TRIMESTRALE DELLA SEZIONE DI GORIZIA DEL CLUB ALPINO ITALIANO, FONDATA NEL 1883

ANNO XLIV - N. 4 - OTTOBRE-DICEMBRE 2010 “Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB/Gorizia” In caso di mancato recapito restituire a CAI Gorizia, Via Rossini 13, 34170 Gorizia

Attualità/Carso 2014+ Portatori di interesse diffuso di GIORGIO CAPORAL

on una serie di incontri tenuti a gli interventi in A.G. n°2, prima e seconda per i comuni mortali la procedura resta a dicembre esso sia stato pubblicato a Gorizia nell’ottobre scorso l’archi - pagina, nel segno del “continua” (giugno). comunque difficile, data la scarsa attitu - larga diffusione, ma nel caso la “stampa” tetto paesaggista ticinese Paolo Si cercherà ora di descrivere la giornata dine a intervenire prima che sia tardi, os - gli avesse riservato lo stesso trattamento Bürgi ha presentato le referenze del 15 ottobre, scelta dall’Amministra - sia quando a cose fatte si leggono i gior - dimagrante dato in precedenza ai nostri Cdel suo Studio e illustrato gli elaborati zione Provinciale per l’incontro coi locali nali. Comunicati Congiunti n°1 e 2, qui ospi - preliminari con cui ha vinto il bando pro - “portatori d’interesse diffuso”, formula del Anche questo articolo ha intenti par - tiamo la copia “autentica”. Insomma siete gettuale provinciale “2014+” per un Mu - burocratese con cui a richiesta si ottiene, tecipativi, ma se “esce” tardi è per motivi avvertiti, sono un relatore molto orientato, seo all’Aperto sul Carso Isontino. Di con - ove previsto, l’accesso alla consultazione più comprensibili; propongo qui un reso - che al di là del commento suo vi propone seguenza dobbia mo ancora una volta di atti pubblici. Così, in omaggio alla tra - conto che in più introduce a un docu - quello di altri attenti lettori-fruitori dei pro - trascurare l’ambito strettamente alpino e sparenza partecipativa, si sono potute mento che potrete leggere di seguito, do - getti in argomento: il “Gruppo Proposta”, trattare di quello più immediato dei din - formalizzare nostre e altrui rimostranze, cumento a cui ho dato modestissimo per l’appunto. Lo scopo è ancora saperne torni di casa: che l’interesse a ciò sia assieme all’approvazione di pochi e ai contributo e adesione personale. Mentre di più, questa volta tramite una terza let - grande si era intuito quando chiudemmo molti … distinguo. Quanto al partecipare, scrivo non posso sapere se e come da qui tura di tutti e tre i progetti preliminari vin -

Prima nevicata in Val Pleccia 2 Alpinismo goriziano - 4/2010 centi, esaminati “per noi” previa affan - “pubblici” è stata vincolata – da quando? tassi, proprio dai “dintorni” e per più sta - quasi due chilometri (venti minuti) se si nosa ricerca su siti e albi provinciali tra – a logiche di profitto (come quelli pri - gioni mi sono emotivamente interessato sarà capaci di seguire un sentiero in quota settembre e ottobre. Chi ha contribuito vati!). È un modello a cui attribuisco molti alla reversibilità dell’osservazione di un senza far troppi danni. Qui mi ostino a alla caccia ha potuto estendere la sua cu - dei danni che imperversano anche nel - paesaggio, concludendo che non è mai pensare, in funzione panoramica, all’op - riosità ai preliminari … perdenti (secondi l’economia di “libero mercato” e che alla unidirezionale: nel caso, si pensi al risul - portunità di “chiudere” la strada di mezza e terzi), e così sa ora che al peggio non c’è lunga, assieme agli sprechi, strangola il tato finale della “novità” vista dal … lago costa e di eliminare qualche tralicciata limite. Questo almeno a fronte di più sen - cosiddetto welfare, vedi anche alla voce e dintorni, verso il colle. Sentirmi poi ad - trasversale. Guardando poi alla discussa tite esigenze, ampiamente invocate per un Istruzione-Sanità. dosso gli “occhi del panorama” mentre mi posizione di un ipotetico parcheggio pros - turismo ecocompatibile con i residenti e Questo secondo sani principi conta - sporgo da una piattaforma mi farebbe realmente sinergico alla crescita armo - bili in cui si trascura però che al PIL na - sentire molto povero dentro, ma qui si ri - simale al belvedere e al suo accesso car - niosa che tutti auspicano. zionale (e provinciale) manca - da sempre! cade nell’introspezione. rabile per i disabili, ho una proposta al - Per la Provincia, è stato anche l’oc - - la valutazione economica dei contenuti Circa il contatto fisico con la roccia, ternativa che lo eliminerebbe, e non sono casione di riproporre il senso del suo “Ma - del territorio e delle sue qualità fruibili temo sia del tutto inutile tentar di spiegare le più ovvie “navette” per chi non può o sterplan 2014+” (quello delle sinergie), (aria, acqua, suolo, vita, emozioni). che ciò può assumere un senso, ma non non vuole camminare: al Centro Visite varato tre anni addietro. Tra di noi c’è chi Ora posso finalmente esporre l’idea in una simulazione speleo-tattile in trin - Gradina, in linea con trasformazioni meno crede che ci si dovrebbe occupare di che mi son fatto di due preliminari sui tre cea, su una dorsale dove basta scostare impattanti già concordate (che si spera cose più serie, ma non guasta ricordare premiati: al Castellazzo l’attenzione ver - un cespuglio per scoprire un nuovo karren siano confermate) da qualche dolina au - che almeno sulla carta il piano si propone rebbe indirizzata al “paesaggio–belve - (o una vipera, a scelta). Una frottola può stroungarica si potrebbe riesumare un di spendere in dieci anni 4 milioni di euro dere”, con l’aggiunta del “contatto” fisico esser avvincente, ma resta tale, e tanto qualche Drachenballon magari rattoppato sul territorio. Qui credo si concentri il vero del visitatore con la roccia, attraverso la vale ficcare un sasso nero in una scatola e, almeno nei giorni di festa, regalare pa - diffuso interesse tra gli addetti ai lavori e geologia. Allo scopo, trascurando che il e farlo toccare attraverso una manica che norama a chi non può altrimenti. Si fa in quindi converrà, sempre sulla carta, co - panorama esiste già gratis, se ne apri - lo nasconde. minciar a studiare almeno controluce ca - rebbe uno “nuovo” tramite una profonda Come sappiamo, a Casa Cadorna no - tempo per il centenario 2014/18+? pitoli di spesa e progetti. Prima di farlo, è trincea trasverso il colle, con terrazzo in stra, in falesia, sia Panorama sia Contatto Per il San Michele, negli elaborati di opportuno ricordare che l’obiettivo pri - aggetto sul Panorama Unico: lago e din - sono già fruibili (con criterio); si richiede la prima e seconda fase non si evince a suf - mario del Masterplan è il rilancio turistico torni visti dal colle. Quasi che me l’aspet - fatica aggiunta di una passeggiata di ficienza l’idea progettuale di riportare la nel segno della Storia e del Paesaggio, e Cima Tre alla simulazione “1916”. Prefe - che questo principio è oltre ogni dubbio risco sottolinearla: si finanzierebbe la pro - condivisibile e, senza peccato, estensibile posta di sradicare la vegetazione (la - ad altre saporite opportunità. sciando qualche stecco ma non reticolati), Cominciamo da qui: a un certo punto mi son reso conto che l’architetto Bürgi di mettere a nudo le contorsioni della roc - stava parlando di Emozioni e che, attra - cia e gli “sbreghi” delle trincee, cancellare verso la grafica e la descrizione, illustrava il ripetitore Raiway&C e dare risalto al percorsi di scoperta emotiva del Paesag - noto casotto museale, ridotto esterior - gio sulle alture di Doberdò, della Memoria mente alla essenzialità di un Blockhaus al San Michele, del Compianto a Redipu - d’epoca. glia. Un mostruoso “museo all’aperto”, da Tutti si vive d’emozioni e noi nelle no - paura a passarci avanti ogni giorno! Trat - stre più o meno costanti avventure alpine tandosi di Zona Sacra, oso sperare che crediamo di ricavarne le più … elevate, cui ONORCADUTI dirà la sua, almeno verso il affidiamo immancabilmente l’appaga - mento di una giornata di festa. La capa - diserbo, ma il “rumore visivo” delle an - cità emotiva credo sia una specialità tenne che nel corso degli anni sono state umana, e un celebre filosofo “tourista” permesse la dice lunga. La mia, somiglia (che m’è simpatico forse perché non l’ho troppo a quella del reduce tornato dopo studiato a fondo) affermava di essere ve - cinquant’anni sul piazzale del San Mi - nuto al mondo per stupirsi. Molto più che chele: in una situazione vegetativa pro - per emozionarsi quindi, e andrebbe “a fa - babilmente meno densa e forse più di giolo” per la mia tesi se non fosse che ai qualità della attuale, guardando con nuovi giorni nostri l’assonanza con ogni stupe - occhi alle “Quote conquistate”, il Poeta facente è da evitare, quando sembra in - dell’albero isolato ebbe a dire che da lì fi - vece normale usare quantità industriali di nalmente si godeva il Carso Verde. Che facili emozioni, belle e brutte. È qui che, lavorando su Paesaggio e Storia, ci si ac - Alpi Carniche (particolare) emozione, ragazzi! corge di trattare materie così poco coin - volgenti, da escludere quasi ogni possi - bilità emotiva in chi le ha sempre ignorate. Per cui nei Piani s’è pensato (?) di semplificare l’offerta “museale”, aprendo Osservazioni sul progetto a una fruizione turistica adatta a visitatori di bocca molto buona, meglio se nume - rosi. È il modello televisivo che passa at - traverso … l’immaginario: foto, racconti, Carso 2014+ ricordi netti da portare a casa, senza fati - cose pretese approfondibili. Ogni tanto una didascalia. a cura del GRUPPO PROPOSTA CARSO ISONTINO Secondo l’impressione che già ho ri - cavato da una certa propaganda turistica, in mancanza di “immagine” si cerca an - orizia, 15 ottobre 2010: Il Grup- riodi storici, produzioni locali tipiche, frui - del territorio (musei, belvedere, pulitura che di creare presunte Unicità da ogni po Proposta Carso Isontino, zione escursionistica, alpinistica e spor - e riqualificazione di trincee e gallerie…), ambito visitabile, dove il “visionario” igno - co stituito informalmente da tiva, ecc.). Riteniamo che nell’attrarre ma non contempla – se non in vaghi rerà per sempre che, se esiste davvero un professionisti (storici e naturali - flussi consistenti di visitatori si debba te - cenni - il coinvolgimento di diversi sog - ambiente unico, il rischio più alto che oggi Gsti), esponenti e soci di associazioni nere conto delle capacità di carico del getti (privati e pubblici) impegnati in at - corre è di venir banalizzato a simulacro ambientaliste, alpinistiche e venatorie, territorio interessato, sia in ambito ur - tività culturali e di diffusione della storia mentre si cerca malamente di mantenerlo cittadini e operatori del settore dell’ac - bano (strutture ricettive, ristorazione, ser - e della cultura (case editrici, librerie, tea - … unico. Come cercherò di spiegare, que - coglienza (agriturismo), in occasione vizi, fognature ecc. che non risultano tri, centri studio e convegni ecc.) oltre ste semplificazioni percettive hanno adeguate), sia sotto il profilo naturali - alla popolazione dei Comuni interessati. spesso costi enormi - non preventivati - e, della presentazione dei progetti vincito - stico, in quanto un’eccessiva fruizione Il Progetto appare “calato dall’alto”, alla breve, comportano la perdita irrime - ri del concorso “Carso 2014” per la rea - diabile della “qualità” originale. lizzazione di un museo all’aperto sul in aree di rilevante valore ambientale in quanto si è giunti a progetti ormai de - Questo m’ha ricordato che nel bando Carso Isontino, propone le seguenti os - porta a conseguenze negative quanto a finiti sin nei dettagli senza che vi sia di gara si esplicita l’esigenza d’approfon - servazioni, nella speranza che final - disturbo della fauna e alla compromis - stato alcun percorso partecipativo (o an - dimento per la “ trasformazione funzio - mente possa iniziarsi un processo par - sione di habitat pregiati (sentierizzazione, che solo informativo), nelle fasi di impo - nale, sulla riqualificazione paesaggistica e tecipativo con il coinvolgimento dei cit - calpestio), diffusione di immondizia e di stazione e definizione. ambientale ” e che nelle intenzioni di una tadini, del mondo scientifico, culturale specie vegetali alloctone, aumento del Il Progetto sembra rivolgersi ad un promozione turistica così … emotivata, ed economico del territorio interessato, traffico veicolare (disturbo, rischio di in - turismo “mordi e fuggi”, che grazie alla la frase poteva significare tutt’altro da che fino ad oggi purtroppo è mancato. vestimento della fauna ecc.). Va quindi strada asfaltata raggiunge il punto desi - quanto avevo capito in una prima lettura. OSSERVAZIONI SULL’IMPOSTA - valutato il dimensionamento del progetto derato. Si rischia così di compromettere L’ambiguità mi è stata svelata da un inciso ZIONE DEL PROGETTO in rapporto alle capacità del territorio in - un ambiente naturale unico, di peggio - del tutto casuale dell’esposizione, circa l’i - Il Progetto si propone come un’ope - teressato, tenendo conto che il delicato rare, con l’aggravio del traffico e con l’a - nefficacia funzionale della Riserva Natu - rale dei Laghi e a proposito della venten - razione volta a sviluppare il turismo le - territorio carsico non è paragonabile a deguamento delle strade, il problema nale attesa d’autonomia economica gato esclusivamente alle memorie della quello di altri siti che ospitano musei al - della frammentazione e dell’uso del gestionale per l’Isola della Cona. Da que - Prima Guerra Mondiale, tralasciando le l’aperto sulla Grande Guerra. suolo carsico, già abbondantemente ce - sto equivoco interpretativo ho dedotto altre potenzialità del territorio (valenze Il Progetto appare incentrato quasi mentificato ed asfaltato. All’interno del che l’economia che regge tali interventi naturalistiche, testimonianze di altri pe - esclusivamente sull’infrastrutturazione perimetro disegnato dai tre siti, Castel - Alpinismo goriziano - 4/2010 3 lazzo, S.Michele e Redipuglia, vi è un del sacrario, ma situazioni analoghe si ri - ramico (nella già citata ottica del turi - il traffico passeggeri), in un ambito già ur - vasto ambiente di elevatissimo pregio scontrano anche sul Castellazzo e sono smo “mordi e fuggi”). Consideriamo per - banizzato. Tale scelta è conveniente an - la cui integrità va mantenuta e possibil - diffuse nella generalità del Carso, in par - ciò più ragionevole fare riferimento al che in termini economici e gestionali mente migliorata con interventi mirati ticolare lungo la viabilità e nelle zone parcheggio del centro visite Gradina, (personale, spese di gestione del museo (manutenzione della landa carsica, pa - prossime a insediamenti. Considerato che appare sufficientemente ampio. È ecc.) Il piccolo museo del San Michele è scolo, sradicamento di specie alloctone, che i semi dell’ailanto si attivano in oc - importante rendere riconoscibile il cen - stato riaperto proprio un anno fa, dopo ecc). casione di movimenti del terreno, si rac - tro Gradina come punto di riferimento una lunga chiusura e sarebbe un peccato La cartellonistica in aree naturali non comanda di provvedere alla rimozione per il turismo nella zona di Doberdò, in - dismetterlo. Nei suoi limitati spazi già di - urbanizzate costituisce un elemento di delle piante dopo ogni intervento sul ter - serendolo negli itinerari turistici legati a sponibili si può prevedere una introdu - disturbo e di inquinamento paesaggi - ritorio. Carso 2014. Si accoglie la proposta di zione alla visita delle gallerie e trincee stico. Si consiglia pertanto di limitare il Il Progetto – in conclusione - appare migliorare il sentiero pedonale che dal del monte S. Michele, oltre a strutture di numero di cartelli e concentrarne la posa fortemente antropocentrico, ignora di Gradina si dirige verso la sommità del accoglienza dei visitatori attualmente all’inizio dei percorsi (centri visite, musei, fatto il contesto di grandissimo pregio Castellazzo, per almeno un chilometro, piuttosto carenti (bar, servizi igienici, parcheggi), prediligendo tabelle di di - naturalistico e unico in quanto a biodi - individuando un punto panoramico che book-store anche con prodotti tipici). I mensioni ridotte e in materiali non de - versità in cui andrebbe ad inserirsi. non richieda particolari infrastrutture, la - previsti tunnel delle ombre e delle luci peribili. Si propone, invece, la presenza OSSERVAZIONI NEL MERITO DEI sciando al visitatore il piacere della sco - rientrano in una tendenza oggi diffusa in di accompagnatori e di guide turistiche TRE PROGETTI VINCENTI perta del paesaggio, non mediata da campo museale. Si propone – tuttavia – che accompagnino le comitive sia sui strutture inserite nell’ambiente naturale. di non alterare eccessivamente le galle - pullman sia lungo i percorsi pedonali, Castellazzo – Doberdò del lago: il Il progetto prevede “una riduzione della rie, mantenendo la freddezza e l’asperità introducendo i visitatori non solo agli proposito di realizzare una profonda trin - copertura aborea-arbustiva e il ripristino della roccia carsica (anche nel fondo, aspetti storici legati alla Grande Guerra cea, che taglia le pendici del Monte Ca - del mosaico di superfici aperte”, propo - che non richiede pavimentazioni artifi - ciali), quale richiamo alla triste e dura esperienza degli uomini che hanno do - vuto viverci per anni in condizioni estreme. La sentieristica nella zona cir - costante (museo all’aperto) va coordi - nata con quella già esistente (es. sentiero dei cippi), provvedendo a dismettere i percorsi che non si ritengano indispen - sabili per evitare una fruizione disordi - nata e diffusa. Per promuovere una mo - bilità alternativa si potrebbe attrezzare la piccola Stazione ferroviaria di Sagrado, dove sono disponibili degli spazi di par - cheggio, come punto di interscambio, organizzando (ad es. su prenotazione) dei bus navetta per il sito museale del S.Michele o prevedendo il noleggio di bici mountain bike. Considerati i flussi di visitatori attesi, si propone di istituire il “senso unico” sul Piazzale del S.Michele (in salita da San Martino e in discesa verso Peteano o viceversa). Redipuglia: come anticipato nel punto precedente, si riterrebbe oppor - tuno prevedere una riqualificazione delle strutture museali, anche prevedendo de - gli ampliamenti, per realizzare in questo sito un museo regionale della Grande Guerra. La messa a dimora di cipressi nell’area-parcheggio davanti alla fore - steria militare, in sostituzione dell’esi - stente parcheggio, appare migliorativa dal punto di vista paesaggistico. In al - ternativa si potrebbe mantenere il par - cheggio migliorandone l’alberatura (ad es. con tigli, che spesso vengono pian - tati davanti alle case carsiche), in modo da ridurre l’impatto visivo del parcheg - gio e garantire ombra agli automezzi nel periodo estivo. Come detto in prece - denza, anche in questo caso si potrebbe valorizzare la piccola stazione di Redi - puglia, oggi non più utilizzato per il traf - fico passeggeri, sia per il raggiungi - mento del sito sia utilizzandone gli spazi in funzione museale. L’attraversamento pedonale a raso sulla strada statale è pericoloso: sarebbe utile abbassare il li - vello stradale e costruire una passerella pedonale. Le previsioni riguardo al bel - vedere sulla sommità del Sacrario ap - paiono assai discutibili: non si com - Parete sud del M. Poviz (m. 1978) prende la scelta del “bagolaro” per alberare l’area e del tutto improprio ap - ma anche alla ricchezza naturalistica del stellazzo, dal nostro punto di vista non è sta che può essere accolta a condizione pare l’utilizzo di ghiaino nero di origine Carso. che un ennesimo e inutile frazionamento che vi sia la consulenza e il controllo di vulcanica, materiale del tutto incompati - Considerato che un’emergenza dif - del territorio carsico. Richiederebbe in - esperti naturalisti e sia prevista una ma - bile con il territorio carsico. A nostro giu - fusa nell’area interessata dai tre progetti genti scavi e la cementificazione delle nutenzione nel tempo. dizio sarebbe preferibile ristrutturare il è costituita dalla diffusione di specie al - pareti laterali per la sicurezza del pas - belvedere esistente, diradando la vege - loctone, si propongono degli interventi di saggio, anch’esso con pavimentazione S. Michele del Carso: si ritiene che tazione circostante in modo da ripristi - riqualificazione botanica, in particolare di cementizia. Oltre al costo dell’opera - vada scoraggiata la tendenza a disper - nare la vista. In conclusione si ritiene spiantamento dell’Ailanto (Ailanthus al - zione, la stessa ci pare del tutto irrispet - dere sul territorio i reperti legati alla che il progetto Carso 2014 debba es - tissima) e del Senecione sudafricano tosa del territorio in cui si va ad inserire. Grande Guerra, che sarebbe preferibile sere profondamente rivisto e ridiscusso (Senecio inaequidens), specie tossica La realizzazione di una strada di accesso concentrare in un unico sito. In questo - a partire dalle finalità e dalle attese del per il bestiame e allergenica per l’uomo e di un nuovo parcheggio sul Castel - senso sarebbe consigliabile valorizzare il progetto stesso - nell’ambito di un pro - e, come l’ailanto, particolarmente inva - lazzo viene giudicata fortemente impat - Museo di Redipuglia – anche preveden - cesso partecipativo reale e ampio. Ci si siva. In particolare nel sito di Redipuglia tante in un’area di valore naturale e priva done degli ampliamenti – posizionato riserva, come gruppo informale, di pro - le piante di ailanto si stanno espandendo di ogni precedente urbanizzazione. Ap - lungo una strada statale, vicino all’uscita porre ulteriori contributi in seguito all’o - rapidamente sotto i cipressi e in un pare metodologicamente scorretto por - dell’autostrada, servito da una stazione dierna presentazione e in fasi successive punto stanno già invadendo la scalinata tare i veicoli a ridosso del punto pano - ferroviaria (attualmente sottoutilizzata per dell’iter progettuale. 4 Alpinismo goriziano - 4/2010

