COMITATO PROVINCIALE C/o Pro Loco Calascibetta Via Dante, 2 - 94010 – Calascibetta (EN) [email protected] | www.unplienna.it

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Progetto “Itinerari e prodotti tipici nei tre Valli”: Promozione & Fruizione” - Finanziato ai sensi della misura 313. Azione B “Servizi per la fruizione degli itinerari rurali” del PSR SICILIA 2007-2013, GAL “Rocca di Cerere”.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Il territorio del “GAL Rocca di Cerere” comprende 16 Comuni: , , , , Calascibetta, , Enna, , , , , , , Santa Caterina Villarmosa, , ed è racchiusa da una sorta di perimetro montuoso, costituito dalle estreme pendici meridionali dei Nebrodi, delle Madonie a Nord e dai rilievi degli Erei, che ne occupano gran parte della superficie. Il comprensorio del “GAL Rocca di Cerere” offre allo sguardo un paesaggio decisamente ricco di suggestioni, costellato da catene montuose, valloni, fiumi, laghi, antichi centri arroccati e colline che degradano dolcemente verso le estese pianure del catanese. Nella zona sorgono alcuni fra i comuni più alti sul livello del mare, a partire da Enna che con i suoi 900 metri è il capoluogo più alto d’Italia. Con oltre 1200 metri sul livello del mare, Troina, invece, è uno dei comuni più alti della Sicilia. La parte centro-orientale del comprensorio è costituita da un’ampia fascia della piana di Catania: zona, nei pressi di , che è coltivata in parte ad agrumi. Nella valle del fiumi Dittaino, invece, sono sorte varie attività produttive agricole ed alcune piccole industrie

Comune di Calascibetta

POPOLAZIONE: 4.608 ab. SUPERFICIE: 88,18 KMQ DISTANZA DAL CAPOLUOGO: 8,6 KM NOME ABITANTI: Calascibettesi, Xibetani CODICE DI AVVIAMENTO POSTALE: 94010 COORDINATE GPS: latitudine 37,5919° - longitudine N 14,2715° E DMS: 37° 35’ 30,84’’ N - 14° 16’ 17,40’’ E

Come si arriva

IN AUTO: da Catania: Prendere A 19 in direzione SS 117bis. Uscire ad Enna e continuare su SS 117bis. Prendere direzione Calascibetta. da Messina: Prendere A 20 in direzione Catania. Proseguire come “da Catania”. da Palermo: Imboccare E 90 fino a Scillato. Seguire SS 643, SS 120 ed SS 117bis con uscita ad Enna. Continuare su SS 117bis ed uscire a Calascibetta. IN TRENO: Arrivare alla stazione di Enna e proseguire con altri mezzi. IN PULLMAN: Arrivare ad Enna e prendere autobus Autolinee Sais Trasporti per Calascibetta. IN AEREO: Arrivare all’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo o “Vincenzo Bellini” di Catania e proseguire con autobus, treno o taxi.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Nelle vicinanze

Natura distanza R.N.O. Lago di Pergusa (Enna) 13, 4 Km

R.N.O. Monte Altesina (Leonforte) 20,7 km

Area S.I.C. Lago Pozzillo (Regalbuto) 57,5 km

Cultura Museo Regionale Interdisciplinare (Enna) 8,6 Km Museo Etno-Antropologico (Nissoria) 27 km Area Archeologica Morgantina (Aidone) 36 km Museo Archeologico (Aidone) 36,8 km Palazzo Trigona (Piazza Armerina) 39,5 km Villa Romana del Casale (Piazza Armerina) 39,5 km

Divertimento Disco club Premier (Enna) 7 km Sicilia Karting (Villapriolo) 13 km Sicilia Outlet Village (Agira) 15 Km Discoteca Frutto Proibito (Piazza Armerina) 38 km

