piano paesaggistico scheda d’ambito logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito

ambito 08 piana -- Comuni di: (PI), Buti (PI), (PI), (PI), (PI), Capraia Isola (LI), (PI), (PI), (PI), (LI), (PI), (PI), (PI), Lari (PI), Livorno (LI), (PI), (PI), (PI), (PI), Pisa (PI), (PI), Pontedera (PI), (LI), (PI), (PI), (PI), (PI), (PI)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5. informazioni relative al piano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

Pisa

Pontedera

Casciana Terme

Peccioli

Livorno

Castiglioncello Profilo dell’ambito

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p. 3 piana livorno-pisa-pontedera Profilo dell’ambito

p. 4 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

L’ambito Piana Livorno-Pisa-Pontedera - i cui confini non si discostano molto da quelli della sezione pisana del bacino idrografico dell’Arno - presenta una strut- tura territoriale ben riconoscibile disegnata dal sistema insediativo storico e dal sistema idrografico. A caratterizzare la porzione settentrionale, la pianura alluvionale del basso Valdarno, con un’agricoltura intensiva, un’elevata urbanizzazione concentrata e diffusa, la presenza di aree umide relittuali e un ricco reticolo idrografico principale (Arno e Ser- chio) e secondario. La pianura si completa verso ovest con l’importante sistema costiero sabbioso del Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli. La fascia costiera comprende sia le coste sabbiose - tra Livorno e Marina di Torre del Lago e tra Castiglioncello e Cecina, che la costa rocciosa - tra Livorno e Castiglioncello, a cui si aggiungono gli ambienti insulari delle Isole di Capraia e Gorgona. Un sistema costiero di elevata importanza naturalistica e paesaggistica, interessato dalla presenza di numerose Aree protette e Siti Natura 2000. L’assetto insediativo, sviluppato soprattutto nella pianura terminale del Valdarno inferiore e lungo la costa, è caratterizzato dalla dominanza di Pisa e Livorno, con le loro raggiere di assi viari in uscita, di cui il principale - corridoio infrastrutturale storico “Pontedera-Cascina-Pisa” – risulta deformato e saturato nelle sue relazioni con il territorio agricolo e l’Arno. La pianura è circondata da un arco collinare (Cerbaie, Colline Pisane, Monti di Castellina, Monti Livornesi), articolato ed eterogeneo, che comprende due tipologie di paesaggio. Un primo quadro ambientale intensamente antropizzato, con piccoli centri storici disposti in posizione di crinale (Palaia, Lari, Crespina) e numerosi nu- clei minori e case sparse ad occupare i supporti geomorfologici secondari. Simile il sistema a maglia fitta delle colline Pisane, con i borghi storici di Lorenzana, Fauglia, Crespina e le fasce basse dei Monti di Castellina e di quelli Livornesi. Gran parte delle aree di margine di questi sistemi agricoli intensivi ospitano agroecosistemi tradizionali, con oliveti, colture promiscue, residuali aree di pascolo, sufficientemente ricchi di dotazioni ecologiche. Il secondo quadro è costituito dalla Collina dei bacini neo-quaternari ad argille domi- nanti, povera di ripiani sommitali, con versanti ripidi anche se brevi, con scarse opportunità allo sviluppo di insediamenti storici e di sistemi agricoli complessi. Qui prevalgono seminativi in superfici estese, mentre è assente o assai debole l’infrastrutturazione ecologica e l’insediamento rurale. Profilo dell’ambito

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p. 5 piana livorno-pisa-pontedera

p. 6 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 08 livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

