ALLEGATO –A-

Progetto di 1° individuazione degli agglomerati

ex art.4, comma 1, del R.R. 3/2006 e

della D.G.R. n.8/2557 del 17/05/2006

Approvazione

Definizione degli Agglomerati

L’agglomerato è definito dalla normativa nazionale (art. 74, comma 1, lettera n, del D.Lgs.152/2006) quale “area in cui la popolazione e le attività produttive sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile tecnicamente ed economicamente, anche in rapporto ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento in una fognatura dinamica delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale”.

L’agglomerato costituisce l’elemento di base per attuare le disposizioni normative riguardanti le reti fognarie e gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane stabilite dal D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 in coerenza con le previsioni della Direttiva 91/271/CEE che ha lo scopo di proteggere l’ambiente dalle ripercussioni negative prodotte da detti scarichi.

Tale definizione è stata recepita anche dalla D.G.R. 17 maggio 2006 – 8/2557 con cui Regione Lombardia ha fissato, attraverso la “Direttiva per l’individuazione degli agglomerati,ai sensi dell’articolo 44, comma 1, lettera c) l.r. n. 26/2003, <>” scenari e criteri metodologici per l’individuazione degli agglomerati, in attuazione del Regolamento Regionale del 24 marzo 2006, n. 3 “Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26”.

Sulla base di queste normative di riferimento e dei documenti ad esse integrativi, appare chiaro che la delimitazione dell’agglomerato dipende in primo luogo dalla valutazione del contesto territoriale, con particolare riferimento alla densità insediativa e produttiva, a seconda delle quali un centro o un nucleo abitato potrà, di conseguenza, essere caratterizzato come agglomerato o come insediamento/nucleo isolato.

La caratterizzazione territoriale degli agglomerati risulta dunque elemento fondamentale per l’applicazione della normativa vigente sugli scarichi delle acque reflue urbane. Tra i concetti principali espressi nella Direttiva emerge l’obbligatorietà di predisporre dei sistemi di depurazione per vari livelli di concentrazione insediativa. In particolare la suddivisione in scadenze temporali suggerisce di classificare gli agglomerati sulla base del numero di abitanti equivalenti: � > 15.000 AE � tra 15.000 e 10.000 AE � tra 10.000 e 2.000 AE � > 2.000 AE Altresì, la scelta della tipologia di impianti di trattamento e la tempistica degli adeguamenti nonché la definizione dei “trattamenti appropriati” dipendono dalla consistenza degli agglomerati espressa in abitanti equivalenti e dalle caratteristiche qualitative degli scarichi delle acque reflue urbane.

Definizioni di carico di un Agglomerato

Le definizioni di “carico” di un agglomerato adottate dalla Commissione Europea (1998-2000) e contenute nel DM 18 settembre 2002 sono le seguenti:

Carico nominale: carico totale organico biodegradabile dell’agglomerato espresso in abitanti equivalenti (A.E.), costituito dalle acque reflue domestiche e dalle acque reflue industriali; esso non include il carico delle acque reflue industriali trattate separatamente e che non scaricano in fognatura. Il carico nominale rappresenta la “dimensione” dell’agglomerato e deve comprendere il carico biodegradabile proveniente dalle aree servite e non servite da sistemi di collettamento.

Carico totale servito: carico totale organico biodegradabile, espresso in abitanti equivalenti, generato nell’agglomerato e connesso ai sistemi di collettamento; esso non include il carico delle aree dell’agglomerato prive di collettamento.

Carico totale trattato: carico totale organico biodegradabile, espresso in abitanti equivalenti, connesso ai sistemi di collettamento e che raggiunge l’impianto di trattamento; la differenza tra il carico totale servito ed il carico totale trattato rappresenta il carico delle aree dell’agglomerato con sistemi di collettamento che non raggiungono l’impianto di trattamento. Le variazioni del carico di un agglomerato possono dipendere da diversi fattori, fra cui:

1. la connessione o disconnessione di scarichi industriali ad un determinato impianto di trattamento di acque reflue urbane; 2. la variazione della popolazione dell’agglomerato; 3. l’aggiunta o rimozione di aree sufficientemente concentrate (insediamenti).

