Comune di Santa Giuletta (PV) – PGT 2012 – PIANO DEI SERVIZI. Allegato PS.02 PUGSS

INDICE DEL PUGSS

RAPPORTO TERRITORIALE ...... 3 1.0. Introduzione ...... 5 1.0.1 La Direttiva 3 marzo 1999 Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici (GU n. 58 del 11 marzo 1999) ...... 6 1.0.2 La Legge Regionale 26/2003 Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche (BURL n. 51 S.O. del 16 dicembre 2003) ...... 7 1.0.3 Il Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6 Criteri guida per la redazione dei piani urbani generali dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) e criteri per la mappatura e la georeferenziazione delle infrastrutture (ai sensi della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26, art. 37, comma 1, lett. a e d, art. 38 e art. 55, comma 18) (BURL S.O. n. 8 del 23 febbraio 2010) ...... 8 1.0.4 Indirizzi generali, criteri, contenuti specifici e metodologia del PUGSS ...... 9 1.1. Sistema geoterritoriale ...... 13 1.1.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 13 1.1.2. Analisi territoriale ...... 13 1.2. Sistema urbanistico ...... 17 1.2.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 17 1.2.2. Analisi territoriale ...... 17 1.3. Sistema dei vincoli ...... 19 1.3.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 19 1.3.2. Analisi territoriale ...... 19 1.4. Sistema dei trasporti ...... 22 1.4.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 22 1.4.2. Analisi territoriale ...... 22 1.5. Sistema dei servizi a rete ...... 26 1.5.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 26 1.5.2. Analisi territoriale ...... 26 ANALISI DELLE CRITICITÀ ...... 29 2.1. Analisi del sistema urbano ...... 31 2.1.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 31 2.1.2. Analisi territoriale ...... 31 2.2. Censimento cantieri stradali ...... 49 2.2.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 49 2.2.2. Analisi territoriale ...... 49 2.3. Vulnerabilità delle strade ...... 51 2.3.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 51 2.3.2. Analisi territoriale ...... 52 2.4. Livello e qualità dell’infrastrutturazione esistente ...... 54 2.4.1. Introduzione e metodologia di indagine ...... 54 2.4.2. Analisi territoriale ...... 54

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PIANO DEGLI INTERVENTI...... 57 3.1. Scenario di infrastrutturazione ...... 59 3.1.1. Introduzione e metodologia ...... 59 3.1.2. Servizi in progetto ...... 60 3.2. Criteri di intervento ...... 63 3.2.1. Criteri generali ...... 63 3.2.2. Criteri particolari ...... 64 3.3. Soluzioni per il completamento della ricognizione ...... 67 3.3.1. Introduzione e metodologia ...... 67 3.3.2. Soluzioni individuate ...... 67 3.4. Modalità per la cronoprogrammazione degli interventi ...... 70 3.4.1. Introduzione e metodologia ...... 70 3.4.2. Cronoprogrammazione ...... 70 3.5. Procedure per il monitoraggio ...... 71 3.5.1. Introduzione e metodologia ...... 71 3.5.2. Strutture deputate al monitoraggio ...... 71 3.5.3. Procedure di monitoraggio ...... 72 3.6. Verifica della sostenibilità economica del piano ...... 74 3.6.1. Introduzione e metodologia ...... 74 3.6.2. Risorse economiche attivabili ...... 74

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SEZIONE PRIMA RAPPORTO TERRITORIALE

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1.0. Introduzione Ricordando che il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) è strumento autonomo all’interno del più ampio strumento di governo territoriale costituito dal PGT, normato ai sensi della LR 12/2005, e di cui il PUGSS costituisce parte essenziale, si evidenzia innanzitutto la struttura del piano, attraverso l’elenco degli elaborati che lo costituiscono:

Elaborato Contenuto Scala Allegato PS.02 PUGSS - Norme Tecniche di Attuazione del PGT: Parta Quarta Allegato N Piano dei Servizi - Capo III Disposizione del Piano - Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo Tavola PS.03 PUGSS - Rete acquedotto 1:10.000 Tavola PS.04 PUGSS - Rete fognatura 1:10.000 Tavola PS.05 PUGSS - Rete ENEL 1:10.000 Tavola PS.06 PUGSS - Rete gas 1:10.000

Il presente documento, che rappresenta l’Allegato PS.02, è redatto seguendo ai sensi della vigente normativa regionale e nazionale e si articola nelle seguenti sezioni:

• Sezione prima: rapporto territoriale - Sistema geoterritoriale - Sistema urbanistico - Sistema dei vincoli - Sistema dei trasporti - Sistema dei servizi a rete • Sezione seconda: analisi delle criticità - Analisi del sistema urbano - Censimento dei cantieri stradali - Vulnerabilità delle strade - Livello e qualità dell’infrastrutturazione esistente • Sezione terza: Piano degli Interventi - Scenario di infrastrutturazione - Criteri di intervento - Soluzioni per il completamento della ricognizione - Modalità per la crono programmazione degli interventi - Procedure di monitaggio - Verifica della sostenibilità economica del Piano

La sezione prima è dunque dedicata alla costruzione del quadro conoscitivo territoriale, mentre la sezione seconda formula una diagnosi in merito alle principali criticità degli elementi vulnerabili e sensibili in ordine alla gestione delle reti di sottoservizio. Infine la sezione terza, formula il Piano degli Interventi del PUGSS il cui scopo è quello di programmare efficacemente nel tempo le azioni di completamento, di monitoraggio e di coordinamento tra i Gestori, valutando anche la disponibilità di risorse interne all’Amministrazione da dedicare a tali attività.

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Vengono di seguito evidenziati i contenuti principali della normativa nazionale e regionale di riferimento, che stanno alla base dei criteri adottati nella stesura del PUGSS.

1.0.1 La Direttiva 3 marzo 1999 Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici (GU n. 58 del 11 marzo 1999) La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3/3/1999 “Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici” contiene disposizioni volte a consentire la facilità di accesso agli impianti tecnologici e la relativa loro manutenzione, tendendo a conseguire, per quanto possibile, il controllo e la rilevazione delle eventuali anomalie attraverso sistemi di segnalazione automatica in modo da evitare, o comunque ridurre al minimo, lo smantellamento delle sedi stradali, le operazioni di scavo e lo smaltimento del materiale di risulta. L’obiettivo primario è di razionalizzare l’impiego del sottosuolo in modo da favorire il coordinamento degli interventi per la realizzazione delle opere, che devono essere quanto più possibile tempestivi al fine di:

- evitare il congestionamento del traffico; - contenere i consumi energetici; - limitare al massimo il disagio ai cittadini ed alle attività commerciali presenti; - ridurre i livelli di inquinamento nonché l’impatto visivo.

Le disposizioni si applicano alla realizzazione dei servizi tecnologici nelle aree di nuova urbanizzazione ed ai rifacimenti e/o integrazioni di quelli già esistenti ovvero in occasione di significativi interventi di riqualificazione urbana. Il PUGSS, da attuarsi in coerenza con gli strumenti di sviluppo urbanistico, deve essere predisposto dal Comune, d’intesa con le aziende erogatrici dei servizi. È altresì prevista la realizzazione di una cartografia di supporto, in formato cartaceo, informatico o numerico. Per la realizzazione degli impianti nel sottosuolo sono definite tre categorie standard di ubicazione dei vari servizi in:

- trincea, previa posa direttamente interrata o in tubazioni sotto i marciapiedi o altre pertinenze stradali; - polifore, manufatti predisposti nel sottosuolo per l’infilaggio di canalizzazioni; - strutture polifunzionali, cunicoli e gallerie pluriservizi percorribili.

Gli impianti devono essere realizzati in accordo con le norme tecniche UNI e CEI pertinenti e devono rispettare quanto previsto nelle disposizioni dell'art. 66 del Nuovo Codice della Strada, nonché garantire il superamento di barriere architettoniche e la tutela degli aspetti ambientali nell'intorno delle aree di intervento. I soggetti interessati (Comuni, Enti ed Aziende) devono promuovere un’efficace pianificazione, con aggiornamento indicativamente su base triennale, perseguendo le opportune sinergie anche mediante incontri sistematici tra le parti. Nell’ambito di questo coordinamento, i comuni, con cadenza almeno semestrale, procedono al censimento degli interventi necessari sia per l’ordinaria che per la straordinaria manutenzione delle strade, nonché degli interventi urbanistici previsti dal PGT e dai piani attuativi, dandone tempestiva comunicazione alle Aziende che gestiscono i servizi, che dovranno a loro volta presentare ai comuni entro 60 giorni la pianificazione prevista per i propri interventi. È prevista, da parte dei comuni di concerto con le Aziende, l'elaborazione di un regolamento che disciplini le modalità progettuali delle opere ed i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Il Comune indice una Conferenza dei Servizi per definire con le Aziende le modalità e la tempistica degli interventi, e per indicare i vincoli di carattere ambientale, urbanistico e archeologico da rispettare.

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Le Aziende sono tenute a presentare al Comune e agli altri Enti interessati i progetti di intervento almeno tre mesi prima dell'esecuzione delle opere, al fine di consentire le verifiche sul rispetto dei vincoli. Il Comune o gli Enti competenti comunicano entro un determinato periodo di tempo i motivi di un eventuale diniego al progetto. La Direttiva prevede un censimento delle strutture esistenti, del loro stato e dei punti di accesso. Inoltre le aziende devono mantenere costantemente aggiornati i dati cartografici relativi ai propri impianti, rendendoli disponibili su richiesta motivata del Comune o degli altri Enti interessati. I comuni devono predisporre un opportuno sistema informativo per la gestione dei dati territoriali e, compatibilmente con le dotazioni organiche, possono istituire un ufficio per il sottosuolo al fine di meglio coordinare i relativi interventi, sempre mantenendo costanti contatti con l’ufficio del traffico.

1.0.2 La Legge Regionale 26/2003 Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche (BURL n. 51 S.O. del 16 dicembre 2003) Questa legge disciplina i servizi locali di interesse economico generale, tra cui quelli nel sottosuolo, recependo così la Direttiva Ministeriale 3 marzo 1999. La Regione, oltre a fare propri i principi della Direttiva Ministeriale, intende promuovere una diffusione capillare ed omogenea di infrastrutture di sottoservizi, al fine di realizzare economie di scala. Ciò permette di comprendere il ruolo di natura strategica, ma anche economica, che una corretta gestione del sottosuolo può avere. La legge regionale richiede la mappatura e georeferenziazione dei tracciati su cartografie da redigersi in formato digitale; il database così costruito dovrà anche contenere le caratteristiche costruttive delle reti. Viene esteso l’obbligo di predisposizione del PUGSS, quale specificazione settoriale del Piano dei Servizi, a tutti i comuni lombardi, anche quelli che si ubicano al di sotto delle soglie minime di popolazione previste nella Direttiva Ministeriale, che obbligavano a dotarsi di tale strumento solo i comuni con popolazione superiore a determinate soglie numeriche. Vengono istituiti il Garante dei Servizi Locali di Interesse Economico Generale e l’Osservatorio Regionale sui servizi di pubblica utilità. Il Garante dei servizi svolge funzioni di tutela degli utenti nella fruizione del servizio e di vigilanza sull’applicazione della legge, mentre l’Osservatorio ha il compito di svolgere le seguenti attività:

- raccolta ed elaborazione dati relativi alla qualità dei servizi resi agli utenti finali, misurandone il grado di soddisfazione, definendo anche degli indici di qualità; - favorire l’aggregazione di Enti Locali nelle attività di affidamento dei servizi; - monitorare l’evoluzione del quadro normativo comunitario, nazionale e regionale in materia; - garantire la verifica costante delle iniziative e dei progetti proposti nei quali sia prevista la partecipazione di capitali pubblici; - censire le reti esistenti, rilevandone dati economici, tecnici e amministrativi, realizzare e gestire una banca dati per ogni servizio, da immettere in un sito telematico; - redigere capitolati tipo per le gare per l’affidamento dei servizi; - pubblicizzare le esperienze pilota nazionali e internazionali; - rilevare le tendenze del mercato dei servizi ed effettuare azioni di informazione tramite strumenti di comunicazione multimediali; - monitorare lo stato delle risorse connesse all’erogazione dei servizi.

Infine, l’attività di gestione dell’infrastruttura è regolata da una convenzione con il comune, che prevede:

- la regolamentazione degli accessi alle infrastrutture;

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- le tariffe per l’utilizzo delle infrastrutture; - i criteri di gestione e manutenzione delle infrastrutture; - la presentazione di idonea cauzione a garanzia di danni attribuibili a cattiva gestione; - la definizione di clausole sanzionatorie.

1.0.3 Il Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6 Criteri guida per la redazione dei piani urbani generali dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) e criteri per la mappatura e la georeferenziazione delle infrastrutture (ai sensi della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26, art. 37, comma 1, lett. a e d, art. 38 e art. 55, comma 18) (BURL S.O. n. 8 del 23 febbraio 2010) Il Regolamento Regionale del 15 febbraio 2010, n. 6, che aggiorna il precedente del 28 febbraio 2005 n. 3, definisce i criteri guida per: - la redazione del PUGSS, in attuazione della normativa nazionale e regionale; - l’omogenea mappatura e georeferenziazione delle infrastrutture di alloggiamento dei servizi; - le condizioni per il raccordo delle mappe comunali e provinciali con il SIT regionale; - le modalità per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione delle infrastrutture per l’alloggiamento dei servizi nel sottosuolo.

Il regolamento si applica per l’alloggiamento nel sottosuolo dei seguenti servizi di rete: - acquedotti; - condotte fognarie per la raccolta delle acque meteoriche e reflue urbane; - elettrodotti MT o BT, compresi quelli destinati all’alimentazione dei servizi stradali; - reti per le telecomunicazioni e trasmissione dati; - condotte per il teleriscaldamento; - condotte per la distribuzione del gas; - altri servizi sotterranei eventualmente presenti;

L’applicazione è estesa alle correlate opere superficiali ausiliarie di connessione e di servizio. Sono escluse le adduttrici/alimentatrici primarie delle reti idriche, i collettori primari delle fognature, le condotte primarie per il trasporto del gas e dei fluidi infiammabili, le linee elettriche in alta tensione, nonché le strutture destinate alla concentrazione di diversi servizi, quali centrali telefoniche, cabine elettriche e similari, tutti appartenenti ad un unico insediamento produttivo. In ogni caso sono fatti salvi gli adempimenti cartografici e le prescrizioni relative al rispetto del codice della strada e l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Il PUGSS, che deve essere congruente con le previsioni dello strumento urbanistico generale e con le sue varianti, si articola in: - descrizione delle principali caratteristiche tecniche del sottosuolo e dei suoi possibili utilizzi; - valutazione dei vincoli gravanti sul territorio comunale; - criteri localizzativi e realizzativi delle infrastrutture sotterranee; - cronoprogramma degli interventi.

Non è consentita la realizzazione di nuove infrastrutture su percorsi paralleli, anche se limitrofi, se non a seguito di esaurimento delle primarie capacità di alloggiamento dei servizi a rete. Vengono poi fornite delle prescrizioni tecniche per la realizzazione delle infrastrutture, che verranno riprese nei successivi capitoli. Completano il PUGSS le indicazioni sulle previsioni di carattere economico circa la sostenibilità degli interventi e il reperimento delle risorse, e di cronoprogrammazione degli stessi.

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1.0.4 Indirizzi generali, criteri, contenuti specifici e metodologia del PUGSS Il PUGSS è lo strumento necessario per gestire la collaborazione tra le Pubbliche Amministrazioni Locali e degli Enti Gestori dei servizi del sottosuolo. Richiamando le indicazioni dell’art. 3 della Direttiva Ministeriale, è sancito il ruolo del Comune quale Ente deputato a redigere e gestire i PUGSS; alla Regione si ascrive un ruolo di indirizzo generale, mentre alla Provincia un ruolo di coordinamento degli interventi di realizzazione delle infrastrutture di interesse sovracomunale con salvaguardia delle esigenze di continuità interprovinciale. Ciò in virtù del fatto che il PUGSS deve essere formulato adottando una struttura e dei contenuti che rispecchino le caratteristiche territoriali specifiche della singola realtà comunale. Il PUGSS definisce le indicazioni di uso e di trasformazione del sottosuolo comunale, in relazione agli indirizzi di sviluppo espressi dalla comunità locale, con un orizzonte temporale di medio termine (almeno 10 anni).

I criteri cui il PUGSS deve attenersi sono i seguenti: - regolarità e continuità nell’erogazione; - economicità rispetto ai fabbisogni richiesti; - raggiungimento di economie di gestione; - contenimento dei costi sociali; - condizioni di sicurezza e compatibilità ambientale - condizioni di equità nell’accesso e fruibilità dei servizi da parte di tutti i cittadini.

I servizi d’interesse generale costituiscono un fattore essenziale di sviluppo, poiché contribuiscono alla competitività dell’economia locale ed alla promozione della coesione sociale. Il piano dovrà innescare un’azione di miglioramento che, partendo dalla definizione di standard minimi obbligatori, raggiunga una condizione ottimale nell’erogazione del servizio e nel rapporto costi – benefici in un arco temporale relativamente breve, per il raggiungimento di economie di gestione e quindi anche di economicità dei servizi offerti. Alcuni spunti su cui basare questa attività sono: - il rafforzamento della distinzione dei ruoli di indirizzo/governo del sistema (ente locale) e di organizzazione/gestione da parte delle aziende. Questa distinzione di ruoli dovrà permettere un più efficace controllo della gestione dei servizi di primaria importanza; - il perseguimento della gestione associata dei servizi a livello locale e tra gli enti locali, per ottimizzare l’impiego delle risorse umane e strumentali che saranno condivise, perseguendo logiche di miglioramento del servizio reso ai cittadini e beneficiando di indubbie economie di scala; - l’utilizzo razionale del sottosuolo anche mediante la condivisione delle infrastrutture, coerente con la tutela dell’ambiente, del patrimonio storico-artistico, della sicurezza e della salute dei cittadini.

I principi cardine cui il PUGSS si basa sono i concetti di efficienza ed efficacia. Il PUGSS deve infatti pianificare i servizi di pubblica utilità in maniera da garantire il razionale utilizzo delle risorse distribuite nel sottosuolo, ottimizzando parallelamente l’impiego di tutte le risorse disponibili: umane, economiche, territoriali e tecnologiche; l’obiettivo è il raggiungimento di una duplice efficienza, sia sul piano tecnologico, sia sul piano gestionale. Ciò deve essere fatto in maniera efficace, con lo scopo di soddisfare il bisogno nella più alta misura possibile in riferimento alla qualità del servizio erogato. Gli elementi di giudizio possono essere la continuità del servizio, la rapidità d’intervento in caso di guasti, il contenimento di perdite e di sprechi di risorse.

