Montagne360 La rivista del Club alpino italiano gennaio 2016 € 3,90

SCIALPINISMO Con gli sci nell’Appennino centrale: intervista a Luca Mazzoleni

consigli per ciaspolatori Come prepararsi al meglio a un’escursione con le ciaspole

portoflio 1975: le prime immagini del Bhutan del Club alpino italiano n. 40/2016. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di del Milano Poste Club alpino italiano 40/2016. n. 3,90. Rivista mensile € 3,90. Montagne360. Gennaio 2016, Gennaio 2016, Montagne360. Editoriale orizzonti e orientamenti Monte Bianco 2015 Tre episodi emblematici

Adesso che il reality Montebianco è finito di tutela estetica e di equilibrio funzionale lato. Su questo punto la posizione del CAI voglio proporre una riflessione che prende dell’ambiente, dallo sviluppo sostenibile è sempre stata estremamente chiara, par- spunto da tre episodi che hanno visto il legato al turismo delle località montane, tendo dal presupposto irrinunciabile che Monte Bianco, vetta simbolo per alpinisti dagli interessi finanziari coinvolti. Di que- è una libera scelta dettata dalle motiva- e turisti, apparire nella cronaca della scor- sti tre lati i primi due vedono il CAI im- zioni più varie, ma che presuppone inde- sa estate e nelle lettere di nostri soci per il pegnato a livello consultivo e propositivo rogabilmente una adeguata preparazione verificarsi di situazioni che, al di là della a vari livelli, secondo quelle che sono le culturale, fisica e morale proporzionata contingenza dei fatti e delle reazioni susci- indicazioni contenute nel nuovo Bideca- agli obiettivi che si intendono raggiunge- tate, coinvolgono tutti il nostro rapporto ologo, mentre non abbiamo possibilità di re. Tale libera scelta, affinché resti tale, con la montagna e la società. intervento sul terzo, che spesso è quello esclude il trasferimento di responsabilità In breve i fatti. determinante, soprattutto se vi sono finan- su altri soggetti, salvo nei casi previsti dal- La lettera di un socio, pubblicata sul fasci- ziamenti pubblici. la legge, come il ricorso a professionisti, colo di settembre di «Montagne360», ri- Il secondo, il reality televisivo ambientato cioè le guide alpine. Il gestore di un Rifu- chiama l’attenzione sulla presunta inutilità in alta montagna, concerne l’aspetto cul- gio, o il sindaco del Comune in cui ricade e notevole impatto ambientale della nuova turale e il ruolo della montagna nell’im- la giurisdizione territoriale, e per costui funivia denominata Skyway, che ha sosti- maginario collettivo. Presumendo che le fatto salvo il caso di tutela dell’ordine o tuito il vecchio impianto del Rif. Torino- lavorazioni e le riprese si siano svolte in dell’incolumità pubblica, a nostro modo di Punta Helbronner. modo ambientalmente rispettoso in quan- vedere non possono interferire nella sfera All’inizio di agosto i media hanno riporta- to coordinate da guide alpine sulla profes- del libero arbitrio individuale o influire nei to la notizia di un reality televisivo che si sionalità delle quali non abbiamo dubbi, rispettivi parametri di giudizio. Tale con- svolgerebbe in alcune zone della catena del tuttavia con riserve circa l’impiego ecces- cetto etico ha il suo fondamento nel fatto Monte Bianco, progetto che ha suscitato sivo e improprio dell’elicottero, non dob- che in una società civile l’individuo deve una presa di posizione della Commissione biamo ritenere che tale modus operandi rispondere personalmente delle proprie per la Tutela dell’Ambiente Montano del della mediatizzazione della montagna sia azioni a se stesso e alla collettività di cui Piemonte/Valle d’Aosta. da considerarsi una “lesa maestà” dell’alpe. fa parte secondo i principi etici e giuridici Pure in agosto la lettera di un socio infor- D’altra parte, la montagna e l’alpinismo che si è dati. Ciò implica, nel caso dell’al- ma sulla pericolosità dell’itinerario del- sono sempre stati spettacolari e spettacolo, pinismo una maturità di giudizio alla la via normale italiana di salita al Monte ad iniziare dalle conferenze-spettacolo di quale si può giungere solo se in possesso Bianco dal Rif. Gonella, a causa delle ele- Albert Smith sulla salita al Monte Bian- di tutti i requisiti culturali, tecnici, fisici e vate temperature in alta quota, adombran- co fino a tutta la vasta produzione di film morali che ci rendono autonomi nelle no- do la necessità di un provvedimento di di- a soggetto ambientati in alta montagna: stre scelte nel confrontarci con l’ambiente vieto di accesso e chiusura temporanea del dovremmo allora scandalizzarci di fronte della montagna e i suoi pericoli. In base al Rifugio, per scoraggiare ogni tentativo di a un film come Cinque giorni un’estate, livello di preparazione ciascuno si dota di salita da quel versante. Tali avvenimenti, per poi lamentarci che l’immagine e la parametri di valutazione del rischio che è prescindendo dalle reazioni variamente cultura della montagna è assente nell’im- disposto ad accettare nella propria attività. valutabili, riportano alla nostra attenzione maginario collettivo degli italiani sover- Le nostre Scuole infatti, oltre a provvede- le problematiche più rilevanti di carattere chiata da quella del mare. Ogni epoca ha i re alla formazione tecnica degli aspiranti etico, economico, sociale, che vedono lo suoi linguaggi mediatici, dalle relazioni di alpinisti, provvedono anche a dotare gli scontrarsi dell’interesse e degli interessi Whymper ai blog, e perché no, ai reality: allievi di quella base culturale comune che positivi e negativi al cui centro sta la mon- se desideriamo essere ignorati dalla Tv e contiene come primo principio quello del- tagna, o meglio ciò che la montagna rap- dribblare il web incontreremo l’isolamen- la responsabilità personale nella pratica presenta in rapporto alla società attuale e to nella comunicazione. Certo si tratta in- dell’alpinismo. alle sue dinamiche. Infatti, ormai defini- vece di valutare i contenuti, ma non rifiu- Questi tre episodi sono i “segni” dell’inevi- tivamente tramontata la realtà prima e lo tarli aprioristicamente. tabilità di una discussione e di un dialogo stereotipo poi di una montagna pura fre- Il terzo argomento più strettamente atti- con tutte le parti in causa che non può es- quentata dai soli puri di spirito, non resta nente all’alpinismo riguarda, com’è evi- sere di chiusura negazionista, né deve esse- che confrontarci con una realtà i cui tre dente, l’etica stessa del nostro modo di re esclusivo, bensì inclusivo. Diversamente episodi in questione non sono che la punta rapportarci alla montagna, che risiede la nostra visione e il nostro messaggio non dell’iceberg. nella libertà di accesso alla montagna e potrà che uscirne perdente di fronte alla Il primo, la realizzazione della Skyway, ri- nel principio della responsabilità perso- società tutta nel suo evolversi. guarda il triangolo formato dalla necessità nale nella pratica dell’alpinismo in senso Umberto Martini

gennaio 2016 / Montagne360 / 1 Sommario gennaio 2016 Montagne360 01 Editoriale La rivista del Club alpino italiano gennaio 2016 € 3,90

SCIALPINISMO Con gli sci nell’Appennino centrale: 05 News 360 intervista a Luca Mazzoleni consigli per ciaspolatori Come prepararsi al meglio a un’escursione con le ciaspole

portoflio 1975: le prime immagini del Bhutan Ciaspolando sul Monte 08 Le montagne dallo spazio Golzentipp (2317 m), Obertilliach, Ost Tirolo PARETE Mario Vianelli - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di del Milano Poste Club alpino italiano 40/2016. n. 3,90. Rivista mensile € 3,90. (Austria).

10 Appunti di scialpinismo Gennaio 2016, Montagne360. Foto Paolo Zambon nell’Appennino Centrale NORD GV Angela Torri 18 Vivere/pensare/cercar di capire UPGRADE Stefano Ardito 22 Storia di una via ferrata YOUR CLIMBING Giovanni Bertini e Angelo Nerli 26 Esplorando la Terra senz’ombra PERFORMANCE Marc Faverjon e Marco Zambelli 34 Le ciaspole nuove di Mario e asolo.com Paola, cosa non fare quando si cammina sulla neve AA.VV. 11 42 Sulla Barre des Ecrins quel terribile 15 settembre Marcello Garreffa 46 Paesaggi Terrazzati dal passato al futuro Carlo A. Garzonio e Mario Varotto 48 Pulsa ancora il “cuore freddo” delle Alpi italiane C. Smiraglia e G. Diolaiuti 52 Portfolio 1975: le prime immagini del 26 52 Bhutan 01. Editorial; 05. News 360; 08. Mountains from space; 10. Notes of Alpine Ski on Central Archives Anne e Ludovic Segarra Apennines; 18. Living, thinking, trying to understand; 22. The story of a “Via ferrata”; 26. Exploring the Land with no shades; 34. Mario and Paola’s Brand new snowshoes. What not to do whens snowshoeing; 42. On the Barre des Ecrins that awful September 15th; 46. Terrace 60 Cronaca extraeuropea fields form past to future; 48. The cold heart of is still beating; 52. Portfolio. 1952, first images from Buthan; 60. International News; 62. New Ascents; 64. Books about mountains; 62 Nuove ascensioni 68. Regional Groups introduce themselves: CAI Campania and CAI Veneto. 64 Libri di montagna 69. The board informs; 70. Hundredth Congress Report; 72. Play Alpinism; 76. Legendary Mountain. The protagonist of the story of alpinism; 78. 2015 Index 68 I GR si presentano: 01. Editorial; 50. News 360; 08. Les montagnes vues de l’espace; 10. Note d’alpinisme sur il CAI Campania e il CAI Veneto l’Apennin Central; 18. Vivre, penser, essayer de comprendre; 22. Histoire d’une voie ferrée; 26. 69 ConsiglioInforma En explorant la terre sans ombres; 34. Les nouvelles raquettes de Mario et Paola. Ce qu’on ne doit pas faire quand on promène sur la neige; 42. Sur la Barre des Ecrins ce terrible 15 du 70 Report sul 100° congresso septembre; 46. Paysages terrassés du passé au present; 48. Le cour froid des Alpes batte encore; 52. Portfolio. 1952, Les premières images du Bouthan; 60. News International; 62. 72 Play Alpinismo Nouvelles ascensions; 64. Livres des montagnes; 68. Les groupes régionales se présentent: CAI Campanie et CAI Veneto; 69. Le Conseil informe; 70. Report du Centième Congrés; 72. 76 Montagna Leggendaria: Play Alpinisme; 76. Les montagnes légendaires. Les protagonistes de l’histoire de l’alpinisme; sfide protagonisti che hanno 78. Sommaire General 2015

fatto la storia dell’alpinismo 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Berge vom All aus; 10. Notizen vom Skisport in den Zentralapenninen; 18. Leben/denken/versuchen zu verstehen; 22. Geschichte eines 78 Indice Montagne360 2015 befestigten Weges; 26. Die Erkundung des schattenlosen Landes; 34. Marios und Paolas neue Schneeschuhe – Das sollte man vermeiden, wenn man auf dem Schnee läuft; 42. Auf den Anatomia di un modello unico per innovazione e performance. Parete Nord Gv è il nuovo Barre des Ecrins an jenem schrecklichen 15. September; 46. Terassenartige Landschaften von modello di alpinismo tecnico di Asolo particolarmente indicato per alpinismo, vie Ogni giorno le notizie CAI su der Vergangenheit bis in die Zukunft; 48. Das “kalte Herz” der italienischen Alpen pocht noch immer; 52. Portfolio: 1975: Die ersten Aufnahmen des Bhutan; 60. Internationales; 62. Neue ferrate ed escursionismo alpino. Tomaia in microfibra e nylon ad alta tenacità. Fodera www.loscarpone.cai.it Besteigungen; 64. Bücher über Berge; 68. Die GR stellen sich vor: der CAI Campanien und der ® in GORE-TEX Insulated Comfort Footwear: termica, impermeabile e traspirante. Suola Ci trovi anche su facebook  CAI Veneto; 69. Rat und Information; 70. Bericht über den 100. Kongress; 72. Play Alpinismus; Vibram® con tecnologia Rock Technology che assorbe l’impatto in trazione e trattiene 76. Legendäre Berge: großartige Herausforderungen, die die Geschichte des Bergsteigens twitter  e flickr  geschrieben haben; 78. Index Montagne360 2015 in frenata su qualsiasi tipo di terreno garantendo un massimo supporto e stabilità torsionale. Adatta all’uso dei ramponi semi automatici. gennaio 2016 / Montagne360 / 3 News 360 Vivere/pensare/cercar di capire, p. 18

Il Nun Kun da Yuldo. Foto Silvio Jovane Allerta clima. Le montagne danno l’allarme a Parigi COP2

Sono stati giorni di grande impegno ha affermato il Presidente UIAA Frits La maestosa parete Nord Ovest del Civetta, quelli della Conferenza mondiale sul Vrijlandt, in occasione dell’Open day uno tra i grandi ecosistemi montani del clima Parigi COP21 per le associazioni “Call from the Mountains” organizzato a nostro paese che potrebbe essere messo in pericolo dai cambiamenti climatici. alpinistiche di tutto il mondo. Parigi lo scorso 4 dicembre, al quale sono Foto Stefano Aurighi L’UIAA (Union International des Asso- stati invitati rappresentanti del mondo Ang Tshering Sherpa (Presidente della ciations d’Alpinisme), organismo di cui dell’informazione, rappresentanti dei Nepal Mountaineering Association). fa parte anche il Club alpino italiano, Governi e delegati alla Conferenza. Foto Lucia Foppoli (rappresentante CAI in ha infatti lavorato alacremente affinché Durante tutto lo svolgimento della UIAA) i Governi di tutto il mondo riconoscano COP21, dall’1 all’11 dicembre scorsi, che le montagne necessitano di un’at- l’UIAA e i suoi rappresentanti hanno tenzione speciale nella lotta ai cambia- discusso le tematiche relative al cam- menti climatici. Gli ecosistemi montani, biamento climatico negli ambienti poiché dipendono dall’altitudine, dalla montani con tutti gli interessati presso pendenza e dall’orientamento verso il un punto informativo appositamente sole, sono infatti facilmente danneggiati allestito. Anche il Club alpino italiano dai cambiamenti climatici. Nel corso de- ha presenziato a Parigi con due suoi gli ultimi secoli, come è risaputo, i ghiac- rappresentanti: Oscar Del Barba (com- Lo svuotamento delle riserve d’acqua ciai hanno continuato a sciogliersi ad un ponente esperto della Segreteria Tecni- creerà una crisi umanitaria e problemi ritmo allarmante e senza precedenti, ca dell’Ambiente CAI) e Lucia Foppoli politici. creando un effetto devastante su piante, (rappresentante CAI in UIAA). Inoltre i ghiacciai che si ritirano, gli stra- animali e popolazioni di montagna. Gli Come accennato sopra, il messaggio che ti di neve che si sciolgono, l’elevamento effetti negativi del cambiamento clima- la montagna ha mandato ai “Grandi” dello spessore del permafrost, l’intensi- tico però si allargano oltre l’ambiente della Terra è stato semplice e chiaro: gli ficazione dei processi di erosione, i con- montano più immediato: le montagne effetti dei cambiamenti climatici nelle seguenti cambiamenti negli ecosistemi sono “torri d’acqua” globali che suppor- Terre alte non danneggiano solo l’am- ad alta quota, i cedimenti strutturali e la tano le aree sottostanti, incluse vaste re- biente montano, la fauna e le popolazio- disintegrazione fisica delle rocce molto gioni e popolazioni urbane. ni che vi risiedono, ma, di riflesso, anche probabilmente alzeranno la probabilità «Il ruolo dell’UIAA è partecipare atti- la pianura. Questo continuo e inarre- di rischi e di disastri naturali. Lo sfor- vamente nella protezione delle nostre stabile disgregarsi delle aree montane zo per arrestare i cambiamenti climatici montagne, che sono la nostra eredità, danneggerà anche i percorsi di scarico deve essere globale e coinvolgere tutti gli gloria e identità. Le regioni montane e riflusso e la disponibilità dell’acqua Stati a lavorare insieme in armonia. Tut- hanno bisogno di tutela e di sviluppo so- in tutto il mondo. La sicurezza alimen- te le montagne devono essere ascoltate stenibile per il presente e per il futuro», tare e la biodiversità sono in pericolo. e protette.

gennaio 2016 / Montagne360 / 5 News 360

Speleologia Osservatorio ambiente a cura di CCTAM Ghiacciai, allarme rosso Concorso Fotografico nazionale “Guardo Oltre” Echi sotterranei anche in Alto Adige a cura di Massimo (Max) Goldoni CIBO = ENERGIA!

Incidente mortale per Flamiano Bonisolo Bonisolo (Bonni), già segretario della Federazione Speleologica Veneta, a metà novembre è caduto nel pozzo iniziale dell'Abisso dei Serpenti in Slo- venia. Il corpo è stato ritrovato a 180 «Arretramenti delle fronti glaciali con un valore me- metri di profondità. Tristezza e profon- dio annuo fino a 40 metri, accompagnati da una for- do cordoglio. te diminuzione della massa glaciale (diminuzione di spessore). Il manto nevoso residuo è risultato alquan- Ottimo esito dell’incontro to ridotto, spesso relegato alle quote più elevate». E' nazionale Speleonarnia2015 questo il risultato, indubbiamente allarmante, della Quasi 2000 persone hanno partecipa- Campagna Glaciologica 2015 eseguita dal Servizio to all’incontro nazionale di speleologia Glaciologico del CAI Alto Adige, il cui documento con- tenuto a Narni dal 30 ottobre al 1° no- Il risparmio e l'efficienza energetica, con zakhstan, che avrà come tema “Future clusivo è stato consegnato alla Provincia di Bolzano e vembre. Il Sindaco Francesco De Re- positive ripercussioni ambientali, posso- Energy”. I risultati di tali iniziative do- al Comitato Glaciologico Italiano. Un documento che Lastoni di Formin. Foto Micaela Petroni botti ha anche affermato: “È stata una no derivare dalla riduzione dello spreco vrebbero indurre una politica energetica purtroppo conferma quanto rilevato nel Nuovo Cata- manifestazione straordinariamente di cibo, assai diffuso nei paesi più svilup- più attenta anche nel mondo agricolo sto dei Ghiacciai Italiani. Oltre agli arretramenti, è stata Si chiama “Guardo oltre” il primo Concorso Fotografico Nazionale che la bella perché fatta da bella gente, en- pati, e da un orientamento dei consumi e zootecnico e ribadire il ruolo che ben osservata la frammentazione della massa, che ha cau- Sezione CAI di Terni “Stefano Zavka” rivolge a tutti i Soci del Sodalizio per tusiasta, appassionata, vera.” verso prodotti agricoli caratterizzati da orientate abitudini della società civile sato i distacchi, ormai definitivi, delle lingue terminali celebrare il settantesimo anniversario di fondazione. «Vogliamo invitare i elevati rendimenti nella conversione possono svolgere per un uso consape- della Vedretta Alta in alta Val Martello e della Vedretta partecipanti a catturare con l'obiettivo ciò che va oltre il proprio sguardo, Esplorazioni dello Speleo fotochimica dell'energia solare e verso vole delle fonti energetiche. Niente di di Rosim nella Valle di Solda. Tra le conseguenze segna- cercando di rappresentare la propria visione interiore della montagna at- Club Orobico sul Monte produzioni zootecniche richiedenti bas- nuovo per chi conosce la montagna, la liamo l'aumento delle zone crepacciate e seraccate e, traverso un’osservazione più intima e profonda di ciò che invece li circon- Menna (BG) si consumi energetici. Dati e ricerche in sua storia e la sua economia, ma forse a causa della deglaciazione di pareti e canaloni, un da», affermano gli organizzatori. Il taglio di luce, l’inquadratura, la dram- 2015, membri dello SCO del Cai di tal senso sono stati presentati all’EXPO un buon incentivo per rilanciare queste evidente fenomeno di franosità con vistosi accumuli maticità del bianco e nero o la vivacità dei colori dovranno quindi essere Bergamo hanno ripercorso una mo- di Milano, e lo sviluppo dell’argomento è abitudini e valorizzarle come esempi po- di materiale detritico sulle superfici glaciali sottostanti. ingredienti indispensabili per le immagini, che dovranno pervenire entro e desta cavità, la Laca a Nord del Passo previsto ad EXPO 2017 di Astana in Ka- sitivi e, a volte, virtuosi. non oltre il 15 aprile 2016. di Menna. Trovato il passaggio giusto, Saranno tre le fotografie premiate con buoni acquisto per materiale da hanno, per ora, raggiunto la profondi- montagna e venti quelle che saranno selezionate per una mostra che si tà di -395 m. Web & Blog terrà nelle Sale della Biblioteca Comunale di Terni a giugno, in occasione Il Presidente generale del CAI delle celebrazioni per l'anniversario della Sezione. La giuria sarà compo- Importante azione di bonifica www.lemiecime.it Umberto Martini firma la Carta di sta da giornalisti, alpinisti e fotografi professionisti appartenenti al CAI. nella grotta di Su Palu Milano per la montagna ll bando del concorso e il modulo di iscrizione sono scaricabili dal sito in Sardegna «Ho ideato questo www.caiterni.it Nel week end del 28-29 Novembre sito con mio figlio «Sottoscrivo la Carta di Milano per la Montagna per 2015 la Federazione Speleologica Sar- Francesco, autore l’importante stimolo a riflettere sul valore strategico da ha organizzato un campo dove si è della parte grafica, delle genti, della biodiversità e delle opportunità delle effettuata anche la pulizia di una galle- raccogliendo, in prima Terre alte, nelle diverse valenze culturali, ecologiche ria della grotta di Su Palu, non di rado istanza, tutte quelle ed economiche». Queste le parole del Presidente ge- Selezioni per Aspiranti Guide Alpine frequentata in modo scorretto. cime che ho raggiunto nerale del CAI Umberto Martini in occasione della fir- rigorosamente a piedi. ma del documento, avvenuta lo scorso 27 novembre Con il 2016 si aprono le selezioni per il ciclo formativo 2017/18 per Aspirante Lettomanoppello (PE) Successivamente al Palamonti di Bergamo, a margine delle riunioni del Guida Alpina del Polo Formativo Interregionale. Le selezioni si svolgeranno tra ospiterà l’incontro ho inserito Comitato Direttivo Centrale e del Comitato Centrale di febbraio e ottobre 2016 presso i Collegi Regionali Guide Alpine del Polo, nello nazionale di speleologia alcune escursioni Indirizzo e Controllo del Sodalizio. specifico presso Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Per informazioni vi- nel 2016 "secondarie", ossia traversate in quota, forcelle, passi e sellette». La Carta di Milano per la Montagna è uno dei contributi sitare i siti web o scrivere alle segreterie dei Collegi di riferimento: Lettomanoppello è un comune della Con queste parole Athos Viali presenta un sito dove raccoglie decine di vette raggiunte della Carta di Milano di EXPO 2015, redatta con la col- Collegio Piemonte: [email protected] provincia di e il suo territorio (e anche qualcuna incompiuta), in parte grazie a iniziative del CAI Ferrara. laborazione di vari enti e la supervisione scientifica del Collegio Veneto: [email protected] fa parte del Parco Nazionale della Ma- I contenuti sono veramente ampi, la descrizione delle ascensioni (corredate da foto e Prof. Annibale Salsa. Nel documento si chiede a gover- Collegio Friuli Venezia Giulia: [email protected] iella. Sarà il primo incontro nazionale mappe georeferenziate complete di profilo altimetrico) riguardano tutto l'arco alpino, ni, istituzioni e organizzazioni internazionali l’impegno Collegio Emilia Romagna: [email protected] di speleologia in . l'Appennino e le isole, fino ad arrivare a qualche “chicca” estera. alla tutela e alla promozione dell’ambiente montano. Collegio Liguria: [email protected]

6 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli

Algeri

Djurjura ISSCrew/Image Science & Analysis Laboratory, NASA Johnson Space Center Center Space Johnson NASA Laboratory, Analysis & Science ISSCrew/Image

Atlante Telliano della regione, che nella zona a nord del che tocca i 2308 metri - e anche quella massiccio del Djiurjura prende il nome più alpestre, con valli profonde, versanti Algeria di Grande Cabilia. Abitata da una fiera scoscesi e vere e proprie pareti che do- popolazione di lingua berbera dispersa minano i villaggi cabili offrendo pae- Le montagne dell’Atlante Telliano (in in innumerevoli villaggi costruiti sul- saggi straordinari. Le morfologie aspre arabo Tel Al-a las) corrono per quasi le creste dei monti, la Cabilia ha una e dirupate sono dovute alla compattezza 1500 chilometri parallele alla costa me- lunga storia di resistenza agli invasori dei calcari che formano il Djurjura, che è diterranea, dai confini orientali del Ma- provenienti dalla costa: romani, arabi e anche la principale area carsica algerina. rocco fino alla Tunisia, formando una turchi non riuscirono mai a sottomette- Anche nella ripresa autunnale si nota barriera naturale e climatica fra gli umi- re completamente i cabili che, in tempi chiaramente che fra le montagne e la co- di e verdeggianti versanti settentrionali più recenti, furono gli ultimi a cedere le sta si stende una regione ricca di vegeta- e le regioni interne semiaride, preludio armi ai francesi, nel 1857, e anche in se- zione, dove si trovano anche vere foreste delle distese desertiche del Sahara. guito la regione fu teatro di insurrezioni di querce e cedri. A sud, invece, si im- La catena montuosa ha un ruolo di pri- e di un’accanita resistenza alle truppe pongono le tinte ocra delle Hautes Plai- mo piano nell’economia algerina per- coloniali. nes, un vasto altopiano arido con una ché vi nascono tutti i principali corsi L’immagine ripresa dall’equipaggio del- quota media attorno ai 1200 metri, una d’acqua del Paese, compreso il fiume la Stazione Spaziale Internazionale mo- distesa di steppe quasi disabitate dove la Chelif che scorre per oltre 700 chilo- stra la parte centrale dell’Atlante Tellia- principale attività è la pastorizia in con- metri irrigando una fertile vallata. Non no, con i rilievi che si spingono fino alla trapposizione con la fiorente agricoltura a caso le due città più popolose dell’Al- costa dove un’ampia baia ospita Algeri, dei versanti marini. Ancora più a sud, geria, Algeri e Orano, si trovano sulla antica città di origini fenice che dal XVI fuori dall’immagine, si allunga la catena costa ai piedi delle montagne, mentre la secolo divenne la principale base navale dell’Atlante Sahariano, oltre la quale si terza, Costantina, è situata in mezzo ai dei corsari barbareschi. Il massiccio del stendono i campi di dune sabbiose del monti a 650 metri di altitudine. E non Djurjura è la parte più elevata dell’inte- Grande Erg occidentale e l’immensa di- meno importante è stato il ruolo storico ra catena - con il monte Lalla Khedidja stesa del Sahara.

