Universita' Degli Studi Di Bologna
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di laurea in Scienze della Comunicazione TITOLO DELLA TESI GIORNALI.IT: LA STORIA DEI SITI INTERNET DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI Tesi di laurea in STORIA DEL GIORNALISMO Relatore Prof. Angelo Varni Correlatore Presentata da Prof. Roberto Grandi Andrea Bettini Sessione I Anno accademico 2004/05 INDICE INTRODUZIONE 5 1. GLI INIZI 5 1.1. L’Unione Sarda e i primi passi dell’informazione sul web 5 1.2. Le difficoltà iniziali del giornalismo online 7 1.3. Verso la maturità: il 1997 e Repubblica.it 8 2. GLI ANNI DELL’EUFORIA 10 2.1. Il boom 10 2.2. Una gigantesca bolla speculativa 13 3. LA MATURITA’ 14 3.1. Verso una maggiore consapevolezza 14 3.2. Un problema essenziale: come guadagnare? 15 3.3. L’era dei sopravvissuti 16 4. IL PANORAMA ATTUALE 17 4.1. Per un tentativo di classificazione 17 4.2. I leader di oggi 19 4.3. Un panorama vario 21 5. A PROPOSITO DI QUESTO LAVORO 22 CAP. 1: LA REPUBBLICA E IL GRUPPO ESPRESSO 25 1.“POLITICHE ‘96” 25 1.1 Il primo esperimento 25 1.2 “La Repubblica – elezioni ’96” 29 1 2. IL PERIODO DI TRANSIZIONE 31 3. IL SITO REPUBBLICA.IT 32 3.1 Il lancio 32 3.2 L’evoluzione di Repubblica.it 36 3.2.1 La prima versione del sito 37 3.2.2 La seconda versione del sito 41 3.2.3 La terza versione del sito 44 3.2.4 La quarta versione del sito 47 3.2.5 La quinta versione del sito 51 4. LE TESTATE LOCALI DEL GRUPPO ESPRESSO 57 4.1 L’esempio della Gazzetta di Mantova 58 CAP. 2: I SITI DEL GRUPPO RCS 65 1. CORRIERE.IT 67 1.1 L’evoluzione di Corriere.it 69 1.2 La prima versione del sito 69 1.3 La seconda versione del sito 73 1.4 La terza versione del sito 84 1.4.1 Il lancio 84 1.4.2 Il nuovo sito 88 2. GAZZETTA.IT 94 2.1 L’evoluzione di Gazzetta.it 94 2.2 La prima versione del sito 95 2.3 La seconda versione del sito 96 2.3.1 La nascita del progetto 96 2.3.2 Il lancio 97 2.3.3 Il sito 104 2 2.4 La terza versione del sito 108 2.5 La quarta versione del sito 112 CAP. 3: LA STAMPA 121 1. DALLA PREISTORIA AL WEB 121 2. IL SITO 122 2.1 La prima versione del sito 123 2.2 La seconda versione del sito 127 2.2.1 Il lancio 128 2.2.2 Il sito 131 2.3 Il portale Nord Ovest e gli sviluppi successivi 135 2.4 La terza versione del sito 138 2.5 La quarta versione del sito 143 CAP. 4: QUOTIDIANO.NET 149 1. UN SOLO MODELLO DALLA CARTA ALLA RETE 149 2. L’EVOLUZIONE DI QUOTIDIANO.NET 150 2.1 La prima versione del sito 150 2.2 La seconda versione del sito 155 2.3. La terza versione del sito 157 2.3.1 Una svolta in direzione dei portali 157 2.3.2 Il restyling di aprile 2003 161 2.4 La quarta versione del sito 163 3. IL CARLINO: UNA VOCE FUORI DAL CORO 167 3.1 Il portale su Bologna 167 3.2 La web tv 168 3 CONCLUSIONI 173 1. 1994-2005: DALLA SARDGEGNA AL MONDO 173 2. DALLA CARTA ALLA RETE 178 2.1 Interattività 178 2.2 Multimedialità 179 2.3 Competizione su scala globale 180 3. ALLA RICERCA DI MODELLI COMUNI 181 4. ELOGIO DELLA CREATIVITA’ 183 5. UN GIORNALISMO DI QUALITA’ 184 6. UNO SGUARDO AL FUTURO 186 APPENDICE: LA PAROLA AI PROTAGONISTI 189 1. VITTORIO ZAMBARDINO 189 2. ERNESTO ASSANTE 194 3. MARIO TEDESCHINI LALLI 198 4. MARCO PRATELLESI 201 5. DIEGO ANTONELLI 205 6. FEDERICO REVIGLIO 210 BIBLIOGRAFIA 215 WEBOGRAFIA 221 4 INTRODUZIONE 1. GLI INIZI 1.1 L’Unione Sarda e i primi passi dell’informazione sul web La storia del giornalismo online italiano ebbe inizio con l’esperimento di un quotidiano di piccole dimensioni: l’Unione Sarda. Era la fine del 1994 e, seguendo l’esempio dei colleghi d’oltreoceano, si testò la via di internet (Russo, 2000). Dai primi tentativi condotti negli Stati Uniti erano trascorsi tre anni: un tempo che, pur considerando i ritmi sostenuti con cui avanza la tecnologia informatica, resta tutto sommato breve. Tre anni, però, nei quali si gettarono le basi dell’informazione sul web. A parlare di giornalismo online si iniziò nel 1992, quando dei contenuti giornalistici erano inseriti all’interno di bouquet proposti da servizi commerciali come AOL, Compuserve o Prodigy. Nella maggior parte dei casi, gli utenti interagivano con pagine completamente piene di testo, senza immagini, con contenuti ridotti e grafica rudimentale. Eppure, anche se con enormi difficoltà, alcuni di questi primordiali progetti ebbero un successo sufficiente ad attirare su di sé l’attenzione di un piccolo pubblico e degli esperti del settore. Nei primi due anni il gruppo dei pionieri fu guidato da testate a diffusione locale ma poi, a partire dal 1994, entrarono in scena i grandi quotidiani. Nel giugno di quell’anno, infatti, il New York Times lanciò un