L’agglomerato, come risultante dagli scenari sopra descritti, assume dunque un carattere dinamico, legato sia all’urbanizzazione del territorio sia al grado di convogliamento degli scarichi di acque reflue urbane verso sistemi di reti fognarie e di trattamento di potenzialità più elevata.

Individuazione degli Agglomerati

Il concetto di agglomerato è legato alle caratteristiche territoriali ed insediative dell’area in esame; l’analisi territoriale però non può svincolarsi dal contesto impiantistico dell’attuale sistema idrico integrato. In altri termini, l’applicazione pratica delle indicazioni contenute nella normativa ha determinato due distinti percorsi metodologici:

1. in assenza di impianti, il limite dell’agglomerato verrà definito sulla base di parametri territoriali, insediativi, morfologici, da cui scaturirà anche l’indicazione per la tipologia di impianto di trattamento più idoneo; 2. in presenza di impianti, il limite dell’agglomerato verrà verificato sul dato di base prioritario dello sviluppo e della capacità nominale del sistema rete-impianto.

Poiché il territorio della provincia risulta in gran parte servito da sistemi di collettamento delle acque fognarie ed impianti di trattamento delle acque reflue, l’impostazione metodologica per la ricerca degli agglomerati è partita dalla perimetrazione degli insediamenti serviti.

Dati di base – Individuazione grafica degli Agglomerati

Il materiale utilizzato per la costruzione, su supporto informatico ArcView Gis, del progetto tematico di prima individuazione degli agglomerati, secondo quanto indicato nel documento “Informazioni per la metodologia tecnica di individuazione degli agglomerati lombardi”, diffuso presso le Autorità d’Ambito dalla D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia, la procedura di perimetrazione dell’agglomerato si è articolata su più elementi conoscitivi: Basi cartografiche

- Basi tematiche;

- Piani Regolatori Generali Comunali (PRGC);

- Tracciati delle reti fognarie e degli impianti esistenti e di futura realizzazione;

- Dati Istat per sezioni di censimento relativi a popolazione e attività produttive;

Quale base cartografica di riferimento è stata utilizzata, in quanto la più aggiornata disponibile, la Carta Tecnica Regionale (CTR) in scala 1:10.000 (1991-1994) integrata con la lettura diretta delle ortofoto (2000) di seguito in elenco:

- Ortofoto digitali a colori scala 1:10.000 formato Raster (anno 2003)

- Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 formato Raster (anno 1994)

- DUSAF Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali scala 1:10.000 formato Vettoriale (anno 2003)

Dati associati alle sezioni di censimento in formato Vettoriale:

1. SIRIO: depuratori, tracciato fognario e collettori (anno 2001 e parziale aggiornamento anno 2007)

Il calcolo di dimensionamento degli agglomerati è stato effettuato utilizzando i dati associati alle sezioni di censimento fornite dall’ISTAT riferiti all’anno 2001 (metodologia regionale). Si specifica che il carico nominale di un agglomerato è espresso in abitanti equivalenti calcolati come somma dei seguenti 3 termini:

 A.E. residenti  A.E. fluttuanti (riferito ai posti letto presso strutture alberghiere e complementari)  A.E. attività economiche che recapitano in fognatura operata su base parametrica applicando i coefficienti specifici per la classe di attività industriale indicata nell’apposita tabella: “coefficienti di conversione”

Sviluppi futuri:

Mosaico destinazione funzionale riferito alle aree di espansione degli strumenti urbanistici vigenti (2006)

