Rastrellamento-Massacro Del Monte Grappa
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Il rzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAastrellamento-massacro del monte Grappa 21-29 settembre 1944 di Catia Costanzo Boschieri [email protected] Il Grappa è un massiccio delle Prealpi venete - suddiviso fra le provincie di Vicenza, Treviso e Belluno - che raggiunge i 1775 metri di altezza. È un monte isolato, delimitato a ovest dal fiume Brenta, a nord dalla piana di F eltre, a est dal fiume Piave e a sud dalla pianura veneta. Alle sue pendici si trovano numerose cittadine: tra queste Feltre, Possagno, Crespano e Bassano. In Italia il monte Grappa è famoso per gli eventi della prima guerra mondiale. Dopo Caporetto, infatti, diventò baluardo di difesa contro l'avanzare degli austriaci nella pianura veneta. In ricordo di quelle battaglie fuzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA eretto, durante il fascismo, l'imponente ossario ai caduti. Nella seconda guerra mondiale, invece, divenne teatro del rastrellamento del Grappa - «Operazione Piave» - di cui ora voglio parlare. È questa una vicenda poco conosciuta anche in Veneto, ed è stata definita da Sergio Luzzatto, storico e giornalista del Corriere, «zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAla più sanguinosa azione militare antipartigiana che abbia avuto luogo durante izyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 20 mesi della guerra di liberazione» e «la più grave disfatta militare della Resistenza e di tutta la sua storia». Una vicenda che può essere messa sullo stesso piano di quelle che hanno interessato Sant' Anna di Stazzema e Marzabotto. È stata una disfatta militare e probabilmente per questo se ne è parlato poco, se non nell'immediato dopoguerra, quando furono celebrati i processi ai nazifascisti. Ma questi finirono assai presto nell'oblio ... Dal 1948 in poi, il ricordo di quel massacro si è limitato a commemorazioni celebrative e tutta la complessità di quell'evento è rimasta nascosta per oltre 50 anni negli atti processuali e nelle varie documentazioni sparsi negli archivi storici d'Italia e di mezza Europa. Solo grazie agli storici Capovilla, Maistrello e Risidori, ora abbiamo un quadro complessivo e reale di quella tragedia: infatti, con un lavoro meticoloso e preciso di ricerca - aiutato qualche volta da colpi di fortuna - essi hanno ritrovato e confrontato documenti e dati inaspettati ricostruendo la verità storica. Le forze partigiane presenti sul Grappa zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA In tutto, nel settembre del '44, vi erano sul monte circa 1200 partigiani senza artiglieria pesante. Essi erano dotati solo di moschetti, fucili e pistole, adatti a una tattica «mordi e fuggi» e con un potenziale di fuoco di 2 o 3 ore. Pochi anche i collegamenti radio. Molti ragazzi ( contadini, malgari) anche giovanissimi ( 15 o 16 anni) erano fuggiti dalle vallate per paura dei tedeschi e si erano uniti ai partigiani, ma erano disarmati e inesperti. Le formazioni Brigata Italia libera «Campocroce»; Brigata Italia Libera «Arche son»; Brigata Matteotti con 500 uomini divisi in 3 battaglioni e un distaccamento mobile comandato da mio zio, sottotenente Antonio Boschieri «D' Artagnan»; 2 Battaglioni garibaldini della Brigata «Gramsci»; 40 carabinieri; - militari britannici ed ex-prigionieri fuggiti dai campi di concentramento di Padova e Treviso dopo l' 8 settembre. /' Consiglio di guerra e pianificazione dell'assalto I tedeschi e i fascisti, riuniti in un consiglio di guerra a Feltre il 10 settembre 1944, organizzarono l'assalto al Grappa - denominandolo «Operazione Piave». L'obiettivo era eliminare la presenza partigiana nella zona e mettere fine alle azioni di sabotaggio e agli attentati alle linee ferroviarie delle vallate del Piave e del Brenta, che ostacolavano il traffico da e per il fronte. A capo dell'operazione c'era il generale Brunner- capo delle SS delle province di Trento, Belluno e Bolzano, che erano considerate territorio tedesco. Alle 5 di mattina del 21 settembre 1944 iniziò il rastrellamento con 8000 uomini disposti intorno alla montagna dei quali 5000 tedeschi e 3000 fascisti. Questi ultimi erano: la legione M Tagliamento, comandata dal colonnello Zuccari; le Brigate nere di Vicenza; le Brigate nere di Treviso; la X MAS; il Corpo di Sicurezza trentino incorporato nell'esercito tedesco. Inoltre ucraini e cosacchi ... Questo per dire che la convinzione, diffusasi nel dopoguerra, che il rastrellamento fosse stato fatto dai tedeschi, èzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA in realtà un grande falso storico. .> zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I nazifascisti circondarono il Grappa con gruppi di militari specializzati in contro guerriglia e dotati di cannoni da contraerea di 8 8 mm, i quali sparavano al minuto 20 proiettili ( ognuno di essi conteneva ben. 12 kg di esplosivo) a una distanza di 12 kmzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA. Iniziarono a «martellare» e, in un'ora di fuoco continuo, distrussero le postazioni partigiane, seminando panico e scompiglio fra le formazioni. Dopo quell'ora di bombardamento serrato, le forze nazifasciste strinsero la montagna da tutti i lati in una grande morsa e cominciarono l'attacco. I partigiani esaurirono in breve tempo le munizioni a loro disposizione e alle ore 13 il comandante unico delle formazioni resistenti mandò ai battaglioni, tramite staffette, il seguente messaggio: zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA«Sono costretto a dare ilzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA si salvi chi può». zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Così, in poche ore, finì l'azione militare e iniziò il massacro. I partigiani si ritirano in piccoli gruppi cercando di sfuggire ai rastrellatori. Alcuni furono uccisi subito (anche arsi vivi con i lanciafiamme), gli altri furono fucilati o impiccati in tutti i paesi che circondano il Grappa dopo violenze e torture. In quelle azioni efferate si distinsero per efficienza e crudeltà le SS italiane (fascisti specializzati con un corso di addestramento in una caserma vicino a Bassano del Grappa). Tristemente famosi sono i 31 impiccati agli alberi del viale di Bassano del Grappa; fra di loro un ragazzo di 16 anni con handicap. Ma ci sono anche i 17 fucilati, sempre a Bassano; i 29 fucilati a Carpanè, i 4 fucilati e 2 impiccati di Arten di Fonzaso (uno di loro mio zio «D'Artagnan»); e altri e altri in ogni paese. Dal paese di Quero un camion partiva pieno di prigionieri e in ogni paese dove transitava lasciava un condannato da impiccare come esempio di terrore per la popolazione. Il camion tornava vuoto. Centinaia di persone, inoltre, furono deportate in campi di concentramento. Le malghe furono incendiate, paesi interi dati alle fiamme. Migliaia e migliaia di capi di bestiame furono trasferiti in Germania per esservi macellati. Perché i partigiani provarono a resistere e non fuggirono, non appena ebbero sentore dell'imminente rastrellamento? - Giungevano notizie da più fronti, documentate anche da messaggi radio, che davano per imminente lo sbarco degli alleati a Venezia e che annunciavano l'incremento dei lanci di armi e cibo. - Una errata previsione tattica: i partigiani non pensavano che le forze nemiche fossero in grado di circondare il Grappa, avendo questo un'area di 450 km quadrati. Alla fine del massacro N omero di vittime fra partigiani e civili zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 40 caduti in combattimento; 260 impiccati o fucilati (fra cui 4 donne di cui una incinta e ragazzini, contadini o malgari; 250 deportati che non hanno più fatto ritorno; un numero non definito di persone inviate ai campi di lavoro della TODT in Italia. N omero di vittime fra le forze nazifasciste 4 morti e 12 feriti della Tagliamento. L' «Operazione Piave» si concluse il 29 settembre nella piazza a Bassano con un discorso tenuto dal federale «rastrellatore». Egli lanciò invettive contro i partigiani, accusandoli di essere stupratori di donne, e disse che erano stati sconfitti perché paurosi e incapaci. Quella lugubre serata ebbe termine con una sfarzosa cena in albergo e con una sfilata dei fascisti per le vie della città al canto di «Giovinezza». La legione M Tagliamento e Giorgio Albertazzi Nell'archivio dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società " contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia «Cino Moscatelli», a Varallo, è stata trovata la relazione dettagliata del tenente Pucci della M Tagliamento sull'esecuzione di 7 partigiani e di 3 soldati alleati senza processo. Nel documento, inoltre, egli fa un elenco preciso dei «banditi» uccisi e degli ufficiali presenti. In quell'elenco compare il nome di Giorgio Albertazzi, giovane sottotenente della Tagliamento che comanda le seconda compagnia fucilieri. La sua compagnia partecipò allo scontro a fuoco con i partigiani in cui perse la vita il comandante dell'Italia libera, Ludovico Todesco: la sua morte, da sempre, era stata attribuita ad una pattuglia tedesca. L 'Albertazzi invece, in interviste occasionali, ha sempre negato di essere stato sul Grappa. Non ha mai risposto a e-mail o domande dirette fattegli dagli storici. Ha sempre detto «solamente» che i partigiani lui effettivamente li vide, ma li vide soprattutto scappare. Appariva abbastanza evidente, nelle sue parole, il tono offensivo. Nel 2006 fu chiamato a presiedere il Premio Campiello a Venezia. Il giorno prima dell'insediamento delle giuria, il giornalista e storico Sergio Luzzatto scrisse un pungente articolo su Micromega, nel quale chiedeva ad Albertazzi una risposta definitiva sulla