Aprile 2015 Anno XXXII - N. 4 € 6,00 - issn 0393-3903 L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma DC B Torino . D.L. 353/2003 ( conv.in MENSILE D’INFORMAzIONE - POSTE ITALIANE s.p.a. - sped . in a bb. post MENSILE D’INFORMAzIONE - POSTE ITALIANE

LIBRO DEL MESE: l’epopea dei Lehman brothers, di Stefano Massini La frontiera tra invenzione e realtà: intervista a Emmanuel Carrère La Grande Guerra: storia, memorialistica e fotografia

www.lindiceonline.com Disegno di Franco Matticchio N. 4 2 Librerie permettere più l’abuso delle auto. legato indissolubilmente alla tra- Come abbonarsi all’“Indice” Poi abbiamo aggiunto i tavoli e dizione letteraria della città. Qui Direzione le sedute, e per rendere l’azione i libri hanno abitato da sempre le Mimmo Cándito direttore responsabile [email protected] o Abbonamento annuale alla versio- permanente abbiamo pensato ai case della borghesia illuminata, Mariolina Bertini vicedirettore ne cartacea (questo tipo di abbona- libri… a fare la biblioteca all’a- cittadina e siciliana. Adesso però Coordinamento di redazione mento include anche il pieno accesso perto”. L’indomani neanche una si paga il prezzo di una classe in- Beatrice Manetti, Santina Mobiglia, alla versione elettronica): macchina poté posteggiare tra tellettuale imbrogliata nei propri Massimo Vallerani Italia: € 55 lo scorno dei parcheggiatori. La paramenti, protagonista unica di Redazione Europa: € 75 scelta dei libri è stata una tattica. eventi culturali a cui non smette via Madama Cristina 16, 10125 Torino Resto del mondo: € 100 Da un giorno all’altro spuntati di autoinvitarsi e autocelebrarsi. tel. 011-6693934 come barricate. Parlare di libri e Niente che possa esondare dalla Monica Bardi o Abbonamento annuale solo elet- [email protected] di lettura in questa città essenzial- quiete dei teatri e dei salotti per Daniela Innocenti­ tronico (in tutto il mondo): mente significa questo. In una cit- incontrarsi con la società reale e Consente di leggere la rivista diretta- [email protected] tà con una percentuale irrisoria di scuoterla. Contigua ad ambienti Elide La Rosa mente dal sito e di scaricare copia del lettori, come riportano le ultime universitari, che non hanno mai [email protected] giornale in formato pdf. scucito un’idea o elaborato una Tiziana Magone, redattore capo € 45 stime nazionali, i libri sembrano bozza di programma da dedicare [email protected] soldati di una guerra non dichia- Giuliana Olivero Per abbonarsi o avere ulteriori informazioni è possibile contattare il rata. Assolvono una funzione alla promozione della lettura. [email protected] nostro ufficio abbonamenti: simbolica e culturale prima che Gli ultimi lettori si spostano Camilla Valletti tel. 011-6689823 – [email protected]. commerciale, contro la violenza verso le librerie di catena dove ad [email protected] e la nullificazione del tessuto ur- attenderli ci saranno delle vetrine Vincenzo Viola L’Indice della scuola Per il pagamento: bano e sociale. Le poche bibliote- sempre più simili a una macro- [email protected] Carta di credito, conto corrente postale N. 37827102 intestato a “L’Indice che comunali versano in una con- performance di arte pop. Co- Comitato editoriale dei Libri del Mese” o Bonifico bancario a favore del NUOVO INDICE dizione di straniamento. Parlare pertine di libri uguali riprodotte Enrico Alleva, Arnaldo Bagnasco, Andrea Società Cooperativa presso BeneBanca (IT08V0838201000000130114381) in serie in tutta la nazione. Che Bajani, Elisabetta Bartuli, Gian Luigi Bec- di libri e di lettori a Catania vuol caria, Cristina Bianchetti, Bruno Bongio- dire essenzialmente immaginarli. “i bambini sono i nostri migliori vanni, Guido Bonino, Giovanni Borgognone, Preparare dei lettori a venire. La lettori”, me lo spiega Angelica, Elia­­na Bouchard, Andrea Carosso, France- piazza è stata inaugurata anche una delle due giovani sorelle che sco Cassata, Loris Campetti, Andrea Casa- Voglia di resistere nel grande con il patrocinio e il modesto hanno aperto una piccola libreria legno, Guido Castelnuovo, Alberto Cava- contributo del Comune. Quat- nel quadrilatero tra la via Etnea glion, Mario Cedrini, Anna Chiarloni, Ser- e il corso Italia, tra i palazzi no- gio Chiarloni, Marina Colonna, Carmen tro giorni di festa. Presentazioni, Concilio, Alberto Conte, Piero Cresto-Dina, monopoli della città mostre, dibattiti e un concerto biliari e i monumenti religiosi. Pietro Deandrea, Piero de Gennaro, Giusep- di chiusura offerto da Eugenio Le altre librerie a quest’ora sono pe Dematteis, Tana de Zulueta, Michela di di Alfredo Nicotra Finardi. Le donazioni che arri- già chiuse perché è sera. A lei e Macco, Franco Fabbri, Giovanni Filoramo, vano da tutta Italia. Tra queste, Maria Carmela l’idea è “venuta Anna Elisabetta Galeotti, Gian Franco Gia- notti, Claudio Gorlier, Davide Lovisolo, primi tempi i picciriddi ci Mentre bevo un sorso, tra le il collettivo Wu Ming ha regalato come un dono”, un giorno del 2011, quando un loro amico de- Fausto Malcovati, Danilo Manera, Diego “Itiravano le pietre quando sedute ricavate dagli oggetti di scatoloni pieni libri. Oltre alla li- Marconi, Sara Marconi, Franco Marenco, ci vedevano. Ora vengono, e se riuso, le cassepanche di legno re- breria sulla strada, un bookshop cise di cedere l’attività. “Un’idea Walter Meliga, Gian Giacomo Migone, Lu- non aprono un libro, si mettono cuperate fortunosamente, le sedie all’interno dei locali, riviste, quo- romantica” in una strada che ha ca Glebb Miroglio, Mario Montalcini, Alber- a giocare sulla piazza”. Manola e i tavolini vintage riesumati da tidiani e il wifilibero. Adesso una scommesso soltanto su una voca- to Papuzzi, Darwin Pastorin, Franco Pezzi- ha grandi occhi neri e lascia fug- qualche bar in stile anni ottanta, domenica al mese si fanno le pre- zione enogastronomica di qualità ni, Cesare Pianciola, Telmo Pievani, Renata anche se a costi accessibili. La Pisu, Pierluigi Politi, Nicola Prinetti, Marco gire una risata dal fondo mentre osservo i duemila titoli raccolti in sentazioni con gli autori, i dibat- Revelli, Alberto Rizzuti, Giovanni Romano, dal bancone improvvisato in un pochi mesi attraverso il tamtam titi, i concerti. Si può pranzare o libreria Vicolo Stretto, anche nel Gianni Rondolino, Franco Rositi, Elena angolo della libreria mi sta allun- delle donazioni. Opere di narrati- prendere un caffè. Si fanno anche nome, ricorda una genuina voglia Rossi, Lino Sau, Do­­menico Scarpa, Rocco gando una birra spillata. Mi par- va, di poesia e di saggistica in tut- dei corsi, di danza popolare, di di resistere e di vivere in contro- Sciarrone, Giuseppe Sergi, Stefania Stafutti, la dei giorni in cui lei e i ragazzi te le edizioni, catalogate e lasciate musica e di giocoleria e di lingue, tendenza nel grande monopoli Ferdinando Taviani, Mario Tozzi, Maurizio arabo e spagnolo. Tutto a costi che è questa città. “La libreria Vaudagna, Anna Viacava, Paolo Vineis, dell’associazione Gammazita in balìa dei lettori e degli avven- Gustavo Zagrebelsky­ (circolo Arci istituito nel 2012) tori della piazza: donne e mamme contenuti, se non offerto. deve essere un luogo condiviso e partecipato”. “Io la intendo come Redazione l’indice online hanno avuto l’idea di riprendersi con le buste della spesa, anziani www.lindiceonline.com un pezzo di città lasciato a mar- forse diffidenti, giovani a rischio, er parlare di libri a Catania un servizio, non vendo solo una merce. I libri sono oggetti che Laura Savarino cire nel degrado e nel silenzio bambini vocianti che girano sulle Pservono innanzitutto lettori, [email protected] complice di traffici al limite della bici, ma anche extracomunita- in una delle province con il più stanno dove li metti, ma poi devi Federico Feroldi liceità. Per restituirlo ai legittimi ri e turisti stranieri che già dalla alto tasso di abbandono scolasti- essere tu a cucire attorno una [email protected] proprietari, i bambini. Pochi me- mattina sono giunti per visitare il co e numero di minori carcerati. sensazione, un’emozione, un va- Editrice tri quadrati adiacenti al rinomato museo vicino. I libri sono disposti È per questo che altre iniziative si lore. Dei significati ulteriori che Nuovo Indice Società Cooperativa stanno diffondendo lungo il peri- li rendano di nuovo veicolo di Registrazione Tribunale di Roma n. 369 del castello Ursino, tra le viscere del dentro l’area della piazza, lasciati 17/10/1984 ben più famigerato quartiere San come doni dentro cassette e ceste plo dei quartieri popolari e delle scambio di idee”. Così hanno de- ciso farla somigliare a una libreria Presidente Cristoforo di Catania, la piazza della frutta colorate, in attesa che periferie che circondano il salotto Sergio Chiarloni Federico di Svevia (uno slargo le mani si protendano per rac- buono della città. A Librino, en- di casa con una forte impronta personale, per spingere il letto- Amministratore delegato sopra cui torreggia donrodrighe- coglierli e sfogliarli alla luce del clave di palazzoni nel deserto, la Mario Montalcini scamente una delle fortificazioni sole, adagiati dentro queste sca- Librineria, poi la libreria dell’as- re a curiosare tra gli scaffali. E i lettori vengono anche per l’am- Consiglieri sparse dall’imperatore per la Si- tole colorate dalla tenacia delle sociazione Gapa-Scidà, ancora Gian Giacomo Migone, Luca Terzolo cilia) per molti anni conosciuta volontarie e dei volontari dell’as- più nello scuro di San Cristoforo, biente che si respira all’interno dei suoi spazi. A differenza delle Direttore editoriale come uno degli infiniti parcheg- sociazione, rosse come fiamme o finanziata dall’ex presidente del Andrea Pagliardi gi abusivi della città: “La nostra verdi e azzurre come il cielo so- tribunale dei minori Giovanbat- altre librerie, finora questa scelta Ufficio abbonamenti intenzione è stata di eliminare le pra le teste, e spiccano come uno tista Scidà. Una biblioteca popo- sembra premiarle: “Con il tempo c’è stata una progressione di ami- tel. 011-6689823 (orario 9-13). auto dalla piazza, e non solo quel- sgarro sul grigio del cemento e lo lare e centro di documentazione [email protected] le, per renderla fruibile ai bambi- scuro della pietra lavica. Ce ne sul disagio giovanile, la micro- ci che sono arrivati, che ci hanno scoperto, e insieme a noi hanno Concessionarie pubblicità ni. Dando loro l’opportunità di sono a decine: “Una delle risor- criminalità, le mafie e le pratiche Solo per le case editrici crescere e di giocare in maniera se che abbiamo e ci ha aiutato a dell’antimafia sociale. Infine, la scoperto i libri e gli autori nuovi”. Argentovivo srl più sana, in un contesto che al- immaginare e rendere funziona- Libreria sociale Mangiacarte, tra Sugli scaffali molti titoli di editori via De Sanctis 33/35, 20141 Milano trimenti non lo consentirebbe”. le il progetto è quella di avere il la Civita e la via delle Finanze, indipendenti e di editoria di pro- tel. 02-89515424, fax 89515565 getto. “Abbiamo letture e gusti www.argentovivo.it E di “sensibilizzare gli abitanti a sole e queste belle giornate quasi tra i resti dell’ex quartiere a luci [email protected] un uso comunitario degli spazi”. tutto l’anno... Anche se di brutte rosse. Una rete di librerie e bi- diversi per cui ci compensiamo. È nato così, lo scorso dicembre, giornate ce ne sono state”. Sarà blioteche popolari che comuni- E chi viene per un libro quando Per ogni altro inserzionista ne suggeriamo altri è contento Valentina Cera il progetto della “Piazza dei li- la birra, ma credo di cogliere una cano tra loro, si scambiano i libri tel. 338 6751865 bri”. Uno spazio liberato che sottile ambiguità nella sua frase: e cercano di creare nuovi lettori, di tornare”. Ma “ai bimbi ci de- dichiamo maggiormente perché [email protected] ogni giorno si trasforma in una “L’importante è fare in modo che soprattutto giovani. Una “libreria Distribuzione libreria-emeroteca all’aperto. Un i libri incontrino i lettori. Spes- diffusa”, la chiama Manola, che manca una libreria per l’infan- zia. Selezioniamo i libri con carta So.Di.P., di Angelo Patuzzi, via Bettola 18, esempio di arredo urbano che so gli abitanti di questi quartieri vorrebbe insinuarsi come un far- 20092 Cinisello (Mi) - tel. 02-660301 ecologica, senza componenti chi- unisce le pratiche della lettura e mettono i piedi in una libreria maco nei gangli di questo corpo Stampa del consumo critico alla reinter- con lo stesso rispetto sacrale e malato, dove a parte le bibliote- mici”. Mi parla con entusiasmo di SIGRAF SpA (via Redipuglia 77, 24047 pretazione dei luoghi senza sna- devozionale con cui varchereb- che regionali e universitarie fre- un “nuovo sentimento per i libri” Treviglio - Bergamo - tel. 0363-300330) turarne la storia. Un modello di bero il portone di una cattedrale. quentate dagli studenti, non esi- che di recente si sta diffondendo. il 26 marzo 2015 riappropriazione dal basso in un Noi invece glieli facciamo trovare stono spazi destinati al pubblico. “È come una moda, adesso par- Copertina di Franco Matticchio milieu violento e sfibrato, dove come se fossero al mercato. E poi A Catania solo negli ultimi anni lare dei libri è diventato bello”. L’Indice usps (008-884) is published l’assenza delle istituzioni è palpa- in molte di queste case a mancare sono scomparse cinque librerie, Non saprei dire che parte della monthly for € 100 by L’Indice Scarl, Via città stia vivendo questo cambia- Madama Cristina 16, 10125 Torino, . bile come il fumo che si alza dai sono proprio i libri”. due di esse erano storiche, le al- Distributed in the US by: Speedimpex mento. Ma se ci saranno ancora i bracieri allestiti dalle macellerie Il progetto della libreria ur- tre installazioni temporanee. In USA, Inc. 35-02 48th Avenue – Long libri in futuro, “sarà anche merito Island City, NY 11101-2421. Periodicals e dalle putìe in ogni angolo del- bana fu abbozzato in segreto, in ogni caso tutte hanno avuto una dei librai indipendenti”. n postage paid at LIC, NY 11101-2421. la città, come a segnalare che in una notte: “Riempiendo di fiorie- serrata a causa della crisi e di Postmaster: send address changes to: certe zone il confine tra legalità re grandi e pesanti i bordi della un’emorragia di lettori che sta [email protected] L’indice S.p.a. c/o Speedimpex – 35-02 48th Avenue – Long Island City, NY e illegalità è sottile e facilmente piazza e ancorandole attorno dissanguando il centro storico, 11101-2421 frangibile. come a perimetrarla, così da non ritenuto finora immune perché A. Nicotra è critico letterario N. 4 3 SommariO Librerie Religioni Politica Catania: voglia di resistere nel grande monopoli della 2 In nome di Dio, città, di Alfredo Nicotra 20 Edmondo Lupieri 35 Ida Dominijanni Il trucco, di Massimo Cuono di Andrea Nicolotti Aristofane Lisistrata, di Elisabetta Berardi Villaggio globale Franco Bolgiani Cristianesimo e culture, di Giovanni Filoramo Migrazioni 4 da “Nouvelle Quinzaine Littéraire”, Laurent Danchin e André Roumieux, Artaud et l’asile, Speciale Grande guerra 36 Ubah Cristina Ali Farah Il comandante del fiume, di Tiphaine Samoyault di Alessandra Di Maio Epistolari, diari e appunti dal fronte italiano, Lettere 21 Cristina Lombardi-Diop e Caterina Romeo L’Italia di Emilia di Rocco postcoloniale, di Federica Ditadi egnali S 22 Pagina a cura di Intesa Sanpaolo: 5 Edith Wharton tra fama internazionale e nuove La Grande Guerra: Arte Luoghi Propaganda Arte traduzioni, di Gianfranca Balestra 1914-1918 La Grande Guerra, 23 Oliver Janz di Nicola Labanca 37 Silvia Bignami e Jacopo Galimberti (a cura di) 6 Al di là delle brutture, la vita è piena di cose sublimi. Lucio Fontana e l’artventure parigina, Intervista ad Amélie Nothomb e 24 Lawrence Sondhaus Prima guerra mondiale. di Davide Colombo Amélie Nothomb Pétronille, di Angelo De Matteis La rivoluzione globale, di Francesco Cassata Storie di pietra, Un inedito di Italo Calvino, viaggiatore e intellettuale, Michel Pastoureau 7 Bruno Bignami, La Chiesa in trincea, di Alessio Monciatti di Martino Marazzi di Bartolo Gariglio Il “Meridiano” di Vincenzo Consolo, Salvatore Vacanti Il piccolo trattato di tecnica 8 25 nicola Labanca e Oswald Überegger (a cura di) pittorica di Giorgio de Chirico, di Paolo Baldacci di Domenico Calcaterra La guerra italo-austriaca 1915-18, di Enzo Collotti Titoli originali violentati da traduzioni infedeli, 9 augusta molinari Una patria per le donne, Architettura di Giovanna Mochi di Fiamma Lussana Spy stories: parodie, eredità e riletture, Philippe Rahm Architectes Atmosfere costruite, 10 Le recenti acquisizioni della storiografia statunitense, 39 di Giuseppe Lippi 26 di Cristina Bianchetti di Ferdinando Fasce 11 Daguerre e il non essere, di Yves Bonnefoy Paolo Berdini Le città fallite, di Michele Cerruti But Babele: Millenovecentoquindici, Bonnefoy: una luce, un lampo, di Marco Maggi di Bruno Bongiovanni Fotografia Il Martin Luther King di Ava DuVernay, 12 27 Il mondo prima e dopo, di Giovanni Capecchi di Nadia Venturini Visti & scritti, La fotografia tra propaganda e ritrattistica, 40 Ferdinando Scianna L’unica certezza è che devi andare avanti, 28 di Andrea Casalegno di Federico Sacchi di Adolfo Mignemi Paolo Mussat Sartor e Nicola Ponzio Scanning, 13 Interpretazioni dell’anarchica sessualità umana, Poesia di Marina Miraglia di Francesco Remotti 14 Il ventre buio del lavoro in Italia: echi letterari, 29 Attilio Lolini Bestiario gotico, di Luca Lenzini Scienze di Franco Pezzini Fabio Pusterla Argéman, di Margherita Quaglino 41 Moheb Costandi 50 grandi idee: cervello, L’opera poetica, di Raffaella D’Elia Primo Piano Emilio Villa di Mario Ferraro Memoria e oblio, di Carlo Buffa 15 La frontiera porosa tra invenzione e realtà. Intervista Saggistica letteraria Davide Schiffer a Emmanuel Carrère, di Vincenzo Latronico 30 Piero Chiara e Luciano Erba Quarta generazione Quaderni Libro del mese e Serena Contini (a cura di) Gli anni di quarta generazione, di Giovanni Tesio 43 Recitar cantando, 63, di Elisabetta Fava tefano assini Lehman trilogy, di Doriana Legge, : Vizio di forma di Paul Thomas Anderson, 16 S M Arianna Rachele Crippa Pavese editore, 44 Effetto film Peter Kammarer e Federica Mazzocchi di Edoardo Esposito di Umberto Rossi Narratori italiani Letterature Schede

18 Cristiano de Majo Guarigione, Saggistica letteraria di Francesco Guglieri 31 Julian Barnes Metroland, di Francesca Borrelli 45 Emmanuel Bove I miei amici, di Lina Zecchi di Daniela Daniele, Alessandra Petrina, Chiara Marco Peano L’invenzione della madre, Lombardi e Robert Moscaliuc di Alessandro Cinquegrani 32 Chateaubriand Il genio del cristianesimo, di Maurizio Ghelardi Letterature Iris Origo Allegra, di Ilaria Villata 46 La principessa di Clèves, di Mariolina Bertini, Laura Savarino, Diana Osti 19 Paolo Giordano Il nero e l’argento, Madame de La Fayette di Mario Marchetti di Barbara Piqué e Giuliana Giulietti Il passato è presente, 47 Storia Laura Mancinelli nfanzia di Maria Fancelli I di Ferdinando Fasce, Giovanni Scirocco, Francesco Andrea Tarabbia La buona morte, 33 Charles Perrault I racconti di Mamma Oca e Racco, Roberto Barzanti, Nino De Amicis di Caterina Morgantini Lois Lowry Offresi principessa, di Sara Marconi e Giovanni Borgognone

Le illustrazioni di questo numero sono di Francesco Poroli che ringraziamo per la gentile concessione. Poroli (1975) è nato e vive a Milano. Dal 2000 lavora come illustratore e art director freelance. Durante questi anni ha colla- borato con: “The New York Times Magazine”, “Wired”, Adidas, “Il Sole24 Ore”, Mondadori, Rcs, Google, Reebok, Nba e molti altri. Ha esposto in mostre a Milano, Vicenza, New York e Lon- dra. I suo lavori sono stati pubblicati negli annual di Society of Illustrators NY e The Society of Publication Designers. www.francescoporoli.it N. 4 4 Villaggio globale Lettere

Gentile Direttore, locava. Si può celebrare la festa Il gran rifiuto di Artaud da molti anni sono un letto- della donna con le mille ipocrisie re fedele e riconoscente del- d’una giornata che sbandiera la di Tiphaine Samoyault l’“Indice” che reputo una rara celebrazione di quello che nelle oasi di intelligenza, misura, serie- altre 364 giornate viene volgar- mente ignorato, o disprezzato. La tuzionale”), pubblicava infatti il tà intellettuale in questo nostro Laurent Danchin si può celebrare, questa festa, con suo libro-testimonianza Je travail- disgraziato paese. Ed è per que- e André Roumieux lo sberleffo di un’ironia che de- le à l’asile d’aliénés per le edizioni ria della follia di Artaud e del suo sto che vi scrivo. Oggi, domenica nuncia la volgarità d’una identità ARTAUD ET L’ASILE Champ Libre. L’opera, ripubblica- “lungo calvario medico” e un ricco 8 marzo, mia moglie, reduce dal- fissata ossessivamente nell’ana- pp. 870, € 32, Séguier, Paris 2015 ta da Ivréa nel 2009, ebbe all’epoca dossier concernente la psichiatria la sua passeggiata domenicale, tomia e il suo crescente e debor- grande risonanza. e, in un certo senso, una sua pos- ha portato a casa il nuo- dante consumo mediatico. i tratta della riedizione di un’o- sibile “riabilitazione”. I due autori vo numero della vo- Nato nel 1932, André Romieux, Questa seconda possibilità è Spera uscita in due tomi nel 1996, evidentemente, non ha potuto in- ricordano che Ferdière, appassio- stra –­ mia – rivista; la nato d’arte e di poesia (singolare vedo piuttosto arrab- stata la nostra scelta. ma da tempo introvabile; il testo è contrare Artaud a Ville-Évrard, mc stato ampiamente rivisto e arric- dove fu internato dopo il suo terri- l’episodio della sua vita in cui la biata, le chiedo cosa sia chito di materiali appassionanti. bile tentativo di viaggio in Irlanda prima moglie lo lascia per andare accaduto, lei mi tende a vivere con Henri Michaux), ha la rivista mostrandomi l’or- Caro direttore e cari Un libro-archivio di straordinario e dopo i mesi passati nell’ospedale colleghi dell’Indice, interesse per chi ama Artaud, ma parigino di Sainte-Anne, dal feb- davvero creduto di salvare il poeta ribile copertina di Matticchio. anche per tutti i lettori attenti alla braio del 1939 al gennaio del 1943. dal peggio portandolo via da Ville- Il cattivo, pessimo gusto del di- volevo segnalarvi che la locu- storia della psichiatria e delle sue Ma ha conosciuto il famoso dottor Évrard. Senza giustificare la prati- segno mi ha lasciato a bocca zione inglese “carbon dioxide” fasi più oscure. Ferdière, che si è occupato del po- ca dell’elettroshock, ricordano la aperta, perché non riesco a farlo non si traduce in italiano, come Per prima cosa c’è il testo sem- eta a Rodez, e ha avuto accesso al fiducia unanime che gli alienisti corrispondere in alcun modo ho letto nelle prime righe del nu- plice e commovente di André suo dossier clinico. La conoscenza riponevano allora in questo trat- all’idea che ho dell’“Indice”… mero di marzo, “diossido di car- Roumieux, infermiere psichiatrico che ha dei luoghi, del protocollo tamento; l’unico che a quel tempo E l’8 marzo, poi! Che intempe- bonio”, ma semplicemente “ani- per trentasei anni al manicomio di d’internamento e delle modalità di non lo ammetteva, nel suo reparto stiva caduta di stile! Perché non dride carbonica”. Devo dire che Ville-Évrard, che racconta la vita cura rende il suo racconto insieme all’ospedale di Saint-Maurice (Val voglio nemmeno pensare che rimpiango un po’ la cura con cui di Artaud seguendo il filo della preciso e straziante. Non cerca di de Marne), era il dottor Baruk. An- questo sia il vostro modo di ce- veniva confezionato in passato il sua malattia, delle sue crisi, della giudicare né gli internati né l’isti- che l’infermiere, che ci confida di lebrare la festa della donna… Se mio mensile preferito. Nel nu- mero precedente mi era capitato sua angoscia, dei rari momenti di tuzione; constata semplicemente le non essersi mai abituato alla vista le legittime reazioni delle vostre persino di leggere in un titolo la tregua in cui riprende la scrittura condizioni di vita nel manicomio, dei pazienti sottoposti all’elettrici- lettrici (e collaboratrici) saranno dizione “più estremo”, inconce- e il disegno. Nel 1974, Roumieux in particolare durante la guerra tà, non capisce le accuse violente da misurare a partire da quelle di (l’approvvigionamento è difficile di cui è stato vittima in seguito il mia moglie e della mia figlia ven- pibile per una rivista di cultura aveva già dato voce all’esperienza come la vostra, errore a dir poco silenziosa di chi accudisce, viven- e Artaud perde dieci chili in pochi dottor Ferdière. Dalla corrispon- ticinquenne, penso e spero che mesi al suo arrivo a Ville-Évrard), denza emerge la grandissima rico- questa mia non resterà l’unica grossolano essendo “estremo” dogli accanto, quel popolo di cui già un superlativo (nessuno, ad la società non ha mai saputo che ma la sua descrizione si trasforma noscenza che hanno manifestato lettera che riceverete al propo- egualmente in una requisitoria al dottore la madre e alcuni amici sito. Certo, non sarà questo vol- esempio, direbbe mai “più otti- cosa fare. Due anni dopo la Storia mo” o “più supremo”). Esagero della follia di Foucault, nel cuore contro l’internamento psichiatrico. di Artaud nel momento in cui è ri- garissimo e sciagurato scivolone “Qui, ogni gesto eventuale di pro- uscito a ricondurlo alla creazione. la ragione per cui smetterò di nel dire che non vorrei leggere di quel periodo dell’antipsichiatria cose di questo tipo in un mensile in cui ci si sforzava di sviluppare testa, di ribellione è sistematica- Il libro traccia dunque il profilo leggere una rivista così intelli- mente represso. Immediatamente. di un uomo ambiguo, sicuro di sé, gente; mi aspetto però da parte che si occupa di libri? rapporti più stretti tra i malati e il Con affetto e stima, personale che li curava (Guattari Ogni recidiva oppure ogni agita- megalomane, seduttore, certo, ma vostra delle parole di scuse a me, definiva quello sforzo “analisi isti- zione ostinata e minacciosa con- anche molto attento ai suoi pazien- a mia moglie, a mia figlia, a tutte Fausto Gasparroni duce direttamente alla cella d’iso- ti, grande intenditore di letteratura le donne, a tutti gli esseri umani lamento o ai bagni forzati; oppure e pittura, collezionista, ricercatore pensanti e consapevoli. La cosa Gentile lettore, Refusario finisce con il malato legato al letto instancabile. mi riconfermerebbe, peraltro, ci dispiace per i suoi rimpian- e stretto nella camicia di forza. Da Lo sforzo di redigere una con- nell’opinione alta che ho del- ti, ma tradurre carbon dioxide quel momento, l’esistenza fisica di tro-storia della malattia di Artaud l’“Indice”. (CO2) con “diossido di carbonio” Antonin Artaud è ridotta al mini- mette in evidenza due altri punti Cordiali saluti, non è stato un errore bensì una mo. Il suo spazio vitale è quello interessanti. Il primo consiste nella Romano Morelli scelta stilistica discutibile ma le- della costrizione assoluta”. dissociazione tra la follia del poeta gittima, essendo “diossido di car- Roumieux alterna spesso la voce e il suo genio; e di conseguenza in Gentile Direttore, bonio” e “anidride carbonica” per- di Artaud alla propria, quasi inci- una ricerca, il più precisa possibile, buongiorno! Voglio ringra- fettaente sinonimi. A proposito di dendo le sue grida di rivolta nel delle cause della sua malattia e del ziarla perché sentivo proprio “estremo”, invece, da ex-lessico- proprio racconto. A Rodez, sotto- ruolo svolto dalle droghe da cui era il bisogno di una prima pagina grafa del Grande Dizionario della posto a cinquantotto elettroshock, dipendente. I documenti preziosis- dove la parte più nobile del mio lingua italiana Battaglia, non mi è in sei serie che vanno dal giugno simi che ci offre questo libro-archi- parso vero di buttarmi a capofitto corpo potesse finalmente avere il del 1943 al gennaio del 1945 (al vio smentiscono il mito romantico in una ricerca di tipo linguistico. rilievo che le spetta! Che il mio terzo, la violenza è tale che gli della follia dei creatori. Il secondo Sul sito della Treccani ho così tro- Nel numero di gennaio: posteriore potesse persino fran- si spezza una vertebra), Artaud punto rimette in discussione il vato questa utile indicazione: • a p. 27 nella recensione a Cen- tumare un video pc e ir-rompere esprime con forza ancora maggio- ruolo negativo spesso attribuito Dal punto di vista etimologico, dras l’aggettivo “celiniano” sulla scrivania dell’illustratore re il suo gran rifiuto. Le sue lettere a Euphrasie Artaud, la madre del “estremo” deriva dal latino extre- è per errore diventato “celli- Matticchio mi ha riempito di or- a Paulhan, a Desnos, alla madre, poeta. Certo, Euphrasie scrive mus, superlativo di exter “che sta niano” e il recensore Andrea goglio smisurato. Non aspiravo a sono vere suppliche. Reclamano regolarmente al dottor Ferdière fuori”. Il significato fa riferimento Bianchi è insegnante e tradut- tanto. Ma quanti anni ha Mattic- la fine di quella “schifezza” che per dirgli tutto il bene che pensa a “ciò che è o rappresenta il ter- tore, non bibliotecario chio? Sedici? Non è sfruttamen- lo priva della sua stessa coscienza: degli elettroshock fatti al figlio, mine ultimo (in senso locativo o to di minori? Mi sono sentita Nel numero di febbraio: “Inoltre questo trattamento è una ma nello stesso tempo si mostra temporale) di qualche cosa”. È tanto tanto valorizzata... Eppoi, • a p. 48 l’elenco dei Tuttititoli spaventosa tortura, perché a ogni costantemente preoccupata per usato di frequente anche con il celebrare l’8 marzo in modo non riportava l’indicazione applicazione ci si sente soffocare e lui, e tutto il suo comportamento significato figurato di ‘eccessivo’ o così nuovo, creativo, acuto, così delle case editrici dei libri re- cadere in una sorta di abisso da cui testimonia un attaccamento scon- semplicemente di ‘molto grande’ lusinghiero mi ha fatto salire le censiti il pensiero non riesce più a uscire”. volgente nei suoi confronti. Rou- (Il dispotismo estremo, L’estrema lacrime agli occhi... E tuttavia la sua “liberazione” non mieux la descrive, stanca e fedele, violenza di costoro, Un bisogno Nel numero di marzo: Grazie di cuore! lo salverà da nulla, né dalla sua ter- in visita a Ville-Évrard due volte la estremo di attenzione). Oggi ca- La Donna dal bel posteriore • a p. 10, nell’articolo di Clau- ribile angoscia, né dal suo bisogno settimana, con qualunque tempo, pita spesso che “estremo” non sia rosa, ovvero dio Canal il nome di Tristan di droghe, né dalla sua follia. Muo- anche quando il figlio rifiutava di più percepito come un superlati- Tzara è stato scritto in modo re (di un cancro di cui probabil- incontrarla. Lei si appostava allora Lucia Ballarin vo e venga usato a sua volta per scorretto; mente era già malato a Rodez) due dietro una finestra e un infermiere P. S. Adeguarsi ai tempi è così costruire un comparativo o un • a p. 12, nell’incipit dell’ultimo anni dopo. faceva passare Artaud lì davanti, necessario? superlativo relativo. “Sono fonda- paragrafo di Giuseppe Lip- Il racconto di Roumieux è segui- perché lo potesse vedere almeno di mentalisti del tipo più estremo” pi dedicato a Henry Kane la to da numerosi documenti, perfet- lontano. Le richieste di aiuto che il Come i nostri lettori ben sanno, (“L’Unità”). “Solo nel più estremo frase: “il romanzo successivo tamente curati da Laurent Danchin figlio le manda da Rodez il più del- è il “contesto” che dà identità al dei casi poteva servire a dar sfogo è tratto da Shakespeare” va e raccolti con il titolo Le cabinet le volte vengono censurate. Non “segno”. Uno stesso “messaggio” alle voglie maschili” (Michela intesa come “il titolo del ro- du Docteur Ferdière. Dagli archivi riceve certo tutte le sue lettere. Ma comunicato su due piattaforme Murgia, Ave Mary). Quest’uso è manzo successivo è tratto da del medico provengono quattro- le ultime parole scritte da Artaud distinte riceve due diverse lettu- già attestato in Manzoni: “Final- Shakespeare”. L’errore nasce cento pagine di lettere indirizzate saranno per lei. n re. Spiace che alcuni nostri lettori mente nuovi casi, più generali, dal taglio di un passo prece- a lui e riguardanti Artaud. Sono abbiano colto soltanto la presenza più forti, più estremi, arrivarono dente. accompagnate dalla trascrizione L’articolo, tratto da “La Quinzaine di un “culo” ma non il contesto anche fino a loro” (I promessi sposi). Ce ne scusiamo con autori, re- di parecchie interviste a Ferdière, littéraire” (1° marzo 2015, n. 1123), (questo giornale, e la data dell’8 censori, editori e lettori. o che lo concernono. Questo libro è tradotto dal francese da Mariolina marzo) nel quale il disegno lo col- Monica Bardi è dunque al tempo stesso una sto- Bertini. N. 4 5

Edith Wharton: fama internazionale e nuove traduzioni Donne disadattate traboccanti di desiderio di Gianfranca Balestra

onne affascinanti dell’alta società ame- da Bollati Boringhieri nella traduzione di jazz e modernismo letterario, il romanzo Dricana che acquistano abiti eleganti a Mario Biondi (pp. 272, € 16,50) originaria- venne considerato troppo tradizionale Parigi. Donne che aspirano a entrare in mente pubblicata da Corbaccio nel 1994. dalla critica, lontano dalle sperimentazioni questo mondo privilegiato e possono farlo È disponibile anche un’altra versione di strutturali e stilistiche che caratterizzavano solo grazie a un matrimonio vantaggioso. Mariagrazia Bianchi Oddera, che traduce l’epoca. Ricordiamo che l’Ulisse di Joyce è Donne intrappolate in matrimoni insoddi- il titolo originale The Glimpses of the Moon del 1922, mentre altri due classici del mo- sfacenti e convenzioni sociali opprimenti. più letteralmente con Gli sguardi della luna dernismo come Il grande Gatsby di Fitzge- Donne che rinunciano all’amore e alla ses- (Newton Compton, 1997). Questo roman- rald e La signora Dalloway di Virginia Wo- sualità a causa dell’educazione repressiva. zo costituisce per certi versi una riscrittura olf sono dello stesso 1925. Wharton non Donne che fuggono da una società frivola in chiave sentimentale dell’intreccio di La aderisce alle nuove tecniche narrative e si e ipocrita per cercare una difficile identità casa della gioia, dove le vicende della pro- mantiene fedele alla forma del romanzo autonoma altrove. Donne insoddisfatte, tagonista prigioniera delle convenzioni e realistico ben scritto, con stile lucido ed senza alcuna possibilità di realizzarsi at- della sua educazione non potevano che elegante. Quello che cambia, rispetto alle traverso il lavoro o l’espressione artistica. concludersi con la rinuncia all’amore, il opere del primo periodo, è la prospettiva Donne psicologicamente complesse, lace- declino e la morte. Perché, come scrive narrativa e l’oggetto dello sguardo, focaliz- rate da conflitti interiori e scrupoli morali, la stessa Wharton nella sua autobiografia, zato sul presente. destinate all’infelicità e a una fine tragica. una società frivola di edonisti irresponsa- La ricompensa di una madre affronta Ma anche donne di classi sociali umili, che bili può acquisire significato drammatico temi scandalosi per l’epoca: una madre vivono la sessualità in modo più spontaneo solo attraverso il suo potere distruttivo e le colpevole di avere abbandonato la figlia e finiscono per pagare le loro infrazioni ai sue implicazioni tragiche. In Raggi di luna piccola perché si sentiva soffocare in un codici sociali. dalla tragedia si passa alla commedia: i due matrimonio infelice, una donna dell’al- La narrativa di Edith Wharton pro- giovani poveri ma belli si sposano nono- ta società che viola i costumi sessuali del pone una galleria straordinaria di ritratti stante le condizioni economiche avverse e, tempo, una donna matura che ha una sto- femminili, storicamente determinati ma dopo una serie di incomprensioni, delu- ria appassionata con un uomo molto più di interesse esemplare, che continuano ad giovane di lei, un problematico rapporto attrarre un vasto pubblico di lettori e l’at- madre-figlia. La protagonista però non è tenzione della critica. La prospettiva della una donna che abbandona tutto per amo- scrittrice non è certo quella femminista, e re, né una figura eroica di ribelle alla ricer- tuttavia molti suoi romanzi affrontano la ca della libertà e di un’identità autonoma, questione femminile, la dipendenza eco- ma un personaggio dilaniato fra desiderio nomica che trasforma le donne in vittime e scrupoli morali, prigioniera dei sensi di ma anche in ciniche arrampicatrici sociali. colpa, dotata di scarsa autostima, portata Fin dalle sue prime opere scritte agli inizi alla rinuncia. In apertura di romanzo ha del Novecento è manifesta la sua critica quarantacinque anni e vive da diciotto in alla costruzione della femminilità e ai suoi Europa, principalmente in Costa Azzurra, effetti deleteri sui rapporti uomo/donna, quando viene richiamata a New York dalla in una società materialista e patriarcale, figlia, con la quale spera di ricomporre un per usare un termine che non appartiene rapporto affettivo. Il romanzo è incentrato certo al suo lessico. La critica al matrimo- su questo problematico rapporto madre- nio come contratto economico è un tema figlia e sulle sue complicazioni quando la ricorrente nell’opera di Edith Wharton, madre scopre che il futuro marito della fi- che lo declina in tutte le possibili sfuma- glia è il suo ex amante. Lo sguardo pieno ture, dal suo primo grande successo La di desiderio che travolge la madre quando Segnali casa della gioia (1905) fino a L’età dell’in- vede la figlia abbracciata con l’uomo ha nocenza (1920) e oltre. Quest’ultimo ca- tutte le sfumature dell’incesto. In questo polavoro, vincitore del Premio Pulitzer e sioni e separazioni, decideranno di portare sconvolgente triangolo amoroso quello che reso celebre dallo splendido adattamento avanti il loro legame d’amore. Il romanzo emerge con sapienza narrativa è l’analisi Gianfranca Balestra cinematografico di Martin Scorsese, costi- si apre su una scena romantica, al chiaro di della coscienza della protagonista, la pro- Edith Wharton tra fama tuisce forse il punto più alto dell’arte della luna sul lago di Como, durante la loro luna fondità di un dilemma affettivo e morale. scrittrice. I romanzi successivi degli anni di miele. Ma le convenzioni del roman- Accanto a questo nucleo narrativo forte, internazionale e nuove traduzioni venti e trenta sono stati spesso considerati zo sentimentale vengono subito ribaltate sono strutturati altri fili tematici ricorrenti Angelo De Matteis più deboli dal punto di vista stilistico, ripe- quando si scopre che hanno stipulato un nell’opera di Wharton, la contrapposizio- Intervista ad Amélie Nothomb titivi dal punto di vista tematico, antiqua- contratto matrimoniale a tempo (fintanto ne tra Europa e America e soprattutto tra ti e persino reazionari dal punto di vista che i regali di nozze e l’ospitalità nelle opu- passato e presente. Il ritorno in una New Martino Marazzi ­ideologico. È solo in tempi recenti che la lente dimore dei loro conoscenti lo con- York completamente mutata consente Un inedito sull’America sua produzione tarda è stata riconsiderata sentiranno) che prevede totale libertà e la uno sguardo straniato sulle trasformazio- in tutta la sua ampiezza e profondità e ri- possibilità di separazione quando uno dei ni culturali, sociali e morali, che riflettono di Italo Calvino valutata per la capacità di rappresentare i due trovi un partner ricco. Attorno a loro l’ambivalenza della scrittrice stessa, da lun- Domenico Calcaterra radicali cambiamenti sociali intercorsi, con uomini e donne si prendono e si lasciano go tempo espatriata in Francia. Wharton è intrecci che tendono a mostrare conflitti con facilità, alla ricerca edonistica del pia- sempre stata molto critica verso i costumi Il Meridiano di Vincenzo Consolo culturali e psicologici irrisolti. Non solo cere e della ricchezza, in una società fre- della vecchia New York e l’ipocrisia domi- Giovanna Mochi dunque una Wharton icona di un mondo netica, spregiudicata e vacua. Anche in un nante, ma non accoglie con entusiasmo i di fine Ottocento ormai sparito di cui si fa romanzo leggero e disincantato come que- nuovi costumi. La protagonista di questo Titoli violentati antropologa, ma scrittrice in costante dia- sto, reso melodrammatico dall’improbabi- romanzo sembra condannata a essere pe- da traduzioni infedeli logo con le problematiche del suo tempo, le finale che celebra le virtù domestiche e rennemente disadattata, così come i per- Giuseppe Lippi che riflette su divorzio, maternità, incesto, materne, i protagonisti sono caratterizzati sonaggi di altre opere tarde, che avevano eugenetica, eutanasia e totalitarismo. Se da sensibilità profonda e lucida coscienza patito o si erano ribellati alle rigidità del Spy stories: parodie, eredità e riletture L’età dell’innocenza, infatti, era ambientato di sé, attratti e al contempo respinti dal passato ma non ­riescono ad adattarsi alla Yves Bonnefoy negli anni settanta dell’Ottocento, in un lusso di quel mondo dorato. La lettura è nuova società. mondo con regole morali e sociali molto resa godibile non solo dalla sottile analisi La complessità e la ricchezza della nar- Daguerre e il non essere rigide e oppressive rappresentato in modo dei sentimenti e dei conflitti psicologici, rativa di Edith Wharton appaiono sem- Nadia Venturini e Federico Sacchi ambivalente, i romanzi successivi, come ma anche dalla rappresentazione visiva dei pre più evidenti, via via che i suoi libri Raggi di luna (1922) e La ricompensa di una luoghi canonici della bellezza europea, in vengono ristampati, tradotti, studiati, Il Martin Luther King madre (1925), mostrano la disgregazione particolare Venezia e Parigi, che manten- adattati per il cinema e la televisione. Il di Ava DuVernay di quel sistema e dei suoi codici morali e gono il loro fascino nonostante l’inevitabi- suo posto rilevante nel canone della lette- sessuali, consentendo da un lato scelte più le effetto di déjà vu. ratura americana del Novecento e la sua Francesco Remotti coraggiose, ma dall’altro una messa in luce L’editore Elliot propone invece la pri- fama internazionale costituiscono la me- Interpretazioni dell’anarchica dei pericoli dal punto di vista etico e delle ma traduzione italiana, a cura di Maurizio ritata ricompensa di una scrittrice fedele sessualità umana sofferenze individuali. Bartocci, di La ricompensa di una madre alla sua arte fino alla fine. n Entrambi questi romanzi vengono ora (pp. 286, € 17,50) un romanzo importante [email protected] Franco Pezzini pubblicati in italiano, a testimonianza nel canone di Edith Wharton, finora in- giustamente trascurato, e non solo in Ita- Echi letterari dal ventre buio di un rinnovato interesse per la scrittri- G. Balestra insegna letteratura angloamericana del lavoro in Italia ce americana. Raggi di luna è riproposto lia. Pubblicato nel 1925, in piena età del all’Università di Siena N. 4 6

La scrittrice belga racconta il suo ultimo libro Al di là delle brutture, la vita è piena di cose sublimi Intervista ad Amélie Nothomb di Angelo De Matteis

étronille, il suo ultimo romanzo, è una storia vedo questo anche nelle mie amicizie: nella mia vita A proposito del suo modo di scrivere viene in che parla di un’amicizia fra due donne. Lei ha non c’è nessuno che sia particolarmente maschio o mente una citazione di Blaise Pascal, in una lette- Pspesso citato le Lettere a un giovane poeta di Rai- particolarmente femmina, mi piacciono le persone ra di Le provinciali scriveva: “Scusate se vi scrivo ner Maria Rilke, e, in particolare, la prima, nella che sono un po’ maschi e un po’ femmine, così come questa lettera così lunga, ma non ho avuto il tem- quale si parla della “necessità di scrivere”, come un nella mia scrittura. Sicuramente c’è una differenza po di scriverla più corta”. A tal proposito, come testo fondamentale, che l’ha condotta a inviare il fra personaggi maschili e femminili, ma non è una mai tutti i suoi romanzi quasi mai superano le cen- suo primo manoscritto L’igiene dell’assassino al suo differenza fondamentale e, in ogni caso, so molto toventi pagine? attuale editore Albin Michel nel 1992, e dare così bene in quale regione di me stessa devo cercare per Credo sia perché ho un’esperienza di scrittura inizio alla sua carriera letteraria. Qual è stata quin- lasciar parlare l’uomo o la donna senza che ne per- molto ampia, ho pubblicato ventitré romanzi, che di l’urgenza, la necessità che l’ha portata a scrivere cepisca differenze contrastanti. Pétronille è già tanto, ma ne ho scritti ? molti di più e in questo mo- Mi sono resa conto che mento sto ultimando il mio non esisteva nella lettera- Lo champagne come volano di una storia ottantunesimo. Quindi il tura francese un romanzo fatto di aver tanto scritto mi sull’amicizia femminile. É porta a essere sempre meno vero, ci sono romanzi che Amélie Nothomb strade della Parigi contemporanea e le scorribande prolissa. Mi rendo conto hanno come protagoniste notturne in una Londra ostile all’autrice (descritta che la cosa che sto imparan- delle donne, donne legate, Pétronille do di più scrivendo è capire però, sempre da un rapporto con le parole di Victor Hugo: “Londra è una co- ed. orig. 2014, trad dal francese di Monica Capuani, struzione di noia”), negli scambi di riflessioni sulla tutto ciò che posso elimi- di rivalità. Trovo questo ab- pp. 128, € 14, Voland, Roma 2015 nare. Secondo me, quando bastanza ingiusto perché ci scrittura e il rapporto con i propri lettori durante avrò settanta anni, scriverò sono dei casi nella realtà in le presentazioni dei libri e, soprattutto, nella con- un haiku. cui le donne hanno legami sce anche in Italia, con la oramai consueta tra- divisione dell’ebrezza data dalla bevanda predilet- di amicizia vera, con tutto Eduzione di Monica Capuani, Pétronille, venti- ta dall’autrice e personaggio Amélie Nothomb: lo treesimo romanzo di Amélie Nothomb, prolifica Con che tempi allora si quello che questo comporta, champagne, che “eleva l’anima verso quella che esprime questo febbrile rit- quindi i litigi, le ambiguità, scrittrice belga, nata in Giappone nel 1967. La casa doveva essere la condizione di gentiluomo all’epo- editrice indipendente romana Voland prosegue mo di scrittura? E cosa ne ma anche la solidarietà. ca in cui questa bella parola aveva un significato”. sarà dei manoscritti non dunque nell’opera di pubblicazione dell’autrice Ed è proprio lo champagne che funge da volano pubblicati? La matrice autobiografica francofona che, alla luce della sua vasta produ- per far scattare la molla della narrazione: è l’esigen- del romanzo è abbastan- zione, sembra prediligere il romanzo breve come za, palesata dalla scrittrice sin dalle prime pagine Scrivo ogni giorno, sen- za evidente. Si è ispirata a forma d’elezione per esprimere al meglio il proprio (“nella Ville Lumière ci deve pur essere qualcuno za nessuna eccezione, dalle qualcuno per il personaggio talento e la propria creatività di narratrice. con cui bere la luce”), di trovare una compagna o quattro alle otto di mattina, di Pétronille Fanto? Se, da un lato, Nostalgia della felicità, del 2014, un compagno di bevute con cui condividere que- semi distesa sul letto, dopo racconta del ritorno in Giappone della scrittrice aver bevuto velocemente Esatto, e quando mi sono sta ebrezza, che genera lo sviluppo dell’incontro mezzo litro di té molto for- dopo ventuno anni per rivedere i luoghi e le per- casuale con Pétronille Fanto, giovane scrittrice di chiesta a chi mi sarei potu- sone della propria giovinezza dopo l’incidente nu- te, con lo stomaco vuoto. ta ispirare fra le mie amiche umili estrazioni, particolarmente irrequieta e acco- cleare di Fukushima, dall’altro anche Pétronille è Non ho il computer, uso per raccontare una storia di stata al drammaturgo, poeta e traduttore inglese, penne di cattiva qualità su amicizia fra donne, non ho una storia che attinge prevalentemente da vicende contemporaneo di William Shakespeare, Cristo- autobiografiche, come d’altronde avviene in molte una carta di cattiva qualità, dovuto riflettere per molto pher Marlowe. senza mai fermarmi. Per tempo: Pétronille esiste, si delle sue pubblicazioni. Dal punto di vista della struttura, la contrapposi- Nel suo ultimo romanzo, infatti, Nothomb parla quanto riguarda i romanzi chiama Stéphanie Hochet zione di due personaggi così diversi, la romanziera che decido di non affidare (scrittrice francese nata nel dei primi anni vissuti in Francia, il paese che l’ha affermata e benestante con la scrittrice alle prime alla pubblicazione, ho già 1975, Eloge du chat del 2014, adottata (“Ero una romanziera di trent’anni appe- armi originaria della banlieu parigina, conferisce disposto per testamento uscito per Editions Léo na sbarcata a Parigi”), e dell’evolversi di una fre- alla storia un’ossatura dialettica che dona ritmo che, in caso di decesso (ado- Scheer, è la sua pubblicazio- quentazione che sfocia in un’amicizia inattesa con ed equilibrio al racconto nel quale la cifra stilistica ro quest’espressione perché ne più recente, n.d.r.) e ne ho una giovane e talentuosa scrittrice francese, Pétro- caratteristica di Nothomb trova piena cittadinanza. lascia supporre che ci sia fatto un personaggio del mio nille Fanto, dal cui nome il libro prende, appunto, La lingua di questo breve romanzo raggiunge, inve- una scappatoia), essi ven- romanzo. il titolo. ro, il grado di limpidezza e leggerezza che ha quel gano custoditi in una colata La storia copre un arco temporale lungo quasi tipo di scrittura frutto di un uso sapiente e dosato d’ambra, che è indistruttibi- vent’anni, inizia nel 1997 – poco tempo dopo il Nel romanzo accosta il delle parole, come fossero ciascuna un singolo gra- le. conferimento alla scrittrice del premio letterario personaggio di Pétronille no di sale o, volendo restare in tema, ciascuna una Atout Lire, nel 1996, con Sabotaggio di un amore al drammaturgo Cristopher bollicina di un tipo di champagne da sorbire senza Un po’ come Kafka, an- Marlowe, contemporaneo (Voland, 1998) – e arriva sino al presente, per rac- moderazione, tenendo sempre presente però che, che se poi sappiamo com’è di William Shakespeare. Per contare i vari momenti della relazione fra Amélie come la scrittura, “l’ebrezza non si improvvisa”. andata a finire… quale motivo ha scritto che e Pétronille. Il loro rapporto di amicizia è l’asse la frase attribuita a quest’ul- portante di una narrazione che prende forma fra le A. D. M. La cosa è molta diversa timo: “Ciò che mi alimenta per due ragioni. La prima è mi distrugge” accomuna i che io non chiedo che i miei due personaggi? manoscritti siano distrutti o bruciati e la seconda, la più importante, è che credo che l’umanità possa Quando ho visto il volto di Cristopher Marlo- Tornando al suo ultimo romanzo, Pétronille ha fare tranquillamente a meno dei miei inediti, cosa we mi sono accorta che mi veniva in mente la mia un finale un po’ surreale e un po’ poliziesco, è d’ac- che non si sarebbe potuta dire per Kafka. Pétronille. Tutto ciò mi ha scioccata perché non ve- cordo? devo il punto in comune fra i due. Poi, riflettendo, Sì, mi piace molto come definizione. Avevo un In Pétronille, delineando un parallelo fra le uova ho pensato che Pétronille proviene da un ambiente grosso problema, perché Pétronille esiste davve- e i libri, scrive di essere impressionata dalla specie proletario, ciò che l’ha nutrita è la grande letteratura ro. Il rischio era quello di creare un collegamento aviaria; gli uccelli preferiscono mangiare le uova e particolarmente quella shakespeariana ed è anche degli altri e che questo succede anche a lei: una ciò che l’ha distrutta perché l’ha allontanata dalla troppo grande fra lei e me attraverso il libro che le ho consacrato. Allora mi sono chiesta quale fosse volta che i suoi libri non hanno più bisogno delle sua famiglia, che non ha compreso assolutamente sue cure, preferisce leggere i libri degli altri. perché la figlia si interessasse così tanto alla lettera- il modo migliore per far vivere sulla pagina la vera tura. Da questo punto di vista ci sono molte conver- Pétronille, Stephanie Hochet. La risposta che mi Di recente ho letto il Premio Nobel Patrick Mo- genze fra Cristopher Marlowe e Stéphanie Hochet sono data è ciò che le faccio compiere nel finale, una diano, fantastico. In generale, comunque, preferi- nel modello di Pétronille. sorta di sacrificio. sco per lo più autori non in vita, per esempio Flau- bert, Kafka, Proust, Stendhal, Balzac o Yourcenar. L’altro personaggio che ha una particolare impor- Come crede abbia influito sul suo modo di scrive- tanza in Pétronille è lo champagne, che riveste un re il suo status di belga nata in Giappone? Scrivere per lei è un modo per sublimare la vita e ruolo di rilievo anche in Causa di forza maggiore, Credo che in me coesistano un’anima elegan- in qualche modo salvarsi dalle sue brutture? suo romanzo del 2008, nel quale ha scritto: “C’è un te, che viene dalla mia esperienza in Giappone, e Sublimare la vita… non ne sono sicura. Penso istante fra il quindicesimo e il sedicesimo sorso di un’altra, che potrei definire grottesca, che è belga. che la vita sia sublime, ma quello che le manca, alla - Letterature champagne durante il quale ogni uomo è un aristo- È molto difficile conciliare queste due anime, per- fine, è il senso, che non è sempre visibile: il ruo- cratico”. In Causa di forza maggiore la narrazione ché non hanno nessun legame. Credo, in verità, che lo della scrittura è di rendere visibile il senso della in prima persona è di Baptiste Bordave. Che diffe- esse diano luogo a un tipo di scrittura estremamente vita. Certamente esistono le brutture, ma la vita è renza c’è per lei, se c’è, nell’uso di un io narrante al contrastata: da un lato molto controllata, stilizzata, comunque piena di cose sublimi: lo champagne è maschile o al femminile? giapponese, anche talvolta poetica e, dall’altro, con sublime, la bellezza è sublime, essere oggi a Torino Nei miei libri non è una differenza fondamentale, degli scrosci improvvisi di grottesco, foriera di cose è sublime. È ovvio, poi, che capitino delle cose or- perché tutti i miei personaggi, maschili e femminili, irriconoscibili; è quello che nell’arte viene definito ribili, ma alla fine, ciò che non è visibile è il senso.