Pozzillo Avventura (Regalbuto) 50 km

In Centro

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Il tour di Calascibetta inizia da Piazza Umberto I (punto 1). Qui, ad angolo con via Dante, ha sede anche il centro di informazione ed accoglienza turistica. Lo slargo è dominato dalla chiesa Maria SS. Del Monte Carmelo. L’attuale via Dante, il Municipio, la casa parrocchiale, la villa comunale e la chiesa della SS. Trinità facevano parte, in origine, del monastero dei Carmelitani. Dell’antica chiesa del XIV secolo rimane il gruppo marmoreo dell’ “Annunciazione”, attribuito ad Antonello Gagini, trasferito nel 1771 nella chiesa Maria SS. del Monte Carmelo. Nei secoli successivi fu fondata la Congregazione di Maria SS. Del Monte Carmelo, il cui scopo principale era la venerazione della cappella intitolata alla Vergine. I cosiddetti “capitoli” regolavano la vita associativa in ogni dettaglio. L’associazione si impegnò in atti di solidarietà tra i soci, quando la protezione sociale pubblica era inesistente, garantendo sostegno agli agricoltori che spesso si trovavano in difficoltà. L’associazione diede vita anche alla costituzione dei “monti frumentari” o “colonna frumentaria”, il ricorrere a tale risorsa veniva chiamato “succursu” (soccorso). L’ordine dei carmelitani di Calascibetta fu soppresso nel 1659 e ripristinato nel 1665. Da Piazza Umberto I, svoltando a sinistra su via Dante Alighieri, dopo circa 100 metri, giungiamo nell’adiacente Villa Comunale (punto2) dove si erge la “Venere di Sicilia” statua in pietra di Comiso, opera di Giovanni Balderi del novembre 2011, commissionata dal Comune di Calascibetta in occasione dei 150 anni dell’Unità di Italia. Alcune opere di Balderi sono conservate presso vari musei internazionali. La villa comunale ospita anche la lapide sepolcrale dell’architetto Tabita del 1586, realizzata in bassorilievo sulla pietra locale “di cutu” (arenaria compatta). La villa è adombrata dai cedri del Libano e da palme varie. Rientriamo su piazza Umberto e percorriamo la via Conte Ruggero, a sinistra della chiesa Maria SS. Del Monte Carmelo. Dopo 200 metri a piedi, sulla sinistra, all’altezza dell’omonima via, troveremo il sito rupestre delle Grotte di Via Carcere (punto 3) scavato nella calcarenite ed utilizzato nel periodo medievale come carcere della città. Presenta delle grotte a vari livelli, fino a raggiungere il terzo piano, ben visibili dall’esterno. La roccia ingloba delle magnifiche conchiglie fossili di ostriche plioceniche. Il sito rupestre di Calascibetta che comprende oltre mille grotte sparse nella parte alta della città ed abilmente nascoste dalle moderne costruzioni antistanti, fu descritto dal famoso viaggiatore tedesco J.W. Goethe nel suo “Viaggio in Italia” che così riferiva: “Calascibetta è posta in una posizione estremamente panoramica ad anfiteatro sopra una rupe sforacchiata di grotte” e concludeva dicendo “ma chi poteva immaginare a godere tale spettacolo”. Rientrando su via Conte Ruggero proseguiamo dirigendoci su via Madrice, percorriamo le scale che ci condurranno all’omonima e panoramica piazza dove, dopo 7 minuti di percorrenza, troviamo la Regia Cappella Palatina (punto 4) edificata nel 1340 per volere di Pietro II d’Aragona re di Sicilia. La chiesa si presenta a pianta basilicale su tre navate di stile tardo gotico catalano-aragonese con molte ingerenze siciliane. Le colonne originariamente monolitiche sovrastano le basi a tronco di piramide realizzate in pietra “di cutu” e arricchite da bassorilievi. Sono tutte diverse, ma accomunabili in due gruppi, nel primo sono rappresentati delle sfingi, basi del colonnato sinistro, il secondo gruppo riporta le zampe di un rapace, basi del colonnato destro. Usciti dalla Regia Cappella proseguiamo su via Piano d’Aragona per 300 metri sino a raggiungere, in piazza San Pietro (punto 5), la città medievale, la Torre Normanna del 1079 e l’antica Chiesa Fortezza di San Pietro edificata dal Conte Ruggero d’Altavilla, in occasione del lungo assedio della città di Enna. La Torre utilizzata come torre d’avvistamento e contemporaneamente come fortificazione dell’antica chiesa di San Pietro, in epoche successive subì altri restauri e rimaneggiamenti. Il restauro del 1590 le diede l’attuale forma e da torre medievale merlata passò a torre campanaria, che ospita sette campane, la più antica delle quali, denominata “U Priu di San Pitru” (la preghiera di San Pietro), riporta la scritta: “Opus Iorgii D’exarbatu” ed è datata Aprile 1561. Continuando a scendere per la Via Conte Ruggero, dopo circa 300 mt verso sud raggiungiamo la Chiesa di San Domenico, oggi Parrocchia Ortodossa San Giovanni Battista (punto 6) adeguata al culto ortodosso presenta una iconostasi in legno, donata dai fedeli. Di pregevole fattura è l’acquasantiera posta a sinistra entrando, che, sotto il bordo, riporta una dicitura in latino sulla commissione del manufatto ad opera di Antonio Lo Vecchio. Nel 1523, i frati Domenicani abitarono in un convento fuori l’abitato, ma era talmente povero che i frati lo abbandonarono. Richiamati successivamente nel 1573 eressero un altro convento sulle rovine della Porta dell’Aquila, di cui oggi rimangono l’ex monastero e l’attuale chiesa di San Domenico. Il monastero, poiché era dotato di pochissime rendite fu nuovamente abbandonato nell’anno 1659. Lungo la facciata dell’antico monastero di via Conte Ruggero è ancora visibile un orologio solare. Continuando su Via Conte Ruggero, proseguiamo su Via Giudea I, che alla fine della strada ci porta al Convento dei Padri Cappuccini ed il quartiere ebraico (punto 7). La costruzione del Convento dei Frati Minori dell’ordine francescano risale al 1589, la data è incisa in un gradino sottostante il portone di accesso al convento. Sorge sul colle che oggi è chiamato Giudea ma veniva anche chiamato collina dei Greci. Dal 1927 al 1972 è stato sede del noviziato per i frati della provincia francescana di Siracusa. Al suo interno si possono ammirare il chiostro ed un’antica biblioteca. Nel 1610 Filippo Paladini dipinse “L’Adorazione dei Magi” posta sull’altare maggiore della chiesa dei Cappuccini. Nel XIV sec. la collina dei Greci era abitata da 25 famiglie ebree. Esperte nel commercio e nei lavori in ferro, vivevano in quartieri esclusivi per la loro gente, chiamati in altre regioni ghetti, in Sicilia Iudìe o giudecche. Ancora oggi a Calascibetta quella zona viene chiamato in dialetto “IdiaA”. Fuori dal Centro