Tra le basi tematiche, di particolare importanza per questa fase è stata la Carta di Uso del Suolo, fornita dalla Regione Lombardia (Progetto DUSAF, 2003): è una carta tematica di base che rappresenta lo stato attuale di utilizzo del territorio e si inquadra nell’ambito del Progetto CORINE Land Cover dell’Unione Europea. Il DUSAF, realizzato tramite interpretazione a video di ortofoto digitali con un linguaggio condiviso e conforme alle Direttive comunitarie, si fonda su 5 classi principali (Superfici artificiali, Superfici agricole utilizzate, Superfici boscate ed ambienti seminaturali, Ambiente umido, Ambiente delle acque) e si sviluppa per successivi livelli di dettaglio in funzione della scala di rappresentazione; unitamente al mosaico delle destinazioni funzionali relativo alle finalità urbanistiche dei Piani Regolatori Generali dei Comuni della Provincia di , fornito dal Settore Territorio, del quale si è fatto specifico riferimento al tema inerente le aree di espansione.

La rappresentazione cartografica dell’utilizzo dei suoli del territorio provinciale ha permesso di comprendere il livello di antropizzazione della provincia e la localizzazione degli usi territoriali derivanti dalla presenza dell’uomo.

Ai fini dell’attività di individuazione degli agglomerati, vengono tratti in particolare i seguenti temi, presenti nelle aree urbanizzate:

1. aree urbanizzate suddivise a loro volta in:

a. tessuto urbano continuo: si intendono spazi strutturati dagli edifici e dalla viabilità. Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente; b. insediamento discontinuo: si tratta di spazi caratterizzati dalla presenza significativa di edifici. Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coesistono con superfici coperte da vegetazione e con suolo nudo, che occupano in maniera discontinua aree non trascurabili; c. cascine: si tratta di spazi occupati da costruzioni isolate dal contesto urbano disperse negli spazi seminaturali e caratterizzate dalla compresenza di edifici adibiti a residenza con altri aventi funzionalità produttiva agricola.

2 insediamenti produttivi, grandi impianti e reti di comunicazione, suddivisi a loro volta in:

d. insediamenti industriali, artigianali e commerciali: si tratta di superfici per impianti industriali e produttivi diversi, inclusi gli spazi annessi accessori; e. insediamenti produttivi agricoli: sono compresi in questa classe gli edifici utilizzati per attività produttive del settore primario, come capannoni, rimesse per macchine agricole, fienili, stalle, silos, unitamente agli spazi accessori. Quando tali edifici sono presenti insieme a quelli residenziali configurando un aggregato rurale, se le due tipologie non risultano separabili in modo evidente si classifica tutto il nucleo come cascina; f. insediamenti di grandi impianti di servizi pubblici e privati: comprendono gli impianti ospedalieri, e annessi, le strutture scolastiche di ogni ordine e grado, tribunali, uffici, prigioni, luoghi di culto, impianti tecnologici (acquedotti, depuratori, centrali elettriche, impianti per le telecomunicazioni e spazi annessi); g. aree sportive e ricreative: sono comprese infrastrutture per il tempo libero e lo sport. Vi appartengono parchi attrezzati, campeggi, strutture sportive all’aperto, parchi divertimento, strutture balneari.

Per stimare anche l’evoluzione insediativa futura, sono state considerate le previsioni di trasformazione degli ambiti urbanizzati, in particolar modo le aree di espansione residenziale e produttiva. Tale informazione, in termini di superficie occupata e di consistenza insediativa futura, è stata tratta dal mosaico degli strumenti urbanistici comunali (PRGC): lo sviluppo di tali aree è stato considerato parte integrante dell’insediamento già esistente.

Un elemento conoscitivo determinante per dimensionare e perimetrare l’agglomerato è rappresentato dallo sviluppo della rete attuale di raccolta e smaltimento delle acque reflue e dalla localizzazione degli impianti di depurazione esistenti o in corso di realizzazione. Tali informazioni sono state tratte dal SIT appositamente predisposto.

La più recente disaggregazione dei dati di popolazione per sezioni di censimento fa riferimento all’anno 2001, che è stato preso quale anno principale di riferimento dell’analisi statistica. La suddivisione del territorio provinciale in sezioni di censimento Istat offre, ad oggi, la più dettagliata serie di informazioni statistiche e socio-economiche, che è possibile consultare e analizzare congiuntamente con la rappresentazione geografica.

