Si ringraziano per l’indispensabile collaborazione

Il Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato Pr. Dir. Francesco Curcio I Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato per il supporto tecnico Tutti i cittadini, le scuole, le Pro Loco, le associazioni e le amministrazioni comunali per le segnalazioni inviate Ufficio Tutela della Natura - Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità - Regione Ufficio Foreste e Tutela del Territorio - Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità - Regione Basilicata Centro di Coordinamento della Redus

Raccolta ed elaborazione dati Corpo Forestale dello Stato

Comando Regionale Corpo Forestale dello Stato C/da Rio Freddo Comm. C. Dott. Tiziano Bagarozza

Progetto a cura di Osservatorio Ambiente e Legalità

Via Vincenzo Verrastro, 5 Potenza tel e fax:097151626 n.ro verde 800 251479 [email protected] www.osservatorioambientelegalita.it Coordinamento: Dott. Pietro Fedeli, Alessandro Ferri, Dott.ssa Daniela Pandolfo, Dott.ssa Valeria Tempone

Raccolta ed elaborazione dati: Dott. For. Mario Fortebraccio, Dott. Giuseppe Cillis, Antonio Di Terlizzi

Ideazione grafica: Lena Pepe

Epos è un programma strategico approvato dalla Giunta regionale e coordinato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, finanziato dal Po-Fesr 2007-2013, da fondi statali e regionali per la diffusione e la sedimentazione della cultura della sostenibilità, e si sviluppa in coerenza con il Decennio per l'Educazione per lo Sviluppo Sostenibile (DESS) 2005-2014. Uno strumento regionale per favorire la formazione permanente, mantenere alto l'interesse per la questione ambientale, richiamare l'attenzione sul rapporto imprescindibile cittadino- territorio, offrendo linfa di idee, possibilità di scambio, opportunità per essere partecipi. Epos rappresenta un valore aggiunto per tutto il territorio, sia per la scelta strategica di rafforzare e promuovere il tema dell'educazione alla sostenibilità, sia per la scelta strategica di rafforzare e promuovere il tema dell'educazione alla sostenibilità, sia per l'idea di dare nuovo impulso alla rete dei CEAS della Basilicata. Nell’ambito delle azioni previste dal programma Epos, si inserisce il progetto “Madre Foresta” promosso dal partenariato composto dall’Osservatorio Ambiente e Legalità, dal Ceas “Il Vecchio Faggio”, dal Ceas “Basilicata 1799” e l’“Università delle Tre Età”. Partenariato ulteriormente rafforzato dalla presenza dell’Università degli Studi di Basilicata – Dipartimento Scienze dei Sistemi Colturali, Ambientali e Forestale, del Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato e dal Comune di . M’APPARE IL BOSCO Percorso alla scoperta degli Alberi Padri di Basilicata

INTRODUZIONE “Madre Foresta” è nato dall’esigenza di far comprendere l’importanza delle foreste quale fattore di sviluppo ed elemento di tutela del territorio. Le foreste, infatti, contribuiscono in maniera essenziale alla conservazione della biodiversità e attenuano gli effetti del cambiamento climatico, ma sono troppo spesso esposte a rischi derivanti dalle attività antropiche. Con l’intento che si schiuda un orizzonte diverso per noi e per le generazioni future, con il progetto “Madre Foresta” ci siamo prefissi l’obiettivo di portare all’attenzione dei cittadini queste tematiche. Al tal fine, si sono messe in campo azioni tese non solo ad informare, ma anche ad incidere sugli stili di vita individuali, sulle abitudini collettive, affinché ci si possa rendere finalmente conto che un cambio di rotta, sull’atteggiamento da avere nei confronti dell’ambiente, ed in particolare dei boschi e delle foreste, oltre che auspicabile, è ormai divenuto improrogabile. Infatti, la costruzione di una società sostenibile passa inevitabilmente attraverso la presa di coscienza del ruolo fondamentale assunto dalle foreste per la stabilità ambientale. In quest’ottica è stata pensata l’azione “M’appare il bosco”, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, con cui ci siamo proposti di aggiornare il censimento degli Alberi Padri già realizzato dallo stesso CFS, che a partire dal 1982 ha condotto un’interessante indagine sui cosiddetti alberi monumentali d’Italia, ovvero quei soggetti arborei caratterizzati da una propria individualità, sia perché eccezionalmente vecchi, sia perché protagonisti di episodi storici, con ulteriori acquisizioni e revisioni. Tenendo presente, infatti, la notevole eterogeneità del territorio e la ricchezza di storia e di tradizioni locali, abbiamo invitato i cittadini a segnalare alberi di particolare interesse naturalistico, storico e culturale e a raccontarci storie, leggende ed eventi ad essi legati. Tutto il materiale è stato elaborato per realizzare la presente Guida e la Carta degli Alberi Padri che vuole rappresentare un utile strumento per legare questa indagine ad un percorso di valorizzazione del territorio, anche a fini promozionali e turistici. Tali “monumenti della natura” rappresentano un patrimonio d’inestimabile valore che impone a tutti l’obbligo della loro tutela. In alcuni casi si tratta di esemplari vecchi di centinaia di anni che, sorprendentemente, sono stati in grado di sopravvivere, oltre che alle avversità naturali, anche ad una sempre più crescente ed incontrollata pressione antropica. A far sopravvivere questi “testimoni del passato” non è stata soltanto la loro particolare vigoria biologica ma, soprattutto, il rispetto che intere generazioni di uomini hanno nutrito per questi soggetti emersi dall’anonimato dei boschi. Gli alberi, si sa, sono un po' magici, soprattutto quelli secolari, che ci offrono la loro ombra da tempo e che nascondono, nelle pieghe ruvide della loro corteccia, chissà quali segreti e che per questo motivo diventano protagonisti di storie mitiche e leggendarie. Accanto a questi aspetti mitici, queste “maestose” forme di vita custodiscono preziosamente, dentro il proprio tronco, tra i propri rami e le proprie radici, parte della storia della cultura di un paese, diventando dei veri e propri simboli e che per questo motivo sono stati oggetto di atti vandalici deplorevoli. Gli Alberi Monumentali: status normativo e strumenti di tutela

L’aumentata sensibilità naturalistica degli ultimi anni ha portato l’opinione pubblica ad attribuire maggiore considerazione anche alle caratteristiche fisionomiche degli alberi e delle foreste. Hanno pertanto trovato rispetto e successiva collocazione tra i beni culturali, anche individui arborei e cenosi forestali di particolare pregio estetico o interesse storico- monumentale (Lisa, 2005). A preservare questi “Patriarchi della Natura” hanno contribuito in passato, in assenza di tutela giuridica, la loro ubicazione in luoghi inaccessibili e soprattutto la sensibilità dei proprietari o delle comunità locali. La mancanza di una definizione condivisa a livello nazionale e l’autonomia legislativa delle Regioni ha determinato, negli ultimi decenni, la nascita di un corpus normativo molto confuso, eterogeneo e poco efficace nel consentire la salvaguardia di questo bene. Punto di riferimento, a livello nazionale, resta ancora il progetto intrapreso nel 1982 dall’allora Coordinamento della Direzione Generale del Corpo Forestale dello Stato. Lo studio protrattosi per anni, aveva una duplice finalità: scientifico- conoscitiva e di salvaguardia. L’operato del Corpo Forestale evitò, in effetti, che molte essenze arboree divenissero vittima di quel processo di cementificazione del territorio che in quegli anni era in atto. Alla fine di questa intensa attività, vennero censite 22.000 piante di “valore”, delle quali 2000 di “grande interesse” e 150 di “eccezionale valore storico- monumentale” e venne pubblicato, inoltre, la prima opera sugli alberi monumentali: Gli Alberi Monumentali d’Italia (Alessandrini et al. 1990). Sulla scia di questo studio, si è assistito alla nascita di analoghe indagini sul territorio commissionate da diversi Enti ed Istituzioni. Questo modo di operare ha comportato la nascita in Italia di un quadro sia legislativo che scientifico molto farraginoso ed eterogeneo. In sintesi, in Regioni diverse si riscontra la presenza di elenchi di alberi monumentali redatti con criteri di classificazione differenti e, parallelamente, leggi regionali che salvaguardano il bene con diversi livelli di tutela. E’ solo nel 2008 che si ha la promulgazione delle prime leggi nazionali specifiche per gli alberi monumentali con i due Decreti legislativi 62 e 63/2008, che dispongono alcune correzioni al D.lvo 42 del 2004: “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” più noto come “Codice Urbani”. Tali disposti legislativi includono per la prima volta gli “Alberi Monumentali” tra i “Beni Paesaggistici” tutelati per legge. Gli alberi monumentali, in virtù di questi decreti, sono annoverati tra quei beni immobili che possono essere dichiarati di “notevole interesse pubblico” ed inclusi nell’elenco dei beni paesaggistici al pari di: ville, complessi archeologici, castelli e centri storici. Per la prima volta, quindi, gli alberi monumentali entrano a far parte del patrimonio culturale nazionale, proprio come i capolavori dell’arte e dell’ingegno umano. “I monumenti della natura” vengono finalmente equiparati ai “monumenti dell’uomo” (Caramalli, 2008. Il Decreto legislativo 62 del 2008 prevede, inoltre, che le Commissioni Regionali, che hanno il compito di formulare proposte per la dichiarazione di “notevole interesse pubblico” degli immobili, siano integrate da un rappresentante del Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato nei casi in cui la proposta riguardi filari, alberature ed alberi monumentali. L’individuazione di un albero monumentale quale Bene Paesaggistico da tutelare ai sensi del Codice Urbani (D.lvo 42/2004) è demandato, in concreto, ancora alle Regioni e alla professionalità ed esperienza dei singoli operatori del Corpo Forestale dello Stato. Ancora oggi manca, in concreto, una “Legge Quadro Nazionale di tutela specifica del bene: Albero Monumentale”. E’ importante ricordare che è stato approvato in Senato, il 21 dicembre 2012, dopo un lungo iter parlamentare, un importante Disegno di Legge (Norme per lo Sviluppo del Verde Urbano), che definisce finalmente il concetto di “Albero Monumentale” e stabilisce delle disposizioni sanzionatorie di carattere penale per alcuni reati commessi a danno dei monumenti verdi. La definizione data dal Disegno di Legge cerca di racchiudere i molteplici valori e significati che tale bene rappresenta per la collettività e, letteralmente recita all’articolo n.7: “per albero monumentale si intende l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali”. Dalla lettura di questa articolata definizione si comprende lo sforzo del legislatore di racchiudere in un’unica frase un concetto tanto carico di significati, simboli e attributi a volte soggettivi. L’albero monumentale è un testimone vivente del passato ed acquisisce un valore superiore alle opere umane per quanto queste possano essere grandiose. Esso rappresenta, come “i Monumenti dell’Uomo”, la storia, la cultura e le tradizioni di un popolo, ma in più si arricchisce di altre accezioni legate alle caratteristiche biologiche di un ambiente naturale e di un particolare contesto paesaggistico. E’, in sintesi, il simbolo vivente del passato di una comunità e del suo rapporto con il proprio territorio. A prescindere dai farraginosi aspetti normativi, la tutela di questo bene può essere assicurata solo con un’azione lungimirante di prevenzione, informazione ed educazione ambientale. Il gruppo di lavoro che ha elaborato questo progetto ha agito proprio in questa direzione operando sul piano culturale, conoscitivo e soprattutto emotivo. Il progetto “Madre Foresta” è principalmente un’opera di sensibilizzazione con l’obiettivo di infondere nella popolazione un sentimento nuovo verso la natura: lo stesso sentimento che animò i contadini di Capradosso nelle Marche nel 1920 quando impedirono con la forza il taglio della Quercia del Santuario della Madonna di Montemisio, tuttora vivente (Capodarca, 1984).

Corpo Forestale dello Stato Commissario Capo Bagarozza Tiziano

Materiali e metodi

La raccolta delle segnalazioni è stata realizzata nel periodo tra ottobre 2012 e gennaio 2013. Il censimento, rivolto alla popolazione della Basilicata, ha interessato tutte le piante, spontanee e coltivate, che per la loro dimensione, valore botanico, paesaggistico e storico- culturale, rivestono carattere monumentale. L’indagine si è svolta in due fasi operative: una prima caratterizzata dalla raccolta delle segnalazioni ed una seconda dalla redazione della mappa e della presente guida descrittiva delle piante monumentali segnalate. Si è scelto di lavorare a partire da un primo elenco ottenuto integrando l’“Elenco degli alberi di particolare interesse naturalistico e paesaggistico” (L.R. 28/94 – Regione Basilicata) con quello degli alberi descritti nella pubblicazione “Alberi Padri – The monumental trees of lucany” (R.Spicciarelli, 1996). Tale lista è stata poi integrata con le segnalazioni inviate dai cittadini. Il coinvolgimento della popolazione locale è stato favorito dalla realizzazione di spot radiofonici trasmessi dalle emittenti locali. In questa fase il Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato ha coordinando i Comandi Stazione dislocati nel territorio della Basilicata che hanno provveduto ad effettuare i rilievi in campo delle piante presenti nell’elenco nella propria area di competenza. Nella seconda fase è stato creato un database degli alberi in cui sono state riportate tutte le informazioni pervenute, al fine di gestire al meglio le segnalazioni. Per gli esemplari per cui sono stati effettuati i rilievi dal Corpo Forestale dello Stato è stata rilevata la posizione della pianta attraverso il rilevatore GPS, mentre per le segnalazioni dei cittadini ci si è avvalsi delle coordinate fornite nelle descrizioni. La coppia di coordinate corrispondenti ad ogni esemplare è stata trasferita in un geodatabase utilizzando un software GIS, organizzato in modo da ottenere i seguenti dati: Codice: numero progressivo dell’esemplare; Comune; Località: riporta il toponimo più vicino al punto rilevato; Circonferenza: misura della circonferenza (m) della pianta ad 1,3 m da terra; Altezza dendrometrica: altezza della pianta (m); Quota; Coordinate: espresse in gradi(°), minuti (‘) e secondi (“) secondo il sistema di riferimento globale WGS84; ND: dato non disponibile.

