La Rassegna Stampa Di Oblique | Marzo 2016
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La rassegna stampa diOblique marzo 2016 La rassegna stampa del mese si apre con Diana, o della Castità, un racconto di Tiziana Cera Rosco Poi ho ripreso a fare il bagno, immerso la testa all’in- suo seno, calmandolo senza nemmeno il bisogno di dietro. L’acqua mi ha oltrepassato gli occhi, inarcan- parlarle. dosi, seguendo un cerchio dorsale, una linea di luce E nell’acqua cercavo di mandare via dalle mie forme nell’andatura del vento. E non mi sono preoccupata il profilo che il tuo sguardo aveva osato tracciare su di te, Atteone, della tua nuova forma. Sentivo solo i di me, come se fossi visibile solo per come appaio: cani, i tuoi fedelissimi, annusare il fango della rupe un corpo rigido di biancore, che fa il bagno. dove eri appostato e credo che il tuo primo respiro Nessun uomo ha una guerra con cui possa battezzarmi. di sconcerto, dopo lo schizzo con cui ti liquidai, fece Né un animale superiore a quelli che governo o un voltare la più piccola tra le mie ninfe cacciatrici, un sangue che nella sua velocità al mattino presto corre brivido di gioia che ho avvertito dalla vibrazione del verdissimo, aspro, come per fuggire tepori intermedi rs_mar16.indd 1 12/04/2016 16:14:26 o quelle carezze che gli uomini, nella loro elemen- foreste, una vena in cui ad un certo punto ti puoi tare mancanza di crudeltà, cercano dentro le pieghe fermare e lasciare il tuo corpo diabolico, sganciarti dei letti in cui, da distesi, si credono animali. E solo dal mito selvaggio ed essere solo un dio: nella figura perché, ad intermittenza, sono presi da un istinto, dell’estremo movimento, un punto eterno. senza rischio, senza cani che mostrano inguini per Ora capisci che non è tutto questione di bellezza o il fruscio di una lepre nel sottobosco. Ma dalla loro audacia, è proprio il rango, mentre gli uomini desi- mancanza di crudeltà, dal loro petto molle, un pet- derano, parlano di selve che farebbero ridere il più to monco dei selvatici altopiani dai quali spiccano malato dei conigli! Mentre io voglio essere violenta vertigini, non saprebbero spezzare con la freccia l’i- come chi deve essere violenta, senza trepidazione, stante in cui lo slancio di un cerbiatto potrebbe tra- violare e accettare di essere vista per un istante da mutarsi in avvoltoio. te, Atteone. Ora lo sanno i corvi come i cinghiali che fu una Accettare di essere vista per ucciderti. questione di rango quello che chiesi a mio padre Cosa pensavi di fare vedendomi stanca dopo la Zeus. caccia? Pensavi che come un demone dovessi solo Devi sapere, perché voglio istruirti appena un po’ togliermi la maschera? Che questo istinto selvatico prima di lasciarti al tuo destino, devi sapere che fosse solo un muschio da staccare dal braccio e mo- Zeus e mia madre, nella copulazione, si trasfor- strarti la mia apparenza dolce di pudore, il mio vuo- marono in uccelli e che quando Latona mi partorì, to di castità nella sua innocente solitudine d’amore? nell’atto della spinta, riuscì ad espellere me soltanto. Qual è la natura della tua volontà di violazione? Ed io appena nata mi affrettai a riaprirle le pareti, mi Il desiderio? L’amore? rinfilai nel suo grembo seguendo il cordone animale Atteone, i malvagi sono malvagi dagli inguini e dai e, in quell’antro, da un polso, mi ripresi Apollo, il cuori e non sanno conferire un nome al mio cuore mio luminosissimo gemello. di cervo! Perché la loro umanità senza selvatico è Sappiamo tutti che fu una questione di rango. A tre scomparsa. E usano parole spettro di lingue morte, anni, dico tre, sedermi sulle gambe dell’immenso pa- senza alberi, senza la santa iena dal latte portentoso, dre mio con la schiena ferma, inflessibile, informarlo e uniscono col seme quello che non sono in grado che volevo molti, molti nomi, uno per ogni mutazio- di tenere. ne che avrei avuto, che volevo un arco forgiato dai Questi uomini mi adorano a rovescio e tu con loro. Ciclopi, venti figlie di fiume sarebbero bastate per i Così quando dal dentro del mio spazio pieno di ven- miei calzari ed i miei cani. to sfreno animali, li fecondo, li rafforzo e dal mio E gli chiesi, senza trepidazione, di rimanere per petto li lancio fin dentro i fiumi, quello che vedono sempre vergine: non usata da nessuno, non aperta è ancora il mio petto, come se non ci fosse un con- né ferita, e di crescere libera dai sessi, ma dalla par- tinuo rovesciamento di mondi, un selvatico divino te dei desideri selvaggi, dei salti, dei torrenti, della in cui io possa fermarmi e fare il bagno, detergermi