INDIRIZZI E AZIONI PER LA TUTELA DELLA RISORSA IDRICA E DEL PAESAGGIO PER IL PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI Autorità di Bacino del Sarno - Regione Progetto Integrato “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Studio finalizzato alla caratterizzazione del bilancio idrico, alla determinazione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) e del corpo idrico di riferimento del bacino idrografico Alto Sarno-Solofrana, a supporto della programmazione e gestione del territorio del Parco Regionale dei Monti Picentini Quaderni dal Tirreno n.7 - Collana di Studi, Documentazione e Ricerca AdB - lettere

P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - "Parco Regionale dei Monti Picentini"

Quaderni lettere dal Tirreno n.7 - Quaderno monografico

INDIRIZZI E AZIONI PER LA TUTELA DELLA RISORSA IDRICA E DEL PAESAGGIO PER IL PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI

Quaderni lettere dal Tirreno n.7 - Quaderno monografico

Il Quaderno costituisce la sintesi, a carattere divulgativo, dello Studio svolto dall'Autorità di Bacino del Sarno nell'ambito del "Progetto Integrato Parco Regionale dei Monti Picentini", POR Campania 2000-2006 - misura 1.9 azione c., a rafforzare l'attività di trasferimento e diffusione dei risultati acquisiti. Il lavoro complessivo è interamente consultabile nel CD rom allegato che è parte integrante della presente pubblicazione. La pubblicazione si inserisce nella Collana "Studi, Documentazione e Ricerca" dell'Autorità di Bacino del Sarno come numero monografico dei Quaderni AdB - lettere dal Tirreno n.7 dedicato alla presentazione dei contenuti dello Studio ed "occasione" per affrontare il rapporto tra pianificazione di bacino e aree protette, tra politiche di difesa del suolo e quelle di conservazione/valoriz- zazione ambientale. Quaderni AdB - lettere dal Tirreno n.7 - Anno V REPERTORIO FOTOGRAFICO Collana di Studi, Documentazione e Ricerca Le fotografie a corredo dei testi sono state realizzate nel Autorità di Bacino del Sarno - Regione Campania corso delle attività di studio (Repertorio fotografico). Quaderno monografico - PRESENTAZIONE DELLO STUDIO e "Indirizzi e azioni per la tutela della risorsa idrica L'AMBITO TERRITORIALE E IL CONTESTO DI RIFERIMENTO e del paesaggio per il Parco Regionale dei Monti Picentini" foto tratte dai Repertori fotografici AdB Sarno, "Acque superficiali" (prof. M. Giugni, prof. M. Guida, dott.ssa G. Progetto Integrato "Parco Regionale dei Monti Picentini" D'Auria), "Acque sotterranee" (prof. P.B. Celico, dott.ssa POR Campania 2000-2006 - Asse I - misura 1.9 c. geol. F. Habetswallner) - ACQUE SOTTERRANEE foto tratte da: Repertorio fotografico "Acque Sotterranee" (prof. P.B. Celico, dott.ssa geol. F. Habetswallner) Progetto Integrato "Parco Regionale dei Monti Picentini" - ACQUE SUPERFICIALI POR Campania 2000-2006 - Asse I - misura 1.9 c. foto tratte da: Repertorio fotografico "Acque Superficiali" (prof. M. Giugni, prof. M. Guida, dott.ssa G. D'Auria) e Il Quaderno con allegato il Cd-rom è stato realizzato dal Repertorio fotografico "Acque sotterranee" (prof. P.B. con il cofinanziamento dell'Unione Europea Celico, dott.ssa geol. F. Habetswallner) POR Campania 2000-2006 - ECOLOGIA DEGLI AMBIENTI FLUVIALI foto tratte da: Repertorio fotografico "Ecologia degli Regione Campania Ambienti Fluviali" (arch. A. Braioni, dott.ssa A. Locascio, Area Generale di Coordinamento Ecologia, prof. G. Salmoiraghi) Tutela dell'Ambiente, Ciclo Integrato delle Acque, Protezione Civile REPERTORIO CARTOGRAFICO via A. De Gasperi, 28 Cartografia storica per ambito di studio, G.A. Rizzi 80134 - Napoli Zannoni (1807) "Atlante Geografico del Regno di Napoli" Autorità di Bacino del Sarno Biblioteca Nazionale di Napoli (p. 25); p.zzetta G. Fortunato, 10 Modellazione 3D su Ortofoto O.R.CA. 2004, Elaborati car- 80134 - Napoli tografici a corredo dello Studio (CED - Autorità di Bacino tel. 081/4935001 - fax: 081/4935070 del Sarno). www.autoritabacinosarno.it La rappresentazione tridimansionale 3D del territorio di studio, su DTM O.R.CA è riportato interamente nel e-mail: [email protected] Quaderno (p. 10) ed è utilizzata come “tema” rappresen- Parco Regionale dei Monti Picentini tativo dello studio. via Roma - Palazzo di Città 83051 - Nusco (AV) © 2008 - Autorità di Bacino del Sarno - tutti i diritti riservati finito di stampare a Napoli nel dicembre 2008 progetto grafico: M. Mastellone per Stile Libero s.r.l. La fruizione umana del territorio e delle risorse subisce fluviale, le destinazioni d’uso dei suoli influenzano in termini rilevanti i proprio in questi anni una specie di rivoluzione, ora che i processi di auto depurazione e riequilibrio morfologico. A supporto degli bisogni reali di colpo si alleviano. In presenza di una netta obiettivi di “buono stato ecologico”, risulta perciò essenziale integrare le quanto largamente imprevista diminuzione dei consumi (a misure tradizionali di riqualificazione delle componenti idriche (la depura- cominciare dal numero dei consumatori) l’acqua e la terra e zione e il collettamento) con misure “territoriali” in grado di orientare, lo spazio cessano di essere risorse da usare e consumare, e gestire e, se del caso, vincolare gli usi e le trasformazioni d’uso dei territori così la carrying capacity con il grado di assorbimento e di di pertinenza fluviale alle funzionalità di corridoio ecologico. neutralizzazione che il pianeta o i contesti locali si possono La Direttiva europea rende più stringente l’integrazione tra le politiche permettere. di difesa del suolo e il risanamento dei corpi idrici, con l’attuazione di Resta difficile e un tanto deludente l’applicazione dei strategie “distribuite”: strategie che, potendo insistere su perimetri espliciti concetti relativi al minimo vitale ai valori di soglia in gene- e normabili, risultino cogenti a fronte della frammentazione e del consumo re. Per chi fa pianificazione è chiaro che tutta la risorsa è di suolo tanto esiziali per la capacità di risposta dei bacini agli eventi sacra e inviolabile a meno di prelievi e di consumi assoluta- meteorici intensi, strategie innovative per la deregimazione (rimozione di mente necessari per la vita umana e per uno sviluppo eco- opere inutili di arginatura, rettifica e difesa spondale) che concorrano alla nomico reale, quello in cui i costi (anche ambientali) siano riqualificazione dei paesaggi fluviali e costieri, strategie infine di governo effettivamente superati da uno sviluppo reale e non drogato. dei rischi di natura morfologica e idraulica improntate alla gestione diffusa Tragica in passato la storia dell’acqua potabile portata delle coperture vegetazionali che incidono sulle dinamiche idrologiche e di avanti come esigenza “base” (non negoziabile) per giustifi- versante. care usi del tutto diversi in strutture spacciate come uso Incerte ancora e non abbastanza spiegate all’opinione pubblica le frui- plurimo, dalla diga dell’Alento all’acquedotto Pugliese alla zioni immateriali, quelle ambientali per esempio, o ricreative, anch’esse diga dell’Ancipa o alla proposta di concessione delle tre sottoposte al rischio di servire da foglia di fico per le rapine di sabbia come grandi adduttrici della Campania per “rifarle nuove”, con quelle in un recente passato autorizzate e persino incentivate nei nostri la modica spesa di un miliardo. maggiori fiumi, come il Volturno, o da parte del Magistrato del Po. Numerosi spunti provengono dagli studi sui corridoi flu- Conoscere per fare e per evitare i rischi e gli ostacoli della speculazione, viali e sulle vocazioni di connessione ecologica che derivano dalla pelle d‘agnello. loro da corrispondere ad un’unità morfologica con specifiche La natura, la bellezza, i paesaggi, le aree protette, i santuari esistono e funzioni ambientali: zone di interazione privilegiata tra si giustificano di per sè stessi, e la loro domanda è inesausta, infinita come acqua e suolo, dove massime si manifestano le dinamiche di quella fisica biologica della vita o della forma del pianeta. Ma ovviamente riequilibrio (o di squilibrio) degli ambienti idrici e terrestri l’uso umano, la percezione umana della realtà fisica sono quelli diretti: influenzati dalla presenza del fiume. anche nei casi in cui la sua fruizione sia puramente virtuale (una natura Gli studi evidenziano come ciò avvenga per interazioni sognata, diceva Habermas); e noi sappiano come (per esempio) la mera esi- molteplici ma principalmente di scambio tra acque superfi- stenza dell’Amazzonia (invisibile impenetrabile, insondabile) sia “di per ciali, di falda e i terreni che, per ciclo stagionale o di picco, sé” fonte di sicurezza inconscia, rifugio di paure primordiali. ne delimitano il perimetro strutturale unitario: l’alveo, il subalveo e le fasce riparie, ma anche le aree di esondazione, Pietro Giuliano Cannata i biotopi relitti che passate divagazioni hanno separato dal- Segretario Generale Autorità di Bacino del Sarno l’ecosistema fluviale principale, il paleoalveo scavato. In queste aree, che insieme definiscono la fascia di pertinenza E’ di rilevante interesse, soprattutto da parte degli Enti preposti alla pia- con la permeabilità dell’alveo, ecc.. nificazione territoriale, disporre di studi conoscitivi che caratterizzino le risorse In sostanza le esigenze a cui il deflusso ottimale deve idriche superficiali e sotterranee, non solo in termini di quantità disponibili rispondere sono: la tutela dell’ecosistema acquatico, la tutela ma anche sotto il profilo della qualità delle risorse stesse. della “naturalità” del fiume, il rispetto della qualità e la tute- Questo secondo aspetto è fondamentale per l’individuazione delle modalità la della fruizione. d’uso delle acque. Notevole rilevanza (80%) riveste, inoltre, l’interferenza tra Le metodologie che permettono la valutazione della qualità delle acque la corretta gestione del patrimonio idrico utilizzato per uso superficiali e sotterranee sono, quindi, uno strumento di fondamentale impor- potabile e quello destinato ad altri settori produttivi, come il tanza per definire le più opportune strategie di utilizzo e di salvaguardia delle settore agricolo, il settore industriale, il settore urbanistico ed fonti idriche in modo da coniugare obiettivi di tutela, fruizione, valorizzazione il settore naturalistico. del territorio protetto con la difesa del suolo. Sono emersi, in occasione degli anni siccitosi, i forti squilibri Il Bacino Idrografico dell’Alto Sarno-Solofrana, soprattutto nell’ultimo che interessano detta area territoriale nel rapporto agricoltura trentennio, è stato oggetto di una indiscriminata e rilevante manipolazione rivierasca e assetto ecologico. antropica degli equilibri idrogeologici naturali che ha generato la compromis- Certamente, la problematica va affrontata per gradi, inter- sione quali-quantitativo delle acque sia superficiali che sotterranee con note- venendo prioritariamente sulle questioni più rilevanti, ma con- voli negativi risvolti soprattutto sull'ecosistema fluviale. servando una visione di insieme dei vari settori ad essa con- L’emanazione della legge 183/89 ci ha illuso su concrete iniziative per la nessi. salvaguardia della risorsa idrica e per un suo uso congruo ed equo; da quasi I contributi sviluppati nello Studio offrono la possibilità di vent’anni la legge stessa è in ritardo nei suoi principi ispiratori che prevedeva- conoscere le caratteristiche e l’importanza del sistema idrologi- no “la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale svi- co e degli ambienti acquatici del reticolo idrografico dell’Alto luppo economico e sociale e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connes- Sarno-Solofrana. sa” In tale contesto, emerge il ruolo dell’Ente Parco e delle Altri fondamentali principi sono stati sanciti dalla legge 36/94 e più Amministrazioni cui è demandata la salvaguardia territoriale: recentemente dal D.Lgs 152/2006 che all’articolo 164 recita testualmente: esse devono ricercare e recepire strumenti che siano in grado di “Nell’ambito delle aree naturali protette nazionali e regionali, l’ente gestore indirizzare verso scelte operative equilibrate, finalizzate sia alla dell’area protetta, sentita l’Autorità di Bacino, definisce le acque sorgive, tutela e alla conservazione delle fonti idriche che alla salva- fluenti e sotterranee necessarie alla conservazione degli ecosistemi, che non guardia e protezione del territorio che, spesso anche nelle aree possono essere captate.” protette, subisce inaudite manomissioni con grave degrado Per una razionale gestione dei corpi idrici, non è più rinviabile l’attuazione all’ambiente. dei concetti di pianificazione e programmazione su scala di bacino, come, peraltro, è sancito nella stessa legislazione. In particolare, va definito il passaggio della soglia minima del D.M.V.; prof. geol. Sabino Aquino quest’ultimo parametro risulta di difficile determinazione, in quanto basato Presidente del Parco Regionale dei Monti Picentini sul regime dei deflussi del corso d’acqua, condizionato a sua volta da una plu- ralità di fattori, di tipo idrologico e morfologico, correlati con caratteristiche di piovosità della zona, con l’ampiezza del bacino, con le tipologie dei terreni, Il Quaderno di Studio

Questo numero monografico dei Quaderni AdB - let- A partire dalla presentazione del lavoro e della impostazione meto- tere dal Tirreno n.7, costituisce il documento finale di dologica, la prima sezione è dedicata alla lettura dell'ambito di stu- sintesi, in forma divulgativa, di presentazione dell'atti- dio ed alla illustrazione delle caratteristiche del sistema territoriale; vità di studio e dei risultati conseguiti nell'ambito la seconda, alle attività di monitoraggio e indagini svolte, alla pre- dello Studio svolto dall'Autorità di Bacino del Sarno, sentazione dei risultati ed alla definizione di possibili misure/indiriz- cofinanziato dall'Unione Europea - FESR - P.O.R. zi di una ottica integrata in linea con la Direttiva WFD 2000/60. Le Campania 2000-2006 - misura 1.9 - azione c. - nel- valutazioni complessive sono riferite al "sistema fiume-corridoio l’ambito del Progetto Integrato “Parco Regionale dei fluviale" in coerenza con l'approccio strategico di questa Autorità di Monti Picentini”. Bacino, nella prospettiva di azioni sinergiche in grado di coniugare Il quaderno è integrato all'intera documentazione pro- la difesa del suolo con la tutela/fruizione/valorizzazione del territo- dotta contenuta nel Cd-rom allegato, ma, nel con- rio del Parco. A queste è associata la proposta di schema di asset- tempo, è disponibile come documento separato, tale to (proposta AdB Sarno) del "sistema fiume-corridoio fluviale" da poter essere letto in modo autonomo, per garan- (Picentini-Sarno) nel quadro della Rete Ecologica Regionale del tirne la miglioere diffusione. Piano Territoriale Regionale (PTR), presentata nelle pagine che Il taglio della pubblicazione è rivolto a fornire un con- seguono. tributo, conoscitivo e di indirizzo, in grado di consen- tire un'agevole lettura di un documento tecnico, con- Per gli approfondimenti specifici degli aspetti trattati, si rimanda ai figurando uno strumento di divulgazione dei contenu- Report integrali contenuti nel CD allegato, che riporta l'intera docu- ti, in linea con quanto previsto dalle azioni di informa- mentazione prodotta nel corso del lavoro (Report di settore - Acque zione e di pubblicità del POR Campania. Sotterranee, Acque Superficiali, Ecologia degli ambienti fluviali - allegati car- Il titolo del quaderno sottolinea l'intento di offrire un tografici riferiti al quadro conoscitivo ed alla proposta di indirizzi). prodotto editoriale, a conclusione dello Studio, rivolto all'azione di "trasferimento" degli indirizzi/misure pro- A completare e rafforzare l'azione di divulgazione e diffusione dei poste, a supporto dell'attività di pianificazione/pro- risultati, lo studio è consultabile on-line all'interno del sito web grammazione dell'Ente Parco Regionale dei Monti dell'Autorità di Bacino del Sarno. Picentini. Con questa pubblicazione, che conclude il percorso di lavoro in In questi termini, i contenuti dello Studio sono stati coerenza con la misura e l'azione del POR, l'Autorità di Bacino del sintetizzati e riportati su di un piano divulgativo quan- Sarno intende fornire un contributo di indirizzo e di supporto al to più facilmente comprensibile ed accessibile a faci- processo di programmazione/pianificazione dell'Ente Parco "aperto" litare il processo di diffusione dei risultati, ripercor- ad ulteriori sviluppi e approfondimenti, nella prospettiva di un "dia- rendo il percorso di lavoro. logo" costruttivo verso approcci integrati tra difesa del suolo e La strutturazione si articola in sezioni tematiche cor- valorizzazione/tutela delle risorse. redate da un'ampia documentazione fotografica, opportunamente selezionata, e da alcune delle carto- Il R.U.P. grafie prodotte. Le immagini inserite seguono ed arch.Ornella Piscopo accompagnano la trattazione e il testo, evidenziando aspetti significativi e peculiarità del territorio esami- nato. Lo Studio è stato svolto dal gruppo di lavoro interno dell'Autorità di Bacino del Sarno - Regione Campania, con la consulen- za di: prof. Pietro B. Celico, con la collaborazione della dott.ssa Federica Habetswallner, per l'ambito "Acque Sotterranee"; del prof. Maurizio Giugni, per l'ambito "Acque Superficiali"; della prof.ssa M.Giovanna Braioni - con la collaborazione di: arch. Anna Braioni, dott.ssa Adriana Locascio, prof.Gianpaolo Salmoiraghi, dott.ssa M.Cristina Villani - per l'ambito "Ecologia degli ambienti fluviali"; e con la collaborazione del prof. Marco Guida per gli approfondimenti chimico-biologici. Analisi qualitative "Acque sotterranee" ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) Dati idropluviometrici "Centro Funzionale per la Previsione Meteorologica e il Monitoraggio meteo-pluvio-idrometrico e delle frane" Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio - Regione Campania. SOMMARIO presentazione dello studio p. 11 l'ambito territoriale e il contesto di riferimento p. 25 le attività di monitoraggio dell'ecosistema fluviale p. 29 Acque sotterranee Monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei p. 31 Acque superficiali Monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici superficiali p. 49 Ecologia degli ambienti fluviali Predisposizione ed applicazione di un modello di valutazione integrata applicata al sistema fiume Alto Sarno-Solofrana corridoio fluviale p. 63 presentazione dello studio obiettivi e finalità Le questioni connesse alla tutela della risorsa idrica nell'ambito delle aree naturali protette pongono interessanti stimoli di riflessio- ne e richiamano fortemente l'attenzione sulla necessità di indivi- duare azioni e strategie di intervento in una prospettiva integrata. Su questo tema, gli approcci e le politiche a livello europeo, i recenti documenti tecnico-scientifici e di indirizzo (Direttive e Programmi Comunitari di Azione in materia ambientale, Direttiva Quadro WFD 2000/601, ecc.) a partire dalla consapevolezza dell'im- portanza della risorsa "acqua" e della sua tutela, sottolineano la necessità di una gestione integrata, improntata ai principi di soste- nibilità, ponendo l'accento sull'importanza del ruolo dei parchi e delle aree protette nella loro azione di tutela, conservazione, Presentazione dello Studio

gestione e valorizzazione dei corpi idrici presenti nel loro territorio, mento del bacino idrografico Alto Sarno-Solofrana, a e nel contesto dei processi di tutela/trasformazione del paesaggio. supporto della programmazione e gestione del terri- Si ribadisce l'importanza del …."ruolo dei fiumi e delle fasce fluviali torio del Parco Regionale dei Monti Picentini". nei metabolismi urbani-territoriali e nei processi di sviluppo econo- In linea con gli obiettivi della misura 1.9 e dell'azione mico e produttivo, la loro importanza ecologica, paesistica e terri- c.del POR2, lo Studio, nell'ambito della strategia del toriale" (Gambino, R., 2002), riconoscendone la dimensione etica, Progetto Integrato (P.I.) (idea forza)3, rivolta ad azioni ambientale sociale, economica. Il "sistema fluviale" diviene elemen- di tutela/valorizzazione/conservazione del patrimonio to di riqualificazione ambientale visto nei suoi rapporti con il pae- naturalistico-ambientale e storico-culturale del Parco, saggio, con le valenze naturalistico-ambientali e storico-culturali, si configura come strumento conoscitivo e di indiriz- con gli aspetti idrogeologici, con la rete ecologica. zo in una ottica integrata, di supporto alla program- La rete idrografica assume la funzione di "matrice delle reti ecolo- mazione e gestione delle aree del "Parco Regionale giche" (Gambino R., Ercolini M.), in una prospettiva di valorizzazio- dei Monti Picentini". ne/tutela/recupero e riqualificazione paesaggistico-ambientale dei sistemi fluviali. La significatività dell'area di studio, situata nella por- zione più orientale del bacino idrografico del Torrente Sulla base di questi presupposti, si inquadra lo Studio che Solofrana, ricadente nel Parco Regionale dei Monti l'Autorità di Bacino del Sarno ha sviluppato nell'ambito del Picentini, a ridosso degli insediamenti produttivi Progetto Integrato (P.I.) "Parco Regionale dei Monti Picentini" - dell'Alto Sarno (polo conciario di Solofra, ASI Solofra, FESR - P.O.R. Campania 2000-2006 (misura 1.9 azione c.) - "Studio ASI ), offre l'occasione per affrontare il rappor- finalizzato alla caratterizzazione del bilancio idrico, alla determina- to tra pianificazione di bacino e aree protette, tra poli- zione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) e del corpo idrico di riferi- tiche di difesa del suolo e quelle di conservazione/valo- rizzazione ambientale.

La rilevanza del rapporto tra il Parco e il suo contorno per le pressioni e gli impatti antropici che si verificano all' "esterno" dell'area Parco e che incidono in maniera significativa sulle condizioni all' "interno" del territorio protetto - richiamano gli aspetti connessi all'uso del suolo, in particolare al rapporto tra uso del suolo e gestione/tutela/salvaguardia della risorsa idrica e del- l'ecosistema fluviale. In questi termini, il Bacino "Alto Sarno Solofrana" risulta emblematico per le implicazio- ni sull'assetto del territorio del Parco, sullo stato della risorsa idrica e sul sistema delle risorse nel loro com- plesso. La tematica è sviluppata nel quadro delle interrelazio- ni tra difesa del suolo e tutela delle acque, così come nella "missione" istituzionale dell'Autorità di Bacino4, con riferimento ad un approccio integrato e ad una 12 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

visione complessiva del sistema delle risorse. I criteri alla base del lavoro, riferiti alla strategia di interventoi che questa Autorità di Bacino sta portando avanti nell'ambito del "corridoio fluviale del fiume Sarno" e del riassetto/recupero ambientale delle fasce di perti- nenza fluviale5, inquadrano la funzione del Parco e dell'Autorità di Bacino in stretta sinergia nelle azioni di tutela, valorizzazione ambientale/ecologica/paesag- gistica e di riassetto idrogeologico, di tutela delle acque (uso e qualità delle acque) e di disciplina degli usi del suolo nelle fasce spondali. In questa prospettiva, l'attività di studio ha esaminato gli aspetti connessi alle acque superficiali e sotterra- nee e alle loro implicazioni ecologico-paesaggistiche nel quadro di una valutazione integrata del "sistema fiume corridoio-fluviale". Il percorso di lavoro ha inteso definire un contributo finalizzato al miglioramento dello stato di conoscenza del sistema, a supporto delle azioni del Parco e, nel contempo, rivolto alla costruzione di un percorso di sviluppato in relazione all'individuazione di aree di connessione indirizzo attraverso la definizione di misure - struttu- ecologico-funzionale, intese come aree cuscinetto/aree tampone in rali e non strutturali - in grado di coniugare obiettivi corrispondenza delle zone adiacenti all'area Parco, soggette a ele- di tutela/fruizione/valorizzazione del territorio protetto vata pressione antropica, nel quadro del corridoio fluviale del fiume con la difesa del suolo, in linea con l'approccio strate- Sarno. gico di questa Autorità di Bacino, nel quadro del più Sul piano conoscitivo, lo studio delinea un'azione "finalizzata allo ampio "corridoio fluviale" del fiume Sarno. sviluppo delle conoscenze", così come indicato tra gli obiettivi della misura 1.9 azione c., configurando un quadro aggiornato rife- In questa ottica, lo studio sviluppa una proposta di rito al territorio in esame, a supporto dell'Ente Parco; altresì, si col- assetto del "sistema fiume-corridoio fluviale" (Picentini- loca tra le attività conoscitive, a scala di bacino, inerenti il bacino Sarno) di continuità ecologico-ambientale (zone cusci- idrografico del fiume Sarno, nella direzione dell'approfondimento e netto e corridoi di connessione) riferita alle aree "criti- dell'aggiornamento delle conoscenze. In particolare, le finalità dello che" limitrofe al Parco Regionale dei Monti Picentini, in Studio vanno ad integrare e approfondire le attività riguardanti gli connessione con il "corridoio fluviale del Fiume Sarno", aspetti quali-quantitativi della risorsa idrica, superficiale e sotterra- nella prospettiva del rafforzamento della Rete Ecologica nea (D.L.vo 152/99 modificato ed integrato dal D.L.vo 258/00; 6 Regionale (RER) proposta dall’Adb del Sarno (Tavole L.183/89), sviluppate nell'ambito del "Progetto di Piano Stralcio di qui di seguito presentate). Tutela delle Acque"7. Il "rafforzamento della RER", richiamato tra gli obietti- Nel quadro dello stesso Progetto Integrato - Parco Regionale Monti vi della misura 1.5 del POR Campania, è qui ripreso e 13 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

l'approccio metodologico: i riferimenti

La Direttiva Quadro 2000/6010, i recenti riferimenti normativi, documenti di indirizzo, contributi scientifi- ci, come sottolineato in apertura, configurano un approccio alla tutela della risorsa idrica rivolto ad una visione integrata e sostenibile riferita all'ecosistema fluviale, rispondente ad una "nuova cultura dell'ac- qua"11 interrelata al sistema delle risorse ed al pae- saggio.

"… il ruolo della cultura dell'acqua deve essere recepito all'in- terno della progettazione paesistica quale elemento integratore tra saperi, azioni e riqualificazione fluviale. La risorsa acqua intesa come fattore costitutivo dell'identità fiume, identità in sé, ma anche nel suo rapporto con il contesto territoriale e paesistico" (Calzolari, V.,2006).