8 / Montagne360 / gennaio 2016 Appunti di scialpinismo nell’Appenino Centrale Intervista a Luca Mazzoleni, scialpinista, gestore di un rifugio e grande conoscitore dell’Appennino in tutte le stagioni. Autore di guide scialpinistiche, ci parla del suo rapporto con la montagna invernale e propone tre itinerari sulle montagne abruzzesi

Monte Lieto (Sibillini) di Angela Torri nverno, neve, avventura, ambiente… un vi- Sasso e di proprietà del CAI Roma. Eravamo a In questa pagina: salita zio da cui non ci si libera, un silenzio denso cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: Bonatti, al Brancastello che ci accompagna e si interrompe al ritmo Pierluigi Bini e le “prime” invernali su roccia era- I A fronte: Luca, Gruppo affannato del respiro mentre seguiamo una dopo no i nostri miti. Volevo fare salite difficili, ci pro- Velino-Sirente l’altra le gobbe del terreno lasciandoci dietro fra- vavo ma non riuscivo. Fu un bel volo durante un gili tracce, o mentre scivoliamo liberi sul pendio. tentativo di una prima invernale al Gran Sasso In una parola: scialpinismo. che mi fece capire: prima di ammazzarmi era me- L’Appennino Centrale è un vero paradiso per glio ridimensionare sogni e ambizioni. Cominciai questa disciplina, i gruppi montuosi che attra- a sciare il lavoro di gestore mi offriva ottime pos- versano diverse regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, sibilità: appena fuori della porta del Duca degli Umbria) presentano caratteristiche talmente dif- Abruzzi iniziano alcune delle discese fuoripista ferenti da permettere un’ampia scelta anche ai più belle del Gran Sasso e così feci le prime espe- più esigenti, con stagioni che spesso si prolunga- rienze con divertimento e paura su quei canali ri- no da dicembre a maggio. pidi, spesso ghiacciati, talvolta “valangosi”, sempre E iniziamo la nuova stagione con un’intervista a magnifici. Dedicarmi allo sci e trascurare la roccia Luca Mazzoleni. è stata una necessità, perché d’estate il lavoro di Ho incontrato Luca a Pietracamela, la sua resi- rifugista non lascia tempo, mentre in inverno, col denza invernale ai piedi del Gran Sasso, perché rifugio chiuso, la mia passione si rivolge alla neve l’estate la trascorre al rifugio Franchetti di cui è lo e il modo più bello di salire le montagne è con gli “storico” gestore. Autore di due guide di scialpini- sci e le pelli. Parere personale, certo! Iniziai come smo La montagna incantata e co-autore con An- fondista (quante Marcelonghe da ragazzino con Si tende a non riconoscere alle cime appen- grandi nevicate a giorni di scirocco che rovi- gelo Grilli dell’Alta Via scialpinistica dell’Appen- mio zio e con mio papà!) e passai allo scialpinismo niniche il rango che spetta alle grandi mon- nano tutto. I miei ricordi non sono così precisi nino Centrale, tra i fondatori della Sottosezione da autodidatta, faticando moltissimo a convincere tagne. Cosa puoi dire per sfatare questo e puntuali da farne statistiche, però in questi CAI di Pietracamela è uno dei maggiori esperti le due assi attaccate ai piedi a girare dove decide- pregiudizio? trent’anni e più che vivo la montagna, mi sem- ed appassionati di scialpinismo appenninico. vo io! Fatica e frustrazione hanno accompagnato «Il pregiudizio è nel cuore delle persone che bra ci siano sempre state stagioni buone con Hai macinato metri di dislivello, esplorato tanti molte delle mie prime gite, ma pian piano io e i non hanno dubbi e curiosità. Non m’interessa tanta neve e altre meno propizie. Una mia im- possibili itinerari, ne hai scritto. Raccontami di miei sci abbiamo raggiunto una confidenza suffi- convincere chi non vuole sentir ragione, credo pressione certo, non voglio dire che non esista te, come sei arrivato a questa disciplina e cosa ciente. Per quanto mi riguarda lo scialpinismo è la sia meglio che chi ha questo tipo di preconcetti effetto serra o riscaldamento globale: io vado rappresenta per Luca Mazzoleni lo scialpinismo. maniera più naturale di andare in montagna, sci- continui a frequentare le montagne che ritiene in montagna, non sono un climatologo e lascio «Le mie prime esperienze di montagna le devo volando sulla superficie senza affondare; in salita “superiori”. Le mie guide sono per coloro che de- ad altri le conclusioni. Certamente le variazioni al CAI, in particolare al gruppo giovanile della con passo costante e ritmato dalla fatica, in discesa siderano conoscere montagne affascinanti, con climatiche sono un motivo in più per rivedere Sezione di Roma, che allora si chiamava ESCAI. leggeri, veloci e felici. Questo è uno dei motivi che centinaia di gite facili e rilassanti e altrettanti costosissimi e spesso fallimentari progetti di svi- Quelle gite, in Appennino come sulle Alpi, segna- rende la mia vita piena e che le dà valore. Certa- tinerari impegnativi e complessi.Per scoprire luppo della montagna, incentrati solo sullo sci rono la mia adolescenza e poi tutta la mia vita. mente non come atto individuale o solitario. Gli quanto l’Appennino sia severo e affascinante, di pista, con nuovi impianti di risalita e grandi Appena diciottenne, infatti, dall’ESCAI passai a amici, i compagni di gita, e il rapporto profondo basta avere la mente aperta, passione per la infrastrutture in quota. Ci sono diverse attività gestire il rifugio Duca degli Abruzzi e pochi anni che riesco a stringere con loro è parte fondamen- montagna e partire. Non è scialpinismo di se- che potrebbero contribuire allo sviluppo delle dopo il rifugio Carlo Franchetti, entrambi al Gran tale della gioia che mi dà lo scialpinismo». condo piano, né ripiego in mancanza di meglio, economie locali creando occupazione e valoriz- tutt’altro. Le salite sono belle di per sé. Inoltre zando borghi e valli con investimenti limitati e mi hanno dato la preparazione necessaria per impatto ambientale minimo: lo scialpinismo è sentirmi a mio agio su altre montagne dove ho tra queste, ma è un concetto che molti ammi- avuto la fortuna di salire: dalle Alpi all’Atlante nistratori e imprenditori faticano a far propri.» L’Appennino Centrale è e ai Pirenei. In questi giorni come CAI Pietra- Per gli itinerari in Appennino, quanto il pe- un vero paradiso per lo camela stiamo progettando un viaggio scialpi- ricolo è rappresentato dalle valanghe è vero scialpinismo. nistico sui monti dell’Asia Centrale, in Kirghi- che con l’aumento della pendenza e delle dif- I gruppi montuosi che zistan, e vedremo se l’allenamento e l’esperienza ficoltà tecniche cresce anche il rischio dovuto attraversano diverse fatti sul nostro Appennino saranno sufficienti alle capacità dello sciatore? regioni (Abruzzo, anche laggiù!» «In Appennino il rischio valanghe è presente Lazio, Marche, Il riscaldamento globale impone una presa di al pari che in ogni altra montagna, ovunque ci Umbria) presentano coscienza a chi si muove in ambiente monta- siano neve e pendenze. La riduzione del rischio, caratteristiche no sia in estate che in inverno. Come è cam- più che nelle capacità tecniche sciistiche, è in talmente differenti biata la montagna per quel che riguarda lo quelle specifiche proprie del fenomeno valan- da permettere scialpinismo? ghivo. Corsi, osservazioni ed esercitazioni sul un’ampia scelta anche «Non saprei: si parla molto di clima ma io non campo, studio ed esperienze comuni sono lo ai più esigenti, con sono un esperto. Certo ci sono grandi variazioni strumento per crescere come scialpinisti consa- stagioni che spesso da un anno all’altro, capita che nella stessa sta- pevoli di un pericolo sempre presente e davvero si prolungano da gione la neve si faccia desiderare oppure cada insidioso. Sicuramente la prudenza e l’intuito dicembre a maggio. abbondante per settimane, o che si alternino devono costantemente accompagnarci nella

12 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 13 Gruppo Velino, Sirente Gruppo del Gran Sasso delle Fontari si attraversa la strada (paline visi- Itinerari Monte Brancastello (2385 m) bili anche con neve); si continua quindi sinistra a Traversata da al Piano del prendere il fosso che scende placido, abbassando- Fiume per il Fosso Malpasso si verso est nella piana. Procedendo la vista si fa 1. Piana di Campo È una delle gite più belle del gruppo: meravigliosa grandiosa con l’apparire dell’incombente castello Imperatore quando attraversa la piana di Campo Imperatore e roccioso del e della lunga dorsale poi sale al Monte Brancastello, fantastica quando del che sembra racchiudere l’altopiano a scende nel selvaggio Fosso Malepasso. Itinerario est. Scivolando senza pelli si punta alle pendici del non particolarmente faticoso né tecnicamente versante meridionale del Brancastello, costituito difficile, ma che richiede una precisa valutazione da dorsali alternate a canali più incisi. Terminata delle condizioni nivo-meteo, quindi bel tempo e la lunga scivolata oltre il Vado di Corno alle pen- neve assestata e sicura. La nebbia sarebbe mici- dici del monte (quota 1700 circa) individuare la diale nella salita al Brancastello tanto quanto nella via di salita per uno dei crinali che dalla piana si discesa per il Fosso Malepasso un manto nevoso appoggiano alla dorsale principale, al sicuro dagli instabile o gelato. Il sentiero che dal Fosso scende accumuli di neve soffiata nei fossi. Scelto il per- per Santa Colomba al Piano del Fiume è ben trac- corso migliore non rimane che incollare le pelli e ciato e abbastanza comodo anche con gli scarponi iniziare a risalire la costa con fitte svolte, guada- da sci e non compromette la bellezza della gita. gnando rapidamente quota. Quando finalmente si Località di partenza: Stazione a monte della arriva sulla cresta è magnifica la vista sul versante funivia di Campo Imperatore (2130 m) teramano con i Monti della Laga e i Sibillini, fino al scelta dell’itinerario e della traccia. Ma non è il loro lato duro e aspro e che, come tutte le Località di arrivo: Piano del Fiume (850 m) mare Adriatico e alla Maiella. Ora seguire lo spar- sufficiente! Una solida cultura sull’argomento montagne vere, celano pericoli e problemi. Un Dislivello in salita: 700 m tiacque verso est lasciandosi sulla sinistra prima è fondamentale per acquisire coscienza della sogno, un’utopia ovviamente, ma è nel tentativo Dislivello in discesa: 2100 m la cima del Pizzo San Gabriele e poi i ripidi pendii complessità del problema. Non si finisce mai di raggiungere le utopie e vivere i propri sogni Tempo di salita: 3 ore e 30 del Vallone di San Pietro, continuando fino a una di imparare e di sorprendersi riguardo alle va- che tutti, scialpinisti o no, si vive.» Tempo di discesa: circa 3 ore selletta: con un ultimo sforzo si attacca il risalto langhe ed è sempre valido il principio enunciato D’estate al rifugio, d’inverno tra le nevi, sem- Difficoltà: BSA terminale e si giunge in vetta al Monte Brancastel- da Andrè Roch, uno dei maggiori specialisti in pre all’ombra della montagna. Stili di vita che Esposizione in salita: sud est lo (2385 m, tabella metallica invisibile con molta materia: «Esperto stai attento, la valanga non sa permettono di farci ritrovare la dimensione Esposizione in discesa: nord est neve, ore 3 e 30). che tu sei esperto!». Infatti la valanga travolge il del rapporto uomo-montagna in un percorso Cartografia: Gran Sasso, CAI Aquila; Gran Sasso, Iniziando la discesa, dalla cima ci si abbassa per neofita come l’esperto, e questo significa che con di interpretazione soggettiva. Ad ognuno la Edizioni Il Lupo l’invitante grande anfiteatro in direzione del Mon- l’esperienza e lo studio si possono evitare molte propria ricerca, qual è la tua? ACCESSO te Prena (est) con belle curve in un ambiente gran- situazioni di pericolo, ma un rischio residuo ri- «Cerco la risposta a questa domanda dalla mia Dal casello di dell’A24 in pochi minuti si dioso e solare; la discesa prosegue nella valle che marrà sempre.» casa di Pietracamela, seduto al tavolo di fron- arriva alla base della funivia, con la quale si sale a man mano si stringe in un fosso quindi si riallarga L’alta via scialpinistica dell’Appennino cen- te alla finestra. La vista del Corno Piccolo e del Campo Imperatore. con un pendio facile tra fasce di roccette. La di- trale è una linea continua che avete ripercor- Pizzo Intermesoli è impedita da dense nubi di Località di arrivo: dal casello San Gabriele-Colle- scesa prosegue mai ripida e tende per via intui- so e ricucito ma che ricalca vecchi tracciati scirocco, il vento e la pioggia battono sui vetri. dara dell’A24 si arriva a Isola del Gran Sasso e di tiva verso destra, con tratti più ripidi alternati ad usati per gli spostamenti delle genti di mon- In paese siamo pochi, molti anziani, qualche qui a Pretara. Si prosegue verso il lago di Pagliara altri più dolci, fino a incassarsi nel fondo del fos- tagna. Parlami di questa esperienza. amico, il mio cane. Pietracamela è in mezzo a superando il bivio per San Pietro; dopo circa tre so, dove aggira qualche masso e infine incrocia il «Una delle esperienze di montagna più inten- grandi foreste di faggi sempre più popolate di «Ambienti di alta chilometri si prende a destra una carrareccia che sentiero estivo (quota 1300 circa). In genere qui se che ho vissuto è stata percorrere con Angelo animali: si incontrano frequentemente cinghia- montagna, dislivelli conduce al Piano del Fiume. termina la neve e, sci in spalla, ci si incammina per Grilli le ventiquattro tappe dell’alta via dell’Ap- li e caprioli e si sentono bramire i cervi. Pochi notevoli, passaggi Dalla funivia si scende lungo le piste battute e il sentiero che, dopo un tratto più ripido dove si pennino. L’alta via scialpinistica dell’Appennino giorni fa, mentre sistemavamo la legna per l’in- tecnici, luoghi poco prima della stazione a valle della seggiovia accumulano le valanghe, esce sulla destra dal fon- è un progetto nato da una fantasia e redatto di verno, un branco di lupi ululava e uggiolava a isolati e difficoltà getto a tavolino, un divertente lavoro di taglio poca distanza dalle nostre case, giù nella valle di d’orientamento e cucito, verificando sul campo la fattibilità e Rio Arno. Qui la solitudine è compensata dalla rendono questa suggerendo soluzioni per la logistica. L’alta via bellezza, pura e semplice. Con due ore di cam- traversata un’avventura attraversa i maggiori gruppi montuosi dell’Ap- mino sono in quota, sopra i duemila metri, in meravigliosa e pennino centrale, salendone una dopo l’altra le tre ore posso salire al mio rifugio senza prendere indimenticabile, cime innevate: partendo dalle Marche, sfioran- l’auto. Quando c’è un buon inverno freddo e ne- riservata a scialpinisti do il Lazio e l’Umbria e attraversando gran parte voso mi capita di arrivare dalle mie gite al Corno navigati che sappiano dell’Abruzzo, per lambire infine il Molise. Am- Grande o al Pizzo Intermesoli con gli sci fin sulla trovare la via attraverso bienti di alta montagna, dislivelli notevoli, pas- porta di casa. La risposta è questa: la mia ricerca monti magnifici, saggi tecnici, luoghi isolati e difficoltà d’orienta- mi ha portato qui, a Pietracamela alle pendici che talvolta mostrano mento rendono questa traversata un’avventura del Gran Sasso, e ne sono felice.» il loro lato duro e aspro meravigliosa e indimenticabile, riservata a scial- Progetti futuri? e che, come tutte le

pinisti navigati che sappiano trovare la via at- «Progetti futuri non ne ho, mi limito a vivere montagne vere, celano 1 traverso monti magnifici, che talvolta mostrano alla giornata! » pericoli e problemi.»

14 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 15 do del Fosso Malepasso e attraverso una rigoglio- zione più fitta e quindi bosco meglio sciabile che La strada fino al rifugio Pomilio (1892 m) nel pieno sa faggeta conduce prima alla chiesetta di Santa si apre sui Piani di Pezza. dell’inverno spesso è bloccata dalla neve. In que- Colomba (1234 m), antico eremo in posizione dav- Comunque siate arrivati sui Piani ora dovete sgan- sto caso si parte dalla base degli impianti a 1654 vero panoramica, quindi con serrate svolte scende ciare gli attacchi e ciabattare per poco più di cin- m, poco oltre il piazzale dell’Hotel Mamma Rosa. all’amena località di Piano del Fiume, dove tavolini que chilometri di terreno pianeggiante verso est Si attraversano alla base le piste di sci e si risal- e fontana danno riposo e ristoro al termine di que- (1 ora), fino a raggiungere il lontano Vado Di Pezza gono a lato puntando in direzione sud ovest, poi sta grande gita (3 ore circa, il tratto a piedi richede (1482 m). con una comoda diagonale a lato della fila di pali poco più di un’ora). con cartelli di pericolo che delimitano il fuoripista. Gruppo della Maiella Finita la linea dei cartelli si prosegue per via evi- Gruppo del Velino-Sirente Cima delle Murelle (2596 m) dente (ma non con la nebbia!) arrivando così alla Monte Magnola (2220 m) e Costone della Per il versante nord ovest fine della strada presso il Blockhaus (cartello e ca- Cerasa (Cima Occidentale) (2182 m) Emozioni garantite con questo lungo giro nel cuo- pannuccia). Da qui si sale sulla pianeggiante cima Anello dagli impianti della Magnola a Vado di Pezza re della Maiella: una lunga cavalcata di cresta con del Blockhaus (2142 m) per il versante di destra Un itinerario di classe che percorre alcune delle l’alternarsi di veloci discese e brusche risalite con (nord ovest) o, se le condizioni della neve lo per- zone più belle del Velino; si sfrutta l’apertura degli le pelli e di panorami magnifici in continuo divenire. mettono, si segue il sentiero estivo, che si fa largo impianti di Ovindoli per guadagnare quota. Bisogna Gita non troppo difficile ma per scialpinisti esperti e tra i pini mughi ed evita sul lato opposto la cima sobbarcarsi la scomodità di lasciare una macchina ben allenati; unico punto delicato, ma neanche tan- del Blockhaus. Si prosegue per il filo del crinale

a Vado di Pezza per garantirsi il rientro, ma ne vale 2 to quanto sembrerebbe, la crestina terminale per la salendo il Monte Cavallo (2171 m) e si scende alla certo la pena. Se poi i Piani di Pezza son liberi dalla cima, esposta, affilata e con facili passaggi di misto. Sella Acquaviva (2100 m). Oltre la sella si prosegue neve l’auto la si può lasciare direttamente sul pia- Otto ore per una grande gita! lungo la cresta che diviene più ripida, trascurando no sotto la Costa della Tavola e la gita si fa ancora ma placida, poi un poco più pendente; prima che si 2. Gruppo Velino, Sirente Località di partenza: Rifugio Bruno Pomilio (1892 le tracce che a sinistra tagliano il pendio verso il meno faticosa. Con la nebbia è la gita ideale per restringa in un fossetto ostacolato da alcuni arbu- 3. Gruppo Maiella m); impianti della Maielletta (1700 m) Bivacco Fusco (pericoloso con neve non assesta- perdersi irrimediabilmente. sti, a 1600 m circa, è il caso di arrestare la discesa Dislivello: 1600 m ta); così si guadagna quota fino all’ampia vetta del Località di partenza: Stazione a monte della e rimettere le pelli (mezz’ora). Si ritorna sui propri Tempo complessivo: 8 ore Monte Focalone (2676 m, paletti di legno e targa seggiovia Monte Freddo (1983 m) passi risalendo la Valle della Genzana, lasciando Difficoltà: BSA metallica). Continuare ora a sinistra (est) verso Località di arrivo: Vado di Pezza (1482 m) sulla destra il canale appena sceso che torna su Esposizione: nord ovest il Monte Acquaviva, seguendo alcuni ometti sulla Dislivello in salita: 1000 m circa alla Magnola e risalendo la valletta fino a quota Cartografia: Gruppo della Maiella, CAI ; larga e piatta cresta, fino sulla Selletta Focalone Dislivello in discesa: 1450 m 1800 circa: qui se ne esce verso nord ovest, incon- Maiella, Edizioni Il Lupo (2692 m), affacciata sulla Valle delle Murelle, a si- Tempo di salita: circa 6 ore trando una depressione con due piccoli rifugi di ACCESSO nistra, e sull’alta Valle del Forcone a destra, (4 ore Difficoltà: BS pastori, dove si continua a salire fino alla visibile La stazione sciistica di Passo Lanciano-Maielletta circa). Esposizione: salita sud est, discesa nord ovest ma poco pronunciata Cima Occidentale del Costo- è raggiungibile con la SS n° 614. A chi percorra Levate le pelli, si scende brevemente nell’ampio Cartografia: gruppo Velino-Sirente, CAI Abruzzo; ne della Cerasa (2182 m, ometto in cima, qualche l’A25 Roma-Pescara è conveniente uscire al ca- pendio alla testata della Valle del Forcone, compre- Carta Velino-Sirente, Edizioni Il Lupo palo di legno sul crinale, 1 ora e 30). Dalla vetta sello di Alanno-Scafa. Chi percorre l’A14 Adriatica sa tra la cresta rocciosa della Cima delle Murelle e ACCESSO ci si affaccia a nord sulla Costa della Tavola, ben preferirà il casello di Francavilla. La viabilità di fon- il ripido versante nord del Monte Acquaviva. Scesi Lungo la SS. n°5 bis L’Aquila-Celano fino a delimitata ai lati dai salti delle due fasce rocciose do valle è complessa, ma non dovrebbero sorgere circa duecento metri si scivola a sinistra a prende- Ovindoli e al piazzale presso gli impianti della che la caratterizzano. difficoltà per raggiungere Passo Lanciano, e di lì in re la cresta rocciosa che sale alla Cima delle Murel- Magnola. Si scende direttamente il pendio della Tavola per- breve la Maielletta e il rifugio Pomilio. le, percorrendola sul lato destro e poi sul culmine, a Località di arrivo: lungo la SS. n°5 bis L’Aquila-Ce- correndolo fin al margine del bosco (quota 1900 tratti affilato e costellato di roccette, facili e ricche lano fino a Rocca di Mezzo, quindi si seguono le circa): quindi a destra per un ripido canalino, poi di fossili. È preferibile percorrere un breve tratto a indicazioni per Vado di Pezza. Fino a Capo Pezza lungo la pista lasciata nel bosco dalle valanghe. piedi, mentre il resto si fa anche con gli sci, arri- la strada non è asfaltata. Quando questa è sbarrata dal bosco si percorre vando così sulla Cima delle Murelle (2596 m, croce Dalla seggiovia del Monte Freddo si agganciano le grosso modo il centro dell’anfiteatro e con pazien- metallica, 5 ore dalla partenza). pelli e si sale a destra per la facile cresta, affac- za si supera un tratto più intricato, con percorso Si inizia la discesa assandosi nel pendio a nord ciata con grandi cornici verso l’anfiteatro della intuitivo fra piante e radure, fino ad uscire dal bo- ovest che, ampio e invitante, scende senza troppa Magnola; si superano delle opere frangivento e si sco sui Piani di Pezza. Per evitare la fitta macchia pendenza verso l’anfiteatro delle Murelle. Circa a procede comodamente fino ad arrivare sulla cima nell’anfiteatro a quota 1900 circa si può provare metà discesa c’è una breve strettoia tra pilastrini dei Monti della Magnola (2220 m, ometto e picco- a tirare dritti nel bosco, evitando di imboccare il rocciosi: senza particolari difficoltà si prosegue la croce metallica, 1 ora). Dalla poco pronunciata ripido canalino sulla destra. Entrando così subito per la linea evidente con la pendenza media di 35° vetta si procede a nord lungo il filo di cresta fino a nella faggeta al piede della Costa della Tavola (qui e un un breve tratto sui 40°. Dopo circa 400 metri una selletta; da questa, spalle agli impianti di sci e è anche segnata la traccia sulla carta CAI): anni ci si ferma alla base del versante nel bellissimo an- con alla sinistra il rifugio Panei, una bella valletta fa mi è sembrato che le piante fossero qui meno fiteatro delle Murelle a quota 2250 circa, quindi si scende con modesta pendenza verso ovest. La si intricate che sul percorso precedente. Terza e ul- risale verso nord ovest il valloncello che in circa 40 scende sciando rilassati, poi si affrontano brevi e tima possibilità all’inizio della faggeta è quella di minuti porta al crinale dove si trova il bivacco Carlo più ripide strettoie (attenzione qui alle condizioni scendere a sinistra, tra il bosco e la valle lungo il Fusco (2445 m), sempre aperto e sommariamente della neve). Sempre senza particolari difficoltà il bordo della Tavola guadagnando così ancora qual- arredato. Ora si ripercorre brevemente la larga cre-

canale sfocia, a 1800 m circa, nel solco principale che curva su terreno aperto prima di incontrare il 3 sta verso sud, andando così a riprendere la traccia della Valle della Genzana. Questa scende dappri- bosco; a seguire un centinaio di metri di vegeta- di salita che si segue fino al punto di partenza.