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La Necropoli Pantalicana di Realmese (punto 8) dell’IX e VI sec. a.C. di età protostorica arcaica, si trova a circa tre chilometri in macchina dal centro abitato di Calascibetta, è caratterizzata da 288 tombe a grotticella del tipo Pantalicano.Risulta facilmente raggiungibile con i normali mezzi di comunicazione, munita di ampio parcheggio per le auto e gli autobus. Recentemente è stato realizzato un parco che abbraccia l’intera area della necropoli. La campagna di scavi di questo sito archeologico fu eseguita tra il 1949 ed il 1950 sotto la guida di Luigi Bernabò Brea. I reperti, costituiti da ceramiche varie, coltellini a fiamma, anelli digitali, orecchini e fibule, nonché di corredi miniaturizzati si trovano esposti, in parte, presso il Museo Varisano di Enna, mentre la parte più consistente si trova esposta nel Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa. Dal 2013 la Necropoli è stata inclusa anche nell’itinerario di un’agenzia europea specializzata nella mobilità accademica internazionale di Roma, Camminare nella storia, Italia rupestre, “Reliquie rupestri nelle trazzere di Calascibetta”. Il Villaggio Bizantino (punto 9) è un insediamento rupestre d’epoca tardo romana - bizantina VI sec. Fu il primo patrimonio formale ed iconografico del cristianesimo primitivo. La regia trazzera Siracusa- Thermai costeggia l’antico insediamento rupestre di Canalotto. Questo antichissimo tracciato rivela un passato storico ricco di testimonianze legate ai primi secoli della cristianità. Il sito si trova, a pochi minuti di macchina, da Calascibetta e presenta ambienti rupestri utilizzati per usi civili e religiosi. Il villaggio comprende due oratori ed una trentina di grotte anche a diversi piani. Di particolare pregio è la cripta dell’oratorio centrale. Sopra la porta di una di queste grotte si distingue chiaramente una croce incisa sulla roccia a testimonianza della fede cristiana degli abitanti. Sulle pareti si notano delle piccole bacheche scavate nella roccia, che servivano per la deposizione delle urne e vasi cinerari. Si tratta di cripte– loculari che rientrano nella tipologia dei colombaria di età romana, chiamati comunemente “spezierie”. L’area è raggiungibile dall’uscita di Enna dell’a19 (Catania-Palermo), seguendo le indicazioni per Calascibetta e per il villaggio. Costruita nel 1409, la Basilica di Sant’Antonio Abate (punto 10) é sita nella parte bassa della città ed ospita le statue dei dodici Apostoli in gesso (XVII sec.) del Serpotta e la pala d’Altare di Giuseppe Alvino “Sant’Antonio in cattedra” del 1608. Nell’abside troviamo gli affreschi di Gianforte La Manna “La gloria di San Michele” e “La cacciata dal Paradiso terrestre” e “Il Sacrificio di Abramo”. Nel XVII sec. venne importata dalla Spagna la devozione a Maria SS. di Monserrato raffigurata nella statua del 1911 e in un’altra del 1600 in legno laminato in oro che si conserva presso il Museo Diocesano di Caltanissetta unitamente al fercolo in legno dello stesso secolo. Altri tesori sono esposti presso il Museo Diocesano di Caltanissetta. Curiosità