Segnali sono relativamente poco connotati sessualmente; lato apollineo e lato dionisiaco. La scrittura esiste per questo. n N. 4 7

Un inedito di Italo Calvino, viaggiatore e intellettuale Un’America diversamente “leggera” di Martino Marazzi

ifficile e al tempo stesso facile render ragio- dava tremendamente sui nervi, mentre ormai capi- diverso sistema fiscale), l’efficienza. In una paro- Dne di questo libro postumo di Italo Calvino sco che se ne può avere indulgenza”. O si vedano i la (che torna a più riprese) il “benessere”. Fatto (Un ottimista in America 1959-1960, pp. 235, € 18, torcimenti di stomaco sulla valutazione da dare al di “durezza” (fiutata, ma non esaminata nelle dif- Mondadori, Milano 2014), e contrario al fragile peso e al potere di sindacati combattivi, temuti dal ferenze di classe) e dell’antonomastica “libertà”: imperativo etico-filologico della cosiddetta ultima padronato ma decisamente non “di sinistra”. L’ot- quest’ultima foriera di un’ammirata e scrutinata volontà dell’autore. Due, lapalissiane, le presenze timismo si proclama sin dal titolo come una petitio “indipendenza” e “felicità” dell’universo femmi- ineludibili che vi sono contenute in ogni pagina: principii che ben presto si precisa come il riflesso nile. E si capisce (ma il discorso si allargherebbe quella di un Calvino viaggiatore-intellettuale ani- di una mentalità e formazione eurocentrica la qua- fuori testo) che assai diversa era l’Italia di prove- mato da una precisa disposizione psicologica e le può oggi interessare più che altro per valutarne nienza, con le sue disuguaglianze di genere san- giudicante (l’“ottimista”); e, sia dentro la corni- l’anacronismo. “The optimism of Mozart and Pi- cite dalla legge, con la sua illibertà dei costumi: ce che nella cornice stessa (dal titolo all’explicit) casso is no longer possible”, osserva William Ken- Calvino si lancia per contrasto in una paradossale quella “cosa”, o macro-cosa, quell’“oggetto” (una tridge nelle sue ingannevolmente ingenue Six Dra- ma convinta apologia del divorzio come fonte di delle parole-chiave di Calvino) particolare che era wing Lessons (Harvard University Press, 2014), le felicità per i figli delle coppie separate. l’America. Dico era perché come Calvino scrittore ultime Norton Lectures, o lezioni americane che Non solo, in ottemperanza alle convenzioni della appartiene (sia pure a malincuore) a un passato dir si voglia, assurte a dignità di stampa, quasi a letteratura di viaggio, c’è assoluta equivalenza fra ormai storicizzabile (il che peraltro, e forse con controcanto, dentro il nuovo millennio fiducio- voce della narrazione e identità dell’autore: ma, eccessiva precocità, ha consentito la sua relativa samente preconizzato da Calvino, di una salvezza proprio per questo, l’“io” a cui tutto si riconduce pietrificazione come classico), così quell’America ricercata nelle strutture formali e combinatorie. è talmente e costantemente riconducibile all’Ita- (la sua America, ma anche, più o meno “oggetti- lo Calvino in carne, ossa e spirito (il quale poi si vamente”, proprio quell’America lì, fine anni cin- erto, tutto o quasi era diverso: e proprio qui, identifica, per sua stessa ammissione solo semi- quanta-primissimi anni sessanta) è, comunque la si Cde gustibus, alcuni ravviseranno i motivi di ironica, con uno “storicista europeo” che intende voglia considerare, un reperto storico e come tale interesse. Diverso Calvino, che in Un ottimista “alzare il livello filosofico della discussione”), da in larghissima parte inesistente, se non, appunto, in America ci appare ancora in un’ottica civico- impregnare di sé totalmente il racconto, facendo- negli esercizi di memoria degli storici di profes- engagée (siamo nel pieno della stagione di “Me- ne quanto di meno calviniano sia stato dato di leg- sione o dei testimoni d’epoca recuperati ad arte nabò”) che lo costringe a continui confronti con gere, in vita, ad opera dello stesso avvedutissimo e ad hoc. l’Unione Sovietica (oggetto di un lungo e oggi im- autore, notoriamente parco di uscite allo scoperto. Riscoperto oggi come libro (perché come pro- barazzante reportage molto “sol dell’avvenire” nel Certo, presi singolarmente, o a manciate, gli dotto giornalistico queste pagine erano già state 1952): confronti che consentono all’intellettuale articoli si presterebbero, eccome, a tante e varie tutte sostanzialmente pubblicate e quindi lette a di dispiegare una sua rabdomantica dialettica pa- considerazioni. Andrebbero reinquadrati nel con- più riprese), Un ottimista in America sollecita, di- rapolitica, ma che soprattutto, a causa della loro testo del giornalismo e del dibattito italiani dell’e- rei, a pelle, soprattutto la curiosità di commisurar- estensione, sottraggono spazio ad approfondi- poca; richiederebbero una messa a fuoco testata lo con le due, altrettanto ovvie, ombre che quelle menti sul campo. Diverso lo stile mentale dell’os- per testata. Per la maggior parte, erano usciti sul presenze proiettano dietro di sé: quella del Calvi- servatore, di cui potrà al limite intenerire l’irrifles- vivace e sbarazzino “Abc”, con tagli anche brevis- no-Calvino, ossia lo scrittore e l’artista che è in lui, so e tipicissimo complesso di superiorità, ma che simi, spesso corredati da foto di starlets del tem- cioè in definitiva l’unica presenza “calviniana” che nelle sue quasi casuali uscite pre-politically correct po in bikini (in sintonia con un insistito e non poi davvero entusiasma e commuove l’intelligenza dei ci mostra la nostra distanza da un’epoca moder- così candido voyeurismo di molti di essi). Altri in suoi liberi lettori; e l’altra, quella di un’America na sì, ma altra in senso profondo e sostanziale. sedi più “alte”: tutto ripubblicato e spiegato per non astratta e neppure (con buona pace degli intel- E dunque, accanto ai “cinesini”, ai tanti frissons filo e per segno già vent’anni fa nei Saggi a cura di lettuali e lettori forti) storica, ovverosia l’America dell’osservatore maschio di fronte alla fisicità dei Mario Barenghi. Calvino vi ci mise mano più che attuale. E l’altrettanto elementare constatazione, neri e delle loro belle compagne (un topos sin dal altro a livello di dispositio, riassemblando i pezzi di lampante evidenza, è che appunto il valore resi- Settecento), alla superciliosità per tutti quei “me- per costruire un’intelaiatura da viaggio filosofico: duo di quelle due presenze sta nel testimoniare da ridionali” pre-culturali e pre-italiani (in perfetta ma i due poli del soggetto e dell’oggetto, la cui un lato la mera evenienza dell’incontro e dall’altro sintonia con l’America elitaria dei Soldati, Cecchi, sfrontata autonomia poteva avere una sua efficacia il basso coefficiente nel rapporto fra le ombre e le Prezzolini ecc.), accanto quindi al basso continuo all’interno dei giornali, una volta sottratti a quei immagini in primo piano. dello sguardo dall’alto, le eccezioni alla regola (an- contenitori scontavano, e ancora scontano, un ec- Pensiamo, per ricorrere a un altro termine cal- che molto sentite e significative) del lungo affondo cesso di “presa diretta”. Insomma, considerate in vinianamente molto connotato, alla “leggerezza”. nel “profondo Sud”, dell’incontro a Montgomery, sé e per sé, le testimonianze risultano perlopiù ca- Questo è, fra i libri di Calvino, uno dei meno leg- Alabama, con Martin Luther King jr. e la prima duche; e come prodotto letterario, il libro finisce geri che conosca, da tanti punti di vista, come lin- mobilitazione per i diritti civili (senza dubbio la per essere autoriale in un senso che non corrispon- guaggio, nella struttura, nei contenuti. Tutto spez- sezione più alta e densa del volume, oltre che la de alla splendida e creativa complessità del Calvi- zettato (156 pezzi, molti a dire il vero “pezzetti”); più rilevante da un punto di vista storico); e quasi no maggiore. Taciamo delle assolutamente insolite tutto all’insegna del “buona la prima”; accumulo in extremis, di ritorno a New York, la palinodia ineleganze stilistico-espressive (a cominciare dal senza risultati: non sarà forse un difetto in assolu- della diffidenza nei confronti dell’emigrazione nel reiterato uso di “configurarsi”), e degli interes- to, ma Calvino se ne rendeva perfettamente con- capitoletto L’ultimo innamorato degli Stati Uniti, santi, ma flagrantemente idiosincratici giudizi di to, tant’è vero che (decisione che ce ne conferma, con la sua riconsiderazione, attraverso la storia di gusto: il protratto anatema contro i beat (e con se ce ne fosse bisogno, il rigore estetico), arrivato un “figlio di poveri emigrati” italiani vittima del toni appena più sfumati quello contro la pittura alle seconde bozze si ricredette e si tirò indietro. maccartismo, di un sistema di valori diverso, ma informale) non tradisce solo una posizione perso- Avrebbe potuto continuare, gli avrebbero pubbli- portatore di una complessità che forse non è poi nale (e come tale non disputanda), ma soprattutto cato qualsiasi cosa (infatti adesso succede). Mica esclusivamente “geografica” (che questo emigra- l’allineamento di Calvino su posizioni misoneiste e gliel’avrebbero impedito: ma decideva lui: e dun- to non abbia un nome corrisponde a un vezzo a dir poco storicamente distratte (Ginsberg, Fer- que no. La leggerezza, anche prima delle Lezioni astrattizzante che elimina quanto è più possibile i linghetti, Corso, lo stesso Kerouac erano, da tanti americane, Calvino sapeva perfettamente cos’era e riferimenti a persone e fatti concreti e verificabili). punti di vista, anche autori profondamente “etni- dov’era per averla praticata e averci lavorato su. L’interpretazione dell’America come modello “ge- ci”: ma i nomi, anche qui, non ci sono, è il fastidio Certo non era nel pondus di un volume fra i suoi ografico”, opposto al modello “storico” dell’Unio- di principio che conta). più lunghi ma anche meno perspicui nella struttu- ne sovietica, costituisce il nucleo attorno al quale Ma poi in fondo, al viaggiatore “ottimista”, la ra, se non quella banale, infatti non dichiarata, e ruota, se così la si può chiamare, l’ideologia del letteratura interessa molto poco. Forse però è sin- comunque superimposta dopo l’uscita degli arti- libro. tomatico che Calvino, mentre attendeva alle Lezio- coli, del percorso coast to coast and back. Diverso tutto il resto, o quasi: il décor, per così ni americane, tornasse senza fare una piega a tes- Non c’era leggerezza neppure nello “strillo” dire, del continente e delle sue metropoli. La New sere le lodi di Cecchi, che era stato l’angelo nero temperamentale di un ottimismo di facciata, al York di cui Calvino è perdutamente innamorato dell’antiamericanismo fascista. L’amore per l’A- quale lo stesso cronista-viaggiatore mostra di non è ancora un porto in piena attività; rimbomba del merica lo avrebbe metabolizzato da scrittore vero, credere più di tanto: ed è infatti questo progressi- frastuono della metropolitana elevated; ha una ricreandolo nelle fascinose apparizioni di alcune vo svelarsi delle contraddizioni interne, o precisar- conformazione etnica (Calvino ricorda opportu- fra le più immaginifiche e futuribili cosmicomiche, si dei propri ripensamenti sui più vari aspetti della namente l’allora recente ondata da Portorico) e e spesso vi avrebbe assegnato un volto, almeno al- lusivamente, femminile: ma è un côté rispetto al realtà statunitense, uno degli elementi che anima- uno zoning molto differenti da quelli odierni, e - Narratori italiani no il diario calviniano e lo rendono tutto sommato che la rendono esteriormente quasi irriconoscibi- quale Un ottimista in America vale solo come lon- meno piatto e prevedibile: “La formula che usavo le. Uguale, o quasi, è però l’energia, il dinamismo tano pre-testo: lo aveva già bene esaminato Paola come sintesi delle mie prime impressioni in questo incessante: e insieme, non giustapposti, ma facenti Castellucci nel libro Un modo di stare al mondo. paese: ‘L’America è troppo poco americanizzata’, parte organica di quel panorama, la spinta al con- Italo Calvino e l’America (Adriatica, 1999). n comincia a rivelarsi non vera”; “L’atteggiamento sumo, il materialismo pratico e mentale, lo stra- [email protected] mentale (degli intellettuali che vanno a stabilirsi a potere del denaro (il peso del sistema creditizio e

Santa Fe e Taos) nei primi tempi a New York mi l’influenza, tanto più sull’industria culturale, del M. Marazzi insegna letteratura italiana all’Università di Milano Segnali N. 4 8

L’opera completa di Vincenzo Consolo in un atteso “Meridiano” Cento possibilità, un solo destino di Domenico Calcaterra

darci occasione, a tre anni dalla scomparsa, di poesia, non così tanto pacifica, come in prima bat- “sparginchiostro”, non può che arrestarsi a un so- Arileggere integralmente l’opera dell’ultimo dei tuta potrebbe sembrare. Ché, se la poesia è fuga spensivo dubbio: “Questa storia che m’intestardo grandi autori siciliani del Novecento, l’uscita del dalla realtà, consolazione, essa, somigliando più a a scrivere, questo fermarmi a pensare, a ricordare, “Meridiano” Mondadori che ne accoglie L’opera un ritrarsi dalle cose del mondo, non può che man- non è segno di babbìa, a cangio di saltare da bravo i completa, a cura e con un saggio introduttivo di dare in frantumi la soverchiante preoccupazione muri che restano davanti?”. “Saltare i muri”: basta Gianni Turchetta, anticipato da un profilo tracciato per il consorzio civile e i mali della storia: nel mo- già quest’immagine per riabilitare Consolo dinnan- da Cesare Segre (pp. CXLVIII-1557, € 68). Si va mento in cui se ne celebra il potere risorgente se ne zi al premere delle domande radicali della vita. E dall’esordio della Ferita dell’aprile (1963) ai saggi di nega altresì ogni possibilità, per lo scrittore, di con- tuttavia a patto sempre di comprenderne davvero Di qua dal faro (1999), passando per libri di ibrida cederle spazio in sé e per sé, al di fuori del sostrato quel suo esprimersi, quando non per negazioni, concezione come Lunaria (1985), Le pietre di Panta- etico-politico di riferimento di cui si ammanta ogni per proiettivi arditi mascheramenti (mentre la vita lica (1988) o L’olivo e l’olivastro (1994), essendo sta- sua pagina. Si tratta di una crisi immedicabile, mai scorre davanti), sotto il segno di un inconfondibile ta l’infrazione dei generi uno dei punti di forza del- ricomposta nella vicenda intellettuale dello scritto- calco barocco che, se lo avvicina al presente, nel lo sperimentalismo del siciliano. Rimangono esclusi re. Il segno d’una resistente lacerazione proiettata contempo, e drammaticamente, lo allontana da se dal novero testi non meno decisivi: l’atto unico Ca- nel temperamento malinconico di non pochi suoi stesso. A volerne mettere a nudo la genesi, si può tarsi (1989) e i racconti pubblicati postumi di La personaggi. Lo stato depressivo si accampa come dire che il suo manierismo sperimentale scaturisca mia isola è Las Vegas (2012). Imprescindibili questi metafora riassuntiva dell’esistere, in cui a un mas- da una duplice “verticalizzazione”: e sul piano del- ultimi a rendere conto del processo di monumen- simo di fragilità si associa un massimo di nobiltà la lingua, sospinta come sappiamo al limite della talizzazione del dato memoriale di partenza, vera e sensitiva: la malinconia è eletta a sede privilegiata scansione poematica; e su quello della sofisticazio- propria prassi della maniera consoliana; la ne della memoria, per mezzo di un obietti- pièce, perché rappresenta e drammatizza, in vante meccanismo che innalza il dato auto- chiave simbolica, la dialettica dei linguaggi, biografico a nucleo memoriale condiviso. È anticipo del circolare inseguirsi tra volontà la sua una singolare maniera che impetra, testimoniale e afasica ritrazione, poi defini- sovente senza trovarla, consolazione. Se tivamente messa in abisso nel suo ultimo ro- Gadda non si libera ma si trincera dietro le manzo. Sul piano delle forme, l’evoluzione sue accordate polifonie, Consolo, a princi- e stilistica e letteraria di Consolo si dispiega piare da un analogo nodo di dolore, edifica, tutta nel trittico che passa dalla contesta- ricostruisce. Con l’indicativa divaricazione taria destrutturazione del romanzo storico tra i due: perché ciò che in Gadda discen- con Sorriso dell’ignoto marinaio (1976) alla de da un senso di pudore in Consolo assu- progressiva edificazione e definizione del me il rilievo del segno manifesto di quella “romanzo-tragedia”, con i successivi mo- castrazione più sopra richiamata. Quella menti di Nottetempo, casa per casa (1992) del siciliano è sì una scrittura del dolore, e Lo spasimo di Palermo (1998), narrazioni ma trasposta in terza persona; e che s’in- impegnate a scorciare un nerissimo affresco testardisce – lo ha ricordato bene a caldo italiano, dalle illusioni nate già morte del Giulio Ferroni dalle colonne del giornale nostro Risorgimento sino alla pagina non “L’Unità” (22 gennaio 2012) all’indomani meno dolorosa delle stragi di mafia. della dipartita dello scrittore – “a cercare La complessiva riproposizione dei suoi comunque un senso umano nella storia e palinsesti narrativi radunati ora in un unico nel presente”. volume, dovrebbe poter giovare a superare Più volte ci si è riferiti al personalissimo le pregiudizievoli obiezioni, l’una di marca trattamento della parola, al tono, alla ca- ideologica, l’altra di natura formalistica, da denza, all’opzione verticale, di uno scrit- sempre con sospetto tirate in ballo da certa tore che al vertice estremo ed opposto ha critica. Come a dire che Vincenzo Conso- pure saputo coltivare la retorica dell’im- lo si comprende a patto di accettare una pietrimento, il rischio dell’afasia: di fatto, prospettiva solo a prima vista paradossale: l’unico autentico e doloroso punto di con- porsi cioè fuori dall’ideologia per carpire, tatto tra ragion poetica e vissuto. E c’è un dall’interno, le ragioni profonde della sua reperto che aggalla solo adesso dall’archi- ideologia letteraria e il peso specifico di un vio Consolo, un piccolo indizio che, rilet- barocco tanto sontuoso quanto politico. to oggi, a più di cinquant’anni, impressio- Cesare Segre ripropone lo schema criti- na non poco per la quasi chiaroveggente co della “plurivocità” unito all’illustrazione autocoscienza riguardo alla propria sorte dell’archeologia della lingua, che fu certo il di scrittore: si tratta di una poesia datata primo a intercettare, ma che oggi poco giova 1 settembre 1960 (contenuta in una lette- a una lettura più approfondita di un autore ra a Vittoria Ceriani), intitolata L’albero iper-complesso come Consolo. È Turchetta, e che vale la pena qui citare per intero: con una corposa ed empatica Introduzione, “C’era un albero / in mezzo a un prato / a incanalare sui giusti binari il discorso cri- con grandi rami / tante foglie / e cento possibi- della poesia. Atteggiamento melanconico, poesia, tico quando corregge la scontata ricognizione di Se- lità di vita. // Poi venne qualcuno / lo tagliò alla vita: basta allineare questi tre elementi per comin- gre, precisando che il “plurilinguismo è soltanto lo base / lo trascinò via / e lo bruciò. // Nessuno ciare a capire che cosa determini, infine, l’eclissi strato più vistoso e immediatamente percepibile”, mai sospettò / in quel luogo / l’esistenza di radici la più superficiale delle risultanze della letteratura dell’io autoriale, la dissimulazione della radice più segretamente autobiografica dello scrittore; ogni- sotterranee / che mai più / passarono la terra // consoliana. Lasciando intuire che, dietro la polifo- ed ebbero un solo destino”. A parte il sembrarci nia straniante dei punti di vista e dei soggetti, si an- qualvolta si presenta l’imbarazzo di una perenne la poesia di un naturalista contemplativo più che nidano implicazioni meno assiomatiche e pacifiche condizione bloccata, per cui il dato memoriale vie- di un marxista-leninista, i pochi versi di questa di quanto Segre abbia voluto lasciarci intendere. Da ne trasfigurato, innalzato, riorientato, distillato in sparsa prova poetica giovanile raccontano davve- segnalare, sempre a opera del curatore, l’esaustiva memoria collettiva. ro (e tanto!) dell’intonazione bloccata dell’io di- Cronologia e la fluviale Nota ai testi. Turchetta in- L’inchiesta decisiva di Consolo sul premere del- viso di Vincenzo Consolo: icona figurale doppia dividua il dato di partenza di ogni disamina critica le ragioni della vita si mostra erosa dal tormentato – l’albero reciso –, insieme pubblica e privata; per nella certezza che l’incontro con la scrittura conso- rigore cui lo costringeva l’imperativa partita con la liana immetta entro uno “spazio seducente e ino- storia e l’impegno; e non può spiegarsi soltanto con un verso, simbolo allusivo, immediato, al pericolo spitale”, che reclama al lettore di superare “barriere l’ideologico partito preso di un antiproustismo, in della cancellazione della memoria (e di rimando di difficoltà”, per accedere allo spiazzante campo di più occasioni sbandierato dallo scrittore siciliano. all’archeologico scavo del suo “memorare”); per forza entro il quale si genera un dettato che ambisce Il rapporto con la vita, il rapporto con la poesia un altro, a livello profondo, preannuncio di quel- alla poesia; passaggio al limite che mina dall’interno (che è poi lo stesso, in Consolo) non poteva che la castrante e coatta dismissione a favore di un io melanconico che ha visto scorrere davanti a sé,

- Narratori italiani le possibilità stesse della scrittura letteraria, fino a esprimersi sotto il segno, tanto consapevole quanto metterne in discussione lo statuto, come dimostra doloroso, di una sofferta e autoimposta castrazione mentre la rappresenta, la vita. “Cento possibilità la cristallina unicità di un classico del secondo No- (“Siamo castrati tutti quanti vogliamo rappresenta- di vita”, “un solo destino”: questo il più veritiero vecento come Sorriso dell’ignoto marinaio. re questo mondo: siamo ai bordi (…) allunghiamo autoritratto di uno tra gli indiscussi protagonisti Ma è senza dubbio la favola teatrale Lunaria il la mano per toccare la vita che ci scorre davanti”, del secondo Novecento italiano. n momento massimo nella ricusazione del romanzo così in Retablo). Vita che già nel corale Bildungsro- [email protected] tradizionale e consacrazione al potere risorgente man di La ferita dell’aprile viene descritta come “un

Segnali della poesia. Apertura di credito verso le zone della gioco di maretta”. E meditando sul destino dello D. Calcaterra è critico letterario N. 4 9

Titoli violentati da traduzioni infedeli Povero prof che è diventato sordo di Giovanna Mochi

l titolo di un romanzo è parte del testo, la pri- pito di mantenere, nei limiti del possibile, il senso e precede l’ultima sezione, dichiaratamente autobio- “Ima parte anzi in cui ci imbattiamo, e ha per- il registro del titolo originale. grafica. Un titolo semplice e dolcissimo, aperto nel- tanto una forte capacità di attrarre e condizionare Ed ecco i casi recenti che mi hanno fatto ritorna- la sua indeterminatezza a qualsiasi percorso di let- l’attenzione del lettore (...). Per il romanziere sce- re su queste riflessioni. Il primo è il bellissimo ro- tura. La traduzione italiana, Uscirne vivi (Einaudi, gliere un titolo è una parte importante del processo manzo di Ian McEwan, The Children Act. “L’Indi- 2014), ne attiva uno, più aggressivo nei confronti creativo, che gli permette di mettere a fuoco con ce” (2015, n. 1) ne ha già parlato, sottolineandone della vita, per cui la narrazione sarebbe un modo di più precisione quello che dovrebbe essere l’ogget- molto bene la marca stilistica (e non solo), quella di salvarsi: “Scrivere la vita per uscirne vivi. Reggersi to della sua narrazione”. Così scriveva molti anni uno specialismo finanche esasperato, che qui va a forte al filo del discorso per non lasciarlo andare”, fa David Lodge (The Art of Fiction, 1992), che ai investire il mondo giudiziario anglosassone, “il cui come si legge nella quarta di copertina. Un sugge- titoli dei suoi romanzi ha sempre dedicato una cura scenario viene ricostruito con chirurgica precisio- stivo passo in là verso l’interpretazione, che forse particolare, riuscendo a infondervi il tratto speci- ne e dotato del suo appropriato linguaggio” (dalla però non spetterebbe al titolo di fare. fico e inconfondibile della sua scrittura (l’ironia) recensione di Alberto Mittone); una sfida non da Strategie diverse, dunque, mi sembrano sotto- e a farne icastiche, fulminee figure del mondo lì poco per il traduttore, che Susanna Basso vince da stare alla traduzione/trasformazione dei titoli: puro rappresentato. Chissà che cosa avrà pensato (me par suo, con la consueta competenza e sensibilità. marketing, “addomesticamento” di tecnicismi ve- lo sono sempre chiesta) nel vedere rosimilmente disorientanti, sovra- le traduzioni italiane di alcuni suoi determinazione del senso, per limi- indimenticabili titoli: Small World tarsi a questi esempi. Ci sono poi per esempio, che disegna in due cambiamenti radicali del titolo per parole le “piccinerie”, appunto, del cui non trovo spiegazioni. È il mio mondo accademico, e che diventa, terzo “caso”, il bel romanzo della con Il professore va al congresso, un scrittrice angloindiana Jhumpa La- casereccio ammiccamento, anche hiri, che si presenta ai lettori italiani un tantino volgare, alle eccitanti come La moglie (Guanda, 2013); un ripercussioni dei grandi incontri titolo come un altro, e niente da ec- internazionali di letteratura degli cepire naturalmente, se fosse la tra- anni settanta. Effetto ribadito da duzione di quello originale. Ma non Ottimo lavoro, professore!, che tra- è così: il “nome” che Lahiri dà alla duce Nice Work, un altro campus sua storia è The Lowland (la “spia- novel incentrato, questa volta, sui nata”, come viene correttamente rapporti tra il mondo accademico tradotto all’interno), un luogo pre- e quello del lavoro e dell’industria ciso, circoscritto, e fortemente sim- (l’uno in cerca di fondi e l’altro di bolico, che fin dalle prime righe ci un accreditamento culturale) e sul- investe dei suoi odori e colori, che le stuzzicanti implicazioni pseudo- sanno di palude e di marcio, ma erotiche inevitabilmente legate a anche di monsoni e di giacinti, di questi incontri. vita di morte e di rinascita. Scelta La traduzione dei titoli, dunque, come scenario di apertura in una è l’oggetto di queste brevi riflessio- prima pagina intensamente descrit- ni, che mi sono ritornate in mente tiva, the lowland ritorna più volte in occasione di alcune recenti pub- in primo piano, nei momenti chiave blicazioni, sulle quali vorrei porre di questo romanzo che racconta di l’attenzione. Ma con una premessa due terre (l’India e l’America), due a cui tengo molto: tradurre un tito- fratelli, due identità e due destini. lo può essere molto difficile, e tal- E di “una moglie”, certo, la moglie volta è impossibile. Valga per tutti di tutti e due, figura complessa di il caso di The Catcher in the Rye, moglie-vedova-madre, anche lei che ha felicemente trovato, nel pur divisa tra due mondi e due cultu- semplificato e impoverito Il giova- re: anche lei tormentata e smarrita ne Holden, la sua appartenenza alla nelle paludi di the lowland, il luogo nostra cultura e alla nostra memo- che la sua narratrice ha scelto come ria. Non è di queste trasformazioni, segno pregnante di tutto questo. e inevitabili rinunce, che intendo L’ultimo “tradimento”, il più im- parlare. Anche i titoli di Lodge perdonabile, mi riporta all’inizio, sopra citati sono, se non “intradu- e a David Lodge. Affetto in questi cibili”, certamente problematici, e ultimi anni da una grave sordità, davvero io, come traduttrice, non lo scrittore racconta, con un’au- so che cosa avrei potuto farne; ma toironia spietata che non rinuncia di sicuro preferirei il rischio di una a effetti di irresistibile comicità, il neutra banalità a quelle complici graduale isolamento da quel mon- strizzatine d’occhio sul mondo dei do accademico che ancora una vol- “professori”, che forse intendereb- ta (l’ultima) è bersaglio della sua bero trasferire nella nostra lingua Ma perché allora non lasciare anche nel titolo quel satira, ma con un penoso rovescia- e cultura il senso della sottile satira dell’originale. linguaggio tecnico-specialistico con cui l’autore ha mento di prospettiva in cui equivoci, incompren- O forse no, l’idea non è neanche questa ma, più scelto di presentare e dare un nome al suo roman- sioni e piccole vanità sprofondano lentamente nel semplicemente, quella di vendere meglio, vendere zo? Di cui peraltro troviamo subito, in epigrafe, brusio ovattato e confuso della propria lontananza. di più. E arrivo a un altro punto che ci tengo a chia- l’ottima traduzione italiana come “Codice dei mi- Un capolavoro di equilibrio tra comico e tragico rire: non credo, e in alcuni casi lo so per certo, che nori”? Sarebbe stato davvero un titolo meno appe- che l’autore racchiude in un titolo geniale e (questo queste scelte siano dei traduttori, sempre più bra- tibile sul mercato di La ballata di Adam Henry, non sì!) davvero intraducilbile: Deaf Sentence (Penguin, vi, più competenti e più sensibili, bensì delle case solo fuorviante e un po’ stucchevole, ma soprattut- 2008), giocato sull’omofonia tra deaf e death. In- editrici, che temono la scarsa presa di titoli non to così poco in sintonia con lo spirito informatore traducibile dunque, come Lodge riconosce nella immediatamente “leggibili”, o comunque poco ap- di quello originale? Io non lo credo (è il marchio Dedica ai suoi traduttori, con i quali amabilmen- petibili sul mercato. Succede anche agli autori na- McEwan che si compra, e ci piace riconoscerlo da te si scusa; ma qualunque soluzione a questa sfida turalmente, e più spesso di quanto si pensi: è noto subito) ma non lo so; può darsi, ma forse valeva la inevitabilmente perdente sarebbe stata preferibile, il caso di Il buon soldato di Ford Madox Ford, che pena rischiare. a mio avviso, al cattivo gusto di quel Il prof è sordo (Bompiani, 2009) che riesce in due parole a mette- doveva intitolarsi La storia più triste (con un richia- Non avrebbe corso invece alcun rischio, secondo - Letterature mo all’indimenticabile incipit: “Questa è la storia me, la traduzione piana e trasparente di Dear Life re in ridicolo l’autore, i sordi e (meno grave, certo) più triste che abbia mai sentito”), ma uscì nel pieno (Random House, 2013), titolo originale dell’ulti- anche i poveri professori, che quel nomignolo da della Grande guerra e gli editori vollero un titolo ma raccolta di racconti di Alice Munro, con “Cara cinepanettone lo sopportano a malapena dai loro meno deprimente e più patriottico. Ma diverso è il vita”: una lettera alla vita appunto, forse un conge- studenti. n caso dell’autore che accetta, magari malvolentieri, do, certo una storia che di quella lunga vita raccon- [email protected] di negoziare il cambiamento di un titolo, da quello ta “le prime e le ultime cose, e le più private”, come

della traduzione, che avrebbe a mio avviso il com- lei stessa dice in una pagina intitolata Finale che G. Mochi insegna lingua e letteratura inglese all’Università di Siena Segnali N. 4 10

Parodie, eredità e riletture di un genere intramontabile Spie all’indice di Giuseppe Lippi

l film di spionaggio non è mai tramontato: lo di- gara con lui nel mostrarsi sportiva, sessualmente i tipi di Mondadori Comics. Imostra la recente parodia Kingsman-Secret Servi- libera e molto pulita. Ma essendo un eroe all’ita- James Bond sarebbe il perfetto lettore di “Play- ce di Matthew Vaughn, con Colin Firth e Samuel L. liana, Dennis Cobb è anche perseguitato da pro- boy”, l’uomo emancipato che nasce lo stesso anno Jackson. Contemporaneamente è riapparso in edi- blemi italiani. Come Silvia, la segretaria che vuole della famosa rivista (1953): ma essendo un po’ snob cola un classico della liberazione maschile a fumet- farsi sposare a ogni costo, ben lontana dal distacco e un po’ inglese, non diventerà mai un testimonial ti, l’agente SS 018 creato da Magnus & Bunker, di e dall’autoironia di una Miss Moneypenny; o come del paginone, cui preferirà una bionda in carne ed cui ricorre quest’anno il cinquantesimo complean- 015, il capufficio grasso e calvo dotato di parrucchi- ossa e un Dom Perignon della stessa annata. Sul- no. Ne usciranno altre quattordici avventure, una no berlusconiano, che lo tratta paternalisticamente la scia di altri colleghi americani, da Sam Durell di ogni mese. Con la stessa periodicità, l’editore Mon- e in modo burbero, ma su cui 018 si vendica con Edward S. Aarons a Matt Helm di Donald Hamil- dadori manda nei chioschi tre collane di spy-stories gag implacabili. Spedito ai quattro angoli della ter- ton, Dennis Cobb fa meno il difficile. Ama le ra- letterarie: “Segretissimo”(molti dei cui autori sono ra contro neonazisti e organizzazioni segrete, KKK gazze e le riviste patinate, gli alberghi di lusso e le italiani), “Segretissimo SAS” di Gérard de Villiers, e spie russe, Dennis troverà l’amore (il secondo macchine sportive, ma al fondo è un ragazzo di pro- con la riedizione cronologica di tutte le avventure amore, dopo quello eternamente rimandato per vincia baciato dall fortuna, uno che conosce (o pre- di Sua Altezza Serenissima Malko Linge, e “Segre- Silvia) in un’agente sovietica di nome Tania, che sente) i propri limiti e perciò sa prendersi in giro. tissimo Il Professionista” che ripresenta i romanzi Magnus disegna come una Satanik dalle labbra più Perché quello che le spie sono destinate a scoprire, di Chance Renard: la spia di Stefano Di Marino, cupe, forse ombreggiate di rossetto nero. Per Tania dietro i separé dei locali turchi o sotto le fogne di alias Stephen Gunn, che da vent’anni non conosce l’agente Cobb perderà la testa, intrecciando una re- Parigi, è una realtà molto meno allettante. Il mon- soste né cali di popolarità. lazione ambigua e pericolosa che si protrarrà, con do ormai sta cambiando, la rivoluzione sessuale è Tutti eredi di James Bond, si dirà. Invece no: tut- fasi alterne, per tutta la serie. arrivata: ma se le donne non saranno più le stesse, ti eredi di Hubert Bonisseur de la Bath-OSS neanche i nativi che bivaccano intorno ai pozzi 117, l’agente con la faccia di un principe pira- di petrolio saranno più disposti a dire “effen- ta che dal 1949 mette la sua abilità al servizio di” all’emissario di Washington. E i risciò al dell’OSS (Office of Strategic Services) e poi servizio degli ex imperi coloniali trasporteran- della Cia. È stato Hubert, nel 1960, a tenere no, presto o tardi, solo fantasmi. Di questa no- a battesimo la collezione “Segretissimo” e a stalgia è intrisa la spy story d’avventura, di cui sopravvivere al suo stesso autore, Jean Bruce, l’agente SS 018 è un bell’esempio grafico. morto prematuramente in un incidente d’auto Del resto, la satira già presente nei fumet- nel 1963. Due anni dopo la catastrofe le impre- ti di Bunker & Magnus (dopo Dennis Cobb se di OSS sono state riprese dalla moglie Joset- sarà la volta di Alan Ford e il gruppo t.n.t., te Bruce, e in seguito dai figli François e Mar- il più sgangherato team spionistico dei fumet- tine. Nel 1965, in piena “bondite”, non era per ti) si spinge all’estremo nei due film dedicati niente facile inventare qualcosa di nuovo in un dalla Gaumont a Hubert Bonisseur de la Bath genere che partoriva un agente segreto al mese alias OSS 117, con Jean Dujardin nei panni del e in cui si passava senza soluzione di continuità protagonista. Entrambi inediti in Italia e diret- dalle imitazioni patentate di 007, vedi l’agente ti da Michel Hazanavicious, Le Caire, nid d’e- Flint o l’Uomo dell’U.N.C.L.E., agli epigoni spions del 2006 e Rio ne répond plus del 2009 italo-franco-ispano-germanici segnalati all’uf- sono due commedie che fanno di Hubert un ficio legale della United Artists soprattutto per perfetto esempio di colonialista “innocente”, le loro sigle plagiarie (077, 777 e via enume- sessista e profeta del luogo comune razziale. rando). Eppure, nel 1965 nacque Malko Linge Quello che lo riscatta, tuttavia, è una bonomia alias SAS, l’agente “in nero” che lavora per il autentica, un’indole donchisciottesca stupi- governo da libero battitore, un personaggio ta del risentimento che crepita intorno a lui seguitissimo ancora oggi; mentre in direzione quando spara le sue micidiali battute golliste anti-bondiana si muoveva Len Deighton con (o cotyniane, visto che la prima avventura La pratica Ipcress, nella cui versione cinema- si svolge nel 1955, all’epoca del presidente tografica (sempre del 1965) debuttò Michael Coty). Nella seconda pellicola, ambientata Caine, l’agente più anonimo della guerra fred- nel 1967, Hubert sarà maturato abbastanza da. Quello stesso anno lo scrittore milanese per riconoscere nella Francia del generale un Max Bunker, al secolo Luciano Secchi, partorì quasi-stato di polizia, anche se lui, servitore la sua versione della spia all’italiana con Den- della patria, è lungi dal poterlo condannare. nis Cobb alias SS 018, vincendo un’altra sfida Le due pellicole con Jean Dujardin sono un nel campo dell’originalità. piccolo capolavoro d’ambientazione d’epoca Il compito di rappresentarlo graficamente che chiude un ciclo e dimostra il teorema cui ricadde su Magnus o Roberto Raviola, il più si accennava sopra. In fondo alle missioni di grande fumettista non solo di quei tempi ma, Matt Helm, del nostro agente Flint, Chance probabilmente, della seconda metà del seco- Renard e Dennis Cobb c’è la scoperta che la li- lo. I due autori scelsero di dargli un aspetto ultra- Che tipo d’uomo è la superspia dei fumetti e del- berazione dell’uomo era solo apparente, comunque yankee, con una capigliatura a spazzola rasata ai lati la fantasia? La stessa domanda se la poneva Hugh parziale. Che l’agente segreto non incarna soltanto che ricorda un poco l’Ultimo dei Mohicani. Non Hefner, editore la cui filosofia edonista è penetrata il maschio paritario che fa quello che vuole, il prin- c’era modo di confonderlo con il britannico Bond, così largamente nelle trame dello spionaggio avven- cipa pirata dell’intrigo e della camera da letto, ma il anche se i capelli erano scuri come quelli di Sean turoso: What sort of man reads Playboy? Se non l’uo- servitore della gerarchia e della produzione. È, per Connery e le labbra altrettanto marcate: Dennis mo d’azione dell’Agente segreto conradiano, che in dirla in termini meno eufemistici, un ingranaggio Cobb portava occhiali da sole con lenti intercam- fondo è un terrorista, la spia anni sessanta è un in- della politica, della macchina industriale e della li- biabili, giacche colorate, rari smoking e mai abiti dividuo che gira il mondo e si trova bene ovunque, cenza di fregare il prossimo. Tuttavia, sporcandosi londinesi. Per un americano, tuttavia, aveva una ma è affezionato agli alberghi a quattro stelle e alla come è inevitabile che si sporchi, la spia può anco- grazia infrequente, un’ironia insolita. In fondo si Jacuzzi nell’appartamento. Un cosmopolita-sibari- ra esaltare (grazie al suo io diviso) la maestria del trattava della spia made in Usa rivista con l’occhio ta che conosce i limiti dello sviluppo proprio per- doppiogiochista: il mestiere per cui lo pagano non continentale, anzi italiano: la spiaggia di Miami su ché fa l’agente segreto: in giro ne parlano ancora in è un gioco di squadra. Finché dura, allora, è meglio cui si apre il primo episodio potrebbe essere Rimi- pochi, ma i “cognoscenti” sanno che filo da torcere spassarsela come Dennis Cobb, che della gerarchia ni, con Dennis attorniato dalle sue donne come un darà lo scacchiere mediorentale e prevedono che s’impipa ogni volta che può e alla produzione delle promettente dongiovanni dell’Adriatico. Bunker e presto bisognerà difendere la pacchia con missili e testate atomiche è indifferente. Meglio vivere l’atti- Magnus ne fecero un eroe dei tempi dorati (ma non carri armati. È un uomo che rispetta le donne e non mo, cogliere la ragazza, bruciare nell’intensità del troppo) in cui il maschio occidentale poteva creder- le forza, ma che sa conquistarle con un ingrediente vento che pensare alla vita da apparatchik di cui, si ancora re del mondo: tuttavia non più dell’antico sempre di moda: la virilità. Il tentativo di salvare volente o nolente, fa parte. Per l’economia, la socie- tà e il mondo occidentale il grande cambiamento

- Spy-stories e protervo mondo patriarcale. Non erano i califfi l’immagine virile, scricchiolante a causa dei secoli delle Mille e una notte e neppure i capipopolo della bui e sessisti, è l’eroico obbiettivo delle superspie. è alle porte: lo preannunciano gli omicidi politici, tradizione biblica i suoi referenti: un harem tra le Fin dai tempi dell’agente speciale X-9 creato da il terrorismo, le stragi di stato e gli exploit di que- dune lo avrebbe sinceramente disgustato per man- Dashiell Hammett e Alex Raymond, l’innominato sti ultimi dongiovanni. Ritrovarli può farci tornare canza d’igiene, spese insostenibili e antipatici cam- dalla triste figura sexy si batte per un ristabilimento piacevolmente manichei, senz’altro più giovani. n melli. All’uomo nuovo, all’uomo liberato cui allude degli equilibri, compreso quello erotico. E a X-9 [email protected] civettuolamente il filone delle superspie, interessa Max Bunker, l’inventore di Dennis Cobb, ha dedi-

Segnali un tipo di donna altrettanto emancipato, anzi in cato qualche mese fa un volume omnibus uscito per G. Lippi è direttore editoriale e autore di fantascienza N. 4 11

Come cambia l’immagine dopo l’invenzione di Daguerre Casualità e non-essere di Yves Bonnefoy

Il Premio internazionale Nonino 2015 è stato con- di tocco del suo pennello; ma ecco che, tutto al con- immagini visibili, la cui intenzione più radicale era ferito a Yves Bonnefoy. Del poeta, saggista e critico trario, in fotografia affiora un libero gioco di forme, quella di negarla. Ormai è dentro di noi, prossima d’arte nato a Tours nel 1923 è stato appena pubbli- e di forze, della materia, manifestamente estraneo al nostro sguardo, nel cuore delle nostre riflessioni. cato in Francia un saggio dal titolo Poésie et pho- a tutte le nostre leggi, indifferente ai nostri desi- Si percepisca questa casualità nella toga dell’uomo tographie (pp. 76, € 16, Galilée, Paris 2014) testo deri: smentita profonda, abissale, che oppone ciò di legge e, levando gli occhi sulla composizione in anch’esso legato all’Italia, in quanto sviluppo di una che è alle nostre pretese di una realtà superiore. Il quanto tale, essa, questo prodotto dell’intelletto, lezione tenuta ad Aosta in occasione del conferimen- caso si annida nel dettaglio di ciò che l’apparecchio apparirà ora un accidente tra gli altri nei grovigli to del Premio Sapegno 2009. Proponiamo qui la tra- fotografico percepisce, tanto quanto nella struttura del caso: l’immagine non avrà mostrato, nella sala duzione italiana inedita di un passo della versione dell’immagine che questo ha inquadrato. E da que- che s’intravede, che una vana forma in più, priva di francese, pubblicata da Aragno nel 2010 (Yves Bon- sta materia si protende verso una pretesa di forma qualsiasi senso. Dello spettrale, senza alcun dub- nefoy, Poésie et photographie. Lezioni Sapegno per dire ciò che, presto, confesserà a se stesso Mal- bio. I cassetti di questo mobile fotografato non si 2009, Pubblicazioni della apriranno, questo vaso non Fondazione Centro studi è null’altro che la sua super- storico-letterari Natalino Sa- Uno sguardo, un lampo ficie, questo gruppo di per- pegno, pp. 91, € 12, Aragno, sone… Comprendiamo il Torino 2010). di Marco Maggi motivo per cui i primi foto- grafi cancellassero dalle loro aguerre era stato pitto- opere i dettagli giudicati Dre e componeva le sue ll’origine del discorso di Yves Bonnefoy plificata da Bonnefoy, al quale la riduzione della inutili: intuivano che sono inquadrature come avreb- Asu poesia e fotografia sta l’intuizione della realtà fotografata a pura esteriorità appare una pericolosi. Con l’invenzione be dipinto dei quadri, con Piccola storia della fotografia di Walter Benja- minacciosa perdita di presenza, un insidioso di Daguerre il non-essere si l’intenzione di non lasciare min: “La natura che parla alla macchina foto- insinuarsi del non-essere entro la zona protet- è insinuato nel campo chiu- nulla al caso, e in ogni caso grafica è una natura diversa da quella che parla ta dell’immagine. È dunque necessario un an- so dell’immagine. moltiplicando i riferimen- all’occhio; diversa specialmente per questo, tidoto, un contravveleno, che viene individuato Nel 1842, appena tre anni ti alla tradizione artistica. che al posto di uno spazio elaborato consape- nella poesia; una poesia che, tuttavia, è invitata dopo la dichiarazione di Ma riflettiamo su ciò che, volmente dall’uomo, c’è uno spazio elaborato a rivoluzionare il proprio tradizionale rapporto Arago, giusto il tempo ne- fatalmente, fa ora la sua ap- inconsciamente”. Lo spazio elaborato consa- con il segno iconico. cessario perché la notizia fa- parizione. Questa tovaglia pevolmente nella tradizione del disegno e della Di fronte alle immagini della pittura, alla cesse il giro del globo, Edgar sul tavolo, questo vestito, pittura prende in Bonnefoy il nome di immagi- ­poesia Bonnefoy attribuisce il ruolo di “me- Poe, sempre all’avanguardia saranno là, dentro l’imma- ne; in quanto totalità in- moria della perdita” del pensiero del suo tempo, gine di nuovo tipo, con le tegralmente determinata (della finitudine) che le pubblica La maschera della loro pieghe reali, quelle dall’intenzione dell’arti- idealizzazioni di quella morte rossa, nel quale, in decise dall’organizzazione sta, essa esorcizza ogni comportano; altro sarà un castello chiuso all’ester- casuale della loro materia, elemento casuale (“Im- dunque il ruolo della pa- no affinché non vi penetri non dall’arte del pittore. magini, lo splendore che rola poetica nell’era del- la peste, causa di morte, Questa persona di cui si manca al grigiore dei la fotografia, che quella ancor più prova del nulla è fatto il ritratto è colta in giorni…”, ricorda il po- stessa finitudine sembra (un castello che è inoltre la una postura del corpo che eta nella lezione inaugu- erigere ad assoluto. Sarà scena di un ballo in masche- neanch’essa è stata total- rale al Collège de Fran- piuttosto la poesia come ra, patente figura di ciò che mente decisa dal fotografo, ce), la stessa casualità presenza e possibilità di chiamo immagine), la peste e lascia dunque apparire un che, attraverso l’occhio un incontro, la poesia tuttavia si manifesta sotto elemento casuale che, nel- impersonale dell’obiet- come la intende Paul l’apparenza di una masche- le foto di gruppo (sempre tivo, irrompe all’interno Celan (al quale Bonne- ra, ovvero di una delle parti più numerose da quando della fotografia. foy ha dedicato nel 2007 di tale composizione. Ciò si cominceranno a scattare Le conseguenze della un saggio commosso e che è stato estromesso s’in- istantanee), andrà ad ag- svolta erano state preco- teso: Ce qui alarma Paul sinua entro ciò che tentava gravare la casualità ineren- cemente (il saggio è del Celan): la poesia come di negarlo, ne smaschera la te agli altri corpi e alle loro 1931) e lucidamente in- “stretta di mano”. radicale illusione. reciproche posizioni; alla tuite dallo stesso Benja- “Poetica” sarà dun- E con quali conseguenze, fine non apparirà nemmeno min: “Configurazioni que la fotografia che sin da subito! Poiché co- più desiderabile sottomet- strutturali, tessuti cellu- reca iscritto sulla sua lui che guarda la fotografia terlo a simmetrie estranee lari, che la tecnica, la me- inscalfibile superficie il come a queste condizioni all’esistenza come la si vive. dicina sono abituate a sintomo di una presen- gli è dato di farlo, che cosa Presto l’imprevisto attraver- considerare – tutto ciò za; per Bonnefoy, il pun- diventa? Come ciascuno di serà il campo dell’obiettivo è originariamente più congeniale alla fotogra- ctum in cui tale presenza si manifesta è lo sguar- noi non è altro che una rete nelle sembianze di un gatto, fia che non un paesaggio sognante o un ritratto do rivolto verso l’obiettivo: “Opporre al nulla d’immagini, lo è sin nel più evento inedito in pittura, a tutto spiritualizzato”. Lo sguardo dell’obiettivo che si può scorgere nella fotografia, quando in intimo della sua coscienza dispetto della suggestione è fisiognomico, risolve l’interiorità nella pura essa si dispiega l’elemento casuale, la volontà di sé. E se una di queste dell’Annunciazione di Lot- esteriorità, la sostanza nella sua apparenza. Sto- d’essere che s’iscrive in quest’altra ripresa da immagini si decostruisce, to. Il caso è là, immanca- ricamente, tale sguardo ha suscitato sul piano essa resa possibile, lo sguardo”. Sguardo che non è forse evidente che bilmente, a sviare lo spirito teorico due reazioni di segno opposto. squarcia la notte della solitudine del morituro, tutte le altre si smaglie- dal discorso curato della La prima è quella dello stesso Benjamin, e se non del morente: “Uno sguardo, un lampo. ranno con essa? Colui che composizione, a mostrare (con minori oscillazioni e più immediata levi- E dopo il lampo la notte può certo tornare a guarda si svuota di sé, let- che le cose esistono infine in tà) di John Berger, che in tempi diversi hanno inghiottire tutto, ma nella durata del lampo, teralmente, quando si lascia quanto tali, in una materia- interpretato la liberazione delle apparenze resa che non ha fine, tutti i fiumi e tutti i cieli e tutti andare a scrutare il casuale lità irriducibile allo spirito. possibile dalla fotografia come emancipazio- gli esseri del mondo”. Non mirava a qualcosa nell’immagine, non può più In una parola, il caso non è ne dagli usi politici dell’immagine e preludio di diverso l’ultimo Benjamin (Tesi di filosofia percepire in sé che questo più simulato, come accade- a un’umanità liberata dalle gerarchie e persino della storia), riconvertito all’umanesimo della vuoto, ovvero non la notte va talvolta, ma incontrato, dalla propria preminenza su scala cosmica. Una presenza nella sua quête dell’immagine dialet- nel senso positivo e pieno addirittura subìto. visione che, semplificando, si potrebbe definire tica: “La vera immagine del passato passa di dell’esperienza mistica, il Ditemi se non colpisce, “postumanistica”. sfuggita. Solo nell’immagine che balena una cui nada è un incremento questa suggestione. Ma La seconda reazione, più tradizionalmente in- volta per tutte nell’attimo della sua conoscibi- d’essere, ma le cose dell’e- guardiamo con più atten- nestata nel tronco dell’umanesimo, è ben esem- lità, si lascia fissare il passato”. sistere quotidiano ormai zione un dagherrotipo, o private di senso, divenute una fotografia. E questo sas- ognuna puro enigma, pura

so che vi appare, sempre per caso, o il tessuto della larmé, ovvero che non siamo altro che “vane forme esteriorità risucchiata nel centro crollato dell’inter- - Fotografia giacca del tal notabile che ha voluto farsi ritrarre. della materia”: che, in realtà, non siamo. no del qui. E dentro questo spazio del sé svuotato Nell’immagine fotografica si può vedere la grana di Il che, oltre che pauroso, è anche nuovo. Perché di senso, come potrà apparire a se stesso, se non questi materiali, nella quale appaiono macchie, em- il pensiero di questo non-essere esisteva già, cer- come uno straniero, uno spettro senza alcun senso, brioni di forme in numero virtualmente infinito. In tamente, la filosofia ne ha da sempre formulata alcuna volontà, alcun essere: un altro da sé che lo pittura un artista, guidato dalla sua idea, intento a l’ipotesi, le è anche accaduto di affermarlo come spossessa di sé? comporre, a istituire del senso, avrebbe controllato un fatto: ma non si trattava che di pensiero; men-

e perfino cancellato questi infimi dettagli nel lavoro tre quest’evidenza s’inscrive ora nel seno di queste Traduzione dal francese di Marco Maggi. Segnali N. 4 12

Il Martin Luther King di Ava DuVernay a cinquant’anni dal Voting Rights Act Il durissimo mondo di Amelia di Nadia Venturini

elma di Ava DuVernay è un film eccellente, una Amelia Boynton (che a 103 anni definisce il film “fan- Leadership Conference), con cui compie scelte diffi- Slezione di storia non accademica, con una forte tastico”), esempio dell’attivismo politico delle donne cili, magari dopo un abbondante pasto con soul food risonanza politica a cinquant’anni dagli eventi e dal afroamericane, protagoniste talvolta dimenticate. e qualche scherzo fra vecchi amici. I giovani che gli conseguimento del Voting Rights Act (1965), messo I nomi dei personaggi e delle organizzazioni pos- contestano sia l’arrivo sul loro terreno organizzativo parzialmente in discussione dalla Corte Suprema in sono essere irrilevanti per molti spettatori italiani, a a Selma, sia alcune esitazioni e cambiamenti di stra- anni recenti perché ritenuto ormai superfluo, nella fronte dei momenti culminanti, le drammatiche mar- tegia, sono i ragazzi dello Sncc (Student Nonviolent presunzione che non vi siano più discriminazioni, ce su Edmund Pettus Bridge nel marzo 1965. Tuttavia Coordinating Committee) un gruppo interrazziale mentre ve ne sono solo di più ingegnose. Il film mo- uno dei punti di forza del film è dato dalla presenza sorto quattro anni prima: ideatori dei sit-in e dei viag- stra per la prima volta Martin gi per la libertà sugli autobus, Luther King come protagoni- venivano arrestati e subivano sta. Si potevano temere i peri- violenze atroci; il loro metodo coli insiti nel film: la possibili- L’unica certezza è che devi andare avanti di lavoro era stabilirsi nelle tà di una versione banalizzata, comunità per organizzarle, che contribuisse al processo di Federico Sacchi portarle all’alfabetizzazione per cui King è diventato un’i- e al voto. Pertanto lo snick cona nazionale, perdendo il hicago, 14 ottobre 1964. La radio annuncia più”. Le parole di Curtis sono chiare: non im- non accettava la strategia radicalismo del suo messag- Cche Martin Luther King è il vincitore del porta quale sia il colore della tua pelle, il cam- della Sclc di avviare proteste gio e del suo operato. Se da Premio Nobel per la pace. Nell’intervista che biamento sta arrivando, devi solo abbracciarlo. clamorose, che portavano sul una lato gli studiosi tentano segue, il reverendo afferma che non si tratta di “Non c’è posto per i peccatori senza speranza posto i media nazionali, ma di restituire verità storica a una premiazione alla singola persona, ma che a che farebbero male all’umanità intera solo per nel contempo attiravano vio- un uomo assassinato nel pie- ottenerla sono state tutte le nobili persone che salvarsi. Abbiate pietà di coloro le cui possibi- lenze perverse, soprattutto in no della vita, dilaga però una hanno lottato nel movimento per i diritti civili. lità diventano sempre più esili, perché non c’è casi come quello dello scerif- versione molto edulcorata Tra i milioni di afroamericani all’ascolto c’è il un posto in cui nascondersi dal trono del regno. fo Jim Clark. della sua figura, incentrata su ventiduenne autore di uno dei più grandi suc- Quindi tenetevi pronti, c’è un treno in arrivo”. Nei decenni successivi la “I have a dream”­ che lo con- cessi dell’estate, uscito a inizio giugno quando in Quando i nastri si fermano, un sorriso compare nonviolenza di King e anche sacra a essere uno dei padri Senato infuria la lotta per ostacolare l’avanzata sul volto di Curtis. dello Sncc, che spesso finiva- della patria. Anche un film del Civil Rights Act. Il 2 luglio il presidente Lin- People Get Ready esce proprio nei giorni in no per agire insieme come a come Selma contrasta questa don Johnson firma la legge che dichiara illegale cui inizia la protesta per il voto a Selma, nel feb- Selma, è stata erroneamen- tendenza stucchevole perché la segregazione razziale, la canzone è nella top braio del 1965. L’8 marzo, in seguito alla brutale te considerata una forma di sa essere efficace e non enco- 20 e entro la fine del mese si spingerà fino al de- repressione della polizia sul ponte di Edmund resistenza passiva, mentre al miastico concentrandosi su cimo posto della US top 40. Le due cose sono Pettus, il dottor King dichiara: “Io mi appello contrario era molto attiva, un episodio cardine delle sue strettamente legate. sia quando organizzava le battaglie e senza tralasciare alle donne e agli uomini di Dio che hanno cuore Keep on Pushing, questo il titolo, è l’incarna- e animo buono, neri, bianchi o di altro colore. comunità, sia quando creava l’asprezza della lotta nonvio- zione dello spirito del movimento per i diritti eventi di risonanza naziona- lenta. Se voi pensate che tutti gli uomini siano uguali civili. “Devo andare avanti, non posso smettere venite a Selma, unitevi a noi, unitevi alla mar- le. Qualcuno ha scritto che Una scelta esemplare, per- ora, perché ho la mia forza e non ha senso smet- si trattava di una strategia ché si tratta di una delle grandi cia contro l’ingiustizia e la disumanità”. A un tere di andare avanti. È possibile che un giorno appello può rispondere solo chi è pronto e la cinica, perché la battaglia battaglie per i diritti civili che raggiunga un obbiettivo ancora più alto, so che nonviolenta è costellata di ha conseguito il più prezioso gente, pur senza saperlo, vi era stata preparata posso farcela, con un po’ più di anima. Perché dal brano degli Impressions. Per usare una me- vittime: valutazione scorret- dei diritti, il voto, tutelato da ho la mia forza, e non ha senso smettere di anda- tafora biblica, Mayfield con la sua canzone ha ta, i cittadini e i militanti an- una legislazione che avrebbe re avanti”. È la prima volta che un cantante soul svolto la funzione del Battista aprendo la strada davano sulla linea del fron- messo fine ad arbitri e violen- di successo gioca a carte così scoperte. Ci aveva al cambiamento. Perché quando una musica ci te, ma era l’intolleranza dei ze con cui negli stati del Sud provato già Sam Cooke, con la sua A Change is bianchi a uccidere. Boynton veniva sistematicamente im- Gonna Come, ma mani omicide gli avevano im- piace iniziamo a battere il tempo e a canticchiare e solo alla fine ci rendiamo conto del significato disse che sul Pettus Bridge i pedito agli afroamericani di pedito di vedere quel cambiamento tanto atte- più compassionevoli furono i registrarsi per votare. In mol- so. L’annuncio ascoltato alla radio spinge Curtis del testo. Il 15 marzo il presidente Johnson par- la al Congresso e People Get Ready raggiunge il cavalli. Il film Selma ci ricor- te contee si trattava di metà o Mayfield ad andare oltre le sue stesse parole. da che le conquiste di libertà più dell’elettorato potenziale, Il 26 ottobre 1964 entra in studio con gli Im- quarto posto della classifica R&B. Nell’estate di quello stesso anno la canzone di raramente sono state prive di per cui il controllo ferreo sul- pressions, l’incredibile trio vocale di cui è il lea- sangue e dolore, anche negli Mayfield spopola anche nelle radio giamaicane. la registrazione elettorale era der. Sam Gooden e Fred Cash sanno che quella Stati Uniti. Irrilevante mi Qui gli Impressions sono vere celebrità: la loro cruciale per mantenere inal- canzone ha un significato speciale per Curtis e pare la polemica sul ruolo di influenza è così grande da far nascere decine di terati gli equilibri di potere lo sa anche Johnny Pate che, ispirato dalle pa- Johnson, che era sì un soste- gruppi vocali ispirati dalle loro armonie perfet- politico ed economico della role e dalla melodia scritte da Mayfield, ha com- nitore gradualista dei diritti te. Uno di questi si chiama Wailing Wailers e segregazione. Gli stratagem- posto uno dei più belli arrangiamenti della sua civili, ma sapeva bene che mi legali attuati dopo la fine carriera. Nel momento in cui i tre Impressions nel luglio del 1965, poco prima che venga ap- portare avanti la legge sul di- della ricostruzione nordista, iniziano a cantare, il tempo si ferma. “Tenetevi provato il Voting Right Act, Bob, Peter e Bunny ritto di voto al ritmo richie- al fine di rimettere i neri “al pronti, c’è un treno in arrivo. Non avete bisogno entrano nei leggendari Studio One per registra- sto dal movimento avrebbe loro posto”, erano ingegnosi e dei bagagli, dovete solo salire a bordo. Tutto ciò re un nuovo brano liberamente ispirato nella significato consegnare il crudeli. La scena iniziale mo- di cui avete bisogno è la fede per sentire i motori melodia alla canzone di Mayfield. Bob Marley, Sud ai repubblicani conser- stra Annie Lee Cooper che vibrare. Non avete bisogno del biglietto, dovete che all’epoca ha vent’anni, canta: “One Love, vatori. Così è stato, perché tenta di registrarsi e viene sot- solo ringraziare il Signore”. Con l’arrangiamen- One Heart, Let’s get together and feel all right”. la somma dei neri effettiva- toposta ad un trabocchetto, to vocale, alternando parti soliste e armonizzate, Come disse l’ambasciatore Andrew Young, uno mente votanti e dei bianchi reso possibile dall’arbitrarietà Mayfield esprime che l’individualità è un valore, dei protagonisti della marcia di Selma: “Diceva- integrazionisti raramente è assoluta concessa dal sistema ma nel momento in cui si pone al servizio del- mo che il nostro compito era di amare i nostri riuscita a essere maggioranza ai registrars, sulla base dell’in- la comunità la sua forza diventa esponenziale. nemici il più possibile. Solo così potevamo libe- ai vari livelli, locale, statale e dipendenza dei singoli stati in “Tenetevi pronti per il treno diretto al Giorda- rarci. Ed è più facile farlo con la musica che con federale. È però formidabile materia elettorale. Nel cuore no, che raccoglie passeggeri da costa a costa. La i sermoni. (…) Il fatto che la musica di Curtis sia rivedere il texano Johnson del Mississippi nel dopo- fede è la chiave, aprite le porte e salite a bordo, amata da tutti indica come sia riuscito a unifica- che, davanti al Congresso, guerra i veterani che avevano c’è speranza per tutti quelli che hanno amato di re la società intera”. annuncia la sua decisione di combattuto nel mondo per i valori della libertà americana promulgare il Voting Rights potevano trovarsi davanti un gruppo di uomini ar- di personalità politiche afroamericane indipendenti e Act con le parole “We Shall mati pronti a fermarli, come ha raccontato Medgar talvolta dissidenti. Non è messa in discussione la lea- Overcome”. Il film è così accurato sul piano storico Evers, uno degli eroi caduti sulla strada per la citta- dership di King, che però non appare tanto come un che sembra seguire i testi del grande studioso dei dinanza, ricordato in una conversazione fra King e predicatore, ma piuttosto come uno stratega capace diritti civili David Garrow. Tuttavia la regia è orche- strata con grande capacità (alla prima inquadratura

- Stati Uniti i suoi collaboratori. L’impianto corale, con una pic- di confrontarsi col presidente Lyndon Johnson, e poi cola folla di protagonisti (compresi i volontari bian- di mediare fra il presidente e i leader afroamericani di un ragazzo con madre e nonno si può riconoscere chi della marcia, fra cui alcune vittime della polizia (conservando una dimensione umana tormentata, Jimmy Lee Jackson, la vittima che suscitò l’indigna- o del Ku Klux Klan), segnala che King non era un stretto fra i dubbi sulle scelte rischiose del movimen- zione nazionale) e con un senso del dramma perfet- leader che decideva da solo, ma un uomo fra i suoi to e le minacce alla sua vita, costantemente seguito e tamente dosato. n pari nella lotta per la libertà. Segnala inoltre il ruolo intercettato dall’Fbi, con problemi coniugali con Co- [email protected] attivo della comunità nera di Selma, Alabama, dove retta). Il gruppo intimo dei suoi collaboratori è quel-

Segnali la presenza di King fu sollecitata da una leader locale, lo dei pastori e attivisti della Sclc (Southern Christian N. Venturini insegna storia dell’America del Nord all’Università di Torino N. 4 13

L’anarchica sessualità umana e le tempeste dei desideri attrattivi Non ci sono svergognati di Francesco Remotti

non mi riprenda Erissimaco, motteggiando sul li divise in due, ed è così che in ogni essere umano renza”. Per illuminare una variante abbiamo bisogno “Emio discorso, con l’idea che io alluda a Pausa- è stato instillato il desiderio profondo di ricostituire di far intervenire anche l’altra; e per illuminarle en- nia e ad Agatone; può essere, infatti, che anch’essi si- l’unità perduta: “Noi eravamo interi, ed è la tendenza trambe occorre concentrarsi sul fenomeno attrattivo ano di quelli, e abbiano entrambi maschia natura; io e la corsa verso la totalità che ha nome amore”. in genere e più specificamente sull’attrazione sessuale. però parlo in generale, di ogni uomo e di ogni donna, Quello di Aristofane è solo un mito, ma esso pre- Varrebbe forse la pena riprendere la visione della e dico che allora, veramente, la nostra stirpe divente- senta una visione e implicazioni tutt’altro che trascu- società sotto il profilo del concetto di attrazione e di rebbe felice, se noi ­riuscissimo a raggiungere il fine del rabili (non solo per Ulrichs e per Kertbeny, ma anche quello opposto di repulsione (da D’Holbach a Ca- nostro amore ritrovando ciascuno proprio il suo ama- per noi). Secondo questa visione, l’omosessualità, banis, da Spencer a Niceforo): la nostra stessa vita to e ritornando così alla sua antica natura”. Il discorso in entrambe le sue versioni (m/m e f/f), attiene alla quotidiana risulterebbe tutta innervata da linee di at- è pronunciato da Aristofane nel Simposio di Platone. natura umana, allo stesso titolo dell’eterosessualità. trazione, così come segnata dai solchi e dalle barriere C’è chi si dimostra perplesso di fronte al termine Inoltre, grazie a questo suo rilievo antropologico, se della repulsione. Il fenomeno dell’attrazione è una “omosessualità” per almeno due motivi. In primo luo- per un verso essa contribuisce a illuminare la natura specificazione della natura sociale dell’essere umano, go, il fatto di porre in evidenza la dimensione sessuale dell’eros umano, dall’altro riduce inevitabilmente lo ed essa si esprime in movimenti di avvicinamento tra comporterebbe una messa in ombra dell’aspetto af- spazio della procreazione: l’amore, negli esseri umani, i soggetti interessati, fino ad arrivare al contatto fisico fettivo ed erotico (vengono perciò avanzate proposte è qualcosa di assai più esteso dei processi riprodutti- e spirituale, e alla condivisione di spazi, beni, risor- alternative come, per esempio, omoerotismo e omo- vi. Con l’omosessualità si è infatti costretti a riflettere se, idee, valori, sentimenti, progetti di vita. Essendo il filia). In secondo luogo (sosteneva Michel Foucault) sull’attrazione erotica in sé, a prescindere dalle unioni sesso uno dei motori più potenti di attrazione, anche omosessualità sarebbe una categoria di carattere me- a scopo procreativo. Approfondendo il tema dell’at- l’attrazione sessuale rientra perfettamente nel quadro dico e psichiatrico, sorta quindi in un contesto votato trazione, Aristofane ci riporta infine alla dialettica del- della socialità umana; ma è come se desse luogo a una alla cura delle malattie e al controllo delle devianze. micro-socialità, molto più ridotta dal punto di visto Ovviamente i due motivi si saldano insieme confi- quantitativo, e decisamente più profonda e intensa dal gurando l’idea di una patologia di natura sessuale. Il punto di vista qualitativo: è un concentrato di sociali- termine “omosessualità” è stato inventato però in una tà quale si esprime di norma nell’intimità. In un suo prospettiva ben diversa. Il letterato ungherese Ka- libro recente François Jullien ha posto in luce come roly Maria Kertbeny in una lettera al giurista tedesco nell’intimità si raggiunga il massimo della privatezza Karl Heinrich Ulrichs del 1868 e poi in un opusco- e il massimo della condivisione (Sull’intimità, Corti- lo del 1869 (Gladius Furens.(Spada furente). L’amore na, 2014). Potremmo aggiungere che, ambiguamen- sessuale tra uomini come enigma della natura, Croce te, l’intimità è il massimo della sicurezza, come luogo Libreria, 2002) coniò per primo in tedesco i termini di rifugio, ma è pure luogo di massimo rischio per le homosexual, heterosexual, Homosexualität, al fine di persone che, attraendosi fisicamente e spiritualmente, descrivere un comportamento sessuale di cui si inten- si avvicinano per lo più disarmate e senza maschere. deva rivendicare la liceità e in qualche modo l’auto- Ciò che nell’intimità rischiosamente si condivide è nomia. Sia per Ulrichs, sia per Kertbeny lo stato non il desiderio profondo della condivisione, quale nasce ha da introdursi con le sue leggi e con il suo appara- (secondo la teoria platonica del Simposio) dal bisogno to repressivo nella sfera intima della sessualità delle dell’altro sé, dalla mancanza (penìa), dalla perdita, persone e inoltre occorre riconoscere che la sessualità le somiglianze e delle differenze. In che cosa infatti le dall’incompletezza del proprio essere. C’è chi imma- può assumere direzioni diverse. In particolare, con attrazioni omosessuali si distinguono da quelle etero- gina questo altro sé come sessualmente altro, diverso, una scelta epistemologica innovativa, Kertbeny inse- sessuali? Entrambi i tipi di attrazione sono un tenta- e l’amore consisterà allora nella “capacità di avvertire risce l’omosessualità in un quadro più vasto. Il sog- tivo di ricongiungimento con la parte “perduta” del il simile nel dissimile” (Theodor W. Adorno, Minima getto può infatti rivolgere il proprio impulso sessuale nostro essere; ma, mentre l’attrazione eterosessuale moralia, Einaudi, 1979); c’è chi desidera invece que- verso se stesso (mono-sessualità); può invece superare (m/f) ha a che fare con la differenza tra i sessi, nel- sto altro sé come sessualmente simile, più vicino, e i confini del proprio “io” e rivolgere l’impulso sessua- le attrazioni omosessuali (m/m o f/f) i soggetti ricer- l’amore consisterà allora nel sollecitare il dissimile nel le a un altro essere umano, ma del suo stesso sesso cano “ciò che è simile a loro”: il maschio il maschio, simile. L’attrazione in generale si nutre tanto del simi- (omo-sessualità); può rivolgere il suo impulso sessuale la femmina la femmina. Nel discorso di Aristofane, le, quanto del dissimile (perfino dell’opposto, talvolta a un altro essere umano, ma di sesso opposto (etero- l’omosessualità diventa perciò una dimostrazione persino dell’opposto che viene rifiutato): sia il simile, sessualità); può infine rivolgere il suo impulso sessuale lampante di ciò che in tutta l’antichità, a cominciare sia il dissimile hanno buone ragioni per attrarre (o an- a esseri di altre specie, al di là dei confini dell’umanità quanto meno da Omero, si andava asserendo, ovvero che per farsi respingere). Ciò che si determina è un (è la figura dell’Heterogen). che “il simile ama il simile”, “il simile attrae il simile”. groviglio di attrazioni possibili, con dosaggi e combi- Come si vede, in questo quadro di possibilità, ca- Aristofane sembra avere buon gioco a sfruttare la tesi nazioni diverse di somiglianze e di differenze. È plau- ratterizzato da gradi diversi di lontananza e di diffe- così diffusa dell’attrazione del simile per sottrarre l’o- sibile dunque che nelle tempeste dei desideri attrattivi renze dal soggetto, l’omosessualità designa una preci- mosessualità a una considerazione di anormalità o di generati dalla sessualità umana (tra le più anarchiche sa direzione dell’impulso sessuale, dove le differenze perversione. ed esplosive) affiorino esigenze di direzione, persino di ordine individuale o personale si combinano con Se ci si fermasse qui, il rischio sarebbe però quello di ordine, e che il dimorfismo sessuale possa essere l’appartenenza allo stesso sesso. In un rapporto omo- di ribaltare la situazione: si spiegherebbe l’omosessua- sfruttato, da parte dei soggetti, come fornitore di cri- sessuale, i soggetti coinvolti possono sì differenziarsi lità e si oscurerebbe l’eterosessualità; l’omosessualità teri di orientamento e di inclinazione: la somiglianza per un molteplicità di motivi (a cominciare dal fatto di diventerebbe la norma e l’eterosessualità un’ anoma- di individui appartenenti allo stesso sesso oppure, in- essere due corpi distinti), ma rispetto ai soggetti di un lia. Non per niente, in un altro dialogo platonico (il Li- vece, la differenza di individui di altro sesso potrebbe- rapporto eterosessuale manifestano una somiglianza side) Socrate si diverte a mettere in luce la plausibilità ro fungere da segnali che indicano la direzione o da in più, quella determinata dall’identità del loro ses- della tesi opposta: siamo proprio sicuri che “il simile argini che incanalano (sia pure alla grossa e in termini so. “Omo-sessuale” significa “medesimo sesso”. Ma è sempre amico del simile” o non è piuttosto vera la generali) le spinte attrattive. homos in greco è anche, e in primo luogo, “simile”. tesi opposta, ossia che “ogni cosa desidera il suo con- Poi, beninteso, ci sarebbe da riflettere su come le Non è dunque una forzatura indebita quella di co- trario”? Nel Simposio Aristofane non aveva alcuna società lavorino su questi segnali e su questi canali, gliere in “omo”-sessualità la “somiglianza” dovuta al intenzione di rovesciare il rapporto tra omosessualità con la loro modellistica di genere e con i loro tabù fatto di “condividere” lo stesso sesso. La somiglianza e eterosessualità: il suo intento era quello di conferire sessuali: le scienze sociali e storiche hanno scritto è un fatto di condivisione: condividere le “stesse” cose dignità di “esseri umani” agli omosessuali contro co- moltissimo su questi temi, spingendosi talvolta a (aspetti, qualità, attributi, ruoli) fa sì che due individui loro che “a torto” li giudicavano degli “svergognati”, elaborare un costruttivismo sociale delle attrazioni. distinti risultino “simili” tra loro. Forse è per questo ed era riuscito nel suo intento esattamente facendo Contro le teorie di un costruttivismo siffatto, la resi- che il greco homos significa sia “simile”, sia “stesso” e leva sull’amore per il “simile”. Secondo Patrick Tort, lienza dell’omosessualità nei contesti in cui non solo “medesimo”: homos-“simile” è l’effetto della condivi- Aristofane è stato in grado di dimostrare che l’attra- viene repressa, ma neppure prevista (emblematico il sione di tratti comuni o identici (homos-“medesimo”), zione omosessuale è “altrettanto naturale e almeno caso di Caterina studiato da Marzio Barbagli, Storia quelli che potremmo chiamare “fattori di somiglian- altrettanto forte dell’attrazione che si prova per l’altro di Caterina, che per ott’anni vestì abiti da uomo, Il za”. sesso” (La raison classificatoire, Aubier, 1989). Questa Mulino, 2014; cfr “L’Indice”, 2014, n. 5), ci dovreb- Ulrichs non sbagliava affatto nel vedere nel Simpo- notazione è importante, in quanto consente di riequi- be però indurre a ipotizzare un livello pre-categoriale sio di Platone, e in particolare nell’intervento di Ari- librare il rapporto tra i due tipi di attrazione e per- (pre-culturale), rispetto a cui collocare le spinte at- stofane, in gran parte dedicato all’amore omosessuale, tanto induce a fare nostra la tesi esposta nel 1914 da trattive, forse persino quando tendono a dividersi

una preziosa fonte di ispirazione. Come si ricorderà, il Sigmund Freud, secondo cui occorre trattare insieme tra attrazioni etero- e attrazioni omo-sessuali. Che - Sessualità mito di Aristofane-Platone ci racconta che l’umanità i fenomeni dell’eterosessualità e dell’omosessualità, cosa poi le società facciano di tutto ciò (riconoscere, alle origini era fatta di “tre generi, non due come sono visto che “anche l’interesse” per l’altro sesso costitu- esaltare, valorizzare, limitare, reprimere, cancellare) ora”. Si trattava di esseri doppi, due metà unite insie- isce “un problema che ha bisogno di essere chiarito” è inevitabilmente un discorso successivo. n me: il primo, generato dal sole, era fatto di due metà (Opere IV, Bollati Boringhieri, 1970). L’attrazione per [email protected] maschili (m/m); il secondo, generato dalla terra, di lo stesso sesso e l’attrazione per l’altro sesso non sono due metà femminili (f/f); il terzo, generato dalla luna, che varianti dell’attrazione sessuale: nell’una gioca il F. Remotti insegna antropologia culturale di una metà maschile e di una femminile (m/f). Zeus criterio “somiglianza”, nella seconda il criterio “diffe- all’Università di Torino Segnali N. 4 14