16 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 17 Vivere/pensare/ cercar di capire Dalle palestre romane alle Dolomiti, dalle montagne abruzzesi al Karakorum, Silvio Jovane è un mito dell’alpinismo romano. Ha scelto di raccontarsi soltanto ora, mezzo secolo dopo il suo addio alle scalate

di Stefano Ardito

ell’estate del 1960, una cordata arrivata sovrastato da strapiombi. L’ultimo chiodo è vari Prima invernale del da Roma tenta una delle pareti più dif- metri più in basso, e per proseguire ci vorrebbe un Paretone del Gran ficili delle Dolomiti. La Torre d’Alleghe, ancoraggio. Ma non ci sono fessure, e Silvio Jova- Sasso, 1960. N Foto Silvio Jovane come scriverà il capocordata, «mette paura solo a ne non vuole bucare la roccia. guardarla». «Si erge come un pilastro, nella parte Come traccia del suo passaggio, l’alpinista incastra bassa sporgente come la prua di una nave, al diso- in una svasatura della dolomia l’anello di un chio- pra duecento metri di lavagne grigie luccicanti». do, e lì accanto incide con il martello nella roccia Non è la prima volta che alpinisti arrivati dall’Urbe le sue iniziali, “SJ”. Senza un ancoraggio Silvio non tentano imprese importanti sui Monti Pallidi. Fin può certo calarsi in corda doppia. E allora scende dai primi anni del dopoguerra Marino Dall’Oglio, in libera, su difficoltà molto alte, nello stile del ma- Paolo Consiglio, Bruno “Dado” Morandi e i loro estro Paul Preuss. compagni di cordata hanno tracciato decine di Un anno dopo, ormai stregato dal pilastro, Jova- vie sui Fanis, sulle Conturìnes, sulla Croda Rossa ne si cala dalla vetta della Torre d’Alleghe con due d’Ampezzo e su altri massicci. Nel 1952, sei gio- corde da ottanta metri, poi risale in arrampicata, vani alpinisti romani hanno soffiato a gardenesi e assicurato dall’alto. Capisce che salire da lì è pos- fassani la prima invernale assoluta del Sassolun- sibile. Poi la vita lo porta altrove, e quando torna go, una delle montagne più belle e imponenti delle sulle Dolomiti il tempo è brutto, oppure non ha un Alpi. Molto più tardi, a metà degli anni Settanta, compagno in altezza. inizieranno le cavalcate solitarie di Pierluigi Bini, Nel 1966 è un forte alpinista di Alleghe, Domenico un teen-ager che percorrerà senza corda la Via dei Bellenzier, a compiere la prima salita del pilastro Fachiri a Cima Scotoni e la Gogna alla Marmola- che domina la Val Civetta e il suo paese natale. Lo da, e contribuirà a cambiare l’alpinismo italiano fa in solitaria, dopo un tentativo dei lecchesi Aldo ed europeo. Anghileri e Giorgio Redaelli, usando cinquanta chiodi normali e solo tre a pressione, quelli che Ormai stregato dal pilastro, Jovane si Silvio Jovane non ha voluto piantare. cala dalla vetta della Torre d’Alleghe L’itinerario di Bellenzier si afferma come uno delle con due corde da ottanta metri più difficili delle Dolomiti, il passaggio-chiave oggi viene valutato di 6a. Quattro anni dopo, la prima Nel 1960, sulle Dolomiti e non solo, l’arrampicata ripetizione viene compiuta da Reinhold Messner e è ancora quella di un tempo. Le corde di canapa Heini Holzer, che scrivono di «una via di prim’or- hanno appena lasciato il posto a quelle di nylon. dine». La seconda, nel 1980, viene compiuta da Ma ci si lega in vita, senza imbragature, e per assi- Giancarlo Milan e da Luisa Iovane. curarsi ci sono soltanto i classici chiodi da fessura Quest’ultima, anche se qualche ufficiale d’anagra- e qualche cuneo di legno. Oppure i primi chiodi a fe negli anni ha trasformato la “J” in “I” o viceversa, pressione, che però non piacciono a tutti. è la nipote di Silvio, il “mitico zio Silvio”, che nel Superata la parte bassa del pilastro della Torre 1959 non ha potuto partecipare al matrimonio dei d’Alleghe, che si alza “come la prua di una nave”, genitori di Luisa perché impegnato nella spedi- il capocordata sbuca su un terrazzino levigato, zione al Saraghar Peak, uno splendido “settemila”

18 / Montagne360 / gennaio 2016 Silvio Jovane (a sinistra) e Lino D’Angelo sulla Via a destra della Crepa e la Via del Monolito. del turismo di massa di Marsa Alam e di Hurghada. vetta del Corno Piccolo Sul Paretone del Corno Grande, la muraglia più Altri viaggi lo conducono in Somalia, sonnolenta dopo la prima salita del alta dell’Appennino, percorre nel 1958 con Gigi ex-colonia italiana, che qualche decennio più tardi Monolito (1956). Mario la magnifica via del Secondo Pilastro, ed è diventerà una polveriera letale. Foto Franco Cravino, protagonista un anno e mezzo più tardi della pri- In Himalaya, dopo la spedizione romana del 1959 (archivio Silvio Jovane) ma invernale della via Jannetta, la normale estiva al Saraghrar (nella quale non raggiunge la cima Sulle piste della della parete. per un malore), Silvio percorre la Karakorum Hi- Somalia, anni Ottanta. Trent’anni fa, lavorando con Fabrizio Antonioli ghway in mountain-bike, e visita a piedi valli e vil- Foto Silvio Jovane alla mia prima guida del Gran Sasso, ho scoperto laggi sconosciuti. Proprio a uno di questi, Yuldo, che era stato proprio Silvio Jovane a “inventare” la ai piedi dei settemila metri del Nun Kun, dedica il A fronte dall’alto: Saraghrar Peak, 1959. topografia del Paretone. I Pilastri, ovviamente, e suo semplice e bellissimo libro che viene pubblica- Foto Silvio Jovane poi la Farfalla, lo strapiombo giallastro che da lì a to nella primavera del 2015 dall’editore teramano qualche anno sarebbe diventato un altro problema Ricerche&Redazioni. Discesa in doppia dalla alpinistico da salire. Dopo il titolo, Yuldo (trovate la recensione nella ru- Torre d’Alleghe. Foto Per andare e venire da Roma al Gran Sasso, Jovane brica libri ndr), il sottotitolo “vivere/pensare/cercar archivio Silvio Jovane usava una Triumph, una potente moto inglese ac- di capire” suggerisce che non si tratta solo di un rac- quistata come residuato bellico, sulla quale trova- conto di scalate e avventure. I testi brevi e profondi, vano posto corde, tenda, materiali, viveri e natural- i momenti di vita quotidiana che si alternano alle mente Silvio e il suo compagno di cordata di turno. arrampicate e ai deserti fanno capire che questo è Negli anni Settanta Silvio Jovane lascia le monta- un libro speciale. gne e l’alpinismo. Insieme alla moglie Marilena Le riflessioni sulla famiglia, sul rapporto tra genito- mette al mondo tre figli (uno di loro, Enrico, oggi fa ri e figli, sulla fede fanno di Silvio Jovane e del suo la guida alpina), va a vivere in un casale sull’Appia libro uno strumento prezioso per interrogarsi e ca- Antica che ha ricostruito a fatica con le sue mani. pire. Qua e là, tra le pagine, le foto in bianco e nero Lavora per venticinque anni all’Alitalia come tec- del Paretone, del Dente del Gigante e di altre vette, nico di computer. E utilizza la possibilità di vola- oltre che della mitica Triumph, ricordano il passato I testi brevi e re gratis nel mondo per praticare un’esplorazione in montagna dell’autore. profondi, i momenti diversa. La presentazione di Luisa Iovane, nipote di Silvio e di vita quotidiana Con la moglie e i figli piccoli percorre lo Yemen con alpinista e arrampicatrice celebre, è un inno all’al- che si alternano alle i suoi montanari armati fino ai denti, traversa le pinismo dello zio. «Adesso spero di tornare in suo arrampicate e ai deserti pianure dell’India con treni e bus scalcinati, visita la onore sulla Torre d’Alleghe a cercare le iniziali “SJ” fanno capire che questo costa egiziana del Mar Rosso ben prima dell’arrivo scolpite nella roccia!” conclude.» è un libro speciale. Le riflessioni sulla famiglia, sul rapporto tra genitori e figli, sulla fede fanno di Silvio Jovane e del suo libro uno strumento prezioso per interrogarsi e capire. Qua e là, tra le pagine, le foto in bianco e nero del Paretone, del Dente del Gigante e di altre vette, oltre che dell’Hindu-Kush pakistano. anni fa, si usavano due parole pronunciate con ri- della mitica Triumph, L’occhio, l’abilità e il coraggio di Silvio Jovane non spetto, “sesto grado”. ricordano il passato in si sono manifestati soltanto sul Civetta. Sulle pa- Ma Silvio Jovane è soprattutto un esploratore del montagna dell’autore. reti del Morra, la tradizionale palestra di roccia Gran Sasso. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in dei romani, la Silvio alta e la Silvio bassa sono da cordata con altri grandi del tempo come Franco decenni due vie mitiche. La seconda, con i suoi Cravino e Gigi Mario, apre sul massiccio abruzzese movimenti delicati su minuscole gocce di roccia, degli itinerari magnifici, dalle difficoltà non estre- anticipa l’arrampicata moderna di Sperlonga. La me ma di una logica e di un’estetica straordinarie. prima, con una traversata orizzontale su un calca- Sulla parete Est del Corno Piccolo, oggi a portata re diabolicamente levigato, con le mani in una fes- di mano dal rifugio Franchetti e dalla cabinovia sura rovescia, espone a un brutto volo sia il primo dell’Arapietra (entrambi all’epoca sono di là da ve- sia il secondo di cordata. Per entrambe, già molti nire), individua e percorre due capolavori come la

20 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 21 A fronte: Pizzo d’Uccello a Via ferrata “Tordini-Galligani” è situata Dopo questa ricognizione, con l’incoraggiamento con le sue creste nelle Alpi Apuane e precisamente alla te- di Scatena fu convinto il Bargagna allora presi- Capradossa (sinistra), stata del Solco di Equi, di fronte alla ma- dente della sezione CAI di Pisa ad approvare il Nattapiana (destra). L Storia di una via ferrata nuovo progetto. La ferrata si farà. Magari senza estosa parete nord del Pizzo D’Uccello. Nata nei Foto Mario Verin primi anni Settanta per consentire agli alpinisti troppa fretta ma si farà. In attesa di finanziamen- È nuovamente agibile la via ferrata di Foce Siggioli, In questa pagina, da di raggiungere la base della parete dal Rifugio ti iniziò l’iter per le necessarie autorizzazioni. Per sinistra: la ferrata in Donegani nell’attigua Val Serenaia, è divenuta la direzione dei lavori la scelta cadde su Elso Bia- all’ombra della parete di marmo del Pizzo d’Uccello, costruzione e la guida meta anche di escursionisti. Caratterizzata da un gi, esperto cavatore nonché guida alpina, compa- Elso Biagi danneggiata dal terremoto del 2013 percorso logico non impegnativo e molto pano- gno e alfiere in tante scalate. Le motivazioni del ramico su uno sperone roccioso che dal Solco di progetto, in accordo a quanto già allora suggerito Equi raggiunge Foce Siggioli sulla Cresta di Ca- dal CAI, furono: 1) la ferrata non è diretta a una di Giovanni Bertini e Angelo Nerli pradossa, è oggi il fulcro di un anello di sentie- vetta; 2) non ricalca una via alpinistica; 3) ha un ri attrezzati che corre attorno al Pizzo. Sul fini- percorso logico in ambiente eccezionale; 4) met- re degli anni Sessanta andava concludendosi la te in comunicazione Val Serenaia e Solco di Equi fase della esplorazione della parete. A quel tempo permettendo, in discesa, di accedere alla parete per raggiungere la base erano necessarie tre ore facendo base al Rifugio Donegani. di avvicinamento, sia che ci si incamminasse da Equi, sia che si salisse in auto a Ugliancaldo e la via ferrata fulcro di un anello di alla successiva strada marmifera. Venne così in sentieri attrezzati attorno al Pizzo mente ad alcuni pisani, autori in buona parte d’Uccello dell’esplorazione, di erigere un bivacco nei pressi Impulsi decisivi all’impresa vengono da Giorgio della parete, poco al disotto del tetro anfiteatro Masetti e Alberto Bargagna, grandi amici di Bru- terminale denominato “Cantoni di neve vecchia”. nello e Vittorio Di Coscio. Tra i molti partecipan- Fu così che il 3 Marzo del 1968 Angelo Nerli in ti ai lavori, vengono in mente Francesco Cantini, compagnia di “Tista” Scatena, storico compagno Maurizio Scheggi, Carlo Scrimali nonché soci di e animatore delle iniziative e di Marco De Bertol- Massa e di altre sezioni tra i quali Sergio Cera- di con Lucia Melen, individuarono il sito giusto. gioli, nome importante dell’ alpinismo apuano. Il Tuttavia fu constatato che il bivacco non avrebbe primo Marzo 1970, morì sulla Pania della Croce per nulla abbreviato il ritorno alle basi di Uglian- Brunello Tordini, storico Istruttore della Scuo- caldo o di Equi, che rimaneva notevolmente la pisana di Alpinismo. La tragica circostanza lungo e malagevole. In alternativa, la discesa al stimolò in modo decisivo i finanziamenti e an- Rifugio Donegani o al paese di Vinca, richiede- che l’impegno di tanti amici a lavorare gratis e va la presenza di un’auto in attesa. Fu allora che, senza rimborso spese. Nella primavera del 1971 guardando dal basso, venne l’idea: perché non iniziarono i lavori sotto la direzione del Biagi co- allestire una via ferrata lungo quello sperone che adiuvato dall’erculeo cognato Antonio Viti, con il dalla Foce Sìggioli discende dritto verso di noi? tracciamento ex novo dei sentieri dal Rifugio Do- Detto fatto: Nerli e De Bertoldi risalirono l’erta negani a Foce Sìggioli e dalle cave Cantonaccio concavità a destra dello sperone fino a Foce Sig- fino ai piedi dello sperone. Ma nel frattempo un’ gioli e discesero “a corda doppia” lungo la cresta. altra sciagura colpi la Sezione pisana; Pier Luigi

22 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 23 Sentieri attrezzati e vie ferrate: la posizione del CAI

In questo articolo gli autori raccontano il ripristino di una ferrata, questo è uno di quei casi in cui renderla nuovamente agibile ha un senso per la storia alpi- nistica e escursionista dell’area. Su M360 non parleremo di nuove ferrate o di ampliamento di quelle esistenti perché siamo contrari. Vogliamo ricordare la posizione del CAI sulle vie ferrate. Il Nuovo Bidecalogo, in un passaggio del Pun- to 12 recita “L’attività escursionistica è certamente a debole impatto ambienta- le. Le facilitazioni del progredire, poste in essere con funi, catene, scale ed altri infissi, non sono, in genere, indispensabili alla pratica di tale attività. Tuttavia nel passato si è assistito alla proliferazione di sentieri attrezzati e vie ferrate che spesso perseguono obiettivi estranei a un corretto spirito sportivo nell’affron- tare le difficoltà. Tuttora si deve constatare come in molte zone si continui ad attrezzare nuovi itinerari e/o nell’ampliamento di quelli esistenti.” E prosegue “Con la convinzione che gli itinerari alpini, privi di manufatti, offrano esperienze indimenticabili, il CAI è, e resta, contrario all'installazione di nuove vie ferrate e/o attrezzate. Si adopera, ovunque possibile, per dismettere le esistenti, con la sola eccezione di quelle di rilevante valore storico, e/o per la messa in sicurezza di particolari passaggi lungo itinerari molto frequentati. Il nostro impegno Il CAI si pone sempre in un atteggiamento di confronto costruttivo con l’obiettivo di disincentivare i soggetti coinvolti e/o in procinto di realizzare nuove vie e/o per- corsi attrezzati o di ampliarne uno esistente.”

Galligani, nel condurre una gita sociale, venne di Fivizzano, che vietava per motivi di sicurezza In questa pagina: breve ucciso dalla caduta di un masso. La costruenda l’accesso ai sentieri di montagna, il CAI di Pisa tratto con staffe via ferrata ricorderà così entrambi gli amici ca- dichiarò la ferrata chiusa ed inagibile. I numerosi Foto Giovanni Bertini

duti in montagna. Furono stesi circa 500 m di un sopralluoghi effettuati con esperti alpinisti come A fronte, tracciati della grosso cavo metallico e collocati un centinaio di Paolo Cremonese e Paolo Bianchini e la perizia via ferrata: originale picchetti di acciaio per superare un dislivello di geologica di Giovanni Bertini evidenziarono la (rosso); nuovo (giallo). quasi 400 m. I lavori si conclusero prima dell’in- pericolosità di questo versante caratterizzato da La freccia indica la zona verno e l’inaugurazione fu fatta nella primavera rocce fratturate e instabili. In alternativa, su sug- di distacco del blocco di roccia. del 1972. Negli anni successivi vengono allestiti gerimento del Bianchini, fu individuato un nuovo Foto Paolo Bianchini in zona altri due sentieri attrezzati: dalla Sezione tracciato al culmine dello sperone di roccia che la di Carrara il “Domenico Zaccagna” lungo la base ferrata già percorre nella sua parte superiore. La della parete Nord e dalla Sezione di Pisa il “Mario giacitura a “frana poggio” degli strati di marmo è Piotti” sul versante meridionale del Pizzo. Con la alquanto sfavorevole, tuttavia l’apice dello spero- “Tordini-Galligani” si realizza così un prestigioso ne non è interessato dalle fratture beanti e riem- giro del Pizzo D’ Uccello, riservato a escursionisti pite da humus e piante vegetali che, con il passare esperti. degli anni, hanno aumentato l’instabilità del vec- chio tracciato. Il CAI di Pisa iniziò la costruzio- La ferrata oggi ne del nuovo tracciato nel mese di Luglio 2014, In seguito al sisma del 25 Gennaio 2013 di magni- affidando al Bertini la direzione del progetto e tudo locale 4,8 che interessò le vallate della Lu- alla ditta di cui è titolare Carlo Barbolini (CAAI; nigiana e della Garfagnana arrecando danni alle INA) la messa in opera. I lavori sono stati effet- doveroso ringraziamento a Bertoncini della ditta Ro- abitazioni ma fortunatamente non agli abitanti, tuati in conformità a quanto richiesto dal CAI per tor Work per il trasporto del materiale a mezzo eli- anche le montagne circostanti ed in particolare i sentieri attrezzati e le vie ferrate. Sono stati uti- cottero. Dopo 6 mesi la variante alla ferrata “Tordini la parte settentrionale delle Alpi Apuane, furono lizzati circa 200 m di cavo inox da 12 millimetri, – Gallicani” è stata collaudata alla presenza dell’ing interessate da numerose frane e crolli. Nell’area collocati 44 picchetti di acciaio del diametro di Marco Passaleva (INA) e del presidente della sezione del Pizzo D’Uccello la ferrata “Tordini-Gallicani” 20 mm e 9 staffe alla marinara. La percorribili- di Pisa Alessio Piccioli ed ufficialmente riaperta dopo subì seri danni nel suo tratto inferiore provocati tà è stata alquanto facilitata da una diffusa gra- circa 2 anni di chiusura Nel corso di questo progetto dalla caduta di un blocco di marmo di almeno 5 dinatura della roccia. Il CAI di Pisa ha ricevuto sono stati fondamentali gli aiuti ricevuti dagli amici metri cubi Circa 30 m del cavo originale ed alcu- contributi finanziari dai suoi soci, dal Gruppo Marco Pieracci sempre presente nella zona, Simone ni picchetti di ancoraggio furono rotti e danneg- Regionale CAI Toscana, dal Parco Alpi Apuane e Bufalini fondamentale nella scelta tecnica dei mate- giati. In seguito anche alla delibera del comune dalle sezioni di Pontedera e Sesto Fiorentino. Un riali, Claudio Bovio, Francesco Cantini e Francesco

24 / Montagne360 / gennaio 2016 Esplorando la Terra senz’ombra

Storie e reportage dall’immenso carso cinese. Con la scoperta di un delle più grandi sale sotterranee al mondo di Marc Faverjon e Marco Zambelli

La luce della Terra senza ombra scivola nel pozzo di Huangliandong di 135 m di profondità. La base del pozzo è una sala di 120 x 150 m che corrisponde a un volume scavato dall’acqua di 1,15 metri cubi. Foto Marc Faverjon Il carso del sud In viaggio verso un incredibile tipici di questo carso, per costruire abitazioni e stra- della Cina è stato universo nascosto de, ma anche fucine e fabbriche di armi al riparo letteralmente Se dovessimo definire un “Himalaya” della spe- dai nemici. A Fengshan, capoluogo dell’omonimo “traforato” da vecchi leologia la scelta non sarebbe facile ma, con mol- distretto in cui si sono svolte le nostre esplorazio- fiumi sotterranei che ta probabilità, ricadrebbe sul carso della Cina. Le ni, il teatro, la sala delle feste del paese ed il museo hanno scavato gallerie spesso di più di 50 rocce carbonatiche, quelle nelle quali si possono del Geoparco sorgono all’interno di una gigantesca metri di larghezza come con maggior facilità formare delle grotte, coprono grotta percorsa da un’arteria stradale che di notte, nel ramo fossile di un quinto del Paese, con una forte prevalenza nelle illuminata da colori fluorescenti, si trasforma in Shaowandong. provincie meridionali: Guangxi, Yunnan, Guizhou, una surreale, romantica passeggiata per giovani Foto Marc Faverjon Hubei, Hunan e Sichuan. coppie locali . Il fiume di Poxin ha Uno studio realizzato negli anni Novanta, all’ini- scavato in Shaowandong zio delle esplorazioni straniere, riportava a ca- Vent’anni di esplorazioni metodiche gallerie di 20 x 40 m tasto non meno di 2836 fiumi sotterranei nelle Forte di un’esperienza ormai ventennale nel sud oggi parzialmente sole cinque prime provincie citate. Questi fiumi est-asiatico, la nostra squadra internazionale di allagate. si estendevano per una lunghezza complessiva esplorazione e studi speleologici, raggruppata sot- Foto Marc Faverjon stimata di 14.000 chilometri di gallerie con una to la bandiera del SouKa Team (acronimo di “Sous portata complessiva di 1462 m3/s, di poco infe- le Karst”), ha iniziato a interessarsi al carso Cinese riore a quella media del Po. dall’inizio del 2010 in seguito a contatti e richieste Ma ciò che più stupisce è come il carso cinese rap- di collaborazione ricevute da parte dei gestori del presenti un vero invito al viaggio, quale fu quello Geopak di Leye-Fengshan. celeberrimo di Marco Polo. Gli speleologi francesi, La prima spedizione di una squadra mista franco- che con gli inglesi sono stati i primi studiosi mo- italiana venne organizzata nel febbraio 2012 nel di- derni del carso cinese, hanno riportato i resoconti stretto di Fengshan, nel nord ovest della regione del esplorativi scrivendo del loro Viaggio in terra cine- Guangxi, in stretta collaborazione con gli speleologi se. E secoli prima Xu Xiake (1587-1641) realizzò un cinesi dei gruppi di Fengshan e di Nanning. periplo di tre anni nella Cina più remota e scrisse Il In soli dieci giorni operativi, e nonostante un meteo viaggio di Xu Xiake, nel quale riporta descrizioni e inclemente, sono state rilevate più di 20 chilometri “Sous le Karst” è analisi precise della geomorfologia e delle cavità del di gallerie tra cui alcune grotte di primaria impor- costituito da un sud ovest della Cina. Si può senz’altro affermare che tanza speleologica o geologica: Yinhe, un tiankeng eterogeneo gruppo sia lui il vero precursore della karstologia, lo studio percorso da un affluente del fiume di Poxin; Huan- speleologi di grande del carsismo, e della speleologia in questo paese. gliandong, un gigantesco pozzo-sala di 135 metri di esperienza, che In linea con i nostri illustri predecessori e motivati profondità; la grotta di Shaowandong, spettacolare vede raggruppati dalla curiosità suscitata dai loro racconti, ci siamo quanto inattesa porta di accesso al collettore prin- professionisti di mossi anche noi nella “Terra senza ombra”, una re- cipale, il fiume di Poxin. La seconda spedizione è estrazione diversa, gione del sud dove, per sei mesi all’anno, una grigia stata organizzata organizzata nell’aprile 2015 con accomunati dalla coltre di nubi oscura la luce del sole. È percorrendo l’appoggio dell’ufficio di turismo di Fengshan, ge- grande passione per queste terre che ci si rende conto di come l’esplora- store del geoparco di Leye-Fengshan e partner uf- l’esplorazione e lo studio zione speleologica in Cina significhi non solo la sco- ficiale del progetto. del mondo sotterraneo . perta di sistemi sotterranei ma, soprattutto, quella Il carso di Fengshan si estende su 900 km2 a sud Il team, forte di un di una cultura diversa e molto lontana dalla nostra. ovest dell’omonima città. È drenato da uno dei più ampio background Al contrario di quanto avviene in Europa dove le lunghi fiumi sotterranei del mondo, che si sviluppa esplorativo nella realtà grotte sono da sempre simbolicamente associate al per un totale stimato di 80 chilometri. Sebbene la italiana e francese, maligno o alle streghe, o rappresentano comunque parte inferiore del sistema, quella posta fra la sor- ha gestito progetti di il limite ancestrale allo spazio dell’attività umana gente di Sanmenhai e l’area di assorbimento prin- ricerca speleologica e dei vivi, in Cina è sorprendente come siano ar- cipale di Poyue, sia stata ampiamente documentata nelle provincie di moniosamente integrate con l’antropizzazione del dagli esploratori, molto ancora deve essere scoperto Cao Bang e Son La paesaggio e nella vita quotidiana. Gli altopiani del delle regioni a monte percorse dal fiume sotterra- nel nord del Vietnam carso del sud della Cina, infatti, si estendono dai neo di Poxin. L’obiettivo primario della nostra se- (1995, 1998, 2007), in 200 metri ai 2000 metri di quota, anche in zone conda spedizione è stato proprio la prosecuzione Laos nella provincia di densamente popolate. delle esplorazioni e dello studio di questo impor- Khammouane (2002, Le grandi cavità sotterranee, sfruttate per la raccol- tante collettore le cui acque alimentano la sorgente 2003, 2004, 2010, 2014) ta del salnitro necessario per la fabbricazione del- di Sanmenhai. e ultimamente in Cina in la polvere da sparo, o per il recupero della calcite Il Souka Team ha fatto così ritorno a Shaowandong, Guangxi (2012, 2015). abrasiva e sbiancante, sono infatti percorse da mil- il buco che soffia, un grande pozzo verticale caratte- Per maggiori lenni. Il popolo cinese, nella sua inesauribile sete di rizzato in inverno dalla fuoriuscita di una inquie- informazioni: spazi, ha conquistato nel tempo i Tiankeng, fondi tante colonna di vapore che sembra voler alimen- www.fengshan2015. di gigantesche doline e i vuoti di immensi ingressi tare la perenne, spessa coltre nebbiosa che avvolge altervista.org

28 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 29 Hiuyaowandakeng l’intera area della cittadina di Zongthing. In questa pressi della cittadina di Jinya. Si tratta di una zona o Grande Pozzo del grotta le esplorazioni del 2012 si erano fermate nel- molto suggestiva con montagne alte fino a 1200 Meandro delle cenere è le grandi gallerie iniziali del collettore, fino ad al- metri e grandi polje. Sulle alture che circondano stato scavato dall’acqua lora percorso soltanto per pochi metri. L’acqua di il polje di Shimahu siamo stati accompagnati da nel calcare nero. Il pozzo è stato congiunto al Poxin scorre a pelo libero a circa 300 metri di pro- guide locali fino all’ingresso di una grotta chiamata sistema di Shaowandong fondità in ampie gallerie con zone con acqua bassa Nongliudong, nella quale abbiamo esplorato, non durante la spedizione e corrente alternate a grandi laghi profondi. Come senza emozione, una delle più grandi sale conosciu- Fengshan 2015. Il indicato dal suo stesso nome, la grotta è percorsa te al mondo. complesso sfiora oggi i 12 da un notevole flusso d’aria che indica l’esistenza di «24 aprile 2015, partiamo al mattino per vedere km di sviluppo. Foto Gilles Connes altri ingressi e di un vasto sistema sconosciuto. Sarà una cavità che ci è stata segnalata nei coni sopra proprio la ricerca dell’ipotetico secondo ingresso, il polje di Shimahu. Dalle informazioni raccolte si Suduitudong, o grotta immaginato sulle carte e davanti al monitor del PC, tratterebbe di un grande pozzo. Immaginiamo un della quarta collina è una ad impegnare per più giorni una nostra squadra di nuovo tiankeng, una gigantesca dolina come quelle pittoresca cavità di ampie ricognizione esterna. che abbiamo esplorato nel 2012. dimensioni esplorata nel 2012 e rivista nel 2015 Celato fra doline e campi coltivati in una piccola val- Siamo in 4 con le nostre piccole luci da progressio- con l’idea di individuare lata a nord del paese di Longcai, è stato infine sco- ne e 150 metri di corda. una giunzione con il perto l’ingresso di Hiuyaowandakeng: una lunga Dopo 1 ora di cammino arriviamo all’ingresso di sistema di Shaowandong. serie di piccoli pozzi e larghi meandri scavati in una Nongluidong. Niente pozzo ma un piccolo me- Suduitudong è una roccia compatta dal nero brillante e intervallati da andro che si infila nella montagna. Entriamo, ma porzione dell’antico letto del fiume di Poxin: grandi vasche ci portano a 140 metri di profondità, dopo 20 metri e 3 battute di rilievo siamo fermi da- durante la stagione delle esattamente al livello del fiume di Shaowandong. Il vanti a un passaggio intasato da detriti. piogge è ancora percorsa 18 aprile 2015 alle ore 11:10, sul lago sifone dove si Usciamo e rientriamo quasi immediatamente in un da acqua che, nella erano fermate le esplorazioni acquatiche del giorno altro ingresso individuato a pochi metri di distanza. stagione asciutta, lascia il precedente, la squadra entrata da Shaowandong C’è più aria. Ripartiamo con il rilievo. Saltino da 10 posto a uno spettacolare tavolato di argilla ocra ha incontrato quella entrata qualche ora prima in metri, arrampicata da 8 metri, pozzo da 30 metri, completamente crepato Hiuyaowandakeng. È la sognata giunzione dei due l’ambiente si fa ampio. Del pozzo profondo non c’è che ne costituisce rami di un sistema che arriva così a sfiorare i 12 chi- traccia. la caratteristica più lometri di sviluppo, il primo dei due grandi regali di Andiamo avanti per qualche centinaio di metri peculiare questa spedizione. Saranno poi le misure di portata cercando di rilevare metodicamente i rami laterali. effettuate sia presso la sorgente di Sanmenhai (1750 Il terzo passaggio in cui ci infiliamo ci porta in un l/s) che al fondo di Shaowandong (700 l/s), situato bell’ambiente concrezionato, che si rivela essere una Il Geopark Leye – a l’incirca a metà strada fra gli estremi a monte e la sala di quasi 100 metri di diametro. Ci portiamo poi Fengshan è stato creato sorgente, che ci consentiranno di tracciare e quanti- verso destra in una galleria-sala che potrebbe avere nel 2010. Copre una ficare con più precisione il deflusso di questo gran- dimensioni simili. Seguiamo la parete sinistra per superficie di 930 km2 de fiume sotterraneo. non perderci. Sulla nostra destra non riusciamo a e racchiude 120 geositi La residua settimana di quest’ultima spedizione prendere le dimensioni: il distanziometro laser fun- organizzati in 8 aree ha visto le ricerche indirizzate su due fronti distin- ziona a fatica con battute di oltre 80 metri. Dise- di sviluppo turistico. ti, con una squadra concentrata nelle parti a valle gnare l’ambiente non è facile. I siti selezionati sono del sistema e una seconda impegnata nel definire Dopo diverse ore di progressione e rilievo, in mez- prevalentemente dei i limiti del bacino di alimentazione. La prima ha zo a stalagmiti di più di 40 metri di altezza, siamo fenomeni carsici, in esplorato due nuove e interessanti sezioni del fiu- sempre meno consapevoli di dove siamo. Prose- particolare i famosi me di Poxin all’interno di Xiangshuidong e Shen- guiamo su e giù per blocchi e concrezioni. Dopo Tiankeng, le più dong; quest’ultima cavità è stata percorsa per quasi un po’ mi convinco che stiamo girando in tondo. grandi ponti naturali 5 chilometri, e continua ancora. Le due grotte sono Ci fermiamo per stendere manualmente le ultime conosciuti al mondo e situate circa 6 chilometri a valle del sifone termina- battute del rilievo sul quaderno e capirci qualcosa. numerose grotte. le di Shaowandong e ad una decina dalla sorgente. Un anello. Quella che pensavo fosse una galleria è L’esplorazione Nella sua parte intermedia, ancora sconosciuta, il in realtà una sala, abbiamo girato intorno ad una speleologica è fiume di Poxin sembra ricevere diversi affluenti che stalagmite di 50 metri di diametro per tornare sui per il Geopark ne aumentano la portata oltre i 1050 l/s. Il fiume nostri passi. indispensabile per scorre con acqua bassa in grandi gallerie dove for- Proseguendo cominciamo a renderci conto delle ampliare e diffondere tunatamente non sono stati necessari canotti né dimensioni dell’ambiente, forse 200 metri di lun- la conoscenza del difficili traversate. ghezza, forse di più. Usciamo cercando di seguire patrimonio sotterraneo la parete sinistra ma senza grande successo, è facile della regione. La scoperta di un vuoto perdere l’orientamento in questo ambiente sconfi- Per maggiori straordinario nato. Abbiamo rilevato quasi 2 chilometri in appe- informazioni: L’altra squadra si è invece interessata alla zona na 2 sale. Sul rilievo si intravedono finalmente le di- www.lfgeopark.com superiore di alimentazione del fiume di Poxin nei mensioni del gigante. Manca invece tutta una parte