Vista l’impossibilità di valutare concretamente l’età dei suddetti alberi, nel censimento si è preferito non inserire questo parametro di valutazione.

Avigliano

Località: Villa Monastero

Specie: Populus nigra L. Nome: Pioppo nero Quota: 900m s.l.m. Circonferenza: 4,00m Altezza: 30m Segnalazione dell’associazione Unitre di

Località: SP 6 vicino Villa Monastero Località: Locale Alloggio Ferrovie dello Stato Specie: Populus nigra L. Specie: Populus nigra L. Nome: Pioppo nero Nome: Pioppo nero Quota: 907m s.l.m. Quota: 870m s.l.m. Circonferenza: 5,30m Circonferenza: 3,25m Altezza: 26m Altezza: 18m Segnalazione dell’associazione Unitre di Avigliano Segnalazione dell associazione Unitre di Avigliano

Località: Villa comunale Località: Villa comunale Specie: Populus nigra L. Specie: Populus nigra L. Nome: Pioppo nero Nome: Pioppo nero Quota: 870m s.l.m. Quota: 870m s.l.m. Circonferenza: 3,90m Circonferenza: 3,60m Altezza: 28m Altezza: 21,50m Segnalazione dell’associazione Unitre di Avigliano Segnalazione dell’associazione Unitre di Avigliano

Località: Villa Monastero Località: SP 6 vicino Villa Monastero Specie: Populus nigra L. Specie: Platanus sp. Nome: Pioppo nero Nome: Platano Quota: 900m s.l.m. Quota: 870m s.l.m. Circonferenza: 3,70m Circonferenza: 3,10m Altezza: 26m Altezza: 22m Segnalazione dell’associazione Unitre di Avigliano Segnalazione dell’associazione Unitre di Avigliano

Barile Località: Torre di Bozza Specie: Pinus pinea L. Nome: Pino domestico

Quota: ND Circonferenza: 2,50m Altezza: 18m

Rilievi effettuati dal CFS Località: Taverne Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 1010m s.l.m. Circonferenza: 6,50m Altezza: 18m

Segnalazione di Rocco Lopardo

Descrizione - Nonostante sia definita “Roverella di Brienza” si tratta di un ibrido di Quercus pubescens (Roverella) e Quercus cerris (Cerro); l’ibridazione con il cerro è evidente dall’esame delle foglie, i cui lobi risultano profondamente incisi e presentano mucroni alle estremità, e delle ghiande la cui cupola è tipicamente riccia. L’esemplare, isolato, è ubicato ai margini del Bosco Lago di Brienza, ad un’altitudine di 1010 m s.l.m. L’albero, dal notevole valore estetico, si presenta in discrete condizioni fitosanitarie. Alla base del tronco è presente una grande cavità, chiusa pochi anni fa con della resina cementizia, onde evitare l’ingresso di patogeni all’interno del tronco e per favorire la chiusura della corteccia. Più in alto sul fusto è presente anche una grande ferita aperta, causata dalla rottura di un robusto ramo. La chioma, leggermente asimmetrica, presenta numerosi monconi di rami e alcuni seccumi.

Leggenda - Diverse leggende popolari interessano questo esemplare o la valle in località Taverne in cui è ubicata la Roverella, conosciuta con il toponimo “a vadd ra naca” (valle a forma di culla, naca). Una di queste narra che sulle sue sommità si appostavano i briganti che utilizzavano il posto come luogo di vedetta per fare lo scambio tra il riscatto pattuito e il rapito. Alcune credenze del folclore locale raccontano, invece, che nei pressi di quest’albero apparisse il “munaciello”: dispettoso fischiava gli animali di passaggio diretti al pascolo per fermarli, punzecchiando i pastori che, soprattutto in estate, sostavano con le greggi, nelle ore più calde della giornata, sotto la sua imponente chioma.

Località: Parco dei ruderi di Campomaggiore Vecchio

Specie: Pinus pinea L. Nome: Pino domestico Quota: 560m s.l.m.

Circonferenza: ND Altezza: ND Segnalazione di Giuseppe Damone. Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - Il Pino domestico è ubicato nei pressi dei ruderi del palazzo Cutinelli-Rendina a Campomaggiore Vecchio, città abbandonata dopo una frana nel 1885. Si tratta di una specie impiantata dai conti Rendina in quello che doveva essere il loro orto botanico. Dopo l’abbandono del sito, il pino è rimasto testimone silenzioso della cittadina ormai fantasma e di quello che doveva essere l’antico fasto del palazzo e della villa che lo circondava.

Località: Parco dei ruderi di Campomaggiore Vecchio Specie: Sequoia gigantea Nome: Sequoia gigante Quota: 560m s.l.m. Circonferenza: 3,10m

Altezza: 10m Segnalazione di Maria Domenica Palermo Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - La Sequoia è stata piantata dal conte Teodoro Rendina, agronomo, per abbellire il giardino del conte stesso. Importata dal nord America ha vissuto tutte le vicende di Campomaggiore Vecchio (prosciugamento di un acquitrino, l’Unità d’Italia, l’invasione dei briganti e la fucilazione di Pasquale e Maria Teresa Traficante).

Cancellara

Località: C.da Fontanili Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 720m s.l.m. Circonferenza: 4,90m Altezza: 22m Segnalazione del Sindaco Antonio Lo Re

Decrizione - L’albero si trova sul ciglio della strada in C.da Fontanili. Ha una folta chioma che si riversa sul lato opposto della strada.

Località: C.da Santi Padri Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 700m s.l.m. Circonferenza: 4,20m

Altezza: 19 Segnalazione del Sindaco Antonio Lo Re

Descrizione - L’albero si trova in località C.da Santi Padri. Nelle adiacenze vi è una fontana alla cui acqua, da sempre, la popolazione di ha attribuito poteri curativi. L’albero ha circa 400 anni ed ha un tronco davvero imponente.

Località: C.da Fasano Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 620m s.l.m. Circonferenza: 5,40m Altezza: 20 Segnalazione del Sindaco Antonio Lo Re

Descrizione - L’albero si trova in C.da Fasano ed è spettacolare nelle dimensioni. Ha poderoso tronco ed una chioma ancora più notevole che s’inchina ad un lato fino a toccare terra.

Località: C.da San Giovanni Specie: Quercus pubescens Willd.

Nome: Roverella Quota: 690m s.l.m. Circonferenza: 4,40m

Altezza: 18m Segnalazione del Sindaco Antonio Lo Re

Descrizione - L’albero si trova in C.da San Giovanni e da informazioni assunte, ha una folta chioma e un aspetto maestoso.

Località: C.da Fasano Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 620m s.l.m. Circonferenza: 4,40m Altezza: 19m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Castelgrande

Località: Vallone Vivo Specie: Quercus sp. Nome: Quercia

Quota: 780m s.l.m. Circonferenza: ND Altezza: ND Segnalazione dell’insegnante Maria Teresa Angiolillo

Descrizione – Albero padre in prossimità della Chiesa di S. Maria di Costantinopoli in località Vallone Vivo.

Leggenda - La leggenda narra che la Vergine apparve in località Vallone Vivo, vicino ad una sorgente, ad un gruppo di persone che venivano da lontano, fuggite ad un cataclisma che aveva distrutto le loro case. I fuggiaschi trovarono il luogo accogliente e vi si fermarono. Successivamente, per adorare la Madonna che era loro apparsa, fecero una rozza scultura di legno e decisero di costruire una chiesa nel bosco di querce lì vicino. La costruzione era già a buon punto quando una mattina, gli abitanti, pronti per una nuova giornata di lavoro, la trovarono crollata. Il giorno seguente la Madonna apparve ad alcuni pastori ai quali disse che voleva la chiesa nel luogo dove era apparsa: proprio vicino alla sorgente. Ancora una volta non si tenne conto della volontà della Vergine e si ricominciò a costruirla nello stesso luogo. Era quasi ultimata quando crollò di nuovo. La Madonna riapparve ai pastori e rifece la stessa richiesta aggiungendo che, se l’avessero costruita vicino alla sorgente, non sarebbe più crollata. Oggi la chiesa sorge ancora lì, affiancata dalla maestosa quercia.

Località: Cannalicchio

Specie: Quercus sp. Nome: Quercia Quota: 720m s.l.m.

Circonferenza: ND Altezza: ND Segnalazione dell’insegnante Maria Teresa Angiolillo

Castelluccio Superiore

Località: Guarangelo

Specie: : Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 430m s.l.m. Circonferenza: 5,20m Altezza: ND Segnalazione del Sindaco Egidio Salamone Descrizione - L’albero è una Roverella (Quercus pubescens). Ha una circonferenza alla base di 5.20 metri circa ed è sito in località Guarangelo. Attualmente l’esemplare si trova in un terreno privato incolto, difficile da raggiungere, ma è volontà dell’Amministrazione Comunale acquisirne la proprietà per inserirlo in un ampio percorso storico-naturalistico-religioso in fase di progettazione.

Leggenda - Secondo un’antica leggenda una piccola creatura viveva nascosta nei boschi di una zona chiamata Guarangelo. Dimorante di un’antica quercia nel cuore della boscaglia, era da tutti chiamato Roverello, come l’albero che custodiva. Chi lo aveva visto, lo descriveva come un uomo minuscolo, un vecchietto dall’aria burbera, alto non più d’un ginocchio, tozzo, con la barba lunga e un berretto a sonagli sul capo. Si racconta che uscisse solo la notte con la complicità del buio, facendosi luce con un mantello di stelle, per raggiungere granai, stalle e pollai e razziare tutto ciò che poteva. Venne il giorno in cui un pastore, stufo dei continui furti notturni, decise di cogliere e punire il ladro sul fatto. Si appostò, armato di fucile, dietro a un pagliaio in prossimità delle sue stalle, in attesa di sentire il suono dei sonagli, che annunciavano l’arrivo di Roverello. Non appena fu abbastanza vicino, il pastore balzò fuori dal nascondiglio, ma lo gnomo, per salvarsi, iniziò a danzare, stordendo l’uomo con un’ipnotica melodia dei sonagli del suo cappello. Roverello ebbe appena il tempo di addentrarsi fuggitivo tra gli arbusti che già il pastore si rimise in piedi, imbracciò il suo fucile e si mise a correre incontro alla fioca lucina emanata dal mantello dello gnomo. Arrivato vicino ad un vecchio e massiccio arbusto, il pastore restò senza fiato: lo gnomo pareva essersi dissolto come fumo. Qualcuno afferma che ci fosse un’entrata, nascosta ai piedi della grande quercia, che conducesse a gallerie sotterranee scavate dalle falde della vicina sorgente. Nessuno ha mai più visto Roverello, ma c’è chi oggi racconta che, passando nei pressi di Guarangelo, vicino a quell’albero secolare, si senta ancora un suono simile a quello dei sonagli.

Castelmezzano

Località: C.da Casteduccia Specie: Quercus sp.

Nome: Quercia Quota: ND Circonferenza: 7,50m Altezza: 12m Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di in C.da Casteduccia. L’albero, con una circonferenza di 7,50 metri e un'altezza di 12 metri circa, è in un bosco di proprietà comunale ed è ancora oggi in buono stato.

Località: C.da Maudora Specie: Quercus sp. Nome: Quercia

Quota: ND Circonferenza: 4,90m Altezza: 20m

Segnalazione di Carmine Gelsomino Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Maudora. La pianta ha una circonferenza di 4,90 metri e un'altezza di 20 metri circa. È sita in proprietà privata, si presenta in buono stato e la sua storia si è tramandata nel tempo, in forma orale, di generazione in generazione.

Località: C.da

Specie: Quercus sp. Nome: Quercia

Quota: ND Circonferenza: 5,40m Altezza: 25m

Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Spinoso. La pianta ha circonferenza di 5,40 metri e un'altezza di 25 metri circa. Sita in proprietà privata, si presenta oggi in buono stato.

