Limes Germanicus I
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Limes Germanico Prima parte di Marco Colombelli [email protected] l termine Germani fu utilizzato Quest’anno ho deciso di utilizzare il periodo per primo dal greco Posido- delle ferie per un viaggio lungo l’Alto Reno nio, ma probabilmente era di origine celtico. Il termine diven- sulle tracce della presenza delle legioni romane ne famosoI grazie ai due libri di Giulio Ce- ai confini dell’Impero. Il limes Germanicus, infatti, sare (Commentari de bello gallico) e di Ta- cito (De origine et situ Germanorum liber) come la Britannia, rappresenta un unicum che ne descrivono ampiamente usi, costu- per la ricchezza di reperti, in particolare mi e attività. militari, che sono stati rinvenuti durante A partire dalla metà del I secolo a.C. i ro- mani ricacciarono le tribù germaniche ol- gli scavi archeologici. tre il fiume Reno trasformandolo in un con- fine naturale. Dopo la disfatta di Teotobur- era costituito da opere di difese in palizza- moso scudo celta in bronzo con rilievo di go (9 d.C.) i due fiumi Reno e Danubio, ri- te e fossati, torri di avvistamento, talvolta un daino e numerosi reperti romani. Un ric- masero a definire i confini dell’espansioni- opere murarie. Ma questa linea difensiva co ed interessante lapidarium e monumen- smo romano. Ma l’impossibilità nelle comu- permeabile e mobile, non resse alle mas- ti in pietra dell’occupazione romana del nicazioni tra questi due territori, le conti- sicce invasioni migratorie, che portarono Württenberg completano la visita. nue scorrerie dei bellicosi popoli germani- alla costituzione, dopo il V secolo, i vari im- Abbandonata Stoccarda raggiungiamo ci, costrinsero numerosi imperatori a ri- peri barbari europei. WORMS a circa 150 Km di distanza. prendere le operazioni di guerra, a costrui- L’antica Civitas Vangionum è famosa anche re campi militari e fortificazioni con alter- I Giorno per la saga dei Nibelunghi, il racconto del- ni risultati, ma sempre senza poter defini- Il nostro viaggio lungo il Reno sulle tracce la distruzione dell’impero dei Burgundi. La tivamente pacificare i territori abitati da nu- dei romani comincia da STOCCARDA. La città fu fondata circa verso l’80 con il nome merose tribù bellicose, mobili e con gran- città non ha origini romane e quindi nessu- di Borbetomagus e divenne, successiva- de vitalità demografica. Lungo il Reno ven- na vestigia, ma conserva in un interessan- mente, capitale della regione. nero costruite numerose opere difensive a te museo, il Württembergisches Lande- A partire dai primi scavi archeologici del proteggere l’Impero e i pacifici abitanti, dal- smuseum, posto all’interno dell’Altes 1881 furono rinvenuti numerosi oggetti og- le incursioni di chi vedeva in quelle terre, Schloss (vecchio castello), vari oggetti in- gi conservati presso il St. Andreasstift Mu- occasioni di bottino. Il limes Germanicus teressanti tra cui spicca sicuramente il fa- seum (www.zum.de/Faecher/G/BW/- didascalia Ars Historiae 60 ottobre/dicembre 2007 Landeskunde/rhein/staedte/worms/mu- due navi militari della flotta del Reno a gran- ri, daghe, umboni, ecc.). Ma le copie sono seum) dove è possibile trovare la più gran- dezza reale. Nel museo sono altresì conser- talmente perfette che solo leggendo la di- de raccolta di oggetti in vetro romani della vate numerose ricostruzioni in scala delle dascalia si è in grado di capirlo. Il museo Germania e una splendida collezione di la- varie imbarcazioni romane, copie di lapidi merita assolutamente una visita non fosse pidi funerarie (dell’eques Q. Carminius In- funerarie di marinai e di bassorilievi, nume- altro per avere in un solo luogo, una pano- genuuse, di Argiotalus della Ala Indiana ), rosi reperti di navi, ancore ed altro. Com- ramica ampia dei ritrovamenti e identifica- fibbie, spade e daghe, il puntale di un si- pletano la visita, una serie di pannelli ricchi re dove trovare gli originali. All’interno è gnum, elmi (un imperiale italico tipo D e di notizie, immagini e disegni sull’organiz- presente anche la ricostruzione di un car- un imperiale gallico tipo D in perfette con- zazione delle flotta romana, di bassorilievi ro da parata del periodo Hallstatt, numero- dizioni, un Coolus tipo B, tipo E e tipo I) il e sezioni. Il Römisch-Germanisches Zen- si oggetti bizantini (soprattutto gioielli), co- tutto proveniente soprattutto dai primi ri- tral Museum (www.rgzm.de) sorge nell’an- pie degli oggetti rinvenuti nella tomba del trovamenti effettuati in tombe fuori della tico castello dei principi elettori. Il museo re Franco Childeric (582 d.C.) e, nella se- città. è sicuramente particolare, essendo costi- zione romana, è possibile ammirare il glo- Meritano una visita anche i resti delle mu- tuito, per la parte dedicata alla storia anti- bo celeste, il più vecchio e completo cono- ra romane del tardo IV secolo. ca, da reperti