UCL CENTRE FOR LANGUAGES & INTERNATIONAL EDUCATION Course Units 2013-2014

Reading Examination: LCIA6801: Italian for Art Historians

This examination counts for 40% of your final mark. It comprises:  Reading Skills 40%

Duration: 2 hours

Date: XX-May-2014

Time: 10:00/14:30

Version: v1.01 2014-02-26

© 2014 University College London ITALIAN FOR ART HISTORIANS: LCIA6801 Page 2

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In this examination you can obtain a maximum of 100 points which are awarded as follows: Reading Skills: 100 points Reading Competence: 100 points

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Document A

L’«Officina» dei colori

La grande stagione artistica della città che nel vide presenti e attivi Donatello, Paolo Uccello e Filippo Lippi. Una mostra nel restaurato Palazzo Pretorio

A. [Title 1]

Angustiata da una crisi economica senza precedenti e alle prese con il problema di un’immigrazione biblica sostanzialmente fuori controllo, la città di ha deciso di reagire. E lo ha fatto puntando5 sulla cultura e sulla valorizzazione del proprio patrimonio artistico, un patrimonio così ingente, intatto e rilevante da poter rammentare al mondo che la città fu, nel Quattrocento, una delle piccole gloriose capitali del Rinascimento italiano.10

B. [Title 2]

Prato iniziò a distinguersi già nel Medioevo. Divenuta libero comune nel 1140 e vittoriosa su Pistoia nel 1193, la città conobbe una costante ascesa economica legata alla produzione della lana e della carta. La ricchezza le permise il privilegio di una sostanziale indipendenza da Firenze e un ruolo di riguardo sullo scacchiere internazionale: per Prato passava, ad esempio,15 la via imperiale che collegava la Germania con i regni del sud, per cui fu luogo di sosta prediletto dagli Hohenstaufen (gli Svevi) che qui eressero nel 1248 l’imponente Castello dell’Imperatore.

C. [Title 3]

Anche sul fronte religioso Prato divenne un centro di grande attrazione, in virtù dell’arrivo in20 città di una reliquia davvero d’eccezione: il Santo Cingolo della . Una pia leggenda

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racconta che al momento della sua Assunzione in cielo Maria consegnò allo scettico apostolo Tommaso la sua cintura. Questo divino “accessorio”, giunto da Gerusalemme a Prato in modo a dir poco avventuroso, fu all’origine del boom artistico di Prato. Nel coro della chiesa di Santo Stefano (l’attuale Duomo) venne eretta al principio del Trecento una grandiosa cappella per25 custodire e venerare la reliquia mariana. Poi, a metà Trecento, il Santo Cingolo venne spostato in una nuova cappella presso l’ingresso sinistro della chiesa con rutilanti affreschi con le Storie di Maria dipinti dal pittore Agnolo Gaddi tra il 1392 e il 1394.

D. [Title 4]

A cavallo dei secoli XIV e XV Prato è al culmine della sua potenza economica, impersonata dalla30 straordinaria figura del mercante –capitalista Francesco Datini, su cui Iris Origo scrisse una biografia esemplare. Operando in tutta Europa con inaudito successo, Datini accumulò un’incalcolabile fortuna che, morendo nel 1411 senza eredi, egli mise a disposizione della comunità di Prato attraverso una Fondazione chiamata il Ceppo Nuovo (il “ceppo” era la cassettina delle elemosine). L’immissione di capitale fresco incoraggiò una nuova stagione35 artistica legata sempre all’abbellimento della chiesa di Santo Stefano, nella quale eserciti di pellegrini venivano a venerare devotamente la reliquia del Santo Cingolo, rinserrata in una spettacolare cancellata bronzea modellata da Maso di Bartolomeo. In questo frangente nacque quella che gli storici definiscono l’«Officina pratese», ed è proprio questa fulgida stagione artistica, breve ma sorprendente per qualità e vitalità, il fulcro della bellissima mostra40 aperta al Palazzo Pretorio di Prato fino al 13 gennaio 2014.

E. [Title 5]

A questa speciale esposizione la città vuole affidare la riscossa della propria immagine. A cominciare dalla scelta della sede della mostra, l’antico e svettante Palazzo Pretorio, posto nel cuore geografico della città e perfettamente recuperato dopo decenni di chiusura, incuria e45 abbandono. Al termine della mostra il Palazzo Pretorio tornerà a essere la sede dei Musei cittadini, raccogliendo dipinti su tavola, tele, affreschi staccati, sculture e altri tesori sino a oggi ricoverati in altre sedi o relegati nei depositi. Curata da Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli secondo le regole della più rigorosa filologia (e per questo dedicata a due sommi filologi da poco scomparsi, Miklòs Boskovits e Luciano Bellosi), la mostra di Prato ha50 tutte le carte in regola per far felici gli addetti ai lavori che vi ravvedono possibilità uniche di confronti tra opere e un progresso negli studi, e il grande pubblico degli appassionati ai quali sono offerte la sorpresa di opere oggettivamente bellissime e il piacere di vicende intriganti e persino osé.

55 F. [Title 6]

Suddivisa in sette sezioni su due piani, la mostra racconta le imprese artistiche nate attorno a quel palcoscenico straordinario che fu la chiesa di Santo Stefano (oggi Duomo) e la relativa reliquia del Santo Cingolo. Attorno alla “cintura” mariana Prato aveva costruito la propria immagine e per la pubblica venerazione del Cingolo gli Operai di Santo Stefano avevano chiamato nel 1428 Donatello e Michelozzo perché realizzassero un pulpito esterno sulla60 facciata che doveva servire alle periodiche ostensioni della reliquia. I due scultori inventarono un pulpito assolutamente nuovo, immaginando una teoria di putti all’antica scatenati in una danza di rito pagano. La prima sezione della mostra ci introduce all’«officina pratese» dei due scultori, mostrando soprattutto delicate terrecotte di Donatello.

