello provinciale e comunale, rispettivamente nella Figura 7 e nella Figura 8, viene riportato il tasso migratorio tra il 2002 e il 2007, mentre nella Tabella 7 viene riportato il saldo migratorio maschile, femminile e totale tra il 2006 e il 2007 con le relative variazioni percentuali. Per quanto riguarda le province siciliane, si nota che la provincia di Ragusa ha registrato nel 2007 il miglior saldo migratorio rispetto sia al 2002 che alle altre province che sono rimaste sostanzialmente nello stesso range in entrambi i periodi. La provincia in cui il saldo migratorio è rimasto negativo anche nel 2007 è la provincia di Caltanissetta, mentre la provincia di Enna ha subìto un lieve miglioramento nel 2007 in confronto al 2002. Soffermandosi al livello comunale, si sottolinea la sostanziale coincidenza dell’evoluzione del tasso di migrazione con quello a livello provinciale. In particolare, il comune–capoluogo Ragusa ha sicuramente migliorato il suo saldo migratorio nel 2007 rispetto al 2002, ed inoltre è stato il comune che ha registrato la migliore performance rispetto agli altri comuni. Il comune di Enna ha registrato un valore intermedio del saldo migratorio in entrambi i periodi anche se nel 2007 il saldo è stato migliore rispetto a quello del 2002. Infine come per il caso delle province anche nel caso comunale, il comune di Caltanissetta si è posizionato nel primo range che va da un saldo negativo ad un saldo poco al di sopra dello zero. Infine, la Tabella 7 conferma che la provincia di Enna nel 2007 ha registrato un saldo migratorio totale positivo pari a 269 rispetto a quello dell’anno precedente mentre il saldo è stato molto più contenuto se si considera il dato al livello comunale (solo 22).

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Figura 7: Confronto del tasso di migrazione a livello provinciale della regione Sicilia – 2002 e 2007 2002 2007

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Figura 8: Confronto del tasso di migrazione a livello di comuni capoluogo della regione Sicilia – 2002 e 2007 2002 2007

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Tabella 7: Saldo migratorio maschile, femminile e totale per le province e i comuni capoluoghi siciliani (valori in unità e var %) – 2006-2007 Totale Femmine Maschi 2006 2007 Var % 2006 2007 Var % 2006 2007 Var % PROVINCE Agrigento -1876 463 -124,68 -851 302 -135,49 -1025 161 -115,71 Caltanissetta -1310 -337 -74,27 -623 -98 -84,27 -687 -239 -65,21 Catania -881 3422 -488,42 -192 2173 -1231,77 -689 1249 -281,28 Enna -509 269 -152,85 -234 164 -170,09 -275 105 -138,18 Messina -806 1562 -293,80 -247 1161 -570,04 -559 401 -171,74 Palermo -650 647 -199,54 342 1083 216,67 -992 -436 -56,05 Ragusa 884 2282 158,14 546 1362 149,45 338 920 172,19 Siracusa 451 1907 322,84 193 891 361,66 258 1016 293,80 Trapani 403 1713 325,06 237 1001 322,36 166 712 328,92 Sicilia -4.312 11.922 -376,48 -840 8,035 -1056,55 -3.472 3.887 -211,95 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento -83 22 -126,51 -46 28 -160,87 -37 -6 -83,78 Caltanissetta -145 -155 6,90 -60 -54 -10,00 -85 -101 18,82 Catania -2476 -2329 -5,94 -1136 -1035 -8,89 -1340 -1294 -3,43 Enna -114 22 -119,30 -41 42 -202,44 -73 -20 -72,60 Messina -1027 -778 -24,25 -368 -195 -47,01 -659 -583 -11,53 Palermo -5530 -4171 -24,58 -2228 -1366 -38,69 -3302 -2805 -15,05 Ragusa 202 356 76,24 152 195 28,29 50 161 222,00 Siracusa 159 277 74,21 -46 34 -173,91 205 243 18,54 Trapani -248 78 -131,45 -107 99 -192,52 -141 -21 -85,11 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

La Figura 9 mostra il trend della popolazione straniera in Sicilia comparandola con le macro– ripartizioni del territorio nazionale in un arco temporale che va da 2003 al 2007. È evidente dal grafico che tutti i trend mostrano un andamento crescente, in particolare la macro– ripartizione del Nord–Ovest (curva rossa) evidenzia una crescita rilevante nei dodici mesi che vanno dal 2006 al 2007. In tale contesto la regione Sicilia (curva verde), pur in linea con un trend di massima positivo, evidenzia tuttavia una crescita nettamente inferiore a tutte le macro–ripartizioni, anche nei confronti del trend relativo all’area del Mezzogiorno (curva viola). In questo caso dall’andamento della curva si può dedurre che, nonostante un trend di crescita relativamente contenuto, il periodo 2006–2007 risulta essere quello con l’aumento più evidente di popolazione straniera in Sicilia. Complessivamente i cittadini stranieri residenti a fine 2008 sono 98,152, con un incremento del 25,45% rispetto all’anno precedente, e costituiscono l’1,95% della popolazione isolana. Il numero di cittadini stranieri residenti nell’Isola è in crescita ed è equamente suddiviso tra maschi e femmine, infine costante è la presenza dei minori (1 su 5).

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Figura 9: Trend della popolazione straniera in Sicilia e nelle macro-ripartizioni (valori assoluti) – 2003-2007

1,400,000

1,200,000

1,000,000

800,000

600,000

400,000

200,000

0 2003 2004 2005 2006 2007

Sicilia Nord Ovest Nord Est Centro Sud

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

La Tabella 8 riporta la composizione, in percentuale, della provenienza della popolazione straniera residente nelle province siciliane. La provenienza è analizzata per continente di origine delle popolazioni, evidenziando una presenza particolarmente significativa sia della popolazione di provenienza europea che di quella di provenienza dal continente africano. Le province di Enna e di Agrigento si distinguono per un’elevata quota percentuale ben al di sopra del 50%, rispettivamente del 65,41% e del 51,36% della popolazione straniera proveniente dall’Europa, mentre la popolazione straniera di origine africana assume la propria residenza soprattutto nel capoluogo di Ragusa (54,76%) e di Trapani (53,98%), grazie alla relativa vicinanza con la Tunisia e Libia, da cui arrivano principalmente gli stranieri non regolari. Da sottolineare la disomogenea presenza di popolazione asiatica nelle nove province siciliane, nella maggioranza dei casi non supera mai la soglia del 10,00% mentre presenta notevoli concentrazioni a Palermo (36,98%) e Messina (33,66%). Poco significativa risulta la presenza di popolazioni provenienti dall’America, dall’Oceania e coloro che si dichiarano apolidi, infatti, la tabella mostra una bassa percentuale in tutte le province siciliane senza picchi di particolare rilievo.

Tabella 8: Composizione della provenienza della popolazione straniera residente nelle province siciliane (quota % rispetto al totale degli stranieri) - 2008

AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA

MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE EUROPA 40,87 60,99 51,36 37,85 56,73 47,80 35,19 49,65 43,19 ASIA 9,47 7,83 8,62 9,87 9,22 9,53 28,26 18,62 22,93 AFRICA 47,53 26,97 36,81 49,77 28,86 38,75 33,16 24,55 28,40 AMERICA settentrionale 0,93 1,50 1,23 0,41 2,57 1,55 1,62 2,59 2,16 e centrale America 1,11 2,66 1,92 1,87 2,36 2,13 1,58 4,50 3,19

Parte Prima Pagina 40 meridionale OCEANIA 0,09 0,05 0,07 0,06 0,10 0,08 0,20 0,07 0,13 Apolidi 0,00 0,00 0,00 0,18 0,16 0,17 0,00 0,01 0,01 TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Segue tabella: Composizione della provenienza della popolazione straniera residente nelle province siciliane (quota % rispetto al totale degli stranieri) - 2008

ENNA MESSINA PALERMO

MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE EUROPA 56,90 70,62 65,41 32,83 50,67 42,67 17,44 34,37 26,39 ASIA 11,35 8,88 9,82 37,66 30,41 33,66 42,90 31,71 36,98 AFRICA 27,44 16,80 20,84 25,98 12,99 18,82 36,20 27,17 31,42 AMERICA settentrionale 0,86 0,97 0,93 1,10 2,14 1,67 1,40 2,53 2,00 e centrale America 2,87 2,55 2,67 1,63 3,02 2,39 1,96 4,14 3,11 meridionale OCEANIA 0,29 0,09 0,16 0,78 0,75 0,76 0,09 0,09 0,09 Apolidi 0,29 0,09 0,16 0,03 0,03 0,03 0,01 0,00 0,00 TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

Segue tabella: Composizione della provenienza della popolazione straniera residente nelle province siciliane (quota % rispetto al totale degli stranieri) - 2008

RAGUSA SIRACUSA TRAPANI

MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE EUROPA 28,56 53,38 38,21 29,48 62,77 45,37 27,45 44,64 36,02 ASIA 3,94 4,83 4,29 14,71 12,78 13,79 6,15 5,96 6,05 AFRICA 65,89 37,27 54,76 53,31 17,53 36,24 63,92 43,97 53,98 AMERICA settentrionale 0,33 1,19 0,67 0,95 2,41 1,65 1,39 2,71 2,05 e centrale America 1,24 3,28 2,03 1,30 4,19 2,68 1,03 2,60 1,81 meridionale OCEANIA 0,03 0,05 0,04 0,23 0,30 0,27 0,05 0,11 0,08 Apolidi 0,00 0,00 0,00 0,02 0,00 0,01 0,02 0,00 0,01 TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: nostra elaborazione su dati Bilancio Demografico - ISTAT

4.4 Analisi Economica

L’economia siciliana, come è stato precedentemente sottolineato ha avuto una fase di ripresa economica, iniziata nel 2005 ma bruscamente interrotta alla fine del 2007 e in tutto il

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2008 a causa principalmente di un quadro internazionale molto debole. Infatti, come l’Italia, ogni singola regione e/o area territoriale locale si trova ad operare in un rapporto di stretta simbiosi con le aree territoriali sia nazionali che internazionali in un mondo divenuto sempre più globalizzato. Alle difficoltà di competitività internazionale si devono aggiungere le difficoltà di ordine congiunturale e strutturale della nazione progressivamente accentuatesi, oltre a quelle locali, dovute all’evoluzione storica della singola realtà locale. Per tutti questi motivi in questa relazione si cerca di fotografare la situazione economica e la struttura produttiva al fine di individuare i punti di forza e di debolezza che indicano la strada che dovrebbe essere perseguita dagli enti locali per supportare il territorio in questo periodo di crisi che si sta verificando. La logica che è stata seguita nella relazione si struttura in primo luogo nell’analisi del mercato del lavoro, seguita da un’analisi generale sui tre principali settori dell’economia: agricoltura, industria e servizi. L’importanza dei servizi rispetto agli altri settori è la principale motivazione, alla base del perché l’analisi socio–economica si è concentrata su alcuni settori dei servizi. In particolare, alcuni servizi hanno un ruolo determinante nello sviluppo e nella crescita di un’area. Di conseguenza, l’analisi ha approfondito il settore bancario e del credito, il settore del turismo, il settore della sanità ed infine il settore dell’istruzione in quanto strettamente collegato al settore dell’innovazione e della ricerca. Infine, data la rilevanza della situazione ambientale, dell’accessibilità e della qualità della vita per completare il quadro sulle basi fondamentali da cui partire per promuovere lo sviluppo, questi aspetti sono stati studiati in modo separato.

4.4.1 Mercato del lavoro

L’analisi del mercato del lavoro è stato affrontata ponendo particolare attenzione al tasso di occupazione, in quanto rappresenta un valido strumento per poter valutare concretamente le potenzialità e le possibilità di sviluppo di una realtà territoriale. Infatti, le dinamiche occupazionali verificatesi nella regione nel corso del 2007 risultano in qualche modo influenzate dal contesto demografico appena descritto. Esse vengono, in questa sede, analizzate sulla base dei dati della rilevazione continua delle Forze di Lavoro (RCFL) condotta dall'ISTAT, in conformità alle definizioni EUROSTAT. A causa dei problemi, riscontrati nella raccolta dei dati aggiornati a livello comunale, la maggior parte delle tabelle sul mercato del lavoro si basa sui dati sulle forze lavoro il cui minore livello disaggregato corrisponde a quello provinciale. Tuttavia, l’utilizzo di questi dati permette di dare una adeguata rappresentazione e un buon quadro della situazione del mercato del lavoro nel territorio considerato. Dal Rapporto “L’economia della Sicilia nel 2007” della Banca d’Italia, si riporta nella Figura 10 l’andamento dei tassi di occupazione della regione Sicilia, dell’Italia e del Mezzogiorno. In particolare, si nota che dopo tre anni di crescita dell’occupazione, grazie alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri, si è verificato un decremento nel 2007 di 14 mila unità (–0,9%). Il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di 0,4 punti percentuali, al 44,6 per cento. L’andamento è risultato omogeneo tra gli uomini e le donne; nel primo caso il dato è sceso al 60,7 per cento, mentre il tasso femminile si è attestato al 29%.

Figura 10: Tassi di occupati per la popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni (valori %) per la regione Sicilia in confronto con le macro–ripartizioni territoriali – 1995–2007

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Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”

La Figura 11 analizza nel periodo 2004–2008 il numero di occupati ribasati sul 2004 per la regione Sicilia in rapporto al numero degli occupati delle macro–ripartizioni nazionali. La Sicilia, dopo un importante incremento degli occupati nel biennio 2004–2006 mostra un altrettanto evidente calo degli stessi nel biennio successivo 2006–2008. Tale andamento risulta essere in linea con quanto mostrato dal grafico relativo al Mezzogiorno, dove si registra un andamento crescente nel primo biennio mentre si verifica un vistoso calo del numero degli occupati nel secondo periodo. Tale andamento contrasta con i trend del Nord e del Centro del paese, che si caratterizzano per una crescita costante nel quadriennio oggetto dell’analisi. Il Nord presenta, infatti, un andamento crescente relativamente lineare mentre il Centro, pur in un’ottica di crescita costante, presenta un’accelerazione del numero degli occupati nel biennio 2004–2006, una crescita più contenuta nell’anno 2007, per poi riprendere a crescere in modo più che proporzionale nel 2008. In generale, si può concludere che il numero indice degli occupati in Sicilia, rimane positivo all’inizio del 2008 in rapporto al 2004, rimanendo tuttavia decisamente al di sotto rispetto al numero indice degli occupati delle macro–ripartizioni d’Italia.

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Figura 11: Numero di occupati per la regione Sicilia, le macro-ripartizioni (numeri indice 2004=100) – 2004-2008(1)

112 110 108 106 104 102 100 98 96 94 2004 2005 2006 2007 2008

S icilia Nord Centro Mezzogiorno

Nota: (1) L’anno 2008 comprende è la somma dei primi tre trimestri dell’anno stesso Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle forze di lavoro”

Nella Figura 12 si analizzano i tassi percentuali dell’occupazione della popolazione in età da lavoro suddivisa per genere maschile e femminile. Anche in questo caso si confronta la regione Sicilia con il resto del paese suddiviso in macro–ripartizioni nel quinquennio 2004– 2008. Nei cinque anni analizzati il tasso di occupazione maschile in Sicilia presenta caratteristiche pressoché costanti, attestandosi intorno alla soglia del 60%. Il tasso di occupazione maschile è sempre inferiore a quello rilevato per il Mezzogiorno. Sebbene non mostri scostamenti rilevanti, permangono tuttavia forti differenze con le altre macro– ripartizioni stabilmente a quota 70% e oltre. È possibile sottolineare una situazione simile se si considera il tasso di occupazione femminile in Sicilia, dove si evidenzia un andamento relativamente costante e stabilmente al di sotto della quota del 30%. Anche in questo caso, il tasso di disoccupazione femminile siciliano è sostanzialmente in linea con quello del Mezzogiorno, questo ultimo stabilmente costante intorno alla quota del 30% per tutto il periodo. Tuttavia, molto più marcate, rispetto al caso del tasso maschile, sono le differenze con il Nord e il Centro. In particolare la macro– area del Centro evidenzia un trend crescente del tasso di occupazione che, a partire dal 2005, si attesta a quota 50%, per poi superarla costantemente dal 2006 al 2008.

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Figura 12: Tassi di occupazione maschile e femminile della popolazione in età da lavoro (valori percentuali) – 2004–20088(1) MASCHI FEMMINE

80 60 70 50 60 40 50 40 30 30 20 20 10 10 0 0 2004 2005 2006 2007 2008 2004 2005 2006 2007 2008 S icilia Nord C entro Mezzogiorno S icilia Nord C entro Mezzogiorno

Nota: (1) confronto basato sul primo trimestre di ciascun anno Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle forze di lavoro”

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La Tabella 9 analizza nel triennio 2005–2007 l’oscillazione degli occupati e della forza lavoro in Sicilia, considerando il campione della popolazione nella fascia di età che va dai 15 ai 64 anni. Si nota come, particolarmente nel 2007, vi sia stata una diminuzione complessiva degli occupati in quasi tutti i principali settori di produzione. La diminuzione non ha riguardato i settori delle costruzioni (11,7%) e del commercio (0,6%). Nella Tabella 9, si nota che, oltre alla riduzione nel settore agricolo nel 2007, dopo una fase positiva registrata nel 2006 dove il tasso di occupazione è stato pari al 18,2%, si sia verificata una consistente riduzione anche nel settore dei servizi, dove la diminuzione è stata pari all’1,5%, a causa della riduzione nei servizi diversi dal commercio (-2,2%). Per quanto riguarda il settore dell’industria in senso stretto si è registrato un modesto calo (-0,2%), mentre la forte crescita dell’occupazione nel settore delle costruzioni (11,7%) è da ascrivere in gran parte all’emersione di lavoro irregolare. In generale, il tasso di occupazione totale rimane sostanzialmente costante nel periodo analizzato, oscillando tra il minimo del 44,0%, registrato nel 2005 e nel primo trimestre del 2007, e il massimo del 45,4% registrato nell’ultimo trimestre del 2006. Tra il 2006 e il 2007, il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di 0,4 punti percentuali, raggiungendo il 44,6 %. L’andamento è risultato omogeneo tra gli uomini e le donne; nel primo caso il dato è sceso al 60,7 %, mentre il tasso femminile si è attestato al 29 %. Qualche oscillazione in più viene evidenziata dal tasso di disoccupazione, con un massimo del 16,2% rilevato nel 2005 e un minimo del 11,9% registrato nel secondo trimestre del 2007. Anche se si è registrato un trend in diminuzione del tasso di disoccupazione, calato di 0,5 punti percentuali, attestandosi al 13%, la riduzione è stata lievemente superiore per gli uomini (-0,6 punti, al 10,6%) rispetto alle donne (-0,5 punti, al 17,3%). Ancora una volta il dato siciliano risulta il più elevato tra le regioni italiane e si raffronta ad un dato medio meridionale dell’11% e nazionale del 6,1% La diminuzione sia del tasso di occupazione che del tasso di disoccupazione è spiegabile con la diminuzione delle persone in cerca di lavoro. Infatti, il numero delle persone in cerca di lavoro si è ridotto per il terzo anno consecutivo, stabilizzandosi a –5,5% nel 2007, con un picco negativo registrato nel secondo trimestre del 2007 (–15,6%). Il decremento ha riguardato esclusivamente le persone alla ricerca di una prima occupazione (-14,5%) a fronte di un aumento dell’1,8% per quelle con esperienze lavorative precedenti. Negli ultimi anni possono aver influito su questo fenomeno sia l’aumento della scolarità sia i flussi di emigrazione verso altre regioni, soprattutto del Centro–Nord. Il deflusso netto di residenti in età lavorativa dalla Sicilia, calcolato in base ai cambi di residenza, è risultato compreso tra 8 e 17 mila unità annue a partire dal 1995. In generale, quindi, l’oscillazione della forza lavoro è sostanzialmente negativa pari a –1,6% nel 2007, in contrasto con il valore positivo pari al 1,0% registrato soltanto due anni prima nel 2005. Inoltre, il tasso di attività per la popolazione tra 15 e 64 anni è sceso di altri 0,8 punti, al 51,3%, dopo la riduzione di 6 decimi di punto nel 2006, delineandosi così un quadro di recessione e staticità del mercato del lavoro nella regione Sicilia.

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Tabella 9: Occupati per settore produttivo e forza di lavoro nella regione Sicilia ( variazioni percentuali sul periodo precedente ) – 2005–2007 Occupati Tasso Forze Tasso di Tasso di Industria Servizi In cerca di di periodi di disoccupazione occupazione Agricoltura in senso Costruzioni Totale occupazione attività Totale Commercio lavoro (1) (1) (2) stretto (1) (2) 2005 3,2 1,8 0,4 2,4 2,2 2,2 -5,0 1,0 16,2 52,7 44,0 2006 18,2 -0,8 -4,0 1,7 -0,1 2,2 -17,6 -1,0 13,5 52,1 45,0 2007 -9,4 -0,2 11,7 -1,5 0,6 -0,9 -5,5 -1,6 13,0 51,3 44,6 2006 – 4° 3,0 -3,1 2,8 1,5 2,7 1,3 -14,3 -1,1 13,3 52,5 45,4 trim. 2007 – 1° -12,6 -0,8 2,4 -0,1 -1,8 -1,0 -10,0 -2,4 14,0 51,2 44,0 trim. 2007 – 2° -0,7 6,1 7,7 -4,2 0,4 -1,9 -15,6 -3,7 11,9 50,4 44,4 trim. 2007 – 3° -21,3 -1,9 22,1 -0,4 3,9 -0,7 3,7 -0,2 12,4 51,2 44,8 trim. 2007 – 4° -1,1 -4,3 14,3 -1,3 -0,1 -0,2 1,6 0,1 13,5 52,3 45,1 trim. Note: (1) Valori percentuali. – (2) Si riferisce alla popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni. Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”

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In termini di variazioni assolute e relative delle forze di lavoro, la Figura 13 mostra come in Sicilia, tra il 2007 e il 2008, si sia registrata una variazione sia in termini assoluti che relativi in misura minore rispetto sia alle macro–aree italiane, sia all’area del Mezzogiorno. In particolare, l’area del Nord e del Centro hanno mostrato un peggioramento della variazione delle forze lavoro decisamente più consistente in termini assoluti, raggiungendo un valore di circa –200 mila unità mentre in termini relativi il Centro ha registrato una variazione percentuale decisamente maggiore del Nord con un valore rispettivamente di circa il 4,4% e di circa 1,6%.

Figura 13: Variazioni assolute e % delle forze di lavoro per la regione Sicilia e le macro– ripartizioni dell’Italia – 2007–2008

0 5% Sicilia Nord Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno

-50 4%

-100 3% Var. % Var. -150 2% Var. Assolute Var.

-200 1%

-250 0%

Variazioni assolute Variazioni %

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Distinguendo le due componenti delle forze di lavoro, nella Figura 14, vengono riportate le variazioni assolute e percentuali sia del totale degli occupati sia delle persone in cerca di lavoro della regione Sicilia in confronto alle ripartizioni geografiche italiane e all’Italia. Si nota immediatamente come la variazione assoluta degli occupati in Italia, tra il 2005 e il 2007, sia positiva e pari a circa 660 mila unità mentre la variazione assoluta delle persone in cerca di lavoro sia negativa e pari a circa –382 mila unità. Il peso maggiore di questa diminuzione è dovuta principalmente all’Italia meridionale in cui le persone in cerca di lavoro sono diminuite di circa –175 mila unità in termini assoluti e di circa il 25% in termini percentuali. Questi dati confermano che il meridione e la regione Sicilia rappresentano un’area dove le persone smettono di cercare lavoro a causa delle maggiori difficoltà rappresentate da un tessuto produttivo molto debole come verrà evidenziato nel paragrafo seguente.

Figura 14: Variazioni assolute e % degli occupati e delle persone in cerca di lavoro (var % e assolute) per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia – 2005–2007

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70% 700

60%

500 50%

40% 300

30%

20% 100 Variazioni% 10% Variazioniassolute

-100 0%

-10% Sicilia Italia Nord- Italia Nord-Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare ITALIA Occidentale -300

-20%

-30% -500

Var % Occupati Var % Persone in cerca di lavoro Var assolute Occupati Var assolute Persone in cerca di lavoro

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

La Figura 15 analizza i tassi di attività delle persone tra i 15–64 anni per la regione Sicilia e per le macro–ripartizioni nel biennio 2007–2008. I tassi di attività sono pressoché identici e pari a circa il 50%, nei due anni considerati nella regione Sicilia ma risultano più bassi rispetto a quelli registrati dalle macro–ripartizioni. In particolare, il grado di partecipazione al mercato del lavoro al Nord è quasi del 70% mentre al Centro si è registrato un incremento nel 2008 rispetto al 2007 portandosi molto vicino alla soglia del 70%. Per quanto riguarda, invece, i tassi di partecipazione al mercato del lavoro del Mezzogiorno, sono molto simili a quelli evidenziati per la regione Sicilia anche se mostrano un leggero aumento nel 2008 rispetto all’anno precedente.

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Figura 15: Tassi di attività delle persone tra 15-64 anni per la regione Sicilia e per le macro- ripartizioni – 2007-2008

80.0

70.0

60.0

50.0

40.0

30.0

20.0

10.0

0.0 S icilia Nord Nord Ovest Nord E st Centro Mezzogiorno

2007 2008

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

La Tabella 10, la Tabella 11 ed infine la Tabella 12 descrivono la situazione della forza lavoro e degli inattivi con le relative variazioni nei confronti dell’anno precedente, mentre la Tabella 13, la Tabella 14 e la Tabella 15 mostrano i dati relativi ai tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione nel 2006 e nel 2007 per ,rispettivamente, i lavoratori maschi e femmine e il totale. Innanzitutto, si nota che, considerando i lavoratori nel complesso, gli occupati sono diminuiti in quasi tutte le province siciliane ad eccezione di Palermo (+2,40%) e di Agrigento (0,88%). Tuttavia, se si osservano le variazioni percentuali delle persone in cerca di lavoro si nota che a Palermo si è verificato un drastico calo (– 17,5%), contro un valore molto positivo per Agrigento (+31,9%). Per quanto riguarda la provincia di Enna, si nota che si sono registrate delle variazioni negative sia per gli occupati (–0,02%), sia per le persone in cerca di lavoro (–2,89%), ed infine sia per gli inattivi (– 0,06%). Si configura in questo modo un quadro decisamente negativo in cui sembra prevalere un sentimento di sfiducia sulle possibilità di trovare un impiego con un effetto negativo sul tasso di occupazione (–0,06%) e sul tasso di attività (–0,52%), come riportato nella Tabella 15.

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Tabella 10: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro maschili per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 2007 var % rispetto al 2006 In cerca di Forze di Inattivi 15-64 In cerca di Forze di Inattivi 15- Occupati Occupati occupazione lavoro anni occupazione lavoro 64 anni MASCHI Palermo 241724,6 36335,18 278059,7 317574,8 2,38% -15,20% -0,32% 0,39% Agrigento 89756,43 14533,95 104290,4 115511,7 1,14% 13,00% 2,64% -2,76% Caltanissetta 49771,1 7431,15 57202,25 73888,85 -4,42% 2,38% -3,59% 2,38% Catania 208034,3 22892,8 230927,1 287889,1 -2,71% -8,52% -3,32% 3,21% Enna 33463,05 5524,55 38987,6 44332,4 1,83% 4,78% 2,24% -2,25% Messina 132868,3 11523,78 144392 168894,8 -0,42% -11,43% -1,40% 0,98% Ragusa 76244,28 5208,35 81452,63 70304,58 2,70% 37,63% 4,40% -3,80% Siracusa 77285,13 6434,85 83719,98 110935,2 -3,62% -26,47% -5,87% 5,19% Trapani 87967,08 8584,1 96551,18 113575,2 -4,72% 12,92% -3,37% 3,53% Sicilia 997114,2 118468,7 1115583 1302907 -0,66% -6,29% -1,29% 1,23% Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Tabella 11: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro femminili per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 2007 var % rispetto al 2006 In cerca di Forze di Inattivi 15-64 In cerca di Forze di Inattivi 15- Occupati Occupati occupazione lavoro anni occupazione lavoro 64 anni FEMMINE Palermo 124211 30842,83 155054,2 486142,7 2,43% -20,06% -3,00% 1,21% Agrigento 37691,9 11075,58 48767,5 185681,4 0,25% 69,02% 10,46% -2,68% Caltanissetta 22410,8 5980,85 28391,63 112792,3 4,33% -19,08% -1,67% 0,06% Catania 101269 17874,43 119143,2 435747,2 -0,64% -7,54% -1,74% 0,77% Enna 15673,6 4035,2 19708,83 70211,53 -3,77% -11,73% -5,52% 1,38% Messina 76313,9 12676,15 88990 249831,3 -3,05% 1,47% -2,43% 0,71% Ragusa 35416,6 4888,125 40304,68 116387 -11,15% 11,26% -8,92% 4,29% Siracusa 36930,9 8352,525 45283,4 157835,3 -7,58% 21,51% -3,31% 1,23% Trapani 41453,3 7351,875 48805,15 174480,5 -0,94% -7,51% -1,99% 0,97% Sicilia 491371 103077,6 594448,6 1989109 -1,52% -4,68% -2,08% 0,77% Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

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Tabella 12: Occupati, in cerca di lavoro e forze di lavoro totali per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2006-2007 2007 var % rispetto al 2006 In cerca di Forze di Inattivi 15-64 In cerca di Forze di Inattivi 15- Occupati Occupati occupazione lavoro anni occupazione lavoro 64 anni TOTALE Palermo 365936 67178 433113,9 803717,5 2,40% -17,50% -1,29% 0,88% Agrigento 127448 25609,53 153057,9 301193,1 0,88% 31,90% 5,01% -2,71% Caltanissetta 72181,9 13412 85593,88 186681,1 -1,86% -8,45% -2,96% 0,97% Catania 309303 40767,23 350070,3 723636,2 -2,05% -8,09% -2,79% 1,73% Enna 49136,7 9559,75 58696,43 114543,9 -0,02% -2,89% -0,50% -0,06% Messina 209182 24199,93 233382 418726,1 -1,39% -5,11% -1,79% 0,82% Ragusa 111661 10096,48 121757,3 186691,5 -2,13% 23,46% -0,42% 1,09% Siracusa 114216 14787,38 129003,4 268770,5 -4,94% -5,36% -4,98% 2,83% Trapani 129420 15935,98 145356,3 288055,7 -3,54% 2,48% -2,91% 1,96% Sicilia 1488485 221546,3 1710031 3292016 -0,95% -5,55% -1,57% 0,95% Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

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Confrontando la situazione dei lavoratori rispetto alle lavoratrici, appare evidente che nella provincia di Enna gli uomini hanno registrato una variazione positiva degli occupati (+1,83%) e delle persone in cerca di lavoro (+4,78%), con una diminuzione degli inattivi o non forza di lavoro pari a –2,25% (vedi Tabella 10), mentre le donne lavoratrici hanno mostrato una maggiore sfiducia in quanto gli occupati sono diminuiti del –3,77%, così come le persone in cerca di lavoro (–11,73%) e contemporaneamente sono aumentate le persone inattive con un incremento pari a +1,38% (vedi Tabella 11). Lo stesso andamento è riscontrabile in termini di tassi di occupazione e tassi di disoccupazione maschili e femminili.

Tabella 13: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione maschile (valori %) – 2006- 2007 2006 2007 Occupa- Disoccu- Occupa- Disoccu- Attività Attività zione pazione zione pazione Maschi Palermo 56,96 18,56 15,36 56,54 15,51 13,07 Agrigento 55,63 48,59 12,66 57,11 49,15 13,94 Caltanissetta 55,28 48,51 12,23 53,28 46,36 12,99 Catania 56,23 50,34 10,48 54,08 48,72 9,91 Enna 54,86 47,27 13,83 56,08 48,14 14,17 Messina 55,01 50,12 8,89 54,15 49,82 7,98 Ragusa 62,23 59,21 4,85 64,57 60,44 6,39 Siracusa 54,54 49,17 9,84 51,16 47,23 7,69 Trapani 57,23 52,88 7,61 55,05 50,15 8,89 Sicilia 56,42 50,11 11,19 55,50 49,60 10,62 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Tabella 14: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione femminile (valori %) – 2006- 2007 2006 2007 Occupa- Disoccu- Occupa- Disoccu- Attività Attività zione pazione zione pazione Femmine Palermo 29,62 22,47 24,14 28,62 22,93 19,89 Agrigento 22,18 18,89 14,84 24,49 18,93 22,71 Caltanissetta 24,33 18,10 25,60 23,93 18,89 21,07 Catania 26,09 21,93 15,94 25,49 21,67 15,00 Enna 27,18 21,22 21,91 25,66 20,41 20,47 Messina 30,97 26,73 13,70 30,17 25,88 14,24 Ragusa 33,58 30,25 9,93 30,37 26,68 12,13 Siracusa 27,08 23,10 14,68 26,06 21,26 18,45 Trapani 26,26 22,07 15,96 25,64 21,78 15,06 Sicilia 27,75 22,81 17,81 27,08 22,38 17,34 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Tabella 15: Tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione totale (valori %) – 2006-2007 2006 2007 Occupa- Disoccu- Occupa- Disoccu- Attività Attività zione pazione zione pazione Maschi e femmine

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Palermo 42,63 34,72 18,56 41,91 35,41 15,51 Agrigento 38,19 33,10 13,32 40,09 33,38 16,73 Caltanissetta 39,03 32,55 16,61 37,87 31,94 15,67 Catania 40,48 35,49 12,32 39,14 34,58 11,65 Enna 40,33 33,60 16,69 40,12 33,58 16,29 Messina 42,38 37,84 10,73 41,56 37,25 10,37 Ragusa 47,55 44,37 6,69 47,03 43,13 8,29 Siracusa 40,41 35,76 11,51 38,24 33,85 11,46 Trapani 41,11 36,84 10,39 39,74 35,39 10,96 Sicilia 41,45 35,86 13,50 40,66 35,39 12,96 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Dal punto di vista dei differenti settori, la Tabella 16 mostra le quote percentuali degli occupati rispetto all'intero sistema economico e la Tabella 17 descrive la variazione percentuale degli occupati tra il 2006 e il 2007. In primo luogo si nota che il settore dei servizi, come già accennato precedentemente, rappresenta il settore più importante in quanto occupa la maggior parte dei lavoratori. Nella provincia di Enna, infatti, il peso relativo del settore dei servizi è pari al 68,3% contro un 9,3% del settore dell’industria in senso stretto e un 7,8% del settore agricolo. È una situazione sostanzialmente in linea con le altre province tranne quella di Ragusa, in cui il settore dei servizi ha un peso inferiore a vantaggio degli altri due settori: agricolo e industriale.

Tabella 16: Occupati per settore di attività per le province siciliane (quota % rispetto al totale dell’economia) - 2007 Occupati nell'industria - Occupati in Occupati Occupati nei Occupati in di cui agricoltura nell'industria servizi complesso industria in senso stretto Trapani 9,4% 20,2% 8,2% 70,3% 100% Palermo 4,2% 16,1% 7,7% 79,7% 100% Messina 8,8% 18,8% 9,3% 72,4% 100% Agrigento 13,0% 17,4% 5,7% 69,7% 100% Caltanissetta 10,7% 22,9% 11,9% 66,4% 100% Enna 7,8% 23,8% 9,3% 68,3% 100% Catania 6,4% 19,1% 10,5% 74,5% 100% Ragusa 16,9% 25,0% 13,6% 58,1% 100% Siracusa 7,1% 25,2% 15,5% 67,7% 100% Sicilia 8,1% 19,5% 9,7% 72,4% 100% Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

Se infine si considera la variazione nel tempo degli occupati nei differenti settori, si nota che nella provincia di Enna gli occupati nel settore dei servizi sono diminuiti di –1,9% nel 2007 rispetto all’anno precedente. Al contrario, i settori agricolo ed industriale hanno registrato un aumento interessante rispettivamente del 2,5% e del 5% nella provincia di Enna. Tuttavia nel settore industriale il maggior incremento si è realizzato nelle province di Agrigento (20,7%) e di Caltanissetta (20,4%).

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Tabella 17: Occupati per settore di attività per le province siciliane (var %) – 2006-2007 Occupati nell' industria - di Occupati in Occupati Occupati nei Occupati in cui industria agricoltura nell'industria servizi complesso in senso stretto Trapani 3,8% 12,1% -6,9% -8,1% -3,5% Palermo -8,1% 6,0% 2,2% 2,3% 2,4% Messina 14,5% 4,7% 3,8% -4,5% -1,4% Agrigento -16,4% 20,7% 11,5% 0,6% 0,9% Caltanissetta -6,3% 20,4% -3,3% -7,1% -1,9% Enna 2,5% 5,0% 0,4% -1,9% 0,0% Catania -11,6% -0,8% -3,3% -1,4% -2,0% Ragusa -27,2% 15,7% 10,5% 1,3% -2,1% Siracusa -7,3% -10,6% -8,5% -2,4% -4,9% Sicilia -9,4% 5,5% -0,2% -1,5% -0,9% Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT “Rilevazione sulle Forze di Lavoro”

4.4.2 Struttura produttiva del territorio

La fase di moderata ripresa dell’economia siciliana, iniziata nel 2005, è proseguita soltanto nella prima parte del 2007, per poi interrompersi a causa dell’indebolimento della domanda interna. Se si analizza il valore aggiunto (calcolato ai prezzi base), l'aggregato della contabilità nazionale che fornisce una misura quantitativa della ricchezza prodotta da un dato sistema economico nell'arco del periodo di riferimento, si nota che, come riportato nella Tabella 18, tra il 2005 e il 2007 si è registrato un leggero incremento (solo lo 0,1%) del valore aggiunto dell’economia siciliana. Negli ultimi mesi dell’anno, infatti, il settore manifatturiero ha registrato un progressivo peggioramento degli ordinativi e dei livelli produttivi, proseguito anche nei primi mesi del 2008. Inoltre, il clima di fiducia tra i consumatori è peggiorato in misura significativa a partire dai mesi estivi, con riflessi negativi sulle vendite del commercio. Tale quadro economico è stato e sarà aggravato dalla fase recessiva in cui sta entrando sia l’Italia che il resto del mondo. Considerando separatamente i macro–settori, come nella Tabella 18, si nota che tra il 2005 e il 2007 la Sicilia ha subìto un rallentamento sia nell’agricoltura che nelle costruzioni e nei servizi. Dopo un periodo di forte rallentamento l’industria in senso stretto nel 2007 ha mostrato un leggero aumento (0,5%) rispetto all’anno precedente. Inoltre, è rilevante sottolineare come il valore aggiunto della regione Sicilia sia prevalentemente dovuto al settore dei servizi, che nel 2007 rappresenta il 78,8%, mentre il settore agricolo mostra un peso relativo pari a circa solo il 4,5%.

Tabella 18: Valore aggiunto a prezzi correnti per macro–settori di attività economica (1) (milioni di euro) per la regione Sicilia e per le macro–ripartizioni – 2005 e 2007 Industria Totale Agricoltura Servizi In senso economia Costruzioni Totale stretto 2005 3.181,0 7.123,0 5.233,0 12.356,0 58.579,0 74.117,0 SICILIA 2007 2.853,1 8.134,7 4.944,8 13.079,5 58.258,6 74.191,2 NORD OVEST 5.360,0 107.549,0 21.754,0 129.303,0 272.829,0 407.491,0 2005 NORD EST 6.648,0 69.030,0 21.107,0 90.137,0 186.616,0 283.401,0

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CENTRO 4.514,0 46.704,0 13.209,0 59.913,0 206.227,0 270.654,0 SUD E ISOLE 12.238.0 41.005,0 20.667,0 61.671,0 235.551,0 309.461,0 TOTALE 2005 28.760,0 265.069,0 76.736,0 341.805,0 902.196,0 1.272.761,0 Note: (1) I dati dell'Italia possono non coincidere con la somma dei dati regionali e provinciali, perché comprendono anche alcuni valori non ripartibili territorialmente e come tali attribuiti all'"Extra-regio". Fonte: elaborazione su dati Unioncamere-Tagliacarne – Regione Sicilia per la “VI giornata dell’economia”.

Il settore dei servizi nel complesso, infatti, ha registrato un costante incremento dal 2004 come è osservabile dalla Tabella 19. Tuttavia tra i sub–settori del settore dei servizi si può notare che il settore dell’intermediazione finanziaria, dell’attività immobiliare e imprenditoriale ha mostrato la maggiore variazione percentuale nel 2006 rispetto all’anno precedente pari a 3,7% mentre ha subìto una drastica diminuzione tra il 2006 e il 2007 (solo 0,6%). Nella Tabella 19, viene riportato anche l’indicatore del Prodotto Interno Lordo per abitante, in quanto tale indicatore ha la capacità di misurare l’attività economica e di sintetizzare il grado di sviluppo di una regione. Il PIL pro-capite è quindi utile per misurare la ricchezza di una regione. Se si osservano le variazioni, si nota che nel 2004 e nel 2005 le variazioni percentuali sono state negative (rispettivamente –0,4% e –0,3%) nel 2006 invece si è registrato un incremento moderato pari a 1,2% che poi è proseguito nel 2007 anche se la variazione è stata pari all’1%.

Tabella 19: Valore aggiunto e PIL per settore di attività economica nel 2006 (1) (milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali) per la regione Sicilia– 2004–2007 Valori Var% sull’anno precedente SETTORI assoluti Quota % 2004 2005 2006 2007 2007 Agricoltura, silvicoltura e 2.760 4,5 21,0 4,1 -1,1 -1,0 pesca Industria in senso stretto 6.531 10,7 -5,6 -9,2 -1,5 0,3 Costruzioni 3.636 5,9 1,9 -8,7 -1,5 -0,4 Servizi 48.230 78,8 -0,9 0,7 2,7 1,2 Commercio, alberghi, trasp. e 13.859 22,6 -2,7 1,3 0,4 1,4 comun. Intermediazione finanziaria, attività immobiliari e 14.049 22,9 -2,8 -1,7 3,7 0,6 imprenditoriali Pubblica amministrazione, istruzione, sanità, altri servizi 20.326 33,2 1,9 2,0 3,6 1,5 sociali e domestici Totale valore aggiunto 61.241 100,0 -0,4 -0,9 1,8 0,9 PIL 70.695 -0,1 0,1 1,3 1,0 PIL pro capite (2) (3) 14,1 -0,4 -0,3 1,2 1,0 Note: (1) Valore aggiunto ai prezzi base, al lordo dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati. – (2) PIL ai prezzi di mercato per abitante, in euro. – (3) La quota del PIL pro capite è calcolata ponendo la media dell’Italia pari a 100. Fonte: elaborazione su dati ISTAT – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

Dal rapporto “Relazione sulla Situazione Economica della Regione Siciliana 2007”, redatta per l’assemblea regionale dalla Statistica della Regione Sicilia, si evidenzia come da alcuni anni il PIL pro–capite abbia subìto un costante decentramento rispetto alla media dell’UE27,

Parte Prima Pagina 56 così da determinare un lento e faticoso processo di convergenza delle regioni meridionali secondo l’Obiettivo Convergenza stabilito dall’Unione Europea. Tuttavia, il problema non è soltanto siciliano perché la tendenza negativa riguarda l’intero paese, mentre i valori registrati in Sicilia non si discostano dalla media delle regioni italiane che rientrano nell’Obiettivo–Convergenza. Nella Tabella 20, infatti, vengono riportati i dati disaggregati delle regioni italiane che ricadono in tale Obiettivo, e si nota che, in effetti, questi territori scontano un significativo ritardo rispetto alle altre zone d’Italia, ma anche rispetto a molti Stati membri. La Puglia fa registrare la posizione relativamente più elevata (68,1) nel periodo considerato, mentre la Sicilia è l’unica regione che, nell’ultimo anno, ha incrementato il valore dell’indicatore, passando da un 67,1 nel 2004 ad un 67,4 nel 2005.

Tabella 20: PIL pro-capite per le regioni italiane inserite nell'Obiettivo Convergenza (UE27=100) – 2000-2005 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Campania 72,9 74,4 72,2 71 68,3 66,9 Puglia 76,8 77,6 73,6 72,5 69,4 68,1 Calabria 72,9 73,8 70,0 70,0 68,4 67,5 Sicilia 74,2 74,8 70,9 70,5 67,1 67,4 Regioni Ob. 74,2 75,2 71,9 71,1 68,2 67,4 Convergenza Fonte: elaborazione su dati EUROSTAT – Servizio Statistica della Regione Siciliana

Il quadro generale della struttura economica della regione Sicilia viene completato attraverso l’analisi dei dati sulle imprese iscritte e cessate nel 2006 e nel 2007, riportati nella Tabella 21. È possibile notare che, nel 2008, nella maggior parte dei settori, le imprese che cessano l’attività sono maggiori delle imprese che si iscrivono nel registro delle imprese, mentre nel 2006 la tendenza era completamente inversa dato che le imprese iscritte erano 28,606 contro un valore di solo 22,247 unità di imprese cessate. In particolare, il settore delle costruzioni che presentava un saldo positivo nel 2006 pari a 305 imprese iscritte rispetto a quelle cessate, nel 2008 ha evidenziato un saldo negativo consistente e pari a –1.212 unità che hanno cessato la propria attività rispetto a quelle iscritte. Tuttavia, nel 2008 solo quattro settori continuano a registrare un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, anche se considerevolmente inferiore a quello del 2006: Poste e telecomunicazioni (2), Attività ausiliari di intermediazione finanziaria (38), Istruzione (53), Imprese non classificate (8.594).

Tabella 21: Imprese registrate, iscritte e cessate per la regione Sicilia ( unità ) – 2006 – 2008 2006 2008 SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITA' REGIS. ISCR. CESS. REGIS. ISCR. CESS. Agricoltura,caccia e relativi servizi 109.225 4.464 5.291 102.083 2.390 6.658 Silvicoltura e utilizzaz.aree forestali 248 9 10 245 10 10 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 2.324 56 105 2.080 69 272 Estraz.carbon fossile e lignite;estraz.torba 2 0 0 2 0 0 Estraz.petrolio greggio e gas naturale 17 0 0 14 0 1 Estraz. minerali di uranio e di torio 0 0 0 0 0 0 Estrazione di minerali metalliferi 10 0 0 7 0 2 Altre industrie estrattive 730 0 17 658 2 75 Industrie alimentari e delle bevande 12.757 421 442 12.640 433 915 Industria del tabacco 1 0 0 1 0 0 Industrie tessili 874 22 46 790 11 60 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 1.984 40 99 1.801 50 164

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Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 387 4 23 344 6 35 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 3.965 105 230 3.608 93 332 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 302 2 7 286 2 21 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 2.204 59 91 2.136 67 136 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 58 0 2 53 0 3 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 588 7 6 534 5 45 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 592 8 13 577 10 30 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 4.188 118 148 3.982 90 256 Produzione di metalli e loro leghe 233 0 15 212 1 13 Fabbric.e lav.prod.metallo,escl. macchine 6.295 199 270 6.245 207 371 Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal. 1.874 56 57 1.808 40 117 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 319 20 18 294 7 25 Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a. 965 12 39 903 8 58 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 393 1 22 351 6 25 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 1.696 43 48 1.676 39 84 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 292 2 9 273 9 22 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 677 21 26 744 31 54 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere 3.467 111 197 3.170 73 245 Recupero e preparaz.per il riciclaggio 196 2 7 198 0 14 Produz.energia elettr.,gas,acqua calda 103 9 3 122 7 10 Raccolta,depurazione e distribuzione acqua 202 3 5 196 1 12 Costruzioni 52.022 2.482 2.177 53.650 2512 3.724 Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli 18.136 555 793 17.614 499 1.151 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 36.248 1.434 1.717 35.879 1.493 2.452 Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers. 91.552 4.785 5.221 89.951 4.194 7.046 Alberghi e ristoranti 14.779 654 690 15.541 668 1.023 Trasporti terrestri;trasp.mediante condotta 11.063 148 453 10.100 100 973 Trasporti marittimi e per vie d'acqua 187 2 4 158 1 23 Trasporti aerei 31 0 0 28 0 0 Attivita' ausiliarie dei trasp.;agenzie viaggio 2.575 77 86 2.751 114 161 Poste e telecomunicazioni 648 64 49 770 74 72 Interm.mon.e finanz.(escl.assic.e fondi p.) 491 0 15 468 2 28 Assic.e fondi pens.(escl.ass.soc.obbl.) 120 0 15 87 0 23 Attivita' ausil.intermediazione finanziaria 5.819 500 342 6.544 556 518 Attivita' immobiliari 3.716 144 122 4.339 184 228 Noleggio macc.e attrezz.senza operat. 2.096 151 147 2.154 102 180 Informatica e attivita' connesse 5.424 333 312 5.512 298 393 Ricerca e sviluppo 154 4 9 163 6 11 Altre attivita' professionali e imprendit. 12.510 485 573 13.206 637 882 Istruzione 2.014 128 77 2.344 160 107 Sanita' e altri servizi sociali 3.096 39 61 3.359 58 137 Smaltim.rifiuti solidi,acque di scarico e sim. 511 8 14 517 5 19 Attivita' ricreative,culturali e sportive 4.945 251 218 5.117 261 445 Altre attivita' dei servizi 11.267 383 450 11.087 370 562 Imprese non classificate 3 10.181 1.455 46.387 11.103 2.509 TOTALE 43.646 28.606 22.247 475.759 27.064 32.732 Fonte: elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese – Regione Sicilia per la “VI giornata dell’economia” per i dati del 2006 e nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese per i dati del 2008

Il PIL (prodotto interno lordo) viene inoltre considerato come un indicatore utile a determinare la capacità produttiva dei sistemi economici locali e come un indice di ricchezza e di benessere della popolazione provinciale. Nella Tabella 22 viene riportato il PIL pro–

Parte Prima Pagina 58 capite e i tassi di crescita tra il 2002 e il 2006 e tra il 2005 e il 2006 delle province siciliane. Si sottolinea come la provincia di Enna con un PIL pro–capite pari a 10.331,8 euro non abbia registrato un livello di produzione tale da essere competitiva con le province più dinamiche come Ragusa, Siracusa, Catania e Palermo. Tuttavia, Enna, nel periodo tra il 2002 e il 2006 ha mostrato un tasso di crescita considerevole pari al 13,22%. Per quanto riguarda le posizioni nella graduatoria nazionale del PIL, nella quale a valori bassi corrispondono PIL peggiori e viceversa, mostra come Enna (3) si trovi in una posizione decisamente peggiore rispetto alle altre province ad eccezione di Agrigento (2).

Tabella 22: Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite a prezzi correnti per le province siciliane (valori assoluti e var %) – 2002-2006 Graduatoria sul PIL Pro capite 2002/2006 2005/2006 2006 2006 Trapani 10 12120,5 10,83% 4,01% Palermo 23 12566,9 13,42% 2,48% Messina 21 12976,6 11,23% 2,03% Agrigento 2 10031,6 12,42% 5,33% Caltanissetta 13 12012,5 10,88% 0,59% Enna 3 10331,8 13,22% 1,04% Catania 16 13257,8 9,08% 1,25% Ragusa 30 13061,2 16,18% 2,64% Siracusa 27 13321,4 17,81% 5,20% Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

La Tabella 23, riportando i valori del PIL provinciale dei differenti settori in quota percentuale rispetto all’economia nel complesso, mostra che nel 2006 il settore dei servizi per tutte le province ha un peso maggiore rispetto al settore primario e secondario. In particolare, ad Enna i servizi pesano per circa il 76,89% contro un 16,15% dell’industria e un 6,96% dell’agricoltura. La provincia di Enna, comunque, segue la tendenza a diminuire il peso del settore agricolo che si riscontra sia a livello regionale sia a livello delle altre province, con l’eccezione di Ragusa in cui il settore agricolo rappresenta il 10,6% rispetto al totale dell’economia.

Tabella 23: Prodotto interno lordo (PIL) per settore di attività economica per le province siciliane (quote % sul totale economia) – 2006 Industria In senso Totale Agricoltura Costruzioni Totale Servizi stretto economia Trapani 3,66% 6,66% 9,68% 16,35% 80,00% 100,00% Palermo 1,86% 5,17% 8,59% 13,76% 84,38% 100,00% Messina 2,51% 7,20% 9,19% 16,38% 81,10% 100,00% Agrigento 6,09% 6,32% 6,74% 13,06% 80,85% 100,00% Caltanissetta 4,64% 6,96% 18,98% 25,94% 69,42% 100,00% Enna 6,96% 7,33% 8,82% 16,15% 76,89% 100,00% Catania 3,26% 6,19% 11,22% 17,41% 79,34% 100,00% Ragusa 10,60% 8,07% 9,76% 17,83% 71,57% 100,00% Siracusa 6,89% 6,52% 18,87% 25,39% 67,72% 100,00% Sicilia 4,06% 6,36% 10,71% 17,07% 78,88% 100,00%

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Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Nella Figura 16, la composizione percentuale delle province siciliane viene confrontata con le macro–ripartizioni oltre alla regione Sicilia. Nel Centro–Nord, il peso del settore agricolo è quasi nullo, mentre il settore dei servizi anche se è dominante viene comunque compresso a favore di un adeguato sviluppo del settore industriale che nel Sud e nelle Isole non è molto rilevante. Inoltre, un altro aspetto è da sottolineare: il settore delle costruzioni sia nelle province siciliane che nel Sud e nelle Isole rappresenta una quota interessante all’interno dell’economia territoriale, mentre il Centro–Nord mostra una prevalenza del settore industriale in senso stretto a livello di economia locale.

Figura 16: Composizione % del PIL per le province siciliane e le macro–ripartizioni – 2007

100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% NI O A O TA A IA A A ia ro le PA RM S IN NT E T NN AN US US icil ent Iso R A L E E S IG E S S E AT AG AC S C e T PA M R NI C R S IR rd e ud AG LT A No S C A Agricoltura Costruzioni Industria in senso stretto S ervizi

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

In termini dinamici, la Figura 17 mostra la variazione tra il 2004 e il 2006 dei differenti settori economici. L’aspetto principale che colpisce immediatamente è che il settore delle costruzioni a Palermo e a Messina è aumentato in modo rilevante, mentre a Trapani, a Caltanissetta e ad Enna la variazione percentuale è stata negativa. Inoltre, in quasi tutte le province si è registrato un incremento del settore dei servizi e del settore dell’agricoltura. Al contrario, se si osservano le due macro–ripartizione territoriali dell’Italia si nota che il settore agricolo ha subìto un forte decremento insieme al settore dell’industria in senso stretto.

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Figura 17: Variazione % dei contributi dei settori economici per le province siciliane – 2004- 2006

50%

40%

30%

20%

10%

0% I A O A IA A A o AN MO IN T TT NA N S S ilia ntr ole -10% AP E R S S E N S E E N TA GU C U S ic e Is R L E IG IS C A R A R A e C d e T PA M GR AN S I rd S u A LT No -20% C A

-30%

-40%

Agricoltura Costruzioni Industria in senso stretto S ervizi

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Il quadro economico viene completato dall’osservazione dei dati provinciali sulle imprese iscritte e cessate nel 2008 e delle variazioni rispetto all’anno precedente per i principali settori nelle province siciliane, così come riportato nella Tabella 24. È possibile notare che nella provincia di Enna in quasi tutti i settori le imprese che cessano l’attività sono maggiori delle imprese che si iscrivono nel registro delle imprese: il saldo è quasi sempre negativo ad eccezione delle imprese non classificate in cui si è registrato un consistente incremento. La situazione è sostanzialmente identica a quella della provincia di Caltanissetta, Messina, Palermo e Trapani. Siracusa e Agrigento invece mostrano una leggera ripresa dell’attività rispettivamente nel settore delle costruzioni e nel settore delle Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca.

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Tabella 24: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici- 2008 Enna Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Agricoltura, silvicolt. e pesca 5,943 5,906 144 216 -72 Industria in senso stretto 1,369 1,286 70 80 -10 Costruzioni 1,808 1,678 108 111 -3 Commercio 3,696 3,520 206 290 -84 di cui: al dettaglio 2,544 2,446 139 206 -67 Alberghi e ristoranti 504 480 37 39 -2 Trasporti e comunicazioni 397 382 10 27 -17 Attività immobiliari, noleggio, 596 557 33 46 -13 informatica e ricerca Altri servizi 903 873 45 49 -4 Imprese non classificate 870 22 207 84 123 Totale 16,086 14,704 860 942 -82 Fonte: nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese

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Segue tabella: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici – 2008 Agrigento Caltanissetta Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Agricoltura, silvicolt. e pesca 15,440 15,310 321 1,137 -816 6,404 6,327 184 558 -374 Industria in senso stretto 3,050 2,829 115 178 -63 2,526 2,289 98 243 -145 Costruzioni 4,612 4,234 279 300 -21 2,879 2,437 163 256 -93 Commercio 11,916 11,274 652 869 -217 7,923 7,284 371 648 -277 di cui: al dettaglio 8,078 7,749 441 631 -190 5,404 5,061 243 438 -195 Alberghi e ristoranti 1,581 1,506 85 122 -37 848 781 47 51 -4 Trasporti e comunicazioni 922 874 18 47 -29 860 796 14 92 -78 Attività immobiliari, noleggio, 1,556 1,434 122 112 10 1,181 1,069 51 103 -52 informatica e ricerca Altri servizi 2,207 2,137 152 122 30 1,446 1,385 72 77 -5 Imprese non classificate 4,170 304 660 273 387 2,530 166 521 285 236 Totale 45,454 39,902 2,404 3,160 -756 26,597 22,534 1,521 2,313 -792 Fonte: nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese

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Segue tabella: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici – 2008 Catania Messina Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Agricoltura, silvicolt. e pesca 18,233 18,014 455 1,444 -989 8,257 7,651 341 492 -151 Industria in senso stretto 9,919 8,947 109 779 -670 6,898 5,382 182 577 -395 Costruzioni 11,675 10,282 302 906 -604 9,451 7,206 347 623 -276 Commercio 33,679 30,947 1,384 3,139 -1755 21,878 17,094 734 1,302 -568 di cui: al dettaglio 18,755 17,640 852 2,016 -1164 14,905 11,623 507 861 -354 Alberghi e ristoranti 2,661 2,446 82 221 -139 2,965 2,284 102 134 -32 Trasporti e comunicazioni 3380 3088 37 263 -226 2752 1769 47 288 -241 Attività immobiliari, noleggio, 5,713 5,035 201 487 -286 3,789 2,965 196 220 -24 informatica e ricerca Altri servizi 6,492 5,982 224 528 -304 4,492 3,824 241 288 -47 Imprese non classificate 11,212 1,175 3,660 573 3087 5,379 265 1,224 207 1017 Totale 102,964 85,916 6,454 8,340 -1886 65,861 48,440 3,414 4,131 -717 Fonte: nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese

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Segue tabella: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici – 2008 Palermo Ragusa Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Agricoltura, silvicolt. e pesca 13,695 13,465 141 575 -434 10,407 10,286 323 648 -325 Industria in senso stretto 9,369 8,375 244 467 -223 2,882 2,643 109 193 -84 Costruzioni 10,086 8,759 467 550 -83 3,896 3,637 244 244 0 Commercio 33,771 30,618 1,348 2,034 -686 8,723 8,154 485 645 -160 di cui: al dettaglio 21,158 19,605 1,015 1,348 -333 5,180 4,931 308 442 -134 Alberghi e ristoranti 3,100 2,830 130 162 -32 1,027 945 41 74 -33 Trasporti e comunicazioni 2639 2396 75 293 -218 916 862 26 69 -43 Attività immobiliari, noleggio, 6,327 5,622 288 336 -48 1,667 1,551 97 96 1 informatica e ricerca Altri servizi 7,123 6,684 333 348 -15 1,865 1,781 103 107 -4 Imprese non classificate 11,754 638 2,294 499 1795 2,591 31 765 145 620 Totale 97,864 79,387 5,320 5,264 56 33,974 29,890 2,193 2,221 -28 Fonte: nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese

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Segue tabella: Imprese registrate, iscritte e cessate per le province siciliane per i principali settori economici - 2008 Siracusa Trapani Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Agricoltura, silvicolt. e pesca 8,442 8,382 264 484 -220 17,587 17,333 296 1,386 -1090 Industria in senso stretto 3,296 2,866 159 190 -31 4,316 3,700 112 418 -306 Costruzioni 4,283 3,711 277 274 3 4,960 4,385 325 460 -135 Commercio 9,449 8,375 481 736 -255 12,409 11,285 525 986 -461 di cui: al dettaglio 6,193 5,566 347 499 -152 7,734 7,192 342 605 -263 Alberghi e ristoranti 1,286 1,167 90 95 -5 1,569 1,403 54 125 -71 Trasporti e comunicazioni 879 753 37 49 -12 1062 953 25 101 -76 Attività immobiliari, noleggio, 2,258 2,022 104 119 -15 2,287 2,059 135 175 -40 informatica e ricerca Altri servizi 2,285 2,158 108 129 -21 2,710 2,486 134 191 -57 Imprese non classificate 4,269 178 760 152 608 3,612 127 1,012 291 721 Totale 36,447 29,612 2,280 2,228 52 50,512 43,731 2,618 4,133 -1515 Fonte: nostra elaborazione su dati Unioncamere e Movimprese

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4.4.2.1 Settore agricolo

Nel complesso del Mezzogiorno, l’agricoltura riveste ancora un ruolo abbastanza significativo sia in termini di valore aggiunto che di occupazione. Nel 2007, il Mezzogiorno ha prodotto un valore aggiunto rispetto al totale di circa il 3,4% contro un solo 1,6% del Centro– Nord. Questa rilevanza viene confermata da un maggior tasso di occupazione nel settore agricolo nel Mezzogiorno (9,1%) rispetto al Centro–Nord che occupa solo il 3,9% rispetto al totale (vedi Tabella 25).