originali ma anche da una ric- sciuto, realizzato in Egitto tra il 150 e il 220 chissima collezione di elmi, spade, armatu- d.C. Il globo mostra le 48 costellazioni di II Giorno re romane, etrusche e celte in copia. E’ pos- entrambi gli emisferi e costituisce la più an- Il nostro viaggio prosegue verso MAGON- sibile aggirarsi lungo gli spazi arredati con tica rappresentazione della Via Lattea. ZA a circa 50 Km. Nel 38 a.C. le legioni ro- vetrine zeppe di copie dei ritrovamenti ar- Purtroppo la città, ma non solo questa, è mane di Druso si stabilirono qui, nei pres- cheologici più importanti e famosi di tutto avara di cartelli indicatori e quindi ritrova- si di un centro celtico, che da allora prese il mondo dal 1852 (elmi, scudi, spade, lan- re i siti archeologici non è assolutamente il nome di Mogontiacum, fortificandolo per ce, corazze, uno splendido draco, schinie- semplice. Si comincia dai templi di Isis e consolidarne la funzione strategica. Intor- no al campo sorse successivamente la cit- tà di Castrum Mogontiacum che divenne municipio sotto Diocleziano e capitale del- la provincia della Germania Superior, sede del legato e di numerose legioni romane. La città è sicuramente la tappa più impor- tante del nostro viaggio per la ricchezza e la straordinarietà dei reperti conservati nei suoi musei. Purtroppo il più importante di questi, il Landesmuseum Mainz (www.lan- desmuseum-mainz.de), vede la sezione ar- cheologica, chiusa fino al 2010 per impor- tanti lavori di ristrutturazione. E’ uno dei più vecchi musei tedeschi e per gli oggetti contenuti (in particolare elmi e i bassorilie- vi delle colonne del periodo di Vespasiano, forse di pertinenza del Praetorium) un ap- puntamento irrinunciabile (ma solo dopo il 2010! sigh!!). Contiene numerosi reperti ro- mani, stele funerarie, monumenti in pietra, elmi ed armi, gioielli, bassorilievi, pitture e sculture, provenienti da scavi realizzati nel- la regione. In particolare la famosa colon- na di Giove (Jüpiterssaule). Numerosi ed interessanti sono anche i reperti di epoca celta. Affranti ed abbattuti dalla notizia, oltretut- to non presente sul loro sito, sotto la piog- gia ci dirigiamo al Museum für Antike Schif- fahrt (www.rgzm.de/Navis/home/fra- mes.htm), il museo delle navi antiche do- ve sono conservati i resti di sei imbarcazio- ni (di cui una mercantile) della fine del I se- colo d.C. Il museo sorge nel luogo del ri- trovamento delle navi, avvenuta nel 1981 mentre si scavava per costruire un palazzo. Successivamente, allargando lo scavo sono state rinvenute le altre e si è deciso di man- tenerle sul posto. Straordinarie per bellez- za e emozionanti, sono le ricostruzione di didascalia ottobre/dicembre 2007 61 Ars Historiae Limes Germanico ria è la ricostruzione di un Mi- treo a dimensioni reali con i suoi colori originali. Nella città è possibile visitare l’interessante Archäologi- sche Garten ed ovviamente non vanno dimenticati gli sca- vi di Nida. IV Giorno A soli 20 Km sorge il comples- so di SAALBURG (6 km da Bad Homburg vor der Höhe): la ricostruzione del castrum rinvenuto durante gli scavi ar- cheologici. Il forte fu edificato, come ope- ra difensiva, probabilmente a partire dalle operazioni mili- tari di Domiziano contro i Cat- ti nel 83/85 d.C. ed inizialmen- te era costituito da palizzate e torri di avvistamento in legno e serviva al controllo delle co- municazioni attraverso il vici- no passo. La struttura cambiò molte volte durante i circa 160 didascalia anni della sua esistenza. Sot- to il regno di Adriano (117/138) fu edificato un for- Mater Magna rinvenuti nel 2000 durante gli che sapevo interessante, è chiusa fino a tem- te in muratura (221x147 metri) che fu se- scavi per realizzare un centro commercia- po da stabilire. de della cohors II Raetorum civium Roma- le e che rappresentano parte dei resti dei FRANCOFORTE SUL MENO dista solo 30 norum di circa 500 uomini. Ma anche que- templi dedicati alla divinità egizia Iside e al- Km: durante le campagne germaniche di sta parte del limes venne abbandonata in- la divinità orientale Mater Magna. Entram- Vespasiano qui venne edificato un campo torno al 260 ed occupato, successivamen- bi i templi furono utilizzati probabilmente militare romano che, dopo l’abbandono del- te, dalle popolazioni germaniche. A partire fino al III secolo d.C. Intorno all’area sono la zona, si sviluppò portando alla costituzio- dalla metà del 19° secolo iniziarono gli sca- stati ritrovate oltre 300 lampade ad olio, re- ne della città di Nida, abitata almeno fino al vi archeologici che portarono alla luce par- sti di frutti (datteri, fichi, nocciole, semi di 260. Una città importante con case, bagni te del forte e delle vicine abitazioni. Nel cereali), che venivano bruciati sugli altari, pubblici, un teatro, negozi e edifici religio- 1913 furono riedificate, da parte dei solda- ossa di animali che provano l’esistenza di si.