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ambito 17 val d’orcia e val d’asso Comuni di: (SI), San Giovanni d’Asso (SI), (SI), (SI), San Quirico d’Orcia (SI), Castiglione d’Orcia (SI), (SI)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5. informazioni relative al piano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Pienza Radicofani San Quirico d’Orcia Montalcino

Monte Amiata Profilo dell’ambito

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p. 3 val d’orcia e val d’asso Profilo dell’ambito

p. 4 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

L’ambito Val D’Orcia e val d’Asso si distingue per una significativa eterogeneità. A est, tra Trequanda e , si riconosce un territorio alto collinare con morfologie più accidentate, una copertura forestale prevalente e mosaici agricolo-forestali. A sud-ovest, spiccano i versanti settentrionali del Monte Amiata degradanti fino a Castiglio- ne d’Orcia. A ovest, si estende il territorio di Montalcino, con prevalenza di boschi lungo i versanti alto collinari e montani, e dominio - in ambito collinare e di pianura - della monocoltura dei vigneti specializzati. Proprio l’intensa diffusione dei vigneti specializzati ha comportato la netta riduzione degli agroecosistemi di valore naturalistico, l’aumento della frammentazione delle superfici forestali, condizionando negativamente - anche e soprattutto - gli importanti ecosistemi fluviali (in particolare, il basso corso del fiume Orcia), con la realizzazione di nuovi impianti direttamente su terrazzi alluvionali. Pur costituendo un elemento caratteristico del paesaggio rurale, la diffusione di un’altra monocoltura - quella cerealicola ha comportato la forte riduzione degli ambienti tradizionali e del pascolo, con pesanti ripercussioni sui peculiari elementi geomorfologici quali calanchi, crete e biancane, oltre alla riduzione delle dotazioni ecologiche (siepi, boschetti, filari camporili, alberi). Le colline plioceniche - le Crete - definiscono l’identità specifica della Val d’Orcia, riconosciuta dall’istituzione di Siti Natura 2000 e riserve naturali. Le diverse porzioni dell’ambito sono tenute insieme da un articolato sistema fluviale, di cui l’Orcia, l’Asso e il Formone sono i corsi principali, gli ultimi due tributari dell’Orcia, che a sua volta si immette nell’Ombrone a segnare, ad est, il confine dell’ambito. Di particolare im- portanza percettiva, infine, la distribuzione di carattere spiccatamente policentrico degli insediamenti. La loro posizione - su “balconi” o “torri” - fornisce la visuale della profon- dità e dell’eterogeneità del territorio, simmetricamente delimitata dalla costante presenza di un orizzonte di colline alte e boscose. Asimmetrico è il sistema stradale, il cui asse principale è costituito dalla SS n. 2 (l’antica ), con innesti verso , Chianciano e . A ovest, invece, la rete stradale è centrata su Montalcino nel settore nord e sulla “circonvallazione” dell’Amiata a sud. Profilo dell’ambito

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p. 5 val d’orcia e val d’asso

p. 6 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 17 livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Descrizione interpretativa 2 val d’orcia e val d’asso delimitata da due alti strutturali o horst: la dorsale Rapola- 2.1 Strutturazione geologica e no - Monte ad est e la dorsale Montalcino - Monte geomorfologica Amiata-Monte Civitella ad ovest. La prima dorsale è costitu- ita da formazioni appartenenti soprattutto alla metamorfica Falda Toscana che costituiscono un’anticlinale rovesciata vergente verso est, al di sopra della quale si ritrovano lembi di depositi pliocenici. Il passaggio tra Bacino di e di Radicofani è segnato dalla presenza di un alto strutturale denominato “Soglia di Pienza”, strutturalmente appartenen- te alla dorsale Rapolano–Monte Cetona. Lungo la seconda dorsale prevalgono invece, nettamente, le formazioni liguri, costituite in gran parte da litotipi argilliti- criteri metodologici (LINK) ci, duttili, che in corrispondenza delle pendici settentrionali del Monte Amiata sono ricoperte dalle vulcaniti quaternarie L’ambito è caratterizzato da un susseguirsi di rilievi collinari che costituiscono l’edificio vulcanico. Il massiccio montuoso dalle forme dolci e poco accentuate che costituiscono il ca- dell’Amiata costituisce un sito di grande valore geomorfolo- ratteristico paesaggio delle “Crete” senesi e della Val d’Or- gico ed è costituito dalla sommatoria di colate, flussi e duo- cia. Questi paesaggi contraddistinguono antiche depressioni mi di composizione da dacitica a trachitica che in quest’am- tettoniche, o bacini, orientate NW – SE e delimitate da faglie bito affiorano estesamente nei pressi di Vivo d’Orcia. Lungo dirette disposte a gradinata, che si formarono a partire dal la dorsale Montalcino-Monte Amiata-Monte Civitella sono Miocene superiore come risultato della fase tettonica esten- presenti, inoltre, alcuni affioramenti di peridotiti serpenti- sionale che seguì il corrugamento appenninico. nizzate con filoni gabbrici e basaltici. Essi rappresentano il Il territorio è suddiviso tra il bacino di Siena, a N–NW, il substrato originario dei depositi liguri e sono porzioni di cro- bacino di Radicofani, che si estende lungo il settore centrale sta dell’oceano ligure-piemontese dislocati rispetto al loro e centro orientale dell’ambito, e i due bacini minori della Ve- bacino di sedimentazione. lona (il più piccolo tra i bacini neogenici della Toscana), nei Sui rilievi sono presenti, inoltre, affioramenti del nucleo me- pressi di Castelnuovo dell’Abate, e di Camigliano (porzione sozoico della Falda Toscana, costituiti prevalentemente da del più vasto bacino del medio–Ombrone) a sud–ovest di rocce carbonatiche, individuabili in diversi settori della me- Montalcino, al confine con l’ambito Maremma Grossetana. dia Val d’Orcia e presso Poggio Zoccolino, lungo le pendici Queste depressioni tettoniche, o graben, appartengono ad dell’Amiata. In Val d’Orcia i principali affioramenti sono indi- un‘ampia fossa che a livello regionale interessa il settore tra viduabili presso , Rocca d’Orcia, Ripa d’Orcia la valle del Serchio e quella del Tevere. La depressione è e tra Campiglia d’Orcia e . A queste fine- suddivisa in segmenti da alti strutturali, delimitati da impor- stre tettoniche sono associate le principali manifestazioni tanti lineamenti tettonici regionali che tagliano trasversal- geotermali dell’area che ricade in parte nel settore setten- mente la struttura, come la linea Grosseto–Pienza, che nel trionale del campo geotermico del Monte Amiata. Pliocene “svincolò” tettonicamente il bacino di Radicofani da Attualmente le depressioni sono solcate da corsi d’acqua quello di Siena. Nel Pliocene, il mare, a causa di fenomeni di di una certa importanza come il Torrente Asso, a nord–est, subsidenza, si insinuò all’interno delle terre emerse arrivan- Il Fiume Orcia, nel settore centrale dell’ambito e il Fiume do sino alle pendici del Monte Amiata, senza sommergere Ombrone, lungo il confine occidentale.

Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione i rilievi più elevati. In tale mare poco profondo si deposita- rono materiali fini erodibili, come sabbie e argille, che dopo la regressione marina furono modellati dagli agenti esogeni nelle caratteristiche forme rotondeggianti tipiche della To- scana meridionale, caratterizzate dai tipici fenomeni erosivi che creano le formazioni dei calanchi e delle biancane. Nel Pleistocene inferiore, il bacino di Radicofani è stato interes- sato da attività vulcanica che ha determinato la messa in posto di un piccolo vulcano di cui oggi rimane il neck, il re- litto del camino ascensionale demolito dall’erosione, situato al centro del Bacino di Radicofani. Tale attività ha portato alla deformazione e al sollevamento della sequenza sedi- mentaria a prevalenza argillosa che aveva colmato il bacino. Schema strutturale d’ambito p. 8 La depressione in cui si collocano i due bacini principali è piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso Periodo preistorico-protostorico caratteristiche comuni, quali il fatto di aprirsi sul passaggio rinvenute tracce di una struttura megalitica probabilmen- 2.2 Processi storici di Scarse sono le attestazioni per le fasi paleolitiche e meso- di corsi d’acqua. Questi siti hanno permesso di individuare te dedicata al culto e riconducibile all’ambiente pastorale). territorializzazione litiche, per le quali possiamo ipotizzare solo una sporadica una facies culturale specifica legata a questo territorio. Presso la rocca di Radicofani è stato anche individuato un frequentazione delle zone di crinale nel territorio di Pienza. Le fasi protostoriche si consolidano sulle aree già occupate insediamento, forse stagionale, di evidente carattere stra- In epoca neolitica si registra, almeno per la fascia centrale in epoca preistorica, ma il popolamento si allarga anche ad tegico per la sua posizione sopraelevata, in controllo sul dell’ambito, un’occupazione dello spazio più intensa e con- altri habitat, sempre in prossimità dei corsi d’acqua; con- territorio circostante, sulle principali valli e sulla viabilità. tinuata, con un’organizzazione per villaggi situati su terrazzi tinuano a essere frequentate le grotte. I rinvenimenti ef- Nel corso dell’età del Ferro comincia a strutturarsi il popola- alluvionali posti nelle vicinanze dei corsi d’acqua (Ombrone, fettuati ci consentono di ricostruire una società basata su mento per come si evolverà in periodo etrusco, anche se ci Orcia), come nel caso dell’abitato di Cava Barbieri. Si svilup- un’economia principalmente pastorale e sul nomadismo sono aree (come Castiglione d’Orcia) per le quali mancano pa anche l’insediameno rupestre, particolarmente attestato della transumanza. I siti più significativi per l’età del Bronzo attestazioni. nel comprensorio di Pienza, dove si segnalano le frequenta- sono Castelnuovo dell’Abate a Montalcino (grotta sepolcrale zioni della Grotta del Beato (forse rituale) e della Grotta del- di un esteso villaggio) e Cava dei Barbieri a Pienza (sito con Periodo etrusco criteri metodologici (LINK) la Pocce Lattaie, due siti rupestri in habitat differenti ma con continuità di vita dal periodo preistorico e nel quale si sono In epoca orientalizzante e arcaica sono molto vitali i territori Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comuni- transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 240.000 cazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 240.000 p. 9 val d’orcia e val d’asso della parte centrale dell’ambito, mentre risultano scarsa- una complessiva perdita d’importanza dell’area. Il compren- alla presenza di corsi d’acqua e di terreni fertili e facilmente ambiente devozionale di estrazione agricolo-pastorale. Dif- mente popolati quelli più periferici, quali San Giovanni d’As- sorio sembra infatti rappresentare un territorio periferico lavorabili. La rete insediativa alterna l’insediamento sparso ferente è il caso del santuario sulla sommità di Radicofani, so a nord o Radicofani a sud. La frequentazione antropica rispetto al ben più vitale contesto chianino, interessato dal (case contadine intervallate, in alcune zone, dalle cosiddette che ricopre anche la funzione di polo economico e di con- non risulta legata a uno specifico habitat ma occupa conte- transito di una delle maggiori arterie stradali dell’Etruria in- “case ricche”) a quello accentrato, che può prevedere pic- trollo, organizzazione e gestione del territorio circostante. sti paesaggistici eterogenei: le scelte insediative rispondo- terna e dalla contemporanea crescita accanto a Chiusi, di coli agglomerati (2-3 unità abitative) ma anche villaggi, di L’economia del comprensorio continua a essere imperniata no piuttosto alla necessità di occupare posizioni strategiche Chianciano che si impone progressivamente come centro dimensioni maggiori rispetto a quelli di epoca arcaica. Non sull’agricoltura e sulla pastorizia, che riveste un ruolo fonda- lungo importanti arterie di traffico (si riconoscono almeno di controllo sulla direttrice Chiusi-costa tirrenica, proprio a mancano attestazioni di fortificazioni d’altura, quali gli oppi- mentale, soprattutto nella parte amiatina dell’ambito, pro- due direttrici viarie principali che collegano i centri e le città scapito dei centri della Val d’Orcia. da di Poggio della Civitella (Montalcino), Poggio Castellac- babilmente inserita all’interno dei percorsi di transumanza della costa alla Valdichiana e al Valdarno). La rete del po- Con l’ellenismo si registra un autentico boom demografico cia (Pienza) e Piazza di Siena (Trequanda) che potrebbero fra la regione maremmana e il Casentino. Intenso è anche polamento è costituita principalmente da piccoli agglome- e il territorio viene occupato in maniera diffusa, ben più fare parte di un sistema difensivo a protezione del territorio lo sfruttamento delle risorse boschive (siti fondati alle quote rati aperti (nuclei di 4-5 abitazioni) mentre l’insediamento intensivamente dei secoli precedenti: i fattori attrattivi del chiusino. Una serie di depositi votivi sembra possa essere più alte). Rispetto ai periodi precedenti, si delinea una so- sparso sembra svilupparsi in forma piuttosto modesta e non popolamento (che si sviluppa principalmente sulle aree di ricondotta a un ampio complesso di aree sacre rurali (sorte cietà più allargata e omogenea, con una classe di semiliberi ovunque. Sono però attestati anche villaggi più consistenti, versante) sono riconducibili ancora alla viabilità, oltre che generalmente lungo la viabilità) riferibili probabilmente a un (abitazioni piuttosto povere) non più alle dipendenze delle come nel caso del villaggio di fase arcaica di Poggio della alte aristocrazie ma di un ceto medio agrario locale, costitu- Civitella (Montalcino) o altri nuclei all’interno dei quali si tito da gruppi familiari emergenti. riconoscono abitazioni privilegiate che ci spingono a ipotiz- zare la presenza di una sorta di ceto intermedio, una sor- Periodo romano ta di aristocrazia minore che non è riuscita ad affermarsi Il processo di romanizzazione di quest’area è piuttosto lento come nel caso dei principes di , rimanendo così a uno e progressivo e non modifica, se non minimamente (in par- stato embrionale. I principati che controllano le campagne ticolare nel comprensorio di Radicofani), il trend demografi- sono invece ipotizzabili, pur in mancanza di evidenze legate co di epoca ellenistica; a livello insediativo non si avvertono a complessi monumentali, dalle ricche necropoli di Tolle e particolari cesure in gran parte del territorio perché le aree Borghetto (Pienza): i rinvenimenti di queste aree sepolcrali occupate rimangono sostanzialmente le stesse. Il processo descrivono infatti una committenza facoltosa, riconducibile di destrutturazione del sistema socioeconomico e produt- a personaggi di rango particolarmente elevato. Dai corredi tivo tardoetrusco sembra essere più precoce sul territorio delle due necropoli emergono due differenti contesti: un di Montalcino, sebbene non risulti comunque accompagna- piccolo, ma piuttosto ricco, centro agricolo (Borghetto) e to da una significativa contrazione demografica né da una un’area legata invece agli articolati traffici fra le maggiori crisi economica, ma solo da una flessione numerica degli città etrusche (Populonia, Roselle e Vetulonia sulla costa, stanziamenti rurali, leggera in alcune zone, più marcata in Chiusi nell’interno) e caratterizzata quindi da un’economia altre. Altrove registriamo invece una sostanziale continuità basata sui commerci e sulla presenza di importanti direttrici politico-culturale, economico-produttiva e sociale. L’orga- viarie (Tolle). L’attestazione di varie fattorie si potrebbe le- nizzazione insediativa di età romana si struttura sulle ville gare a un modello, già riconosciuto nel vicino comprensorio (come quella di Sesta), che avviano un processo di attra- di Murlo, che prevede entità intermedie fra i centri direzio- zione dei centri intermedi di controllo e gestione della pro- nali (come Tolle) e i nuclei abitativo-produttivi distribuiti sul duzione, ossia le fattorie che sono direttamente dipendenti territorio. Nelle aree più periferiche, l’ambito sembra carat- dalle ville stesse, intorno ai quali a loro volta si concentrano terizzarsi per le scarse e modeste tracce di frequentazione le piccole unità produttive tipo abitazioni (quindi accentra- e per un quadro territoriale caratterizzato da un’ampia dif- mento anche del popolamento sparso, già molto sviluppato fusione delle attività agricole (con predominanza della ce- dal periodo etrusco), attestate comunque in forma più o Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione realicoltura e un’intensa produzione vitivinicola e olearia), meno diffusa su tutto il territorio. Le aree di insediamento integrate con quelle pastorali. Fra i contesti più significativi, di ville e fattorie sono principalmente i terrazzi di mezza vale la pena di segnalare i siti di Poggio Castellare, uno costa, suoli privilegiati per la produzione agricola, a dominio dei castellieri più grandi, completi e interessanti dell’Italia di aree interessate dal passaggio di viabilità di una certa centrale (cinta muraria a secco lunga circa 350 metri con i rilevanza. A testimonianza dello stretto rapporto fra i grandi crolli di 5 torri circolari) e la possibile presenza di un santua- complessi produttivi e i principali assi viari è il fatto che, rio (sicuramente attestato in età ellenistica) presso l’attuale allontandandosi dalle direttrici più importanti, verso l’inter- rocca di Radicofani che si configurerebbe come insediamen- no, scompaiono le ville e prevalgono invece i villaggi (come to a doppia valenza, sacrale e strategica, considerata la sua Cosona a Pienza), dediti a un’economia di produzione e non posizione a dominio del territorio circostante. di scambio. La presenza dei villaggi in alternativa alle ville La fase classica (V secolo a.C.) non è particolarmente at- (fenomeno ben rilevabile nei territori di San Giovanni d’Asso testata ma possiamo comunque ipotizzare una sostanziale e San Quirico d’Orcia) si può spiegare con lo sfruttamento continuità rispetto ai secoli precedenti, pur riconoscendo Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- di suoli più adatti alla coltivazione esclusiva di grano, che p. 10 nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 240.000 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso può aver spinto verso un maggiore accentramento abitati- Periodo medievale deboli, ma comunque organizzate. Nella parte meridionale zione delle sommità (un esempio è Montalcino) e si confer- vo, mentre le ville si collocano in zone diversificate dal pun- Il panorama insediativo nei primi secoli del Medioevo sem- dell’ambito, nella quale si registra un notevole calo demo- ma una rete insediativa strutturata su complessi demici di to di vista paesaggistico, per poter sfruttarne le differenti bra insistere sugli spazi già occupati nelle fasi antecedenti, grafico, ai pagi tardoantichi succede un’occupazione cao- tipo comunitario, spesso dotati di pievi o chiese, che, con potenzialità. I questi secoli si afferma quindi un’economia anche se si assiste, verosimilmente per iniziativa di un ceto tica, con siti che si sviluppano in aree marginali e non più la stabilizzazione delle aristocrazie laiche ed ecclesiastiche agricola di tipo intensivo, legata alle ville, per lo scambio e dirigente non meglio determinabile, a una progressiva at- lungo la viabilità, anche considerato che proprio in questo (monasteri e vescovi) dal X secolo, verranno trasformati in la produzione di surplus (in particolare verso a capitale) e trazione del popolamento verso le alture e le posizioni domi- periodo alcune delle principali direttrici dell’Etruria interna villaggi curtensi caratterizzati da un’accresciuta popolazione una invece a carattere estensivo nei villaggi, basata sulla nanti. Il paesaggio si struttura su una rete di edifici religiosi smettono di funzionare (fra le cause, l’impaludamento, l’ab- e da una diversificazione delle attività (emblematico il sito produzione e il consumo di cereali nell’ambito di un’econo- (attestati dal VII-VIII secolo ma alcuni fondati già in epoca bandono di molte stazioni di posta e la guerra greco-goti- di Cosona nel territorio di Pienza). La presenza delle cur- mia si pura sussistenza. La pastorizia (con transumanza a paleocristiana), con chiese, pievi (come quella di Pava) e ca). Quasi ovunque si registra una forte contrazione delle tes favorisce una diffusa opera di bonifica, disboscamento breve raggio) e la cosiddetta economia di selva sembrano monasteri (come quello di fondazione regia di San Pietro ad terre coltivate (e della coltivazione), con ampie porzioni di e fondazione di comunità rurali nelle aree boschive, dise- avere avuto un ruolo non secondario soprattutto nelle aree Asso) intervallati a insediamenti aperti (vici e casalia) di una territorio lasciate incolte e un maggiore sfruttamento delle gnando un paesaggio promiscuo, intensamente e variamen- meridionali dell’ambito, più vicine al comprensorio amiatino. certa rilevanza demica e autosufficienti dal punto di vista risorse boschive e dell’allevamento. te sfruttato secondo tutte le sue caratteristiche, nel quale Nel corso della media e tarda età imperiale (in particolare produttivo: si tratta infatti di strutture comunitarie ancora Fra VIII e X secolo si accentua la tendenza verso l’occupa- l’abitato è circondato dapprima da orti e frutteti, quindi da nel III secolo) si verifica il collasso del precedente sistema vigne, poi da terre coltivabili e infine da boschi e pascoli. insediativo-produttivo, in parallelo a una marcata contrazio- La riorganizzazione del tessuto viario restituisce infine alla ne demografica. Viene abbandonata la gran parte delle ville viabilità un grosso peso nello sviluppo del popolamento so- e delle fattorie, mentre scompare del tutto l’abitato spar- prattutto in Val d’Orcia e Val di Paglia, come testimoniato so, inglobato dalle ville superstiti; queste ultime conoscono dagli insediamenti di Vadossi e , il cui sviluppo in pertanto un’ovvia e forte espansione e si strutturano come controdentenza (siti di fondovalle) si spiega con la prossimi- aziende latifondistiche. Si delinea quindi un quadro paesag- tà alla Francigena (attestata dal IX secolo). gistico dominato dal latifondo e da poli insediativi (ville e Nei secoli centrali si registra una significativa crescita de- villaggi ancora in essere) privi dei nuclei intermedi attestati mografica e si assiste, dapprima (dal tardo X secolo) sul in precedenza. versante amiatino quindi (fra XI e XII secolo) in tutto il re- In epoca tardoantica la rete del popolamento è caratterizza- sto dell’ambito, alla fortificazione dei preesistenti nuclei cur- ta dalla rioccupazione sistematica delle strutture agrarie di tensi o villaggi, che procede di pari passo alla progressiva età imperiale (ville e fattorie), delle quali vengono riconver- affermazione dei poteri signorili (Ardengheschi, Scialenghi, tite piccole parti (di solito un solo ambiente, spesso ridotto ecc.) sul territorio. La viabilità continua a condizionare la a rudere) delle zone residenziali. L’altra tipologia abitativa formazione della rete insediativa stimolando la formazione diffusa nei secoli di transizione è quella della casa sparsa, di villaggi nelle aree di fondovalle, soggette a dissodamenti solitamente un nucleo monofamiliare, costruita in materiale che consentono la ripresa della cerealicoltura. deperibile. Va segnalata, in particolare per il territorio di Il paesaggio bassomedievale è fortemente caratterizzato Pienza (e in misura minore per quelli di Montalcino e San dai castelli, che ne costituiscono l’elemento cardine, carat- Giovanni d’Asso), la continuità di vita dei complessi di me- terizzati dalle posizioni d’altura, da un forte accentramen- dio-grandi dimensioni, ovvero fattorie: si tratta di un indi- to insediativo e dall’essere posti sotto l’autorità senese. Il zio, scarsamente attestato nei comprensori limitrofi, di una quadro del popolamento è completato da villaggi, grance, stratificazione sociale ancora presente in ambito rurale. I ospedali ed edifici religiosi, oltre che dall’abitato sparso, villaggi sembrano sopravvivere solo nelle aree di fondovalle particolarmente diffuso in alcune zone, meno in altre. Nel del Paglia nel territorio di Radicofani, dove il declino dei corso del XIV secolo, in linea con una tendenza più gene- paesaggi rurali romani viene superato con la riaffermazione rale, si registra una netta inversione di tendenza: il popola- degli antichi paesaggi dei pagi, fondati sulla gestione co- mento raggiunge indici molto bassi e molti castelli vengono Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione munitaria della terra. Si afferma infatti il sistema dei campi distrutti, abbandonati o ridotti a semplici nuclei aperti. Rap- aperti (tutte le terre messe a disposizione, dopo il raccol- presenta un’eccezione la parte più meridionale dell’ambito, to, per il pascolo promiscuo); fondamentali risultano anche il territorio di Radicofani, che conoscerà nel XV secolo una le aree boschive (legname, allevamento suino e caccia a fase di grande vitalità economica e di crescita demografi- cinghiali, caprioli e lepri). All’interno dell’ambito gli spazi ca, in buona parte dovuta alla presenza della Francigena 2.2 privilegiati dall’insediamento sono i versanti e gli altopiani (che genera anche una vivace economia legata alle attività di media collina, quando possibile in posizione di dominio ricettive di pellegrini e viandanti). A un paesaggio agrario sulla viabilità (inalterata rispetto alle fasi precedenti) che piuttosto vario (colture stabili e cerealicoltura) si abbinano continua a costituire un forte fattore di attrazione. ampie aree di bosco caratterizzate dalla cosiddetta econo- mia di selva e vasti pascoli per un allevamento sia stanziale che transumante. Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 240.000 p. 11 val d’orcia e val d’asso Periodo moderno piante, ma intorno ai centri urbani la campagna prendeva popolazione, che porta il totale appena sotto i 13.000 abi- in qual maniera si possa render feconda, e quali attività se Al momento dell’annessione dello stato senese nel Grandu- la forma di un contado in miniatura: così a San Quirico, tanti (e una densità di poco più di 16). ne possano ricavare”. cato, 1559, tutto il territorio a sud della città, dalla Val d’As- a Corsignano-Pienza, la città fondata da Pio II intorno al Da questo momento in poi, per circa due secoli fino al 1951, Nel fondovalle, il fiume principale mantiene ancora il ca- so alla Val d’Orcia e – oltre Radicofani – fino alla val di Paglia 1460 proprio sul crinale fra San Quirico e Montepulciano. l’incremento è costante, seppure modesto: per poi ritor- rattere che Repetti definisce “vadoso”: dopo la confluenza e ai confini dello stato Pontificio, era saldamente integrato Un caso a sé è rappresentato da Montalcino, che con il suo nare, al momento attuale, agli stessi valori del ‘600! L’età del Formone, leggiamo nel Dizionario, “l’Orcia, più vado che con quello delle colline e delle comunità più vicine a Siena, poggio esattamente delimitato dai corsi dell’Asso, dell’Orcia moderna si chiude, in ogni caso, nello spirito delle riforme fiume, spaziando si dilata in ampio letto e vagando qua e in un solo complesso amministrativo, come provincia su- e dell’Ombrone, si configura come un perfetto microcosmo leopoldine, con una rinnovata attenzione per le risorse na- là attraversa, da un lato campagne argillose e semente a periore. L’integrazione si traduce nel consolidamento della di città e campagna. turali e i caratteri fisici di tutta questa area, che parte dal grano o sodaglie sparse di ciottoli trascinati dalla montagna, viabilità imperniata sull’asse della via Romana o Francigena Dopo l’annessione al Granducato, lo spostamento verso riconoscimento della natura vulcanica del Monte Amiata e finché va ad investire la gola fra la Rocca d’Orcia e i Bagni e nella fortificazione dei centri urbani di altura, mentre le l’agricoltura di numerose risorse finanziarie spinge verso del “camino” di Radicofani da parte di Pier Antonio Micheli, di Vignone”. “Costà – aggiunge Repetti - l’Orcia passa sotto strutture economiche rimangono fortemente segnate dalla l’estensione dei coltivi, come testimoniano anche le prime il primo dei grandi naturalisti viaggiatori dell’età dei lumi, un ponte nuovo di pietra che è l’unico fatto attraverso della presenza di grandi istituti religiosi come le abbazie di San indicazioni demografiche registrate dal Repetti: nel 1640 la per passare anche allo studio della possibilità di migliorare fiumana, dove passa la strada Regia romana. Esso è stato Salvatore, di Monte Oliveto e dell’Ardenghesca, che control- popolazione delle sette comunità sfiorava i 17.000 abitanti, la produttività dei terreni cretosi: a questo scopo, nel 1771, rifatto nel secolo attuale un quarto di miglio distante dal lano vasti interessi economici e fondiari, oltre all’Ospedale per una densità di poco superiore ai 20 abitanti per kmq., l’Accademia senese dei Fisiocritici aveva indetto un concorso primo, che fu abbattuto dalle piene del fiume dopo quasi di Santa Maria della Scala con le grandi fattorie (grance) di un po’ più alta a San Quirico (36) e un po’ meno a Casti- di idee con questo bando: “In alcuni strati della campagna tre secoli di età.” Si tratta dell’unica opera importante che , Spedaletto e Castelluccio. glione (15), ma senza differenze significative. Tuttavia la senese, come per esempio lungo la valle dell’Orcia, si trova si realizza nel periodo lorenese, durante il quale tuttavia si L’intervento dello stato senese sulla viabilità principale ri- rilevazione successiva (1745) registra ovunque un calo di una quantità di terra cretacea alquanto sterile. Si dimanda: registrano continui interventi di manutenzione e potenzia- guarda la costruzione (ai primi del ‘500) dell’unico ponte mento della rete infrastrutturale. in muratura sull’Orcia, vicino a Bagno Vignoni, e lo sposta- Un settore particolare la cui attrattiva si fa sentire già nell’e- mento del valico fra Orcia e Paglia più vicino alla rocca di tà moderna è quello delle risorse termali, assai diffuse in Radicofani, per ragioni militari. Per le stesse ragioni, poco tutto il territorio: la località più nota è ovviamente Bagno prima della guerra di Siena, erano stati fortificati tutti i cen- Vignoni, nella comunità di San Quirico, ma le sorgenti cal- tri di altura, da San Quirico che è proprio sulla via Romana, de si trovano anche in val d’Asso (Lucignano), alle pendici a Pienza, Monticchiello, Montalcino. dell’Amiata (San Filippo) e altrove. L’economia è basata sulla coltura estensiva dei seminativi, sulla pastorizia (ovina) e sulle risorse forestali dei poggi di Periodo contemporaneo Montalcino e di Castiglion d’Orcia. La struttura fondiaria è Un caso esemplare dell’evoluzione del paesaggio della val stata opportunamente definita del “latifondo a mezzadria”, d’Orcia è quello della fattoria di Castelluccio – La Foce, in che si distingue per le maglie dell’appoderamento e per gli di Pienza sulla direttrice che porta a Chianciano. orientamenti colturali sia dalle forme della mezzadria classi- L’area della fattoria comprende il versante destro dell’Orcia ca che dal vero e proprio latifondo maremmano. “Sui fondi fino a sconfinare oltre il crinale con la val di Chiana; l’alti- prevalentemente nudi delle crete, l superficialità delle lavo- tudine varia dai 300 ai 600 m slm; il substrato geologico è razioni, il carattere elementare delle eventuali sistemazioni prevalentemente argilloso, con le tipiche crete plioceniche idrauliche, la notevole presenza di riposi o maggesi, la ca- del bacino di Radicofani estese fino alla dorsale. Il fondoval- renza di colture legnose e di piantagioni arboree, richiede- le comprende depositi alluvionali più o meno recenti. vano prestazioni coloniche annuali, per unità di superficie, La fattoria di Castelluccio ha origine dalla omonima Grancia assai minori rispetto ai fondi a coltura promiscua lavorati acquistata dall’Ospefale di Santa Maria della Scala di Sie- più intensamente e senza interruzioni. Perciò era necessa- na nel 1480: comprendeva oltre al castello anche l’Osteria riamente superiore la quantità di terreno che poteva e do- della Foce, divenuta oggi sede della Fattoria, e il castrum di Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione veva essere assegnato pro capite ai coloni, i quali, peraltro, Chiarantana. Faceva parte del vasto patrimonio dell’Ospe- permanendo tali condizioni agrarie e i conseguenti bassi dale, insieme a Spedaletto, Montisi, Serre, More di Cuna. livelli di produttività, potevano ricavare la sussistenza dal Ha conosciuto nel corso degli ultimi tre secoli tre importanti fondo solo se la notevole estensione del seminativo avesse passaggi di proprietà: nel 1786 la proprietà fu assegnata compensato la povertà del suo rendimento unitario. Di qui alla famiglia Dei di Chiusi, poi nel 1847 questa la cedette la presenza di poderi tanto più vasti quanto più ampia erra ai banchieri Mieli di Roma; infine nel 1924 la fattoria fu ac- la parte a maggese o a riposo ed estensiva la coltivazione” quistata dal marchese Antonio Origo che ne curò un ampio (Giorgio Giorgetti). processo di ristrutturazione per poi lasciarla nel dopoguerra Alle colture arboree, vite e olivo, erano riservate solo le pla- in parte a due cooperative di ex mezzadri, in parte alla Re- ghe dove strati di sabbie emergono dalla coltre dell’argilla, in gione Toscana e in parte alle due figlie. Nonostante la divi- genere sui crinali o sui cocuzzoli dove si era formato anche sione l’unità originaria della fattoria è tuttora riconoscibile l’insediamento, sia sparso che accentrato. La singola casa perché si sono mantenuti gli orientamenti colturali tipici di colonica poteva essere circondata da pochissime e stentate Val d’Orcia e Val d’Asso: Il territorio di Val d’Orcia e Val d’Asso negli anni ’70 del XVIII secolo (Ferdinando Morozzi, Archivio Nazionale di Francia) questo bacino argilloso, dominati dal pascolo e dal semi- p. 12 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso nativo nudo. Il paesaggio attuale può essere considerato il colturali, in particolare con l’estensione dell’oliveto promi- Il compromesso portò all’istituzione di una ANPIL estesa a risultato delle opere realizzate prima della guerra, che se- scuo nei poderi più alti. L’incolto (il sodo a pastura), carat- quasi tutto il territorio dei cinque comuni, di dimensioni tali condo lo stesso proprietario avevano lo scopo di consolida- terizzato dalla presenza di tipiche forme erosive, biancane da non essere gestibile come area naturalistica. In seguito re quella che era stata la vocazione originaria dell’azienda. e calanchi, si è fortemente ridotto, ma conserva tuttavia ha avuto invece successo la richiesta di riconoscimento del- Importanti anche gli interventi sull’architettura rurale, che ancora oggi una notevole rilevanza paesistica, tanto da giu- la val d’Orcia come patrimonio dell’umanità da parte dell’U- furono affidati all’architetto inglese Cecil Pinsent, lo stesso stificare il riconoscimento dell’ area protetta di Lucciolabel- nesco, che è stata accolta nel 2004. che aveva curato la sistemazione del celebre giardino all’i- la. Le vicende degli ultimi cinquant’anni hanno comportato Nonostante questo riconoscimento, il rischio maggiore per taliana della villa-fattoria della Foce. E’ significativo il fatto anche qui come in tutte le Crete una semplificazione delle un paesaggio come quello della val d’Orcia è dato dalla che un paesaggio che è divenuto oggi un vero e proprio ste- forme di uso del suolo, anche per i danni provocati agli olivi proliferazione di espansioni edilizie, che si sono verificate reotipo delle terre senesi (si pensi allo zig-zag dei cipressi dalle gelate del 1985 e del 1993. negli ultimi anni intorno ai piccoli centri come di Lucciolabella) sia stato in realtà prodotto nel Novecento, La storia più recente di una fattoria come la Foce si intrec- e Monticchiello, ma anche nei poderi sparsi. Anzi, è stato grazie ad una particolare congiuntura economica ma anche cia con la proposta di istituire un Parco artistico-naturale osservato che il riconoscimento da parte dell’Unesco ha pa- culturale. Caratteristica di quest’area è la straordinaria do- ersteso ai cinque comuni della val d’Orcia. La proposta fu radossalmente innescato una nuova attrattiva per il mercato cumentazione geo-iconografica estesa a due secoli e mezzo avanzata negli anni ’90 del secolo scorso da parte di un immobiliare, con l’offerta di seconde case “nel cuore del di storia del paesaggio. gruppo di intellettuali presenti a vario titolo nella valle ed parco naturale”, che peraltro non è mai esistito. Le opere eseguite negli anni Trenta hanno consentito di au- ebbe notevole risonanza anche negli ambienti politici loca- Del resto negli anni del dopoguerra l’andamento demogra- mentare il numero dei poderi e di differenziare gli assetti li, mentre non trovò adeguato sostegno in sede regionale. fico non è certo tale da giustificare nuove abitazioni per i residenti. Dal 1951, quando gli abitanti nelle due valli ave- vano raggiunto le 32.000 unità, al 2001 la popolazione è esattamente dimezzata. L’unica eccezione è rappresentata dal comune di San Quirico, che a partire dal 1981 comincia a risalire fino a superare di poco il valore del 1951. Negli ultimi tre decenni la popolazione si è stabilizzata intorno a valori che sono praticamente quelli dell’800, salvo che la popolazione dei poderi si è ridistribuita sui centri urbani di origine storica, compresi quelli di medie dimensioni (fra 500 e 1000 abitanti) che formano la cornice della val d’Asso con Trequanda, Montisi, , , oltre a San Giovanni. Sono pochi i casi di origine recente: si può citare Torrenieri che ha assorbito parte della popolazione di Mon- talcino, e Gallina di quella di Castiglione. Entrambi questi casi si collocano lungo la statale, erede del- la via Romana granducale, alla quale sono stati apportati al- cuni interventi di raddrizzamento, intorno a San Quirico; più consistente la realizzazione negli anni ‘80 del tunnel sotto il crinale di Radicofani. Esiste ancora, ma solo come attrazio- ne turistica (Treno-natura) il tronco ferroviario che percorre tutto il fondovalle dell’Asso fino alla confluenza con l’Orcia, e da qui fino a Monte antico dove incontra il ramo “nuovo” della Siena Grosseto Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Il territorio dell’ambito nella carta della Toscana di Giovanni Inghirami del 1825-30 in scala 1:100.000 (Archivio Nazionale di Praga) p. 13 val d’orcia e val d’asso

