Consiglio di Bacino Dolomiti Bellunesi Ambito Territoriale Ottimale “Alto ” per il servizio idrico integrato

Relazione di accompagnamento Qualità Tecnica e aggiornamento Programma degli Interventi

revisione 8 giugno 2018

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018

INDICE 0 Introduzione ……………………………………………………………………………………………………………………………. 3 1 Caratteristiche della gestione e del territorio ...... 5 1.1 Perimetro della gestione e servizi forniti ...... 5 1.2 Caratteristiche del territorio ...... 7 1.3 Quadro Normativo Regionale di riferimento ...... 11 2 Prerequisiti ...... 12 2.1 Disponibilità e affidabilità dei dati di misura dei volumi ...... 13 2.2 Conformità alla normativa sulla qualità dell’acqua distribuita agli utenti ...... 16 2.3 Conformità alla normativa sulla gestione delle acque reflue urbane ...... 18 2.4 Disponibilità e affidabilità dei dati di qualità tecnica ...... 20 3 Standard specifici di qualità tecnica ...... 21 4 Standard generali di qualità tecnica ...... 22 4.1 M1 – perdite idriche ...... 24 4.1.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 24 4.1.2 Interventi selezionati ...... 28 4.1.2.1 Investimenti infrastrutturali ...... 28 4.1.2.2 Interventi gestionali ...... 31 4.2 M2 – interruzioni del servizio ...... 32 4.2.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 32 4.2.2 Interventi selezionati ...... 33 4.3 M3 – qualità dell’acqua erogata ...... 33 4.3.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 34 4.3.2 Interventi selezionati ...... 38 4.3.2.1 Investimenti infrastrutturali ...... 38 4.3.2.2 Interventi gestionali ...... 40 4.4 M4 – adeguatezza del sistema fognario ...... 41 4.4.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 41 4.4.2 Interventi selezionati ...... 44 4.4.2.1 Investimenti infrastrutturali ...... 44 4.4.2.2 Interventi gestionali ...... 46 4.5 M5 – smaltimento fanghi in discarica ...... 47 4.5.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 47 4.5.2 Interventi selezionati ...... 48 4.5.2.1 Investimenti infrastrutturali ...... 48 4.5.2.2 Interventi gestionali ...... 48 4.6 M6 – qualità dell’acqua depurata ...... 49 4.6.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ...... 49 4.6.2 Interventi selezionati ...... 50 4.6.2.1 Investimenti infrastrutturali ...... 50 4.6.2.2 Interventi gestionali ...... 52 5 Ulteriori elementi informativi ...... 53 5.0 Il Programma degli Interventi nel biennio 2016-2017 …………………………………………………………. 53 5.1 Interventi finalizzati ad obiettivi diversi da quelli di qualità tecnica ...... 57 5.2 Note e commenti sulla compilazione del file di raccolta dati ...... 57

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0. INTRODUZIONE

La presente Relazione costituisce formale Revisione, approvata con Delibera del Comitato Istituzionale del Consiglio di Bacino “Dolomiti Bellunesi” dell’8 giugno 2018, alla precedente “Relazione di accompagnamento Qualità Tecnica e aggiornamento Programma degli Interventi” datata 26 aprile 2018 e già trasmessa all’ARERA, redatta a seguito di riscontri in sede di istruttoria da parte degli uffici della medesima Autorità.

In particolare, la principale revisione riguarda l’interpretazione autentica dello scaglionamento temporale degli obiettivi di miglioramento annuali prestabiliti dall’Autorità per ciascun indicatore, la cui applicazione deve intendersi valida già per l’annualità 2018.

L’ente di governo dell’ambito recepisce tale indicazione, ritenendo tuttavia di voler segnalare il rischio di inefficacia di un tale sistema di nuova programmazione e contestuale verifica delle performance, peraltro non colto dal valore letterale all’art.4, co. 4.2, della Deliberazione n.917/2017/R/idr: “Gli obiettivi di qualità tecnica sono stabiliti, per il 2018, sulla base del valore assunto dai macro-indicatori all’anno 2016 e, a partire dall’anno 2019, sulla base del valore registrato nell’annualità precedente o, laddove non disponibile al momento della definizione della programmazione degli interventi, sulla base del valore previsto o di quello assunto e validato con riferimento all’annualità più recente.” Pertanto nella precedente Relazione l’obiettivo di ciascun indicatore per il 2018 era conforme al valore assunto con riferimento nell’annualità 2016, intendendosi avviato a miglioramento a partire dall’annualità 2019. Quanto sopra ancor più convintamente in relazione al significativo e profondo processo di miglioramento introdotto dalla citata Deliberazione n.917/2017/R/idr, che spinge i gestori ad importanti investimenti infrastrutturali sulle reti e gli impianti per ottenere risultati prestazionali visibilmente migliori nel tempo. Da questo punto di vista il 2018 risulta essere un anno “non considerabile” ai fini delle performance per alcuni ordini di motivazioni:  La prima parte sostanziale dell’annualità 2018 è stata dedicata alla fase preliminare all’aggiornamento del Programma degli Interventi e all’esatta attribuzione degli obiettivi da perseguire, da non poter essere considerata sostanzialmente piena. Il processo è stato attivato solo a partire dal 27 dicembre 2017 ed ha comportato fino al 30 aprile 2018 le fasi di analisi e valutazione dei nuovi obiettivi e degli investimenti conseguenti, in aggiornamento del Programma degli Interventi vigente. Con la Deliberazione di approvazione da parte dell’Assemblea del Consiglio di Bacino, il gestore ha potuto attivare una conseguente opera di revisione della propria programmazione industriale, vincolata a termini statutari dal Piano approvato ancora nell’autunno 2017 per il triennio 2018-2020, e che è in fase di revisione per una formale approvazione della propria assemblea soci. Solo successivamente, in termini concreti, può essere validata anche a livello aziendale una revisione di impegni economici, finanziari e tecnico- operativi così importanti.  La seconda parte dell’annualità 2018 potrebbe essere comunque dedicata solamente ad avviare progettualità nuove, che hanno notoriamente tempi assai lunghi fino all’entrata

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in esercizio. Infatti ciascun progetto, dopo la sua elaborazione, necessita anche dei tempi di approvazione in Conferenza di Servizi, di attuazione delle procedure espropriative correlate, di espletamento del bando d’appalto e, solo dopo l’affidamento, all’avvio dei lavori, che in alcuni casi comportano più annualità di durata contrattuale prevista (nel nostro territorio anche in considerazione delle sospensioni invernali per condizioni meteo avverse). Non è pertanto verosimile che possano entrare in esercizio già nel 2018 opere aggiuntive significative rispetto a quelle già previste, restando evidentemente marginale il contributo di una nuova programmazione guidata dal sistema di obiettivi, incentivi e penalità introdotte dalla Qualità Tecnica. Non è tecnicamente possibile anticipare le tempistiche esecutive entro termini minori di un anno. In questo senso invece, tutto il lavoro di avvio immediato delle nuove progettualità potrebbe e dovrebbe portare in esercizio opere dall’annualità 2019 e seguenti.  Le opere messe in servizio entro la fine dell’annualità 2018, e quindi correttamente computate ai fini della predisposizione tariffaria, consentiranno migliori performance in termini di Qualità Tecnica solo successivamente. Essendo il sistema degli obiettivi legato a performance annuali (minori effetti negativi nell’anno di riferimento), il miglioramento è evidentemente collegabile all’effetto di nuovi investimenti infrastrutturali già entrati in esercizio, e quindi attivi, dall’inizio dell’anno successivo in poi. In questo senso quindi le opere 2018 danno risultato sull’indicatore 2019 e così via.

Per queste motivazioni di carattere generale, il Consiglio di Bacino aveva potuto strutturare un Programma degli Interventi aggiornato che non può essere comunque modificato. Rispetto a quanto già elaborato, è possibile revisionare solamente i nuovi obiettivi, pur senza nascondere le ridotte probabilità di raggiungimento da parte del gestore. Quanto sopra considerando che gli obiettivi prefissati appaiono già particolarmente consistenti e difficilmente raggiungibili, soprattutto nelle prime annualità di attivazione della Qualità Tecnica.

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1. CARATTERISTICHE DELLA GESTIONE E DEL TERRITORIO

In questa prima sezione si forniscono alcuni sommari cenni relativi al contesto nel quale si sviluppa il Servizio Idrico Integrato nell’Ambito Territoriale Ottimale “Alto Veneto”.

1.1. PERIMETRO DELLA GESTIONE E SERVIZI FORNITI

Il territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale “Alto Veneto” comprende quasi tutti i comuni appartenenti alla Provincia di , limitato ad ovest dalla Provincia di Trento, a Nord dalla Provincia di Bolzano e dall’Austria, a Est dalla Regione Friuli Venezia Giulia e a Sud dai Comuni di e di in Provincia di Belluno e dalla Provincia di Treviso. Dal dicembre 2017 in regime transitorio sta proseguendo la gestione anche nel Comune di , invero passato alla Regione Friuli Venezia Giulia ai sensi della Legge n.182 del 5 dicembre 2017, e ai sensi della Legge Regionale n.4 del 9 febbraio 2018 assunto nella compagine di AUSIR, Ente di Governo dell’Ambito unico regionale del Friuli Venezia Giulia e contemporaneamente espunto dalla compagine costitutiva dell’Ente di Governo dell’Ambito “Alto Veneto”. Pertanto, tale situazione andrà regolata, in virtù dei legami societari e contrattuali vigenti, che saranno oggetto nei prossimi mesi dei necessari approfondimenti e degli atti conseguenti tra tutti i soggetti coinvolti.

L’Ambito “Alto Veneto” corrisponde al territorio della Provincia di Belluno (confini indicati), eccetto i Comuni di Alano di Piave, di Quero-Vas e, recentemente, di Sappada. Il gestore unico svolge il servizio eccetto che per il Comune di San Nicolò di Comelico.

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Il territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale “Alto Veneto” è servito dal gestore unico BIM Gestione Servizi Pubblici SpA, affidatario dal 2004 nella modalità cosiddetta “in house providing” degli stessi comuni appartenenti all’Ambito e costituenti il Consiglio di Bacino.

Il gestore svolge direttamente o indirettamente tutti i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, su quasi tutto il territorio dell’ATO, ad eccezione di alcune piccole gestioni in salvaguardia. Nel territorio dell’Ambito nel 2016 è stata riconosciuta la sussistenza dei requisiti per le gestioni autonome in salvaguardia per il Comune di San Nicolò di Comelico, per tutto il servizio idrico integrato svolto direttamente in economia dall’amministrazione comunale, e per quattro consorzi della conca d’Ampezzo, in Comune di Cortina d’Ampezzo, e precisamente: • Consorzio per l'Acquedotto di Azzon; • Cooperativa di gestione Acquedotto Vicinia di Zuel di Sopra; • Consorzio Acquedotto Vicinia di Cojana; • Consorzio Acquedotto Campo Salieto; che servono solo quota parte delle utenze del comune (nelle rispettive località servite di Azzon, Zuel di Sopra, Cojana e Campo Salieto), e solamente per il servizio di acquedotto. La rendicontazione di cui al presente documento e alla programmazione cui si riferisce sono relative al servizio idrico integrato svolto dal solo gestore unico, nell’intero territorio dell’Ambito, ad eccezione dunque del territorio comunale di San Nicolò di Comelico e delle porzioni di servizio di acquedotto gestito dai quattro consorzi anzidetti, in Comune di Cortina d’Ampezzo.

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1.2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO

Come inquadramento di carattere generale si riporta di seguito una breve descrizione del profilo fisico e climatico di questo territorio.

Profilo fisico L’Ambito Territoriale Ottimale coincide pressoché interamente con il bacino montano del fiume Piave che la attraversa per tutta la sua lunghezza, da nord a sud, si estende su una superficie totale di 3.567 kmq, raggiungendo per estensione il 20% circa della superficie regionale e l’1,2% di quella nazionale. Il suo territorio risulta costituito per l’81% da superficie agraria e forestale, per il 4% da area improduttiva, per il 3% è coperto da acque e per il 2% da fabbricati, strade ed infrastrutture. Il coefficiente di boscosità, pari al 43%, risulta doppio rispetto a quello nazionale. Dunque, sotto il profilo agronomico, il Bellunese si segnala come una tipica regione alpina, contraddistinta dall’estrema scarsezza di seminativi e dalla prevalenza di prati permanenti, pascoli e boschi. Dal punto di vista orografico la provincia si presenta come totalmente montuosa: l’altitudine comunale media supera infatti i 691 metri, ben oltre i 600 metri previsti dall’lSTAT per considerare montano un comune dell’Italia settentrionale. Del resto, ben 24 comuni bellunesi sono ricompresi tra i 500 ed i 950 metri di altitudine e in 22 superano la soglia dei 950 metri. Seguendo la conformazione geomorfologica e l’altimetria, si può suddividere il territorio provinciale in due zone ben distinte, e cioè, a sud-est, lungo l’asse -Belluno-, la Val Belluna, mentre a nord insiste l’area più alpina. La Val Belluna, attraversata dal corso medio del Piave, è delimitata da montagne con caratteristiche morfologiche e vegetazionali prealpine, caratterizzate da forme arrotondate e da pendenze più dolci (nessuno dei suoi comuni raggiunge i 1.000 metri) e gravita attorno a Belluno e Feltre, i due maggiori centri della provincia; essa è animata per 50 chilometri dalle linee dolcemente ondulate delle colline e trova il suo inizio nella conca dell’ , raggiungendo da una parte la valle di Seren e, dall’altra, attraverso la depressione di Arten e , i ripiegamenti di Mellame e Fastro. La seconda zona, ubicata nella parte alta della provincia, è costituita dai sistemi vallivi dell’Agordino, Zoldano, Cadore, Ampezzo e Comelico, è contraddistinta da tratti spiccatamente montani e presenta notevoli variazioni altimetriche comunali, con un’altitudine media pari a circa 958 metri. Ad est si trovano le Alpi Carniche, montagne scistose con caratteristiche sopraelevazioni di masse calcaree, mentre ad ovest svettano oltre quota 3.000 numerosi rilievi dolomitici, notissimi all’immaginario collettivo ed ai turisti, tra i quali la Marmolada (3342 m.), l’Antelao (3264 m.), le Tofane (3244 m.), la Civetta (3218 m.), il Cristallo (3216 m.), il Sorapiss (3205 m.), il Pelmo (3168 m.), il Marcora (3154 m.), ecc.; vi sono anche piccoli ghiacciai che si estendono per circa 6 chilometri quadrati. Non è compito di questi cenni affrontare il tema della costituzione geologica dei terreni, certamente poco adatti all’attività agricola, né sottolineare gli straordinari valori ambientali propri del paesaggio dolomitico e prealpino, che pure hanno trovato significative forme di tutela da parte dello Stato e della Regione con la creazione di apposite aree protette. Tra le riserve naturali della provincia spiccano il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, nato nel 1990 con legge regionale, ed il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, istituto anch’esso nel 1990 con decreto del Ministero 7

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018 dell’Ambiente, e che comprende un territorio di circa 32.000 ettari ripartiti tra 15 comuni. Da ultimo si annovera il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, di cui ben il 46% sono orgogliosamente nel territorio bellunese, ed il restante suddiviso tra le province di Trento, Bolzano, Udine e Pordenone. Dal punto di vista idrografico l’intera provincia è solcata da una diffusa rete idrografica, compresa entro 15 sottobacini imbriferi e contraddistinta da acque a regime torrentizio. Collettore principale è il Piave, il cui corso, dal monte Peralba a Fener, attraversa per 125 chilometri la provincia, ricevendo, tra gli affluenti di destra, corsi d’acqua come l’Ansiei (lungo 30 km), emissario del lago di Misurina, il Padola in Comelico (20 km), il Boite (45 km), che scende dalla conca ampezzana, il Molinà (che solca la val d’Oten), il Maè (30 km), che percorre la , il Cordevole (71 km), che attraversa l’Agordino, l’Ardo a Belluno, il Sonna (12 km), il Caorame (20 km) ed il Tegorzo nel Feltrino, mentre il solo torrente Cismon è tributario del Brenta. Gli affluenti di sinistra del Piave (Frisone, Piova, Tesa, Rai, Cicogna, ecc.) sono torrenti più brevi. A modificare il corso naturale e la portata dei torrenti e dei fiumi hanno provveduto molti sbarramenti e derivazioni, originati dal crescente bisogno di energia elettrica, che hanno portato alla creazione di numerosi invasi artificiali: il lago di Centro Cadore a Pieve, il lago di Santa Caterina sul torrente Ansiei ad Auronzo, i laghi di Valle e , l’invaso di Pontesei sul Maè, gli invasi di Fedaia (che versa le proprie acque nel Cordevole) e di Val Gallina sul torrente omonimo, e infine i laghi artificiali Cavia, Mis e Stua, rispettivamente sui torrenti Biois, Mis e Caorame. All’elenco vanno aggiunti i laghi naturali di , di Misurina e di Santa Croce, dotati di importanti connotazioni turistiche e ricreative.

