Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 28 MAP MUSIC PAGES Neopsichedelia USA ‘80 NEO-GARAGE Il Rinascimento Garage degli Anni Ottanta CORSI E RICORSI Un antefatto. O, meglio, l’Antefatto. Nel 1972, avviluppato da una sgargiante ve- ste che, più di una semplice copertina, è un’esplosione di luci e colori, la Elek- tra pubblica un doppio dal titolo, come si suol dire, di per sé esplicativo Nuggets: Original Artyfacts From The First Psychedelic Era (1965-1968). Per quella che, a ragione, viene considerata la madre di tutte le compilation, un Lenny Kaye già apprezzato in veste di critico e archeologo rock oltre che di (futuro) chitarrista del Patti Smith Group, responsabile unico del materiale assemblato nonché delle preziose note informative che lo corredano, riapre uno spiraglio verso un’epoca del rock’n’roll sulla quale si erano posate troppo in fretta le sabbie del tempo: quella del garage americano degli anni sessanta. Un piccolo varco destinato ad ampliarsi a dismisura negli anni succes- sivi con la pubblicazione di materiale pressoché inesauribile (come dimenti- care, ad esempio, la serie infinita dei Pebbles?), che getta finalmente luce su quella che forse, nonostante la lonta- nanza dalla luce dei riflettori (o, più pro- babilmente, proprio grazie ad essa), ri- mane l’epoca d’oro del rock’n’roll a stel- le e strisce. L’epoca in cui, in risposta alla British Invasion di Beatles e Rolling Stones, una miriade di band in erba si rinchiude nelle cantine, il più delle volte senza nemmeno saper suonare, buttan- do sul piatto energia, spontaneità, fre- schezza ed entusiasmo nella speranza di emulare il successo dei propri idoli d’oltreoceano. Sembra una storia già sentita, ed in tempi più recenti, vero?

28 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 29

Forse con spirito meno emulativo e più per quegli abissi di visioni e di vertigi- Chesterfield King distruttivo, con il sostantivo di rivolu- ne? zione, con un nome –punk- ed un’imma- L’esplosione del punk a livello planeta- gine più moderna ed irriverente, vero? rio, primo e forse unico spartiacque fra L’orologio, che del resto è rotondo, a le differenti epoche della musica rock, volte gioca brutti scherzi… Dalla miriade segna in realtà un ritorno a certi ele- di gruppi che Nuggets (l’ultima riedizio- menti tipicamente sixties (musica più ne, ampliata con nuovi volumi, è della semplice e diretta, spirito di ribellione, benemerita Rhino) avrebbe scoperchia- teorema del Do It Yourself) aggiornati to letteralmente dalle tombe –qualche con le tematiche sociali, culturali, politi- nome? Litter, Chocolate Watchband, che e di costume di quegli anni. E se Count Five, Shadows Of Knight, Seeds, punk, nella sua accezione più comune, Blues Magoos, oltre a Electric Prunes e vuol dire nichilismo, spirito autodistrut- 13th Floor Elevators, che proba- tivo, rifiuto di ogni regola o convenzio- bilmente ce l’avrebbero fatta ne, rabbia e violenza fini a se stesse, anche senza Lenny Kaye…- at- negazione di un posto nella storia, di un tingeranno a piene mani, e passato e, soprattutto, di un futuro, so- senza il minimo pudore, anche no invero molte le band attigue al movi- tutti i protagonisti delle pagine mento, se non addirittura apparente- sentirà un passaggio indolore dal punk che state leggendo. mente coinvolte, che si salvano dal suo alla new wave (si pensi, ad esempio, al Il fuoco sacro di Nuggets non si rullo compressore in nome di quell’anti- gotico), da una fase di distruzione ad sarebbe mai spento. Gli anni co fuoco. Pensate infatti ai Cramps ed al una fase di costruzione. Ma il Nuovo successivi alla sua pubblicazio- loro immaginario di horror movies di se- Continente ha orizzonti più limitati e ne sono quelli in cui a New York, rie B: le radici del loro voodoo-billy de- fondamenta più fragili: ecco allora, alla dalle parti del CBGB’s, si svilup- genere e allucinato, come testimoniano luce degli insegnamenti della stagione pa la scena che Malcolm Mc La- del resto le innumerevoli cover, sono del punk, il rifiorire di una nuova prima- ren avrebbe esportato a Londra ben salde nella seconda metà dei fif- vera sixties. Il biennio 1983/1984 vedrà dando i natali al punk. Ma che al- ties. E che dire dei Gun Club di Jeffrey la nascita del , tro volevano fare i , da Lee Pierce e del loro grezzo roots-punk mentre quello successivo, 1984/1985, sempre innamorati delle atmo- intriso dal country e dal blues della tra- terrà a battesimo la nuova invasione ga- sfere fifties e sixties, se non suo- dizione a stelle e strisce? Citazione rage. Due percorsi differenti ed un mini- nare il proto punk delle garage d’obbligo anche per gli X, naturalmente, mo comune denominatore: un vecchio, bands degli anni sessanta a velo- e per il loro punk’n’roll che sposa alla coloratissimo, doppio album uscito, cità ultra accelerata? E, siamo sin- perfezione l’energia del punk con la sembra, un secolo prima… ceri, nell’iconografia di Patti Smith, co- continuità di un passato travolgente in me pure nelle sue emanazioni artisti- quella che, nei suoi momenti migliori, si LA SCUDERIA VOXX che, sono rintracciabili più elementi rivela come una delle più autentiche ce- Con un fuoco sincero ed inestinguibile classici, vicini alla tradizione, o moder- lebrazioni dell’american music. nel cuore, quello di un amore profondo ni, di rottura? Horses ha forse uno spiri- Cosa spingerà di lì a qualche anno una ed incontaminato per il sound dei six- to punk? Gli stessi Te- miriade di band a ritornare nelle cantine ties, ed una volontà di ferro a guidarne levision di Marquee alla ricerca dello spirito, e della musica, le azioni nel corso dei decenni, con l’u- Moon, immensi ed ir- di Nuggets? Il rock americano, che dal nico obiettivo di mantenere sempre de- raggiungibili, quanto punk degenera verso forme sempre più sta l’attenzione del pubblico verso quel sono debitori alla psi- estremizzate di hardcore, è giunto ad periodo fecondo, nonostante il passag- chedelia dei sixties un punto di non ritorno. E’ difficile im- gio sempre più disordinato di mode e per quelle scale chi- maginare un grado ancora più elevato miti sempre nuovi e sempre più logori, tarristiche da brivido, di violenza e di velocità e la rivoluzione Greg Shaw è il paladino per eccellenza tecnologica, quella vera, è anco- del revival neo psichedelico a stelle e ra di là da venire. In un strisce degli anni ottanta. Un uomo momento in cui non sono sempre fedele a se stesso ed alla causa ipotizzabili ulteriori sboc- di cui, con esemplare devozione, ha chi, il rock a stelle e stri- scelto di farsi portabandiera. Attivo fin sce non può far altro che dalla seconda metà degli anni sessanta ripiegare su se stesso, con la pubblicazione della sua primissi- guardare alla propria sto- ma fanzine, Greg fonda “Bomp” all’ini- ria, al proprio passato e, zio degli anni settanta: una rivista che in una sorta di ritorno allo diviene in pochissimo tempo la Bibbia stato fetale, ricominciare per tutti gli adepti al suo Credo. Il pro- da capo. Non sarà così nel- getto editoriale si trasforma in pochi an- la Vecchia Europa, dove la ni in una label che comincia a raccoglie- presenza di un adeguato re intorno a sé il meglio delle band che

retroterra culturale, con- operano in quell’ambito: Plan 9, Barra- MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 29 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 30 MAP MUSIC PAGES