Località: C.da Spinoso Specie: Quercus sp. Nome: Quercia

Quota: ND Circonferenza: 4,80m Altezza: 20m

Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Spinoso. La pianta ha una circonferenza di 4,80 metri e un'altezza di 20 metri circa. Sita in proprietà privata, si presenta oggi in buono stato.

Località: C.da Maudora Specie: Quercus sp.

Nome: Quercia Quota: ND Circonferenza: 5,50m

Altezza: 12 Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Maudora. La pianta ha una circonferenza di 5,50 metri e un'altezza di 12 metri circa. Sita in proprietà privata, si presenta oggi in buon stato

Località: C.da Calcescia Specie: Quercus sp.

Nome: Quercia Quota: 660m s.l.m. Circonferenza: 6,90m Altezza: 25

Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Calcescia. La pianta ha una circonferenza di 6,90 metri e un'altezza di 25 metri circa. Sita in proprietà privata, si presenta ad oggi in buono stato

Località: Vallone Cirasedda Specie: Quercus sp.

Nome: Quercia Quota: ND Circonferenza: 4,50m

Altezza: 35m Segnalazione di Carmine Gelsomino

Descrizione - Si trova nel comune di Castelmezzano in C.da Vallone Cirasedda. La pianta ha una circonferenza di 4,50 metri e un'altezza di 35 metri circa. L’albero è di proprietà comunale, si presenta in buono stato vegetativo e desta l’ammirazione di tutta la popolazione di Castelmezzano che lo considera il dominatore tra gli alberi del bosco

Località: Grottole Specie: Quercus suber L. Nome: Sughera Quota: 460m s.l.m. Circonferenza: 3,45m Altezza: 22m Rilievi effettuati dal CFS

Colobraro

Località: C.da dei Pigni

Nome: Pino Segnalazione della Responsabile della Biblioteca, Marisa Petrigliano

Leggenda - I Pini presenti in C.da dei Pigni assumono un’importanza sia storica che culturale in quanto ognuno di essi è stato piantato in ricordo del sangue versato dai militi colobraresi durante il secondo conflitto mondiale. Gli anziani del paese ricordano che nel periodo del brigantaggio post-unitario, il fitto bosco si trasformava in un nascondiglio sicuro per gli uomini e per i bottini delle loro numerose rappresaglie. Si racconta anche che, nel 1861, passò attraverso il bosco di Colobraro, il generale spagnolo Josè Borjes, chiamato dal comitato Borbonico e dal principe di Scilla ad incontrare e trattare col capo banda Giuseppe Donatelli, alias Crocco, poi raggiunto nei pressi di Lagopesole.

Nota - Non avendo coordinate e riferimenti geografici precisi, non è stato possibile inserire la segnalazione nella "Carta degli Alberi Padri".

Località: C.da Madonna del Sauro Specie: Quercus pubescens Willd.

Nome: Roverella Quota: 750m s.l.m. Circonferenza: 5,00m

Altezza: 14m Rilievi effettuati dal CFS

Ferrandina

Località: Serra delle Fergole Specie: Olea europea var. majatica

Nome: Olivo Quota: 200m s.l.m.

Circonferenza: 8,00 m Altezza: ND

Segnalazione dell’ Assessore comunale, Rocco Zito

Descrizione - L’Olivo appartiene alla varietà “Majatica”, dalle drupe ovali verdastre e dal nocciolo di piccole dimensioni; ha una circonferenza di 8 m. Recenti indagini hanno stabilito che l’albero ha circa 400 anni di vita. Curiosità - Alla chiusura della campagna di raccolta delle olive, si svolgeva, con la partecipazione di tutti gli addetti, una cerimonia folkloristica, la “Festa del Mascio” che consisteva nel recidere un ramo più onusto di frutti, tenuto in serbo per la circostanza. Così lo riporta lo scrittore Centola: “La colunnedda, cioè la conducente delle forosette al lavoro della raccolta, lo guarniva di nastri e arance e sul calar del sole, lo recava trionfalmente, seguita dalle addette alla raccolta, cantando e danzando a suon di fisarmoniche e tamburelli, a casa del padrone per dargli il rituale saluto e l’augurio di una prosperosa campagna del futuro anno. Infine la festa culminava con un banchetto”.

Località: Iscalunga Specie: Taxodium distichum Rich.

Nome: Cipresso calvo Quota: 500m s.l.m. Circonferenza: 1,85m

Altezza: 12m Rilievi effettuati dal C.F.S

Forenza

Località: San Gilio C.da Derricelle

Specie: Quercus cerris L. Nome: Cerro

Quota: 800m s.l.m. Circonferenza: 6,30m Altezza: 35

Segnalazione del Sindaco Francesco Mastrandrea e rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’Albero padre di è denominato “Quercia Centorami“. Si tratta di un albero della specie Quercus Cerris L. (Cerro) con circonferenza alla base di metri 5,7 e altezza metri 30. È situata nel Bosco Grande di Forenza in c.da Grotticelle località San Gilio.

Curiosità - Ai piedi dell'albero è stata girata una scena del film di Giuseppe Papasso “Un giorno della vita”. Francavilla Sul Sinni

Località: Cesinali Specie Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 415m s.l.m. Circonferenza: 4,23m Altezza: 18m

Rilievi effettuati dal CFS

Località: Cesinali Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 422m s.l.m. Circonferenza: 4,17m Altezza: 18m

Rilievi effettuati dal CFS

Località: Valloncello Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 390m s.l.m. Circonferenza: 5,95m Altezza: 19m

Rilievi effettuati dal CFS

Località: San Biase Specie: Castanea sativa Mill.

Nome: Castagno Quota: 830m s.l.m. Circonferenza: 7,53m

Altezza: 12m Segnalazione di Giuseppe Damone

Rilievi effettuati dal CFS

Gallicchio

Località: Santa Lucia Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 660m s.l.m. Circonferenza: 6,00m Altezza: 17m

Segnalazione di Daniela Pandolfo

Descrizione - La Roverella si erge solitaria e maestosa in località Santa Lucia nel bel mezzo di un prato– pascolo. Tale posizione, ben ventilata e pianeggiante, risultava strategica per i tanti contadini che affollavano la contrada, ricca di campi di grano. Infatti la Roverella era la sede de “l’àriië”, cioè l’aia dove un tempo si batteva il grano o meglio come dicono i gallicchiesi: “A tìempë andìchë u grànë u pësìemmë nda l’àriië!”.

Località: C.da Vignali Specie: Quercus sp. Nome: Quercia Quota: 800m s.l.m.

Circonferenza: ND Altezza: 20m Segnalazione di Rocco Caradonna

Descrizione - Situata nel comune di Foglio 14 particella 159 in C.da Vignali.

Cenni storici - L’albero è legato al ricordo di un episodio storico che ha come protagonista nel 1848 il patriota Robertella con le sue truppe.

Località: ss. 598 Specie: Quercus sp. Nome: Quercia Quota: ND Circonferenza: ND

Altezza: 20m Segnalazione di Rocco Caradonna

Descrizione – E’ situata nell'incrocio che porta a - Aliano sulla ss 598, prima dell'impianto Edile Impresa Leone. Gorgoglione Località: C.da Sant’Angelo

Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 977m s.l.m.

Circonferenza: ND Altezza: ND Segnalazione della Classe V dell’Ist.Comprensivo “R. Montano”

Descrizione - L’albero si erge in C.da Sant’Angelo in agro di Gorgoglione (MT). E’ posto sul limite della strada di accesso ai fabbricati rurali ed è prospicente la vecchia scuola rurale comunale che, nonostante avesse preso il nome dalla contrada stessa, serviva un più vasto territorio con numerosi insediamenti agricoli. Nelle vicinanze doveva erigersi intorno all’anno mille anche un’antica chiesa rurale dedicata a Sant’Angelo, così come risulta dalle Bolle Pontificie del 1060. La contrada è situata sulle pendici della Montagna di Gorgoglione ed è sottoposta alla Tempa dei Greci, appena sopra la Sanguineta e la fiumara. Quest'ultima costituisce il confine naturale tra il Parco di Gallipoli Cognato (i territori di e Cirigliano) e i comuni di Corleto Perticara e Gorgoglione.

Cenni storici - I riferimenti toponomastici riportano alla mente tempi remoti e relativi eventi storici e attesterebbero contatti molto ravvicinati tra le popolazioni locali e gli ellenici. La posizione a specchio rispetto alle citate realtà di alto pregio ambientale, fa di questo vecchio albero un vero testimone indigeno della salubrità dei luoghi.

Alberi Su da noi, nel bosco, a Gorgoglione E’ facile fare confusione! Ci sono querce, cerri, castagni e baccarelli Che sono fratelli, ma non sono gemelli! Ci sono carpini, acacie, lecci ed aceri montani Che sembrano stranieri eppure sono lucani! Stanno insieme,quasi per caso Come tanti fiori nello stesso vaso Ma c’e’ una forma, un profumo, un colore La poesia “Alberi” è stata scritta dagli alunni Per ogni arbusto, ogni albero, ogni fiore della Scuola Primaria in occasione della Sono sempre piu’ alti, sempre piu’ vicini giornata conclusiva del progetto Tutti indifesi, come bambini Sono un dono della natura “Biodiversità” a corredo di una presentazione Ma hanno bisogno di tanta cura sul bosco e sugli alberi. Ci regalano frutti ed aria pulita Anche se non cita espressamente E ci chiedono in cambio solo la vita l’esemplare della Roverella, esprime l’amore I loro rami sono mani protese e l’attenzione che le giovani generazioni Per dire all’ uomo di finire con le pretese provano per la natura e per tutti gli esseri Le loro radici aggrappate alla terra Dicono basta a questa stupida guerra viventi . La loro voce nessuno la sente Prof. Donato Caldone Ma continua a ripetere salviamo l’ambiente! (Classe V)

Grassano

Località: ‘U casin’ Specie: Quercus pubescens Wild Nome: Roverella

Quota: 200m s.l.m.

Circonferenza: 4,71 m - Altezza: 25 m

Segnalazione degli alunni della II C dell’Ist. Comprensivo. “A.Ilvento”

Descrizione - “U crson” è un albero che si trova a Grassano e precisamente all’entrata del paese sulla strada statale Appia in direzione Tricarico; ovvero tra la villetta comunale e la C.da “U casin”. É un albero maestoso sia per la sua storia che per le sue caratteristiche.

Curiosità - “Di veri briganti, di quelli del’60,non ce n’è quasi più….Un altro lo incontrai a Grassano. Ero nella bottega di Antonino Roselli, il mio segretario-barbiere-flautista, e mi facevo radere, quando entrò un vecchio robusto dal viso colorito, dai grossi baffi bianchi e dal portamento fiero, dagli arditi occhi azzurri, vestito di velluto alla cacciatora: non l’avevo mai visto in paese………Gli chiesi quanti anni avesse:-Molti,-mi disse,-ero giovane al tempo dei briganti. Avevo quindici anni, quando con mio fratello ammazzammo il carabiniere. Hai visto quella quercia vecchia, che è sulla strada, un duecento metri prima di arrivare in paese? Fu là che lo incontrammo, e voleva fermarci, e fummo costretti a ucciderlo. Il corpo lo nascondemmo nel fosso: ma lo trovarono presto. Mio fratello lo presero subito e morì qualche anno dopo nelle carceri di Napoli. Io mi nascosi in paese… Il vecchio brigante era contento e in pace con se stesso: quell’antico omicidio non gli pesava sulla coscienza. Lo raccontava come un’azione inevitabile e naturale. Era la guerra.” Pag. 154- 155

“Eccoci a una grande spaccatura, come una ferita nella terra: per superarla la strada deve fare un grande rigiro. E’ il vallone delle carogne, così chiamato perché serve a buttarci i corpi delle bestie morte di malattie, e immangiabili…Siamo ormai vicini al paese…ecco lo sbocco del sentiero dalle alte siepi di rosmarino, dove ero solito sedermi a leggere, per delle ore, da solo, finché una capra non sbucava d’un tratto, guardandomi misteriosa; ecco l’albero dove il vecchio brigante aveva ucciso, settant’anni fa il suo carabiniere.” Pag.174- 175 (tratti dal romanzo di Carlo Levi –“Cristo si è fermato a Eboli”) U crson Chissa’ se il nostro albero potesse parlare quante storie saprebbe raccontare certamente di cose ne ha ascoltate , e per altre ha testimoniato quanti amori sono fioriti e, poi, appassiti? Quanti conflitti, bisticci e capricci ha calmato e rassenerato? Quante volte si e’ sentito gelare per la cieca violenza da cui l’ uomo si faceva trascinare? Certo non e’ un caso che “lui” dall’alto continui a troneggiare per poterci indicare la lunga strada da fare (Classe II C)

