Ing. Domenico Lorusso Piano industriale per la raccolta “porta a porta”, trasporto e Via Pompei, 6 smaltimento rifiuti urbani, spazzamento delle strade e servizi 70022 Altamura accessori per l’Unione dei Comuni dell’Alto

ACERENZA FORENZA GENZANO DI L. PALAZZO S.G. S.CHIRICO N.

UNIONE DEI COMUNI ALTO BRADANO - (Pz) –

PROGETTO AMBIENTE

PER LA RACCOLTA “PORTA A PORTA”, TRASPORTO E SMALTIMENTO RIFIUTI URBANI, SPAZZAMENTO DELLE STRADE E SERVIZI ACCESSORI NEI COMUNI CONSORZIATI DI:

1-ACERENZA; 2- BANZI; 3- ; 4 -FORENZA; 5 -; 6 -; 7 -; 8 - ; 9 - ; 10 - TOLVE.

UFFICIO TECNICO UNIONE DEI COMUNI GESTIONE DEL TERRITORIO F.TO GEOM. Cesare DE FINO

CONSULENZA TECNICA: F.TO ING. Domenico LORUSSO

ACERENZA, MARZO 2016

1 Ing. Domenico Lorusso Piano industriale per la raccolta “porta a porta”, trasporto e Via Pompei, 6 smaltimento rifiuti urbani, spazzamento delle strade e servizi 70022 Altamura accessori per l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano

SOMMARIO 1. PREMESSA...... 8

2. NORMATIVE DI RIFERIMENTO ...... 11

2.1. Norme Europee...... 11

2.2. Normativa Nazionale ...... 15

2.3. Norme, atti e pianificazione a livello regionale ...... 18

3. ANALISI E CONFRONTO DEI SISTEMI DI RACCOLTA UTILIZZABILI NEL CONTESTO DELL’UNIONE DEI COMUNI DELL’ALTO BRADANO...... 19

3.1. Confronto quali-quantitativo tra i vari modelli di raccolta ...... 21

3.2. Confronto tecnico economico dei diversi modelli di gestione ...... 24

4. IL SISTEMA ANCI - CONAI E LE FILIERE PER IL RICICLO E RECUPERO DEI MATERIALI DA RD ...... 26

4.1. L’assimilazione dei rifiuti speciali non domestici ai rifiuti urbani ...... 27

5. ANALISI TECNICA - ECONOMICA E QUALI-QUANTITATIVA DEI VARI MODELLI DI RD...... 30

5.1. Raccolta multi materiale classica...... 31

5.2. Raccolta congiunta di vetro e lattine ...... 32

5.3. Raccolta multi materiale pesante ...... 32

5.4. Raccolta congiunta di plastica e lattine ...... 33

5.5. Raccolta mono materiale...... 33

5.6. Conferimento presso i Centri Comunali di Raccolta ...... 34

6. ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE ...... 37

6.1. Orografia e territorio ...... 37

6.2. Piano Regionale dei Trasporti - viabilità ...... 38

6.2.1. Viabilità provincia di ...... 40

6.3. Caratteristiche demografiche dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano (dati statistici) ...... 40

6.4. Le caratteristiche urbanistiche dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano...... 42

6.5. Morfologia del territorio...... 42

6.6. Caratteristiche socio - economiche dell’Unione dei Comuni...... 42

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6.7. Aree sottoposte a vincolo di protezione ambientale dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano 43

7. ANALISI DELL’ATTUALE GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI...... 46

7.1. La produzione di rifiuti urbani...... 46

7.1.1. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Acerenza ...... 48

7.1.2. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Banzi...... 49

7.1.3. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Cancellara ...... 50

7.1.4. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Forenza ...... 51

7.1.5. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Genzano di Lucania...... 52

7.1.6. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Maschito ...... 53

7.1.7. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Oppido Lucano...... 54

7.1.8. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Palazzo San Gervasio ...... 55

7.1.9. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di San Chirico Nuovo...... 56

7.1.10. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Tolve ...... 57

7.2. Analisi quali-quantitativi dei servizi di igiene urbana nell’unione dei Comuni dell’Alto Bradano 58

7.2.1. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Acerenza...... 60

7.2.2. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Banzi ...... 60

7.2.3. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Cancellara...... 60

7.2.4. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Forenza...... 61

7.2.5. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Genzano di Lucania ...... 61

7.2.6. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Maschito...... 61

7.2.7. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Oppido Lucano ...... 61

7.2.8. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Palazzo San Gervasio...... 62

7.2.9. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di San Chirico Nuovo ...... 62

7.2.10. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Tolve...... 62

8. CRITICITÀ DELL’ATTUALE SISTEMA DI GESTIONE...... 63

8.1. Problematiche relative all’organizzazione del servizio nei centri storici...... 64

8.2. Problematiche relative al posizionamento dei contenitori condominiali...... 65

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8.3. Modalità di gestione del servizio nelle zone a vocazione agricola e/o periferie urbane...... 67

8.4. Criticità del sistema di raccolta precedente ...... 68

9. INDIRIZZI STRATEGICI DEL PIANO INDUSTRIALE...... 71

9.1. La gestione integrata degli interventi ...... 74

9.2. La gestione integrata dei servizi di raccolta...... 76

10. MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEI SERVIZI E CALENDARIO OPERATIVO ...... 80

10.1. Criteri generali per l’organizzazione del sistema di raccolta ...... 80

10.2. Dimensionamento del servizio...... 81

10.3. Caratteristiche della attrezzature per la raccolta ...... 86

10.3.1. Attrezzature per la raccolta – Cassonetti Intelligenti ...... 88

10.4. Modalità generali di esecuzione dei servizi di raccolta ...... 89

10.4.1. Raccolta rifiuti ingombranti ...... 94

10.4.2. Raccolta del verde e/o sfalci di potatura ...... 95

10.4.3. Raccolta differenziata abiti dismessi...... 96

10.4.4. Raccolta oli esausti...... 96

10.4.5. Raccolta rifiuti urbani pericolosi ...... 96

10.5. Centri di Raccolta Comunali...... 97

10.6. Altri servizi accessori, integrativi e di emergenza...... 99

11. QUADRO DI RIFERIMENTO IMPIANTISTICO DELL’UNIONE DEI COMUNI DELL’ALTO BRADANO 104

11.1. Ricognizione degli impianti autorizzati alla selezione e/o trattamento dei rifiuti...... 104

12. OBIETTIVI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE DEI RIFIUTI...... 108

12.1. Obiettivi di riduzione individuati dal Piano Regionale...... 108

12.1.1. L’incentivazione del compostaggio domestico ...... 110

12.1.2. Gli eco - acquisti...... 111

12.1.3. Azioni proposte riguardanti i piccoli esercenti del commercio e le loro rappresentanze...... 113

12.1.4. Riduzione delle stoviglie usa e getta nelle manifestazioni, fiere e sagre ...... 113

12.1.5. L’incentivazione del mercato dei materiali riciclati ...... 114

12.1.6. Riduzione della carta negli uffici pubblici e privati...... 115

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12.1.7. Sensibilizzazione dei punti vendita nei confronti del progetto “Buon Samaritano” ...... 115

12.1.8. Promozione della vendita sfusa di beni presso gli esercizi commerciali ...... 115

12.1.9. Allungamento della vita di beni ingombranti e durevoli ...... 116

12.2. Obiettivi di riduzione...... 116

13. ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE ...... 117

13.1. Fondamenti della comunicazione ambientale...... 117

13.2. Strategie di comunicazione...... 118

13.2.1. Pianificazione della campagna di comunicazione...... 118

13.2.2. Indagine preliminare e caratterizzazione territoriale ...... 120

13.2.3. Obiettivi della campagna di comunicazione ...... 121

13.3. Strumenti di comunicazione ...... 122

14. ATTIVITÀ DI CONTROLLO DEGLI UTENTI E DEL SERVIZIO...... 125

14.1. Attività di controllo del gestore ...... 125

14.1.1. Il SISTRI ed il sistema di controllo dell’Unione dei Comuni dell’Alto ...... 125

14.1.2. Sistema di controllo del servizio ...... 126

14.1.3. Attività di controllo sugli utenti ...... 128

14.2. Carta dei Servizi...... 131

15. INCENTIVAZIONE ECONOMICA DELL’ADESIONE AGLI SCHEMI DI RACCOLTA...... 134

15.1. Applicazione della tariffa puntuale...... 134

15.2. Riorganizzazione della raccolta dei rifiuti speciali assimilati ...... 142

15.3. Revisione dei regolamenti comunali per la raccolta dei rifiuti ...... 143

15.4. Automatizzazione e integrazione dei Centri Comunali di Raccolta ...... 144

15.4.1. Ecocentro mobile...... 146

16. DETERMINAZIONE DEI COSTI DI RACCOLTA ...... 147

16.1. Metodologia di analisi...... 147

16.2. Individuazione dei costi di raccolta...... 149

16.2.1. Definizione dei costi dei servizi di spazzamento ed accessori ...... 150

17. COSTI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO ...... 152

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17.1. Metodologia per la determinazione dei costi di igiene urbana...... 152

17.2. Costi di gestione complessivi ...... 154

17.2.1. Definizione dei costi dei servizi di raccolta, trasporto e trattamento dei RU...... 154

17.3. Gestione sagre e feste...... 155

17.4. Costi di gestione pulizia aree limitrofe al centro urbano...... 155

17.5. (In)formazione ...... 155

17.6. Costi manutenzione software...... 156

17.7. Parco automezzi...... 156

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1. PREMESSA

La presente proposta di Piano Industriale per la gestione integrata della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano quali: Acerenza, Banzi, Cancellara, Forenza, Genzano di Lucania, Maschito, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo e Tolve. Il Piano Industriale per la gestione dei rifiuti urbani costituisce l’elemento conclusivo del sistema di pianificazione per la gestione dei rifiuti urbani così come definito nel D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e presenta la seguente funzione fondamentale: • Strumento di programmazione esecutiva del servizio di gestione integrata dei rifiuti; • Dettaglia gli obiettivi dei vari servizi, i metodi da attuare per raggiungerli, i tempi di realizzazione, sulla base dei risultati della ricognizione sulla situazione esistente; • Individua le tariffe di riferimento per realizzare i progetti e gestire il servizio, sulla base del Piano Finanziario degli interventi previsti,.

Gli obiettivi minimali che sono stati assunti in sede di redazione del Piano Industriale sono i seguenti: • limitazione della crescita dei rifiuti: (obiettivo principale e prioritario, previsto da tutte le principali norme di riferimento); • tutela ambientale e sviluppo sostenibile: (la gestione del ciclo dei rifiuti urbani deve prioritariamente garantire la massima tutela dell’ambiente e prevedere un modello orientato ai principi dello sviluppo sostenibile, non essendo più sufficiente che i rifiuti urbani vengano gestiti in modo corretto, ma deve essere impostato un sistema che orienti i comportamenti dei cittadini in particolare nella prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani prodotti); • perseguire una maggiore equità contributiva nell’attribuzione dei costi di gestione agli utenti mediante l’introduzione di sistemi tariffari legati all’effettiva o al livello di servizio erogato; • perseguire una migliore qualità delle frazioni di rifiuto destinate a recupero per consentire una migliore valorizzazione dei materiali raccolti; • aumento della raccolta differenziata finalizzata al recupero di materia fino a raggiungere almeno il 65 % a regime e con prospettive future in miglioria al fine di separare, selezionare e differenziare i materiali riciclabili; • consentire di ottenere una drastica riduzione dei costi di smaltimento a fronte del minor quantitativo smaltito.

I principali contenuti del presente Piano Industriale sono i seguenti: • obiettivi e standard dei servizi di gestione dei rifiuti urbani; • individuazione delle problematiche di tipo logistico; • definizione standard dei servizi di raccolta e di igiene urbana con i relativi piani economici e finanziari;

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• definizione della tempistica per la realizzazione degli interventi previsti; • piano degli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi; • calcolo dei costi di gestione e delle modalità progressive di attuazione del Piano industriale.

In sintesi il Piano Industriale pianifica gli interventi concernenti le fasi di raccolta, trasporto e trattamento (recupero e smaltimento) e individua i relativi costi, ne valuta gli effetti in termini di miglioramento dell’efficacia ed efficienza del servizio. Le strategie che sono state assunte in sede di redazione del Piano Industriale sono le seguenti: • superamento della frammentazione gestionale: tale strategia risulta strettamente collegata agli obiettivi di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza. Va infatti tenuto conto che l’obbligo di raggiungere elevati livelli di RD determina un aumento della complessità e della specializzazione dei servizi resi; • cambiamento dei modelli di consumo: attraverso l’implementazione del sistema di educazione dell’utenza all’acquisto intelligente, alla riduzione dei rifiuti urbani, al compostaggio domestico, alla raccolta differenziata, da realizzare con strumenti di formazione ambientale; • una maggiore responsabilizzazione degli utenti: tale strategia viene attuata attraverso la personalizzazione del servizio di raccolta per favorire la necessaria presa di coscienza del fondamentale ruolo dei singoli utenti nell’opera di differenziazione spinta e nella riduzione delle quantità di rifiuto anche attraverso l’introduzione della correlazione tra produzione di rifiuto residuo e tariffa applicata in quanto effettivo costo ambientale del servizio reso; • raggiungimento di un’elevata trasparenza tra servizio reso e determinazione dei costi: tale strategia consente di attuare una progressiva implementazione di un nuovo sistema di gestione della tariffazione verso gli utenti anche nell’ottica del successivo passaggio alla misurazione puntuale dei conferimenti per correlare tale pagamento ad un sistema che possa incentivare economicamente i comportamenti virtuosi;

Le principali attività sviluppate nel presente Piano Industriale sono le seguenti: • verifica ed ottimizzazione della rete di infrastrutture (centri di raccolta comunali, centri di trasferenza, piattaforme polifunzionali a servizio dei gestori delle raccolte) a supporto del servizio di raccolta. Queste infrastrutture devono fungere da centri per il ricovero dei mezzi di raccolta e per il conferimento dei rifiuti ingombranti e/o da punti per il conferimento di varie tipologie di rifiuti da parte dei cittadini; • modalità di gestione unitaria dei servizi: rappresenta uno dei primi punti cruciali da affrontare; dal punto di vista tecnico è infatti aumentata la complessità della gestione dei rifiuti urbani (nuove normative, maggiori obiettivi di recupero, migliori standard qualitativi richiesti, aumento dei costi

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di recupero e smaltimento ecc.) a cui si aggiungono la sempre maggior attenzione alle prestazioni fornite all’utente; • individuazione dei contenuti dell’attività di formazione degli operatori per migliorare il sistema di relazioni con l’utenza in un periodo di riduzione dei punti di contatto tra i gestori dei servizi e gli utenti, riuscire ad avvicinare il cittadino-utente è sicuramente uno degli elementi fondamentali nella fornitura di un servizio importante come quello legato ai rifiuti urbani, in modo che l’utente- cliente possa ricevere una risposta adeguata a qualsiasi esigenza connessa al servizio stesso; • progettazione del sistema di raccolta per sensibilizzare l’utente secondo il principio “chi inquina paga” e di chi differenzia correttamente risparmia con un beneficio economico attraverso forme di progressiva introduzione della tariffazione puntuale; • definizione del piano degli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi: il Piano industriale individua le necessità impiantistiche ed i relativi costi per consentire di pianificare gli interventi ed accedere alle risorse destinate dalla Regione all’attuazione di tale strategie; • definizione della tempistica per la realizzazione degli interventi previsti con uno specifico cronoprogramma degli interventi per conciliare l’esigenza di operare al più presto la riorganizzazione del servizio con le compatibilità di esecuzione degli interventi determinata dalle scadenze degli appalti in essere. L’approvazione del presente Piano Industriale, che incentra la propria azione sulle attività di riduzione, di estensione della raccolta domiciliare e sull’adozione della tariffazione puntuale, costituisce infine il presupposto per attuare quanto stabilito dalla Legge Finanziaria 2007 che al comma 1109 ha stabilito gli obiettivi di RD per una progressiva riduzione della quantità di rifiuti inviati in discarica e nella prospettiva di rendere concretamente realizzabile l'obiettivo "Rifiuti zero" e per l’attuazione concreta della scelta di intraprendere il percorso verso il traguardo “Rifiuti Zero”.

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2. NORMATIVE DI RIFERIMENTO 2.1.Norme Europee Il primo atto legislativo comunitario riguardante i rifiuti è stata la Direttiva 75/442/CE la quale aveva l’obiettivo di istituire una gestione coordinata dei rifiuti nella Comunità sia al fine di limitarne la produzione, sia al fine di favorire l’armonizzazione delle legislazioni, sia soprattutto, al fine di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente contro gli effetti nocivi della gestione dei rifiuti. Una più approfondita regolamentazione si è avuta nel corso degli anni ’90 con l’emanazione delle seguenti direttive: Direttive quadro sui rifiuti e rifiuti pericolosi: • 91/156/CE sui rifiuti; • 91/689/CE sui rifiuti pericolosi; • Direttiva categorie speciali di rifiuti: o 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio; • Direttiva sul controllo integrato: o 96/61/CE IPPC sulla prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento. Tali direttive hanno recepito gli orientamenti introdotti dal Quinto Programma d’Azione (periodo 1993 - 1997) che si possono così riassumere: • integrazione delle politiche ambientali con le regole del mercato; • promozione dell’innovazione tecnologica e della ricerca; • promozione dell’utilizzo di strumenti fiscali e finanziari; • promozione della cooperazione volontaria tra la pubblica amministrazione e le imprese. • promozione della prevenzione e la minimizzazione della produzione dei rifiuti; • massimizzazione del riciclaggio e del recupero e la promozione di sistemi ambientalmente compatibili per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti. La Direttiva 91/156/CE sui rifiuti in particolare individua: • la necessità di dare la priorità alla prevenzione, ovvero la minimizzazione della produzione dei rifiuti, ed al recupero di materia ed energia rispetto allo smaltimento; • l’introduzione di un regime meno rigido e vincolante per le operazioni di recupero rispetto allo smaltimento; • l’adozione di misure intese a limitare la quantità e pericolosità dei rifiuti, mediante lo sviluppo di tecnologie pulite e l’uso di prodotti riciclabili e riutilizzabili; • la promozione del recupero e lo smaltimento dei rifiuti senza pericolo per la salute e pregiudizio per l’ambiente; • l’introduzione di un sistema di autorizzazioni e controlli nei confronti delle imprese che smaltiscono rifiuti.

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La Direttiva 91/689/CE ha introdotto norme supplementari per la gestione dei rifiuti pericolosi sottoponendoli ad un maggior controllo. A tal proposito, con la Decisione 94/904/CE è stato istituito l’elenco europeo dei rifiuti pericolosi successivamente modificato dalla Decisione 2000/532 che ha introdotto il nuovo Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER). La Direttiva 94/62/CE ha introdotto disposizioni finalizzate sia a prevenire e ridurre l'impatto sull'ambiente causato dai rifiuti da imballaggi, sia a garantire il funzionamento del mercato interno destinato a prevenire l'insorgere di ostacoli agli scambi nonché distorsioni e restrizioni alla concorrenza nella Comunità. Tale Direttiva è stata successivamente modificata dalla Direttiva 2004/12/CE che ha, tra l’altro, introdotto nuovi e più ottimistici obiettivi di recupero e riciclaggio da conseguire entro il 2008. Infine la Direttiva 96/61/CE IPPC (Integrated Pollution and Prevention Control) ha introdotto il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento, prevedendo un approccio integrato su tutte le componenti ambientali (acqua, aria, suolo, rumore, ecc.) per la riduzione dell’inquinamento prodotto da determinati impianti ed un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso applicando le “Best Available Techniques” (BAT). La Direttiva 96/61/CE IPPC è stata superata dalla Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento - IPPC - proveniente da attività industriali). La nuova direttiva emessa il 24 novembre 2010, sostituisce anche altre direttive del settore industriale e opera un riordino della normativa, mediante l’emanazione di un testo comprendente 84 articoli e 10 allegati. A queste Direttive quadro, è stato affiancato un provvedimento mirato alla regolamentazione di particolari attività di gestione dei rifiuti. In particolare: Direttiva 1999/31/CE Direttiva Consiglio UE relativa alle discariche di rifiuti, modificata dal Regolamento (CE) n. 1882/2003 in vigore dal 20.11.2003 [GU L 284 del 31.10.2003], dal Regolamento (CE) n. 1137/2008 in vigore dall' 11/12/2008 [GU L 311 del 21.11.2008] e dalla Direttiva 2011/97/Ue in vigore dal 13 Dicembre 2011. In merito alla Direttiva Consiglio UE relativa allo smaltimento in discarica, l’Unione Europea prevede severe prescrizioni tecniche per le discariche, al fine di prevenire e ridurre, per quanto possibile, le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare sulle acque superficiali e freatiche, sul suolo e sull’atmosfera e sulla salute umana. La comunicazione della comunicazione europea, seppur con un atto atipico previsto ma non disciplinato dal Trattato CEE, illustra in poche lo stato dell’arte della gestione dei rifiuti biodegradabili, più con un carattere informativo che dichiarativo. Il Libro verde intende migliorare la gestione dei rifiuti organici biodegradabili, i quali comprendono: • i rifiuti organici biodegradabili di parchi e giardini; • i rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio; • i rifiuti prodotti dagli impianti dell’industria alimentare.

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Nel rispetto della road-map stabilita dalla stessa Commissione (“Comunicazione 18 Maggio 2010 relativa alle prossime misure in materia di gestione dei rifiuti organici nell’Unione Europea”), è attualmente in fase di studio la revisione (verso l’alto) degli obiettivi riguardanti i rifiuti organici stabiliti dalla direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) e dalla direttiva discariche (1999/31/CE). Nei primi anni del 2000, l’ulteriore aumento della produzione di rifiuti dovuto al progresso economico ed all’aumento dei consumi, ha portato alla formulazione dei principi della corretta gestione dei rifiuti, lasciando alla base della loro gerarchia lo smaltimento e contemporaneamente dando il maggior rilievo possibile alla prevenzione degli stessi, quale intervento prioritario. I principi, in parte contenuti, già dal IV° Programma di azione Comunitario (1987-1993) ed enunciati nella Strategia comunitaria per la gestione dei rifiuti del 1996, verranno confermati nel VI° Programma d’azione per l’Ambiente istituito con la Decisione 2002/1600/CE del 22 Luglio 2002 [Gazzetta ufficiale L 242 del 10/09/2002] terminando i propri effetti dieci anni più tardi, nel Luglio 2012. I principi su cui si fonda il programma d’azione per l’Ambiente sono i seguenti: principio “chi inquina paga” principio di precauzione

principio dell’azione preventiva principio di riduzione dell'inquinamento alla fonte

Per quanto riguarda l’area di “risorse naturali e rifiuti”, il VI° Programma mira a garantire loro una migliore efficienza e gestione ai fini del passaggio a modelli di produzione e consumo più sostenibili, dissociando l’aspetto della crescita economica da quello della produzione dei rifiuti e cercando di garantire che il consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili non superi la capacità di carico dell’ambiente, ottenendone così una sensibile riduzione. Per i rifiuti, l'obiettivo specifico è ridurre la quantità finale del 20 % entro il 2010 e del 50 % entro il 2050. La Direttiva 2008/98/CE stabilisce misure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana prevenendo oriducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli impatti complessivi dell'uso delle risorse e migliorandone l'efficacia. L’articolo 28 della Direttiva stabilisce che gli Stati Membri provvedano affinché le rispettive autorità competenti predispongano uno o più piani di gestione dei rifiuti che possano coprire, singolarmente o in combinazione tra loro, l’intero territorio geografico dello Stato Membro interessato. I piani di gestione dei rifiuti devono comprendere un’analisi della situazione della gestione dei rifiuti esistente nell’ambito geografico interessato nonché le misure da adottare per migliorare il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti corretti dal punto vista ambientale ed una valutazione del modo in cui tali piani contribuiranno all’attuazione degli obiettivi e delledisposizioni della direttiva. I piani di gestione dei rifiuti devono contenere, se opportuno e tenutoconto del livello e della copertura geografica dell’area oggetto di pianificazione, almeno i seguentielementi:

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1. tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all’interno del territorio, rifiuti che saranno prevedibilmente spediti da o verso il territorio nazionale e valutazione dell’evoluzione futura deiflussi di rifiuti; 2. sistemi di raccolta dei rifiuti e grandi impianti di smaltimento e recupero esistenti, inclusieventuali sistemi speciali per oli usati, rifiuti pericolosi o flussi di rifiuti disciplinati da unanormativa comunitaria specifica; 3. una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della chiusura degli impianti per irifiuti esistenti, di ulteriori infrastrutture per gli impianti per i rifiuti ai sensi dell’articolo 16 e, senecessario, degli investimenti correlati; 4. informazioni sufficienti sui criteri di riferimento per l’individuazione dei siti e la capacità dei futuriimpianti di smaltimento o dei grandi impianti di recupero, se necessario; 5. politiche generali di gestione dei rifiuti, incluse tecnologie e metodi di gestione pianificata deirifiuti, o altre politiche per i rifiuti che pongono problemi particolari di gestione. l piano di gestione dei rifiuti contiene, tenuto conto del livello e della coperturageografica dell’area oggetto di pianificazione, i seguenti elementi: a) aspetti organizzativi connessi alla gestione dei rifiuti, inclusa una descrizione della ripartizionedelle competenze tra i soggetti pubblici e privati che provvedono alla gestione dei rifiuti; b) valutazione dell’utilità e dell’idoneità del ricorso a strumenti economici e di altro tipo per lasoluzione di vari problemi riguardanti i rifiuti, tenuto conto della necessità di continuare adassicurare il buon funzionamento del mercato interno; c) campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni destinate al pubblico in generale o aspecifiche categorie di consumatori; d) siti contaminati, un tempo destinati allo smaltimento dei rifiuti, e misure per la loro bonifica. Per dare impulso agli indirizzi in materia di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, la Direttiva individuainoltre specifici obblighi relativi all’attivazione delle raccolte differenziate dei rifiuti (entro il 2015,almeno per carta, metalli, plastica e vetro) e definisce un obiettivo di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti pari al 50% entro il 2020 per rifiuti domestici e per altri rifiuti ad essi similari (art. 11). Particolare rilievo è dato nell’articolo 22 della Direttiva alle disposizioni concernenti i rifiuti organiciper i quali si prevede che gli Stati Membri adottino misure volte a incoraggiare: a) la raccolta separata dei rifiuti organici ai fini del compostaggio e dello smaltimento dei rifiutiorganici; b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato di protezioneambientale; c) l’utilizzo di materiali sicuri per l’ambiente ottenuti dai rifiuti organici.

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2.2.Normativa Nazionale

I primi interventi normativi nazionali nel settore dello smaltimento dei rifiuti risalgono al 1941; in tale periodo con la Legge 20 Marzo 1941, n. 366 “Raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani” lo Stato Italiano ha per la prima volta inteso occuparsi in modo autonomo ed organico dei rifiuti, individuando principi e prospettive interessanti e prevedendo tra l’altro il recupero dei rifiuti ad uso industriale ed agricolo. Negli anni successivi lo stato di completo abbandono del settore da parte dell’autorità competente e la contemporanea forte crescita della quantità dei rifiuti hanno provocato il sorgere di gravi problemi ambientali che hanno riportato alla ribalta il problema sia a livello ecologico sia economico. Solo nel 1982 con l’emanazione del D.P.R. 915/82 d’attuazione della Direttiva CEE del 1975 in materia di rifiuti, lo Stato ha ricondotto ad unitarietà la regolamentazione dello smaltimento dei rifiuti con alcuni obiettivi principali: • normare le varie fasi dello smaltimento dei rifiuti urbani derivanti da utenze domestiche e dei rifiuti speciali derivanti dalle attività produttive, stabilendo procedure di registrazione e di autorizzazione della produzione, delle raccolte e degli impianti di trattamento e smaltimento; • vietare lo smaltimento non autorizzato; • prevedere la realizzazione di Piani Regionali di smaltimento dei rifiuti. Dopo un quinquennio di scarsa attuazione del D.P.R. 915/82 dovuta essenzialmente alle carenze di fonti di finanziamento nazionali e locali, indispensabili per la realizzazione delle strutture organizzative e dell’impiantistica di supporto ad un corretto smaltimento dei rifiuti, lo Stato è intervenuto con due leggi attuative a carattere di “emergenza” (L. 441/1987 e L. 475/1988). Con tali norme sono stati previsti interventi finanziari per la realizzazione di impianti e di discariche sia per i rifiuti urbani sia per i rifiuti industriali, da utilizzare da parte dei Comuni e delle imprese; inoltre è stata data attuazione operativa al catasto dei rifiuti, ai Piani Regionali ed ai Programmi per la riduzione dei rifiuti. La prima norma quadro di riferimento nel settore rifiuti è costituita dal Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22, detto anche “Decreto Ronchi”, con il quale l’Italia ha recepito le Direttive CEE del 1991. Le finalità del “Decreto Ronchi” sono essenzialmente la protezione dell’ambiente e la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita dei prodotti, con una particolare attenzione al ciclo di vita degli imballaggi. La protezione dell’ambiente è sancita nell’art. 2, secondo cui “i rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”, specificando poi che devono essere evitati rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora, senza causare inconvenienti da rumori o odori e senza danneggiare il paesaggio ed i siti di particolare interesse ambientale. In conformità a quanto indicato dalla normativa nazionale, regionale ed europea, la gestione dei rifiuti (definita come l’insieme delle fasi di raccolta, trasporto e recupero dei rifiuti, compresi il controllo di queste

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operazioni e degli impianti di smaltimento dopo la chiusura) va realizzata secondo principi che tendano a favorire, in relazione alle concrete possibilità operative dei soggetti coinvolti, le seguenti operazioni, secondo una gerarchia di priorità: • la riduzione della produzione di rifiuti (prevenzione); • il riutilizzo; • il riciclaggio, inteso come ritrattamento dei rifiuti in un processo di produzione per la loro funzione originaria o per altri fini, compresi il riciclaggio organico (compostaggio o biometanazione), lo spandimento sul suolo (per i fanghi di depurazione), ed il recupero, ad esclusione del recupero energetico; • recupero energetico. Il D.Lgs. 22/97, all’art. 6, comma 1 definisce la raccolta differenziata (R.D.) come “la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee”. La raccolta differenziata ed i conferimenti separati costituiscono elementi essenziali del sistema integrato di gestione dei RU, consentendo di: • ottenere recupero di materiali; • ottimizzare i cicli di trattamento e smaltimento, anche ai fini del recupero energetico; • isolare flussi di materiali ad elevato carico inquinante e/o pericolosi. Oltre alle enunciazioni di principio, in precedenza citate, aspetto saliente del D.Lgs. 22/97, che si configura come “legge quadro” in materia di rifiuti, è l’individuazione di obiettivi minimi per la R.D. dei rifiuti urbani (art. 24): • 15% entro due anni dalla data d’entrata in vigore del decreto (1999); • 25% entro quattro anni dalla data d’entrata in vigore del decreto (2001); • 35% a partire dal sesto anno successivo alla data d’entrata in vigore del decreto (2003). Successivamente al Decreto Ronchi, in attuazione dello stesso o per il recepimento di Direttive comunitarie, sono stati emanati Decreti Ministeriali e Legislativi che hanno normato particolari aspetti della gestione dei rifiuti. In data 29 Aprile 2006 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, successivamente modificato ed integrato con Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008, n. 4. Il suddetto decreto legislativo sostituisce la legislazione quadro vigente in materia di rifiuti e bonifica dei siti contaminati (abrogando il D.Lgs. 22/97), procedure di VIA e VAS e IPPC, difesa del suolo e lotta alla desertificazione, tutela delle acque dall'inquinamento e gestione delle risorse idriche, tutela dell'aria e riduzione delle emissioni in atmosfera e, infine, di tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente. In materia di rifiuti sono state introdotte alcune importanti novità soprattutto riguardo le definizioni di sottoprodotto e materie prime secondarie, i quali non sono più considerati rifiuti. Inoltre sono previsti nuovi obiettivi da raggiungere in termini di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (art. 205):

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• almeno il 35% entro il 31/12/2006; • almeno il 45% entro il 31/12/2008; • almeno il 65% entro il 31/12/2012. Inoltre vengono previste, per quei comuni che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata delle addizionali al tributo di conferimento in discarica istituito dall’articolo 3, comma 24, della Legge 28 Dicembre 1995, n. 549,

• nella misura del 10 per cento se gli obiettivi non sono conseguiti per una quantità non superiore al 5 per cento alla scadenza del primo termine annuale di adempimento; • nella misura del 20 per cento se gli obiettivi non sono conseguiti per una quantità non superiore al 5 per cento alle scadenze annuali successive al primo termine annuale di adempimento; • nella misura del 20 per cento se gli obiettivi non sono conseguiti per una quantità superiore al 5 per cento e uguale o inferiore al 10 per cento alla scadenza del primo termine annuale di adempimento; • nella misura del 30 per cento se gli obiettivi non sono conseguiti per una quantità superiore al 5 per cento e uguale o inferiore al 10 per cento alle scadenze annuali successive al primo termine annuale di adempimento. L’addizionale al tributo è dovuto alle regioni e affluisce in un apposito fondo della regione destinato a finanziare gli incentivi per l’acquisto di prodotti e materiali riciclati di cui all’ articolo 12, del presente decreto (Accordi e contratti di programma per incentivare l’acquisto di prodotti derivanti da materiali post consumo). L'impiego delle risorse è disposto dalla regione, nell'ambito delle destinazioni sopra indicate, con propria deliberazione annuale”. Per quanto concerne i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, l’art. 179 stabilisce che le misuredirette al recupero di rifiuti mediante riutilizzo, riciclo o ogni altra azione diretta ad ottenere da essimateria prima secondaria sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia. Le altre principali novità riguardano la definizione delle condizioni del deposito temporaneo, i tempi di registrazione per le attività di carico e scarico dei rifiuti, le modalità di compilazione dei registri di carico e scarico. Riguardo agli obiettivi di riciclaggio, il 18 Gennaio 2014 in linea con quanto richiesto dalla decisione della Commissione Europea 2011/753/EU, il Ministero dell’Ambiente Italiano ha scelto e comunicato alla Commissione stessa il metodo di calcolo da utilizzare per la verifica del raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani imposto dalla direttiva europea 2008/98/CE. Con la decisione 2011/753/EU, infatti, la Commissione Europea aveva indicato quattro diversi metodi per effettuare il calcolo del citato obiettivo ed ha lasciato agli Stati Membri la scelta del metodo da utilizzare. Tutto ciò sulla base giuridica del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, e considerata la direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 Novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive. In

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particolare è in quest’ultima all'articolo 11, paragrafo 3, che la Commissione aveva definito le modalità dettagliate di attuazione e di calcolo al fine di stabilire un obiettivo da raggiungere al 2020 per quanto riguarda la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati pari al 50%. I 4 metodi proposti dalla Commissione variano a seconda delle tipologie (rifiuti domestici o urbani) e frazioni merceologiche che è possibile includere nel calcolo. Il metodo scelto dal Ministero è quello indicato dalla Commissione come metodo 2 e le frazioni merceologiche da conteggiare sono esclusivamente le seguenti: carta e cartone, plastica, metalli, vetro, legno, frazione organica.

2.3.Norme, atti e pianificazione a livello regionale

I principali criteri guida alla base del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione (L.R. n. 6 del 2 Febbraio 2001- Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano) possono così sintetizzarsi: • Il rispetto del mercato, in considerazione del fatto che il Piano deve essere “calato” nella realtà e quindi nelle complesse relazioni economiche e sociali in atto; • La partecipazione dei soggetti coinvolti ed, in particolare, degli utenti del servizio che passa attraverso la condivisione degli obiettivi proposti; • La tutela dell’ambiente e della salute, che deve considerarsi il vincolo e l’obiettivo di primaria importanza nel processo di pianificazione; • La realizzazione di un quadro normativo che garantisca il conseguimento degli obiettivi minimi e fornisca garanzie sulla tutela dell’ambiente e della salute; • La realizzazione di un sistema di incentivi che premino i soggetti attuatori al fine di superare gli obiettivi minimi del piano; • Lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e, quindi, l’introduzione di nuovi processi di trattamento ambientalmente compatibili ed economicamente sostenibili; • La promozione di processi di certificazione ed autocertificazione. Tali criteri guida si esplicano attraverso l’apposizione di obiettivi minimi (e quindi non rigidi), fornendo contestualmente una serie di incentivazioni al loro superamento e quindi ad un crescente impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il superamento degli obiettivi minimi è incentivato dagli strumenti normativi che oltre a svolgere un ruolo generale di tutela, svolgono azioni cruciali volte a favorire il processo di crescita e responsabilità attraverso la fornitura di servizi, la creazione di infrastrutture, la formazione e l’informazione. Va sottolineato che il piano affida il suo successo alle dinamiche di mercato intervenendo su di esse in modo da favorire le opzioni più competitive ed ambientalmente più corrette: pertanto esso tende a coinvolgere i diversi soggetti interessati nella ricerca delle soluzioni più efficienti”.

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3. ANALISI E CONFRONTO DEI SISTEMI DI RACCOLTA UTILIZZABILI NEL CONTESTO DELL’UNIONE DEI COMUNI DELL’ALTO BRADANO

La profonda evoluzione dei servizi di raccolta negli ultimi decenni è stata in gran parte influenzata dal progressivo aumento della produzione procapite dei rifiuti urbani, dalla carenza o indisponibilità di impianti di smaltimento, e dall’esigenza di individuare nuove forme di raccolta che dessero una sufficiente risposta in termini di economicità dei servizi. Tutto questo ha comportato anche effetti negativi, fra i quali la necessità di dedicare consistenti spazi urbani all’ubicazione di ulteriori cassonetti stradali per la raccolta differenziata, con notevole difficoltà sia nelle zone a più alta densità abitativa sia nei centri storici e nei paesini ove la caratterizzazione delle strade era ostica al posizionamento degli stessi e l’impossibilità di verificare conferimenti di flussi indesiderati, con conseguente difficoltà nel controllo della qualità e provenienza del materiale. Per quanto riguarda le modalità di raccolta dei rifiuti urbani il panorama nazionale risulta attualmente caratterizzato: • da un lato, soprattutto negli ultimi dieci anni, dalla diffusione dei sistemi ad elevata meccanizzazione che sono stati adottati inizialmente nelle grandi aree urbane, per contenere i costi del personale impiegato nel servizio di raccolta dei RU indifferenziati grazie all’utilizzo di compattatori a presa laterale (CMPL). In questo modello operativo coesistono spesso le raccolte domiciliari dedicate solo alle grandi utenze e/o alla raccolta delle frazioni secche; • dall’altro, dalla più recente e sempre più diffusa, adozione di sistemi di raccolta differenziata “integrata” attraverso la riorganizzazione della raccolta con l’eliminazione dei contenitori stradali e la contestuale adozione della raccolta domiciliare per il residuo secco (con bidoni o sacchi trasparenti), della frazione umida (con specifici contenitori per ogni condominio) e delle principali frazioni recuperabili; • in ultimo dall’introduzione di sistemi di raccolta prossimità che cercano di migliorare le performances dei sistemi stradali introducendo la raccolta di prossimità dell’organico diminuendo la distanza che le utenze servite devono percorrere per raggiungere il punto di conferimento che viene quindi ridotto come capacità (utilizzando ad esempio bidoni anziché cassonetti posizionati accanto ai cassonetti dell’indifferenziato) ed aumentato come numero di postazioni (spesso organizzate nei cosiddetti ecopunti). Le raccolte domiciliari integrate si sono diffuse dapprima nelle aree del paese dove le tariffe degli impianti di smaltimento avevano raggiunto livelli di costo abbastanza alti (superiori alle 75-80 €/tonnellata), a partire dalle realtà di piccole dimensioni, fino a diffondersi anche in capoluoghi di provincia di grandi dimensioni. In questi Comuni è stata infatti ridotta in modo considerevole la quota di rifiuti da avviare a smaltimento (con risultati di RD attestati tra il 50 % per i grandi Comuni ed il 70-80 % per i Comuni di

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piccole dimensione) ottenendo così il duplice obiettivo di migliorare le rese delle RD e di contenere i costi di gestione del servizio. Alla luce di tale evidenze, l’obiettivo di raggiungere percentuali di raccolta differenziata elevate ha incentivato molti Comuni alla riprogettazione integrale del servizio, passando da una raccolta differenziata aggiuntiva (affiancando ai cassonetti stradali per il rifiuto indifferenziato altri contenitori e campane per i rifiuti riciclabili), a una raccolta differenziata integrata. Nelle aree metropolitane e urbane sono comunque ancora relativamente diffusi i sistemi di raccolta aggiuntivi basati sui cassonetti (con mezzi di raccolta automatici a caricamento laterali o posteriori). Negli ultimi anni tuttavia anche la maggioranza dei centri di grandi dimensioni che avevano adottato la raccolta a cassonetti stradali stanno gradualmente sperimentando ed introducendo tale sistema per cercare di rispettare i nuovi obiettivi di RD stabiliti dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e per far fronte all’aumento dei costi di smaltimento che in alcuni casi sono diventati ormai molto elevati. Le raccolte per appuntamento hanno ambiti di elezione abbastanza circoscritti, quali il ritiro dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli, dei rifiuti verdi, o di quantitativi importanti di altri rifiuti riciclabili, presso grandi utenze. La tabella seguente riassume i punti di forza e quelli di debolezza delle varie tipologie di RD.

Modalità Vantaggi Svantaggi • possibilità di ottenere ottimi risultati di intercettazione • costi abbastanza elevati, in funzione della intensità di

Domiciliare (porta a porta) (porta Domiciliare differenziata manodopera compensati dai risparmi sul versante dei • possibilità di integrare i servizi di raccolta, costi di smaltimento laddove tali costi superino i 90-100 alleggerendo in modo sostanziale quella del rifiuto €/tonnellata indifferenziato, che assume carattere residuale, • occupazione di spazi interni ai condomini, nel caso di ottenendo un migliore controllo sui flussi ed una forte raccolte con contenitori rigidi riduzione dei conferimenti impropri di rifiuti speciali • disagi per gli utenti legati alla necessità di esporre i • con l’integrazione dei servizi, per l’effetto combinato contenitori all’esterno in occasione dei passaggi (ove dell’aumento della RD e dell’eventuale riduzione dei previsto) RU totali, si ha una drastica riduzione dei rifiuti • disagi per gli utenti che abitano in condomini, per la indifferenziati da smaltire necessità di tenere nell’alloggio (sul balcone) i rifiuti per • molto efficace in aree ad alta intensità terziaria e alcuni giorni prima dell’esposizione, sacchi. commerciale • necessità di ridurre al massimo le “non conformità di • possibile anche in centri storici a viabilità ridotta servizio” • notevole comodità di conferimento per l’utenza, con migliore “personalizzazione” dei servizi • maggiore decoro urbano del servizio • discreta economicità del servizio di raccolta laddove i • risultati quali - quantitativi limitati costi di smaltimento non superano i 90 €/tonnellata • ingombro della sede stradale e quindi intralcio alla • Stradale maggiore semplicità operativa per i gestori del viabilità servizio • punti di accumulo di altri rifiuti speciali di origine • minori disagi nel caso in cui non si riesca ad industriale che possono essere smaltiti impropriamente effettuare lo svuotamento dei contenitori (per scioperi facendo ricadere sull’amministrazione comunale i relativi o disservizi) se le volumetrie sono sufficientemente costi di smaltimento surdimensionate • occupazione stradale permanente e disagio estetico (soprattutto per i frequenti conferimenti a lato dei contenitori)

Prossimità • risultati quantitativi migliori di quelli riscontrati per le • maggiori costi del servizio di raccolta non completamente raccolte stradali compensati dai minori oneri di smaltimento • relativa semplicità operativa per i gestori del servizio • ingombro della sede stradale e quindi intralcio alla • minori disagi nel caso in cui non si riesca ad viabilità effettuare lo svuotamento dei contenitori (per scioperi • occupazione stradale permanente e disagio estetico o disservizi) se le volumetrie sono sufficientemente (soprattutto per i frequenti conferimenti a lato dei surdimensionate contenitori)

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Piattaforma • grande flessibilità d’uso • costi di investimento necessariamente elevati • potenziale forte impatto positivo sulla popolazione • rischio di conferimenti impropri fuori orario all’esterno C • controllo massimo sulla qualità dei conferimenti della recinzione C •

R associazione diretta dei rifiuti ai loro produttori

Alcune caratteristiche dei tre diversi sistemi di raccolta sono descritte nella tabella seguente:

CARATTERISTICHE RACCOLTA STRADALE RACCOLTA DI PROSSIMITA’ RACCOLTA DOMICILIARE

MEDIO-SCARSO (anche MEDIO (se non viene Grado di coinvolgimento del se viene realizzata una realizzata una campagna ELEVATO cittadino campagna informativa informativa capillare) capillare) Responsabilizzazione rispetto SCARSA MEDIA ELEVATA al conferimento del rifiuto BUONA(in reazione al numero e alla OTTIMA(il conferimento è distanza OTTIMA Comodità di disposizione dei “sotto casa”) conferimento contenitori) per l’utenza in relazione alla: OTTIMA(il conferimento SCARSA (in relazione frequenza OTTIMA è sempre possibile) alla freq. di racc. scelta)

Qualità merceologica dei MEDIA (e in alcuni MEDIA ELEVATA materiali raccolti contesti) SCARSA % di RD raggiunte 25-30% con punte del 55-70 % con punte del 30-35% con punte del 50% mediamente 40% 85% circa Possibilità di conferimento di ELEVATA e difficilmente MEDIO-ALTA e difficilmente BASSA e comunque altre categorie di RS e inerti controllabile controllabile controllabile nel circuito degli urbani Possibilità di applicazione di DIFFICILE (per sistemi di misurazione della DIFFICILE (per l’impossibilità l’impossibilità di FACILE quantità di rifiuto conferita di controllare i conferimenti) controllare i conferimenti) dalla singola utenza

3.1.Confronto quali-quantitativo tra i vari modelli di raccolta

Le esperienze condotte da oltre un decennio in Italia hanno dimostrato che con i sistemi stradali non si superano percentuali massime del 35-40 % di raccolta differenziata, mentre con i sistemi porta a porta si raggiungono percentuali anche dell’80-85 %. Ma la differenza più importante tra i due sistemi è che con la raccolta stradale non è possibile un controllo diretto sulla qualità dei materiali conferiti, come avviene invece con il sistema porta a porta. Ciò implica che spesso i contenitori stradali contengono materiali riciclabili mischiati ad altri materiali che non lo sono, e spesso in percentuali così elevate da rendere quasi impossibile il loro recupero e riciclaggio, rendendo in tal modo inutile il lavoro compiuto dagli altri concittadini per la differenziazione. È ovvio che il sistema stradale sarebbe più comodo per gli operatori incaricati della raccolta, oltre che più economico, ma il suo utilizzo richiede, per garantire i risultati imposti dalla normativa europea e nazionale di settore, che si possa contare su di un elevato senso civico nella fase di conferimento dei rifiuti da differenziare, condizione purtroppo smentita dai risultati conseguiti da

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oltreun decennio sia nel nord che al centro sud del paese. È infatti sufficiente l’errore o la non volontà di pochi per rendere spesso praticamente inutile il lavoro di molti. L’analisi delle prestazioni dei diversi modelli di raccolta ha inoltre fatto rilevare differenze sostanziali non solo nella capacità di coinvolgimento e responsabilizzazione dei cittadini per raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata dei rifiuti ma anche per i quantitativi totali di rifiuti intercettati dai due sistemi di raccolta. Infatti, a partire dallo studio effettuato dal Dott. Tornavacca per conto della Scuola Agraria del Parco di Monza, anche altri studi di Federambiente (“La gestione integrata dei RU”, Tornavacca ed al. Rimini 2003) hanno dimostrato che il modello di raccolta incentrato sull’uso di contenitori di grandi dimensioni ad uso collettivo (2.400-3.200 litri) determina l’aumento dei livelli intercettazione di RU in modo continuo e consistente. Al contrario l’adozione di sistemi di raccolta di tipo domiciliare ha favorito una maggiore responsabilizzazione degli utenti ed ha semplificato le attività di controllo, contribuendo in modo decisivo alla riduzione dei conferimenti non conformi. In ogni caso le ragioni che possono giustificare variazioni anche significative nella produzione procapite di rifiuti urbani non sono riferibili soltanto al sistema di raccolta dell’indifferenziato ma anche, come noto, soprattutto alla maggiore o minore presenza di utenze “non domestiche”, aiflussi turistici e da altri fattori. Va inoltre rilevato che nella fase di riorganizzazione dei servizi si punta spesso all’introduzione di un servizio di raccolta specifico per le utenze non domestiche e le realtà produttive. Tale servizio presenta infatti il miglior rapporto costo-benefici in relazione al contenimento dei costi di raccolta poiché, nel caso delle utenze produttive e di negozi e attività commerciali, i rifiuti prodotti sono spesso costituiti da materiali di tipologia uniforme che consentono di raggiungere facilmente elevati livelli di RD (p.es. imballaggi di cartone, plastica e legno ecc.). I fattori da cui può dipendere l’aumento consistente dell’intercettazione complessiva di RU sono quindi i seguenti: un aumento consistente (ma non costante) risulta solitamente collegato alle dinamiche di assimilazione ai rifiuti urbani di rifiuti speciali provenienti dal settore industriale ed artigianale effettuate dalle amministrazioni comunali (spesso per aumentare gli introiti della tassa rifiuti), che provocano un aumento dei quantitativi conferiti più o meno considerevole in relazione alla situazione precedente (infatti molte amministrazioni cercano di assimilare rifiuti che già vengono conferiti, in modo improprio, nel proprio sistema di raccolta); l’attivazione di nuove forme di raccolta differenziata può indurre una maggiore intercettazione complessiva di rifiuti anche se tale flusso aggiuntivo viene destinato al recupero; in particolare, la raccolta domiciliare ed intensiva della frazione verde (es. con bidoni di grande volume nelle zone con massiccia diffusione di villette con giardino) può determinare, oltre al positivo superamento di alcune pratiche improprie di gestione di questi materiali (ad es. l’abbandono, la combustione ecc,), anche una tendenza alla rinuncia delle pratiche di compostaggio domestico. I due modelli di organizzazione dei servizi di raccolta precedentemente illustrati (stradale e domiciliare) si differenziano anche per la capacità di intercettazione delle frazioni recuperabili e per i costi di gestione delle stesse poiché la revisione del sistema di raccolta del rifiuto residuo consente di disincentivare il

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conferimento dell’indifferenziato e, parimenti, favorire e rendere più comoda l’opera di conferimento differenziato che altrimenti verrebbe attuata soltanto dagli utenti più sensibili. Vi è sostanzialmente un mutuo rapporto di causa/effetto tra aumento delle raccolte differenziate, diminuzione del RU residuo da smaltire e riduzione di volumi e frequenze di raccolta predisposti per la raccolta dello stesso. L’aumento della differenziazione delle frazioni riciclabili, soprattutto di quelle secche e voluminose, può consentire una diminuzione del volume dei contenitori e frequenze di raccolta dedicate alla intercettazione del rifiuto residuo. Le raccolte di prossimità consentono di migliorare il livello di RD ma non consentono di responsabilizzare gli utenti al livello conseguito dalle raccolte domiciliari. Viceversa i sistemi domiciliari, specie se associati ad incentivazione tariffaria, innescano più facilmente comportamenti virtuosi. Va poi evidenziato che l’introduzione della raccolta domiciliare consente tra l’altro di disincentivare il conferimento dell’indifferenziato e, parimenti, favorire e rendere più comoda l’opera di conferimento differenziato che altrimenti verrebbe attuata soltanto dagli utenti più sensibili. Vi è sostanzialmente un mutuo rapporto di causa/effetto tra aumento delle raccolte differenziate, diminuzione del RU residuo da smaltire e riduzione di volumi e frequenze di raccolta predisposti per la raccolta dello stesso. L’aumento della differenziazione delle frazioni riciclabili, soprattutto di quelle secche e voluminose, può consentire (ed allo stesso tempo è favorita da) una diminuzione del volume dei manufatti destinati alla intercettazione del rifiuto residuo. Con il passaggio da una raccolta stradale ad una domiciliare del rifiuto indifferenziato si assiste sempre alla diminuzione del quantitativo di rifiuti urbani prodotti (pari al 10÷20%). Tale dato è correlabile alla drastica riduzione dell’immissione nel circuito dei rifiuti urbani di rifiuti originati da utenze produttive ed in realtà non assimilati ai rifiuti urbani. La raccolta differenziata domiciliare (“porta a porta”) rappresenta, quindi, lo strumento più efficace per diminuire la produzione di rifiuti urbani da avviare allo smaltimento, contenendo la produzione complessiva di rifiuti urbani, evitando nel contempo che rifiuti speciali vengano impropriamente conferiti nel circuito dei rifiuti urbani. Le modalità di raccolta domiciliari consentono inoltre una efficace interfaccia e collaborazione tra utenti ed incaricati del servizio, specie se questi ultimi sono sufficientemente formati e motivati, ed offrono quindi migliori garanzie di risultato, sia per il ruolo di “filtro” verso conferimenti impropri, sia per l’azione informativa e di sensibilizzazione che gli operatori “front line” possono effettuare. Pertanto tale presenza diventa un elemento non secondario di classificazione delle modalità di RD. Il successo della raccolta differenziata domiciliare deriva soprattutto dalla caratteristica peculiare di tale sistema, cioè di consentire un elevato coinvolgimento della cittadinanza nell’opera di differenziazione dei rifiuti grazie alla contestuale responsabilizzazione dei comportamenti individuali, ottenuta per mezzo di un più semplice controllo dei conferimenti che garantisce anche una maggiore purezza dei materiali recuperati. In relazione ai risultati di contenimento della produzione totale e, in particolare, della frazione indifferenziata destinata allo smaltimento, va inoltre evidenziato che la raccolta domiciliare consente di

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contenere le conseguenze legate a variabili impiantistiche e fermi impianto, a penalizzazioni economiche per contributi di smaltimento in discarica o contributi da riconoscere ai Comuni sede di impianti, al progressivo irrigidimento delle norme per abbattimento inquinanti negli impianti di incenerimento o riduzione della componente organica in discarica in base alle normative comunitarie e al relativo recepimento in ambito nazionale. Tra i molteplici vantaggi della raccolta domiciliare rispetto alla raccolta stradale (con ricadute anche sui costi di gestione e sull’inquinamento ambientale) si segnala anche la maggiore protezione dei contenitori rispetto ad atti di vandalismo nei confronti dei cassonetti/campane. Uno dei fattori principali che ha favorito la diffusione della raccolta porta a porta è infatti legato al miglioramento del decoro urbano grazie alla rimozione dei cassonetti stradali. Questo tipo di sistemi di raccolta è poi l’unico che permette di applicare delle tariffe commisurate alla effettiva produzione di rifiuti effettuata dalla famiglia o dal gruppo di famiglie cui è affidato il contenitore. Le raccolte domiciliari, se ben organizzate e gestite correttamente, sono infine le più efficaci rispetto all’obiettivo della minimizzazione della produzione di rifiuti e della massimizzazione delle raccolte differenziate, grazie alla loro capillarità, alla possibilità di responsabilizzare l’utente, all’interazione positiva che si può venire a creare tra utenza ed operatori, alla possibilità di applicare sistemi tariffari puntuali (“PAYT” – pay as you throw). Essendo attività ad elevata intensità di manodopera (labour intensive) sono spesso caratterizzate da maggiori costi di raccolta, rispetto agli abitanti serviti,che vengono però compensati (laddove il costo di smaltimento supera i 90 €/tonnellata) dai risparmi conseguiti per i minori costi di smaltimento. L’applicazione di sistemi di tariffazione puntuale (sistemi anche denominati “Pay as You Throw” cioè paghi in relazione a quanto conferisci) consentono di situarsi sul limite superiore dei range di RD indicati per i sistemi integrati e di superarli.

