Valle Vermenagna

La Borgata di Palanfré sepolta dalla neve (9 febbraio 2014)

Accesso

Dal Piemonte: da Cuneo seguire le indicazioni per Limone Pie- monte e la Francia lungo la Strada Statale 20 del Colle di Tenda. Attraversare quindi e costeggiare gli abitati di e prima di giungere nel centro di Vernan- te. Da qui, al semaforo, svoltare a destra in direzione di Palanfré e della Riserva del Bosco e dei Laghi di Palanfré.

Dalla Liguria: da Ventimiglia imboccare la Strada Regionale 20 del Colle di Tenda e di Valle Roja in direzione di Cuneo e ol- trepassare gli abitati di Airole e Olivetta San Michele, prima di entrare in territorio francese nei pressi di Breil sur Roya. Prose- guire quindi sulla Strada Dipartimentale 6204 superando Saorge, Fontan, Saint Dalmas de Tende, Tende e Vievola, per poi ritor-

22 nare in territorio italiano attraverso il traforo del Colle di Tenda. Costeggiare e procedere infne in direzione di ; in prossimità del centro di quest’ultimo, svoltare a sini- stra al semaforo verso Palanfré.

Curiosando in un minuto

o La prima carrozzabile transitante sul Colle di Tenda ven- ne aperta nel 1780, per poi essere gradualmente am- pliata negli anni successivi con la costruzione delle for- tifcazioni militari. Il traforo vero e proprio, invece, della lunghezza di circa 3 km, fu inaugurato nel 1883, dopo che due analoghi tentativi (dei quali rimangono ancora oggi tracce ben visibili, impropriamente note come “Gal- leria di Napoleone”) vennero compiuti tra XVII e XVIII se- colo. L’omonimo passante ferroviario esteso per 8 km, infne, è stato ultimato nel 1898 e fa attualmente parte della linea Cuneo – Ventimiglia.

o A partire dal 1989 i pittori Meo Cavallera e Bruno Car- let decisero di rendere onore al celebre disegnatore di Pinocchio Attilio Mussino (trasferitosi a Vernante nella seconda metà degli anni Trenta e qui perito nel 1954), dipingendo sulle pareti delle abitazioni vernantine le av- venture più celebri del famoso burattino. Ad oggi l’origi- nale e afascinante collezione a cielo aperto conta più di centocinquanta murales, distribuiti pressoché omogene- amente tra le vie del paese.

o La voce Vermenagna ha presumibilmente origini molto antiche, anche se nella documentazione ufciale compare per la prima volta solo nel Medioevo nelle forme fuvius Vermenagnie (VI sec.) o Vermenanio (1525). Derivante for- se dall’aggettivo vermenaneus, parrebbe comunque rifar- si al culto pagano della verbena, pianta sacra ai Romani e piuttosto abbondante sulle sponde dell’omonimo corso d’acqua (Bruno M., 2006).

23 Rifugio Escursionistico L’Arbergh, 1395 m s.l.m.

Descrizione di un attimo

I cristalli di neve aggrappati alle membra spoglie di qualche al- bero vengono di tanto in tanto stuzzicati da febili aliti di vento e fniscono così per agitarsi disordinatamente nell’aria, prima di ri- cadere sofci poco lontano. La carrozzabile intanto risale timida il pendio che conduce a Palanfré, quasi sospinta e incoraggiata dalle sponde di manto bianco compatto che ne accentuano la sinuosità. Le prime abitazioni sonnecchiano confuse e squadrano, con oc- chi semiaperti e interrogativi, i pochi escursionisti giunti fn lassù nonostante la difcile accessibilità. Con un ultimo sforzo la strada piega ancora una volta a sinistra e poi a destra, prima di disten-

24 dersi defnitivamente ai piedi del Rifugio. Una struttura, questa, sobria e elegante, dove il legno e la pietra si cercano e si trova- no, stringendosi infne in un abbraccio caldo e accogliente. Il tetto pare invece sopportare ormai a fatica quel manto nevoso così op- primente e coeso e si lascia scappare qualche lacrima di soferenza che si indurisce all’istante, rimanendo sospesa tra il cielo e la terra ma pronta a fondersi al primo tepore mattutino. Tutt’intorno un bianco e candido silenzio, interrotto qua e là dagli sbuf di qualche canalone, che improvvisamente si scrolla di dosso i focchi caduti nella notte.

Un’irrealistica oasi di tranquillità precipitata quasi per caso dal cie- lo e posatasi dolcemente su declivi soleggiati e panoramici, ideale per respirare le bucoliche atmosfere della natura e degli ambienti montani di un tempo.

Difcoltà: l’accesso al Rifugio può avvenire con qualunque autoveicolo.

