PROGRAMMA SVILUPPO LOCALE MARZO 2013 Agg 121

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PROGRAMMA SVILUPPO LOCALE MARZO 2013 Agg 121 F.E.A.S.R.. PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007 -2013 ASSE 4 L.E.A.D.E.R. MARZO 201 3 UNIONE EUROPEA L.E.A.D.E.R . PREMESSA Il presente documento rappresenta la quarta revisione del Programma di Sviluppo Locale (P.S.L.) sulla precedente versione (GENNAIO 2012 – approvata dalla Giunta provinciale con le delibere n. 577 dd. 23.03.2012 e n. 1797 dd. 27.08.2012 ) ed approvata dal G.A.L. VAL DI SOLE con delibera n. 01/13 dd. ..15.03.13. Esso contiene le modifiche apportate a seguito delle indicazioni raccolte dagli operatori locali in relazione alle prospettive di intervento sulle varie Azioni e Misure del PSL in occasione della pubblicazione dell’ultimo Bando di selezione per le domande di aiuto nel corso del 2013. Il documento segue il consueto schema di presentazione utilizzato nelle versioni precedenti e che si rifà originariamente alle indicazioni contenute nel Bando indetto dalla Provincia Autonoma di Trento per l’Asse IV del PSR per il periodo 2007- 2013 ai sensi del REG. (CE) n. 1698/2005 (approvato dalla Commissione Europea con decisione C (2208) dd. 15 febbraio 2008) con delibera n. 874 dd. 4. aprile 2008. INTRODUZIONE E STRUTTURA DEL PROGRAMMA Il presente “Programma di Sviluppo Locale (in sigla PSL)” rappresenta lo strumento programmatorio per l’elaborazione e l’attivazione della strategia di sviluppo locale relativa al Comprensorio C7 della Valle di Sole. Quest’ultimo è stato selezionato dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR - 2007-2013) della Provincia Autonoma di Trento 1 come territorio eleggibile per l’applicazione dell’asse 4 2 (Leader). Il Programma si articola in sei sezioni principali. La prima sezione – CARATTERISTICHE E DIAGNOSI DEL TERRITORIO - è rivolta alla descrizione delle motivazioni di carattere generale, geografico, storico e socio-culturale che hanno portato all’individuazione del Comprensorio della Valle di Sole come area dove dar vita ad un’iniziativa LEADER ed alla sintetica definizione delle premesse teoriche e metodologiche che hanno ispirato, a livello europeo, le azioni in ambito rurale. Essa contiene una puntuale diagnosi del territorio della Valle di Sole, in termini amministrativi e funzionali, attraverso l’esposizione e l’interpretazione statistica 1 Nel Piano Strategico Nazionale (PSN) l’intero territorio provinciale è stato “suddiviso” in due zone delle quattro previste per il territorio nazionale: Zona A “Polo Urbano”: comprensiva del comune amministrativo di Trento; Zona D “Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”: per la rimanente superficie. 2 Per i dettagli si veda nel prosieguo. 2 dei dati relativi al contesto socio-economico che lo caratterizza con riguardo alle componenti demografiche, culturali, strutturali del sistema produttivo e del mercato del lavoro, nonché all’esposizione delle peculiarità del sistema ambientale locale. Lo scopo è quello di mettere in luce le principali dinamiche di breve e lungo periodo. L’analisi si conclude con il lavoro effettuato con la rete di soggetti che determinano le più importanti scelte di policy nell’ambito del territorio della Valle di Sole. La principale risorsa utilizzata per questa fase è costituita dal risultato di una campagna di interviste ad attori privilegiati attraverso delle analisi SWOT su gruppi di lavoro mirati. L’ esposizione dei risultati emersi da questo lavoro di analisi conclude questa prima sezione, ricostruendo caratteristiche, risorse e nodi problematici del territorio della Valle di Sole, al fine di ricondurre l’area su un percorso di crescita e di sviluppo innovativo. Il Programma prosegue con l’illustrazione del - PARTENARIATO LOCALE – (seconda sezione), la sua costituzione e le prime azioni di concertazione che hanno portato