Tabella 25: Valore aggiunto a prezzi correnti e unità di lavoro per l'intero sistema economico e per il settore agricolo distinti per macro–ripartizione dell’Italia– 2007 Valore Valore Unità di aggiunto aggiunto VA Unità di UL Ripartizioni lavoro totale agricoltura agricoltura/ lavoro totali agricoltura/U territoriali agricoltura (milioni di (milioni di VA totale (%) (migliaia) L totali (%) (migliaia) euro) euro) Mezzogiorno 318.070 10.948 3,4 6.808 617 9,1 Centro-Nord 1.052.555 16.978 1,6 18.252 705 3,9 Italia 1.370.625 27.926 2,0 25.060 1.322 5,3 Fonte: elaborazione su dati ISTAT – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

Per quanto riguarda la produzione agricola del Mezzogiorno, il peso maggiore risulta essere quello delle coltivazioni erbacee (35,8% a valori correnti) e legnose (30,3% a valori correnti), così come riportato nella Tabella 26.

Tabella 26: Valore della produzione agricola meridionale per comparto nel 2007 Valori a prezzi concatenati, anno di Valori a prezzi correnti riferimento 2000 Prodotti % sul totale della % sul totale della Migliaia di euro Migliaia di euro produzione produzione

Coltivazioni 11.136.927 68,7 10.970.671 70,7 agricole Di cui 5.805.831 35,8 5.307.053 34,2 Erbacee Foraggere 420.214 2,6 394.202 2,5 Legnose 4.910.881 30,3 5.269.415 33,9 Allevamenti 2.958.734 18,3 2.788.473 18,0 Servizi 2.104.471 13,0 1.768.696 11,4 annessi Totale 16.200.132 100,0 15.527.840 100,0 produzione Fonte: elaborazione su dati ISTAT – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

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L’andamento del valore della produzione agricola, anche se ha subìto un decremento del 2,5% rispetto al 2006, si è comportato in modo differente a seconda dei singoli prodotti. In particolare, le colture legnose hanno registrato una maggiore contrazione pari a –10,1%; le foraggere sono diminuite solo del 2,4%, mentre le colture erbacee hanno registrato un leggero decremento pari a –0,4%. Infine, nel caso degli allevamenti degli animali, si registrano invece incrementi di circa il 3% (vedi Tabella 27).

Tabella 27: Numeri indice della produzione e del valore aggiunto agricoli nel mezzogiorno e in Italia (2006 = 100) – 2007 Valori a prezzi correnti Valori concatenati base 2000 Prodotti Mezzogiorno Italia Mezzogiorno Italia Produzione Erbacee 101,5 106,0 99,6 99,5 Foraggere 107,0 106,4 97,6 97,1 Legnose 89,2 95,3 89,9 93,7 Allevamenti 103,4 103,6 102,9 103,3 Servizi annessi 104,1 104,3 101,0 101,1 Totale produzione 103,0 98,0 97,4 99,7 Valore aggiunto Agricoltura 95,0 100,0 96,8 99,7 Silvicoltura 98,0 90,0 97,8 93,3 Pesca 103,0 101,0 108,7 106,3 Totale Valore 96,0 100,0 97,8 100,0 Fonte:aggiunto elaborazione su dati ISTAT – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

A livello regionale, la minore rilevanza del settore agricolo in relazione agli altri settori produttivi viene confermata dai dati dell’ISTAT dal 2002 al 2006, così come riportati dall’ “Annuario Statistico Regionale Sicilia 2007” (vedi Tabella 28) e dai dati provvisori dell’ISTAT, elaborati dalla Banca d’Italia nell’“Economia della Sicilia nell’anno 2007” (vedi Tabella 29). La Tabella 28 mostra come nel 2006 il valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca a prezzi costanti del 2000 abbia subìto una diminuzione molto modesta pari a circa –1,04% rispetto all’anno precedente. Il valore aggiunto della regione Sicilia del ramo dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, infatti, è stato stimato pari a poco meno di 3 miliardi di euro (11% del valore nazionale), in leggera flessione (-2,3%) rispetto all’anno precedente in termini di valori correnti. Nell’ambito delle coltivazioni agricole, cresciute di appena lo 0,4% in quantità, sono stati rilevati aumenti dello 0,6% per le legnose e dello 0,3% per le erbacee. Per quanto riguarda la produzione zootecnica, in termini reali ha fatto registrare una flessione complessiva nel 2006 pari al 2,06% rispetto al 2005. La continua diminuzione fin dal 2002 è molto probabilmente legata alle ricorrenti crisi sanitarie sulle carni sia bovine che avicole. Inoltre, se si considerano le ripartizioni geografiche, si nota che sia nel Meridione che nel Centro–Nord, l’andamento del settore agricolo è stato il medesimo riscontrato nella regione Sicilia. Infatti, la produzione nel meridione è diminuita del 3,08% e nel Centro–Nord del 2,3%, accompagnato da una diminuzione in termini di valore aggiunto molto più marcata e rispettivamente pari a –4,14% e –2,41, confermando in tal modo una riduzione dei prezzi agricoli.

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Tabella 28: Produzione e valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca per la regione Sicilia, per ripartizioni geografiche e per l’Italia (valori a prezzi costanti, del 2000 in milioni di euro) – 2002-2006 Valore Coltivazioni agricole Attività aggiunto Allevamenti dei Totale dell'agric., Erbacee e zootecnici servizi produzione Legnose Totale silvicoltura foraggere connessi e pesca Sicilia 2002 942 1.233 2.174 495 461 3.130 2.239 2003 1.288 1.422 2.709 488 453 3.659 2.709 2004 1.409 1.458 2.868 442 461 3.786 2.821 2005 1.325 1.571 2.901 426 450 3.793 2.790 2006 1.329 1.581 2.914 417 448 3.794 2.761 Sud - Isole 2002 5.541 5.192 10.738 2.923 1.797 15.456 10.546 2003 5.639 5.253 10.898 2.898 1.765 15.563 10.674 2004 6.135 6.250 12.361 2.777 1.809 16.978 11.984 2005 5.934 6.147 12.055 2.723 1.764 16.573 11.501 2006 5.824 5.806 11.610 2.662 1.755 16.062 11.024 Nord - Centro 2002 9.735 4.707 14.431 11.263 2.447 28.142 17.586 2003 8.430 4.252 12.674 11.249 2.398 26.267 16.061 2004 9.851 5.324 15.172 11.324 2.506 29.064 18.252 2005 9.705 4.868 14.557 11.150 2.457 28.215 17.397 2006 9.097 5.084 14.223 10.835 2.452 27.565 16.978 Italia 2002 15.266 9.898 25.168 14.186 4.244 43.599 28.132 2003 14.087 9.482 23.566 14.148 4.163 41.839 26.758 2004 15.987 11.560 27.528 14.096 4.316 46.049 30.258 2005 15.640 10.983 26.604 13.868 4.220 44.793 28.920 2006 14.951 10.871 25.818 13.493 4.207 43.628 28.012 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT- Servizio Statistica della Regione Sicilia “Annuario Statistico Regionale Sicilia 2007”

Dall’analisi dettagliata delle coltivazioni, si nota che la maggior parte delle coltivazioni nella regione Sicilia ha subìto significative riduzioni delle quantità prodotte. Dalla Tabella 29 è infatti possibile evincere come nel comparto agricolo le coltivazioni arboree, erbacee e foraggiere costituiscano le voci maggiori per produzione in quintali ed ettari coltivati, sebbene entrambe in flessione rispetto ai rilevamenti del 2006. Nella Tabella 29, inoltre, si può notare che nella produzione dei cereali, si è verificato un consistente aumento nel 2007 rispetto al 2006 pari al 10,9%, ed esattamente uguale è l’incremento che si è realizzato nella produzione del frumento di grano duro. Per contro, le piante da tubero hanno subìto una flessione pari a –2,1% anche se i pomodori hanno registrato un leggero incremento (0,8%) anche se la superficie coltivata a pomodori è diminuita drasticamente: –9%.

Tabella 29: Principali prodotti agricoli e superficie utilizzata della regione Sicilia ( migliaia di quintali, migliaia di ettari e variazioni percentuali ) – 2007 2007 (1) Var % sull’anno precedente VOCI Superficie Superficie Produzione Produzione coltivata coltivata Cereali 9.355 328 10,9 3,8

Parte Prima Pagina 69 di cui: frumento 8.608 300 10,9 3,3 duro Piante da tubero, 19.321 92 -2,1 -4,8 ortaggi di cui: pomodori 6.395 20 0,8 -9,0 Coltivazioni 12 .. -9,7 27,9 industriali di cui: semi 12 .. -9,7 27,9 oleosi Coltivazioni foraggere ed 28.912 513 -17,9 0,0 erbacee Coltivazioni 36.254 469 -10,0 -2,2 arboreee di cui: vino/mosto 4.574 …. -34,4 …. (2) Nota: (1) Dati provvisori. – (2) Migliaia di ettolitri. Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

Degna di nota è la consistente flessione della produzione di vino/mosto pari a –34,4%, tuttavia, come riportato nella Tabella 30, nel 2006 la produzione complessiva di vino ha superato i 5,5 milioni di ettolitri (3,3% in meno rispetto al 2005). Una diminuzione del 3,5% si è registrata per il vino da tavola e una del 14,1% dei prodotti DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Stabile la produzione del vino IGT (Indicazione Geografica Tipica). La produzione di vino della regione, nonostante i miglioramenti qualitativi degli ultimi anni, si è confermata sbilanciata a favore dei semilavorati destinati all’industria enologica extraregionale e a detrimento delle tipologie più pregiate. Nel 2006, la quota di vino da tavola ha rappresentato il 69,4% del totale contro un valore medio nazionale del 41,9%. Quanto invece alle restanti tipologie, mentre per il marchio IGT le quote risultano pressoché simili, per le tipologie DOC e DOCG la quota di appena il 4,5% si confronta con il 31,4% del dato nazionale. La Sicilia produce, in pratica, circa un quinto del vino da tavola italiano, poco più di un decimo di prodotto IGT e meno del 2% dei DOC e DOCG.

Tabella 30: Produzione di vino con uve da vino per marchio di qualità (in migliaia di ettolitri) Vino

DOC e DOCG IGT Da tavola Totale Sicilia 2003 366 1,464 3,160 4,989 2004 343 1,404 3,868 5,615 2005 291 1,461 4,000 5,752 2006 250 1,452 3,859 5,560 Sud–Isole 2003 2,790 3,399 11,256 17,445 2004 3,287 3,380 13,592 20,259 2005 3,182 3,586 14,268 21,036 2006 3,001 3,254 13,537 19,793 Nord–Centro 2003 11,047 7,975 5,218 24,241 2004 13,360 10,476 6,748 30,585 2005 11,838 9,271 5,802 26,912

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2006 11,794 9,344 6,186 27,324 Italia 2003 13,837 11,375 16,475 41,686 2004 16,648 13,856 20,341 50,844 2005 15,020 12,857 20,070 47,948 2006 14,794 12,598 19,724 47,117 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT- Servizio Statistica della Regione Sicilia “Annuario Statistico Regionale Sicilia 2007”

Il settore agricolo ha, quindi, delle potenzialità a livello regionale e locale non ancora sfruttate completamente. L’innovazione nei metodi di coltivazione e la maggiore protezione sia nazionale che internazionale attraverso dei marchi di qualità o associazioni che tutelano le coltivazioni rare e in pericolo di estinzione, come per es. Slow Food, infatti, possono essere degli strumenti utili per dare un nuovo impulso alle produzioni agricole locali e diffonderne la qualità e la particolarità di prodotti che racchiudono un insieme antico di saperi e di culture contadine. A livello provinciale e comunale, la struttura economica del settore agricolo viene delineata attraverso l’analisi delle imprese attive e delle unità locali. Per quanto riguarda le imprese attive, la mancanza di dati aggiornati al 2008 al livello comunale non permette di comparare i comuni–capoluogo con le province, quindi l’analisi necessariamente si concentra sulla variazione tra il 2000 e il 2007. La Tabella 31 mostra come il decremento di imprese attive sia stato maggiore nelle province di Trapani e di Agrigento con un valore pari rispettivamente a 16,37% e –13,99%. Sorprendentemente nella provincia di Enna si è registrato un forte incremento di imprese attive pari a +18,15% Questi valori sono ben al di sopra dei valori medi della regione che si attestano su una diminuzione di circa –8,21%. Considerando il livello comunale i risultati non cambiano. Mentre per Trapani e Agrigento, infatti, la variazione delle imprese attive è sempre negativa, per il comune di Enna si è registrata la più alta variazione in termini positivi delle imprese nel settore agricolo pari a ben il 44,12%.

Tabella 31: Imprese attive nel settore agricolo per province e comuni capoluogo siciliani – 2000-2007 2000 2007 Var % PROVINCE Agrigento 18.264 15.708 -13,99 Caltanissetta 6.783 6.623 -2,36 Catania 20.410 18.515 -9,28 Enna 5.051 5.968 18,15 Messina 8.161 7.394 -9,40 Palermo 14.169 13.667 -3,54 Ragusa 10.520 10.412 -1,03 Siracusa 9.150 8.351 -8,73 Trapani 21.107 17.652 -16,37 Sicilia 113.615 104.290 -8,21 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 460 437 -5,00 Caltanissetta 633 665 5,06 Catania 1.941 1.896 -2,32 Enna 442 637 44,12 Messina 499 533 6,81

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Palermo 1.844 2.049 11,12 Ragusa 1.760 1.704 -3,18 Siracusa 810 849 4,81 Trapani 1.210 999 -17,44 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Il concetto di unità locale si differenzia da quello di imprese attive in quanto per unità locale, in base alla definizione adottata dal regolamento del Consiglio Europeo N. 696 del 15 marzo 1993, si deve intendere un’impresa od una parte di un’impresa situata in una località topograficamente identificata. In tale località, o a partire da tale località, una o più persone svolgono (lavorando eventualmente a tempo parziale) delle attività economiche per conto di una stessa impresa. Secondo tale definizione sono unità locali le seguenti tipologie, purché presidiate da almeno una persona: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, garage, laboratorio, magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante, scuola, stabilimento, studio professionale, ufficio, eccetera. L’impresa plurilocalizzata, pertanto, è un’impresa che svolge le proprie attività in più luoghi, ciascuno dei quali costituisce un’unità locale dell’impresa. Nella Tabella 32, si osserva come sia a livello provinciale che comunale, Enna risulta l’area che ha registrato il maggior incremento di unità locali, confermandosi come la zona in cui le imprese attive sono cresciute negli ultimi anni.

Tabella 32: Unità locali nel settore agricolo per province e comuni capoluogo siciliani – 2000- 2007 1998 2005 Var % PROVINCE Agrigento 19.058 17.128 -10,13 Caltanissetta 6.933 7.107 2,51 Catania 22.088 19.701 -10,81 Enna 4.581 5.605 22,35 Messina 8.556 8.332 -2,62 Olbia-Tempio 97 113 16,49 Palermo 14.369 14.209 -1,11 Ragusa 10.280 10.870 5,74 Siracusa 9.612 8.816 -8,28 Trapani 23.077 18.954 -17,87 Sicilia 118.651 110.835 -6,59 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 502 464 -7,57 Caltanissetta 654 706 7,95 Catania 2.007 2.064 2,84 Enna 432 545 26,16 Messina 642 646 0,62 Palermo 1.824 2.105 15,41 Ragusa 1.831 1.795 -1,97 Siracusa 811 884 9,00 Trapani 1.326 1.083 -18,33

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Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Di seguito e nelle successive tabelle, l’analisi verrà sviluppata in maggior dettaglio, distinguendo le aziende e la superficie utilizzata in base alle principali coltivazioni di un territorio. I dati, ovviamente, si riferiscono al Censimento dell’Agricoltura dell’ISTAT del 2000 per i comuni, di conseguenza per confrontabilità anche i dati provinciali sono riportati al 2000. In particolare, le tabelle considerate qui di seguito mostrano, oltre al numero di aziende ed alla superficie utilizzata nella coltivazione, la quota percentuale di ciascun comune rispetto al totale della provincia e la quota percentuale di ciascuna provincia rispetto alla regione Sicilia. In particolare, la Tabella 33 confronta i dati dell’agricoltura e dell’allevamento biologico tra le province e i comuni–capoluogo. A livello provinciale, Messina è la provincia con la maggiore quota di agricoltura e allevamento biologico rispetto all’intera regione, all’estremo opposto,invece, si trova la provincia di Agrigento con i valori percentuali più bassi. Tuttavia, Enna mostra una discreta percentuale di aziende che coltivano rispettando i principi biologici (10,55%) e una discreta presenza di allevamenti biologici pari al 10,76% dell’intera regione.

Tabella 33: Aziende, superficie e allevamenti biologici per le province e i comuni–capoluogo siciliani – 2000 AGRICOLTURA AGRICOLTURA BIOLOGICA BIOLOGICA ALLEVAMENTI BIOLOGICI Superficie Aziende Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 8005.88 7.91 736 10.70 4 1.08 Palermo 9106.11 8.99 884 12.86 22 5.96 Messina 15464.43 15.27 804 11.69 100 27.10 Agrigento 2324.28 2.30 262 3.81 28 7.59 Caltanissetta 4932.56 4.87 367 5.34 5 1.36 Enna 22608.24 22.32 992 14.43 71 19.24 Catania 12279.35 12.13 1164 16.93 23 6.23 Ragusa 14833.43 14.65 654 9.51 61 16.53 Siracusa 11716.35 11.57 1013 14.73 55 14.91 Sicilia 101270.63 100 6876 100 369 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 309.44 3.87 29 3.94 2 50.00 Palermo 26.05 0.29 10 1.13 1 4.55 Messina 24.06 0.16 7 0.87 0 0.00 Agrigento 119.17 5.13 12 4.58 7 25.00 Caltanissetta 518.69 10.52 23 6.27 1 20.00 Enna 2622.51 11.60 117 11.79 10 14.08 Catania 450.37 3.67 19 1.63 2 8.70 Ragusa 8687.67 58.57 304 46.48 31 50.82 Siracusa 1577.31 13.46 116 11.45 4 7.27 Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

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Se si analizzano le aziende agricole in base alla tipologia di coltivazione (vedi Tabella 34), si nota che le aziende che producono cereali rispetto a quelle che producono frumento sono in numero leggermente maggiore in quasi tutte le province e i comuni–capoluogo siciliani. In particolare nella provincia di Enna, la quota delle aziende agricole che producono cereali si equivale alle aziende agricole che producono frumento rispetto al totale della regione in quanto rappresentano circa il 13% con una superficie utilizzata pari a circa il 17%. A livello comunale, il numero di aziende agricole che producono cereali o frumento rispetto alla provincia è decisamente esiguo, così come negli altri comuni siciliani, confermando che nelle aree urbane il settore agricolo rappresenta un valore esiguo.

Tabella 34: Aziende e superficie coltivata a cereali e frumento per le province e i comuni– capoluogo siciliani (valori in unità e quote %) – 2000 Aziende – Superficie – Cereali Aziende – Frumento Superficie – Frumento Cereali Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 7.21 9,37 28.351 7,80 6.94 9,41 27.111 7,97 Palermo 14.318 18,60 79.264 21,81 13.449 18,23 72.694 21,38 Messina 2.821 3,67 6.232 1,71 2.212 3,00 3.874 1,14 Agrigento 15.849 20,59 51.329 14,12 15.51 21,02 49.128 14,45 Caltanissetta 11.508 14,95 53.16 14,63 11.401 15,45 52.347 15,39 Enna 10.014 13,01 61.378 16,89 9.642 13,07 58.523 17,21 Catania 8.484 11,02 48.144 13,25 8.366 11,34 46.559 13,69 Ragusa 4.029 5,24 17.496 4,81 3.787 5,13 15.329 4,51 Siracusa 2.725 3,54 18.065 4,97 2.469 3,35 14.5 4,26 Sicilia 76.958 100 363.419 100 73.776 100 340.065 100 COMUNI–CAPOLUOGO (2) Trapani 1.196 166 5.794 0,20 1.159 1,67 5.552 0,20 Palermo 5 0,00 107 0,00 5 0,00 82 0,00 Messina 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 Agrigento 1.518 0,10 3.325 0,06 1.487 0,96 3.264 0,07 Caltanissetta 1.718 0,15 11.383 2,14 1.694 0,15 11.137 0,21 Enna 794 0,08 7.333 0,12 775 0,08 7.180 0,01 Catania 77 0,01 936 0,02 74 0,01 878 0,02 Ragusa 711 0,18 4.893 0,28 672 0,18 4.154 0,27 Siracusa 150 0,06 1.219 0,07 139 0,06 966 6,66 Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Per quanto riguarda la coltivazione di agrumi e di frutteti, anche se la regione Sicilia è una tra le regioni più importanti per queste produzioni, tuttavia queste non sono le principali coltivazioni della zona di Enna, a causa molto probabilmente del terreno montuoso e collinare. Infatti, le aziende che producono agrumi rappresentano soltanto il 3,41% e quelle di frutteti il 9,92% rispetto all’intera regione, contro per esempio la provincia di Messina dove le aziende di agrumi costituiscono il 28,01% e quelle di frutteti il 24,27%. Come per le aziende di cerale e frumento anche in questo caso le aziende che producono agrumi e frutta a livello comunale costituiscono una quota non rilevante della provincia.

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Tabella 35: Aziende e superficie coltivata ad agrumi e alberi da frutta per le province e i comuni–capoluogo siciliani (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende - Agrumi Superficie - Agrumi Aziende - Frutteti Superficie - Frutteti Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 2.391 3,24 1.073,49 1,48 1.741 1,99 456,92 0,73 Palermo 8.659 11,72 4.352,21 6,01 9.092 10,40 3.775,11 6,00 Messina 20.7 28,01 7.597,65 10,49 21.218 24,27 13.961,71 22,20 Agrigento 5.032 6,81 4.102,86 5,66 14.794 16,92 12.916,86 20,53 Caltanissetta 1.133 1,53 472,74 0,65 7.221 8,26 6.859,95 10,91 Enna 2.519 3,41 2.241,2 3,09 8.671 9,92 4.749,08 7,55 Catania 18.617 25,19 28.783,6 39,73 10.958 12,53 8.004,99 12,73 Ragusa 3.424 4,63 4.426,06 6,11 8.138 9,31 5.948,65 9,46 Siracusa 11.427 15,46 19.403,47 26,78 5.606 6,41 6.229,97 9,90 Sicilia 73.902 100 72.453,28 100 87.439 100 62.903,24 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 203 0,27% 54 0,07% 1159 1,33% 5552 8,83% Palermo 636 0,86% 406 0,56% 5 0,01% 82 0,13% Messina 883 1,19% 432 0,60% 0 0,00% 0 0,00% Agrigento 198 0,27% 58 0,08% 1487 1,70% 3264 5,19% Caltanissetta 351 0,47% 88 0,12% 1694 1,94% 11137 17,70% Enna 66 0,09% 12 0,02% 775 0,89% 7180 11,41% Catania 213 0,29% 1307 1,80% 74 0,08% 878 1,40% Ragusa 61 0,08% 85 0,12% 672 0,77% 4154 6,60% Siracusa 912 1,23% 3734 5,15% 139 0,16% 966 1,54% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Come si evince dalla Tabella 36, le aziende dedite alle coltivazioni ortive e foraggere sono distribuite principalmente tra Messina per la prima tipologia (23,67%) e Palermo per la seconda (29,74%). Per quanto riguarda le aziende che coltivano piante ortive, il numero medio delle aziende è pari a 3289 unità: tale dato è però fortemente influenzato dalla presenza di 7.007 aziende operanti nella provincia di Messina e dal numero esiguo della provincia di Enna (solo 572 unità). Analogamente, per la coltivazione di foraggere, le aziende in media sono circa 2.372 per provincia, dove la provincia che ha la maggioranza delle aziende è Palermo con 6.348 e la provincia con la minore quantità di aziende è Trapani con 406. In questo caso, le aziende che producono foraggere ad Enna sono un po’ più della media ma rappresentano solo il 16,37% rispetto all’intera regione.

Tabella 36: Aziende e superficie coltivata ad ortive e foraggere per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende – Ortive Superficie –Ortive Aziende – Foraggere Superficie – Foraggere Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 3.551 12,00 2.160 8,96 406 1,90 1.605 1,23 Palermo 4.954 16,73 2.793 11,58 6.348 29,74 34.235 26,28 Messina 7.007 23,67 1.097 4,55 1.867 8,75 10.646 8,17

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Agrigento 3.949 13,34 3.328 13,80 1.556 7,29 9.162 7,03 Caltanissetta 1.903 6,43 2.323 9,63 1.209 5,66 7.361 5,65 Enna 572 1,93 361 1,50 3.494 16,37 28.395 21,80 Catania 1.250 4,22 1.614 6,69 845 3,96 5.856 4,49 Ragusa 5.054 17,07 7.515 31,17 4.150 19,44 22.542 17,30 Siracusa 1.364 4,61 2.920 12,11 1.470 6,89 10.479 8,04 Sicilia 29.604 100 24.111 100 21.345 100 130.281 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 638 2,16% 647 2,68% 94 0,44% 491 0,38% Palermo 21 0,07% 8 0,03% 2 0,01% 118 0,09% Messina 304 1,03% 96 0,40% 2 0,01% 1 0,00% Agrigento 314 1,06% 115 0,48% 21 0,10% 32 0,02% Caltanissetta 62 0,21% 31 0,13% 236 1,11% 2197 1,69% Enna 63 0,21% 11 0,05% 250 1,17% 3467 2,66% Catania 25 0,08% 75 0,31% 19 0,09% 362 0,28% Ragusa 644 2,18% 943 3,91% 876 4,10% 8076 6,20% Siracusa 223 0,75% 1135 4,71% 96 0,45% 599 0,46% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Infine, la coltivazione di vino è caratterizzata da un elevato numero di aziende (79.603), leggermente maggiore del numero di aziende che coltivano agrumi (73.902), cereali (76.958) e frumento (73.776) ma inferiore a quelle che coltivano i frutteti (87.439). Tuttavia, il primato spetta alla coltivazione dell’olio, con ben 198.989 aziende nel territorio ed una superficie totale coltivata di 138.308 ettari. Ogni provincia può contare per la produzione di olio in media su 20.521 aziende ed una superficie di 14.474,56 ettari, contro una media di 8.845 aziende per la coltivazione di vite con una superficie media di 13.533 di ettari. In particolare, la provincia più dedita alla coltivazione di vite è la provincia di Trapani con una quota di aziende pari al 26,83% e una superficie utilizzata del 48,86 % rispetto all’intera regione, mentre la provincia di Enna dedica alla coltivazione di vite solo 0,54% di superficie con una quota di aziende pari a 2,49%. La coltivazione di olivo viene prevalentemente realizzata nella provincia di Messina con una quota di aziende pari al 20,88% e di superficie pari a 17,65% relativamente all’intera regione siciliana. Anche in questo caso la superficie coltivata nella provincia di Enna rappresenta solo il 6,9% e il numero di aziende è tanto basso da rappresentare solo il 7,99% rispetto all’intera isola, confermandosi come un’area non dedita alla coltivazione di vite e ulivi.

Tabella 37: Aziende e superficie coltivata a vite ed olio per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende – Vite Superficie – Vite Aziende – Olio Superficie – Olio Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 21.358 26,83 59.507 48,86 20.851 10,48 16.933 12,24 Palermo 12.418 15,60 16.844 13,83 34.186 17,18 24.376 17,62 Messina 11.383 14,30 2.688 2,21 41.544 20,88 24.412 17,65 Agrigento 14.746 18,52 22.967 18,86 28.411 14,28 26.208 18,95 Caltanissetta 5.073 6,37 7.074 5,81 14.238 7,16 9.011 6,52 Enna 1.985 2,49 661 0,54 15.890 7,99 9.539 6,90

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Catania 8.928 11,22 7.055 5,79 18.656 9,38 10.532 7,62 Ragusa 2.361 2,97 3.392 2,78 13.979 7,03 8.367 6,05 Siracusa 1.351 1,70 1.609 1,32 11.234 5,65 8.930 6,46 Sicilia 79.603 100 121.796 100 198.989 100 138.308 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 1394 1,75% 4433 3,64% 1672 0,84% 1688 1,22% Palermo 1 0,00% 0 0,00% 22 0,01% 14 0,01% Messina 380 0,48% 87 0,07% 1399 0,70% 713 0,52% Agrigento 1121 1,41% 1285 1,06% 2486 1,25% 1688 1,22% Caltanissetta 309 0,39% 657 0,54% 2407 1,21% 1682 1,22% Enna 284 0,36% 64 0,05% 1452 0,73% 767 0,55% Catania 10 0,01% 40 0,03% 55 0,03% 103 0,07% Ragusa 19 0,02% 63 0,05% 810 0,41% 464 0,34% Siracusa 10 0,01% 33 0,03% 856 0,43% 749 0,54% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Anche se la provincia di Enna non contribuisce in modo decisivo alla produzione di uva, è interessante distinguere tra la produzione di uva da tavola da quella per i vini DOC e DOCG e altri vini senza marchio di origine. Dalla Tabella 38 e dalla Tabella 39, si può sottolineare come la provincia di Enna contribuisce solo con l’1,09% per le aziende che producono uva da tavola e per lo 0,8% per uva per la produzione di vini di origine controllata, anche se la superficie utilizzata risulta la quota minore di tutta la Sicilia e rispettivamente dello 0,58% e del 1,04%. Se si considera il valore comunale rispetto all’intera provincia, allora il comune di Enna contribuisce solo per lo 0,21% in termini di numero di aziende che producono uva da tavola.

Tabella 38: Aziende con produzione di uva da tavola, per vini DOC e DOCG e per altri vini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Azienda –Uva per vini Azienda – Uva per altri Azienda – Uva da tavola DOC e DOCG vini Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 401 7,51 790 52,91 20703 27,66 Palermo 274 5,13 91 6,10 12269 16,39 Messina 381 7,14 113 7,57 11210 14,98 Agrigento 1911 35,81 215 14,40 13224 17,67 Caltanissetta 500 9,37 49 3,28 4724 6,31 Enna 58 1,09 12 0,80 1933 2,58 Catania 987 18,49 154 10,31 7854 10,49 Ragusa 794 14,88 43 2,88 1636 2,19 Siracusa 31 0,58 26 1,74 1303 1,74 Sicilia 5337 100 1493 100 74856 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 14 0,26% 42 2,81% 1363 1,82% Palermo 0 0,00% 0 0,00% 1 0,00% Messina 34 0,64% 9 0,60% 363 0,48%

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Agrigento 35 0,66% 11 0,74% 1094 1,46% Caltanissetta 155 2,90% 1 0,07% 204 0,27% Enna 11 0,21% 0 0,00% 275 0,37% Catania 1 0,02% 1 0,07% 8 0,01% Ragusa 10 0,19% 0 0,00% 9 0,01% Siracusa 1 0,02% 4 0,27% 5 0,01% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Tabella 39: Superficie per produzione di uva da tavola, per vini DOC e DOCG e per altri vini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Superficie – Uva da Superficie –Uva per vini Superficie – Uva per altri

tavola DOC e DOCG vini Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 59097,29 52,94 1917,04 46,15 57180,25 53,20 Palermo 16762,71 15,02 891,3 21,46 15871,41 14,77 Messina 2654,17 2,38 48,77 1,17 2605,4 2,42 Agrigento 19713,73 17,66 466,28 11,23 19247,45 17,91 Caltanissetta 5569,96 4,99 43,59 1,05 5526,37 5,14 Enna 647,53 0,58 43,03 1,04 604,5 0,56 Catania 4055,33 3,63 387,25 9,32 3668,08 3,41 Ragusa 1548,21 1,39 295,4 7,11 1252,81 1,17 Siracusa 1589,52 1,42 61,05 1,47 1528,47 1,42 Sicilia 111638,45 100 4153,71 100 107484,74 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 3 0.00% 117 2.82% 4264 3.97% Palermo 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Messina 5 0.00% 7 0.17% 76 0.07% Agrigento 17 0.02% 10 0.24% 1258 1.17% Caltanissetta 354 0.32% 1 0.02% 302 0.28% Enna 5 0.00% 0 0.00% 59 0.05% Catania 0 0.00% 5 0.12% 35 0.03% Ragusa 48 0.04% 0 0.00% 16 0.01% Siracusa 1 0.00% 25 0.60% 6 0.01% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Infine, nelle ultime due tabelle (Tabella 40 e Tabella 41), vengono riportate le aziende e la superficie necessaria per la produzione a monte delle viti ed in particolare delle viti innestate, madri di portinnesto e di barbatelle. Tra le diverse tipologie di viti coltivate nell’area, è possibile notare una peculiarità: poche sono le aziende impegnate nella coltivazione delle piante di vite. In particolare, nella provincia di Enna, 5 sono le aziende che producono viti non–innestate e 2 sono quelle che producono le barbatelle, con una superficie che rappresenta solo lo 0,04% e lo 0,02% dell’intera regione.

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Tabella 40: Aziende con produzioni di viti non innestate, viti madre di portinnesto e di barbatelle per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende – Viti non Aziende – Viti madre di Aziende – Barbatelle innestate portinnesto Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 204 55,74 0 0,00 138 44,95 Palermo 20 5,46 0 0,00 26 8,47 Messina 6 1,64 0 0,00 35 11,40 Agrigento 71 19,40 0 0,00 40 13,03 Caltanissetta 8 2,19 0 0,00 15 4,89 Enna 5 1,37 0 0,00 2 0,65 Catania 19 5,19 0 0,00 34 11,07 Ragusa 28 7,65 0 0,00 17 5,54 Siracusa 5 1,37 0 0,00 0 0,00 Sicilia 366 100 0 0,00 307 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 22 6.01% 0 0.00% 39 12.70% Palermo 0 0.00% 0 0.00% 1 0.33% Messina 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Agrigento 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Caltanissetta 0 0.00% 0 0.00% 1 0.33% Enna 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Catania 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Ragusa 0 0.00% 0 0.00% 1 0.33% Siracusa 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Tabella 41: Superficie per produzioni di viti non innestate, viti madre di portinnesto e di barbatelle per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Superficie – Viti non Superficie – Viti madre di Superficie – Barbatelle innestate portinnesto Unità Quota % Unità Quota % Unità Quota % PROVINCE (1) Trapani 297,75 56,16 0 0,00 192,78 44,13 Palermo 49,48 9,33 0 0,00 56,58 12,95 Messina 0,76 0,14 0 0,00 18,37 4,20 Agrigento 112,71 21,26 0 0,00 52,48 12,01 Caltanissetta 16,79 3,17 0 0,00 58,49 13,39 Enna 0,19 0,04 0 0,00 0,08 0,02 Catania 6,6 1,24 0 0,00 33,74 7,72 Ragusa 42,46 8,01 0 0,00 24,35 5,57 Siracusa 3,47 0,65 0 0,00 0 0,00 Sicilia 530,21 100 0 0,00 436,87 100

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COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 48 9.05% 0 0.00% 69 15.79% Palermo 0 0.00% 0 0.00% 1 0.23% Messina 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Agrigento 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Caltanissetta 0 0.00% 0 0.00% 1 0.23% Enna 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Catania 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Ragusa 0 0.00% 0 0.00% 1 0.23% Siracusa 0 0.00% 0 0.00% 0 0.00% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

Per quanto riguarda il settore zootecnico, su un totale dell’area di 23.023 aziende siciliane impegnate nell’allevamento di animali da macello, il 39,29% delle aziende è specializzato nell’allevamento dei bovini, il 28,15% in quello degli ovini, seguito dalla percentuale di aziende che allevano gli equini che è pari all’11,18%, mentre le aziende di suini e di caprini rappresentano rispettivamente il 10,49% e il 10,84%. In particolare, nella provincia di Enna non vengono allevati i capi bufalini, si preferisce l’allevamento di suini le cui aziende rappresentano il 19,95% e di ovini, la cui quota di aziende è il 19,13% anche se Messina in entrambe le tipologie di allevamento costituisce la provincia la cui quota percentuale è maggiore di tutte le altre province siciliane.

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Tabella 42: Aziende e numero di capi allevati di bovini, vacche, bufalini e suini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende - Bovini Capi - Bovini Vacche Aziende - Bufalini Capi - Bufalini Aziende - Suini Capi - Suini Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % PROVINCE (1) Trapani 206 2,28 4232 1,37 1101 0,85 0 0,00 0 0,00 32 1,32 5476 13,15 Palermo 1845 20,40 53362 17,33 20193 15,58 0 0,00 0 0,00 159 6,58 3854 9,25 Messina 2062 22,80 66564 21,62 34403 26,55 2 22,22 166 35,02 1155 47,81 8386 20,13 Agrigento 382 4,22 8984 2,92 3159 2,44 1 11,11 220 46,41 44 1,82 1933 4,64 Caltanissetta 245 2,71 7452 2,42 1858 1,43 2 22,22 30 6,33 15 0,62 326 0,78 Enna 1339 14,80 51573 16,75 20427 15,76 0 0,00 0 0,00 482 19,95 4932 11,84 Catania 420 4,64 18064 5,87 6838 5,28 0 0,00 0 0,00 75 3,10 2323 5,58 Ragusa 1767 19,54 69734 22,65 30426 23,48 1 11,11 10 2,11 345 14,28 12506 30,03 Siracusa 779 8,61 27911 9,07 11167 8,62 3 33,33 48 10,13 109 4,51 1913 4,59 Sicilia 9045 100 307876 100 129572 100 9 100 474 100 2416 100 41649 100 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 31 0.34% 365 0.12% 78 0.06% 0 0.00% 0 0.00% 3 0.12% 5 0.01% Palermo 1 0.01% 35 0.01% 8 0.01% 0 0.00% 0 0.00% 1 0.04% 52 0.12% Messina 12 0.13% 291 0.09% 100 0.08% 1 11.11% 6 1.27% 8 0.33% 779 1.87% Agrigento 4 0.04% 77 0.03% 12 0.01% 0 0.00% 0 0.00% 4 0.17% 47 0.11% Caltanissetta 142 1.57% 4352 1.41% 1092 0.84% 2 22.22% 30 6.33% 8 0.33% 123 0.30% Enna 103 1.14% 4018 1.31% 1161 0.90% 0 0.00% 0 0.00% 8 0.33% 45 0.11% Catania 12 0.13% 1248 0.41% 453 0.35% 0 0.00% 0 0.00% 4 0.17% 79 0.19% Ragusa 640 7.08% 31471 10.22% 14279 11.02% 0 0.00% 0 0.00% 101 4.18% 2448 5.88% Siracusa 27 0.30% 775 0.25% 228 0.18% 1 11.11% 38 8.02% 3 0.12% 28 0.07% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

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Tabella 43: Aziende e numero di capi allevati di bovini, vacche, bufalini e suini per le province siciliane (valori in unità e quote % sul totale della regione) – 2000 Aziende – Ovini Capi – Ovini Aziende – Caprini Capi – Caprini Aziende – Equini Capi – Equini Capi - Avicoli Quote Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità Quote % Unità % PROVINCE (1) Trapani 420 6,48 85177 12,03 110 4,41 1427 1,17 48 1,86 154 1,82 70796 4,22 Palermo 1344 20,73 123841 17,49 457 18,31 20600 16,86 630 24,47 2240 26,50 137556 8,20 Messina 1900 29,31 146397 20,67 1183 47,40 74587 61,06 801 31,11 2196 25,98 162870 9,70 Agrigento 522 8,05 81361 11,49 162 6,49 3911 3,20 114 4,43 532 6,29 64777 3,86 Caltanissetta 243 3,75 44310 6,26 86 3,45 3228 2,64 61 2,37 301 3,56 26277 1,57 Enna 1240 19,13 125722 17,75 211 8,45 8709 7,13 435 16,89 1181 13,97 42994 2,56 Catania 295 4,55 63840 9,01 117 4,69 4537 3,71 100 3,88 493 5,83 175072 10,43 Ragusa 363 5,60 12720 1,80 65 2,60 1480 1,21 225 8,74 716 8,47 810289 48,28 Siracusa 155 2,39 24814 3,50 105 4,21 3671 3,01 161 6,25 640 7,57 187824 11,19 Sicilia 6482 100 708182 100 2496 100 122150 100 2575 100 8453 100 1678455 COMUNI CAPOLUOGO (2) Trapani 54 0.83% 9328 1.32% 21 0.84% 185 0.15% 13 0.50% 26 0.31% 241 0.01% Palermo 1 0.02% 1223 0.17% 1 0.04% 209 0.17% 0 0.00% 0 0.00% 22610 1.35% Messina 9 0.14% 1102 0.16% 9 0.36% 1250 1.02% 3 0.12% 6 0.07% 1037 0.06% Agrigento 9 0.14% 627 0.09% 6 0.24% 61 0.05% 6 0.23% 11 0.13% 3241 0.19% Caltanissetta 49 0.76% 8995 1.27% 11 0.44% 490 0.40% 31 1.20% 136 1.61% 1949 0.12% Enna 95 1.47% 12972 1.83% 14 0.56% 857 0.70% 31 1.20% 125 1.48% 1389 0.08% Catania 8 0.12% 2200 0.31% 1 0.04% 63 0.05% 1 0.04% 1 0.01% 190 0.01% Ragusa 198 3.05% 2294 0.32% 21 0.84% 81 0.07% 115 4.47% 350 4.14% 57830 3.45% Siracusa 6 0.09% 873 0.12% 6 0.24% 299 0.24% 10 0.39% 149 1.76% 10100 0.60% Note: (1) le quote % sono calcolate sul valore della regione; (2) le quote % sono calcolate sul valore della provincia Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento dell’Agricoltura 2000 – ISTAT

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4.4.2.2 Settore industriale

Nel 2007, la produzione industriale totale italiana ha registrato una battuta di arresto in quasi tutte le categorie dei prodotti. In particolare, l’attività economica dell’industria italiana in senso stretto è aumentata dello 0,8% mentre nel 2006 si è registrato un incremento dell' 1,2%. Se invece si considera solo il settore manifatturiero, la dinamica dell’output è risultata lievemente migliore (1%). Tuttavia, in base ai dati riportati nella Tabella 44, ripresa dal rapporto SVIMEZ, il Mezzogiorno ha registrato una variazione percentuale tra il 2006 e il 2007 migliore rispetto sia all’Italia che al Centro–Nord. Infatti, nel settore dell’industria in senso stretto, il tasso di crescita è stato del 1,9%, mentre nel settore manifatturiero è stato pari al 2% contro dei valori del Centro Nord rispettivamente dell’0,7% e dell’0,9%.

Tabella 44: Variazioni % rispetto all’anno precedente, variazione media annua e cumulata, del valore aggiunto dell'industria in senso stretto per ripartizioni geografiche – 2001– 2007 2001-2007 Ripartizioni e Paesi 2001 2002 2002 2004 2005 2006 2007 Media annua cumulata

Industria in senso stretto Mezzogiorno 0,2 2,6 -4,8 -1,8 1,4 0,3 1,9 -0,1 -0,5 Centro-Nord -0,3 -0,8 -2,3 1,3 -0,7 1,3 0,7 -0,1 -0,7 Italia -0,2 -0,3 -2,7 0,9 -0,4 1,2 0,8 -0,1 -0,7 Di cui: manifatturiera Mezzogiorno 0,4 0,3 -5,0 -2,4 1,9 0,3 2,0 -0,4 -2,6 Centro-Nord -0,4 -1,4 -2,3 1,2 -0,8 1,3 0,9 -0,2 -1,5 Italia -0,3 -1,1 -2,7 0,7 -0,4 1,2 1,0 -0,2 -1,7 Fonte: elaborazione SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”. I dati sono: per l'Italia, ISTAT per gli anni dal 2000 al 2007; per il Mezzogiorno ed il Centro-Nord, elaborazioni SVIMEZ su dati ISTAT per il 2001- 2006; valutazioni SVIMEZ per il 2007.

L’accelerazione dell’attività produttiva registrata nel Mezzogiorno tra il 2006 e il 2007 non si è diffusa in modo uniforme all’interno del settore manifatturiero, evidenziando la persistenza di alcuni elementi di debolezza. In particolare, tre sono i comparti che hanno realizzato un decremento: il tessile e abbigliamento (–2,2%), la fabbricazione di carta ed editoria (–1,2%), il legno, la gomma e altre manifatture (–0,4%), come riportato nella Tabella 45. Anche nel Centro–Nord, questi tre sub–settori sono risultati in decrescita e a questi si deve aggiungere l’industria alimentare che nel Mezzogiorno è stata caratterizzata da un segno positivo anche se molto vicino allo zero.

Tabella 45: Variazioni % rispetto all’anno precedente, variazione media annua e cumulata, del valore aggiunto dell'industria in senso stretto per sub–settori e per ripartizioni geografiche – 2001–2007 2001-2007 Sub - settori 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Media annua cumulata

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Mezzogiorno Estrazione di minerali 8,9 -3,4 16,5 -11,9 38,7 -6,1 -0,3 4,9 40,2 Industria manifatturiera 0,4 0,3 -5,0 -2,4 1,9 0,3 2,0 -0,4 -2,6 Industrie alimentari, delle -6,2 2,3 -5,5 0,5 4,1 -1,3 0,4 -0,9 -6,0 bevande e del tabacco Industrie tessili, dell'abbigl., pelli, -1,6 -2,5 -7,9 -6,9 -3,3 -2,6 -2,2 -3,9 -24,2 cuoio e calzature Fabbricazione della carta, stampa -1,7 1,7 2,1 2,3 3,9 -0,1 -1,2 1,0 7,0 ed editoria Cokerie, raffinerie, chimiche e 1,4 1,4 -6,2 -10,7 -4,1 -7,8 7,2 -2,9 -18,4 farmaceutiche Prodotti della lavoraz. di min. non 6,7 5,6 -5,0 -1,8 9,6 -0,6 2,8 2,3 17,6 metall. Produzione di metalli e fabbricazione di prodotti in 5,7 4,3 3,8 -1,4 4,8 5,5 4,9 3,9 31,0 metallo Produz. di macchine e apparecchi meccanici elettr. e 1,8 -4,6 -6,6 -1,5 0,3 4,3 2,2 -0,7 -4,5 mezzi di trasporto Industria del legno, della gomma, della plastica e altre -1,1 2,3 -9,3 -0,5 1,5 -1,6 -0,4 -1,3 -9,0 manifatturiere Produzione e distribuzione di -1,9 15,0 -6,5 1,9 -4,3 0,8 1,5 0,7 5,2 energia elettrica, di gas, ecc.

INDUSTRIA IN SENSO STRETTO 0,2 2,6 -4,8 -1,8 1,4 0,3 1,9 -0,1 -0,5

Centro-Nord Estrazione di minerali -9,3 11,9 -19,3 -9,1 -5,7 -3,2 -1,3 -5,6 -33,0 Industria manifatturiera -0,4 -1,4 -2,3 1,2 -0,8 1,3 0,9 -0,2 -1,5 Industrie alimentari, delle -6,2 -1,1 -1,4 1,7 2,0 0,4 -2,3 -1,0 -6,8 bevande e del tabacco Industrie tessili, dell'abbigl., pelli, 0,7 -5,8 -5,2 -3,7 -3,2 -0,9 -0,2 -2,6 -17,1 cuoio e calzature Fabbricazione della carta, stampa 0,4 -2,9 -3,6 1,8 -1,6 -0,5 -2,7 -1,3 -8,9 ed editoria Cokerie, raffinerie, chimiche e 3,6 2,7 -6,3 -1,2 -4,0 -0,4 3,3 -0,4 -2,7 farmaceutiche Prodotti della lavoraz. di min. non 1,2 3,4 -4,0 1,0 -1,1 0,3 0,5 0,1 1,1 metall . Produzione di metalli e fabbricazione di prodotti in 2,0 1,0 1,6 -0,6 0,7 1,5 2,1 1,2 8,5 metallo Produz. di macchine e apparecchi meccanici elettr. e -1,2 -3,1 -1,0 4,8 0,4 4,3 1,5 0,8 5,5 mezzi di trasporto Indu stria del legno, della gomma, della plastica e altre -2,8 0,3 -3,5 1,6 -2,7 -1,0 0,8 -1,1 -7,2 manifatturiere

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Produzione e distribuzione di 4,4 3,0 1,6 4,6 1,7 1,9 -0,8 2,3 17,6 energia elettrica, di gas, ecc.

INDUSTRIA IN SENSO STRETTO -0,3 -0,8 -2,3 1,3 -0,7 1,3 0,7 -0,1 -0,7

Nota: (a) Calcolate su valori a prezzi concatenati, anno di riferimento 2000. Fonte: elaborazione SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”. I dati sono: per l'Italia, ISTAT per gli anni dal 2000 al 2007; per il Mezzogiorno ed il Centro-Nord, elaborazioni SVIMEZ su dati ISTAT per il 2001- 2006; valutazioni SVIMEZ per il 2007.

Nella Tabella 46, vengono riportati i valori aggiunti per la regione Sicilia nei differenti sub– settori del settore industria manifatturiera. I settori che nel 2005 hanno contribuito maggiormente al valore aggiunto del settore dell’industria sono, da un lato il settore delle Macchine ed apparecchi meccanici,elettrici ed ottici; mezzi di trasporto con un peso pari a 20,7% e dall’altro il settore delle Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco con una quota rispetto al totale pari al 18,8%. Dal punto di vista della dinamica del settore, si può notare che l’attività produttiva in Sicilia in totale è diventata negativa nell’anno 2003, registrando un tasso di crescita pari a – 4,1%. Questa riduzione è stata confermata negli anni successivi, in particolare, nel 2004 si è registrato un tasso di variazione negativo pari a –13,7%. Si evidenzia quindi la persistenza di alcuni elementi di debolezza regionale. I sub–settori, interessati da variazioni negative, sono sostanzialmente quelli evidenziati per il Mezzogiorno nel complesso. In particolare, sia il settore tessile ed abbigliamento che il settore chimico farmaceutico hanno registrato un elevato tasso negativo di crescita, tuttavia va sottolineato che il settore della carta, della stampa e dell’editoria è l’unico a presentare variazioni in positivo per tutto il periodo 2002–2005, anche se non è mai stato individuato un distretto industriale in questo settore.

Tabella 46: Valore aggiunto dell’industria manifatturiera per sub–settore (1) ( milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali ) per la regione Sicilia– 2002–2005 Valori Quota Var % sull’anno precedente SUB–SETTORI assoluti % 2002 2003 2004 2005 Industrie alimentari, delle bevande 900 18,8 9,7 1,5 -11,8 0,8 e del tabacco Prodotti tessili e abbigliamento 137 2,9 -10,7 6,4 -11,2 -1,1 Industrie conciarie, cuoio, pelle e 10 0,2 -10,7 1,5 -41,2 4,2 similari Carta, stampa ed editoria 243 5,1 3,6 9,9 0,7 5,7 Cokerie, raffinerie, chimiche, 773 16,2 5,3 -6,4 -40,8 -11,0 farmaceutiche Lavorazione di minerali non 501 10,5 12,4 -6,3 -4,5 8,5 metalliferi Metalli e fabbricazione di prodotti 625 13,1 6,1 -1,0 -6,3 9,4 in metallo Macchine ed apparecchi meccanici,elettrici ed ottici; mezzi 990 20,7 0,1 -9,6 -1,3 -3,6 di trasporto Legno, gomma, e altri prodotti 541 11,3 2,2 -7,4 -5,1 -2,6 manifatturieri Totale 4.784 100,0 4,7 -4,1 -13,7 -1,2 Nota: (1) Valore aggiunto ai prezzi base, al lordo dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati.

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Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

Disaggregando la crescita nelle sue componenti, si rileva come i consumi, gli investimenti e le scorte abbiano giocato un ruolo primario, incidendo positivamente sulle dinamiche occupazionali, e rivelando quindi le direttrici di intervento adottate dai governi. I consumi delle famiglie nel Mezzogiorno hanno segnato nel 2000 un cospicuo incremento del 3,2% (3,4% nel Centro-Nord), ma nel periodo 2001 – 2007 il divario con il Centro–Nord è nuovamente aumentato. In particolare, per quanto riguarda i dati sul consumo delle famiglie, il rapporto SVIMEZ 2008 mostra chiaramente un arretramento di posizione per il Sud d’Italia con un -0,2%, dovuto principalmente alla contrazione della spesa per beni durevoli e all’andamento negativo della spesa per servizi ricreativi e culturali, alberghi e ristoranti (“altri beni e servizi”) ridottasi dello 0,3%. Un ulteriore elemento che è strettamente collegato al calo della produzione è il livello degli ordinativi che, secondo le rilevazioni dell’ISAE, è progressivamente peggiorato nel corso del 2008 (vedi Figura 18). Inoltre, le scorte di prodotti finiti, nonostante il calo mostrato negli ultimi trimestri, continuano ad essere giudicate superiori al livello normale.

Figura 18: Ordini e produzione per l’industria della regione Sicilia ( medie mobili a tre termini dei saldi delle risposte destagionalizzati ) (1) – 2003–2008

Note: (1) Medie mobili dei 3 mesi terminanti nel mese di riferimento. I dati rappresentano i saldi fra la quota delle risposte “livello alto” e “livello basso” fornite dagli operatori intervistati. Il saldo relativo alla domanda sulle scorte è calcolato come differenza delle modalità di risposta “superiore al normale” e “inferiore al normale”. La modalità “nessuna scorta” non rientra nel calcolo del saldo e viene considerata allo stesso modo della risposta “normale”. I saldi sono destagionalizzati. Fonte: Elaborazione su dati ISAE – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

Per quanto riguarda gli investimenti, il Rapporto SVIMEZ 2008 evidenzia come anche dal punto di vista degli investimenti il Mezzogiorno ha visto perdere posizioni negli anni 2001 e 2002. Infatti, se nell’arco dell’intero periodo compreso tra il 1995 ed il 2002, il processo di

Parte Prima Pagina 86 accumulazione è stato leggermente più intenso nel Mezzogiorno, con un aumento degli investimenti del 3,7%, in media all’anno, nel 2002 si è assistito ad una sostanziale decelerazione degli investimenti con un tasso pari a -1%, situazione che si è poi protratta anche nel periodo 2003 -2007. Infatti, nel periodo 2001 -2007, il tasso di crescita degli investimenti è stato più elevato al Centro–Nord che nel Sud (13,8% e 8,4%). A causa del fatto che non è facile reperire i dati ad un livello inferiore rispetto a quello regionale o per macro–ripartizioni, non è possibile effettuare dei raffronti diretti con le tabelle precedentemente analizzate. Di conseguenza, non è stato possibile trovare dati sul valore aggiunto per i differenti sotto–settori del settore manifatturiero. Nella Tabella 47, infatti, sono riportati i valori aggiunti dell’intero settore manifatturiero suddiviso per dimensione di impresa, calcolata in base al numero di addetti. I valori confermano che nelle province siciliane la quota delle piccole e medie imprese (PMI) sono la parte rilevante della struttura produttiva del territorio. In particolare, nel 2004, la provincia di Enna mostra una quota pari al 99,3% sul totale del valore aggiunto generato nell’area. Un valore decisamente superiore non solo a quello regionale (70,7%) ma anche della provincia di Palermo (76,0%). Inoltre, le province di Caltanissetta e di Siracusa sono le province in cui il valore aggiunto viene prodotto da una minore quota di PMI, rispettivamente il 45,8% e il 39,7%, dimostrando invece una discreta presenza di grandi imprese con 250 addetti e oltre dove il valore aggiunto prodotto è pari a 259,6 milioni di euro e 527,7 milioni di euro.

Tabella 47: Valore aggiunto manifatturiero (sez. D ateco) ai prezzi base per dimensione di impresa e per province siciliane (milioni di euro correnti) – 2004 Piccole e Medie Imprese 250 addetti TOTALE % PMI Fino a 49 Da 50 a 249 e oltre Totale addetti addetti Agrigento 208,7 7,2 215,9 7,3 223,2 96,7 Caltanissetta 181,5 37,6 219,1 259,6 478,7 45,8 Catania 693,6 181,5 875,1 393,6 1,268,7 69,0 Enna 116,1 19,9 136,0 1,0 137,0 99,3 Messina 405,3 67,0 472,3 110,0 582,3 81,1 Palermo 637,8 104,6 742,4 234,3 976,7 76,0 Ragusa 314,6 35,0 349,7 22,9 372,6 93,9 Siracusa 229,6 117,9 347,4 527,7 875,1 39,7 Trapani 380,7 37,0 417,7 10,7 428,4 97,5 Sicilia 3.168,0 607,6 3.775,6 1.567,1 5.342,7 70,7 Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere-Tagliacarne – Camera di Commercio di Enna per la “VI Giornata dell’economia”

I dati sulle imprese attive, come dimostra la Tabella 48, sono disponibili per differenti sub– settori industriali. Come si può notare immediatamente il settore dell’estrazione dei minerali ha subìto una drastica riduzione in tutte le province siciliane tra il 2000 e il 2007, ad eccezione della provincia di Messina dove è cresciuto del 20,83%, della provincia di Ragusa dove l’incremento è stato del 13,33% ed infine della provincia di Trapani con un aumento del 15,73%. La provincia di Enna ha mostrato un consistente decremento pari a circa il 42,86% nel settore dell’estrazione di minerali mentre ha registrato un incremento delle imprese attive sia nel settore delle attività manifatturiere che in quello delle costruzioni. Tuttavia il settore della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica, gas ed acqua non ha subìto alcuna variazione. Se si osservano i dati a livello comunale, si nota che il comune di Enna

Parte Prima Pagina 87 non ha subìto diminuzioni delle imprese attive nel settore dell’estrazione di minerali, mentre ha registrato una variazione pari al 100% nel settore della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, gas ed acqua. Infine il settore delle costruzioni ha subìto un decremento pari a 6,89% delle imprese attive.