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso legenda

criteri metodologici (LINK)

p. 15 val d’orcia e val d’asso Nell’autunno del 1938 il professore Alessandro Marcucci qualche anno avanti dallo stesso governo, in data 1930-31, selvaggia» della Cornovaglia. Consapevoli della carica di 2.4 Iconografia del paesaggio stende, per conto del Ministero che intendeva avviarvi l’i- ai fotografi dell’Istituto Luce. astrazione simbolica propria della pittura medievale senese stituzione di scuole rurali, un rapporto sullo stato della Val Una landa desolata, dimenticata da Dio e dagli uomini, che e di più prosaiche esigenze narrative, possiamo persino col- d’Orcia: “[…] guadagnata l’ultima salita, fra due fittissime ali nel giro di cinquant’anni, grazie alla mutata sensibilità diffu- locare in quest’angolo di Toscana i paesaggi asciutti e ostili di allineati cipressi, eccoci ad una gigantesca balconata. Da sa (si potrebbe dire, a una sorta di esistenzialismo digerito), del Sassetta o di Apollonio di Giovanni: paesaggi che, questo poggio, ampio, solenne, signorile come una villa ro- ha visto capovolta la ripulsa in fascino, fino a diventare nel ammiccando anche alle caratteristiche eremitiche dei sassi mana, denominato La Foce, ecco aprirsi un gran largo, uno 2004 patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco. Non casentinesi, venivano composti per ambientarvi al meglio squarcio imponente tra due alte dighe di colline; di fronte è mutato il paesaggio, ma lo sguardo che vi si pone: dalle Tebaidi, Fughe in Egitto e Trionfi della Morte. il Monte Amiata, a sinistra, in lontananza, lo sbarramento descrizioni passate ricaviamo infatti acute note di deme- In effetti, nonostante il miele che si vuole sciogliere a pro- di Radicofani, che separa il Lazio dalla Toscana e dalle cui rito in cui senza fatica riusciamo a cogliere elementi per fusione su colli e borghi, e la trasfigurazione nella luce di pendici scende nella valle ampia l’Orcia, fiumiciattolo pre- noi attraenti. Ad esempio, a Federico Barbarossa occorreva rocche e castelli propria di romantici pittori stranieri (ad potente e presuntuoso, che dà il nome a tutta la vallata. Le un “lungo e faticoso cavalcare” per arrivare a San Quirico; esempio, la Veduta di Montalcino di Joseph Pennell), la criteri metodologici (LINK) colline che formano le pareti della larga valle, sono gli acci- per il borgognone Charles de Brosse, viaggiatore curioso e valle conserva il suo carattere selvatico, le fortezze e i bor- diosi calanchi senesi, grigi, rugosi, scoscesi, flagellati dalle illuminato, il paesaggio era composto “non già da monta- ghi arroccati ricordano di essere nati per difesa, e le strade acque, senza vegetazione, senza vita: un umidore insidioso gne, ma da cimiteri di rocce”. E a Charles Dickens la valle antiche (la Cassia e poi la Francigena) di essere luoghi di di fango dall’ottobre all’aprile, un torpore soffocante nella di Sant’Antimo ricordava la “campagna sterile, pietrosa e passaggio, di incontro ma anche di agguato. A San Quirico calura d’estate. La prima volta che m’affacciai sulla Val d’Or- cia era fine autunno, e quando la percorsi sulle novissime strade tracciate da una bonifica allora iniziata, quei luoghi salutati al primo apparire e di lontano con gioia, mi parvero un girone d’inferno: come se un immane incendio vi avesse tutto distrutto e calcinato, lasciandovi per maledizione un terreno di viscida creta a cui mai filo d’erba dovesse nasce- re, né essere umano potesse accamparsi”. Pare commenta- re queste righe la serie delle vedute panoramiche lungo la Istituto Luce, Vedute lungo la via che collega S. Quirico d’Orcia a Siena, Stefano di Giovanni detto il Sassetta, Fuga in Egitto, 1445.ca, Roma, Pinacoteca Vaticana, (particolare) 1930-31, Roma, Istituto Luce via che collega San Quirico d’Orcia a Siena commissionata

Istituto Luce, Panorama del vasto territorio alle pendici del monte Amiata Joseph Pennell, Veduta di Montalcino, Firenze, Uffizi, Gabinetto Disegni e dominato, all’orizzonte, dal colle su cui si erge la fortezza di Radicofani, Beato Angelico, Tebaide, 1418, Firenze, Uffizi, (particolare) Stampe 1930-31, Roma, Istituto Luce Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

Istituto Luce, Veduta del borgo storico che si distende ai piedi della rupe Istituto Luce, Campiglia d’Orcia, 1930-31, Roma, Istituto Luce Apollonio di Giovanni, Trionfo della morte, inizio sec. XV, Siena, p. 16 con la fortezza medievale di Radicofani, 1930-31, Roma, Istituto Luce Pinacoteca Nazionale, (particolare) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso d’Orcia, ad esempio, cittadina d’origine etrusca sulla Franci- gena, s’incontrarono nel 1154 Federico Barbarossa e i messi pontifici di Adriano IV. Dai fondi dell’Archivio LUCE si ricava- no le immagini di San Quirico con la Torre Chigi, prima che fosse abbattuta dall’esercito tedesco in ritirata, e il tratto di mura medievali del borgo con la torre del Cassero, oggi scomparsa. Proprio alla Francigena deve poi la sua potenza Radicofani, che svetta su una rupe a quasi 900 metri d’al- tezza da cui si ammira il vasto panorama che corre dall’Ap- pennino al lago di Bolsena e al Trasimeno, e che divenne snodo importante di collegamento ai tempi dell’ultimo re dei Longobardi, Desiderio: lo sapeva bene il ghibellino Ghino di Tacco, che progettava una nuova fortezza tra Asinalunga (oggi ) e Guardavalle per impossessarsi di Radico- fani e farne il proprio covo (il fiero ribelle di Dante e astuto carceriere di Boccaccio è oggi nelle guide anglosassoni il Robin Hood della Val d’Orcia). Una selvatica e austera desolazione, quella di “questa terra grigia lisciata dal vento nei suoi dossi/ nella sua galoppata verso il mare/ nella sua ressa d’armento sotto i gioghi/ e i contrafforti dell’interno” (Mario Luzi, Dalla torre), che ha resistito alle modifiche del tempo, e che oggi ci affascina al pari di quanto, secoli fa, faceva distogliere lo sguardo. Enea Silvio Piccolomini, in vedetta dal giardino pensile del suo palazzo di Pienza, ci offre una panoramica invidiabile dei Guido Biffoli, Petroio tra Sinalunga e Pienza, territori circostanti, a pieno raggio salvo che a sud: “La vista Archivio Fotografico della città di Prato di chi guarda dalle stanze più alte ad occidente si estende oltre Montalcino e Siena fino alle alpi pistoiesi. L’occhio di chi si affaccia a tramontana è allietato da una varia distesa di colli e dal verde incantevole delle selve che si estendono per cinque miglia. Osservando con più attenzione si arriva a scorgere l’Appennino e Cortona, situata su un alto colle non lontano dal lago Trasimeno. Ma la vallata del fiume Chia- na, che giace lì in mezzo rimane nascosta perché troppo in basso. La vista ad oriente è meno ampia, spingendosi fino a Montepulciano in potere dei Fiorentini, che è perpetuo timore per i Senesi giungendo fino ai monti che dividono la regione della Chiana dalla Val d’Orcia”. Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