valeva più del messianico Pico de Ori - Alpinismo zaba salito un mese prima. Gli spiriti della montagna furono benigni con noi e certo Kugy aveva benedetto il nostro proposito di completare ciò che il suo pupillo aveva L’antica via degli agnelli lasciato in sospeso. Mi è stato detto che il racconto sulla riscoperta della Sèmide veniva letto agli scolari di Chiusaforte affinché sapessero sulle Alpi Giulie quanto era stata dura l’esistenza dei loro padri e una docente mi ha informato che Sèmita è parola latina dal significato di di DARIO MARINI stretto viottolo rupestre, restando da spiegare come il termine sia sopravvis - suto per millenni tra questi nostri monti. l mio incontro con Kugy è avvenuto sprezza e la modesta altitudine delle sue nente che esercitava una sorta di attra - Chiudo con un divertente aneddoto, prima che andassi a scuola, per me - cime, la catena del Cimone, un mondo zione gravitazionale. L’anno precedente il quale rivela come anche tra i soci del rito di quello zio che voleva fare di solitario affacciato sulla Val Dogna con avevamo preso parte al riatto della mu - CAI ci siano dei birbantelli non molto me un alpinista impegnandomi in severe e repulsive muraglie. Miro fu qui lattiera di guerra che dalla Val Dogna sale furbi; una diecina d’anni fa mi è capitato Iescursioni invernali che avrebbero per la prima volta nel 1911 proprio con il al Col Bereta, la quale nella sua parte alta per caso tra le mani il bollettino di una Se - stroncato qualsiasi bambino privo dei suo maestro, il quale, pur appagato dai corre parallela alla dorsale sotto lo Jôf di zione pedemontana con la descrizione di cromosomi degli antenati carnici. Alla vi - prestigiosi successi sulle grandi monta - Miezdì ed era chiaro che da lì bisognava un’escursione sulla Sèmide copiata quasi gilia delle gite dormivo a casa sua e lui gne, capì che là c’era molto da fare per partire per la ricerca della Sèmide e non integralmente dal mio articolo. Gli incauti mi leggeva strane favole indiane e brani chi non disdegnava i monti minori dai dubitavamo che Miro avrebbe guidato i plagiatori avevano creduto che fossi di un libro nel quale un anziano signore nomi noti solo ai valligiani, i quali a fine nostri passi sulla giusta via. Nella notte morto o che il loro giornaletto non sa - rievocava le sue avventure alpine e più delle scalate m’affascinava il racconto delle notti passate all’addiaccio accanto al fuoco e sotto il firmamento palpitante di stelle amiche. Più tardi il grosso volu - me de L’Eroica mi venne dato come via - tico per trovare la giusta via dell’Alpe, ma ho la presunzione di credere che l’a - vrei imboccata lo stesso per conto mio. Avendo sviluppato un precoce senso critico, quel modo di andare in monta - gna non era congeniale alla mia perso - nalità di ragazzo indipendente e fanta - sioso; in primo luogo non condividevo l’assunto di Kugy secondo il quale in montagna bisogna andare con le guide e non da soli, né mi andava a genio l’i - dea che qualcuno mi portasse lo zaino, mi preparasse il giaciglio e il caffè la mattina.

