Ministero Degli Affari Esteri E Della Cooperazione Internazionale

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Ministero Degli Affari Esteri E Della Cooperazione Internazionale Ministero degli Affari Esteri - 2017 e della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale nno V Unità di analisi, Programmazione, Statistica A e Documentazione storica Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale Storia & Diplomazia Storia Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione Storica Comitato scientifico: Laurence Badel, Bruna Bagnato, Antonello Biagini, Paola Carucci, Piero Craveri, Simona Colarizi, Massimo de Leonardis, Italo Garzia, Linda Giuva, Fabio Grassi Orsini, Maria Guercio, Lutz Klinkhammer, Leopoldo Nuti, Luca Riccardi, Sergio Romano, Federico Romero, Liliana Saiu, Georges-Henri Soutou, Luciano Tosi, Arne Westad. Comitato editoriale: Stefania Ruggeri (responsabile), Ugo Boni, Francesco Lefebvre D’Ovidio, Maria Laura Piano Mortari, Matteo Pizzigallo, Antonio Varsori. Rassegna realizzata a cura della dott.ssa Stefania Ruggeri, dell’Unità di Analisi, Pro- grammazione, Statistica e Documentazione Storica sotto la direzione del Capo della Unità, Min. Plen. Armando Barucco. Le opinioni espresse all’interno dei saggi contenuti nel volume sono esclusivamente degli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della struttura. Copertina di Federici & Motta s.r.l. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione Storica Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Anno V Roma, gennaio-dicembre 2017 SOMMARIO Prefazione ............................................................................................................... Pag. 7 di Elena Calandri SAGGI ........................................................................................................ » 11 Il Consolato d’Italia a Gerusalemme e le leggi antiebraiche (1938-1940) .......................................................................................... » 13 di Sara Berger Archivi consolari, archivi cittadini. Il progetto Open Jerusalem e l’archivio del Consolato italiano a Gerusalemme ................................ » 27 di Maria Chiara Rioli L’ARCHIVIO DEL CONSOLATO SARDO IN PALESTINA POI CONSOLATO D’ITALIA A GERUSALEMME (1843-1943) a cura di Costanza Lisi ......................................................................... » 31 Introduzione ......................................................................................... » 33 Inventario ............................................................................................. » 73 Indice dei nomi ..................................................................................... » 163 RECENSIONI E SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE ................... » 177 5 Prefazione Prefazione Con questo numero di Storia & Diplomazia, l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale presenta il lavoro di recupero, riordino e inventariazione delle carte del Consolato sardo in Palestina diven- tato poi Consolato d’Italia a Gerusalemme (1843-1943). Si tratta, sotto un’unica deno- minazione, di due particolari nuclei di documenti, il primo appartenente al Consolato a Gerusalemme del Regno di Sardegna attivo fra il 1843 e il 1849, il secondo al Regio Consolato generale d’Italia per la Palestina e la Transgiordania, (ri)aperto nel 1872 e chiuso nel 1940 al momento dell’entrata in guerra dell’Italia. Si tratta di materiali archi- vistici con caratteristiche particolari sia per le vicende complesse delle sedi a cui appar- tengono, ricostruite nel saggio di Costanza Lisi, responsabile del lavoro di riordino, sia perché aprono una finestra su un’area geografica e una realtà cittadina in cui, nel lungo arco di tempo interessato, si sono condensati eventi e trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali di grande portata. Nell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle “Leggi razziali”, questa documentazione offre anche un contributo alla conoscenza, ancora in via di rielaborazione storiografica, dell’atteggiamento e l’a- zione dell’Italia verso i cittadini italiani di appartenenza ebraica e, purtroppo in misura minore a causa delle gravi lacune del fondo, verso il tema dell’insediamento ebraico in Palestina. È positivo che a fornire l’opportunità per il recupero, il riordino, l’inventariazione e l’apertura agli studiosi di questi fondi sia stata la partnership fra l’Archivio Storico Diplomatico e il Progetto «Open Jerusalem: Opening Jerusalem Archives for a Con- nected History of “Citadinité” in the Holy City (1840-1940)», finanziato dall’European Research Council e lanciato nel 2014 da Vincent