cudas, Crawdaddy, DMZ, tanto per non Count Five, Seeds, Shadows Of Knight, fare dei nomi. Nel 1979 la Voxx Records Standells e compagnia bella. Potrete nasce come sussidiaria Bomp ad opera dargli del pazzo, ma non negargli quel di un Greg Shaw seriamente preoccupa- ruolo di duro e puro che appartiene a to per la direzione “new wave” che sta lui come a pochi altri. Con prendendo l’etichetta madre. Voxx di- forma gli Unclaimed sul finire degli anni viene in breve il tempio pagano ove si settanta e nel 1981 pubblica su Moxie il celebra il culto del più puro sixties primo anonimo EP della band, dal quale sound, radicalizzando la ricerca com- Greg Shaw estrae la splendida Run piuta negli anni precedenti dalla Bomp From Home per il primo volume della verso le fonti sempre più oscure del ga- sua Battle Of The Garages. Nello stesso rage sound americano. Accanto alla anno Sid se ne va per formare i Long Ry- pubblicazione di prodotti contempora- ders e Shelley rimescola la formazione nei nasce e si sviluppa, attraverso sotto per dare luce, nel 1983, al leggendario etichette all’uopo create, la riedizione Dream Syndicate Primordial Ooze, vero e proprio inno al- di materiale originale via via più oscuro le sonorità sixties dei propri eroi e pie- degli anni sessanta: sono ormai Storia tra miliare del garage revival americano. le serie di Pebbles, Rough Diamonds, Workers per la minuscola Sound Intere- Poi altri litigi, fratture e diaspore mentre Highs In The Mid Sixties. Nel 1985 Greg sting, ed approdano alla Voxx per l’e- la nebbia, intorno alla band, diventa Shaw apre a un piccolo lo- sordio sulla lunga distanza, quell’Inside sempre più fitta. Una nebbia color por- cale, il Cavern, che ospita quasi tutte le Out, uscito nello stesso anno, che con- pora, naturalmente… sere esibizioni di gruppi neo psichedeli- sacra la band fra le rivelazioni dell’inte- L’universo di Farfisa, Vox e Ricken- ci. L’attività di questa gioiosa arena six- ro movimento. L’idillio con Greg Shaw becker, di capelli a caschetto, occhialini ties viene brillantemente documentata non dura molto: con l’accusa di scarsa e camicie variopinte così brillantemente dalla serie Battle Of The Garages, che attenzione nei loro confronti e di poca evocato dagli Unclaimed è lo stesso che costituisce una vera e propria vetrina di chiarezza riguardo alle royalties ed alle popola i sogni dei Gravedigger Five di presentazione per una miriade di band cifre del venduto, i Miracle Workers se San Diego che, con l’ottimo All Black sconosciute, alcune delle quali –citiamo ne vanno sbattendo la porta nei primi And Hairy del 1985, miscelano con pas- a caso Steppes, Dwarves e SS20- ap- mesi del 1985. Si dovranno aspettare sione, vigore e competenza proderanno ad importanti contratti e ad tre anni per assistere alla pubblicazione e rhythm’n’blues. Il loro scioglimento una notorietà appena sfiorata. Il catalo- di Overdose su etichetta LSD, album a sarà quasi immediato e da quelle ceneri go Voxx interrompe le sue pubblicazioni partire dal quale il sound dei Workers nasceranno i Morlocks, dei quali ci pia- intorno al 1987, quando il garage revival vira verso le sonorità più hard che ca- ce ricordare l’ottimo Submerged Alive si prepara ad essere soppiantato dal ratterizzeranno anche le uscite succes- del 1988. grunge, toccando la cinquantina di titoli sive di una band sempre più stanca e Sulle stesse coordinate si muovono più ad opera di gruppi in prevalenza ameri- prevedibile. o meno anche i Tell Tale Hearts di Mike cani, ma non disdegnando qualche pun- Probabilmente ancora oggi, ovunque Stax, inglese trapiantato a San Diego, tatina oltreoceano in Francia, Inghilter- egli sia, Shelley Ganz è assolutamente che, nonostante il nome tratto da un ra, Italia, Svezia, Spagna e Germania. Il convinto che la musica rock si è fermata racconto di Edgar Allan Poe, sono molto materiale, copiosamente ristampato an- nel 1966 o giù di lì, con le gesta memo- lontani dal mondo a tinte forti del Mae- che nell’amato formato vinilico, è co- rabili di Chocolate Watchband, Sonics, stro. Anche per loro molto rhythm’n’- stantemente disponibile sul sito della blues ed un amore dichiarato per i label. Proviamo ora a pescare un po’ nel Pretty Things, ben manifesto nelle usci- mazzo. Dream Syndicate te maggiori, The Tell Tale Hearts (1985) I Miracle Workers di Gerry Mohr e Matt e The New Sound Of… (1986). Rogers, rispettivamente voce e chitarra, Meritano un cenno anche le Pandoras si formano a Portland, Oregon nel 1983. di Paula Pierce, ex girl friend di Shelley La stessa denominazione che il gruppo Ganz, le quali, più che per l’originalità si sceglie, ispirata dall’hit dei Brogues I della loro proposta, brillano per la pro- Ain’t No Miracle Worker, portato al suc- vocante line up tutta al femminile. Dopo cesso dalla Chocolate Watchband in tut- la pubblicazione di It’s About Time nel to il mondo ed inciso in Italia dai Corvi 1984, suonato e cantato praticamente con il titolo di Ragazzo di Strada, è il te- dalla sola Paula, colpevole di avere re- stimone principale di uno sperticato clutato tre ragazze da copertina con amore per gli anni sessanta. Rivelatisi scarsissime cognizioni musicali, la band grazie alla partecipazione al secondo si scioglie e si ricostituisce con una for- volume di Battle Of The Garages, i Mira- mazione di musiciste vere per dare alla cle Workers debuttano nel 1984 con il luce, nel 1986, l’ottimo Stop Pretending mini album 1000 Micrograms Of Miracle su Rhino.

30 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 31

Più lontani dalle rudi sonorità garage ed orientati verso una psichedelia che sa essere anche soffice e suadente sono Il neo-garage in 15 dischi gli Eyes Of Mind di Troy Caldwell e Jamie Phelan (Tales Of Turquoise Umbrella, 1984) ed i Things di Steve Crabtree FLESHTONES-Roman Gods (Outside My Window, 1986), mentre cer- UNCLAIMED-Primordial Ooze tamente più abrasivo e sperimentale è il sound degli Yard Trauma dell’altro san- GRAVEDIGGER FIVE-All Black And Hairy tone garage Lee Joseph (Yard Trauma, MIRACLE WORKERS-Inside Out CHESTERFIELD KINGS-Here Are The 1984). Un discorso a parte lo meritano Fleshtones gli Steppes dei fratelli John e David Fal- Chesterfield Kings lon, la cui avventura riesce, fra le po- CHESTERFIELD KINGS-Stop che, ad oltrepassare il giro di boa degli FUZZTONES-Lysergic Emanations accasarsi presso la IRS e pubblicare anni novanta pur perdendo, progressi- OUTTA PLACE-We’re Outta Place l’album d’esordio, quel Roman Gods vamente, le peculiarità che avevano ca- PLAN 9-Dealing With The Dead che, pur esprimendo solo in parte lo ratterizzato le prime tre uscite per spe- PLASTICLAND-Color Appreciation spirito delle loro infuocate esibizioni li- gnersi in una sorta di acid folk cantau- VIPERS-Outta The Nest ve, ben rappresenta la band all’apice torale. Formatisi nel 1983 dai due fratel- del proprio selvaggio stato di forma. Il PANDORAS-It’s About Time lini di ritorno da un lungo soggiorno in successivo Hexbreaker (1983) vira verso Irlanda, pubblicano l’anno successivo STEPPES-Drop Of The Creature sonorità più psichedeliche, più prossi- l’omonimo mini album di esordio. The LYRES-On Fire me al , al surf ed al beat che al- Steppes mostra, nell’arco degli otto EYES OF MIND-Tales Of Turquoise l’indemoniato rhythm’n’blues degli brani che lo compongono, il trapasso da Umbrellas esordi. Il suggello ideale alla carriera un sound acerbo che non è ancora car- dei Fleshtones, o quantomeno alla sua ne ne pesce, ad una forma più evoluta fase migliore, spetta ai due volumi di di psichedelia piena di richiami al gara- nuare l’opera di un’altra oscura label Speed Connection, registrati dal vivo in ge dei sixties, alla West Coast, al folk underground, la Ork Records, editrice Francia nel 1984, che, nonostante una rock inglese. Un passaggio che trova –tra l’altro- del primo mitico singolo dei qualità di registrazione abbastanza de- definitivo compimento nel successivo, Television Little Johnny Jewel. Il Dive, il precabile, tramandano ai posteri una splendido, Drop Of The Creature del locale che diventerà molto presto ritro- degna immagine della band nella pro- 1986, che si candida a pieno titolo fra i vo degli appassionati delle sonorità pria dimensione ideale. “must” della neo psichedelia del decen- neo-sixties, vede salire sul palco ogni Da una costola dei Fleshtones, il sas- nio. Stewdio, uscito nel 1988, oltre a sera nuove formazioni desiderose di sofonista Jonathan Weiss, principale ar- chiudere il contratto con la Voxx di Greg mettersi in mostra: c’è un mondo là fuo- tefice delle connotazioni rhythm’n’blues Shaw, ripiega su sonorità decisamente ri ed è pronto per essere fatto a pezzi. del sound del gruppo, nasceranno nel più acustiche e leggere, che tentano di Nasce una nuova etichetta, la Midnight 1981 i Vipers, artefici di uno stile che agganciarsi alla modernità senza rinne- Records, che di quelle vibrazioni vuol prenderà in parte le distanze dal sixties gare tutte le componenti folk e psiche- fare il proprio inossidabile credo: tutto sound più abrasivo per esaltarne le deliche del background della band. Il è pronto per un (altro) ritorno al futuro. componenti più “delicate”, più protese resto è, sinceramente, prescindibile. I pionieri del ritorno alle sonorità più al versante beat di gruppi quali Kinks e abrasive degli anni sessanta all’ombra Pretty Things. Ci vorranno tre anni di NEW YORK E DINTORNI della Grande Mela sono i Fleshtones di dura gavetta, inframmezzati da una fug- Da sempre avvezza ad un ruolo da pri- Peter Zaremba e Keith Streng. Formatisi gevole presenza su molte compilazioni, ma pagina, la New York sotterranea è in nel 1977, in piena epoca punk, sono i fra le quali l’imprescindibile Battle Of balìa di forze centrifughe spaventose primi a portare ad ebollizione quel pen- The Garages, prima che la newyorkese negli anni che danzano attorno all’av- tolone carico di amore per il beat, il ga- Midnight si faccia avanti consentendo vento della nuova decade. Punk, New rage ed il rhythm’n’blues la cui tempe- alla band il debutto a quarantacinque Wave e No Wave si rincorrono e si acca- ratura, in fondo, non era mai scesa sot- giri. L’esordio sulla lunga distanza, l’ot- vallano gettando scompiglio e creando to il livello di attenzione. Il fulminante timo Outta The Nest, arriverà sul finire suoni e immagini via via più radicali. Ep- singolo d’esordio, American Beat, edito dell’anno via PVC Records. Poi più nulla pure, anche in mezzo a tanta confusio- nel 1977 da quella Red Star Records che fino al 1988, anno di pubblicazione del ne, il verbo garage riesce a sopravvivere aveva appena tenuto a battesimo i Sui- secondo album How About Somemore?, ad opera dei pochi, fieri proseliti che, cide, rimane probabilmente il loro bra- più votato a sonorità hard che poco o fregandosene di mode e modi, manten- no manifesto. Segue la partecipazione nulla hanno a vedere con il nostro di- gono accesa quella fiaccola che, di lì a con due pezzi di livello appena inferio- scorso. poco, tornerà ad incendiare una nuova re, Vindicators e Girl From Baltimora, al “Perché scrivere canzoni originali quan- stagione del rock’n’roll. Figura di spicco sampler 2 x 5 in comproprietà con altre do ce ne sono già così tante ottime?” E’ di quegli anni è il giornalista Alan Be- band minori. Poi, a causa del fallimento certo una domanda che Greg Prevost, trock che, spinto da indomita passione, della label, i Fleshtones dovranno met- cantante chitarrista e fondatore dei tenterà anche di dar vita ad un’etichet- tere a dura prova il proprio sistema ner- Chesterfield Kings, si è rivolto a lungo e