L'impostazione del lavoro si inserisce in questo quadro di riferimento, assumendo alla base un approccio in linea con la Direttiva Quadro 2000/60, riferito al "siste- ma fiume-corridoio fluviale", inquadrato nell'ambito della Rete Ecologica Regionale del Piano Territoriale Regionale. Lo studio affronta la tematica della tutela della risorsa idrica in chiave ecosistemica, rispetto ad una visione complessiva, integrata, dello stato del sistema, con una valutazione riferita agli aspetti ecolo- Picentini - P.O.R. Campania 2000-2006 (misura 1.9 - azione c.), l'at- gico-paesaggistico-ambientali-vegetazionali (valutazio- tività di studio, rispetto alla complementarietà ed alla convergenza ne integrata del sistema fiume/pertinenze) fluviali), di obiettivi, va a correlarsi con gli studi delle Autorità di Bacino tenendo conto delle interrelazioni tra le diverse com- Destra Sele8 ed Interregionale del Sele9 (cofinanziati nell'ambito ponenti ambientali e sottolineando lo stretto rapporto dello stesso Progetto Integrato), connotando un'azione complessi- tra reti ecologiche e sistemi fluviali. va di "assistenza tecnica finalizzata allo sviluppo delle conoscenza" In aderenza con i principi della "Convenzione Europea (misura 1.9 - azione c.) riferita all'intero territorio del Parco, di sup- del Paesaggio" , la dimensione paesaggistica12 si integra porto alla pianificazione e programmazione dell'Ente Parco. I tre nel processo di riqualificazione e valorizzazione sul piano studi, che coprono l'intero territorio del Parco, portano valore dell'interpretazione estetico-percettiva del paesaggio flu- aggiunto al Progetto Integrato ed ai contributi medesimi e consen- viale, assumendo, nello studio, una specifica trattazione tono all'Ente Parco di disporre di un quadro conoscitivo di riferi- rapportata ai caratteri ed alle valenze di naturalità. mento complessivo sullo stato dell'ecosistema fluviale, ulterior- In breve, su questi concetti si articola il lavoro che, mente implementabile. come su accennato, assume ed esplicita la strategia di intervento che questa Autorità di Bacino sta por- 14 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

tando avanti nel quadro del "corridoio fluviale del * la "lettura interpretativa" del sistema territoriale fiume Sarno, nell'ambito delle attività rivolte al rias- L' interpretazione del sistema territoriale rimanda ad una "lettura" setto ed al recupero ambientale delle fasce di perti- complessiva del sistema delle risorse, con richiami alla "memoria nenza fluviale, nella direzione dell'"uso del suolo storica", evidenziando l'originaria identità territoriale rispetto come difesa"13, anche nel quadro delle programma- all'attuale assetto dell'area. zione 2007-2013 - POR Campania - FESR. Questa ottica tende a recuperare il ruolo del "sistema * le relazioni tra il Parco e il contesto limitrofo fiume", innescando processi di valorizzazione del- Il riferimento al contesto assume una particolare rilevanza per le l'area, a "ri-pensare" il rapporto "fiume/paesaggio/dife- forti interrelazioni con il territorio protetto. Il rapporto tra Parco e sa del suolo" e ad individuare modalità di intervento contesto limitrofo è "riletto" in funzione delle sue relazioni con le all'interno di un progetto di "paesaggio fluviale" aree contermini, che costituiscono "aree critiche", caratterizzate (Ercolini, M., 2006). da una elevata pressione antropica. Le particolari problematiche In questi termini, il Parco, inteso quale componente presenti portano ad estendere le valutazioni ad aree esterne della Rete Ecologica Regionale, si pone in connessio- all'area Parco. ne con le altre aree protette regionali, come strumen- * la "restituzione" del fiume al territorio e il recupero del ruolo storico del siste- to nella gestione delle fasce pertinenziali fluviali in ma fluviale linea con la pianificazione di bacino. Questa considerazione si inquadra nell'ambito delle possibilità di Nel complesso, le linee di sviluppo dello Studio sono innescare processi di recupero del sistema fluviale, nella prospet- orientate dalle seguenti considerazioni di base: tiva del "rispetto del territorio del fiume e delle sue funzioni stori- che"14, della valorizzazione del "patrimonio ambientale, territoria- - la "lettura interpretativa" del sistema territoriale le, culturale del fiume", del senso e dell'identità dei luoghi - le relazioni tra il Parco e il contesto limitrofo * la "dimensione paesaggistica" nelle sue relazioni con il contesto territoriale e con gli elementi del sistema - la "restituzione" del fiume al territorio e il recupero All'interno dello stretto rapporto tra reti ecologiche e sistemi flu- del ruolo storico del sistema fluviale viali, la "dimensione paesaggistica" assume una specifica conno- - la "dimensione paesaggistica" nelle sue relazioni tazione e si integra nel processo di riqualificazione e valorizzazio- con il contesto territoriale e gli elementi del sistema ne. Gli aspetti connessi al paesaggio nelle sue relazioni con l'am- biente fluviale definiscono, all'interno dello studio, valutazioni e considerazioni riferite alla qualità paesaggistico-ambientale-natu- ralistico-vegetazionale nel quadro del corridoio fluviale - applica- zione dell'Envrinonmental Landscape Index - E.L.I., Wild State Index (W.S.I.), Buffer Strip Index (B.S.I.).

Rispetto a questo quadro di riferimento metodologico, le attività di monitoraggio e di indagine attivate sono state finalizzate a valuta- zioni complessive ed integrate dell'ecosistema fluviale riferite alle acque superficiali e sotterranee e agli aspetti ecologico-paesaggisti- co-naturalistico vegetazionali. 15 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio l’articolazione dello studio

Lo studio è il risultato di diversi livelli di indagine opportunamente meteorologica e il monitoraggio meteo-idropluviome- integrati in un quadro complessivo di riferimento, che ha consenti- trico e delle frane - Regione Campania). to di configurare uno strumento conoscitivo e di indirizzo a sup- porto delle azioni del Parco Regionale dei Monti Picentini. informatizzazione e elaborazioni dati - il database L'informatizzazione ed elaborazioni dati ha richiesto Sulla base del quadro metodologico adottato, il lavoro è articolato la messa a punto di un database relazionale che ha in fasi successive di approfondimento, esaminando gli aspetti con- costituito lo strumento di supporto per lo sviluppo nessi ai corpi idrici superficiali e sotterranei e a quelli ecologico- delle varie fasi di lavoro, consentendo di interfacciare paesaggistico-naturalistico-vegetazionali, nel quadro di una valuta- le varie informazioni nell'archivio GIS dell'AdB Sarno. zione integrata del "sistema fiume-corridoio fluviale". Il database GIS di riferimento è comprensivo di un set In linea con quanto delineato dalla WFD 2000/60, l'insieme delle di dati significativi - riferiti agli aspetti territoriali, idro- attività svolte sono state riferite ad un approccio ecosistemico geologici, idrologici, ecologico-ambientali - legato ad nella prospettiva della salvaguardia, tutela e miglioramento della elaborazioni di cartografie tematiche. In questa otti- qualità ambientale nel suo complesso ed inquadrate rispetto al ca, si è resa di fondamentale importanza la struttura- "corridoio fluviale". zione di tutte le informazioni raccolte durante il lavo- Nel seguito sono indicate le fasi di lavoro e le attività svolte. ro svolto all'interno della banca dati GIS dell’AdB Sarno - (archivio informatizzato dati), che fornisce, le fasi di lavoro altresì, una prima strutturazione conoscitiva (set di Come su accennato, lo studio si è articolato in un percorso artico- dati opportunamente strutturati in ambiente GIS) del lato in tre fasi sequenziali di lavoro, a partire dall'acquisizione/siste- patrimonio di informazioni per l'Ente Parco Monti matizzazione/omogenizzaziome/informatizzazione di dati ed infor- Picentini ulteriormente aggiornabile ed implementabi- mazioni esistenti (ricostruzione del quadro conoscitivo di base - le (creazione di un sistema informativo per l'Ente informazioni di base). Parco in grado di incorporare informazioni rilevate periodicamente - dati di monitoraggio, di qualità delle ricostruzione del quadro informativo di base acque e dell'ecosistema fluviale, dei prelievi, degli sca- La ricostruzione del quadro informativo di base, con la raccolta e il riordino delle conoscenze esistenti e disponibili, che ha costituito la fase preliminare, ha condotto alla individuazione e valutazione dei dati disponibili e di tutte le fonti in grado di fornire dati aggior- nati, attendibili e significativi ai fini dello studio (reperimento, rac- colta, analisi, selezione dei dati utili ai fini della ricostruzione del quadro informativo di base). Nel complesso, il database si compone di dati di tipo territoriale, idrogeologico, idrologico, attingendo alle principali fonti ufficiali riferite alle attività di monitoraggio (reti di monitoraggio ARPAC - Regione Campania, Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio - Centro Funzionale per la previsione

16 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

richi, delle condizioni di rischio idraulico, ecc. e ren- della programmazione, pianificazione e gestione delle aree del derle agevolmente disponibili al fine di valutare possi- Parco Regionale dei Monti Picentini, in grado di coniugare obiettivi bili interventi migliorativi - contributo alla implemen- di tutela/fruizione/valorizzazione del territorio protetto con la difesa tazione del SIT del Parco, costituzione di un archivio del suolo nel quadro del più ampio "corridoio fluviale" del fiume di materiali di supporto, possibilità di aggiornare le Sarno. Questa fase finale, nella quale congiuntamente sono esami- informazioni contenute nel database, inserire nuovi nati i risultati complessivi del lavoro, fornisce un programma di livelli tematici, ecc.). misure integrate - strutturali e non strutturali e una proposta di assetto di ricucititura ecologico-ambientale Parco Picentini-Valle A partire dall'acquisizione, elaborazione, sistematizza- Solofrana (proposta sviluppata dall'AdB Sarno) - nella direzione del zione, omogenizzaziome, informatizzazione dati e potenziamento della rete ecologica, della conservazione quali- informazioni, lo studio ha previsto: quantitativa della risorsa idrica, promuovendo, al contempo, la frui- fase conoscitiva zione delle risorse, ambientali e storico-culturali, del sistema fluvia- le - per la tutela della risorsa idrica ed indicazioni con riferimento al corrispondente alla definizione di un quadro conosci- recupero delle condizioni qualitative e funzionali del corso d'acqua tivo di riferimento aggiornato riferito al sistema terri- nel quadro della tutela e valorizzazione della risorsa idrica e della toriale oggetto di studio, finalizzato ad individuare le Rete Ecologica Regionale (RER) del Piano Territoriale Regionale principali criticità e problematiche presenti. Questa (PTR) fase ha fatto riferimento ad una "lettura interpretati- va" del sistema, alla individuazione del quadro delle Il quadro di sintesi riportato riepiloga l'articolazione dello studio. pressioni e degli impatti antropici sullo stato del sistema, al programma di monitoraggio quali-quanti- tativo delle acque superficiali e sotterranee e delle indagini riferite alla qualità paesaggistico-ambientale- ecologico-naturalistica e vegetazionale del corridoio fluviale del sistema Alto Sarno Solofrana; fase valutativa/interpretativa rivolta alla valutazione dello stato del sistema, sulla scorta dei risultati ottenuti del programma di monito- raggio e dalle valutazioni ecologico-ambientali-natura- listico-vegetazionali (qualità paesaggistico-ambientale del corridoio fluviale del sistema Alto Sarno Solofrana, caratterizzazione dei corpi idrici suoperficiali e sotter- ranei, ecc.); fase propositiva finalizzata alla definizione di indirizzi, linee di inter- vento, azioni e/o misure di salvaguardia a supporto 17 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

QUADRO DELL’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO: FASI DI LAVORO E ATTIVITÀ

FASE PRELIMINARE LE ATTIVITÀ Ricostruzione del quadro informativo di base sulla base dei dati/informazioni dispo- L'insieme delle attività di studio configura un quadro integrato di nibili. analisi ed indagini che definiscono, nel quadro della metodologia Informatizzazione/elaborazioni dati (archivio GIS / AdB Sarno). adottata ed in relazione all'approccio ecosistemico, una valutazio- ne complessiva del sistema nelle sue componenti. FASE CONOSCITIVA Le attività sono state rivolte a favorire un percorso di lavoro in Messa a punto di un quadro conoscitivo aggiornato riferito al sistema territoriale grado di rispondere alle finalità dello studio, consentendo di oggetto di studio attraverso le attività di monitoraggio delle acque superficiali e sot- "costruire" un sistema strutturato di dati e informazioni (quadro terranee e le indagini paesaggistico-ambientale-ecologico-naturalistica e vegetazio- conoscitivo) relativo allo stato, agli impatti, alle pressioni sull'ecosi- nale del "corridoio fluviale" del sistema Alto Sarno Solofrana. stema fluviale, a partire da una analisi territoriale intesa come "let- tura interpretativa" del sistema. FASE INTERPRETATIVA/VALUTATIVA Le attività di studio sono articolate nei seguenti ambiti, come riportato nel quadro di sintesi seguente. Valutazione ed interpretazione dello stato del sistema, sulla scorta dei risultati otte- nuti del programma di monitoraggio e di indagini svolte. ATTIVITÀ CONNESSE AGLI ASPETTI FASE PROPOSITIVA URBANISTICO-TERRITORIALI Definizione di linee di indirizzo e/o azioni nel quadro di un approccio integrato ai - Inquadramento territoriale e lettura “interpretativa” fini della programmazione, pianificazione e gestione delle aree del Parco Regionale del sistema dei Monti Picentini. - Quadro della programmazione/pianificazione in atto Proposta di ricucitura ecologico - ambientale Parco Regionale Monti Picentini - Valle e/o prevista Solofrana ANALISI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI - Analisi dell'impatto antropico - Analisi della vulnerablità integrata all'inquinamento

ATTIVITÀ RIFERITE AGLI SPECIFICI AMBITI DI INDAGINE - Attività di monitoraggio quali-quantitativo delle acque sotterranee e delle acque superficiali - Attività in materia di "Ecologia degli ambienti fluviali"

18 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio i risultati

I risultati dello studio, riferiti sia ad un piano conosci- gli indirizzi e la proposta di assetto tivo che propositivo. nel loro complesso configurano del "sistema fiume-corridoio fluviale" un quadro conoscitivo aggiornato del sistema e un Agli indirizzi a supporto della pianificazione/programmazione programma di indirizzi / misure in linea con un dell'Ente Parco, è associata uno schema/proposta di assetto, in approccio integrato, coerente con la strategia una ottica integrata, in linea con la Rete Ecologica Regionale del dell'Autorità di Bacino de Sarno, con allegata propo- PTR individuando aree di continuità ecologico-ambientali, di con- sta di assetto "di continuità ecologico-funzionale" nessione con il Parco Regionale dei Monti Picentini, nel quadro Sarno-Picentini, nel quadro del "corridoio ecologico della RER. La proposta di assetto del "sistema fiume-corridoio flu- del fiume Sarno". viale" (Picentini-Sarno) a cura del gruppo di lavoro interno dell’AdB il quadro conoscitivo Sarno, configura una ipotesi, nel quadro del "corridoio fluviale del fiume Sarno", di connessione ecologico-ambientale (zone cuscinet- Il quadro conoscitivo configura una base dati aggior- to e corridoi di connessione) riferita alle aree "critiche" limitrofe al nata, ulteriormente implementabile, che consente di Parco Regionale dei Monti Picentini,, nella prospettiva del rafforza- definire una lettura del sistema ed una valutazione mento della Rete Ecologica Regionale (RER). La proposta dell’AdB dello stato del sistema con riferimento alla caratteriz- Sarno individua elementi di raccordo e di continuità, aree di conti- zazione delle acque superficiali e sotterranee ed a nuita ecologico-ambientali, di connessione con il Parco Regionale valutazioni di tipo ecologico-paesaggistico-floristico- dei Monti Picentini. vegetazionale. gli elaborati cartografici Allo studio sono allegati una serie di elaborati cartografici (carto- grafie tematiche) riferiti agli aspetti conoscitivi, interpretativi/valuta- tivi e propositivi sviluppati nel corso del lavoro (AdB Sarno). Tali elaborati, illustrativi e funzionali ai fini della comprensione del sistema territoriale in esame e degli specifici aspetti trattati, vengo- no richiamati all'interno del testo e sono consultabili nel Cd rom allegato al presente Quaderno (in formato PDF) e on-line sul sito dell'Autorità di Bacino del Sarno.

Di seguito viene riportato l’elenco Elaborati. Nel Quaderno, a corredo del testo ne vengono presentati alcuni.

19 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Presentazione dello Studio

SISTEMA FIUME CORRIDOIO ECOLOGICO: SCHEMA DI "RICUCITURA" ECOLOGICO-AMBIENTALE - RETE ECOLOGICA REGIONALE (proposta AdB Sarno) (Tav. 10A Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

20 Presentazione dello Studio elenco elaborati cartografici la presentazione dei risultati

1. Ambito territoriale e contesto di riferimento A conclusione delle attività di studio, in linea con le disposizioni in (O.R.CA. 2004) (scala 1:10.000) materia di diffusione e divulgazione dei materiali, accessibilità alle informazioni ambientali, e con quanto previsto in materia dal POR 2. Ambito territoriale e contesto di riferimento - Campania 2000-200615, particolare attenzione è stata data alla Modello 3D (scala 1:10.000) "forma" di rappresentazione dei risultati, alla modalità di presenta- zione dei risultati ed alla possibilità di accedere agevolmente ai 3. Carta di uso suolo (scala 1:10.000) contenuti dello studio. Pertanto, in questa ottica, si è configurato un documento finale di sintesi, a carattere divulgativo, che ha 4. Carta dei Complessi Idrogeologici scala 1:10.000 assunto la forma di "Quaderno di studio" con CD rom allegato, 5. Carta Idrogeologica (scala 1:10.000) opportunamente articolato in relazione alle fasi del lavoro, integra- to all'intera documentazione prodotta nel corso dello studio per gli 6. Rete di monitoraggio Acque sotterranee, Acqua approfondimenti specifici (Report integrali riferiti agli ambiti: superficiali, Ecologia ambienti fluviali "Acque sotterranee", "Acque Superficiali", "Ecologia degli Ambienti (scala 1:10.000) fluviali").

7. Carta dell'impatto antropico I materiali dello Studio sono inoltre consultabili sul sito web (scala 1:10.000) dell'Autorità di Bacino del Sarno: www. autoritabacinosarno.it

8. Carta della vulnerabilità integrata all'inquinamento degli acquiferi (da fonte puntuale) (scala 1:10.000)

9. (9.a, 9.b, 9.c.) Carta della classificazione dello stato quantitativo/chimico/ambientale dei corpi idrici sotterranei significativi (scala 1:10.000)

10. (10.a, 10.b) Sistema fiume-corridoio ecologico- schema di "ricucitura" ecologico-ambientale del- l'area parco (Tav. 10.a scala 1:50.000, Tav. 10.b scala 1:10.000)

Gli elaborati, in scala 1:10.000 (ad eccezione della Tav.10a) sono riferiti ad una rappresentazione tridi- mensionale 3D del territorio di studio (sovraposizione dei tematismi prodotti alla modellazione 3D), al fine di una visualizzazione complessiva “realistica” delle caratteristiche morfologiche-territoriali. (elaborazioni CED - AdB Sarno) 21 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” SISTEMA FIUME-CORRIDOIO FLUVIALE: SCHEMA DI "RICUCITURA" ECOLOGICO- AMBIENTALE DELL'AREA PARCO: IPOTESI DI CONNESSIONI CORRIDOIO FLUVIALE DEL SARNO-PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI (proposta AdB Sarno) (Tav. 10b Elaborati cartografi- ci - cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

22 Presentazione dello Studio dall'azione di "supporto tecnico- scientifico" a quella della comuni- cazione/diffusione/"trasferimento" dei risultati alcune considerazioni conclusive E' nelle intenzioni di questa Autorità di Bacino prose- guire nell'azione di indirizzo e di supporto per l'Ente Parco Monti Picentini, nella prospettiva di approcci/strategie/azioni congiunte e sinergiche, con- sapevoli della necessità di integrazione tra difesa del suolo e valorizzazione delle risorse, tra pianificazione di bacino e pianificazione delle aree protette, della cooperazione e partecipazione tra i soggetti del terri- torio.

In questi termini, lo Studio intende offrire un contri- buto "attivo" all'avvio di strategia di intervento, nel Sarno), nel quadro delle attività attualmente in corso, nella dire- quadro dell'assetto regionale, fornendo indirizzi pro- zione di un "dialogo" costante e costruttivo, di intese proficue fina- positivi. lizzate ad assetti sostenibili. Questa significativa esperienza di studio, che si "apre" Il "senso" di questo documento va ricercato, oltre che nei suoi con- a successivi ed ulteriori sviluppi, ha offerto la possibi- tenuti tecnici, anche nella sua visione globale, nella possibilità di lità di approfondire problematiche e criticità connes- stimolare la riflessione su tematiche e problematiche che investo- se ad un ambito appartenente al territorio del bacino no il territorio del Parco e che vanno inquadrate in una visione glo- del Sarno e porzione dell'area del Parco Regionale dei bale, integrata e sostenibile.del territorio. Monti Picentini, investito da particolari criticità e pro- blematiche, a ridosso dell'area Parco, consentendo di Si auspica che queste iniziative, a livello di programmazione regio- definire un quadro conoscitivo aggiornato ed un pro- nale, possano sollecitare stimoli di riflessione, incentivare le intese gramma di misure/indirizzi integrate che possano e la concertazione, portare a sistema azioni condivise e sostenibili costituire un supporto essenziale per avviare le attivi- e possano contribuire alla corretta gestione e pianificazione del tà di programmazione/pianificazione del Parco, che territorio. può configurare un Documento programmatico di indirizzo. Il R.U.P. In questa ottica, la volontà di avviare intese, per azio- arch.Ornella Piscopo ni congiunte, è tra gli obiettivi prioritari di questa Autorità di Bacino (si veda la recente Intesa con il Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume 23 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” Note

1 "Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23/10/2000 che Tutela delle Acque", 2002 (CD rom). istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque" (pubbl. G.U.C.E. 8 Autorità di Bacino Destra Sele - "Studio finalizzato alla caratteriz- 22/12/2000). zazione del bilancio idrico, alla determinazione del Deflusso 2 Misura 1.9 - POR Campania 2000-2006 - FESR - Asse 1 - Risorse Naturali - Minimo Vitale (DMV) e del corpo idrico di riferimento dei Bacini "Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico culturale, archeologi- idrografici dei fiumi Tusciano, Picentino e Fuorni" - FESR - P.O.R. co, naturale, etnografico e dei centri storici delle aree protette e dei parchi regionali Campania 200O-2006 - misura 1.9 - azione c.. e nazionali". Azione c) Assistenza tecnica finalizzata allo sviluppo delle conoscenze 9 Autorità di Bacino Interregionale del Sele - "Progetto MO.RI.CA.- a favore di enti e operatori locali, nonché per la predisposizione dei piani di gestio- Indagine e studi finalizzati alla predisposizione di un modello infor- ne nonché per la realizzazione degli obiettivi della Misura, compresa la pianificazio- matico di gestione della risorsa idrica dei comuni appartenenti al ne di settore. Le operazioni previste sono quelle di seguito esemplificate: Parco Regionale dei Monti Picentini" - Asse 1. - FESR - P.O.R. - attività di analisi e studio e attività di indagine e monitoraggio naturalistico- Campania 2000-2006 - misura 1.9 - azione c.. ambientale, a supporto della programmazione e della gestione delle aree; - redazione di piani di gestione delle aree protette; 10 Il nuovo quadro delineato dalla Direttiva 2000/60, che assume - attività di animazione finalizzata alla creazione di nuove attività imprenditoriali per i corpi idrici l'obiettivo del "buono stato ecologico", apre ad legate alla valorizzazione di elementi distintivi del parco o dell'area protetta; una visione integrata e sostenibile incentrata sul concetto di "eco- - studio e promozione di progetti pilota per la realizzazione di attività sostenibili basate sistema fluviale", allargando la tutela all'intero ecosistema fluviale e sull'economia "verde", legate ai settori del turismo, dell'artigianato e dei beni culturali. agli usi associati all'acqua, indicando l'adozione di misure di pre- venzione e di tutela (programma di misure). 3 Progetto Integrato (P.I.) "Parco Regionale Monti Picentini" - POR Campania 2000- 2006 - Idea-forza del P.I. "Costruzione di un sistema parco aperto attraverso inter- 11 "Dichiarazione Europea per una nuova Cultura dell'Acqua", venti di tutela,valorizzazione e promozione della natura e del patrimonio ambienta- Madrid, 2005. le, in grado di sviluppare il livello di attrazione di turismo eco-compatibile e di inne- 12 "Convenzione Europea del Paesaggio" - Consiglio d'Europa, scare processi di mobilitazione e polarizzazione di risorse interne ed esterne per lo 2000. sviluppo del territorio". 13 cfr., "Direttive di uso del suolo come difesa", in Quaderni AdB 4 Le finalità istituzionali delle Autorità di Bacino "assicurare la difesa del suolo, il 1/2007 - Collana di Studi, Documentazione e Ricerca - AdB Sarno. risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi 14 cfr., Associazione per l'Arno (2003) Manifesto per l'Arno, connessi (art.1) L. n.183/89 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della S.Rossore (http://www.associazioneperlarno.it/doc/MANIFESTOPER- difesa del suolo" e ss.ii.mm.; L.R. Campania 8/94 e cfr. art. 34 - Norme di Attuazione L'ARNO.DOC) e cfr. Maganghi, A. (2007) "Il contratto di fiume come PSAI - AdB del Sarno - "Criteri e linee guida per le azioni di riqualificazione ambien- strumento di gestione integrata delle politiche territoriali", tale e di recupero naturalistico nelle fasce fluviali e nelle aree di pericolo da dissesti Convegno Nazionale "Il Po: la sicurezza idraulica e del territorio", di versante" . Torino, 8/10/2007. 5 Al riguardo, tra gli studi dell'Autorità di Bacino del Sarno, cfr."Schema Generale 15 cfr. : D.lgs 195/2005 " Attuazione della direttiva 2003/4/CE sul- della regimazione delle acque in destra Sarno e effetti territoriali della pianificazione l'accesso del pubblico all'informazione ambientale"v (pubbl. G.U strategica della regimazione del Sarno", "Studio di Impatto Ambientale - Progetto di n.222 del 23/09/2005); Convenzione di Aahrus "Convenzione sul- sistemazione idraulica e bonifica del fiume Sarno nel tratto Foce Traversa di Scafati", l'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai pro- in Quaderno AdB 1/2006, "Studio per la fase preliminare del Piano Stralcio di rias- cessi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale - setto e recupero ambientale delle aree di pertinenza fluviale del fiume Sarno", in Aårhus, Danimarca, 25 giugno 1998, entrata in vigore il 30 ottobre Quaderno AdB, 2/2007 (attualmente in corso di svolgimento). 2001 (legge 16/03/2001, n. 108 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del 6 Rete Ecologica Regionale del "Piano Territoriale Regionale" (PTR) intesa come ner- pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia vatura portante delle linee di assetto regionali, connessa ai Sistemi Territoriali di ambientale, con due allegati - Aarhus il 25 giugno 1998 (pubbl. Sviluppo (STS) e alle reti territoriali PTR - "Piano Territoriale Regionale" - Supplemento Ordinario n. 80 alla G.U.Iitaliana n. 85 del 04/2001); "Approvazione e disciplina del Piano Territoriale Regionale", approvazione del "Disciplinare Regionale POR Campania 2000-2006" e relativo allega- 16/09/2008 - Consiglio Regionale della Campania. to di cui alla Delibera di G.R n. 714/2003, riferita alle azioni di infor- 7 Autorità di Bacino del Sarno, Regione Campania - "Progetto di Piano Stralcio di mazione, pubblicità, comunicazione delle misure POR. 24 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” l’ambito territoriale e il contesto di riferimento