Racconto - All’ombra della quercia. A Grassano viveva o, meglio, vegetava, una piccola quercia. Ogni giorno guardava come erano belli e rigogliosi gli altri alberi e sperava di diventare ben presto come loro. Il tempo sembrava non passare mai,ma le stagioni si avvicendavano velocemente e così anche gli anni .Un giorno d’inverno ,in cui ormai tutti gli alberi avevano perso le foglie e l’aria si era fatta sempre più fredda, cominciò a cadere la neve. Tutto era ormai coperto di una coltre bianca: i monti erano senza confini, un’unica distesa bianca uniformava il paesaggio. La piccola quercia , protetta da un piccolo anfratto del terreno venne scoperta da due bambini, Jasmine e Matteo che stavano giocando con un vecchio copertone a mò di slitta. I due bambini stanchi per le ripetute discese sulla neve si accasciarono vicino all’albero e cominciarono a parlargli …chiedendogli se anch’esso avesse freddo come loro, ma fosse talmente felice per la bella esperienza da continuare ad augurarsi che la neve non si sciogliesse mai. Da quel giorno i due ragazzi non mancavano di passare di là per un saluto ed un pensiero all’amico albero. Il tempo scorreva inesorabilmente e i giorni si sommavano ai mesi e agli anni, la quercia diventava sempre più grande e maestosa e i “bambini” erano nel pieno della bellezza, del vigore e dell’entusiasmo dell’ età giovanile, quando si accorsero di provare un sentimento diverso da quello che fino a quel momento li aveva legati: l’amore. Continuarono ad incontrarsi di nascosto all’ombra della vecchia quercia perché sapevano che le diversità culturali sarebbero state la causa di molti dissapori tra le rispettive famiglie. Ben presto, però si cominciò a parlar male di loro in paese e i genitori cominciarono ad essere più guardinghi e sospettosi: vietarono così le uscite, le passeggiate, gli incontri. Ma un caldo giorno d’estate, evitando la sorveglianza, i due ragazzi si avvicinarono alla quercia e quasi accarezzandola, cominciarono a parlare, sorridere ricordando i bei momenti trascorsi. Mentre l’albero si rallegrava del loro ritorno, i ragazzi riflettevano ad alta voce dicendo che erano consapevoli del fatto di essere diversi, ma sapevano, anche,che nonostante tutto, non potevano non amarsi, perché si sentivano complementari, con i rispettivi pregi e difetti. Per loro amarsi significava affrontare insieme la vita con le sue difficoltà, le sue gioie e i suoi dolori. Al suono di quelle dolci parole, l’albero sentì il bisogno si muoversi per dimostrare loro tutto il suo appoggio e, approfittando di un fresco alito di vento, piegò i suoi rami quasi ad abbracciarli. Ma qualcuno aveva fatto la spia perché di lì a poco arrivò il padre di Jasmine che con un fare arrogante e duro lanciò delle minacce contro Matteo, prese con forza la figlia e, dopo averla schiaffeggiata, la caricò di peso in macchina. Anche la quercia rabbrividì davanti a quella scena, si sentiva quasi in colpa perché non poteva aiutarli, d’altronte era solo un albero. Matteo non sapendo cosa fare era in preda a sentimenti contrastanti: paura per l’amata Jasmine, ira per le accuse ricevute, voglia di correre lontano per scappare dai pregiudizi che stavano minacciando i suoi progetti per il futuro. Rimase ancora un po’ a pensare a voce alta, cercando dal suo interlocutore silenzioso un assenso a quanto andava progettando. Poi ,fattosi buio, andò a casa di Jasmine e senza farsi vedere si introdusse nella sua camera. Entrambi sapevano che se fossero rimasti ancora lì, si sarebbero dovuti dire addio, così decisero di scappare in un luogo lontano da tutto e da tutti. Prima di partire, però, si fermarono vicino alla quercia, promettendole che un giorno sarebbero tornati e che prima o poi, l’avrebbero rivista. Beh fu proprio così!!! Passarono diversi anni e un giorno di primavera Jasmine, Matteo e i loro due figli tornarono a salutare l’amica fedele: la quercia che aveva offerto riparo al loro amore che non aveva trovato spazio sotto il sole, ma all’ombra di un albero.

Racconto a più mani a cura dei ragazzi della classe II C Docente: Prof.ssa Elvira Paone

Grumento Nova

Località: C.da Spineta Specie: Quercus pubescens Willd Nome: Roverella Quota: 590m s.l.m. Circonferenza: 7,19m Altezza: 20m Rilievi effettuati dal CFS

Lagonegro

Località: Niella Specie: Taxus baccata L. Nome: Tasso Quota: 1280m s.l.m. Circonferenza: 2,88m Altezza: 8m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’albero in questione è un Tasso appartenente alla specie Taxus baccata . Vegeta in località Niella nel territorio comunale di , in Zona 1 del Parco dell'Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese. L’area risulta di grande rilievo per lo studio della specie in quanto la stessa è presente in vari esemplari di diversa età, compreso il novellame.

Località: via Roma (villa comunale) Specie: Cedrus atlantica Endl.

Nome: Cedro del Marocco Quota: 660m s.l.m. Circonferenza: 3,30m Altezza: 25m Segnalazione di Gianpaolo Filizzola

Descrizione - La pianta in questione è un albero di Cedrus atlantica, meglio noto come “Cedro del Marocco” e, insieme ad un altro esemplare della stessa specie ma di dimensioni minori, ha funzione ornamentale. La circonferenza di questo arbusto è di circa 3.30 metri e la sua altezza di 25-30 metri circa. Il Cedro si trova nel comune di Lagonegro in pieno centro abitato, precisamente nella villetta comunale intitolata a Don Rosario Magliano, sita in via Roma. La pianta viene segnalata per le sue dimensioni eccezionali ed è l’albero più grande di tutto l’abitato urbano di Lagonegro. L’esemplare si presenta con un buon vigore vegetativo, la chioma è ben equilibrata e vigorosa.

Cenni storici - 1955. In questa foto si vede perfettamente l’esemplare di Cedro che, dalle dimensioni, sembra avere all’incirca 20 anni. Pertanto è ipotizzabile la sua piantumazione intorno alla metà degli anni ‘30.

Località: Via dei Cipressi (cimitero comunale) Specie: Calocedrus decurrens Torr. Nome: Cipresso della California Quota: 720m s.l.m. Circonferenza: 2,60m Altezza: 15m Segnalazione di Gianpaolo Filizzola

Descrizione - Il Cipresso, insieme ad un altro esemplare di dimensioni minori, si trova nel comune di Lagonegro all’interno del cimitero, precisamente di fronte alla cappella. Dalle testimonianze raccolte si intuisce che ci troviamo di fronte ad un albero con più di cento anni di età; testimonianze rafforzate e confermate dalla tradizione di far coincidere la posa della prima pietra di un complesso religioso con la piantumazione di alberi (il cimitero di Lagonegro risale al 1888). La pianta viene segnalata per la sua rarità botanica e per le sue dimensioni: il Cipresso della California, è l’unico della sua specie finora segnalato nell’elenco regionale degli alberi protetti lucani. Entrambe le piante si presentano con un buon vigore vegetativo, i tronchi mostrano condizioni fitosanitarie eccellenti, le chiome sono equilibrate e vigorose. All'ombra dei due cipressi secolari la nostalgia, il ricordo ed il dolore della mancanza dei cari defunti sono attenuati e ingentiliti dalla cornice rustica ma bella e, a suo modo, romantica di questi alberi solenni che diffondono pace ed invitano al raccoglimento.

Località: Castagnareto Specie: Acer opalus Mill.

Nome: Acero opalo Quota: 1289m s.l.m. Circonferenza: 5,40m Altezza: 25m Rilievi effettuati da CFS

Località: Bonfilio Specie: Castanea sativa Mill. Nome: Castagno

Quota: 877m s.l.m. Circonferenza: 7,62m Altezza: 20m Rilievi effettuati da CFS

Località: Acqua della pietra Specie: Abies alba Mill. Nome: Abete bianco Quota: 1277m s.l.m. Circonferenza: 3,80m Altezza: 20m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - Comunemente chiamato Abete bianco, appartiene alla specie Abies alba Mill. e vegeta in località Acqua della Pietra, nella Zona 1 del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, in prossimità della riserva naturale Abetina di Laurenzana. Il sito può essere raggiunto agevolmente dal centro abitato di Laurenzana, percorrendo la ss 92 in direzione Corleto Perticara.

Lauria

Località: via Roma Specie: Populus nigra L. Nome: Pioppo nero Quota: 474m s.l.m. Circonferenza: 7,22m Altezza: 32m Segnalazione di Domenico Sirio Rilievi effettuati dal CFS

Curiosità - “La pianta di proprietà comunale nonostante sia una specie poco longeva resiste bene. Per la sua particolare posizione si presta ad avere un riferimento più preciso, che la integri finalmente nell’abitato con tutto il rispetto che le si deve: all’Amministrazione Comunale vorrei proporre l’attribuzione a questo albero di un numero civico e l’apposizione di una cassetta della posta per raccogliere tutte le lettere di chi vuole scrivere al Patriarca per denunciare violenze ad alberi o mancanza di piante in luoghi adiacenti le scuole o in area aperta destinate ad attività sociali” (tratto da Alberi Padri di Renato Spicciarelli)

Marsico Nuovo Località: C.da Camporotondo

Specie: Castanea sativa Mill. Nome: Castagno Quota: 900m s.l.m. Circonferenza: 7,60m - Altezza: 15m Segnalazione di Giuseppe e Michele Pasquariello; Ass. culturale Marsico Viva Rilievi effettuati dal CFS Descrizione - Ai margini di una splendida conca montana, ben collegata e facilmente raggiungibile, si erge lungo un’antica strada che collegava la valle dell’Agri con il potentino, il castagno secolare di Campo Rotondo: una vera perla naturalistica incastonata in un paesaggio dal grande valore ambientale. Appartenente alla specie Castanea sativa, la pianta presenta un imponente fusto sinuoso e spiralato la cui circonferenza sfiora i 7 metri e mezzo. L’apparato radicale risulta molto sviluppato anche se poco profondo. La folta ed articolata ramificazione si apre pressoché simmetrica raggiungendo, nella parte superiore, quasi 20 metri di altezza. La grandiosità del Castagno si coglie appieno guardandolo dalla parte di settentrione, da dove è possibile leggere più facilmente l’intricata trama della possente ramificazione, che si allontana dal tronco per più di dieci metri per poi ricadere maestosa verso il basso fino quasi a toccare il suolo. Molto suggestiva risulta anche la cavità del tronco, capace di ospitare comodamente alcune persone

Località: Valloni Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 900m s.l.m. Circonferenza: 5,00m Altezza: 15m

Segnalazione di Nicola

Descrizione - La quercia secolare è situata in località Valloni in prossimità della sorgente Bocca dell’Acqua ai piedi del Monte Volturino nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese. Matera

Località: Masseria Malvezzi Specie: Quercus trojana Fredd. Nome: Fragno Quota: 364m s.l.m. Circonferenza: 3,14m Altezza: 15m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Selva Teresa Specie: Juniperus oxycedrus var. macrocarpa Nome: Ginepro coccolone Quota: 390m s.l.m. Circonferenza: 1,88m

Altezza: 12m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Incrocio via Moro e viale delle Nazioni Unite Specie: Pinus pinea L. Nome: Pino domestico

Quota: 400m s.l.m. Circonferenza: 2,98m Altezza: 20m Rilievi effettuati dal CFS

Località: borgo La Martella Specie: Phoneix dactylifera Nome: Palma da datteri

Quota: 220m s.l.m. Circonferenza: 2,04m Altezza: 7m Rilievi effettuati dal CFS

Melfi

Località: Azienda Incoronata Specie: Cedrus deodara G.Don Nome: Cedro dell’Himalaya Quota: 550m s.l.m. Circonferenza: 3,76m Altezza: 20m

Rilievi effettuati dal CFS

Località: Azienda Incoronata Specie: Arbutus andrachne Nome: Corbezzolo greco Quota: 551m s.l.m. Circonferenza: 1,19m Altezza: 10m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Parco adiacente Istituto Gasparrini Specie: Sequoia gigantea Nome: Sequoia gigante Quota: 630m s.l.m. Circonferenza: 3,14m Altezza: 25m Rilievi effettuati dal CFS

Miglionico

Località: Madonna della Porticella Specie: Quercus sp.

Nome: Quercia Quota: ND Circonferenza: 5,70m Altezza: 19m Segnalazione della Pro loco di Miglionico, Presidente Vito Santo Amati

Descrizione - Questo esemplare di quercia secolare ha una circonferenza di circa 5,70 metri e si trova a circa 100 metri dalla chiesa della Madonna della Porticella, a 3 chilometri dal centro abitato.

Leggenda - L’albero è per la comunità di Miglionico un simbolo della storia, delle tradizioni locali ed è considerato un testimone del sentimento potremmo dire di “amore” tra l'uomo e la natura. Sotto questa quercia si svolge la Festa della Madonna della Porticella, una festa campestre che si tiene ogni anno nel corso della seconda domenica di settembre.