Indagini letterarie, fantasiose e commoventi sui segreti delle nuove urbanità Precariato in Wonderland di Franco Pezzini

he il cielo della letteratura sia solca- (il lettore subalpino può avvicinarla insom- Cto dagli Uno (Unidentified Narrative ma con lo stesso sapore di perturbante che Objects, come li definiscono con ironia da avvertono i non torinesi); una mappa che laboratorio i Wu Ming) non rappresen- lascia anzi decifrare (come, qualcuno fanta- ta in sé un fatto nuovo. A prescindere da stica, quella di Piri Reis) i profili di terre na- ogni meticciato tra generi (frutto essi stessi, scosti dai ghiacci del quotidiano. E attraver- lo sappiamo, di etichette di comodo) è da so tutti questi motivi ma insieme per il suo sempre che testi di imbarazzante collocazio- respiro e intensità, Diario di zona finisce con ne formale ampliano i confini del letterario: il rappresentare anche un grande romanzo inchieste o memoriali che diventano roman- urbano. zi, saggi brevi modellati in novelle, e così Dove troviamo di tutto. Dall’incontro via. Ciò che piuttosto pare nuovo è il tipo inatteso con la nipote di Che Guevara alla di attenzione a questi oggetti alieni e al dato memoria di Salgari, dal meteorite custodito stesso di un’irriducibilità agli schemi, spes- come un Palladio nel ventre di una collina so in rapporto con forme di resistenza etica sul Po agli scambi di battute con un vecchio e politica. E non stupisce che ora gli Uno mafioso, dalle battaglie ideali su scuola pub- assurgano a oggetto specifico di una nuova blica e no-Tav allo strapotere cittadino di collana, “Quinto Tipo” (di incontri ravvici- una squadra di calcio legata (guarda caso) nati, a continuare ironicamente la metafora a una grande azienda automobilistica. Chia- ufologica) diretta da Wu Ming 1 per le ro- rella lavora sodo ma intanto ascolta, parla, mane Edizioni Alegre. assembla un memoriale che contro ogni Edizioni che già in passato, va detto, ne pregiudizio (che sarà mai, la vita di un let- avevano offerto esempi significativi: uno turista) incalza invece il lettore pagina dopo tra tutti quell’Amianto. Una storia operaia pagina. di Alberto Prunetti riproposto da Alegre Muovendosi in bicicletta, con un libro nel 2014 in versione arricchita (prefazione per i tempi morti e un’ideale e ricchissi- di Valerio Evangelisti, postfazione di Wu ma colonna sonora nella testa e nella voce Ming 1 e Girolamo De Michele, pp. 192, € (dove letture e musica costituiscono un 14) dopo la prima edizione per Agenzia X, vero e proprio contrappunto alle avventu- 2012 (cfr. “L’indice”, 2013, n. 2). Un gran- re quotidiane), Chiarella costruisce così il de libro che salda con incredibile equilibrio resoconto di un’esplorazione nel profondo (vivacità, commozione, ironia) la memoria di quei visceri spaziali e sociali che tanto personale e familiare, l’inchiesta sul lavoro, rivelano di una comunità. Scopre una cit- la saga operaia e il romanzo (quasi) pica- tà dalle porte sempre più chiuse (sospetto, resco, restituendo voce a un intero popolo ostilità, tanta paura), ma anche improvvise di lavoratori dell’acciaio in un’Italia che affastella tato, avvilente, deumanizzante) e inchiesta sociale resistenze di calore umano, specie dei più anziani; leggi sull’Ilva e pratiche sui morti d’amianto. Per sulla vita dietro i muri dei palazzi, occhieggianti di scopre miopie e memorie, a volte intenerite o stra- importanza civile, qualità e onestà di narrazione, una popolazione in sindrome da assedio; che è al- ziate, mentre latita la speranza; scopre rabbie cova- Una storia operaia di Prunetti è sicuramente uno bum fotografico (per l’intensità delle inquadrature te, a volte grette di razzismo più o meno esplicito, dei grandi libri italiani degli ultimi anni. in cui ferma bozzetti, istanti di vita urbana, emozio- ma altrove mosse da indignazioni più alte. Ci sono I temi del lavoro e della denuncia sociale sposati a ni e moti di viscere) e impagabile studio linguisti- i ricchi, certo, magari arroccati in vere e proprie una convincente cifra narrativa riemergono ora nel co, con tanto di rese grafiche della Babele di idiomi case-fortezze; ma soprattutto sacche diversificate e primo titolo di “Quinto tipo”, Diario di zona di Lu- neppure più semplicemente riconducibili a varianti diffuse di povertà (economica, culturale, affettiva) igi Chiarella in arte Yamunin (2014, pp. 319, € 16). dialettali. Che è, ancora, un’incredibile mappa di tra edifici nati male o male conservati, caseggiati in L’epoca sono i primi anni dieci: Chiarella, uomo di una città ignota ai suoi abitanti, in obliquo rispec- semiabbandono, aree lasciate a se stesse. A mappa- teatro, calabrese da anni immigrato in una Torino chiarsi in altre infinite città invisibili di tutta Italia re a quel punto una diversa toponomastica, che sta imparando a conoscere (nel bene e Chiarella prende però ad annotare i nomi nel male), si trova all’improvviso senza lavo- dei partigiani caduti disseminati sulle lapidi ro. Inizia così, nell’impennare dell’ansia, una lungo le strade: ricordi che riportano ai fon- raffica di vani tentativi di collocarsi e, dopo damenti di qualche vita civile, contro ogni molto peregrinare, l’uomo deve infine ac- vieta retorica o strumentalizzazione. cettare un impiego precario da letturista dei Diario di zona, dunque, perché “zone” contatori dell’acqua. L’esperienza è all’inizio sono le porzioni numerate della città bat- traumatica: suonando i campanelli riscontra tute dai letturisti; ma il termine richiama (come temeva, ma non a tal punto) più so- anche, in senso meno tecnico, brandelli di spettosa ostilità che collaborazione, e tutto un corpo urbano senza riferimento a un un codazzo di reazioni sociali frutto in parte centro. È infatti periferia dove vedi le cose della “nuova” crisi, in parte legati a problemi da un punto di vista marginale rispetto alla più antichi, specifici o meno di Torino. città in bella mostra, quella dei lustrini e dei Di fronte a un lavoro quotidiano che im- manifesti arguti coi giochi di parole, della patta su di lui in modo tanto pesante, Chia- iniziative-vetrina e dei grattacieli puntati rella reagisce però con gli strumenti che gli tra amministrazioni e banche. È periferia la sono propri: e inizia a raccontare sul blog stragrande maggioranza della città, e persi- Satyrikon le avventure delle proprie giornate no il centro colto da certe angolature, come in una Wonderland urbana tra pulsantiere e sottoterra, negli infernotti o comunque “da cantine, androni e pozzetti. Riproducendo sotto”, in tutti i sensi possibili. Grattando dialoghi, ricostruendo situazioni, rievocan- appunto sotto la superficie, scavando sotto do sensazioni e sentimenti degli interlocu- l’immagine di figura e in qualche modo far- tori e naturalmente propri: dove lo stile del locca (non foss’altro per lo scarto percen- resoconto risente certo della sua vocazione teatrale (scambi verbali straordinari, un’at- tuale tra chi la incarna e il resto della popo- tenzione vivida alla mimica e al senso com- lazione) Chiarella riflette e fa riflettere tra plessivo della scena, grande fluidità negli rabbia, commozione e ironia sulle urgenze stacchi da un incontro all’altro) ma con l’as- di una convivenza (presunta) civile. E dal soluta autenticità di un’esperienza umana. suo punto di vista periferico (il lavoro preca- rio, faticoso e avvilente, destinato oltretutto

- Letterature Tale materiale è oggi riproposto, coordina- to e rivisto, nel volume per Alegre: qualcosa a un’amara e grottesca conclusione) conse- che non rappresenta semplicemente un’i- gna un romanzo che va ben oltre il semplice bridazione sperimentale di generi narrativi, cahier de doléances o uno specifico torinese, ma quel tipo di esplosione di forme note che e meriterebbe un attento ascolto. n genera energia narrativa. Chiarella offre così [email protected] un testo che è insieme memoria dal ventre

Segnali buio del lavoro in Italia (tanto spesso sfrut- F. Pezzini è saggista e redattore giuridico N. 4 15 Primo piano fa nei libri o nei film, come una dopo la carcerazione, per quattro di aver ordinato sistematicamente La frontiera porosa tra invenzione e realtà specie di indicatore sociologico o cinque anni, è stato la persona la tortura con l’elettroshock. Lui (“Fa l’architetto”, “fa l’avvocato”, più importante nella vita dei suoi aveva risposto una cosa così bru- Intervista a Emmanuel Carrère di Vincenzo Latronico è solo un modo di dare un’idea del protagonisti. Che mentre ci strin- talmente onesta da risultare atroce: livello sociale, dei redditi, del tipo geva amicizia, in cuor suo sperava “Beh, in fondo due scossette non el Regno, a un certo punto lei rare qualche cosa ed essere consa- di vita). In questo caso era crucia- che fossero uccisi. Questo lo ha hanno mai ucciso nessuno! Me le Nparla della proposta di Calip- pevoli del valore di ciò che stanno le dire cosa facevano esattamente, distrutto, forse non in termini mo- sono fatte dare anche io per capire so: la ninfa offre a Ulisse una vita imparando. Negli ultimi anni mi perché si appassionavano a ciò che rali, ma di certo in termini emotivi, l’effetto e vi garantisco che non è eterna da passare in spiaggia a sono reso conto che la pedagogia, facevano, e quindi l’ho dovuto ca- relazionali. Penso che il suo senso poi così terribile”. Non capiva che scopare. Ulisse rifiuta perché l’im- che non passa per una virtù lettera- pire anche io. È stato difficile, ma di colpa spieghi la parte della sua il cuore della tortura è che non mortalità non esiste e sceglie qual- ria delle più nobili, è una cosa che non è una difficoltà letteraria pro- carriera che ha seguito A sangue sappiamo quando finirà e che non cosa di vero e imperfetto anziché mi interessa molto, e che mi piace fonda, ontologica. È una difficoltà freddo, che è stata un fallimento dipende da noi. Anche nella specie qualcosa di splendido che non è di fare, e che credo di fare piuttosto tecnica, e l’ho adorata. Sono brani terribile. Anche se ha scritto bei di genere letterario che pratico il questo mondo. Si potrebbe avere bene. che devi riscrivere dieci volte per reportage, nel complesso gli anni problema è questo. non sacrificare la precisione. Se mi da allora alla sua morte sono una la sensazione che stesse parlando Ad esempio, a un certo punto in Lo ha affrontato spesso. della sua scelta, a partire da L’av- Limonov parlo di Anna Achmato- legge un giurista deve poterlo ap- specie di naufragio. provare. Però il lettore che non è Su cinque libri che ho scritto con versario, di abbandonare il roman- va. Io so bene chi è, alcuni dei miei E come si evita il naufragio? giurista, persino quello che a priori questo registro ho conosciuto una zo per scrivere solo della realtà. lettori anche: ma non voglio che la se ne frega, deve arrivare ad appas- La questione è sempre nella fra- grande varietà di fattispecie, non Non ci avevo pensato! Però in mia scrittura si risolva in una chiac- sionarsi. Ho provato una specie di se “Tutta la verità, nient’altro che dirò tutto il ventaglio ma di sicuro effetti sì, solo con L’avversario ho chierata fra gente che sa chi è Anna fierezza nel farlo, a fare 40-50 pa- la verità”. Sono due parti diverse. una buona parte delle possibilità avuto la sensazione di trovare la Achmatova. Eppure è difficile, per- gine sul diritto rendendole interes- Tutta la verità, no. Ma nient’altro in materia. Il caso più estremo è mia voce. Fra i libri che ho scritto ché non ho voglia di fare note a piè santi da leggere. Ho scoperto che che la verità, in effetti, sì. Nei miei La mia vita come un romanzo rus- prima ce ne sono in cui mi trovo di pagina o boxini di spiegazione questa era una cosa che mi piaceva libri non ci sono cose inventate, ma so, che è anche l’unico mio libro bene, La settimana bianca e I baf- (è anche una questione di eleganza fare. È divulgazione, ma la divulga- neppure fuorvianti, e penso che davvero autobiografico, negli altri fi sono dei bei romanzi brevi, mi letteraria) e quindi devo far passare zione è una grande sfida letteraria. l’importante sia questo. Quando si sono solo un narratore o testimo- piacciono. Però ho la sensazione nel libro abbastanza informazioni C’entra anche un’altra cosa. Voglio scrive di sé si è padroni di ciò che ne, un testimone molto presente, che fosse una specie di adolescen- perché il lettore abbia la sensazio- che leggere i miei libri sia utile, che si fa. Tutto quello che puoi dire di ma non sono libri su di me. Non za di scrittore. La maturità per me ne di aver sempre saputo a grandi serva a saperne di più su argomenti te stesso non è poi così problema- rimpiango di averlo scritto, ma è venuta con l’uso della prima per- linee chi era Anna Achmatova. su cui vale la pena saperne di più. tico. La gente dice di me, ah, che non vorrei riscrivere un libro così. sona. audacia, sputtanarsi così. Cos’è, Mi sono sempre dato come regola Questo sforzo pare visibilissi- Avere le idee più chiare sul Nuovo E questo ha corrisposto a un Testamento non è solo interessante, perché dico che mi masturbo? di non fare male al prossimo scri- mo in Vite che non sono la mia: Non è complicato, e comunque vendo un libro. Ci credo molto, abbandono della forma-romanzo c’è tutto un pezzo molto lungo che ma anche utile per la propria vita. in virtù, diciamo, di una specie di ho sempre sentito che queste de- ma in quel caso l’ho trasgredita. spiega in grande dettaglio il fun- Questo è anche un impegno mo- ricerca della verità? bolezze umane, queste cose che Ho superato un limite che non an- zionamento delle pregiudiziali alla rale. E il rischio per chi trasgredi- non giovano al mio amor proprio dava superato. Eppure l’ho fatto Diciamo che per me corrispon- Corte di giustizia europea. sce, qual è? Fare la fine di Capote? – beh, scriverle fa bene, a te stes- e credo di aver fatto bene. Non è de all’abbandono della finzione, È strano, è proprio scrivendo La storia di Capote è terribile. so ma anche al lettore che si dice stato catastrofico, ad ogni modo, ma non significa che non sento che quel brano che ho scoperto questo Sono convinto che A sangue freddo “Beh, allora succede anche a lui!” però è stata una scelta pericolosa sia una strada per raggiungere la mio interesse per la pedagogia. A gli abbia portato da una parte una Il problema è quando scriviamo e moralmente dubbia. È anche verità. Non credo che la finzione priori tutta la questione giuridica gloria immensa e giustificata (è un degli altri. Mi viene in mente una per questo che nel libro seguente, sia dalla parte del falso, dell’impo- non mi interessava affatto. Però capolavoro) ma che lo abbia anche cosa. Dopo la guerra d’Algeria, in Vite che non sono la mia, ho voluto stura, assolutamente no. Se mi fos- non volevo trattare il lavoro dei distrutto. Da quel libro ha cancel- Francia, il generale Massu, un ge- fare il contrario. È un libro fatto in se dato qualcosa che somiglia a un miei protagonisti come spesso si lato una cosa enorme: il fatto che nerale dei parà, è stato accusato completo accordo con le persone romanzo lo accoglierei con grande di cui parla, ho persino accettato di gioia, senza imbarazzo ideologico. cambiarlo in base ai loro pareri. Il Il romanzo è morto? Ma figuria- mio editore mi ha detto: “Sei fuori moci, io adoro i romanzi. Se non di testa, non ne resterà una riga del ne faccio non è perché non voglio, A scuola di immaginazione tuo libro”, e invece no. Il momento ma perché non posso. Poi chiaria- più toccante nella scrittura è stato moci, non è che lo rimpiango. Con di Emiliano Rubens Urciuoli quando i suoi protagonisti lo han- la prima persona ho sentito di aver no letto e hanno potuto modificare avuto accesso a una voce autentica, mmettiamo che Luca, come Proust, abbia per Carrère, invece, quasi un imperativo eretico: i loro ritratti. Lo hanno fatto con è stata una vittoria. Che poi in let- scritto il suo libro a letto. Scopriamo allora “Riguardo ai due anni trascorsi da Paolo a Cesarea, grande delicatezza. teratura è una distinzione sfumata, “A sparsi sulla sua trapunta innanzitutto la Bibbia dei non ho niente. Nessuna fonte. Posso, e al tempo fiction, non-fiction. Al cinema c’è Ha parlato di “registro”, poi di Settanta, poi il racconto di Marco che Luca ha co- stesso devo, inventare”. L’invenzione è tanto più un criterio chiaro: in un caso si ha “specie di genere letterario”. Ma piato di sua mano, infine la raccolta, anche questa storiograficamente feconda quando più è matrice a che fare con persone, nell’altro che genere letterario è, esattamen- copiata di sua mano, dei discorsi di Gesù che gli di domande altrimenti impensate; interrogativi che con attori che le incarnano. In let- te? non partono più dal punto di interruzione delle teratura la frontiera è porosa. Ad ha fatto conoscere Filippo a Cesarea… La Bibbia dei Settanta, Marco e Q: sono questi i tre testi di fonti, ma da quello più avanzato di sutura tra quel Non so. Per questo evito indi- esempio, nel caso di un libro come cazioni specifiche. In fondo i miei Il regno non mi pongo neanche più riferimento di Luca, ai quali penso vada aggiunto silenzio e un intervenuto scatto di immaginazione. Flavio Giuseppe”. La scena annienta ogni velleità Umanizzare l’individuo antico. Con i giudei e i libri sono scritti come romanzi, la domanda sul suo statuto. Ovvio, usano tutte le tecniche dei roman- di stendere un rendiconto analitico e critico sulle romani del I secolo non condividiamo solo tutte le c’è per forza una parte di finzione, zi, solo che il patto di lettura non fonti di Emmanuel Carrère. Non solo perché quel- prestazioni cognitive di base e una parte di quelle perché ci sono tante cose che non è quello della finzione. Anche la la dello storico che fa le pulci allo scrittore di un morali, ma anche molti principi inibitori e disini- sappiamo, tanti vuoti da riempire. responsabilità è diversa. Non so romanzo storico è una pratica corporativa tristissi- bitori di condotte e molte situazioni di potere in bene, perché non sono neanche Le interpretazioni dei silenzi ma, ma perché Carrère ha lavorato come Luca: la cui si attivano. I primi seguaci di Gesù non sono del Vangelo, tutta la ricostruzione davvero scritti autobiografici. E sua principale risorsa è l’immaginazione, accompa- né marziani né eroi della fede né fanatici del re- quindi dico “una specie di gene- della figura di Luca. Ma è strano: gnata all’eccellente abilità, compositiva e selettiva, gno. Paolo di Tarso reagirebbe allo stesso modo è una finzione che non sembra ap- re”, “un registro”. Eppure non mi di scrittore. La trama narrativa di Carrère è pun- di un intellettuale odierno, se sottoposto agli stessi pare di aver inventato niente. partenere al genere della finzione. teggiata di enunciati storiograficamente indicibili stimoli da parte di seguaci gerarchicamente infe- Beh, non fino in fondo. C’è una come questo: “la seconda scuola è più numerosa, riori: a Paolo “non piace sentirsi raccontar storie Ci sono scrittori di oggi che sen- parte di invenzione, ma il regime ma io seguo la prima perché altrimenti l’Apocalis- che non conosce, e ancor meno sentirsi dire (…) te particolarmente vicini? del libro è di stare con me nel lavo- se uscirebbe dal quadro temporale del mio libro, e che quelle storie escono direttamente dalla bocca Di sicuro Annie Ernaux. Il suo ro d’inchiesta, e quello non è una non potrei parlarne come desidero”. Lo scrittore di Gesù Cristo, Lui non ha tempo da perdere con è un caso interessante. Lei non fa finzione. A volte dico che non so lo dichiara e ne ha il diritto. Lo storico del mondo quegli aneddoti di vita contadina (…) Sarebbe autofiction, perché la finzione non cosa è successo, che sto provando antico, deposta la tentazione di infierire, che cosa come cercare di catturare l’interesse di Immanuel c’entra. I suoi sono libri su di lei, a immaginare un’azione di Luca, e ha da imparare da Carrère? Kant leggendogli La capra del signor Seguin”. sulla sua famiglia. Lei viene non cioè faccio un lavoro di invenzione, Spiazzare. Carrère imbocca la strada dello stra- De-familiarizzare le ideologie. Da un lato, pro- dal proletariato ma diciamo dal ma non per questo ci troviamo nel- niamento, degli sguardi in macchina, del making clamando che gli ultimi saranno i primi, Gesù e mondo dominato, e tutta la sua la finzione. Il luogo da cui si parla of: né l’indigenismo estremo di Yourcenar né l’a- i suoi seguaci non criticano affatto “l’idea una- opera parla di questo: il tentativo è il luogo reale della mia inchiesta. nalogismo sistematico di Pasolini. Siamo proprio nimemente accettata”, ai suoi tempi come ai no- di scrivere dell’esperienza di chi Questo è sempre sottolineato sicuri di comprendere e raccontare meglio il con- stri, “che sia meglio stare in altro che in basso”. non ha la parola per scrivere, di con grande chiarezza e scrupolo. flitto tra Paolo e gli emissari di Giacomo se li la- Dall’altro, però, il ricco che loro odiano non è lo chi non ha accesso al discorso do- L’impressione del lettore è che sciamo immersi nell’“acqua madre dei fatti (loro) stesso cui anche noi vorremmo negare il regno. minante. Ecco, Annie Ernaux l’ha questo sia uno scrupolo morale. contemporanei”, invece di descriverli alludendo, Questi due ricchi in comune hanno solo il nome. trovata, la voce. Il suo Gli anni è uno dei grandi libri della letteratu- Lo è! E ha anche a che fare con con duttilità impertinente, all’economia dei rap- Gesù include tra le ricchezze, che sono ostacoli e porti tra Trockij e il Politburo di Stalin? dunque handicap: “la virtù, la sapienza, il merito, ra francese. È una specie di auto- la pedagogia. Mi sembra importan- biografia senza più prima persona, te che il lettore sappia cosa stiamo Immaginare. Che cosa deve fare lo storico quan- l’orgoglio per il lavoro ben fatto”. Non si entra nel do non è assistito dalle fonti? Fermarsi, liberare regno né per merito né per giustizia né per intelli- è una cosa nuovissima, le viene facendo – quando gli dico cose su così naturale che non ti accorgi di cui gli storici sono d’accordo, o domande, disseminare ipotesi ricche di condizio- genza. La parabola del figliol prodigo ci dovrebbe quanto è innovativo. n invece quando azzardo ipotesi che nali è quanto il suo habitus professionale gli per- ripugnare. Nauseandoci, afferriamo meglio Gesù sono solo mie. Ho tutto il diritto di mette di fare. Immaginare usando l’indicativo è e il suo regno. [email protected] farlo, ma lo devo dire. Il libro deve essere utile, i lettori devono impa- V. Latronico è scrittore N. 4 16 Libro del mese co: “La gente normale, vede grafici che interrompono Tra epopea contemporanea / usa i soldi solo per com- la narrazione, e noi lettori prare. / Ma chi come noi ha prendiamo il respiro, e rin- e tragedia antica una banca / usa i soldi / per graziamo quelle linee che comprare soldi / per ven- spezzano la pagina, dove di Doriana Legge dere soldi ... ed è con tutto inciampa la lettura, quelle questo / che noi / mi creda pause di semiminima che / mandiamo avanti il forno. Massini ci concede per ri- Stefano Massini nocente adattamento al territorio, / Mayer sorride. Emanuel prendere fiato. quel nome “Heyum” che si ameri- fa lo stesso. / Come due Le dimensioni ciclopiche Lehman trilogy canizza in “Henry”. Segna l’inizio fornai / che a un tratto / dello scritto (più di trecen- pp. X-334, € 17,50, del vortice, che scuoterà le fon- non sanno / cos’è il pane”. to pagine) sono necessarie Einaudi, Torino 2014 damenta ebraiche della famiglia. Il terreno frana sotto i piedi per indagare la grandiosi- Henry (la testa) di lì a poco aprirà dei capostipiti, è compiuta la tà e il destino di tutta una a storia che Massini racconta un piccolo emporio di tessuti, ad lacerazione fra due tensioni collettività partendo dalla Lnella Lehman Trilogy è quella affiancarlo i due fratelli Emanuel opposte, un filo teso che si memoria individuale. Que- dell’ascesa economica e del dram- (il braccio) e Mayer (la patata). spezza sotto la lancia del ca- sto prosimetro, che alterna matico tracollo della Lehman Bro- Dipingono l’insegna Lehman Bro- pitalismo. È il passaggio di poesia, dialoghi e tratteg- thers. Eppure la trama è solo un thers, scritta gialla su fondo nero, testimone. gi, descrive la complessità pretesto, un tranello inflitto a chi incorniciata. Il marchio è il sotto- La narrazione è scandita dietro la vicenda dei Lehman ci dell’oggi usando tutte le legge con la presunzione della per- testo dell’ascesa, dal commercio dalle incidenze degli eventi fune- sono anche le nostre impronte. È forme possibili. Nella maestria sona informata sui fatti. di cotone fino alla co- bri, che si ripetono in un refrain una storia scomoda, quella di una con cui padroneggia il linguaggio Bastano poche righe struzione del tracotante intermittente, ognuna a segnare il famiglia che prospera attraverso Massini dimostra di essere un po- e l’autore svela subito impero finanziario. Ma passo che avvicina i Lehman verso quello che la società chiede. Non eta del nostro tempo che si col- come il fuoco sia altro- il capitalismo ameri- la nuova fede, il nuovo integrali- indirizzandola, ma solo assecon- loca in una posizione privilegiata ve. 11 settembre 1844, cano è ancora un pre- smo capitalistico. Il cortocircuito dando e accelerandone i mecca- per indagare l’esistenza di ognu- il primo dei Lehman, testo della trama, o un fra la tradizione ebraica e i ritmi nismi. È bene ricordarlo, Lehman no attraverso una grande epopea Henry, sbarca in Ame- comprimario. Massini del mondo globalizzato esploderà Brothers è stata la banca che ha familiare. L’autore decide di so- rica per stabilirsi a evita qualsiasi giudizio alla morte di Philip. Se per i riti fu- finanziato tutto il nostro modo di spendere la narrazione quando ­Montgomery, in Alaba- spingendoci a creare nebri dei primi Lehmann si erano essere. Lehman sono i nostri blue- negli anni settanta muore Bobbie, ma, è un ebreo ortodos- modelli alternativi per infatti rispettati i dettami della tra- jeans, è petrolio, automobile, fer- ultimo dei Lehman, senza lasciare la comprensione della so, arriva da un piccolo dizione, barba lunga, recintando il rovia, computer e cinema, Marlon discendenti. Termina così questo vicenda. paese della Baviera: Qaddish, interrompendo una setti- Brando e King Kong. pellegrinaggio attraverso la cultura Dopo l’Alabama, “Where do you come mana il lavoro, questa eventualità L’economia campeggia nella occidentale, con una caduta degli l’approdo a New York, from? / Rimpar. / Rim- per il saluto al vecchio Philip non scrittura di Massini come prete- dei contemporanea e con un epilo- città medusa per ec- par? / Where is Rimpar? / Bayern. è più contemplata. Il mondo non sto di una trama narrativa, ma in go che è ritorno alle origini. cellenza, con il suo potere di pie- . / And your name? / si ferma, nessuna pausa, solo un un meccanismo premeditato, al Dopo il crollo del 2008, i ca- Heyum Lehmann. / I don’t under- trificare con un singolo sguardo, respiro profondo per continuare e postipiti della famiglia Lehman ha i contorni di una discesa negli dettaglio, come il più perfetto dei stand. Name? / Heyum… / What andare avanti. delitti. Sui fatti che ci racconta, rientrano in scena, Henry, Mayer, is Heyum? / My name is…Hey .. inferi, ma dolce. È qui l’apice del È chiaro che le ragioni del crack Emanuel e suo figlio Philip, Bob- racconto, un tuffo nella culla del Massini sembra sospendere il giu- Henry”. / Henry ok… ok Henry finanziario del 2008 non interessa- dizio, non per compiacenza o con- bie e suo cugino Herbert. Sono Lehman welcome in America. And capitalismo che ha il sapore di un no Massini, ma sono solo il tavolo tutti in lutto, per una settimana archetipo. È l’ora dei figli, Philip nivenza, ma per imparare meglio, good luck”. È il primo movimento di lavoro attraverso cui analizza- indagando le radici del peccato e non lavoreranno, faranno crescere tellurico che scuote noi che leggia- (primogenito di Emanuel) detterà re un’altra storia. Nella famelica la barba e reciteranno il Qaddish. il nuovo passo, rigoroso, metodi- della tentazione. E ha il dono del- mo e la famiglia Lehman: un in- corsa al guadagno ci siamo tutti, la lingua che gli consente questa Noi chiuderemo il testo di Massi- continua sospensione del significa- ni, pensando a Rimpar, in Baviera, to. Massini è un portatore sano di e avremo indosso dei blue-jeans a una scrittura teatrale nella quale la ricordarci le nostre storie intreccia- Sul fronte oscuro dell’economia narrazione corre le vie di toni sag- te al destino dei Lehman. n gistici intrecciandosi a quelli stori- [email protected] di Peter Kammarer ci. Non rispetta più le virgolette, la sua è una lunga didascalia, scandi- D. Legge è dottore di ricerca in generi letterari ta da episodi, alcuni hanno titoli in all’Università dell’Aquila grandi momenti dell’economia politica non tervallo pattuito in sede di contratto premiando Yiddish (in riferimento all’origine Isono quelli dei modelli matematici raffinati, lo sforzo della proprietà di venirvi incontro in ebraica della famiglia), altri in te- magari premiati con un Nobel, ma quelli che questo delicato passaggio storico”. La prima re- desco (ricordo delle origini euro- Libri di Stefano Massini ci spiegano i grandi paradossi economici con azione delle donne è un grande sollievo. Perfino pee), o in inglese (segno dell’A- un sentimento di gratitudine. Questa garanzia, 7 minuti. Consiglio di fabbri- i quali siamo costretti a vivere. Nella crescita merica come terra promessa). Le la tranquillità di un lavoro e di uno stipendio, ca, pp. 80, € 10, Einaudi, To- economica i ricchi diventano sempre più ricchi molte voci di fondo, che traspaio- valgono il sacrificio di sette minuti al giorno. rino 2015 e (per una legge economica che oggi detta più no in filigrana rispetto a quella che Altre fabbriche chiudono, ma qui si continua legge di qualsiasi altra) i poveri non riescono monologa, intrecciano una sorta Quattro storie. Balkan Burger, a lavorare. L’offerta va accettata subito. Solo nemmeno a tenere il passo. What’s wrong? Al- di dialogo mascherato. A questo credoinunsolodio, Processo a Blanche, trent’anni al telaio, ha una strana “sen- tri paradossi riguardano il lavoro: il fatto che coro implicito è affidato il compito Dio, La fine di Shavuoth, pp. si debba lavorare meno mentre la produzione sazione alla bocca dello stomaco”. Vuole discu- 296, € 16, Titivillus, San Mi- tere, vuole vedere chiaro. “Perché ho sempre la di far affiorare la memoria. I suoni aumenta, finisce per essere una pessima notizia. della tradizione diventano motore niato (Pi) 2013 Gli “esuberi” perdono il loro reddito. Per gli sensazione che noi dobbiamo ringraziare? Non è uno scambio alla pari?”. Non lo è. Tutte le del dialogo fra tragedia antica ed Lo schifo. Omicidio non ca- occupati rimanenti spesso l’orario di lavoro vie- epopea del contemporaneo. Il te- suale di Ilaria Alpi nella nostra ne addirittura prolungato. La scoperta di para- donne lo sanno, anche se non hanno studiato l’asimmetria di potere inerente al mercato del sto di Massini pesca dalla storia, ne ventunesima regione, pp. 200, dossi di questo tipo gettò gli economisti classici indaga i contorni e supera l’ostaco- € 12, Corvino Meda, Bologna (Townsend, Malthus, Ricardo) in un profondo lavoro. Sentono il ricatto che su ciascuna pesa in modo diverso. Chi ha figli, chi un marito di- lo dell’immanenza, illuminandoci 2012 pessimismo. Anche la letteratura reagì trattan- sull’evoluzione dell’uomo globa- soccupato, chi è giovane, chi immigrata. Tutte, Io non taccio. Prediche di Gi- do stimoli e idee da questi nuovi misteri (Swift lizzato. È l’arte della memoria, un meno Blanche, sono decise a firmare. “Ma se rolamo Savonarola, con don e Defoe con un certo sarcasmo). I romanzieri colpo di rasoio inferto al presente il lavoro lo perdessimo proprio votando sì?”. Il Andrea Gallo, pp. 141, € 19, dell’Ottocento, Austen, Balzac e altri (come ha del nostro vivere quotidiano. La calcolo è presto fatto. Sette minuti di lavoro in Corvino Meda, Bologna 2011 raccontato recentemente Thomas Piketty) fece- lunga didascalia di Massini è un ro con grande precisione i conti in tasca ai loro più al giorno per duecento operaie vuol dire sei- cento ore di lavoro al mese. “È come se entras- coro di voci, come incrostazioni Anna Politkovskaja, pp. 124, eroi per poterli preservare dal destino del lavo- che resistono ad andar via. I grap- € 19,50, Corvino Meda, Bolo- ro salariato, mentre nasceva tutta una letteratu- sero altre operaie” non pagate. Poi a qualcuno potrebbe anche venire l’idea che così si crei un poli di dialoghi sono piccole mine gna 2009 ra di ispirazione sociale che rimpianse i poveri. di una “partitura”, con un necessa- Oggi i paradossi assurdi del nostro sistema eco- “esubero”. Le donne discutono malvolentieri, Trittico delle Gabbie. La gab- soprattutto perché hanno la sensazione che co- rio riferimento alla musica, perché bia (figlia di notaio), Zone nomico vengono accettati come naturali, una la narrazione recupera le proprietà normalità che fa piangere (perfino un ministro), munque non possano fare niente. Per ognuna d’ombra, Versione dei fatti, la perdita di sette minuti al giorno è accettabile formali e il valore propriamente ma non desta nessuna meraviglia. pp. 112, € 14, Ubulibri, Mila- ed è sempre meglio della perdita del posto di la- ritmico della poesia. Una frequen- Con 7 minuti. Consiglio di fabbrica (pp. 80, no 2009 voro. Ma dalla discussione reticente emergono tazione, anche solo episodica, della € 10, Einaudi, Torino 2015) Stefano Massini Donna non rieducabile. Me- una dopo l’altra le domande. “Noi ci teniamo il scrittura di Massini mostra come la morandum teatrale su Anna è riuscito a portare in teatro un fatto normale posto, va bene, loro si prendono sette minuti: musica sia il sale essenziale. I suoi Politkovskaja, pp. 80, € 13, facendoci meravigliare. Undici operaie tessili di fine della storia?”. Quale sarà il prossimo sa- testi drammatici tengono sempre Ubulibri, Milano 2007 un consiglio di fabbrica intorno a un contratto crificio da fare? Che effetto avrà questo sì su conto dei tempi musicali. Pensia- da rinnovare. L’azienda va bene, è stata vendu- altre fabbriche e altri contratti? Dopo anni di mo ai colpi di pistola degli agenti Una quadrilogia. L’odore as- ta, la nuova proprietà in cambio di una garanzia sacrifici non sarebbe meglio rischiare una volta di borsa, che scandiscono ritmi- sordante del bianco, Processo a dell’occupazione e dello stipendio propone alle s camente il giovedì nero del 24 ot- Dio, Memorie del boia, La fine maestranze di rinunciare a sette minuti “dell’in- tobre 1929 a Wall Street. L’autore di Shavuoth, pp. 200, € 19, risolve visivamente la situazione Ubulibri, Milano 2006 drammatica e concitata, con segni N. 4 17 Libro del mese senzialità definitiva. La scena è scar- davanti a Wall Street, compie le a prendere vita, figure distantissime L’ultimo distillato ronconiano na, nuda, quasi senza appoggi per sue evoluzioni l’acrobata Solomon dall’iconografia cinematografica dei gli attori. Pochissimi arredi, qual- Paprinskij (Fabrizio Falco) ha la vari Gekko o “lupi di Wall Street”, di Federica Mazzocchi che sedia che entra dalle botole del funzione di rendere concreta la eppure profondamente inquietanti sottopalco, il tavolo del consiglio di metafora di un agire sempre sul filo nella loro immobilità scomposta di un altro pezzo di bellezza che se sporti. E di pari passo si affianca amministrazione, qualche rialzo per del rischio, ma anche di far vedere Frankenstein prossimi a entrare in Ène va. Nell’arco di pochi anni il (finendo per disintegrare l’impero) suggerire, per esempio, la banchina (dividendo la scena come un tratto gioco. Ma attenzione a credere che nostro teatro ha perso Massimo il gioco della finanza pura e la droga di New York dove mette il piede di penna) lo spazio che si moltipli- al tempo dei grandi uomini si sosti- Castri, Mario Missiroli e ora Luca sintetica del trading più spregiudi- Henry con la sua valigia scalcagna- ca. Per esempio, di qua New York tuisca l’era dei mostri. Del tutto im- Ronconi, tre fuoriclasse di quella cato. Quando la banca di Wall Stre- ta, il podio del politico Herbert, la dove comincia a operare Emanuel, mune da improbabili ricostruzioni generazione che, oltre i padri Vi- et crolla nel 2008 (e ormai da tempo tribuna dell’ippodromo dove Bob- di là l’Alabama, dove rimane an- nostalgiche, il lavoro di Massini/ sconti e Strehler, ha reso indimenti- non c’è più nessun Lehman a capo bie incontra la prima moglie. Tutta cora per un po’ il fratello minore Ronconi mostra che gli uni e gli altri cabile il teatro di regia italiano. Era dell’istituto che ne porta il nome) la vicenda si srotola in uno spazio Mayer. Quando Solomon cadrà, sono frutto della stessa logica, figli un fatto di talento, certo, evidentis- per Massini è un crollo mitologico, neutro e bianco, con il pavimento dopo decenni di onorata carriera della stessa storia, e che di quelle simo e svettante nelle reciproche che mette in luce impietosamente le coperto di vecchie insegne dipinte, di strada, il suo errore è presagio antiche contraddizioni i mostri non diversità, ma anche di un sistema- fallibilità del capitalismo e del siste- scolorite, fuori tempo, che indica- dell’altra caduta. sono che le ultime, estreme, naturali teatro che pensava e agiva in gran- ma. E il tutto si accompagna al mu- no i vari nomi della Lehamn, dal I fratelli e i figli hanno visi natu- conseguenze. de. E sotto il segno dell’ampiezza tamento del rapporto con la religio- negozio a Montgomery fino alla rali e costumi sobri con panciotto Certo non è una storia di don- di visione e della profondità anali- ne dei padri, l’ebraismo, sostituito, grande banca. Niente di più lonta- e cravatta, alternati a eloquenti tute ne Lehman Trilogy, che contano tica si congeda Luca Ronconi con inesorabilmente nello scorrere dei no dai cartelli brecthiani di queste da padroni-operai (il lavoro prima poco o niente qui. È profonda- questa Lehman Trilogy di Stefano decenni, dalla religione del denaro. insegne antiche, che i fratelli fonda- di tutto). Ma ciascuno si irrigidisce mente dentro un tempo/mondo Massini, in scena al I nomi dei riti reli- tori mimano di dipingere pescando in monumento, si esemplarizza, si di maschi, in cui le donne sono Piccolo teatro Grassi giosi, scritti con la un’immaginaria vernice da secchi muove in una dimensione atempo- sempre la stessa figura che torna, di Milano. Suggello luce sulle quinte per di latta. Talvolta messe in verticale, rale da statua-vivente grazie anche ora come madre amorevole an- di estrema coerenza dividere in capitoli quasi sempre distese sul palcosce- al repertorio di gesti e frasi ricor- corché incolore e scelta proprio in una storia teatrale la vicenda, verso la nico, le insegne paiono lapidi cimi- renti come leitmotiv studiati (già nel perché scialba (la moglie di Phi- lunghissima e costel- fine lasciano il po- teriali scolorite dalle piogge di oltre testo) per ognuno. Ci sono i movi- lip e madre di Bobbie), ora come menti degli arti di Emanuel detto lata di capolavori, sto al nome di altri un secolo. È dunque uno strano moglie persecutoria (le tre mogli racconto di morti, un requiem, e “il braccio” per la sua spinta all’a- incisi nella memoria riti, lo squash, per di Bobbie), tutte affidate a un’uni- lo spazio scenico deve suggerirlo e zione, il sorriso che risolve tutto di degli spettatori come esempio, il gioco- ca attrice (Francesca Ciocchetti), al contempo lasciare campo libero Mayer detto “la patata”, il mordersi veri e propri punti simbolo dello yup- una scelta certo non inusuale per alla parola, strumento della tensio- le labbra di Bobbie, il mantra “non fermi. E della poeti- pismo anni ottanta. Ronconi, basti ricordare la “ge- ca di Ronconi questo Non c’è il tono di ne rammemorante dei personaggi/ sono d’accordo” di Herbert, l’ansia narratori. È, insomma, una vec- di annotare tutto dell’iper razionale mellarità” di Franca Nuti e Marisa suo ultimo spettacolo rappresenta, denuncia (spesso foriero di esiti in- Fabbri in John Gabriel Borkman­ . in un certo senso, il distillato, in cui felicissimi a teatro), non l’invettiva, chia storia eterna, che si snoda in Philip, cifre, programmi, financo le uno spazio quasi asettico, neutro e papabili mogli. Le truccature visto- Ed è appunto in una stanza con si ritrovano molte delle scoperte né il teatro-documento. L’opera di sei uomini, tutti i Lehman dal ca- fatte e testate, nel corso degli anni, Massini/Ronconi si muove in uno chiaramente illuminato come una se dell’acrobata Salomon lo collega- sala d’attesa o un laboratorio ana- no, invece, agli altri due personaggi/ postipite Henry in poi, che si at- sul piano ritmico, spaziale, attorico spazio volutamente con-fuso in cui tende la notizia della morte della e drammaturgico. Al di là del fatto precipitano, come in un crogiuolo, tomico, o come un ipotetico aldilà, metafora: gli squali dell’ultima fase in cui i pochissimi oggetti (come della Lehman, il greco Peterson banca, data per telefono a Henry, che l’interesse di Ronconi per l’e- i dati della realtà storica, i sogni, i che chiude così il cerchio. n conomia sia noto, Lehman Trilogy presagi di catastrofe, le soggettive, l’orologio in alto, che ruota talvol- (Raffaele Esposito) e l’ungherese è soprattutto una sorta di oggetto le visioni. Uno spazio tra fatto stori- ta su stesso, ma segna sempre la Gluksman (Denis Fasolo), quest’ul- [email protected] drammaturgico non identificato (e co e immaginario, in cui tutto è già stessa ora) assumono una potente, timo vero pirata della finanza crea- questo lo rende un testo ronconia- dato, tutto è già accaduto. Perché e quasi fragrante, forza di segno. tiva e delle speculazioni. I due stan- F. Mazzocchi insegna storia del teatro no per eccellenza) nel suo integrare Lehman Trilogy è un rito funebre, La sbarra nera su cui per decenni, no inerti a terra come Golem pronti all’Università di Torino molti linguaggi, come ha scritto il in cui il tempo non esiste. Il passa- regista nella sua lucidissima prefa- to è il presente sono la stessa cosa, s zione al testo: “Centosessant’anni come nei sogni. I morti rimangono ebrei poveri immigrati dalla Germania, vendo- di storia del capitalismo vengono accanto ai vivi e parlano. Come un no? Fosse solo per dignità? “Loro non mi no tessuti, poi attrezzi agricoli, poi passano alla squadernati in un continuo saltare Henry che rimane a osservare, a compravendita di cotone, si trasferiscono dopo fra terzietà saggistiche, flussi ro- raccontare, a commentare, a can- regalano niente, perché dobbiamo fargli regali noi?”. La risposta a ognuna di queste domande la guerra civile dall’Alabama a New York dove manzeschi, narrazioni di incubi e tare. Ronconi compie un montag- figurano tra i fondatori della Borsa del cotone, vaneggiamenti, il tutto punteggiato gio straordinariamente sapiente di può costare l’esistenza. Alle operaie, non ai ma- nager, non alle “cravatte”. Il consiglio si spacca lontani da attrezzi, e piantagioni. Capiscono il da isole realistiche in cui l’improvvi- queste diverse temporalità, di que- bisogno di nuovi mezzi di trasporto, investono so andamento da sceneggiatura fil- sti piani che mantengono la loro e probabilmente anche il pubblico si dividerà. Che cosa vogliamo di più da un testo teatrale? in ferrovie e petrolio, in aerei e armi di guer- mica è inframmezzato di continuo differenza qualitativa pur agendo ra, si sposano bene, rimangono attaccati alla dal commento in contrappunto di in contemporanea, mostrandoci Massini ci porta fino alle soglie del mistero economico. Andare oltre è il compito del let- religione dei padri e conducono una vita da un ignoto narratore onnisciente”. un’ulteriore declinazione di quella capitalisti “protestanti”, direbbe Max Weber. Lo spettacolo si costruisce intor- simultaneità resa celebre dal grande tore o dello spettatore che legge/vede cose che forse già sa, ma delle quali difficilmente si rende Sono tra gli artefici dell’industrializzazione di no al racconto, ora monologante Orlando furioso del 1969. un continente, creatori, come scriveva Marx, ora sciolto in dialogo, dei tre capo- Colpisce, in questo spettacolo, conto: il lavoratore salariato appartiene non al singolo capitalista, ma al capitale, perché le sue di “meraviglie ben diverse dalle piramidi egi- stipiti della famiglia di banchieri: il silenzio, che funziona da vero e zie, dagli acquedotti romani e dalle cattedrali proprio microfono per la parola condizioni di vita dipendono dai movimenti e Henry (Massimo De Francovich), gotiche”. Ma nelle ultime pagine della terza Emanuel (Fabrizio Gifuni), Ma- dell’attore. Qualche effetto sonoro dalle esigenze del capitale che la nostra società parte della trilogia tutto cambia. Il cuore degli yer (Massimo Popolizio); delle e solo due inserti musicali in oltre considera essere oggettive. La dipendenza può affari del gruppo è diventato la compravendita seconde generazioni rappresen- cinque ore di spettacolo. Il primo, assumere forme attenuate da diritti conquistati, di denaro nelle sue forme molteplici chiamate tate dal compulsivo Philip (Paolo che riassume gli sconvolgimenti può diventare sopportabile e perfino conforte- “prodotti finanziari”. Queste forme di denaro Pierobon) e dal polemico cugino della guerra di secessione, è una vole. Ma periodicamente la legge del profitto si si staccano dal mondo dei beni reali e dagli in- Herbert che sceglie la carriera po- marcetta patriottica intonata da affaccia con la sua maschera ferrea e richiede, litica (Roberto Zibetti); e della terza Henry, cui si unisce il nero capo di come gli dei degli aztechi, i suoi sacrifici uma- vestimenti per produrli e conducono una pro- generazione dell’inquieto Robert schiavi Testatonda Degoo (Martin ni. Infatti, il capitalismo può essere considerato pria vita irreale in altre sfere. Entriamo nei re- (Fausto Cabra), figlio di Philip. Da Llunga Chishimba), che cantano ormai una delle grandi religioni. È il dio denaro gni dei miliardi, bilioni, trilioni di dollari dove un piccolo emporio a Montgomery come la Lehman sia riuscita a na- che dà senso alle nostre azioni, regola la nostra ci si orienta in modo diverso dal mondo degli in Alabama, anzi dal molo di New vigare nella burrasca del cambia- vita, i nostri sentimenti e i nostri sogni. Nella ottanta euro concessi a lavoratori dipendenti e York dove arriva il primo dei tre mento (la canzone del “bicchiere Lehman Trilogy Massini racconta attraverso le assimilati. L’origine dell’alto tasso di rendimen- fratelli, Henry, per aprire la strada, che era rimasto in piedi”). Invece, vicende di una dinastia di banchieri e finanzieri, to delle nuove forme di denaro rimane nascosta i Lehman inventano il mestiere im- avviandoci alla catastrofe, il twist che sono i sacerdoti di questa religione, i suoi e nessuno la vuole conoscere. Nessuno poteva materiale dei mediatori, compran- indiavolato su cui si muove l’ultimo fasti e la sua gloria fin dalla sua incarnazione nel nemmeno aspettarsi questi frutti soprannatura- do e rivendendo, per prima cosa, dei Lehman, Robert, sarà registra- mito americano. La forza che dà fiato al suo can- li. Eppure il terreno è stato a lungo preparato. il cotone grezzo delle piantagioni to, perché è musica imposta dall’e- to epico scaturisce da una catastrofe: il 15 set- “L’America, guardiano del pianeta, armato fino di schiavi, poi il carbone, il caffè, i sterno, dagli eventi, da ciò che si tembre 2008 crolla la Lehman Brothers provo- ai denti”. Riempire il mondo di merci, di mezzi titoli, le azioni. Henry muore quasi muove intorno, musica sulla quale cando il fallimento più grande nella storia delle di comunicazione, di computer, di programmi. subito, ma gli altri Lehman, padri e è meglio ballare, senza tante storie, bancarotte mondiali. La banca era considerata Il computer non significa solo calcolo, ma an- figli, conquistano il cuore di Wall perché certe regole, una volta detta- too big to fail. Eppure questa volta il sistema che linguaggio “per non far crollare la torre di Street e dell’economia mondiale, te, poi si subiscono. bancario e lo stesso governo americano hanno Babele”. I have a dream di Martin Luther King passando attraverso gli sconvolgi- Silenzio dunque, e uno spazio voluto statuire un esempio facendo squillare le trasformata in una formula per vendere vendere menti di tre guerre (quella di Seces- svuotato. Niente locomotive, come trombe dell’ultimo giudizio. Un epoca è finita. vendere in modo che il mondo possa redimersi sione e le due mondiali) e la grande nel Ronconi degli Ultimi giorni Ma che cosa significa questa affermazione e che nel comprare comprare comprare. Metamorfo- crisi del ’29. La potenza crescente dell’umanità, di Infinities o di altre tipo di requiem stiamo cantando? si infernali del denaro. E tutti ballano, banchieri della banca è lo specchio della forza regie, anche se il testo lo poteva sug- La Lehman Trilogy ci illumina sui passaggi e operai, tutta l’America. Crisi. Il dio denaro di sviluppo dell’America, paese che gerire (il sogno di Emanuel e la sua cruciali da un capitalismo arcaico della roba a sacrifica la Lehman Brothers, il suo figlio pri- la Lehman contribuisce a costruire­ resistenza a convincersi che la ferro- quello trascendentale della finanza. I Lehman, mogenito. Fine del vecchio testamento. con i lucrosi investimenti nelle in- via è il futuro). In questo suo ultimo frastrutture, nell’industria, nei tra- spettacolo Ronconi arriva a un’es- N. 4 18 Narratori italiani decisiva dal momento che il libro ciava mettendo una O dove c’era Prova di omissioni è la risposta alla “responabilità Istruzioni per una A”, ma indicibile, intoccabile, Fra gatti e pavoni di dare ai miei figli un passato. totem e tabù come il corpo della di Francesco Guglieri L’onere di costruire per loro una conservare la vita madre) e tutte le madri (“A Mat- di Ilaria Villata storia che fosse il più possibile tia è chiara una cosa: ogni donna Cristiano de Majo prova di omissioni”. Quasi ogni di Alessandro Cinquegrani con un bambino in braccio diven- Iris Origo pagina di de Majo sembra chie- ta subito una madre”), un arche- Guarigione dersi se sarà all’altezza di un tale tipo intagliato nel profondo della ALLEGRA pp. 252, € 16,50, compito: trasmettere un ritratto Marco Peano psiche, e inestirpabile, anche se in La figlia di Byron Ponte alle Grazie, Milano 2014 assolutamente sincero dei gemelli L’invenzione fondo irraggiungibile. Questa ma- ed. orig. 1935, trad. dall’inglese e di se stesso, del suo amore de- dre, che viene descritta in tutta la di Masolino d’Amico, bordante, commovente per i figli, della madre sua nudità, nell’arroganza del suo uarigione è il resoconto di pp. 256, € 14, pp. 112, € 14,50, Guna manciata di anni della delle sue debolezze anche, paure corpo scoperto nei suoi recessi Skyra, Ginevra-Milano 2014 vita di de Majo, scrittore e critico e piccinerie. Minimum fax, Roma 2015 più profondi, quasi non esiste: la Ecco perché Guarigione è un li- sua esistenza è certificata e chiara napoletano, nato nel 1975 e au- he cosa vuol dire per una bro ossessionato dalle tracce, dai ppure la vita si autoconserva. e condivisa soltanto nel suo essere tore di alcuni libri di cui l’ultimo bambina vagare di palazzo segni, da lasciti, orme e impron- ESembra un’astrusa legge bio- la madre. C Vita e morte di un giovane impo- in palazzo, per stanze abitate da te: e quindi dalla scrittura, quella logica, invece è semplicemente la Questa semplice distanza, per- store scritta da me, il suo migliore animali insoliti e nobildonne che altrui (e un libro pieno di altri nostra vita quotidiana, la nostra petua, di fenomeni dal centro, del amico (Ponte alle Grazie, 2010): parlano una lingua incompren- libri, di citazioni, autori, letture) normalissima imperfezione. Mat- figlio dalla madre, una distanza all’epoca poco più che trentenne, sibile? Crescere lontano dalla e la propria (domande sul senso tia è un ragazzo come tanti, ha un incolmabile, Mattia la percorre Cristiano non aveva mai nutrito madre, insieme a uno “strano di ciò che si sta facendo, ma an- lavoretto, una ragazza, una pas- col suo passo tenace, con le sue particolari desideri di paternità, gentiluomo, grasso e profuma- che sul proprio ruolo di scritto- sione per il cinema. Solo che sua parole ostinate. Parole miti, sem- ma la remissione di un tumore to”, dopo aver trascorso il primo re e intellettuale). Forse allora il madre sta morendo. Ha un can- plici, eppure terribilmente infiam- al testicolo lo convince a cercare anno della propria vita facendosi un figlio con la compagna: “Era vero tema di Guarigione è quello cro che le divora il corpo e non mabili, parole che accompagnano ci sono speranze per lei. E Mattia imboccare di uvette dagli Shel- lo scampato pericolo di non riu- dell’idea di trasmissione: della gesti, che svolgono riflessioni è comunque, nonostante questo, ley? Iris Origo, appassionata bio- scire a essere padre che vita e dei segni (in fon- semplici, che riferisco- un ragazzo come tanti, grafa e storica erudita, racconta mi fece venire voglia di do il padre non passa no eventi. Eppure re- con il suo lavoretto, i primi cinque anni e tre mesi avere un figlio, o qual- al figlio esattamente sta il fatto ovvio e ine- la sua ragazza, la sua del frutto di un amore sbaglia- cosa che aveva a che dell’informazione in luttabile che la tenacia passione per il cinema. to, quello tra Claire Clairmont, fare la naturale evolu- forma di dna)? di quel cammino non Perciò anche il suo do- figliastra di William Godwin e zione di un rapporto, o La trasmissione potrà mai raggiungere lore è imperfetto, per- giovanissima sorellastra di Mary ancora la fatica spesso dell’esperienza, in- la madre, non potrà vece, è ciò che chia- ché tradito dalla vita riabbracciarla, non Shelley, e lord Byron. Lo fa con insopportabile di es- che procede, costringe l’aiuto di diari, epistolari e taccu- sere sempre e soltanto miamo cultura. A un potrà salvarla. Forse certo punto, durante a dormire, mangiare, però potrà inventarla, ini, e con l’uso di una sensibilità figlio?”. Dopo alcu- lavorare, fare l’amore, fuori dal comune. Il risultato è ne difficoltà, tra cui un viaggio, a Cristia- reinventarla, tornare a no capita in mano una come se tutto ciò fosse conoscerla come sua: una biografia accurata e toccante un aborto spontaneo, ancora possibile. che prende forma, pezzo dopo nascono due gemelli. guida che consiglia “Ogni giorno, col pen- “di perdersi”: “Va Poi ci sono le paren- siero, Mattia inventa pezzo, su uno scenario tutto ita- Gemelli, ma non iden- tesi, lunghissime, che liano, a dimostrazione del lega- tici: uno dei due è affetto da una da sé che nessuno potrebbe mai per sua madre nuove vite: lui che perdersi con una Lonely Planet costellano il testo. Sono, a volte, da lei è nato, lui che da lei è stato me profondo che univa l’autrice malattia che rende chi ne soffre la tentazione dell’abisso. Si apro- alla nostra terra e alle persone particolarmente vulnerabile a in mano, ma l’importante non è inventato, la fa costantemente ri- perdersi, è avere la sensazione di no come voragini che paiono­ de- nascere perché possa continuare che l’hanno abitata. Pubblicato qualsiasi lesione cutanea e che stinate a risucchiarlo nel buio di perdersi”. Quella che vive il turi- a esistere, almeno nell’invenzio- per la prima volta nel 1935 dalla nei casi più gravi costringe i bam- una sofferenza senza controllo, sta che cerca “il gusto dell’esoti- ne. Perché sa bene che quando Hogarth Press, la casa editrice di bini a una vita durissima, coperti come una crepa del terreno che co” è un’esperienza inautentica anche il padre non ci sarà più, e Leonard e Virginia Woolf, Alle- di piaghe e bende protettive. L’e- testimonia di uno smottamento perché di seconda mano, stere- quando Mattia stesso non ci sarà gra. La figlia di Byron disegna il satta diagnosi della malattia e il irreversibile. Sono ipotesi di ve- otipata, ma d’altro canto siamo più, nessuno potrà ricordare ciò breve spazio di un’esistenza do- suo decorso verso un’eventuale rità, speranze di annientamento, troppo smaliziati (sanamente di- che lei è stata”. L’invenzione della lorosa e sorprendente, in bilico guarigione, o almeno un’attenua- che improvvisamente si chiudono sillusi) per credere davvero che ci madre, dunque, il libro e ciò che tra un disperato amore materno e zione, occupa i primi anni di vita lasciando Mattia, ancora, alla sua possa essere un’esperienza auten- esso contiene, è un tentativo ulti- un “distaccato, divertito affetto”, del piccolo e tutto il libro. vita quotidiana. Altre volte, quelle ticamente originale, non mediata mo e disperato di intervento sul non molto diverso da quello che Ora, che cos’è Guarigione? parentesi, rappresentano il tenta- dal linguaggio. Temi non nuovi, mondo e sull’esistenza, un modo Byron riservava ai gatti e al falco, Non è un romanzo, privo com’è tivo di un esorcismo, come se si certo, ma che de Majo affronta di far rivivere la madre oltre i con- al corvo e alle scimmie che po- di elementi finzionali, né quindi potesse estetizzare il dolore, ma- polavano il suo palazzo. Quella autofiction.N on è un memoir: con un passo tra i più interessanti gari ricordando un film, oppure fini della memoria soggettiva. È e originali tra i narratori italiani l’ultimo ostinato tentativo di avvi- “creaturina così buffa e tuttavia per quanto sia anche il memoria- rifugiandosi nel passato. Anche così graziosa”, “la sua bastarda”, le di una malattia non è quello il d’oggi: la ricerca sperimentale di queste ipotesi sono destinate a ri- cinamento al centro. “L’ennesima una soluzione all’alternativa, di occasione per non dimenticare – nata da una donna che detestava, cuore del libro, tanto meno inne- manere inevase, e sopra tutto tor- era arrivata in Italia con Claire e sca quei meccanismi ricattatori ti- una “terza via”, fra la mitologia na a trionfare l’evidenza spicciola anche suo malgrado”. E il libro è dell’originalità e la presunzio- una rievocazione più potente, una gli Shelley (“tutti gli esseri umani pici della memorialistica parame- dei giorni che passano. che componevano il suo piccolo dica di disgrazie varie. Anche le ne che tutto sia già stato scritto, I fenomeni e il centro, si po- scultura a tutto tondo, un modo fatto, visto, e che ogni esperienza di certificare per sempre un amo- mondo”), anziché essere spedita, pagine più drammatiche, quelle trebbe dire, i fenomeni che gravi- come da sua espressa richiesta, in cui qualsiasi lettore, genitore o non può che essere inautentica tano attorno al centro: “Chissà se re ancestrale. essendo di seconda mano (e che La vita si autoconserva, muta, si con un contabile insieme a “pol- meno, non può non provare una anche lui, si domanda, riuscirà a vere dentifricia, magnesia, soda, stretta al cuore, sono totalmen- quindi ogni scrittura, oggi, non pensare a questo periodo della sua rigenera, si trasforma (“metastasi può essere che “letteratura dell’i- significa anche cambiamento”): spazzolino da denti, impiastri al te prive di qualsiasi concessione vita come una serie di fenomeni diaculum e qualunque roman- alla pornografia del dolore. Gua- nesperienza” priva di trauma). che si sono organizzati intorno a “La realtà va rifatta”, dice Mat- Quella che racconta de Majo tia. Così lui alla fine sarà ancora zo nuovo valesse qualcosa”. A rigione non è un saggio in senso una storia al cui centro c’era solo quindici mesi, con un senso di stretto, o almeno nel senso che non è l’ansia dell’influenza (dei la morte”. Il centro, la morte della un ragazzo come tanti, vivrà la padri) ma l’ansia dell’ininfluenza vita di tutti, farà le esperienze di desolazione di cui non è anco- comunemente si dà a questa pa- madre, è il dolore più viscerale e ra in grado di comprendere le rola oggi, cioè l’esposizione e la sui figli, la paura che quella linea assoluto. Ogni avvicinamento è tutti, userà le parole di tutti, ma di trasmissione sia interrotta. Che avrà la forza, forse, di riassesta- cause, Allegra si ritrova prima a dimostrazione di una tesi. un’ustione che lacera. Non resta Venezia e poi a Ravenna, circon- Guarigione è un libro pieno di un certo vecchio mondo sia finito. che rivolgersi ai fenomeni, con il re la propria vita. Anche Mattia Ma non c’è nessuna concessione vivrà infine il suo percorso di data da gatti e pavoni, amanti e cose, aneddoti, temi, incrociati senso di colpa del sopravvissuto, carbonari, con Byron deciso in col passo divagante e inquieto di allo sconforto, alla nostalgia, nes- di chi, nonostante tutto, rimane formazione, benché abbia pudo- sun ripiegamento: la scrittura del re ad ammetterlo. Che la vita si tutto e per tutto a tenerla se- chi mette alla prova i propri ra- un ragazzo qualsiasi, con il suo la- parata dalla madre. Nei cinque gionamenti. Le ascendenze più libro stesso diventa la dimostra- voretto, la sua ragazza, la sua pas- autoconservi, muti, si rigeneri e zione che la fine dei vecchi regimi trasformi, secondo quelle leggi brevi anni della sua vita vede immediate sono evidenti: Sebald, sione per il cinema. Così il testo è sfilare davanti ai propri occhi Sontag, Teju Cole, Philip Forest, (dei vecchi generi, l’usurarsi delle giocato su brevi capitoletti, episo- che lui stesso avrebbe maledetto abitudini, l’imporsi di nuove for- all’inizio, è infine una fortuna: immagini stupefacenti, prima di ma soprattutto Carrère e Joan di apparentemente insignificanti, trovare protezione e stabilità a Didion, una genealogia esplici- me della vita) è, in fondo, un’altra se non fossero combusti col ma- “Mattia ha preso coscienza che la forma di guarigione. L’apocalisse sua condanna è continuare a ve- Bagnacavallo, nel clima severo tata dal testo stesso nelle tante teriale incandescente che sta sot- di un convento nelle pianure pa- pagine di riflessione dedicata è già avvenuta ma non è stata la to, dentro, prima e dopo. Allora dere. Dissezionare il tempo con la fine del mondo, mettiamoci l’a- semplice osservazione degli even- ludose della Romagna. Morirà a questi autori. Se non ricordo tutto acquista un senso nella sua poco dopo, lontana da entram- male, però, Montaigne non viene nima in pace. Magari falliremo, gravitazione attorno a un mondo ti, fare un’autopsia – ‘vedere con i ma troveremo il modo di vivere propri occhi’ – il presente”. Così bi i genitori, dopo aver assistito mai citato direttamente. Eppure destinato a rimanere disabitato. allo squallido spettacolo della Guarigione, come gli Essais, si e trasmettere la nostra esperien- Perché poi c’è la madre. La ma- questo libro sulla morte diven- za ai figli anche in questo nuovo, ta un manuale di istruzioni sulla vanità, dell’egoismo, dell’inco- sarebbe potuto aprire con l’av- dre malata, la “madre-bara”, la stanza e della miseria di cui gli vertenza che “Questo, lettore, terribile, interessante mondo. n conservazione della vita. n madre morta. Non sua madre, ma adulti sanno essere capaci. n è un libro sincero”: anche qui si [email protected] la madre. Unica, assoluta, e mol- [email protected] tratta di lasciare un ritratto il più teplice. La madre di Mattia (con [email protected] possibile onesto a disposizione di F. Guglieri è critico letterario un nome preciso, “quel nome che A. Cinquegrani è ricercatore di letteratura amici e familiari. La sincerità è e redattore editoriale qualcuno, sbagliandosi, pronun- comparata all’Università Ca’ Foscari di Venezia I. Villata è redattrice editoriale N. 4 19 Narratori italiani Per chi viene l’uccello del paradiso di Mario Marchetti Nei corridoi dell’infermità Paolo Giordano La porta. Il rapporto tra la coppia di Caterina Morgantini e la signora A., come quello tra Il nero e l’argento Szabó e Emerenc, non è sempre Andrea Tarabbia legislatori), Tarabbia raccoglie con estrema cura pp. 118, € 15, facile, è esigente (da parte della e rigore i racconti di chi in prima persona si batte Einaudi, Torino 2014 signora A.), è fatto anche di si- LA BUONA MORTE per dare a tutti il diritto a una dignitosa fine (il lenzi e incomprensioni, ma con Viaggio nell’eutanasia in Italia presidente dell’associazione Exit, che aiuta gli ita- rrivato al suo terzo romanzo, il tempo diventa insostituibile e pp. 176, € 16, Manni, Lecce 2014 liani nella richiesta di morte volontaria assistita in APaolo Giordano ha raggiun- fondante. Naturalmente la signo- Svizzera), di chi ha vissuto al fianco di un malato to una straordinaria misura di ra A. non è solo “pedante” e “pe- l diritto alla vita (ma non alla vita biologica: senza possibilità di miglioramento (Mina Welby, temi, di struttura, di linguaggio, sante”, ha una sua privatezza e un “Ia quella biografica) è la fonte di tutti i dirit- che con l’Associazione Luca Coscioni porta avan- uno straordinario equilibrio sen- suo passato semplici ma ricchi di ti, e deve per questo includere anche il diritto di ti la battaglia intrapresa dal marito Piergiorgio timentale e di pensiero. Il nero e affetti e interessi. Ed è profonda- morire”. Un gran vociare si fa, a ogni lieto evento, Welby), e di chi, pur appartenendo al clero, è l’argento è un libro sottile, dalla mente e animalescamente attac- e un gran silenzio si dovrebbe invece fare intorno favorevole alla possibilità che si dia a ciascuno il trama tenue o, meglio, semplice, cata alla vita. a ogni morte, per permettere di raccogliere pen- diritto di decidere sulla propria fine. Sono molte e che con le sue nitide articolazioni Con la descrizione del proce- sieri, ricordi, future memorie da tramandare. La complesse le domande che l’autore pone a se stes- sa entrare nelle pieghe dell’esi- dere “puntuale” del tumore che buona morte. Viaggio nell’eutanasia in Italia è un so e ai lettori: dove finisca la vera vita, e che cosa stenza dei suoi personaggi come l’aggredisce, Giordano si inoltra interessante, profondo e commovente reportage si possa definire tale nella quotidianità di un ma- sa entrare nella mente del letto- con discrezione chirurgica nel- letterario attraverso gli scuri corridoi dell’infer- la bioletteratura, nella narrativa lato incurabile racchiuso in un labirinto di tubi, re e interrogarla. In breve, un mità e delle dolorose scelte compiute per sfuggire anomalo triangolo: una giovane della malattia e del corpo (quel macchinari e medicine; e dove inizi quella “non- alle trappole che inchiodano l’esistenza a un eter- coppia (Nora e il marito, modu- corpo che aveva avuto già tanta vita” da cui ci si vorrebbe separare per l’eternità. no attimo di sofferenza: un percorso tra le testi- lata voce narrante) e la importanza nel suo Appare evidente, raccogliendo testimonianze ed monianze di chi ha visto amici e parenti liberarsi signora A., la donna di romanzo afgano): e ci esperienze, l’evolversi della sensibilità della socie- da un’atroce condizione, o di chi è intenzionato servizio tuttofare, della sono momenti in cui tà civile attorno a un argomento tanto spinoso: quale, con un colpo di la precisione scientifi- a farlo andando contro le direttive di uno stato medici, famigliari, malati, impegnati tutti i giorni teatro inatteso, quasi ca sembra trasformare cieco e sordo alle autentiche esigenze dei citta- in una faticosa guerra dalla sconfitta certa, si sen- un’epifania, verremo a illusoriamente in vita dini. “Io ho trent’anni e ho paura della morte”: tono quanto mai distanti e incompresi dalla legge conoscere il nome solo la morte in agguato, così scriveva nel 2008 l’autore Andrea Tarabbia, granitica che decide e condanna senza prima aver alla fine, esattamente. laddove i pacchetti quando il dibattito sorto intorno al caso Engla- vissuto, sperimentato, che non si accorge di non Sarà il bambino Ema- di positroni emessi ro spinse un gruppo di intellettuali a redigere il essere più al passo con il popolo che pretende di nuele, tassello che ren- dalle cellule tumora- proprio testamento biologico. Molte cose sono governare, per tacere dell’ostinazione del credo de scaleno il triangolo, li, nell’annichilazione cambiate da allora, per Tarabbia e per l’Italia, religioso, impegnato a esercitare rigidi precetti a pronunciarlo: Anna. con i loro gemelli ne- ma non abbastanza: il tema dell’eutanasia, della su corpi che non gli appartengono. Eppure, per Dunque una persona, gativi, si convertono in “buona morte”, è ancora tabù, lettera muta in quanto alcune malattie facciano ancora tanta pau- non una funzione, sol- luce. E in concomitan- parlamento, e molti malati incurabili continua- ra da non essere neppure nominate (la Sla, il can- tanto. È la signora A. a fungere da za anche la signora A. prova sol- no ancora a essere doppiamente prigionieri, del cro), le questioni sul fine-vita e sulla “liberazione” piattaforma salvifica per la cop- lievo. Il terapeuta di cui è pazien- proprio corpo e della legge. Muovendosi con at- da forme di accanimento terapeutico dovrebbero pia. È una coppia di oggi (fatta te il narratore dice “tutte uguali tenzione tra temi di grande attualità e importanza essere portate alla ribalta, discusse, dibattute, per di persone/individui che si sono le storie di cancro”. Ma vediamo (il ruolo e il potere della religione, l’autodetermi- fare educazione e chiarezza, non lasciando più pe- scelti e si amano, con le loro di- che non è vero: non sono uguali nazione dell’essere umano, il rapporto tra natura ricolose e vergognose zone d’ombra in cui dottori verse sensibilità, reciprocamente nei risvolti emotivi che sviluppa- e tecnica, i progressi della medicina, il ruolo dei e pazienti si muovono nell’illegalità. rispettosi, a rischio di paralisi o di no nei diversi attori. Anzi, ogni stasi), incerta nei ruoli da giocare, storia è un’altra storia. La voce mononucleare, isolata, pur non che narra desidererebbe che tut- mancando di figure parentali. to avesse il rigore dell’algebra, ne Sull’altare della conoscenza gio al cristianesimo ripensando al Una coppia friabile e umbratile. avesse la sfacciata bellezza. Ma a Sogno di Costantino di Piero del- la Francesca: “Il cattolicesimo tra La signora A. (Babette nel les- poco a poco, prima grazie a Nora, di Maria Fancelli sico famigliare) invece sa. Sa in poi alla vicenda triangolare e di tutti i suoi errori ha fatto una cosa ogni situazione cosa bisogna fare: malattia in cui viene coinvolto, giusta non vietando la riproduzio- non ha dubbi, per lei ruoli e com- viene a patti con ciò che sfugge Laura Mancinelli quello. Racconta ancora l’autrice ne della figura umana. Ci pensi se piti sono esattamente definiti e alla logica, alla spiegazione, in di come poi, per liberarsi del torto nell’arte fosse mancata? Come agli sostanza con l’irrazionale e con il Il passato è presente in qualche modo subìto, pensò di ebrei e ai musulmani: vietata dalla definibili. Saprà anche occupar- pp. 128, € 13,50, si alla perfezione del bambino mistero: in una rapida e rara ac- di fare dell’illustre e incolpevole loro religione. Prova a pensare se quando nascerà, pur non avendo censione del testo, e per questo Einaudi, Torino 2014 semiologo il protagonista del suo invece della Vergine delle Rocce di mai avuto figli: in lei le “faccen- tanto più luminosa, si allude alla primo romanzo poliziesco Il mi- Leonardo avessimo arabeschi di de” (le cose da fare) sono come difficoltà che si ha ad accettare dodici abati di Challant di Lau- stero della sedia a rotelle. marmo, preziosi forse, bellissimi programmate, protocollate da il “fato invisibile”, il “vuoto”, lo Ira Mancinelli segnò nel 1981 il Mancinelli ci racconta dun- certo, ma freddi come il materiale sempre (è un albero con radi- “spietato flagello diD io”. Ovve- risorgere del mito di un medioevo que come può nascere un libro e da cui sono ricavati”. ci profonde nella terra). La sua ro, con un’immagine ricorrente leggendario, con tutto il suo re- come la scrittura si metta in moto Le riflessioni sono di varia na- funzione per Nora e il marito è nel libro, l’uccello del paradiso pertorio di castelli, monaci e morti per vie diverse e non tutte no- tura ma il tema sotteso resta la stabilizzante, di infondere corag- viene per tutti. Sono passi in cui misteriose. Poco prima era uscito bilitanti, ivi compresa una ferita civiltà medievale: l’oggetto di stu- gio. Quando si ammalerà e per si percepisce un trapasso tra nar- anche Il nome della rosa di Um- narcisistica come quella descrit- dio di una vita e il nucleo genera- lei arriverà l’uccello del paradiso ratore (lo scrittore) e voce nar- berto Eco innestandosi in quel- ta. Forse è proprio l’intreccio tra tore della scrittura di Mancinelli; foriero di morte (secondo le pa- rante, o, meglio, il loro gioco di la nuova tendenza narrativa che cronaca, vita, casualità e scrittura eppure verso il proprio sapere c’è role del pittore nano amico della sponda. Così come dove si parla avrebbe poi favorito un rilancio che colpisce, nel cuore di un li- una sorta di benigno rancore che signora A.) la coppia rischiererà della memoria dell’oggi destinata della letteratura italia- bro che è altrimenti si rivela nel dubbio che proprio la crisi. Nora e il marito parran- a scomparire in futuro: non la- na fuori d’Italia. Dopo tutto autobiografico e il lungo, felice e ostinato studio no tornare nuovamente “insolu- sciamo più tracce, se non quelle oltre trent’anni Man- tocca prevalentemente sia stato anche una delle cause bili” (un’immagine chimica che delebili delle schede di silicio dei cinelli torna su quella le corde della pietas e scatenanti della tremenda malat- richiama quella dell’ineludibile computer o quelle, altrettanto sequenza editoriale de- dei sentimenti. Si trat- tia da tempo in agguato. Così il solitudine dei numeri primi). Di delebili, della nostra personale finendola un “incidente ta, infatti, di una storia suo libro forse più innovativo sul fronte al laconico “sono stanca” memoria. O ancora dove si par- letterario”. La questio- d’amore che illumina piano germanistico Da Carlo Ma- della signora A, tutto sembrerà la dell’odierno e pervasivo senso ne riguarda infatti il una vita segnata dalla gno a Lutero viene rievocato sotto sfaldarsi. Proveranno a evadere di manchevolezza. Il libro, infi- rapporto tra i due ro- malattia; ma anche del- questa doppia luce, come fonte di con un viaggio a Beirut (un no- ne, è anche la diagnosi clinica di manzi, il suo e quello di la storia di un fortunato gioia e come sospetto accelerato- me-simbolo inquietante). Ma sarà un delicato e sempre periclitan- Eco. Con leggerezza e percorso accademico re di malattia. Nessun lamento, ancora la signora A. a far suggel- te legame tra due colori/umori ironia la scrittrice riven- fondato sulla ricerca, ma un quasi naturale trasferi- lare nuovamente il loro patto di difficilmente assimilabili, tra il dica un proprio diritto dentro e oltre la pro- mento dalla vita vissuta alla vita coppia in un momento di lucidità nero catramoso della malinconia di primogenitura dal pria disciplina. Manci- raccontata. È questa l’inquietante concessole dalla malattia (o da (ma anche del cancro secondo momento che Einaudi aveva tenu- nelli è, infatti, un’illustre filologa domanda che esce da una prosa lei conquistato con un ultimo, Galeno) e l’argento fuso, “il più to nel cassetto per quasi due anni I germanica, il cui nome resterà chiarissima: di fronte alla con- ostinato sforzo?): è il suo regalo bianco fra i metalli, il migliore dodici abati di Challant, dunque di negli annali della storia letteraria. sapevolezza che non ci saranno testamentario, come il pranzo di fra i conduttori, il riflettente più molto antecedenti al romanzo di Il registro dominante è quello di premi ultraterreni, quanta vita e Babette nel celebre racconto di spietato”: insomma, tra colui che Eco. Un ritardo fatale, perché quel una pietà trattenuta verso una sof- quanto corpo è lecito consegnare Blixen. La signora A. ha, infatti, narra e l’ibsenianamente vitalisti- piccolo libro venne visto e letto ferenza che non cerca il conforto sull’altare della conoscenza? n ca Nora. n la capacità intuitiva di “stare in sulla scia di Il nome della rosa e, della religione, anche se il discorso [email protected] presenza”, come è stato detto per [email protected] nonostante vari premi e traduzioni spesso la sfiora. Mentre ricorda Emerenc, la cameriera di cui ci in altre lingue, fu in un certo senso con fierezza l’ateismo dei propri M. Fancelli è professore emerito parla Magda Szabó nel romanzo M. Marchetti è insegnante e traduttore travolto dal successo mondiale di familiari, Mancinelli rende omag- di letteratura tedesca all’Università di Firenze N. 4 20 Religioni l’autore lungo tutto il cammino Inculturarsi e meticciarsi di raccolta dei documenti. Ne Storico, filologo, uomo di frontiera risulta una ricerca che ha anche di Andrea Nicolotti uno scopo parenetico, che invita di Giovanni Filoramo il lettore a volgersi indietro, ver- Edmondo Lupieri misfatti commessi nei secoli pas- so la sua storia, per apprendere Franco Bolgiani storico credente sfugge alla presa sati hanno conseguenze ancora e desiderare un futuro migliore della storia, e il modo in cui, a par- In nome di Dio tangibili in certi angoli del mon- (sempre che ciò sia possibile). Cristianesimo e culture tire dalla mediazione linguistica, Storie di una conquista do toccati dall’evangelizzazione Non si tratta di temi esclusiva- a cura di Francesco Traniello, questo annuncio si è espresso nelle pp. 316, € 29, cristiana. mente legati al passato, perché pp. 574, € 45, più differenti culture, assumendo- Paideia, Brescia 2014 L’autore non si dichiara così l’uso improprio della religione, Il Mulino, Bologna 2014 ne tratti specifici e nel contempo ingenuo da credere che altre cristiana o non cristiana, non contribuendo a trasformarle. Da dmondo Lupieri insegna te- genti o altre religioni avrebbero può certo dirsi estinto. In Euro- ranco Bolgiani (1922-2012) questo punto di vista, Bolgiani Eologia alla Loyola Universi- fatto meglio, e ci avrebbero pre- pa da più di due secoli c’è stato Fha ricoperto per trent’anni proseguiva una più antica linea ty di Chicago. Mette al servizio servati da queste conseguenze. un ripensamento, grazie al quale (1963-1993) la cattedra di storia apologetica, che era stata anche della teologia il bagaglio di uno Se fosse andata diversamente, oggi la chiesa cattolica ha radi- del cristianesimo presso la facoltà quella del suo maestro Pellegrino, studioso formatosi in Europa forse le vittime sarebbero sem- calmente mutato il modo di fare di lettere dell’Università di Torino, ma a questa linea si accostava in come storico: ne risulta un libro plicemente state altre, magari i missione, prendendo coscienza svolgendovi un’infaticabile attività modo nuovo e critico, in parte per solido e ricco di note, approfon- cristiani stessi. Basandosi così su delle proprie azioni e svilup- di docente, promuovendo signi- le sollecitazioni che gli venivano dimenti e bibliografia, ma allo quello che è accaduto, e non su pando forti sensi di colpa verso ficative ricerche, organizzando e dal Concilio, e in particolare dalla stesso tempo appassionante e quello che sarebbe potuto acca- il passato; ma ciò non vale per dirigendo importanti iniziative costituzione conciliare Gaudium et capace di fornire alcune chiavi dere, Lupieri si sforza di guar- altre denominazioni cristiane, culturali come la “Rivista di storia spes con il suo riconoscimento del- di lettura dell’attualità, senza dare da entrambi i lati del pro- che sembrano ripetere errori e letteratura religiosa”, guidando a la (relativa) autonomia delle realtà il timore di esprimere qualche blema e di capire i meccanismi che si credevano ormai scongiu- lungo istituzioni da lui promosse o antropologiche, in parte per le mil- giudizio morale sul passato. Il che hanno portato a certi esiti. rati. L’illuminismo, il progresso fondate, come la Biblioteca di stu- le spinte che gli venivano dalle sue filo conduttore dell’intera opera Molta attenzione è dedicata a in- e certe ideologie inducevano di storico-religiosi Erik Peterson non comuni conoscenze nei campi è la cristianizzazione. dagare le reazioni dei a sperare in un futuro segnato o la Fondazione Pelle- più diversi delle scienze In che modo il cri- conquistati, insisten- dall’inesorabile vittoria della grino, che egli volle per umane, che lo porta- stianesimo è diventato do sui casi poco noti ragione sulla religione, intesa onorare la memoria del vano a privilegiare, di una religione globale? in cui essi, in nome come forza reazionaria e oscu- suo maestro, Michele contro al tradizionale E di questa globa- di un cristianesimo rantista, in favore di nuove so- Pellegrino. Storico di concetto umanistico di lizzazione possiamo riletto alla luce del cietà laicizzate e secolarizzate; razza formatosi negli cultura come paideia o dirci soddisfatti? Fin proprio bagaglio tra- ma l’esito è stato diverso, e ha anni dell’immediato cultura animi, un con- da subito l’autore di- dizionale, sono giunti dimostrato che l’uomo possiede dopoguerra alla scuola cetto più ampio di tipo chiara che uno dei a risultati incompren- una dimensione irrazionale ine- di Federico Chabod in socio-antropologico, in suoi scopi principali sibili per un cristiano liminabile che necessita di una quel luogo particolare grado di rendere meglio è mostrare “che i no- europeo. Notevoli i valvola di sfogo. Dove lo sfogo che fu l’Istituto stori- conto della ricchezza e stri antenati europei casi in cui certi colo- non è più canalizzato in direzio- co Benedetto Croce di complessità delle pro- non erano preparati a nizzati hanno cercato ne delle religioni tradizionali or- Napoli, allievo anche di duzioni culturali uma- conquistare il pianeta di insorgere contro i ganizzate, esso irrompe altrove, Augusto Rostagni, do- ne. Come dimostra la né eticamente, né religiosamen- loro colonizzatori, avendo però talvolta in manifestazioni ancor tato dunque di una solidissima for- maggior parte di questi saggi, che, te e neppure culturalmente”. La assimilato a tal punto il cristia- più superstiziose e primitive mazione filologica, grazie a un lun- dopo il primo programmatico stu- diffusione della fede cristiana al nesimo loro inculcato da essere di quelle che si volevano com- go soggiorno parigino egli seppe dio dedicato alle origini della cul- di fuori dell’Europa fu realizza- capaci di usarlo ai propri fini, battere. Inoltre il cristianesimo irrobustire questa sua duplice vo- tura cristiana, toccano temi diversi ta “in nome di Dio”, ma fu più contro quegli stessi che glie- cattolico e le chiese protestanti cazione di storico e di filologo ali- come il concetto di rivelazione in efficace dove si accompagnava lo avevano insegnato, creando storiche hanno perso il loro ca- mentandola con le tante suggestio- Paolo, la religione popolare nel con la conquista territoriale e la nuove teologie e nuove identità, rattere di unicità e la loro capa- ni che gli venivano dalle eminenti cristianesimo antico, i rapporti tra sottomissione; e i conquistatori e sentendo di agire a loro volta cità di controllo, assediate ormai personalità di cui seguì l’insegna- cristianesimo e potere, la “cultura spinti da un desiderio di potere in nome di Dio. Anche questo su tutti i fronti da innumerevoli mento, tra cui spicca uno storico cristiana” è un concetto proble- e arricchimento ebbero la me- è cristianesimo, un particola- confessioni cristiane cangianti, cattolico come Henri-Irénée Mar- matico, che va conservato perché glio non grazie al loro messaggio re cristianesimo che dimostra innovative, incontrollabili, con- rou, che contribuì a metterlo in il messaggio cristiano si esprime di salvezza, bensì grazie alla loro quanto questa religione per so- correnziali, peggiori di quelle contatto con il vivacissimo mon- e non può non esprimersi in una superiorità tecnologica. pravvivere abbia sempre dovuto precedenti agli occhi di chi le do intellettuale del cattolicesimo dimensione culturale, ma nel con- Nella prima parte del suo li- accettare di modificarsi, adat- combatteva. La via del futuro francese con il quale intrattenne tempo non essenzializzato (il pe- bro, dedicata alla conquista tarsi, “inculturarsi”, sempre sul pare essere il meticciaggio reli- per tutta la vita proficui rapporti ricolo sempre incombente dell’in- dell’America, Lupieri usa le filo del rasoio e con il timore di gioso (bollato come sincretismo di scambio. Ne risultò il profilo tegralismo, e cioè di una fede che parole dello stesso Hernán Cor- intaccare la propria specificità e temuto dagli esponenti dei vari di uno storico del cristianesimo a riceve contenuti preconfezionati tés, colui che abbatté l’impero sfociando nel sincretismo. monoteismi religiosi esclusivi- tutto campo, dotato di una solidis- in modo acritico). E ciò, grazie a azteco, per fornire un paradig- Ci si potrebbe domandare se sti) e non la sconfitta delle reli- sima attrezzatura filologica, sensi- quella “riserva escatologica” (un ma interpretativo che percorre Lupieri abbia davvero scritto gioni a cui aspiravano i fautori bilissimo ai problemi storiografici concetto che egli deve a Erik Pe- la storia e si ripete in ogni con- una storia della cristianizzazio- radicali di un razionalismo ateo. e ai grandi mutamenti che le disci- terson, a cui è dedicato un saggio quista: ciò che tutti sapevano ne, o se avrebbe fatto meglio a Un meticciaggio inesorabile, pline storiche hanno conosciuto fondamentale) che ricorda al cre- essere ingiusto, cioè l’aggredire chiamarla una storia delle con- favorito dai crescenti fenomeni nel secondo dopoguerra, perfetta- dente l’originaria inestinguibile e depredare un altro popolo, quiste nelle quali si è fatto uso di globalizzazione, di scambio, mente a suo agio, oltre che nel suo dimensione escatologica dell’an- poteva diventare giusto se am- della cristianizzazione a scopo di mobilità, di immigrazione e campo specialistico, la storia delle nuncio che non può ridursi e coin- mantato di una finalità religiosa. assolutorio. La risposta è nega- di urbanizzazione, ma che alla origini cristiane e del cristianesimo cidere con nessuna realtà di questo Se i conquistatori avessero agi- tiva, perché quella della conqui- base sembra essere un tratto ir- antico, anche in molti altri periodi mondo. to con uno scopo diverso dalla sta è una chiave di lettura pre- rinunciabile dell’homo sapiens. della millenaria storia cristiana, dal Uomo di frontiera, che si era cristianizzazione la loro guerra dominante, ma non è l’unica: Il che porta a interrogarsi sulla Cinquecento religioso al cattolice- aperto, dopo lo scontro sul di- sarebbe risultata iniqua e ogni le sfumature sono molte e non possibilità stessa di un futuro simo contemporaneo. vorzio, a un dialogo franco e pro- loro appropriazione indebita, sono mancati coloro che hanno mantenimento delle identità, La raccolta di saggi curata da duttivo col mondo laico, attento soggetta all’obbligo di ripara- tenuto ben distinti i due pro- della sopravvivenza di pensieri Francesco Traniello, che vi ha a cogliere i segni dei tempi che, zione e restituzione. Invece l’e- cessi, anzi, in certi casi hanno forti e contrapposti, ormai erosi premesso un’illuminante introdu- come kairoi, potevano permet- vangelizzazione cristiana forni- cercato di svincolarli, tentando alle fondamenta da un pensiero zione, unitamente alla bibliografia tere un approfondimento della va una giustificazione teologica una trasmissione del cristianesi- religioso debole e mutevole. Al dei suoi scritti curata da Roberto propria fede, credente profondo persino alla schiavitù, legittima- mo che non andasse a braccetto momento, il futuro immediato Alciati, permettono di ricostrui- ma altrettanto profondamente ri- ta in quanto strumento di av- con la violenza. Va detto, però, in America e sempre più anche re le tappe più significative di un spettoso delle posizioni dei non vicinamento alla vera religione che la capacità di penetrazione in Europa non sembra fatto di percorso intellettuale che, al di là credenti, come dimostrano questi portata dai cristiani-padroni. del cristianesimo è risultata assai chiese tradizionali organizzate, della validità e importanza dei sin- saggi, Bolgiani ha contribuito in Dall’America, con tutte le sue superiore quando accompagna- quanto invece di svariate con- goli contributi, fornisce un primo modo significativo a costruire un contraddizioni (e senza dimen- ta da un controllo del territorio fessioni fondamentaliste, capaci esemplare profilo non solo del Bol- tipo di storia religiosa aperta che, ticare quelle figure di ecclesia- da parte dei portatori della nuo- di esercitare una progressiva in- giani storico del cristianesimo, ma pur privilegiando il caso cristiano, stici illuminati che deprecavano va religione, mentre spesso ha fluenza sulla vita pubblica e po- del modo in cui la generazione di fosse capace di aprirsi senza pre- la schiavizzazione degli ame- fallito in civiltà fortemente radi- litica. Con la tendenza a rispol- storici cattolici a cui lui appartenne giudizi confessionali anche allo rindi e i metodi disumani dei cate, religiosamente impermea- verare il solito meccanismo che venne costruendo dopo la guerra, studio storico-filologico di tutte loro cristianissimi aggressori) si bili, tecnologicamente avanzate trasforma in conflitti fra religio- tra contraddizioni e difficoltà varie, quelle tradizioni religiose che ave- passa all’Africa, quindi all’Asia ed economicamente strutturate. ni quelli che non sono altro che un modo nuovo di accostarsi alla vano costituito lo sfondo in cui la e all’Oceania. Gli esiti furono Lupieri dichiara che questo è il conflitti fra opposti interessi, in storia cristiana. nuova religione era sorta e che in diversi, e non ovunque gli euro- libro che gli è costato lo sforzo una politica mondiale fondata Il filo rosso di questa raccolta, seguito essa aveva nel suo cammi- pei e la loro religione ebbero la maggiore, non tanto in termini sul disequilibrio. n che Traniello ha articolato in due no millenario incontrato. n meglio. Ma alcune delle attuali di ricerca e di studio, quanto in [email protected] parti rispettivamente dedicate [email protected] ingiustizie e disuguaglianze dis- termini di coinvolgimento per- all’antichità e alla contempora- seminate sulla terra dipendono sonale; si percepisce il senso di A. Nicolotti è assegnista di ricerca in storia del neità, è fornito dal rapporto tra G. Filoramo insegna storia del cristianesimo da questi eventi lontani, e molti sofferenza che ha accompagnato cristianesimo all’Università di Torino annuncio evangelico, che per lo all’Università di Torino N. 4 21