Profilo climatico La collocazione geografica della provincia, con le Prealpi e la vicina pianura a sud e le Dolomiti settentrionali a nord, ormai prossime allo spartiacque alpino, imprime caratteristiche climatiche di transizione fra il clima di pianura e quello tipico della zona alpina. Ne consegue che le estreme zone meridionali della provincia risentono, seppur marginalmente, del clima della pianura veneta, mentre le zone settentrionali assumono caratteri climatici prettamente alpini. La temperatura sul territorio provinciale viene sensibilmente differenziata dall'orografia e principalmente dai fattori altitudine ed esposizione. Se per gran parte dell'anno le zone poste ad altitudini maggiori risultano più fredde delle aree di fondovalle, nel periodo invernale sono frequenti i casi di inversione termica o di isotermia, favorite dall'accumulo di aria fredda nelle valli. La morfologia delle valli favorisce la formazione di microclimi, specie in inverno, che rappresentano un elemento non trascurabile nell'inquadramento climatico di un territorio. A fondovalle si riscontra per gran parte dell'anno una marcata escursione termica giornaliera e mensile, rivelando quindi una spiccata continentalità. L'inverno è ovunque freddo, mentre l'estate risulta fresca sui monti e calda nei fondivalle, specie in quelli prealpini. Le precipitazioni risultano abbondanti su quasi tutto il territorio provinciale, con valori massimi nella fascia prealpina, nel basso Agordino e nel Longaronese, dove si superano i 1500 mm. Le minori precipitazioni si riscontrano in alcune zone di fondo valle dell'Alto Agordino e del Centro Cadore, dove i valori sono inferiori ai 1100 mm. Tale configurazione viene rispettata quasi tutto l'anno, se si esclude il trimestre estivo caratterizzato da una distribuzione più uniforme dovuta alla maggiore frequenza dei temporali nella zona dolomitica, rispetto a quella prealpina. In estate i massimi di piovosità, sia in quantità che in frequenza, si trovano nelle estreme zone settentrionali. 8

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Utilizzando la Classificazione climatica di Koppen, elaborata per i climi italiani dal geografo M. Pinna, con suddivisione solo da un punto di vista termico, quasi tutto il territorio provinciale al di sotto dei 1500 m circa, rientra nel tipo climatico "Temperato fresco", tipico delle zone montane di media altitudine. Di queste zone fanno eccezione alcune aree localizzate fra i 400 e i 600 m nelle valli prealpine, poste in prevalenza sul versante, che appartengono al tipo "Temperato sub- continentale", tipico delle zone interne della pianura veneta. Oltre i 1500 m e fino a 2000-2200 m prevale il Tipo "Temperato freddo". Al di sopra di tale quota e quindi in tutta l'alta montagna il clima assume alcune caratteristiche del Tipo "Freddo", anche detto della tundra. Sulle vette più alte delle montagne bellunesi, oltre i 3000 m, si colgono aspetti del tipo "Glaciale", anche detto del gelo perenne. Come da andamento globale, anche qui sono presenti forti dinamiche di variazioni climatiche nel periodo 1965-2015. Dopo la fase di riscaldamento degli anni '20 e '30, culminata negli anni '40, la temperatura tende ad una lieve irregolare diminuzione sino alla fine degli anni '70, con conseguente riduzione del ritiro dei ghiacciai, iniziato attorno al 1850. Durante gli anni '80 la temperatura tende di nuovo ad aumentare e i ghiacciai cominciano di nuovo a ritirarsi. Le temperature sono in continuo, graduale aumento, con inverni spesso scarsi di neve, miti e siccitosi, numerose stagioni estive molto calde e fenomeni estremi sempre più frequenti. In questa fase si alternano siccità e periodi estremamente piovosi. Dal 1999-2000 si individua un trend di aumento delle precipitazioni annue, pur con una forte variabilità inter-annuale (ad esempio il 2014 è risultato l’anno più piovoso in assoluto e l’anno seguente è stato caratterizzato da precipitazioni inferiori alla norma). Il venticinquennio dal 1990 in poi va considerato come il periodo più caldo almeno degli ultimi 150 anni, con gli ultimi anni come i più caldi in assoluto.

Profilo antropico. L’Ambito si sviluppa quindi su territorio essenzialmente montuoso, le cui zone di fondovalle, data la facilità di insediamento, hanno subito nel corso del tempo le maggiori modificazioni ad opera delle attività antropiche in quanto lo sviluppo insediativo residenziale ed economico ha avuto una maggiore intensità, ampiezza e diffusione. Si contano 200.792 abitanti su 3.567 kmq, con densità di popolazione pari a 56,3 abitanti/kmq, contro una media per gli ATO del Nord Italia di 423 abitanti/kmq. Il territorio dell’Alto Veneto è interessato da numerosi centri abitati di piccole dimensioni, con l’esclusione della Val Belluna, che si estende da a Feltre, in cui i numerosi agglomerati originariamente distinti, allo stato attuale si sviluppano tendendo quasi senza soluzione di continuità. La popolazione dell’Ambito è pari a poco più di 200.000 abitanti, in costante decrescita demografica, attualmente attestata ad un -5% annuo, per effetto combinato di mancata natalità e mancati trasferimenti o immigrazione, a bilanciare la dinamica anagrafica con una popolazione sempre più anziana, tanto da portare all’attenzione pubblica il fenomeno dello “spopolamento” delle aree montane del bellunese. Suddiviso in 61 comuni, con popolazione mediamente ridotta (a partire dai 265 abitanti di Zoppè di Cadore, sono 17 i comuni con meno di 1.000 abitanti). I principali centri sono le città di Belluno (36.000 abitanti) e Feltre (20.000 abitanti). Gli altri Comuni di maggiori dimensioni (comunque inferiori ai 10.000 abitanti) si trovano compresi nella vallata tra i due centri più importanti di Belluno e Feltre con Ponte nelle Alpi che chiude verso Est la Val Belluna all’intersezione della direttrice 9

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Pianura Veneta-Cadore con la direttrice Est-Ovest Feltre-Belluno-Ponte nella Alpi. Altri centri significativi sono , e Cortine d’Ampezzo, che tuttavia sono comunque piccoli centri, pur attrattivi su un più ampio bacino territoriale di riferimento. La zona di fondovalle è interessata inoltre in maniera diffusa sia da attività industriali, in alcuni casi concentrate in specifiche zone destinate all’insediamento delle unità produttive, ma molto spesso contraddistinte da un elevato grado di diffusione sul territorio. Nelle zone di montagna l’attività produttiva è più limitata e circoscritta ad alcune aree, significativamente in Agordino e Cadore, dove spicca l’industria dell’occhialeria, distretto tipico di questo territorio con valenza mondiale, che tuttavia si è spesso sviluppato in modo diffuso sul territorio. I comuni montani hanno sviluppato l’attività economica con il turismo, sia estivo che invernale, che comporta tuttavia notevoli fluttuazioni della popolazione in periodi concentrati dell’anno e non senza varie criticità nella pianificazione delle attività ricettive e dei servizi. Questi due elementi dello sviluppo economico, l’ambito industriale e quello turistico, rappresentano i due fattori di rischio per l’ambiente in quanto sono in grado di generare notevoli pressioni antropiche.

Peculiarità infrastrutturali Il gestore ha ereditato nel 2004 tutte le infrastrutture precedentemente gestite dai comuni, ed ha avviato una loro omogeneizzazione gestionale tutt’ora in itinere. Dal punto di vista infrastrutturale la situazione affidata al gestore unico, conformemente alle caratteristiche del territorio, è contraddistinta da elevata dispersione di reti ed impianti, limitazioni dimensionali e difficoltà di interconnessione, che si possono cogliere da pochi dati salienti: - 531 sorgenti in gestione, di cui 507 attive, pari a circa 8 sorgenti per ciascun comune servito; - 3.439 km di rete di acquedotto (allacci esclusi), pari a 17,1 metri/abitante, contro una media nazionale di 9 metri/abitante; - 1.504 km di rete fognaria (allacci esclusi), pari a 7,4 metri/abitante, contro una media nazionale di 4,9 metri/abitante; - 321 impianti di depurazione, a servizio di 270.877 AE (di cui 161.771 residenti, 78.102 fluttuanti e 31.004 industriali), tra cui si contano 259 vasche Imhoff; - 218 agglomerati individuati dalla Regione del Veneto (di cui 27 con carico > 2.000 AE per 189.692 AE complessivamente serviti e 141 con carico < 500 AE per 28.363 AE complessivamente serviti). Già questi primi dati possono focalizzare l’attenzione su un territorio assai peculiare, connotato da una serie di punti di forza e criticità o punti di debolezza non trascurabili, anche in riferimento agli standard di Qualità Tecnica dettati dall’Autorità.

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1.3. QUADRO NORMATIVO REGIONALE DI RIFERIMENTO

Con il Decreto Legge 25 gennaio 2010, n. 2, convertito con la Legge 26 marzo 2010, n. 42, è stata disposta la sospensione delle A.A.T.O. e la riattribuzione delle loro funzioni ad altri Enti, la cui individuazione veniva demandata alle Regioni. Con l’approvazione della Legge Regionale del 27 aprile 2012, n. 17 “Disposizioni in materia di risorse idriche” la Regione Veneto, nell’ambito delle proprie competenze, ai fini del governo delle risorse idriche, ha determinato gli ambiti territoriali ottimali del servizio idrico integrato, confermando la precedente suddivisione territoriale delle Autorità d’Ambito, disciplinando le modalità di istituzione dei Consigli di Bacino, quali forme di cooperazione tra i Comuni per la programmazione e organizzazione del servizio idrico integrato, organismi dotati di personalità giuridica di diritto pubblico, a cui devono essere affidate le funzioni già esercitate dalle AATO. Con Delibera di Giunta Regionale Veneto (DGRV) n. 1006 del 5 giugno 2012, pubblicata nel bollettino ufficiale della Regione Veneto n. 47 del 19 giugno 2012, in attuazione a quanto previsto dall’art. 3, comma 3 della succitata Legge Regionale n. 17/2012, è stato approvato lo schema di convenzione alla quale gli enti locali devono attenersi per la costituzione dei nuovi Consigli di Bacino. La Conferenza d’ambito dell’ATO “Alto Veneto”, con deliberazione n. 1 del 10 settembre 2012, esecutiva, ha approvato lo schema di “Convenzione per la cooperazione tra gli enti locali partecipanti compresi nell’Ambito Territoriale Ottimale del servizio idrico integrato Alto Veneto”, schema successivamente approvato dai Consigli Comunali di tutti i Comuni appartenenti a tale Ambito Territoriale Ottimale. La Convenzione per la cooperazione tra gli enti locali partecipanti compresi nell’Ambito Territoriale Ottimale del servizio idrico integrato è stata sottoscritta dai rappresentanti di tutti gli enti locali partecipanti all’ATO “Alto Veneto” e pertanto il Consiglio di Bacino “Dolomiti Bellunesi” è stato formalmente costituito. Dal punto di vista tecnico, la Regione del Veneto ha disciplinato il settore idrico con il proprio Piano di Tutela Acque approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 107 del 5/11/2009. La Direttiva 91/271/CEE, relativa al trattamento delle acque reflue urbane, definisce l’agglomerato come una “area in cui la popolazione e/o le attività economiche sono sufficientemente concentrate così da rendere possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento di acque reflue urbane o verso un punto di scarico finale” e regolamenta il collettamento e la depurazione delle acque reflue urbane proprio sulla base del concetto di agglomerato. Con DGR n. 3856 del 15/12/2009 la Regione Veneto aveva individuato gli agglomerati regionali sulla base delle linee guida europee del 2007 “Termini e definizioni della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE)” - Bruxelles, 16 gennaio 2007. Successivamente, a seguito di una lunga opera di revisione, con DGR n. 1955 del 23/12/2015 la Regione Veneto provvedeva ad approvare la nuova configurazione degli agglomerati ed i relativi nuovi carichi, tuttora vigenti. Con DGR n. 360 del 22/03/2017 la Regione provvedeva alla “Modifica del Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (art. 121 D.Lgs. 152/2006) approvato con DCR n. 107 del 5/11/2009 e successive modifiche e integrazioni. Aggiunta di un comma all'art. 11. DGR n. 3/CR del 27/01/2017, in particolare regolamentando alcuni rilevanti aspetti relativi agli effetti ambientali degli scarichi di sostanze pericolose, caratterizzate da possibili risvolti sanitari”.

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2. PREREQUISITI DI QUALITA’ TECNICA

La presente relazione discende dalle previsioni in tema di aggiornamento biennale di cui alla Deliberazione 27 dicembre 2017 n.918/2017/R/IDR che, con l’art.11 “Criteri per l’aggiornamento del programma degli interventi”, inserisce all’interno del MTI-2 il seguente art.4-bis: “Ai fini dell’aggiornamento biennale delle predisposizioni tariffarie per gli anni 2018 e 2019, gli Enti di governo dell’ambito (…) integrano i PdI (…) procedendo a: a) Effettuare la ricognizione dello stato delle infrastrutture sulla base degli ultimi dati tecnici disponibili (riferiti all’anno 2016), anche esplicitando le criticità rinvenibili sul territorio e riconducibili a uno o più dei prerequisiti introdotti con la RQTI di cui alla deliberazione 917/2017/R/IDR”; La Deliberazione 27 dicembre 2017 n.917/2017/R/IDR “Regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato ovvero di ciascuno dei singoli servizi che lo compongono (RQTI)” ha introdotto importanti novità come all’Art. 2 “definizione degli indicatori di qualità tecnica”, da cui discendono precisi obiettivi di miglioramento ed un sistema di incentivo/penalità sui risultati raggiunti. All’interno della Regolamentazione della Qualità Tecnica sono previsti precisi “Prerequisiti”, ovvero le condizioni minime, ai fini dell’accesso ai meccanismi incentivanti ivi previsti, senza i quali viene meno la possibilità stessa di attivare un sistema di monitoraggio efficace ed un percorso di miglioramento. Ai sensi della Deliberazione 27 dicembre 2017 n.917/2017/R/IDR: 2.3 I prerequisiti sono i seguenti: a) con riferimento al macro-indicatore “Perdite idriche” (M1), la disponibilità ed affidabilità dei dati di misura per la determinazione del volume di perdite totali; b) con riferimento al macro-indicatore “Qualità dell’acqua erogata” (M3), l’adozione degli strumenti attuativi necessari per adempiere agli obblighi di verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano mediante l’effettuazione dei controlli previsti dal D.Lgs.31/01; c) con riferimento a uno o più dei macro-indicatori di cui al precedente comma 2.2, lettere d), e) ed f), l’assenza di agglomerati interessati da pronunce di condanna della Corte di Giustizia Europea… d) con riferimento a uno o più del macro-indicatori di cui al precedente comma 2.2, la disponibilità e l’affidabilità dei dati necessari. Pertanto, l’Ente di Governo dell’Ambito ha inteso verificare prioritariamente la sussistenza di tali requisiti, volti innanzi tutto a verificare la condizione minima essenziale di operatività del gestore.

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2.1. DISPONIBILITA’ ED AFFIDABILITA’ DATI DI MISURA DEI VOLUMI

Innanzi tutto, l’Autorità pone la sua attenzione alla disponibilità ed affidabilità dei dati di misura sui volumi veicolati, da cui discende in particolare il volume di perdite totali, su cui si basa uno dei principali macro-indicatori della RQTI. Il bilancio idrico costituisce uno dei principali meccanismi di valutazione dell’efficienza del gestore e della rete acquedottistica gestita. Da questo punto di vista disponibilità ed affidabilità dei dati costituiscono elementi oggettivi sulla base dei quali il gestore può costruire il proprio bilancio idrico, con le seguenti soglie minime: o 70% dei volumi di processo misurati; tali volumi si considerano misurati se, per almeno l’80%, provengono da letture effettuate su misuratori; o 90% dei volumi di utenza misurati; tali volumi si ritengono misurati se relativi ad utenti dotati di misuratore e per i quali si abbia almeno un consumo derivante da misura validata. In base alle previsioni dell’Autorità è stata assunta la contabilità già predisposta dal gestore, che contempla i volumi in adduzione ed in distribuzione, a partire dalle fonti di approvvigionamento idrico, costituite in larga misura dalle moltissime sorgenti di montagna, per lo più con acqua già potabile all’origine, e destinata a distribuzione, con una minima cessione ad altri sistemi acquedottistici. In questo scenario generale si provvede a rendicontare i bilanci disponibili. . volumi di processo:

Per i volumi di processo si indicano tutti i volumi di acqua prelevati dall’esterno (dall’ambiente in sede di adduzione, in sede di distribuzione, o da altri sistemi acquedottistici). Tra i volumi di processo (valorizzati in mc) si annoverano: o Acqua potabile prelevata dall'ambiente per l'adduzione (WA2) 57.757.411 mc o Acqua non potabile prelevata dall'ambiente per l'adduzione (WA4) 10.234.688 mc o Acqua potabile prelevata dall'ambiente per la distribuzione (WD3) 2.039.340 mc o Acqua potabile esportata dall’adduzione (WA11) 1.206.195 mc o Acqua potabile esportata dalla distribuzione (WD4) 18.444 mc Per un dato totale di volumi di processo pari a:

WIN = 71.256.078,7 mc Il dato misurato, non stimato, riferito ai volumi di processo risulta pari a:

WIN MISURATA = 55.142.648,4 mc Pertanto, i volumi di processo risultano misurati nella percentuale di % W MISURATA = ( 55.142.648,4 / 71.256.078,7 ) = 77,39% Il dato risulta pertanto nei limiti di affidabilità ammessi.

La situazione delle sorgenti di montagna, da cui si approvvigiona, quasi interamente, la rete acquedottistica, vede una estrema frammentazione, per la presenza quantitativa di ben 507 sorgenti diverse, con captazione spesso in alta quota, alcune raggruppate su un'unica asta di adduzione, altre separate, non solo su aste diverse, ma addirittura su reti acquedottistiche autonome, di cui costituiscono unica alimentazione, al servizio di poche o pochissime utenze, 13

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018 sempre di montagna. Tale situazione quindi depone a sfavore di una situazione di completa copertura delle sorgenti con adeguati sistemi di misura né, tantomeno, telecontrollo. Si è quindi provveduto a identificare le sorgenti dotate di misuratore, in particolare quelle più significative per portate contabilizzate, che rendono quindi affidabile il bilancio idrico, nel senso delle indicazioni minime fornite dall’Autorità, che fissa nel 70% dei volumi misurati la soglia minima per considerare ottemperato il prerequisito di affidabilità. Da questo punto di vista emerge che, rispetto ad un totale complessivo di processo valorizzato in 70.031.439,7 mc, le 153 sorgenti su cui sono installati misuratori contabilizzano un volume pari a 53.918.009,4 mc. Confrontando tale dato con i rispettivi valori di derivazione, viene restituito un valore misurato pari al 76,69% del quantitativo di concessione sulle medesime sorgenti. Il gestore certifica che di tali valorizzazioni misurate, almeno l’80%, come specifica l’Autorità, provengano da letture effettuate sui misuratori. Il prelevato misurato quindi risulta pari mediamente a tre quarti del valore di derivazione, quindi già al netto del DMV (deflusso minimo vitale) garantito in sede di concessione. Tale dato risulta plausibile, alla luce delle successive contabilizzazioni delle perdite idriche. Il quantitativo di concessione medio per tali sorgenti è pari a ca 450 mila mc anno, con un prelievo medio pari a poco meno di 350 mila mc anno. Per quanto riguarda invece le rimanenti sorgenti, ben 351, che risultano visibilmente caratterizzate da dispersione territoriale, da limitata disponibilità idrica e da sistemi acquedottistici non collegati a servizio di poche utenze, il gestore dichiara che nel 2016 e tutt’oggi non risultano dotate di misuratore. Per esse si annota che il valore di derivazione è mediamente pari a ca 86 mila mc anno cadauna, ovvero circa un quinto della media delle sorgenti dotate di misuratore, confermando che si tratta di sorgenti minori. Per esse il gestore valuta nel proprio bilancio idrico una quantità prelevata per complessivi 16.113.430,3 mc. Il gestore stima tale dato, come pari al 53% del quantitativo di concessione, tabellato in complessivi 30.397.755,0 mc. Si tratta di un valore di prelievo, rispetto al valore di concessione, inferiore a quello valorizzato sulle sorgenti dotate di misuratore, perché correlato ad utenze rurali o comunque occasionali, quindi con idroesigenze limitate; addirittura, in parte non irrilevante, con utenze solo stagionali, con chiusure delle utenze per tutto il periodo invernale causa gelo, come è tradizione in tutte le utenze non di uso continuativo in montagna. La consistenza di tale quantitativo risulta pari al 23,01% del totale, spiegando anche perché, sinora, il gestore non abbia risolto la problematica di un misuratore adeguato per ciascuna sorgente. Del resto tale condizione appare generale, come evidenzia anche il rapporto ISTAT “focus 22 marzo 2018” laddove riferisce che “per i prelievi da sorgente (…) si rileva una minore diffusione della misurazione. L’ente gestore ha infatti dichiarato di aver utilizzato procedure di stima per la fornitura del dato annuale nel 27,6% dei casi da sorgente (…) Nel caso delle sorgenti dipende principalmente dalla loro frequente localizzazione in alta quota, in zone non facilmente raggiungibili, in cui risulta difficoltosa l’interoduzione di strumenti di monitoraggio e la loro manutenzione…” Pertanto, nel caso del nostro Ambito tale stima esperienziale del gestore può essere validata in prima analisi perché verosimile, rispetto alla conoscenza del territorio, delle utenze e delle

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Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018 condizioni di idroapprovvigionamento. In generale tale stima appare comunque conservativa, come dimostrano i dati sulle perdite idriche. Tuttavia, si ritiene utile dover chiedere al gestore di attivare un sistema di verifica più puntuale, per determinare, anche in via preliminare alla completa infrastrutturazione di misuratori di rete, una più accurata e documentata valutazione dei dati di misura anche sulle sorgenti minori e sulle reti più piccole e periferiche.