Colpito dalla morte dell’amico Emil Zsigmondy, Kugy disapprovava aperta - mente i “Führerlose”: diceva che litiga - vano sempre tra di loro e pensava che della montagna amassero il corpo piut - tosto che l’anima segreta. Quel dipen - dere in tutto da altri non avrebbe fatto al caso mio nemmeno se ne avessi avuto la possibilità e inoltre mi sorgeva il dubbio che in qualche caso i bravi montanari di Julius gliela avevano data da bere, vale a Parte alta del bacino dello Sfonderât da Costa di Golìz. Sulla cresta sono riconoscibili la Cima de Lis Miris, la Forca de la Puartate, il Jovét dire che, per avere la certezza del suc - Blanc e il Jôf di Miezdì. Nella parte centrale delle pareti si intuisce la leggendaria “Sèmide dai Agnèi” cesso, raggiungevano la vetta inviolata e poi gli lasciavano credere d’essere lui il primo a mettervi piede: Kugy non era uno estate andavano a falciare sugli scivoli tiepida il bivacco fu classicamente rebbe mai arrivato a Trieste: male gliene sciocco e forse intuì che la Skrlatica non vertiginosi sotto il coronamento delle kugyano, con i falò di mughi (allora si po - incolse! era vergine, ma in fin dei conti l’idea era vette, rischiando la vita per una gerla di teva) e la volta celeste striata dalle traiet - Apprendo ora che gli alpinisti sloveni stata sua e tanto bastava. erba corta e dura. Dopo la guerra Dougan torie luminose delle lacrime di San Lo - frequentano spesso questo angolo delle Scorrendo le vecchie cronache al - si dedicò puntigliosamente a toccare tutti renzo, un segno beneaugurante per chi Giulie e che alla Puartàte c’è un “libro di pine, ad un certo punto m’imbattei nella i risalti della cresta principale e delle tre andava incontro al mito con il cuore puro forcella”, forse l’unico di questo genere. figura eroica nella quale m’immedesi - costiere in cui essa si divide verso Ovest, e senza corde e ferraglie. Non è possibile Posto che lassù non tornerò più, sarei mavo, Napoleone Cozzi, friulano di na - tra le quali s’annidano i selvaggi valloni esprimere le sensazioni suscitate da quel contento se qualcuno scrivesse sulla del Livinàl e del Rio de lis Fontanis. Nelle scita e triestino d’adozione, ginnasta e viaggio onirico e l’esaltazione provata nel prima pagina: Dario Marini, Luciano Fili - schermidore da competizione, nonché annate 1928 e 1929 della Rivista Alpi Giu - raggiungere la Puartàte, una meta che pas, 10 agosto 1975. Trentacinque anni fa. speleologo e soprattutto pittore di vaglia lie Dougan pubblicò una monografia su celebrato di recente con un bel volume. questa catena con interessanti notizie Pur sapendo com’era finito il tentativo al apprese dagli abitanti della Raccolana, Campanile di Val Montanaia del 1902, dicendo ad un certo punto che l’unica leggendo per l’ennesima volta la sua nar - forcella valicabile era quella detta della razione della scalata mi veniva di gridar - Puartàte, della quale scrisse che era una gli: “Guarda quella cornice a sinistra!”. volta un’importante via di passaggio per L’impresa più stupefacente per la genia - le greggi che quelli della Val Dogna man - lità della concezione era tuttavia quella davano al pascolo sugli erbosi pendii me - della Torre Trieste, conquistata con un fu - ridionali; questa via, che aveva il nome nambolico attraversamento della parete Semide delle Aneide, oggi è del tutto im - del Castello della Busazza. Contagiato in praticabile e vi transitano solo i camosci. qualche bordello reggimentale - una sorte Le storie in cui non esiste un limite impossibile a Kugy -, Cozzi non è stato preciso tra la realtà e la fantasia mi hanno circonfuso dell’alone glorioso dei grandi sempre intrigato e captai che nelle parole alpinisti caduti in montagna e il suo ri - di Dougan c’erano un invito e una sfida cordo si è spento assieme a quello della per un viaggio nel passato in luoghi in - sua “Squadra Volante”. calpestati dall’uomo; in una ricognizione Nella ricerca di altri personaggi in cui preliminare salimmo dal sud per il Co - identificarmi arrivai in seguito a scoprire stone de i Sbrici e, dopo aver pernottato un altro uomo straordinario, cresciuto legati ai mughi, raggiungemmo lo squa - proprio alla scuola di Kugy e diventato il drato intaglio della cresta, da chiamare suo epigono nella rivelazione delle Alpi piuttosto “Puartùte” per il piccolo spazio Giulie. Nella sistematica esplorazione di che c’è tra i due stipiti di roccia chiara; queste nostre montagne Dougan aveva dalla soglia si vedeva una raggiera di cre - finito per concentrare la sua attenzione su staglie e, tra rotti canali precipitanti nello un settore del tutto negletto per l’a - Sfonderat, un vuoto invisibile e imma - Il borgo di Patòc con M. Cimone e Pizzo Viene (Val Raccolana) Alpinismo goriziano - 4/2010 5

i trovavo a Cortina e Ugo gno però comincia a tirare impaziente la Pompanin, al quale devo molto Alpinismo corda e così sono costretto a muovermi. per i suoi insegnamenti e i con - Quando lo raggiungo gli chiedo della sigli per il Collegio delle Guide conchiglia ma lui non si è accorto di MAlpine, mi aveva parlato di questa via Cima Lastoni del Formin: niente. Ci stringiamo la mano congratu - raccomandandomi peraltro di attaccare landoci per la magnifica salita. Mentre il più tardi possibile. Poi il tempo era estraiamo dagli zaini qualche cosa da passato e un po’ per gli impegni e un po’ diedro Nord-Ovest mangiare vediamo una specie di enorme per indolenza non avevo più pensato a uccello che veleggia attorno alla cima... questa salita. è un parapendio che si avvicina fino a Finalmente, in una giornata di luglio di MARCELLO BULFONI permettere a chi lo pilota di fermarsi mi accordo con Francesco. Ci mettiamo quasi sopra di noi e di scambiare alcune in macchina alla volta di Cortina, dove ci spalle per tutta la salita, è giusto che lì ri - gressione rallenta, ma superatala ri - battute prima di riprendere il volo. fermiamo per un caffè veloce. Subito di manga! prende normalmente e in breve mi rag - A noi rimane il panorama: dalle To - nuovo in auto percorriamo la strada per il Ricomincio ad arrampicare tutto al - giunge. Francesco adesso mi chiede di fane al Pelmo e alla conca di Cortina. Poi passo Falzarego e, al bivio, imbocchiamo l’esterno della fessura e dopo cinque me - passare in testa per l’ultimo tiro di corda, arriva l’ora di scendere lungo la via nor - la strada per il passo Giau. Arrivati all’al - tri sono fuori. Ero tanto arrabbiato che e acconsento volentieri. Parte, passa at - male e da lì, ripercorrendo il sentiero che tezza del ponte sul torrente Rocurto, par - nemmeno gli appigli più piccoli e sfug - traverso un foro nella roccia e lo vedo abbiamo fatto in salita, raggiungiamo la cheggiamo, prendiamo gli zaini e ci in - genti erano stati in grado di fermarmi. sbucare al di là. Raggiunge la forcella e macchina per tornare verso casa por - camminiamo nel bosco. Adesso posso salire per rocce più fa - con facili passaggi è in cima. Ora è il mio tando con noi la gioia di aver ripetuto Quando la vegetazione comincia a cili, mi fermo su un terrazzino e comincio questa meravigliosa via. diradarsi si vedono le pareti. Ricono - turno. Quando sono all’interno del foro mi a recuperare il mio compagno. Quando sciamo subito il nostro itinerario: in - fermo ad osservare con molto stupore arriva all’altezza della fessura, la sua pro - confondibile, bello e superbo. una enorme conchiglia fossile. Il compa - 18 luglio 1990 Alla base della via togliamo dallo zaino il materiale e ci prepariamo. Quando metto le mani sulla roccia il Cose d’altri tempi freddo si fa subito sentire, nonostante che siano le undici, e allora mi ritornano in mente le parole di Ugo -”attacca il più tardi possibile perché li fa sempre Frutta di stagione dei nostri boschi: freddo.”- Ci troviamo in una grande gola che si alza davanti a noi. La superiamo e dopo due tiri di corda arriviamo ad una bifor - sapori dimenticati cazione. La via Dibona sale diritta mentre il nostro itinerario piega a destra. Comin - cio salendo una specie di diedro-fessura- di CARLO TAVAGNUTTI camino che termina sotto un piccolo tetto. o avuto modo, in questi giorni di Corònis nel dicembre 1993. Lo supero e mi assicuro ad un fine ottobre, di offrire ad un gio - Ho letto su una rivista specializzata chiodo, poi proseguo spostandomi a si - vane amico una sorba matura, il di qualche anno fa, che a livello regio - nistra fino al posto di recupero. nale, s’era progettato di produrre in Ca - Quando Francesco mi raggiunge, ci piccolo frutto del sorbo dome - Hstico (1), che cresce allo stato selvatico nal di Ferro il mosto di pere in forma congratuliamo per la scelta dell’itinerario semi-industriale, progetto fallito in breve con roccia e passaggi molto belli. Guar - nei boschi di latifoglie delle aree pede - per la difficoltà di far germogliare ed at - diamo sopra le nostre teste: la via prose - montane; credevo di fare cosa gradita e tecchire le nuove piante di quella qualità. gue sempre verticale. suscitare un qualche interesse e curio - Ma oltre che per la produzione di mosto, Comincio a superare la parete, parte sità per quel frutto ormai desueto. anche le piccole pere di montagna veni - sul fondo del diedro e parte sulla parete E forse è stato così, ma quella pic - veno raccolte e normalmente usate per di destra, salendo per circa 35 metri con cola peretta selvatica, di color bruno- l’alimentazione; dure ed aspre, ammez - appigli piccoli ma sicuri, fino ad arrivare rossiccio, è risultata completamente zite diventano tenere e mangiabili… le sotto uno strapiombo di roccia gialla. sconosciuta all’amico che l’ha assag - “cloze” appunto! È difficile definire il loro Compio le dovute manovre sia per la si - giata con molta diffidenza ma valutata, infine, gradevolmente buona! Certa - sapore ma posso dire che tanti valligiani curezza del mio compagno che per la fanno maturare nel fieno e diventano mente quei frutti rustici e rari dal sapore anziani le ricordano buonissime, spe - mia. Francesco mi raggiunge lentamente commestibili quando si ammorbidi - dolce-vinoso, rimangono legati al pas - cialmente chi le ha gustate da ragazzo. godendosi la salita. scono. Riparto, proseguo verso sinistra e ar - sato e riservati ad appassionati di sapori Se nell’andare in montagna all’inizio Il sapore molto particolare assomi - rivo alla base di un diedro nero. Mentre antichi; i veri frutti nostrani dell’autunno. dell’inverno, vi capita la “fortuna” di tro - glia a quello della pera cotta, piacevol - attendo l’arrivo del mio secondo, ho Un tempo non molto lontano, era vare, nell’erba alta sotto un vecchio mente dolciastro. Il nespolo è una pianta modo di godermi la splendida giornata: consuetudine ricercare nei boschi i grap - pero, una “cloza” , dimenticata dagli adesso il sole scalda bene. Osservo le au - poli di sorbe ( sièrbui ) che pendono dai rarissima in natura ma negli ultimi anni è scoiattoli o dai piccoli topi di campa - tomobili e le motociclette che salgono al rami del raro e bellissimo sorbo ( sier - passo Giau. Ho anche modo di rendermi bolâr ) per consumarle ad avvenuta ma - conto, con sorpresa e curiosità, della pre - turazione che si ottiene conservandole senza di numerose conchiglie fossili e nella paglia o meglio nel fieno ( morestâ clessidre. i sièrbui ); appena raccolti infatti, i sièrbui Quando Francesco arriva, riparto un risultano immangiabili per la pronunciata po’ sul fondo del diedro, poi mi sposto astringenza della loro polpa, che scom - verso la parete di destra facendo anche pare quando la stessa diventa molle ed qualche piccola traversata. Salgo così al - acquista un piacevole sapore zuccherino tri 35 metri: sotto i miei piedi c’è il vuoto con retrogusto acidulo. Conosciute ed e proseguo con la bella sensazione di es - apprezzate già nell’antichità, le sorbe sere in una giornata di grazia. Arrampico erano largamente utilizzate sia per i pregi senza fatica. Anche con appigli piccoli e alimentari sia per le loro molteplici pro - qualche paretina liscia non trovo diffi - prietà medicamentose. coltà e mi diverto ad osservare, mentre Se ne faceva anche una bevanda si - arrampico, le conchiglie fossili presenti mile al sidro di pere. Il legno del sorbo numerose nella roccia. considerato essenza pregiata in fale - Dopo aver recuperato il compagno, gnameria, per la sua struttura compatta riparto e di tanto in tanto metto un cor - dino attorno ad uno spuntone di roccia o e resistente invece, veniva utilizzato in in una clessidra...vorrei che questa via ebaristeriae per la costruzione di attrezzi continuasse all’infinito. e parti di macchina soggette a forte lo - Nespole che maturano nel fieno Ancora una sosta su un terrazzino. goramento. Recupero e riparto. Dovrebbe essere Un altro frutto dell’autunno, scono - questo il penultimo tiro di corda. Comin - sciuto e dimenticato, affine alla sorba stato “riscoperto” e piantato nei giardini gna, assaggiatela, sarà un’esperienza cio ad innalzarmi in fondo al diedro, poi per le sue caratteristiche generali che per i suoi bei fiori bianchi in primavera. interessante e nel giudicare il sapore di un po’ a destra e mi trovo dove il diedro interessano il tempo di raccolta, la ma - Ed a proposito di frutta di stagione e quel frutto genuino (discorso che vale praticamente termina trasformandosi in turazione e le proprietà medicinali, è la di sapori dimenticati voglio ricordare an - anche per sorbe e nespole), cercate di una fessura, all’inizio strozzata. nespola ( gnéspul ) prodotta dal nespolo cora le piccole pere di montagna ( i perùz pensare al tempo in cui, lassù tra i monti, Parto per superarla ma dopo alcuni germanico ( gnespolâr ) (2), un piccolo al - di cloze ). I grandi peri secolari punteg - non arrivavano con facilità né arance né metri lo zaino si incastra e sono costretto bero, coltivato già in epoche remote ed giano ancora i prati abbandonati nei mandarini, nemmeno per la festa di Na - a ridiscendere. Dopo aver studiato la si - ora inselvatichito, che cresce nei boschi pressi di vecchi casolari sparsi sui nostri tale. tuazione, riparto ma la scena si ripete e misti a roverella ed altre essenze in monti, sono quelli che fornivano la ma - quindi sono nuovamente alla base della forma di arbusto ed a quote anche rela - teria prima per la produzione del famo - (1) La pianta veniva anche coltivata. fessura. Il compagno si offre di portare il tivamente elevate. Raccolte nel periodo sissimo “mòst” di cui ho già scritto, rac - (2) Da non confondere con il nespolo giap - mio zaino ma io rifiuto: è stato sulle mie settembre-ottobre, anche le nespole si contando la storia del “sior Quinto” di ponese, comunissimo nei nostri giardini. 6 Alpinismo goriziano - 4/2010