Montemurro

Località: Migliarino Specie: Quercus pubescens Willd.. Nome: Roverella Quota: 700m s.l.m. Circonferenza: 4,40m

Altezza: 18m Rilievi effettuati dal CFS

Montescaglioso

Località: Oliveto dei Monaci Specie: Pinus halepensis Mill. Nome: Pino d’Aleppo Quota: 180m s.l.m. Circonferenza: 3,92m Altezza: 20m Rilievi effettuati dal CFS

Muro Lucano

Località: C.da Orto di Vincenzo Specie: Castanea sativa Mill. Nome: Castagno Quota: 901m s.l.m. Circonferenza: 7,05m Altezza: 15m Segnalazione di Filippo Verova

Descrizione - L’albero è un maestoso esemplare di castagno (Castanea sativa Miller) e si trova in località C.da Orto di Vincenzo su un terreno privato, nel comune di (Pz). Alto circa 15 metri, ha una circonferenza (a 1,3metri dal suolo) di circa 7,05 metri. Posta al limite di una radura in pendenza con esposizione NE la pianta è stata e viene tutt’oggi utilizzata per la raccolta dei frutti. Caratteristico è il fusto che, a circa 3,50 metri dal suolo, si divide in quattro branche principali frutto probabilmente di un antico taglio di ceduazione da cui si è originato il concrescimento. Lo stesso presenta un ritidoma fortemente costolato con alcune porzioni di corteccia “morta” che si distaccano in più punti, e due grosse formazioni cicatriziali a circa 50 centimetri dal suolo. Vi sono evidenti segni di potature a scopo colturale e i rami della parte alta della chioma sembrano in parte ormai secchi. Si riscontrano particolari inquilini sul fusto e sulle radici, ossia briofite (Orthotrichum, Tortula, etc.), licheni e tane di piccoli roditori scavate nel ritidoma.

Curiosità - Nella proprietà è presente l’antico portale della casa padronale che sulla chiave di volta reca la data A.D. 1876 e, da notizie raccolte presso i proprietari, sembrerebbe che la pianta fosse già presente a quella data. Da bambini, i figli dei proprietari in estate giocavano sull’albero. Avevano costruito un ricovero, in mezzo alle quattro branche, che utilizzavano nei pomeriggi d’estate e ancora oggi si vedono alcuni spezzoni di cordame utilizzato all’epoca.

Nemoli

Località: Campo sportivo Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 453m s.l.m.

Circonferenza: 3,80m Altezza: 17m Rilievi effettuati dal CFS

Oliveto Lucano

Località: Destre Specie: Quercus petrea Nome: Rovere Quota: 678m s.l.m. Circonferenza: 5.10m Altezza: 15m Segnalazione di Luigi Auletta

Descrizione - L’albero, comunemente chiamato “A’ cers’”, è radicato in località Destre in un terreno coltivato a seminativo, posizionato lungo un crinale, ad una altitudine di 678m s.l.m., ed una esposizione a N. L’albero si presenta affascinante ed inquietante al tempo stesso. Si distingue, oltre che per l'età, per l'aspetto incredibilmente tortuoso del suo tronco e dei suoi rami; merita davvero un’attenzione per il fascino. La pianta monumentale è raggiungibile attraverso la strada comunale Monte Croccia, sia in direzione Palazzo Gallipoli-Cognato, che in direzione Oliveto Lucano

Curiosità - Alcune foto dell’albero è stata pubblicata in un testo fotografico “Terre di mezzo”, edizioni Gal le Macine di Antonio .

Località: Piano Torcigliano Specie: Quercus frainetto Ten. Nome: Farnetto Quota: 927m s.l.m. Circonferenza: 4.90m Altezza: 12m Segnalazione di Luigi Auletta

Descrizione - L’albero, comunemente chiamato “A’ cers’”, è radicato in un terreno destinato a pascolo, in località Piano Torcigliano ed occupa una posizione di alto piano, ad una altitudine di 927m s.l.m., ed una esposizione a NE. L’albero si presenta con un tronco particolare di grosse dimensioni, cavo all’interno. Indicazioni utili per raggiungere l’albero: La pianta monumentale è raggiungibile attraverso la strada comunale Monte Croccia, sia in direzione Palazzo Gallipoli Cognato, che in direzione Oliveto Lucano. Curiosità - La pianta con la sua chioma è di particolare importanza per la popolazione di Oliveto Lucano. Infatti durante la “Festa del Maggio”, il 10 di agosto, nelle sue vicinanze viene alloggiata la “Cima” ed i cimaioli festeggiano con banchetti e balli.

Località: piazza Umberto I° Specie: Pinus brutia Ten. Nome: Pino calabro Quota: 530m s.l.m. Circonferenza: 2.30m Altezza: 7m Segnalazione di Luigi Auletta

Matrimonio della metà degli anni ’30,il pino nella parte centrale in alto della foto

Descrizione - L’albero, comunemente chiamato “U’ pùn”, è radicato all’ingresso della villa Comunale, ed occupa una posizione di fondo valle, ad una altitudine di 530m s.l.m., ed una esposizione a N. Affascinante ed inquietante al tempo stesso, questo Pino si distingue, oltre che per l'età, per l'aspetto incredibilmente tortuoso del suo tronco e dei suoi rami: la pianta monumentale è raggiungibile dalla sp n. 277 e dalla strada comunale Oliveto Lucano-Monte Croccia, verso il centro abitato del comune di Oliveto Lucano.

Leggenda - La leggenda vuole che si torcesse in questo modo a causa delle dicerie non veritiere, che gli olivetesi nel corso degli anni hanno raccontato, durante la sosta sui muretti e/o panchine, poste all’ombra della chioma. Merita davvero una visita per il suo fascino, difatti ogni visitatore e/o ambulante che raggiunge la piazza di Oliveto Lucano, viene attratto naturalmente verso la pianta, per parcheggiare o vendere merce.

Località: Masserie Pedano Specie: Quercus cerris L. Nome: Cerro Quota: 798 m s.l.m. Circonferenza: 5.90m Altezza: 8m Segnalazione di Luigi Auletta

Descrizione - L’albero, comunemente chiamato “U’ cirr”, è radicato in località Masserie Pedano, in un terreno rimboschito con il Reg CE 2080/92, ed occupa una posizione dominante lungo il medio versante, ad una altitudine di 798m s.l.m., ed una esposizione ad E. L’albero si presenta con un tronco particolare di grosse dimensioni, dove le branche principali sono state utilizzate per ricavare legna da ardere, e durante il taglio, avvenuto in anni diversi sono stati ritrovati due sciami di api. Visitare l’albero diventa un’ottima occasione, per gli escursionisti della natura, per ammirare il centro urbano di Oliveto Lucano e le vallati che si immettono nel torrente Salandrella. La pianta monumentale è raggiungibile attraverso la strada comunale Monte Croccia, e alla località Piano Torgigliano sul lato destro, direzione Oliveto Lucano intercetta la strada comunale Piano Torcigliano – Piano del Lago – Valle Rocca.

Località: Bivio Oliveto Accettura Specie: Pinus halepensis Mill. Nome: Pino d’Aleppo Quota: 400m s.l.m. Circonferenza: 2,82m Altezza: 19m Rilievi effettuati dal CFS

Pescopagano

Località: Valle del mulino Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 700m s.l.m. Circonferenza: 5,50m Altezza: 18m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’albero è un esemplare di Roverella (Quercus pubescens), alto 18 metri, con chioma costituita da tre rami, in discreto stato vegetativo. L’aspetto del tronco è tipico della specie ed ha un diametro di circa 175 centimetri. L’età, considerando il diametro raggiunto e l’altezza, potrebbe stimarsi in 450 anni, salvo indagini più appropriate. L’esemplare vegeta in località Valle del Mulino del comune di , su proprietà privata. Sul terreno, che da circa 50 anni è incolto, si sta insediando un bosco spontaneo di specie miste con prevalenza quercine; per raggiungerlo dal centro abitato si percorre la strada comunale Pescopagano – per circa 4 chilometri. Località: San Lorenzo in Tufara Specie: Tilia cordata Mill. Nome: Tiglio Quota: 750m s.l.m. Circonferenza: 4,71m - Altezza: 6m Segnalazione della scuola secondaria di primo grado Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’albero è un esemplare di Tiglio (Tilia cordata Mill.). Alto circa 6 metri, si presenta in precarie condizioni vegetative, con apparato radicale esposto, presenza di carie, ferite aperte, cavità lungo il tronco e le branche spesso sono anche completamente secche; la chioma è quasi assente. L’età stimata è di circa 400 anni. L’esemplare è sito nel sagrato della chiesa di San Lorenzo, in località San Lorenzo in agro nel comune di Pescopagano (PZ); per raggiungerlo, dall’abitato di Pescopagano si percorre la relativa strada comunale asfaltata per circa 2 chilometri. Non si hanno notizie di leggende/eventi storici legati all’albero individuato, che frequentemente, in tutto il territorio nazionale e non solo, si ritrova nei pressi delle chiese.

Località: Vallone canneto Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 620m s.l.m.

Circonferenza: 5,50m Altezza: 18m Segnalazione di Antonio Di Terlizzi

Descrizione – La Roverella, rappresenta sicuramente un esemplare caratteristico sia per le dimensioni sia per le forme. Infatti, a causa di patologie e marcescenze, a livello del colletto, assume dimensioni superiori ai 10 metri e soprattutto presenta delle protuberanze che gli donano un aspetto spettrale. In particolare, come avviene spesso negli alberi secolari, questa Roverella risulta piena di angoli, fessure, fori e legno in putrefazione. Con il passare degli anni, questi elementi forniscono un riparo perfetto per diverse specie di piante, animali e funghi. Infatti sono presenti gallerie a livello della porzione radicale raggiungono la profondità di quasi 2 metri. Non è difficile trovarsi faccia a faccia con una volpe o faina che salta fuori da queste cavità.

Località: C.Pafundi Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 760m s.l.m. Circonferenza: 5,00m Altezza: 20m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.ne Cillis Specie: Quercus pubescens Willd.

Nome: Roverella Quota: 660m s.l.m. Circonferenza: 4,90m Altezza: 21m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.ne Cillis Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 660m s.l.m. Circonferenza: 5,50m Altezza: 19m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.da Salice – Mass.a Giacomino Specie: Quercus pubescens Willd.

Nome: Roverella Quota: 700m s.l.m. Circonferenza: 4,20m Altezza: 18m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.da Salice Specie: Quercus pubescens Willd.

Nome: Roverella Quota: 730m s.l.m. Circonferenza: 4,10m Altezza: 19m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: Fosso Pila Pafundi Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 590m s.l.m. Circonferenza: 5,70m Altezza: 18m Segnalazione di Giuseppe Cillis Località: C.da Salice - Policina Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 635m s.l.m. Circonferenza: 4,80m Altezza: 19m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.da Salice – Mass.a Giacomino Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 700m s.l.m. Circonferenza: 4,70m Altezza: 19m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.da Salice Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 735m s.l.m. Circonferenza: 4,30m Altezza: 17m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Località: C.da Salice Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 740m s.l.m. Circonferenza: 4,20m Altezza: 23m Segnalazione di Giuseppe Cillis

Pietrapertosa

Località: San Giovanni Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 840m s.l.m. Circonferenza: 5,20m Altezza: 16,50m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’esemplare in questione è una Roverella appartenente alla specie Quercus pubescens Willd. L’albero vegeta all’interno di un rimboschimento di conifere effettuato nell’anno 1972 dall’Ente Irrigazione. L’area in cui si trova, ad 840 metri s.l.m., non è facilmente raggiungibile: l’unica strada, in terra battuta, presenta in alcuni tratti una pendenza molto elevata ed è agevolmente percorribile solo in condizioni di terreno asciutto.

Pomarico

Località: S.Felice Specie: Taxodium distichum L. Nome: Cipresso calvo Quota: 172m s.l.m. Circonferenza: 2,88m

Altezza: 20m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Piano Melito Demanio Specie: Pinus pinea L.

Nome: Pino domestico Quota: 110m s.l.m. Circonferenza: 4,08m Altezza: 25m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’esemplare, che si erge nel cuore di un area arida e argillosa, in località Piano Melito, si spande verso l’alto per oltre 25 metri con un tronco di circa 4 metri di circonferenza. La densa chioma a forma di ombrello nelle calde ed aride estati da uomini ed animali un ombra protettiva e ristoratrici.