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65 G. [Title 7]

La successiva grande impresa decorativa del Duomo fu la Cappella dell’Assunta. Terminato il pulpito, gli Operai chiamarono per affrescare le Storie della Vergine e di Santo Stefano il promettente Paolo di Dono, detto Paolo Uccello, allora agli esordi della sua carriera. La seconda sezione della mostra – dedicata proprio alla giovinezza di Paolo Uccello – gronda di novità perché rappresenta la prima occasione di vedere riunita quasi tutta la produzione70 giovanile del grande maestro. Affreschi staccati, sinopie, predelle e squisite tavolette devozionali prestate da musei e collezioni private di tutto il mondo ci immettono nel mondo bizzarro e fatato di questo genio in erba. Paolo Uccello, non sappiamo perché, lasciò incompiuta la Cappella dell’Assunta. A completarla si dovette chiamare Andrea di Giusto, un pittore nell’orbita di Beato Angelico; e così, quando si trattò di dotare la cappella di una pala75 d’altare, si scelse Zanobi Strozzi, un altro seguace dell’Angelico, il quale affidò a sua volta la realizzazione delle predelle della pala ai collaboratori e Francesco di Stefano detto il Pesellino. La terza sezione della mostra ruota attorno alla ricostruzione della Pala della Cappella della Assunta che rimossa dalla sua sede e smembrata in tempi passati viene qui rimontata per la prima volta accostando la pala centrale (nel frattempo approdata80 alla di Dublino) alle predelle sottostanti, rimaste a Prato.

H. [Title 8]

La quarta sezione è il cuore della rassegna perché ci illustra la presenza di Filippo Lippi a Prato. In Duomo c’era ancora da decorare la cappella maggiore dietro l’altare, dove un tempo era stata conservata la cintura della Vergine. Si invitò dapprima Beato Angelico, ma poiché costui85 declinò l’invito la seconda scelta cadde su Filippo Lippi, pittore molto noto a Firenze, molto amato dai Medici e molto attratto, nonostante la tonaca, dalle grazie femminili. Filippo Lippi venne a Prato, si stabilì in una casa nei pressi del Duomo, e dal 1452 al 1467- con una serie di defatiganti stop and go – compì il suo capolavoro nella cappella maggiore, illustrando le vite parallele di Santo Stefano e San Giovanni Battista, patroni della chiesa. L’impegnativo lavoro in90 Duomo non gli impedì di evadere, nel frattempo, altre commissioni, come la sublime Natività di Annalena o la Madonna del Ceppo (pagata coi soldi del defunto Francesco Datini), o le tante deliziose Madonnine e Annunciazioni realizzate spesso in serie per la devozione privata. A Prato, Lippi impiantò una vera «officina», circondandosi da allievi di prim’ordine come il Maestro della Natività di Castello – rimasto anonimo e al quale è dedicata la quinta parte della95 mostra – o come il frate vallombrosano Bartolozzo di Feo, detto Fra Diamante, titolare della sesta sezione della rassegna.

I. [Title 9]

Fra Diamante fu uno dei testimoni del clamoroso scandalo che coinvolse Fra Filippo Lippi a Prato. Fra Filippo e Fra Diamante stavano realizzando a quattro mani la pala d’altare per le100 monache agostiniane di Santa Margherita (esposta al Palazzo Pretorio e dalla quale è tratto il dettaglio – logo della mostra). Accadde che il sanguigno Filippo, bazzicando il convento in questione, adocchiò una giovane e avvenente suora di nome Lucrezia Buti, la sedusse e, in occasione di un’uscita di lei dal convento per andare a venerare il Santo Cingolo, la rapì e la portò a casa sua. Nove mesi dopo nacque un bel bambino destinato a una grande carriera105 artistica: il pittore . È proprio sugli esordi artistici di Filippino a Prato e sul suo contatto giovanile con Botticelli che la mostra sull’«Officina pratese» si chiude davvero in bellezza.

RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Carminati, IL SOLE 24 ORE, 15 settembre 2013

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Task 1

Read Document A L’«Officina» dei colori. Your first task is to prepare an information sheet on this article for future readers. (25 points) a. Give the reason why Marco Carminati wrote the article: L’«Officina» dei colori. (7 points) b. To help readers with a limited knowledge of the Italian language to get the gist of this article, write, In English, a title for each paragraph. The title must include the main idea contained in the paragraph. (18 points)

Task 2

(25 points) a. Explain why Prato was an important place of pilgrimage. (10 points) b. Summarize the information regarding Fra Fillippo Lippi. (15 points)

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Task 3

In order to help future readers to find quickly some specific information contained in Carminati’s article, write the number of the line or lines that contain the following facts. (20 points) a. The dedicatees of the exhibition. b. Prato current problems. c. A secular theme is presented in a novel way d. A positive comment on this exhibition e. An altar piece can be admired as it was originally intended. f. It could be said that they were mass produced. g. The reason why he did not complete it is unknown. h. The past and the future of a building

Task 4

The library has asked you to evaluate how the article was written. You will have to focus on the relevance of the information, the style adopted by Carminati and whether or not he was successful in communicating why this exhibition is so important for the scholars. Write, in English, your response (150-200 words). (30 points)

END OF PAPER