Scialpinismo Islanda 2010 Eyjafjallajokull di MATTEO MORO

yjafjallajokull…un nome che molto più piovosa e soggetta a mal - sembra impronunciabile, ma che tempo rispetto la zona nord (vicino ad per la lingua islandese è sem - Akureyri) e alla zona dei fiordi orientali. plice. Basta scomporre in tre e Conviene quindi non avere mete pre - Ediventa di facile comprensione. Eyja – cise ma consultare le previsioni meteo fiall – jokull. Fiall in tutte le lingue nordi - sul sito www.verdur.is ed agire di con - che vuol dire montagna e jokull indica seguenza. La zona che offre più possi - una calotta glaciale. Basta solo ricor - bilità sci-alpinistiche è la penisola di dare le prime 4 lettere: Eyja. Trollaskagi i dintorni dell’Eyjafjordur (il Eyjafjallajokull è il nome di un vul - fiordo di Akureyri). Qui l’ambiente ri - cano islandese entrato in attività questa corda molto la Norvegia primavera, dopo 200 anni di tranquil - lità, che con la nuvola di cenere seguita Trasporti. Durante la stagione in - all’eruzione ha bloccato i voli di mezza vernale non ci sono molti voli che colle - Europa. gano l’Europa all’Islanda e le due com - Ma Eyjafjalljokul è soprattutto un bel pagnie sono la Icelandair (compagnia monte che d’inverno e primavera di - di bandiera) e la Icelandia Express, che venta una bella gita sci alpinistica. E fanno scalo a Copenaghen. Per muo - questa primavera ci ha visto presenti in versi è indispensabile noleggiare un fuo - zona assieme ad un gruppo di amici ristrada altrimenti, almeno al sud, non si proprio il giorno dell’inizio dei disastri. riesce ad arrivare alla partenza delle Quest’inverno scorso, visto che gli gite. anni precedenti avevamo sciato in Fin - Un piccolo pezzo del Vatnajokull. Il più grande ghiacciaio d’Europa landia, Svezia e Norvegia, abbiamo op - Alloggio. Per i pernottamenti non vi tato per un viaggetto sci-alpinistico in è nessun problema in quanto vi sono di - glio, subito dopo il decollo non sale più, relativamente vicino a Reykjavik, e di Islanda, anche perché grazie al crak versi ostelli, fattorie e alberghi. Con - ma continua a volare, prendendo tur - facile accesso, e lo Snafelljokull, 1446, della corona, tale paese è diventato il viene sempre prendere un bungalow o bolenze non da poco, a bassa quota più economico dei paesi nordici. caratteristico cono vulcanico in cima un alloggio con “sleeping bag accomo - sopra le onde del mare in tempesta. Dalle relazioni trovate l’Eyjafjol ljo - alla penisola di Snaefell. Questi tre monti dation” (che vuol dire che ti danno il Non siamo tranquilli, ma penso che il pi - kull è una delle gite più classiche e più hanno però la caratteristica di trovarsi letto, ma non le lenzuola e le coperte) e lota saprà fare il suo mestiere. Dopo un ambite perché è relativamente vicino nella zona sud e ovest dell’isola che è cucinare da sé. bel po’, penso dopo aver oltrepassato a alla capitale Reykjavik e poi perché è vi - bassa quota il vulcano, finalmente l’ae - cino alla strada statale 1 che percorre il reo sale e si vola a Copenaghen. Ovvia - periplo dell’isola ed è l’unica strada mente a Copenaghen perdiamo l’aereo aperta d’inverno. Ed è quindi diventato per Venezia ed essendo due biglietti il nostro primo obiettivo in terra islan - low-cost scollegati rimaniamo a terra dese. Giunti a Skogar, piccolissimo senza nessuna speranza e nessun di - paese (case sparse con 30 abitanti) ai ritto. Per fortuna esiste un volo in tarda piedi del monte, dove si trova anche una delle più belle cascate d’Islanda, serata Copenhagen - Lubiana che ci abbiamo constatato che l’innevamento salva, ovviamente dopo aver ricomprato era scarso nella parte bassa e non era un biglietto. Aereo preso al volo e arri - facile avvicinarsi al monte. Consigliati viamo a Lubiana quasi a mezzanotte dai locali, siamo saliti con la jeep sui con la macchina parcheggiata a Vene - fianchi del vicino Myrdalsjokull e su que - zia. Ma questo piccolo problema lo ri - sto monte abbiano effettuato la prima solviamo coi parenti che ci fanno da gita sui ghiacciai islandesi: veramente tassisti. impressionanti per la vastità. Gita sem - plice e in discesa sulla destra vedevamo ISLANDA 2010 Breve relazione la nostra gita mancata: la dolce pira - mide del famigerato Eyjafjolljokull. Era Quei pochissimi sci alpinisti che vi - sabato 13 marzo. sitano l’Islanda si pongono come ob - I giorni seguenti abbiamo effettuato biettivo la salita delle tre cime più clas - il periplo dell’isola compiendo quasi siche: Hvannadalshnjukurn, 2119m nel ogni giorno una gita sci alpinistica. Bel - massiccio del Vatnajokull che è la cima lissimi i fiordi orientali e la zona nord at - più alta dell’isola, l’Eyjafiallajokull 1666m Discesa dal Kaldkabur. Sullo sfondo iol fiordo di Akureyri torno il fiordo di Akureyri. Che offrono diverse possibilità sci alpinistiche e non hanno nulla da invidiare ai fiordi norve - Costi. Ora, dopo la crisi finanziaria gesi. che l’ha colpita nel 2009, l’Islanda è di - Sabato 20 rientriamo a Reykjavik e, ventata il più economico dei paesi nor - per passare il pomeriggio, andiamo a vi - dici. Attualmente i prezzi sono fermi ai sitare un museo sui vulcani dove proiet - valori di anni fa e la corona vale la metà. tano anche un bellissimo documentario Varie. Nonostante che sia situata a su tutte le eruzioni recenti. Poi cena fi - nord, grazie alla corrente del Golfo l’I - nale per festeggiare la vacanza con - slanda non è fredda d’inverno come ver - clusa. rebbe da pensare. Anzi l’abbiamo tro - Domenica mattina, sveglia a ore im - vata calda e con poca neve. possibili (avevamo l’aereo presto) e sor - L’attrezzatura è quella solita usata presa! Scopriamo alla reception dell’o - nelle gite semplici effettuate sulle Alpi. stello che l’ Eyjafjolljokull era esploso e Indispensabile per muoversi in sicu - che avevano chiuso l’aeroporto. Preoc - rezza sulle immani calotte glaciali del cupati andiamo lo stesso in aeroporto a sud l’uso del GPS. vedere che succede. Tutti gli aerei fermi sino a che non veniva valutato bene il ri - I partecipanti: schio. Evidentemente di notte e con il Matteo Moro maltempo non si capiva se le nuvole Anna Bartolini fossero nuvole o fossero cenere. Poi, Paolo De Alti dopo diverse ore di attesa, danno il via Emilia Giardina libera, ci imbarcano e si decolla… e al - Mauro Collovati tra sorpresa: l’aereo non si alza! O me - Scendendo dal Myrdalsjokull, sullo sfondo in lontananza l’Eyjafiallajokull Fabrizio Aere Alpinismo goriziano - 4/2010 7

ercorrendo quest’estate il sentiero al Rifugio dei Grand Mulets, dove le at - che sale alla Cima del Lago, ci tendevano le Guide Alpine. Erano queste chiedevamo quanti anni fossero Anniversari in buona parte discendenti dalle più fa - passati dai festosi accantonamenti mose guide del Bianco, dai nomi altiso - Pin valle, organizzati per tracciare il sen - nanti quali Tournier, Balmat, Carrer, Rey, tiero, praticamente ex novo, dopo i tempi di PAOLO GEOTTI Ottoz, Petigax, Grivel e altri. Compresi gli dell’abbandono. operatori della sicurezza e i giornalisti ci - Era in verità il 1974 e quella compa - Cessato che ebbimo poi quel tipo di glio ricordare in particolare il trascorso, nematografici, furono ben 117 gli alpinisti gnia di giovani e meno giovani saliva ogni frequentazione della montagna, degli ac - un’ iniziativa di carattere nazionale e di che si mossero quel 5 luglio 1963 dal Ri - mattina a spalare, tagliare e segnare in cantonamenti per intenderci, altre tipolo - larga eco. È trascorso infatti mezzo secolo fugio con meta la vetta più alta delle Alpi. biancorosso il tracciato che in quattro gie di escursioni hanno consentito di dalla famosa chiamata di Fulvio Campiotti L’aggravarsi delle condizioni atmosferi - orette conduce alla vetta. Sono passati orientare l’attenzione del c.d. “Gruppo alle 100 DONNE al . Tre anni che condizionò l’impresa e solo pochi po - quindi 36 anni ed il sentiero è ancora là, Carletto”, assieme con amici del Come - dopo, nel 1963, per il centenario del CAI, terono ritentare il giorno appresso. Alla sia pure grazie alle reiterate manuten - lico, verso mete alpinistiche di Carniche e la chiamata fu per 100 DONNE AL MONTE nostra capocordata Nives Iuch e alle com - zioni ordinarie e straordinarie, a consen - Giulie. Nient’altro che una rimpatriata an - BIANCO e quella volta vi parteciparono tre pagne non restò che inghiottire amaro e tire a molti escursionisti di ammirare il nualmente spesa da dieci anni ormai per nostre socie: Nives Iuch, Laura Geotti e rinviare la salita a tempi migliori. Nono - vasto panorama dall’alto, verso le Giulie dividere la comune gioia sulle cime del Zita Coceani. Purtroppo non ebbero la stante l’intenzione, Fulvio Campiotti però Orientali a est e i Tauri ben più a nord, il Tricorno o del Montasio, del Canin o del soddisfazione della vetta a causa del mal - non poté organizzare altri tentativi similari. Canin ed il Montasio a ovest. Ed anche, Cogliàns. Nostalgie di anziani? Forse, ma tempo, ma quella che qualcuno aveva ad - Resta l’indubbio successo di partecipa - più vicino, le due Mogenze, verso le quali anche incentivi reciproci alla frequenta - dirittura liquidato con la definizione di zione a raccontare la storia di un’idea, che pure era stata tracciata una deviazione di zione di luoghi meno familiari ma molto “faccenda donnesca” sulle lettere al di - non era pazzesca ma condivisa e di in - sentiero fino a raggiungerne il crinale, al più esaltanti per l’adusata compagnia. rettore de “Lo Scarpone”, fu in realtà una dubbio prestigio. La forte delusione pro - confine di Stato. A quei tempi non era Perché in montagna non si va da soli e intuizione formidabile che la storia dell’al - vata dalle ragazze ed anche il loro pianto, consigliabile passare la linea di confine, l’amicizia è certamente il sentimento mi - pinismo ricorda ancora per il successo di espresso con squisita sensibilità femmi - rischiavi l’arresto, e la nostra attenzione gliore per affrontarla. partecipazione e la pronta imitazione at - nile, hanno certamente stimolato in loro veniva dedicata non solo a rinverdire la Del resto basterebbe guardare alle tuata in diversi paesi alpini (vicino a noi le determinazione e speranza, com’è nella traccia, quanto anche ad individuare i gite che seguono i lavori del Convegno 100 donne sul Tricorno). E per le prota - loro natura. E come tutte le altre gite, lunghi tabarri delle guardie federative, Alpi Giulie, svolto alternatamente nelle goniste è restata sempre una fantastica quelle che un tempo si preferiva effet - che controllavano spesso i passaggi in tre regioni confinarie di Carinzia, Slovenia impresa. Si trattava a quel tempo di rico - tuare in pullman, si sarà conclusa con il alta montagna. Che tempi, si direbbe, ma e Friuli Venezia Giulia, per avere conferma noscere pari valore alle donne alpiniste, ri - canto, l’espressione più genuina della fe - effettivamente tali imprese, dalla larga del crearsi di un valore affettivo tra amici cordando che già nel 1876 l’inglese Isabel licità. Un canto partecipato e collettivo

Stratton aveva effettuato la prima inver - che tutti coinvolge e unisce e che serve a nale al Bianco. Dopo il raduno di Milano, cacciare le nostre preoccupazioni e i cat - raggiunte prima Courmayer e poi Cha - tivi pensieri, come l’andare in montagna monix, ben 87 partecipanti, tra le quali assieme appunto, in folta e allegra com - anche 23 straniere (6 croate) erano salite pagnia !