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Altro parametro fondamentale su cui costruire il PUGSS è l’economicità, ossia la redditività della gestione aziendale. Uno dei maggiori problemi da affrontare riguarda l’adeguamento delle tariffe alle caratteristiche operative del servizio, in particolare al suo costo effettivo di produzione. Data la forte correlazione tra la redditività della gestione aziendale (e quindi dell’economicità), la formazione della tariffa e gli investimenti in infrastrutture, il PUGSS deve essere in grado di tenere in debita considerazione tali fattori per raggiungere l’obiettivo di massimizzare l’economicità dei servizi erogati, attraverso l’attivazione di significative economie di scala. Infine, tra gli obiettivi del PUGSS vi è anche la riduzione del disagio (fastidi e situazioni di pericolo) arrecato ai residenti ed alle attività economiche in occasioni di lavori sulla rete, che constano in disturbi alla circolazione dei pedoni, congestionamento del traffico, disagi derivanti dall’attesa per interventi di riparazione dei guasti, eventuali danni arrecati ai sistemi ambientali, paesistici e monumentali, l’inquinamento acustico ed atmosferico.

Il perseguimento degli obiettivi sopra enunciati si realizza mediante: - un miglioramento delle modalità e delle tecniche di scavo; - la diffusione di sistemi di alloggiamento possibilmente multiplo che permettano una manutenzione efficace, limitando le manomissioni del corpo stradale nel tempo; - l’utilizzo di tecnologie innovative che offrano servizi di qualità, bassi impatti ambientali e costi economici contenuti. - Il coordinamento degli interventi dei diversi gestori, privilegiandone l’accorpamento, assicurando tempi certi e sempre più contenuti delle fasi di cantierizzazione ed incentivando le attività meno impattanti in termini sociali ed ambientali.

Infine, la pianificazione degli interventi sul suolo, sottosuolo stradale e urbano deve contemplare la salvaguardia dei sistemi territoriali, con particolare riferimento a: - difesa del suolo; - inquinamento del sottosuolo e dei corpi idrici sotterranei; - fenomeni di dissesto territoriale; - inquinamento atmosferico; - inquinamento acustico; - emergenze ambientali, paesaggistiche, architettoniche ed archeologiche, in conformità agli indirizzi dei diversi livelli di pianificazione e di tutela del territorio.

La prevenzione, in tal senso, va perseguita sia in fase di alloggiamento dei sistemi che nella gestione dei diversi servizi. In ultimo si ricorda che sono fatte salve le disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale, qualora gli interventi coincidano con i progetti di infrastrutture di cui alla LR 5/2010.

Ferma restando la forte interconnessione del PUGSS con gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale e, dunque, anche delle basi informative che risultano indispensabili alla redazione dell’uno e dell’altro strumento di piano, il PUGSS contiene, oltre a direttive e regolamenti riferiti agli aspetti procedurali e attuativi, analisi ed elaborati relativi alle caratteristiche ambientali, urbanistiche e infrastrutturali del territorio considerato, rilievi dello stato degli impianti tecnologici, previsioni di evoluzione della distribuzione della popolazione, del tessuto urbano e delle reti di superficie e sotterranee. Il PUGSS pertanto presenta come contenuti tutti quegli elementi di analisi ed indicazioni operative che consentono di: - definire un quadro conoscitivo del territorio comunale, in particolare delle sue componenti che in qualche modo, nello stato di fatto o potenzialmente, si relazionano con la presenza di infrastrutture nel

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- sottosuolo; - definire un quadro conoscitivo quanto più possibile di dettaglio delle infrastrutture alloggiate nel sottosuolo e di quelle strettamente connesse (rete stradale in primis ); - indirizzare gli interventi dei gestori, favorendo lo sviluppo dei servizi nell’intero territorio urbanizzato, in modo da realizzare economie di scala a medio - lungo termine con usi plurimi dei sistemi ove possibile, valorizzare le aree più svantaggiate, assicurare al maggior numero possibile di cittadini ed alle varie componenti economiche e sociali la miglior fruizione dei servizi stessi; - prevedere ed attivare sistemi di telecontrollo per la segnalazione automatica di disservizi; - limitare quanto più possibile, nella frequenza e nella durata, mediante interventi programmati ed azioni di coordinamento tra i vari operatori, le operazioni di scavo che richiedono lo smantellamento e ripristino delle sedi stradali ed occupazione di spazi in superficie durante le fasi di cantierizzazione; - promuovere a tal fine anche le modalità di posa con tecniche senza scavo (No Dig) e gli usi plurimi di alloggiamento dei sistemi, nonché la realizzazione di strutture più facilmente ispezionabili (p.e. con copertura a plotte scoperchiabili); - accompagnare l’attivazione di un apposito Ufficio del Sottosuolo, o comunque la formazione di una struttura interna all’Amministrazione comunale per la gestione ed applicazione del PUGSS e per le funzioni di monitoraggio; - avviare l’implementazione e la gestione di una banca dati dei servizi del sottosuolo, e favorire l’integrazione tra questa ed il SIT comunale.

La metodologia adottata per la predisposizione del PUGSS è quella consolidata della pianificazione urbanistica, ove partendo da un’analisi strutturata per tematiche e su più livelli, si possa procedere ad una diagnosi degli elementi di maggior attenzione nell’ottica di sviluppare una pianificazione mirata, coerente e corretta, ispirati ai succitati principi generali e criteri. In particolar modo il metodo si fonda su un doppio canale di indagine: definire un quadro conoscitivo dei sistemi territoriali ed un quadro conoscitivo degli impianti tecnologici . Quest’ultimo aspetto è quello che risulta essere di maggior difficoltà nella sua costruzione, poiché normalmente si hanno solo delle conoscenze parziali a livello generale di ogni singolo sistema ed a livello di rapporti tra territorio ed esigenze di funzionamento delle reti.

Per quanto riguarda i sistemi territoriali, è necessario valutare: - la componente geoterritoriale (caratteristiche geologico - geotecniche, morfologia e idrografia, rischio sismico), - lo schema insediativo, - il sistema dei vincoli, - il sistema viabilistico e della mobilità. L’analisi congiunta delle caratteristiche investigate e delle relative problematiche emerse, porta a definire i livelli di fattibilità territoriale rispetto alle esigenze di adeguamento dei sistemi tecnologici nel sottosuolo e le ricadute connesse agli interventi operativi, dove per fattibilità si intende il grado di possibilità di operare interventi nel sottosuolo stradale e le limitazioni connesse alla fase di cantierizzazione dovute a: - aspetti idrogeologici; - aspetti legati all’uso del suolo; - presenza di vincoli ambientali; - caratteristiche di mobilità urbana.

Per quanto riguarda l’analisi degli impianti, andranno presi in considerazione i seguenti aspetti: - stato di fatto

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- modalità del servizio - criteri realizzativi - manutenzioni

L’incrocio dei due percorsi paralleli di indagine porterà ad evidenziare un set di proposte strettamente connesse con la fattibilità e le problematiche riscontrate ed alla gerarchizzazione dei sistemi a rete nel sottosuolo, stabilendo le strutture o i sistemi tecnologici di alloggiamento più idonei per rispondere alle diverse esigenze presenti (qualità di erogazione del servizio, livello di copertura ed economicità dello stesso, ecc.); In tal modo si potrà individuare il sistema più adeguato formato da una rete di forza attrezzata mediante strutture sotterranee polifunzionali, una rete di distribuzione intermedia, con polifore e strutture in affianco ed infine, una rete di distribuzione minuta, predisposta con semplici cavidotti.

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1.1. Sistema geoterritoriale

1.1.1. Introduzione e metodologia di indagine Riguarda le caratteristiche geografiche e morfologiche del territorio comunale. Nell'approfondire tale profilo vengono considerati gli elementi che possono relazionarsi con la pianificazione del sottosuolo, come: - estensione superficiale del territorio comunale, confini territoriali; distribuzione dei centri abitati sul territorio e mutue distanze; vie di collegamento tra capoluogo e altri comuni e tra capoluogo e altri centri abitati dello stesso comune; - organizzazione morfologica del territorio e ripartizione del territorio tra zone montuose, collinari e pianeggianti; quota altimetrica dei vari centri abitati; - caratteristiche idrogeologiche e stratigrafiche dei terreni (permeabilità dei terreni, stato di coesione, etc.); - reticolo idrografico superficiale (canali di bonifica) e sotterraneo: infiltrazioni d'acqua e vie di scorrimento preferenziali; - reticolo delle cavità sotterranee e preesistenze che potrebbero generare vincoli e preclusioni alla posa di nuove infrastrutture, nonché spazi liberi disponibili per la posa di nuove infrastrutture (sotterranei, catacombe, acquedotti, cave, cripte, cunicoli, fogne, cisterne, rifugi, cavità naturali, zone di sepoltura, cantieri sotterranei, tunnel metropolitani e ferroviari vecchi e nuovi, tracciati e condutture per impiantistica e servizi, camminamenti e fortificazioni militari antiche e recenti).

1.1.2. Analisi territoriale

Sistema infrastrutturale Sistema ambientale Sistema insediativo

Estensione territoriale 11,67 [km 2] • ( 8 km ) • ( 6 km ) Ubicazione rispetto ai • ( 26 km )

principali poli attrattori • Piacenza ( 45 km ) • Stradella ( 11 km ) • ( 18 km ) Altitudine 65 / 345 [min / max m s.l.m.] • • Pietra de’ Giorgi Comuni contermini • Comune planiziale SI Comune collinare SI

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Sistema infrastrutturale Sistema ambientale Sistema insediativo

• Rio Morto Zuso e Fonso e Valsolda Corsi d'acqua • Cavo Grande - Rile Verzate – Rio Della Valle A21 “Torino-Piacenza- Tracciato autostradale Brescia” “Torino – Alessandria – Tracciato ferroviario Piacenza” • Casello autostradale di Broni Stradella sulla A21 “Torino-Piacenza- Brescia” (10 km a est ) • Casello autostradale di Casteggio sulla A21 “Torino-Piacenza- Brescia” (7 km a ovest) • Casello autostradale di Principali poli di interscambio Castel San Giovanni sulla A21 “Torino- Piacenza-Brescia” (25 km a est) • Stazioni ferroviarie sulla “Torino – Alessandria – Piacenza”: Broni (8 km a est), Casteggio (11km a ovest).

Per quanto concerne gli aspetti idrogeologici, l’Oltrepò Pavese ha una conformazione molto diversificata. Le acque sotterranee, nella porzione SE-NO (tra Casteggio e la confluenza tra Ticino e Po) hanno caratteristiche prevalentemente clorurato-sodiche, poiché si assiste alla risalita di acque sotterranee provenienti dal substrato di origine marina. Nel territorio dell’Oltrepò si nota infatti una decisa risalita del basamento marino in corrispondenza del margine pedecollinare; tale fenomeno riduce notevolmente e progressivamente lo spessore dei sedimenti alluvionali sabbioso-ghiaiosi, fino ad uno spessore minimo di 10 m, misurato in corrispondenza dei nuclei di Broni e Stradella.

Il territorio dell’Oltrepo Pavese è a sua volta suddivisibile in due ulteriori “macroaree” a seconda delle litologie interessate e delle loro caratteristiche idrogeologiche: • l’area di pianura (caratterizzata dalla presenza di successioni deposizionali alluvionali di conoide limitate nello spessore dalle risalite del basamento marino); • l’area collinare (dove si ha l’affioramento delle formazioni marine che, nelle altre aree del territorio provinciale, formano il basamento sul quale si poggiano le deposizioni alluvionali)

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L’area di pianura è costituita da depositi alluvionali pedecollinari derivanti dall’accumulo dei sedimenti da parte dei corsi d’acqua di origine appenninica e caratterizzata dalla presenza dei paleoconoidi di tali torrenti, senza dimenticare l’influenza esercitata sullo spessore di tali sedimenti permeabili dal substrato marino tettonicamente deformato. In questa “macroarea” si possono distinguere tre sottozone, differenti tra loro dal punto di vista idrogeologico: - la pianura dell’Oltrepò, divisibile a sua volta in aree con depositi a prevalenza permeabile e impermeabile (v. Fig. 4); - la pianura del Fiume Po; - il conoide del Torrente Staffora

In particolare il comune di Santa Giuletta è interessato dall’area di Pianura dell’Oltrepò, delimitata a sud dai rilievi collinari ed a nord da una linea ideale che congiunge i territori di , e ed è impostata su depositi di origine fluviale derivanti dalle deposizioni dei torrenti appenninici (torrenti Coppa, Scuropasso e Versa) spesso interdigitate e saldate tra loro. In corrispondenza del limite settentrionale precedentemente descritto, si ha un gradino morfologico del basamento marino (profondo fino ad oltre 200 metri) ed un conseguente notevole aumento dei depositi deposizionali di origine fluviale sovrastanti. In quest’area sono distinguibili tre differenti orizzonti acquiferi: il primo è individuato all’interno dei depositi pelitici continentali; il secondo compreso tra tali depositi pelitici e il basamento di origine marina (costituito dall’alternanza di sabbie e ghiaie di modesto spessore); il terzo individuato all’interno dei depositi di origine marina (perciò caratterizzato dalla presenza di acque fortemente mineralizzate e, pertanto, non potabili).

Infine, il territorio di Santa Giuletta è caratterizzato dalla presenza della porzione collinare. Tale ambito non è caratterizzato, contrariamente alle altre sub-aree della Provincia di Pavia, dalla presenza di acquiferi di cospicue dimensioni. Esso è costituito principalmente da rocce sedimentarie di origine marina molto varie sotto il profilo mineralogico e strutturale. Si trovano difatti successioni, spesso caotiche, di varia natura e tipologia di calcari, marne, argille (di varia colorazione e contenuto, caratteristiche della zona le argille “scagliose”), arenarie (prevalentemente a matrice sabbiosa), conglomerati, brecce e persino rocce di origine magmatica (ofioliti). Caratteristico dell’Oltrepò Pavese è il ritrovamento di successioni ripetute di strati calcareo-arenacei-marnosi ed argillosi, attraversati da numerose fratture riempite da incrostazioni di calcite. Nella zona collinare, geologicamente più recente, si ha una predominanza delle formazioni marnoso-argillose, che rendono questa porzione del territorio, assieme all’azione degli agenti esogeni, particolarmente predisposta ai fenomeni di dissesto geologico e a fenomeni franosi di notevoli dimensioni. Come già accennato in precedenza, quest’area, per caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche, non è caratterizzata dalla presenza di acquiferi che permettano interamente il sostentamento della popolazione residente e del notevole numero degli abitanti fluttuanti (specie nel periodo estivo); di fatto l’approvvigionamento idropotabile è perpetuato tramite l’utilizzo di sorgenti montane e grazie alla fornitura d’acqua dalle zone di pianura.

La seguente figura rappresenta la carta geolitologica schematica dell’Oltrepò, nella quale si distinguono le seguenti zone: 1. Pianura dell’Oltrepò con depositi argillosi prevalenti 2. Pianura dell’Oltrepò con depositi permeabili prevalenti 3. Pianura del Fiume Po 4. Conoide del Torrente Staffora 5. Terreni marini dei rilievi collinari

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Figura 1 : Carta geolitologica dell’Oltrepò

Inoltre all’interno del comune di Santa Giuletta è presente un cunicolo sotterraneo, che scorre sotto via Martiri della Libertà e convoglia le acque provenienti dalla collina verso un fosso a cielo aperto, situato oltre la ferrovia. Il cunicolo presenta le seguenti caratteristiche geometriche: - sezione approssimativa di 1,40 x 1,80 metri con copertura ad arco in mattoni, nel tratto tra via Martiri della Libertà e la ferrovia. Lunghezza del tratto: circa 600 metri. (linea rossa nello schema indicativo sotto riportato). - vasca di laminazione di dimensioni in sezione approssimative 1,60 x 2,50 metri in prossimità della diramazione del cunicolo nel tratto parallelo a Via Matteotti (bollo giallo nello schema indicativo sotto riportato). - tratto tombinato con calcestruzzo vibro compresso di diametro approssimativo 1,60 metri. Lunghezza del tratto: circa 250 metri. (linea verde nello schema indicativo sotto riportato).

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1.2. Sistema urbanistico

1.2.1. Introduzione e metodologia di indagine Riguarda i caratteri insediativi, le relative dinamiche di sviluppo e le caratteristiche infrastrutturali del territorio. Il capitolo si integra con le previsioni del PGT e contiene la descrizione: a) del tessuto urbano e delle tipologie edilizie in aree urbanizzate consolidate; b) dei fenomeni di diffusione degli insediamenti isolati in territorio aperto; c) delle aree con funzioni abitative, turistiche, pubbliche, commerciali, produttive. Per quanto concerne le dinamiche di sviluppo insediativo e le caratteristiche infrastrutturali del territorio, vengono considerate le principali linee strategiche indicate dal PGT, in termini di analisi e sviluppo demografico, individuazione delle aree di trasformazione e di nuova urbanizzazione, nonché le previsioni di sviluppo infrastrutturale in sovrasuolo che possono relazionarsi con la pianificazione del sottosuolo.

1.2.2. Analisi territoriale La valutazione dell’attuazione delle aree residenziali e produttive previste nello strumento urbanistico alla data del 01.06.2012 ha evidenziato quanto segue: - relativamente ai Piani di Lottizzazione Residenziali, dei nove PL individuati dal PRG cinque di essi risultano essere approvati ed uno di essi è anche già convenzionato; - relativamente ai due Piani di Lottizzazione Produttivi, nessuno di essi risulta essere in itinere; - relativamente ai lotti liberi residenziali il 39% di essi risulta essere saturato; - relativamente all’unico lotto libero produttivo, non risulta essere saturato. Da ciò si evidenzia come lo strumento urbanistico vigente non sia ancora prossimo all’esaurimento, pur essendosi verificata dall’ultima variante (anno 2004) ad oggi una discreta attività edilizia, per lo meno nel settore residenziale.