proprio sito contenente soprattutto recensioni, gruppi di discussione ed elenchi tematici e poco dopo anche il Washington Post sbarcò sulla rete (Staglianò 2002). Così, mentre il 1995 negli USA si segnalava come l’anno di Salon, la prima rivista completamente online, in Italia si muovevano i primi passi in un mondo pieno di incognite. Partito con grande slancio per l’entusiasmo del suo proprietario Nichi Grauso, patron di Video On Line, il primo provider italiano di grandi dimensioni, il tentativo in grande stile dell’Unione Sarda ebbe vita breve e ben presto si ridimensionò notevolmente. Nonostante una 5 cura non indifferente per il sito (per il periodo), testimoniata dalle assunzioni specifiche per la versione web, da diverse sperimentazioni e dal trattamento multimediale delle notizie, la vetrina su internet del giornale non ebbe il successo sperato. A frenarne lo sviluppo furono soprattutto la ridotta diffusione della rete allora presente in Italia (si stima che nel 1995 gli internauti in Italia fossero circa 400.000) e la natura stessa del giornale, da sempre regionale e quindi scarsamente capace di proporsi all’improvviso a un pubblico nazionale o globale. I primi grandi quotidiani a proporre contenuti su internet furono, nella primavera del 1995, la Stampa, il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Si trattava ancora di siti molto rudimentali che offrivano ben poche notizie tratte dal giornale in edicola (Sorrentino, 2003). Si seguiva, insomma, quel procedimento che Riccardo Staglianò ha efficacemente descritto come “fiera del repurposing” e che consisteva nel riversare sul web, al minimo costo possibile, gli stessi contenuti del prodotto cartaceo, sperando di ottenere qualche guadagno con i banner pubblicitari inseriti nelle pagine (Staglianò, 2002). Poco fortunato fu anche il tentativo dell’Unità, che ebbe inizio il 30 agosto 1995. Il quotidiano allora guidato da Walter Veltroni si segnalò per la scelta di pubblicare online tutti gli articoli del giornale cartaceo (Veltroni, 1996). Partito con discreto successo, ben presto però il progetto si arenò a causa della profonda crisi che colpì l’intera testata. Anche se non mancavano alcuni esempi di buona fattura, dopo un anno dal lancio del primo progetto il panorama del giornalismo online era ancora poco soddisfacente sia per qualità che per completezza e scontava i dubbi e le incertezze che ne avevano accompagnato i primi mesi di vita. Alla fine del 1995 infatti la maggioranza dei giornali non aveva ancora una propria versione telematica ed i contenuti proposti dai pochi che avevano già intrapreso questa strada erano ridotti e poco curati. 6 1.2 Le difficoltà iniziali del giornalismo online Il processo di affermazione del giornalismo su internet fu tutt’altro che semplice. Nei primi mesi successivi alla sua introduzione nella realtà italiana, come spesso accade nei periodi di transizione, le iniziative partirono soprattutto per l’intuizione di qualche appassionato di informatica mentre i (pochi) fautori dell’avvento del giornalismo su internet dovettero scontrarsi con un diffuso scetticismo. Le nuove tecnologie erano infatti ancora poco conosciute all’interno delle redazioni e perciò si faticava ad intuirne le potenzialità, soprattutto fra le generazioni di giornalisti più attempate. Inoltre, la gestione di un sito web comportava comunque un investimento, per quanto limitato, ed i ritorni economici apparivano decisamente incerti. Gli esperimenti effettuati all’estero avevano mostrato già nei primi anni l’enorme difficoltà con la quale si riuscivano ad ottenere guadagni anche minimi sul web e così, considerando anche che il numero di utenti della rete presenti in Italia all’epoca non faceva certo ben sperare, gli editori si mostravano decisamente titubanti di fronte alla novità. Efficace testimonianza delle difficoltà incontrate dai primi fautori di internet sono le parole di Alberto Berretti e Vittorio Zambardino nel loro “Internet – Avviso ai naviganti”, edito nel 1995: “Nel management dei grandi giornali è ancora molto radicata la convinzione che questa internet in fin dei conti è solo un bel giochino; cioè una cosa che non fa guadagnare soldi.” (Berretti e Zambardino, 1995). C’era poi il timore che la versione telematica del giornale potesse “cannibalizzare” quella cartacea riducendo le vendite. Molti sostenevano infatti che la possibilità di trovare le notizie gratis su internet avrebbe fatto calare il numero di copie vendute. Infine, l’informazione online era vista da molti giornalisti come “giornalismo di serie B” da riservare a qualche giovane con la passione per il computer.