SPECIALE Grande Guerra STORIA, MEMORIALISTICA, FOTOGRAFIA

Epistolari, diari e appunti dal fronte di Emilia Di Rocco

ell’anno in cui si commemora il centenario gnia di alcuni preziosi testimoni che rivelano la presa presenta in toni drammatici il problema del rientro Ndell’ingresso dell’Italia nella Grande guerra i tre di coscienza della realtà del fronte, l’inquietudine, lo a casa. volumi di Marco Mondini, Nicola Maranesi e Gian- smarrimento, lo sconforto, l’agitazione, la paura, la Il percorso tracciato nel volume ripercorre alcuni carlo Alfano gettano uno sguardo acuto e profondo rassegnazione fino all’annichilimento per giungere degli snodi più importanti della letteratura italiana su quel “salto nel vuoto” che ha determinato un vero alla affermazione della volontà di vivere. Gli scritti moderna e contemporanea. Gli scritti di Carlo Emi- e proprio spartiacque nella nostra storia di italiani e dei soldati al fronte, rappresentativi della realtà ge- lio Gadda rappresentano uno dei punti privilegiati europei, su quell’esperienza lacerante i cui effetti de- ografica italiana nonché di tutte le estrazioni sociali da cui iniziare a riflettere sulle difficoltà che il reduce stabilizzanti si sono riverberati in tutti i settori della e di tutti i gradi militari, oltre ad aiutare a spiegare deve affrontare all’indomani del conflitto. Il diffici- vita sociale: economia, politica e storia culturale, let- il perché della partenza e della decisione di andare le e tormentato percorso del ritorno si svolge tra il teratura e arti visive. a morire al fronte, forniscono materiale prezioso per dolore e l’amore per il fratello caduto in guerra, cui Il libro di Marco Mondini traccia un percorso che tentare di rispondere agli interrogativi della vita at- il giovane Gadda dà voce nel Giornale di guerra e di tocca i capitoli principali della narrazione della guer- tuale. È questo aspetto a suscitare la curiosità delle prigionia, e l’Impossibilità del diario di guerra dove a ra, spesso raccontata come grande avventura epica ed giovani generazioni di oggi per un “diario di guerra” distanza di dieci anni l’autore esprime la sofferenza eroica dai tratti premoderni. Dalla “crisi al rallenta- insolito e quasi sconosciuto che Maranesi ricostruisce del ricordo dei compagni perduti espressamente le- tore”, la logorante attesa che sarebbe sfociata nei fatti con grande passione. gata al ritorno. Punto di arrivo di questo doloroso del maggio del 1915, alla lenta e tormentata uscita Il percorso emotivo descritto nel volume si svolge processo di ripensamento, riscrittura, racconto della dalla guerra emergono una pedagogia patriottica e tra il salto nel vuoto che il soldato compie scenden- colpa e dell’inutilità del ritorno, all’interno del quale un’iconografia della guerra che sottolineano l’unicità do dalla tradotta e il balzo fuori dalla trincea, all’as- alla positività dell’esperienza della guerra in quanto del conflitto italiano rispetto ad altri paesi europei. salto di un nemico spesso invisibile, per arrivare al potenziamento della vita si affianca l’angoscia che fa Romanzi profetici sembrano annunciare la guerra tentativo di restituire una dimensione umana alla riaffiorare alla memoria il volto degli amici perduti, è imminente, la stampa propone un nuovo modello di il riconoscimento del dolore della scrittura che rende linguaggio giornalistico, mentre con i fatti della Li- il diario impossibile. bia il racconto della guerra, ispirato ai romanzi d’av- I libri Il ritorno è il punto prospettico da cui affrontare ventura di Salgari e all’iconografia pittorica del Ri- il tema della rappresentabilità della guerra oppure sorgimento, diventa un affare mediatico e i periodici Giancarlo Alfano, Ciò che ritorna. Gli effetti del- la sovrapposizione dei tempi e la contaminazione illustrati narrano un conflitto epico e anacronistico la guerra nella letteratura italiana del Novecento, degli spazi, risultato del prolungamento del conflit- secondo le regole del sensazionale e del meraviglioso. pp. 22, € 25, Franco Cesati, Firenze 2014 to nel dopoguerra. La pallottola della Grande guer- Nella produzione artistica sul primo conflitto mon- Nicola Maranesi, Avanti sempre. Emozioni e ri- ra ritrovata dal narratore di Piccoli maestri di Luigi diale, che raramente restituisce la realtà, spicca l’e- cordi della guerra di trincea, 1915-1918, pp. 290, Meneghello è simbolo di quella continuità tra i due popea degli alpini: dalla letteratura per adulti, nella € 22, Il Mulino, Bologna 2014 conflitti mondiali che determina una estensione del quale dà vita a un vero e proprio genere, a quella per periodo di guerra e una confusione di tempi, un gio- l’infanzia, alle arti visive e al cinema dove è il sogget- Marco Mondini, La guerra italiana. Partire, raccon- co di trasparenze tra le due guerre che è tipico della to privilegiato di alcune produzioni cinematografiche tare, tornare, 1914-1918, pp. 458, € 28, Il Mulino, storia italiana. L’analisi di “ciò che ritorna” eviden- di successo nelle quali il combattimento e la morte Bologna 2014 zia alcuni temi ricorrenti nella letteratura del dopo- brillano per la loro assenza. Due fotografie, quella guerra, come ad esempio la frattura tra le generazioni della vittima inerme e quella del guerriero trionfan- che emerge nel romanzo di Meneghello così come te, restituiscono un quadro della graduale riconqui- quotidianità della guerra, dando sfogo al desiderio di nel Ragazzo morto e le comete di Goffredo Parise, sta della normalità per i civili e l’inizio di una lenta tornare a vivere che spesso si traduce in una sfida di- oppure ancora nella Storia di Elsa Morante e nelle e a volte tormentata uscita dalla guerra per i militari retta alla morte. Punto di svolta di questo itinerario, opere di Mario Rigoni Stern. È il divario generazio- all’indomani del 4 novembre. Dopo l’euforia seguita come ad esempio testimoniano Emanuele Di Stefano nale che emerge nel rapporto tra Dino e Corrado, a Vittorio Veneto, quando il conflitto torna a essere e Giuseppe Cordano, è l’avvicinamento alla zona del- protagonisti di La casa in collina di Cesare Pavese. una bella avventura con la riconquista dei paesi occu- la prima linea, che spesso coincide con un cambia- Qui il protagonista-narratore scopre l’impossibilità pati, bisogna far fronte sia alla delusione del veterano mento dello stato d’animo del militare. Il dialogo e la di cancellare la guerra, di non potersi sottrarre all’a- cui viene negata la marcia trionfale della liberazione, contaminazione tra le testimonianze scelte restituisce zione perché il sopravvissuto ha il compito di trovare sia al problema dei prigionieri e dei dispersi, nonché solo in minima parte il racconto corale di ciò che i il perché, deve rendere conto ai caduti di quanto ac- all’incapacità di eliminare la morte dalla vita. La po- combattenti hanno visto e vissuto nella loro discesa caduto. Il discorso su “ciò che ritorna” si arricchisce litica monumentale del dopoguerra, le cerimonie del agli inferi all’interno della quale alcuni di loro hanno ulteriormente con la dialettica tra centro e periferia milite ignoto e la fioritura di opuscoli commemorati- trovato il modo di sottomettere la paura della morte e in Pier Paolo Pasolini e Carlo Emilio Gadda, oppu- vi destinati alla circolazione privata testimoniano le le ragioni per riaffermare la loro volontà di vita. re con la riflessione sulla natura traumatica dell’al- diverse stagioni della memoria collettiva e i relativi Il ritorno a casa non sempre è stato agevole, anzi ba e sulla figura di Enea come simbolo della frattura punti di svolta, come suggeriscono, ad esempio, il spesso è stato un processo complesso e doloroso. A cronologica di un tempo ormai diviso nell’opera di caso del monumento al fante, oppure quelli del Mon- “ciò che ritorna” Giancarlo Alfano dedica un’inte- Giorgio Caproni. Allo stesso tempo l’uso del paesag- te Grappa e di Redipuglia. ressante e profonda riflessione che si concentra sulla gio come forma di allegoria nella poesia di Giuseppe Una tessera importante nel mosaico del discorso figura del reduce, sul ricordo della paura, dell’orrore Ungaretti e in quella di Andrea Zanzotto, o ancora i sulla Grande guerra è costituita dalla letteratura, sia e delle privazioni che il soldato, all’indomani dei due ritorni di Vittorio Sereni, la cui poesia testimonia la quella alta, sia gli epistolari, gli appunti e i diari dei conflitti mondiali, porta a casa insieme a un senso presenza del trauma nel presente e, infine, il topos te- militari al fronte che a lungo non hanno svolto alcun di corresponsabilità. Un ritorno minaccioso, come matico del tram nell’opera di Giovanni Raboni, dove ruolo nella costruzione dell’immagine e della memo- spiega Giorgio Bassani in Una lapide in via Mazzini, il mezzo di trasporto assurge a figura del trascorrere ria di quella che è stata definita una “guerra lette- oppure come suggerisce l’interrogativo del protago- del tempo all’interno di un dispositivo allegorico in raria”. Sono queste le voci che rivivono nel volume nista di Quelli che hanno fatto la guerra di Ernesto cui si fondono memoria personale e storia della città, di Nicola Maranesi il quale, avvalendosi del prezioso Formigari: “Ora che fare: da dove ricominciare?”. rappresentano solo alcuni degli sguardi attenti e acu- materiale dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Questa inquietante domanda, il leitmotiv delle tante ti che la letteratura rivolge all’esperienza delle due Santo Stefano, restituisce al lettore un campione del- storie di ritorno che proliferano nella letteratura dei guerre adottando il punto di vista del reduce, senza le emozioni racchiuse nelle scritture autobiografiche due dopoguerra, implica necessariamente anche un fornire tuttavia una rappresentazione frontale, bensì nazionali. È il diario di guerra delle classi subalterne discorso sull’identità che il reduce tenta di ritrova- di taglio, della storia, proiettando su di essa una luce nel quale risuona il sentimento della vita e la scoper- re all’interno della continuità tra guerra e fascismo, intermittente. n ta di un mondo nuovo. Il lettore è condotto lungo rimpossessandosi della propria stagione eroica e del [email protected] un viaggio nell’universo della guerra di trincea che si proprio passato di pericolo e gloria. È questo ciò che snoda attraverso dieci tappe fondamentali in compa- emerge nell’Ultima marcia di Formigari, la cui opera E. Di Rocco insegna letterature comparate all’Università La Sapienza di Roma N. 4 22

Le immagini della guerra tra movimenti artistici, comunicazione di massa, e trincee Milano, Napoli, Vicenza: tre mostre imperdibili

ell’ambito delle manifestazioni organizzate in Eu- dove descrivono umanità ferita, paesaggi modificati trentina di collezioni private. Oltre un centinaio di esse Nropa per la ricorrenza del centenario della prima e luoghi di battaglia che ancora oggi portano il segno hanno richiesto interventi di restauro, sostenuti dalla guerra mondiale e in concomitanza con Expo 2015, In- della distruzione, rivelato dalla fotografia contempora- banca per un totale di 170.000 euro. Nell’ampio Salo- tesa Sanpaolo presenta il progetto espositivo La Grande nea. Lo sguardo sui muri delle strade cittadine da dove ne Scala delle Gallerie milanesi, si potranno ammirare Guerra. Arte Luoghi Propaganda. Inserita nell’ambito la propaganda dilaga oltre le pagine dei giornali, con capolavori raramente o mai esposti, in quanto la loro del programma nazionale delle commemorazioni per il immediatezza ed efficacia, per coinvolgere e suscitare il dimensione imponente ne rende difficoltoso sia il tra- centenario sotto l’egida della Presidenza del Consiglio consenso di una popolazione, lontana e spesso ignara, sporto sia un allestimento che li supporti e li valorizzi, dei ministri – struttura di missione per gli anniversari di chiamata in nome dell’amor di patria e del senso del consentendone la fruizione pubblica. Un’importante interesse nazionale e con il patrocinio del ministero dei dovere a offrire supporto economico e aiuti di vario ge- rassegna cinematografica sul tema della Grande guerra, Beni e delle Attività culturali e del Turismo nonché del nere alla macchina della guerra. Il racconto della fine di in collaborazione con la Fondazione cineteca italiana ministero della Difesa, la mostra si articola nelle Galle- un’epoca attraverso l’incontro con grandi artisti italiani di Milano, presenta oltre sessanta titoli realizzati in un rie d’Italia, sedi museali della Banca a Milano, Napoli e e capolavori mai visti, che hanno cambiato l’arte dell’I- arco di tempo che va dagli anni dieci del Novecento Vicenza e racconta, attraverso gli occhi degli artisti del talia tra un secolo e l’altro. Un percorso per compren- ai giorni nostri. La rassegna, in corso presso le Galle- tempo, come l’Italia precipiti nella guerra, viva il con- dere quanto la Grande guerra debba considerarsi come rie di Piazza Scala a Milano fino al 30 luglio, viene in flitto e vi reagisca. Curata da Fernando Mazzocca con il decisivo punto di svolta rispetto alla civiltà ottocen- parte proposta anche presso le Gallerie di Vicenza e di Francesco Leone e Anna Villari, con il coordinamento tesca e, di fatto, la porta di ingresso del mondo a noi Napoli. Per ampiezza, diversità, rarità e qualità delle generale di Gianfranco Brunelli, la mostra sarà aper- contemporaneo. A fianco del personale del Gruppo opere, il programma è uno dei più esaustivi mai proget- ta al pubblico dal primo aprile alle Gallerie di Piazza Intesa Sanpaolo, la realizzazione della mostra ha impe- tati sull’argomento. Documentari si alternano a opere Scala a Milano, dal 3 aprile alle Gallerie di Palazzo Ze- gnato più di 150 persone tra studiosi, storici dell’arte, d’invenzione, pellicole indimenticabili (che dimostrano vallos Stigliano a Napoli e di Palazzo Leoni Montanari architetti, restauratori, corniciai, grafici e traduttori; un quanto l’Italia abbia partecipato all’affermazione del ci- a Vicenza, e chiuderà il 23 agosto. La mostra propone altro centinaio di persone saranno chiamate a svolgere nema muto) si affiancano a film più recenti, aiutando a uno sguardo nuovo (quello degli artisti) su un periodo attività culturali, didattiche e di approfondimento de- seguire le mutazioni di un linguaggio che si confronta che va dalla belle époque al fascismo, uno sguardo che stinate a coinvolgere i pubblici più diversificati. Un ruo- nel tempo con uno dei momenti più sconvolgenti del- svela le tensioni sociali ed esistenziali che precedettero lo importante è affidato alla multimedialità che offrirà la storia dell’umanità. Nelle tre sedi il visitatore avrà la e portarono a un conflitto di entità mai vista in pre- ai visitatori percorsi paralleli e complementari a quello possibilità di approfondire diversi aspetti artistici lega- cedenza e che, successivamente, nel tentativo di rico- espositivo tradizionale. La Grande Guerra espone in to- ti alla rappresentazione del conflitto, dagli anni che lo struire un ordine dopo il caos, condussero al fascismo. tale quasi 500 opere provenienti dalle collezioni di una precedettero sino a quelli che lo seguirono, e che porta- Lo sguardo dei pittori-soldato impegnati al fronte, da sessantina di musei pubblici italiani e stranieri e da una rono al fascismo. n

Giulio Aristide Sartorio, Sulla strada di Giavera durante il bombardamento (part.), 1918. Mario Borgoni, Prestito nazionale, 1918. Antonio Canova, Testa di Tersicore (gesso danneggiato nei bombardamenti del 1917). Roma, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Napoli, Richter & Co. Bologna, Collezione Gamberini. Possagno (Treviso), Museo e Gipsoteca Antonio Canova. Foto: Marcello Leotta / Osservatorio C.S.A. Foto: Marco Beck Peccoz. Foto: Giovanni Porcellato. A Milano – La Grande Guerra. Arte e artisti al fron- A Napoli – La Grande Guerra. Società, propaganda, A Vicenza – La Grande Guerra. I luoghi e l’arte fe- te – si indagano i movimenti artistici, partendo dalla consenso – si racconta la nascita della comunicazione riti – protagonisti sono gli artisti-soldato, coloro che stagione dorata della belle époque, con il liberty, o art di massa avvenuta in occasione del conflitto, il cam- sono stati diretti testimoni della guerra sia perché vi nouveau, il simbolismo e il divisionismo, per poi foca- biamento di prospettiva, di temi e anche di linguag- parteciparono in qualità di volontari sia perché ope- lizzarsi sui pittori e sugli scultori che parteciparono in gio. Qui l’attenzione non è tanto sugli eventi bellici, rarono in veste ufficiale di reporter con l’incarico di prima persona al conflitto e sull’affermarsi delle nuove quanto sulle emozioni che si vogliono far percepire e documentare gli eventi. Circa centotrenta opere atte- avanguardie, come il futurismo, che rappresentarono sulle azioni che si vogliono suscitare lontano dal fron- stano, attraverso dipinti e disegni, la realtà del fron- un decisivo punto di svolta rispetto alla società otto- te: dalla pietà all’orrore, dal riscatto dopo Caporetto a te italiano, gli aspetti quotidiani della vita dei com- centesca. Dopo una riflessione sugli anni contraddit- una nuova presa di coscienza da parte dell’intero pae- battenti in trincea e la devastazione di un paesaggio tori e devastanti della guerra, la rassegna si conclude se. In mostra oltre un centinaio di manifesti originali, umano e naturale divenuto fra i teatri più cruenti del sulle opere destinate alla celebrazione della vittoria e realizzati anche da artisti come Marcello Dudovich, conflitto. In esposizione quadri e disegni di Innocente alla costruzione del mito della Grande guerra, in anni Achille Luciano Mauzan, Duilio Cambellotti, allora Cantinotti, ripresi dal vero tra gli accampamenti e le che in parte coincisero con l’ascesa del fascismo. Il usati come strumento privilegiato di comunicazione, trincee; tele di Achille Beltrame, il più popolare illu- percorso espositivo, che comprende oltre duecento di ricerca di consenso e anche di sostegno economico, stratore di giornali del tempo; la tavola di Italico Brass opere, è articolato in quattro grandi sezioni: due in- attraverso le sei campagne per i prestiti nazionali che che documenta le manovre militari; litografie di Aldo dagano gli anni prima della guerra, le altre due sono vennero indette tra il 1915 e il 1919. Un efficace mez- Carpi; disegni di Michele Cascella. A testimoniare che dedicate agli anni durante e dopo il conflitto. Ogni zo di propaganda allora considerato all’avanguardia, nulla venne risparmiato, una sezione della mostra ri- sezione è scandita in successivi nuclei tematici per co- che si rivelò utilissimo per far sentire coesa e partecipe costruisce la vicenda relativa ai gravi danni subiti dal- struire una narrazione più articolata e appassionante. la popolazione, per responsabilizzarla, per avvertirla la gipsoteca di Possagno, in particolare dai bellissimi Progetti, modelli e bozzetti ci conducono, attraverso dei pericoli imminenti, per convincerla ad adottare gessi di Antonio Canova, ridotti in molti casi a volti e linguaggi plastici diversi, nei multiformi percorsi della particolari precauzioni o, appunto, a fornire supporto corpi mutilati. Sarà inoltre presentata una sezione fo- costruzione del mito della Grande guerra. In mostra, economico al paese e aiuti di vario genere. Il visitatore tografica con scatti di Luca Campigotto realizzati nel tra gli altri, autori come Giacomo Balla, Cagnaccio di è accompagnato da un continuo confronto con mani- 2013 nell’ambito del progetto Teatri di guerra, curato San Pietro, Pietro Canonica, Galileo Chini, Mario de festi stranieri, da musiche (tra composizioni d’autore, dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dedicata Maria, Achille Funi, Arrigo Minerbi, Plinio Nomel- brani musicali e canzoni di guerra) che testimoniano a quelle testimonianze della guerra di montagna (per- lini, Gaetano Previati, Ottone Rosai, Giulio Aristide il momento storico e da un approfondimento su un corsi, sentieri, trincee, forti, postazioni, gallerie, grot- Sartorio (di cui viene esposto quasi al completo il ciclo nuovo linguaggio del Novecento, il cinema, che da al- te) che in cento anni la natura non è riuscita né ad