La lettura e l'interpretazione di questa significativa porzione del Parco Regionale dei Monti Picentini, ricadente nell'estremità orien- tale del bacino idrografico del fiume Sarno, a ridosso dell'insedia- menti produttivi dell'Alto Sarno, stimola considerazioni e riflessioni che investono le interrelazioni con il contesto territoriale nei suoi caratteri fisico-morfologici, nei suoi segni, nella sua dimensione storica, nelle sue valenze naturalistico-ambientali, nella connota- zione del paesaggio fluviale, nella originaria identità dei luoghi. A partire da queste considerazioni, in linea con un approccio integra- to, viene presentato l'ambito di studio evidenziandone le caratteri- stiche principali. l’ambito territoriale e il contesto di riferimento

Sistema Fluviale e Identità storico culturali il flubio rivus siccus: il fiume della conca solofrana segna l'antico paesaggio fluviale Le relazioni con il contesto limitrofo assumono una rilevanza cen- trale ai fini della lettura e della interpretazione del sistema territo- Le trasformazioni avvenute nel corso degli anni in riale in esame. questo territorio conducono a riflettere sulle implica- L'ambito, situato tra le province di e , si colloca zioni delle profonde modificazioni ambientali che ne nel contesto Alto Sarno Solofrana, a ridosso degli insediamenti hanno alterato l'assetto e le valenze originarie; basti produttivi dell'Alto Sarno (polo conciario di Solofra, ASI Avellino- pensare alla funzione storica del reticolo idrografico Fisciano), ed occupa l'estrema porzione orientale del territorio del (torrente Solofrana), al ruolo cardine nell'antico pae- Parco Regionale dei Monti Picentini, situato tra la catena dei Monti saggio fluviale e rapportarlo allo stato attuale ed alle Picentini, la valle dell'Irno, la valle Solofrana. condizioni insediative del contesto di riferimento. Sono inclusi parte dei territori dei comuni di Solofra (AV), Montoro Ripercorrere la "memoria" storica dell'area, consente Superiore (AV), appartenenti alla provincia di Avellino, e di Fisciano di rintracciare le fasi evolutive e le dinamiche fisico- (SA) e (SA).della provincia di Salerno. morfologiche di questo territorio, evidenziando le sue originarie specificità e valenze, i segni della stratifica- Come sottolineato in premessa, l'area si connota per la significati- zione, il ruolo dell'acqua nella "costruzione" del pae- vità delle interrelazioni con il contesto limitrofo; la presenza di saggio nel suo rapporto con l'ambiente circostante. pressioni ed impatti che si verificano all' "esterno" dell'area parco La "lettura" di questo territorio, nella sua dimensione risultano condizionare in maniera significativa le condizioni all' storica, nei suoi segni, nel suo paesaggio fluviale, nei "interno" del territorio protetto, incidendo sullo stato del sistema. suoi caratteri fisici, nella sua storia e nella sua memo- In questi termini, la "lettura" e l'interpretazione dell'area di studio ria stimola considerazioni e riflessioni; rimanda ad un sviluppata nel lavoro, è estesa al sistema Alto Sarno-Solofrana, con paesaggio fluviale quando le "acque lorde" - come richiami ai caratteri principali, alle relazioni tra l'originaria identità erano chiamate le acque della concia - erano usate dei luoghi e l'attuale assetto dell'area, tra paesaggio fluviale e per irrigare i campi essendo, per il contenuto, tutto 1 dimensione storica . vegetale, altamente concimanti. L'attuale torrente Solofrana, l'antico flubio rivus siccus, costituiva la via di accesso (rivus siccus) - offriva ai pastori sanniti la via (appunto rivus siccus) per rag- giungere i pascoli invernali della pianura salernitana; svolgeva la funzione di tratturo fluviale, rispondendo alle abitudini di quei pastori che usavano, nei loro trasferimentii i greti dei fiumi. Nel termine è racchiu- sa tutta la sua funzione. L'acqua connota il territorio, il paesaggio fluviale - l'acqua come fonte di irrigazione (i torrenti Solofrana e Cavaiola fornivano acqua alle campagne di San Severino) ed elemento vitale per le attività industriali che ruotavano intorno al fiume per la lavorazione della canapa, del cotone, del lino, per la lavorazione della concia delle pelli. 26 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” l’ambito territoriale e il contesto di riferimento

L'arte della concia delle pelli, per la presenza di una Prende il nome dalla scorza di castagno e di quercia che, triturata, serie di condizioni favorevoli (è stata favorita dalla veniva utilizzata per la concia. La località, che porta impressa nel presenza sul posto di vegetali contenenti tannino (il nome l'attività specifica di Solofra, costituisce oggi una delle castagno, la noce, il cerro), di rocce per la produzione "porte" del Parco Regionale dei Monti Picentini; della calce e di acqua) ha connotato l'area sin da Vallone dei Granci - ampio invaso dominato da Castelluccia, il cui tempi antichi e segna la realtà artigianale-produttiva nome proviene da "granchio", crostaceo d'acqua; ciò indica che nel che si sviluppa progressivamente nella realtà econo- passato era ricco di acqua; nel XVIII secolo causa di straripamenti; mica (economia) locale. Bocche soprane e Bocche sottane - località sul monte Garofano, riferito La toponomastica come riferimento alle sorgenti della Solofrana; all'identità e alla storia dei luoghi Toppolo - da "toppo", luogo alto, nome della parte alta del casale Fiume di cui nel XVII secolo prese la denominazione. Nel XVI seco- Il riferimento alla toponomastica di questo territorio lo indicava un terreno arborato vitato. consente di richiamare ed evidenziare l'originaria Il rione Toppolo sorge lungo l'alto corso della Solofrana - il suo identità dei luoghi in base alle loro funzioni e di sviluppo è interamente legato alla concia (il casale delle concerie); richiamare elementi del paesaggio e del sistema flu- Burrelli - fosse per la concia, luogo un po' più a valle, all'altezza del viale. Il significativo richiamo alla "toponomastica ponte dello Spirito Santo; solofrana" fornisce chiavi di lettura dell'antico assetto - il toponimo come espressione, memoria, di ciò che Balsami - casale lungo il fiume (più ad est) che prende il nome dalle fu un luogo. sostanze odorose ed emollienti usate nel processo di concia. Fin dall'antichità, le sponde del fiume accolsero le 1. Con riferimento alla impostazione metodologica assunta, la "lettura" interpretati- fosse per la concia delle pelli; la zona fu caratterizza- va del sistema ha costituito una specifica sezione dello Studio; in questa sede, in ta dalla presenza di questa attività tanto da essere forma sintetica, sono presentati i contenuti e richiamati alcuni aspetti. (arch. O. connotata da alcuni significativi toponimi legati alla Piscopo) concia che sono tuttora rintracciabili nelle mappe catastali e documenti d'archivio. Tra questi: scorza, cerro, burrelli, balsami, cantarelle, ecc. Se ne illustrano qui di seguito alcuni: il Vallone Cantarelle - vallone che parte dai monti ad est, prende il nome dal “cantaro”, vasca per la con- cia; lungo di esso sorsero le concerie dei rioni Fontane soprane e Fontane sottane; la Scorza - località montana lungo i monti Mai che delimitano a sud la conca solofrana; è costeggiata dalla parte alta del "fiume delle concerie", il torrente Solofrana, una volta detto in questo posto, Fiume dei Fossi ed anche dei lontri (entrambi i nomi sono riferiti ai fossi entro cui avveniva la concia pastorale). 27 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” RETE DI MONITORAGGIO: ACQUE SOTTERRANEE, ACQUE SUPERFICIALI, ECOLOGIA AMBIENTI FLUVIALI (Tav. 6 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

In questa scala, le perimetrazioni delle aree di rilevamento analizzate dal WSI, dal BSI e dall'ELI sono puramente indicative. Per la localizzazione di dettaglio, si veda Report integrale Ambito "Ecologia degli ambienti fluviali".

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

28 le attività di monitoraggio dell’ecosistema fluviale

L’illustrazione delle attività di monitoraggio, la presentazione dei risultati e la definizione di possibili misure/indirizzi costituiscono i contenuti di questa sezione. Il programma di monitoraggio tiene conto sia degli specifici fattori connessi ai corpi idrici, superficiali e sotterranei, che di valutazioni riferite agli aspetti ecologico-naturalistico-paesaggistico-ambientali dell’area di studio, nel quadro di un approccio integrato del “siste- ma fiume-corridoio fluviale”, in linea con la Direttiva WFD 2000/60. CARTA DEI COMPLESSI IDROGEOLOGICI (Tav. 4 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

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30 acque sotterranee

MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI

prof. Pietro B. Celico con la collaborazione di dott.ssa geol. Federica Habetswallner acque sotterranee

Lo studio riferito alle "Acque sotterranee" si è posto l'obiettivo L'area di studio corrisponde alla porzione del Parco principale di acquisire conoscenze più approfondite ed aggiornate Regionale dei Monti Picentini ricadente nel territorio del bacino idrogeologico e delle sue risorse idriche, ai fini della di competenza dell'Autorità di Bacino del Sarno. Tale loro tutela quantitativa e qualitativa. area è stata ampliata lungo il margine settentrionale, In primo luogo, è stato verificato ed aggiornato lo schema di cir- in modo da comprendere anche la fascia pedemon- colazione idrica sotterranea, sulla base della cartografia geologica tana dei rilievi carbonatici e la piana dell'alto corso di dettaglio alla scala 1.10.000. Ciò ha comportato anche la revi- del Torrente del Solofrana. sione degli aspetti relativi alla vulnerabilità all'inquinamento degli Dal punto di vista geografico si tratta di un'area per acquiferi. la quasi totalità montuosa, comprendente il Monte S. Michele con le sue pendici e il versante occidenta- Al fine di aggiornare la caratterizzazione quali-quantitativa delle le dei Monti Mai e Faiostello, ed in parte pianeg- acque sotterranee, è stata definita - a seguito di un primo censi- giante lungo la valle del Torrente Solofrana. mento di 45 punti (33 sorgenti e 12 pozzi) - una rete di monito- Dal punto di vista amministrativo l'ambito interessa i raggio costituita complessivamente da 18 stazioni (12 sorgenti e comuni di Solofra (AV), Montoro Superiore (AV), 6 pozzi). Fisciano (SA) e Calvanico (SA). Le misure quantitative sono state eseguite su tutte le 18 stazioni, mentre su 9 di esse (6 sorgenti e 3 pozzi) sono state eseguite anche analisi qualitative. Oltre ad una prima tornata di misure quantitative effettuata durante il censimento dei punti d'acqua (ottobre 2006), sono state effettuate quattro campagne di rilievo sistematico dei dati (qualitativi e quantitativi) nel periodo compreso tra febbraio 2007 e marzo 2008. I risultati della campagna di monitoraggio hanno consentito la classificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee e dei corpi idrici sotterranei significativi sulla base dei criteri indicati dal D.Lgs. 152/1999, permettendo, inoltre, di focalizzare alcu- ne problematiche esistenti e di individuare azioni (monitoraggio, misure di salvaguardia, ecc.) da svi- luppare successivamente.

32 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

LINEAMENTI DI CIRCOLAZIONE IDRICA SOTTERRANEA I complessi idrogeologici di maggiore interesse risultano, per la Per l'area di studio si è proceduto alla verifica e maggiore permeabilità e per la maggiore potenzialità delle falde all'aggiornamento dello schema di circolazione idrica idriche che si generano al loro interno, quelli carbonatici (calcarei, sotterranea (v. Carta Idrogeologica p.34), in base alle calcareo-dolomitici e dolomitici). cartografie geologiche di dettaglio realizzate per il Nell'ambito degli acquiferi carbonatici hanno origine diversi Progetto CARG - Regione Campania (scala ambienti idrogeologici. Infatti la circolazione idrica sotterranea 1:10.000). principale, che genera le falde di maggiore potenzialità (con por- Partendo dalle formazioni geologiche, le differenti tate variabili dalle centinaia a qualche migliaio di litri al secondo), litologie affioranti sono state raggruppate in quindici si sviluppa generalmente a diverse centinaia di metri di profondità complessi idrogeologici (sei riferiti ai sedimenti dal piano di campagna. incoerenti di copertura e nove riferiti alle rocce del Possono inoltre formarsi, per motivi stratigrafici e/o tettonici: substrato) in funzione del loro comportamento e delle loro caratteristiche comuni nei riguardi della • falde di alta quota che alimentano sorgenti di media potenzia- circolazione idrica sotterranea (cfr. "Carta dei com- lità (portate variabili da qualche decina a qualche centinaio di plessi Idrogeologici" - Tav. 4 - in CD rom allegato) : litri al secondo), la cui circolazione si sviluppa generalmente a diverse decine di metri di profondità dal piano di campagna; • complessi idrogeologici quaternari: • piccole falde sospese che alimentano sorgenti di modesta - complesso piroclastico (p) potenzialità (portate variabili da qualche decilitro a qualche - complesso alluvionale (al) litro al secondo), la cui circolazione si sviluppa generalmente ad - complesso eluvio-detritico (edt) alcuni metri di profondità dal piano di campagna. - complesso detritico (dt) In particolare, il quadro idrogeologico dell'area è dominato dalla - complesso detritico-alluvionale di conoide (dtal) presenza di un massiccio montuoso (Monti Mai) di natura carbo- - complesso dell'Ignimbrite Campana (IC) natica che svolge il ruolo di importante serbatoio per le acque sotterranee. • complessi idrogeologici del substrato Tale acquifero carbonatico rappresenta la porzione nord-occiden- prequaternario: tale di un'unità idrogeologica molto più estesa, il corpo idrico principale denominato "Monti Accellica-Licinici-Mai". - complesso arenaceo-marnoso (ArM); Quest'ultimo ricade solo in parte nel territorio di competenza - complesso marnoso-calcareo-argilloso (MCAg) dell'Autorità di Bacino del Sarno, mentre la restante porzione - complesso calcareo-dolomitico (CD) rientra nei territori dell'Autorità di Bacino Regionale Destra Sele e - complesso calcareo (C) dell'Autorità di Bacino Nazionale Liri-Garigliano-Volturno. - complesso calcareo-calcareo dolomitico (CCD) - complesso dolomitico (D) - complesso dei calcarei dolomitici silicizzati (CDs) - complesso calcareo-marnoso (CM) - complesso delle dolomie laminate (Dl) 33 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” CARTA IDROGEOLOGICA (Tav. 5 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

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34 acque sotterranee

Nell'ambito del corpo idrico principale è possibile fiume Picentino, nel territorio dell'Autorità di Bacino in Destra riconoscere più sub-strutture aventi recapiti e dire- Sele; solo una piccola porzione di tale substruttura rientra nel zioni di flusso diversificate. Nel territorio dell'Autorità territorio dell'Autorità di Bacino del Sarno; di Bacino del Sarno è possibile individuare (cfr. • Irno-Cologna; sub-struttura prevalentemente dolomitica, ali- "Carta idrogeologica" - Tav. 5 in Cd Rom allegato): menta il gruppo sorgivo Cologna, ubicato nella valle dell'Irno, •"Monte Garofano o Monti di Solofra": è la sub- nel territorio dell'Autorità di Bacino Destra Sele; solo una picco- struttura corrispondente alla porzione più setten- la porzione di tale substruttura rientra nel territorio trionale dell'unità idrogeologica (una piccola parte dell'Autorità di Bacino del Sarno. di essa ricade nel territorio dell'Autorità di Bacino Liri Garigliano-Volturno). È costituita prevalente- VULNERABILITÀ ALL'INQUINAMENTO DEGLI ACQUIFERI mente da un acquifero calcareo e calcareo-dolo- mitico, non presenta importanti recapiti sorgivi tali da giustificare la sua estensione e permeabili- La prima valutazione effettuata è stata quella di definire il grado tà; in realtà, attraverso ricostruzioni piezometriche di "vulnerabilità intrinseca all'inquinamento" dei diversi acquiferi esistenti della falda profonda (Celico P. et alii, ricadenti nel territorio in esame e cioè l'attitudine dei vari corpi 1991), è possibile evidenziare l'esistenza di un'ali- idrici sotterranei a subire inquinamento. Tale valutazione è stata mentazione diretta, attraverso il substrato carbo- realizzata mediante l'applicazione del metodo parametrico (a natico della valle del Solofrana, dell'unità idrogeo- punteggi e pesi) DAC (Drastic per Acquiferi in realtà idrogeologi- logica dei Monti di Sarno; infatti le acque della che Complesse) (Celico, 1996). falda di Monte Garofano non sembrano tampo- Il maggiore dettaglio della cartografia geologica, la revisione degli nate lungo la direttrice tettonica della valle aspetti idrogeologici del territorio hanno permesso di valutare con dell'Irno e sembrano defluire verso le sorgenti di un certo dettaglio la vulnerabilità all'inquinamento degli acquiferi. S. Marina di Lavorate; Per gli acquiferi carbonatici, la valutazione del grado di vulnerabi- lità ha riguardato esclusivamente la falda basale (sia quando essi • Monti di Villa e Canfora: sub-struttura prevalente- si rinvengono in affioramento, sia quando essi si rinvengono sot- mente dolomitica e calcareo-marnosa, caratteriz- toposti ad altri acquiferi), tralasciando le complesse problematiche zata da un deflusso idrico sotterraneo preferen- inerenti, sia alle falde sospese e/o di alta quota, sia a quelle even- ziale orientato da est verso ovest. In passato, tale tualmente presenti nelle loro coperture superficiali. falda dava origine alle sorgenti di Mercato S. Severino, attualmente prosciugate; all'altezza di Sono state individuate quattro classi di vulnerabilità, che vanno Mercato S. Severino è la falda carbonatica che ali- dal grado di vulnerabilità basso a quello molto elevato (cfr. "Carta menta lateralmente l'acquifero detritico-alluviona- della vulnerabilità integrata all'inquinamento degli acquiferi" - le del Solofrana; Tav.8 - in CD rom allegato). In particolare, gli acquiferi maggiormente vulnerabili sono risultati • Monti Mai-Monte Cuculo: sub-struttura preva- quelli carbonatici, detritici, alluvionali e piroclastici. Si tratta, in lentemente dolomitica e calcareo-dolomitica, ali- realtà, di gran parte del territorio esaminato. menta le sorgenti del fiume Prepezzano e le sor- La vulnerabilità è per lo più "elevata", ad esclusione di piccole genti del gruppo Calavre, ubicate nella valle del 35 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

porzioni a grado "molto elevato" nelle quali affiorano lembi del • una prima tornata di misure delle portate sorgive complesso calcareo. Quest'ultimo, invece, quando si trova rico- e dei livelli piezometrici nei pozzi, per meglio indi- perto da detriti e/o piroclastiti assume un grado di vulnerabilità viduare i punti della rete di monitoraggio sui quali "elevato", in quanto i depositi di copertura rendono, in parte, eseguire, in modo sistematico, le misure quali- l'acquifero meno ricettivo all'inquinamento. quantitative; • la definizione della rete di monitoraggio quantita- Dal confronto di tali risultati con la Carta di ubicazione dei centri tivo delle acque sotterranee; e delle fonti di pericolo (cfr. "Carta dell'impatto antropico" - Tav, • ulteriori quattro tornate di misure di portata e dei 7 - in CD rom allegato) e, quindi, con le fonti di inquinamento livelli piezometrici effettuate sui punti della rete antropico, sia puntuali sia diffuse, è stato possibile individuare le durante il periodo compreso tra febbraio 2007 e aree maggiormente esposte a fenomeni di inquinamento; la reale marzo 2008. compromissione o meno delle acque sotterranee è stata poi verifi- cata attraverso il monitoraggio qualitativo delle stesse. Per il monitoraggio qualitativo è stata definita la rete Le zone caratterizzate da un maggior carico antropico, e quindi di monitoraggio delle acque sotterranee a valle del da reali produttori di inquinamento, sono quelle ricadenti nel- censimento e della prima tornata di misure quantita- l'area di piana del Solofrana. Per cui risulta essere a "maggior tive sui punti d'acqua censiti. Le misure quantitative rischio" di inquinamento il margine dell'acquifero carbonatico e e qualitative sono state eseguite contestualmente o l'acquifero detritico-alluvionale. in tempi compatibili al fine di garantire una loro significativa correlazione. Per quanto riguarda gli acquiferi carbonatici, anche se presentano Il monitoraggio qualitativo è consistito in quattro un grado di vulnerabilità elevato sono soggetti ad un "minor tornate di prelievo dei campioni e di analisi degli rischio" di contaminazione in quanto ricadono in aree caratteriz- stessi effettuate sulla rete di monitoraggio durante il zate da una scarsa presenza di reali produttori di inquinamento. periodo compreso tra febbraio 2007 e marzo 2008. Gli acquiferi "flyschoidi", infine, sono caratterizzati da un grado Per il monitoraggio qualitativo è stata eseguita: di vulnerabilità all'inquinamento tra "medio" e "basso". • la determinazione dei "parametri di base" chimi- co-fisici riportati nella Tab.19 dell'Allegato 1 del D.L.vo 152/1999, comprensivi dei "parametri IL MONITORAGGIO DELLE RISORSE macrodescrittori" utilizzati per la classificazione IDRICHE SOTTERRANEE delle acque; • la determinazione dei "parametri addizionali" chi- La campagna di monitoraggio per i corpi idrici sotterranei è consi- mico-fisici riportati nella Tab.21 dell'Allegato 1 al stita in diverse tornate di misure delle portate delle sorgenti e/o D.L.vo 152/1999; gruppi sorgivi, dei livelli piezometrici nei pozzi, di prelevamento di • un'indagine più approfondita sui pesticidi, rispet- campioni d'acqua e delle relative analisi chimico-fisiche. to ai parametri addizionali organici previsti nella Per il monitoraggio quantitativo è stato effettuato: Tab.21 del D.L.vo 152/1999. • il censimento dei principali punti d'acqua (sorgenti e pozzi) pre- La definizione della rete di monitoraggio per la senti nell'area di indagine; caratterizzazione quali-quantitativa delle acque sot- terranee ha avuto inizio con un censimento dei 36 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

punti d'acqua di maggiore interesse presenti nel- ti esternamente all'area di indagine, in quanto fondamentali allo l'area di indagine, che ha consentito l'individuazione scopo di controllare la quantità e la qualità delle principali risorse di 45 punti, di cui 33 sorgenti e 12 pozzi. idriche sotterranee del territorio in studio. La rete di monitoraggio definita è costituita da 18 I punti d'acqua censiti, comprese le stazioni di monitoraggio, punti d'acqua (di cui 12 sorgenti e/o gruppi sorgivi e sono stati ubicati cartograficamente alla scala 1:5.000, mediante 6 pozzi) sui quali eseguire le misure quantitative e sopralluoghi e misurazioni con strumentazione tipo GPS. da 9 punti (di cui 6 sorgenti e 3 pozzi) sui quali ese- guire analisi qualitative ("Carta della rete di monito- Le coordinate Gauss Boaga e le quote altimetriche sono state raggio: Acque sotterranee, Acque superficiali, riverificate con l'ubicazione dei punti su carte 1:5.000 georiferite Ecologia degli Ambienti Fluviali" - Tav. 6 - in Cd rom (cfr. Appendice A - "Schede monografiche delle principali sorgen- allegato). ti" e Appendice B - "Schede monografiche dei principali pozzi", La rete di monitoraggio comprende sorgenti di varia in Cd rom allegato). portata caratteristiche dei differenti acquiferi presen- Nella Tab.1 è riportato il quadro complessivo dei principali punti ti nel territorio studiato. In particolare, sono state d'acqua (sorgenti/pozzi) censiti, il relativo di appartenen- messe sotto osservazione sorgenti di falde di alta quota e/o di falde sospese che si generano negli za, quota, coordinate Gauss-Boaga, tipo di monitoraggio attivato. acquiferi carbonatici, siano essi più francamente cal- carei, calcareo-dolomitici o dolomitici più o meno farinosi. La falda basale è stata, invece, monitorata attraverso le misure eseguite nei pozzi posti lungo il margine settentrionale dell'acquifero carbonatico. Alcuni di essi sono stati monitorati anche se ricaden-

37 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

TAB. 1

38 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

Legenda *: monitoraggio quali-quantitativo; **: monitoraggio quantitativo; (°): punti d'acqua esterni all'area del Parco dei Monti Picentini 39 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

