FACEBOOK INORC La Tenda Rossa: 90°anniversario della sfortunata spedizione del dirigibile .

DAL PRESIDENTE, IK0PRH Dopo la tragedia del Titanic, non c’erano più stati dubbi sulla sua utilità ne ostacoli all’ uso della telegrafia senza fili e del Biagio Venanzoni, a tutti i Soci codice Morse, nelle comunicazioni la dove i pali e i fili del dell’INORC. telegrafo non potevano arrivare. Nei primi anni del secolo scorso non c’era paese, il cui governo non avesse costruito stazioni radiotelegrafiche ad uso militare ed in seguito civile, dotando le loro flotte di questo nuovo sistema di comunicazione. L’uso della radio si estese a diversi settori, principalmente a quello dei trasporti. La radio venne installata anche su quella specie di navi volanti chiamate “Aeronave“ o Dirigibili che in quell’epoca si credeva avessero un promettente futuro. La principale fabbrica di Dirigibile sorse in Germania, nei pressi del Lago di Costanza, dove venivano costruiti gli “Zeppelin“. Anche in Italia, un giovane ingegnere aeronautico di nome convinse il Governo dell’epoca a costruire, in seno alla neo costituita Arma Azzurra, l’Aeronautica Militare, alcuni Dirigibili. Ciò avveniva nelle Ofcine Cavour, nei pressi di Roma. Umberto Nobile, oltre che progettista di Dirigibili era anche appassionato esploratore ed alcuni anni prima, insieme all’esploratore norvegese Amundsen, fu l’artefice di una collaborazione scientifica con Svezia e Norvegia.

1 Curò la costruzione di un Dirigibile chiamato ““, la cui missione, oltre a raggiungere il Polo Nord, era di esplorare se tra il Polo e l’Alaska vi fosse solo ghiaccio. Visto l’esito positivo della spedizione Nobile convinse il Governo italiano ad approntare una nuova spedizione, tutta italiana.

Al momento non era disponibile un’ Aeronave uguale al Norge ma c’e ne era uno della classe N4, un po’ più grande al quale venne dato il nome di “ITALIA”. Era lungo circa 100 metri ed aveva una capacità di 18.500 metri di idrogeno, gas usato per farlo sollevare in volo. Per assicurare i collegamenti con la Nave appoggio Città di Milano, venne dotato di una stazione radio principale costituita da un trasmettitore Marconi e da un ricevitore, sempre Marconi, RA6 opportunamente modificati ed impieganti valvole T250 della Osram.

La radio di emergenza era costituita da un ricevitore MK IV della Burndept e da un trasmettitore Ondina 33 anch’esso opportunamente modificato, e alimentati da accumulatori della Magneti Marelli survoltati da un vibratore in grado di fornire tensioni da 300 a 500 volts per la corrente anodica più una batteria di pile a secco per i 12 Volt. Le lunghezze d’onda erano comprese tra i 12 e i 100 metri. Completava la dotazione un Radiogoniometro Marconi DFM 2.

L’equipaggio, comandato da Umberto Nobile, era composto da:

Aldo Pontremoli, Scienziato. , Meteorologo. Adalberto Marimano, Ufficiale. Francesco Beournek, Scienziato. Filippo Zappi, Ufficiale. Alfredo Viglieri, Ufficiale. Felice Troiani, Ingegnere. Natale Cecimoni, Capotecnico. Attilio Coratti, Motorista. Ettore Arduino, Ufficiale motorista 11 Vincenzo Pomella, Capo motorista Renato Alessandrini, Capo operatore Callisto Ciocca, Motorista. Ettore Pedretti, Capo R.T. Giuseppe Biagi, 2° Capo R.T. Ugo Lago, Giornalista. Francesco Tomaselli, Giornalista.

2 Il Dirigibile “Salpa“ da Milano il 19 Marzo 1928 diretto alle Isole dove arriva il 6 Maggio.

Il giorno 23 Maggio 1928, alle ore 04:28 parte per il Polo Nord dove vi arriva il 24 Maggio alle ore 00:20.

A bordo vi è grande euforia. Si apre un portellone e si lancia giù una croce con legata la bandiera italiana.

Il tempo repentinamente peggiora, ma il meteorologo è del parere che avrebbe avuto breve durata. Si decide di intraprendere il volo di ritorno. La tempesta continua e a causa del ghiaccio i timoni si bloccano e le valvole di scarico dell’idrogeno non funzionano. Nobile intuita la gravità della situazione da ordine di spegnere i motori. Sono le 10:30 del 24 Maggio 1928.

Il Dirigibile ITALIA precipita sulla banchisa polare. La parte superiore del Dirigibile si stacca e l’uragano di vento la trascina chissà dove. La cabina di comando precipita frantumandosi sul ghiaccio disperdendo tutto intorno il suo contenuto di uomini e cose. Inizia cosi la lunga odissea sul pack. Per fortuna il Radiotelegrafista Giuseppe Biagi riesce recuperare e riparare la radio d’emergenza “Ondina“ ed un giovane radioamatore russo, Nicolaj Schmidt, intercetta la richiesta di soccorso.

Inizialmente nessuno credeva nella sopravvivenza dei poveri naufraghi ma, poi, la macchina dei soccorsi si mette in moto e dopo 48 giorni di inenarrabili sofferenze sul ghiaccio, vennero tratti in salvo, il 12 luglio, dal Rompighiaccio sovietico Krasin.

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