- La Grande Guerra - Arte Luoghi Propaganda di Intesa Sanpaolo - La Grande Guerra a cura Pagina Poema della vita umana), Gino Severini, Adolfo Wild. lora ebbe un successo crescente. assimilare né a cancellare del tutto. N. 4 23 Grande guerra collaboratori: un eccezionale pro- ne, l’autore mette a disposizione maggior conto delle vicende pre- Sintesi bilanciata e opere-monstrum getto interamente free e destinato del lettore una sintetica ma utile cedenti la guerra avrebbe aiutato ad aumentare in maniera signi- rassegna delle principali recenti a inquadrare meglio l’azione degli di Nicola Labanca ficativa la conoscenza reciproca interpretazioni. Questi bilanci stati europei nell’estate 1914 nel delle storie nazionali e porre le storiografici si segnalano per l’e- quadro dell’età dell’imperialismo Oliver Janz riproposto la questione e chi ha basi per ricerche e progetti dav- quilibrio e la moderazione con (con una lettura in una chiave cercato di scrivere una storia vero transnazionali e comparati cui l’autore li porge, anche trop- politico-economica), come tratto 1914-1918 complessiva in un solo volume sulla Grande guerra. pa: ché talora si sarebbe preferito condiviso a livello continentale, La Grande Guerra ha spesso enormemente dilatato Rispetto agli altri concorrenti qualche interpretazione più netta. e avrebbe smussato qualche en- ed. orig. 2013, trad. dal tedesco queste opere, peraltro risultate volumi enciclopedici Janz non Per fare un esempio, proprio nelle fasi sugli errori di questa o quella di Elisa Leonzio, pp. 394, € 30, non sempre memorabili, le quali ci racconta una storia politica o prime pagine del volume l’autore cancelleria (in una chiave diplo- Einaudi, Torino 2014 hanno finito per essere, più che cronologica della guerra ma una paga il tributo alla moda recente matica) o sulle responsabilità mo- monografie, volumi enciclopedici. storia delle strutture di fondo che diffusa in Germania di prendere rali del nazionalismo-jingoismo e storie generali della prima È anche su questo quadro, e ri- hanno innervato il conflitto. Ecco le distanze dalla Fischer-Kontro- (chiave culturale). Analogamente Lguerra mondiale rappresen- spetto a queste opere-monstrum, perciò la sua articolazione in nove verse: è però un merito il fatto che potrebbe dirsi del dopoguerra: tano ormai una sorta di genere che va valutato positivamente il capitoli ognuno dedicato agli poi, e sia pur senza mai ammetter- invece di arrestare la descrizione letterario, da leggersi alla luce dei volume di Oliver Janz, già studio- aspetti diplomatici, economici, lo in generale come causa del con- alla fine del 1918, con poche pa- tempi in cui sono stati scritte non so di storia sociale-culturale dei strategici, globali-coloniali, cultu- flitto, Janz insista in più passi sulle gine sul rilievo della politica della meno che dell’evento che si sono pastori evangelici tedeschi nella rali, politico-sociali e relativi alla chiare e definite intenzioni impe- memoria e dei monumenti ai ca- incaricate di narrare. Al tempo del seconda metà dell’Ottocento, di memoria. All’interno di ognuna rialistiche ed espansive a est e di duti (di nuovo, chiave culturale), centenario della Grande guerra storia culturale italiana appunto di questi capitoli-struttura, poi, Weltpolitik della classe dirigente forse tenere in maggior conto il quest’avvertenza appare quanto della guerra e curatore di volumi la ricostruzione segue un anda- tedesca, o quanto meno di una diversificato esito della guerra in mai opportuna. Di quel conflitto su temi assai diversi e tutti sto- mento cronologico. È insomma sua sezione: ciò che, con qualche nazioni diverse (consolidamento si sono infatti alternate, intreccia- riograficamente à la page come la vero quanto l’autore dichiara sin inevitabile radicalismo e nettezza del sistema politico in Francia e te, succedute (per un quaranten- gender history, il culto dei caduti, dall’inizio, che il suo volume non in più, sosteneva appunto Fischer Regno Unito, rivoluzione in Unio- nio) storie complessive di carat- l’immagine dei migranti, le rela- vuole essere un manuale. La sua nel suo ancora fondamentale vo- ne Sovietica, ma anche destabi- lizzazione dell’ordine liberale in tere militare, storie diplomatiche, zioni fra centro e periferia, oltre lettura risulterà agevole non tan- lume del 1961. Italia e faticosa costruzione di una storie politiche, più ra- che di una raccolta di to come primo e unico volume Pur fra tanti meriti, qualche democrazia in Germania) avreb- ramente economiche; e scritti di Jürgen Kocka. per un lettore inesperto, ma cer- osservazione può essere fatta a Il suo 1914 Der Grosse be permesso di insistere su una poi, dagli anni sessanta, tamente è assai stimolante per il Janz. Qua e là il volume continua Krieg, uscito nell’otto- lettura in chiave storico-politica storie sociali, storie cul- lettore interessato che, dopo un a essere un po’ indulgente con la bre 2013 è quindi fra i della guerra. turali, anche intimate testo introduttivo, cerchi una se- politica della Germania del tem- primi tra questi volumi Forse però l’osservazione mag- histories. conda opera elaborata e aggiorna- po: ciò è comprensibile, tenuto del centenario, e oggi giore che può rivolgersi al volume Il problema strut- ta. Il testo è infatti molto denso, conto che è un libro scritto per un felicemente tradot- il ragionamento è serrato, ma il pubblico tedesco. Per un lettore di Janz sta in un risvolto del suo turale per gli autori di to in italiano, è stato maggior merito: l’aspirazione al queste storie generali volume ha il pregio di essere com- esperto, finisce per risultare pure pensato per lettori né patto e ragionevolmente sintetico interessante perché permette di suo tenere di conto una grande era che la letteratura specialisti né inesper- varietà di temi e il suo equilibrio storica sulla guerra era e molti altri meriti, oltre a quello conoscere una lettura della guer- ti. Anche per questo delle dimensioni. ra poco diffusa da noi per ragioni nel presentare le diverse letture nel frattempo cresciuta ha accompagnato la storiografiche. Un’interpretazio- in maniera così enorme Il primo, che solo il lettore linguistiche. Ma il lettore meno serie televisiva 14. Ta- esperto può cogliere, sta nel fat- esperto potrebbe avere l’impres- ne delle cause della guerra come che, già difficilmente gebücher des Ersten Weltkriegs (in la sua, né politica-economica né gestibile da un solo autore per to che questo di Janz pur essendo sione che la Germania del tempo Francia circolato come 14. Des apparso prima della Cambridge avesse poche responsabilità e che diplomatica; un’identificazione storie nazionali, rendeva impro- armes et des mots), un progetto delle responsabilità immediate babile un suo controllo anche History of the First World War fosse sul punto di vincere, o che il multinazionale e multimediale curata da Jay Winter (pp. 2352, $ conflitto fu giocato e deciso dal- del suo scatenamento che non parziale da parte di un solo stu- posto sotto la curatela scientifi- addita né Berlino né Londra o Pa- dioso che si dedicasse a una rico- 450, Cambridge University Press, la Germania da un lato e dai suoi ca appunto di Janz, Emmanuel 2013-14), e senza forse che ne po- nemici anglofrancesi: anche con- rigi; una visione degli effetti della struzione generale e complessiva Saint Fuscien, Stéphane Audoin- guerra sui combattenti che non si di una guerra mondiale. Non era tesse essere informato più di tan- tro l’interpretazione generale del Rouzeau e Peter Englund. Non to, visto che non vi ha poi parte- volume che descrive il conflitto decide né per la tesi della barba- quindi forse senza ragioni il fatto rientra nella valutazione del libro, rizzazione dei soldati né per quel- che, soprattutto nell’ultima quin- cipato e considerando che questa come guerra globale, mondiale. ma va qui ricordato (per indicare opera in tre volumi rappresenta la del loro pacifismo di fondo; dicina d’anni, questo enorme e Un’altra osservazione potrebbe il ruolo che Janz si è di recente co- per adesso forse il punto storio- insomma una visione della guerra incontrollabile accumularsi di andare alla bibliografia. Quando struito nel campo degli studi in- graficamente più avanzato degli tanto differenziata e articolata ha conoscenze storiche era sembra- Janz finì di scrivere il suo volume ternazionali sulla Grande guerra) studi sul conflitto, (un’opera quin- più di un pregio, ma può anche to rendere impossibile la forma forse The sleepwalkers di Christo- la sua direzione del progetto te- di che va molto al di là di alcuni pher Clark (I sonnambuli. Come rischiare di lasciare il lettore, so- della sintesi e della monografia, lematico 1914-1918-online. Inter- provinciali banditori nostrani, in l’Europa arrivò alla grande guerra, prattutto il lettore meno esperto, con davvero poche coraggiose national Encyclopedia of the First ritardo quindi sugli studi interna- Laterza, 2013) era appena uscito privo di spiegazioni forti. Potreb- eccezioni, e aveva aperto lo spazio World War (http://www.1914- zionali, della sola storia culturale) (2012) e quando lo pubblicò (fine be essere anche questo un piccolo delle enciclopedie e dei dizionari 1918-online.net/), un’eccezionale ha molti punti di contatto con la 2013) l’interpretazione “sonnam- segno dei tempi, di una moderni- enciclopedici, anche di grosse di- enciclopedia o serie di dizionari Cambridge History. Altri meriti bulistica” non aveva ancora sol- tà liquida anche a livello storio- mensioni, con molte voci e molti storici paralleli per una sessantina sono più espliciti e hanno a che levato in Germania l’eccezionale grafico. Tutte queste osservazioni autori, ognuno però specialista. di paesi con più di un migliaio di vedere con le prospettive di anali- interesse che poi ha avuto, grazie sono però punti minori rispetto al L’avvio di questo centenario ha voci e poco meno di altrettanto si o con le interpretazioni avanza- anche al fatto che essa spostava la grande merito di esser riuscito a te da Janz. Ad esempio il volume responsabilità dello scoppio della sintetizzare, presentare in manie- dichiara apertamente, anzi parte guerra da Berlino verso i Balcani ra equilibrata e spesso a scioglie- dalla considerazione per cui la e verso Mosca. Per tale ragione in re, grandi nodi e grandi questioni Grande guerra fu la prima guerra questo volume di Janz, Clark non in un numero ridotto di pagine. veramente globale di un mondo è citato. Lo stesso, ed è cosa un L’unico vero problema del volu- che già si era globalizzato nella po’ più grave, avviene per la Cam- me italiano non è il suo testo bensì precedente età dell’imperialismo. bridge History of the First World la sua traduzione. Spiace rilevarlo Da qui la sua attenzione non solo War: forse in questa traduzione a proposito di una traduttrice che all’Europa, ovviamente, ma anche italiana, successiva all’edizione pure espone nel proprio curricu- al Mediterraneo, al Medio Orien- tedesca, almeno qua e là un con- lum molte relazioni con Berlino e te, all’Africa e persino alla lontana fronto o una presa in considera- che evidentemente aveva già dato Asia. Va poi rimarcato che, se non zione di un’opera per molti versi buone prove (ma sul fronte lette- proprio una storia transnazionale così importante avrebbero potuto rario). Spiace soprattutto notarlo e se non proprio sempre multi- essere inseriti. Per la verità si po- a proposito di una casa editrice e nazionale, l’opera si staglia per i trebbe ragionevolmente osservare di una collana di così grande pre- continui riferimenti a molti casi che, a centenario avviato, un tale stigio. Purtroppo gran parte dei nazionali, per quanto un occhio aggiornamento bibliografico e termini militari è resa in maniera privilegiato rimanga soprattutto storiografico avrebbe potuto ri- imbarazzante, che fa divertire (o alla Germania, poi alla Francia e solversi in una impossibile e scon- arrabbiare) il lettore esperto, e al Regno Unito. Un altro merito sigliabile rincorsa di un treno in temiamo distragga o confonda risiede nel fatto che l’autore, che corsa: ma almeno per alcune ope- le idee del lettore meno esperto. già aveva dato più di una dimo- re maggiori un’eccezione avrebbe Probabilmente, la fretta di centra- strazione di originalità nelle sue potuto essere fatta. re l’obiettivo editoriale dell’avvio conoscenze e ricerche sulla sto- Forse non andrebbe detto per del centenario ha permesso di ria italiana, tiene ben conto dei una sintesi, peraltro così bilan- arrivare in libreria: ma ha lasciato principali avvenimenti della storia ciata e intenzionata a rimanere una grave macchia su un volume nazionale: cosa che, in un’opera in dimensioni ridotte, ma c’è pure così importante. n internazionale, non è affatto da qualche lacuna, non importante [email protected] darsi per scontata. Altro elemen- in sé ma per gli effetti di trasci- to degno di nota è quello per cui, namento sulle interpretazioni N. Labanca insegna storia contemporanea di fronte a ogni grande questio- storiografiche. Forse una presa in all’Università di Siena N. 4 24 Grande guerra dhaus commette passi falsi di non Dal fango di Verdun poco conto. Attribuire ad esempio alle metafore belliche utilizzate da alle sabbie mesopotamiche Charles Darwin (sì, proprio lui) l’emergere di un nazionalismo di Francesco Cassata aggressivo e guerrafondaio, sen- za tematizzare in alcun modo il complesso e sfumato campo del Lawrence Sondhaus sezione dell’appendice, Appro- cosiddetto “darwinismo sociale”, fondimenti, sono inclusi cinque Prima guerra mondiale è storiograficamente inaccettabile. brevi saggi di vita quotidiana, E altrettanto improvvida e sempli- La rivoluzione globale selezionati in maniera piuttosto cistica è la presentazione di Lenin ed. orig. 2011, trad. dall’inglese eclettica e dimenticando curiosa- come padre della “prima dittatura mente i fronti interni: i combatti- di Piero Arlorio, pp. XV-716, € 75, totalitaria moderna”. Dedicare, menti dell’Anzac (Australia New Einaudi, Torino 2014 infine, soltanto due pagine (su ol- Zealand Army Corps) a Gallipoli; tre seicento totali) alla pandemia ubblicato nel 2011 da Cam- l’esperienza delle trincee; il treno piombato che trasportò Lenin influenzale, appare assai riduttivo Pbridge University Press e tra- in un saggio che presenta l’agget- dotto l’anno scorso da Einaudi, dall’esilio svizzero verso la in fermento, con l’interessato be- tivo “globale” fin dal sottotitolo. Prima guerra mondiale. La rivo- È probabilmente proprio su luzione globale di Lawrence Son- neplacito del ministro degli esteri tedesco Arthur von Zimmermann; quest’ultimo punto (il carattere dhaus, direttore del dipartimento globale” della prima guerra mon- di storia e scienze politiche dell’U- le dure condizioni di vita dei som- mergibilisti degli U-Boote, tra il diale) che il volume di Sondhaus niversità di Indianapolis, è, come presenta i limiti più consistenti. In- dichiara lo stesso autore nelle pa- costante puzzo di nafta e il preca- rio funzionamento delle toelette a dubbiamente (soprattutto pensan- gine introduttive, un libro indiriz- do al pubblico anglo-americano) zato essenzialmente al lettore co- bordo; l’impatto psicologico della guerra e la diffusione dei traumi l’autore compie un notevole sfor- mune e agli studenti di storia dei scenari in Togo, Camerun e Africa zioni economiche e sociali, svilup- da combattimento (shellshocks). zo nel superare le prospettive ana- corsi avanzati di Euro- sudoccidentale. Allo stesso modo, pi tecnologici, crisi di governo e, Completano il qua- litiche esclusivamente focalizzate pean History (o Modern sul fronte occidentale, dedicando la ricostruzione della spartizione ovviamente, drammatiche fratture History) delle universi- dro degli apparati inse- riti nel libro, quattordi- uno spazio importante ai fronti delle colonie tedesche del Pacifico degli assetti politico-istituzionali. tà statunitensi. Occor- orientale, italiano e balcanico, ol- si sofferma prevalentemente sulla Non che la definizione di rivolu- re vedere il saggio in ci cartine geografiche, per lo più dedicate alla tre che ai mari e al contesto extra- competizione tra Giappone e Stati zione globale sia del tutto impro- quest’ottica per evitare europeo. In alcuni casi, tuttavia, a Uniti, sottovalutando il ruolo di pria con riferimento alla Grande di rimanere sorpresi di descrizione dei fronti in Europa, con qualche partire proprio da quello italiano, Australia e Nuova Zelanda nella guerra, ma sarebbe stato neces- fronte alle iniziali affer- circoscritta puntata in la bibliografia di riferimento è ir- stessa area. sario definirne meglio, sul piano mazioni polemiche di Africa, in Asia orienta- rimediabilmente datata. In altri, e E se la dimensione globale spes- metodologico, i contorni e i limiti. Sondhaus, che impu- le e in Medio Oriente. penso soprattutto alla dimensione so stenta a emergere pienamente, Altrimenti il rischio della tautolo- ta a “gran parte degli Incentrato soprattut- extraeuropea, lo sguardo dello anche il concetto di rivoluzione gia o, peggio, della ricerca a tutti i storici, in particolare to sugli aspetti diplo- storico risulta piuttosto parziale. non è di fatto mai precisato e con- costi del “precorrimento”, è inevi- anglosassoni” la colpa matico-militari della Per quanto riguarda il continente testualizzato dall’autore, finendo tabilmente dietro l’angolo. n di aver sottovalutato (o prima guerra mondia- africano, ad esempio, Sondhaus si per trasformarsi in un ombrello non compreso adeguatamente) il [email protected] le, il volume di Sondhaus presenta concentra sulla campagna di Paul che al suo interno accoglie un po’ ruolo dell’Austria-Ungheria e de- alcuni punti di forza. Innanzitutto, von Lettow-Vorbeck nell’Africa di tutto: una rivoluzione militare gli imperi centrali nella dinamica F. Cassata insegna storia contemporanea la prospettiva adottata è indubbia- orientale tedesca, trascurando gli innanzitutto, ma anche trasforma- all’Università di Genova del conflitto. Un giudizio a dir mente di ampio respiro, muoven- poco tranchant di fronte a opere do dal fango del fronte occidenta- come quelle di Norman Stone, Sa- le al ghiaccio e alle nevi delle Alpi muel R. Williamson e Holger H. giulie e dei Carpazi; dalle sabbie Herwig. della Mesopotamia ai deserti del Assorbiti da retorica e nazionalismo Fedele alla sua natura di stru- Sudafrica. In secondo luogo, la mento didattico di alto profilo, descrizione minuta delle dinami- di Bartolo Gariglio il libro di Sondhaus si articola in che militari mostra accuratamente quindici capitoli, ognuno dei quali l’implementazione, nel corso del Bruno Bignami bilità di pensarsi nel mondo (non in contrappo- si apre con una cronologia attinen- conflitto, di risposte multiple e sizione, né separata da esso) rappresentava una te al periodo preso in esame e con variabili agli imperativi strategici La Chiesa in trincea rinnovata comprensione di sé”. I temi critici che un’illustrazione emblematica (soli- e tattici. L’offensiva sferrata dal- Preti nella Grande guerra costrinsero la chiesa a ripensarsi furono almeno tamente tratta dal Bundesarchiv di la Germania nella primavera del pp. 142, € 12, Salerno, Roma 2014 due: il teorema della guerra giusta e il rapporto Coblenza o dai fondi dell’Imperial 1918, ad esempio, fu la più impor- con le realtà mondane. Si trattava di “due temi War Museum di Londra) accom- tante operazione militare tedesca l volume non intende ripercorrere la strada de- insoluti nel rapporto colla modernità: da una par- pagnata dal relativo commento: sul fronte occidentale da quella gli studi di Roberto Morozzo della Rocca o di te ci si accorse che l’ inutile strage aveva mandato dai classici profili di Gavrilo Prin- I dell’agosto 1914, ma differì da Luigi Bruti Liberati sui cappellani militari e sul in soffitta la teoria della guerra giusta, dall’altra cip e di Thomas Edward Lawren- quest’ultima sotto molti aspetti: clero in armi, che hanno dato luogo a opere ormai l’impegno in trincea di molti ecclesiastici fece ce, a fotografie meno note (e più non un unico e prolungato attacco classiche, o i lavori di sintesi sul primo conflitto entrare in crisi l’idea di una netta separazione” interessanti) come quelle che ri- su un vasto fronte, ma una serie di mondiale di Piero Melograni, Giorgio Rochat e tra chiesa e realtà terrene. Benedetto XV, alcuni traggono le truppe vietnamite a assalti improvvisi, dalle Fiandre Mario Isnenghi, che hanno dedicato pagine signi- vescovi più avvertiti e una parte dei sacerdoti al Salonicco o gli ebrei ortodossi di alla Champagne, effettuati da divi- ficative al clero. Esso è infatti frutto del lavoro di fronte compresero la portata dell’evento e le im- Neu Sandec (nella Galizia austria- sioni “d’attacco” sottoposte a spe- un teologo, che legge con categorie che gli sono ca, oggi Polonia), pronti ad ac- plicazioni per la chiesa. Ma la maggior parte dei ciale addestramento nell’inverno proprie, teologiche e religiose, le scelte compiu- cogliere con simpatia le pattuglie cattolici si rivelarono sordi, sempre più assorbiti 1917-18. Da ultimo, Sondhaus – te dalla santa sede e dal pontefice Benedetto XV, tedesche. dalla retorica e dal nazionalismo. Furono neces- già autore di Naval Warfare, 1815- dall’episcopato, dai preti (a cui è dedicato in modo sari decenni perché i semi gettati nel corso delle L’appendice del volume offre 1914 (Routledge, 2001) – dedica specifico il quarto e ultimo capitolo) e dal movi- tragiche vicende del primo conflitto mondiale po- un’ampia varietà di materiali inte- un sintetico ed efficace capitolo al mento cattolico italiano durante la prima guerra tessero incidere sia sul piano istituzionale sia su grativi. Nella prima sezione, Docu- tema della guerra navale tra il 1915 mondiale. Il volume di Bignami affronta, quindi, quello della mentalità diffusa nel mondo cattolico menti e punti di vista, si presenta e il 1918, evidenziando, da un lato, tematiche più ampie e impegnative, di quanto la- capitolo per capitolo una serie di lo scarso utilizzo di dreadnoughts a livello nazionale ed internazionale. Se questa, è sci intendere il sottotitolo, che di solito viene in- estratti di documenti e voci dei e incrociatori da battaglia da par- a mio giudizio, la linea interpretativa, del volume, protagonisti dell’epoca, che for- te degli Alleati e, dall’altro lato, la trodotto per delimitare l’ambito della ricerca. La mi preme sottolineare che essa non viene seguita niscono una ricca testimonianza pressoché totale conversione alla chiave di lettura offerta dall’autore è la seguente: con rigidezza, ma con una notevole attenzione alle su ruoli, strati sociali, classi e ge- guerra sottomarina da parte de- “Allo scoppio della prima guerra mondiale, la sfumature e alle controtendenze. Particolarmente neri della popolazione coinvolta gli imperi centrali. Mentre le navi Chiesa era già in guerra. Lo era a suo modo, con stimolanti sono le pagine dedicate al tema dell’au- nelle azioni belliche, nonché sulle capitali di Germania e Austria- la modernità. Da decenni e senza esclusione di torità e alle motivazioni che sono sottese sul piano nazioni belligeranti e i campi di Ungheria rimanevano ad arruggi- colpi si stava consumando uno scontro frontale teologico all’interventismo, come al neutralismo, battaglia. I sette punti di vista si nire all’ancora nei porti, le rispet- con le differenti correnti del pensiero moderno”. tanto a quello “condizionato” quanto a quello pongono quali esemplificazioni tive flotte intensificavano i contatti Prima il protestantesimo, poi il liberalismo e infi- “radicale”. Interessanti sono infine le riflessioni del dibattito specializzato su al- con il fronte interno, traducendo ne il socialismo, erano diventati “oggetto di una dedicate al tema della rinascita religiosa che sem- cuni aspetti particolarmente con- il malcontento per l’inerzia e le pe- contrapposizione sempre più dura attraverso do- bra manifestarsi all’inizio del conflitto, come ai se- troversi della guerra: le origini del santi condizioni di vita in azioni di cumenti, condanne, sospensioni a divinis, scomu- gni ben più reali e diffusi del decadimento morale conflitto; la crisi del luglio 1914; il protesta politica e aperto ammuti- niche, accuse, sospetti di eresia, elenchi all’indice causato dalla guerra; così come alla crisi etica e Piano Schlieffen; le incompetenze namento. di libri proibiti”. Una chiesa appunto in conflitto psicologica che colpì non pochi tra i sacerdoti al dei comandi britannici; la guer- Quando si allontana dalla di- con la modernità scoprì, durante la prima guerra fronte, a cui le autorità ecclesiastiche non sempre ra sottomarina indiscriminata; il mensione strategico-militare per battezzata come mondiale, “che proprio la possi- seppero rispondere in modo adeguato. trattato di Versailles; la questione addentrarsi nella storia culturale delle riparazioni. Nella seconda o nella storia della medicina, Son- N. 4 25 Grande guerra politica; politica militare; il com- Inediti percorsi intrecciati portamento dei combattenti; il Bianche sorelle, madri patriottiche fronte interno; la propaganda e di Enzo Collotti la cultura; storia e memoria. Già di Fiamma Lussana questa schematizzazione potreb- La guerra ultimo presuppone che lo storico be dare luogo a qualche osserva- Augusta Molinari le nazionale, vicina agli ambienti italo-austriaca non sia soltanto storico del pro- zione critica per le implicazioni dell’area repubblicana e sociali- prio paese ma che abbia compe- problematiche racchiuse in cia- Una patria sta, il cui scopo è l’emancipazione (1915-18) scuno di questi settori, che per per le donne a cura di Nicola Labanca tenze relative alla storia di più morale e materiale delle donne contesti nazionali e statuali, con ragioni di brevità noi stessi ab- La mobilitazione femminile del popolo. Singolare è il caso e Oswald Überegger un’apertura culturale che non è biamo a nostra volta semplificato nella Grande guerra di alcune pioniere del femmini- pp. 380, € 25, Il Mulino, Bologna 2014 dei più e che richiede probabil- sperando di non avere travisato pp. 249, € 20 smo socialista, come Anna Maria mente anche una rifondazione il senso del progetto del quale Il Mulino, Bologna 2014 Mozzoni, Anna Kuliscioff, Mar- n questo centenario della pri- degli studi di base, a cominciare stiamo riferendo. Senza entrare gherita Sarfatti, che, ciascuna a Ima guerra mondiale il volu- da quelli universitari. Non fosse nel merito di aspetti inevitabil- suo modo, abbracceranno la cau- me curato da Nicola Labanca e ino agli anni più recenti, in altro che per questi stimoli il vo- mente più tecnici (pensiamo al controtendenza con un’ac- sa interventista. Come dimostra Oswald Überegger tra le molte lume, che esce in edizioni coeve campo della condotta bellica) ci F l’autrice, le esperienze del patriot- pubblicazioni generate dall’oc- creditata storiografia internazio- italiana e austriaca, ha fra gli altri pare che il terreno di confronto nale, storici e storiche di diverse tismo femminile entrano in rotta casione offre un duplice motivo meriti quello di essere in un cer- maggiore e decisivo interesse di collisione con l’antimilitarismo d’interesse. Anzitutto perché generazioni hanno narrato nel to senso un apripista. sia quello che attiene alla storia nostro paese la lotta delle donne dell’International Council of Wo- presenta la guerra dell’Italia Il terreno del confronto al di economico-sociale, che non vuol men, segnando l’isolamento del fuori da un orizzonte esclusi- contro la guerra. Insomma, a di- qua e al di là dei 750 chilometri dire soltanto il fronte interno, spetto di un nazionalismo inter- femminismo italiano nel quadro vamente italiano e in secondo mondiale e aprendo la strada alla del fronte che divideva l’Italia e come tradizionalmente si inten- ventista femminile, minoritario luogo per il modo in cui affron- sua deriva conservatrice. l’Austria-Ungheria muoveva da de, ma la storia della società in ma destinato a giocare un ruolo ta l’argomento con un approc- La storia delle donne è ricca basi di partenza relativamente guerra nel suo complesso in cui importante nel cosiddetto “fron- cio metodologico decisamente di esempi sull’uso pubblico della diverse. Anzitutto nella cronolo- fronte interno, politica di gover- te interno”, la storiografia sulla innovativo per una storiografia gia, perché quando l’Italia entrò maternità. Soprattutto nei tem- no, cultura e comportamento Grande guerra ha più spesso rap- come quella italiana così avara di in guerra l’impero asburgico ave- pi di crisi, l’istinto materno e la dei combattenti si saldano in un presentato uomini che aperture comparatisti- va alle spalle già quasi naturale propensione corto circuito inscindibile, al di combattono la guerra che. La novità consiste un anno di combatti- femminile a risolvere là di ripartizioni di comodo che e donne che la male- appunto nel fatto che, menti; in secondo luo- problemi pratici diven- conservano comunque una loro dicono. Eppure, come prendendo spunto da go quello che per l’I- tano una risorsa spen- utilità anche pratica di delimita- ben documenta il libro un convegno svoltosi talia era l’unico fronte dibile nella sfera pub- zione tematica, che vuol dire an- di Augusta Molinari, nel 2012 a Bolzano, per l’Austria-Unghe- che per esempio di delimitazione blica. Il paese chiama, un gruppo di storici ria era il terzo settore combattere per la pa- le donne rispondono. delle fonti. tria non è solo roba italiani e austriaci, tra strategico dopo quello Prima guerra totale, guerra di Orgogliose, generose, i migliori specialisti balcanico e quello del- da uomini. C’è stata coraggiose. E la guerra, trincea per eccellenza, la prima anche una patria per le dei temi affrontati, lo scontro diretto con guerra mondiale mise a dura si sa, è l’epoca di crisi studiosi di formazione l’impero zarista, a pre- donne. Quarant’anni per definizione. È allo- prova il rapporto tra governo e fa, pubblicando nella diversa e anche di di- scindere da quella dif- governati, indipendentemente ra che scende in campo verse generazioni, si è collana degli Editori ferenza fondamentale dai sistemi politici dei paesi bel- la mater dolorosa. Ma misurato nella lettura Riuniti diretta da Er- rappresentata dalla ligeranti, ossia il problema del finita l’emergenza, le parallela da una parte e dall’altra nesto Ragionieri le Lettere al re natura plurinazionale dell’im- consenso, uno dei fattori fonda- onorate madri della patria torna- del fronte degli aspetti centrali 1914-1918, Renato Monteleone no a casa. Il mito della cosiddetta pero asburgico nella quale era mentali della tenuta del fronte che caratterizzarono il conflitto contribuiva a costruire il fortu- “maternità patriottica” comincia implicita (e non lo si sottolineerà interno con ricadute peculiari nei rispettivi contesti statuali. nato stereotipo delle madri del nel nostro paese con la guerra di mai abbastanza) la sua poten- nelle diverse situazioni che non Come sottolinea Labanca nella popolo, rabbiose e irriducibili Libia, prova generale della suc- ziale deflagrazione. Premesse smentivano la sostanziale con- lucida introduzione, l’approc- paladine della pace. “Perdio qui cessiva mobilitazione femminile queste basi di partenza, i colla- sonanza espressa nell’afferma- cio non vuole essere semplice- boratori del volume prendono in si è perso il cervello”, “Vogliamo nella Grande guerra. È allora mente di carattere comparato zione che “in entrambi i paesi subito la pace! Le madri sono che nasce il mito delle salvifiche esame sei grandi aree di analisi, la distanza fra la classe dirigente ma piuttosto transnazionale con redigendo monografie che sono stanche di piangere”, scrivono le “crocerossine” nazionali. Le pa- e le masse popolari era ampia”. un’operazione concettuale e sto- a un tempo sintesi di diverse donne del popolo. Madri semi- gine dedicate alla missione della Questo che era stato uno dei riografica che mentre tende a stagioni storiografiche e messa analfabete, maestrine, sartine, Menfi, la nave ospedale che ripor- terreni privilegiati dello studio superare i limiti e i confini delle a punto sotto il profilo delle in- gridano abbasso la guerra. Ma ta in patria i soldati della guerra della storiografia italiana almeno tradizionali storie nazionali, che terpretazioni, rendendo evidente accanto alle “ine” piene di dolo- italo-turca, sono fra le più felici a partire dagli anni settanta (si hanno sin qui dominato le narra- con grande efficacia il mutamen- re e di sgomento, si mobilitano del libro. Sulla Menfi, le “bianche zioni della Grande guerra e dalle to che nel corso dei decenni ha pensi fra l’altro agli studi di Gio- le vestali della guerra. Giornali- sorelle” della Croce rossa scopro- quali non sarà comunque possi- improntato il lavoro degli storici vanna Procacci sui prigionieri di ste, scrittrici, nobildonne, signo- no il volto feroce della guerra: bile prescindere, mira a mettere ma anche quello delle politiche guerra) si conferma uno dei nodi re della media e alta borghesia tifo, dissenteria, corpi mutilati. E in evidenza e a sottolineare al di ufficiali e di conseguenza le svol- fondamentali anche per la storia urbana, esponenti del primo per la prima volta raccontano la là dei parallelismi “le interazioni te dell’opinione pubblica ovvero del dopoguerra e della genesi del femminismo italiano moderato guerra nei loro diari di madri pa- dirette e indirette”, i “percor- di quello si suole considerare il fascismo proprio in virtù dell’ap- o radical-repubblicano diventa- triottiche. Una maternità eroica è si intrecciati” di fenomeni che senso comune storiografico. Un proccio comparatistico che spin- no “imprenditrici morali” della invece quella proposta dall’ebrea presi di per sé entro i perimetri insieme di elementi tra i qua- ge a indagare conseguenze di guerra. Margherita Sarfatti, “l’altra don- strettamente nazionali rischiano li non è sempre facile operare medio e lungo periodo. Non Il furore patriottico delle don- na del duce”, come la definiscono di inaridire e di svilire le poten- distinzioni nette e che mettono meno interessanti si rivelerebbe- ne riflette il concitato dibattito Cannistraro e Sullivan, nonché zialità euristiche e interpretative non di rado a dura prova il me- ro le ricerche e le riflessioni sulle politico che si accende in Italia autrice, nel 1925, della fortuna- che implicano. È un approccio stiere dello storico. ricadute a distanza della propa- nei mesi della neutralità: il popo- ta biografia di Mussolini, Dux. che può dare un contributo de- I sei grandi settori sui quali si ganda in tempo di guerra (que- lo, la chiesa, i socialisti riformisti Anche Sarfatti guarda in faccia cisivo alla sprovincializzazione esercita il lavoro parallelo degli sta volta soprattutto sul versante vogliono la pace, ma prevale nelle l’orrore della guerra parlando di della storiografia, ma che pone storici che danno luogo ai re- austriaco) laddove come all’epo- piazze d’Italia la febbre bellicista corpi spappolati dalle granate e problemi complessi e che non da lativi capitoli sono: governo e ca dell’austro-fascismo la storio- di avanguardisti, futuristi, nazio- rievocando il “puzzo di morte” grafia tendeva a identificarsi con nalisti, irredentisti, democratici di degli ospedali di trincea. E dopo i suoi temi e i suoi stereotipi, o sinistra, sindacalisti rivoluzionari. la perdita del figlio Roberto, mor- quelle sul complesso rapporto E con loro sono D’Annunzio e to sull’altopiano di Asiago non tra storia e memoria (o meglio gli intellettuali che fanno a gara a ancora diciottenne, inneggia al memorie, come giustamente sot- elettrizzare le folle. I cantori della valore catartico dei lutti di guer- RIVISTA DI AFFARI EUROPEI tolinea Labanca) che incide più guerra sono di meno, ma gridano ra. Madrine, crocerossine, infer- direttamente sull’opinione pub- più forte. Anche le interventiste miere dell’anima, entrano sulla blica e che soprattutto (ma non sono una minoranza, ma scrivono scena pubblica prima e durante solo) nei regimi autoritari tende su giornali e riviste, tengono con- la Grande guerra, ma le loro pro- a svincolare le memorie dalla ferenze, usano il maternage come ve di “cittadinanza” restano uno loro soggettività e a omologarle pratica di patriottismo e in qual- spazio fragile e isolato. L’assisten- in una memoria organizzata che che caso anche come esercizio za diventerà coscienza politica vuole essere parte dell’organiz- provvisorio di cittadinanza. Alle delle donne solo molto più tardi, zazione del consenso. Unico élite femminili, attive soprattutto durante la guerra di liberazione neo: in un libro nel complesso nelle grandi città, partecipano i nazionale, quando l’istinto mater- così ben curato non sarebbero due più autorevoli raggruppa- no sarà per molte la molla dell’im- dovute mancare brevi note bio- menti del primo femminismo ita- pegno politico antifascista. Biso- grafiche degli autori. n liano, il filogovernativo Consiglio gnerà aspettare un’altra guerra. n nazionale delle donne, che solle- [email protected] cita madri, figlie e sorelle a “servi- re la patria” con compiti di cura e www.rivistaeuropae.eu E. Collotti è professore emerito di storia F. Lussana insegna storia contemporanea contemporanea all’Università di Firenze di assistenza, e l’Unione femmini- all’Università di Sassari N. 4 26

La Grande guerra nelle recenti acquisizioni della storiografia statunitense Il momento wilsoniano tra autodeterminazione e vocazione imperiale di Ferdinando Fasce

ent’anni ci separano dall’affondamento della nave alimentato da quello che lo studioso del Mit definisce. Democracy, pp. 313, $ 35, Harvard University Press, Cpasseggeri britannica (che recava armi dagli Sta- con una felice formula, “volontarismo coercitivo”. Cambridge 2011). Sull’American Expeditionary For- ti Uniti) Lusitania. Affondata nel giugno 1915 con Ovvero, un insieme di spinte al controllo e alla re- ce (Aef), l’esercito statunitense che varcò l’Atlantico 1200 morti, 128 dei quali cittadini americani, la nave pressione del dissenso provenienti da leadership locali agli ordini del generale John J. Pershing, le ricerche fu vittima di quella guerra sottomarina tedesca che e statali che aiutarono il sottodimensionato governo più recenti, invero non particolarmente folte (Mitchell due anni dopo avrebbe costituito il fattore scatenan- federale a creare una cultura dell’obbligo patriottico Jockelson, Borrowed Soldiers: Americans Under Bri- te dell’intervento statunitense a fianco dell’Intesa. A che spinse i cittadini a prestare i loro servizi militari, tish Command, 1918, pp. 308, $ 29,95, University of che punto è oggi la storiografia sugli Stati Uniti e la economici e culturali alla nazione, proiettandosi poi al Oklahoma Press, Norman 2008), hanno confermato Grande guerra? Data l’assenza di contributi rilevanti di là della guerra. il ridimensionamento della visione trionfalistica del in italiano, in questa rassegna si parlerà solo di lavori Altri (Chad Williams, Torchbeares of Democracy: presunto ruolo decisivo delle truppe statunitensi aval- in inglese, eccetto un bel saggio-rassegna di Mario Del African American Soldiers in the World War I Era, lata dallo stesso Pershing. Si è invece sottolineato il Pero sul wilsonismo (Wilson e wilsonismo: storiografia, pp. 452, $ 34,95, University of North Carolina Press, peculiare e comunque significativo contributo fornito presentismo e contraddizioni, in “Ricerche di storia po- Chapel Hill, 2010) hanno dimostrato come pure entro dall’Aef nel duplice senso che il suo arrivo consentì litica”, 2013, n. 1), tema sul quale va segnalata anche questo universo di controllo e chiusura la minoranza lo spostamento dei meglio addestrati soldati france- la recente traduzione negli Stati Uniti di un innovativo da sempre più deprivata, quella afroamericana, ap- si e inglesi nei punti nevralgici del fronte e indusse i libro italiano apparso originariamente una quindici- profittò della mobilitazione per cercare lavoro e forme comandi tedeschi alle disastrose offensive dell’ultimo na d’anni fa (Daniela Rossini, Woodrow Wilson and di vita meno inique nelle città industriali del Nord, re- anno di guerra. Dei reduci e del nesso disabilità-stato the American Myth in Italy. Culture, Diplomacy, and agendo in modi differenziati alla chiamata alle armi a sociale si è occupata Beth Linker in War’s Waste: Re- War Propaganda, pp. 276, $ 59,50, Harvard University seconda della collocazione sociale e politica. L’esiguo habilitation in World War I America (pp. 291, $ 35, Press, Cambridge 2008). Sono mancate finora, ma strato di ceto medio vi scorse opportunità di carriera, i Chicago University Press, Chicago 2011). probabilmente bisognerà attendere il fatidico 2017, poveri provenienti dalle campagne meridionali mezzi Solo la ricerca più recente ha finalmente portato opere di sintesi tipo quelle uscite in Europa a cavallo di sostentamento per le famiglie, i leader del movi- sotto i riflettori un fenomeno cruciale come l’umani- del centenario dello scoppio del conflitto. Fa eccezio- mento per i diritti civili occasioni per il progresso delle tarismo. Di questo si occupa in uno dei libri più origi- ne lo stringato volume di Jennifer Keene, una delle loro istanze. La guerra, le nuove esperienze lavorati- nali degli ultimi anni Julia Irwin (Making the World’s massime esperte di storia socia- Safe: The American red Cross le della mobilitazione, che offre and a Nation’s Humanitarianian un’efficace panoramica dell’e- Babele. Osservatorio sulla proliferazione semantica Awakening, pp. 273, $ 34,95, sperienza dei soldati americani: Oxford University Press, New dal reclutamento ai campi di York 2013). Il libro esplora con battaglia, e al ritorno in patria illenovecentoquindici, s. m. Si è già in questa con la guerra da mesi ormai dilagante, la Turchia, finezza l’intreccio contradditto- (World War I: The American Mrubrica scritto, a proposito del 1945 (“L’Indi- cui Bismarck nel 1878 aveva regalato, come poi si rio di generoso impegno indivi- Soldier Experience, pp. 217, $ ce”, 2015, n. 3), che ci troviamo dinanzi a un nume- comprese, quarant’anni di sopravvivenza ottomana, duale e collettivo, di ingegneria 19,95, University of Nebraska ro, termine derivato dal latino numerus. Ci troviamo ebbe a schierarsi con gli imperi centrali. Il Giappone sociale tinta di irrinunciabili Press, Lincoln 2011). però anche dinanzi a una data, dal latino medioevale era invece già entrato in guerra contro la Germania. complessi di superiorità e di uso Il periodo della controver- data. Il 1915 è comunque un anno di assoluta cen- Nessuno aveva fermato il succedersi degli even- strumentale ed eccezionalista sa neutralità statunitense fra il tralità per il Regno d’Italia. Ma le origini, dal punto ti. La guerra era diventata, e divenne sempre più, dell’impulso umanitario a ope- 1914 e il 1917 resta la fase che di vista prima europeo e poi mondiale, si situano nel planetaria, come mai nessun’altra guerra del passa- ra dell’amministrazione statu- tuttora più abbisogna di ricerca. 1914. E anche negli anni precedenti. Alle spalle del to, a parte, per molti versi, la guerra dei sette anni nitense che trovò espressione Sul nodo dell’ingresso in guer- 1914 vi erano infatti l’annessione della Bosnia da (1756-1763), combattuta anche nei possedimenti nell’opera dell’American Red ra il presidente Wilson e il suo parte dell’Austria-Ungheria (1908), la conseguente protocoloniali-extraeuropei e definita da Winston Cross in Europa. Attenzione entourage sono finiti nel mirino guerra italo-turca del 1911-1912, meglio nota come Churchill la prima vera guerra mondiale. Nel 1915, comincia a suscitare anche il pa- di un veterano del tema, Justus guerra di Libia, e le altrettanto conseguenti due anno al centro della storiografia del nostro paese, fu cifismo che emerse proprio in E. Doenecke, che in una meti- guerre balcaniche (1912-1913) che avevano pratica- la volta dell’Italia. Il governo Salandra, dopo mesi occasione di questa guerra, so- colosa ricostruzione (Nothing mente cancellato la presenza ottomana in Europa. di pressioni interventiste e nazionalistiche, firmò cosi prattutto a opera di organizza- Less Than War: A New History Si era così ulteriormente arroventata la già rovente il Patto di Londra (26 aprile 1915), che prevedeva zioni femminili (William Mul- of America’s Entry into World situazione dell’area sud-orientale del continente. La l’impegno italiano a fianco dell’Intesa. Il 3 maggio ci ligan, The Great War for Peace, , cui l’Austria aveva negato lo sbocco al mare, War I, pp. 394, $ 40, University fu il distacco dalla Triplice. E se Giolitti rimase ag- pp. 443, $ 35, Yale University mirava nel 1914 a un’espansione territoriale ed ege- grappato al negoziato neutralistico, il re si proclamò, Press, New Haven 2014). Que- Press of Kentucky, Lexington monica nei Balcani. L’Austria difendeva con forza, 2011) li ha accusati senza mezzi con toni minacciosi, favorevole alla mobilitazione ste ricerche e quella di Eliza- prima e dopo Sarajevo, la propria identità imperia- generale. Intanto, era parso chiaro che il Blitzkrieg beth McKillen sul rapporto fra termini di incompetenza e as- le e plurinazionale. La Russia, temendo un nuovo senza di visione strategica. An- tedesco in Francia non aveva avuto il successo del la strategia wilsoniana, il mondo scacco (dopo il 1878) della sua politica balcanica, 1870. La guerra poteva forse risultare vittoriosa per del lavoro statunitense e quello cora più duro ha colpito l’eu- si trovava inevitabilmente in contrasto con l’Austria ropeista Adam Tooze, che, in l’Intesa. Il 24 maggio vi fu allora la dichiarazione di europeo (Making the World Safe in tutta l’area. La Germania, fedele all’alleanza con guerra all’Austria e venne varcato il confine orienta- un’ambiziosa sintesi sulla svolta l’Austria e desiderosa di bloccare definitivamente la for Workers: Labor, the Left, and indotta nelle relazioni interna- le. Il conflitto durò tuttavia molto di più del previsto, Wilsonian Internationalism, pp. revanche di una Francia alleata dal 1891-1894 con sfiancando tutte le potenze belligeranti, sia quelle zionali dal ruolo preminente la Russia, auspicava una guerra che l’ avrebbe resa 299, $ 55, University of Illinois assunto dagli Stati Uniti nel poi vittoriose (a partire dall’Italia), sia quelle sconfit- Press, Urbana 2013) mostrano la prima potenza europea. La Francia, contando te. Non furono sfiancati i soli Stati Uniti, entrati nel corso della guerra (The Deluge: sull’appoggio russo, voleva riconquistare i territori come, accanto al filone di sto- 1917 e riconosciuti da molti, alla fine della guerra, in The Great War and the Rema- perduti nel 1870-1871 e depotenziare la Germania ria sociale e culturale del fronte grado di scavalcare l’Inghilterra, oltre che la Germa- king of Global Order, pp. 672, £ del Kaiser. L’Inghilterra, in un primo momento in- interno, l’altra principale linea nia, e di diventare la prima potenza mondiale. Iniziò decisa, entrò in guerra a fianco della Francia dopo di indagine emersa negli ultimi 30, Allen Lane, London 2014), invece il tracollo della Russia, che dalla guerra uscì l’invasione tedesca del Belgio neutrale. Il cancelliere anni è quella che tende a esplo- per squarciare il velo dell’idea- con la rivoluzione bolscevica, rivoluzione che sareb- tedesco Bethmann-Hollweg non esitò nell’occasione rare i lati informali, “diffusi” e lismo wilsoniano ha dipinto il be stata inimmaginabile senza il conflitto mondiale. presidente come un “liberale a sostenere che i trattati erano pezzi di carta, frase non strettamente istituzionali conservatore evoluzionista” (in divenuta celebre. Nel novembre dello stesso 1914, Bruno Bongiovanni della dimensione internaziona- effetti Edmund Burke era fra le le, mettendo in valore le emer- sue principali fonti di ispirazio- genti prospettive transnazionali ne) con una forte impronta nazionalista e di dominio ve, le possibilità di oltrepassare la “linea del colore” e di diplomazia culturale. Eccoci così a chiudere il - Stati Uniti geopolitico mondiale. Resta da vedere come gli esperti inaudite nel loro paese che i soldati neri conobbero, cerchio su quel classico tema del wilsonismo che at- di Wilson (sul quale la biografia migliore è A. Scott pur fra persistenti discriminazioni, una volta arrivati tende ancora un’esplorazione capace di penetrare nel Berg, Wilson, pp. 832, $ 40, Simon & Schuster, New in Francia: tutto ciò ha indotto Adrianne Lentz-Smith suo cuore di tenebra, tenendo insieme ciò che Erez York 2013) reagiranno a queste ricostruzioni. Se spo- (Freedom Struggles: African Americans and World War Manela ha chiamato il “momento wilsoniano” (The stiamo lo sguardo verso la guerra e il fronte interno, I, pp. 318, $ 35, Harvard University Press, Cambridge Wilsonian Moment. Self-Determination and the Inter- troviamo su questo terreno sospeso fra storia politica, 2010) a vedere nel conflitto un momento “trasforma- national Origins of Anticolonial Nationalism, pp. 352, sociale, e culturale, alcuni dei contributi più signifi- tivo” del movimento afroamericano, con una crescita $ 29,95, Oxford University Press, New York 2007), cativi degli ultimi anni. A cominciare dall’importante della sua consapevolezza sia al fronte che in patria. ovvero l’opposizione anticoloniale di subalterni e di- lavoro di Christopher Capozzola (“Uncle Sam Wants Del contributo nero alle sottoscrizioni delle cartelle scriminati ispirata alla retorica dell’autodeterminazio- You”. World War One and the Making of the Modern del debito pubblico parla Julia C. Ott nella sua ricerca ne, e le rinnovate forme di vocazione imperiale incar- American Citizen, pp. 334, $ 34,95, Oxford University su tali campagne e sulla nascita di una mentalità di cit- nate dall’ascesa mondiale degli Stati Uniti. n Press, New York 2008) intorno alla ridefinizione della tadino-investitore su cui Wall Street costruirà poi l’ef- [email protected] cittadinanza che prese corpo nel corso del conflitto fimero boom della borsa nel dopoguerra (When Wall

Grande guerra per effetto del clima di conformismo politico e sociale Street Met Main Street. The Quest for an Investors’ F. Fasce è insegna storia contemporanea all’Università di Genova N. 4 27

L’ebbrezza del combattimento, le rimozioni e i racconti a distanza Il mondo prima e dopo di Giovanni Capecchi

a guerra è stata da sempre generatrice di scritture; lezza oltre che orrore, è macello ma anche sete di san- Le gli anniversari sono oramai divenuti, nel nostro gue: un’“orgia febbricitante”, come lo stesso autore paese e non solo, le occasioni privilegiate per rileggere tedesco spiegava all’altezza del 1922 in La battaglia autori, libri ed eventi. Il lungo centenario della prima come esperienza interiore, edito in questo centenario guerra mondiale (un centenario iniziato nel 2014 e da Piano B, testo di straordinaria forza e realismo, che proseguirà fino al 2018) rappresenta così il terre- lontano da ogni buonismo, scritto per fare chiarezza no favorevole per iniziative editoriali che, per quanto sulla battaglia dei sentimenti che si scatena nel com- riguarda la letteratura, si muovono (con le cautele im- battente: “Questa è la battaglia di sentimenti, la lotta poste dalla situazione di crisi economica) fondamen- che impazza nel petto del guerriero quando attraversa talmente in tre direzioni: la ristampa di libri nati nella i deserti di fuoco delle enormi battaglie: l’orrore, la guerra o dalla guerra; la pubblicazione di saggi e studi paura, il presentimento della distruzione e la bramo- sull’argomento; l’edizione di romanzi ambientati ne- sia di scatenarsi”. La storia del genere umano di cui gli anni 1914-1918 scritti da autori contemporanei. ci parla Jünger è una continua alternanza tra periodi La prima guerra moderna e tecnologica, quella di pace e periodi di guerra e la lotta (contrariamen- “Grande” guerra che ha segnato l’inizio dalla con- te a quanto sperava Bertha von Suttner) non appare temporaneità e ha rappresentato una profonda cesura eliminabile dalle vicende umane (“È legge di natura, tra mondo di “prima” e mondo di “dopo”, è stata rac- perciò non ci sottrarremo mai al suo fascino”). contata da una generazione di scrittori. La letteratura La guerra, che molti hanno descritto dalla trincea, ha partecipato alla “vigilia”, sposando (sia pure per è stata raccontata anche “a distanza”. A distanza di motivazioni diversificate) le ragioni del conflitto, con spazio, come dimostra, per esempio, La paura, uno pochissime voci a favore della pace in Italia e in Eu- dei racconti più belli sull’argomento, scritto da Fe- ropa, tra il Romain Rolland di Au-dessus de la mêlée derico De Roberto nel suo studio, lontano dalla trin- e la Bertha von Suttner di Abbasso le armi!, romanzo cea, all’altezza del 1921 e ora riproposto da e/o: un edito nel 1889, prontamente tradotto in tutte le lingue racconto destinato a “La lettura”, supplemento del europee (in Italia apparve nel 1897) e ora ristampato “Corriere della Sera”, ma rimandato al mittente per dall’editore torinese Beppe Grande. Un libro, questo il suo carattere decisamente polemico verso le tante di Bertha von Suttner, che raccontava gli orrori della morti inutili provocate dal conflitto; e come testi- guerra e che propagandava le ragioni della fratellanza monia anche il libro di un non intervenuto come il tra i popoli, della guerra alla guerra e di un arbitra- cinquantunenne Alfredo Panzini, che subisce inevi- to internazionale capace di redimere le controversie tabilmente il richiamo della realtà nell’estate del 1914 tra le nazioni e che (insieme a un’intensa attività di (quel richiamo che porta fuori dalle biblioteche molti conferenziera) valse alla nobildonna nata a Praga nel la prima volta nel 1961) e la sua successiva notorie- intellettuali, desiderosi di vivere il presente, di non 1843, figlia di un anziano feldmaresciallo asburgico, tà non solo al racconto della strage provocata dalla mancare l’appuntamento con la storia, alla ricerca – guerra (tema centrale, oltre che in Le feu di Barbusse, il Premio Nobel per la pace assegnato nel 1905. Se come Panzini – di quotidiani da divorare con ansia e anche in Niente di nuovo sul fronte occidentale di Eric la giuria di Stoccolma decretò l’assegnazione a von non, almeno in questo frangente, di volumi di versi e Maria Remarque, in attesa di una nuova traduzione Suttner del prestigioso premio, il destino consentì a di prose) e che racconta la sua vigilia e la sua guerra in italiana), ma soprattutto alla descrizione dell’ebbrez- questa intrepida figura di intellettuale di morire il 21 quel Diario sentimentale che viene ora riproposto, a za del combattimento, alla sete di sangue, costituendo giugno 1914, una settimana prima della fucilata di Sa- cura di Marco Antonio Bazzocchi, nell’edizione mon- da questo punto di vista un libro unico nel suo ge- rajevo che avrebbe fatto piombare l’Europa in quella dadoriana del 1923 integrata con pagine (riportate su nere, lontano dalla rimozione del tema dell’uccisione guerra da lei inutilmente scongiurata nel corso dell’in- sfondo grigio) ricavate dal manoscritto più volumino- tera esistenza. del nemico che domina gran parte della letteratura di guerra, come ha ribadito anche Marco Mondini in La so del testo a stampa. Ogni nazione ha avuto i suoi poeti combattenti, Ma la guerra, oltre che a distanza spaziale (una di- pronti a raccontare la guerra da fronti opposti, a la- guerra italiana, ricchissimo saggio che dedica pagine stanza che conosce varie gradazioni: dalla retrovie e sciare impressi nei loro versi i segni di un evento che ha importanti anche al racconto del conflitto (Partire, dagli ospedali di campo agli uffici dell’esercito e ai sconvolto la stessa concezione della vita e della morte, Raccontare e Ritornare sono intitolate le tre parti nelle salotti), viene raccontata anche a distanza di tempo, che ha segnato il ritorno di un’umanità regredita alla quali si suddivide), mettendo in evidenza alcune te- come attestano alcuni romanzi scritti da autori con- condizione di bestia (“Per la porta / sono entrati ur- matiche ricorrenti nelle pagine degli scrittori: il came- lando i lupi”, annotava Georg Trakl), che ha imbandi- ratismo e la fratellanza che nasce dalla condivisione temporanei. Se Andrea Molesini (che già aveva scritto to alla morte un banchetto mai visto prima (“Quarto dello stesso destino, la morte divenuta una presenza sull’argomento Non tutti i bastardi sono di Vienna), anno di guerra – scriveva Pastuškin. ‘Niente di nuo- familiare, la guerra come inizio di una vita nuova. La osserva in Presagio la fine della belle époque dalle vo’, dice il corriere. / Niente di nuovo: la morte pro- guerra di Jünger è (per dirla con Peter Englund) bel- stanze dell’Hotel Excelsior di Venezia, tra 24 luglio e segue il banchetto, / oggi come ieri lo stesso 5 agosto 1914, in una narrazione che si av- macello”), che ha fatto invecchiare di colpo vicina al dramma teatrale e che viene suddi- un’intera generazione: “Invecchiammo di I libri visa in tre atti con titoli in italiano, francese cent’anni, e accadde / in un’ora soltanto”, Henri Barbusse, Il fuoco, ed. orig. 1916, trad. dal francese di Adele e tedesco (le tre lingue della comunità euro- registrava Anna Achmatova in In memoria Maltesi, pp. 327, € 18,50, Castelvecchi, Roma 2014 pea sognata da molti fino alla conflagrazio- del 19 luglio 1914, uno dei testi raccolti in ne mondiale), Jean Echenoz, nelle poco più Federico De Roberto, La paura e altri racconti della Grande guerra, La guerra d’Europa 1914-1918 raccontata di cento pagine di ’14, con passi di grande introd. di Antonio Di Grado, pp. 139, € 14, e/o, Roma 2014 dai poeti, antologia corata da Andrea Ame- efficacia e intensità e momenti di maggio- rio e Maria Pace Ottieri per Nottetempo, Jean Echenoz, ’14, ed. orig. 2012, trad. dal francese di Giorgio Pinotti, re stanchezza, ripercorre una storia lunga che ha il merito di riunire i componimenti pp. 110, € 14, Adelphi, Milano 2014 alcuni anni (dalla dichiarazione di guerra e di cinquantatré diversi poeti, generalmente dall’arruolamento fino al ritorno) ma tutto Ernst Jünger, La battaglia come esperienza interiore, ed. orig. 1922, trad. molto noti (da Edward Sło ski a Clemen- sommato semplice, fatta di morte e di vita ń dal tedesco di Simone Buttazzi, pp. 140, € 13, Piano B, Prato 2014 te Rebora, da Osip Manhel’štam a Wifred (una vita che continua, nonostante tutto: Owen, da Vladimir Majakosckij a Giuseppe Ernst Jünger, Nelle tempeste d’acciaio, ed. orig. 1920, trad. dal tedesco nella natura, nel grembo di Blanche). Ma tra Ungaretti), facendo ben presto superare la di Giorgio Zampaglione, pp. 329, € 22, Guanda, Milano 2014 i romanzi di scrittori contemporanei merita naturale ritrosia che ispirano le antologie a una menzione particolare Ci rivediamo lassù chi vorrebbe leggere le singole raccolte nella La guerra d’Europa 1914-1918 raccontata dai poeti, a cura di Andrea di Pierre Lemaitre (Mondadori), capace di loro completezza e generando il desiderio di Amerio e Maria Pace Ottieri, pp. 267, € 15, Nottetempo, Roma 2014 afferrare l’attenzione del lettore dalla prima mettersi sulle tracce di ogni singola voce di Pierre Lemaitre, Ci rivediamo lassù, ed. orig. 2013, trad. dal francese di all’ultima delle oltre quattrocento pagine, - Memorialistica cui si offre testimonianza. Stefania Ricciardi, pp. 453, € 17,50, Mondadori, Milano 2014 riuscitissima fusione di invenzione e fatti Nell’esercito francese combatteva Henri realmente accaduti, con una storia che si Barbusse e Il fuoco, il suo libro più celebre, Andrea Molesini, Presagio, pp. 155, € 12, Sellerio, Palermo 2014 snoda nella Francia del dopoguerra, tra re- iniziato nel 1916 durante la degenza in un Marco Mondini, La guerra italiana. Partire, raccontare, tornare. 1914- duci devastati (anche nel fisico) dal conflitto ospedale di guerra con la volontà di rac- 18, pp. 458, € 28, Il Mulino, Bologna 2014 e profittatori, tra combattenti messi ai mar- contare l’antieroicità e l’orrore del conflitto gini della società e arrampicatori che sfrut- (fatto di noia, di fango, di massacri), viene Alfredo Panzini, Diario sentimentale della guerra, a cura di Marco tano il lutto per arricchirsi, complice uno riproposto da Castelvecchi; nell’esercito te- Antonio Bazzocchi, testo a cura di Riccardo Gasperina Geroni, pp. stato che dimentica i vivi e glorifica i morti, desco si batteva invece Ernst Jünger, autore 349, € 16, Pendragon, Bologna 2014 monumentalizzando il loro sacrificio. n di un libro come Nelle tempeste d’acciaio Bertha von Suttner, Abbasso le armi!, ed. orig. 1889, a cura di [email protected] (riproposto da Guanda) che deve la sua Giuseppe Orlandi, prefaz. di Laura Tirone, pp. 473, € 20, Beppe lunga sfortuna (in Italia è stato tradotto per Grande, Torino 2014 G. Capecchi insegna letteratura italiana

all’Università per Stranieri di Perugia Grande guerra N. 4 28

La propaganda, l’eccezionalità del presente e i ritratti ripuliti dagli orrori e dal fango delle trincee Il meglio ha molte facce di Adolfo Mignemi