La “Regia Cappella Palatina” è sicuramente il monumento più importante della città che Pietro II d’Aragona dotò di feudi, decime dei cittadini e fece amministrare da un Cappellano Regio, dodici Canonici insigniti di almuzio nero e dodici Mansionari. La seconda Cappella Palatina del Regno di Sicilia, sorge sopra i ruderi del castello Marco, un antico fortilizio arabo, oggi in parte visibile nel pavimento della chiesa, che altresì al suo interno comprende anche una piccola chiesa paleocristiana scavata nella roccia e sottostante la navata centrale della Regia Cappella Palatina. Con caratteristiche architettoniche particolari e numerosi bassorilievi d’arte catalano- aragonese tipica delle grandi Cattedrali di Sicilia, rappresenta un vero e proprio tempio della cristianità dove l’allegoria trionfa in tutte le basi del colonnato, la cui forma richiama vagamente un tronco di piramide e crea una magnifica armonia con la colonna sovrastante. Gli spigoli riportano scolpiti in bassorilievo volti ora umani ora animali, a volte anche grotteschi. Questi bassorilievi sono considerati capolavori di scultura locale e su tre basi di colonne è scolpito il classico panierino augurale sullo stile dell’arte catalana aragonese Su tutti i bassorilievi s’impone il “tricipitium” piccolo bassorilievo enigmatico, del tutto originale, riportato sulla quarta base destra. Si tratta di tre profili umani due contrapposti ed uno centrale inserito fra i due. Gli archi della chiesa di stile gotico sostenuti dalle colonne, entrambi rimaneggiati nei secoli scorsi, lasciano appena intravedere in qualche punto la loro architettura originale. I vistosi restauri del ‘700 ne hanno quasi cancellato le tracce, mentre l’intera struttura appare slanciata verso l’alto.