Si ricorda che nell’elaborato oggetto del presente paragrafo non sono state individuate le aree destinate a servizi pubblici, in quanto esse sono oggetto di studio puntuale nella Tavola PS.01 – Mappa dei servizi comunali esistenti e di progetto . R. 1:2.000

Si riporta di seguito la tabella in cui si riassumono gli indicatori edilizi ed urbanistici a complemento dell’elaborato grafico Tavola PR.01 Stato di attuazione del PRG vigente – . R. 1:2.000

PRG vigente Attuati giugno 2012 In itinere giugno 2012 Non attuati giugno 2012 N° aree St (m 2) N° aree St (m 2) % N° aree St (m 2) % N° aree St (m 2) % Lotti liberi 10 38.253 4 14.955 39% ------6 23.298 61% residenziali Lotti liberi produttivi 1 1.395 ------1 1.395 100% Piani di lottizzazione 9 76.319 ------5 45.338 65% 4 69.669 35% residenziali Piani di lottizzazione 2 32.567 ------2 32.567 100% produttivi

Tabella 1: Stato di attuazione del PRG vigente

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Estensione Ambito Denominazione % (mq) TS Tessuto storico 46.100 0,41% Tessuto urbano consolidato prevalentemente residenziale ad TCR 1 160.450 1,44% alta densità Tessuto urbano consolidato prevalentemente residenziale a TCR 2 272.950 2,44 % media densità Tessuto urbano consolidato prevalentemente residenziale a TCR 3 32.110 0,29 % bassa densità TCP Tessuto urbano consolidato prevalentemente produttivo 72.530 0,65% --- Ambiti per gli impianti di distribuz. del carburante e autolavag. 1.300 0,01% TCC Tessuto urbano consolidato prevalentemente commerciale 10.540 0,09% PAR Piano Attuativo in itinere prevalentemente residenziale 45.570 0,41% TA Tessuto Agricolo 5.799.300 51,92% TAN Tessuto Agricolo di Naturalizzato 107.700 0,96% Tessuto Agricolo di Consolidamento delle attività agricole e dei TAC 3.691.900 33,05% caratteri connotativi Ambito ricompreso in classe 4 di fattibilità geologica ( a A4G (2.348.510) 21,02% sovrapposizione) AVP Ambito a Verde Privato e/o di mitigazione ambientale 47.490 0,43% AB Ambito Boscato 837.970 7,50% VAR Vegetazione di ambiente ripariale 25.340 0,23% TAE Tessuto Agricolo ad elevato contenuto naturalistico 20.900 0,19% TOTALE 11.170.740 100,00%

Tabella 2: Quantificazione complessiva degli ambiti governati dal Piano delle Regole

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1.3. Sistema dei vincoli

1.3.1. Introduzione e metodologia di indagine L'esame ha ad oggetto il sistema dei vincoli derivanti da strumenti di pianificazione urbanistica, paesaggistica, di tutela idrogeologica e similari, per quanto possano interferire con l'utilizzo del sottosuolo. In via esemplificativa, si dovranno verificare gli effetti sulla pianificazione del sottosuolo dei seguenti vincoli: - Vincoli relativi ai beni paesaggistici, culturali e ambientali (d.lgs. 42/2004); - Vincolo idrogeologico (r.d. 3267/1923 e r.d. 1126/1926); - Aree di salvaguardia della captazione dei pozzi ad uso idropotabile (d.P.R. 236/1988, d.lgs. 152/2006); - Fascia di rispetto cimiteriale (art. 338 del r.d. 1265/1934 e d.P.R. 285/1990); - Elettrodotti (d.p.c.m. 8 luglio 2003); - Fascia di rispetto stradale (d.lgs. 285/1992 «Nuovo codice della strada» e d.P.R. 495/1992 «Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo codice della strada»); - Ferrovie e metropolitane (d.P.R. 753/1980); - Vincolo sismico (l. 64/1974, Allegato 1 dell'Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, d.p.c.m. 21 ottobre 2003); - Vincolo aeroportuale (d.lgs. 96/2005).

1.3.2. Analisi territoriale Gli elaborati cartografici del Piano delle Regole indicano l’insieme dei vincoli operanti nel territorio comunale e che rappresentano una concreta limitazione alle opportunità di carattere edificatorio. Con apposito simbolo grafico vengono individuati:

- il limite di rispetto dei pozzi idropotabili Per i pozzi idrici destinati al consumo umano, vengono indicate le “zone di tutela assoluta”, previste dal D. Lgs. 152/2006 art. 94 comma 3 e le “zone di rispetto” di cui al comma 4 art. 94 del D. Lgs. 152/2006.

- il limite della fascia di 150 m relativo ai corsi d’acqua vincolati Viene riportata tale indicazione relativamente ai fiumi Lambro Meridionale e Olona, iscritti negli elenchi di cui al R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775; all’interno di tali fasce i progetti di opere che si intendono eseguire sono assoggettati a preventiva autorizzazione ai sensi della Parte III, Titolo I, Capi IV e V del D. Lgs 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 137”. I corsi d’acqua vincolati sono i seguenti: Rio Morto Zuso e Fonso e Valsolda, Cavo Grande – Rile Verzate – Rio Della Valle.

- il limite di rispetto cimiteriale Viene ripresa la perimetrazione determinata a seguito di specifiche deliberazioni di Consiglio Comunale e di conseguenti autorizzazioni dell’ A.S.L., in modifica alle prescrizioni del Regio Decreto n. 1265 del 1934. L’ampiezza della fascia di rispetto del cimitero sito nel capoluogo è di 200 m su tre lati e di 50 lungo il lato ovest, mentre per il cimitero di frazione Parrocchia di 50 m su tre lati e di 200 lungo il lato nord. Per ragioni di interesse pubblico nell’ambito di rispetto cimiteriale possono essere realizzate piste ciclabili, parcheggi pubblici, cabine di trasformazione elettrica.

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- il limite di rispetto del depuratore Esso è definito in conformità al punto 1.2, Allegato 4, della Delibera del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento, del 4 febbraio 1977, e successive modificazioni ed integrazioni. Per ragioni di interesse pubblico nell’ambito di rispetto del depuratore consortile possono essere realizzati: strade, piste ciclabili, parcheggi pubblici, cabine di trasformazione elettrica.

- il tracciato dell’elettrodotto ad alta tensione Esso viene indicato ai fini della determinazione delle fasce di rispetto, per le quali occorre fare riferimento all'obiettivo di qualità di cui all'art. 4 del D.P.C.M. 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti” ed alla portata in corrente in servizio normale dell'elettrodotto, come definita dalla norma CEI 11-60, che deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV e alle regioni, per gli elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV. I gestori provvedono a comunicare i dati per il calcolo e l'ampiezza delle fasce di rispetto ai fini delle verifiche delle autorità competenti.

- sito di interesse archeologico Si procede alla perimetrazione, di alcune aree individuate nel PTCP come areale di ritrovamento ed areale di rischio, perciò potenzialmente interessate dal rinvenimento di testimonianze archeologiche, ancorché non direttamente coinvolte da regolari campagne di scavo. In tali aree, fino all’entrata in vigore di specifici piani di settore da parte della Provincia d’intesa con la competente Soprintendenza, ogni attività di trasformazione urbanistica, o che comporti escavazione - anche a carattere agricolo - di profondità superiore a cm. 50, deve essere autorizzata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici.

- edifici vincolati Nel territorio comunale esistono alcuni fabbricati di interesse storico architettonico che sono vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004. Le tipologie di vincolo identificate dalla legislazione vigente sono essenzialmente due: - la prima categoria per cui la prescrizione di salvaguardia viene sancita da uno specifico decreto di vincolo: si individuano l’intero complesso edilizio di Torre Sarolli Griziotti e la torre annessa al Podere San Giorgio; - la seconda categoria in cui rientrano tutti i beni di proprietà pubblica che rivestono interesse storico e artistico, che sono sottoposti alla salvaguardia prevista dalla medesima legge anche se non sono oggetto di uno specifico vincolo (vincolo ex lege, art. 12, comma 1, D.Lgs 42/2004 );

- fasce di rispetto stradale Le prescrizioni dettate dall’art. 26 e dall’art. 28 del D.P.R. 16.12.1992, n° 495, modificato dal D.P.R. 26.4.1993, n° 147, sono di seguito riassunte: - Fuori dai centri abitati (definiti ai sensi dell’art. 4 del D. Lgs. 30.4.1992, n° 285 - nuovo codice della strada) le distanze dal confine stradale da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni e negli ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a: o 60 m per le strade di tipo A; o 40 m per le strade di tipo B; o 30 m per le strade di tipo C; o 20 m per le strade di tipo F, ad eccezione delle strade vicinali; o 10 m per le strade vicinali di tipo F. - Fuori dai centri abitati, ma all’interno delle zone previste come edificabili o trasformabili dal PGT, le distanze

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dal confine stradale da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni e negli ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a: o 30 m per le strade di tipo A; o 20 m per le strade di tipo B; o 10 m per le strade di tipo C; - Fuori dai centri abitati le distanze dal confine stradale da rispettare nella costruzione o ricostruzione di muri di cinta, di qualsiasi natura e consistenza, lateralmente alle strade non possono essere inferiori a: o 5 m per le strade di tipo A, B; o 3 m per le strade di tipo C, F; - All’interno dei centri abitati le distanze dal confine stradale da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni e negli ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a: o 30 m per le strade di tipo A; o 20 m per le strade di tipo D; - All’interno dei centri abitati le distanze dal confine stradale da rispettare nella costruzione o ricostruzione di muri di cinta, di qualsiasi natura e consistenza, lateralmente alle strade non possono essere inferiori a: o 3 m per le strade di tipo A; o 2 m per le strade di tipo D;

- fasce di rispetto ferroviario Le distanze di rispetto dal tracciato ferroviario, indicate negli elaborati progettuali del PGT, sono definite in riferimento all’art. 49 del D.P.R. del 11.7.1980, n. 753 (ampiezza della fascia di rispetto pari a 30 m).

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1.4. Sistema dei trasporti

1.4.1. Introduzione e metodologia di indagine Tale comprende la disamina del sistema viario, delle infrastrutture di trasporto, della mobilità e del traffico veicolare pubblico e privato. In particolare, vengono prese in considerazione le reti della maglia viaria urbana ed extraurbana, nonché quelle della mobilità su rotaia, individuando le strade più sensibili ai flussi di traffico, nonché quelle interessate dal trasporto pubblico. Per una completa ed esaustiva disamina del sistema dei trasporti ci si attiene al seguente percorso di analisi: Descrizione delle infrastrutture di collegamento: - Descrizione della maglia di supporto stradale e ferroviario per il collegamento con gli altri comuni (autostrade, strade statali, strade provinciali ed eventuali linee ferroviarie); - Descrizione della rete stradale urbana (numero totale di strade e di piazze, lunghezza complessiva, superficie complessiva), suddivisa per sottosistemi urbani omogenei, e sua classificazione alla luce dei criteri indicati nel nuovo «Codice della strada» (d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285): strade di scorrimento, strade di quartiere, strade locali, ecc. Descrizione della circolazione veicolare e dei flussi di traffico dominanti: - Sistematizzazione e analisi dei risultati delle indagini sui flussi di traffico e sulle strade con maggiore concentrazione di soste; i rilievi in genere vengono effettuati in giorni feriali nei tre momenti di punta della giornata (Fascia A: 7.45-8.45; Fascia B: 13.00-14.00; Fascia C: 17.00-18.00); - Determinazione del Volume di Traffico (VT); - Assegnazione del Volume di Traffico per ogni strada individuata. Descrizione del sistema del Trasporto Pubblico locale urbano ed extraurbano: - Numero di linee e frequenze di passaggio; - Descrizione dei circuiti, lunghezza della rete stradale attraversata.

1.4.2. Analisi territoriale Descrizione delle infrastrutture di collegamento

Sistema infrastrutturale

Tracciati autostradali e caselli • Autostrada A 21 “Torino – Piacenza - Brescia” Tracciati ferroviari e stazioni • Line a ferroviaria “Alessandra - Piacenza” Viabilità statale ed ex statale • SP ex SS 10 “ Padana Inferiore” di cui tracciati storici Tutto il tratto compreso all’interno del comune • SP 66 “Santa Giuletta – Pinarolo Po”, che segna verticalmente il territorio nella parte planiziale del territorio comunale, con innesto a sud lungo la SP ex SS 10 Viabilità provinciale • SP 139 “Valsorda”, che collega i comuni di Torricella Verzate e di Mornico Losana, nteressando marginalmente il terriorio in esame nella porzione meridionale dello stesso, per una lunghezza di circa 410 – 420 m di cui tracciati storici Tutto il tratto della SP 66 compreso all’interno del comune • Strada comunale “della Melegazza” • Strada comunale “da Santa Giuletta/dalla Villa a Redavalle detta Straielle” (Via Viabilità comunale Marconi/Via San Carlo) • Strada comunale “di Manzo”

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Sistema infrastrutturale

• Strada comunale nuova “dalla Villa al Castello” (Via Matteotti) • Strada comunale nuova “dalla Villa al Castello” (Via Gazzaniga) • Strada comunale “di Calcinera” • Strada comunale “del Pizzolo” • Strada comunale “del Castello” • Strada comunale “da Paradiso” • Strada comunale “da Monteceresino al Castello” • Strada comunale “da Torricella Verzate a Monteceresino” • Strada comunale “di Monteceresino” • Strada comunale “dalle Sante Marie alla Struggia” • Strada comunale “dalle Saline” • Strada comunale “delle Cicogne” • Strada comunale “del Bricco” • Strada comunale “ dall’Isimbarda a Pietra Dé Giorgi ” di cui tracciati storici Tutti i tratti compresi all’interno del comune, ad eccezione della Strada comu nale del Pizzolo • Strada Vicinale “del Nocione” (S) • Strada Vicinale “degli Erbatici” (S) • Strada Vicinale “della Straghetta” (S) • Strada Vicinale “di Manzo o di San Luigi” (S) • Strada Vicinale “delle Chiappe” (S) • Strada Vicinale “dei Pasguadi” • Strada Vicinale “delle Saline” • Strada Vicinale “delle Luere” (S) • Strada Vicinale “della Nocetta” (S) • Strada Vicinale “del Bosco” (S) • Strada Vicinale “dei Sarolli” • Strada Vicinale “delle Vasche” (S) • Strada Vicinale “della Casetta” (S) • Strada Vicinale “dei Grimani” (S) • Strada Vicinale “dei Monticelli” (S) Viabilità vicinale ed • Strada Vicinale “dalla travaglina ai Monticelli” interpoderale • Strada Vicinale “da Cà del Pozzo a Manzo” (S) • Strada Vicinale “dei Vermigliani” (S) • Strada Vicinale “delle Guardie” (S) • Strada Vicinale “da Redavalle al Pizzolo” (S) • Strada Vicinale “di Cà del Gallo” (S) • Strada Vicinale “dal Pizzolo alla Fraccia” • Strada Vicinale “del Pizzolo” (S) • Strada Vicinale “della Travaglina” • Strada Vicinale “dalla Travaglina alla Fraccia” • Strada Vicinale “della Madonna” (S) • Strada Vicinale “di Cà del Tavolo” (S) • Strada Vicinale “di Cà del Tuono” • Strada Vicinale “del Taramazzo” • Strada Vicinale “dello Sgorbò” (S) • Strada Vicinale “delle Castellane” (S)

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Sistema infrastrutturale

• Strada Vicinale “dei Monticelli” • Strada Vicinale “detta lo Stracellino” • Strada Vicinale “dei Martinelli” (S) • Strada Vicinale “delle Coste” • Strada Vicinale “delle Molle” (S) • Strada Vicinale “delle Sibille” (S) • Strada Vicinale “dei Frascaroli” • Strada Vicinale “della Colombera” • Strada Vicinale “alla Fontana” • Strada Vicinale “della Nuvoletta” (S) • Strada Vicinale “da Mornico alla Fontana” • Strada Vicinale “per Pietra Dé Giorgi” (S) • Strada Vicinale “dall’Isimbarda a Pietra Dé Giorgi” (S) • Strada Vicinale “dalla Fontana alla Struggia” (S) • Viabilità di interpoderale, di carattere secondario, ma comunque strutturale nella definizione della trama del paesaggio agrario, dettata dalla scansione dei campi coltivati. Trattasi di viabilità funzionale all’esercizio delle attività connesse alla produzione agricola Le strade vicinali indicate con (S) nel precedente elenco di cui tracciati storici La maggior parte dei tracciati interpoderali ricalca segni storici di suddivisione rurale. Rete viaria di struttura • Autostrada A21 “Torino-Piacenza-Brescia” (art. 33) Viabilità storica principale • SP ex SS 10 “Padana Inferiore” (art. 32)

Descrizione della circolazione veicolare e dei flussi di traffico dominanti La rete viabilistica di scala sovra comunale è di carattere prettamente locale ed è costituita dalla SP ex SS 10 “Padana Inferiore”, dalla SP 66 “Santa Giuletta - Pinarolo Po”. Tali tracciati viabilistici sono classificati nel PTVE come segue: - SP ex SS 10: strada secondaria extraurbana sopraprovinciale a carreggiata unica, con una corsia per senso di marcia e senza banchine, con tratti di attraversamento di ambiti urbanizzati; lungo di essa, l’intersezione con la SP 66 è di tipo semaforizzato; - SP 66: strada secondaria extraurbana provinciale a carreggiata unica, con una corsia per senso di marcia e senza banchine;

Per questi tracciati viabilistici non sono disponibili rilevamenti del traffico effettuati ad hoc. Esistono infatti numerose campagne di rilevamento del traffico condotte dalla provincia di Pavia su sezioni rappresentative della rete viabilistica, tuttavia tra i dati disponibili nessuna delle sezioni risulta di interesse per il comune di Santa Giuletta, in quanto tutte site in posizione troppo distante dal comune in studio, a monte di snodi viabilistici oltre i quali non è possibile conoscere la quota parte di veicoli che transiti su ogni ramo. Lo schema riportato a lato è il grafo della rete viaria principale, caricato allo stato di fatto con i risultati di calcolo ottenuti dalla modellazione della rete viaria provinciale, assunta alla base del PTVE di Pavia.

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Per quanto riguarda Santa Giuletta, il modello di calcolo valuta un numero di veicoli transitanti nell’ora di punta: - sulla SP ex SS 10, ad est dell’innesto con la SP 66, in direzione est 157 veicoli/ora ed in direzione ovest 80; - sulla SP ex SS 10, ad est dell’innesto con la SP 66, dopo l’intersezione con il centro abitato, in direzione ovest 171 veicoli/ora ed in direzione est 64; - sulla SP ex SS 10, ad ovest dell’innesto con la SP 66, in direzione ovest 160 veicoli/ora ed in direzione est 64; - sulla SP 66, 11 veicoli/ora nel tratto esterno al centro abitato; - sull’autostrada A21 circa 2.800 veicoli/ora in entrambe le direzioni.

Descrizione del sistema del Trasporto Pubblico locale urbano ed extraurbano Nei comuni di pianura decentrati e scarsamente dotati di servizi, assume particolare importanza il servizio di trasporto pubblico, soprattutto per le fasce sociali anziane e non dotate di mezzi propri per raggiungere i centri di attrazione, ove sono localizzati i servizi principali.