. volumi di utenza:

Per volumi di utenza misurati invece si indicano tutti i volumi consegnati ad utenze, a seguito di misura, fatturati o non fatturati, rispetto all’intero ammontare di volumi consegnati. Rispetto anche alla classificazione tenuta dal gestore si evidenzia come: o Consumi fatturati misurati (WD6) 13.721.520 mc o Consumi fatturati NON misurati (WD7) 97.910 mc o Consumi NON fatturati misurati (WD10) 0 mc o Consumi NON fatturati NON misurati (WD11) 291.619 mc Per un dato totale di volumi di utenza pari a:

WOUT = 14.111.049 mc Il dato misurato, non stimato, riferito a tali volumi di utenza, risulta pari a:

WOUT MISURATA = 13.721.520 mc

Pertanto, i volumi di utenza misurati risultano incidere nella percentuale di: % W MISURATA = (WD6+WD10) / (WD6+WD7+WD10+WD11) = 97,24% Il dato risulta pertanto nei limiti di affidabilità ammessi.

In conclusione, si può ritenere assolto il primo prerequisito. Tuttavia, come sarà evidenziato in corrispondenza del macro-indicatore M1, le utenze, prima ancora che i volumi di utenza, sono oggetto di una profonda revisione, anche in corrispondenza con le azioni propedeutiche alla nuova articolazione tariffaria di cui alla deliberazione n.665/2017/R/IDR in corso di predisposizione. Per le considerazioni del caso si rimanda al successivo punto 4.1.1.

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2.2. CONFORMITA’ NORMATIVA SULLA QUALITA’ DELL’ACQUA DISTRIBUITA AGLI UTENTI

In secondo luogo, tra i prerequisiti, si pone l’attenzione alla tutela della salute pubblica, in particolare con riferimento alla potabilità dell’acqua, secondo i requisiti dettati dal D.Lgs. 31/01 in tema di controlli previsti. Rispetto all’art.21 della RQTI, si riassumono i seguenti elementi:

a) essersi dotato delle procedure per l’adempimento agli obblighi di verifica della SI qualità dell’acqua destinata al consumo umano ai sensi del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.

b) aver applicato le richiamate procedure SI

c) aver ottemperato alle disposizioni regionali eventualmente emanate in SI materia

d) aver eseguito il numero minimo annuale di controlli interni eseguiti, ai sensi SI dell’art. 7 del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i. (1.353)

Da questo punto di vista il sistema operativo di controllo della qualità dell’acqua è fondato su una precisa attività pubblica, effettuata dall’ULSS n.1 “Dolomiti” – Dipartimento di Prevenzione – SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) – Area Funzionale Igiene degli Alimenti e delle Bevande, alle dipendenze del dott. Oscar Cora. Con nota prot.0042752 del 05.10.2015 ad oggetto “superamento dei parametri microbiologici e di torbidità previsti dalle vigenti normative relative alle acque potabili (D.Lgs. 31/01 e DGRV 4080/2004) Normativa di riferimento e relative procedure” l’ULSS n.1 ha trasmesso ai Sindaci delle Amministrazioni comunali, all’Ente di Governo dell’Ambito e al gestore unico le modalità operative applicate, riprendendo sostanzialmente la procedura già “concordata con le Amministrazioni Comunali, allora gestrici degli acquedotti, all’inizio degli anni ’90 a seguito dell’entrata in vigore del DPR 236/88”. Tali indicazioni sono tuttora valide e confermate anche nel recente seminario organizzato dal Consiglio di Bacino “Dolomiti Bellunesi”, dal gestore BIM Gestione Servizi Pubblici SpA e dall’ULSS n.1, riservata alle Amministrazioni Comunali dell’Ambito, proprio sulle tematiche della potabilità, lo scorso 29 novembre 2017. L’ULSS effettua propri campionamenti con particolare assiduità, demandando le verifiche analitiche di laboratorio ad ARPAV, come stabilito a livello di amministrazioni regionali, secondo un sistema organizzativo che assolve senza dubbio ai compiti istituzionali di tutela della salute pubblica. I rapporti di conformità o non conformità vengono gestiti da ULSS, coinvolgendo il Gestore, l’Ente di Governo dell’Ambito ed il Comune interessato, ciascuno secondo le proprie rispettive competenze.

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In particolare, da parte del gestore viene immediatamente avvisata la popolazione, ancor prima dell’adozione di ordinanze in materia da parte del Sindaco, con tutte le modalità disponibili, quali avvisi pubblici sul posto, inserimento sul sito istituzionale, avviso ai media locali. Contestualmente il gestore avvia tutte le procedure correttive finalizzate a riportare nell’immediatezza i parametri fuori norma entro i limiti normativi, con tutte le azioni disponibili (preclusione della linea all’origine della non conformità, ovvero trattamento di potabilizzazione). I successivi prelievi che la stessa ULSS dispone a monitoraggio della non conformità rilevata, determinano nuove analisi e l’informazione di superamento della non conformità. Solo dopo tale comunicazione formale, da parte di ULSS e contestualmente al ritiro dell’ordinanza di non potabilizzazione, il gestore avvisa la popolazione con i medesimi canali informativi. Contemporaneamente a tali controlli esterni, effettuati dall’ULSS, è attivo anche un sistema di controlli interni da parte del gestore, che monitorano la situazione in parallelo, analizzano i campioni nei laboratori di Viveracqua, cui il gestore aderisce insieme a quasi tutti i gestori regionali, e riscontrando le condizioni di potabilità. Nel caso di analisi non conformi, il gestore attiva la seguente procedura: avviso alla popolazione di non potabilità, a fini precauzionali e con invito al Sindaco all’emissione di ordinanza di blocco, con contestuale richiesta all’ULSS di un prelievo indipendente, di controllo, e successiva attesa degli esiti di verifica dell’autorità sanitaria, prima di ritirare l’avviso di non potabilità, come già indicato nella fattispecie di controllo esterno. Da questo punto di vista le procedure attuative sembrano essere assai collaudate ed efficaci, tanto che il parametro di non potabilità è particolarmente significativo nell’intero ambito, ma soprattutto nelle linee acquedottistiche minori e periferiche, alimentate spesso da sorgenti minime e superficiali, soggette pertanto a maggiori problematiche di esposizione a fenomeni atmosferici. Il fatto di avere una serie considerevole di Ordinanze Sindacali di non potabilità, se da un lato corrisponde ad una fragilità intrinseca del sistema acquedottistico, dall’altro evidenzia particolare efficienza del sistema di controlli sulla salute pubblica da parte di gestore ed ULSS che, disgiuntamente, operano con attività costante e continuativa nella verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano. In conclusione, si può ritenere assolto anche il secondo prerequisito.

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2.3. CONFORMITA’ NORMATIVA SULLA GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE URBANE

In terzo luogo, ai sensi dell’art.22 della RQTI, si pone l’attenzione all’assenza di condanne da parte della Corte di Giustizia europea per mancato adeguamento alla direttiva 91/271/CEE in tema di depurazione acque. Si tratta della Direttiva recepita dal Testo Unico Ambientale D.Lgs. 152/06 e reso operativo dalla Regione del Veneto con il proprio Piano di Tutela Acque. Come noto la Corte di Giustizia Europa ha emesso due condanne, la C565-10 (procedura 2004- 2034) e la C85-13 (procedura 2009-2034). Nessuna delle due sentenze ha riguardato agglomerati o impianti nel territorio dell’Ambito e del suo gestore unico. Pertanto, si può ritenere assolto anche il terzo prerequisito. Tuttavia, in questa sede di rendicontazione, si evidenzia come vari agglomerati dell’Ambito siano oggi sotto osservazione per effetto della Procedura di Infrazione 2014-2059. Dal sito istituzionale “il portale dell’acqua” della “Struttura di missione contro il dissesto Idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si rilevano le procedure ancora non formalmente chiuse:

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite Arsie' IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite Borca di IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che Cadore tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite Cencenighe IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che Agordino tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in più agglomerati. Ciò ha ridotto il carico attribuito a "Lamon" da 5.700 A.E. a 2.982 A.E. Tuttavia, nessun dettaglio è fornito su questi nuovi agglomerati (nomi, carico generato) e su come il carico da essi generato è raccolto e trattato.

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite Longarone IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in più agglomerati. Ciò ha ridotto il Mel carico attribuito a "Mel" da 5.573 A.E. a 2.684 A.E. Tuttavia, nessun dettaglio è fornito su questi nuovi agglomerati (nomi, carico generato) e su come il carico da essi generato è raccolto e trattato.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in più agglomerati. Ciò ha ridotto il Ponte Nelle carico attribuito a "Ponte nelle Alpi" da 8.194 A.E. a 5.109 A.E. Tuttavia, nessun dettaglio è fornito su questi nuovi agglomerati Alpi (nomi, carico generato) e su come il carico da essi generato è raccolto e trattato.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in più agglomerati. Ciò ha ridotto il Santo Stefano carico attribuito a "" da 5.359 A.E. a 2.547 A.E. Tuttavia, nessun dettaglio è fornito su questi nuovi di Cadore agglomerati (nomi, carico generato) e su come il carico da essi generato è raccolto e trattato. Le Autorità hanno comunicato una riduzione del carico attribuito a questo agglomerato, giustificandola con il fatto che è stato diviso in due agglomerati: "Sappada" e "Cima Sappada". Si ritiene che tale divisione non sia possibile, in quanto c'è una chiara Sappada continuità tra i due agglomerati. "Cima Sappada" dovrebbe essere reintegrata in "Sappada" e informazioni precise relative alla raccolta ed al trattamento dovrebbero essere trasmesse. Inoltre, non è chiaro se i sistemi IAS in uso garantiscano un adeguato trattamento secondario. 18

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Mareson-Pecol Non è dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato riceve un adeguato trattamento secondario.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in più agglomerati. Ciò ha ridotto il Zoldo Alto - carico attribuito a "Zoldo Alto- Mareson-Pecol" da 5.277 A.E. a 2.964 A.E. Tuttavia, nessun dettaglio è fornito su questi nuovi Mareson-Pecol agglomerati (nomi, carico generato) e su come il carico da essi generato è raccolto e trattato.

San Pietro di La capacità dell'impianto di trattamento è inferiore al carico in entrata e non è dimostrato che tutto il carico generato in questo Cadore agglomerato riceve un adeguato trattamento secondario.

Non è stato dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato è raccolto dal sistema fognario e/o è gestito tramite Taibon IAS (violazione art. 3 e 4). Inoltre, questo agglomerato risulta non conforme all'articolo 4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico prodotto (A.E.) riceve un adeguato trattamento secondario.

La capacità dell'impianto di trattamento è inferiore al carico in entrata e non è dimostrato che tutto il carico generato in questo agglomerato riceve un adeguato trattamento secondario.

Secondo le informazioni trasmesse dalle Autorità, questo agglomerato è stato suddiviso in tre piccoli agglomerati. Le autorità Comelico sono invitate a chiarire se tali tre agglomerati generano un carico inferiore a 2.000 A.E. ciascuno. Qualora non fosse così, si Superiore prega altresì di chiarire se gli agglomerati sono conformi agli articoli 3 e 4 della Direttiva e di fornirne prova.

A seguito della procedura in essere, sono stati forniti vari chiarimenti sulla suddivisione degli agglomerati predisposta dalla Regione del Veneto con DGR n. 1955/2015 e sulla valutazione del carico inquinante in termini di Abitanti Equivalenti, per la determinazione dell’impiantistica di depurazione idonea. Allo stato attuale la Regione del Veneto attende ancora da parte dell’Unione Europea la conferma che le informazioni rese nel 2016 abbiano portato alla chiusura delle procedure di infrazione per chiarimenti esaustivi su Arsie', , Lamon, Mel, Zoldo Alto - Mareson-Pecol, , Taibon, Santo Stefano di Cadore, . Similmente sono state fornite spiegazioni sugli interventi già realizzati o in corso di completamento per , Falcade, Longarone, Ponte Nelle Alpi, Sappada, Valle di Cadore. Il Programma degli Interventi vigente comprende molti interventi in atto alla luce delle evidenze di non conformità riscontrate con tale procedura di infrazione, per le quali anche il Ministero dell’Ambiente ha sostenuto l’onere di importanti finanziamenti, debitamente contabilizzati a Programma.

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2.4. LA DISPONIBILITÀ E L’AFFIDABILITÀ DEI DATI DI QUALITA’ TECNICA

In ultimo luogo, si pone attenzione alla generale disponibilità di dati informativi, evidentemente in aggiunta a quelli già esplicitati al punto primo, ai sensi della’rt.23 della RQTI. Con riferimento al sistema informativo del gestore, che ha molto investito negli ultimi anni per dotarsi di un sistema gestionale evoluto, si rendiconta come i dati richiesti per la determinazione degli indicatori di cui alla deliberazione n.917/2017 sono risultati tutti disponibili. In particolare, a titolo non esaustivo si riporta: - Volumi di risorsa idrica di processo e consegnata all’utenza, di cui si è già riferito; - Cronologia delle interruzioni per interventi programmati e non programmati che abbiano comportato la sospensione del servizio, con indicazione dei tempi di sospensione, della località interessata e del numero di utenze coinvolte; - Cronologia dei provvedimenti sindacali di mancata potabilizzazione, con indicazione dell’ordinanza di sospensione e dell’ordinanza di revoca, della località interessata e del numero di utenze coinvolte; - Cronologia dei controlli analitici interni di laboratorio, riferiti alla qualità dell’acqua erogata, con indicazione dei campioni effettuati e dei parametri fuori norma verificati nell’anno di riferimento; - Cronologia degli sversamenti e/o allagamenti di fognatura segnalati, con indicazione della segnalazione ricevuta (data, provenienza, fenomenologia segnalata) e della successiva azione correttiva (data, riferimento odi, esecuzione effettuata); - Censimento sfioratori di piena, con georeferenziazione ed eventuale indicazione della loro adeguatezza normativa già verificata; - Registrazioni dei controlli su sfioratori di piena effettuati nell’anno di riferimento; - Registrazioni di gestione rifiuti in riferimento allo smaltimento dei fanghi di depurazione; - Cronologia dei controlli analitici interni di laboratorio, riferiti alla qualità dell’acqua depurata, con indicazione dei campioni effettuati e dei parametri fuori norma verificati nell’anno di riferimento;

Potendosi ritenere assolta la disponibilità riferita anche al quarto prerequisito, si è colta l’occasione per una generale verifica di affidabilità di tali dati, che necessitano di un particolare grado di approfondimento per poterne validare, in senso generale, l’origine. In definitiva, come per qualsiasi azione di revisione, si è potuto semplicemente operare delle verifiche di adeguatezza del dato e, a campione, chiederne dimostrazione. In genere tuttavia, la maggior garanzia di affidabilità dei dati proviene dal fatto, verificato direttamente, che i dati richiesti sono, presso il gestore, patrimonio diffuso e condiviso, alla cui collezione collaborano, per propria parte e competenza, moltissimi collaboratori diversi, inserendo a sistema informativo aziendale i dati richiesti man mano che gli eventi e le attività si susseguono. Non nasce cioè da una rendicontazione estemporanea perché richiesta dall’Ente di Governo dell’Ambito o dall’Autorità, ma è una metodologia di lavoro consolidata. Pertanto, si può ritenere assolta anche la disponibilità ed affidabilità riferita al quarto prerequisito. 20

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3. STANDARD SPECIFICI DI QUALITA’ TECNICA

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, necessita indicare e commentare i principali dati di rilevazione degli standard specifici S1, S2 e S3, come definiti in Allegato A alla Deliberazione n.917/2017/R/IDR:

Come si relazionerà al punto 4.2. “MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M2 – INTERRUZIONI DEL SERVIZIO” le interruzioni del servizio di acquedotto, sia programmate che non, sono sempre molto rapide.