Tricipitium.

Regia Cappella Palatina, Chiesa Madre.

Cenni storici

La storia di Calascibetta è unica nel suo genere in quanto non si uniforma con le storie degli altri Comuni dell’Isola e risulta essere diversificata all’interno del proprio territorio. Motivo di tale affermazione è legato alla posizione, assolutamente strategica e vantaggiosa, che permetteva al paese di sfruttare l’equidistanza dai tre mari che bagnano la Sicilia. Il centro storico si propone con uno stile tipicamente medioevale, ed infatti le sue origini sono legate a Ruggero d’Hauteville (d’Altavilla) che iniziò a popolare la zona. Il paese, fu definito la “gemma più preziosa dei Re di Sicilia”; pertanto furono vari i privilegi attribuitigli: l’introduzione di una legge speciale, cui potevano usufruire solo pochissimi comuni della regione, permetteva al paese di godere del diritto della “Legazia Apostolica” o “Monarchia Sicula”. Calascibetta riuscì anche a far parte del Parlamento Siciliano permettendole di intraprendere ricorrenti rapporti con il potere sovrano. Nel XVI secolo, un gruppo di ebrei popolò la parte esterna del paese. Loro vivevano in una giudecca, facevano parte di una delle 57 comunità ebraiche nate in Sicilia, e contribuirono al miglioramento dell’economia grazie alle loro note abilità commerciali ed artigiane. Il Comune di Calascibetta viene individuato come primo paese siciliano di cui si conobbe la storia; infatti, fu il primo comune in cui vennero effettuati scavi archeologici che permisero di conoscerne il passato. Nel 1456 fu il Presidente del Regno, Antonio Raffo Spatafora, a volere dare il via a lavori di scavo. Da ciò si evince che le prime testimonianze umane risalgono all’età del rame. Gran parte della storia del paese è legata alla presenza araba. Infatti, nell’851, sul punto più alto del Monte Xibet, nacque il primo quartiere arabo. Gli arabi decisero di chiamare la zona Calatxibet: Calat significa “rocca fortificata dalla natura” e Xibet si riferisce al Monte in cui si innalzarono i primi insediamenti. Con il tempo il nome venne italianizzato in Calascibetta. Gli arabi risedettero nella rocca fino all’XI quando i normanni, capeggiati dal Conte Ruggero d’Altavilla, invasero il territorio. A loro seguirono gli aragonesi che, su volontà di Pietro II d’Aragona, nel 1340, costruirono la Regia Cappella Palatina ampliandola nel tempo con aggiuntivi feudi. Le rocce iniziarono ad essere sostituite da costruzioni murarie che permettevano l’edificazione di vere e proprie abitazioni residenziali. Tra i vari privilegi, cui godeva il paese, vi era quello di essere considerato “città libera”; ciò portò ad avere il controllo di altri sette comuni limitrofi, ovvero: Valguarnera, Villarosa, Villapriolo, Santa Caterina Villarmosa, Caltanissetta e San Cataldo. Il paese risultò ben organizzato anche per quanto riguarda il tessuto strettamente urbanistico: il sistema viario era lineare e, ancora oggi, possiamo ammirare l’ordine della dodici strade esterne al paese, disposte a raggiera e dalla larghezza di 36 metri, che collegano Calascibetta con il resto del territorio. Nel 1535 Carlo V di Spagna, in grosse difficoltà economiche decise di dare in pegno a Ludovico Vernagallo per 27.000 fiorini la città demaniale di Calascibetta, ma i cittadini a proprie spese ricomprarono la libertà della città e grazie a tale gesto l’imperatore le concesse il titolo di “Città vittoriosa ”. Nel 1629 sotto il regno di Filippo IV d’Asburgo-Spagna (1621-1665), Calascibetta, fu data in pegno ad Ottavio Centurione, mercante genovese, per 12.000 scudi ed anche questa volta gli abitanti la riscattarono e grazie a questo gesto divenne Città fedelissima. I due titoli “Urbs Victoriosa et Fidelissima” figurano tuttora nel cartiglio che si trova fra gli artigli dell’aquila sul gonfalone civico.