Estate 1975. Foto di gruppo al termine dei lavori sul sentiero per la Cima del Lago (n. 653) partecipazione di soci per il periodo delle che percorrono assieme inusitate con - vacanze, non paiono più praticate. I mezzi trade alpine anno dopo anno. disponibili consentono ora più agevoli ini - La Sezione di Gorizia ha creato di - ziative individuali o di piccoli gruppi di verse di tali occasioni d’incontro in mon - amici, che al mordi e fuggi imperante ade - tagna, che permangono tuttora con suc - guano anche le loro escursioni ed arram - cesso. Basi pensare agli oltre venti picate in montagna. Il clima di festa che “Karstfahrt” con gli amici di Villaco, che il bivacco notturno può ricreare, attorno annualmente e con più autocorriere giun - ad un fuoco di legna raccolte nel sotto - gono da noi per ammirare la colorazione bosco, magari ad arrostire patate o fette autunnale del Carso. Ed analogamente di pancetta, quel clima non trova surro - da una decina d’anni si realizza una gita gati nel moderno. Ed il cameratismo che comune tra i “goriziani” italiani e sloveni, si manifesta nelle giornate di lavoro e nel nel nome del “Monte Sabotino”, il monte rientro a cena, come pure nella ritirata in dei Goriziani appunto, europeo per ec - tenda per la notte, perdura sempre nei ri - cellenza dati i suoi trascorsi di guerra e di cordi reciproci, in uno con l’orgoglio di confine. aver lavorato per gli altri, a costruire qual - Si badi bene, non si tratta di manife - cosa di utile e duraturo. Due estati ave - stazioni ripetitive, di preteso buonismo e vamo impegnato allora per completare i di imposta amicizia, ma di vere iniziative sentieri di accesso a luoghi fantastici, propedeutiche ad una più vasta e con - mantenuti selvaggi ed incontaminati dallo vinta riaffermazione che “la montagna scarso “lignaggio” delle cime, forse rite - unisce”, né mai ci potrà essere odio tra nute neglette a causa della loro limitata quanti fanno dell’abitudine alla fatica un “metratura”. Ed era il regno dei cervi e dei orgoglio e, del raggiungimento di una camosci, i quali ultimi ancora utilizzavano meta comune, un vanto intimo da condi - gli stretti ripiani e le anguste caverne che videre tra tutti. la guerra aveva lasciato. Il bramito nella La memoria richiama ancora a di - stagione autunnale degli amori dei grandi verse occasioni di comunanza di quota, portatori di palchi, veri dominatori dei bo - per costruire il Bivacco “CAI Gorizia” schi ed il sibilo dei signori delle crode si prima ed il Ricovero Riobianco poi, la odono ancora in quei luoghi, sempre fa - Casa Cadorna, Il Sentiero del Centenario, ticosi da raggiungere, e gli alpinisti, si sa, la collocazione di targhe in memoria di rispettano l’ambiente ed il territorio. Soci Alpinisti alla Scala del Montasio, in Amano la montagna e le lasciano i suoi Sella delle Cenge, in Sella Buinz, al Rifu - fiori. Ben altre tracce purtroppo marcano gio Divisione Julia. Sono stati certamente altri frequentatori, armati non metafori - i secondi cinquant’anni del secolo scorso camente, ovvero determinati a costruire molto fitti di attività e di opere. inutili condomini. Ma di un’ultima iniziativa ancora vo - Da sinistra: Nives Iuch, Laura Geotti, Zita Coceani 8 Alpinismo goriziano - 4/2010

cavallo tra settembre e ottobre di quest'anno mi sono regalata una magnifica esperienza: ho per - Incontri sul Cammino di Santiago corso il Cammino di Santiago de ACompostela. L'idea mi è venuta l'anno di DONATELLA FRANZONI scorso: cercavo infatti qualcosa di spe - ciale da fare in occasione del mio 50esimo compleanno. Ricordavo di aver Port con la bici inscatolata e la guida in trovo poi a Roncisvalle nel pomeriggio, tati". Non ci conoscevamo personal - sentito parlare di questo cammino tanto mano, ho trovato chi mi ha indicato il ri - sorridenti e a quanto pare per nulla pro - mente, ma parlando abbiamo scoperto tempo fa e mi è sembrato un progetto fugio Espiritu du Chemin. Salendo per la vate dalla faticosa salita. Imparo a non che avevamo conoscenti in comune. adatto alle mie esigenze e il momento ripida via un signore distinto si offre di giudicare i pellegrini dalle apparenze: in - L'altro, a piedi, l'ho "individuato" perché, giusto per percorrerlo. Mi documento: "Il aiutarmi e alza da un lato la scatola con - contrerò infatti spesso persone che a sentendo parlare due pellegrini mentre cammino di Santiago è il lungo percorso tenente la bici che sto trascinando, ac - prima vista non riterrei adatte fisicamente scattavo qualche foto, ho riconosciuto che i pellegrini fin dal Medioevo intra - compagnandomi a destinazione. Mi fa a intraprendere un viaggio del genere, l'accento goriziano e mi sono fatta avanti: prendono, attraverso Francia e Spagna, un gran piacere, sollevandomi da un'im - ma invece, un passo alla volta, con era il socio CAI della nostra sezione, par - per giungere al santuario di Santiago di mensa fatica, ricevendo da me un grato grande determinazione vivono il loro tito qualche giorno prima di me. Come si Compostela, presso cui si trova la tomba "merci" con un sorriso. L'albergo a cui mi cammino. dice, "il mondo è piccolo"! di Giacomo il Maggiore" (da Wikipedia). rivolgo, citato dalla guida, è "full", ma i Ho parlato poche volte in italiano: la Tra pellegrini ci si saluta con un “ola”, Per percorrerlo a piedi servirebbe almeno due gestori volontari, forse vedendomi in prima incontrando due ciclisti, marito e o ci si augura reciprocamente un “buen un mese, ma scopro che si può fare an - difficoltà e preoccupata per il da farsi, si moglie, di Trento. Dopo due giorni che camino”. Inoltre ci si aiuta a vicenda per che in bicicletta in meno giorni. Allora organizzano in modo tale da trovarmi arranco con l'inglese, rovescio loro ad - individuare e seguire le frecce gialle e i compro la guida specifica, che presenta una sistemazione. Vengo accolta con dosso una valanga di parole, emozioni, simboli della conchiglia che indicano il il percorso in quindici tappe per San - cammino. La partenza al mattino dagli tiago più altre due per raggiungere l’o - hostales che generalmente vanno lasciati ceano, secondo l'antica tradizione, a Fi - entro le 7.30 / 8.00 è con il buio, perché nisterra. Ci fantastico un po' su e, la luce del giorno arriva più tardi. A volte facevo difficoltà, soprattutto nei centri incoraggiata dalla famiglia, decido di abitati più grandi, a trovare i segni del "lanciarmi" in questa avventura. Da que - cammino perché spesso erano sui mar - sto momento tutto è in funzione della ciapiedi o poco illuminati. Andavo quindi realizzazione del progetto: organizzo le piano insieme ai camminanti e ci aiuta - ferie, mi preparo fisicamente uscendo vamo a vicenda. Una mattina ho trovato più possibile con la bicicletta, imparo un un tratto di strada con lavori in corso po' di manutenzione del mezzo, acquisto che ostruivano il tracciato dei pellegrini e gli accessori necessari. Ci sono diverse un camminante di nazionalità coreana vie che convergono verso Santiago: io ho davanti a me mi ha fatto strada, senza scelto il Cammino Francese che parte che chiedessi il suo aiuto, voltandosi da St. Jean Pied de Port. È d'uso dire che spesso per accertarsi che lo seguissi, il cammino inizia uscendo dalla porta di essendo più lenta nel procedere con la casa. È così io ho fatto il 15 settembre, bici a mano sulla strada dissestata, fin - alle 3.15 del mattino, per prendere il volo ché ci siamo salutati all’imbocco del sen - delle 6.50 da Venezia. Ho con me un ba - tiero del Cammino. Un'altra mattina una gaglio a mano e la mountain bike smon - signora del posto mi nota mentre cerco tata e inscatolata, la "Patty", dal nome i segnali, si ferma spontaneamente e del mio sponsor scritto con le letterine gentilmente mi indica la direzione giu - rosse sul telaio. Non potendo venire con sta. Alcune volte sono stata fermata nel me la mia amica ha fatto in modo che co - mio andare dagli abitanti del luogo che, munque la "portassi". Cambio aereo a individuandomi come pellegrina per la Lione per Baionne-Biarriz, dove mi conchiglia appesa sulla piccola borsa aspetta un taxi prenotato in precedenza: posta sul manubrio della bicicletta, mi destinazione appunto Saint Jean Pied davano l'indicazione per rimettermi sulla de Port. Qui metterò il primo timbro sulla gran calore e attenzione; mi mettono a impressioni, dubbi, programmi. Condivi - via giusta. Credencial, il documento che attesta che disposizione uno spazio per montare la diamo lo spazio dove dormiamo e la L'anziana signora messicana che si sto compiendo il pellegrinaggio "ad li - bici. Uno di loro si ferma ad aiutarmi ve - cena al ristorante a tavola con altri pelle - ferma a salutarmi, mentre consulto la mina sancti Jacobi" non come cammi - dendo che non riesco a montare i para - grini: un australiano insegnante in pen - guida, si preoccupa di quanta fatica fac - nante qualsiasi ma itinerante verso una fanghi. Mi preoccupo del fatto che sione e una giovane brasiliana. Faremo cio per progredire con la bici sullo ster - meta: Santiago de Compostela. Questo "perda tempo" dietro a me e con il mio poi alcuni tratti di cammino insieme per rato, appesantita dalle sacche con il ba - pieghevole lo timbrerò ogni sera presen - stentato inglese glielo dico. Mi fa capire tandolo al mio arrivo, per essere am - che per lui non è un problema e, stupita, messa ai rifugi del pellegrino. comincio ad entrare in un'altra dimen - Essendo alla mia prima esperienza di sione, con "ribaltamento delle priorità". "trekking" con la bici, mi affido alla guida, Mi troverò spesso, come in questo al - dove trovo segnalati i percorsi, gli ostelli bergo dove posso anche cenare, con dove dormire e tutti i riferimenti utili per persone di altre nazionalità. Qui ho in - le due ruote; in questa calda giornata di contrato canadesi, francesi, olandesi, settembre mi avvio al primo dei tanti "ho - australiani, belgi; sono l'unica italiana e stales" che mi accoglieranno giorno l'unica che parte con la bici. Tutte le età dopo giorno. Una fonte che ho consul - sono rappresentate. Durante la cena, ot - tato per documentarmi sul Cammino, tima e abbondante, tra pellegrini ci pre - propone una bellissima similitudine che sentiamo e scambiamo qualche parola. mi piace utilizzare per descriverlo: "Im - C'è un'atmosfera di serenità e condivi - maginate di guardare gli 800km del Cam - sione che mi fa tanto bene perché sento mino di Santiago da un satellite: all'alba la mancanza dei miei cari. Al mattino sa - vedreste spuntare simultaneamente da lutando con gratitudine i gestori, ricevo centinaia di "buchi" tante formichine mu - il loro biglietto da visita nella carta pla - nite di zaino (ed io aggiungo di bici), che stificata. Sul retro, l'augurio di "buen ca - lentamente si spostano fino al "buco" mino" con una citazione di Antonio Ma - successivo per rifugiarvisi nel pomerig - chado: "Viandante, son tue le orme, la gio, mentre un gruppo arriva esultante a via e nulla più; viandante, non c'è via, la Santiago e un altro inizia all'altro capo via si fa con l'andare. Con l'andare si fa inerpicandosi sui passi pirenaici." An - la via e non voltare indietro la vista: si ch'io ho seguito questo tracciato: è un vede il sentiero che mai si tornerà a cal - percorso a sé e corre parallelo al resto care... Viandante, non c'è via, ma scie nel del mondo permeato di un'energia pro - mare". Cerco di far mie queste parole e pria. Non mi soffermo a descriverlo dal inizio a pedalare alla volta di Roncisvalle. qualche giorno e quindi ci perderemo gaglio. Per me la più tosta tra noi due è punto di vista geografico, che è facil - Quando lascio l'asfalto per addentrarmi perché abbiamo ritmi diversi. Ha dell'in - lei che proviene da tanto lontano e por - mente consultabile in ogni dove, ma pre - nel bosco sul sentiero dei camminanti, credibile per me l'aver incontrato due terà per tanti giorni il suo fardello sulle ferisco raccontare dei miei incontri. Sul sotto una pioggia fine incontro due si - goriziani: uno, ciclista a Logroño, perché spalle. L'hostalero a Cizur Menor mi ri - cammino, anche se vai da solo come ho gnore australiane, che mi sembrano piut - siamo capitati nello stesso hostales in corda il mio papà: mi sistema il conta - fatto io, non sei mai solo: è un dato di tosto avanti negli anni. Con zaino e man - cui l'albergatrice, che parlava bene l'ita - chilometri, mi controlla la bicicletta e mi fatto. tella, "lente ma inesorabili", fanno con liano, notando dai documenti che prove - assicura che sarà custodita, comunican - Scesa in piazza a Saint Jean Pied de me un pezzo di strada. Le supero e le ri - nivamo dalla stessa città, ci ha "presen - domi con orgoglio che anche lui è un ci - Alpinismo goriziano - 4/2010 9 clista. Il mattino dopo non riesco a salu - siziona davanti a me per farmi da traino a Finisterra. La guida indicava di scen - tarlo e ringraziarlo perché è già uscito e per qualche chilometro, poi se ne va per dere alla spiaggia di Langosteira prima di mi dispiace, ma lo incontro inaspettata - la sua strada. entrare nella cittadina, spiegando che i mente con la moglie in tarda mattinata in Alla fine di una lunga salita, nel piaz - più fortunati qui trovano la propria con - un paese sul cammino, dove prendiamo zale dove mi fermo a riposare, è par - chiglia come gli antichi pellegrini. Se - il caffè insieme! Sul cammino spesso ho cheggiato un camper. Mentre faccio me - guendo il consiglio, passeggio sulla avuto queste sorprese. L'hostalero di renda esce una signora “in età” e mi offre spiaggia salutando qualche rara persona, Portomarin mi mette a disposizione il il caffè! ma non trovo proprio niente a parte valve tubo di gomma per lavare la bici impan - Nel bar dove mi fermo per uno spun - rotte di altro tipo. Rassegnata riprendo la tanata e mi aiuta ad oliare la catena. Ho tino a mezzogiorno aprendo il cellulare bicicletta e oltrepasso Finisterra diretta a pochi contatti con i ciclisti che sono per mi commuovo “visibilmente” leggendo raggiungere il punto estremo, dove è si - lo più spagnoli. Sono più veloci di me, un messaggio arrivato da casa. Ricevo il tuato il faro e il pilastrino che segna il chi - soli o a piccoli gruppi. Per qualche giorno panino ordinato e una affettuosa mano lometro zero. Ferma ad alcune centinaia ci "rincorriamo" e ci ritroviamo nell'o - sulla spalla dalla barista, che mi inco - di metri dalla meta, una automobile ac - stello. Per un gruppo sono la "mujer raggia a continuare serena per la mia costa vicino a me: l’uomo che ho salutato sola", nel discorso di un altro mi sento ci - strada, facendomi bastare il fatto che i sulla spiaggia si presenta e mi porge la tata come la "guapa italiana"... lusingata. miei stanno tutti bene. A ogni mia ne - conchiglia. Mi spiega di essere un abi - Poi li perdo: seguono la loro guida che di - cessità l’aiuto è sempre arrivato: magia tante del luogo e che spesso passeggia vide il percorso in undici tappe. Pedalo del cammino. Il giovane agricoltore sulla spiaggia. Dice di avermi visto men - per pochi chilometri con un olandese che belga, che procede eroicamente con le è partito da casa sua ed è in viaggio da vesciche ai piedi, mi chiede qual è la mia tre la cercavo e di averla trovata proprio cinque settimane. Attaccato alla bici ha meta. Rispondo: “ I hope go to San - quella mattina: me ne faceva dono! Non un carrellino per il bagaglio. Questa volta tiago!” Lui di rimando, indovinando i miei so descrivere l’emozione. vamo bisogno della chiacchierata che sono stata io ad aiutarlo, richiamandolo timori, dice che devo rispondere:”I will go È stata un’esperienza entusiasmante, abbiamo fatto. indietro dopo che ci eravamo salutati to Santiago!” tante sono le cose che ho vissuto e che È stato un ciclista incontrato due perché aveva preso al bivio la direzione Ho fatto un lungo tratto di strada vorrei condividere; ho imparato che sbagliata. Ero poi contenta di esser stata sterrata con una pellegrina di Spilim - giorni prima su un ripido tratto in salita a ognuno ha il suo cammino, il suo passo d’aiuto per una volta, dopo tutto quello bergo. Le cose si sono messe in modo riconoscermi ed accogliermi nella piazza e il suo modo per affrontarlo. che avevo ricevuto! Saluto un ciclista che la incontrassi: partenza in ritardo dal - davanti alla chiesa di Santiago, essendo Concludo questo mio scritto con le che abita nei dintorni e scambiamo qual - l’albergo rispetto al “mio” programma, arrivato prima di me. parole lasciate su un quaderno a dispo - che parola mentre ripara una foratura. errore di valutazione dello sterrato che Ancora tanti sono i flash dei miei in - sizione dei pellegrini in un bar a Fini - Mi spiega il tipo di strada che troverò volevo prendere ( troppo impegnativo contri sul cammino, che hanno fatto in sterra: “ Un angelo mi ha regalato la con - più avanti e ci salutiamo. Mi raggiunge per me) con dietro front verso l’asfalto, in modo che non fossi mai sola. Ne cito chiglia. Fine del Cammino e inizio del che ho appena finito lo sterrato e si po - tempo per incontrarla. Entrambe ave - ancora uno che appartiene al mio arrivo cammino verso la fine.” Verrà presto primavera? di MARIJA MERCINA