ta, la Shake, che si propone di conti- voso aspettando il 1981 per riuscire ad alla quale, almeno per i primi anni di MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 31 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 32 MAP MUSIC PAGES

carriera della sua band, non ha mai avu- passi su quelle orme già tracciate, an- violenza alle porte del cuore e, disfatosi to alcun dubbio nel rispondere allo che le successive uscite, sempre più vo- di tutto, Protrudi rimette insieme i Tina stesso modo. Ovvero che non ce n’è al- tate ad un hard rock di maniera. Rimane Peel con il tastierista originale Deb O’- cun bisogno. I Chesterfield Kings rap- di fondamentale importanza, in ogni ca- Nair mutando il nome in Fuzztones. Con presentano infatti, nel bene come nel so, il ruolo iniziale della band nel recu- passione e spirito di sacrificio si rimette male, l’ala più conservatrice pero di un patrimonio, quel- in gioco buttandosi allo sbaraglio nei dell’intera scena garage: per lo dei sixties più oscuri, che circuiti che stanno attendendo alla rina- loro la musica rock si è dav- senza di loro sarebbe in gran scita garage. Il tempo questa volta è vero fermata nel 1966 e tut- parte dimenticato. dalla sua parte e, dopo una partecipa- to, dal taglio di capelli ai ve- Anche il neofita, interrogato zione a Battle Of The Garages, riesce a stiti, dalla strumentazione al in questioni garage, citereb- pubblicare il primo singolo Brand New repertorio, sta lì a dimostrar- be senza il minimo sforzo Car ed il mini LP dal vivo Leave Your lo. Prima di fondare una mentale i Fuzztones di Rudi Mind At Home via Midnight Records band totalmente dedita al Protrudi, ovvero la band che, (1984). Un anno dopo tocca a Lysergic culto degli anni sessanta, Game Theory forse più e meglio di ogni al- Emanations sfondare nei circuiti garage Greg Prevost cerca addirittu- tra, ha capitalizzato il Verbo di mezzo mondo, Italia compresa. Dopo ra di resuscitare il proprio faro illumi- dei sixties diffondendolo presso un la diaspora che divide il gruppo in due nante, vale a dire i Chocolate Watch- pubblico, se non popolare, abbondan- tronconi dando vita, dall’altra parte, band, con alcuni dei vecchi membri ori- temente sopra la media underground. Il agli Headless Horsemen di Ira Elliott e ginali. Fallito questo primo, assurdo Leader Maximo Rudi Protrudi, anima Elan Portnoy, Rudi non getta la spugna tentativo, l’instancabile front man reclu- unica della propria creatura, non è certo e prepara il ritorno sulle scene dei suoi ta i propri adepti ad una fiera del uno sprovveduto: i suoi primi passi ri- Fuzztones unendo il classico spirito da da collezione, tanto per essere sicuro salgono addirittura ai tardi anni sessan- horror b-movie a sonorità più heavy. Il della fede che anima i loro pensieri, e ta, quelli veri, che lo vedono protagoni- nuovo corso, per la verità piuttosto in- da vita ai Chesterfield Kings. I primi sin- sta nelle prime, originali e sconosciutis- concludente, che culminerà con In Heat goli, editi dalla propria etichetta perso- sime garage band del periodo. Dopo un nel 1989, vedrà la band spegnersi lenta- nale Living Eye, sono costituiti esclusi- inizio di decade tormentato, che lo vede mente prigioniera del suo stesso mito e vamente da cover: I Ain’t No Miracle rincorrere invano il successo in varie ef- del culto che, specialmente in Europa, Worker nel 1980, cui faranno seguito fimere formazioni, nel 1977 Rudi forma i non verrà mai meno. Dopo lo sciogli- l’anno successivo strepitose versioni di Tina Peel, gruppo dedito al recupero mento dei Fuzztones Rudi Protrudi si ri- I Can Only Give You Everything e I’m delle sonorità a lui care che sarebbe in butterà nel circuito semi clandestino a Going Home. E’ interamente composto pratica diventato l’embrione dei Fuzzto- suonare rock strumentale con l’acroni- da cover anche il primo, sospirato al- nes. I tempi infatti non sono ancora ma- mo di Link Wray & The Jaymen: la sua bum Here Are The Chesterfield Kings, turi e la band si scioglie dopo un paio di passione sembra non morire mai e, sta- uscito su etichetta Mirror nel 1982. I singoli e la partecipazione ad una com- tene certi, non appena computers e mu- Chesterfield si trovano così al centro di pilazione locale. In epoca no wave Rudi, sica sintetica daranno i primi segni di accesissime diatribe: i denigratori non come un pesce fuor d’acqua, arriva ad- cedimento, la sua sagoma, minacciosa colgono in loro la benché minima scin- dirittura a suonare nel gruppo di Lydia come non mai, riapparirà fiera all’oriz- tilla creativa, i sostenitori li considerano Lunch ma, stancatosene ben presto, en- zonte. invece i principali custodi del più auten- tra nei Vulcain Death Trip, oscura forma- Il ruolo degli Outta Place di Mike tico spirito garage. Il giochetto ad ogni zione dedita ad un hard rock dalle tinte Chandler e Jordan Herlow è, invece, affi- modo non può durare a lungo e, dopo il glam vicino ad Alice Cooper. Il suo spiri- dato più che altro alla leggenda: l’unica singolo She Told Me Lies, la band di to garage però bussa con sempre più testimonianza vinilica che ha lasciato la Greg Prevost pubblica il primo album di band è infatti un rozzo mini materiale originale, Stop del 1985, che LP del 1984 dal titolo pro- si accontenta di plagiare solo nella ve- grammatico di We’re Outta ste grafica il December’s Children dei Place, un esemplare, violento Rolling Stones. Dopo qualche rimesco- bignamino, di acerbe sono- lamento nella formazione, i Chesterfield rità sixties equamente riparti- Kings, evidentemente logori, iniziano a te fra cover e originali. Poco prendere le distanze dal modello gara- più di una meteora, insom- ge con Don’t Open Till Doomsday ma, ma ancora vivissimo, fra (1988), album più votato al recupero di gli appassionati, rimane il ri- certe sonorità hard prossime al primo cordo o il racconto di quelle Alice Cooper, alle New York Dolls ed agli infuocate esibizioni live che, Stooges miste al glam dei T. Rex ed al per un certo periodo, hanno punk del ’77. Andranno in questa dire- monopolizzato il palco del Di- zione, probabilmente più personale, ma Gregg, Rodney e Vickie ve entrando direttamente nel- certo meno suggestiva rispetto ai primi la storia.