Ai fini dell’indicatore S1, nel 2016 le interruzioni sono state 560, di cui 169 programmate (30,2%) e 391 non programmate, con un dato medio di sospensione pari a 5:30 ore. Analizzando i dati di registrazione, 551 interventi sono durati meno di 12 ore (98,4%). Al contrario, solamente 9 interventi hanno comportato una sospensione superiore alle 12 ore, e quindi sviluppata su più giornate di lavoro. Ma in tal caso le sospensioni vengono generalmente organizzate per non avere comunque una durata complessiva superiore alle 12 ore giornaliere e, laddove gli interventi necessari e previsti superino tale tempistica, viene prevista la ripresa del servizio il giorno successivo e quindi una successiva nuova sospensione. Nel 2016 tale modalità operativa ha comunque comportato una sospensione pur frazionata, su due giornate, complessivamente inferiore alle 24 ore totali, in 8 dei 9 casi citati. Un solo caso ha visto una durata di interruzioni frazionate successive, complessivamente per 4 giornate. Si è trattato di un intervento di pulizia di una condotta idrica, per il quale – come da avviso all’utenza – erano garantite ogni giorno tre fasce di erogazione, e precisamente 6:00-8:30, 12:00-13:30, 18:30-22:30. La durata complessiva della sospensione è stata pari a 64 ore, con 12 interruzioni programmate (utenze coinvolte 200). Pertanto, il dato di durata massima per singola sospensione è rispettato.

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Ai fini dell’indicatore S2, il servizio sostitutivo è garantito da due autobotti di proprietà del gestore che quindi sono prontamente dislocabili sul territorio, in caso di prolungamento della interruzione, ben prima delle 48 ore previste dallo standard specifico. Del resto, le utenze coinvolte sono sempre assai poche, qualche centinaio al massimo, e quindi è agevolmente gestibile anche un eventuale approvvigionamento mobile.

Ai fini dell’indicatore S3 invece, il tempo minimo di preavviso per sospensioni programmate è risultato superiore a 48 ore nel 34,3% dei casi del 2016, in miglioramento progressivo da allora.

In relazione agli obiettivi di questi standard specifici, allo stato attuale non erano previsti meccanismi di indennizzo. Con l’approvazione delle modifiche alla Convenzione, di cui all’iter di aggiornamento del PdI e del PEF per il secondo biennio tariffario, si dà atto del recepimento in Carta dei Servizi, in corso di emissione, anche con i contenuti di cui alla Deliberazione n.665/2017/R/IDR sull’articolazione tariffaria, degli standard specifici e della previsione dei relativi indennizzi automatici, ai sensi del comma 9.1 della deliberazione 917/2017/R/IDR.

Ai fini della prima rilevazione dei dati di interruzione del servizio, il gestore ha provveduto alla stima delle utenze coinvolte, secondo un principio precauzionale, ma legato essenzialmente al valore statistico del dato. In considerazione dell’entrata in vigore delle previsioni di registrazione, con l’esercizio 2018 sarà data applicazione ad una più puntuale identificazione delle utenze soggette alle interruzioni, soprattutto quelle beneficiarie di indennizzo automatico, per lo sforamento degli indicatori S1, S2 o S3.

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4. STANDARD GENERALI DI QUALITA’ TECNICA.

Come previsto dalla Deliberazione 918/2017/R/IDR, all’art.11: “gli Enti di governo dell’ambito (…) integrano i PdI (…) procedendo a: a) Effettuare la ricognizione dello stato delle infrastrutture sulla base degli ultimi dati tecnici disponibili (riferiti all’anno 2016), anche esplicitando le criticità rinvenibili sul territorio e riconducibili a uno o più dei prerequisiti introdotti con la RQTI di cui alla deliberazione 917/2017/R/IDR”; b) Individuare – per ogni gestore – il valore assunto da ciascuno dei macro-indicatori introdotti con la RQTI (…) identificando: i. Per l’anno 2018 la classe di partenza utilizzando i dati di cui alla precedente lett. a); ii. Per l’anno 2019 la classe in cui si prevede possa ricadere ciascuna gestione; c) Identificare – per ogni gestore, e con riferimento a ciascun macro-indicatore – l’obiettivo da conseguire secondo lo standard definito dalla RQTI in corrispondenza delle pertinenti classi individuate, per l’anno 2018 e 2019, secondo quanto indicato alla precedente lett.b); d) Esplicitare i singoli interventi volti a conseguire gli obiettivi di cui alla precedente lett.c); e) Con riferimento a ciascuno degli interventi di cui alla precedente lett.d), quantificare gli investimenti e la tempistica di realizzazione (cronoprogramma degli interventi) con esplicitazione dei soggetti attuatori e della popolazione interessata da ciascun intervento, a nonché indicare gli eventuali connessi costi operativi aggiuntivi Opex QT “ Si è quindi attivata una specifica attività di screening delle criticità presenti in relazione ai prerequisiti e ai macro-indicatori inseriti dall’Autorità, determinare quali interventi mettere in atto per attivare il processo di miglioramento previsto, con obiettivi progressivi ed obiettivo finale da mantenere, addivenendo alla valorizzazione degli investimenti necessari, per il loro inserimento a Programma degli Interventi. La Deliberazione 27 dicembre 2017 n.917/2017/R/IDR all’Art.2 “definizione degli indicatori di qualità tecnica” chiarisce puntualmente di quali indicatori e macro-indicatori abbia identificato come principali per la regolamentazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato: 2.2 Gli standard generali sono i seguenti: a) il macro-indicatore “Perdite idriche” (M1) …; b) il macro-indicatore “Interruzioni del servizio” (M2) …; c) il macro-indicatore “Qualità dell’acqua erogata” (M3) …; d) il macro-indicatore “Adeguatezza del sistema fognario” (M4) …; e) il macro-indicatore “Smaltimento fanghi in discarica” (M5) …; f) il macro-indicatore “Qualità dell’acqua depurata” (M6) …. Sulla base dei dati forniti dal gestore unico BIM Gestione Servizi Pubblici SpA con propria nota prot.6678 del 28.02.2018, a seguito di svariati incontri tecnici di approfondimento congiunto, per comprenderne la metodologia di rilievo e la gestione documentale, ma anche per commentarne l’evidenza, si è potuto addivenire a debita validazione, per effetto di analisi di congruenza con il patrimonio conoscitivo dell’Ente di Governo dell’Ambito. Successivamente si è potuto calcolare il valore degli indicatori e, quindi, delle conseguenti classi di appartenenza per ciascun macro- indicatore.

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4.1. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M1 – PERDITE IDRICHE

4.1.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture APP2.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e Attualmente molte reti obsolete necessitano di degli impianti di adduzione una sostituzione di intere tratte per ridurre drasticamente le perdite in fase di distribuzione APP4.1 Non totale copertura o cattivo Attualmente non sono presenti sistemi di funzionamento o vetustà dei misuratori (dei misura su ogni opera di presa, ma solamente parametri di quantità e di qualità) nelle opere di sulle sorgenti principali presa APP4.2 Non totale copertura o cattivo Attualmente non sono presenti sistemi di funzionamento o vetustà dei misuratori (dei misura su ogni linea o serbatoio di adduzione, parametri di quantità e di qualità) nelle ma solamente sulle linee principali infrastrutture di adduzione DIS1.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e Attualmente molte reti obsolete necessitano di degli impianti di distribuzione (condotte, opere una sostituzione di intere tratte per ridurre civili, apparecchiature meccaniche ed drasticamente le perdite in fase di distribuzione elettromeccaniche) DIS2.2 Pressioni eccessive Attualmente le pressioni eccessive determinano condizioni di perdita eccessiva, ma comunque sono l’indice di un eccessivo prelievo alla sorgente DIS3.1 Non totale copertura o cattivo Attualmente non sono presenti sistemi di funzionamento o vetustà dei misuratori di misura su ogni linea di processo, ma solamente processo (dei parametri di quantità e di qualità) sulle linee principali DIS3.2 Non totale copertura o cattivo Attualmente non sono ancora presenti sistemi funzionamento o vetustà dei misuratori di di misura per ogni utenza utenza EFF2.1 Necessità di sviluppo di una Il Programma degli Interventi è ancora pianificazione degli interventi di manutenzione sottodimensionato rispetto alle necessità di e di sostituzione periodica degli asset rinnovo periodico degli asset

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M1a M1b M1 Valore Anno 2016 43,57 78,10 - indicatore Anno 2017 nd Nd - Classe Anno 2018 - - E Anno 2019* - - E Obiettivi Anno 2018 40,96 - - minimi Anno 2019* 38,50 - - *previsione

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Il macro-indicatore “Perdite idriche” (M1) è stato così determinato: a. indicatore “Perdite idriche lineari” (M1a) M1a = WLTOT/(365 x Lp) Con unità di misura in mc/km/gg

dove WLTOTWIN -WOUT pertanto per il gestore unico i valori di calcolo risultano essere:

WIN = 70.031.439 mc

WOUT = 15.335.687 mc

WLTOT 54.695.752 mc Lp = 3439 km

E quindi per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2016 risultava: M1a = 43,57 mc/km/gg b. indicatore “Perdite idriche percentuali” (M1b)

M1b = WLTOT /  WIN In valore assoluto percentuale (%) pertanto per il gestore unico i valori di calcolo risultano essere:

WLTOT 54.695.752 mc

WIN = 70.031.439 mc

E quindi il valore dell’indicatore nel 2016 risultava: M1b = 78,10 %

Classe e obiettivi. Alla luce della Tavola 2, il macro-indicatore M1 nel 2018 risulta essere in “Classe E”, in ragione della prevalenza dell’indicatore M1b > 55%, sul miglior dato dell’indicatore M1a.

Alla luce della Tavola 3, per la Classe “E” l’obiettivo risulta essere “-6% di M1a annuo”, ovvero sembra imporre un miglioramento del 6% annuo dell’indicatore M1a, ma con effetto positivo anche sull’indicatore M1b, che deve raggiungere la soglia del 55% per portare il macro-indicatore in “Classe D”.

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Ai sensi del punto 6.7 dell’Allegato A, secondo l’interpretazione autentica dell’Autorità resa in sede di revisione del presente documento, l’obiettivo dell’indicatore M1a viene fissato: • per il 2018 M1a < 40,96 • per il 2019 M1a < 38,50 verificando come il miglioramento incida matematicamente anche sul più drastico valore di M1b < 73,42.

Questo pone una necessità di approfondimento sulla situazione in essere, che si sviluppa di seguito. Innanzi tutto, la diversa collocazione degli indicatori M1a ed M1b segnala una condizione di massimo sfavore della performance in termini di perdita percentuale, che tuttavia sembra essere meno problematica in termini di perdite lineari. È evidentemente un elemento di peculiarità del territorio servito, con una rete che propone tratte lunghissime di acquedotto per quantitativi erogati modestissimi. Tuttavia, per quanto riguarda le perdite percentuali sono necessari alcuni approfondimenti, che si sono iniziati e di cui si vuole dare una prima evidenza.

Quantitativo captato La rete è storicamente ed orograficamente congeniata per alimentare utenze anche disperse, con singole reti acquedottistiche, per lo più dotate di sorgente propria (rammentiamo che l’ambito dispone di 526 sorgenti di montagna diverse), che in cui la captazione avviene generalmente sull’intera disponibilità di concessione, salvo poi essere sfiorata in uno dei serbatoi di accumulo in linea. Si tratta pertanto di una condizione che presenta un rilevantissimo bilancio in perdita, fin nella fase di adduzione, cioè non dipendenti da condizioni di inefficienza della rete, quanto piuttosto dal risultato di una duplice condizione: enorme disponibilità idrica, che non viene lasciata all’ambiente in fase di captazione, ma restituita all’ambiente successivamente, non appena superflua, ai primi serbatoi di accumulo, spesso anch’essi in alta montagna. Non si tratta quindi di perdite per ammaloramento delle infrastrutture, e allo stato attuale nemmeno di una condizione di grave depauperamento naturale della risorsa idrica, dato che la restituzione all’ambiente avviene in località poco distanti dalla captazione originaria. Le perdite in fase di adduzione vengono calcolate superiori ai 10 milioni di metri cubi anno, ovvero quasi il 20% del totale delle perdite. In questo senso, la possibilità di non prelevare risorsa idrica non necessaria, operando accumuli “intelligenti” che non sfiorino l’eccesso, risulta essere un indubbio obiettivo delle reti acquedottistiche più importanti, progressivamente da estendere anche sulle reti minori. 26

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Quantitativo erogato Il gestore dichiara di erogare, al netto delle cessioni ad altri operatori acquedottistici, un quantitativo annuo autorizzato, anche se non completamente fatturato, pari a 14.111.048 mc nel 2016. Si tratta del dato principale su cui riflettere per valutare anche la congruità del calcolo delle perdite, per differenza rispetto all’immesso. Infatti, per un ambito territoriale di 202.431 abitanti, caratterizzato da una forte vocazione turistica quale quello della provincia di Belluno, risulta un consumo pro capite pari a circa 70 mc/anno. Si tratta di un dato ben al di sotto della media nazionale, che viene certificato in 83 mc/anno, con dati maggiori al nord e minori al sud Italia, ed una punta assoluta in Valle d’Aosta con addirittura 169 mc/anno pro capite. Atteso che le caratteristiche di montagna della Valle d’Aosta sono assai simili alla provincia dolomitica, ci si aspetterebbe un dato più vicino a questo, piuttosto che al ribasso del dato medio nazionale. È fondata la sensazione che le quantità in distribuzione non rilevino molte utenze ad uso pubblico, che non essendo state censite (e quindi né autorizzate, né misurate o fatturate), per le condizioni storiche di gestione della rete acquedottistica, oggi risultano a tutti gli effetti perdite di processo. In particolare, ci si riferisce all’esempio delle fontane libere ad uso pubblico, che costituiscono un elemento caratteristico nell’Ambito Territoriale, con valenze anche tecniche particolari, fungendo in qualche modo da sistema di sfioro naturale per le reti acquedottistiche che vengono alimentate in continuo dalle sorgenti in quota e trovano un elemento di regolazione della pressione. Come noto sono un elemento tradizionale del territorio, patrimonio artistico nei nuclei urbani più antichi, elemento di arredo urbano ancora inserito anche nelle nuove lottizzazioni, agente di utilità pubblica nelle aree rurali, lungo vie principali e secondarie, interne, financo sentieri, per uso di abbeveratoio pubblico anche del bestiame al pascolo, oltre che risultare attrattiva turistica di pregio. In definitiva non c’è località per quanto sperduta che non annoveri uno slargo, piazza o crocevia in cui non sia presente una fontana pubblica, ad uno, due, tre o quattro cannelli, in ragione dell’importanza della fontana, per un numero complessivo di svariate centinaia in totale. Il gestore, dal canto suo, sta ponendo la dovuta attenzione alla fattispecie, dotando progressivamente tali fontane dei necessari contatori, a seguito anche della necessaria ricognizione sullo status giuridico della fontana (proprietà pubblica ed uso pubblico non sempre sono coerenti), anche in relazione alla imminente revisione dell’articolazione tariffaria. Pertanto, si ipotizza che i quantitativi riferiti al 2016 potranno essere sensibilmente diversi già nel consuntivo 2018, alla luce del completo aggiornamento del censimento delle utenze effettive.

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4.1.2. INTERVENTI SELEZIONATI 4.1.2.1. INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Nonostante gli interventi siano per lo più a risoluzione di criticità che emergono con profili multi- indicatore, gli interventi che si è deciso di confermare, incrementare e indirizzare al miglioramento del macro-indicatore M1, a risoluzione delle criticità indicate e con l’intento di rispettare gli obiettivi previsti, sono i seguenti:

 € 1.600.000 per gruppi di misura su linee adduttrici degli acquedotti principali, in corrispondenza di serbatoi e di installazioni preso l’utenza; in particolare sono stati già previsti: o 13 gruppi di misura su linee adduttrici acquedotti principali nel 2018, già esattamente individuati, per un importo in aggiornamento al Programma degli Interventi di € 100.000,00; o 22 gruppi di misura su linee adduttrici acquedotti principali nel 2019, già esattamente individuati, per un importo in aggiornamento al Programma degli Interventi di € 100.000,00; o Una dotazione stabile di ulteriori € 100.000,00 all’anno dal 2020 in poi, secondo un programma ancora da definire;

 € 14.597.000, per opere puntuali anche minori, finalizzate alla riduzione delle perdite idriche con sostituzione condotte, ampliamento serbatoi, adeguamento opere di presa:

Comune Descrizione Importo finanziato

Agordo sostituzione condotta rete idrica Via Dante Alighieri € 70.000,00 Alleghe adeguamento impianti captazione acquedotto in loc. Ru de Rialt € 30.000,00 Alleghe sostituzione condotta rete idrica Via Pape € 18.000,00 sostituzione condotta rete idrica Villaggio Riviera in loc. Farra Alpago € 40.000,00 d'Alpago Alpago sostituzione condotta rete idrica loc.Torcin in loc. Pieve d'Alpago € 25.000,00 Belluno rifacimento strutturale pozzi de l'Anta € 75.000,00 € 25.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica loc. Roanza € 50.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica serbatoio Col di Piana € 40.000,00 Belluno messa in sicurezza acquedotto sorgenti Val Medone € 25.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica serbatoio Sopracroda € 10.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica Caleipo € 10.000,00 Belluno sistemazione condotte ponte Gresal € 50.000,00 Belluno Acquedotto Rio dei Frari: tratto Coltron- Fiammoi € 990.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica Via Meassa € 42.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica Via Nevegal € 35.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica loc. Salce € 35.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica Via Internati Alpe in Fiore € 16.000,00 Belluno sostituzione condotta rete idrica loc. Visome € 10.000,00 Belluno rifacimento Acquedotto da Bios a Marisiga € 200.000,00 Belluno- Ponte nelle Alpi Acquedotto Rio dei Frari: tratto Piaia - Vena d'Oro € 780.000,00 28