Descrizione interpretativa 2 piana livorno-pisa-pontedera di Livorno. che in passato corrispondevano a ampi bacini tettonici (Ba- Gorgona è, invece, costituita da due unità tettoniche d’origi- 2.1 Strutturazione geologica e Nel tempo i corsi d’acqua hanno mutato il loro corso e, a cino della Val di Fine e Bacino di - Val d’Era) in cui ne oceanica, una metasedimentaria, che occupa la maggior geomorfologica testimonianza dell’evoluzione della rete idrografica, nei se- rimane traccia nei depositi della sovrapposizione di episodi parte della superficie dell’isola, ed una ofiolitica, affiorante dimenti della pianura si ritrovano numerosi paleoalvei. L’at- di deposizione fluvio lacustre e di trasgressioni marine. nell’estremità nord-orientale. L’isola è una parte dell’estesa tività dei corsi d’acqua si è alternata nel tempo con trasgres- La pianura pisana è situata al margine settentrionale di una area che si estendeva fino alla Corsica e alla Sardegna du- sioni marine che hanno portato alla deposizione di sedimenti grande anomalia geotermica connessa al magmatismo della rante il Pliocene superiore. costieri, rilevabili nel sottosuolo della piana e testimoniate Toscana meridionale: fenomeni di risalita di acque termali Durante l’ultima glaciazione Gorgona e Capraia erano en- anche dal rinvenimento di fossili. La linea di costa si è per- si riscontrano lungo i margini nord-orientali della pianura, trambe separate dalla terraferma da bracci di mare. tanto evoluta nel tempo: informazioni reperibili in documen- lungo i Monti Pisani (San Giuliano Terme, ). ti storici e l’esame dei sedimenti hanno permesso di traccia- Fenomeni idrotermali si riscontrano anche nell’area di Ca- re l’evoluzione della linea di riva dalla posizione più interna, sciana Terme associati alla presenza di sistemi di faglie a raggiunta dalla trasgressione versiliana, a quella attuale, direzione appenninica. criteri metodologici (LINK) influenzata notevolmente dalle attività antropiche. Ancora Le isole comprese nell’ambito hanno origini geologiche mol- ai tempi dei Romani il mare lambiva la città di Pisa creando to diverse. L’isola di Capraia è di natura vulcanica ed è situa- L’ambito corrisponde al sistema di pianura solcata dai fiu- un golfo, Sinus Pisanus, al centro del quale sfociavano i tre ta su di una dorsale prevalentemente sommersa, allungata mi Arno e Serchio, prosecuzione sud-orientale della pianura bracci del delta dell’Arno e in cui giungevano alcuni canali nord – sud comprendente Capraia – Elba – Pianosa. La sua costiera della Versilia. provenienti dal bacino dell’antico Serchio (Auser). origine è legata a fenomeni vulcanici iniziati oltre 7 milioni di L’evoluzione della pianura di Pisa è legata alla fase disten- La dinamica della costa è legata profondamente all’evolu- anni fa e l’isola rappresenta il relitto del versante orientale di siva iniziata nel Miocene, successiva alla precedente fase zione del delta dell’Arno, che ha raggiunto il suo massimo un vulcano. L’evoluzione geomorfologica ha completamente compressiva che ha determinato la messa in posto delle sviluppo alla metà del 1800. La sua progradazione ha deter- smantellato e obliterato gli originali apparati vulcanici pre- unità, appartenenti ai Domini Ligure e Toscano, che com- minato l’avanzamento della linea di riva con apporti di sedi- senti sull’isola. pongono i rilievi circostanti. La pianura è delimitata dai rilie- menti crescenti, legati all’intenso sfruttamento del territorio, vi dei Monti d’Oltre Serchio, dei Monti Pisani, terminazione a partire dal VI secolo a.C., che hanno determinato un gra- settentrionale della Dorsale Medio - Toscana, dei Monti Li- duale disboscamento e l’aumento del carico solido dei corsi vornesi e delle altre colline che costituiscono la dorsale peri- d’acqua che sfociavano lungo la costa. Nella seconda meta tirrenica, situata tra Casciana Terme e . dell’800 il trend di accrescimento si ribaltò principalmente Ad est la pianura è limitata dai rilievi delle Cerbaie e verso per cause antropiche riconducibili a cambiamenti dell’uso nord si collega alla pianura bonificata dell’ex lago di Sesto del suolo, alla creazione di una rete di sistemi idraulici in (Padule di Bientina). pianura e all’avvio di attività estrattive in alveo che hanno Durante la distensione miocenica questo settore della cate- pesantemente ridotto il carico solido trasportato dall’Arno na appenninica venne interessato da sistemi di faglie nor- con conseguente mancata deposizione di sedimenti lungo mali che determinarono uno smembramento dei rilievi che la costa. A questi fattori si è aggiunto un innalzamento del costituivano il paleoappennino e ribassarono l’area su cui livello medio del mare. L’assetto attuale vede il paesaggio attualmente è attestata la pianura, creando una fossa tet- costiero caratterizzato da “cotoni”, barre emerse per accu- tonica subsidente (Bacino Pisano - Versiliese) delimitata, a mulo di sedimenti, e di dune o “tomboli”, spesso ricoperti oriente, dai Monti Pisani, Monti d’Oltre Serchio e dalle Alpi da vegetazione, alle spalle dei quali spesso si trovano aree Apuane e, verso ovest, dalla dorsale, ora sommersa, della umide residue. Meloria - Maestra. Questo bacino ha avuto il massimo svi- Nella fascia compresa tra la costa e l’entroterra pisano in luppo nel Pliocene inferiore e medio, mentre nel Pliocene passato erano presenti vaste aree paludose, che arrivavano Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione superiore l’area era emersa e faceva parte dell’ampia regio- a lambire anche il centro di Pisa, bonificate in tempi storici. ne che si estendeva fino alla Corsica e alla Sardegna, come Un vasto lago occupava, invece, la depressione che collega- testimoniano rinvenimenti di tracce di alvei fluviali sommer- va la valle dell’Arno alla pianura lucchese: il Lago di Sesto si e di fossili di mammiferi continentali fin oltre le Secche o di Bientina rappresentava un’ampia area paludosa di cui della Meloria. attualmente rimangono piccole aree umide di notevole im- Nel Pleistocene inferiore la zona ha subito un notevole spro- portanza paesaggistica. La tendenza all’impaludamento di fondamento, a cui è seguita un’intensa attività fluviale, con- quest’area venne contrastata fin dal VII secolo a.C. con una siderevole nei periodi interglaciali, che ha determinato in serie di interventi di regimazione idraulica che culminarono fasi successive la deposizione di una notevole quantità di nel 1859 quando venne realizzata la “botte” sotto il letto sedimenti che hanno contribuito al colmamento della de- dell’Arno, nei pressi di , ed entrò in funzione un pressione e alla formazione dell’attuale pianura e della co- emissario che convogliò le acque del lago verso il mare. Tra sta. Lo spessore dei sedimenti varia da circa 600 - 700 m, i rilievi dei Monti Livornesi e della dorsale interna si aprono rilevati ai margini dei Monti Pisani, ai 2000 m circa a nord aree caratterizzate da morfologie collinari a bassa energia Schema strutturale d’ambito p. 8 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Rosso e Castagnolo), Pontedera (6) e Bientina (3). Nel livor- 2.2 Processi storici di nese, si affermano le prime popolazioni stanziali, con gruppi territorializzazione di cacciatori che fissano i loro accampamenti per dedicarsi anche alla raccolta dei prodotti spontanei. Già in età neolitica il nucleo corrispondente all’attuale Pisa era uno dei principali nodi mediterranei delle rotte di scam- bio di prodotti di prima necessità, quali il sale e i metalli: a renderlo particolarmente attrattivo erano i corsi d’acqua percorribili e il sistema deltizio. Nel territorio circostante sono pochi i nuovi siti attestati per l’epoca neolitica: fra questi quelli rinvenuti negli anni Settanta grazie ad appro- fondite indagini nel di San Giuliano Terme, ossia criteri metodologici (LINK) gli insediamenti di Riparo La Romita ad Asciano e quello