Lemire dell’Università di Paris-Est Marne-la-Vallée. Come sottolinea in una breve articolo di presentazione del progetto Maria Chiara Rioli, membro del team di direzione, “Open Jerusalem” intende ovviare ai maggiori ostacoli di carattere geografico/politico, linguistico e archivistico che rendo- no difficile la ricostruzione della storia della città di Gerusalemme, animando una col- laborazione internazionale per creare una raccolta di fonti archivistiche, un database di voci e documenti, descritti e, in alcuni casi, digitalizzati, provenienti da archivi di tutto il mondo. La partnership rappresenta non solo un modo per inserire i materiali archivistici del Ministero in un circuito internazionale, ma anche per estendere l’impiego a ambiti storiografici più ampi. Infatti, come sempre Rioli approfondisce, «dal punto di vista sto- riografico,“ Open Jerusalem” si colloca nella più recente storiografia sul periodo tardo- ottomano e britannico, che ha rivisto e rinnovato numerosi paradigmi interpretativi; […] concentrandosi sulla nozione di citadinité, concetto mutuato dalla sociologia francese, che analizza le relazioni tra istituzioni, attori e pratiche nel contesto urbano». Se dunque il fondo permette innanzitutto analisi di storia istituzionale e diplomatica, di cui si trova 7 Storia & Diplomazia un esempio nell’articolo della stessa Maria Chiara Rioli con Roberto Mazza e Stepha- ne Ancel The Italian Consulate in Jerusalem: The History of a Forgotten Diplomatic Mission, 1846-19401 , è apprezzabile che l’attività dell’Archivio raggiunga ambienti di storia sociale, politica, culturale e globale, dove le fonti diplomatiche vengono utilizzate in modi e contesti innovativi. Il secondo contributo che accompagna la pubblicazione dell’inventario stabilisce un collegamento ideale fra l’apertura del fondo del Consolato e l’anniversario delle “Leggi razziali”. Promulgate da Vittorio Emanuele III a Pisa nel settembre del 1938, le leggi antiebraiche e l’antisemitismo sono da tempo fra i settori più indagati della storia del fascismo, dopo il convegno tenuto nel cinquantennio alla Camera dei deputati in collaborazione con le Comunità israelitiche. Gli studi sulla politica antisemita del- l’Italia nell’epoca fascista che erano allora scarsi e legati all’interpretazione di Renzo De Felice che, primo a indagare la politica antiebraica del fascismo, ne individuava l’origini nell’alleanza con il nazismo, sono ormai attenti soprattutto all’originalità e spe- cificità dell’antisemitismo e dell’azione antiebraica italiani, e a approfondirne caratteri e conseguenze. L’articolo di Sara Berger Il Consolato d’Italia a Gerusalemme e le leggi antiebraiche (1938-1940) adotta un angolo visuale particolare e poco agevole da rico- struire dati i vuoti aperti nel fondo dalle distruzioni “col fuoco” del 1940, esaminando le testimonianze e l’operato del console Quinto Mazzolini, che accettò la svolta antiebrai- ca del regime, anche nei suoi assunti di natura biologica. Sul terreno culturale – dove le attività di collaborazione e gli insegnamenti di storia e cultura italiane erano condotti in generale da ebrei italiani e dove venne rifiutata la loro sostituzione – su quello economi- co e sul tema interessante degli ebrei di Rodi e il loro incerto statuto di cittadini italiani il saggio offre nuovi elementi di grande interesse, toccando il tema della cittadinanza nei sistemi imperiali su cui la storiografia internazionale si sta interrogando. La questione delle distruzioni del 1940 viene riassunta in maniera vivida nell’am- pio saggio della curatrice dell’inventario Costanza Lisi, che merita una citazione anche per il suo carattere esemplare dell’impatto degli eventi bellici sulla conservazione dei patrimoni documentari: «È una perdita corposa, sicuramente non recuperabile; uno scarto che distrugge in modo definitivo quel dossier sulla Palestina ed il Levante che i responsabili del dicastero degli Esteri avevano puntato a costruire a partire dagli anni Settanta del XIX secolo. […] Per gli affari politici viene incenerito il dossier «sionismo»; ma anche le carte relative a trattati, conferen- ze incontri; la cartella «partito nazionale fascista»; la documentazione di argomento militare (marina militare; servizio militare; aviazione), come e prevedibile che avvenga in casi simili, e quella relativa ai rapporti con il clero, le missioni, gli ospizi cattolici, i patriarcati, il vaticano. Non si salva nemmeno il titolo «archeologia». Per gli affari commerciali vengono bruciati gli incartamenti relativi alle tariffe doganali; gli appalti e le forniture commerciali; le società di navigazione; le camere
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