Interno Regia Cappella Palatina, Chiesa Madre.

Palio dei Berberi.

Festa Madonna di Buonriposo, Palio dei Berberi e Sagra della Salsiccia

Il primo sabato del mese di Settembre a Calascibetta è festa grande, infatti questo giorno, ed i due successivi, rappresentano un concentrato di divertimento, fede e folklore con la Festa della Madonna di Buonriposo, il Palio dei Berberi e la Sagra della Salsiccia. Religiosità e agnosticismo si fondono in un unico grande evento rendendolo unico nel suo genere, dove le antiche tradizioni fanno da padrona. Infatti, la sacralità della festa cristiana della Madonna di Buonriposo si combina con il suggestivo e caratteristico Palio dei Berberi. Quest’ultima manifestazione sportivo-folkloristica consiste in una corsa di cavalli montati senza sella (dove il fantino sarà a stretto contatto con l’animale) in cui la voglia di vincere è tanta, a volte anche troppa. Tale tradizione è legata alle vicende accadute nell’ottocento dopo Cristo quando gli arabi, successivamente alla colonizzazione del territorio di Calascibetta per tentare di conquistare Enna, volevano trascorrere giornate all’insegna del divertimento e del piacere.

Gli arabi, amanti delle competizioni, istituirono , nelle vicinanze della fortezza Kalat-Shibet, delle feste durante le quali, nelle giostre e nelle corse dei palii, esperti cavalieri su eleganti cavalli addobbati dovevano percorrere sentieri con salite, pianure e ruscelli fino ad arrivare sino al “chianu a cursa”, dove ogni lunedì successivo al primo sabato di Settembre avviene la corsa. Il palio viene organizzato in onore della Madonna di Buonriposo. Tale festa, nata inizialmente come pagana, divenne successivamente religiosa con il verificarsi di un miracolo. Leggenda narra che nelle miniere, site nel territorio sottostante a quello in cui si svolgeva la festa araba, fu trovata una roccia che aveva le sembianze della Madonna

Il ritrovamento di questa bellissima roccia innescò una diatriba, infatti i minatori voleva tenersela per se, gli abitanti di Calascibetta volevano, invece, portarla in paese. La questione venne risolta quando, i minatori, dopo essersi riposati da una lunga giornata lavorativa, volevano tentare di impossessarsi della roccia ma, miracolosamente, la Madonna ne aumentò il peso al punto che qualunque spostamento risultò impossibile. La roccia rimase nel punto in cui fu trovata e successivamente, adiacente alla stessa, venne costruito un bellissimo santuario. Il primo lunedì del mese di Settembre avviene una sentita processione, durante la quale si porta a spalla il simulacro della Madonna per le vie del paese, seguita dalla celebrazione della Santa Messa. La devozione alla Madonna era accompagnata dalla fiera del bestiame, in cui si sperava di poter concludere qualche affare. In passato vi era anche l’uccisione di alcune bestie e la successiva “arrustuta” di carne da poter offrire agli ospiti. Oggi questa fiera viene svolta di domenica e accorrono contadini e mercanti da tutta la Sicilia; ognuno partecipa con la speranza di accaparrarsi qualche delizioso animale, come il pregiato maialino di Calascibetta. È da questa usanza che si fa risalire la sagra della salsiccia che si svolge ogni anno il primo sabato del mese di settembre. La sagra insieme ai divertenti giochi campestri quali l’Antinna (albero della cuccagna), la “Rottura de i pignateddi” (rottura della pignatte), la caccia al tesoro e la corsa nei sacchi che animano la domenica, completa il collage della festa di Buon Riposo, in un’atmosfera unica che accentua la tipicità e la bellezza della festa e del folklore locale.