all’elaborazione della STRATEGIA, OBIETTIVI E PRIORITA’ DI INTERVENTO (terza sezione). Questo lavoro ha portato conseguentemente all’ articolazione delle MISURE e delle TIPOLOGIE DI INTERVENTO che costituiscono il cuore pulsante del Programma in quanto individuano tutti i parametri necessari per attivare la gestione dei fondi e traducono in azioni concrete la strategia elaborata dal G.A.L.. La quarta e la quinta sezione sono dedicate alla VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI generati dall’azione LEADER in termini di interventi previsti e alla predisposizione del PIANO FINANZIARIO, strumento di pianificazione e controllo delle gestione finanziaria del Programma, alla previsione cronologica degli step di intervento da attivare per avviare una corretta e completa gestione delle risorse disponibili. 3 PREMESSA METODOLOGICA: la POLITICA EUROPEA di SVILUPPO RURALE Box 1: Storia ed evoluzione del programma Leader Nel 1991 la Commissione Europea, per rispondere ai cambiamenti e alle nuove esigenze delle aree rurali, ha elaborato il programma Comunitario LEADER che si basava e si basa tuttora su tre principi generali: 1. innovazione, 2. partenariato, 3. integrazione. Lo stesso opera con una logica squisitamente territoriale e si pone come sede di sperimentazione di una politica di sviluppo integrato per le aree rurali, ispirata ad un approccio di tipo bottom-up (De Filippis, Storti, 2001). Il cosiddetto "approccio Leader" allo sviluppo rurale consiste, pertanto, nella messa a punto ed attuazione di progetti altamente specifici da parte di partenariati locali al fine di rispondere a particolari problemi locali e costituisce un esempio di politica tesa a stimolare la capacità propositiva e la partecipazione locale, proprio aiutando ed incoraggiando gli attori rurali a riflettere sulle potenzialità del proprio territorio in una prospettiva di lungo periodo. Gli esperti dell’Osservatorio Europeo LEADER auspicano che sia i soggetti locali, sia le istituzioni acquisiscano, per il fine della competitività territoriale, quattro differenti capacità: 1) valorizzare l’ambiente (competitività ambientale), 2) intervenire insieme (competitività sociale), 3) creare punti di contatto tra settori diversi facendo in modo di mantenere in loco il massimo del valore aggiunto (competitività economica), 4) entrare in contatto con gli altri territori e con il resto del mondo (collocazione rispetto al contesto globale). Tale iniziativa è importante poiché essa è la prima azione ad essere completamente slegata da misure precedenti e rappresenta, dunque, il primo tentativo di varare un intervento totalmente pensato all’interno del nuovo approccio territoriale allo sviluppo rurale. Il valore aggiunto dell’Asse Leader deve essere trovato nel modo in cui le azioni sono sviluppate e legate tra loro, sia “ nelle” che “ dalle” comunità rurali, le quali devono sperimentarsi quali soggetti promotori e poi quali soggetti attuatori delle scelte fatte. L’iniziativa prevedeva tre fasi: LEADER I (1991-1993), LEADER II (1994-1999), LEADER + (2000-2006). Nel 2007- 2013 sarà varata la quarta generazione Leader che dovrebbe costituire il fondamento dell’intera programmazione dello sviluppo rurale. Sostanzialmente, il passaggio da un progetto all’altro ha visto la parziale modifica delle regole di funzionamento e ha posto a carico delle amministrazioni nazionali un maggior controllo finanziario. Il programma LEADER continuerà ad essere finanziato congiuntamente dagli Stati membri e dalla Comunità. Nel dettaglio, gli elementi caratterizzanti, fin dall’inizio, l’intera iniziativa sono stati i seguenti: Approccio territoriale : comporta la definizione della politica di sviluppo sulla base della situazione particolare e dei punti di forza e di debolezza di un territorio. Quest’ultimo, nell’ambito di Leader è un’unità rurale locale piuttosto omogenea, caratterizzata