3.2.Confronto tecnico economico dei diversi modelli di gestione

Per affrontare correttamente il tema del confronto dei costi dei diversi sistemi di raccolta va innanzitutto evidenziato che, in relazione alla diversa capacità dei sistemi di raccolta di ridurre i quantitativi da avviare a smaltimento, non ha senso operare un confronto dei soli costi di raccolta (soprattutto se viene effettuato in termini di costo a tonnellata) ma diventa indispensabile valutare il costo del sistema integrato di raccolta e smaltimento/recupero. Per costo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti, differenziati e residui, si intende la sommatoria dei costi di raccolta e dei costi di recupero, trattamento e smaltimento. Il costo del servizio di igiene urbana sostenuto dai Comuni è invece composto dalle seguenti voci: • il costo diretto della raccolta, funzione del sistema adottato e della sua ottimizzazione (automezzi, addetti, turni, manutenzioni, pulizie). I fattori di costo diretto della raccolta variano sensibilmente in funzione sia dei costi operativi delle attività (raccolta, operatori, automezzi), che dei costi operativi di supporto (pulizia intorno al cassonetto stradale, lavaggio e pulizia del cassonetto) o di

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eventuale ingresso in cortili o locali rifiuti per lo svuotamento dei contenitori posti all’interno dei fabbricati; i costi di selezione, trattamento e trasporto per i rifiuti raccolti in modo differenziato, da avviare al recupero (in particolare l’umido e le frazioni raccolte con modalità mono materiale che devono essere selezionate prima del conferimento ai Consorzi di filiera); • i ricavi ottenuti grazie alla valorizzazione del materiale recuperato, in genere per gli imballaggi con convenzioni CONAI e per le altre frazioni attraverso la vendita sul libero mercato; • i costi dello smaltimento/trattamento per i rifiuti residui in funzione delle tariffe degli impianti di destinazione; • i costi di spazzamento e dei servizi accessori; • i costi generali e indiretti che possono variare tra il 10% e un massimo del 20% del costo totale del servizio.

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4. IL SISTEMA ANCI - CONAI E LE FILIERE PER IL RICICLO E RECUPERO DEI MATERIALI DA RD

Va innanzitutto evidenziato che il CONAI è un consorzio privato senza fini di lucro, costituito ai sensi del D.Lgs. 22/2007, dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire, in una logica di responsabilità condivisa fra cittadini, pubblica amministrazione, imprese, gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. Il sistema CONAI si basa sull’attività di sei Consorzi rappresentativi dei materiali: Acciaio, Alluminio, Carta, Legno, Plastica e Vetro. I Consorzi, cui aderiscono i produttori e gli importatori, associano tutte le principali imprese che determinano il ciclo di vita dei rispettivi materiali. Il Consorzio CONAI indirizza e coordina le attività dei sei Consorzi, incaricati del recupero e del riciclo, garantendo il necessario raccordo tra questi e gli Enti locali. Compito di ciascun Consorzio è quello di coordinare, organizzare e incrementare: • il ritiro dei rifiuti di imballaggi conferiti al servizio pubblico; • la raccolta dei rifiuti di imballaggi delle imprese industriali e commerciali; • il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio; • la promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica finalizzata al recupero e riciclaggio. A tal fine i Consorzi stipulano convenzioni a livello locale, con i Comuni o le società delegate dai Comuni a svolgere il servizio di raccolta differenziata, per il ritiro e la valorizzazione degli imballaggi usati conferiti dai cittadini. Il tutto è regolamentato dall’ Accordo Quadro ANCI-CONAI che è stato sottoscritto per dare impulso alla raccolta differenziata degli imballaggi prevedendo che, ai Comuni che sottoscrivono le convenzioni il sistema CONAI-Consorzi, venga riconosciuto e garantito nel tempo un corrispettivo economico in funzione della quantità e, soprattutto, della qualità dei rifiuti di imballaggio in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro che vengono conferiti al Sistema Consortile, che li avvia a riciclo in appositi centri individuati sul territorio. L’accordo è stato siglato per la prima volta nel 1999 con validità 1999-2003 ed è poi stato rinnovato nel 2004 con validità 2004-2008 introducendo il concetto di “tracciante” dei conferimenti di imballaggi plastici di origine non domestica (per ridurre i corrispettivi laddove venivano conferiti impropriamente imballaggi secondari e terziari di origine industriale o della grande distribuzione), l’introduzione di un valore aggiunto per i flussi di soli contenitori per liquidi (raccolta finalizzata) e le condizioni di conferimento delle raccolte multimateriale (per gli imballaggi in plastica). L’ultimo accordo quadro è stato sottoscritto ed annunciato da ANCI e CONAI lo scorso 07 Aprile 2013 e regolerà per il quinquennio 1/4/2014 – 31/3/2019 l’entità dei corrispettivi da riconoscere ai Comuni convenzionati per i “maggiori oneri” della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio. Devono però ancora essere sottoscritti gli Allegati Tecnici relativi alle filiere di alluminio, acciaio, carta, legno e vetro che prevedono significativi incrementi dei corrispettivi unitari: mediamente fra il 16 e il 17%. Negli Allegati Tecnici sono state introdotte una serie di specifiche tecniche legate ai controlli in piattaforma sul materiale conferito e al monitoraggio dei relativi flussi, che migliorano il funzionamento complessivo a

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vantaggio sia delle attività di raccolta che di avvio a riciclo dei materiali conferiti. Nella parte generale dell’Accordo Quadro viene confermata la garanzia di ritiro universale, da parte dei Consorzi di Filiera, su tutto il territorio nazionale dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico di raccolta, anche ad obiettivi di riciclo e di recupero previsti dalla legge raggiunti e superati. L’Accordo inoltre introduce una maggiore indicizzazione annuale dei corrispettivi e rafforza il sostegno alle Amministrazioni Locali incrementando l’impegno finanziario annuo del CONAI per le iniziative sul territorio di sviluppo quali- quantitativo della raccolta differenziata.

4.1.L’assimilazione dei rifiuti speciali non domestici ai rifiuti urbani

Il D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. prevede • all’art. 184, comma 3, la catalogazione dei rifiuti speciali, per altro confermando nella sostanza il disposto del precedente art. 7 del D.Lgs. 22/97; • all’art. 198, comma 2, dispone che i Comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani, stabilendo in particolare, al punto g), “l’assimilazione, per qualità e quantità dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri di cui all’art. 195, comma 2, lett. e), ferme le definizioni di cui all’art. 184, comma 2, lett. c) e d)”, queste ultime riferite ai rifiuti da lavorazioni industriali e da attività commerciali. • all’art. 195, comma 2, lett. e), nel testo riscritto dall’art. 2, comma 26, lett. a), del D.Lgs. 16 Gennaio 2008, n. 4, che sono di competenza dello Stato “la determinazione dei criteri qualitativi e quali - quantitativi per l'assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani”. Tale articolo stabilisce che rifiuti assimilati, entro due anni “si applica esclusivamente una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani. La tariffazione per le quantità conferite, che deve includere, nel rispetto del principio della copertura integrale dei costi del servizio prestato, una parte fissa ed una variabile e una quota dei costi dello spazzamento stradale, è determinata dall'amministrazione comunale tenendo conto anche della natura dei rifiuti, del tipo, delle dimensioni economiche e operative delle attività che li producono. A tale tariffazione si applica una riduzione, fissata dall'amministrazione comunale, in proporzione alle quantità dei rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero tramite soggetto diverso dal gestore dei rifiuti urbani. Non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; allo stesso modo, non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 114 del 1998”.

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L’applicazione di tale norma del T.U.A. prevede quindi che i rifiuti prodotti da tali strutture vengano smaltiti o recuperati mediante soggetti terzi diversi dal Comune. I rifiuti che si formano nelle aree produttive, in quanto non assimilabili, sfuggono dunque al regime transitorio e vengono posti al di fuori della privativa comunale. Questa nuova condizione non va intesa come un divieto al conferimento ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani, ma, come stabilisce l’art. 188, comma 2, lett. c), del D.Lgs. n. 152/2006, in tal caso la remunerazione del servizio deve essere assicurata attraverso apposita convenzione, e quindi attraverso un canone o una tariffa rapportata ai volumi e/o ai pesi conferiti. A tali superfici (e di conseguenza ai rifiuti speciali che si originano da tali superfici, non può più essere applicato un gravame tributario, sia esso la Tassa Smaltimento Rifiuti ovvero la Tariffa di Igiene Ambientale). Il gravame tributario risulta invece ancora applicabile per “i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori e comunque aperti al pubblico”, quando gli stessi sono conferiti al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani. L’art. 195, comma 2, lett. e) del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. aveva inoltre stabilito che “per gli imballaggi secondari e terziari per i quali risulti documentato il non conferimento al servizio di gestione dei rifiuti urbani e l'avvio a recupero e riciclo diretto tramite soggetti autorizzati, non si applica la predetta tariffazione” (cioè quella che dovrà essere applicata dopo che saranno determinati i criteri di assimilazione da parte dello Stato). Vale a dire che ai soggetti imprenditori per gli imballaggi secondari e terziari risulta in ogni caso consentito il conferimento diretto a soggetti autorizzati diversi dal soggetto che gestisce il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani e, conseguentemente, anche i locali e le superfici ove sono prodotti tali imballaggi non sono più soggetti né a Tarsu né a TARI. In sostanza il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. stabilisce che i criteri per stabilire cosa assimilare sono determinati dallo Stato, mentre le assimilazioni analitiche competono ai regolamenti comunali, che devono comunque risultare conformi ai principi e criteri emanati dallo Stato. Tali criteri per l’assimilabilità ai rifiuti urbani dovevano essere definiti con decreto del Ministro dell’Ambiente entro novanta giorni dalla pubblicazione del decreto ma, al momento, non sono stati ancora pubblicati. In assenza dello specifico Decreto attuativo del Ministero in materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, vanno applicate le disposizioni del D.Lgs. n. 22/1997 che rimandano alla deliberazione del Comitato interministeriale per i rifiuti del 27 Luglio 1984, come stabilito dall’art. 1, comma 184, lett. b) della Legge 27 Dicembre 2006, n. 296 (anche denominate “Finanziaria 2007”). In sintesi le disposizioni normative di cui sopra prevedono che: 1. sono rifiuti speciali quelli derivanti da attività agricole, da lavorazioni industriali, da lavorazioni artigianali, da attività commerciali e di servizio, come stabilisce l’art. 184, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006; 2. non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano in aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; allo stesso modo, non sono

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assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 114 del 1998, come stabilisce l’art. 195, comma 2, lett. e), quinto periodo, del D.Lgs. n. 152/2006; 3. ai rifiuti che vengono dichiarati assimilati verrà applicata una nuova tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani, secondo regole fissate dalle amministrazioni comunali, nel rispetto dei criteri già dettati dallo stesso art. 195, comma 2, lett. e), secondo, terzo e quarto periodo, del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. anche se permangono ampie perplessità sulla reale applicabilità di tali norme ed in particolare della correlazione della tariffa agli indici reddituali; 4. la stessa tariffazione non si applica, e non si applicano né la Tarsu, né la TARI, per gli imballaggi secondari e terziari per i quali risulti documentato il non conferimento al servizio di gestione dei rifiuti urbani e l’avvio a recupero e riciclo diretto tramite soggetti autorizzati, secondo quanto dispone lo stesso art. 195, comma 2, lett. e), sesto periodo, del D.Lgs. n. 152/2006. La nuova normativa comporta quindi numerose conseguenze soprattutto per gli imballaggi secondari e terziari, provenienti in massima parte dalle attività produttive, che in molti Comuni vengono attualmente raccolti in modo differenziato dal gestore, spesso attraverso convenzioni con raccoglitori terzi.

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5. ANALISI TECNICA-ECONOMICA E QUALI-QUANTITATIVA DEI VARI MODELLI DI RD

I risultati quali - quantitativi delle varie modalità di conferimento delle frazioni secche sono influenzati in modo decisivo dal tipo di aggregazione di flussi di materiali che viene adottato nella singola realtà. Va infatti considerato che gli imballaggi in alluminio ed acciaio (le cosiddette lattine), salvo casi abbastanza rari, vengono raccolti sempre insieme ad altre tipologie di materiali con il sistema multi materiale con modalità che variano in funzione delle strutture ed impianti presenti nei vari bacini territoriali. Si passa, infatti, dalla raccolta con sistema “multi materiale pesante” (imballaggi metallo, vetro, plastica) largamente diffuso in Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Veneto a quella di lattine e vetro attuata in Piemonte, Liguria e parte della Lombardia, alla raccolta dei soli imballi metallici in parte dell’Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, fino ad arrivare alla più recente e innovativa raccolta “multi materiale leggera” (imballaggi in metallo e plastica) attuata in parte della Lombardia, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania. Più recentemente si è dovuto inoltre affrontare il problema della raccolta dei cartoni per bevande (denominati anche Tetrapak dal nome del principale produttore svedese) per cui, come per le lattine, non possono essere introdotti sistemi di raccolta monomateriali. In Italia sono previste ben 6 diverse metodologia di raccolta multi materiale. La modalità di raccolta multi materiale che è stata adottata per prima in Italia da più di 20 anni è la raccolta congiunta di vetro e metalli poiché tale sistema permette un drastico abbattimento dei costi di raccolta delle lattine. Tale metodo non comporta inoltre un aumento dei costi della raccolta del vetro poiché il sistema di allontanamento mediante magneti e correnti indotte dei metalli viene comunque utilizzato per separare i tappi delle bottiglie nella fase di selezione e valorizzare del rottame di vetro. L’introduzione della raccolta multi materiale pesante risale invece a quindici anni fa quando il Consorzio Replastic (ora trasformato in Corepla) promuoveva tale modalità di raccolta per poter usufruire della rete di campane per il vetro e le lattine già presenti sul territorio nazionale e raggiungere rapidamente l’obiettivo dell’avvio della raccolta dei contenitori per liquidi in plastica. Tale modalità risulta ancora abbastanza diffusa in Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Veneto. L’assenza di un accordo sulle modalità di ripartizione dei corrispettivi di raccolta tra i quattro Consorzi di filiera coinvolti nella raccolta multi materiale pesante (COREVE, COREPLA, CNA e CIAL) ha poi indotto molti Comuni ad adottare la più recente e innovativa raccolta “multi materiale leggera” (imballaggi in metallo e plastica) attuata in parte della Lombardia, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania che consente di ridurre sensibilmente i costi di selezione. In questo capitolo vengono analizzate anche le problematiche dei Centri di Raccolta Comunali che svolgono un ruolo fondamentale per la raccolta di alcuni rifiuti dei quali gli utenti devono disfarsi in tempi brevi (rifiuti ingombranti, inerti, rifiuti verdi, ecc.), di rifiuti per i quali non sono previste destinazioni alternative (es. accordo con i commercianti per gli imballaggi in alcune realtà in cui non è possibile effettuare raccolte

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maggiormente intensive), o di rifiuti per i quali la consegna presso di esse è incentivata mediante sconti tariffari, fornitura di gadget, concorsi a premi. Tali strutture, se ben “animate”, possono svolgere un ruolo rilevante nella sensibilizzazione della popolazione locale. Nella tabella sottostante vengono illustrate e poi confrontate le varie metodologie di raccolta multi materiale attualmente utilizzate, i criteri operativi e le relative caratteristiche.

5.1.Raccolta multi materiale classica

Nella raccolta multi materiale viene previsto il conferimento congiunto delle frazioni riciclabili secche quali: carta, plastica, lattine, poliaccoppiati, stracci e, in alcuni casi, anche vetro e legno.

Un fattore che si è poi manifestato, anche in relazione alla ripetuta diffusione di notizie che facevano dubitare dell’effettivo avvio a recupero di tali materiali, è il riscontro di una minore qualità rispetto alla modalità mono-materiale che ha determinato l’aumento dei costi di selezione a valle.

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L’utente viene in effetti portato a considerare ancora questo tipo di raccolta come una raccolta sostanzialmente “indifferenziata” poiché eventuali “errori” possono comunque essere corretti nella fase di successiva selezione. Di conseguenza le principali problematiche dal punto di vista operativo sono state: • costi elevati di selezione manuale a valle della filiera, fino a 80-120 €/ton; • elevate quantità di scarti e materiali estranei risultanti dal vaglio, fino al 55% del totale (ad es. per il multi materiale trattato negli impianti HERA da raccolta stradale50) che non possono essere riciclate; • recupero minore di alcuni materiali rispetto alla raccolta monomateriale domiciliare, in particolare per quelli a matrice cellulosica;

5.2.Raccolta congiunta di vetro e lattine

Questa tipologia di conferimento risulta ancora abbastanza diffusa per i suoi bassi costi di selezione post raccolta e poiché permette di evitare di dover affrontare gli elevati costi della raccolta monomateriale. Inoltre la raccolta del vetro così organizzata non va incontro ad inconvenienti tecnici rilevanti se non marginalmente per i volumi sottratti o per la diminuzione del peso specifico. La raccolta congiunta vetro/lattine risulta però poco gradita dal CO.RE.VE e per questa situazione ha spesso provocato l’adozione di modalità differenti di raccolta differenziata multimateriale, come ad esempio quella di plastica e lattine.

Una recente analisi compiuta da COREVE ha evidenziato i differenti risultati qualitativi del materiale conferito agli impianti di selezione, in funzione delle varie opzioni di raccolta. Questa raccolta combinata non comporta particolari problematiche per la qualità del materiale ottenuto se viene operata con campane ma comporterebbe invece un triplicazione della percentuale di scarti laddove viene operata mediante servizi domiciliari.

5.3.Raccolta multi materiale pesante

Nella raccolta multi materiale pesante si prevede l’accoppiamento alle frazioni con basso peso specifico (plastica e lattine) di quelle frazioni che presentano un peso specifico più elevato, quale il vetro. I suoi benefici sono: • spesso gli imballaggi sono costituiti da più tipi di materiale, un esempio è quello del mondo dei materiali plastici che è più complicato rispetto agli altri materiali perché è molto più eterogeneo (si suddivide infatti in plastica omogenea e plastica eterogenea). Tale tipo di raccolta eviterebbe quindi un certo grado di confusione e indecisione nei conferimenti da parte degli utenti; • i costi di attivazione di questa modalità sono più contenuti. Si possono ora considerare le problematiche insite in questa metodologia: • la raccolta congiunta di vetro e plastica (frazione presente circa per 70-80% del volume totale conferito) implica l’impiego di auto compattatori molto più costosi di quelli normalmente utilizzati

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per la selezione mono materiale del vetro, imponendo contenitori e metodologie di raccolta più costose. Infatti la compattazione spinta provocherebbe non solo un’usura meccanica maggiore degli auto compattatori, ma potrebbe anche portare a una parziale e irreversibile “contaminazione” di plastica e vetro. Per questa ragione alcuni recuperatori optano per l’utilizzo di veicoli a cassone, in cui però la mancata compattazione aumenta di molto il costo del trasporto in relazione al basso peso specifico delle frazioni plastiche; • per realtà caratterizzate da situazioni urbanistiche particolarmente congestionate si può prevedere la raccolta multi materiale, infatti una riduzione del numero complessivo di contenitori dedicati alla raccolta differenziata mono materiale minimizza gli spazi occupati di suolo pubblico. Di conseguenza devono però aumentare le frequenze di svuotamento dei bidoni e dovrebbero essere ben ponderati i vantaggi che questa strategia può dare a favore della viabilità. Bisogna tener conto dell’aumento del costo del servizio dovuto anche al trasporto meno efficiente delle frazioni, più tutte le variabili insite in questo tipo di raccolta.

5.4.Raccolta congiunta di plastica e lattine Questo tipo di raccolta multi materiale è stata adottata a metà degli anni novanta e sta dando degli ottimi risultati perché, come per la raccolta congiunta vetro/lattine, mostra gli stessi vantaggi enunciati in precedenza che vengono riassunti di seguito: • intercettazione degli imballaggi metallici senza incorrere in costi elevati quali quelli della modalità mono materiale; • la frazione plastica non viene danneggiata e può ancora subire i trattamenti di vaglio per la separazione dei vari polimeri (abbiamo già accennato alla eterogeneità di tale materiale); • i costi della separazione delle due frazioni è contenuto grazie all’uso di separatori metallici; • i mezzi compattanti impiegati nella raccolta operano senza problematiche contenendo ulteriormente i cosi di trasporto. Una recente variante di questo modello è l’abbinamento della raccolta dei poliaccoppiati alla raccolta congiunta di plastica e lattine. A Salerno e Palermo, con un progetto finanziato dal CONAI, si è recentemente passati da una raccolta congiunta di vetro e lattine e mono materiale per la plastica ad una raccolta congiunta di plastica e lattine e mono materiale per il vetro. Tutte queste esperienze dimostrano che i cittadini apprezzano e comprendono molto meglio le cosiddette raccolte monomateriali poiché risulta di immediata comprensione il messaggio “differenzia i materiali conferendo separatamente” rispetto al messaggio “differenzia i materiali ma poi conferiscili congiuntamente rimescolandoli”.

5.5.Raccolta mono materiale

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Questo tipo di raccolta è particolarmente efficace nella intercettazione di un rifiuto estremamente ben differenziato dalle altre frazioni, con un ottimo grado di purezza merceologica e una conseguente buona resa al recupero in purezza. Un esempio è la raccolta domiciliarizzata della carta che consente appunto di avviare ai consorzi di filiera un materiale dall’elevato valore economico. Altri vantaggi apportati da questa modalità di raccolta sono: • il miglior dimensionamento dei mezzi di raccolta per le diverse frazioni tramite l’utilizzo di macchinari coerenti alle caratteristiche specifiche di ogni materiale. Dove, di conseguenza, una riduzione dei costi verrebbe dall’utilizzo, per la raccolta delle frazioni a basso peso specifico come ad esempio cartoni e plastica, di mezzi a maggior costo di impiego quali quelli a compattazione, mentre per altri materiali come vetro, scarto alimentare, carta, ecc., utilizzando mezzi a vasca o a cassone. Bisogna aggiungere che per alcune frazioni ad elevato peso specifico, come le lattine, i costi complessivi richiesti per la raccolta mono materiale sono estremamente elevati rispetto a quelli che invece possono essere ammortizzati con la raccolta combinata vetro e lattine o plastica e lattine . La separazione delle lattine da altre frazioni, quali il vetro e la plastica, risulta abbastanza semplice, tramite l’utilizzo di separatori magnetici ed a correnti parassite, sono ampiamente compensati dal valore del materiale metallico recuperato.

5.6.Conferimento presso i Centri Comunali di Raccolta

A servizio del territorio cittadino va prevista l’attivazione di un sufficiente numero di Centri di Raccolta Comunali (rapportati alla estensione territoriale, al tipo di urbanizzazione prevalente, alla conformazione della rete viaria), intesi come punti di conferimento centralizzati, recintati e presidiati, cui possono accedere nei previsti orari di apertura i cittadini e le ditte produttrici di rifiuti assimilati per il conferimento anche di elevati quantitativi di rifiuti differenziati. Tali strutture consentono la raccolta di un’ampia gamma di frazioni merceologiche e di tipologie di rifiuti urbani ed assimilati, offrendo la possibilità di migliorare la separazione e il corretto avvio a destino di materiali riciclabili o recuperabili, nonché di materiali che necessitano di specifiche modalità di trattamento/smaltimento. I centri di raccolta sono individuati quali strutture a supporto della raccolta, nei quali possono conferire i rifiuti le utenze domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico. Il D.M. 13/05/2009 ha inoltre introdotto la possibilità del conferimento da parte del gestore del servizio pubblico di raccolta ed ha distinto i centri di raccolta in due tipologie che si differenziano per i requisiti costruttivi, amministrativi, gestionali ed operativi a cui devono sottostare: 1. Centro di raccolta di tipo A in cui possono essere conferiti i soli rifiuti non pericolosi di utenza domestica; 2. Centro di raccolta di tipo B in cui possono essere conferiti rifiuti pericolosi e non pericolosi di utenza domestica e non domestica.

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Presso i centri di raccolta deve sempre essere operata una prima separazione di mobili in legno o in metallo e degli ingombranti in ferro, attraverso alcune benne/container scarrabili. Presso tali centri viene anche operata la separazione dei RAEE nei 5 raggruppamenti definite dal D.M. 185 del 25 settembre 2007. Per la gestione di queste strutture si possono ipotizzare tre modalità di gestione: 1. gestione affidata al gestore della raccolta dei RU; 2. ad una cooperativa sociale già operante nel settore recupero rifiuti; 3. gestione congiunta di coop. o ditta di raccolta insieme ad associazioni di volontariato. La prima modalità permette sicuramente una economia di scala in quanto si usufruirebbe di servizi e personale già esistenti. Si verificano, però, alti costi di esercizio dovuti alle spese per il personale indubbiamente più cospicue. Inoltre il personale non risulta sufficientemente motivato ad ottenere e raggiungere un funzionamento ottimale. Si riscontra altresì una certa rigidità di servizio. In caso di affidamento ad una cooperativa si otterrebbero diversi vantaggi quali: a. il basso costo del personale dovuto alle favorevoli forme contrattuali previste dalla normativa; b. interesse personale degli addetti ad ottimizzare le attività di servizio; c. possibilità di sinergie con altri soggetti operanti nel settore dei rifiuti; d. flessibilità del servizio dovuta ad una strutturazione aziendale meno complessa; e. solidità del soggetto in fase di attuazione in quanto già operante nel settore del recupero rifiuti; f. possibilità in caso di cooperativa sociale di ottenere ulteriori finanziamenti; g. creazione di nuovi sbocchi occupazionali anche per persone svantaggiate con conseguenti minori costi sociali per la collettività. La terza opzione prospetta la suddivisione dei compiti e degli incarichi ai diversi soggetti in base alle rispettive specializzazioni professionali. Affidando alla cooperativa/ditta di raccolta i compiti di gestione della struttura (apertura, chiusura, manutenzione, gestione dei mezzi ecc.) si ottengono i vantaggi descritti in precedenza. Il volontariato dovrebbe invece occuparsi di compiti non prettamente inerenti la raccolta, ma non meno importanti, quali: a) informazione e sensibilizzazione delle utenze; b) organizzazione di visite per le scolaresche; c) altre attività del centro (smontaggio e riparazione elettrodomestici, distribuzione sacchetti); d) gestione di un mercatino dell’usato e degli oggetti riparati. La realizzazione di un mercatino dell’usato costituisce un’ottima occasione per coinvolgere la popolazione nella valorizzazione di queste strutture, aumentandone così il significato “sociale” anche al di là del problema della gestione dei rifiuti e ponendo l’attenzione sulle possibili forme di riutilizzo e valorizzazione degli oggetti, forme preferibili rispetto alle loro trasformazioni in materie prime secondarie o, peggio ancora, in rifiuti. Con la collaborazione esterna per la gestione di un mercatino dell'usato o di altre attività non prettamente inerenti la raccolta (smontaggio elettrodomestici ad esempio) si ottiene l’ulteriore vantaggio di avere minori costi di gestione e di smaltimento.

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Si dovrebbe inoltre valutare attentamente l’opportunità di utilizzare tali Centri non solo per i rifiuti conferiti dalle singole utenze, ma anche quelli raccolti dai mezzi di servizio della raccolta differenziata il cui utilizzo potrà essere ottimizzato nel rapporto tra tempi di trasferimento e di raccolta. Ovvero alcuni Centri di Comunali Raccolta, se opportunamente autorizzati ed attrezzati, possono fungere da stazioni di trasferimento comunale dei rifiuti oggetto della RD.

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6. ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE 6.1.Orografia e territorio Il territorio della Basilicata è costituito per il 70% dalla catena montuosa dell’Appennino Lucano che, disponendosi prevalentemente lungo il bordo occidentale della regione, devia trasversalmente nella zona meridionale segnando con la catena del Pollino i confini con la Calabria Nella Regione sono state riconosciute 7 aree soggette a vincolo paesaggistico. Si tratta delle seguenti: • Monte Vulture e Laghi di Monticchio: in questo caso il vincolo tende a preservareun’area dove le caratteristiche ambientali e naturali hanno creato una vera e propria oasi ecologica; è da segnalare la presenza di farfalle rare così come di particolari rocce vulcaniche basiche. • Area a sud di Potenza: è inclusa in questa l’oasi faunistica del WWF del lago Pantano. • Area a sud-est di Potenza: tra gli altri comprende l’esteso bosco di Accettura- . • Area Tirrenica: qui il vincolo è sorto per preservare da interventi distruttivi tanto l’area costiera che l’entroterra boschivo. • Area Jonica: comprende, tra gli altri, i territori delle foci dei principali fiumi della Regione e la fascia costiera in avanzata fase di arretramento. • Parco Nazionale del Pollino.

Carta dei vincoli

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6.2.Piano Regionale dei Trasporti - viabilità

Con l’art.1 della Legge Regionale n. 7 del 30 Aprile 2014, la Regione Basilicata ha avviato l’iter di una nuova riforma del Trasporto Pubblico Locale in tutti i suoi settori: ferroviari, automobilistici extraurbani e automobilistici comunali; il tutto secondo principi di intermodalità ferro-gomma. Nelle Linee guida si fa riferimento anche ai servizi di adduzione agli scali ferroviari, all’integrazione delle reti, dei servizi e delle tariffe. Le Linee guida , quale atto prodromico alla stesura del PRT, contengono le strategie di indirizzo e introducono nel settore criteri di razionalizzazione ed integrazione delle modalità già esistenti, ma soprattutto conferiscono alla Regione le funzioni ed i compiti in materia di TPL con l’obiettivo di elevare la qualità dei servizi, nel rispetto dei principi di economicità ed efficienza. Le principali infrastrutture stradali sono le seguenti: • autostrada A3; • bretella autostradale di raccordo fra la A3 e la S.S. 107; • S.S.598 della Val d’Agri; • S.S.104 “Sinnica”; • S.S.106 “Jonica”; • S.S.7 “Appia”; • S.S.93; • S.S.96; • S.S.92; • S.S.18.

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Rete stradale regionale MAPPA

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6.2.1. Viabilità provincia di Potenza

Il territorio provinciale si estende su un'area di 6.549 kmq, montano per circa il 70% mentre, per la restante parte, è collinare con pochissimi tratti pianeggianti. I comuni sui quali si distribuisce la popolazione sono 100. Con una popolazione di 383.791 abitanti al 2010 e con una densità demografica di 58,63 abitanti per kmq. La Provincia si configura con un tessitura urbana composta da piccole comunità locali, con una popolazione dispersa soprattutto in aree tipicamente montane o collinari. La percentuale di area urbana (compreso le infrastrutture) rispetto alla superficie totale provinciale è del 1,79%. L'incremento di superficie urbanizzata, occupata da infrastrutture e da reti di comunicazione, può essere considerato come il principale e più evidente tipo di pressione gravante sul territorio. La Basilicata risulta tra le regioni (insieme alla Valle d’Aosta e al Trentino Alto Adige) con una minore percentuale di superficie destinata all’urbanizzazione e alle infrastrutture in Italia rispetto alla superficie totale territoriale; rispetto invece alla superficie agricola utilizzata risulta in assoluto la regione con la percentuale minore. Da un punto di vista ambientale questi dati sono sicuramente positivi; all’alta naturalità della provincia però corrisponde anche una frammentazione delle aree urbane che rende difficile un’organizzazione in sistema. La dotazione di servizi si concentra, oltre che nel capoluogo, nel Lagonegrese a sud e nel Vulture Melfese a nord. Alla carenza di servizi si associano spesso fenomeni di abbandono, di debolezza demografica, di denatalità e progressivo invecchiamento della popolazione. Il processo di rarefazione è causa ed effetto di un impoverimento complessivo delle attività economiche. La Provincia di Potenza appare priva di un ruolo funzionale ben definito nel contesto del Mezzogiorno, risente fortemente delle grandi aree urbane e metropolitane della Puglia e della Campania. La rete infrastrutturale è dedicata più ai collegamenti con l’esterno che alle connessioni interne, favorendo il persistere delle gravitazioni verso i sistemi campani e pugliesi. Le connessioni sono strettamente collegate all’orografia della Provincia ed alla sua rete stradale che, sviluppandosi principalmente lungo le direttrici di fondovalle, ha finito per penalizzare, rispetto agli altri, quei comuni localizzati sulle alture e distanti dalla viabilità principale. L’unica direttrice longitudinale riconoscibile allo stato attuale, è quella che connette il Vulture al sistema del Potentino e prosegue verso sud nella Val d’Agri (con e quali poli attrattori).

6.3.Caratteristiche demografiche dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano (dati statistici)

L’andamento demografico provinciale registrato dai primi anni del 2000 ad oggi è negativo, la popolazione, infatti, è diminuita di circa una decina di migliaia di unità con un decremento percentuale di circa il 2,2%, in linea con il decremento registrato a livello regionale (2%). Tale tendenza può giustificarsi come conseguenza di un possibile effetto dovuto alle più scarse possibilità di una reale crescita economico- produttiva che continuano a caratterizzare la Basilicata. Occorre sottolineare come costituisca fattore

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determinante, per l’incremento della popolazione, la distanza dal capoluogo. La popolazione lucana è concentrata per circa il 20% nel capoluogo di regione e nei sei centri con maggior numero di abitanti (, , , , , ). L’immagine che ne consegue è quella di una popolazione dispersa, soprattutto in aree tipicamente montane o collinari, interne o marginali rispetto al territorio regionale, con centri che conservano un notevole interesse storico e paesaggistico, ma che restano funzionalmente isolati. Il processo di rarefazione della popolazione è causa ed effetto di un impoverimento complessivo delle attività economiche locali, ormai ridotte nella maggior parte dei casi al ruolo di autosostentamento, e di fenomeni di abbandono e degrado del suolo. A livello di dettaglio per l’Unione dei Comune dell’Alto Bradano la superficie totale si estende sui 844,13 kmq. La popolazione totale residente ammonta a circa 28.209 abitanti (dati dagli uffici anagrafe dei Comuni al 31 Dicembre 2015) con una media di 2,35 unità a famiglia. La densità media di popolazione dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano è di circa 39,33 ab/Kmq. Il territorio meno popolato con circa 1368 abitanti è quello delComune di San Chirico Nuovo, mentre quello con popolazione maggiore, 5.765 abitanti, è Genzano di Lucania; il Comune più esteso è Genzano di Lucania con 208,93 Kmq mentre quello meno esteso appartiene al Comune di San Chirico Nuovo pari a 23,39 kmq. I nuclei familiari sono pari a 11.572 famiglie con una media dei componenti di 2,35 persone. Dai dati consultati si registra unariduzione della popolazione rispetto ai dati del 2014 (fonti ISTAT 2014) ad eccezione del Comune di Palazzo San Gervasio dove si è registrato un lieve aumento della popolazionedell’ordine del 1%. Di seguito una tabella riassuntiva.

SUPERFICIE ABITANTI DENSITA’ COMPONENTI COMUNE FAMIGLIE FRAZIONI Kmq ab/Kmq PER FAMIGLIA 1 ACERENZA 77,64 2.458 31,66 1.069 2,30 2 BANZI 83,06 1.370 16,51 641 2,13 3 CANCELLARA 42,50 1.379 32,45 589 2,34 4 FORENZA 116,31 2.122 18,44 989 2,16 1 5 GENZANO DI LUCANIA 208,93 5.765 27,99 2.326 2,47 6 MASCHITO 45,82 1.669 29,92 638 2,15 15 7 OPPIDO LUCANO 54,88 3.813 69,70 1.498 2,50 8 PALAZZO SAN GERVASIO 62,91 5.014 79,70 1.998 2,51 9 SAN CHIRICO NUOVO 23,39 1.368 61,18 618 2,25 10 TOLVE 128,69 3.251 25,76 1.206 2,69 TOTALE 844,13 28.209 39,33 (media) 11.572 2,35 (media) 16

La densità media di popolazione dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano (39,33 ab./Kmq) è poco più del 68% rispetto a quella della Provincia di Potenza (57,6 ab/kmq). In termini percentuali la superficie dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano corrisponde al 12,89% del territorio della Provincia di Potenza (6.549 Kmq) ed all’incirca l’8,44 % dell’intera Basilicata (9.994,61 Kmq).

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Altri parametri analizzati sono il reddito pro capite, l’età media ed il tasso di natività. Per quanto riguarda l’età media tale parametro è cresciuto nel corso dell’ultimo ventennio quale conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. L’età media è di 45,87 anni con Palazzo San Gervasio comune con età media più bassa pari a 42,9 anni. Il comune con il più basso tasso di natività è quello di Palazzo San Gervasio (5 %). Il reddito medio procapite nell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano è pari a 6.978 Euro.

6.4.Le caratteristiche urbanistiche dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano

Quasi tutti i Comuni dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano sono caratterizzati da un assetto urbanistico costituito prevalentemente da abitazioni monofamiliari e bifamiliari in prevalenza di uno o due piani. Questo dato risulta di estremo interesse poiché il massimo livello di responsabilizzazione ed i migliori risultati quali - quantitativi dei servizi domiciliari vengono di norma ottenuti proprio nei contesti da elevata presenza di abitazioni mono e bifamiliari.

6.5.Morfologia del territorio

Sostanzialmente i centri urbani dell’ Unione dei Comuni dell’Alto Bradano sono caratterizzati da un unico nucleo centrale in cui è concentrata quasi tutta la popolazione e da rari organismi edilizi, sparsi sul territorio, utilizzati per la residenza di coltivatori agricoli. Per quanto concerne l’aspetto urbanistico, si rileva una identica configurazione degli abitati: è possibile infatti individuare un centro storico, una zona di recente edificazione ed il restante territorio comunale. La prima zona, di limitata estensione, ha le caratteristiche tipiche di un borgo medioevale; è caratterizzato infatti da alcune strade principali di larghezza limitata da cui si dirama un’intricata serie di vicoli pavimentati a basolato di larghezza tale da non consentire il transito di automezzi anche di limitate dimensioni. La zona di più recente sviluppo urbano è costituita da abitazioni multipiano ed è servita da strade con maggiore ampiezza. Il restante territorio comunale è caratterizzato da un assetto viario costituito da strade di competenza statali, provinciali e comunali con pendenze altimetriche estremamente variabili. Il territorio è compreso tra le seguenti quote altimetriche: l’altitudine minima del Comune di Palazzo San Gervasio (485 metri s.l.m.) e quella massima (836 metri s.l.m.) del Comune di Forenza.

6.6.Caratteristiche socio-economiche dell’Unione dei Comuni

Relativamente al numero di imprese registrate nel 2011 nella provincia di Potenza sono state circa 35.000 unità. La quota del settore agricolo e di quello del commercio assorbono da soli circa il 60% del totale delle imprese; il primo dei due presenta valori estremamente alti, rispetto al corrispondente dato italiano (34,5% contro il 16,8%). Piuttosto modesta è la presenza di attività artigianali (23% sul totale delle imprese registrate). Anche per il 2011 si è constatata una crescita molto bassa nel numero di attività imprenditoriali

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(0,36). Questo risultato viene raggiunto grazie a un tasso di mortalità tra i più bassi d’Italia. Potenza si segnala anche come una provincia in cui è maggiore l’incidenza delle imprese aventi come forma giuridica quella di ditta individuale. La regione Basilicata presenta un’incidenza del proprio valore aggiunto sul totale nazionale di scarsa entità (0,72%), posizionandosi al penultimo posto della relativa graduatoria. Relativamente al valore procapite (18.954 euro) si riscontra una situazione non molto brillante, con un livello superiore al dato del Mezzogiorno (17.865 euro), ma inferiore rispetto a quello italiano (26.277 euro circa). L’incidenza del valore aggiunto del settore artigiano sul totale, infine, risulta pari al 12,7%, sensibilmente superiore sia al dato medio nazionale (8,4%), sia tendenzialmente al dato del Mezzogiorno (10,8%). La provincia di Potenza registra un valore procapite (19.140 euro). L’incidenza del valore aggiunto del settore artigiano sul totale, infine, risulta pari al 12% Non adeguata risulta la dotazione di infrastrutture economiche e sociali della regione Basilicata; essa si colloca negli ultimi posti delle Regioni Italiane. In particolare si evidenzia una situazione estremamente negativa per quanto riguarda le categorie aeroporti e telecomunicazioni. Il rapporto tra le sofferenze bancarie e gli impieghi della clientela ordinaria è del 8,8%, primo valore a livello nazionale. Elevato il ricorso alla cassa integrazione guadagni, che posiziona la provincia al primo posto per l’indice delle ore medie per occupato nell’industria e nell’edilizia (122,3). Tuttavia ultimamente in linea con i programmi di sviluppo comunitario europeo alcuni balzi di incentivazione alla valorizzazione del territorio si sono incentrate sulle strategie del P.S.R. fondato a loro volta su tre obiettivi generali a carattere tematico: • Accrescere la competitività del settore agricolo e forestale; • Migliorare l’ambiente e lo spazio rurale, sostenendo la gestione e la tutela del territorio; • Diversificare le attività agricole e migliorare la qualità della vita nelle aree rurali. Tali azioni sebbene confinate hanno dato un po’ di respiro all’economia della Provincia Lucana.

6.7.Aree sottoposte a vincolo di protezione ambientale dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano

Le aree protette rappresentano lo strumento previsto dalla normativa nazionale e regionale per proteggere e conservare la biodiversità. Per valutare la superficie ed il numero di aree protette nel territorio dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano sono state considerate le superfici istituite e tutelate sinora ai sensi delle leggi nazionali. L’insieme dei parchi regionali conserva una naturalità relittuaria insieme alla maggior parte delle testimonianze della cultura materiale regionale e di quella rupicola. Di seguito si riportano le zone di prevalente importanza ambientale.

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Dalla tabella precedente si evince la presenza di un’oasi di protezione “Monte Belvedere” nel territorio di Oppido Lucano. Nella Provincia di Potenza vi sono numerose aree sottoposte a tutela naturalistica. Nella tabella seguente sono riportate le aree protette ricadenti nel territorio provinciale.

Una riserva naturale ricadente nell’Unione dei Comuni è quella della Riserva Regionale del Lago Pantano di . Elenco SIC/ZPS presenti sul territorio provinciale

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7. ANALISI DELL’ATTUALE GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

7.1.La produzione di rifiuti urbani

I dati sulla produzione dei rifiuti derivanti dall’Unione dei comuni dell’Alto Bradano sono stati ricavati dall’Osservatorio sui Rifiuti della Provincia di Potenza perl’anno 2014.L’Osservatorio elabora periodicamente informazioni sugli andamenti della gestione dei rifiuti urbani e ne predispone la pubblicazione mediante report tematici. Le elaborazioni dei dati riguardano: a. la produzione totale e pro capite dei rifiuti; b. la raccolta differenziata effettuata; c. la quantità di RSU conferite agli impianti di smaltimento. I valori pro capite di produzione di RSU sono riferiti alla popolazione residente in Provincia di Potenza al 31 Dicembre 2014 ( Fonte dati popolazione Italia :ISTAT). Dai dati evidenziati dall’Osservatorio dei Rifiuti provinciale si rileva una riduzione della produzione di RSU della provincia di Potenza che è passata dalle 132.476,58 t/anno del 2011 alle 120.950,25 t/anno del 2014, con valori procapite di conferimento che è passato dai 0,97 kg/ab-giorno ai 0,88 kg/ab-giorno nello stesso periodo di tempo ed un livello di raccolta differenziata a livello provinciale che ha segnato un incremento dall’anno 2011 all’anno 2014 dal 16,72% al 35,75%. Di seguito vengono riportati delle tabelle comparative della produzione totale di RSU (t/anno) e confronto delle percentuali di RD nel periodo 2011-2015 (% R.D.).

Produzione totale di RSU (t/anno) – periodo 2011-2014

COMUNE 2011 2012 2013 2014 2015

ACERENZA 797,44 560,12 628,96 629,58 642,42 BANZI 471,79 265,68 395,03 393,39 409,85 CANCELLARA 299,64 271,24 262,46 286,49 297,51 FORENZA 646,99 477,97 484,00 512,04 513,94 GENZANO DI LUCANIA 2041,37 1613,76 1570,28 1607,08 1.637,93 MASCHITO 595,25 567,44 538,05 533,69 435,93 OPPIDO LUCANO 1139,35 913,58 905,70 894,91 920,50 PALAZZO SAN GERVASIO 1788,75 1616,94 1546,77 1634,82 1.577,40 S. CHIRICO NUOVO 455,31 381,62 379,40 362,37 359,91 TOLVE 987,16 705,58 707,32 749,89 770,85 TOTALE 9.223.05 7.373.93 7.417,97 7.604,26 7.566,24

Dai dati riportati in tabella si evince un decremento della quantità di rifiuti negli ultimi cinque anni, di circa 1.656,81t/anno. Di seguito si riporta una tabella comparativa della produzione di rifiuti riferita alla comunità locale per ogni singolo comune.

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Tabella Produzione Kg/ab*anno COMUNE 2015 Kg/ab*anno 1 2 3 ACERENZA 642,42 261,36 4 BANZI 409,85 298,94 5 CANCELLARA 297,51 215,74 6 FORENZA 513,94 239,60 7 GENZANO DI LUCANIA 1.637,93 280,13 8 MASCHITO 435,93 317,96 9 OPPIDO LUCANO 920,50 240,65 10 PALAZZO SAN GERVASIO 1.577,40 314,60 TOTALES. CHIRICO NUOVO 7.604,26359,91 265,30251(media),51 TOLVE 770,85 232,53 Il dato medio di produzione pro capite dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano (265,30 kg/ab*anno nel 2015).

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Di seguito viene riportato il grafico e le tabelle illustrative, per l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, nel periodo 2011-2014 esplicitate per ogni singolo comune che ne fa parte in merito alla: • produzione di RSU in t/anno; • produzione pro-capite giornaliera di RSU; • conferimento agli impianti di smaltimento; • % raccolta differenziata annuale.

7.1.1. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Acerenza

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7.1.2. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Banzi

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7.1.3. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Cancellara

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7.1.4. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Forenza

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7.1.5. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Genzano di Lucania

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7.1.6. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Maschito

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7.1.7. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Oppido Lucano

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7.1.8. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Palazzo San Gervasio

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7.1.9. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di San Chirico Nuovo

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7.1.10. Analisi andamento produzione annuale RU nel Comune di Tolve

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7.2.Analisi quali-quantitativi dei servizi di igiene urbana nell’unione dei Comuni dell’Alto Bradano

Di seguito vengono riportati i dati della R.D. (t/anno) nel periodo 2011-2015 nell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano.

Valori della R.D. (t/anno) periodo 2011-2015 COMUNE 2011 2012 2013 2014 2015 1 ACERENZA 46,81 300,00 386,75 439,57 463,16 2 BANZI 52,60 157,47 290,15 291,58 302,10 3 CANCELLARA 28,23 174,22 159,68 187,88 195,76 4 FORENZA 139,04 317,95 317,50 337,59 344,45 5 GENZANO DI LUCANIA 327,44 1.182,08 1.135,47 1.115,90 1.132,93 6 MASCHITO 102,98 83,30 70,16 86,14 329,41 7 OPPIDO LUCANO 740,46 604,79 599,57 572,03 574,03 8 PALAZZO SAN GERVASIO 196,23 1.079,63 1.038,04 1.106,12 1.049,86 9 S. CHIRICO NUOVO 53,41 240,54 232,23 231,84 261,85 10 TOLVE 221,52 459,97 436,06 474,16 518,92 TOTALE 1.908,72 4.599,95 4.665,61 4.842,81 5.172,47

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Al 2015, come risulta evidente nella tabella precedente, il flusso della raccolta differenziata da avviare a recupero ammonta a 5.172,47 t/anno con un incremento rispetto agli anni precedenti. Ovviamente l’anno di transizione dai 1.908,72 t/anno del 2011 ai 4.599,95 t/anno riguardano un picco di incremento dovuto al passaggio del sistema di raccolta porta a porta. In seguito una tabella esplicativa dell’ andamento della R.D. in termini percentuali nel periodo 2011-2015.