di Poggio di Mezzo a San Rossore. Risalgono invece alla fine Della piana e del suo paesaggio in età antica fanno men- del Neolitico e agli inizi dell’età eneolitica i materiali (cerami- zione alcuni scrittori greci e romani che inseriscono nel con- ca, strumenti litici e in osso) provenienti dallo scavo svolto testo di trattazioni di altra natura alcune succinte notazioni a Podere Casanova nel comune di Pontedera. Si riferiscono di geografia fisica del territorio. I loro riferimenti si distri- a questa fase anche le prime attestazioni presso le isole buiscono in un arco cronologico piuttosto ampio. Nella sua di Capraia e Gorgona. Nel livornese, i villaggi neolitici di- descrizione dell’Etruria nella seconda metà del I secolo d.C., mostrano un popolamento volto allo sfruttamento capillare Plinio il Vecchio offre una rapida panoramica della zona, de- delle risorse agro-pastoriali del territorio, dell’estrazione del scrivendo la città di Pisa come “inter amnes Auserem et sale e della pesca. Arnus”. L’immissione dell’Auser nell’Arno se da un lato costi- Le successive tracce si riferiscono invece ad un periodo avan- tuiva un problema per la rete di traffici che provenivano dal- zato dell’Eneolitico, se non già all’inizio dell’Età del Bronzo la foce del fiume, rendendo difficoltosa la navigazione che (XIX-XVIII secolo a.C.). Rinvenimenti ceramici portati alla dalla costa si dirigeva verso la città, rappresentava dall’altro, luce in insediamenti sorti tra l’Arno e l’Auser, presentano un fenomeno di un certo rilievo tanto che Strabone ricor- caratteristiche peculiari riconducibili alla facies ceramologica da come l’incontro tra le acque dei due fiumi avvenisse in di Vecchiano, riscontrati anche in altri insediamenti eneoli- modo così violento che “quelli che stanno sulle rive opposte tici dell’area di Massa e Lucca, sia in contesti sepolcrali che non possono vedersi l’un l’altro”. Tuttavia la confluenza dei in aree di abitato. due fiumi doveva costituire un serio pericolo per la stessa La zona fu abitata per tutta l’Età del Bronzo: tra il Bronzo sopravvivenza degli insediamenti: infatti gli apporti alluvio- iniziale e il Bronzo medio si assiste, in maniera piuttosto nali dell’Arno hanno nel tempo allontanato la linea di co- omogenea, ad un progressivo aumento del numero di abita- sta determinando il progressivo impaludamento della zona, ti, che vanno ad occupare anche le zone lagunose, come nel dovuto all’abbandono delle difese idriche legate al sistema caso del villaggio di palafitte in località Pratini, presso Gua- delle centurie. sticce. Durante il Bronzo finale, accanto ai siti sviluppatisi Il territorio della provincia di Livorno si contraddistingue sulle pendici collinari, vengono fondati nuovi insediamenti per una maggiore eterogeneità naturalistica e paesaggisti- in pianura, sulle dune e sui cordoni costieri o dell’area alla ca. L’uomo ne ha sempre sfruttato le numerose risorse in confluenza tra l’Arno e l’Auser. L’assetto territoriale venutosi una continuità dialettica tra il mare e la campagna: attività a creare nell’area pisana durante il Bronzo finale deve aver Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione pastorali e di sfruttamento dei boschi dell’interno si sono comportato, rispetto al periodo precedente, importanti mo- infatti sempre affiancate all’agricoltura e alla pesca. dificazioni sia di ordine demografico sia in rapporto con le risorse naturali e la vocazione specifica dei singoli siti del territorio. Vi sono infatti da un lato alcuni centri “minori” Periodo preistorico-protostorico alcuni dei quali forse non autonomi, sia per la situazione 2.2 Le più antiche testimonianze umane del comprensorio risal- non favorevole in fatto di risorse economiche sia per la loro gono al Paleolitico: fra i rinvenimenti più significativi possia- stessa ubicazione lungo i cordoni costieri, e dall’altro, piccoli mo citare quelli effettuati presso il Monte Pisano, più preci- centri a vocazione prevalentemente agricola sorti nella par- samente nella Grotta del Leone e nella Buca dei Ladri. Non te orientale del distretto pisano. mancano tuttavia numerose altre attestazioni negli attuali Agli inizi dell’Età del Ferro (X secolo a.C.), invece, gli inse- territori comunali di Pisa e Livorno (rispettivamente 15 e diamenti si concentrano per lo più in ripari in grotta situati Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici 9 attestazioni, fra le quali occorre segnalare i siti di Sasso sui Monti Pisani; i siti sorti in pianura sembrano spostarsi di transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione della linea di costa (tratteggio e campitura azzurra). Scala 1: 260.000. p. 9 piana livorno-pisa-pontedera nella zona occidentale del distretto, al di là della confluen- mento degli approdi nell’area costiera e più spiccatamente za tra Arno e Auser, in un’area verosimilmente ritenuta più connotata verso lo sfruttamento agricolo-pastorale e bo- protetta dalle inondazioni che i due fiumi potevano crea- schivo sui rilievi dell’interno. Per tutto il V secolo a.C. la re. Durante la prima Età del Ferro la piana pisana dovette distribuzione delle importazioni ceramiche attiche in tutto rappresentare un territorio d’unione e tramite nelle rete di il Valdarno sembra testimoniare che questa zona ebbe un traffici che uniscono l’area dell’Etruria settentrionale costie- importante ruolo di mediazione per i territori del Bientina, ra (Populonia e Vetulonia) alla zona transappenninica di Bo- della Garfagnana e della Versilia; tuttavia sembra che gli logna. Nella parte meridionale dell’ambito, dall’Età del Ferro insediamenti sorti in questo periodo (fra i quali ricordiamo in poi si assiste ad una distribuzione degli abitati lungo la quello presso Suese-Lago Filippo) abbiano breve durata. La costa: questa tipologia insediativa perdurerà fino all’VIII-VII geografia degli insediamenti permette di cogliere anche la secolo a.C. volontà di rafforzare i confini dell’area circostante lo sboc- co del Serchio nella piana pisana: a tale modello difensivo Periodo etrusco fanno riferimento la fortezza d’altura individuata sul Monte Il nucleo di Pisa ha conosciuto un forte sviluppo a partire Spazzavento, il castello di , e i castellari individuati dall’epoca pre-protostorica: conseguentemente, già nel VI sul Monte Castellare e sul Monte Cotrozzi (compreso però secolo a.C. Pisa doveva rivestire un ruolo fondamentale nel all’interno dell’ambito lucchese). Sempre in quest’ottica si sistema degli scambi commerciali mediterranei, soprattutto spiega la mutazione di Castiglioncello che, a partire dalla di metalli (ferro, stagno, bronzo). La sua fortuna era prin- fine del IV secolo a.C:, affiancò alla funzione di scalo quella cipalmente legata all’articolata rete di approdi marittimi e militare, con la finalità di garantire il controllo della porzione fluviali, ma anche ad un sistema viario terrestre particolar- meridionale della costa pisana. mente efficiente che la collegava ai grandi centri del nord della penisola. E’ probabile che già allora il sito sorgesse alla Periodo romano confluenza di Arno e Auser, nel settore più settentrionale Il territorio sotto il diretto controllo di Pisa si estende, in della città attuale (non è tuttavia possibile ricostruirne l’im- periodo romano, fra la Versilia e i fiumi Era e Fine, lungo pianto urbanistico per la mancanza di adeguate e sufficienti una linea di costa che (come già nelle epoche precedenti) testimonianze materiali). Pisa fungeva quindi da cerniera era piuttosto arretrata rispetto all’odierna, disegnando una fra area costiera ed un ampio entroterra (il suo territorio di curva (sinus pisanus) che si concludeva poco più a nord influenza si estende in quest’epoca su gran parte dell’Etruria dell’attuale Livorno. La vitalità del sistema costiero e portua- nord-occidentale) grazie ad un articolato sistema di scali sul le romano perdura per tutta