32 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 33

Non quella con la esse maiuscola, lo meno revivalistico del sound della mi segni di stanchezza e la band si av- avrete notato, ma solo per una banale band, comunque votato agli idiomi del- via lungo i binari di una onorevole ordi- questione di tempo. la Swinging . Sulla medesima narietà. Il versante più puramente psichedelico falsariga toccherà l’anno successivo a Fra i gruppi che erano soliti dividere le della scena newyorkese è rappresenta- Salon mettere la parola fine a quell’av- assi del Rat, il più noto locale under- to da Plan 9 e Plasticland. I Plan 9 di ventura che i Plasticland certo avrebbe- ground della città, con i DMZ di Mono Eric Stumpo si formano a Rhode Island ro voluto vivere vent’anni prima e dal- Mann, una citazione d’onore spetta ai nei primi mesi del 1980 e si fanno subi- l’altro lato dell’oceano. Real Kids di John Felice, una delle mi- to notare per la presenza di quattro chi- sconosciute leggende della scena bo- tarre nella loro formazione: una vera e LAST (BUT NOT LEAST) stoniana. Insieme alla band di Jeff Con- propria dichiarazione di intenti! Nel E, proprio per dimostrarvi che non stia- nolly sono tra i primi a proporre grezze 1981 inviano un demo alla Voxx di Greg mo scherzando, cominciamo con un al- sonorità di ispirazione sixties in piena Shaw, che consentirà loro di debuttare tro Grande Cerimoniere del sixties epoca punk/new wave e, forse proprio sulla lunga distanza l’anno successivo sound più rozzo ed abrasivo, quel Jeff a causa di questo, non riusciranno mai con Frustration, album interamente Connolly che, insieme agli altri progeni- a far presa su un pubblico medio turba- composto da cover di brani degli anni tori Greg Prevost e Peter Zaremba, dei to da quei suoni che giungono troppo in sessanta. Il disco rifiuta però il mero quali abbiamo già parlato, forma uno di ritardo rispetto alla loro naturale collo- tentativo imitazione aprendo nuovi oriz- quei tridenti d’attacco che ogni squadra cazione ed in netto anticipo per la sua zonti creativi nel linguaggio garage-psi- vorrebbe schierare. Connol- ondata di riflusso. Il debutto chedelico dell’epoca: i brani, dilatati fin ly, scherzosamente sopran- omonimo esce in sordina per quasi allo spasimo, sono quasi irricono- nominato “Mono Mann” a la Red Star nel fatidico 1977, scibili. La seconda prova, l’ottimo Dea- causa della sua fissazione ma, considerati i riscontri, i ling With The Dead, esce nel 1984 su per registrazioni in mono dei Real Kids devono emigrare in Midnight e, finalmente, contiene solo bei tempi andati, forma i Francia fra le accoglienti brani originali. La fede della band nel- DMZ a Boston nel 1976 con braccia della New Rose per l’acid rock delle lunghe jam di Grateful lo scopo, dichiarato, di fon- riuscire a pubblicare, soltan- Dead & Co. è ora assolutamente esplici- dere il garage psichedelico to nel 1982, il secondo album ta. Dopo una raccolta omonima di vec- degli anni sessanta con la Outta Place che se non altro, chio materiale edita nel 1984 dalla pari- selvaggia violenza di Stoo- ispirerà il nome all’omonima gina New Rose ed un album dal vivo del ges & Co. Nel 1977, in piena band di New York. Seguirà un 1985, I’ve Just Killed A Man. I Don’t esplosione punk, la band disco dal vivo nel 1983, All Want To See Any Meat, che chiude il pubblica due brani sulla rac- Kinda Jerk, e, sul finire dello contratto con la Midnight, i Plan 9 pas- colta Live At Rat ed un EP di quattro stesso anno, l’epitaffio di Hit You Hard. sano alla Enigma per la quale pubbli- canzoni infuocate per la Bomp: quattro Nonostante l’amore incondizionato di cheranno nello stesso anno un altro di- schegge impazzite di crudo e grezzo una (troppo) ristretta schiera di appas- sco di ottimo livello, Keep Your Cool splendore che richiamano immediata- sionati, ai Real Kids non rimarrà che il And Read The Rules. Con il passare de- mente alla memoria le snaturate gesta definitivo scioglimento l’anno successi- gli anni il sound della band perderà le di Iggy Pop & Co. Passano solo pochi vo, a suggello di una storia minore ma proprie connotazioni psichedeliche a fa- mesi ed è già tempo di gettare in pasto non meno importante. vore di un hard rock più di maniera, che ai leoni l’omonimo album di debutto, Affidiamo ai Droogs di Roger Clay e Rich ne segnerà malinconicamente le uscite nientedimeno che su etichetta Sire. Nel Albin, che nella ragione sociale omag- successive fino all’epitaffio di Sea Hunt 1979 però il sogno di Jeff Connolly si in- giano Doors e Troggs, due fra le forma- (1987). frange miseramente contro l’ostracismo zioni più amate dai loro leader, il compi- Più variegato è certo lo stile dei Plasti- del pubblico, che diserta in massa l’ap- to di chiudere la nostra carrellata. Da cland, costituiti a Milwaukee nel 1980 puntamento, e della casa discografica sempre innamorati del garage punk dei ad opera di Glenn Rehese e John Fran- che, come è purtroppo lecito aspettarsi, sixties, tanto da fondare nei primi anni covic, con la testa ben rivolta al 1967 non gli concede una seconda possibi- settanta una fanzine, Flash, votata ani- londinese ed ai grandi cerimonieri del- lità. Giusto il tempo per riprendere fiato ma e corpo al recupero di quelle sono- l’UFO Club, Pink Floyd, Deviants, Tomor- e Peter è pronto a gettare sul piatto del- rità, i nostri riescono a far debuttare la row e Pretty Things in testa. Nel 1983, la bilancia i suoi nuovissimi Lyres, che, loro formazione sulla lunga distanza, con già quattro singoli all’attivo per una dopo qualche singolo ed un EP nel dopo una piccola pioggia di singoli, so- minuscola etichetta indipendente, arri- 1981, pubblicheranno l’esordio ufficiale lo nel 1984, undici anni dopo la data va il primo contratto “importante”, sulla lunga distanza solo nel 1984 con che ne sancisce la nascita ufficiale. L’ot- quello con la di Parigi, label molto l’ottimo On Fyre per la bostoniana Ace timo Stone Cold World rimarrà fra i di- attiva sul fronte neo sixties. L’album di Of Hearts. Due anni dopo toccherà al- schi principali di quel (fantastico) anno debutto dell’anno successivo, Color Ap- l’altrettanto valido Lyres Lyres rinfocola- in ambito neo psichedelico, prima che preciation, però altro non è che una me- re un mito che attecchirà soprattutto la band, martoriata da frequenti cambi ra riedizione dei precedenti singoli, or- nella vecchia Europa: quello di una di formazione e da fermate e ripartenze mai introvabili. Più compiuto il lavoro band potente e grintosa custode, fra le più o meno improvvise, decida di prose- seguente, uscito nel 1986 su etichetta poche, dello spirito più autentico del guire in un ambito che esula dai confini Pink Dust, Wonder Wonderful Wonder- rock’n’roll. Con il successivo A Promise della nostra mappa.

land, che mostra un lato più deciso e Is A Promise del 1988 subentrano i pri- Marco Tagliabue MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 33 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 34 MAP MUSIC PAGES

chitarra, viene richiamata già autore dell’acerbo EP autoprodotto Paysley Underground al basso e quindi reclutato Dennis Two Bibles e fautore di un sound liser- Duck, batterista degli Human Hands, gico, imperniato sulle tastiere doorsia- 1978-1983 UN SINDACATO che si presenta suggerendo uno dei no- ne di Chris Cacavas e sulla voce, a metà PER SOGNI PSICHEDELICI mi più suggestivi mai dati ad una fra Jagger e Young, dello scorbutico Dan Tutto ha inizio nel Nord della California, rock’n’roll band: THE DREAM SYNDICA- Stuart. Death And Angels, Black Night e dalle parti di San Francisco. TE. Ben presto sulla bobina rimangono Aspirin i migliori momenti di un disco e Kendra Smith si incontrano al liceo in impresse quattro canzoni autografe, che, pur macchiato da alcune ingenuità, quel di Davis, luogo che, ad una rilettu- tanto acerbe quanto promettenti, che possiede uno script in grado di armo- ra posteriore, appare molto meno ca- parlano il linguaggio aspro del garage e nizzare desert music e nevrosi urbane. suale di quanto potesse sembrare in della psichedelia americana dei tardi Pochi mesi dopo quel primo mini LP, in- quei giorni. Da qui erano fuoriusciti i ’60. Per diffonderle Wynn, stanco di titolato semplicemente The Dream Syn- Blue Cheer, allucinata garage band dei bussare alla porta delle principali case dicate, il gruppo di Wynn e Precoda ap- tardi sixties; da qui, come vedremo, discografiche, decide di fondare una proda invece all’esordio sulla lunga di- partiranno anche i Game Theory. Lui propria label, la Down There, e la cosa, stanza. Grazie alla produzione di Chris suona la chitarra e scrive canzoni, lei come vedremo, assume rapidamente D. (Flesh Eaters), The Days Of Wine And canta. Ben presto a loro si uniscono una rilevanza che andrà al di là dello Roses (Slash, 1982), oggi celebrato og- Steve Suchil al basso, Gavin Blair alla specifico progetto. Negli anni a venire getto di culto, riprende e mette a fuoco batteria e Russ Tolman alla chitarra. ritroveremo infatti tale etichetta impres- le migliori intuizioni dell’EP (l’incalzante Con il nome di The Suspects i cinque sa su alcuni degli esordi più interessan- That’s What You Always Say e l’estasi auto-producono un 45 giri, Talking Out ti di questo periodo. Primo fra tutti l’o- perversa di When You Smile), calibran- Loud / It’s Up To You, dal valore semina- monimo mini LP dei GREEN ON RED, in- do le esecuzioni senza però togliere le decisamente superiore a quello pret- teressante quartetto di Tucson, Arizona, spontaneità e quella sporcizia di suoni tamente artistico. Messo in volutamente ricercata dai quattro. At- cascina il diploma le loro stra- torno a queste due tracce viene eretta de si separano. La Smith si una solida impalcatura chitarristica, trasferisce a San Diego, men- nella quale si mettono in evidenza un tre Wynn torna a Los Angeles singolo perfetto come Tell Me When It’s dove frequenta la UCLA e la- Over, gli anfetaminici 2/4 di Definitely vora come commesso presso Clean e The Days Of Wine And Roses, e la Rhino Records. Non pago, Halloween, allucinata celebrazione del- trova il tempo per suonare in la vigilia di Ognissanti firmata da Preco- una miriadi di gruppuscoli da. Pur non negando evidenti rimandi della città degli angeli e per dare alle stampe un altro 45 giri, That’s What You Always Say / Last Chance For You, a Miracle Workers nome 15 Minutes. La produ- zione, questa volta, è di Scott Miller (poi nei Game Theory) ed il lato A, pur se ancora rozzo e registrato in modo ap- prossimativo, lascia intravedere poten- zialità di scrittura non banali. Ancora poco, però, per riuscire a farsi notare in una scena che sta vivendo un momento di risveglio dopo la narcosi indotta dalle espressioni più molli e decadenti della West-Coast. X, Flesh Eaters, Gun Club, ma anche Blasters e Los Lobos, hanno inaugurato una nuova èra di musica ca- liforniana, mescolando, con freschezza ed originalità, la carica iconoclasta del punk con le forme più disparate della American Music. La svolta per Wynn ar- riva sotto forma di un incontro casuale con Karl Precoda, conosciuto ad una audizione nelle vesti di aspirante bassi- sta. Ben presto i due decidono di proce- dere in autonomia; Precoda passa alla