Rionero in Vulture Località: Grotticelle Specie: Quercus pubescens Willd Nome: Roverella

Quota: ND Circonferenza: 4,90m Altezza: 18m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Villa vicino Chiesa di San Donato Specie: Pinus halepensis Mill. Nome: Pino d’Aleppo Quota: 500m s.l.m. Circonferenza: 5,10m Altezza: 35m Segnalazione di Lorenzo Zolfo

Località: Villa vicino Chiesa di San Donato Specie: Sequoia gigantea Nome: Sequoia gigante Quota: 200m s.l.m. Circonferenza: 3,25m Altezza: 17,50m

Segnalazione di Lorenzo Zolfo (Albero a sinistra nella foto)

Località: Villa vicino Chiesa di San Donato Specie: Sequoia gigantea Nome: Sequoia gigante Quota: 200m s.l.m. Circonferenza: 2,70m Altezza: 16m Segnalazione di Lorenzo Zolfo (Albero a destra nella foto)

Località: Villa vicino Chiesa di San Donato Specie: Tilia cordata Nome: Tiglio Quota: 200m s.l.m. Circonferenza: 3,80m Altezza: 12m Segnalazione di Lorenzo Zolfo

Rivello

Località: Prato Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 643m s.l.m. Circonferenza: 4,30m Altezza: 23m

Rilievi effettuati dal CFS

Rotondella Località: Bosco Finocchio Specie: Fraxinus angustifolia L. Nome: Frassino Ossifillo

Quota: 360m s.l.m. Circonferenza: 3,00m Altezza: 30m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - Il Frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia L.; F. Oxycarpa Gaertn.; F. oxyphilla Bieb.) è un albero di prima grandezza, raggiunge i 30 metri di altezza e la circonferenza di oltre 3 metri. Presenta una chioma poco ramosa e leggera. Le foglie sono decidue, composte da 7-9 foglioline; i fiori sono nudi e si sviluppano prima delle foglie con stami porporini o violetti mentre i frutti sono costituiti da samare di forma variabile. Una delle qualità principali del suo legno è l’elasticità, già nota nell’antichità. Viene utilizzato nella produzione di attrezzi sportivi mentre in passato è stato impiegato anche per costruzioni aeronautiche.

Curiosità - Questa specie, rappresenta un ottimo integrativo alimentare per il bestiame pascolante; il fogliame, infatti, è caratterizzato da un elevato tenore proteico. Inoltre, veniva largamente utilizzata per la produzione di manna, materia prima per l’estrazione della mannite, che costituiva la più considerevole fonte di reddito della frassinicoltura. Essa è rappresentata da secrezioni della pianta, ottenute praticando delle particolari incisioni in determinati periodi dell’anno. Questo esemplare, come altri presenti nel Bosco Finocchio di Rotondella, ha raggiunto l’età di oltre 150 anni, ma ne sono presenti alcuni anche di età ancora maggiore che arricchiscono la funzione ambientale, ecologica, economica e sociale del bosco.

Località: Specie: Taxus baccata L. Nome: Tasso Quota: 521m s.l.m. Circonferenza: 3,14m Altezza: 13m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’albero è un esemplare di Tasso (Taxus baccata), alto circa 13 metri, con chioma globosa, mancante della branca centrale che ne diminuisce l’effetto armonioso. L’aspetto del tronco è tipico della specie, anche costolato, ed ha un diametro di circa 1 metro. Considerando il lento accrescimento e il diametro raggiunto, si può stimare che abbia un’età di 450 anni, salvo indagini più appropriate. La comparsa di arilli è limitata a qualche ramo in ombra e non si notano emergenze fitosanitarie. L’esemplare vegeta isolato in un prato-pascolo, in località Bradano in agro del comune di San Fele (PZ), su proprietà privata. Non si hanno notizie di leggende o eventi storici legati all’albero individuato, che comunque è radicato in una zona molto più antropizzata nel passato, ove erano presenti anche piccoli opifici (serie di mulini ad acqua).

San Giorgio Lucano

Località: Granatella Specie: Quercus ilex L. Nome: Leccio Quota: ND Circonferenza: 2,10m Altezza: 16,20m Rilievi effettuati dal CFS in collaborazione con il Dott. Agr. Francesco Adduci ed il giornalista, storico ed erborista Pietro Valicenti,

Descrizione - La “riia” della Madonna delle Grazie raggiunge un’altezza dendrometrica di 16,20 metri, ha attualmente una circonferenza di 2,10 metri ed in perfetto stato di salute. Individui della specie Quercus ilex L. (Leccio), che abbiano raggiunto simili proporzioni e portamento sono davvero una rarità botanica, a maggior ragione laddove la specie, integrata nella macchia mediterranea manifesta sviluppo stentato e portamento contorto.

Leggenda - Il Leccio della Madonna delle Grazie, in San Giorgio Lucano, vegeta in una conca sottostante il santuario settecentesco dedicato alla madonna, alle spalle dell’abside, in località Granatella. La facciata del santuario guarda invece in direzione della “Cappella della Madonna del Pantano”, antichissimo tempio di culto e riferimento religioso per l’intera Valle del Sarmento, inserito negli itinerari dell’ultimo giubileo. Nelle immediate adiacenze dell’antico Leccio vi è la sorgente naturale della Fontana Vecchia. Negli arenili che contornano la conca, vi sono scavate le tipiche grotte e “rull”, lungo una via che portava anticamente al Mulino di Mezzo e al Mulino di Sole. Il possente Leccio si ritrova pertanto inserito tra elementi storici di grande rilievo per il piccolo centro di San Giorgio Lucano e, lui stesso, ne connota il belvedere, come se un arcano architetto giardiniere, ne ambisse la presenza fin dalle origini. La Fontana Vecchia, ha rappresentato per molti anni il rifornimento di acqua potabile per la popolazione sangiorgese. Coi “varrili” di legno legati al basto dell’asino, si andava “all’acqua” giorno dopo giorno. Il lavatoio annesso alla fonte era un luogo di incontro delle donne che, non solo si dedicavano al bucato, ma facevano da staffetta per diffondere notizie e pettegolezzi. Per difendersi dal sole si riparavano alla sua chioma e nelle coste che risalivano al santuario, mettevano ad asciugare i panni del bucato sulle fronde del lentischio. L’albero è stato testimone di tutta la storia sangiorgese, poiché esisteva già alle fondazioni dell’attuale comune (anno ufficiale della fondazione 1607) La Granatella è inoltre uno dei quartieri a grotta col maggior numero di manufatti ipogei. Attualmente le Grotte sono oggetto di attenzione degli Enti di tutela Culturale e Ambientale e stanno per rientrare nel territorio protetto del Parco Nazionale del Pollino. Da epoche storiche infatti, le tipiche grotte di San Giorgio Lucano, vengono frequentate dagli abitanti del posto sia come cantine che per l’allevamento di animali di bassa corte e dei maiali. Per numerosi aspetti, il sito è da sempre frequentato è l’enorme leccio, in dialetto locale “riia”, è a tutti noto. Il santuario che sorge sulla collinetta sovrastante il leccio è meta di pellegrinaggio la prima domenica di maggio, in cui ricorre anche la solennità della Madonna del Pantano (particolarissimo doppio culto mariano nello stesso giorno) e il 2 di luglio in occasione dei festeggiamenti in onori propri della Madonna delle Grazie. La folla tenuta allegra dagli organetti e dai tamburelli, si raduna sui prati del santuario e girovaga nei dintorni, fra le grotte e alla Fontana Vecchia. L’occasione per tutti di ammirare la mole dell’albero che ha resistito nel corso dei secoli alla scure.

Proprio perché inserito in un contesto di naturale tutela collettiva, da un lato legata alla sacralità dei luoghi e dall’altro alla presenza della fontana pubblica, nei confronti dell’albero è maturata una speciale affezione e un senso di collettiva appartenenza. Negli ultimi decenni per via di un contenzioso tra un cittadino e la parrocchia che ne rivendicavano la proprietà, si è persino temuto il peggio sulle sue sorti.

San Paolo Albanese

Località: Cirionte

Specie: Quercus cerris L. Nome: Cerro Quota: 530m s.l.m. Circonferenza: 4,71m Altezza: 10m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Cirionte Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 530m s.l.m. Circonferenza: 2,85m Altezza: 16m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Cirionte Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella

Quota: 530m s.l.m. Circonferenza: 3,00m Altezza: 14m Rilievi effettuati dal CFS

Località: Mezzana di San Severino Specie: Abies alba Miller Nome: Roverella Quota: 1520 m s.l.m. Circonferenza: 5,10 m Altezza: 31 m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - Il “Gigante di San Francesco” è un maestoso esemplare di Abete bianco, che si erge in un’area denominata paino di San Francesco, in località Mezzana di San Saverino, caratterizzata da acque sorgive e piante secolari. il patriarca si eleva dritto con la sua cima dalle chiome dei faggi circostanti che appaiono costruire, da una vista panoramica, un delicato manto verde. Pendono dai suoi rami le caratteristiche “barbe di scimmia”, licheni che approfittano dello stato di debolezza del vecchio albero monumentale per vegetare con successo.

Sasso di Castalda

Località: Costara - San Michele Specie: Fagus sylvatica L. Nome: Faggio Quota: 1200m s.l.m. Circonferenza: 4,58m Altezza: 20m Segnalazione della Pro Loco “Il Nibbio” Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’Albero monumentale di Sasso di Castalda si trova nel cuore della faggeta del comune dove è possibile ammirare gli esemplari più belli e vetusti di faggio della regione, posti a 1200/1300 metri sul livello del mare. Si tratta di un Faggio secolare la cui età va dai 300 ai 400 anni, si trova lungo il sentiero Frassati (unico della regione Basilicata). Esso è situato nella faggeta di San Michele, da cui prende per l’appunto anche il nome, in prossimità della Cappella dedicata al Santo, luogo di pellegrinaggio per i fedeli.

Leggenda: Diverse sono le storie che legano il famoso albero ai sassesi, fra tante la leggenda secondo cui il Vecchio Faggio suggeriva alla popolazione l'arrivo della tanto bramata primavera, in quanto era il primo della faggeta a fiorire, allontanando il rigido e lungo inverno. Inoltre, ancora oggi gli anziani del paese ricordano quanto fosse forte la credenza secondo la quale le sorti del piccolo paesino fossero strettamente legate a quelle dell’albero. Fintanto che il Vecchio Faggio avesse vissuto in salute e senza minacce anche la popolazione avrebbe avuto annate di prosperità e sicurezza. Ovviamente ancora oggi la popolazione sassese è particolarmente legata a questo monumento naturale diventato ormai simbolo dell’intera comunità.

Località: Vallone del Tuorno Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 500m s.l.m. Circonferenza: ND Altezza: 35m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - L’esemplare di Quercia si erge “orgoglioso” nei boschi di Savoia, e presenta una chioma espansa e tondeggiante.

Cenni storici - La leggenda narra che Passannante sostasse spesso sotto le fronde delle querce, forse anche perché queste creature hanno un carattere testardo e crescono storte, ossute, inquiete e raminghe. Nelle loro fattezze vi si legge un dolore antico e impenetrabile. La Quercia è un albero nobile e longevo che ama fissare l’orizzonte. Non chiede nulla e di nulla ha bisogno. La storia di Savoia di Lucania, legata a Passannante è dunque, inevitabilmente legata anche alle querce. Nel percorso burrascoso di libertà seguito da Passannante, la sua immagine, il suo viso e la sua rabbia si intravedono nel bosco Luceto. Pare che la sua dignità sia rimasta tutta ancorata al bosco, e si narra anche che, se ci si specchia con attenzione nell’acqua della cascata, in particolari momenti, si ha l’impressione di vedere un giovane correre tra il verde delle querce in una tensione profonda e assoluta verso la Libertà. Ecco perché le querce, ricche di foglie e di forza, di fermezza e di audacia, fanno pensare al coraggio e all’orgoglio. I fatti storici rappresentano un ritorno a noi stessi, alle nostre radici, una scoperta di significati e di ragioni antiche eppure moderne, da cui scorgere preziose indicazioni per impegnare il futuro sui valori di condivisione, tolleranza, tipici del Sud che non diventa affatto debole se trova le proprie giustificazioni dentro il valore evocativo della sua tradizione. Terranova del Pollino

Località: Sorgente Catusa Specie: Fagus sylvatica L. Nome: Faggio Quota: 1250m s.l.m. Circonferenza: 4,00m Altezza: 40m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - Nel comune di Terranova del Pollino, non molto lontano dall’abitato, in una faggeta naturale, si è costituito nel tempo un ambiente straordinario e affascinante. Tra la Grotta dei Briganti e la Pietra Sasso, la Sorgente Catusa: una sintesi di colori, un’atmosfera di freschezza del naturale incontaminato. Una corte di faggi secolari immerge le radici nelle acque della sorgente, gli alberi sembrano sapientemente meditare in un consiglio naturale al quale sono convenuti rivoli d’acqua nascente, macigni rinverditi del vellutato muschio e ombre che saltando continuamente modificano l’apparenza ed esaltano la suggestione. Località: Serra di Crispo Specie: Pinus leucodermis Ant. Nome: Pino loricato Quota: 1950m s.l.m. Circonferenza: ND Altezza: ND Rilievi effettuati dal CFS

Trecchina

Località: Villetta comunale M.Marotta sita in Corso Italia Specie: Cedrus atlantica Endl. Nome: Cedro del Marocco

Quota: 500m s.l.m. Circonferenza: 4,48m Altezza: 18m Segnalazione di Gianpaolo Filizzola

Descrizione - L’albero oggetto della segnalazione è un Cedro del Marocco, situato nella villetta comunale M. Marotta, che può essere considerato il più grosso della Basilicata. Questa pianta si presenta con un ottimo vigore vegetativo, il tronco mostra condizioni fitosanitarie eccellenti e la chioma è equilibrata e vigorosa. La pavimentazione della villetta è stata realizzata in maniera responsabile lasciando 3 metri di terreno nudo intorno all’albero, in questo modo è stato scongiurato il consueto problema del rialzamento della pavimentazione provocato dal normale sviluppo radicale e che comporta, onerosi costi di periodica manutenzione. Gli alberi secolari sono tesori della natura, ma spesso siamo talmente abituati alla loro presenza che non ci accorgiamo di averli lì, a qualche decina di minuti da casa. Loro si portano nella corteccia secoli di vita, sono passati indenni attraverso il tempo, resistendo ai cambiamenti ambientali e all'azione di distruzione dell’uomo offrendo spunti di riflessione sul rapporto umano con la natura. Gli alberi sono portatori di un valore piacevole: la loro bellezza, la loro potenza è fonte di ispirazione.