l’epoca romana anche perché mare (la cui linea di costa era molto più arretrata dell’attua- Pisa riveste un ruolo di grande rilevanza già dalla prima età le), lungo i fiumi e le acque interne, (molte erano le aree repubblicana, considerata anche la sua posizione strategica paludose). Tali porti (fra i quali Isola di Migliarino, San Piero nelle lotte contro i Liguri. Fra i vari scali attivi nel compren- a Grado, Portus Pisanus e Castiglioncello), per lo più situati sorio, Portus Pisanus fu uno dei più grandi e importanti: presso le foci dei corsi d’acqua, erano infatti già da tempo non se ne conosce con certezza l’esatta ubicazione ma si inseriti nei circuiti commerciali sviluppati dalle colonie gre- propende per Santo Stefano ai Lupi, a nord-est di Livorno. che e dalle città dell’etruria meridionale. Dall’analisi delle foto aeree è stato possibile studiare anche i Le attestazioni d’età etrusca nella piana sono piuttosto paleoalvei dei grandi fiumi della piana, a partire da Arno ed frammentarie, ma restituiscono una geografia insediativa Era il cui corso, rispetto all’attuale, piegava in età romana in formata da modesti nuclei insediativi (testimoniati da ne- un primo tratto decisamente verso nordovest, aprendosi poi Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione cropoli di IX-VIII secolo a.C.) situati per lo più nella porzio- in una serie di bracci che volgevano, poco dopo Pontedera, ne meridionale e orientale dell’ambito. I materiali presenti a nordest per immettersi direttamente in Arno. all’interno delle necropoli denotano una forte analogia con Tra fine III e inizi II secolo a.C. la piana passa sotto il defini- quelli prodotti e rinvenuti a Volterra e nel distretto della tivo controllo di Roma, con la quale i primi contatti si erano bassa Val di Cecina. Analogamente ad altre zone dell’Etru- verificati già al momento della conquista dell’Etruria costiera ria, in questo periodo sembra che anche quest’area subisca (tra il 280 e il 273 a.C.). Nel 268 a.C., al momento dell’inva- una trasformazione dei modi di insediamento con forme di sione gallica, Pisa figurava probabilmente come civitas fo- occupazione concentrate attorno a quelli che saranno i fu- ederata nell’alleanza romana e sicuramente lo era tra il 238 turi centri di età storica. Sembra comunque possibile sta- e il 230 a.C. quando, durante le guerre con i Liguri, Roma bilire che la differente tipologia degli insediamenti, dovuta aveva stanziato in queste zone un forte presidio contro que- alla diversificata situazione geo-topografica dei siti, possa ste popolazioni. Durante questi anni, nonostante tali conflit- essere verosimilmente correlata ad una variegata e distin- ti, la floridezza commerciale dell’area (rivolta soprattutto ai Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e ta vocazione economica dei vari centri, legata allo sfrutta- commerci con il distretto volterrano) non diminuì. Lo storico comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione della linea di costa p. 10 (tratteggio e campitura azzurra). Scala 1: 260.000. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Strabone testimonia, per gli anni successivi alle guerre liguri, dalla nascita di nuovi scali (es: ) in prossimità di un’economia pisana molto florida e basata sullo sfruttamen- fiumi quali l’Arno o l’Auser (navigabile almeno fino al XIII to delle cave di pietra e del legname per costruzioni navali secolo) o di altri canali interni o aree paludose (Bientina ed edili. Con la fondazione di Luni nel 177 a.C., dovette però è attestata come stazione di pedaggio). L’area periurbana diminuire lo sfruttamento dell’attività estrattive dalle cave di Pisa, in effetti, è stata fortemente condizionata dal fit- di marmo apuane, che avevano fatto di Pisa un centro im- to sistema fluviale e palustre gravitante a nord sulla Val di portante di lavorazione ed esportazione dei manufatti mar- Serchio (fiumi Auser, Tubra e Auserclus/odierno Serchio) e morei ben oltre i confini del territorio pisano. Nonostante la a sud sull’Arno, caratterizzato all’epoca da un corso più si- minore attività estrattiva, saranno la presenza di un florido nuoso rispetto all’attuale. Per ovviare ai crescenti problemi retroterra e la posizione di controllo dei traffici marittimi di impaludamento, a partire dai secoli centrali del medioevo e fluviali ad assicurare a Pisa una prosperità commerciale vennero intraprese significative opere di bonifica e argina- con numerosissimi centri dell’Etruria settentrionale romana; tura dei corsi d’acqua, in particolare a difesa del perimetro Portus Pisanus mantenne la sua importanza per tutta l’età cittadino mediante un sistema di canalizzazione. romana, tanto che ancora nel V secolo d.C. Rutilio Namazia- Per quanto concerne gli aspetti insediativo-territoriali, du- no ne esaltava l’intensità delle attività commerciali, la fama rante il VII secolo nell’area pisana, saldamente in mano alle e la sicurezza. La vitalità dell’area costiera fino all’epoca tar- aristocrazie longobarde, iniziano a proliferare edifici religiosi doantica è del resto testimoniato dalla sopravvivenza di tutti (monasteri, pievi, chiese e oratori) e comunità monastiche gli altri principali porti (Pisae Fluvius a , che forgiano il paesaggio anche attraverso alcune impo- Isola di Migliarino, Porto alle Conche a San Rossore) ai quali nenti opere di disboscamento (come nel caso del Monte addirittura si aggiunse Livorno che, sebbene non attestato Pisano) finalizzate alla conquista di nuovi spazi coltivabili e come toponimo prima del IX secolo, era probabilmente già di radure per i pascoli. Tali dinamiche sono state anche la lo- sede di approdi dal VI secolo. gica conseguenza della perdita di terreni agricoli laddove la Di contro il retroterra, sempre dedito ad attività agricole, mancata manutenzione delle canalizzazioni romane aveva pastorali e manifatturiere controllate dalle numerose ville, comportato la formazione di ampie aree lacustri, come nei conobbe in epoca imperiale una progressiva crisi. L’agro comprensori di Massaciuccoli e o lungo alcuni tratti centuriato della media e della piana pisana doveva della costa. Aree paludose e lacustri, comunque, rappresen- aver subito un ridimensionamento dopo la drammatica crisi tavano anche una preziosa risorsa per lo sviluppo di attività d’età antonina, pur tuttavia senza aver completamente dis- alternative, quali pesca, caccia ed allevamento. solto il tessuto insediativo di fondazione augustea. Alla base Altrove, come nelle pianure del Cascina e dell’Era, la soprav- di tale involuzione del tessuto agricolo-produttivo fu anche vivenza dei limites della centuriazione, seppure fortemen- un mutato equilibrio idrogeologico, che devastò il sistema di te alterati, e la conservazione della toponomastica antica, bonifica romano, spezzando la continuità del reticolo centu- testimonia di un territorio ancora fittamente occupato nei riale e risparmiando qualche “isola” che rimase relativamen- secoli altomedievali. La forte vocazione agricola dell’entro- te indenne da questa crisi ecologica. La rete insediativa in- terra, controllata anche tramite la fitta rete di edilizia eccle- terna, generata in età augustea in contemporanea all’opera siastica, determinò la nascita, più massiccia intorno all’anno di centuriazione, subì quindi un marcato ridimensionamento Mille, di nuovi borghi e nuclei insediativi, spesso nei paraggi cui corrispose, nella fasi tardoantiche, lo sviluppo di una dei monasteri, nei quali si concentrava la manodopera e fitta rete di pievi che seppe proporsi come nuova cataliz- sorgevano pievi, in alcuni casi conservatesi fino ai giorni zatrice non solo della vita religiosa ma anche dell’apparato nostri. amministrativo. Fra IX e X secolo si verificò una ripresa delle attività- ar Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione tigianali e metallurgiche legate alle lavorazioni dei metalli Periodo