Tabella 48: Imprese attive nel settore industriale (sezioni ateco) per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità e var%) – 2000–2007 E. Prod e distrib C. Estrazione di D. attività energ elettr, gas e F. Costruzioni minerali Manifatturiere acqua 2007 Var % 2007 Var % 2007 Var % 2007 Var % PROVINCE Agrigento 29 -12,12 2773 0 15 -6,25 4156 15,99 Caltanissetta 112 -11,11 2209 3,22 9 0,00 2437 8,41 Enna 12 -42,86 1258 15,41 4 0,00 1648 14,52 Messina 58 20,83 5306 4,90 15 36,36 7045 20,10 Palermo 63 -5,97 8116 3,30 66 46,67 8440 14,91 Ragusa 17 13,33 2627 10,05 8 33,33 3519 32,94 Siracusa 28 -15,15 2760 9,18 18 80,00 3589 20,60 Catania 45 -21,05 9053 2,29 98 -7,55 9974 17,72 Trapani 103 15,73 3575 0,62 25 56,25 4319 26,55 Sicilia 438 -2,01 33191 5,01 175 37,80 40265 20,98 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 0 -1,00 272 -9,63 4 300,00 583 11,05 Caltanissetta 23 0,00 560 5,66 4 -82,61 549 2,81 Enna 1 0,00 214 22,29 2 100,00 284 -6,89 Messina 9 1,25 1634 -0,73 6 50,00 1787 16,57 Palermo 22 0,00 4277 1,78 34 54,55 3354 9,32 Ragusa 7 0,75 725 5,22 3 -25,00 815 17,60 Siracusa 1 -0,67 953 4,15 11 266,67 993 14,80 Catania 6 -40,00 3165 -0,38 31 -16,22 2213 4,04 Trapani 16 -0,11 606 1,51 2 -88,89 690 17,95 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

L’immagine monolitica e stereotipata di un Sud Italia povero e pigro si interrompe bruscamente in corrispondenza di alcune zone della Campania, oltre a quelle dell’Abruzzo, della Puglia, della Sicilia e della Basilicata, in cui si intravedono realtà produttive particolarmente dinamiche e vivaci. Queste realtà non si possono definire, indubbiamente, dei veri e propri distretti industriali, così come quelli del Nord-Est d’Italia. Si tratta, piuttosto, di sistemi locali caratterizzati dalla combinazione complessa di diversi tipi di imprese: ad una molteplicità di piccole e medie aziende si affiancano imprese di grandi dimensioni che catalizzano gli sforzi produttivi dell’intera zona. Le prime manifestano in genere una ricca cultura tecnico-professionale ed un “sapere” artigianale tramandato di generazione in generazione: nascono spesso da dinamiche di spin-off, sono generalmente subfornitrici o terziste, e quasi sempre risultano legate ai destini dell’azienda committente. Accanto ad esse, un limitato numero di imprese di servizi contribuisce a rafforzare un sistema di relazioni commerciali ancora debole e precario, che riguarda essenzialmente singoli settori produttivi.

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Dall’analisi della Figura 19, si può notare che nella regione Sibilai, l’ISTAT ha individuato solo due distretti ma in provincia di Messina e di Trapani. Sulla base del lavoro dell’Istituto per la Promozione Industriale (IPI) “L’esperienza italiana dei distretti industriali” del 2002, è possibile valutare altre fonti che hanno individuato differenti distretti industriali accanto alla mappa istituzionale. Tra queste fonti, due ricerche individuano dei distretti nella provincia di Enna. In primo luogo, il Censis ha individuato a in provincia di Enna un distretto della gomma e della plastica e in secondo luogo l’analisi di Gianfranco Viesti sui distretti del made in nel Mezzogiorno ha indicato un’area dell’abbigliamento della Sicilia Centrale distribuito tra la provincia di Enna e quella di Catania.

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Figura 19: Distretti industriali individuati dell’ISTAT nella regione Sicilia

Fonte: elaborazione su dati ISTAT – IPI "L’esperienza italiane dei distretti industriali" 2002

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4.4.2.3 Settore dei servizi

Nel periodo 2002–2005, il settore dei servizi nella regione Sicilia ha registrato un andamento negativo nei primi due anni e positivo nei successivi due anni. In particolare, la Tabella 49 mostra come le variazioni negative in percentuali sugli anni precedenti nel quadriennio 2002–2005 nella fase iniziale, il biennio 2002–2003, non siano mai al di sopra del 1,0%, e le variazioni positive nella fase successiva, il biennio 2004–2005, evidenzino una crescita iniziale contenuta, seguita da un più marcato segno positivo (+2,7%) nel 2005. A trainare l’incremento del 2005 sono soprattutto tre settori, i servizi pubblici e sociali (9,5%), la pubblica amministrazione (5,7%) e il settore dei servizi alle famiglie e alle imprese (4,1%). Questo ultimo settore, inoltre, rappresenta ben il 25,1% del valore aggiunto complessivo nel settore dei servizi, seguito rispettivamente dalla pubblica amministrazione (15,3%), dal commercio (15%) e dall’istruzione (11,5%). Relativamente poco importante, invece, è il contributo apportato da settori come l’intermediazione monetaria e finanziaria (4,2%) e il settore alberghiero e della ristorazione (3,7%).

Tabella 49: Valore aggiunto dei servizi per sub–settori (1) (milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000 e valori percentuali) per la regione Sicilia– 2002–2005 Valori Quota Var % sull’anno precedente SUB_SETTORI assoluti % 2002 2003 2004 2005 Commercio e riparazioni 7.154 15,0 -3,5 -5,9 2,1 -1,0 Alberghi e ristoranti 1.775 3,7 6,5 -8,4 2,7 2,3 Trasporti, magaz. e 4.722 9,9 -13,4 5,0 -0,6 1,9 comunicazioni Intermediazione monet. e 2.018 4,2 -3,4 -2,0 2,6 1,2 finanziaria Servizi vari a imprese e 11.948 25,1 4,1 -2,9 -2,5 4,1 famiglie (2) Pubblica amministrazione (3) 7.284 15,3 1,2 0,5 3,4 5,7 Istruzione 5.479 11,5 -0,2 -1,2 1,0 0,3 Sanità e altri servizi sociali 4.710 9,9 3,2 11,7 2,1 1,8 Altri servizi pubblici, sociali e 1.984 4,2 -7,3 -3,6 0,7 9,5 person. Servizi domest. presso fami. e 554 1,2 -3,1 -2,6 -0,2 -1,2 convi. Totale 47.664 100,0 -0,9 -0,9 0,7 2,7 Note: (1) Valore aggiunto ai prezzi base, al lordo dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati. - (2) Include attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali e imprenditoriali. - (3) Include anche difesa e assicurazioni sociali obbligatorie. Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

La Tabella 50 descrive la struttura imprenditoriale nei sub–settori del settore dei servizi, sia a livello provinciale che a livello di comuni. Si può notare immediatamente che il settore delle sanità e altri servizi sociali è quello che ha subìto il maggior incremento tra il 2000 e il 2007 in tutte le province siciliane, il maggior incremento si è registrato nella provincia di Agrigento con il 142,86% seguito dalla provincia di Palermo con il 96,65%. Anche a livello comunale, i dati confermano un forte incremento del settore sanitario e degli altri servizi sociali nel comune di Agrigento e Palermo. Se si osserva la provincia di Enna si nota che il settore dell’istruzione ha registrato un incremento leggermente maggiore di quello nel settore della sanità e degli altri servizi sociali (62,16% contro un 60,98%). Tuttavia, a livello comunale, il

Parte Prima Pagina 91 settore dell’istruzione ha conseguito un incremento decisamente superiore a quello della sanità e degli altri servizi sociali (140% contro un 81,82%)

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Tabella 50: Imprese attive nel settore dei servizi (sezioni ateco) per le province siciliane (unità e var%) – 2000–2007 G Comm ingr e K Attiv immob, I Trasporti, J Intermediaz N Sanità e dett-rip beni H Alberghi e noleggio, magazzinaggio monetaria e M Istruzione altri servizi perse per la ristoranti informat, e comunicaz finanziaria sociali casa ricerca Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % PROVINCE Agrigento 2000 10294 1191 943 359 936 82 105 2007 11203 8,83 1486 24,77 896 -4,98 478 33,15 1387 48,18 154 87,80 255 142,86 Caltanissetta 2000 6934 652 908 228 847 64 58 2007 7290 5,13 749 14,88 834 -8,15 295 29,39 1061 25,27 72 12,50 105 81,03 Enna 2000 3497 348 418 147 369 37 41 2007 3518 0,60 466 33,91 384 -8,13 194 31,97 544 47,43 60 62,16 66 60,98 Messina 2000 15763 1907 1739 752 1949 144 170 2007 17040 8,10 2215 16,15 1789 2,88 979 30,19 2790 43,15 244 69,44 289 70,00 Palermo 2000 27161 2099 2089 1145 3685 331 358 2007 30106 10,84 2734 30,25 2505 19,91 1576 37,64 5312 44,15 587 77,34 704 96,65 Ragusa 2000 7268 660 839 259 977 61 110 2007 8084 11,23 904 36,97 864 2,98 356 37,45 1462 49,64 91 49,18 192 74,55 Siracusa 2000 7934 834 707 358 1443 98 125 2007 8369 5,48 1107 32,73 744 5,23 484 35,20 1954 35,41 154 57,14 216 72,80 Teramo 2000 7153 1565 728 370 1430 64 96 2007 7595 6,18 1840 17,57 808 10,99 478 29,19 2324 62,52 65 1,56 134 39,58 Trapani 2000 10435 965 940 459 1344 110 214 2007 11147 6,82 1348 39,69 962 2,34 573 24,84 1963 46,06 183 66,36 266 24,30 Sicilia 2000 96439 10221 9311 4077 12980 991 1277 2007 104352 8,21 12849 25,71 9786 5,10 5413 32,77 18797 44,82 1610 62,46 2227 74,39 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Segue tabella precedente: Imprese attive nel settore dei servizi (sezioni ateco) per i comuni capoluogo siciliani (unità e var%) – 2000–2007 G Comm ingr e K Attiv immob, I Trasporti, J Intermediaz N Sanità e dett-rip beni H Alberghi e noleggio, magazzinaggio e monetaria e M Istruzione altri servizi perse per la ristoranti informat, comunicaz finanziaria sociali casa ricerca Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % Unità Var % COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 2000 1593 202 116 96 242 23 21 2007 1827 14,69 222 9,90 124 6,90 133 38,54 350 44,63 45 95,65 45 114,29 Caltanissetta 2000 2324 172 167 99 372 26 17 2007 2570 10,59 208 20,93 141 -15,57 111 12,12 475 27,69 25 -3,85 30 76,47 Enna 2000 597 68 67 53 128 10 11 2007 592 -0,84 76 11,76 67 0,00 74 39,62 186 45,31 24 140,00 20 81,82 Messina 2000 5688 421 468 370 918 62 76 2007 6044 6,26 441 4,75 543 16,03 440 18,92 1267 38,02 126 103,23 133 75,00 Palermo 2000 16343 1109 1216 800 2687 241 224 2007 18191 11,31 1367 23,26 1522 25,16 1045 30,63 3861 43,69 413 71,37 444 98,21 Ragusa 2000 1855 167 230 109 383 18 43 2007 1923 3,67 235 40,72 232 0,87 147 34,86 563 47,00 29 61,11 67 55,81 Siracusa 2000 2663 323 237 175 763 57 57 2007 2811 5,56 416 28,79 258 8,86 230 31,43 1075 40,89 94 64,91 83 45,61 Teramo 2000 1231 186 120 129 420 19 36 2007 1271 3,25 229 23,12 122 1,67 148 14,73 600 42,86 22 15,79 41 13,89 Trapani 2000 1956 184 130 108 357 24 53 2007 2073 5,98 263 42,93 165 26,92 142 31,48 468 31,09 31 29,17 61 15,09 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Tra i sub–settori del settore dei servizi, quattro sono quelli più rilevanti e sui quali è importante soffermarsi nei paragrafi seguenti: il settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria ovvero il settore bancario, il settore alberghiero e dei ristoranti, più in generale il settore turistico, il settore della sanità e degli altri servizi sociali, ed infine il settore dell’istruzione e dell’innovazione e della ricerca strettamente collegati tra loro.

4.4.3 Settore Bancario e Creditizio

Il sistema creditizio di un territorio, rappresentando l’istituzione in cui si incontrano i risparmiatori e gli investitori, ha da sempre avuto un ruolo centrale nel buon funzionamento dell’economia, in quanto rappresenta un settore che, con le proprie azioni ed iniziative, ha una diretta influenza tanto sulla crescita dimensionale del sistema economico locale, quanto sulla direzione intrapresa dallo sviluppo locale. Per questo motivo, analizzando la struttura imprenditoriale delle aziende di credito su base territoriale si avrà un quadro generale degli intermediari finanziari presenti sul territorio. L’analisi, quindi, viene sviluppata in primo luogo delineando la struttura del sistema bancario al livello aggregato e disaggregato, soffermandosi sul numero degli sportelli a livello comunale. In secondo luogo vengono descritti gli impieghi o prestiti e i depositi o raccolta. Infine viene analizzata la rischiosità del sistema creditizio.

4.4.3.1 Struttura del sistema bancario

Dal “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno” si deduce che la presenza delle banche nel Mezzogiorno dal 1998 al 2007 è diminuita fino al 2003, successivamente ha ripreso ad aumentare fino ad arrivare nel 2007 a 228 istituti con almeno uno sportello, di cui 155 con sede in una delle regioni dell’area meridionale, e tra questi 18 sono istituti che fanno parte di un gruppo del Centro–Nord. Nella Tabella 51, oltre al numero di banche viene riportato il numero degli sportelli. Dal 1998, gli sportelli bancari sono cresciuti costantemente fino a raggiungere il numero di 7162 unità. Il tasso di crescita, tra il 2006 e il 2007, è stato pari a 2,1% ed è superiore al tasso che si è realizzato tra il 2005 e il 2006 (1,7%), mostrando così un certo dinamismo in questo settore.

Tabella 51: Struttura del sistema bancario meridionale ( unità ) – 1998–2007 Banche Sportelli operativi di cui: con sede nel di cui: di banche con sede nel Anni Mezzogiorno Mezzogiorno Totale Totale di cui: in gruppi del di cui: in gruppi del Totale Totale Centro-Nord Centro-Nord 1998 275 235 27 6.054 3.885 1.539 1999 250 205 25 6.173 3.788 2.091 2000 233 184 26 6.347 3.666 2.082 2001 221 168 26 6.549 3.638 2.471 2002 215 156 20 6.650 2.874 1.748 2003 209 146 20 6.691 3.602 2.470 2004 210 146 20 6.808 3.668 2.503 2005 211 146 20 6.897 3.747 2.549

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2006 217 148 19 7.015 3.790 2.551 2007 228 155 18 7.162 3.834 2.540 Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Archivi anagrafici degli intermediari – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”

Per quanto riguarda la struttura del sistema finanziario nella regione Sicilia, così come descritto nel rapporto “L’economia della Sicilia nel 2007” della Banca d’Italia, la Tabella 52 mostra come alla fine del 2007 le banche operative in regione erano 79 di cui 39 con sede legale in Sicilia; l’incremento di 3 unità rispetto al 2005 è dovuto all’incremento delle banche popolari (+1) e delle banche di credito cooperativo (+2), grazie alle due neo–costituite BCC Luigi Sturzo di Caltagirone, in provincia di Catania, e BCC Banca di Siracusa. Permane l’assenza assoluta di filiali di banche estere e di società di intermediazione mobiliare (SIM) con sede in regione. Inoltre, diminuisce di un’unità il numero dei comuni serviti da banche e resta di scarso rilievo la presenza di società di gestione del risparmio (SGR) e di società a capitale variabile (SICAV) così come di società finanziarie. A ottobre del 2007 la Banca d’Italia ha autorizzato la Cape Regione Siciliana SGR SpA, con sede a Palermo, all’esercizio dell’attività di gestione collettiva del risparmio. Nella compagine sociale di questo intermediario, la cui costituzione era stata promossa dalla Regione Siciliana in applicazione dell’art. 13 della legge regionale 23 dicembre 2002, n. 23, figura, oltre allo stesso ente territoriale (con il 49 per cento), l’operatore di private equity Cape SpA (51 per cento) selezionato mediante un avviso pubblico. La SGR ha istituito un fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso riservato a investitori istituzionali, denominato Cape Regione Siciliana. Gli investimenti saranno effettuati esclusivamente nel capitale di imprese con sede legale in Sicilia con elevato potenziale di successo o in fase di avvio, con esclusione delle società a partecipazione pubblica o che necessitano di risanamento. Infine, aumenta il numero degli sportelli operativi, con un incremento pari al 2,4%. L’incremento è dovuto per un terzo alle banche con sede in regione e per due terzi alle banche con sede in altre regioni. La rete commerciale delle banche comprende anche 151 negozi finanziari e 2.122 ATM.

Tabella 52: Struttura del sistema bancario della regione Sicilia (dati di fine periodo, in unità) – 2005–2007 2005 2006 2007 Banche in attività 70 75 79 di cui con sede in regione: 36 37 39 banche spa (1) 5 5 5 banche popolari 2 3 3 banche di credito cooperativo 29 29 31 filiali di banche estere 0 0 0 Sportelli operativi 1.729 1.746 1.788 di cui di banche con sede in regione 914 914 925 Comuni serviti da banche 338 338 337 ATM 1.931 2.026 2.122 Società di intermediazione mobiliare (3) – – –

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Società di gestione del risparmio e Sicav – – 1 (3) Società finanziarie iscritte nell’elenco ex – 2 1 art. 107 del Testo Unico Bancario (3) Note: (1) Inclusi gli istituti centrali di categoria e di rifinanziamento – (2) Dal 2004 il numero dei POS comprende anche quelli segnalati dalle società finanziarie – (3) Con sede in regione Fonte: elaborazione su dati archivi anagrafici degli intermediari – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

La Figura 20 conferma che dal 2000 fino al 2007 si è verificato un costante aumento del numero dei clienti che utilizzano il collegamento telematico per l’accesso ai servizi bancari: il numero delle utenze home e corporate banking alla fine del 2007 aveva superato le 720 mila unità a fronte di un numero di conti correnti di poco inferiore a 2,1 milioni. Tuttavia, anche se si è riscontrato un notevole sviluppo della diffusione dei servizi bancari telematici in Sicilia, il divario con il resto del Paese rimane ancora ampio: alla fine del 2007 in regione risultavano attive 144 utenze ogni mille abitanti, a fronte di 233 in Italia.

Figura 20: Servizi bancari telematici (consistenze di fine periodo in migliaia) – 2000–2007

Fonte: elaborazione su dati archivi anagrafici degli intermediari – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”.

Il settore creditizio ha registrato un buon andamento di crescita tra il 2000 e il 2007 in quasi tutte le province siciliane, dimostrato dalla dinamica dell’apertura/chiusura degli sportelli bancari analizzata nella Tabella 53 che mostra come la crescita della struttura del sistema bancaria abbia avuto negli ultimi dieci anni un trend tendenzialmente positivo. Nella provincia di Enna anche se non si è verificata alcuna variazione tra il 1997 e il 2000, tra il 2000 e il 2007 si è registrato invece un tasso di incremento pari all' 8,06% in linea con il tasso di crescita del numero degli sportelli nell’intera regione Sicilia. Se invece si osservano i dati a livello comunale, l’incremento nel comune di Enna tra il 2000 e il 2007 ha raggiunto il valore del 14,29% con un incremento degli sportelli da 14 a 16.

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Tabella 53: Numero di sportelli e per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità e var %) – 1997–2007 Var % 1997– Var % 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 173 171 169 -1,16 -1,17 Caltanissetta 86 90 99 4,65 10,00 Catania 324 328 373 1,23 13,72 Enna 62 62 67 0,00 8,06 Messina 221 224 234 1,36 4,46 Palermo 358 378 418 5,59 10,58 Ragusa 99 104 126 5,05 21,15 Siracusa 112 111 127 -0,89 14,41 Trapani 167 172 174 2,99 1,16 Sicilia 1602 1640 1787 2,37 8,96 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 28 29 30 3,57 3,45 Caltanissetta 23 23 25 0,00 8,70 Catania 121 127 144 4,96 13,39 Enna 14 14 16 0,00 14,29 Messina 70 71 78 1,43 9,86 Palermo 180 198 236 10,00 19,19 Ragusa 27 30 35 11,11 16,67 Siracusa 41 43 46 4,88 6,98 Trapani 36 36 36 0,00 0,00 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

4.4.3.2 Impieghi bancari

L’analisi del settore creditizio include l’analisi degli indicatori degli impieghi bancari 4, che possono in modo molto generale rappresentare il livello di investimenti da parte di imprese finanziarie e non finanziarie, della Pubblica Amministrazione e delle famiglie. Gli impieghi bancari, infatti, possono rappresentare la capacità del sistema economico di utilizzare le risorse finanziarie per scopi produttivi, in altre parole possono indicare il livello di fiducia del sistema creditizio locale nei confronti della struttura produttiva locale. Nel mezzogiorno, i prestiti bancari erogati ai residenti sono cresciuti ad un ritmo sostenuto fino al 2006 (vedi Figura 21). Nel 2007, si è verificato un rallentamento del tasso di crescita dei prestiti, passando da 13,9% tra il 2005 e il 2006 a 9,4% tra il 2006 e il 2007. Il tasso di crescita dei prestiti nel meridione è quindi risultato inferiore a quello del Centro–Nord, che è pari al 10%. Il principale motivo di questo rallentamento è dovuto alla diminuzione dei prestiti alle famiglie e alle imprese. In particolare, il tasso di crescita dei prestiti alle imprese del Mezzogiorno è passato dal 18,1% del 2006 al 10% del 2007. Questo rallentamento è causato dalla riduzione di credito al settore dei servizi, mentre il prestito all’industria

4 Gli impieghi bancari consistono nei finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari. L’aggregato comprende: rischio di portafoglio, scoperti di conto corrente, finanziamenti per anticipi, mutui, anticipazioni non regolate in conto corrente, riporti, sovvenzioni diverse non regolate in conto corrente, prestiti su pegno, prestiti contro cessioni di stipendio, cessioni di credito, impieghi con fondi di terzi in amministrazione, altri investimenti finanziari, sofferenze, effetti insoluti e al protesto di proprietà. L’aggregato è al netto degli interessi e delle operazioni pronti contro termine. Le informazioni presentate sono rilevate per localizzazione degli sportelli.

Parte Prima Pagina 98 manifatturiera e al settore delle costruzioni ha continuato a crescere anche in misura superiore alle altre regioni (vedi Tabella 54).

Figura 21: Prestiti bancari per ripartizione territoriale (a) (b) ( variazioni % ) – 2003–2007

Note: (a) Sono escluse le sofferenze e i pronti contro termine. – (b) Sono escluse le segnalazioni della Cassa depositi e prestiti S.p.a. e di Poste S.p.a. Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Segnalazioni di vigilanza. Dati di fine trimestre riferiti alla residenza della controparte – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

Tabella 54: Prestiti per settore di attività economica (a) (b) per macro–ripartizioni ( milioni di euro e variazioni % ) – 2007 Mezzogiorno Centro-Nord Italia Settore 2007 Var. % 2007 Var. % 2007 Var. % Amministrazioni pubbliche 8.128 -0,2 50.178 5,7 58.305 4,8 Società finanziarie e 3.672 -7,0 164.026 5,5 167.698 5,2 Societàassicurative non finanziarie (1) 96.936 10,7 682.726 13,0 779.662 12,7 di cui: con meno di 20 addetti 11.820 9,7 69.899 6,7 81.719 7,1 (c) Famiglie 99.333 9,7 348.154 7,7 447.487 8,1 di cui: Produttrici (2) (d) 19.552 6,6 63.638 5,1 83.189 5,5 Consumatrici 79.781 10,5 284.517 8,3 364.298 8,7 Imprese (1+2) 116.487 10,0 746.363 12,3 862.850 12,0 di cui: Industria manifatturiera 26.395 7,2 200.994 6,8 227.389 6,8 Costruzioni 19.780 18,5 95.577 13,5 115.357 14,3 Servizi 58.827 9,6 379.362 10,8 438.189 10,7 Totale 208.069 9,4 1.245.980 10,0 1.453.152 10,0 Note: (a) dati sui prestiti escludono i pronti contro termine e le sofferenze. Le variazioni sono calcolate senza tenere conto degli effetti di riclassificazioni, variazioni del cambio e altre variazioni non derivanti da transazioni. – (b) Sono escluse le segnalazioni della Cassa depositi e prestiti S.p.a. e di Poste S.p.a. – (c) Società in accomandita semplice e in nome collettivo con numero di addetti inferiore a 20. Società semplici, società di fatto e imprese individuali con numero di addetti superiore a 5 e inferiore a 20. – (d) Società semplici, società di fatto e imprese individuali fino a 5 addetti. Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Segnalazioni di vigilanza. Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

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Il tasso di crescita dei prestiti, erogati dalle banche e dalle società finanziarie verso le famiglie, si è ridotto passando dal 16,1% del 2006 al 12,9% del 2007, mantenendosi in ogni caso più elevato rispetto al livello del Centro–Nord (9,6%). La distinzione dei prestiti, riportata nella Tabella 55, evidenzia come il credito al consumo abbia mostrato un’espansione anche maggiore dei mutui, rispettivamente del 13,8% e dell' 11,6%. Dato che il tasso di crescita del credito al consumo nel Sud d’Italia è identico al quello del Centro– Nord, la maggiore crescita in totale dei prestiti erogati è dovuta ai mutui. Nel 2007, la maggiore onerosità nell’acquisto di un’abitazione, a causa dell’incremento sia dei tassi di interesse sia del prezzo delle case, è stata il principale motivo della crescita dei mutui.

Tabella 55: Prestiti alle famiglie per forma tecnica (a) (b) per ripartizioni geografiche (variazioni % e consistenze di fine anno in milioni di euro ) – 2007 Mezzogiorno Centro-Nord Italia Voci Consistenze Consistenze Consistenze Var. % Var. % Var. % 2007 2007 2007 Mutui 48.727 11,6 194.428 8,3 243.155 8,9 Credito al consumo 36.527 13,8 60.517 13,8 97.044 13,8 di cui: Banche 18.463 5,5 31.327 5,3 49.790 5,4 Finanziarie 18.047 23,7 29.207 24,5 47.254 24,2 Altri crediti 9.317 12,9 53.776 10,8 63.093 11,1 Totale 96.307 12,9 306.985 9,6 403.292 10,4 Note: (a) I dati sui prestiti non includono le sofferenze. – (b) Sono escluse le segnalazioni della Cassa depositi e prestiti Spa. e di Poste Spa. Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Segnalazioni statistiche di vigilanza. Dati riferiti alla residenza della controparte – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

La Tabella 56, elaborata nel rapporto “L’economia della Sicilia nel 2007” dalla Banca d’Italia, riporta la composizione delle attività e passività delle famiglie siciliane, evidenziando dati in linea con quelli per il Mezzogiorno ma in controtendenza con il dato nazionale. Nel 2006 la ricchezza finanziaria netta delle famiglie siciliane, calcolata come differenza tra le attività e le passività finanziarie, era pari a 1,3 volte il PIL regionale; il valore relativo al Meridione è 1,5 quello nazionale 2,0. Le attività finanziarie lorde pro capite ammontavano a 29,2 migliaia di euro, quasi il 10 per cento in meno della media del Mezzogiorno; il dato nazionale è più che doppio. La composizione percentuale tra i principali strumenti della regione Sicilia e del Mezzogiorno risulta essere molto simile. Infatti, da un lato le attività più liquide quali i biglietti e monete e i depositi bancari e risparmio postale hanno un maggior peso pari al 37,8% rispetto al dato nazionale pari a 25,3%, dall’altro gli strumenti più rischiosi quali i titoli azionari costituiscono solo l’11,4% del portafoglio detenuto dalle famiglie siciliane quasi la metà del corrispondente valore medio italiano. Per quanto riguarda le passività finanziarie, si conferma una sostanziale similitudine tra la regione Sicilia e il Mezzogiorno rispetto ai dati complessivi dell’Italia. Infatti, le famiglie siciliane sono maggiormente indebitate (circa il 22%) attraverso lo strumento del credito al consumo, la cui incidenza è quasi raddoppiata rispetto al 2000; mentre una quota minore del passivo delle famiglie è rappresentato dai mutui per l’acquisto delle abitazioni (29,6%), valore in linea col dato meridionale ma inferiore di quasi 10 punti a quello medio del Paese, legato al fatto che i prezzi delle case sono decisamente inferiori a quelli del Centro–Nord.

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Tabella 56: Composizione delle attività e passività delle famiglie siciliane (1) ( valori % ) – 2006 Voci Sicilia Mezzogiorno Italia Attività finanziarie Biglietti e monete 3,1 2,9 2,2 Depositi bancari e 34,7 37,2 23,1 risparmio postale Titoli e obbligazioni 13,0 11,2 14,7 italiane Titoli azionari 11,4 11,8 22,6 Passività finanziarie Credito al consumo 22,0 19,6 12,4 Mutui per acquisti 29,6 30,2 39,2 abitazioni Note: (1) La somma delle voci riportate, sia per le attività sia per le passività finanziarie, è inferiore a 100 poiché nella tavola sono presenti soltanto le voci principali. Fonte: elaborazione su dati tratti dai Conti finanziari – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”

Nella Tabella 57, viene evidenziato come, nella provincia di Enna, i prestiti siano cresciuti raggiungendo il livello di 808,72 milioni di euro nel 2007. La variazione percentuale tra il 2000 e il 2007 è stata pari al 48,60% che è maggiore di quella realizzata tra il 1997 e il 2000 (34,45%). Questo trend positivo in entrambi i periodi considerati è dissimile da quello registrato nelle altre province che hanno mostrato un valore del tasso di crescita consistente solo nel secondo periodo, come per esempio la provincia di Catania che ha registrato nel primo periodo solo il 3,06% contro un 98,95% nel secondo periodo. I dati a livello comunale confermano sostanzialmente un trend positivo degli impieghi nel comune di Enna abbastanza sostenuto in entrambi i periodi, mentre alcuni comuni come quello di Catania, Messina e Palermo hanno registrato un tasso di crescita negativo tra il 1997 e il 2000.

Tabella 57: Impieghi bancari per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 Var % 1997– Var % 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 1465,85 1587,86 2490,71 8,32 56,86 Caltanissetta 898,77 1068,73 1673,26 18,91 56,57 Catania 4980,45 5133,03 10212,16 3,06 98,95 Enna 404,78 544,22 808,72 34,45 48,60 Messina 2907,22 2821,03 4391,5 -2,96 55,67 Palermo 8336,69 8275,99 10873,87 -0,73 31,39 Ragusa 1512,26 1834,67 3515,29 21,32 91,60 Siracusa 1626,71 1872,18 3157,33 15,09 68,64 Trapani 1947,86 2314,72 3639,53 18,83 57,23 Sicilia 24080,59 25452,43 40762,37 5,70 60,15 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 554,74 607,48 1040,7 9,51 71,31 Caltanissetta 539,26 616,33 807,18 14,29 30,97 Catania 3634,2 3613,54 6957,82 -0,57 92,55 Enna 227,5 286,48 395,09 25,93 37,91 Messina 2140,93 1989,94 3062,79 -7,05 53,91

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Palermo 7434,13 7254,26 9285,96 -2,42 28,01 Ragusa 720,86 876,18 1563,29 21,55 78,42 Siracusa 1045,36 1244,12 1934,33 19,01 55,48 Trapani 618,59 782,75 1126,15 26,54 43,87 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Il rapporto tra impieghi e il numero degli sportelli, come presentato nella Tabella 58, viene riportato sia in valori assoluti che in variazioni percentuali dei periodi tra il 1997 e il 2000 e il 2000 e il 2007. Nella provincia di Enna, si registra il rapporto minore in tutti gli anni considerati rispetto alle altre province siciliane, anche se in termini di variazioni si è generato un tasso di crescita del 34,46% tra il 1997 e il 2000 e il 37,47% tra il 2000 e il 2007. I dati a livello comunale confermano che il comune di Enna ha il minore rapporto tra impieghi e sportelli, riaffermando che l’area oggetto dell’indagine mostra un certo ritardo nello sviluppo del settore bancario.

Tabella 58: Impieghi in rapporto agli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 var % 1997– Var % 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 8,47 9,29 14,74 9,68 58,67 Caltanissetta 10,45 11,87 16,9 13,59 42,38 Catania 15,37 15,65 27,38 1,82 74,95 Enna 6,53 8,78 12,07 34,46 37,47 Messina 13,15 12,59 18,77 -4,26 49,09 Palermo 23,29 21,89 26,01 -6,01 18,82 Ragusa 15,28 17,64 27,9 15,45 58,16 Siracusa 14,52 16,87 24,86 16,18 47,36 Trapani 11,66 13,46 20,92 15,44 55,42 Sicilia 15,03 15,52 22,81 3,25 46,98 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 19,81 20,95 34,69 5,75 65,58 Caltanissetta 23,45 26,8 32,29 14,29 20,49 Catania 30,03 28,45 48,32 -5,26 69,84 Enna 16,25 20,46 24,69 25,91 20,67 Messina 30,58 28,03 39,27 -8,34 40,10 Palermo 41,3 36,64 39,35 -11,28 7,40 Ragusa 26,7 29,21 44,67 9,40 52,93 Siracusa 25,5 28,93 42,05 13,45 45,35 Trapani 17,18 21,74 31,28 26,54 43,88 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

4.4.3.3 Depositi bancari

Nel 2007, la raccolta diretta delle banche nel Mezzogiorno è lievemente aumentata del 4,6% rispetto al 2006 (4%) ma è comunque inferiore alla raccolta del Centro–Nord (6,4%). Il contributo all’incremento della raccolta proviene principalmente dall’espansione dei pronti contro termine. I depositi hanno rallentato passando dal 4,8% nel 2006 al 3,8% nel 2007,

Parte Prima Pagina 102 confermando la maggiore attrattività dei rendimenti dei titoli a breve termine rispetto al detenere le attività in forma liquida (vedi Tabella 59).

Tabella 59: Raccolta bancaria per forma tecnica (a) per ripartizioni geografiche dell’Italia (milioni di euro e variazioni percentuali sui dodici mesi ) – 2007 Mezzogiorno Centro-Nord Italia Settore 2007 Var. % 2007 Var. % 2007 Var. % Depositi 160.424 3,8 693.115 4,0 853.539 4,0 di cui: conti correnti (b) 109.213 2,5 519.888 3,1 629.101 3,0 pronti contro termine (b) 14.558 33,2 90.673 9,4 105.231 12,1 Obbligazioni (c) (d) 39.334 8,1 299.191 12,3 338.525 11,8 Totale 199.758 4,6 992.306 6,4 1.192.064 6,1 Note: (a) Sono escluse le segnalazioni della Cassa depositi e prestiti Spa e di Poste Spa. – (b) Esclusi quelli delle Amministrazioni pubbliche centrali. – (c) Dati al valore nominale desunti dalle informazioni sui titoli di terzi in deposito presso le banche. Sono escluse le obbligazioni depositate dalle banche e dalle altre istituzioni finanziarie monetarie. Il dato relativo all'Italia non coincide con quello del sistema bancario nazionale nel suo complesso in quanto non comprende le emissioni effettuate sull'euromercato. – (d) Il dato del Centro Italia include obbligazioni in precedenza depositate presso la Monte Titoli Spa. e immesse nel sistema bancario nel 2007. Correggendo per tale importo, il tasso di crescita delle obbligazioni risulta rispettivamente pari a 8,9 e 8,8% al Centro-Nord e in Italia; quello del totale della raccolta bancaria, per le rispettive aree, risulta pari a 5,4 e 5,3%. Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Segnalazioni di vigilanza – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”. Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte.

Nel 2007, la raccolta bancaria da clientela residente è cresciuta del 2,3% allo stesso ritmo dell’anno precedente, come mostrato nella Tabella 60. L’incremento dei depositi delle famiglie consumatrici è stato dell’1,3% nel 2007 valore decisamente inferiore rispetto a quello del 2006 (2,6%). L’aumento dei tassi d’interesse ha contribuito al rallentamento della crescita dei conti correnti e alla rapida accelerazione dei pronti contro termine. Come sottolineato nel rapporto della Banca d’Italia, confrontando la composizione della raccolta bancaria presso le famiglie alla fine del 2000 con quella del 2007, si osserva che il peso dei depositi in conto corrente e dei pronti contro termine è fortemente aumentato (rispettivamente dal 31,2 al 46,5 per cento e dal 3,9 al 6,3) a scapito delle obbligazioni bancarie e delle altre forme di deposito (certificati di deposito, buoni fruttiferi e depositi a risparmio), così come confermato dalla variazione tra il 2006 e il 2007 rispettivamente del 1,7% e del 68,9% per le famiglie consumatrici.

Tabella 60: Raccolta bancaria per forma tecnica (1) ( variazioni % sul periodo precedente ) per la regione Sicilia – 2005–2007 Depositi di cui: (2) Obbligazioni PERIODI Pronti contro Totale Totale Conti correnti (3) termine Famiglie consumatrici 2005 2,9 6,3 15,9 –10,8 –1,2 2006 4,8 5,5 41,7 –3,4 2,6 2007 2,4 1,7 68,9 –2,2 1,3 Famiglie consumatrici, imprese ed enti territoriali 2005 7,1 11,4 14,7 –10,7 2,5 2006 4,0 3,8 45,0 3,4 2,3 2007 3,2 2,0 61,6 –1,2 2,3 Note: (1) Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte. – (2) Esclusi quelli delle Amministrazioni pubbliche centrali. – (3) Dati desunti dalle informazioni sui titoli di terzi in deposito presso le banche.

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Fonte: elaborazione su dati archivi anagrafici degli intermediari – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”

L’entità dei depositi bancari in relazione alla localizzazione degli sportelli per i comuni e le province siciliane mostra, nella Tabella 61, come la variazione percentuale nel periodo 2000–2007 sia stata sostanzialmente maggiore e sempre positiva nei confronti del periodo 1997–2000, per tutte le province e i comuni siciliani. Considerando la provincia e il comune di Enna si nota che questo ultimo ha registrato un maggiore tasso di crescita dei depositi rispetto alla provincia (34,47% rispetto al 26, 86%) nel periodo tra il 2000 e il 2007. Inoltre è importante sottolineare che nel periodo tra il 1997 e il 2000 quasi tutti i comuni e le province siciliane mostravano un tasso negativo di raccolta dei fondi da parte delle istituzioni finanziarie, con l’eccezione a livello comunale di Siracusa (5,17%) e Catania (5,3%).

Tabella 61: Depositi bancari comunali per localizzazione degli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 Var % 1997– Var % 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 2139,95 1868,49 2107,56 -12,69 12,79 Caltanissetta 1433,42 1338,51 1626,54 -6,62 21,52 Catania 4267,2 4246,22 6593,49 -0,49 55,28 Enna 527,99 489,37 620,82 -7,31 26,86 Messina 2317,43 2206,35 3014,8 -4,79 36,64 Palermo 6038,8 5702,47 8632,47 -5,57 51,38 Ragusa 1457,47 1362,5 2027,31 -6,52 48,79 Siracusa 1462,38 1493,22 2191,64 2,11 46,77 Trapani 2078,68 2029,26 2420,77 -2,38 19,29 Sicilia 21723,32 20736,39 29235,4 -4,54 40,99 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 383,48 354,85 491,06 -7,47 38,39 Caltanissetta 405,81 392,93 538,72 -3,17 37,10 Catania 2331,7 2455,37 3860,54 5,30 57,23 Enna 169,31 161,64 217,35 -4,53 34,47 Messina 1422,39 1333,76 1887,27 -6,23 41,50 Palermo 4981,9 4673,86 7254,66 -6,18 55,22 Ragusa 490,61 454,43 700,74 -7,37 54,20 Siracusa 603,21 634,4 986,55 5,17 55,51 Trapani 510,95 475,57 638,34 -6,92 34,23 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

La Tabella 62, mostra l’entità dei depositi in rapporto agli sportelli e le variazioni nei due periodi considerati. Anche in questo caso, se si esclude la percentuale negativa del periodo 1997–2000, i dati sui comuni e sulle province siciliane mostrano un trend di variazione complessivamente positivo, e quasi speculare a quello mostrato nella tabella precedente. In termini assoluti, nella provincia di Enna nel 2007 si raccolgono depositi per 9,27 milioni di euro, un valore decisamente basso in confronto alle altre province, confermando una non– vivacità nel territorio. Anche a livello comunale, Enna risulta essere il comune in cui si raccoglie in rapporto agli sportelli la minore quantità 13,58 milioni di euro.

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Tabella 62: Depositi in rapporto agli sportelli per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 var % 1997– Var % 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 12,37 10,93 12,47 -11,64 14,09 Caltanissetta 16,67 14,87 16,43 -10,80 10,49 Catania 13,17 12,95 17,68 -1,67 36,53 Enna 8,52 7,89 9,27 -7,39 17,49 Messina 10,49 9,85 12,88 -6,10 30,76 Palermo 16,87 15,09 20,65 -10,55 36,85 Ragusa 14,72 13,1 16,09 -11,01 22,82 Siracusa 13,06 13,45 17,26 2,99 28,33 Trapani 12,45 11,8 13,91 -5,22 17,88 Sicilia 13,56 12,64 16,36 -6,75 29,39 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 13,7 12,24 16,37 -10,66 33,74 Caltanissetta 17,64 17,08 21,55 -3,17 26,17 Catania 19,27 19,33 26,81 0,31 38,70 Enna 12,09 11,55 13,58 -4,47 17,58 Messina 20,32 18,79 24,2 -7,53 28,79 Palermo 27,68 23,61 30,74 -14,70 30,20 Ragusa 18,17 15,15 20,02 -16,62 32,15 Siracusa 14,71 14,75 21,45 0,27 45,42 Trapani 14,19 13,21 17,73 -6,91 34,22 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

4.4.3.4 Rischiosità del sistema bancario

Al fine di rilevare la rischiosità del sistema bancario, viene considerato il rapporto tra il flusso annuale di sofferenze rettificate e gli impieghi vivi per le tre principali ripartizioni geografiche. Nella Tabella 63, si mostra come la rischiosità dei prestiti sia rimasta su livelli contenuti ed anzi sia diminuita. Il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è diminuito nel Mezzogiorno passando dal 1,5% del 2006 al 1,3% del 2007. Lo stesso andamento è mostrato sia dal Centro–Nord sia dall’Italia, anche se la diminuzione è stata trascurabile in quanto l’indice di rischiosità era già ad un livello minore rispetto a quello del Sud d’Italia. Nel Mezzogiorno, la flessione della rischiosità è legata prevalentemente ai prestiti alle imprese del settore dei servizi. Il rapporto, infatti, è passato dal 2% nel 2006 all' 1,7% nel 2007 per le imprese e dal 1,9% nel 2006 all' 1,4% nel 2007 per il settore dei servizi. Tuttavia, la rischiosità delle imprese meridionali rimane più alta rispetto alle imprese del Centro–Nord, dove l’indicatore è pari all’0,9% nel 2007.

Tabella 63: Rapporto fra flusso di nuove sofferenze e impieghi vivi (a) per ripartizioni geografiche (valori %) – 2006–2007 Mezzogiorno Centro-Nord Italia Settori 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Famiglie 1,0 1,0 0,7 0,8 0,8 0,8 Imprese 2,0 1,7 1,0 0,9 1,1 1,0 di cui: Industria 2,4 2,5 1,2 1,1 1,3 1,2 manifatturiera

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Costruzioni 1,7 1,9 1,2 1,1 1,3 1,2 Servizi 1,9 1,4 0,9 0,8 1,1 0,9 Totale 1,5 1,3 0,8 0,7 0,9 0,8 Nota: (a) Rapporto fra flusso annuale di sofferenze rettificate e impieghi vivi, al netto delle sofferenze rettificate, dell'anno precedente. Fonte: elaborazione su dati Banca d'Italia, Centrale dei rischi e segnalazioni di vigilanza. Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte – SVIMEZ “Rapporto SVIMEZ 2008 sull’economia del mezzogiorno”.

Per quanto riguarda la situazione della rischiosità del credito nella regione Sicilia, nel 2007 sono stati classificati tra le sofferenze prestiti riferiti a clientela siciliana per un ammontare complessivo pari a 546 milioni di euro (535 milioni nel 2006). La loro incidenza sugli impieghi vivi all’inizio dell’anno è stata dell’1,27 per cento, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente (1,44). Dalla Tabella 64 si può notare che la riduzione delle sofferenze in rapporto ai prestiti nel 2007 rispetto all’anno precedente si è verificata per tutti i principali settori economici, in particolare, la maggiore riduzione si è verificata nel settore delle costruzioni e per le famiglie produttrici ovvero le società semplici, società di fatto e imprese individuali fino a 5 addetti. L’ammontare dei prestiti bancari in sofferenza verso clientela siciliana alla fine del 2007 è risultato in diminuzione del 14,6 per cento rispetto a dodici mesi prima e la loro incidenza sui prestiti, confermando una tendenza in atto dalla fine degli anni novanta, è scesa dall’8,3 al 6,5 per cento, soprattutto per effetto di rilevanti operazioni di cessione a intermediati specializzati nella gestione delle partite anomale. Il fenomeno delle cessioni ha ripreso vigore nell’ultimo triennio. Sulla base delle segnalazioni che le banche e le società finanziarie inviano alla Centrale dei rischi, nel periodo 2000-07 in Sicilia sono stati ceduti soprattutto prestiti in sofferenza (oltre il 60 per cento dell’ammontare) mentre in Italia sono risultati prevalenti i crediti in bonis (quasi tre quarti del totale delle cessioni). Infine, i finanziamenti concessi a clienti in temporanea difficoltà (incagli), dopo la riduzione del 2006, sono tornati ad aumentare, seppure con tassi di crescita inferiori a quelli del totale dei crediti; l’aumento è stato più rapido in particolare per le imprese individuali del settore dei servizi.

Tabella 64: Prestiti e sofferenze delle banche per settore di attività economica (1) per la regione Sicilia (consistenze di fine periodo in milioni di euro e valori %) – 2005– 2007 Prestiti (2) Sofferenze in rapporto ai prestiti (3) SETTORI 2005 2006 2007 2005 2006 2007 Amministrazioni 1.667 2.030 2.008 0,0 0,0 0,0 pubbliche Società finanziarie e 110 372 373 44,4 18,8 18,5 assicurative Società non 14.870 17.613 19.703 10,1 8,5 6,7 finanziarie (a) di cui: con meno 1.930 2.140 2.323 14,7 13,5 11,2 di 20 addetti (4) Famiglie 4.123 4.560 4.956 19,9 17,2 13,3 produttrici (b) (5) Famiglie 16.574 18.559 20.589 8,0 6,1 4,9 consumatrici Imprese (a+b) 18.993 22.173 24.658 12,4 10,5 8,1

Parte Prima Pagina 106 di cui: industria 2.997 3.310 3.564 13,5 11,8 10,0 manifatturiera costruzioni 2.746 3.269 3.884 18,7 15,6 10,8 servizi 10.468 12.384 14.180 10,8 8,9 6,5 Totale 37.345 43.134 47.629 10,2 8,3 6,5 Note: (1) Dati riferiti alla residenza della controparte. (2) I dati sui prestiti escludono i pronti contro termine e le sofferenze. (3) Il denominatore comprende anche i prestiti in sofferenza. (4) Società in accomandita semplice e in nome collettivo con numero di addetti inferiore a 20. Società semplici, di fatto e imprese individuali con numero di addetti superiore a 5 e inferiore a 20. (5) Società semplici, società di fatto e imprese individuali fino a 5 addetti. Fonte: Elaborazione su dati archivi anagrafici degli intermediari – Banca d'Italia “L’economia della Sicilia nell’anno 2007”

A causa della mancanza di dati a livello disaggregato sulle sofferenze bancarie, la rischiosità del sistema bancario al livello comunale viene indicata attraverso un indicatore grossolano: il rapporto tra gli impieghi e i depositi. Nella Tabella 65, viene riportato l’indicatore della rischiosità del sistema creditizio, il quale, nel momento in cui il rapporto assume un valore maggiore di uno, indica che le istituzioni finanziarie e creditizie stanno dando a prestito più di quanto sono in grado di raccogliere e viceversa nel caso contrario. Si nota che sia a livello comunale che a livello provinciale nel 2007 i valori riportati sono maggiori di uno, mentre nel 1997 alcune province aveva registrato dei valori inferiori a uno, che tuttavia a livello comunale risultavano essere tutti superiori a uno. In particolare, la provincia di Enna, nel 1997, mostra un valore inferiore all’unità (0,77) che a livello comunale invece risulta essere superiore e pari a 1,34. Il trend che si è registrato è stato positivo in entrambi i periodi, evidenziando una difficoltà delle imprese che richiedono molti fondi e mettono così in pericolo la solvibilità da parte delle banche stesse.

Tabella 65: Impieghi in rapporto ai depositi per le province e i comuni capoluogo siciliani (milioni di euro e var %) – 1997–2007 var % 1997– var% 2000 – 1997 2000 2007 2000 2007 PROVINCIA Agrigento 0,68 0,85 1,18 25,00 38,82 Caltanissetta 0,63 0,8 1,03 26,98 28,75 Catania 1,17 1,21 1,55 3,42 28,10 Enna 0,77 1,11 1,3 44,16 17,12 Messina 1,25 1,28 1,46 2,40 14,06 Palermo 1,38 1,45 1,26 5,07 -13,10 Ragusa 1,04 1,35 1,73 29,81 28,15 Siracusa 1,11 1,25 1,44 12,61 15,20 Trapani 0,94 1,14 1,5 21,28 31,58 Sicilia 1,11 1,23 1,39 10,73 13,59 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 1,45 1,71 2,12 17,93 23,98 Caltanissetta 1,33 1,57 1,5 18,05 -4,46 Catania 1,56 1,47 1,8 -5,77 22,45 Enna 1,34 1,77 1,82 32,09 2,82 Messina 1,51 1,49 1,62 -1,32 8,72 Palermo 1,49 1,55 1,28 4,03 -17,42 Ragusa 1,47 1,93 2,23 31,29 15,54 Siracusa 1,73 1,96 1,96 13,29 0,00 Trapani 1,21 1,65 1,76 36,36 6,67 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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4.4.4 Settore del Turismo

Il turismo ha da sempre rappresentato uno dei motori dello sviluppo dell’economia siciliana grazie alla presenza di innumerevoli beni culturali, artistici ed ambientali, nonché di importanti località balneari che attraggono visitatori sia dall’Italia che dall’estero. Ciò si traduce in spesa e consumi e, quindi, in un’indubbia crescita della ricchezza prodotta dal comparto, anche se il contributo fornito dal turismo alla formazione del PIL regionale appare ancora contenuto, soprattutto se raffrontato alle potenzialità del territorio.

4.4.4.1 Capacità ricettiva

Nel territorio siciliano, al 2006, sono presenti 3.452 esercizi attrezzati per il turismo siano essi alberghi o esercizi complementari o villaggi. La quota rilevante degli esercizi pari a circa il 65% del totale è rappresentata dagli esercizi complementari (Alloggi agrituristici, ostelli, case per ferie, rifugi alpini, case ed appartamenti dati in affitto da privati o enti iscritti al R.E.C), mentre solo il restante 32% è costituito da esercizi alberghieri ed il 3% attiene a campeggi e villaggi (Tabella 66). In Figura 22 si mostra il trend del numero di esercizi per tipologia della regione Sicilia: tra il 2001 ed il 2006 il numero di alberghi è cresciuto del 30%, campeggi e villaggi sono diminuiti per il 4% ed infine i complementari attestano un incremento di oltre il 300%.

Tabella 66: Offerta ricettiva per tipologia di esercizio – regione, province, ripartizione – 2001– 2006 Campeggi e Alberghi Altri (*) Villaggi Numero Letti Camere Bagni Numero Letti Numero Letti Sicilia 2001 879 82.239 41.198 39.499 112 42.625 524 8.700 2002 717 80.664 34.348 34.090 109 40.889 547 8.399 2003 958 90.272 43.061 41.476 107 41.143 1.046 15.432 2004 996 97.151 45.324 43.865 107 41.227 732 12.731 2005 1.068 102.176 47.463 45.793 107 41.187 1.780 22.110 2006 1.134 107.722 49.701 46.780 107 40.056 2.211 25.843 Province 2006 Agrigento 100 9.997 4.497 4.485 10 5.934 147 1.734 Caltanissetta 12 871 446 439 1 468 27 816 Catania 115 12.508 5.916 5.586 11 4.948 373 4.683 Enna 23 1.321 735 735 1 11 79 965 Messina 361 26.385 13.289 12.758 28 10.396 415 5.127 Palermo 199 26.615 11.982 10.240 16 4.997 391 4.579 Ragusa 61 8.310 3.118 3.145 8 4.388 230 1.588 Siracusa 103 8.559 3.871 3.820 12 2.956 260 2.603 Trapani 160 13.156 5.847 5.572 20 5.958 289 3.748 Macro–ripartizioni Sud-Isole 6.319 544.503 254.540 243.756 875 428.839 8.473 121.085 Nord-Centro 27.449 1.542.507 780.170 780.006 1.631 928.369 89.960 933.607 Italia 33.768 2.087.010 1.034.710 1.023.762 2.506 1.357.208 98.433 1.054.692 Italia = 100 3,4 5,2 4,8 4,6 4,3 3,0 2,2 2,5

Parte Prima Pagina 108

Nota: (*) comprende: Alloggi agrituristici, ostelli, case per ferie, rifugi alpini, case ed appartamenti dati in affitto da privati o enti iscritti al R.E.C. Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT ed assessorato turismo della regione Sicilia

Figura 22: Andamento del numero di esercizi ricettivi della Sicilia – 2001–2006

Consistenza ricettiva della regione Sicilia (2001-2006)

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Alberghi Campeggi e Villaggi Altri

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT ed Assessorato al Turismo della regione Sicilia

Entrando nello specifico delle 9 province siciliane si vede che il numero maggiore di alberghi è localizzato a Messina con 361 unità rispetto a Palermo con 199 strutture ed Enna con 23 (solo il 2% del totale regionale). Anche le strutture complementari sono concentrate in prevalenza nell’area messinese (18%) mentre la provincia di Enna conta 79 unità ricettive complementari.

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Figura 23: Numero delle strutture ricettive, per tipologia, delle province della Sicilia – 2006

Consistenza ricettiva per tipologia delle provincie siciliane (2006)

450

400

350

300

250

200

150

100

50

0

to a a a tt in e mo usa us Enna ag ac iss aler R Trapani grigen Catania Mess P Sir A an Calt

Alberghi Campeggi e Villaggi Altri

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT ed Assessorato al Turismo della regione Sicilia

4.4.4.2 Domanda e flussi turistici

La regione Sicilia soffre come altre regioni del sud d’Italia del fatto che i flussi turistici di provenienza estera ed interna sono legati alla fruizione delle risorse balneari, con una scarsa attenzione sia al patrimonio culturale sia alle aree naturali protette o parchi di cui il comune Enna è molto ricco, e proprio questi due aspetti potrebbero essere in grado di esprimere un minimo di potenziale attrattivo almeno nei confronti del turismo internazionale. I problemi della concentrazione della domanda internazionale e nazionale nel periodo estivo da un lato ed il modesto rapporto presenze/arrivi dei turisti stranieri nelle strutture ricettive della Sicilia dall’altro, dovrebbero essere affrontati dalle istituzioni locali e regionali al fine di valorizzare la rilevante presenza di poli culturali ed ambientali. Se si osservano i dati sulle presenze e arrivi nazionali ed internazionali presentati nella Tabella 67 e relativi all’anno 2006, si nota immediatamente come in Sicilia la presenza e gli arrivi dei turisti siano relativamente scarsi rispetto sia al mezzogiorno (circa il 20%) sia all’Italia complessivamente considerata (circa il 4%). Questo implica, infatti, che il comparto potrebbe crescere maggiormente e avere un peso maggiore, date le bellezze paesaggistiche e culturali del territorio stesso. L’aspetto che più colpisce di questa tabella è tuttavia la variabile che riguarda la permanenza media giornaliera dei turisti, italiani e stranieri, nettamente più bassa rispetto ai dati forniti per il Sud e Isole e per il Centro–Nord, tale da suggerire un incremento non solo quantitativo ma anche e soprattutto qualitativo della tipologia di ricezione e ristorazione turistica. Osservando la Tabella 68, che descrive le variazioni percentuali degli arrivi e delle presenze di turisti, italiani e stranieri, in Sicilia dal 2001 al 2006, si nota come il settore turistico abbia avuto una flessione consistente nell’anno 2002, mentre negli anni successivi si è registrata una crescita più o meno sostenuta che soltanto nel 2006 ha raggiunto un aumento

Parte Prima Pagina 110 consistente sia degli arrivi (+5,88%) che delle presenze (+6,22%), dovuto principalmente al forte incremento della presenza degli stranieri, rispettivamente +11,42% e +12,28%. Il rapporto “L’economia della Sicilia nel 2007” della Banca d’Italia, ci permette di analizzare dati sul turismo più recenti, ovvero del 2007, come mostrato nella Tabella 68. In particolare, sulla base delle prime stime delle Amministrazioni provinciali, nel 2007 dopo tre anni di crescita moderata, i flussi turistici verso la Sicilia hanno registrato una sostanziale stasi. Gli arrivi hanno continuato ad aumentare, anche se in sensibile rallentamento rispetto all’anno precedente (0,9%), e le presenze sono diminuite dell’1,3%. Il rallentamento degli arrivi è dovuto principalmente ai turisti italiani, il cui calo è stato pari a –0,3% mentre i turisti stranieri hanno mostrato una variazione positiva anche se solo del 2,9%, confermando per il terzo anno consecutivo che la dinamica relativa ai flussi dall’estero è stata migliore di quella relativa agli italiani. Inoltre, il numero di pernottamenti di stranieri è aumentato del 3,3%, a fronte di una riduzione del 4,4% per i connazionali.

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Tabella 67: Arrivi e Presenze nel complesso delle strutture ricettive per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia –2006 Italiani Stranieri Totale

Permanenza Permanenza Permanenza Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze media (gg) media (gg) media (gg)

Sicilia 2.840 8.869 3,1 1.717 5.705 3,3 4.557 14.575 3,2 Sud - Isole 12.145 51.355 4,3 5.075 21.308 4,3 17.221 72.663 4,3 Nord - 39.705 158.549 4,1 36.118 135.553 3,8 75.824 294.102 4,0 Centro Italia 51.851 209.903 4,0 41.194 156.861 3,8 93.044 366.765 3,9 Fonte: elaborazione su dati ISTAT – Servizio Statistica della Regione Sicilia “Annuario Statistico Regionale Sicilia 2007”

Tabella 68: Var % degli arrivi e delle presenze dei turisti nella regione Sicilia - 2001-2006 Italiani Stranieri Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze anni Var % Var % Var % Var % Var % Var % 2002 0,00% -3,20% -2,48% -5,81% -0,98% -4,25% 2003 5,49% 2,76% -5,08% -4,11% 1,46% 0,04% 2004 4,45% 2,95% 4,53% -0,84% 4,48% 1,51% 2005 0,51% 2,81% 1,25% 2,73% 0,77% 2,77% 2006 2,79% 2,64% 11,42% 12,28% 5,88% 6,22% 2007 (1) (2) -0,3% -4,4% 2,9% 3,3% 0,9% -1,3% Note: (1) Dati provvisori. (2) elaborazione su dati dell’Osservatorio turistico della Regione Siciliana. – Banca d’Italia “L’economia della Sicilia nel 2007” Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT presi dal Servizio Statistica della Regione Sicilia “Annuario Statistico Regionale Sicilia 2007”

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Nella Tabella 69, viene riportato il livello di spesa da parte dei turisti stranieri nella regione Sicilia e nelle differenti aree dell’Italia. Questo dato, strettamente connesso con gli arrivi e le presenze nel territorio, mostra come si sia verificato un lieve decremento tra il 2002 e il 2003 della spesa nella regione passando da 792 a 714 milioni di euro, con la conseguente perdita di profitti da parte delle strutture turistiche. Tuttavia si può notare come a partire dal 2004 fino al 2006 l’incremento, seppur contenuto, rimanga costante e in linea con il dato nazionale. Nell’anno 2005, laddove la spesa dei viaggiatori stranieri ha manifestato una flessione rispetto all’anno precedente in quasi tutte le aree italiane, la Sicilia mantiene comunque un trend positivo, con una variazione percentuale di +3,64% nel 2005, confermato da un incremento di +11,77% nel 2006, contro una flessione nazionale nel 2005 pari a –0,74% con una ripresa nel 2006 pari a 6,58%.

Tabella 69: Spesa dei viaggiatori stranieri per la regione Sicilia e le macro–ripartizioni dell’Italia ( in milioni di euro ) – 2002–2006 2002 2003 2004 2005 2006 Sicilia 792 714 1.016 1.053 1.177 Nord Ovest 6.802 6.628 6.855 6.727 7.515 Nord Est 9.231 9.459 9.420 8.635 8.425 Centro 8.341 7.595 7.661 8.605 9.124 Sud e Isole 3.571 3.702 3.940 3.804 4.504 Italia 28.207 27.622 28.665 28.453 30.326 Fonte: elaborazione su dati Ufficio Italiano dei Cambi, Turismo internazionale dell'Italia, 2006 – Camera di Commercio Enna “VI giornata dell’economia”

A livello provinciale, se si osservano i dati sulle presenze e arrivi nazionali ed internazionali, presentati nella Tabella 70 e nella Figura 24, si nota che le province di Messina e Palermo assieme coprono circa il 50% del totale, ed Enna rileva solamente l’1%.