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Belluno- Ponte nelle Alpi Collegamento Maraschiata Col de Gou € 400.000,00 Canale d'Agordo ampliamento serbatoio forcella Lagazzon € 50.000,00 Cencenighe Agordino Realizzazione adduzione acquedotto Valle del Biois (1° stralcio) € 1.400.000,00 sostituzione condotta rete idrica Via dei Mori € 15.000,00 Cesiomaggiore Sostituzione tratto adduttrice Val Canzoi (1° stralcio) € 450.000,00 Chies d'Alpago sostituzione condotta rete idrica loc. Irrighe € 28.800,00 Sost. tratti acquedotto € 60.000,00 Colle S.Lucia rifacimento linea La Vena € 100.000,00 Comelico Superiore adeguamento strutturale serbatoio acquedotto di Dosoledo € 100.000,00 Comelico Superiore sostituzione condotta rete idrica Via Rodolfo Martini € 45.000,00 Comelico Superiore riattivazione acquedotto Ligonti € 50.000,00 collegamento adduzione idrica serbatoio Pecol e Cristallo in Via Cortina d'Ampezzo € 202.000,00 Faloria e Via Cantore Cortina d'Ampezzo sostituzione condotta rete idrica da Via Faloria e Cojana € 40.000,00 Cortina d'Ampezzo sostituzione collettore rete idrica in camera di manovra Via Roma € 10.000,00 Cortina d'Ampezzo realizzazione serbatoio Pocol € 300.000,00 Falcade sostituzione condotta rete idrica Via Roma € 30.000,00 Feltre sostituzione condotta rete idrica loc. Anzù € 40.000,00 Feltre sostituzione condotta rete idrica Via Tofana € 31.000,00 Feltre sostituzione condotta rete idrica loc. Col Pilon € 30.000,00 Feltre rifacimento sfioro di testa e scarico depuratore di Cellarda € 200.000,00 Feltre sostituzione condotta rete idrica Via Anconetta € 61.000,00 Fonzaso interventi di messa in esercizio serbatoio di via Calzen € 150.000,00 Adeguamento opere di presa acquedotto Val Clusa ai fini del rilascio / € 50.000,00 del DMV Lamon interventi di adeguamento criticità acquedotto urbano € 1.500.000,00 € 1.200.000,00 Sostituzione tratto di condotta acquedottistica tra la sorgente"La € 200.000,00 Vena" e la loc. Canai in Comune di Lentiai Limana sostituzione condotta rete idrica Via Roma € 40.000,00 Limana sostituzione condotta rete idrica loc. Valpiana € 35.000,00 Limana sostituzione condotta rete idrica loc. Valmorel € 16.000,00 Limana sostituzione condotta rete idrica loc. Col Vendromel € 25.000,00 Limana sostituzione condotta rete idrica loc. Ricomes e Corve € 15.000,00 Sostituzione tratta adduttrice acquedotto Comunità Montana - Limana, Mel, € 300.000,00 1°intervento Sostituzione tratta adduttrice acquedotto Comunità Montana - Limana, Mel, Trichiana € 300.000,00 2°intervento Sostituzione tratta adduttrice acquedotto Comunità Montana -3° Limana, Mel, Trichiana € 300.000,00 intervento Sostituzione tratta adduttrice acquedotto Comunità Montana -4° Limana, Mel, Trichiana € 300.000,00 stralcio Sostituzione tratta adduttrice acquedotto Comunità Montana -5° Limana, Mel, Trichiana € 300.000,00 stralcio Livinallongo Del Col Di Lana Manutenzione straordinaria e potenziamento acquedotto € 250.000,00 Longarone sostituzione condotta rete idrica loc. Podenzoi Viale De Biasi € 30.000,00 Longarone sostituzione condotta rete idrica loc. Provagna € 12.000,00 Mel sostituzione condotta rete idrica loc. Pellegai € 15.000,00 Mel sostituzione condotta rete idrica loc. Nave € 25.000,00 adeguamento strutturale opera presa sorgente Porcilia € 45.000,00 Pedavena sostituzione condotta rete idrica loc.Norcen € 19.000,00 Pedavena sostituzione condotta rete idrica Via Roma € 65.000,00

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Pieve di Cadore interconnessione acquedotti di Calanzo e Pieve € 250.000,00 Pieve di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via Faveri € 55.000,00 Pieve di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via delle Piazze € 35.000,00 Pieve di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via Rosso € 20.000,00

Pieve di Cadore rifacimento acquedotto e fognatura Scalinata De Faveri € 70.000,00 Ponte nelle Alpi Adeguamento captazione Rio dei Frari € 150.000,00 Ponte nelle Alpi sostituzione condotta rete idrica loc. Lizzona € 42.000,00 Ponte nelle Alpi sostituzione condotta rete idrica loc. Canevoi € 35.000,00 Ponte nelle Alpi sostituzione condotta rete idrica loc. Cima i Prà € 23.000,00 Ponte nelle Alpi sostituzione condotta rete idrica loc. Piaia € 18.000,00

Ponte nelle Alpi Acquedotto Rio dei Frari: tratto Coltron - Piaia € 2.000.000,00 sostituzione condotta rete idrica Via Fontanelle € 35.000,00 sostituzione condotta rete idrica loc. Moè di Laste € 15.000,00 Rocca Pietore ampliamento capacità serbatoi di Coracoi, Moè di Laste e Masarè € 120.000,00 S.Giustina Bellunese sostituzione condotta rete idrica Viale della Stazione € 60.000,00 S.Stefano di Cadore collegamento sistemi acquedottistici distinti Via Pove - Ante € 10.000,00 S.Stefano di Cadore sostituzione condotta rete idrica ponte di Via Rovè € 20.000,00 Sedico sostituzione condotta rete idrica Via Fornaci € 10.000,00 sostituzione condotta rete idrica Via Santa Fosca € 40.000,00 Selva di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via Landria loc. All'Agnol € 15.000,00 Selva di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via Al Monico € 15.000,00 consolidamento opera di presa Aldega € 30.000,00 sostituzione condotta rete idrica loc. Faller € 26.000,00 Sovramonte sostituzione condotta rete idrica a valle serbatoio di Valdelle € 15.000,00 Sovramonte realizzazione acquedotto e fognatura di Faller € 500.000,00 ampliamento serbatoio Col Carrera € 30.000,00 sostituzione condotta rete idrica Via Cal Vecia loc. Cambruz € 40.000,00 Trichiana sostituzione condotta rete idrica loc. Col di Pera Pranolz € 8.000,00 Val di Zoldo sostituzione condotta rete idrica Via Vittorio Veneto € 35.000,00 Val di Zoldo sostituzione condotta rete idrica Via Pecol € 25.000,00 Val di Zoldo sostituzione condotta rete idrica loc. Chiesa di Zoldo Alto € 22.000,00 Val di Zoldo sostituzione condotta rete idrica loc. Cornigian € 18.000,00 Val di Zoldo acquedotto di Colcerver € 350.000,00 Valle di Cadore sostituzione condotta rete idrica Via XX Settembre € 35.000,00 Valle di Cadore sostituzione condotta rete idrica loc. Rusecco € 20.000,00 linea nuovo serbatoio Manzana € 100.000,00 adeguamento 7 serbatoi acquedotto (Quantin, Montebello, vari € 120.000,00 S.Agapito, Crer, Nareon, il Ghiro, Col Perer)

 € 200.000 nel biennio corrente per ulteriori opere straordinarie d’urgenza particolarmente necessarie per l’eliminazione di perdite improvvise;  dal 2020 in poi dotazione per “interventi minori di rifacimento, manutenzione straordinaria e sostituzione anche in emergenza” in quota parte, stimata pari al 40% del plafond complessivo per Acquedotto, Fognatura e Depurazione pari a € 18.200.000, quindi per un impegno presunto di € 7.280.000;

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 € 8.000.000 in 16 anni, con un importo programmato di € 500.000 all’anno, per opere di allaccio, solo marginalmente riferite a nuovi allacci, ma in stragrande maggioranza relativi a rifacimenti allacci preesistenti, a fine vita e quindi con consistenti perdite, tra lo stacco dalla rete principale e fino al contatore dell’utenza.  € 1.600.000 in 16 anni di informatizzazione reti. In totale quindi il plafond del presente Programma aggiornato riporta investimenti correlati al macro-indicatore M1 di adeguatezza del sistema acquedottistico, stimati per più di 33 milioni di euro.

4.1.2.2. INTERVENTI GESTIONALI

Come introdotto, la ricerca perdite passa necessariamente anche per un censimento straordinario di utenze non ancora censite, eppure storiche, che sarà attivato in concomitanza con l’attivazione della nuova articolazione tariffaria di cui alla deliberazione n.665/2017/R/IDR.

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4.2. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M2 – INTERRUZIONI DEL SERVIZIO

4.2.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture APP2.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e Attualmente molte reti obsolete necessitano di degli impianti di adduzione una sostituzione di intere tratte per ridurre drasticamente le perdite in fase di distribuzione APP2.3 Insufficiente capacità idraulica e/o Attualmente la mancanza di adeguati scarsa flessibilità di esercizio delle infrastrutture collegamenti tra reti contermini soffre in di adduzione corrispondenza dei picchi di presenze turistiche. APP3.1 Ricorrenza di interruzioni dovute a La fragilità idrogeologica del territorio si fenomeni naturali o antropici ripercuote inevitabilmente talvolta anche sulle interruzioni del servizio, pur prontamente ripristinate. DIS1.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e Attualmente molte reti obsolete necessitano di degli impianti di distribuzione (condotte, opere una sostituzione di intere tratte per ridurre civili, apparecchiature meccaniche ed drasticamente le perdite in fase di distribuzione elettromeccaniche) DIS1.3 Capacità idraulica delle infrastrutture Le modifiche della domanda in relazione ai non rispondente ai livelli di domanda flussi turistici prevede il potenziamento della disponibilità in pochissimi periodi dell’anno, ma per quantità elevatissime DIS1.4 Inadeguate capacità di compenso e di Le modifiche della domanda in relazione ai riserva dei serbatoi flussi turistici prevede il potenziamento della disponibilità in pochissimi periodi dell’anno, ma per quantità elevatissime EFF2.1 Necessità di sviluppo di una Il Programma degli Interventi è ancora pianificazione degli interventi di manutenzione sottodimensionato rispetto alle necessità di e di sostituzione periodica degli asset rinnovo periodico degli asset

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M2 Valore Anno 2016 4,98 indicatore Anno 2017 nd

Il macro-indicatore “Interruzioni del servizio” (M2) è determinato da:

M2 = Ui x ti)/ Utot ACQ Con unità di misura in ore Dove: Ui = numero di utenti finali soggetti alla i-esima interruzione ti = durata della i-esima interruzione Utot ACQ = numero complessivo degli utenti finali serviti dal gestore per il servizio di acquedotto.

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Considerando che tale computo va effettuato per l’annualità 2016 si rendiconta come le interruzioni registrate siano state 560 per un totale di 3.072,5 ore di interruzione dei servizi di erogazione acqua in altrettante località. In media, per ciascuna interruzione la durata è stata di 5,49 ore, praticamente pari a mezza giornata di sospensione del servizio. Riparametrando tali interruzioni al numero di utenze soggette, rispetto al totale delle utenze servite, si identifica l’indicatore M2. Pertanto, per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 riferito alle interruzioni del 2016 risulta: M2 = 4,98 ore Peraltro la quasi sovrapponibilità tra dato medio di durata dell’interruzione ed M2 fa derivare l’osservazione che mediamente ogni utenza debba aver avuto nell’anno una sola interruzione, durata all’incirca 5 ore. La Classe. Alla luce della Tavola 4, il macro-indicatore M2 risulta essere in “Classe A”.

Del resto, le interruzioni programmate e non programmate sono sempre assai contenute, limitate allo stretto necessario per ripristinare il servizio in caso di manutenzioni. L’obiettivo del gestore risulta quindi essere il mantenimento di tale posizione per il futuro, cercando di monitorare l’andamento tendenziale dell’indicatore, auspicabilmente sempre al miglioramento. Si sottolinea tuttavia la necessità da parte del gestore di una più accurata valorizzazione delle utenze interrotte per ciascuna sospensione, atteso che la loro quantificazione non è facilmente determinabile senza sistemi informativi sofisticati. Su questo si rinviene la possibilità di una opportuna azione di miglioramento.

4.2.2. INTERVENTI SELEZIONATI Alla luce dell’attuale condizione ottimale, si ritiene di non dover assumere alcuna iniziativa, né con interventi infrastrutturali, né gestionali. Tuttavia, è evidente che la attuale situazione deriva da un impegno in termini di interventi sì diffuso, ma tarato sull’attuale volume di interventi ordinari e straordinari. Risulta facilmente prevedibile che, con un volume di investimenti maggiore sulla rete, possano esserci ricadute negative sull’indicatore relativo alle durate delle interruzioni del servizio.

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4.3. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M3 – QUALITA’ DELL’ACQUA EROGATA

4.3.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture APP1.3 Vulnerabilità delle fonti di Attualmente molte opere di presa risultano approvvigionamento e/o inadeguatezza delle scarsamente protette; inoltre le sorgenti sono aree di salvaguardia per lo più superficiali e dunque estremamente vulnerabili APP3.1 Ricorrenza di interruzioni dovute a La potabilizzazione dipende essenzialmente da fenomeni naturali o antropici fenomeni naturali anche non eccezionali, che intaccano la qualità dell’acqua prelevata, necessitando interventi di potabilizzazione preventiva POT1.1 Inadeguatezza di progetto, delle Attualmente non tutte le prese sono servite da condizioni fisiche, di monitoraggio, dei dispositivi di potabilizzazione trattamenti EFF2.1 Necessità di sviluppo di una Il Programma degli Interventi è ancora pianificazione degli interventi di manutenzione sottodimensionato rispetto alle necessità di e di sostituzione periodica degli asset rinnovo periodico degli asset

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M3a M3b M3c M3 Valore Anno 2016 0,135 % 33,63 % 3,88 % - indicatore Anno 2017 nd nd nd - Classe Anno 2018 - - - E Anno 2019* - - - E Obiettivi Anno 2018 0,0675% - - - minimi Anno 2019* 0,005% - - - *previsione

Il macro-indicatore “Qualità dell’acqua erogata” (M3) è determinato da:

a. indicatore “incidenza ordinanze di non potabilità” (M3a);

M3a = (Ui x ti) / Utot ACQ x 100 In valore assoluto percentuale (%) Dove: Ui = numero di utenti finali interessati dalla i-esima ordinanza di non potabilità ti = durata della i-esima ordinanza di non potabilità Utot ACQ = numero complessivo degli utenti finali serviti dal gestore per il servizio di acquedotto Considerando che tale computo va effettuato per l’annualità 2016 si rendiconta come le ordinanze di non potabilità registrate siano state 44 per un totale di 443 giornate

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Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018 di mancata potabilità dell’acqua in altrettante località per un totale di 9.182 utenze soggette. In media, per ciascuna interruzione la durata è stata di 10,1 giorni, per 208,7 utenze soggette. Riparametrando tali interruzioni al numero di utenze interessate, rispetto al totale delle utenze servite, si identifica l’indicatore M3.

Pertanto per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta: M3a = 0,135 % L’obiettivo a regime è raggiungere 0% di ordinanze all’anno. Ma il primo step è raggiungere “ENTRO DUE ANNI” il valore minimo di 0,005%.

Come si può ben comprendere questo assume i connotati come il peggiore degli indicatori di RQTI attualmente implementati, perché attiene alla sfera della sicurezza sanitaria, e incide direttamente sulla qualità della vita degli utenti e della popolazione tutta. Il dato attuale rivela una condizione storica di periodica non potabilità che deriva da condizioni non antropiche, ma naturali, con cui l’utenza è abituata a convivere. Pertanto, il fenomeno, culturalmente, non viene colto dalla popolazione con allarme sociale, così come le azioni correttive vengono attese di buon grado. Si tratta tuttavia di un fenomeno evidente, pur limitato, di rischio per la salute pubblica, tanto da dover essere trattato con Ordinanze Sindacali. Dal punto di vista della rete di monitoraggio e controllo, nella sezione di adeguatezza a livello di prerequisiti si è già detto, ma in questa sezione si vuole affrontare il tema della gestione della sospensione della potabilizzazione. Dal confronto sul tema con l’ULSS, si è compreso pienamente come la attuale organizzazione di analisi, affidate a laboratori fuori provincia, costituisce un vincolo insuperabile all’abbattimento dei tempi di risoluzione delle Ordinanze. Una mancata potabilità che venga risolta in poche ore deve attendere tempi di campionamento, analisi e rilascio dell’esito favorevole assai lunghi, in medi pari a 10 giorni, ovvero ad una settimana e mezza, comprensiva dei tempi di inattività nel finesettimana, e compresi i tempi di prelievo di controllo ed invio dei secondi campioni in laboratorio. Certamente si tratta di una criticità data dalla dislocazione periferica della Provincia di Belluno, ed ancor di più delle singole località di montagna presso cui vengono prelevati i campioni. A questo si aggiunge l’inevitabile possibilità che anche l’Ordinanza Sindacale venga formalmente revocata con qualche lungaggine burocratica legata alle giornate di chiusura uffici, di firma e di protocollo, ad emergenza ormai superata. Questo tuttavia incide sulla durata legale dell’Ordinanza ed oggi anche sull’indicatore M3a. Tuttavia nel calcolo dell’indicatore non è stato possibile effettuare una compiuta disamina dei casi avvenuti nel 2016, per depurarne l’incidenza. Sarà onere del gestore e dell’EGA attivare un confronto con le amministrazioni coinvolte, per migliorare di quanto possibile il tempo di mancata potabilizzazione. Indubbiamente l’obiettivo di ZERO ordinanze appare allo stato attuale ancora lontano. 35

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018 b. indicatore “tasso di campioni da controlli interni non conformi” (M3b); M3b = Ccnc / Ctot x 100 In valore assoluto percentuale (%) Dove: Ccnc = numero di campioni di acqua analizzati dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione e risultati non conformi. Tale valore nel 2016 è risultato pari a 455. Ctot = numero complessivo di campioni di acqua analizzati dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione. Tale valore nel 2016 è risultato pari a 1.353.

Pertanto, per il gestore unico il valore dell’indicatore risulta: M3b = 33,63 % L’obiettivo a regime è raggiungere il valore 0,5%, ma il primo step è rientrare “ENTRO QUATTRO ANNI” entro il valore del 5%.