30 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 31 Geografia e paesaggio carsico

Il paesaggio carsico della Cina meridionale è sorabile azione dell’acqua. Ne è così risultata circonferenza e 600 metri di profondità. caratterizzato da profonde gole, grandi polje, una lunga fase di carsificazione che, come Alcune di esse sono vere e proprie vallate doline a fondo piatto e dai famosi coni carsi- i tarli in un legno antico, ha letteralmente nascoste e difficilmente raggiungibili, sul ci stilizzati nelle tipiche stampe che creano traforato la montagna, o i coni che ne sono cui fondo non è tuttavia raro scoprire campi uno sfondo verde smeraldo in ogni ristorante il residuo, in ognuna delle tre dimensioni con- coltivati, pascoli o addirittura le abitazioni di o negozio. sentite nel nostro spazio. agricoltori venuti in tempi remoti a coloniz- La geografia che osserviamo lungo le auto- È in Cina che troviamo 5 delle 10 più grandi zare un preziosissimo spazio vuoto e la sua strade e poi dai ripidi sterrati nel cuore della sale sotterranee note al mondo. E sempre terra fertile. montagna è ereditata da una lunga storia qui troviamo un’altra rappresentazione di Il carso cinese si estende su un quinto della geologica che comprende una fase prepon- questa imponente, intensa e unica carsifica- superficie del paese. derante e singolare detta di “carsificazione zione sulla terra: sono i tiankeng, un termine Foto Giampaolo Mariannelli sotto copertura”. Questo calcare, risalente al cinese entrato nel vocabolario geologico, periodo geologico che va dal Cambriano al usato per descrivere le mega-doline. La zona I Tiankeng o megadoline fanno parte del paesaggio cinese. Quello di Yinhe ha Trias, è “antico”: dà l’idea di aver pigramen- di Leye-Fengshan, teatro delle nostre ricer- una circonferenza di 980 x 550 m e una te sonnecchiato coperto da tiepidi terreni che, ne comprende diversi, come quello di profondità di 305 m. Come spesso accade argillosi e subendo deformazioni quasi nulle, Dashivei che si colloca fra i più imponenti il fondo del Tiankeng è utilizzato per piuttosto abbandonandosi alla lenta ed ine- con le sue dimensioni di 600x400 metri di l’agricoltura. Foto Marc Faverjon

La sala Marco Polo è occupata da una foresta di stalagmite spesso di più di 30 m di altezza. Foto Marc Faverjon

di disegno: una zona di 100x100 metri sul rilievo che non riusciamo a capire. Bisogna tornarci. Lo facciamo il giorno successivo, l’ultimo di attivi- tà. Stavolta abbiamo i faretti e tre flash per tentare una foto del “mostro”. Posizioniamo la macchina fotografica su un terrazzo alto, ASA e diaframma spinti al massimo. I compagni con i flash sono ad un centinaio di metri da noi nel nero della sala. Per fortuna abbiamo le radio per comunicare. La sala è veramente imponente. Ha una volta perfettamente regolare, bellissima. Ne approfittiamo poi per com- pletare il rilievo e l’esplorazione. La sala viene chiamata “Marco Polo”, in memoria del grande esploratore della Cina che fu.» La sala Marco Polo ha una superficie geometrica di 68.000 m2 e una superficie misurata di 48.200 m2, la stessa di 9 campi da calcio. Il suo volume è stimato in 2.400.000 m3. È attualmente l’ottava più grande sala sotterranea conosciuta al mondo. Ce ne fosse ancora bisogno, la sua scoperta ci con- ferma l’immenso potenziale del carso di Fengshan e dell’interro carso cinese. Speriamo di riparlarne a breve in queste pagine.

Hanno partecipato ai progetti Fengshan 2012 e 2015: Daniele Battistini, Jean Bottazzi, Cyann Connes, Gilles Connes, Lilou Connes, Stefano Del Testa, Marc Faverjon, Marco Lunardi, Giampaolo Mariannelli, Francesca Onnis, Michele Pazzini, Pa- ola Pierinami, Marco Taverniti, Mimmo Scipioni, Francesco Vallerino, Marco Zambelli.

32 / Montagne360 / gennaio 2016 La Piana di Artavaggio (LC)

Le ciaspole nuove di Mario e Paola cosa non fare quando si cammina sulla neve La montagna d’inverno ha un grande fascino, le escursioni su terreno innevato vanno però affrontate con competenza e consapevolezza. Purtroppo è ancora diffusa una certa leggerezza nell’affrontare il terreno innevato senza la dovuta preparazione e con una scarsa consapevolezza dei rischi. In questo articolo gli esperti della Scuola Centrale di Escursionismo del CAI condividono con i lettori le conoscenze e l’esperienza accumulata in decenni di attività. La neve, scrivono, “cade senza far rumore”, ma le valanghe ne fanno, e molto

A cura della Scuola Centrale di Escursionismo (SCE) testi di Gigi Sironi, Paolo Zambon e Giuseppe Lavedini - foto di Paolo Zambon

La storia che segue è il frutto dell’ascolto di tanti en- che il soffice manto di neve fresca – almeno mezzo Esercitazioni ricerca tusiastici racconti di escursioni con le ciaspole fatti metro – è increspato da ghirigori e da piccole dune: ARTVA, Piani dei Resinelli (LC) da colleghi di lavoro, amici, genitori di compagni di sembra di essere in un deserto di sabbia bianca, che scuola dei nostri figli insomma dei tanti che vanno magia! Calziamo le ciaspole – sono uguali, chissà se in montagna in modo un po’ sprovveduto. c’è la sinistra e la destra – e facciamo i primi passi sulla traccia battuta prima di imboccare il nostro La bianca avventura sentiero, dove la neve inizia a cedere sotto le rac- La bianca avventura ebbe inizio a Natale, quando chette, si sprofonda di almeno 20-30 centimetri, i sotto l’immancabile abete, resuscitato dal riposti- pantaloni si stanno velocemente bagnando e qual- glio di casa dove ha dormito negli ultimi dieci mesi, cuno inizia a lamentarsi del freddo ai piedi. Con- ho trovato uno strano pacco regalo: un ovale a for- tinuiamo a sprofondare: forse dovevamo prendere ma di fagiolo. Lo apro subito ed ecco davanti a me le ciaspole più larghe. Appena usciamo dal bosco si materializzano due splendide racchette da neve, rado il sentiero si fa più ripido e i segnavia spari- più comunemente chiamate “ciaspole”. scono, però ci ricordiamo che la via prosegue lungo Sono emozionata e subito il mio pensiero va al mio il dosso per poi passare in mezzo a una valletta; noi Continuiamo a compagno. Leggo la dedica: sì, il regalo è suo. Mi decidiamo di salire direttamente nell’avvallamento sprofondare: forse chiedo: perché proprio le ciaspole come regalo? Poi perché sul dosso il vento è più insistente e il pendio dovevamo prendere ricordo: durante le escursioni estive ci si interroga- mi faceva paura perché qualche volte di sentiva una le ciaspole più larghe. va: «Chissà come sarà incantevole questo paesag- specie di sibilo, tipo “wouuum”. Dopo aver perso le Appena usciamo gio con la neve…». Scopro che se le è regalate anche tracce del sentiero, con non poca fortuna arriviamo dal bosco il sentiero lui. Bene, ora siamo attrezzati e non ci resta andare al pianoro dove in fondo si intravede il rifugio, sono si fa più ripido e i in montagna per camminare – o meglio ciaspolare quasi le due di pomeriggio, ed il sole sta già calando segnavia spariscono, – mano nella mano. dietro le montagne. Non vediamo l’ora di mettere le però ci ricordiamo Inizio gennaio. Siamo pronti, la voglia di muoversi gambe sotto il tavolo, ma avvicinandoci ci rendia- che la via prosegue per smaltire gli eccessi alimentari delle feste è tanta mo conto che il rifugio è chiuso! Vabbè qualche bi- lungo il dosso per poi e domenica prossima si parte; ci saranno anche al- scotto e qualche cioccolatino l’abbiamo ancora, vor- passare in mezzo a una cuni amici appena conosciuti che hanno noleggia- rà dire che staremo a dieta; tutta salute! Qualche valletta; decidiamo di to le ciaspole per l’occasione. Domenica ore dieci, risata, le foto di rito e ci accorgiamo che sono già le salire direttamente eccoci al parcheggio. La giornata promette bene, tre del pomeriggio. Iniziamo quindi a scendere ve- nell’avvallamento venerdì ha nevicato abbondantemente, sabato è locemente prima che diventi buio, giù direttamente perché sul dosso il tornato sereno e oggi si parte con il sole. Verso qua- di corsa nella valletta: ad ogni passo la neve sotto vento è più insistente le meta? Ci confrontiamo e decidiamo di salire al di noi scivola velocemente verso il basso, sembra e il pendio mi faceva rifugio nel quale abbiamo pernottato questa esta- quasi di sciare. Quando arriviamo al bosco la luce paura perché qualche te: il sentiero è ben segnalato e la cucina casalinga diminuisce rapidamente e in breve è quasi al buio. volta di sentiva una è ottima. Alla partenza notiamo che c’è un po’ di Per fortuna troviamo un’indicazione sulle piante: è specie di sibilo, tipo vento che fa saltellare la neve e osserviamo anche il segnavia giusto e ben presto compaiono le luci del “wouuum”.

36 / Montagne360 / gennaio 2016 A fronte: in gruppo ciaspolando a San Simone (BG)

In questa pagina: baite all’alpe Genuina, Val Formazza

paesino dove abbiamo parcheggiato. Quando arri- • leggere il bollettino valanghe: il bollettino va- al più pesante, berretti con paraorecchie, guanti e potenzialmente molto pericolosi; i boschi fitti di viamo all’automobile sono le sei e siamo infreddo- langhe indicava su una scala di cinque gradi il giacche a prova di acqua e vento, occhiali da sole; abeti possono essere considerati relativamente liti ma contenti: che bella gita. Durante il viaggio pericolo 4 ovvero “forte”, causa i 50 cm di neve portare indumenti di ricambio, sicuramente un sicuri, attenzione però alla radure: se non ci sono di ritorno ci fermiamo per uno spuntino e mentre fresca caduta il venerdì e non ancora consolidata paio di guanti di scorta; alberi un motivo ci sarà, e può darsi che sia una si sorseggia un bibita non possiamo fare a meno di e causa del vento che aveva creato importanti ac- zona potenzialmente valanghiva; i boschi radi pensare alla prossima ciaspolata. cumuli di neve; le escursioni erano sconsigliate; A questo punto i nostri ciaspolatori sono in piena vanno invece valutati ed interpretati soprattutto Pochi giorno dopo il mio compagno e io incontria- • leggere il bollettino meteo: il bollettino indica- escursione, immersi nella neve ma: “Questa estate, se sono di larici; mo per strada Gigi, un amico Accompagnatore del va vento in quota e l’effetto del vento incide sulla il sentiero era ben segnalato; …il sentiero si fa più • segnali da considerare e da non sottovaluta- CAI, decidiamo di bere un caffè insieme e gli rac- temperatura corporea e può portare a importan- ripido e segni spariscono; …inizia seguendo il dos- re: i “woum”, non sono riti tribali (!), sono suoni contiamo della nostra prima esperienza con le cia- ti decadimenti psicofisici e all’ipotermia; so per poi passare in mezzo alla valletta … giù di- derivati dall’aria che esce quando una porzione spole. Noi siamo euforici e ciascuno aggiunge un • partire presto per non tornare tardi: nelle rettamente e di corsa nella valletta…, il pendio mi compatta di manto nevoso (lastrone) collassa pezzo al racconto dell’altro. Finito il racconto Gigi escursioni con le ciaspole non si parte in tarda faceva paura …, si sentiva una specie di sibilo, tipo sullo strato di neve inferiore; quando lo si perce- ci dice «Davvero una bella escursione, siete stati mattinata, le giornate invernali sono corte, e i “wuoom”; pisce su inclinazioni poco ripide deve essere con- fortunati che vi è andata bene!». Non capiamo per- nostri amici sono tornati con il buio, con tutti i Nel corso dell’escursione i nostri amici avrebbero siderato come avvertimento per un potenziale ché. Il nostro amico ci fa notare che per muoversi problemi legatati alla visibilità ed alla tempera- dovuto verificare: pericolo, se invece lo si sente su pendii ripidi, at- nell’ambiente innevato bisogna conoscerlo a fondo tura in diminuzione; • percorrenza dei sentieri: nella montagna inne- tenzione: siete nel posto sbagliato nel momento e ci invita a partecipare a “Sicuri sulla Neve”, even- • amici appena conosciuti: la conoscenza della La scelta dei percorsi vata cambia il concetto di sicurezza dei sentieri, sbagliato, fermatevi e valutate bene la situazione to organizzato da CAI e Soccorso alpino, per capire preparazione fisica e della dimestichezza che deve seguire quelli percorribili d’estate vanno attentamente per cercare una via di uscita, sicuramente sarà come va affrontata la montagna in inverno per di- hanno i nostri compagni dell’andare in monta- criteri dipendenti valutati perché probabilmente sono stati proget- bene rinunciare all’escursione; le valanghe a la- minuire i rischi di incidente. gna è fondamentale, in ogni istante dell’escur- dall’orografia, evitando tati per ridurre lo sforzo fisico e non in relazione stroni sono le più pericolose e le più letali; sione bisogna sempre aver sotto controllo lo i pendii con inclinazione alla sicurezza dal pericolo di valanghe; • percorrenza dei pendii: percorrendo i pendii E il ritorno alla realtà stato psicofisico nostro e del gruppo e pensare superiore ai 27 gradi, • indicazione dei sentieri: fin quando si rimane ripidi in gruppo unito è molto pericoloso perché La storia di Mario e Paola ci serve per mettere in sempre: siamo in grado di portare a termine privilegiando i dossi nel bosco qualche segnavia posto sugli alberi è sovraccarichiamo il manto nevoso; il rischio di luce alcuni degli errori più comuni che a tanti di noi quanto programmato? A risposta negativa non anziché gli avvallamenti; visibile, ma la maggior parte si trova su massi innescare il distacco di una valanga è moltiplica- è capitato di ascoltare nel racconto di frequentato- esitiamo a rinunciare e a tornare indietro. i dossi vengono disseminati lungo il sentiero e quindi d’inver- to, soprattutto se si scende saltando o correndo. ri occasionali della montagna o di chi si sta avvici- “Si sprofonda …, i pantaloni si stanno velocemente spazzati dal vento no invisibile perché ricoperti da neve, anche le nando all’escursionismo invernale. Analizziamola bagnando…, ho i piedi freddi” mentre gli avvallamenti stesse paline con i cartelli segnavia potrebbero Le valanghe sono senza dubbio il maggior pericolo insieme. Anche questo è l’esito di poca cura nella preparazio- vengono caricati di essere sommerse; la dotazione di una cartina ed nelle escursioni su neve e quindi vanno conosciute “Quale meta?… amici appena conosciuti … parten- ne. Per andare sulla neve non sono sufficienti le cia- neve, quindi sono una bussola per orientarsi fa la differenza, sem- ed ovviamente evitate. Essere travolti e seppelliti za di escursione alle ore 10” spole, serve un abbigliamento adeguato. Dobbiamo potenzialmente molto pre che si sappiano utilizzare; da una valanga lascia poche possibilità di uscirne I nostri amici hanno deciso la meta all’ultimo mo- quindi scegliere con attenzione l’abbigliamento. Per pericolosi; i boschi • sicurezza degli itinerari: la scelta dei percorsi indenni, quindi è necessario attuare tutte le precau- mento e non si sono preparati “a tavolino”, avrebbe- l’escursione servono: fitti di abeti possono deve essere fatta con criteri dipendenti dall’oro- zioni per diminuire al massimo l’eventualità di es- ro dovuto invece: le ghette per non bagnarsi i pantaloni e non far en- essere considerati grafia, evitando come già detto i pendii con in- serne coinvolti. La valanga è una porzione di manto • consultare la cartina della zona: per indivi- trare la neve negli scarponi, relativamente sicuri; i clinazione superiore ai 27 gradi, privilegiando i nevoso che in particolari condizioni si stacca da un duare i punti pericolosi e soggetti a caduta va- gli scarponi più pesanti di quelli estivi e in materiale boschi radi vanno invece dossi anziché gli avvallamenti; i dossi vengono pendio e rovina per forza di gravità verso il basso. langhe, attraversamenti o percorsi sottostanti a idrorepellente, valutati soprattutto se spazzati dal vento mentre gli avvallamenti ven- Da questo semplice enunciato si può ben compren- pendii con inclinazione sopra i 27 gradi; indumenti caldi da indossare a strati dal più leggero sono di larici. gono riempiti e caricati di neve, quindi sono dere che non è necessario essere sul pendio per

38 / Montagne360 / gennaio 2016 In questa pagina: ciaspolando in alta valle Brembana, Mezzoldo (BG)

A fronte: ciaspolando a San Simone (BG)

essere travolti ma si può essere seppelliti anche cia- • condizioni meteorologiche spolando in piano. • morfologia del terreno Quindi sono da evitare i luoghi che possono essere • l’uomo, ovvero la preparazione fisica e interessati direttamente o indirettamente dalla va- psicologica langa e soprattutto bisogna conoscerli fin dalla par- • questi fattori sono rapportati ai seguenti filtri: tenza: la nostra escursione deve essere preparata • pianificazione dell’escursione a tavolino (filtro accuratamente a casa. Dobbiamo inoltre conside- regionale); rare il nostro approccio alla montagna: per godere • durante l’escursione, tutto quello che si riesce a delle sue meraviglie dobbiamo essere consapevoli percepire (filtro zonale); della sua forza e del suo primato, avvicinarla con ri- • valutazione del singolo pendìo (filtro locale). spetto, con comportamenti adeguati e non improv- visati; soprattutto in inverno le nostre conoscenze Un ultimo argomento da affrontare è come com- e percezioni personali diventano basilari per non portarsi nel caso di coinvolgimento in un evento incappare in qualche brutta avventura. Suggeriamo valanghivo. di leggere la pubblicazione del CAI Montagna di Le statistiche parlano chiaro: in caso di seppelli- Vivere – Montagna da conoscere, per frequentarla mento da valanga, si ha pochissimo tempo per ri-

con rispetto e consapevolezza. trovare in vita chi ne è coinvolto; entro 15 minuti la localizzazione finale e la pala da neve, per scavare e disseppellire il travolto. Per progettare e una escursione in ambiente in- la percentuale è del 90% , dai 15 a 45 minuti si ab- Sembra semplice, ma per imparare ad usare bene questi tre strumenti occorre nevato si usa adottare il metodo mnemonico “LA bassa drasticamente al 35% (causa asfissia) oltre i tecnica ed esperienza che si può acquisire solo con allenamento e continue eser- REGOLA DEL 3X3” messo a punto dalla guida 45 minuti si riduce al 15-25% fatto salvo di poter citazioni pratiche in ambiente. svizzera Werner Munter che – al fine di ridurre al disporre di una sufficiente sacca d’aria, oltre i 90 Per approfondire tutti questi argomenti, ci si può affidare alla nutrita schiera minimo l’esposizione al rischio di incappare in una minuti le possibilità si abbassano ancora in quan- degli accompagnatori di Escursionismo del CAI specializzati EAI (Escursioni- valanga – ha messo in relazione tra di loro i fatto- to si va incontro all’ipotermia. Da questi dati si può smo in Ambiente Innevato), presenti in moltissime Sezioni del CAI. Si consiglia ri che concorrono all’esame globale di tale rischio. comprendere che difficilmente, per rapido che sia anche di partecipare ai corsi specialistici e alle escursioni con le ciaspole che Questo schema è nato per lo scialpinismo, ma può l’intervento, potrà essere il Soccorso Alpino a ri- vengono proposti dalle varie Sezioni CAI nel periodo invernale. essere perfettamente adottato anche per la corretta trovare in vita un sepolto da valanga: la sola spe- Nel CAI sono presenti accompagnatori seri, formati, capaci ed entusiasti che gestione delle escursioni con le racchette da neve. ranza sta nell’autosoccorso dei propri compagni di guidano su cime e traversate in tutte le stagioni dell’anno in piena sicurezza. La Commissione Centrale di Escursionismo e la escursione. Alla base dell’autosoccorso, si pone un Gli accompagnatori hanno una buona preparazione su una serie di tematiche Scuola Centrale di Escursionismo ne hanno deriva- apparato elettronico detto ARTVA (Apparecchio diverse: orientamento, meteorologia, pronto soccorso, soluzione di situazioni to uno affine, scaricabile dal nostro sito (www.cce. Ricerca Travolti da Valanga), che in caso di inciden- difficili. Conoscono, amano e sanno raccontare i territori attraversati, la natura, cai.it, Quaderno n. 7 Accompagnamento EAI dove te permette di localizzare il travolto in pochissimi la storia, la cultura. Sono un po’ psicologi, conoscono le dinamiche di gruppo, l’escursionismo invernale è affrontato in ogni suo minuti. È opportuno possederlo ed ovviamente in- sono un po’ animatori riuscendo spesso a coinvolgere le persone in percorsi di aspetto). dossarlo, ma soprattutto è importante conoscerne consapevolezza. Le proposte del CAI includono escursioni in giornata, fine set- I fattori considerati sono : il funzionamento. Unitamente all’ARTVA si devo- timana (con pernotto in rifugio) e trekking, proposte nelle quali si trascorrono • condizioni manto nevoso no avere come dotazione personale la sonda per più giorni immersi nel fascino della natura visitando tutto l’arco alpino.

40 / Montagne360 / gennaio 2016 A fronte: veduta sul a valanga che il 15 settembre 2015 ha tra- suggerivano che non era il caso di affrontare un Glacier Blanc dal nostro volto otto alpinisti sulla Barre des Ecrins pendio imponente come quello che avevamo da- bivacco. nelle Alpi francesi uccidendone sette, vanti su neve fresca. Solo la settimana prima, i Sulla Barre des Ecrins Sulla destra la vetta L della Barre des Ecrins avrebbe potuto avere un bilancio ancora più grave. bollettini descrivevano le condizioni come ideali. (4102 m) Quel giorno io e il mio compagno di cordata Gio- Possibile che la situazione fosse cambiata così dra- vanni Bertolini eravamo sulla montagna. Da quella sticamente in appena qualche giorno? Il nostro en- quel terribile 15 settembre In questa pagina: giornata convivo con la consapevolezza che anche tusiasmo ci diceva di no. Marcello e Giovanni noi avremmo potuto essere tra le vittime. Vi raccon- Prima di coricarci siamo andati nel rifugio dove ab- durante il bivacco to come è andata. biamo consultato il rifugista e preso accordi con tre Appena usciti da un corso di alpinismo invernale del CAI, Marcello Concluso da poco un corso di alpinismo inverna- alpinisti della Repubblica Ceca per intraprendere le tenutosi presso la Scuola di Alpinismo Farina- insieme la salita la mattina seguente. L’idea di non Garreffa e Giovanni Bertolini il 15 settembre 2015 partono per fare il Stagni della sezione CAI di Bologna e affrontate le essere soli ad attraversare il ghiacciaio crepaccia- concatenamento della Barre des Ecrins e del Dome de Neige. Ad un prime salite autonome su cime meno impegnative to ci ha dato coraggio e fatto dimenticare dubbi e – ma comunque rispettabili – come Punta San Mat- paure. certo punto tra mille indecisioni e un senso di umiliazione decidono di teo, Corno Trea Signori e il Monviso, ci sentivamo Per saziare maggiormente la nostra voglia di avven- entrambi pronti per affrontare in autonomia un tura, alle comodità del rifugio abbiamo preferito un rinunciare. Restano saldi rifiutando l’invito a proseguire insieme rivolto da 4000. Forti della disponibilità di tutti i validissimi bivacco sulla neve fresca, sotto un bellissimo cielo un’altra cordata. La sera scoprono che una valanga ha travolto e ucciso sette componenti della Scuola nel continuare a formarci stellato, tenendo gli scarponi stretti nel sacco a pelo rispondendo alle nostre domande e dispensandoci affinché non ghiacciassero insieme a tutto il resto. alpinisti. Gli abbiamo chiesto di raccontarci quella esperienza suggerimenti, ci siamo dati come obiettivo il con- Ci siamo svegliati poco prima delle tre e abbiamo catenamento della Barre des Ecrins e del Dome de cominciato a sciogliere la neve per avere acqua da di Marcello Garreffa Neige. mischiare ai sali necessaria alla salita. Verso le cin- E cosi siamo partiti. Nonostante alcuni dubbi sulle que, dopo che Giovanni e io ci siamo incamminati condizioni meteo, di certo non ottimali, abbiamo ri- per raggiungere il ghiacciaio che si trova cento me- salito in auto la valle di Ailefroide, accampandoci in tri più in basso, i tre alpinisti cechi sono usciti dal tenda a Pre de Madame Carle, sotto il diluvio della rifugio e hanno cominciato a seguirci. notte del 13 settembre. La mattina seguente, appro- Le condizioni del ghiacciaio erano pessime: l’estate fittando di una finestra di bel tempo, abbiamo risa- torrida aveva lasciato un ghiacciaio secco, con cre- lito il Glacier Blanc fino al Refuge des Ecrins a quo- pacci estremamente frastagliati, su cui si era andato ta 3170 m., nei pressi del quale abbiamo bivaccato. a posare un infido strato di neve fresca insufficiente Durante la salita nutrivo già alcuni dubbi sulla a creare ponti di neve solidi. I ramponi lasciavano fattibilità dell’ascensione: la pioggia caduta a val- una traccia fin troppo nitida nella neve croccan- le, sopra quota tremila si era trasformata in neve. te. Ho cercato di ignorare anche questo segnale Le conoscenze di nivologia apprese ai corsi ci inquietante, che mi avevano insegnato essere una condizione potenzialmente pericolosa per il possi- bile distacco di valanghe a lastroni. Ormai eravamo concentrati solo sulla parete innevata che ci aspet- tava e la voglia di salire faceva aumentare la quanti- tà di rischio che eravamo disposti ad accettare. Abbiamo risalito a ritmo sostenuto il ghiacciaio, arrivando alla base della salita battendo sempre la neve per primi. Sperando che con l’aumentare del pendio migliorassero le condizioni del manto nevo- so, abbiamo affrontato la salita sulla destra, risalen- do un cono di valanga. Giovanni ha faticosamente battuto la traccia e siamo risaliti sotto la seconda serie di seracchi posti a metà della montagna, per poi cercare di piegare subito a sinistra. Gli alpinisti cechi, indecisi se seguirci o proseguire dritti sotto i seracchi, si erano nel frattempo fermati a fare alcu- ne foto. L’alba dietro di noi era uno spettacolo. In lontananza, le frontali di un’altra cordata in arrivo. La presenza di altri alpinisti ci rassicurava visto che le condizioni della neve non ci convincevano, ma personalmente non riuscivo più a reprimere un senso di malessere per le condizioni generali. Tut- tavia, ho continuato a procedere, quasi per inerzia.