Tabella 70: Arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti - provincie e regione – 2005 ITALIANI STRANIERI TOTALE 2005 Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze PROVINCE Agrigento 218.893 700.769 175.963 333.465 394.856 1.034.234 Caltanissetta 44.786 116.185 4.847 12.046 49.633 128.231 Catania 501.251 1.256.000 182.561 529.614 683.812 1.785.614 Enna 37.727 79.941 21.581 31.644 59.308 111.585 Messina 566.915 2.090.313 444.154 1.861.988 1.011.069 3.952.301 Palermo 692.346 1.816.328 454.606 1.473.110 1.146.952 3.289.438 Ragusa 158.339 609.807 48.337 261.469 206.676 871.276 Siracusa 245.423 853.113 120.811 334.209 366.234 1.187.322 Trapani 297.223 1.118.378 87.885 243.001 385.108 1.361.379 Sicilia 2.762.903 8.640.834 1.540.745 5.080.546 4.303.648 13.721.380 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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Figura 24: Percentuale di presenze e arrivi turistici delle province siciliane – 2005

INCIDENZA DI ARRIVI E PRESENZE SUL TOTALE REGIONALE (2005)

35 30 25 20

% 15 10

5 1% 0

A O A TA I NA SA NTO T NNA I US U E E S G ATAN S LERM AC E A RA R RAPANI RIG C M P I T G S A CALTANISSE

ARRIVI PRESENZE

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Un approfondimento utile all’analisi attiene alla quantità di arrivi e presenze nelle diverse tipologie di esercizio ricettivo per tipologia di cliente. In Tabella 71 si mostra il quadro regionale rispetto alle strutture alberghiere, mentre in Figura 25 si rappresenta la situazione nella provincia di Enna.

Tabella 71: Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri nelle province siciliane per residenza dei clienti – 2005 ITALIANI STRANIERI TOTALE

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Agrigento 201.779 643.743 166.950 307.767 368.729 951.510 Caltanissetta 36.800 89.588 4.171 10.429 40.971 100.017 Catania 431.055 943.771 149.176 377.470 580.231 1.321.241 Enna 34.060 71.163 18.939 27.164 52.999 98.327 Messina 488.375 1.627.121 407.002 1.675.742 895.377 3.302.863 Palermo 643.515 1.621.363 426.697 1.354.431 1.070.212 2.975.794 Ragusa 134.924 522.296 43.337 243.727 178.261 766.023 Siracusa 197.821 683.292 105.069 288.087 302.890 971.379 Trapani 227.360 801.490 71.622 183.200 298.982 984.690 Sicilia 2.395.689 7.003.827 1.392.963 4.468.017 3.788.652 11.471.844 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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Nel 2005 negli alberghi dell’ennese sono arrivati circa 34.000 turisti italiani (oltre il 60%) e circa 18.000 stranieri; le presenze “italiane” ammontano a 71.000 unità rispetto alle 27.000 straniere. In generale l’incidenza degli alberghi di Enna incidono sul dato regionale solo dell’1,4% per gli arrivi, mentre siamo sotto l’1% per le presenze.

Figura 25: Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri della provincia di Enna per provenienza (2005)

80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 Arrivi Presenze Arrivi Presenze

ITALIANI STRANIERI

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

I numeri della provincia di Enna non migliorano per gli esercizi complementari, osservando i dati del 2005 ( Tabella 72 e Figura 26), infatti, si nota che 6.309 sono gli arrivi (58% italiani e 42% stranieri) e 8.778 le presenze italiane, 4.480 quelle straniere per un totale di oltre 13.000 unità. Parliamo di incidenze percentuali molto basse sul valore regionale, intorno all’1%.

Tabella 72: Arrivi e presenze negli esercizi complementari per residenza dei clienti, provincia e regione – 2005 ITALIANI STRANIERI TOTALE

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Agrigento 17.114 57.026 9.013 25.698 26.127 82.724 Caltanissetta 7.986 26.597 676 1.617 8.662 28.214 Catania 70.196 312.229 33.385 152.144 103.581 464.373 Enna 3.667 8.778 2.642 4.480 6.309 13.258 Messina 78.540 463.192 37.152 186.246 115.692 649.438 Palermo 48.831 194.965 27.909 118.679 76.740 313.644 Ragusa 23.415 87.511 5.000 17.742 28.415 105.253 Siracusa 47.602 169.821 15.742 46.122 63.344 215.943 Trapani 69.863 316.888 16.263 59.801 86.126 376.689

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Sicilia 367.214 1.637.007 147.782 612.529 514.996 2.249.536 Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Figura 26: Arrivi e presenze negli esercizi complementari della provincia di Enna per provenienza – 2005

10.000 9.000 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 Arrivi Presenze Arrivi Presenze

ITALIANI STRANIERI

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

In Figura 27 si rappresenta l’indice di internazionalizzazione dei flussi turistici; nonostante i numeri, si sottolinea una clientela turistica molto variegata, con una buona presenza anche di viaggiatori stranieri. Al tempo stesso, però, va evidenziato diffusamente sul territorio regionale, il calo di presenze turistiche estere registrato tra il 2000 e il 2005, generato soprattutto dalla crescente concorrenza messa in atto dalle altre province italiane e da numerose mete del mediterraneo. Rispetto alla media nazionale (43,1%) i migliori risultati sono di Agrigento con 44,6%, e tutto sommato la provincia di Enna si colloca con 36,4% a metà della graduatoria regionale.

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Figura 27: Indice di internazionalizzazione dei flussi turistici (arrivi stranieri/arrivi totali) nelle province siciliane e in Italia (valori %) – 2005

INDICE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI FLUSSI TURISTICI(2005)

50 44,6 45 43,1 40 36,4 35 30 25 20 15 9,8 10 5 0

I IA O A A A NA L N NTO I A RM NN US E S E E C GUSA S IT L A APA E R R M PA IRA CATANI T S AGRIG CALTANISSETTA

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

In ogni caso, rimane ancora secondario il peso rivestito dal turismo all’interno dell’economia siciliana, e la conferma di ciò viene dall’indice di concentrazione turistica (Figura 28), dato dal rapporto fra arrivi turistici (italiani e stranieri) e popolazione provinciale. In merito all’indicatore si nota che tutti i territori siciliani presentano risultati piuttosto deficitari, con la sola eccezione di Messina, realtà da sempre fortemente attrattiva di flussi turistici; la provincia di Enna, nello specifico, presenta un valore (34) assolutamente al di sotto della media regionale ed ancor più distante dal dato nazionale (150,2).

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Figura 28: Rapporto tra arrivi turistici e popolazione nelle province siciliane e in Italia – 2005

INDICE DI CONCENTRAZIONE TURISTICA (2005)

180 160 154,2 150,2 140 120 100 80 60 40 34 18,1 20 0

O O IA A NA N RM NT A NN E GUSA T E ITALIA L GE A A R MESSI P IRACUSA TRAPANI CA S AGRI CALTANISSETTA

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

Nella Tabella 73 e nella Figura 29 viene riportato il dettaglio provinciale del livello di spesa da parte dei turisti stranieri nelle province siciliane. Questo dato, strettamente connesso con gli arrivi e le presenze nel territorio, mostra come, in termini assoluti, la maggiore spesa viene effettuata nel capoluogo della regione che, evidentemente, rappresenta il polo attrattore principale per i turisti. In particolare Palermo segna nel 2006 il 30% della spesa effettuata nella regione Sicilia, mentre la provincia di Enna rappresenta solo l’1,3% della spesa totale nella regione. Analizzando il trend, si nota le province in cui il valore della spesa è aumentato maggiormente sono Enna con il 200% in più e Catania (+177%), mentre hanno subito un calo evidente Agrigento (-15%) e Caltanissetta (-14%).

Tabella 73: Spesa dei viaggiatori stranieri per provincia visitata (in milioni di euro) – 2002– 2006 2002 2003 2004 2005 2006 Agrigento 96 85 82 76 82 Caltanissetta 21 13 28 14 18 Catania 93 106 191 201 252 Enna 5 14 15 17 15 Messina 258 164 219 258 286 Palermo 177 151 276 350 339 Ragusa 59 96 50 32 54 Siracusa 64 68 67 61 81 Trapani 19 17 88 44 50 Sicilia 792 714 1.016 1.053 1.177

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Fonte: Ufficio Italiano dei Cambi, Turismo internazionale dell'Italia

Figura 29: Andamento della spesa dei viaggiatori stranieri per provincia – 2002-2006

400

350

300

250

200

150

100

50

0 2002 2003 2004 2005 2006 AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA ENNA MESSINA PALERMO RAGUSA SIRACUSA TRAPANI

Fonte: nostra elaborazione su dati dell’Ufficio Italiano dei Cambi, Turismo internazionale dell'Italia

4.4.4.3 Patrimonio Culturale

Il patrimonio culturale della regione Sicilia è piuttosto vasto: esistono 32 musei/gallerie e 52 aree archeologiche. A questi devono essere aggiunti i musei comunali, quelli di enti ecclesiastici, universitari, di privati e di altri enti per cui il numero sale a 179, portando la quota siciliana al 4,3% sul totale dei musei italiani. E’ inoltre presente, nell’intera regione, sulle coste così come nell’entroterra, una considerevole quantità di chiese di grande rilevanza architettonica. In tale contesto, le principali destinazioni sono Messina, Siracusa e Trapani, ma soprattutto i siti singoli, quali il Teatro Antico di Taormina, il Parco Archeologico della Valle dei Templi, le Aree Archeologiche di Siracusa, Selinunte e Segesta. In Figura 30 si rappresenta la relazione tra ingressi ai beni culturali (musei, aree archeologiche, ecc.) e gli arrivi turistici per tutte le province siciliane nel 2005. Nella provincia di Enna il numero delle visite ai musei ad ai siti archeologici è nettamente superiore a quello degli arrivi turistici (con una proporzione di 7 a 1), trattandosi quindi di una chiara presenza di visitatori escursionisti, ossia di fruitori di beni culturali residenti nella zona o di turisti che, pur frequentando i beni artistici e culturali della provincia, privilegiano il pernottamento in strutture di realtà limitrofe.

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Figura 30: Rapporto tra ingressi ai beni museali, archeologici e culturali e totale arrivi turistici – 2005

RAPPORTO TRA INGRESSI CULTURALI ED ARRIVI TURISTICI (2005)

8 7,3 7

6

5

4

3

2 1,1 1

0

a a o a ia to tta s nn n m e E er tan ge Sicili ss a Trapani al i Ragu gri Messina Siracusa P C A tan al C

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

In Tabella 74 (e Figura 31) si mostra la specifica del volume di affari risultante dalle visite ai monumenti di Enna e dintorni nel 2007. L’incasso maggiore è quello del Museo Archeologico “Villa Imperiale del Casale” con oltre 1,3 milioni di euro e più di 400 mila visitatori, segnando il 56% degli incassi “culturali” regionali.

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Tabella 74: Rappresentazione del volume d’affari relativo ai monumenti di Enna – 2007 Percentuale su totale Valori Assoluti Percentuale su Regione (%) Tipo Incasso visitatori Paganti Gratuiti Totale % Paganti % Gratuiti Paganti Gratuiti Totale Incasso Museo archeologico e 1.451 3.158 4.609 4.137,00 31,48 68,52 0,33 0,99 0,60 0,17 Antiquarium Area archeologica di Aidone 9.294 14.516 23.81 26.968,00 39,03 60,97 2,10 4,53 3,12 1,13 Morgantina Museo archeologico di Enna 866 2.676 3.542 1.592,00 24,45 75,55 0,20 0,84 0,46 0,07 Palazzo Varisano Museo archeologico Piazza "Villa imperiale del 235.566 179.937 415.503 1.357.363,00 56,69 43,31 53,12 56,19 54,41 56,67 Amerina Casale" TOTALE Enna 247.177 200.287 447.464 1.390.060 55,24 44,76 55,74 62,55 58,59 58,03 Sicilia 443.46 320.217 763.677 2.395.396,00 100 100 100 100 Fonte: Dipartimento Regione Sicilia B.B.C.C.A.A. ed E.P.

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Figura 31: Consistenza degli utenti dei beni museali dell’ennese

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0 Museo archeologico e Area archeologica di Museo archeologico di Museo archeologico "Villa Antiquarium Morgantina Palazzo Varisano imperiale del Casale"

Paganti Gratuiti

Fonte: nostra elaborazione su dati del Dipartimento Regione Sicilia B.B.C.C.A.A. ed E.P.

4.4.5 Settore della Sanità

Le strutture sanitarie dei comuni e delle province siciliane presentano un elevato livello di accentramento nei comuni e province di Palermo e di Catania. In base ai dati disponibili del 2003 dall’Atlante statistico dell’ISTAT, la provincia di Enna presenta solo 5 strutture sanitarie, mentre una sola è la struttura presente a livello comunale, come riportato nella Tabella 75. Il numero di ambulanze è relativamente esiguo e pari a 7 a livello provinciale e a 2 a livello comunale. Inoltre, dei 5 ospedali presenti nella provincia di Enna, solamente 4 sono attrezzati con un pronto soccorso, mentre nell’unico ospedale del comune di Enna è presente un pronto soccorso.

Tabella 75: Strutture sanitarie per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 Numero di Istituti Ambulanze di tipo Ricorsi al Pronto Pronto soccorso complessivo A Soccorso PROVINCE Trapani 10 7 7 184.731 Palermo 33 10 13 558.642 Messina 20 1 10 241.612 Agrigento 7 4 5 139.858 Caltanissetta 8 3 6 127.660 Enna 5 7 4 66.482 Catania 35 8 10 470.167 Ragusa 6 7 5 118.891

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Sicilia 124 47 60 1.908.043 COMUNI CAPOLUOGO Trapani – – – – Palermo 26 9 7 479.356 Messina 13 0 3 85.031 Agrigento 2 1 1 53.246 Caltanissetta 1 1 1 56.158 Enna 1 2 1 18.206 Catania 25 1 3 289.421 Ragusa 2 0 1 30.063 Siracusa 5 2 1 61.480 Fonte: nostra elaborazione su dati Atlante geografico – ISTAT

La Tabella 76 riporta il dato che 28.044 sono le degenze ordinarie effettuate nella provincia di Enna, che rappresentano appena il 3,8% delle degenze nell’intera regione Sicilia. Anche a livello comunale il numero delle degenze di Enna sono le più basse rispetto agli altri comuni. Il numero di posti letto, del personale sanitario e di giorni di degenze ordinarie sono proporzionali al numero di strutture sanitarie. Nella provincia di Enna, ogni istituto sanitario accoglie in media 5.608,8 degenze ordinarie (a livello comunale 10.062 degenze), con una media di 191 posti letto ordinari (a livello comunale 324 posti letto ordinari) e 33 in day – hospital (a livello comunale 61 in day–hospital). Per ogni posto letto inoltre vi sono 29 degenze (a livello comunale 31 degenze).

Tabella 76: Degenze, giorni di degenza e posti letto per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 Giorni di Degenze Posti letto Posti letto in Giorni in day degenze ordinarie ordinari day hospital hospital ordinarie PROVINCE Trapani 53.661 1.102 265.377 255 97.549 Palermo 197.484 4.940 1.252.321 807 358.084 Messina 116.762 3.155 780.700 509 150.748 Agrigento 52.330 959 253.874 194 66.394 Caltanissetta 49.268 939 237.261 171 71.431 Enna 28.044 957 239.982 165 48.639 Catania 188.650 4.400 1.112.539 619 272.450 Ragusa 51.177 984 250.448 163 69.746 Sicilia 737.376 17.436 4.392.502 2883 1.135.041 COMUNI CAPOLUOGO Trapani – – – – – Palermo 174.902 4.402 1.114.429 735 336.974 Messina 74.285 2.268 539.980 340 94.868 Agrigento 21.043 359 95.585 75 21.967 Caltanissetta 17.291 342 89.778 63 33.437 Enna 10.062 324 75.792 61 23.528 Catania 147.927 3.519 867.957 475 198.469 Ragusa 19.577 412 99.898 84 28.732

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Siracusa 28.258 654 144.513 99 41.307 Fonte: nostra elaborazione su dati Atlante geografico – ISTAT

Infine, per quanto riguarda il personale sanitario, in base alla Tabella 77, nella provincia di Enna, nel totale delle strutture, sono presenti 346 medici, 883 infermieri e 872 addetti ad altre funzioni, per un totale di 2101 dipendenti. In particolare, vi è un medico ogni 81 degenze ordinarie oppure ogni 3 posti letto ordinari. Il rapporto del numero totale dei posti letto ordinari sugli infermieri è pari ad 1,08.

Tabella 77: Personale sanitario per le province e i comuni capoluogo siciliani (unità) – 2003 Medici Infermieri Altro personale Totale personale PROVINCE Trapani 542 948 978 2.468 Palermo 3.170 4.811 5.358 13.339 Messina 1.968 2.875 2.720 7.563 Agrigento 419 922 716 2.057 Caltanissetta 438 988 893 2.319 Enna 346 883 872 2.101 Catania 2.736 4.739 3.961 11.436 Ragusa 481 1.052 611 2.144 Sicilia 10.100 17.218 16.109 43.427 COMUNI CAPOLUOGO Trapani – – – – Palermo 2.804 4.215 4.842 11.861 Messina 1.386 1.585 2.086 5.057 Agrigento 155 309 266 730 Caltanissetta 172 456 393 1.021 Enna 150 324 318 792 Catania 2.141 3.431 2.826 8.398 Ragusa 227 419 309 955 Siracusa 274 563 418 1.255 Fonte: nostra elaborazione su dati Atlante geografico – ISTAT

4.4.6 Settore dell’Istruzione

Il settore dell’istruzione viene analizzato a livello provinciale rispetto all’ultimo dato disponibile, l’anno scolastico 2006-2007. Di seguito si presenta una serie di tabelle che fanno riferimento ai diversi livelli di scolarizzazione, dagli asili alle scuole superiori. In Tabella 78 si evidenzia il dettaglio delle scuole dell’infanzia per ogni provincia siciliana; soffermandoci su l’area di Enna si contano 77 asili e 4.696 bambini (circa il 5% del totale regionale). Per quanto riguarda il numero medio di bambini per sezione (Figura 32), Enna si mantiene con 20,6 quasi due unità al di sotto della media regionale.

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Tabella 78: Circoli didattici della scuola dell’infanzia –2006-2007 Scuole Dotazione Bambini per PROVINCE Bambini Sezioni d’infanzia organica sezione Agrigento 139 12.521 542 1.075 23,1 Caltanissetta 96 8.117 352 732 23,1 Catania 336 25.527 1.165 1.763 21,9 Enna 77 4.696 228 475 20,6 Messina 300 12.820 631 1.243 20,3 Palermo 279 23.308 1.015 1.600 23,0 Ragusa 127 8.253 400 826 20,6 Siracusa 109 9.699 445 930 21,8 Trapani 151 10.118 469 776 21,6 Sicilia 1.614 115.059 5.247 9.420 21,9 Fonte: elaborazione dell’osservatorio Statistico della regione Sicilia

Figura 32: Scuola dell'infanzia - media del numero di bambini per sezione – 2006-2007

BAMBINI PER SEZIONE

23,5 23 22,5 21,9 22 21,5

21 20,6 20,5 20 19,5 19 18,5

a o ta na ani ilia et i m usa Enna s ss atani ag ap Sic R Tr C Mes Paler Siracusa Agrigento tani Cal

Fonte: nostra elaborazione su dati dell’Osservatorio Statistico della regione Sicilia

In Tabella 79 e Tabella 80 si rileva la situazione nelle scuole elementari e secondarie di primo grado; il focus su Enna mostra un numero piuttosto limitato di scuole (61 e 27), con un'incidenza sul totale della regione di circa il 4% sia per le scuole elementari che per quelle secondarie di primo grado. Tuttavia il numero medio di alunni per classe rimane sotto la media regionale ( 17,6 per le elementari e 19,4 per le medie).

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Tabella 79: Scuole elementari – 2006-2007 Scuole Dotazione Alunni per PROVINCE Alunni Classi elementari organica classi Agrigento 128 24.780 1.274 2.281 19,6 Caltanissetta 73 15.518 793 1.495 19,5 Catania 327 57.366 2.964 5.286 19,2 Enna 61 9.371 532 1.003 17,6 Messina 319 28.532 1.844 3.486 15,9 Palermo 303 66.082 3.414 5.923 19,5 Ragusa 76 16.207 830 1.400 19,6 Siracusa 90 19.762 984 1.812 20,0 Trapani 149 23.089 1.276 2.251 18,2 Sicilia 1.526 260.707 13.911 24.937 18,7 Fonte: elaborazione dell’osservatorio Statistico della regione Sicilia

Tabella 80: Scuola secondaria di primo grado – 2006-2007 Scuole Dotazione Alunni per PROVINCE secondarie di Alunni Classi organica classe primo grado Agrigento 63 16.011 760 1.712 21,1 Caltanissetta 33 10.847 488 1.143 22,2 Catania 121 40.536 1.913 4.253 21,2 Enna 27 6.369 328 836 19,4 Messina 135 20.089 1.057 2.628 19,0 Palermo 156 46.676 2.293 5.019 20,4 Ragusa 33 10.971 510 1.155 21,5 Siracusa 61 13.505 636 1.438 21,2 Trapani 47 15.246 743 1.891 20,5 Sicilia 676 180.250 8.728 20.075 20,7 Fonte: elaborazione dell’osservatorio Statistico della regione Sicilia

Le scuole superiori sono descritte nella Tabella 81; nella provincia di Enna circa il 50% degli alunni (4.637) frequenta istituti tecnici e professionali, il 27% i licei scientifici e non ci sono istituti artistici.

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Tabella 81: Scuole secondarie superiori – 2006-2007 Licei e istituti Istituti tecnici e PROVINCE Licei classici Licei scientifici Istituti magistrali Totale artistici professionali Alunni Classi Alunni Classi Alunni Classi Alunni Classi Alunni Classi Alunni Classi Agrigento 3.367 143 5.844 248 384 19 3.036 138 12.636 604 25.037 1.136 Caltanissetta 2.019 90 3.512 147 363 18 943 43 9.067 427 15.538 713 Catania 7.396 313 13.018 542 2.632 147 5.257 240 32.653 1.527 60.003 2.727 Enna 1.237 65 2.568 108 - - 1.181 55 4.637 239 9.415 457 Messina 4.182 181 7.990 326 1.519 75 1.982 86 17.492 800 32.923 1.460 Palermo 8.428 331 12.720 537 2.875 140 5.925 270 34.210 1.589 62.767 2.810 Ragusa 1.744 79 3.223 139 803 41 2.234 108 8.158 432 15.965 793 Siracusa 2.424 112 4.952 231 1.247 62 1.736 77 11.602 622 21.638 1.102 Trapani 2.727 115 4.621 185 506 22 3.511 159 12.192 578 23.212 1.050 Sicilia 33.524 1.429 58.448 2.463 10.329 524 27.177 1.222 144.733 6.808 274.211 12.446 Fonte: elaborazione dell’osservatorio Statistico della regione Sicilia

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4.4.7 Settore dell’Innovazione e Ricerca

Se partiamo dall’ipotesi che il settore della ricerca e sviluppo (R&S) rappresenta il motore dello sviluppo, risulta determinante la comprensione dello stato attuale per valutare la direzione da intraprendere. In Tabella 82 si descrive la situazione della regione Sicilia, rispetto alle medie del Mezzogiorno e del dato nazionale, a mezzo di alcuni indicatori strutturali dell’innovazione: spesa per le risorse umane, capacità innovativa, spesa finanziata dalle imprese, laureati in scienza e tecnologia e tasso di scolarizzazione superiore.

Tabella 82: Innovazione - Indicatori strutturali per la regione Sicilia – 2001–2006 Spesa per le Spesa in R&S Laureati in Tasso di Capacità risorse finanziata scienza e scolarizzazione innovativa umane (*) dalle imprese tecnologia superiore Codice ir010 ir021 ir022 ir041 ir091 Eurostat Target +50% 3% 66% Crescita 85% Sicilia 2001 7,1 0,9 22,3 4,2 60,0 2002 6,4 0,8 20,8 4,7 61,2 2003 7,1 0,8 22,8 5,1 65,1 2004 6,9 0,9 25,3 6,2 64,3 2005 6,7 0,8 26,3 6,8 65,2 2006 … … … 7,5 67,9 Mezzogiorno 2001 6,8 0,7 26,3 4,3 63,3 2002 6,3 0,8 24,5 5,0 65,1 2003 6,7 0,8 27,8 5,6 67,1 2004 6,5 0,8 28,5 6,6 67,7 2005 6,4 0,8 30,1 7,3 68,0 2006 … … … 8,4 69,5 Italia 2001 4,5 1,1 49,1 6,2 68,2 2002 4,3 1,1 48,3 7,4 69,7 2003 4,6 1,1 47,3 9,0 71,1 2004 4,4 1,1 47,8 10,2 72,3 2005 4,3 1,1 50,4 10,7 73,0 2006 … … … 12,2 74,8 Nota: (*) i dati sono del MISE e del DPS Fonte: elaborazione su dati ISTAT – Servizio Statistico della regione Sicilia

La spesa per le risorse umane (dettaglio in Figura 33), viene calcolata come spesa pubblica (in conto capitale e corrente) dell’istruzione in percentuale del PIL. La Sicilia si colloca, per il periodo considerato, al di sopra della media del Mezzogiorno e dell’Italia.

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Figura 33: R&S – Spesa per le risorse umane di Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005

PERCENTUALE DI SPESA PER LE RISORSE UMANE (2001-2005)

8

7

6

5

4

% % sul PIL 3

2

1

0 2001 2002 2003 2004 2005

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Fonte: nostra elaborazione su dati MISE – DPS Il secondo indicatore considerato (Figura 34) evidenzia la spesa per ricerca e sviluppo della Pubblica Amministrazione, dell’Università, delle imprese pubbliche e private (incluse le no– profit) come percentuale del PIL. Si nota come la regione Sicilia investa mediamente poco più del Mezzogiorno e meno della media italiana, con picco di spesa nel 2001 e 2004 pari allo 0,9% del PIL.

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Figura 34: R&S – Capacità innovativa della regione Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005

CAPACITA' INNOVATIVA (2001-2005)

1,2

1

0,8

0,6 % sul % PIL 0,4

0,2

0 2001 2002 2003 2004 2005

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

La spesa per R&S, finanziata esclusivamente dalle imprese private, viene rappresentata (vedi Figura 35) come incidenza percentuale sulla spesa totale per R&S: la Sicilia si attesta al di sotto delle altre medie, mostrando comunque una tendenza positiva con un incremento percentuale di circa 4 punti tra il 2001 ed il 2005.

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Figura 35: R&S – Spesa finanziata dalle imprese private nella regione Sicilia, Mezzogiorno ed Italia (valori %) – 2001–2005

SPESA FINANZIATA DALLE IMPRESE (2001-2005)

60

50

40

30 %

20

10

0 2001 2002 2003 2004 2005

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Gli ultimi due indicatori considerati sono il numero dei laureati in discipline scientifiche e tecnologiche (x 1000 abitanti) in età tra i 20 e i 29 anni (Figura 36) e la percentuale di popolazione (20 – 24 anni) che ha conseguito almeno il diploma secondario superiore (Figura 37). In entrambi i casi emerge come la regione Sicilia sia in tutto il periodo considerato al di sotto delle altre medie.

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Figura 36: R&S – Numero di laureati in scienza e tecnologia nella regione Sicilia, Mezzogiorno, ed Italia (unità) – 2001–2005

LAUREATI IN SCIENZA E TECNOLOGIA X MILLE ABITANTI (2001-2005)

12

10

8

6

4 N x 1000 Abitanti 1000 x N

2

0 2001 2002 2003 2004 2005

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Figura 37: R&S – Tasso di scolarizzazione superiore nella regione Sicilia, Mezzogiorno, ed Italia (valori %) – 2001–2005

TASSO DI SCOLARIZZAZIONE SUPERIORE (2001-2005)

80

70

60

50

% 40

30

20

10

0 2001 2002 2003 2004 2005

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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È interessante per l’analisi valutare un ulteriore indice di innovazione, la quantità di brevetti europei realizzati in Sicilia (Tabella 83). Il livello di approfondimento è quello provinciale, il periodo considerato è il triennio 2004-2006. La provincia siciliana più attiva è di sicuro Ragusa che nel 2004 incide per il 35% sul totale dei brevetti, mentre Enna con circa 8 brevetti x milione di abitanti del 2004 dimostra una “sufficiente” vivacità innovativa.

Tabella 83: Quantità di brevetti europei assoluti e per abitante delle province siciliane Valori Assoluti X Milione di abitanti 2004 2005 2006 2004 2005 2006 Trapani 0 1 3 0 2,31 6,9 Palermo 2,33 2 4 1,88 1,61 3,22 Messina 1 0 4,5 1,52 0 6,87 Agrigento 1 0 0 2,19 0 0 Caltanissetta 0 0 0 0 0 0 Enna 1,4 0 0 8,01 0 0 Catania 2,9 5,5 4,83 2,71 5,12 4,49 Ragusa 3,2 0 1 10,47 0 3,24 Siracusa 1 1 1 2,51 2,51 2,51 Sicilia 12,83 9,5 18,33 29,29 11,55 27,23 Fonte: nostra elaborazione su dati Geo – Istituto Tagliacarne

4.5 Emergenze naturali e variabili ambientali

Il comune di Enna possiede una superficie territoriale di 35.718 ettari, la più estesa dell’intera provincia e in assoluto dell’intera regione siciliana. Il suo territorio è composto da un sistema articolato di rilievi dominati dall’altopiano su cui è insediata la città storica. I comuni confinanti sono , Leonforte e a nord, la città di Piazza Armerina a sud, , Valguarnera Caropepe e Aidone ad est, Caltanissetta e ad ovest. Alcune isole amministrative di Enna ricadono nei territori di Nicosia, Calascibetta e Caltanissetta. Il territorio di Enna fa parte del cosiddetto altopiano centro-meridionale e possiede una caratteristica morfologia di tipo collinare che si sviluppa su un’altezza media di 600 metri, raggiungendo 930 metri di altezza proprio nel punto in cui è insediata la città di Enna alta. Il paesaggio che si può osservare dalla città alta è quello che nei secoli scorsi ha caratterizzato l’agricoltura siciliana del latifondo: il territorio del seminativo estensivo a grano e cereali, che, per varie epoche storiche, è stato considerato “il granaio del Mediterraneo” e che dall’Ottocento ha sofferto la riduzione dei mercati. Oggi si presenta a tratti spoglio, con colture seminative che, solo nel periodo invernale o nella prima fase primaverile appare verdeggiante di grano e di pascoli, con una buona porzione del territorio non urbanizzato ricoperto da boschi. Il patrimonio boschivo del territorio comunale di Enna “[…] si connette ad un vasto sistema ambientale che va da Piazza Armerina, San Michele di Ganzaria e Caltagirone a sud, ai boschi di e Nicosia ed alle aree del Parco dei Nebrodi a nord, ed è in buona parte frutto di una vasta azione di rimboschimento” 5.

5 Dalla relazione al PRG in fase di adozione .

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Le caratterisiche climatiche (estati lunghe e asciutte) e la natura dei suoli, non sempre idonei all’attecchimento arboreo, rendono tali aree boschive particolarmente preziose e da salvaguardare anche in ragione della qualità che conferiscono al paesaggio e della opportunità di valorizzazione per uno sviluppo del turismo. Grazie al clima sub-umido mediterraneo, tipico delle aree montane interne, questo territorio è caratterizzato da una piovosità media cospicua, temperature basse d’inverno e alte nei mesi estivi, ed è soggetto a sbalzi di temperatura stagionali che sottopongono il paesaggio a cambiamenti morfologici significativi. L’eterogeneità litologica dei suoli e, quindi, il diverso comportamento nei confronti dei fenomeni di erosione è alla base della vivace morfologia del territorio ennese. Esso si presenta intensamente ondulato con declivi di pendenza variabile e vallate aperte, con fondo piano e terrazzato, nel quale scorrono fiumi con alvei stretti e sinuosi. Dal punto di vista geologico, il sistema collinare con le sue morbide forme è da relazionarsi con la presenza di suoli con scarsa resistenza all’erosione, in primo luogo argille e marne formatesi durante la trasgressione pliocenica e miocenica. Le vallate sono invece costituite prevalentemente da argille gessose e sabbiose, con inclusioni di salgemma, a cui si alternano banchi di arenaria e conglomerati. I terreni di più recente formazione, risalenti all’età del miocene superiore, sono formati prevalentemente da gessi, calcari, marne e conglomerati, in cui sono interclusi minerali di zolfo; per questa ragione vengono chiamati terreni “gessoso-solfiferi”. A causa della maggiore resistenza all’erosione assumono particolari forme isolate ed emergenti. Ai morbidi pendii argillosi, spesso incisi da calanchi, fanno da contrappunto isolati spuntoni rocciosi, brevi creste rupestri, pianori orizzontali o monoclinali caratterizzati da versanti scoscesi, tutti coronanti le dorsali e le cime montuose. Il “piastrone” su cui sorge Enna alta ha una morfologia dalla superficie tabulare con pareti perimetrali molto ripide, dovuta alla resistenza litologica opposta agli agenti esogeni (acque meteoriche, venti) dalle placche calcarenitiche e tufacee rispetto ai più teneri terreni cenozoici. All’estremità Nord-Est del monte un piccolo promontorio roccioso, pressocché ellittico, modellato dal vento in forma di nuvola, è la “rocca di Cerere”, sede dell’ antichissimo culto pagano di Demetra. Lo studio geologico eseguito per la redazione del Piano regolatore generale (attualmente in fase di adozione) sottolinea le particolarità geologiche e geomorfologiche del territorio ennese che oltre ad offrire risorse minerarie non comuni, offre luoghi di osservazione privilegiata per la ricerca scientifica e la didattica del settore; mette in evidenza, inoltre, l’esistenza di parti con particolare fragilità e pericolosità in relazione ai fenomeni morfogenetici (frane, calanchi, smottamenti..) e alla diffusione di accumulazioni detritiche di origine naturale (per i fenomeni suddetti e per l’idrologia superficiale) e antropica (scarti del lavoro minerario, ‘ginesi’ e ‘rosticci’ di miniera). Sotto l’aspetto idrologico e idrografico il territorio di Enna si presenta ricco di acque sotterranee e superficiali. Nel territorio scorrono diversi corsi d’acqua: tra questi i fiumi più importanti sono il Salso e il Dittaino. Il Salso o Imera Meridionale attraversa il territorio occidentale, segnando un tratto del confine con la provincia di Caltanissetta ed ha come affluenti principali i fiumi Morello e Torcicoda; il Dittaino scorre nel territorio est ed è alimentato dal Calderari. Tutti gli altri corsi d'acqua hanno regime torrentizio e sono secchi per molta parte dell'anno. “La mancanza o quasi di copertura alluvionale lungo gli alvei e la loro forma indicano la prevalente azione

Parte Prima Pagina 134 erosiva e di trasporto esercitata dalle acque che vi scorrono” 6. Del sistema idrografico, il lago di Pergusa rappresenta l’elemento più significativo. Con un bacino di 5.87 kmq., il lago si sviluppa a 667 metri sopra il livello del mare, ed ha un’origine geologica che può definirsi plutonica, cioè derivata da sprofondamento nei gessi miocenici. Le acque sono alimentate dalle piogge e dalla falda sotterranea: senza corsi d’acqua che vi si immettono o che ne fuoriescono, è stato luogo del mito legato al ciclo delle stagioni e della fertilità della terra. È la scena ideale del ratto di Proserpina e del patto della madre terra con il re degli inferi, cui è legata la promessa delle messi dopo la primavera che succede all’inverno. Il lago, che è sottoposto ad una serie di vincoli di legge, tra i quali ultimo in ordine di tempo quello determinato dall’A.R.T.A. che ne individua un’area di Riserva Naturale, ha subito negli ultimi anni un processo lento di degrado, anche a causa della diminuzione del livello delle acque per l’abbassamento delle falde. Oltre al lago di Pergusa, per il quale lo Studio geologico del PRG auspica incisivi studi e interventi tecnici per evitarne l’estinzione, altri due laghi di minor consistenza idrografica insistono sull’area comunale, il lago Nicoletti, situato a nord-est del territorio di Enna, e l’invaso di Villadoro a Nord-Ovest. Per quanto attiene la sismicità, infine, l’analisi, secondo lo studio geologico per il PRG, ha mostrato che quest’area, rispetto ad altre della Sicilia orientale, ha una frequenza di occorrenza di terremoti locali molto bassa. Per la sua collocazione geografica i terremoti di zone sismogenetiche vicine possono provocare danni non gravi. Infine, dati i valori di accelerazione tangenziale, può configurarsi in zona di seconda categoria, rispetto alla normativa italiana, con buoni coefficienti di sicurezza.

4.5.1 Aree protette

In Sicilia non sono stati istituiti ad oggi parchi nazionali, tuttavia esistono 4 Parchi Regionali: Parco dell'Etna, Parco delle Madonie, Parco dei Nebrodi, Parco fluviale dell'Alcantara. Tra questi il Parco dei Nebrodi ricade in parte nella provincia di Enna ed in particolare nei comuni di e . Il dettaglio del territorio comunale di Enna mostra, tuttavia, la presenza di 4 importanti siti di interesse naturalistico che rientrano nella categoria “Riserve Naturali Regionali” (vedi Figura 38).

6 Dalla Relazione allo Studio geologico per il PRG in fase di adozione .

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Figura 38: Siti di interesse naturalistico del comune di Enna – 2007

Fonte: Comune di Enna – Rapporto sullo stato dell’ambiente (2007)

Il Lago di Pergusa è una delle riserve più giovani; è innanzitutto uno dei pochi laghi naturali di Sicilia, che nel tempo è divenuta area umida e di acque salmastre. Dichiarata Riserva Naturale Speciale con la L.R. n° 71/95, si estende per circa 400 ettari su un circuito che oggi è anche pista da corsa. Inoltre è stata individuata come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ai sensi delle direttive CEE 79/409 e 92/43. La Riserva naturale orientata Rossomanno Grottascura Bellia, istituita per tutelare un vecchio rimboschimento di conifere, caratteristica per la presenza di rocce colonnari di arenaria: Le pietre incantate. La riserva ricade sui comuni di Enna, Aidone, Piazza Armerina. La Riserva naturale orientata di Monte Capodarso dove scorre il fiume Imera Meridionale nei cui meandri nidificano numerose specie; caratteristici sono i calanchi con alcuni endemismi floristici quali l’ Aster sorrentinii e la Lavathera agrigentina. La riserva ricade sui comuni di Enna, Caltanissetta, Pietraperzia.

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Il parco Minerario Floristella Grottacalda, istituito per conservare la memoria storica legata alle miniere di zolfo e ai suoi minatori. La riserva ricade sul solo comune di Enna. Sul totale del territorio il 4% è zona protetta, con un incremento importante nell’ultimo decennio. A questi si può aggiungere il Sito di Importanza Comunitaria di Serre di Monte Cannarella. Come mostrato in Tabella 84, in Sicilia sono stati individuati in totale 246 siti “sensibili” per un’estensione del 22,1% del territorio regionale.

Tabella 84: Numero ed estensione di ZPS e SIC della regione Sicilia ZPS SIC N siti Superf (ha) % N siti superf (ha) % SICILIA 29 387.158 15,10% 217 384.065 14,90% Fonte: Ministero dell’Ambiente

Figura 39: Zone a protezione speciale della regione Sicilia – 2007

Fonte: Ministero dell’ambiente

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Figura 40: Siti di importanza comunitaria della regione Sicilia – 2007

Fonte: Ministero dell’ambiente

4.5.2 Rifiuti urbani

L'indicatore relativo alla produzione di rifiuti urbani viene rappresentato come quantità complessiva e come quota pro capite per abitante residente, in modo da evidenziare le variazioni nel tempo dei rifiuti prodotti, messe in rapporto con la dinamica demografica, e quindi l'entità della pressione ambientale che è determinata dalle abitudini di consumo. Nella Tabella 85 si rappresenta la variabile a livello nazionale (con ripartizioni geografiche), regionale e delle province siciliane rispetto al biennio (2004-2005). Il dato regionale mostra (Figura 41) che la produzione di rifiuti (per abitante) si attesta nel 2005 a 521 Kg per abitante, quantità superiore alla media del Mezzogiorno, ma inferiore di circa 20 Kg rispetto al valore nazionale.

Tabella 85: Produzione totale e pro–capite di rifiuti urbani (dati assoluti in tonnellate, dati pro–capite in kg) – 2004-2005 2004 2005 Totale Pro–capite Totale Pro–capite Agrigento 193.968 424,8 195.377 427,5 Caltanissetta 123.209 447,7 128.067 467,4 Catania 625.007 583,1 687.182 638,8 Enna 72.817 417,5 74.131 425,6 Messina 292.892 445,3 268.764 409,9 Palermo 663.898 535,7 714.287 576,1

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Ragusa 158.144 515,6 153.716 498,9 Siracusa 203.485 511,0 168.211 422,3 Trapani 210.896 487,1 224.341 516,4 Sicilia 2.544.316 507,5 2.614.078 521,0 Nord Ovest 8.046.442 521,2 8.062.296 518,4 Nord Est 5.983.366 542,4 6.142.683 552,4 Centro 6.940.794 617,2 7.167.376 633,1 Sud e Isole 10.180.298 490,7 10.304.262 496,4 Totale 31.150.901 532,8 31.676.617 539,2 Fonte: elaborazione su dati APAT

Figura 41: Produzione pro capite di rifiuti della Sicilia e delle ripartizioni nazionali (valori in kg) – 2004-2005

PRODUZIONE PROCAPITE DI RIFIUTI (KG)

700

600 532,8 539,2 507,5 521 500

400

300

200

100

0 SICILIA NORD NORD EST CENTRO SUD E ITALIA OVEST ISOLE

2004 2005

Fonte: nostra elaborazione su dati Apat

Considerando il biennio (2004-2005) si rileva che la suddetta produzione è mediamente in crescita in tutta regione e in particolare, la provincia di Enna mostra un incremento della produzione pro–capite di circa 8 kg, attestandosi nel 2005 a 425,6 kg per abitante. Si comportano “meglio” solo la provincia di Siracusa con 422,3 kg (decremento del 17%) e soprattutto Messina con 409,9 kg (decremento del 7%).

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Figura 42: Produzione pro–capite di rifiuti urbani delle province siciliane – 2004-2005

700

600

500

400

300 chilogrammi 200

100

0

A IA A NI N INA A NTO ETT P E S ENN S ES RAGUSA RIG NIS CATA M PALERMO IRACUSA TRA G S A LTA A C 2004 2005

Fonte: nostra elaborazione su dati Apat

L’indicatore relativo alla raccolta differenziata è rappresentato come percentuale dei rifiuti raccolti in forma differenziata sul totale dei rifiuti urbani. Tale indicatore consente di evidenziare la variazione nel tempo del peso della raccolta differenziata in modo da poter verificare il raggiungimento o meno degli obiettivi fissati dalla normativa (il 45% entro il 2008 e il 65% entro il 2012). In Tabella 86 , in Figura 43 e Figura 44 si mostrano i risultati (tutt'altro che confortanti) della differenziata dei capoluoghi siciliani tra il 2000 ed il 2007. I comuni che hanno mostrato l’incremento maggiore nell’ultimo triennio (2005-2007) sono stati Agrigento con un aumento del 154% e Siracusa con un +111%; i “peggiori”, con segno negativo, sono i comuni di Palermo con una diminuzione del 50% e Ragusa con un -15%. Il focus sull’ultimo anno disponibile (2007) mostra che solo 2 comuni superano il 10% di differenziata: Agrigento con quasi il 16% e Trapani con circa l’11%. Il comune di Enna si attesta nel 2007 al 9,68%, molto al di sotto degli obiettivi minimi di sostenibilità.

Tabella 86: Trend della percentuale di raccolta differenziata nei comuni–capoluogo di provincia della regione Sicilia – 2000–2007 VAR 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 05-07 Agrigento 0,77 0,43 0,2 0,28 4,99 6,28 13,94 15,92 154% Caltanissetta 1,1 0,91 3,4 4,93 4,87 4,47 4,67 4,66 4% Catania 0,83 2,1 2,16 3,22 3,7 5,41 6,39 6,61 22% Enna 1,35 1,47 1,5 2,65 3,73 7,12 8,11 9,68 36% Messina 1,61 1,05 1,33 1,85 1,69 2,04 1,89 3,76 84% Palermo 4,83 5,47 5,95 6,18 7,47 8,07 6,94 4,06 -50% Ragusa 1,18 2,99 3,84 5 8,88 9,65 9,68 8,17 -15% Siracusa 1,37 1,97 1,59 1,5 2,38 3,12 3,37 6,57 111%

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Trapani 5,23 5,53 4,73 5,12 6,05 5,33 8,51 10,81 103% Fonte: elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

Figura 43: Andamento della raccolta differenziata nei capoluoghi siciliani – 2000-2007

18 16 14 12 10 % 8 6 4 2 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA ENNA MESSINA PALERMO RAGUSA SIRACUSA TRAPANI

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

Figura 44: Variazione percentuale della raccolta differenziata dei capoluoghi siciliani – 2005- 2007

200%

150%

100%

50% +36%

0%

A A I TO MO NN USA AN SETTA TANI E ER AP S L AGUSA AC ESSINA A R CA M P TR -50%GRIGEN SIR A CALTANI

-100%

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

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Un’altra variabile presa in esame per descrivere il settore ambientale è la consistenza degli impianti di energia da fonti rinnovabili .Lo sviluppo di energie rinnovabili, oltre a contribuire al raggiungimento degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto, può costituire un volano di sviluppo locale combinando in un mix ottimale disponibilità di risorse naturali, tecnologie e lavoro per ridurre il consumo di risorse e i costi energetici di specifiche filiere produttive, e attivando l’industria di produzione di tecnologie avanzate e di impianti. Dall’analisi del biennio 2005-2006 (Tabella 87 e Figura 45) dello stato dell’impiantistica per la produzione di energia pulita, si nota come nell’intera regione esistono oltre 200 impianti in progetto e quasi 70 in esercizio; a livello provinciale, poi, Agrigento ha progettato il maggior numero di impianti (75), mentre Palermo possiede più impianti già attivi (21). La provincia di Enna mostra 16 impianti progettati e 2 operativi.

Tabella 87: Consistenza degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili delle province siciliane – 2005-2006 2005 2006 N. impianti in N. impianti in N. impianti in N. impianti in

progetto esercizio progetto esercizio Trapani 16 3 11 1 Palermo 23 13 13 8 Messina 11 7 6 7 Agrigento 69 6 6 2 Caltanissetta 2 0 0 0 Enna 10 1 6 1 Catania 9 4 7 3 Ragusa 20 2 11 1 Siracusa 8 6 5 4 Sicilia 168 42 65 27 Fonte: elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

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Figura 45: Consistenza degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili delle province siciliane – 2005-2006

80 70 60 50 40 30 20 10 6 10 1 1 0 N. impianti in N. impianti in N. impianti in N. impianti in progetto esercizio progetto esercizio

2005 2006

TRAPANI PALERMO MESSINA AGRIGENTO CALTANISSETTA

ENNA CATANIA RAGUSA SIRACUSA

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

4.6 Accessibilità e mobilità

Il sistema infrastrutturale di un territorio è un fattore importante per promuovere e sostenere lo sviluppo economico. La libertà di muoversi sul territorio è un diritto fondamentale che ogni istituzione nazionale e locale deve essere in grado di promuovere e perseguire. Lo sviluppo delle infrastrutture favorisce da sempre lo sviluppo economico dei territori: dove ci sono strade, vie d’acqua navigabili, ferrovie e aeroporti (solo per citare i principali modi di trasporto), le imprese possono estendere i propri mercati sia di approvvigionamento sia di vendita e possono quindi specializzarsi e assumere dimensioni maggiori, sfruttando economie di scala. È dunque indispensabile che le politiche di contesto, in tema di efficienza della dotazione infrastrutturale, favoriscano il formarsi di “economie di agglomerazione” fondamentali per aumentare la produttività delle imprese già localizzate e incoraggiare la localizzazione di nuovi investimenti anche esteri. Un’adeguata dotazione infrastrutturale è, in definitiva, per il comune di Enna, una condizione essenziale per le opportunità di crescita, competitività ed attrattività del suo territorio. Per questo motivo, all’interno del quadro sulla situazione socio-economica, appare opportuno dedicare uno spazio al sistema infrastrutturale dell’area territoriale di riferimento. I dati utilizzati per valutare lo stato delle infrastrutture dell’area si basano sull’elaborazione effettuata su dati dell’Istituto G. Tagliacarne.

4.6.1 Infrastrutture

Localizzata nel centro della Sicilia la provincia di Enna risulta possedere una dotazione infrastrutturale principalmente vocata al traffico gommato.

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Essa infatti è sprovvista di aeroporto, quello più vicino è il Filippo Eredia di Catania - Fontanarossa, posto a circa 100 km da Enna. Il centro abitato è oggi distinto in due differenti nuclei urbani: Enna Alta ed Enna Bassa, separati da un forte dislivello e da una breve distanza non lineare. Enna Alta (spesso detta semplicemente Enna) sorge su un monte tra i 940 e i 970 m d'altitudine; Enna bassa si trova sul versante Sud, ad un'altitudine variabile sui 700 m. Enna alta è stata fino alla seconda guerra mondiale l'unico insediamento urbano del capoluogo ereo, ed ha origini millenarie. Enna Bassa, detta anche Sant'Anna perché attorno a questa chiesa è nato il suo nucleo originario, si è sviluppata recentemente con quartieri residenziali, ampi viali, aree commerciali all'ingrosso, uffici e attività varie, anche grazie alla notevole spinta propulsiva rappresentata dall'Università Kore di Enna, che ivi ha sede. L’area urbana costituisce uno degli snodi viari più rilevanti della Sicilia interna, giacché vi si incrociano tre strade statali e una provinciale.

Principali connessioni e dotazioni infrastrutturali del comune di Enna

A circa 5,0 km dal centro di Enna Alta ed a 4,5 km da Enna Bassa sorge la stazione ferroviaria di Enna. La stessa si trova lungo la linea ferrata Palermo-Catania, il cui tracciato, risalente a fine ’800, è stato interessato, a partire dagli anni 80, da alcuni lavori che hanno riguardato il rinnovo dell'armamento, limitate rettifiche del raggio di alcune curve, il rinforzo dei ponti e l’elettrificazione dell’intera linea a corrente continua a 3000 volt. Nonostante tali interventi però, la linea ha conservato le peculiarità del tracciato originario, presentando

Parte Prima Pagina 144 quindi un’eccessiva tortuosità, velocità commerciali alquanto modeste e tempi di percorrenza elevati tanto da non renderla concorrenziale con il TPL (trasporto pubblico locale) gommato. Per tali motivi, infatti, i principali collegamenti extraurbani a livello provinciale e regionale sono realizzati proprio mediante pullman da alcune aziende di trasporto. Da un punto di vista della viabilità, il Comune di Enna è facilmente raggiungibile grazie all’ che collega Palermo con Catania. Dallo svincolo autostradale, tramite una bretella di collegamento che s’innesta sulla SS 117bis, che funge da scorrimento veloce per Caltanissetta e per Catania, è possibile poi raggiungere dopo circa 3,0 km la frazione di Sant’Anna, vale a dire il centro abitato di Enna Bassa, con il Polo Universitario e la nuova area residenziale. La strada assume qui carattere urbano diventando via Unità d’Italia, ed in corrispondenza di Piazza Sant’Anna, presenta un incrocio semaforizzato in cui si innestano la SP 1 (via Pergusa), che dopo circa 3,5 km consente di giungere ad Enna Alta e rappresenta la principale strada di collegamento tra i due centri urbani, e la SS 561 (via Pergusina) che consente di raggiungere Pergusa e Piazza Armerina. Dallo svincolo autostradale di Enna è possibile giungere al centro urbano di Enna Alta, anche, risalendo dall’altro versante del monte attraverso la SS 117bis prima, la SS121 poi ed infine la strada SP 2 (Strada Panoramica Casina Bianca), per una distanza complessiva di circa 5,0 km dall’innesto della bretella autostradale sulla SS117bis. Dal 2007 Enna dispone anche di un idroscalo, situato nel vicino lago Nicoletti, che consente di raggiungere grazie ad aerei anfibi l'aeroporto Boccadifalco di Palermo, l'Aeroporto di Malta, gli aeroporti delle isole minori (Lampedusa, Pantelleria) e altri scali. Si tratta dell'unica infrastruttura per idrovolanti d'Italia assieme a quella di Como, ed è l'unico scalo aereo per uso civile della Sicilia centrale.

Reticolo viario del Comune di Enna e vie di accesso ad Enna alta

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La Tabella 88, la Tabella 89 e la Tabella 90 riportano gli indicatori della dotazione infrastrutturale nel 2007 a livello provinciale rispettivamente nell’anno 2007, come variazione tra il 2004 e il 2007 e come quota percentuale sul totale. Queste rappresentano le aggregazioni minime delle quali si dispongono sufficienti dati ed informazioni. La rete stradale della provincia di Enna rappresenta solo il 14% dell’intera regione, con un indice pari a 105 rispetto a quello nazionale che è 100, senza alcuna variazione rispetto al 2004. La struttura che ha riportato il maggior incremento è quella dell’istruzione con un +69% seguita immediatamente dalle strutture e dalle reti per la telefonia e la telematica con un +48%. Tuttavia, queste strutture rappresentano rispettivamente solo il 5% e il 9% rispetto all’intera regione.

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Tabella 88: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane – 2007

Indice Strutture e Reti Indice Impianti e totale di reti per la bancarie Strutture Strutture totale di Rete Rete reti Strutture dotazione Porti Aeroporti telefonia e e di culturali e per dotazione stradale ferroviaria energetico– sanitarie infrastrut– la servizi ricreative l'istruzione infrastrut– ambientali turale, telematica vari turale senza porti

Trapani 123,78 20,37 455,66 184,98 63,83 104,34 67,05 49,86 76,11 51,24 120,62 83,39 Palermo 85,47 55,22 100,08 173,24 62,06 126,54 81,65 57,18 123,4 131,61 102,06 102,28 Messina 155,87 106,5 136,78 0 65,31 97,15 79,4 60,4 102,07 123,26 93,91 89,15 Agrigento 50,19 60,97 66,82 52,01 53,86 89,34 47,62 29,38 76,3 34,55 57,02 55,93 Caltanissetta 74,48 76,26 128,8 0 51,7 88,11 50,25 22,02 62,31 59,5 62,26 54,87 Enna 105 68,78 0 0 34 47,61 31,54 21,3 69,05 48,75 43,1 47,89 Catania 63,62 53,39 188,72 147,92 78,47 146,5 89,86 66,56 126,92 143,9 113,42 105,06 Ragusa 44,03 17,34 49,27 0 55,08 106,05 69,31 36,62 88,23 69,28 53,76 54,26 Siracusa 49,84 66,82 335,43 0 106,79 106,06 63,03 31,95 84,19 60,63 91,5 64,39 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Tabella 89: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane (var%) – 2004–2007 Indice Strutture e Reti Indice Impianti e totale di reti per la bancarie Strutture Strutture totale di Rete Rete Aeropor reti Strutture dotazione Porti telefonia e e di culturali e per dotazione stradale ferroviaria ti energetico– sanitarie infrastrutt la servizi ricreative l'istruzione infrastrutt ambientali . senza telematica vari urale porti Trapani -1% 0% -8% 39% 1% 76% 18% -1% 19% 8% 8% 20% Palermo 2% 1% 33% 44% -10% 51% 11% -1% -8% 10% 13% 11% Messina 8% 3% -18% 0% -4% 40% 8% -2% -16% 2% -9% -7% Agrigento 0% 0% 10% 20% 3% 96% 0% -1% 29% -6% 15% 16% Caltanissetta 1% 1% 176% 0% 1% 71% 16% -4% 6% -5% 20% 5% Enna 0% 0% 0% 0% 4% 48% 16% 1% 69% 3% -9% 6% Catania 0% 2% -9% 30% 1% 32% 27% -3% -15% 0% 4% 7% Ragusa -2% -2% -42% 0% 3% 94% -1% -2% 25% 12% 5% 14% Siracusa 1% 2% -5% 0% 23% 77% -5% -4% 17% 25% 7% 14% Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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Tabella 90: Dotazione infrastrutture per categorie di infrastrutture per le province siciliane (quote % sul totale) – 2007 Indice Strutture e Reti Indice Impianti e totale di reti per la bancarie Strutture Strutture totale di Rete Rete reti Strutture dotazione Porti Aeroporti telefonia e e di culturali e per dotazione stradale ferroviaria energetico– sanitarie infrastrutt la servizi ricreative l'istruzione infrastrutt ambientali . senza telematica vari urale porti Trapani 16% 4% 31% 33% 11% 11% 12% 13% 9% 7% 16% 13% Palermo 11% 11% 7% 31% 11% 14% 14% 15% 15% 18% 14% 16% Messina 21% 20% 9% 0% 11% 11% 14% 16% 13% 17% 13% 14% Agrigento 7% 12% 5% 9% 9% 10% 8% 8% 9% 5% 8% 9% Caltanissetta 10% 15% 9% 0% 9% 10% 9% 6% 8% 8% 8% 8% Enna 14% 13% 0% 0% 6% 5% 5% 6% 9% 7% 6% 7% Catania 8% 10% 13% 27% 14% 16% 16% 18% 16% 20% 15% 16% Ragusa 6% 3% 3% 0% 10% 12% 12% 10% 11% 10% 7% 8% Siracusa 7% 13% 23% 0% 19% 12% 11% 9% 10% 8% 12% 10% Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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La Figura 46 mostra la struttura stradale dell’intera regione siciliana dalla quale si nota come Enna presenti un buon collegamento con i principali capoluoghi della regione attraverso l’autostrada.

Figura 46: Infrastrutture del territorio siciliano

Fonte: elaborazione su dati ISTAT – Regione Sicilia “Atlante Socio-economico della Sicilia”.

4.6.2 Mobilità e trasporti

La Tabella 91 riporta il tasso di motorizzazione per singola provincia italiana nel 2007. In particolare, il rapporto tra le auto private in circolazione per 100 abitanti e la relativa posizione nella classifica delle province italiane, permette di valutare il tasso di motorizzazione delle nove province della Sicilia.

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È facilmente osservabile che le province di Caltanissetta e di Enna presentino un tasso di motorizzazione al 2007 relativamente basso, rispettivamente di circa 55,8 auto per 100 abitanti e di 56 auto per 100 abitanti. Inoltre, la provincia di Enna riporta un notevole incremento pari a circa il 23% tra il 2000 e il 2007. All’estremo opposto si posiziona la provincia di Catania con 65,5 auto per 100 abitanti con un incremento molto più moderato e pari all’11,6%.