ell’estate del 1914 Robert Musil, come molti spondenze, memorie autobiografiche che negli ulti- Naltri scrittori e intellettuali in Europa, era stato mi decenni hanno dischiuso agli storici un approccio trascinato dall’entusiasmo della mobilitazione e si era nuovo alla storia della Grande guerra (vedi i lavori arruolato volontariamente. Assegnato alle truppe di- di Quinto Antonelli, Antonio Gibelli e Nicola Ma- slocate sul confine italo-austriaco, aveva preso parte ranesi): se andiamo a sfogliarli siamo quasi sopraffat- alle operazioni belliche tra le montagne del Sudtirolo ti dall’istanza di comunicare attraverso le immagini e sulle sponde dell’Isonzo. Più tardi avrebbe lavorato che caratterizza la scrittura di quegli anni. Essa è lo come redattore per due gazzette militari: a partire dal specchio di un mondo che sta vivendo una profon- 1916 per “Tiroler Soldaten-Zeitung” di Bolzano e, da rivoluzione nei processi comunicativi, ma guarda dal 1918, per “Heimat”, edita dal quartier generale caso, si direbbe, l’immagine della guerra che si sta della stampa bellica di Vienna. Nelle pagine del pri- vivendo è assente, talvolta è palesemente tenuta lon- mo avrebbe scritto: “Il ricordo è un apparecchio sca- tana quasi per il desiderio di non turbare le famiglie. dente. Tra un paio d’anni non avrete più una imma- Consegnando alle stampe i materiali dell’archivio del gine chiara di ciò che è stato. Le immagini poetiche proprio nonno Toby, Thierry Vissol cita le conside- degli scrittori (…) vi sembreranno realtà. Mancherà razioni del filosofo Alain (Émile-Auguste Chartier) la parte migliore, la parte viva, ai limiti dell’impos- “segnato dall’esperienza del fronte” durante il primo sibile, di quello che ora vi sta intorno in ogni istan- conflitto mondiale, su ciò che in guerra è vero o fal- te”. E oltre, a proposito delle immagini fotografiche: so e sulla “sorprendente inclinazione a render conto “conserveranno per sempre a tutti i combattenti di non in base alla verità, ma secondo quel che è meglio. questa guerra l’eccezionalità del presente”. E il meglio ha molte facce”. La Grande guerra è caratterizzata dall’irruzione prodotte dai fotografi militari o civili accreditati ai Non stupisce quindi riscontare che l’immagine delle propaganda nel conflitto con ruolo di protago- comandi, è chiaro che a cimentarsi con questa nuova della Grande guerra nell’ambito di questi materiali è nista: essa manifesta rapidamente la sua capacità di forma di scrittura e narrazione attraverso le immagini principalmente riconducibile al genere del ritratto. È proporsi come un’arma che per vastità d’impiego e di erano persone che riversavano nelle proprie istanta- il ritratto del soldato in divisa o del gruppo di com- risorse messe in campo dimostra le sue incredibili po- nee e nell’organizzazione delle stampe raccolte una militoni ripresi in un momento di riposo, il più del- tenzialità offensive sia sul fronte interno sia sul campo cultura molto precisa e strutturata anche sul piano le volte lontano dall’inferno delle trincee, nella zona di battaglia. Spesso essa diventerà un ordigno capace degli immaginari visivi. delle retrovie. È un’immagine che ha l’unico scopo di di mantenere il suo potere distruttivo e velenoso per Da qualche anno l’attenzione crescente alla foto- tranquillizzare e di rassicurare. Allorché è scattata in anni e anche per decenni, in grado di sopravvivere grafia amatoriale e non ufficiale ha reso frequente uno studio fotografico, essa appare del tutto sovrap- alla tregua definitiva dei conflitti ed alle proclamazio- l’incontro con questi percorsi che sono diventati sug- ponibile a quelle dell’emigrazione, che caratterizzano ni formali della pace. Tra gli strumenti principali della gestive riflessioni su una vera e propria rilettura degli le corrispondenze dei decenni precedenti. L’abito propaganda vi sono le immagini, in particolare la fo- avvenimenti vissuti, affidata quasi sempre alle pagine buono di quelle immagini, carattere distintivo del tografia e il cinema. di album, compilati al ritorno a casa, e destinati tal- successo raggiunto, è in questo caso costituito dalla volta solo a confrontarsi con il proprio ricordo per- Alle vicende di questo nuovo strumento che sul divisa lavata e rammendata, dalle fasce ripulite dal piano tecnico ancora mal si adatta a una documenta- sonale, nella maggior parte dei casi a rappresentare fango e dagli scarponi lucidati; come allora non erano zione degli avvenimenti, in particolare dei combatti- il tipico percorso pedagogico nelle memorie familiari presenti richiami alla fatica del lavoro e alle ristrettez- menti, sono stati dedicati vari contributi significativi, borghesi. È significativo che anche Vittorio Emanuele ze quotidiane, non compaiono elmetti, baionette e a partire dal saggio di Luigi Tomassini nel XXVIII III, appassionato di fotografia, abbia compilato, con volume degli “Annali della Fondazione Ugo La Mal- le proprie istantanee e altri scatti procuratisi via via, fucili, ma un fondale dipinto e qualche supporto a cui fa”, le cui pagine hanno il pregio di esplorare con un album destinato all’erede al trono, Umberto. poggiarsi per evitare il mosso. ampiezza di sguardo il dispiegarsi dei vari strumenti La guerra raccontata da questi diversi nuclei di do- Fa da controcanto a questi ritratti l’analoga ripre- di propaganda senza isolarli l’uno dall’altro, ma fa- cumentazione fotografica (vedi il taccuino di Pennisi sa, quasi sempre in studio, del gruppo familiare che cendoli anzi interagire. Tomassini parte proprio dalle o le raccolte proposte dal Museo nazionale del cine- riorganizza, in assenza del capofamiglia al fronte, le suggestioni di Musil per delineare la vicenda dell’uso ma) ci ha fatto certamente scoprire realtà spesso sco- gerarchie della stessa: la centralità della moglie, i figli e dei dispositivi fotografici durante il conflitto, vicenda nosciute, talvolta volutamente rimosse, ha sottoposto a volte anche i genitori. È in un certo senso un ritratto che fu assai complessa. Sul piano militare, infatti, si ai nostri sguardi particolari dell’orrore di un conflitto che fissa la temporanea rivoluzione dei ruoli, che tro- passa dagli impieghi più direttamente tattici dello stu- che non aveva avuto analoghi precedenti, ma è riusci- va sempre riscontro nelle architetture culturali della dio relativo alle difese e all’attività del nemico alla do- ta solo ad accompagnarci ai margini del baratro che corrispondenza tra fronte, casa e viceversa. cumentazione del conflitto in tutte le sue componenti quegli avvenimenti hanno aperto. Non è un caso che Questa trama visiva fa da sfondo al testo divulgati- organizzative. Quest’ultima documentazione viene quegli immaginari visivi siano quasi sempre assai lon- vo forse più interessante prodotto in questri mesi: il realizzata principalmente attraverso il lavoro di veri- tani da quelli elaborati dalla cultura popolare e pro- viaggio attraverso l’Europa, teatro del conflitto, in cui fica e controllo (largamente censorio) delle immagini letaria della maggior parte dei fanti che affollavano le Paolo Rumiz racconta la Grande guerra. scattate dagli operatori non militari a cui era concesso trincee. Sono dieci dvd di impianto fortemente giornali- di avvicinarsi alle zone di operazione dei vari fronti. Questi strati sociali hanno prodotto diari, corri- stico, ma di solida struttura documentale, in cui gli Vi è poi un secondo aspetto, non meno storici e gli studiosi intervengono portan- importante, relativo alla pratica, che si dif- do non solo il proprio contributo scienti- fonde sempre più tra i militari, di fotogra- I libri fico ma anche l’inquietudine della ricerca. fare in prima persona alcune delle vicende Vi è un’affermazione di Rumiz che viene belliche nelle quali si era coinvolti. Essa Agostino Pennisi di Floristella. Taccuino fotografico di guerra, pp. 143, continuamente reiterata nel documenta- genera una produzione non ufficiale di s.i.p., Consorzio Culturale del Monfalconese, Monfalcone 2014 rio: “Capire l’Europa del ’14 è indispen- immagini che finisce per confrontarsi con sabile per intendere quella del 2014. Non Museo nazionale del cinema di Torino, Al fronte. Cineoperatori e fo- l’immagine ufficiale del conflitto. La gran- è possibile capire se cammini eretto là tografi raccontano la Grande guerra, a cura di Roberta Basano e Sarah de espansione della stampa illustrata, che dove loro sono andati strisciando come Pesenti Campagnoni, pp. 192, € 34, Silvana, Milano 2015 caratterizza il sistema delle comunicazioni vermi. Non puoi, se porti scarpe asciutte di massa in quegli anni, vedrà crearsi un Quinto Antonelli, Storia intima della Grande guerra, pp. 312, € 32, con e vestiti puliti”. La buona qualità della re- percorso interessantissimo di interazio- dvd Scemi di guerra. La follia nelle trincee, Donzelli, Roma 2014 gia sta nell’aver lavorato quasi totalmente ni tra fotografi non ufficiali e modalità di con immagini attuali, senza ricorrere alle informazione visiva sull’andamento del Piero Cavallari e Antonella Fischetti, Voci della vittoria (con cd allega- equivoche, ma assai diffuse, ricostruzioni conflitto realizzate dai numerosi giornali to), Donzelli, Roma 2014 delle docufiction e sopratutto nella piena - Fotografia di informazione popolari. Ad essi Stefano Antonio Gibelli, La guerra grande. Storie di gente comune, pp. 346, € 20, coscienza che, dal punto di vista docu- Viaggio ha dedicato, in anni recenti, pagi- Laterza, Roma-Bari 2014 mentario originale del conflitto, ci sono ne molto dense. pervenute solo immagini di eventi am- In Italia però la produzione a livello Nicola Maranesi, Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trin- piamente ricostruiti (su tutti il materiale personale di immagini fotografiche rela- cea 1915-1918, pp. 296, € 22, Il Mulino, Bologna 2014 cinematografico), in bianco e nero (la tive alla guerra rimane appannaggio degli Paolo Rumiz racconta la Grande guerra (10 dvd), regia di Alessandro ripresa policroma caratterizza solo la fo- strati sociali più abbienti, che si possono Scillitani, € 129, “Repubblica”-“L’espresso”, Roma 2014 tografia e in modestissime proporzioni) e permettere l’onerosità ancora significa- senza alcun documento sonoro originale La società italiana e la Grande guerra, a cura di Giovanna Procacci, tiva delle apparecchiature (anche quelle registrato (le Voci della vittoria sono rico- “Annali della Fondazione Ugo La Malfa”, n. XXVIII, pp. 493, Gan- amatoriali) e dello sviluppo e stampa dei struzioni di almeno dieci anni dopo). n materiali impressionati. Per quanto non si gemi, Roma 2014 trattasse sempre di ufficiali superiori, che Thierry Vissol, Toby, dalla pace alla guerra 1913-1918, pp. 444, € 38, [email protected] spesso non sapevano fotografare, ma col- Donzelli, Roma 2014 lezionavano volentieri le immagini ufficiali A. Mignemi lavora all’Istituto nazionale per la storia Grande guerra del movimento di Liberazione in Italia N. 4 29 Poesia me”, come in un inventario impie- dialettale che indica, sono parole Muffe e liquami, tosamente epocale: “Ieri sera un Lingue di neve del poeta, “le lingue di neve che Su una superficie vecchio / è uscito dallo specchio neppure d’estate scompaiono da carbonchio e pesto // ma non è notte né giorno // se di Margherita Quaglino qualche stretto canalone di mon- infiammabile guardi attorno / scorgi un fiume tagna, e la frana, lo scoscendimen- di Luca Lenzini di relitti // serpenti ritti / fiutano Fabio Pusterla to che le ha prodotte: una parola di Raffaella D’Elia grasse farfalle // muffe e liquami / che riassume in sé ciò che attira carbonchio e pesto // il catalogo è Argéman lo sguardo per la bellezza, e ciò Attilio Lolini questo” (Farfalle). pp. 228, € 16, che invece ci minaccia come una Emilio Villa Bestiario gotico Ma perché “gotico”, questo be- Marcos y Marcos, Milano 2014 catastrofe”), decentrato e rifratto L’OPERA POETICA pp. 77, € 11, stiario? Essendo Lolini senese, per dentro molteplici stratificazioni e l’insegna inalberata dal libretto si pp. 782, € 45, L’Obliquo, Brescia 2014 ulla copertina dell’ultima rac- richiami di senso (il villaggio pale- L’Orma, Roma 2014 pensa subito a Tozzi (che, a dire il Scolta di Fabio Pusterla, nel bel stinese di Nahal Argeman; la varie- vero, risulta scrittore non troppo disegno di Luca Mangoni, cam- elle Vite dei filosofi di Dioge- tà floreale dell’IrisA rgeman; l’ar- amato dall’autore) e alle sue Be- peggia una libellula nera, forse os- iunge in libreria, superando ne Laerzio si parla di un altro gema, nome tecnico delle piccole N stie; ma perché non pensare, piut- servata in controluce o proiettata Gl’oscurità e la vocazione alla Diogene, quello che intorno al IV ulcere dell’iride da cui argemone, tosto, alle figure di animali con cui come un’ombra su una parete ir- dispersione che così nettamente secolo a.C. aveva eletto a dimora il papavero messicano che si pre- Giovanni Pisano, sempre in quelle regolare, percorsa da segni e graf- hanno qualificato la sua vita di una botte: di costui, noto per la scriveva come rimedio), a una te- contrade, popolò la facciata del fiature. Delle quattro sezioni che uomo e di artista, l’opera poetica mancanza di reverenza perfino oria di sostantivi che stordisce, che duomo, all’ombra di sibille, profe- compongono la raccolta, Il volo di Emilio Villa. Uscito per L’Or- nei confronti dell’Alessandro per sforza i limiti, che va in fuga verso ti e profetesse? Quasi in una bib- della libellula è l’ultima: l’insetto è ma, casa editrice che sta abituan- definizione Grande, si dice che “l’oltre, il di là, / il non raggiun- do i lettori a un lavoro raffinato bia dal basso, quel popolo riaffiora descritto nel suo volo discontinuo, to, la terra / su cui forse varrà la una volta avesse esclamato “Oilà, allo sguardo postmoderno grazie e di qualità, questo libro volu- uomini!”, e all’accorrere di quelli “di scatto e surplace”, che pro- pena camminare”: l’unico spazio ad una lingua tradotta e reinventa- duce “un equilibrio / miracoloso minoso (oltre 700 pagine) è una specificasse poi, pren- dove “la scrittura può miniera da sfruttare, di grande ta passando per Lafor- (...). Una musica / che intraprendere una vera dendoli a bastonate: gue (un Jules in versio- pregio. Del poeta “clandestino” “Avevo detto uomini, appare solo a istanti, ricerca” (così nella bel- ne Licantropo, magari) per vettori / e frattali”. del Novecento, nato nel 1914 ad non schifezze!”. L’epi- lissima prosa Doman- Affori (oggi quartiere di Milano) e Palazzeschi (che oltre È un volo che il poeta de, margini, rive). Una sodio mi veniva in men- alle seminali poesie ha e scomparso nel 2003 a Rieti, in te rileggendo l’autoan- interroga in modo insi- ricerca difficile, che pur scritto Bestie del stente, con accumuli di solitudine, si presenta qui, per la tologia di Attilio Lolini s’incide nella pagina prima volta in un’edizione mo- ’900), da uno che non interrogative che, dalle attraverso la frequenza apparsa un decennio fa dimentica mai né il numentale, il mondo poetico fin (Notizie dalla necropoli prime raccolte, sono con cui compaiono gli suo Baudelaire (si veda una delle cifre della sua dagli anni trenta (Adolescenza, 1974-2004, Einaudi, aggettivi in -abile, -ibile la prima raccolta di versi, è da- L’albatro, che sigilla la scrittura oltre che uno (i suffissi della possibili- 2004), che rendeva con- raccolta), né il suo Le- tata 1934), e col tempo sempre dei moduli più frequen- tà) spesso composti con to di un itinerario poe- opardi, che si direbbe più vicino alla contaminazione ti della poesia italiana prefisso di negazione: tico tanto personale, innanzitutto quello del linguistica, di mondi altri. Spe- recente: “Ma loro, poi, illeggibile, improbabile, quanto scontrosamente coro del Ruysch. cializzato in assiro-babilonese e / nel battito improvviso inafferrabile, inaudibile, indecifra- obliquo rispetto alle mappe con- Eppure questa vena ironica- ugaritico, autore di una versio- sacrate del secondo Novecento. delle ali / cosa vogliono dirci? cosa bile, indicibile, insondabile, invisi- mente allegorica non sarebbe possono / dirci, le libellule? / cosa ne dell’Odissea (Guanda, 1964), L’irriverenza sfrontata e un tratto così convincente, non avesse Lo- bile, irrimediabile. Anche perché vissuto a Milano, in clandestinità sovversivo e noir, uniti a una mi- ancora?”. mai come in Argéman, è ancora lini modulato i suoi versi brevi Nel suo andamento sussultorio e per alcuni anni in Brasile, “Vil- santropia affatto nascosta, infatti, ed epigrafici, da writer metropo- Pusterla a dichiararlo citando Wal- ladrome” (come lo chiamò Du- caratterizzano quell’itinerario da- “attraverso le forme e le immagini, lace Stevens, si avverte l’aggravarsi litano tardo erede della Palatina, i volti, / i nomi delle cose, le pa- champ) rappresenta, umanamen- gli inizi (Negativo parziale, Salvo appuntandoli a mannelli di rime, del peso della realtà, che schiaccia te e artisticamente, quel modo di Imprevisti, 1974) fino alle ultime role” il volo della libellula descrive come una morsa; dalla prima se- così da trovarsi in famiglia con la e riassume il movimento di una resistere e di abbandonarsi (alla raccolte, entro uno sviluppo e tradizione dei limericks che da zione, Opposizioni, sovrapposizio- vita e ai suoi compromessi) così un progressivo affinamento che poesia fortememente transitiva, ni, intessuta di frammenti di reale Lear fino al nostro Scialoja ha che si dispiega attraverso moduli radicale, complesso, così inim- hanno potuto consolidarsi e pre- sempre tenuto in onore animali prossimi all’esperienza del poeta maginabile, forse per i nostri cisarsi, stilisticamente, soprattutto elencativi, cari da sempre a Puster- (e alle reminiscenze letterarie più grandi e piccoli, reali o imma- la e a tanta poesia contemporanea, tempi, da rasentare, agli occhi di nell’ultimo ventennio (si veda Car- care, primo fra tutti il Dante infer- ginari. Lo sfondo materialistico per “trasformazioni, mutamenti, / molti, qualcosa di prossimo alla te da sandwich, del 2013, sempre nale), lo sguardo della scrittura si dell’universo rappresentato, con cose cangianti, cose mai ferme in follia, una latente e conclamata nella “Bianca” di Einaudi), avendo allarga e non cade, come la Silvia quel tanto di greve e aspro che gli sé”, rivendicando però questa vol- forma di sopravvivenza e sprez- come laboratorio e bussola l’Eccle- leopardiana, “all’apparir del vero”: appartiene, entra in cortocircuito ta il passaggio (il pellegrinaggio, la zatura. Cecilia Bello Minciacchi, siaste, rifatto una prima volta nel ossia di “secoli o millenni di per- con una leggerezza da tiritera in- transitorietà tra i luoghi e nel tem- da anni dedicata a esplorare que- 1984 (Edizioni di Barbablù; ulti- fantile e un andamento sghembo duta memoria”, dei “nomi di tutti sto artista irriducibile a qualsiasi ma edizione Agrapha, 1998). Ora po, il significato mai definibile de- che bene si adattano al semison- gli eventi) come sostanza del dire i naufraghi i crocifissi gli impiccati seppur minimo tentativo di siste- con Bestiario gotico, pubblicato da no e alla vita apparente dell’io, (...) coagulati nel silenzio dei vinti e matizzazione, introduce queste Giorgio Bertelli negli “Ozî” delle poetico e come principio costrutti- affidando ai versicoli figurazioni vo dell’intera raccolta. Il poemetto degli espunti”. pagine vecchie e nuovissime con edizioni l’Obliquo di Brescia, Lo- surreali ed epifanie di perfetta Nel componimento Verbale del- parole essenziali; e Aldo Taglia- lini giunge a un esito a suo modo in capitoli Regole per il custode del- tenuta: “Dentro il silenzio / pas- le cose non dette, la memoria delle ferri, nella postfazione, intreccia (cioè appunto in chiave irriverente la piccola porta (postierla o pusterla sano immagini // in bilico su vo- tragedie della storia scuote il pic- echi e rimandi. Nella splendida e antisublime, in singolare equi- era detta la piccola porta laterale ragini / di crespo cartone / sono colo e concreto uditorio di studen- collana “fuoriformato” curata librio tra iperbole e sprezzatura) nelle mura di città o di castelli), proiezioni / di creature strane // ti: “E ognuno improvvisamente da Andrea Cortellessa (che già esemplare, da piccolo classico. con cui si apre la sezione centra- uomini cipresso / e donne nane / capiva di essere appunto in viaggio per Le Lettere aveva pubblica- La preferenza accordata agli le, eponima del libro, è dedicato a disperse in una luce / che sale da / da tempo attraverso mari tempe- to Attributi all’arte odierna) si animali (gazze e corvi, merli, rane, questa parola-passaggio: “Sorvegli un cono // che illumina un trono stosi / (...) lavori a cottimo contrat- riconosce ogni volta il rigoroso topi, serpenti, gamberi, oranghi, il passaggio. Proteggi / la piccola // dove siede e tace / il grande ti a tempo subappalti call center / lavoro critico che viene prima e farfalle, balene), scelti a emblema porta delle parole (...). Quanto a batrace” (Il grande batrace). Così (...) nella virtualità di un mercato dopo ciascuna pubblicazione, e e tema del libretto, in linea con te, / il tuo passare sta forse nel non dalla botte ci giungono i più ve- di bolle e subprime”. Attraverso nella fase di accompagnamento la polemica anti-antropocentrica impedire / che questo abbia luogo ritieri e inquietanti annunci del il vocabolario lungo, ben più che dell’opera stessa. L’opera emerge della poesia di Lolini, conferisce / che tutto si muti e ogni cosa si nuovo millennio. n montaliano, la poesia (e Pusterla è nella sua essenza, e sfogliando le unità e coerenza alla raccolta, ma perda / e si trovi diversa”. E non un caso eclatante di una tendenza pagine che parlano in italiano, il talento scoronante e sarcastico è solo questione della sintassi, che [email protected] in atto nella poesia odierna) recu- greco, francese, e latino, per co- dell’autore (che ha potuto atti- passa dall’erosione alla completa elusione delle marche di subordi- pera le sue basi dentro “un’ipotesi minciare, ci si può fare una idea rare l’attenzione di lettori come L. Lenzini dirige la Biblioteca umanistica dell’Università anche dell’impatto che questi di Siena ed è membro del Centro studi Fortini nazione (si cercherebbero invano di comunità nella comunicazione”, Pier Paolo Pasolini, Franco For- singoli scritti potevano avere tini e Luigi Baldacci) si applica un “quando”, un “poi- come ha scritto Umberto Fiori: “E ché” in Argéman): il cioè nella possibilità di mettere nella loro versione minima, pa- in primo luogo alla figura dell’io, gina dopo pagina, parola dopo ritratto in un interno standard tra passaggio della parola in comune la parola, mediante la è un trasloco di rea- composizione dei diversi fram- parola, pubblicati in mucchietti specchi, finestre, quotidiane mi- di fogli e con quel carattere così cro-apocalissi e minimi accidenti le nello spazio aperto menti dell’esperienza di un ‘luogo’ di urgenza, per chi li aveva scrit- immaginari, sospeso in un tempo della comprensibilità. riconoscibile, fragile e necessario, ti, da sembrare quasi qualcosa di vuoto come il vascello che pro- “Ti prende di sorpresa in cui può avvenire un incontro”. vergato su una superficie infiam- cede “spinto dalla corrente / del il desiderio / impossi- Quello che avviene alla fine di Ver- mabile: “Guarda che siamo di buio e del niente” (Vascello). Un io bile: dire il paesaggio, bale delle cose non dette: “Ognuno Eleusi. Torniamo a Eleusi; sotto, catatonico, in dormiveglia o in via trasferirlo / lui nella sua pensava / (...) quante mani non sotto, sotto. Qui il più severo e di kafkiana metamorfosi (Alieno), luce dentro i suoni”: stringo e soltanto stringendo altre il più vero inventore sono io, che alle prese con una natura strania- Argéman segna nell’i- mani / potrei vincere l’ansia l’estre- ho inventato la poesia distrutta, ta, degradata, e una vita apparen- tinerario di Pusterla ma debolezza / spazzare la neve data in pasto sacrificale allaD i- te, ossessivamente attorniata da un allargamento, quasi dagli occhi vedere più chiaro”. n uno sfondamento dei li- spersione, all’Annichilimento”. n “dirupi”, “bambini morti”, “ossa [email protected] rotte”, tantissimi “vecchi” (meglio miti della nominazione. [email protected] Dal titolo stesso della se “bavosi” e “sciancati”), “sogni M. Quaglino insegna storia della lingua (…) inutili” e “trine rose dalle tar- raccolta, argéman (voce italiana all’Università di Torino R. D’Elia è scrittrice e critica letteraria N. 4 30 Saggistica letteraria loro andirivieni, e per altro verso Un gusto empirico, corrisponde a quella un po’ lasca Lavori in corso intenzione di fondo che vuole de- mercuriale e indefinito rogare dall’impossibile fissazione di Edoardo Esposito di un canone (ciò che dà conto, an- di Giovanni Tesio che, degli strappi alla “convenuta Arianna Rachele Crippa resti anche me” (28 maggio 1946). intransigenza”, aprendo a qualche Seguiamo su queste pagine, voce non proprio indelebile, o per Pavese editore anno dopo anno, il suo lavoro e i Luciano Anceschi, specialmente Piero Chiara e Luciano Erba “ragioni di politica letteraria” o pp. 220, € 18, suoi umori, lo sforzo per appro- con la sua “poetica degli oggetti” per qualche altra più segreta e non Unicopli, Milano 2014 dare a certi risultati (basterà citare Quarta generazione e con il suo percorso tra “ogget- confessa convenienza). la famosa “collana viola”) o l’ap- La giovane poesia (1945-1954) to e simbolo”, che era poi quello Ciò che poi (e qui lo registro per ra ormai necessario, consoli- passionato corrispondere con un pp. 336, € 15, stesso della collana (da lui diretta) pura curiosità) non manca a sua datasi nell’ultimo trentennio traduttore alla ricerca della parola in cui Quarta generazione uscì. E Nuova Editrice Magenta, Varese 2014 volta di motivare i risentimenti di l’attenzione non solo degli studiosi o del tono giusto per la resa effi- Esattamente quanto faranno un qualche escluso (esempio più vi- ma anche del pubblico alla storia cace di un testo (basti anche qui po’ dopo, con terribilistica o addi- Gli anni di Quarta stoso quello dell’ormai ignoto ai e ai problemi dell’editoria, e pub- un caso: quello di Omero tradot- rittura terroristica infrazione quei più Luigi Fiorentino, proprio per- blicate ormai non solo ricerche to da Calzecchi Onesti); sentiamo generazione “novissimi” convocati, prima in ché un’antologia è anche questo: d’insieme, ma opere specifiche su a cura di Serena Contini un’antologia un po’ forzosa, e poi il calore dei suoi trasporti, la sua un repertorio di voci estinte). alcuni protagonisti di questa sto- pp. 348, € 20, statuiti in un gruppo a sua volta un tenacia sia nell’amicizia che nel Tra i trentatrè inclusi, penso ai ria, che si arrivasse a considerare Nuova Editrice Magenta, Varese 2014 po’ eteroclito nel primo e più fa- coltivare un progetto, la sua fidu- nomi di Luciano Budigna, Luigi l’apporto che vi ha dato, specifica- moso convegno palermitano. cia (diciamo anche questo) nella Capelli, Romeo Lucchese, Marco mente all’interno di casa Einaudi, verne di lavori come questi. Quali i nodi che Quarta gene- letteratura. Due libri di perfetta integrabi- Visconti, Luciana Guatelli, Gia- Cesare Pavese. Se tuttavia il pregio del libro è A razione (con i carteggi annessi), como Campiotti, Bruno Conti. lità, che nascono da un unico parto pone? Di certo molti. Ma sintetiz- Vero è che non sono mancate, l’attenta documentazione, il mag- editoriale. Il primo è la riproposta Cui fa riscontro la diversamente negli studi che sono stati dedi- giore difetto, o piuttosto carenza, zando, in superficie i fili di un’a- e storicamente solida acquisizione di Quarta generazione, che nel micizia a tre, più aperta tra Erba cati allo scrittore, pagine attente è quello della scrittura: chiara e 1954 apparve a cura di di Umberto Bellintani, Pier Paolo anche a quest’aspetto precisa, nell’insieme, e Chiara (con qualche Pasolini, Bartolo Cattafi, Andrea Piero Chiara e Lucia- piccola incursione nel del suo lavoro, e che la e che ben conduce no Erba per l’Editrice Zanzotto, Paolo Volponi, Giorgio sua figura giganteggia dall’uno all’altro capi- privato), più reverente Orelli, Nelo Risi, Gian Piero Bona Magenta di Varese. Il e qualche volta ironica- nell’esemplare Pensare tolo attraverso le tappe e (fuori di ogni ipocrita reticenza) secondo, Gli anni di mente affettuosa quella i libri di Luisa Mango- lavorative dell’editore lo stesso Luciano Erba (non però Quarta generazione, è tra Erba e Anceschi, ni (Bollati Boringhieri, “factotum” (dal 1938 Chiara, che pur di suo era stato l’officina del primo, la più stringata quella tra 1999), che proprio di al 1943), del “diretto- poeta con l’esile libro di Incantavi, documentazione di tut- Anceschi e Chiara. Ma casa Einaudi ha traccia- re della sede romana” forse perché ancor troppo com- to il processo di inten- sempre Anceschi in to la storia, ma era giu- (1945-1946), fino al promesso con un’equivocabile zione e di lavoro, che veste di dominus, che sto anche considerare “punto nevralgico” del vena di elegismo tardivo). passa attraverso i car- i due curatori possono l’“editore” per sé solo, 1947-48 e degli ultimi, Che cosa concluderne? Quale il teggi intrecciati tra Lu- pur divertirsi a chiama- accostandolo sotto que- difficili anni di Pavese; senso (allora e oggi) di una collo- ciano Anceschi, Piero re tra loro il “Nostro”. sto particolare aspetto ma anche un po’ trop- cazione storica adeguata? Io direi Chiara e Luciano Erba. Più complessi i fili al grande amico-nemi- po secca e sintetica, che se allora il suo senso era meno Un volume, quest’ultimo, affetto della storia che conduce alla con- co Vittorini che già nel 1992 aveva avara e didascalica, tesa a presen- da un’ansia documentale forse ec- cezione dell’antologia (preceduta, visibile, quantunque non ignora- potuto avvalersi dell’ottimo e pio- tare e legare le citazioni piuttosto cessiva, pleonastica, ripetitiva, che si sa, dall’antologia precedente bile, oggi quell’esperienza appaia nieristico (anche nel titolo) lavoro che ad articolarle in un quadro più tuttavia non cederò alla petulanza di Anceschi, Linea lombarda, con tanto più significativa di allora di Gian Carlo Ferretti L’editore vasto di collegamenti e riflessioni. di imputare all’enorme diligenza tutto il suo dubbio peso di “po- nel suo sapore di “annuncio”, che Vittorini. Pure, c’è un vantaggio in questo della curatrice (magari con cer- etizzazione” regionale, se solo spira dalla sua cifra di azzardo e di Ecco dunque quest’aspetto del procedere essenziale, ed è che il te sviste non decisive o con certe penso alle immediate obiezioni scommessa, quando non (addirit- lavoro di Pavese osservato qui fin libro lascia parlare Pavese, lo lascia omissioni non imperdonabili), di Sereni, che pure ne fu accolto tura, e mi si intenda) di proba di- dal primo apporto dato all’iniziati- ampiamente parlare, ed è un pia- perché (ripeto) libri così consola- a rappresentare la più robusta in- vinazione: con il che voglio dire un va di Giulio Einaudi nel 1933 e, nel cere tornare a confrontarsi con la no di tante e diffuse inadempienze. clusione). Più complessi ancora e gusto educato sulle molte letture 1934, con l’assunzione dell’incari- sua prosa saporosa e magari aspra, Perché riproporre Quarta gene- certo molto trafficati gli altri fili di di campo (e valga soprattutto per co di direzione della “Cultura” in dura e scottante in alcuni casi ma razione? Intanto perché a distanza una “linea” che mirava a sottrarsi il Chiara recensore). sostituzione di Leone Ginzburg; e sempre profonda e ricca di sfuma- di sessant’anni, storie come questa a ogni indicazione di “militanza”, Di fatto, tutto è espresso nella lo vediamo nelle sue alterne fasi di ture, viva degli umori e della mo- inducono a riflettere sui volti e sui pur conservando un suo impe- bella e pur confutabile (critica- piena adesione o di distacco criti- ralità dell’uomo, della sua capacità risvolti di una stagione, che sarà gno di proposta: il numero delle mente e da più parti confutata) co, attraverso testi e testimonianze di comprendere e della sua voglia ben ora di esplorare in manie- Prefazione di Erba, che parla di finora custoditi negli archivi (per di lottare: perché tale era Pavese, ra meno svagata. E poi perché “davvero magnanima disponibi- quanto tante cose siano state an- anche se a un certo punto, e come (al di là delle date anniversarie) lità letteraria”, di “vitale ironia”, ticipate dal volume di Mangoni) e inevitabilmente può accadere, fu le ragioni storiche di scelta e di di distanza da “troppo eloquenti qui ordinati a mostrare l’impegno stanco di farlo. collocazione poetica riescono stagioni all’inferno”, di processo continuo e la vera e propria dedi- Spiace anche qualche menda, meglio ad affiorare alla luce della affabulatorio, e persino di “certo zione prodigati da Pavese nei con- nella scrittura; “prefazionare” è distanza e degli esiti successivi italic revival”, tuttavia sgravato fronti della casa editrice. Leggere un verbo che lo stesso Pavese usa, (ché poi fare storia, anche lette- da intenzioni oratorie e da altre le sue lettere agli amici e collabora- è vero, ma vogliamo lasciare certi raria, non è altro che questo). annesse zavorre. tori della casa, o le note e i verbali termini all’ambito tecnico in cui E qui, ad affiorare, come Tutto, direi, tanto condivi- con cui vengono via via registrate ce n’è una precisa necessità (di mi pare che sottolinei Giorgio sibile quanto generico. Tutto, scelte e questioni spesso non facili economia discorsiva, se non altro) Luzzi nella sua Prefazione, sia in ogni caso, dipendente da un vuol dire rendersi conto di quan- e conservare alla lingua che tutti l’importanza di annuncio che gusto empirico, mercuriale e in- to questo scrittore, consegnato usiamo anche un minimo di pro- l’apparentemente piccola impre- definito, ancora compromesso a un’immagine vulgata di uomo prietà e di eleganza? Un appun- sa di Chiara e di Erba ha avuto in una ricerca in divenire, che assorto e silenzioso, malinconico to, su un piano simile, lo faremo nel corso degli anni immediata- la lettura dei testi poetici con- e amaro osservatore del grigiore anche all’editore: perché si tollera mente successivi. Ciò che Chiara ferma, tra preziosismi lessicali e dell’esistenza, fosse in realtà anche male, nonostante il peggio cui ci ed Erba avevano prontamen- inciampi aulici. Del resto, a ben vivace e reattivo, ironico e anche stanno abituando i libri self made te intuito era non tanto o non vedere, nell’ordinamento scelto duro nelle sue prese di posizione, e la digitalizzazione selvaggia, che solo il magma su cui la poesia dei nomi (né cronologico né alfa- teso soprattutto all’impegno del proprio un libro dedicato all’edi- dei “giovani” potesse sventola- betico) ben s’indovina (facendo lavoro, a una concretezza che non toria abbondi di errori di stampa re (all’uscita dalla guerra) la sua il conto dei testi concessi) un’a- lasciava spazio alle ambiguità, an- o di disattenzione che s’infittisco- bandiera (più epocale che gene- desione un po’ desultoria e non che col “padrone” Giulio: “Caro no verso la fine a segnare troppe razionale), ma la necessità di dar voci, tra l’aggiungere e il levare; priva di malizia, ma tale da rivelare Giulio, sento che vieni a Roma pagine: soprattutto se si parla di conto di quel magma e di quella l’“elencazione” o disposizione de- una più precisa nozione di giudi- per le elezioni. Io parto per Torino Pavese, che anche dell’attenzione bandiera attraverso le voci signifi- gli autori tra criterio cronologico zio e di intenzioni. Ecco, è proprio domani allo stesso scopo. Ho in- a questi minuti aspetti sostanziò cative di poeti più o meno promet- (che, osserva Erba, nulla significa nell’escursione del numero (nella tenzione di passare qualche giorno la sua religione del lavoro e che tenti o promessi. in un’antologia sincronica) e cri- curva gaussiana) che forse s’incu- nei paesi miei, poi verrò a Milano prima di togliersi la vita, lo ri- La necessità di documentare terio alfabetico (che, come scrive nea (con la più precisa coscienza per incontrarmi con te, poi torne- corda questo libro stesso, volle (non sembri un gioco di parole) ancora lui, sa di primo giorno di di un’opera davvero selettiva) la rò a Roma. A Roma torno in ogni “concludere i lavori in corso” e la comune necessità che spingeva scuola), non escludendo nemme- segreta e obliqua coscienza di un modo, sappiti regolare. A Roma lasciare “le bozze ordinatamente molti poeti al rinnovamento, a una no la tutt’altro che pacifica quae- passaggio esemplare. Specialmen- lavoro benissimo – mi piace ap- disposte sulla propria scrivania”. dizione più impegnativa, e anche stio del titolo. te per chi come Erba scriverà (qua- punto essere in una piccola sede, Speriamo che una seconda edi- più sofferta, ma giocata fuori tanto A prevalere nella disposizio- si vingt ans après) un’opera come Il solo e tranquillo. Qui esamino libri zione possa almeno rimediare a dalle rimanenze ermetiche quanto ne sarà poi il criterio di “valore”, nastro di Moebius. n e tengo qualche contatto, mi rendo queste manchevolezze. n dalle istanze neorealiste (tra le le- che per un verso combacia (quasi [email protected] insomma utile. Dico tutto questo [email protected] zioni di un resistito preziosismo e d’impeto) con una comunanza di perché non ti venga in mente di contenutismi esposti all’accoglien- gusto che i curatori si compiac- G. Tesio insegna letteratura italiana liquidare la sede nella mia assenza. E. Esposito insegna letterature comparate za più corriva). Maestro in questo ciono a più riprese di ritrovare nei all’Università del Piemonte Orientale In questo caso sappi che liquide- all’Università di Milano N. 4 31 Letterature no innervata da un’aggressività che Giovani arrabbiati è di per sé motivo di attrazione. E Elegante chochard poi, naturalmente, perché è l’idio- e antropologia metropolitana ma dei maledetti cui vorrebbero di Lina Zecchi tanto somigliare. di Francesca Borrelli Parigi, capitale di quella vita Emmanuel Bove un vero amico, oppure un’amante artistica che mettono sopra tutto a cui confiderei le mie pene”, e: quanto li riguarda, sarà la meta I miei amici “La mia bontà è infinita. Eppure, così come nel suo naturale posizio- Julian Barnes verso la quale si dirigerà, alla fine ed. orig. 1924 , trad. dal francese le persone che ho conosciuto non narsi appena dietro le quinte sta della scuola Christopher, precisa- di Beppe Sebaste, pp. 153, € 8, hanno saputo apprezzarla”. Metroland il punto di osservazione che gli è mente nel maggio del 1968, i cui La cifra Bove, eccola: grotte- ed. orig 1981, trad. dall’inglese più congeniale, e difficilmente la Feltrinelli,­ Milano 2015 fatti, rivolte, pretese, ambizioni, ri- sca, disperata, elegante. Senza di Daniela Fargione, sua scrittura lo tradirà. Quel mi- vendicazioni, gli passano di fianco pietismi. Nella prima sequenza, sto di immedesimazione e presa di estino strano, quello di Em- pp. 226, € 15, senza nemmeno sollevargli un po’ quando ci aspetteremmo la con- distanza che Barnes naturalmente Dmanuel Bove (1898-1945). Einaudi, Torino 2015 di polvere dalla giacca. In compen- sueta autopresentazione dell’eroe, immette nella sua prospettiva, già Scrittore accolto fin dal suo esor- so, guarda caso alla Bibliothèque l’io narrante irrompe sulla pagina rendeva i personaggi di Metroland dio parigino­ nel 1924 da un coro ome molti scrittori che hanno Nationale mentre scorre alcune come puro corpo, anzi come se- deliziosamente vivi, mentre la sua di critiche entusiaste che sembra- Ctrovato subito la loro voce, e lettere giovanili di Victor Hugo, rie di frammenti corporei: ogni vocazione a fissare le scene sulla no predirgli un futuro di costanti nel tempo non ne hanno alterato il Christopher troverà Annick, la sua parte (bocca, denti, capelli, collo, pagina avanzava timida e precisa, successi,­ è soggetto a lunghe eclis- timbro pur elevandone il tono, Ju- prima innamorata: tutto il balletto nuca, barba) si percepisce slega- ancora priva delle effervescenze si di totale oblio. Autore di culto lian Barnes ha esordito nel roman- dei gesti da fare e da non fare, le ta, difettosa, sporca. Poi, il corpo espressive che avrebbe conosciuto per lettori d’eccezione (Guitry, zo già imponendo un suo registro opportunità da cogliere e gli op- del narratore si riduce a sguardo più tardi ma già speculativamente Gide, Rilke, Max Jacob, Soupault, che si sarebbe confermato incon- portunismi da evitare, le avance da che esamina con la stessa minuzia esatta nel nominare sentimenti, Jaloux, Utrillo, Beckett; o, in anni fondibile, un registro intonato alla tentare e le ritrosie da oltrepassare, la stanza/scatola in cui è chiuso emozioni, tentennamenti giovanili più recenti, Wim Wenders e Pe- leggerezza, all’agilità, al virtuosi- ciò che va detto e ciò che va taciuto (soffitto, finestre, muri). Dopo, di ragazzi intenti a trovare la pro- ter Handke) ma regolarmente di- smo stemperato da un britannicis- occupano la mente di Christopher l’io narrante si riduce a orecchio: è pria strada. menticato dal grosso pubblico e simo understatement. E in perfetta sistematicamente spiazzato dalla l’edificio intero a inva- Raccontata in prima dalla grande editoria. coerenza con le proprie libera scioltezza di Annick, dalla dere lo spazio del rac- persona da Christopher Con uno stile rigoroso inclinazioni stilistiche, sua franchezza, dalla sua apparen- conto attraverso i suoni Lloyd, sedicenne e inse- e una lingua sobria, ep- ha fatto dell’adolescen- te mancanza di strategie, mentre (una vicina che canta, parabile amico del più pure spesso giudicato za la sua età prediletta, in lui ogni obiettivo del momento, un vecchio che tossi- smagato Toni, la storia monocorde; autore di quella che gli consenti- magari il solo tenderle una mano, sce). Una serie di vasi di Metroland (che altro un’opera che compren- va di muovere sulla pa- si avvia per i sentieri mentali più comunicanti o di celle non è se non il nome de – oltre a narrazioni gina i suoi personaggi tortuosi: a maggior vantaggio del di un fatiscente­ alveare. trovato dagli agenti im- sottilmente angosciose con più agio, come se la lettore, perché è in questi passaggi Secondo Barthes, è l’al- mobiliari per una lingua dove si fondono narra- grazia unita alla goffag- che la voce di Barnes si fa incon- lucinazione dell’infimo gine, la speranza peri- di terra londinese oltre zione in prima persona fondibile. Diversamente da Ian e monologo interiore, dettaglio a dominare colosamente affacciata la Metropolitan Line) McEwan, cui interessa prioritaria- percorre una parabola lente derive e atmo- la scrittura di Bove: ha sulla disillusione, fosse- mente costruire intrecci tradizio- ragione. Gli oggetti e la ro ciò che di più caro di vita come tante, di sfere kafkiane (da La nalmente avviati verso un qualche ­coalition, del 1927, a Le loro infinita piccolezza gli era rimasto addosso certo propositivamente climax, si direbbe che ciò che con- banale nella sua esemplarità, dove piège, del 1945) – anche strani po- sono la rappresentazione mate- della vita: non solo quando aveva ta per Barnes sia costruire architet- riale (visiva, uditiva, tattile) dei da non molto superato i trent’anni quel che conta non è quanto ac- lizieschi e noir, ma poco studiata ture leggere alle quali aggrappare nella sua varietà. Se in Francia il piccoli pensieri dei personaggi. e scriveva il suo romanzo di esor- cade ma i dettagli ai quali Barnes i suoi dialoghi, la vera essenza di affida i passaggi della sua scrittura. centenario della nascita di Bove, Questa profusione di dettagli fu- dio, Metroland (ora tradotto per quanto si ricorderà dei suoi libri. tili, minuti e slegati, di azioni gof- la prima volta, con mimetico brio, Non a caso, la pagina che dà avvio alla fine del secolo scorso, ha reso Via via che la vita oppone fatti un tardivo omaggio allo scrittore fe che non pervengono mai a un da Daniela Fargione), ma ancora al romanzo ha come set la National concreti alle elucubrazioni giova- Gallery di Londra, dove Christo- pubblicandone finalmente l’ope- risultato ma si accumulano inerti quando aveva varcato la soglia dei nili di Christopher, lui si allontana provoca il riso del lettore assieme sessantacinque anni e si dedicava a pher e Toni si aggirano armati di ra omnia (Œuvres, Flammarion, dall’amico ancora saldamente an- a una frustrazione, un senso di sof- quello che resta il suo romanzo mi- binocolo, non tanto per osservare 1999), a partire da quegli stessi corato ai suoi principi di “giovane focazione. gliore, Il senso di una fine (Einaudi, i dettagli dei quadri esposti quan- anni l’Italia, tranne qualche erra- arrabbiato”: le lettere che gli invia Victor Bâton, oltre a essere par- 2012). to per spiare le stupide espressio- tica iniziativa di editori minori (Il da Parigi tradiscono la perdita di zialmente invalido e irriducibile Sia l’ambientazione, a metà de- ni che, a loro modo di vedere, si Nuovo Melangolo, Casagrande, senso di quanto li appassionava da sognatore, vive dissociato dalla gli anni sessanta, sia la fascia di età stampano sui volti qualunque di Meridiano Zero, Lavieri, Le Mani- ragazzi, quando al tempo stesso realtà:­ in un mondo virtuale (ame- dei ragazzi che si presentano sulla quegli avventori qualunque le cui Microart’S), continua a lasciarlo si professavano “carnali” e “idea- rei… sarei… riderei…) più forte scena inaugurale dei due romanzi vite mai potrebbero somigliare a ricadere nell’oblio. listi”. Alle oniriche inquadrature delle azioni/percezioni concrete. sono le stesse, e i loro tratti carat- quanto li aspetta, perché le loro È quindi una felice sorpresa ve- giovanili, la vita adulta oppone Come Charlot, si vede nobile clo- teriali esibiscono attitudini non sono e non saranno vite qua- dere che Bove torna ora in libre- prese di realtà contro le quali chard: non a caso, guardandosi filosofeggianti, ambizioni ria con una nuova edizione della le loro bravate suonerebbero di profilo allo specchio “ha l’im- trasgressive, presunzioni al- sua opera d’esordio, I miei amici ormai patetiche, e intanto si (1924), che ripropone per le cure pressione di essere sdoppiato” e ternate a malcelate paure: fanno i conti con nuovi affetti soprattutto che la vita non di Beppe Sebaste una prima edizio- pensa: “Gli attori del cinema co- mentre altri si abbandona- ne Feltrinelli del 1991, aggiornata noscono sicuramente questo pia- stia al passo con quanto offre no, lasciandosi alle spalle i la letteratura, e che le espe- e arricchita da una postfazione. I cere”. Nella postfazione, Sebaste corollari di quel dolore che miei amici, romanzo pubblicato cita un passo del diario di Bove a rienze vicarie consentite dai non era previsto nei sogni di personaggi dei romanzi siano con il caloroso appoggio di Co- proposito dei romanzi russi: non un sedicenne. E mentre il ro- lette, è una narrazione di ingan- è la trama o il soggetto a renderli tremendamente più interes- manzo si nutre di atmosfere santi di quelle che il destino nevole semplicità, ma costituisce unici, anzi, “non esiste soggetto, così vicine e al tempo stesso una sorta di prefigurazione delle esiste solo quello che uno prova. ha in serbo per loro. Così, così irriproducibili nella real- sia nell’uno che nell’altro costanti stilistiche e tematiche Io per esempio provo fortemente tà odierna da assumere anche boviane: appena un centinaio di l’inazione: sarà un’azione nel mio romanzo, i protagonisti avan- i caratteri involontari di un zano spavaldi condensando pagine, suddiviso in otto sequenze libro”. Inazione, parola-chiave per piccolo trattato di antropo- di lunghezza ineguale. Volendone Victor Bâton: per quanto lontano in una summa di irritanti de- logia metropolitana, Christo- lizie tutte le qualità e i difetti fornire al lettore una traccia, pos- vaghi, torna all’inerzia della stan- pher abbandona la sua pelle siamo dire così: dove si narrano in za-contenitore in cui immagina un che Barnes ha abbondante- di ragazzo, si sposa, trova un mente distribuito (senza mai prima persona i vagabondaggi di prossimo “amico”. I personaggi lavoro, genera una bambina, Victor Bâton, reduce dalla Gran- boviani hanno una sorta di mar- ripetersi) anche in altri suoi apprezza la confortevole ma- caratteri: per esempio quelli de guerra, alla reiterata ricerca del chio che li vota al fallimento: in- terialità del benessere che la casuale incontro con un possibile fermità, invalidità, precarietà. Un indimenticabili di Amore, sua sottomissione agli impe- lunque. Il sogno che Christopher e amico (o amica). Ironia del titolo: difetto originario, un veder dop- ecc (Einaudi, 1998) , che torna- rativi della società gli ha procura- Toni a vicenda si confessano è sve- I miei amici è infatti la storia di un pio, una vita mentale ossessiva che no in ruoli diversi in quella ideale to. Delle vite dei due amici, alla fin lare il mistero di quella sintesi tra uomo senza amici, ipocondriaco, li emargina o li rende incapaci di continuazione del romanzo che è fine la più conformista si rivelerà arte e vita che dà senso all’esisten- invalido, pavido, sognatore. In reagire alla realtà da cui sono pro- Amore. Dieci anni dopo (Einaudi, quella di Toni, il più arrabbiato e za, scopo per il quale ritengono ogni sequenza, il narratore esce gressivamente paralizzati o espul- 2004). il più infelice, che ovviamente in- Ma all’epoca in cui Barnes pub- vantaggioso oscillare tra l’apatia e dalla sua stanza-tana a caccia di si. E, per finire, capiamo bene segnerà filosofia e prevedibilmente blicava il primo libro la vita non gli il disgusto. E poiché sono giovani, questi fantomatici amici: come perché Beckett lo amasse tanto: si costruirà una reputazione di cri- aveva ancora imposto i suoi prez- devono pur divertirsi e soprattutto nelle comiche del cinema muto, il minuzioso elucubrare degli eroi tico spietato, mentre immancabil- zi, l’ultimo dei quali (la perdita hanno bisogno di sventolare qual- Bâton ripete con esilarante (deso- di Bove non può non consonare mente pubblicherà poesie e saggi, della moglie molto amata) gli ha che bandiera: quella sotto la quale lante!) regolarità gli stessi errori irresistibilmente col capriccioso lasciandosi naturalmente prendere dettato pagine dense di tutt’altre si riconoscono oscilla tra écraser di approccio a improbabili amici vaniloquio di tanti personaggi be- dalla politica. Tutto comme il faut, atmosfere. La lievità rimarrà co- l’infâme di turno e épater il bourge- scatenando un meccanismo di il- ckettiani. n avrebbero detto da ragazzi. n munque la cifra della sua scrittura, ois di passaggio, propositi rigoro- lusione/disillusione. Riassumibile [email protected] perché è chiaro che nel non pren- samente formulati in francese, la [email protected] in due frasi-tormentone che tor- dersi troppo sul serio sta uno dei lingua della letteratura che predili- nano a intervalli regolari: “La so- L. Zecchi insegna storia della cultura francese segreti dell’ironia di Julian Barnes, gono, se non altro perché la sento- F. Borrelli è critica letteraria litudine mi pesa. Vorrei un amico, all’Università di Venezia N. 4 32 Letterature la storia sembrava destinata a ri- Malinconia senza oggetto petersi. E poi: all’opera è propria Una confessione inverosimile pure una forte dimensione estetica di Maurizio Ghelardi della religione, sicché allo splendo- di Barbara Piqué re del vero, alla bontà intrinseca di Chateaubriand na. Il libro non è dunque un tratta- Dio, si aggiunge adesso la bellezza Madame de La Fayette “a ben guardare, La principessa to sulla religione cristiana, somiglia del cristianesimo. Nel 1848 Victor di Clèves non è altro che que- Il genio piuttosto a quei mobili con tanti Hugo, di fronte al feretro di Chate- La principessa di Clèves sto: la storia della costruzione di del cristianesimo cassettini che racchiudono citazio- aubriand, esclamerà: “Era un pit- ed. orig.1678, trad. dal francese un’identità attraverso la parola. ed. orig. 1802, trad. dal francese ni dotte e al contempo disordinate, tore”. Dipingere non descrivere, di Vincenzo Acanfora, O meglio, la storia dello scon- di Mario Richter, notizie rare e curiosità, descrizioni ideare con arte. Il genio del cristia- pp. 208, € 14,50, tro, della lacerazione tra parole pp. CX-880, € 90, di animali e della natura, ricordi, nesimo ci appare come una serie di Neri Pozza, Vicenza 2014 (parole-mondo) differenti e della Einaudi, Torino 2014 favole, riflessioni metafisiche e continue immagini di forte presa loro impossibilità di convivere morali. Un mobile che ha al centro pittorica che evocano una realtà uando Stendhal, in De l’A- all’interno di un unico discor- aprile 1802: domenica di un grande cassetto, l’idea cioè che trasfigurata e proprio per questo Qmour, scriveva che la prin- so”. Se quello della corte è un 18Pasqua. Dopo dieci anni le il cristianesimo sia una religione edificante: “Non sempre il Cristo cipessa di Clèves “non avrebbe “linguaggio-mondo”, i cui valori campane di Notre-Dame suonano poetica che eccita il romanzesco, ha avuto altari di porfido, pulpiti dovuto dir nulla al marito e darsi si fondano su un nucleo di termi- a distesa. Annunciano il Concor- l’immaginazione, una religione che di cedro e di avorio e gente felice al duca di Nemours”, le sue pa- ni (bienséances, honnête homme dato tra la repubblica e la chie- è soprattutto fonte dei più subli- a servirlo, ma una pietra nel deser- role manifestavano più la propria ecc.) che, scrive sempre Mattaz- sa di Roma, e allo stesso tempo mi charmes du malheur, che scava to è sufficiente per celebrare i suoi amarezza per il freddo, ostinato zi, “portano sulle loro spalle un scandiscono l’incontro sul sagrato nella psicologia, solleva le passio- misteri, un albero per predicare rifiuto dell’amata Metilde Vi- intero ‘discorso’”, la principessa tra l’arcivescovo di Parigi e Bo- ni, che è medicina per un dolore le sue leggi e un letto di spine per scontini Dembowski, che non infrange questo discorso, irrom- naparte. All’interno della chiesa metafisico che è virus e allo stesso esercitare le sue virtù”. Si tratta di un’obiettiva coscienza critica pendo nello spazio cortigiano, i generali assistono, “plus obéis- tempo anticorpo. Non a caso que- suscitare una nuova sensibilità ver- dell’eccezionalità di cui era por- retto da uno strategico equilibrio so la natura animata, verso il “Dio sant que convertis” (Thiers), al Te sta malinconia senza oggetto, que- tatrice la protagonista del celebre tra adeguamento e dissimulazio- della natura”. Ma vi è di più. Nelle Deum diretto da Cherubini e da sta vague des passions di fronte alla romanzo secentesco. ne, con la sua abnorme parola pagine del testo si percepisce una Méhul. Quattro giorni prima sono stepposa distesa di alessandrini La trama è nota: alla corte di di verità e, soprattutto, con una mano quasi invisibile. Essa sembra apparsi i cinque volumi di Il genio dell’Henriade di Voltaire lamenta Enrico II di Valois (specchio di fiducia illusoria in questa verità. aver dettato l’opera a un autore del cristianesimo di René Chate- che qui non vi è nessun vecchio ca- quella di Luigi XIV) dove “la ma- Va detto qui che la revisione della che ci appare più actus che agens, aubriand. Anche questo evento stello con le torri rivestite di edera, gnificenza e la galanteria” (termi- traduzione di Vincenzo Acanfo- e che proprio per questo sembra è stato scandito da un con balconi, sotterranei e ferito- ni che aprono la narra- ra a cura di Giuseppe annuncio: il saggio è ie. Ben venga dunque risultare in perfetta sintonia con il Girimonti Greco e suo tempo. Tutto questo permette zione) regnano al pari associato all’opera di ri- questa nuova edizione della dissimulazione e Francesca Scala resti- costruzione sociale del di Il genio del cristia- a Chateaubriand di abbracciare tuisce bene una lingua ed esaltare le “armonie popolari”, della finzione, ecco che Primo Console. Questa nesimo finemente tra- appare la giovanissima (un linguaggio) in cui dotta e curata da Mario ossia le diverse forme di devozio- “mise en scéne” (Saint- (e ovviamente bellissi- la sobrietà del classi- Richter che si basa sulla ne praticate dai semplici fedeli, Beuve) è il segnale atte- ma) Mlle de Chartres, cismo riacquista tutta bella edizione francese anch’esse rovine vive che erano so da quanti auspicano educata dalla madre e la sua forza espressiva, di Maurice Regard. state sdegnosamente respinte dal una riconciliazione tra vissuta fino ad allora decantata da qualsiasi La prima parte secolo dei Lumi. L’ultima parte è la religione e la società lontana dai fasti e dagli concessione ad arcai- dell’opera è dedicata al dedicata alla vita del clero seco- francese. Il successo intrighi cortigiani. An- smi, o, come pur nella tentativo di conciliare il lare, alle missioni dei gesuiti, alla editoriale dell’opera è data sposa al principe “storica” traduzione immediato e prefigu- sensismo e la rivelazio- storia del monachesimo, all’opera di Sibilla Aleramo, a ne cristiana, il mondo dei papi che hanno contribuito al di Clèves, che l’ama ra l’aura che avvolge- appassionatamente, la inopportune “italia- rà l’autore. Ma il consenso non è naturale, visibile e sen- recupero delle scienze e delle arti nizzazioni”. sibile, con i misteri divini e litur- del mondo antico. Chateaubriand principessa si innamora, ricam- unanime, dato che il cristianesimo biata, del duca di Nemours, il più Che significato ha riproporre è posto in stretta relazione ai suoi gici. Ma il testo mira a solleticare si ferma qui, laddove Michelet oggi un romanzo come La princi- continuerà, delineando l’epoca bello, galante ed elegante degli effetti politici. Due anni dopo, nel soprattutto il ventre di una Fran- pessa di Clèves, pubblicato tre se- del Rinascimento. Si tratta di un uomini illustri di quell’universo settembre del 1804, Bonaparte, cia, dove il vento sferza i boschi coli e mezzo fa, nel 1678? Perché umanesimo inteso come sintesi di abitato da uomini e donne in ap- per intimidire l’opinione pubblica, spogli, i camini e i merli del castel- oggi, in fondo, tutto è ammesso, ragione e fede, del tutto difforme parenza perfetti. Incapace di na- indignata per l’assassinio del duca lo gotico, mentre la civetta guarda tutto rientra nella norma: che dai tetti. Una Francia da quello che sarà riscoperto nel- scondere i propri sentimenti, che d’Enghien, paragona se stesso a traspaiono da rossori, una donna confessi al marito di Diocleziano e a Costantino. La “eterna” che ritorne- esclamazioni, sguardi, amare un altro, o che lo tradisca cosa non sfuggirà a un osserva- rà più volte nei sogni e incapace di adeguarsi senza dir nulla. Oggi, insomma, tore come Burckhardt, che nella nelle aspirazioni sociali al modello proposto la sincerità di Mme de Clèves sua opera su L’età di Costantino il di personaggi lettera- come norma in quel non ha niente di straordinario, Grande paragonerà l’imperatore a ri. Chateaubriand usa né avrebbe niente di scandaloso tutto il suo sincretismo mondo, che non vede Bonaparte, riducendo così la con- l’infedeltà auspicata da Stendhal. per evocare sentimen- nulla d’incongruo versione (e il Concordato) a una Come ricorda Mattazzi, Sarkozy ti, stati d’animo, una nell’adulterio, pratica- questione di mera opportunità po- domandò, durante la campagna poesia e una saggistica to da tutti, incapace, litica. Certo è che Chateaubriand del 2006, che senso avesse inse- notturna e sepolcrale infine, di trovare aiuto ha saputo toccare le corde di una rire nei programmi dei concor- contigua al gusto per le e rimedio in se stessa, società stanca e sfibrata, evocando si per funzionari il romanzo di rovine, immerse e tal- Mme de Clèves, che ricordi che salgono dalle profondi- Mme de La Fayette. La cultu- volta sopraffatte dalla non ha più la madre tà della vecchia Europa cristiana, ra mediatica metteva al bando natura. La terza parte, per guidarla, cerca che adesso per bocca dell’autore la cultura classica, suscitando, proclama la politica morale della interamente dedicata comprensione e ap- alle varie arti, rispecchia poggio nel marito. È come c’era da aspettarsi, l’alzata poesia. L’uomo che Saint-Beuve di scudi degli ambienti letterari definirà “l’epicureo dalla imma- la cultura di un autore la famosa scena dell’a- francesi. Ma, ricorda ancora Mat- ginazione cattolica” che ha ideato che per un verso resta veu: confessione che fu tazzi, “ogni epoca passata trasci- un’“apologia mondana e decora- legato ai canoni esteti- giudicata inverosimile na sempre con sé, nel momento tiva del cristianesimo” inoculando ci del secolo classico, nel Seicento rispetto della sua apparizione in un testo “il veleno nell’ostia”, era emigrato mentre dall’altro acco- alle abitudini dell’e- letterario, tutta l’evidente estra- a Londra nel 1793 e solo nel 1800 glie i nuovi valori legati poca (come ha rilevato era tornato in Francia, dopo aver all’infinito e all’incerto. Gérard Genette in un neità del proprio mondo rispetto pubblicato il Saggio sulle rivoluzio- Ne sono esempio emblematico le saggio rimasto un ca- al nostro”. Si tratta sempre di un ni antiche e moderne che, nono- campane, alle quali la Rivoluzio- la seconda metà dell’Ottocento, posaldo della critica sul roman- incontro-scontro (tra mondi di- stante fosse pervaso dalla lettura di ne aveva imposto il silenzio e che dove l’impegno civile, la laicità e la zo); ma confessione che, più che versi, tra linguaggi diversi) come Voltaire e di Rousseau, di Spinoza Chateaubriand risuscita per la loro Rinascenza scalzeranno le rovine e rivelare, lascia intuire. La prota- è in fondo un incontro-scontro e Bayle, era già intriso da quell’in- capacità catartica. Il genio del cri- la fede rivelata. gonista non dice mai di amare un l’impatto della parola della gio- quietudine a cui Il genio del cristia- stianesimo non è però solo un ten- Abbiamo detto della cura e altro uomo. Parla essenzialmente vane pricipessa con il discorso nesimo cercherà di dare una rispo- tativo di liquidare la cultura illumi- della traduzione. Unica pecca è di sé e dell’atto (che sarà tuttavia codificato della corte.U na mise sta. Atleta della Restaurazione, le nista per esaltare il cristianesimo forse quella di non aver tradotto lacunoso) che sta per compiere e en abyme, in qualche modo. Ed tappe della vita di Chateaubriand come religione rivelata. Non è solo l’importante lettera a Louis de che la rende diversa dalle altre è forse proprio questa mise en ab- s’identificheranno d’ora in poi con la scoperta delle antichità cristiane Fontanes, preliminare alla ste- donne, eccentrica, straordinaria: yme a fare riecheggiare in noi l’e- una parte (rilevante) della storia sepolte nella notte del mondo, e sura di Il genio del cristianesimo, “Ebbene, signore (…) vi farò una terno ruolo di rottura, oggi come della Francia: Consolato, Impero, della storia liberata dalla sua pol- ma soprattutto di non avere sti- confessione che mai nessuna spo- secoli fa, dell’amore passionale, e le grigie illusioni della Restaurazio- vere intellettuale. È anche la rispo- lato per un’opera simile (e anche sa ha fatto a un marito”. a ravvivare al contempo una ri- ne, il tetro epilogo dei Borboni e il sta all’inquietudine di un uomo costosa) un indice dei nomi e del- La confessione di fatto non flessione sulla perenne modernità regno-caricatura di Luigi Filippo. che ha trovato nel cristianesimo le opere citate. n avverrà, perché queste poche pa- di questa perenne lacerazione. n Nell’opera l’autore non adduce un principio di ordine, di gravità [email protected] role bastano a far capire a Clèves [email protected] prove teologiche, ma afferma che e solennità. Il culto, il rito cattoli- di che cosa si tratta. Come scrive la religione cristiana è perfetta- co forniscono infatti una risposta M. Ghelardi svolge attività di ricerca in storia Isabella Mattazzi nella breve ma B. Piqué insegna letteratura francese mente conforme alla natura uma- alla sua giovanile acedia, quando della filosofia alla Scuola Normale di Pisa acuta e illuminante introduzione, all’università della Tuscia N. 4 33 Infanzia molto diffuso e pericoloso. An- Un mondo sottomarino che le illustrazioni si muovono su due livelli: quelle degli apparati guidato da una ferrea logica di Fabio Sardo, quelle della fiaba di Desideria Guicciardini. Dun- di Sara Marconi que: il testo al centro, l’esegesi e l’approfondimento intorno, come Dante al liceo. E proprio come ca- Charles Perrault li al contrario, provocatoriamente pita quando si legge un cosiddetto o per puro spirito ludico (l’elenco I racconti “classico” dopo averne studiato sarebbe lunghissimo e comunque decine di riassunti, volgarizzazioni di Mamma Oca incompleto; penso ai Cappuccetti e commenti, è possibile che alcuni ed. orig. 1697, trad. dal francese Bianco Verde e Giallo di Munari, dei lettori adulti siano stupiti dal- di Simona Mambrini, pp. 149, alle principesse di Babette Cole e lo scoprire come sono la “vera” ill. di Desideria Guicciardini, € 14, a moltissimi altri), c’è chi li tratta Cenerentola o il “vero” Gatto con come modelli a cui conformarsi, Piemme, Milano 2014 gli Stivali. Magari, infatti, non tutti chi recupera la tradizione e le dà sanno che la madre del principe nuova vita. Forse, anzi, l’unica che risveglia la Bella addormen- Lois Lowry cosa che può essere detta con cer- tata è un’orchessa che cerca di tezza della fiaba è questa: è mate- Offresi principessa mangiarsela, e che il capocuoco si ria continuamente raccontata e ed. orig. 2010, trad. dall’inglese domanda con quale animale sosti- a scegliere un marito tra i ricchi e crescita, la presenza degli antago- di Sara Congregati, riraccontata, scritta e riscritta. orribili pretendenti che governano nisti, il meraviglioso. E con tutti A titolo di esempio prenderò tuirla per ingannare la regina, dato ill. di Jules Feiffer, pp. 156, € 10, che “aveva già vent’anni suona- sui regni vicini. Stufa della sua vita questi elementi dipinge un quadro due libri usciti tra la fine del 2014 sempre uguale, la principessa de- che è al tempo stesso fiaba e anti- Giunti, Firenze 2015 e l’inizio del 2015. Il primo è pub- ti, senza contare i cento passati a cide di travestirsi da serva, lascia- fiaba, parodia che non distrugge blicato da Piemme ed è una nuova dormire: la sua pelle, benché liscia a pubblicazione del bellissimo e bianca, non era più morbidissi- re il castello e andare a scuola nel ma anzi rinforza il genere. Un ge- edizione dei Racconti di Mamma villaggio, dove si innamorerà del LDizionario della fiaba di Tere- Oca di Perrault. Come è noto, alla ma” (del resto il principe quando nere ondivago, i cui confini sono giovane maestro. La storia si con- sa Buongiorno (cfr. “L’Indice”, fine del Seicento Perrault raccolse l’aveva trovata e baciata “si guardò incerti e assai discussi; un patri- cluderà nel migliore dei modi du- 2015, n. 1) apre per l’ennesima otto fiabe sotto il titolo di Contes bene dall’osservare che con quella monio di storie e destini che oggi è rante un banchetto pieno di colpi volta la discussione su che cosa de ma Mère l’Oye, dando vita di gorgiera le ricordava sua nonna”). più facile esplorare grazie a Teresa possa essere considerato “fiaba” fatto a un canone che Piemme, quindi, torna alla let- di scena, rivelazioni e disvelamen- Buongiorno e al suo Dizionario, e che cosa no. Bianca arriverà praticamente tera. Operazione diametralmente ti, “proprio come una fiaba”. bussola e mappa indispensabili Pitzorno, che racconta intatto fino ai nostri opposta fa Giunti, pubblicando Lowry evidentemente conosce alla per chiunque abbia voglia di “im- nel suo Storie delle mie giorni (basti pensare Offresi principessa, un romanzo perfezione l’iconografia della fia- mergersi” (come scriveva Calvino) storie (Nuova Pratiche che tra le “sue” fiabe in cui si gioca sui personaggi clas- ba: la sua principessa dorme su un in quel mondo pieno di “grazia, Editrice, 1995, poi ri- ci sono La bella addor- sici della fiaba, la principessa il grande letto con sette cuscini “in spirito, sinteticità”, un “mondo pubblicato da Il Saggia- mentata, Cappuccetto re la regina, il valletto, il gatto di sette impercettibili sfumature di sottomarino” “di infinita varietà tore nel 2002) di essere rosso, Cenerentola, corte, i servi, i pretendenti. Loris colori regali”, si spazzola i lunghi ed infinita ripetizione”, governato stata una gran lettrice Pollicino, Barbablù e Lowry è un’autrice con al suo at- capelli con una spazzola d’argen- da una logica ferrea benché diver- e ascoltatrice di fiabe Il gatto con gli stivali). tivo decine di libri e molti premi. to, chiama i servi con una serie di sa da quella che regola il mondo tradizionali, nelle stesse campanelle il cui suono viene sen- Anche in anni recen- Nota per aver trattato temi come nel quale abitiamo normalmente. pagine ci tiene a chiari- l’Olocausto, la malattia termina- tito fin nelle fonde cucine del pa- ti, anche in Italia, di E di farlo divertendosi. n re che “un pregiudizio edizioni della raccolta le e il razzismo, scrive nel 2010 lazzo e si veste di seta e di organza. molto diffuso vuole che di Perrault se ne sono una storia di tutt’altro genere, un Non solo: Lowry conosce anche [email protected] ogni storia raccontata a susseguite moltissime, tanto che romanzo ironico e divertente su i meccanismi della fiaba, il trave- voce o per iscritto ai bambini sia leggere le diverse introduzioni una principessa annoiata costretta stimento, la ricerca, il percorso di S. Marconi è scrittrice per ciò stesso una fiaba o favola. alle diverse edizioni è un modo Secondo lo stesso pregiudizio semplice ma efficace per seguire il qualsiasi scrittore per bambini procedere degli studi sulla fiaba e viene considerato unicamente ed il modificarsi delle discipline che esclusivamente scrittore di fiabe o ne vengono di volta in volta inte- favole, di qualunque genere siano ressate (anche Calvino scriverà, i testi che scrive. Invece la fiaba e la dopo vent’anni dalle sue duecen- favola sono generi letterari con ca- to Fiabe italiane, l’introduzione ratteristiche molto precise, e non all’edizione di Perrault di Einaudi, è detto che siano sempre destinate breve saggio ora contenuto in Sul- al pubblico dei più piccoli”. Molti la fiaba, Einaudi, 1988). autori di libri per ragazzi condivi- Questa edizione di Perrault è dono il punto di vista accompagnata dalle di Pitzorno, e sono in- parole di Silvia Veget- fastiditi quando i loro ti Finzi, che sottolinea romanzi vengono chia- nella nota introduttiva mati “fiabe” per il solo come i personaggi e le fatto di essere rivolti a vicende delle fiabe po- lettori bambini. polino il nostro imma- Tuttavia non è neces- ginario spesso a nostra sario ricorrere a Propp insaputa, e il valore di (e poi alle critiche strut- un libro come questo turaliste a Propp, e poi stia (anche) nel suo alle critiche allo strut- “custodire un patri- turalismo…) per rico- monio di sapere e di noscere che, benché le saggezza che fa di noi fiabe siano testi narrativi che pre- quello che siamo”. Vegetti Finzi sentano caratteristiche distintive, parla di fiabe come archetipi, utili una volta schematizzate queste a comprendere emozioni che al- caratteristiche, il risultato che si bergano oscure dentro ciascuno ottiene è una struttura che tende a di noi; al tempo stesso riconosce essere fin troppo universale e a po- che l’intento di Perrault era quel- ter quindi essere applicata a molte lo di divertire (e non di educare), altre forme narrative; non ultimi i semmai di emancipare usando iro- videogiochi, come ricorda Fernan- nia e anticonformismo; e conclu- do Rotondo nella sua recensione al de: “Le fiabe consentono di unire Scrittori e fotografi riflettono sulle storie del nostro passato Dizionario della fiaba. Insomma: il il piacere della lettura con quello Scrittori e fotografi riflettono sulle storie del nostro passato terreno è sdrucciolevole. Del resto della riflessione e dell’educazione per trovare risposte alle domande del nostro presente. Buongiorno stessa, nella sua intro- morale”. per trovare risposte alle domande del nostro presente. duzione, dice con chiarezza che, se Il doppio registro (piacere/ Da aprile in libreria si cerca di guardare la fiaba più da approfondimento) pare essere Da aprile in libreria vicino, “subito i confini sfumano, sostenuto e accresciuto dalle scel- le cose si confondono” e che è ne- te redazionali: al testo della fia- cessario ricordare “come nessun ba, infatti, si affiancano apparati oggetto sia risultato più sfuggente esplicativi grazie ai quali il lettore di questo, sotto la lente degli stu- scopre cos’è un fuso, che il gatto diosi”. E dunque c’è chi gioca con con gli stivali è un abile calcola- gli stilemi tipici della fiaba usando- tore e che il lupo era in passato

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COMPAGNIA.EGIZIO2015.IT

#EGIZIO2015 N. 4 35 Politica tari (anch’essi tacciati di paterna- Il termidoro sessuale lismo) dello stato sociale, così la Pervicacia, debolezze questione di genere si è liberata del neoliberalismo italiano ormai della pesante eredità della e fallimenti maschili critica al patriarcato, sostituendo- di Massimo Cuono la con una lotta identitaria, e per di Elisabetta Berardi questo antiegualitaria, in grado di neutralizzare quei conflitti che in Ida Dominijanni l’uso tattico della legislazione e altri momenti della storia avevano Aristofane in luce come Volponi abbia sapu- l’espansione del potere giudizia- prodotto fratture nei dogmi dei co- to salvaguardare interamente con Il Trucco rio contestuali alla crisi di autorità Lisistrata le sue riuscite scelte versorie il stumi tradizionali, grazie alla por- a cura di Caterina Paoli, Sessualità e biopolitica della legge e alla delegittimazione tata eminentemente politica delle fortissimo tratto civico della com- nella fine di Berlusconi della Costituzione, la trasformazio- rivendicazioni. Non individui che trad. dal greco di Paolo Volponi, media, che non intende proporre pp. 256, € 14, ne dei cittadini in consumatori, la lottano per l’elaborazione­ di un pp. 152, € 20 l’utopia del mondo alla rovescia Ediesse, Roma 2014 rotazione populista del rapporto loro proprio modello ma figli, mo- QuattroVenti, Urbino 2014 prospettando, come talora si è fra leader e masse che scavalca le gli, subalterni che combattono per frainteso il messaggio del testo, il el nuovo libro di Ida Domini- istituzioni rappresentative, l’uso di partecipare del modello del padre, obbiamo oggi all’opera fi- governo delle donne. La Lisistrata Njanni vi sono almeno due temi una retorica che fa costantemente del marito, del padrone. Le famo- Dlologica di Caterina Paoli nel suo senso più profondo vuole che meritano di essere riproposti leva sulla sensorialità del corpo se “quote rosa”, ad esempio, non la pubblicazione a stampa della smascherare, attraverso l’azione nel dibattito pubblico italiano, sociale e sul sensazionalismo me- vengono difese per il loro potenzia- bella versione che Paolo Vol- dell’eroina e delle sue compagne, in cui la figura di Silvio Berlusco- diatico, la narrativa di una nuova le destabilizzante su una situazione poni propose per l’allestimento debolezza e fallimenti della poli- ni e il ruolo storico e politico del destra, pronta all’alleanza organica consolidata di diseguaglianza di della Lisistrata di Aristofane. La tica maschile. Quello tra la Lisi- berlusconismo vengono sempre con la destra tradizionalista”. fatto, quanto piuttosto perché por- commedia, con la regia di Ida strata e il suo traduttore fu senza più spesso derubricati a questioni In continuità con queste rifles- terebbero un non meglio specifica- Bassignano che commissionò a dubbio un fervido incontro; Vol- morali, quando non meramente sione, il secondo tema che merita to “sguardo femminile” all’interno Volponi la traduzione, debuttò poni, uomo politico, poeta e scrit- penali. Il primo merito di questo di essere approfondito – per l’a- delle istituzioni. Insinuando forse per il pubblico italiano nel sugge- tore, intriso di classicismo, seppe volume è restituire al ventennio cutezza critica con cui l’autrice (?) che chi – maschio di mezz’età stivo decoro del Teatro Romano restituire la vis comica aristofane- berlusconiano tutta la lo affronta – è quello che vive al Nord – sarebbe meglio di Verona nell’ottobre sca con quella da lui sua portata politica, dell’eredità, in epoca “rappresentato” da Matteo Salvini, del 1981 e incontrò definita “puntigliosità spazzando via la tesi neoliberale, del poten- piuttosto che da Luciana Castelli- un notevole successo liceale”, che lo indusse dell’anomalia italiana: ziale libertario e libera- na. Il termidoro berlusconiano, del anche nelle tappe suc- a vagliare ogni aspet- altro che eccezionali- torio della rivoluzione resto, ha aperto la strada all’impe- cessive, che ne videro to del testo greco per smo, il berlusconismo è sessuale degli anni ses- ro renziano della “perfetta parità”, la messa in scena a To- cercare di recuperarne neoliberalismo all’italia- santa e settanta, soprat- dove le ministre – in numero rigo- rino, Mantova, Cesena, appieno la forza ever- tutto in epoca di inter- na, coacervo autoritario rosamente eguale a quello dei mi- Pescara e Ostia antica, siva ed espressiva che pretazioni sessantottine di liberismo economico nistri – sono anche buone madri, segnando quindi un il ricorso al sesso co- e post-sessantottine del (l’imprenditore che si buone mogli, spesso buone catto- momento importante agulava in modo pre- berlusconismo. Pescan- è fatto da solo) e tradi- liche che trascorrono le vacanze a del Fortleben del testo. potente, in una prosa do dall’armamentario zionalismo morale (il Medjugorje, e soprattutto, per loro Il cammino trionfale vibrata e forte che ri- teorico del sociologo premier campione di stessa affermazione, non mancano della Lisistrata aveva nuncia alla mimesi me- francese Jean-François virilità), indice che, se di mai un appuntamento dall’esteti- avuto inizio sullo scor- trica e plasma un ritmo Bayart, la posizione di Dominijanni neoliberalismo si può parlare, bi- sta. cio del V secolo a.C.; era l’anno vivace e schietto. Per raggiungere si potrebbe parafrasare afferman- sogna riferirsi innanzitutto a un’i- Da questo punto di vista, Ber- 411 quando Aristofane presentò il pubblico italiano Volponi riuscì do che siamo in pieno termidoro deologia pervasiva e radicalmente lusconi appare come la versione agli spettatori radunati nel tea- inoltre ad attualizzare le battute sessuale; una sorta di restaurazione disegualitaria, diffusa ben al di là self-made man (o self-made male) tro di Dioniso la sua commedia, più legate alla realtà antica, inter- di comportamenti e stili tradizio- della sola penisola italica. Come brianzolo di Margareth Thatcher una commedia “al femminile” venendo talora su toponimi e an- nali, che però neutralizza, inglo- ogni ideologia che si rispetti, il ne- e, insieme, versione edonistica del ma non femminista, dall’intreccio troponimi, coniugando il rispetto oliberalismo non è fatto di potenti bandoli, i tratti fondamentali della provocatorio e impegnato. Atene, della versione originale con le rivoluzione sessuale. Berlusconi tradizionalismo etico alla George cattivi che tramano nell’ombra (di W. Bush che dilaga al livello socia- già provata dal duro conflitto con esigenze di fruizione scenica: le cui Berlusconi sarebbe una ver- resta il miglior interprete del suo Sparta, la rivale di sempre, era vicende belliche dell’universo tempo; insieme “uomo medio”, il le, ben oltre i confini fra destra e sione folkloristica) contro vittime sinistra, mostrando “quell’ideolo- percorsa da quelle tensioni nel ateniese sono così spesso sostitu- innocenti, ma si tratta anche, e cui immaginario erotico è fermo corpo civico che avrebbero por- ite da richiami agli episodi delle alle commedie sexy anni settanta gia del decoro che copre, a sinistra, soprattutto, di quadri mentali dif- un’adesione all’etica neoliberale tato al colpo di stato oligarchi- guerre mondiali; alle cariche civi- fusi a livello sociale, di pratiche con Edwige Fenech, e “migliore co; sulla scena vide invece agire esentata dell’analisi dei suoi effetti che delle poleis subentrano uffici quotidiane consolidate di cui tutti fra gli uomini”, imperatore a cui e trionfare forze che miravano nella realtà sociale, a cominciare e ministeri; particolari della moda partecipiamo, più o meno consa- tutto è concesso e della cui corte alla conciliazione e alla pace. Nel dalla realtà del mercato sessuale”. femminile di Lisistrata e delle pevolmente. A questo proposito, tutti vorrebbero fare parte. mondo fantastico dell’invenzio- Nel libro, c’è ovviamente mol- sue compagne sono “tradotti” in l’analisi di Dominijanni riparte dal Il berlusconismo diventa così ne poetica l’eroina Lisistrata, dal to di più. Dalla diagnosi della di- tacchi, borsette e altri oggetti si- ribaltamento in epoca berlusconia- l’esempio più lampante del pro- nome parlante di “scioglieserci- scontinuità biopolitica del nostro milari; brevi aggiunte dal sapore na dell’idea di libertà diffusa nei cesso di depoliticizzazione della to”, guida infatti le compagne in tempo, rivisitata però nel capitolo didascalico chiariscono fugaci decenni precedenti; vero e proprio questione di genere che non si un vittorioso progetto antibel- conclusivo, alla rilettura della tesi allusioni a realtà di vita ellenica, stravolgimento che mostra quanto accompagna più a una rivendica- lico. Di concerto con le donne mentre omissioni di lemmi di bre- zione politica egualitaria. Come lacaniana sull’evaporazione del poco eccezionale sia il caso italia- delle altre popolazioni elleniche ve respiro e generalizzazioni con- in ambito sociale il neoliberalismo padre, molti sono i temi contro- no: “la resa del primato del politico coinvolte nel conflitto, tra cui corrono a ricreare un testo che in trasforma l’ideale antipaternalista, versi che meriterebbero di essere al primato dell’economico, la pri- spicca la spartana Lampitò, Lisi- alcuni punti appare più universa- antiassolutistico e antinobiliare discussi e rimessi in discussione; vatizzazione del pubblico e l’azien- strata escogita di promuovere un le di quella poesia che l’aveva per del liberalismo classico, concen- il problema dell’ideologia neoli- dalizzazione dello stato giustificate generale sciopero del sesso per prima plasmato. Con una felice trandosi contro gli effetti eguali- berale (letta attraverso la chiave piegare la pervicacia maschile, dalla demagogia antiburocratica, scelta editoriale, Paoli ripropone d’accesso del caso italiano) resta che si ostina in una guerra senza inoltre al lettore in apertura del però a mio parere la questione fine rovinosa per le tutte le città BIMESTRALE La corruzione e le stragi volume, come introduzione alla centrale di un volume, la cui acu- e devastante per ogni famiglia; in- Lisistrata, le dense pagine che Accogliere o respingere tezza dovrebbe aiutarci a ripensare sieme con le sue alleate ateniesi si il dilagare contemporaneo delle Volponi aveva steso nel 1981 per Charlie e gli altri impadronisce inoltre dell’acropo- politiche dell’identità, compresa li, bloccando così i rifornimenti l’ufficio stampa del comune di