2.4

Guido Biffoli, Gallico, crete, Archivio Fotografico della città di Prato Guido Biffoli, Petroio, Archivio Fotografico della città di Prato p. 17 val d’orcia e val d’asso

p. 18 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 17 livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Invarianti strutturali 3 val d’orcia e val d’asso Descrizione strutturale fogenetico della Collina dei bacini neo-quaternari a litologie 3.1 I caratteri L’asse dell’ambito è rappresentato dal bacino marino plioce- alternate; sono comunque parte delle “”, ma il idro-geo-morfologici nico senese, una delle depressioni tettoniche che, in epoca loro paesaggio è chiaramente differenziato da quello classi- Terziaria, sono state occupate a lungo da profondi bacini co. I versanti ripidi determinano l’esistenza di aree forestali dei bacini idrografici e dei marini. Orientato in senso appenninico, parallelo all’asse di scarsa produttività, mentre le sommità offrono qualche sistemi morfogenetici maggiore della penisola, il bacino pliocenico senese rappre- possibilità per gli insediamenti e le colture permanenti. senta un segmento di sistemi di comunicazione di lunga du- La seconda specificità si verifica nella zona dei borghi storici rata. La sua parte meridionale è prevalentemente compresa di Radicofani e Contignano, influenzata da intrusioni mag- nell’ambito. matiche plio-quaternarie, mai concretizzate in un apparato La geomorfologia del bacino pliocenico senese è semplice vulcanico. La massa intrusa sotterranea ha causato un si- nei suoi motivi quanto visivamente forte nelle sue manife- gnificativo sollevamento dei depositi pliocenici; dato il loro stazioni. Le formazioni affioranti si distribuiscono in modo grande spessore, fino a 1000 metri, i depositi argillosi sono La Collina su depositi neo-quaternari a livelli resistenti di Pienza vista criteri metodologici (LINK) dalla Collina dei bacini neo-quaternari ad argille dominanti della Val d’orcia da ricordare e registrare l’eredità di un braccio di mare ancora dominanti. Le rocce intrusive affiorano solo nel ca- (Foto portalepienza - Licenza CC BY-SA) stretto ma molto profondo. mino magmatico di Radicofani, che ha determinato la posi- La parte centrale, la più estesa, è occupata dai depositi ar- zione dominante e il ruolo storico dell’insediamento. Sono gillosi noti come “Argille azzurre”, più comunemente come presenti lembi di sabbie e conglomerati, ai quali è legato argille plioceniche. Nella loro manifestazione tipica, questi l’insediamento di Contignano. Si è così venuto a creare un materiali argilloso-limosi, quasi impermeabili e facilmente crinale che, con quote sommitali tra i 500 e gli 800 m, do- erodibili, producono le forme di uno dei più conosciuti pa- mina i terreni circostanti. Il sollevamento ha innescato fe- esaggi toscani. Le Argille azzurre, infatti, si erodono in col- nomeni erosivi simili a quelli già descritti, ma di dimensioni line di modesta estensione e rilievo, dalle forme alquanto superiori, espresse in particolare nella serie di grandi calan- arrotondate, inserite in una trama dettata dal un reticolo chi che tratteggiano i versanti. La differenza di magnitudine idrografico molto denso e fortemente gerarchizzato in un dei processi, e la fisiografia nettamente collinare, porta a modello dendritico. Forme e caratteristiche dei suoli per- definire in quest’area il sistema della Collina su depositi neo- mettono la coltivazione quasi integrale, ma sono sfavorevoli quaternari sollevati. Panorama della Val d’Orcia nei pressi di San Quirico d’Orcia (Foto A. Ferraris - Licenza CC BY-ND) alla colture arboree; le opportunità di insediamento sono Sul bordo orientale del bacino, e in corrispondenza della L’alveo del Fiume Orcia (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) molto ridotte, a causa delle sfavorevoli caratteristiche ge- “soglia di Pienza”, affiorano diffusamente sabbie, conglome- otecniche delle argille e della scarsità di fonti idriche. Que- rati e calcari pliocenici. La risposta di questi materiali all’ero- ste condizioni risultano in un paesaggio di cereali e pascoli sione determina un rilievo più accentuato, con versanti più a perdita d’occhio su successioni regolari di basse colline. lunghi e ripidi, e maggiore frequenza di ripiani sommitali. In questo ambito si realizza quindi la piena corrispondenza Secondo le caratteristiche dei materiali, si alternano quin- del sistema morfogenetico della Collina dei bacini neo-qua- di i sistemi della Collina dei bacini neo-quaternari a sabbie ternari ad argille dominanti con il paesaggio noto a livello dominanti e della Collina su depositi neo-quaternari a livel- mondiale come Crete senesi. Nella parte più meridionale li resistenti. Questi sistemi, caratterizzati dalla fertilità dei dell’ambito, questo paesaggio si presenta nelle sue forme suoli, sostengono sistemi rurali orientati alle colture arboree più pure, a causa di una condizione locale di aridità, deter- e promiscue, e rappresentano luoghi di elezione per inse- minata dall’effetto di ombra orografica del Monte Amiata. diamenti storici come Pienza e San Quirico d’Orcia, grazie Nell’ambito esistono, però, due variazioni importanti. La ri- alle condizioni favorevoli per le costruzioni e per la provvi- Colline su litologie liguri e toscane presso l’Abbazia di Sant’Antimo I calanchi e le biancane di Lucciolabella (Foto C.A. Garzonio) strettezza dell’antico bacino marino, mai più largo di 25 km, sta d’acqua. Intorno al limite tra argille e sabbie, la qualità (Foto Lorenzo 53 - Licenza CC BY-NC-ND) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri fa sì che, intercalati nelle Argille azzurre, siano molto fre- ottimale dei materiali argillosi ha determinato il sorgere di quenti livelli di sabbie. Queste sabbie provennero dai bordi storiche industrie di laterizi. del bacino per mezzo di ripetute frane sottomarine; si tratta Il bacino pliocenico senese ospita un ricco reticolo idrografi- di un fenomeno comune, legato alla genesi delle rocce dette co, dominato dal fiume Orcia e dai torrenti Asso e Formone. torbiditi o anche flysch, anche se la giovinezza di questi de- Si tratta di tre alternativi fiumi assiali del bacino; il corso positi pliocenici non ha permesso la loro trasformazione in del Formone e l’alto corso dell’Orcia, dominati dalla struttu- roccia. I livelli sabbiosi, permeabili e meccanicamente resi- ra sollevata di Radicofani, sono i più strettamente allineati stenti, sostengono forme più vivaci, caratterizzate da ripiani all’asse del bacino, da cui la loro importanza storica come sommitali bruscamente interrotti da brevi versanti precipiti, assi di comunicazione. In generale, si tratta di valli fluviali affetti da movimenti franosi ed erosione accelerata. Si tratta prevalentemente erosive ed esondabili; solo la valle dell’As- dei versanti che, isolati, sono noti come balze, mentre le so è, limitatamente, un luogo di insediamento storico. risultanti valli, strette, ripide e in rapida erosione, sono note A est, il bacino è delimitato dalla dorsale Rapolano – Monte come calanchi. Queste aree appartengono al sistema mor- Cetona, condivisa con l’ambito adiacente che ne contiene la p. 20 Panorama sulle colline neogeniche di Radicofani (Foto C.A. Garzonio) La collina calcarea a Rocca d’Orcia (Foto A. Ferraris - Licenza CC BY-ND) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Panorama del Fondovalle dell’Orcia e delle colline retrostanti costituite da depositi neogenici e unità liguri, viste da Montenero d’Orcia (Foto M. Il massiccio dell’Amiata e le colline a versanti dolci sulle unità Liguri nei pressi di Monte Amiata (Foto cisko66 - Licenza CC BY) Vinattieri - Licenza CC BY) parte più chiaramente collinare; nell’ambito, si hanno solo morfogenetici presenta condizioni particolarmente favore- danno visuale della profondità e della diversità del territorio modeste estensioni, prevalentemente di Collina calcarea, voli di fertilità dei suoli e clima, che ha originato un sistema e, simmetricamente, la costante presenza di un orizzonte di da cui sono uscite le pietre utilizzate nella costruzione di vitivinicolo di valore mondiale. colline alte e boscose a delimitare le basse terre dei bacini. Pienza. Questo complesso di strutture territoriali rappresenta un va- Ad ovest, il bacino è delimitato da massicci collinari di sol- Dinamiche di trasformazione lore assoluto, testimoniato dalla sua presenza nella cultura levamento recente. L’ossatura prevalente di questi massic- Il paesaggio del bacino senese è il risultato della progres- grafica globale. ci è rappresentata dalle Unità Liguri, che formano ampie siva risalita dell’agricoltura sulle colline, a partire dal Rina- L’ambito presenta anche una ricca varietà di siti di interesse estensioni di Collina a versanti dolci sulle Unità Liguri ed scimento. La reazione dei terreni collinari del bacino è sta- geologico, naturalistico e paesaggistico, in gran parte rica- estensioni meno vaste della variante a versanti ripidi. La ta fortemente erosiva, con la formazione di un paesaggio denti in siti UNESCO (Val d’Orcia) e aree protette. Collina è completata da limitati affioramenti di Unità Tosca- intensamente modellato. In tempi recenti, la capacità di L’uso del nome di “Crete”, parola dialettale sinonimo di ar- ne, nel sistema della Collina a versanti ripidi sulle Unità To- obliterare forme erosive anche di una certa entità, grazie gille, si diffuse nel corso del XIX secolo con lo sviluppo delle scane, e da lembi residui di depositi neogenici, nel sistema ai mezzi meccanici, ha reso il paesaggio più dolce nei suoi scienze naturali e delle analisi dei lineamenti geomorfologi- Le Balze arenacee di Pienza (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) della Collina su depositi neo-quaternari deformati. L’Orcia aspetti percettivi; la restrizione delle aree coltivate, a partire ci. Questi paesaggi geologici hanno una notevole importan- si è aperto, per antecedenza, una strada attraverso questi dal dopoguerra, ha incrementato le estensioni di superfici za non solo per la fruizione turistica ma anche per gli studi massicci, formando una stretta gola intorno alla quale af- restituite ad una specifica “naturalità”. Una tendenza alla scientifici e la didattica. In queste zone sono state studiate fioramenti di calcari della “Scaglia Toscana” e di travertini sostituzione delle colture seminative con i pascoli si è in- più a fondo le dinamiche che portano alla formazione e allo recenti formano due aree di Collina calcarea che sostengo- staurata nell’ultimo quarto del secolo scorso, con particolare sviluppo dei calanchi e delle biancane. All’interno delle Cre- no gli insediamenti storici di Bagno Vignoni e di Castiglione intensità nella parte meridionale dell’ambito, caratterizzata te Senesi, nei pressi di San Giovanni d’Asso, è presente un d’Orcia – Rocca d’Orcia. da specifiche condizioni di aridità. geosito panoramico, il “Panorama sui corpi risedimentati di Nel complesso, i massicci collinari dominano il bacino, in L’industrializzazione della filiera dell’argilla, prosecuzione S. Giovanni d’Asso”, che consente di osservare sia la dorsale questa parte è particolarmente depresso, offrendo posizioni moderna di una grande tradizione, ha portato alla creazione di Trequanda, sia l’alto di San Giovanni d’Asso, parte del dominanti di grande interesse, che ospitano insediamenti di siti industriali ed estrattivi di un certo impatto. sito di interesse comunitario Monte Uliveto Maggiore. Altri come Montalcino e Monticchiello. Diversamente dall’adiacente ambito senese, i sistemi col- siti di interesse sono identificabili nelle Crete dell’Orcia e All’estremità sud, i sistemi collinari gradano nei sistemi linari del bordo occidentale, dominati dai sistemi a forme del Formone (SIR SIC ZPS) e nell’area protetta regionale di montani che annunciano il Monte Amiata. Questa breve dolci sulle Unità Liguri, hanno offerto le condizioni per lo Lucciolabella (SIR SIC ZPS), entrambe legate ai “campi” di La Buca del Beato (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) porzione di Montagna dell’ambito comprende porzioni di sviluppo di paesaggi rurali di pregio. Se la pressione insedia- biancane. Queste aree comprendono siti di interesse geo- Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri Montagna su unità da argillitiche a calcareo-marnose, di tiva è rimasta contenuta, l’enorme successo della filiera viti- logico e pedologico (geositi e pedositi: “suoli Orcia”, “argille Montagna calcarea, un cui sperone isolato sostiene Campi- vinicola ha portato ad una certa alterazione del paesaggio, presso il podere di Lucciolabella”, le “biancane e i calanchi di glia d’Orcia, e infine in uno stretto ma dominante sperone frenata dalla presenza dei versanti ripidi del sistema della Lucciolabella”, “calanchi e biancane sul Torrente Formone”). di Montagna ignea, su cui sorge Vivo d’Orcia. Collina su depositi neo-quaternari a livelli resistenti. Molti geositi raccontano l’evoluzione dei bacini neo-quater- Il rovescio della collina di Montalcino guarda alle valli di nari; lungo la soglia di Pienza, un alto strutturale che divide bassa Orcia e Ombrone; qui, dominata dai borghi collinari Valori il bacino di Siena da quello di Radicofani, sono presenti i di Sant’Angelo in Colle e Castelnuovo dell’Abate, si estende L’ambito rappresenta la giustapposizione complementare, geositi “Balze arenacee di Pienza” e “cava Barbieri e fa- una vasta area di depositi neo-quaternari, suddivisa tra i dai forti effetti paesaggistici, di due strutture contrastan- glia di Pienza”. Quest’ultimo permette di osservare, in una 3.1 sistemi della Collina su depositi neo-quaternari a livelli re- ti: il bacino pliocenico dalle Crete senesi e le colline roc- cava abbandonata, la Faglia del Duomo di Pienza, o Faglia sistenti e della Collina dei bacini neo-quaternari a litologie ciose. L’associazione crea una struttura territoriale forte, dell’Abside, che disloca i sedimenti del Pliocene Inferiore. alternate. Un’estesa area di Margine inferiore segna la con- dagli intensi effetti percettivi. Di particolare importanza la Sempre nei pressi di Pienza, il geosito “la successione di fluenza di Orcia e Ombrone. Questa sequenza di sistemi distribuzione degli insediamenti su “balconi” o “torri” che Fosso Mazzini” testimonia gli eventi geologici che hanno ca- Il neck di Radicofani (Foto C.A. Garzonio) p. 21 val d’orcia e val d’asso

PIANURE e MARGINE Sistemi morfogenetici FONDOVALLE

Fondovalle (FON) Margine Inferiore (MARi)

Forme: Piane di fondovalle Forme: Conoidi e terrazzi flu- Litologia: Depositi alluvionali viali intermedi, dune antiche vari Litologia: Depositi tardo- Suoli: Suoli poco evoluti, ge- pleistocenici terrazzati neralmente calcarei, profondi, Suoli: Suoli evoluti, tessiture spesso con limitato drenaggio varie

Alta pianura (ALP) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Conoidi attive, terrazzi fluviali bassi Litologia: Alluvioni recenti; travertini olocenici Suoli: Suoli a tessiture sabbiose, o ricchi di scheletro, calcarei

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 22 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

COLLINA DEI BACINI Collina dei bacini neo- COLLINA MONTAGNA Montagna su Unità da NEO-QUATERNARI quaternari, sabbie Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi Collina su terreni neogenici argillitiche a calcareo- dominanti (CBSa) sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) sollevati (CNS) marnose (MOL)

Collina sui depositi neo- Collina dei bacini neo- quaternari con livelli quaternari, argille resistenti (CBLr) dominanti (CBAg) Montagna ignea (MOI)

Forme: Rari ripiani sommi- Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: : Versanti lunghi, Forme: Versanti complessi a tali, versanti brevi, ripidi, valli intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e intensamente dissecati, bacini media pendenza, con frequenti minori a fondo piatto residuali, versanti ripidi con aggradati di primo ordine in forma di movimenti di massa Litologia: Sabbie neo-quater- movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni calanchi Litologia: Unità Sub-Liguri e narie dominanti Forme: Ripiani sommitali, calanchi) arenacee della Falda Toscana, Litologia: : Depositi pliocenici Liguri, miste o a dominanza di Forme: Modellamento erosivo Suoli: Suoli a tessiture versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- dominanti con prevalenza di argille, Forme: Espansioni rocce silicee; unità argillitiche e intenso; movimenti di massa, sabbioso-fini; ben drenati, e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite manifestazioni vulcaniche di piroclastiche, colate laviche, calcareo-marnose Toscane calanchi e biancane spesso calcarei controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, minima estensione (neck) batoliti esumati Suoli: Suoli da sottili a Litologia: Argille neo- Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli Suoli: Suoli argillosi Litologia: Rocce ignee in situ mediamente profondi, spesso quaternarie dominanti quaternari con presenza di profondi, sabbiosi, acidi poco evoluti, sottili, su Suoli: Andosuoli profondi, ricchi di scheletro e/o calcarei Suoli: Suoli argillosi poco litologie resistenti (calcareniti, roccia incoerente che suoli sottili su rocce ignee dure evoluti e Vertisuoli conglomerati, calcari viene trasformata in suolo continentali, piroclastiti) artificialmente Suoli: Suoli profondi, ben Affioramenti drenati, con tessiture e di rocce composizione controllati dalla Ofiolitiche litologia, spesso molto evoluti sui ripiani sommitali

Collina dei bacini neo- Collina calcarea (Cca) quaternari, litologie Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci Collina su terreni neogenici alternate (CBAt) sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd) deformati (CND) Montagna calcarea (MOC)

Forme: Versanti convessi e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri forme carsiche, comprendenti Forme: Modellamento erosivo Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti complessi, ampie conche Forme: Versanti ripidi; forme intenso, rari ripiani sommitali intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente lunghi Litologia: Calcari delle Unità carsiche, anche ipogee residuali, versanti ripidi con residuali, versanti ripidi con antropizzati Litologia: Depositi miocenici Toscane, e delle Unità Liguri Litologia: Calcari metamorfici movimenti di massa (balze e movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda e secondariamente pliocenici, quando dominanti; inclusioni di del basamento paleozoico; calanchi) calanchi) Toscana, miste o a dominante con presenza significativa di diaspri e radiolariti della Falda calcari e calcareniti delle Unità Litologia: Alternanze di depo- Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica sabbie, conglomerati e rocce Toscana Toscane; calcari delle Unità siti neo-quaternari diversi siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a coerenti Suoli: Suoli argillosi, ben Liguri, quando dominanti Suoli: Suoli dei sistemi a sab- Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, Suoli: Dati scarsi drenati; profondi e acidi sulle Suoli: Copertura pedologica bie e argille dominanti bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a grandi forme carsiche, sottili e discontinua, in genere sottile tessiture sabbioso-fini pietrosi sui versanti, profondi e ricchi di scheletro alla base dei versanti 3.1

Depressioni tettono- carsiche link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici

p. 23 val d’orcia e val d’asso Sintesi dei valori idro-geo-morfologici Sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Supporto di paesaggi naturali di valore e Alta produzione di deflussi, Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Ricarica di acquiferi critici assorbimento di deflussi superficiali instabilità dei versanti acquiferi sensibili Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Alta produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Rischio di impoverimento e contaminazione di Alta produttività agricola assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Ata produzione di deflussi, instabilità dei versanti e Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Supporto di paesaggi naturali di valore Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore erosione del suolo acquiferi sensibili e rischio di erosione del suolo

Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Supporto di paesaggi naturali, agrari e insediativi di Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Rischio di erosione del suolo valore ricarica di acquiferi critici suolo e presenza di calanchi obliterati

p. 24 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Calanchi nei pressi di Contignano (Foto C.A. Garzonio) Cava di Alabastro calcareo di Castelnuovo dell’Abate (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) ratterizzato questo territorio durante il Pliocene. Cave di importanza storica o geologica sono presenti nel sono presenti presso Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, In gran parte dell’ambito il paesaggio è caratterizzato dal- territorio dell’ambito: alcune di esse presentano affioramen- le cui acque sono state sfruttate a scopi idroterapeutici. In la presenza di arenarie gradate (sabbie a diverso grado di ti rocciosi in grado di documentare l’evoluzione geologica questi siti scaturiscono sorgenti termali (Acqua Santa e Ba- cementazione): in pieno centro di , lungo dell’area. I geositi principali sono ubicati lungo la Dorsale gno Vignoni) e si rinvengono manifestazioni di gas e acqua una scarpata, è possibile osservare la presenza di queste Rapolano – Monte Cetona, come le cave di calcare di Montisi (Acqua dei bagni, Acqua passante, Bollore, Fosso Bianco). arenarie (geosito “Le areniti stratificate di Monterongriffoli”) e la cava di Podere Pianoia; altri sulla dorsale di Montalcino, Tra i fenomeni minori si segnala la sorgente dell’Acqua Puz- legato alla deposizione di materiali provenienti da frane sot- come la cava di alabastro calcareo di Castelnuovo dell’Aba- zola, nei pressi di Pienza, che ha dato vita ad un piccolo tomarine. In questi depositi sono presenti anche importanti te. Qui era estratto l’alabastro calcareo (o onice), utilizzato laghetto. Al centro del Bacino pliocenico di Radicofani è pre- ipogei (geositi “Il bottino di Monterongriffoli” e “Il cunicolo fin dai tempi antichi come materiale da costruzione e per sente l’apparato vulcanico di Radicofani; il geosito “Le vul- di Monterongriffoli”), scavati in passato per captare le ac- ornamenti; la porzione più venata dell’alabastro era cono- caniti di Radicofani” presenta un affioramento che meglio que circolanti nel corpo roccioso. Altri siti in cui è possibile sciuta nelle arti come “alabastro di Siena”. Questa partico- di tutti mostra la tipologia caratteristica delle vulcaniti che osservare la sequenza torbiditica sono presenti nei pressi lare pietra è stata impiegata tra l’altro per la realizzazione costituiscono l’apparato vulcanico, con affioramenti rocciosi Particolare di una biancana in Val d’Orcia (Foto C.A. Garzonio) di Villa Biagiotti (“Conglomerati e paraconglomerati di Villa delle colonne e delle rifiniture dell’Abbazia di Sant’Antimo, che presentano una tipica fessurazione colonnare verticale Biagiotti”), in località la Macchia nei pressi di Monticchiello, del Duomo di Orvieto e della Chiesa di S. Martino in Siena. ondulata. e a San Giovanni d’Asso (“Le areniti con ipogei in località la Cave storiche di Travertino si trovano presso Castelnuovo Macchia” e “Sotterranei del castello di S. Giovanni d’Asso”): dell’Abate e Bagno Vignoni. Nei travertini si ritrovano piccole Criticità presso queste ultime località, la presenza delle torbiditi gra- cavità di origine naturale. Nel resto dell’ambito ritroviamo La prima criticità dell’ ambito è l’erosione del suolo. Seb- date, per le loro caratteristiche geomeccaniche, ha fin dagli altri aspetti legati al carsismo. Cavità carsiche sono presen- bene in forme diverse, l’intero bacino senese è soggetto etruschi favorito lo scavo di cavità artificiali. ti in formazioni come i calcari continentali recenti, i calca- ad un grave rischio di erosione del suolo. In effetti, come L’evoluzione geologica dell’ambito è illustrata anche dalla ri plio-quaternari, il Calcare selcifero di Limano, il Calcare detto in merito alla struttura geologica ed alle dinamiche si presenza di geositi che testimoniano la presenza di antichi massiccio, i Calcari e marne a Rhaetavicula contorta (in cui trasformazione, si tratta di un fenomeno già influente sulla delta pliocenici (geositi “Le areniti clinostratificate di Madon- si rinviene il geosito della “Buca delle Fate”, lungo la dorsale storia recente. L’importanza che l’erosione ha avuto nel mo- na delle Nevi” e “Delta pliocenico di Podere Bellaria”). Rapolano - Monte Cetona), le Calcareniti di . dellare il paesaggio attuale e nel costituirne l’identità pone Sono presenti, inoltre, geositi di interesse regionale e lo- Alcune cavità sono state frequentate in passato dall’uomo la questione fondamentale del contrasto tra esigenze am- cale con forme peculiari recenti e ben conservate come i o usate come luogo di culto: è il caso del geosito “La Buca bientali. Da un lato, l’esigenza di tutelare e riprodurre forme Panorama sui corpi risedimentati di San Giovanni d’Asso “terrazzi del Podere Le Rimbecche”, il “terrazzo di Podere di (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) del Beato”, lungo il torrente Tresa. Si tratta di una serie caratteristiche, dall’altro la necessità di contenere i processi Pian di Maggio”, la “spianata di terrazzo di Podere Casella”, di cavità carsiche che ospitarono, intorno al 1400, il Beato di erosione del suolo, allo scopo di conservare la risorsa e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri ed i “terrazzi del torrente Asso”, lungo le valli dell’Orcia, del Giovanni Benincasa. Il contesto paesaggistico e ambientale di non sovraccaricare un sistema idrologico che ha aspetti Formone e dell’Asso. L’ambiente fluviale dell’Orcia, al confi- delle grotte è di particolare valore, per la morfologia della di criticità. ne meridionale dell’ambito è tutelato da un sito di interes- profonda gola del Torrente Tresa e la presenza di cascate Il sistema idrografico dell’ambito presenta aspetti critici, se regionale “Basso corso del Fiume Orcia”; parte del suo e laghetti naturali. Nell’ambito sono presenti anche cavità evidenziati dall’assenza di insediamenti lungo i fondoval- alveo, a valle della confluenza con il Formone, è compreso pseudo-carsiche, nelle colate laviche dell’Amiata, nei depo- le dell’Orcia e del Formone, esposti ad eventi alluvionali; in un geosito di interesse locale in cui è possibile osservare siti plio-quaternari delle sabbie e arenarie gialle e al contat- inoltre, gli effetti degli squilibri idrologici prodotti in questo gli elementi caratteristici di un corso d’acqua (alveo, barre to tra sabbie e argille o tra sabbie e conglomerati. ambito sono suscettibili di propagarsi a valle, nel bacino .1 fluviale, anse, terrazzi fluviali). Lungo il corso dell’Orcia, la Nell’ambito ricadono anche le propaggini settentrionali del dell’Ombrone. 3 riserva naturale di Ripa d’Orcia (SIR – SIC) presenta parti- cono vulcanico dell’Amiata e dell’omonimo sito di interesse Il sistema della Collina su depositi neo-quaternari sollevati colari valori paesaggistici: si estende in destra idrografica comunitario. Nelle aree limitrofe sono presenti siti interes- presenta uno stato di particolare criticità, dato dalla rapida dell’Orcia, comprendendone i rilievi e la stretta valle, con ri- sati da fenomeni geotermici con particolari aspetti di valo- dinamica di smantellamento del crinale, delle relative infra- pide pareti rocciose, in cui scorre il fiume in questo settore. re paesaggistico e ambientale. Le principali manifestazioni strutture e, potenzialmente, degli insediamenti. Le Balze arenacee di Pienza (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) p. 25 val d’orcia e val d’asso Nelle aree collinari, l’impronta territoriale dei sistemi rurali critiche, individuate negli impluvi a fondo arrotondato, agli stabilimenti termali ed agli impluvi naturali, preve- è messa in discussione sia dagli abbandoni, accentuati dal senza corso d’acqua e ripidi, è da incoraggiare l’istituzio- dendo un monitoraggio geochimico, delle temperature, relativo isolamento dell’ambito rispetto alle vie di comunica- ne di strisce erbose permanenti o altre forme di coper- dei parametri idrodinamici. zione moderne, sia dall’estendersi del vigneto specializzato, tura stabile. che rappresenta peraltro una risorsa importantissima. I ri- In misura delle caratteristiche specifiche dell’ambito, è schi associati sono, di nuovo, relativi soprattutto all’erosione anche necessario: del suolo, ma anche alla possibile trasmissione di sostanza • prevenire l’inopinata estensione dei vigneti su suoli argil- chimiche alle falde acquifere, peraltro utilizzate poco inten- losi, destinata solo a creare problemi idrogeologici ed a samente. compromettere la qualità della produzione; I siti geotermali presentano una intrinseca fragilità, lega- • nella parte meridionale, non ostacolare le dinamiche ta all’equilibrio del serbatoio di alimentazione geotermica, spontanee di conversione dell’uso dei suoli agricoli a pra- in alcune aree ampiamente sfruttato, a scopi termali o di to e/o pascolo, giustificate in questo ambito dalle specifi- produzione di energia: tali siti, infatti, possono subire un che condizioni climatiche. forte e rapido degrado dovuto alla deviazione dei flussi idrici • In questo ambito, la politica infrastrutturale deve tener mineralizzati. conto delle dinamiche naturali, adattandosi all’evoluzio- ne delle forme. Particolare cautela in questo senso deve Indirizzi per le politiche essere applicata al sistema della Collina su depositi neo- Nei sistemi di Collina dei bacini neo-quaternari ad argille quaternari sollevati, la cui dinamica erosiva non può es- dominanti e a litologie alternate è necessario adottare mi- sere effettivamente arrestata. Per minimizzare rischi e sure volte a: danni, gli indirizzi di prevenzione sopra elencati debbono • raggiungere un equilibrio sostenibile rispetto ai fenomeni essere applicati con particolare cura, aggiungendo: erosivi; • una forte prevenzione di interventi edilizi o infrastrutturali • contenere la produzione di deflusso; in posizioni insostenibili; In particolare questi provvedimenti dovranno prevedere: • una programmazione dell’adattamento delle infrastruttu- • per le aree interessate da forti dinamiche erosive, la cre- re all’evoluzione del territorio. azione di fasce di rispetto, interdette ad ogni edificazione e apertura di strade, riservate ad attività a basso impatto, I sistemi forestali dell’ambito hanno, in genere, un elevato come il pascolo regimato, la coltura del tartufo, la ripro- potenziale, che permetterebbe il recupero da stati di ecces- duzione della fauna selvatica, gli oliveti gestiti a fini pa- sivo sfruttamento verso una gestione sostenibile orientata esaggistici e conservativi; tutti gli interventi comportanti tanto alla qualità ecologica quanto alla produzione. movimento terra, anche se a fini agricoli, dovrebbero es- sere considerati strettamente come tali, ed in particolare La permanenza e la riproduzione dei sistemi geotermali, non ammessi a sostegni finanziari; elementi di valore del paesaggio dell’ambito, richiedono: • per le aree coltivate, il sostegno alle pratiche conserva- • un’attenta programmazione dello sfruttamento, in virtù tive, quali la riduzione dello sviluppo delle unità colturali della loro vulnerabilità, con adeguato supporto di norme, nel senso della pendenza, la massima copertura del suo- studi e sistemazioni basati sul completo e continuo man- lo negli avvicendamenti, il mantenimento di appropriati tenimento delle acque; sistemi di gestione delle acque di deflusso; nelle aree • una corretta gestione del ciclo delle acque dalle sorgenti Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