L’importanza del maiale e dei cinghiali di Calascibetta è risaputa; in passato si pensi che per misurare i boschi si diceva: “bosco da quattromila maiali” che corrispondeva a “venti ettari di terreno”. La lavorazione di questa carne prevede che essa venga asciugata all’aria e con il sale ottenendo salsicce pregiate e gustose. Vengono selezionati i tagli migliori del dorsale del collo, del garrese e della schiena che successivamente vengono battuti “a ceppo” con relativo condimento di sale, pepe e finocchietto. Il tutto viene insaccato in budello di agnello, capretto o castrato e lasciato stagionare.

Panoramica del Villaggio Bizantino.

Tipicità

PIACENTINU ENNESE DOP

Il Piacentinu Ennese DOP è un gustosissimo formaggio stagionato proveniente dalla lavorazione del latte ovino delle razze siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro incroci. Questo composto di pasta pressata viene arricchito dal sapore dello zafferano e del pepe nero grosso. La produzione del Piacentinu Ennese DOP comprende i territori di Calascibetta, Enna, Aidone, Assoro, Barrafranca, Piazza Armerina, Pietraperzia, Valguarnera e Villarosa. Pertanto una delle specialità più buone di Calascibetta, di cui gli abitanti si vantano, è proprio questo formaggio. Esso si presenta con una forma cilindrica dal peso che varia dai 3,5 ai 4,5 chilogram- mi con una consistenza morbida ed elastica. L’aspetto è piacevole per il suo colore giallo, dovuto alla presenza dello zafferano, spezzato dal nero dei grossi grani di pepe. Il sapore è delicato e deciso allo stesso tempo, permettendo di poter essere utilizzato in numerose occasioni. Infatti può essere direttamente servito a tavola affinché il gusto venga meglio perce- pito, oppure può essere utilizzato come ingrediente per prelibate ricette quali im- panatura di carni, pasta al brodo di pollo ruspante, capretto “abbuttunato”, primi piatti, ecc.

Metodo di produzione Il latte utilizzato per produrre il Piacentinu Ennese DOP è quello ricavato dopo la prima mungitura. Entro ventiquattro ore viene lavorato, portato ad una temperatura di 38 gradi, posto in un apposito contenitore di legno, e arricchito con lo zafferano ed il caglio di agnello o capretto di produzione locale. Il composto viene fatto riposare fin quando non ottiene una coagulazione tale da creare granuli dalle dimensioni di un chicco di riso. Successivamente i granuli si agglomereranno e si forma una massa caseosa, si aggiunge il pepe nero ed il tutto viene posto su di una tavola di legno pronto per essere tagliato a forma di canestri di giunco. Tali canestri vengono pressati manualmente ed inseriti in un contenitore di legno cosparso di scotta calda lasciandolo riposare per tre o quattro ore. A termine di questo tempo viene fatto raffreddare coprendolo di sale grosso. Questa operazione verrà ripetuta altre due volte a distanza di dieci giorni e viene seguita da una stagionatura di 60 giorni.

L’origine del Piacentinu Ennese DOP Si narra che la produzione di questo formaggio è legata ad un episodio accaduto nell’undicesimo secolo durante la dominazione normanna. Ruggero il Normanno, preoccupato per la moglie Adelasia, che stava attraversando un periodo di depressione e solitudine, decise di dover creare un alimento energizzante. Così pensando a lungo a quegli alimenti che potevano offrire tali benefici, gli venne in mente lo zafferano. Egli decise quindi di aggiungere lo zafferano nel latte durante la fase di produzione del formaggio ed il risultato fu sorprendente. Infatti questo formaggio venne definito come “unico formaggio con doti rivitalizzanti”.