34 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 35

all’esperienza di Patti Smith e dei Tele- penetrare un’aria western vision, il disco, tra feedback, un basso particolarmente evidente in maltrattato ed un cantato oscuro e gut- tracce come Old Chief e turale, può essere sintetizzato come il Cheap Wine. Oltre all’onni- perfetto crossover tra i Velvet Under- presente Wynn contribuisce ground e le cavalcate elettriche di al risultato finale anche Everybody Knows This Is Nowhere, una Matthew Piucci, che presta la sorta di ponte neo-psichedelico tra i chitarra a Snake Bit. Non si due versanti degli States. La fondazione tratta di una collaborazione e l’attività indipendente della Down qualsiasi, visto che Piucci è, a There non sono peraltro le uniche mani- sua volta, voce e leader dei festazioni delle velleità di Wynn di an- RAIN PARADE. Il gruppo, fon- dare oltre la conduzione di una band. Lo dato dai fratelli David e Ste- dimostrano alcune significative collabo- ven Roback, rispettivamente razioni infilate in quei mesi frenetici. Tra chitarra solista e basso, esor- queste la co-produzione dell’album di disce negli stessi mesi con esordio di una band emblematicamente Emergency Third Rail Power chiamata TRUE WEST e formatasi a Da- Trip (Enigma, 1983). Contrad- vis nella primavera del 1982 su iniziati- distinto da un chitarrismo li- va dei vecchi amici Blair e Tolman. Il di- sergico, di esplicita matrice sco, uscito in America come EP omoni- sixties e frequentemente de- mo, ed in Europa con tre brani in più ed bitore verso i Byrds (Satur- il titolo di Hollywood Holiday (New Ro- day’s Asylum e What She’s se, 1983), suona fresco, e capace di me- Done To Your Mind su tutte), scolare con originalità nuova frontiera e l’album affascina con un fiammate lisergiche. Mentre in It’s equilibrato amalgama di voci About Time e in You le chitarre di Tol- Pandoras delicate, arpeggi scintillanti, man e di Richard McGrath inseguono le insert discreti di violino e ta- piste segnate da Lloyd stiere, ed un recupero del sitar che ri- e Verlaine, altrove si al- manda direttamente a George Harrison ternano echi Barrettia- e Brian Jones. Non mancano assoli inci- ni (l’allucinata Steps To sivi (Talking In My Sleep) alternati a mo- The Door e l’omaggio menti più lirici e rarefatti (Look At Merri, esplicito di Lucifer Carolyn’s Song). Un approccio piuttosto Sam), il tribalismo sa- simile al recupero della eredità melodi- tanico di I’m Not Here, ca degli anni ’60 caratterizza anche l’e- l’acida elegia di And sperienza dei THREE O’CLOCK. Nato Then The Rain e due dalle ceneri dei Salvation Army, e già ballate, polverose ed autore dell’EP Baroque Hoedown (Fron- anthemiche, come la ti- tier, 1983), il gruppo di Michael Quercio tle-track e Throw Away e Gregg Gutierrez tesse però un suono The Key. Sono solo le decisamente più solare rispetto a quel- prime avvisaglie di una lo dei Rain Parade. Una miscela di ar- volontà di recupero peggi cristallini, tastiere schizofreniche della più genuina este- e voci squillanti e spensierate, che trova tica dell’Ovest, all’epo- perfetto compimento in Sixteen Tam- ca pesantemente sput- bourines (Frontier, 1983). Il disco rap- tanata dai patinati ste- presenta un tentativo abbastanza riu- reotipi di gruppi FM come gli America e (Slash, 1983), primo sforzo sulla lunga scito di distaccarsi dagli stilemi pura- gli ultimi Eagles. Recupero al quale con- distanza espresso dai Green On Red. Se mente derivativi espressi dall’EP per tribuiscono in maniera determinante i l’umore generale del disco continua ad sintetizzare una propria via al recupero LONG RYDERS. Capitanati dall’ex-Un- essere pervaso da una avvolgente psi- delle radici. Jet Fighter, Stupid Einstein claimed Sid Griffin e da Stephen Mc- chedelia notturna, ancora dominata e Tomorrow parlano il linguaggio di un Carthy i quattro esordiscono con 10-5- dalle tastiere “alla Manzarek” di Caca- pop-psichedelico gradevole ed accatti- 60 (Zippo, 1983), mini Lp che mette su- vas (Gravity Talks, Five Easy Pieces), le vante, mentre in Seeing Is Believing ed bito in evidenza un profondo amore per chitarre iniziano progressivamente a in In My Own Time, improbabile ma az- le Rickenbacker ed il folk cosmico dei guadagnare spazio, grazie anche alla zeccata cover dei Bee Gees, fanno la Byrds (And She Rides, 10-5-60, Join My asciutta produzione di Chris D. L’album comparsa persino sporadici insert di Gang). West come metafora di una terra è il primo capolavoro del gruppo e l’in- fiati perfettamente arrangiati. Attitudine in cui opportunità e spietatezza sem- troduzione del pianoforte contribuisce non molto diversa da quella che con- brano avvinghiate in un abbraccio mor- a spostare sporadicamente il baricentro traddistinse anche i GAME THEORY di

tale; ribadirà il concetto Gravity Talks verso sonorità più classiche, lasciando Scott Miller, altro fuoriuscito di Davis, e MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 35 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 36 MAP MUSIC PAGES

già negli Alternative Rain Parade Un’esperienza apparente- sero dieci canzoni pressoché perfette, Learning. Formatasi a Sacra- mente di basso profilo, non esaltate da testi hard-boiled degni di un mento nel 1982, la band regi- fosse che gli amici in que- romanzo di James Ellroy. Dal riff “defini- stra il primo album, Blaze Of stione sono Michael Quer- tivo” di Still Holding On To You all’in- Glory meno di quattro mesi cio, Dennis Duck, Karl Preco- cendiaria Burn, dall’incestuosa Daddy’s dopo aver esordito on stage. da e Kendra Smith, Steven e Girl, passando per Bullet With My Name Inevitabilmente autoprodot- , Matthew On It, fino ad un lato B che mette in fila to, l’album, con il suo grade- Piucci e Will Glenn, Susanna il blues stravolto della title track, il deli- vole mix di pop sixties e in- Hoffs e Vicki Peterson. Solo rio elettrico di John Coltrane Stereo flussi della new wave britan- queste ultime due assagge- Blues e la classicissima Merrittville, nul- nica, lascia appena intrave- ranno, tra le fila delle BAN- la in quest’album scende sotto un livel- dere il potenziale della band, GLES, una porzione di fama, lo di eccellenza. Non arriva a tanto, ma che inizia a frequentare gli grazie all’album Different Li- si segnala come un ritorno positivo an- stessi palchi di Dream Syndicate e Thin ght (Epic, 1985) e agli hit planetari Ma- che quello dei True West che, con Drif- White Rope. Gli EP Pointed Accounts of nic Monday e Walk Like An Egyptian. ters (Passport, 1984), confermano People You Know (1983) e Distortion Quel che è certo è che nessuno dei pre- quanto di buono promesso all’esordio. (1984), quest’ultimo prodotto da Mi- senti poteva immaginare che il risultato Accanto a tracce psichedeliche (Look chael Quercio, guadagnano rapidamen- di un happening tanto informale sareb- Around), e jingle- alla Byrds (At te alla band un discreto seguito, e lusin- be passato alla storia come il manifesto Night They Speak, Speak Easy), trionfa- ghieri paragoni con il di Big di quel movimento a cui gli no le melodie epiche di Shot Star e DB’s, evidenziando la bontà di un addetti ai lavori sono da You Down, Backroad Bridge suono che, pur solidamente radicato sempre soliti riferirsi con il Song e Hold On, puntellate nella tradizione pop, suona alquanto termine Paisley Under- dalla nervosa sei corde di originale e capace di contribuire a defi- ground. Definizione che, pur Tolman e da una batteria for- nire i contorni di una nuova era di colle- sintetizzando perfettamente se un po’ troppo anni ’80. ge rock. i principali estremi sonori Vertice della raccolta rimane che, fin dagli anni preceden- la struggente ballata And 1984 – 1985 MUSICA ti, avevano contraddistinto Then The Rain, una delle loro PER GIORNI DI PIOGGIA questa scena - il jingle-jan- migliori canzoni di sempre. Una giornata uggiosa nell’autunno del gle cristallino di matrice E’ l’ultimo episodio della col- 1983. Un gruppo di amici che si ritrova byrdsiana e le distorsioni laborazione tra Blair e Tol- per registrare un tributo, spontaneo e oscure ed abrasive di Neil Long Ryders man, con quest’ultimo avvia- rilassato, alla musica e allo spirito dei Young e dei Velvet Under- to verso una carriera solista sixties. Non ci sono case discografiche ground - non fu peraltro mai accettata onesta ma di basso profilo. Parente che premono per avere un prodotto o dai musicisti coinvolti. Rainy Day a par- stretto di Drifters, quantomeno sul pia- un singolo che scali le classifiche. A sti- te, il 1984 inaugura un biennio cruciale no dell’attitudine. è Native Sons (Fron- molarli c’è solo la voglia di trascorrere per l’intero movimento. E’ innanzitutto tier, 1984), positiva conferma per le vel- un po’ di tempo in compagnia, e l’amore l’anno di The Medicine Show (A&M, leità artistiche dei Long Ryders. Con le incondizionato per i dischi e gli artisti 1984) che, a vent’anni di distanza, resta Rickenbacker con sei colpi in canna e la che hanno segnato il decennio cultural- probabilmente l’apice artistico raggiun- foto dei Byrds nel portafoglio (ed anche mente più rivoluzionario dell’ultimo se- to dal Paisley. Incassato l’addio di Ken- qualcosa di più, visto che colo. Ne scaturisce una scarna, quanto dra Smith, contraria alla deriva sonora contribuisce ad Ivory Tower), i quattro personale, reinterpretazione verso lidi meno psichedelici scrivono un altro emozionante capitolo di classici come I’ll Keep It e più younghiani su cui il della loro epopea western, sporcando With Mine (Dylan), Flying On gruppo era ormai imbarcato, di psichedelia il deserto del Mojave (I The Ground Is Wrong i Syndicate la sostituiscono Had A Dream, Too Close To The Light) e (Young), Sloop John B. (Bea- con David Provost e affidano trascinando il rock’n’roll di Run Dusty ch Boys), Rainy Day, Dream la produzione alle mani Run, Tell It To The Judge On Sunday e Away (Hendrix), Holocaust esperte di Sandy Pearlman (Sweet) Mental Revenge a scorazzare (), I’ll Be Your Mirror (Blue Oyster Cult, Clash). L’u- nella prateria. Più convenzionalmente (Velvet Underground). Pub- Fuzztones so calibrato delle tastiere, af- Paisley è invece Explosions In The Glass blicato all’inizio dell’anno fidate a tal Tom Zvoncheck, Palace (Zippo, 1984), pregevole mini Lp successivo Rainy Day (Serpent, 1984) è vira il suono su binari decisamente clas- con il quale i Rain Parade tornano a far- un disco delicato, accarezzato da pen- sici e, pur senza oscurare le chitarre, si sentire, seppure orfani di David Ro- nellate acustiche, morbidi intrecci voca- che continuano a mantenere una fun- back, che andrà a fondare gli OPAL as- li e ricami di pianoforte. Musica per zione portante, aggiunge i Creedence e sieme alla neo-fidanzata Kendra Smith. giorni di pioggia, ideale linimento per il pianismo della E Street Band all’elen- Rispetto all’esordio si respira maggiore allontanare lo spleen che ti si attacca co degli ispiratori. Tutto questo varreb- originalità e scompaiono sitar e tastiere addosso quando tutto attorno è grigio. be poco o nulla se, alla base, non ci fos- in favore di una psichedelia leggera e