A livello di sezioni di censimento sono disponibili i seguenti dati:

1. Censimento popolazione a. popolazione residente b. popolazione presente

2. Censimento dell’industria e dei servizi a. addetti totali disaggregati secondo la classificazione ATECO

Indicazioni per la perimetrazioneI

Alla luce di quanto indicato nel già citato documento “Informazioni per la metodologia tecnica di individuazione degli agglomerati lombardi”, per la perimetrazione degli agglomerati si sono adottati i seguenti criteri:

CRITERI TERRITORIALI La perimetrazione degli agglomerati si è basata essenzialmente sui limiti delle sezioni di censimento risultanti attualmente per intero servite dalla rete fognaria. Agli agglomerati così individuati si sono aggiunte eventuali ulteriori porzioni territoriali delimitanti i tracciati dei sistemi di collettamento sovracomunale esistenti e le aree di espansione residenziali, industriali e commerciali.

CRITERI NUMERICI Il criterio adottato per la caratterizzazione in termini di abitanti equivalenti degli agglomerati è basato sul dato numerico della popolazione residente, fluttuante e delle attività produttive. Poiché, come si evince dal Regolamento Regionale n. 3/2006, non vi è obbligo di dotare di impianto di depurazione centri e nuclei abitati aventi carico nominale inferiore a 50 AE, in tali casi gli insediamenti sono stati equiparate alle “case sparse” secondo la definizione Istat. Come eventuali eccezioni sono stati valutati i casi di cascine contigue ai centri abitati o localizzate lungo i tracciati delle reti fognarie.

Competenze e metodologia di individuazione

L’Autorità d’Ambito (come previsto dall’art.48, comma 2, lettera i, della legge regionale 26/2003) procede all’individuazione degli agglomerati secondo le direttive previste dall’art.4 comma 1, del Regolamento Regionale n. 3/2006.

Tali direttive, approvate con Deliberazione della Giunta Regionale 17 maggio 2006 n.8/2557, definiscono le linee guida e la metodologia di individuazione degli agglomerati intesi quali aree per le quali le acque reflue raccolte possono essere convogliate verso un sistema di trattamento o un punto di recapito finale, in relazione alla concentrazione della popolazione e delle attività produttive nonché alla realizzabilità degli interventi sotto il profilo tecnico, economico e ambientale. La direttiva assegna un carattere dinamico agli agglomerati in relazione allo stato di fatto della infrastrutturazione di drenaggio delle acque, ed ai programmi di intervento approvati e finanziati.

Vengono definite altresì le modalità di stima della dimensione degli agglomerati, parametro in base al quale le normative europee, nazionali e regionali prevedono differenti limiti allo scarico e relativi diversi tempi di adeguamento.

L’esistenza di un agglomerato è dunque indipendente dall’esistenza di un impianto di trattamento delle acque reflue urbane, un agglomerato ove, cioè, la concentrazione della popolazione rende normalmente ammissibile l’esistenza di una rete fognaria, può non essere ancora servito da un sistema di trattamento per le acque reflue urbane proposte che, nella fattispecie, sarebbero immesse tal quali, nel punto di recapito finale, corpo ricettore.

Un agglomerato deve essere servito da rete fognaria, che può essere costituita da un sistema a singola canalizzazione (rete fognaria propriamente detta) ovvero da una rete fognaria costituita da un sistema a duplice canalizzazione (detta fognatura separata), per la raccolta e il convogliamento delle sole acque meteoriche di dilavamento oltre che delle acque reflue urbane, unitamente alle eventuali acque di prima pioggia; inoltre, un agglomerato può essere servito da un rapporto 1:1 (esistenza di 1 solo impianto = Ag di tipo 1) o un rapporto 1:2 (esistenza di più impianti = Ag di tipo 2), ovvero un rapporto 1:0 (esistenza di nessun sistema di trattamento delle stesse = Ag di tipo 3).