p. 26 La collina sulle unità liguri di Montalcino (Foto B.C. Tørrissen - Licenza BY-SA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

3.1

p. 27 val d’orcia e val d’asso Descrizione strutturale 3.2 I caratteri ecosistemici Il territorio dell’ambito è attraversato da nord a sud da un del paesaggio sistema collinare fortemente caratterizzante, costituito da dolci morfologie plioceniche a prevalenza di colture cere- alicole nella porzione centro settentrionale e da paesaggi agricoli tradizionali e pascolivi nella porzione meridionale. Il corso del Fiume Orcia, con i suoi larghi terrazzi fluviali, costituisce il confine tra i due paesaggi, contribuendo con il suo alto corso e con la complementare presenza dei torrenti Formone e Paglia a elevare il valore paesaggistico e natura- listico della parte meridionale dell’ambito. Più a est questo dominante paesaggio agricolo si continua criteri metodologici (LINK) con un sistema alto collinare tra Trequanda e Monticchiello, con morfologie più accidentate e con presenza di substra- ti carbonatici, caratterizzato da una prevalente copertura forestale di latifoglie termofile e sclerofille o da mosaici agricoli e forestali. La prevalente copertura forestale costituisce l’elemento caratterizzante anche dei versanti settentrionali del Monte Amiata degradanti fino a Castiglione d’Orcia. Questa zona montana e collinare presenta importanti ecosistemi forestali mesofili, con faggete, castagneti e abetine, che si continua- no nelle basse colline con querceti e mosaici di macchie, leccete e agroecosistemi tradizionali. Più a ovest il territorio di Montalcino vede la dominante pre- Matrice forestale di sclerofille, con leccete e macchie mediterranee, nei Paesaggio agricolo presso Monticchiello, con oliveti, seminativi e relittuali nuclei forestali (matrice agricola collinare della rete ecologica). versanti collinari a sud di S. Antimo. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) senza della monocoltura dei vigneti specializzati, in ambito (Foto: M. Giunti, archivio NEMO) collinare e di pianura, e una continua copertura forestale di sclerofille (macchia mediterranee e leccete) nei versanti alto i calanchi, le crete e le biancane, la riduzione del pascolo poguerra, nell’ultimo ventennio le utilizzazioni forestali sono collinari e montani del Poggio Pigna. e delle dotazioni ecologiche (siepi, boschetti, filari alberati riprese con maggiore intensità, soprattutto nelle proprietà e alberi camporili) e l’interessamento diretto delle aree di private, per effetto concomitante della maggior richiesta Dinamiche di trasformazione pertinenza fluviale. sul mercato di biomassa a scopo energetico, della maggior Le dinamiche più significative che hanno interessato ed in- Il paesaggio agricolo della parte meridionale dell’ambito, a quantità di legname presente e, infine, della disponibilità di teressano attualmente l’ambito sono legate principalmente sud del Fiume Orcia ha visto un prevalente permanere de- manodopera a basso costo. Al forte prelievo nelle proprie- ai processi di intensificazione delle attività agricole con par- gli ambienti agricoli tradizionali e delle attività di pascolo, tà private, spesso causa di alterazioni della struttura eco- ticolare riferimento alla diffusione della monocoltura viticola anche se in parte soggetto alla diffusione dei seminativi ed logica e del valore naturalistico dei boschi, si contrappone nella zona di Montalcino e della monocoltura cerealicola nel- in parte a fenomeni di abbandono e di ricolonizzazione ar- una gestione più conservativa nell’ambito del patrimonio Caratteristico ecomosaico dei versanti compresi tra il Fiume Orcia e la le colline plioceniche della porzione centrale e settentrionale bustiva. agricolo-forestale regionale e nel sistema delle Riserve Na- loc. Poggio Rosa, con boschi di latifoglie e sclerofille, seminativi e pascoli, dell’ambito. turali. La gestione di tipo naturalistico, finalizzata a conser- ecosistemi calanchivi, fluviali e torrentizi, a costituire un paesaggio di alto valore naturalistico. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Particolarmente rilevante risulta la trasformazione del pae- Come in altri bacini della Toscana anche per il bacino vare la foresta, anche mediante interventi di miglioramento Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri saggio agricolo realizzata dalla diffusione dei vigneti specia- dell’Ombrone, ma soprattutto dell’Orcia, negli ultimi anni ambientale, ha restituito notevoli elementi di naturalità e lizzati che, dopo aver occupato le aree più vocate, si sono sono evidenti le negative dinamiche di riduzione delle por- maturità al bosco, accentuandone il valore paesaggistico ed estese anche ad occupare in tempi più recenti pascoli in tate e di aumento dei periodi di magra del fiume, a causa ecologico. abbandono o colture tradizionali anche immerse in matrici delle minori precipitazioni. forestali (ad es. alti versanti del Poggio Pigna). La coltura Processi di espansione dei borghi storici, con realizzazione a vite si è spinta ad interessare anche i terrazzi alluvionali Assieme allo sviluppo del settore agrituristico e del turismo di nuove aree residenziali, hanno interessato alcune por- ghiaiosi del Fiume Orcia (in particolare il suo basso corso e enogastronomico l’area ha visto anche lo sviluppo di un tu- zioni dell’ambito, così come la realizzazione di piccole aree alla confluenza con il Fiume Ombrone) con rilevanti impatti rismo termale, con la realizzazione di importanti strutture industriali/artigianali, anche in aree di pertinenza fluviale. Si sugli ambienti perifluviali. a Bagno Vignoni o a San Filippo. Al settore turistico è da tratta fino ad oggi di dinamiche puntuali e isolate che non associare la recente trasformazione di aree agricole colli- risultano caratterizzare l’ambito in oggetto.

Mosaici di ambienti agricoli, pastorali e boschivi nei versanti in loc. Negli ambienti collinari la diffusione dei seminativi ha com- nari, presso le sponde del Fiume Ombrone in un attrezzato Romitorio, a sud di San Quirico d’Orcia. Sullo sfondo i paesaggi agricoli portato la omogenizzazione del paesaggio agricolo con la campo da golf (a valle di Castiglion del Bosco). Per la conservazione di valori naturalistici dell’ambiti sono dell’alta Val d’Orcia e il crinale boschivo del Monte Cetona forte riduzione dei peculiari elementi geomorfologici quali p. 28 (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Dopo un abbandono diffuso dei boschi verificatosi nel do- risultati assai positivi i processi di istituzione di un locale piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso sistema di Siti Natura 2000 finalizzati alla conservazione dei Ecosistemi agropastorali paesaggi agricoli tradizionali e fluviali, e di costruzione del Il paesaggio agricolo costituisce sicuramente l’elemento più sistema di Aree protette, iniziato nel 1996 con la Riserva caratterizzante il territorio dell’ambito, presentando spesso Provinciale di Lucciolabella ed attualmente giunto alla isti- alte valenze naturalistiche. tuzione (nel 2008) delle ulteriori Riserve Provinciali di Ripa In particolare emerge il vasto sistema di nodi degli ecosiste- d’Orcia, Il Bogatto e Crete dell’Orcia. Dal 2004 circa 61000 mi agropastorali presenti nella porzione meridionale dell’am- ha della Val d’Orcia sono stati dichiarati patrimonio mondia- bito, a interessare le zone collinari dell’alto bacino dell’Orcia le dell’umanità dall’UNESCO. e del torrente Formone. Si tratta di una vasta area carat- terizzata da mosaici di prati pascolo, seminativi, formazioni Valori calanchive e biancane, piccoli boschetti, incolti, arbusteti e Ecosistemi forestali da prati aridi e garighe su terrazzi alluvionali, a costituire Gli ecosistemi forestali costituiscono una componente mino- una eccellenza naturalistica e paesaggistica, con consistenti Vasta pianura alluvionale lungo le sponde del Fiume Orcia, con estesa monocoltura a seminativi, nell’ambito del Sito Natura 2000 Crete dell’Or- ritaria del paesaggio vegetale dell’ambito risultando presen- popolazioni di specie rare di uccelli nidificanti legate agli cia e del Formone. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) ti, in modo significativo, esclusivamente nei rilievi ad ovest ambienti aperti. L’alto valore dell’area è stato riconosciuto di Montalcino, tra Castiglione e Vivo d’Orcia, e nella colline dalla istituzione dei Siti Natura 2000 “Crete dell’Orcia e del di Trequanda. Formone” e “Lucciolabella” e dal complementare sistema di Riserve Naturali (Lucciolabella e Crete dell’Orcia). In tale contesto le formazioni forestali più mature e interne Altre aree agricole con funzione di nodo sono presenti nelle ai nodi primari della rete ecologica, sono relegate al confine colline di San Giovanni d’Asso, di Trequanda e di Castiglione meridionale dell’ambito, nei versanti settentrionali del M.te d’Orcia. Amiata con faggete, castagneti, rimboschimenti di conifere Di particolare interesse risultano le aree agricole di San Gio- e boschi misti. In tale contsto si localizza anche l’importante vanni d’Asso, interne al Sito Natura 2000 “Monte Oliveto abetina del Vivo, bosco autoctono relitto di abete bianco Maggiore e Crete di ”, anch’esse caratterizzate da Abies alba (assieme a faggi, aceri montani e castagni) si- mosaici di pascoli, seminativi, boschetti di latifoglie, crete Boschi e macchie di sclerofille nella Riserva naturale di Ripa d’Orcia, con tuato lungo il corso del torrente Vivo, presso il paese di Vivo e biancane. la dominate presenza della rupe di Rocca d’Orcia. Prati pascolo e matrici forestali di latifoglie ad est di Castiglione d’Orcia (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) d’Orcia. I nodi degli agroecosistemi, assieme agli agroecosistemi (nodo degli ecosistemi agropastorali). (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Tali formazioni risultano in gran parte attribuibili al target frammentati in abbandono e agli altri elementi non agricoli regionale delle Foreste di latifoglie mesofile e abetine. mosaicati con essi (biancane e piccoli nuclei boscati) costi- tuiscono complessivamente le Aree agricole di alto valore L’elemento dominante del paesaggio fluviale dell’ambito è Le rimanenti formazioni forestali più continue ed estese naturale (High Nature Value Farmland HNVF) quale impor- costituito dal caratteristico corso largo e terrazzato del Fiu- dell’ambito costituiscono l’elemento di matrice forestale a tante target della Strategia regionale per la biodiversità. me Orcia e dei torrenti Formone e Paglia, o dal più stretto elevata connettività, in gran parte costituito dalle leccete alveo del Fiume Ombrone, al confine occidentale dell’am- e macchie alte dei versanti del Poggio La Pigna (a ovest di La matrice agroecosistemica collinare presenta spesso una bito. Montalcino), in parte interne alla Riserva Provinciale e patri- estesa dominanza dei seminativi con forte riduzione dei monio agricolo forestale regionale del Bogatto, e dei rilievi pascoli, degli elementi forestali e delle biancane; ove tali Il Fiume Orcia e i torrenti Formone e Paglia presentano ele- tra Montalcino e Castiglione d’Orcia. elementi ancora permangono, anche se in modo relittuale, vati valori naturalistici con un estrema ricchezza di habitat e Oltre ai boschi mesofili del nodo primario emergono i boschi anche la matrice agricola assume interessanti valori natu- specie di interesse conservazionistico. In particolare si tratta di sclerofille (leccete) di Ripa d’Orcia, per la loro discreta ralistici. di ecosistemi fluviali con lunghi tratti a dinamica naturale o maturità e per lo scarso disturbo antropico, in parte interne La componente agroecosistemica intensiva domina il pa- seminaturale, estremamente rari in Toscana, e caratterizzati al patrimonio agricolo-forestale regionale (Madonna delle esaggio delle colline di Montalcino, con estese superfici a da largo alveo e tipici terrazzi alluvionali ghiaiosi. Oltre alla Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Querce), il cui valore è riconosciuto anche dalla istituzione vigneti specializzati che costituiscono in gran parte un ele- presenza di formazioni arboree e arbustive ripariali a salici, di un Sito Natura 2000 e di una Riserva Provinciale. mento detrattore del valore naturalistico del paesaggio agri- pioppi e ontani, i terrazzi ghiaiosi ospitano caratteristiche Gran parte di tali formazioni sono attribuibili al target regio- colo. formazioni a dominanza di Santolina etrusca, a costituire nale delle Foreste e macchie alte a dominanza di sclerofille garighe fluviali endemiche della Toscana meridionale, Um- sempreverdi e latifoglie termofile. bria e alto Lazio (habitat di interesse regionale). La rete ecologica forestale dell’ambito si completa con la Ecosistemi fluviali e aree umide Tali ecosistemi fluviali ospitano anche importanti popola- caratteristica presenza di boschetti termofili di latifoglie La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, menti ittici e, grazie anche alla presenza di estese colture .2 (cerrete e querceti di roverella) mosaicati nella prevalente gli ecosistemi fluviali, la vegetazione ripariale, come ele- cerealicole e di pascoli nei territori adiacenti, costituiscono 3 matrice agricola delle colline plioceniche, con funzione di menti di una complessiva rete ecologica di elevato valore luogo di nidificazione per importanti e rare specie di uccelli elementi forestali isolati, e con le formazioni arboree riparia- naturalistico e funzionale. A tale sistema è associato il tar- (ad es. dell’occhione Burhinus oedicnemus). li presenti su significativi tratti dei Fiumi Orcia e Ombrone. get degli ecosistemi fluviali presente nell’ambito con impor- Il Fiume Ombrone, in parte interno alla Riserva Naturale del Vegetazione arborea ripariale a salici e pioppi lungo le sponde del Fiume tanti eccellenze naturalistiche. Bogatto, presenta invece un alveo più stretto e una vege- Orcia in località Monte Amiata (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 29 val d’orcia e val d’asso Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Piccoli specchi d’acqua ad uso irriguo, di elevato interesse per la fauna anfibia, immersi nelle matrici agricole presso Montalcino. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO)

tazione arborea più continua e strutturata, con ecosistemi bito delle matrici forestali collinari (ad es. nei versanti del Al target sono associabili importanti affioramenti di traverti- fluviali di alto valore e una importante fauna ittica. Poggio Pigna). Particolarmente significative risultano le no e interessanti emergenze geotermali, con relativi habitat Al sistema fluviale principale fa riferimento un reticolo idro- macchie di Scarceta e Montelaccio, nell’ambito della Riserva e specie di interesse conservazionistico (ad esempio l’habi- grafico minore anch’esso di interesse naturalistico, con di Ripa d’Orcia, in mosaico con stadi più maturi di lecceta. tat delle Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino), particolare riferimento al Fosso Suga (affluente nel Fiume Tra le formazioni di maggiore interesse sono da citare anche presenti nelle aree limitrofe alla località di Bagno Vignoni o Ombrone), ai torrenti Asso, Pagliola, Rigo, Tresa (in parti- i ginepreti a ginepro rosso Juniperus oxycedrus su substrato presso i Bagni di San Filippo, lungo il Fosso Bianco. L’impor- colare l’alto corso) e Vellora (affluente nel Fiume Orcia) o al serpentinoso nel Sito Natura 2000 di Ripa d’Orcia e quelli a tanza di tali ecosistemi è testimoniata anche dalla presenza sistema di torrenti che scendono dai versanti settentrionali ginepro comune Juniperus communis presenti nelle radure della fitocenosi del repertorio naturalistico toscano dei Prati del M.te Amiata, con particolare riferimento al torrente Vivo. prative montane dell’Amiata, oltre alle formazioni arbustive secondari su travertino di Bagno Vignoni e di San Filippo. e garighe dei greti ghiaiosi dell’Orcia e del Formone e agli L’ambito ospita inoltre interessanti ambienti ipogei con par- Aree umide naturali presenti lungo le sponde dei corsi d’ac- arbusteti mosaicati nel paesaggio agricolo. ticolare riferimento alle zone di Vivo d’Orcia e Bagni di San qua e i piccoli invasi per usi agricoli o come punti di ab- Filippo. beveraggio costituiscono elementi di interesse naturalistico Tali formazioni arbustive risultano inoltre spesso associate a soprattutto per la tutela di importanti popolazioni di anfibi. praterie seminaturali e a prati aridi attribuibili ad habitat di Aree di valore conservazionistico