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Tabella 91: Auto private in circolazione per 100 abitanti e posizionamento in graduatoria delle province italiane (unità e var%) – 2007 Var% Var% Var% Auto/100 Auto/100 Auto/100 Pos Provincia 2000- Pos Provincia 2000- Pos Provincia 2000– abitanti abitanti abitanti 2007 2007 2007 Barletta-Andria- Reggio 1 47,029 12,92 38 Caserta 57,904 10,10 75 61,948 -1,38 Trani Emilia 2 Genova 48,678 -1,26 39 Brindisi 57,913 14,84 76 Grosseto 61,979 3,12 3 Foggia 48,841 15,63 40 Lecce 57,994 11,82 77 Prato 62,059 1,95 Medio 4 50,816 20,37 41 Campobasso 58,198 19,79 78 Latina 62,269 8,32 Campidano 5 Bolzano 51,211 0,34 42 Bologna 58,269 -4,27 79 Novara 62,277 1,43 6 Venezia 51,346 2,44 43 Benevento 58,325 19,84 80 Varese 62,349 2,77 7 Crotone 52,542 17,42 44 Ogliastra 58,481 26,10 81 Lucca 62,358 2,06 8 Bari 53,183 8,81 45 Cagliari 58,534 10,52 82 L'Aquila 62,403 12,81 Monza e 9 La Spezia 53,41 2,51 46 58,664 1,31 83 Teramo 62,405 7,66 Brianza Carbonia- 10 53,634 17,89 47 Pescara 58,699 4,14 84 Asti 62,527 4,51 Iglesias 11 Trieste 53,94 0,15 48 Brescia 58,803 -0,73 85 Gorizia 62,567 1,37 12 Taranto 55,182 15,34 49 Messina 58,834 11,48 86 Pisa 62,638 2,48 13 Imperia 55,241 -0,78 50 Belluno 59,017 7,24 87 Ragusa 62,894 10,51 14 Oristano 55,263 18,42 51 Nuoro 59,136 17,76 88 Udine 62,996 3,09 15 Caltanissetta 55,829 15,77 52 Lecco 59,367 5,97 89 Pordenone 62,999 3,44 16 Matera 55,831 18,10 53 Trapani 59,767 10,50 90 Modena 63,324 0,39 17 Lodi 55,952 5,81 54 Pavia 59,83 2,20 91 Isernia 63,464 24,85 18 Enna 56,021 23,00 55 Piacenza 59,994 0,01 92 Macerata 63,566 5,45 19 Catanzaro 56,216 15,47 56 Padova 60,034 2,25 93 Cuneo 63,624 3,12 20 Salerno 56,363 13,03 57 Rovigo 60,32 9,34 94 Ravenna 64,285 -0,16 Ascoli 21 Napoli 56,424 3,83 58 Chieti 60,618 11,81 95 64,306 6,30 Piceno Olbia- 22 Trento 56,532 2,16 59 Mantova 60,643 3,23 96 64,508 10,95 Tempio 23 Palermo 56,552 7,40 60 Siracusa 60,799 13,83 97 Vercelli 64,517 3,30 24 Avellino 56,751 21,66 61 Verona 61,102 1,14 98 Fermo 64,81 5,94 25 Sondrio 56,789 4,85 62 Treviso 61,114 1,57 99 Arezzo 64,865 6,71 26 Savona 56,991 1,11 63 Parma 61,135 0,28 100 Firenze 65,024 5,94 27 Bergamo 57,027 5,08 64 Como 61,244 3,10 101 Terni 65,134 4,21 Verbania- 28 Sassari 57,027 4,59 65 61,414 2,70 102 Frosinone 65,46 16,21 Cusio-Ossola 29 Cosenza 57,056 21,73 66 Vicenza 61,57 2,59 103 Catania 65,493 11,60 30 Cremona 57,091 4,29 67 Ferrara 61,618 3,14 104 Rieti 65,578 14,44 31 Agrigento 57,174 16,67 68 Torino 61,63 -2,14 105 Siena 65,834 -2,01 32 Livorno 57,197 -0,40 69 Rimini 61,636 2,00 106 Perugia 66,851 3,65 33 Potenza 57,289 21,47 70 Ancona 61,67 3,26 107 Viterbo 66,88 9,05 Pesaro e 34 Vibo Valentia 57,325 20,68 71 61,689 3,71 108 Biella 66,992 1,04 Urbino 35 Milano 57,398 -6,55 72 Forlì 61,727 0,09 109 Roma 67,732 -0,54 Reggio 36 57,452 13,01 73 Alessandria 61,819 1,51 110 Aosta 110,136 3,49 Calabria 37 Massa Carrara 57,748 7,52 74 Pistoia 61,916 0,64 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

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In particolare, dopo aver analizzato il parco veicolare a livello provinciale, la Tabella 92 permette di comprendere l’evoluzione del parco veicolare per ogni singolo comune e provincia, in un periodo che va dal 2004 al 2008. In particolare, si nota un aumento progressivo delle auto private, comportando una variazione positiva per la provincia di Enna pari a 9,67% e per il comune di Enna pari a 5,43%.

Tabella 92: Var % delle autovetture per le province e i comuni capoluoghi – 2004–2007 2004 2007 Variazione % PROVINCE Agrigento 238327 260457 9,29 Caltanissetta 141855 152174 7,27 Catania 646690 708583 9,57 Enna 88741 97321 9,67 Messina 360055 383919 6,63 Olbia-Tempio 801 863 7,74 Palermo 662231 703154 6,18 Ragusa 178941 196084 9,58 Siracusa 226935 243660 7,37 Trapani 243453 260569 7,03 Sicilia 2788029 3006784 7,85 COMUNI CAPOLUOGO Agrigento 36479 38836 6,46 Caltanissetta 39094 40974 4,81 Catania 195949 206697 5,49 Enna 16821 17734 5,43 Messina 136525 141731 3,81 Palermo 381970 395196 3,46 Ragusa 47069 49936 6,09 Siracusa 75049 79271 5,63 Trapani 38710 40427 4,44 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO - Istituto Tagliacarne

Il fatto che il mezzo più usato sia l’autovettura privata è un risultato osservabile in modo più dettagliato nella Tabella 93. Se si confrontano i dati del 2007 delle autovetture con gli altri mezzi di trasporto utilizzati, si nota che le autovetture rappresentano per il comune di Enna circa il 79,57% del totale degli autoveicoli. Al secondo e al terzo posto troviamo i motocicli con un valore pari a 10.054 unità e gli autocarri per il trasporto delle merci con un valore pari a 9.905 unità.

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Tabella 93: Veicoli circolanti per i comuni capoluogo siciliane – 2007 MOTOVEICOLI AUTO– MOTOCARRI E RIMORCHI E RIMORCHI E AUTOCARRI E TRATTORI AUTO– VEICOLI AUTO– QUADRICICLI MOTO– SEMIRIMORCHI SEMIRIMORCHI ALTRI TRASPORTO QUADRICICLI STRADALI Totale BUS SPECIALI / VETTURE TRASPORTO CICLI SPECIALI / TRASPORTO VEICOLI MERCI SPECIALI / O MOTRICI SPECIFICI MERCI SPECIFICI MERCI SPECIFICI Agrigento 586 28.939 3.103 260.469 3.767 34.694 367 1.257 1.530 952 3 335.667 Caltanissetta 231 13.956 1.964 152.178 2.058 17.445 161 1.359 1.173 645 4 191.174 Catania 1.591 69.996 9.562 708.625 7.131 139.394 659 6.361 5.921 3.157 18 952.415 Enna 410 9.905 1.257 97.323 1.832 10.054 201 470 524 325 122.301 Messina 994 36.514 3.982 384.808 8.440 72.300 657 1.509 1.690 998 5 511.897 Palermo 2.550 55.748 9.479 703.183 8.682 151.242 358 6.433 4.225 2.169 10 944.079 Ragusa 298 25.071 2.265 196.092 3.384 27.827 179 1.409 1.504 942 258.971 Siracusa 345 23.136 2.949 243.671 3.737 45.223 167 2.297 1.221 734 323.480 Trapani 511 32.062 3.419 260.575 3.367 34.916 286 2.701 2.681 1.159 1 341.678 SICILIA 7.516 295.327 37.980 3.006.924 42.398 533.095 3.035 23.796 20.469 11.081 41 3.981.662 Fonte: nostra elaborazione su dati ACI

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Infine, la Tabella 94 e la Tabella 95 analizzano la suddivisione degli spostamenti in base al sesso e in base alla direzione nei comuni–capoluogo siciliani. Dalla prima tabella si può dedurre che il numero totale di persone che si sposta giornalmente nel comune di Enna è pari a 65.071 unità. La popolazione di sesso maschile rappresenta il 58,53% del totale, a fronte del 41,46% della popolazione di sesso femminile. Il primato degli spostamenti appartiene al comune di Palermo, con 290.194 unità. Dalla Tabella 95, invece, si desume che nel comune di Enna il 79,65% degli spostamenti avviene nello stesso comune di dimora abituale, mentre il 20,34% fuori dal comune di residenza.

Tabella 94: Popolazione che si sposta giornalmente in base al sesso per le province e i comuni capoluogo siciliani – 2001 Popolazione che si Popolazione che si Popolazione totale che si sposta giornalmente - sposta giornalmente - sposta giornalmente Maschi Femmine PROVINCE Trapani 97389 66224 163613 Palermo 290194 205618 495812 Messina 153947 117807 271754 Agrigento 93499 62530 156029 Caltanissetta 63261 41695 104956 Enna 38092 26979 65071 Catania 252300 181011 433311 Ragusa 76032 50743 126775 Siracusa 92206 59755 151961 Sicilia 1156920 812362 1969282 COMUNI CAPOLUOGO Trapani 97389 66224 163613 Palermo 290194 205618 495812 Messina 153947 117807 271754 Agrigento 93499 62530 156029 Caltanissetta 63261 41695 104956 Enna 38092 26979 65071 Catania 252300 181011 433311 Ragusa 76032 50743 126775 Siracusa 92206 59755 151961 Sicilia 1156920 812362 1969282 Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento della popolazione 2001 – ISTAT

Tabella 95: Spostamenti all’interno ed all’esterno del comune di dimora per le province e i comuni capoluogo siciliani – 2001

Nello stesso comune di Popolazione totale che si Fuori del comune dimora abituale sposta giornalmente

PROVINCE Trapani 129473 34140 163613

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Palermo 417679 78133 495812 Messina 210755 60999 271754 Agrigento 126006 30023 156029 Caltanissetta 87697 17259 104956 Enna 51831 13240 65071 Catania 292569 140742 433311 Ragusa 107432 19343 126775 Siracusa 117740 34221 151961 Sicilia 1541182 428100 1969282 COMUNI CAPOLUOGO Trapani 129473 34140 163613 Palermo 417679 78133 495812 Messina 210755 60999 271754 Agrigento 126006 30023 156029 Caltanissetta 87697 17259 104956 Enna 51831 13240 65071 Catania 292569 140742 433311 Ragusa 107432 19343 126775 Siracusa 117740 34221 151961 Sicilia 1541182 428100 1969282 Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento della popolazione 2001 – ISTAT

A partire da questi dati, implementando gli stessi su un data-base S.I.T., è stato possibile mediante apposito software di modellazione ed assegnazione, determinare l’entità dei flussi che si realizzano sull’intera rete viaria provinciale, relativamente agli spostamenti sistematici casa/lavoro ed al traffico merci.

Figura 47: Flussi di traffico nell’ora di punta 7.30-9.30 sull’intera rete viaria del Comune di Enna (veic.eq./ora)

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Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento della popolazione 2001 – ISTAT

È stato così possibile rilevare come a scala provinciale il principale attrattore sia proprio il Comune di Enna, capoluogo di Provincia, che interagisce principalmente con i Comuni della propria provincia, e con quelli di Catania e Caltanissetta, determinando sulle relative arterie di collegamento elevati flussi veicolari e presentando una forte connotazione a carattere pendolare tanto di studenti quanto di lavoratori. A scala comunale si è evidenziato maggiormente tale forte connotazione degli spostamenti con elevati flussi di traffico sulle due principali vie di accesso al Comune, la via Pergusa (SP1) che connette Enna Alta con la SS 117bis e quindi con Enna Bassa, e la Panoramica Casina Bianca (SP 2) che connette Enna Alta con la S.S. 121 e quindi con la SS 290. Per quanto concerne ad esempio il traffico veicolare privato, si rilevano infatti, nella fascia dell’ora di punta della mattina (7.30-9.30), flussi veicolari entranti di circa 550 veic.eq./ora sulla prima e di circa 600 veic.eq./ora sulla seconda.

Figura 48: Flussi di traffico nell’ora di punta 7.30-9.30 sull’intera rete viaria del Comune di Enna (veic.eq./ora)

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Fonte: nostra elaborazione su dati Censimento della popolazione 2001 – ISTAT

Tale tipologia di traffico concentra in alcuni momenti della giornata la domanda di mobilità, e grava essenzialmente sulle due principali strade di accesso ad Enna Alta, di cui peraltro una sola funge da collegamento tra i due centri urbanizzati di Enna Alta ed Enna Bassa. La conformazione strutturale del contesto urbanizzato di Enna Alta, con un reticolo viario costituito per la maggior parte da strade strette e dall’andamento tortuoso e disarticolato, con maglie quasi mai regolari, ovviamente non agevola la circolazione veicolare. Il problema della congestione interessa oltre che Enna Alta anche Enna Bassa, ove il centro urbano di Sant’Anna è interamente attraversato dalla SS 117bis, che in tal tratto assume una connotazione di tipo urbano e dove in corrispondenza di piazza Sant’Anna l’incrocio a gestione semaforizzata, in cui convergono la stessa via Unità d’Italia, la via Pergusa e la via Pergusina, non riesce a garantire la necessaria fluidità della circolazione entrando fortemente in crisi nelle ore di punta.

4.6.3 Il trasporto pubblico

Il tema della mobilità per Enna rappresenta quindi un aspetto fortemente critico, sia per la difficile accessibilità dalle aree esterne verso il centro di Enna Alta e quello di Enna Bassa, sia per le difficoltà di mobilità interna all’area urbana dei due centri, ed in particolare nel centro di Enna Alta, dove la mobilità interna soprattutto quella di tipo pubblico entra fortemente in crisi.

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Il TPL in ambito urbano è esercito dalla S.A.I.S. Autolinee e le linee attualmente attive sono le seguenti: Tabella 96: Linee di Trasporto Pubblico Urbano con relativi capolinea

Una linea collega inoltre Enna Alta con la stazione ferroviaria con 6 corse giornaliere. Il trasporto pubblico copre gran parte del territorio comunale come estensione di percorsi e numero di fermate, avendo a disposizione un moderno parco mezzi con buona capacità passeggeri, ma la dimensione dei mezzi in relazione alla larghezza delle strade, gli elevati tempi di attesa e di percorrenza, fanno sì che il trasporto pubblico ad Enna sia molto poco utilizzato, sia per muoversi all’interno del centro di Enna Alta sia per spostarsi da questo ad Enna Bassa e viceversa. Anche le linee extraurbane, pur presenti, non riducono in modo rilevante il traffico veicolare da e per il capoluogo ennese che nelle ore di punta, vista anche la presenza di un’unica via di accesso alla città, risulta essere critico. La tendenza dei cittadini, così, è rivolta verso l’utilizzo del mezzo di trasporto privato per qualsiasi tratta, casa/scuola, casa/lavoro, casa/spesa. Ciò è dovuto all’inefficienza del trasporto pubblico, per i problemi su evidenziati ed a causa dell’allungarsi delle distanze che caratterizzano tali spostamenti, e ciò a causa di una struttura urbana essenzialmente scissa in due centri distanti tra loro; uno a forte carattere residenziale con la presenza anche del Polo Universitario (Enna Bassa), ed uno in cui sono concentrati i servizi, gli uffici e le attività commerciali (Enna Alta).

Figura 49: Utilizzo trasporto pubblico e privato

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Fonte: indagine Movienbas

Ad Enna, come in tutti i centri urbani, il traffico e le difficoltà del sistema viario sono la causa principale dell’inquinamento atmosferico e del rumore, che si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita all’interno della città. La carenza di un adeguato numero di parcheggi all’interno del centro urbano di Enna Alta e l’assenza di alcun parcheggio strutturato a pagamento, se da un lato non agevola la circolazione, dall’altro non riesce neanche a disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, obiettivo quest’ultimo non raggiunto neanche con l’istituzione di una zona a tariffazione oraria (zona blu) all’interno del centro storico. Manca allo stato attuale un Piano Urbano Traffico che consenta di affrontare nel dettaglio i problemi specifici della mobilità, consentendo di poter conseguire i seguenti obiettivi: • il miglioramento delle condizioni di circolazione (movimento e sosta), • il miglioramento della sicurezza stradale (riduzione degli incidenti stradali), • la riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico, • il risparmio energetico.

4.7 Qualità della Vita

Per analizzare lo stato di “salute” dell’area di Enna, in termini di qualità diffusa, si sono utilizzate le serie storiche dell’Indice di qualità di Legambiente ed Italia Oggi. L’analisi evidenzia l’ordine di grandezza comunale (Tabella 97) e provinciale (Tabella 98) in forma di classifica e punteggi. Nella Tabella 97, si presentano i risultati in termini di posizionamento del 2009 per tutti capoluoghi italiani. Per la regione Sicilia, i risultati non sono dei più confortanti (Figura 50); le 9 città ottengono il loro miglior posizionamento con Messina (74°posto) ed il comune di Enna ottiene solamente la posizione 96, il peggiore dei comuni risulta Ragusa con il penultimo posto (102°) della classifica generale.

Tabella 97: Classifica Ecosistema Urbano dei capoluoghi italiani – 2009 Pos Città Sostenib Pos Città Sostenib Pos Città Sostenib 1 Belluno 74,63% 36 Forlì 56,06% 70 Roma 48,68%

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2 Siena 70,24% 37 Caserta 55,84% 71 Treviso 48,58% 3 Trento 67,96% 38 Campobasso 55,44% 72 Torino 48,55% 4 Verbania 66,38% 39 Gorizia 55,00% 73 Potenza 48,51% 5 Parma 65,69% 40 Cremona 54,94% 74 Messina 47,91% 6 Bolzano 65,59% 41 Sondrio 54,89% 75 Verona 47,86% 7 Savona 64,72% 42 Modena 54,87% 76 Vicenza 47,82% 8 Prato 64,10% 43 L'Aquila 54,26% 77 Oristano 47,00% 9 LaSpezia 63,50% 44 Lecco 54,23% 78 Imperia 46,56% 10 Venezia 63,29% 45 Cosenza 54,21% 79 Foggia 46,51% 11 Genova 62,16% 46 Grosseto 53,09% 80 ViboValentia 46,28% 12 Mantova 61,79% 47 Pescara 53,05% 81 Agrigento 45,15% 13 Ravenna 61,59% 48 Arezzo 52,69% 82 Avellino 45,07% 14 Perugia 61,45% 49 Milano 52,47% 83 Salerno 44,56% 15 Firenze 61,34% 50 Trieste 52,44% 84 Lecce 44,52% 16 Pavia 61,26% 51 Lodi 52,42% 85 Viterbo 44,49% 17 Pisa 61,09% Media ITALIA 51,96% 86 Alessandria 44,21% 18 Bologna 60,17% 52 Asti 51,77% 87 Brindisi 44,17% 19 Ferrara 59,53% 53 Biella 51,70% 88 Napoli 43,87% 20 Bergamo 59,13% 54 Pistoia 51,68% 89 Massa 43,69% 21 Como 58,84% 55 Teramo 51,49% 90 Reggio C 42,73% 22 Udine 58,66% 56 Lucca 50,92% 91 Crotone 41,78% 23 Reggio E 58,59% 57 Isernia 50,80% 92 Siracusa 39,15% 24 Livorno 58,53% 58 Rovigo 50,69% 93 Catanzaro 39,04% 25 Brescia 58,29% 59 Chieti 50,66% 94 Caltanissetta 38,05% 26 Piacenza 58,19% 60 Bari 50,52% 95 Latina 36,98% 27 Rieti 57,95% 61 Pesaro 50,41% 96 Enna 36,95% 28 Macerata 57,61% 62 Pordenone 50,37% 97 Matera 36,50% 29 Aosta 57,58% 63 Rimini 50,00% 98 Palermo 36,31% 30 Cuneo 57,23% 64 Padova 49,93% 99 Trapani 35,51% 31 Terni 57,20% 65 Sassari 49,83% 100 Benevento 35,00% 32 Varese 56,76% 66 Taranto 49,63% 101 Catania 34,73% 33 Ascoli P 56,61% 67 Vercelli 49,45% 102 Ragusa 32,85% 34 Ancona 56,49% 68 Nuoro 49,15% 103 Frosinone 28,04% 35 Cagliari 56,09% 69 Novara 48,75% Fonte: Ecosistema Urbano 2009

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Figura 50: Posizionamento dei capoluoghi siciliani nella classifica Ecosistema Urbano

Classifica Ecosistema Urbano (2009)

120 101 102 96 98 99 100 92 94 81 80 74

60

40

20

0 i o a a ia a t sa t an s u et u s Enn an ac ap at r Tr Rag Messina Si Palermo C Agrigen anis alt C

Fonte: nostra elaborazione su dati Ecosistema Urbano – Legambiente

In Figura 51 si rappresenta la variazione di posizionamento dei copoluoghi della regione Sicilia; il focus su Enna (Figura 52) evidenzia come il miglior risultato è del 1999 con il 73° posto, il peggiore del 1997 dove si attestava in ultima posizione.

Figura 51: Indice di qualità della vita di Legambiente – Variazione del ranking delle province siciliane – 2002–2008

40

30

20 11 9 10 10 6 2 0 TRAPANI PALERMO MESSINA AGRIGENTO CALTANISSETTA ENNA CATANIA RAGUSA SIRACUSA -10 -13 -20 -20

-30

-40

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

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Figura 52: Andamento del posizionamento del comune di Enna nella classifica di Legambiente – 1997-2009

ENNA - POSIZIONAMENTO (1997-2008) CLASSIFICA LEGAMBIENTE 120 103 100 96

80 73

60

40

20

0 1997 1998 1999 2000 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

Passando al dossier di Italia Oggi, l’analisi si sofferma sui territori provinciali ed il periodo analizzato va dal 2000 al 2007. Il risultato migliore è stato ottenuto dalla provincia di Ragusa (41°) nel 2004. In Figura 53 si rappresenta il dett aglio dell’andamento della provincia di Enna che è passata da un tutto sommato incoraggiante 69° posto del 2000 ad un deludente 94° nel 2007.

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Tabella 98: Indice di qualità della vita di Italia Oggi (Posizione e punteggio) – 2000-2007 2000 2001 2002 2004 2006 2007 Posizione Punti Posizione Punti Posizione Punti Posizione Punti Posizione Punti Posizione Punti Trapani 85 167,82 71 330,75 78 301,67 83 178,05 99 66,77 85 186,38 Palermo 98 43,59 80 255,16 94 131,63 94 131,13 83 161,14 91 121,81 Messina 75 309,41 88 193,25 102 50,53 100 72,32 77 207,6 87 178,23 Agrigento 79 271,31 96 141,3 95 127,12 75 288,82 98 69,29 98 63,52 Caltanissetta 97 46,73 78 289,46 86 210,54 81 209,49 96 80,21 97 73,58 Enna 69 367,92 81 232,77 103 0 95 127,43 93 106,03 94 86,45 Catania 94 84,23 74 321,64 91 178,02 87 169,75 101 29,15 75 248,58 Ragusa 88 158,46 61 381,22 55 458,22 41 560 80 186,41 77 238,48 Siracusa 99 41,93 100 90,69 90 182,06 70 322,11 100 57,3 78 234,32 Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

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Figura 53: Andamento del posizionamento della provincia di Enna nella classifica di Italia Oggi – 2000-2007

ENNA - POSIZIONAMENTO (2000-2007) CLASSIFICA ITALIA OGGI

120 103 100 94

80 69

60

40

20

0 2000 2001 2002 2004 2006 2007

Fonte: nostra elaborazione su dati GEO – Istituto Tagliacarne

5 Il Quadro Programmatico

Sul territorio di Enna insistono una notevole quantità di strumenti di programmazione e pianificazione. I numerosi programmi promossi dalla comunità Europea hanno favorito una serie di azioni sul territorio che non sempre configurano un quadro coerente di interventi. Gli strumenti posti sotto attenzione nell’analisi desk sono stati:

1. P.O. FESR 2007-2013 2. P.O.R. FSE 2007-2013 3. LEADER 4. PIT 10 “Sinergie per competere” 5. PIT 11 “Enna: turismo tra archeologia e natura” 6. Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale 7. Piano Territoriale Provinciale di Enna 8. Programma di Sviluppo economico e sociale della Provincia di Enna 9. Patto per lo Sviluppo della Provincia di Enna 10. Patti Territoriali 11. Piano Regionale dei Trasporti e della mobilità 12. Piano di gestione “Lago di Pergusa” 13. Piano Provinciale di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non 14. Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico 15. Piano Regolatore Generale (in fase di adozione) 16. Piani particolareggiati di recupero del centro storico 17. Programma Commerciale

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18. PRUSST Valdemone 19. Contratto di Quartiere Enna-Centro 20. P.I.S.U. 21. Agenda 21 Locale 22. Patto per l’agricoltura di Enna (Programma di sviluppo Rurale) 23. Programma Triennale OO. PP. 24. Studio di fattibilità per il Parco delle Miniere 25. Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta 26. Parcheggio sotterraneo multipiano "San Francesco"

Ciascuno degli strumenti analizzati discende da politiche specifiche dell’amministrazione, da programmi regionali, nazionali o comunitari. La gran parte degli strumenti è stata oggetto, nel presente studio, di una schedatura di dettaglio che ha mirato a far emergere ed a mettere a confronto le specificità degli strumenti stessi. In particolare sono stati analizzati quegli interventi da cui discendono delle azioni dirette, puntuali ed integrate sul territorio. In generale gli strumenti affrontano il tema dello sviluppo ennese secondo approcci molto differenti in riferimento al fatto che alcuni hanno un carattere volontario (PRUSST, CdQ, A 21 L, etc.) mentre altri sono codificati come strumenti di gestione obbligatori (PRG e Programma Triennale OO. PP.). Inoltre le politiche generate dai differenti strumenti non sempre hanno un riferimento diretto ad azioni territoriali, producendo molto spesso delle azioni immateriali o comunque di promozione territoriale (Studio di fattibilità per il Parco delle Miniere). Ciò che emerge dall’analisi comparata dei diversi strumenti è, in generale, un’attenzione notevole alla parte alta di Enna che ha una prevalenza di interventi del Programma Triennale OO. PP. ed è protagonista della proposta di Contratto di Quartiere Enna-Centro. Accanto a questa attenzione particolare, una serie di interventi si concentra sul tema della mobilità che viene affrontato dal Programma commerciale, che approfondisce lo studio dei sistemi dei parcheggi, dallo Studio condotto dalla provincia per un “Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta”, fino ad alcuni interventi puntuali come il Parcheggio sotterraneo multipiano "San Francesco" che, frutto di un concorso di idee, si integra con gli studi per il percorso meccanizzato di risalita proponendosi come elemento di testata ed interscambio del sistema integrato di trasporti e che trova una rispondenza anche negli elaborati del Piano Regolatore Generale. Un’attenzione a parte meritano tutta una serie di iniziative avviate ma ancora non approdate ad esiti sul territorio. È il caso, ad esempio del processo di Agenda 21 Locale che sul territorio ha prodotto già due relazioni sullo stato dell’ambiente ma non è ancora arrivato alla formulazione di un Piano di Azione Locale; o ancora del PISU, strumento operativo del POR, che sta avendo una gestazione incerta anche a causa di indecisioni politiche e normative. In questo caso l’analisi desk ha concentrato i suoi sforzi sulla comprensione dei temi generali dei progetti e sulle intenzioni manifestate negli stessi. Tale analisi, infatti, è utile, al di là degli effettivi esiti sul territorio, perché intercetta le tensioni, i desideri, i temi ed i problemi emergenti dalla realtà ennese. L’analisi è stata strutturata in quattro parti. Nella prima è stata esaminata la programmazione a livello comunitario, nella seconda a livello sovra locale (regionale e provinciale) avente riflessi sul territorio ennese, nella terza l’attenzione si è spostata sulla pianificazione di settore, nella quarta infine il focus è stata la strumentazione di pertinenza comunale.

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5.1 Strumenti di programmazione derivanti dalle politiche europee

La programmazione regionale che è stata avviata attraverso il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e il Fondo Sociale Europeo per il periodo 2007-2013 dalla Regione Siciliana, non individua aree specifiche di intervento sul territorio, bensì strategie atte a privilegiare lo sviluppo sostenibile e favorire le sinergie tra la dimensione economica, sociale e ambientale e il raggiungimento della piena occupazione, della qualità e della produttività sul lavoro e la promozione dell’inclusione sociale per il rafforzamento della coesione economica e sociale sul territorio siciliano. Nell’ambito del Piano Strategico di Enna, è fondamentale riferirsi a questi due strumenti di programmazione per acquisire gli indirizzi generali su cui incardinare le politiche di sviluppo locali. Nelle fasi successive all’analisi desk, con la determinazione e la condivisione degli assi prioritari di intervento e dei progetti che la comunità ennese intende portare avanti sul proprio territorio, questi diventeranno ulteriormente significativi, in virtù della necessità/possibilità, oltre a quella di attuare un buona programmazione degli interventi sul territorio e di captare risorse economiche private, di attingere ai finanziamenti della comunità europea. Secondo le modalità previste dalla Comunità Europea, gli interventi progettali potranno infatti attingere alle risorse del POR FESR e FSE esclusivamente se dimostreranno la piena compatibilità con gli assi prioritari previsti negli strumenti di programmazione.

5.1.1 Piano Operativo del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale 2007-2013

Per il periodo 2007-2013 la Regione Siciliana attraverso il FESR, mira ad attuare strategie atte favorire le sinergie tra la dimensione sociale, economica ed ambientale, in conformità alle Linee integrate per la crescita e l’occupazione dell’agenda di Lisbona rinnovata. In particolare, la strategia regionale per il FESR al fine di favorire la crescita e, pertanto, la convergenza con il resto dell’Unione, prevede interventi finalizzati: al miglioramento dell’accessibilità, garantendo una qualità e un livello adeguati di servizi e tutelando l’ambiente; alla promozione dell’innovazione, l’imprenditorialità; allo sviluppo dell’economia della conoscenza mediante lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, comprese le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Strategia di sviluppo regionale-settoriale 7 L’obiettivo generale del programma è quello di “Innalzare e stabilizzare il tasso di crescita medio dell’economia regionale attraverso il rafforzamento dei fattori di attrattività di contesto e della competitività di sistema delle attività produttive in un quadro di sostenibilità ambientale e territoriale e di coesione sociale”. I tratti distintivi del programma possono riassumersi in alcune opzioni trasversali che riguardano la collocazione mediterranea del processo di sviluppo della Sicilia, la necessità di dare attuazione alle pianificazioni settoriali già intraprese nel corso del precedente POR 2000-2006, la possibilità di sviluppare meccanismi di competitività del sistema produttivo regionale incentrati sui sistemi di imprese, l’attenzione alla sostenibilità territoriale dell’azione programmatica, con distinzione specifica per le aree urbane, per quelle rurali e per i sistemi

7 Estratto dal Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013 decisione N. C. (2007) 4249 del 7 settembre 2007 resa pubblica il 2 agosto 2007.

Parte Prima Pagina 167 locali. Sul piano attuativo viene messa in evidenza la imprescindibilità di un processo di programmazione fondato sul principio dell’integrazione delle risorse economiche in provenienza da fondi strutturali comunitari, risorse nazionali del FAS e risorse ordinarie indirizzate su obiettivi di sviluppo economico. Inoltre, si prevede di prestare particolare considerazione ai meccanismi di selettività, e incentivazione, ai principi di semplificazione procedurale, al completamento del ciclo progettuale attraverso tutte le sue fasi, ad una maggiore flessibilità per tener conto dei mutamenti di scenario e ad una maggiore partecipazione dei diversi portatori di interessi beneficiari dell’azione comunitaria. Per quanto riguarda le principali strategie, l’azione di rafforzamento dei fattori d’attrattività sono indirizzate innanzitutto al settore delle infrastrutture di trasporto e della logistica , all’interno del quale vengono individuati gli elementi fondamentali della strategia che riguardano il completamento delle reti di trasporto primarie e di quelle rivolte alle aree rurali e interne, una più incisiva azione di riequilibrio modale in funzione dello sviluppo delle reti transeuropee, l’accrescimento della dotazione di infrastrutture puntuali ( terminals , piattaforme logistiche) e, soprattutto, la razionalizzazione della mobilità di merci e persone attraverso la diffusione del trasporto pubblico di massa a guida vincolata e l’utilizzo di sistemi intelligenti. Un altro importante elemento d’attrattività è quello delle risorse naturali per il quale l’analisi dei punti di forza e di debolezza ha individuato come criticità principali i ritardi nel raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, l’incompleta attuazione della gestione integrata in materie di acque e rifiuti e la presenza di un elevato rischio idrogeologico in molte aree della regione. Nel settore dell’ energia , obiettivi del FESR riguardano la riduzione della dipendenza dalle fonti tradizionali e la promozione della diffusione di fonti rinnovabili con connesso adeguamento degli impianti, l’integrazione delle tematiche energetiche con la programmazione nel campo della ricerca e dell’innovazione, la razionalizzazione della domanda di energia. In materia ambientale il FESR promuove la riconversione dei sistemi di produzione verso tecniche e modalità sostenibili, il miglioramento della gestione delle risorse naturali agendo sulla dotazione di infrastrutture e di servizi collettivi e sulla prevenzione dei rischi, l’attuazione della pianificazione settoriale in materia di acqua, rifiuti, e protezione della natura, lo sviluppo di piani di prevenzione del rischio, la promozione di interventi di risanamento e riequilibrio ambientale di grande impatto e la creazione di un sistema di servizi e infrastrutture a rete per i sistemi locali di impresa in modo da sostenere l’adozione di eco-innovazioni da parte delle micro e PMI. Per ciò che riguarda lo sviluppo della società della conoscenza nella programmazione viene previsto innanzitutto attraverso un’azione specifica nel campo della ricerca e dell’ innovazione fondata su una maggiore integrazione tra ricerca pubblica e privata, sull’innalzamento del grado di internazionalizzazione dell’attività di ricerca, con una maggiore convergenza tra ricerca e fabbisogno delle imprese, sullo sviluppo della cooperazione tra imprese nell’attività di ricerca scientifica e tecnologica, nonché sulla concentrazione in settori strategici dell’azione di offerta di innovazione. In riferimento alla società dell’informazione ci si propone di concentrare l’azione sull’ incremento della gamma dei servizi accessibili on line per i cittadini con riferimento al sostegno alla domanda di servizi telematici pubblici da parte di cittadini adulti, e sull’utilizzo delle nuove tecnologie per il potenziamento delle capacità competitive delle piccole e medie imprese, anche attraverso la promozione alla partecipazione delle PMI al mercato dei servizi delle TIC. Una azione specifica riguarda la promozione dell’imprenditorialità nella quale il principio

Parte Prima Pagina 168 ispiratore dell’intervento dovrebbe essere quello volto al completamento delle filiere produttive, alla riorganizzazione del sistema degli aiuti per tener conto delle caratteristiche dimensionali delle imprese, all’individuazione di filiere, all’incentivazione alla formazione di distretti, al superamento del deficit di conoscenze delle PMI al fine di un loro consolidamento, alla promozione di sinergie tra il mondo della ricerca e le PMI e alla riduzione della dipendenza dall’esterno nei settori distributivi anche attraverso la promozione di prodotti e servizi di qualità. In materia di internazionalizzazione, la principale direzione strategica concerne la diversificazione della distribuzione geografica dell’interscambio e l’aumento del numero dei settori con presenza stabile e significativa sui mercati esteri, nonché la riduzione del deficit commerciale nei prodotti high tech , per la quale potrebbero configurarsi anche specifiche azioni di attrazione. Altro elemento caratteristico del FESR si lega alla sostenibilità territoriale dell’azione, intesa come possibilità di intercettare e guidare gli effetti territoriali della politica di sviluppo nei diversi settori di intervento. Infine, la programmazione intende risolvere i temi della governance istituzionale attraverso un’azione volta a potenziare le capacità amministrative nelle attività connesse al ciclo della programmazione e alla cooperazione istituzionale nell’ambito dell’attuazione del FESR stesso. Il rafforzamento dell’azione di responsabilità amministrativa si potenzia anche attraverso la diffusione interna della cultura della legalità, con particolare riferimento alle aree a rischio.

Assi Strategici del POR FESR 2007-2013 Asse 1 Reti e collegamenti per la mobilità - Contenuti Considerato che nel precedente POR nel settore delle infrastrutture di trasporto si è evidenziata una maggiore concentrazione delle risorse sulla modalità di trasporto stradale, nella programmazione FESR 2007-2013 viene previsto un riequilibrio tra investimenti sulla modalità di trasporto stradale e ferroviaria. Al fine di garantire un adeguato rilievo agli interventi riguardanti le modalità di trasporto sostenibili anche in area urbana, l’obiettivo è concentrare buona parte delle risorse economiche dell’asse su tali modalità, destinando alle stesse almeno il 60% dei finanziamenti così suddivisi: - trasporti ferroviari 30%; - trasporti urbani su guida vincolata 20%; - porti 10%; Per quanto riguarda le infrastrutture aeroportuali, al fine di evitare il rischio di un sovradimensionamento della rete aeroportuale che possa portare ad un incremento dei costi non sopportabile dalle società di gestione dei singoli scali siciliani, ulteriori interventi dovranno puntare esclusivamente al completamento di quanto già avviato nel precedente FESR, verificata la sostenibilità finanziaria nella fase di investimento e nella fase di gestione. La strategia complessiva per l’attuazione delle infrastrutture delle quattro modalità di trasporto è già definita attraverso una programmazione unitaria nell’ambito del Piano Regionale dei Trasporti. Gli obiettivi specifici dell’asse 1 sono: - Completare, qualificare funzionalmente e potenziare la rete di trasporto ferroviaria e

Parte Prima Pagina 169 stradale, sia primaria che secondaria, al fine di migliorare l’accessibilità ed accrescere la competitività del territorio; - Accrescere la dotazione e la funzionalità dei nodi infrastrutturali in grado di favorire l’intermodalità e l’ottimale trasporto delle merci e delle persone, con particolare attenzione alla specificità insulare del territorio; - Migliorare le condizioni di circolazione di merci e persone, riducendo la mobilità con mezzo proprio nelle aree urbane, potenziando i sistemi di trasporto pubblico di massa e ottimizzando l'offerta di trasporto attraverso le reti immateriali. I beneficiari dell’asse 1 sono: la Regione Siciliana, Enti Locali, Enti pubblici non economici e altri organismi di diritto pubblico, Soggetti a capitale pubblico regionale strumentale, ANAS S.p.A, RFI S.p.A., CAS, Enti e soggetti concessionari di specifici servizi e/o infrastrutture, Consorzi ASI, Società Interporti Siciliani S.p.A., Autorità Portuali, Capitanerie di Porto, Genio Civile OO. MM., ENAV, Società di gestione aeroportuali.

Asse 2 Uso efficiente delle risorse naturali - Contenuti Il FESR destina agli interventi riferite alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica una quota pari all’8% delle risorse totali. La Regione si impegna a mantenere tale quota per tutto il periodo 2007-2013 nel quadro della programmazione unitaria. Gli obiettivi specifici dell’asse 2 sono: - Promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili e favorire la razionalizzazione della domanda di energia, adeguare e monitorare gli impianti di produzione e le reti di distribuzione; - Completare gli investimenti infrastrutturali già previsti dalla programmazione vigente, e attuare la pianificazione settoriale e territoriale specie per conformarsi alla normativa ambientale nel settore idrico ed in particolare per favorire il raggiungimento della Direttiva CE 2000/60; - Attuare la pianificazione nel settore del rischio idrogeologico, sismico, vulcanico, industriale e ambientale e attuare i piani di prevenzione del rischio sia antropogenico che naturale; - Migliorare l’efficienza nella gestione dei rifiuti, sostenendo la nascita di un tessuto produttivo nel comparto del riciclaggio e promuovendo interventi di riqualificazione e risanamento ambientale di grande impatto. I beneficiari dell’asse 2 sono: Regione Siciliana e sue Agenzie, Enti Locali anche consorziati, Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, altri Enti Pubblici, Aziende Pubbliche e private, Soggetti a capitale pubblico regionale strumentale, centri di ricerca pubblici e privati, PMI come definite dalla disciplina comunitaria anche associate, Consorzi ASI, Distretti produttivi, Autorità Territoriali Ottimali, Siciliacque S.p.A., Arpa Sicilia ed Enti Parco.

Asse 3 Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l’attrattività turistica e lo sviluppo - Contenuti La programmazione è orientata a potenziare il vantaggio comparato che il patrimonio culturale e le risorse paesaggistico-ambientali rappresentano per la Sicilia, puntando sulla valorizzazione delle risorse e sul consolidamento dell’indotto, assicurando la stretta connessione con il sistema turistico e assegnando alla “gestione” un ruolo determinante per l’efficacia delle politiche.

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Gli obiettivi specifici dell’asse 3 sono: - Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l’attrattività turistica e lo sviluppo; - Valorizzare i beni e le attività culturali per aumentare l’attrattività dei territori, per rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità della vita dei residenti; - Rafforzare la rete ecologica siciliana, favorendo la messa a sistema e la promozione delle aree ad alta naturalità e conservando la bio-diversità in un’ottica di sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo; - Rafforzare la competitività del sistema turistico siciliano attraverso l’ampliamento, la riqualificazione e la diversificazione dell’offerta turistica ed il potenziamento di investimenti produttivi delle filiere turistiche. I beneficiari dell’asse 3 saranno: Regione Siciliana, Autorità portuali, Enti Locali, Genio Civile Opere marittime, Enti pubblici e privati con finalità non economiche, Organismi di diritto pubblico, GAL, Soggetti a capitale pubblico regionale strumentale, Soggetti misti pubblico- privato costituiti per la promozione dello sviluppo turistico, PMI come definite dalla disciplina comunitaria in forma singola e associata, Associazioni di impresa, Associazioni temporanee di scopo pubblico/private, Soggetti gestori Aree protette, Enti Parco gestori delle riserve, ARPA.

Asse 4 Diffusione della ricerca, dell’innovazione e della società dell’informazione - Contenuti Per il periodo la programmazione regionale punta ad riorientare le strategie regionali per l’innovazione e la società. Per primo il FESR si pone il problema della governance degli interventi regionali sulla ricerca ed innovazione, visto il tessuto fragile delle imprese che non riesce ad attivare spontaneamente dei processi virtuosi, essendo la domanda di innovazione debole e confusa. La programmazione pone in essere una forte azione pubblica volta soprattutto a favorire una esplicitazione della domanda ed una sua migliore organizzazione. L’azione pubblica inoltre assume un ruolo strategico nel governo dei diversi soggetti pubblici che operano nel campo della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e della società dell’informazione. L’obiettivo di costituire un sistema di governance efficace a livello di amministrazione regionale si coniuga con un approccio strategico bottom up basato sulla concertazione e il coinvolgimento permanente a diversi livelli dei soggetti del Partenariato, ai fini di individuare gli strumenti e le modalità migliori per soddisfare i fabbisogni espressi dal territorio. La Strategia regionale mira ad adottare un sistema di monitoraggio e aggiornamento regolare basato su una metodologia partenariale. In tal senso, gli obiettivi del PO riguardanti la ricerca e innovazione intendono rispondere in maniera più mirata: - alle esigenze di competitività del sistema: concentrazione in settori strategici e progetti di grande qualità e di forte impatto, preferibilmente nell’ambito di distretti tecnologici e cluster produttivi, favorendo le sinergie con le filiere produttive in campo energetico ambientale e con il settore agricolo per le filiere bioenergetiche, biotecnologiche e dei biomateriali; - allo stimolo e all’accompagnamento delle PMI per incrementare il livello di innovazione; - ad orientare gli investimenti verso una strategia coordinata di interventi. Per quanto concerne la società dell’informazione il POR prevede la creazione futura di

Parte Prima Pagina 171 servizi telematici ed on-line per cittadini ed imprese. In quest’ottica, l’aggiornamento della strategia regionale per lo sviluppo della società dell’informazione diventa la base per mettere a sistema le azioni in corso e quelle programmate in un quadro regionale di forte coordinamento. Gli obiettivi specifici dell’asse 4 sono: - Promuovere e favorire la collaborazione tra sistema della ricerca e imprese favorendo la cooperazione e il trasferimento tecnologico prevalentemente nell’ambito di distretti tecnologici e clusters produttivi e introdurre innovazioni presso le PMI, i consorzi di imprese e i distretti produttivi; - Potenziare attraverso l’utilizzo delle TIC la capacità competitiva del sistema delle PMI e allargare i benefici per i cittadini derivanti dalla diffusione delle TIC. I beneficiari dell’asse 4 sono: Regione Siciliana, soggetti a capitale pubblico regionale, PMI, grandi imprese, università, centri di ricerca, enti locali, aziende sanitarie, società di servizi.

Asse 5 Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali - Contenuti Il POR prevede una strategia connessa allo sviluppo imprenditoriale e al rafforzamento della competitività dei sistemi produttivi locali per favorire la crescita dimensionale delle PMI, la formazione e lo sviluppo di distretti e gruppi di imprese, e il potenziamento, mediante la riqualificazione delle aree produttive (industriali e artigianali), delle agglomerazioni esistenti. Gli obiettivi specifici dell’asse 5 sono: - Consolidare e potenziare il tessuto imprenditoriale siciliano, incentivando la crescita dimensionale delle PMI, lo sviluppo di distretti e la formazione di gruppi di imprese, facilitando l’accesso al credito e rafforzando le agglomerazioni esistenti con la riqualificazione delle aree industriali e produttive, in un’ottica di miglioramento della qualità e della competitività complessiva del sistema delle imprese; - Potenziare la capacità di espansione delle imprese siciliane in mercati extra-regionali ed internazionali. I beneficiari dell’asse 5 sono: Regione Siciliana, Enti Locali, Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale PMI, come definite dalla disciplina comunitaria, anche aderenti a distretti produttivi e a gruppi, Consorzi di PMI, Consorzi fidi, Soggetti pubblici o privati anche in ATS, CCIAA, Centri di assistenza tecnica di cui all’art. 13 c.1 della l.r. 20/05, Soggetti strumentali a capitale pubblico regionale, Centri Commerciali Naturali (come definiti dalla’art. 9 L.R. n. 10 del 15/09/2005) in forma di consorzi di PMI.

Asse 6 Sviluppo urbano sostenibile - Contenuti I contenuti dell’asse mirano alla promozione dell’imprenditorialità, dell’innovazione e dello sviluppo dei servizi e alla promozione della coesione sociale attraverso il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree urbane e nei quartieri a rischio. Inoltre, la strategia dell’asse si basa sulla valorizzazione delle realizzazioni del precedente FESR inserendole in filiere di offerta di città, completandole ed integrandole con servizi ed interventi funzionali o complementari, anche a carattere infrastrutturale, ed azioni di sviluppo e proiezione sovra-locale. Gli obiettivi specifici dell’asse 6 sono: - Potenziare i servizi urbani nelle aree metropolitane e nei medi centri;

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- Creare nuove centralità e valorizzare le trasformazioni in atto, realizzando nuovi poli di sviluppo e servizio di rilevanza sovra-locale. I beneficiari dell’asse 6 sono: Regione Siciliana, Enti Pubblici, Enti Locali, Enti fieristici, Associazioni Temporanee di Scopo pubblico/private, Soggetti a capitale pubblico strumentale, Aziende Sanitarie, Aziende Ospedaliere, Aziende Policlinici Universitari, Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico, strutture consortili tra soggetti di diritto pubblico, Imprese sociali singole o associate, ARPA, Enti o aziende dipendenti o sottoposte a vigilanza da parte dell’Amministrazione Regionale o comunale, Enti privati senza fine di lucro, Associazioni terzo settore.

Asse 7 Governance, capacità istituzionali e assistenza tecnica - Contenuti Il POR FESR mira a proseguire l’azione di adeguamento dei processi organizzativi e si pone l’obbiettivo di migliorare la capacità amministrativa e di programmazione del sistema regione ed affinando i meccanismi di gestione e di comunicazione interni all’amministrazione. L’obiettivo dell’asse è pertanto quello di rispondere ai fabbisogni dei soggetti istituzionali coinvolti nel processo di programmazione, attuazione, monitoraggio, controllo e valutazione degli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali, anche in considerazione delle nuove esigenze determinate dall’introduzione dei Programmi monofondo. In sostanza si pone la finalità di accrescere la capacità della pubblica amministrazione siciliana di programmare ed attuare le operazioni cofinanziate dal Programma Operativo FESR con tempi allineati con le prescrizioni comunitarie e di erogare servizi adeguati alle esigenze delle imprese e dei cittadini. Gli obiettivi specifici dell’asse 7 sono: - Rafforzare le capacità tecniche di gestione del territorio dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali; - Creare condizioni di contesto favorevoli alla diffusione della legalità. I beneficiari dell’asse 7 sono: Amministrazione regionale, Amministrazioni provinciali, Amministrazioni comunali, Enti Pubblici, Enti parco, Gestori delle riserve naturali, SIC e ZPS.

5.1.2 Programma Operativo Regionale per il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 8

Il POR FSE, mira a sostenere il raggiungimento della piena occupazione, della qualità e della produttività sul lavoro e la promozione dell’inclusione sociale per il rafforzamento della coesione economica e sociale del territorio regionale siciliano. La strategia di sviluppo regionale individua degli obiettivi globali diretti all’attuazione di una delle tre priorità fissate dagli OSC: “creare nuovi e migliori posti di lavoro attirando un maggior numero di persone verso il mercato del lavoro o l’attività imprenditoriale, migliorando l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese e aumentando gli investimenti nel capitale umano”. L’impianto strategico del P.O. FSE per lo sviluppo dell’occupazione e delle risorse umane si articola in sette obiettivi globali correlati a sette assi prioritari di intervento elaborati attraverso il riferimento ai seguenti principi:

8 Estratto del Programma Operativo Regionale Sicilia per il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 decisione N. C./2007/6722 del 18 dicembre 2007.

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- centralità dell’intervento sulle risorse umane rispetto al conseguimento degli obiettivi di sviluppo, coesione ed occupazione; - rafforzamento della qualità, dell’efficacia, dell’integrazione dei sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro; - interazione tra le politiche economiche, occupazionali, sociali e ambientali; - promozione del principio di uguaglianza e prevenzione e protezione dalla discriminazione; - valorizzazione del partenariato interistituzionale.

Tabella 99: Quadro riassuntivo del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 con i sette assi strategici

Assi prioritari del POR FSE 2007-2013 Asse Prioritario 1 - Adattabilità La strategia regionale per l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, individua nel “miglioramento della qualità e della produttività sui posti di lavoro” le variabili sui cui agire per garantire nel lungo periodo un innalzamento complessivo della competitività economica dei paesi membri, concentrando gli sforzi programmatici ed attuativi nel promuovere un approccio fondato sul long life learning e sul trasferimento dell’innovazione nell’ambito dell’impresa, per sostenere l’adattabilità della forza lavoro e del sistema economico alle mutate condizioni di contesto. Il miglioramento della capacità di adattamento, innovazione e competitività dei lavoratori e degli attori economici del sistema viene perseguito attraverso tre obiettivi specifici: sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l’adattabilità dei lavoratori; favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro; e sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l’imprenditorialità.

Asse Prioritario 2 - Occupabilità IL POR FSE mira ad accrescere i tassi di attività e il livello di partecipazione al mercato del

Parte Prima Pagina 174 lavoro in particolare attraverso misure attive dirette a favorire l’accesso e sostenere la permanenza in esso del potenziale di forza lavoro presente nel contesto territoriale e non ancora sufficientemente valorizzato. La programmazione regionale prevede l’attivazione di azioni dirette a prevenire anche le strozzature del mercato del lavoro. Altre misure prevedono il potenziamento delle misure attive e preventive nell’ambito delle politiche occupazionali per il superamento dei fattori che nel territorio siciliano impediscono di entrare nel mercato del lavoro, al fine di generare una maggiore crescita economica e promuovere un’economia in grado di favorire l’integrazione e la coesione sociale. Un obiettivo importante dell’asse 2, che è quello di attrarre e favorire la permanenza nel mercato del lavoro di un maggior numero di persone, è sostenuto dai seguenti obiettivi specifici: aumentare, l’efficienza, l’efficacia, la qualità e l’inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro; attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all’integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio di imprese; e migliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere.

Asse Prioritario 3 – Inclusione Sociale L’azione strategica sull’asse 3, punta a migliorare i livelli di inclusione sociale delle categorie svantaggiate della popolazione agendo sulla loro attivazione in termini di reinserimento lavorativo. Si mira a sostenere una azione finalizzata atta a garantire parità nelle opportunità per coloro che sono ai margini della società e che si trovano ad affrontare relativi maggiori ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro, la programmazione vuole agire sia sul fronte del rafforzamento dei saperi e delle competenze sia della rimozione di forme di discriminazione, così da innescare processi virtuosi di acquisizione della consapevolezza delle componenti più fragili del mercato del lavoro, in una logica finalizzata a sostenerne l’effettiva integrazione occupazionale. Sostanziale è la previsione dell’offerta di servizi di orientamento e sostegno personalizzati all’inclusione lavorativa, volta al conseguimento dell’ obiettivo specifico: sviluppare percorsi integrati e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro.

Asse Prioritario 4 - Capitale Umano La strategia della Regione Siciliana mira attraverso l’asse 4 a superare le difficoltà di accesso e permanenza nel mercato del lavoro determinate dal basso livello di istruzione e dalla carenza di competenze, in particolare attraverso un’offerta formativa attraente, accessibile e qualitativamente valida. L’asse prevede un azione in funzione del rafforzamento e miglioramento dell’integrazione dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro anche in relazione ad un più efficace collegamento di essi con le esigenze espresse dal territorio regionale siciliano. E’ prevista inoltre una qualificazione e una maggiore integrazione del sistema di istruzione e formazione che trovano attuazione nell’ambito dell’asse prioritario attraverso quattro obiettivi specifici: elaborazione, introduzione e attuazione delle riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro per migliorarne l’integrazione e sviluppare l’occupabilità, con particolare attenzione all’orientamento; aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e la segregazione di genere rispetto alle materie;

Parte Prima Pagina 175 aumentare l’accesso all’istruzione e alla formazione iniziale, professionale e universitaria, migliorandone la qualità; e creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione.

Asse Prioritario 5 - Transnazionalità e Interregionalità La strategia di intervento è diretta a sostenere l’integrazione fra i diversi livelli di programmazione regionale e fra i diversi Stati membri dell’Unione. Il rilancio del “partenariato per il rinnovamento europeo” è diretto ad agevolare ed accelerare l’attuazione delle riforme necessarie alla crescita e all’occupazione proposte dal POR FSE. La crescita della cooperazione a livello interregionale e transnazionale, rappresenta un ulteriore sostegno, qualificato anche dal valore aggiunto europeo, al rafforzamento delle competenze tecniche e di governance delle amministrazioni e degli enti attuatori. Nell’ambito di tale priorità si vuole quindi perseguire il seguente obiettivo specifico: promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio di buone pratiche.

Asse Prioritario 6 – Assistenza Tecnica Il POR FSE, mira in quest’asse a migliorare la strumentazione ed i processi sottostanti alla fasi di programmazione, gestione, sorveglianza, valutazione, monitoraggio e controllo degli interventi previsti. L’ obiettivo specifico è: migliorare l’efficacia e l’efficienza dei Programmi operativi attraverso azioni e strumenti di supporto.

Asse Prioritario 7 - Capacità istituzionale La strategia è diretta allo sviluppo e al miglioramento della capacità e dell’efficienza istituzionali, quale condizione per l’attuazione, la gestione delle politiche di sviluppo e coesione. L’asse prioritario prevede un modello di governance multilivello basato sulla sussidarietà e sulla cooperazione istituzionale, in grado di allargare i confini dell’azione pubblica estendendo la rete di attori istituzionali e sociali protagonisti delle politiche, che allo stesso tempo sia in grado di rendere concreta e misurabile l’azione di cooperazione istituzionale e sociale e di dare efficacia ai processi negoziali per assicurare alle politiche pubbliche la certezza di tempi e risultati che i cittadini richiedono. L’intervento diretto al raggiungimento di tali obiettivi si declina in due obiettivi specifici: migliorare le politiche, la programmazione, il monitoraggio e la valutazione a livello nazionale, regionale e locale per aumentare la governance del territorio; rafforzare la capacità istituzionale e dei sistemi nell’implementazione delle politiche e dei programmi. 5.1.3 Il LEADER e il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013

Il LEADER (Liaisons entre actions de développement de l’économie rurale) è un Programma di Iniziativa Comunitaria finalizzato a promuovere lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali. Nato nel 1989 come una delle Iniziative Comunitarie è ora uno degli Assi delle politiche comunitarie di sostegno allo sviluppo rurale (Reg. n.1698/2005). Il Programma Leader ha costituito, nel quadro dell’intervento comunitario in materia di sviluppo

Parte Prima Pagina 176 rurale, una notevole novità e ha rappresentato un importante strumento metodologico e formativo, poiché è nato per promuovere lo sviluppo integrato e sostenibile delle aree rurali, attraverso un maggior coinvolgimento degli operatori locali e della collettività, l’integrazione degli strumenti di intervento e la diffusione e attuazione di iniziative innovative e multisettoriali. Obiettivo del Programma Leader era quello di incoraggiare ed assistere la popolazione locale a percorrere modelli di sviluppo locale secondo le proprie priorità in termini economici e sociali 9. Nel 2000 la Commissione Europea ha adottato gli orientamenti che definiscono gli obiettivi, il campo di applicazione e le modalità di attuazione dell’iniziativa di sviluppo rurale LEADER+, come proseguimento dei programmi LEADER I e LEADER II. Anche questa nuova edizione del LEADER si è proposta di sperimentare soluzioni originali, integrate e sostenibili ai problemi di sviluppo delle aree rurali che possano costituire un esempio per le future politiche dell'Unione Europea10 . Infine, anche nell’attuale politica di sviluppo rurale 2007-2013, "L'Asse IV - Approccio Leader" dei Piani di Sviluppo Rurale delle Regioni italiane promuove lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile dei territori rurali attraverso la realizzazione di Piani Locali (PSL) presentati da Gruppi di Azione Locale (GAL). I PSL sostengono l'attuazione delle strategie di sviluppo locale e la realizzazione di progetti di cooperazione per favorire miglioramento: della competitività del settore agricolo e forestale; dell'ambiente e dello spazio rurale, della qualità della vita nelle aree rurali 11 .

Il LEADER+ ha promosso l'attuazione di strategie di sviluppo di qualità e costruite attorno ad uno o più temi prioritari capaci di rendere maggiormente dinamiche le aree rurali, di creare nuove occasioni di occupazione e di avere effetti durevoli. L'obiettivo era, ancora una volta, di contribuire a generare in ogni territorio rurale dinamiche di sviluppo endogene e durature, costruite sulla storia e i fattori competitivi specifici di ogni area. L'Iniziativa si proponeva di:

 favorire l'attuazione di strategie di sviluppo originali e di qualità, costruite attorno ad uno o più temi prioritari;  sostenere la realizzazione di azioni integrate e/o complementari con gli obiettivi di sviluppo dei programmi strutturali;  incentivare l'apertura delle aree rurali verso gli altri paesi europei ed extraeuropei;  promuovere la diffusione di esperienze, conoscenze e know-how;  sperimentare soluzioni ai problemi di sviluppo delle aree rurali che possano costituire un esempio per le future politiche dell'Unione Europea.

Sulla base degli obiettivi stabiliti, il LEADER+ è articolato in tre assi. L’Asse I "Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale e integrato fondate sull'azione ascendente e sul partenariato orizzontale" interviene a favore di tutte le aree rurali che dimostrano la volontà e la capacità di concepire ed attuare una strategia pilota di sviluppo

9 Fonte: Euromed Carrefour Sicilia (http://www.carrefoursicilia.it/leader%2B/pagine/leader.htm) 10 L'iniziativa si pone come il completamento dell’azione comunitaria per le aree rurali, il cui rilancio viene principalmente perseguito con i fondi strutturali con i Piani di sviluppo Rurale e Programmi Operativi Regionali, secondo quanto stabilito dai Regolamenti 1257/99, 1260/99 e 1750/99. (Euromed Carrefour Sicilia - http://www.carrefoursicilia.it/leader%2B/pagine/leader.htm) 11 www.reterurale.it

Parte Prima Pagina 177 integrata e sostenibile, comprovata dalla presentazione di un piano di sviluppo, fondata su un partenariato rappresentativo e imperniata su un tema centrale, caratteristico dell'identità del territorio. L'Asse 1 si propone di contribuire ad innescare processi di sviluppo che siano duraturi nel tempo e capaci di rendere maggiormente competitive le aree rurali. L’Asse II "Sostegno alla cooperazione fra territori rurali" promuove la realizzazione di progetti di cooperazione interterritoriale e transnazionale con l’obiettivo di contribuire al superamento dei vincoli strutturali dei territori interessati, altrimenti non superabili, e di apportare un reale valore aggiunto a quanto già avviato con l’Asse Prioritario I L’asse III "Creazione di una rete" è finalizzato a favorire lo scambio e il trasferimento di esperienze, stimolare e concretizzare la cooperazione fra i territori, informare e diffondere insegnamenti in materia di sviluppo rurale.