Ecco che l’agglomerato assume un carattere dinamico, strettamente legato allo sviluppo della popolazione e/o attività produttive. Di conseguenza il carico generato e i limiti di un agglomerato vengono di norma espressi in A.E. (abitanti equivalenti).

Sulla base di quanto sopra la condizione normale che basta a rendere ammissibile l’esistenza di una rete fognaria, facendo così rientrare l’area abitata, da essa servita, nella definizione di agglomerato, è quella di una concentrazione della popolazione in misura superiore ai 2.000 A.E.

Per gli insediamenti più piccoli, con popolazione inferiore ai 2.000 A.E., a meno che la pianificazione di una rete fognaria non sia già in essere o, comunque, pianificata sono escluse dalla definizione di agglomerato in ragione del fatto che non sussistono obblighi di collettamento delle acque reflue domestiche e/o assimilabili prodotte e della possibilità, secondo i piani regionali di tutela delle acque di utilizzare sistemi individuali o altri sistemi (pubblici o privati) che raggiungano lo stesso livello di protezione ambientale di cui alle indicazioni della normativa relativa al D.Lgs. 152/2006; per distinguerli nello specifico dagli insediamenti in cui la popolazione è concentrata in misura inferiore ai 50 A.E.(cd aree con edifici sparsi)

Aspetti normativi inerenti gli scarichi

L’art. 74 comma 1, lettera f) D.Lgs. n.152/2006 definisce scarico “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche se sottoposte a preventivo trattamento di “depurazione”, la lettera a) del citato Decreto riporta la definizione di “abitante equivalente” quale carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno.

Il Regolamento Regionale 24 marzo 2006 n.3 “Disciplina il regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione della legge regionale 12 dicembre 2003 n.26”, stabilisce i valori limite di emissione che devono essere rispettati dagli scarichi di acque reflue urbane in dipendenza della potenzialità dell’impianto di trattamento e dei diversi recapiti ammessi e le inerenti scadenze.

Il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici sono fissati dal Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), approvato con deliberazione della Giunta Regionale 29 marzo 2006, n.2244. Il Programma è articolato per bacini idrografici e sottobacini, specifici temi o categorie di acque e detta gli indirizzi delle future strategie di intervento e di gestione volte ad affrontare in modo specifico la politica delle acque e la salvaguardia della loro qualità.

Indagine conoscitiva

Il quadro conoscitivo delle infrastrutture, reti fognarie, collettori e impianti di depurazione, esistenti nel territorio della Provincia di Varese è stato riferito ai dati contenuti nel software SIRIO, ai quali sono stati apportati gli opportuni aggiornamenti secondo le informazioni fornite da alcuni Comuni e dalle singole Società di gestione.

Dagli elementi tecnico-amministrativi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, presenti nell’ambito della Provincia di Varese sono risultati esistenti n. 66 impianti di depurazione che hanno generato i seguenti agglomerati (76 per la presenza anche di “fosse imhoff”):

 n.12 agglomerati con potenzialità superiore a 15.000 A.E.

 n. 5 agglomerati con potenzialità compresa tra i 15.000 e i 10.000 A.E.

 n.18 agglomerati con potenzialità compresa tra i 10.000 e i 2.000 A.E.

 n. 31 agglomerati con potenzialità inferiore a 2000 A.E.

 n. 11 agglomerati non trattati.