42 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 43 Siamo dunque risaliti su una crosta ghiacciata, FORMAZZA, ANTIGORIO, DIVEDRO pulita dal vento, cercando di piegare a sinistra, ma abbiamo nuovamente iniziato a sprofondare fino al ginocchio su un pendio inclinato a 45 gradi. Circondati da un panorama incredibile, poco dopo il sorgere del sole, abbiamo discusso tra noi sul da Un “piccolo Canada” farsi. Avevamo posizioni opposte. Non è stato faci- le piegare l’entusiasmo del mio compagno, ma alla fine abbiamo preso la decisione di abbandonare la salita. Tutte le nozioni apprese frequentando i cor- vicino a casa si CAI ci dicevano che le condizioni oggettive della neve erano potenzialmente pericolose. La cordata ceca, vedendoci tornare indietro, ha cer- cato di convincerci a proseguire offrendosi di dar- ci il cambio nel battere la traccia, ma noi abbiamo Ciaspole, sci e pelli di foca proseguito spiegando che non era la fatica, ma le nel paradiso della neve condizioni della neve a farci desistere. La nostra poca esperienza sul campo non ha fatto vacillare la in Piemonte decisione presa, ma tornare indietro incrociando I soccorsi, allertati dal Refuge des Ecrins, hanno La parete nord est le altre cordate che salivano era per noi comunque visto sin da subito il coinvolgimento di un’impres- della Barre des Ecrins una grande umiliazione. sionante quantità di uomini e mezzi, con la spola dove si sviluppa la via normale. La cima è semi IN ALLEGATO Una volta sul ghiacciaio abbiamo incontrato la regolare e continua di tre elicotteri dalla montagna coperta da una nuvola LA CARTINA INEDITA cordata tedesca che ci ha chiesto perché avessimo all’ospedale di Briançon. Solo la sera, giunti al cam- di passaggio mentre deciso di rinunciare alla salita. Li abbiamo salutati peggio, abbiamo saputo che il bilancio definitivo sulla destra della foto ormazza ntigorio c’è la Breche del Lory F , a rapidamente scambiando qualche battuta e abbia- era stato di sette morti (tre cechi e quattro tedeschi) DiveDro Carta1:25 000 ed il Dome de Neige Con carta di dettaglio mo proseguito subito verso il rifugio, cercando di e un ferito grave. 1:15 000 (4015 m) non perdere la traccia che nel frattempo era stata Prendere delle decisioni nette non è mai facile. Ri- quasi completamente cancellata dalle forti raffiche nunciare non è semplice. Purtroppo – e per fortuna di vento. Poco dopo abbiamo visto in lontananza – abbiamo avuto una terribile conferma della cor- ▲ Inverno: otto escursioni un altra cordata che risaliva il ghiacciaio. Noi era- rettezza delle nostre valutazioni. Il fatto che la scelta con ciaspole, sci e pelli di foca vamo l’unica cordata a scendere, così come il nostro conseguente non fosse né ovvia né scontata e che ▲ Estate: in due tappe il Cuore glaciale della Val Formazza e altri quattro itinerari

orgoglio. qualora avessimo proseguito con ogni probabilità ▲ Tutti i rifugi e i numeri utili Mentre ci avvicinavamo al rifugio la gamba spro- saremmo stati coinvolti, ci lascia ancora assoluta- Allegato a Meridiani Montagne N° 78 - Direttore Responsabile Marco Albino Ferrari - Errestampa (Orio al Serio - BG) fondava spesso su sottili ponti di neve, lasciando mente attoniti. Forse perché è stata la nostra “prima intravedere il buio abissale sottostante. Siamo sem- volta”. La mancanza di esperienza in condizioni così Inverno: otto escursioni con pre riusciti a mantenerci in equilibrio cercando difficili, ci ha costretti a fare affidamento solo sulle ciaspole, sci e pelli di foca di bilanciare ogni passo. Mai durante le uscite del nozioni teoriche apprese fino a quel momento dal corso di alpinismo avevamo visto un ghiacciaio in CAI. Come tanti piccoli tasselli, abbiamo raggrup- Estate: in due tappe il Cuore condizioni simili. pato tutti gli elementi e gli spunti appresi durante L’ultima volta che ci siamo voltati per cercare le le lezioni e le bellissime uscite pratiche della Scuola glaciale della Val Formazza cordate sulla montagna erano circa le dieci del mat- di Alpinismo. Per questo motivo dobbiamo ringra- e altri quattro itinerari tino, si erano compattate intorno ai 3700 m e pro- ziare tutti gli istruttori della Scuola per il tempo e seguivano lentamente. Noi eravamo già alla fine del le energie dedicate e il CAI nel suo complesso: è Mentre ci avvicinavamo Tutti i rifugi e i numeri utili ghiacciaio, preceduti da quattro alpinisti spagnoli. grazie a loro se abbiamo avuto gli strumenti per al rifugio la gamba Il cielo era andato via via annuvolandosi, assumen- valutare correttamente il quadro della situazione e sprofondava spesso do un colore grigio cupo. Poco dopo hanno inco- per compiere la scelta migliore. Sia chiaro il rischio su sottili ponti di neve, minciato a sorvolare in maniera ostinata diversi fa parte dell’alpinismo e non colpevolizziamo nes- lasciando intravedere elicotteri, ma la Barre des Ecrins a quel punto non suno. Per noi è stato importante ascoltare il nostro il buio abissale era più visibile per noi. campanello di allarme, e poi leggerlo attraverso sottostante. Siamo Abbiamo incrociato anche diversi militari che ri- le competenze apprese dalla formazione e doma- sempre riusciti a IN REGALO OUTDOOR salivano il sentiero per il rifugio del Glacier Blanc ni anche dell’esperienza maturata. Oltre al dolore mantenerci in equilibrio 64 pagine ricche di itinerari: (2542 m), ma abbiamo pensato a delle esercitazio- per quanto accaduto, la lezione più importante che cercando di bilanciare Bormio, Madonna di Campiglio, ni. Solo una volta giunti a Pre de Madame Carle, abbiamo appreso è sicuramente quanto sia difficile ogni passo. Mai durante Val di Fiemme, Carinzia, il rifugista ci è corso incontro informandoci di una rinunciare alla propria meta. E che la cima più im- le uscite del corso di enorme valanga staccatasi sotto il Dome de Neige. portante per un alpinista, forse è quella che sceglie alpinismo avevamo Auronzo Misurina, Il bilancio era grave e, nonostante le ricerche fosse- di non raggiungere. visto un ghiacciaio in San Martino di Castrozza ro ancora in corso, si stimavano già diverse vittime. condizioni simili. 44 / Montagne360 / gennaio 2016 IN EDICOLA

PAG MONT FORMAZZA E OUTDOOR X LA RIVISTA CAI DIC 2015 FF-04.indd 1 02/12/15 15:24 oggi dall’indiscutibile valenza storica, cul- visione europea del paesaggio che l’Italia valore delle aree terrazzate, capaci di unire turale e paesaggistica. Quasi un miracolo, si incarica di promuovere, consapevo- pregiate produzioni agro-alimentari, dife- Paesaggi Terrazzati ma dimenticato: un monumento al dialo- le che la qualità della vita non può esse- sa del suolo, saperi e tecniche costruttive e go tra esseri umani e montagna, tra esseri re disgiunta dalla salvaguardia di valori un paesaggio di grande pregio estetico. Al umani ed esseri umani, e alla fertilità sen- storico-culturali ereditati ed equilibri Meeting sarà possibile partecipare e con- za confini. ambientali. tribuire in diverse maniere: con contributi dal passato al futuro scientifici, video documentari, ma anche Dal passato al futuro: il ruolo del CAI attraverso la presentazione di esperienze, rovesciare la prospettiva L’apertura dell’Incontro mondiale è previ- progetti e prodotti dei campi terrazzati, in È questa la sfida che ha deciso di racco- sta a Venezia, la conclusione a Padova: al- una grande fiera di idee e frutti della terra gliere l’Alleanza mondiale per i paesaggi tro evidente paradosso, si dirà. Partire dal che racchiude il senso stesso dell’Alleanza: terrazzati (International Terraced Lan- mare o dalla pianura per parlare di mon- luogo di confronto e impegno per proget- dscapes Alliance – ITLA), nata in Cina tagna significa concepire i paesaggi terraz- tualità sostenibili e condivise. Accanto alla nel 2010 e da allora impegnata ad unire zati come patrimonio comune, in un’ottica sezione italiana dell’Alleanza, alle Univer- studiosi, custodi, appassionati dei ter- multiscalare, e sensibilizzare le città, le sità di Padova e Venezia e alla Regione del razzamenti di tutto il mondo nella lotta pianure industriose, i centri di potere che Veneto che organizzeranno i lavori in sede contro l’abbandono e la distruzione di tale dettano l’agenda politica a farsi carico di plenaria, ci saranno alcune grandi associa- preziosa eredità. Il documento di riferi- una visione sistemica dei problemi della zioni e organizzazioni a sostenere l’inizia- mento dell’Alleanza, la Dichiarazione di montagna. Una montagna abbandonata, tiva con propri progetti su scala nazionale: Honghe – prefettura cinese in cui si è te- degradata o eccessivamente sfruttata non tra queste in prima linea è il Club Alpino nuto il primo meeting mondiale – rovescia può che riversare i propri squilibri sulle Italiano, con il Comitato Scientifico Cen- la prospettiva: non si tratta di museificare pianure sottostanti. trale e il Gruppo Terre Alte, che daranno strutture per il loro eccezionale valore sto- Le sessioni plenarie di Venezia e Pado- il proprio contributo attraverso una mo- rico-culturale (a questo pensa già l’UNE- va saranno tuttavia accompagnate da 10 nografia dedicata ai paesaggi terrazzati SCO con la propria World Heritage List, sessioni tematiche che avranno luogo italiani e un progetto di ricerca (Progetto che ha visto crescere negli ultimi decenni in altrettante aree terrazzate distribuite Living Stones) orientato a dare risalto a i riconoscimenti a paesaggi terrazzati: dal nell’arco alpino, appenninico e nelle isole. buone pratiche attraverso il lavoro d’inda- Machu Picchu ai terrazzamenti di Ifugao La costiera triestina di Prosecco tratterà gine di un selezionato gruppo di Operatori nelle Filippine, per arrivare alle nostre il tema della biodiversità in collaborazio- Naturalistici e Culturali. Tutti i dettagli su Terzo Incontro Mondiale sui Paesaggi Terrazzati (6-15 ottobre 2016): Cinque Terre e alla Costiera amalfitana), ne con il WWF Trieste; Topolò e Dordol- modalità di svolgimento e iscrizione sono il CAI è in prima linea nel sostenere l’evento ma di riconoscerne il valore “ordinario”, la svilupperanno il tema dell’arte e della disponibili nel sito ufficiale del Meeting: quotidiano di sistemi agricolturali ed eco- comunicazione con un concorso a tema www.terracedlandscapes2016.it., sul sito di Carlo Alberto Garzonio, Mauro Varotto* logici, e salvaguardare insieme biodiversi- per video; la Valbrenta sarà arena di ri- del CSC (www.CAICSC.it) e del Gruppo tà e diversità culturale del mondo. flessioni sull’innovazione agronomica e Terre Alte (www.gruppoterrealte.it). L’in- Paesaggi terrazzati: un abbastanza per andare e tornare dalla Sopra tre immagini di terrazzamenti in Perché l’unica risposta non sia quella sociale, la Valpolicella Lessinia e colline di teresse del CAI per il paesaggio terrazzato immenso patrimonio a rischio Luna… In Italia nella sola Liguria è stata aree extraeuropee: Bali, Bhutan, Yunnan in dell’abbandono, occorre tuttavia riuscire Valdobbiadene sulla produzione di qua- è inoltre riconducibile alle attività basate Cina (foto Timmi Tillmann); sotto tre aree L’opera di terrazzamento dei versanti a stimata la presenza di 40.000 km di muri terrazzate italiane: Trentino, Valpolicella e a superare luoghi comuni e stereotipi che lità; il Trentino si proporrà come luogo sul sistema infrastrutturale dei sentieri. Il fini agricoli condotta per secoli da gene- a secco, sufficienti a fare il giro della Terra. Costiera amalfitana (foto Sezione Italiana hanno collegato questo paesaggio quasi di riflessione su norme e politiche per le sistema dei sentieri, come definito dalla razioni e generazioni di montanari è tal- In tutto il mondo, pur con dinamiche assai Alleanza Paesaggi Terrazzati) esclusivamente a concetti quali povertà, aree terrazzate, l’Ossola sulle tecniche di Convenzione di Faro, siglata dal Consiglio mente diffusa in tutto il mondo da rendere diverse tra “global north” e “global south”, fatica, sofferenza, arretratezza. Occorre costruzione e manutenzione dei muri a d’Europa nell’ottobre del 2005 in Por- impossibile ancora oggi una sua anche ap- paesi a sviluppo avanzato e paesi in via così scontata non è, necessita di essere impegnarsi per dimostrare con i fatti che secco; il Canavese e la Valle d’Aosta ragio- togallo, è un insieme di escursioni patri- prossimata quantificazione: forse proprio di sviluppo, questo patrimonio è colpito accudita, o quanto meno governata, nella la validità di tali sistemi e dei saperi che li neranno su rischi e potenzialità della fru- moniali, che ha come obiettivo principale per questa presenza ubiquitaria in tutte le dal medesimo paradosso: ora che tutto è sua evoluzione/involuzione. Dove ciò non hanno generati è tuttora viva. izione turistica; la Liguria con Chiavari, la promozione della consapevolezza tra i montagne popolate della terra tale opera stato costruito e organizzato, dopo che il avviene, i fenomeni di degrado di sistemi Dopo il primo Incontro Mondiale orga- Lavagna e Vernazza affronterà il tema del cittadini, gli escursionisti e i turisti, intesi di adattamento capillare dei versanti alle lavoro di secoli ha prodotto un ciclopico lasciati a se stessi pongono seri problemi nizzato a Honghe nel 2010 e il secondo rischio legato al dissesto idrogeologico; la come soggetti culturali, della loro intera- esigenze umane, senza mai stravolgerne “monumento alla fatica” pietra su pietra, di dissesto, idraulico e geologico, eviden- tenutosi a Cusco in Perù nel 2014, il terzo Costiera amalfitana con Ischia (anima- zione con il patrimonio culturale, in que- l’essenza, risulta ai più data per scontata. tutto sembra essere all’improvviso inuti- ziando la complessità di funzioni che muri meeting dell’Alleanza si terrà per la prima te dalla Sezione CAI di Napoli) tratterà sto caso rappresentato dagli insediamenti In alcune aree si è tentato di quantificare le e inservibile. In Italia oltre la metà dei e campi ben costruiti e quotidianamente volta in Europa, in Italia tra il 6 e il 15 ot- il tema dell’heritage, mentre Pantelleria e versanti terrazzati. È uno strumento l’estensione del terrazzamento, i nume- terreni originariamente terrazzati è ormai curati hanno assolto fino ad un recentis- tobre 2016. Il titolo prescelto (“Terraced sarà la sede chiamata a discutere di ge- che interpreta in senso pieno il concetto ri sono davvero da capogiro: il governo abbandonato. La struttura del paesaggio simo passato: non si tratta solo di muri landscapes: choosing the future”) intende stione dell’acqua in contesti di scarsità e di diritto al patrimonio: la comunità lo usa peruviano, in un censimento ancora in rimane silente retaggio di un passato in- eretti per combattere la fame (i terrazzi sottolineare questo rovesciamento di pro- in situazioni di cambio climatico. L’even- per testimoniare la propria appartenenza corso a livello nazionale, stima vi siano compatibile con l’era della meccanizzazio- seguono quasi sempre le fasi di crescita spettiva: dare valore ai paesaggi terrazzati to vedrà dunque persone provenienti da al territorio in cui abita e i visitatori, attra- nelle Ande oltre 700.000 ettari di terraz- ne spinta, delle alte rese per ettaro, della demografica), ma di sapienti sistemi di significa guardare al futuro e non al pas- tutto il mondo discutere sulle prospettive verso la rete dei sentieri, possono arric- ze (andenas) tra 3000 e 4000 metri di estremizzazione degli habitat e della diva- drenaggio e contenimento dei suoli, di sato, dare forza ad una dimensione multi- future dei paesaggi terrazzati del pianeta. chire la propria conoscenza e capacità di quota (oltre il 70% conservati e coltivati); ricazione tra istanze produttive ed equi- aree dalla grande valenza ambientale ed funzionale dei paesaggi rurali e della mon- Istituzioni e ricercatori, abitanti e produt- interpretazione delle dimensioni storiche, immaginando 1000 metri di muri di so- libri ambientali. Si è iniziato ad avvertire ecologica, luoghi di mediazione tra wil- tagna stessa, coniugare insieme istanze tori, artigiani e associazioni di promozio- sociali e culturali del territorio. stegno per ettaro di terreno ce ne sarebbe negli ultimi vent’anni che tale presenza derness e agribusiness, ciclopici interventi ambientali, sociali e storico-culturali. È la ne sono invitati a cogliere il molteplice * CSC CAI – Gruppo Terre Alte

46 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 47 A fronte: ghiacciaio Malavalle/ Übeltal nel gruppo Pulsa ancora il “cuore Ortles-Cevedale con le numerose emergenze rocciose. Foto F. Secchieri, 2009

freddo” delle Alpi italiane? Ghiacciaio dei Forni nel gruppo Ortles- Cevedale nel 1929 I risultati del nuovo catasto dei ghiacciai italiani con la lingua valliva che raggiunge quasi l’omonimo rifugio. di Claudio Smiraglia e Guglielmina Diolaiuti * Foto G. Mentasti (archivio P. Casati)

Ghiacciaio dei Forni nel gruppo Ortles- Cevedale con la lingua valliva ritirata molto a monte. Foto C. Smiraglia, 2015

a presentazione, avvenuta il 28 ottobre All’esigenza di conoscere quanti siano oggi i 2015 presso la Camera dei Deputati alla ghiacciai in Italia, quanto siano estesi e come si L Commissione Ambiente grazie all’inte- siano modificati nell’ultimo mezzo secolo, ha ressamento dell’Onorevole Erminio Quartiani, risposto il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, vicepresidente del CAI, rappresenta forse il mo- pubblicato nel 2015, disponibile on line open ac- mento culminante di quattro anni di lavoro en- cess (users.unimi.it/glaciol). tusiasmante e impegnativo che ha portato alla Il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, basato su pubblicazione del Nuovo Catasto dei Ghiacciai immagini ottenute da foto aeree recenti e ad ele- Italiani. I ghiacciai rappresentano certamente vata risoluzione spaziale, cortesemente concesse un’importante risorsa idrica, energetica, paesag- in visione da tutte le Regioni alpine italiane, of- gistica e turistica, oltre che un terreno privilegiato fre il quadro più aggiornato del glacialismo del di attività per alpinisti ed escursionisti; negli ulti- nostro Paese. Si tratta di 370 km2 di superficie mi decenni tuttavia essi sono divenuti non solo in (paragonabile alla superficie del Lago di Garda) ambito scientifico ma soprattutto nell’opinione distribuiti in 903 corpi glaciali, localizzati in tut- pubblica i principali indicatori dei cambiamenti ti i settori alpini, dalle Alpi Marittime alle Alpi climatici, in particolare dell’attuale fase di riscal- Giulie, con dimensioni molto diversificate (dal damento globale. In altre parole sono divenuti il grande ghiacciaio dell’Adamello con 16 km2 al simbolo (e il sintomo) di un rapporto uomo-na- minuscolo ghiacciaio del Calderone in Abruzzo tura ormai squilibrato e di un intervento antropi- con 0,04 km2) e con una dimensione media mol- co sui sistemi ambientali da ridiscutere. Visto che to ridotta (0,4 km2), quindi assai sensibile alle va- le montagne italiane racchiudono circa un quinto riazioni climatiche. Basti pensare che l’84% del della superficie totale dei ghiacciai alpini è im- numero dei ghiacciai italiani copre una superficie portante disporre di strumenti aggiornati che minore di mezzo chilometro quadrato, ma rac- permettano di conoscere estensione e variazioni chiude solo il 21% della superficie totale, mentre di questa risorsa. Tra questi strumenti i catasti o i ghiacciai con area maggiore di 1 km2 sono solo il inventari glaciali rappresentano fonti di facile e 9% del numero totale, ma coprono una superficie rapida consultazione da parte di un’utenza dif- del 68%. Solo tre sono i ghiacciai con superficie ferenziata che include anche gli amministratori superiore a 10 km2: l’Adamello fra Lombardia e dei territori ed i decisori politici. In Italia, dopo Trentino con 16 km2, i Forni in Lombardia con il Catasto Nazionale del 1959-1962 realizzato dal 11 km2 e il Miage in Valle d’Aosta con 10 km2. Comitato Glaciologico Italiano, non vi erano più Anche a livello tipologico prevalgono i ghiac- stati aggiornamenti disponibili al grande pubbli- ciai definiti “montani”, collocati cioè sui versanti co e non solo ad uso della comunità scientifica. in circhi o canaloni (57% del numero totale) e i

48 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 49 Ghiacciaio di Galambra nel gruppo del Moncenisio in una cartolina del 1954. Foto Bogliaccino (archivio SMI)

Il sito del Ghiacciaio di Galambra ormai estinto. Foto M.Tron, 2009

(la transizione da grandi ghiacciai “vallivi”, a pic- coli ghiacciai “montani”, che restano abbarbica- ti ai pendii più ripidi, a glacionevati). In pratica molti ghiacciai negli ultimi decenni si sono fram- mentati in più tronconi, come il ghiacciaio della Brenva, con il bacino collettore ai piedi del Mon- te Bianco nettamente separato dalla lingua che scende in Val Veny, e il ghiacciaio del Lys, uno dei più grandi della Valle d’Aosta, ormai ridotto in tre-quattro unità minori, il ghiacciaio della Lex Blanche, anch’esso in valle d’Aosta, il ghiacciaio della Ventina e il ghiacciaio di Fellaria Est, che spicca sulla copertina del Catasto, in Lombardia, il ghiacciaio del Careser in Trentino, separato in quattro-cinque tronconi, la Vedretta Alta e il ghiacciaio di Vallelunga in Alto Adige, solo per citare i più noti. A questi si può aggiungere quello del Calderone sul Gran Sasso, tradizionalmente considerato l’unico ghiacciaio appenninico, ma ormai ridotto a due minuscoli glacionevati. Il tutto è accompagnato dall’affioramento di bar- re rocciose, che in pochi anni sono in grado di ampliarsi e frammentare i corpi glaciali; dalla formazione di laghi di contatto glaciale sui quali “glacionevati”, apparati di piccole dimensioni e scelta di una catalogazione delle masse glaciali Ghiacciaio di Osand Sud veleggiano piccoli iceberg, che creano suggestio- privi di flusso (40%), mentre i ghiacciai vallivi, a livello amministrativo (regionale o provinciale (Sabbione) nel gruppo ni di terre polari, fino a pochi anni fa quasi im- caratterizzati da lunghe lingue che raggiungono per il Trentino e l’Alto Adige) e non per bacini Monte Leone-San pensabili sulle nostre montagne; dalla formazio- Gottardo; in primo piano la valle principale, sono solo il 3%. Il numero idrografici, ha portato in alcuni casi a confron- ne di crepacci circolari da cui spesso si originano il lago artificiale del maggiore di apparati glaciali è concentrato in ti difficoltosi per quelle situazioni che vedono i Sabbione. depressioni che “scavernano” l’intero spessore Lombardia (230), Alto Adige (212), Valle d’Aosta ghiacciai distribuiti in due Regioni, come l’Ada- Foto D. Cat Berro, 2011 del ghiacciai; dall’estinzione di moltissimi appa- (192), mentre le maggiori superfici sono localiz- mello in gran parte situato in Lombardia, ma con rati di ridotte dimensioni, che si trasformano in zate in Valle d’Aosta (134 km2), Lombardia (88 il settore inferiore in Trentino, o lo Zebrù diviso placche isolate di ghiaccio coperto da detrito. È km2), Alto Adige (85 km2). fra Lombardia e Alto Adige. Ancora più comples- forse quest’ultimo il fenomeno più appariscente:

Un confronto fra i dati del Nuovo Catasto e quelli so il caso del ghiacciaio della , che Il presente articolo la rapida trasformazione, per usare termini tecni- del precedente catasto del Comitato Glaciologico da meno di vent’anni fa parte interamente della è stato redatto con ci, da debris free glaciers a debris covered glaciers, Italiano presenta molte difficoltà e incertezze, so- Provincia di Trento e ha richiesto una macchi- la collaborazione di dalle vaste superfici glaciali ancora candide a fine prattutto per le metodologie molto diverse di rac- nosa analisi delle variazioni glaciologiche clima- Roberto Sergio Azzoni, estate ai ghiacciai grigi e neri interamente rico- colta ed elaborazione dati utilizzate. Emerge però dipendenti distinte dalle variazioni glaciologiche Davide Maragno, Davide perti da detriti. Fugazza, Carlo D’Agata un quadro indiscutibile di tendenza che indica “politico-dipendenti”. Gli scenari futuri del glacialismo italiano, ba- una riduzione areale di almeno il 30% (da 527 In ogni caso stiamo assistendo a un macroscopico Il Nuovo Catasto dei sati sull’evoluzione del clima derivante dai mo- km2 agli attuali 370 km2), risultato probabilmen- cambiamento del paesaggio alpino ben evidente Ghiacciai Italiani è stato delli climatici, indicano che un’inversione della te un poco sottostimato, accompagnata però da a chi ha percorso le alte montagne negli ultimi realizzato nell’ambito tendenza in corso è alquanto improbabile e che IL TUO NEGOZIO PER un incremento nel numero dei corpi glaciali (da decenni e che inverni relativamente nevosi, come di un progetto nell’arco di pochi decenni si potrebbe realizzare LA MONTAGNA sviluppato e coordinato 835 a 903). Questo apparentemente paradossale i più recenti, non sono certo in grado di rallen- dall’Università un’ulteriore avvicinamento a un paesaggio alpi- fenomeno è tipico delle fasi di deglaciazione e si tare, soprattutto per i ghiacciai con le lingue alle Statale di Milano, ha no, più simile a quello dei Pirenei e degli Appen- KIT ARVA Evo 4 è verificato in tutti i settori glaciali alpini e l’Ita- quote più basse. In particolare si sono verificati visto la partnership nini, ormai quasi totalmente privi di ghiacciai, prezzo di listino 309 € lia non ha fatto eccezione. La superficie glaciale e stanno proseguendo con ritmo accelerato i fe- dell’Associazione destino che sembra inevitabile (?) per le monta- OFFERTA DEL MESE 229 € persa (pari a 157 km2) è confrontabile con quel- nomeni tipici delle fasi di intensa deglaciazione: EvK2CNR e il supporto gne del futuro. di Levissima con il Reggio Emilia • 0522-431875 la del Lago di Como ed è conseguente non solo si tratta della frammentazione dei corpi glaciali contributo scientifico *Comitato Scientifico Centrale del CAI - Dipar- [email protected] • www.reggiogas.it alla riduzione areale dei ghiacciai, ma anche alla (che porta ad un apparente incremento del nu- del Comitato timento di Scienze della Terra “Ardito Desio” completa estinzione di 180 apparati. Fra l’altro la mero di ghiacciai) e la modificazione tipologica Glaciologico Italiano dell’Università Statale di Milano