EDUCAZIONE E INTERVENTO SOCIALE I precari universitari l’identità di genere, come strumen- Verona, intitolate Sarebbe anco- 25 alla spietata macchina della guer- ANNO IV - GENNAIO/FEBBRAIO 2014 POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L.353/03(CONV IN L.27/02/2004 N°46)ART.1 COMMA 1 AUT C/RM/04/2013€ 8,50 non chiedono elemosine to di conservazione. La visione ne- ra che il tesoro della Lega delio- ra capace Lisistrata di fermare gli la corruzione e le stragi A Torino, cinema oliberale della società – o meglio il attica ivi custodito alimentava in eserciti? In esse Volponi si augu- “there is no such thing as society” rava per il bene della società che Donne e potere maniera incessante. Alla fine gli Charlie e gli altri Sottodiciotto di thatcheriana memoria – non si la protagonista possedesse ancora Giovani e lavoro (o senza) uomini sono indotti dallo sciope- Sulla scuola, ancora e ancora la sua forza trainante e persuasi- I precari universitari I figli della scimmia può, infatti, ridurre alle schiere di DOSSIER ro ad arrendersi alle donne e alle non chiedono elemosine va. In effetti, come ben afferma Frans Masereel Accogliere o respingere individui “razionali” che massi- ragioni della pace, per godere poi nella giungla della città ASSOUMANE | BANCE | B. E G. BORRI | CARSETTI Giuseppe Pontremoli, DINES | FERRARIS | FONTANARI | MARONGIU mizzano il proprio interesse, ma si Paoli, la traduzione di Volponi, un maestro di appena ieri MONTI | PICOZZA | RIGO | SCHIAVONE di nuovo pienamente della forza San Marcellino, Genova comprende meglio se la si imma- incentrata sulla carnalità del va- A Torino, cinema Sottodiciotto vitale e gioiosa del sesso. Paoli ri- Il caso Boyhood in libreria e online gina come un insieme di “clan” di lore della pace, propugnando una I figli della scimmia produce affiancati originale greco Pedofilia, un’inchiesta individui razionali intenti a difen- e traduzione, con l’inserimento nuova ritrovata armonia tra corpo Annie Ernaux e suo padre il numero 25 Zerocalcare, sua madre dere i propri interessi, banalmente di poche note esplicative a fondo e mente che sappia ribattere agli e sua nonna... identificabili a partire da differenze egoismi sociali prendendo a mo- ARGENTIERI | BARTOLI | BOUSSARD ISBN 978-88-6357-148-6 BRAUCCI | D’ERRICO | FOFI | FURHXI gliasinirivista.org pagina, nel rispetto, come precisa GRUPPO STUDIO VAGANTE | GAGLIARDI LOUYS | MOCA | NADOTTI | PERGOLIS | PIANCIOLA trattate come dati naturali. “There dello il messaggio di Aristofane, PONTREMOLI | RICHER | ROBERT | TOMA | VILLA 9 788863 571486 in una Nota al testo, del dattilo- are individual men and women, scritto autografo volponiano che riesce a dar vita a una eroina al and there are families”, chiosava la la compagnia Teatro e Società tempo stesso antica e nuova, una Abbonamento annuale 50 euro; Abbonamento ridotto biblioteche; n n scuole e associazioni 42,50 euro; Abbonamento pdf 25 euro lady di ferro. custodisce a Roma. In un’ agile Lisistrata volponiana. sostenitore 100 euro. Bonifico: IBAN: IT 02 J 05035 03303 Abbonamento [email protected] e ben documentata postfazione [email protected] 096570261643, Conto corrente: 001003698923; paypal acquisti@asi- (Lisistrata, un’eroina volponiana), noedizioni.it o con Carta di Credito sul sito: www.asinoedizioni.it M. Cuono è assegnista di ricerca ripercorre poi le caratteristiche E. Berardi insegna storia della lingua greca in filosofia politica all’Università di Torino dell’opera di Aristofane e mette all’Università di Torino N. 4 36 Migrazioni spora somala, di cui il romanissi- Un’inquieta adolescenza afroitaliana mo Yabar è figlio ma di cui sa ben La nerezza dei colonizzati poco. Accolto calorosamente dalla di Alessandra Di Maio famiglia materna, accecata come le di Federica Ditadi altre dall’odio clannico e affacciata Ubah Cristina Ali Farah preso senza essere giudicato, no- a un nuovo fervore religioso che a Cristina Lombardi-Diop (Cristina Lombardi-Diop) e come nostante anche lei, come tutti gli lui risulta incomprensibile, Yabar a e Caterina Romeo oggi questi due temi ritornino nel- IL COMANDANTE altri, riesca sempre a farlo sentire Londra scopre la verità sul padre la letteratura postcoloniale. Infine DEL FIUME in colpa: “Zia Rosa ti dice tesoro e e intuisce il motivo del mancato L’ITALIA POSTCOLONIALE la sezione conclusiva è dedicata pp. 204, € 16, tu ti senti uno schifo: grazie tante, ritorno. Di fronte alla spaventosa ed. orig. 2012, agli aspetti transculturali della 66thand2nd, Roma 2014 scusami se sono uno stronzo e tu verità che pur tanto aveva desi- pp. 283, € 21, contemporaneità, come la distri- sei sempre comprensiva e dolce”. derato conoscere, il ragazzo non Le Monnier, Firenze 2014 buzione dei film di Nollywood era una volta il comandante Anche Sissi e Yabar, come le loro riesce a fare altro che scappare. La (Alessandro Jedlowski), le nuove C’del fiume, a cui il proprio madri, sono legati da un’amicizia sera in cui, senza avvisare i paren- n Travelling Theory (1982), forme di musica popolare (Ales- popolo aveva affidato il compito fraterna. Yabar è protettivo nei ti, torna a Roma, dopo il tentativo IEdward Said indica come il sandro Portelli) e i prodotti cul- di governare i coccodrilli che ne confronti della sorella elettiva cui fallito di trovare conforto tra le movimento delle idee da un luo- turali delle seconde generazioni infestavano le acque. Così, come dedica la propria storia, salvo poi braccia della nuova fiamma Jessi- go all’altro sia un fatto inevitabile (Clarissa Clò). una favola, potrebbe avere inizio provocarla compulsivamente nei ca, avviene l’incidente che lo priva e uno strumento fondamentale L’aspetto più interessante ri- l’ultimo romanzo di Ubah Cristi- momenti più impensati. All’enne- parzialmente della vista. Il pugno per favorire l’attività intellettuale. guarda la pluralità delle discipline na Ali Farah, scrittrice italiana di sima provocazione, Sissi decide nell’occhio inferto dalla scoperta L’Italia postcoloniale si inserisce a e degli oggetti di studio che cia- origine somala, classe 1973. Cre- di non rivolgergli più la parola. Il del terribile segreto di famiglia da pieno titolo all’interno del percor- scuna delle ricerche coinvolge. sciuta a Mogadiscio fino allo scop- ragazzo si chiude in sé, rompendo metafora diventa realtà tangibile. so indicato da Said: il volume è la Un esempio è fornito dall’articolo pio della guerra civile, veronese di anche i ponti con il suo migliore Solo dopo l’infortunio, Yabar traduzione e in parte una riela- che chiude la raccolta, Hip Hop nascita e romana di adozione, Ali amico, il Sibarita. “Il problema di capisce che è il momento di met- borazione del precedente Postco- all’italiana: L’immaginazione post- Farah da qualche mese si è trasfe- Sissi”, spiega nervosamente Yabar, tere ordine nella sua vita, partendo lonial Italy. Challenging National coloniale delle seconde generazio- rita in Belgio, da dove continua a “è che non vuole credere che sia- dai pezzi che la compongono e di Homogeneity (Palgrave Macmil- ni, nel quale Clarissa Clò, in dia- scrivere in italiano, lingua madre e mo diversi: è sempre stata convinta cui non vuole fare a meno: confor- lan, 2012) concepito dalle medesi- logo con il saggio di Teresa Fiori, dell’istruzione dell’élite che, siccome siamo cre- tato dal ritorno della madre, della mi curatrici, e riunisce mette in rilievo i limiti somala postcoloniale. sciuti insieme, gli altri famiglia e degli amici, i medici gli al suo interno i contri- della legislazione ita- Le sue storie intreccia- ci considerano uguali. assicurano che guarirà. I diciotto buiti di studiosi che, liana sulla cittadinanza no mondi, tradizioni Ma siamo seri, nessuno capitoli che compongono il ro- in ambito nazionale e attraverso l’analisi del- e generi letterari. Nel guarda me e Sissi allo manzo, corrispondenti agli anni internazionale, si oc- le antologie Pecore nere suo primo romanzo, stesso modo, gli occhi del protagonista, costituiscono la cupano del passato co- e Italiani per vocazione Madre piccola (Frassi- della gente vedono le porta di ingresso nell’età adulta. loniale italiano e delle e del fotoromanzo nelli, 2007), le voci e i differenze (...). Io e Sis- Yabar deve imparare a nuotare e a relazioni di potere nate Apparenze, prodotto luoghi dei protagonisti si non possiamo essere navigare da sé, se vuole comandare in quel contesto storico dall’associazione G2 si inanellavano come uguali per tutta una se- il fiume. e tuttora presenti. seconde generazioni. fili di perle, metafora rie di ragioni, ma ce n’è Nel racconto di Yabar, ricco Dopo una prima se- Quest’ultimo caso ap- della diaspora soma- una più importante del- di echi letterari, tra cui spiccano zione introduttiva in pare particolarmente la. In questo romanzo, le altre e questa ragione i riferimenti al Garofano rosso di cui Robert Young, San- interessante in quanto invece, di recente pub- è che io sono nero, nato Vittorini, Ali Farah intreccia even- dra Ponzanesi e Teresa l’uso del fotoromanzo, blicato dalla sempre attenta casa da due genitori neri, mentre Sissi è ti di cronaca vera (come quello Fiori inseriscono gli studi post- genere nato in Italia, suggerisce editrice 66thand2nd, la leggenda bianca, ha i ricci dorati e gli occhi di Bambi, l’attentatore di Londra coloniali italiani all’interno del l’intento di avviare una campagna somala del comandante del fiume grigioverdi”. Per Yabar trovare un cresciuto nel collegio romano con quadro europeo, il volume apre di sensibilizzazione nei confronti fa da contrappunto al racconto posto nel mondo significa innanzi gli altri bambini del Corno d’Afri- all’indagine non solo del passato di un pubblico non informato, in- del protagonista, il diciottenne ro- tutto venire a patti col fatto che è ca) a favole e leggende della Soma- coloniale, ma di ogni aspetto so- serendosi pienamente all’interno mano Yabar, che del comandante un ragazzo con la pelle nera in una lia, terra inestricabilmente legata cio-culturale riguardante le pro- di quel contesto. porta il nome. Il fiume è il corso società prevalentemente bianca. all’Italia, di cui fu colonia. In que- spettive di alterità e di dissonanza: Questo studio può essere consi- d’acqua della terra perduta e del La Roma borghese che conosce sto senso, Il comandante del fiume l’obiettivo è quello di dimostrare derato esemplare del modus ope- tempo indefinito del mito ma è come le sue tasche, la cui parlata può essere considerato il primo come anche di fronte a un impe- randi adottato nel volume: gli arti- anche il Tevere dei nostri giorni, gli appartiene, glielo ricorda di romanzo di formazione postcolo- rialismo atipico il postcoloniale coli raccolti hanno come obiettivo con il chiosco della grattachecca e continuo, restituendogli un’imma- niale italiano, che osserva la nostra si configuri come uno strumento quello di dimostrare come alcune i corridori che fanno jogging sulle gine diversa di sé che lui non vede società dal di dentro e dal di fuo- efficace per interpretare la for- pratiche comuni a tutti gli strati sue sponde. È, in particolare, l’o- se non attraverso lo sguardo degli ri. Già per questo, oltre che per la mazione e la natura dell’identità sociali rivelino uno squilibrio di spedale Fatebenefratelli dell’isola altri. L’inquietudine dell’adole- scrittura raffinata e convincente di nazionale, rilevando ogni tipo di potere; la riflessione coinvolge Tiberina, dove si trova ricoverato scente afroitaliano Yabar richiama una delle voci più originali del pa- tendenza interna alla riegemoniz- non solo la letteratura del cano- il giovane Yabar, voce narrante e la “doppia coscienza” formulata norama letterario contemporaneo, zazione. Ciascuna delle quattro ne, ma anche una molteplicità di punto di vista centrale del raccon- dal grande intellettuale afroameri- bisognerebbe assicurargli un posto sezioni successive è incentrata su prodotti culturali di massa. La to, in seguito a un incidente che cano W. E. B. Du Bois più di un di riguardo sui nostri scaffali. n un aspetto rimosso dalla coscien- varietà degli oggetti analizzati sot- potrebbe lasciarlo mezzo cieco. secolo fa: quella sensazione, vissu- za collettiva, che viene affrontato [email protected] tolinea il radicamento di alcuni “Se qualcuno pensa che mi ta quotidianamente dagli africani da un punto di vista interdiscipli- comportamenti collettivi legati al metterò a recitare il mea culpa della diaspora, “di doversi guarda- nare. Nella seconda sezione, gli colonialismo ma non cessati con si sbaglia di grosso”, annuncia il re sempre attraverso gli occhi degli A. Di Maio insegna inglese e studi studi di Rhiannon Noel Welch, postcoloniali all’Università di Palermo la perdita delle colonie. Tuttavia protagonista in apertura di que- altri, di dover misurare di Isabella Clough ciò che non viene reso esplicito è sto classico romanzo di formazio- la propria anima sul Marinaro e di Barbara la differenza qualitativa fra le ope- ne. Yabar è giovane e inquieto, e, metro di un mondo che Spackman segnalano re citate; mancanza ancora più si- come in ogni Bildungsroman che si ti guarda con scherno e come la natura fram- gnificativa se posta in relazione a rispetti, cerca il suo posto nel mon- disapprovazione”. mentaria del processo quanto dichiarato dalla curatrice do. Nei suoi accessi di ribellione L’altro nodo che Ya- di costruzione nazio- Caterina Romeo in un’intervista adolescenziale si scaglia, come da bar non riesce a scioglie- nale abbia comportato a Fahrenheit: la valutazione della copione, contro le persone a cui re è quello del padre, di continue ridefinizioni letteratura postcoloniale italiana vuole bene, la sua famiglia, in pri- cui non ha notizie da del concetto di italiani- come dato sociale e non come mis, e i suoi migliori amici. La sua anni, sul quale la madre tà e di ciò che da esso valore estetico testimonia una re- è una famiglia moderna, allargata e mantiene un riserbo viene escluso. La terza sistenza a includere questa produ- declinata al femminile, come spes- impenetrabile. A fare sezione mette in luce so nelle opere di Ali Farah. La ma- chiarezza contribuisce le tracce del coloniali- zione all’interno della letteratura dre di Yabar, scappata dalla Soma- la visita a Londra, dove smo nella contempo- italiana. lia in guerra nell’estate del 1990, si il ragazzo è mandato in raneità, in particolare Come preannuncia l’immagine ritrova a crescere il figlio da sola a spedizione punitiva dal- negli slogan calcistici rovesciata in copertina, il libro Roma, dove si è rifugiata “come la madre, dopo essere (Francesco Ricatti), si propone di avviare un duplice molti somali nei mesi a venire”, e stato ancora una volta nelle voci postcolonia- processo di rovesciamento, da un da dove il marito presto va via per “respinto” (a scuola, nel li (Alessandro Triulzi) lato da un punto di vista socio- unirsi ai miliziani somali al servizio caso specifico, ma è la e nella visione del Sud politico, inteso come revisione del dei signori della guerra. parola in sé a rimanergli (Roberto Derobertis). passato per ridefinire l’identità A Roma la donna stringe un stampata nel cervello). La quarta sezione ri- nazionale attuale, dall’altro da un forte legame di amicizia con la zia La punizione sta nel fat- prende il tema della punto di vista culturale, ovvero Rosa, madre della piccola Sissi, an- to che la Londra con cui razza, per discutere una revisione del canone lettera- che lei da poco lasciata dal marito. viene in contatto non è come gli italiani hanno rio per aprire il dialogo tra quanti La zia Rosa, metà italiana e metà quella dei monumenti, rappresentato la “ne- sentono d’appartenere a mondi somala, bibliotecaria e affascinan- dei locali e dei parchi rezza” dei colonizzati ancora separati da ravvicinare. n te raccontatrice di favole, ha un che aveva sognato di (Rosetta Guliani Ca- [email protected] grande ascendente su Yabar. È visitare come un qualsi- ponetto; Àine O’He- l’unica persona con cui il ragazzo asi adolescente italiano, aly) in opposizione alla F. Ditadi è dottoranda in italianistica presso si confida e da cui si sente com- bensì quella della dia- propria “bianchezza” l’Università di Padova N. 4 37 Arte Tagli, buchi, strappi e un arabesco di luce Bianco di Spagna e gesso di Bologna di Davide Colombo di Paolo Baldacci

Lucio Fontana gamento e sostanziamento spaziale Salvatore Vacanti retroterra culturale che determinò, in Italia e in Eu- delle opere di Fontana. ropa, il progressivo recupero di una sapienza tecni- e l’artventure parigina IL PICCOLO TRATTATO DI TECNICA ca che andava perdendosi, con precisi riferimenti a cura di Silvia Bignami A Parigi, Fontana intesse rela- zioni significative e foriere di effetti PITTORICA DI GIORGIO DE CHIRICO alla trattatistica che poteva essere a conoscenza di e Jacopo Galimberti positivi, sia a livello di sollecitazio- Teoria e prassi del “ritorno al mestiere” de Chirico. Poi si traccia una storia dell’opera, del- pp. 159, 74 ill. b/n e 5 col., € 25, ne artistica, sia a livello di fortuna (1919-1928) la sua ricezione critica e tecnica e delle fonti quanto Scalpendi, Milano 2014 critica, espositiva e collezionistica pp. 208, € 24, Nardini, Firenze 2014 mai eterogenee di cui si servì l’artista. Paragrafi uti- europea e americana; per Fontana lissimi sono dedicati al commento e all’analisi dei ucio Fontana, Iris Clert, Yves la strada per New York passa da hi segue l‘attività dell’Archivio dell’Arte meta- materiali e strumenti per la pittura nominati da de LKlein, Michel Tapié, Gualtieri Parigi e Londra. Dal 1955 conosce Cfisica sa che non siamo mai stati teneri nei con- Chirico nel suo trattato, con precisi riferimenti an- di San Lazzaro e Pierre Restany. Michel Tapié, del quale inizial- fronti delle varie pubblicazioni promosse o patro- che a ciò che allora si trovava in commercio. Rife- Ma anche Milano, Parigi, Vene- mente accetta la lettura in chiave cinate dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico rimenti tanto più necessari in quanto, leggendo de zia, Albisola, Torino e New York. informale del proprio lavoro. Tra di Roma, non per partito preso ma solo perché si Chirico, sembrerebbe che più della metà del suo Questi sono i principali tra i sog- il 1957 e il 1962 si colloca il rap- distinguevano per lo più per imprecisioni ed errori. tempo fosse allora dedicato a fabbricare tele, carto- getti e i luoghi che entrano in gioco porto con Yves Klein, che espone Non è questo il caso della nuova edizione del Pic- ni, tavole e imprimiture, oltre che a macinare colo- nella fitta rete di intrecci e relazio- più volte da Iris Clert, un rapporto colo Trattato del 1928 di Giorgio de Chirico, studio ri e preparare miscele, cosa del tutto impossibile e ni intessuta da e attorno a Lucio fatto di consonanze e convergenze che si distingue profondamente dalla precedente soprattutto non confortata da quanto ci è rimasto Fontana tra il 1959 e il 1964, lungo artistiche e di simpatie umane. E edizione curata nel 2001 da Jole De Sanna per della sua opera di quegli anni, la quale dimostra la direttrice Milano-Parigi. Il vo- al 1956 risale l’inizio dell’amicizia la Fondazione de Chirico e l’editore Scheiwiller, che sicuramente l’artista sperimentò e provò tutto, lume si configura pertanto come con il critico Gualtieri di San Laz- che si apriva con il colossale errore di scambiare o quasi, quel che descrive, ma per lo più si servì di un preciso e rigoroso zaro, fondatore e diret- la fila di cioccolatini Majani di Bologna avvolti in prodotti già pronti in commercio. Molto importan- accertamento di fatti e tore della rivista “XXe variegate e coloratissime stagnole raffigurata nel ti sono anche i rilievi che Vacanti fa ai vari piccoli di meccanismi del siste- Siècle” e dell’omonima quadro Le Fidèle serviteur (1916) per una serie di errori o confusioni di de Chirico sparsi nel testo, ma delle arti, di aspet- galleria parigina. scatolette di metallo contenenti colori: il quadro che non possono sfuggire a un esperto della ma- tative e prospettive dei Un libro di solida era riprodotto in copertina e la fantasiosa lettura teria e che dimostrano come non sempre l’artista vari soggetti, di idee e ricostruzione storico- iconografica confortata da assurde motivazioni, se- si riferisca a esperienze di prima mano. Eccellenti realizzazioni dell’arte, artistica, come questo, condo le quali per comprare il “gesso di Bologna” anche i due paragrafi sui problemi della “tempera ottenuto facendo dia- è stato il punto di par- bisognerebbe recarsi a Bologna, dal che si deduce grassa” e sull’antica tecnica dell’encausto. Il lavoro logare tra loro diverse tenza essenziale per la che per il “bianco di Spagna” bisognerebbe anda- si conclude con alcune pagine dedicate al ritorno tipologie di fonti, ognu- mostra Klein Fontana. re in Spagna. Salvatore Vacanti con questo libro ci di de Chirico alla pittura a olio nel 1925 e a certe na considerata nella Milano Parigi 1957- offre un prezioso inquadramento dell’operetta di contraddizioni di quel periodo tra prassi e teoria, propria specificità. 1962 al Museo del No- de Chirico del 1928 nel contesto dell’epoca e delle con una bella descrizione di come l’artista faccia te- Le vicende ricostru- vecento di Milano (22 ite e narrate da Silvia problematiche estetico-teoriche e tecniche susci- soro di esperienze accumulate con l’esercizio nella ottobre 2014-15 marzo tate dal “ritorno al mestiere” propugnato da de tempera grassa e trasferite con speciali espedienti Bignami (che ha dato vita a questo 2015), a cura di Silvia Bignami e progetto di ricerca coinvolgendo Chirico e da altri artisti nel primo dopoguerra. Le o “trucchi” nella pittura a olio. Un paragrafo è de- Giorgio Zanchetti. Una ricostru- prime 130 pagine del libro sono infatti dedicate a dicato all’utilissimo dizionario dei materiali e delle i due giovani studiosi Jacopo Ga- zione altrettanto documentata e limberti e Luca Pietro Nicoletti) delineare il quadro entro il quale de Chirico si mos- tecniche: tanto per chiarire a chi non lo sapesse che dettagliata dei rapporti tra i due se. Anzitutto viene svolto un esame esauriente del cosa sono il bianco di Spagna o il gesso di Bologna. concernono le mostre parigine artisti, raggiunta mettendo in dia- di Fontana a cavallo tra anni cin- logo visivo e spaziale opere scelte quanta e sessanta, e, in particolare, che mostrano contatti e conver- i rapporti tra Fontana e la galleri- genze di poetica, e grazie a un borgognone è poi rappresentato sta Iris Clert. Nel 1961, Fontana ricco apparato documentario. I Angeli di “tipo oblungo” dalle emergenze assolute dei portali espone da Clert le Nature, i grandi curatori hanno tentato la difficile di Sainte-Marie-Madeleine di Veze- “ballons” in terracotta e bronzo operazione di ribaltare le debolez- di Alessio Monciatti lay e di Saint-Lazare di Autun. Que- forati e lacerati; nel 1964, le Œufs ze di uno spazio museale labirinti- sti ultimi dimostrano, nonostante Célestes, quadri a olio, ovali mono- co e discontinuo, con un percorso cillari gli scultori romanici: “Sono la drammatizzazione espressiva, il cromi con buchi, strappi e lustrini. Michel Pastoureau all’interno del normale allestimen- per noi personaggi praticamente congenito ripensamento di modelli Il volume fa ricorso sistemati- to delle collezioni che evidenziasse STORIE DI PIETRA antichi. Ad Autun, infatti, l’immen- co al nucleo di cinquantaquattro sconosciuti”. Le vicende personali il punto di rottura delle ricerche di Timpani e portali romanici so Cristo Giudice, come anche gli lettere inedite di Fontana a Clert per lo più ci sfuggono ma i profili Fontana e di Klein rispetto a quan- fotografie di Vincent Cunillère, stilistici si impongono nitidi. Dopo angeli che ne reggono la mandorla e (marzo 1959 – luglio 1966; soprat- to fatto in precedenza. quelli che si occupano delle anime, tutto 1959-1964) conservate nei ed. orig. 1931, trad. dal francese aver rimarcato che “non esistevano E risalire fino al grande ara- di Luca Bianco, pp. 214, 160 ill., € 40, ancora nemmeno le stesse parole incarnano il “tipo oblungo” (Henri Fonds Iris Clert del Centre Pom- besco di luce di Fontana per la Focillon), in una sorta di scompo- pidou a Parigi, corredate di un si- Einaudi, Torino 2014 ‘scultore’ e ‘scultura’” (ma si pen- Triennale del 1951 sospeso sul sizione dell’armonia dei corpi, ma stema di note che ne permettono si come sculptor Benedictus si dice grande blu del Pigment Pur di senza rinnegare un’eleganza elleni- la fondamentale contestualizzazio- arte del fascino ancora attuale Antelami, per esempio nel battiste- Klein è stato, per i visitatori della stica nelle pose e nella conduzione ne. A esse sono state messe in rela- dell’arte e della scultura roma- ro di Parma), l’argomentazione di mostra, un’esperienza paragona- P del panneggio. Ormai nella secon- zione lettere, anche provenienti da niche è la diversificazione nell’o- Pastoureau scivola talvolta nell’ir- bile al rivedere le stelle dantesco. da metà del secolo, nelle facciate di altri carteggi in gran parte inediti, mogeneità, la convivenza della risione dell’analisi formale, a “una La scoperta del cosmo infatti è metodologia riprovevole, per quan- Saint-Gilles a Saint-Gilles-du-Gard come quelli tra Fontana, Klein e per entrambi la scoperta di una singolarità dell’opera e di più gene- Tommaso Ferraris (1959, Archives rali tendenze formali che vi fanno to frequente nella storia dell’arte”, e di Saint-Trophime ad Arles, la di- dimensione nuova, di uno spazio la cui pregnanza è invece qui da ri- sponibilità di modelli classici delle Klein) e tra Fontana e Gualtieri di nuovo: è l’infinito. n riconoscere un fenomeno europeo. San Lazzaro (Fondo San Lazzaro In questo volume, le fo- vendicare, ancorché fal- maestranze, anch’esse di probabile origine tolosana, appare rigorosa, e Papa, 1959-65), e di altri corri- [email protected] tografie di Vincent Cu- lace in proporzione alla spondenti: opere, esposizioni e nillère offrono una let- difficoltà dell’argomen- capace peraltro di far convivere cronache artistiche del tempo in D. Colombo è assegnista in beni culturali tura affatto scontata, più to. Le schede introdut- in questi vertici del classicismo ro- riviste specialistiche, quotidiani e ambientali all’Università statale di Milano curiosa che sistematica, tive inquadrano nove manico del Midi della Francia la e rotocalchi. Dove la letteratura di monumenti diversi e portali di chiese scelti consapevolezza delle coeve ricer- artistica ci dice poco, vengono anche assai noti e ne col- nella storia del monu- che plastiche dell’Île-de-France. È in soccorso i settimanali di moda gono la linfa comune va- mento e nell’articolazio- senz’altro vero, come ci ricorda Pa- e costume e i rotocalchi; dove le lorizzando le specificità. ne della sua decorazio- stoureau che “nell’epoca romanica parole tacciono, le testimonianze Nel testo introdutti- ne. La rassegna è aperta non esiste l’artista isolato”, che da fotografiche svelano idee e inten- vo Michel Pastoureau dal portale meridionale storici “si deve evitare ogni anacro- ti. Un ulteriore prezioso apporto riassume efficacemente di Saint-Pierre di Mois- nismo” e che l’imitazione formale del volume, infatti, sono le foto- i termini storiografici sac, passando poi alla non “reca con sé la trasmissione grafie conservate presso lo Shunk- della “questione roma- Parusia di Saint-Pierre dei simboli e dei significati”; tut- Kender/Harry Shunk Photo- nica”, a partire dall’uso del termine a Beaulieu-sur-Dordogne. Ed è pe- tavia, per la comprensione storica graphy Archive (Roy Lichtenstein roman che, diffuso in ambito lingui- raltro per via di stile che si riconosce dell’arte, non si dovrà dimenticare Foundation) di New York, che stico e letterario, solo dall’Ottocen- l’origine tolosana del gruppo e vi si che è la traduzione nella materia a riguardano l’attività della galleri- to identifica uno stile. Il progressivo includono i frammenti dell’inter- dar forma a questi “simboli e signi- sta Iris Clert e gli allestimenti delle arricchimento della decorazione media Souillac, tra cui il memora- ficati” e dunque a consentirne la mostre di Fontana. Permettono, plastica successiva al Mille è valo- bile Isaia, mentre se ne distinguono comprensione. n infatti, di comprendere l’impor- rizzato in relazione all’architettura il timpano della Sainte-Foy di Con- [email protected] tanza data dall’artista e dalla gal- e per le aperture alle altre forme di ques, con la sua semplificazione lerista all’allestimento delle opere, figurazione, ad esempio quelle pit- plastica esatta, funzionale al valore A. Monciatti insegna storia dell’arte medievale inteso come fondamentale prolun- toriche, fin quasi a considerare an- didattico dell’immagine. L’ambito all’Università del Molise 20/03/2015 15.33.56 20/03/2015 1 tracciati.indd 6x3_SIP6_08 6x3_SIP6_08 tracciati.indd 1 20/03/2015 15.33.56 15.33.56 20/03/2015 1 tracciati.indd 6x3_SIP6_08

25,5x37 INDICE DEI LIBRI_SIP6_03 tracciati.indd 1 24/03/2015 11.42.05 N. 4 39 Architettura sante, ma la città termodinamica I nipotini di Monet di Rahm rimane di fatto legata a L’utopia del rinascimento urbano geometrie dettate dal sole e dal di Cristina Bianchetti vento e alla frettolosa sostituzio- di Michele Cerruti But ne del cittadino con il ciclista e Philippe Rahm Architectes be tuttavia sbagliato assumere il il pedone, a lode dei quartieri Paolo Berdini tico nella risposta alla crisi e gli lavoro di Rahm entro un’acce- ben animati. La progettazione effetti sono gli stessi: corruzione Atmosfere costruite zione estrema. Il tema della sua di parchi si limita alla scelta di LE CITTÀ FALLITE e devastazione del paese. La se- a cura di Massimiliano Scuderi, ricerca è piuttosto la continuità specie arboree e dispositivi che I grandi comuni italiani conda fase (2008-2011) è segnata pp. 128, 122 ill. col., € 19, tra architettura e ambiente, la na- variano umidità, luminosità, ca- e la crisi del welfare urbano dal disastro Lehman Brothers. In Postmedia books, Milano 2014 turalizzazione dell’architettura, lore. Mentre la scala urbana si pp. 208, € 19,50, Italia si risponde ancora una volta la possibilità di modellare spazi a prefigurerebbe come campo di Donzelli, Roma 2014 con deroghe ai piani e costruzio- n un bel libro di alcuni anni partire da parametri naturali, pri- straordinario interessante. Baste- ne di consenso attorno al “piano Ifa, Monique Eleb raccontava ma ancora che dal lessico del co- rebbe spostare l’accento su spazi a grande crisi italiana dall’e- casa”. La svolta è la distruzione l’exterieur intériorisé delle case struire, più o meno riverniciato di pubblici protetti che fungono da Lstromissione dell’urbanistica del sistema di welfare urbano, borghesi di fine Ottocento. I sostenibilità. “Possono – si chiede nascondigli, ripari; che valgono e dal venir meno del progetto di “unica strada per il risanamento jardins d’hiver, le serre, i grandi in forma retorica – elementi natu- per come sono abitati, in virtù welfare urbano a fronte di una e la ripresa”, mentre molte città spazi vetrati, le terrazze, i passag- rali come la convezione, la con- anche del loro comfort. Se uscia- sovrapproduzione edilizia e di un contraggono debiti insostenibili gi interni all’abitazione, le corti, duzione, l’evaporazione diventa- mo dalla posizione ingenua che neoliberismo cieco. Questa la tesi e sono dichiarate “fallite”. La ter- le gallerie non rappresentavano re i nuovi mezzi di composizione qualche volta rilegge gli “interni dell’ultimo volume di Paolo Ber- za fase (2011-2014) è per Berdini solo l’edonismo di una società architettonica, così come il vapo- urbani” come transito dell’archi- dini, che in pagine tumultuose e il coronamento di questo lungo borghese al suo apogeo, ma una re, il calore e la luce fungere da tettura dentro la cavità di piazze e appassionate racconta l’Italia de- tratto di svalutazione estensiva collezione di straordinari dispo- nuovi mattoni della costruzione strade e seguiamo invece l’idea di gli ultimi vent’anni: una politica del patrimonio immobiliare degli sitivi spaziali attenti al comfort, contemporanea?”. E richiaman- uno spazio pubblico discontinuo, fatta di provvedimenti concor- italiani, svalutazione che si attua all’illuminazione, al microclima. do, con postura heideggeriana, interrotto, cavo, allora si apre uno di nel sostenere la demolizione con l’annullamento della città Non sarebbe probabilmente il rapporto tra tecnologia e natu- straordinario campo di lavoro al dell’urbanistica, scelleratezza che pubblica in favore dell’iniziativa d’accordo Philippe Rahm a leg- ra, prefigura un ribaltamento: se quale l’impostazione di Rahm annulla il progetto e consegna il privata (con forme come quella gere il suo lavoro in tutto cessa di essere potrebbe dare forza. È il rovescio paese nelle mani di uno del project financing): continuità con quella naturale, perché non potremmo dire con una battuta, sfacciato neoliberismo. “L’Italia è un enorme ricerca. Per un certo lo diventa lo spazio della carta settecentesca di Roma Le premesse degli cartello ‘vendesi’” in piglio di avanguardia interno all’abitazione? del Nolli, da sempre emblema di anni ottanta, con slo- cui si annullano persi- con il quale sottolinea Perché non dare allo uno spazio pubblico continuo: gan come “basta con le no “gli standard urba- il suo guardare con spazio interno una sua trama che dà senso e riconoscibi- regole” o “rinascimen- nistici, la storica con- occhi nuovi, usare un geologia, una sua me- lità all’intera città. to urbano”, costitui- quista della migliore diverso linguaggio, teorologia? Ma la ”Città termodinamica” rebbero secondo l’au- cultura urbanistica”. cambiare l’ordine del- La meteorologia del- è solo la chiusura, non sempre tore non solo una vera Il ritorno dell’urba- le gerarchie. Ma, in lo spazio abitativo co- convincente, del libro. Tornan- e propria preparazione nistica è per l’autore fondo, quel poco che struisce uno scenario do a osservare la parte centrale, al “ventennio liberista” la risposta a questa accomuna le strategie suggestivo, qualcosa i progetti di spazi scarni con su- ma quasi un modello tragedia che ha gene- di distinzione delle di più di una metafo- perfici diversamente riscaldate italiano nell’affrontare rato immense periferie famiglie agiate di fine ra. Porta al centro del che costruiscono leggere correnti, le crisi: di fronte a disa- senza servizi, sovrap- Ottocento e l’architettura meteo- progetto il filtrare della luce nella sfruttando i principi più sempli- stri economici più o meno ampi, produzione edilizia, crollo dei va- rologica di Rahm tanto poco non sua componente spettrale, deter- ci di movimento dell’aria calda e la risposta è sempre la casa: favo- lori immobiliari e cancellazione di pare: un’attenzione approfondita minata dalle variazioni del tasso fredda; osservando i loro interni rendo il mercato immobiliare ed ogni regola in cambio di un nuo- alle nuove tecnologie, la centralità di umidità. “Pensavamo di essere spogli di tutto e confortevoli dal edilizio con la demolizione pro- vo “rinascimento urbano”, mai attribuita al comfort, la consape- nipoti di Duchamp e invece sco- punto di vista climatico, la distri- gressiva del corpus normativo, avvenuto. Alcune tracce di questa volezza di come il metabolismo priamo di essere discendenti di buzione dei programmi funziona- sulla base di un consenso ottenuto risposta emergono dal fenomeno umano reagisca alle condizioni Monet” dice l’autore, costruendo li che non usa pareti né limita por- facendo leva sugli interessi privati dei comitati di cittadini “formati microclimatiche. E pertanto, l’at- un’azzardata genealogia artistica zioni di spazio, si capisce meglio della proprietà. L’ipotesi è che l’e- per difendersi dalle aggressioni tenzione alla temperatura, all’eva- che dall’impressionismo, attra- il punto da cui siamo partiti. In dilizia agevoli la crescita economi- del cemento” e dalle posizioni di porazione, all’illuminazione, alla verso il Noveau Roman, arriva fondo pochissimo avvicina questa ca e che essa si possa attuare in un Salvatore Settis e ­Paolo Madda- pressione, ai tassi di umidità, al a celebrare brume e luminosità, architettura termica all’exterieur regime normativo debole. Il ven- lena, due vie “costituzionali” che filtrare della luce. riportate dentro lo spazio abitati- intériorisé tardo ottocentesco con tennio 1994-2014 viene riletto da prevedono il raccordo tra tutela In mezzo c’è più di un seco- vo dalle tecniche di ventilazione, le sue ardite invenzioni spaziali. questa prospettiva. Fino al 2008 del paesaggio e normativa urba- lo e un grande mutamento delle riscaldamento, isolamento. Dove Qui è lo spazio neutro che affer- si sarebbe avuta una progressiva nistica (la prima) e demoliscono condizioni di sfondo, dovuto a quel che interessa è ciò che egli ma le virtù dell’aria, della luce, deregolamentazione, agendo sul i “diritti edificatori” (la seconda). ­straordinari avanzamenti tecno- definisce il vuoto interno all’abi- della trasparenza. L’apertura e la fronte dell’edilizia e su quello del- I punti di questo “nuovo gover- logici, a drammatici cambiamenti tazione e la sua atmosfera. Ed è il leggerezza. Non basta richiamar- le grandi opere, con il succedersi no del territorio e della città”, climatici e alle consuetudini legate vuoto, la forma del progetto. Non si a Sloderdjik, verrebbe da dire, di provvedimenti che fanno leva che intende riportare al centro all’abitare: il riscaldamento delle più prototipo o disegno, ma vero per essere fuori dal moderno. n su procedimenti di straordinarie- “la città esistente”, consistono nostre case può creare climi eso- e proprio spazio sperimentale: un [email protected] tà e condoni, e con l’alleanza tra nella moratoria del cemento per tici in spazi abitativi ordinari, così vuoto che può diventare instabile speculazione immobiliare e ma- un anno, in un intenso riuso del come la luce può creare atmosfere per temperatura, luce, umidità, lavita organizzata. La “casa senza patrimonio immobiliare dismesso artificiali con pochi accorgimenti. come in Interior Weather, pro- C. Bianchetti insegna urbanistica al Politecnico di Torino regole” è davvero il topos poli- per ricostruire il welfare urbano Su questi scarti, ci dice Rahm, si getto del 2006, per il Cca (Cana- (attraverso forme coscienti di riu- può lavorare. Come nel proget- dian Center for Architecture), in tilizzo, di custodia di suoli agricoli to del padiglione svizzero per la collaborazione con Alain Robbe- ma anche di vendita consapevole Biennale di Architettura di Vene- Grillet, nel quale uno spazio che del patrimonio pubblico) e in una zia del 2002 (Hormonorium) nel appare neutro è oggetto di cam- riattivazione delle aree interne e quale la diminuzione del tasso di biamenti di luce, umidità e tem- delle periferie. ossigeno dal 21 per cento al 14,5 peratura che creano diversità di Se è vero che il racconto del- per cento e l’estremo chiarore di situazioni. la condizione italiana attraverso un giorno sulle nevi, riprodotto Che tipo di operazione fa dun- il frequentato tema dell’edilizia artificialmente dal pavimento, que Rahm? Ciò che apparteneva ricreano le condizioni delle cime al macrocosmo, alla sfera atmo- come panacea può richiedere ap- delle Alpi nella laguna veneta. Il sferica naturale, entra nel micro- profondimenti disciplinari e alcu- progetto è straniamento, diso- cosmo dello spazio abitativo. Ma ne maggiori aperture, annunciare rientamento, ma anche manipo- chi gioca con macro e micro, in il ritorno dell’urbanistica assume lazione di reazioni fisiologiche: la genere, svela una certa nostal- però uno slancio che obbliga al- luce molto luminosa (10.000 lux) gia dell’olismo, ha in mente uno meno a rimettere in gioco e ridi- stimola la retina che trasmette in- sfondo vitale, uno sconfinato scutere le tradizioni disciplinari. formazioni alla ghiandola pineale grembo che tutto accoglie e pre- A fronte di un territorio in cui e provoca una diminuzione della serva. Un grembo abitabile. Cal- non sappiamo “quante abitazioni secrezione di melatonina, con do, si potrebbe aggiungere, non sono state costruite e quante sono tutte le sue conseguenze. Le stra- senza qualche ironia. invendute, quante aree industriali tegie di distinzione delle famiglie Se l’architettura meteorologica sono dismesse, quante aree ur- borghesi di fine Ottocento, atten- appare un nuovo suggestivo sce- bane sono prive delle opere di te al comfort e a una cauta natu- nario, la “Città termodinamica” urbanizzazione” è indispensabile ralizzazione degli ambienti, fanno (che è anche il titolo dell’ultimo reclamare l’impegno etico e poli- sorridere. Siamo scivolati nei di- capitolo del libro, dopo Spazio tico del progetto urbanistico. n spositivi fisiologici che agiscono invisibile e Architettura meteoro- [email protected] sul sistema endocrino e neurove- logica) non misura le potenzia- getativo. Il comfort lascia il posto lità della sua stessa prospettiva. M. Cerruti But è dottorando in urbanistica all’esplorazione del limite. Sareb- Il tema potrebbe essere interes- allo Iuav di Venezia N. 4 40 Fotografia Ammazzare i vivi e resuscitare i morti di Andrea Casalegno Riflessione sul bianco e nero Ferdinando Scianna punto perfezionato la sua tecnica di Marina Miraglia “che i suoi ritratti dei vivi aveva- Visti & Scritti no invariabilmente un’aria cada- Paolo Mussat Sartor e Nicola Ponzio ritmo incalzante che trova la propria eco nell’in- pp. 432, € 24, verica”. tenso testo poetico di Ponzio e che allude alle Contrasto, Roma 2014 Vivissimi sono invece i ritratti Scanning continue esperienze, piccole e meno piccole, del di Scianna, a partire dai primi pp. 128, 58 ill. b/n, € 30, vivere quotidiano e dei grandi quesiti esistenziali ono, se non ho contato male, (compagni d’oratorio e com- Corraini, Mantova 2014 sotto l’egida, in entrambi i casi, del cangiante e S341 ritratti in bianco e nero, pagne di scuola, archiviati con mutevole divenire del processo conoscitivo, co- uno più bello dell’altro, scattati la data 1960, “ma la data vera è l titolo del libro ci rende subito avvertiti che mune, come meccanismo, a ciascuno di noi, ma fra il 1957 e il 2013: un diario intorno al 1957-58”), già perfetti Iesiste una mediazione tecnologica, di tipo anche profondamente diversificato per la nostra di lavoro o un’autobiografia di nel cogliere e fissare per sempre postmoderno, nella costruzione concettuale del identità di individui. Ferdinando Scianna, artista, re- un’individualità. Fin dall’inizio lavoro, invitandoci implicitamente a riflettere Il messaggio finale non si definisce allora porter, giornalista, per decenni si alternano, grazie al talento sugli esiti e sui significati che ne derivano nei come nicchia culturale, attinge piuttosto a una (ora non più, come documenta di Scianna per calamitare su di testi iconici di Mussat e poetici di Ponzio, ambe- dimensione più allargata, interessata al destino egli stesso) l’unico fotografo ita- sé incontri umani straordinari, due affidati al rapporto dialettico che intercorre dell’uomo. Marco Giovenale, un poeta, analiz- liano cooptato dalla Magnum, persone sconosciute e celebrità. fra la “cromia” del bianco e del nero, ossia fra i zando nella postfazione il lavoro dei due autori, l’agenzia dei reporter più famosi Risalgono al 1963 (Ferdinando è due elementi, interfaccia l’uno dell’altro, che si si sofferma più in particolare sulle caratteristiche del mondo. In questo volume, nato nel 1944) i ritratti del poe- segnalano, dal punto di vista estetico, come bi- di quello di Ponzio e sulle modalità narrative dedicato “a Renata Colorni, che ta russo Evtushenko, in tournée nomio centrale di riflessione. del suo procedere; la narratività, per una sorta mi ci ha fatto credere”, ogni fo- a Palermo, del poeta Ignazio La continua variazione delle aggettivazioni di analogia apodittica, fa da protagonista anche tografia è accompagnata però da Buttitta e del cardinale Ernesto scelte da Ponzio per definire i due termini, ma nelle fotografie di Mussat ed è appoggiata e af- un testo che la ambienta, la spie- Ruffini; al 1964 il celeberrimo anche la diversa intensità dei grigi tipografici fidata alla serie che qui si avvale dell’iterazione ga, la inserisce in un ritratto di Leonardo usati, procedono di pari passo con gli sguardi, di particolari elementi iconici ed estetici: la pre- racconto, che diventa Sciascia a Racalmu- sempre diversi, che Mussat getta sulla realtà senza del volante, il rapporto interno/esterno, in qualche caso la sto- to, con due bambine; osservata, poco definita dal punto di vista refe- l’uso della convergenza prospettica (allusiva al ria di una vita. Molti e addirittura al 1962 renziale e, proprio per questo, magnificamente proseguire del viaggio e della conoscenza), l’uso sono i grandi fotografi, il ritratto di Cesare duttile, ossia capace di divenire paradigmatica sapiente del chiaroscuro, dai toni bassi, che dal pochi quelli che si tro- Brandi a Pantelleria del carattere simbolico che anima e genera l’in- vano altrettanto a pro- bianco arriva al nero con forti tensioni emotive. (un docente universi- tero lavoro. Il punto di vista delle riprese non Un modo per contrapporre al tempo breve, ve- prio agio con la parola tario che diventerà un cambia, rimane fisso; è quello del fotografo che, loce e impersonale di uno scan, quello intimista, scritta, che sono, come seduto al volante della macchina, esegue gli scat- Scianna, giornalisti grande amico) e un lento e ben definito di un’esperienza personale. backstage di Alberto ti e compie il viaggio. Il viaggio della propria Tutti questi elementi (allusivi e decisamente e scrittori e non solo vita, ma anche di quella nostra che, obbligati a creatori d’immagini. Sordi che stava gi- formalizzati) fanno di Scanning un libro profon- sedere al posto di guida, siamo chiamati a com- Questo libro ricrea rando a Bagheria. Ma damente differente rispetto a quella voluta op- piere, pur se con le implicite e diverse varianti “la piazza gremita dal- altrettanto indimen- zione per una narrazione realistica e referenziale delle nostre particolari personalità, il viaggio le persone attraverso le quali ho ticabili sono i volti di cui è improntato Pier Paolo Pasolini. La lunga metaforico che l’incalzante succedersi delle in- vissuto la vita”; e si apre con una Michele e Domenico, Clorinda strada di sabbia (Contrasto, 2014), anch’esso quadrature ci propone. Veniamo risucchiati sfida. “Quando dissi a mio padre e Paluzzu, di Za Maria Paradi- basato sul connubio binomiale parola/immagi- quasi in un vortice aperto, solo a volte concluso, che volevo fare il fotografo ri- so, “cuore tenero, sguardo ama- ne, pubblicato nel medesimo anno del lavoro di mase impietrito. Lui mi sognava ro”, proprietaria di una celebre dalle variazioni tematiche delle sequenze, con un Mussat e di Ponzio. ingegnere o medico. ‘Fotografo? trattoria, oppure del portinaio Che mestiere è? Uno che am- ­Edoardo Aliprandi. mazza i vivi e resuscita i morti’”. La fama ha portato Scianna a Potrebbe essere una definizione ritrarre un elenco di celebrità da Bruni “viziata e manierata”. Al- sua galleria molti fotografi, che Chagall, un prodigio di controllo filosofica di rara profondità ma si capogiro; per non parlare dei set- bert Speer, il grande organizzato- per una volta compaiono non mentale del gesto del disegnare”, riferisce più semplicemente alla te anni come fotografo di moda, re della macchina bellica nazista, dietro ma davanti alla camera. è un geniale inventore di mecca- realtà locale di Bagheria, dove, frutto dell’incontro, nato per in- “parlava di quei fatti come un Sfilano così, tra gli altri, Ugo nismi per i film d’animazione. A quando il padre di Scianna era coraggiare due giovani alle pri- imprenditore che ha partecipa- Mulas, William Klein, Romeo Eduardo Chillida, grande sculto- bambino, c’era un solo fotogra- me armi, con Dolce e Gabbana. to a un’impresa nella quale era Martinez e Cartier-Bresson, An- re basco, fa il ritratto nel 2001 per fo, Coglitore. Quando moriva un Il suo commento all’immagine, stato commesso qualche errore”. dré Kertész, Russell Lee e Josef una monografia. “La sua malattia vecchio e i parenti non avevano tuttavia, non indulge a timore Ennio Morricone “ha scritto co- Koudelka, Philip Jones Griffiths, era molto simile all’Alzheimer. una foto da mettere sulla tom- reverenziale. Le parole, scelte lonne sonore che hanno salvato Ramòn Masats, Paulo Nozolino, Il suo corpo c’era, ma Eduardo ba, Coglitore ritraeva il volto del con cura, completano il ritratto film mediocri ma anche, se posso Martin Parr, Paolo Pellegrin; Chillida non c’era più. Una delle defunto e “con grande perizia di senza occultare eventuali riserve. permettermi l’arroganza, colon- a ognuno è riservato un elogio esperienze più terrorizzanti che Eugenio Montale, “barricato in ritoccatore disegnava gli occhi ne sonore che hanno contribuito da intenditore. Ci sono incontri abbia vissuto”. n sul negativo”. Inevitabile che un una specie di silenzio interiore”, a rovinare film che magari non lo che diventano eterne amicizie e simile mestiere diffondesse intor- “emanava una certa sensazione di avrebbero meritato”. incontri irripetibili. Alexandre [email protected] no a sé un’aura inquietante, tan- densità”. L’ayatollah Khomeini è Generoso nel riconoscere l’al- Alexeieff, “pittore russo arrivato to più che Coglitore aveva a tal “freddissimo e micidiale”, Carla trui talento, Scianna ospita nella a Parigi contemporaneamente a A. Casalegno è giornalista

Fatti in casa

Pietro Deandrea Gian Giacomo Migone Pierluigi Politi Marco Revelli Paolo Vineis e Hanna Shybayeva New slaveries The United States “La lotta di classe Salute senza confini in contemporary and Fascism in Italy Playing with Autism 1.1 esiste e l’hanno vinta Le epidemie al tempo British literature The Rise of American Finance Encountering Simona Concaro i ricchi”. Vero! della globalizzazione and visual arts. in Europe by Her Music pp. 96, € 9, pp. 130, € 10,90 The ghost and the camp ed. orig 1990, trad. dall’italiano pp. 60, € 12, Laterza, Bari-Roma 2014 Codice, Torino 2014 pp. 236, £ 70, di Molly Tambor, pp. XLVIII-396, Pavia University Press, Pavia 2014 Manchester University Press, € 142,56, Cambridge University Press, Manchester 2015 New York NY 2015 N. 4 41 Neuroscienze abbiano potuto avere origine. Non si fa divulgazione a tutti i costi Egualmente incomprensibile è I ricordi stanno nel cuore il fatto che le funzioni sensoriali di Mario Ferraro siano trattate, nel loro complesso, di Carlo Buffa in un solo capitolo di poche pagi- Moheb Costandi drastica, le critiche sopracitate, ne; le funzioni percettive non solo Davide Schiffer generazioni, se non scompaiono ma questo non gli impedisce, in occupano una parte rilevante del- dalla memoria collettiva passano 50 grandi idee: altri punti del libro, di riportare le aree cerebrali, ma il loro studio Memoria e Oblio a quella storica. In qualsiasi mo- cervello senza critiche particolari i risul- è stato, storicamente, il punto di pp. 206, € 18, mento la catena di trasmissione ed. orig. 2013, trad. dall’inglese tati ottenuti con questa tecnica. partenza dell’analisi scientifica Golem, Torino 2014 può interrompersi e il ricordo di Chiara Barattieri, Inoltre, la segnalazione dei labo- delle funzionalità del cervello. Si può finire nell’oblio. Oblio che pp. 207, € 18, ratori dove vengono sviluppati i tratta probabilmente dei settori europatologo e neuroscien- è comunque la fine obbligata di Dedalo, Bari 2014 vari progetti potrebbe aiutare la di ricerca in cui le nostre cono- Nziato di fama internaziona- ogni ricordo. ricerca in rete da parte di chi vo- scenze si basano su fondamenta le, Davide Schiffer ha lasciato Il racconto della vicenda per- più solide, anche se siamo ben el quadro della recente let- lesse saperne di più su uno speci- un’impronta fondamentale nella sonale prende forma per lo più lontani da una piena comprensio- teratura divulgativa sul cer- fico argomento. scuola medica torinese. In que- come narrazione di brevi ricor- N ne di come percepiamo il mondo vello questo libro si caratterizza Ma non è quello che è presente sto libro tratta il ricordo e l’o- di, Alcuni di essi, come quello che ci circonda. per l’ambizione del suo obiettivo, nel libro a rappresentarne il limite blio della Shoah e più in genera- indicibilmente struggente della Gli esempi potrebbero con- quello di “distillare cento anni maggiore: piuttosto è quello che le dei tanti massacri che hanno cattura del padre, alla presenza tinuare (come si può ignorare di riflessioni sul cervello” (come manca. Naturalmente la vastità punteggiato la storia umana. Tre della moglie e dei figlioletti im- la legge di Hebb, fondamentale affermato nell’introduzione) e di stessa dell’argomento e i vincoli filoni d’indagine s’intersecano. pietriti, o i racconti, quasi onirici, nell’analisi dei processi di ap- compendiare in cinquanta capi- imposti dalla lunghezza del libro Il primo è quello del percorso del ritorno, dopo molti decenni, prendimento?); sembra che sia toli di quattro o cinque pagine impongono delle scelte, non tut- a senso unico cui sono destina- nei luoghi della lotta partigiana, stata data una preferenza a temi ciascuno lo stato dell’arte della ti gli aspetti delle conoscenze sul ti i ricordi: la loro formazione suscitano una tale empatia ed che possono essere più “allettan- ricerca sul cervello in tutti i suoi cervello possono essere trattati e nella mente di una persona, il emozioni così intense da genera- ti” per chi si avvicina per la prima aspetti. la scelta degli argomenti è, entro progressivo affievolimento emo- re nella mente del lettore dei qua- volta ad argomenti come coscien- Lo spettro degli argomenti trat- certi limiti, un diritto dell’autore. tivo nel passaggio da una perso- lia indelebili, tanto sono carichi Detto questo, alcune za, personalità, processi decisio- na all’altra, i tentativi di emozioni. Questi tati è estesissimo: si va nali, stress e cervello: temi senza dalla teoria del neuro- omissioni sono difficili di deformazione e di racconti vanno letti; da spiegare. dubbio importanti ma su cui le revisione, infine l’o- provare a riassumer- ne e della trasmissione nostre conoscenze hanno basi neurale agli aspetti che La prospettiva evo- blio. Il secondo filo- li rovinerebbe tutto, luzionistica è comple- scientifiche meno solide e i dati ne è quello dei ricor- darebbe vita a qualia coinvolgono l’analisi sperimentali sono più difficili da dell’attività di aree di- tamente assente. Vi è di in prima persona pallidi e insignificanti; un generale consenso interpretare. dell’autore, che è sta- è come voler raccon- verse del cervello pre- Ma l’omissione più grave, e poste, ad esempio, a nella comunità scienti- to, in quanto ebreo, tare una poesia o un fica (e non solo) che la assolutamente incomprensibile, vittima della Shoah quadro: infatti sono processi decisionali o è la totale mancanza di biblio- di memorizzazione per struttura e il funziona- (sebbene dica “non so quadri e poesie. mento dei sistemi neu- grafia, che rende impossibile più se sono un super- Infine, il tema etico. arrivare a quelli cosid- usare questo libro come punto detti ad “alto livello” rali sono stati plasmati stite o un postmemo- La ricostruzione del dalle pressioni evoluti- di partenza da parte di chi voglia ry”). Terzo, la ricerca percorso memoria- relativi alla personalità. saperne di più sui diversi temi di Infine alcuni capitoli ve, e questo consenso è di un’etica con valore oblio e la narrazione sostenuto da una grande messe di ricerca. Evidentemente l’autore universale. delle sconvolgenti vicende per- sono dedicati alle neuropatolo- parte dall’ipotesi che comunque gie. prove sperimentali. La memoria e l’oblio della sonali hanno valore in quanto Ad esempio, molte osservazio- il lettore medio non sarebbe in Shoah sono analizzate in un modo terreno di coltura per modelli al- L’intento è di separare i fatti grado di comprendere l’artico- della ricerca dai miti che si sono ni provano che le aree del cervel- sistematico e rigoroso che lascia ternativi di etica. La domanda è: lo che si sono evolute maggior- lo originale e quindi è inutile trasparire il metodo dello scien- come interrompere il susseguirsi affermati e hanno preso piede citarlo. Tuttavia la citazione è anche in anni recenti. Lo stile è mente sono quelle che forniscono ziato, esplorando tutti gli ambiti, di massacri che ha punteggiato un vantaggio evolutivo in termini sempre e comunque doverosa, e anche quelli scomodi e politica- la storia dell’uomo? La Shoah chiaro e comprensibile, e il libro potrebbe essere utile per i lettori è in generale di facile lettura. La di sopravvivenza e riproduzione mente conflittuali, superando la è uno degli ultimi e dei più fe- della specie (vedi Stuart Clark che intendano saperne di più su paura del ricordo, evitando la re- roci. Su quali basi etiche si può trattazione è per alcuni aspetti specifici argomenti: magari alcuni superficiale: d’altra parte ciò è et al., “Nature”, 2001, vol 411). torica, il qualunquismo e la falsa realisticamente immaginare una Analogamente si pensa che la sarebbero anche in grado di capi- coscienza. L’autore racconta di società che non sia fatta di “mas- inevitabile se si vuole condensare re un articolo scientifico. Infine, in duecento pagine un argomento struttura della connettività neura- aver scelto gli studi di medicina e sacratori” reali o potenziali? le sia dovuta alla necessità di evi- esistono diverse opere di livello poi di neurologia proprio per co- All’epoca della lotta partigiana così vasto e con aspetti così dif- intermedio, diciamo di divulga- ferenti. tare la presenza di un eccessivo noscere la memoria, “perché in l’autore, sedicenne, militava nelle numero di connessioni che sono zione avanzata, che sarebbe stato essa era contenuto quanto avevo formazioni di Giustizia e libertà; In generale la trattazione è utile citare. Si ha in conclusione piuttosto equilibrata: ogni ar- “costose” da costruire, in termini vissuto e che vedevo lentamente ora, dopo più di settant’anni e metabolici, e, allo stesso tempo, l’impressione di un libro scritto ma progressivamente svanire nel- dopo un’intensa vita di scienziato gomento viene affrontato con in fretta, forse per venire incon- spirito critico, senza condividere di permettere una comunicazio- la mente degli altri”. L’esperienza e di medico, ripropone gli stessi ne efficiente fra le varie parti del tro a una scadenza editoriale, che diretta è un fatto personale e non due vocaboli. Le basi dell’etica, affermazioni sensazionalistiche e può essere interessante solo per quantomeno discutibili, che ven- cervello (Danielle S. Bassett ed può rivivere in un’altra persona. non importa se laica o religiosa, Edward T. Bullmore, “Neuro- chi desideri una rapida e somma- Essa non contiene soltanto dei stanno nella natura dell’uomo, gono citate senza necessariamen- ria introduzione all’argomento. n te essere condivise (ad esempio scientist”, 2006, vol. 12). Non si fatti che possono essere descritti, nell’empatia e nel compatire, funzioni che rendono un essere la dichiarazione che “i neuroni capisce come si possa cercare di [email protected] ma anche l’atmosfera, il “clima” specchio sono i neuroni che han- spiegare struttura e funzioni del in cui si sono svolti e le emozioni umano partecipe dei sentimenti di un altro, creando i presup- no plasmato la civiltà” è contra- cervello se non si dà una idea di M. Ferraro insegna reti neurali provate; l’etimologia stessa della stata dall’osservazione che non come queste strutture e funzioni all’Università di Torino parola ricordo ha per radice cor, posti della condivisione e della tutti sono d’accordo sul fatto che il cuore, tradizionale sede delle solidarietà. I “neuroni specchio” i neuroni specchio siano presenti emozioni. Questi ricordi sogget- o comunque le strutture nervose nell’uomo), anche se può irritare tivi, fusi con le emozioni e le sen- deputate all’identificazione con il modo sciatto con cui vengono sazioni, corrispondono ai qualia, l’altro, possono essere il substra- trattati i riferimenti ai dati e in termine introdotto da Edelman, to anatomo-fisiologico dei com- generale alla letteratura scien- per rappresentare appunto i ri- portamenti etici più evoluti. tifica. In tutto il libro vengono cordi corredati di tutto il conte- Senza sentimenti condivisi e menzionati anonimi “gruppi di nuto emotivo. senza empatia non è possibi- ricerca”, “ricercatori” o “illustri Un’esperienza non può essere le trovare un fondamento uni- scienziati” senza fornire nomi o trasferita nella mente di un’altra versale dell’etica. Il richiamo affiliazioni.N on si tratta sempli- persona, tuttavia nuovi qualia ­stereotipato al “non dimentica- cemente di una questione di eti- possono essere generati, per em- re”, le pure espressioni di esecra- chetta scientifica: quando si legge patia, in persone a cui sono rac- zione degli orrori della guerra e che “alcuni scienziati” (chi sono? contati gli avvenimenti, anche se delle persecuzioni, o le celebra- che qualifiche hanno?) hanno pa- non vi hanno preso parte in modo zioni delle ricorrenze, rischiano ragonato la risonanza magnetica diretto. Questo avviene soprat- di essere inefficaci nel prevenire funzionale alla frenologia, una tutto nei postmemory, le persone nuove guerre e nuovi massacri: pseudoscienza squalificata da due più vicine a quelle che hanno vis- lentamente i qualia trasmessi da secoli, sarebbe legittimo sapere di suto le esperienze dirette. I qualia una generazione all’altra per- dono i contenuti affettivi, cessa chi si sta parlando e quali siano appartengono alla memoria dei l’empatia e prevalgono i pregiu- le loro competenze, visto che la singoli e con essi scompaiono. I dizi, le ideologie, gli schieramenti risonanza magnetica funzionale ricordi possono poi essere tra- settari, le posizioni di comodo o è una delle tecniche considerate sferiti nella memoria collettiva (il qualunquiste. n all’avanguardia per lo studio del- bagaglio culturale di un popolo) la funzionalità cerebrale. Inciden- ma a questo punto sono quasi del [email protected] talmente, l’autore sembra condi- tutto svuotati del loro contenuto videre, anche se in forma meno emotivo. Infine, col passare delle C. Buffa è neurologo