medioevale provenienti da Colline metallifere, Elba e Sardegna. Nei secoli medievali la linea di costa è decisamente avan- A partire dall’XI secolo il paesaggio iniziò ad essere segnato zata, fino ad avvicinare le attuali aree litoranee: tale fe- dalla nascita di rocche e castelli fondati sui rilievi circostanti nomeno è stato causato da un progressivo interramento, la piana e che andarono a costituire la base di un sistema di- 2.2 verificatosi dopo il VI-VII secolo. Lo stesso Portus Pisanus, fensivo che aveva il triplice compito di assicurare protezione l’approdo principale sul mare, venne probabilmente sposta- alle coste, controllo dei fiumi e di fornire appoggi strategici to e sviluppato più verso occidente proprio per questo moti- nelle lotte interne fra Pisa, Lucca e Firenze. In quest’ottica vo. L’interramento determinò per altro l’abbandono di alcuni assunse molta importanza, come del resto già nelle epoche porti, senza tuttavia limitare la capacità pisana di accesso precedenti, il Monte Pisano e le sue numerose fortezze (fra Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e co- al mare, garantito dalla trasformazione di tipologia di alcuni gli altri, i castelli di Ripafratta, Vicopisano e Buti). Molte municazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione della linea di costa approdi (es: San Piero a Grado divenne porto fluviale) e di queste fortificazioni ebbero un carattere quasi esclusi- (tratteggio e campitura azzurra). Scala 1: 260.000. p. 11 piana livorno-pisa-pontedera vamente di presidio militare e scarsa valenza demica: l’in- ne di Santa Luce Orciano); e i passaggi di territori da un sediamento, infatti, già dai secoli precedenti si era princi- ente all’altro: nel 1868 soppresso e aggregato palmente strutturato attorno ai centri religiosi e per mezzo a ; nel 1869 da Montecatini dei numerosi villaggi diffusi tanto nella piana quanto sui Val di Cecina a Lajatico e Spedaletto da Volterra a Lajati- rilievi. Particolare importanza acquisì, nella parte meridiona- co; nel 1884 Montemagno da Vicopisano a Calci; nel 1910 le dell’ambito, il castello di Lari, al quale venne riconosciuta da Santa Croce a Castelfranco e Gabbro da Colle- dai Pisani (e confermata dai Fiorentini, dopo la conquista) salvetti a Rosignano; nel 1927 e Marti da una funzione di controllo di una vasta parte del territorio. Palaia a Montopoli; nel 1928 Agliati da a Palaia; Nella parte più interna del comprensorio (gravitante lungo il nel 1931 da Palaia a Pontedera e da corso dell’Era) l’insediamento conobbe una fase di profonda Collesalvetti a Livorno. e sostanziale ristrutturazione nel XIV secolo, con la fonda- I processi di territorializzazione prodotti da Cosimo I dei zione delle due ”terre nuove” di Pontedera e Ponsacco e il Medici e dai successori, tra gli anni ‘30 del XVI e l’inizio del parallelo abbandono di molti villaggi di pianura, la cui scom- secolo successivo, trasformarono l’assetto della piana lungo parsa decretò di fatto, nell’area, l’esaurimento del sistema l’Arno (da Pontedera) e della pianura tra Serchio e Colline di insediamenti aperti di tradizione romana. Livornesi. Furono prodotti imponenti lavori di sistemazione Il XV secolo fu segnato dalla conquista fiorentina dell’intera dell’Arno, che fino ad allora piegava verso nord tra- Calci area: dal punto di vista paesaggistico una delle principali naia e Bientina: il fiume venne raddrizzato e reso meglio ripercussioni di tale evento fu l’interruzione della costante navigabile, anche mediante la costruzione del callone di Ca- opera di manutenzione e controllo del territorio (mediante stelfranco di Sotto. Nel 1607 si aggiunse il Taglio Ferdinan- articolati sistemi di canalizzazione che miravano a contenere deo dell’ultimo tratto del fiume che dall’area più arretrata di l’impaludamento) e la conseguente nuova diffusione di aree Arno Vecchio venne spostato a nord, nell’attuale foce. Con- palustri su parte del distretto circostante la città di Pisa. temporaneamente, prese il via la bonifica degli acquitrini fra Nel corso dei secoli più tardi del medioevo occorre infine Bientina e Coltano, San Rossore, Padule Maggiore e Stagno, segnalare l’accresciuta rilevanza dello scalo marittimo che mediante nuovi canali e recinti di colmata. Questi interventi si era precedentemente formato in corrispondenza dei pro- consentirono – insieme ad acquisizioni di terre da comunità fondi bacini antistanti Livorno: nato infatti come approdo ed enti religiosi – di costituire un’immensa concentrazione di secondaria importanza, il porto livornese conoscerà una fondiaria nelle mani dei Medici, che vi organizzarono gran- crescita esponenziale, soppiantando e sostituendo progres- di fattorie, in parte appoderate a mezzadria (Vicopisano, sivamente lo storico Portus Pisanus. Bientina e Calcinaia fra lago-padule ed Arno e Collesalvetti, Nugola, San Regolo, Casabianca, Arno Vecchio, Antignano e Periodo moderno Montenero tra fiume e Colline Livornesi). Altre grandi tenute Il territorio fece parte dello Stato di Pisa e passò al Comune furono condotte direttamente con salariati per allevamento di Firenze nel 1406 (il castello di Livorno si aggiunse nel bovino ed equino e per cerealicoltura (cascine di Coltano e 1421), rimanendo nello Stato granducale come comparti- San Rossore). Anche i Salviati fecero altrettanto a nord del mento. L’isola di Capraia – occupata dai genovesi dopo la Serchio (Migliarino-Vecchiano). battaglia della Meloria – rimase nello Stato di Genova, se- Tali aziende di mercato – dotate di strutture centralizzate guendone le vicende e tornando alla Toscana nel 1925, con (stalle e fienili, burraie e caciaie, granai e brillatoi per il riso, trasferimento alla Provincia di Livorno. Il piccolo territorio di molini) – non ebbero molta fortuna e con il tempo furono Livorno – dopo che il castello-porticciolo venne trasformato parzialmente adibite a fattorie appoderate. A Coltano e San Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione in città tra Cinque e Seicento – fu eretto a governatorato Rossore permasero ordinamenti estensivi correlati con le con Collesalvetti e Rosignano. vocazioni naturali di una pianura ancora malarica, costellata Pisa recuperò, sotto i Medici, autonomia amministrativa con di acquitrini e coperta da macchia-pineta, prati e pascoli. A poteri di governo di quasi tutto il suo antico Stato. La maglia decorrere dal primo Settecento le attività cerealicolo-forag- provinciale rimase bloccata fino all’Unità. Nel 1851 i governi gere vennero ridimensionate, e Coltano e San Rossore di- di Livorno e Portoferraio (con l’Elba) vennero trasformati vennero tenute di pascolo con caratteri più estensivi, anche nel compartimento di Livorno. Nel 1925, poi, la Provincia per l’introduzione di numerose masserie di pecore. La con- di Livorno fu ampliata – ai danni di Pisa – alla Maremma venienza economica fu tale che le tenute non furono priva- settentrionale. tizzate – come invece quasi tutte le fattorie granducali – ma Tra le variazioni comunali: la costituzione di nuove ammini- rimasero al demanio statale, prima e dopo l’Unità d’Italia. strazioni (nel 1867 Buti da Vicopisano e Calci da Pisa, nel L’assetto agrario dominante nell’età moderna, incentrato sul Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e 1902 Crespina da Fauglia, nel 1927 Casciana Terme da Lari; latifondo, può essere esemplificato dalla tenuta Riccardi del comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione della linea di costa tra 1927 e 1957 Santa Luce e Orciano formarono il comu- Fiume Morto, con tanto di torre eretta all’inizio del XVII se- p. 12 (tratteggio e campitura azzurra). Scala 1: 260.000. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera colo per la difesa. donato l’interrato (da fine XV secolo) Porto Pisano, il piccolo nienti da ogni continente e destinate soprattutto al Levante rono un’eccezione con bonifica, colonizzazione e appodera- Il Valdarno di Sotto e le Colline Pisane – territori punteggiati castello-scalo nel corso del XVI secolo fu trasformato in re- – ed ebbe un rilevante sviluppo urbanistico-demografico ed mento. Anche l’allivellazione delle fattorie di Vada e Cecina da centri di mercato, come Cascina e Pontedera – nell’età golare città e grande emporio che, per oltre tre secoli, visse economico nei secoli XVII e XVIII. (tra 1833-39 e 1857) contribuì a dilatare appoderamenti, moderna costituirono un’area esclusivamente agricola (con sul commercio e sulla finanza internazionali, quasi comple- Tra Cinque e Seicento, località della costa livornese (come coltivazioni promiscue e case isolate; si formarono pure i le terme di Bagno ad Acqua oggi Casciana), organizzata fra tamente svincolato dall’entroterra (sempre più asfittico sul Antignano e Castiglioncello) furono fortificate, come avven- centri di Vada e Cecina. i secoli XVI e XVII dalla grande proprietà cittadina in poderi piano industriale). Dopo la Fortezza Vecchia (che ingloba le ne nella genovese Capraia, dove il castello del XIII secolo, Nella seconda metà degli anni ’50, venne effettuato il pro- a mezzadria e fattorie con ville e centri aziendali (la Medici torri pisane dei secoli XI-XIV) di Antonio da Sangallo il Gio- distrutto dai turchi nel 1540, venne riorganizzato nel forte sciugamento – con colonizzazione agraria – del lago-padule a , La Torre Upezzinghi a Capannoli, Bergighelli vane (1518/19-1537), l’opera di Cosimo I si estrinseca con di San Giorgio, mentre nel 1545 furono edificate le torri di Bientina, mediante costruzione di botte sotto-fluviale per e Borghini a Peccioli, ecc.). l’allacciamento a Pisa tramite il Fosso dei Navicelli (1543), la del Porto e dello Zenobito. Tra gli interventi funzionali al superare l’ostacolo dell’Arno e portare le acque al Tirreno. Riguardo agli interventi urbanistici, particolare attenzione costruzione della Dogana e l’elezione a porto franco (1548). controllo del litorale, spiccano quelli degli anni ’50 e ’60 del Intanto, prendeva il via il turismo marino. Nel 1846 Livorno fu riservata alla decaduta Pisa, con riorganizzazione della La costruzione della città e del porto ebbero inizio nel 1577, XVIII secolo: i due fortini di Bocca d’Arno e di Bocca di Ser- si dotò dei Bagni Pancaldi e in breve divenne un’apprezzata piazza dei Cavalieri e dell’Arsenale (nel 1562 vi fu insedia- con la direzione di Bernardo Buontalenti. La città fu difesa chio (1758), i ridotti di Migliarino, Gombo in San Rossore e stazione di soggiorno; un piccolo stabilimento balneare era to l’ordine cavalleresco di Santo Stefano) e rivitalizzazione da una cinta con cinque bastioni e organizzata con abitato Mezzapiaggia nel Tombolo di Pisa (1762). stato fondato negli anni ‘20 al Gombo di San Rossore, per dell’antico Studio e degli uffici statali. Ma Pisa non riuscì – a pianta ortogonale, eccettuato il nucleo più antico, a nord Più che al militare, il riformismo lorenese si applicò alla ri- uso della famiglia granducale, mentre nel 1840 ad Ardenza fino all’età unitaria – a recuperare una vivace dimensione della piazza d’Armi. Livorno divenne presto un emporio fre- vitalizzazione degli stabilimenti termali di Bagni di Pisa oggi sorgevano alcune palazzine disposte in semicerchio. Per la urbana, anche per la concorrenza di Livorno. quentato – abitato da mercanti di tutte le razze, lingue e San Giuliano Terme (anni ’40 e ’50 del XVIII secolo) e Bagno piena valorizzazione balneare del litorale occorre però at- L’operazione più rilevante interessò infatti Livorno: abban- religioni del Mediterraneo e dell’Europa, con merci prove- ad Acqua oggi Casciana Terme, che venne ricostruita e am- tendere la seconda metà del XIX secolo, quando la costa pliata (dopo interventi tardo-settecenteschi) dal granduca fra Ardenza-Antignano e Castiglioncello venne ‘scoperta’ dal Ferdinando III (progetto del 1824 e conclusione dei lavori turismo di élite (grazie anche ai Macchiaioli che la frequen- negli anni ’60-’70). Come a San Giuliano, attorno all’edificio tavano); contemporaneamente, a sud dell’Arno si crearono termale furono edificati alberghi e palazzine per la cura delle i prodromi della nuova , destinata ad accre- acque e la villeggiatura. scersi a cavallo dei due secoli e successivamente, insieme alle due marine di e Calambrone che si edificarono Periodo contemporaneo tra le due guerre. Tra seconda metà del XVIII secolo e Unità fu rivoluzionata la Con l’Unità e l’abolizione del porto franco (1865), Livorno rete delle comunicazioni, con la ricostruzione della Livorno- registrò un iniziale periodo di crisi, nonostante lo svilup- Pisa-Firenze, dell’Aurelia tra Sarzana e la Maremma (per- po dei Cantieri Orlando per costruzioni navali, fondati nel corso Pisa-Collesalvetti-Cecina), di altre importanti strade 1866. Livorno continuò a rappresentare, prima e dopo l’Uni- come la Pisa-Lucca. Gli anni ‘40 e ‘50 del XIX secolo videro tà, l’unica città della costa. Un nuovo periodo di significa- la costruzione delle ferrovie Livorno-Pisa-Firenze e Pisa-Luc- tivi interventi si ebbe negli anni ’20-’30 del XX secolo, con ca con proseguimento per Pistoia-Firenze, mentre le due ampliamenti dell’area portuaria e altre opere pubbliche nei tirreniche da Livorno-Pisa per Grosseto (via Collesalvetti) e servizi e nelle infrastrutture, finalizzati al miglioramento del- per Genova, progettate nei tempi lorenesi, furono edificate le condizioni di vita della popolazione urbana. nei primi anni ‘60. A queste linee si sarebbero aggiunte la La rivoluzione stradale e ferroviaria avviata dai Lorena e litoranea Livorno-Cecina nel 1910 e la Lucca-Pontedera nel completata negli anni successivi all’Unità, con gli effetti in- 1928 (distrutta nell’ultima guerra). dotti su commercio e agricoltura, rappresentò un fattore di Gli anni ‘30 e ‘40 del XIX secolo produssero la rilevante sviluppo economico soprattutto per i centri abitati, che irro- espansione di Livorno, con la costruzione da parte di Ales- bustirono i loro apparati di commercializzazione e produzio- sandro Manetti (dal 1834-35) della nuova cinta daziaria, ne artigianale e piccolo-industriale. dotata di porte e barriere, che inglobava nella città grossi Anche l’andamento demografico misura le dinamiche in Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione sobborghi, ville e orti per una superficie di oltre 400 ettari. atto. Nel 1833, la popolazione era salita a quasi 200.000 Operazioni territoriali di rilievo riguardarono il Pisano a nord unità, con Livorno (prima dell’espansione urbana) che con- dell’Arno, con la bonifica attuata tra Sette e Ottocento a tava quasi 58.000 abitanti e Pisa circa 32.500; Cascina e Migliarino dai Salviati Borghese, con prosciugamento di 200 San Giuliano Terme con circa 14.000 abitanti e Pontedera ettari di terreni (e creazione di oltre 30 poderi coltivati a con circa 8500 abitanti. 