50 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 51 Portfolio Quarant’anni dopo, questo lavoro torna alla luce in Francia grazie all’Auditorium del Museo Guimet di Parigi, in particolare, a Veronique 1975: le prime Prost, alla BNF e, in particolare ad Alain Carou, a François Pannier e in Italia grazie all’associazione ICI Venice e all’Alliance Française di immagini del Bhutan Venezia e alla redazione di «Montagne 360°». Sono commossa dal fatto che foto Archives Anne e Ludovic Segarra queste immagini possono ancora oggi arrivare a toccare un pubblico nuovo e, spero, soprattutto di giovani. Anne Segarra Parigi, novembre 2015

Il Bhutan è come un sogno Ludovic Segarra - 2004

Troppo tempo è passato. Per oltre 30 anni, io e mia moglie, il mio amico Stephan alla camera e Lucie al suono, abbiamo viaggiato in tutto il paese. Questo film... è la nostra giovinezza... è la mia giovinezza. Gli eventi del ’68 con quelle domande e quella ricerca di significato... E sia la destra che la sinistra dell’Occi- dente con gli occhi fissi sul futuro... E poi arriviamo in Bhutan, esattamen- te nella corte di un grande monastero a Thimphu, dove assistiamo ad uno spettacolo liturgico in onore di Padma Sambava, il Guru Rimpoche. Questo mese proponiamo una selezione Ludovic Segarra, consapevoli dei repen- televisione francese che aprì per la pri- Uno shock. di immagini dal valore storico eccezio- tini cambiamenti che stavano accaden- ma volta lo sguardo europeo sul Bhutan. Un tuffo nel passato. nale. Grazie alla collaborazione dell’as- do, richiesero l’approvazione al giovane Gli scatti sono di proprietà degli Archivi Quella cerimonia... fu come rivivere sociazione italiana ICI Venice - Istitu- regnante Jigme Singye Wangchuck per di Anne e Ludovic Segarra, che conten- il Medioevo Cristiano di fronte alle to Culturale Internazionale, possiamo iniziare le riprese di un documentario. gono più di 300 documentari e sono ge- imponenti cattedrali. proporvi gli scatti che il documentarista Solo due anni dopo giunse loro l’ap- stiti dall’associazione francese ICI (In- Quest’incontro... questo shock ha francese Ludovic Segarra (1948-2007), provazione e nel 1975 venne realizzato stitut Culturel International), in stretta condizionato tutti i miei lavori fino ai appassionato delle civiltà non-occi- “Bhoutan, un petit pays possédé du ciel”, collaborazione con ICI Venice (Istituto giorni presenti. dentali e della spiritualità orientale, ha che rappresenta la prima testimonianza Culturale Internazionale). Il DVD di Noi uomini abbiamo il dovere di racco- raccolto con la moglie Anne in Bhutan sul Bhutan a livello europeo e la terza a “Bhoutan, un petit pays possédé du ciel” gliere ogni tesoro dell’umanità prima negli anni ’70. Queste sono le prime im- livello mondiale. Le fotografie, sempre é disponibile presso la sede espositiva di che sia troppo tardi, poiché queste magini del paese himalayano che giun- del 1975, sono state scattate durante le ICI - Magazzino del Caffè in Santa Croce rare testimonianze sono l’espressione sero in Europa. riprese del film documentario e pongo- 923 a Venezia. del compendio fra l’uomo e ciò che lo In effetti, il 1972 fu una data molto im- no l’accento su tre temi principali: scene circonda. portante nella storia del Bhutan, poi- di vita quotidiana, scene di ambienti na- Per ulteriori informazioni: Ogni attività è sia fisica che spirituale ché il paese vide una prima apertura al turali e vita religiosa. Il documentario e www.icivenice.com qui. turismo e ai visitatori stranieri. Anne e le fotografie sono state trasmesse dalla [email protected] Ludovic Segarra 1948 – 2007

52 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 53 54 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 55 56 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 57 Nel 1972 abbiamo filmato i rifugi dipinti di Tassilï in Algeria, pitture ancora più antiche di quelle di Lascaux. Abbiamo appreso della morte del re del Bhutan a Nairobi. Alla luce di tali cambiamenti, Ludovic domanda al ministro degli Affari Esteri, Michel Jobert, e all’ambasciatore francese in India, jean- Daniel Jurgensen, di aiutarci ad ottenere i visti per realizzare un film in questo Paese che si sta aprendo. Il giovane re richiede i nostri curriculum vitae e visiona due dei nostri film – Mithila e Népal – rimane incantato! Richiediamo sei visti e questo porta ad alcune difficoltà. Così, ci prepariamo alle riprese con una testardaggine senza precedenti. Dopo due anni di negoziazioni partiamo nel 1974 per filmare il Paese del Dragone. Anne Segarra Parigi, ottobre 2009

58 / Montagne360 / gennaio 2016 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica Artensoraju 6025 m e Tocllaraju 6034 m [email protected] Partito da solo per la Cordillera Blanca alla fine di maggio, l’aspirante guida alpina di Gorizia Enrico Mosetti, dopo un primo ac- ISOLA DI BAFFIN climatamento lungo il Huamashraju 5434 Great Cross Pillar metri per la cresta ovest e la via normale, ha L’hanno chiamata Deconstructing Jenga la poi messo a segno la discesa lungo la parete loro difficile via aperta in stile capsula sul sudest dell’Artensoraju 6025 m. «Nel mondo Great Cross Pillar nel Sam Ford Fjord all’isola dello sci, questa montagna è famosa per es- di Baffin. 900 metri di VI, 5.9+ A3 s’un terre- sere una delle più belle e dalla quale si può no da brivido. «Una via impressionante, che sciare dalla cima con continuità. Racconta aveva di tutto: roccia marcia, muri di ghiaccio Mosetti: «Fino al momento di calzare gli sci, su sabbiolina, off-width e microfessure. Ma la lentezza e la pazienza hanno sopraffatto anche un granito immacolato e incredibile da qualsiasi altro mio desiderio. Ma con gli sci ai farci sognare. In totale abbiamo realizzato 18 piedi, dalla cima ho lasciato che il mio corpo lunghezze». A parlare è David Allfrey, aprito- mettesse in pratica ciò che ha imparato ne- re della linea con Cheyne Lempe. I due sono gli ultimi ventiquattro anni, e la discesa si è assi di salita su bigwall. Allfrey ha all’attivo svolta in meno di mezzora». Mosetti si è poi molte ascensioni in velocità con Alex Hon- diretto al Tocllaraju 6034 m. «Purtroppo un nold, con il quale nel 2014 ha realizzato 7 vie enorme seracco interrompeva la mia deside- su El Capitan in 7 giorni consecutivi (6000 rata cresta sudovest, sciabile solo con l’uso metri di dislivello e 173 lunghezze), battendo della corda e alla quale non avrei voluto ricor- altresì quattro record di velocità (New Jersey rere se non per emergenza. Nell’ottica di una Tumpike, Tangerine trip, Eagle’s way e Triple discesa pulita ho quindi optato per la ovest. Direct). Sono invece di Lempe il record in Solitamente è una parete di solo ghiaccio, solitaria di Salathè Wall (35 tiri in 20 ore e 6 ma la buona stagione ha permesso alla neve minuti – novembre 2013), o la bella traversa- di tenere sul ghiaccio nero offrendo questa ta dalla Aguja Mermoz alla cima del Fitz Roy rara possibilità di discesa». in Patagonia. Deconstructing Jenga risale sei tiri lungo la placca di destra, fino alla base del GROENLANDIA Right Pillar. Da qui i due hanno montato il bi- Mirror Wall vacco (Nighttime Nibbler) che occuperanno Mirror Wall è un’imponente parete affacciata per quattro notti prima di partire per l’attac- sull’Edward Bailey Glacier nella Groenlandia co finale in one push di 24 ore fino alla cima. orientale. Si sviluppa per 1200 metri lungo «Nella prima parte abbiamo trovato camini un granito liscio e verticale, con difficoltà tec- incredibili, con off-width superabili solo con niche elevatissime. Gli alpinisti Leo Houlding, pazzeschi incastri di piedi con gli scarponi Joe Mohle, Matt Pickles, Waldo Etherington doppi ai piedi. A volte ci trovavamo torri di e Matt Pycroft hanno realizzato la prima sa- blocchi alla base dei camini che ci obbligava- lita del versante nordovest di questa parete, Midnight Solarium 1100 m, 7b, 45° - ottobre A fronte: Simon Gietl sul tiro chiave della via no a ragionare esattamente come nel gioco realizzare il suo obiettivo superando il primo tacco. Nascerà la linea Chappie, 7b+, 600 m, il principale, mettendo a segno la via Reflec- 2012 nda). Noi volevamo salirne una proprio Chappie, 7b+, 600 m, su La Esfinge 5325 m (Cordillera Blanca, Perù). Jenga, dove devi costruire una torre, sposta- giorno le lunghezze chiave, per poi risalire il diretta fino alla cima. «Ogni tiro è stato salito tions (E6 6b/5.12c A3+, 1200 m). Tre giorni al centro. E l’unica linea che non avrebbe ri- Foto archivio Simon Gietl re i pezzi e sperare di non essere quello che giorno successivo fino al punto chiave lungo in libera da almeno uno dei due apritori, e per installare le fisse nella parte bassa fino al chiesto lavoro di trapano correva lungo il lato In questa pagina, dall’alto: Simon Gietl e li fa cadere», ha raccontato Allfrey. Le sezioni le fisse e continuare la via fino in cima il 28 le lunghezze chiave sono state salite in ro- campo (Bedouin Camp) a 260 metri da ter- sinistro della parete principale per congiun- Roger Schäli in avvicinamento a La Esfinge di A3+ sono a circa 430 m (traverso per usci- giugno. «La seconda lunghezza parte con tpunkt da entrambi», ha raccontato Gietl. Il ra. Poi dodici notti principalmente su porta- gersi con l’impressionante headwall median- 5325 m (Cordillera Blanca, Perù). re dal sistema di diedri sottostante) e nella prese piccolissime e appoggi infidi sui quali primo giorno arriveranno lungo fessura fino ledge, con 23 tiri in libera sui 25 totali. Queste te un incredibile traverso in artificiale appena Foto archivio Simon Gietl Enrico Mosetti lungo la morena in parte finale della salita (parte alta della hea- è facilissimo cadere, ma dopo 15 minuti mi alla placca, che saliranno dal giorno succes- le parole del britannico Houlding sulla salita: oltre la metà», ha raccontato Houlding. «La avvicinamento all’Artensoraju (Cordillera dwall, con arrampicata esposta). sono ritrovato alla sosta indenne! Anche nel- sivo. Qui Gietl si troverà costretto a ricorre- «Dura l’artificiale, dura la libera, traversi in- roccia? Nel complesso buona, con qualche Blanca, Perù). Foto archivio Enrico Mosetti le successive lunghezze chiave è filato tutto re al trapano per l’uso di spit intermedi. «La credibili e lavagne superlisce. Una parete sezione instabile nelle fessure e sulle cenge. PERÚ bene. Forse ho avuto la grande fortuna di riu- nostra intenzione era stata di non forare, ma così enorme –più alta di El Capitan– e tal- Il granito nella parte alta era stupendo com- Cordillera Blanca scire a realizzare tutte le sequenze corretta- purtroppo ci siamo trovati costretti a pianta- mente liscia che quasi ti puoi vedere riflesso. patto, solido e pulito. Ci sono state anche al- La Esfinge 5325 m mente al momento giusto», ha spiegato Gietl re spit per la progressione». In tutto quattro Strategicamente semplice, tatticamente di cune sezioni su quarzo, un diedro di 20 metri L’altoatesino Simon Gietl era partito con un che ha realizzato tutti i tiri da primo di cor- lungo l’intera via di compatto e ripido granito, alta complessità». Uscita dalla via il 22 luglio. interamente a cristalli. Non mi è mai capitato lavagna, incluso un traverso liscissimo per il sogno: ripetere in libera la via Cruz del Sur data. Ma il sogno non si è fermato qui. Gietl per il resto salita con nut e friend (soste at- «Mirror Wall presentava due linee ai due lati di arrampicare su una struttura simile». Le quale abbiamo utilizzato 10 rivet per ripren- (800 m 7b) aperta da Bubu Bole e Silvo Karo e Schäli individueranno una linea di apertura trezzate con spit da 8 mm) dal 1 al 5 luglio. La della parete principale, aperte dalla cordata sezioni in artificale sono state dure ma mai derci con una linea evidente alla cima.» nel 2000 lungo la parete est de La Esfinge sulla parte destra de La Esfinge lungo una lunghezza di 7b+ sale lungo il sesto tiro per svizzera Basil Jacksch, Christian Laderger- troppo pericolose, e hanno richiesto parec- 5325 m, in Val Paron. In due giorni l’altoate- sottile fessura che saliva lungo la parete su- sottile fessura. Ugualmente impegnativi i tiri ber, Vera Reist e Silvan Schüpbach (Led- chi hook, beak, microwire, lame…. Le sezio- Per le relazioni e la personale collaborazione sino, in cordata con Roger Schäli, è riuscito a dest, e dopo qualche giorno partiranno all’at- due, tre e cinque. geway to heaven 1.200 m, 7b+, A1, 45° e ni chiave della salita sono state due, su vera ringraziamo: Simon Gietl, Enrico Mosetti.

60 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 61 Nuove Ascensioni a cura di Carlo Caccia “Buena vida, poca plata”: Pedeferri, Schiera e Colico tra gli strapiombi del Precipizio

Simone Pedeferri e il Precipizio degli Asteroidi: la storia continua. E l’ultimo capitolo, L’arte di scalare nella valle del granito ossia l’ultima via, si chiama Buena vida, poca plata: una frase sentita in Cile, un esem- pio di filosofia applicata, il motto di molti scalatori. La relazione originale non ha nien- te di certi schizzi asettici: al bianco e nero l’artista Simone preferisce i colori, e alla staticità il movimento. Difficile da leggere? In verità basta un po’ di attenzione: in quel caos apparente c’è proprio tutto, con un’infinità di dettagli tecnici a partire dalla lunghezza della via (715 metri, 24 tiri) seguita dalla difficoltà (8a e A1, 7a obbligato- rio) e dal materiale necessario (una serie di Alien offset, una serie di microfriend, due serie di friend dallo 0.5 al 3, un friend 4 e un friend 5, una serie di dadi e un martello per ribattere i chiodi). La storia di Buena vida, poca plata è cominciata tra l’autunno 2014 e la primavera 2015: in tutto sette giorni in parete durante i quali Simone, Luca Schiera e Matteo Colico hanno individuato e salito la via, che attacca a sinistra della storica Carretera de la cocia (T. Fazzini, O. Fazzini e L. Gianola, 1987) puntando a un evidente tetto (dodicesimo tiro) e ai grandi strapiombi sovrastanti, con un finale di dieci tiri molto avventurosi. Durante il luglio scorso, nonostante il caldo, Simone e Luca sono tornati per la rotpunkt: mani sulla roccia e avanti, cercando di liberare il più possibile bivaccando in parete, senza puntate preliminari per provare i singoli tiri. E alla fine, in tre giorni, i nostri sono riusciti in buona parte dell’opera, lascian- do incompleti il dodicesimo tiro (un resting) e il quindicesimo (molto bagnato, tutto scalabile se asciutto). Simone e Luca: il primo nato nel 1973 e il secondo nel 1990. Due generazioni e due grandi amici, che vanno d’accordo “perché litighiamo spesso” (così Luca). E il Precipizio, per Simone, ha visto la crescita del giovane compagno, che nel 2010 su Non sei più della mia banda era ancora “immaturo” ma dalle chiare doti innate, nel 2013 su Free Bebè aveva già cambiato marcia e nel 2015 su Buena vida, poca plata ha fatto un ulteriore gran salto. Tanto che Simone conclude: “Questa via l’abbiamo salita alla pari... una soddisfazione averlo visto crescere!”.

Precipizio degli Asteroidi (1918 m, gruppo del Masino-Bregaglia, Alpi Retiche), via “Buena vida, poca plata” (715 m, 8a e A1, 7a obbl.) - Prima ascensione: Simone Pede- ferri, Luca Schiera e Matteo Colico, in 7 giorni tra l’autunno 2014 e la primavera 2015 - Prima libera parziale: Pedeferri e Schiera, luglio 2015 Non ha bisogno di presentazioni, la val di guida Il gioco-arrampicata della val di ormai al cospetto delle cime arrabbiate di Nella pagina accanto, Matteo De Zaiacomo sul Qualido, col Disgrazia sullo sfondo. Mello. Chi scala, se non ci è stato, la co- Mello, del 1979, dove Ivan esordisce de- cui sopra. I primi a salirla furono proprio Foto Riky Felderer. In questa pagina, sopra, la relazione originale di “Buena vida, nosce almeno di fama. Ma è proprio così? finendo la valle una “grandiosa sintesi Masa e Merizzi, autori della Via Paolo poca plata”; sotto, la parete est del Qualido col tracciato di “King of the bongo” che Nel dubbio, per far sì che tutti sappiano degli elementi della terra. Il suo lato si- Fabbri 43 (1978), e poi, insieme ad An- sale a sinistra dell’evidente frana. Foto archivio Luca Schiera di cosa stiamo parlando, la descriviamo nistro, sempre illuminato dalla prima tonio Boscacci, anche della grandiosa Il brevemente. E per farlo prendiamo in luce dell’alba, è costituito dalle altissime Paradiso può attendere (1982). Il perché prestito le parole di Monica Mazzucchi pareti di fondovalle”, coi loro “settori lisci dei nomi? Il primo rimanda chiaramente “King of the bongo”: 7c+ senza spit sul Qualido per Schiera, Marazzi e De Zaiacomo che nei magici anni Settanta del secolo e impressionanti”. a Francesco Guccini mentre il secondo, scorso, insieme a Ivan Guerini, la vide A dare il benvenuto a chi entra in val di come si legge su 9000 metri sopra i pra- Anche le montagne cambiano. E la parete Risposta: Luca Schiera (25 anni), Paolo Ma- dell’avventura (Riky Felderer, alto due me- quando su quelle piode si avventuravano Mello sta il Precipizio degli Asteroidi, ti, deriva “dalle santificanti esperienze est del Qualido, il 28 luglio 2009, ha perso razzi (26) e Matteo De Zaiacomo (22), che tri). Ma alla fine la notte è passata, la libera è soltanto le capre e i contadini. dove la Via dell’oceano irrazionale di vissute dai primi salitori”. un gran blocco di granito: un “armadio” di hanno completato la linea – 720 metri in riuscita e i giovani Ragni – i tre climber sono Eccoci quindi in questa valle “ampia e Guerini e Mario Villa, del 1977, ha tutta In seguito, come noto, sia il Precipizio sia 70 metri d’altezza, 20 di larghezza e 10 di tutto, compresi i 90 iniziali in comune con tutti membri del famoso gruppo lecchese – preistorica coi suoi sassi grandi e arro- una storia che preferiamo risparmiar- il Qualido sono stati la gioia e il tormento spessore. Con il blocco sono spariti i primi Passi di bimbo (P. Vitali e S. Brambati, 1997) hanno potuto pensare ad altro: per Schiera tondati con in cima magari un bosco di vi (se siete curiosi la trovate sulla guida di non pochi climber, tanto che le vie che due tiri della Via Paolo Fabbri 43 e i primi – nell’autunno 2014 e l’hanno liberata il 25 e De Zaiacomo, forse, il Bhagirathi IV, che li muschio per le formiche, quasi popolata 9000 metri sopra i prati di Paolo Masa e li percorrono ormai non si contano più. due di Qualiplaisir. Questo per dire che King e 26 luglio 2015. Viste le difficoltà e il carat- attendeva in India dove hanno vissuto un’al- da elefanti o meglio schegge d’elefante Jacopo Merizzi, del 1985, o più facilmen- Cose mai facili e spesso estreme, splendi- of the bongo, l’ultima nata sulla grande mu- tere, King of the bongo richiede un arsenale tra grande esperienza. tanto che ti sembra d’essere dentro un te – il racconto è sempre di Masa – sulla di esempi dell’arte di scalare in un conti- raglia, si svolge appena a sinistra del frana- di dadi e friend (una serie di micro e due se- elefante, tondo e mite”. Lassù, nel cuore recente Val di Mello di Mario Sertori, del nuo avvicendarsi di generazioni: da Ivan mento, proponendo agli aspiranti ripetitori rie fino al 5, triplicando il 2 e aggiungendo Monte Qualido (gruppo del Masino-Brega- delle Alpi Retiche, ai piedi di montagne 2014). A destra del Precipizio degli Aste- Guerini e compagni fino alla banda di un’avventura di gran livello senza spit – so- il 6) oltre naturalmente ai cliff. E poi c’è il glia, Alpi Retiche), parete est, via “King of arrabbiate, si apre un “grande palmo ri- roidi si apre la val Qualido, sovrastata fortissimi che ha lasciato il segno anche ste comprese – dove sul tiro di 7c+ la “sicu- problema del pernottamento – o, più alpi- the bongo” (720 m, 7c+) - Prima ascensio- curvo all’insù” che “sembra fatto appo- dalla muraglia del Monte Qualido che durante l’ultima estate, firmando Bue- rezza” in caso di volo è data da un chiodo e nisticamente, bivacco – che i nostri hanno ne: Luca Schiera, Paolo Marazzi e Matteo De sta per incuriosire chi vi è dentro”. Così si sviluppa senza soluzione di continuità na vida, poca plata sul Precipizio degli da un paio di cliff (avete capito bene, usati affrontato sulla portaledge, incastrandosi Zaiacomo, autunno 2014 - Prima libera: gli scrive Monica nelle ultime pagine della dal Precipizio e finisce molto più in alto, Asteroidi e King of the bongo sul Qualido. come protezioni). Ma chi ha osato tanto? non si sa come in compagnia del fotografo stessi, 25-26 luglio 2015

62 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 63 Libri di montagna a cura di Linda Cottino con la collaborazione di Anna Girardi La montagna dei sogni Alcune novità, buon viatico di inizio anno

«Quando entri in un bosco popolato da tibetano e l’orecchio della Regina, che un antichi alberi, più alti dell’ordinario, e docente di letteratura tibetana all’Univer- che precludono la vista del cielo con i loro sità di Lhasa, Tsering Yangdom, ha raccol- spessi rami intrecciati, le maestose ombre to e che Maria Antonia Sironi ha tradotto dei tronchi, la quiete del posto, non ti col- e adattato. È una delle antiche novelle che piscono con la presenza di una divinità?». le nonne delle vallate himalayane e del Queste son parole di Seneca, contenute in grande plateau tibetano raccontano alla una delle Lettere a Lucilio. Da sempre la famiglia riunita attorno al fuoco: «una montagna attira e spaventa, è associata a vicenda semplice quanto inusuale per il mondi divini e mondi magici, ed è un uni- lettore occidentale» scrive Sironi, «che ri- verso che tuttora si presta a rappresentare flette il mondo incantato e difficile da cui nell’immaginario comune luoghi leggen- ha avuto origine». A fine lettura, ci sen- Alberto Conforti, dari, nei quali è possibile il manifestarsi tiamo sbalzati in un altrove che risuona di Montagna, Rizzoli, del soprannaturale. un sentimento umano. Belle le illustrazio- 48 pp., 24,00 € Quasi a volerci predisporre in spirito per ni di Jana e Karen Diemberger. ricevere le impressioni della Grande Na- Andiamo ora oltreatlantico, nei grandi tura, abbiamo scelto di introdurre questa spazi del Nordamerica. Qui ci accompa- T. Yangdzom, M. rubrica con alcune novità che possono far- gnano due libretti che portano la firma A. Sironi (a cura ci da viatico per imboccare con leggerezza di Henry David Thoreau e Mary Austin. di), Il Pastorel- e fantasia il nuovo sentiero dell’anno. Il primo, noto cantore del naturalismo lo tibetano e Iniziamo con Montagna, a cura di Al- moderno, la seconda, da noi pressoché l’orecchio della berto Conforti, che Rizzoli pubblica nella sconosciuta, più giovane di Muir e Tho- Regina, Alpine collana Ragazzi e nel quale parte prepon- reau, fu sostenitrice dei diritti dei nativi Studio, 40 pp., derante hanno le illustrazioni, come testi- americani e scrisse testi di vario genere. 12,00 € monia l’ampio formato. Qui la montagna Il suo Le strade delle montagne è una rac- appare in ogni sua forma e declinazione: colta di tre racconti brevi, ciascuno come dalle più alte cime himalayane ai 4000 una speciale lente con cui avvicinare e alpini, dalle catene dolomitiche alle cime scrutare la montagna, viverla, farne par- vulcaniche, dalle montagne sacre alle con- te. Protagoniste sono le acque, le strade e Mary Austin, formazioni rocciose più singolari. A ogni le nuvole, immerse in paesaggi di volta in Le strade delle dipinto è affiancata una breve spiegazio- volta narrati sul registro della poesia, del Montagne, ne storica legata al luogo rappresentato e ritmo, della maestosità, oppure dei detta- Edizioni dei una citazione letteraria di autori che, in gli minuti. Cammini, 57 epoche diverse, hanno scoperto l’universo Concludiamo dunque questa rassegna di pp., 7,50 € montano e hanno tentato di descriverlo inizio anno con H. D. Thoreau e il suo In trasmettendone le sensazioni. Si tratta cammino verso il Wachusett, «un volu- quindi di un libro che offre spunti sia al metto prezioso, leggero come una foglia» mondo adulto, grazie alle citazioni che in- lo definisce Davide Sapienza nella nota in- ducono alla riflessione, sia al mondo dei troduttiva. Durante la lunga passeggiata Henry David ragazzi, per i brevi cenni di storia d’alpini- verso la cima, veniamo cullati da nostal- Thoreau, In smo e della montagna; i dipinti, dal canto gia e leggerezza, come accade a chi cam- cammino verso loro, ben riescono a trasmettere quella fa- mina quando si fa tutt’uno con la terra e il Wachusett, Ed. scinazione, quell’emozione, quel batticuo- il paesaggio attraversato. Difatti, scrive dei Cammini, 51 re che si prova davanti ai paesaggi alpini e Thoreau, «mentre percorrevamo stanca- pp., 7,50 € che, nei momenti di massimo splendore o mente le strade polverose, persino i nostri di luci particolari, porta a pensare: «e par pensieri divenivano polverosi; anzi, ogni che sia cosa venuta da cielo in terra a mi- riflessione cessò, il pensiero s’interruppe racol mostrare». o continuò solo passivamente (…) E ora L’incanto continua e ci porta lontano, che siamo tornati alla vita dispersiva della sulle nuvole bianche e maestose dell’alta pianura, sforziamoci di importarvi un po’