Il trasporto pubblico su gomma è gestito dalla Società Arfea, su diverse tratte: linea 380 Mornico Losana–Broni– Stradella–Pavia e linea 432 Voghera–Stradella. - La linea 380 fa una fermata in comune di Santa Giuletta (alb. Nazionale) ed ha tre corse in direzione Pavia autostazione (fermate intermedie: Redavalle -1 fermata-, Pietra de’ Giorgi, -4 fermate-, Broni -3 fermate-, Stradella, Barbianello, -2 fermate) e tre corse in direzione Mornico Losana (fermate intermedie: Casteggio -2 fermate-, Torricella Verzate -3 fermate-, Losana). - La linea 432 fa una fermate in comune di Santa Giuletta (Via Emilia) ed ha 14 corse in direzione Voghera, di cui 2 giornaliere e le altre feriali o feriali in periodo scolastico, di cui una limitata a frazione Fumo di (fermate intermedie: Verzate, -3 fermate-, Corvino S. Quirico -4 fermate-, Casteggio -4 fermate-, Montebelleo della Battaglia -5 fermate-, Voghera -4 fermate oltre il capolinea) e 16 fermate in direzione Stradella, di cui 2 giornaliere e le altre feriali o feriali in periodo scolastico (fermate intermedie: Redavalle -2 fermate- e Broni).

Il trasporto pubblico su ferro permette il collegamento tra il comune di Santa Giuletta ed i centri di Pavia ed Alessandria. Giornalmente, nella fascia oraria tra circa le 7 e le 20.30, vi sono 10 treni da e per Pavia, con cambio a Broni o Voghera, e 9 treni in andata (di cui 4 diretti) e 8 al ritorno (4 diretti) verso e da Alessandria,

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1.5. Sistema dei servizi a rete

1.5.1. Introduzione e metodologia di indagine Si procede ad una ricognizione quali-quantitativa delle infrastrutture esistenti nel sottosuolo e delle tipologie di reti ivi alloggiate con l'obiettivo di disporre di un quadro conoscitivo completo del sistema dei servizi a rete a supporto della successiva fase di pianificazione e gestione. A tal fine le basi cartografiche in formato digitale vengono georeferenziate, al fine di localizzare compiutamente la posizione degli impianti esistenti nel sottosuolo. Un altro degli obiettivi primari è l’acquisizione, spesso difficoltosa, delle informazioni tecnico costruttive che ne definiscono il grado di consistenza. Sono pertanto ammesse anche informazioni incomplete, in particolare in sede di prima stesura del PUGSS. In tali ipotesi, devono comunque essere esaurientemente esposte le attività effettuate per il reperimento dei dati, le problematiche riscontrate ed i risultati ottenuti, segnalando le carenze. In tali ipotesi, peraltro, il PUGSS dovrà anche prevedere iniziative per pervenire al più presto ad una ricognizione completa del sottosuolo, anche in relazione ai disposti di cui all'art. 9 del Regolamento Regionale.

1.5.2. Analisi territoriale Le informazioni sono state cartografate in quattro distinti elaborati, contenenti i dati in forma sintetica ma completa, avendo georeferenziato la cartografia:

- Tavola PS.03 – PUGSS - Rete acquedotto – scala 1:10.000 : dati estrapolati dal PAO dell’AATO, poiché l’ente gestore, Impiantistica Lombarda Viletti srl, non ha fornito alcuna planimetria di riferimento. La tavola riporta la rete dell’acquedotto principale; - Tavola PS.04 – PUGSS - Rete fognatura – scala 1:10.000: dati forniti dalla Impiantistica Lombarda Viletti srl. La tavola riporta i collettori comunali; - Tavola PS.06 – PUGSS - Rete Gas – scala 1:10.000: dati forniti dalla società Libarna Gas. S.p.A. La tavola riporta i tracciato principale della rete di media e bassa tensione; - Tavola PS.06 – PUGSS - Rete ENEL – scala 1:10.000: dati forniti dalla società ENEL Energia SpA. La tavola riporta i tracciato principale della rete;

La rete dell’acquedotto è gestita dalla Impiantistica Lombarda Viletti srl di (PV); nell’elaborato grafico ne viene riportato il tracciato con l’individuazione di un pozzo (fontana Sauli), collocato a sud del Capoluogo. La rete principale serve in modo puntuale il capoluogo raggiungendo la maggior parte dei nuclei edificati del territorio comunale. Buona parte dell’approvvigionamento idrico proviene dalla rete di Casteggio, con lo scopo di sopperire alle carenze di dimensionamento della rete locale, la quale patisce in alcuni momenti dell’anno di gravi insufficienze di pressione.

La rete fognaria è gestita dalla Impiantistica Lombarda Viletti srl di San Genesio ed Uniti (PV); essa serve in modo completo il capoluogo, convogliando i reflui verso il depuratore comunale sito a nord della ferrovia, nei pressi del depuratore, ormai dismesso, della ex distilleria Vinal. Il depuratore, costruito nel 2007, ha capacità depurativa di 2.500 A.E. a soddisfacimento delle esigenze nel medio periodo (15 anni) e scarica i reflui debitamente trattati nel Fosso Erbatici. Esso è stato progettato per consentirne un ampliamento modulare a soddisfacimento delle esigenze future e prevede nel processo depurativo le fasi di denitrificazione e nitrificazione delle forme azotate. All’interno del territorio comunale sono inoltre individuate 5 fosse Imhoff ed una pompa di sollevamento, collocata a nord del nucleo abitato (Manzo, capoluogo nord, Poggio Monteceresino, Località Castello, Cascina Belvedere).

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Risultano invece completamente sprovvisti di impianto fognario i nuclei cascinali e sparsi presenti all’interno del territorio comunale.

Il servizio di distribuzione energia elettrica è gestito dalla società ENEL Distribuzione S.p.A. La rete di distribuzione copre in maniera capillare tutto il territorio, servito mediante condotte di media e bassa pressione. Esiste un elettrodotto aerei di alta tensione nella parte nord del comune, a sud del tracciato autostradale, parallelamente ad esso. Infine la società Terna S.p.A. gestisce la rete di Alta Tensione, che corre parallela all’autostrada, a sud del tracciato.

Il servizio di distribuzione del gas è gestito dalla Libarna Gas S.p.A. La rete di distribuzione garantisce il servizio a tutto il capoluogo ed ai nuclei frazionali principali.

Metodologia di indagine e problematiche riscontrate Per il reperimento dei dati sono stati contattati gli enti gestori, che hanno provveduto a fornire le informazioni strutturate come di seguito illustrato.

- RETI DI ADDUZIONE (ACQUEDOTTO) E SMALTIMENTO (FOGNATURA) ACQUE Impiantistica Lombarda Viletti srl di San Genesio ed Uniti (PV): il gestore è stato più volte sollecitato in forma scritta e verbale per fornire, relativamente alle reti di adduzione e scarico delle acque, una cartografia completa con i dati al fine di redigere il PUGSS. Non è stata ottenuta alcuna risposta. È stato tuttavia possibile stendere la cartografia della rete fognaria, in quanto il precedente gestore (Pavia Acque srl) aveva fornito una cartografia in formato digitale. Pertanto per quanto concerne la rete acquedottistica non è stato possibile reperire alcun dato direttamente dal gestore. Per quanto concerne la rete fognaria le informazioni contenute, sovrapposte alla base CTR in scala 1:10.000 sono le seguenti: o Corpi idrici recettori superficiali dello scarico delle acque o I bacini d’utenza dei diversi impianti di depurazione (depuratore comunale e fosse Imhoff) e relativi codici identificativi PTUA o I condotti fognari esistenti classificati per tipologia di acque smaltite: nere, bianche, miste e per conferimento (conferita/non conferita) o Manufatti derivatori e/o stazioni di sollevamento o Scaricatori di piena e relativi numeri identificativi o Scarico terminale della rete fognaria e relativi numeri identificativi o Gli impianti di depurazione (depuratori e fosse Imhoff, non distinti in cartografia) Per quanto riguarda il depuratore, di recente realizzazione, è stato possibile reperire la documentazione della fase progettuale, ove sono contenute le specifiche tecniche generali dell’impianto.

- RETE DISTRIBUZIONE ENERGIA ELETTRICA ENEL Distribuzione S.p.A.: ha fornito su CD una copia in formato digitale della rete di competenza. La tavola riporta le linee di bassa tensione e di media tensione, senza distinguere tra tratti aerei e tratti interrati e senza riportare in legenda la simbologia specifica delle cabine elettriche, riportate nella tavola. Le cabine elettriche sono distinte mediante simbolo quadrato e simbolo triangolare, oltre che con il codice numerico identificativo. Mediante indagine sul posto si è potuto stabilire che il simbolo quadrato rappresenta le cabine in muratura ed il simbolo triangolare le cabine su palo.

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La base cartografica fornita è in formato vettoriale, in scala 1:2.000 non coincidente né con l’aerofotogrammetrico, né con il catastale.

- RETE ALTA ED ALTISSIMA TENSIONE Terna SpA è l’ente gestore della rete elettrica ad alta ed altissima tensione. Non è stata contattata in quanto il PUGSS non si occupa di gestire tali infrastrutture, che rivestono importanza di livello nazionale. Tuttavia per completezza, la tavola relativa alle reti elettriche riporta il tracciato degli elettrodotti aerei di alta tensione presenti all’interno del comune ed estrapolati dal SIT di Regione Lombardia.

- RETE DISTRIBUZIONE GAS Libarna Gas S.p.A. ha fornito in occasione antecedente alla redazione del PGT lo schema della rete del gas presente all’interno del comune di Santa Giuletta. La rete è stata classificata in rete di distribuzione a bassa pressione ed a media pressione.

La seguente tabella riassume i dati reperiti e le carenze nelle analisi delle reti, rispetto a quanto richiesto per una corretta redazione del PUGSS.

Schema Materiali Tipologia Diametri Elementi singolari Ente gestore Fonte Base cartografica rete condotte condotte condotte segnalati Impiantistica Acquedotto NO PAO AATO CTR CT10 NO NO NO Serbatoi Lombarda Viletti Manufatto derivatore (M) / Stazione di sollevamento (S), Impiantistica Ente Scaricatore di piena Fognatura SI CTR CT10 NO NO NO Lombarda Viletti gestore , Scarico terminale della rete fognaria, depuratore e fosse Imhoff Rete ENEL Enel Distribuzione Ente né catastale, né Cabine trasformazione SI NO NO NO BT+MT SpA gestore aerofotogrammetrico in muratura e su palo Rete Terna SI Terna Spa SIT RL CTR CT10 NO NO NO Nessuno AT Ente Rete gas SI Libarna gas Aerofotogrammetrico NO NO NO Nessuno gestore

Tabella 3: Analisi delle reti di sotto sevizi: carenze riscontrate nel reperimento dei dati

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SEZIONE SECONDA ANALISI DELLE CRITICITÀ

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2.1. Analisi del sistema urbano

2.1.1. Introduzione e metodologia di indagine Si deve procedere alla distinzione del sistema urbano in evoluzione da quello consolidato, tenuto conto che per il primo sono più concrete le possibilità di realizzare infrastrutture sotterranee che permettano di gestire in modo razionale sia il sottosuolo che il soprassuolo, mentre per il secondo la situazione del sottosuolo e soprassuolo è già compromessa e ciò implica modalità di intervento differenti. Dall'analisi del PGT devono quindi essere individuate le aree suscettibili di future evoluzioni urbanistiche e in particolare: - aree del tessuto urbano destinate a profonde trasformazioni o riqualificazioni urbane; - aree rurali destinate ad accogliere nuovi insediamenti (aree di espansione urbanistica).

2.1.2. Analisi territoriale Il PGT ed in particolare il Documento di Piano, attua politiche nei settori residenziale, produttivo e commerciale, sia attraverso la definizione di nuovi ambiti di trasformazione sia attraverso la previsione di recupero di ambiti urbani dismessi.

SETTORE RESIDENZIALE Le politiche strategiche per il settore residenziale attivate dal Documento di Piano si basano sulla necessità di reperire nuove aree per lo sviluppo residenziale: l’individuazione degli ambiti di trasformazione è strettamente connessa alle reali esigenze abitative espresse dalla popolazione, evitando in tal modo l’inserimento di comparti non supportati da una giustificazione di carattere insediativo.

La localizzazione degli ambiti di trasformazione tiene inoltre conto: - delle componenti di carattere ambientale e paesaggistico del territorio comunale; - dell’eventuale presenza di vincoli di carattere geologico ed idrogeologico; - degli aspetti infrastrutturali e di accessibilità.

In ordine a quest’ultima tematica, l’attuazione dei Piani Attuativi viene altresì subordinata all’esecuzione di opere di urbanizzazione primaria anche esterne al comparto, qualora se ne ravvisi la necessità in ordine ad una carenza rilevata di un particolare sottoservizio (quali ad esempio l’insufficienza delle attuali reti fognaria ed idrica) All’interno degli ambiti di trasformazione viene privilegiata la realizzazione di piani attuativi ove sono applicati parametri urbanistici edilizi improntati alla bassa densità abitativa, all’utilizzo di tipologie architettoniche di modesto impatto paesaggistico (edilizia mono residenziale e/o bifamiliare, palazzine di altezza moderata) ed alla previsione di importanti quote di aree verdi pertinenziali. Infatti, in termini quantitativi, le nuove previsioni volumetriche vengono adattate al comparto territoriale di riferimento, così da agevolare futuri processi di crescita coerentemente relazionati con i caratteri edilizi e tipologici esistenti, evitando manifestazioni di elevata urbanizzazione e/o densità edificatoria che si ripercuoterebbero inevitabilmente con impatto negativo sulla generale qualità di vita dell’organismo urbano.

Gli ambiti di trasformazione svolgono altresì: - la funzione di riqualificare i tessuti edificati esistenti di margine, abitualmente caratterizzati da problematiche di correlazione con l’adiacente contesto agricolo e/o produttivo, ridisegnando ed ordinando i bordi del costruito; - la funzione di risolvere problematiche di carattere viabilistico, con la riqualificazione funzionale ed il collegamento di tracciati esistenti;

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- la funzione di incrementare la dotazione di aree per servizi pubblici, ivi comprese le reti di sottoservizi. L’individuazione degli ambiti di trasformazione è comunque strettamente correlata alla determinazione delle classi di sensibilità paesistica dei luoghi, che verranno definite sulla base di un’attenta valutazione delle caratteristiche peculiari del paesaggio locale, utilizzando parametri di riferimento desunti dalla disciplina di riferimento vigente.

Infine, l’attivazione di una concreta politica di riqualificazione di comparti degradati presenti all’interno della maglia della città rappresenta una specifica linea di azione dell’Amministrazione Comunale, che viene perseguita attraverso la puntuale perimetrazione delle aree e degli edifici a rischio di compromissione o degrado, che richiedono una particolare attenzione manutentiva ed una disciplina degli interventi di recupero e di valorizzazione. Il ricorso all’uso dello strumento attuativo del Piano di Recupero deve necessariamente passare attraverso la predisposizione di una normativa di attuazione più efficace e più appetibile per l’operatore privato, individuando particolari incentivi attuativi e parametri urbanistico-edilizi che garantiscano, da un lato, la concreta fattibilità economica degli interventi e, dall’altro, la realizzazione di una dotazione adeguata di servizi pubblici.

Il Documento di Piano individua complessivamente n° 2 Ambiti di Trasformazione Residenziale, così ubicati all’interno del territorio comunale:

- n° 2 nel capoluogo, nella parte sud-occidentale: - ATR 1 Via San Colombano - Via Marconi  superficie complessiva: 11.510 mq La crescita urbana determinata dall’attuazione del succitato comparto consente di: i. completare la frangia urbana orientale; ii. ampliare il polo pubblico-scolastico di via Marconi e migliorarne la qualità; iii. realizzare un bosco didattico a supporto delle attività scolastiche e ludico-ricreative per la cittadinanza; iv. realizzare un sistema viabilistico di supporto al polo pubblico, mediante la creazione di un unovo tratto di collegamento tra via San Colombano e via Marconi che consenta di completare la viabilità locale al margine est dell’abitato; v. creare un’adeguata dotazione di parcheggi pubblici e di verde attrezzato a servizio dell’intero comparto urbano. - ATR 2 SP ex SS 10 Padana Inferiore  superficie complessiva: 7.430 mq La crescita urbana determinata dall’attuazione del succitato comparto consente di: i. saturare un lotto intercluso, le cui possibilità di utilizzo per altri scopi sono ormai compromesse e totalmente inibite dalla presenza della viabilità ex statale oltre che dell’edificato adiacente; ii. riqualificare la viabilità esistente di immissione sulla SP ex SS 10 Padana Inferiore; iii. realizzare una fascia da destinare a servizi pubblici in fregio alla SP ex SS 10, che sia di supporto al comparto, ma che funga anche da filtro rispetto all’asse viabilistico; iv. creare un’adeguata dotazione di parcheggi pubblici e di verde attrezzato a servizio del comparto.

In merito all’individuazione dell’Ambito di Trasformazione, oltre alle politiche insediative sopra espresse di carattere generale, ai fini della sua esatta determinazione si è tenuto conto dei seguenti fattori: - individuazione di ambiti urbanizzati in continuità delle aree urbanizzate esistenti e compattazione della frangia urbana disaggregata al margine orientale del centro abitato - scelta di un contesto territoriale nel quale il rischio di un impatto paesistico “negativo” delle trasformazioni previsti venga ridotto al minimo. In estrema sintesi è lecito sostenere che l’individuazione di tale ambito sia l’esito di un percorso selettivo ispirato ai principi fondativi del nuovo piano.

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Gli Ambiti di Trasformazione sono descritti in apposite schede esplicative; gli interventi edilizi ed urbanistici in questi ambiti sono subordinati all’approvazione di Piani Attuativi. Le schede esplicative di ogni ambito individuano: - l’esatta dotazione di aree per servizi; - le eventuali prescrizioni relative al reperimento dei servizi o alla possibilità di monetizzazione; - la viabilità principale; - gli indici e i principali parametri urbanistici.

Le aree per servizi da realizzare e cedere saranno funzionali all’insediamento della nuova funzione urbana e, di norma, sono quantificate nella misura minima di 30 mq/ab, fatta eccezione per l’ATR1 dove si prevede il raggiungimento di una soglia pari a 45 mq/ab, dovuta alla cessione delle aree destinate alla realizzazione del bosco didattico. All’interno dell’Ambito di Trasformazione viene applicato un principio perequativo “circoscritto”, attribuendo cioè un unico diritto edificatorio ripartito tra tutti i proprietari; spetta al Piano Attuativo la determinazione delle aree sulle quali deve essere concentrata l’edificazione e quelle da cedere gratuitamente al Comune o da asservire per realizzare i servizi e le infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche.