36 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 37

prettamente chitarristica, sobriamente ghts Of Downtown, Two Kinds impreziosita da ricami di archi e mando- Of Love), tantomeno l’affetto lino. Tutti di ottima fattura i cinque bra- per e i Flying ni, con una menzione particolare per Burrito Bros. (Years Long Ago), You Are My Friend, Broken Horse e per ma con Looking For Lewis & No Easy Way Down, acida cavalcata Clark, State Of My Union, Ma- elettrica che chiude le danze. Chitarre son-Dixon Line, You Just Can’t distorte in evidenza anche nell’omoni- Ride The Boxcars Anymore e mo esordio dei NAKED PREY (Down The- Capturing The Flag, spinge de- re, 1984), ennesima intuizione della la- cisamente l’acceleratore verso bel di Wynn che qui torna in veste di un rock’n’roll elettrico e chitar- produttore assieme a Dan Stuart. A gui- ristico, ideale veicolo per forni- dare la band, anch’essa di Tucson, è Tell Tale Hearts re la propria versione in merito Van Christian, ex-batterista dei primissi- al reale “stato dell’unione” nel mi Green On Red, passato a maltrattare coda della psichedelia degli esordi. clou della devastazione sociale reaga- una Telecaster e ad urlare nel microfono Gas, Food, Lodging (Slash, 1985); ben- niana, un disagio che trova la massima con grinta punk (Little Lucy, Friend To zina, vitto e alloggio gli elementi fonda- espressione nella rabbiosa e sarcastica Me, Flesh On The Wall, Million Rifles). mentali per sostenere questo viaggio, Good Times Tomorrow, Hard Times To- Non mancano momenti appena più ri- romantico e polveroso, alla riconquista day. E’ in questo contesto di progressi- lassati (Take The Word, The Story Never del Sudovest. Gli Stones (Black River, va metamorfosi che va ad innestarsi Ends, No Place To Be), a completare un Hair Of The Dog) rimpiazzano i Doors quello che può giustamente essere con- disco di rock’n’roll fresco e prometten- nel libro dei riferimenti estetici, ma an- siderato il disco più significativo del te, capace di anticipare alcune soluzioni che il di metà ’70 è ben pre- Paisley Underground rappresentandone chitarristiche destinate ad essere ripre- sente, come dicono This I Know, The al contempo il superamento. Non il ma- se anche dai Syndicate, ma soprattutto Drifter, Sixteen Ways, e soprattutto nifesto stilistico (Rainy Day), non il ca- dai Green On Red. Per i primi il 1984, quella Sea Of Cortez che rimanda, fin polavoro (Medicine Show o Gas, Food, anno frenetico e schizofrenico, si chiu- dal titolo, alle derive elettriche di Zuma. Lodging, scegliete voi), ma l’album ca- de con una situazione di preoccupante Frutto dell’evidente momento di grande pace di sintetizzare, in meno di 40 mi- impasse. Ai ferri corti con Precoda, e ispirazione è No Free Lunch (Mercury, nuti, i due elementi fondamentali di deluso tanto dalla tiepida accoglienza 1985) il mini Lp con il quale, nell’autun- questa scena: un autentico camerati- ricevuta da Medicine Show quanto dagli no dello stesso anno, i cinque approda- smo, capace di dar vita a proficue colla- scarsi sforzi fatti dalla A&M per pro- no tra le braccia della Mercury. Forte del borazioni artistiche, ed un amore, sin- muoverlo, Wynn di fatto scioglie il grup- singolo classicamente perfetto di Time cero e condiviso, per gli artisti (non solo po, prendendosi un periodo sabbatico Ain’t Nothing, e di Keep On Moving, musicisti, ma anche cineasti e scrittori) da dedicare più a comparsate che a due brani dalla matrice ormai decisa- capaci di definire la cultura occidentale nuovi progetti. Così, quando la A&M da mente originale, il disco evidenzia il de- underground del dopoguerra. The Lost alle stampe This Is Not finitivo distacco dalla psi- Week-End (A&M, 1985), titolo preso in The New Dream Syndicate chedelia e l’accentuazio- prestito dal capolavoro di Billy Wilder, Album…Live (A&M - 1985), ne degli umori rurali e nasce come cronaca semiseria di un fi- mini LP non disprezzabile, younghiani, con la sua ca- ne settimana ad altissima gradazione ed anzi interessante per il librata alternanza di balla- alcolica, trascorso da Wynn e Duck in riarrangiamento pianistico te straziate (Honest Man, compagnia di Stuart, Cacavas, Griffin, di Tell Me When It’s Over e Jimmy Boy), blues ad ele- McCarthy e (Long Ryders). That’s What You Always vata gradazione alcolica Dai fumi di bevute da record decantano Say, questo suona un po’ (Ballad Of Guy Fawkes), canzoni come Song For The Dreamers, come un prematuro epi- country honk strapazzati Baby We All Gotta Go Down, Miracle Mi- taffio. E’ invece l’alba del (No Free Lunch) e il classi- le, The King Of The Losers e Down To 1985 quando Stuart e Ca- co di (Gee The Bone, frutti saporitissimi di un lavo- cavas, ampliata la line-up Ain’t It Funny How) Time ro a quattro mani fatto da Wynn (Dusty) con l’inserimento del gio- Sleeps Away, già nel re- e Stuart (Danny), due autori e cantanti vane chitarrista William in stato di grazia, supportati per l’occa- Tell Tale Hearts pertorio dell’ultimo Elvis. “Chuck” Prophet IV, rila- Questa traslazione, dal sione da un supergruppo da favola. Un sciano quello che proba- beat e dalla psichedelia diluvio di citazioni e bozzetti in note che bilmente rimane il vertice della loro pro- smaccatamente anni ’60 di un paio mischiano surreali racconti di confine, duzione. Gli arabeschi di organo dei pri- d’anni prima verso sonorità più classi- (da rilevare, al riguardo, la mi album vengono spostati in sottofon- che e squadrate, che pare caratterizzare presenza dell’unica cover non ritrita di do, sostituiti al centro della scena dalle il Paisley nel suo momento di massima Knockin’ On Heaven’s Door mai incisa) e baruffe tra il piano honky-tonk di Caca- espressività, è particolarmente eviden- gli Stones. Chi invece pare non volersi vas e la Telecaster, asciutta ed essenzia- te in (Island, 1985), allontanare troppo bruscamente dall’or- le, di Prophet, con le oniriche That’s forse il disco più compiuto messo su vi- todossia sono i Rain Parade, che esordi- What Dreams Are Made For ed Easy Way nile dai Long Ryders. Il gruppo non di- scono per una major in maniera piutto-