Elementi da considerare nella delimitazione degli Agglomerati

I principali fattori di riferimento per la delimitazione degli agglomerati inclusi nell’ambito territoriale della Provincia di Varese sono i seguenti:

a) assenza del Piano d’Ambito: si sono considerate come facenti parte dell’agglomerato non solo le aree già collegate a un impianto di trattamento delle acque reflue urbane, ma anche quelle il cui collegamento è in costruzione o interamente finanziato, poiché già rispondenti al presupposto di realizzabilità tecnica ed economica e/o in itinere di cui alla definizione di agglomerato. Per le restanti parti da collegare l’assetto complessivo sarà configurato nel Piano d’Ambito. b) aree sensibili: il territorio dell’ambito della Provincia di Varese è sede di corpi idrici individuati come sensibili pertanto si è valutata la necessità di estendere la delimitazione degli agglomerati nelle aree costiere al fine di procedere in tempi brevi all’implementazione delle reti di fognatura onde raccogliere e convogliare scarichi verso un sistema di trattamento appropriato. In considerazione del fatto di evitare ripercussioni negative sull’ambiente, dovute allo scarico di acque reflue urbane trattate in modo insufficiente, occorre sul piano generale sottoporre tali acque a trattamento secondario laddove si consideri la presenza di aree sensibili, bisognose di un trattamento più spinto rispetto al trattamento primario, bastevole invece in quegli ambienti definiti dalla normativa meno sensibili. La provincia di Varese è definita “area sensibile” proprio per la conformazione geografica ricca di bacini idrografici recapitanti in misura finale del distretto del Fiume Po. c) continuità del tessuto urbanistico: si sono descritte aree urbanizzate corrispondenti alle zone di un singolo o di diversi comuni o parti di aree di diversi comuni la cui rete infrastrutturale di drenaggio delle acque reflue risulta collegata ad un singolo impianto. Nella quasi totalità dei casi ci si è riferiti alla tipologia 1 ovvero 1 agglomerato =1 impianto esistente, anche se il tessuto urbanistico fra alcuni agglomerati risulta unito territorialmente ciò al fine di ricostruire fedelmente gli attuali scenari di drenaggio e trattamento delle acque reflue e di utilizzarne i dati per lo studio della specifica capacità di espansione dei singoli impianti. d) parti di agglomerati sprovviste di rete fognaria: si provvederà a considerare le zone non servite da pubblica fognatura formalmente individuate dai singoli comuni, ai sensi e per gli effetti della ex legge n.62/1985 e s.m.i., grazie alla continuità del lavoro di identificazione degli Agglomerati che sfocia nella programmazione degli Investimenti del Piano d’Ambito. e) insediamenti isolati: sono esclusi dalla delimitazione di “agglomerati” gli insediamenti, installazioni o edifici isolati le cui acque reflue domestiche e/o assimilate alle domestiche: 1. sono smaltite tramite unico scarico, provengano da una sola struttura o da strutture tra loro funzionalmente collegate; 2. provengono da più costruzioni indipendenti, sono smaltite tramite distinti scarichi e sono di norma caratterizzate da un carico organico complessivo inferiore a 50 abitanti equivalenti. f) agglomerati di interambito: si è provveduto a richiedere alle competenti Autorità d’Ato della Province di Como e di Milano i dati relativi al carico organico proveniente dagli ambiti di competenza. g) L’ulteriore considerazione ricade sulle acque reflue industriali che confluiscono in reti fognarie e sullo smaltimento di tali acque e dei fanghi provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane da assoggettare a norme di regolamentazione e autorizzazioni specifiche, ricadenti in capo all’A.ATO, con procedure di riciclaggio dei fanghi unitamente ai controlli effettuati sugli impianti.

Prima delimitazione AGGLOMERATI D’AMBITO

Nell’ambito territoriale della Provincia di Varese, in ottemperanza alle citate normative e considerando gli elementi sopra descritti, si è proceduto ad elaborare il progetto tematico sovrapponendo gli strati cartografici citati nella presente relazione e sviluppando le banche dati GIS della ricognizione. Si sono delimitati in fase di prima stesura, n. 77 agglomerati identificati secondo i criteri della DGR n.8/2557/2006: Totali Agglomerati n. 77 per totali A.E. 1.136.491,00

- n. 57 di tipologia 1 (1 agglomerato = un impianto di trattamento delle acque reflue urbane) - n. 9 di tipologia 2 (1 agglomerato = più impianti di trattamento delle acque reflue urbane) - n. 11 di tipologia 3 (situazione transitoria: 1 agglomerato nessun impianto o sistema di trattamento esistente oppure 1 impianto in progetto).