Negli Ambiti di Trasformazione, in sede di approvazione del Piano Attuativo, sono consentite modifiche delle perimetrazioni tali da non incidere sulla capacità insediativa, qualora il Comune, in sede di verifica della proposta, le ritenga utili a conseguire la maggior efficacia dei programmi comunali di intervento, una maggior funzionalità urbanistica e compatibilità ambientale strettamente correlate agli obiettivi del Documento di Piano.

Dal punto di vista puramente quantitativo, le dimensioni in termini volumetrici sono valutate in relazione al contesto circostante in cui si dispongono gli ambiti di trasformazione urbanistica, al fine di favorire un processo di costruzione che si relazioni coerentemente con i caratteri edilizi e tipologici esistenti, senza indurre fenomeni di alta urbanizzazione e/o affollamento.

SETTORE PRODUTTIVO Le politiche strategiche per il settore produttivo artigianale - industriale attivate dal Documento di Piano si basano sulla necessità di reperire nuove aree per la crescita economica degli insediamenti. L’ Amministrazione Comunale concentra le previsioni di nuovi insediamenti nei quadranti urbani già interessati dagli insediamenti di carattere artigianale e produttivo e dove le condizioni di accessibilità veicolare risultino maggiormente garantite; trattasi nello specifico di riproposizione di scelte già contenute nel vigente PRG. La concentrazione delle opportunità insediative in poche aree facilmente identificabili dal punto di vista percettivo e tipologico, per i prossimi cinque anni, è sostenuta dall’applicazione di una politica di sviluppo sostenibile del territorio, nella quale prevalgono logiche di corretto inserimento ambientale e paesaggistico di un nuovo edificato che sarà inevitabilmente caratterizzato da problematiche relative all’impatto visuale generato. Pertanto, appare corretto procedere con il potenziamento delle polarità produttive già esistenti, cercando di contenere ulteriori nuovi poli nei quali generare effetti indotti negativi sull’ambiente circostante.

La crescita dei nuclei produttivi viene quindi concentrata a completamento delle zone produttive esistenti a nord della SP ex SS 10 e ad essa in fregio. Tali scelte consentono di ridurre lo spreco di suolo extraurbano di pregio, utilizzando ambiti territoriali attualmente liberi a ridotta vocazione agricola, in quanto adiacenti ad attività di

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carattere artigianale ed industriale. Viene pertanto privilegiata l’intenzione di allocare le nuove previsioni insediative in ambiti già parzialmente compromessi, sotto il profilo ambientale, dalla presenza insediati produttivi. Inoltre appare fondamentale correlare l’individuazione dei nuovi ambiti di espansione con modalità di insediamento ecologicamente compatibili e con la previsione di realizzazione di servizi di qualità, anche in relazione ad interventi di mitigazione ambientale, e con l’approntamento di efficaci soluzioni viabilistiche, a vantaggio del contesto produttivo esistente in loco, spesse volte caratterizzato da una modesta infrastrutturazione. Relativamente agli aspetti mitigativi, risulta particolarmente efficace l’individuazione di apposite fasce verdi inedificabili piantumate e di fasce “tampone”, di adeguata ampiezza, lungo i perimetri dei lotti, le quali fungono da “spazi cuscinetto” tra il costruito ed il contesto naturale.

Particolare attenzione deve essere riservata alla formulazione di indirizzi compensativi correlati all’utilizzo di ampie aree libere al fine di inserire nel territorio elementi di implementazione della rete ecologica locale.

In termini quantitativi, le nuove previsioni volumetriche vengono calibrate su base quinquennale con l’applicazionedel succitato comparto di parametri ed indici urbanistico-edilizi atti a garantire processi di crescita coerentemente relazionati con i caratteri edilizi e tipologici esistenti, evitando manifestazioni di elevata densità edificatoria che si ripercuoterebbero inevitabilmente con impatto negativo sul circostante contesto extraurbano. Infine, il Documento di Piano intende garantire un maggiore controllo della qualità edilizia nei comparti artigianali ed industriali attraverso la redazione di un apparato prescrittivo di norme relativo all’uso di tipologie e di materiali costruttivi e di finitura.

Il Documento di Piano individua complessivamente n° 2 Ambiti di Trasformazione Produttivi:

- ATP 1 Frazione Manzo  superficie complessiva: 13.675 mq La crescita urbana determinata dall’attuazione consente di: i. potenziare il sistema dei parcheggi pubblici a servizio del polo produttivo esistente; ii. inserire attrezzature di qualità in particolare per quanto concerne la regimazione delle acque meteoriche; iii. creare opportuni elementi di filtro ambientale lungo i bordi che interfacciano con il contesto agricolo e residenziale limitrofo;

- ATP 2 Frazione Orto  superficie complessiva: 19.505 mq La crescita urbana determinata dall’attuazione del succitato comparto consente di: i. riqualificare e potenziare il sistema viabilistico di accesso al quartiere, garantendo un miglioramento della rete viabilistica locale esistente; ii. realizzare un adeguato sistema dei parcheggi ed aree verdi pubblici a servizio dell’ambito; iii. inserire attrezzature di qualità in particolare per quanto concerne la regimazione delle acque meteoriche; iv. creare opportuni elementi di filtro ambientale lungo i bordi che interfacciano con il contesto agricolo e residenziale limitrofo; v. sfruttare un’area ormai compromessa per l’utilizzo ad altri scopi, interclusa tra SP ex SS 10, ferrovia ed area ex Vinal

Gli Ambiti di Trasformazione sono descritti in apposite schede esplicative; gli interventi edilizi ed urbanistici in questi ambiti sono subordinati all’approvazione di Piani Attuativi. Le schede esplicative di ogni ambito individuano: - l’esatta dotazione di aree a standard; - le eventuali prescrizioni relative al reperimento dei servizi o alla possibilità di monetizzazione;

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- la viabilità principale; - gli indici e i principali parametri urbanistici.

Le aree per servizi da realizzare e cedere saranno funzionali all’insediamento della nuova funzione urbana e, di norma, sono quantificate nella misura minima di 20 mq / 100 mq Slp. All’interno degli Ambiti di Trasformazione viene applicato un principio perequativo “circoscritto”, attribuendo cioè un unico diritto edificatorio ripartito tra tutti i proprietari; spetta al Piano Attuativo la determinazione delle aree sulle quali deve essere concentrata l’edificazione e quelle da cedere gratuitamente al Comune o da asservire per realizzare i servizi e le infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche.

Negli Ambiti di Trasformazione, in sede di approvazione del Piano Attuativo, sono consentite modifiche delle perimetrazioni tali da non incidere sulla capacità insediativa, qualora il Comune, in sede di verifica della proposta, le ritenga utili a conseguire la maggior efficacia dei programmi comunali di intervento, una maggior funzionalità urbanistica e compatibilità ambientale strettamente correlate agli obiettivi del Documento di Piano.

SETTORE COMMERCIALE A seguito delle indagini contenute nel Piano del Commercio, le politiche di intervento di tale settore perseguono l’obiettivo prioritario di consentire l’insediamento di nuovi esercizi commerciali, favorendo l’integrazione di usi insediabili: il Documento di Piano stabilisce infatti l’opportunità di destinare quote parti della nuova edificazione degli Ambiti di Trasformazione (residenziali e produttivi) e degli Ambiti di Riconversione Urbana (ARU) alle attività di carattere commerciale, senza stabilire la presenza di ambiti di trasformazione a destinazione specificatamente commerciale. Sulla base dell’analisi della realtà commerciale, l’insediamento degli esercizi commerciali viene acconsentito sulla base di quanto stabilito nella seguente tabella:

Ambito Settore Alimentare Settore Extra - alimentare territoriale EV MSV CC EV MSV CC Sempre ammessi Nuovi esercizi: Sempre ammessi Nuovi esercizi: ad eccezione degli nei tessuti urbani ad eccezione degli nei tessuti urbani Piano delle Ambiti Agricoli e consolidati Ambiti Agricoli e consolidati Non ammessi Non ammessi Regole degli Ambiti non prevalentemente degli Ambiti non prevalentemente soggetti a produttivi e soggetti a produttivi e trasformazione commerciali trasformazione commerciali

Piano dei Sempre ammessi Non ammessi Non ammessi Sempre ammessi Non ammessi Non ammessi Servizi

Sempre Ammessi Nuovi esercizi: Nuovi esercizi: Nuovi esercizi: Nuovi esercizi: Documento fatta eccezione per negli ATR, negli negli ATR, negli Sempre Ammessi negli ATR, negli negli ATR, negli di Piano gli ATP ATP e negli ARU ATP e negli ARU ATP e negli ARU ATP e negli ARU

Tabella 4: Politiche insediative degli esercizi commerciali alimentari ed extra - alimentari

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POLITICHE DI RECUPERO URBANO Oltre alle sopraccitate nuove polarità di trasformazione urbana (ATR ed ATP) , sono stati individuati due ambiti a nord della SP ex SS 10 che si identificano come aree dismessa con fabbricati da recuperare, riconvertire o demolire.

I comparti sono i seguenti: - ARU 1 - Ex Vinal  superficie complessiva: 38.170 mq (ubicazione in fregio alla SP ex SS 10)

Si tratta di un comparto adeguato, per collocazione e per estensione, a configurarsi come comparto polifunzionale, ospitando un’ampia gamma di funzioni da concertare in sede di recupero con l’amministrazione comunale e gli operatori locali. Il Documento di Piano definisce tale settore “Ambito di Riconversione Urbana n. 1” e ne individua puntualmente la perimetrazione. Dal punto di vista operativo esso si qualifica come Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente (ex art. 30 e 31 L. 457/78), ove la volumetria prevista verrà opportunamente ponderata coerentemente alle funzioni insediabili; specifiche prescrizioni riguarderanno inoltre la qualità tipologico – architettonica, l’utilizzo dei materiali di finitura, la realizzazione di servizi urbani e le eventuali opere di inserimento ambientale. Tuttavia, in considerazione della complessità di riconversione dell’ambito, potrà essere scelto lo strumento attuativo più adeguato. In particolare esso potrà essere, in relazione alle individuate possibilità di trasformazione ed alla tipologia e numero delle funzioni insediate, appartenente alla famiglia dei programmi, nello specifico un Programma Integrato di Intervento, così da gestire al meglio i diversi operatori economici coinvolti nelle operazioni di riconversione urbana e le funzioni insediabili. L’area perimetrata come ARU1 è un vasto comparto dimesso dalla funzione industriale (produzione di acido tartarico), caratterizzato dalla presenza di capannoni produttivi in cattivo stato di conservazione, la cui riconversione porterà alla creazione di un nuovo tessuto polifunzionale e la cui specifica destinazione d’uso sarà da definirsi in sede di stesura del Piano Attuativo, unitamente ad un’adeguata dotazione di servizi.

- ARU 2 - Cascina Costanza  superficie complessiva: 6.800 mq (ubicazione in località Cascina Costanza a nord della ferrovia)

Si tratta di un comparto adeguato, per collocazione ed estensione, ad accogliere l’insediamento di funzioni prevalentemente residenziali e pubbliche, ma anche commerciali e connesse alla filiera agricola e turistico- ricettiva. Il Documento di Piano definisce tale settore “Ambito di Riconversione Urbana n. 2” e ne individua puntualmente la perimetrazione. Dal punto di vista operativo esso si qualifica come Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente (ex art. 30 e 31 L. 457/78), ove la volumetria prevista verrà opportunamente ponderata coerentemente alle funzioni insediabili; specifiche prescrizioni riguarderanno inoltre la qualità tipologico – architettonica, l’utilizzo dei materiali di finitura, la realizzazione di servizi urbani e le eventuali opere di inserimento ambientale. L’area perimetrata come ARU2 è un comparto dimesso dalla pregressa funzionalità, caratterizzato dalla presenza di fabbricati rurali in cattivo stato di conservazione, la cui riconversione porterà alla creazione di un nuovo tessuto, mono- o polifunzionale, la cui specifica destinazione d’uso sarà da definirsi in sede di stesura del Piano Attuativo, unitamente ad un’adeguata dotazione di servizi. Tra le prescrizioni attuative vi è la conservazione ed il recupero mediante modalità di intervento “Risanamento Conservativo” del fabbricato individuato come di pregio, che attualmente costituisce l’edificio principale del complesso rurale.

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Per procedere alle operazioni di riconversione è stabilito che l’ARU1 sia sottoposto a bonifica e che per l’ARU2 sia avviato l’iter di verifica in merito alla necessità o meno di bonificare l’area.

DIMENSIONAMENTO DELLE AREE DI TRASFORMAZIONE E RECUPERO La quantificazione della capacità insediativa dello strumento urbanistico tiene conto delle previsioni contenute nei differenti atti costitutivi, come riportato nelle seguenti tabelle:

ABITANTI TEORICI AMBITO DI TRASFORMAZIONE SUPERFICIE TERRITORIALE INDICE U.T. INSEDIABILI RESIDENZIALE ( mq ) ( mq / mq ) ( Su : 50 mq / ab ) ATR 1 11.510 0,35 81 ATR 2 7.430 0,25 38 TOTALE 18.940 119 Tabella 5: Capacità insediativa residenziale generata dall’attuazione degli Ambiti di Trasformazione Residenziali

INDICE U.T. ABITANTI TEORICI AMBITO DI RICONVERSIONE SUPERFICIE TERRITORIALE ( mq / mq ) INSEDIABILI URBANA ( mq ) PARAMETRO ( Su : 50 mq / ab ) INDICATIVO ARU 1 38.170 Da define in sede di P.A. Da define in sede di P.A. ARU 2 6.800 Da define in sede di P.A. Da define in sede di P.A. TOTALE 44.970 ------Tabella 6: Capacità insediativa residenziale generata dall’attuazione degli Ambiti di Riconversione urbana

SUPERFICIE UTILE AMBITO DI TRASFORMAZIONE SUPERFICIE TERRITORIALE INDICE U.T. COSTRUIBILE PRODUTTIVO ( mq ) ( mq / mq ) ( St x Ut ) ATP 1 13.675 0,60 8.205 mq ATP 2 19.505 0,60 11.703 mq TOTALE 33.180 --- 19.908 mq Tabella 7: Capacità insediativa produttiva generata dall’attuazione degli Ambiti di Trasformazione Produttivi

Si allegano di seguito le schede degli Ambiti di Trasformazione e degli Ambiti di Riconversione Urbana.

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2.2. Censimento cantieri stradali

2.2.1. Introduzione e metodologia di indagine Si deve procedere al censimento dei cantieri stradali degli ultimi 3 anni, distinguendo tra opere a carico dell'Amministrazione Comunale (pavimentazioni stradali, manutenzione impianti di illuminazione pubblica, ecc.) e opere a carico dei Gestori. Nella categoria «opere dei Gestori» si distinguerà tra: - interventi di sostituzione/riabilitazione condotte; - interventi di posa di nuove tubazioni; - semplici interventi di allaccio di nuove utenze (che richiedono cantieri meno invasivi).

Si riportano di seguito le tabelle con il riepilogo dei dati caratteristici dei cantieri relativamente ad una rete locale e principale contenute nel RR 6/2010.

2.2.2. Analisi territoriale L’Amministrazione Comunale ha fornito i dati relativi ai cantieri, presenti nel comune negli ultimi tre anni. Prima di procedere alla sistematizzazione dei dati raccolti, si è effettuata una suddivisione del territorio per zone. Per formulare un’opportuna classificazione, anche in relazione alla valutazione del grado di criticità che sarà effettuata al successivo paragrafo 2.3, basando la classificazione sulla rete stradale, con particolare attenzione al rango dell’arteria viabilistica oggetto di analisi ed alle sue caratteristiche fisiche e localizzative.

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La classificazione per zone è stata così articolata: - Zona 1: SP ex SS 10 - Zona 2: Viabilità provinciale extraurbana - Zona 3: Strade urbane del capoluogo - Zona 4: Strade urbane frazionali di collina - Zona 5: Strade comunali e vicinali extraurbane

In particolare è necessario sottolineare come all’interno del comune gli interventi di messa in pristino e sistemazione delle reti di sottoservizi sia un’eventualità molto ricorrente. Trattasi di centinaia di interventi nel triennio considerato, per i quali non si è effettuata una schedatura puntuale, in quanto essi afferiscono per la quasi totalità ad interventi di ripristino della rete acquedottistica. Le condotte risultano essere in molti punti datate e poco mantenute, pertanto si verificano spesso episodi di perdite, segnalate da privati cittadini o dal comune stesso. L’ente gestore interviene sempre con puntualità, risolvendo la problematica mediante l’apposizione di una fascetta avente lo scopo di inibire la fuoriuscita dell’acqua dalla tubazione. Presentando tuttavia la condotta un certo livello di degrado, nel giro di poche settimane si presentano frequentemente disservizi analoghi sul medesimo tratto, nel punto prossimo ad interventi precedentemente effettuati.

Infine si ribadisce nuovamente come gli enti gestori, cui sono accollati gli oneri degli interventi manutentivi a carico delle rispettive reti in gestione, non hanno fornito dati specifici in merito alle attività svolte nel triennio di interesse. Alla luce di quanto esposto, in questa sede vengono pertanto inseriti esclusivamente i dati disponibili relativi ai cantieri aperti negli ultimi tre anni la cui realizzazione è stata a carico del comune. Si pone in evidenza come questi interventi siano quelli di maggiore portata ed interesse per il comune.

1) Manutenzione straordinaria Via Marconi: rifacimento manto stradale Codici identificativi LLPP: CUP I47H11000220005 – CIG 2668108060 Importo complessivo dell’intervento: 79.921,43 € Estensione del tratto interessato: via Marconi, dall’intersezione con via Martiri della Libertà fino all’intersezione con via Strada Nuova Lunghezza del tratto interessato: 530 metri circa Tipologia di intervento: rifacimento del manto stradale Intervento effettuato nella zona 3

2) Manutenzione straordinaria Via Martiri della Libertà: rifacimento manto stradale Importo approssimativo dell’intervento: 15.000,00 € Estensione del tratto interessato: via Martiri della Libertà, dall’oratorio al parco che ospita il monumento ai caduti Lunghezza del tratto interessato: 115 metri circa Tipologia di intervento: rifacimento del manto stradale Intervento effettuato nella zona 3

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2.3. Vulnerabilità delle strade

2.3.1. Introduzione e metodologia di indagine È possibile effettuare una analisi del grado di vulnerabilità delle strade, tramite la redazione di un «elenco delle strade sensibili» che tenga conto delle seguenti considerazioni: - le strade principali, dotate di marciapiedi e aiuole spartitraffico presentano una sezione trasversale più grande che consente di organizzare meglio la posa dei sottoservizi. Le strade principali sono, però, anche le strade più trafficate e l'apertura di un cantiere può provocare gravi problemi alla circolazione veicolare e alti costi sociali e ambientali; - viceversa le strade locali sono meno trafficate ma sono quelle in cui maggiori sono i problemi di mutue interferenze dei servizi nel sottosuolo; - le strade con pavimentazioni di pregio possono presentare i maggiori oneri economici per l'esecuzione dei lavori, mentre quelle ad alta vocazione commerciale e storico monumentale sono più vulnerabili dal punto di vista delle ricadute sull' economia locale.