Andamento della R.D. in termini percentuali

COMUNE 2011 2012 2013 2014 2015 1 ACERENZA 5,87 53,56 61,49 69,82 72,10 2 BANZI 11,15 59,27 73,45 74,12 73,71 3 CANCELLARA 9,42 64,23 60,84 65,58 65,80 4 FORENZA 21,49 66,52 65,60 65,93 67,02 5 GENZANO DI LUCANIA 16,04 73,25 72,31 69,44 69,17 6 MASCHITO 17,30 14,68 13,04 16,14 75,57 7 OPPIDO LUCANO 64,99 66,20 66,20 63,92 62,36 8 PALAZZO SAN GERVASIO 10,97 66,77 67,11 67,66 66,56 9 S. CHIRICO NUOVO 11,73 63,03 61,21 63,98 72,75 10 TOLVE 22,44 65,19 61,65 63,23 67,32 MEDIA 19,14% 59,27% 60,29% 61,98% 69,23%

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Come si evince dalla tabella precedente nei Comuni aderenti al servizio, 5 sono stati inseriti nella speciale classifica 2014 dei primi 10 Comuni Lucani ricicloni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e 1 occupa la seconda posizione nella speciale classifica 2014 dei primi 10 Comuni Lucani ricicloni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti; Gli obiettivi convergenti nei risultati raggiunti riguardano: • la menzione speciale “Modello Territoriale 2014” assegnata all’Unione dei Comuni Alto Bradano; • il plauso ed ammirazione di altri Enti pubblici (anche sovraordinati: Provincia di Potenza e Regione Basilicata) che hanno espresso formale richiesta di adesione al sistema di gestione dei rifiuti (Maschito,Cancellara, …) Nell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, il Comune che vanta il miglior risultato di RD nel 2015 è il Comune di Maschito con il 75,57% mentre il Comune con il minor livello di RD è Oppido Lucano con il 62,36% su dati riferiti all’ingresso dei nuovi Comuni nell’Unione. La percentuale di raccolta differenziata media nell’Unione dei Comuni è pari al 69,23% nel 2015, peraltro ancora migliorabile. Risulta quindi evidente un lieve ritardo rispetto agli obblighi imposti dalla legislazione nel raggiungimento del 65% di RD entro il 2013. Nei paragrafi successivi vengono riportati i flussi principali delle raccolte dei rifiuti urbani nei singoli Comuni nel periodo 2011-2015 con dettaglio per singolo materiale dell’anno 2015. Di seguito una tabella riepilogativa per ogni Comune dell’evoluzione del servizio di raccolta.

7.2.1. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Acerenza

ACERENZA produzione RSU t/anno prod. Procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D.

2011 797,44 0,89797 5,87 2012 560,12 0,63073 53,56 2013 628,96 0,70825 61,49 2014 629,58 0,70895 69,82 2015 642,42 0,71605 72,10 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.2. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Banzi

BANZI produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 471,79 0,95392 11,15 2012 265,68 0,53695 59,27 2013 395,03 0,79873 73,45 2014 393,39 0,79541 74,12 2015 409,85 0,81901 73,71 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.3. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Cancellara

CANCELLARA produzione RSU t/anno prod. Procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 299,64 0,60675 9,42

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2012 271,24 0,54924 64,23 2013 262,46 0,53146 60,84 2014 286,49 0,58012 65,58 2015 297,51 0,59107 65,80 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.4. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Forenza

FORENZA produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 646,99 0,82792 21,49 2012 477,97 0,61163 66,52 2013 484,00 0,61935 65,6 2014 512,04 0,65523 65,93 2015 513,94 0,65644 67,02 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.5. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Genzano di Lucania

GENZANO DI LUCANIA produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 2.041,37 0,96644 16,04 2012 1.613,76 0,764 73,25 2013 1.570,28 0,74341 72,31 2014 1.607,00 0,76083 69,44 2015 1.637,93 0,76748 69,17 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.6. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Maschito

MASCHITO produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 595,25 0,95649 17,30 2012 567,44 0,91181 14,68 2013 538,05 0,86458 13,04 2014 533,69 0,85757 16,14 2015 435,92 0,85112 75,57 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.7. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Oppido Lucano

OPPIDO LUCANO produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 1139,35 0,81608 23,62 2012 913,58 0,65437 64,99 2013 905,7 0,64872 66,20 2014 894,91 0,64105 63,92 2015 920,50 0,65931 62,36

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DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.8. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Palazzo San Gervasio

PALAZZO SAN GERVASIO produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 1.788,75 0,98924 10,97 2012 1.616,94 0,89422 66,77 2013 1.546,77 0,85542 67,11 2014 1.634,82 0,90411 67,66 2015 1.577,40 0,86192 66,56 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.9. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di San Chirico Nuovo

SAN CHIRICO NUOVO produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 455,31 0,89356 11,73 2012 381,62 0,74895 63,03 2013 379,4 0,74459 61,21 2014 362,37 0,71117 63,98 2015 359,91 0,68907 72,75 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

7.2.10. Analisi e risultati del servizio di raccolta nel Comune di Tolve

TOLVE produzione RSU t/anno prod. procapite RSU (Kg/ab*gg) % R.D. 2011 987,16 0,82682 22,44 2012 705,58 0,59098 65,19 2013 707,32 0,59244 61,65 2014 749,89 0,52809 63,23 2015 770,85 0,63707 67,32 DETTAGLIO DEI FLUSSI DI RU anno 2015

Come si evince dalle tabelle riportate in precedenza i valori della R.D. sono in continua crescita e in generale non si rileva un decremento del livello di raccolta del materiale da avviare a recupero.

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8. CRITICITÀ DELL’ATTUALE SISTEMA DI GESTIONE Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Rifiuti, Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nel 2013) che riguarda dati relativi al 2012 in Italia sono state prodotte quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una media pro capite di 504 kg/anno ed un decremento di 32 kg rispetto al 2010. I valori della produzione di rifiuti urbani pro capite dipendono da più fattori quali: la produzione domestica dei singoli abitanti, i rifiuti generati dal turismo, i rifiuti generati dal commercio e parte dei rifiuti speciali assimilati. I livelli più elevati di produzione pro capite vengono raggiunti nelle realtà in cui si raccoglie in modo congiunto il rifiuto domestico e quello commerciale assimilato, mentre nelle realtà in cui è presente un sistema di raccolta porta a porta la produzione pro capite è molto più bassa in quanto il rifiuto non domestico, quale quello commerciale, viene raccolto a parte. In numerose realtà territoriali si sta puntando ad un aumento della raccolta differenziata e alla conseguente diminuzione dei rifiuti in discarica A livello di singole regioni quelle che hanno registrato i più alti livelli di raccolta differenziata sono: Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Al contrario, i livelli più modesti di raccolta differenziata, inferiori al 20%, si registrano in Sicilia, Calabria, Molise, Puglia e Basilicata. Pur tenendo in debita considerazione le difficoltà strutturali legate alla conformazione territoriale, bisogna rilevare che la situazione attuale è contraddistinta da molte problematiche che risultano ancora irrisolte, per il superamento delle quali saranno necessarie delle scelte strategiche significative, anche se la situazione ha registrato negli ultimi anni dei primi segnali di lieve progresso. Si confermano alcuni indicatori di criticità già individuati dai paragrafi precedenti: • negli ultimi anni si è assistito perfino ad una diminuzione dei livelli di RD per alcuni comuni; • la presenza di una realtà territoriale molto variegata, con coesistenza di centri storici residenziali, zone limitrofe ed isolate, aree agricole a bassa densità abitativa; • assenza e/o limitata presenza dei Centri Comunali di Raccolta (CCR) in diversi Comuni dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano. L’individuazione delle criticità nella fase di raccolta richiede la definizione di un modello tecnico-economico di riferimento sul quale valutare l’attuale impostazione, riferibile a tre elementi fondamentali: sistemi di raccolta, mezzi e addetti. Dal punto di vista economico, la valutazione ha tenuto conto dell’organizzazione del servizio e del rapporto col costo della gestione complessiva dei rifiuti. La tipologia dei servizi attualmente resi in ambito provinciale non consente confronti omogenei, e i cambiamenti impostabili dal presente Piano Industriale per raggiungere gli obiettivi previsti dalla normativa non possono che portare a un superamento di tale criticità generale attraverso una gestione trasparente dei piani finanziari. Come sarà meglio valutato nei paragrafi relativi alla progettazione delle nuove modalità di esecuzione dei servizi, la scelta del modello organizzativo del servizio influisce sia sull’efficienza sia sull’efficacia, mentre le

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scelte sulla efficiente capillarità del servizio (domiciliarizzazione) e sul dimensionamento del sistema hanno ricadute immediate sulla resa delle raccolte differenziate e, conseguentemente, sull’economicità del servizio rispetto ai tradizionali e più rigidi sistemi stradali. L’attuale ricognizione della situazione organizzativa e gestionale evidenzia come l’attuale assetto del servizio possa permettere importanti recuperi di efficienza e di efficacia, sul presupposto di pervenire ad una gestione industriale su base d’ambito di raccolta ottimale.

8.1.Problematiche relative all’organizzazione del servizio nei centri storici

I centri storici dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano sono caratterizzati da un elevata concentrazione di condomini di piccole e medie dimensioni, che però non dispongono quasi mai di cortili o pertinenze interne, nonché da una significativa difficoltà di accesso della rete viaria. La raccolta dei rifiuti nelle aree dei centri storici rappresenta ovunque un problema aggiuntivo a quelli che già il normale servizio domiciliare pone. Vanno infatti valutati attentamente aspetti viabilistici, flussi di traffico, numerosità degli esercizi commerciali, abitudini di vita, specifici di ogni realtà. Nei centri storici viene spesso applicato lo stesso modello di raccolta secco-umido applicato nel resto del territorio. Si può infatti aumentare soprattutto la frequenza di raccolta delle diverse frazioni differenziate delle utenze non domestiche rispetto alle utenze non domestiche delle zone periferiche per creare minori problemi di spazio per lo stoccaggio dei materiali prima del loro conferimento soprattutto per quanto riguarda i piccoli negozi dei centri storici. La raccolta dell’indifferenziato viene di norma condotta con l’esposizione, a cura delle stesse utenze non domestiche, di piccoli bidoni domiciliari assegnati ad ogni singola utenza non domestica (spesso dotati di trasponder) o mastelli da 50-70 litri (laddove non sia possibile assegnare bidoni carrellati anche se di piccole dimensioni) con una frequenza di raccolta bisettimanale (o al massimo trisettimanale) che viene in ogni caso calibrata secondo le problematiche specifiche delle varie utenze. In alcuni Comuni vengono utilizzati sacchetti a perdere o sacchetti conformi prepagati (di volumetria predefinita). Per quanto riguarda le utenze domestiche in queste zone viene comunque attuata la raccolta domiciliare anche se si rende necessario utilizzare contenitori di piccoli dimensioni ed aumentare la frequenza di raccolta rispetto alle zone periferiche che hanno minori problemi di spazio per lo stoccaggio dei materiali prima del loro conferimento rispetto ai piccoli appartamenti del centro storico. Va però segnalato che di recente si sono affacciati sul mercato i mezzi ibridi anche per il settore dell’igiene urbana. Tale tipologia di mezzi si adatta abbastanza bene a questo genere di servizio che prevede molte soste, una varianza di velocità di esercizio e spesso durante la raccolta velocità di movimento ridotte. Una ricerca effettuata ha messo in evidenza che la situazione più critica in materia di emissioni dei camion diesel convenzionale è il frequente blocco e riavvio dei veicoli a causa del traffico e delle soste da effettuare per lo svuotamento dei contenitori in cui spesso si rileva che l’autista fa aumentare inutilmente i giri del

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motore prima di spostarsi di nuovo. L’altra situazione di sottoutilizzo della potenza dei motori termici si evidenzia quando viene lasciato il motore acceso a mezzo fermo per poter azionare l’alzavolta cassonetti o il costipatore del mezzo.

8.2.Problematiche relative al posizionamento dei contenitori condominiali

Nel dimensionamento è necessario, anche in relazione alle modalità di esposizione prescelte, considerare le aree condominiali nel loro complesso con un attento studio della loro conformazione. Spesso infatti si fa riferimento al singolo numero civico, conteggiando le utenze- famiglie che vi risiedono ed il numero di abitanti complessivo per stimare la produzione attesa di ciascuna frazione merceologica, calcolando giustamente una volumetria leggermente superiore che consenta di far fronte a conferimenti anche superiori alla media. Spesso però si rilevano dei fabbricati condominiali costituiti da più numeri civici, ovvero più scale di accesso, che insistono su un’unica area comune ed hanno un unico passo carraio. Considerare l’insieme di tali numeri civici, con un aggregazione che potremmo definire per “cortile” o “parco condominiale” consente di: • stimare più correttamente le volumetrie necessarie senza eccessive ridondanze; • individuare meglio la tipologia di contenitori da acquistare e collocare; • reperire con maggiore facilità un’area interna per la loro collocazione, anche nei pressi del passo carraio, per agevolare le operazioni di esposizione o di raccolta all’interno. La principale criticità che si deve gestire con l’avvio del servizio di raccolta domiciliare nelle Città in cui vi è una prevalenza di condomini con più di 6-8 famiglie riguarda quindi la fase di concertazione per l’accettazione di uno più bidoni carrellati condominiali da tenere negli spazi comuni privati. Per quanto riguarda il costo della dotazione di bidoni con serratura gravimetrica, tale costo non dovrebbe essere fatto gravare come costo aggiuntivo all’utenza nei casi in cui l’azienda autorizza il posizionamento all’esterno per inoppugnabili motivi di assenza di spazi all’interno degli edifici. La gestione del carrellato condominiale comprende di norma due parti fondamentali, che necessitano di una soluzione ancor prima che venga avviato il servizio, per non trovarsi di fronte a problematiche di una certa complessità che potrebbero anche amplificarsi nella fase di attivazione delle raccolte: • individuazione mediante concertazione con i condomini, di una postazione fissa all’interno dello stabile dove tenere a deposito l’attrezzatura; • individuazione delle modalità di raccolta, ovvero con conferimento su strada o prelievo all’interno delle pertinenze private: o nel primo caso occorre individuare un addetto, sia a carico del condominio (condomino, impresa di pulizie, custode, ecc.) sia a carico del Gestore del servizio (impresa appositamente incaricata, cooperativa sociale, operatori dell’Azienda) che si occupi di trasportare i carrellati all’esterno in un luogo accessibile agli operatori nei giorni e durante

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la fascia oraria in cui viene effettuato il servizio e successivamente al loro svuotamento, li ricollochi all’interno degli stabili; o nel secondo caso occorre individuare i criteri di posizionamento (non lontano dal passo carraio, accessibile ai veicoli di raccolta) e le modalità di accesso (chiavi od altri sistemi di accesso sul modello della Città di Novara). Molti condomini preferiscono adottare un modello di raccolta in cui non vengono distribuiti bidoni condominiali. In tali casi, molto diffusi soprattutto nei contesti ove si è passati alla tariffazione puntuale, si deve quindi ricorrere al conferimento mediante mastelli (preferibilmente di tipo impilabile) ma in alcuni casi alcune utenze preferiscono calare dai balconi il mastello invece che posizionarlo di fronte all’ingresso del condominio. Tali abitudini di conferimento derivano anche dal timore che alcuni episodi di rottura dei sacchetti da parte di animali randagi possano ripetersi. In alcuni centri storici pugliesi alcuni utenti hanno quindi preferito appendere i sacchetti del rifiuto residuo e della plastica e lattine in appositi ganci per impedirne la rottura da parte degli animali randagi. Tali situazioni possono essere risolte mediante una attenta vigilanza ed una maggiore formazione degli operatori (che non devono assecondare tali comportamenti) ma anche e soprattutto attraverso l’implementazione di nuove soluzioni organizzative per l’esposizione dei mastelli che risultino sempre più pratiche, ordinate e sicure anche e soprattutto nelle situazione dei centri storici in cui la presenza di spazi ove posizionare vari bidoni o mastelli risulta assai difficoltosa. La soluzione è caratterizzata anche dalla presenza di una targhetta con un codice identificativo univoco per ogni utenza servita. In questo modo si ottiene anche una maggiore responsabilizzazione dei comportamenti individuali e risulta più semplice distinguere tra le utenze che si comportano correttamente e quelle che, dopo vari richiami da parte anche degli operatori del servizio di raccolta, perseverano in comportamenti che possono e devono essere sanzionati. In tali casi la sanzione può infatti essere addebitata alla singola utenza e non all’intero condominio. La scelta delle modalità di raccolta è fondamentale e preliminare poiché determina la tipologia degli automezzi da impiegarsi e definisce le possibilità di reimpiego dei veicoli esistenti.Se il conferimento avviene su strada è possibile prevedere l’impiego di auto compattatori medi o grandi a due o tre assi (compatibilmente con le caratteristiche della rete viaria),se invece il prelievo viene effettuato all’interno delle pertinenze private, è necessario dotarsi di veicoli di dimensioni medio piccole (MTT da 3,5 a 12 ton) e disegnare un sistema satellite per ottimizzare le fasi di trasporto e controllarne le operazioni di raccolta. La corretta individuazione di spazi interni ai condomini e la definizione delle soluzioni di accesso agli spazi medesimi è possibile solo attraverso un lavoro metodico e sistematico di relazione stretta con gli amministratori dei condomini e degli stabili dell’area urbana oggetto dell’intervento mediante: • sopralluoghi preliminari per conoscere in via preventiva potenziali criticità e soluzioni possibili; • sopralluoghi con gli amministratori per valutare in contraddittorio le soluzioni proposte;

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• disponibilità a partecipare ad assemblee condominiali in assistenza agli amministratori per consolidare gli interventi adottati. L’individuazione di spazi interni ai condomini, ed alle proprietà in genere, dove collocare i contenitori è la soluzione ottimale per ottenere rilevanti vantaggi quali – quantitativi. quali: • il controllo diretto sull’uso che responsabilizza gli utenti e consente di ottenere i migliori risultati di raccolta per quantità e qualità; • il miglior decoro dei contenitori per la maggior pulizia intorno ad essi; • le strade più pulite e libere per l’assenza dei grandi cassonetti dell’accumulo incontrollato ed abusivo intorno ad essi, compresi gli ingombranti. In merito al rapporto con l’utenza, l’attivazione di un numero verde permette l’erogazione di risposte e soluzioni per singoli casi riducendo la creazione di conflitti, specialmente nella fase di avviamento del servizio. D’altra parte l’iniziale disorientamento dell’utenza, se opportunamente governato e fronteggiato, viene gradualmente superato una volta che il sistema sia entrato a regime. Le esperienze analizzate dimostrano come il periodo di “assestamento” può avere una durata di circa un mese. Durante questo periodo gli operatori a contatto con le utenze domestiche e non domestiche devono fornire le necessarie informazioni e trasmettere ai responsabili del servizio le necessità riscontrate anche in merito all’eventuale necessità di variazione delle volumetrie fornite inizialmente (soprattutto per quanto riguarda alcune utenze non domestiche che spesso sottovalutano il volume di rifiuti conferiti e richiedono poi ulteriori contenitori). Va comunque previsto che dopo alcuni mesi, quando i livelli di intercettazione si sono stabilizzati, il gestore del servizio provveda a ricontrollare le volumetrie messe a disposizione dei condomini per eliminare i contenitori solitamente inutilizzati (perché in sovrappiù) o aggiungerne di nuovi laddove se ne manifesti la necessità concordando l’intervento con le utenze interessate. Per garantire comunque che la maggioranza delle utenze coinvolte siano incentivate ad esporre (eventualmente) autonomamente i contenitori risulta opportuno adottare uno sconto (da applicare sulla parte variabile della tariffa) proporzionale al mancato costo di esposizione dei bidoni. In alcuni comuni, ad esempio, i cittadini che espongono i mastelli e/o i bidoni fuori dal proprio cortile, cioè sul marciapiede, nelle giornate di passaggio degli operatori addetti allo svuotamento hanno diritto a uno sconto del 15% sulla tassa rifiuti. Il risultato che l’amministrazione ha ottenuto è che circa il 50% delle utenze servite espongono autonomamente i propri contenitori.

8.3.Modalità di gestione del servizio nelle zone a vocazione agricola e/o periferie urbane La zona a vocazione agricola dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano riguarda una superficie molto significativa dell’intero territorio talvolta comprensiva anche di utenze isolate, per questo motivo è da ritenersi di particolare importanza la corretta gestione dei rifiuti agricoli al fine di tutelare l’ambiente ed il

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paesaggio, agevolando in tal senso l’attività degli operatori agricoli. L’unione dei Comuni dell’Alto Bradano, dovrebbe quindi perseguire l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti derivanti dalle attività agricole al fine di avviarli al recupero e al corretto smaltimento, con particolare riferimento ai rifiuti pericolosi. Si ricorda a tal proposito che i rifiuti speciali non pericolosi più ricorrenti, che costituiscono la parte prevalente dei rifiuti prodotti dall’azienda agricola, sono: • materie plastiche (nylon, tubi in PVC per irrigazione, manichette, teloni per serre) imballaggi in carta, cartone, plastica, legno e metallo (sacchi sementi – concimi – mangimi, cassette frutta, contenitori florovivaismo, ecc.); • oli vegetali esausti; • fanghi di sedimentazioni ed effluenti di allevamento non impiegati ai fini agronomici; • pneumatici usati; • contenitori di fitofarmaci bonificati; • scarti vegetali in genere, sempreché non destinati al reimpiego nelle normali pratiche agricole. I rifiuti pericolosi più frequentemente prodotti dalle imprese agricole sono: • oli esauriti da motori, freni, trasmissioni idrauliche; • batterie esauste; • fitofarmaci non più utilizzabili e contenitori di fitofarmaci non bonificati; • farmaci ad uso zootecnico scaduti o inutilizzabili.

8.4.Criticità del sistema di raccolta precedente

Sulla base di alcuni differimenti e segnalazioni si sono riscontrati nell’Unione dei Comuni conferimenti non conformi dei rifiuti urbani in aperta violazione delle ordinanze sindacali emesse per regolamentare le modalità di conferimento dei rifiuti urbani. Da verifiche effettuate sul contenuto dei contenitori e sacchetti per il conferimento delle varie frazioni sono state rilevate le seguenti anomalie: • un consistente numero di utenti sia domestici che non domestici che conferiscono i rifiuti organici in sacchetti non idonei in quanto non compostabili e non certificati secondo la norma UNI EN 13432/2002 per la biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti. Il non utilizzo di sacchetti a norma di legge per la raccolta dell’organico, infatti, genera una serie di problematiche legate alla qualità dei materiali raccolti e conferiti; • nei contenitori carrellati e nei sacchetti per la frazione organica vengono occultati rifiuti di ogni genere che sfuggono al controllo visivo degli operatori che si accorgono della loro presenza solo quando il materiale finisce nella tramoggia di carico o quando viene scaricato all’impianto di destinazione, con le conseguenti contestazioni di non conformità all’intero carico;

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• nei contenitori e sacchetti per il multi materiale di carta/plastica/lattine vengono introdotti anche rifiuti organici, canule e flebo con gli aghi, medicinali, piccoli elettrodomestici, secco residuo, indumenti, ed altri rifiuti non conferibili in questa raccolta; • nei contenitori del secco residuo vengono conferiti i rifiuti in modo indifferenziato. Sono stati rinvenuti un gran quantitativo di sacchetti contenenti in modo misto tutti i rifiuti recuperabili oggetto delle altre raccolte differenziate quali rifiuti organici, plastica, vetro, carta e imballaggi in metallo; • le utenze condominiali conferiscono i rifiuti all’interno dei contenitori carrellati a loro assegnati in qualsiasi ora del giorno saturandone la capienza già pochi minuti dopo il loro svuotamento in aperta violazione delle ordinanze sindacali che prevedono, anche per queste utenze, il conferimento solo nel giorno e orario previsto per la raccolta ricoverando i rifiuti nella propria abitazione. Se gli utenti condominiali rispettassero tale prescrizione, i contenitori carrellati, che probabilmente sono comunque insufficienti in alcuni contesti, risulterebbero pieni giusto il tempo necessario a completare le operazioni di raccolta anziché per diversi giorni; • i contenitori carrellati delle utenze domestiche condominiali e utenze non domestiche sono spesso posizionati su spazi pubblici, anziché in pertinenze condominiali, e sono esposti al conferimento indiscriminato di tutti gli incivili cittadini che vi passano dinanzi o di coloro che approfittano di tale presenza per non effettuare la raccolta differenziata inquinando il contenuto; • le utenze non domestiche conferiscono i propri rifiuti speciali non assimilabili nei contenitori a loro assegnati non provvedendo allo smaltimento a loro cura e spese come previsto dalla normativa vigente. I rifiuti speciali vengono “occultati” nei contenitori e sfuggono al controllo visivo degli operatori che si accorgono della loro presenza solo quando il materiale finisce nella tramoggia di carico o quando viene scaricato all’impianto di destinazione, con le conseguenti contestazioni; • al termine dei mercati settimanali/quindicinali/mensili gli operatori ambulanti abbandonano i rifiuti sfusi sulle aree di vendita, compresi sacchetti con all’interno feci e urine, che espongono gli operatori a rischi igienico – sanitari e genera disagi organizzativi per la regolare esecuzione dei servizi che si protraggono per tempi di intervento più lunghi di quelli previsti; • gli utenti non domestici e condominiali, nonché gli operatori, si lamentano del cattivo odore proveniente dai contenitori carrellati della frazione organica. Questi necessitano, infatti, di un’attività di lavaggio ad alta pressione che è a carico degli utenti stessi; • le attività di spazzamento sono fortemente penalizzate dalla cattiva abitudine degli addetti alla distribuzione dei volantini pubblicitari di lasciarli sugli scalini delle abitazioni. Questi, sotto l’azione del vento e di alcuni cittadini incivili, vengono dispersi sul suolo pubblico con ripercussioni sulla regolare esecuzione dei servizi di spazzamento; • gli utenti utilizzano impropriamente i sacchetti consegnati gratuitamente per le raccolte differenziate. In particolare per la raccolta dell’umido vengono utilizzati più sacchetti

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contemporaneamente per contenere i medesimi rifiuti e, ancor più grave, le buste per la raccolta dell’umido e del multi materiale vengono utilizzate per la raccolta del secco residuo con enormi aggravi economici a danno dell’appaltatore.

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9. INDIRIZZI STRATEGICI DEL PIANO INDUSTRIALE L’individuazione degli obiettivi strategici del Piano Industriale deve essere impostata al conseguimento dei seguenti obiettivi principali: 1. limitazione della crescita dei rifiuti: rappresenta l’obiettivo principale, previsto da tutte le principali norme di riferimento; 2. miglioramento dell’efficacia: rappresenta la capacità del servizio di soddisfare le esigenze della collettività nella gestione ambientalmente corretta e in sicurezza dei rifiuti, quale obiettivo tecnico espresso in termini quantitativi e, soprattutto, qualitativi; 3. miglioramento dell’efficienza: rappresenta la capacità di ottimizzazione del relativo costo, ed è collegata al livello quali-quantitativo del servizio necessario al raggiungimento degli obiettivi e dei servizi aggiuntivi richiesti dalle amministrazioni; 4. raggiungimento dell’economicità di gestione: è legata all’impatto del costo del servizio sull’utenza rispetto al contesto territoriale e alla capacità efficace-efficiente di coniugare i servizi quali-quantitativi della collettività (non sempre economicamente convenienti) con le norme vigenti; 5. aumento della trasparenza verso l’utenza: rappresenta la capacità di esplicitare nei confronti dell’utenza le caratteristiche del servizio e, soprattutto, la gestione economico-finanziaria, consentendo all’utente di raffrontare il peso del servizio rispetto ad analoghi servizi di pubblica utilità, permettendogli di poter valutare la qualità del servizio reso; 6. riduzione della frammentazione gestionale: previsto dalle norme vigenti, risulta strettamente collegato agli obiettivi di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza; più la normativa e il progresso tecnologico aumentano la complessità e la qualità dei servizi, tanto più importante è il raggiungimento di una gestione unitaria su area agricola, con effetti diretti sulla ottimizzazione dei costi di gestione attraverso una gestione organica di tipo industriale. Gli ulteriori obiettivi che il presente Piano Industriale si pone vanno oltre la stretta applicazione della norma vigente e di mere percentuali di RD da raggiungere, e possono essere riassunti brevemente di seguito: • una maggiore responsabilizzazione degli utenti, attuata nella personalizzazione del servizio di raccolta, nella visione di un’auspicabile presa di coscienza del fondamentale ruolo dell’impegno del cittadino nella differenziazione spinta e nella riduzione delle quantità di rifiuto rispetto agli scopi di tutela ambientale, attraverso la comprensione della stretta relazione tra produzione di rifiuto e tariffa applicata in quanto effettivo costo ambientale; • cambiamento dei modelli di consumo attraverso l’implementazione del sistema di educazione dell’utenza all’acquisto intelligente, alla riduzione dei rifiuti urbani, al compostaggio domestico, alla raccolta differenziata, da realizzare con strumenti di formazione ambientale;

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• riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali e della deturpazione ambientale con discariche e abbandoni incontrollati soprattutto nelle periferie dei piccoli comuni, per conseguire una crescita culturale a beneficio dell’ambiente; • raggiungimento di un’elevata trasparenza tra servizio reso e determinazione dei costi e relativa progressiva implementazione di un nuovo sistema di gestione della tariffazione verso gli utenti, anche nell’ottica di un successivo passaggio alla tariffazione puntuale per correlare tale pagamento ad un sistema che possa incentivare economicamente i comportamenti virtuosi; • valutazione del rapporto ottimale tra parametri di efficienza (qualità e quantità dei rifiuti raccolti e dei servizi resi) con le esigenze di economicità dei costi di gestione, con l’obiettivo di rispettare gli obiettivi fondamentali di riduzione, raccolta differenziata, recupero di materia e di energia posti dalla normativa vigente, in un’ottica di contenimento dei costi di gestione; • implementazione del sistema di raccolta con un supporto informatico; l’intero sistema di raccolta dei rifiuti deve essere gestibile e monitorabile attraverso un Sistema Informativo Integrato, preferibilmente web-based. Tale sistema deve essere composto da più moduli: o portale web con funzioni di telerilevamento della flotta, monitoraggio della raccolta e gestione dei C.C.R.; o applicazioni per gli operatori utili ad adempiere funzioni relative alla gestione delle utenze, dei kit, della raccolta on demand e dei conferimenti presso i C.C.R.; o applicazioni per il cittadino utili alla consultazione di informazioni relative alla raccolta e/o alla possibilità di segnalare anomalie e/o alla possibilità di prenotare un ritiro; o applicazioni server di gestione e archiviazioni dei dati. Le scelte strategiche che si ritengono essenziali per il raggiungimento degli obiettivi fissati si possono, pertanto, riassumere nelle seguenti: • tutela ambientale e sviluppo sostenibile: la gestione del ciclo dei rifiuti urbani deve prioritariamente garantire la massima tutela dell’ambiente e prevedere un modello orientato ai principi dello sviluppo sostenibile, non essendo più sufficiente che i rifiuti urbani vengano gestiti in modo corretto, ma debba essere impostato un sistema che orienti i comportamenti dei cittadini in particolare nella prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani prodotti; • standardizzazione dei sistemi di raccolta: l’individuazione delle modalità di raccolta è stata attuata cercando di ridurre al minimo la diversificazione dei modelli gestionali (a volte comunque inevitabili perché non si poteva non tenere conto di peculiarità specifiche di un singolo contesto) al fine di erogare uno standard di servizio il più possibile omogeneo per ogni categoria di utenza in ciascun ambito di raccolta ottimale. Questa impostazione consente di rendere più semplice la partecipazione al servizio per gli utenti che usufruiscono di servizi in diversi Comuni (ad esempio quello in cui abitano e quello in cui lavorano);

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• gestione unitaria: è l’elemento essenziale per superare le difficoltà legate ad una gestione frammentata, spesso presente nell’organizzazione generale; il superamento di politiche di gestione chiuse in sé stesse rappresenta uno dei primi punti cruciali da affrontare; dal punto di vista tecnico è infatti aumentata la complessità della gestione dei rifiuti urbani (nuove normative, maggiori obiettivi di recupero, migliori standard qualitativi richiesti, aumento dei costi di recupero e smaltimento ecc.) a cui si aggiungono la sempre maggior attenzione alle prestazioni fornite all’utente; • sostenibilità dei costi in relazione alle capacità di spesa: i differenti parametri di gestione del servizio per ogni singolo Comune, in particolare per quanto riguarda le risorse dedicate allo spazzamento ed ai servizi accessori, sono state dimensionate tenendo conto del livello di servizio attualmente erogato e della presumibile capacità di spesa delle singole amministrazioni per evitare aumenti troppo elevati del costo complessivo del servizio di igiene urbana che potrebbero comportare vistosi aumenti della TARSU/TARIFFA/TARI. • territorialità: in un periodo di riduzione dei punti di contatto tra i gestori dei servizi e gli utenti, riuscire ad avvicinare il cittadino-utente è sicuramente uno degli elementi fondamentali nella fornitura di un servizio importante come quello legato ai rifiuti urbani, in modo che l’utente-cliente possa ricevere una risposta adeguata a qualsiasi esigenza connessa al servizio stesso. L’introduzione dei servizi domiciliari ha consentito di raggiungere questo importantissimo risultato poiché viene ripristinato un rapporto diretto tra gli operatori del servizio di raccolta e gli utenti (con il servizio stradale tale rapporto viene infatti a mancare a causa dell’utilizzo dei contenitori stradali da parte degli utenti con cui non si può certo interagire) e l’operatore addetto alla raccolta differenziata assume così un ruolo molto diverso e ben più importante (anche di tipo comunicativo, di monitoraggio della qualità dei conferimenti e di segnalazione di problematiche operative) rispetto a quello attualmente operato. Questa impostazione strategica recepisce pienamente quanto indicato nelle norme di settore, laddove prevedono che i migliori risultati di gestione possono essere raggiunti favorendo il più possibile la selezione alla fonte dei flussi omogenei di rifiuti per evitare di dover operare successivamente con processi di separazione a valle che, non offrendo una adeguata qualità del prodotto ottenuto, non consentono risultati certi di recupero dei materiali. I criteri di intervento specifici per l’ottimizzazione dei costi sono infine seguenti: 1. sfruttare il vantaggio di partire da una situazione di raccolta differenziata non strutturata, con la possibilità di standardizzare (contestualizzandoli) sistemi domiciliari ampiamente collaudati; 2. organizzazione di un sistema di raccolta differenziata e del rifiuto residuo che colga le potenzialità offerte da una organizzazione industriale dei servizi per aree omogenee ed in grado di esercitare significativi risultati sul costo del servizio e sulle tariffe;

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3. ottimizzazione dei giri di raccolta, razionalizzabili proprio grazie al continuo monitoraggio dei servizi, consentendo il raggiungimento di elevati standard di qualità del servizio e di soddisfazione dell’utenza, al fine di limitare eventuali disagi derivanti dalla richiesta di impegno nella differenziazione;

9.1.La gestione integrata degli interventi

Un modello di gestione secondo un sistema di qualità è un insieme di elementi organizzativi che, integrati tra di loro, permettono di delineare meglio la realtà in cui si opera e soprattutto di determinare coscientemente gli elementi di controllo e miglioramento. E’ sempre più sentita e diffusa la necessità di passare da un “data collection” delle informazioni a un “sistema informativo integrato”, attuando un salto qualitativo e culturale, da una informazione incerta a una coerente ed affidabile. Questo diventa un prerequisito fondamentale all’azione controllata di prevenzione e di riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti nell’ottica del miglioramento continuo delle prestazioni. Occorre, pertanto, nel nome della salute dell’uomo e dell’ambiente, investire in metodi efficaci, standardizzati e leggeri, i quali permettano, attraverso l’organizzazione e l’informazione coerente, integrata e trasparente, di ridurre al minimo il ricorso allo smaltimento. Il percorso per la realizzazione di un modello di gestione integrata è finalizzato ad introdurre un sistema adeguato a rendere maggiormente efficiente, credibile e trasparente verso i cittadini il lavoro svolto, adottando i principi dello sviluppo sostenibile. I principi base a cui il percorso si può ispirare sono, infatti, quelli contenuti nei documenti nazionali ed internazionali, ed in modo particolare gli obiettivi contenuti nella Carta di Aalborg per lo sviluppo di Agenda 21 Locale, il Sesto Programma Ambiente della Commissione Europea, la Strategia d’Azione Ambientale per lo sviluppo sostenibile (adottata dal CIPE nel 2002). In tutti questi documenti, tra i vari obiettivi vi sono l’integrazione dell’ambiente e degli obiettivi sociali nelle politiche degli enti pubblici, la preferenza di stili di vita consapevoli e parsimoniosi nell’uso delle risorse, l’orientamento verso politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti, la partecipazione di tutti gli attori sociali alla determinazione degli obiettivi e degli impegni e alla corrispondente condivisione delle responsabilità. Per la gestione integrata degli interventi si possono individuare i seguenti elementi operativi: • comunicazione e relazione con il cliente/utente; • raccolta e trasporto; • trattamento (recupero e smaltimento); • sistema tariffario; • sistema informativo e organizzativo. Ciascuno degli elementi interagisce con gli altri influenzando in maniera determinante l’efficacia e l’efficienza del singolo processo. La progettazione, quindi, deve prendere in considerazione non solo

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l’accurata determinazione di ciascun elemento, ma degli effetti complessivi che il modello gestionale avrà nel suo insieme, non potendo esistere una buona progettazione di un elemento (un sistema di raccolta, un metodo tariffario, un impianto, ecc) ma solo una progettazione integrata del modello. La necessità è quella di realizzare strumenti di gestione in grado di armonizzare gli aspetti prettamente organizzativi con una valutazione degli aspetti strategici dello scenario complessivo da raggiungere. Questi strumenti possono essere individuati attraverso metodi e attività di “BPM” (Business Process Management), che mirano ad un miglioramento incrementale, con l’obiettivo di raggiungere performance durevoli in termini di efficienza, costi, servizio e qualità, misurate attraverso specifici “indicatori di gestione” che valutino in modo omogeneo tutte le voci del sistema integrato, trattando insieme concetti fisici, economici, linee di indirizzo e varabili ambientali. Un approccio di questo tipo tende a rispettare gli intendimenti delle norme ambientali in quanto prevede metodologie efficaci nella valutazione degli effetti ambientali e nella economicità dei servizi resi, garantendo la centralità del cliente-utente (sempre più responsabilizzato dai nuovi sistemi domiciliari di gestione delle raccolte) nel controllo trasparente delle scelte tecniche ed economiche operate dalla Pubblica Amministrazione. La nuova regolamentazione nel settore dei rifiuti, e i più ambiziosi obiettivi posti dalle normative comunitarie e nazionali, hanno infatti incrementato in modo considerevole il fabbisogno di servizi, richiedendo una gestione industriale integrata di tutte le componenti del sistema con conseguente ottimizzazione dei servizi e dei costi di gestione, che passano anche attraverso le seguenti attività che dovranno essere predisposte e pianificate: • necessità di introdurre sistemi di contabilità analitica e di controllo di gestione coerenti con il sistema di regolazione; • potenziamento delle strutture di front-office con gli utenti; • realizzazione di banche dati e di un sistema informativo territoriale; Gli elementi fondamentali del sistema di regolazione risultano pertanto: • il Piano Industriale: sulla base della ricognizione dei servizi esistenti, individua gli interventi da attuare e determina le tariffe di riferimento, l’entità ed i costi dei servizi da porre a gara; • il Contratto di servizio: predisposto dall’Unione dei Comuni individua la qualità e quantità dei servizi che il gestore dovrà erogare in cambio del tariffa stabilita in base all’esito della gara unitaria; • i Regolamenti comunali: riportano le regolamentazioni del servizio stabilita dell’Unione dei Comuni in accordo con le amministrazioni in termini di modalità di erogazione del servizio, modalità di conferimento degli utenti, e le modalità di modulazione della tariffa di riferimento tra le diverse categorie di utenze (sulla base dello schema di regolamento consortile); • la Carta dei Servizi: per la definizione degli standard dei servizi predisposta dall’Unione dei Comuni, di concerto con il gestore.

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Nell’ottica di una gestione integrata degli interventi, gli strumenti di regolazione introdotti recentemente dalle nuove normative (analizzati nei capitoli successivi) sono: • il Piano Industriale; • la Tariffazione puntuale; • le procedure di affidamento; • il contratto di servizio; • la carta dei servizi.

9.2.La gestione integrata dei servizi di raccolta La profonda evoluzione dei servizi di raccolta negli ultimi decenni è stata in gran parte influenzata dal progressivo aumento della produzione procapite dei rifiuti urbani, dalla carenza o indisponibilità di impianti di smaltimento, e dall’esigenza di individuare nuove forme di raccolta che dessero una sufficiente risposta in termini di economicità dei servizi. Tutto questo ha comportato anche effetti negativi, fra i quali la necessità di dedicare consistenti spazi urbani all’ubicazione di ulteriori cassonetti stradali per la raccolta differenziata, con notevole difficoltà sia nelle zone a più alta densità abitativa sia nei centri storici e l’impossibilità di verificare conferimenti di flussi indesiderati, con conseguente difficoltà nel controllo della qualità e provenienza del materiale. La raccolta differenziata è stata infatti generalmente concepita, fino al recente passato, come un servizio aggiuntivo al normale circuito di raccolta del rifiuto destinato a smaltimento, mediante l'introduzione di contenitori stradali dedicati (campane e/o cassonetti). Lo schema di raccolta di tipo aggiuntivo si è però mostrato inadeguato rispetto alle nuove linee di tendenza ed agli impegni fissati dalle normative; è infatti strutturalmente caratterizzato da livelli di capacità di intercettazione medio - bassi, e risulta antieconomico se “forzato” al di là di certi livelli. Questa modalità di raccolta, anche se resa intensiva (ad es. incrementando il numero dei contenitori stradali) consente di conseguire percentuali di recupero massime dell’ordine del 25-30%. Tali fattori, insieme a numerosi altri, hanno portato alla ricerca di soluzioni alternative alla raccolta tramite contenitori stradali, favorendo lo sviluppo di servizi di raccolta domiciliare mirati e personalizzati. Sotto il profilo operativo ed economico, l’errore principale che viene operato con questa vecchia impostazione è costituito dalla mancata revisione del sistema di raccolta del rifiuto residuo poiché la raccolta differenziata si viene ad “aggiungere” ad un sistema di raccolta dell’indifferenziato che rimane pressoché inalterato in termini di modalità di conferimento e di volumetrie a disposizione degli utenti. Alla luce di tale evidenze, l’obiettivo di raggiungere percentuali di raccolta differenziata elevate ha incentivato molti Comuni alla riprogettazione integrale del servizio, passando da una raccolta differenziata aggiuntiva (affiancando ai cassonetti stradali per il rifiuto indifferenziato altri contenitori e campane per i rifiuti riciclabili), a una raccolta differenziata integrata.

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La raccolta differenziata domiciliare (“porta a porta”) rappresenta lo strumento più efficace per diminuire la produzione di rifiuti urbani da avviare allo smaltimento, contenendo la produzione complessiva di rifiuti urbani, evitando nel contempo che rifiuti speciali vengano impropriamente conferiti nel circuito dei rifiuti urbani. In relazione ai risultati di contenimento della produzione totale e, in particolare, della frazione indifferenziata destinata allo smaltimento, la raccolta domiciliare consente di essere meno vincolati a variabili impiantistiche e fermi impianto, a penalizzazioni economiche per contributi di smaltimento in discarica o contributi da riconoscere ai Comuni sede di impianti, al progressivo irrigidimento delle norme per abbattimento inquinanti negli impianti di incenerimento o riduzione della componente organica in discarica in base alle normative comunitarie e al relativo recepimento in ambito nazionale. Tra i molteplici vantaggi della raccolta domiciliare rispetto alla raccolta stradale (con ricadute anche sui costi di gestione e sull’inquinamento ambientale) si segnala anche la maggiore protezione dei contenitori rispetto ad atti di vandalismo nei confronti dei cassonetti/campane. Le modalità di raccolta domiciliari consentono inoltre una efficace interfaccia e collaborazione tra utenti ed incaricati del servizio, specie se questi ultimi sono sufficientemente formati e motivati, ed offrono quindi migliori garanzie di risultato, sia per il ruolo di “filtro” verso conferimenti impropri, sia per l’azione informativa e di sensibilizzazione che gli operatori “front line” possono effettuare. Pertanto tale presenza diventa un elemento non secondario di classificazione delle modalità di RD. Le raccolte domiciliari, se ben organizzate e gestite correttamente, sono le più efficaci rispetto all’obiettivo della minimizzazione della produzione di rifiuti e della massimizzazione delle raccolte differenziate, grazie alla loro capillarità, alla possibilità di responsabilizzare l’utente, all’interazione positiva che si può venire a creare tra utenza ed operatori, alla possibilità di applicare sistemi tariffari puntuali (“PAYT” – pay as you throw). Essendo attività ad elevata intensità di manodopera (labour intensive) sono spesso caratterizzate da maggiori costi di raccolta, rispetto agli abitanti serviti, che vengono però compensati (laddove il costo di smaltimento supera i 90 €/tonnellata) dai risparmi conseguiti per i minori costi di smaltimento. Il sistema di raccolta differenziata integrato individuato potrà quindi fornire una risposta alle richieste, in termini di conferimento, dei singoli flussi di rifiuto, evidenziate dalle diverse classi di utenza. In particolare dovrà essere generalmente perseguita la responsabilizzazione delle utenze, soprattutto in relazione al conferimento di alcuni flussi di rifiuto il cui recupero è condizionato al rispetto di limiti precisi di qualità merceologica (es. frazione umida da avviare a compostaggio di qualità). In conclusione occorre affermare che l’organizzazione della raccolta differenziata non potrà prescindere: • dall’attuazione di sistemi di raccolta differenziata integrata (e non aggiuntiva); • dall’attenzione verso la realizzazione di sistemi improntati ad una massima responsabilizzazione dell’utenza rispetto al conferimento dei rifiuti prodotti e miranti a soddisfare, attraverso la “personalizzazione del servizio” le esigenze delle varie fasce d’utenza; • dall’attivazione generalizzata della raccolta della frazione organica, oltre che delle frazioni riciclabili secche tradizionali;

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• dalla destinazione delle raccolte differenziate attivate ad effettivo recupero di materia. Il contenimento dei costi globali del nuovo servizio (costi di raccolta, costi di smaltimento e ricavi per la cessione degli imballaggi al sistema CONAI) verrà raggiunta attraverso: • la riduzione dei conferimenti abusivi ed impropri di rifiuti non assimilabili agli urbani (più facilmente controllabile con l’adozione della raccolta domiciliare del secco residuo e la contestuale rimozione dei cassonetti stradali); • la riduzione delle frequenze di raccolta del secco residuo (ottenibile a patto di introdurre contestualmente la raccolta domiciliare dell’umido); • l’adozione di mezzi a vasca meno costosi per la raccolta differenziata dell’umido; • la drastica riduzione dei costi di smaltimento a fronte del minor quantitativo smaltito • un maggior controllo del servizio operato mediante l’introduzione di sistemi di controllo elettronici e di sistemi di contabilizzazione degli svuotamenti dei bidoni/contenitori. Le apparecchiature installate a bordo dei veicoli devono trasmettere i dati al sistema centrale e garantire la possibilità di controllare l’attività dei mezzi, i percorsi, le soste, lo spazzamento stradale, gli scarichi, il raggiungimento di punti di interesse (anche attraverso sistemi di avvisi automatici), ecc., sia su mappa che in formato analitico. La frequenza di rilevazione della posizione GPS deve essere tale da garantire la comprensione dei percorsi fatti in contesti urbani; è preferibile adottare sistemi cartografici user-friendly e che prevedano viste satellitari/fotografiche (es. Google). Il monitoraggio della raccolta deve essere possibile attraverso la fruizione di report organizzati per singolo comune, per zona, per periodo di riferimento, per tipologia di utenza e per tipologia di rifiuto. Il dato deve essere disponibile a livello di utenza e costantemente aggiornato. Sulla base dei conferimenti effettuati da ogni utente e sulla base dei propri comportamenti, il sistema deve poter garantire l’assegnazione di un punteggio utenza utile alla determinazione della tariffa. Il sistema deve prevedere una sezione orientata al monitoraggio e alla gestione dei C.C.R., a partire dalla disponibilità di informazioni su apertura e chiusura per l’utenza, fino alla disponibilità di reportistica dettagliata in entrata (conferimenti da parte dell’utenza) e in uscita (ritiri da parte dei consorzi convenzionati accompagnate da relative procedure di tracciamento). Va infine segnalato che da tempo la raccolta domiciliare non significa più “sacco” contrapposto a “cassonetto stradale”, ma prevede l’utilizzo di forme diverse (bidoni, mastelli ecc.) abbinati a punti di conferimento (Ecocentri recintati e custoditi, eco-punti, ecc.) contestualizzati con una serie di obiettivi fondamentali tra i quali: 1. massimizzare qualità e quantità dei rifiuti raccolti; 2. avvicinare utente al punto di consegna; 3. far pagare all’utente secondo il principio “chi inquina paga” e chi rispetta l’ambiente venga premiato attraverso forme di tariffa puntuale;

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4. evitare conferimenti abusivi, in particolare da parte dei produttori di rifiuti speciali (anche pericolosi); 5. liberare spazi pubblici (parcheggi, marciapiedi,…) da restituire a pedoni e ciclisti; 6. superare le osservazioni negative del Garante della Privacy sull’uso dei sacchi laddove possano portare alla conoscenza di dati sensibili. Negli ultimi anni anche i mastelli da 40-50 litri hanno subito un affinamento tecnologico che ne rende più agevole l’utilizzo mediante l’introduzione di caratteristiche innovative quali: • coperchio piano, con sporgenze laterali che ne permettono l’impilabilità ed anche la stabilità; • sportellino superiore posto sul lato anteriore o sul coperchio (tramite una prominenza) per facilitare il conferimento da parte dell’utente anche quando i mastelli sono impilati evitando così lo spostamento degli stessi; • apposito incavo dentro cui inserire il trasponder per l’identificazione automatica del contenitore (e quindi del soggetto a cui è stato affidato) al momento dello svuotamento per il monitoraggio del servizio e/o per l’applicazione della tariffa puntuale; I mastelli del tipo impilabile consentono di posizionare i mastelli delle varie frazioni uno sopra l’altro in casa, nel garage o sul balcone limitando così l’ingombro a terra. L’impilabilità dei mastelli ottimizza anche la fase di esposizione esterna per facilitare il posizionamento lungo i fianchi delle abitazioni o nelle rientranze senza perdita di spazio o intralcio per i pedoni. Risulta comunque opportuno specificare che i mastelli antirandagismo possono essere opportunamente utilizzati nei condomini con 4-5 famiglie al massimo mentre nei numeri civici con più di 5-6 famiglie vengono di norma utilizzati i bidoni carrellabili da 120-240-360 litri (sino a 1.100 litri per le frazioni a basso peso specifico come la plastica quando non raccolta con sacchi) per le varie frazioni a seconda del numero di famiglie residenti. Tale calibrazione delle volumetrie per ogni scala del condominio risulta indispensabile perché si deve cercare di massimizzare la responsabilizzazione delle utenze servite e questo obiettivo non viene ottenuto concentrando in un'unica postazione troppi contenitori a servizio di molte scale o di un intero parco condominiale; se vengono fornite volumetrie in eccesso a quanto realmente necessario in relazione agli obiettivi di raccolta minimi del progetto, si viene a determinare una scarsa propensione a differenziare i propri rifiuti dopo aver verificato che le volumetrie a disposizione consentono di poter continuare a conferire praticamente tutti i rifiuti prodotti. D’altro canto non si deve nemmeno ridurre troppo le volumetrie a disposizione per i rifiuti residui, soprattutto nella fase di avvio, poiché in questo modo si verrebbe a creare un rischio troppo elevato di saturazione delle volumetrie a disposizione. Va quindi ricercato il giusto equilibrio calibrando attentamente le volumetrie in ogni singolo condominio in base al numero di utenze servite in ogni scala del condominio.