el gennaio del 2010, come per l’ultima volta la Val Resia. Arrivò a ogni anno in questo periodo, il Rivoli Bianchi con l’automobile pas - dottor Tone Wraber attendeva sando per Prato e Stolvizza senza fer - impazientemente a Sales (Sa - marsi. Si accomiatò dal Canin e dal Nleæ), sul Carso Triestino, la fioritura del monte Guarda; fu molto felice dell’i - Crocus weldenii . natteso incontro con Luigia Negro, di La sua attesa venne premiata il 20 cui aveva ammirato innanzitutto il la - gennaio allo sbocciare dei primi fiori, voro e il coraggio. La fotografò e le in - ma egli non era pienamente soddi - viò la fotografia una settimana prima di sfatto. Ricordava che nel 2009 quel particolare croco era fiorito sei giorni quel fatale 6 luglio. prima. Il dottor Tone Wraber fu uomo Il Crocus weldenii inaugurava ogni aperto, di grandi ideali e di gran cuore. anno la visita alle sue amate piante “Il suo lavoro ha arricchito la nostra che lui, come pochi, conosceva così strada comune” è scritto nel messag - bene. gio di commiato dell’Associazione di Lo studio e la ricerca nel regno ve - storia naturale della Slovenia e della ri - getale lo misero in contatto con molti vista Proteus . botanici e alpinisti, non solo sloveni. Si Possano le migliaia di fiori di tutti i entusiasmò tanto ai monti di casa, luoghi da lui amati e visitati, fiorire ogni quanto a quelli di altre regioni e così, Crocus weldenii anno in suo ricordo. da alpinista e botanico, frequentò con uguale interesse sia il familiare casa fra le montagne slovene. e le Giulie sia il gruppo delle Prokletije I suoi scritti e le sue pubblicazioni in Albania e fino alla catena dell’O - scientifiche ci permettono di seguire limpo. Ma fu anche sull’Himalaya percorsi alpinistici e di ricerca e vi tro - come botanico al seguito di due spe - dizioni alpinistiche in quel lontano ter - viamo citate anche diverse località in ritorio. Italia: la Val Rosandra, i Rivoli Bianchi La sua doppia sensibilità, come vicino a Venzone, le Alpi Carniche, i botanico e come alpinista, nonché la Musi, l’Alpe Zajavor, il Monte Guarda, considerazione e il rispetto nei con - la malga Coot, la Val Resia ed altre. fronti di tutte le genti, ricordano in lui la Le sue eccellenti fotografie ci con - figura del dottor Julius Kugy, di cui era sentono di accompagnarlo ideal - grande ammiratore. mente, ad esempio il 10 giugno 2007, Come Kugy, anche lui si rallegrava sulla cima Val di Puartis con la Viola alla vista di una piantina sul sentiero cornuta e l’ Aster alpinus o il 19 luglio così come degli incontri con la gente. 2007 in malga Pecol (Montasio) con la La conoscenza di più lingue gli Nigritella rhellicani . permise di stringere nuove amicizie e Nello stesso 2007, il 10 febbraio, legami di tipo scientifico con una visitò per la prima volta il monte Joa - grande facilità. naz (Ivanac) ancora innevato, di cui Amava tanto i monti di casa più tardi, in primavera ed in estate, quanto gli altri e si rendeva conto che studiò la flora. anche gli ospiti stranieri si sentivano a L’otto giugno di quest’anno visitò, 10 Alpinismo goriziano - 4/2010