In base al tipo di informazioni acquisite ed ai dati disponibili si procede alla individuazione di un set di indicatori mediante i quali è possibile assegnare un punteggio di criticità; in prima approssimazione il set di indicatori può essere così confezionato: - larghezza sede stradale - larghezza banchine laterali - larghezza spartitraffico centrale/laterali - flusso di traffico veicolare - frequenza Trasporto Pubblico Locale - tipo di pavimentazione (di pregio o asfalto) - tipo di circolazione (pedonale o veicolare) - vocazione commerciale (utenze commerciali/m strada) - vocazione storica - affollamento del sottosuolo - presenza cavità sotterranee, linee dismesse - frequenza cantieri negli ultimi 3 anni (dato risultante dal «Censimento dei Cantieri»).

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La tabella esemplificativa sopra riportata, estratta dal Regolamento Regionale, illustra come ad ogni informazione venga assegnato un valore numerico che misura la vulnerabilità/sensibilità della strada all'apertura di un cantiere. Si possono definire tre livelli di criticità (Alta-Media-Bassa), assegnando a ciascuno un determinato punteggio.

Ad ogni strada e per ogni indicatore è assegnato un punteggio; dalla sommatoria dei valori di ogni riga si ottiene un numero che misura il Grado di Criticità (GC) della strada rispetto all'apertura di un cantiere. Riordinando le righe per valori decrescenti del parametro GC è possibile costruire la classifica delle “strade sensibili”. Le strade che presentano i punteggi più alti sono quelle più critiche, ovvero quelle che con l'apertura dei cantieri vanno incontro ai più elevati costi sociali ed economici.

2.3.2. Analisi territoriale In primo luogo si è proceduto a selezionare, sulla base dei dati reperiti e sulla base della consistenza della rete viabilistica e delle reti di sottoservizi presenti all’interno del comune in studio, il set di indicatori utilizzato per la valutazione della vulnerabilità della rete stradale. La seguente tabella riporta gli indicatori prescelti, le soglie dei valori per la definizione delle soglie di criticità ed il punteggio attribuito ad ogni soglia di criticità:

Alta criticità Media criticità Bassa criticità

Sigla u.m. Valore Valore Valore Punteggio Punteggio Punteggio indicatore indicatore indicatore Larghezza sede stradale lss m lss > 6,5 3 6,5 ≥ lss > 4 2 ≤ 4 1 Larghezza banchine laterali lb m lb = 0 3 0 > lb > 0,4 2 lb ≥ 0,5 1 Frequenza Trasporto TPL n/die TPL > 2 4 2 ≥ TPL > 0 1 TPL = 0 0 Pubblico Locale Tipo di pavimentazione* Ps - Pavé /sampietrini 3 Asfalto 1 Sterrato 0 Circolazione pedonale Cp - SI 3 - - NO 0 SI, veicoli 2 e più SI, solo veicoli 2 Circolazione veicolare Cv - 4 2 NO 0 assi assi Vocazione commerciale (presenza esercizi Vc n Vc ≥ 2 2 Vc = 1 1 Vc = 0 0 commerciali) Vocazione storica Vs - SI 1 - - NO 0 Affollamento del sottosuolo As n As ≥ 5 3 4 ≥ As > 2 1 As ≥ 2 0 Presenza cavità sotterranee, C n NO 1 - - SI 0 linee dismesse Frequenza cantieri negli Fc n/anno Fc > 4 3 4 ≥ Fc ≥ 1 2 Fc = 0 0 ultimi 3 anni * qualora all’interno di una singola zona urbana si rilevasse la compresenza di diverse caratteristiche, si assume l’indice medio tra i valori tabellati

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Tabella 8: Indicatori, soglie e punteggi per la determinazione delle soglie di criticità al fine di determinare la vulnerabilità delle strade

Successivamente si è provveduto, per ogni gruppo di strade contenuto nelle diverse zone urbane, così come definite al precedente paragrafo 2.2.2. Analisi territoriale, ad attribuire la vulnerabilità (Grado di Criticità GC) in ordine alla realizzazione degli interventi. La seguente tabella riporta i risultati numerici ottenuti dall’applicazione del metodo illustrato nel Regolamento Regionale.

Z1 Z2 Z3 Z4 Z5

lss 3 2 2 2 1 lb 1 2 3 3 3 TPL 4 0 0 0 0 Ps 1 1 2 1 0 Cp 3 0 3 3 0 Cv 4 4 2 2 2 Vc 2 0 1 0 0 Vs 1 1 1 1 0 As 3 0 1 1 0 C 1 1 1 1 1 Fc 1 1 2 2 3 TOTALE 24 12 18 16 10

Tabella 9: Grado di Criticità (GC) delle strade nelle differenti zone territoriali.

Dalla lettura della soprastante tabella emerge la vulnerabilità delle strade in ordine alla eventuale esecuzione di lavori nel sottosuolo per la fornitura di sevizi di pubblica utilità. Si elencano di seguito le zone individuate per il comune di Santa Giuletta, disposte dalla vulnerabilità maggiore alla vulnerabilità minore:

- Zona 1: SP ex SS 10 - Zona 3: Strade urbane del capoluogo - Zona 4: Strade urbane frazionali di collina - Zona 2: Viabilità provinciale extraurbana - Zona 5: Strade comunali e vicinali extraurbane

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2.4. Livello e qualità dell’infrastrutturazione esistente

2.4.1. Introduzione e metodologia di indagine Viene analizzato il sistema delle infrastrutture e reti sotterranee esistenti, come rilevato nel Rapporto Territoriale, al fine di individuarne ed indicarne sia i punti di sofferenza sia i profili di maggiore efficienza, così da poterne ricavare indirizzi e indicazioni per una migliore pianificazione degli interventi. Allo scopo di individuare i livelli di miglioramento conseguenti agli interventi da realizzare, il PUGSS deve definire parametri di valutazione del livello di efficienza e qualità delle infrastrutture esistenti in funzione delle caratteristiche geomorfologiche, territoriali, urbanistiche dell'area interessata, nonché dello stato degli impianti.

2.4.2. Analisi territoriale Si procede dunque ad una lettura quanto più possibile dettagliata del sistema delle reti di sottoservizi che servono il comune di Santa Giuletta. In particolare si prendono in considerazione i seguenti parametri: - Caratteristiche geomorfologiche - Caratteristiche urbanistiche - Stato di manutenzione degli impianti - Utenze servite su abitazioni totali (%) - Lunghezza tratti di rete - Punti di forza - Criticità

Le considerazioni svolte ed i dati raccolti vengono inseriti nella seguente tabella che permette di svolgere un confronto sinottico tra le reti dei principali servizi.

Acquedotto Fognatura Gas ENEL / TERNA

Caratteristiche La reti attraversano tratti planiziali e collinari, raggiungendo in tutti i casi almeno le frazioni principali. Il territorio è caratterizzato dalla fascia della Pianura Oltrepadana con acque di risalite ad elevata salinità e dall’ambito collinare geomorfologiche caratterizzata da depositi marnoso-argillosi che ne causano la forte instabilità idrogeologica Caratteristiche Le aree servite sono a destinazione prevalentemente residenziale. urbanistiche dell'area Esistono alcuni comparti produttivi artigianali e commerciali in fregio alla SP ex SS 10. interessata La rete acquedottistica Il territorio è servito da una rete presenta numerosi tratti di MT che prosegue in parte in extraurbani, che corrono al di territorio di Pinarolo Po, in sotto delle principali direttrici parte in territorio di Torricella viabilistiche di collina La rete serve i nuclei planiziali Verzate e Mornico Losana. La rete gas serve il nucleo del (collegamento di tutte le del capoluogo e frazione La rete di MT raggiunge in capoluogo con una rete frazioni, nuclei minori e case Manzo, oltre ai nuclei collinari particolare l’ex stabilimento Distribuzione prevalentemente di media sparse) e pianura di Monteceresino e Castello. produttivo Vinal e l’area, posta territoriale degli pressione. Sono inoltre (collegamento fino a cascina Questi due ultimi nuclei sono a nord della ferrovia, dell’ex raggiunte dalla media impianti Melegazza). La struttura è connessi da un unico collettore impianto stoccaggio materiali di pressione la frazioni di Manzo, tipicamente a maglie, con che da Castello scende verso lavorazione. Monteceresino e Castello. diramazioni ad albero dagli Monteceresino La rete di BT serve anelli principali che capillarmente pressoché la raggiungono anche le case più totalità delle utenze territoriali. isolate con tratti di lunghezza Il comune è infine attraversato considerevole da un elettrodotto di AT.

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Acquedotto Fognatura Gas ENEL / TERNA Depuratore a servizio del capoluogo (destinazione: residenziale, produttivo e commerciale) 5 fosse Imhoff a servizio delle Elementi singolari (cabine, Sono presenti cabine in Caratteristiche e Pozzo idropotabile in località frazioni (destinazione: valvole ed altri dipositivi e muratura e cabine su palo per Fontana. residenziale). accesori): N.D. in quanto la trasformazione della corrette specifiche degli Presenza di due scaricatori di elementi sensibili non da MT a BT. impianti Diametri e materiali: N.D. piena (Capoluogo e Castello) e pubblicabili di tre scarichi terminali Diametri e materiali: N.D. Diametri e materiali: N.D. (Monteceresino, Manzo e zona depuratore)

Diametri e materiali: N.D. Stato di manutenzione degli N.D. N.D. N.D. N.D. impianti Utenze servite/totale 99,7% (abitazioni occupate 99,1% 92,7% della popolazione totale ~ 100,0% del territorio potenziali utenze [%] dotate di servizi)

Lunghezza tratti di 95.529 m (in comune con 7.600 m N.D. N.D. rete Casteggio) Depuratore comunale correttamente dimensionato e Buona Copertura delle frazioni Copertura capillare del territorio comunque predisposto per un principali, che ospitano la Copertura capillare del territorio Punti di forza da parte della rete ampliamento destinato a maggior parte della da parte della rete garantire futura capacità popolazione depurativa Perdite di pressione in molti Fosse Imhoff a servizio delle tratti della rete e difficoltà di frazioni con scarico in corpo approvvigionamento idrico in Non risultano serviti i nuclei Criticità d’acqua superficiale. N.D. alcuni periodi dell’anno. La rete minori e le case sparse. Non risultano serviti i nuclei risulta infatti nel complesso minori e le case sparse. sottodimensionata. Tabella 10: Livello e qualità dell’infrastrutturazione esistente

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SEZIONE TERZA PIANO DEGLI INTERVENTI

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3.1. Scenario di infrastrutturazione

3.1.1. Introduzione e metodologia Al fine di individuare lo scenario delle infrastrutturazioni, deve essere precisato che possono essere realizzate nuove infrastrutture interrate soltanto se ricomprese nelle seguenti tipologie: a) in trincea: realizzate con scavo a cielo aperto con posa direttamente interrata o in tubazioni, successivo rinterro e ripristino della pavimentazione; b) in polifora o cavidotto: manufatti costituiti da elementi tubolari continui, affiancati o termosaldati, per infilaggio di più servizi di rete; c) in cunicoli tecnologici: manufatti continui predisposti per l'alloggiamento di tubazioni e passerelle portacavi, non praticabile all'interno, ma accessibile dall'esterno mediante la rimozione di coperture amovibili a livello stradale; d) in gallerie pluriservizi: manufatti continui predisposti per l'alloggiamento di tubazioni e passerelle portacavi, praticabile con accesso da apposite discenderie dal piano stradale.

Dette infrastrutture devono rispondere ai seguenti requisiti: a) essere realizzate, in via prioritaria, con tecnologie improntate al contenimento dell'effrazione della sede stradale e delle relative o annesse pertinenze (tecnologie No-Dig); b) essere provviste di dispositivi o derivazioni funzionali alla realizzazione degli allacciamenti con gli edifici circostanti, coerentemente con le norme tecniche UNI - CEI; c) essere completate, ove allocate in prossimità di marciapiedi, entro tempi compatibili con le esigenze delle attività commerciali o produttive locali; d) essere strutturate, in dipendenza dei potenziali servizi veicolabili, come cunicoli dotati di plotte scoperchiabili, abbinate a polifore; e) essere realizzate, ove si debba ricorrere al tradizionale scavo aperto, con criteri improntati al massimo contenimento dei disagi alla viabilità ciclo-pedonale e veicolare. A tal fine, così come indicato dalle Norme del CNR, per i marciapiedi a servizio delle aree urbanizzate, deve essere considerata una larghezza minima di 4 metri sia per le strade di quartiere che, possibilmente, per quelle di scorrimento. Oltre a quanto sopra indicato, ulteriori requisiti devono essere previsti per le infrastrutture costituite dai cunicoli tecnologici e dalle gallerie pluriservizi e nello specifico: le infrastrutture tipo “cunicoli tecnologici” a) devono essere realizzate, in particolare per le aree ad elevato indice di urbanizzazione, con tecnologie improntate alla mancata o contenuta effrazione della sede stradale e delle relative o annesse pertinenze; b) devono essere dimensionate in funzione delle esigenze di sviluppo riferibili a un orizzonte temporale non inferiore a 10 dieci anni; c) devono essere provviste di derivazioni o dispositivi funzionali alla realizzazione degli allacciamenti con gli immobili produttivi commerciali e residenziali di pertinenza, coerentemente con le normative tecniche UNI - CEI; d) per l'inserimento di tubazioni rigide, deve essere prevista una copertura a plotte amovibili, opportunamente posizionata, le cui dimensioni longitudinali e trasversali devono essere rapportate all'altezza interna del manufatto e alla lunghezza delle tubazioni stesse. le infrastrutture tipo “gallerie pluriservizi” a) devono possedere, al netto dei volumi destinati ai diversi servizi di rete e alle correlate opere e sottoservizi, e sempre in coerenza con le normative tecniche UNI - CEI, dimensioni non inferiori a metri 2

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di altezza e cm 70 di larghezza in termini di spazio libero di passaggio, utile anche per affrontare eventuali emergenze; b) ai sensi dell'art. 66 del DPR n. 495/1992, essere accessibili dall'esterno, ai fini della loro ispezionabilità e per i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

3.1.2. Servizi in progetto In merito alla pianificazione delle infrastrutture in progetto, è stata indetto un tavolo di concertazione con i principali enti gestori in data 25 luglio 2012, convocato con nota n. 1922 del 02 luglio 2012. Nessuno dei soggetti invitati ha preso parte all’incontro, né sono mai pervenute delucidazioni o approfondimenti in merito da parte degli enti gestori. Unici documenti in possesso dell’Amministrazione Comunale scaturiti da tale incontro sono il verbale e la comunicazione inviata da Impiantistica Lombarda Viletti, allegate alle pagine seguenti.

Pertanto, relativamente alle previsioni in progetto formulate dagli enti gestori, non sono disponibili dati.

È unicamente possibile porre in evidenza come il PGT preveda l’implementazione delle reti di sottoservizi in contesti prossimi agli Ambiti di Trasformazione e agli Ambiti di Riconversione, qualora le reti al contorno non risultassero sufficienti a garantire il carico insediativo generato dalla realizzazione dell’Ambito di Trasformazione o Riconversione. In sintesi, laddove si riscontrasse una carenza in uno o più reti a servizio di insedimenti di nuova realizzazione o riconversione normati dal Documento di Piano, sia in presenza di disfunzioni pregresse sia nel caso di insufficienza derivante dal carico insediativo previsto, il soggetto attuatore non deve solo provvedere ad urbanizzare l’area oggetto di trasformazione, ma deve anche supplire alla carenze riscontrate, con lo scopo di garantire l’equilibrio del ramo di rete sul quale gravita l’ambito urbano su cui si interviene.

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Comune di Santa Giuletta Provincia di Pavia C.A.P. 27046

Codice fiscale e P.IVA 00240820183 Via Martiri della Libertà, 7 E-mail: [email protected] Tel. 0383/899141 www.comune.santagiuletta.pv.it Fax 0383/899796

======Settore Territorio

Prot. n° 2297

Santa Giuletta, 25 luglio 2012

VERBALE DI SEDUTA DEL TAVOLO DI CONCERTAZIONE CON GLI ENTI GESTORI DI SERVIZI PROPEDEUTICO ALLA REDAZIONE DEFINITIVA ED ALL’ADOZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA GIULETTA

Il giorno 25 luglio 2012, alle ore 10:00 presso il Municipio del Comune di Santa Giuletta, sito in Via Martiri della Libertà, 7, si è tenuto il tavolo di concertazione con gli enti gestori di servizi sul territorio comunale convocato con nota n. 1922 del 02/07/2012.

Alle ore 10:00 risultano :

Broni Stradella S.p.A. assente Pavia Acque S.r.l. assente Impiantistica Lombarda Viletti S.r.l. assente Libarna Energie S.p.A. assente Telecom Italia S.p.A. assente Enel Distribuzione S.p.A. assente Enel Sole S.p.A. assente

Risultano presenti il Responsabile del Servizio Tecnico Comunale del Comune di Santa Giuletta, Geom. Andrea Mussi, il vicesindaco, Sig. Maurizio Modena, ed il collaboratore alla pianificazione urbanistica e Valutazione Ambientale Strategica del PGT, Dott. Ing. Arch. Viola Cappelletti. Funge da segretario verbalizzante il Responsabile del Servizio Tecnico Comunale del Comune di Santa Giuletta, Geom. Andrea Mussi. Tra gli assenti, l’Impiantistica Lombarda Viletti S.r.l. ha inviato propria nota del 25/07/2012 --- Prot. n. 172. Non essendo intervenuto nessuno dei soggetti invitati, alle ore 10:45 il segretario verbalizzante dichiara sciolta la seduta.

