Università Degli Studi Di Genova Scuola Di Scienze Umanistiche
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA SCUOLA DI SCIENZE UMANISTICHE DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA, ROMANISTICA, ANTICHISTICA, ARTI E SPETTACOLO, Corso di Laurea Magistrale in Letterature Moderne e Spettacolo Tesi di laurea I poeti futuristi nella biblioteca di Edoardo Sanguineti Relatore: Prof. Andrea Aveto Correlatrice: Prof.ssa Simona Morando Candidato: Valentina Gemme Anno Accademico 2019/2020 Indice Introduzione ………………………………………………………………….................2 1. Gli anni Cinquanta: Ardengo Soffici nella critica d’esordio …………….......... .12 2. Gli anni Sessanta: alle origini di un’avanguardia………………………............. 27 3. Poesia del Novecento e nuove prospettive di studio ……………………............ 55 Bibliografia ………………………………………………………………………….... 78 Appendice …………………………………………………………………………….. .91 Nota introduttiva…………………………………………………………………..........92 Schede…………………………………………………………………………….......... .95 Introduzione Insegna il galateo che prima di entrare in una stanza non nostra è buona educazione bussare, e che si potrà varcare la soglia solo una volta avuto il permesso. Quasi verrebbe, allora, da scusarsi con Edoardo Sanguineti per aver varcato la soglia del suo studio innumerevoli volte senza essere stati invitati ad entrare: perché, sebbene non ci sia stata una porta fisica a cui bussare, la sensazione di essere entrati in una stanza altrui accompagna tuttora. Lasciando da parte il galateo, non si parlerà ora nemmeno troppo fuor di metafora, dal momento che questo lavoro ha portato davvero nello “studio” di Sanguineti, direttamente sulla sua scrivania, occupata da pile di libri e, ancora oltre, dentro a quei libri. E il discorso non è del tutto astratto, perché il lavoro finalizzato a questa tesi si è svolto per la sua parte più consistente presso la Biblioteca Universitaria di Genova, dove trova sede il Fondo Sanguineti, che custodisce volumi provenienti direttamente dalla sua casa genovese. In questo caso, dunque, «nella biblioteca di Edoardo Sanguineti» come parte del titolo scelto, può quasi essere intesa in senso letterale. È a partire dal materiale proveniente dal Fondo che si è svolta la prima parte del lavoro, ovvero la consultazione di un numero selezionato di volumi che permettesse di individuare le postille di Sanguineti presenti in ciascuno di essi, per poi proseguire con una catalogazione di ciò che è stato rinvenuto, secondo alcuni parametri prestabiliti. Tutto il materiale e le informazioni raccolte, sono state poi di supporto per una seconda parte dell’indagine, finalizzata alla ricostruzione dei rapporti tra le postille registrate e la produzione critica di Sanguineti relativa all’argomento di interesse. Questo, nelle sue linee più generali e generiche, il lavoro operato di cui, in questa sede, si tenterà di rendere conto. Nell’individuazione di un nucleo di testi su cui concentrarsi e di cui portare avanti l’analisi appena descritta, la scelta è ricaduta sul Futurismo: il notevole numero di libri in possesso di Sanguineti attira certamente l’attenzione sia per la quantità di spazio che occupa nell’economia dei volumi primo-novecenteschi, sia per il numero di prime edizioni disponibili per essere prese in esame, con tutto il fascino che esse possono avere. Si giustifica, dunque, parte del titolo scelto per questa tesi. Ma se «biblioteca di Edoardo Sanguineti» poteva essere pressoché presa alla lettera, lo stesso non vale per la dicitura «poeti futuristi», che a una prima lettura potrebbe risultare riduttiva. I poeti futuristi è il titolo che Sanguineti stesso attribuisce alla sezione V dell’antologia da lui allestita e curata, Poesia del Novecento , pubblicata nel 1969 1: la sezione include, nell’ordine, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Cavacchioli, Luciano Folgore (alias 1 Poesia del Novecento , a cura di Edoardo Sanguineti, Torino, Einaudi, 1969 (poi Poesia italiana del Novecento , a cura di Edoardo Sanguineti, Torino, Einaudi, 1970 2, 2 voll.). L’edizione di riferimento è Poesia italiana del Novecento , Torino, Einaudi, 2007, 2 voll.; d’ora in avanti tutte le citazioni a questo volume saranno indicate con la sigla PIN1 per il primo volume e PIN2 per il secondo volume e di seguito il numero della pagina, poste tra parentesi tonde. 