Out a rappresentare gli ultimi colpi di mentica l’antico amore per i Byrds (Li- sto insolita. Beyond The Sunset (Island, MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 37 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 38 MAP MUSIC PAGES

1985) è infatti un live, regi- pening di Her Head’s Revol- tracks di altissimo livello tra le quali strato in Giappone, che alli- ving, l’irresistibile Each And vanno segnalate le affilate cover di Cin- nea brani dei primi due di- Every Lonely Heart, la sinco- namon Girl e Let It Rain, capaci di esal- schi (Prisoners, This Can’t pata Underwater, gli accenti tare le doti di axeman di Cutler. Tanto Be Today, Blue, ? Hours Ago, R&B di Half The Way There e che non sorprende ritrovare quest’ulti- No Easy Way Down), un paio gli scherzi acustici di The Girl mo nelle vesti di produttore di Under di tracce inedite (Night Sha- With The . Volendo in- The Blue Marlin (Zippo, 1986), abrasiva de, Don’t Feel Bad), e due dividuare un difetto puntere- conferma dello stile Naked Prey. Un di- ottime cover quali Ain’t That Three o’clock mo il dito sul cantato di sco aspro come lo scorcio di deserto Nothing (Television) e Cheap Quercio, e sulla sovrabbon- immortalato dalla copertina ed infettato Wine (Green On Red). Caratterizzato dal danza di cori e coretti, che rendono l’al- da una psichedelia chitarristica con po- ritorno ad una line-up a cinque elemen- bum a tratti eccessivamente zuccheroso chi uguali nel panorama Paisley (Come ti, grazie all’innesto del chitarrista John e stucchevole. On Down), che a tratti rimanda alla li- Thoman, il disco, grazie anche alla mag- nea di sangue Stooges-Radio Birdman, giore immediatezza che la registrazione 1986-1989 STORIE come raccontano le dilatate How I Felt dal vivo garantisce, conferma le capa- DAL NUOVO WEST That Day e Fly Away o l’orgiastico cità del gruppo nel rielaborare le sono- E’ l’avvio di una feconda collaborazione trionfo di distorsioni di The Ride, Dirt e rità sixties in maniera convincente e tra Steve Wynn e Paul B. Cutler a ripor- What Price For Freedom. Appena più cu- tutt’altro che datata, alternando mo- tare in vita i dream Syndicate e ad inau- rato è il successivo 40 Miles From menti più elegiaci ed acustici a drive gurare l’ultima stagione del Paisley Un- Nowhere (Frontier, 1987), probabilmen- elettrici di indubbia incisività. Come per derground. Ex-chitarrista dei 45 Grave, te l’espressione più compiuta dell’inte- i Green On Red anche per il gruppo di e già produttore, negli anni precedenti, ra produzione dei Prey, che riequilibra Piucci e Roback il 1985 è anno di super- di alcuni degli album più significativi di le dinamiche di basso e chitarre com- lavoro, visto che in autunno esce pure questa scena, Cutler porta in dote al pattando il suono. Ne scaturisce una ac- Crashing Dream (Island, 1985), album Sindacato una sensibilità non comune centuazione del drive rock’n’roll (40 Mi- sobrio ed equilibrato che, pur avvalen- per gli arrangiamenti, ed uno stile ese- les From Nowhere, in cui fa capolino la dosi di importanti mezzi messi a dispo- cutivo che completa nel migliore dei slide, la copertura di Silver Train degli sizione dalla nuova label, non si disco- modi lo script asciutto maturato da Stones, la classica Ill. Central) ed una sta dallo stile ormai consolidato della Wynn. Aggiustata la line-up (Mark Wal- apertura a qualche ballata sognante band e ci regala altre dieci canzoni, oni- ton aveva nel frattempo rimpiazzato al (I’m Coming Home) a lievissimo discapi- riche ed eleganti, in cui le chitarre trac- basso la meteora Provost), e abortito to della furia punk degli album prece- ciano preziosi arabeschi sopra un tap- un progetto di cui si ritroveranno inte- denti, comunque ancora capace di in- peto ritmico gradevolmente indolente, ressanti testimonianze (Here On Earth cattivire Another Day e Find My Way. A come dimostrano l’incisiva Depending As Well, Running From The Memory e la non perdere mai di vista la melodia, On You e la Barrettiana Don’t Feel Bad. lunare Lucky) nel postumo 3 ? The Lost nemmeno per un attimo, sono invece i Al pari dei Rain Parade anche i Game Tapes 1985-1988 (Normal, 1993), i quat- Game Theory di The Big Shot Chronicles Theory, giunti con (Ra- tro danno alle stampe Out Of The Grey (Enigma, 1986). Fin dall’irresistibile ab- tional, 1985) al secondo album, mostra- (Big time, 1986). Se il titolo brivio di Here It Is Tomorrow, no di non volersi allontanare troppo da non nasconde l’impellente che anticipa di qualche anno un pop arricchito da misurati insert li- volontà di mettersi alle spal- il power pop dei Pixies, e sergici. Grazie all’influsso di due geni le un periodo difficile, mar- continuando con la deliziosa pop come Quercio e viene toriato da contrasti e lacera- Where You Going Northern, il messa a punto una produzione final- zioni, l’album è uno di quelli disco rende omaggio ed ag- mente all’altezza delle ambizioni di Mil- destinati a far discutere, per giorna gli insegnamenti dei ler, il cui talento melodico ha pertanto come riesce ad essere carat- Big Star e degli immancabili modo di esibirsi in gemme quali 24 e I terizzato da autentici capo- Beatles (Like A Girl Jesus), Turned Her Away. Si confermano ad ot- lavori (Out Of The Grey, Fore- non tralasciando nemmeno timi livelli anche i Three O’ Clock, che st For The Trees, Slide Away di citare i cantici acustici di non sembrano patire il salto dall’indi- e, su tutte, l’immensa Bo- Vipers Simon & Garfunkel (la delica- pendente Frontier alla major di Miles ston, una delle canzoni più ta Regenisraen). Un disco Copeland. Arrive Without Travelling significative del decennio) ma, allo stes- perfetto per le college radio e per il (I.R.S, 1985) propone altre undici “noc- so tempo, penalizzato da una produzio- mainstream, che il mainstream, in quei cioline” insaporite dalla consueta mi- ne eccessivamente carica di echi “anni giorni tutto impegnato ad adorare la scela di pop incalzante e lampi psiche- ‘80”. La ristampa su cd, effettuata dalla Supernova REM, non considera nemme- delici, frutto di ripetuti bisticci tra di- Normal, non risolve il problema, ma ag- no di striscio. Al punto che Miller, per spettosi organetti Farfisa, tastierine co- giunge il 12”, da tempo introvabile, di reazione, sforna (Rational, smiche e sfavillanti Rickenbacker. Un al- 50 In A 25 Zone (e con lui le interessanti 1987), un sorprendente doppio Lp, zep- tro sincero atto d’amore per un’epoca outtakes Drinking Problem e Blood Mo- po di oscure citazioni e rimandi alla cul- spensierata, nel quale si segnalano l’o- ney), assieme ad una serie di bonus tura pop e frammentato da suoni speri-