un altro dei grandi poli montuosi d’Italia, Letture il Gran Sasso. Giorni della Grande Pietra è il titolo del volume che segue le vicende legate alle salite (e discese) alla vetta della Ieri, oggi, domani montagna più significativa della catena appenninica. Storia alpinistica che inizia nell’agosto del 1573 quando un inge - di MARKO MOSETTI gnere militare di Bologna, Francesco De Marchi, alla bella età (per l’epoca) di 69 anni, assieme a due amici e tre “guide” Lussari reclutate ad , raggiunge i 2912 metri della cima del Corno Grande. Va ri - l Santuario di Monte Lussari da cordato che lo stesso De Marchi nel secoli le genti del Friuli, dell’Au - 1535 si era immerso nelle acque del lago stria e della Slovenia si incon - di Nemi in una campana di legno co - trano, nella comune matrice cri - struita all’uopo. Rimase a oltre 12 metri Astiana, per rinnovare la fratellanza fra i di profondità per più di un’ora e mezza popoli di questa Europa che, elevata la ad osservare da vicino le navi romane moneta unica a valore assoluto, quasi di - dell’imperatore Caligola, affondate quasi vino, si dimentica della propria storia e 1500 anni prima. Personaggio straordi - nario quindi il De Marchi, per portare a dell’autentico senso della sua unità. La termine un’impresa all’epoca straordi - leggenda narra che il primo nucleo del naria come l’ascesa “sportiva” del Gran Santuario sorse nel 1360 allorché il Pa - Sasso. triarca di Aquileia dispose che fosse Il lungo avvicinamento ai giorni no - eretta una cappella con altare sul luogo stri del racconto di Ardito prosegue nei in cui era stata trovata da un pastore capitoli dedicati ad Orazio Delfico, il De una statuetta della Madonna con Bam - Saussure di Teramo; al Viaggiatore ot - bino. Nel XVI secolo la semplice cap - tocentesco Freshfield che raggiunge la pella divenne chiesa in muratura e nel vetta accompagnato dalla guida cha - Seicento fu aggiunto il campanile. Fra moniard Dèvoussoud; ai due giovani crolli e ricostruzioni il complesso di edi - Sella, figlio e nipote di Quintino, uno dei fici che intanto era sorto attorno alla padri fondatori del CAI, autori della chiesa si presentò all’appuntamento con prima invernale. E poi via via, alla ricerca la furia bellica che si scatenò anche sulle 20 settembre 2010, presentazione del volume Belsazar Hacquet. Da sinistra: Bepi Pellegrinon, degli “ultimi problemi”, delle difficoltà, Alpi Giulie nel 1915. Il 16 settembre di Fabio Algadeni, Emilio Rigatti, Melania Lunazzi delle vie nuove, dei vari versanti, in quel primo anno di guerra le artiglierie estate e in inverno, in salita e in discesa italiane aprirono il fuoco sul campanile con gli sci, raccontando giornate di gioia della chiesa ritenendolo un osservatorio prove ben più dure del cannoneggia - sul termalismo dell’area e sulle vie di e di gloria alpina ma anche passando at - austro-ungarico verso le loro linee. In mento e dalla distruzione di quattro comunicazione di epoca romana, delle traverso drammi e tragedie che inevita - breve campanile, chiesa e villaggio fu - mura, ancorché sacre, l’angoscia e il do - quali rimane traccia nella pietra carsica bilmente accompagnano la storia di una rono ridotti a rovine fumanti. lore, quasi che a essere colpita fosse la nella forma dei solchi carrai, rinvenuti e grande montagna. Parte degli arredi sacri, compresa la loro stessa casa. Nella stessa maniera si studiati a partire dagli anni ‘70 del ‘900, Sono tanti i nomi degli alpinisti che statua della Madonna, erano stati per è colti da un moto di disperata indigna - per poi occuparsi più compiutamente hanno lasciato il segno sulle pareti, sulle fortuna già messi al riparo a valle. La di - zione nell’apprendere delle lamentele dei 12 siti edificati censiti, dalla sem - rocce, nei canaloni del Gran Sasso, e struzione del Santuario fu per i soldati del parroco per la pessima qualità dei la - plice casa, come quella visibile accanto non solamente abruzzesi e laziali per i dell’esercito imperiale, principalmente vori di ripristino, culminati con il crollo di alla Torre Piezometrica sopra Sistiana, quali è la montagna di casa. Il suo ri - per i numerosi sloveni, un atto gravis - un soffitto della canonica appena riat - alle numerose ville, fino alle Terme Ro - chiamo ha incantato un bel po’ di nomi simo, gratuito, forse provocatorio. Le tato, nel 1926. Così possiamo constatare mane di Monfalcone. dell’alpinismo, da Fosco Maraini a Giu - immagini delle rovine divennero un sim - che dopo 90 anni non c’è nulla di nuovo Ancora notizie sull’area sacra nei sto Gervasutti, dal conte Aldo Bona - bolo e furono riprodotte in numerose sotto il bel cielo azzurro d’Italia. pressi delle foci del Timavo, estremo li - cossa al parigino Bertrand Lemaire, au - forme e occasioni. Un volume piccolo ma prezioso. mite nord del Mar Mediterraneo, dove i tore con Roberto Rosica de L’erba del A guerra terminata, nel 1922, venne miti e le leggende del sacro si incon - Diavolo , una delle vie attualmente più finalmente dato il via alla ricostruzione. I trano con le più prosaiche vie dei com - difficili del gruppo. Ovviamente però a lavori terminarono nel 1924. Nel luglio Antiche ricchezze merci, zona d’interscambio fra i mer - farla da padroni sono stati gli alpinisti di del 1925 la statua della Madonna, dieci canti della Grecia e della Magna Grecia casa, favoriti dalla prossimità, che hanno anni dopo esserne uscita, rientrò nella con le genti venete e histrae . avuto modo di realizzare sul loro monte snobbate le prestazioni più significative. Da Paolo sua chiesa. Il primo di luglio dell’anno Non poteva mancare, in una zona Consiglio al non ancora monaco Zen seguente il Santuario venne nuovamente così ricca di tali fenomeni, l’esame delle Luigi Mario, a Carlo Alberto Pinelli, Bruno consacrato. l territorio compreso tra l’abitato di cavità naturali e grotte sfruttate in epoca Marsilii, Cristiano Delisi, Giampiero Di Di queste vicende si occupa Lussari Monfalcone e la Cava Romana di romana. In questa parte merita una trat - Federico, Pierluigi Bini, Paolo Caruso, 1915-1925 - Luschari 1915-1925 - Viøarje Aurisina tra le varie peculiarità che tazione particolare la Grotta del Mitreo, Tiziano Cantalamessa, Roberto Iannilli, e 1915-1925 di Ugo Dobner e Davide To - presenta ne possiede una che al esempio e testimonianza unica a queste altri, che, a provare a citarli tutti, si corre nazzi. Agile e illustratissimo volumetto Igrande pubblico è pressoché ignota o latitudini del culto di Mitra. Questo culto il rischio di dimenticarne qualcuno. Tutti che viene ignorata: la presenza di nu - iniziatico e segreto si diffuse tra le legioni trilingue, numero iniziale di una nuova personaggi che hanno lasciato il loro se - con l’espandersi dell’impero romano collana editoriale, Edelweiss , dedicata merose testimonianze di insediamenti di gno non solamente sulle pareti di casa alla storia legata alla montagna. Davide epoca romana. Altrove, in altri paesi verso l’Oriente asiatico. Il rinvenimento ma che si sono espressi alla grande an - Tonazzi, ricercatore e storico, è impe - forse meno ricchi del nostro di resti sto - sulle pendici dell’Ermada di un luogo di che in giro per il mondo. gnato da anni nella divulgazione di rici e d’arte o, più probabilmente, più culto dedicato a Mitra è sicuramente un Leggere la storia del Gran Sasso ma, quanto di nuovo riesce a scoprire negli sensibili al valore, anche in chiave gret - fatto eccezionale che meriterebbe una soprattutto, quella degli uomini che archivi e sul terreno, affinché anche que - tamente economica, di queste testimo - più ampia notorietà e visibilità anche, e quella storia hanno scritto può essere ste notizie, questi particolari, questi do - nianze, tutto questo sarebbe molto ben perché no, in funzione turistica. una rivelazione per noi appassionati al - cumenti, magari di storia minuta, non ri - conservato e, soprattutto, offerto alla Brevi appunti, si diceva, per una pini un po’ snob che ci sentiamo i depo - mangano conoscenza esclusiva di pochi fruizione di pubblico e studiosi. prima e rapida conoscenza del territorio sitari esclusivi della storia dell’alpinismo. tecnici e addetti ai lavori, ma diventino Potrà suscitare perciò l’interesse di e delle sue vicende, ma ogni singolo ca - Stefano Ardito ci affascina con i suoi patrimonio comune. Dopo i volumi dedi - molti la ristampa, a dieci anni dalla prima pitolo è corredato dalle opportune note racconti e fa venir il desiderio, a chi an - cati alle vicende militari di Julius Kugy ci edizione, di Tempus Edax Rerum - Roma bibliografiche per aiutare l’appassionato cora non conoscesse quei luoghi, di pro - presenta ora questo lavoro dedicato a e Timavo - Appunti di Ricerca a cura di ma anche il semplice curioso nell’ap - vare a mettere le mani su quelle rocce, di un luogo di alto valore simbolico per gli Valentina Degrassi e Annalisa Giovannini profondimento della conoscenza. provare quell’incantamento. Tanto più abitanti della Valcanale e non solo. Ric - per il coordinamento del Gruppo Spe - Ancora una volta un meritorio lavoro che, e negli ultimi capitoli del libro lo fa chissimo di immagini, cartoline, disegni, leologico Flondar di Duino, con testi del Gruppo Speleologico Flondar. ben capire, che c’è ancora storia da scri - schizzi, dipinti e fotografie che ritrag - delle stesse due curatrici affiancate da vere sulla Grande Pietra. gono il Lussari e i suoi dintorni prima Michel Fengère, Federica Fontana, Giu - della guerra e durante la stessa, con la seppe Fuso, Dario Marini, Fabio Senardi, Volontà inossidabile sua distruzione e rovina, e nel periodo Paola Ventura. Altri orizzonti verticali della ricostruzione degli anni ‘20. Arric - Non un pedante tomo di ricerche ar - chiscono il tutto le testimonianze tratte cheologiche ma rapidi appunti, come re - eplicando il format vincente dei ra la fine degli anni ‘80 quando mi dalle cronache del tempo e i diari dei te - cita il titolo, illustrati a dovere, sui nu - due suoi volumi precedenti dedi - imbattei per la prima volta, leg - stimoni diretti delle vicende belliche del merosi siti romani rinvenuti, censiti, cati alle Dolomiti ( Dolomiti. Giorni gendo le riviste specializzate (In - Santuario, militari e civili. studiati nell’area che circonda le risor - verticali ), e al Monte Bianco ternet e le sue magie, il gesto Colpiscono, nelle parole dei militari give e le foci del Timavo. R(Giorni di granito e di ghiaccio ), Stefano Ecolto e diffuso nell’universo mondo nel - che immaginiamo duri e scaltriti da Qualche rapido cenno su territorio, Ardito ci racconta la storia alpinistica di l’attimo stesso in cui si compie, erano Alpinismo goriziano - 4/2010 11 ancora di là da venire, un’era geologica Parte da qui una storia che non si è delle Pagine Gialle delle vie d’arrampi - cerca di individuare e suggerire la pos - fa) in Yuji Hirayama. Un climber giappo - mai interrotta, pur con alti e bassi, mo - cata” come qualcuno aveva definito le sibile evoluzione dell’arrampicata nella nese, poco più che un esotismo, pen - menti di accelerazione alternati ad altri di guide d’arrampicata un po’ di anni fa. Valle dell’Orco, i nuovi “ultimi” problemi savo miope da questo estremo angolo di stasi o interlocutori. Una storia scritta L’autore, oltre a cercare di ripetere per - e il modo, l’etica, con cui affrontarli e ri - provincia. Mi dovetti ricredere ben pre - dai migliori arrampicatori italiani e non sonalmente tutte o quasi le vie che cen - solverli. Assicurandosi così le prossime sto continuando a leggere il suo nome solo, che ha seguito e in molti casi anti - sisce e descrive, si premura di dotarle, edizioni, che non mancheranno certo, di nelle cronache delle realizzazioni in fa - cipato o dettato la linea dell’evoluzione per così dire, di un’anima ripercorrendo questo ottimo lavoro. lesia e nelle parti alte delle classifiche dello scalare le pareti di roccia in Italia. la storia che alla roccia è legata: quella delle gare d’arrampicata, fino al gradino Maurizio Oviglia, torinese trapian - delle idee della scalata e quella degli massimo, la conquista qualche anno tato in Sardegna, è alpinista, scrittore e uomini che per primi le hanno salite. dopo, della Coppa del Mondo. La sca - redattore di guide d’arrampicata. Cono - Questo almeno per quelle più celebri, Ugo Dobner, Davide Tonazzi - LUSSARI 1915 lata di Hirayama non si fermò però a sciuto e riconosciuto per la qualità e l’af - famose, mitiche. Quelle vie che hanno - 1925 / LUSCHARI 1915 - 1925 / VIØARJE quel già alto gradino raggiunto. Accanto fidabilità dei suoi lavori, sia che vengano segnato l’evoluzione dell’arrampicata. 1915 - 1925 - ed. Saisera, pag. 63 s.i.p. alle competizioni, che quasi fin dal loro tracciati sulle rocce di tutto il mondo, Di pari passo con la storia dell’arrampi - inizio avevano preso la via del sintetico, sia per i numerosi volumi di guide e cata procede quella dell’etica, del modo Valentina Degrassi e Annalisa Giovannini (a cura di) - TEMPUS EDAX RERUM - Roma e il volle mantenere il contatto con la roccia saggi. Una delle sue guide di maggior di salire la roccia. Oviglia ne testimonia Timavo - Appunti di Ricerca - 2a edizione vera dedicandosi in maniera particolare successo era stata, qualche anno fa, l’evoluzione, le mode e i modi. Non dà 2009 - ed. Gruppo Speleologico Flondar, pag. alle vie lunghe, sulle grandi pareti. La Rock Paradise , dedicata al gruppo del giudizi morali perché è ben conscio che 71 s.i.p. grande notorietà gli derivò inizialmente con le valli limitrofe, com - ogni modo di affrontare le difficoltà e di dal tentativo a vista della Salathe sul Ca - presa, ovviamente, la Valle dell’Orco. Ar - proteggersi è figlio del suo tempo, della Stefano Ardito - GIORNI DELLA GRANDE pitan, un simbolo dell’arrampicata nella riva ora in libreria il suo ultimo lavoro cultura, delle idee, della visione e del PIETRA - ed. Versante sud, pag. 263, € 18.00 Yosemite Valley. Fino al suo ritiro dalle dedicato esclusivamente alle vie d’ar - modo di vivere del momento. Certa - Osamu Haneda - YUJI THE CLIMBER - ed. competizioni le due attività, su roccia e rampicata sia tradizionale che sportiva in mente le sue preferenze le ha e non le Versante sud, pag. 165, € 17.00 sul sintetico, procedettero affiancate. questa valle. nasconde. Poi, una volta smesso di battersi con gli La particolarità e il valore aggiunto Visto che la storia non si esaurisce e Maurizio Oviglia - VALLE DELL’ORCO - Dal altri climbers nelle gare, si dedicò alle delle guide di Oviglia, e quest’ultima non non si ferma, almeno su un terreno di Trad all’arrampicata sportiva - ed. Versante grandi salite, alla sfida solamente con la fa eccezione, è che non sono “l’elenco gioco lungo oltre 40 kilometri, Oviglia sud, pag. 317, € 29.50 roccia, con le sue difficoltà e con se stesso. Furono ancora giorni grandi e prestazioni che, se mai ve ne fosse stato Melania Lunazzi ce lo restituisce ancora bisogno, hanno confermato il suo vivo e iperattivo, il Belsazar, assetato nome nell’elenco dei big dell’arrampi - Belsazar Hacquet di conoscenza, dotato di intuizione, cata mondiale. misurata ambizione e generosità, o La via del Nose in nove ore, ancora quantomeno scarsa considerazione la Salathe in libera e in giornata, Free Ri - di EMILIO RIGATTI per i beni materiali. Una biografia che, der e, ciliegina su una torta già molto se pur si legge quasi come un ro - ben farcita, il tentativo in libera e a vista tallevi abbandonato da – forse – qual - manzo, nasconde ricerche di anni e su El Niño. È stato presentato lunedì 20 set - che nobile che ne volle seguire da di - pazienza d'archivista, di segugio sto - Come un ragazzino giapponese, che tembre scorso nella sala “Della stanza i passi decisi e misurati dalle rico tenace, spinto da quell'innamora - pensava di essere tagliato per l’atletica Torre” di via Carducci a Gorizia, il vo - sue gambe corte e instancabili, facen - mento indispensabile per far rivivere la e sognava l’oro olimpico della maratona, lume Belsazar Hacquet - Dal Tricorno propria ri-creatura, per farne emergere dogli arrivare ogni tanto i sussidi per si sia ritrovato poi sul tetto del mondo alle Dolomiti - Un viaggiatore del i tratti di una vita scomparsa duecento permettergli di vivere. Forse, perché la dell’arrampicata è un’avventura che ci Settecento , curato da Melania anni fa. sua vita è piena di “forse” e molto re - racconta Osamu Haneda in Yuji the Lunazzi, storica dell’arte, giornalista È arduo ricostruire in dettaglio la e alpinista, e pubblicato da Nuovi sta ancora da leggere tra le righe, no - Climber . Biografia avvincente che non ci vita di quest'uomo, che ha seminato Sentieri Editore di Belluno con la col - nostante lo splendido lavoro di Mela - fa conoscere solamente un grande del - documenti ai quattro angoli d'Europa laborazione della sezione del Club nia Lunazzi, che un uguale amore per l’arrampicata ma anche una parte di un nelle lingue più diverse. È un puzzle Alpino Italiano di Gorizia e il contribu - montagne e misteri d'archivio ha mondo, di una cultura, di una società che deve essere composto a più mani to della Fondazione Cassa di lontana e, nonostante la globalizzazione spinto ad inerpicarsi sulla parete nord e da studiosi distanti tra loro, dove galoppante, ancora fortunatamente le - Risparmio. Si tratta della prima tradu - dell'esistenza di questo figlio di nes - ognuno si occupi di quei documenti gata ad una propria identità, ai valori di zione in italiano di una parte di una suno e del Secolo dei Lumi. Era pic - che geograficamente e linguistica - una tradizione. In fondo, traspare dalle certa consistenza di scritti di colo di corporatura – e questo, opi - mente gli sono più vicini e familiari. pagine di Haneda, sono anche il rispetto Belsazar Hacquet, segnatamente di nava di se stesso, lo aveva aiutato a Uppsala, Monaco, Ljubljana, Berna, di quei valori che fanno sì che Hirayama quelli che riguardano i suoi viaggi tra superare crisi energetiche, belliche arrivi ai vertici dell’arrampicata mondiale: le Alpi Giulie e Carniche, e le sue ri - Leopoli. Eccetera. etc. di ogni genere – ma così amante Per concludere, accanto alla pas - dedizione assoluta e volontà di ferro. Al - cerche mineralogiche e botaniche tra del sapere che il coraggio dovette es - il e il Tricorno. sione per i viaggi, non si può tacere lenamento continuo, estenuante, totale, sere in lui non una stupida virtù di e un’idea fissa, una promessa: diven - Il volume è stato illustrato al folto della sua passione per le vette, per cieco ardimento, ma un accessorio in - tare il numero uno. Come recitava il car - pubblico convenuto dall’editore Bepi l'alpinismo allora nascente, per le dispensabile per permettergli di se - tello che si era appeso, giovanissimo, Pellegrinon, dalla curatrice Melania ascensioni a cime ancora – in quegli nella sua camera, sopra il letto, quando Lunazzi e dall’insegnante, scrittore, guire fino in fondo le sue inclinazioni e anni – inviolate. E per quel curioso epi - aveva deciso che l’arrampicata sarebbe viaggiatore Emilio Rigatti. le sue mille curiosità. In cima alle vette, sodio della Scabiosa Trenta, una stata la sua professione. Fanatismo, po - Qui di seguito pubblichiamo la nelle piaghe dei malati, quando s'im - pianta inesistente che credette di sco - trà pensare qualcuno. Tutt’altro, sola - presentazione di quest’ultimo. provvisò e crebbe come cerusico e prire e che classificò erroneamente mente la volontà di migliorare, princi - medico, nei suoi viaggi che lo porta - come una specie nuova. Dietro a quel palmente se stesso e, mirabile, di rono un po' ovunque in Europa. miraggio botanico piantarono pic - continuare a divertirsi. Non un moderno na vita spericolata: ma solo Leggendo il libro di Melania non cozze e consumarono scarponi tanti samurai ma un uomo che, forse per la come potevano essere quelle ho potuto fare a meno di pensare a alpinisti e studiosi, ultimo quel Julius vita che ha fatto, per la coincidenza di degli uomini vissuti a cavallo un’altra vita spericolata di un figlio Kugy a cui quell' errore dischiuse le dover vivere per lunghi periodi a contatto tra l'età preindustriale e la Ri - dello stesso secolo: quella di Giacomo porte del magico Triglav. La lettura di con altre culture, altre realtà, ha dato e ri - Uvoluzione Francese, tra guerre e poca Casanova. Il veneziano, spinto più da questa biografia è riservata a coloro cevuto, ha scambiato modi e caratteri, pace, con tutte le conseguenze epo - sete di avventura che di sapere, fu un che hanno passioni particolari, come senza abdicare comunque all’inossida - cali che conosciamo e che si riverbe - Ulisse che conobbe la ciarlataneria, la quella per le vette, e rifuggono dalle bile volontà. Una lezione per molti. rarono sulle vite dei singoli: milioni di scienza (ma per fini non certo accade - torrentizie edizioni in migliaia di copie persone che dovettero galleggiare su mici), la spada (indispensabile nei di cui nessuno, tra pochi anni, si ri - quel mare di storia in tempesta, talora meandri di un secolo violento come il corderà se non come fenomeno di co - Ieri, oggi e domani nuotando e riuscendo a traghettare la XVIII), oltre al gioco d'azzardo, l'amore, stume. Un bravo, quindi, anche all'ap - propria ghirba fino a un'età avanzata, la truffa, l'esilio. E leggendo alcune passionato editore che, in una solida e talaltra finendo travolti da qualche note sulla ricca corrispondenza di ed elegante veste grafica - bella la co - Hacquet con savants di tutta Europa, pertina e preziose le illustrazioni – ha a Valle dell’Orco è uno dei luoghi frangente per sparire inghiottiti nel in cui dissertava di letteratura slava e trasformato la fatica di Melania in un mitici per la storia alpinistica ita - nulla, ricordati da un cenotafio o sem - di mineralogia, di medicina e di tradi - gateau storico e letterario che gli ap - liana. Per la storia recente, al - plicemente dimenticati. Belsazar Hac - quet fu uno di quelli che, grazie a un zioni popolari, non può non materia - passionati delle cose di montagna po - meno, quella degli ultimi 40 anni. tranno con soddisfazione collocare LCaporal e Sergent diventarono pareti carattere coriaceo, generoso, ardito e lizzarsi l'immagine di Voltaire che detta nella loro biblioteca . note agli appassionati dagli anni ‘70, al favore della fortuna, riuscì a morire quindici lettere contemporaneamente quando sull’onda del movimento del nel suo letto dopo aver visto la morte ai suoi esausti segretari. Belsazar era Nuovo Mattino l’attenzione degli alpini - in faccia chissà quante volte, prima di stimato da persone come Linneo e l'a - Melania Lunazzi (a cura di) - BELSAZAR sti più giovani e meno legati ai vecchi quell'ultima che ne spense l'esistenza bate Fortis, e lo stesso Goethe afferma HACQUET - Dal Tricorno alle Dolomiti - Un stereotipi si rivolge anche alle strutture di a Ljubljana, nel 1817. Era nato nel 1739 di averne studiato le opere per cono - viaggiatore del Settecento - ed. Nuovi fondovalle. (o 40?), in Bretagna – forse -, un dio - scere meglio le Alpi. Sentieri, pag. 234, € 28,00 12 Alpinismo goriziano - 4/2010