Come facilmente comprensibile, a fronte di una significativa incidenza di Ordinanze di non potabilizzazione, sono corrispondenti un significativo numero di analisi risultate fuori norma. Tuttavia, il dato andrebbe più correttamente confrontato con il numero complessivo di analisi effettuato, tenendo cioè conto anche dell’attività dell’ULSS, che opera in autonomia, ma in modo coordinato con il gestore nel costante monitoraggio della situazione e, soprattutto, conosce bene punti e momenti di criticità, su cui concentrare il controllo. Tuttavia, il numero di controlli non conformi (455) di per sé non è particolarmente elevato, se confrontato con il numero di ordinanze (44) emesse. Infatti, per ciascun controllo risultato non conforme si susseguono vari campionamenti in aree limitrofe e nelle giornate successive, per poter dichiarar il rientro entro parametri di legge. Più critica sembra invece la quantità di controlli interni attivati dal gestore in autonomia, per garantire la potabilizzazione. 1353 campioni analizzati in un anno sono meno di 4 al giorno, a fronte, come si evidenziava, di più di 500 sorgenti diverse e nella consapevolezza che la criticità ha derivazione esclusivamente naturale, e mai antropica. Infatti, se la non conformità deriva da situazioni esogene alla adduzione, ma collegate alla superficialità delle sorgenti in captazione, esposte a contaminazione con materiale organico presente in alta montagna, appare evidente che il numero di campionamenti possa essere utilmente incrementabile, parallelamente alle azioni correttive che si stanno già portando avanti, con l’installazione di impianti di potabilizzazione, ad UV o cloratori, sulla base di un programma prioritario, già richiesto al gestore e già avviato nell’autunno 2017, anche con contributi dell’Ente di Governo dell’Ambito, che aveva inteso spingere il gestore ad affrontare con risolutezza il fenomeno delle eccessive ordinanze, che spesso coincidono anche con periodi di stagione turistica, da cui dipende l’economia locale. 36

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c. indicatore “tasso di parametri da controlli interni non conformi” (M3c); M3c = Ppnc / Ptot x 100 In valore assoluto percentuale (%) Dove: Ppnc = numero di parametri non conformi in tutti i campioni di acqua prelevati dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione. Tale valore nel 2016 è risultato pari a 1.025. Ptot = numero di parametri analizzati in tutti i campioni di acqua prelevati dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione. Tale valore nel 2016 è risultato pari a 26.427.

Pertanto, per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta: M3c = 3,88 % L’obiettivo a regime è raggiungere il valore 0,1%, ma il primo step è rilevante solo dopo 6 anni, in cui si è intervenuti su M3b, attivando una riduzione del 10% annuo.

Come facilmente prevedibile, il parametro analitico risulta assai meno sfavorevole, perché i parametri analizzati sono molteplici, mentre quelli di non potabilità risultano sempre e solo legati a qualche presenza microbiologica, come detto di origine naturale.

Classe e obiettivi.

Alla luce della Tavola 5, il macro-indicatore M3 risulta essere in “Classe E”, in ragione della prevalenza dell’indicatore M1a > 0,005%, rispetto agli altri due indicatori M3b e M3c.

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In particolare, la distanza enorme tra la situazione attuale e l’obiettivo, pone anche una condizione di forte disagio nel poter ipotizzare, come indicato, l’obiettivo di rientro all’interno del parametro 0,005% in soli 2 anni.

Ai sensi del punto 11.3 dell’Allegato A, secondo l’interpretazione autentica dell’Autorità resa in sede di revisione del presente documento, l’obiettivo dell’indicatore M3a viene fissato in: • 2018 M3a < 0,5 x (0,14% - 0,005%) + 0 x 0,005% = 0,0675% • 2019 M3a < 0 x (0,14% - 0,005%) + 1 x 0,005% = 0,005% Pertanto, se il passaggio entro il 2018 ad un valore meno che dimezzato appare già del tutto proibitivo, passare nel solo anno 2019 a decimare il valore dell’anno prima appare del tutto inarrivabile, allo stato attuale. In ogni caso, la criticità strutturale delle sorgenti superficiali di alimentazione dell’intera rete acquedottistica dolomitica, rende problematico attuare un piano di così ampia portata in tempi tanto brevi.

4.3.2. INTERVENTI SELEZIONATI 4.3.2.1. INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Per incidere effettivamente sulla potabilizzazione dell’acqua erogata, oltre agli interventi già realizzati dal gestore sulle principali reti acquedottistiche, l’Ente di Governo dell’Ambito aveva già avviato un’opera di ricognizione dello stato dell’arte, ma anche una azione di approfondimento e sensibilizzazione sul tema, assai sentito nel Bellunese tutto, della qualità percepita dell’acqua erogata. Essendo in zone di montagna, con acqua tradizionalmente pregiata, ma anche caratterizzata dal punto di vista gustativo, gli interventi di potabilizzazione sono stati sinora poco apprezzati, fino ad essere osteggiati, per una equivoca tutela della qualità gustativa della risorsa idrica. L’acqua trattata viene infatti considerata tipica dei territori di pianura o di mare, non di montagna, che disporrebbe invece di acqua pura, che non necessita di alcuna potabilizzazione preventiva. In realtà così non è, eppure l’esigenza di una tutela assoluta della salute pubblica, combinata alla tecnologia disponibile, consentono di intervenire sulla potabilità dell’acqua anche in modo assai poco invasivo, ma costante nel tempo. Cosa che invece non è possibile garantire in occasione delle ordinanze sindacali di non potabilizzazione, quando gli interventi di clorazione in linea possono anche essere eccessivamente percepibili. Da questo punto di vista si è quindi provveduto a favorire l’istallazione di potabilizzatori, anche mettendo a disposizione alcuni contributi al gestore, mentre a seguire si è previsto saranno progressivamente adeguate le aree di salvaguardia in corrispondenza delle sorgenti, così come le stesse opere di presa per la garanzia dei nuovi parametri di DMV (deflusso minimo vitale).

Nonostante gli interventi siano per lo più a risoluzione di criticità che emergono con profili multi- indicatore, gli interventi che si è deciso di confermare, incrementare e indirizzare al miglioramento del macro-indicatore M3, a risoluzione delle criticità indicate e con l’intento di rispettare gli obiettivi previsti, sono i seguenti:

 € 300.000 per impianti di potabilizzazione su 28 opere di captazione, suddivisi nel triennio 2018, 2019 e 2020; ulteriori € 200.000 nel biennio a seguire; in particolare per gli interventi

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nel 2018 il Consiglio di Bacino ha già reso disponibile un contributo del 64%, sulla base della programmazione presentata dal gestore, che ha già identificato le prime 6 opere di presa da infrastrutturare:

1.Alleghe serbatoio Caldiera Cloratore 2.Longarone serbatoio Fortogna Cloratore 3. partitore di Seren Cloratore 4.Sovramonte serbatoio di San Rocco Cloratore 5.Val di Zoldo serbatoio Laveda - Calchera Cloratore 6.Valle di Cadore serbatoio Giau - Venas Cloratore 7.Cencenighe Agordino Serbatoio Bastiani Uv 8.Cesiomaggiore serbatoio Marianne Uv 9.Chies d'Alpago Serbatoio Noal Cloratore 10.Cibiana di Cadore Serbatoio Pianezze Monte Lepre cloratore / uv 11. Serbatoio Costalta Uv 12. Serbatoio Deppo Cloratore 13. Agordino Serbatoio Sant'Andrea Cloratore 14.Lamon Serbatoio Furianoi Uv 15.Lamon Serbatoio Geronemoni Uv 16.Lamon Serbatoio Oltra Uv 17.La Valle Agordina Serbatoio Gaidon Cloratore 18. Serbatoio Festin Uv 19. Serbatoio di Caralte – Serbatoio La Vara Uv 20.Rivamonte Agordino Serbatoio Carenon Cloratore 21. Serbatoio Canacede Cloratore 22.Tambre d'Alpago Rilancio Teverone e Funesia Cloratore 23.Val di Zoldo serbatoio Col de le Fraghe Uv 24.Valle di Cadore Serbatoio Giau – Venas Cloratore 25. Serbatoio Laggio Tambar Cloratore 26.Vodo di Cadore Serbatoio Auni - cloratore / uv 27.Voltago Agordino Serbatoio Pian del Bait Cloratore 28.Voltago Agordino Serbatoio Frassenè Cloratore

 € 6.740.000 per adeguamento normativo di 337 sorgenti minori (63,5% del totale sorgenti gestite) relativamente alle aree di salvaguardia e per assicurare il deflusso minimo vitale (DMV). Secondo uno stanziamento ad oggi assolutamente presunto di 20 mila euro ad opera di presa, l’importo complessivo risulta rilevante; nonostante la necessità di intervenire sul parametro della potabilizzazione, si è calendarizzato l’intervento sull’ultimo periodo di programmazione, dal 2028 in poi, anche per la necessità di attivare una adeguata pianificazione degli interventi, progettazione ed adattamento all’ambiente e ai vincoli paesaggistici esistenti; si tratta pertanto di una previsione da dettagliare e concretizzare nell’orizzonte temporale del prossimo periodo tariffario;

In totale quindi il plafond del presente Programma aggiornato riporta investimenti correlati al macro-indicatore M3 di tutela della qualità dell’acqua, stimati per più di 7 milioni di euro. 39

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4.3.2.2. INTERVENTI GESTIONALI

Contemporaneamente all’azione risolutiva per eliminare la non potabilità dell’acqua prelevata, viene prevista anche una specifica azione organizzativa, di miglior coordinamento tra i soggetti operativamente – a vario titolo – coinvolti nella procedura di emissione e revoca delle Ordinanze di mancata potabilizzazione: - Gestore - ULSS - ARPAV - Sindaci finalizzato ad abbattere i tempi di permanenza dell’Ordinanza Sindacale, per motivi ovviamente diversi da quelli tecnici di rientro nei parametri di legge della qualità dell’acqua. Tale coordinamento sarà seguito dall’Ente di Governo dell’Ambito, e non prevede, allo stato attuale, costi aggiuntivi (OPex).

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4.4. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M4 – ADEGUATEZZA DEL SISTEMA FOGNARIO

4.4.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture FOG1.2 Mancanza parziale o totale delle reti di Attualmente mancano ancora alcune reti di raccolta e collettamento dei reflui in raccolta e collettamento reflui per garantire agglomerati di dimensione inferiore ai 2.000 adeguati standard di depurazione A.E. FOG2.1 Inadeguate condizioni fisiche delle Attualmente molte linee fognarie e sono condotte fognarie, delle opere civili, delle obsolete e gli impianti vetusti apparecchiature meccaniche ed elettromeccaniche degli impianti FOG2.2 Elevate infiltrazioni di acque parassite Attualmente le linee fognarie soffrono di elevate infiltrazioni ove addirittura non collettano corsi d’acqua avventizi FOG2.4 Scaricatori di piena non adeguati Attualmente si è concluso il censimento ed è in corso la verifica dell’adeguatezza degli sfioratori di piena EFF2.1 Necessità di sviluppo di una Il Programma degli Interventi è ancora pianificazione degli interventi di manutenzione sottodimensionato rispetto alle necessità di e di sostituzione periodica degli asset rinnovo periodico degli asset

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M4a M4b M4c M4 Valore Anno 2016 2,59 98,3 82,2 - indicatore Anno 2017 nd nd nd - Classe Anno 2018 - - - E Anno 2019* - - - E Obiettivi Anno 2018 2,33 - - - minimi Anno 2019* 2,10 - *previsione

Il macro-indicatore “Adeguatezza del sistema fognario” (M4) è determinato da:

a. indicatore “frequenza allagamenti e/o sversamenti da fognatura” (M4a); M4a = (Allm + Allb + Sversn) / (Lm + Lb + Ln) x 100 Con unità di misura in n/km Dove: (Allm + Allb) = il numero di episodi di allagamento rispettivamente da fognatura mista e bianca Sversn = il numero di episodi di sversamento da fognatura nera

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Lm + Lb + Ln = la lunghezza totale della rete di fognatura rispettivamente mista, bianca e nera (esclusi gli allacci) Considerando che tale computo va effettuato per l’annualità 2016 si rendiconta come gli allagamenti e/o sversamenti registrati siano stati 39 in altrettante località.

Rispetto alla lunghezza della rete fognaria, pari a 1.504 km, pertanto per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta: M4a = 2,59 n/km

Il sistema di registrazione delle segnalazioni di allagamenti/sversamenti risulta particolarmente accurato, ed indica fenomeni anche di minore entità, che tuttavia provocano disagio nell’utenza o nella popolazione. In concomitanza con fenomeni meteorologici avversi, in un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico, il numero di eventi è tutto sommato contenuto, anche se correlato alla estensione della rete fognaria risulta ancora lontano dall’obiettivo di 1 evento per km anno indicato dall’Autorità. b. indicatore “adeguatezza normativa degli scaricatori di piena” (M4b) M4b = ( NScartot – Nscarnorm) / NScartot In valore assoluto percentuale (%) Dove: NScartot = numero totale di scaricatori di piena gestiti, che risulta pari a 894. Nscarnorm = numero di scaricatori di piena conformi alla normativa, che risulta pari a 15 unità, oggetto di recenti valutazioni tecniche specifiche in merito.

Pertanto, per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta: M4b = 98,3 %

La numerosità di sfioratori di piena appare particolarmente rilevante (0,6/km, cioè 1 sfioratore ogni 1,7 km di linea fognaria), determinando una situazione di particolarissima necessità di costante verifica e controllo, come da indicatore successivo. Di tali sfioratori il gestore dichiara che solo 15 sono a norma, ovvero solo l’1,7% sarebbe adeguato alla normativa vigente. In realtà, come appurato, la serietà del gestore è ferma ad attestare che il programma di censimento degli sfioratori di piena, concluso con la completa georeferenziazione e mappatura cartografica digitale di tutti, determina solo la possibilità di attivare la verifica funzionale e tecnica di efficienza. Solo una analisi sui quantitativi in transito nella stagione secca può determinare il rispetto dei limiti normativi, e dunque per sfioratori storici, ereditati dalle gestioni precedenti, è necessario un rilievo progettuale, una ricognizione analitica, uno studio delle condizioni ed una verifica quantitativa.

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Il fatto che ad oggi il gestore abbia modo di certificare l’adeguatezza normativa di soli 15 sfioratori, depone solo che per questi primi 15 è stata completata una accurata e scientifica validazione di adeguatezza normativa. Il dato quindi, al momento, è estremamente cautelativo, ma certamente destinato a migliorare, parallelamente all’azione di ristrutturazione di molti sfioratori, debitamente prevista nel Programma degli Interventi già vigente.

c. indicatore “controllo degli scaricatori di piena” (M4c) M4c = ( NScartot – Nscarctrl) / NScartot In valore assoluto percentuale (%) Dove: NScartot = numero totale di scaricatori di piena gestiti Nscarctrl = numero di scaricatori di piena soggetti ad ispezione e/o dotati di sistemi di rilevamento automatico delle attivazioni. Rilevando che nel 2016 il numero di sfioratori controllati è stato pari a 159, pertanto per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta: M4c = 82,2 % Parallelamente alla verifica puntuale di funzionalità, il gestore sta per attivare un controllo annuale, strutturandosi appositamente. Anche in questo caso quindi il dato è destinato a migliorare vistosamente, per effetto dell’implementazione del servizio.

Classe e obiettivi.

Alla luce della Tavola 6, il macro-indicatore M4 risulta essere in “Classe E”, per effetto del numero di allagamenti e/o sversamenti ogni 100 km > 1. L’obiettivo, in tal caso, è pari alla riduzione di un 10% di M4a annuo, fino al raggiungimento del parametro 1.

Così, secondo l’interpretazione autentica dell’Autorità resa in sede di revisione del presente documento, è esplicitato che l’obiettivo è:  per il 2018 M4a < 2,59 x (1 – 0,1) = 2,33 n/km  per il 2019 M4a < 2,33 x (1 – 0,1) = 2,10 n/km con obiettivo rientro in “Classe D” previsto nel 2027.

Solo in tal caso scatta l’obiettivo successivo di adeguatezza normativa per almeno l’80% degli sfioratori di piena (M4b) e, raggiunto il 100%, si passa all’obiettivo M4c almeno del 90% dei controlli annuali su tutti gli sfioratori.

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In generale tuttavia, nonostante la scansione degli obiettivi dell’Autorità imponga di concentrarsi sull’indicatore M4a, dal punto di vista ambientale non sfugge la magnitudo dell’indicatore M4b, che quindi risulta assai critico per la programmazione di adeguati interventi. Così, volendo attivare subito anche gli interventi di cui agli altri indicatori, per l’indicatore di adeguamento degli sfioratori al 100%, si prevede di raggiungere il valore di mantenimento nel 2032.