Il Programma LEADER a Enna

In linea generale il LEADER + è intervenuto nelle aree rurali dell'Unione Europea attraverso la presentazione, per l'asse I e II, di PSL - Piani di Sviluppo Locale, da realizzare nel periodo 2000-2006 in territori di piccola dimensione, da parte di GAL- Gruppi di Azione Locale alle Regioni e/o Stato membro di appartenenza; per l'asse III, di una proposta da parte dello Stato membro alla Commissione Europea 12 . A tal proposito è utile qui riportare il bilancio espresso nel Programma di Sviluppo Rurale 2007-201313 sull’esperienza del LEADER +: “I GAL operanti in Sicilia con il programma Leader + sono 12 ed i rispettivi Piani di Sviluppo Locale interessano complessivamente 127 comuni distribuiti in 7 province. […] In tutti i territori interessati all’iniziativa Leader + operano a vario titolo altri programmi tra cui i più rilevanti in termini economici e strategici sono i Patti Territoriali e i Progetti Integrati Territoriali (PIT), cui hanno aderito quasi tutti i comuni della Sicilia. I GAL hanno tenuto conto, nella fase di analisi, programmazione e attuazione dei PSL, dei suddetti programmi sfruttando le sinergie e le interazioni possibili che possono verificarsi dall’attuazione contemporanea di più programmi sullo stesso territorio. Tutti i 12 PSL selezionati fanno riferimento, inoltre, nelle rispettive schede di Misura, ad una forte trasversalità e complementarietà sia con il POR che con il PSR e con gli altri strumenti di programmazione”. Tale bilancio conforta la presente analisi desk nella valutazione delle interrelazioni tra gli strumenti di pianificazione che in forme e tempi differenti agiscono sul territorio ennese. Il territorio della Provincia di Enna è stato inizialmente protagonista del Programma Leader II attraverso l’attivita dei Gruppi di Azione Locale: Società consortile “Rocca di Cerere”, GAL

12 Il Programma Regionale Leader (PRL) della Regione Siciliana, per il periodo 2000-2006, è stato approvato dalla Commissione Europea con decisione C(2002) 249 del 19 febbraio 2002. Il PRL della Regione Siciliana, articolato in Sezioni e Misure, definisce l’ambito di applicazione dell’iniziativa a livello regionale e contiene tra l’altro: - l’individuazione delle aree eleggibili; - la definizione degli obiettivi e la strategia dell’iniziativa; - la tipologia delle operazioni ammissibili a livello di Sezione/Misura/Azione con indicazione dei beneficiari, delle principali categorie di spesa ammissibili, delle intensità e/o l’importo dell’aiuto pubblico cofinanziabile; - la disponibilità finanziaria complessiva per il periodo di programmazione a livello di Sezione; - l’individuazione delle autorità responsabili dell’attuazione. (Euromed Carrefour Sicilia - http://www.carrefoursicilia.it/leader%2B/pagine/leader.htm) 13 La Sicilia è classificata tra le regioni a “obiettivo di convergenza” nella Politica di coesione 2007-2013 della Comunità Europea. Al conseguimento dell’ “obiettivo di convergenza” contribuiscono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (fonti: Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste; http://ec.europa.eu)

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Terre del Sole, GAL Sviluppo Valle dell’Himera 14 . Tutti e tre tendono ad incentivare interventi di riorganizzazione delle attività alla luce di nuove possibili opportunità produttive quali l'agriturismo, la tipicizzazione dei prodotti agricoli etc. Il LEADER “Terre del sole” riguarda i comuni del versante nord, il programma “La valle del"Himera”, riguarda i territori di e Pietraperzia; “Rocca di Cerere” riguarda il versante a Sud della provincia. In quest’ultimo progetto si pone all'attenzione la questione dei parchi archeologici e minerari. In particolare il Programma LEADER II “Terre del sole” 15 prevedeva iniziative tese alla Promozione del turismo rurale – culturale, alla Valorizzazione delle produzioni tipiche attraverso l'elaborazione di disciplinari di produzione e implementazione di Sistemi Qualità nelle aziende agricole, alla Costituzione di un Osservatorio permanente di monitoraggio sul territorio, alla Creazione dei “Centri della Salute”. Al contempo il Programma LEADER II “Rocca di Cerere”, ha coinvolto attraverso La Società Consortile “Rocca di Cerere”, la Provincia Regionale di Enna, i Comuni di Leonforte, , Valguarnera, , Aidone ed Enna e le organizzazioni di categoria provinciali di Enna della CNA (Confederazione Nazionale Artigiani della Piccola e Media Impresa) e della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori in iniziative rivolte a sei linee d’azione: 1) Assistenza tecnica allo sviluppo rurale; 2) Formazione; 3) Turismo rurale; 4) Piccole imprese artigianato e servizi zonali; 5) Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e silvicoli; 6) Tutela dell’ambiente e miglioramento condizioni di vita. Le iniziative del programma “Rocca di Cerere” sono proseguite nella gestione, da parte della stessa Società consortile, del Programma LEADER + 16 .

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi Il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Sicilia si articola in quattro assi cui fanno riferimento 31 misure, alcune delle quali suddivise in più azioni specifiche, e da una misura di Assistenza tecnica. I quattro assi sono:

 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;  Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;  Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.  Attuazione dell’approccio Leader.

Rispetto a questa articolazione in assi e azioni ogni scelta operata sul territorio ennese comporterà la necessità di una verifica di compatibilità in seno alla zonizzazione normata dal Piano Regolatore Generale e, a livello, esecutivo, l’opportunità di modulare i programmi e i

14 Fonti web: www.roccadicerere.eu , www.ennasviluppo.it ; www.galterredelsole.it . 15 Il GAL che ha promosso il LEADER II "Terre del Sole" ha costituito una Società Consortile il 30/10/1998. I soggetti che hanno aderito alla costituzione sono i comuni di Agira, Sperlinga, Nicosia, Gagliano, Cerami, Troina, Regalbuto, Centuripe; l'Amministrazione Provinciale di Enna; l'Azienda Speciale Silvopastorale di Nicosia; l’Oasi Maria SS srl, la Federazione Provinciale della Coltivatori Diretti di Enna, la Confartigianato, l’API Enna, l’Associazione Sicilter 16 “In considerazione della esiguità delle risorse rispetto al Leader II, l’Amministrazione ha ritenuto opportuno concentrare la dotazione finanziaria del programma e di ridurre quindi il numero dei Gal ammissibili, dai 25 della precedente programmazione, a 12. La composizione dei GAL selezionati è complessivamente adeguata al raggiungimento degli obiettivi del Programma. In linea generale si è osservata una tendenza all’aggregazione tra soci rientranti in un nucleo storico consolidato e duraturo che è riuscito a coinvolgere anche nuovi soggetti” (Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, Gennaio 2008.

Parte Prima Pagina 179 progetti in funzione della attuazione di politiche utili allo sviluppo rurale stesso.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi del Programma LEADER

In riferimento agli assi prioritari determinanti del Piano Strategico, l’ambito di riferimento è quello dei “Sistemi locali di sviluppo”. Per le caratteristiche specifiche di questo tipo di Programma e per l’approccio generale rivolto allo sviluppo rurale le linee di indirizzo emergenti suggeriscono di individuare i settori in cui Enna possa esercitare un ruolo trainante nei confronti del territorio dell’entroterra siciliano nella promozione di circuiti turistici rurali alternativi, nella accoglienza e nella valorizzazione dei prodotti locali d’eccellenza, nella produzione agricola.

5.1.4 I Progetti Integrati Territoriali – POR Sicilia 2000/2006

In relazione alle indicazioni fornite dalla Regione Siciliana sulle modalità attuative del POR, fondamentale importanza ha assunto la redazione dei Programmi Integrati Territoriali al fine di “ancorare più efficacemente alla specificità dei sistemi locali le politiche settoriali”. I PIT rappresentano per la Regione Siciliana la modalità più appropriata per supportare le esigenze dello sviluppo dal basso che la regione intende sostenere, in quanto fondato su istanze presenti direttamente sul territorio e basate su obiettivi condivisi, sia dalle istituzioni pubbliche che dalle forze economiche e sociali 17 .

I PIT nel contesto ennese

La Provincia di Enna è protagonista delle politiche del POR Sicilia 2000/2006 attraverso la promozione del P.I.T. 10 “Sinergie per competere” e del P.I.T. 11 “Enna: turismo tra archeologia e natura”. La distinzione tra i due PIT è prima di tutto territoriale e riferita ad una suddivisione Nord/Sud del territorio della provincia ennese. Al contempo però, fin dalla formulazione delle due “idee- forza” alla base dei protocolli di intesa, i due programmi hanno indirizzi differenti. Il PIT 10, la cui area di azione è costituita dai territori dei comuni di Agira, Assoro, Catenanuova, Cerami, Centuripe, Leonforte, , Nicosia, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga, Troina e Valguarnera, Caropepe, attenziona le iniziative imprenditoriali locali, “frammentate e non collegate” con l’obiettivo di costruire “un vero e proprio sistema locale che abbia l’obiettivo principale di intervenire su quei fattori produttivi, economici e territoriali che consentano l’irrobustimento aziendale e l’ispessimento del tessuto produttivo, la cooperazione interaziendale e l’insediamento di nuove imprese anche esterne al territorio”. Il PIT 11, comprendente i comuni di Enna, Aidone, Barrafranca, Calascibetta, Piazza Armerina, Pietraperzia e Villarosa, è centrato sulla promozione di una offerta turistica strutturata e diversificata che permetta di controllare l’accoglienza e i servizi al turista, la qualità della ristorazione e dei prodotti tipici e la qualità del sistema delle infrastrutture minori a stretto servizio dell’offerta turistica: “Il complesso di questi interventi, correlato strettamente alle risorse e alle vocazioni dell’area, porteranno ad elaborare una mappa dell’offerta

17 www.ennasviluppo.it

Parte Prima Pagina 180 turistica dell’area e ad investire coerentemente sulle risorse naturali, culturali e di qualità della vita che sono maggiormente funzionali al raggiungimento dell’obiettivo dell’attrattività globale dell’area”. È utile, nell’ambito della presente analisi desk, fare qualche precisazione in più sul PIT 11 che coinvolge direttamente il territorio comunale ennese per le interazioni che può avere con gli altri strumenti di pianificazione e per gli indirizzi progettuali che può apportare agli assi determinanti il presente Piano Strategico. Risulta centrale allora l’analisi svolta sul sistema delle dinamiche del turismo, “viziate” dal peso di un solo sito di interesse turistico sugli altri: “Le dinamiche della frequentazione turistica dell’area sud della Provincia di Enna sono influenzate dalla presenza di Piazza Armerina. Gli ultimi dati disponibili, relativi all’anno 2000, registrano un totale di circa 70.000 presenze a fronte di un flusso di visitatori in transito stimati in circa 600.000 per la sola Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, inserita di recente dall’UNESCO tra i trentadue siti italiani considerati “patrimonio mondiale dell’umanità” per il loro valore universale. Dal contesto del territorio provinciale però in particolare è importante Le presenze di altre rilevanti realtà quali la città siculo-greca di Morgantina nei pressi di Aidone, il castello di Lombardia e la Torre di Federico II ad Enna, i centri storici i cui impianti e le cui tessiture urbanistiche testimoniano la presenza greca, romana, araba, bizantina, il patrimonio delle riserve naturalistiche costituito in primo luogo dalle riserve naturali di Pergusa, della Valle dell’Imera e di Rossomanno Grottascura testimoniano le ampie potenzialità attrattive del territorio e il forte sottodimensionamento del settore turistico” 18 . Al contempo è necessario riportare l’analisi svolta nel PIT 11 sui punti di forza e di debolezza rilevabili nel territorio interessato:

I punti di forza del territorio

 Posizione geografica centrale e agevole raggiungibilità dalle principali destinazioni turistiche regionali;  Alto valore del patrimonio archeologico, ancora in parte da scoprire, ed in particolare della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina;  Paesaggio e ambiente naturale incontaminati in grado di rappresentare gli aspetti ormai generalmente perduti del territorio regionale;  Vasto patrimonio di centri urbani, legato alle architetture religiose, militari e rurali.

I punti di debolezza dell’area

 Scarsa fruibilità delle risorse, in particolare per la mancanza di infrastrutture e servizi;  Limiti derivanti dalla scarsità qualitativa dell’apparato ricettivo e dalla carenza di strutture ricettive extra-alberghiere quali campeggi, villaggi turistici e ostelli;  Mancata valorizzazione delle maggiori risorse del territorio;  Debole penetrazione dell’offerta nel mercato della domanda e difficoltà nella formazione e diversificazione del prodotto;

In tale ordine di cose l’idea forza alla base del PIT 11, come più sopra evidenziato si esplica

18 Dal protocollo di intesa del PIT 11

Parte Prima Pagina 181 in un sistema integrato di turismo capace di raccogliere “ulteriori comparti che vanno a completare la filiera (artigianato tipico e artistico, cultura gastronomica e alimentare, qualità della vita ecc.). Quindi, oltre alla valorizzazione delle risorse attrattive esistenti (sostanzialmente culturali e, ancora poco attrattive, naturali), occorre creare un sistema di qualità differenziale e apprezzabile complessivo dell’area (partendo dalla storia, dalle tradizioni, dall’identità) attraverso anche:  azioni di base di miglioramento della qualità della vita;  interventi di miglioramento dei servizi;  il progressivo recupero e la valorizzazione dei centri storici minori;  il potenziamento del sistema infrastrutturale;  potenziamento dei servizi per la qualità sociale della vita; ricreando quel circuito di investimento del territorio verso se stesso che è alla base di uno sviluppo autopropulsivo endogeno”.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

In generale ogni scelta politica portata avanti nell’ambito del PIT 11 porterà alla verifica della sostenibilità normativa nel confronto con le scelte e la zonizzazione operata con il Piano Regolatore Generale. Ad una scala differente e a livello esecutivo bisognerà valutare caso per caso l’opportunità di modulare i programmi e i progetti comunali in funzione delle scelte sul sistema di turismo integrato proposto nel PIT.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi

In riferimento agli assi prioritari determinanti del Piano Strategico gli ambiti di riferimento vanno da quello dei “Sistemi locali di sviluppo” al “Sistema città” e alla “Società della conoscenza”. Sarà compito dei tavoli tematici che si attiveranno verificare tutte le interazioni tra le istanze presenti e dare forma a strategie efficaci. Nello specifico infine l’analisi del PIT fa scaturire la necessità del perseguimento di politiche atte da un lato a incentivare il recupero del patrimonio residenziale storico a fini della costruzione di un’offerta diversificata di posti letto (Bed & Breakfast, affittacamere, esperienze di paese-albergo); dall’altro a individuare i settori in cui Enna possa esercitare un ruolo trainante nei confronti del territorio dell’entroterra siciliano (circuiti turistici alternativi, accoglienza e prodotti locali d’eccellenza, produzione agricola) promuovendo le specificità storico-artistiche locali nei circuiti turistici siciliani.

5.2 La Pianificazione sovraordinata di carattere regionale e provinciale

Parte Prima Pagina 182

5.2.1 Le “Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”

Le “Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale” inseriscono il territorio del comune di Enna nell’ambito – 12 “Colline dell’Ennese”. All’interno della descrizione dell’ambito paesistico assumono una notevole importanza i sistemi delle zolfare presenti sul territorio. Inoltre viene portata in primo piano la centralità del sistema ennese rispetto alla Sicilia: “La centralità dell’area come nodo delle comunicazioni e della produzione agricola è testimoniata dai ritrovamenti archeologici di insediamenti sicani, greci e romani. In età medievale prevale il ruolo strategico-militare con una ridistribuzione degli insediamenti ancora oggi leggibile. Gli attuali modelli di organizzazione territoriale penalizzano gli insediamenti di questa area interna rendendoli periferici rispetto alle aree costiere. Il rischio è l’abbandono e la perdita di identità dei centri urbani.” 19 Un elenco dei vincoli puntuali ed areali scaturiti dalla pianificazione paesistica è riportato nel paragrafo di commento al PRG. Nelle more della redazione di piani di maggior dettaglio che specifichino le caratteristiche dei differenti ambiti, l’unico altro strumento sovracomunale che è cogente sul territorio ennese è il piano Regolatore Territoriale dell’Area di Sviluppo Industriale elaborato a seguito della Legge Regionale 27.02.1965 n°4 e delle previsioni d el P.R.G. del 1974. Il Piano è operante dal 1982 ed interessa l’area ubicata nella zona Dittaino parte della quale ricade nel Comune di Assoro. Di seguito sono analizzati i diversi strumenti di scala sovracomunale in fase di redazione e di perfezionamento e le esperienze di pianificazione che hanno concluso la loro azione diretta.

5.2.2 Piano Territoriale Provinciale di Enna - Schema di massima 20

Gli indirizzi progettuali proposti nello Schema di Massima Piano Territoriale Provinciale si basano sul Rapporto Preliminare del PTP, mentre s’implementano in relazione al Rapporto Provinciale per Programmazione dei Fondi Strutturali. La metodologia del Piano, prende avvio da questi documenti di sviluppo socio-economico e finanziario, e propone nelle prescrizioni operative, le priorità di intervento e le strategie programmatiche sui quali orientare il Piano. Il PTP infatti oltre a scelte progettuali che individuano i percorsi programmatici già avviati, costituendone una sintesi e proponendo nuovi scenari, individua un sistema di opzioni localizzative, sia strutturali che infrastrutturali, per i relativi fabbisogni dei prossimi venti anni.

Indirizzi di assetto territoriale Il Piano Territoriale Provinciale di Enna propone un quadro di opportunità progettuali atto a stimolare la comunità ad orientare le proprie risorse in direzione di una nuova condizione di “centralità” territoriale. L’obiettivo è quello di fare sì che il territorio di Enna possa incentivare la propria capacità d’essere area “riconoscibile e identificabile”, capace, di svolgere il ruolo di cerniera attiva nei movimenti e nei flussi delle ricchezze del sistema europeo. Il PTP prevede che, attraverso la dotazione di un sistema infrastrutturale più funzionale in grado di captare risorse ed immetterne altre, Enna e il suo territorio provinciale possano prefigurare le condizioni per un riequilibrio degli assetti anche strutturali, al fine di rispondere alla domanda di sviluppo economico e culturale.

19 Assessorato Beni Culturali ed Ambientali, regione Siciliana, Linee Guida del Piano Paesistico Regionale. 20 Sintesi dello Schema di Massima del Piano Territoriale Provinciale di Enna.

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Gli strumenti finanziari offerti dall’Unione Europea, utilizzabili nell’arco dei prossimi dieci anni, dovranno pertanto finalizzarsi alla costruzione di un territorio attrezzato lungo gli assi della mobilità regionale, mutando questi in elementi del grande sistema plurimodale che attraversa il territorio europeo. Enna, secondo le previsioni, deve accettare la sfida di essere un’area con una doppia centralità, quella regionale, con il suo ruolo baricentrico nei flussi commerciali e umani dell’isola, e quella europea, nella misura in cui la comunità continentale si confronta con le energie umane e culturali che premono dalle regioni del Mediterraneo. Di seguito si riportano gli obiettivi evidenziati nello schema di massima del Piano:

I parchi territoriali tematici Il Piano mira a favorire la costruzione di un “organigramma territoriale” costituito da politiche di rinnovo e potenziamento del sistema dei servizi complementari al turismo culturale, scientifico e naturalistico, alla tutela e conservazione delle risorse storico- antropiche del territorio ed, inoltre, all’organizzazione della sosta e della “stanzialità” delle risorse umane che il mercato del turismo movimenta nell’area del mediterraneo. In merito al turismo turistica si prevede la diversificazione e il potenziamento dell’offerta turistica. In virtù delle presenze turistiche nelle Villa romana di Piazza Armerina e in occasione degli eventi sportivi di Pergusa, si prevede l’incentivazione di un quadro d’opzioni alternative, da ricercarsi nel settore del turismo naturalistico, culturale e quello sportivo in generale. A tal proposito lo Schema di Masima del Piano Territoriale Provinciale propone due ipotesi di Parchi Territoriali Tematici: - Il Parco territoriale dei Laghi e delle risorse naturalistiche; - Il Parco territoriale della cultura mineraria.

I Passanti Intermodali Sotto l’aspetto infrastrutturale, il PTP individua una strategia che favorisce la movimentazione veloce della produzione locale all’interno dei mercati europei ed internazionali per rafforzare la competitività del quadro produttivo endogeno. Per raggiungere tale obbiettivo si prefigge di “attrezzare” le direttrici dei corridoi plurimodali, regionali ed europei, Est-ovet e nord-sud, in allocare nodi di scambio intermodale che inducano alla sosta e alla ricettività umana. Infatti il PTP prevede di attivare così un sistema delle infrastrutture d’accesso al territorio provinciale attrezzandolo appunto lungo le due direttrici sudette. Le due strategie di localizzazione infrastrutturale sono: - Passante intermodale del Dittaino; - Passante Commerciale ed agro-industriale Nord-Sud. Questi due scenari, contemplano la realizzazione dell'aviosuperficie, e dell’Interporto del Mediterraneo. Le scelte localizzative del primo si lega a due questioni: la prima riguarda il territorio di Pietraperzia e contempla una volontà già espressa dal Piano regolatore generale; mentre la seconda interessa un’area di grande spessore strategico a ridosso del nodo viario regionale Caltanissetta-Gela-Agrigento, in prossimità della Valle dove inizia la Caltanisseta-Gela.

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L’interporto del mediterraneo si pone nella dimensione regionale, tra le due grandi aree intermodali in programma di Termini Imerese e di Catania-Bicocca. L’interporto proposto è in un area adiacente all’ASI del Dittaino, potrebbe configurarsi come facente parte di quel sistema a rete contestuale ai cosiddetti “centri merci“, già programmate nelle aree urbane di Gela, Milazzo e Brancaccio. Un sistema che il Piano Regionale dei Trasporti intende implementare in Sicilia, in ragione delle strategie dei vari settori produttivi e della localizzazione di aree a forte concentrazione e scambio di merci.

I centri tecnologici per lo sviluppo produttivo alle Unità territoriali In merito alle politiche per migliorare le infrastrutture territoriali e l’offerta di servizi alla produzione, il Piano Territoriale Provinciale di Enna prevede che siano affiancate ad un sistema di servizi legati prevalentemente alla qualificazione professionale della comunità locale al fine di rendere coerente la domanda occupazionale al modello proposto. Nel PTP, le politiche di sviluppo dell’imprenditoria, sono previste come un unico progetto di sviluppo nel quale la produzione, il commercio, e l’assistenza all’impresa, possono identificarsi in un unico spazio territoriale e possono consentire la diffusione nel territorio di un modello di sviluppo sostenibile in ragione delle vocazioni e delle opportunità del territorio. Il Piano individua e localizza di attrezzature a servizio delle aree corrispondenti alle due relative Unità Territoriali: - Il Polo tecnologico per l’industria zootecnica e silvo-pastorale (territori di Gagliano, Cerami, Nicosia, Sperlinga e Troina); - Il Polo tercnologico dell’industria agro-alimentare (territori di Barrafranca e Pietraperzia). All’interno dei due poli produttivi prevede l’inserimento di zone produttive e di centri di tecnologici di assistenza ai rispettivi poli produttivi, all’interno dei quali si dovrebbero sviluppare le politiche di propulsione delle attività produttive.

L’anello direzionale del Capoluogo Il PTP si pone il problema di ricercare soluzioni progettuali sostenibili per una migliore accessibilità e funzionalità, del sistema dei servizi direzionali e amministrativi di livello sovraccomunale. Questa finalità può essere perseguita attraverso scelte localizzative di decentramento in maniera da avvicinare i servizi amministrativi direzionali all’intera comunità provinciale, pur confermando il ruolo di centralità di Enna. Nel PTP le localizzazioni sono all’interno del disegno del nuovo Piano Regolatore Generale per Enna al momento in fase di adozione. Il Piano propone nell’insediamento di Enna Bassa la collocazione del Sistema Direzionale Provinciale e dei grandi servizi commerciali. Un’orientamento che appare maturato già nelle scelte localizzative del Polo Universitario Kore. La struttura territoriale proposta dal Piano trae i propri principi dagli obiettivi strategici sopra descritti, il Piano prevede un sistema dei servizi tra cui attrezzature puntuali, e delle infrastrutture tra cui linee, nodi e della mobilità, strutturate così: - Il sistema dei parchi e della ricettività umana; - Il sistema delle attrezzature, dei servizi e delle aree complementari alla produzione; - Il sistema delle attrezzature di standard territoriale per i fabbisogni direzionali ed amministrativi;

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- Il sistema della mobilità e dei relativi percorsi e dei nodi viari territoriali.

Gli scenari strategici del Piano Territoriale Provinciale Il Piano Territoriale Provinciale di Enna si struttura secondo quattro scenari strategici di Piano, che prefigurano una lettura separata delle ipotesi progettuali. Gli scenari vengono intesi nel Piano come un unico momento nella definizione generale dell’assetto territoriale proposto. Per ogni scenario strategico si affianca il modello d'attuazione del Piano, articolato in tre diversi strumenti operativi, in ragione dell’approccio metodologico al problema e alla tipologia dell’azione prefigurata: i programmi per settori, i piani operativi d’attuazione, i progetti mirati. Essi rappresentano, per temi separati, la sintesi progettuale degli “Indirizzi d’assetto territoriale” e propongono il modello d’attuazione delle ipotesi d’assetto territoriale. I primi due scenari prevedono interventi relativi alle infrastrutture del territorio, lungo le direttrici d’attraversamento del sistema europeo e regionale; gli altri due, prevedono azioni di riqualificazione e potenziamento delle risorse ambientali e antropiche che completano il sistema dei parchi tematici territoriali prefigurati: - Il Passante intermodale Dittaino; - Il Passante industriale-commerciale Nord – Sud; - Il Parco territoriale tematico dei laghi; - Il Parco territoriale tematico della cultura mineraria. I contenuti degi scenari strategici è rappresentata nei seguenti quadri sinottici allegati al PTP di Enna:

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5.2.3 Programma di sviluppo economico e sociale della Provincia di Enna

Il Programma di Sviluppo Economico e Sociale, definisce la strategia di sviluppo della provincia, attraverso una articolazione settoriale, e costituisce il quadro di riferimento di immediato riscontro per le iniziative di sviluppo del territorio. Il Programma di Sviluppo Economico e Sociale della Provincia di Enna prende base e recepisce ideeforza già consolidate in precedenti progetti di sviluppo, valuta una loro estensione all’interno di un progetto generale di Sviluppo di tipo integrato e individua, per questo, una struttura che connette (la logica del Programma) al fine: a. di promuovere iniziative di animazione economica finalizzate allo sviluppo e al consolidamento delle diverse realtà imprenditoriali, b. di potenziare un approccio metodologico che veda il costante coinvolgimento del partenariato istituzionale e di quello socio – economico, “in una fase, come quella attuale, dove la competizione non è più giocata soltanto tra soggetti produttivi e imprenditoriali, bensì sulla capacità dei sistemi socio-territoriali di combinare e organizzare le attività dei soggetti economici, istituzionali e sociali”. La Provincia di Enna ha convocato, in merito, 5 “tavoli di concertazione”, composti da rappresentanti delle istituzioni locali e delle forze economiche, sociali, culturali, che hanno lavorato su altrettante tematiche: - Risorse ambientali, culturali e turismo, - Agricoltura, - Attività produttive, PMI, innovazione, - Istruzione, formazione, mercato del lavoro, - Politiche socio – sanitarie e terzo settore. L’Assemblea dei Sindaci della provincia ha interagito con la costruzione negoziata del Programma, diventando interlocutrice per la definizione più adeguata degli obiettivi a livello dei territori specifici. All’Assemblea dei Sindaci, presieduta dal Presidente della Provincia, è stato affidato il compito di esaminare e approvare, preliminarmente, il Programma di Sviluppo Economico e Sociale. Gli obiettivi del programma di sviluppo economico e sociale sono:

 Promozione dello sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, in una prospettiva orientata al mercato, in un’ottica non di dipendenza ma di costruzione delle condizioni per la valorizzazione delle risorse locali e dei prodotti autoctoni. Creazione di condizioni per l'integrazione delle risorse ambientali, culturali e turistiche attraverso strategie di sviluppo condivise.  Valorizzazione delle potenzialità del settore agricolo e miglioramento della redditività e della competitività delle produzioni locali sui mercati di sbocco attraverso il superamento dei vincoli e delle inefficienze strutturali esogene ed endogene.  Creazione di nuove opportunità di occupazione, aumento del grado di sviluppo e riduzione dei flussi migratori attraverso il rafforzamento della competitività delle imprese, il potenziamento del livello infrastrutturale materiale e la definizione di una strategia condivisa di marketing territoriale.  Valorizzazione delle risorse umane attraverso l'adeguamento in maniera concertata e integrata del sistema della istruzione e della formazione ai bisogni del territorio e al mercato del lavoro.

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 Sviluppo di politiche di promozione sociale, miglioramento della qualità della vita, superamento della marginalità sociale.

Dai 5 tavoli di concertazione è scaturita una batteria di obiettivi prioritari facenti capo ad azioni territoriali concertate; in sintesi e per ciascun tavolo tematico gli obiettivi individuati sono:

Tavolo Risorse ambientali, culturali e turismo:

 Valorizzare il patrimonio naturale, stimolando l’impiego di fonti di energia rinnovabili e valorizzando una maggiore integrazione tra ricerca scientifica e risorse ambientali del territorio.  Tutelare il patrimonio naturale attraverso la rinaturalizzazione dei siti degradati, la ricomposizione del paesaggio e degli equilibri idrogeologici.  Migliorare la gestione delle risorse ambientali, anche mediante la definizione di una rete ecologica che favorisca la fruizione del patrimonio naturale e promuova una cultura ambientale «diffusa».  Migliorare la programmazione delle risorse culturali e turistiche attraverso il metodo della concertazione permanente tra i diversi enti pubblici , adeguando le relative strutture.  Valorizzare il patrimonio culturale attraverso azioni di recupero e fruizione mirate al rafforzamento dell’identita’ del territorio.  Riqualificare il sistema viario e creare percorsi differenziati.  Potenziare e qualificare i servizi di accoglienza e le strutture ricettive, anche attraverso una moderna cultura di impresa. dotare il territorio di strumenti urbanistici e di pianificazione adeguati.

Partendo dal presupposto del necessario completamento del PIT 11 “Enna Turismo tra Archeologia e Natura” e del Piano d’Area per la valorizzazione del patrimonio storico – industriale delle aree interne attraverso la redazione di un “Parco delle Miniere”, dall’analisi effettuata e dalle indicazioni emerse dal Tavolo di Concertazione, il Programma di Sviluppo Economico e Sociale della Provincia di Enna, individua la necessità di Piani Settoriali o Azioni di Sistema:

 Piano Paesaggistico Provinciale  Piano per il Restauro e la Valorizzazione dei Boschi  Piano di Sviluppo del Turismo Sostenibile, che faccia propria la proposta di organizzazione di  Itinerari Turistici  Realizzazione del Parco Culturale Rocca di Cerere – European Geopark Network  Piano per l’organizzazione dei Distretti Culturali e di Ecomusei  Piano delle Acque

Tavolo Agricoltura:  Orientare, qualificare e tipicizzare i prodotti locali, rispettando l’ambiente, favorendo la biodiversità e lo sviluppo delle produzioni biologiche

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 Favorire la riorganizzazione e la gestione innovativa delle strutture imprenditoriali agricole, adeguandole alle normative igienico sanitarie ed alla sicurezza alimentare dei prodotti.  Migliorare i livelli culturali, professionali e di conoscenza degli imprenditori e degli addetti alle filiere produttive. La crescita culturale e la formazione professionale nell’ambito delle filiere produttive agricole sono necessarie per avviare un processo riorganizzativo indispensabile per la ripresa economica delle aziende agricole.  Favorire l’aggregazione organizzativa delle aziende e la creazione di strutture e servizi idonei a garantire la qualità e la valorizzazione delle produzioni e la loro certificazione e commercializzazione su mercati di sbocco delocalizzati, individuati sulla base di apposite indagini.  Sostenere la realizzazione, l’ammodernamento e il potenziamento di impianti per la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti  Potenziare il livello infrastrutturale, migliorando le reti di viabilità rurale, di elettrificazione e di distribuzione delle acque.  L’agricoltura nelle aree interne svolge un ruolo determinante per la tutela dell’ambiente in quanto condiziona i processi erosivi e il grado d’inquinamento. Un’agricoltura rispettosa dell’ambiente contribuisce decisamente a contenere i danni causati al territorio dai mutamenti climatici che provocano alluvioni e processi di desertificazione. L’assenza di azioni per la salvaguardia dell’ambiente, accelera i processi erosivi, compromette maggiormente le infrastrutture e, in caso di calamità, penalizza l’economia rurale. Il territorio provinciale è destinato per oltre l’80% all’attività agricola e zootecnica mentre il 10% è occupato da boschi.  La particolare orografia che caratterizza il territorio, la presenza di tratti montani dei tre principali fiumi della Sicilia, la presenza di otto laghi artificiali che invasano oltre 1/3 di tutte le acque invasate in Sicilia, avvalorano la necessità di potenziare le azioni sinergiche tra gli agricoltori e i soggetti preposti alla tutela ambientale al fine di contenere e prevenire i dissesti idrogeologici e i processi di desertificazione.  Migliorare e agevolare le condizioni di accesso al credito.  Le aziende agricole ricorrono ordinariamente al credito per sostenere le spese gestionali, per la realizzazione di miglioramenti fondiari, interventi per il mantenimento o l’ammodernamento delle filiere produttive ed infine per le esigenze aziendali in caso di calamità naturali.  Migliorare le condizioni di sicurezza delle campagne  Migliorare i servizi delle pubbliche amministrazioni rivolti agli imprenditori ed operatori agricoli favorendo, in particolare, l’accesso alle misure agevolative pubbliche .  Favorire l’innovazione tecnologica e la ricerca applicata, anche mediante la creazione di centri di ricerca.  Favorire la multifunzionalità e la diversificazione delle attività aziendali al fine di incrementare la redditività e l’occupazione.  Facilitare e sostenere la presenza nel territorio delle aziende agricole che producono prodotti tipici tradizionali di interesse storico-culturale.  Identificazione e catalogazione di specie vegetali endemiche e selezione genotipi vegetazionali atti alla costituzione di una vivaistica specifica.

Dal Tavolo di Concertazione, il Programma di Sviluppo Economico e Sociale della Provincia di Enna, individua la necessità di Piani Settoriali o Azioni di Sistema:

 Piano per la definizione e costituzione di Distretti Rurali di Qualità  Progettazione e istituzione del Polo per lo Sviluppo Scientifico-Tecnologico

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 Realizzazione del Piano per il recupero dell’edilizia rurale tipica

Tavolo Attività produttive, PMI, innovazione:  Rafforzare la cultura d’impresa,  Creare strutture di supporto alla commercializzazione,  Potenziare la struttura finanziaria delle imprese, anche attraverso la promozione di consorzi fidi,  Promuovere l’associazionismo tra imprese,  Potenziare e qualificare la formazione continua,  Rafforzare gli investimenti in innovazione tecnologica,  Potenziare e modernizzare le reti di comunicazione,  Valorizzare la centralità geografica del territorio,  Realizzare e potenziare le aree produttive.  Coordinare le azioni di sviluppo e rafforzare la coesione tra enti e istituzioni.

Le azioni di sistema individuate sono:

 costituzione del Polo Intermodale dei Servizi per l’impresa;  costituzione dell’Ente Fiera Provinciale;  potenziamento della Rete degli Sportelli Unici per le Attività Produttive;  costituzione dell’Agenzia per lo Sviluppo Locale (scheda);  realizzazione dell’Osservatorio permanente sull’Artigianato e la Piccola e Media Impresa

Tavolo Istruzione, formazione, mercato del lavoro:  Promuovere tra i soggetti istituzionali, gli attori della formazione e del mondo del lavoro, una programmazione integrata delle azioni e degli interventi, fondata sull’analisi e il monitoraggio dei fabbisogni formativi.  Favorire il partenariato ed il coordinamento delle istituzioni scolastiche, dell’università, degli enti di formazione professionale e del mondo del lavoro, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse e promuovere politiche attive del lavoro, assicurando standard di qualità.  Promuovere la partecipazione attiva dei giovani nella programmazione e nella attuazione delle politiche orientative e formative.  Favorire la progettazione e la sperimentazione di nuovi percorsi e nuove modalità di raccordo e di integrazione fra scuola – formazione – università – lavoro, anche con riferimento ai meccanismi dell’alternanza scuola lavoro (didattica orientativa, stage, tirocini, …).  Favorire la realizzazione di percorsi di formazione continua e la specializzazione dei formatori e dei progettisti.  Migliorare l’integrazione tra formazione, ricerca e innovazione tecnologica.  Potenziare e adeguare le infrastrutture scolastiche e formative agli standard europei e ai bisogni territoriali.

Il Piano, sulla base degli obiettivi e delle azioni proposte dal Tavolo di Concertazione, nonché in relazione all’impostazione generale dello stesso, indica le seguenti azioni di sistema:

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 realizzazione completa del Progetto Libera Università Kore di Enna;  realizzazione del Piano Provinciale per l’Adeguamento delle Strutture Scolastiche:  realizzazione dell’Osservatorio Provinciale sul Lavoro;

Per quanto attiene, particolarmente, allo sviluppo del Mercato del Lavoro, il Programma fa riferimento a tutte le azioni definite nei diversi settori. Si stima che la istituzione di un “Distretto no profit”, con la presenza di imprese snelle, autoproposte e autogestite, possa incoraggiare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile (e non solo) e innescare possibilità occupazionali, in particolare:

 nella gestione della protezione ambientale;  nella valorizzazione dei beni culturali e organizzazione di eventi;  nella gestione di attività ricettive turistiche e di marketing del territorio;  nella gestione di attività di produzione innovative nei diversi settori, con particolare riferimento all’agricoltura;  nelle attività della filiera agricola;  nella organizzazione e gestione di servizi socio, assistenziali.

Tavolo Politiche socio – sanitarie e terzo settore: Dalla analisi degli obiettivi e delle azioni corrispondenti proposte dal Tavolo di Concertazione “Politiche Socio -Sanitarie e Terzo Settore”, si evincono alcune dimensioni problematiche a cui è necessario dare risposte attivabili nel territorio provinciale e, in particolare, nei Distretti Socio Sanitari, quali:

 realtà infantile e minori a rischio;  disagio adolescenziale e giovanile;  disabilità e integrazione socio-lavorativa di soggetti svantaggiati;  problematiche della famiglie e della donna;  prevenzione dipendenze;  accoglienza di soggetti immigrati;  realtà degli anziani;  formazione degli operatori.

Questa realtà è conforme, altresì, a quanto espresso nei contenuti dei Piani di Zona dei Distretti Socio-Sanitari, che individuano come problematiche le seguenti aree tematiche e i bisogni corrispondenti:  Area “Infanzia e Adolescenza”.  Bisogni legati a impossibilità o incapacità di adulti a garantire corretti processi di crescita delle persone in età evolutiva,  Area “Responsabilità Familiari e Povertà”.  Bisogni legati alle responsabilità familiari per incapacità o impossibilità del nucleo familiare a garantire processi di coesione sociale e diffuso benessere, per fattori contingenti relativi a marginalità culturale, relazionale e/o sociale, ricomprendendo le vecchie e nuove povertà economiche.  Area “Disabilità e non autosufficienza”.  Bisogni legati alla pari opportunità delle persone con menomazioni, disabilità e disfunzionalità fisiche e/o neurosensoriali.

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 Area “Salute mentale e Dipendenze”.  Bisogni legati alla tutela della salute mentale sia per la generalità della popolazione, sia in particolar modo per le persone con ritardo mentale, disturbi mentali cronici, dipendenze psico-fisiche, farmacologiche, da abuso di sostanze.  Area “Anziani”.  Bisogni legati a impossibilità o incapacità degli adulti a garantire corretti processi di benessere sanitario, socio sanitario, sociale, culturale e relazionale alle persone in età senile.

Il tavolo ha individuato le seguenti Azioni di Sistema:

 Piano di zona distretto socio -sanitario di Enna;  Piano di zona distretto socio -sanitario di Agira;  Piano di zona distretto socio -sanitario di Nicosia;  Piano di zona distretto socio-sanitario di Piazza Armerina;  Attivazione dell’Osservatorio Provinciale sulle Trasformazioni Territoriali comprensivo di aspetti inerenti le risorse naturali e ambientali, il lavoro e le attività produttive, i datti culturali, le trasformazioni sociali e i problemi emergenti, nonché la loro memoria storica.

Gli strumenti di programmazione e pianificazione in atto con i quali interagisce il Programma di Sviluppo Economico e Sociale della Provincia

Il Programma di Sviluppo Economico e Sociale della Provincia non può non tener conto e portare a compimento, integrandoli, i progetti di sviluppo in atto. In particolare esso fa riferimento ed interagisce con:  i Progetti Integrati Territoriali – POR Sicilia 2000/2006 che interessano la provincia di Enna: - il P.I.T. 10 “Sinergie per competere”, - il P.I.T. 11 “Enna : turismo tra archeologia e natura”.  il Piano Territoriale Provinciale e la realizzazione delle grandi infrastrutture. Al livello più circoscritto della scala comunale solo in una fase più avanzata di formulazione progettuale si potranno valutare le interazioni con gli strumenti di governo del territorio.

5.2.4 Il Patto per lo sviluppo della Provincia di Enna

Il territorio provinciale si è dotato negli scorsi anni di strumenti programmatici condivisi quali il Programma di Sviluppo Economico-Sociale 2007-2013 (P.S.E.S) ed il Piano Territoriale Provinciale da cui si può ripartire per una efficace attività programmatica e pianificatoria del territorio. Da queste premesse è stata avviata la formazione del Patto con gli obiettivi di:

 Costruire un innovativo modello di governance del territorio fondato sulla sussidiarietà e sulla complementarietà.  Promuovere una attività programmatica concertata con i principali soggetti, pubblici e privati, intesa a mettere a sistema gli strumenti di programmazione e di pianificazione esistenti e a tradurre tali strumenti in progettualità articolata ed integrata capace di

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utilizzare e ottimizzare tutte le risorse finanziarie disponibili e attivabili. Tali attività dovranno concretizzarsi nella redazione di un “Patto per lo Sviluppo” nel quale ciascun soggetto sottoscrittore, nel condividere la comune strategia di sviluppo, assumerà precise responsabilità ed oneri. Il Patto attiva una concertazione costruita su 6 tavoli tematici che in parte prendono le mosse dal Programma di Sviluppo Economico Provinciale del 2004 e sono così strutturati.

Figura 54: Strutturazione dei tavoli tematici del patto per lo sviluppo della Provincia di Enna

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Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi In premessa va comunque specificato che l’iter di formazione di tale strumento è agli inizi del processo. In sintesi gli strumenti interanti col Patto per lo Sviluppo possono essere individuati in:  Piano Territoriale Provinciale  Programma di Sviluppo Economico Sociale  Piano Integrato Sviluppo Urbano (PISU)  Piano Integrato Sviluppo Territoriale (PIST) Il Patto per lo Sviluppo tende a massimizzare le occasioni derivanti dalle politiche comunitarie declinate nei due filoni del PO FESR Sicilia 2007-2013 e del PO FSE Sicilia 2007-2013 e quelle discendenti da strategie come il Programma di Sviluppo Rurale 2007- 2013

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5.2.5 Il Patto Territoriale

I patti territoriali, introdotti con la legge 8 agosto 1995, n. 341 e disciplinati dalla Delibera CIPE 21 marzo 1997 sono espressione del partenariato sociale e sono finalizzati allo sviluppo locale. Attivano programmi di interventi integrati nei settori dell'industria, dei servizi e dell'apparato infrastrutturale. Gli obiettivi del Patto Territoriale sono la promozione dello sviluppo locale in ambito subregionale che sia ecosostenibile. I Patti Territoriali possono essere attivati in tutto il territorio nazionale, fermo restando che il CIPE attiva risorse finanziarie soltanto per quei patti collocati nelle aree depresse. Un patto territoriale può essere promosso dagli enti locali, dagli altri soggetti pubblici operanti a livello locale, dalle rappresentanze locali degli imprenditori e dei lavoratori, dai soggetti privati. Un Patto Territoriale è sottoscritto innanzitutto chi lo promuove, dalla Regione o dalla Provincia autonoma nel cui territorio ricade il patto, dalle banche o società da esse controllate, dai consorzi di garanzia collettiva fidi ed i consorzi di sviluppo industriale oltre alle organizzazioni sindacali.

Il Patto Territoriale e il Patto per l’agricoltura nella Provincia di Enna

Il Patto Territoriale della provincia di Enna, approvato con deliberazione CIPE del 18 Dicembre 1996, ha coinvolto i Comuni di Assoro, Centuripe, Enna, Leonforte, Nissoria, Piazza Armerina e Regalbuto con l’obiettivo della realizzazione di un articolato piano di investimenti e di nuova occupazione. Le numerose iniziative in esso inserite si concentrano prevalentemente nel settore agroalimentare, nel tentativo di rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e di metterle in rete con il sistema produttivo ed i mercati nazionali, dei minerali non metallici e dell’abbigliamento. Il Patto Territoriale di Enna è stato sottoscritto dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalle Associazioni di categoria, dal Consorzio ASI, da Legambiente. Ad esso hanno, inoltre, aderito alcuni Comuni del comprensorio, il Genio Civile, la Soprintendenza ai Beni Culturali, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco ed il Presidente della Commissione Provinciale Ambiente che hanno assunto specifici impegni, per quanto di loro competenza, ai fini di una rapida realizzazione degli insediamenti produttivi. Le parti sociali si sono impegnate a riqualificare e rilanciare il mercato del lavoro territoriale, affermando la disponibilità verso la contrattazione flessibile delle dinamiche salariali, degli orari e dell’uso della forza lavoro, attraverso particolari regimi di orari di ingresso e di appositi contratti di graduale riallineamento retributivo per i neoassunti. Prendendo spunto dalla positiva esperienza dei primo Patto Territoriale l’8/3/2000 è stato stipulato il protocollo d’intesa del Patto Territoriale specializzato nel settore dell’agricoltura per la Provincia di Enna, poi approvato con delibera CIPE del 21 dicembre 2000 n. 138. Il Patto ha coinvolto la Provincia Regionale di Enna e comuni della provincia: Agira, Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Catenanuova, Centurie, Cerami, Enna, Gagliano C.to, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Piazza Armerina, Pietraperzia, Regalbuto, Sperlinga, Troina, Valguarnera, Villarosa, perseguendo le seguenti finalità prioritarie:

 Continuare nell'opera di rafforzamento e ristrutturazione del comparto agroalimentare,

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proponendo e realizzando un rinnovamento delle attività agricole preesistenti, affinché queste realizzino un completamento di filiera con le attività agroindustriali già presenti sul territorio;  Fornire lo stimolo per l'implementazione delle nuove tecnologie di produzione settoriale in agricoltura, sì da migliorare la produttività e l'affidabilità dei prodotti e rispondere, di conseguenza, alle esigenze di qualità delle produzioni espresso dai mercati;  Realizzare un rapporto dialettico tra le forze sociali da tradursi in un momento di ulteriore programmazione economica settoriale;  Creare le condizioni di una crescita occupazionale, stabile e duratura in campo agricolo, attraverso lo sviluppo delle risorse endogene del territorio;  Realizzare le premesse per una maggior grado di attratività dei capitale d'investimento nel settore primario;

Linee di indirizzo

Le istanze che dai Patti Territoriali ennesi sono scaturite investono l’asse prioritario determinate del Piano Strategico definito come “Sistemi locali di sviluppo”. In esso, e nel tavolo tematico che si attiverà, sarà da valutare la volontà di promuovere, in seno al Piano Strategico, azioni e politiche in continuità con le esperienze di programmazione negoziata dello sviluppo locale avviate negli anni precedenti nel territorio ennese.

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5.3 I Piani di settore

5.3.1 Il Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità e le sue previsioni sul territorio di Enna

La pianificazione trasportistica, a scala nazionale, è rappresentata dal Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL), predisposto nel 2001 dall’allora Ministero dei Trasporti e della Navigazione. A scala regionale, al fine di pervenire alla realizzazione di una univoca procedura di pianificazione, che sia coerente e coordinata con la pianificazione nazionale, è stato redatto il Piano Regionale di Trasporto. Un tema fondamentale è il rapporto con il Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), con il quale si stabilisce che la mobilità regionale si svolge in parte sulle infrastrutture del suddetto sistema, ed in parte su quelle di preminente interesse regionale. Le scelte d`intervento relative al sistema SNIT, essendo di interesse nazionale, rimangono a carico dello Stato, sia pure con il concorso delle regioni, alle quali sono demandate le scelte relative a quelle di preminente interesse regionale e locale. Nel PGTL inoltre, viene stabilito che nei vari PRT, delle singole regioni, vanno operate scelte "macro" di base per il riassetto dei trasporti da individuarsi con un Piano Direttore e che tali scelte andranno ad arricchirsi progressivamente attraverso Piani Attuativi. Nell`ambito di questi ultimi, vanno affrontati ed approfonditi i temi specifici di natura istituzionale, gestionale ed infrastrutturali, per ogni modalità e settore di trasporto, nel rispetto delle scelte generali e delle realtà locali.

L’impianto pianificatorio adottato, si basa sulla stesura di un documento di inquadramento generale definito "Piano Direttore" che contiene gli obiettivi, gli indirizzi, le strategie che andranno a svilupparsi nella redazione dei "Piani Attuativi" e contiene gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, già ratificati dal Governo regionale. Il Piano Direttore contiene pertanto le linee guida sia per gli interventi istituzionali, gestionali ed infrastrutturali, da ricomprendere nella cosiddetta "Pianificazione Strategica" (di lungo periodo) a scala regionale, sia per la "Pianificazione tattica" (di breve periodo) a scala provinciale e locale. Il Piano Direttore nella versione definitiva approvata dalla Giunta di Governo nel novembre 2002, costituisce esso stesso un primo livello di pianificazione regionale in materia di trasporti. Oltre a comprendere e fissare gli orientamenti fondamentali in materia di trasporto e mobilità regionale, sotto il profilo infrastrutturale, il piano contiene l`elencazione degli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, già individuati e ratificati dalla Regione siciliana, in parte in corso di realizzazione o in avanzata fase di progettazione, e pertanto devono essere compresi nella sfera pianificatoria come infrastrutturazioni di base la cui realizzazione è imprescindibile.

La Pianificazione strategica, o di lungo termine, prevede un orizzonte temporale al 2015, intendendo con tale data il traguardo entro il quale si prevede vengano realizzati gli interventi a scala regionale previsti dal Piano Direttore, che solitamente richiedono diversi anni per la

Parte Prima Pagina 200 loro attuazione. Nell`ambito della Pianificazione strategica, la fase di maggior dettaglio, consistente nella redazione dei "Piani Attuativi".

La Pianificazione tattica o di breve periodo, da sviluppare in ambito sub regionale, riguarda la individuazione di interventi, soprattutto di tipo gestionale, finalizzati alla ottimizzazione delle condizioni esistenti della mobilità dei passeggeri e delle merci, tramite la definizione di strumenti la cui elencazione, per l` appunto, è indicata nel Piano Direttore. Sono pertanto strumenti di pianificazione di tipo "tattico":  i Piani Urbani del Traffico;  i Piani del Traffico per la viabilità extraurbana(art.36 D.Lgs. 285/92-Codice della Strada);  i Piani Urbani della Mobilità (D. lgs.430 /2000);  i Programmi triennali dei servizi di Trasporto Pubblico Locale;  i contratti di servizio del TPL. La attuazione di tali strumenti, secondo il principio della sussidiarietà, è demandata agli enti locali mentre rimane di competenza regionale la sola funzione di coordinamento e di indirizzo.

Il Piano Regionale dei Trasporti, nella sua interezza, è pertanto costituito dal Piano Direttore e dai Piani Attuativi relativi al trasporto stradale, al trasporto ferroviario, al trasporto aereo, al trasporto marittimo, al trasporto delle merci e della logistica ed al Trasporto Pubblico Locale, conferendo al PRT la configurazione di "progetto di sistema dei trasporti e della mobilità in Sicilia”, nell’ambito del quale ogni singolo documento, una volta predisposto e condiviso, avrà una sua propria validità individuale in quanto espressione di un quadro generale consolidato, appunto il Piano Direttore. Inoltre, nel rispetto della "dinamicità" del piano, indicato dal PGTL, sia il Piano Direttore che i Piani Attuativi potranno essere rielaborati separatamente e periodicamente e aggiornati in funzione di sopraggiunte necessità, accertate sulla base di fondamenti scientifici.

A tali strumenti di pianificazione, possono essere aggiunti ulteriori strumenti di valutazione e di programmazione, costituiti da Studi di fattibilità e Progetti di sistema, indirizzati a specifici Piani o Programmi per il potenziamento dei sistemi di trasporto, in relazione alla complessità o alle dimensioni considerevoli, o ad interventi specifici, da operare nell`ambito dei vari rami dell`Amministrazione regionale, comunque compatibili con la pianificazione regionale dei trasporti.

A maggior chiarimento si riporta di seguito lo schema della struttura del modello del Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità:

Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità PIANO DIRETTORE Documento di indirizzi ed interventi prioritari (*)

Pianificazione Strategica Pianificazione Tattica (a scala regionale) (a scala sub regionale) Previsione temporale di lungo periodo Previsione temporale di breve periodo

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PIANI ATTUATIVI: Piani Urbani del Traffico. Piani del traffico per la viabilità extraurbana Piano del trasporto stradale. (**) Piani Urbani della Mobilità. Piano del trasporto ferroviario. (**) Programmi Triennali dei servizi del TPL Piano del trasporto marittimo. (**) Contratti di servizio del TPL Piano del trasporto aereo. (**) Piano dei Parcheggi Piano del trasporto delle merci e della logistica. (***) Piano del trasporto Pubblico Locale.

(*) Approvato dalla Giunta di Governo regionale (Delib. N. 322 del 11.10.2002 e Delib. N.375 del 20.11.2002) previo parere favorevole della IV Commissione legislativa dell’Assemblea Regionale Siciliana e adottato con D.A. n.237 del 16 dicembre 2002. (**) bando di gara per l`affidamento del servizio per l`acquisizione degli studi preparatori pubblicato in data 10.12.2002 (***) Affidato studio per la individuazione degli autoporti

Il Piano Direttore

Il Piano Direttore costituisce lo strumento programmatorio regionale finalizzato ad orientare e coordinare le politiche di intervento in coerenza con gli indirizzi di pianificazione socio- economica e territoriale della Regione Siciliana. Recepisce gli indirizzi di politica dei trasporti già formulati dalla Regione ed è correlato allo scenario nazionale ( Piano Generale dei Trasporti e della Logistica PGTL) e comunitario ( Quadro Comunitario di Sostegno 2000- 2006 ), nonché allo Strumento Operativo per il Mezzogiorno , al Programma Operativo Nazionale 2000-2006 ed al Programma Operativo Regionale Sicilia 2000-2006 .

I principi di riferimento del Piano Direttore sono:

 A-Configurazione del Piano Direttore quale Piano processo o Principio di dinamicità, al fine di adeguare le azioni attuative alle interdipendenze tra centri decisionali diversi (regionali, nazionali e comunitari) e alla evoluzione dell’assetto produttivo e territoriale dell’isola.

 B-Collegamenti interni ed esterni o Funzione strategica di base riveste l’intermodalità dei sistemi di trasporto, per i collegamenti interni ed esterni, per il trasporto merci e passeggeri. Grande rilievo all’integrazione modale in aree urbane e metropolitane.

 C-Ambiente e sicurezza o Da considerare come problemi prioritari sia a livello infrastrutturale che organizzativo.

Gli obiettivi da perseguire prioritariamente per superare le criticità del sistema trasportistico in Sicilia dovranno favorire:  il collegamento veloce est-ovest di passeggeri e merci sia su ferro che su gomma  un sistema di interconnessione nord sud

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 nelle aree metropolitane la realizzazione di sistemi di trasporto leggero su ferro  nelle aree urbane reti di bus non impattanti a livello ambientale  nei centri urbani il riequilibrio del trasporto pubblico su gomma con quello privato  il concetto di polarità del sistema aeroportuale  la costituzione di basi logistiche dei porti per l’interscambio mare-mare  la realizzazione di approdi crocieristici nei porti, con collegamenti con gli aeroporti  una progettualità preparatoria alla realizzazione del collegamento stabile dello Stretto al fine di: o minimizzare il costo generalizzato della mobilità o favorire la sostenibilità ambientale dei trasporti o accrescere il livello di sicurezza o proteggere il patrimonio culturale o garantire la coerenza con i piani di riassetto urbanistico e territoriale e di sviluppo socioeconomico o garantire la coerenza con le esigenze di protezione civile o favorire il riequilibrio territoriale o favorire il riequilibrio modale o migliorare le comunicazioni extraregionali o favorire nei centri urbani e metropolitani il riequilibrio tra trasporto privato e pubblico, anche attraverso la realizzazione di sistemi di trasporto in sede propria.

Le risposte a obiettivi e strategie possono consistere in una serie di interventi alternativi, ognuno dei quali deve presentare l’analisi dei costi e delle fonti di finanziamento al fine del successivo confronto tra alternative. In coerenza con il PGTL la strategia generale di Piano consiste, in un quadro di sostenibilità ambientale, nel modernizzare, completare e riorganizzare i collegamenti di trasporto necessari per lo sviluppo, il consolidamento delle iniziative imprenditoriali sul territorio e la valorizzazione dei fattori di competitività. Le strategie individuate sono rivolte al raggiungimento dei seguenti obiettivi:  ottimizzare gli investimenti nelle infrastrutture e nei mezzi di trasporto;  apertura dei servizi di TPL al regime di libera concorrenza;  promozione della cultura della mobilità sostenibile;  promuovere la concertazione con l’UE, con lo Stato e con gli enti locali;  conferimento agli enti locali di tutte le funzioni che non richiedono l’esercizio unitario su base regionale;  promuovere la separazione tra le funzioni di amministrazione e di gestione dei servizi di trasporto pubblico;  assicurare la maggiore accessibilità del territorio regionale attraverso i collegamenti a lunga distanza;  realizzare un sistema integrato ed equilibrato di mobilità, integrando le singole modalità nello spazio (nodi di interscambio) e nel tempo (integrazione orari). A tal fine appare utile sviluppare il sistema ferroviario come vettore per i flussi caratterizzati da una consistente domanda di trasporto e i vettori su gomma come adduttori e per il deflusso ai nodi di interscambio ed alle direttrici principali;  favorire il riequilibrio modale migliorando la qualità del servizio pubblico, riducendo congestione, inquinamento, incidentalità;  migliorare le condizioni della mobilità al fine di riequilibrare la distribuzione territoriale di attività economiche e sociali;

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 assicurare la funzione sociale del trasporto pubblico soprattutto nelle zone interne e montane, favorendo la mobilità di pendolari e categorie disagiate e i collegamenti con i poli terminali;  migliorare qualità ambientale e qualità della vita;  favorire lo sviluppo di modelli organizzativi e finanziari congruenti con i programmi di intervento e di politica dei trasporti di interesse regionale e locale;  favorire l’organizzazione del trasporto merci, realizzando un sistema logistico distribuito, basato su intermodalità e adeguato alla consistenza dei flussi di merci;  promuovere l’applicazione dell’ICT (Information Communication Technologies) nella gestione della mobilità urbana.

Tali finalità comportano un insieme di interventi coordinati sui sistemi viario, ferroviario, portuale ed aeroportuale e una rete di strutture intermodali per il trasporto combinato. Dato il deficit infrastrutturale, il quadro strategico necessita di azioni di integrazione e potenziamento delle infrastrutture di primo e medio livello già esistenti.