2.2 cereali e viti) e con la riorganizzazione della Macchia di Mi- La crescita proseguì per tutto il secolo XIX e anche nel suc- gliarino negli anni ‘50. Modernizzazioni agrarie interessaro- cessivo: nel 1861 l’ambito contava 279.053 abitanti, che nel no la Maremma settentrionale, ove il Mastiani, a Rosignano, 1881 erano saliti a 309.893. Livorno raggiunse 96.680 abi- trasformò un luogo boscoso e selvaggio in una campagna tanti nel 1861, ma successivamente la città crebbe di poco ridente e coltivata ad aceri e viti e con i primi poderi. Tra (97.854 abitanti nel 1881) per la crisi che colpì il suo com- Otto e Novecento, l’impegno imprenditoriale rallentò nel mercio, mentre Pisa fece registrare un trend positivo con La Pianura Pisana nel 1774 (Stefano Diletti con la direzione di Pietro Ferroni, Archivio Nazionale di Praga) Valdarno e nelle Colline Pisane; le Maremme rappresenta- continuità, passando a 45.543 abitanti nel 1861 e a 53.957 p. 13 piana livorno-pisa-pontedera nel 1881. In crescita anche San Giuliano Terme (16.787 nel Tra gli anni ’50 e ’60 si registrò il primo ridimensionamento anni ‘80 (la prima passa da 77.722 del 1951 a 104.509 del in ragguardevole ed ininterrotta crescita (aumenta da 6894 1861 e 19.560 nel 1881) e Pontedera (10.665 nel 1861 e dell’industria manifatturiera pesante e l’affermarsi di quel- 1981 e la seconda passa da 142.333 del 1951 a 175.741 del 1951 a 15.511 del 2010) e Capannoli (che aumenta da 12.779 nel 1881), anche se lo sviluppo più ragguardevole è la leggera, con piccole e medie imprese (abbigliamento e del 1981), per poi diminuire gradualmente fino a 88.217 nel 4310 nel 1951 a 6145 nel 2010). Terricciola diminuisce da manifestato da Cascina che – da 13.802 nel 1833 – passò mobili in legno) localizzate nelle pianure di Valdarno e Val 2010 Pisa e 161.131 nel 2010 Livorno (nell’ultimo decennio 5509 nel 1951 a 4556 nel 2010. Crescono Collesalvetti (da a 17.632 abitanti nel 1861 e a 21.445 nel 1881. La cre- d’Era. L’industrializzazione post-bellica investì l’area Livorno- in leggera ripresa). Molti comuni evidenziano andamenti di 10.825 nel 1951 a 16.919 nel 2010) e Rosignano Marittimo scita caratterizzò quasi solo le comunità cittadine, mentre Collesalvetti (specialmente petrolchimica) e Cascina, con un crescita ininterrotti nel lungo periodo, con ai vertici Casci- (da 23.776 nel 1951 a 32.488 nel 2010). le rurali dimostrarono modestissimi incrementi o addirittura piccolo distretto del mobile allargato a Ponsacco e altri luo- na e San Giuliano Terme (rispettivamente da 29.368 nel Tali andamenti diversificati sono da mettere in relazione con stasi, a dimostrazione dell’arresto della carica espansiva che ghi della Val d’Era. In crescita anche le attività locali (edili- 1951 a 44.201 nel 2010 e da 23.566 nel 1951 a 31.822 nel i processi territoriali che, negli ultimi sessanta anni, hanno aveva l’agricoltura mezzadrile. zia, commercio e trasporti) e il settore turistico nel litorale. 2010), e poi i comuni di Bientina, Buti, Vicopisano e Calci- investito l’economia dei comuni e dell’intero ambito, entro Prendeva invece avvio la vicenda dell’industrializzazione: Mentre lo status di grandi proprietà demaniali è valso a naia, Vecchiano, Calci e Pontedera (che mostra un aumento il quale si sono registrati ragguardevoli fenomeni di redi- nei primi decenni unitari e fino alla Grande Guerra si ebbe salvaguardare il litorale ricco di valori paesistico-ambientali da 19.124 nel 1951 a 28.008 nel 1981 con sostanziale stasi stribuzione demografica e di pendolarismo per ragioni di la crescita manifatturiera, con esempi di localizzazione di (dune, zone umide, boschi e pinete, praterie e coltivazioni successiva). I comuni delle Colline Pisane – insieme con lavoro. moderni stabilimenti. Nella costa a sud di Castiglioncello, tradizionali) di San Rossore e di Migliarino, dagli anni ’80 or- Capraia – esprimono andamenti negativi (Lajatico, Orciano dove sorse la cittadina pianificata di Rosignano Solvay per ganizzato in parco regionale, la crescita delle stazioni balne- Pisano e Chianni) o di sostanziale stasi demografica, soprat- i dipendenti, dal 1914 in poi si localizzò l’industria chimica ari ha prodotto una utilizzazione selvaggia a scopo turistico- tutto nei tempi più recenti (Palaia, Lari, Crespina, Peccioli, per la produzione di soda, soda caustica e bicarbonato di residenziale dell’intero litorale fra Arno e Livorno. Anche San Casciana Terme, Lorenzana, Santa Luce e Fauglia che sono sodio. La manifattura belga sfruttava la vicinanza a Livorno Giuliano Terme e Vecchiano hanno avuto nel XX secolo un però in ripresa dagli anni ‘80). Fanno eccezione Ponsacco e alle materie prime (salgemma di Volterra e calcare di San grande incremento edilizio, diventando aree residenziali per Vincenzo) e la presenza della nuova ferrovia. Nel 1923, ini- cittadini di Pisa e Lucca. ziava la storia industriale di Pontedera, con l’insediamento Nell’ultimo dopoguerra si è verificata l’emarginazione del- del grande stabilimento meccanico Piaggio (con appendice la campagna, con la disgregazione del sistema mezzadrile produttiva di Bocca d’Arno) e l’espansione del centro, tanto e l’emigrazione a Pisa e nei centri del Valdarno; le Colline che nel 1930 Pontedera venne dichiarata città. Pisane gravitano su Pontedera e secondariamente su Ca- Altrove, continuavano a dominare le tradizionali lavorazioni: scina. La successiva riconversione agricola a cerealicoltura- fibre tessili per panni e cappelli (a base di lana e seta), pa- zootecnia e secondariamente viticoltura, da parte di aziende glia, vetro, ceramica e terraglie, concia del cuoio e pelli. Era- capitalistiche e piccole imprese coltivatrici, con integrazione no legate alla risorsa acqua e dislocate in modo puntiforme della valorizzazione agrituristica, e la riscoperta turistica dei nelle campagne del Valdarno di Sotto (a più alta densità di tanti centri storici collinari (Lari, Crespina, Fauglia, Casciana popolazione), ove occupavano una rilevante quota di lavoro Terme, ecc.), di recente hanno comunque prodotto diffusi a domicilio, oppure si esplicavano in forma artigianale in fenomeni di rinnovamento insediativo e di ripresa dell’eco- laboratori, sempre in osmosi con il sistema mezzadrile. nomia. Ai primi del XX secolo e tra le due guerre, si rafforzò il tu- Riguardo all’isola di Capraia – che registrò il massimo del rismo balneare. Nel tombolo ricoperto da pinete nacquero suo sviluppo demografico (fino a contare circa 1500 resi- marine dalla conformazione regolare, con caseggiati pluri- denti) ed economico (legato ai trasporti marittimi in Corsica familiari, ville e villette, giardini, vie rettilinee parallele alla e Liguria) nell’età moderna fin verso la metà del XVIII se- spiaggia intersecate da strade ortogonali: Marina di Pisa, colo, con a seguire una lenta crisi culminata nella sua or- Tirrenia, Calambrone (area privilegiata da colonie azienda- ganizzazione come colonia penale agricola –, una relazione li), Ardenza, Antignano, Quercianella e Castiglioncello. del Ministero di Grazia e Giustizia del 1940 annotava il to- Negli anni ’30 del XX secolo riprese impulso la politica di tale abbandono dell’agricoltura cerealicolo-viticola praticata Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione territorializzazione governativa con la creazione della zona in larga misura su versanti terrazzati, e descriveva l’abitato industriale di Livorno, la bonifica integrale e l’appoderamen- “ormai in stato di consunzione” e rovina per lo spopolamen- to della pianura. to che aveva ridotto la popolazione residente ad appena Da allora, anche Pisa riprese a svilupparsi – a partire dall’area cinquanta abitanti. Nel 1986 la colonia chiuse i battenti e della stazione – come centro di attrazione regionale, rap- l’isola si aprì allo sviluppo turistico. presentando un importante nodo di traffico (polo terminale Nel dopoguerra, la popolazione dell’ambito cresce fino ai dell’asse Firenze-Mare e ganglio ferroviario e viario per le primi anni ‘80 (da 426.582 abitanti del 1951 a 460.791 del comunicazioni lungo l’asse tirrenico): ruolo rafforzato dalla 1961, a 491.005 del 1971 e a 507.395 del 1981), per poi de- costruzione dell’aeroporto di San Giusto (1937) e, nel do- crescere fino all’inizio del 2000 (498.426 nel 1991 e 487.469 poguerra, dell’autostrada tirrenica e del collegamento con nel 2001), con vistosa ripresa al 2010 quando si registrano la Firenze-Mare. Le funzioni della città – che si è conurbata 518.717 abitanti. con Cascina – sono rimaste quelle terziarie superiori (so- Ovviamente, il trend è influenzato dal comportamento del- prattutto amministrative e culturali-formative). le due città, con Pisa e Livorno che crescono fino ai primi Il territorio dell’ambito nella carta della Toscana di Giovanni Inghirami del 1825-30 in scala 1:100.000 (Archivio Nazionale di Praga, RAT Map 362) p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