MONITORAGGIO QUANTITATIVO

Il monitoraggio quantitativo è consistito in cinque tornate di L'analisi dei suddetti diagrammi ha permesso di misura delle portate sorgive e dei livelli piezometrici nei pozzi. osservare quanto segue: Esse hanno avuto luogo: • le portate sorgive misurate nel mese di gennaio • la prima, nel mese di ottobre 2006, durante il censimento dei 2008 scendono ai valori (spesso anche al di sotto) punti d'acqua; di quelle dell'ottobre 2006 (portata misurata nel • la seconda, tra il 28/02/07 ed il 01/03/07; periodo di magra dell'anno idrologico precedente); • la terza, tra il 30/06/07 ed il 01/07/07; • i livelli piezometrici dei pozzi monitorati hanno • la quarta, tra l'8 ed il 10/01/08; continuato ad abbassarsi da agosto 2007 a gen- • la quinta, tra il 17 ed il 19/03/08. naio 2008; inoltre, tra dicembre 2007 e gennaio Le sorgenti mostrano portate oscillanti tra 0,1 l/s e maggiori di 40 2008, l'abbassamento piezometrico è risultato l/s. Parte delle sorgenti maggiore (dell'ordine del mezzo metro in un solo sono risultate stagionali mese) rispetto al trend dei mesi precedenti. Dal cioè asciutte in magra. confronto tra i livelli di falda di febbraio 2007 e di Per altre sorgenti, inve- gennaio-marzo 2008, è emerso che l'abbassamen- ce nei periodi di magra to del livello piezometrico è stato di circa 1,5-2 m. le portate si sono consi- Sono stati confrontati i risultati di quest'ultimo moni- derevolmente ridotte, toraggio con i dati esistenti. Per le sorgenti, ciò non raggiungendo portate è stato possibile, in quanto solo la portata della sor- inferiori a 0,1 l/s. gente Bocche Soprane ha una serie di misure effet- Attraverso le misure tuate a partire dal 2003. Tali misure però non risulta- piezometriche nei pozzi no paragonabili con quelle eseguite per l'intero si è invece ricostruito il gruppo sorgivo monitorato in quest'ultima campa- livello della falda basale dell'acquifero carbonatico. In alcuni casi, gna di indagine. Per i livelli piezometrici dei pozzi, il non è risultato possibile effettuare alcuna misura del livello piezo- confronto è avvenuto con la ricostruzione piezome- metrico statico, in quanto alcuni pozzi sono risultati in emungi- trica della falda profonda dell'acquifero carbonatico mento durante tutto il periodo di monitoraggio. del 1991 (Celico P. et al, 1991). Tale confronto ha Per quanto concerne il deflusso idrico nei corsi d'acqua montani, permesso di evidenziare forti abbassamenti piezome- esso è limitato a poche centinaia di metri a valle delle zone sor- trici lungo il margine settentrionale di Monte gentizie. Riguardo alle portate, esso è quindi condizionato dalle Garofano. Infatti, nel 1991, lungo tale margine, la oscillazioni stagionali delle portate sorgive; si tratta comunque al falda degradava da est verso ovest, da una quota di massimo solo di pochi litri al secondo. circa 240 m s.l.m. ad una di circa 140 mi s.l.m. Nel torrente Solofrana, invece, nel tratto compreso tra l'area Attualmente, invece, i livelli di falda misurati si aggi- industriale di Solofra e la stazione idrografica di Ponte S. Pietro rano intorno ai 180-150 m s.l.m. I maggiori abbas- (Montoro Inferiore - AV), le portate sono mediamente più alte, in samenti (tra i 40 ed i 50 m) sembrano essere avve- quanto risultano condizionate dagli scarichi di alcune concerie. nuti in prossimità dell'abitato di Solofra e del suo Il risultato più saliente che emerge dall'analisi dei dati è l'evidenza polo industriale; il ché sta ad indicare l'accresciuto di un periodo di magra delle falde che nell'ultimo anno di moni- impatto antropico in quest'area durante gli ultimi toraggio si è prolungato almeno fino al mese di gennaio 2008. 40 diciotto anni. P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

MONITORAGGIO QUALITATIVO

Al fine di acquisire i dati necessari per la caratteriz- Le sorgenti Don Antonio (Solofra) e zazione qualitativa dei corpi idrici sotterranei, sono Bocche Soprane (Solofra), alimenta- stati effettuati 4 campionamenti su 9 punti d'acqua te da una falda sospesa dell'acquife- (sorgenti e pozzi) ed eseguite analisi relativamente: ro carbonatico con portate massime • ai "parametri di base" chimico-fisici riportati nella di oltre 45 l/s, evidenziano un com- Tab.19 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/1999, com- portamento analogo: ad esempio, prensivi dei "parametri macrodescrittori" da utiliz- durante la terza tornata di misure zare per la classificazione delle acque; (gennaio 2008), che corrisponde al • ai "parametri addizionali" chimico-fisici riportati periodo di massima magra misurato, nella Tab. 21 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/1999; entrambe hanno mostrato una lieve • ad un'indagine più approfondita sui pesticidi, diminuzione della conducibilità elet- rispetto ai parametri addizionali organici previsti trica (rispettivamente 305 e 312 nella Tab. 21 del D.L.vo 152/1999. µS/cm a 20°C), alla quale è corri- sposta una diminuzione del valore La campagna di monitoraggio ha avuto inizio nel dei cloruri (5-6 mg/l) rispetto alle mese di febbraio 2007 ed è proseguita contestual- altre tre tornate di misure (valore mente alla campagna di misure quantitative nei oscillante tra i 18 e i 25 mg/l) ed un seguenti periodi: lieve aumento di solfati, ferro e • la prima tornata di misure ha avuto luogo tra il manganese. 28/02/07 ed il 01/03/07; Le altre quattro sorgenti monitorate, la seconda, tra il 30/06/07 ed il 01/07/07; • Acqua dell'Incoronata (Montoro la terza, tra l'8 ed il 10/01/08; • Superiore), Acqua Santa (Calvanico), la quarta, tra il 17 ed il 19/03/08. • Acqua della Tagliata II (Calvanico) e Le analisi sono state effettuate dall'ARPAC . Bocca dell'Acqua (Fisciano), sono Le acque sono risultate con una mineralizzazione sorgenti di alta quota alimentate da media, caratterizzate da una conducibilità elettrica com- piccole falde che circolano in terreni presa tra circa 300 µS/cm e circa 580 µS/cm a 20°C. piroclastico-detritici e in rocce preva- Per quanto riguarda i parametri addizionali, non lentemente dolomitiche o marnose sono stati riscontrati valori superiori ai limiti di legge, (portate minime < 1 l/s). ad esclusione del valore del tetracloroetilene (pari a Complessivamente sono caratteriz- 3 µg/l) misurato nella prima tornata di misure nelle zate da conducibilità elettrica più acque del pozzo Chiusa (Montoro Superiore). elevata (in media da 400 a 566 Riguardo le indagini approfondite sui pesticidi, i µS/cm a 20°C). Per i cloruri i valori risultati ottenuti hanno mostrato valori sempre infe- più alti risultano alla sorgente riori ai limiti di legge. Per tale motivo si è deciso nel Acqua dell'Incoronata (in media corso dello studio di limitare a tre le campagne di 42,8 mg/l), mentre per le altre sor- indagine. genti i valori medi dei cloruri oscilla- Il monitoraggio qualitativo ha interessato, come no tra i 17,5 e i 19,0 mg/l. detto in precedenza, 6 sorgenti e 3 pozzi. 41 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

Per quanto riguarda invece le acque dei pozzi, si può osservare zazione (cfr. "Carta della classificazione dello stato una conducibilità elettrica oscillante tra circa 360 e circa 470 quantitativo dei corpi idrici sotterranei significativi" - µS/cm a 20°C, il valore dei cloruri anch'esso oscillante tra i 7 ed i Tav. 9a - in Cd rom allegato). 39 mg/l e, per i pozzi Chiusa (Montoro Superiore) e Aterrana 1 La falda basale profonda del corpo idrico di Monte (Montoro Superiore), valori relativi al ferro, ed in subordine al Garofano o Monti di Solofra è captata tramite pozzi manganese, molto variabili. ubicati tra gli abitati di Solofra e Montoro Superiore. L'andamento del parametro manganese, inoltre, in tutti i punti Allo stato, non si ha una completa conoscenza dei d'acqua analizzati risulta sempre leggermente più elevato nella reali prelievi esistenti, soprattutto per quanto riguar- terza tornata di misure (gennaio 2008, periodo di massima magra da i settori industriale e irriguo. I risultati ottenuti dal nell'arco della campagna di monitoraggio) rispetto a quello misu- calcolo del bilancio idrico hanno evidenziato una rato nelle altre tre tornate. situazione molto delicata nella quale i prelievi risulta- no molto prossimi alla potenzialità del corpo idrico sotterraneo, determinando condizioni di sovrasfrut- STATO AMBIENTALE DELLE RISORSE tamento della falda. Quest'ultimo fenomeno risulta IDRICHE SOTTERRANEE essersi accentuato negli ultimi anni: infatti i livelli piezometrici misurati nei pozzi durante il periodo di Come previsto dall'Allegato 1 del D.L.vo 152/1999, lo stato monitoraggio (febbraio '07-marzo '08) confermano ambientale delle acque sotterranee si definisce in base allo stato il continuo abbassamento del livello della falda car- quantitativo e allo stato chimico. bonatica profonda. Qui di seguito si riporta una sintesi dello stato delle acque sotter- Sulla base di tali considerazioni, allo stato quantitati- ranee riferita allo stato quantitativo, stato chimico e stato vo della falda del Monte Garofano è stata assegnata ambientale. la classe C. A livello cartografico, le tavole 9a, 9b, 9c "Carta della classifica- Le falde basali profonde dei corpi idrici "Monti di zione dello stato quantitativo/chimico/ambientale dei corpi idrici Villa e Canfora" e "Irno-Cologna" sono captate sotterranei significativi" (cfr. Cd rom allegato) illustrano grafica- mediante pozzi. Anche se allo stato non si ha una mente i risultati ottenuti. completa conoscenza dei reali prelievi esistenti (in particolare per quelli industriali e irrigui), i risultati del bilancio idrico permettono di evidenziare un ridotto STATO QUANTITATIVO sfruttamento delle falde. Per tale motivo, ad esse è Lo "stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei" è definito da stata assegnata, per lo stato quantitativo, la classe A. quattro classi (A-B-C-D) secondo l'Allegato 1 - punto 4.4.1 del La falda basale profonda del corpo idrico dei Monti D.L.vo 152/1999. Mai-Monte Cuculo, invece, nel territorio dell'Autorità di Bacino del Sarno non è interessata Nell'area di studio gli unici corpi idrici sotterranei significativi sono da prelievi idrici, pertanto ad essa è stata assegnata, gli acquiferi carbonatici profondi, in quanto i sedimenti della per lo stato quantitativo, la classe A. piana alluvionale non contengono zone sature, ovvero falde idri- che, quantitativamente interessanti ai fini di una eventuale utiliz-

42 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

STATO CHIMICO

Lo "stato chimico dei corpi idrici sotterranei" è defi- Dall'analisi dei dati emerge che le sorgenti monitorate sono tutte nito da cinque classi (1-2-3-4-0) secondo l'Allegato. caratterizzate da uno stato chimico che ricade in classe 1 o in 1 - punto 4.4.2 del D.L.vo 152/1999. classe 2, quindi rispettivamente sono caratterizzate da un'ottima L'impatto antropico di un corpo idrico viene deter- o buona qualità chimica delle acque. In particolare, le sorgenti minato in base alla concentrazione dei "parametri Don Antonio e Bocche Soprane (Solofra), che appartengono ad macrodescrittori di base" e dei "parametri addizio- una falda sospesa dell'acquifero carbonatico con portata massima nali" riportati nelle tabelle 20 e 21 dell'Allegato 1 misurata durante il periodo di monitoraggio di circa 50 l/s, hanno del D.L.vo 152/1999. entrambe uno stato chimico pari alla classe 1, ovvero acque caratterizzate da pregiate qualità chimiche (cfr. "Carta della classi- Riguardo alla classificazione in base ai parametri ficazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei significati- macrodescrittori, è da evidenziare che per alcuni di vi" - Tav.9b - in Cd rom allegato). essi (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, solfati e ione ammonio), in Tab. 20 Per quanto riguarda, in particolare, le sorgenti Acqua dell'Allegato 1, i valori-limite della seconda e della dell'Incoronata (Montoro Superiore), Acqua Santa (Calvanico), terza classe sono uguali. Pertanto la scelta di far Acqua della Tagliata II (Calvanico) e Bocca dell'Acqua (Fisciano), lo rientrare un determinato punto in una classe invece stato chimico ricade in classe 2, il che indica acque caratterizzate che nell'altra è avvenuta sulla base del parametro da buone qualità chimiche. Sono sorgenti di alta quota alimenta- "nitrati" per il quale le classi 2 e 3 sono distinte da te da piccole falde che circolano in terreni piroclastico-detritici e differenti intervalli di valori. in rocce prevalentemente dolomitiche o marnose. Per questo Le acque monitorate sono state classificate anche in motivo esse sono caratterizzate da una conducibilità elettrica più base ai risultati ottenuti dalle analisi effettuate per i elevata o, come nel caso della sorgente Acqua dell'Incoronata, da parametri addizionali, così come previsto dalla Tab. una maggiore presenza di cloruri. 21 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/99. In quest'ultima Il monitoraggio delle acque dei pozzi è invece rappresentativo del tabella alcune classi di parametri addizionali (ad es. i corpo idrico sotterraneo significativo (falda di base profonda) del- composti alifatici alogenati) vengono considerate in l'acquifero carbonatico di Monte Garofano o Monti di Solofra. I valore totale. Le analisi hanno però permesso di pozzi Scorza-Comune (Solofra) e Aterrana 1 (Montoro Superiore.) misurare anche singoli parametri costituenti la classe risultano caratterizzati da uno stato chimico compreso tra 1 e 2, (ad es. tricloroetilene). Pertanto, per i valori-limite di quindi da una qualità delle acque tra elevata e buona. C'è però questi ultimi si è fatto riferimento al D.L.vo. da sottolineare che il Pozzo Chiusa (Montoro Superiore) è rientra- 152/2006 . to invece in classe 4 (quindi acque con caratteristiche scadenti), a Inoltre, sono state effettuate anche indagini più causa del valore del parametro addizionale "tetracloroetilene" approfondite sui pesticidi. In particolare, per la terza superiore al limite di legge nella prima tornata di misure. Ciò è tornata di misure, è stato anche ampliato lo spettro comunque da riferire ad un inquinamento a carattere locale. Il di parametri monitorati. Dai risultati delle analisi non pozzo è ubicato nell'acquifero carbonatico lungo il margine che sono stati riscontrati valori superiori ai limiti di legge. lo separa dalla piana del Solofrana: pertanto l'inquinamento Nel caso si fossero avuti superamenti dei limiti, la potrebbe essere dovuto, in tutto o in parte, all'interazione con le classe dello stato chimico del punto d'acqua analiz- zato sarebbe risultata pari a quella 4, così come pre- visto per gli altri parametri addizionali. 43 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

STATO AMBIENTALE

acque della falda superficiale dell'acquifero alluvionale; risorse, Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici sotter- queste ultime, con caratteristiche idrochimiche scadenti dovute ad ranei è definito sulla base dello stato quantitativo e un impatto antropico rilevante. Tale ipotesi andrebbe verificata dello stato chimico. mediante indagini mirate. Per le acque sotterranee sono stati definiti 5 stati di qualità ambientale (Elevato, Buono, Sufficiente, Da sottolineare che, all'intero corpo idrico sotterraneo carbonati- Scadente, Naturale Particolare) secondo la Tab. 3 co di Monte Garofano, è stata assegnata una classe compresa tra dell'Allegato 1, parte 2.2.1 del D.L.vo 152/1999. 1 e 2, in quanto la falda idrica sotterranea di base degli acquiferi La definizione dello "stato ambientale dei corpi idrici carbonatici è profonda e quindi generalmente ben protetta; inol- sotterranei" è stata affrontata mediante la "sovrap- tre tali corpi sono caratterizzati da un impatto antropico che può posizione delle classi chimiche (classi 1, 2, 3, 4, 0) e essere considerato nullo o trascurabile (ad esclusione dell'area quantitative (classi A, B, C, D)", così come indicato prossima al margine con la piana del Solofrana, dove sono possi- nella Tab. 22 dell'Allegato 1 (parte 4.4.3) del D.L.vo bili locali problemi di inquinamento). 152/1999. Queste considerazioni sono state estese anche ai corpi idrici dei Il decreto prevede che "qualora i corpi acquiferi indi- "Monti di Villa e Canfora", dei "Monti Mai-Monte Cuculo" e viduati presentino al loro interno differenti condizio- della struttura "Irno-Cologna", ai quali pertanto è stata assegna- ni dello stato, si può procedere ad un ulteriore sud- ta una classe dello stato chimico compresa tra 1 e 2. Per questi divisione che individui porzioni omogenee o aree corpi infatti non è stato possibile monitorare alcuna risorsa idrica discrete a differente stato di qualità sempre sulla sotterranea, esse travasano verso la Piana del Solofrana o verso il base di quanto indicato in Tab. 22". territorio dell'Autorità di Bacino in Destra Sele. Si è dunque proceduto alla perimetrazione cartogra- I risultati della presente campagna di monitoraggio sono stati confron- fica ed alla zonazione dei singoli corpi idrici sotterra- tati con quelli utilizzati per la redazione del "Progetto di Piano Stralcio nei significativi ricadenti all'interno del territorio in di Tutela delle Acque" - Autorità di Bacino del Sarno (2004) e del studio in base al loro "stato ambientale" (cfr. "Carta "Piano di Tutela delle Acque" della Regione Campania . della classificazione dello stato ambientale dei corpi Per la falda profonda, i diversi risultati ottenuti nell'arco di questi ultimi idrici sotterranei significativi" - Tav.9c - in Cd rom anni (dal 2003 ad oggi) sono paragonabili tra loro. In particolare: allegato). • le acque del pozzo Scorza-Comune (Solofra), negli anni prece- Risulta che il corpo idrico del Monte Garofano o denti, sono rientrate in una classe dello stato chimico oscillante Monti di Solofra è caratterizzato da uno stato ambien- tra la 1 e la 2, a causa del parametro "cloruri"; lo stesso feno- tale scadente; ciò è dovuto a problemi di tipo quanti- meno è ancora oggi osservabile; tativo, generati da un impatto antropico rilevante. • le acque del pozzo Aterrana 1 (Montoro Superiore), invece, I restanti corpi idrici sotterranei significativi hanno uno nell'ultimo periodo di monitoraggio, hanno sempre evidenziato stato ambientale variabile tra elevato e buono, il un leggero aumento della conducibilità elettrica, tale da farle che indica che le acque di tali acquiferi, in generale, rientrare in classe 2. non presentano problemi né di tipo quantitativo né Per quanto riguarda le acque della sorgente Bocche Soprano chimico. (Solofra), i risultati ottenuti durante questi ultimi anni sono sem- Questi risultati andranno comunque monitorati nel pre concordanti; si tratta, infatti, di acque con caratteristiche pre- tempo, con il proseguimento di campagne di misu- giate di qualità rientranti in classe 1. re, così come prevede lo stesso D. L.vo 152/1999 44 (allegato 1, parte 4.4.3) per il quale "tale classifica- P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

zione ha carattere temporaneo e dovrà essere pro- parte o in toto, con le acque della falda superficiale dell'acquifero gressivamente e periodicamente aggiornata in base alluvionale; risorse, queste ultime, con caratteristiche idrochimiche al raggiungimento degli obiettivi verificati tramite le scadenti dovute all'esistenza di un impatto antropico rilevante. attività di monitoraggio previste al punto 4.1" Altra area in cui è possibile che si verifichi un'interazione critica dell'Allegato 1 dello stesso Decreto. tra acque superficiali e sotterranee è quella che si estende lungo il tratto del torrente Solofrana, immediatamente a monte di Ponte S. Pietro, che scorre nelle immediate vicinanze degli affioramenti CRITICITÀ AMBIENTALI carbonatici di Monticello, posizionati in destra orografica del E POSSIBILI MISURE DI TUTELA corso d'acqua. Infatti, in tale tratto il Solofrana risulta fortemente condizionato dalla presenza di scarichi industriali. È da sottolineare che tutte le criticità che emergono in questo ter- In conclusione, è possibile evidenziare l'esistenza di ritorio sono da imputare a cause insistenti in aree esterne all'area criticità ambientali che si riferiscono a problematiche del Parco. sia di tipo quantitativo sia di tipo qualitativo delle In conclusione, si ritiene indispensabile proporre una serie di misu- risorse idriche sotterranee. re conoscitive e di misure più specifiche per la tutela e la gestione Problematiche di tipo quantitativo sono state riscon- del territorio e delle risorse idriche. trate per il corpo idrico sotterraneo carbonatico pro- Le misure conoscitive hanno l'obiettivo di: fondo di "Monte Garofano o Monti di Solofra", che - ottenere un quadro conoscitivo completo ed omogeneo; costituisce la porzione più settentrionale del corpo - aumentare il livello di tempestività, affidabilità e completezza idrico sotterraneo principale dei "Monti Accellica- nella raccolta dei dati; Licini-Mai". Tali problematiche derivano da emungi- - poter predisporre reti di monitoraggio periodico e monitoraggi menti della falda di base dell'acquifero carbonatico specifici ove e quando necessario. concentrati in zone immediatamente esterne all'area del Parco dei Monti Picentini, che avvengono lungo i In particolare, sono da prevedere: margini dello stesso acquifero carbonatico e nella - il censimento completo di tutte le attività antropiche esistenti valle dell'Alto Solofrana. Questi prelievi, ad uso anche sul territorio adiacente al Parco e la raccolta-dati con la 1 2 potabile e, soprattutto, industriale , determinano costruzione di un database contenente le informazioni raccolte una situazione molto delicata, provocando fenomeni (quali ad esempio individuazione e localizzazione della singola di sovrasfruttamento della falda. attività, presenza di pozzi di emungimento con localizzazione, Per quanto concerne le problematiche di tipo quali- stratigrafia, profondità, portate emunte, livelli piezometrici, dati tativo, esse si riferiscono allo stesso corpo idrico sot- di qualità delle acque emunte, presenza di scarichi, portate scari- terraneo di "Monte Garofano o Monti di Solofra". cate, trattamenti realizzati, dati di qualità delle acque scaricate, Si tratta di problematiche di tipo locale. ecc.); ciò potrebbe permettere, tra l'altro, la stima dei prelievi La prima area in cui si evidenzia un inquinamento totali in atto dalla falda idrica sotterranea di base dell'acquifero chimico è quella in corrispondenza del pozzo Chiusa carbonatico; (n.8) ubicato lungo il margine carbonatico prospi- ciente l'area di piana del Solofrana. Tale inquina- - la definizione di una rete di monitoraggio periodico, quantitati- mento, che è stato riscontrato solo durante la prima vo e qualitativo, delle acque sotterranee e superficiali, in modo tornata di misure, è stato collegato all'interazione, in 45 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

da acquisire informazioni periodiche sulla modalità di circolazio- Inoltre, per evitare gli scarichi abusivi nel torrente ne della falda e sulla qualità della stessa; tra i punti d'acqua Solofrana, la strategia potrebbe essere quella di sono da comprendere, oltre che i pozzi e le sorgenti, anche diminuire notevolmente le tariffe per la depurazione sezioni in alveo per la misura delle portate nei corsi d'acqua ed delle acque reflue. In questo modo si allontanereb- in particolare del torrente Solofrana; infatti le acque superficiali bero le acque di scarico dal torrente Solofrana al e sotterranee sono in stretto rapporto tra loro nel tratto imme- fine di evitarne l'infiltrazione in falda attraverso l'al- diatamente a monte di Ponte S. Pietro; veo. Un'ultima misura, non meno importante delle prece- - il censimento completo degli scarichi esistenti sul territorio, la denti, è quella di potenziare, da parte degli organi costruzione di un database in cui sintetizzare tutte le principali responsabili, le azioni finalizzate al controllo informazioni (tra cui localizzazione, corpo idrico recettore, porta- "ambientale" del territorio, sia a scala locale, sia a ta e tipologia dello scarico, principali inquinanti, ecc.) ed il moni- scala di bacino. toraggio quali-quantitativo degli scarichi, con l'introduzione di misuratori automatici e in continuo delle portate e di analisi qualitative da effettuare periodicamente; CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE - il censimento completo degli impianti di depurazione esistenti sul territorio, la costruzione di un database in cui sintetizzare In sintesi, per i corpi idrici sotterranei significativi, tutte le principali informazioni (tra cui la localizzazione, la poten- che corrispondono alle falde profonde degli acquiferi zialità dell'impianto, lo stato di esercizio, la portata, la concen- carbonatici presenti nell'area di studio, sono stati trazione e il carico dei principali inquinanti in ingresso ed in usci- ottenuti i seguenti risultati: ta, il rendimento effettivo, la rete fognaria di collegamento, ecc.) • per il corpo idrico di "Monte Garofano o Monti di ed il monitoraggio quantitativo e qualitativo delle acque reflue e Solofra", è stato determinato uno stato ambien- depurate. tale scadente; ciò a causa di problemi di tipo quantitativo, generati da un impatto antropico Dal punto di vista gestionale, risulta comunque di fondamentale rilevante; a quest'ultimo è anche da imputare un importanza, soprattutto sul piano quantitativo, il riutilizzo delle locale inquinamento chimico delle acque (pozzo acque reflue o di scarico (previ opportuni trattamenti e verifiche Chiusa a Montoro Superiore); quindi risulta indi- di idoneità ai sensi della normativa vigente) nelle lavorazioni indu- spensabile prevedere una serie di misure rivolte al striali ed in particolare in quelle conciarie. A tale scopo, dovrebbe- miglioramento dello stato quali-quantitativo delle ro essere attuate misure che favoriscano il rispetto delle regole, acque sotterranee; che potrebbero consistere in incentivi economici rivolti a far dota- • per i corpi idrici dei "Monti di Villa e Canfora", re le aziende di impianti di riciclaggio delle acque reflue. In tal "Monti Mai-Monte Cuculo" e "Irno-Cologna", è modo si abbatterebbero i consumi di acqua di ottima qualità che stato determinato uno stato ambientale tra eleva- attualmente vengono utilizzate ed estratte tramite pozzi dell'ac- to e buono; il che non indica, in generale, proble- quifero carbonatico profondo, provocandone il sovrasfruttamen- mi di tipo quantitativo e chimico. to. Si potrebbero allo stesso tempo realizzare dei sistemi per il Il monitoraggio ha interessato anche altre risorse idri- recupero delle sostanze primarie (quali ad esempio il cromo) utiliz- che sotterranee caratterizzate da piccole portate e che zate nei processi di lavorazione delle industrie. costituiscono le emergenze di corpi idrici di minore 46 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque sotterranee

rilevanza. I dati ottenuti da tali indagini hanno fornito risultati soddisfacenti in termini di qualità delle acque. In definitiva, lo Studio ha consentito di approfondire la conoscenza del territorio attraverso un monitorag- gio periodico di risorse idriche che, per la maggior parte, non erano mai state misurate in modo siste- matico. Sono state ottenute rilevanti informazioni, oltre che sugli acquiferi carbonatici che rappresenta- no i grandi serbatoi naturali da cui attingere risorse potabili, anche su quelli cosiddetti "minori", utili comunque a scopo locale. Sarebbe utile prevedere in un prossimo futuro l'avvio di indagini specifiche e di maggiore dettaglio (quali, ad esempio, studi geologico-strutturali sempre più approfonditi; monitoraggi sistematici, quantitativi e qualitativi, dei corpi idrici sotterranei e superficiali; ecc.) allo scopo di meglio gestire le importanti risor- se sotterranee degli acquiferi carbonatici e di amplia- re la conoscenza degli acquiferi non significativi, che possono avere anche interesse naturalistico, paesag- gistico e ambientale trovandosi all'interno di un'area protetta.