- n.1 “Ag 74 ” recapitante in territorio Svizzero A.E. 1.896. Si riporta di seguito il dettaglio degli agglomerati:

n. Cod_AG Tip_AG ID agglomerato Nome agglomerato servito

AG 012090 01

Albizzate, Arsago S., , Brunello, Busto A.,, Cardano C., 1 AG 1 1 Caronno V., Casorate S., Cassano M., , , Cavaria, Comuni afferenti Fagnano O., , , Gazzada S., Jerago, Lonate P., Oggiona S.S., , Solbiate A., , , Vanzaghello (MI), Magnago (MI) Aeroporto Malpensa.

AG 012034 01 2 AG 2 1 Caronno P., , Bregnano, Cadorago, Cermenate, Guanzate, Comuni afferenti Lomazzo, Rovellasca, Rovello P. (CO)

AG 012072 01 - Varese Lago

3 AG 3 1 ,, , , Bodio L., Brunello, , , , Cazzago B., , , , Galliate Comuni afferenti L., Gavirate, , , , Ternate, Varano B., Varese, .

AG 012118 01 Olgiate 4 AG 4 1 Comuni afferenti , Fagnano O., Gorla Magg., Gorla Min., , Olgiate O., Solbiate O.

AG 012133 01 Varese - Varese Olona 5 AG 5 1 Comuni afferenti Induno O., , Varese.

AG 012109 02 6 AG 6 2 , , Origgio, , Carbonate, Locate V., Mozzate, Comuni afferenti Turate (CO)

AG 6- AG 012109 02 Origgio (impianto in Lainate (MI) 6bis 2 Bis Comuni afferenti Origgio

AG 012029 01 Cairate 7 AG 7 1 Comuni afferenti Castelseprio, Cairate, Lonate C., , Venegono I., Venegono S.

AG 012004 01 8 AG 8 1 Comuni afferenti Arcisate, , Induno O.

AG 012087 01 Laveno Mombello 9 AG 9 1 Comuni afferenti Brenta, , Laveno M.

AG 012092 01 - Voldomino

10 AG 10 1 Agra, Brissago V.T, , , Luino, , Comuni afferenti Montegrino V.T.

AG 012058 01 11 AG 11 1 Comuni afferenti , Bisuschio, Cuasso M., Porto C., Viggiù

AG 012003 01 12 AG 12 1 Comuni afferenti Angera, Ranco, Sesto C., Taino

13 AG 13 1 AG 012123 01 Somma Lombardo - Cà Bagaggio

AG 012104 01 14 AG 14 1 Comuni afferenti , , , Monvalle, .

AG 012069 01

15 AG 15 1 Bedero V., Cadegliano V., Cassano V., Cugliate F., , , Duno, Ferrera, Comuni afferenti Masciago P., , Rancio V., Valganna.

AG 012037 01 16 AG 16 1 Comuni afferenti , Casalzuigno, Cuveglio, , Orino.

AG 012114 01 Porto V.T. - Cave del Trigo 17 AG 17 1 Comuni afferenti Brezzo B., Porto V.T. 18 AG 18 2 AG 012120 01

19 AG 19 1 AG 012013 01 Besozzo

AG 012086 01 20 AG 20 1 Comuni afferenti Cadegliano V., Lavena P.T.

21 AG 21 1 AG 012106 01

22 AG 22 1 AG 012094 01

23 AG 23 1 AG 012138 01 Vergiate - S.Eurosia

AG 012139 01 Viggiù-Molini 24 AG 24 1 Comuni afferenti , Viggiù.

AG 012130 01 25 AG 25 1 Comuni afferenti Cantello, Rodero (CO)

26 AG 26 1 AG 012128 01 Travedona Monate

27 AG 27 1 AG 012045 01

AG 012064 01 Daverio 28 AG 28 1 Comuni afferenti Crosio V., Daverio.