calma dei cuori gonfi come prugne, dei pericoli che dopo aver corso le spanne che dai palmi degli alberi così vitali parlano della possibilità di essere salvati misurano i venti e le strade dei licaoni. da un’intensità superiore a quel pericolo. Nessun uomo è un territorio, Atteone. E tu ad esem- Così, nelle città, si dice di me che Diana è vergine pio sei virile perché sei un corpo che spia e segue perché è dura, una fibra di corde che dalle gambe altri corpi perché quello che puoi fare è desiderare sale fino all’incavo del braccio, che ha voluto l’invio- di penetrare. labilità perché è una pietra con un istinto animale. Forse, a volte, un bisogno di addomesticamento E chissà se sospettano che gli animali con me cor- si infila tra i tuoi poteri e le tue paure di essere un rono lungo i bordi dell’ombra, gli animali non esita- corpo gettato in un ammasso di altre carni, ma vai a no e corrono dentro la vena che gonfia il collo delle caccia di queste carni per la tua incapacità di riuscire ii rs_mar16.indd 2 12/04/2016 16:14:26 LaTiziana rassegna Cera stampa Rosco di | Oblique Diana, o | dellamarzo Castità 2016 a sostenere la tua mortalità in regioni inferiori piene Vedi, gli animali non esitano, corrono a moltiplicare di profumi senza origine, leggerezze svuotate di l’essere nelle mie vene. È da lì che voglio che tu mi candore, passioni che richiedono astuzie e letti e senta, che tu, per un attimo, ti senta simile a me. Ho portano spettacolo agli dèi. Mentre qui, nel bosco, deciso che la mia vendetta, per la violazione che vo- persino quella bestia di Pan sa tramutarsi in vento e leva compiere il tuo sguardo, sarà farti provare sul- il vento in musica e lo fa perché sa che assumere un la pelle cosa vuol dire desiderare, entrare nelle mie corpo mi distrarrebbe. Ad ogni desiderio di contatto, forme nel tenero delle forze, nelle mie, come dire, la mia verginità sarà confermata nel suo vigore. sensibilità. E così ti trasformo nell’animale che più Si dice che Diana è vergine perché è dura, una chiu- mi piace essere. Il cervo. sura d’alabastro, che preferisce sé stessa. Ma non sa- Volevi essermi vicino, capire qualcosa di me? rebbe così se volessi essere desiderata, amata da un Eccoti! mortale, guardata nel mio corpo perfetto, superiore Vedi, Atteone, imparalo ora: voi mi adorate a ro- perché abitato da uno spirito immortale che ti sbra- vescio, mi adorate in una forma fessurata e lascia- nerebbe perché non sapresti dirmi se nei muschi, te anche che questa vi basti, che assolva le cose che quando l’aria diventa velluto e la fluttuazione delle pensate di sapere, senza istinto, senza il verde sangue farfalle libera un azzurro senza sospetti, non sapresti che spinge le cortecce degli alberi. Ma non sapresti dirmi se ciò che tocchi sul mio petto sono seni o conferire un nome al mio crudo cuore di animale! testicoli. Così, non serve che mi penetri: sei entrato nelle Avresti dovuto tramutarti in pesce, Atteone!, mentre mie sembianze, anzi sei diventato quello che volevi ero nel lago, fendere l’acqua fino a me mentre ero penetrare. ancora in forma di cerva. Ma questa è la differenza Io posso essere un cervo perché sono un’aquila, un tra me e te, Atteone: tu non puoi tramutarti in nulla. cavallo perché sono un pesce ma tu, che non puoi Mentre sarebbe così facile, Atteone, così facile essere trasformarti in nulla che io non voglia, tu inizia a dentro tutti i fiati della terra. correre, Atteone. Questo voglio dirti. Questo, mentre i tuoi cani ti Tutte le prede qui corrono. hanno scorto e non ti riconoscono più, i tuoi cani Le prede sono una luce per i cani. Gli animali non addestrati per la caccia, per riconoscere una preda esitano: preda e predatore sono sufficienti, tra gli dallo spostamento del fiore di melo nel sottobosco. animali non esistono parole per narrare. E non ho usato arco e frecce di Ciclopi per fermar- Chiudendo gli occhi ti ho visto passare con la tua ti, i miei gioielli di guerra, quegli strumenti che mi forma animale, uno scintillio di corna, il terreno tre- vedono atletica sul dorso di un cavallo o scattante su ma percosso dalle zampe e dalle zanne. un ramo da cui la vita scocca la sua promessa di san- Che ne sarà di lui chiede, la ninfa. Guarda come il sole gue: mi è bastata dell’acqua, per il gridolino di una ora risplende nell’acqua in cui mi immergo, le dico. ninfa, schizzarti con la mano, un gesto sprezzante, Impara: i miei animali non esitano, la mia castità è un gesto senza premeditazione. bellica, il mio territorio una guerra. Tutto quello che Così ho voluto farti il mio bestiale regalo.