Per approfondimenti, si veda il Report Integrale "Acque Sotterranee" Appendice A: "Schede mono- grafiche delle sorgenti", e Appendice B: "Schede monografiche dei pozzi" nel Cd rom allegato al pre- sente Quaderno.

Note

1. Esiste un acquedotto alimentato da pozzi ubicati nella zona pedemonta- na dei Monti di Solofra che emungono dalla falda profonda dell'acquifero carbonatico. L'impianto è attualmente utilizzato ad integrazione delle altre fonti di approvvigionamento potabile situate a monte del centro abitato di Solofra.

2. La domanda idrica del polo industriale di Solofra, comprendente circa 150 concerie con un fabbisogno medio di 4 l/s ciascuna, ammonta com- plessivamente a circa 600 l/s, tutti attualmente prelevati tramite pozzi a servizio delle singole aziende. 47 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” CARTA DELL'IMPATTO ANTROPICO (Tav. 7 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno 48 acque superficiali

MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI

prof. Maurizio Giugni acque superficiali

ASPETTI IDROGRAFICI

Lo studio relativo alle "Acque superficiali" si è incentrato sulla La rete idrografica principale - in stretta connessione caratterizzazione quali-quantitativa dei corpi idrici superficiali del con i bacini idrografici dei fiumi Tusciano e bacino idrografico "Alto Sarno-Solofrana" a supporto della Picentino, della confinante Autorità di Bacino in gestione del territorio del Parco Regionale dei Monti Picentini, con Destra Sele - è costituita dai seguenti corsi d'acqua: l'obiettivo di definire lo stato ambientale delle acque e di valutare • torrente Solofrana, per la parte montana dell'asta almeno in via preliminare il Deflusso Minimo Vitale (DMV). fluviale, interessante gli abitati di Solofra, I risultati della campagna di monitoraggio qualitativa - basata sul Montoro Superiore, S. Pietro e Misciano; rilievo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM), • torrente Calvagnola, all'incirca per l'intero corso dell'Indice Biotico Esteso (IBE) e dell'Indice di Funzionalità Fluviale d'acqua, dal momento che la confluenza nel tor- (IFF) - hanno consentito la classificazione dello stato ambientale rente Solofrana è situata appena al di fuori dei delle acque superficiali in base ai criteri indicati dal D.L. 152/99, confini del Parco; con l'individuazione dei parametri chimico-fisici, biologici e micro- • torrente Lavinaio, per parte dell'asta - interessante biologici maggiormente impattanti sull'ambiente fluviale. gli abitati di Lancusi e Penta (Fisciano) - in quanto L'applicazione dell'IFF ha consentito, inoltre, di estendere l'indagi- la confluenza nel torrente Solofrana è situata al di ne al sistema fluviale, raccogliendo preziosi elementi integrativi fuori dei confini del Parco. per la caratterizzazione della qualità ambientale. Il torrente Solofrana, lungo circa 20 km, sottendente Il monitoraggio quantitativo, oltre a permettere una definizione un bacino imbrifero di circa 135.40 km2 (circa 21.93 sia pure preliminare del DMV, ha consentito di ricondurre l'anda- km2 in corrispondenza di Solofra), trae origine a mento della portata nei periodi asciutti ad un background indu- monte dell'abitato di Solofra, nel vallone delle striale/refluo, mettendo in evidenza la necessità di adeguati con- Grotticelle, dal gruppo sorgentizio Bocche Soprane - trolli e verifiche sul territorio. Bocche Sottane-Lapazzeta, ed è alimentato da I risultati ottenuti hanno permesso, infine, la redazione di linee- numerosi fossi che drenano il bacino sovrastante la guida per una pianificazione ambientale mirata alla riqualificazio- piana di Solofra. In località Sant'Agata Irpina (AV), ai ne fluviale del torrente Solofrana, con l'obiettivo di ricostruire margini nord-orientali del bacino, confluiscono le un'equilibrata interazione tra la rete idrografica ed il tessuto acque del Vallone Spirito Santo, provenienti dalle socio-economico, in una visione integrata a scala di bacino e con aree più elevate della valle di Solofra, e quelle del un orizzonte temporale di lungo periodo. Vallone dei Granci, dallo spartiacque del fiume Sabato. L'area oggetto di studio ricade nel territorio dell'Autorità di Bacino del Sarno, tra la catena dei Monti Picentini, la valle dell'Irno e la valle della Solofrana, nella parte settentrionale del bacino idrografico Alto Sarno-Solofrana. Dal punto di vista amministrativo, essa è compresa nell'ambito dei comuni di Calvanico e Fisciano (prov. Salerno) e di Montoro Superiore e Solofra (prov. Avellino) ed è localizzata a ridosso del- l'insediamento produttivo di Solofra, costituito principalmente da un polo conciario di notevoli dimensioni.

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All'uscita dalla piana di Montoro il torrente si biforca roviario di Codola. Il ramo sinistro, denominato torrente una prima volta ricongiungendosi all'ingresso del- Casarsano, svolge in pratica funzione di by-pass del tratto princi- l'abitato di Mercato S. Severino, dove riceve in sini- pale; poco dopo il ricongiungimento, con un sistema di salti, il stra gli apporti dei torrenti Calvagnola e Lavinaio ed torrente Solofrana confluisce nel torrente Cavaiola. in destra le acque del Rio Laura e del torrente Lavinaro. Dal punto di vista idrologico, i deflussi delle principali sorgenti del Il corso principale attraversa il centro urbano con vari Solofrana (Bocche Soprano, Bocche Sottane, Lapazzeta), in gran tratti tombati, procedendo poi attraverso i territori parte captati a scopo potabile dal comune di Solofra e per la comunali di Roccapiemonte e Castel S.Giorgio, e parte restante assorbiti dalla subalvea già in corrispondenza del- biforcandosi una seconda volta a valle del nodo fer- l'abitato di Solofra, si presentano oggi in fase di esaurimento, mentre le sorgenti Laura e Labso (Montoro Inferiore) sono utiliz- zate in gran parte (Labso) per uso irriguo. Il torrente Solofrana è, quindi, da considerarsi, almeno per taluni tratti, un corso d'acqua intermittente e talvolta quasi artificiale. Va considerato, altresì, che nel corso degli anni la falda sotterra- nea è stata sfruttata in modo sempre più intensivo per approvvi- gionamento agricolo ed industriale a scala locale: dal punto di vista quantitativo, pur se il prelievo dalla falda profonda è di non facile quantificazione, atteso il gran numero di pozzi non censiti, esistono chiari segnali di sovrasfruttamento, quali l'abbassamento generalizzato dei livelli ed il progressivo prosciugamento del grup- po sorgivo di Mercato S.Severino. Va, altresì, segnalata la presenza di elevate concentrazioni di nitrati. Il corpo idrico piroclastico - alluvionale della piana del Solofrana, pertanto, è stato classificato con uno stato ambientale scadente. L'area è stata anche individuata, in via preliminare, quale "zona vulnerabile da nitrati di origine agricola". Per quanto concerne il drenaggio delle acque reflue, il bacino in esame fa parte del comprensorio depurativo dell'Alto Sarno, che comprende i comuni di Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Forino, Mercato S.Severino, Montoro Inferiore, Montoro Superiore, Solofra. Nello schema fognario-depurativo del comprensorio Alto Sarno sono in attività: • un impianto di depurazione nel comune di , destinato al trattamento dei reflui urbani ed indu- striali del comprensorio, entrato in esercizio nel maggio 1999;

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IL MONITORAGGIO QUALITATIVO

• un impianto di pretrattamento degli scarichi del polo conciario Per quanto concerne i rilievi qualitativi di carattere del comune di Solofra, al fine di rendere i suddetti scarichi chimico-fisico e biologico, si è fatto riferimento ai compatibili con il ciclo di trattamento dell'impianto centralizza- dati rilevati dall'ARPAC nella stazione di misura di to di Mercato S. Severino. L'impianto, inizialmente realizzato Ponte S. Pietro, in esercizio nell'ambito della rete di con il solo trattamento chimico-fisico, è stato integrato per il monitoraggio per le acque superficiali, situata ai trattamento di tipo biologico; limiti del territorio del Parco Regionale dei Monti • una rete di collettori comprensoriali, per il convogliamento dei Picentini. reflui di ciascun comune del comprensorio all'impianto di STAZIONE DI MISURA PONTE S.PIETRO depurazione. Bacino idrografico: Sarno Con particolare riguardo al comune di Solofra, il sistema di dre- Corpo idrico: Solofrana naggio risulta costituito da: Codice stazione: SOL • una rete mista, confluente in un collettore civile misto recapi- Provincia: Avellino tante al depuratore di Mercato San Severino; Comune: Montoro Superiore • alcune sub-reti "bianche", recapitanti anch'esse nel collettore Località: Ponte S.Pietro civile misto; • una rete industriale - in cui allo stato vengono convogliati anche alcuni tronchi misti - con recapito all'impianto di pretrat- tamento di Solofra. Il refluo pretrattato viene immesso nel col- lettore civile misto recapitante al depuratore di Mercato S.Severino.

IL MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO

Il programma di monitoraggio delle acque superficiali ha riguar- dato: • la caratterizzazione delle acque superficiali (monitoraggio quali- quantitativo delle acque superficiali); • una serie di approfondimenti chimico-biologici finalizzati in cor- rispondenza di cinque stazioni situate lungo il torrente Nell'ambito dello studio sono stati utilizzati i rilievi - Solofrana. purtroppo non sempre completi - effettuati Nelle pagine seguenti, sono sintetizzate le attività svolte e i risul- dall'ARPAC nel periodo 2001 (novembre) - 2007 tati ottenuti. che, con riferimento ai principali parametri chimico- fisici ed ai parametri macrodescrittori, hanno messo Nella carta "Rete di monitoraggio - Acque sotterranee, Acque in evidenza quanto segue: superficiali, Ecologia Ambienti fluviali" (Tav. 6 - cfr CD-rom allega- to) sono indicate le stazioni della rete di monitoraggio attivata. 52 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

• valori della temperatura strettamente legati all'an- 230000 UFC/100 ml) rilevato nel giugno 2007; damento climatico, caratterizzati da valori molto • tra i microinquinanti, nel 2001-2002 sono risultati al di sopra ridotti nei mesi invernali ed estremamente elevati dei valori di soglia il cromo totale, il mercurio ed il piombo, nel nei mesi estivi. Va ricordato, al proposito, che un 2003 il cromo totale ed il piombo, nel periodo 2004-2007 il incremento della temperatura del corpo idrico cromo totale. accelera la cinetica delle reazioni biochimiche: I dati mensili dei parametri chimico-fisici resi disponibili maggiore deossigenazione del corpo idrico, incre- dall'ARPAC per la stazione di Ponte S.Pietro hanno messo in evi- mento più rapido della biomassa del biota, dimi- denza una situazione ambientale del torrente Solofrana nel com- nuzione della concentrazione di saturazione del- plesso preoccupante, con un peggioramento di un certo rilievo - l'ossigeno, con conseguente riduzione dell'intensi- almeno per alcuni parametri - nell'anno 2007 (ultimi rilievi effet- tà del processo di reazione; tuati). • valori del pH sostanzialmente stabili; • valori dei solidi sospesi e della conducibilità elettri- In Tab. 1 è sintetizzato l'andamento dello Stato Ambientale del ca caratterizzati da sensibili oscillazioni, con ten- Corso d'Acqua (SACA) nel periodo 2002-2006. E' evidente dalla denza ad incrementarsi nella seconda metà del tabella un lieve miglioramento dello Stato Ambientale nel 2005, periodo di misura (giugno-dicembre). Per la sola per quanto concerne sia il Livello di Inquinamento dai conducibilità, inoltre, è stato possibile rilevare un Macrodescrittori (che passa dalla classe 4 alla 3), sia l'Indice aumento dei valori rilevati nel periodo 2006- Biotico Esteso (che passa dalla classe 5 alla 4), mentre rimane, 2007; purtroppo, invariata la situazione dei parametri chimici integrativi • valori dell'ossigeno disciolto caratterizzati da note- relativi ai microinquinanti organici ed inorganici, che risultano voli oscillazioni, ma in generale alquanto ridotti e ancora superiori ai valori di soglia (Cr totale). con un particolare preoccupante abbattimento della percentuale di O per i tre prelievi effettuati 2 Tab. 1. Stazione Ponte S. Pietro - SACA 2002÷2006 nell'anno 2007; • valori del BOD5 e del COD contraddistinti da notevoli oscillazioni, con un significativo preoccu- pante incremento per i rilievi effettuati nel 2007; • valori dell'azoto ammoniacale (NH4) e dell'azoto nitrico (NO3) caratterizzati da sensibili oscillazioni, con una tendenza ad incrementarsi nella seconda metà del periodo di misura (giugno-dicembre). E' stato, inoltre, ancora rilevato - per il solo Azoto ammoniacale - un significativo allarmante incre- mento per i rilievi effettuati nel 2007; (*) dato desunto dal consulente per le "Acque superficiali" • valori del fosforo totale sempre abbastanza ridotti; • valori dell'Escherichia coli caratterizzati da notevoli oscillazioni, con un valore anomalo (pari a 53 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

Il valore del LIM desunto per l'anno 2006 - peraltro sulla scorta di STAZIONE N. 2 soli sei rilievi - individua, invece, un chiaro peggioramento dello SOLOFRA stato chimico-fisico delle acque del torrente Solofrana, confermato situata nelle vicinanze del dai tre rilievi del 2007 - dai quali ovviamente non è stato possibile comune di Solofra, nei dedurre il Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori - estrema- pressi del vallone Toppola mente preoccupanti sia per quanto riguarda i parametri macrode- scrittori che i parametri chimici integrativi relativi ai microinquinanti STAZIONE N. 3 organici ed inorganici (in particolare il cromo totale). CO.DI.SO. 1 La situazione ambientale descritta è confermata dai dati sedimen- ubicata a monte tologici (prelievi effettuati sui sedimenti del fiume Sarno e dei suoi dell'impianto affluenti nel 2004 a cura del Commissario Delegato e Ex O.P.C.M. di depurazione 3270/2003) relativi al tratto del torrente Solofrana compreso nel- ex CO.DI.SO. l'area oggetto di studio, che sottolineano effetti di contaminazio- ne industriale. STAZIONE N. 4 CO.DI.SO. 2 ULTERIORI INDAGINI CHIMICO-BIOLOGICHE situata a valle dell'impianto di depurazione ex CO.DI. A completamento delle attività di monitoraggio qualitativo, sono SO., all'incirca 700 m a state predisposte una serie di indagini di approfondimento chimi- monte di Ponte S. Pietro co-biologico1. In particolare, le indagini sono state riferite ad una rete di monitoraggio costituita da n. 5 stazioni lungo il torrente STAZIONE N. 5 Solofrana, scelte sia per la loro significatività nell'ambito della CONFLUENZA valutazione dello stato di qualità del torrente, sia per la loro ubicata a monte della confluenza del torrente accessibilità: Solofrana nell'Alveo Comune stazione n. 1 - Solofrana "bianco" Con riferimento alla rete di monitoraggio, sono state stazione n. 2 - Solofra effettuate le seguenti campagne di misura: stazione n. 3 - CODISO 1 1. due prelievi dei parametri Macrodescrittori stazione n. 4 - CODISO 2 (in data 17.04.2008 e 28.05.2008); stazione n. 5 - Confluenza 2. una mappatura per l'Indice Biotico Esteso STAZIONE N. 1 - SOLOFRANA "BIANCO" (in data 17.04.2008); ubicata nei pressi delle Bocche Soprano, 3. il rilievo dell'Indice di Funzionalità Fluviale rappresenta il cosiddetto "punto di (in data 17.04.2008). bianco" del corso d'acqua I risultati ottenuti sono sintetizzati, per quanto con- Posta a monte del torrente Solofrana, cerne il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori rappresenta il punto di incontro delle (LIM) e l'Indice Biotico Esteso (IBE), nella Tab. 2, dalla acque provenienti dal "vallone dei quale si evince quanto segue: Granci" e dal "vallone Santo Spirito". • con riferimento al Livello di Inquinamento da 54 Macrodescrittori, è evidente un netto peggiora- P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

mento per tutte le stazioni tra aprile e maggio particolare per le ultime tre stazioni, individua un ambiente 2008, in termini sia di punteggio che di classe, "fortemente inquinato o fortemente alterato". con l'eccezione della stazione n. 2 - Solofra; La situazione descritta, preoccupante dal punto di vista ambienta- • un progressivo peggioramento sia del LIM che le, è confermata dai dati desunti per l'Indice di Funzionalità dell'IBE lungo l'asta fluviale da monte verso valle, Fluviale, sintetizzati in Tab.3 e 4, che individuano un "Giudizio di con uno Stato Ecologico del Corso d'Acqua che Funzionalità Fluviale" "scadente" o "pessimo" per l'intero tratto da sufficiente (stazione Solofrana "bianco") divie- fluviale preso in esame e, per le prime due stazioni, addirittura ne scadente (stazione Solofra) e successivamente peggiore dello Stato Ecologico. E' da rilevare, altresì, il punteggio pessimo (per le tre stazioni successive); estremamente basso che caratterizza la stazione finale • lo Stato Ecologico è quasi sempre negativamente ("Confluenza"). condizionato dall'Indice Biotico Esteso, che, in

Tab. 2. Torrente Solofrana - Campagna di monitoraggio 2008 (LIM e IBE)

Tab. 3. Torrente Solofrana Campagna di monitoraggio 2008 (IFF)

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Tab. 4. Torrente Solofrana - Campagna di monitoraggio 2008 (Giudizio di Funzionalità)

Nel complesso, quindi, pur tenendo conto che i dati di campo raccolti nel corso dello studio sono ancora ridotti e perciò tali da con- sentire solo valutazioni di carattere preliminare, non può che concludersi che lo stato di qualità ambientale del torrente Solofrana è risul- tato nel complesso decisa- mente negativo, sia dal punto di vista fisico-chimico che biologico, sia, infine, secondo l'analisi integrata del sistema fluviale effettuata mediante l'Indice di Funzionalità Fluviale.

Lo stato di fatto rilevato mette ovviamente in eviden- za l'opportunità di proseguire le indagini chimiche, biologi- che ed ecologiche avviate.

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IL MONITORAGGIO QUANTITATIVO

Per quanto concerne le attività di monitoraggio sezione di misura è risultata alterata in modo tale da rendere inat- quantitativo, si è proceduto preliminarmente alla tendibili i rilievi del teleidrometro, senza possibilità immediata di verifica dello stato di esercizio della stazione idrome- ripristino (se non a cura del Settore Regionale di Protezione trica di Ponte S. Pietro (Montoro Superiore), gestita Civile). Nel periodo successivo, quindi, a partire dal gennaio 2008, in telemisura dal Dipartimento Regionale della sono stati effettuati soltanto rilievi saltuari della portata (con muli- Protezione Civile. Al fine di rendere attendibili le nello idrometrico o recipiente tarato). misure della suddetta stazione, è stato necessario Contestualmente, sono stati acquisiti i dati pluviometrici della procedere preventivamente ad un intervento di medesima stazione di Ponte S.Pietro2, resi disponibili per il perio- sagomatura dell'alveo del torrente Solofrana ed alla do 01.01.2006-30.04.2008. successiva taratura della scala di deflusso. L'analisi dei dati meteorici ed idrometrici raccolti ha consentito le La stazione ha funzionato regolarmente dal seguenti considerazioni: 18.12.2006 sino all'ottobre 2007, quando, per l'ef- • i valori di maggiore entità della portata media giornaliera sono fetto combinato di alcuni eventi di piena e di inter- risultati in genere in fase con i principali eventi meteorici regi- venti non autorizzati di modificazione del fondo strati; alveo con asporto di materiale, la geometria della • atteso che nei periodi estivi il torrente Solofrana risulta non di rado asciutto - come evidenziato anche dai rilievi effettuati dall'ARPAC - e ricordando la sostanziale assenza di deflussi sor- gentizi, in prevalenza captati e per la parte restante assorbiti dalla subalvea già in corrispondenza dell'abitato di Solofra, si può concludere che il torrente Solofrana può essere classificato nell'ambito dell'area di studio come un corso d'acqua intermit- tente; • l'analisi delle portate di magra, effettuata con riferimento ai dati dei giorni non piovosi del periodo dicembre 2006-luglio 2007, ha messo in evidenza che: - la portata nei periodi asciutti è caratterizzata da notevoli oscillazioni nell'arco della giornata, con variazioni orarie di notevole ed imprevedibile entità. In particolare, i valori orari massimi risultano anche 3-5 volte maggiori dei valori orari minimi e 2-3 volte maggiori dei valori medi ; - i valori orari massimi della portata in tempo asciutto risultano non di rado dello stesso ordine di grandezza dei valori regi- strati nel corso degli eventi meteorici o nei periodi immedia- tamente successivi; - i valori orari massimi della portata in tempo asciutto sono stati di frequente rilevati nelle ore notturne.

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e notevole imprevedibilità, la sostanziale inapplicabili- tà delle metodologie in genere utilizzate per la valu- tazione del Deflusso Minimo Vitale (approccio idrolo- gico, approccio idrobiologico, metodi ibridi). Allo stato, per una valutazione del DMV da considerar- si comunque orientativa, si è fatto riferimento alla rela- zione proposta dall'Autorità di Bacino Pilota del Fiume Serchio3, sviluppata dal gruppo di lavoro de l'Autorità di Bacino del Sarno nell’Ambito del “Progetto di Piano Stralcio della tutela della risorsa idrica (2002) con l'in- tento di correlare il Deflusso Minimo Vitale alla soprav- vivenza delle comunità di organismi acquatici e, E', quindi, plausibile evincere che, nonostante gli interventi di soprattutto, alla funzionalità globale ed alla naturalità riqualificazione e completamento del sistema di drenaggio urbano degli ecosistemi fluviali. di Solofra citati in precedenza, le immissioni abusive di reflui di Si ricorda all'uopo che il suddetto approccio si basa origine industriale sono ancora purtroppo di significativa entità. sulla relazione: Tale conclusione appare confermata dallo Stato Ambientale sostanzialmente pessimo del torrente Solofrana desunto dal (1) monitoraggio qualitativo, dalla presenza di notevoli quantità di in cui: cromo totale, rinvenute anche di recente (rilievi ARPAC, 2007), e • Rspec: portata specifica (assunta dall'Autorità di dalle caratteristiche dell'acqua rilevate a Ponte S.Pietro (colore Bacino Pilota del Fiume Serchio pari a 1.6 l/s km2 scuro, odore sgradevole, presenza di schiuma). di bacino sotteso); In definitiva, quindi, appare verosimile che gli andamenti della • S: superficie del bacino sotteso (km2); portata rilevati nei periodi asciutti siano riconducibili al regime • C: indice di piovosità; degli scarichi conciari e/o urbani (background industriale/refluo). • D: indice altimetrico; Le considerazioni precedenti sono state confermate dai dati di • E: indice di permeabilità; portata raccolti saltuariamente con misure dirette nel periodo • F: indice di qualità biologica; 30.01.2008-19.10.2008, che evidenziano il regime intermittente • G: indice di naturalità; del torrente Solofrana, caratterizzato nel periodo giugno-ottobre • H: fattore definito dalla relazione: 2008 da portate sempre molto ridotte (spesso dell'ordine di pochi H = 1 + (Dx0,05) l/s) o addirittura nulle (in particolare nel periodo settembre-otto- in cui D è la distanza (espressa in km) misurata bre 2008. lungo il corso d'acqua tra l'opera di presa e l'even- tuale punto di restituzione; Per quanto concerne la valutazione del Deflusso Minimo Vitale, è • Modulazione di portata: fattore correttivo assunto evidente, atteso il regime intermittente del torrente Solofrana pari al 10% della differenza tra la portata natura- strettamente correlato alle precipitazioni meteoriche e la compo- le istantanea ed il DMV non modulato, in modo nente "industriale" dei deflussi, caratterizzata da elevata variabilità da "adattare" il Deflusso Minimo Vitale calcolato 58 al regime idrologico del corso d'acqua. P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

L'applicazione della (1) al bacino in esame, tenendo che di gestione delle acque, mirata all'attuazione di un intervento conto dei valori assunti dagli indici correttivi della integrato con le seguenti finalità: portata specifica, conduce ad un valore del Deflusso • ridurre i consumi, favorendo il risparmio ed il riutilizzo idrico; Minimo Vitale del torrente Solofrana presso la sta- • privilegiare interventi decentrati per il trattamento dei carichi zione di Ponte S. Pietro all'incirca pari a 190 l/s, cor- civili, industriali e zootecnici - utilizzando tecnologie, come ad rispondente ad un valore unitario dell'ordine di 8.5 esempio la fitodepurazione - al fine di restituire l'acqua depu- l/s*km2. rata alla circolazione naturale; Al fine di tener conto delle differenze climatiche esi- • migliorare l'efficacia dei sistemi depurativi convenzionali, assi- stenti tra l'alta Toscana (bacino del Serchio) e l'area curandone un'attenta gestione e rinnovando le reti di colletta- territoriale in esame, il DMV è stato stimato adottan- mento, integrandoli ove possibile con zone umide e sistemi fil- do nella già citata relazione (1) anche un più ridotto tro forestali; valore della portata specifica. In particolare, sono • intervenire sui carichi diffusi agendo sulle fonti inquinanti (in stati assunti per Rspec i valori 0.5 e 0.8 l/s*Km2, particolare per i carichi agricoli), favorendo nel contempo la ottenendo valori del Deflusso Minimo Vitale dell'or- creazione di fasce tampone e zone umide; dine di 0.060-0.190 m3/s, corrispondenti a valori • incoraggiare soluzioni innovative integrate, che prevedano il unitari del DMV compresi nell'intervallo 2.7-8.5 recupero della naturalità, l'aumento dei tempi di residenza in l/s*km2. alveo per lo sviluppo di fenomeni autodepurativi più spinti, la E' probabile, attese le già citate caratteristiche dei creazione di zone umide per assicurare riduzione del rischio gruppi sorgentizi di alta quota, che in condizioni idraulico, biodiversità e fitodepurazione; naturali alimenterebbero i deflussi superficiali del • con specifico riferimento all'area oggetto di studio, in linea torrente Solofrana, che l'effettivo valore del DMV si generale si ritiene di poter suggerire gli interventi di seguito possa attestare sui valori più ridotti dell'intervallo specificati. indicato. IMPLEMENTAZIONE DI UNA RETE DI MONITORAGGIO QUALI- QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI E SOTTERRANEI INDIRIZZI E LINEE-GUIDA Tale rete di monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici super- ficiali e sotterranei deve consentire: Sulla scorta delle attività sviluppate ed a supporto • la raccolta di dati qualitativi da affiancare a quelli della stazione della programmazione e gestione del territorio del di Ponte S. Pietro dell'ARPAC, costituendo un prezioso databa- Parco Regionale dei Monti Picentini, si è ritenuto se per l'analisi dell'evoluzione dello Stato Ambientale del tor- utile procedere alla redazione di indirizzi e linee- rente Solofrana e l'individuazione dei parametri fisico-chimici, guida per una pianificazione ambientale rivolta alla biologici e microbiologici maggiormente impattanti sull'am- riqualificazione fluviale del torrente Solofrana, con biente fluviale; l'obiettivo di ricostruire un'equilibrata interazione tra • la raccolta di dati quantitativi, per un immediato controllo delle la rete idrografica ed il tessuto socio-economico, in immissioni industriali non autorizzate ed una più consapevole una visione integrata a scala di bacino e con un oriz- analisi del Deflusso Minimo Vitale, al fine di procedere ad zonte temporale di lungo periodo. eventuali revisioni delle concessioni di derivazione e di prelievo In generale un processo di riqualificazione fluviale dalla falda; deve basarsi su una profonda revisione delle politi- 59 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