interesse comunitario e caratterizzate da importanti specie Gli ecosistemi agropastorali e quelli fluviali e torrentizi costi- Relittuali ambienti calanchivi immersi nel paesaggio agro-silvo-pastorale Ecosistemi arbustivi e macchie vegetali e animali. tuiscono le principali emergenze naturalistiche dell’ambito. presso la località di Monte Amiata presso il Fiume Orcia. Relativamente al ruolo funzionale degli arbusteti e delle (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) macchie, queste tipologie sono state inserite nell’ambito Ecosistemi rupestri e calanchivi In particolare la porzione meridionale dell’ambito, con l’alto della rete degli ecosistemi forestali (in particolare le mac- Gli ecosistemi rupestri corrispondono integralmente al tar- bacino del Fiume Orcia e dei torrenti Formone e Paglia, ed chie quali stadi di degradazione forestale) e degli ecosiste- get degli Ambienti rocciosi montani e collinari a cui si asso- i versanti settentrionali del M.te Amiata, rappresenta l’area mi agropastorali (in particolare gli arbusteti quali stadi di cia la presenza di ambienti calanchivi. a maggiore concentrazione di habitat e specie di interesse Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli). Ciò consente una Nell’ambito in oggetto gli ambienti rupestri risultano una conservazionistico. migliore lettura dei processi dinamici in atto nel paesaggio presenza sporadica legata ad esempio alle gole del Fiume In tali aree infatti si localizzano i caratteristici mosaici di forestale e agropastorale, pur mantenendo la lettura del va- Orcia in loc. Ripa d’Orcia, o alle rupi calcaree delle gole del ambienti agricoli tradizionali, le aree pascolive, le emer- lore naturalistico legato a tali formazioni, spesso presenti in torrente Tresa presso Monticchiello. Gli ambienti calanchivi, genze geomorfologiche delle biancane e delle crete e gli mosaici con le aree aperte o quelle forestali. ma soprattutto le formazioni delle crete e delle biancane ecosistemi fluviali di maggiore interesse, ciò con particolare rappresentano una presenza caratteristica e ampiamente riferimento ai Siti Natura 2000 di Lucciolabella e delle Crete Tale ecosistema è inserito nel Target regionale delle Mac- diffusa nell’ambito, soprattutto all’interno delle aree agrico- dell’Orcia e del Formone e relative Riserve Naturali provin- chie basse, stadi di degradazione arbustiva, garighe e prati le classificate come nodi e in particolare nei Siti Natura 2000 ciali, ove si localizza la maggiore concentrazione di habitat xerici e temporanei. Si tratta in gran parte di formazioni Crete dell’Orcia e del Formone e Lucciolabella. e specie vegetali ed animali di interesse conservazionistico. secondarie di degradazione della vegetazione forestale di Tali formazioni costituiscono un prezioso habitat di interes- Costituiscono ulteriori aree di valore il basso corso del Fiu- sclerofille o di ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli. Vaste se regionale (Biancane del senese) e ospitano interessanti me Orcia (già Sito Natura 2000), tutto il corso del Fiume Caratteristico corso del torrente Formone, con ampio alveo e terrazzi estensioni di macchie mediterranee in mosaico con leccete specie vegetali e animali tra cui l’endemismo Artemisia cre- Ombrone, gli ambienti forestali e fluviali della Riserva di alluvionali ghiaiosi (habitat di interesse regionale e sito di nidifiicazione di importanti specie di avifauna), nell’ambito del Sito Natura 2000 Crete o boschi misti di latifoglie e sclerofille si localizzano nell’am- tacea. Ripa d’Orcia, gli ambienti agricoli presso San Giovanni d’As- p. 30 dell’Orcia e del Formone. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso so (già Sito Natura 2000 Monte Oliveto Maggiore e Crete to, in alcune aree, la forte riduzione degli ambienti agri- di Asciano) e a sud di Radicofani e le peculiare emergenze coli tradizionali e del pascolo, l’eliminazione di siepi, filari geotermali di Bagni Vignone e di San Filippo. alberati e boschetti, ma soprattutto la riduzione e perdita Tra le altre aree forestali emergono i boschi mesofili interni delle importanti emergenze geomorfologiche e naturalisti- al Sito Natura 2000 del “Cono vulcanico del Monte Amiata”, che rappresentate delle biancane e delle crete, soggette a con particolare riferimento all’importante nucleo di Abies rimodellamento, spianamento e successiva messa a coltura. alba autoctono dell’abetina del Vivo. Alla perdita dei caratteri tradizionali del paesaggio agricolo contribuiscono anche la realizzazione di strutture turistico Criticità ricreative e campi da golf. Le maggiori criticità dell’ambito sono legate ai processi di Tale fenomeno ha rappresentato un negativo processo di intensificazione delle attività agricole in grado di incidere trasformazione del paesaggio agricolo delle colline della negativamente sui caratteristici agroecosistemi tradizionali parte centrale dell’ambito e costituisce una grave minaccia e sui valori naturalistici a questi associati. per gli ambienti agricoli tradizionali e per gli habitat, le spe- cie e l’integrità complessiva dei diversi Siti Natura 2000 e In tale contesto una rilevante criticità è costituita dalla delle Riserve Naturali. Arbusteti e garighe su terrazzi alluvionali ghiaiosi del Torrente Formone e caratteristico sistema di biancane nei versanti agricoli interni al Sito intensa diffusione dei vigneti specializzati nel territorio di L’intensificazione delle attività agricole e la riduzione e fram- Natura 2000 e Riserva Naturale provinciale Lucciolabella. Montalcino, ove ha assunto il ruolo di una dominante mo- mentazione dei relittuali nuclei forestali, costituisce una for- (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) nocoltura, espandendosi anche a discapito di aree agricole te criticità anche quando si realizza in aree agricole con e pascolive immerse nella matrice forestale o sui terrazzi residuali funzioni di connettività ecologica tra nuclei o ma- alluvionali del Fiume Orcia. trici forestali, con particolare riferimento ai paesaggi agricoli La diffusione dei vigneti specializzati ha comportato la forte situati tra i boschi di Montalcino e quelli del versante occi- riduzione degli agroecosistemi di valore naturalistico, un au- dentale del M.te Amiata, tra quest’ultimo e il M.te Cetona, o mento della frammentazione delle superfici forestali, prima tra il M.te Cetona e i nuclei forestali dei rilievi di Sinalunga. interrotti da colture a maggiore permeabilità ecologica o da Caratteristiche formazioni delle biancane, nei versanti in vicinanza del incolti e prati pascolo, e ha negativamente condizionato gli Torrente Formone, con presenza dell’endemismo Artemisia cretacea. (Sito Ulteriori criticità sono associate al reticolo fluviale, con par- Natura 2000 Crete dell’Orcia e del Formone). importanti ecosistemi fluviali interessando le aree di perti- (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) ticolare riferimento alla presenza di siti estrattivi e di lavo- nenza fluviale (soprattutto nel basso corso del Fiume Orcia) razione del materiale alluvionale, di piste da motocross (an- o mediante la realizzazione di nuovi impianti realizzati diret- che interne al Sito di importanza regionale SIR Basso corso tamente su terrazzi alluvionali del fiume Orcia, ad esempio del Fiume Orcia), di interventi di rimodellamento dell’alveo ai Piani di Rota, con modificazione del paesaggio fluviale ed e dei terrazzi ghiaiosi, di taglio della vegetazione ripariale, eliminazione di habitat di interesse comunitario e regionale. alla diffusione di conifere su terrazzi ghiaiosi o alla presenza Nel basso corso del Fiume Orcia alla diffusione dei vigneti si di assi stradali paralleli al corso d’acqua (in particolare le Realizzazione di vigneto specializzato in area di pertinenza fluviale del associa anche la realizzazione di frutteti specializzati su ter- strade SP 40 e SR 2 lungo le sponde del torrente Formone). Fiume Orcia su terrazzo alluvionale ghiaioso caratterizzato da habitat di razzi alluvionali all’interno del Sito di Importanza Regionale Significative risultano anche le criticità legate alla riduzione interesse regionale e comunitario. (agroecosistemi intensivi della rete ecologica). (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Basso corso del Fiume Orcia. delle portate (per captazioni o per riduzione delle precipita- Tale rilevante criticità rispetto agli ecosistemi fluviali è pre- zioni) e alla non ottimale qualità delle acque per il corso del sente anche lungo il Fiume Ombrone con diffusione di vi- Fiume Ombrone e per gran parte del corso del Fiume Orcia. gneti specializzati nelle aree di pertinenza fluviale (ad es. nelle località di Pian Rossi e Pian d’Orcia). Per le risorse geotermali lo sfruttamento turistico (ad es. a Nella vasta matrice forestale dei monti di Montalcino (Pog- Bagno Vignoni), importante risorsa economica per l’area, Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri gio Pigna) risultano quasi completamente eliminate le aree costituisce un elemento di criticità per la captazione di sor- aperte con agricoltura tradizionale, prati pascolo, oliveti e genti, la riduzione delle loro portate e l’alterazione di aree seminativi, per la loro trasformazione in vigneti specializzati. geotermali caratterizzate da importanti habitat ed ecosiste- Pur costituendo un elemento caratteristico del paesaggio mi, anche compromettendo le risorse idrotermali necessarie locale, la monocoltura dei seminativi e cerealicola risulta al mantenimento delle sorgenti pietrificanti con formazioni fortemente critica rispetto alle componenti naturalistiche, di travertino (Cratoneurion), cioè delle sorgenti con acque con la riduzione dell’eterogeneità dell’ecomosaico agricolo dure, sature in carbonato di calcio o altri sali in grado di pro- .2 e, non di rado, con l’interessamento diretto delle aree di durre formazioni di travertino. Per l’area termale di Bagno 3 pertinenza fluviale e dei terrazzi ghiaiosi di gran parte dei Vignoni, così come per Bagni San Filippo, l’incanalamento

Relittuali emergenze morfologiche delle biancane, habitat di interesse corsi d’acqua dell’ambito (in particolare dei fiumi Ombrone delle acque termali in uscita dagli stabilimenti e la mancata regionale, immerse nel paesaggio agricolo a dominanza di seminativi e Orcia). Negativi processi di evoluzione del suolo e della vegetazione su habitat loro percolazione diffusa sulle formazioni attive di traverti- dell’alta Val d’Orcia (Riserva Naturale e Sito Natura 2000 Lucciolabella). La diffusione della monocoltura cerealicola ha comporta- geotermali a Bagno Vignoni, per riduzione e incanalamento delle acque no, causa fenomeni di evoluzione del suolo e della vegeta- (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) geotermali. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 val d’orcia e val d’asso legenda Rete ecologica Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 32 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso zione e la perdita dei preziosi habitat geotermali. dizionali e fluviali. ticolare riferimento alle estese macchie mediterranee pre- senti nei versanti del Poggio Pigna e della Riserva Naturale Per il patrimonio forestale le criticità sono legate alla pre- Per l’ambito risulta prioritaria la conservazione dei paesaggi di Ripa d’Orcia. Per il nodo primario forestale l’obiettivo è il senza di un patrimonio boschivo in parte povero dal pun- agricoli tradizionali, mitigando gli impatti legati ai processi mantenimento e miglioramento dei livelli di maturità delle to di vista qualitativo e con prelievi forestali intensi nelle di intensificazione delle attività agricole (vigneti specializzati formazioni forestali e la conservazione degli importanti ha- proprietà private. A tali criticità si associano anche i tagli o monocoltura cerealicola) e impedendo la realizzazione di bitat forestali mesofili, con particolare riferimento al nucleo periodici della vegetazione ripariale a fini idraulici, il rischio nuovi vigneti e seminativi ai danni di aree di pascolo, oliveti, di abete bianco del Fosso del Vivo. di incendi e l’isolamento di nuclei forestali nell’ambito di ma- seminativi, incolti e delle aree di pertinenza fluviale. In que- trici agricole delle colline plioceniche. ste ultime aree sono da vietare ulteriori trasformazioni dei Nelle aree caratterizzate da importanti risorse geotermali terrazzi alluvionali in vigneti, frutteti o in impianti di arbori- risulta importante realizzare forme di valorizzazione turistica In alcuni settori dell’ambito sono presenti anche fenomeni coltura da legno, mentre per i terrazzi alluvionali già trasfor- sostenibile garantendo la permanenza delle risorse geoter- di abbandono degli agroecosistemi, con processi di ricolo- mati sono auspicabili interventi di ripristino delle originarie mali necessarie alla conservazione dei caratteristici habitat nizzazione arbustiva e perdita di habitat agricoli e pascolivi; condizioni ambientali. ed ecosistemi. Per le due aree termali di Bagno Vignoni e in tale contesto comunque tale fenomeno risulta rilevante Sono inoltre da vietare le attività di rimodellamento mor- Bagni San Filippo risulta urgente la predisposizione di piani soprattutto quando interessa le residuali aree agricole alto fologico e messa a coltura, o trasformazione in altra desti- di gestione complessivi delle attività termali anche finalizzati collinari o montane immerse in matrici forestali. nazione, delle caratteristiche emergenze geomorfologiche alla tutela e riqualificazione delle importanti valenze natura- e naturalistiche dei calanchi, delle crete e delle biancane. listiche e paesaggistiche. I processi di urbanizzazione non costituiscono elementi di ri- Per i paesaggi agricoli intensivi della viticoltura o della mo- levante pressione nell’ambito, presentando esclusivamente nocoltura cerealicola oltre al rispetto degli indirizzi di cui Sono inoltre da contenere eventuali processi di urbanizza- puntuali elementi di criticità legati all’ampliamento di aree sopra, sarebbe auspicabile il miglioramento delle dotazioni zione residenziale o industriale delle zone collinari e delle residenziali presso nuclei abitati storici a discapito di suolo ecologiche, anche attraverso la realizzazione di siepi, di zone pianure alluvionali, mantenendo l’attuale scarsa dispersione agricolo (ad es. le nuove aree residenziali presso Pienza o tampone rispetto al reticolo idrografico o mediante l’impian- insediativa ed evitando di realizzare nuove aree industriali/ presso Monticchiello), o alla realizzazione di aree industriali/ to di aree boscate di latifoglie autoctone su ex seminativi, artigianali o siti estrattivi e di lavorazione del materiale al- artigianali su pianure alluvionali, ad es. lungo le sponde del di collegamento tra nuclei forestali relittuali. Tali indirizzi di luvionale nelle aree di pertinenza fluviale. Per la strada SS2 torrente Pagliola, al limite meridionale dell’ambito. Altri ele- riqualificazione o di mantenimento del paesaggio agrario situata lungo le sponde del Formone sono da mettere in menti isolati a forte grado di artificialità sono costituiti da siti risultano prioritari per gli agroecosistemi aventi funzioni re- atto azioni di mitigazione dell’effetto di barriera ecologica estrattivi e di lavorazione, quali le formaci di Pienza, o i siti siduali di connettività ecologica tra nuclei e matrici forestali, (“Barriera infrastrutturale principale da mitigare”). estrattivi a monte di Petroio. Relativamente alle infrastrut- individuati come “Direttrici di connettività da riqualificare” . ture stradali un negativo effetto barriera è realizzato dalla Per l’area un indirizzo strategico importante è legato alla SS2, dalla diramazione dalla SP40 in direzione sud, svilup- Prioritaria risulta inoltre una gestione delle fasce ripariali e valorizzazione e tutela del sistema di Riserve Naturali Pro- pandosi lungo il torrente Formone e i suoi terrazzi fluviali. dei terrazzi ghiaiosi finalizzata al miglioramento del continu- vinciali e del Sistema di Siti Natura 2000. um ecologico degli ecosistemi fluviali, anche attuando inter- Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica venti di riqualificazione e di ricostituzione delle vegetazione sono state individuate le seguenti: ripariale la dove interrotta, migliorando la gestione della ve- getazione ripariale a fini idraulici, ma soprattutto attraverso Monocolltura viticola nel territorio di Montalcino: con pro- l’individuazione di una fascia di mobilità fluviale da destinare cessi di intensificazione delle attività agricole (vigneti spe- alla dinamica naturale del Fiume Orcia. Nei terrazzi fluviali cializzati) a discapito di ambienti agricoli tradizionali (pa- risulta importante il miglioramento dei livelli di sostenibilità scoli, oliveti e seminativi), anche nell’ambito delle matrici dei siti estrattivi esistenti, vietando la realizzazione di nuovi forestali e su terrazzi alluvionali del Fiume Orcia. siti estrattivi o di altri interventi in grado di alterare gli as- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri setti morfologici ed ecosistemici. Sono altresì da sottoporre Monocolltura cerealicola nella porzione settentrionale del a interventi di riqualificazione ambientale le aree interessate SIR Crete dell’Orcia e del Formone: con processi di intensi- da ex bacini estrattivi o da piste di motocross. ficazione delle attività agricole in aree di pertinenza fluviale Per gli ecosistemi fluviali risulta inoltre strategico il miglio- e nei rilievi collinari, con riduzione degli habitat ripariali e ramento dei livelli qualitativi e quantitativi delle risorse idri- perdita di biancane. che, con particolare riferimento al corso dei fiumi Orcia e Ombrone. Indirizzi per le politiche 3.2 Gli obiettivi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi Per il patrimonio forestale l’obiettivo è il miglioramento della sono finalizzati principalmente a mitigare e limitare gli ef- gestione selvicolturale finalizzandola all’aumento dei livelli fetti dei negativi processi di intensificazione delle attività di maturità e di valore ecologico delle matrici forestali e dei agricole, e a conservare gli importanti paesaggi agricoli tra- boschi isolati, alla tutela dagli incendi estivi, anche con par- p. 33 val d’orcia e val d’asso Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

Dal Castello di Velona verso Castelnuovo dell’Abate (Photo © Alex MacLean)