4.4.2. INTERVENTI SELEZIONATI 4.4.2.1. INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Nonostante gli interventi siano per lo più a risoluzione di criticità che emergono con profili multi-indicatore, gli interventi che si è deciso di confermare, incrementare e indirizzare al miglioramento del macro-indicatore M4, a risoluzione delle criticità indicate e con l’intento di rispettare gli obiettivi previsti, sono i seguenti:

 € 18.446.000 nell’intero periodo di programmazione fino al 2033, come da programma dettagliato per singola annualità, di cui € 8.263.000 nel presente quinquennio:

Comune Descrizione Importo finanziato Alpago sostituzione tratti fognatura € 84.000,00 Alpago manutenzione straordinaria su sollevamenti fognari € 40.000,00

Auronzo di Cadore Sost. tratti fognatura € 20.000,00 Belluno collettore fognario Nogarè € 455.000,00 € 165.000,00 Belluno Collettamento delle vasche imhoff di Borgo Piave e Montegrappa € 350.000,00 € 165.000,00 Belluno Adeguamento sfioro Via Lambioi € 160.000,00 € 80.000,00 Adeguamento, rifacimento e piccole estensioni della rete fognaria di Belluno Belluno € 160.000,00 Via Rudio Belluno sostituzione fognatura Via per Nogarè € 70.000,00 Belluno stazione sollevamento Col di Piana - Tisoi € 45.000,00 Belluno sistemazione sfioratori di piena e fognatura Via Levego € 30.000,00 Belluno collettamento fognatura e sfioratore di piena Via Antole € 30.000,00 Belluno sostituzione fognatura Via del Boscon € 15.000,00

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Belluno relining fognatura Via Callunga / dei Molini / Fossal € 10.000,00 Belluno sostituzione fognatura Via Travazzoi € 10.000,00 Belluno - Sedico - Estensione rete fognaria agglomerato di Mas € 400.000,00 Sospirolo eliminazione scarico di Via Cortina (poche utenze) € 70.000,00 Cesiomaggiore sostituzione fognatura Via Col Ferer € 20.000,00 Comelico Superiore Rifacimento fognatura Via Calvi a Padola € 50.000,00

Cortina d'Ampezzo Adeguamento rete fognaria con completamento collettamento - 2° lotto € 1.020.000,00 Cortina d'Ampezzo Adeguamento rete fognaria con completamento collettamento - 5° lotto € 858.000,00 Cortina d'Ampezzo Adeguamento rete fognaria con completamento collettamento - 4° lotto € 798.000,00 Cortina d'Ampezzo Adeguamento rete fognaria con completamento collettamento - 1° lotto € 740.000,00 Cortina d'Ampezzo Adeguamento rete fognaria con completamento collettamento - 3° lotto € 633.000,00 sostituzione condotte fognarie danneggiate dall'alluvione del torrente Cortina d'Ampezzo € 15.000,00 Bigontina in Via Alverà Cortina d'Ampezzo intervento straordinario condotta fognaria Via del Parco - Via Lungo Boite € 15.000,00 Domegge di cadore sostituzione fognatura Viale Tiziano € 12.000,00 Falcade sostituzione fognatura Via Villotta € 27.000,00 Estensione rete fognaria agglomerato di Feltre (Realizzazione della Feltre € 700.000,00 fognatura Anzù - Vigne Basse) Eliminazione acque parassite da impianto FFSS: tratti fognari dalla Feltre € 100.000,00 “Culliada” all’abitato di Mugnai Feltre sostituzione fognatura Via Trafego - Rienza € 30.000,00 Feltre sostituzione condotta sfioratore di piena Via Covolo € 12.000,00 Fonzaso / Seren del Estensione rete fognaria agglomerato di Fonzaso € 200.000,00 Grappa Lentiai intervento fognatura loc. Marziai € 10.000,00

Limana Estensione rete fognaria agglomerato di Limana € 200.000,00 Limana sostituzione piastre rete fognaria Via Tofane € 12.000,00 Adeguamento collettore fognario di (eliminazione Lozzo di Cadore € 190.000,00 restringimento sotto rilevato stradale) Lozzo di Cadore intervento part liner Via Broilo € 15.000,00 Mel sostituzione rete fognaria Via Carve € 27.000,00

Mel / Trichiana Estensione rete fognaria agglomerato di Trichiana € 400.000,00 Pedavena adeguamento sfiori € 370.000,00

Pieve di Cadore Realizzazione collettore fognario reflui loc. Pozzale € 100.000,00 Nuova condotta fognaria acque nere in Via Vissà ed eliminazione acque Pieve di Cadore € 90.000,00 parassite in fognatura Pieve di Cadore sostituzione fognatura loc. Tai incrocio € 25.000,00 Pieve di Cadore sostituzione fognatura Via Sopracolle € 15.000,00

Ponte nelle Alpi Estensione rete fognaria agglomerato di Ponte nelle Alpi e Cadola e Paiane € 1.800.000,00 Adeguamento rete fognaria Z.I. di Paludi neui comuni di Ponte nelle Alpi e Ponte nelle Alpi € 1.300.000,00 Pieve d'Alpago S.Giustina Bellunese Estensione rete fognaria agglomerato di € 500.000,00 S.Giustina Bellunese intervento fognatura zona Formegan € 30.000,00 S.Giustina Bellunese sostituzione attraversamento fognario Via Donegà € 10.000,00

S.Gregorio nelle Alpi realizzazione collettore fognario da Paderno a Meano € 650.000,00 S.Stefano di Cadore Collettamento Campolongo all'impianto di Santo Stefano € 1.015.000,00 S.Vito di Cadore collettamento Lago di Mosigo € 700.000,00 Sedico collettore Meli - Oselete € 420.000,00

Sedico Estensione rete fognaria agglomerato di Sedico € 300.000,00 Seren del Grappa fognatura Seren e Porcen € 350.000,00 45

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018

Sovramonte realizzazione fognatura di Ramen € 300.000,00 Taibon sostituzione fognatura Via Brustolon € 25.000,00 Tambre sostituzione fognatura Viale Marconi € 20.000,00 Tambre sostituzione fognatura loc. Broz € 18.000,00 Collettori fognari a servizio delle frazioni di Pecol, Mareson, Pianaz e Val di Zoldo € 800.000,00 Fusine in comune di Val di Zoldo Val di Zoldo sostituzione fognatura Via Venezia € 15.000,00 Adeguamento del sistema fognario depurativo comunale di Valle di Cadore Valle di Cadore € 450.000,00 € 150.000,00 in loc. Venas Valle di Cadore sistemazione sfioro € 200.000,00 Vodo di Cadore eliminazione acque parassite su reflui fognari € 350.000,00

 € 4.000.000 per interventi di completamento estensione rete fognaria in agglomerati (art.3 Dir. 91/271/CEE), ulteriori a quelli soprariportati, non ancora esattamente definiti e distribuiti, previsti in 5 anni concentrati nell’ultima parte del periodo di programmazione;  € 3.750.000 per interventi di adeguamento sugli sfioratori di piena, ulteriori a quelli soprariportati, non ancora esattamente definiti e distribuiti in tutto il periodo di programmazione;  € 3.000.000 per interventi non ancora esattamente definiti atti all’adeguamento di collettori fognari, ulteriori a quelli soprariportati, previsti in 5 anni concentrati nell’ultima parte del periodo di programmazione;  € 1.000.000 per interventi non ancora esattamente definiti atti all’eliminazione di acque parassite, ulteriori a quelli soprariportati, previsti in 5 anni concentrati nell’ultima parte del periodo di programmazione;  Ulteriori interventi di collettamento fognario eseguiti in abbinata all’intervento su impianti di depurazione, che negli anni si sviluppano complessivamente per € 16.136.000, stimata in almeno il 30% del complessivo, pari pertanto ad € 4.840.000;  dal 2020 in poi dotazione per “interventi minori di rifacimento, manutenzione straordinaria e sostituzione anche in emergenza” in quota parte, stimata pari al 40% del plafond complessivo per Acquedotto, Fognatura e Depurazione pari a € 18.200.000, quindi per un impegno presunto di € 7.280.000; In totale quindi il plafond del presente Programma aggiornato riporta investimenti correlati al macro-indicatore M4 di adeguatezza del sistema fognario, stimati per più di 42 milioni di euro.

4.4.2.2. INTERVENTI GESTIONALI

In relazione alla necessità di intervenire sul presidio degli sfioratori di piena, per garantirne l’adeguatezza normativa, si individua la necessità che il gestore prosegua, con un preciso programma di lavoro, il corposo censimento già attuato, completandolo con la necessaria verifica sull’adeguatezza normativa, verificata non tanto in termini di opera d’arte, quanto in dispositivo idoneo a garantire lo sfioro solo nelle condizioni di portata eccezionale, pari a 5 volte la portata a secco, come previsto dall’art.33 del PTA della Regione del Veneto. In naturale prosecuzione di tale azione di verifica, dovrà poi essere pianificato un servizio di controllo periodico sugli sfioratori, optando per la migliore soluzione organizzativa e funzionale, ma soprattutto individuando metodologie di controllo efficaci, piuttosto che formali, sul mantenimento nel tempo delle condizioni di funzionalità ottimale, a massima salvaguardia della qualità ambientale delle acque superficiali. 46

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4.5. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M5 – SMALTIMENTO FANGHI IN DISCARICA

4.5.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture EFF1.3 Margini di miglioramento dell’efficienza Attualmente il recupero non è comunque economica e funzionale della gestione di ottimale dal punto di vista economico e infrastrutture di depurazione. dell’impatto ambientale determinato dal trasporto

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M5 Valore Anno 2016 0,93 indicatore Anno 2017 nd Classe Anno 2018 A Anno 2019* A Obiettivi Anno 2018 mantenimento minimi Anno 2019* mantenimento *previsione

Il macro-indicatore “Smaltimento fanghi in discarica” (M5) è determinato da:

M5 =  SSdisc,dep /  SSdisc,out In valore assoluto percentuale (%) Dove:

 SSdisc,dep = l’intera quota di fanghi in uscita da tutti gli impianti di depurazione in cui opera il gestore, complessivamente destinata allo smaltimento finale in discarica, espressa in tonnellate di sostanza secca.

 SSdisc,out = l’intero quantitativo di fanghi in uscita da tutti gli impianti di depurazione in cui opera il gestore, espressa in tonnellate di sostanza secca

Visto che il valore totale nel 2016 dei fanghi in uscita risulta pari a 782 tons di sostanza secca, di cui 7,26 destinate a discarica, con una parte consistente avviata ad impianti di compostaggio; pertanto per il gestore unico il valore dell’indicatore risulta:  M5 = 0,93 %

Classe e obiettivi.

Alla luce della Tavola 7, il macro-indicatore M4 risulta essere in “Classe A”, con obiettivo il mantenimento in posizione di preminenza.

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Pertanto, come previsto dalla RQTI, l’obiettivo per gli anni a venire è di mantenimento della classe A.

4.5.2. INTERVENTI SELEZIONATI 4.5.2.1. INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Non sono previsti interventi infrastrutturali collegati al presente macro-indicatore.

4.5.2.2. INTERVENTI GESTIONALI

Non sono previsti interventi gestionali collegati al presente macro-indicatore.

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4.6. MACRO-INDICATORE DI QUALITA’ TECNICA M6 – QUALITA’ DELL’ACQUA DEPURATA

4.6.1. STATO DELLE INFRASTRUTTURE, CRITICITA’ ED OBIETTIVI

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, si esplicitano le principali criticità riconducibili al macro-indicatore in oggetto: criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture DEP2.1 Inadeguatezza di progetto, delle Attualmente la vetustà di alcuni impianti condizioni fisiche, dei sistemi di monitoraggio, determina condizioni di funzionamento non dei trattamenti di rimozione ottimale DEP2.2 Estrema frammentazione del servizio di Le zone di montagna, con agglomerati piccoli e depurazione piccolissimi, determina condizioni di dispersione tali, in un contesto tale da rendere sempre arduo l’intervento di depurazione DEP2.3 Criticità legate alla potenzialità di Attualmente sono fase di adeguamento le trattamento capacità di trattamento alla classificazione regionale in tema di perimetrazione di agglomerati e definizione dei relativi carichi di Abitanti Equivalenti EFF1.3 Margini di miglioramento dell’efficienza Attualmente il rinnovo degli impianti assolve economica e funzionale della gestione di anche ad un riefficientamento funzionale infrastrutture di depurazione. EFF2.1 Necessità di sviluppo di una Il Programma degli Interventi è ancora pianificazione degli interventi di manutenzione sottodimensionato rispetto alle necessità di e di sostituzione periodica degli asset rinnovo periodico degli asset

Ai sensi della Determina DSID n.1/2018 del 29 marzo 2018, la tabella di riassunto risulta: M6 Valore Anno 2016 2,61 indicatore Anno 2017 nd Classe Anno 2018 B Anno 2019* B Obiettivi Anno 2018 2,35% minimi Anno 2019* 2,11% *previsione

Il macro-indicatore “Qualità dell’acqua depurata” (M6) è determinato da:

M6 = (Cimp,DEP-cnc) / (Cimp,DEP-tot) In valore assoluto percentuale (%) Dove

(Cimp,DEP-cnc) = numero di campioni eseguiti dal gestore sulle acque reflue scaricate da ogni singolo impianto di depurazione di potenzialità > 2000 AE, caratterizzati dal superamento di uno o più limiti;

(Cimp,DEP-tot) = numero complessivo di campioni eseguiti dal gestore sulle acque reflue scaricate dall’impianto di depurazione di potenzialità pari o superiore a 2000 AE; 49

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Visto che nel 2016 il numero di campioni non conformi risulta esser stato pari a 45, su un totale di campioni effettuati pari a 1.724, pertanto per il gestore unico il valore dell’indicatore nel 2018 risulta:  M6 = 2,61 %

Classe e obiettivi.

Alla luce della Tavola 8, il macro-indicatore M6 risulta essere in “Classe B”, da cui si desume l’obiettivo di riduzione a -10% di M6 annuo.

L’obiettivo dell’indicatore, secondo l’interpretazione autentica dell’Autorità resa in sede di revisione del presente documento, M6 viene fissato in:  per il 2018 M6 < 2,61% x (1-10%) = 2,35%  per il 2019 M6 < 2,35% x (1-10%) = 2,11% con obiettivo rientro in “Classe A” previsto nel 2027.

4.6.2. INTERVENTI SELEZIONATI 4.6.2.1. INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Nonostante gli interventi siano per lo più a risoluzione di criticità che emergono con profili multi-indicatore, gli interventi che si è deciso di confermare, incrementare e indirizzare al miglioramento del macro-indicatore M6, a risoluzione delle criticità indicate e con l’intento di rispettare gli obiettivi previsti, sono i seguenti:

 € 42.837.000 per rifacimento o realizzazione di nuovi impianti di depurazione, nell’intero periodo di programmazione fino al 2033, come da programma dettagliato per singola annualità, di cui € 12.808.000 nel presente quinquennio:

Comune Descrizione Importo finanziato

Agordo vasche imhoff in agglomerati > 2000 AE da eliminare: I Pass € 150.000,00 Alleghe Impianto di depurazione di Alleghe (in comune di Rocca Pietore) € 2.800.000,00

Alpago impianto depurazione a servizio di Spert d'Alpago e Broz € 950.000,00 Adeguamento depuratore di Misurina € 400.000,00 Belluno Potenziamento impianto Marisiga € 800.000,00 Belluno vasche imhoff in agglomerati > 2000 da eliminare: Col di Piana € 250.000,00 Belluno adeguamento vasca Imhoff di Bes € 150.000,00

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Borca di Cadore Collettori fognari e depuratore a servizio del Comune di Borca di Cadore € 3.974.750,00 € 1.413.519,96 Completamento opere di adeguamento depuratore Col dei Cai Calalzo di Cadore € 400.000,00 (sedimentatore,…) Cibiana di Cadore Interventi di manutenzione vasche imhoff esistenti € 50.000,00

Comelico Superiore realizzazione depuratore di Padola € 1.680.000,00 Adeguamento schema depurativo rete fognaria di Dosolodo (eliminazione Comelico Superiore € 1.500.000,00 scarichi e vasche non adeguatI) Cortina d'Ampezzo recinzione depuratore € 25.000,00

Cortina d'Ampezzo Ammodernamento e potenziamento impianto di depurazione di Cortina € 4.200.000,00 Danta dei Cadore Realizzazione nuovo impianto di depurazione in località Sotto Crepe € 1.450.000,00 Domegge di Cadore vasche imhoff in agglomerati > 2000 da eliminare: Valesella e Vielmi € 500.000,00 Lavori di realizzazione di un nuovo impianto di depurazione in comune di Falcade € 4.000.000,00 € 2.003.958,00 Falcade sostituzione sistema di disidratazione fanghi con installazione pressavite Fonzaso € 105.100,00 c/o impianto di Fenadora realizzazione circuito acqua tecnica e adeguamento piazzale e copertura La Valle Agordina € 110.000,00 fanghi c/o impianto Le Campe Lamon Ristrutturazione e ampliamento impianto di depurazione di Ciess € 2.100.000,00 Lentiai Adeguamento vasche imhoff Colderù e Marziai € 200.000,00 Limana adeguamento copertura impianto di Baorche € 150.000,00 Livinallongo Del Col Di manutenzione straordinaria depuratore di Renaz € 800.000,00 Lana Ampliamento e miglioramento del sistema di depurazione per il comune di Longarone € 2.992.887,00 € 1.969.691,00 Longarone (stralcio capoluogo e Malcolm) Interventi di adeguamento depuratore di Avado € 150.000,00 Lozzo di cadore adeguamento depuratore di S.Anna € 300.000,00 Lavori di adeguamento dell'impianto di depurazione sito in località Mel € 800.000,00 Pagognane in comune di Mel e della relativa condotta di scarico Mel / Trichiana vasche imhoff in agglomerati > 2000 AE da eliminare:Farra € 150.000,00 Perarolo di Cadore Interventi di adeguamento depuratore di S.Anna € 150.000,00 Interventi di adeguamento dell'impianto di Sottocastello (atti al Pieve di Cadore completamento della procedura per l'ottenimento dell'autorizzazione allo € 1.000.000,00 scarico) Ponte nelle Alpi Potenziamento impianto La Nà (processo) e rifacimento scarico € 250.000,00 Ponte nelle Alpi vasche imhoff in agglomerati > 2000 AE da eliminare: Le Schiette € 200.000,00 Rivamonte Agordino ristrutturazione impiantistica di depurazione a servizio del Comune € 600.000,00 Rocca Pietore intervento rifacimento scarico vasca Imhoff di Laste di Sotto € 30.000,00

Rocca Pietore impianto a servizio del capoluogo € 800.000,00 Rocca Pietore adeguamento funzionale impianto di Malga Ciapela € 200.000,00 € 100.000,00 S.Pietro di Cadore manutenzione straordinaria depuratore Mare di S.Pietro € 800.000,00 S.Stefano di Cadore Potenziamento Impianto di Santo Stefano (2° stralcio) € 1.830.000,00 S.Tomaso Agordino Rifacimento vasca imhoff di Celat € 45.000,00 € 45.000,00 Lavori di dismissione impianto depurazione di Meli con realizzazione Sedico € 1.180.000,00 ampliamento impianto di depurazione di Oselete Sedico Ampliamento impianto di depurazione di Mastellà in loc. Mas € 400.000,00 Sedico dismissione Imhoff di Longano e collettamento a Oselete € 250.000,00 Selva di Cadore Adeguamento vasca imhoff Sotto Bernard € 100.000,00 Adeguamento del sistema depurativo del capoluogo e delle frazioni di Sospirolo € 350.000,00 Oregne e Camolino in Comune di Sospirolo Sovramonte rifacimento vasca Imhoff di Aune € 120.000,00 impianto di depurazione a servizio di Servo e Sorriva, con eliminazione Sovramonte € 1.000.000,00 vasca Imhoff Taibon Agordino Adeguamento vasca imhoff Col di Prà € 150.000,00 Adeguamento vasche imhoff esistenti (Tambruz, Broz, Valdenogher Tambre € 200.000,00 Bruscole, Valdenogher Pagnoi)

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Trichiana Potenziamento depuratore Pialdier € 1.000.000,00 Val di Zoldo sistemazione scarichi Imhoff di Molin e Cordelle € 70.000,00 € 35.000,00 Interventi di adeguamento e sostituzione delle sezioni filtri dell'impianto di Val di Zoldo € 350.000,00 Soccampo Depuratore a servizio delle frazioni di Pecol, Mareson, Pianaz e Fusine in Val di Zoldo € 2.300.000,00 comune di Val di Zoldo Vigo di Cadore realizzazione depuratore di Palù € 1.000.000,00 Vodo di Cadore impianto a servizio di Salime € 1.000.000,00 Voltago Agordino Adeguamento vasche imhoff Col di Maz e Corone € 100.000,00 Adeguamento vasche imhoff esistenti con rifacimento scarico imhoff di Zoppè di Cadore € 200.000,00 Laste

 € 350.000 per manutenzione straordinaria impianti, già definiti, ulteriori a quelli soprariportati, previsti nel 2018;  € 2.500.000 per manutenzione straordinaria impianti, non ancora definiti, ulteriori a quelli soprariportati, previsti in 5 anni concentrati nell’ultima parte del periodo di programmazione;  € 1.000.000 per interventi di adeguamento di vasche Imhoff, non ancora definiti, ulteriori a quelli soprariportati, previsti in 5 anni concentrati nell’ultima parte del periodo di programmazione;  Interventi su impianti di depurazione eseguiti in abbinata all’intervento su collettori fognari, che negli anni si sviluppano complessivamente per € 16.137.000, stimata nel 70% del complessivo, pari pertanto ad € 11.300.000;  dal 2020 in poi dotazione per “interventi minori di rifacimento, manutenzione straordinaria e sostituzione anche in emergenza” in quota parte, stimata pari al 20% del plafond complessivo per Acquedotto, Fognatura e Depurazione pari a € 18.400.000, quindi per un impegno presunto di € 3.680.000; In totale quindi il plafond del presente Programma aggiornato riporta investimenti correlati al macro-indicatore M6 di adeguatezza del sistema depurativo, stimati per più di 61 milioni di euro.