pale: la neve, i responsabili del gruppo si 13 febbraio: Lavinal dell’Orso – coor - Vita sezionale sono riuniti per stilare un calendario per dinatori Luciano Forgiarini e Fabio Al - la prossima stagione invernale. Le gadeni; uscite, in genere, si effettuano settima - 19/20 marzo: Grosse Königsthul e Speriamo che sia neve nalmente al sabato o alla domenica; per Pleiternoch – coordinatori Maurizio Qua - i più fortunati ne scappa anche una in - glia e Fabio Pacori; frasettimanale. Per dar modo a tutti di 10 Aprile : Monte Coglians – coordi - di MAURIZIO QUAGLIA partecipare, fare gruppo e conoscersi, si natori Giorgio Peratoner e Paolo Besti; è deciso di ripetere la positiva espe - 29/30 Aprile e 1 Maggio Cima Mar - arafrasando il titolo di un celebre invernali in genere. La sezione, come rienza inaugurata due anni fa indicando motta e Cima Venezia – coordinatori film italiano di qualche anno fa, a molti già sanno, ma è sempre meglio ri - preventivamente le date delle uscite. Maurizio Quaglia e Fabio Pacori. mo’ di auspicio, incomincio a pre - cordare, organizza a partire dal mese di Nel calendario, le mete delle gite Infine, a suggellare la stagione sci al - sentare le aspirazioni del gruppo ottobre il corso di ginnastica prescii - sono chiaramente indicative, in quanto pinistica, verrà organizzato un tour di Pscialpinistico per la stagione invernale stica. bisognerà verificare le condizioni della una settimana in qualche parte dell'Eu - 2010 - 2011. Sotto l'attenta guida del prof. Bron - neve, ma rispecchiano l'andamento della ropa, come accade dal 1998. Le premesse sono buone, e infatti le dani, da ottobre a maggio i soci ven - stagione invernale e quindi con la spe - Dopo i Pirenei, la Norvegia, i Tatra nevicate di metà ottobre hanno per - gono preparati ad affrontare le gite di ranza di passare da una bella e soffice sia Slovacchi che Polacchi, i Carpazi Ru - messo a qualche appassionato di cal - scialpinismo, sci escursionismo, le neve fresca ad uno spaziale firn prima - meni e le montagne della Bulgaria, la zare gli sci e sbloccare quell'empasse uscite dedicate allo sci nordico e a verile. Una scelta obbligatoria risulta es - catena del monte Elbrus in Russia, l'Alto che a molti viene naturale nel passare quello alpino. sere il passaggio da cime più semplici a Atlante in Marocco e il Mutzaghata in dalla stagione estiva a quella invernale. Come si può capire, una prepara - quelle più impegnative, per dar modo a Cina si andrà a "ravanare" per cercare In effetti per noi calza a pennello la frase zione a tutto tondo i cui effetti si sentono tutti di uscire sempre in sicurezza, non quelle discese che ti fan capire che, no - fatta "non ci sono più le mezze stagioni". anche quando si appendono momenta - dimenticando di divertirsi. nostante la fatica, la passione paga. Certamente, per un socio molto at - neamente gli sci al chiodo, per passare Queste le mete proposte dai re - Terminando queste righe e ribal - tivo, passare da un'attività estiva di tipo nuovamente alle varie calzature estive. sponsabili per la prossima stagione in - tando il nostro titolo possiamo dire … escursionistico o alpinistico a quella in - A proposito, anche quelle persone vernale: speriamo che neve sia! vernale è normale, ma per i più è neces - che fanno “solo" escursionismo sono i 16 gennaio: Sella Sissanis - coordi - saria una preparazione fisica per affron - benvenuti. natori Luciano Forgiarini e Giorgio Pera - tare le escursioni scialpinistiche o quelle Ritornando al nostro tema princi - toner; Nuovo Consiglio Direttivo Uno dei compiti dell’Assemblea del 25 novembre è stato quello di procedere al rinnovo del Consiglio Direttivo Sezio - Karstfahrt 2010 nale e degli altri Organi sezionali per il triennio 2011/2013. Sono stato eletti per il CD i seguenti soci: Roberto Drioli, Ma - n una grigia giornata di pioggia e rino Furlan, Roberto Fuccaro, Mauro nebbia si è svolta, lo scorso 7 no - Gaddi, Roberto Leban, Barbara Pelliz - vembre, la tradizionale escursione zoni, Giorgio Paratoner, Maurizio Qua - con gli amici dell’Oesterreichischer glia e Franco Seneca. Il Collegio dei Re - IAlpen ve rein di Villach, giunta alla ventu - visori dei Conti sarà così composto: nesima edizione, con meta il monte Ko - Manlio Brumati, Paolo Geotti, Manlio Mi - rada sul Collio Sloveno (Brda). Nono - niussi quali componenti effettivi e Paolo stante le cattive condizioni atmosferiche, Danelon quale supplente. Per il Collegio l’escursione si è svolta regolarmente. La dei Probiviri sono stati eletti: Giancarlo prima tappa è stata l’accogliente rifugio Ceriani, Luca Sanson e Carlo Tavagnutti posto a breve distanza dalla vetta del quali componenti effettivi e Bartolomeo Korada, che la numerosa partecipazione Curatoli quale supplente. Ai neo eletti va di appassionati ha reso ben presto un augurio di buon lavoro da parte nostra troppo piccolo. La gita si è poi conclusa e di tutti i soci, che, siamo certi, non fa - in località Podsabotin (Slo) con il pranzo ranno mancare la loro collaborazione. in un ottimo agriturismo...e tanta alle - gria! Al termine i consueti saluti, i rin - graziamenti agli organizzatori e l’appun - tamento al 2011 sperando in una bella giornata di sole!!! (C.T.) Tesseramenti 2011 Nel corso dell’Assemblea dei Soci del 25 novembre scorso sono state ap - provate le quote sociali per il 2011. I ca - noni per il 2011 sono: soci Ordinari 42 €, soci Familiari 22 € e soci Giovani 16 €. Il rinnovo si può fare presso la sede sociale il giovedì dalle ore 21.00 alle 22.00 o, dal 1 dicembre 2010 fino al 31 marzo 2011, anche il martedì dalle ore 18.30 alle 19.30. In alternativa si può ricorrere al Conto corrente postale n. 11588498 inte - stato alla Sezione. Il 31 marzo è il limite massimo per avere la garanzia della copertura assicu - rativa e dell’invio delle pubblicazioni se - zionali e della Sede Centrale; da questa data tali servizi sono sospesi per ripren - dere solo dopo il pagamento del canone. Buon Natale e felice Anno Nuovo Alpinismo goriziano Editore: Club Alpino Italiano, Sezione di Gorizia, Via Rossini 13, 34170 Gorizia. Fax: 0481.82505 Vesel Božiˇc in sreˇcno Novo leto Cod. fisc.: 80000410318 - P. IVA 00339680316 E-mail: [email protected] www.caigorizia.it Direttore Responsabile: Fulvio Mosetti. Bon Nadâl e Bon An Servizi fotografici: Carlo Tavagnutti. Stampa: Grafica Goriziana - Gorizia 2010. Autorizzazione del Tribunale di Gorizia n. Fröhliche Weihnachten 102 del 24-2-1975. LA RIPRODUZIONE DI QUALSIASI ARTICOLO È CON- SENTITA, SENZA NECESSITÀ DI AUTORIZZAZIONE, und ein Glückliches neues Jahr CITANDO L’AUTORE E LA RIVISTA. VIETATA LA RIPRODUZIONE DELLE IMMAGINI SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELL’AUTORE.