Le previsioni infrastrutturali nella regione e nel territorio di Enna

Grazie all’analisi compiuta per la redazione degli Accordi di Programma Quadro, la Regione ha individuato gli interventi prioritari per le quattro modalità - strade, ferrovie, porti e aeroporti. Ulteriori interventi saranno pianificati sulla base di studi di fattibilità tecnico- economica contenenti informazioni di base, analisi e possibili opzioni, finalizzate alla conferma delle priorità individuate per le infrastrutture già ritenute prioritarie.

Il sistema stradale

Gli interventi individuati sono tesi al recupero dell’efficienza di base del sistema e vengono selezionati sulla base di criteri che tengono conto delle seguenti finalità:  completamento degli itinerari principali e collegamento con le direttrici ferroviarie;  miglioramento della sicurezza;  grado di integrazione delle opere con altri interventi previsti;  capacità di incidere sulla funzionalità del collegamento;  capacità di ridurre i costi del trasporto;  stato del progetto;  tempi di realizzazione dell’opera;  miglioramento delle condizioni ambientali. Obiettivi finalizzati a:  potenziare i sistemi tangenziali delle aree metropolitane;  migliorare l’accessibilità viaria delle aree interne e montane;  attuare il trasferimento delle strade alle Province (D.Lgv. 112/98).

Interventi sulla rete SNIT di I livello

Rispetto all’intervento sulla viabilità primaria il Piano Attuativo si pone l’obiettivo di coniugare due esigenze contrastanti: da una parte l’adeguamento e il potenziamento della rete SNIT di

Parte Prima Pagina 204 primo livello e la necessità di rispondere alle pressanti esigenze di mobilità, dall’altro l’orizzonte temporale del Piano al 2015 e il vincolo derivante dalle risorse disponibili. Il Piano propone quindi di intervenire sul sistema stradale per fasi, secondo un approccio selettivo - sulla base delle priorità in termini di funzionalità (come peraltro previsto dai criteri di progressivo adeguamento dettati dal PGTL per la rete SNIT) - e diversificato, che quindi tenga conto delle peculiarità dell’isola, dove i traffici di attraversamento sono significativamente meno rilevanti dei flussi di traffico locale. La priorità di intervento è assegnata quindi non necessariamente all’itinerario tra due centri, ma ai tronchi dell’itinerario sui quali si sommano componenti diverse di traffico (di lungo e medio raggio).

Tabella 100: Infrastrutture stradali della Sicilia appartenenti alla rete SNIT di I livello

Interventi sulla rete autostradale

 Autostrada A20 Messina-Palermo o Il PGTL prevedeva la necessità di unire i due tronchi già in esercizio Palermo- Castelbuono e Messina-Sant’Agata di Militello; i lavori per la realizzazione dei nuovi tronchi sono in fase di ultimazione, quindi è prioritaria la realizzazione degli impianti necessari per la loro funzionalità. Inoltre, è prevista la realizzazione di tre nuovi svincoli (Monforte-San Giorgio, Furnari-Portorosa e Capo d’Orlando) su tronchi già in esercizio.  Autostrada A18 Messina-Catania o Prioritaria la realizzazione di nuovo svincolo (Alì Terme) e ampliamento di svincolo esistente (Giardini Naxos)  Autostrada Catania-Siracusa o Già realizzato e in esercizio il tronco Augusta-Siracusa; per completare il collegamento manca il tronco Catania-Augusta (circa 25 km)  Autostrada Siracusa-Gela o In esercizio il tronco Siracuasa-Cassibile, in costruzione il tronco Cassibile- Rosolini. Il completamento del collegamento è prioritario per consentire la chiusura dell’anello autostradale perimetrale dell’Isola.

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Interventi sulla rete stradale trasversale

Interventi che potenziano e adeguano la connessione tra i principali centri tra loro e con l’entroterra, interventi che mettono in comunicazione versante tirrenico e ionico.  itinerario nord-sud Santo Stefano di Camastra-Gela  itinerario Palermo-Agrigento  itinerario Ragusa-Lentini-Catania  collegamento tra la SS189 e Vallelunga  strada a scorrimento veloce (SSV) Licodia-Eubea  itinerario Gela-Caltanisetta  itinerario Agrigento-Caltanisetta  itinerario Licata-Caltanisetta  itinerario Gela-Agrigento-Castelvetrano-Mazzara del Vallo-Trapani  itinerario Patti-Taormina

Itinerario S. Stefano di Camastra-Gela (Nord – Sud) Per l’itinerario S. Stefano di Camastra-Gela, a servizio dei territori interni dei monti Nebrodi ed Ernici e di connessione degli stessi con la A19 Palermo-Catania, costituito dalle statali 117 e 117 bis, sono da considerare prioritari una serie di interventi per il potenziamento della statale 117 lungo vari tronchi compresi tra S. Stefano di Camastra ed Enna. Gli itinerari nord-sud presi in considerazione per rafforzare le connessione trasversali dell’isola sono Gela - Santo Stefano di Camastra e l’itinerario alternativo Gela - Buonfornello. L’itinerario Santo Stefano di Camastra - Gela, attualmente inserito nella rete SNIT di I livello, non sembra poter essere adeguato nel suo tronco nord (SS117) alle caratteristiche richieste per la rete primaria (tipo B); l’itinerario, considerato nella sua interezza, mantiene però un forte valore strategico per i collegamenti intermedi e per l’accesso alle zone montane; il Piano propone quindi di modificarne il ruolo in tale direzione, e di puntare, come asse trasversale principale nord-sud, sull’itinerario Gela - Buonfornello costituito dalla SS117bis e dalla A19 da Enna a Buonfornello, che presenta buone caratteristiche plano-altimetriche ed è per circa metà costituito da un tracciato autostradale non a pedaggio. A tal fine è necessario l’adeguamento al tipo C1 (predisposto al successivo adeguamento al tipo B) della SS117bis e la realizzazione di una connessione efficiente tra i due tronchi (SS117 e SS117bis) e tra la SS117bis e l’autostrada. Il Piano attuativo recepisce quanto previsto dalla programmazione regionale per l’asse costituito da SS117bis e SS117 ed inserisce quindi tra gli interventi previsti nello scenario programmatico tutti gli interventi di adeguamento sulla SS117 previsti dalla programmazione regionale:  lavori di realizzazione della variante dell’abitato di Reitano,  lavori di realizzazione della variante di Mistretta,  lavori di ammodernamento e sistemazione del tratto compreso tra km 19+000 e 23+200,  lavori di ammodernamento e sistemazione dei tratti compresi tra i km 25+000 e 32+000 e tra i km 32+000 e 38+700, e la costruzione del nuovo tratto di connessione tra le due statali (dallo svincolo di Nicosia sud all’innesto sulla SS192 della Valle del Dittaino). Tale intervento, previsto dalla programmazione ANAS ed dall’APQ strade, permette infatti di assicurare la continuità tra i due tronchi nord e sud dell’itinerario Santo Stefano di Camastra Gela.

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Il Piano Direttore nell’allegato E al punto 14, relativo agli interventi sulla rete stradale da esaminare nei progetti di sistema, individua come necessaria la realizzazione della tangenziale di Enna.

Tabella 101: Interventi sulla rete stradale da esaminare nei progetti di sistema

Interventi sulla rete SNIT di II livello

La viabilità extraurbana di secondo livello risponde, secondo la normativa, ad esigenze di penetrazione verso la rete locale e prevede spostamenti di distanza ridotta. Il Piano propone di creare una rete secondaria equipotenziale al fine di garantire la massima capillarità del sistema stradale nel territorio siciliano e prevede quindi la messa in sicurezza e l’adeguamento al tipo C (C1 o C2) di tutti gli assi della rete SNIT di II livello.

Tabella 102: Infrastrutture stradali della Sicilia appartenenti alla rete SNIT di II livello

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Il sistema ferroviario

Si prevedono interventi mirati a migliorare la connettività della rete e il livello di integrazione con gli altri modi di trasporto. I criteri di selezione degli interventi fanno riferimento:  al recupero dell’efficienza di base delle infrastrutture ferroviarie;  alla capacità di incidere sulla funzionalità delle tratte prescelte;  al miglioramento delle condizioni ambientali;  allo stato del progetto;  alle interazioni e connessioni con altre misure.

Obiettivi finalizzati a:  razionalizzazione degli impianti di stazione e dei nodi;  velocizzazione delle linee mediante correzioni di tracciato;  eliminazione dei passaggi a livello in modo da aumentare la regolarità della circolazione ferroviaria e la fluidità di quella stradale;  ammodernamento delle tecnologie anche ai fini della riduzione dei costi di gestione;  ammodernamento del materiale rotabile;  aumento delle potenzialità di alcune tratte;  integrazione ferro-gomma.

Interventi sulla rete ferroviaria di interesse nazionale

Gli interventi prioritari sulla rete SNIT sono:  Completamento del raddoppio di tratte sulla linea Messina-Catania-Siracusa. o Gli interventi proposti porterebbero la linea Messina C.le-Catania C.le interamente a doppio binario (come previsto dal PGTL);

 Completamento del raddoppio di tratte sulla linea Messina-Palermo. o Intervento prioritario è il raddoppio delle due ultime tratte mancanti, Terme Vigliatore-Patti e Castelbuono-Fiumetorto (progetti previsti da PGTL e I° Programma della delibera CIPE 21/12/2001).

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Le linee Messina-Catania e Messina-Palermo, già oggi con traffici ferroviari molto alti, prevedono una crescita nei prossimi anni tale da superare l’attuale potenzialità. Gli interventi sono inoltre necessari per esplicitare appieno gli effetti positivi del sistema di attraversamento stabile dello Stretto. Intervento prioritario è anche il potenziamento della linea di collegamento da Palermo all’aeroporto di Punta Raisi (di interesse nazionale e a valenza plurimodale).

Tenuto conto che tra le ipotesi allo studio di RFI vi è anche un collegamento tra Castelbuono e Enna in modo da velocizzare la direttrice Palermo-Catania, il Piano attuativo, in accordo con il processo previsto da Piano Direttore, dichiara prioritario uno studio di fattibilità sulla configurazione di lungo periodo della rete ferroviaria ad alta capacità regionale. di lungo periodo La prima fase di questo progetto può prevedere:  i collegamenti Catania – Messina e Palermo-Agrigento – Punta Raisi tenuto conto degli interventi programmati sulle linee  Il collegamento Caltanissetta – Enna – Catania attraverso interventi che prevedano opportuni punti di incrocio, soppressione di p.l. e un adeguato controllo della circolazione dei treni sulla linea  La sperimentazione di due coppie di treni veloci in servizio tra Catania e Palermo con un numero ridotto di fermate.

Interventi sulla rete ferroviaria di interesse regionale, sui nodi e sui sistemi metropolitani e urbani

Prioritario è l’intervento di velocizzazione sulla linea Palermo-Agrigento . Sistemi metropolitani ed urbani : interventi sulle linee ferroviarie nelle aree comprensoriali di Palermo, Catania e Messina: completamento raddoppio binari (a Messina già realizzato), realizzazione fermate (inclusi collegamenti con aeroporti), adeguamento delle tecnologie a supporto della circolazione dei treni. Il livello di priorità per questi interventi è stato determinato da potenzialità di preservazione dell’ambiente e decongestione delle strade urbane ed extraurbane e dallo stato di avanzamento della progettazione. In aggiunta, va valutata l’opportunità di eseguire interventi su ulteriori linee ferroviarie di bacino.Tra queste, la Palermo-Catania: il collegamento interamente a doppio binario modificherebbe profondamente l’intero assetto trasportistico dell’isola e, riguardato in uno con quello Messina-Catania (già prioritario), costituirebbe una basilare dorsale di riferimento. Interventi prioritari e di interesse nazionale: realizzazione degli interporti di Catania Bicocca e Palermo Termini Imerese.

Il sistema portuale

Gli interventi individuati tendono al potenziamento delle infrastrutture portuali e dei nodi di interscambio per accrescere il trasporto intermodale, soprattutto in riferimento al trasporto di cabotaggio. Rispetto al progetto delle Autostrade del Mare le direttrici più significative per la Sicilia sono:  nel mare Tirreno, collegamenti con la Liguria, la Toscana, il Lazio e la Campania;  nel versante adriatico, il collegamento con Veneto/Emilia Romagna.

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Gli interventi prioritari si riferiscono a:  porti regionali di 2a categoria e classi 2a e 3a  porti delle isole minori. I criteri di selezione degli interventi fanno riferimento:  alla capacità di incidere sulla funzionalità dell’infrastruttura;  al miglioramento della sicurezza;  al grado di integrazione delle opere con altri interventi del sistema;  ai tempi di realizzazione dell’opera.

Interventi sui porti SNIT e porti nazionali

Lo studio del Ministero delle Infrastrutture sui collegamenti Sicilia-Continente ha evidenziato la necessità di potenziare il sistema portuale siciliano, in particolare le strutture relative ai traffici commerciali di tipo Roll On-Roll Off . Gli interventi sono stati individuati tenendo conto di: potenziamento di funzioni passeggeri, industriali e commerciali con unità di carico e di necessità di connessione con la rete stradale principale e la rete ferroviaria.

Interventi sui porti regionali

Per i porti regionali, è stata posta particolare attenzione ai porti che garantiscono l’accessibilità alle isole minori. Inoltre, interventi nei seguenti porti: Riposto (CT), Sciacca (AG), Mazara del Vallo (TP), Licata (AG), Sant’Agata di Militello (ME), Favignana (TP), Ustica (PA), Linosa (AG), Marsala (TP), Marettimo (TP), Pozzallo (RG).

Il sistema aeroportuale

I criteri di selezione degli interventi prioritari hanno fatto riferimento a:  recupero dell’efficienza di base dell’infrastruttura;  capacità di incidere sulla funzionalità dell’infrastruttura;  miglioramento della sicurezza;  grado di integrazione dell’intervento con altri interventi del programma;  miglioramento delle condizioni ambientali;  connessioni e interazioni con altre misure;  benefici individuabili nella migliore accessibilità turistica e ai sistemi produttivi regionali.

Gli interventi previsti sugli aeroporti di interesse nazionali sono giustificati dall’attuale livello di congestione e dalle ipotesi di crescita dei traffici futuri (l’effetto sull’evoluzione del traffico aereo del Ponte sullo Stretto è ridotto). Per quanto riguarda l’aeroporto di Trapani e di Comiso il piano prevedeva come di fatto avvenuta, la loro conversione da aeroporti militari a civili. Infine vanno segnalati gli interventi sugli aeroporti a servizio delle isole minori (Pantelleria e Lampedusa).

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Gli autoporti in sicilia.

Lo studio delle infrastrutture autoportuali in Sicilia ha definito una configurazione ottimale a 7 autoporti, localizzati a: Catania, Vittoria (Ragusa), Termini Imerese (Palermo), Trapani, Siracusa, Canicattì (Agrigento), Milazzo (Messina). Il processo di individuazione degli autoporti è partito da una configurazione iniziale a 9 (un autoporto per provincia), ma le localizzazioni di Enna e Caltanisetta sono state scartate per ottenere la migliore soluzione di compromesso tra la riduzione di veicoli-km sulla rete e il risparmio di gestione da conseguire. Il Piano segnala la vicinanza dei centri individuati alla rete viaria principale e/o autostradale, alla rete ferroviaria (seppur locale per gli autoporti di Canicattì, Vittoria e Trapani) e con porti di interesse quantomeno regionale (per incentivare soluzioni eco-compatibili come lo Short Sea Shipping). Tuttavia il Piano non va oltre il livello comunale nella localizzazione delle strutture, con l’eccezione del caso di Catania, per il quale si prevede che l’autoporto affianchi l’interporto, già previsto come opera invariante in Legge Obiettivo. La localizzazione di dettaglio è stata definita nella Conferenza dei servizi, prevista dall'art. 72 della L.R. n. 20 del 3 dicembre 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.53 del 5 dicembre 2003 (Norme finanziarie urgenti e variazione al Bilancio della Regione Siciliana per l'anno finanziario 2003), che si è conclusa il 18 dicembre e che ha coinvolto i Comuni e le Province interessati, i Consorzi A.S.I. e l’ Assessorato regionale Territorio e Ambiente. In Conferenza dei servizi si è pervenuti all’individuazione delle localizzazioni di dettaglio di sei autoporti regionali ricadenti nelle seguenti aree:  Comune di Naro - area in contrada Sciabbani nella Provincia di Agrigento;  Comune di Trapani - area di P.R.G. Terminale A29 in Provincia di Trapani;  Comune di Vittoria - area in c.da Piano Crivello in Provincia di Ragusa;  Comune di Catania - area di PRG Z.T.O."L" Terminale A19;  Area Consorzio A.S.I. di Messina in provincia di Messina;  Area consorzio A.S.I. Palermo in località "Tremonzelli" in provincia di Palermo. La Conferenza dei servizi ha modificato in parte le decisioni del piano, in particolare nel caso della provincia di Palermo, dove l’autoporto, previsto nel territorio di Termini Imerese, viene spostato a sud, nei pressi dello svincolo autostradale di Tremonzelli sulla A19, in territorio di Polizzi Generosa. Per la provincia di Agrigento, la Conferenza localizza l’autoporto in comune di Naro (tra Campobello di Licata e Naro; all’interno del triangolo Agrigento- Canicattì-Licata, tra la SS 640 a nord e la SS115 a sud), quindi non distante dalla localizzazione individuata dal Piano degli autoporti (Canicattì). Lo spostamento significa comunque la necessità di uscire dalla rete stradale principale (Canicattì è sulla SS 640) per raggiungere l’autoporto. L’autoporto di Messina è localizzato a Giammoro, in territorio di San Filippo del Mela (hinterland di Milazzo), in un’area ricadente nella circoscrizione portuale. L’autoporto di Siracusa, previsto nella configurazione ottimale a 7, non è ancora stato localizzato, ma è prevista a breve la sua localizzazione tramite uno studio commissionato dal Dipartimento Trasporti, che sta inoltre attualmente valutando l’allargamento della rete dei 7 autoporti con ulteriori 2 in provincia di Enna, nell’area industriale Dittaino , ed in provincia di Ragusa, nell’area industriale e portuale di Pozzallo. In sintesi, gli autoporti in Sicilia dovrebbero servire il segmento di domanda facente uso, all’attualità, della modalità stradale o del trasporto combinato strada mare (ove le unità di trasporto adoperate sono l’autotreno/l’autoarticolato o il semirimorchio), che negli ultimi anni

Parte Prima Pagina 211 ha visto una sostanziale crescita dei propri traffici e per i quali è previsto (cfr. PGTL, 2000) un ulteriore potenziamento in termini di volumi di traffico. A tal fine occorre considerare nel Piano Direttore, è prevista, come opera invariante, la realizzazione di due interporti (Termini Imerese e Catania Bicocca) aventi il ruolo di incentivare il trasporto combinato strada-ferrovia.

5.3.2 Piano di gestione “lago di Pergusa”

L’obiettivo generale del Piano di gestione 21 è quello di garantire la presenza in condizioni soddisfacenti degli habitat e delle specie che hanno determinato l’individuazione del Sito di Importanza Comunitaria 22 (SIC & ZPS), mettendo in atto strategie di tutela e gestione che lo consentano pur in presenza di attività umane. A partire dall’analisi dei fattori naturalistico- ambientali presenti nel territorio, tendente a condurre verso una gestione compatibile al mantenimento delle risorse, attraverso una duplice direttiva:

 conservazione della biodiversità;  educazione ambientale, divulgazione naturalistica, partecipazione dei cittadini.

Il percorso progettuale si è riferito ed ha tenuto in considerazione i seguenti documenti ed atti di pianificazione:

 · il P.T.P.R. come atto di pianificazione sovraordinata;  · il Piano di Gestione come atto di pianificazione sottordinato al PTPR ma sovraordinata a tutto il resto;  · Il pSIC “Lago di Pergusa” individuato quale nodo della Rete Ecologica Regionale;  · la Carta della Natura come riferimento per i sistemi e le unità del paesaggio;  · il Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve naturali;  · la rete dei pSIC e delle ZPS ( Natura 2000) individuata dalla Regione siciliana 23 .

Questa rete è costituita da siti ZPS e SIC. In particolare le ZPS includono “… particolari aree, designate dagli stati membri mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale, in cui sono applicate misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente di habitat o specie”. Le aree SIC fanno invece riferimento a “…siti che nella regione biogeografiche cui appartengono, contribuiscono in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di

21 La legge istitutiva 95/71 individua nella Provincia Regionale di Enna l’Ente Gestore della Riserva Naturale Speciale Lago di Pergusa, “ onde garantire gli interventi mirati e concertati con gli organismi regionali preposti ”. La provincia di Enna è di fatto quindi anche il soggetto gestore del SIC/ZPS “Lago di Pergusa” e ne deve garantire la conservazione ai sensi delle direttive 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli”. 22 Il territorio del SIC/ZPS coincide con quello della Riserva Naturale Speciale “Lago di Pergusa”, istituita con la legge regionale n. 71 del 3 ottobre 1995. All’interno del territorio della Riserva Naturale Speciale sono state individuate: una Zona A, denominata “riserva”, · una Zona B, denominata “pre-riserva”. Tali zone sono sottoposte a differenti regimi di tutela. 23 La Direttiva 43/92/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna – nota più comunemente come Direttiva Habitat – ha come scopo principale il mantenimento della biodiversità, tenendo conto al tempo stesso delle esigenze socio-economiche e culturali. La direttiva, recepita, in Italia con decreto presidenziale nel 1998, prevede la realizzazione di una rete ecologica definita “Natura 2000”.

Parte Prima Pagina 212 habitat o una specie in uno stato di conservazione soddisfacente” (www.minambiente.it) . Nell’ambito del territorio del Piano di Gestione “Lago di Pergusa” ricade un’unica area naturale protetta secondo quanto previsto dal progetto BIOITALY, ovvero un SIC/ZPS (Sito di Interesse Comunitario/Zona di Protezione Speciale): SIC/ZPS – ITA060002 denominato “Lago di Pergusa”. La struttura del documento si articola in uno Studio Generale propedeutico alla redazione del Piano di Gestione vero e proprio, come richiesto dai documenti prodotti dal Ministero dell’Ambiente e del Territorio, Direzione Conservazione della Natura. Il procedimento metodologico adottato per la realizzazione del Piano di gestione, si articola sulle fasi di lavoro di seguito schematizzate:

 Analisi della Scheda Natura 2000  Individuazione ed analisi degli habitat  Verifiche in campo della Carta degli Habitat  Realizzazione degli altri elaborati cartografici  Analisi sullo stato di conservazione e della qualità del sito  Strategie di gestione  Interventi di gestione

Il comprensorio interessa soltanto il territorio comunale di Enna; situato a circa 5km a sud del centro abitato Enna è delimitato ad ovest dalle colline Eree, a sud dal Monte Carangiaro e Monte Capitone, ad est dalla Strada Statale Pergusina SS561, a nord dalla suddetta strada statale e dal centro abitato di Pergusa. Il territorio del Piano di Gestione “Lago di Pergusa” è costituito dal più grande lago naturale della Sicilia. Posizionato ad una quota di 667 metri di altitudine e circondato da un gruppo di alture appartenenti ai Monti Erei, ha una superficie di 1,4 Kmq, con profondità massima di circa 2,2 m, mentre la superficie dell’intero bacino imbrifero è di 10,3 Kmq.

Il Lago di Pergusa è interessato dal progetto descritto nella scheda di intervento n.15 della provincia regionale di Enna “interventi per la realizzazione di offerte di accoglienza, servizi e informazione in aree naturali”.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

Gli strumenti con i quali interagisce il Piano di gestione “Lago pergusa” sono: Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Territoriale Urbanistico Regionale (PTUR) Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali (PRPR) Piano Territoriale Provinciale (PTP) Piano Regolatore Generale (PRG) PIT 11 “Enna: turismo tra archeologia e natura”

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Linee di indirizzo emerse

Le azioni programmatiche che ricadono all’interno della Riserva Naturale Speciale “Lago di Pergusa” sono le seguenti:  creazione di un Centro di Educazione Ambientale all’interno del territorio della Riserva, dotato di laboratorio e centro visite con materiale espositivo e didattico. Il CEA sarà collocato in una dimora storica risalente al XVIII secolo con destinazione originaria di casina di caccia, nota ai residenti della zona come “Villa Zagaria”. Questa infrastruttura, collocata in un punto panoramico poco lontano dalle sponde del Lago di Pergusa, verrà adibita anche a sede della Riserva Naturale Speciale “Lago di Pergusa”  creazione di un percorso didattico botanico-naturalistico che si snodi dal Centro di Educazione Ambientale ai giuncheti ripariali del Lago di Pergusa per una lunghezza totale di circa 1.3 Km. La finalità di tale percorso è trasformare la Riserva Naturale Speciale in un “laboratorio all’aperto”, dove alle attività didattiche rivolte alle scuole si affianchino attività di ricerca e monitoraggio ambientale.

5.3.3 Piano provinciale di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non 24

La Provincia di Enna, nel 2003, ha approvato il "Piano Regionale di gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi. Approvazione del Piano stralcio relativo alla Provincia di Enna ”.

24 (Approvato in Consiglio provinciale con Deliberazione n.64 del 18.11.2008)

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Qui sopra i dati riferiti alla produzione dei rifiuti nella Provincia di Enna nel 2001

Il Piano 25 riporta la situazione ambientale della provincia di Enna, la localizzazione dei grandi insediamenti industriali, gli impianti esistenti di rifiuti speciali in provincia di Enna, le discariche di 2^ categoria di tipo a, gli impianti di recupero e trattamento, le ditte autorizzate al trasporto di rifiuti aventi sede legale in provincia di Enna, le indicazione degli interventi più idonei ai fini della riduzione delle quantità e della pericolosità dei rifiuti. Gli obiettivi del Piano sono:  la determinazione di un quadro di conoscenze relative alla quali-quantificazione della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi nel territorio della Provincia di Enna;  l’indicazione di modalità e processi di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi;  lo sviluppo di azioni di recupero-riutilizzo all’interno dei cicli di produzione anche attraverso incentivi all’innovazione tecnologica;  l’innesco di rapporti orizzontali fra industrie e attività economiche diverse, finalizzati a massimizzare le possibilità di recupero reciproco degli scarti prodotti;  l’implementazione e/o la realizzazione di una impiantistica di gestione finalizzata alla riduzione della pericolosità dei rifiuti speciali pericolosi;  l’implementazione, l’adeguamento e/o la realizzazione di una adeguata impiantistica di smaltimento tesa a minimizzare il trasporto dei rifiuti, a ridurre gli impatti e a offrire servizi economicamente vantaggiosi all’apparato produttivo della regione. Il documento contiene altresì: una guida alla riduzione della produzione dei rifiuti indirizzata al recupero, la tipologia e il complesso degli impianti e delle attività di recupero e di smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non da realizzare in ambito provinciale un’analisi del fabbisogno di gestione dei rifiuti e per particolari categorie di rifiuti, ed il fabbisogno impiantistico della provincia. Sono contenuti anche i criteri di localizzazione per:  aree destinate ad impianti di discarica;  aree destinate ad impianti di recupero di rifiuti speciali;  requisiti per le tecnologie impiantistiche;  impianti di recupero di rifiuti speciali;  impianti di termodistruzione di rifiuti speciali e speciali pericolosi;  impianti di discariche di rifiuti speciali;  procedure e dotazioni minime per il monitoraggio e la modulistica utilizzata per le procedure semplificate di cui agli artt. 31 e 33 del dec. leg.vo n.22/97.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

Gli strumenti con i quali interagisce il Piano di gestione: Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Territoriale Urbanistico Regionale (PTUR) Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali (PRPR) Piano Territoriale Provinciale (PTP) Piano Regolatore Generale (PRG) PIT (Progetto Integrato Territoriale) n. 11”Enna: turismo tra archeologia e natura”

25 Sono esclusi dal Piano, perché oggetto di separata specifica pianificazione, i seguenti Piani stralcio: - Piano di emergenza per i rifiuti contenenti amianto; - Piano di gestione dei rifiuti contenenti amianto; - Piano di gestione dei rifiuti sanitari; - Piano di gestione dei rifiuti provenienti da rottamazione.

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Linee di indirizzo emerse

La scelta pianificatoria ha lo scopo di andare oltre la sola approvazione dei progetti e del rilascio delle autorizzazioni all’esercizio degli impianti deputati al trattamento e allo smaltimento della tipologia di rifiuti in questione. In tale contesto si individua la volontà di andare a far sì che ciascun Ambito Territoriale sia in grado di offrire servizi di riduzione della produzione, recupero, trattamento e smaltimento rifiuti speciali anche pericolosi in forma autonoma (anche attraverso accordi di programma con ATO, Comuni , Associazioni di categoria ecc. ). Il tracciante di fondo è il potenziamento e/o l’adeguamento dell’impiantistica esistente come scelta preferenziale a nuove localizzazioni di impianti oltre ai rigorosi criteri di salvaguardia ambientale previsti laddove questi si rendano necessari. Ne deriva da ciò che dovranno essere:  incentivate azioni di innovazione tecnologica finalizzata alla riduzione e al recupero dei rifiuti;  incentivate forme di recupero (prioritariamente autorecupero rispetto al recupero in altri impianti produttivi);  favorite forme di adesione a sistemi di gestione ambientale (anche limitatamente alla problematica rifiuti) in sintonia con il regolamento EMAS 26 o, in alternativa, con le norme ISO 14001 27 o altri sistemi di gestione che le aziende volessero prendere a riferimento, tesi a ridurre la produzione dei rifiuti alla fonte, razionalizzare la raccolta, implementare le fasi di raccolta differenziata e attivare fasi di formazione del personale con lo scopo di raggiungere gli obiettivi fissati nella politica ambientale da parte della direzione;  incentivate forme di defiscalizzazione del tributo per il conferimento agli impianti finali di smaltimento da parte delle imprese che svolgono attività di recupero.  promosse realizzazioni di impianti ad alta tecnologia finalizzati a garantire destinazioni finali certe ed economicamente convenienti per la gestione dei rifiuti derivanti dal comparto produttivo.

La situazione degli impianti nel contesto territoriale denuncia come nella provincia di Enna non si localizzano, in atto, discariche di rifiuti speciali non pericolosi (tipo inerti e sfabbricidi di demolizione di costruzioni) . L’unico insediamento di una certa importanza che è lo stabilimento Laterlite S.p.A. I servizi di gestione relativi ai rifiuti prodotti dall’industria presenti nel territorio regionale appaiono localizzati prevalentemente in alcune province, e precisamente quelle a più alto tasso di industrializzazione; In ambito regionale e maggiormente nella provincia di Enna si evidenzia:

 carenza di servizi di riduzione e di recupero integrati trasversalmente con le pratiche di pianificazione del territorio  scarsa offerta di servizi per alcune tipologie di rifiuti (soprattutto per quanto attiene ai rifiuti pericolosi).  squilibri territoriali.

26 REGOLAMENTO (CE) N. 761/2001 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 19 marzo 2001 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) 27 La ISO 14001 è una norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace sistema di gestione ambientale.

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Dall’analisi dei dati contenuti nel piano emerge, tendenzialmente, che le attività di recupero esistenti in provincia di Enna sono riferite ad attività di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi del tipo inerti ed a seguire quelle relative al recupero e trattamento di residui organici ed altre meno incidentali. Appare del tutto evidente, comparando i dati delle stime riportate per le produzioni di rifiuti speciali in Provincia di Enna che vi sono margini evidenti di ulteriore espansione di iniziative imprenditoriali nel settore del recupero dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

5.3.4 Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico

Il Piano di Assetto Idrogeologico permette di raggiungere un livello di conoscenza del territorio siciliano, e costituisce comunque il primo elaborato a scala di bacino dell’intero territorio regionale, omogeneo sia per la qualità delle informazioni riportate e che per la metodologia di realizzazione. Le finalità applicative del P.A.I. pongono una duplice attenzione: da un lato le aree idrogeologicamente pericolose sono sottoposte a norme specifiche per evitare il peggioramento delle condizioni di rischio, dall’altro viene fornita la trama necessaria sulla quale imbastire la programmazione delle modalità d’intervento più idonee alla messa in sicurezza di tali aree e la quantificazione del fabbisogno economico necessario per l’esecuzione degli interventi.

Bacino idrografico principale del “Fiume Imera meridionale” 28

Il territorio del comune di Enna si estende per una buona parte nel bacino dell’Imera meridionale, e per la restante parte in quello del Simeto. In particolare, la linea di spartiacque tra i due bacini attraversa la città di Enna che, pur ricadendo in gran parte nell’Imera, include anche il Simeto sia dal punto di vista geomorfologico che in relazione agli interventi di mitigazione del rischio realizzati e/o programmati. Nel PAI n. 072 del fiume Imera meridionale sono riportati i dissesti e le relative pericolosità presenti nel centro abitato e ricadenti all’interno del fiume Imera.

Figura 55: Il territorio ennese nella Carta delle pericolosità e del rischio geomorfologico

28 Sintesi del Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico n. 072.

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A Sud-Est del centro abitato di Enna, al confine con la frazione Grottacalda del comune di Piazza Armerina, è presente il Lago di Pergusa, serbatoio naturale senza immissari né emissari, originatosi per affioramento della falda freatica, le cui acque hanno un grado di salinità piuttosto elevato. L’indagine foto-interpretativa ha permesso di individuare 342 dissesti, tra cui alcuni crolli presenti nel centro abitato considerati in diversi stati di attività, in relazione alla presenza o meno di interventi di consolidamento.

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Questi dissesti sono in gran parte attivi e interessano la coltre di alterazione delle argille, litologia ampiamente diffusa in tutto il territorio, legati il più delle volte a processi di erosione accelerata, particolarmente attivi lungo i torrenti, alcuni molto incisi, e che presentano frequenti evoluzioni morfologiche calanchive in stadi più o meno avanzati, concentrate prevalentemente in C.da San Nicola, nel bacino del Torrente Torcicoda, e lungo il fianco occidentale dell’altopiano ennese. L’intensa attività erosiva facilita l’innesco di movimenti gravitativi, spesso difficilmente identificabili singolarmente e che determinano porzioni di versante caratterizzate da una generale instabilità concentrata maggiormente presenti in contrada Carangiaro. Fenomeni, quali creep e soliflusso, sono invece presenti in numerose aree in tutto il territorio. Comunque, la maggior parte dei crolli riscontrati si localizza principalmente attorno all’insediamento di Enna alta, dove sono presenti ripide scarpate con discreti dislivelli in corrispondenza degli affioramenti calcarenitici. Pareti soggette a crolli si riscontrano inoltre nella porzione centrale del territorio in corrispondenza di rilievi costituiti da arenarie, calcari di base e gessi.

Valutazione della pericolosità ed individuazione delle aree a rischio

Nel territorio di Enna, sebbene i dissesti censiti siano complessivamente 342, le pericolosità distribuite in tutte le classi sono in numero maggiore poiché, nel caso di alcuni crolli presenti nel centro abitato, sono stati considerati più livelli di pericolosità per lo stesso dissesto, in relazione alla presenza o meno di interventi di consolidamento che ne riducono il grado di pericolosità. In particolare, si hanno:

 n. 6 aree a pericolosità bassa (P0);  n. 101 aree a pericolosità moderata (P1);  n. 208 aree a pericolosità media (P2);  n. 25 aree a pericolosità elevata (P3);  n. 5 aree a pericolosità molto elevata (P4). Le relative classi di rischio che si vengono a definire con gli elementi coinvolti (tra cui le case sparse, i servizi pubblici, l’acquedotto, le strade comunali, la SS n. 117, la SS n. 121, le vie di fuga, il nucleo abitato e il centro abitato) sono:

 - n. 8 aree a rischio basso (R1);  - n. 34 aree a rischio moderato (R2);  - n. 38 aree a rischio elevato (R3);  - n. 27 aree a rischio molto elevato (R4).

Nel PAI n. 072 vengono riportate le pericolosità ed i rischi dei dissesti ricadenti nell’Imera meridionale:

 - n. 2 aree a pericolosità bassa (P0);  - n. 9 aree a pericolosità moderata (P1);  - n. 9 aree a pericolosità media (P2);

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 - n.12 aree a pericolosità elevata (P3);  - n. 5 aree a pericolosità molto elevata (P4).

I relativi rischi sono i seguenti:  - n. 1 area a rischio basso (R1);  - n. 3 aree a rischio moderato (R2);  - n. 32 aree a rischio elevato (R3);  - n. 23 aree a rischio molto elevato (R4).

Perimetrazione delle aree potenzialmente inondabili a Enna

Del territorio comunale di Enna, ricadente parzialmente nel bacino del Fiume Imera meridionale, viene posto in evidenza, nel PAI, l’area compresa tra la SS n. 117 bis “Centrale Sicula” e la SS n. 561 “Pergusana”. L’intera area è soggetta ad esondazione ed ostruzione dell’alveo lungo il torrente Torcicoda, l’affluente del Fiume Imera meridionale, in località Enna bassa, in prossimità della palazzina “Tre palme”, della Scuola Elementare “F.P. Neglia” e del Polo Universitario a Enna bassa. L’area è stata segnalata nell’ambito della ricognizione degli interventi necessari per l’attività di prevenzione e tutela del territorio ed è stata riportata nella carta della pericolosità come “sito di attenzione”.

5.3.5 Studio di fattibilità per il Parco delle Miniere

Lo studio di fattibilità è incentrato sulla promozione di un grande Parco delle Miniere di scala regionale. L’area di studio per la realizzazione del Parco delle miniere, interessa tre province della Sicilia centro meridionale, e cioè Enna, Caltanissetta ed Agrigento, limitatamente ai comuni di Enna, Assoro Valguarnera, Caltanissetta, San Cataldo, Delia, Sommatino, Riesi, Canicattì, i quali possiedono tra l’altro una parte cospicua del patrimonio minerario siciliano. Nello studio, i territori interessati dalla presenza delle miniere vengono analizzati secondo letture tematiche specifiche che vanno dalla conoscenza dei Caratteri naturalistici e bioagronomici peculiari alle caratteristiche geologiche dei territori interessati, dallo studio degli elementi antropici e urbanistici alla viabilità.

In particolare vengono indagate le ragioni che hanno condizionato l’evoluzione dei centri urbani protagonisti dell’attività estrattiva: “allo sviluppo dell’agricoltura e dell’attività estrattiva legata alle miniere dello zolfo e dei sali è strettamente connessa sia l’evoluzione dei centri urbani che l’antropizzazione dei territori circostanti. I centri urbani, legati ad un’economia basata sull’agricoltura e sull’attività estrattiva dello zolfo e dei sali potassici, hanno risentito in maniera decisiva per la loro formazione ed il loro accrescimento urbano ed economico, dell’andamento di tali settori produttivi. In particolare con la crisi della produzione cerealicola dovuta alla concorrenza americana, il settore agricolo fu progressivamente soppiantato da quello minerario con l’espansione delle attività estrattive legate alle miniere dello zolfo e dei sali potassici. I centri agricoli dunque si espandono per ospitare la manodopera impiegata nell’attività estrattiva che raggiunge l’apice verso la fine dell’ottocento con l’impiego in tale settore di più di quarantamila unità, per poi declinare rapidamente dall’inizio del novecento fino a potersi considerare esaurita da un punto di vista economico poco dopo la metà del XX

Parte Prima Pagina 220 secolo.” Lo Studio suddivide il territorio del Parco delle Miniere secondo i differenti bacini minerari della “Bassa Valle dell'Imera” (comuni di Caltanissetta, Riesi e Sommatino), del Bacino di S. Cataldo, del "Bacino dell'Alta valle dell'Imera", (ricadente a cavallo delle due province di Enna e Caltanissetta), del Bacino di Assoro, in provincia di Enna, del Parco Minerario della miniera Floristella – Grottacalda (comuni di Valguarnera e di Piazza Armerina, della Miniera Pasquasia (comune di Enna).

Gli strumenti proposti sono quelli del marketing territoriale. Gli obiettivi individuati dallo studio di fattibilità sono:

 incoraggiare gli investimenti nel settore dei Beni Culturali e del turismo rurale;  Promuovere l'immagine dell'area interessata presso gli operatori turistici.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi Trattandosi di uno studio che interessa un territorio vasto di scala sovra-provinciale le interazioni con gli altri strumenti di programmazione e pianificazione potranno essere valutate solo se, e quando, dallo studio di fattibilità si passerà ad una fase progettuale vera e propria e all’individuazione di interventi specifici. In linea di principio sarà quindi inizialmente da valutare la sostenibilità delle scelte urbanistiche operate con il Piano Regolatore Generale.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi Per il tipo di programmazione e pianificazione che la costruzione di un Parco delle miniere comporta, rispetto agli assi determinanti del Piano Strategico di Enna si individuano come centrali quelli dei “Sistemi locali di sviluppo” e della “Società delle conoscenze”.

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5.4 La pianificazione comunale

5.4.1 Il Piano Regolatore Generale

Il PRG è un piano che norma l'uso del suolo dell'intero territorio comunale; è uno strumento obbligatorio per tutti i comuni. Fornendo previsioni sistemiche sulla realizzazione di nuova viabilità, di nuovi servizi e verificandone la coerenza in relazione agli standard e dotazioni minime previsti per legge (D.M. 1444 1968), il PRG definisce un quadro di riferimento unico per l’intero territorio. Il PRG delimita il territorio in zone omogenee, ciascuna delle quali normata in modo differente. Le zone territoriali omogenee normate dal D.M. 1444/1968 sono definite attraverso un codice alfabetico che va dalla A alla F. In particolare le zone A rappresentano i centri storici, le zone B la città consolidata, le zone C le aree di espansione a fini abitativi, le zone D le aree produttive industriali, le zone E le aree agricole, le zone F le aree destinate a servizi. Operando sull'intero territorio comunale il PRG intercetta tutti i piani e le politiche inerenti il territorio di Enna. Il PRG attualmente operante è ancora quello del 1976; è in corso l’iter formativo del nuovo PRG che, giunto alla consegna del progetto di piano all’amministrazione comunale, deve essere discusso e adottato dal Consiglio Comunale per poi essere approvato in via definitiva dalla Regione. L’oggetto di questa analisi, dunque, è il PRG presentato al consiglio comunale e in attesa di adozione. Il piano è stato elaborato dal gruppo coordinato dal Prof. Arch. Leonardo Urbani. La visione di sfondo che guida le decisioni del piano è quella di riunificare in un unico sistema le tre realtà di Enna alta, Enna bassa e Pergusa. Ciascuna delle tre parti della città conserva, nella visione del piano, alcune specificità. Enna alta amplierà la sua vocazione residenziale e di contenitore di servizi, Enna bassa avrà un ruolo maggiormente legato al terziario mixato comunque alla residenza, mentre Pergusa avrà delle caratteristiche legate alla residenza stagionale. Il PRG interpreta l‘insediamento urbano di Enna come un susseguirsi di tre “U” rovesciate. Il paragrafo 1.1.5 della relazione di piano definisce i modi e le ragioni della integrazione dei tre nuclei urbani di Enna:

“1) Ognuno dei tre nuclei di Enna nella loro forma planimetrica e visti da “sud”, richiama la lettera “U”. Se si considera la sequenza che nel territorio compongono queste tre “U” (si diceva che da nord le “U” si presentano capovolte) si potrà attuare l’ambizioso obiettivo che la loro articolazione, lungi dal provocare nuclei a sè, potrà definire un’unica, ricca ed armonica, città. Questo non può essere realizzato istantaneamente sulla carta, ma dovrà essere un obiettivo prioritario da raggiungere attraverso processi creativi, che da un lato verifichino gli “effetti leganti” ottenuti dalle varie realizzazioni che già si prevedono e di quelle che si definiranno nei prossimi anni, e dall’altro lato individuino i provvedimenti, anche correttivi o integrativi, da portare sugli effetti prodotti.

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Abbiamo, anche in questo senso, voluto anticipare il grande ruolo che potrebbero assumere le due centralità commerciali e terziarie di Enna alta e Enna bassa una volta collegate con il S.I.Tra.M.. Per questo molto è affidato alla originalità e efficacia imprenditoriale poste nell’organizzare il bi-polo. 2) Ciò che più contribuisce a fare delle tre “U” un’unità armonica, oltre la storia stessa degli insediamenti che già gioca per suo conto, è la convergenza degli interessi dei cittadini in obiettivi comuni che possano concretarsi in capisaldi, siano essi “concentrati” che “diffusi” nel territorio. Tra quelli “concentrati” emergono alcuni, come ad esempio: A) i beni culturali storico-naturali quali il lago di Pergusa, il castello di Lombardia, assieme ad altri monumenti di Enna; B) i grandi servizi di scala super-regionale. Certamente riflessi importanti ne deriverebbero per Enna se nella Piana di Catania, sia pure impegnando altri comuni, si costruisse il grande Aeroporto Intercontinentale del Mediterraneo; C) lo stesso nucleo industriale già esistente verso Dittaino, soprattutto se si sviluppasse ulteriormente nella sua già interessante vitalità, prevedendo l’installazione di nuove industrie ed attività. Tra i “capisaldi diffusi” emergono tre, che hanno riflessi disseminati in tutto il territorio e che riservano eccezionali fasci di sinergie da mettere a frutto, e si tratta: D) del settore agroalimentare che, tramite accordi specifici ed una crescita delle applicazioni professionali, dirigenziali e scientifiche, dovrebbe vedere oltre che un miglioramento delle produzioni sempre possibile, uno spazio maggiore per la verticalizzazione dei prodotti e una coraggiosa entrata in campo per assumere ruoli guida nel marketing che riguarda le produzioni locali; E) del settore turistico che può avere un ruolo di animazione orizzontale, suscitando vocazioni professionali e un riflesso verticale in altri campi con sviluppo evidente dell’indotto che, nella stessa forza del budget turistico, può trovare i sostegni finanziari adeguati; F) del settore artigianale tradizionale, sia di quello del centro storico che di quello diffuso nel territorio anche agricolo. Settore che può essere visto anche nella sua più generale accezione di m.p.m (micro-piccola-medio piccola) industria. La coscienza di questi obiettivi comuni non solo contribuisce all’unità e al senso di appartenenza dei cittadini, ma anche a suscitare energie perché lavorino intorno a questi sei capisaldi.” 29

Gran parte degli sforzi del PRG si concentrano sulla necessità di riformulare il sistema della mobilità ad Enna. La proposta riguarda sia il trasporto pubblico che quello privato. Per ciò che riguarda il trasporto pubblico il Piano propone un progetto integrato di trasporto pubblico: il S.I.Tra.M. Il sistema proposto utilizza varie tecnologie di trasporto in sede propria ed in sede promiscua in grado di collegare i tre sistemi urbani.

“I trasporti sono il punto più impegnativo anche per l’alta tecnologia che si richiede, in concreto, dal S.I.Tra.M. (Sistema Integrato di Trasporto Metropolitano)[…]. Le sue caratteristiche sono composte da tecnologie differenti: tratti di ferrato orizzontali a servizio

29 Tratto dalla relazione generale al Piano Regolatore Generale (Progettista: Prof. Arch. Leonardo Urbani).

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dei raccordi in pianura tra i vari insediamenti e di ferrato verticale (funicolare, funivia o simili) che superino il salto di quota tra Enna alta e Enna bassa. Più di quanto qui si dica, il piano dettaglia meglio il sistema da realizzare ma è certo che si potrà decidere solo attraverso un progetto specifico formulato con l’assistenza di tecnici specializzati.” 30

Pur rimandando a studi di maggior dettaglio, come quello già redatto dalla Provincia, il piano individua nella questione della mobilità una strategia necessaria per aggregare i tre sistemi urbani. Questa tensione è anche testimoniata dalle proposte di miglioramento del sistema viabilistico. Gran parte degli interventi converge sulla necessità di incrementare le occasioni di collegamento tra la parte alta e quella bassa della città. Alcuni di questi nuovi collegamenti previsti sono stati peraltro già rigettati dal Genio Civile. Altro punto di notevole interesse per la mobilità è il ridisegno della quasi totalità delle strade di Enna bassa che vengono dotate di un gran numero di sistemi di rotatorie per agevolare lo scorrimento dei veicoli nelle numerose intersezioni a raso. Il PRG descrive un sistema di vincoli piuttosto articolato e vario:

Con decreti dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali sono individuati due ambiti territoriali sottoposti a Vincolo Paesistico ai sensi del dlgs 490/99 e s.m.i. e cioè: a) Lago Pergusa con D.A. 756 del 26/03/86 b) Valle Scaldaferro con D.A. n°135 del 12/02/87

Ai sensi delle LL.RR. 98/81 e 14/88 sono state istituite le Riserve Naturali di a) Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale b) Lago di Pergusa (Decreto ARTA 970 del 10/06/91) c) Rossomanno-Grottascura-Bellia (Decreto ARTA n. 970 del 10/06/91)

Ai sensi delle Direttive 74/409/CEE e 92/43/CEE relative rispettivamente alla conservazione degli uccelli selvatici ed alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatica, con decreto ARTA 21 febbraio 2005 sono stati individuati i seguenti siti di importanza comunitaria (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) ricadenti totalmente o parzialmente nel territorio comunale di Enna: a) Monte Capodarso (ITA 050004) area SIC b) Lago Pergusa (ITA 060002) area SIC e ZPS c) Vallone Rossomanno (ITA 060010) area SIC d) Boschi di Piazza Armerina (ITA 060012) area SIC e) Serre di M. Cannarella (ITA 060013) area SIC

Con decreti dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali sono stati apposti i seguenti vincoli archeologici:

30 Ibidem

Parte Prima Pagina 224 a) Capodarso con DA n°1126 del 14/05/82 b) Cozzo Matrice con DA n° 143 del 06/02/86 c) Rossomanno I con DA n°1131 del 13/05/86 d) Cinta Muraria Pisciotto con DA n° 282 del 22/02/ 89 e) Necropoli Pisciotto con DA n°1947 del 28/04/89 f) Rossomanno II con DA n°2793 del 26/06/89 g) Necropoli Spirito Santo con DA n°1090 del 25/05/ 90 h) Cozzo Signore con DA n°1093 del 25/05/90 i) Banca d’Italia con DA n°5017 del 09/10/91

Con decreti dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali sono stati apposti i seguenti vincoli Etno-antropologici: a) Miniera Floristella con DA n°2659 del 02/11/90 b) Santuario Papardura con DA n°6661 del 05/11/92

La quantità di vincoli ricadenti sul territorio di Enna dimostra le notevoli qualità ambientali del territorio ennese e rappresenta gli ambiti da tutelare per assicurare uno sviluppo sostenibile alla città ed al territorio di Enna. Inoltre le qualità naturalistiche, ambientali ed archeologiche presenti nel territorio ennese e testimoniate dal regime dei vincoli, qualificano l’ennese come un territorio capace di essere attrattore anche di flussi turistici. La vocazione turistica del territorio è sottolineata nella relazione di piano che affida al sistema delle microcentralità diffuse ed al recupero del centro storico il compito di essere contenitori per un’offerta turistica integrata. Per ciò che riguarda il dimensionamento, il piano fa una previsione di sviluppo fino al 2023, analizzando come da prassi, un arco temporale di venti anni. A fronte di uno stato di fatto che vede presenti sul territorio, al 2001, 28.918 persone, il dimensionamento del piano prevede un incremento, sia pur modesto, della popolazione per il periodo fino al 2023. Il piano prevede una profonda modificazione della composizione sociale (e quindi della domanda abitativa) che viene attribuita soprattutto alla presenza della centralità territoriale dell’Università Kore e comunque ad una generale terziarizzazione dell’economia della città. La qualificazione del polo universitario emerge come un elemento strategico in grado di modificare profondamente il ruolo di Enna nel contesto regionale. Chiaramente la presenza della centralità universitaria genera una domanda di alloggi particolari per dimensione e distribuzione. Il piano individua, per rispondere alle esigenze abitative rilevate, delle ridotte aree di espansione ad Enna bassa caratterizzate da indici di media o bassa densità abitativa; di fianco a queste zone sono previste, dal redigendo strumento, anche interventi per l’edilizia stagionale, specificatamente per l’area di Pergusa. Per ciò che riguarda Enna alta non sono previste nuove costruzioni a fini abitativi, privilegiando la strategia del recupero del patrimonio edilizio.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

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Il PRG, operando sull’intero territorio comunale, intercetta tutti i piani e le attività di programmazione. Tuttavia, rispetto alle azioni prioritarie definite dal Piano, emergono delle sinergie particolari che rappresentano le esigenze della comunità rispetto ad alcuni temi specifici. È il caso della tematica del recupero per l’area di Enna Alta. Infatti, questa strategia di fondo è espressa anche in altri programmi e piani promossi dal comune, come il Contratto di quartiere “Enna centro” e il processo di Agenda 21 Locale il quale, sebbene non abbia ancora definito un piano di azione locale, lascia intravedere, nello studio preliminare della Relazione sullo Stato dell’Ambiente, l’importanza attribuita dalla comunità locale al tema del recupero. Per quel che riguarda le azioni promosse dal Contratto di quartiere è chiaro lo sforzo di integrare le nuove tecniche dell’efficienza ambientale con la strategia del recupero.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi della “Proposta di Contratto di quartiere”

Il PRG si rivela uno strumento complesso in cui le tematiche dello sviluppo della città di Enna sono affrontate a vari livelli. Sicuramente ciò che emerge con forza è la necessità di saldare i tre sistemi urbani in un organismo unico in grado di funzionare in modo più efficiente. Assieme a questo tema generale il piano individua 10 opere di carattere prioritario che è bene riportare:

“A.1 Nuovo Campus Universitario e nuova sede per il Palazzetto dello Sport A seguito di un protocollo d’intesa a più mani e della decisione di dare corpo in maniera più forte alla nascente vocazione universitaria della città di Enna, nel progetto definitivo si è preso atto della perimetrazione dell’area da destinare a questo fine, che contiene al suo interno anche il sito per l’allocazione del nuovo Palazzetto dello Sport della Provincia di Enna. La scelta dell’area, peraltro assolutamente condivisa dal gruppo di progettazione, consente di sottolineare la forte centralità di Enna Bassa e quindi fornisce un pretesto per rendere sempre più città, e sempre meno periferia, questa parte di edificato. Questa localizzazione si porta appresso la necessità di nuove aree per i parcheggi e per “Nodi di Scambio Intermodale” fra mezzi e sistemi diversi di trasporto.

A.2 Aree per la Direzionalità Il disegno che ricolloca Enna al centro della Sicilia per servizi ed attrezzature di carattere generale, richiede la realizzazione di luoghi per un terziario molto avanzato. Sia ad Enna alta (progetto riqualificazione stadio comunale) che ad Enna bassa (ambito riqualificazione S.Anna e di fronte l’ingresso dell’area ospedaliera), con caratteri differenti, si sono localizzate aree direzionali, che necessitano di una reale attivazione e di un rafforzamento della rete dei servizi.

A.3 Nodi Intermodali ed Aree a Parcheggio Il PRG definisce alcuni Nodi Intermodali che consentono lo scambio fra modalità diverse di trasporto. Questi Nodi sono stati individuati in alcuni punti particolari del sistema di mobilità interno alle “tre città” di Enna alta, Enna bassa e Pergusa. Essi consentono lo scambio fra viabilità principale e secondaria e fra viabilità carrabile e Sistema Integrato di Trasporto Metropolitano - S.I.Tra.M. Questi Nodi appaiono classificati in due tipologie A e B in funzione del flusso di mobilità previsto (A = flussi esterni; B = flussi interni). Si è ritenuto necessario ampliare anche il sistema dei parcheggi di Enna Bassa in funzione di

Parte Prima Pagina 226 queste nuove localizzazioni di Campus e Palazzetto dello Sport; individuando un nuovo terminal per bus, in un’area da sottrarre all’espansione artigianale di C/da S. Lucia.

A.4 Insediamenti artigianali nelle contrade S. Lucia/Mugavero e Misericordia Le dinamiche degli ultimi anni hanno manifestato un rinnovato interesse alla utilizzazione delle aree per attività artigianali e dei servizi connessi ubicate dal precedente strumento urbanistico in c.da S.Lucia-Mugavero, o esistenti in c.da Misericordia a motivo della singolare posizione e della buona infrastrutturazione di base (vicinanza della Stazione ferroviaria e dello svincolo per la autostrada A19).

A.5 Aree di Recupero nelle contrade di S. Lucia e Mugavero e a Pergusa Un’esigenza che appare improrogabile per Enna è quella di impegnarsi nel recupero di alcune aree che sono cresciute in maniera spontanea e disordinata ai margini delle parti di città che si sviluppavano secondo le indicazioni del PRG del ’76. In alcuni casi si tratta di edilizia residenziale di alta qualità, ma in tutti si denota la totale mancanza di opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Per questo motivo si sono perimetrate un’area in c.da S.Lucia Mugavero ed un’altra a Pergusa, da riqualificare con servizi per l’edilizia residenziale, così da ricreare una qualità urbana che oggi manca. Nello stesso tempo sarà cura dell’Amministrazione perimetrare altre aree, con caratteristiche analoghe, da assoggettare a Piani di Recupero.

A.7 Sistema Integrato di Trasporto Metropolitano – S.I.Tra.M. Un’importante innovazione del sistema della mobilità per Enna è rappresentata dal S.I.Tra.M. Esso consiste in un sistema metropolitano di collegamento leggero che, attraverso l’uso di modalità di trasporto pubblico differenti a seconda delle esigenze orografiche legate all’economia dei trasporti, consente di unire fra loro le “tre città” con un unico sistema in sede propria. Il S.I.Tra.M. è un sistema che, se ben dimensionato e studiato, può consentire spostamenti veloci ad un consistente numero di passeggeri/giorno, con un notevole contenimento dei tempi di percorrenza e dei costi/passeggero. Senza interferire sulla mobilità carrabile e sul sistema dei parcheggi locali, questo sistema può essere integrato, soprattutto nei centri storici, da sistemi di percorsi pedonali meccanizzati (scale mobili, ascensori, ecc.) che oggi possono rappresentare una valida alternativa di mobilità.

A.8 Aree per l’Edilizia Turistico/Stagionale a Pergusa e in contrada Risicallà E’ importante non trascurare le aree turistico/stagionali, come individuate nel PRG a Pergusa e in c/da Risicallà. Tali aree sono nate come conferma verso uno stato di fatto che rimarcava la potenzialità di “edilizia stagionale” della zona. Il loro ruolo dovrà servire da supporto per la destinazione che si è indicata per l’area di Pergusa, divisa e unita nello sport, nel turismo locale e sovra-locale, nella gestione di grandi eventi, anche sovra- regionale.

A.9 Autodromo di Pergusa Bisogna lavorare per diversificare e rendere più costanti nel tempo le attività dell’autodromo se necessario anche pensando ad attività collaterali e parallele che, nel

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rispetto dell’ambiente e delle caratteristiche della Riserva, possano incrementare i periodi di uso della struttura. Si sono pensate attività come il galoppatoio, il golf, ed altre attività ed eventi che non richiedano strutture fisse né attrezzature di grandi dimensioni, ma che richiamino nicchie di utenza da un bacino che può con facilità divenire sovra-nazionale.” 31

5.4.2 I Piani Particolareggiati per il recupero del centro storico

La filosofia dei 5 Piani particolareggiati adottati è quella del “mantenimento della struttura gerarchica della città, con variazioni locali sia negli interventi a livello tipologico, che a scala urbana”, l’obiettivo principale è quello di innestare un processo di trasformazione in grado di rivitalizzare il tessuto storico della città antica. L’intento dei progetti consiste principalmente nel recupero del carattere residenziale e al contempo manifesta una certa attenzione alle esigenze degli abitanti residenti.

Zona 1 Piazza San Francesco

Il Piano ricade nel centro commerciale della città e include la maggior parte degli isolati del centro che gravitano intorno alla Piazza San Francesco. In questa area si prevede la possibilità di recupero attraverso i lavori di restauro, di risanamento conservativo, di manutenzione ordinaria e straordinaria. Oltre le residenze, si individuano uffici, attività commerciali ed edifici di carattere storico-culturale che secondo il Piano particolareggiato, non ammettono “attività rumorose, moleste non compatibili” con la struttura antica di Enna; per le poche eccezioni viene comunque previsto lo spostamento in altra sede. All’interno del comparto si prevede un aumento complessivo di 120 abitanti:  100 si insedieranno lungo la via Colajanni (al momento risulta scarsamente abitata e in una condizione di degrado statico e igienico), per la quale viene prospettata una ristrutturazione edilizia integrale con accorpamento di due o più unità edilizie;  20 abitanti nel contesto n. 8 per la stessa scelta progettuale.