Tricarico

Località: Calle Specie: Quercus pubescens Willd. Nome: Roverella Quota: 180m s.l.m. Circonferenza: 7,22m Altezza: 18m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - In località Calle nel comune di Tricarico vive una Roverella la cui età è stata stimata in circa 600 anni. Circa vent'anni or sono, vento e pioggia hanno prodotto un danno alla pianta per il quale è stato necessario recidere alcuni grossi rami (anche di un metro di diametro) per un peso, in legna asportata, di oltre 40 quintali. Le sue straordinarie ramificazioni disegnano una articolazione complessa solo apparentemente in contrasto con la semplicità della campagna circostante.

Località: Vico San Domenico Specie: Taxus baccata L. Nome: Tasso

Quota: 421m s.l.m. Circonferenza: ND Altezza: 12m Segnalazione di Luciano Giasi ed Elisabetta Pescuma

Descrizione - L’albero segnalato, comunemente chiamato Tasso, è di notevoli dimensioni e di incantevole bellezza, ed è ubicato in un giardino annesso ad una proprietà privata a Venosa. Pur se fortemente provato e parzialmente danneggiato dalle nevicate eccezionali del febbraio 2012, conserva ancora una splendida chioma ed un tronco maestoso. Dalle notizie raccolte e da visite ispettive effettuate da esperti del settore sembra che questa specie di albero con tali dimensioni sia abbastanza raro in Basilicata; probabilmente la posizione in cui lo stesso si trova, essendo protetto interamente dai fabbricati circostanti, ha consentito una crescita così rigogliosa e straordinaria.

Leggenda - La storia ci racconta che tale giardino è appartenuto alla nobile famiglia del barone . Per la cronaca, c’è chi attesta nello stesso palazzo anche il passaggio del brigante Crocco; ma è possibile ricostruire gli aspetti storici e culturali della dimora adiacente il Tasso attraverso le descrizioni contenute nel libro di Eduard Lear, che nel 1852 (da << Journal of a Landscape Painter in Southern Calabria >> ) così narra:

“... 24 settembre 1847 …abbiamo trovato facilmente la casa di Don Nicola Rapolla, il più grande proprietario terriero della zona, al quale ci ha indirizzato il signor Manassei. È una casa che si estende, a dismisura, in un cortilone in cui i granai, le stalle, e una miriade di piccioni, e altri animali domestici, attestano la prosperità economica del proprietario. Due signore di considerevole bellezza, e dai modi leggiadri, ci hanno informato che Don Nicola non era in casa, ma, proprio in quel momento, sono arrivati a darci un caloroso benvenuto Don Peppino e Don Domenico… Siamo stati invitati ad entrare in stanze molto confortevoli, piene di letti enormi, specchiere, guardaroba, e di altre comodità sconosciute ai tempi di Orazio. Dopo un po’ ci siamo preparati per la cena, anche noi “nei nostri abiti migliori”, per conformarci sia al rango dei nostri ospiti, “Grandi di Spagna” napoletani, sia all’ordine e al buon gusto con cui la casa è arredata. La conversazione con le due signore, che parlano altrettanto bene l’italiano ed il francese, è infinitamente piacevole ed intelligente. Si è deciso che domani saremo portati a visitare le bellezze di Venosa.

“25 Settembre … Poco più tardi siamo ritornati in casa Rapolla… Dopo pranzo ci siamo trasferiti nella biblioteca – una grande sala ben rifornita di libri – dove prendiamo il caffè, e dove riceviamo la visita del giudice e di altri venosini…”.

Il giardino è invece citato da K.W. Schnars ( da << Eine Reise durch neapolitanische>>” nel 1859, che così scrive: “… Nel castello-residenza della famiglia Rampolla fui accolto molto cordialmente e venni presentato alla bella padrona di casa… Visitai, poi, la raccolta di antiquariato e la biblioteca, e dopo una discussione molto franca su argomenti religiosi che tenemmo nel bel giardino...”

Infine, per doverosa citazione M.Monnier (da << Histoire du Brigandage dans l’Italie Méridionale >>) nel 1862, così attesta: “… casa Rapolla, abitata dal generale dei briganti…”.

Viggianello

Località: Malvento Specie: Fagus sylvatica L. Nome: Faggio Quota: 1600m s.l.m. Circonferenza: 4,40m Altezza: 28m Rilievi effettuati dal CFS

Descrizione - E’ chiamato il Faggio “delle 6 sorelle” e vive in località Malvento nel comune di . Sei piante cresciute vicine tra di loro hanno finito per legarsi grazie ad un naturale innesto e per costituire, oltre una certa, un tronco unico. Anche una grossa branca appare originata da due piante vicine. Poco lontano, da un belvedere, è possibile godere di un paesaggio eccezionale: un costone di montagna con il Pino loricato, l’area del Parco denominata Orsomarso, i due mari lucani.

La Specie più segnalata

Come era lecito aspettarsi, la Roverella, essenza tipica dei querceti mesofili e meso- termofili della Basilicata (Carta Forestale della Basilicata, 2006), risulta essere la specie simbolo di questo censimento, in considerazione sia del numero e sia della monumentalità di alcuni individui.

Infatti con 36 esemplari su 105 alberi padri segnalati, è sicuramente la specie più rappresenta in questa indagine. In questo calcolo, non sono state considerate le segnalazioni che riportano la dicitura “Quercia” per le quali non è stato possibile verificare la specie esatta. Il genere Quercus (farnetto, cerro, fragno, sughera e rovere), caratterizza il 53% delle segnalazioni.

Tale specie, caratterizza, identifica e rende unico il paesaggio agrario lucano. Quello tra la Roverella (e con le querce in generale) e i lucani è un legame forte e vivo che si esprime soprattutto con il mondo agricolo. Infatti alcuni esemplari sono arrivati a noi grazie proprio a questa interazione. Basti pensare che la maggior parte di questi grossi esemplari non è ubicato in bosco ma all’interno di incolti (o comunque ex seminativi) e affianco alle masserie. Il beneficio di avere una roverella di grosse dimensioni all’interno del proprio possedimento era legato principalmente alla:

Produzione di ghianda; Aia per espletare tutte le attività connesse alla mietitura dei cereali; Riparo. Infatti rappresentano una testimonianza dei “meriggi” ovvero degli alberi con ampie chiome che offrivano ai greggi e alle mandrie al pascolo un riparo dal sole nelle ore più calde del giorno; Confine naturale tra le diverse proprietà.

Per indicare le roverelle sono diffusi nella zona diversi vernacoli, i più comuni sono sicuramente “cerchia”, “cerchiara” o “cerza”, che fanno riferimento all’uso di lavorare il legno di questi alberi per ricavarne assi per botti o legna da ardere (R. Spicciarelli, 1996). Dal punto di vista della circonferenza, gli esemplari più grossi sono le Roverelle di Tricarico, e Castelmezzano che superano tutte i 7 metri di circonferenza. A scopo puramente informativo, si ricorda che la Roverella di (trovata bruciata nel 2008) superava gli 8 metri di circonferenza. Altri alberi padri degni di nota Un’essenza tipica del paesaggio montano lucano è il Faggio (Fagus sylvatica L.) che è presente in questo censimento con alcuni individui di dimensioni notevoli. Basti pensare al gruppo di esemplari presso la sorgente Catusa di in cui svetta un individuo di oltre 40 metri di altezza.

Nel gruppo delle conifere (Gymnospermae), tra le specie autoctone presenti in questo censimento, si trova l’Abete bianco (Abies alba Miller) di San Severino Lucano con i suoi 5 metri di circonferenza e 35 metri di altezza. Questo, come l’esemplare di Laurenzana, è sopravvissuto al taglio sconsiderato che è stato fatto nei primi del ‘900 in tutto il piano montano lucano ove vegeta l’Abete bianco.

Altra specie segnalata, è il Pino loricato (Pinus leucodermis Antoine), simbolo del Parco Nazionale del Pollino. Questi cosiddetti “patriarchi verdi” rappresentano un patrimonio naturalistico di inestimabile valore. Oltre agli esemplari che vegetano indisturbati sulle vette appenniniche del Pollino, possono essere considerati monumenti naturali (con le dovute eccezioni) anche gli individui morti poiché marciscono lentamente rimanendo in piedi per molto tempo (grazie ad un legno molto resinoso).

Bisogna menzionare anche le segnalazioni che riguardano i castagni (Castanea sativa Miller)che superano tutti i 7 metri di circonferenza. Una parte delle segnalazioni ha riguardato anche gli alberi padri presenti nelle diverse ville comunali. Le specie più presenti sono sicuramente alcune conifere alloctone (cedri e cipressi) e il pioppo. Quest’ultimo riesce a raggiungere dimensioni notevoli anche se non è sicuramente una specie tra le più longeve. Le specie rare segnalate La monumentalità di alcuni alberi non è legata solamente alla grosse dimensioni, infatti, in questo lavoro, sono segnalate anche specie rare e inusuali per il contesto ambientale lucano.

Tra le diverse segnalazioni pervenute, è stato possibile apprezzare la presenza di diverse sequoie giganti (Sequoia gigantea (Lindl) Dcne.). Il nome Sequoia porta subito alla mente gli esemplari presenti in California nel Sequoia National Park (individui come il cosiddetto Generale Sherman che raggiunge gli 84 metri di altezza). In Italia, nell’Ottocento, furono importati i primi esemplari per abbellire i giardini romantici. La specie riuscì ad adattarsi alle condizioni climatiche, ma successivamente l’interesse estetico lasciò spazio a quello scientifico. Questo nuovo interesse verso le sequoie, ha fatto si che nella seconda metà dell’Ottocento, arrivassero anche in Basilicata alcuni individui. Una delle sequoie più caratteristiche è sicuramente quella presente a Campomaggiore, nei pressi del Parco dei Ruderi di Campomaggiore Vecchio.

Un’altra Sequoia è quella di nei pressi del giardino adiacente l’Istituto Tecnico “Guglielmo Gasparrini”. Le dimensioni sono simili a quelle delle altre sequoie lucane.

L’altra Sequoia segnalata, è quella di Ripacandida, le cui condizioni vegetative sono state compromesse da un fulmine che ne ha inficiato la stabilità. Considerando che queste sequoie vivono al di fuori del loro ambiente naturale, risultano essere maggiormente vulnerabili alle condizioni climatiche avverse come neve, vento e fulmini. Il difficile intervento dendrochirurgico che ha interessato la Sequoia di Ripacandida ha permesso di salvarlo.

Sempre nel contesto di rarità botaniche presenti in Basilicata, bisogna menzionare anche il Corbezzolo greco (Arbutus andrachne L.) presente a Melfi, e già indicato dallo studioso Spicciarelli. Ha circa un secolo di vita e un tronco che misura alla base 6,10 metri di circonferenza. Ad 1 metro da terra, dal tronco si dipartono tre grosse branche di 50-60 centimetri di diametro.

Inoltre altre specie degne di nota sono: la sughera di Chiaromonte (Quercus suber L.) e la rovere di Oliveto Lucano (Quercus petrea (Mattuschka) Liebl.) che raggiunge i 5 metri di circonferenza.

La memoria degli alberi padri scomparsi

Questo lavoro, oltre a segnalare nuovi alberi padri, è servito anche per aggiornare i vecchi dati e soprattutto eliminare dalla lista quegli alberi che, per un motivo o per un altro, sono scomparsi. Esemplificativo è il caso delle Roverella di c.da Pescarella di Acerenza (oltre 8 metri di circonferenza) che nel 2008 è stata ritrovata bruciata. In molti casi la causa è naturale; infatti gli alberi di grosse dimensioni (o comunque gli alberi in generale) fungono da parafulmine naturale.