N. 4 43

Da Lenz all’opera di Zimmermann e Le Nozze di Figaro senza fascino anfibio Recitar cantando, 63 di Elisabetta Fava

entre la maggior parte dei teatri cer- lasciato il paesello per trasferirsi in città, ancora bisogno di farsi un’idea corretta. Mca di lottare contro la crisi affollando dove è di stanza una guarnigione; la ra- Ma qualche volta anche nel maneggiare i cartelloni di titoli arcinoti, alcuni di essi gazza, Maria, è molto bella e non sfugge un’opera molto nota bisognerebbe andar provano con generosità a scommettere alle galanti attenzioni di un nobile ufficia- cauti; è quello che pensavo guardando Le su lavori rari; così ha fatto Cagliari a di- le, Desportes. Persino il padre, che sulle nozze di Figaro in scena a febbraio al Te- cembre, riproponendo nel suo colora- prime l’aveva frenata e rimproverata, fini- atro Regio di Torino. Ci sono, nel teatro tissimo e vivace allestimento di qualche sce col credere alla possibilità che la figlia mozartiano, dei colpi di genio tali da non anno fa l’opera più spiritosa e folclorica possa sistemarsi meglio; così la ragazza, tollerare di essere modificati: almeno se di Čajkovskij, Gli stivaletti; e così pure incuriosita da questo mondo maschile che Mozart ha da essere, e non un suo libe- Torino con l’atto unico Goyescas di Enri- le si sta rivelando, accetta una frequenta- ro adattamento. La scena in cui il conte que Granados e la Scala con un’incursio- zione che la porta a innamorarsi davvero racconta come, sollevando una tovaglia a ne nel secondo Novecento: Die Soldaten e cedere al seduttore. Quando Desportes, casa della spaurita Barbarina, ci ha trova- di Bernd Alois Zimmermann, andata in stanco di lei, la passa ai suoi commilito- to sotto il bel paggio Cherubino, sarebbe scena per la prima volta a Colonia esatta- ni, Maria comincia a subire una serie di uno dei tanti racconti in musica se in que- mente cinquant’anni fa, nel 1965. Il teatro umiliazioni che la riducono sulla strada: sto caso il conte non sollevasse, per meglio musicale del Novecento, come si sa, spez- nell’ultima scena chiede l’elemosina al mimare il suo racconto, una coperta get- za l’unità che lo aveva sostanzialmente go- suo stesso padre, che nella versione di tata come per caso su una poltrona, sco- vernato fino a quel momento e si divide in Zimmermann non la riconosce. La regia prendoci sotto di nuovo il paggio. Questo tante direzioni che esplorano vie diverse, scaligera di Alvis Hermanis parte subito passo, capolavoro di intreccio fra narrati- alternative, persino opposte; ma certo, con toni calienti: le due sorelle nel loro let- va e gestualità, non ha riscosso evidente- una direttrice forte è quella che scava nel- to a castello si fanno le confidenze e (come mente l’approvazione della regista Elena la psicologia umana, non alla maniera in ci dicono le proiezioni e le comparse che Barbalich, che ha preferito modificarlo; qualche modo catartica dei secoli prece- si aggirano intorno) hanno sogni erotici; Cherubino si nasconde maldestramente denti, ma con disperazione e con impie- quando arriva il damerino Desportes (ma con tutte le gambe fuori dalla coperta, tosi affondi negli angoli scuri della psiche. perché lasciarlo in canottiera, quando il don Bartolo lo nota subito e fa in modo Che questi obiettivi non nascessero solo fascino dei militari sulle ragazze è dato un che se ne accorga anche il conte; una se- allora è documentato in modo inoppu- gran parte dalla divisa e dallo charme?) quenza assolutamente perfetta di gesti, gnabile dal fatto che non pochi di questi l’ingenua fanciulla adotta già mosse da note, parole, con l’intrecciarsi del presen- testi ricuperino lavori a cavallo fra Sette e consumata Lolita; ma mentre la partitura te sul passato, della narrazione sull’azione, Ottocento: Wozzeck di Alben Berg, Dan- ha ancora davanti a sé un crescendo di mandata a monte per una malintesa ricer- tons Tod di Gottfried von Einem, Leonce tormento fisico, di pulsioni sconquassan- ca di originalità. E così non sarà Susanna und Lena di Paul Dessau si basano sui ti, la regia ha toccato il culmine nel II atto; ad accompagnare il canto di Cherubino, drammi omonimi di Büchner, per esem- e non può che affidarsi, per i successivi, ma democraticamente la contessa; l’aria di pio; mentre Die Soldaten di Zimmermann a tre stalloni che passeggiano, impertur- Susanna mentre veste Cherubino, capola- riprende il dramma di Jakob Lenz del babili ai sussulti della grancassa, montati voro di “aria d’azione”, perde il suo mor- 1776, tenendo fede il più possibile all’i- da due ragazze di piacere. Risultato: pas- dente scenico perché tutti se ne stanno deale della Literaturoper, vale a dire di sa quasi inosservato, sommerso nel mol- impalati; Barbarina, che piange nel quarto un modello d’opera che non filtra più il tiplicarsi dei particolari, l’episodio della atto perché non trova una spilla, si acca- soggetto prescelto attraverso un libretto violenza subita da Marie, che è tuttavia scia inerte su una poltrona, mentre tutta la (per quanto il librettista possa ormai es- per Zimmermann un acme determinante. musica dice il palpito e l’affanno con cui sere uno Hofmannsthal o un Auden), ma Soprattutto dovrebbe trapelare che Marie tra le lacrime sta cercando. E qui bisogna compone direttamente sulle parole del è una Gretchen goethiana, inesperta e per dire che molte difficoltà conseguivano an- dramma originario, limitandosi a qualche questo esposta all’inganno; se l’aveva stiz- che dall’esecuzione smisuratamente lenta taglio indispensabile. Al tempo stesso, zita il divieto paterno di andare a teatro dell’orchestra guidata da Yutaka Sado: Zimmermann ripensa alcuni punti del te- col giovin signore, piange però al pensie- una lentezza che toglieva a Mozart quel fa- sto originale inserendo poesie dello stesso ro di lasciare il suo promesso sposo; ed è scino anfibio, dove scherzo e malinconia, Lenz e soprattutto adottando una tecni- solo il pensiero di migliorare la propria patetismo e comicità, azione e contempla- ca di montaggio di indubbia originalità, condizione sociale a indurla al passo fata- zione si intrecciano non uno dopo l’altro, che fa accavallare scene tra loro lontane le: un tema, questo della seduzione della ma uno nell’altro; dove l’aria d’azione va nello spazio e talvolta anche nel tempo ricchezza, carissimo non solo alla lettera- al rallentatore, non si gode più neanche e che osa (specialmente nel II atto e nel tura tedesca del primo Ottocento, ma già la grande aria monologica; per non dire visionario, allucinato finale del IV) alcuni all’opera romantica tedesca, e d’altra par- dei frizzanti recitativi, frenati da pause insiemi ai limite dell’irrappresentabile, in te cruciale nello stesso Faust di Goethe, macroscopiche che finivano col renderli cui il palcoscenico si suddivide in cinque, dove il diavolo manda gioielli a Gretchen, stucchevoli. In quest’opera la congruenza sei, sette quadretti, ciascuno con la sua e nel Don Giovanni di Mozart, dove a tra musica e drammaturgia, e fra musica conversazione. L’effetto polifonico che Zerlina vien dato da credere di non esser e parola è tale, che non si può deformare ne deriva è sconvolgente, e si perfeziona fatta per sposare un villano. Comunque, a l’una senza guastare anche l’altra. Yutaka grazie alla dislocazione di alcuni strumen- prescindere da questi temi di fondo, Her- Sado è direttore ben noto al pubblico di ti (soprattutto le aggueritissime percus- manis ha avuto un merito indubbio: quel- Torino, che l’ha ascoltato tante volte in un sioni) fuori dalla fossa (alla Scala erano lo di far comprendere in ogni momento repertorio otto-novecentesco magistral- Quaderni sparsi nei palchi). Altri effetti di riscrittura la vicenda, non complicata per se stessa, mente dominato, lucido, scolpito; strano rispetto all’originale risultano dall’azione ma complicata per l’ardito montaggio a che, accostandosi a Mozart, non ne abbia della musica stessa: frasi che ritornano in cui è sottposta da Zimmermann: e voglia- compreso la mutevolezza, quell’inconfon- scene diverse, come se fossero chiodi fissi, mo citare ancora almeno il momento, stu- dibile capacità di trascolorare da una sfu- oppure amplificazioni vocali, come il lun- pendo sotto tutti i punti di vista, testuale, matura all’altra, di sintetizzare gli opposti: go intrecciarsi dei vocalizzi della coppia teatrale e musicale, in cui il palcoscenico quella componente, insomma, che per nella scena della seduzione; e naturalmen- affianca due scene che si svolgono in luo- Kierkegaard identificava l’eros e che per te agisce poi anche la varietà delle conno- ghi diversi, da un lato Stolzius con la ma- Hoffmann era il segno del divino. Sado tazioni strumentali, dai momenti in cui il dre, dall’altro Maria impegnata in giochi sembra invece rileggere Mozart dall’ango- clavicembalo sembra alludere al Settecen- pericolosi con Desportes sotto lo sguardo lazione delle musiche orientali, con quella Ragionar cantando, 63 to del dramma e, ancor più, a una socie- compiacente della nonnina. Quanto alla caratteristica impronta sospesa e atem- Elisabetta Fava tà delle buone maniere, a quelli in cui lo resa musicale di una partitura che all’ini- porale; ma se è vero che per godere della scatenarsi dei tromboni, la cacofonia delle zio fu considerata addirittura ineseguibile, musica di Mozart basta chiudere gli occhi, Die Soldaten di Zimmermann voci, i ritmi jazz che martellano all’impaz- non si può che restare impressionati dalla perché lì dentro c’è già tutta la scena, è e Le Nozze di Figaro zata travolgono tutto in un baccanale dei bravura di cast e orchestra sotto la guida anche vero che a questa musica bisogna sensi da cui ogni ritorno è impossibile. di Ingo Metzmacher; impossibile citare rendere la sua anima cangiante, reattiva, Questa complessità di forme, di ritmi, tutti i cantanti dell’enorme, ottima com- di una spiritualità sempre incarnata, mai Effetto film di suoni ha la sua ragion d’essere nella pagnia vocale. astratta; e questo, nonostante l’impegno tragicità abissale del dramma di Lenz, Carl Dahlhaus, che fu tra i massimi sto- meritorio del cast, è davvero mancato. n Umberto Rossi se possibile reso anche più disperato da rici della musica del secondo Novecento, [email protected] Vizio di forma Zimmermann. Una ragazza borghese è raccomandava di non esagerare con il “te- promessa a un bravo giovane che la ama atro di regia” quando si maneggia un’ope- E. Fava insegna storia e critica della musica di Paul Thomas Anderson moltissimo; la famiglia di lei ha appena ra ancora poco nota, di cui il pubblico ha all’Università di Torino N. 4 44

La dialettica tra virtù e fortuna in versione hippy di Umberto Rossi

Vizio di forma di Paul Thomas Anderson con Joaquin Phoenix, Katherine Waterson, Benicio del Toro, Stati Uniti 2014

er lungo tempo si è ritenuto che fosse impossibi- cominciando a rifluire; l’estate dell’amore (quella del uno yacht di super-lusso? O una società di dentisti? Ple adattare per il cinema la narrativa di Thomas 1967) è già un ricordo. O è semplicemente una proiezione della paranoia di Pynchon: troppo complessa, labirintica, stratificata, La vicenda inizia quando una vecchia fiamma di Doc Sportello, alimentata da un consumo smodato e nel complesso troppo strana, con la sua straniante Doc, Shasta (perfettamente interpretata da Kathe- di marijuana e hashish? mescolanza di storicità e immaginario, di passato e rine Waterston), torna per chiedere al detective di La risposta non c’è, ed è giusto che sia così. Non presente, adenoidi giganti e cani parlanti. Eppure i cercare Mickey Wolfmann, l’uomo per il quale lo ha solo perché Pynchon ha sempre lasciato aperta la suoi romanzi erano densissimi di riferimenti cinema- lasciato anni prima. Si avvia così un’indagine che ci dialettica (di derivazione machiavellica) tra virtù e tografici: a partire dal suo capolavoro L’arcobaleno porta nei meandri di una Los Angeles ancora scossa fortuna in versione XX secolo, cioè la difficoltà di della gravità (Rizzoli, 2007), al termine del quale si dalle gesta della Family di Charles Manson, culmina- dire fin dove la storia sia prodotto di un disegno uma- scopre che la vicenda narrata è in realtà un film con te nella strage di Bel Air. no, e dove cominci la pura casualità (tema caro allo lo stesso titolo; l’epilogo ci lascia nel cinema Orpheus La ricerca di Wolfmann, personaggio ambiguo e scrittore americano fin dal suo primo romanzo, V.). di Los Angeles, dove è stato proiettato, e si chiude inquietante (nonostante ebreo si circonda di nazisti Nel lasciare aperta la pratica Golden Fang Pynchon con la pellicola che s’inceppa e brucia, e le luci che dell’Aryan Brotherhood a fargli da guardie del cor- rende omaggio al noir, un genere dove non sempre si accendono in sala (mentre fuori cala l’apocalisse po), si snoda, o forse sarebbe meglio dire si annoda, tutti i delitti trovano un colpevole, e tutti i cadaveri nucleare). Ma in quel monumentale romanzo una tra un cadavere e l’altro, in una serie di trame deci- un movente; già Dashiell Hammett, interrogato su parte da leone la gioca anche il cinema tedesco tra samente losche: traffico di eroina, hippy diventati un paio di omicidi nel suo romanzo Raccolto rosso, le due guerre, con le realizzazioni della mitica società informatori della polizia, una strana organizzazione confessava di non avere idea di chi li avesse commes- di produzione Ufa (Universum Film Ag), dall’espres- chiamata Golden Fang (zanna d’oro) o Kryskylodon si. Insomma, Pynchon (e Anderson nella sua scia) sa sionismo degli anni venti ai film nazisti del decennio (che sarebbe la stessa cosa in greco), che però for- bene che nel mondo notturno e claustrofobico del successivo. Ci sono poi le numerose pellicole citate se non esiste o forse è una nave coinvolta in traffi- noir non tutti i conti devono tornare. Ma neanche in (puntigliosamente accompagnate dall’anno di uscita ci illeciti, morti che camminano e suonano anche il quello più vasto della storia con la maiuscola. nelle sale) in Vineland (Rizzoli, 2000), il quarto ro- sassofono, strozzini con la passione delle mazze da Altra interessante scelta registica di Anderson è manzo di Pynchon, che interruppe il lungo silenzio baseball, e via così. Del resto, Pynchon è il genio della quella di intercalare all’azione brevi brani del roman- seguito alla pubblicazione dell’Arcobaleno. Infine stranezza, ci ha raccontato la vita di una lampadina zo di Pynchon, ma incarnandoli nella voce di Sor- Vizio di forma (Rizzoli, 2013) aveva, per parafrasare di nome Byron che Harold Bloom (nientemeno!) tilège, amica e confidente di Doc (interpretata con il suo titolo originale (Inherent Vice), un carattere fil- ha letto come parabola gnostica, fa apparire nei suoi voce particolarissima – nell’originale – dalla cantau- mico inerente; sembrava richiedere implicitamente la romanzi anatre meccaniche e alligatori albini. Non trice Joanna Newsom); così facendo l’opera dello propria trasposizione sul grande schermo. ci si deve allora stupire più di tanto, se “Bigfoot” scrittore invisibile si manifesta con una sua voce, un Già nella sua versione letteraria, infatti, Vizio di for- Bjornsen, della famigerata Lapd (Los Angeles Police suo corpo e un suo volto. Del resto già all’uscita del ma è inconfondibilmente caratterizzato come noir, il Department), quella resa celebre proprio dal cinema, romanzo si era diffusa sul web la registrazione della più cinematografico dei sottogeneri del giallo. I tratti e dipinta a tinte fosche nei romanzi di Ellroy, oltre voce di Pynchon stesso che leggeva la pagina iniziale, caratteristici ci sono tutti: la trama ingarbugliata che a fare indagini e cercare caparbiamente di incastrare per cui il concetto di “voce autoriale” si era trovato non si chiarisce completamente neanche nel finale; la Doc (col quale però ha uno strano rapporto di odio- ad avere una concretissima e inedita applicazione. E dark lady; l’investigatore disincantato e vagamente ci- amore), compare in serie televisive nei panni di un pure questa scelta fa parte di un complesso gioco tra nico; il numero di cadaveri rigorosamente superiore poliziotto o in spot pubblicitari travestito da hippy. visibilità e invisibilità che opera in tutto il film, cosa a uno; la folla di personaggi spesso ambigui e general- Questo è lo spirito (decisamente sballato) del ro- inevitabile la prima volta che si può “vedere” il mon- mente infidi; il mondo circostante corrotto, dove non manzo, e Anderson lo ha preservato amorevolmente, do proiettato da uno scrittore invisibile. c’è chiara demarcazione tra crimine e legalità; la po- consapevole che una storia ambientata a Los Angeles Infine, è significativo che Doc e Shasta, per quanto lizia incompetente o connivente con la malavita (ma nel 1970 non poteva e non doveva essere limpida e entrambi giovani, sembrino aver già molto da rim- con eccezioni); infine la location archetipica del noir, lineare, ma narrata in uno stato di coscienza alterato, piangere: i giorni migliori se li sono lasciati alle spal- la California dove si muovono i sardonici detective e possibilmente capace di ingenerare un certo scom- le. C’è una vena di rimpianto che serpeggia nel film, interpretati da Humphery Bogart, ma anche le loro bussolamento anche negli spettatori. Chiamatela perché l’estate in tutti i sensi è già passata, il momen- reincarnazioni successive, dal Jake Gittes di China- estetica della Cannabis, se volete; oppure ortodossia to magico è trascorso, l’innocenza s’è già macchiata. town (1974) al “drugo” di Il grande Lebowski (1998). pynchoniana. Di tradimenti, nel film, non ce ne sono pochi, ed è Qualche elemento in comune con quest’ultima pel- Dovendo trasporre la complicata trama del libro in un tema che deriva già dal romanzo. Il vizio inerente licola il romanzo di Pynchon e il film di Anderson ce un film, Anderson ha scelto di semplificare, potando (più che di forma) era nella controcultura stessa, nel l’hanno. Larry “Doc” Sportello, il protagonista, chia- qua e là ma sempre con criterio, anche se certe scel- mato a investigare sulla sparizione di uno spregiu- te devono esser state dolorose (è sparita per esem- movimento studentesco, nei freak, nella loro speran- dicato speculatore edilizio, Mickey Wolfmann, è un pio Arpanet, l’antenata del web che gioca un ruolo za un po’ sconsiderata e confusa di poter smuovere l’America dalle fondamenta, di arrestare la micidiale

- Effetto film hippy come Jeff Lebowski; ma mentre il personaggio importante nel romanzo); eppure, nonostante gli dei Coen è un superstite degli anni sessanta che si inevitabili tagli, ne risulta una pellicola da due ore e macchina del complesso militare-industriale, col suo muove, talvolta goffamente, nell’America di Bush pa- mezza, e comunque labirintica e non priva di vicoli Vietnam di allora e le altre guerre più o meno umani- dre, Sportello conduce la sua indagine nel 1970, nello ciechi. Soprattutto ti lascia con una domanda da un tarie a venire. In ultima analisi, quello di Anderson (e scorcio finale dell’epoca d’oro dei figli dei fiori e della milione di dollari (per l’euro era troppo presto): ma Pynchon) è un noir inerente; ma è anche una strana psichedelia. Scorcio che sa già di decadenza, di di- l’onnipresente Golden Fang, o Kryskylodon, o Zan- (ovviamente) elegia hippy, a tratti struggente, a mo- spersione, di disillusione, se non di autentica repres- na d’oro che dir si voglia, che cos’è? Un’organizza- menti straziante. n sione: alla Casa Bianca c’è Richard Nixon, e la Cali- zione segreta che complotta e manipola, gestendo di [email protected] fornia è governata da un ex attore di nome Ronald tutto, dal traffico d’eroina alla speculazione edilizia

Quaderni Reagan. L’ondata conservatrice e normalizzatrice sta alla repressione politica? Oppure è veramente solo U. Rossi insegnante, critico letterario e traduttore N. 4 45

Michele Stanco, Rinascimento Inglese. Les- Dedalus rimanda alla relazione tra ebraismo Saggistica letteraria sico della cultura e tecnologie della co- e cristianesimo/cattolicesimo, nei frequenti municazione, pp. 152, € 14,99, Liguori, Napoli scambi di prospettive e nella deformazione Giuseppe Sertoli, I due Robinson e altri 2014 ironica o parodica delle concezioni comuni. saggi sulla letteratura inglese del Sette- Se Stephen rappresenta, in forma critica, la cento, pp. 265, € 27, Ecig, Genova 2014 La discussione sul significato della parola complessità e le contraddizioni del cristianesi- “Rinascimento” nel contesto culturale eu- mo/cattolicesimo, Leopold incarna con ironia Pubblicato nella collana “Laputa” spirito- ropeo si è fatta particolarmente vivace negli il personaggio dell’ebreo su cui ricadono per samente dedicata all’isola volante swiftiana, I ultimi decenni, che hanno visto una severa tradizione scherzi e pregiudizi, altresì collega- due Robinson tocca, a partire dalla letteratura messa in discussione dell’idea, cara a Jacob to a immagini di erranza e rapacità; al tempo inglese, questioni di etica e di estetica sette- Burckhardt, di una rinascita di idee di indi- stesso, il personaggio intride di corporeità il centesca non prive di attualità. Il contrasto tra vidualismo e di realismo, di una riscoperta dogma religioso e lo riscrive opponendo alla coscienza e interesse nella morale borghese, i dell’uomo e della natura che seguiva a secoli sua univocità una parola fatta di sapiente me- limiti della ragione, il ritorno alla satira con- di ripiegamento ascetico e religiosa contem- scolanza tra sacro e profano, di giochi lingui- tro le intolleranze di vecchi e nuovi rigorismi plazione. Si è recuperato il senso della con- stici ed errori ironici, di strambi collegamenti attraversano queste pagine, suggerendo pre- tinuità tra medioevo e Rinascimento, e allo e contaminazioni. Il dialogo implicito tra ziosi antidoti ai fondamentalismi del nuovo stesso tempo ci si è interrogati sul senso di le due religioni e culture, che la teatralità millennio. La variegata rassegna si apre sul dell’opera (bene intesa da Svevo) sviluppa poema eroico di un John Dennis debitore ed enfatizza, e l’energia del linguaggio nella al Tasso, e prosegue sulle note beffarde di sua molteplicità di significati, contestano un Goldsmith campagnolo e irriverente per così dal profondo la fissità dei dogmi, l’i- poi attraversare l’umorismo rapsodico del nerzia delle divisioni e di certi automatismi Grand Tour sterniano, al quale mancano ad essi legati. Ne risulta come, all’interno le note elevate della tappa alpina, onorata, della generale e simbolica coralità dell’o- invece, in tutto il suo sublime, dal Cole- pera o in rapporto con altri personaggi ridge poeta e dallo stesso Dennis. Accan- portatori di significati religiosi, come Buck to alla poesia e al teatro, in quest’affresco Mulligan, il discorso religioso suscitato in settecentesco figurano i racconti di viaggio varie forme da Bloom e Dedalus interroghi di Defoe e del “Grulliver” restituito alla continuamente se stesso in una ricerca co- sua dabbenaggine onomastica dalla colla- stante, benché instabile, di consonanze su na Frassinelli diretta da Aldo Busi. Sertoli altri livelli, più umani, e verso sornione, estende il raggio corrosivo della parodia di rabelaisiane utopie di ecumenismo e di cor- Swift alle meno canoniche odi pindariche poreità. che pure affondano le più alte idealità nel bathos della “porzione di (...) stella negra” Chiara Lombardi a cui, da irlandese, l’autore sapeva di ap- partenere. Per comprendere i meccanismi del racconto settecentesco, lo studioso pe- sca tra i paradigmi filosofici e scientifici che George Packer, I frantumi dell’America. lo sostengono, vedendo vanificata la spinta I disegni della sezione SCHEDE Storie da trent’anni di declino america- utopista del secolo dei Lumi al cospetto di no, ed. orig. 2013, trad. dall’inglese di Silvia sono di Franco Matticchio una realtà materiale che non sempre risar- Rota Sperti, pp. 489, € 25, Mondadori, Mi- cisce i suoi vagabondi anti-eroi dal disin- una parola così carica di implicazioni ideolo- lano 2014 canto. Per quando dominato dal mito razio- giche, parola che molti studiosi preferiscono nale della scienza, l’orizzonte pragmatico di sostituire con il più neutro “età moderna”. Seguendo la struttura narrativa della trilogia Robinson e Grulliver vacilla sensibilmente In questa discussione si inserisce il volume di americana di John Dos Passos, George Packer dinanzi alle pulsioni di un corpo che la bor- Stanco, rielaborazione di una serie di temi cari propone una storia ugualmente alternativa ghesia mercantile si sforzava di tacitare “me- all’autore e già trattati in una serie di saggi e dell’America degli ultimi tre decenni. Tutta- diante il lavoro“, e che è invece indisposto a articoli precedenti. Benché il titolo faccia uso via, al contrario del grande romanziere degli estinguersi anche nell’attuale condizione vir- del termine “Rinascimento”, Stanco prende le anni venti e trenta, le cui storie mescolavano tuale in cui “la testa può confiscare il cuore, distanze dall’assolutizzazione burckhardtia- personaggi “inventati”, figure storiche e colla- anzi può addirittura simulare un cuore”. Con na, preferendo cercare tra gli scrittori italia- ge di cronaca contemporanea, i personaggi del la sua penna arguta e sottile, l’anglista scanda- ni e inglesi elementi descrittivi, più che pre- cronista del “New Yorker” sono reali. Quella glia con precisione una materia letteraria cari- scrittivi, del fenomeno; e il fatto che la prima che scopriamo nel libro di Packer è una sto- Schede ca di “favole filosofiche” naturalmente votata fonte a cui fa riferimento sia Giorgio Vasari, ria “frantumata” (o meglio “srotolata”, come alle esigenze della speculazione e allo studio che nel XVI secolo parlava di “rinascita” per suggerisce il titolo originale) di un’America tipologico di una commedia umana animata indicare la rivoluzione artistica promossa da divenuta strumento di un apparato finanziario da una molteplicità di creature singolari. Il Giotto più di due secoli prima, ci dà la misu- senza scrupoli; una storia inquietante narrata tema del viaggio resta, però, fermamente al ra dell’ambiguità dei confini cronologici nella attraverso una serie di ritratti così intimi da centro di una disamina che vede il dissidio definizione di un movimento culturale. Come dare voce persino ai pensieri dei protagonisti. borghese tra dovere e desiderio umanizzato indicato nel sottotitolo, questo studio procede Tra quei “frantumi” troviamo non solo poli- dalla fiducia settecentesca nella persistenza per vocaboli e per immagini, individuando in tici ed economisti come Jeff Connaughton, di una matrice umana comune, non ancora una serie di parole e momenti chiave della let- lobbista e insider di Washington deluso della scalfita dai dilemmi e dalle malinconie della teratura elisabettiana altrettanti spunti di ana- politica americana, Colin Powell, Robert Ru- coscienza moderna. L’ordine divino che in lisi. Il volume ci porta quindi a esplorare temi bin, e Dean Price, ma anche l’imprenditore Hume come nel Coleridge poeta continua a come il linguaggio dell’io, le teorie poetiche come Sam Walton, fondatore della catena di governare la natura tutta (inaugurando l’eroi- rinascimentali, l’uso di metafore condivise e supermercati più grande al mondo, Walmart, ca stagione del trascendentalismo americano) il loro sviluppo nel processo compositivo, per la cui biografia ripercorre la ben nota parabo- protegge la coscienza dai naufragi dell’io e poi approdare, nella seconda parte, alla sce- la americana del self-made man. E ancora lo dalla discesa nel maelström in cui, di lì a poco, na teatrale e alla traduzione come momenti scrittore Raymond Carver, Peter Thiel, cofon- romanticamente Poe annegherà. E questa fi- di “tecnologia della comunicazione”. Stanco datore di PayPal, e i celeberrimi Oprah Win- ducia in una natura intrinsecamente morale si concentra prevalentemente sulla seconda frey e Jay-Z. L’idea di una storia controcorren- serve a redimere il secolo dei Lumi anche metà del Cinquecento, inserendo riferimenti te, raccontata attraverso voci sparse, non è del dall’assedio dei terrori in cui il gotico sublime alle letterature classiche e ai testi cristiani su tutto inedita: l’aveva fatto anche Randy Shilts, di Burke l’aveva scaraventato. Tra le avventu- cui si formano le concezioni di sé e della scrit- per esempio, in Guerra al virus. Quello che rose avversità del picaro settecentesco, I due tura. Il volume offre allo studioso del Rinasci- manca nello “srotolamento” descritto da Pa- Robinson annovera i traffici “bassi” e malavi- mento inglese una carrellata, a volte tassono- cker è proprio un filo conduttore che colleghi tosi di una classe media spregiudicatamente mica, di fenomeni significativi e di temperie tutte queste storie per dare un senso all’intera dedita al trade e a un’accumulazione bene- culturali, lasciando al lettore una sistematica indagine. Sorvolando sul contesto economico detta dalla fede puritana. L’estromissione for- contestualizzazione dei vari capitoli. e politico più ampio, Packer si limita a espor- zosa di questa classe dalla vita politica negli re i sintomi di un sistema malato di denaro anni della Restaurazione la proietta, infatti, Alessandra Petrina invece che offrire un’interpretazione convin- verso l’“ormai compiuta secolarizzazione del cente delle cause che hanno portato alla crisi Puritanesimo” di cui Robinson denunciava dell’America nel nuovo secolo e, perché no, di “l’intrinseca criminalità”, vedendola legitti- proporre una soluzione. Ma, in effetti, la crisi mare il “mercato con la Bibbia (…) nella più Stefano Manferlotti, Cristianesimo ed ebrai- che Packer sottolinea velatamente è proprio sovrana indifferenza a ogni principio morale smo in Joyce, pp. 130, € 12, Bulzoni, Roma quella che deriva da un sistema che dà trop- Saggistica letteraria o spirituale”. Per raccontare le licenze morali 2014 pa libertà ai suoi singoli membri. È però fuori sottese al capitale, a prevalere, in questa ras- dubbio che tra tutti questi ritratti e occasio- segna sul Settecento inglese, non è dunque la Benché Joyce non fosse “un cattolico pro- nali momenti di saggezza risuoni un segnale morale borghese del sentimento con cui Ri- blematico”, come osserva Stefano Manferlotti d’allarme, anche se difficile da cogliere nel chardson premia l’intraprendenza delle sue in questo saggio, il punto di vista religioso non trionfalismo tipicamente americano delle sto- ambiziose cameriere, ma l’eleganza inflessi- è affatto irrilevante nei suoi romanzi. Diffusa- rie di Packer: negli ultimi tre decenni, Packer Letterature bile del wit aristocratico con il quale Swift e mente accolto in quella parola “estesa, prome- sembra voler ammettere, i valori democratici teica” che caratterizza lo stile dell’autore, esso Sterne decostruiscono le ipocrisie del perbe- americani sono stati sfibrati dal poderoso ri- compare non soltanto nel Portrait of the Artist nismo con cui le classi medie dissimulano la chiamo del capitalismo e dall’ipocrisia di un e nei Dubliners, attraverso la cultura irlandese, loro malcelata cupidigia. establishment “truccato per vincere”. i suoi riti e miti cattolici, ma anche nell’Ulysses, Storia Daniela Daniele dove l’incontro tra Leopold Bloom e Stephen Robert Moscaliuc N. 4 46

Antoine Laurain, La donna dal taccuino concitata dall’intensa gestualità. Tra gli in- Dentro la villa vive la famiglia Berland: Joseph Conrad, Un avamposto del pro- rosso, ed. orig. 2014, trad. dal francese di discussi capolavori del genere, Le due orfa- Nedra, Viri, due splendide figlie poco più gresso, ed. orig. 1897, a cura di Matteo Margherita Botto, pp. 164, € 17, Einaudi, nelle, del 1784, godrà di una straordinaria che bambine destinate a crescere belle, in- Codignola, pp. 124, € 12, Adelphi, Milano Torino 2015 fortuna: non soltanto sarà tradotto in mol- telligenti e ammirate. I Berland conducono 2014 tissime lingue e rappresentato un’infinità di un’esistenza privilegiata. Trascorrono gior- Come ha dimostrato Stefania Bertola nel volte, ma ispirerà nel 1921 un capolavoro nate mai noiose baciate da un sole peren- Due racconti scritti nel 1896, molto di- suo racconto-saggio Romanzo rosa (lindice- cinematografico di David Wark Griffith, ne, scandite da cene raffinate, buon vino e versi tra loro, segnano un momento di svol- online, 1° marzo 2013), imparare a combi- interpretato dalle incantevoli sorelle Gish. stimolanti conversazioni, popolate da una ta nella carriera di Joseph Conrad. La la- nare gli elementi standard che hanno fatto Nato come testo teatrale di D’Ennery, all’e- cerchia di amici interessanti e appassiona- guna e Un avamposto del progresso, raccolti la fortuna della collezione “Harmony” non poca autore di gran successo, con la colla- ti. Nedra e Viri sono due persone intense. in questo volume, si presentano come due richiede particolari qualità letterarie. Ma se borazione del meno celebre Cormon, Le Lei è di una bellezza sconvolgente, lui è diverse dichiarazioni d’intenti. Il primo è, nel “rosa” industriale l’autore deve attener- due orfanelle riscosse un tale successo che un architetto di successo. Lei ha la mente come afferma Codignola nella sua postfa- si a schemi ben collaudati evitando ogni in- lo stesso D’Ennery nel 1897 ne pubblicò sveglia e una vivacità che affascina, lui è un zione, uno “studio dal vero di alcuni effetti novazione, le cose vanno diversamente nel una prolissa versione romanzesca. Il pub- buon padre e un interlocutore mai banale. di luce e vento”: ambientato in un paesag- “rosa” artigianale. Qui le lettrici esigono sì il blico non sembrava stancarsi mai delle av- Si direbbero una coppia perfetta e felice. gio fluviale dell’Estremo Oriente, colmo di rispetto di alcuni capisaldi (il lieto fine, il fa- Gli amici li invidiano, li ammirano, perce- antesignani elementi visionari con annessa - Letterature venture delle due protagoniste, angeliche scino magnetico del protagonista maschile, fanciulle di provincia sbarcate nella tenta- piscono all’esterno solo affetto e complici- storia d’amore; il secondo è una miniatura l’assenza di allusioni ai problemi insolubili colare Parigi del 1784. La maggiore delle tà. Sono lusingati dall’essere ammessi nella di Cuore di tenebra, basato sulla ricostru- e veramente dolorosi della quotidia- loro vita, anche se per poco. Ma la zione di un fatto di sangue realmente av- nità), ma si aspettano anche un’am- serenità di Viri e Nedra è soltanto venuto in una stazione commerciale dello bientazione curata, una scrittura di facciata. Il loro matrimonio è una stato libero del Congo. Due belgi in cerca elegante e la capacità di masche- parabola discendente destinata al di denaro, Kayerts e Carlier, vengono as-

Schede rare la prevedibilità dell’intreccio fallimento, minacciato da crepe che segnati a una stazione fluviale per il com- portando in primo piano dei par- insidiano l’apparente stabilità del mercio dell’avorio. Lì, dopo mesi trascorsi ticolari scelti giudiziosamente, non rapporto e demoliscono gradual- attorno al comune sforzo di mantenere troppo banali ma nemmeno troppo mente fondamenta già precarie. Ne- una vita routinaria e regolare, scandita da lontani dell’esperienza vissuta delle dra ha un amante, cova in silenzio rituali e consuetudini, si lasciano progres- lettrici. Sono proprio le qualità che ambizioni segrete, Viri s’innamora sivamente invadere, nella coscienza e nel caratterizzano La donna dal taccuino di una studentessa e persegue fru- corpo, dalla brutalità e dall’inquietudine rosso e ne fanno il prototipo perfet- strato obiettivi non raggiungibili. dell’esperienza coloniale. La ricerca ruota to del suo genere, il rosa di élite. Al Entrambi cercano disperatamente attorno al movente di un omicidio, sola e centro della vicenda, una borsa da la felicità. La felicità è il filo rosso unica ipotesi azzardata dall’autore, mentre donna di cuoio mauve, con molte della vicenda, la sua conquista la il resto, dai paesaggi alle usanze alle cre- tasche. La trova, abbandonata su missione dei protagonisti, convinti denze indigene, è frutto del suo bagaglio un cassonetto da uno scippatore, il entrambi di non poterla trovare nel personale formato tra i battelli e le stazio- libraio parigino Laurent. Natural- matrimonio ma solo in un’autono- ni commerciali lungo il fiume Congo, gli mente sono spariti denaro, cellula- ma, individuale realizzazione. La “avamposti” di quel campo di lavoro a cie- re e documenti, ma quel che resta loro inquietudine buca la pagina, lo aperto che era di fatto il dominio belga. è per Laurent molto intrigante: un la loro disperazione palpita tra le I due racconti mettono a fuoco il rapporto profumo fuori moda, un rossetto righe quasi fosse materia viva. La fra Conrad e l’invenzione letteraria: da un color corallo, un volume con dedica felicità di cui si parla non è una lato incantatore romantico, dall’altro fred- “a Laure” di Patrick Modiano e, so- sensazione transitoria; è qualcosa di do reporter, è capace di trascendere e allo prattutto, il taccuino che dà il titolo più profondo, più primordiale, un stesso tempo rendere l’esperienza diretta al romanzo, dove la sconosciuta proprieta- due, insidiata da un aristocratico libertino, appagamento che permea le ore e i gesti e nella sua autenticità. L’importanza paradig- ria della borsa ha annotato le cose che più doveva difendere la propria virtù contro i non svanisce al calar della sera. È la fine di matica di questi due testi è che ci restitui- le piacciono e quelle che più le fanno paura. più odiosi attentati, mentre la minore, cieca, un lungo cammino di scoperta e realizzazio- scono quella modalità tutta conradiana di Come in ogni romanzo che si rispetti, gli veniva schiavizzata e costretta a mendicare ne di sé, che Nedra e Viri percorrono sepa- intendere la finzione come una patina con oggetti diventano indizi e Laurent, un Pol- da un’orribile megera. Il lieto fine prevede- ratamente. Nedra cerca l’appagamento nel la quale rivestire i fatti, troppo necessari licino un po’ cresciuto, segue il sentiero che va il loro ricongiungimento, la guarigione letto di altri uomini, volubile e capricciosa, per essere appesantiti da una dose massic- tracciano davanti a lui, verso un fantasma della fanciulla cieca e la sua restituzione alla abbandonandoli poco dopo; Viri sceglie cia di invenzione narrativa. Sarà questa, da femminile, Laure, che cambierà la sua vita e nobile famiglia d’origine, da cui era stata di viaggiare, di vendere l’enorme villa vit- quel momento in poi, la cifra e il segreto del gli somiglia anche nel nome. strappata alla nascita in seguito a un oscuro toriana, di rifarsi una nuova vita in Italia. suo successo. Usciti nel 1897 su due pre- intrigo. Molto opportunamente, il curatore Una perfetta felicità è la storia di un matri- stigiose riviste anglosassoni, i due racconti Mariolina Bertini ci propone la versione teatrale dell’opera, monio che è idillico all’occhio esterno ma sollevano lo scrittore dal momentaneo stal- meno prolissa, e la correda con un’informa- una gabbia per i suoi membri. Si legge tut- lo successivo a La follia di Almayer (1895) e tissima introduzione sui rapporti tra mélo- to d’un fiato. La scrittura di James Salter, Un reietto nelle isole (1896): ebbero infatti drame e romanzo d’appendice. già apprezzata in Tutto quel che è la vita un grande successo, nonostante alcune ini- Adolphe D’Ennery ed Eugène Cormon, (M. B.) (Guanda, 2014), non concede alcuna tre- ziali problematiche editoriali. La difficoltà Le due orfanelle. Romanzo teatrale in gua e imprigiona il lettore nelle maglie di incontrata durante la pubblicazione di Un , ed. orig. 1874, a cinque atti e otto quadri una vicenda tormentata e seducente. È una avamposto del progresso testimonia un fatto cura di Guido Davico Bonino, pp.169, € 15, scrittura fatta di immagini, di frammenti, spesso ignorato, ovvero la scomodità del- Manni, Lecce 2015 di scarti temporali. Evocazioni folgoranti le testimonianze conradiane sul Congo di James Salter, na perfetta felicità, ed. U di una realtà­ inondata dal sole, riscaldata Leopoldo II che possiedono, su un diverso Nella Parigi del XIX secolo, nessun ge- orig. 1975, trad. dall’inglese di Katia Bagno- dal camino acceso nelle ore d’inverno e piano artistico, la stessa importanza che eb- nere teatrale può competere in popolarità li, pp. 376, € 18,50, Guanda, Milano 2015 imbevuta di un sottile aroma di tabacco. bero, sempre attorno al 1900, le fotografie con il mélodrame. Non si tratta del nostro Salter non spiega, abbozza: si limita a trat- di Alice Seeley Harris: il racconto della ve- “melodramma”, cioè dell’opera lirica, ma C’è una meravigliosa villa vittoriana sulle teggiare i contorni di una vicenda sulla rità, che prelude, da un lato, alla scoperta di un dramma in prosa che riesce a coin- rive dell’Hudson. È immersa nell’immota vita e sull’amore, che al lettore è affidato il assordante della banalità del male; dall’al- volgere anche il pubblico più incolto gra- quiete della campagna americana, le fron- compito di colorare. tro, alla lotta contro di esso. zie a intrecci ricchi di suspense, a scenari de degli alberi mosse appena dal vento, il grandiosi e spettacolari, a una recitazione cinguettio musicale di un uccello tra i rami. Laura Savarino Diana Osti

Anne Brontë, La signora di Wildfell Hall, ed. orig. critici e il biasimo e la censura di Charlotte (il soggetto perdutamente di lei. Ed è a Gilbert, nella prima e terza 1848, trad. dall’inglese di Francesca Albini, pp. 590, € 16, era completamento sbagliato, disse) che, dopo la mor- parte del romanzo, e a Helen nella seconda, che è affi- Neri Pozza, Vicenza 2014 te della sorella, ne impedì ulteriori ristampe. Narrando data la narrazione della vicenda; delle peripezie, frain- di Helen Graham, la bella e misteriosa inquilina di tendimenti e ostacoli di cui è disseminata e della sua Nel maggio del 1849 moriva a Scarborough, assistita Wildfell Hall, Anne Brontë non solo portava allo sco- conclusione, con il trionfo di Helen. La sua rettitudine, dalla sorella Charlotte e dall’amica Ellen Nussey, Anne perto alcune verità che la società vittoriana ipocritamen- il suo impeccabile senso dei valori umani, la sua fede e Brontë. Aveva ventinove anni e nessuna voglia di ab- te rintuzzava (l’infelicità coniugale, l’adulterio, il vizio), la sua pietas (Helen fa di tutto per arrestare la rovina bandonare questa terra che amava e i tanti progetti per il ma affermava senza mezzi termini la sua libertà di scrit- del marito, ma non al punto di rovinare se stessa) alla futuro,“progetti umili e limitati, s’intende”, diceva, “ma trice: “Desideravo dire la verità”, scrive nella prefazione fine ricevono la giusta ricompensa. La gioia di amare e non vorrei che si risolvessero tutti in un nulla; né vor- alla seconda edizione del romanzo, “ma dal momento di essere amata. rei aver vissuto per un fine così modesto”. Anne Brontë, che il tesoro inestimabile troppo spesso si cela in fondo a Anne Brontë non è vissuta per “un fine modesto”. Ci pur nella sua modestia (era una creatura mite, gentile, un pozzo, ci vuole un certo coraggio per tuffarsi a cercar- sono in lei la grandezza e la profondità di visione di una profondamente religiosa), desiderava per sé qualcosa di lo, soprattutto perché chi lo fa rischia di incorrere nello scrittrice nata. Scriveva per dire la verità, la sua verità e più grande che sperava di raggiungere per tramite della scherno e nelle ingiurie a causa del fango e dell’acqua in per portarne alla luce qualche frammento s’immergeva e scrittura, se solo ne avesse avuto il tempo. Quel tempo cui ha osato immergersi”. Una libertà e un coraggio che avanzava e scavava senza paura nell’acqua e nel fango. non le fu concesso e quel che resta di lei sono due roman- ritroviamo in Helen Graham, un’eroina che osa fuggire Al pari delle sue più celebri sorelle Charlotte ed Emily, zi: Agnes Gray (1847) e The Tenant of Wildfell Hall, da un marito alcolizzato e brutale (Arthur Huntingdon Anne conosceva il male, il dolore, la morte e li lasciava pubblicato nel 1848 e oggi rieditato da Neri Pozza nella modellato sullo scapestrato fratello Branwell) per salva- entrare nel suo romanzo. Ma la loro ombra, ed è questa collana “Grandi scrittrici” curata da Monica Pareschi. re se stessa e il figlio; che si guadagna da vivere con il la cosa straordinaria, non ne offusca la luminosa fre- La signora di Wildfell Hall è un romanzo avvincen- suo lavoro di pittrice e affronta a testa alta le dicerie e il schezza. te, fresco e luminoso pur negli argomenti scabrosi che disprezzo della comunità campagnola in cui si è rifugia- affronta e che suscitarono, all’epoca, l’indignazione dei ta e dove un giovanotto, Gilbert Markham, s’innamora Giuliana Giulietti N. 4 47

Leonardo Campus, I sei giorni che scon- di cui fu l’ultimo segretario), fino alla Resi- Musso che ripercorre la storia del termine stato “un giornale di partito”, né si sareb- volsero il mondo. La crisi dei missili di stenza e al passaggio nel Partito socialista. partecipazione in una dimensione interna- be inserito “in quegli schieramenti ai quali Cuba e le sue percezioni internazionali, Ne emerge, ancora una volta, il ritratto di zionale, mostrandone le realizzazioni fino la vita politica dà necessariamente luogo”. pp. 541, € 28, Le Monnier, Milano 2014 un leader politico cui, come ebbe a scrivere al recepimento delle raccomandazioni e Redattore e poi vicedirettore, scrive che nel 1964 Enzo Forcella, spettò, soprattutto delle direttive europee, che ha prodotto nei primi anni il periodico fu “grigio, no- Questo libro complesso e meditato è “in un paese come il nostro, così pronto ad con la legge finanziaria per il 2004 un fon- ioso, dimesso”. Migliorò dal 1967, quan- arrivato in libreria mentre le cronache cre- adeguarsi, così facile a scivolare nel con- do speciale per l’incentivazione. do in edicola vendeva quindicimila copie pitavano per il ristabilimento delle relazio- formismo (…) il ruolo, sgradevole ma indi- e aveva cinquemila abbonati. Si tenne in ni diplomatiche tra Washington e Cuba. spensabile, dell’eterno dissenziente”, Francesco Racco uno spazio tra Psi e Pci. Non ci Come sottolinea John Harper, nella sua grazie anche alle sue peculiari carat- si sottrae all’impressione che sia - Storia entusiastica prefazione, è un contributo teristiche (per la sua formazione, così restato nobilmente prigioniero di originale che indaga la “dimensione socio- anomala nel panorama politico ita- un neofrontismo da “compagni di culturale” e la “natura transnazionale” del- liano, di ingegnere con uno spiccato strada”: indipendente e rispettato, la vicenda. E per farlo si mette sulle spalle interesse per le tematiche economi- ma accanto a chi teneva il bandolo di due giganti quali Fernand Braudel e che, da Rathenau a Keynes) di “luci- della matassa. Un salotto buono del Marshall McLuhan. Il primo, con la sug- do visionario”, di “presbite” capace riformismo italiano di là da venire.

gestiva dinamica di pluralità di tempi so- di un pensiero economico e sociale Schede Roberto Barzanti vrapposti nel palinsesto storico, suggerisce sempre originale, poco dogmatico (si all’autore il carattere strutturale di “globa- pensi alla posizione assunta nel 1946 lizzazione del teatro di guerra” sintetizzato sullo “sblocco dei licenziamenti”) e dall’evento nell’era termonucleare. Il se- per certi versi (come la proposta di Walter Gambetta, I muri del lun- condo, con la nozione di “villaggio globa- un’anagrafe fiscale o quella sulla pe- go ’68. Manifesti e comunicazio- le”, guida l’accurata indagine di Campus requazione dei patrimoni) valido an- ne politica in Italia, pp. 189, € 18, nell’aggrovigliata matassa dell’opinione cora oggi. Derive Approdi, Roma 2014 pubblica internazionale e transnazionale Giovanni Scirocco che occupa la seconda parte del libro. La I manifesti politici come veicolo prima parte, che comprende circa un terzo di comunicazione sono l’oggetto del testo vero e proprio, è volta a ricostru- del libro. La loro diffusione viene ire gli eventi. La seconda, inevitabilmente I Consigli di gestione e la democra- collegata alla “stagione dei movi- la più originale, frutto di una ricerca della menti” inaugurata dal ’68 studen- cui ampiezza sono testimonianza le qua- zia industriale e sociale in Italia. , a cura e prefa- tesco e dal ’69 operaio, apparendo ranta pagine di note (quasi un decimo del Storia e prospettive zione di , pp. 352, € il principale strumento di agitazio- totale delle pagine), esplora con curiosità Giuseppe Amari 18, Ediesse, Roma 2014 ne e di propaganda politica, grazie e acume le percezioni e reazioni alla crisi. anche alla stampa serigrafica. Nati Lo fa sia sul piano nazionale (Stati Uniti Il volume ricostruisce la vicenda come strumenti di comunicazio- e Italia), a sua volta scomposto nelle voci dei Consigli di gestione attraverso la ne e di controinformazione della “politica”, “opinione pubblica”, “stampa” ripubblicazione di un convegno tenutosi Pagine scomode. La rivista Astrolabio protesta che si andava sviluppando nei e “intellettuali”, sia su quello di tre comu- a Milano nel 1946 sotto la presidenza di , a cura di , paesi a capitalismo avanzato, fu soprat- nità transnazionali rilevanti quali politolo- (1963-1984) Alfredo Casiglia Giovanni De Maria, rettore della Bocconi pp. 324, € 15, Ediesse, Roma 2014 tutto con il maggio francese che presero gi, religiosi e scienziati. Risultato d’insie- e pubblicato dal Centro economico per la piede attraverso l’esperienza dell’Atelier me, un lavoro di notevole compattezza e ricostruzione presieduto da Antonio Pe- Populaire, fondato dagli allievi parigini puntualità. Il libro curato da Casiglia, dirigente senti, autorevole economista, comunista dell’Eni e per anni collaboratore di Parri, della École des Beaux Arts, che intuiro- no e misero in atto le potenzialità di un Ferdinando Fasce e ministro. Il dibattito sull’attuale crisi è complementare alla digitalizzazione del- linguaggio alternativo, fondato sull’uso mostra impietosamente i limiti e la vetustà la rivista, per un ventennio portavoce di di procedimenti quali la decontestualiz- dei paradigmi di economia generale e di una cultura di ascendenza azionista. Come gestione aziendale “fondati esclusivamen- zazione e l’alterazione di senso, già speri- ogni etichetta, anche quella di “azionista” mentati dall’Internazionale situazionista. Luca Bufarale, Riccardo Lombardi. La te sull’homo economicus e su automatici non riflette la varietà di apporti ospitata Pur essendo attento alle forme espressive giovinezza politica (1919-1949), pp. 404, equilibri” per concentrarsi su paradigmi di nel periodico fondato da Ernesto Rossi. € 29, Viella, Roma 2014 antropologia e sulle reali dinamiche sociali della nuova sinistra che prolungarono il Tre saggi introduttivi (Carlo Pinzani, Luigi­ ’68 negli anni settanta, l’autore non tra- meglio analizzate, concependole “soggette Fenizi e Giorgio Ricordy) inquadrano l’e- Il trentesimo anniversario della scom- a incertezze anziché al rischio trattabile scura quelle dei partiti istituzionali, oc- sperienza in una fase segnata dal declino cupandosi dell’iconografia dei partiti di parsa di Riccardo Lombardi ha offer- probabilisticamente”. Ci si trova di fron- del centrosinistra e dalla difficile ricerca di to l’occasione per un’analisi della vita e te a un testo di riflessione storica sulle sinistra, il Pci e il Psi, di quello che una soluzioni più avanzate. Seguono ricordi di dell’attività politica di quella che è certa- vicende sindacali e di organizzazione del volta si chiamava il centro, la Dc e il Pri (e su) protagonisti (lo stesso Casiglia, Ma- mente stata una delle figure più importanti lavoro riguardate dal punto di vista del- soprattutto, e del Msi. Attraverso i ma- rio Signorino, Giuseppe Loteta, Gian Pao- (almeno per quanto riguarda la riflessione la sociologia, della psicologia, del diritto nifesti è possibile leggere le posizioni in evoluzione, che vengono ricostruite sulla intellettuale) della sinistra italiana del se- societario, della filosofia politica e del di- lo Calchi Novati, Paolo Palazzi, Giuseppe base di tre categorie, i giovani, gli operai e condo dopoguerra. A questo ripensamento ritto. Ancora agli inizi degli anni sessanta De Lutiis), una serie di testimonianze (Pa- le donne, fatte emergere dalla rottura ses- hanno contribuito, ad esempio, Tommaso Raniero Panzieri riteneva entusiasmante squale Cascella, Tullia Carettoni, Franco santottesca, ma con cui anche i partiti tra- Nencioni (Riccardo Lombardi nel sociali- la prospettiva delle lotte operaie in Eu- Locatelli, Bruno Manfellotto, Gianni Man- dizionali dovettero confrontarsi, se non smo italiano, 1947-1963, Esi, Napoli), il ropa perché individuava al fondo di esse ghetti, Giancarlo Meroni, Adriano Ossici- altro sul versante elettorale. Attraverso “Quaderno” della Fondazione Brodolini un’istanza gestionaria. Non casualmente ni, Alessandro Roncaglia, Gianfranco Spa- l’iconografia degli anni settanta si discu- dedicato a Riforme di struttura e alterna- la nota iniziale del curatore reca le paro- daccia, Vincenzo Visco, Bijan Zarmandili), tono infine temi cruciali come la violenza tiva socialista e questo bel libro di un gio- le di Rodolfo Morandi, tra i più convinti più alcuni documenti utili per ricostruire politica e il terrorismo da un lato e l’ini- vane storico, Luca Bufarale, che ne inda- sostenitori di questi organismi, che affer- eredità e programmi. Già dai nomi citati zio dei processi di personalizzazione della ga, con passione e competenza, il periodo mano come al Nord furono i Consigli di ci si rende conto degli orientamenti di un politica dall’altra, fondati sull’immagine meno conosciuto, quello della formazione gestione a garantire salario e occupazione laboratorio intellettuale dall’indubbia au- del segretario nazionale, avviati per primi culturale e politica (nella sinistra del Parti- alle maestranze per settimane e mesi dalla torevolezza. Almeno per l’inizio valgono le dal Psi di Craxi. to popolare prima, poi compagno di strada liberazione. Tracce di questa impostazione parole di Parri, che definì “L’Astrolabio” dei comunisti, infine nel Partito d’Azione, si rinvengono nell’introduzione di Stefano “un giornale di sinistra” che non sarebbe Nino De Amicis

Guido Lenzi, Internazionalismo liberale. Attori e politica occidentale, quella di Grozio e Kant, ritenendo al quale ricomporre un sistema razionale e pacifico, scenari del mondo globale, pp. 92, € 12, Rubbetti- che possa prevalere su una visione come quella pro- la cui costruzione è stata bloccata per decenni dalla no, Soveria Mannelli 2014 spettata, invece, da autori come Hobbes e Nietzsche: guerra fredda. Può sembrare “un’impresa di Sisifo”, la tendenzialmente vanno infatti rafforzandosi, a suo av- quale, tuttavia, “non deve soccombere allo scetticismo Fin dalle prime pagine, i termini più ricorrenti nel viso, le aspirazioni a “un ambiente internazionale più dei realisti, quanto piuttosto stimolare gli idealisti, che volume di Lenzi, ex ambasciatore e direttore dell’Isti- stabile”, in grado di innescare “una virtuosa sequenza hanno sempre mosso la ruota della storia”. L’idealismo, tuto europeo di studi di sicurezza a Parigi, sono orga- fra solidità istituzionale, sviluppo economico e giusti- sia pure temperato, così difeso dall’autore non può che nizzazione, cooperazione, multilateralismo e simili. zia sociale”. In tal senso egli ritiene che l’interventismo condurlo, infine, a tentare di “immaginare il futuro” Essi, in effetti, esprimono, nella prospettiva dell’auto- occidentale possa essere giustificabile, dunque, se nello e a proporre un’“utopia ragionevole”, che chiaramente re, le esigenze che più fortemente emergono dall’odier- spirito delle Nazioni Unite, ovvero se utile a scongiu- implica un ripensamento e una reimpostazione anche no quadro internazionale, caratterizzato da indecifrabi- rare “l’omissione di soccorso e l’indifferenza morale”. della pratica politica nazionale: l’utopia di un sistema lità, accelerazioni improvvise, imprevedibilità. Il libro Quale debba essere il ruolo dello stato nel quadro internazionale che apra “maggiori spazi di interazio- è frutto della riflessione di un idealista consapevole del dell’“internazionalismo liberale” delineato dall’ex am- ne e raccolta di consenso” (e non si limiti a edificare proprio idealismo, per il quale la storia ha consentito basciatore, lo chiariscono, poi, i due capitoli centrali “nuovi monumenti di diritto positivo”), redistribuen- di tracciare un percorso, dal cosmopolitismo kantiano del volume: non uno stato quale “protettore di astratte do le responsabilità e rigenerando in tal modo il fun- ai Quattordici punti di Wilson, fino alle Nazioni Unite identità” e “custode dell’appartenenza, di sangue e di zionamento delle istituzioni internazionali. In questa di Roosevelt, che la guerra fredda “ha poi congelato, religione”, bensì membro “di un’agorà di proporzioni prospettiva, alla diplomazia spetterebbe finalmente di non disperso”. A chi guarda con queste lenti lo scenario mai sperimentate nella storia dell’umanità”. L’oriz- svolgere il ruolo che, secondo Lenzi, le sarebbe più pro- contemporaneo, si impone innanzitutto il confronto zonte a cui guardare è, pertanto, quello di “identità prio: tessere le regole di convivenza e di compartecipa- con la realtà delle guerre asimmetriche e delle contrad- multiple, giustapposte o sovrapposte, non contrappo- zione, “non di sola coesistenza e tolleranza reciproca”. dizioni degli interventi umanitari. A questo proposito, ste”. In questa direzione è altresì evidente il significato Lenzi si richiama nuovamente a una grande tradizione che assume la nozione di “multilateralismo”, intorno Giovanni Borgognone Tutti i titoli di questo numerO Le due orfanelle - Manni - p. 46 Mondini, Marco - La guerra italiana - Alfano, Giancarlo - Ciò che ritorna - Dominijanni, Ida - Il trucco - Ediesse - Il Mulino - p. 21 Franco Cesati - p. 21 p. 35 Mussat Sartor, Paolo / Ponzio, Nicola - Ali Farah, Ubah Cristina - Il comandante Scanning - Corraini - p. 40 del fiume -66than2nd - p. 36 ambetta, Walter - I muri del lungo Amari, Giuseppe (a cura di) - I Consigli di G ‘68 - DeriveApprodi - p. 47 gestione e la democrazia industriale e sociale othomb, Amélie - Pétronille - Voland - Giordano, Paolo - Il nero e l’argento - N in Italia - Ediesse - p. 47 p. 6 Einaudi - p. 19 Aristofane - Lisistrata - QuattroVenti - p. 35 rigo, Iris - Allegra. La figlia di Byron - Janz, Oliver - 1914-1918 La grande O guerra - Einaudi - p. 23 Skyra - p. 18 Barnes, Julian - Metroland - Einaudi - p. 31 Berdini, Paolo - Le città Packer, George - I fallite - Donzelli - p. 39 frantumi dell’America - Bignami, Bruno - La chiesa Mondadori - p. 45 in trincea - Salerno - p. 24 Pastoureau, Michel - Bignami, Silvia / Storie di pietra - Einaudi - Galimberti, Jacopo (a p. 37 cura di) - Lucio Fontana Peano, Marco - e l’artventure parigina - L’invenzione della madre - Scalpendi - p. 37 Minimum fax - p. 18 Bolgiani, Franco - Perrault, Charles - I Cristianesimo e culture - racconti di mamma oca - Il Mulino - p. 20 Piemme - p. 33 Bove, Emmanuel - I miei Philippe Rahm amici - Feltrinelli - p. 31 Brontë, Anne - La signora Architectes - Atmosfere di Wildfell Hall - Neri Pozza - costruite - p. 46 Postmedia Books - p. 39 Bufarale, Luca - Riccardo Prunetti, Alberto - Lombardi - Viella - p. 47 Amianto. Una storia operaia - Alegre - p. 14 Pusterla, Fabio - Calvino, Italo - Un’ottimista in America Argéman - Marcos y 1959-1960 - Mondadori - Marcos - p. 29 p. 7 Campus, Leonardo - I sei giorni che La Fayette, Madame de - La principessa Salter, James - Una perfetta felicità - sconvolsero il mondo - Le Monnier - p. 47 di Clèves - Neri Pozza - p. 32 Guanda - p. 46 Carrère, Emmanuel - Il Regno - Adelphi - Labanca, Nicola / Überegger, Oswald Schiffer, Davide - Memoria e oblio - p. 15 (a cura di) - La guerra italo-austriaca - Il Golem - p. 38 Casiglia, Alfredo (cura di) - Pagine Mulino - p. 25 Scianna, Ferdinando - Visti & scritti - scomode. La rivista Astrolabio (1963-1984) - Laurain, Antoine - La donna dal taccuino Contrasto - Ediesse - p. 47 rosso - Einaudi - p. 46 p. 40 Chateaubriand - Il genio del cristianesimo - Lenzi, Guido - Internazionalismo liberale - Einaudi - p. 32 Rubbettino - p. 47 Sertoli, Giuseppe - I due Robinson e altri Chiara, Piero / Erba, Luciano - Quarta Lolini, Attilio - Bestiario gotico - saggi sulla letteratura inglese del Settecento - generazione - Nuova Editrice Magenta - L’Obliquo - p. 29 Ecig - p. 45 p. 30 Lombardi-Diop, Cristina / Romeo, Sondhaus, Lawrence - Prima guerra Chiarella, Luigi - Diario di zona - Alegre - Caterina - L’Italia postcoloniale - Le mondiale - Einaudi - p. 24 p. 14 Monnier - p. 36 Stanco, Michele - Rinascimento inglese - Conrad, Joseph – Un avamposto del Lowry, Lois - Offresi principessa -Giunti - Liguori - p. 45 progresso - Adelphi - p. 46 p. 33 Consolo, Vincenzo - L’opera completa - Lupieri, Edmondo - In nome di Dio - Mondadori - p. 8 Paideia - p. 20 Tarabbia, Andrea - La buona morte - Contini, Serena (a cura di) - Gli anni Manni - p. 19 di quarta generazione - Nuova Editrice ancinelli, Laura - Il passato è presente - Magenta - p. 30 M acanti, Salvatore - Il piccolo trattato Costandi, Moheb - 50 grandi idee: cervello - Einaudi - p. 18 V di tecnica pittorica di Giorgio de Chirico - Dedalo - p. 41 Manferlotti, Stefano - Cristianesimo ed Crippa, Arianna Rachele - Pavese editore - ebraismo in Joyce - Bulzoni - p. 45 Nardini - p. 37 Unicopli - p. 30 Maranesi, Nicola - Avanti sempre - Il Villa, Emilio - L’opera poetica - L’Orma - Mulino - p. 21 p. 29 Massini, Stefano - 7 minuti - Einaudi - Danchin, Laurent / Roumieux, p. 16 André - Artaud et l’asile - Séguier - p. 4 Massini, Stefano - Lehman trilogy - Wharton, Edith - La ricompensa di de Majo, Cristiano - Gurigione - Einaudi - p. 16 una madre - Elliot - p. 5 Ponte alle Grazie - p. 18 Molinari, Augusta - Una patria per le Wharton, Edith - Raggi di luna - Bollati D’Ennery, Adolphe / Cormon, Eugène - donne - Il mulino - p. 25 Boringhieri - p. 5