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10.MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEI SERVIZI E CALENDARIO OPERATIVO

10.1. Criteri generali per l’organizzazione del sistema di raccolta

I criteri per la pianificazione del calendario dei servizi sono stati i seguenti: • Ridurre al minimo il numero di automezzi in uso contemporaneamente; • Ridurre al minimo il fabbisogno di maestranze operative contemporaneamente; • Ridurre al minimo la variabilità dei fabbisogni; • Concentrare al minimo gli spostamenti. La soluzione individuata per il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani prevede, per ogni Comune, l’adozione di un sistema di raccolta “porta a porta” spinto consistente nella domiciliarizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti in forma differenziata esteso a tutto il territorio di ogni centro abitato e per ogni tipologia di rifiuto (frazione organica, carta, plastica, metalli, vetro, frazione residua, ingombranti, ex RUP, imballaggi in legno). Il sistema intercetta tutta la produzione di rifiuti urbani ed assimilabili.Le frazioni recuperabili verranno inviati ai centri convenzionati CONAI, la frazione organica ad impianti di trattamento specifici mentre in discarica verrà conferita solo la frazione non riciclabile. Il materiale raccolto con il sistema “porta a porta” trova una più facile collocazione sul mercato, in quanto dotato di alti standard qualitativi, infatti, solo la selezione a monte è in grado di assicurare quelle caratteristiche di purezza delle varie frazioni. La partecipazione dei cittadini a questo tipo di raccolta è normalmente più alta rispetto a quella dimostrata nei confronti del drop-off, in quanto gli stessi sono affrancati dall’onere dei tragitti alla ricerca delle campane e si devono limitare ad una suddivisione domiciliare dei loro rifiuti; si può obiettare che non tutti, soprattutto nei centri urbani, dispongono dello spazio per più sacchi; è del tutto evidente che, per la riuscita del curbside, è necessaria una buona partecipazione dei cittadini, ottenibile tramite adeguate campagne di sensibilizzazione e di educazione. I vantaggi attesi sono di tipo economico, ambientale, pubblico-amministrativo e culturale. Nello specifico ci si attende: 1. Obiettivi per l’amministrazione: a. miglioramento del decoro urbano ed azzeramento delle continue richieste di spostamento dei contenitori stradali; b. riduzione del rifiuto conferito in discarica con conseguente riduzione degli oneri di smaltimento, considerati i costanti incrementi del costo di conferimento in discarica il nuovo sistema di gestione integrata può essere visto come un investimento per il futuro;

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c. maggiore efficienza del servizio e degli operatori tramite un sistema di qualità aziendale ampiamente testato; d. possibilità di passaggio da tassa a tariffa puntuale tramite predisposizione di un sistema di contabilizzazione nei contenitori e del sistema informativo per la copertura totale del costo del servizio; e. incremento dell’attendibilità e della quantità di informazioni gestite dalle amministrazioni locali relativamente al servizio di igiene urbana e alla produzione di rifiuti; f. concretezza e visibilità dell’azione amministrativa in tema di servizi ambientali. 2. Obiettivi ambientali e culturali a. crescita del rifiuto recuperato e vantaggi ambientali correlati; b. migliore qualità delle frazioni di rifiuto destinate a recupero; c. maggiore intercettazione dei rifiuti pericolosi e ingombranti causa di fenomeni di abbandono e di inquinamento ambientale; d. responsabilizzazione individuale e educazione al rispetto dell’ambiente. 3. Vantaggi per l’utente a. maggiore comodità nell’opera di differenziazione e conferimento dei propri rifiuti; b. sistematicità del servizio e puntualità nei confronti dell’utente; c. alta efficacia in zone ricche di attività commerciali e di servizi; d. ottimizzazione del conferimento e della raccolta in zone a viabilità ridotta; e. contatto diretto con gli operatori e il gestore tramite numero verde, isola ecologica, conferimento del rifiuto.

10.2. Dimensionamento del servizio Il servizio di raccolta differenziata è stato dimensionato sulla base dei quantitativi di rifiuti smaltiti dai Comuni dell’Alto Bradano, nell’anno 2015.

PRODUZIONE RIFIUTI PER QUALITA' NEL SISTEMA DI RACCOLTA Composizione % kg/giorno mc/giorno kg/sett. mc/sett. kg/anno mc/anno fraz. non ricicl. 30,92 7.877 16 55.141 114 2.875.191 5.952 carta, cartone 4,98 1.268 2 8.898 16 462.703 831 plastica 11,51 2.930 9 20.513 65 1.069.585 3.360 vetro 9,26 2.359 1 16.516 9 861.170 464 fraz. organica 36,14 9.207 15 64.447 102 3.360.470 5.278 legno 0,50 129 0 900 1 46.920 47 ingombranti 0,84 219 0 1.535 0 80.020 0 alluminio 4,02 1.024 1 7.169 10 373.825 503 oli e grassi commestibili 0,01 2 0 14 0 720 1 indumenti 0.69 176 0 1.229 0 64.100 0 pile esauste e accumulatori 0,02 3 0 21 0 1.091 0 R.A.E.E. 1,08 274 0 1.921 0 100.185 0

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medicinali 0,02 6 0 41 0 2.149 0 T/F 0,01 3 0 19 0 992 0 Totale 100,00 25.477 44 178.364 317 9.299.121 14.130

Per ogni Comune, acquisiti i dati di produzione giornaliera di rifiuti, distinti per tipologia, si è provveduto a dimensionare il sistema di raccolta. Tale sistema si incentra su di un sistema integrato di raccolta differenziata basata sulla distinzione SECCO- UMIDO, sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche (per quanto concerne i rifiuti assimilati agli urbani per qualità e quantità), con raccolta della frazione umida attraverso sistema domiciliare “porta a porta” ad elevata intercettazione. I vantaggi si otterrebbero da una forte diminuzione della fermentescibilità del rifiuto residuo le cui frequenze di raccolta possono essere notevolmente diminuite a vantaggio delle altre frazioni secche recuperabili e dei servizi complementari, con minimizzazione dei rifiuti da destinare allo smaltimento finale. Pertanto saranno raccolti i seguenti rifiuti urbani e assimilati quali: 1. FRAZIONE UMIDA (residui alimentari, scarti di cucina e classificabili come materiali organici putrescibili); 2. FRAZIONE SECCA RECUPERABILE: a. multimateriale di carta, imballaggi di plastica e imballaggi in metallo; b. vetro; c. imballaggi in cartone (congiuntamente al multimateriale per le utenze domestiche); 3. Ingombranti in legno, metallo e altri materiali e RAEE; 4. Sfalci di potatura e/o del verde; 5. Frazione secca residua; 6. Oli vegetali esausti; 7. I rifiuti urbani pericolosi quali pile esauste, medicinali ovvero contenitori etichettati con la dicitura “T” “F” “N”; 8. I rifiuti di qualsiasi natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche ovvero sulle strade ed aree private ad uso pubblico; 9. Rifiuti inerti di provenienza domestica; In particolare, è prevista la raccolta con il sistema domiciliare per utenze domestiche: • 3 giorni della settimana della frazione organica; • 1 giorno ogni settimana per la carta e cartone; • 1 giorno ogni settimana del multimateriale leggero (plastica, alluminio, acciaio); • 1 giorno al mese per il vetro; • 1 volta a settimana della frazione residua; • mensile per RUP e/o presso rivenditori;

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• settimanale, a chiamata, dei rifiuti ingombranti e RAEE (solo per i comuni che non dispongono di isole ecologiche e/o CCR). La Tabella seguente descrive il servizio da effettuare. UTENZE DOMESTICHE

TIPOLOGIA DI COMPOSIZIONE DELLE FRAZIONI ATTREZZATURE PERIODICITA’ RIFIUTI

Scarti di cucina e avanzi di cibo (raffreddati a temperatura ambiente), pane vecchio, alimenti Secchiello colorato areato da 10 litri con avariati, gusci d’uovo, piccole ossa e gusci di cozze e chiusura antirandagismo contenete il sacchetto biodegradabile e comunque in Rifiuti organici o vongole, scarti di verdura e frutta, fondi di caffè e filtri umido ragione del nucleo familiare. Alle utenze di thè, camomilla e tisane; lettiere di piccoli animali domestiche residenti in condomini con più Trisettimanale domestici; tappi di sughero; fiori recisi e piante di 8 utenze saranno consegnati sacchi da domestiche; vinacce; salviette di carta unte; fazzoletti e 10 litri abbinati a secchiello areato da 10 tovaglioli di carta, perché non stampati; ceneri spente litri e in più bidoni carrellati da 240 lt come di caminetti. attrezzatura condominiale.

Giornali, riviste, libri e quaderni, fotocopie e fogli vari, Carta e cartoni Sacchi colorati in LPDE da 80 litri. cartoni appiattiti e/o piegati, imballaggi in cartone, (puliti e non scatole per alimenti, sacchetti, contenitori e involucri in Le utenze domestiche residenti in accoppiati con Settimanale carta per merendine, cioccolato, esclusi i materiali condomini con più di otto famiglie saranno plastica o dotate di bidoni carrellati da 360 litri in cui riportanti la sigla CA (carta accoppiata), contenitori alluminio) conferire la carta esclusivamente nei giorni tetrapack (succhi, latte, yogurt); previsti dal calendario della raccolta.

Multimateriale leggero: Bottiglie di acqua e bibite schiacciate; flaconi di - Plastica (Solo detergenti, di prodotti per l’igiene della casa e della materiali con la persona e, di cosmetici liquidi; contenitori per liquidi in scritta PET, PVC genere (piccole taniche); sacchetti per la spesa, posate Sacchi colorati in LPDE da 80 litri. e PE) e piatti di plastica Le utenze domestiche residenti in Settimanale Lattine in alluminio e in acciaio, vaschette e fogli di condomini con più di otto famiglie saranno alluminio per proteggere alimenti, barattoli di latta dotate di bidoni carrellati da 360 litri, in - Alluminio e (banda stagnata) di alimenti come pelati, legumi, cui conferire il rifiuto esclusivamente nei banda stagnata, tonno, olio, tappi a corona, bombolette di deodoranti e giorni previsti dal calendario della raccolta. acciaio lacche senza i nebulizzatori di plastica (escluse le bombolette etichettate con le lettere “T” e “F” (tossico e infiammabile); metalli in genere

Contenitore colorato da 40 litri.

Le utenze domestiche residenti in Bottiglie in vetro, damigiane senza involucro, barattoli Mensile Vetro condomini con più di otto famiglie saranno e vasi; bicchieri, vetri anche se rotti, cristallo dotate di bidoni carrellati da 240 litri, in cui conferire il rifiuto esclusivamente nei giorni previsti dal calendario della raccolta.

Cassette audio video; secchielli, vaschette, bicchierini per yogurt e budini, sacchetti per merendine e biscotti, pellicole di plastica, bacinelle e giocattoli in plastica (non PET, PVC e PE); carta carbone, carta oleata, carta plastificata, carta pergamena; vaschette in plastica; Sacchi colorati in LPDE da 80 litri. Secco piccoli oggetti in legno verniciato; copertine Le utenze domestiche residenti in indifferenziato plastificate; gomma e polistirolo; film di nylon; calze in condomini con più di otto famiglie saranno Settimanale (non riciclato) nylon; borsette; penne; cocci di ceramica, terracotta e dotate di bidoni carrellati da 240 litri in cui porcellana; polveri da spazzatura e dell’aspirapolvere; conferire il rifiuto esclusivamente nei lampadine; stracci e abiti non riutilizzabili; scarpe giorni previsti dal calendario della raccolta. vecchie; pannolini e pannoloni assorbenti; lamette usa e getta, bastoncini pulisci orecchie, tubetti per dentifricio, per cosmetici e per creme

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A prenotazione Scarti vegetali da manutenzione di giardini pubblici e presso il numero Verde e potature privati; pezzi di legno grezzi e cassette di legno; verde 1 o volte al segatura non contaminata; terriccio. mese

Settimanale o Rifiuti Poltrone, divani, mobili, materassi, reti, scaldabagni, consegna presso il ingombranti e televisori, lavatrici, computer, frigoriferi, centro di raccolta o RAEE elettrodomestici vari a prenotazione (con addebito)

Mensile o consegna Batterie per auto, colle, solventi, vernici, alcool, presso il centro di Rifiuti urbani smacchiatori, disotturanti, insetticidi, detergenti raccolta o a pericolosi particolari, anticongelanti, oli minerali, cartucce toner, prenotazione (con lampade a fluorescenza, bombolette spray addebito)

Farmaci scaduti (esclusi gli involucri di carta, Contenitore all’interno delle farmacie Mensile o chiamata plastica e alluminio)

Contenitore all’interno degli esercizi Pile esauste commerciali in cui si vendono (tabaccai, Mensile o chiamata negozi di materiale elettrico, scuole)

In particolare, è prevista la raccolta con il sistema domiciliare per utenze non domestiche: • 4 giorni della settimana della frazione organica; • 1 giorno ogni settimana per la carta e cartone; • 1 giorno ogni settimana del multimateriale leggero (plastica, alluminio, acciaio); • 1 giorno ogni 2 settimane per il vetro; • 1 volte settimanale della frazione residua; • mensile per RUP e/o presso rivenditori; • settimanale, a chiamata, dei rifiuti ingombranti e RAEE (solo per i comuni che non dispongono di isole ecologiche e/o CCR). Per le utenze non domestiche, che hanno una elevata produzione di rifiuti organici legata alla tipologia di attività produttiva, possono richiedere l’aumento della volumetria dei cassonetti di conferimento dell’umido. Inoltre per grandi utenze non domestiche, tipo le cliniche private, le case di cura private, le case di riposo private, etc.., la tariffa applicata, ai sensi dell’art. 238 del D.Lgs. 152/2006, sarà calcolata in funzione del numero di posti letto. Per la raccolta dei rifiuti presso le utenze isolate dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano saranno previste, oltre che al consueto materiale di consumo (contenitori e/o mastelli, buste identificative, opuscoli informativi, calendario, etc…) sarà prevista la distribuzione dei contenitori, con una maggiore volumetria, al fine di ridurre lafrequenza di raccolta e allo stesso tempo di abbattere i costi di raccolta che risulterebbero elevati (stessa frequenza di raccolta del centro urbano) se rapportati alle quantità raccolte. Tali contenitori devono essere opportunamente posizionati, in aree precedentemente scelte, e devono garantire l’integrità

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del rifiuto, conferito da parte dell’utenza, con degli accorgimenti volti ad evitare intrusioni esterne da parte di animali e/o atti vandalici. La Tabella seguente descrive il servizio da effettuare.

UTENZE NON DOMESTICHE

TIPOLOGIA DI RIFIUTI ATTIVITA’ ATTREZZATURE PERIODICITA’

Rifiuti organici o umido Ristoranti, bar, pizzerie, rosticcerie, Sacchi biodegradabili da 120 litri e bidoni 4 volte a pub carrellati da 240 lt. settimana

Carta e cartoni rotti e piegati (puliti e Attività commerciali, uffici pubblici, Sacchi colorati in LPDE da 80 litri e/o ecobox Settimanale non accoppiati con plastica o scuole, uffici privati, copisterie, studi e/o carrellati da 360 litri, in ragione alluminio) tecnici dell’attività.

Multimateriale leggero:

Plastica (Solo materiali con la scritta Attività commerciali PET, PVC e PE) Sacchi colorati in LPDE da 80 litri e carrellati Settimanale Alluminio e banda stagnata, acciaio da 360 litri, in ragione dell’attività. Attività commerciali

Contenitore colorato da 40 litri e carrellati da Quindicinale Vetro Attività commerciali 240 litri, in ragione dell’attività.

Sacchi colorati in LPDE da 80 litri e carrellati Secco indifferenziato (non riciclato) Attività commerciali Settimanale da 240 litri, in ragione dell’attività.

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10.3. Caratteristiche della attrezzature per la raccolta Sulla base del programma di raccolta, si riporta, nel seguito, le caratteristiche delle attrezzature previste per l’espletamento del servizio porta a porta: 1. Contenitori colorati in polietilene HD o polipropilene, AERATI, (indeformabili e resistenti ai raggi UV, agli agenti chimici e biologici ) da lt. 10 con le seguenti caratteristiche: a. Forma quadrangolare/tronco piramidale b. coperchio incernierato con quattro punti di fissaggio c. coperchio aerato d. manico in plastica con chiusura antirandagismo e. manico reggicoperchio f. sistema reggisacco integrato g. predisposizione per il fissaggio all’antina del sottolavello h. particolare fondo aerato che permette il passaggio dell’aria ma non la fuoriuscita di eventuali liquidi accidentali i. possibilità di stampa ad un colore con il nome e/o logo del comune/azienda, tipologia di rifiuto da conferire, numerazione progressiva e/o codice a barre (ean) progressivo. 2. Bidone colorato in polietilene HD o polipropilene (indeformabile e resistenti ai raggi UV, agli agenti chimici e biologici ) da lt. 40 con le seguenti caratteristiche: a. forma: quadrangolare/troncopiramidale b. coperchio incernierato con quattro punti di fissaggio c. manico centrale in plastica con sistema di chiusura antirandagismo d. manico reggicoperchio e. cupolino sul coperchio per lo sfiato della condensa f. sistema di reggisacco integrato g. due manici laterali per la movimentazione ed il sollevamento del contenitore pieno (come da normative, sollevamento con due braccia) h. sagoma per presa sul fondo i. attacco a pettine per lo svuotamento meccanico j. possibilità di stampa ad un colore con il nome e/o logo del comune/azienda, tipologia di rifiuto da conferire, numerazione progressiva e/o codice a barre (ean) progressivo k. la struttura deve garantire il rispetto delle vigenti disposizioni antinfortunistiche e i requisiti di igienicità e lavabilità l. colore associato univocamente alla tipologia di rifiuto da contenere. 3. Contenitore colorato carrellato in polietilene HD o polipropilene (indeformabile e resistenti ai raggi UV, agli agenti chimici e biologici ) da lt. 240-360 con le seguenti caratteristiche:

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a. prodotto secondo le norme UNI EN 840 b. resistente agli attacchi chimici e biologici c. superfici lisce d. ruote gommate e. maniglie resistenti f. spazio predisposto per il porta codice g. sistema di sollevamento con attacco a pettine h. possibilità di stampa ad un colore con il nome e/o logo del comune/azienda, tipologia di rifiuto da conferire, numerazione progressiva e/o codice a barre (ean) progressivo i. la struttura deve garantire il rispetto delle vigenti disposizioni antinfortunistiche e i requisiti di igienicità e lavabilità; j. colore associato univocamente alla tipologia di rifiuto da contenere. 4. Sacco colorato in LDPE (polietilene a bassa densità) riciclato della capacità di 80 litri con le seguenti caratteristiche: a. capacità meccaniche e resistenza alla lacerazione, alla perforazione di punte e spigoli ed agli urti in funzione della tipologia di rifiuto da contenere b. Stampa in continuo (logo + materiale di raccolta) ad un colore su un lato. c. laccio di chiusura saldato nel soffietto d. colore associato univocamente alla tipologia di rifiuto da contenere e. confezionamento in rotoli o mazzette da 25 o 30 pezzi fermati con elastico. 5. Sacchetto Mater-Bi per la raccolta dell’organico (umido) rispondente alla norma UNI EN 13432:2002 per contenitore da 10 litri: a. rotoli da 50 pezzi. b. dimensioni 42x45 per risvolto facile c. grammatura 22 gr/mq d. certificato OK compost Biodegradabile compostabile 6. Sacchetto Mater-Bi per la raccolta dell’organico (umido) rispondente alla norma UNI EN 13432:2002: a. mazze da 20 pezzi b. dimensioni 95x120 c. grammatura 28 gr/mq d. certificato OK compost Biodegradabile compostabile I materiali di cui ai punti 4, 5 e 6 (sacchi in LPDE e sacchetti biodegradabili) sono a perdere; i contenitori rigidi potranno essere forniti dal soggetto gestore del servizio in comodato d’uso.

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10.3.1. Attrezzature per la raccolta – Cassonetti Intelligenti

L’unione dei Comuni dell’Alto Bradano, per il servizio di raccolta dei rifiuti, vuole dotarsi di alcuni nuovi dispositivi per il conferimento urbano dei rifiuti. Il dispositivo in questione è il cosiddetto “cassonetto intelligente” in grado di tracciare qualità e quantità dei conferimenti. Contenitori di rifiuti con un cervello elettronico, alimentati a energia solare e/o energia tradizionale, dotati di un sistema GPRS, come i cellulari, ed un sistema a ultrasuoni che consente di 'misurare' la quantità di rifiuti che sono presenti all'interno così da inviare queste informazioni al camion di raccolta, evitando lo svuotamento in caso di presenza di pochi rifiuti. Con questa innovazione si può ridurre la circolazione dei mezzi di raccolta movimentandoli solo quando e dove serve, scongiurando le congestioni dovute al passaggio dei camion. Gli utenti aderenti vengono abilitati al conferimento attraverso un badge dotato di un tag RFID (univoco), oppure di una chiavetta elettronica. L’utente, passando il badge o chiavetta sul lettore posizionato sul cassonetto, ne attiva l’apertura del coperchio. Effettuato il conferimento i dati raccolti (nome utente, data, ora e codice cassonetto) sono inviati in tempo reale via GPRS ad un server per le successive elaborazioni.

Con questa innovazione anche la raccolta dei rifiuti diventa SMART dove i cittadini saranno chiamati in prima persona a migliorare la gestione domestica dei rifiuti, riducendo la quota di indifferenziato a favore della raccolta differenziata. Sapere quanti e che tipo di rifiuti producono i cittadini permetterà in futuro di incentivare le buone pratiche attraverso tariffe personalizzate e proporzionate. Esistono varie tipologie di cassonetti intelligenti come quelli per la raccolta della plastica, vetro, alluminio, carta e cartone, RAEE, per l’indifferenziato ed anche per l’umido. Per esempio alcune catene di supermercati si sono dotati da tempo di tali dispositivi per la raccolta di bottiglie di plastica e vetro o contenitori in alluminio che convertono e quantificano i rifiuti in buoni spesa.

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L’unione dei Comuni dell’Alto Bradano adotterà tale tecnologia in via sperimentale dotando ogni Comune di tre dispositivi . I costi dei cassonetti intelligenti variano, in base alla tipologia e forma, però per un cassonetto standard si spendono circa 1.000 €.

10.4. Modalità generali di esecuzione dei servizi di raccolta

Il gestore del nuovo servizio dovrà attivare tutte le iniziative per garantire il corretto avvio dei servizi domiciliari e precisamente mediante: - Una fase di start – up , indispensabile per l’attivazione del servizio, dove il gestore del servizio deve effettuare una raccolta dei dati aggiornati per ogni Comune al fine di quantificare il servizio da

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esperire, riguardanti le utenze (numero, tipologia di utenza, etc), il contesto urbano (disposizione urbana, in termini di presenza di frazioni urbane, viabilità, verde pubblico, presenza di zone industriali (PIP, PAIP, …), ed integrare tale fase attraverso l’effettuazione di un indagine preliminare presso le utenze domestiche e non, per la corretta distribuzione dei materiali di consumo (contenitori e/o mastelli, buste identificative, opuscoli informativi, calendario, etc) in base alle effettive esigenze riscontrate ed alla verifica degli spazi condominiali; - acquisto e messa in funzione del sistema informativo integrato in cui devono essere inseriti tutti i dati del censimento delle utenze; - provvedere alla distribuzione dei materiali (sacchetti, secchielli sottolavello, mastelli, contenitori) presso le utenze, compreso il materiale informativo ed esplicativo; - allestimento dei CCR (dispositivi di riconoscimento utente, piattaforma di pesatura, pc, dispositivi di video sorveglianza, e materiale vario); - allestimento degli automezzi (dispositivi di geolocalizzazione e pesatura automatica); - attivazione di un numero verde o urbano al quale l’utente può rivolgersi in orari e giorni lavorativi per avere ogni forma di chiarimento in merito ai servizi offerti, agli orari, alle tipologie di rifiuti differenziabili e alla corretta differenziazione. Per le utenze non residenti che non fossero presenti al momento della distribuzione iniziale il gestore dovrà garantire comunque la distribuzione anche in tempi successivi. In particolare, contestualmente alla raccolta il gestore del servizio dovrà garantire la pulizia dell’area pubblica utilizzata dall’utenza quale sito di deposito del rifiuto fino al momento della raccolta. Qualora l’utenza servita sia localizzata in palazzine o agglomerati di alloggi regolarmente costituiti in condomini, lo svolgimento del servizio potrà avvenire con la dislocazione di appositi contenitori condominiali di adeguata capacità volumetrica. Sarà obbligo da parte del condominio provvedere all’esposizione sulla pubblica via dei contenitori condominiali, da ubicare nei pressi della recinzione con la strada pubblica, o in alternativa, il condominio dovrà consentire l’accesso alla proprietà condominiale, nelle immediate vicinanze dell’ingresso; in quest’ultimo caso il gestore sarà obbligato all’effettuazione del servizio di svuotamento. Qualora ne venga fatta richiesta, il servizio potrà essere effettuato attraverso i contenitori singoli per singola utenza distinti per tipologia di rifiuto. I contenitori rigidi e i sacchetti previsti per la raccolta domiciliare dovranno essere consegnati all’utenza a carico del gestore coerentemente con il cronoprogramma approvato dall’Unione dei Comuni. I cestini gettacarte dovranno essere dotati di apposite calotte per impedire che possano essere utilizzati per il conferimento di sacchetti di spazzatura ordinaria. I contenitori domiciliari che verranno distribuiti alle utenze dovranno avere corpo grigio e coperchio univoco con gli stessi colori, in tutto il territorio dell’Unione dei Comuni, a seconda della frazione merceologica. La scelta della standardizzazione del colore del corpo dei contenitori permette di riutilizzare eventuali contenitori in sovrannumero per una frazione con la semplice sostituzione del coperchio e degli

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adesivi esplicativi posti sul fusto del contenitore. Inoltre la riduzione del numero di colori consente un miglior inserimento architettonico nel tessuto urbano. Il gestore non dovrà effettuare la raccolta nei seguenti tre casi: - contenitori contenenti elevati ed evidenti quantitativi di rifiuti differenziabili altrimenti; - contenitori esposti in giorni di raccolta errati; - contenitori diversi da quelli consegnati e scelti per il servizio. In tali casi gli addetti al servizio segnaleranno all’utenza l’errato conferimento (giorno, tipologia di rifiuto, ecc.) attraverso l’apposizione sui contenitori di adesivi mobili di segnalazione di diversa colorazione (es. di colore verde, giallo e rosso). Successivamente ai primi 3 mesi dall’avvio del servizio gli operatori provvederanno a trasmettere immediatamente dopo il termine della raccolta, i numeri di matricola riferiti a tali contenitori onde consentire l’applicazione delle sanzioni previste dal regolamento tipo adottato dall’Unione dei Comuni. Al successivo passaggio il sacchetto e/o mastello già contrassegnato in precedenza con il “cartellino rosso” sarà comunque prelevato ma questo sistema di segnalazione permette di far capire agli utenti se si comportano in modo corretto o meno senza determinare automaticamente l’elevazione di sanzioni che devono invece essere comminate solo in caso di ripetuta violazione del regolamento. I mastelli utilizzati per il conferimento dell’umido, della carta e del residuo dovranno essere del tipo impilabile e se possibile con bocca di conferimento frontale, per consentire di posizionare i mastelli delle varie frazioni uno sopra l’altro in casa, nel garage o sul balcone limitando così l’ingombro a terra. Tale caratteristica ottimizza anche la fase di esposizione esterna nel facilitare il posizionamento lungo i fianchi delle abitazioni o nelle rientranze senza perdita di spazio o intralcio per i pedoni. In aree a bassa e bassissima densità abitativa che coniuga i vantaggi della raccolta domiciliare con tariffazione puntuale con l’esigenza di contenere i costi della raccolta domiciliare in aree a bassa densità abitativa si pensa di adottare una raccolta “on demand” per ottimizzare il servizio. Tali zone presentano spesso caratteristiche spiccatamente rurali che, oltre alla pratica del compostaggio domestico, possono così evitare di mantenere servizi di raccolta stradali ed applicare invece un servizio di raccolta domiciliare, condizionato ad una chiamata di conferma di richiesta di passaggio tramite l’invio automatico di un sms di promemoria agli utenti due giorni prima del passaggio programmato nel calendario operativo. L’SMS viene inviato dallo stesso numero che bisogna semplicemente far squillare (il numero non risponde e quindi non vi sono costi per l’utente) entro 24 ore dal passaggio programmato. Presso la sede del gestore può essere quindi installato un sistema informativo che gestisce in automatico le chiamate provenienti dalle singole utenze. Il programma riconosce la localizzazione dell’utenza in base al database precaricato su base cartografica e programma automaticamente il percorso di raccolta per ogni singola frazione merceologica limitando i punti di raccolta a quelli in cui i contenitori sono stati segnalati pieni. Ciascun autista riceve quindi ogni mattina il “piano di raccolta” per la giornata caricato in automatico sul monitor del sistema di navigazione a bordo del mezzo con cui viene messo nelle condizioni di seguire semplicemente il percorso

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da effettuare, grazie alla navigazione assistita via GPS ed alla continua comunicazione via GPRS con la centrale operativa. L’algoritmo che viene solitamente implementato nei sistemi “on-demand” tiene conto, non solo di parametri quali la capacità di carico del mezzo, del tipo di materiale da raccogliere (peso specifico, volume, fattore di compressione) e delle dimensioni dei contenitori, ma anche della distanza dal punto di partenza e tra i punti di intervento successivi. Sul mercato sono ormai presenti più soggetti in grado di offrire tali servizi di ottimizzazione dei percorsi e quindi anche i costi di tale servizi risultano convenienti. Si possono inoltre individuare in seguenti parametri da monitorare: - Con l’uso dei transponder sui contenitori nonché dei sistemi GPS e Web Gis può essere “certificato” il numero di svuotamenti ed i km effettivamente effettuati sul territorio con il percorso definito; di conseguenza è possibile verificare (mensilmente) i km eseguiti sul territorio e misurare il risparmio in termini di km risparmiati, quindi di carburante; - Riduzione del tempo di servizio di raccolta a parità di territorio servito grazie allo svuotamento di contenitori quasi completamente pieni e conseguente riduzione delle emissioni di inquinanti emessi a parità di territorio servito e con un miglioramento della qualità del servizio erogato; - Possibilità di ottimizzare ulteriormente i carichi gestionali per ogni percorso e turno operativo; - Possibilità di monitorare i consumi medi di ogni singolo operatore che consente di introdurre incentivi economici per chi ottiene i migliori risultati in termini di minori consumi (che significa anche minori costi di manutenzione grazie a frenate ed accelerazioni più morbide; Possibilità di elaborare statistiche di raccolta per giorno, area, tipologia di rifiuto, quantità per affinare il servizio di raccolta riducendo i costi di esercizio L’analisi delle differenti tipologie abitative dei Comuni facente parte dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano ha quindi permesso di individuare le seguenti differenti tipologie di insediamenti e relative soluzioni gestionali: CENTRO STORICO UTENZE DOMESTICHE: in questa zona si ritiene opportuno introdurre la raccolta domiciliare dell’umido. Verrà inoltre introdotta la raccolta multimateriale della carta, congiunta della plastica e lattine, e del vetro. Per la raccolta dell’umido sarà necessario utilizzare contenitori di piccole dimensioni (mastelli antirandagismo da 10 litri) da esporre con una frequenza cautelativa iniziale di 2 passaggi a settimana e saranno distribuiti a tutte le famiglie i kit per la raccolta dell’umido (biopattumiere areato e dotazione annuale di sacchetti in bioplastica). La raccolta del rifiuto residuo, della plastica-lattine, del vetro e della carta sarà condotta con l’esposizione, sempre a cura delle utenze, di sacchi semitrasparenti o mastelli da 30 litri (laddove non sia possibile assegnare un bidone anche se di piccole dimensioni) con una frequenza di tre volte al mese per il residuo (che si ridurrà ad un passaggio a settimana a regime con un ulteriore passaggio dedicato esclusivamente alla raccolta di pannolini e pannoloni presso le utenze debitamente autorizzate), e quindicinale per la carta e per la plasticaelattine. Viene previsto inoltre un passaggio dedicato

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esclusivamente al servizio di raccolta dei tessili igienici (pannoloni e pannolini) solo per le utenze autorizzate ad usufruire di tale servizio. UTENZE NON DOMESTICHE: in questa zona si ritiene opportuno introdurre la raccolta domiciliare dell’umido per le utenze non domestiche (in particolare ristoranti, pizzerie e bar). Per questa zona si ritiene possibile applicare lo stesso modello di raccolta secco-umido applicato nel resto del territorio urbano per le altre utenze non domestiche salvo alcuni aggiustamenti relativi alla frequenza di raccolta poiché molte utenze del centro storico non dispongono di spazi adeguati per lo stoccaggio dei materiali prima del loro conferimento. Si ritiene possibile introdurre la raccolta domiciliare del vetro, della carta e della plastica congiuntamente alle lattine aumentando la frequenza di raccolta rispetto alle zone esterne per creare minori problemi di spazio per lo stoccaggio dei materiali prima del loro conferimento nei piccoli negozi del centro storico. In particolare, la raccolta dell’indifferenziato sarà condotta con l’esposizione, a cura delle stesse utenze non domestiche, di sacchi semitrasparenti o mastelli da 30 litri (laddove non sia possibile assegnare un bidone anche se di piccole dimensioni) con una frequenza di raccolta settimanale che verrà in ogni caso calibrata secondo le problematiche specifiche delle varie utenze. La raccolta dell’umido avverrà con una frequenza di 3 passaggi a settimana, mentre quella della carta e cartone, della plastica e lattine e del vetro sarà settimanale. ZONA ESTERNA AL CENTRO STORICA URBANIZZATA Si tratta in genere di zone a prevalente carattere residenziale e commerciale costituite in prevalenza da condomini plurifamiliari. UTENZE DOMESTICHE: in queste zone si ritiene opportuno introdurre la raccolta domiciliare dell’umido, del residuo, e come il centro storico del multimateriale carta, del vetro e della plastica e lattine anche se sarà necessario utilizzare contenitori di piccoli dimensioni per l’umido (mastelli antirandagismo da 10 litri) e distribuire a tutte le famiglie il kit per la raccolta dell’umido (biopattumiere areato e dotazione annuale di sacchetti in bioplastica). La raccolta del rifiuto residuo, della plastica-lattine e della carta sarà condotta con l’esposizione, a cura delle stesse utenze domestiche, di sacchi semitrasparenti o mastelli da 30 litri (laddove non sia possibile assegnare un bidone anche se di piccole dimensioni) con una frequenza tre volte al mese per il residuo (che si ridurrà a un passaggio a settimana a regime con un ulteriore passaggio dedicato esclusivamente alla raccolta di pannolini e pannoloni presso le utenze debitamente autorizzate), bisettimanale per l’umido e quindicinale per la carta e la plasticaelattine. Viene previsto inoltre un passaggio dedicato esclusivamente al servizio di raccolta dei tessili igienici (pannoloni e pannolini) solo per le utenze autorizzate ad usufruire di tale servizio UTENZE NON DOMESTICHE: in questa zona si ritiene opportuno introdurre la raccolta domiciliare dell’umido per le utenze non domestiche (in particolare ristoranti, pizzerie e bar). Per queste zone si ritiene possibile applicare lo stesso modello di raccolta secco-umido applicato nel resto del territorio urbano per le altre utenze non domestiche. Si ritiene possibile introdurre la raccolta domiciliare del vetro, della carta e della plastica congiuntamente alle lattine aumentando la frequenza di raccolta, ove necessario per creare

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minori problemi di spazio per lo stoccaggio dei materiali prima del loro conferimento nei piccoli negozi. In particolare, la raccolta del residuo sarà condotta con l’esposizione, a cura delle stesse utenze, di sacchi semitrasparenti o mastelli da 30 litri (laddove non sia possibile assegnare un bidone anche se di piccole dimensioni) con una frequenza di raccolta settimanale che verrà in ogni caso calibrata secondo le problematiche specifiche delle varie utenze. La raccolta dell’umido avverrà con una frequenza di tre passaggi a settimana mentre quella della carta e cartone, del vetro e della plastica e lattine sarà settimanale. FRAZIONI RURALI, CASE SPARSE ED UTENZE ISOLATE In alcuni comuni facente parte dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano parte degli utenti serviti risiede in case sparse dell’area agricola e collinare ed anche in queste zone è opportuno evitare di lasciare dei cassonetti stradali o dei bidoni di prossimità che possono diventare luoghi di abbandono di rifiuti. UTENZE DOMESTICHE: in questa zona, per evitare fenomeni di abbandono di rifiuti, si ritiene opportuno introdurre la raccolta domiciliare con bidoni assegnati ad ogni utente. Nelle frazioni rurali e presso le case sparse gli spazi per il posizionamento dei contenitori per la raccolta dell’umido non costituiscono un problema ma, in questo caso, per contenere i costi di raccolta, si è deciso di incentivare al massimo il compostaggio domestico anche perché risulta spesso ancora abbastanza diffusa la pratica del riutilizzo degli scarti di cucina per l’alimentazione di animali da cortile ed anche il verde e le ramaglie, seguendo le vecchie consuetudini, vengono spesso riutilizzati in vario modo (ma spesso, sfortunatamente, anche bruciati). Si ritiene inoltre opportuno introdurre una raccolta domiciliare del vetro, della carta e della plastica e lattine con l’utilizzo di bidoni da 120 litri in sostituzione dei mastelli per residuo e carta. Le frequenze di raccolta saranno tre volte al mese per il residuo e quindicinale fin da subito per plastica e lattine, per il vetro e la carta. A regime la frequenza di raccolta potrà essere ulteriormente ridotta mediante l’implementazione del servizio di raccolta “on demand” precedentemente descritto. UTENZE NON DOMESTICHE: in queste zone non risulta presente un numero significativo di utenze non domestiche ma si ritiene comunque opportuno introdurre la raccolta domiciliare per le utenze non domestiche. Di seguito sono riportate le modalità di raccolta delle altre tipologie merceologiche di rifiuti evidenziate ad inizio paragrafo.

10.4.1. Raccolta rifiuti ingombranti I rifiuti ingombranti sono i rifiuti voluminosi prodotti nell’ambito domestico, quali materassi, mobili, divani ecc. ed altri ingombranti comprendenti anche i beni durevoli identificati dall’art. 227 del D.Lgs. 152/2006 quali: frigoriferi, surgelatori e congelatori, televisori, computer, video, lavatrici e lavastoviglie, condizionatori d’aria, materassi, mobili, divani ecc. ed altri ingombranti. Il servizio verrà effettuato mediante raccolta a domicilio su chiamata, con evasione delle richieste entro una settimana. E’ previsto che il ritiro venga eseguito direttamente presso l’abitazione dell’utente a piano strada, qualora per problemi

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legati all’orario del servizio non fosse possibile reperire l’utenza, verrà richiesto il deposito dell’ingombrante sul suolo stradale in adiacenza all’abitazione. In questo caso farà parte del servizio la pulizia del punto di conferimento. Per la corretta esecuzione del servizio verrà istituito un numero telefonico verde con risposta diretta da parte di un operatore in una fascia oraria predeterminata, e un indirizzo e-mail gestiti direttamente dal gestore del servizio. Tale servizio potrà essere utilizzato anche per tutte le segnalazioni da parte degli utenti di necessità, anomalie, ecc., connesse al servizio di igiene urbana, nonché un numero relativo ad una segreteria telefonica attiva 24 ore su 24. Tutte le segnalazioni e/o richieste dovranno essere inviate all’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano per verificare i tempi di avvenuta soluzione. Il servizio di raccolta differenziata degli ingombranti verrà organizzato tramite l’individuazione di un’area appositamente attrezzata all’interno dell’ecocentro di riferimento e/o della stazione di trasferimento e su chiamata dell’utente. Nell’area verranno riposti: • ingombranti a principale matrice metallica; • beni di arredo obsoleti. Al raggiungimento della capienza volumetrica dell’area, i rifiuti verranno convogliati ad idoneo impianto di smaltimento, privilegiando soluzioni che prevedano il recupero dei materiali. Il servizio su appuntamento verrà eseguito a seguito di una chiamata dell’utente e consisterà nel prelievo del materiale collocato dal privato sul piano strada oppure, tramite servizio di facchinaggio, con il ritiro proprio all’interno dell’abitazione a fronte di un rimborso spese da concordare con il Comune; nel caso in cui l’utenza che ne facesse richiesta fosse disabile o anziana si propone di non richiedere nessun corrispettivo.

10.4.2. Raccolta del verde e/o sfalci di potatura

I rifiuti verdi sono materiali derivanti da attività di manutenzione del verde privato (sfalci, potature, eccetera). Su tale flusso è necessario intervenire, sia con programmi di incentivazione del compostaggio domestico e dall’altro, istituendo circuiti di raccolta che consentano l’intercettazione del verde delle utenze che non ritengono di poter adottare le pratiche di auto - compostaggio. Per la gestione dello scarto verde nei Comuni dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano si dovrebbero quindi adottare le seguenti modalità di gestione e conferimento che devono essere intese come complementari: • compostaggio domestico, adeguatamente sostenuto e promosso dai Comuni; • conferimento diretto presso i Centri di Raccolta Comunali ed eventuale ritiro del materiale già triturato da impiegare nell'attività di compostaggio domestico; • istituzione di un circuito di raccolta opzionale a domicilio per le utenze domestiche che risiedono nelle zone urbane che sono caratterizzate dalla massiccia presenza di villette uni o bifamiliari

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dotate di giardini o di orti domestici. In considerazione della bassa attrattività (per insetti e roditori) dello scarto ne consente la ritenzione nel giardino per tempi relativamente prolungati; la frequenza di raccolta tipica può variare da 1 a 2 volte al mese, in modo da rendere il servizio non troppo “comodo” per l’utente ma incentiva la raccolta presso le utenze turistiche dei mesi estivi. Un circuito di conferimento domiciliarizzato troppo spinto tenderebbe al contrario ad aumentare, come è successo in alcune realtà nazionali ed estere, i quantitativi di verde (e di umido) da gestire da parte del servizio, arrivando anche a 200 - 300 kg/ab*anno. Il gestore dovrebbe operare la raccolta opzionale a pagamento sulla base di un apposito calendario che verrà distribuito unitamente all’opuscolo informativo generale.

10.4.3. Raccolta differenziata abiti dismessi

La raccolta separata degli abiti dismessi non verrà effettuata dalla società aggiudicatrice del servizio, la quale tuttavia garantirà la sua raccolta presso i CCR.Il conferimento degli abiti dismessi presso i Centri Comunali di Raccolta sarà a carico delle utenze.

10.4.4. Raccolta oli esausti Gli oli esausti minerali esausti derivanti dall’attività di manutenzione degli autoveicoli privati effettuata dagli stessi proprietari dovranno invece essere conferiti presso il CCR in cui verranno, a cura del gestore del servizio, inseriti all’interno di idonei e specifici contenitori. I contenitori utilizzati dovranno essere di nuova generazione e consentire il conferimento e la raccolta in tutta sicurezza, per gli utenti e per gli operatori del servizio di raccolta. Per la raccolta degli olii esausti vegetali presso ristoranti, mense ecc. si dovranno fornire ai produttori contenitori in polietilene aventi caratteristiche di perfetta tenuta e comunque conformi alle norme vigenti in materia di raccolta dei rifiuti liquidi del genere considerato, da ritirarsi su chiamata con consegna di un contenitore vuoto e ritiro di quello pieno.

10.4.5. Raccolta rifiuti urbani pericolosi Il servizio di raccolta della frazione del rifiuto denominato “pile esauste” dovrà essere garantita con il sistema dei contenitori specifici presso tutte le utenze commerciali che commerciano tali tipologie di rifiuto mediante prelievo degli stessi, eseguito ogni qualvolta il contenitore dovesse risultare pieno, tramite apposito veicolo furgonato allestito con contenitori in polietilene (HDPE), debitamente autorizzato, e successivo trasporto verso impianti di smaltimento autorizzati. Dovrà essere posizionato un contenitore presso i vari CCR. Anche le batterie esauste derivanti dall’attività di manutenzione degli autoveicoli privati effettuata dagli stessi proprietari dovranno invece essere conferiti presso il CCR in cui verranno, a cura del gestore del servizio, inseriti all’interno di idonei e specifici contenitori.

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Anche il servizio di raccolta della frazione del rifiuto denominato “farmaci scaduti” dovrà essere garantita con il sistema dei contenitori specifici presso le farmacie mediante prelievo degli stessi, eseguito ogni qualvolta il contenitore dovesse risultare pieno, tramite apposito veicolo furgonato allestito con contenitori in polietilene (HDPE), debitamente autorizzato, e successivo trasporto verso impianti di smaltimento autorizzati. Dovranno essere posizionati idonei contenitori presso le farmacie e presso il CCR. Per il servizio di raccolta della frazione del rifiuto denominato “T/F” dovrà essere garantita con il posizionamento di almeno due contenitori specifici da posizionare presso il CCR ed altri luoghi concordati con l’’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano. Oltre alla raccolta separata delle sopra indicate tipologie di contenitori verrà attivato, in maniera analoga a quanto indicato per i rifiuti ingombranti, il ritiro presso l’utente, dietro un ridotto compenso da concordare con l’Amministrazione Comunale, o gratuitamente, presso l’ecocentro di: • frigoriferi obsoleti, • televisori, • compressori, • schermi video per computer, • altri rifiuti contenenti materiali pericolosi. Questa tipologia di rifiuti verrà avviata presso specifici impianti di recupero atti a separare le componenti pericolose in essi contenute (clorofluorocarburi, ecc.). La raccolta verrà effettuata da una squadra composta da un autista ed un operatore attrezzati con un automezzo dal parco macchine.

10.5. Centri di Raccolta Comunali

A servizio dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano saranno attivi n. 1210Centri Comunali di Raccolta intesi come punti di conferimento centralizzati, recintati e presidiati, cui possono accedere nei previsti orari di apertura i cittadini e le ditte produttrici di rifiuti assimilati per il conferimento di rifiuti differenziati. Ogni Comune dell’Unione sarà dotato del proprio CCR: COMUNI CCR PREVISTI CCR ACERENZA 1 PRESENTE (*) BANZI 1 PRESENTE (*) CANCELLARA 1 PRESENTE (*) FORENZA 1 PRESENTE GENZANO DI LUCANIA 1 PRESENTE (*) MASCHITO 1 PRESENTE (*) OPPIDO LUCANO 1 PRESENTE (*) PALAZZO SAN GERVASIO 1 PRESENTE SAN CHIRICO NUOVO 1 PRESENTE (*)

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TOLVE 1 PRESENTE (*)

(*) necessità di autorizzazioni oppure adeguamenti o di altre prestazioni necessarie all’entrata in funzione. I CCR in dotazione risulteranno fondamentali poiché consentiranno il conferimento di un’ampia gamma di frazioni merceologiche e di tipologie di rifiuti urbani ed assimilati, offrendo la possibilità di migliorare la separazione e il corretto avvio a destinazione di materiali riciclabili o recuperabili, nonché di materiali che necessitano di specifiche modalità di trattamento/smaltimento. Ivi saranno posizionati dei cassoni scarrabili destinati a ricevere i rifiuti non pericolosi di provenienza domestica addotti dai mezzi che effettuano il servizio di raccolta nei centri urbani e dai cittadini; in particolare, ogni isola sarà attrezzata con almeno 6 cassoni scarrabili destinati alla raccolta della carta e cartone, della plastica, del vetro, dell’alluminio, degli sfridi da costruzione addotti da privati ed altre tipologie di rifiuto. Inoltre all’interno dei CCR saranno allestiti idonei scarrabili, ad esclusivo utilizzo dell’Aggiudicataria del servizio di raccolta, per il deposito temporaneo delle frazioni dell’organico e dell’indifferenziato, con lo scopo di quantificare i relativi costi di smaltimento e trattamento da attribuire ai rispettivi Comuni. Un autotelaio con rimorchio, a servizio di tutto il sistema, provvederà al carico e trasporto presso i centri CONAI dei cassoni contenenti i rifiuti differenziati. Ai CCR potranno essere conferiti rifiuti quali: - vegetale da sfalci e potatura parchi e giardini; - carta e cartone; - plastica (contenitori e altro); - vetro (bottiglie e lastre); - metallo; - tessili e abiti dismessi; - legno; - pneumatici; - inerti derivanti da attività di piccola manutenzione edile; - oli minerali; - oli vegetali; - batterie e accumulatori; - rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche; - residui di prodotti di contenitori di fitofarmaci ed anticrittogamici; - cartucce esaurite di toner o inchiostro per stampanti, - pile, farmaci e altri rifiuti urbani pericolosi; - rifiuti ingombranti. Per quanto riguarda in particolare i RAEE va segnalato che il Decreto Ministeriale n. 65 del 08 Marzo 2010 (cosiddetto Decreto Semplificazioni o "uno contro uno") ha stabilito che, a partire dal 18 Giugno 2010, ogni

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cittadino che acquista una nuova apparecchiatura elettronica può lasciare al negoziante quella vecchia senza dover sostenere alcun onere aggiuntivo. Il ritiro da parte dei commercianti è obbligatorio e gratuito presso il punto vendita e potrà avvenire solo se l'apparecchiatura acquistata è della stessa tipologia di quella consegnata. Il meccanismo del ritiro "uno contro uno" dovrebbe contribuire a far rapidamente raggiungere gli obiettivi di raccolta richiesti a livello Europeo. I Comuni hanno l’obbligo della raccolta differenziata dei RAEE domestici e della gestione dei Centri Comunali di Raccolta, mentre i Sistemi Collettivi, oltre al ritiro, trattamento e smaltimento dei RAEE, devono assicurare la fornitura ai Centri di Raccolta, a titolo gratuito, tramite i propri operatori di logistica, secondo le modalità previste dal contratto di comodato d’uso, di specifiche attrezzature, “Unità di Carico” per il deposito dei RAEE. Sono inoltre previsti incentivi (Premi di Efficienza) per l’ottimizzazione dei Centri di Raccolta. Il “Premio di Efficienza” (par. 8 e 9 dell’Accordo di Programma sottoscritto da ANCI e CdC RAEE il 18 Luglio 2008, modificato il 07 Luglio 2010 dal Comitato Guida ANCI - CdC RAEE) indica il premio messo a disposizione dai Sistemi Collettivi (SC) a favore dei Sottoscrittori che hanno iscritto Centri di Raccolta (CdR) al Centro di Coordinamento RAEE (“Soggetti beneficiari”). Il Premio di Efficienza è finalizzato a favorire scelte organizzative e operative che assicurino una elevata efficienza complessiva del sistema di gestione dei RAEE perseguendo le finalità di protezione ambientale previste dalla normativa vigente (D.Lgs. 151/05 e D.Lgs. 152/06), nonché a incentivare e massimizzare la ricezione, da parte dei Centri di Raccolta, dei RAEE ritirati dalla Distribuzione in modalità “uno contro uno” a partire dal 01 Luglio 2010. Per il raggruppamento R5 (sorgenti luminose) non è previsto alcun Premio di Efficienza. L’importo del Premio di Efficienza è pari a 30 Euro per tonnellata di RAEE ritirati dai Sistemi Collettivi.