Pienza (Foto di Steve Stevehdc – licenza CC-BY-SA) Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani Descrizione strutturale a pettine che diparte da essa verso nord-est, in direzione crinali, intercetta gli insediamenti principali di San Giovanni La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata preva- della Val di Chiana (SP 38, SR 146 e SR 478). d’Asso e Pienza e il sistema di centri allineati lungo la dorsa- lentemente dal morfotipo insediativo n. 5 “Morfotipo inse- Lungo il percorso matrice si snodano gli insediamenti di le del Cetona (Montisi, Monticchiello, Castelluccio, La Foce) . diativo a maglia del paesaggio storico collinare” (Articola- Torrenieri, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia e Radi- Ad ovest dell’asse storico emerge l’isola collinare dominata zione territoriale 5.10 “Colline di Montalcino” e 5.12 “Val cofani, collocati in posizione dominante in corrispondenza dal centro storico di Montalcino, che spicca con il suo in- d’Orcia”); si riscontra anche la presenza di parte del sistema delle deviazioni di crinale della Cassia per la Val di Chiana. confondibile profilo, delineato dai campanili, dalla torre del insediativo n. 8 “Morfotipo dei centri a corona del cono vul- Il sistema insediativo che si sviluppa ad est dell’asse storico Comune e dalla Fortezza. Una fitta radiale di strade lo colle- canico ”, che comprende le pendici del Monte Amiata (Arti- è caratterizzato da una viabilità a pettine che, seguendo ga al suo contado e ai borghi collinari sottostanti di Carmi- colazione territoriale 8.1). l’andamento morfologico dei crinali e delle valli secondarie gnano, S.Angelo in Colle, S. Antimo, Castelnuovo dell’Abate. Si tratta di un sistema storicamente imperniato sulla diret- dell’Orcia (Asso, Tuoma ecc..) orientati in direzione nord/ Più a sud si staglia il cono dell’ex vulcano del Monte Amia- trice di origine romano/medievale (Via Cassia/Francigena – est-sud/ovest, risale il versante occidentale della catena ta. Il suo sistema insediativo di matrice storica si configura SR2), che attraversa trasversalmente la Valle dell’Orcia in montuosa del Cetona, scollinando nella Val di Chiana. Que- come una corona di centri collocati nelle aree di contatto sta viabilità che si sviluppa lungo le valli (Val d’Asso) e sui p. 34 Radicofani (Foto di Bjørn Christian Tørrissen - - licenza CC-BY-SA) direzione nord-ovest/sud-est – Siena /Roma, e sulla viabilità tra il castagneto e le aree agricole delle valli sottostanti, in piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso corrispondenza di una linea di risorgive (Corona del Monte si snodano le stazioni e i centri urbani, sorti come proiezio- 5. MORFOTIPO INSEDIATIVO POLICENTRICO A 8. MORFOTIPO DEI CENTRI A CORONA DEL CONO Amiata). ne a valle del centro collinare sovrastante, spesso indicati MAGLIA DEL PAESAGGIO STORICO COLLINARE VULCANICO La presenza della via Francigena, con tutte le sue deviazio- con l’appellativo di “scalo” (Sant’angelo scalo, Monte Amiata ni di crinale, e la forte connotazione di zona di frontiera e scalo, Asciano scalo, ecc…). Il sistema insediativo policen- Sistema insediativo fortemen- di transito assunta storicamente dalla valle, ha dato luogo trico a maglia del paesaggio te identitario e connotante dei storico collinare è costituito da massicci vulcanici, che per la sua all’addensarsi di numerose strutture difensive come castelli Dinamiche di trasformazione insediamenti collinari di origine specificità e rarità morfotipolo- e torri, edifici di culto pievi e abbazie (i complessi di San Le trasformazioni insediative che hanno investito la Valdor- medievale che si posizionano gica non ha ricorrenza a livello lungo la viabilità di crinale longi- regionale, ma è rintracciabile Piero in Campo e Sant’Anna in Camprena e la straordinaria cia negli ultimi settanta anni sono strettamente legate alle tudinale che segue l’andamento in altri contesti extra-regionali abbazia di Sant’Antimo che sorge nel territorio comunale trasformazioni subite dal paesaggio rurale dal dopoguerra morfologico nord-ovest/sud-est caratterizzati dalla presenza di di Montalcino); nonché ad innumerevoli insediamenti con ad oggi e al ruolo che esso ha progressivamente assunto di delle colline plioceniche. Questi un rilievo isolato a forma conica centri sono relazionati tra loro (vulcano attivo o spento) rappre- funzione di assistenza e di accoglienza dei pellegrini e dei vera e propria risorsa economica, capace di influenzare la da una viabilità trasversale prin- sentante un’emergenza geomor- viaggiatori quali osterie, ospedali e stazioni di posta, di cui desiderabilità residenziale e l’attrattività turistica. cipale e da rapporti reciproci di fologia di grande valore paesag- intervisibilità. Le relazioni con il gistico (Roccamonfina, Etna). rimangono ancora numerose testimonianze (Ospedale della In Val d’Orcia, così come in altre aree rurali della Toscana, sistema agrario circostante sono Scala di Siena a San Quirico, Spedaletto, ospedali di Arcim- il paesaggio ha assunto il ruolo di “biglietto da visita” tanto assicurate dal sistema delle ville fattoria. baldo, la mansione delle Briccole, l’osteria sul ponte dell’Or- da essere ampiamente utilizzato per la promozione turistica ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 5.10-5.12 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 8.1 cia, e le stazioni di posta della Scala, della Poderina, di Ri- non solo dell’area stessa, ma anche della Toscana nel suo corsi ed infine la Posta di Radicofani dovuta a Buontalenti). complesso ed è, a tutti gli effetti, una risorsa economica ca- La presenza del fiume Orcia e delle numerose sorgenti pace di attrarre turisti provenienti da tutte le parti del mon- dell’Amiata, inoltre, hanno permesso il sorgere di numerosi do. La reputazione turistica del territorio è legata sia all’at- manufatti storici legati alla risorsa idrica (Parco dei Mulini di tuale configurazione del paesaggio rurale, sia alla notevole San Quirico) e di borghi termali quali: Bagno Vignoni, con concentrazione di beni architettonici ed artistici presenti la sua magnifica piazza d’acqua e Bagni San Filippo, alle tanto da aver fatto acquisire alla Val d’Orcia, nel 2004, il ri- falde dell’Amiata, dove l’acqua sgorga dalle vene della terra conoscimento di paesaggio culturale da parte dell’UNESCO. a circa 50 gradi. Il riconoscimento ha prodotto indubbi effetti benefici per Il paesaggio che caratterizza oggi la Val d’Orcia è il risultato quanto attiene all’immagine e alla visibilità della Val d’Orcia, di una profonda trasformazione che, a partire dagli anni sottoponendola altresì a rischi e appetiti speculativi: la ten- ’50, ha portato alla creazione di ampi spazi a seminativo denza in atto è quella di un pressione immobiliare diffusa che solo sporadicamente sono interrotti da elementi areali che consuma risorse non ai fini di un soddisfacimento di quali calanchi, piccoli boschi, alberi sparsi, piccoli borghi, uno sviluppo locale di tipo durevole, ma esclusivamente in case sparse, casali ecc.. o da elementi lineari quali i corsi termini di rendita. 5.10 Montalcino | figure componenti 8.1 - Monte Amiata | figure componenti d’acqua, la vegetazione ripariale, le siepi, le strade, ecc. Le profonde mutazioni sociali ed economiche che hanno in- Questo predomino dei grandi spazi aperti e la sporadicità vestito la Val d’Orcia dal dopoguerra ad oggi vedono, come degli elementi naturali e antropici che emergono nella loro molte altre realtà toscane, prima il crollo della mezzadria, essenzialità rappresentano l’invariante strutturale dell’am- il dimezzarsi della popolazione e i cambiamenti radicali del bito. Il paesaggio della Val d’Orcia è riuscito ad acquisire paesaggio (indotti dall’avvento della pastorizia e della agri- una forte identità e reputazione grazie alla particolare di- coltura estensiva) e poi - dai primi anni ‘90 – l’affermarsi del sposizione spaziale degli elementi naturali e degli elementi territorio come icona del bel paesaggio toscano e la veloce antropici nelle aree dedicate all’attività agricola, alla pre- crescita del turismo, che ha più che decuplicato le potenzia- senza sul territorio di aree con elevata valenza ecologica e lità ricettive e riconfigurato il sistema produttivo. ambientale e di siti di notevole importanza storico-culturale La maggior parte della nuova domanda di ricettività turisti- Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani # Sistema radiocentrico di # Sistema dei centri corona Montalcino del Monte Amiata e architettonica finendo per assumere il ruolo di una vera e ca si è concretizzata soprattutto nella proliferazione degli propria risorsa economica. agriturismi. Questa pratica, se da un lato ha permesso il 5.12 La Val d’Orcia | figure componenti L’ambito è attraversato, oltre che dalla Cassia e dalle sue recupero di edifici rurali esistenti abbandonati, spesso ha in- diramazioni e deviazioni, anche dall’anello ferroviario sene- serito elementi dissonanti nel paesaggio agrario,aggravate se – ramo Monte antico-Asciano – denominato “la Ferrovia dalla frammentazione delle unità immobiliari in cui vengono della Val d’Orcia”, che aggirando la collina di Montalcino, strutturate e dai “volumi di servizio”che ne conseguono. incrocia la via Cassia in corrispondenza di Torrenieri, e si Altre trasformazioni territoriali sono legate al turismo ter- .3 immette nella valle dell’Asso percorrendola intermente fino male, e alle espansioni edilizie recenti delle strutture che in 3 ad Asciano. Nel suo sviluppo, la ferrovia mette in contatto alcuni casi si sono inserite con interventi fuori scala rispetto alcuni tra i più conosciuti e suggestivi territori del senese (le al disegno del paesaggio. Crete, la Val d’Orcia e il Monte Amiata) con scorci e pano- Anche se le espansioni edilizie dei principali borghi risultano # Sistema reticolare rami di grande valore paesaggistico. Lungo il suo percorso piuttosto contenute, rispetto ad altri ambiti, l’estensione e collinare della Valdorcia p. 35 val d’orcia e val d’asso la volumetria eccessiva di alcuni interventi (spesso sovradi- centri allineati lungo la dorsale del Cetona (Montisi, Pien- mensionati rispetto alle reali esigenze abitative), la scarsa za, Monticchiello, Castelluccio, La Foce) . qualità (dovuta a soluzioni progettuali di tipo vernacolare, • Sistema radiocentrico di Montalcino, costituito dal centro impostate su modellistiche progettuali predefinite e decon- di Montalcino, collocato in posizione dominate sulla som- testualizzate), l’utiliizzo di forme carenti di radicamento ter- mità della collina che costeggia la Cassia ad ovest, con il ritoriale (con particolare riferimento alle lottizzazioni di tipo suo inconfondibile profilo, delineato dai campanili, dalla urbano quali tipologie a schiera o villette) e le scelte localiz- torre del Comune e dalla Fortezza, e con la radiale di zative inappropriate (le lottizzazioni residenziali spesso sono strade che lo collegano al suo contado e ai borghi collina- andate ad occupare crinali a maggiore panoramicità) hanno ri sottostanti (Carmignano, S.Angelo in Colle, S:Antimo, causato, in alcuni casi, un forte impatto paesaggistico, in- Castelnuovo dell’Abate) terferendo con le visuali da e verso i centri e nuclei storici, • Sistema dei centri a corona del Monte Amiata (che rientra le pievi e i casali, e interrompendo le regole insediative sto- nell’ambito solo in parte con i borghi di Vivo d’Orcia e Castelmuzio-Trequanda (Foto di Rino Massai riche che caratterizzano questi luoghi (espansione residen- Archivio fotografico Regione Toscana) Campiglia d’Orcia). ziale di Monticchiello, Radicofani, ecc). Nello specifico, rappresentano un valore: Lo sviluppo edilizio degli insediamenti collinari si è dovuto • i beni connessi alla viabilità storica della via Francigena adattare all’orografia dei suoli, così le varie lottizzazioni re- di valle e alle sue deviazioni di crinale quali: strutture sidenziali, dove non hanno trovavano condizioni favorevoli difensive come castelli e torri (Castello del Velina, Rocca 1830 sui crinali, hanno occupato le poche aree pianeggianti di- d’Orcia, Rocca di Radicofani), edifici di culto pievi e ab- sponibili per dar vita a fenomeni di dispersione insediativa bazie (i complessi di San Piero in Campo e Sant’Anna in disponendosi in maniera lineare lungo la vecchia via “Cas- Camprena e la straordinaria abbazia di Sant’Antimo che sia” (espansioni a valle di Radicofani). sorge nel territorio comunale di Montalcino); nonché gli Le attività produttive, di modesta entità, si sono concen- innumerevoli insediamenti con funzione di assistenza e trate attorno ai centri principali di Montalcino, Torrenieri e di accoglienza dei pellegrini e dei viaggiatori quali oste- San Quirico (industria ceramica) e lungo la via Cassia, so- rie, ospedali e stazioni di posta, di cui rimangono ancora prattutto nei piani del Paglia, dove si è avuto un intenso numerose testimonianze (Ospedale della Scala di Siena a sviluppo di insediamenti produttivi, che dallo svincolo per Rocca degli Aldobrandeschi (Foto di Antonio Vidus San Quirico, Spedaletto, ospedali di Arcimbaldo, la man- Archivio fotografico Regione Toscana) Radicofani proseguono ininterrotti lungo l’asse viario fino a sione delle Briccole, l’osteria sul ponte dell’Orcia, e le sta- Ponte a Rigo. zioni di posta della Scala, della Poderina, di Ricorsi ed Il tratto della ferrovia Asciano-Monte antico è stato chiuso infine la Posta di Radicofani dovuta a Buontalenti); al traffico nel 1994 e oggi viene utilizzato solo per un ser- • i manufatti storici legati alla risorsa idrica (Parco dei Mu- vizio turistico attivo in determinati giorni dell’anno (Treno lini di San Quirico) e di borghi termali quali: Bagno Vi- natura). gnoni, con la sua magnifica piazza d’acqua e Bagni San L’economia locale del Monte Amiata è stata tradizionalmen- Filippo, alle falde dell’Amiata, dove l’acqua sgorga dalle te legata all’agricoltura ed al piccolo artigianato e, nell’ul- vene della terra a circa 50 gradi; 1954 timo secolo, all’industria estrattiva del mercurio. L’esodo • Il centro storico di Pienza che è stato dichiarato “Patri- dalle campagne (anni ‘60) e la chiusura delle miniere (anni monio dell’Umanità” dall’UNESCO nel 1996. Il luogo è di ‘70), hanno provocato una forte crisi occupazionale e un elevato valore universale sia perché rappresenta la prima conseguente abbandono dei centri montani e delle attivi- applicazione dei concetti umanistici nella pianificazione tà ad essi connessi, cui si è cercato di porre rimedio, con Castiglione d’Orcia e la Rocca degli Aldobrandeschi urbana, sia perché occupa una posizione determinante (Foto di Senpai – licenza CC-BY-SA) Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani risultati parziali, attraverso il Progetto Amiata (programma nello sviluppo della concezione del progetto della città economico territoriale di riconversione produttiva ed occu- ideale che ha giocato un ruolo significativo nei successivi pazionale), basato sulla valorizzazione e sulla utilizzazione sviluppi urbani in Italia e non solo. industriale delle risorse – energia, agricoltura, allevamenti, • La via Francigena storica e le sue deviazioni di crinale, bosco – nonché sullo sviluppo del turismo. nonché il fitto sistema di strade bianche e poderali; in quanto luogo privilegiato per la fruizione e la percezione Valori dei paesaggi dell’ambito. (I tracciati di “interesse paesi- • Sistema reticolare collinare della Val d’Orcia, costituito (i) stico europeo, la viabilità panoramica della Ripa -da San dal percorso matrice della via Francigena, lungo la quale Quirico a Ripa d’Orcia-, la strada nei pressi di Villa Foce si sono allineati i principali centri storici dell’ambito: San perimetrata da cipressi opera della famiglia Origo). Quirico d’Orcia, Torrenieri, Castiglione d’Orcia,Campiglia • Il tracciato della ferrovia Monte Antico- Asciano e il con- 2011 d’Orcia e Radicofani. e (ii) dalle trasversali a pettine che nesso sistema di stazioni e scali (oggi percorso treno Na- dipartono da esso verso la val di Chiana, intercettando i tura). p. 36 Evoluzione dell’edificato Rocca d’Orcia - Rocca di Tentennano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso • L’antico sistema di archeologia industriale sto. La riconversione residenziale degli insediamenti immagini sterotipate attraverso filari di cipressi, cancelli, dell’insediamento storico e del suo intorno paesaggistico (cartiera,ferriera,lamiera) legato allo sfruttamento del rurali avviene attraverso interventi di ristrutturazioni, muretti per le recinzioni, ecc... ) ma si pongano in continuità e coerenza con essi (skyline Vivo. e il sistema dei molini di Bagno Vignoni. demolizioni, e frazionamenti sui manufatti tipici che • abbandono, sottoutilizzo o utilizzo improprio delle strut- urbani, trame agrarie e poderali, filari alberati). trasformano in tutto o in parte l’originale organismo ture specialistiche e dei manufatti legati alla via Francige- Nei fondovalle, è prioritario evitare ulteriori diffusioni re- Criticità edilizio, non rispettandone la struttura morfotipologica na (ad esempio i Ricorsi o La Scala); sidenziali e produttive lungo la via Cassia e riqualificare le • Forte impatto paesaggistico causato dalle recenti espan- e le caratteristiche distributive, formali e costruttive. • Sottoutilizzo della ferrovia Asciano-Monteantico e del aree già esistenti come “aree produttive ecologicamente at- sioni insediative dei principali centri collinari e dalle infra- ◦◦ Altro elemento di forte impatto associato al recupero connesso sistema di stazioni e scali; trezzate”; con particolare riferimento alla zona produttiva strutture che si sono sviluppate sui crinali ad alta pano- dei casali è l’utilizzo di recinzioni e cancelli che, di fatto, • Intenso sviluppo di insediamenti produttivi nei piani del della valle del Paglia. ramicità, interferendo con le visuali da e verso i centri e alterano le realzioni spaziali e visuali con il contesto Paglia, che dallo svincolo per Radicofani proseguono inin- Per quanto riguarda il sistema insediativo rurale, è fonda- nuclei storici, le pievi e i casali, e interrompendo le regole paesaggistico; terrotti lungo Cassia fino a Ponte a Rigo. mentale tutelare la maglia rada della struttura storica carat- insediative di lunga durata. Si tratta di interventi, spesso ◦◦ Modificazione delle strade bianche in prossimità di po- • l’intensificarsi dei fenomeni di marginalizzazione e abban- teristica del sistema mezzadrile e le relazioni morfologiche, sovradimensionati rispetto alle reali esigenze abitative, deri recuperati a fini residenziali o agrituristici, median- dono dei centri amiatini con conseguente degrado delle percettive e, ove possibile, funzionali fra manufatti rurali caratterizzati da soluzioni e forme progettuali predefinite te la creazione di piccoli by-pass che allontanano la strutture insediative storiche; e paesaggio agrario, evitando la separazione fra edificio e e decontestualizzate, prive di qualsiasi relazione sia con i strada dal podere. • abbandono e degrado dei manufatti del sistema produtti- fondo agricolo e privilegiandone il riuso in funzione di attivi- nuclei storici, sia con i paesaggi agrari in cui sono inseriti • alterazioni paesaggistiche causate dalla realizzazione di vo proto-industriali lungo il torrente Vivo; tà connesse all’agricoltura. (lottizzazioni di villette a schiera sul crinale di Monticchiel- “attrezzature di sostegno commerciale” al settore vinicolo Indirizzo strategico per quest’ambito è, inoltre, la tutela e lo, lottizzazione residenziale a sud-est di Radicofani che (cantine) o dalla realizzazione di “volumi di servizio” per Indirizzi per le politiche valorizzazione del patrimonio connettivo costituito dai per- si sviluppa lungo i crinali a maggiore panoramicità verso le attività agricole e agrituristiche, a volte non compatibili Gli indirizzi per le politiche dell’ambito sono finalizzati prio- corsi matrice, dalle ferrovie e dai lungofiume, anche nell’ot- e S. Casciano dei Bagni. Le nuove espan- con il paesaggio circostante. ritariamente a salvaguardare e valorizzare il carattere poli- tica di una loro integrazione con una rete della mobilità dol- sioni residenziali di Montalcino, caratterizzate da case a • Impatto causato delle espansioni edilizie recenti delle centrico reticolare del sistema insediativo storico e l’identità ce per la fruizione delle risorse paesaggistiche dell’ambito; schiera e villette plurifamiliari, disponendosi lungo la SP. strutture termali, che inserendosi con interventi fuori culturale, urbana e sociale dei centri principali, dei nuclei e con particolare riferimento alla via Francigena e le sue de- Traversa dei Monti, vanno ad occupare i crinali a maggio- scala rispetto al disegno del paesaggio hanno alterato le delle frazioni e i relativi giacimenti patrimoniali. viazioni di crinale, con il patrimonio di manufatti e luoghi re panoramicità in modo da privatizzarne la vista). relazione storiche e visuali tra l’ insediamento termale In particolare, va tutelata l’integrità morfologica e percetti- di elevato valore storico-testimoniale ad essa connessi; la • Alterazione delle relazioni territoriali e visuali tra insedia- antico e il contesto naturalistico circostante; va del sistema insediativo storico, rappresentato dai centri, ferrovia Asciano-Monteantico, con le connesse stazioni; le mento rurale sparso (ville e casali) e territorio agricolo • Rischi di alterazione, omologazione e/o banalizzazione nuclei e complessi di valore architettonico-testimoniale di- riviere fluviali dell’Orcia, dell’ Ombrone e dei torrenti Formo- circostante dovute: del paesaggio a forte vocazione turistica della Val d’Or- sposti in posizione dominante sui supporti geomorfologici ne e Paglia, con il connesso patrimonio di manufatti legati ◦◦ alla riconversione residenziale del manufatto e all’in- cia (causati dalla forte pressione del mercato immobiliare più stabili e allineati lungo il fascio di percorsi che costi- alla risorsa idrica. troduzione di materiali ed elementi estranei al conte- e da usi del suolo impropri, sino alla riproposizione di tuivano l’antica Via Francigena (San Quirico d’Orcia, Casti- glione d’Orcia, Campiglia d’Orcia, Pienza, Rocca d’Orcia); vanno salvaguardati, altresì, i loro intorni paesaggistici e gli elementi di corredo arboreo che ne esaltano la rilevan- za percettiva (filari alberati che circondano l’insediamento o costeggiano il percorso matrice di crinale); nonchè le visuali panoramiche che traguardano tali insediamenti e i rapporti di reciproca intervisibilità. Nello specifico, va salvaguardata: • la riconoscibilità e la leggibilità del centro storico di Pienza quale eccellenza paesaggistica e iconografica, contraddi- stinto dalla peculiare collocazione su un basamento colli- nare a prevalenza di colture tradizionali e dalla presenza Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani di un patrimonio storico-architettonico di straordinario valore universalmente riconosciuto; • la riconoscibilità e la leggibilità del centro storico di Montalcino, con il suo inconfondibile profilo delineato dai campanili, dalla torre del Comune e dalla Fortezza, collo- cato in posizione dominate su un rilievo collinare caratte- rizzato dalla prevalenza di colture arboree, e circondato .3 da un sistema insediativo rurale denso e ramificato che si 3 sviluppa lungo la viabilità radiale che discende i versanti. A tal fine è necessario evitare ulteriori processi di urbaniz- zazione diffusa lungo i crinali e sui versanti e garantire che le nuove trasformazioni non alterino i caratteri percettivi Villette a schiera sul crinale di Monticchiello (foto di A. Marson) p. 37 val d’orcia e val d’asso

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 38 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 39 val d’orcia e val d’asso Descrizione strutturale mentre nel fondovalle dell’Orcia prevalgono i mosaici con Dinamiche di trasformazione 3.4 I caratteri morfotipologici L’ambito coincide con un territorio quasi interamente collina- seminativi, oliveti e vigneti specializzati (morfotipo 17). Le colline argillose delle Crete (morfotipo 5) hanno subi- dei sistemi agro ambientali re, a eccezione di una piccola porzione montuosa compresa Nella parte più meridionale dell’ambito (alta Val d’Orcia e to negli ultimi decenni un complesso di trasformazioni che nel Monte Amiata e dei fondovalle dei fiumi più importanti Valle del Formone) i rilievi collinari sfumano in quelli monta- hanno determinato la perdita di alcuni elementi storicamen- dei paesaggi rurali – l’Orcia e l’Asso – e dei loro tributari. Tre i principali sistemi ni dell’Amiata e, più a sud, nel fondovalle del Paglia, e sono te caratterizzanti. In particolare la meccanizzazione dell’a- paesistici: il paesaggio delle Crete Senesi, delimitato a est e occupati ora da tessuti a campi chiusi in cui si alternano gricoltura ha comportato semplificazione ed estensione a ovest dalle dorsali di Montalcino e del Monte Cetona e sul pascoli, prati e seminativi bordati di siepi e interrotti da lin- della maglia agraria con rimozione di elementi della rete lato meridionale dal corso dell’Orcia; le colline di Montalcino gue di vegetazione spontanea (morfotipo 9), ora da mac- scolante, di parti del corredo vegetazionale di strade, fossi, a prevalenza di colture viticole, che costituiscono un’eviden- chie di bosco più estese (faggio e castagno verso le pendici impluvi principali, e delle tessere di coltivi promiscui che te soluzione di continuità negli orizzonti estensivi tipici della del Monte Amiata), ora da incolti e seminativi tendenti alla storicamente interrompevano la continuità dei seminativi Toscana meridionale; il paesaggio dei campi chiusi a pasco- rinaturalizzazione (morfotipo 3). Notevole, in questa parte estensivi. Sempre per favorire le lavorazioni meccaniche dei lo e a seminativo dell’alta Valle dell’Orcia e del Formone. di territorio, la presenza di calanchi e biancane in certi casi terreni agricoli, biancane, calanchi e altri fenomeni erosivi di criteri metodologici (LINK) Il paesaggio delle Crete (morfotipo 5) è caratterizzato da di grande valore paesaggistico, oltre che naturalistico e ge- grande valore paesistico, geologico e naturalistico sono stati un susseguirsi di morbidi rilievi collinari composti da argille ologico. progressivamente spianati. plioceniche, incisi dai corsi d’acqua, interessati da ingen- Nelle aree di fondovalle dell’Ombrone, dell’Orcia, del Tuo- Nelle colline di Montalcino la dinamica predominante è la ti fenomeni erosivi come calanchi e biancane, e occupati ma, del Formone e del Paglia si osserva semplificazione del- massiccia opera di riconversione dei coltivi tradizionali in quasi esclusivamente da seminativi estensivi e da qualche la maglia agraria, allargamento della dimensione degli ap- vigneti specializzati (morfotipi 11, 15, 18) che, in ragione pascolo, in ragione della inadeguatezza di questi suoli alle pezzamenti e prevalenza di seminativi semplici (morfotipo dell’elevata redditività del prodotto e del marchio legato a colture arboree. La maglia agraria è medio-ampia e, nella 6), mentre le modificazioni del sistema insediativo di solito questo territorio, si sono spinti a occupare anche aree meno sua organizzazione, reca l’impronta del latifondo mezzadri- associate a queste trasformazioni (principalmente consumo vocate, come il fondovalle dell’Orcia (morfotipo 17) o appez- le, storicamente coincidente con un appoderamento di tipo di suolo rurale dovuto a processi di urbanizzazione) sono zamenti collocati all’interno del manto boschivo che copre estensivo all’interno di grosse concentrazioni fondiarie. Ad pressoché assenti (sussistono solo pochi insediamenti pro- i rilievi della Dorsale. Effetti di questa trasformazione sono esso corrisponde un sistema insediativo estremamente rado duttivi nella Valle del Paglia). Nel fondovalle dell’Asso, ai semplificazione paesaggistica ed ecologica, omogeneizza- e concentrato sul colmo dei poggi o in posizione di crinale, seminativi semplificati (morfotipo 6) si alternano aree occu- zione colturale, perdita di valori testimoniali, rischi erosivi ovvero sui pochi supporti geomorfologici più stabili e sicuri pate anche da vigneti specializzati (morfotipo 15). e di inquinamento delle falde acquifere. In questa parte di Il Monte Amiata domina visivamente un paesaggio in cui si alternano boschi, pascoli e seminativi a campi chiusi (foto P. Baldeschi) che i suoli argillitici potevano offrire. Al loro contorno, coro- territorio, come pure nelle Crete, si osservano processi di ne di colture arboree – per lo più oliveti tradizionali (morfo- tipo 12), oliveti misti a seminativi (morfotipo 16) o a piccoli vigneti e ad appezzamenti in coltura promiscua (morfotipo 18) – interrompono la continuità dei seminativi nudi e sot- tolineano alcuni dei principali nodi del sistema insediativo (Pienza, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia). Sui rilievi di Montalcino struttura paesistica e coperture colturali cambiano nettamente. Alle morfologie addolcite e poco estese delle Crete si sostituiscono massicci collinari dal profilo più nettamente definito (la Dorsale di Montalcino), sostenuti da suoli meno erodibili e più adatti alle colture legnose e per questo oggi quasi interamente occupati da Colture legnose tradizionali attorno al nucleo storico di Rocca d’Orcia (foto P. Baldeschi) vigneti specializzati in vaste monocolture (morfotipo 11) Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri o inseriti all’interno di mosaici comprendenti anche oliveti (morfotipo 18). Questo tipo di paesaggio nasce da un inten- so processo di sostituzione dei coltivi tradizionali attuato a partire dagli anni ‘60, che ha comportato modificazioni pro- fonde e strutturali, visibili nell’ampiezza della maglia agra- ria, nella omogeneità colturale, nell’assenza di una infra- strutturazione vegetale di corredo della trama dei coltivi che storicamente svolgeva un ruolo morfologico ed ecologico. Lembi di colture tradizionali a maglia fitta sopravvivono solo in esili fasce poste attorno a nuclei storici come Montalcino, Castelnuovo dell’Abate, Sant’Angelo in Colle, Camigliano. Sui versanti rivolti verso l’Ombrone l’associazione predomi- Seminativi nudi di fondovalle e, sullo sfondo, il cono vulcanico di Radico- nante è tra vigneti specializzati e seminativi (morfotipo 15), p. 40 fani (foto P. Baldeschi) La notissima strada bordata di cipressi che conduce a Villa La Foce (foto P. Baldeschi) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso espansione dei nuclei storici che comportano alterazione sizione percettiva e morfologica tra paesaggi dai caratteri all’inserimento di nuovi vigneti (morfotipo 11, 15, 17) come della loro struttura fondativa e del rapporto dimensionato molto eterogenei come le Crete, le matrici boscate dell’A- in parte del fondovalle dell’Asso e di quelli dell’Ombrone e che li legava al supporto morfologico e al tessuto del pae- miata, i seminativi della Valle del Paglia. dell’Orcia in prossimità dei rilievi di Montalcino, zona di mas- saggio agrario circostante. sima concentrazione della viticoltura specializzata. Isolati e Nella parte meridionale dell’ambito (alta Val d’Orcia e Valle Criticità circoscritti i fenomeni di urbanizzazione dei fondovalle. del Formone) caratterizzata da un paesaggio in parte bo- Le principali criticità presenti nel territorio delle Crete (mor- scato, in parte a campi chiusi destinati al pascolo e al se- fotipo 5) sono determinate da una gestione meccanizzata Indirizzi per le politiche minativo, il fenomeno più evidente è l’espansione del bosco dell’agricoltura che ha comportato semplificazione della ma- Il paesaggio delle Crete è contraddistinto da elevati valori sui terreni meno sfruttati e più marginali, particolarmente glia agraria con allargamento degli appezzamenti e rimo- estetico-percettivi legati alla combinazione tra morfologia visibile in alcuni contesti (morfotipo 3). zione di parti del corredo vegetazionale, perdita di diversifi- dei suoli, omogeneità colturale, ampiezza della maglia in- cazione del mosaico agrario con eliminazione delle tessere sediativa e agricola, e alla presenza di fenomeni erosivi ca- Valori di colture promiscue che storicamente si inframmettevano ratteristici delle argille. È esposto a rischi di erosione e ba- Il paesaggio delle Crete (morfotipo 5) rappresenta una delle nel tessuto dei seminativi, e spianamento dalla gran parte Biancane e calanchi (foto P. Baldeschi) nalizzazione paesistica ed ecologica. Principali indirizzi per immagini della campagna toscana più diffuse e apprezzate, dei fenomeni erosivi tipici delle argille. Sul piano estetico- il paesaggio collinare a prevalenza di seminativi estensivi oltre che di più recente consacrazione estetica. Malgrado percettivo un effetto negativo è esercitato dalla presenza di sono: presenti aspetti di criticità anche considerevoli (marcata filari di cipressi di impianto recente posti per lo più a corredo • tutelare il sistema insediativo storico rurale evitando al- tendenza all’erosione, perdita di diversificazione ecologica di alcune strade ma privi di una relazione toposegnica con terazioni dell’integrità morfologica dei nuclei e contra- legata alla diffusione delle monocolture a seminativo e di il luogo e dunque storicamente e morfologicamente incoe- stando fenomeni di dispersione insediativa nel paesaggio elementi geomorfologici caratterizzanti) questa configura- renti. agrario; zione paesistica presenta notevoli valori estetico-percettivi Nel territorio di Montalcino la criticità maggiore è rappre- • incentivare la conservazione delle colture a seminativo dati dall’associazione tra morfologie addolcite, uniformità e sentata dalla intensificazione della viticoltura in grandi evitando la loro massiccia sostituzione con colture legno- ampiezza dei tessuti coltivati, rarefazione del sistema in- appezzamenti monocolturali (morfotipo 11), in certi casi se (come vigneti specializzati localizzati in aree a rischio sediativo nel quale spiccano come emergenze visive nuclei affiancati a seminativi a maglia ampia (morfotipo 15) e a erosivo o le colture da biomassa) che altererebbero signi- storici in posizione di crinale o sul colmo dei poggi e pochi oliveti specializzati (morfotipo 18). Effetti negativi conse- ficativamente i tratti identitari del paesaggio; aggregati rurali sparsi. La viabilità storica è talvolta correda- guenti a questa dinamica di trasformazione sono dilatazione • preservare le corone di oliveti che contornano alcuni dei ta di filari di alberi che ne sottolineano il ruolo strutturante, e semplificazione della maglia agraria, rimozione di elemen- Paesaggio del seminativo nudo tipico delle Crete (foto P. Baldeschi) nuclei storici caratterizzandoli come punti nodali del si- mentre alcuni tra gli insediamenti storici (Pienza, San Quiri- ti dell’infrastruttura rurale storica - come strade poderali stema insediativo e sottolineandone la presenza nell’oriz- co d’Orcia, Castiglione d’Orcia e centri minori come Montisi, e interpoderali, sistemazioni di versante, vegetazione non zonte uniforme dei seminativi estensivi; Castelmuzio, Petroio) sono pregevolmente equipaggiati di colturale di corredo -, rischio erosivo e di dilavamento dei • preservare siepi, alberature, lingue e macchie boscate, corone di colture arboree per lo più di impronta tradiziona- versanti specialmente in corrispondenza dei vigneti più lun- formazioni riparie che costituiscono la rete di infrastrut- le (morfotipi 12, 16, 18). I fenomeni erosivi tipici dei suo- ghi, disposti a rittochino e privi di interruzioni della penden- turazione ecologica e paesaggistica e incentivarne la rico- li argillitici (calanchi e biancane come quelli, di particolare za. In alcuni casi sussiste anche il rischio di inquinamento stituzione nelle parti più scarsamente equipaggiate; bellezza, di Lucciola Bella) costituiscono elementi di elevato della falda acquifera. La realizzazione di nuove cantine di • conservare biancane, calanchi, balze e altre emergenze valore estetico-percettivo oltre che geologico e naturalisti- grandi dimensioni può costituire un problema dal punto di geomorfologiche per il valore paesaggistico e ambientale. co. Lingue di vegetazione riparia presenti negli impluvi, siepi vista dell’integrità morfologica e percettiva del paesaggio. e boschetti svolgono una funzione strutturante il paesaggio Sia nel territorio delle Crete che in quello di Montalcino si Il paesaggio dei rilievi di Montalcino è esito di trasformazioni sia sul piano morfologico che ecologico. osservano processi di urbanizzazione per lo più a carattere recenti del tessuto dei coltivi tradizionali, riconvertiti massic- Nei rilievi di Montalcino le modificazioni indotte dalla specia- residenziale (e talvolta legati a usi turistici) che hanno al- ciamente in vigneti specializzati. Il sistema insediativo sto- lizzazione viticola (morfotipi 11, 15, 18) hanno in gran parte terato la morfologia di alcuni insediamenti storici e la loro paesaggio dei seminativi e pascoli a campi chiusi intervallati da colture rico, più denso e ramificato rispetto ai territori contermini, arboree e boschi (foto P. Baldeschi) alterato i caratteri del paesaggio tradizionale con effetti di relazione con il contesto paesaggistico. Alcuni esempi sono mostra una certa dipendenza da forme di organizzazione e Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri banalizzazione e omogeneizzazione. Di pregio alcuni lembi visibili attorno a Pienza, San Quirico d’Orcia, Monticchiello. sfruttamento del territorio rurale più simili alla mezzadria di tessuti colturali a maglia più fitta disposti attorno a nuclei Processi di abbandono delle attività agricole e pascolive classica che al latifondo mezzadrile. Criticità principali sono storici come Montalcino, Castelnuovo dell’Abate, Sant’Ange- possono interessare il territorio dell’alta Val d’Orcia e della l’omogeneizzazione paesistica ed ecologica, la semplifica- lo in Colle, Camigliano. Valle del Formone, dove seminativi semplici o prati e pascoli zione morfologica del paesaggio e i rischi erosivi, mentre di Nel settore meridionale dell’ambito, dominato visivamente organizzati in tessuti a campi chiusi subiscono l’avanzata particolare pregio sono i lembi di colture tradizionali ancora dai rilievi vulcanici del Monte Amiata e di Radicofani e per- della vegetazione spontanea e del bosco (morfotipi 3 e 9). esistenti. Principali indirizzi per il paesaggio collinare a pre- corso da fenomeni erosivi di valore scenografico, i princi- Il fenomeno è particolarmente evidente sui rilievi compresi valenza di colture viticole sono: .4 pali valori sono riferibili alle superfici agricole e pascolive a tra l’Orcia e il Formone, nel territorio circostante Radicofani • preservare la leggibilità della relazione tra sistema inse- 3 campi chiusi (morfotipo 9), che rappresentano in certi casi e tra Bagni San Filippo e Castiglione d’Orcia. diativo storico e paesaggio agrario, attraverso la tutela testimonianza storica di una particolare modalità di orga- I fondovalle sono interessati da processi di semplificazione e dell’integrità morfologica degli insediamenti, la conserva- nizzazione del territorio rurale (mentre in altri sono esito di dilatazione della maglia dei coltivi dovuti alla intensificazio- zione di una fascia di oliveti o di altre colture d’impronta processi di rinaturalizzazione) e costituiscono fascia di tran- ne delle colture a seminativo (morfotipo 6) e, in alcuni casi, tradizionale nel loro intorno paesistico e lungo la viabilità paesaggio del seminativo nudo tipico delle Crete (foto P. Baldeschi) p. 41 val d’orcia e val d’asso