• la verifica dello stato quali-quantitativo dei corpi idrici sotterra- Va, infine, considerata la possibilità di utilizzare le nei, con particolare riguardo alle variazioni di livello della falda portate meteoriche e reflue drenate dalla rete mista e profonda. dalle reti "bianche" - con l'eccezione delle acque di prima pioggia - opportunamente trattate per incre- VERIFICHE FUNZIONALI DEL SISTEMA mentare i deflussi superficiali del torrente Solofrana e FOGNARIO-DEPURATIVO DI SOLOFRA mitigarne l'intermittenza. In questa ottica, anche gli Occorre procedere ad una verifica del grado di completamento e agglomerati urbani di modeste dimensioni e addirit- delle condizioni di funzionamento delle reti di drenaggio urbano ed tura le case sparse potrebbero fornire un contributo, industriale di Solofra e, più in generale, delle condizioni di colletta- sia pure di modesta entità, se munite di impianti pri- mento dei reflui civili ed industriali agli impianti di depurazione pre- mari integrati dalla fitodepurazione.Più complesso posti al rispettivo trattamento (Mercato San Severino e Solofra). appare, invece, il ricorso anche alle portate di scarico Particolare attenzione andrebbe posta alle immissioni non autoriz- industriale - pur possibile in linea teorica con un ade- zate di reflui industriali nel torrente Solofrana, procedendo ad guato trattamento delle acque - attesa la presenza di adeguati controlli e verifiche sul territorio. metalli pesanti e di inquinanti tossici. INTERVENTI DI CARATTERE IDROGEOLOGICO INTERVENTI DI RINATURALIZZAZIONE Per quanto riguarda le sorgenti e i punti d'acqua che in condizio- DELL'ALVEO E DELLE AREE RIPARIALI ni naturali alimenterebbero i deflussi superficiali del torrente Preliminarmente, va precisato che l'area oggetto di Solofrana, le principali sono tutte utilizzate ed in parte in fase di studio, attesa la diffusa artificialità del corso d'acqua esaurimento. Il gruppo sorgentizio Bocche Soprane - Bocche e l'estesa urbanizzazione delle aree riparie, appare Sottane, il più importante a monte dell'abitato di Solofra, è caratterizzata: attualmente captato dal Comune a scopo potabile; le sorgenti • da una scarsa potenzialità delle rive e delle aree Laura e Labso, caratterizzate da una notevole escursione annua di riparie a sostenere un'elevata biodiversità; portata a seconda del regime pluviometrico, vengono utilizzate a • da una modesta qualità paesaggistico-ambientale; scopo potabile ed irriguo dal Consorzio di Bonifica Integrale - • da una pressoché totale assenza delle strutture Comprensorio Sarno. Occorrerebbe, quindi, per migliorare ade- idonee al filtraggio ed al bioaccumulo dei nutrien- guatamente le caratteristiche quali-quantitative dei deflussi super- ti e degli inquinanti. ficiali del torrente Solofrana ed assicurare la continuità longitudi- Gli interventi di rinaturalizzazione delle rive e delle nale del sistema lotico, prevedere i seguenti interventi: aree riparie, da effettuarsi principalmente con tecni- • favorire la ripresa quantitativa dei deflussi superficiali, in partico- che di ingegneria naturalistica, dovrebbero quindi lare nel periodo di magra; essere mirati a conseguire risultati non solo in termi- • ridurre e/o razionalizzare i prelievi idrici dal sottosuolo, dimen- ni di sistemazione idraulica, ma anche di creazione sionando l'entità dei prelievi alle potenzialità ed alla qualità di macro e micro-ambienti naturali, di miglioramen- delle acque dei bacini sotterranei, al fine di ripristinare i natura- to delle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli e li rapporti falda-fiume; delle acque, di arricchimento del paesaggio. • prevedere il riuso dei reflui degli impianti conciari, al fine di In maggior dettaglio, gli interventi di rinaturalizza- favorire l'abbattimento dei prelievi dalla falda profonda, zione dovranno tendere: accompagnato dal riciclo delle sostanze chimiche utilizzate nel • al ripristino e/o alla ricostituzione, ove e per quan- ciclo conciario. 60 to possibile, dell'ecotono ripariale del torrente P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” acque superficiali

Solofrana, riqualificandone la struttura e la com- posizione floristica. Oltre al mantenimento delle aree naturali, quindi, occorrerà procedere a reim- pianti di vegetazione e ad interventi di deartificia- lizzazione, allargando l'alveo, ove possibile, anche nelle aree urbanizzate; • all'eliminazione, ove possibile, delle tipologie di rivestimenti "irrigidenti" presenti lungo il corso d'acqua, ed alla loro sostituzione con tipologie di rivestimenti realizzati secondo le tecniche dell'in- gegneria naturalistica; • alla riqualificazione nel suo complesso del quadro paesistico del corso d'acqua e degli ambienti ripari. In linea di massima, salvo studi di maggior dettaglio per una più puntuale definizione delle opere da rea- lizzarsi, potrebbero prevedersi: • per il tratto a monte dell'abitato di Solofra: nel tratto iniziale dell'asta torrentizia, dalle sorgenti lungo il "Vallone delle Bocche" sino alla circonval- lazione di Solofra, interventi di rinverdimento e deartificializzazione delle sponde e di restauro degli argini e dei salti di fondo esistenti; • per il tratto nell'abitato di Solofra: in tale tratto l'alveo fluviale è in gran parte cementato, per cui potrebbero essere previsti limitati interventi di rin- verdimento delle sponde e l'eventuale messa a dimora di filari alberati; • per il tratto sino al Ponte S. Pietro: interventi di rinver- dimento e deartificializzazione delle sponde, restau- rando nel contempo i tratti arginali ammalorati;

• per l'intera asta fluviale interventi di pulizia dell'alveo. NOTE 1. Nell'ambito dello Studio, l'Autorità di Bacino del Sarno ha predisposto ulteriori indagini di Per approfondimenti, si veda il Report Integrale campo svolte con la collaborazione del prof. Marco Guida (Università degli Studi di Napoli Ambito "Acque Superficiali" - Cd rom allegato al "Federico II"). 2. Regione Campania - Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio - presente Quaderno. Centro Funzionale per la previsione meteorologica e il monitoraggio meteo-idropluviometri- co e delle frane. 3. Delibera Comitato Istituzionale n.121 del 01/08/2002. 61 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

PREDISPOSIZIONE ED APPLICAZIONE DI UN MODELLO DI VALUTAZIONE INTEGRATA APPLICATA AL SISTEMA FIUME ALTO SARNO-SOLOFRANA-CORRIDOIO FLUVIALE prof. ssa M.Giovanna Braioni con la collaborazione di: arch. Anna Braioni dott.ssa Adriana Locascio prof. Gianpaolo Salmoiraghi dott.ssa M.Cristina Villani ecologia degli ambienti fluviali

I corsi d'acqua - le aree riparie - i corridoi fluviali costituiscono culturale - storico - ambientale sintetizzata nel pae- sistemi ad elevata complessità ambientale, territoriale e paesaggi- saggio fluviale (Braioni et al., 2005). stica. Sono caratterizzati da specifici flussi, da scambi di materia e A fronte di questi rischi e pericoli, il Sistema F. Alto di energia, da intense interrelazioni e interconnessioni che si arti- Sarno - Solofrana - corridoi fluviali presenta peculiari colano e interagiscono in un contesto pentadimensionale, caratteristiche geo - morfo - idrogeologiche legate • longitudinale: dalla sorgente alla foce; all'attività del Vesuvio ed è: a) porta nord-ovest di • trasversale: alveo fluviale - aree riparie - corridoio fluviale; accesso al Parco Regionale dei Monti Picentini, b) • verticale: colonna d'acqua - alveo - ambiente interstiziale e importante componente della Rete Ecologica della freatico - acquiferi profondi; Regione Campana che unifica, grazie alla presenza • temporale: di Habitat comunitari e alla conservazione della a) per l'adattamento dei cicli biologici dei biota (che partecipano struttura del paesaggio, di manufatti e di presenze stabilmente o parzialmente ai processi trofico - funzionali) alle insediative di valore storico, i siti SIC e ZPS con i Siti variazioni stagionali e morfo-idrologiche degli ambienti fluviali, di rilevante interesse storico, archeologico, paesaggi- b) per le loro migrazioni, costituendo, per quest'ultimo aspet- stico - ambientale (Braioni A., 2008; Braioni et al., to, una vulnerabile ma capillare e continua rete ecologica; 2008; Locascio, Salmoiraghi, 2008; Villani, 2008; • nell'ambito del sistema territoriale, per l'evoluzione economica, AA.VV.AdB Sarno 2004-2008). sociale, culturale delle popolazioni residenti. In questo contesto di forte coesistenza di elementi di In tal senso, i corridoi fluviali rappresentano aree ad elevata vulne- pregio, di degrado e di rischio è stato predisposto il rabilità in quanto le modalità dello sviluppo antropico hanno modello di valutazione integrata.

1. Il modello di valutazione integrata

La definizione di linee metodologiche di valutazione integrata, in funzione della gestione, tutela e pianifi- cazione sostenibile e del ripristino della risorsa acqua, richiede un metodo di lavoro basato fonda- mentalmente su tre momenti, così definibili per grandi categorie: a) individuare gli specialismi, cioè le diverse discipline che possono approfondire tutti gli aspetti inerenti i temi, b) raccogliere le informa- zioni necessarie già con l'obiettivo di poterle correla- re sia in modo aggregato che disaggregato, c) inte- grare i risultati per definire un'unica visione di determinato, in molte zone, a causa dei contrastanti usi delle piano/progetto (Braioni et al., 2005, 2008a). risorse legate al fiume e al territorio, il rischio di perdita della bio- La novità del metodo utilizzato consiste nel rapporto diversità e della funzionalità dei processi, da cui dipende la con- stretto tra i diversi tipi di indagine fino dal momento servazione delle risorse e lo sviluppo antropico, il pericolo di cala- dell'impostazione dei rilevamenti così da poter: 1) mità quali esondazioni e siccità prolungate, la perdita dell'identità integrare al massimo le informazioni a partire dai lin- 64 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

guaggi, 2) definire già nell'impostazione i temi di L'applicazione di questo metodo al Sistema F. Alto Sarno - confronto tra gli specialismi, 3) basare, di conse- Solofrana - corridoio fluviale, ha comportato (tenendo in conside- guenza, la pianificazione dei corridoi fluviali sulla razione anche i limiti e le specificità dell'incarico), l'elaborazione valutazione degli elementi di qualità/degrado/rischio del modello descritto in Fig. 1 (rimandando alla relazione estesa e cioè sulla sensibilità ecologico - paesaggistica. consegnata all'AdB Sarno la lettura esaustiva).

65 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali 2 Di quali informazioni necessita: la scelta degli Indici/indicatori Qualunque livello di Pianificazione territoriale (da area vasta a locale, 2008) e delle finalità dello studio, è risultata conse- da distretto a bacino e sottobacino idrografico) riguardante i Piani di guente la scelta di valutare: 1) la flora e la vegeta- Tutela (WFD 60/2000) o di A.I.A., V.I.A., V.I., V.A.S. (così come racco- zione dell'intero bacino mediante rilevamenti floristi- mandato, anche, dalla Convenzione Europea sul Paesaggio), richie- ci e fitosociologici per colmare l'assenza di dati, 2) la dono un quadro informativo idoneo a scomporre la complessità terri- qualità paesaggistico - ambientale del corridoio flu- toriale dovuta a fattori sia naturali che antropici, analizzati anche nel viale mediate l'applicazione dell'Environmental loro evolversi temporale e, quindi, a ricomporla in funzione dei diversi Landscape Index (E.L.I.), 3) la qualità naturalistica e livelli di operatività e decisionalità. filtro - tampone delle rive e delle aree riparie In altri termini, appare indispensabile l'utilizzo di strumenti idonei mediante l'applicazione rispettivamente del Wild a: 1) valutare, in modo integrato, i risultati delle diverse discipline State Index (W.S.I.) e del Buffer Strip Index (B.S.I.). coinvolte nella gestione e nella pianificazione, 2) definire gli sce- Quest'ultimi Indici complessi, infatti, come ampia- nari reali possibili per il modificarsi di una o più variabili che costi- mente descritto nel manuale di applicazione (Braioni tuiscono la complessità ambientale, paesaggistica, territoriale; et al., 2008a) sono adatti a definire le informazioni tutto ciò per ottimizzare le Risposte (utilizzando la terminologia necessarie ad una corretta pianificazione (Braioni et del Modello DPSIR dell'EEA), compatibili con le caratteristiche e le al., 2005; 2006, 2008b). potenzialità di sviluppo del territorio - ambiente - paesaggio, 3) Specificità: fornire risultati e risposte comprensibili a tutti gli utilizzatori, con • E.L.I.: la valutazione è espressa in termini di sensi- ciò intendendo soprattutto le popolazioni residenti coinvolte e i bilità alla trasformazione del territorio, cioè la portatori di interessi socio-economico-ambientali. capacità che può avere o non avere il territorio o Di conseguenza, nel processo di piano e nel processo di valuta- parti del territorio a modificarsi senza perdere o, zione, la scelta degli Indicatori/Indici più idonei a scomporre la anzi, acquisendo valore ambientale; complessità ambientale - territoriale e a ricomporla in modo • W.S.I.: valuta la potenzialità delle rive e delle aree aggregato in funzione degli obiettivi prescelti, è uno dei nodi riparie a sostenere una elevata biodiversità sulla essenziali sia nella fase di elaborazione dei Piani-Processo, sia base della diversità, ricchezza e complessità degli nella fase di valutazione, sia in quella successiva di Attuazione e habitat fluviali. Infatti i cambiamenti di quest'ultimi, Gestione degli stessi (Braioni et al., 2008a,b). a seguito degli usi del territorio, influenzano i Nel lavoro di catalogazione e riordino degli Indicatori degli ecosi- popolamenti biologici direttamente o indirettamen- stemi per il governo del territorio (AAA, 2005; Malcevschi, 2005 te, stabilmente o per parte del loro ciclo biologico. in Braioni et al., 2005), è stata introdotta la categoria di "Entità • B.S.I.: valuta la potenzialità delle rive - aree riparie complesse" e di "Indici complessi biologici, ecologici, paesaggisti- a trattenere, filtrare, bioaccumulare i nutrienti e co - ambientali" (Braioni et al., 2005), caratterizzati da elevata gli inquinanti trasportati da monte e depositatisi sensibilità, specificità, complementarietà, e idonei a permettere le sulle aree esondate e/o percolanti dal territorio procedure di cui sopra ed anche l'elaborazione di mappe partico- circostante sulla base del grado di complessità lari derivanti dall'integrazione dei risultati di diverse analisi discipli- delle strutture morfologiche, idrologiche e vegeta- nari (Braioni et al., 2006, 2008b; Day et al., 2008). zionali presenti. Tenuto conto di quanto sopraesposto, dei dati forniti dall'Autorità Sensibilità: di Bacino del Sarno (2004-2007), dagli altri settori (Giugni, 2008; • E.L.I.: valuta 86 variabili, 304 Modalità raggruppa- Guida 2008; Celico, Habetswallner, 2008, Della Gatta, D'Alterio, te in 6 Gruppi di Elementi (1.Presenze insediative, 66 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

3. Localizzazione dei tratti esaminati

2. Viabilità e Infrastrutture, 3. Elementi vegetazio- Il modello di valutazione integrata è stato applicato, come richie- nali, 4. Elementi d'acqua, 5. Altri Elementi, 6. sto dall'incarico, su due aree del Sistema T. Solofrana - corridoio Scena visiva) rilevati in una ben definita Area fluviale in funzione della formulazione di azioni-soluzioni-progetti- omogenea del corridoio fluviale, suddivisa dal per- interventi che coniunghino tutti gli aspetti (antropici, naturalistici, corso principale in ADR1 (dal punto stazione ecosistemici-ambientali strutturali e funzionali, morfo-idrologici, verso il fiume) e in ADR2 verso l'interno.(Fase 2 idrogeologici ed idraulici) della sostenibilità e inneschino un pro- Analisi ed interpretazione dei dati 2.1.1.Peculiarità cesso virtuoso che evidenzi in modo generalizzato, anche ai por- dell'E.L.I., del W.S.I., del B.S.I.). tatori di interesse, i vantaggi della sostenibilità e dell'essere parte • WSI: valuta 23 variabili e 163 modalità riunite in 8 della Rete naturalistica-ambientale-paesaggistica, storico-monu- Sub_Indici in un'area di 100 m localizzata all'in- mentale della Regione Campana. Quest'ultimo aspetto risulta par- terno dell'Area omogenea rilevata dall'E.L.I.(Fase ticolarmente importante in quanto le aree demaniali sono assenti. 2 Analisi ed interpretazione dei dati Il modello proposto è stato ulteriormente validato su altri tratti del 2.1.1.Peculiarità dell'E.L.I., del W.S.I., del B.S.I.). sistema F. Alto Sarno - Solofrana - corridoio fluviale, applicandolo • BSI: valuta 24 variabili e 179 modalità riunite in 5 ai risultati acquisiti su altri tre tratti rientranti nella proposta di Sub_Indici .(Fase 2 Analisi ed interpretazione dei riperimetrazione del Parco del Bacino idrografico del Fiume Sarno. dati 2.1.1.Peculiarità dell'E.L.I., del W.S.I., del (All. 1 - Cd-rom allegato - La qualità paesaggistico - ambientale, B.S.I.). ecologico - naturalistica e vegetazionale di tre tratti del Sistema Complementarietà: F.Alto Sarno - Solofrana - corridoio fluviale). ELI, WSI, BSI presentano elevata complementarietà Qui di seguito si riportano, per ognuno dei cinque tratti: tra loro e con altri Indici/indicatori. In particolare, l'elevata correlazione tra le qualità del W.S.I. e del • nelle figure, le aree rilevate dal E.L.I., W.S.I., B.S.I., le qualità E.L.I. e la presenza di Habitat prioritari, comunitari aggregate dei tre Indici e disaggregate dei 6 Gruppi di conferma che se si elimina o si banalizza la comples- Elementi del E.L.I. (come indicati in Tab. 1a - Cd-rom allegato) sa struttura della vegetazione - Habitat, si incide e dei Sub_Indici del W.S.I. e del B.S.I. (come riportati in Tab. 1b negativamente anche sulla biodiversità e sulla quali- - Cd-rom allegato), gli Habitat comunitari individuati tà visiva. Viceversa, tutelando o migliorando l'aspet- dall'Analisi fitosociologica, alcune foto dei repertori fotografici to paesaggistico, aumenta la qualità naturalistica del E.L.I., W.S.I., B.S.I., delle aree riparie e la biodiversità. L'andamento spesso simile tra le qualità del WSI e • nel testo, le caratteristiche e le indicazioni più significative del BSI evidenzia come la riduzione/banalizzazione emerse dal processo di valutazione integrata, rimandando la della vegetazione - Habitat (per l'eccessiva antropiz- lettura integrale dei risultati alla relazione consegnata zazione/artificializzazione) causa l'eliminazione delle all'Autorità di Bacino del Sarno. strutture morfo-idrologiche - vegetazionale adibite alla funzione autodepurativa (Braioni et al., 2005, 2006, 2008).

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4. Valutazione integrata dei due tratti del Sistema Torrente Solofrana - corridoio fluviale nel Parco Regionale dei Monti Picentini zionano il bilancio idrico, 2) per avvalersi degli scarichi (in termini di volume) mediante l'incentivazione della loro depurazione e dell'autodepurazione (in termini di qualità), Sottobacino sotteso così da riportare il deflusso in alveo al suo naturale anda- 2 Superficie pari a 39 km ; prevalenza di Boschi di latifoglie, più ridotte le mento intermittente. Gli scarichi civili e industriali, nel rap- Aree urbanizzate, i Sistemi colturali, i Frutteti, i Castagneti da frutto, i porto 70% e 30% secondo il censimento ARPAC antece- Cespuglieti e arbusteti e le colture Ortive (Locascio, Salmoiraghi, All.1.1). dente al piano di allacciamento al depuratore Alto Sarno, A quote superiori ai 500 m, in ambiente di pendio sono presenti forma- peggiorano la qualità delle acque. Tra Solofra e Nocera zioni arboree riconducibili al aggruppamento a Ostrya carpinifolia, impor- Inferiore, IBE e LIM (Giugni et al., 2008) hanno evidenziato tantissimo per il consolidamento dei versanti, formazioni seminaturali (in 1) apporti di acque reflue, non depurate, provenienti da quanto un tempo ceduate), di un certo pregio caratterizzate da: 1) uno civili abitazioni, 2) come lo Stato Ecologico buono possa strato arboreo dominato da Ostrya carpinifolia, con Acer pseudoplatanus essere raggiunto solo da azioni che incrementino la depu- e Tilia cordata, 2) uno strato arbustivo in cui compaiono Cornus mas e razione all'origine e/o incentivino i processi autodepurativi Corylus avellana, 3) uno strato erbaceo con Festuca altissima, Luzula for- del torrente, i cui sedimenti risultavano contaminati da steri, Brachypodium sylvaticum (Villani, 2008). Cromo e Cadmio (AdB Sarno, 2004). La contaminazione L'Indice di Naturalità della Vegetazione (IVN di Pizzolotto e Brandmayr, da nitrati delle falde superficiali (AdB Sarno, 2004) è con- 1996) evidenzia una buona valenza naturalistica (Locascio, Salmoiraghi, fermata dalla presenza di formazioni erbacee nitrofile e di 2008 All.1.1). Le specie di pregio (Eurimediterranee e Stenomediterranee) praterie nitrofile con infiltrazioni di flora alloctona. a) legate ai boschi termofili (Quercus ilex, Quercus cerris, Fraxinus ornus, Daphne laureola, Ruscus aculeatus), b) censite sui muretti a secco delle Nonostante questi fattori di degrado, di disturbo e di rive del T. Solofrana (fra cui Umbilicus rupestris, Centranthus ruber, rischio, nei 2 km posti a monte di S. Pietro l'analisi fitoso- Minuartia mediterranea, Saxifraga tridactylites, Sedum dasyphyllum), c) il ciologica della vegetazione ha evidenziano, in alveo, vege- rinvenimento di Centaurea deusta, endemica della penisola italiana fuori tazioni da tutelare in base alla Direttiva 42/93, la qualità dal tratto e di Linaria purpurea (ad areale limitato all'Italia centro-meri- naturalistico - ecologica delle rive e delle aree riparie carat- dionale) su un'affluente del T. Solofrana, testimoniano l'importanza di teristiche morfo-idrologiche e vegetazionali idonee a conservare a) nelle aree montane, i versanti boscati fino ai corsi d'acqua sostenere un'elevata biodiversità e a riavviare i processi b) nel fondovalle, le strutture idrauliche "storiche", c) la necessità di rile- autodepurativi, la qualità paesaggistico - ambientale del vare la rete idrica per l'intero periodo vegetativo (Villani, 2008). corridoio fluviale caratteristiche paesaggistico - storico - Le sorgenti con portata variabile da 0,l/s a 40 l/s, nei periodi di magra ambientali da tutelare e valorizzare. La co-presenza dei sono asciutte o quasi (0,1 l/s). I tratti torrentizi perenni, rari, sono limitati fattori di degrado, di pericolo, di tutela rendono, pertanto, a poche centinaia di metri e con portate di pochi l/s. Le portate, nel trat- i due tratti idonei all'applicazione del modello sopra to a valle di Solofra fino a S. Pietro, sono mediamente più alte a causa descritto. degli scarichi di alcune concerie. (Celico e Habetswallner, 2008). A con- ferma, durante il monitoraggio idro-pluviometrico a S. Pietro nel bime- I due tratti stre giugno-luglio, caratterizzato da assenza di precipitazioni, il deflusso Si estendono tra il raccordo autostradale di Montoro S. idrico è garantito solo dagli scarichi: la portata istantanea varia da alcune fino all'ampia area agricola posta ad ovest di S. Pietro decine di l/s a migliaia e il valore medio mensile (131,9 l/s) con oscillazio- (Montoro I.) Il T. Solofrana scorre tra versanti relativamente ni da 59 a 1893 l/s è inattendibile e spiegabile solo da questi scarichi. Ne alti e ripidi, con un percorso meandriforme, scendendo da consegue che la conoscenza delle concessioni delle captazioni da sorgen- quota 223 m a 200 m s.l.m.. Riceve le acque convogliate ti e da pozzi (sottrazione della risorsa "pulita" al reticolo superficiale) e dai Monti Picentini nei Valloni Incoronata, Stra e Case degli scarichi che la rilasciano "non autodepurata", rappresenta un'azio- Pepe. La fascia valliva C, corrispondente all'esondabilità ne prioritaria 1) per evidenziare i fattori antropici e le fruizioni che condi- più estesa e meno ricorrente, segue la conformazione della valle e i salti di quota dei versanti. L'area montana a 68 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

rischio esondazione si estende alla confluenza dei valloni Area omogenea SOLAV000.01 Incoronata e a monte di S. Pietro. Uso del suolo: a) colture Montoro Superiore - Ponte S. Pietro permanenti, frutteti e frutti minori e boschi a latifoglie nei Dall'ansa a gomito, 2,3 km a valle del depuratore di Solofra, fino al terrazzi più elevati, b) area urbanizzata (S. Pietro e area ponte che collega le masserie, poste sui terrazzi fluviali in destra subito a monte). Solofrana, al centro abitato di Montoro S.. Si estende, in destra orografi- La qualità paesaggistico - ambientale del corridoio fluviale ca, da quota 240 a 223,5 m s.l.m., in sinistra segue il livello di quota dei è stata rilevata in 5 Aree omogenee: 2 nel I tratto, 3 nel 235 s.l.m.; corridoio fluviale a prato con boschi di castagno e farnia-rove- II. La qualità naturalistica e filtro tampone delle rive e delle rella. Lungo il tratto naturale vi confluiscono le acque incanalate nei aree riparie in 11 aree: 7 nel I tratto, 4 nel II. La vegetazio- Valloni Incoronata e Stra. Rientra nella fascia valliva C e nelle area di ne e i sedimenti in due punti: 1 nel primo tratto e 1 nel riserva integrale e controllata secondo la riperimetrazione del Parco del F. secondo; il biota, la qualità delle acque e la portata a S. Sarno; il versante nella stretta curva a gomito in dx è franato. La regima- Pietro. zione delle acque, di epoca borbonica, è ancora osservabile: muri di con- tenimento e briglie in sasso, talvolta sostituito con il cemento nei tratti Tratto 1 ammalorati. Il percorso principale è la strada di collegamento delle mas- Rappresentativo del corridoio fluviale "montano", conser- serie al centro abitato di Montoro S. mediante un sottopasso del raccor- va ancora condizioni di naturalità. Si estende dalla curva a do autostradale. gomito nel comune di Montoro S. alla periferia (non inclu- sa) di S. Pietro (Monitoro I.); il corridoio fluviale è delimita- to a nord dai salti di quota, resi ancor più visibili dai ter- razzi coltivati, a sud dall'Autostrada Salerno - Avellino.