10.6. Altri servizi accessori, integrativi e di emergenza

Sono previsti ulteriori servizi accessori e integrativi, in particolare: • Rimozione dei rifiuti abbandonati: il gestore è incaricato anche della raccolta e trasporto dei rifiuti solidi, inerti ed ingombranti abbandonati (sul suolo pubblico e aree private ad uso pubblico); • Pulizia caditoie stradali: la pulizia di griglie, tombini e cunette stradali deve essere effettuata giornalmente dagli operatori ecologici dediti allo piazzamento manuale stradale. Si prevede anche la pulizia specifica e programmata delle caditoie e dei pozzetti di fognatura pluviale, quella periodica delle cunette stradali, delle griglie in ambito urbano, nonché il trasporto e smaltimento dei materiali di risulta dallo spurgo; alla pulizia si provvede contestualmente allo spazzamento stradale, nei periodi di Marzo/Aprile e Settembre/Ottobre; • Diserbo stradale: il diserbo stradale è legato ad esigenze non prevedibili in quanto la presenza di erbacce lungo le strade dipende molto dalle stagioni e dalle condizioni meteorologiche che ne favoriscono o meno lo sviluppo. Contestualmente alle ordinarie operazioni di spazzamento viene

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prevista quindi anche l’asportazione dell’erba nascente negli interstizi delle pavimentazione stradale, dei marciapiedi, dei muri, ecc.; si dà priorità all’utilizzo di trattamenti biologici con erbicidi biodegradabili rispetto a quelli meccanici, che si limitano solo all’intervento preliminare; i lavori di diserbo devono essere eseguiti con l’ausilio di irroratori spalleggiati elettrici o con motore a scoppio, a bassa pressione di esercizio dotati di lancia e ugello a ventaglio e campana schermante per poter operare anche a ridosso di siepi; • Cancellazione scritte su pareti di edifici ed arredi urbani: il servizio è basato sulla possibilità di intervenire tempestivamente sui nuovi graffiti di edifici ed opere pubbliche imbrattati da spray, pennarelli indelebili e matite colorate; per tale servizio si prevede l’utilizzo di prodotti a base di esteri di origine naturale e tensioattivi non ionici; l’assenza di solventi clorurati permette di operare anche su edifici di interesse storico-architettonico; • Lavaggio di superfici di particolare pregio: lavaggio e pulizia di aree pavimentate in basole di pietra naturale; il servizio dovrà essere effettuato con attrezzatura specifica idropulente ed insonorizzata in grado di produrre un getto di vapore con pressione di lavoro di 10-11 bar a circa 170 -180 °C; tale attrezzatura è montata su automezzo con pianale, impiegando un operatore addestrato; • Lavaggio e disinfezione di fontanelle: per l’esecuzione di questo servizio dovranno essere previsti interventi annuali per ciascun Comune, impiegando una squadra con l’attrezzatura idropulente prevista per la pulizia delle superfici in pietra naturale; • Lavaggio e disinfezione di servizi igienici: i servizi igienici comunali dovranno essere trattati quotidianamente da un operatore di 2° livello, utilizzando prodotti detergenti e disinfettanti e attrezzatura necessaria (scope, guanti, ecc.); è possibile anche utilizzare se necessario l’attrezzatura idropulente; • Sagre, feste, fiere e manifestazioni in genere: il gestore dovrà assicurare un servizio di spazzamento, di raccolta dei rifiuti (compresa la fornitura di sacchi e/o contenitori tipo trespoli) nelle aree di feste e/o sagre locali. Il gestore dovrà garantire la presenza dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti originati dalle manifestazioni, sia dalla struttura organizzativa, sia dagli utenti, compresa la frazione organica originata da eventuali stand gastronomici. La pulizia dell’area destinata a feste e spettacoli serali dovrà terminare entro le ore 8:00 del giorno successivo. La pulizia e la raccolta dei rifiuti nelle aree interessate da manifestazioni, sagre e fiere potrà essere effettuata anche durante lo svolgimento della stessa, nel caso in cui la durata fosse prevista in più giorni consecutivi. Anche i servizi illustrati di seguito verranno previsti nell’elenco prezzi allegato agli atti di gara anche se non verrà prestabilito un numero minimo di interventi annuali. La necessità e la frequenza di tali servizi è infatti molto legata alle condizioni meteorologiche e quindi non è possibile pianificare il momento più opportuno in cui effettuare tali servizi:

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• Servizi in occasione di nevicate: lo sgombero neve con spargimento del sale costituisce un intervento non programmabile che tuttavia dovrà essere assicurato dall'impresa appaltatrice. In caso di improvvise nevicate, tutte le unità addette alla raccolta, allo spazzamento manuale e ai vari servizi di lavaggio dovranno essere messe a disposizione dell’Amministrazione Comunale per la spalatura della neve dalle strade dando precedenza agli ingressi delle scuole, edifici pubblici, ospedali, ecc.; le unità dello spazzamento meccanizzato si adoperano per la rimozione della neve lungo le strade principali, utilizzando nel limite del possibile solo le spazzatrici a funzionamento meccanico, in grado di rimuovere uno strato di neve di almeno 10-15 cm di altezza; il servizio di raccolta impegna le proprie risorse nello svuotamento dei contenitori e nella raccolta dei cumuli di neve più consistenti, mentre lo spargimento sale, se necessario, viene effettuato con apposito mezzo spargisale. • Servizi vari di urgenza, rimozione siringhe, raccolta carogne: i servizi vari di urgenza dovranno essere attuati da una squadra di pronto intervento, che opera con frequenza giornaliera. Alla rimozione delle siringhe provvedono gli operatori di zona, dotati di attrezzatura necessaria (guanti, pinze, ecc.), e su segnalazione la squadra di pronto intervento. Il servizio di rimozione dal suolo pubblico di carogne di animali di piccola taglia è anch’esso compreso nel servizio di spazzamento; • Disinfestazione: la disinfestazione del territorio al fine di ridurre il proliferare di insetti e precipuamente mosche, moscerini e zanzare. Questo tipo di intervento si articola in due fasi: la prima diretta a colpire le larve di mosche e zanzare (cd trattamento anti larvale) e la seconda diretta a colpire gli insetti adulti (cd trattamento adulticida). Occorre inoltre modificare frequentemente i componenti chimici dei prodotti da utilizzare per evitare che l'intervento risulti inefficace a causa di un processo di assuefazione da parte degli insetti. Il piano degli interventi deve prevedere azioni mirate nel periodo da Marzo a Settembre; • Derattizzazione: la derattizzazione risulta invece notevolmente più complessa in quanto i ratti sono animali particolarmente intelligenti ed accorti per cui i sistemi chimici appaiono efficaci nel brevissimo periodo, ma non consentono di sortire risultati duraturi. Oltretutto gli agenti chimici utilizzabili possono essere velenosi anche per altre specie animali per cui il loro impiego deve essere attentamente valutato e misurato; • Deblattizzazione: la deblattizzazione viene effettuata mediante nebulizzazione di prodotti insetticidi specifici che colpiscano gli insetti nei loro luoghi di annidamento, provvedendo poi a sigillarne le aperture al fine di consentire un maggior effetto letale. Questi interventi, così come i precedenti, devono essere effettuati previa autorizzazione dell'ASL competente. Il piano degli interventi deve prevedere azioni mirate nel periodo da Marzo a Settembre; • Bonifica amianto: la bonifica dell’amianto viene effettuata mediante le indicazioni del D.M. 06 Settembre 2014 che identifica come metodi di bonifica la rimozione, l’incapsulamento e il confinamento.

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. Rimozione: è la soluzione che elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche di contenimento future, liberando l'edificio dall’amianto in via definitiva. Consiste nella rimozione dei materiali contenenti amianto, trasformandoli in rifiuti, e nella loro sostituzione eventuale con materiali alternativi. Le operazioni di rimozione comportano un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell'ambiente. La rimozione, inoltre, produce notevoli quantitativi di rifiuti tossici che devono essere correttamente smaltiti in appositi impianti e per i quali è elevato il costo di stoccaggio. Le operazioni devono essere condotte salvaguardando quanto più possibile l'integrità del materiale; . Incapsulamento: consiste nel trattamento dei materiali contenenti amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che, a seconda del tipo di prodotto usato, tendano ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto e a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta.Costi e tempi di intervento risultano più contenuti. L'incapsulamento non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti tossici. Il rischio per i lavoratori addetti e per l'inquinamento ambientale è generalmente minore rispetto alla rimozione. È il trattamento ideale per i materiali poco friabili di tipo cementizio (eternit).Il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale contenente amianto e dalla conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione. Occorre inoltre verificare periodicamente l'efficacia dell'incapsulamento, che col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il trattamento. . Confinamento: consiste nell'installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio o dall’ambiente esterno. Il rilascio di fibre continua all'interno della zona confinata ma può essere risolto con un trattamento incapsulante.Rispetto all'incapsulamento presenta il vantaggio di realizzare una barriera, costruita con materiali differenti, resistente agli urti; per la sua resistenza e duttilità è molto usata la lamiera di alluminio.Si tratta di un intervento molto indicato per materiali facilmente accessibili, in particolare per bonifica di aree circoscritte (colonne, tubazioni, ecc.) mentre non è adatto qualora sia necessario accedere frequentemente allo spazio confinato.Il costo dell'intervento è contenuto, soprattutto se non richiede lo spostamento di impianti preesistenti; la realizzazione di un confinamento su di una copertura in cemento-amianto costituisce un carico aggiuntivo che grava sulle strutture di sostegno della copertura stessa e pertanto deve essere fatta una verifica della loro portata. Tra i servizi accessori contrattualizzati l’Aggiudicatrice dei servizi di raccolta, spazzamento delle strade e servizi accessori deve garantire la bonifica dei siti soggetti alla presenza di amianto, abbandonati illecitamente su strade pubbliche e/o private soggette ad uso pubblico.

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In presenza di cemento – amianto gli interventi saranno svolti entro 10 giorni lavorativi dalla formale segnalazione e/o richiesta con le seguenti modalità: • Comunicazione all’AUSL – Servizio S.P.E.S.A.L. competente per territorio per ogni intervento di bonifica; • Prelievo e analisi chimico – fisica di un campione rappresentativo dei manufatti per la classificazione del rifiuto secondo la normativa vigente; • Lavori di rimozione, mediante incapsulamento, dei manufatti ai sensi del D.M. 06 Settembre 2014 e garantendo la sicurezza del personale; • Trasporto, stoccaggio provvisorio e smaltimento finale presso impianti autorizzati, inclusa tutta la documentazione necessaria all’accompagnamento e allo smaltimento. Eventuali ulteriori servizi necessitano di organizzazione o riorganizzazione dei servizi accessori, integrativi e di emergenza verranno regolamentate dall’apposito elenco prezzi che verrà ricompreso nei documenti di gara e poi allegato al contratto di servizio.

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11.QUADRO DI RIFERIMENTO IMPIANTISTICO DELL’UNIONE DEI COMUNI DELL’ALTO BRADANO

11.1. Ricognizione degli impianti autorizzati alla selezione e/o trattamento dei rifiuti I rifiuti raccolti in forma differenziata, dopo il passaggio alla stazione di trasferimento, dovranno essere addotti ad idonei impianti di selezione e/o trattamento e/o recupero. Alla data attuale, e relativamente alle aree territoriali più prossime all’ambito di esecuzione del servizio, la situazione impiantistica è la seguente:

Impianti di compostaggio:

CAPACITA' DI DISTANZA DALLA STAZIONE DI TRASFERIMENTO REGIONE PROVINCIA CITTA' NOTE TRATTAMENTO (GENZANO DI LUC.) km Campania AV TEORA 134 attivo

Puglia BA MOLFETTA 140 t/g 79 attualmente fermo

Puglia BA MODUGNO 91 in costruzione

Puglia FO CERIGNOLA 143

Puglia FO DELICETO 95

Puglia TA TARANTO 40 t/g 142

Puglia TA LATERZA 84

Puglia TA MANDURIA 184

Puglia TA GINOSA 84

Sicilia AG SCIACCA 10.000 t/anno 774

Sicilia CL GELA 11.500 t/anno 649

Sicilia CT GRAMMICHELE 22.000 t/anno 722

Sicilia EN ENNA 11.000 t/anno 631

Sicilia PA BISACQUINO 7.500 t/anno 740

Sicilia PA CASTELBUONO 7.500 t/anno 618

Sicilia RG RAGUSA 5.500 t/anno 651

Sicilia RG VITTORIA 8.000 t/anno 644

Sicilia TP CASTELVETRANO 7.000 t/anno 787

DISTANZA Carta + DALLA STAZ. DI Carta Solo Solo Solo Carta + Legno REGIONE PROVINCIA COMUNE PIATTAFORMA TRASFERIMENTO + Carta Legno Plastica Plastica + (GENZANO DI Legno Plastica LUC.) km Basilicata MT Ferrandina B.N.G. Sas 80 x

Paterlegno Snc di Basilicata PZ Paterno 97 x Donato Russo

Basilicata PZ Tito AGECO S.r.l. 61 x x x

Calabria Maceri e Calabria CS Rende 270 x Servizi S.p.A

Calabria CS Rossano Ecoross S.r.l. 211 x

Calabria CZ Catanzconsorzio Autodemolizioni 364 x

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Mancuso

Calabria CZ Lamezia Terme Ecologia Oggi S.r.l. 339 x

Calabria CZ Lamezia Terme Ecosistem S.r.l. 339 x

Recuperi Sud di Calabria CZ Catanzconsorzio 364 x Doria Felice e C.

Salvaguardia Calabria KR Crotone 295 x Ambientale S.p.A.

Calabria RC Villa S. Giovanni Eco F.A.L. S.n.c. 444 x

Marina Gioiosa Ferro e Acciai Calabria RC 431 x Ion. Femia S.r.l.

Oleifici Fratelli Calabria RC Gioia Tauro 405 x Guinicelli S.r.l.

Calabria RC Palmi RA.DI. S.r.l. 416 x

Calabria VV Ricadi Ecoshark S.r.l. 392 x

Campania AV Serino DE.FI.AM. S.r.l. 168 x

Dentice Campania AV Montefredane 158 x Pantaleone

Campania AV Nusco Ecosistem S.r.l. 146 x DISTANZA Carta + DALLA STAZ. DI Carta Solo Solo Solo Carta + Legno REGIONE PROVINCIA COMUNE PIATTAFORMA TRASFERIMENTO + Carta Legno Plastica Plastica + (GENZANO DI Legno Plastica LUC.) km Irpinia Recuperi Campania AV Atripalda 157 x S.r.l.

Campania AV Lioni Ricicloro 135 x

Campania BN Airola Prosider S.a.s 174 x

Campania CE Casapulla Cartofer s.n.c. 214 x

S. Nicola La Campania CE D. & M. S.r.l. 218 x Strada

S. Felice a Eco Sistem S. Campania CE 205 x Cancello Felice S.r.l.

Campania CE Bellona Ilside S.r.l. 228 x

Campania CE Caserta R.E.S.I.T. S.r.l. 217 x

Sacco Antonio & Campania CE Pastorano 230 x Figli s.n.c.

Campania NA Ambiente S.r.l. San Vitaliano 191 x

AN.CA Plastica Campania NA Napoli 200 x S.r.l.

Campania NA C.2 L. S.r.l. San Vitaliano 191 x

Campania Campania NA Macero s.n.c. Casoria 208 x dei F.lli Moffa

Di Campania NA Gennconsorzio Caivano 207 x S.p.A.

Di Campania NA Gennconsorzio Napoli 200 x S.p.A.

Campania NA Ecocart S.r.l. Arzano 211 x

Ecologica Campania NA Italiana S.r.l. Acerra 204 x

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DISTANZA Carta + DALLA STAZ. DI Carta Solo Solo Solo Carta + Legno REGIONE PROVINCIA COMUNE PIATTAFORMA TRASFERIMENTO + Carta Legno Plastica Plastica + (GENZANO DI Legno Plastica LUC.) km Ecowatt Servizi Campania NA Villaricca 217 x Ecologici S.r.l.

Edil Cava S.n.c. Campania NA – S. Maria La Torre del Greco 188 x Bruba

Langella Mario Campania NA Volla 205 x S.r.l.

Campania NA T.ECO S.r.l Pozzuoli 229 x

Autodemolizioni Campania SA Sala Consilina 94 x Tartufi Mario

Campania SA Cartesar S.p.A. Pellezzano 152 x

Cipp Sud S.n.c. Campania SA Angri 169 x dei F.lli Russo

E.S.A. S.r.l. – Campania SA Eco Service Angri 169 x Agro

Eco Centro Campania SA Nocera Inferiore 163 x Salerno S.r.l.

Ecomont S.n.c. Campania SA di Salvatore Salerno 147 x Apicella

Campania SA Fond. Eco S.r.l. Polla 102 x

Nappi Sud Campania SA S.p.A. – Di Battipaglia 126 x Nappi Antonio

Campania SA Novocips S.r.l. Nocera Inferiore 163 x DISTANZA Carta + DALLA STAZ. DI Carta Solo Solo Solo Carta + Legno REGIONE PROVINCIA COMUNE PIATTAFORMA TRASFERIMENTO + Carta Legno Plastica Plastica + (GENZANO DI Legno Plastica LUC.) km Campania SA SEA S.r.l. Scafati 175 x

C.G.F. Recycle Puglia BA Monopoli 141 x S.r.l.

La Recupero Puglia BA Macero di Barletta 75 x Defazio

Puglia BA Patruno Mola di Bari 118 x Ecoservice S.r.l.

Puglia BA Recuperi Modugno 91 x Pugliesi dei F.lli Schino S.r.l.

Puglia BR Eco-Rottami Brindisi 211 x Semerconsorzio S.r.l.

Puglia FG La Puglia Foggia 108 x Recupero S.r.l.

Puglia FG M. Spagnuolo Manfredonia 125 x S.n.c

Puglia FG Puglia Recupero Foggia 108 x di Parisi Paola e Giuseppe S.n.c.

Puglia FG S.E.T.A. S.r.l. Lucera 127 x

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Puglia LE C.M. di Surbo 244 x Centonze D. & mariano E.G.

Puglia LE Ecotecnica S.r.l. Lequile 255 x

Puglia LE Sud Gas S.r.l. Campi Salentina 244 x

Puglia TA Recsel Taranto 142 x

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12.OBIETTIVI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE DEI RIFIUTI

12.1. Obiettivi di riduzione individuati dal Piano Regionale

Le attività di prevenzione e riduzione dei rifiuti possono essere attivate su scala nazionale, regionale, provinciale o locale. Ogni ente in funzione delle sue prerogative istituzionali e dei suoi ambiti di intervento può intervenire per attivare iniziative di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Molti degli interventi necessari sulla prevenzione fanno riferimento alla “responsabilità dei produttori” e sono comunque da riferire ad un livello di iniziativa di carattere nazionale, come nel caso dei programmi di prevenzione e gestione degli imballaggi o delle normative sulla restrizione o eliminazione di taluni prodotti (es. l’eliminazione dei cottonfioc in plastica dal 2001 o l’eliminazione degli shopper in plastica dal 2010). Gli Enti Locali possono elaborare propri specifici “piani di riduzione”, che sappiano individuare le misure possibili, nell’ambito delle loro competenze, e definire obiettivi, iniziative, modalità di gestione e verifica e monitoraggio dei risultati ottenuti dall’azione di piano. I soggetti del sistema di gestione dei rifiuti a livello di Unione dei Comuni oppure di ATO o di CONSORZIO possono infatti agire su più fronti per poter creare delle sinergie positive tra vari livelli di azione. Come previsto dal D.Lgs. 152/2006 è molto importante che dalle Regioni parta l’input per avviare politiche di riduzione e minimizzazione dei rifiuti, questo grazie alla propria attività legislativa che assume la funzione di principio guida per i Piani d’Ambito (art. 203, comma 3 del D.Lgs. 152/06 e art. 202, comma 2). Alle Province spetta il compito di ispirare e coordinare le politiche dei Comuni verso il recepimento della normativa nazionale e di sovvenzionare eventualmente progetti di riduzione dei rifiuti, così come avviare campagne di comunicazione per coinvolgere i territori locali. Sono d’altronde moltissimi gli ambiti in cui si può agire per orientare e modificare i processi ed i comportamenti dei cittadini. Si deve però considerare che le effettive possibilità di ridurre il consumo di sovraimballaggi e di imballaggi a perdere sono legate alla possibilità, da parte dei consumatori, di poter scegliere tra diverse opzioni di consumo (ad esempio vuoto a rendere o a perdere) per poter usufruire dei vantaggi del nuovo sistema di tariffazione (meno rifiuti = minori costi). Spesso tale possibilità di scelta risulta quasi del tutto assente e le misure di corresponsabilizzazione delle imprese produttrici di imballaggi per il supporto economico ai Comuni per la raccolta differenziata degli imballaggi (introdotte dal D.Lgs. 22/97 e riprese dal D.Lgs. 152/2006) non sono riuscite ad indurre delle reali innovazioni che consentano di ridurre la produzione di sovraimballaggi. In altri paesi viceversa (soprattutto in Germania ed Austria ma in generale nel NordEuropa) si è invece assistito ad un intenso processo di innovazione economica ed organizzativa presso la grande distribuzione organizzata (GDO) indotto da norme più efficaci in materia di imballaggi. Non a caso in Italia le uniche eccezioni sono rappresentate dalle aree del paese dove è già stata adottata su vaste aree la tariffazione puntuale della produzione dei rifiuti per ogni singola utenza. Si tratta di sistemi di tariffazione volumetrica dei rifiuti indifferenziati prodotti dal singolo numero civico, sia esso una utenza

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singola o plurifamiliare che un condominio. In queste zone la grande distribuzione ha rapidamente recepito l’esigenza di riprogettare la filiera degli imballaggi per rispondere alle nuove esigenze manifestate dai cittadini-consumatori. La tariffazione dei servizi si è rivelata lo strumento più potente che si può attualmente applicare in Italia per creare un circuito virtuoso che premia i cittadini che orientano le proprie scelte di consumo verso prodotti che consentono di diminuire la produzione di rifiuti (in particolare di imballaggi superflui). E’ davvero sintomatico che le realtà citate, in Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte siano tra le più basse in termini di produzione procapite dei rifiuti. La grande distribuzione quindi si dimostra assai attenta alle nuove esigenze dei propri potenziali clienti ed è quindi naturale che le prime azioni di contenimento della produzione di imballaggi (adozione del vuoto a rendere in policarbonato per il latte ed in PET di adeguato spessore per le bibite ecc.) siano state adottate proprio presso quelle realtà provinciali che hanno fortemente incentivato l’adozione della tariffazione puntuale di tipo volumetrica. Secondo il D.Lgs. 152/2006 alle province competono: “in linea generale le funzioni amministrative concernenti la programmazione ed organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, da esercitarsi con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”. Gli orientamenti in materia di prevenzione prevedono l’adozione di strumenti specifici per influenzare il fenomeno della produzione dei rifiuti urbani. Si tratta di misure in parte dirette in parte indirette che è necessario pianificare in modo unitario e integrato. Sono state quindi individuate le azioni che potranno favorire ed incentivare la riduzione della produzione dei rifiuti e le azioni finalizzate al recupero e al riuso. La formulazione di precisi obiettivi, chiari e misurabili per ogni target individuato, sarà comunque individuata attraverso il confronto con l’Amministrazione regionale, provinciale e dell’Unione dei Comuni, affinché questi possano essere ampiamente condivisi. Il dibattito dovrebbe coinvolgere anche gli imprenditori e i gruppi professionali per incoraggiare la partecipazione nella definizione di una strategia per affrontare aspetti diversi. Per la definizione puntuale delle strategie di riduzione sarà infatti necessario organizzare tavoli di concertazione per la riduzione della produzione dei rifiuti che coinvolgano le amministrazioni comunali e le associazioni di categoria di industriali, artigiani, grande e piccola distribuzione, consumatori, ambientalisti. Di seguito vengono citate sinteticamente le azioni individuate per la prevenzione dei rifiuti nell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano: • Istituzione di un circuito coordinato per la promozione del compostaggio domestico; • Coinvolgimento della grande distribuzione organizzata nella prevenzione dei RU (ad es. con la vendita di prodotti sfusi o alla spina); • Azioni proposte riguardanti i piccoli esercenti del commercio e le loro rappresentanze (ad es. mediante la Campagna Ecoacquisti); • Campagna per la diffusione dell’imballaggio ecologico in collaborazione con la Regione o la Provincia;

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• Minimizzazione degli imballaggi in plastica non biodegradabile; • Realizzazione di un progetto per il sostegno al recupero dei prodotti freschi invenduti; • Azioni generalizzate per l’incentivazione del vuoto a rendere; • Promozione delle borse ecologiche per la spesa e sostituzione delle borse a perdere con borse riutilizzabili; • Incentivazione dell’uso di tessili sanitari riutilizzabili; • Progetto Ecofeste; • Sviluppo del Green Public Procurement (acquisti verdi); • Minimizzazione dei rifiuti cartacei; • Ecoscambio - Piattaforma intermedia per il riuso e l’allungamento della vita dei beni; • Incentivazione dell’utilizzo dell’acqua del rubinetto; • Informatizzazione della modulistica tra amministrazione e privato cittadino; • Controllo e minimizzazione della pubblicità postale; • Applicazione sperimentale della tariffa puntuale. Va comunque specificato che tali azioni costituiscono solo un primo schema riassuntivo delle azioni che potranno essere attuate nell’Unione dei comuni in base ad una specifica verifica di fattibilità.

12.1.1. L’incentivazione del compostaggio domestico

Il compostaggio domestico è una pratica volontaria con la quale i singoli utenti possono autonomamente smaltire la frazione organica putrescibile del rifiuto, sia nella sua componente verde quali scarti da giardino sia nella sua componente umida, cioè derivante da scarti di cucina. Si tratta di accompagnare e facilitare il naturale processo di fermentazione aerobica dei rifiuti organici biodegradabili. Questo tipo di pratiche di autoriduzione vogliono contrapporsi alla tendenza a raccogliere anche rifiuti che fino a non molto tempo fa non venivano considerati tali, quali ad esempio la frazione verde, gli scarti del giardino e recuperare pratiche tradizionali di autoriduzione, quali la buca in giardino, la concimaia o la cassa di compostaggio. Tale pratica incentivata a dovere porterebbe ad ottimi risultati soprattutto se applicata nell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano ove vi sono utenze domestiche con presenza di spazio verde apposito. Ormai da parecchi anni un po’ in tutta Italia, vengono incentivate le pratiche di compostaggio domestico, a volte tramite attività di formazione e comunicazione, altre per mezzo di agevolazioni per l’acquisto di composter; i risultati sono stati spesso di adesioni limitate e quindi poco impattanti sul complesso della massa di rifiuti prodotti. E’ interessante notare che, dove le amministrazioni competenti si sono limitate a sovvenzionare l’acquisto di composter se non addirittura a regalarli, i risultati, in termini di adesioni, siano stati modesti. I migliori risultati sono stati invece ottenuti nei Comuni in cui è stata operata: • una massiccia campagna di comunicazione e sensibilizzazione; • la formazione tecnica della popolazione con corsi di compostaggio tenuti da tecnici esperti ed anche eventualmente di diverso grado di tecnicità (ad es. corsi base nelle scuole, corsi semplificati

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per la popolazione che si approccia al compostaggio domestico e poi corsi di approfondimento per chi è interessato o per gli utenti già esperti) • una consistente riduzione tariffaria, cioè tra il 10% e il 20%. In ogni caso non va dimenticato che la pratica del compostaggio domestico presenta delle notevoli e positive sinergie con il metodo di raccolta dei rifiuti. Quando su aree rurali o residenziali si riescono ad ottenere adesioni all’autocompostaggio molto elevate, si deve anche considerare, nel caso di un sistema porta a porta di raccolta dell’organico, di modificare le tradizionali frequenze di raccolta arrivando anche a prevedere di non servire le zone che hanno ottenuto alte percentuali di adesione. Oppure nel caso in cui si debba introdurre tale modalità di raccolta, si può prevedere una prima fase di forte incentivazione del compostaggio domestico, e poi in base alle adesioni progettare un sistema di raccolta che escluda le aree di maggiore adesione. L’amministrazione provinciale potrebbe inoltre promuovere l’acquisto, da parte delle amministrazioni pubbliche, del compost di qualità che viene considerato a pieno titolo un bene riciclato, ovvero dell’uso di materiali inerti riciclati in sostituzione di quelli inerti da cava, per gli interventi edilizi che necessitano la realizzazione di sottofondi.

12.1.2. Gli eco-acquisti Le campagne di eco-acquisti, partono dal presupposto che il comportamento dei consumatori possa influenzare i commercianti e i produttori. Questo genere di iniziative tendono a sollecitare la consapevolezza dei cittadini alla responsabilità ambientale, provando ad indirizzare questa attenzione potenziale nei confronti delle tematiche ambientali verso comportamenti concreti. Il forte valore aggiunto di questo tipo di iniziative è il fatto di costituirsi come un processo partecipato, che coinvolge diverse istanze collettive presenti nel tessuto locale, cosi come le associazioni dei commercianti e di categoria ed i vari livelli dell’Amministrazione Pubblica interessati e, in generale, tutti gli altri soggetti portatori di interesse. Iniziative di questo tipo devono essere realizzate ponendo una grande attenzione al contesto sul quale vengono ad insistere. I cittadini hanno una certa attenzione per l’ambiente, ma perché questa si tramuti in risultati concreti bisogna dare loro delle possibilità di scelta che siano agevoli, ma che comportino anche un concreto vantaggio ambientale e/o sociale. L’analisi dell’ambito di riferimento è fondamentale anche prendendo in considerazione le condizioni di mercato della vendita al minuto, analizzando se questa avviene in via prioritaria nelle medie e grandi distribuzioni, lasciando a piccoli esercizi e mercati rionali le quote residuali degli acquisti giornalieri oppure se i piccoli e medi esercizi detengono la maggioranza del volume di affari del commercio al dettaglio. Queste considerazioni sono indispensabili per capire come incentrare la prima parte dell’iniziativa, il coinvolgimento dei commercianti. Questo genere di iniziative si strutturano su tre momenti:

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• Un primo momento in cui vengono redatti gli impegni che saranno poi formalizzati nei protocolli d’intesa. A redigere questi impegni è di norma un tavolo tecnico di concertazione costituito da: o amministrazione pubblica, nelle figure dei responsabili tecnici e/o politici sia del settore ambiente che di quello del commercio; o le associazioni dei commercianti. Il tavolo tecnico definisce i criteri di realizzazione di: o un marchio “ecoacquisti” che possa servire ai cittadini per distinguere i dettaglianti che hanno attivato questo percorso di riduzione, ed ai commercianti come momento di qualificazione ambientale della loro attività. o una guida ai consumi che possa essere diffusa tra la popolazione per illustrare rischi ed opportunità rispettivamente della crescita e della riduzione dei quantitativi e della pericolosità dei rifiuti. Dopo la redazione degli impegni necessari ed eventualmente del metodo di contabilizzazione della effettiva adesione, ad esempio tramite schede di adesione nelle quali ad ogni azione di adesione messa in atto da un commerciante corrisponde uno specifico punteggio, vengono stabiliti gli interventi di comunicazione della terza fase della campagna, definendo anche gli impegni economici necessari. • La seconda parte consiste nell’ottenere l’adesione dei commercianti del territorio. Le realtà che possiedono livelli equilibrati di grande e piccola distribuzione individuano quale elemento vincente, dopo aver ricevuto l’adesione delle organizzazioni dei commercianti, ottenere prima l’adesione della grande distribuzione, ed anche l’adesione di alcuni commercianti particolarmente rappresentativi o particolarmente conosciuti (negozi storici del territorio …) cosi da attivare su tutto il territorio una fase il più possibile capillare per cercare di ottenere l’adesione di un numero significativo di commercianti, ai quali è però necessario illustrare lo spessore della campagna di comunicazione della quale anche loro potranno godere. Per ottenere l’adesione degli operatori del commercio è necessario un elemento di premialità che può essere visto nella forte campagna di comunicazione che l’amministrazione metterà in campo e che indirettamente sarà utile anche ai commercianti aderenti. • La terza parte nella quale si avvia una ben strutturata campagna informativa che ha anche lo scopo, nella misura del possibile, di comunicare l’elenco degli esercizi aderenti o per parte loro di fregiarsi del marchio ambientale o del punteggio ambientale ottenuto. Questo tipo di campagna consegue di norma ottimi risultati soprattutto se fatta proseguire periodicamente nel tempo proponendo agli aderenti nuovi impegni elaborati dal tavolo tecnico o permettendo ad altri esercizi commerciali di aderire approfittando anche loro dei successivi momenti di visibilità.

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12.1.3. Azioni proposte riguardanti i piccoli esercenti del commercio e le loro rappresentanze

Alcune delle iniziative per la piccola e media distribuzione sono: • sostituzione degli shopper in plastica con sacchetti in plastica biodegradabile oppure in carta, o in tessuto riutilizzabili venduti a prezzo di costo. Risultano anche molto efficaci le borse carrello dotate di ruote, che consentono di effettuare la spesa anche a piedi; • maggiore attenzione tra chi tratta l’ortofrutta verso un uso più attento degli imballaggi secondari e terziari prevedendo meccanismi di ritorno di questi imballaggi presso la filiera di approvvigionamento; • promuovere i contenitori a rendere; • sistemi di erogazione alla spina di prodotti; • verificare le possibilità di utilizzo di contenitori biodegradabili o compostabili per la vendita e la commercializzazione di prodotti freschi; • favorire l’operazione di ritiro di beni durevoli dismessi da parte dei commercianti che vendono questo tipo di merce allo scopo di facilitare la creazione di un circuito di valorizzazione di queste merci ed eventualmente di riparazione e vendita o dono. • utilizzare e proporre ai propri clienti prodotti realizzati con materia prima riciclata (carta igienica, carta assorbente da cucina, carta per fotocopie, tovagliette o tovagliolini, ecc.) • promuovere sistemi di consegna a domicilio di bevande. I sistemi di vendita di prodotti alla spina permettono di ridurre la produzione di rifiuti sia di tipo terziario e secondario che primario. Per alcune tipologie di prodotti, di solito detergenti e detersivi, si può utilizzare più volte lo stesso contenitore che viene pagato dal cliente solo al primo acquisto e comprando in quelli successivi solo il prodotto contenuto. Questo tipo di organizzazione è stata attuata sia nella grande distribuzione, ma anche con metodi di vendita a domicilio. Con questo sistema di vendita l’80% dei contenitori viene riutilizzato almeno una volta. Nel caso di prodotti alimentari è possibile la vendita alla spina vera e propria, come l’utilizzo di contenitori a rendere, che a volte danno delle maggiori garanzie dal punto di vista igienico (ad es. il latte).

12.1.4. Riduzione delle stoviglie usa e getta nelle manifestazioni, fiere e sagre Esistono casi in cui è stato fortemente disincentivato l’utilizzo di stoviglie monouso nelle manifestazioni pubbliche, fiere e sagre, arrivando in certi casi ad inserire come criterio per poter ottenere la possibilità di occupare il suolo pubblico per la manifestazione la condizione di avere una gestione delle stoviglie ambientalmente più sostenibile. Questo è proprio il contesto in cui potrebbe trovare la giusta collocazione

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l’utilizzo delle stoviglie biodegradabili. Se tutti i rifiuti residuali fossero compostabili ne verrebbe semplificata anche la raccolta e la successiva gestione. Per favorire l’adozione di tecniche innovative nella gestione delle sagre dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano potrebbe promuovere progetti di Ecofeste o Ecosagre sulla scorta delle esperienze ormai consolidate in molte Province che prevedono la realizzazione della raccolta differenziata di organico, carta, plastica, vetro, alluminio e banda stagnata nelle sagre enogastronomiche che si svolgono sul territorio provinciale. L’iniziativa viene di norma realizzata in collaborazione con gli enti locali, i coordinamenti provinciali di Pro Loco e con le Aziende di Raccolta. Il Progetto dovrebbe rivolgersi agli organizzatori delle sagre e delle altre iniziative gastronomiche che valorizzano la tipicità dei prodotti, con il fine di incentivare, in tali manifestazioni, la raccolta differenziata. Infatti soltanto con un sensibile miglioramento della raccolta differenziata, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è possibile perseguire le priorità stabilite dalle normative vigenti e suggerite dalla volontà di tutelare e preservare l’ambiente con il riutilizzo, il riciclo ed il recupero dei materiali. Oltre alla fornitura gratuita di sacchetti colorati per favorire la differenziazione dei rifiuti, la Provincia si può impegnare a riconoscere un contributo economico a favore di quelle sagre che si impegnano ad acquistare stoviglie biodegradabili per ridurre buona parte del maggior costo che questo tipo di bene ha rispetto a quelli tradizionali in plastica non riciclabile. Occorre ricordare che il migliore metodo di riduzione delle stoviglie usa e getta rimane quello di utilizzare le stoviglie lavabili, e per questo genere di manifestazioni sono state realizzate delle strutture di lavaggio, le cosiddette “lavapiatti mobili” che vengono fornite con 200 coperti infrangibili per ciascuna lavastoviglie (posate in acciaio, bicchieri in policarbonato e piatti in melamina). Tali strutture sono appositamente pensate per le feste itineranti e quindi sono alloggiate in una struttura semovente che può rimanere all’aperto e che deve solo essere allacciata alla energia elettrica ed al carico e scarico dell’acqua. La complessità logistica ad attivare questo servizio per gli organizzatori di eventi è nell’individuare un soggetto che possa gestire prenotazioni, manutenzione, rimessaggio della lavapiatti mobile.

12.1.5. L’incentivazione del mercato dei materiali riciclati

Per favorire la diffusione dei prodotti ottenuti dai materiali riciclati l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano potrebbe promuovere iniziative simili alla mostra Ecofatto della Fiera Ecomondo di Rimini coinvolgendo anche le associazioni di volontariato per favorire i mercatini dello scambio. Con il supporto della Regione e/o della Provincia potrebbe inoltre operare un analisi economica ed ambientale delle possibilità di commercializzazione dei prodotti recuperati identificando eventualmente le azioni di certificazione o di sostegno per la diffusione dei prodotti. Tale fondamentale strategia viene denominata GPP, ossia Green Public Procurement. Il GPP, traduzione in italiano Acquisti Pubblici Verdi, è uno strumento di sviluppo sostenibile rivolto alle Pubbliche Amministrazioni e agli Enti Locali per orientare i loro acquisti verso prodotti maggiormente compatibili con l’ambiente. “Acquistare verde” significa

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ristrutturare gli ordini di acquisto ed eventualmente anche le esigenze che li determinano sulla base non solo del costo monetario del prodotto/servizio, ma anche sulla base degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita. In sostanza, il GPP è uno strumento volto a rivedere le pratiche d’acquisto delle Pubbliche Amministrazioni a favore di beni e servizi che riducono l’uso delle risorse naturali, la produzione di rifiuti, le emissioni inquinanti, i pericoli e i rischi per l’ambiente e l’uomo ottimizzando quindi il “servizio” offerto dal prodotto. Per rendere “verdi” gli acquisti di un’amministrazione è necessario agire sulle modalità con cui questi vengono realizzati, in particolare è necessario inserire dei criteri nei bandi di gara per l’acquisto di prodotti e la fornitura di servizi.

12.1.6. Riduzione della carta negli uffici pubblici e privati.

Nell’era dell’innovazione tecnologica è possibile diminuire il consumo di carta senza dover rinunciare alla comunicazione tra i vari interlocutori. Si propone quindi l’adozione di semplici tecniche di riduzione di tale frazione per gli uffici e quelli privati, implementando eventualmente, per quelle comunicazioni che non possono essere sostituite da un supporto informatico, anche l’uso della carta riciclata. Si parla quindi di tecniche di stampa, riutilizzo dei fogli, ecc. Tramite semplici manifesti da introdurre negli uffici, in prossimità delle stampanti e delle fotocopiatrici, sarà possibile ottenere una prima sensibilizzazione dei dipendenti.

12.1.7. Sensibilizzazione dei punti vendita nei confronti del progetto “Buon Samaritano” Il supermercato che aiuta gli indigenti tramite il progetto Buon Samaritano ha innanzitutto un guadagno di immagine, e per favorire questo mercato della solidarietà è necessario dare la giusta visibilità a quest’azione che viene ormai adottata da tutti i grandi punti vendita, quindi tramite campagne informative nei confronti dei cittadini e dei commercianti. Per ridurre gli sprechi alimentari, diminuire la produzione di rifiuti organici e sostenere gli enti assistenziali è possibile coinvolgere catene commerciali e di ristorazione, mense aziendali, non soltanto comunali, aziende alimentari ed altri soggetti produttori di derrate in surplus, realizzando un circolo virtuoso utile all'intera collettività.

12.1.8. Promozione della vendita sfusa di beni presso gli esercizi commerciali La vendita sfusa è un modo semplice ed economico per ridurre gli imballaggi, che una volta aperti si trasformano in rifiuti da smaltire, con costi per l’utente e conseguenze per l’ambiente se non sono riciclabili.

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Gli step per l’attivazione del progetto prevedono la concertazione con la Grande Distribuzione Organizzata e le aziende produttrici per distribuire, nei punti vendita, detergenti sfusi. Il cliente compra il flacone vuoto la prima volta, mentre le volte successive lo può riutilizzare acquistando solo il prodotto desiderato. Sarà necessaria la sperimentazione della nuova forma distributiva con il mantenimento di competitività (qualità) rispetto ai prodotti tradizionali, nonché un risparmio per il consumatore con la possibilità di acquistare prodotti alimentari sfusi quali vino, caffè, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca, ottenendo così un risparmio di confezioni che si traduce in riduzione dell’ impatto ambientale.

12.1.9. Allungamento della vita di beni ingombranti e durevoli L’obiettivo è quello di promuovere un uso più prolungato dei beni e creare una zona di transito degli oggetti in disuso prima che divengano rifiuti. Questo sistema può rappresentare anche un utile supporto al miglioramento complessivo del sistema integrato. Si cita come esempio, la proposta avviata in alcuni Comuni che va sotto il nome di Giornata del Riuso, organizzata tramite alcuni mercatini allestiti nelle varie circoscrizioni della città. “Si rimettono in circolo le cose che non si utilizzano più con la certezza che a qualcun altro possano servire ancora. Un meccanismo che ha una ricaduta immediata, allungare la vita degli oggetti. A casa non si torna quasi mai a mani vuote, a fine giornata rimane solo una minima parte delle oggetti esposti, inoltre i capi d’abbigliamento “invenduti” vengono destinati ai centri raccolta della Caritas o ad altri progetti di sostegno. Il resto finisce nei centri di raccolta rifiuti. Oppure è possibile dotare il centro comunale di raccolta di un’area dedicata a mercatino dell’usato. La realizzazione del mercatino nella stessa sede del centro di raccolta comunale necessità però di spazi adeguati per l’esposizione degli oggetti. In diverse realtà i centri comunali di raccolta dotati di mercatino dell’usato sono diventati anche luogo di aggregazione per gruppi di volontari che li gestiscono in convenzione con il Comune o anziani che vi trovano spazi di socialità ed occasioni di utilità sociale.

12.2. Obiettivi di riduzione

La revisione dei flussi di rifiuti urbani previsti deve essere attuata sia in relazione alla quantità sia alla qualità dei rifiuti urbani prodotti, poiché questi influiscono direttamente sull’impiantistica con conseguenti errati dimensionamenti, rischiando di avere esuberi di rifiuto per alcune tipologie di impianti e carenza di rifiuto per altri. Quindi per raggiungere l’obiettivo non solo della stabilizzazione della crescita dei rifiuti ma anche la loro diminuzione nelle proporzioni indicate precedentemente, è necessario attivare sistemi di RD domiciliari più efficienti e puntuali come previsto nel piano ma anche progettare e poi realizzare un Piano di Prevenzione e Riduzione dei rifiuti che contestualizzi e sviluppi le azioni di prevenzione da adottare. Solo così il sistema potrebbe raggiungere dei livelli di RD che arrivino sino al valore dell’80 - 85% del differenziato.

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13.ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

13.1. Fondamenti della comunicazione ambientale

L’adozione della Dichiarazione di Stoccolma nel 1972 da parte della Comunità Internazionale, per la prima volta prescrive che l’educazione e l’informazione ambientale sono strumenti essenziali per la tutela e la valorizzazione dell'ambiente. L’educazione ambientale deve, dunque, favorire l’apprendimento della complessità del mondo il cui viviamo. Lasciare quindi che importanti cambiamenti sociali o amministrativi nei servizi fruiti dai cittadini non sia accompagnato da un accurato sostegno comunicativo rischia quindi di trasmettere ai cittadini disattenzione verso di loro e rischia di non permettere agli stessi di fruire al meglio dei servizi disposti sul territorio. E’ proprio il cambiamento dei comportamenti l’obiettivo della comunicazione ambientale, questo perché l’obiettivo non è la promozione di un bene o di un servizio di mercato ma qualcosa di più complesso come l’intervento mirato ad orientare o modificare atteggiamenti e comportamenti verso l’ambiente stesso, con i suoi coinvolgimenti, bisogni e servizi. La comunicazione deve essere considerata come strumento per rendere percettibile l’ambiente, per ridurre le discordanze tra la percezione soggettiva dei rischi ambientali ed il loro valore oggettivo, per cambiare profondamente un comportamento collettivo. In quanto strumento, la comunicazione in ambito sociale ed ambientale deve assimilare alcuni concetti chiave come: • la trasparenza, che sottintende una fiducia reciproca nel mettere a conoscenza l’interezza di un problema, da tutti i suoi punti di vista e con ciò l’assunzione di responsabilità che determina; • l’ascolto delle necessità dei cittadini-utenti con una attenzione particolare alle loro aspettative ed esigenze, anche specifiche; • la semplificazione, necessaria per facilitare la comprensione da parte di un pubblico che si presenta quanto mai eterogeneo dal punto di vista sociale e culturale; • la partecipazione, in quanto la trasparenza e l’assunzione di responsabilità chiudono un ciclo virtuoso proprio nella partecipazione, cioè il coordinamento, con la propria competenza e la propria responsabilità alla realizzazione di un obiettivo d’interesse collettivo. La comunicazione ambientale è quindi una modalità di conoscenza e diffusione di pratiche e comportamenti cosi come delle motivazioni che li determinano. Tali comportamenti virtuosi in campo ambientale e per lo sviluppo sostenibile debbono essere motivati e comunicati grazie a campagne di comunicazione integrata che costruiscano meccanismi di adesione ai modelli di sostenibilità ambientale sul medio e lungo termine. Trattandosi di messaggi che devono influire sull'agire dei cittadini, è opportuno evidenziare i vantaggi che l'assunzione di un determinato comportamento possono garantire, incoraggiando la modifica di abitudini consolidate.

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13.2. Strategie di comunicazione

In linea generale esistono molteplici modalità di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini da impiegare nella promozione di un sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani per spingere concretamente nella direzione dell’incremento delle raccolte differenziate. Le varie strategie devono essere progettate in funzione degli obiettivi da raggiungere, della tipologia e dell’urbanizzazione del territorio, della organizzazione sociale locale, del sistema di raccolta messo in atto, delle novità previste per il sistema di raccolta. Vi sono alcuni elementi di cui è necessario tenere conto per la stesura delle strategie d'informazione: • SINERGIE TRA LE VARIE AZIONIDI INFORMAZIONE E COINVOLGIMENTO. Per ottenere il massimo effetto possibile è opportuno,in sinergia, coordinare al meglio gli interventi previsti. La pianificazione degli interventi dovrà prevedere di coinvolgere, in un periodo di tempo limitato, fasce parallele di popolazione come alunni in età scolare, cittadini adulti, corpo docente, associazioni locali. In particolare, il coinvolgimento dei bambini delle scuole elementari e medie ha una valenza sociale perché, anche se in tempi non immediati, permette di incentivare lo sviluppo di una nuova sensibilità ambientale ed etica nelle generazioni future e di ampliare il senso di appartenenza dell’uomo all’ambiente, rendendo gli studenti attivi nel rapporto con il proprio territorio. • OBIETTIVI REALISTICI COORDINATI CON I SISTEMI DI RACCOLTA. Per ottenere un’ottimizzazione del sistema di raccolta differenziata, tutto il sistema di raccolta viene tarato su un preciso obiettivo di raccolta differenziata che, per ragioni di funzionalità ma, soprattutto, di economicità, dovrà essere raggiunto efficacemente in tempi brevi. • CORRESPONSABILIZZAZIONE AI RISULTATI. E’ di fondamentale importanza, per ottenere una corretta percezione del messaggio veicolato, che tutti gli attori si sentano responsabilizzati al risultato. La comunicazione infatti deve fare leva sulla responsabilità specifica del singolo cittadino, cosi come degli altri attori, nei confronti dei risultati ottenuti nella raccolta differenziata. La gestione etica delle risorse e il rispetto della protezione del territorio e dell’ambiente in generale, non devono essere recepite come imposizioni, ma come opportunità per riacquistare una dimensione più a misura d’uomo nel proprio ambiente. • CAPILLARE COPERTURA DEL TERRITORIO E RAGGIUNGIMENTO DEI TARGET.Una campagna di comunicazione efficace dovrà porsi, innanzitutto, l’obiettivo di raggiungere con l’informazione la totalità degli utenti,così da ottenere la collaborazione della maggiore percentuale possibile di utenze nella realizzazione attiva della raccolta differenziata.

13.2.1. Pianificazione della campagna di comunicazione

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La campagna di comunicazione dovrà essere calibrata sul tipo di trasformazione del servizio che si rende necessaria. Dovrà quindi accompagnare le trasformazioni del servizio oppure comunicare servizi esistenti solamente laddove questi siano apprezzati ed utilizzati assiduamente dalla popolazione. Nelle esperienze di comunicazione in questa materia non vi è infatti nulla di peggio e di meno efficace che interventi di comunicazione che trasmettono messaggi contraddetti dal servizio di raccolta. La campagna potrà essere suddivisa in differenti fasi, ognuna delle quali vedrà impegnati attori differenti con la necessità di impiegare materiale e personale diverso. Il Comune e l’azienda di servizio dovranno lavorare a stretto contatto e le varie funzioni non potranno essere integralmente delegate. Fondamentale sarà il coordinamento dei diversi attori, ognuno dei quali avrà l’onere di mettere a disposizione la propria professionalità e la propria esperienza. In particolare il progetto di comunicazione dovrà porsi i seguenti obbiettivi: . Coinvolgere attivamente da subito la totalità delle utenze: o le motivazioni ambientali influiscono principalmente sui comportamenti dei cittadini già sensibili alla materia; per raggiungere efficacemente l’intera popolazione è indispensabile usare deciso tutte le motivazioni possibili; economica, normativa etc. . Mettere in evidenza i vantaggi del nuovo sistema: o In un territorio quale quello dell’Unione dei Comuni, che ha una potenziale vocazione turistica ancora da valorizzare risulta molto importante il miglioramento del decoro urbano. Le zone interessate dalle trasformazioni del servizio potranno essere zone residenziali, rurali o turistiche che potrebbero sentire fortemente il vantaggio di una nuova attenzione al loro decoro da parte del servizio di raccolta. Uno degli obiettivi del progetto di comunicazione sarà quindi quello di spiegare come, attraverso la domiciliare riorganizzazione del servizio, si possa ottenere un sensibile miglioramento del decoro urbano. . Far conoscere il nuovo servizio di raccolta: o Comunicare esattamente le nuove modalità del servizio, come giorni di raccolta, contenitori per i rifiuti riciclabili e non, modalità di esposizione dei materiali e sottolineare gli aspetti positivi legati alla nuovo servizio. . Promuovere il centro comunale di conferimento (eventuale se presente): o L’effetto trainante del nuovo servizio va sfruttato allo scopo di promuovere la raccolta differenziata di tutte le tipologie di rifiuto, comprese quelle che devono essere conferite al centro comunale di conferimento. In questo modo si ottimizzerà ulteriormente la favorevole situazione d’attenzione dei cittadini. . Evidenziare eventuali motivazioni economiche: o Oltre agli indiscussi vantaggi ambientali è necessario evidenziare i vantaggi che, grazie a questo tipo di raccolta, si avranno sulla tariffa; va sottolineato perciò che i costi sono purtroppo destinati ad aumentare comunque nel futuro prossimo (e lo sforzo di tutti non otterrà

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necessariamente l’effetto di diminuirli), sta ai comportamenti quotidiani di ciascuno, quindi, cercare di contenere il più possibile gli inevitabili aumenti. I destinatari della comunicazione a cui si vuole trasmettere un insieme di informazioni relative al nuovo sistema integrato di raccolta rifiuti sono i seguenti: • CITTADINI SINGOLI:ogni cittadino vive il rapporto con il mondo dei rifiuti in modo personale e soggettivo, un rapporto che si evolve con il passare del tempo in base alle vissute proprie esperienze. Per questo è necessario intervenire in modo chiaro e convincente in modo tale da convincere, dove necessario, dell’interesse collettivo e della necessità di modificare i comportamenti individuali. • SCUOLE: la sensibilizzazione e informazione dei benefici socio – ambientali della raccolta differenziata deve concentrarsi maggiormente negli istituti scolastici di I° e II° grado, dove le generazioni future possono rivestire un ruolo importante nel contribuire al senso civico di rispetto dell’ambiente. • FAMIGLIE:dalla preparazione dei pasti alla organizzazione sociale, il nucleo nel quale si producono maggiormente i rifiuti è nella famiglia. Il singolo vive il rapporto con i rifiuti oltre che come cittadino singolo, anche come membro di una famiglia. Tentare di educare una famiglia ad un corretto comportamento in merito ai rifiuti significa trasmettere al patrimonio di conoscenze, abitudini, comportamenti e soprattutto valori di una famiglia, nuovi elementi che questa poi potrà far propri e poi a sua volta trasmettere. • GRUPPI O ASSOCIAZIONI:come la famiglia anche i gruppi o le associazioni, di cui molti cittadini fanno parte, hanno un ruolo ed un peso determinanti nella società. Per questo sensibilizzare un gruppo significa sia aumentare l’impatto sociale del messaggio che comunichiamo, sia aumentare la possibilità di trovare nuovi canali per raggiungere il maggior numero di utenti. • UTENZE NON DOMESTICHE:le utenze non domestiche sono quelle che per eccellenza necessitano di attenzione durante lo svolgimento di una campagna informativa, in quanto ognuna di loro ha esigenze e specificità proprie, difficili da conciliare.