38 LATE FOR THE SKY Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 39

mentali. Gravido di seducenti garagismi simo progetto di Kendra Smith e David (Chardonnay), di folk rock sincopati Roback) e Romans. Tutti appassionata- (Not Because You Can), di puro pop in Il paisley underground mente impegnati a fondere i loro stili stile Bangles (Mammoth Gardens), ma in 15 dischi per rivisitare Hank Williams (Never Get forte anche di soluzioni più cerebrali Out Of This World Alive), Willie Nelson quali il trip in acido di Dripping With (Hello Walls) e più in generale, tra brani Looks e le bizzarrie Barrettiane della – The Medicine originali e cover, per omaggiare lo spiri- surreale One More For Saint Michael. Show to primordiale del vecchio West. Lo Decisamente più convenzionale e fruibi- stesso che non manca di permeare ogni le è Two Steps From The Middle Ages THE DREAM SYNDICATE – Ghost Stories nuova uscita dei Long Ryders, come (Enigma, 1988), rapido ritorno ad un ir- GREEN ON RED – Gas, Food, Lodging conferma Two Fisted Tales (Island, resistibile di vaglia. Un disco GREEN ON RED – Scapegoats 1987). L’album di un addio alle scene luminoso, omogeneo e compatto, dal – State Of Our Union davvero troppo prematuro riprende il quale emergono l’urgente Room For DANNY & DUSTY – The Lost Week-End rock’n’roll fuorilegge di State Of Our One More, Honey, la delicata Amelia, il RAIN PARADE – Beyond the sunset Union (Gunslinger Man, Prairie Fire, gioiellino Have You Lost, la remmiana In VV.AA. – Rainy Day Long Story Short, Spectacular Fall), e lo A Delorean,e Throwing The Election. VV.AA. – Don’t Shoot mescola con mid-tempo cadenzati (For Suo perfetto contraltare può essere GAME THEORY – The Big Shot The Rest Of My Days, A Stitch In Time, considerato l’oscuro e deviante Happy Chronicles Man Of Misery) e ballate da saloon Nightmare Baby (SST, 1987) . Il primo 33 THE THREE O’CLOCK – Sixteen (Baby’s In Toyland, l’irresistibile The Li- giri degli OPAL unisce le asprezze dei ghts Get In The Way, impreziosita da un primi giorni del Sindacato agli spunti Tambourines mandolino e dalla fisarmonica del Lobo più lisergici dei Rain Parade. Duri e puri, TRUE WEST – Hollywood Holiday David Hidalgo). Svetta su tutte il gioiel- Roback e la Smith confezionano un di- OPAL – Happy Nightmare Baby lino byrdsiano I Want You Bad, il cui im- sco acido e convulso, privo della ben- NAKED PREY – Under The Blue Marlin peccabile equilibrio tra armonia e chi- ché minima strizzata d’occhio a qualsia- ROMANS – The Last Days At The Ranch tarre amplifica il rimpianto per un’espe- si ruffianeria commerciale. Uno stor- rienza troppo breve in rapporto alla dente flusso elettrico sporadicamente qualità espressa. Poche settimane pri- interrotto da pennellate acustiche (Re- & Drinking quasi alla Pogues). L’album ma il drumming incalzante di Clarkesvil- levation, Happy Nightmare Baby); un simbolo di questa tendenza resta però le aveva annunciato, con sonorità non incubo felice infestato dai fantasmi di Don’t Shoot (Zippo, 1986), raccolta tan- molto difformi, l’uscita di The Killer Insi- Doors (Magick Power) e Grateful Dead, to divertente quanto interessante, che de Me (Mercury). Per la produzione del ed infarcito di emanazioni lisergiche fa incontrare i principali esponenti del cruciale esordio a 33 giri su major i Barrettiane (Rocket Machine) e blues Paisley ed alcuni dei nomi più significa- Green On Red non hanno dubbi, e pre- stralunati (She’s A Diamond). Nonostan- tivi del rock californiano underground tendono di affidarsi a Jim Dickinson, il te questa eccezione nostalgica la carat- anni ’80. Ritroviamo così Danny & guru dei B-records americani, uno dei teristica predominante del Paisley, a Dusty, alle prese con Bend In The Road più autentici outsider disponibili sulla partire dal biennio 86-87, continua co- (clamoroso inedito da The Lost piazza. Il suo stile, tradizionalmente munque ad essere l’abbandono, sem- Weekend) accanto a John Doe (X), asciutto ed essenziale, finirà però con pre più evidente, delle sonorità psiche- Stephen Mc Carthy fianco a fianco a Top lo scontrarsi con la già citata tendenza deliche in favore di accenti spiccata- Jimmy & The Rhythm Pigs, Jack Water- degli ingegneri del suono dell’epoca di mente country. Il punto di passaggio tra son (Green On Red) a far da contraltare abbondare con l’eco su chitarre e batte- le due estetiche può probabilmente es- ai Blacky Ranchette di Howe Gelb (Giant ria. Ne scaturisce un disco costellato di sere ritrovato in The Last Days At The Sand), e poi ancora Clay Allison (l’enne- rock squadrati (Mighty Gun, Track You Ranch (Down There, 1986) dei Down, Ghost Band), attraversato da ROMANS, quartetto guidato dal cantan- Cavern Club suggestioni gospel e (Whispering Wind, te ed autore Michael Uhlenkott e forte No Man’s Land) e contrappuntato da ac- del contributo di Robert Lloyd al pia- centi spagnoleggianti (Sorry Naomi) e noforte e mandolino. Prodotto da Wynn, ballate accorate (Born To Fight, We Ain’t ed ingegnerizzato da Cutler, l’album re- Free), che raggiunge il climax nella title- cupera gli spunti più convenzionali di track, una sinfonia per chitarre e pia- Medicine Show (Ten Cent Wager, Vicki noforte, in omaggio al maestro del noir Seventy) e li rielabora mescolando le americano Jim Thompson. Oltre all’ine- tradizioni folk celtica ed americana. Il ri- vitabile commiato dalla casa discografi- sultato è un patchwork di country tradi- ca, l’album rappresenterà l’ultimo epi- zionale (You’re Coming With Me, Open sodio a registrare il contributo di Jack Wide lo strumentale per piano e man- Waterson e Chris Cacavas, membri fon- dolino di Robert’s Lament, Roll Them datori della band, entrati definitivamen- Down Closed) a cui fa da contraltare un te in rotta con l’impossibile Dan Stuart, honky tonkin’ decisamente deviante ed probabilmente un recordman, nella cer- anfetaminico (Loser, Rest In Peace, la chia del Paisley, in fatto di amicizie av-

distorta Last Days e l’ebbra Greed Hate viate e bruscamente troncate. Prima MAP MUSIC PAGES

LATE FOR THE SKY 39 Mappapsyche 6-04-2006 11:48 Pagina 40 MAP MUSIC PAGES

abbandono che spesso accompagna le Gravedigger Five ore piccole. A sorprendere ancora ci pensa Scapegoats (China, 1991), rivisi- tazione alquanto personale del lato più oscuro di Nashville. Originale al punto che l’album pare anticipare di un lustro buono le idee che caratterizzeranno pa- recchio del nuovo rock americano di fi- ne ’90, ponendosi come ideale anello di congiunzione tra la stagione del Paisley e quella dell’. A pro- durre, questa volta, viene chiamato nientemeno che Al Kooper, grazie al cui Hammond A Guy Like Me rotola imme- diatamente come una pietra. Il risultato è eccellente, e l’album si snoda tra frammenti acustici (Little Things In Li- fe), i soliti Stones (Gold In The Gra- veyard), il country indolente di Two Lo- vers (Waitin’ To Die) e Shead A Tear (For The Lonesome), il blues sornione di Where The Rooster Crows e i tempi dila- che entrambi si imbarchino in una car- compromessi di Here Come The Snakes tati e sospesi delle arse Hector’s Out, riera solista dignitosa, ma costellata da (China, 1988), il loro personalissimo Jo- Baby Loves Her Gun e Sun Goes Down, rare soddisfazioni, ritroviamo Cacavas shua Tree. Nuovamente prodotto da Jim eclatante pretesto per liberare le super- ad impreziosire Ghost Stories (Enigma, Dickinson l’album colpisce per l’insolito be svisate di Prophet. Il sipario cala de- 1988), sontuoso canto del cigno dei contrasto tra una batteria praticamente finitivamente con il gradevole, quanto Dream Syndicate. Grazie ad una produ- priva di toni bassi e rasoiate di chitarra lo-fi, Too Much Fun (China, 1992) che, zione finalmente asciutta, che toglie en- che non nascondono una profonda de- pur manifestando qualche cedimento fi- fasi alla batteria ed esalta le chitarre, vozione per , omaggiato glio di una inevitabile stanchezza e de- ballate urbane quali The Side I’ll Never fin dall’uno-due iniziale Keith Can’t gli scarsi ritorni commerciali, trova co- Show, Loving The Sinner Hating The Read / Rock’n’Roll Disease. munque il tempo per regala- Sin, Whatever You Please e I Have Faith Altrove Zombie For Love, Chestrfield Kings re l’ennesima citazione di Jim entrano di diritto nel best of della band. Change e la lunare Tender- Thompson (The Getaway) ed Davvero un peccato che coincidano con loin arroventano il blues al alcune soluzioni moderniste la fine di una avventura unica, mai real- sole del deserto dell’Arizo- (Frozen In My Headlight) che mente ripetuta dalla pur voluminosa na. A bilanciare gli umori verranno ulteriormente ap- produzione solista di Wynn, e destinata contribuisce un pugno di profondite nel corso della di- a lasciare un vuoto solo in parte colma- ballate romantiche, come gnitosa carriera solista di to dal postumo Live At Raji’s (Enigma, Morning Blue, Broken Radio, Prophet. Stuart, fedele alla 1989). Registrato nel gennaio 1988, la stralunata D.T. Blues e We propria integrità di artista im- quindi alcuni mesi prima del rilascio di Had It All, rese ancora più struggenti permeabile ai compromessi, ritenendo Ghost Stories, il disco, tra riff taglienti dallo straziato miagolio di Stuart. Da di aver ormai concluso questa carriera, ed una sezione ritmica scolpita nel gra- non perdere la deluxe edition, rilasciata abbandonerà presto il mondo della can- nito, è un credibile esempio della gene- nella primavera del 2005, che aggiunge zone per concentrarsi sulla scrittura di rosità costantemente riversata dalla un intero disco di demo, bonus tracks e sceneggiature per cinema e TV. In tempi band sul palcoscenico, oltremodo evi- versioni alternate. Il successivo This Ti- di raccolte, traboccanti di inediti e con dente nella doppia ed ampliata rimaste- me Around (China, 1989), più conven- l’immancabile DVD “acchiappagonzi”, rizzazione The Complete Live At Raji’s zionale nella scelta dei suoni, conferma di dischi nuovi che escono sempre più (Ryko, 2004) che aggiunge, tra le altre, l’ottimo momento di forma del duo, in di rado e con sempre meno da dire, re- una devastante copertura di See That costante bilico tra rock squadrati (This sta davvero difficile dire se la scelta My Grave Is Kept Clean. Gli ultimi ad ar- Time Around, Cool Million, Rev Luther, debba essere accolta con rammarico, o rendersi saranno i Green On Red, ormai The Quarter), la cui vena rollingstoniana piuttosto con profonda gratitudine e ri- ridotti ai soli Stuart e Prophet, di volta appare sempre più evidente grazie an- spetto nei confronti di un personaggio in volta affiancati da un autentico tour- che alla produzione di un altro mostro di rara autenticità, figlio di un’epoca billon di turnisti. La fuga dalle spire sacro come Glyn Johns, e ballate sbron- che probabilmente non tornerà più. soffocanti della Mercury coincide con ze e disperate (Good Patient Woman, Ricky Bevilacqua una riconquista della libertà artistica, Hold The Line, Pills And Booze) ideale che si concretizza nel rock’n’roll senza linimento per consolare quel senso di

40 LATE FOR THE SKY