ISTITUTO ITALIANO ANTONIO VIVALDI STUDI VIVALDIANI 19 – 2019 FONDAZIONE GIORGIO CINI VENEZIA STUDI VIVALDIANI Rivista annuale dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini Direttore Francesco Fanna Condirettore Michael Talbot Comitato scientifico Alessandro Borin Paul Everett Karl Heller Federico Maria Sardelli Eleanor Selfridge‑Field Roger‑Claude Travers Traduzioni: Alessandro Borin e Michael Talbot Redazione: Margherita Gianola Impaginazione: Tommaso Maggiolo Direttore responsabile: Gilberto Pizzamiglio Istituto Italiano Antonio Vivaldi Fondazione Giorgio Cini Isola di San Giorgio Maggiore 30124 Venezia (Italia) www.cini.it e‑mail:
[email protected] Registrazione del Tribunale di Venezia n. 8 del 10 dicembre 2016 ISSN 1594‑0012 Aurelia Ambrosiano LA VERA IDENTITÀ DEL «MAR[QUIS] DU TOUREIL», DEDICATARIO DELLA SERENATA À 3 DI ANTONIO VIVALDI 1. INTRODUZIONE La Serenata à 3, RV 690, nota anche con l’incipit «Mio cor, povero cor», compo‑ sta da Antonio Vivaldi presumibilmente verso la fine della seconda decade del Settecento, è dedicata al «Mar[quis] du Toureil». Nel 1982 Michael Talbot, in un articolo sulle serenate vivaldiane, avanzò l’ipotesi – accolta con favore dagli stu‑ diosi e fino a oggi mai confutata – che il misterioso dedicatario fosse identificabile con l’abate tolosano Jean de Tourreil e che il testo della serenata fosse l’allegoria del processo cui fu sottoposto per ordine del Sant’Uffizio romano a causa della sua affiliazione al giansenismo.1 Recenti studi, però, hanno rivelato che tra il 1715 e il 1726 a Venezia visse un certo marchese «Anna Marco de Torel», cavaliere francese, che nell’autunno del 1717 tenne a battesimo Daniel Mauro, nipote di Antonio Vivaldi, nato dal matri‑ monio tra Cecilia, sorella del compositore, e il copista di musica Giovanni Antonio.2 Il suo nome esatto era Anne‑Marc Goislard du Toureil e certamente questi è il «Mar[quis] du Toureil» citato da Antonio Vivaldi sul frontespizio della Serenata à 3.