29 AG 30 2 AG 012077 01

30 AG 31 1 AG 012084 01 - C.na Antonietta + CCR

31 AG 33 2 AG 012017 01

32 AG 34 1 AG 012024 01

33 AG 35 1 AG 012139 02 Viggiù - Bevera

34 AG 36 1 AG 012053 01 Cocquio Trevisago

35 AG 37 1 AG 012036 01 Casale Litta

36 AG 38 1 AG 012138 02 Vergiate - Sesona

AG 012028 01 Cadrezzate 37 AG 39 1 Comuni afferenti Cadrezzate, , Trevedona M.

38 AG 40 1 AG 012056 01 (Avigno)

39 AG 41 1 AG 012087 02 Laveno Mombello - Cerro

40 AG 42 2 AG 012099 01 – Loc.Pozzetto

41 AG 43 1 AG 012021 01 42 AG 44 1 AG 012018 01

43 AG 47 1 AG 012058 02 Cuasso al Monte - Alpe Tedesco

44 AG 49 1 AG 012123 02 Somma L. - Coarezza

Malgesso

45 AG 50 1 AG 012095 01 , Brebbia

46 AG 51 1 AG 012043 01

AG 012073 01 47 AG 52 1 Comuni afferenti Gazzada S., Morazzone.

48 AG 53 1 AG 012111 01 Osmate - Paludi

49 AG 56 1 AG 012062 01 Cuveglio - Cavona

50 AG 58 1 AG 012037 01 Casalzuigno - Arcumeggia

51 AG 59 2 AG 012129 01 Tronzano L.M.

52 AG 60 1 AG 012092 02 Luino - Biviglione

53 AG 62 1 AG 012094 02 Maccagno - Orascio

54 AG 64 1 AG 012051 01 Cittiglio - Vararo

55 AG 66 1 AG 012129 02 Tronzano L.M. - Monti Bassano

56 AG 67 2 AG 012112 01 Pino L.M. - Cuduin, Roccolo

57 AG 71 1 AG 012094 03 Maccagno - Musignano

AG 012080 01 Gornate Olona 58 AG 73 1 Gazzada S.,Gornate O.,Lozza, Malnate, Varese, Vedano O., Castiglione Comuni afferenti O., Venegono I., Venegono S., Binago (CO), Solbiate C. (CO)

Clivio

59 AG 74 1 AG_012052_01 Impianto in Svizzera

60 AG 81 2 AG 012061 01

61 AG 86 2 AG 012061 02 Curiglia con Monteviasco

62 AG 87 1 AG 012061 03 Curiglia con Monteviasco - Piero

63 AG 83 1 AG 012140 01 – Castelnovate

64 AG 88 1 AG 012136 01 - Pianbosco

65 AG 89 1 AG 01213101 Valganna - Mondonico Somma Lombardo Maddalena Impianto privato in P AG 82 1 AG 012123 01 convenzione

66 AG 93 1 AG 012096 01 Malnate Fraz.Gurone Loc.Mulini

TRATTAMENTO NON APPROPRIATO

Cod.AG Tip_AG ID agglomerato Nome agglomerato non serviti

67 AG 57 3 AG 012120 03 Sesto C. - Lentate

68 AG 76 3 AG 012112 02 Pino L.M. - Zenna

69 AG 77 3 AG 012135 01 - Armio

70 AG 78 3 AG 012135 02 Veddasca - Lozzo

71 AG 79 3 AG 012135 02 Veddasca - Cadero

72 AG 80 3 AG 012135 03 Veddasca - Biegno

73 AG 84 3 AG 012120 02 Sesto - Cocquo

74 AG 85 3 AG 012004 03 Arcisate – C.na Marianin

75 AG 57 3 AG 012120 03 Sesto C. - Lentate

76 AG 91 3 AG 0121131 03 Valganna- loc. Boarezzo

77 AG 92 3 AG 012140 02 Vizzola Ticino - Capoluogo