Per la Piazza Balata, poichè le recenti costruzioni hanno modificato l’aspetto formale e architettonico, il Piano propone una “nuova veste ai prospetti ed ai colori” degli edifici recenti. Nel progetto è prevista inoltre la riprogettazione della Piazza Coppola e del Belvedere Marconi con ampliamento degli spazi pedonali, oltre che la realizzazione di un parcheggio “nelle immediate vicinanze del centro abitato” per almeno 400 autovetture confermando le previsioni del PRG. Il Piano n. 5 prevede infine che l’ex-villa adiacente al complesso dei Benedettini e all’Albergo Sicilia sia da integrare alle preesistenze monumentali e in tal modo da restituire all’uso pubblico.

Zona 2 Lombardia

31 L’elenco è tratto dalla relazione del Piano Regolatore Generale

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Il Piano Particolareggiato comprende l’area tra la via Roma ed il viale Savoca, tra la via Roma e le vie Di Bilio, Orfanotrofio e Bagni, ed infine tra la la piazza S. Agostino e la via Valverde, la via delle Orfane e la via Sacramento. A differenza del precedente, il Piano n. 2 non prevede l’insediamento di nuovi abitanti, ma 6 interventi puntuali:

 Il primo intervento riguarda la ridefinizione del rapporto spaziale del camminamento all’interno del Castello e del piazzale sottostante punto di arrivo della via Roma, privilegiando in sostanza la percezione visiva del Castello attraverso la riqualificazione prospettica del percorso esistente.  Il secondo intervento prevede il ridisegno della Piazza Mazzini e la connessione con la Chiesa del SS. Salvatore. Sostanzialmente si intende trasferire lo spazio connettivo sino al palazzo Variano, per il quale è prevista la ristrutturazione e il cambio di destinazione d’uso in museo archeologico, e sino al complesso di San Michele, riusato per scopi sociali e culturali e per accogliere la sede della Soprintendenza di Enna. Sotto la piazza il Piano prevede l’inserimento di un parcheggio sotterraneo a due livelli con accesso da via Orfanotrofio;  Il terzo include la riqualificazione della Piazza Scarlata e il collegamento con il viale Caterina Savoca attraverso l’eliminazione di alcuni corpi di fabbrica fatiscenti e adicenti al museo Alessi e al complesso monumentale del Duomo; si prevede di creare un collegamento permanente che offra sbocchi al sistema viario assegnandogli un nuovo contenuto spaziale mediante l’inserimento di una quinta architettonica;  il quarto intervento nell’area è il collegamento della piazza Duomo con il fronte Nord della Chiesa Madre e con il viale Caterina Savoca. Qui il progetto privilegia il percorso esistente mediante l’eliminazione parziale di un corpo di fabbrica e la formazione di uno spazio terrazzato per la fruizione del paesaggio.  Il quinto intervento del Piano include il ridisegno della piazza S. Agostino,che riacquisterà il collegamento con la corte interna del complesso conventuale e della chiesa omonima, mediante l’eliminazione di alcune superfetazioni esistenti;  Il sesto intervento riguarda la progettazione di spazi vuoti ad uso di parcheggi pubblici in relazione alle aree retrostanti il Palazzo Pollicarini, destinato a centro museografico e di studi della cultura rurale e architettonica e delle tradizioni popolari relative alle aree interne della Sicilia. Sostanzialmente si prevede di svincolare l’area dai problemi veicolari offrendo la possibilità di realizzazione di un parcheggio pubblico per 240 posti auto sottoposto ad un giardino pensile da ricavare in una parte dell’attuale giardino della Banca d’Italia e lasciando la restante parte con una sistemazione a piazza.

Zona 3 San Pietro

Il Piano comprende i quartieri S. Pietro, S. Miceli, S. Biagio, via Portosalvo e la zona Lombardia sud, i quartieri tra la via San Salvatore e la via S. Francesco di Paola, tra la via Apollonio e Di Bilio e la via Croce Valverde. In questa area più del 50% delle abitazioni sono state già adeguate dai proprietari nei limiti degli spazi disponibili. Gli interventi prevedono la conservazione della riconoscibilità delle peculiarità insediative esistenti sia morfologiche che tipologiche ammettendo interventi come il restauro conservativo, il risanamento ambientale, la ristrutturazione totale e parziale degli edifici, la demolizione e l’integrazione di volumetrie di elementi singolari.

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Tra gli interventi pubblici si prevede una scuola materna (da localizzare successivamente), un possibile parcheggio coperto (da ricavare in un orto ai margini della via la Paglia) e la realizzazione di una villetta di verde pubblico tra la via Orfanotrofio e la via Croce Valverde.

Zona 4 Valverde – S. Leone – Fontana Grande

La zona è racchiusa da un anello stradale costituito dal prolungamento della via della Rinascita e della via S. Leone, le quali possiedono un carattere di strade da circonvallazione. Anche in questo caso, come per la zona 3, si prevede la conservazione delle peculiarità insediative pre-esistenti, ammettendo gli interventi della legge 457/1978: il restauro conservativo, il risanamento ambientale, la ristrutturazione totale e parziale degli edifici, la demolizione, l’integrazione di volumetrie di elementi singolari e ristrutturazione urbanistica. Il tessuto urbano di quest’ambito risulta pressoché integro, e prevale la tipologia di case a schiera, in cui più del 50% delle abitazioni sono ristrutturate o risanate, e sono pochi casi di abitazioni in stato di degrado. Gli interventi pubblici prevedono la realizzazione di due scuole materne (una tra via Fontana Grande e la via Paolo Lo Manto, un’altra al piede di via Fontanagrande); un asilo nido e un centro per anziani (tra la via Pergusa e la via O. Catalano); un’area di verde attrezzato e una piazza attorno al muraglione della discarica pubblica; un parcheggio di 60 posti auto in prossimità della Scuola Magistrale di Valverde.

Zona 5 S. Tommaso – Santo Spirito

Comprende l’area tra le vie Spirito Santo, piazza S. Bartolomeo e le pendici del versante orientale, tra la via Mercato e le vie Gennaro, Anime Sante e Coppola e le zone antistanti la piazza S. Tommaso e S. Sebastiano. Il progetto del Piano n. 5 non prevede nessun aumento di volume, né del numero dei vani, ed è orientato al recupero urbano secondo quattro direttrici: la rettificazione e sistemazione della rete viaria esistente, tale da migliorare la viabilità di penetrazione e di collegamento veicolare e pedonale e da permettere una maggiore fruizione del tessuto urbano; il recupero delle emergenze monumentali allo stato esistente non controllati e non qualificati; l’ubicazione di servizi (asili nido, scuole materne, centri sociali, ecc.) e indicazioni progettuali al fine del recupero del patrimonio abitativo.

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5.4.3 Programma commerciale

Il programma commerciale è stato redatto secondo i criteri di programmazione commerciale per la Sicilia, che fanno riferimento alla seguente normativa:

 Legge Regionale 28/99;  Decreto Presidenziale n° 165 dell’11 Luglio 2000;  Decreto dell’Assessore al Commercio della Regione Sicilia n° 981 del 12 Luglio 2000 contenente le disposizioni per la correlazione dei procedimenti di rilascio della concessione o autorizzazione edilizia e dell’autorizzazione all’apertura di una media e grande struttura di vendita;  Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 1 76 del 26 Luglio 2000, contenente le norme sul procedimento concernente le domande relative alle grandi strutture di vendita, sulla partecipazione al procedimento amministrativo e di funzionamento delle conferenze di servizi;  Circolare Assessoriale n° 6 del 6 Giugno 2005.

Figura 56: Il programma commerciale di Enna

Il programma stabilisce gli obiettivi di cui tenere conto nella programmazione della rete distributiva ai fini della razionalizzazione della rete commerciale, per assicurare una maggiore efficienza delle diverse tipologie delle strutture di vendita in termini dimensionali, di organizzazione imprenditoriale e di funzionalità del servizio.

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Nel caso di Enna, il programma deve confrontarsi con alcune peculiarità locali di sistema, facenti capo a specifiche caratterizzazioni del tessuto economico ed urbano-territoriale; queste ultime possono essere ricondotti a quattro fattori principali. Anzitutto, ad Enna Bassa si stanno diffondendo numerosi insediamenti commerciali senza alcun coordinamento urbanistico. Lo sviluppo dei nuovi tessuti urbani dà luogo alla formazione di polarità (attrattività) commerciali nelle zone d’espansione, che ha avuto come conseguenza uno svuotamento delle attività commerciali nel centro storico e antico; questo fenomeno denota inoltre, una mancanza di strumenti operativi di gestione delle attività commerciali ed artigianali nel territorio, nonché, la mancanza di uno strumento urbanistico adeguato alle esigenze attuali della città. Il disequilibrio che ne deriva finisce col coinvolgere il sistema della mobilità urbana e territoriale. Va rilevato inoltre che l’attuale rete commerciale urbana presenta il vantaggio di avere la possibilità di realizzare dei centri commerciali naturali (definibili attraverso ambiti distinguibili nel sistema urbano), ossia luoghi urbani a forte caratterizzazione commerciale in cui è possibile attivare logiche unitarie di promozione. Infine, la prossima adozione da parte del Consiglio Comunale del P.R.G. ha reso prioritaria la redazione di un tale strumento di governo. Il programma commerciale è stato redatto attraverso una fase di conoscenza che ha utilizzato i dati forniti dall’Ufficio Commercio e dal Centro Elaborazione Dati del Comune di Enna. Successivamente è stato condotto un approfondimento sulla legislazione vigente in Sicilia in materia di commercio, seguita dallo studio di alcuni casi di programmazione commerciale riferiti a differenti città del territorio nazionale. Infine, è stata prodotta una mappatura ragionata delle attività commerciali presenti sul territorio comunale. Quest’ultima ha portato alla definizione di ambiti e sistemi specifici di seguito illustrati:

I sistemi autogravitanti: 1 - Sistema Piazza Matteotti – Via Roma – Castello di Lombardia 2 - Sistema Piazza Matteotti – Via Roma – Via Libertà

I sistemi reticolari di quartiere: 3 - Sistema viale IV Novembre – Via Duca D’Aosta – Via Libertà 4 - Sistema Viale Diaz – Viale della Provincia – Via Nicosia 6 - Sistema Enna Due 7 - Sistema Via Boris Giuliano – Complesso Selvaggio

I sistemi lineari urbani: 8 - Sistema Via Leonardo Da Vinci –Via Michelangelo 5 - Sistema Corso Sicilia –Via Sant’Agata–Piazza Alessi

I sistemi lineari sovracomunali: 9 - Sistema Via Nazionale (Pergusa)

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Figura 57: Particolare delle scelte localizzative del Programma commerciale a Enna alta

In relazione ai suddetti ambiti il Programma Commerciale prevede i seguenti obiettivi: 1) Miglioramento dell’offerta commerciale: l’attuale stato della rete distributiva necessita di essere rafforzato quantitativamente e qualitativamente; 2) Riqualificazione del centro storico come sistema stratificato in cui incentivare nuovi servizi: la messa a sistema delle aree commerciali esistenti al fine di creare centri commerciali naturali che integrino al loro interno attività sinergiche, divenendo aree specifiche da destinare alla promozione commerciale nonché turistico- culturale e l’individuazione di nuove possibilità di connessione fra tali sistemi e la rimanente parte del centro storico; 3) Progressiva pedonalizzazione del centro storico: un graduale alleggerimento del flusso veicolare interno alla città, in relazione alla creazione dei centri commerciali naturali, supportato dalla realizzazione dei posteggi previsti nel PRG in fase di adozione, e la valorizzazione del sistema architettonico delle vie e delle piazze del centro storico che legittima la scelta della pedonalità. All’interno delle aree individuate come sistemi commerciali naturali si stabilisce una priorità per la realizzazione delle aree di posteggio sia a raso che interrate. Si privilegiano le aree localizzate nelle immediate adiacenze, o lungo le vie dette di “penetrazione”, in relazione ai centri commerciali naturali; 4) Realizzazione di infrastrutture per una fruizione alternativa: la realizzazione di una pista ciclabile che serva l’abitato di Enna bassa e che divenga strumento di miglioramento delle connessioni tra i sistemi commerciali esistenti. Le azioni previste per favorire la realizzazione di questi obiettivi sono:  il miglioramento e potenziamento delle sinergie  il potenziamento e la valorizzazione delle centralità urbane e degli assi di penetrazione

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 il potenziamento integrato al sistema della mobilità  l’integrazione con le attività commerciali su aree di espansione residenziale  l’integrazione con attività commerciali su aree di espansione stagionale-turistica.

Al fine di salvaguardare e riqualificare il centro storico attraverso il mantenimento delle caratteristiche morfologiche degli insediamenti, nel rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico ed ambientale, ed al fine di qualificare e valorizzare la presenza di attività commerciali in grado di svolgere un servizio di vicinato e di tutelare gli esercizi aventi valore storico ed artistico, per evitare al contempo il processo di espulsione delle piccole attività commerciali, riqualificandone la funzione di centri di aggregazione sociale, rivitalizzandone il tessuto economico, sociale e culturale, si ritiene necessario stabilire i criteri ed i parametri per lo svolgimento delle attività commerciali all'interno del Sistema Piazza Matteotti –Via Roma – Castello di Lombardia e del Sistema Piazza Matteotti –Via Roma –Via Libertà siti all’interno del centro storico della città. All'interno di tali sistemi si vuole promuovere la creazione di due “centri commerciali naturali”. Pertanto il Comune, in accordo con le Istituzioni interessate, promuove, per il consolidamento delle attività esistenti e l'innovazione del sistema commerciale, la costituzione di forme associative. Queste ultime coinvolgendo gli operatori commerciali, sono finalizzate:

 al rilancio dell’offerta ed alla promozione turistica ed ambientale per l'incremento della domanda;  alla gestione del patrimonio insediativo;  al miglioramento e recupero dei contesti urbani come la riqualificazione delle facciate, dell'illuminazione o dell'arredo esterno, la ri-pavimentazione delle vie, la creazione di parcheggi pubblici o privati pluriplano o interrati (come ad esempio il parcheggio di piazza San Francesco), il miglioramento delle reti di trasporti pubblici urbani, l'allestimento omogeneo delle vetrine, insegne, o qualunque iniziativa unitaria.

Il programma prevede altresì la costituzione di servizi comuni finalizzati alla formazione professionale, alla certificazione della qualità dei prodotti o alle attività di promozione e marketing, ed al fine di poter accedere a contributi finanziari utilizzabili dalle imprese del commercio; le forme associative possono includere, oltre ad un limitato numero di attività commerciali, anche le attività di artigianato di qualità purché operanti nella stessa via o piazza. In particolare per le “attività di vicinato”, del centro storico e non, alle quali viene riconosciuto un ruolo preminente in ciascun ambito di interesse, è ragionevole prevedere uno sviluppo e un consolidamento del sistema. Esse infatti sono complessivamente 495 distribuite su una superficie di vendita di 26.545 mq, con una dimensione media di 54 mq, dato significativo se paragonato alla soglia massima di 150 mq attualmente consentita dalla normativa vigente.

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

Il Programma Commerciale, intercettando ed asseverando in larga parte le destinazioni d'uso (Parcheggi e localizzazioni residenziali) del PRG, si confronta con interventi puntuali del Contratto di quartiere, del Programma Triennale OO. PP. e del PISU.

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Linee di indirizzo emerse dall'analisi della “Proposta di Contratto di quartiere”

In particolare il quadro delle azioni proposte può essere inquadrato all’interno degli assi prioritari: Sistema città e Sistemi locali di sviluppo. In particolare il programma commerciale favorisce il miglioramento mobilità, la razionalizzazione e potenziamento dei servizi, il recupero del patrimonio abitativo, il potenziamento e razionalizzazione delle politiche nel settore industriale, commerciale e dell'artigianato.

5.4.4 Il PRUSST Valdemone

I Programmi di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio, introdotti con D.M. 8.10.98, sono strumenti complessi e volontari a scala microurbana in grado di definire interventi puntuali di territorio e di garantire uno sviluppo ed un miglioramento delle condizioni di vita. Il P.R.U.S.S.T. Valdemone nasce dall'intesa tra i Comuni capofila di Patti Territoriali ed altri soggetti pubblici interessati a dotare il territorio di un programma integrato di sviluppo sostenibile, funzionale a migliorare le condizioni infrastrutturali del territorio ed a recuperare e valorizzare il patrimonio dei beni ambientali e dei beni culturali attraverso l'utilizzo di uno strumento innovativo della programmazione negoziata, già sperimentata positivamente con i Patti Territoriali. Il P.R.U.S.S.T. Valdemone, a cui hanno aderito circa 120 Comuni, abbraccia un vasto territorio localizzato nella parte nord-orientale dell'Isola, caratterizzato proprio delle emergenze geografiche ed ambientali dei Nebrodi e dell'Etna e degli eco - sistemi ad essi connessi, che rappresentano un patrimonio di ricchezza ambientale unico nel suo genere. I soggetti pubblici hanno individuato nel Comune di Randazzo il capofila e soggetto promotore, anche in virtù della posizione baricentrica rispetto al territorio ed in riferimento al "Sistema Etna" ed al "Sistema Nebrodi". In tutto il programma è stata prevista la partecipazione congiunta di pubblico e privato 32 I principali obiettivi sono stati:

 La realizzazione, l'adeguamento e il completamento di attrezzature, sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano in grado di promuovere e orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico, garantendo l'aumento di benessere della collettività;  La realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate all'ampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione

32 Il Prusst Valdemone coinvolge i comuni delle province di Catania, Messina ed Enna, i Parchi naturali dell'Etna e dei Nebrodi, le Soprintendenze ai Beni Culturali ed Ambientali e le Università di Catania e Messina, tre Gal (Gruppo d'azione locale) e due Consorzi intercomunali. Nel suo Programma sono comprese opere pubbliche e private, per oltre un centinaio di interventi, come la strada "intervalliva" che da Milazzo porta a Taormina attraverso "Sella Mandrazzi", la Strada Statale 116 (Randazzo - Capo d'Orlando), la S.S. 120, che da Fiumefreddo porta al Bivio Cerda, nei pressi di Palermo, e la Strada Statale 289 (Sant'Agata di Militello - Cesarò). Oltre alla suddette strade, è altresì prevista la realizzazione, o il rifacimento, di altre piccole arterie come la Riposto - Schisò, la "Via del mare", che congiunge Villafranca Tirrena con la Valle del Mela, la Strada Provinciale ex Panoramica Esa, oggi denominata "Strada pedemontana", o "Quota mille", che unisce Randazzo a Linguaglossa, la rete stradale che congiunge Riposto con gli impianti sciistici di Piano Provenzana.

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turistico - ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado.

Linee di indirizzo emergenti Le azioni del Piano strategico dovranno innestarsi in un continuum logico con gli interventi realizzati (soprattutto di natura infrastrutturale) dal PRUSST.

5.4.5 Proposta di Contratto di Quartiere II denominato Enna Centro

Lo strumento “contratto di quartiere” in generale I contratti di quartiere, introdotti con la legge 662/96 (art. 2 comma 63 lett.b) e rifinanziati nel 2001 33 sono strumenti di pianificazione “complessa” 34 della città e del territorio. Nello specifico, rispetto ad altri strumenti di questo tipo, il contratto di quartiere presenta alcune peculiarità:

“La peculiarità dei Contratti di quartiere, a livello nazionale, risiede su alcuni aspetti:  tutti i soggetti che operano all’interno del “quartiere” sono chiamati in causa, attraverso l’obbligo, per il Comune, della predisposizione di un programma di comunicazione e partecipazione;  viene promosso un programma di accompagnamento per le fasce sociali più a rischio, coinvolgendo gli operatori presenti sul territorio;  l’inserimento dei Contratti nel canale finanziario dell’edilizia sperimentale consente di sostenere sia innovazioni costruttive (bioarchitettura ed ecologia urbana, risparmio delle risorse e miglioramento della qualità ambientale) sia di finanziare una serie di attività di ricerca e monitoraggio volte a migliorare le scelte progettuali ed a confrontarle con i soggetti che partecipano al programma (es. attivazione di laboratori per l’ascolto delle comunità locali, studio e definizione di strumenti di indirizzo e controllo della qualità spaziale del progetto, studio e realizzazione di spazi urbani esemplari per la qualità morfologica e architettonica e per innovative forme di spazio urbano per concezione e identità).” 35

33 Legge 21/2001 e successivo Dm 27/12/2001, modificato dal Dm 31/12/2002 34 “I programmi urbani complessi costituiscono una “generazione”di strumenti per il governo delle trasformazioni urbane che grande importanza ha rivestito (e tuttora riveste) nel nostro panorama nazionale. La loro formazione è spesso stata occasione per una “rivisitazione” o per una nuova elaborazione degli strumenti urbanistici in vigore. Le sperimentazioni da essi introdotte, sia metodologiche che operative, hanno favorito e aiutato a sviluppare negli enti locali una attitudine all’integrazione, alla progettualità ed alla competizione ed introdotto nuovi sistemi di valutazione nell’assegnazione di fondi pubblici, che mirano a premiare sia la qualità progettuale, sia l’innovazione sia la rispondenza ai bisogni delle comunità insediate. La modalità “concorsuale” di accesso ai finanziamenti, mediante la presentazione di appositi “programmi” o “progetti”, da parte degli enti interessati (e per loro tramite anche da parte di privati), ha inoltre promosso una notevole spinta a maturare comportamenti amministrativi e capacità tecnico-professionali innovativi, che possano rispondere, anche in prospettiva, alle esigenze della pubblica amministrazione, assecondando ed eventualmente “governando” tendenze e domande sociali emergenti. […] Un’altro dei fattori che caratterizza questi programmi è il partenariato pubblico/privato. La cooperazione tra operatori pubblici e privati ruota su una questione centrale: la qualità urbana, intesa, in prima istanza, come dotazione “appropriata” di attrezzature e infrastrutture adeguate alla domanda effettiva, qualitativa e quantitativa della popolazione che risiede e vive nei territori.”(AA.VV. (2003), Contratti di quartiere II. Linee guida per la costruzione partecipata dei contratti di quartiere, Regione Umbria in collaborazione con l'Istituto Nazionale Urbanistica) 35 AA.VV. (2003), op. cit.

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Il contratto di quartiere a Enna

La presente analisi è stata condotta sul documento “Proposta di Contratto di Quartiere II denominato Enna Centro”, elaborato composto da una serie di schede progetto inerenti specifici ambiti del centro storico e da una appendice-relazione a corredo delle schede e della proposta stessa. Va innanzitutto sottolineata la collocazione complessiva degli interventi, ricadenti, per quanto riguarda la parte pubblica, entro i limiti del quartiere “San Pietro”. Dalle dichiarazioni espresse nell’appendice si evince come essenzialmente siano due gli indirizzi ispiratori la proposta ennese:

1) “Il programma innovativo in ambito urbano è fortemente centrato sulla riorganizzazione del sistema della mobilità. In particolare il programma tende a facilitare sia la mobilità tra le singole parti dell'area sia ad agevolare i flussi del traffico di attraversamento, e della riorganizzazione degli spazi verdi e dei servizi.” 36

2) “Si è ritenuto inoltre di dare una risposta alla sempre più pressante richiesta di abitazioni da parte delle utenze sociali deboli quali studenti, giovani coppie e famiglie disagiate, che rende ormai necessario ed urgente un intervento pubblico capace di risolvere il problema abitativo di tali ceti anche con l’offerta di abitazioni ristrutturate in locazione.” 37 A scorrere l'elenco dei soli interventi pubblici le parole d'ordine diventano la “mobilità” , la “riorganizzazione degli spazi verdi e dei servizi”, la risoluzione del “ problema abitativo ”, la riduzione della “ marginalità sociale del centro storico ”:

Tabella 103: Interventi pubblici di riqualificazione urbana e recupero edilizio pubblico

Tipologia di intervento Localizzazione

1 Recupero alloggi comunali E.R.P. siti in via della S. Pietro Rinascita ed in via S. Pietro

2 Recupero e rifunzionalizzazione di un edificio da S. Pietro destinare ad edilizia E.R.P. “alloggi per studenti e giovani coppie”

3 Realizzazione impianto fotovoltaico a servizio degli San Pietro alloggi comunali e ERP siti in via della Rinascita ed in via San Pietro (tema di sperimentazione)

4 Realizzazione impianto fotovoltaico a servizio di un San Pietro edificio destinato ad edilizia ERP - alloggi per studenti e giovani coppie (tema di sperimentazione)

5 Attività di monitoraggio, resocontazione e verifica San Pietro

36 Appendice alla proposta di Contratto di quartiere II “Enna centro”-Comune di Enna-Settore LL.PP e Urbanistico 37 Appendice alla proposta di Contratto di quartiere II “Enna centro”, op. cit.

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nell’ambito della realizzazione del tema sperimentale per: • impianto fotovoltaico a servizio degli alloggi comunali e ERP siti in via della Rinascita ed in via San Pietro (tema di sperimentazione); • impianto fotovoltaico a servizio di un edificio destinato ad edilizia ERP - alloggi per studenti e giovani coppie (tema di sperimentazione)

6 Lavori di completamento via S. Pietro S. Pietro

7 Centro polifunzionale ed annesse S. Pietro aree a verde attrezzato

8 Ridisegno degli spazi vuoti compresi fra la chiesa del Lombardia SS. Salvatore e la piazza Mazzini

Da sottolineare come, a Enna, il tema della sperimentazione sia declinato in un'azione, quella della realizzazione dell'impianto fotovoltaico, legata strettamente alla riqualificazione e al recupero del patrimonio abitativo della città storica. Sugli aspetti più specificatamente legati alla compartecipazione al contratto di quartiere da parte di soggetti non solo pubblici a Enna questi sono, come dichiarato nella proposta, i partner e le azioni previste:

– Il Comune - ristrutturazione degli alloggi E.R.P. ed alla acquisizione e recupero nuovi alloggi da destinare ad “alloggi per studenti e giovani coppie”; – Il Consorzio per l’Università Kore di Enna - localizzazione della sede del rettorato ennese e del Liceo musicale e/o Conservatorio presso i locali ristrutturati dei Benedettini (Lombardia); – Il C.O.N.I. - organizzazione e promozione delle attività sportive all’interno del futuro Centro Polifunzionale da localizzare nel quartiere S. Pietro. – Le associazioni di volontariato e del terzo settore – promozione, all’interno dell’ambito di intervento “Enna centro”, in particolar modo utilizzando il sopradetto “ Centro Polifunzionale”, di attività e progetti di integrazione sociale nei settori quali: promozione della formazione professionale giovanile, recupero della evasione scolastica, assistenza agli anziani, realizzazione di strutture di accoglienza; – Le Organizzazioni di Categoria (Associazione degli Industriali di Enna, CNA, CLAAI, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio,Confesercenti, Associazione Putiari Ennesi, Associazione della Proprietà Edilizia , Consozio CIPAE, Consorzio COEDEN, Consorzio COARTEN, Consorzio TECKTON) - diffusione e pubblicizzazione presso i propri associati le opportunità offerte del Contratto di Quartiere II al fine di valorizzare l’immobili presenti nei quartieri con l’avvio di iniziative imprenditoriali e di recupero edilizio; – Le Associazione dei fedeli della Diocesi di Piazza Armerina, la Parrocchia Maria SS.MA della Visitazione ed il Collegio del Confraternita del SS. Salvatore - ristrutturazione della Chiesa del SS. Salvatore al fine di realizzare una sala museale ed un centro culturale

Parte Prima Pagina 238 da utilizza anche per le attività e la ristrutturazione della chiesa S. Paolo e dei locali attigui per realizzare una sede culturale, religiosa, di programmazione e divulgazione della Confraternita SS.MA della Visitazione; – I Proprietari di immobili - ristrutturazione di immobili di loro proprietà a fini residenziali; – I Privati – iniziative imprenditoriali nelle botteghe dei quartieri 38 .

Tabella 104: Interventi privati di riqualificazione urbana e recupero edilizio pubblico

Interventi delle Associazioni dei Fedeli

Tipologia di intervento Localizzazione

ristrutturazione della Chiesa del SS. Salvatore Via Salvatore – via Roma

ristrutturazione della chiesa S. Paolo via Roma - S. Pietro

Interventi Proprietari di immobili

Tipologia di intervento Localizzazione

Rifacimento facciata e ristrutturazione interna vicolo P. Carli n. 4

Ristrutturazione immobile interna ed esterna via S. Leone - S. Pietro

Ristrutturazione immobile interna ed esterna via Valverde 158 - S. Pietro

Ristrutturazione immobile Via della Resistenza S. Pietro

Interventi dei privati

Tipologia di intervento Localizzazione Soggetti coinvolti

Pubblici privati

Attività di Residenza Via S. Girolamo 15 Reg. Sicilia - Mis. Aurea 2000 S.r.l. turistica alberghiera 4.19

Attività B &B. via S. Pietro 8 Reg. Sicilia - art. 88 LR.32/2000 Salvatore Tumino

Negozio di articoli per la Via tre palazzi - Anna Maglia casa

Pub e pizzeria via Libertà - F.lli Vinciguerra

Bar Tabacchi Via S. Francesco - Carmelo Lilia

38 “Infine, il Comune accogliendo le proposte da parte di imprenditori privati di realizzare e gestire opere di pubblica utilità (restauro del complesso dei Benedettini, realizzazione di un parcheggio interrato in piazza Mazzini con sistemazione della piazza sovrastante, realizzazione di un padiglione espositivo con annesso portico, con collegamento Galleria Civica- Via F.ll. Vigna), intende avviare le procedure per l’affidamento dei lavori in project financing ai sensi dell’art. 37 bis della legge 109/94.” (Appendice alla proposta di Contratto di quartiere II “Enna centro”, op. cit.)

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Figura 58: Collocazione degli interventi previsti nella proposta di Contratto di quartiere privilegia la zona San Pietro e la zona Lombardia

Fonte: ns. elaborazione. La numerazione corrisponde alla schedatura degli interventi puntuali allegata a questo documento

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

La particolare collocazione degli interventi previsti nella proposta di Contratto di quartiere rende complessa e articolata l'interazione tra questi e i numerosi e differenti strumenti che agiscono sugli stessi ambiti di “San Pietro” e Lombardia”. Un semplice sguardo all’immagine riportata più sopra può dare un'idea complessiva dei livelli di continuità, sovrapposizione e coerenza (da verificare intervento per intervento) tra il contratto di quartiere e gli altri strumenti di pianificazione e programmazione. Nello specifico il Contratto di quartiere intercetta numerose azioni del Programma Triennale delle OO. PP. ed una serie di temi ambientali riscontrabili in A21L. Si rimanda comunque alla schedatura allegata al presente documento per la corretta comparazione dei singoli interventi.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi della “Proposta di Contratto di quartiere”

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In generale gli interventi più sopra illustrati investono l'asse prioritario di Piano Strategico denominato “Sistema città”. Più specificatamente dall'attenzione posta all'analisi dei singoli progetti emergono istanze e indirizzi sintetizzabili in misure quali il miglioramento della mobilità, la razionalizzazione e il potenziamento dei servizi e il recupero del patrimonio abitativo . Figura 59: Interventi del Contratto di quartiere, del PISU, del programma triennale OOPP

Fonte: ns. elaborazione sulla base delle previsioni del PRG. Gli interventi del Contratto di quartiere sono in arancio, quelli del PISU in azzurrro, quelli del programma triennale OOPP in giallo. Le due linee con andamento nord-sud a sinistra (rossa e blu) rappresentano le due diverse proposte di sistemi di risalita tra Enna bassa e Enna alta provenienti rispettivamente dal PRG e dallo studio di fattibilità portato avanti dalla Provincia di Enna

5.4.6 Analisi delle schede P.I.S.U.

Il Programma Integrato di Sviluppo Urbano nelle forme generali Il Programma Integrato di Sviluppo Urbano (PISU) appartiene alla “famiglia” di strumenti introdotti dal Quadro comunitario di sostegno (QCS) 2000-2006 per le regioni. Il QCS definiva tali progetti come “integrati” individuando in essi una serie di azioni che attraversano diversi settori, ma puntano a un obiettivo comune di sviluppo del territorio e necessitano di un approccio attuativo unitario e coerente 39 . L'elenco dei progetti integrati comprende:

 PIT (progetti integrati territoriali);  PIS (progetti integrati settoriali);  PIF (progetti integrati di filiera);  PIR (progetti integrati regionali);

39 Fonte: Ministero dello Sviluppo economico (http://www.dps.tesoro.it/qcs/qcs_regioni.asp)

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 PISU (progetti integrati di sviluppo urbano) 40

Il PISU a Enna

Le schede che nella presente analisi desk sono state attenzionate appartengono ad una formulazione in itinere di una serie di 15 interventi puntuali agenti sugli ambiti di Enna bassa e Enna alta 41 .

Figura 60: Alcuni degli interventi del PISU localizzati a Enna alta

Fonte: ns. elaborazione

La numerazione fa riferimento alla schedatura degli interventi allegata al presente documento

Il PISU propone, per la realtà ennese, una serie di azioni puntuali promosse dal comune di Enna in partenariato con la soprintendenza ai Bb Cc e con alcune associazioni produttive e artigianali locali. Questi i 15 progetti oggetto del PISU.

Tabella 105: Interventi previsti dal PISU

Localizzazione Soggetti proponenti

40 Esistono diverse tipologie di progetti integrati. Ogni Autorità di gestione regionale ha seguito un proprio iter nella definizione e individuazione degli stessi (Ministero dello Sviluppo economico, op. cit.) 41 Va comunque sottolineato come la definizione delle 15 schede di intervento sia ancora suscettibile di variazioni anche sostanziali in relazione al mutato orientamento della Direzione Regionale della Programmazione che ha introdotto il Programma integrato delle Aggregazioni di Coerenza e Coesione Territoriale (PIACOT) quale strumento sostitutivo di P.I.S.U. e Progetto Integrato di Sviluppo Territoriale

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Piazza Coppola- Enna alta Comune di Enna 1.Lavori di ampliamento recupero del Palazzo Comunale Piazza Mazzini – Enna alta Comune di Enna 2.Ridisegno della Piazza Mazzini (Duomo) in connessione con l'Architettura "minore" della chiesa del SS. Salvatore, museo archeologico Variano e spazi adiacenti Localizzazioni territoriali Comune di Enna 3.Parco delle masserie - Viaggio attraverso (Borgo Cascino tra gli altri manufatti) l'evoluzione della civiltà contadina Enna alta Comune di Enna 4.Percorso storico-culturale, turistico asse Torre di Federico/Castello di Lombardia Ex convento dei Cappuccini Comune di Enna 5.Museo della Memoria San Pietro – Enna alta Comune di Enna 6.Centro polifunzionale con annesse aree a verde attrezzato e strada di collegamento rione S. Pietro Zona artigiana – Enna bassa Comune di Enna 7.C.S.A.I. Centro servizi avanzati e incubatore di imprese Zona artigiana – Enna bassa Consorzio Monti Erei 8.Realizzazione di miglioramento di spazi pubblici attrezzati da destinare ad aree mercatali locali per la commercializzazione di prodotti tipici Castello di Lomabardia - Enna alta Comune di Enna 9.Valorizzazione e fruizione del Castello di Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Enna Lombardia Castello di Lomabardia - Enna alta Comune di Enna 10.Parco archeologico urbano del Castello Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Enna- di Lombardia e Rocca di Cerere Centro studi di Archeologia Mediterranea di Enna Strada extraurbana Santa Lucia – Enna Comune di Enna 11."Incrocio di generazioni e porte aperte bassa Ass. Politiche sociali alla città" via Toscana – Enna bassa Comune di Enna 12."New Bronx" Ass. Politiche sociali Comitato di quartiere di viaToscana Gruppo Scout Enna 2 Enna bassa Comune di Enna 13."Luoghi di pace" Ass. Politiche sociali Enna alta Comune di Enna 14."Città solidale" Ass. Politiche sociali Via Libertà – Enna alta Comune di Enna 15."Open space" Ass. Politiche sociali

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

La particolare collocazione degli interventi previsti nelle schede del PISU ne fa uno strumento in continuità con i numerosi e differenti strumenti che agiscono su Enna. In particolare con quegli interventi puntuali indirizzati al recupero e alla valorizzazione del patrimonio monumentale e residenziale di Enna alta.

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Il PISU presenta numerose misure che si confrontano, oltre che ovviamente con il PRG, con gli interventi oggetto del Contratto di Quartiere e con quelli del Programma Triennale delle OO. PP. e con il Programma Commerciale.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi Gli interventi più sopra illustrati investono gli assi prioritari di Piano Strategico denominati “Sistema città” e “Sistemi locali di sviluppo”. Nello specifico l'analisi dei singoli progetti fa emergere istanze e indirizzi sintetizzabili in misure quali il miglioramento della mobilità , la razionalizzazione e il potenziamento dei servizi , il recupero del patrimonio abitativo, il Potenziamento dell'offerta ricettivo- turistica e il potenziamento e la razionalizzazione delle politiche nel settore industriale, commerciale e dell'artigianato .

5.4.7 Gli interventi puntuali nella programmazione delle OO. PP. a Enna

Il Programma Triennale delle OO. PP. del Comune di Enna è stato analizzato, nella presente analisi desk, nelle sue intersersezioni, continuità e coerenze (verificate intervento per intervento) con gli altri strumenti, di natura diversa, che sui medesimi ambiti stanno operando. Va subito detto che, a differenza del Programma Triennale, gli altri strumenti portati a confronto sono tutti in via di perfezionamento e in itinere, a cominciare proprio dal Piano Regolatore Generale (in via di adozione) fino a giungere alla gamma di programmi complessi che tra Enna bassa ed Enna alta sono posti “in opera” per lo sviluppo urbano e territoriale. In quest'ottica i 47 interventi previsti costituiscono un elenco quasi esaustivo delle istanze e linee strategiche che, nel contempo, con i singoli strumenti ordinari e complessi, si va costruendo nell'ambito della progettualità ennese. Per queste ragioni la presente analisi desk e la schedatura degli interventi allegata a questo documento (a cui si rimanda) possono fornire la possibilità di correggere il tiro e razionalizzare le azioni in modo da eliminare le possibili incongruenze tra previsioni appartenenti a strumenti differenti e di collocare interventi il più possibile in continuità tra loro in modo da costruire un quadro complessivo coerente e sistematico di azioni.

Figura 61: La distribuzione degli interventi previsti nel Programma Triennale OO. PP. a Enna alta

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Fonte: ns. elaborazione

Interazioni e rapporti con gli altri piani e programmi

Il Programma triennale concentra la sua attenzione in prevalenza nell'ambito di Enna Alta, attraverso una serie di interventi volti al recupero di immobili ed al miglioramento della viabilità. Per questo motivo la prima coerenza va valutata nelle interazioni con gli interventi previsti nella “Proposta di Contratto di Quartiere II denominato Enna Centro” e nel costruendo P.I.S.U che su Enna alta concentrano numerosi progetti.

Linee di indirizzo emerse dall'analisi della “Proposta di Contratto di quartiere”

Gli interventi del Programma Triennale investono l'asse prioritario di Piano Strategico denominato “Sistema città”. Nello specifico l'analisi dei singoli progetti fa emergere istanze e indirizzi sintetizzabili in misure quali il miglioramento della mobilità , la razionalizzazione e il potenziamento dei servizi , il recupero del patrimonio abitativo.

5.4.8 Progetti e previsioni urbanistiche sulla mobilità generale

Per risolvere il problema della connessione ed integrazione sociale tra la centralità di Enna Alta ed Enna Bassa, appare quanto mai necessario realizzare ulteriori collegamenti infrastrutturali, viari e non, tra i due poli. Il Nuovo Piano Regolatore, attualmente in via di adozione, prevede la realizzazione di nuovi parcheggi, la riqualificazione di alcuni esistenti, specialmente ad Enna Alta, il riammodernamento di alcuni collegamenti viari già esistenti e la creazione di nuovi tra Enna Alta ed Enna Bassa, la realizzazione di una tangenziale che consente di by-passare il centro abitato di Sant’Anna evitando di attraversare il nodo critico rappresentato dall’incrocio semaforizzato della omonima piazza.

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Figura 62: Planimetria generale del PRG con le relative previsioni - Rapporto tra Enna bassa ed Enna alta

Per alcune di queste infrastrutture, però, non è stata rilasciata la relativa approvazione da parte del Genio Civile, poiché le stesse ricadono in aree P.A.I. a pericolosità geomorfologica “P.4 - P.3” e aree instabili interessate da fenomeni di soliflusso, colamento, esondazioni e crolli, non idonee a insediamenti antropici.

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Figura 63: Principali interventi infrastrutturali previsti da PRG per cui non è stato rilasciato parere positivo dal Genio Civile

In particolare, esse sono: • tracciato della strada di collegamento tra la SP 5 e la zona dell'ex discarica di Villa Pisciotto; • tracciato stradale zona S. Bartolomeo; • parcheggio P-14; • tracciato stradale che collega la strada Monte Cantina con via Sperlinga; • tracciato della strada Circensi; • tratti del tracciato stradale della tangenziale; • tratti del tracciato stradale a valle della via Pergusina e che attraversa il Torrente Torcicoda; • parcheggio P-42 e parte del parcheggio P-44; • parte del tracciato stradale che collega via della Cooperazione a via Val D'Aosta in prossimità del torrente S. Giovannello.

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Figura 64: Alcuni interventi infrastrutturali previsti da PRG ed esclusi dal Genio Civile – Zona S. Bartolomeo.

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Altra previsione infrastrutturale del P.R.G. è il collegamento intermodale, il cosiddetto S.I.Tra.M. (Sistema Integrato di Trasporto Metropolitano), che come nello stesso PRG si afferma: “ha un ruolo più ampio e che si presenta come un filo armonioso e forte posto a realizzare una connessione stabile e capace di servire un flusso continuo di utenza, con costi e tempi di spostamento molto contenuti”. Le sue caratteristiche sono composte da tecnologie differenti: tratti di ferrato orizzontali a servizio dei raccordi in pianura tra i vari insediamenti e di ferrato verticale (funicolare, funivia o simili) che superino il salto di quota tra Enna alta e Enna bassa.

Figura 65: Il tracciato SITRAM, come collegamento complesso e articolato tra Enna alta ed Enna bassa

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Una connessione stabile tra Enna Bassa ed Enna Alta è di importanza strategica per la crescita sinergica dei due poli costituenti il Comune di Enna. Per tale motivo anche la Provincia Regionale di Enna ha ritenuto necessario proporre un proprio progetto, ancora allo stato preliminare, per un sistema di risalita mediante la combinazione di scale mobili e tapis- roulant, con previsto anche un parcheggio multipiano di interscambio a circa 1/3 del tragitto. Tale progetto prevede uno sviluppo complessivo del percorso di circa 1.817,50 mt. da coprirsi mediante l’ausilio di 28 scale mobili e 46 tapis-roulant, in un tempo stimato di circa 30÷35 min.

Figura 66: Progetto di un sistema integrato di scale mobili e tipis-roulant per il collegamento tra Enna alta con Enna bassa – Provincia di Enna

Per migliorare la disponibilità di posti auto per la sosta ad Enna Alta, attualmente alquanto scarsa, è stato redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale un progetto riguardante un’importante opera infrastrutturale: il parcheggio interrato di Piazza V.Emanuele e del Belvedere Marconi, che prevede due accessi carrabili dai due punti estremi di una strada interrata di nuova realizzazione che corre in quel tratto al di sopra del Si.Tra.M., di cui si prevede una stazione di interscambio in corrispondenza dello stesso parcheggio. Tale arteria interamente interrata si sviluppa da Villa Pisciotto sino alla SP 2 oltre S.Francesco d’Assisi, ed alle sue estremità si prevedono due rotatorie di connessione alla viabilità esistente da modificare. In corrispondenza del primo piano interrato del parcheggio si prevede di realizzare anche una sala cinematografica con annesse attività commerciali.

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Figura 67: Progetto di un parcheggio multipiano interrato

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Il progetto prevede anche un centro commerciale e sala cinematografica, al di sotto di Piazza San Francesco – Comune di Enna. Nelle due immagini soprastanti,il progetto delle rotatorie di innesto per la strada di collegamento al parcheggio sotterraneo di Piazza San Francesco – Comune di Enna. Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche sono stati inseriti i seguenti interventi riguardanti le infrastrutture viarie: • Strada di collegamento al Complesso di Sant’Anna • Completamento di via S.Pietro • Collegamento di via Moro con via D’Angelo • Opere di urbanizzazione primaria nella zona di lottizzazione di Enna Bassa • Strada di Collegamento tra S.Lucia e l’area antistante le infrastrutture sportive, con annesso parcheggio. • Svincolo di collegamento della via della Cooperazione con la SS 561 Il progetto preliminare di completamento della strada S.Pietro, realizzato dal Comune, risulta essere difforme a quanto previsto dal nuovo PRG, che prevede un percorso diverso e la realizzazione di un parcheggio.

Figura 68: Progetto di completamento di via S. Pietro – Comune di Enna

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Figura 69: Previsione di completamento di via S. Pietro con annesso parcheggio

Fonte: PRG.

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5.5 Nodi di criticità e potenzialità

Le schematizzazioni seguenti prendono in esame alcuni nodi di criticità e potenzialità, derivanti dal confronto trasversale delle progettualità messe in atto dagli strumenti considerati. In particolare per quanto riguarda il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta viene analizzata la previsione di Percorso Meccanizzato nella sua doppia concezione da parte del PRG e nel progetto della provincia. Per il potenziamento del sistema dei parcheggi si prende in considerazione il progetto del Parcheggio Multipiano sotterraneo in Piazza S. Francesco. Per la categoria dei progetti ed interventi per il radicamento territoriale ad Enna Alta (vocazione turistica e residenziale) si prende in considerazione la previsione del Contratto di Quartiere “Enna-Centro”. Infine per la categoria dei progetti ed interventi per il potenziamento del sistema commerciale e dei servizi ad Enna Bassa (vocazione commerciale e culturale) si analizzano le previsioni del Programma commerciale.

1 - collegamento Enna Bassa – Enna Alta Esempio scelto: Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta localizzazione : Area del Torrente Torcicoda

Il “Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta” è un progetto di massima che propone il collegamento tra Enna “Alta” ed Enna “Bassa” attraverso sistemi meccanici semiautomatici in sede propria. Lo studio per il “Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta” fornisce una soluzione leggermente differente rispetto al PRG per il collegamento Enna alta-Enna bassa, la tematica della

Parte Prima Pagina 255 mobilità è intercettata oltre che dal PRG anche da A21L . Il capolinea ad Enna Alta si integra con il progetto del parcheggio multipiano “San Francesco” . Strumenti operanti nel medesimo ambito: 1 “Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta” 2 PRG – SITraM, Parchi urbani e suburbani, vincolo idrogeologico, sistema di nuova viabilità 3 Programma Triennale OO. PP - Sistemazione torrente Torcicoda a difesa dell’agglomerato urbano

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2 - sistema dei parcheggi Esempio scelto: Parcheggio Multipiano sotterraneo S.Francesco localizzazione : Piazza V. Emanuele-Piazza F. Crispi

Il Parcheggio si propone come elemento di testata del nuovo sistema di trasporto pubblico di collegamento tra Enna Alta ed Enna Bassa. L’intervento lavora in sinergia con le logiche di pedonalizzazione espresse dal Programma Commerciale proponendo un sistema in grado di decongestionare fortemente il sistema di Enna Alta. Inoltre il Parcheggio trova luogo nel capolinea del SITraM definendo la sua natura di interscambio modale. Strumenti operanti nel medesimo ambito: 1. Parcheggio Multipiano sotterraneo S.Francesco 2. PRG – SITraM & Zona F (Parcheggi) 3. Programma Commerciale Ambito (Potenziamento Integrato al sistema della mobilità). Sistema commerciale 1 (Sistema Piazza Matteotti –Via Roma –Castello di Lombardia) 4. Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna Alta 5. Programma Triennale OO. PP. a. Abbattimento delle barriere architettoniche Palazzo Chiaramente

Parte Prima Pagina 257 b. Sistemazione Esterna Palazzo di Giustizia c. Manutenzione straordinaria e abbattimento barriere architettoniche Scuola Pascoli

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3 - Progetti ed interventi per il radicamento territoriale ad Enna Alta [vocazione turistica e residenziale] Esempio scelto: Contratto di Quartiere Enna-Centro localizzazione: Enna Alta

I Contratti di Quartiere sono degli strumenti di pianificazione complessa. Sono degli strumenti volontari che riguardano ambiti ristretti e parziali di territorio. In genere si avvalgono di metodi di partecipazione e sono volti alla riqualificazione condivisa di parti di città. Scopo dello strumento è quello di definire una serie di impegni nel rapporto tra cittadini, forze economiche ed istituzioni per garantire il risanamento e lo sviluppo di quartieri che versano in particolari situazioni di disagio. Il CdQ intercetta numerose azioni del programma triennale delle OO. PP. ed una serie di temi ambientali riscontrabili in A21L . Il CdQ di Enna si sviluppa nell'area di Enna "alta" e propone una serie di interventi che si articolano in 3 sottozone: Zona 1 “San Francesco”, Zona 2 “Lombardia”, e Zona 3 “San Pietro”. Il CdQ è ulteriormente definito in 8 interventi puntuali Strumenti operanti nel medesimo ambito: 1. Contratto di Quartiere a. Ridisegno degli spazi vuoti compresi fra la chiesa del SS. Salvatore e piazza Mazzini b. Ristrutturazione immobile interna ed esterna (via Valverde) c. ristrutturazione della Chiesa del SS. Salvatore d. ristrutturazione della chiesa S. Paolo e. Attività B &B. in via S. Pietro f. Centro polifunzionale ed annesse aree a verde

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g. Negozio di articoli per la casa in via tre palazzi h. Bar Tabacchi in Via S. Francesco 2. PRG - Zona A 3. PISU a. “Open Space” Riqualificazione dei locali ubicati sotto il campo sportivo per attività sociali b. Parco delle masserie: Viaggio attraverso l’evoluzione della civiltà Contadina c. C.S.A.I. Centro servizi avanzati e incubatore di imprese 4. Programma Commerciale Ambito (Potenziamento Integrato al sistema della mobilità). Sistema commerciale 1 (Sistema Piazza Matteotti –Via Roma –Castello di Lombardia) 5. Programma Triennale OO. PP. a. Restauro complesso Benedettino

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4 - Progetti ed interventi per il potenziamento del sistema commerciale e dei servizi ad Enna Bassa [vocazione commerciale e culturale] Esempio scelto: Programma commerciale localizzazione: Enna Bassa

Il Programma Commerciale Serve a stabilire gli obiettivi di cui tenere conto nella programmazione della rete distributiva ai fini della razionalizzazione della rete commerciale, per assicurare una maggiore efficienza delle diverse tipologie delle strutture di vendita in termini dimensionali, di organizzazione imprenditoriale e di funzionalità del servizio. Il Programma commerciale della città di Enna si propone 4 obiettivi specifici: 1) Miglioramento dell’offerta commerciale e programmazione di interventi per la grande distribuzione ad Enna Bassa; 2) riqualificazione del centro storico come sistema stratificato in cui incentivare nuovi servizi; 3) progressiva pedonalizzazione del centro storico attraverso un graduale alleggerimento del flusso veicolare interno alla città; 4) Favorire lo sviluppo dell’artigianato di qualità nel centro storico e antico. Il Programma Commerciale intercetta ed assevera in larga parte le destinazioni d'uso (Parcheggi e localizzazioni residenziali) del PRG . Inoltre si confronta con interventi puntuali del CdQ , del Programma Triennale OO. PP. e del PISU.

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Strumenti operanti nel medesimo ambito: 1. Programma Commerciale 2. PRG - SITraM, Parchi urbani e suburbani, Zona C1, Zona C2 e Zona CT. 3. Programma Triennale OO. PP. a. Parco urbano del Torcicoda a Enna bassa b. Strada di collegamento al complesso parrocchiale Sant’Anna in Enna bassa 4. “Percorso Meccanizzato per il collegamento tra Enna bassa ed Enna alta”

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6 Conclusioni dell’analisi desk territoriale

La metodologia dell’analisi SWOT intreccia fattori di forza, debolezza, opportunità e rischio per delineare strategie in grado di minimizzare gli aspetti negativi e massimizzare quelli positivi. Chiaramente l’analisi qui presentata ha un valore prospettico relativo basandosi su politiche e piani già generati dal territorio e sulla analisi dello stato di fatto. Ciò nonostante è utile sviluppare alcuni punti che riguardano la vocazione del territorio ennese perché possano essere sviluppati in sede di confronto con le parti sociali negli eventi di partecipazione del Piano Strategico. Le criticità come già evidenziato relativamente al tema della mobilità e dei trasporti sono essenzialmente legate:  alla scissione del centro urbano di Enna in due poli distinti e distanti tra loro, sia planimetricamente che altimetricamente, collegati essenzialmente da un'unica infrastruttura viaria, la via Pergusa;  alla scarsa accessibilità ad Enna Alta, dovuta alla inadeguatezza delle infrastrutture viarie di accesso alla città dal comprensorio circostante, l’assenza di infrastrutture e soluzioni di trasporto alternativo a quello su gomma. La presenza di un centro urbano, quello di Enna Alta, la cui conformazione non agevola la mobilità interna, con una scarsa dotazione di parcheggi, l’assenza di una tangenziale che consenta di by-passare il centro urbano di Enna Bassa, eliminando il congestionamento dell’incrocio di piazza Sant’Anna tra la S.P.1 (via Pergusa) , la S.S. 117bis (via Unità d’Italia) e la S.S. 561 (via Pergusina), sono tutte le maggiori criticità presenti sotto il profilo della mobilità. Se ben configurato e gestito, invece, grazie anche alle vicine strutture didattiche e di ricerca di livello superiore, il bipolo attrezzato di Enna, con la centralità che l’ubicazione offre per tutta la Sicilia con la vicinanza dell’autostrada e dello snodo previsto con la superstrada nord-sud in lenta realizzazione, potrà candidarsi di fatto alla funzione di “Capitale delle Aree Interne” e come tale entrare a fare parte di un sistema in cui gravitino relazioni sopra- regionali e sopra-nazionali, specialmente nel caso in cui si realizzi l’aeroporto intercontinentale della Piana di Catania (il terzo HUB italiano). Altri fattori che hanno una potenzialità nel catalizzare la “visione” di Enna come “Capitale delle Aree Interne” sono senz’altro la disponibilità di una gran quantità di immobili e di aree che hanno perso un ruolo attivo nella città ma che hanno elevate qualità architettoniche, paesaggistiche e di contesto, la presenza di servizi con caratteristiche e scala potenzialmente sovraregionali. Enna ha, inoltre, una dimensione appropriata che può favorirla nella sfida verso la sostenibilità. Ciò è dimostrato tanto dall’entusiasmo con il quale la città sta elaborando il processo di Agenda 21 Locale quanto dalle buone pratiche espresse nel Contratto di Quartiere “Enna Centro”. Enna si configura, da questo punto di vista, come un capoluogo di provincia che può avere gli standard di qualità della vita e di relazione propri di un piccolo centro abitato unendo insomma le specificità e le eccellenze dei servizi di scala provinciale con una scala umana dell’organismo città. L’occasione fornita dall’elaborazione del piano strategico garantirà il perseguimento di una linea comune e soprattutto la relazione tra attori locali e piani che propongono una trasformazione del territorio. Uno dei principali fattori di debolezza riscontrati riguarda appunto la frammentarietà degli strumenti di pianificazione che vanno in molte direzioni parziali senza avere una visione comune sul futuro del territorio.

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Enna si trova in una condizione in cui è chiara la necessità di trovare un ruolo ed una vocazione all’interno del palinsesto dei capoluoghi di provincia della regione. Per perseguire questa via deve avere una visione chiara del ruolo cui vuole aspirare, questa visione non può che scaturire dal confronto tra istituzioni e comunità locale, le strategie elaborate a partire dall’analisi desk hanno il compito di ottimizzare quello che il territorio già propone in una visione sintetica e forniscono uno sfondo e una base comune da cui partire per innescare un confronto con i portatori di legittimi interessi chiamati a partecipare alla costruzione di una visione comune condivisa e propositiva sul territorio. Di seguito è proposta la matrice sintetica SWOT che intercetta le principali occasioni di sviluppo per il territorio.

Parte Prima Pagina 264 Fattori endogeni Punti forti Punti deboli - Piano Regolatore generale in fase di - Incompleta razionalizzazione e adozione; calibrazione dei molteplici strumenti di pianificazione in fase di perfezionamento - presenza di un tessuto forte di - Processo di dotazione di Piano associazioni; Regolatore Generale appesantito da tempi eccessivamente lunghi di formulazione - Presenza di un patrimonio - Mancata collocazione del Comune di monumentale e residenziale di pregio Enna in un ruolo trainante, “Capitale”, per i a Enna alta e nel territorio; territori dell’entroterra siciliano SWOT-analysis - Mancanza della presenza a Enna alta di - Presenza di una ingente quantità di politiche culturali promosse dal polo immobili in dismissione; universitario - Rapporto tra la Enna bassa ed Enna alta e - Presenza del circuito automobilistico Pergusa non risolto nella collocazione dei di Pergusa; servizi e nella mobilità - Obsolescenza delle dotazioni e degli - Presenza di un patrimonio di standard del circuito automobilistico strutture produttive (minerarie e - abbandono del patrimonio edilizio agricole) in dismissione nel territorio; monumentale e residenziale - Processi di “periferizzazione” del territorio ennese

- Costruire una strategia complessiva di programmazione e gestione degli strumenti di pianificazione, in relazione alle previsioni di Piano Eliminare le incongruenze e delle Regolatore generale e del rapporto sovrapposizioni nelle misure che nei pubblico/privato; singoli strumenti di programmazione - Progetti e programmi complessa si vanno formulando. complessi come - individuare un sistema di servizi Formazione di tavoli di concertazione opportunità di “rari” di cui il territorio ennese può comuni in modo da razionalizzare e sveltire promozione innovativa dotarsi per rinnovare la sua posizione i processi decisionali; del territorio ennese “baricentrica” sul territorio siciliano;

-Presenza dell’Università - Individuare i settori in cui Enna possa Kore come quarto polo - Diversificare e specializzare l’offerta esercitare un ruolo trainante nei confronti universitario regionale di studi del polo universitario Kore; del territorio dell’entroterra siciliano - Posizione territoriale - (circuiti turistici alternativi, accoglienza e

Opportunità Opportunità baricentrica del comune - Proporre Incentivi prodotti locali d’eccellenza, produzione di Enna nel contesto amministrativo/economici per il agricola); siciliano come recupero del patrimonio edilizio del

potenzialità nell’offerta, centro storico a fini residenziali, - Riformulazione del ruolo del polo al territorio esteso, di turistici e commerciali; universitario ennese come promotore di servizi “rari” azioni culturali di recupero e valorizzazione - Promuovere il circuito del centro antico. automobilistico in azioni comprendenti

la valorizzazione delle caratteristiche naturalistiche del sito del lago di

Fattori Fattori esogeni Pergusa.

- Preferenza espressa - promuovere le specificità storico- dagli operatori turistici artistiche locali nei circuiti turistici per itinerari e circuiti di siciliani; maggiore richiamo (costa Catania/Messina, - recuperare del patrimonio - Incentivare i processi di recupero e trapanese, agrigentino, residenziale ai fini di un rinnovamento valorizzazione del patrimonio ragusano) dell’offerta diversificata di posti letto monumentale, residenziale; - Localizzzazione dei (Bed & Breakfast, affittacamere, network commerciali di esperienze di paese-albergo); - Promuovere politiche, piani e progetti atte

Minacce Minacce scala territoriale su altri a rafforzare il ruolo di centralità del capoluoghi di provincia - facilitare l’insediamento di territorio ennese. - “Concorrenza” infrastrutture e network commerciali di politico/amministrativa richiamo territoriale in funzione della esercitata da altri posizione territoriale baricentrica di capoluoghi di provincia Enna. (Catania in testa)

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SCHEDE PROGETTO

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