Rappresentazione sche- matica su ortofoto (Volo Auselda, fornito dall'AdB del Sarno) delle Aree e delle qualità rilevate da ELI nelle Aree omogenee SOLAV000.01 e SOLAV000.02, da WSI, BSI nelle aree riparie 1- 4, 5-7 e dell'Habitat comunitario (Braioni et al., 2008)

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La qualità paesaggistico - ambientale è buona. Le presenze insediative La buona qualità paesaggistico - ambientale è confermata rappresentate solo da corti rurali non incidono negativamente sulla quali- dalla presenza dell'Habitat comunitario 3270 "Rivers with tà complessiva così come la Viabilità ed Infrastrutture che mostra, tra l'al- muddy banks with Chenopodion rubri p.p. and Bidention tro, manufatti idraulici di valore storico. La qualità degli Elementi vegeta- p.p. vegetation", inserito nell'elenco dell'Allegato I della zionali è sempre ottima per la presenza - leggibilità del bosco, di masse Direttiva 92/43. Tipicamente si presenta, in primavera e arboree e di alberi isolati notevoli. Modesta è la presenza delle colture all'inizio dell'estate, sotto forma di banchi argillosi ancora ortensi e dell'incolto, mentre più rilevante è il frutteto. Le strutture fati- privi di vegetazione (sviluppo tardivo nel corso dell'anno). scenti a servizio delle attività agricole rilevate solo in ADR2 abbassano la Negli anni sfavorevoli può essere debolmente sviluppata o qualità che rimane ottima in ADR e ADR1. La scena visiva è buona dove completamente assente. Le specie indicatrici dell'Habitat la visibilità è diretta; il paesaggio circostante verso il fiume e verso l'inter- secondo il "Manuale di interpretazione degli habitat" no è in prevalenza coltivato e vegetazionale; la morfologia del terreno (E.C.DG.E., 2007) sono: Chenopodium album, Bidens tri- presenta notevoli dislivelli. La scena visiva migliora in ADR2 per un lan- partita, Xanthium spp., Polygonum lapathifolium. Le ope- dmark (il santuario immerso nel versante boscato) visibile dal punto sta- razioni gestionali, pertanto non devono interferire con la zione verso l'interno conservazione di queste cenosi o ridurne l'espressione. Essa è ulteriormente confermata dalla qualità naturalistica. La potenzialità delle rive e delle aree riparie a sostenere un'elevata biodiversità nelle Aree 1-4 è sempre buona: le aree sono inserite in un paesaggio forestale-coltivato; le coltivazioni, se presenti lungo le aree riparie terrazzate, così come la viabilità allo stato attuale sono sostenibili con la qualità naturalistica. Le opere di sistemazione dell'alveo, di epoca borbonica (le briglie), favoriscono la stabilità del- l'alveo e i movimenti a monte della "potenziale" fauna acquatica nonché il formarsi di piccoli greti e la colonizza- zione dell'alveo da parte della vegetazione; parimenti le rive artificializzate con scogliere non cementificate a gran- di e profondi gradoni permettono il naturale sviluppo della vegetazione erbacea. Nelle aree riparie la vegetazione arborea autoctona talvolta si estende senza soluzione di continuità. Di contro la qualità disaggregata di alcuni Sub_Indici segnala che un aumento ulteriore dell'antropiz- zazione delle aree riparie e la cementificazione delle rive e dell'alveo ridurrebbe drasticamente gli habitat idonei a sostenere un'elevata biodiversità. A conferma, la presenza di Cromo e Cadmio oltre i limiti di legge nei sedimenti rin- venuta nel 2004 e la inifluente - scarsa potenzialità filtro - tampone, ad eccezione di un'area coincidente con il ver- sante boscato, evidenzia la vulnerabilità del tratto già allo stato attuale. Alcune immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I., del BSI, del WSI e dell'analisi fitosociologi- ca dell'Area omogenea SOLAV000.01 Montoro superiore - Ponte S. Pietro (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007) 70 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

Area omogenea SOLAV000.02 La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è buona come nel Montoro Superiore - Ponte S. Pietro - discarica tratto a monte ad eccezione dell'area in cui è presente la discarica, uno Si estende in continuazione alla precedente fino al limite scarico e alcune costruzioni seppur precarie. della periferia di S. Pietro da quota 240 in destra e da 225 Le strutture morfo-idrologiche e vegetazionali sono ininfluenti nel filtrare m in sinistra orografica alla quota di 216 m s.l.m. dell'al- e bioaccumulare i nutrienti e gli inquinanti. La vulnerabilità dell'area è veo. Rientra nella fascia valliva C e nelle aree di riserva ulteriormente confermata dal peggioramento della qualità in presenza integrale e controllata della riperimetrazione del Parco della discarica, localizzata in un'area a frequente esondabilità. Sarno. Vi confluiscono le acque dei Valloni Incoronata e Stra. Percorso principale: un sentiero parallelo al corso del Tratto II torrente, alla base di un terrazzo fluviale. Visibili le opere E' rappresentativo del sistema Solofrana - corridoio fluviale nella piana di regimazione idrauliche di epoca borbonica. antropizzata: include le periferia di S. Pietro (Montoro I.) e parte del cen- tro abitato. Le tre aree omogenee analizzate rientrano nella Fascia eson- La qualità paesaggistico - ambientale rimane buona e le dabile valliva C e montana e nelle tre aree a diversa tutela della riperi- valutazioni disaggregate dei singoli Gruppi di Elementi evi- mentrazione del Parco del F. Sarno; l'uso del suolo è a colture permanen- denziano similarità con l'area contigua a monte. Tra que- ti, frutteti e frutti minori, superfici urbanizzate e impermeabili. A Ponte ste vanno ancora segnalati i terrazzamenti, i manufatti di S.Pietro confluiscono intubate le acque percolanti dall'area montuosa. valore storico lungo le rive e in alveo (parimenti non leggi- bili verso l'interno in ADR2), così come la qualità degli Area omogenea SOLAV000.03 Elementi vegetazionali, sempre ottima, con rilevante pre- S. Pietro - periferia di centro abitato. senza del frutteto. Dove la valle si amplia verso la piana di S. Pietro fino alla grande fabbrica La visibilità di una discarica verso il fiume rende pessima la inclusa. Alveo con numerose briglie e rive regimate già in epoca borboni- qualità del Gruppo Altri Elementi in ADR e in ADR1, pur ca con conci di pietra locale e sassi di fiume (le parti ammalorate ripristi- perdurando la presenza di attrattori; la qualità della scena nate con c.a.). visiva da ottima si abbassa a buona anche in ADR2, in Area omogenea SOLAV000.04 quanto non sono più visibili gli elementi di qualità. S. Pietro - centro abitato e campagna Il corridoio fluviale è delimitato dalle strade di collegamento tra centri. L'Autostrada, non compresa, scorre sopraelevata al piano di campagna (223 m s.l.m.). Il centro abitato è posto su un insediamento storico, la chiesa parrocchiale lungo la via principale. La campagna è coltivata in prevalenza a noccioleto. Area omogenea SOLAV000.05 Valle S. Pietro Il corridoio fluviale in sinistra orografica corrispondente al terrazzo delimi- tato dall'autostrada a quota 212 m s.l.m. e discende con balze successive fino ai 200 m dell'alveo; in destra è a quota più bassa (203-205 m s.l.m.) con edifici sparsi nell'entroterra, tipico della campagna urbanizzata. Nei 700 m di percorso l'alveo supera gli 8 m di dislivello con briglie in parte di epoca borbonica, in parte rifatte in c.a.

Alcune immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I., del BSI, del WSI dell'Area omogenea SOLAV000.02 Montoro S. - Ponte S. Pietro - discarica (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007) 71 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

Rappresentazione sche- matica su ortofoto (Volo Auselda, fornito dall'AdB del Sarno) delle Aree e delle qualità rilevate da ELI nelle Aree omogenee SOLAV000.03, SOLAV000.04, SOLAV000.05, da WSI, BSI nelle aree riparie 8, 9, 10-11 e dell'Habitat comunitario (Braioni et al., 2008)

In SOLAV000.03 la qualità paesaggistico - ambientale è complessivamente grazie all'aumento di naturalità del paesaggio circostante. media in ADR, ADR1 e buona in ADR2. La qualità disaggregata del primo In SOLAV000.05, a valle del centro cittadino di S.Pietro, la subindice, media in ADR, si eleva a ottima in ADR1 e ADR2 per la presenza qualità paesaggistico ambientale migliora in ADR e ADR1, del centro storico e la scarsa leggibilità verso il fiume degli Edifici industriali, rimane media in ADR2. Gli insediamenti antropici non benché la presenza sia notevole. La viabilità è rappresentata da una strada definiscono elementi di qualità. La presenza di collegamento tra centri; modesta è la presenza delle strade arginali in dell'Autostrada diversifica la qualità del sub-indice a ADR e ADR1, non leggibili in ADR2; modesta la presenza dei parcheggi in seconda della sua visibilità. Ritornano ad essere presenti ADR e ADR2, così come la loro visibilità; la notevole presenza di manufatti grandi masse arboree lungo il torrente. I detrattori, gli idraulici di valore storico (le briglie e i muretti di sostegno delle rive, il odori sgradevoli provenienti da attività, abbassano la qua- ponte) contribuisce ad elevarne il valore. Gli Elementi vegetazionali sono lità in ADR1; quest'ultimi associati ai rumori del traffico presenti in ADR e in ADR2 con alberi isolati notevoli e filari, oltre a modeste autostradale deprimono ulteriormente la qualità dell'ADR aree coltivate e incolti. La qualità della scena visiva è media: in entrambe le e ADR2. La scena visiva dal punto stazione è buona: la ADR il paesaggio circostante non sempre è visibile per la presenza di edifici. visibilità è filtrata, il paesaggio circostante non è sempre Nella seconda Area omogenea la qualità paesaggistico - ambientale è visibile per la barriera naturale delle masse buona in ADR, media in ADR1 e ADR2. Le presenze insediative (inifluen- arboree, il paesaggio visibile è prevalentemente coltivato e ti) in ADR e ADR1 sono caratterizzate dal centro urbano, di media vegetazionale, il terreno presenta in ADR1 modesti dislivel- dimensione. Come per la precedente area omogenea la visibilità (o non) li, in ADR2 notevoli dislivelli. dei manufatti idraulici di valore storico fa variare l'indice disaggregato. A valle del ponte di S. Pietro, in alveo è stato rilevato Gli elementi vegetazionali di buona qualità in ADR sono caratterizzati, l'Habitat comunitario 3270 "Rivers with muddy banks with diversamente dalle precedenti aree omogenee, dalla presenza anche del Chenopodion rubri p.p. and Bidention p.p. vegetation", canneto, non leggibile in ADR1 e ADR2. La scena visiva è buona in ADR1 72 inserito nell'elenco dell'Allegato I della Direttiva 92/43, da P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

sottoporre a tutela, già rinvenuto nel primo tratto nella La inidonea potenzialità delle rive e delle aree riparie a filtrare - tampona- prima Area omogenea. re gli inquinanti e i nutrienti lungo i 2 km del sistema Solofrana - corrido- La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è media io fluviale esaminati viene confermata dai dati di Giugni e Guida (2008) a a monte e a valle del Ponte di S. Petro a causa dell'urbaniz- Ponte S. Pietro: nel periodo 2001÷2002 lo Stato Ambientale del Corso zazione che lascia poco spazio allo sviluppo della vegeta- d'Acqua (SACA) è pessimo; i dati ARPAC del 2004÷2007 evidenziano un zione sulle rive e sulle aree riparie. Più a valle migliora solo lieve miglioramento dello Stato Ambientale nel 2005: il Livello di lungo il ripido versante vegetato. Le qualità disaggregate Inquinamento da Macrodescrittori passa dalla classe 4 alla 3, l'Indice dei sub_Indici evidenziano il diverso peso derivato dalla Biotico Esteso dalla classe 5 alla 4, ma con un'invariata situazione dei presenza/assenza del terrazzo fluviale alto, ripido e vegeta- parametri chimici integrativi relativi ai microinquinanti organici ed inorga- to, anche se di terreno disciolto facilmente erodibile, della nici, ancora superiori ai valori di soglia (Cr totale). Nel 2006-2007 il LIM vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea e delle coltiva- mostra un chiaro peggioramento dello stato chimico-fisico delle acque. zioni solo in destra estese fino al fiume. Solo in corrispon- denza di quest'ultima la potenzialità delle aree riparie a fil- trare e bioaccumulare i nutrienti e gli inquinanti è buona. 5 Valutazione integrata delle qualità naturalistica, ecolo- gica, vegetazionale e paesaggistico - ambientale in altri tre tratti del Sistema F. Alto Sarno -Solofrana - corridoio fluviale 5.1. Il Sistema Ramo sorgentizio Acqua di S. Marino - corridoio fluviale

Sottobacino: Superficie 9 km2, 80% antropizzata; l'INV evidenzia un ambiente preva- lentemente antropizzato, a frutteti e colture ortive, temporanee associate a colture permanenti. Le due sorgenti presenti sono captate. N. addetti dell'industria da 1 a 100. 18 scarichi rilevati dal censimento ARPAC. Il tratto Il corridoio fluviale dei primi 3 km dei 7 dell'intero ramo sorgentizio è Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Area racchiuso in un'ampia ansa ad U a) con il centro di Lavorate al suo inter- omogenea SOLAV000.03, SOLAV000.04, a S. Pietro (Monitoro Inferiore) (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007) no che si sviluppa lungo le direttrici di collegamento con i centri urbani di Sarno, San Valentino T. e Nocera I, di cui il ramo sorgentizio segna i con- fini, b) delimitato dai versanti montuosi, dalle infrastrutture viarie e ferro- viarie e dal Fosso Imperatore e dal C. Casatori. Il vincolo idrogeologico si estende fino alla sorgente; le aree demaniali sono pressochè assenti. Presente lo Spartitore Acquedotto Campano. La Fascia valliva C estesa 20 m in sinistra e 70 m in destra orografica alla base dell'ansa si amplia lungo il corso più a valle. Prevalenza di colture ortensi disposte secondo un impianto che conserva ancora la memoria dei segni caratteristici del periodo preromano (sannita) come testimoniato dai documenti storici Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Area (vedi Museo archeologico di Paestum): appezzamenti stretti (spesso omogenea SOLAV000.05 a valle di S. Pietro - (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007) 73 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

segnati da piccoli ceppi in pietra) che si estendono longitudinalmente Lavorate, da dichiarazione del proprietario della Masseria), con andamento obliquo o perpendicolare al corso d'acqua, intervallati da delimitata da strade di collegamento tra centri e poderali. piccoli scoli vegetati ogni due o tre lotti, che favoriscono il drenaggio Prevalentemente agricola, conserva ancora tutti i caratteri delle acque dalle coltivazioni irrigate al fiume e l'avvio dei processi auto- del paesaggio storico in un ambiente rurale come sopra- depurativi. L'alveo scende da quota 28 m a 17 m s.l.m . Alveo e rive, descritto; l'alveo meandriforme, con vegetazione sulle rive cementificati nei primi 300 m, ritornano naturali con vegetazione spon- e acquatica anche di pregio è ricco d'acqua di risorgiva e dale e acquatiche anche di pregio; nel 2004 idrocarburi pesanti e per la perdita dell'acquedotto campano. Elementi di Carbonio organico totale oltre i limiti di legge sono stati rinvenuti nei degrado sono il retro del fronte edificato verso strada e un sedimenti (AdB Sarno, 2004). generico disordine di manufatti di scarsa consistenza. La qualità paesaggistico - ambientale è stata monitorata in 3 Aree omo- Pericolo di esondabilità maggiore in destra. Il percorso genee, la qualità naturalistica e filtro tampone in 5 aree all'interno delle principale (un sentiero lungo la riva) divide l'ADR in ADR 1 aree omogenee dell'ELI, la vegetazione su ognuno dei tre rami sorgentizi e ADR2; punto stazione all'incontro tra il sentiero e la stra- e a valle della loro confluenza sul F. Sarno. da poderale della Masseria. Presenti strutture ricreative: canoe e attrezzature per il pic nic. Area omogenea ASMSA000.01 Si estende per circa 1 km, comprende la sorgente captata, il centro Area omogenea ASMSA000.03 paese e la campagna circostante. Il punto stazione è nei pressi della sor- Si estende per circa 1 km dallo scolo interrato scoperto gente. L'alveo, ritornato naturale, scende da quota 28 m a 19 m s.l.m. Il fino all'incrocio della isoipsa 20 con il sottopasso ferrovia- percorso principale separa l'ADR2 (la maggior parte dell'abitato), rio. Si amplia in destra orografica fino alla strada che colle- dall'ADR1, urbanizzata - coltivata posta a ridosso della strada intercomu- ga Lavorate a Sarno; in sinistra orografica è delimitata da nale e della ferrovia che corrono alla base del versante montuoso. strade interpoderali, dal C. Casatori e dal sottopasso ferro- viario. Aree demaniali limitate ai muri di sostegno. Molto Area omogenea ASMSA000.02 esteso è il pericolo di esondazione. Permane la struttura L'area si estende in continuazione della precedente, per circa 600 m fino delle coltivazioni a mosaico e del paesaggio storico sopra- allo scolo interrato e scoperto (non compreso che convoglia i reflui di descritto. Rappresentazione sche- matica su ortofoto (Volo Auselda, fornito dall'AdB del Sarno) delle Aree e delle qualità rilevate dall' ELI nelle Aree omo- genee ASMSA000.01, ASMSA000.02, ASMSA000.03, da WSI, BSI nelle aree riparie 1, 2-4, 5 e dell'Habitat comunitario (Braioni et al., 2008)

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La qualità paesaggistico ambientale migliora in quasi tutte ve alternate alle colture ortensi, all'incolto e al frutteto. Gli elementi d'ac- le componenti monitorate a valle del centro urbano di qua, assieme alle aree umide conferiscono suggestività all'area. La qualità Lavorate (ASMSA000.01). Infatti in ASMSA000.02 la quali- della scena visiva è sempre ottima, varia la morfologia del terreno che tà paesaggistico - ambientale è buona in ADR, ottima in talvolta si presenta piatta. ADR1, media in ADR2. Gli edifici isolati in sinistra orografi- ca sono di valore storico, seppur in stato di abbandono. Il centro urbano è di piccole dimensioni. L'unica presenza che abbassa il rispettivo subindice sono i manufatti di colle- gamento tra le rive di scarsa qualità. La viabilità non è inva- siva ed è caratterizzata da strade poderali e interpoderali e parcheggi sterrati. La presenza notevole di vegetazione naturale (arborea, erbacea, arbustiva e canneto) assieme ai frutteti e vigneti eleva il valore del subindice in ADR1. Piccoli rii di risorgiva ricchi di vegetazione sulle rive, una rete di piccoli canali interrati e scoperti con vegetazione lungo le rive frapposti tra le coltivazioni, suoni melodici, variazioni cromatiche lievi e coltivazioni a mosaico rafforza- no la gradevolezza dell'area. La scena visiva è caratterizzata da dislivelli del terreno notevoli, prevalentemente coltivato e vegetazionale con elementi di qualità (i versanti boscati); l'elemento di degrado è dato solamente dalla vista di una cava in destra. La qualità paesaggistico - ambientale in ASMSA000.03 migliora ulteriormente. Notevole è la presenza di vegeta- zione erbacea ed arbustiva, del canneto e di colture prati-

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., del BSI, del WSI delle Area omogenea ASMSA000.02, ASMSA000.03 (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

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A conferma della buona qualità paesaggistico - ambientale, in quest'ulti- Il tratto ma Area omogenea, è stata evidenziata, unitamente alla vegetazione Il T. Solofrana a valle di S. Pietro (Montoro I.), curva a sud palustre, igrofila perenne e di saliceti a sviluppo lineare, Callitriche sta- in loc. S. Bortolomeo divagando nella piana formata dal gnalis, una delle specie guida dell'Habitat di importanza comunitaria torrente stesso e dal suo affluente T. Laura prima di inca- della Direttiva 92/43 col codice 3260 "Water courses of plain to monta- nalarsi nuovamente tra i versanti montuosi in località ne levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion vege- Pandola a monte del centro cittadino di Mercato S. tation" rinvenuto anche più a valle lungo questo tratto sorgentizio e sul Severino, dove è in corso di costruzione una vasca di lami- F. Sarno. nazione. La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie conferma la correla- La qualità naturalistico-ecologica delle rive e delle aree zione con i risultati dell'ELI: scarsa alla sorgente (alveo e rive cementifica- riparie è stata monitorata in 3 aree rientranti nella più te e urbanizzate) ritorna buona lungo tutto il restante tratto sorgentizio ampia Area omogenea dell'ELI; la flora e la vegetazione è analizzato: le rive limose e argillose con humus, la vegetazione erbacea, stata rilevata a monte dell'area omogenea e lungo il T. arbustiva ed arborea, seppur modeste, talvolta il canneto e la vegetazio- Laura. ne acquatica, anche di pregio, l'apporto di acqua dalla perdita dell'ac- Area omogenea SOLSA000.01 quedotto e dai rii, l'intera rete idrica minore vegetata frapposta alle colti- E' rappresentativa della vasta e pianeggiante area agricola vazioni rendono le rive e le aree riparie del tratto sorgentizio a valle del (in cui sono ancora percepibili i caratteri del paesaggio centro di Lavorate idonee a sostenere in modo consistente una elevata storico) tra S. Bartolomeo e il T. Laura. Si estende verso biodiversità. La viabilità e le coltivazioni ortensi disposte a mosaico, infat- sud, per circa 2 km, dal sovrappasso della ferrovia sul T. ti, non influiscono negativamente sulla qualità naturalistica. Solamente le Laura alla confluenza di quest'ultimo nel T. Solofrana e strutture di supporto per l'attraversamento dell'acquedotto campano, lungo la S.S 88 che corre per un tratto parallela al T. S. una frequentazione turistica non controllata e la confluenza di un rio Rocco, fino al ponte di Via S. Rocco a Mercato S. S.. La inquinato sono segnali dell'inidoneità del tratto a sopportare un'ulteriore sua ampiezza è delimitata dalla ferrovia, dalla statale e dal antropizzazione. corso del T. Solofrana e si chiude a sud in corrispondenza Ulteriore conferma è data dalla qualità filtro - tampone: pessima nel trat- dell'area industriale, quest'ultima rientrante solo in minima to sorgentizio e inifluente nel tratto naturale, mostra a priori lo scenario parte. Il percorso principale lungo il T. San Rocco separa sull'intero ramo sorgentizio qualora quest'ultimo fosse artificializzato. La l'ADR1, comprendente l'area agricola (posta a sud della qualità media riscontrata anche alla confluenza del rio inquinato, eviden- vasca Pandola non monitorata) caratterizzata dalla tipica zia come la naturale wetland formata dalla vegetazione riparia, acquatica partizione degli appezzamenti lunghi, stretti, suddivisi da e palustre sia idonea ad autodepurare lo scarico dato che la portata di piccoli canali interrati per l'irrigazione, dall'ADR2: quest'ul- quest'ultimo è inferiore a quella del corso d'acqua. tima comprende l'area agricola - urbana - industriale tra il T. Laura, la ferrovia e la fascia di territorio urbanizzato 5.2. Sistema Solofrana - corridoio fluviale : frapposta tra la SS 88 e il T. San Rocco. Il T. Laura scorre Tratto S. Bortolomeo - Mercato S. Severino ad una quota più alta del T. Solofrana; quest'ultimo è completamente cementato con alveo ad U pensile. Sottobacino La qualità paesaggistico ambientale è media in ADR, buona Superficie pari a 50 km2 , prevalentemente a boschi di latifoglie (56% in ADR1, scarsa in ADR2. Questa rilevante diversità nella circa), urbanizzato e artificializzato (13%) frutteti e colture ortive (11%). valutazione è sostanzialmente determinata dal differente L'I.N.V. evidenzia un ambiente subnaturale e seminaturale. Nella sua por- impatto definito dalle limitate strade poderali/interpoderali, zione montana sono presenti pozzi e sorgenti (Locascio, Salmoiraghi, da qualche parcheggio e dai manufatti idraulici di valore sto- 2008 All.1.1) Gli scarichi individuati da ARPAC dovrebbero essere già rico, dalla visibilità (o non) di corti rurali di valore storico, del- allacciati al depuratore Sub4. l'aggregato urbano e di alcuni edifici industriali. La scena visiva è generalmente buona se non ottima in quanto il 76 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

paesaggio circostante è prevalentemente coltivato/ vegeta- zionale con versanti boscati; la morfologia del terreno è variabile: da terreno piatto a notevoli dislivelli di quota. Sull'affluente T. Laura sono stati rilevati due Habitat comu- nitario: a) codice 3270 "Rivers with muddy banks with Chenopodion rubri p.p. and Bidention p.p. vegetation" b) cod. 3260 "Water courses of plain to montane levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion vege- tation", il primo già rinvenuto nei due tratti analizzati sul T. Solofrana, il secondo nel ramo sorgentizio Acqua S. M. e sul Sarno. In concomitanza al peggioramento della qualità paesaggi- stico - ambientale, pur in presenza di elementi di pregio, la qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è unifor- memente media per l'antropizzazione e l'artificializzazione dell'alveo e/o delle aree riparie, fattori che limitano lo svi- luppo di habitat idonei a sostenere un'elevata biodiversità. Come nei tratti precedentemente analizzati, le tre aree sono inserite prevalentemente in un paesaggio forestale, forestale - coltivato con rive alte in parte con scogliere non cementificate o solo in parte; ancora positiva è la presenza delle briglie. Il mosaico colturale nell'area agricola, di pre- Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I. dell'Area omogenea SOLSA000.01 (f. gio dal punto di paesaggistico ambientale, è influente sulla Braioni A. 2007) qualità naturalistica. La funzione filtro - tampone delle rive e delle aree riparie è pressoché assente come evidenziato dalla scarsa - pessima 5.3. Sistema Solofrana - corridoio fluviale: qualità evidenziata dal BSI. Tratto Addolorata - Nocera inferiore

Sottobacino Superficie 212 km2, prevalentemente a boschi di latifoglie e frutteti; IVN è medio: ambiente subnaturale e seminaturale; le sorgenti nell'area mon- tana sono captate; i numerosi scarichi rilevati dall'ARPAC dovrebbero essere allacciati al depuratore Sub 4. L'assenza di misure di portate, di captazioni e degli scarichi impedisce il calcolo del bilancio idrico.

Immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I. (f. A.Braioni, 2007) Tratto Complesso nodo amministrativo (convergono i confini dei comuni di Rocca P., Castel S.G., Nocera S. e Nocera I.) e idraulico (in loc.Addolorata, confluisce il C. dei Mulini, il T. Solofrana si divide in T. Casarsano e T. dei Corvi che a Nocera I. confluiscono tra loro). Nell'ampia area agricola tra i due torrenti, coltivata a frutteti, seminativi primaverili ed estivi e colture ortensi, ad elevato pericolo di esondazione (si è propo- 77 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

sto la trasformazione dell'area in vasca di laminazione) ed area di riserva di vegetazione spondale, 4) la non percezione di detrattori integrale secondo la riperimetrazione del P.R. Sarno, sono ancora visibili i quali limitati depositi di rifiuti, cave attive e, invece la visi- segni caratteristici del paesaggio storico. Lungo il corridoio fluviale in bilità delle coltivazioni a mosaico. La Scena visiva è sempre destra al T. dei Corvi sono dislocate attività produttive, in sinistra al T. buona: la visibilità è diretta; il paesaggio circostante è col- Casarsano il depuratore comprensortile Sub4. Quest'ultime aree sono state tivato-vegetazionale-edificato con versanti boscati. definite area di riserva generale e controllata nella riperimetrazione del La qualità paesaggistico ambientale rilevata in ADR, ADR1 Parco del F. Sarno. Le aree demaniali, dove presenti, sono limitate ai muri e ADR2 nella stazione di SOLSA000.03 è determinata da spondali. I sedimenti del T. Casarsano sono inquinati da Cadmio, Cromo e insediamenti antropici invasivi quali edifici industriali e Piombo, quelli del T. dei Corvi da Cadmio e Cromo (AdB Sarno, 2004). depuratore e dalla notevole presenza della viabilità e di La qualità paesaggistico - ambientale è stata monitorata in due aree Infrastrutture di scarsa qualità architettonica. Di valore è omogenee, la qualità naturalistica e filtro tampone delle rive e delle aree invece la presenza di elementi d'acqua (T. dei Corvi e riparie in 5 aree, la flora in due punti. canalizzazioni minori interrate scoperte con vegetazione spondale) frammisti al mosaico colturale che ancora con- Area omogenea SOLSA000.02 serva l'impianto storico. Ma il rumore del depuratore e gli Si estende per circa 1300 m da loc. Addolorata a Nocera I. Il percorso odori sgradevoli provenienti dai depositi di rifiuti/discariche principale separa l'ADR1, poco urbanizzata, con presenze insediative di contribuisce ad abbassare la qualità dell'ADR2. La Scena valore storico, dall'ADR2, prevalentemente urbanizzata. In ADR1 sono visiva permane buona: la visibilità è diretta, il paesaggio presenti manufatti costruiti con materiali di risulta adibiti a ricovero circostante è prevalentemente coltivato e ricco di vegeta- attrezzi o magazzini. Il convento dell'Addolorata necessita di interventi zione, con dislivelli che variano tra il livello medio e alto. manutentivi. Presenti anche altri manufatti storici che manifestano situa- zioni di degrado. Area omogenea SOLSA000.03 Si estende a lato della precedente, longitudinalmente per circa 2 km. Il percorso principale separa l'ADR1 (l'area agricola tra i due torrenti e l'area industriale sviluppatasi lungo la direttrice viaria che collega l'Addolorata a Nocera I.), dall'ADR2 (l'area in sx tra il T. Casarsano e il versante montuoso). Nell'ADR1 sono ancora riconoscibili gli elementi sto- rici del paesaggio (le coltivazioni a mosaico). L'area urbanizzata in sx del T. dei Corvi è nel suo complesso destrutturato e di scarsa qualità urbani- stica e architettonica. In sx del T. Casarsano è presente il depuratore con- sortile. I due torrenti sono artificializzati e un muro di contenimento (di circa 3 m) rende i T. dei Corvi inaccessibile alla vista. Le due aree omogenee manifestano una diversa qualità paesaggistico - ambientale, sempre più elevata in ADR1 per la prevalente leggibilità verso il torrente degli elementi di pregio. Sulla buona e ottima qualità dell'ADR e dell'ADR1 di SOLSA000.02 influi- scono positivamente: 1) edifici storici quali case isolate rurali e il comples- so della chiesa dell'Addolorata, 2) i manufatti di collegamento tra le rive di valore storico e la limitata presenza delle infrastrutture viarie, 3) l'ab- bondanza di elementi d'acqua (la confluenza del C. dei Mulini nel T. Solofrana, la sua biforcazione nel T. Casarsano e nel T. dei Corvi) ricoperti 78 Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Area omo- genea SOLSA000.02, SOLSA000.03 (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007) P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

La correlazione tra qualità paesaggistica - ambientale del essere inseriti nel registro delle aree protette con l'obiettivo di corridoio fluviale e qualità naturalistica rimane elevata. raggiungere lo Stato Ecologico buono nel 2015 con due moti- Infatti in questo tratto anche la qualità naturalistica peg- vazioni nettamente contrastanti: la presenza di elevate concen- giora e l'analisi vegetazionale evidenzia un sostanziale trazioni di nitrati in falda (AdB Sarno, 2000), la presenza del degrado. La scarsa potenzialità delle rive e delle aree riparie Parco lungo il corso del Sarno e di Habitat comunitari anche a sostenere un'elevata biodiversità, è determinata (rima- nendo ininfluenti le coltivazioni ortensi e il mosaico coltura- lungo il T. Solofrana. le) dalla cementificazione dell'alveo e delle rive dei due tor- • La presenza di sedimenti ricchi di metalli pesanti è generalizza- renti e dall'antropizzazione delle aree riparie che risultano così private degli habitat idonei a sostenere un'elevata bio- ta. diversità. Ciò è confermato dall'impossibilità di effettuare • Il biota acquatico, naturalmente fragile come in tutti i corsi rilevamenti fitosociologici lungo questo tratto, anche se d'acqua "intermittenti", non può strutturarsi (come quelli tipici l'analisi floristica ha evidenziato la presenza di specie di vegetazioni igrofile perenni e/o a formazioni erbacee nitro- di questi ambienti) e svolgere funzione autodepurante lungo la fili di ripa e talvolta di Phragmites dove il torrente riesce a Solofrana a seguito del fattore "quantità d'acqua": assente in ricostruirsi piccoli greti e porzioni naturali di riva. alveo anche oltre i periodi siccitosi per eccessivo sfruttamento La mancanza di adeguate strutture morfo - idrologiche e delle falde, fatta defluire velocemente nei periodi di piogge vegetazionali abbassa drasticamente anche la qualità filtro intense a seguito della regimazione idraulica sempre più gene- - tampone delle rive e delle aree riparie. ralizzata per ridurre il rischio di esondazioni, con difese spondali particolarmente rigide e lineari. 6. Considerazioni • Le acque reflue dagli scarichi urbani, domestici diffusi, indu- striali, provenienti o meno da impianti di depurazione con dissi- • Il Sistema Alto Sarno - Solofrana è estremamente mile funzionalità e le acque di prima pioggia rappresentano per importante nell'ambito di Rete Natura 2000 in il sistema Alto Sarno - Solofrana la matrice costante in cui il quanto è la struttura che può collegare, con una biota può svilupparsi, le sole quantità, seppur limitate, che sua specifica diversità naturalistica e paesaggisti- potrebbero garantire il DMV e la continuità longitudinale del ca, la complessa Rete archeologico, storico- sistema lotico. monumentale, paesaggistico - ambientale campa- E' perciò fondamentale porre attenzione alla localizzazione e alle na e i SIC che attualmente si configurano con modalità con cui, rivalutando il contesto paesaggistico specifico, struttura insulare. 1. questi reflui sono trasformati in acqua qualitativamente accet- • I rilevamenti della flora e della vegetazione, della tabile per gli obiettivi di qualità, qualità paesaggistico - ambientale del corridoio 2. il fiume può completare la depurazione, fluviale, della qualità naturalistica hanno eviden- 3. le casse di espansione/laminazione a salvaguardia dal rischio ziato l'esistenza di tratti ad elevato valore paesag- idraulico sono realizzate. gistico, naturalistico con presenza di Habitat I tre punti sopra indicati sono aspetti essenziali nel processo di comunitari e di vegetazioni di pregio. tutela-valorizzazione-ripristino non solo ecologico - paesaggistico - ambientale ma anche economico. • L'intero sistema Sarno - Solofrana in base al D.L. 152/2006 e alla Direttiva 60/2000 dovrebbero 79 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

7. Un'ipotesi di linee guida

Obiettivi: pure se si esamina alla grande scala il territorio 1. elevare il grado di qualità dell'acqua proveniente dai diversi vasto (cioè una vista a largo raggio, come può scarichi compreso quello dei depuratori in modo da poterla uti- risultare dall'esame di una ortofoto) si può osser- lizzare per le varie esigenze (irriguo, ecc.), vare una diffusa presenza di elementi insediativi 2. permettere un uso compatibile delle differenti qualità delle estranei e che hanno destrutturato i luoghi. acque che dovrebbero rimanere separate fino a che non rag- 3. Ritornando alla scala media, cioè alle porzioni di giungono un livello ottimale; territorio prima indicate, il passato si è così ben 3. valorizzare gli elementi del paesaggio così come storicamente sedimentato in tutte le sue fasi che anche inter- si sono evoluti nel territorio agricolo; venti antropici impropri non riescono a cancellar- 4. permettere una fruizione ricreativa diversificata e modellata lo; vedi ad esempio la trama del territorio coltiva- secondo le varie realtà economico-sociali presenti; to impostato ancora dalle popolazioni sannite in 5. progettare casse di espansione che siano in linea con gli obiet- epoca pre-dominazione romana (lotti lunghi e tivi precedenti. stretti con moduli che si ripetono e che sono sot- tolineati da piccoli scoli irrigui interrati e vegetati); Come: 4. La riflessione iniziale, evidentemente, non vale 1. interventi di rinaturalizzazione progettati tenendo presente sia i nelle grandi aree industriali o nelle aree di escava- temi ecologici, sia quelli naturalistico-ambientali, sia quelli pae- zione o nelle lottizzazioni periurbane, cioè negli saggistici (a seguito alcune ipotesi); interventi omologanti, uguali ovunque per tipolo- 2. utilizzare fondi pubblici e privati; gia e composizione. 3. organizzare la condivisione con i diversi portatori di interessi. b) da altre considerazioni generali riguardanti il Quanto sopra esposto deriva sistema fiume/territorio: a) da alcune riflessioni riguardo la "percezione" del territorio. 1. le acque reflue, di qualunque tipo (urbane e indu- 1. Si ha l'impressione che il territorio compreso nel corridoio flu- striali) sono per il F. Sarno una risorsa irrinunciabi- viale, seppur trasformato da utilizzi molto spesso impropri sia le, le sole che potrebbero garantire il DMV e la per funzionalità sostanza che per forma, riesca a manifestare continuità longitudinale del sistema lotico; non tanto i caratteri originari, quanto la serie di trasformazioni 2. sarebbe auspicabile quindi il completo colletta- nel susseguirsi dei periodi storici, cioè i diversi livelli di stratifica- mento di tutte le acque domestiche e il loro otti- zioni. Quindi, pur nella sgradevolezza del degrado che si mani- male trattamento depurativo; festa quasi ovunque, non si ha mai il fastidio dei "non-luoghi", 3. qualora i trattamenti di depurazione urbani non delle "atopie" o meglio di luoghi omologati e omologanti, la fossero ancora stati ottimizzati sino al III stadio, sensazione di spaesamento e di estraneità. far defluire nel Fiume Sarno - Solofrana, anche le 2. Questo argomento vale soprattutto se il paesaggio/ambiente acque semi processate come male minore, ovvia- viene osservato ad una scala territoriale media (cioè un tratto mente ciò vale per le acque di prima pioggia; di corridoio fluviale, ad esempio a valle del centro urbano di 4. anche le case sparse e gli agglomerati urbani sino Lavorate fino all'autostrada, oppure al ponte della chiesa a 2000 A.E. dovrebbero attrezzarsi con mini dell'Addolorata). Se si affronta la piccola scala (cioè il singolo impianti primari e successiva fitodepurazione per punto di vista) si hanno situazioni molto diversificate che vanno poi contribuire anch'essi alla portata del Fiume da realtà di pregio notevole a quelle di totale degrado. Così 80 Sarno - Solofrana; P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

5. non rinunciare neppure alle acque reflue dalle modalità del "restauro propositivo", cioè recuperare i vari pas- attività produttive, ma in questi casi è necessario saggi evolutivi del territorio ancora evidenti e raccordare a que- predisporre per le singole attività industriali, una sti i futuri interventi di riqualificazione. In questo modo è possi- attenta verifica dei processi e del rischio di immis- bile "imporre" la conoscenza della storia, naturale oltre che sione di inquinanti tossici e, di conseguenza pre- antropica, evidenziando le stratificazioni. Nel contempo, si pos- disporre linee guida e norme più rigide; sono contestualizzare forme e strutture per compatibilizzare i 6. a valle dei centri abitati o dove sono già previste nuovi utilizzi. Ad esempio i progetti delle casse di espansione vasche di laminazione e/o dove sono previsti inter- solitamente propongono massicci interventi di riforestazione venti idraulici per il contenimento delle piene, pre- che, se corretti dal punto di vista naturalistico, lo sono meno vedere interventi che tutelino/rinaturalizzino le per il recupero del paesaggio storico. Quindi, è necessario caratteristiche naturalistico-ecologico-paesaggisti- tenere in evidenza non solo i temi legati alla riqualificazione co del corso d'acqua in cui il deflusso, sempre pre- della naturalità, ma anche quelli del territorio nel suo comples- sente accrescerebbe gli attesi processi depurativi. so, compreso il paesaggio, ricordando che la Convenzione 7. trattenere in idonee e plurime vasche di lamina- Europea del Paesaggio integra i due termini paesaggio e zione le acque degli eventi meteorici più consi- ambiente. stenti, quelli che contengono anche i possibili Ciò premesso, a titolo di esempio, si considera la parte di territo- volontari rilasci da parte delle vasche dei sistemi rio dell' Area omogenea SOLSA000.02 - loc. chiesa depurativi di monte, far depositare i sedimenti dell'Addolorata (comune di Nocera inferiore), a partire dal ponte che equivale a trattenere la maggior parte dei verso la campagna fra torrente Casarano e T. dei Corvi (biforca- carichi inquinanti e fare in modo che in tempi zione della Solofrana) fino all'altezza del depuratore consortile successivi di magra questi ambienti di laminazione (sempre in comune di Nocera inferiore - SOLSA000.03), e quindi siano anche di sostegno dei deflussi. fino al centro abitato. Da questo si può dedurre che: I segni caratteristici di questo porzione di territorio agricolo tra i a. il paesaggio/ambiente può essere riqualificato, due corsi d'acqua sono evidenziati dal reticolo di coltivazioni orti- lavorando sia sulla piccola che sulla media scala, cole e frutteto (lotti lunghi e stretti provenienti dalle popolazioni controllando che la pianificazione a scala vasta sannite), dai piccoli scoli irrigui che li delimitano ogni due o tre non si contrapponga alle scelte di recupero; cioè, moduli, dalle case rurali accompagnate da manufatti di scarsa in altre parole, si può partire anche dalla scala del consistenza, dagli alvei completamente artificializzati, dall'area progetto, cercando che le scelte urbanistiche e industriale a valle, prima del centro abitato. pianificatorie più generali non siano in contrasto; Elenchiamo ora alcuni temi (da verificare con le informazioni forni- b. vale la pena operare con progetti-pilota che inne- te dagli esperti delle diverse discipline) su cui si potrebbe basare, se schino processi virtuosi per contiguità e/o per imi- necessario, il progetto di una cassa di espansione in questo tratto: tazione, piuttosto che lasciare ai grandi piani scel- 1. collettare tutte le acque comprese quelle reflue, nei due corsi te che difficilmente gli operatori locali o meglio i d'acqua, verificandone la diversa qualità; portatori di interesse sono in grado di compren- 2. munire di impianti di depurazione(compreso quelli basati sulla dere e condividere soprattutto per la complessità biofitodepurazione) le case sparse, tutte le attività industriali, del sistema che si va a proporre; ecc.; c. è necessario operare in questo territorio con le 81 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” ecologia degli ambienti fluviali

3. mantenere tutto ciò che è ancora "naturale" (canneto); Sustainable Urban Water Management. Science, Policy and Practice. Urban 4. intervenire con reimpianti di vegetazione e di deartificializzazio- Water Series - UNESCO - IHP, vol. 4. Tailor &Francis Group, London Ed. ne almeno su una riva, allargando entrambi gli alvei, ove possi- Celico P.B., Habetswallner G., 2008. Monitoraggio qualitativo dei corpi idrici bile, anche nelle aree urbanizzate; superficiali e sotterranei compresi nell'area del Parco dei Monti Picentini e 5. realizzare una o più zone umide a lato dell'attuale alveo dopo ricadenti nel territorio di competenza dell'A.dB. Sarno. Relazione. Day E., Braioni M.G., Tezer A., 2008. Integrating aquatic habitat management il depuratore; into urban planning, chapter 7: 107-129. In I.Wagner, J. Marsalek and P. 6. mantenere il reticolo rurale, aumentando il numero degli scoli Breil (Eds.): Aquatic Habitats in Sustainable Urban Water Management. irrigui con le rive vegetate da utilizzare come zona filtro in Science, Policy and Practice. Urban Water Series - UNESCO - IHP, vol. 4. situazione normale e come piccole casse di espansione nei Tailor &Francis Group, London Ed. momenti di alta portata; Della Gatta M., D'Alterio D., 2008. Sintesi attività pluviometrica. Relazione. 7. realizzare, a conclusione dell'area e a monte del centro abitato, A.dB. Sarno - Regione Campania. una zona di rigenerazione (biolago) da utilizzare come luogo di E.C., 1979. Direttiva 79/409/CEE del Consiglio concernente la conservazione ricreazione e come ulteriore cassa di laminazione per gli eventi degli Uccelli selvatici di grande piena. E.C., 1992. Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche L'Abaco procedurale relativo ad alcuni tipi di intervento del retico- EC 2000. European Community Directive 2000/60/ on the European lo idrografico principale e minore del sistema Alto Sarno-Torrente Parlament and of the Council of 23 October 2000 establishing a framework Solofrana-corridoio fluviale è riportato nel Cd rom allegato al pre- for Community action in the field of water policy. Official Journal L. 327 sente Quaderno. 22/12/2000. DG, 2001. Assessment of plans and projects significantly affecting natura Per approfondimenti, si veda il Report Integrale Ambito "Ecologia 2000 sites. Metodological guidance of the provision of Article 6 (3) and (4) degli Ambienti Fluviali" nel Cd rom allegato al presente quaderno of the Habitats Directive 92/43/EEC (contenente anche i riferimenti alle attribuzioni degli autori). Giugni M., 2008. Acque superficiali. Relazione. A.dB. Sarno. Regione Campania Giuda M., 2008. Attività di monitoraggio chimico-fisico delle acque del fiume Sarno.Università di Napoli Federico II. Dip.Sc.Biol. A.dB. Sarno Sintesi bibliografica per l’Ambito Malcevschi S. & Zerbi M.C. (Eds.), 2007. Ecosistema, paesaggio e territorio: tre prospettive complementari nel rapporto uomo - ambiente. Società "ECOLOGIA DEGLI AMBIENTI FLUVIALI" Geografica Italiana. Ricerche e Studi n. 16: 1-203. Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2005. Valutazione integrata del sistema "Fiume - corrido- Naimam R.J., Decamps H., McClain M.E., 2005. Riparia: Ecology, io fluviale" mediante Indici ambientali e paesaggistici: i casi studio del sistema Adige e Conservation, and Management of Streamside Communities. Elsevier Cordevole. Associazione Analisti Ambientali VQA n.2 - Studi: 1-166 Academic Press, pp. 430. Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2006a. A model for the integrated management of river Paour F., Hitier P., 1998. Recommendation 40 on draftEuropean Landscape ecosystems. Verh. Internat.Verein. Limnol., 29 (4): 2115-2123 Convention. Concil of Europe. Congress of Local and Regional Authorities of Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2008a. Gli Indici complessi WSI, BSI, ELI. Strumenti per il Europe. V Session. (Strasbourg, 26-28 May 1998). monitoraggio integrato e per il governo dei corridoi fluviali. Manuale di applicazione. QVA - Pizzolotto R., Brandmayr P., 1996. An index evaluate landscape conservation Strumenti e applicativi n°6. Ed. Associazione Analisti Ambientali, Milano: 1-241 (su CD ROM) state based on land-use pattern analysis and geographic information system Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2008b. Integrating ecological and hydrological issues into techniques. COENOSES, 11: 37-44. urban planning in the Adige river fluvial corridor, , chapter 9: 176-186. In A. Tezer: Integrated management of urban aquatic habitats to enhance quality of life and environment in cities: Selected case studies. In I.Wagner, J. Marsalek and P. Breil (Eds.): Aquatic Habitats in 82 P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” riferimenti bibliografici

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CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini” indice fotografie

Il "percorso" fotografico, a corredo del testo, evidenzia aspetti e - SA) (scheda n. 32) peculiarità del territorio di studio con l'intento di fornire una p. 40 - sorgente Caggiana (Montoro Superiore - migliore comprensione degli elementi del sistema. Le immagini AV) (scheda n.15) selezionate fanno sì che il Quaderno offra una rassegna indicativa p. 41 - dall'alto, La Pazzeta (Solofra - AV) (scheda dei caratteri del territorio e del paesaggio. n.7); Acqua dell'Incoronata (Montoro Superiore, AV) (scheda n.16); Acqua Santa I (Calvanico - SA) Nell'indice, qui di seguito riportato, è anche segnalata, per le (scheda n.18); Acqua della Tagliata II (Calvanico - immagini riferite a pozzi/sorgenti oggetto di schedatura nello SA) scheda n.25); Bocca dell'Acqua (Fisciano, SA) Studio (cfr. "Acque Sotterranee" - Appendice A: "Schede mono- (scheda n.33) grafiche delle sorgenti" e Appendice B: "Schede monografiche p. 47 - sorgente Acqua del Sambuco (Calvanico - dei pozzi" in Cd rom allegato), la relativa scheda di riferimento. SA) (scheda n. 32)

- PRESENTAZIONE DELLO STUDIO - ACQUE SUPERFICIALI p. 11 - Torrente Solofrana, paesaggio fluviale p. 49 - Torrente Solofrana p. 12 - Alto Vallone del Faggeto p. 50 - Torrente Solofrana a valle dell'impianto di p. 13 - castagneto, Pendici M. Mai depurazione ex CO.DI.SO pp.14,15 - immagini del paesaggio "area Monti Picentini" p. 51 - dall'alto, immagini del Torrente Solofrana, p. 16 - Tratto fluviale Torrente Solofrana in ultimo, sorgente Bocche Sottane (Solofra, AV) p. 17 - vegetazione (scheda n. 6) p. 18 - paesaggio "area Monti Picentini" p. 52 - stazione Ponte S. Pietro (Montoro p. 19 - sorgente Bovano (Solofra, AV) (scheda n. 12) Superiore, AV) p. 21 - pendici S. Michele p. 54 - stazioni di indagine chimico-biologiche: p. 23 - Torrente Solofrana, paesaggio fluviale stazione 1: Solofrana "bianco" a monte del torren- te Solofrana; stazione 2, Torrente Solofrana in pros- - L'AMBITO TERRITORIALE E IL CONTESTO DI RIFERIMENTO simità del vallone Toppolo (Solofra); stazione 3, p. 26 - sistema fluviale: Torrente Solofrana al Toppolo Torrente Solofrana a monte dell'impianto di depu- p. 27 - sistema fluviale: Torrente Solofrana al Toppolo razione ex CODISO; stazione 4: Torrente Solofrana p. 29 - paesaggio fluviale a valle dell'impianto di depurazione ex CO.DI.SO.) - ACQUE SOTTERRANEE p. 57- Ponte S.Pietro (Montoro Superiore - AV) p. 31 - sorgente Acqua dei Faggi (Calvanico - SA) (scheda n.31) p. 58 - Torrente Solofrana p. 32 - a sinistra, sorgente Acqua delle Nocelle (Calvanico - SA) p. 61 - Fonte Cannolicchio (Calvanico - SA) (scheda (scheda n.21) a destra, sorgente del Vallone Scuro (Solofra - AV) n30) (scheda n.3) p. 37- a sinistra, sorgente Acqua del Gradone II (Calvanico - SA) Un particolare ringraziamento per la collaborazione (scheda n.22); a destra, sorgente Acqua del Sambuco (Calvanico alla dott.ssa G. D'Auria 86 Con questa pubblicazione, che conclude il percorso di studio nell'ambito del Progetto Integrato "Parco Regionale dei Monti Picentini" - POR Campania 2000-2006 (misura 1.9 c.), l'Autorità di Bacino del Sarno intende fornire un contributo di indirizzo e di supporto al processo di programmazione/pianificazione dell'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini aperto ad ulteriori sviluppi ed approfondimenti, nella prospettiva di un "dialogo" costruttivo verso approcci integrati tra difesa del suolo e valorizzazione/tutela delle risorse.