Foto Mario Vianelli Mario Foto quota, con la deliziosa favola Il Pastorello di quella grandezza di montagna».

gennaio 2016 / Montagne360 / 65 Titoli in libreria • Roberto Mantovani • Franco Brevini il collezionista • Mario Casella, • Carlo Crovella In collaborazione con la Libreria la Montagna, La conquista degli Alfabeto verticale. La a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Cime di Guerra Chiamami Jack Torino, www.librerialamontagna.it Ottomila montagna e l’alpinismo Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat Alpine Studio, 140 pp., 14,90 € Fusta Editore, 175 pp., 13,00 € Alpine Studio, 169 pp., 18,00 € in dieci parole Di loro si è molto parlato, nei mesi passati, Il Mulino, 288 pp., 16,00 € quando di nuovo è tornato alla ribalta il dibat- tito sul confine che attraversa il Monte Bianco. AGENDE I milanesi Laura e Giorgio Aliprandi colleziona- no dal 1970 carte geografiche delle Alpi. E ne • Mario Colonel, Agenda Montagne 2016 hanno scritto in alcuni volumi fondamentali Colori del Monte Bianco. sull’argomento. Che cosa vi ha spinti a iniziare Glénat, con foto a colori, in francese, 12,00 € una collezione? «È stato del tutto casuale: nel Nella sua doppia veste di alpi- Analista finanziario con la lontano 1970 abbiamo regalato una antica car- nista-guida alpina e giornalista, passione della montagna e della ARRAMPICATA E GHIACCIO ta geografica del Piemonte. In questa era com- sempre pronto a documentare scrittura, Crovella ha forgiato presa anche la Valle d'Aosta dove abbiamo un operazioni di paesi in guerra, negli anni un proprio artigianato • L. Abbarchi, T. Lonobile, R. Vigiani, alloggio e da qui è nato l'interesse per lo studio Casella si trova qui a guidare una narrativo che in questo quarto Arrampicare in Toscana Che l’autore sia un riconosciuto Accade spesso che gli alpinisti del territorio alpino». spedizione per la prima ripeti- romanzo trova compiutezza. Arrampicata sportiva nelle Apuane Meri- storico dell’esplorazione e dell’alpi- sentano il bisogno di trasmettere Quali sono i confini della vostra raccolta? «Let zione della gloriosa conquista Roccia e mare, vela e alpinismo, dionali: Camaiore e Sant’Anna di Stazzema, nismo nel mondo, tutti noi che fre- e motivare la loro passione al Grandi Alpi – Le Grandi Alpi nella Cartografia di Walter Bonatti e Carlo Mauri vita digitale e vita reale, ricer- 785 vie. quentiamo e leggiamo di monta- mondo “esterno”, perlopiù intimo- 1482-1885 si intitola la loro opera più importan- sul Gasherbrum IV nel 1958. Ma ca di senso e sdoppiamenti di Toscoclimbstore, 167 pp., 25,00 € gna lo sappiamo bene. Ma questo rito da un’attività che sembra ai te, ndr – intendendo in queste la zona alpina deve insieme subire i rischi delle personalità sono gli ingredienti suo libro, più di altri, è rivelatore di limiti dell’umano, o solo riluttante dal Monviso al Sempione. Ovviamente anche minacciose tensioni militari, che di questo racconto che l’autore • M. Cappuccio, C. Cianciolo, G. Gallo, quanta appassionata conoscenza all’idea di svegliarsi all’alba per le carte della Svizzera e della Francia sono rien- si ripercuotono sulle alte quote ama definire un “giallo esisten- Di roccia di sole dell’universo delle cime Mantovani partire nel freddo a faticare. Se poi trate nella nostra ricerca, ma il Monte Bianco, il delle montagne del Karakorum, ziale”. Il lettore, sovente spiazza- Arrampicate in Sicilia. IV ed. completamen- abbia distillato, grazie anche alla l’alpinista in questione è docente Rosa, il Cervino e il sono stati gli tra India e Pakistan. Prima to dai cambi di scena e di ritmo, te rinnovata. fortunata coincidenza temporale universitario di letteratura italiana argomenti prediletti». edizione nel 2004, l’avvincente è curioso di come andrà a finire. Versante Sud, 527 pp., 35,00 € che lo ha messo in contatto con i e penna del Corriere della Sera, il Qual è il pezzo che non avete mai trovato? «La racconto rimane interessante e La conclusione soddisferà le protagonisti di alcune delle scalate risultato sarà un libro il cui baga- Carte d'Italie allegata al testo di Jacques Signot attuale. Renato Frigerio aspettative? • Stefano Cordola, Acqua addormentata più belle e interessanti dei suoi glio non si limita alla descrizione del 1515 (che possediamo ma senza la carta) di nell’incantesimo del gelo anni. Una “splendida follia”, che della salita, ma contiene cenni di cui esiste un unico esemplare alla Bibliothèque • Bruno Boz, Giacomo De Donà • Silvio Jovane Guida alle cascate di ghiaccio della Valle di sottende la tensione umana alla storia, riflessioni, emozioni, spes- Nationale di Parigi». InCanto Yuldo Susa. scoperta dell’ignoto. Giacché que- so difficili da nominare e perciò E quella di cui andate più fieri? «La Carta di Vita selvaggia nelle Dolomiti Ricerche&Redazioni editore, 152 Libreria ed. La montagna, 157 pp., 23,00 € sto erano, i territori delle massime descrivere. Madama Reale di G.T.Borgonio del 1680 che Bellunesi pp., 15,00 € altezze del pianeta. Questo il libro di Franco Brevini, rappresenta tutta la catena alpina occidentale Edizioni DBS, 192 pp., 30,00 € L’UOMO E LA MONTAGNA Il libro ci accompagna dunque a che muove dalla propria espe- in un modo innovativo e realistico. Ha dimen- seguire la nascita del gioco hima- rienza per proporre un excursus sioni murali in 15 fogli ed è molto rara. Fra i libri, • Paola Agosti, Il destino era già lì layano, dal sogno precoce degli nell’universo montano. Egli stesso uno di quelli ai quali siamo più affezionati è la Le donne de L’anello forte e Il mondo dei alpinisti britannici nella seconda nella premessa specifica il suo Historia delle genti et della natura delle cose vinti di Nuto Revelli. Volume fotografico metà dell’800 fino al dilagare intento: far sì che chi già frequen- settentrionali di Olao Magno, arcivescovo di Up- Araba Fenice, 66 pp., 12,00 € di quel «desiderio di avventura, ta la montagna possa riconoscersi sala, stampato a Venezia nel 1565». esotismo e richiamo delle altezze, nelle sue avventure e chi invece Quali sono i vostri consigli per iniziare? «Cer- • G. Aimino, G.V. Avondo, Terre di che si mescolano in un calderone non la conosce possa scoprire i care di restringere il campo per concentrarsi su Due giovani fotografi e oltre «Non avrei mai immaginato la Occitania. Tradizioni, luoghi e costumi ribollente di progetti e di passione caratteri fondamentali dell’im- un unico argomento e non disperdersi in mille duecento fotografie per un portata delle sue imprese alpi- della cultura provenzale in Piemonte. alpinistica». La prima parte del maginario alpino. Il testo segue rivoli e soprattutto essere ‘curiosi’. Si può tro- viaggio tra il Piave e gli altopiani nistiche, vie nuove e invernali, e Edizioni del Capricorno, 142 pp., 9,90 € libro si completa con quel che tre filoni. Il primo, nel quale sono vare il pezzo buono anche sulla bancarella di dolomitici alla ricerca della vita il livello delle sue esplorazioni, avvenne dopo la conquista delle prese in considerazione le espe- un mercatino, l'importante è cercare sempre. più selvaggia e incontaminata. fatte con mezzi oggigiorno im- • Federica Corrado (a cura di), quattordici cime, con il cambio rienze che la dimensione verticale Il collezionismo può essere una malattia anche Proprio perché meno frequen- pensabili». A parlare è la nipote Popolazione e cultura: le Alpi di oggi di passo dalle pesanti spedizioni può riservare; il secondo, in cui pericolosa per le finanze!» tato (e blasonato) di altre zone, di Silvio Jovane, la forte arram- Franco Angeli, 129 pp., 18,00 € nazionali all’himalaysmo leggero sono descritte le principali attività Quali fonti consultate? «Le bibliografie delle questo angolo di Dolomiti, che picatrice italiana Luisa Jovane. “alla Messner”. La seconda parte praticate in montagna; il terzo, nel grandi opere, i cataloghi delle librerie anti- coincide con il parco nazio- Dalle pagine di questo diario, • Giorgio Diritti, L’uomo fa il suo giro è dedicata alle singole montagne: quale l’autore dipinge luoghi a lui quarie e anche i cataloghi delle aste. Aggiun- nale omonimo, ha mantenuto pubblicato grazie alla collabora- Storie di condivisione, dentro e fuori del set. dall’Annapurna, salito per primo cari, dove spera che molti possa- giamo un consiglio: i libri, le carte geografiche intatta la sua aura. Immergetevi zione dell’amico Stefano Ardito, Laterza, 96 pp., 12,00 € nel 1950, allo Shisha Pangma nel no ritrovarsi. Il tutto partendo da e le stampe comperate non devono rimanere nel regno di merli acquaioli, emergono le scalate e i ricordi 1964. Con un capitolo sull’ipotesi un presupposto fondamentale: la chiuse in un cassetto ma si devono far vivere pernici bianche, camosci, cervi, di un alpinista appassionato e DVD di allungare la lista degli ottomila. montagna e il suo immaginario pubblicando libri o articoli e allestendo mo- gheppi… in una wilderness vera, uomo di molti talenti, amante Unico rammarico: la mancanza di sono frutto dei racconti di chi l’ha stre. Il miglior giudizio sulla nostra collezione che rende possibile la vita a una dell’avventura autentica, delle • David Lama, Cerro Torre belle fotografie per sognare con i percorsa. Bello, dunque, che si ci è stato dato in Francia con le parole “Votre fauna unica e ricca, a cui questo cose semplici e, non ultimo, Prima ascensione in libera della Via del ritratti dei giganti della terra. continui a parlarne. cartes sont vivantes”.» libro rende omaggio. padre meraviglioso. Compressore. Documentaria, 99 min, 9,99 €

66 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 67 territorio pesa invece la permanente dico- dell’amministrazione regionale. Favorire I Gruppi regionali si presentano tomia tra le sezioni di pianura e quelle di quindi gli incontri programmatici coi presi- a cura di Luca Calzolari montagna, in genere piccole sezioni, le co- denti di sezione, lo scambio di esperienze e siddette sentinelle del territorio. Difficoltà di buone pratiche, la partecipazione a mo- RACCONTI s’incontrano anche nel superare l'indivi- menti decisionali all’insegna del confronto Il CAI Campania il Direttivo e me, riguardano il coinvolgi- Le difficoltà maggiori in Campania si incon- dualismo di alcune sezioni, nel realizzare e della condivisione. Coordinamento attivo DA SCALARE CAI Campania: serve ancora molto impegno mento in iniziative che vedono le Sezioni e trano nei rapporti con la Regione che è as- un efficace coordinamento tra sezioni e anche verso gli OTTO, necessario per piani- per combattere l’assenza della Regione le Commissioni operare all’esterno del CAI solutamente assente, ciò è molto grave in CDR, in particolare sulle tematiche am- ficare la gestione delle risorse, i diversi ap- FINO sulle tematiche della montagna in collaborazioni con Enti, Comuni, Parchi un territorio altamente turistico e con un bientali e nella gestione delle strutture che procci alla montagna, l’omogeneità d'azio- ALL’ULTIMA ed altre associazioni.» notevole patrimonio montano da difendere hanno fatto la nostra storia (rifugi in primis ne e il senso di appartenenza, verso la casa Il CAI in Campania non ha i grandi nume- In particolare su quali tematiche? e da valorizzare per uno sviluppo sostenibi- e sentieri), nel far fronte ai danni, alle ripa- comune con il Soccorso Alpino e le Guide PAGINA. ri di altre realtà regionali, ma anche qui la Le tematiche che interessano sono so- le. Sugli Appennini è possibile frequentare razioni, agli adeguamenti, alle alienazioni Alpine e, in chiave interregionale, verso i presenza del Sodalizio ha una lunga e im- prattutto l’escursionismo, la segnaletica la montagna tutto l’anno, vorremmo una demaniali o alle richieste sempre più esose CARD nell’ambito UNESCO. Doverosa poi portante tradizione (nel 1871 nasce la Se- e la tutela dell’ambiente oltre all’adesione maggiore visibilità ed organizzazione sia a degli enti concessionari.» la battaglia quotidiana per il reperimento zione di Napoli) ed è molto determinato e e, quindi, al coordinamento dell’organizza- livello del CAI Centrale che della Regione Infine una domanda per lei Presidente, di risorse economiche vitali per sostene- attivo nel far sentire la sua voce sulla tutela zione di eventi nazionali come la giornata Campania per una conoscenza più allarga- quali sono gli obiettivi che si è dato come re attività e progetti di valenza regionale, dell’ambiente montano, sulla sentieristica e dell’acqua, della montagna, dei Parchi, il ta, corretta e sicura dei sentieri. prioritari per il suo mandato? come un’efficace comunicazione verso il sulla cultura delle terre alte. I numeri sono: CAI di domani, solo per citarne alcuni. Per Ogni presidente si fissa un proprio obietti- «Anzitutto gli obiettivi derivanti dalle fun- mondo esterno, per far conoscere di più il 2053 soci, otto sezioni, due sottosezioni, e favorire la nostra crescita culturale sono vo di mandato. Qual’è il suo? zioni statutarie, ovvero il coordinamento CAI, la sua identità e la portata della sua sei commissioni (alpinismo, alpinismo gio- molto attenta ad aggiornare sempre il Di- Per il mio mandato che è in scadenza mi ero delle sezioni, con le loro problematiche, e attività formativa.» vanile, escursionismo, speleologia, tutela rettivo ma anche i Presidenti delle Sezioni data l’obiettivo di far approvare dalla Regio- l’azione di rappresentanza nei confronti Per saperne di più: www.CAIveneto.it ambiente montano e comitato scientifico). e delle Commissioni sulle circolari o sulle ne Campania la legge sulla sentieristica Il Consiglio direttivo regionale è composto notizie che mi vengono comunicate dalla presentata nel gennaio 2012. Un testo di da cinque consiglieri più la presidente. Da Sede centrale questo lo faccio sia durante legge che ci ha visto dedicare molte energie sei anni (dicembre 2009) Anna Maria Mar- incontri o riunioni sia attraverso la posta e lavoro. Purtroppo nonostante l’impegno torano è alla guida del GR campano. Anche elettronica. Non mi limito però ad aggior- profuso non ci siamo ancora arrivati. Ormai a lei abbiamo chiesto di presentare la pro- nare ma quando lo ritengo importante evi- posso solo sperare in tempi migliori. Sono ConsiglioInforma pria realtà. denzio problematiche sollevate su «Mon- sicura che non demorderemo. Altro obietti- a cura del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo OGNI LUNEDÌ Presidente Martorano, la sua è ormai una tagne360» o su altre fonti per sollecitare vo è quello di far crescere i Soci CAI per far esperienza consolidata. Quali sono i temi il dibattito sia in seno al Direttivo che nelle sì che quante più persone potessero sentir- IN EDICOLA in cui lei e il direttivo siete maggiormente Sezioni. si responsabili verso il proprio territorio e Informativa del Consiglio Centrale di Indirizzo A 7,90 EURO. impegnati? Quali sono gli ostacoli che incontra nello coinvolti nella ricchezza della conoscenza e e Controllo per congresso «Le attività che maggiormente impegnano svolgere l’attività sul territorio regionale? della tutela dello stesso. 1.EVEREST 1996 DI ANATOLIJ BUKREEV 28/12/2015 Il 100° Congresso del Club alpino italiano, rispettivi ruoli e con il supporto tecnico dei

egregiamente organizzato dalla sezione di gruppi di lavoro adeguatamente rimodulati, 2.UNA VITA COSÌ Firenze, ha costituito un importante mo- daranno forma ad alcune prime proposte da DI WALTER BONATTI Il CAI Veneto sponde Carrer – è determinato dalla ne- gione, dopo il cambio della legislatura, per mento di confronto e di elaborazione di idee presentare alla Conferenza dei Presidenti 04/01/2016 cessità di sviluppare progetti e portarli a il riconoscimento delle attività del CAI, sul volontariato, cardine fondante della no- regionali a fine febbraio. La fase successiva 3.LA SECONDA MORTE DI MALLORY Il Cai Veneto: una realtà ben radicata nel buon fine rispettando le scadenze previste l’applicazione della nuova Legge sul turi- stra associazione. Ai tanti contributi arrivati vedrà la presentazione delle proposte nelle DI REINHOLD MESSNER territorio regionale dai bandi, come il Progetto di Eccellenza smo di alta montagna, la continuazione nella fase preparatoria da soci e sezioni e assemblee regionali di primavera dalle quali 11/01/2016 sui territori delle Dolomiti Unesco, con la dei progetti e dei finanziamenti impegna- alle relazioni di apertura del congresso, si è potranno nascere ulteriori utili indicazioni. Il Veneto è uno di quei territori in cui il CAI continuazione della campagna di preven- ti negli ultimi anni soprattutto sui temi aggiunto il proficuo dibattito al quale hanno In preparazione di queste assemblee è au- 4.DOVE LA PARETE STRAPIOMBA è ben radicato: 51.148 soci, 64 Sezioni, 12 zione MontagnAmica e Sicura, l’aggiorna- dell'ambiente, della valorizzazione e della partecipato 450 soci provenienti da ogni spicabile che nelle sezioni prosegua e venga DI RICCARDO CASSIN 18/01/2016 sottosezioni. A questi numeri se ne aggiun- mento dell’APP dei “sentieri parlanti” e la fruizione sostenibile della montagna, la parte d’Italia, prima nei laboratori sui tre approfondito il dibattito sui temi congres- gono altri che aiutano a capire la dimensio- “creazione” di due nuovi anelli, il progetto conservazione delle strutture in quota (ri- temi proposti dai gruppi di lavoro e poi nella suali, per consentire ai presidenti e ai dele- 5.WALTER BONATTI, IL FRATELLO ne dell’impegno necessario per l’attività dei Villaggi degli Alpinisti, i progetti e le at- fugi, bivacchi, sentieri, ecc.), e delle attività sessione plenaria conclusiva. Come noto, gati di portare contributi consapevoli e co- CHE NON SAPEVO DI AVERE del sodalizio: tre commissioni regionali e tività sul Centenario della Grande Guerra: di informazione e formazione. Oggi direi tutto il materiale è disponibile e liberamente struttivi per la costruzione del nostro futuro. DI ALESSANDRO FILIPPINI sei interregionali, cinquanta scuole sezio- il Cammino del Centenario, in collaborazio- che possiamo contare su una buona colla- scaricabile dal sito dedicato al Congresso Nella terza fase il CC e CDC potranno met- E REINHOLD MESSNER 25/01/2016 nali e intersezionali, tre scuole interregio- ne con l’ANA, I sentieri della Grande Guerra borazione con la Regione.» www.congresso.cai.it . tere a punto le proposte definitive da sotto- nali. I componenti del Comitato direttivo destinato al mondo della Scuola, il Gran- E quali sono oggi le maggiori difficoltà Ora occorre proseguire il percorso per pas- porre al vaglio dell’Assemblea dei Delegati, regionale (CDR) sono nove compreso il tour della Grande Guerra.» che incontra sul territorio? sare dal dibattito delle idee sviluppato in l’organo sovrano della nostra Associazione. presidente. Alcuni GR lamentano un po’ di sordità da «Le difficoltà s’incontrano, prima ancora Congresso alle proposte concrete da discu- Abbiamo quindi davanti a noi un percorso A Francesco Carrer, presidente del GR Ve- parte della Regione. Qual è la situazione di arrivare al territorio, nelle competenze tere e deliberare negli organi statutariamen- serrato e complesso per i prossimi mesi, neto dal 2013, per prima cosa abbiamo in Veneto? sempre più specialistiche necessarie per te deputati ad assumere le decisioni. In una da alimentare e sostenere con passione e chiesto su cosa il CDR è particolarmente «Per noi è stata fondamentale la ripresa la realizzazione dei progetti, non concilia- prima fase il Comitato centrale di indirizzo e lucidità per il coinvolgimento del maggior impegnato. “L’impegno prioritario – ri- e l’intensificazione dei rapporti con la Re- bili con le risorse del solo volontariato. Sul controllo e il Comitato direttivo centrale, nei numero possibile di soci e delegati.

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Q_2599_66x270_Scalata_1_piede.indd 1 10/12/15 15:23 Report sul 100° congresso

Gabriele Bianchi Coordinatore Gruppi di lavoro 100° Congresso

suscitato grandi emozioni e ripetuti applausi per la costruttiva atmosfera che ha permeato i lavori della chiarezza con cui ha toccato gli aspetti essenziali del seconda giornata. significato del donare nella società di oggi, ma dove Le relazioni dei Coordinatori seminari monotema- troppo spesso prevale l’apparire invece dell’essere la tici hanno prodotto, in sintesi, la precisa immagi- e in cui la sopraffazione degli altri e la“furbizia” sem- ne della nostra attuale strutturazione ed identità, brano primeggiare. lanciando per il futuro indicazioni sintetizzabili in Ha inoltre sottolineato e complimentato la nostra “parole d’ordine” quali: centralità del Socio e delle “Il Congresso non finisce qui. Da oggi si comincia a ed ha proposto una chiara riflessione sul tema della In queste pagine alcuni scelta di metterci in discussione, il senso di respon- Sezioni,semplificazione normativa e dei vincoli ope- lavorare, sul percorso futuro c’è un terreno già ara- rete sentieristica e dei cammini. momenti del 100° sabilità e solidarietà che permea il Club, il concorso rativi, recupero motivazioni nei confronti del mondo Congresso CAI to nel quale innestare una voglia di cambiamento”. L’On. Luigi Bobba, Sottosegretario del Ministero del alla crescita dei giovani ed il “no” alle convenienze e giovanile, mantenimento dell’identità volontaristica È l’esplicito e stimolante invito rivolto dal Presidente Lavoro e Politiche sociali ha sottolineato le ineludibili ai calcoli individuali. e conseguente gratuità delle prestazioni, coordina- generale Martini al termine dei lavori congressuali. sinergie da mantenere e la convinta attenzione da Dopo le Relazioni dei portavoce Gruppi di Lavoro, ac- mento del volontariato nei confronti di supporti di E non poteva che essere così. Per la prima volta il prestare verso il nostro sodalizio. compagnate da interessanti power point, i Seminari natura professionale. percorso di avvicinamento al Congresso ha offerto Frits Vrijlandt, Presidente dell’Unione Internazionale monotematici hanno registrato molteplici presenta- Il dibattito congressuale conseguente – con 30 in- l’opportunità di partecipazione preliminare alla ste- Associazioni di Alpinismo, ha manifestato grande zioni di interventi che hanno permesso di arricchire terventi dei partecipanti – si è concluso con l’appro- sura delle relazioni da discutere e riguardanti i temi: apprezzamento per il lavoro svolto dal CAI nell’orga- le riflessioni riguardanti opportune scelte per il no- vazione di tre mozioni che dovranno, con la fedele il volontariato nel CAI di oggi, il volontariato nel CAI nismo da lui rappresentato e l’auspicio che il condi- stro futuro. analisi dei molteplici contributi, promuovere il per- di domani, associazionismo e servizi. I contributi, re- viso percorso possa continuare. A dissipare possibili equivoci su esclusive tendenze corso indicato dall’invito del Presidente generale … gistrati sul sito dedicato hanno suprato il centinaio di Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italia- “stakanovistiche” dei congressisti ha provveduto la “da oggi si comincia a lavorare”. unità, provenienti da singoli soci, sezioni, raggruppa- no, ha voluto anche ricordare come le esperienze socializzante cena sulle colline di Firenze seguita Sulla metodologia costruttiva di tale percorso si rin- menti – anche numericamente importanti – di sezio- pregresse tra CAI e T.C.I. – in particolare la presti- da esecuzioni di brani proposti dal prestigioso se- via, come illustrato in altra pagina di Montagne360, ni ed organi tecnici. giosa collana della Guida Monti D’Italia – abbiano zionale Coro “La Martinella” cui sono stati richiesti all’informativa prodotta dal Comitato centrale di in- Altrettanto importante la partecipazione alla fase dimostrato che il volontariato ed il professionismo ripetuti bis. Poi domenica solare, non solo meteo- dirizzo e di controllo. congressuale: 425 persone preventivamente re- non sono incompatibili e ciò meriterebbe ulteriori rologicamente ma anche per la serena, rispettosa e Buon lavoro a tutti. gistrate e 133 sezioni rappresentate. Insomma un riflessioni. Congresso amplificatore dell’aspettativa e volontà di Josef Klenner, Presidente del Deutscher Alpenve- produrre modificazioni essenziali nel modo di essere rein, consorella associazione con più di un milione di e di incidere sui cambiamenti in atto nella odierna soci, ha presentato un articolato ed esaustivo power società. point illustrante la complessa strutturazione di una Si ricorda che gli interventi dei rappresentanti isti- federazione, non governativa e no profit, all’interno caI Milano I Soci sono convocati in Assemblea Sezione sull’attività sociale 2015; tuzionali ed ospiti, relazioni dei tre Gruppi di lavoro, della quale coesistono un volontariato che indirizza Convocazione presso la Sede Sociale del Sodalizio in 4. Relazione dei Revisori dei Conti sulla relazioni dei coordinatori seminari monotematici, e controlla postazioni professionistiche a supporto Milano – Via Duccio di Boninsegna 21/23 gestione 2015; mozioni presentate ed approvate e le conclusioni del degli obbiettivi da realizzare istituzionalmente. assemblea dei soci – per le ore 7:30 a.m. di mercoledì 30 5. Approvazione bilancio consuntivo Presidente generale sono pubblicate integralmente Cesare Cesa Bianchi, Presidente della Sezione Na- marzo 2016 ed, occorrendo, in seconda 2015 e preventivo 2016; Annuncio a pagamento e consultabili sul sito www.congresso.cai.it. zionale A.G.A.I. e del Collegio Nazionale Guide Alpine convocazione alle ore 21:00 di giovedì 31 6. Determinazione delle quote In questa sede non si possono comunque sottacere Italiane, ha voluto lanciare un preciso messaggio: marzo 2016 – per discutere e deliberare associative 2016; il taglio, l’importanza e gli stimoli, per la discussio- abbiamo costruito insieme un calendarizzato, preci- sul seguente Ordine del Giorno: 7. Determinazione della data delle ne congressuale, dei contributi portati all’apertura so e costruttivo cammino che deve continuare. In tal 1. Nomina del Presidente e del elezioni alle cariche sociali; dell’evento da alcuni significativi ospiti. senso il volontariato ed il professionismo – nel vero e Segretario dell’Assemblea; 8. Nomina del Comitato elettorale; Il videomessaggio del Ministro, per i Beni e le Atti- reciproco rispetto – possono restare in cordata. 2. Approvazione verbale Assemblea dei 9. Nomina degli Scrutatori per le vità Culturali, On Dario Franceschini è stato molto Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera – Associazioni, soci del 30.3.2015 elezioni alle cariche sociali. apprezzato anche perché è andato ben oltre ai saluti nomi e numeri contro le mafie – e Socio del CAI, ha 3. Relazione del Presidente della 10. Varie ed eventuali.