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3.2. Criteri di intervento

3.2.1. Criteri generali I principi che governano gli aspetti progettuali del PUGSS sono i seguenti: a) nelle aree soggette ad evoluzione urbanistica, come individuate nel documento «Analisi delle Criticità: - devono essere realizzati, salvo che non sussistano giustificati motivi che portino ad optare per altro tipo di infrastruttura, i «cunicoli tecnologici», all'interno dei quali procedere alla riallocazione di eventuali servizi di rete già esistenti; - l'infrastruttura deve essere realizzata contestualmente alle restanti opere di urbanizzazione primaria, valutando la possibilità di destinare parte delle aree a standard per la sistemazione dei sottoservizi; b) nelle aree già edificate o in assenza di specifica previsione nel PUGSS, la scelta tra le possibili infrastrutture e tra le tecniche di scavo deve essere effettuata dal comune in base alle caratteristiche delle aree stesse, alla eventuale presenza di beni di carattere storico architettonico, alle dimensioni e alla potenzialità dei servizi di rete da alloggiare; c) il ricorso alle strutture più complesse deve essere previsto in corrispondenza degli incroci e in genere nelle aree di espansione edilizia o di significativa riqualificazione urbana contraddistinte da elevata concentrazione di servizi di rete al fine di garantire il minor disagio possibile alla cittadinanza il comune definisce le norme di salvaguardia e in particolare l'intervallo di tempo minimo per cui è vietato manomettere una strada dopo che questa è stata sottoposta ad un intervento nel sottosuolo; d) nei casi di confermata riutilizzabilità, non è consentita la realizzazione di nuove infrastrutture su percorsi paralleli, anche se limitrofi, se non a seguito di esaurimento delle primarie capacità di alloggiamento dei servizi di rete; e) per le strade sensibili si devono adottare i seguenti criteri di intervento: - pianificazione degli interventi in concomitanza di più gestori; - recupero di preesistenze e delle reti dismesse per la messa in opera di nuove reti; - utilizzazione di tecnologie a ridotta effrazione della superficie quali lo scavo a foro cieco (tecniche NO-DIG).

Sono previste tre tecniche di posa delle reti e in particolare: a) scavo a cielo aperto: prevede l'esecuzione di uno scavo a sezione obbligata, eseguito a differenti profondità lungo tutto il tracciato della condotta da installare o riparare, con normali mezzi di movimentazione terra per la posa interrata di tubazioni o la costruzione di manufatti per l'alloggiamento delle condotte; b) scavo a foro cieco (tecniche NO-DIG): tecnica di derivazione americana che richiede solo lo scavo di due pozzetti in corrispondenza dell'inizio e della fine del tracciato su cui si deve intervenire, limitando considerevolmente lo scavo a cielo aperto. A monte di ogni realizzazione NO-DIG deve essere condotta un'accurata campagna conoscitiva sulle possibili interferenze con i servizi già esistenti e sullo stato della canalizzazione eventualmente da riabilitare; c) recupero di preesistenze (trenchless technologies): tipologia di tecniche che prevede il riutilizzo, con o senza risanamento, di condotte esistenti e che comporta i maggiori vantaggi in termini di impatto sull'ambiente in quanto limita gli scavi e dunque il materiale di risulta. Le tecniche di risanamento delle infrastrutture esistenti, sono molteplici ma si possono suddividere in tre gruppi a seconda che l'istallazione della nuova condotta comporti una riduzione, un aumento o il mantenimento delle dimensioni originarie della condotta.

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In particolare per quanto attiene ai criteri di posa delle reti si rileva che: a) che le tecnologie NO-DIG e le trenchless technologies costituiscono una valida alternativa nelle situazioni in cui non vi è la convenienza tecnico-economica a realizzare infrastrutture per l'alloggiamento dei servizi; b) che le tecnologie NO-DIG, sono particolarmente indicate nelle seguenti situazioni e contesti realizzativi: - attraversamenti stradali, ferroviari, di corsi d'acqua, ecc.; - strade con pavimentazioni di pregio nei centri storici; - strade urbane a vocazione commerciale; - strade urbane a traffico elevato o a sezione modesta; - risanamento dei servizi interrati; - riabilitazione senza asportazioni delle vecchie canalizzazioni; c) che per gli interventi di istallazione di reti e di impianti di comunicazione elettronica in fibra ottica, ai sensi della 1. 18 giugno 2009 n. 69 art. 1 c. 5, la profondità minima dei lavori di scavo, anche in deroga a quanto stabilito dalla normativa vigente può essere ridotta previo accordo con l'ente proprietario della strada; d) che nella scelta del percorso delle reti di sottoservizi si deve tener conto delle interferenze che l'esecuzione delle opere può avere con le normali attività del soprasuolo (viabilità, accesso alle proprietà private, rumorosità del cantiere); per l'ipotesi in cui si aggiunge un servizio, deve essere previsto il mantenimento di una distanza di sicurezza dagli altri sottoservizi; e) che le zone della sezione stradale da privilegiare per collocare nuovi servizi sono quelle sottostanti i marciapiedi laterali, gli stalli di sosta e le aiuole centrali rispetto al centro della carreggiata, perché ne implicano la totale chiusura con ripercussioni sul traffico veicolare; f) che le infrastrutture devono essere realizzate, per quanto possibile, con criteri tali da potere alloggiare, sistematicamente, tutti i servizi compatibili, conformemente alle pertinenti norme tecniche UNI-CEI, alle disposizioni di cui ald.m. 24 novembre 1984 e al d.lgs. n. 626/1994; particolare attenzione progettuale deve essere riservata alle opere ricadenti in aree a rischio sismico per le quali devono fare testo le indicazioni elaborate dai Servizi tecnici nazionali; g) che qualora i lavori interessino i marciapiedi e altre pertinenze stradali, deve essere garantita la mobilità delle persone con ridotta o impedita capacità motoria. A tal fine si rinvia all'osservanza degli adempimenti di cui agli articoli 4 e 5 del d.P.R. n. 503/1996, predisponendo adeguate transennature e ripristinando la continuità dei passi carrai con gli accorgimenti più opportuni. L'ente autorizzante, in sede istruttoria, deve accertare la coerenza del piano delle opere con il citato d.P.R. 503/1996; h) che le condotte di gas combustibile, ai sensi dell'articolo 54 del d.P.R. n. 610/1996, devono essere situate all'esterno delle infrastrutture ove sono alloggiabili i restanti servizi di rete. Qualora il tratto di tubazione debba essere posto nell'infrastruttura, oltre che di limitata estensione lineare, non deve presentare punti di derivazione e deve essere posato in doppio tubo con sfiati e secondo accorgimenti indicati dalla buona tecnica allo stato dell'arte attinti dalla guida tecnica UNI-CEI «Requisiti essenziali di sicurezza per la coesistenza di servizi a rete in strutture sotterranee polifunzionalÌ», di cui alla norma UNI-CEI «Servizi tecnologici interrati», alla norma UNI-CIG 10576 «Protezioni delle tubazioni gas durante i lavori del sottosuolo», al d.m. 24 novembre 1984.

3.2.2. Criteri particolari Qualora l’infrastruttura interessi aree di espansione edilizia o di significativa riqualificazione urbana , essa deve essere realizzata contestualmente alle restanti opere di urbanizzazione, valutando la possibilità di destinare parte delle aree a standard per la sistemazione dei sottoservizi. Per gli attraversamenti e le occupazioni trasversali e longitudinali della sede stradale, funzionali ai servizi di cui al comma 1 dell’articolo 28 della Legge 29 luglio 2010, n. 120 (Nuovo codice della strada), la profondità minima di

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interramento, di cui al comma 3 dell’articolo 66 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del Codice medesimo, non si applica al di fuori della carreggiata. Al di sotto di quest’ultima la profondità minima può essere ridotta, previo accordo con l’ente proprietario della strada, ove lo stato dei luoghi o particolari circostanze lo consiglino e fatte salve le prescrizioni delle norme tecniche UNI e CEI vigenti per ciascun tipo di impianto.

Le infrastrutture devono essere realizzate, per quanto possibile, con criteri tali da potere alloggiare, sistematicamente, tutti i servizi compatibili, conformemente alle pertinenti nonne tecniche UNI - CEI, alle disposizioni di cui al decreto ministeriale 24 novembre 1984 (Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale) e s.m.i. e al D.Lgs. 81/2008 (nuovo Testo Unico Sicurezza Lavoro); particolare attenzione progettuale deve essere riservata alle opere ricadenti in aree a rischio sismico per le quali devono fare testo le indicazioni elaborate dai Servizi tecnici nazionali.

Le infrastrutture polifunzionali , ai sensi del già richiamato articolo 66 del Regolamento del Codice della Strada, devono essere accessibili dall’esterno , ai fini della loro ispezionabilità e per i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Per l’ inserimento di tubazioni rigide deve essere prevista una copertura a plotte amovibili, opportunamente posizionata, le cui dimensioni longitudinali e trasversali devono essere rapportate all'altezza interna del manufatto ed alla lunghezza delle tubazioni stesse.

Nei casi di realizzazione di infrastrutture da parte di privati, in quanto soggetti autorizzati, l’ente autorizzante, in relazione al carattere di pubblica utilità di tali opere di urbanizzazione primaria, determina, con apposito atto, le eventuali modalità di compartecipazione alle spese ovvero le misure compensative, anche con riferimento alle modalità d'impiego degli alloggiamenti resi disponibili.

Le Strutture sotterranee polifunzionali sono indicate per le aree di nuova urbanizzazione, ma anche per le zone edificate (in particolare quelle ad elevato indice di urbanizzazione) in occasione di significativi interventi di riqualificazione urbana e rifacimento delle strutture viarie che rendono opportuno riallocare gli alloggiamenti destinati ai servizi di rete. Diventa invece problematica quando si è in presenza di vecchie infrastrutture stradali e in particolare di “strade storiche”. Infatti, nelle aree urbane consolidate, ed in particolare nei centri storici, la situazione del sottosuolo è spesso compromessa. Soprattutto nelle strade locali (caratterizzate da sezioni trasversali ridotte a circa 4 m), si registra generalmente uno stato di disordine derivante dallo stratificarsi nel tempo dei vari interventi.

Nella scelta finale del “piano degli interventi” vengono pertanto escluse quelle strade, o tratti di esse, che, pur appartenendo alla maglia principale, non denotano criticità tali da giustificare una spesa di infrastrutturazione eccessiva; viceversa possono essere selezionate delle strade locali che, data la concomitanza di particolari caratteristiche morfologiche e funzionali, risultano più interessanti (per esempio possono rappresentare un collegamento diretto tra due strade della maglia principale e chiudere degli anelli infrastrutturali). Ove possibile, le Strutture Sotterranee Polifunzionali (SSP) devono trovare collocazione sotto le parti destinate ad aiuole, stalli di sosta, piste ciclabili e marciapiedi e non sotto le carreggiate. I servizi vengono disposti su supporti in un ambiente protetto dall’acqua e dagli schiacciamenti, e vengono isolati gli uni agli altri. In tal modo sono meno soggetti al danneggiamento e all’usura mentre l’azione di manutenzione è facilitata. I cunicoli non percorribili, le polifore e le canalette sono indicati per le strade più strette, mentre per le strade più larghe si potrà ricorrere alle gallerie tecnologiche. In ogni caso nelle aree centrali, o comunque urbanizzate, nelle quali un intervento straordinario comporti l’interruzione dell’intera sede stradale, per una

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lunghezza di almeno 50 m, le opere di ripristino devono essere l’occasione per realizzare, per quanto possibile, direttamente un cunicolo polifunzionale o una galleria, in relazione alla tipologia degli impianti allocabili e delle possibili esigenze future (Direttiva del 03/03/99 art. 6 comma 4).

Qualora i lavori interessino i marciapiedi e altre pertinenze stradali , deve essere garantita la mobilità delle persone con ridotta o impedita capacità motoria. A tal fine si rinvia all’osservanza degli adempimenti di cui agli articoli 4 e 5 del D.P.R. 503/1996, predisponendo adeguate transennature e ripristinando la continuità dei passi carrai con gli accorgimenti più opportuni. L’ente autorizzante, in sede istruttoria, deve accertare la coerenza del piano delle opere con il citato D.P.R. 503/1996.

Sono fatte salve le disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale , qualora gli interventi ricadano in tale ambito.

Le condotte di gas combustibile , devono essere situate all'esterno delle infrastrutture ove sono alloggiabili i restanti servizi di rete; per le stesse si fa rinvio alle norme tecniche UNI–CEI. Ciò fatto salvo che la tubazione del gas non possa essere collocata in luogo diverso; in tal caso, il tratto di tubazione posta nell’infrastruttura, oltre che di limitata estensione lineare, non deve presentare punti di derivazione e deve essere posata in doppio tubo con sfiati e secondo accorgimenti indicati dalla buona tecnica allo stato dell’arte attinti dalla guida tecnica UNI – CEI “Requisiti essenziali di sicurezza per la coesistenza di servizi a rete in strutture sotterranee polifunzionali”, di cui alla norma UNI - CEI “Servizi tecnologici interrati”, alla norma UNI - CIG 10576 “Protezioni delle tubazioni gas durante i lavori del sottosuolo”, al decreto ministeriale 24 novembre 1984 e s.m.i.

Riguardo alle fasi di cantiere , nel caso siano interessate arterie urbane ritenute critiche, l’Ufficio comunale competente (o del Sottosuolo se attivato) metterà a punto procedure standard per il contenimento dei disagi, con prescrizioni che riguarderanno:

• le modalità di segnalazione dei lavori, • l’utilizzo delle aree, ivi compresi gli accorgimenti per minimizzare la presenza di barriere architettoniche; • i tempi e gli orari di esecuzione, • le azioni per il coordinamento tra i diversi gestori; • le procedure autorizzative.

Lo svolgimento dei lavori dovrà limitare i costi sociali ed economici alla comunità cittadina, prevedendo che gli operatori assicurino un’alta professionalità, un supporto con la vigilanza urbana ed un sistema di informazione per la città sia a livello centralizzato che per l’area di intervento.

Particolare attenzione va riservata alla componente ambientale e ai problemi legati alla rumorosità ed alle polveri che ogni opera determina nell’area di intervento. La realizzazione di nuove infrastrutture o gli interventi sulle esistenti dovranno essere condotti adottando accorgimenti atti ad evitare la presenza stabile di barriere architettoniche ed a limitare i disagi alla collettività più debole.

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3.3. Soluzioni per il completamento della ricognizione

3.3.1. Introduzione e metodologia Laddove in occasione della stesura del PUGSS non sia stato possibile dotarsi di una completa mappatura georeferenziata del sottosuolo, il Piano Operativo dovrà illustrare e prevedere le più opportune iniziative per raggiungere tale obiettivo, tenuto conto delle previsioni di cui all'arto 9 del Regolamento Regionale, indicando le tecnologie che si intendono utilizzare, avendo peraltro cura di verificarne la sostenibilità economica. Dovranno altresì essere indicate le prescrizioni, eventualmente da tradursi nel regolamento attuativo, per regolamentare gli obblighi di comunicazione dei dati da parte degli operatori.

3.3.2. Soluzioni individuate Si riporta di seguito la tabella (v. Tabella 3: Analisi delle reti di sotto sevizi: carenze riscontrate nel reperimento dei dati ) delle problematiche riscontrate in fase ricognitiva. Per ogni criticità si segnalano le possibili soluzioni applicabili.

Schema Materiali Tipologia Diametri Elementi singolari Ente gestore Fonte Base cartografica rete condotte condotte condotte segnalati Impiantistica Acquedotto NO PAO AATO CTR CT10 NO NO NO Serbatoi Lombarda Viletti Manufatto derivatore (M) / Stazione di sollevamento (S), Impiantistica Ente Scaricatore di piena, Fognatura SI CTR CT10 NO NO NO Lombarda Viletti gestore Scarico terminale della rete fognaria, depuratore e fosse Imhoff Vettoriale ( né Rete ENEL Enel Distribuzione Ente Cabine trasformazione SI catastale, né NO NO NO BT+MT SpA gestore in muratura e su palo aerofotogrammetrico) Rete Terna SI Terna Spa SIT RL CTR CT10 NO NO NO Nessuno AT Ente Rete gas SI Libarna gas Aerofotogrammetrico NO NO NO Nessuno gestore Tabella 3: Analisi delle reti di sotto sevizi: carenze riscontrate nel reperimento dei dati

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Elementi Schema Materiali Tipologia Diametri Fonte Base cartografica singolari rete condotte condotte condotte segnalati Acquedotto NO (1) PAO AATO (1) CTR CT10 (2) NO (3) NO (3) NO (3) Serbatoi (4)

Fognatura CTR CT10 (2) NO (3) NO (3) NO (3)

Rete ENEL NO (3) NO (3) NO (3) BT+MT Rete Terna SIT RL (1) CTR CT10 (2) NO (3) NO (3) NO (3) Nessuno (4) AT Rete gas NO (3) NO (3) NO (3) Nessuno (4)

Tabella 11: Soluzioni suggerite per il completamento del quadro ricognitivo. In grigio gli aspetti non problematici, i numeri fanno riferimento alle differenti problematiche

Soluzioni individuate:

1. Problematica n. 1: Non fornitura da parte dell’ente gestore della cartografia richiesta. L’Impiantistica Lombarda Viletti non ha fornito lo schema della rete acquedottistica, mentre aveva fornito in un momento precedente lo schema della rete fognaria, che pertanto è stato possibile utilizzare per la redazione del PUGSS. In occasione della stesura del presente strumento, l’ente gestore è stato contattato sia in merito alla possibilità di fornire lo schema della rete di adduzione delle acque, sia in merito all’aggiornamento della rete di smaltimento dei feflui, ma non ha fornito alcuna risposta nonostante ripetuti solleciti in forma scritta e verbale. Le informazioni relative alla rete acquedottistica sono state ricavate dal webgis della Regione Lombardia.

Relativamente alla rete di AT e AAT tensione gestita da Terna, non essendo necessario approfondire le caratteristiche della rete, il gestore non è stato contattato, ma sono stati utilizzati i dati forniti dal Geoportale di Regione Lombardia. Ciò anche in virtù della pregressa esperienza di verifica diretta dei dati contenuti nel SIT, sempre corretti rispetto ai dati ufficiali forniti da Terna in altre occasioni.

Soluzione : irrogazione delle sanzioni previste dall’art. 42, comma 4 della LR 7/2012, che saranno disciplinate in un futuro regolamento attuativo da RL. “L'inosservanza degli obblighi di cui al comma 3 [fornitura dello schema di rete da parte dell’ente gestore al comune] comporta l'applicazione della sanzione minima di euro 5 e massima di euro 15 per ogni metro lineare di infrastruttura, nonché l'interdizione al rilascio di nuovi titoli abilitativi per la realizzazione di infrastrutture nel sottosuolo del medesimo territorio.”

2. Problematica n. 2: Rappresentazione delle informazioni in adeguata scala e su adeguato supporto cartografico L’ente gestore della rete fognaria ha fornito lo schema di rete sul supporto cartografico raster della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000. Tale base cartografica risulta essere ampiamente inadeguata, in quanto scarsamente aggiornata e con un livello di dettaglio troppo basso per la definizione richiesta.

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Appare invece chiaro che per omogeneità di rappresentazione di dati la base cartografica utilizzata dal SIT regionale debba essere la CTR CT10, anche se si rileva l’opportunità di sovrapporre gli strati informativi connessi alla rappresentazione delle reti così come mappati a livello locale su basi cartografiche di maggior dettaglio.