2 Omero Vecchi), Paolo Buzzi, Umberto Boccioni, Ardengo Soffici, Farfa (alias Vittorio Osvaldo Tommasini) e Fillia (alias Luigi Colombo). Ci sarà modo, nei capitoli successivi, di approfondire e tentare di ricostruire un possibile percorso che abbia portato a questa selezione, ma per il momento interessa dire che di questi autori, chi in mole più consistente, chi con numeri nettamente più bassi, Sanguineti possedeva svariati volumi, e che ai fini dell’antologia sono state considerate necessariamente le sole opere poetiche. La citazione della sezione dedicata ai futuristi vuole delimitare il campo ai soli testi di questi otto autori, i cui volumi sono stati selezionati nel vasto catalogo sanguinetiano, nel nostro caso senza distinzione alcuna tra prosa e poesia; si è operata, infine, un’ulteriore delimitazione del materiale ai soli testi di cui essi sono autori, escludendo, tra gli altri, un considerevole numero di saggi ad essi dedicati o sul Futurismo in linea generale, che avrebbero costituito una mole non indifferente. Il numero totale selezionato come oggetto di lavoro e analisi è, dunque, di centotrenta volumi. A questi si aggiunge il materiale allegato, ovvero tutto ciò che originariamente era contenuto all’interno di un volume e che ora, affinché non sia danneggiato o disperso, viene conservato a parte: può trattarsi di foglietti, ritagli di giornale, inviti ad eventi, o materiale di altro tipo. Laddove sia presente, viene segnalato in rapporto al testo in cui si trovava originariamente. Poco oltre ci sarà modo di approfondire alcuni dettagli anche in merito a questo. Poste le premesse e circoscritto il materiale che è stato oggetto di studio, verrà ora chiarita l’impostazione della tesi e il procedimento seguito nelle varie fasi di lavoro. Va detto che, almeno per quanto riguarda il Futurismo e gli otto autori scelti, Sanguineti non è stato un postillatore accanito: sono relativamente pochi gli interventi che si possono trovare aprendo un libro qualsiasi nel numero di quelli selezionati, anzi, sarebbe più probabile trovarne uno che ne è completamente privo. La relativa scarsità di postille non corrisponde, d’altro canto, a una scarsità di scritti critici sul Futurismo, su Marinetti e Soffici in particolare. Fu lo stesso Sanguineti, a più riprese, a sottolineare quanto esso necessitasse di uno studio più approfondito, insieme a una rilettura dei rapporti con ciò che lo ha preceduto e ciò che ad esso è seguito; nella sua critica, come si avrà modo di analizzare più a fondo, è costante l’indagine su ciò che possa mettere in discussione una lettura superficiale del Futurismo solo come fautore di un falò di cultura accademica. Ancora, è opportuno osservare il legame, sia esso di superamento o di confronto, tra questa avanguardia storica e la neoavanguardia, di cui il Gruppo 63 rappresentò la maggior espressione sul versante letterario; nei testi di Sanguineti incentrati sul tema dell’avanguardia nelle sue declinazioni sociali, politiche, linguistiche e artistiche, si trovano infatti a più riprese riferimenti al Futurismo, a Marinetti in particolare. Non va dimenticato, poi, che le scelte operate su questo versante in vista dell’allestimento di un’antologia non si sono dimostrate del tutto conformi al panorama antologico dell’epoca, ma hanno offerto, anzi, uno spettro più ampio e una visione più complessa; anche su questo aspetto ci sarà modo di portare esempi più precisi. A partire dagli anni Settanta si acuisce poi un interesse per l’aspetto lessicale che non può 3 prescindere dalla rivoluzione in tal senso portata avanti soprattutto da Marinetti, che Sanguineti si premura a più riprese di chiamare in causa. Del pensiero di Sanguineti, di cui ora si sono fatti solamente accenni e su cui ci si soffermerà ampiamente nei capitoli successivi, si trova testimonianza nella raccolta della sua critica, distribuita su più volumi, pubblicati tra il 1961 e il 2010: Tra liberty e crepuscolarismo (Milano, Mursia, 1961), Ideologia e linguaggio (Milano, Feltrinelli, 1965, edizioni ampliate 1970, 2001), La missione del critico (Genova, Marietti, 1987), Il chierico organico. Scritture e intellettuali (Milano, Feltrinelli, 2000) e Cultura e realtà (Milano, Feltrinelli, 2010); oltre a questi, ha raccolto e pubblicato in volume anche gli scritti giornalistici, ordinati secondo un criterio cronologico tra Giornalino (Torino, Einaudi, 1976), Giornalino secondo (Torino, Einaudi, 1979), Scribilli (Milano, Feltrinelli, 1985), Ghirigori (Genova, Marietti, 1988), Gazzettini (Roma, Editori Riuniti, 1993). Da una revisione del materiale critico disponibile è stato possibile constatare che l’interesse per il Futurismo è rimasto costante per un arco di tempo molto ampio, e ciò è confermato dalla presenza di volumi nella biblioteca sanguinetiana relativi a questo ambito che portano datazioni anche molto recenti. Nel corso della trattazione ci sarà modo di osservare più da vicino se e in che modo questa critica si trovi in rapporto con i testi, a partire dall’approccio preliminare che Sanguineti ha avuto verso di essi: quanto ha segnato, cosa suscitava il suo interesse, su cosa si è concentrato particolarmente e su cosa sembra non essersi soffermato, in che modo ha declinato ciò che il testo gli suggeriva; come dall’appunto è arrivato alla tesi, insomma. Si tratterà, quindi, di un resoconto del rapporto effettivo