70 / Montagne360 / gennaio 2016 gennaio 2016 / Montagne360 / 71 PlayAlpinismo PlayAlpinismo per i Soci CAI Al momento del rinnovo della tessera CAI: 50% di sconto sull’abbo- il cinema di montagna a portata di tutti namento mensile a PlayAlpinismo per un anno solare. I nuovi soci CAI avranno lo stesso sconto dei soci che rinnovano la tessera CAI + un mese Cai e «La Gazzetta dello Sport» insieme per la diffusione gratis. Una volta perfezionata l’iscrizione, la Sede centrale invierà un email al socio con un codice e un link che punta alla pagina di PlayAl- del cinema di montagna grazie a PlayAlpinismo nuovo pinismo. Il socio dovrà inserire il codice per attivare l’abbonamento in canale dedicato all’alpinismo promozione. vantaggi sono riservati esclusivamente per i Soci ordinari.

Una delle difficoltà principali del cinema di monta- tante per parlare di montagna a un pubblico ampio COME FUNZIONA PlayAlpinismo: il film consigliato da Montagne360 gna è sempre stata la diffusione sul territorio. Le nella maniera per noi corretta, ovvero in maniera PLAYALPINISMO La rivista del Club Alpino Italiano occasioni per vedere film e documentari sull’alpini- educativa, senza spettacolarizzazione”. Il CAI, come Cumbre smo si limitavano a festival, rassegne e in qualche dicevamo, è partner di PlayAlpinismo anche attra- L’offerta prevede un il cult movie dell'alpinismo. Regia di Fulvio Mariani caso, e solo per le grandi produzioni, al cinema. Oggi verso la presenza dei film prodotti dal Sodalizio. Di- abbonamento mensile a grazie alla tecnologia chiunque abbia un computer, sponibili da subito i grandi classici “Italia K2” di Mar- 9,99 euro, che permette Cari Soci e lettori, un tablet, una televisione e sia collegato a internet cello Baldi e “Gasherbrum IV, la montagna di luce” di la visione illimitata dei da questo numero la redazione di «Montagne 360» vi consiglierà un film tra quelli presenti nel cata- può finalmente vedere i film dedicati all’alpinismo. Renato Cepparo. L’obiettivo è anche di valorizzare la contenuti nella migliore logo di PlayAlpinismo. Questa rubrica non è dedicata alle novità del canale. Il criterio che ci guida è PlayAlpinismo è il canale tematico di GazzaPlay in- Cineteca dell’associazione. risoluzione disponibile, e che a nostro giudizio sia un film di qualità capace di raccontare la montagna e la sua frequentazione teramente dedicato alla montagna. GazzaPlay è la La collaborazione tra CAI e PlayAlpinismo non si fer- una modalità on demand con intelligenza, emozione e, perché no, anche ironia. Non importa quindi che sia di molti anni fa piattaforma di film on demand (ovvero visione a ri- ma qui. per pagare solo ciò che si o appena uscito, di un regista famoso o di un esordiente, di un alpinista celebre o sconosciuto ai chiesta) che «La Gazzetta dello Sport» ha lanciato il Ai Soci è riservata un’attenzione speciale: al mo- vuole vedere, in acquisto più. Il primo che vi consigliamo è Cumbre, del regista ticinese Fulvio Mariani. Questo film che ha mese scorso. PlayAlpinismo si propone come punto mento del rinnovo della tessera chi vorrà abbonarsi o in noleggio a partire da rivoluzionato il cinema contemporaneo ambientato in montagna. Nel giro di qualche anno dalla di riferimento in Italia per la distribuzione al pubbli- al canale godrà di uno sconto del 50% sull’abbona- 0,99 euro. sua uscita, ha collezionato una dozzina di riconoscimenti ufficiali in tutto il mondo. È un cult movie co del migliore cinema di montagna, italiano e inter- mento mensile, lo sconto durerà per dodici mesi. Per Il canale è fruibile sul web di alpinismo, e si svolge sul Cerro Torre, lungo la via aperta da Cesare Maestri nel 1970. Il Torre è nazionale. Il catalogo – in costante aggiornamento i nuovi Soci è previsto un piccolo ulteriore vantaggio: all’indirizzo uno dei simboli delle Ande patagoniche, selvagge sino all’inverosimile, flagellate dai furiosi venti del – comprende oggi più di 140 titoli di grande cinema se si abboneranno a PlayAlpinismo oltre allo sconto www.playalpinismo.com, Pacifico e soggette a repentini cambiamenti di temperature. Protagonista della scalata è il climber e documentari sull’alpinismo e le terre alte, che arri- avranno un mese gratuito. Questi vantaggi sono ri- tramite Google Chrome- Marco Pedrini, classe 1958, di Lugano, scomparso in un incidente di montagna nell’agosto 1986. vano da oltre 100 produttori in tutto il mondo, sud- servati esclusivamente per i Soci ordinari. cast, su Samsung Smart Scanzonato e irriverente ma con una preparazione tecnica ineccepibile e una straordinaria mae- divisi in cinque sezioni: Alpinismo Contemporaneo, i Siamo convinti che con PlayAlpinismo il cinema di TV e attraverso le app stria in arrampicata, nel corso delle riprese per il lungometraggio Pedrini riuscì a portare a termi- Grandi dell’Alpinismo, Storia, Le Grandi Montagne e montagna abbia trovato un canale distributivo che di GazzaPlay per tablet ne la prima scalata solitaria della via del compressore sul Cerro Torre, giungendo sulla vetta il 26 Climbing. PlayAlpinismo si avvale della collaborazio- aiuti a far conoscere la montagna, l’alpinismo e i film e smartphone, iOS e novembre 1985, alla fine della primavera australe. Mitica (e paradigmatica) la scena in cui Marco, ne del CAI e dei più importanti festival del cinema di di qualità. Buona visione! Android, che permetto- sospeso su un vuoto da vertigine, cavalca il compressore abbandonato in parete da Cesare Maestri montagna, il Trento Filmfestival e il Festival di Banff. Potete seguire no di fruire del canale di e si fa beffe dell’avventura “tecnologica” di quindici anni prima. Regista e cineoperatore di talento, Per Umberto Martini, presidente generale del CAI PlayAlpinismo anche alpinismo anche dai device oltre che alpinista di valore, Mariani realizzò il film nel bel mezzo di un lungo viaggio in Patagonia, in su Facebook “PlayAlpinismo rappresenta uno strumento impor- mobili (tablet e cellulari). occasione del suo viaggio di nozze. Come sempre buona visione! Luca Calzolari

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ISTRUTTORI DI ALPINISMO Per noi l’orologio PRO-TREK è ok!

Anche l’ultimo gruppo di beta tester del CAI conferma l’utilità e l’affidabilità di Pro Trek PRW-3500 di Casio. L’orologio è stato testato dagli Istruttori di alpinismo e scialpinismo del CAI durante ascensioni alta quota e gite di scialpinismo.

Dopo essere stato testato dai tecnici del Soccorso sul quadrante e consente di memorizzare facilmente le escursioni più difficili siano sempre visibili, anche alpino e dagli Istruttori nazionali di escursionismo, la posizione di una meta da raggiungere. Quindi è in condizioni di scarsa visibilità come per esempio vi raccontiamo le impressioni degli Istruttori di il compagno ideale per una perfetta pianificazione con nebbia o nuvole basse. alpinismo e scialpinismo che hanno avuto al polso dell’escursione, soprattutto alle quote più alte, Paolo Taroni, istruttore di Scialpinismo, racconta il Casio Pro Trek. «Siamo davvero molto soddisfatti magari con sci o ramponi ai piedi». Naturalmente nei dettagli l’esperienza personale vissuta in quota. delle performance», afferma Antonio Radice, il Pro Trek non si sostituisce alla carta topografica, «Abbiamo testato il Pro Trek in Svizzera durante istruttore nazionale di alpinismo e presidente della che non va mai lasciata a casa. Infatti, come un’ascensione con gli sci. Volevamo arrivare a Commissione Nazionale delle Scuole di Alpinismo, ricorda Gianni Perelli Ercolini della Scuola centrale Clariden, a 3267 m. Con l’utilizzo della funzione Scialpinismo e Arrampicata Libera del CAI. di Scialpinismo del CAI, «il giorno dell’escursione bussola e la carta topografica, abbiamo individuato «Come sappiamo per affrontare la montagna in occorre avere con sé gli strumenti tradizionali per l’itinerario di salita. Arrivati al passo Chammlijoch modo consapevole, soprattutto alle quote più alte, orientarsi. Nella nostra esperienza, il PRW-3500 (3000 m circa), ci ha sorpreso una fitta nebbia e aumentare il grado di sicurezza, va attuata una si è rivelato un dispositivo utile e comodo, perché che ha ridotto la visibilità a due/tre metri. Per accurata fase di progettazione dell’ascensione. consente di avere tre strumenti fondamentali raggiungere l’attacco della cresta finale siamo La parte fondamentale è la scelta della meta, – bussola, altimetro e barometro – in un unico ricorsi di nuovo alla bussola del PRW 3500 e alla che deve essere ben valutata in base alla propria oggetto. Il barometro è particolarmente utile alle cartina. Abbiamo trovato molto pratica e comoda la preparazione tecnica e ad altri parametri, quali per quote più alte, soprattutto in caso di escursioni di più semplicità d’uso di Pro Trek in una situazione come esempio le condizioni meteo. Bisogna preparare a giorni, quando può essere importante prevedere se questa». casa uno schizzo di rotta su una carta topografica la situazione globale volgerà verso un miglioramento Dunque Pro Trek di Casio ha superato positivamente e individuare, con l’ausilio di una bussola, i o un peggioramento delle condizioni meteorologiche anche il giudizio del team di Istruttori di alpinismo punti del percorso». Gli istruttori di alpinismo lo e quindi con un aumento o una diminuzione della e scialpinismo dimostrandosi un orologio utile, hanno testato per la rilevazione dell’azimut, ossia pressione. Il barometro si è rivelato piuttosto affidabile e di grande aiuto per gli appassionati della dell’angolo misurato in senso orario rispetto al nord affidabile.». montagna. che rappresenta la direzione di marcia da seguire Gli istruttori di alpinismo e scialpinismo hanno per giungere a mete intermedie e quindi alla meta trovato utile la luce a LED per illuminare il quadrante Per maggiori informazioni: www.protrek.eu/it finale. «L’orologio – prosegue Radice – è dotato di e la retroilluminazione per illuminare il display LCD, facebook.com/protrekitalia bussola digitale e lunetta direzionale in acciaio posta in modo che le informazioni utili per affrontare anche Montagna Leggendaria: sfide e protagonisti Basilicata, Campania, Sardegna e in Sul prossimo numero in Piccoli annunci Grecia. Tel. +39 328 9094209 / edicola a febbraio Annunci a pagamento +39 347 3046799 che hanno fatto la storia dell’alpinismo [email protected] * Per l’inserimento degli annunci www.naturaliterweb.it Una nuova collana di classici della montagna proposta da CAI e RCS 335 5666370/0141 935258 [email protected] Sezione dell'Etna- Catania www.caicatania.it Accompagnatori, guide Sci alpinismo sull'Etna: da Gennaio ad turistiche e T.O. Aprile. Grecia-Peloponneso dal 9 al 19 giugno. Traghetto, pulmini, alberghi. www.trekkilandia.it Trekking dell'Etna in 5 gg. Trekking Trekking e Tour Naturalistici delle Eolie in 7 gg. Trekking delle Egadi nel Mondo in 8 gg. Pantelleria a settembre, in 8 gg. Chiedere depliants. Foresteria in sede Sila Gran Bosco D'Italia e pulmini a disposizione delle Sezioni. Rifugio Casello Margherita Info: [email protected] Escursioni Ospitalità+39 349 1078789 www.casellomargherita.it www.naturaviaggi.org La seconda vita di Maurizio Zanolla Da oltre 25 anni produco e Manolo si racconta. Il suo rapporto con Naturaliter - trekking e ospitalità accompagno piccoli gruppi per l’arrampicata e le pareti, i suoi interessi, le mediterranea inimitabili overland naturalistici: sue riflessioni. Trekking ed escursionismo – senza Islanda, Patagonia, Nepal, Namibia e zaino pesante in spalla nei Parchi e Perù. [email protected] CICLOESCURSIONISMO: ISOLA D’ELBA Riserve della Calabria, Sicilia,Puglia, 0586 375161 / 347 5413197 Tre itinerari per tutte le gambe.

Puglia | Gargano Foto NASA Goddard Space Flight Center Space Goddard NASA Foto Speciale soci Quando ce le metti tutta per salire sulla vetta, Diemberger. Grandi classici della storia dell’al- sai che rischi di morire. È un’ascensione male- pinismo si alternano a racconti dell’alpinismo dettamente pericolosa… moderno e contemporaneo. Sono cambiate le Tu pensi di essere una persona che sa affrontare tecniche e gli obiettivi, ma non è mutato il rap- i rischi, che corre l’avventura; ma sei fuori di te- porto dell’uomo con la montagna che è sempre sta, altrimenti non saresti lì a fare quello che fai. una sfida rispettosa con la natura maestosa (Everest 1996) delle montagne, delle grandi pareti e con se stessi, ai limiti del possibile. È partito il 28 dicembre scorso con Everest Sono oltre 30 le uscite previste e l’appunta- 1996, dell’alpinista kazako Anatolij Bukreev il mento è in edicola ogni lunedì. nuovo progetto editoriale del «Corriere della Qualche anticipazione sui titoli in uscita a Sera» e «La Gazzetta dello Sport» che vede gennaio: il primo appuntamento dell’anno è anche la collaborazione del Club alpino italiano. con Walter Bonatti e il suo bellissimo Una vita Montagna Leggendaria, è il titolo della nuova così. Una testimonianza e un ritratto intimo e collana di narrativa di montagna curata dal personale di un protagonista indimenticabile giornalista Sandro Filippini: una selezione delle della storia dell’alpinismo. L’11 gennaio La migliori opere di narrativa dedicate alle Terre seconda morte di Mallory di Reinhold Messner, alte. Conquiste, esperienze, riflessioni raccon- ricostruzione documentata e romanzesca della tate dai grandi alpinisti che hanno stabilito scalata all’Everest del 1924 di Mallory e Irvine; con la montagna un rapporto intenso ed uni- il 18 gennaio con il classico Dove la parete co, all’insegna della sfida e della libertà. Storie strapiomba, opera prima di Riccardo Cassin, coinvolgenti ed appassionanti che ci portano vivido e suggestivo racconto che ripercorre, sulle vette del mondo, insieme ai maestri che appiglio dopo appiglio, le difficili ascensioni le hanno conquistate: da Riccardo Cassin a e le imprese entusiasmanti, dagli esordi sulle Reinhold Messner, da Walter Bonatti a Kurt Grigne fino alle Dolomiti.

76 / Montagne360 / gennaio 2016 Per entrare nel circuito strutture amiche del CAI rivolgersi a: GNP 335 5666370 [email protected] | Cercateci anche su: www.loscarpone.cai.it Indice Montagne360 2015 Dalla fabbrica ARTICOLI E RELAZIONI IN ORDINE 36 Val Travenanzes. mito di 54 Un Trento Film Festival che 70 Relazione Morale Emilia-Romagna DI PUBBLICAZIONE ghiaccio, Francesco Cappellari guarda al futuro 75 Bilancio CAI 2014 42 Sci alpinismo classico in Valle 56 l Landri Scur, grotta da NOVEMBRE Formazza, Giulio Frangioni leggenda, Filippo Felici SETTEMBRE ai tuoi piedi 50 CAI: un’esperienza con i più 60 Portfolio. Disegna la Montagna, LUGLIO 01 Editoriale GENNAIO giovani, Fabrizio Pietrosanti Angela Torri 01 Editoriale 05 News 360 54 Soccorso alpino: 2014 un anno 68 Lettere 01 Editoriale 05 News 360 10 Montagne dallo spazio, 01 Editoriale anomalo 70 Cronaca extraeuropea 05 News 360 08 Montagne dallo spazio, Mario Vianelli 05 News 360 56 Nel caldo ventre di un vulcano 72 Nuove ascensioni 08 Montagne dallo spazio, Mario Vianelli 12 Alle porte del cielo, 08 Montagne dallo spazio, antartico, Gaetano Giudice 74 Libri di montagna Mario Vianelli 10 Verdon mon amour, Italo Fasciani Mario Vianelli 62 Portfolio. Sulle tracce dei 10 Camminare fa bene alla Eugenio Pesci 18 L’altro Capo Nord, 10 Nel bianco dei monti ghiacciai, Fabiano Ventura memoria, Gillian Price 22 Don Luigi Ciotti: l’orgoglio di Jacopo Pasotti 12 Con le ciaspole sui monti del 72 Cronaca extraeuropea MAGGIO 16 L’acqua dei Sibillini, essere montanaro, 22 San Marco La Catola: balcone sud, Gianni Pofi 74 Nuove ascensioni Antonio Palermi Luca Calzolari sul Tratturo regio, Vito Paticchia 18 In Val di Zoldo, per uno 76 Libri di montagna 01 Editoriale 22 Islanda: in bici nella natura 28 Frasassi, oltre alle grotte c’è di 26 Il giro del Zimon, Franco Gioppi scialpinismo diverso, 78 Indice 2014 05 News 360 selvaggia, Danilo Giagnoli più, Mirco Niccolini 30 Grotta di Fumane: i segreti S. Burra e L. Pra Floriani 08 Montagne dallo spazio, 30 Cilento, terra agrodolce, 34 Noche estrellada, del primo uomo moderno, 24 Con le ciaspole in Lombardia, Mario Vianelli Roberto Mezzacasa Roberto Mantovani Massimo Frera e Veronica Del Paolo Reale MARZO 10 La Guerra in montagna, 36 Dolce, leggero, sostenibile, 40 Pizzo Roseg, Carlo Caccia Punta 28 Alpinismo e aiuto umanitario Enrico Camanni Linda Cottino 44 I sentieri dei terremotati, 36 Ischia: l’isola verde, nell’Hindukush pakistano, 01 Editoriale 18 Il Cammino del Centenario, 40 La montagna sostenibile con Carlo Alberto Garzonio Francesco Mattera Tarcisio Bellò 05 News 360 Roberto Mezzacasa Giroparchi 50 Primo Levi e la montagna, una 40 I medici dei grandi alberi, 32 Le acque del Caucaso tra 08 Montagne dallo spazio, 26 Morte di una guida, 42 Vengo anch’io!, Ines MIllesimi passione mai finita, Roberto Mantovani Oriente e Occidente, Mario Vianelli Mario Vianelli 48 I sentieri parlanti, Paola Benedetta Manca 44 La rotta alpina di Gianluca Gli unici SCI ALP Angela Torri 10 I Quattromila e lo sci, a cura del 34 Punta Linke: il “museo” più alto Francesco Carrer 54 La sicurezza sulle vie ferrate, 46 La grotta di Sant’Angelo 36 Sui vulcani del Mediterraneo, Club 4000 d’Europa, Luca Calzolari 52 Il centesimo congresso Federico Bernardin Muxaro, AA.VV. Rosella Chinellato 24 Nell’incanto dei Sibillini in 36 Sotto i reticolati del Pal Piccolo, nazionale CAI, Gabriele Bianchi 58 Portfolio. Frammenti di un 54 Pennato e pennello, fra i 42 Continuano a chiamarlo Gustìn, inverno, P. Guidi, G. Tamburrini R. Lenardon, M. Potleca 54 Portfolio. Sorvegliati speciali, paesaggio smisurato, castagni dell’Appennino, che vorrai. Roberto Mantovani e E. Crasti 42 Portfolio. Morire per Trento/ Francesco Grazioli Veronica Lisino Patrizia Calzolari 46 Gessi e Solfi della Romagna 32 Il complesso carsico della Sterben für Trient, a cura di 66 Lettere 68 Lettere 58 Portfolio. Incontri ravvicinati Orientale, G. Belvederi Codula Ilune, S. Arrica, G. Melis Museo Storico Italiano 68 Cronaca extraeuropea 70 Cronaca extraeuropea massimo, Re Cagliegari e M. L. Garberi e M. Pappacoda della Guerra di Rovereto 70 Nuove ascensioni 72 Nuove ascensioni 68 Lettere Da oggi in poi. 50 Il ritorno dell’aquila, 39 La ricerca scientifica sul monte 48 Montagne a pedali: 35 itinerari 72 Un nuovo appuntamento 74 Libri di montagna 70 Cronaca extraeuropea Francesco Mezzavilla Ararat, Carlo Alberto Garzonio per tutti i gusti, L. Calzolari, per i soci CAI 77 Centesimo congresso CAI 72 Nuove ascensioni 52 Pizzo Badile: leggenda di 44 Vette in vista, Angela Torri P. Rivara, S. Alinovi 74 Libri di montagna 78 ConsiglioInforma 74 Libri di montagna granito, Carlo Caccia 46 Ragni di Lecco 2.0, Linda 54 Federica Mingolla 78 I GR si presentano: il CAI 77 ConsiglioInforma 56 Un nuovo alpinismo o un Cottino 58 Un sogno chiamato Alpamayo, Toscana 77 I GR si presentano: il CAI ritorno al passato?, 54 El Cap, le mani sul web, Massimo De Paoli AGOSTO Liguria Enrico Dalla Rosa Leonardo Bizzaro 66 In cammino nei parchi, OTTOBRE 62 Portfolio. Vita nella neve 56 Nascita e diffusione degli Filippo Di Donato 01 Editoriale 70 Lettere impianti di risalita, 70 Cronaca extraeuropea 05 News 360 01 Editoriale DICEMBRE 71 Salute in montagna Riccardo Doria 72 Nuove ascensioni 08 Montagne dallo spazio, 05 News 360 72 Cronaca extraeuropea 60 Portfolio. Dolomiti sacre, 74 Libri di montagna Mario Vianelli 08 Montagne dallo spazio, 01 Editoriale 74 Nuove ascensioni Daniela Perco 10 Sui crinali della libertà, Mario Vianelli 05 News 360 76 Libri di montagna 68 Cronaca extraeuropea Renato Chelli 10 Resia. La valle degli arrotini, 08 Montagne dallo spazio, 70 Nuove ascensioni GIUGNO 16 Bulgaria, Plamen Shopski Ivo Pecile e Sandra Tubaro Mario Vianelli 72 Salute in montagna 20 La montagna e l’uomo 18 Arco: l’arrampicata è sempre 10 Marguareis, salite di misto ai FEBBRAIO 74 La nuova polizza infortuni in 01 Editoriale cronache da un mondo che più giovane, Carlo Caccia confini delle Alpi, Andrea Parodi attività personale una svolta a 05 News 360 scompare, Riccardo Ravalli 22 Festival della Lessinia, la 18 I pastori delle rocce del Monte 01 Editoriale favore dei soci 08 Montagne dallo spazio, 24 Barriere cromatiche, montagna abitata, , Antonio Larocca 05 News 360 76 Libri di montagna Mario Vianelli Giovanni Badino Natalino Russo 26 L’altra Val d’Aosta, Cesare Re 08 Montagne dallo spazio, 10 Il lupo: predatore sì, ma non 30 Un’esperienza di 24 Sulle tracce di Ignazio Silone, 34 Invito all’isola d’Elba, Mario Vianelli carnefice, Lodovico Marchisio montagnaterapia Stefano Ardito Christian Roccati 10 L’uomo e la valanga speciale a APRILE 16 I guardiani più fedeli, 32 Dall’Atlantico al Mediterraneo, 28 Cervino. Un’estate sotto i 38 Il fascino della complessità, cura della redazione Marzia Verona Claudio Coppola riflettori, Laura Bellomi AA.VV. 12 Werner Munter, il rischio 01 Editoriale 22 Il geoparco della Carnia, 38 Grotte, montagne ed 32 Verdon mon amour. 44 Dolomiti Assoluto, Barbara Goio non si elimina, ma si può 05 News 360 Sandra Tubaro e Ivo Pecile evoluzione umana, Massimo Le grandi vie, Eugenio Pesci 48 Ninì. Una storia ritrovata, gestire 08 Montagne dallo spazio, 30 In bici da Jovenceaux al Monte Frera e Veronica Del Punta 44 Trent’anni di abissi di ghiaccio, Roberto Mantovani 16 La montagna è amica e sicura Mario Vianelli Genevris, Toni Cavallo 42 I trovatori delle montagne, Giovanni Badino 52 75 anni di scuola in montagna, anche in inverno 10 Finalmente è primavera 36 Il trofeo Mezzalama, Linda Lorenzo Neri 50 Dieci giorni sul ghiacciaio, Marco Benedetti 19 Il ruolo dei Club alpini e 12 In bici sulle orme di Sigerico, Cottino 44 Il Buco del Piombo e la Valle Alesso Romeo e Francesco 56 Portfolio. Bolivia. I luoghi della

l’imprevisto della montagna, Roberto Micheli 40 Le Arolle, montagne belle e Bova, AA.VV. Sauro musica Museo Nazionale della cm 164 (98.66.79) / 168 (115.76.105) 175 (120.82.110) Umberto Martini 18 La sentinella della Valsesia, solitarie, Carlo Crovella 50 Il terremoto e la demone del 58 Portfolio. Alla ricerca degli Montagna 20 “Sicuri con la neve”, 15 anni di Paolo Zambon 48 Coralità di montagna e CAI: Tibet, Maria Antonia Sironi uomini cavi, Mario Vianelli 64 Cronaca extraeuropea prevenzione, Elio Guastalli 24 Camminate in Aspromonte, quale simbiosi? 58 Portfolio. Viaggi nelle terre 64 Lettere 66 Nuove ascensioni visita il nostro sito web 24 Overconfidence: un’errata Antonino Falcomatà 50 La speleologia nazionale a australi, Aldo Audisio 66 Cronaca extraeuropea 68 Libri di montagna valutazione del rischio 30 Novant’anni di emozioni in congresso, Massimo 68 Cronaca extraeuropea 68 Nuove ascensioni 72 I GR si presentano: il CAI www.veninisport.com valanghe scatola, Luca Gibello (Max) Goldoni 70 Nuove ascensioni 70 Libri di montagna Lombardia e il CAI Marche 26 Zermatt 2015. Due anniversari 42 I colori di La Palma, 54 Portfolio Nepal 1975 72 Libri di montagna 73 ConsiglioInforma 73 ConsiglioInforma storici, Carlo Crovella Sandra Tubaro e Ivo Pecile 62 Cronaca extraeuropea 76 Centesimo congresso CAI 73 I GR si presentano: il CAI 32 Scialpinismo d’antan sul 48 I sentieri per la libertà, 64 Nuove ascensioni 78 ConsiglioInforma Calabria L’indice completo sarà disponibile Bernina, Riccardo Doria Luca Calzolari 66 Libri di montagna 78 I GR si presentano: il CAI 74 Centesimo congresso CAI sul sito: www.loscarpone.it Tel. +39 335 5491579 78 / Montagne360 / gennaio 2016 [email protected] gennaio 2016 / Montagne360 / 79 Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari Novità dalle aziende Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta a cura di Susanna Gazzola (GNP) Coordinatore di redazione: Mario Vianelli Redazione Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli , Matilde Delfina Pescali Le suole intelligenti Michelin Segreteria di redazione: Carla Falato Tel. 051/8490100 - [email protected] Con l’entrata in campo delle suole nuova categoria di prodotto. Ingegnerizzan- Hanno collaborato a questo numero: Carlo Caccia, Linda Cottino, Massimo Goldoni, MICHELIN, il mercato vede la crescita di do la giusta mescola della gomma in rela- Roberto Mantovani un nuovo protagonista in grado di dare un zione alla struttura, MICHELIN ha creato un Grafica e impaginazione: Francesca Massai valore innovativo al mondo delle calzature. prodotto in grado di raggiungere la massima Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 SALEWA e MICHELIN hanno infatti condi- presa in un ampio raggio di utilizzo (roccia, CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, viso le proprie competenze per realizzare fango, terreno umido) e in qualsiasi condi- Monte dei Cappuccini. due calzature destinate zione meteorologica, Sede Legale: Via E. 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