05. morfotipo dei morfotipi delle colture seminativi semplici a Morfotipi rurali erbacee maglia medio-ampia di impronta tradizionale

03. morfotipo dei seminativi tendenti alla rinaturalizzazione in contesti marginali

Questo tipo di paesaggio è ca- ratterizzato dalla predominan- za del seminativo semplice e del prato da foraggio, da una maglia agraria ampia di tipo Il morfotipo è contraddistinto tradizionale e dalla presen- dalla prevalenza di seminativi za di un sistema insediativo interessati da processi di rina- a maglia rada. Ha un grande turalizzazione e posti in contesti valore estetico-percettivo dato marginali, per lo più montani e dall’associazione tra morfologie collinari. Il paesaggio mostra i addolcite, orizzonti molto estesi segni sia dell’allargamento o coltivati a seminativo, valori lu- della cancellazione della maglia ministici prodotti dal particolare agraria preesistente sia quel- cromatismo dei suoli, episodi li di un abbandono colturale edilizi isolati. avanzato, riconoscibile nella presenza di alberi sparsi, ve- getazione arbustiva e boscaglia che ricolonizzano i terreni.

04. morfotipo dei seminativi semplificati in 06. morfotipo dei aree a bassa pressione seminativi semplificati di insediativa pianura o fondovalle

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Il morfotipo è contraddistinto Il morfotipo è caratterizzato dalla prevalenza di seminativi da una maglia agraria di a maglia semplificata in dimensione medio-ampia contesti montani e collinari o ampia esito di operazioni periferici rispetto alle grandi di ristrutturazione agricola. trasformazioni insediative Rispetto alla maglia e paesaggistiche. Nella tradizionale, presenta caratteri maggioranza dei casi, siamo di semplificazione sia ecologica in presenza di un’agricoltura che paesaggistica. Il livello di ancora vitale tipica di certi infrastrutturazione ecologica è contesti collinari in cui la generalmente basso. È spesso relativamente contenuta associato a insediamenti semplificazione paesaggistica di recente realizzazione, non si è associata, se non localizzati in maniera incongrua occasionalmente, a ingenti rispetto alle regole storiche del fenomeni di diffusione paesaggio. insediativa ed erosione dello spazio rurale. approfondimento: livello regionale scala originale 1:250.000

p. 42 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

09. morfotipo dei campi 17. morfotipo complesso chiusi a seminativo e morfotipi specializzati 15. morfotipo del seminativo, oliveto e a prato di collina e di delle colture arboree dell’associazione tra vigneto di pianura e delle 19. morfotipo del mosaico montagna seminativo e vigneto prime pendici collinari colturale e boscato

11. morfotipo della viticoltura

Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo è presente su Il morfotipo si trova in aree di Il morfotipo è caratterizzato da nazione tra aree a seminativo e morfologie collinari addolcite o pianura o sulle prime pendi- una maglia paesaggistica fitta e a prato-pascolo in cui è leggibi- su superfici pianeggianti ed è ci collinari ed è caratterizzato frammentata nella quale il bo- le l’organizzazione della maglia caratterizzato dall’associazione dall’associazione tra oliveti, sco, in forma di lingue, macchie a “campi chiusi” con filari, siepi, tra colture a seminativo e a vi- seminativi e vigneti. La maglia e isole, si insinua capillarmen- boschi poderali e alberi isolati. Si tratta di zone specializzate a gneto, esito di processi recenti agraria è medio-ampia o ampia, te e diffusamente nel tessuto Può essere sia espressione di vigneto, nella quasi totalità dei di ristrutturazione agricola e con appezzamenti di dimensioni dei coltivi. Le colture presenti una modalità di utilizzazione casi esito di recenti operazioni paesaggistica. Le tessere colti- consistenti di forma regolare e possono essere mosaici agrari agricola del territorio consolida- di ristrutturazione fondiaria e vate si alternano in una maglia geometrica. I confini tra i campi complessi arborei ed erbacei ta, sia esito di fenomeni di rina- agricola. La maglia degli ap- di dimensione medio-ampia o appaiono piuttosto nettamente dati dall’intersezione di olive- turalizzazione derivanti dall’e- pezzamenti è ampia e, in certi ampia nella quale i vigneti sono definiti. Le colture specializzate ti, vigneti e seminativi, oppure spansione di siepi ed elementi casi, equipaggiata da un cor- sempre di impianto recente e a oliveto e vigneto sono per lo prevalentemente seminativi vegetazionali su terreni in stato redo vegetale. Nei casi in cui hanno rimpiazzato le colture più di impianto recente, mentre semplici. di abbandono. l’infrastrutturazione ecologica è tradizionali. quelle di impronta tradizionale assente sono presenti notevoli sono fortemente residuali. criticità dal punto di vista della biodiversità e della connettività ecologica, oltre che degli aspet- ti morfologici e idrogeologici.

10. morfotipo dei campi chiusi a seminativo e a 16. Morfotipo del 18. morfotipo del mosaico prato di pianura e delle 12 morfotipo seminativo e oliveto collinare a oliveto e prime pendici collinari dell’olivicoltura prevalenti di collina vigneto prevalenti

Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo copre generalmente Il morfotipo è tipico delle aree Il morfotipo è presente per Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri una maglia agraria ben leggibile, versanti e sommità delle colline collinari ed è caratterizzato lo più in ambiti collinari ed è scandita dalla presenza di siepi mentre, nei contesti montani, è dall’alternanza di oliveti e caratterizzato dall’alternanza che si dispongono, nell’assetto presente solo sulle pendici delle seminativi. Talvolta vigneti tra vigneti e oliveti, variamente originario, lungo i confini dei dorsali secondarie. A seconda di dimensione variabile si inframmezzati da superfici campi. Questa particolare del tipo di impianto, i paesaggi inframmettono tra le colture boscate. Si distinguono configurazione può essere sia dell’olivicoltura si distinguono prevalenti. La maglia agraria infatti situazioni in cui la espressione di una modalità in olivicoltura tradizionale è medio-fitta e articolata, con maglia agraria è fitta, con di sfruttamento agricolo terrazzata, olivicoltura campi di dimensione contenuta appezzamenti di dimensione del territorio storicamente tradizionale non terrazzata e confini tra gli appezzamenti contenuta, e situazioni in cui la consolidata, sia esito di in genere caratterizzata piuttosto morbidi. Il bosco, maglia è media o anche ampia. fenomeni di rinaturalizzazione da condizioni che rendono sia in forma di macchie che di I confini tra gli appezzamenti derivanti dall’espansione di siepi possibile la meccanizzazione, e formazioni lineari, diversifica sono in genere articolati e 3.4 ed elementi vegetazionali su olivicoltura moderna intensiva. significativamente il tessuto dei morbidi e seguono le sinuosità terreni in stato di abbandono. coltivi. del terreno. Possono essere presenti sia appezzamenti condotti in maniera tradizionale che sistemi colturali moderni. link: abaco regionale dei morfotipi rurali p. 43 val d’orcia e val d’asso di crinale, la manutenzione e – nel caso di ristrutturazioni ne l’espansione sulle parti del tessuto agricolo scarsa- agricole e fondiarie – la creazione di un mosaico agrario mente manutenute o in stato di abbandono. morfologicamente articolato e complesso; • incentivare la conservazione delle colture d’impronta tra- Il paesaggio dei fondovalle è quasi interamente occupato da dizionale come oliveti e vigneti terrazzati; seminativi (e in qualche caso da vigneti) a maglia sempli- • nelle nuove riorganizzazioni del tessuto dei coltivi man- ficata. Rari i fenomeni di urbanizzazione. Principali indirizzi tenere una maglia fitta o media, preservare la diversifi- sono: cazione colturale data dall’alternanza tra oliveti e vigneti • contrastare, laddove presenti, i fenomeni di urbanizzazio- e conservare l’infrastruttura rurale storica (sistemazioni ne e di erosione dello spazio agricolo, ed evitare lo spez- idraulico-agrarie, viabilità poderale e interpoderale, cor- zettamento delle superfici agricole a opera di infrastrut- redo vegetazionale) in termini di integrità e continuità; ture o di altri interventi di urbanizzazione che ne possono • in corrispondenza delle colture tradizionali terrazzate, compromettere la funzionalità; garantire la funzionalità del sistema di regimazione idrau- • per i seminativi a maglia semplificata, incentivare la ri- lico-agraria e di contenimento dei versanti, mediante la costituzione della rete di infrastrutturazione ecologica e conservazione e manutenzione delle opere esistenti o paesaggistica salvaguardando gli elementi vegetazionali la realizzazione di nuove sistemazioni di pari efficienza non colturali presenti e piantando siepi e filari arborati idraulica, coerenti con il contesto paesaggistico; a corredo dei confini dei campi, della viabilità poderale, • nei nuovi impianti di viticoltura specializzata realizzare delle sistemazioni idraulico-agrarie di piano. Nelle nuove una rete di infrastrutturazione agraria e paesaggistica riorganizzazioni della maglia agraria, la forma e l’orien- articolata e continua, data dal sistema della viabilità di tamento dei campi dovranno assicurare la funzionalità servizio e dal corredo vegetazionale della maglia agraria. idraulica dei coltivi e il conseguente equilibrio idrogeolo- Contenere inoltre i fenomeni erosivi mediante l’interru- gico della rete scolante; zione delle pendenze più lunghe e la predisposizione di • per i tessuti agricoli interessati da vigneti specializza- sistemazioni di versante. ti, incentivare la ricostituzione di una maglia dei coltivi media o medio-ampia ben infrastruttuturata sul piano Il paesaggio dell’alta Val d’Orcia e della Valle del Formone è paesaggistico ed ecologico, attraverso l’introduzione di caratterizzato dall’alternanza di tessuti a campi chiusi (che elementi vegetazionali non colturali, la realizzazione di comprendono pascoli, prati e seminativi bordati di siepi e appezzamenti morfologicamente coerenti con le linee di- interrotti da lingue di vegetazione spontanea), macchie di rettrici del disegno del territorio (orientate per assicurare bosco più estese, incolti e seminativi tendenti alla rinatura- l’equilibrio idrogeologico), la diversificazione colturale. lizzazione. Notevole la presenza di calanchi e biancane, in certi casi di grande valore. Criticità maggiori sono l’abban- dono e la tendenza alla rinaturalizzazione. Principali indirizzi per questo tipo di paesaggio sono: • sviluppare politiche che favoriscano il riutilizzo del pa- trimonio abitativo, l’offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole, l’accessibilità delle zone rurali in termini di miglioramento della viabilità esistente e dei servizi di trasporto; Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri • favorire la riattivazione di economie agrosilvopastorali, promuovere l’offerta turistica e agrituristica legata alle produzioni enogastronomiche di qualità, all’artigianato tipico, alla conoscenza del paesaggio e dell’ambiente collinare-montano; • nelle eventuali trasformazioni del tessuto di coltivi e pa- scoli, preservare la maglia agraria a campi chiusi e l’alto grado della sua funzionalità ecologica. Di fondamentale importanza è tutelare la continuità della rete di infrstrut- turazione paesaggistica ed ecologica, attraverso la con- servazione di siepi, filari e altri elementi di corredo; • mantenere le formazioni boschive storiche che si infram- mettono come macchie tra seminativi e prati e contener- p. 44 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

1960 2006

Variazioni dell'uso del suolo fra 1960 e 2006

Uso del suolo < -75% 5% - 15% Colture permanenti (vigneto, oliveto, frutteto, seminativo arborato, orto, castagneto da frutto) -75% - -60% 15% - 30% Seminativo nudo -60% - -45% 30% - 45%

Incolto produttivo e prato Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri -45% - -30% 45% - 60% Bosco -30% - -15% 60% - 75%

-15% - -5% >75% Altri usi

-5% - 5% Confine di ambito Variazioni dell'uso del suolo Territori extra Dati mancanti Uso del suolo al 2006 (puntinato) regione o mare Uso del suolo al 1960 (sfondo) differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- Nell'ambito delle macroclassi adottate, le aree a campitura 3.4 ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso piena indicano continuità negli usi del suolo mentre il del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e puntinato indica trasformazione. quelli della carta CNR/TCI

1960-2006 p. 45 val d’orcia e val d’asso

p. 46 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 17 livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

Interpretazione di sintesi 4 val d’orcia e val d’asso coltivati, rarefazione del sistema insediativo nel quale spic- na o come l’abbazia di Sant’Antimo), con gli innumerevoli una peculiare modalità di organizzazione del territorio rura- 4.1 Patrimonio territoriale cano - come emergenze visive – i nuclei storici in posizione insediamenti aventi funzione di assistenza e di accoglienza le. Elevato il valore naturalistico di questi mosaici agropa- e paesaggistico di crinale o sul colmo dei poggi. Il susseguirsi di morbidi dei pellegrini e dei viaggiatori (osterie, ospedali e stazioni di storali che svolgono un ruolo molto importante di nodo di rilievi collinari incisi dai corsi d’acqua, composti da argille posta) di cui rimangono numerose testimonianze (Ospedale connettività ecologica all’interno della rete regionale degli plioceniche anche note come “argille azzurre”, occupati per della Scala di Siena a San Quirico, ospedali di Arcimbaldo, agroecosistemi. L’alto valore dell’area è inoltre stato ricono- lo più da mosaici di prati-pascolo e seminativi estensivi, e la mansione delle Briccole, l’osteria sul ponte dell’Orcia, le sciuto dalla istituzione dei Siti Natura 2000 “Crete dell’Orcia interessati da fenomeni erosivi tipici dei suoli argillitici (ca- stazioni di posta della Scala, della Poderina, di Ricorsi, la e del Formone” e “Lucciolabella” e dal complementare siste- lanchi e biancane), costituisce una struttura patrimoniale di Posta di Radicofani). ma di Riserve Naturali (Lucciolabella e Crete dell’Orcia). Da straordinario valore estetico-percettivo oltre che geologico segnalare, in alcuni contesti, la presenza di calanchi e bian- e naturalistico. Una eccellenza naturalistica e paesaggistica Il sistema collinare di Montalcino coincide con la seconda cane di grande valore paesaggistico, oltre che naturalistico unica, riconosciuta dall’istituzione di numerosi Siti Natura struttura paesaggistica, che si distingue nettamente all’in- e geologico. Tradizionalmente bassa la densità insediativa di 2000 e aree protette: “Monte Oliveto Maggiore e Crete di terno dell’ambito per le mutate morfologie del rilievo, per i queste valli, prevalentemente erosive ed esondabili. A ele- criteri metodologici (LINK) Asciano”, “Crete dell’Orcia e del Formone” (SIR SIC ZPS), suoli più fertili e adatti alle colture legnose, per la presenza vare il pregio dei caratteri patrimoniali concorre l’articolato “Lucciolabella” (SIR SIC ZPS). Il paesaggio rurale è contrad- di un sistema insediativo più denso rispetto al contesto cir- sistema idrografico. Il fiume Orcia e i torrenti Formone e Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme distinto da una maglia agraria medio-ampia che, nella sua costante e organizzato in forma radiale attorno a Montalci- Paglia presentano una estrema ricchezza di habitat e specie delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione organizzazione, riporta l’impronta del latifondo mezzadrile, no, collocato in posizione centrale e dominante rispetto al di interesse conservazionistico, e rappresentano ecosistemi fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- forma di sfruttamento del territorio rurale coincidente con suo territorio rurale. Alle morfologie addolcite e poco este- fluviali molto rari all’interno della regione, con lunghi tratti ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- un appoderamento di tipo estensivo all’interno di grosse se delle Crete si sostituiscono, infatti, massicci collinari dal a dinamica naturale o seminaturale caratterizzati da largo sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- concentrazioni fondiarie. Lingue di vegetazione riparia pre- profilo più nettamente definito (la Dorsale di Montalcino), alveo e tipici terrazzi alluvionali ghiaiosi. Notevoli anche i ca- renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il senti negli impluvi, siepi e boschetti svolgono una funzione sostenuti da suoli meno erodibili e per questo quasi intera- ratteri di valore della vegetazione riparia (formazioni arbo- supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio strutturante il paesaggio, sia sul piano morfologico che eco- mente occupati da vigneti, oggi condotti in forma specia- ree e arbustive ripariali a salici, pioppi e ontani, formazioni a agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- logico. Entro questo quadro si inserisce un sistema insedia- lizzata in vaste monocolture o inseriti all’interno di mosaici dominanza di Santolina etrusca, a costituire garighe fluviali ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- tivo estremamente rado, concentrato sul colmo dei poggi o comprendenti anche oliveti. Un paesaggio questo, trasfor- endemiche della Toscana meridionale, Umbria e alto Lazio). ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo in posizione di crinale, ovvero sui pochi supporti geomor- mato e banalizzato rispetto a un passato recente, diretta determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- fologici più stabili e sicuri offerti dai suoli argillitici. Spesso conseguenza dell’intenso processo di sostituzione dei coltivi Il territorio dell’ambito comprende inoltre numerosi geositi ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio colture arboree per lo più di impronta tradizionale (oliveti, tradizionali avvenuto a partire dagli anni Sessanta, con pro- (molti dei quali riferibili alla presenza di calanchi, bianca- territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli oliveti misti a seminativi o a piccoli vigneti e ad appezza- fonde e strutturali alterazioni dei caratteri morfologici del ne, balze, altri a frane sottomarine, a siti ipogei scavati per elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. menti in coltura promiscua) si dispongono a corona dei nu- rilievo, della diversificazione colturale e dell’eterogeneità captare le acque, altri ancora che illustrano l’evoluzione ge- clei storici (Pienza, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia, dell’ecomosaico. Ridotte estensioni di colture tradizionali a ologica dell’ambito), siti interessati da fenomeni geotermici Tre le grandi strutture paesaggistiche attorno alle quali si i centri minori di Montisi, Castelmuzio, Petroio) sottolinean- maglia fitta sopravvivono solo in lembi di territorio posti at- con particolari aspetti di valore paesaggistico e ambientale articola il vasto patrimonio territoriale dell’ambito: il pae- doli come nodi del sistema insediativo, e interrompono la torno ai nuclei storici, in particolare lungo il sistema radiale (Bagno Vignoni e Bagni San Filippo le cui acque vengono saggio delle Crete Senesi, delimitato dalle dorsali di Mon- continuità dei seminativi nudi. Attorno a Pienza e San Quiri- di Montalcino - svettante sulla sommità della collina con il sfruttate a fini idroterapeutici e dai quali scaturiscono sor- talcino, del Monte Cetona e, sul lato meridionale, dal corso co d’Orcia affiorano sabbie, conglomerati e calcari pliocenici suo inconfondibile profilo delineato dai campanili, dalla tor- genti termali), cave di importanza storica o geologica (cave del fiume Orcia, dominato da tessuti cerealicoli e pascolivi che determinano versanti più lunghi e ripidi e una maggiore re del Comune e dalla Fortezza - e in prossimità della radiale di calcare di Montisi, cava di Podere Pianoia, cava di ala- nudi a maglia rada; il sistema collinare di Montalcino, i cui fertilità dei suoli (che hanno reso possibile l’impianto di col- di strade che lo collegano al suo contado e ai borghi collinari bastro calcareo di Castelnuovo dell’Abate, cave storiche di caratteri principali - la prevalenza delle colture viticole e la ture legnose o promiscue) e hanno rappresentato luoghi sottostanti (Carmignano, S.Angelo in Colle, S. Antimo, Ca- travertino presso Castelnuovo dell’Abate e Bagno Vignoni). densità del sistema insediativo e viario organizzato attorno d’elezione per gli insediamenti storici, grazie anche all’otti- stelnuovo dell’Abate). all’insediamento storico principale – contrastano nettamen- ma disponibilità d’acqua presente. In corrispondenza delle te con il paesaggio dell’ambito; l’alta Valle dell’Orcia e del deviazioni di crinale della Cassia per la Val di Chiana, una Nell’alta Val d’Orcia e lungo la Valle del Formone (terza Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio Formone, dagli elevati valori naturalistici compresi nel mo- viabilità a pettine, seguendo l’andamento morfologico dei struttura paesaggistica, coincidente con la parte più me- saico agropastorale di incolti, prati-pascolo, seminativi. crinali e delle valli secondarie dell’Orcia, risale il versante ridionale dell’ambito) i paesaggi collinari sfumano in quelli occidentale della catena montuosa del Cetona, scollinando montani dell’Amiata e, più a sud, nel fondovalle del fiume La prima struttura richiama una delle immagini più diffuse nella Val di Chiana. Tale viabilità intercetta gli insediamenti Paglia. Scenari segnati ora da tessuti a campi chiusi in cui e consacrate della Toscana a livello internazionale, il pae- principali di San Giovanni d’Asso e Pienza e il sistema di si alternano pascoli, prati e seminativi bordati di siepi, in- saggio delle Crete Senesi. Malgrado le numerose e marca- centri allineati lungo la dorsale del Monte Cetona (Monti- terrotti da lingue di vegetazione spontanea, ora da macchie te criticità presenti all’interno di questo sistema paesistico si, Monticchiello, Castelluccio, La Foce). In questo contesto di bosco più estese (faggio e castagno verso le pendici del (consistenti e duraturi processi erosivi dei suoli che hanno emerge, per lo straordinario valore storico, urbanistico ed Monte Amiata), ora da incolti e seminativi tendenti alla ri- originato le forme caratteristiche di quest’ambito, riduzione architettonico, il centro di Pienza, riconosciuto Patrimonio naturalizzazione. In alcuni casi, il paesaggio dei tessuti a dell’eterogeneità dell’ecomosaico agricolo collegata alla mo- dell’Umanità dall’UNESCO. La presenza della via Francige- campi chiusi, fascia di transizione percettiva e morfologica nocoltura cerealicola), tale configurazione presenta straor- na ha arricchito ulteriormente il sistema insediativo storico tra contesti dai caratteri molto eterogenei (come le Crete, dinari valori estetico-percettivi, conseguenti all’associazione con numerose strutture difensive (castelli e torri), pievi e le matrici boscate dell’Amiata, i seminativi della Valle del tra morfologie addolcite, uniformità e ampiezza dei tessuti abbazie (come San Piero in Campo e Sant’Anna in Campre- Paglia), rappresenta una notevole testimonianza storica di p. 48 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 49 val d’orcia e val d’asso