4.6.2.2. INTERVENTI GESTIONALI

Per intervenire più efficacemente sulla gestione degli impianti di depurazione, che sono esternalizzati, si sta attuando una revisione strutturale degli appalti, escludendo dai servizi richiesti l’analisi di laboratorio sui reflui in entrata ed uscita impianto, per evitare conflitto di interessi per la sovrapposizione di controllato e controllore. Si tratta di una misura già prevista nei nuovi affidamenti in corso d’anno, che quindi consentiranno un deciso upgrade di affidabilità dei dati rilevati. Contemporaneamente gli stessi capitolati di appalto di gestione sono sempre più attenti alle performance operative degli impianti gestiti. Inoltre, si segnala come il gestore abbia già intrapreso, a fianco del Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) e del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL), entrambi già certificati conformemente alle norme UNI EN ISO 9000 e OHSAS 18001, anche la implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA), che possa essere preliminare ad una eventuale certificazione, conformemente allo standard UNI EN ISO 14000:2015.

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5. ULTERIORI ELEMENTI INFORMATIVI

Il presente documento costituisce la relazione di aggiornamento del Programma degli Interventi vigente, approvato con Deliberazione AEEGSI 17 febbraio 2017 n.50/2017/R/IDR “Approvazione dello specifico schema regolatorio, recante le predisposizioni tariffarie per il periodo 2016-2019, proposto dal Consiglio di Bacino “Dolomiti Bellunesi””. In particolare, l’aggiornamento si inserisce nell’aggiornamento delle predisposizioni tariffarie per il biennio 2018-2019 di cui al MTI-2 vigente. L’esigenza di aggiornamento del Programma degli Interventi quindi costituisce uno step fondamentale per la revisione dell’andamento tecnico ed economico del servizio idrico integrato. Essendo la gestione del servizio, così come la realizzazione di opere di investimento sulle infrastrutture una attività dinamica, non scevra da imprevisti e revisioni, nuove esigenze ed opportunità, ma anche essendo ordinariamente un’attività di tipo previsionale, con tutti limiti del caso, si rende necessario avere un costante monitoraggio della situazione in essere, per verificare lo stato di avanzamento della più ampia programmazione e, contemporaneamente, per valutarne tutte le condizioni di modifica migliorativa in itinere. La esigenza di operare una rendicontazione dell’immediato periodo trascorso, nella fattispecie il biennio 2016-2017, con adeguato confronto tra programma e consuntivo, per consentire di aggiornare il Programma degli Interventi anche di tali adattamenti.

5.0. IL PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI BIENNIO 2016 - 2017 Il Programma degli Interventi vigente, approvato definitivamente dall’Autorità con Deliberazione n.50/2017, è stato predisposto su un orizzonte temporale eccedente il periodo tariffario 2016-2019, ma piuttosto congruente con la durata dell’affidamento al gestore unico, fino al 2033. Al termine del primo biennio è possibile stilare un primo consuntivo della capacità di investimenti messa in atto nel periodo trascorso. Rispetto alla lista degli investimenti inserita a Programma, che qui si riporta per lo stralcio riferito al biennio 2016-2017, si deve sottolineare come la capacità complessiva di investimento sia stata traguardata dal gestore, garantendo i valori, pur con alcune difformità e peculiarità di posticipo o anticipo di interventi o impegno economico difforme dal preventivo a Programma, di cui si darà conto. Per l’esercizio 2016 la programmazione riportava:

Comune Descrizione Anno Importo di Piano Di cui finanziato Alpago (Puos) Realizzazione nuovi tratti fognari in loc. Bastia 2016 € 200.000,00 BELLUNO Intervento di razionalizzazione e interconnessione 2016 € 120.000,00 sistemi acquedottistici presso nuovo sovrappasso ferroviario zona Marisiga Calalzo di Cadore Adeguamento/potenziamento impianto di depurazione 2016 € 500.000,00 di Col dei Cai Calalzo di Cadore Adeguamento impianto di Rizzios o eliminazione con 2016 € 250.000,00 collettamento ad altro impianto Calalzo, Danta, Adeguamento serbatoi Domegge, Calalzo, Danta, 2016 € 390.000,00 Domegge, Santo Santo Stefano di C. Stefano di Cadore Cencenighe Manutenzione straordinaria impianto di Morbiach 2016 € 50.000,00 Agordino (rifacimento linea terziario) 53

Relazione di accompagnamento – QT e PdI 8 giugno 2018

Feltre Interventi di sostituzione, risanamento, adeguamento 2016 € 240.000,00 rete fognaria di Feltre (zona Peschiera) Fonzaso Rifacimento Quadro Elettrico depuratore di Fonzaso 2016 € 40.000,00 Intero ATO Interventi di adeguamento, potenziamento e 2016 € 300.000,00 migliormento delle reti acquedottistiche e fognarie Intero ATO Opere propedeutiche, acquisto strumentazioni, 2016 € 750.000,00 informatizzazione reti Intero ATO Allacciamenti 2016 € 500.000,00 € 500.000,00 Intero ATO Rilievo e informatizzazione delle rete 2016 € 200.000,00 Intero ATO adeguamento sfioratori di piena (art. 33 NTA PTA) 2016 € 200.000,00 La Valle Agordina Manutenzione straordinaria all'impianto di Le Campe 2016 € 40.000,00 (sezione pretrattamenti) Lamon Sostituzione membrane al depuratore di Ronche per 2016 € 50.000,00 fine vita utile Mel /Trichiana Sostituzione tratti ammalorati delle adduttrici 2016 € 300.000,00 dell'acquedotto della Comunità Montana Pedavena Adeguamento strutturale e funzionale del serbatoio di 2016 € 170.000,00 Carpene Sappada Costruzione depuratore in località Lerpa 2016 € 2.132.000,00 € 909.926,00 Tambre Rifacimento rete fognaria in loc. Borsoi 2016 € 60.000,00 VARI Installazione misuratori 2016 € 131.000,00 VARI Ricerca perdite 2016 € 100.000,00 € 6.723.000,00 € 1.409.926,00

Per l’esercizio 2017 la programmazione riportava:

Comune Descrizione Anno Importo di Piano Di cui finanziato Belluno Collettore fognario Fisterre San Francesco 2017 € 190.000,00 BELLUNO Adeguamento, rifacimento e piccole estensioni della 2017 € 300.000,00 rete fognaria di Belluno Belluno Adeguamenti al depuratore di Marisiga necessari per 2017 € 80.000,00 ottenimento CPI Calalzo, Danta, Adeguamento serbatoi Domegge, Calalzo, Danta, 2017 € 0,00 € 236.550,00 Domegge, Santo Santo Stefano di C. Stefano di Cadore Feltre ID Feltre FFSS: potenziamento sistema disidratazione 2017 € 1.600.000,00 fanghi e realizzazione sistema di filtrazione finale Feltre Rifacimento scarico e manutenzione straordinaria 2017 € 100.000,00 Vasca Imhoff di Arson Intero ATO Opere propedeutiche, acquisto strumentazioni, 2017 € 1.000.000,00 informatizzazione reti Intero ATO Allacciamenti 2017 € 500.000,00 € 500.000,00 Intero ATO Rilievo e informatizzazione della rete 2017 € 200.000,00 Intero ATO adeguamento sfioratori di piena (art. 33 NTA PTA) 2017 € 200.000,00 La Valle Adeguamento opere di presa acquedotto Val Clusa ai 2017 € 100.000,00 Agordina/Sedico fini del rilascio del DMV LIVINALLONGO SISTEMAZIONE TUBAZIONE FOGNARIA IN TESTA 2017 € 200.000,00 DEL COL DI LANA ALLA IMHOFF (posa tubazione di sfioro lungo il pendio) loc. Salesei Lozzo di Cadore Adeguamento collettore fognario di Lozzo di Cadore 2017 € 200.000,00 (eliminazione restringimento sotto rilevato stradale) Mel Sostituzione tratti ammalorati delle adduttrici 2017 € 300.000,00 dell'acquedotto della Comunità Montana (loc. Marcador) Pieve di Cadore Realizzazione collettore fognario reflui loc. Pozzale 2017 € 400.000,00 Pieve di Cadore Nuova condotta fognaria acque nere in Via Vissà ed 2017 € 100.000,00 eliminazione acque parassite in fognatura Ponte nelle Alpi Adeguamento captazione Rio dei Frari 2017 € 200.000,00 Rocca Pietore Adeguamento scarico vasca imhoff di Saviner 2017 € 25.000,00 (richiesta del comune per evitare il ristagno

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dell’effluente vista la vicinanza del percorso Nordic Walking) S. Pietro di Cadore Adeguamento e razionalizzazione della rete fognaria 2017 € 215.000,00 San Pietro e Santo Potenziamento reti acquedotto SanPietro e Santo 2017 € 110.000,00 Stefano di Cadore Stefano Santo Stefano di Adeguamento dell'acquedotto del Melin con 2017 € 350.000,00 Cadore realizzazione nuovi accumuli a servizio degli abitati di Casada e Costalissoio in comune di Santo Stefano di Cadore e dell'abitato di Costalta in comune di San Pietro di Cadore Sappada Costruzione depuratore in località Lerpa 2017 € 0,00 € 1.122.074,00 Selva di Cadore Adeguamento vasca imhoff Sotto Bernard 2017 € 105.000,00 Sovramonte Sostituzione tratto addutrice Cimamonte - Faller 2017 € 350.000,00 Trichiana Potenziamento depuratore San Felice 2017 € 100.000,00 VARI Installazione misuratori 2017 € 200.000,00 VARI Ricerca perdite 2017 € 100.000,00 € 7.225.000,00 € 1.858.624,00

5.0.1. IL CONSUNTIVO DEGLI INTERVENTI BIENNIO 2016 - 2017 Tralasciando in questa sede le valenze tariffarie, a consuntivo (pressoché definitivo, anche se non ancora validato dalle operazioni di chiusura contabile dell’esercizio 2017) gli interventi programmati nel 2016 sono stati avviati e/o conclusi in maggioranza nello stesso anno, con una prosecuzione di completamento anche nel 2017. Tuttavia, nella quota investimenti del 2016 si nota un valore di quasi 2,7 milioni attribuito alla voce generalista “Interventi di adeguamento, potenziamento e miglioramento delle reti acquedottistiche e fognarie”, che da sola assorbe il 38% del totale investito nell’anno, mentre il Programma degli Interventi metteva a disposizione, cumulativamente anche per la voce “Opere propedeutiche, acquisto strumentazioni, informatizzazione reti”, non utilizzata, un totale € 1.050.000, con un risultato consuntivo all’incirca pari al +150%. Gli interventi programmati nel 2017 sono stati avviati in quota parte già nel 2016 e sono stati conclusi in buona parte nell’anno 2017, con alcune prosecuzioni di completamento anche nel 2018 che si rendiconteranno in futuro. Tuttavia, anche nel 2017 la voce “Opere propedeutiche, acquisto strumentazioni, informatizzazione reti” risulta aver superato l’importo stanziato a Programma, che da € 1.000.000 è risultato a consuntivo pari ad 2,3 milioni, cioè pari al + 130%.

5.0.2. LO SCOSTAMENTO TRA CONSUNTIVO E PROGRAMMA NEL BIENNIO 2016 - 2017 In definitiva quindi gli investimenti realizzati hanno cumulato un impegno complessivo, al lordo dei finanziamenti ricevuti, nel biennio in linea con il Programma degli Interventi vigente. Si segnala uno scostamento tra programmato e realizzato positivo ed apprezzabile, a chiarimento di sostanziale capacità tecnica di intervento e di volontà gestionale di miglioramento delle infrastrutture da parte del gestore unico dell’Ambito Territoriale Ottimale. Si segnala inoltre che alcuni interventi pur avviati, ed anzi in parte sostanziale già sostenuti e quasi terminati, non sono stati ancora conclusi, e pertanto non possono essere validamente contabilizzati, in quanto l’immobilizzazione è ancora in corso, e l’entrata in esercizio posticipata al 2018 o 2019. 55

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Tuttavia, l’esecuzione di opere a programma ha privilegiato sicuramente forme generiche e più indirizzate ad interventi di manutenzione anche emergenziale, piuttosto che interventi programmatori. Alla luce del consuntivo soprariportato, si segnala lo status delle principali opere da proseguire, aggiornando il Programma degli Interventi: - Adeguamento opere di presa acquedotto Val Clusa ai fini del rilascio del DMV: OPERA DA AVVIARE - PROROGATO - Costruzione depuratore in località Lerpa: OPERA CONCLUSA - IN FASE DI COLLAUDO FUNZIONALE - Adeguamento dell'acquedotto del Melin con realizzazione nuovi accumuli a servizio degli abitati di Casada e Costalissoio in comune di Santo Stefano di Cadore e dell'abitato di Costalta in comune di San Pietro di Cadore: OPERA DA AVVIARE - PROROGATO - Potenziamento reti acquedotto San Pietro e Santo Stefano: OPERA CON PROGETTAZIONE AVVIATA – DA PROSEGUIRE - Adeguamento vasca imhoff Sotto Bernard: OPERA CON PROGETTAZIONE AVVIATA – DA PROSEGUIRE - Nuova condotta fognaria acque nere in Via Vissà ed eliminazione acque parassite in fognatura: OPERA CON PROGETTAZIONE AVVIATA – DA PROSEGUIRE - Adeguamento captazione Rio dei Frari: OPERA CON PROGETTAZIONE AVVIATA – DA PROSEGUIRE

5.0.3. ALTRE INDICAZIONI SULLA MODALITA’ DI AGGIORNAMENTO DEGLI INTERVENTI A seguito dei vari approfondimenti effettuati congiuntamente con la Direzione Tecnica del gestore, a seguito del biennio trascorso di applicazione dell’attuale programmazione da aggiornare, si è evidenziata la necessità di rimodulare l’impostazione del Programma degli Interventi, per renderne maggiormente puntuale l’aggiornamento e creare un sistema di programmazione degli interventi più tarato sugli specifici obiettivi da conseguire. Innanzi tutto, si sono inseriti nelle prossime annualità i progetti ancora in corso, prevedendone la data di entrata in servizio. Inoltre, si è optato per una revisione metodologica, tesa ad esplicitare per il biennio 2018- 2019 tutti gli interventi di manutenzione straordinaria, cosiddetti interventi minori, perché realizzati senza l’attivazione di grandi progetti, e senza l’attivazione di conferenze di servizi autorizzative, finora solo valorizzati nella lista degli interventi annuali, con voce generica. Infatti, la programmazione di tali interventi risulta già disponibile, nei piani del gestore, nell’orizzonte temporale biennale, e costituisce importante corredo della infrastrutturazione dell’Ambito Territoriale. Inoltre, si è deciso di eliminare la voce di interventi di “ricerca perdite” perché non utilizzata dal gestore, in quanto non definitivo di una precisa opera, ma riferito solo all’attività di studio preliminare per successivi interventi precisi.

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5.1. INTERVENTI FINALIZZATI AD OBIETTIVI DIVERSI DA QUELLI DI QUALITA’ TECNICA

Non sono stati inseriti interventi diversi da quelli riconducibili ad obiettivi di Qualità Tecnica. Si segnala semplicemente che per l’ultimo quinquennio di programmazione, 2029-2033, si è stabilito di prevedere già una dotazione per investimenti, di mantenimento del plafond annuale, lasciando quindi un importo complessivo di circa 20 milioni di euro non ancora assegnato. Dovrà essere opportunamente ripartito negli strumenti di programmazione prossimi venturi, non appena saranno anche meglio identificate le azioni per intervenire sugli obiettivi di miglioramento determinati dai nuovi indicatori di Qualità Tecnica. Similmente, gli interventi minori, sia di acquedotto che di fognatura, risultano esser stati dettagliati solamente per il periodo tariffario corrente, e quindi solo per il biennio 2018-2019, atteso che tali interventi risultano molto più vicini alle esigenze correttive di situazioni contingenti, che man mano si sviluppano e determinano progettualità a breve termine. Per interventi in emergenza sono stati invece allocati 300 mila euro per ciascun anno del biennio corrente. Con il prossimo periodo, si prevede di intervenire per definire compiutamente un ulteriore biennio, traendone le risorse dalla voce generica oggi presente in ciascuna annualità, e oggi stanziata per 1.300.000 euro. In questo modo si ritiene di poter progressivamente seguire parametri di attenta programmazione ma al contempo consentire adeguata flessibilità gestionale, frutto di un costante confronto tra ente di governo dell’ambito e gestore unico.

5.2. NOTE E COMMENTI SULLA COMPILAZIONE DEL FILE DI RACCOLTA DATI

Nella raccolta dati si è seguita l’indicazione della Deliberazione 917/2017 che assumeva a riferimento l’annualità 2016, per la determinazione della classe a valere per il 2018. Pertanto, pur avendo riscontrato che la Determina 1/2018 inserisce anche la possibilità di iscrivere i dati consuntivi 2017, si evidenzia come tale patrimonio informativo non è stato possibile riceverlo, analizzarlo e quindi validarlo, nella tempistica data per l’approvazione dell’aggiornamento in corso, che come noto prevede tempi di condivisione con le Amministrazioni Locali costituenti l’Ente di Governo dell’Ambito piuttosto lenti.

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