13.2.2. Indagine preliminare e caratterizzazione territoriale Lo scopo principale dell’indagine socio - territoriale di monitoraggio, realizzata attraverso la raccolta di dati ed informazioni a diversi livelli, è la definizione dei seguenti parametri necessari per la pianificazione di un progetto esecutivo della comunicazione, che preveda una corretta promozione delle raccolte differenziate e, conseguentemente, una ottimizzazione della gestione generale dei rifiuti. Tale indagine preliminare dovrà quindi: • Conoscenza del territorio dal punto di vista delle dinamiche economiche locali, della strutturazione sociale del territorio, delle abitudini e degli stili di vita dei cittadini ecc.;

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• Indagine sui fabbisogni di informazione, della percezione e delle attese in merito all’argomento “gestione rifiuti” da parte dei diversi target della popolazione; • Scelta della modalità di trasmissione del messaggio e delle azioni “personalizzate” da intraprendere in funzione dell’elaborazione dei dati raccolti.

13.2.3. Obiettivi della campagna di comunicazione

Lo scopo principale del progetto dovrà essere quello di promuovere la raccolta differenziata spinta dei rifiuti urbani attraverso interventi coordinati ed articolati che, tenendo conto delle peculiarità territoriali dei vari Comuni, permettano il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità previsti dal Decreto Legislativo n. 152/2006. Il progetto comunicativo dovrà puntare a raggiungere i seguenti obiettivi operativi: • Aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito al valore sociale, economico ed ambientale della raccolta differenziata; • Valorizzare l’impegno ambientale della popolazione dell’area interessata per creare un circolo virtuoso che coinvolga attivamente i cittadini aumentandone la sensibilità generale verso l’ambiente; • Coinvolgere attivamente i soggetti portatori di interessi diffusi in un intenso dialogo tematico anche con i cittadini in merito alle problematiche inerenti i rifiuti; • Accompagnare l’introduzione dei nuovi servizi di raccolta differenziata illustrandone le modalità; • Far rispettare le regole imposte con l’introduzione dei nuovi servizi (utilizzo corretto dei contenitori, conferimenti corretti, ecc.) Per essere in grado di ottenere dei risultati proporzionali agli investimenti stanziati nei progetti di gestione integrata dei rifiuti urbani, in termini di tempo ed energia ma anche quantitativi ed economici, è necessario assicurarsi la partecipazione dei cittadini e la loro disponibilità ad operare attivamente e con continuità quotidiana a favore di un corretto ed assiduo utilizzo del sistema di raccolta utilizzato sul territorio; infatti, le volumetrie dei sistemi di raccolta vengono pianificate ipotizzando obiettivi di coinvolgimento precisi che vanno assolutamente raggiunti in tempi il più limitati possibili. In generale la strategia informativa costituisce parte importante di un progetto complessivo di gestione integrata dei rifiuti e deve prevedere un'analisi orientativa dei singoli interventi all’interno di una visione generale della situazione con previsione degli obiettivi, sintesi delle modalità di attuazione e relativi costi. Per ottenere un’ottimizzazione dei costi di gestione dei rifiuti è quindi necessario integrare tra loro i vari interventi a livello di progettazione e attivazione del sistema di raccolta e di comunicazione ai cittadini equilibrando i relativi investimenti.0Solitamente il coinvolgimento dei cittadini non viene considerato fondamentale ma vi viene attribuita, invece, un’importanza marginale ed episodica al punto che spesso le amministrazioni investono meno del 1% della spesa totale senza mai calcolarne il potenziale ritorno

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economico e con il risultato di rischiare di creare, nella cittadinanza, confusione e fastidio per iniziative che le appariranno “imposte”. Per evitare di incorrere in questi spiacevoli episodi è importante considerare l’attività di comunicazione, a supporto della gestione dei rifiuti, come parte integrante ed indispensabile del sistema avente lo scopo di trasformare i cittadini, da semplici utenti fruitori di un servizio, ad attivi protagonisti nel suo cambiamento. L’esperienza acquisita negli ultimi anni in questo settore ha dimostrato che si possono ottenere notevoli successi ma che tali risultati dipendono essenzialmente dall’efficacia dei sistemi di informazione e di sensibilizzazione che consentono anche di ottenere una completa ottimizzazione dei costi di gestione del sistema.

13.3. Strumenti di comunicazione

I destinatari delle attività di informazione possono essere specificatamente suddivisi nelle seguenti categorie che vanno raggiunte attraverso interventi specifici e puntuali: • SOGGETTI ISTITUZIONALI: o Comune territoriale o Altri Enti eventualmente residenti o operanti nell’area • CITTADINI: o Cittadini residenti o Cittadini stranieri o Associazioni dei cittadini o Associazioni di volontariato • SCUOLE: o Alunni o Insegnanti o Personale scolastico non docente • ASSOCIAZIONISMO: o Associazioni ambientaliste o Gruppi di volontariato o Associazionismo di base • MONDO IMPRENDITORIALE o Associazioni di categoria o Associazioni imprenditoriali o Associazioni sindacali o Associazioni di commercianti • MEDIA LOCALI o Giornali

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o Radio o Free press Potrà essere estremamente efficace scegliere alcuni di questi target e coinvolgerli in una fase preliminare della comunicazione in modo da farli sentire non spettatori ma compartecipi delle decisioni e delle modalità del nuovo servizio e poi successivamente allargare la comunicazione agli altri. Ad esempio si può coinvolgere preliminarmente i gruppi direttivi delle associazioni (sociali e di categoria), cosi come i media locali e insegnanti per concordare con loro come raggiungere gli ulteriori target che questi stakeholders possono a loro volta coinvolgere (iscritti alle associazioni, pubblico dei media, alunni etc...). Gli strumenti utilizzati per raggiungere tali obbiettivi dovrebbero essere i seguenti: 1. Incontri pubblici informativi: Debbono essere organizzati da personale qualificato con l’obiettivo di proporre il nuovo sistema di raccolta e rispondere a domande e dubbi che i cittadini possano presentare. 2. Testimonial: Una possibilità affascinante di conferire ulteriore credibilità al messaggio è quella di individuare un personaggio di forte richiamo positivo (possibilmente legato alla realtà culturale locale) per fungere da testimonial per l’iniziativa e attirare l’attenzione del maggior numero di persone sul nuovo sistema. 3. Opuscolo informativo: Un pratico opuscolo potrà riportare illustrazioni con linguaggio di immediata comprensione, tramite disegni ed illustrazioni tutte le informazioni sulle diverse tipologie di rifiuti e le corrette modalità per il loro conferimento. 4. Comunicazione e incontri con utenze non domestiche (aziende): Le attività di informazione dedicate alle utenze non domestiche comprenderanno: consegna di materiale informativo specifico (lettera, opuscolo convocazione incontri ad hoc, delibera comunale), incontri pubblici dedicati, eventuale marketing telefonico e assistenza. 5. Attivazione di uno sportello informativo: Dovrebbe essere prevista l’attivazione di uno specifico sportello informativo in sperimentazione in ogni realtà nella quale si riorganizza il servizio (preferibilmente presso la sede del Comune) che funga da punto distributivo dei materiali e da punto informativo nella fase di avvio del servizio, operando a regime quale punto di contatto fondamentale tra l’ente pubblico e tutti gli utenti per attivazione dei servizi, informazioni, e in genere per tutte le operazioni e incombenze legate alla raccolta dei rifiuti urbani e alla gestione della tariffa. 6. Locandine per affissione in luoghi pubblici: Diversamente dai manifesti, le locandine, che dovranno comunque essere coordinate graficamente con il resto della campagna, avranno lo scopo, non solo di ricordare e rafforzare ulteriormente il motivo trainante della campagna, ma anche di ribadire notizie più specifiche quali, ad esempio, le date degli incontri pubblici oppure potranno esserci delle locandine specifiche per utenze particolari, ad esempio locandine per le utenze condominiali

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da apporre nell’androne comune riportanti dati sulle frazioni, il calendario di servizio o le particolarità delle utenze condominiali. 7. Conferenze e comunicati stampa: Lo scopo dell’organizzazione di conferenze stampa e della pubblicazione di comunicati stampa è quello di stabilire buone relazioni con gli organi di stampa, che possono avere un ruolo di grande rilievo nel sostenere, o viceversa, nell’ostacolare la campagna medesima e l’avvio del servizio. In diversi casi si è assistito a diverse inversioni di rotta nella percezione del servizio da parte della stampa che passava da stati di entusiasmo a percezioni di disastro. Comunicare puntualmente gli obiettivi raggiunti e i problemi risolti ed in via di risoluzione può risolvere tale problema. 8. Promozione sulla stampa locale: La comunicazione tabellare su periodici locali è un mezzo utile nella diffusione del messaggio in virtù dei seguenti principali punti di forza che la caratterizzano, molteplicità dei contatti ed alto grado di attenzione alla stampa locale. 9. Azioni di tutoraggio e monitoraggio: svolgono un'azione di comunicazione ed educazione ambientale più vicina all'utilizzatore e quindi un servizio capillare calato nel territorio interessato. In questo modo agli addetti, generalmente giovani di associazioni di volontariato locali con incarichi a tempo parziale anche da liste comunali o da uffici del lavoro, vengono affidate delle zone presso le quali svolgere: a. Azioni di informazione ed educazione ambientale per migliorare la consapevolezza dei problemi causati dalla mancata riduzione dei rifiuti e dal loro mancato recupero; b. Azione di promozione della raccolta differenziata e del riciclo; c. Organizzazione di incontri collettivi da tenersi in punti di aggregazione; d. Consulenza per aiutare a risolvere piccoli problemi legati a dubbi sulla raccolta differenziata o al compostaggio domestico oppure a difficoltà di smaltimento di particolari tipologie di rifiuti; e. Indagine sui vari servizi di raccolta; f. Monitoraggio del territorio e dei nuovi servizi. 10. Numero verde o call center: E’ un classico strumento di contatto con la cittadinanza, che crea quel flusso di comunicazione a due vie spesso essenziale per stimolare la funzione di ascolto dei bisogni degli utenti. L’attivazione e gestione di un numero verde a servizio del cittadino, inoltre, fornisce un appoggio essenziale all’utente, soprattutto nei casi in cui la variazione del sistema di raccolta potrebbe, per le sue caratteristiche tecniche, essere percepita dallo stesso come eccessivamente drastica o potenzialmente problematica. Un elemento essenziale di successo è poter disporre di un efficiente servizio telefonico di gestione dei reclami, e di erogazione di informazioni; 11. Giornata ecologica: giornata caratterizzata dalla sensibilizzazione dei temi di risparmio, riuso e riciclo.

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14.ATTIVITÀ DI CONTROLLO DEGLI UTENTI E DEL SERVIZIO

Il tema del controllo e della verifica del servizio di gestione integrata dei rifiuti nella gestione di un servizio pubblico locale è un passo fondamentale.Tale aspetto da parte dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano è necessario poiché la titolarità ad essi spettante del servizio li porta ad essere individuati come garanti della tutela degli interessi della collettività amministrata.

14.1. Attività di controllo del gestore Vi sono molte esperienze di controllo del servizio in Italia, l’anno 2010, alcun anni prima della redazione di questo documento, è però un momento particolare, nel quale viene introdotto il SISTRI, un sistema di controllo da parte dello Stato sulla filiera dei rifiuti.

14.1.1. Il SISTRI ed il sistema di controllo dell’Unione dei Comuni dell’AltoBradano Il SISTRI, sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, mira a tracciare il flusso dei rifiuti dalla produzione allo smaltimento, con particolare attenzione alla fase di trasporto e quella finale di smaltimento, ed è stato istituito con il recente D.M. del 17 Dicembre 2009, ai sensi dell’articolo 189 del Decreto Legislativo n. 152 del 04 Aprile 2006. Ancora ad oggi la tracciatura degli spostamenti dei carichi di rifiuti avviene tramite formulari cartacei. Dal 2010 il sistema informatizzato del SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) ha sostituito il “Formulario di identificazione dei rifiuti”, il “Registro di carico e scarico” e il “Modello unico di dichiarazione ambientale”. Si tratta di un sistema di rilevazioni automatiche basate su apparecchiature informatiche installate sui mezzi di movimentazione e nelle sedi delle società. La gestione del SISTRI è stata affidata al Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, il sistema è interconnesso telematicamente con l’Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – che fornisce, attraverso il Catasto Telematico, i dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti anche alle Agenzie Regionali e Provinciali di Protezione Ambiente, che a loro volta provvedono a fornire i medesimi dati alle competenti Province. Solo per la Regione Campania è previsto che il SISTRI prenda in carico sia i rifiuti speciali che gli urbani, mentre per le altre regioni italiane il SISTRI riguarda solo i rifiuti speciali e pericolosi ma non i rifiuti urbani. L’applicazione di questo sofisticato sistema di controllo da parte dello Stato su tutti i livelli del sistema di gestione dei rifiuti speciali è stata l’occasione di implementare contemporaneamente un proprio sistema di reportistica del servizio che utilizzi strumenti simili di georeferenziazione dei mezzi e dei contenitori. Per individuare il sistema di trasmissione più idoneo per ogni situazione operativa si possono analizzare i vari sistemi di trasmissione che normalmente vengono impiegati per gestire ed ottimizzare i servizi di

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raccolta e spazzamento. L’intero modello organizzativo deve quindi essere supportato dalle tecnologie più evolute, sia per agevolare le prestazioni umane che per gestire i flussi informativi. Relativamente alla gestione dei flussi informativi, vi deve essere il supporto di una specifica procedura informatica. La tecnologia impiegata deve quindi adottare i migliori standard di mercato, con particolare riferimenti ai protocolli di rete TCP/IP per l’infrastruttura, ed ai protocolli hardware e software più comuni, sia di sistema che applicativo. Ciò determina la possibilità di condividere parte dei dati residenti nel database aziendale,con altri operatori professionali al di fuori dell’intranet, stabilendo il profilo di accesso come mostrato nella figura successiva.

I mezzi satellite, esclusivamente adibiti alla raccolta, conferiranno direttamente nel mezzo madre o nel press/container o container con coperchio, posizionati in zone logisticamente strategiche. L’automezzo madre dovrà essere dotato di sistema di riconoscimento del mezzo satellite in avvicinamento ed è in grado di registrarne il peso dei rifiuti conferiti. I dati dovranno essere poi trasmessi da remoto al sistema centrale. Tutti i mezzi di raccolta monteranno un dispositivo di localizzazione GPS e trasmissione dati GPRS. Il sistema sarà costituito da una centralina dotata di sistema di localizzazione con ricevitore GPS, modem per trasmissione dati con tecnologia GPRS o superiore volto a garantire il costante e continuo collegamento dell’automezzo al centro di servizio ed il tracciamento automatico dello stesso in real time nonché la trasmissione dei parametri operativi di servizio e/o pesatura/identificazione.

14.1.2. Sistema di controllo del servizio Il controllo deve avere come obiettivo la revisione tecnica, economico finanziaria e tariffaria dei documenti di pianificazione in modo da poter consentire anche un’integrazione ed un perfezionamento delle informazioni possedute in sede di prima pianificazione,in modo da poter poi utilizzare questo patrimonio di informazioni e di conoscenza del servizio per poter affinare il successivo capitolato d’appalto. La definizione dei controlli potrà essere opportunamente basata su di alcuni principi generali:

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• il valore dell’efficienza, e quindi in questo caso la capacità di recuperare delle informazioni nel modo più semplice e corretto possibile; • la condivisione della esigenza del controllo e degli esiti scaturiti dallo stesso con i destinatari finali del servizio, ovvero, oltre all’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, gli utenti. Le verifiche sul servizio potranno attuarsi con controlli diretti sul territorio, svolti ad esempio con la struttura dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano (per quanto di propria competenza), sia indirette, ovvero basate su report e dati forniti dai soggetti coinvolti (principalmente il Gestore dei servizi). Vista la tipologia articolata e dispersa sul territorio dei servizi erogati dal Gestore, l’esercizio dell’attività di controllo dipenderà in gran parte dalla capacità di recupero di informazioni tempestive e veritiere da parte dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano; per questo motivo è opportuno coinvolgere tutti i soggetti interessati (Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, Gestori, utenti, Provincia), per ottenere, anche indirettamente, tali informazioni. Attività di controllo indirette tramite report forniti dal Gestore La modalità principale di reperimento di informazioni indirette potrà essere rappresentata da specifici obblighi di reportistica definiti a carico del Gestore e che questo dovrà fornire all’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, per norma di legge o per impegno contrattuale. Il sistema di informazioni fornite dal Gestore potrà essere articolato indicativamente su quattro strumenti principali: • report tecnici, contenenti informazioni sullo stato di avanzamento degli interventi previsti e sull’erogazione dei servizi effettivamente prestati rispetto a quelli previsti; • report reclami, contenenti una sintesi sulla natura e la quantità dei reclami sporti dagli utenti direttamente al Gestore; • report economici, contenenti dati sull’andamento dei costi operativi, dei ricavi, nonché sui flussi di spesa per investimenti; • dati specifici di bilancio e budget e dati periodici derivati dal sistema di controllo di gestione interno del Gestore. Attività di verifica e controllo dirette L’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, per loro conto, potrà riservarsi la possibilità di svolgere attività di controllo dirette sul Gestore dei servizi, mediante tecnici della propria struttura o anche esterni appositamente incaricati. Data la natura occasionale di questi controlli, legata ad esigenze specifiche non standardizzabili, potrà essere predisposto di volta in volta, il più idoneo schema di report, riservandosi la facoltà di definire il momento e la natura del controllo specifico da effettuare. Le attività di controllo e ispezione dirette potranno riguardare la verifica dello stato di avanzamento degli interventi previsti, dell’effettuazione dei servizi, i dati tecnici relativi all’organizzazione dei servizi e quelli contabili e amministrativi.

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Attività di incentivazione degli addetti alla raccolta Per ottenere il massimo risultato possibile risultano fondamentali le attività di continuo controllo sulla qualità dei conferimenti operati dagli addetti alla raccolta che devono essere coinvolti in ripetuti e specifici corsi di formazione ed aggiornamento professionale tenuti da esperti del settore. Tale attività formativa e motivazionale, nei confronti degli addetti alla raccolta, risulta infatti di estrema importanza per la buona riuscita del servizio stesso ma spesso non viene curata con il necessario impegno. Quale elemento qualificante della nuova modalità di riorganizzazione del servizio si propone di far operare gli stessi operatori nelle diverse aree di raccolta individuate ed a rendere obbligatorio il riconoscimento di un premio di produzione annuale agli addetti (pari ad un quinto dei ricavi ottenuti dalla vendita dei materiali che equivale mediamente ad un aumento massimo della retribuzione degli addetti del 5% annuo) correlato non solo al grado di soddisfazionedegli utenti nelle singole zone di raccolta (ottenuto tramite il customer satisfaction su un campione di almeno 200-300 utenti intervistati telefonicamente) ma anche alla qualità e quantità della RD nelle diverse aree di raccolta. Tale strategia organizzativa, in altri contesti presi a riferimento, ha consentito di mantenerla nel tempo e migliorare costantemente i risultati ottenuti dopo la fase iniziale di avvio del servizio. Attività di controllo indirette via utenti Gli utenti potranno opportunamente rivolgersi, oltre che al Gestore, all’’Unione dei Comuni (attraverso strutture quali URP o similari), segnalando le eventuali inadempienze del Gestore rispetto al Contratto di servizio e nell’esecuzione dello stesso. Le segnalazioni degli utenti potranno avvenire sia verbalmente che per iscritto. Le comunicazioni scritte potranno essere predisposte, per quanto possibile, secondo un formato predefinito congiuntamente dall’Unione de Comuni con il Gestore, in modo funzionale all’evidenziazione di ciascuno degli argomenti del controllo, in modo da poter interscambiare i dati ed evitare il più possibile la “doppia segnalazione”. Si è infatti osservato spesso che certe tipologie di utenti segnalano più volte e ad interlocutori differenti i problemi di servizio ai quali si trovano confrontati, è quindi necessario che la modalità di segnalazione delle problematiche sia pronta a poter conoscere ed evitare la moltiplicazione per gemmazione delle segnalazioni ma anzi, proprio nella sua fase elettronica sia calibrata per poter verificare in permanenza se non vi siano altre segnalazioni da quella persona o da quel numero civico. Tale verifica deve essere fatta anche rispetto al passato in modo da poter ricostruire la storia di una data problematica ed anche della sua risoluzione in modo da poter comprendere meglio la genesi di eventuali nuovi problemi oppure il lavorio necessario nel passato a trovare una soluzione ad un dato problema.

14.1.3. Attività di controllo sugli utenti I controlli sulle utenze che conferiscono al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti sono di estrema importanza per la buona riuscita del servizio stesso, in particolar modo in quei territori dove sono attivati servizi di raccolta domiciliari.

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Il passaggio da una metodologia di conferimento a cassonetto stradale ad una domiciliare comporta infatti per l’utente un evidente aggravio di responsabilità ed un cambiamento di abitudini quotidiane. Affinché il sistema di raccolta raggiunga gli obiettivi previsti dalla pianificazione, mantenendo un’ottimizzazione delle qualità ambientali generali, le indicazioni funzionali alla raccolta devono essere osservate con scrupolo e dedizione. L’abbandono del precedente sistema a cassonetti stradali rende infatti il sistema di conferimento meno elastico, poiché impegna l’utenza al rispetto di orari e modalità, tuttavia, come argomentato nelle parti precedenti del Piano, è una scelta necessaria per ottenere i risultati previsti dalla pianificazione e dalla normativa di riferimento. Per lo specifico controllo sulla conformità dei comportamenti degli utenti a quanto previsto, in sede di attuazione del Piano, dai regolamenti predisposti per la gestione dei rifiuti urbani, i soggetti deputati primari sono i Comuni e l’Unione dei Comuni con essi. Occorre precisare che i controlli sugli utenti hanno la funzione di rendere percepibili agli utenti il fatto che la gestione integrata dei rifiuti non prevede più i comportamenti virtuosi e la raccolta differenziata come elementi facoltativi del servizio ma che occorre conformarsi alle norme di comportamento proposte. Spesso i controlli quindi hanno anche una valenza comunicativa nel riuscire a trasmettere ai cittadini la nuova attenzione che le amministrazioni locali hanno sul tema. Occorre ulteriormente ricordare che in tutta Italia i cittadini che sono chiamati ad impegnarsi nei temi ambientali e specialmente laddove viene attivato un sistema di raccolta domiciliare vi è una diffusa richiesta dal parte di cittadini di veder comminate sanzioni a coloro che ripetutamente violano i regolamenti rendendo spesso vano il lavoro di molti. Nel regolamento per la gestione dei rifiuti urbani potranno essere opportunamente previste per tale controllo alcune possibilità operative, che in tal modo otterranno adeguato supporto normativo, quali: . controllo attraverso i Vigili Urbani: in questo caso non sono necessarie ulteriori attribuzioni di poteri sanzionatori in quanto Agenti di pubblica sicurezza; . controllo attraverso l’istituzione di specifica Vigilanza Ambientale, da ricercarsi all’interno dei dipendenti di una o più Amministrazioni (eventualmente consorziate); per tale opzione necessitano gli atti formali di attribuzione di determinati poteri sanzionatori; . controllo attraverso le Guardie Ecologiche Volontarie per mezzo di convenzioni puntuali e, come per il punto precedente, dell’attribuzione di formali poteri sanzionatori. Nelle procedure sopradescritte il ruolo dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano potrà essere sia di supporto normativo e organizzativo ai Comuni sia di assunzione diretta delle funzioni sopra richiamate, per le forme che si riterranno più opportune attuare. La partenza del servizio domiciliare presenta in fase di avvio un periodo di assestamento, necessario sia all’utenza per abituarsi alla corretta esposizione dei contenitori seguendo le indicazioni riportate nell’Eco - calendario, sia agli operatori che effettuano materialmente la raccolta per imparare i percorsi e rispettare i tempi di raccolta. Nei periodi immediatamente successivi all’avvio viene richiesta la massima

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collaborazione agli utenti affinché segnalino tempestivamente il verificarsi di disservizi, mancate raccolte, mancato rispetto dei giorni previsti. Superata questa fase di assestamento, si constata in genere una drastica diminuzione del numero di disservizi segnalati.Gli eventuali problemi residui non sono in genere addebitabili al servizio, quanto agli utenti, non ancora abituati a rispettare gli orari di esposizione dei contenitori e a differenziare correttamente i rifiuti. Allo scopo di migliorare l’efficienza del sistema di raccolta, aumentando la qualità del materiale raccolto, è necessario un sistema di segnalazione immediata all’utenza di eventuali errori di conferimento. Ciò è realizzabile concretamente con la stampa di adesivi standard in duplice copia, riportanti la descrizione di massima delle difformità, che gli operatori sono tenuti ad applicare sul contenitore appena svuotato. La seconda copia con l’indicazione del codice transponder o numero di matricola del contenitore su cui è stato applicato, è gestita dal sistema di controllo qualità e permette di operare una ricerca su software gestionale dei codici indicati per risalire all’utenza e tracciare la difformità del conferimento. Questo sistema rappresenta un valido supporto ai controlli effettuati direttamente dagli addetti alla vigilanza, ma pur costituendo un deterrente, ha il vantaggio di fornire in tempo reale all’utente indicazioni utili al miglioramento della differenziazione. La segnalazione alle utenze sarà operata anche per gratificare, a campione, i comportamenti corretti dei cittadini in caso di esito positivo della verifica con l’apposizione di un adesivo “amichevole” (di colore verde). Gli adesivi utilizzati saranno quindi di quattro tipologie: • Azzurro: viene applicato se il materiale conferito corrisponde solo parzialmente a quanto indicato nel regolamento (presenza di materiali impropri e/o orario o giorno di raccolto errato). L’utente viene così invitato ad adeguarsi al nuovo regolamento di raccolta e/o ordinanza e viene avvisato che subirà a breve altri controlli;

• Giallo: viene applicato se il materiale conferito corrisponde solo parzialmente a quanto indicato nel regolamento (presenza di materiali impropri e/o orario o giorno di raccolto errato). L’utente viene così invitato ad adeguarsi al nuovo regolamento di raccolta e/o ordinanza e viene avvisato che subirà a breve altri controlli;

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• Rosso: il materiale conferito presenta evidenti impurità all’interno e/o non è neppure parzialmente conforme a quanto stabilito nel regolamento/ordinanza oppure il comportamento non conforme risulta essere già stato evidenziato in precedenti controlli (cartellino giallo). L’utente viene quindi avvertito che verranno segnalati tali episodi al corpo di polizia municipale per l’adozione delle conseguenti sanzioni.

• Verde: viene applicato per evidenziare che il controllo ha evidenziato che il materiale è conforme a quanto stabilito nel regolamento/ordinanza. L’utente viene così ringraziato e potrebbe essere gratificato nel continuare il suo comportamento virtuoso tramite tale segnalazione anche al fine di applicare e/o confermare eventuali sconti sulla TARSU/TARI o la partecipazione a successive iniziative di estrazione a sorte di premi ecocompatibili.

14.2. Carta dei Servizi

La Carta dei Servizi è uno degli strumenti indispensabili per la definizione e per il monitoraggio degli standard qualitativi delle attività erogate dal gestore di un servizio pubblico. Nella Carta dei Servizi sono chiariti i diritti degli utenti e i principi che ispirano la prestazione dei servizi, riconoscendo i diritti di trasparenza, di partecipazione ed informazione e definendo le modalità di presentazione di reclamo da parte di questi ultimi.

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In essa debbono essere riportati i principali obiettivi di qualità e standard di servizio, nonché le finalità e le modalità organizzative applicate. La carta dovrà essere resa disponibile a tutti gli utenti e consegnata a ciascun nuovo utente al momento della sottoscrizione del contratto di utenza. La stessa sarà altresì disponibile sul sito del gestore. Con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 Gennaio 1994 "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici", sono stati definiti i principi cardine su cui fondare il rapporto fra gestore ed utenza al fine di garantire il massimo di trasparenza. La Carta dei Servizi realizzata nei termini della normativa citata, individua adeguati indici di efficienza ed efficacia circa le modalità di erogazione di servizio che dovranno essere successivamente poste come obiettivi nell’ambito del contratto di servizio con l’affidatario dei servizi. Gli indici dovranno essere misurabili non limitandosi solo ed esclusivamente ad aspetti previsti ai quantitativi di frazioni raccolte (ad es. percentuali di raccolta differenziata), ma dovranno considerare aspetti inerenti la modalità di erogazione dei servizi (ad es. tempi di intervento su segnalazione per i servizi a chiamata, numero dei mezzi per la sostituzione, ecc.) La Carta dei Servizi, che dovrà essere resa pubblica, dovrà essere approvata dall’Assemblea con la partecipazione di rappresentanti degli utenti (ad es. comitati di cittadini, associazioni o enti rappresentativi del territorio) e nelle medesime modalità essere periodicamente revisionata ed approvata. All’interno della Carta dei Servizi è auspicabile che venga enunciata una politica per la qualità, l’ambiente e la sicurezza utilizzando come riferimento le norme ISO applicabili ai sistemi gestionali afferenti. I Principi fondamentali espressi nella carta dovranno essere: • Parità di accesso al servizio (uguaglianza degli utenti) • Imparzialità • Continuità del servizio • Partecipazione pubblica • Efficienza ed efficacia dell’azione • Cortesia • Accessibilità e chiarezza della comunicazione • Rispetto della “privacy” • Tutela dell’ambiente • Condizioni principali di fornitura Vi dovranno essere indicati almeno i seguenti indicatori: • Luogo e orario di apertura al pubblico degli sportelli al cittadino • Tempi di attesa agli sportelli al cittadino • Attuazione di pratiche per via telefonica e/o per corrispondenza e/o via internet • Obiettivi di tempi di attesa telefonici • Fascia di puntualità per gli appuntamenti con l’utente • Informazione agli utenti

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• Rapporti con gli utenti, modalità strumenti, etc • Procedure per sporgere reclamo, tempi e modalità di risposta • Procedure per presentare richieste scritte, tempi e modalità di risposta • Facilitazioni per particolari fasce di utenti • Modalità di pagamento (laddove passati a tariffa) • Penali (laddove passati a tariffa) • Modalità di fatturazione bollettazione (laddove passati a tariffa) • Modalità di rettifica dati di fatturazione/bollettazione (laddove passati a tariffa) • Oneri di spedizione (laddove passati a tariffa)

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15.INCENTIVAZIONE ECONOMICA DELL’ADESIONE AGLI SCHEMI DI RACCOLTA

Al fine di incentivare dal punto di vista economico l’adesione da parte degli utenti agli schemi di raccolta differenziata proposti, premiando i comportamenti virtuosi orientati al contenimento dei rifiuti indifferenziati a smaltimento e all’avvio a recupero delle frazioni differenziabili, si evidenziano le seguenti linee di azione: • Applicazione della tariffa puntuale dei servizi alle utenze; • Automatizzazione ed integrazione della rete dei Centri Comunali di Raccolta.

15.1. Applicazione della tariffa puntuale In merito alle azioni che riguardano l’introduzione della tariffa (il cui obiettivo è quello di far pagare per un preciso servizio ed in funzione del suo reale utilizzo), si ritiene utile approfondire le possibili positive ricadute dell’applicazione puntuale della tariffa. Con questo termine si fa riferimento alla possibilità di adottare sistemi di rilevazione e quantificazione della produzione dei rifiuti riferiti ad ogni singola utenza (eventualmente aggregata a livello di singolo edificio) evitando dunque di accomunare sotto un medesimo regime tariffario interi quartieri o aggregazioni comunali. L’obiettivo finale è infatti di poter esercitare un’effettiva azione premiante alla partecipazione ai programmi di riduzione e raccolta differenziata messi in atto dall’Amministrazione Comunale in modo da coinvolgere il singolo cittadino e non la comunità indistintamente, perché diversamente non ci sarebbe alcuno stimolo ad assumere comportamenti virtuosi. A differenza di quanto rilevato in riferimento ai sistemi domiciliari e di prossimità, che raggiungono il livello massimo di RD subito dopo l’effettuazione di campagne di sensibilizzazione ma poi presentano un calo di partecipazione più o meno evidente, la tariffazione puntuale consente di ottenere una partecipazione costante e duratura nel tempo poiché la singola utenza può verificare e beneficiare direttamente del risultato del suo impegno nel differenziare il rifiuto prodotto potendo valutare gli effetti in relazione all’importo tariffario che è tenuta a corrispondere annualmente, calcolato in base al grado di utilizzo del servizio di raccolta del rifiuto residuo. Esaminando vari studi relativi alle problematiche connesse all’attivazione della tariffazione del servizio di raccolta, si è potuto rilevare che il modello organizzativo “integrato” della raccolta differenziata che fa perno sulla domiciliarizzazione e sulla personalizzazione del servizio, è quello che permette più facilmente di raggiungere gli obiettivi fissati dal nuovo D.Lgs. n.152/06 e di incentivare la riduzione della produzione di rifiuti. Inoltre, consente, l’applicazione del principio “chi inquina paga”, ossia la correlazione (con tutti gli opportuni meccanismi di flessibilità e compensazione) tra prezzo del servizio e quantità di rifiuto prodotto. Dall’analisi delle esperienze in atto si è dunque verificato che la registrazione del volume e del numero di svuotamenti dei contenitori (bidoni o sacchi) dedicati ad ogni singola abitazione (raccolta “porta a porta”) risulta più efficace al fine di responsabilizzare la singola utenza traducendosi così in una riduzione complessiva dei quantitativi conferiti (varie esperienze hanno dimostrato che, nei Comuni in cui è stata adottata la tariffa a volume, i rifiuti residui sono diminuiti in media del 15-20%).

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Pertanto l’applicazione della tariffazione volumetrica costituisce un fattore di successo delle politiche di riduzione, sia attraverso l’incentivazione della pratica del compostaggio domestico degli scarti verdi e della frazione organica, sia grazie ad una maggiore responsabilizzazione dell’utente al momento dell’acquisto, orientando le preferenze verso i beni di consumo che utilizzano imballaggi più contenuti e razionali. Le effettive possibilità di ridurre il consumo di sovraimballaggi e di imballaggi a perdere sono però legate alla possibilità, da parte dei consumatori, di poter scegliere tra diverse opzioni di consumo (ad esempio vuoto a rendere o a perdere) per poter usufruire dei vantaggi del nuovo sistema di tariffazione (meno rifiuti = minori costi). In Italia purtroppo tale possibilità di scelta è ormai quasi del tutto assente e le misure di corresponsabilizzazione delle imprese produttrici di imballaggi per il supporto economico ai Comuni per la raccolta differenziata degli imballaggi (introdotte dal D.Lgs. 22/97) non hanno però incentivato delle reali innovazioni che puntassero alla riduzione quantitativa della produzione di imballaggi. Non a caso in Italia le uniche eccezioni sono rappresentate dalle aree del paese dove è già stata adottata la tariffazione volumetrica della produzione dei rifiuti per ogni singolo condominio. In queste zone la grande distribuzione ha rapidamente assunto l’esigenza di riprogettare la filiera degli imballaggi per rispondere alle nuove esigenze manifestate dai cittadini-consumatori. La tariffazione dei servizi si è rivelata lo strumento più potente che si può attualmente applicare in Italia per creare un circuito virtuoso che premia i cittadini che orientano le proprie scelte di consumo verso prodotti che consentono di diminuire la produzione di rifiuti (in particolare di imballaggi superflui). La grande distribuzione si è quasi sempre dimostrata assai attenta alle nuove esigenze dei propri potenziali clienti ed è quindi naturale che le prime azioni di contenimento della produzione di imballaggi (adozione del vuoto a rendere in policarbonato per il latte ed in PET di adeguato spessore per le bibite ecc.) siano state adottate da varie Entità provinciali sulla base di quanto già realizzato in realtà quali ad esempio nella Provincia di Bolzano (dove l’Amministrazione Provinciale ha fortemente incentivato l’adozione della tariffazione puntuale di tipo volumetrica). I principali sistemi di identificazione del singolo utente e quantificazione risultano essere in sintesi i seguenti: 1. sistemi di identificazione presso le riciclerie: questo sistema va considerato come complementare alle tipologie successive, dato che di norma prevede un sistema di sconto basato sui quantitativi riciclabili conferiti presso tali strutture per incentivare la frequentazione e l'utilizzo da parte delle utenze stesse. Ovviamente il presidio della struttura da parte di personale apposito consente di controllare efficacemente la corretta suddivisione dei materiali raccolti e pertanto garantire la purezza merceologica necessaria all'avvio al recupero; 2. identificazione tramite transponder del numero di svuotamenti; la registrazione dei dati identificativi avviene attraverso la lettura del dispositivo da parte del modulo di lettura di cui è dotato l'automezzo di raccolta o (in alternativa o in aggiunta) da parte dell’operatore con sistemi di lettura portatili (le cosiddette “saponette”); il sistema può prevedere una tariffazione basata sul numero di svuotamenti effettuati oppure, in base alla pesatura a valle dell'automezzo di raccolta, la

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successiva ripartizione del peso complessivo sulla base dei volumi conferiti da ogni singolo utente. Il sistema prevede una tariffazione della parte variabile della tariffa basata sul numero di svuotamenti e sul volume del contenitore applicando un peso specifico standard; 3. identificazione tramite transponder e pesatura del singolo contenitore; la pesatura e la contestuale identificazione avviene mediante l’utilizzo di contenitori rigidi dotati di dispositivi di identificazione e di una strumentazione installata sul mezzo di raccolta. Il sistema prevede una tariffazione della parte variabile della tariffa basata sul peso dei rifiuti conferiti da ogni singola utenza; 4. contenitori standardizzati e l'utilizzo di sigilli/bandelle per contrassegnare il contenitore che deve essere svuotato. Le fascette (bandelle adesive o sigilli monouso) possono essere acquistate presso uffici comunali e/o rivendite autorizzate. Quelle che non vengono utilizzate possono essere restituite a fine anno per richiederne il rimborso. Le bandelle presentano colori diversi a secondo del volume del contenitore con cui possono essere utilizzate; 5. sistemi di identificazione ed autorizzazione dell’utente per il conferimento di un volume predeterminato di rifiuti; circuiti di raccolta stradale o di prossimità (spesso con isole interrate) con identificazione dei singoli utenti mediante badge magnetici o trasponder per la contabilizzazione dei volumi conferiti. Di norma si tratta di calotte di volume fisso installate su cassonetti o isole interrate ad accesso condizionato tramite identificazione dell’utente. Recentemente sono stati introdotti sistemi che non necessitano dell’inserimento in apposite fessure del badge magnetico (spesso oggetto di atti di vandalismo) ma del semplice avvicinamento al lettore tramite l’utilizzo di carte (tipo bancomat) dotate di trasponder. Alcuni brevetti includono anche la verifica della percentuale del riempimento del contenitore da remoto per l’organizzazione dei percorsi di svuotamento; 6. identificazione tramite etichette dotate di codice a barre (barcode) del volume conferito; la registrazione dei dati identificativi avviene attraverso la lettura dell’etichetta adesiva tramite appositi dispositivi portatili nel momento della raccolta oppure tramite cartoncini identificativi che vengono staccati e consegnati al Consorzio per la successiva lettura tramite dispositivi fissi.Il sistema prevede una tariffazione basata sul numero ed il volume dei sacchetti conferiti applicando un peso specifico standard. In relazione all’ultimo sistema descritto va segnalato che recentemente sono comparse sul mercato le prime etichette adesive dotate di trasponder RFID a perdere che risolvono il problema della difficile lettura dei codici a barre sulle etichette adesive esposte alle intemperie o piegate in modo tale da impedirne la lettura. Questi sistemi di identificazione si stanno rapidamente diffondendo presso la grande distribuzione per sostituire progressivamente i codice a barre ed automatizzare l’identificazione dei prodotti alle casse. Nella figura successiva ne viene illustrato una tipologia.

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La tecnica automatica di riconoscimento a Radio Frequenza (RFID) basata su transponders passivi si sta infatti rivelando come una delle più efficaci e vantaggiose non solo nel settore della gestione dei rifiuti ma anche in tutti i settori in cui è necessario identificare un qualsivoglia contenitore per gestirne al meglio l’immagazzinamento, il pagamento ed il trasporto. Un sistema RFID è costituito da un ricetrasmettitore e da un transponder capaci di comunicare tra di loro mediante un segnale modulato a radio frequenza. Nell’impiego di un transponder di tipo passivo (che quindi non richiede una batteria per l'alimentazione), l'energia necessaria al suo funzionamento viene fornita dal ricetrasmettitore che attraverso la sua antenna genera un opportuno campo magnetico. Il transponder capta la R.F. con la propria antenna ricavandone l'energia sufficiente per inviare al ricetrasmettitore i dati contenuti nella sua memoria, modulando il segnale RF. I transponders sono quindi dei piccoli ricetrasmettitori, in grado di immagazzinare dati, che possono essere montati su o dentro ogni oggetto. Questi componenti, che hanno già trovato un grande successo nella sicurezza, nella logistica e nel prepagamento mediante tessere o chiavi speciali, possono essere letti a distanza anche attraverso materiali non metallici e non richiedono nessun tipo di manutenzione. I transponders costituiranno quindi il sistema di identificazione del futuro con il più alto grado di sicurezza ed affidabilità potendosi combinare i vantaggi delle tradizionali chip cards con quelli derivanti dalla lettura a distanza. Nel campo della raccolta dei rifiuti con tariffazione puntuale, i trasponder vengono utilizzati per la corretta adozione di un sistema tariffario volumetrico che possa attribuire il rifiuto all’utenza che lo produce. In ogni contenitore del secco viene infatti installato un codice contenitore come targhetta visibile ed un transponder elettromagnetico passivo (come da foto precedente) che, irradiato con una certa frequenza emessa da un apposito trasmettitore (di norma finora a 125 KHz), risponde trasmettendo un segnale che individua univocamente il contenitore. I segnali emessi dal trasponder passivo, alloggiato sul contenitore in

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posizione opportuna, vengono rilevati da un’antenna montata sul meccanismo volta contenitori del mezzo. Il codice univoco contenuto nel transponder viene normalmente registrato su una memory card. Oltre ai dati, il sistema registra anche la data e l’ora di conferimento. Questo sistema consente così un più semplice controllo di quanto operato da parte del gestore del servizio da parte del Comune. Tutti i sistemi illustrati devono essere completati da opportuni software che consentono la gestione informatizzata dei dati acquisiti per la quantificazione della parte variabile della tariffa e l’emissione delle bollette. Si stanno inoltre sempre più diffondendo l’utilizzo dei sistemi GPS per l’identificazione in continuo della posizione del mezzo di raccolta. Alcuni software gestionali, quelli più sofisticati e completi, possono infatti consentire, oltre alla gestione della tariffazione, anche quella dell’ottimizzazione dei percorsi dei mezzi di raccolta, dei contenitori e relativi svuotamenti. L’utilizzo di tali sistemi consente infatti di disporre di: • rendicontazione ed analisi geografica dei dati di attività dei mezzi di raccolta e degli operatori; • analisi di congruità tra i servizi svolti e quelli pianificati con la possibilità di controllo in tempo reale;

• rendicontazione attività di conferimento per finalità TARI e relativa certificazione fiscale;

• monitoraggio delle soste per fermi macchina superiori ad una soglia temporale prefissata;

• informazioni di carattere manutentivo per la gestione mezzi;

• informazioni statistiche sui parametri caratterizzanti i servizi;

• riprogrammazione dei percorsi tramite dispositivi di navigazione satellitare. Il costo di questi software si attesta intorno ai 70.000 euro. Se si intende installare anche il sistema GPS il costo sale a circa 1.500 euro per automezzo. Il costo dei trasponder passivi già montati sui bidoni è sceso dai 3 euro del 2003 agli attuali 0,50 euro per ordini di decine di migliaia di pezzi. Le esperienze di quantificazione volumetrica dei rifiuti sono in assoluto le più diffuse, dato che risultano facilmente applicabili in contesti che già prevedono circuiti di raccolta di tipo domiciliare. Questo sistema si “accontenta” di identificare e contabilizzare gli svuotamenti dei bidoni e quindi, tenendo conto dei volumi dei contenitori svuotati, viene semplicemente calcolato il volume conferito dalla singola utenza assumendo l’ipotesi che il contenitore sia pieno e che il peso specifico sia quello medio derivato da esperienze analoghe e, successivamente, da verifiche sul campo. In questo modo si determinano i rifiuti prodotti, in maniera sicuramente meno "precisa" rispetto all'impiego di strumenti di pesatura (che erano però finora affetti da errori sulla singola pesata di circa 3-4 kg), ma certamente attendibile in merito all'utilizzo del sistema di raccolta. Questo metodo incentiva l’esposizione di contenitori ben pieni e di rifiuti ben compattati poiché il costo per l’utenza servita, non essendo parametrato sul peso ma sul volume svuotato, è lo stesso sia per un contenitore esposto ben pieno che per uno semivuoto. E’ chiaro perciò che le utenze cercano sempre di sfruttare appieno la volumetria riducendo il numero di svuotamenti (una famiglia di tre componenti riesce

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normalmente ad esporre il contenitore circa 9-10 volte all’anno) oppure chiedendo di ridurre il numero e/o il volume dei contenitori posizionati in un cortile condominiale in cui l’esposizione e lo svuotamento viene effettuato comunque ogni settimana. Di contro per disincentivare il fenomeno degli abbandoni dei rifiuti, essendo improbabile che un utente possa azzerare il numero di volte in cui espone il bidone del rifiuto residuo (a meno che non si dimostri di non aver vissuto in quella abitazione) è stato introdotto un numero di svuotamento minimo che viene comunque fatto pagare così come evidenziato nella figura successiva. La riscossione della tariffa nel Consorzio sarà condotta con la seguente modalità: per le utenze domestiche: • A) quota fissa parametrata al numero di componenti della famiglia con opportuni correttivi per le famiglie in condizioni economiche disagiate; • quota variabile determinata in base all’effettivo volume conferito del secco non riciclabile, conteggiati attraverso il rilevamento del numero di svuotamenti annuali del contenitore (mediante il transponder installato nei contenitori) moltiplicato per il volume dello stesso contenitore B) per le utenze non domestiche: • quota fissa commisurata al volume del contenitore assegnato con un eventuale correttivo collegato alla superficie occupata; • quota variabile applicata sia al secco residuo (determinata in base ai volumi conferiti attraverso il conteggio del numero di svuotamenti e del volume del contenitore del secco non riciclabile, conteggiati attraverso un transponder installato nei contenitori) che alle frazioni riciclabili (determinata in base al volume dei contenitori per le frazioni riciclabili) La tariffazione del servizio per i condomini con più famiglie può essere attuata attraverso la suddivisione (attuata direttamente dall’azienda che effettua lo svuotamento e che gestisce l’emissione delle bollette) della parte variabile della tariffa fra i condomini che condividono l’utilizzo della stessa batteria di contenitori e terrà conto sia dei volumi conferiti che degli svuotamenti effettuati. Per quanto riguarda i condomini si è spesso rilevata la richiesta di consegnare ad ogni famiglia il proprio contenitore per il conferimento del rifiuto residuo. Tale richiesta nasce a seguito della verifica, che avviene normalmente in concomitanza con il ritiro della prima bolletta che esplicita il meccanismo di tariffazione puntuale, della possibilità di un effettivo risparmio con la massimizzazione della RD delle frazioni riciclabili. A quel punto molte famiglie che abitano in condomini cominciano a pensare che sia per loro preferibile gestirsi autonomamente un proprio contenitore poiché temono di dover pagare di più a causa di altre famiglie dello stesso condominio che non praticano opportunamente la RD. In questi casi l’amministrazione comunale può autorizzare tale assegnazione ma questo cambiamento delle modalità di conferimento (con un maggior numero di contenitori da 120 litri che sostituiscono pochi contenitori da 360 o 660 litri) viene concesso a patto che tale scelta venga effettuata all’unanimità da parte dell’assemblea condominiale e che gli spazi per il posizionamento dei bidoni (nei garage o in spazi comuni del cortile condominiale) vengano individuati autonomamente dai condomini.