Patrimonio territoriale e paesaggistico Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB02-4I_patrim.pdf

p. 50 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso legenda estratto della carta Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 51 val d’orcia e val d’asso oggi estesi (assumendo in pratica il ruolo di monocoltura siti estrattivi; gli interventi di rimodellamento dell’alveo e dei riconversione residenziale dei manufatti (ristrutturazioni, 4.2 Criticità dominante) anche a discapito di aree agricole e pascolive terrazzi ghiaiosi; la presenza di piste da motocross (anche demolizioni e frazionamenti che trasformano - in tutto o in (in abbandono) immerse nella zone boschive o sui terrazzi interne al SIR “Basso corso del fiume Orcia”). Per il corso parte - l’originale organismo edilizio, non rispettandone la alluvionali ghiaiosi (in particolare, lungo il basso corso del del fiume Ombrone e per gran parte del corso del fiume struttura morfotipologica e le caratteristiche distributive, fiume Orcia e alla confluenza con il fiume Ombrone - in lo- Orcia, significative risultano le criticità legate alla riduzione formali e costruttive); all’introduzione di materiali ed ele- calità di Pian Rossi e Pian d’Orcia), con considerevoli impatti delle portate (per captazioni o per riduzione delle precipita- menti estranei al contesto; alla scomparsa/modificazione anche sugli equilibri degli ambienti perifluviali (scomparsa di zioni) e alla non ottimale qualità delle acque. della rete di strade bianche (in prossimità di poderi recu- habitat di interesse comunitario e regionale). Nel paesaggio perati) a fini residenziali o agrituristici; alla realizzazione di forestale dei monti di Montalcino (Poggio Pigna), ad esem- In alcuni settori dell’ambito sono da segnalarsi, inoltre, fe- “attrezzature di sostegno commerciale” al settore vinicolo pio, gli impianti di vigneti specializzati hanno quasi comple- nomeni di abbandono degli agroecosistemi (accentuati dal (cantine) o di “volumi di servizio” per le attività agricole e tamente sostituito le aree con agricoltura tradizionale, i pra- relativo isolamento di parti del territorio), con significativi agrituristiche. ti, i pascoli, gli oliveti e i seminativi, provocando una forte processi di ricolonizzazione arbustiva e perdita di habitat criteri metodologici (LINK) riduzione degli agroecosistemi di valore naturalistico, oltre agricoli e pascolivi (soprattutto, seminativi semplici o pra- Nel quadro complessivo delle criticità, assume una certa ri- che l’aumento della frammentazione delle superfici forestali ti e pascoli organizzati in tessuti a campi chiusi), criticità levanza la proliferazione degli agriturismi e, soprattutto, lo Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che (prima interrotte da colture a maggiore permeabilità ecolo- particolarmente rilevante quando coinvolge le aree agricole sviluppo del turismo termale (risorsa economica strategica alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoriale gica o da incolti e prati-pascolo). Nel basso corso del fiume residuali alto collinari o montane immerse entro superfici per l’area), con crescenti fenomeni di captazione di sorgen- pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante l’e- Orcia (su terrazzi alluvionali posti all’interno del SIC “Basso boschive (rilievi compresi tra l’Orcia e il Formone, nel terri- ti e riduzione delle loro portate, alterazione di importanti same dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- corso del fiume Orcia”) alla diffusione dei vigneti specializ- torio circostante Radicofani e tra Bagni San Filippo e Casti- habitat ed ecosistemi geotermali, realizzazione di macro varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, zati si associa la presenza di impianti di frutteti specializzati. glione d’Orcia). strutture ricettive (Bagno Vignoni, Bagni San Filippo), con sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema I processi di intensificazione delle attività agricole della Val alterazione delle relazioni storiche e visuali tra insediamento insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello d’Orcia riguardano non solo i vigneti specializzati ma anche Processi di espansione dei borghi storici - con realizzazione termale antico e contesto naturalistico circostante, diffusio- ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito la diffusione della monocoltura cerealicola e dei seminativi. di nuove aree residenziali (Pienza, San Quirico d’Orcia, Mon- ne di campi da golf (a valle di Castiglion del Bosco, presso completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il Pur costituendo un elemento caratteristico del paesaggio ticchiello), inserimento di piattaforme industriali/artigianali le sponde del Fiume Ombrone). territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella locale, tale dinamica ha provocato - in pochi decenni - una - concentrate soprattutto attorno ai nuclei principali (Mon- scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. sensibile semplificazione del livello di eterogeneità dell’eco- talcino, Torrenieri, San Quirico, lungo la Via Cassia - nei mosaico agricolo (forte riduzione degli ambienti agricoli tra- piani del Paglia), l’“effetto barriera” causato da importanti Le dinamiche di trasformazione che caratterizzano l’ambito dizionali e del pascolo, scomparsa delle dotazioni ecologi- infrastrutture viarie (SS n. 2, la diramazione dalla SP n. 40 - della Val d’Orcia si manifestano, con modalità e ripercussio- che - quali siepi, filari alberati e boschetti) e, soprattutto, la in direzione sud, lungo il torrente Formone e i suoi terrazzi ni differenti, attraverso una serie di fenomeni. perdita di importanti emergenze geomorfologiche (soggette fluviali), i siti estrattivi e di lavorazione (formaci di Pienza, La dinamica (probabilmente) più rilevante in termini di im- a rimodellamento e spianamento), quali calanchi, crete e Monte di Petroio), essendo - il più delle volte - dinamiche patti sul paesaggio riguarda i crescenti processi di intensi- biancane, andando spesso ad interessare aree di pertinenza di trasformazione puntuali e isolate, pur nella loro rilevan- ficazione delle attività agricole, con particolare riferimento fluviale e terrazzi ghiaiosi dei corsi d’acqua (in particolare, za, non costituiscono elementi di particolare pressione per sia alla diffusione della monocoltura viticola specializzata lungo i fiumi Ombrone e Orcia). l’ambito. Solo in alcuni casi, recenti espansioni insediative (in ragione dell’elevata redditività del prodotto e del mar- di centri collinari (con specifico riferimento a lottizzazioni a chio legato al territorio), sia della monocoltura cerealicola Anche per la Val d’Orcia, come per tutto l’ambito del sene- schiera e villette plurifamiliari), caratterizzate da scelte loca- (colline plioceniche della porzione centrale e settentrionale se, il rischio di vedere scomparire straordinarie emergenze lizzative inappropriate (lungo i crinali ad alta panoramicità) dell’ambito), fenomeni in grado di incidere negativamente paesaggistico-geomorfologiche (calanchi, crete e biancane) o da interventi sovradimensionati (rispetto alle reali esigen- sui caratteristici agroecosistemi tradizionali (pascoli, oliveti ci pone di fronte alla questione dell’erosione del suolo, que- ze abitative), hanno causato un impatto considerevole sulle e seminativi) e sui valori naturalistici e paesaggistici a questi stione fondamentale che prende forma di un “conflitto” tra componenti e sugli equilibri del patrimonio territoriale e pa- Interpretazione di sintesi Criticità associati. esigenze diverse. Da un lato, quella di tutelare forme ca- esaggistico dell’ambito, interferendo con le visuali da e ver- ratteristiche e uniche (e il loro ruolo chiave nel modellare il so i centri e nuclei storici, le pievi e i casali, e interrompendo I processi di trasformazione del paesaggio agricolo causati paesaggio e nel costituirne l’identità), dall’altro la necessità le regole insediative storiche caratterizzanti questi contesti. dalla diffusione di impianti di vigneti specializzati si distin- di contenere i processi di erosione del suolo (l’intera area Tra i casi più significativi: il sistema di villette a schiera svi- guono per entità e per ripercussioni negative sugli equilibri del Bacino senese e dei bacini limitrofi è particolarmente luppatosi lungo il crinale di Monticchiello, la lottizzazione dell’ambito: dilatazione e semplificazione della maglia agra- soggetta a tale rischio), allo scopo di conservare la risorsa residenziale a sud-est di Radicofani (lungo i crinali verso ria, banalizzazione paesaggistica ed ecologica, rimozione di e di non sovraccaricare un sistema idrologico con aspetti di Celle sul Rigo e S. Casciano dei Bagni), le recenti espansioni elementi dell’infrastruttura rurale storica (strade poderali e criticità. residenziali di Montalcino (case a schiera e villette plurifami- interpoderali, sistemazioni di versante, vegetazione non col- liari lungo la SP “Traversa dei Monti”). Anche se con pesi e turale di corredo), rischio erosivo e di dilavamento dei ver- Oltre che dai rilevanti processi di intensificazione delle at- ripercussioni inferiori rispetto ad altre realtà della Toscana, santi (specialmente in corrispondenza dei vigneti disposti tività agricole, i delicati equilibri dell’ambito e, in partico- sono da segnalarsi inoltre alterazioni delle relazioni territo- a rittochino), possibile inquinamento delle falde acquifere. lare, degli ecosistemi fluviali sono messi in discussione da riali e visuali tra insediamento rurale sparso (ville e casali) Dopo aver occupato le aree più vocate, tali impianti sono altre criticità non meno importanti: la diffusa presenza di e paesaggio agricolo circostante, criticità riconducibili: alla p. 52 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso Interpretazione di sintesi Criticità

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p. 53 val d’orcia e val d’asso

Criticità Interpretazione di sintesi Criticità

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB02-4II_critic.pdf

p. 54 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso legenda Interpretazione di sintesi Criticità

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p. 55 val d’orcia e val d’asso piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 17 livello d’ambito val d’orcia e val d’asso

disciplina d’uso 5 val d’orcia e val d’asso 2.1 - tutelare l’integrità morfologica e percettiva del sistema idrografico) con particolare riferimento alle aree di perti- ferimento all’area critica per la funzionalità della rete e alla 5.1 Obiettivi di qualità insediativo storico, costituito da centri, nuclei e comples- nenza fluviale e ai terrazzi ghiaiosi del fiume Orcia (com- direttrice di connettività da riqualificare individuate nella e direttive si di valore architettonico-testimoniale disposti sui supporti presi nel SIR Crete dell’Orcia e del Formone e individuati carta della rete ecologica); geomorfologici più stabili (San Quirico d’Orcia, Castiglione come area critica per la funzionalità della rete individuata d’Orcia, Campiglia d’Orcia allineati lungo il fascio di percorsi nella Carta della rete ecologica). 3.3 - nella progettazione di cantine e altre infrastrutture di che costituivano la Via Francigena, Pienza, Rocca d’Orcia): servizio alla produzione vitivinicola, perseguire la migliore • limitando la realizzazione di nuove espansioni al di fuori 2.4 - sostenere, nelle aree coltivate della Collina dei bacini integrazione paesaggistica valutando la compatibilità con del territorio urbanizzato, sui versanti e nelle aree di fon- neo-quaternari ad argille dominanti e a litologie alternate la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici, evi- dovalle, e predisponendo forme di riqualificazione degli (individuate nella Carta dei sistemi morfogenetici), pratiche tando soluzioni progettuali monumentali o che creino degli criteri metodologici (LINK) interventi edilizi non correttamente inseriti nel contesto o conservative dei suoli rispetto ai fenomeni erosivi, quali la effetti di “fuori scala” rispetto al contesto paesaggistico; fa- dissonanti rispetto ai valori storici di riferimento; riduzione dello sviluppo delle unità colturali nel senso della vorendo localizzazioni che limitino ove possibile gli interven- • salvaguardando le visuali panoramiche che traguardano pendenza, la massima copertura del suolo negli avvicenda- ti di sbancamento, non interferiscano visivamente con gli gli insediamenti storici e i rapporti di reciproca intervisi- menti, il mantenimento di appropriati sistemi di gestione elementi del sistema insediativo storico e non coincidano bilità; delle acque di deflusso. con porzioni di territorio caratterizzate da elevata intervisi- Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tu- • conservando la riconoscibilità e la leggibilità del centro bilità (linee di crinale, sommità di poggi). tela e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. storico di Pienza quale eccellenza paesaggistica e icono- Obiettivo 3 Gli obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei grafica, contraddistinto dalla peculiare collocazione su un Tutelare la struttura paesistica delle colline Obiettivo 4 rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in basamento collinare a prevalenza di colture tradizionali e di Montalcino, caratterizzata da un siste- Favorire il mantenimento degli ambien- linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, per- dalla presenza di un patrimonio storico-architettonico di ma insediativo denso organizzato in for- ti agropastorali tradizionali e delle matrici ciò, formulati, generalmente, come relazioni tra il sistema straordinario valore universalmente riconosciuto; ma radiale e dalla diffusione delle colture forestali dell’alta Val d’Orcia e della Valle insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello • favorendo il mantenimento delle fasce di oliveti o di altri arboree, e favorire la ricostituzione di una del Formone, che costituiscono eccellenza ecologico e il territorio agroforestale; completano gli obiet- coltivi d’impronta tradizionale che circondano alcuni nu- maglia agraria articolata e diversificata nei naturalistica e paesaggistica tivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio regio- clei (Pienza, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia) e ne paesaggi delle colture specializzate nale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, relativi sottolineano la presenza nel paesaggio della Collina dei Direttive correlate a ciascuna invariante. bacini neo-quaternari ad argille dominanti; Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani Obiettivo 1 2.2 - tutelare le relazioni morfologiche, percettive e, ove pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: Salvaguardare l’eccellenza paesaggisti- possibile, funzionali fra manufatti rurali, distribuiti secondo di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: ca dell’ambito data dalla compresenza di la maglia rada impressa dal latifondo mezzadrile, e paesag- 4.1 - preservare l’elevato valore scenografico e paesaggi- strutture paesistiche fortemente connotate gio agrario, contenendo i processi di deruralizzazione dell’e- 3.1 - preservare la leggibilità della relazione tra sistema in- stico rappresentato dal cono vulcanico di Radicofani, arroc- in senso identitario e tra loro notevolmen- dilizia storica e di dispersione insediativa delle volumetrie sediativo storico e paesaggio agrario, attraverso la tutela cata in posizione dominante sulla valle sottostante, anche te eterogenee, quali i morbidi rilievi delle connesse agli agriturismi e, fermo restando le esigenze fun- dell’integrità morfologica degli insediamenti posti su sup- attraverso la tutela dell’integrità morfologica e percettiva Crete, le colline di Montalcino densamente zionali, perseguendo modalità di corretto inserimento pae- porti rocciosi, la manutenzione delle colture tradizionali pre- dell’insediamento storico e la gestione dei tradizionali mo- insediate e coltivate, i paesaggi agricoli e saggistico dei manufatti di servizio all’attività agricola; senti nel loro intorno paesistico (con particolare riferimento saici agro-silvo-pastorali che coprono il rilievo; pascolivi tradizionali dell’alta Val d’Orcia e a Montalcino, Castelnuovo dell’Abate, Sant’Angelo in Colle, della Valle del Formone 2.3 - preservare, per il loro valore fortemente identitario Camigliano), il mantenimento del rapporto dimensionale 4.2 - arginare i processi di abbandono e rinaturalizzazione nel contesto dell’ambito, i seminativi nudi, i calanchi e le che lega edilizia rurale di origine mezzadrile e tessuto po- del mosaico agrosilvopastorale composto da prati-pascolo, Obiettivo 2 biancane, limitando gli effetti negativi dei processi di inten- derale, evitando la diffusione di volumi di servizio all’attività seminativi, formazioni calanchive e biancane, piccoli bo- Tutelare i caratteri strutturanti il paesaggio sificazione delle attività agricole attraverso: agrituristica e i processi di deruralizzazione; schetti, incolti e arbusteti che costituiscono un vasto nodo disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive delle Crete Senesi connotato da straordi- • la tutela integrale delle residue forme erosive, l’interdizio- della rete degli agroecosistemi (individuati nella Carta della nari valori estetico-percettivi dati dall’as- ne di interventi di rimodellamento (anche se a fini agrico- 3.2 - favorire la conservazione dei tessuti agricoli tradi- rete ecologica), anche sviluppando politiche per contrastare sociazione tra morfologie addolcite, uni- li), messa a coltura o trasformazione in altra destinazione zionali ancora presenti e, nelle aree di pertinenza fluviale lo spopolamento degli insediamenti montani e la riattivazio- formità dei seminativi nudi, rarefazione del di calanchi e biancane e la creazione di fasce di rispetto (terrazzi alluvionali dell’Orcia e dell’Ombrone), contrastare ne di economie agrosilvopastorali; sistema insediativo, nonché da importanti destinate ad attività a basso impatto; ulteriori trasformazioni in vigneti specializzati e altre colture testimonianze storico-culturali e da signifi- • l’interdizione alla creazione e all’ampliamento di campi da intensive; promuovere altresì la riqualificazione dei paesag- 4.3 - contrastare la semplificazione della maglia agraria a cative emergenze geomorfologiche e natu- golf, al fine di evitare il forte impatto visivo dei green e gi intensivi della viticoltura attraverso il mantenimento della campi chiusi e la perdita delle importanti emergenze geo- ralistiche delle strutture di servizio sportivo, nonché rimodellamenti continuità della rete di infrastrutturazione rurale, il miglio- morfologiche e naturalistiche delle biancane e delle crete, che alterano l’identità dei luoghi e gli equilibri idrogeo- ramento delle dotazioni ecologiche (corredo vegetaziona- dovute all’intensificazione della monocoltura cerealicola, Direttive correlate morfologici; le della maglia agraria, zone tampone rispetto al reticolo con particolare riferimento all’area critica per la funzionalità Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della • il mantenimento o l’introduzione di elementi di diversifi- idrografico, aree boscate di collegamento tra nuclei forestali della rete dell’alta Val d’Orcia e alla direttrice di connettività pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani cazione paesaggistica ed ecologica (corredo vegetaziona- relittuali), il contenimento dei fenomeni erosivi attraverso da riqualificare tra il Monte Amiata e il Monte Cetona (indi- di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: le della maglia agraria, zone tampone rispetto al reticolo l’interruzione delle pendenze più lunghe (con particolare ri- viduate nella Carta della rete ecologica); p. 58 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso 4.4 - aumentare i livelli di maturità e di valore ecologico del- individuando una fascia di mobilità fluviale da destinare alla le matrici forestali e dei nuclei forestali isolati migliorandone dinamica naturale del fiume Orcia, ove evitare processi di la gestione selvicolturale, e tutelare i nodi forestali primari urbanizzazione o altre modalità di artificializzazione che au- (individuati nella Carta della rete ecologica) situati nei ver- mentino la superficie impermeabile; santi settentrionali del Monte Amiata che comprendono fag- favorendo interventi di riqualificazione e ricostituzione della gete, castagneti, rimboschimenti di conifere, boschi misti e vegetazione ripariale dove interrotta; l’importante e relittuale bosco autoctono di abete bianco limitando l’apertura di siti estrattivi e riqualificando i bacini dell’Abetina del Vivo. dismessi.

Obiettivo 5 Obiettivo 7 Garantire la permanenza e la riproduzio- Promuovere progetti e azioni finalizzati ne delle risorse geotermali, nonché la pre- alla valorizzazione del territorio compreso servazione dei valori estetico-percettivi ad all’interno del Sito Unesco nelle sue compo- esse legate nenti ambientali e antropiche e prevedere forme di fruizione sostenibile del paesag- Direttive correlate gio, salvaguardando i valori storico-cultu- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della rali e le tradizioni locali, anche attraverso pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani il recupero e riqualificazione delle risorse di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: connettive multimodali

5.1 - salvaguardare le aree termali di Bagno Vignoni, per Direttive correlate l’unicità della sua piazza d’acqua di valore storico-culturale, Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della e di Bagni San Filippo, per le sue formazioni calcaree im- pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani merse in un contesto boscoso di valore naturalistico, anche di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: attraverso una corretta gestione del ciclo delle acque dalle sorgenti agli stabilimenti termali e agli impluvi naturali; 7.1 - riqualificare e mettere a sistema, anche con una rete di mobilità dolce, i tracciati storici quali luoghi privilegiati di 5.2 - individuare zone di rispetto delle sorgenti termali ove percezione del paesaggio, con particolare riferimento al fa- limitare gli emungimenti; programmare forme di valorizza- scio di percorsi che costituivanola Via Francigena (comprese zione turistica sostenibile e predisporre piani di gestione le sue deviazioni di crinale). complessiva delle attività termali in grado di tutelare anche le importanti emergenze geomorfologiche e naturalistiche 7.2 - valorizzare il patrimonio di manufatti e luoghi di eleva- legate alle risorse geotermali. to valore storico-testimoniale connessi alla Via Francigena o legati al reticolo fluviale e alla risorsa termale (Rocca d’Or- Obiettivo 6 cia, Rocca di Radicofani, complessi di San Piero in Campo Salvaguardare e riqualificare i paesaggi flu- e San’Anna in Camprena, Abbazia di Sant’Antimo, sistema viali dell’ambito (fiumi Orcia e Ombrone, dei mulini di San Quirico d’Orcia, sistema degli edifici pro- torrenti Formone e Paglia), caratterizzati toindustriali collocati lungo il corso del fiume Vivo, Bagno da lunghi tratti a dinamica naturale o semi- Vignoni e il relativo sistema dei mulini, Bagni San Filippo, il naturale sito UNESCO di Pienza). disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive

Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

6.1 - tutelare la permanenza dei caratteri paesaggistici dei contesti fluviali, quali fasce di territorio che costituiscono una continuità fisica, morfologica e percettiva con il corpo idrico anche in considerazione della presenza di elementi 5.1 storicamente e funzionalmente interrelati al bene medesi- mo: p. 59 val d’orcia e val d’asso disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

p. 60 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito val d’orcia e val d’asso legenda Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

5.3 approfondimento: schede di vincolo regionale

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