Accesso alla valle: vedi pagina 22

Avvicinamento: a) da Cuneo, proseguire in direzione di Borgo San Dalmazzo e Limone Piemonte percorrendo la Strada Statale 20 del Colle di Tenda. Costeggiare Roccavione e Robilante fno a raggiungere l’abitato di Vernante. b) da Ventimiglia, procedere in direzione di Cuneo sulla Strada Regionale 20 della Valle Roia, su- perando prima gli abitati di Airole, Olivetta San Michele, Breil sur Roya, Fontan, Saint Dalmas de Tende, Tende, Vievola e poi percor- rendo il Traforo Internazionale del Colle di Tenda. Giunti a Limone Piemonte, proseguire fno a Vernante.

Itinerario (provato il 9 febbraio 2014): nei pressi del semaforo - sto al centro del paese, svoltare a destra (o a sinistra per chi pro- viene da Ventimiglia) in direzione di Palanfré e della Valle Grande. Superare tra le altre le frazioni di Renetta e di Tetti Folchi, quindi proseguire sulla carrozzabile asfaltata fno a raggiungere le prime abitazioni di Palanfré. Continuare sulla rotabile per un tornante, quindi abbandonare i veicoli in prossimità del Rifugio Escursioni- stico L’Arbergh (1395m).

25 Principali escursioni Monte Gabrella (2306m): EE, 2h 45’ – 3h 00’; Monte Bussaia (2451m): EE, 3h 00’ – 3h 30’; Monte Frisson (2637m): EE/F, 3h 30’ – 4h 00’ Il toponimo Bussaia indica letteralmente un “luogo circondato da boscaglia” e rispecchia in efetti la reale caratterizzazione dell’am- biente circostante (Bruno M., 2006).

26 Scheda tecnica

Come accennato nell’apposito approfondimento, il toponimo Palanfré sembrerebbe rimandare ad un luogo selvaggio e isolato, inserito non a caso all’interno del Parco Naturale delle Alpi Marittime, proprietario della struttura recentemente restaurata. Nonostante la quota modesta, L’Arbergh è in realtà un punto d’appoggio importante tanto per le gite invernali, quanto per le escursioni estive. Coordinate: 44°11’47 N / 007°29’51 E Tipologia: Rifugio gestito Locale invernale: il Rifugio è aperto tutto l’anno Copertura cellulare: SI Periodo di apertura: tutto l’anno eccetto il lunedì durante la bassa stagione Posti letto: 25 Camere: 4 (da 2, 4, 6 e 8 posti) Bagni: 4 Docce: 4 Accesso ai disabili: SI Internet WI-FI: NO Proprietà: Parco Naturale delle Alpi Marittime Gestione: Giordano Silvana Recapiti telefonici: 340 – 6973954 Indirizzo mail: [email protected] Sito web: www.palanfre.it pernottamento mezza pensione estate € 28,00 inverno € 30,00 estate € 45,00 inverno € 50,00

27 Guardandosi intorno: NATURA E SCIENZA

Il Bosco Bandito

Anche all’escursionista meno attento non sfuggirà il forte con- trasto esistente tra l’amenità della borgata di Palanfré e la severità dell’ambiente circostante. Una percezione di territorio selvaggio e poco ospitale raforzata altresì dal toponimo stesso, composto dal sostantivo pre-latino pala (derivante dalla radice celto-ligure pal, rupe scoscesa) e velatamente infuenzato dalla parola latina fer-ferus (luogo selvaggio e isolato), e indicante letteralmente una “ripida località pascoliva isolata, posta alla base di monti rocciosi” (Bruno M., 1993). Nonostante il contesto generale poco favore- vole però, l’uomo ha saputo anche qui, come altrove, accettare le difcoltà della montagna, adottando piccoli accorgimenti tal- volta di origine interamente naturale. Poco a monte dell’abitato ad esempio, è ben visibile un’elegante faggeta di circa 20 ettari, all’interno della quale svettano esemplari plurisecolari, tra i più antichi attualmente censiti sull’intero territorio regionale. Questa viva macchia verde, di fondamentale importanza poiché protegge attivamente il villaggio dalle valanghe, è conosciuta con l’epiteto di Bosco Bandito, in virtù del divieto assoluto di taglio, vigente fn dal 1741. Divenuta negli anni un importante patrimonio naturalisti- co, è ufcialmente protetta dal 1979, anno di creazione della Riser- va Naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfré. L’intera area oggi fa parte del limitrofo Parco Naturale delle Alpi Marittime, che ne cura il mantenimento e la valorizzazione. In tal senso è stato da poco predisposto un percorso itinerante autoguidato, corredato da ap- posita cartellonistica, in grado di condurre il visitatore alla scoper- ta delle biodiversità (faunistica e foristica) presenti nella faggeta.

28 L’ingresso nel Bosco (foto di Franco Ramonda)

Nel cuore del Bosco (foto di Franco Ramonda)

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