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In relazione alle eventuali esigenze di alcune utenze, ad esempio condomini, viene di norma previsto un servizio di ritiro opzionale e riconsegna dei contenitori anche su spazi privati condizionato ad una maggiorazione tariffaria. In ogni caso si opera per evitare che le utenze non domestiche, ubicate in condomini, usufruiscano della stessa batteria di contenitori del secco residuo utilizzata dalle utenze domestiche. Tali utenze possono utilizzare in comune solo i contenitori della raccolta differenziata nel caso in cui tale utilizzo non arrechi problemi nella commisurazione della parte variabile della tariffa per tali utenze (ad es. per gli studi professionali). Nel caso la produzione di materiali recuperabili sia invece molto elevata viene di norma predisposta una batteria indipendente di contenitori rispetto alle utenze domestiche del condominio. Nella raccolta stradale in isole ecologiche o punti di presa l’identificazione è basata su una card RFID consegnata all’utenza. Ogni utente può accedere alle strutture del punto di raccolta utilizzando la propria card che abilita la possibilità di conferire il rifiuto. Una tecnologia che integra l’apertura dei dispositivi e la registrazione del codice utente assicura che sia garantita l’univocità del conferimento. Questi sistemi prevedono anche la gestione degli accessi tramite liste virtuali di utenze autorizzate o escluse dal servizio, l’eventuale pesatura dei singoli conferimenti per tariffazioni puntuali e sconti premianti la raccolta differenziata e la stima della percentuale del riempimento del contenitore da remoto per l’organizzazione dei percorsi di svuotamento L’installazione dei dispositivi di identificazione consente di applicare la tariffazione puntuale. Per contro si deve segnalare che presso le isole ecologiche dotate di sistemi di identificazione sono ancora più frequenti i fenomeni di abbandono dei rifiuti nei pressi delle isole non solo da parte di cittadini dotati di scarso senso civico ma anche da parte di utenti che non intendono perdere troppo tempo (la fase di identificazione risulta spesso laboriosa), per gli utenti non abilitati (turisti di passaggio) o male informati. In questo caso sarà ancora più importante la realizzazione di un’adeguata campagna informativa e valutare l’eventuale installazione di telecamere per il controllo. Alcune interviste ai responsabili dei Consorzi che hanno attuato da vari anni il passaggio alla tariffazione puntuale hanno infine consentito di individuare i cambiamenti organizzativi programmati da questi Consorzi al fine di ottimizzare ulteriormente il sistema. Va tenuto presente che un progetto di monitoraggio del servizio di raccolta può consentire di migliorare i turni di lavoro, minimizzare le risorse e far acquisire diversi vantaggi operativi ma tutto ciò non può funzionare se gli operatori o gli utenti del servizio di raccolta si sentono spiati e controllati.E’ importante che l’aspetto comunicativo del progetto venga affrontato al meglio poiché tale aspetto risulta spesso tanto importante quanto l’aspetto tecnologico. Di seguito vengono riportate alcune scelte recenti che derivano dall’analisi dell’esperienza accumulata da questi Consorzi:

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1. Utilizzo sistema GPS per individuare la posizione esatta dei cassonetti svuotati (non recuperabile, organico) con invio nel tracciato (verifica contenitori doppi, cassonetti rubati, non assegnati ma svuotati); 2. Inserimento modulo di blocco-segnalazione svuotamento per cassonetti non assegnati a nessun utente (eventualmente ritiro contemporaneamente allo svuotamento, utile per non recuperabile in comuni a TARI, costringendo l’utente a regolarizzarsi denunciando lo smarrimento presso l’ecosportello, metodo spesso più conveniente rispetto al dover individuare l’utilizzatore di un cassonetto esposto in un centro storico); 3. Utilizzo sistema GPS per spazzamento meccanizzato (con invio tracciato e utilizzo spazzole) per effettuare statistiche su standard e frequenze; 4. Utilizzo sistema GPS per georeferenziare i punti di abbandono e le segnalazioni di servizio (rifiuti non conformi) con allegata fotografia digitale, anche per i netturbini; 5. Utilizzo sistema GPS per definire il tracciato della percorrenza mezzi di raccolta (percorribilità strade per raggiungere le utenze); 6. Verifica errati abbinamenti codice transponder-codice cassonetto (GPS puntuale, precisione 5 metri, procedura più semplice ed immediata rispetto a metodi indiretti legati all’individuazione dei cassonetti svuotati precedentemente o successivamente durante il circuito di raccolta); 7. Montaggio transponder anche nei cassonetti per gli sfalci e predisposizione computer ed antenna di bordo sui mezzi, ed invio svuotamenti per eventuale tariffazione a svuotamento e non a costo fisso; 8. Raccolte suppletive fiorai nel periodo invernale a ridosso delle festività (con transponder fatturazione a svuotamento); 9. Servizio a pagamento raccolta sfalci grossi quantitativi (con ragno o mezzo dedicato) mediante prenotazione e fatturazione a termine intervento o invio tracciato per inserimento in bolletta; 10. Servizio raccolta e smaltimento prodotti alimentari deperiti causa interruzione del sistema di raffreddamento (utenze non domestiche). Servizio a pagamento, costo a chiamata e a quantitativo smaltito. L’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano ha come obiettivo principale l’applicazione della tariffazione puntualeche l’Aggiudicatrice del servizio di raccolta dei rifiuti, spazzamento delle strade e servizi accessori attiverà ad inizio del terzo anno del servizio, in quanto i primi due anni servono da rodaggio per tutti gli stakeholders. Dall’attivazione della tariffa puntuale i ricavi ottenuti dalla differenza tra il canone annuo del servizio e i costi sostenuti dalla società aggiudicatrice del servizio di raccolta, spazzamento e servizi accessori, a seguito dei minori quantitativi di rifiuti inviati a smaltimento, saranno così ripartiti in funzione della percentuale di raccolta differenziata raggiunta:

% Aliquota Ricavi Aliquota Ricavi Descrizione

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R.D.Tariffa Appaltatrice (%) Aggiudicatrice (%) Puntuale 65 – 75 70 30 Al raggiungimento di quelle percentuali di R.D. i ricavi ottenuti saranno corrisposti per il 70% all’Unione dei Comuni ed il restante 30% alla società Aggiudicatrice. 75 – 85 50 50 Al raggiungimento di quelle percentuali di R.D. i ricavi ottenuti saranno corrisposti in parti uguali tra l’Unione dei Comuni e la società Aggiudicatrice. 85 – 100 0 100 Al raggiungimento di quelle percentuali di R.D. i ricavi ottenuti saranno interamente corrisposti alla società Aggiudicatrice.

Questa scelta è stata fatta con lo scopo di migliorare il servizio offerto, raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata indicati dalla normativa nazionale (D.Lgs. 205/2010 correttivo del D.Lgs. 152/2006) e premiare la società aggiudicatrice del servizio per gli ottimi risultati ottenuti. In ultimo si precisa che a fronte del fenomeno dello spopolamento registrato nel territorio dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano il contratto stipulato tra l’Ente Appaltante e la società Aggiudicatrice sarà revisionato se si registra un calo demografico di ogni singolo Comune dell’Unione dell’ordine dell’1,5%.

15.2. Riorganizzazione della raccolta dei rifiuti speciali assimilati L’assimilazione dei rifiuti speciali assimilabili non pericolosi deve essere attuata in modo compatibile con una serie di obiettivi “incrociati”, a volte non pienamente coincidenti, quali: ­ garantire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a tutte quelle utenze non domestiche che, per ragione di dimensione e dispersione territoriale, difficilmente potrebbero usufruire di unanalogo servizio erogato al di fuori del sistema pubblico, se non a costi di gran lunga più elevati; ­ garantire una migliore economia di scala al sistema complessivo dei servizi di igiene ambientale; ­ permettere una più ampia ripartizione dei costi tra famiglie ed imprese, soprattutto per ciò che concerne i costi fissi (investimenti, spazzamento ecc.); ­ stimolare la creazione di flussi di conferimento/raccolta di frazioni dei rifiuti avviabili al recupero, attraverso circuiti organizzati dal sistema pubblico, soprattutto in tutte quelle situazioni in cui l’offerta di analoghi servizi erogati da privati non è adeguata o addirittura presente. Di conseguenza è quanto mai opportuno, da un lato trovare un giusto equilibrio tra valore dei servizi erogati e relativi costi applicati, dall’altro sollecitare comportamenti delle aziende che consentano

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unamaggiore riduzione e recupero dei rifiuti, mediante un mix di meccanismi amministrativi (criteri di assimilazione, obblighi e divieti) e meccanismi tariffari incentivanti. Questi accorgimenti possono consentire di ridurre il rischio di un conferimento abbastanza consistente di rifiuti speciali non assimilati provenienti da utenze produttive nel circuito ordinario. Sulla base degli obiettivi in precedenza descritti, si possono individuare i seguenti criteri per la gestione dei rifiuti provenienti da utenze non domestiche: • adottare criteri quali - quantitativi di assimilazione che, compatibilmente con le norme vigenti, consentano effettivamente di dare un’adeguata risposta alle piccole aziende commerciali ed artigianali, imponendo comunque, laddove possibile, la creazione di flussi separati, destinabili al recupero; • adottare sistemi di raccolta personalizzati dei rifiuti recuperabili e di quelli indifferenziati delle utenze non domestiche, sia per un più adeguato controllo, sia per poter praticare anche alle utenze non domestiche un sistema tariffario puntuale. Nell’opera di incentivazione delle imprese alla riduzione dei RU residui si dovranno individuare ed applicare adeguati incentivi e strumenti di stimolo alla diffusione delle “buone pratiche”. Per supportare tali azioni sarà senz’altro opportuno puntare ad un più diretto coinvolgimento a livello locale del CONAI.

15.3. Revisione dei regolamenti comunali per la raccolta dei rifiuti Per l’ottimale applicazione delle nuove modalità di raccolta illustrate nel presente Piano risulta assolutamente necessario che i Comuni, tramite i propri Regolamenti Comunali di gestione dei servizi di igiene urbana, stabiliscano chiaramente le nuove regole per le utenze domestiche e non domestiche nel conferimento dei rifiuti urbani ed assimilati. Pertanto l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano dovrebbe predisporre un regolamento tipo da fornire ai propri Comuni. Per i cittadini, il Regolamento Comunale di igiene urbana rappresenta il primo riferimento normativo che esprime le modalità di raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati. Soprattutto in questi anni in cui i sistemi di raccolta divengono più articolati e complessi, essere dotati di un Regolamento Comunale efficace, aggiornato nei riferimenti normativi è necessario. Molto spesso in Italia, specialmente i piccoli Comuni hanno regolamenti in questa materia non molto aggiornati oppure non adeguati a quello in cui il sistema si è trasformato. A volte le modifiche che sono state apportate nel corso degli anni hanno rincorso le scadenze normative o le nuove modalità di raccolta senza agire in un disegno organico. Pertanto, il Regolamento Comunale deve rimodulare a livello locale quanto stabilito dal Piano Industriale in relazione alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati stabilendo in particolare: • le modalità di gestione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani; • le modalità del conferimento, della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati per garantire una distinta e corretta gestione delle diverse frazioni e promuovere il recupero;

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• le norme atte a garantire una distinta e corretta gestione dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti da esumazioni ed estumulazioni; • le misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche, fissando livelli minimi da rispettare; • le modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima del recupero e dello smaltimento; • l’assimilazione, per qualità e per quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri emanati dallo Stato. La delibera di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani è lo strumento attraverso il quale i Comuni e l’Unione dei Comuni determinano le potenzialità del servizio da offrire alle utenze non domestiche. Anche per quanto riguarda i Centri Comunali di Raccolta verrà predisposto e fornito ai Comuni un regolamento tipo di gestione dei CCR che possa regolare l’utilizzo da parte dei cittadini e delle utenze non domestiche di tali centri.

15.4. Automatizzazione e integrazione dei Centri Comunalidi Raccolta L’automatizzazione dei CCR, attraverso l’impiego di tecnologie per l’individuazione degli utenti e la quantificazione dei singoli conferimenti, presenta interessanti opportunità di ottimizzazione gestionale, consentendo in particolare: • la valutazione dei quantitativi delle diverse tipologie di rifiuti conferite dai diversi utenti, al fine anche dell’eventuale tariffazione puntuale sulla base di tariffe diversificate per tipologie di rifiuti o utenze; • l’attivazione di strumenti incentivanti gli utenti alla differenziazione dei rifiuti, quali ad esempio l’assegnazione di “punti” in relazione ai quantitativi di rifiuti differenziati conferiti e la conseguente attribuzione di premi o di sconti tariffari; • il controllo degli accessi, in termini numerici e di quantitativi conferiti, da parte di alcune categorie produttrici di rifiuti assimilati (quali giardinieri e imprese edili), al fine di prevenire conferimenti anomali di quantitativi di rifiuti particolarmente elevati, in eccesso rispetto ai limiti definiti per l’assimilazione degli stessi; • la “messa in rete” degli Ecocentri comunali nell’ambito di un’unica rete integrata sul territorio, in modo tale da consentire a ogni utente l’accesso a un qualsiasi centro presente su tutto il territorio e la contabilizzazione separata per Comune e utenza. L’automatizzazione di un Centro Comunale di Raccolta comporta indicativamente la sua dotazione di attrezzature quali: • sbarre di ingresso/uscita e relativi strumenti di controllo; • lettore tessere di identificazione utente e relativa colonnina;

• terminale e software di gestione;

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• pesa di piccola portata;

• installazione hardware, software e impianti. Il costo di investimento indicativo complessivo del sistema di automazione degli Ecocentri è dell’ordine di 25.000 euro circa aggiuntivi rispetto ai costi normalmente sostenuti per la realizzazione di un Centro tradizionale; in tali costi aggiuntivi non è compresa l’installazione di una pesa a ponte, ovvero della pesa adibita alla misurazione dei “grandi” conferimenti, che è considerata già presente. Per Centri di ridotte dimensioni, si possono prevedere significative semplificazioni (assenza di sbarre, utilizzo di sistemi di lettura tessere e gestione dati particolarmente semplificati) che portano a ridurre notevolmente il costo di investimento indicato. Per la corretta gestione dei conferimenti da parte degli utenti è necessario poi prevedere la fornitura agli stessi di tessere identificative, assegnando una tessera per utenza (famiglie e utenze non domestiche). Le diverse tipologie di tessere (a banda magnetica o a transponder), in funzione delle specifiche caratteristiche, possono prestarsi anche all’utilizzo per altri servizi offerti dall’Amministrazione del Comune o dall’Amministrazione Pubblica in genere. In particolare, per quanto riguarda i CCR dotati di colonne di conferimento dei rifiuti, il sistema prevede che ad ogni utenza venga consegnata una tessera elettronica personale da utilizzare al momento del conferimento dei rifiuti differenziati all’interno delle stesse (tipo di gestione come la scelta di un pacco di sigarette dal distributore comparabile alla selezione del tipo di rifiuto da conferire). La colonna di conferimento dei rifiuti, una volta inserita la tessera personale, permette agli utenti di pesare il rifiuto conferito e di registrarlo a proprio nome nel database della stazione ecologica; in base alla tipologia e al peso del rifiuto conferito, vengono quindi assegnati dei punti che si traducono in punti corrispondenti ad uno sconto, ad esempio, sulla TARI/TARSU di 1,5 €; lo sconto si ottiene al raggiungimento nell’anno solare di almeno 10 punti e può essere pari al massimo al 40% della parte variabile della TARI o al 20% della TARSU.

Frazione Punti/Kg merceologica carta 0.30 plastica 1.80 vetro 0.20 lattine 0.45 legno 0.10 ferro 0.57 batterie 1.10

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15.4.1. Ecocentro mobile Ad integrazione del servizio di raccolta domiciliare si prevede di implementare un servizio di raccolta itinerante per raccogliere quei rifiuti che non possono essere intercettati tramite il normale sistema di raccolta soprattutto nel periodo transitorio (quando non tutti i Comuni saranno ancora dotati di un proprio CCR) ed a servizio delle piccole frazioni dell’area agricola. Analogamente agli Ecocentri attrezzati, l'Ecocentro Mobile sarà dotato di un sistema informatizzato di tracciatura che consentirà l’identificazione delle utenze e dei materiali conferiti. Il mezzo si sposterà nel territorio secondo un calendario prestabilito toccando tutti i Comuni serviti con una frequenza di raccolta mensile. Il calendario di raccolta dell’Ecocentro Mobile sarà programmato tenendo in considerazione le specifiche esigenze dei diversi ambiti e verrà utilizzato anche come Ecopunto Informativo a servizio delle utenze. L’Ecocentro Mobile sarà costantemente presidiato da un operatore presente addetto alla lettura dei transponder e alla verifica della conformità del rifiuto conferito. Gli Ecocentri mobili non possono comunque sostituire la funzionalità di un CCR per la scarsa capacità di stoccare i materiali conferiti soprattutto per quanto riguarda i materiali riciclabili. I volumi a disposizione nei contenitori mobili sono infatti troppo ridotti per poter reggere il conferimento di varie ore per materiali particolarmente voluminosi quali plastica, carta, vetro e lattine ma possono essere agevolmente utilizzate per il conferimento di materiali pericolosi (batterie, oli esausti vegetali e minerali, prodotti T/F, neon ecc.). Tali strutture vengono posizionate quotidianamente in differenti aree del territorio per servire settimanalmente varie aree urbane in giorni prestabiliti. Alcuni modelli sono inoltre dotati di apparecchiature che consentono di identificare l’utente tramite la lettura di una scheda magnetica, pesare il rifiuto, e stampare una ricevuta relativa all’avvenuto conferimento. A titolo esemplificativo quelle utilizzate in alcuni comuni Italiani sono costituite da un container scarrabile lungo 6 metri e largo 2 metri che viene movimentato con un automezzo multilift.Il container è dotato di 4 contenitori da 1 mc e 6 da 240 litri nonché da un sistema denominato “totem” con computer touch screen ed un gruppo di continuità che consente l’identificazione dell’utente e la pesatura certificata ed informatizzata dei materiali conferiti. Possono essere anche utilizzate delle Stazioni Ecologiche Mobili semplificate (di più semplice manutenzione) per facilitare il corretto conferimento dei rifiuti ingombranti provenienti dai privati cittadini a integrazione delle modalità di raccolta già attualmente operative (ritiro a pagamento a domicilio). La Stazione Ecologica Mobile è costituita da un mezzo tipo daily appositamente attrezzato e facilmente identificabile, con cartellonistica dedicata, che sosta alternativamente in punti fissi situati in diverse zone della città, secondo il calendario e gli orari di seguito descritti. I cittadini possono conferire gratuitamente i rifiuti ingombranti (mobili, poltrone, materassi, metalli, legno, elettrodomestici, tubi al neon e batterie al Pb) presso il mezzo di raccolta, che è presidiato da personale appositamente formato alla verifica del materiale e al carico dei rifiuti ingombranti sul mezzo stesso.

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16.DETERMINAZIONE DEI COSTI DI RACCOLTA

16.1. Metodologia di analisi Nel presente capitolo viene sviluppata e dettagliata la valutazione dei costi del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati nel territorio dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano derivante dall’applicazione delle previsioni organizzative individuate nei paragrafi precedenti del presente Piano Industriale. L’individuazione dei costi di raccolta è stata sviluppata a partire da un dimensionamento delle volumetrie e delle attrezzature (sacchetti e/o contenitori) necessari in ogni Comune in relazione alle frequenze di raccolta prescelte nei vari contesti dei vari sub-ambiti. In base ad una stima delle produttività degli operatori dedicati alla raccolta in termini di contenitori svuotati per turno di lavoro, operata per singolo Comune, si è poi proceduto ad individuare i fabbisogni di automezzi e personale, poi tradotto in termini di costi di gestione, sulla base di una valutazione di dettaglio delle singole componenti costituenti il sistema. Al costo per l’effettuazione dei servizi, valutato nelle sue componenti di costi diretti e indiretti, è poi stata associata una valutazione dei costi legati all’avvio del nuovo sistema. La definizione dei costi di raccolta e trasporto per i servizi individuati nel presente Piano Industriale deriva da una quantificazione analitica dell’impegno di risorse (automezzi, contenitori e personale) previsto per i singoli servizi nei Comuni, in relazione alle utenze domestiche e non domestiche servite e ai quantitativi di rifiuti raccolti attesi. Le voci di costo attribuite ai servizi effettuati sul territorio possono essere sostanzialmente così classificate: - costi del parco automezzi, comprendenti: 1. carburante e altri consumi, 2. manutenzione, 3. assicurazione RC e tassa di proprietà; 4. ammortamento degli automezzi; - costi del parco contenitori di raccolta, comprendenti: 1. fornitura sacchi, contenitori e/o mastelli 2. manutenzione contenitori, 3. ammortamento dei contenitori; - costi del personale comprendenti: 4. costo per autisti IV livello, 5. costo per autisti automezzi leggeri III livello, 6. costo operatori al II livello. In riferimento al personale bisogna inoltre evidenziare che il costo del personale non tiene conto dei possibili risparmi di costo che il gestore potrà ottenere applicando, come suo diritto in base al contratto Fise Assoambiente, le posizioni parametrali di tipo B che sono attribuite al personale neo-assunto a partire

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dal 01 Maggio 2003 nonché al personale in servizio alla data del 30 Aprile 2003 in caso di passaggio al livello superiore la tabella FISE. In fase di redazione del computo metrico dei costi del servizio, per tutti gli operatori sono state infatti assunte le posizione parametrali intermedi tra quelle di tipo A e quelle di tipo B poiché il livello di dettaglio delle informazioni sul personale impiegato nei Comuni non consentiva di stabilire quanti operatori sono inquadrati nelle posizioni parametrali di tipo A o B. Di seguito si riporta il confronto dei costi dei due inquadramenti:

Tipo A Tipo B Diff. Diff. %

II° livello € 41.766 € 38.040 € 3.726 9,8%

III° livello € 43.934 € 42.110 € 1.824 4,3%

IV° livello € 46.734 € 45.469 € 1.265 2,8%

I costi legati all’utilizzo degli automezzi e del personale sono stati valutati considerando la dotazione di adeguate riserve. Nella quantificazione del personale adibito ai servizi di raccolta non è stato addizionato il personale amministrativo e di supervisione il cui costo viene contabilizzato all’interno dei costi indiretti di gestione. I costi di trasporto dell’indifferenziato e della frazione organica presso gli impianti di smaltimento e/o trattamento, sono a carico dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, la quale addebiterà la relativa quota parte spettante ad ogni Comune. I Comuni possessori dei Centri Comunali di Raccolta gestiranno, mediante propri dipendenti, tutte le attività relative al buon funzionamento degli Ecocentri. Nell’ambito dei costi di raccolta e trasporto sono inoltre considerati i costi gestionali relativi alla rete dei Centri Comunali di Raccolta. In questo solo caso è stato ipotizzato l’affidamento dei servizi di guardiania mediante l’istituto dell’appalto riservato a cooperative sociali di tipo B per ottenere un ulteriore contenimento dei costi e per favorire le possibili sinergie con la gestione di centri del riuso che alcuni Comuni stanno attualmente valutando o progettando. Anche in questo caso si precisa che le tariffe indicate sono da intendersi già inclusive dei costi tecnici indiretti, delle spese generali e della remunerazione del capitale. In tali tariffe non risultano per contro inclusi i costi legati alla realizzazione delle strutture (investimenti e relativi ammortamenti). Ognuna delle suddette voci è sinteticamente analizzata nel seguito, evidenziando in particolare quanto è da intendersi incluso nella stima dei costi di riferimento. Tutti i costi indicati sono da intendersi aggiornati ai costi di riferimento dell’anno 2013 (ultimo aggiornamento dei contratti Fise Assoambiente e Federambiente) e sono espressi, se non specificamente indicato, IVA di Legge esclusa. Le spese generali sono legate a voci di costo non direttamente riconducibili all’operatività dei servizi o alla loro gestione tecnica. A titolo esemplificativo includono:

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- la gestione della strutturadi supporto amministrativo; - la gestione della sede operativa;

- le attività di base di comunicazione e informazione alle utenze; - i costi per assicurazioni e altre voci di costo generale.

16.2. Individuazione dei costi di raccolta Le elaborazioni condotte, basate su dati e parametri esperienziali ampiamente validati, nella loro solidità tecnico-economica, in ormai numerosi contesti territoriali su tutto il territorio nazionale (a livello sia di ATO, sia di Province), hanno portato alla ricostruzione del fabbisogno di risorse (personale, mezzi, contenitori e attrezzature in genere) per l’effettuazione dei servizi e alla individuazione dei costi di riferimento per tali servizi che possono costituire un importante elemento di benchmarking rispetto a quanto definito con l’affidamento dei servizi in essere. Nei riquadri seguenti si riporta il costo dei servizi di raccolta risultante sul complesso dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, espresso in termini assoluti (€/anno) e di procapite medio (€/ab*anno), e dettagliato rispetto alle macrovoci di costo: - spese per la manodopera; - ammortamento annuo costo degli automezzi (è stato assunto un periodo medio di 7 anni);

- ammortamento annuo del costo dei contenitori(è stato assunto un periodo medio di 5 anni);

- costo per sacchi e materiale non ammortizzabile;

- costi di avvio dei servizi (il trasporto presso gli impianti è a carico dei singoli Comuni). In relazione all’ultimo punto bisogna infatti considerare le rilevanti modifiche previste per l’attuazione del presente Piano Industriale sul sistema dei servizi di raccolta dei diversi Comuni. Tali costi comprendono i costi di trasporto dei materiali fino agli impianti di servizio individuati dal Piano Regionale e dal presente Piano che sono esclusivamente a carico dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, la quale addebiterà la rispettiva quota parte ad ogni singolo Comune. Si prevede per il trasporto dei rifiuti da ogni CCR, presente in ogni Comune costituente l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, presso gli impianti di smaltimento e trattamento, una franchigia di 100+100 km. (a.r.), a totale carico della Stazione Appaltante, la quale si rifarà su singolo Comune. Superata tale soglia i maggiori costi sostenuti per il trasporto saranno a totale carico dell’Aggiudicatrice. Di seguito viene riportato il dettaglio dei costi complessivi dell’intero servizio di raccolta dei rifiuti e dei servizi di spazzamento e lavaggio ed accessori dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano:

Tabella 1: elenco servizi

Frazione del rifiuto Totale

Raccolta RSU € 8.852.728,00

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Spazzamento e Serviziaccessori € 490.311,00

Pulizia aree limitrofe al centro urbano € 195.095,00

Sistema Informativo Centralizzato € 104.000,00

Gestione del Sistema Informativo € 193.000,00

Allestimento automezzi € 95.000,00

Allestimento Centri Comunali di Raccolta € 15.000,00

Start Up € 100.000,00

TOTALE € 10.045.134,00

Nei costi complessivi su elencati non sono compresi i costi dello smaltimento dell’indifferenziato, stimato pari a 150 €/t, e del trattamento della frazione organica, stimato pari a 85 €/t. Tale voce di costo sarà quantificata dopo l’individuazione degli impianti da parte dell’Appaltatrice del servizio.L’unione dei Comuni corrisponderà questi costi all’Appaltatrice e quantificherà per ogni singolo Comune la relativa quota parte.

16.2.1. Definizione dei costi dei servizi di spazzamento ed accessori Per quanto riguarda i costi di spazzamento in considerazione della lacunosità delle informazioni pervenute dai Comuni riguardo ai costi associati agli attuali servizi di spazzamento, risulta necessario chiarire che il dimensionamento effettuato dal presente Piano Industriale va inteso come linea guida per ottenere standard di servizi ottimali per il contesto in esame. In relazione al definitivo dimensionamento dei servizi di spazzamento e di igiene urbana accessori, si ritiene che l’individuazione delle modalità di dettaglio organizzative e gestionali di questi servizi potrà essere successivamente effettuata dai Comuni interessati in accordo con il consorzio sulla base di uno specifico listino prezzi che verrà allegato ai documenti di gara per consentire ai Comuni di effettuare ogni necessaria variazione nel corso dell’appalto. Il servizio di spazzamento e pulizia delle aree urbane dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano deve essere garantito dalla società aggiudicatrice con una frequenza di 2 (due) volte a settimana e deve prevedere, ogni domenica, lo spazzamento delle piazze e strade principali di ogni Comune inclusi i servizi di svuotamento dei cestini raccoglitori urbani . Tra i servizi accessori contrattualizzatil’Aggiudicatrice dei servizi di raccolta, spazzamento delle strade e servizi accessori deve garantire la bonifica dei siti soggetti alla presenza di amianto, abbandonati illecitamente su strade pubbliche e/o private soggette ad uso pubblico, per un quantitativo massimo annuo di circa 5 tonnellate.

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La quantificazione del costo complessivo, imputabile a tale servizio, non è facilmente stimabile in quanto l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano non è in possesso di una mappatura dei potenziali siti. Pertanto i costi di tale servizio saranno compresi nel canone annuale per il quantitativo massimo di 5 tonnellate/anno, se tale quantitativo viene superato i costi aggiuntivi saranno a carico dell’Unione dei Comuni, la quale si rivarrà sul singolo Comune.

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17.COSTI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO

17.1. Metodologia per la determinazione dei costi di igiene urbana La determinazione dei costi complessivi del servizio di gestione integrata deve comprendere sia il costo di raccolta (che con la trasformazione dei servizi è destinato ad aumentare in modo consistente), dei ricavi per la cessione ai consorzi di filiera dei materiali recuperati (destinati anche essi ad aumentare per il miglioramento quali - quantitativo delle RD) ed infine del costo di trattamento (destinato a diminuire grazie alla riduzione dei quantitativi di rifiuti residui da avviare a trattamento). Bisogna infatti considerare che l’aumento dei costi di raccolta viene normalmente compensato (parzialmente o completamente a seconda del livello dei costi di trattamento) dall’aumento dei ricavi CONAI e dalla parallela diminuzione dei costi di trattamento. Il costo complessivo dei servizi risulta determinato dal sommarsi delle singole componenti, così individuabili: . costi raccolta dei rifiuti residui comprensivi dei costi tecnici indiretti, spese generali e remunerazione del capitale; . costi raccolta delle frazioni raccolte in modo differenziato; . costi trattamento e ricavi da cessione materiali recuperati; La messa a regime del sistema integrato di gestione dei rifiuti comporterà la necessità di consistenti investimenti sia sul versante dei servizi, sia in relazione agli adeguamenti e alle nuove realizzazioni impiantistiche. In considerazione dei possibili canali di finanziamento ai sensi della Deliberazione n. 641 del 22Maggio 2012 di cui l’Unione dei Comuni dell’Alto Bradanoe quindi i suoi Comuni potrebbero beneficiare, nell’ambito della riorganizzazione del sistema dei servizi, si è ritenuto di poter utilmente individuare e presentare l’effetto di contenimento dei costi complessivi, associato alla probabile copertura parziale dei costi di investimento per le attrezzature da impiegarsi nei servizi (contenitori e automezzi). La disponibilità di fonti di finanziamento esterne all’Unione dei Comuni consentirebbe infatti la riduzione dei costi di ammortamento per tali investimenti. La riduzione della frazione residua dei RU dallo scenario del 31/12/2015 al 2019 è prevista pari al 50 % circa (da 2.875 t/annoa1.438 t/anno) che saranno destinate al trattamento meccanico biologico ed alla produzione di CDR, mentre le restanti quantità assoggettabili alla spazzatura stradale, ingombranti non recuperabili saranno inviate direttamente a siti di stoccaggio in sicurezza, in quanto non trattabili o recuperabili. La frazione organica e verde dei RU subisce una aumento dovuto alla quota del Comune di Maschito, riducendo le quantità di residuo inviato a smaltimento, che da3.360 t/anno, scenario al 31/12/2015, passerà a 2.570 t/anno al 2019, che saranno destinate a centri di compostaggio, auspicando al contempo l’attivazione da parte degli utenti del compostaggio domestico.

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In coerenza con quanto sopra la stima delle potenzialità degli impianti di trattamento dei rifiuti residui dovrebbe essere condotta tenendo conto dei quantitativi prodotti a regime. Una eccezione a questo criterio è costituita però dagli impianti di trattamento meccanico - biologico poiché, tenendo conto del deficit impiantistico provinciale riguardo alla produzione di compost di qualità, risulta opportuno dimensionare tali impianti tenendo conto della possibile doppia vocazione funzionale. Infatti si deve considerare che, nella maggior parte dei casi, gli impianti di trattamento meccanico-biologico sono costituiti da una sezione di trattamento biologico (aerobico o anaerobico) finalizzata alla stabilizzazione della frazione putrescibile che funzionano con lo stesso meccanismo (insufflazione d’aria, controllo dell’umidità, raffinazione finale ecc.) utilizzato negli impianti di compostaggio per frazioni organiche raccolte in modo differenziato. Quindi un impianto per il trattamento biologico dell’indifferenziato può essere convertito progressivamente alla produzione di compost di qualità. Ciò può avvenire anche gradualmente, con la crescita della raccolta differenziata, in tutti gli impianti in cui la sezione biologica sia sufficientemente modulare da permettere l’utilizzo separato di bacini, trincee, vasche, containers o aree rispettivamente per il trattamento biologico del rifiuto residuo, da un lato, e per il compostaggio di qualità, dall’altro. Questa caratteristica degli impianti di trattamento meccanico-biologico, se opportunamente valorizzata, permette di dare flessibilità al sistema di trattamento poiché questi impianti (che possono essere realizzati in tempi relativamente brevi) possono rispondere sia all’esigenza di trattare tutto il rifiuto indifferenziato nelle fase iniziale (quando non sono ancora stati raggiunti gli obiettivi di piano) sia nella fase a regime in cui la quantità di rifiuto residuo sarà calata in modo decisivo senza dover incorrere in rilevanti problemi gestionali ed economici. La somma delle potenzialità degli impianti di trattamento meccanico biologico dovrebbe quindi essere la somma delle esigenze di trattamento dell’indifferenziato e dell’umido e verde nello scenario a regime e risulta pari a 6.235 t/a (2.875 t/anno di residuo + 3.360t/anno di organico da RD). Il futuro Piano d’Ambito a livello provinciale potrebbe quindi pianificare la possibilità di unificare nelle medesime unità tecnologiche il trattamento della frazione residua RU (indifferenziata) e della frazione organica da R.D. per le seguenti motivazioni: ­ sia la biostabilizzazione della frazione residua che il compostaggio della frazione organica da raccolta differenziata possono essere effettuate mediante schemi di processo similari, in unità modulari (tipo biocontainer, biotunnel, trincee dinamiche o semplicemente andane su postazioni separate) poste in parallelo, consentendo quindi ampia flessibilità impiantistica e sinergie operative e gestionali; ­ nella provincia di Potenza ad un progressivo incremento della raccolta differenziata della frazione organica non ha corrisposto un adeguato incremento dell’offerta impiantistica; attualmente non risultano presenti impianti di trattamento dell’organico per produzione di compost di qualità e per tanto queste quantità vengono conferite presso impianti fuori Regione pertanto a breve, con

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l’aumento della RD dell’umido nella gran parte di Comuni della Provincia, si rischia di assistere ad un ulteriore incremento dei costi di trattamento dell’umido o di trasporto per conferimenti ad impianti di trattamento ubicati fuori Regione. Tra le sperimentazioni di ottimizzazione del recupero di materia da rifiuti indifferenziati tuttora in corso di attuazione o effettuate in anni recenti in ambito nazionale, si segnalano in particolare le seguenti: ­ sperimentazioni condotte in impianti di recupero di materia da rifiuti differenziati e assimilabili in regione Veneto (in particolare, impianto Ritec di Godega – TV, impianto Centro Riciclo Vedelago – TV); ­ “Progetto Ariel”, portato avanti dalle aziende ASM di Prato, Quadrifoglio di Firenze e Publiambiente di Empoli e orientato a massimizzare il recupero di materiali plastici da rifiuti indifferenziati nell’ambito di impianti TMB tradizionali, con l’implementazione di nuove tecnologie. Si segnala infine, come elemento di particolare novità nel contesto nazionale a livello pianificatorio e gestionale dei rifiuti, l’approvazione da parte dell’ATO di Reggio Emilia del relativo Piano d’Ambito, il quale prevede la realizzazione di un impianto di TMB a servizio del territorio provinciale, per il trattamento del rifiuto indifferenziato residuo a valle, per un obiettivo del 67% di raccolta differenziata, ricercando ulteriori possibilità di estrazione di materiali avviabili a recupero anche dal flusso del rifiuto residuo. Si tratta di un’impostazione impiantistica allineata alle migliori tecniche disponibili di settore, con scarsi riferimenti così ottimizzati in ambito nazionale, e esperienze di interesse riscontrabili in recenti realizzazioni in ambito internazionale (si veda ad es. impianto Ecoparc 4 della città di Barcellona).

17.2. Costi di gestione complessivi

17.2.1. Definizione dei costi dei servizi di raccolta, trasporto e trattamento dei RU Per quanto riguarda i ricavi ed i costi di trattamento degli imballaggi sottoposti alle regole definite dall’Accordo ANCI - CONAI, sono state assunti i valori definiti nel recente aggiornamento dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI 2014-2019. Considerando che tali materiali verranno sottoposti ad una preselezione per migliorarne il grado di purezza merceologica, sono state assunti come riferimento i corrispettivi riconosciuti dal CONAI di “prima fascia”, ovvero con presenza di materiali estranei ridotta al minimo, avendo comunque imputato, il costo della preselezione e del trattamento degli scarti derivanti da tale preselezione. Per le altre frazioni (quali olii esausti, batterie esauste, RAEE, ecc.) si considera in prima approssimazione che gli eventuali costi di pre - lavorazione o di conferimento a destinazione si pareggino con l’eventuale valore riconosciuto dal mercato o con i contributi dei Consorzi preposti. Di seguito vengono illustrate le attuali tariffe di trattamento che sono state assunte nel presente Piano Industriale: - costo per il trattamento dei RU residui presso l’impianto di biostabilizzazione di (stimato): 150,00 €/t IVA esclusa;

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- costo per il compostaggio della frazione organica e verde (stimato): 85 €/t IVA esclusa;

Va però evidenziato che è presumibile che il costo di selezione delle plastiche e lattine potrebbe essere notevolmente ridotto in relazione alla maggiore purezza merceologica che si riscontra di norma passando dalle raccolte stradale alla raccolta domiciliare. Tra i costi da annoverare per la gestione associata dei rifiuti urbani dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano un’aliquota importante la riveste il servizio di trasporto dei rifiuti verso i CCR e gli impianti. Il servizio di trasporto e/o conferimento dei rifiuti presso i CCR e/o Ecocentri, sono a carico dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano, la quale contabilizzerà la quota parte spettante ai singoli Comuni, tali costi saranno maggiori per quei Comuni sprovvisti di CCR e/o Ecocentri, ed inoltre a questi si devono aggiungere i costi di conferimento dell’indifferenziato e della frazione organica presso gli impianti di smaltimento e/o trattamento che, sino a 200 km a conferimento (sono previsti 3 conferimenti settimanali, 2 per l’organico e 1 per l’indifferenziato), sono a carico dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano che addebiterà la relativa quota ad ogni Comune, la restante parte dei costi di trasporto verso gli impianti di smaltimento e trattamento sono a carico della Aggiudicataria. Gli addetti al trasporto giornaliero dei rifiuti presso i CCR e/o Ecocentri redigeranno una scheda di controllo in cui saranno riportati i seguenti dati: . quantità dei rifiuti trasportati . tipologia di rifiuto (indifferenziato e frazione organica) . distanza percorsa . tempo di percorrenza La raccolta di questi dati è importante per quantificare i costi di trasporto (ed i costi legati allo smaltimento dell’indifferenziato ed al conferimento presso gli impianti di trattamento della frazione organica) che ogni singolo Comune corrisponderà all’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano.

17.3. Gestione sagre e feste L’assistenza durante le sagre e le feste sarà gestita da ogni singolo Comune, il quale in accordo con l’Aggiudicataria gestiranno gli eventi programmati al fine di evitare che ogni singolo rifiuto prodotto diventi indifferenziato. L’Aggiudicataria dovrà garantire dopo tali eventi la pulizia delle aree su cui si è svolto l’evento così da preservare il decoro della città.

17.4. Costi di gestione pulizia aree limitrofe al centro urbano Il calcolo dei costi di gestione della pulizia delle periferie comunali è stato effettuato considerando l’impiego di 1 operatore a Comune per un monte ore stimato di 10 ore mensili moltiplicato per un costo orario di € 23,22.

17.5. (In)formazione

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I costi relativi alle attività di comunicazione, formazione e sensibilizzazione del nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ed assimilatisaranno gestiti da ogni singolo Comune al fine di rendere partecipi ed informati tutti i cittadini dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano sullo stato della raccolta dei rifiuti. Sarà prevista la fornitura di opuscoli informativi, da distribuire ad ogni utenza, in cui saranno descritte le modalità di raccolta (tipologia di rifiuto da conferire), il calendario di raccolta ed altre informazioni utili (numero telefonico per reclami, ritiro ingombranti, CCR, Gestore, etc..) al fine di rendere più facile e corretta la raccolta dei rifiuti.

17.6. Costi gestione e manutenzione software L’intero sistema di raccolta dei rifiuti all’interno dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano deve essere gestito e monitorato attraverso l’utilizzo di un Sistema Informativo Integrato. Tale sistema è fondamentale per la determinazione della tariffa. Il sistema informativo integrato necessita annualmente di attività di gestione e manutenzione necessarie al buon funzionamento di tutto il sistema di gestione dei rifiuti ed i costi ad attribuire alla gestione del Sistema Informativo Integratoe relativa manutenzione si aggirano intorno ai 48.000 €/anno.

17.7. Parcoautomezzi L’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano ha in dotazione un parco mezzi costituito da:

N. Modello Anno Volume (m3) Portata utile legale (Kg) Immatricolazione 1 Piaggio Porter 2010 2,8 330 2 Piaggio Porter 2010 2,8 330 3 Piaggio Porter 2010 2,8 330 4 Piaggio Porter 2010 2,8 330 5 Piaggio Porter 2010 2,8 330 6 Piaggio Porter 2010 2,8 330 7 Piaggio Porter 2010 2,8 330 8 Piaggio Porter 2010 2,8 330 9 Piaggio Porter 2010 2,8 330 10 Piaggio Porter 2010 2,8 330 11 Piaggio Porter 2010 2,8 330 12 Piaggio Porter 2010 2,8 330 13 Piaggio Porter 2010 2,8 330

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14 Piaggio Porter 2010 2,8 330 15 Piaggio Porter 2010 2,8 330 16 Iveco 120EL22 2010 10 3000 17 Iveco 120EL22 2010 10 3000 18 Iveco 120EL22 2010 10 3000 19 Iveco 120EL22 2010 10 3000 20 Iveco 120EL22 2010 10 3000 21 Iveco 120EL22 2010 10 3000 22 Iveco 120EL22 2010 10 3000 23 Iveco 120EL22 2010 10 3000 24 Iveco 120EL22 2010 10 3000 25 Iveco 180E28K 2010 18 7000 26 Iveco 180E28K 2010 18 7000 27 Iveco 180E28K 2010 18 7000

Tale parco mezzi,verrà messo a disposizione dall’Ente Appaltante sotto compenso oneroso pattuito dalle parti riferendosi ai canoni annuali del noleggio di tali veicoli ai quali saranno applicati degli sconti, pari al 30% sul compenso annuale il primo anno, del 45% il secondo anno e del 60% il terzo anno, rimanendo fisso per gli anni successivi. Su tali automezzi saranno installati i dispositivi di geolocalizzazione, necessari per la tracciabilità degli automezzi e dei rifiuti, e di pesatura necessari alla quantificazione dei rifiuti conferiti presso i CCR e presso gli impianti di smaltimento e trattamento.

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ACERENZA BANZI FORENZA GENZANO DI L. PALAZZO S.G. TOLVE S.CHIRICO N.

UNIONE DEI COMUNI ALTO BRADANO -Acerenza (Pz) –

PIANO D’AZIONE PER LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEI CONSUMI NEL SETTORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ovvero PIANO D’AZIONE NAZIONALE SUL GREEN PUBLIC PROCUREMENT (PANGPP) ai sensi del Decreto del MATTM del 13/02/2014 – Allegato 1

CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER l’affidamento del servizio di GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

ALLEGATO TECNICO

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1 PREMESSA Questo documento tiene conto di quanto proposto nelle Comunicazioni della Commissione Europea su Consumo e Produzione Sostenibile (COM (2008) 397) e sul GPP (COM (2008) 400) e di quanto proposto nel GPP Toolkit messo a punto a cura della stessa Commissione Europea ed è parte integrante del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione(di seguito PAN GPP)1. In relazione a quanto indicato al par. 5.1 della Comunicazione COM (2008) 400 ed al punto 4.2 “obiettivo nazionale” del PAN GPP, l’obiettivo da raggiungere entro il 2014 è la quota del 50% (in numero e in valore) di appalti “verdi”, come definiti nel seguito, sul totale degli appalti pubblici stipulati per l’affidamento di servizi di gestione dei rifiuti urbani. Per consentire l’attuazione del monitoraggio previsto al punto 6.4 del PAN GPP, ai sensi dell’art. 7 comma 8 del D. lgs. 163 /20 062, le stazioni appaltanti debbono comunicare all’Osservatorio dei contratti pubblici dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di lavori servizi e forniture -AVCP , nel rispetto delle modalità indicate nelle apposite schede di rilevamento predisposte dal citato Osservatorio, i dati riguardanti i propri acquisti che utilizzano i criteri ambientali minimi adottati con il presente allegato. Questo documentosarà oggetto di aggiornamento periodico per tener conto dell’evoluzione della normativa, della tecnologia e dell’esperienza. 2 OGGETTO E STRUTTURA DEL DOCUMENTO Questo documento riguarda essenzialmente la parte del servizio di gestione dei rifiuti3 relativa alla raccolta dei rifiuti, rimandando a futuri aggiornamenti l’eventuale definizione di criteri relativi anche alle altre fasi del servizio. Esso contiene, oltre ad alcune indicazioni di carattere sia generale sia specifico relative alla preparazione ed all’espletamento degli appalti ed alla gestione dei contratti (capitolo 3), i criteri ambientali minimi -CAM- che le stazioni appaltanti pubbliche devono utilizzare, nell’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani, per realizzare appalti sostenibili come definiti nel seguito (capitolo 4). I CAM, finalizzati a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale degli acquisti pubblici, sono definiti nel rispetto del codice dei contratti pubblici, tenendo presente in particolare quanto stabilito dall’art. 2 “Principi” c. 2: “Il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”, dall’art. 68 “Specifiche tecniche” c. 1:Ogniqualvolta sia possibile dette specifiche tecniche devono essere definite in modo da tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti, disabili, di una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale.” ec. 2: “Le specifiche tecniche devono consentire pari accesso agli offerenti e non devono comportare la creazione di ostacoli ingiustificati all'apertura dei contratti pubblici alla concorrenza”, nonché dalle norme a tutela della concorrenza e della par condicio. Le stazioni appaltanti che utilizzano i CAM per i propri acquisti sono in linea con i principi del PAN GPP e contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi ambientali ivi stabiliti. Allo scopo di evidenziarne le caratteristiche di sostenibilità, nell’oggetto di una procedura di acquisto che utilizza i CAM definiti in questo documento devono essere citati gli estremi del Decreto del Ministro dell’Ambiente di approvazione dei CAM stessi. Allo scopo di facilitarne l’uso da parte della stazione appaltante nelle proprie procedure d’acquisto, i CAM sono raggruppati in sezioni come di seguito descritto:

1 II Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione - PAN GPP), redatto ai sensi della legge 296/2006, articolo 1, commi 1126, 1127, 1128, è stato adottato con decreto interministeriale del 11 aprile 2008 (in GU n. 107 del 8 maggio 2008) ed aggiornato con decreto ministeriale 10 aprile 2013 (in GU n.102 del 3 maggio 2013). 2 Decreto Legislativo 12 Aprile 2006, n.163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” (in G. U. N.100 del 2 Maggio 2006 - S. O. n.107). 3 Vedi D.Lgs 152/2006 art. 183 “Definizioni”, come modificato dal D.lgs. n. 205 del 2010.

— selezione dei candidati (criteri di base): contiene requisiti di qualificazione soggettiva atti a

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provare la capacità tecnica dei candidati ad eseguire l’appalto in modo da ridurne gli impatti ambientali; — specifiche tecniche (criteri di base): contiene specifiche tecniche definite nel rispetto dell’art. 68 del Codice dei contratti pubblici atte a migliorare la sostenibilità del servizio; — condizioni di esecuzione (criteri di base): contiene criteri di sostenibilità che l’appaltatore si impegna a rispettare durante lo svolgimento del contratto; — criteri premianti (criteri di aggiudicazione): contiene criteri di valutazione dell’offerta che, conformemente a quanto stabilito all’art. 83 del Codice dei contratti pubblici, possono essere utilizzati nei casi di aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa attribuendo a ciascuno di essi un punteggio premiante stabilito nei documenti di gara. I criteri premianti sono atti a selezionare prodotti, servizi, lavori più sostenibili di quelli che si possono ottenere con il rispetto dei soli criteri di base di cui sopra. Coerentemente con quanto previsto dal Codice dei contratti pubblici4, per ogni criterio ambientale alla voce “verifica” sono indicati: — la documentazione che l’offerente, l’aggiudicatario provvisorio o l’appaltatore è tenuto a presentare per comprovare la conformità del servizio al criterio, — i mezzi di presunzione di conformità che la stazione appaltante può accettare al posto delle prove dirette, ove esistenti. Nel caso delle specifiche tecniche (criteri di base) e dei criteri premianti (criteri di aggiudicazione), ove non sia possibile fare riferimento a specifici mezzi di prova, la stazione appaltante accetta una dichiarazione dell’offerente che, se riferita ad asserzioni di carattere ambientale, deve essere resa conformemente alla norma UNI EN ISO 14021:2012 “Etichette e dichiarazioni ambientali - Asserzioni ambientali auto-dichiarate (etichettatura ambientale di Tipo II)”. Nel caso delle condizioni di esecuzione (criteri di base) la verifica del rispetto del criterio viene effettuata in fase di esecuzione del contratto; in sede di offerta l’offerente deve presentare una dichiarazione d’impegno del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 3 INDICAZIONI RELATIVE ALL’APPALTO Le indicazioni contenute in questo capitolo consistono sia in richiami alla normativa ambientale sia in suggerimenti mirati alla razionalizzazione degli acquisti ed alla più efficace utilizzazione dei CAM negli appalti pubblici. I CAM sono finalizzati a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale degli appalti pubblici. Questa esigenza di sostenibilità è particolarmente sentita nel settore dei rifiuti che da anni rappresenta una grave emergenza nazionale e non solo può causare all’Italia sanzioni da parte dell’Unione europea, ma alimenta un preoccupante sviluppo di attività illegali e costituisce una grave minaccia all’economia del territorio ed alla salute delle popolazioni. Come previsto dalle norme vigenti, tutte le prestazioni richieste dalla stazione appaltante ed esplicitate nei documenti di gara, comprese quelle relative ai criteri ambientali definiti in questo documento, debbono trovare un corrispettivo nel prezzo a base d’asta e in quello di aggiudicazione. Allo scopo di favorire ed ampliare l’offerta di servizi sostenibili, la stazione appaltante informa periodicamente gli operatori economici sulle modalità e sugli obiettivi delle proprie procedure d’acquisto, nel rispetto dei principi generali di parità di trattamento, massima partecipazione, proporzionalità e trasparenza.

4Art. 68 c. 10 del D.Lgs. 163/2006: “...... le stagioni appaltanti possono precisare che i prodotti o servici muniti di eco-etichettatura sono presunti conformi alle specifiche tecniche definite nel capitolato d'oneri; essi devono accettare qualsiasi altro me^^p di prova appropriato, quale una documentatone tecnica del fabbricante o una relazione di prova di un organismo riconosciuto”. Per organismi riconosciuti si intendono, secondo quanto previsto dal medesimo art 68, i laboratori di prova, di taratura e gli organismi di ispezione e certificazione conformi alle norme europee.

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3.1. RIFERIMENTI NORMATIVI Nella definizione dei criteri ambientali di cui al cap. 4 si è tenuto conto tra l’altro delle seguenti norme nazionali: — Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servici e forniture in attuatone delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” e D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163” e s. m. i.; — Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 1525 e s.m. e i., tra cui quelle recate dal Decreto legislativo 3 dicembre 2010 n. 205 “Diposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Variamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”, con particolare riferimento alla parte IV, recante “Norme in materia di rifiuti e gestione dei siti inquinati’ ; — Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 8 aprile 2008 “Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall'articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche” e s. m. i.; — Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 8 maggio 2012 che adotta i “ Criteri Ambientali Minimi per l’Acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada” e s. m. i. I CAM sono definiti in modo tale da poter essere applicati da ogni stazione appaltante in Italia. Poiché sono finalizzati a promuovere una maggiore sostenibilità degli acquisti pubblici, in relazione ai più significativi aspetti/impatti ambientali e ove pertinente sociali dei servizi oggetto dell’appalto, essi definiscono caratteristiche, prestazioni e condizioni di esecuzione superiori a quelle prescritte dalle leggi e dalle norme nazionali vigenti. Questo non esclude che esistano Leggi regionali che prescrivono prestazioni ancor meno impattanti di quelle definite dai CAM; in tal caso evidentemente tali leggi prevalgono sui corrispondenti criteri definiti in questo documento. I CAM definiti in questo documento possono essere utilizzati per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani a prescindere dalla forma scelta o definita per legge per l’affidamento stesso ed in particolare quindi possono essere utilizzati anche nel caso di affidamento a società “in house”. In questo caso il termine “appaltatore” indica il gestore del servizio, l’espressione “stazione appaltante” indica l’ente che stipula con il gestore il contratto di servizio per la gestione dei rifiuti e l’espressione “contratto pubblico” indica lo stesso “contratto di servizio”. 3.2 APPALTI “VERDI” E CRITERIO DELL’OFFERTAECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA Il contratto per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti che cita esplicitamente nell’Oggetto dell’appalto il DM di adozione di questo documento e che rispetta tutti i CAM “di base” che vi sono definiti (nelle sezioni Selezione dei candidati, Specifiche Umiche e Condizioni di esecuzione) è classificato come “verde” ai fini del monitoraggio dell’AVCP di cui al capitolo 1. Ai fini della classificazione dell’appalto come “verde” è invece facoltativo l’utilizzo dei criteri descritti nella sezione criteripremianti (criteri di aggiudicazione). Fermo restando il rispetto dei criteri di base, i criteri premianti possono essere utilizzati se l’appalto è aggiudicato con la forma dell’offerta economicamente più vantaggiosa, come prevista dal Codice dei contratti pubblici e disciplinata dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP)6. In linea con le indicazioni del PAN GPP, le stazioni appaltanti sono invitate ad utilizzare ogniqualvolta possibile tale forma di aggiudicazione che appare quella preferibile al fine di promuovere appalti pubblici più sostenibili. Infatti, attraverso l’attribuzione di punteggi tecnici a criteri ambientali e, ove possibile, sociali, essa consente di far emergere le offerte che si qualificano per caratteristiche e prestazioni più sostenibili di quelle corrispondenti ai soli criteri “di base”. L’utilizzo di criteri premianti, che devono essere definiti nel bando di gara unitamente ai punteggi attribuibili a ciascuno di essi, consente di premiare l’innovazione e l’eccellenza per la sostenibilità senza imporre a tutti gli offerenti il rispetto di prestazioni/caratteristiche dei prodotti, servizi o lavori che possono essere meno diffuse o più complesse e che potrebbero scoraggiare la partecipazione alla gara ed il suo stesso esito.