da coesione sociale interna, da una storia e da tradizioni condivise, da un senso di identità comune ecc. Adozione del principio bottom - up , ovvero “approccio dal basso”: incoraggia un processo decisionale partecipativo a livello locale su tutti gli aspetti della politica di sviluppo e si basa su due attività principali, «animazione» vale a dire organizzazione di attività e formazione delle comunità locali. Partnership tra pubblico e privato , con la creazione dei Gruppi di Azione Locale (GAL) che definiscono e gestiscono i piani di sviluppo. I GAL rappresentano il cuore della filosofia Leader . Decentramento dei finanziamenti : con la delega al GAL di un’ampia parte delle responsabilità decisionali in materia di finanziamento e gestione. Questo criterio viene considerato caso per caso nei vari contesti amministrativi. Approccio multi-settoriale-integrato : le azioni e i progetti contenuti nel piano di azione locale devono essere collegati e coordinati in un insieme coerente. Organizzazione in rete e cooperazione tra aree : la prima mira ad agevolare lo scambio e la circolazione delle informazioni nonché il trasferimento delle buone pratiche e delle strategie e azioni innovative, la seconda può essere transnazionale (tra Stati diversi) o interterritoriale (all’interno di uno stesso Stato). Innovazione. Il quadro complessivo di riferimento entro il quale si inseriscono i progetti Leader è quello della più generale politica di sviluppo rurale dell’Unione Europea. Si ricorda che oggi il 56% della popolazione dei 27 Stati membri dell'Unione europea (UE) vive in zone rurali e queste ultime rappresentano il 91% del suo territorio ( http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm). Secondo l’OECD (1993) la “ruralità”, oltre ad essere qualificata dalla densità o dalla percentuale di popolazione 3 che vive il territorio rurale, può essere anche 3 La definizione di area rurale elaborata dall’OECD (1993) identifica due livelli gerarchici di unità territoriali: 4 espressa dal grado di integrazione
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    DISTRETTI FAMIGLIA COMPLESSIVAMENTE I DISTRETTI FAMIGLIA SONO N. 14 1. Distretto famiglia Alta Val Rendena (2010) 2. Distretto famiglia Valle di Non (2010) 3. Distretto famiglia Valle di Fiemme (2011) 4. Distretto famiglia Valle di Sole (2011) 5. Distretto famiglia Valsugana e Tesino (2011) 6. Distretto famiglia Alto Garda (2011) 7. Distretto famiglia Giudicarie Esteriori - Terme di Comano (2012) 8. Distretto famiglia Rotaliana-Königsberg (2012) 9. Distretto famiglia Altipiani Cimbri (2013) 10. Distretto famiglia Valle dei Laghi (2013) 11. Distretto famiglia collina est Comune di Trento (2014) 12. Distretto famiglia Paganella (2015) 13. Distretto famiglia Alta Valsugana-Bernstol (2015) 14. Distretto famiglia Primiero (2015) 15. Prossimo distretto: Distretto famiglia Vallagarina NUMERO ADERENTI: OLTRE 600 ORGANIZZAZIONI PRIVATE E PUBBLICHE PROGETTI STRATEGICI: grazie ai Distretti famiglia sono sorti sul territorio iniziative ed eventi a supporto del benessere familiare e dell’economia locale. Qualche esempio: 1. SKI FAMILY : Ski Family in Trentino prevede l'accesso agli impianti di risalita al costo di uno skipass adulto (mamma o papà) con la gratuità per tutti i figli minorenni, in quanto sciare insieme è la caratteristica di Ski Family. La stagione sciistica "family" 2014-2015 promossa dall'Agenzia provinciale per la famiglia ha registrato un ottimo risultato con un totale di 1.720 voucher consumati. 2. BABY LITTLE HOME : Una casetta in legno multifunzionale al servizio di mamme e papà per l’allattamento e il cambio pannolino, trasportabile su ruota, a basso costo per modulo, con sistema di security e domotico e attenta al rispetto dell’ambiente. Ad oggi sono presenti sul territorio trentino 12 Baby little home .
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