SGRINFIATI Dolci tipici di Calascibetta sono gli Sgrinfiati, ovvero biscotti di pasta dura che anticamente venivano cucinati solo durante il periodo natalizio, ma che per la loro bontà, oggi vengono preparati durante tutto l’anno. La forma in cui si presentano ricorda un rombo; la bontà delle mandorle all’interno dell’impasto ne rende unico il sapore. In particolar modo gli ingredienti utilizzati per gli Sgrinfiati sono: farina, mandorle tostate, zucchero, acqua, scorza d’arancia e liquore secco. Il procedimento per ottenerli non è molto complicato, infatti inizialmente si fanno cuocere le mandorle tostate con l’acqua, lo zucchero e la scorza d’arancia grattugiata, tentando man mano di amalgamare il composto sfumandolo con il liquore; successivamente si setaccia la farina e si dispone a fontanella in cui al centro viene unito il composto. Si impasta il tutto e si ricavano i biscotti che poi andranno posti in forno ad una temperatura di 180 gradi per 25 minuti circa. La particolarità di questi biscotti risiede nella peculiare cottura delle mandorle.

Gli Appuntamenti

GENNAIO Vestizione del Bambinello e adorazione dei Magi (6 Gennaio) presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate.

FEBBRAIO-MARZO Carnevale di Calascibetta. Sfilata di maschere e carri allegorici accompagnati dalla degustazione delle “chiacchiere” (dolce tipico carnevalesco).

MARZO-APRILE Via Crucis: Passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Rappresentazione teatrale che si svolge in Piazza Umberto I e nei luoghi più caratteristici della città con il coinvolgimento di oltre 100 persone tra attori e figuranti.

Riti della Settimana Santa. Rappresentazione “U Signuruzzu da rama ‘aliva” durante la Domenica delle Palme; processione delle confraternite e associazioni religiose durante il Venerdì Santo; processione ed incontro tra la statua della Madonna della Consolazione e quella del Cristo Risorto in Piazza Umberto I durante il giorno di Pasqua. AGOSTO Festa di San Pietro Apostolo (prima domenica e lunedì di Agosto) Patrono di Calascibetta. La festa si svolge principalmente nella piazza principale del paese. Il momento più importante è il lunedì in cui avviene la solenne processione del fercolo del Santo portato a spalla dai fedeli della Associazione religiosa a lui dedicata. SETTEMBRE Festa di Maria SS. di Buonriposo, Palio dei Berberi e Sagra della Salsiccia (primo sabato, domenica e lunedì di Settembre)

DICEMBRE Eventi Natalizi Presepe vivente “…in ricordo della notte che spaccò il tempo...” (26-27 Dicembre) Il presepe viene allestito in uno dei primi insediamenti rupestri dell’attuale agglomerato urbano, a cura dall’Associazione culturale “Xibet…l’Isola del Sole”, e patrocinato dal Comune di Calascibetta. L’itinerario è estremamente panoramico ed arricchito da degustazioni tipiche, nel rispetto delle tradizioni siciliane.

Particolare della Torre Normanna.

Numeri utili

Comune di Calascibetta Guardia Medica Via Conte Ruggero Via Maddalena, 139 Tel. 0935.569121 - 0935.569128 Tel. 0935.34289

Stazione Carabinieri Via Giudea, 1 Poste Italiane Tel. 0935.34840 Via Giudea Bassa, 36 Tel. 0935.33303 Polizia Municipale Via Giudea II Tel. 0935.34878 Unicredit Via Dante, 1 Protezione Civile Tel. 0935.1983011 Via Nazionale, 1 Tel. 0935.33936 Sais Autolinee Spa Farmacia Fontanazza Corso Sicilia, 20 (Enna) Via Conte Ruggero, 5 Tel. 0935.524111 Tel. 0935.34720

Farmacia Dolcimascolo Pro Loco Calascibetta Via Nazionale, 298 Via Dante, 2 Tel. 0935.34770