5 II D. lgs n. 152 del 3 aprile 2006 (in G.U. n. 88 del 14 aprile 2006) recepisce la Direttiva CE/98/2008.

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6Determina dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) n. 7 del 24 novembre 2011 “Linee guida per l’applicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa nell’ambito dei contratti di servizi e forniture” (in G. U. n. 291 del 15-12-2011).

Tenendo conto delle indicazioni della Commissione europea, nel caso di aggiudicazione in base al sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, allo scopo di fornire al mercato un segnale efficace sulla rilevanza dei criteri ambientali, è opportuno che le stazioni appaltanti assegnino complessivamente ai criteri ambientali premianti punti tecnici in misura non inferiore al 15% del punteggio totale disponibile. 3.3 INDICAZIONI SPECIFICHE PER LA STAZIONE APPALTANTE 3.3.1 Prevenzione della produzione dei rifiuti La Parte quarta del D.Lgs 152/2006 Norme in materia ambientale e s. m. i. costituisce il principale riferimento normativo per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. In particolare: — l’art. 179 Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti stabilisce la gerarchia nel cui rispetto deve avvenire la gestione dei rifiuti e, tra l’altro, al comma 5 indica alcune iniziative che le pubbliche amministrazioni devono perseguire nell’esercizio delle rispettive competenze per favorire il rispetto di tale gerarchia. Tali iniziative riguardano tra l’altro lo sviluppo di tecnologie pulite, lo sviluppo e l’immissione sul mercato di prodotti atti a produrre meno rifiuti e/o contenenti meno sostanze pericolose, la promozione del recupero di materiali e la promozione di materiali e prodotti recuperati; — l’art 180 "Prevenzione della produzione di rifiuti al comma 1 stabilisce che al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, le iniziative di cui sopra possano riguardare tra l’altro la promozione di strumenti economici, di sistemi di certificazione ambientale, dell’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, delle analisi del ciclo di vita dei prodotti, di azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori; ed inoltre possano valorizzare nei bandi di gara le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione della produzione di rifiuti e comprendere accordi e contratti di programma o protocolli d'intesa. Lo stesso articolo 180 al comma 1-bis stabilisce che il Ministero dell’Ambiente adotti un programma nazionale di prevenzione dei rifiuti ed elabori indicazioni affinché tale programma sia integrato nei piani di gestione dei rifiuti che le Regioni debbono definire, ai sensi dell’art.199, sentite le province, i comuni e le Autorità d'ambito; — I’art.l80-bis7 Riutilizzo di prodotti e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti al comma 1 prevede che le pubbliche amministrazioni promuovano, nell’esercizio delle rispettive competenze, il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti attraverso specifiche iniziative tra le quali: misure logistiche (come la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo), l’utilizzo nell’ambito delle procedure di affidamento dei contratti pubblici dei criteri definiti dal Ministero dell’Ambiente ai sensi del DM 11 aprile 20 0 88, misure educative e promozione di accordi di programma. Tutto ciò premesso e fermo restando il rispetto delle norme vigenti, in attesa dell’adozione del Programma nazionale di prevenzione da parte del Ministero dell’Ambiente, la stazione appaltante può realizzare, anche attraverso il contratto di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti, azioni mirate a prevenire la produzione dei rifiuti e l’impatto ad essi associato che possano costituire esperienze e fornire dati utili alla definizione del Programma nazionale di cui sopra. A questo fine è opportuno che tali azioni, basate sulla conoscenza della specifica situazione locale (dal punto di vista demografico, territoriale, infrastrutturale, economico-commerciale, dei servizi, dei flussi di rifiuti e della loro criticità), coinvolgano i soggetti interessati lungo il ciclo di vita dei beni e dei servizi ed in particolare siano sinergiche alle attività del servizio di gestione dei rifiuti e prevedano anche il monitoraggio dei risultati9. La criticità dei singoli flussi di rifiuti e quindi le priorità, i soggetti da coinvolgere, i luoghi in cui intervenire e le specifiche misure da intraprendere dipendono dal contesto territoriale e sociale; tuttavia si sono dimostrate generalmente efficaci le azioni mirate a: 1. ridurre lo spreco di cibo. I prodotti alimentari spesso diventano rifiuti anche quando potrebbero invece essere ancora utilizzati. Accordi con operatori del settore della ristorazione e della GDO possono evitare che tali prodotti ancora edibili entrino nel ciclo dei rifiuti, ad es. consentendone la raccolta presso mense,

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mercati, super e ipermercati ed immettendoli nei circuiti di distribuzione gratuita a

7 Art. introdotto dall’art. 6 del D.Lgs 205 del 2010. 8 Decreto interministeriale del 11 aprile 2008 (in GU n. 107 del 8 maggio 2008) di adozione del PAN GPP. 9 Tra i riferimenti metodologici utili per lo sviluppo di queste attività vi possono essere le Linee guida europee “Guidelines on the preparation of foodwastepreventionprogrammes” e le Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti urbaniFederambiente-ONR. indigenti garantita dalla Legge cosiddetta “del buon Samaritano”10, come anche previsto dal DM 25 luglio 2011 Criteri Ambientali Minimi per Ristorazione collettiva e derrate alimentari11; 2. riutilizzare beni e prodotti. Una percentuale importante dei rifiuti attualmente è costituita da oggetti usati o invenduti, ma ancora utilizzabili e che a volte hanno anche un valore di mercato. E possibile allungare la vita di molti prodotti, rimandando il loro ingresso nel ciclo dei rifiuti, attraverso molteplici iniziative. Innanzitutto è necessario consentire/organizzare la raccolta di tali prodotti. Allo scopo, la stazione appaltante o l’ente comunque preposto può stipulare accordi con enti caritatevoli o organizzazioni del settore dell’usato12 e può realizzare (ove possibile, preferibilmente accanto ai centri di raccolta) “centri del riuso” dove i beni possono essere oggetto di baratto, vendita o cessione gratuita. 3.3.1.1 Beni riutilizzabili e preparazione per il riutilizzo Molti oggetti che oggi entrano nel circuito dei rifiuti sono ancora in grado di svolgere la funzione per la quale sono stati prodotti e potrebbero, invece, essere “riutilizzati”. Vi sono molte esperienze positive, fatte in diverse realtà territoriali, di gestione dei beni usati, compresa la loro vendita/cessione, da parte di cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, di volontariato, ONLUS, ecc. In particolare tali organizzazioni possono trovare in questa attività anche un’occasione di creazione di posti di lavoro. Risulta pertanto necessario favorire a livello locale i circuiti di riutilizzo di beni usati (mercatini, punti vendita ecc.) attraverso iniziative di promozione, quali ad esempio la messa a disposizione, ove possibile gratuita, di locali e spazi dedicati, l’informazione e la formazione. Altri rifiuti, non direttamente riutilizzabili, debbono essere sottoposti ad operazioni di “preparazione per il riutilizzo” (controllo, pulizia, smontaggio e riparazione), in modo da poter essere recuperati e nuovamente impiegati. Al fine di agevolare i conferimenti, da parte degli utenti, sia di prodotti riutilizzabili sia di rifiuti differenziati è opportuno che le aree per la raccolta di beni usati ed i centri di raccolta dei rifiuti siano adiacenti o comunque vicini e logisticamente connessi tra loro. In tal modo, infatti, si riducono il percorso ed il tempo necessari agli utenti per portare alla corretta destinazione i rifiuti e per accedere ai “mercatini” ed ai centri di raccolta e distribuzione dei beni usati.

3.3.2 Compostaggio domestico Il compostaggio domestico può assumere un ruolo molto significativo, in particolare nelle situazioni ove siano presenti case sparse e giardini. Infatti consente di ridurre la quantità dei rifiuti da raccogliere e di fornire al contempo agli stessi compostatori ammendanti per il loro terreno. Allo scopo di promuovere il compostaggio è opportuno realizzare attività di sensibilizzazione e prevedere incentivi, tra cui ad esempio la riduzione del tributo/tariffa sui rifiuti per coloro che effettuano il compostaggio domestico, una volta verificata l’effettiva produzione di compost 13 ed il suo utilizzo, a fronte della corrispondente riduzione delle quantità di rifiuti posti a carico del servizio di raccolta. Al fine della promozione del compostaggio inoltre la stazione appaltante, che non abbia altrimenti provveduto, può: − prevedere che l’appaltatore fornisca, agli utenti interessati, compostiere domestiche, eventualmente in comodato gratuito o in altra forma agevolata, − istituire uno specifico Albo dei Compostatori in cui iscrivere coloro che, utilizzando correttamente il compostaggio, contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti e l’onere del servizio di raccolta. E’ opportuno che la promozione del compostaggio riguardi sia singole abitazioni sia comunità (mense, grandi condomini, ecc.); in quest’ultimo caso la stazione appaltante deve tener conto dell’esigenza che gli impianti di compostaggio siano autorizzati ai sensi della normativa vigente.

10 Legge 25 giugno 2003, n. 155 “Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale”. 11 in G.U. n. 220 del 21 settembre 2011.

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12 Legge 27 febbraio 2009, n.13 “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e dì protezione dell’ambiente”all’articolo 7 sexies prevede la possibilità per le pubbliche amministrazioni di utilizzare la forma dell’accordo volontario per valorizzare a fini ecologici i mercati dell’usato. 13 D.Lgs 152/2008, art.183 “Definizioni’, comma 1 punto t): “compost da rifiuti: prodotto ottenuto dal compostaggio della frazione organica dei rifiuti urbani nel rispetto di apposite norme tecniche finalizzate a definirne contenuti e usi compatibili con la tutela ambientale e sanitaria e, in particolare, a definirne i gradi di qualità

La stazione appaltante deve assicurarsi che l’appaltatore del servizio di gestione dei rifiuti urbani le fornisca con cadenza periodica tutte le informazioni relative allo svolgimento dell’attività di compostaggio domestico, che avrà raccolte in uno specifico Registro dei compostatori, per l’aggiornamento del relativo Albo formalmente istituito dalla stessa stazione appaltante.

3.3.3 Raccolta differenziata Per aumentare il riciclaggio e il recupero dei rifiuti è necessario attuare la raccolta differenziata, che prevede la separazione dei rifiuti da parte dei produttori “a monte” della raccolta, anziché demandare la separazione dei rifiuti, “a valle” della raccolta, ad impianti che oltretutto possono non essere disponibili sul territorio interessato dal servizio, né a breve distanza da esso, e che comunque sono essi stessi causa di impatti ambientali. In particolare è opportuno raccogliere separatamente: • la frazione secca, • la frazione umida/organico, • la carta e il cartone (raccolta monomateriale), • gli imballaggi in plastica unitamenteai metalli (raccolta del “multimateriale leggero”), • il vetro (raccolta monomateriale). Allo scopo di aumentare la qualità ed il valore della frazione vetro, è opportuno che, laddove sussistano le condizioni idonee (tipologia di utenze servite, ecc), la stazione appaltante preveda la raccolta degli imballaggi in vetro separata per colore (vetro chiaro separato dal vetro scuro). In questo modo è possibile aumentare la quantità e soprattutto la qualità delle singole frazioni di rifiuti raccolte, che è condizione necessaria per incrementarne il riciclaggio e quindi per lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali. A questo riguardo, fermo restando che le specifiche misure da intraprendere dipendono dal contesto territoriale e che in alcuni luoghi tali misure possono anche rivestire carattere di complessità o comportare inizialmente costi non trascurabili, l’esperienza mostra che i migliori risultati in relazione alla qualità delle frazioni raccolte vengono raggiunti con la raccolta domiciliare (c. d. “porta a porta”). La raccolta domiciliare deve essere basata sul coinvolgimento e sulla partecipazione degli utenti e su verifiche puntuali. Essa richiede quindi una progettazione accurata, un’esecuzione puntuale, azioni di informazione e sensibilizzazione della popolazione, di promozione dei comportamenti virtuosi ed inoltre azioni di verifica, controllo e di sanzione degli errati conferimenti, tali da scoraggiare comportamenti scorretti. A fronte di un’organizzazione più complessa, la raccolta domiciliare è in grado di fornire flussi di rifiuti di qualità che, in quanto tali, possono essere collocati sul mercato e produrre un risultato economico altrimenti irrealizzabile. La raccolta porta a porta deve essere applicata almeno alla frazione “residua” e a quella “umida” (rifiuti organici) dei rifiuti domestici. Nel primo caso infatti comporta, per differenza, il miglioramento della qualità della raccolta differenziata delle altre frazioni. Nel secondo caso consente lo sviluppo di un’attività di compostaggio di qualità, con la conseguenza sia di ridurre il peso dei rifiuti da avviare in discarica (la frazione umida ha un elevato peso specifico), con ciò contribuendo al raggiungimento degli obiettivi cogenti fissati a livello europeo e nazionale sulla raccolta differenziata, sia di fornire prodotti di qualità ad agricoltura e giardinaggio, con ciò riducendo il fabbisogno di materie prime che altrimenti si dovrebbero impiegare allo stesso scopo. La raccolta differenziata stradale, più semplice da realizzare di quella domiciliare, non consente però controlli sui conferimenti, né sistemi correttivi di tipo sanzionatorio e, attraverso il mescolamento dei rifiuti, non tracciabili, conferiti da più utenti nello stesso cassonetto, porta alla riduzione del livello di qualità delle frazioni di rifiuti; conla conseguenza di non poter raggiungere i livelli di qualità necessari per alimentare attività di riciclo e recupero, livelli peraltro richiesti dai Regolamenti europei che fissano le modalità per consentire ai rifiuti di cessare di essere considerati tali (il c. d. End of Waste)14.

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Senza considerare l’“effetto discarica” che molto spesso è provocato dai cassonetti stradali, determinato dall’abbandono attorno agli stessi cassonetti di rifiuti ingombranti, di rifiuti che non trovano spazio nei cassonetti già pieni, ecc. Data la diversità di situazioni esistenti, le abitudini radicate, gli sforzi e gli investimenti a volte necessari per realizzare nuovi sistemi di raccolta e di gestione dei rifiuti, probabilmente ancora per qualche tempo il sistema di raccolta differenziata prevalente sarà di tipo “misto” (in cui coesistono la raccolta domiciliare e quella stradale). Questo non dovrà tuttavia impedire alle stazioni appaltanti di intraprendere azioni che garantiscano livelli di qualità sempre maggiori delle frazioni di rifiuti raccolte. Al fine di realizzare un’efficace raccolta differenziata in particolare degli imballaggi, ma anche di altri materiali, è opportuno che le stazioni appaltanti valutino anche l’opportunità di realizzare/promuovere accordi con la grande distribuzione organizzata presente sul territorio. Un ruolo cruciale nel sistema della raccolta differenziata è svolto dai centri di raccolta dei rifiuti15 che debbono essere realizzati e funzionare nel rispetto delle norme vigenti e debbono corrispondere per numero, dimensione e ubicazione al fabbisogno degli utenti dell’ambito territoriale oggetto del servizio16. Infine, allo scopo di raggiungere i migliori risultati in relazione alle priorità individuate dal Dlgs 152/2006 è opportuno che la stazione appaltante valuti la possibilità di: • porre a carico dell’appaltatore, parzialmente o in toto, il costo dei conferimenti alla discarica, ad impianto di smaltimento finale e ad impianto di trattamento prima dello smaltimento finale; • far incassare direttamente all’appaltatore il ricavato della vendita alle piattaforme di conferimento delle varie frazioni di raccolta differenziata ed i contributi eventualmente versati dal CONAI, • premiare all’interno del sistema di remunerazione del contratto: o il raggiungimento di elevati valori di qualità delle frazioni di raccolta differenziata (ad es. “prima fascia” / “fascia A” di qualità di cui all’Accordo Quadro ANCI-CONAI), o il raggiungimento, anche graduale, di obiettivi di aumento delle percentuali di raccolta differenziata stabilite nel contratto. 3.3.4 Informazioni − Informazioni ai cittadini: la stazione appaltante deve prevedere programmi e campagne di informazione e sensibilizzazione degli utenti e degli studenti delle scuole sui temi della riduzione sia della quantità dei rifiuti sia della presenza di sostanze pericolose nei materiali e nei prodotti (prevenzione) e sul tema del riciclaggio e del recupero dei rifiuti. Tali campagne, se la stazione appaltante non provvede ad attuarle direttamente, possono essere comprese nel contratto di servizio di gestione dei rifiuti ed attuate dall’appaltatore, sulla base dei dati e delle indicazioni forniti dalla stazione appaltante. Allo scopo di facilitare il riciclaggio dei rifiuti raccolti in maniera differenziata e l’utilizzo dei materiali riciclati, la stazione appaltante deve provvedere affinché siano facilmente accessibili a tutti i soggetti interessati, anche attraverso la rete informatica, informazioni aggiornate in merito a tipo, quantità, qualità ed ubicazione dei rifiuti raccolti separatamente e in merito agli impianti di riciclaggio esistenti sul territorio. − Informazioni alla stazione appaltante: per consentire la massima efficacia del servizio di gestione dei rifiuti è necessario che la stazione appaltante abbia costante controllo sul suo svolgimento e disponga di dati quali-quantitativi sempre aggiornati sul servizio, tali da consentirne la valutazione rispetto alle esigenze dei cittadini e al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione,riciclo e recupero dei rifiuti e da consentire altresì di definire ed attuare eventuali modifiche al servizio stesso. A questo scopo l’appaltatore deve fornire alla stazione appaltante, con cadenza periodica definita nel contratto, tutti i dati relativi allo svolgimento del servizio, relativi sia agli aspetti tecnici sia a quelli economici. −Informazioni agli offerenti: per consentire un’offerta il più attenta possibile alla situazione ed alle esigenze del territorio considerato e la migliore organizzazione del servizio da parte dell’appaltatore, è opportuno che la stazione appaltante fornisca, nei documenti di gara, dati il più possibile aggiornatirelativamente a tutti gli aspetti utili a consentire sia la valutazione delle esigenze del territorio e dei cittadini, sia il raggiungimento degli

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14 Vedi Regolamento (UÈ) n. 333/2011 del 31/3/2011 “recante ì criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della Direttiva 2008198/ CE ...”e Regolamento (UE) n. 1179/2012 del 10/12/2012 “recante i criteri che determinano quando i rottami di vetro cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della Direttiva 2008/98/ CE, ...” 15 DM 8 Aprile 2008 e s.m.i 16 Vedi DM 8 Aprile 2008 “recante la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall’articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche”e s.m.i.

obiettivi fissati di prevenzione, riciclaggio e recupero dei rifiuti. In particolare deve fornire le seguenti informazioni: 1 piano di prevenzione dei rifiuti; 2 popolazione residente in un periododi temposufficiente a mostrare la tendenza in atto e come minimo negli ultimi due censimenti ISTAT e negli ultimi 5 anni; 3 attività produttive insediate ed eventuale relativo pendolarismo in un periodo di tempo sufficiente a mostrare la tendenza in atto e come minimo negli ultimi 5 anni; 4 eventuali fluttuazioni periodiche della popolazione dovute al turismo, alle seconde case ecc (ad es. stagionali o nei fine settimana); 5 produzione dei rifiuti negli ultimi 5anni con indicazione, perciascun anno, di: 5.1 codice CER17, 5.2 percentuale di raccolta differenziata per tipologia di rifiuto, 5.3 analisi merceologiche (rappresentative dei rifiuti prodotti nel territorio oggetto dell’appalto) per le diverse frazioni raccolte e stima della composizione media del rifiuto totale prodotto, 5.4 frequenza e modalità di raccolta delle diverse frazioni merceologiche per tipo di utenza (domestica e non domestica, suddivise per categorie secondo la legge), 5.5 dati sul compostaggio domestico (numero dei compostatori, quantità di rifiuti trattate, sistemi di compostaggio utilizzati, ecc.), 5.6 numero di eventi, mercati, sagre e feste e relativa produzione e caratterizzazione dei rifiuti, compresi quelli da eventuali servizi di ristorazione collettiva, 5.7 centri per il riutilizzo dei beni e per la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti, 5.8 impianti di trattamento, recupero e smaltimento, comprese le piattaforme diselezione e valorizzazione dei materiali raccolti in maniera differenziata e gli impianti di smaltimento/discariche utilizzati/utilizzabili dal servizio di gestione dei rifiuti, 5.9 numero dei mezzi correntemente impiegati nella raccolta, divisi per tipologia, modalità e frequenza di uso, 6 potenzialità del compostaggio domestico (numero di abitazioni dotate di giardino, superficie media delle aree verdi, sottratte le unità che già effettuano con certezza il compostaggio domestico); 7 numero, tipologia e localizzazione delle utenze iscritte al tributo/tariffa sui rifiuti. Al fine della promozione dei comportamenti virtuosi da parte degli utenti e del successo delle iniziative previste per la riduzione degli impatti ambientali del servizio, è opportuno che la stazione appaltante dia la massima evidenza, ad esempio attraverso la rete informatica (web), al fatto di aver utilizzato i CAM adottati con decreto del Ministro dell’Ambiente e diffonda tutte le informazioni utili a caratterizzare la qualità ambientale del servizio di gestione dei rifiuti oggetto dell’appalto, o del conferimento, ed i risultati progressivamente ottenuti.

3.3.5 Ulteriori indicazioni La conformità ai criteri ambientali minimi definiti in questo documento deve essere mantenuta per tutta la durata del contratto. A questo riguardo è opportuno che nel contratto siano specificatamente previste le sanzioni (dalle “penali” alla risoluzione del contratto) da applicare nel caso di mancato rispetto degli impegni da parte dell’appaltatore. Infine è opportuno che il servizio non sia appaltato “a corpo”, con un canone mensile che copra tutti i costi complessivamente considerati, ma con voci di costo disaggregate (ad es. raccolta differenziata, indifferenziata, smaltimento, invio a recupero, centro di raccolta, ecc.) e monitorabili.

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17 CER Catalogo Europeo dei Rifiuti relativo a rifiuti pericolosi e non pericolosi di cui all’allegato D al D.Lgs 152/2006

4. CRITERI AMBIENTALI MINIMI

4.1 OGGETTO DELL’APPALTO Nei documenti della procedura d’acquisto la stazione appaltante deve indicare in modo esplicito che l’oggetto dell’appalto riguarda l’affidamento di un servizio di gestione dei rifiuti urbani con ridotto impatto ambientale in un’ottica di ciclo di vita, ai sensi del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PAN GPP) e del Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (citare gli estremi del DM di adozione di questo documento). I codici CPY (Common ProcurementVocabulary) per il servizio di gestione dei rifiuti urbani sono: 90500000-2 “Servizi connessi ai rifiuti urbani e domestici” 90510000-5 “Trattamento e smaltimento dei rifiuti” 90600000-3 “Servizi di pulizia e di igienizzazione di aree urbane o rurali, e servizi connessi” 90610000-6 “Servizi di pulizia e di spazzamento delle strade”

4.2 SELEZIONE DEI CANDIDATI (criteri di base) La stazione appaltante deve provvedere affinché, oltre a rispettare tutte le leggi vigenti, i candidati ammessi alla gara d’appalto rispettino le seguenti prescrizioni: 1) dispongano di personale con le competenze tecniche necessarie a realizzare correttamente il servizio riducendone gli impatti ambientali. In particolare il personale dedicato alla realizzazione del servizio, in relazione agli specifici ruoli, deve essere specificatamente formato in merito a: • normativa pertinente, • elementi di pericolosità dei rifiuti e di rischio per la salute e l’ambiente, • corrette modalità d’uso dei dispositivi di protezione individuale, • modalità di conservazione dei documenti, • metodi di acquisizione e gestione dati, • conduzione delle macchine e dei mezzi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti. Per il nuovo personale che dovesse essere dedicato alla realizzazione del servizio durante l’esecuzione del contratto deve essere presentata analoga documentazione, prima che questo prenda servizio, a dimostrazione del fatto che si tratta di personale già adeguatamente formato; 2) abbiano la capacità di eseguire il contratto con il minore impatto possibile sull’ambiente attuando misure di gestione ambientale conformi ad uno schema riconosciuto in sede internazionale (come il Regolamento CE 1221/2009-EMAS, la norma ISO 14001 o equivalente)18. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente di: 1) docum entazione attestante che le singole persone da adibire al servizio, con riferimento agli specifici ruoli: — hanno frequentato specifici corsi di formazione gestiti da personale/organizzazioni con le necessarie competenze e/o accreditamento, oppure — hanno esperienza almeno biennale negli stessi ruoli, 2) per quanto riguarda l’attuazione di un sistema di gestione ambientale (SGA), l’offerente deve dimostrare la specifica competenza di uno o più dipendenti/collaboratori. La registrazione EMAS e la certificazione ISO 14001 dell’offerente, in corso di validità, rappresentano mezzi di prova. Le stazioni appaltanti accettano parimenti altre prove attestanti l’attuazione, da parte dell’offerente, di un SGA, come una descrizione dettagliata del sistema di gestione ambientale funzionante presso l’offerente (politica ambientale, analisi ambientale iniziale,

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programma di miglioramento, attuazione del SGA, misurazioni e valutazioni, definizione delle responsabilità, sistema di documentazione e rapporti di audit).

18 Articoli 40, 42 e 44 del Decreto Legislativo 12 aprile 2006 n. 163 e art. 281 del DPR 5 ottobre 2010 n. 207.

4.3.SPECIFICHE TECNICHE (criteri di base)

4.3.1 Contenitori per i rifiuti L’appaltatore deve utilizzare contenitori per la raccolta dei rifiuti, sia stradale (sacchi o cassonetti), sia presso l’utenza (sacchetti e/o contenitori rigidi), che: • rechino il logo della stazione appaltante; • siano colorati in modo tale da essere chiaramente riconoscibili, facendo riferimento alla normativa specifica, ove esiste; • siano conformi ai Criteri Ambientali Minimi per l’arredo urbano eventualmente adottati con decreto del Ministero dell’Ambiente e comunque contengano almeno il 30% di materiale riciclato, con l’eccezione dei sacchetti per la raccolta domiciliare della frazione organica che debbono essere in materiale compostabile19; • rechino l’indicazione della frazione dei rifiuti a cui sono destinati, con l’elenco dettagliato dei singoli rifiuti che vi debbono essere messi, formulato in modo semplice e chiaro; • limitatamente ai contenitori rigidi, siano dotati di codice identificativo del contenitore. I contenitori destinati a condomini qualora posti in aree accessibili al pubblico debbono essere dotati di sistemadi accesso personalizzato riservato all’utenza di riferimento (ad es. tessera magnetica, chiave, ecc.). Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, di scheda tecnica del produttore dei contenitori e/o di certificazione di parte terza. La stessa documentazione deve essere presentata alla stazione appaltante per i nuovi contenitori che vengano eventualmente forniti durante l’esecuzione del contratto. 4.3.2 Automezzi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti Fermo restando il rispetto di specifici CAM sugli automezzi eventualmente adottati dal Ministro dell’Ambiente, almeno il 30 % (in numero) degli automezzi utilizzati dall’appaltatore, nell’ambito dello svolgimento del contratto, per la raccolta e il trasporto di rifiuti debbono: • avere motorizzazione non inferiore ad Euro 5, oppure • essere elettrici, ibridi o alimentati a metano o gpl. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, delle carte di circolazione e delle schede tecniche del costruttore dei mezzi che intende utilizzare. La stessa documentazione deve essere presentata alla stazione appaltante per ulteriori mezzi che vengano eventualmente utilizzati durante l’esecuzione del contratto. 4.3.3 Proposte di miglioramento della gestione, di riduzione delle quantità di rifiuti da smaltire e di miglioramento dei fattori ambientali Nella relazione tecnico-illustrativa prevista dall’art. 202 del D.Lgs.152/2006, redatta sulla base delle informazioniedeidatifornitidallastazione appaltante nei documenti digara, l’offerente deve proporre alla stazioneappaltante, tra l’altro: − obiettivi finali ed intermedi (annuali) relativi a: − riduzione delle quantità di rifiuti da

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smaltire, − riduzione degli impatti ambientali della gestione dei rifiuti − azioni per il conseguimento di detti obiettivi, indicando per ciascun flusso di rifiuti, − modalità e tempi di attuazione e competenze e numerosità del personale necessario, − eventuale peso previsto sull’utente sia in termini economici, sia di complessità delle operazioni a suo carico, − ulteriori suggerimenti utili alla riduzione della produzione di rifiuti e dell’impatto ambientale ad essa associato.

19 Articolo 182 Ter del D.lgs. n. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 205/2010: “La raccolta separata dei rifiuti organici deve essere effettuata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002’.

Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, di relazione tecnico-metodologica.

4.3 CONDIZIONI DI ESECUZIONE (Criteri di base) 4.4.1 Realizzazione / adeguamento normativo dei centri di raccolta Questo criterio non si applica se i centri di raccolta esistono e sono a norma o se il loro adeguamento non rientra nell’oggetto dell’appalto. L’appaltatore deve attuare tutti gli interventi necessari ad assicurare che i centri di raccolta previsti nelle località indicate nei documenti di gara, per i quali siano state ottenute le necessarie autorizzazioni, siano realizzati e funzionanti nel rispetto delle norme vigenti20. A questo scopo l’appaltatore deve presentare alla stazione appaltante, entro tre mesi dall’aggiudicazione un progetto degli interventi. Il progetto, approvato dalla stazione appaltante, deve essere realizzato ed i centri di raccolta debbono essere funzionanti entro nove mesi dall’aggiudicazione. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.2 Gestione dei centri di raccolta Questo criterio non si applica se la gestione dei centri di raccolta non rientra nell’oggetto dell’appalto. L’appaltatore deve: • mantenere i centri di raccolta aperti al pubblico in orari che tengano conto del numero e della tipologia degli utenti potenziali; tali orari comunque non dovranno essere inferiori a 12 ore a settimana e dovranno comprendere almeno il sabato o la domenica, • accettare nel centro di raccolta tutti i rifiuti di cui al DM 8 Aprile 2008 e s. m. i. o, se autorizzato con procedure ordinarie, tutti quelli previsti dall’autorizzazione, • predisporre i centri di raccolta in modo tale che i rifiuti siano raccolti per flussi omogenei, così da poter essere trasportati separatamente agli impianti di trattamento, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero, • mettere a disposizione degli utenti, presso i centri di raccolta, le informazioni e le istruzioni per il corretto conferimento dei rifiuti (ad es. attraverso video e altri strumenti informatici, cartellonistica o materiale cartaceo) ed inoltre contenitori per rifiuti, sacchetti e compostiere. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.3 Raccolta differenziata L’appaltatore deve effettuare il servizio di raccolta differenziata in modo tale da massimizzare quantità e qualità dei materiali raccolti affinché, nel rispetto delle norme vigenti, questi possano essere recuperati, con priorità alle operazioni di riciclo, con i migliori risultati. A questo scopo:

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• la raccolta differenziata domiciliare (c. d. “porta a porta”) deve riguardare almeno: o le seguenti frazioni di rifiuti: − rifiuti organici (frazione umida)21 − frazione residua o il 70% o il 50% delle utenze, a seconda che il servizio riguardi complessivamente fino a 100.000 utenze o più di 100.000 utenze. Inoltre: o l’appaltatore deve dotarsi di un sistema di verifica della qualità dei conferimenti, registrare gli errati conferimenti e segnalarli all’utenza, applicando eventuali sanzioni, e alla stazione appaltante, o l’appaltatore deve assicurare, su richiesta, la raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti, compresi i RAEE, presso le utenze domestiche, o la raccolta differenziata domiciliare deve essere a regime entro il primo anno dall’aggiudicazione del contratto,

20 Vedi DM 8 Aprile 2008 “recante la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall’articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche”e s. m. e i. 21 La frazione umida dei rifiuti domestici ha un peso specifico elevato e quindi può dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Inoltre, raccolta in modo da garantire un elevato livello qualitativo grazie al sistema porta a porta, può alimentare impianti di compostaggio in grado di produrre un prodotto competitivo. • la raccolta differenziata non domiciliare deve riguardare: o nel caso in cui la raccolta domiciliare si limiti alla raccolta separata dei soli rifiuti organici e di quelli indifferenziati, almeno le seguenti frazioni di rifiuti (a meno che una o più di queste non siano specificatamente escluse dalla stazione appaltante, nei documenti di gara, sulla base di analisi merceologiche): — carta e cartone, — plastica e metalli, sia singolarmente che in combinazione tra loro, — pile e farmaci scaduti, — vetro, o i rifiuti ingombranti, attraverso raccolte itineranti svolte con i mezzi e nei luoghi indicati nei documenti di gara e con periodicità non inferiore e 3 volte/anno. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.4 Raccolta di rifiuti prodotti nel corso di eventi In occasione dei mercati, delle feste, delle fiere o sagre periodiche, di cui la stazione appaltante ha indicato il numero e la dimensione nei documenti di gara, l’appaltatore deve svolgere un servizio specifico di raccolta differenziata predisponendo in loco i contenitori carrellabili e la cartellonistica necessari. Tale raccolta deve riguardare almeno le seguenti frazioni: • carta/cartone, • plastica e metalli,siasingolarmente sia in combinazione tra loro, • vetro, • frazione umida, • frazione secca residua. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.5 Realizzazione ed utilizzo di sistema automatico di gestione dei dati relativi al servizio Questo criterio non si applica se un tale sistema è già realizzato e funzionante presso la stazione appaltante. L’appaltatore deve realizzare un sistema automatico di gestione dei dati relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani. A questo scopo l’appaltatore deve presentare alla stazione appaltante, entro tre mesi dall’aggiudicazione, un progetto di tale sistema che consenta di evidenziare l’andamento temporale (su

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base mensile), in relazione all’estensione ed al tipo di territorio servito, in particolare delle seguenti informazioni: − numero e tipo di utenze servite, − numero di abitanti serviti, − estensione, localizzazione e modalità della raccolta differenziata, − quantità di rifiuti raccolti, in funzione del tipo di rifiuto (come identificato dai codici CER22, compresi i RAEE, i rifiuti ingombranti ed i rifiuti speciali assimilati agli urbani), della frequenza e delle modalità di raccolta (porta a porta, cassonetto stradale, centri di raccolta), del tipo di utenza (domestica e non domestica e delle altre categorie previste dalle norme) e delle modalità di rilevazione (manuale o automatica), − flussi giornalieri di utenti e di materiali nei centri di raccolta, − tipo e frequenza dei disservizi verificatisi, − destinazione delle frazioni di rifiuti raccolte: centri di trattamento,di recupero e dismaltimento (comprese le piattaforme di selezione e valorizzazione dei materiali raccolti in maniera differenziata e gli impianti di smaltimento/discariche) utilizzati, ecc.)23, − dati sul compostaggio domestico e di comunità (numero dei compostatori, quantità di rifiuti trattate, sistemi di compostaggio utilizzati, ecc.). − numero dei mezzi impiegati nella raccolta, divisi per tipologia e per produttività (quantità di rifiuti trasportate), − numero di eventi, mercati, sagre e feste e relativa produzione di rifiuti specificatamente individuati e comprensivi di quelli prodotti da eventuali servizi di ristorazione collettiva compresi nei singoli eventi, − tutte le informazioni necessarie al rispetto dei successivi criteri “informazioni agli utenti” e “rapporti periodici sul servizio”. Il sistema automatico di gestione dei dati relativi al servizio deve accettare e gestire anche informazioni relative alle precedenti gestioni del servizio ed in particolare informazioni “storiche” eventualmente messe a disposizione dalla stazione appaltante. Esso inoltre deve essere strutturato in modo da poter essere coordinato con la banca dati gestita da ANCITEL Energia e Ambiente. Il progetto del sistema deve comprendere la descrizione degli strumenti e delle apparecchiature necessari al suo funzionamento. Il progetto, approvato dalla stazione appaltante, deve essere realizzato e funzionante entro sei mesi dall’aggiudicazione e mantenuto in funzione per tutta la durata del contratto. Al termine del contratto il sistema deve essere ceduto alla stazione appaltante o ad organizzazione da questa indicata. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.6 Informazioni Entro tre mesi dall’inizio del contratto l’appaltatore deve rendere disponibili per l’utenza: • un numero telefonico (eventualmente con chiamata gratuita - numero verde) attivo: − in modalità automatica, per 24 ore al giorno per 7 giorni a settimana, − con operatore, per almeno 6 ore al giorno per 5 giorni a settimana, • un numero di fax, • un indirizzo e-mail e un sito web. Alle comunicazioni ricevute attraverso internet l’appaltatore deve dare riscontro entro 48 ore. Il sito deve rispettare gli standard di cui alla legge n.4 del 9 gennaio 2004 (c. d. "Legge Stanca"), le linee guida inerenti ai siti della Pubblica Amministrazione e le linee guida del WCAG 2.024 e s. m. i. I contatti telefonici e internet debbono consentire agli utenti di: • segnalare particolari esigenze, disservizi o criticità nell’erogazione del servizio, • prenotare interventi di raccolta di ingombranti,RAEE, ecc, • fornire suggerimenti sulla corretta gestione dei rifiuti, • ottenere informazioni su:

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− orari e modalità di erogazione del servizio, − modalità corrette di utilizzo del servizio, − ubicazione e funzionamento dei centri di raccolta, − ubicazione e funzionamento dei centri cui si possono conferire beni usati riutilizzabili, − mercatini dell’usato, eventi per lo scambio e il baratto ecc, − produzione dei rifiuti, raccolta differenziata e destinazione dei rifiuti raccolti,su baseannuale, − compostaggio domestico e di comunità (ove tali attività siano praticate sul territorio) e istruzioni utili al corretto funzionamento delle compostiere domestiche, − modalità di contatto con la ditta e con la stazione appaltante. Queste informazioni devono essere redatte in modo chiaro e sintetico in modo da risultare di facile lettura e comprensione e debbono essere messe a disposizione degli utenti, ove necessario, anche attraverso dépliants, lettere ed altro materiale informativo cartaceo; debbono inoltre essere a disposizione del pubblico presso i centri di raccolta, le scuole e gli edifici pubblici. 22 CER Catalogo Europeo dei Rifiuti relativo a rifiuti pericolosi e non pericolosi di cui all’allegato D al D.Lgs 152/2006. 23 Legge 24 marzo 2012, n. 27 Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1: Misure urgenti in materia di concorrenza, liberalizzazioni e infrastrutture (G.U. del 24 marzo 2012, n. 71), Art. 25. Promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali, c. 6 “I concessionari e gli affidatari di servici pubblici locali, a seguito di specifica richiesta, sono tenuti a fornire agli enti locali che decidono di bandire la gara per l’affidamento del relativo servilo i dati concernenti le caratteristiche tecniche degli impianti e delle infrastrutture, il loro valore contabile iniziale, le rivalutazioni e gli ammortamenti e ogni altra informarmi necessaria per definire i bandi.” 24 Web Content Accessibility Guidelines

Queste informazioni devono essere redatte in modo chiaro e sintetico in modo da risultare di facile lettura e comprensione e debbono essere messe a disposizione degli utenti, ove necessario, anche attraverso dépliants, lettere ed altro materiale informativo cartaceo; debbono inoltre essere a disposizione del pubblico presso i centri di raccolta, le scuole e gli edifici pubblici. Infine, allo scopo di facilitare il recupero dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, l’appaltatore deve fornire a tutti i soggetti interessati, anche attraverso il sito web, le informazioni relative a: − tipo, − quantità, − qualità dei rifiuti raccolti separatamente disponibili presso ciascun centro di raccolta. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.7 Rapporti periodici sul servizio L’appaltatore deve fornire alla stazione appaltante un rapporto almeno semestrale sul servizio che consenta di valutare l’efficacia del servizio stesso rispetto alle esigenze degli utenti e ne evidenzi gli impatti ambientali e le eventuali criticità. Nei rapporti periodici deve essere evidenziato il confronto con dati relativi a periodi precedenti eventualmente forniti dalla stazione appaltante. In particolare i rapporti periodici debbono contenere i seguenti dati: • modalità di raccolta dei rifiuti, per ambito territoriale e numero di utenti serviti, • orari di apertura dei singoli centri di raccolta, • quantità di rifiuti delle diverse frazioni giunte mensilmente ai singoli centri di raccolta, • numero, gravità e localizzazione degli errati conferimenti, • quantità di rifiuti delle diverse frazioni, provenienti dallaraccolta differenziatadomiciliare, in rapporto alle diverse tipologie di utenti, • quantità di rifiuti delle diverse frazioni, provenienti dalla raccolta differenziata stradale, in rapporto all’ubicazione dei punti di raccolta, • quantità di rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale, in rapporto alle aree di provenienza,

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• quantità di rifiuti delle diverse frazioni consegnate mensilmente dall’appaltatore ai diversi centri di trattamento, riciclaggio (compreso il compostaggio), recupero, smaltimento e alle piattaforme di selezione e valorizzazione, • somme eventualmente pagate dall’appaltatore a tali impianti, • somme eventualmente pagate all’appaltatore da tali impianti, nonché i corrispettivi riconosciuti dai Consorzi di Filiera del sistema Conai o dagli altri Consorzi per la raccolta il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti, • qualità documentata dei lotti di rifiuti raccolti in modo differenziato e loro destinazione, • numero, tipo e caratteristiche di contenitori utilizzati per la raccolta differenziata domiciliare e per quella stradale, • numero, tipo e caratteristiche dei mezzi impiegati nella raccolta, divisi per modalità di raccolta e produttività (quantità di rifiuti trasportati), • ogni altra informazione necessaria alla compilazione del MUD o documento equivalente, • descrizione sintetica delle comunicazioni fatte agli utenti e delle campagne effettuate per la sensibilizzazione degli utenti e degli studenti, • numero e qualifica degli addetti al servizio e durata delle loro prestazioni in relazione alle diverse modalità di realizzazione della raccolta dei rifiuti, ed inoltre, se la stazione appaltante ha utilizzato nella procedura d’acquisto il criterio premiante “Compostiere domestiche e di comunità”: • numero degli iscritti nel Registro dei compostatori e risultati delle relative verifiche ispettive, infine • i rapporti periodici debbono essere corredati dalla documentazione relativa a: − i rapporti dell’appaltatore con i Consorzi di Filiera del sistema Conai e con gli altri Consorzi per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti, − le somme pagate o incassate dall’appaltatore per il conferimento dei rifiuti ad organizzazioni autorizzate alla raccolta ed al trattamento dei rifiuti, • i dati numerici debbono essere forniti alla stazione appaltante anche in formato elettronico. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. La certificazione relativa alla classificazione dei rifiuti nelle fasce di qualità di cui all’Accordo Quadro ANCI-CONAI costituisce mezzo di prova della qualità dei lotti di rifiuti interessati. 4.4.8 Elementi per l’individuazione di azioni di riduzione dei rifiuti Entro un anno dall’aggiudicazione del contratto l’appaltatore deve presentare alla stazione appaltante una relazione contenente elementi utili alla definizione, da parte della stazione appaltante stessa o di organismo altrimenti competente, di azioni per la riduzione dei rifiuti. Tali elementi possono, ad esempio, essere: • elenco dei principali produttori di rifiuti, • metodi per la diffusione del compostaggio domestico e/o per migliorarne l’efficacia, • individuazione di situazioni idonee alla diffusione del compostaggio di comunità, • modalità di promozione del riutilizzo di beni usati, del miglioramento della qualità della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti, • individuazione di luoghi e modalità per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alle attività di riutilizzo dei beni, Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate.

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4.4.9 Campagne di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti Questo criterio non si applica se campagne di sensibilizzazione di utenti e studenti, sufficientemente capillari ed efficaci vengono realizzate o sono programmate dalla stazione appaltante o da altro ente/organizzazione preposto e se non rientrano neü’oggetto dell’appalto. L’appaltatore deve realizzare campagne di sensibilizzazione sia degli utenti sia degli studenti, delle scuole indicate nei documenti di gara, sul tema della minimizzazione degli impatti ambientali dei rifiuti. Le campagne devono essere mirate in particolare alla riduzione dei rifiuti (prevenzione, riciclaggio e recupero) attraverso la raccolta differenziata ed il compostaggio domestico. A questo scopo, se progetti di campagne di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti, dotati del necessario livello di qualità, aggiornamento e dettaglio per la loro realizzazione non sono già compresi nel Piano di prevenzione fornito dalla stazione appaltante tra i documenti di gara e se non lo ha già fatto in sede di offerta in attuazione del criterio premiante “Progetto di campagne di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti” (4.5.5), entro tre mesi dall’aggiudicazione del contratto, l’appaltatore deve presentare alla stazione appaltante un progetto di tali campagne redatto secondo i requisiti descritti nel citato criterio premiante. Il progetto, approvato dalla stazione appaltante, deve iniziare entro sei mesi dall’aggiudicazione del contratto. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate. 4.4.10 Pubblicità L’appaltatore deve fornire ed installare, in modo che siano ben visibili al pubblico, all’esterno ed all’interno degli ambienti di ingresso degli edifici pubblici indicati nei documenti di gara (come minimo le sedi dei Comuni e delle ASL e le scuole primarie e secondarie), appositi cartelloni/targhe che informino il pubblico che il servizio di gestione dei rifiuti urbani è svolto nel rispetto dei criteri ambientali minimi definiti dal Ministero dell’Ambiente. Tali cartelloni/targhe debbono riportare almeno le seguenti informazioni: − gli estremi del Decreto del Ministro dell’Ambiente di approvazione dei pertinenti criteri ambientali minimi; − i dati annuali relativi a: produzione dei rifiuti, raccolta differenziata e destinazione dei rifiuti raccolti. Entro tre mesi dall’aggiudicazione del contratto l’appaltatore deve fornire alla stazione appaltante, per accettazione, il progetto dei cartelloni/targhe, comprensivo dell’indicazione della loro collocazione. I cartelloni/targhe devono essere realizzati e collocati nelle sedi previste entro sei mesi dall’aggiudicazione del contratto. Verifica: la verifica del rispetto del criterio è effettuata in fase di esecuzione del contratto. In sede di offerta, a garanzia del rispetto degli impegni futuri, l’offerente deve presentare una dichiarazione del legale rappresentante, resa nelle forme appropriate.

4.5. CRITERIPREMIANTI (criteri di aggiudicazione) Fermo restando il rispetto dei criteri di base (selezione dei candidati, specifiche tecniche e condizioni di esecuzione), nel caso di appalti con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa possono essere utilizzati i seguenti criteri. 4.5.1 Automezzi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti Un punteggio premiante è attribuito all’offerente che per la raccolta e il trasporto dei rifiuti prevede l’utilizzo di automezzi con le seguenti caratteristiche: − più del 40 % (in numero) degli automezzi hanno motorizzazione non inferiore ad Euro 5, oppure sono elettrici, ibridi o alimentati a gas e − almeno il 50% (in numero) degli automezzi per la raccolta dei rifiuti sono dotati di vasche di carico monomateriali e/o di dispositivo di lettura automatica dell’identificativo dell’utenza. Il punteggio premiante è assegnato in relazione al numero di veicoli che rispettano i requisiti sopra descritti. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta,

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delle carte di circolazione e delle schede tecniche del costruttore dei mezzi che intende utilizzare. La stessa documentazione deve essere presentata alla stazione appaltante per ulteriori mezzi che vengano eventualmente utilizzati durante l’esecuzione del contratto. 4.5.2 Orari dei centri di raccolta Questo criterio non si applica se la gestione dei centri di raccolta non rientra nell’oggetto dell’appalto. Un punteggio premiante è attribuito all’offerente che preveda che i centri di raccolta siano aperti al pubblico oltre che nell’orario di cui al criterio di base “Gestione dei centri di raccolta” (4.4.2.) anche il sabato per l’intera giornata e la domenica per almeno mezza giornata. Il punteggio premiante è assegnato in relazione alla percentuale dei centri di raccolta che effettuano tale orario esteso. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, di descrizione degli orari di apertura dei singoli centri di raccolta. 4.5.3 Raccolta separata del vetro chiaro Un punteggio premiante è attribuito all’offerente che preveda la raccolta separata del vetro chiaro e di quello scuro. Il punteggio premiante è assegnato in relazione all’estensione di tale raccolta sul territorio oggetto del servizio. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, del progetto di sistema di raccolta separata del vetro chiaro e di quello scuro, comprensivo dell’indicazione dell’utenza servita, delle modalità di realizzazione del sistema e della frequenza della raccolta. 4.5.4 Compostiere domestiche e di comunità Un punteggio premiante è attribuito all’offerente che, sulla base delle indicazioni fornite dalla stazione appaltante nei documenti di gara in relazione alla fattibilità e alla potenzialità del compostaggio domestico (ad es. numero di abitazioni dotate di giardino e superficie media delle aree verdi, sottratte le unità che già effettuano con certezza il compostaggio domestico, ecc.), preveda la realizzazione di un servizio relativo alle compostiere domestiche. Tale servizio deve comprendere: • la realizzazione di seminari informativi e/o la distribuzione, ai potenziali interessati e nei centri di raccolta, di materiale informativo sul compostaggio, • la distribuzione di compostiere, complete dell’attrezzatura necessaria per il loro corretto utilizzo (attivatori, attrezzi per rivoltare il materiale, ecc), in comodato gratuito o con altra modalità agevolata se esplicitamente previsto nei documenti di gara, agli utenti domestici con giardino/orto che ne facciano motivata richiesta e che accettino di sottoporre tali compostiere ai previsti controlli presso i luoghi di impiego, • la verifica del corretto utilizzo delle compostiere, attraverso ispezioni effettuate annualmente su un campione scelto sulla base di selezione casuale, • la rilevazione e la gestione, in apposito registro, dei dati relativi alle compostiere domestiche attive (distribuite dall’appaltatore o meno). Un ulteriore punteggio premiante è attribuito all’offerente che preveda la realizzazione di un servizio relativo alle compostiere di comunità per le grandi utenze (mense, grandi condomini, ecc) specificatamente individuate nei documenti di gara e munite delle necessarie autorizzazioni o in procinto di ottenerle. Tale servizio deve comprendere: • l’assistenza tecnica per la scelta di compostiere di caratteristiche e prestazioni adeguate alle specifiche situazioni e per la loro gestione, • la rilevazione e la gestione, in apposito registro, dei dati relativi alle compostiere di comunità attive Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta,diprogetto relativo al servizio di gestione delle compostiere domestiche e/o di comunità. 4.5.5 Progetto di campagne di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti Un punteggio premiante è attribuito all’offerente che presenti in sede di offerta il progetto delle campagne

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di sensibilizzazione sia degli utenti sia degli studenti, delle scuole indicate nei documenti di gara, sul tema della minimizzazione degli impatti ambientali dei rifiuti. Le campagne devono essere mirate in particolare alla riduzione dei rifiuti (prevenzione, riciclaggio e recupero) attraverso la raccolta differenziata ed il compostaggio domestico (vedi criterio di base “Campagne di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti” 4.4.9). Tali campagne devono: − svilupparsi lungo l’intero arco di tempo della durata del contratto di servizio, anche attraverso la ripetizione di singoli eventi specificamente progettati, − comprendere l’organizzazione di almeno una giornata ecologica all’anno caratterizzata da eventi dimostrativi, Il progetto deve contenere: − la descrizione dettagliata delle attività, − l’indicazione delle modalità e dei tempi per la loro realizzazione, − l’indicazione delle competenze e del numero delle persone necessarie. Nel caso in cui il personale da utilizzare nell’attività di sensibilizzazione non sia dipendente dell’appaltatore, questi deve fornire alla stazione appaltante indicazioni esaustive riguardo alle modalità di collaborazione di tale personale. Verifica: il rispetto del criterio è dimostrato dalla presentazione da parte dell’offerente, in fase di offerta, del progetto di campagna di sensibilizzazione degli utenti e degli studenti delle scuole indicate nei documenti di gara, corredato dalla documentazione attestante qualifica e rapporto di lavoro del personale da impiegare.

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