Soluzione : si suggerisce agli enti gestori di rappresentare le proprie reti in scala adeguata (almeno 1:5.000), utilizzando come supporto l’aerofotogrammetrico comunale, unica base che restituisce la consistenza fisica del territorio in maniera fedele e dettagliata. Si suggerisce inoltre a Regione Lombardia di organizzare il SIT in modo tale che gli strati informativi raccolti siano rappresentati con il livello di dettaglio comunale e non strutturati per sovrapporsi alla CTR, che restituisce il territorio con un’accuratezza insufficiente.

3. Problematica n. 3: Non fornitura da parte dell’ente gestore dei dati di dettaglio relativi ai materiali, tipologia e dati dimensionali delle condotte. Nessuno degli enti gestori ha fornito dati di dettaglio relativi alla caratteristiche delle reti (diametri, materiali, ecc.). In particolare l’ente gestore della rete gas ha esplicitamente detto di non poter fornire tali dati, in quanto trattasi di dati sensibili che possono, se pubblicati, costituire fattore di criticità in ordine al funzionamento ed alla sicurezza della rete.

Soluzione : si suggerisce agli enti gestori di effettuare una raccolta di tali informazioni, qualora non fossero attualmente disponibili e di fornire al comune i dati completi, una volta acquisiti. In assenza di tale comunicazione, si provvederà all’irrogazione delle sanzioni previste dall’art. 42, comma 4 della LR 7/2012, una volta disciplinate dal regolamento attuativo regionale.

4. Problematica n. 4: Non fornitura da parte dell’ente gestore delle informazioni relative alla presenza di elementi singolari. L’ente gestore della rete gas ha esplicitamente detto di non poter fornire tali dati, in quanto trattasi di dati sensibili che possono, se pubblicati, costituire fattore di criticità in ordine al funzionamento ed alla sicurezza della rete. Risultano sufficientemente complete le informazioni relative alla rete ENEL ed alla rete fognaria. Non si hanno dati relativamente alla rete AT/AAT ed alla rete acquedottistica. Per quanto concerne la rete AT, si richiama quanto esposto al precedente punto 1: non essendo necessario approfondire le caratteristiche della rete, il gestore non è stato contattato, ma sono stati utilizzati i dati forniti dal Geoportale di Regione Lombardia. Inoltre dettagli ulteriori sulla rete di AT, considerata infrastruttura strategica di livello nazionale, non sarebbero comunque pubblicabili in quanto rappresentano sensibilità di rilevanza prioritaria per il territorio alla vasta scala. Infine, come già più volte ricordato, la rete acquedottistica non è pervenuta.

Soluzione : si suggerisce agli enti gestori di effettuare una raccolta di tali informazioni, qualora non fossero attualmente disponibili e di fornire al comune i dati completi, una volta acquisiti. In assenza di tale comunicazione, si provvederà all’irrogazione delle sanzioni previste dall’art. 42, comma 4 della LR 7/2012, una volta disciplinate dal regolamento attuativo regionale.

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3.4. Modalità per la cronoprogrammazione degli interventi

3.4.1. Introduzione e metodologia Il Piano degli interventi individua gli strumenti procedurali e le modalità che permettano all'ufficio competente di svolgere agilmente le operazioni di programmazione coordinata degli interventi e di monitoraggio degli interventi e, più in generale, dello stesso PUGSS. La cronoprogrammazione degli interventi nel sottosuolo comunale dovrà essere predisposta su base almeno annuale e, se possibile, su base pluriennale anche aggiornabile di anno in anno. La procedura di cronoprogrammazione, che potrà essere opportunamente codificata nel regolamento attuativo del PUGSS, potrà essere organizzata secondo le seguenti fasi: 1. richiesta agli operatori di trasmettere il proprio programma di interventi (con esclusione di quelli di mero allaccio di utenze e comunque non prevedibili o non programmabili), quanto meno annuale, che tenga conto di quanto comunicato dal comune; 2. convocazione di un tavolo operativo per la pianificazione degli interventi nel sottosuolo, al fine di coordinare i programmi esposti dai diversi operatori ed enti nella fase precedente, nonché di coordinarli con gli interventi previsti nel programma triennale delle opere pubbliche o con eventuali altri interventi previsti dal comune; 3. predisposizione di un cronoprogramma degli interventi, su base quantomeno annuale, il più possibile condiviso cui gli operatori dovranno attenersi nelle successive richieste di autorizzazione degli interventi ivi dedotti.

3.4.2. Cronoprogrammazione In merito alla pianificazione delle infrastrutture in progetto, si rimanda alla lettura del precedente par. 3.1.2. La mancanza di un confronto reale con gli enti gestori, ha condotto all’impossibilità di formulare un cronoprogramma degli interventi.

È unicamente possibile porre in evidenza come gli interventi di adeguamento dei tratti di rete, su cui gravitano gli ambiti di trasformazione e riconversione, presentino una scansione temporale strettamente connessa con l’attuazione degli ambiti medesimi, nell’arco di validità del Documento di Piano.

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3.5. Procedure per il monitoraggio

3.5.1. Introduzione e metodologia Il Piano degli interventi indica altresì le procedure per il monitoraggio che regolamentano le attività di controllo, operative e amministrative, svolte dall'ufficio competente, sia sul ciclo di vita del singolo intervento (monitoraggio a livello di intervento), sia sulla corretta applicazione del Piano (monitoraggio a livello di Piano). L'attività di monitoraggio di un intervento si ritiene conclusa dopo che sia avvenuta la restituzione dei dati relativi all'intervento svolto.

3.5.2. Strutture deputate al monitoraggio Il Comune costituisce, compatibilmente con l’organizzazione degli uffici e se opportuno anche attraverso forme di gestione associata, un Ufficio del Sottosuolo che ha il compito di gestire, applicare e sviluppare il PUGSS, e di svolgere un ruolo di interconnessione e di tramite con i gestori. Come previsto dalla normativa vigente per espletare alcune delle funzioni previste (redazione/aggiornamento del PUGSS, del relativo Regolamento, gestione del geodatabase, monitoraggio, ecc.) il Comune, qualora non abbia sufficienti risorse interne di personale tecnico e strumentazione, può anche ricorrere all’affidamento in outsourcing a consulenti esterni. L’Ufficio per il Sottosuolo disciplina: - la redazione del PUGSS; - la ricognizione delle infrastrutture esistenti e la verifica della loro utilizzabilità; - la ricognizione delle reti di sottoservizi esistenti; - l’attività di cronoprogrammazione degli interventi, attraverso un processo partecipato e condiviso con i vari soggetti che a diverso titolo intervengono nel sottosuolo; - il monitoraggio e la corretta applicazione del PUGSS; - il costante monitoraggio sulla realizzazione degli interventi nel sottosuolo vigilando sulla loro corretta realizzazione; - il rilascio delle autorizzazioni all’esecuzione degli interventi nel sottosuolo, anche convocando le necessarie conferenze di servizi; - il coordinamento degli interventi da attuare in forma congiunta; - la gestione del sistema informativo territoriale integrato del sottosuolo e tutti i moduli informativi ad esso connessi, garantendo il costante aggiornamento dei dati; - il collegamento con l’Osservatorio Regionale Risorse e Servizi.

L’Ufficio per il Sottosuolo provvede a costruire, in collaborazione con gli enti gestori dei servizi, adeguate banche dati informatizzate relative alle caratteristiche ed ai tracciati dei sistemi di reti infrastrutturali esistenti. L’Ufficio per il Sottosuolo può: - disporre di una struttura tecnico-organizzativa completa di risorse e personale tecnico tali da garantire l’efficienza e l’efficacia della gestione; - disporre di una struttura tecnico-organizzativa parziale ed, in tale caso, affidare in outsourcing (ad una società di ingegneria specializzata o a singoli consulenti) le attività di redazione del PUGSS, del Regolamento per la gestione del sottosuolo e di costruzione e gestione del SIT o di parte di esse; - essere attivato in forma associata con altri comuni.

L’Amministrazione Comunale può associarsi, in una delle forme previste dal D. Lgs 267/2000 e s.m.i., con più comuni appartenenti alla medesima area territoriale omogenea, con la finalità di istituire la struttura

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sovracomunale in grado di svolgere il servizio di Ufficio per il Sottosuolo. Tale struttura può nascere attraverso la stipula di una convenzione tra i comuni al fine di svolgere in modo coordinato il servizio di Ufficio per il Sottosuolo, che può essere costituito ex novo per operare con personale distaccato degli enti partecipanti, oppure può essere prevista la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all’accordo a favore di uno di essi che opera in luogo e per conto dei deleganti. Qualora la struttura sovracomunale non disponga delle risorse tecniche interne, può affidare in outsourcing (ad una società di ingegneria specializzata o a singoli consulenti) le attività di redazione del PUGSS, del Regolamento per la gestione del sottosuolo e di costruzione e gestione del SIT o di parte di esse. La struttura sovracomunale cura i rapporti coi gestori, coordina gli interventi sul territorio di competenza, rilascia le autorizzazioni e presidia tutte le attività che spettano all’Ufficio per il Sottosuolo, eventualmente avvalendosi di supporti esterni.

Il Comune programma, anche di concerto con altri soggetti pubblici e privati interessati, gli eventuali alloggiamenti per l’implementazione dei servizi di rete esistenti e per la posa di nuovi servizi secondo criteri atti a garantirne un successivo sviluppo quali - quantitativo e a facilitare le operazioni di installazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sarà opportuno che questa programmazione venga condivisa nell’ambito di un tavolo tecnico al quale dovranno partecipare gli Operatori, al fine di una attenta valutazione tecnico-economica delle opere, e per ottenere delle garanzie sull’effettivo futuro utilizzo delle stesse da parte dei soggetti interessati, possibilmente siglando specifiche convenzioni. Gli interventi programmati devono essere inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche e nel relativo aggiornamento annuale.

3.5.3. Procedure di monitoraggio Le procedure per il monitoraggio regolamentano le attività di controllo, operative e amministrative, svolte dall’ufficio competente, sia sul singolo intervento sia sulla corretta applicazione del Piano nel suo complesso.

MONITORAGGIO A LIVELLO DI INTERVENTO Ogniqualvolta un intervento entri in una nuova fase, questa deve essere evidenziata (a cura di chi esegue l'intervento) all'interno della scheda informativa che descrive l'intervento. Durante la fase esecutiva potranno essere allegati alla scheda tutti i documenti necessari a descrivere l'avanzamento dei lavori. In tal modo l'ufficio del Sottosuolo avrà sempre evidenza di quale sia la situazione e potrà attuare le opportune azioni di verifica e di controllo.

MONITORAGGIO A LIVELLO DI PIANO Il monitoraggio a livello di piano avviene quotidianamente, da parte dell'Ufficio del Sottosuolo. Alla conclusione di un intervento, l'esecutore sarà tenuto a fornire l'aggiornamento dei dati relativi alle reti coinvolte nell'intervento, nonché tutti i dati a consuntivo dell'intervento stesso, come planimetrie, sezioni e fotografie in cui sia rappresentata la disposizione finale delle linee interrate. Più precisamente, ogni ente, a conclusione di un proprio intervento, dovrà garantire: - l'aggiornamento dei dati cartografici di rete secondo uno standard univoco e condiviso; - le specifiche tecniche degli impianti realizzati; - le indicazioni sulla rintracciabilità e sulle intestazioni delle linee posate e sulle loro eventuali protezioni esterne e giaciture (sistema di posa, nastri di segnalazione tubazioni interrate); - le sezioni significative del percorso, in cui si evidenzino: la profondità di posa delle infrastrutture esistenti e/o di nuova posa, le distanze tra gli impianti, e la loro posizione orizzontale adeguatamente quotata (riferibile a elementi territoriali);

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- le riprese fotografiche eseguite durate i lavori e richiamate in una planimetria con indicazione dei coni di ripresa; - tutta la documentazione necessaria a completare l'informazione sull'intervento eseguito; - future modalità di gestione. Inoltre dovrà essere periodicamente valutata l’efficacia del Piano nel suo complesso, intesa come lo stato di attuazione rispetto agli interventi complessivi previsti nel piano annuale e/o pluriennale, la verifica di sostenibilità dei costi, l’effettivo utilizzo delle infrastrutture realizzate, il rilievo e l’eventuale analisi di problematiche che emergono in fase di attuazione e gestione e l’individuazione di eventuali azioni correttive.

In particolare di massimo rilievo risulta essere per il monitoraggio la gestione del SIT. Le Aziende Erogatrici provvedono ad aggiornare in maniera costante i dati cartografici relativi alle proprie infrastrutture, anche a seguito di interventi di manutenzione o sostituzione degli impianti, almeno con cadenza annuale. I dati cartografici ed i relativi metadati debbono essere trasmessi all’Ufficio per il sottosuolo ogni volta che quest’ultimo ne faccia richiesta, obbligatoriamente con cadenza almeno annuale in formato digitale (dwg, mxd o shp). Tali dati devono essere trasmessi, senza alcun onere da parte dell’Amministrazione Comunale, in conformità a quanto indicato nell’Allegato 2 del R.R. n. 6/10. Alla trasmissione dei dati viene allegata una dichiarazione di liberatoria dell’Amministrazione Comunale da ogni tipo di responsabilità derivante dalla mancata corrispondenza della cartografia dello stato di fatto dei luoghi e delle reti, nonché dalla incompletezza dei dati correlati alla cartografia stessa. Nello scambio delle informazioni sull'occupazione del sottosuolo, le Aziende Erogatrici dovranno precisare, per ciascun tipo di impianto, l'ubicazione indicando, ove possibile, il lato della strada occupato, la profondità e la distanza da punti di riferimento degli edifici e la tipologia e dovranno indicare le seguenti caratteristiche principali: - gas, acqua, fognatura: specifica della condotta, materiale, dimensione; - elettricità: tensione nominale, materiale; - telecomunicazioni: canalizzazioni, n. tubi affiancati, cavi in trincea.

L’Ufficio per il sottosuolo redige la mappatura georeferenziata delle infrastrutture e dei servizi di rete, con le stesse modalità e procedure di gestione del SIT operativo nel Comune, sulla base delle informazioni digitali messe a disposizione dalle Aziende Erogatrici, e ne cura il costante aggiornamento. In particolare, l’obiettivo da raggiungere prevede: - la mappatura e la georeferenziazione dei tracciati delle infrastrutture sotterranee con annesse caratteristiche costruttive, coerentemente all’art.15 della D.P.C.M. 3 marzo 1999, all’art. 35 della L.R. n. 26/03, ed all’Allegato 2 del R.R. n. 6 del 15.02.2010; - la mappatura dei “progetti in corso”, completa di tipo di lavoro, caratteristiche tecniche dei manufatti, responsabili, durata delle attività ed eventuali problematiche riscontrate; - l’elenco delle opere rientranti nel programma triennale ed annuale con relativo stato di avanzamento, ai fini del monitoraggio; - il profilo delle gestioni presenti, con la “carta dei servizi” di ogni sistema operante; - l’insieme dei procedimenti con le normative di riferimento e lo schema dei documenti da predisporre, comprensivo di moduli.

La creazione del supporto cartografico avviene conformemente alle disposizioni nazionali e regionali in materia di creazione di banche dati informatizzate.

75 Comune di Santa Giuletta (PV) – PGT 2012 – PIANO DEI SERVIZI. Allegato PS.02 PUGSS

3.6. Verifica della sostenibilità economica del piano

3.6.1. Introduzione e metodologia Il piano degli interventi deve altresì individuare le previsioni di intervento contemplate dal PUGSS che comportino un onere economico per l'amministrazione comunale e, conformemente a quanto previsto dalla l.r. 12/2005 per il Piano dei Servizi (art. 9, comma 4), ne esplicita la sostenibilità dei costi.

3.6.2. Risorse economiche attivabili In merito alla pianificazione delle infrastrutture in progetto, si rimanda alla lettura del precedente par. 3.1.2. La mancanza di un confronto reale con gli enti gestori, ha condotto all’impossibilità di formulare un piano economico-finanziario di dettaglio.

È possibile tuttavia porre in evidenza come gli interventi di adeguamento delle opere di sottoservizi su cui gravitano gli ambiti di trasformazione e riconversione saranno a carico del soggetto attuatore, o, eventualmente, convenzionati mediante apposito atto stipulato al momento dell’approvazione del piano attuativo.

È inoltre stato preso in considerazione il Bilancio Comunale, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 20 del 30 giugno 2012, che comprende il bilancio annuale di previsione per l’esercizio finanziario 2012 ed il bilancio pluriennale per il triennio 2012 – 2014. Il comune non è dotato di Programma Triennale delle Opere Pubbliche. Dall’esame del documento, in relazione alle reti di servizi presenti sul territorio comunale, risultano essere di interesse le seguenti voci del bilancio di previsione per l’anno 2012:

- Funzione 08 - Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti o Servizio 08 01 - Viabilità, circolazione stradale e servizi connessi  POS 1080101 – Personale previsioni di competenza per l’esercizio - in aumento 28.900,00 € somme risultanti 28.900,00 €  POS 1080102 – Acquisto di beni di consumo e/o di materie prime impegni ultimo esercizio chiuso 2.918,00 € previsioni definitive esercizio in corso 6.400,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in aumento 6.000,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in diminuzione 3.400,00 € somme risultanti 9.000,00 €  POS 1080103 – Prestazione di servizi impegni ultimo esercizio chiuso 31.783,78 € previsioni definitive esercizio in corso 14.100,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in aumento 33.096,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in diminuzione 1.000,00 € somme risultanti 46.196,00 €  POS 1080406 – Interessi passivi e oneri finanziari diversi impegni ultimo esercizio chiuso 14.570,00 € previsioni definitive esercizio in corso 12.538,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in aumento 9.337,00 €

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somme risultanti 21.875,00 €  POS 1080407 – Imposte e tasse previsioni di competenza per l’esercizio - in aumento 2.000,00 € somme risultanti 2.000,00 € o Servizio 08 02 – Illuminazione pubblica e servizi connessi  POS 10801203 – Prestazioni di servizi impegni ultimo esercizio chiuso 49.092,60 € previsioni definitive esercizio in corso 50.000,00 € somme risultanti 50.000,00 €

- Funzione 09 - Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente o Servizio 09 04 - Servizio idrico integrato  POS 1090405 – Trasferimenti impegni esercizio chiuso 1.500,00 €  POS 1090406 – Interessi passivi e oneri finanziari diversi impegni ultimo esercizio chiuso 62.815,00 € previsioni definitive esercizio in corso 60.698,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in diminuzione 2.198,00 € somme risultanti 58.500,00 €  POS 1090407 – Imposte e tasse previsioni definitive esercizio in corso 30.698,00 € previsioni di competenza per l’esercizio - in diminuzione 10.198,00 € somme risultanti 20.500,00 €

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