Un altro caso può essere quello del Faggio di (sito in località M. Coccovello) ormai completamente marcescente. Infatti, spesso, vista e considerata la secolarità degli stessi, sono essenze soggette a schianti e crolli dovuti alla presenza di marciumi fungini o comunque attacchi parassitari. In alcuni casi, lo schianto risulta inevitabile, ma in altri è stato possibile “curare” almeno in parte l’albero con diverse metodologie fitosanitarie che vanno dall’utilizzo di resine cementizie (come per la roverella di Brienza) fino alla dendrochirurgia come per la sequoia della villa comunale di Ripacandida.

Qui di seguito vengono riportate le segnalazioni del CFS in merito agli alberi morti (con riferimento all’“Elenco degli alberi di particolare interesse naturalistico e paesaggistico” approvato dalla Regione Basilicata):

Acerenza: Quercus pubescens L.

Aliano: Salix babilonica L.

Fardella: Quercus pubescens L.

Rivello: Fagus sylvatica L.

Spinoso: Fagus sylvatica L.

Terranova Del Pollino: Ulmus sp.

Tolve: Quercus cerris L.

Ceppaia del Faggio di Monte Coccovello a Spinoso 1 C 2 COORDINATE Comune Specie Località H (m) (m) Long. Lat.

Avigliano Pioppo nero SP 6 vicino Villa Monastero 5,30 26,00 15°43'13"E 40°43'56"N Pioppo nero Villa Monastero 3,70 26,00 15°43'13"E 40°43'57"N Pioppo nero Villa Monastero 4,00 29,00 15°43'13"E 40°43'57"N Pioppo nero Locale Ferrovie dello Stato 3,25 18,00 15°43'14E 40°43'45"N Platano SP 6 vicino Villa Comunale 3,10 22,00 15°43'18"E 40°43'50"N Pioppo Villa Comunale 3,60 21,50 15°43'16"E 40°43'46"N Pioppo Villa Comunale 3,90 28,00 15°43'16"E 40°43'46"N Pino Domestico Torre di Bozza 2,50 18,00 15°41'14"E 40°56'35"N Brienza Roverella Bosco "Lago di Brienza" 6,50 18,00 15°35'44"E 40°26'48"N Campomaggiore Sequoia gigante Ruderi Campomaggiore Vecchio 3,10 10,00 16°05'51"E 40°34'36"N Pino domestico Ruderi Campomaggiore Vecchio ND ND 16°05'51"E 40°34'36"N Cancellara Roverella San Giovanni 4,40 18,00 15°54'45"E 40°44'03"N Roverella Santi Padri 4,20 19,00 15°55'12"E 40°43'49"N Roverella Fontanili 4,90 22,00 15°55'46"E 40°43'10"N Roverella Fasano 5,40 20,00 15°57'44"E 40°46'02"N Roverella Fasano 4,40 19,00 15°57'46"E 40°43'02"N Castelgrande Quercia Vallone Vivo ND ND 15°26'13"E 40°47'01"N Quercia Cannalicchio ND ND 15°26'21"E 40°46'39"N Castelluccio Sup. Roverella Guarangelo 5,20 ND 15°58'01"E 39°59'44"N Castelmezzano Quercia Calcescia 6,90 25,00 ND ND Quercia Castelluccia 7,50 12,00 ND ND Quercia Maudora 4,90 20,00 ND ND Quercia Spinoso 5,40 25,00 ND ND Quercia Spinoso 4,80 20,00 ND ND Quercia Maudora 5,50 12,00 ND ND Quercia Vallone Cirasedda 4,50 35,00 ND ND Chiaromonte Sughera Fraz. Grottole 3,45 22,00 16°18'38"E 40°04'12"N Corleto Perticara Roverella C.da Madonna del Saulo 5,00 14,00 16°00'04"E 40°22'33"N Ferrandina Olivo Serra delle Fergole FG.62 Part.34 8,00 ND 16°29'00"E 40°29'04"N Filiano Cipresso calvo Iscalunga 1,85 12,00 15°42'27"E 40°49'29"N Forenza Cerro Dericelle Fg. 34 Part. 2 6,30 35,00 15°46'34"E 40°51'30"N Francavilla Roverella Cesinali 4,23 18,00 16°13'10"E 40°04'43"N Roverella Cesinali 4,17 18,00 16°13'20"E 40°04'47"N Roverella Valloncello 5,95 19,00 16°12'37"E 40°04'51"N Castagno San Biase 7,53 12,00 16°13'01"E 40°02'52"N Gallicchio Roverella Santa Lucia 6,00 17,00 16°09'14"E 40°18'23"N Quercia ss.598 ND 20,00 16°12'28"E 40°16'16"N Quercia Vignali Fg. 14 Part.159 ND 20,00 16°07'47"E 40°17'28"N Gorgoglione Roverella C.da Sant'Angelo ND ND 16°07'49"E 40°24'52"N Grassano Roverella C.da 'U casin' 4,71 25,00 16°16'14"E 40°37'52"N Grumento Nova Roverella C.da Spineta 7,19 20,00 15°54'22"E 40°16'50"N Lagonegro Tasso Niella 2,88 8,00 15°49'27"E 40°09'13"N Cedro del Marocco Villa Comunale Via Roma Fg. 59 3,30 25,00 15°45'54"E 40°07'27"N Cipresso della California Cimitero Lagonegro 2,60 15,00 15°45'14"E 40°07'42"N Acero opalo Castagnareto Fg.61 Part. 58 5,40 25,00 15°46'25"E 40°08'29"N Castagno Bonfilio Fg. 62 Part. 59 7,62 20,00 15°47'29"E 40°07'53"N Laurenzana Abete bianco Abetina - Acqua della pietra 3,80 20,00 15°55'39"E 40°24'46"N Pioppo Nero Via Roma 7,22 32,00 15°50'17"E 40°02'46"N Castagno C.da Camporotondo 7,60 15,00 15°45'19"E 40°26'01"N Marsicovetere Roverella Valloni 5,00 15,00 ND ND Matera Fragno Masseria Malvezzi Fg.141 Part.10 3,14 15,00 16°42'03"E 40°36'39"N Ginepro coccolone Selva Teresa Fg.140 Part.10 1,88 12,00 16°40'26"E 40°37'18"N Pino domestico Matera Città Fg71 2,98 20,00 16°35'52"E 40°39'51"N Borgo la Martella FG.n.65 Palma da datteri Part.n.557 2,04 7,00 16°32'01"E 40°39'36"N Melfi Cedro dell'Himalaya Azienda Incoronata 3,76 20,00 15°37'17"E 40°59'27"N Sequoia gigante Parco adiacente Istituto Gasparrini 3,14 25,00 15°38'47"E 40°59'44"N Corbezzolo greco Azienda Incoronata 1,19 10,00 15°37'38"E 40°59'25"N Miglionico Quercia Chiesa Madonna della Porticella 5,70 19,00 16°29'17"E 40°33'13"N Montemurro Roverella Migliarino Fg.55 Part.83 4,40 18,00 15°59'56"E 40°17'12"N Montescaglioso Pino d'Aleppo Oliveto dei Monaci Fg. 49 part.228 3,92 20,00 16°42'16"E 40°31'21"N Muro Lucano Castagno C.da Orto di Vincenzo 7,05 15,00 15°26'41"E 40°42'21"N Roverella Campo sportivo Fg. 15 Part. 636 3,80 17,00 15°48'04"E 40°04'17"N Oliveto Lucano Pino calabro Piazza Umbero I - Oliveto Lucano 2,30 7,00 16°11'04"E 40°32'05"N Cerro Masserie Pedano 5,90 8,00 16°10'03"E 40°42'05"N Farnetto Piano Torcigliano 4,90 12,00 16°09'30"E 40°32'44"N Pino D'Aleppo Bivio Oliveto - Accettura 2,82 19,00 16°12'06"E 40°32'09"N Rovere Destre 5,10 15,00 ND ND Pescopagano Roverella Valle del Mulino 5,50 18,00 15°15'47"E 40°50'53"N Tiglio San Lorenzo 4,71 6,00 15°25'05"E 40°51'05"N

Pietragalla Roverella Vallone Canneto 5,50 18,00 15°50'31"E 40°45'17"N Roverella C. Pafundi 5,00 20,00 15°51'34"E 40°46'25"N Roverella C.se Cillis 4,90 21,00 15°51'45"E 40°46'14"N Roverella C.se Cillis 5,50 19,00 15°51'44"E 40°46'15"N Roverella Fosso della Pila 5,70 18,00 15°53'05"E 40°46'29"N Roverella Cda Salice - Policina 4,80 19,00 15°51'38"E 40°45'48"N Roverella Cda Salice - Mass.a Giacomino 4,20 18,00 15°51'18"E 40°46'00"N Roverella Cda Salice - Mass.a Giacomino 4,70 19,00 15°51'17"E 40°46'00"N Roverella C.da Salice 4,30 17,00 15°51'16"E 40°46'03"N Roverella C.da Salice 4,10 19,00 15°51'16"E 40°46'04"N Roverella C.da Salice 4,20 23,00 15°51'20"E 40°46'08"N Roverella San Giovanni 5,20 16,50 16°04'22"E 40°28'35"N Pomarico Cipresso calvo S. Felice 2,88 20,00 16°33'37"E 40°32'51"N Pino domestico Piano Melito Demanio 4,08 25,00 16°35'52"E 40°28'28"N Roverella Grotticelle 4,90 18,00 15°32'47"E 40°56'00"N Ripacandida Pino D'Aleppo Villa vicino Chiesa di San Donato 5,10 35,00 15°43'51"E 40°54'48"N Sequoia gigante Villa vicino Chiesa di San Donato 3,25 17,50 15°43'51"E 40°54'48"N Sequoia gigante Villa vicino Chiesa di San Donato 2,70 16,00 15°43'51"E 40°54'48"N Tiglio Villa vicino Chiesa di San Donato 3,80 12,00 15°43'51"E 40°54'48"N Rivello Roverella Prato Fg. 41 Part. 174 4,30 23,00 15°42'49"E 40°04'08"N Rotondella Frassino meridionale Bosco Finocchio 3,00 30,00 ND ND San Fele Tasso Loc. Bradano 3,14 13,00 15°32'39"E 40°50'02"N San Giorgio Lucano Leccio Granatella Fg.28 Part.323 2,10 16,20 16°23'06"E 40°06'41"N Cerro Cirionte Fg.5 Part.166 4,71 10,00 16°21'38"E 40°03'24"N Roverella Cirionte Fg. 5 Part.n.229 2,85 16,00 16°21'40"E 40°03'24"N Roverella Cirionte Fg. 5 Part.n.187 3,00 14,00 16°21'41"E 40°03'27"N San Severino Lucano Abete bianco Mezzana di S. Severino 5,10 31,00 16°11'32"E 39°57'02"N Sasso di Castalda Faggio Costara San Michele 4,58 20,00 15°42'37"E 40°29'34"N Savoia di Lucania Roverella Vallone del Tuorno 0,00 35,00 ND ND Terranova di Pollino Faggio Sorgente Catusa 4,00 40,00 16°14'22"E 39°59'11"N Pino Loricato Serra di Crispo ND ND 16°12'44"E 39°55'23"N Cedro del Marocco Villetta Comunale "M.Marotta"Fg.20 4,48 18,00 15°46'34"E 40°01'33"N Tricarico Roverella Calle 7,22 18,00 16° 7'13"E 40°39'46"N Venosa Tasso Vico San Domenico - Venosa ND 12,00 15°49'12"E 40°57'49"N Viggianello Faggio Malvento 4,40 28,00 16°08'20"E 39°54'27"N Note 1 C= Circonferenza 2 H= Altezza ND=dato non disponibile *Le coordinate sono espresse secondo il sistema di riferimento globale WGS84

Bibliografia A. Bellotti, D. Mininni, Alberi della Basilicata. Le principali specie sul territorio lucano, Consiglio Regionale della Basilicata, 2004, pag.123-131;

G. Guidi, Le formazioni vegetali monumentali delle Marche, Regione Marche Corpo Forestale dello Stato, 2012;

R. Spicciarelli, Alberi Padri-The monumental trees of Lucany, Consiglio Regionale della Basilicata, 1996;

R. Spicciarelli, Sequoie di Basilicata, piante di interesse storico, Basilicata Regione Notizie, pag 123-124, 2010;

L.R.28/94- Approvazione elenco alberi di particolare interesse naturalistico e paesaggistico; 7 marzo 2005;

Si ringraziano altresì:

Comando Provinciale del CFS di Potenza Comando Provinciale del CFS di Matera Ufficio Territoriale per la Biodiversità Potenza Coordinamento Territoriale per l’ambiente del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Coordinamento Territoriale per l’ambiente del Parco Nazionale del Pollino

Comandi Stazione CFS di:

Abriola Accettura Brienza Corleto Perticara Fardella Filiano Forenza Lagonegro Laurenzana Lauria Marsico Nuovo Matera Melfi Montescaglioso Parco Lagonegro Pietrapertosa Pomarico Rionero in Vulture Rotonda Rotondella San Fele San Paolo Albanese San Severino Lucano Spinoso Stigliano Terranova del Pollino Tricarico