p. 15 piana livorno-pisa-pontedera

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB08-2_caratteri.pdf scala originale 1:50.000

p. 16 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera legenda Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

2.3

criteri metodologici (LINK)

p. 17 piana livorno-pisa-pontedera “La costa toscana ha una parte aspra, la meridionale, ed 2.4 Iconografia del paesaggio una settentrionale più dolce. Livorno è in mezzo tra le due. Le rive scogliose, il mare che spuma ai colpi del maestrale e le tamerici agitate, sono le immagini della costa meridio- nale, la più frastagliata e lunga. Listando la Maremma, essa è come una spia della qualità selvaggia di questa terra che all’interno è stata ingentilita dalle bonifiche”. Lo afferma- va nel 1956 Guido Piovene. Capovolgendone i termini, lo rese nel 1928 in pittura Gino Romiti. Nel suo Sole d’agosto (Montenero) non si vede il grande porto febbrile né la città, tutto è campagna coltivata, raggiante di luce, ma senza la dolcezza fiorentina: abbacinata dal sole e dal mare, battuta criteri metodologici (LINK) dai venti e dai silenzi, questa campagna risente della vicina Nino Costa, Leda e il cigno, 1900, Buenos Aires, collezione privata costa selvaggia, a quella bellezza indomita prelude, e ne as- sorbe potenza e colori. Anche oggi è perfettamente avverti- bile il trapasso dall’ampia, quieta, foce dell’Arno a Marina di Pisa, alle sassose risicate discese a mare della costa a sud di Livorno. Quasi non si direbbe tutto avvenga nel raggio di pochi chilometri: prima i viali di pini, i retoni indolenti, i tramonti larghi, poi le torri come avvoltoi, i venti continui, le curve mozzafiato, quelle stesse che il giovane Gassman ne Il sorpasso di Dino Risi (1962) prendeva di gran corsa, come nemmeno la vita, fino allo schianto di Calafuria. Della foce dell’Arno tra dune e pini, con le Apuane a vista, restano le immagini di Nino Costa: un angolo di mondo di

Gino Romiti, Sole d’agosto (Montenero), 1928 una bellezza fulminante che il pittore vide per la prima volta nel 1859, durante il viaggio in nave da Civitavecchia a Geno- va per andare a militare con Re Vittorio contro l’Austria: “mi accadde di passar col piroscafo lungo l’estrema costa tosca- na, a settentrione sul far del giorno. Era un’alba limpidissi- ma, il sole già irradiava dietro i monti; ed a me, che ero sul ponte, per la prima volta apparvero in tutta la maestà della tanta lor bellezza di forma e di colore le superbe Apuane. Queste montagne, più per ogni verso belle di quante mai ne abbia vedute, mi rimasero negli occhi per tutta la dura- ta della campagna; e nell’animo il desiderio impaziente mi rimase di rivederle e di dipingerle”. Lo farà numerose volte, scartando dalla quiete classica de L’Arno a San Rossore che Matthew Ridley Corbet, Etruscan Scene. The Carrara Mountains, 1890.ca, collezione privata Serafino De Tivoli, L’Arno a San Rossore, 1864, Bari, Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto, collezione Grieco Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

p. 18 Emilio Mazzoni Zarini, Bocca d’Arno, 1924 Nino Costa, Tra l’estate e l’autunno. Pisa (o altrimenti detto Mouth of the Arno), 1886, Londra, collezione privata piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Serafino De Tivoli aveva dipinto prima della partenza, nel da D’Annunzio con il suo seguito. Nella Sera a Marina di Pisa Ancora oggi si vive Pisa in rapporto al corso largo e quieto 1864, per l’Inghilterra. Appena fuori l’uscio della sua tenuta di Aldo Carpi, così romantica e naif da parere un Hayez in del fiume, che la divide esattamente a metà (un’anomalia di Boccadarno, con la pineta di San Rossore che gli arrivava cartolina, sono i bambini a ‘sentire’ il paesaggio: il più pic- topografica, per Cassola: “non si sapeva quale fosse la par- al recinto del giardino, avrebbe dipinto Tra l’estate e l’autun- colo vuole essere preso in braccio, strepita al padre, mentre te più importante”, diversamente che a Roma o Firenze). no. Pisa (1886): il formato orizzontale accentua la percezio- la bambina assicurata alla gonna materna dà le spalle al Lasciamo da parte l’ “universo marmoreo” (Herman Hesse, ne allungata e sospesa del paesaggio di dune ondulate a tramonto ormai passato, alla luna striminzita, e si volta ver- 1901) del Campo dei Miracoli, dove il professor Grammati- contrasto con l’erba e la fauna minuziosamente descritte in so il buio che avanza, la pineta scura e il suo silenzio pieno cus, rimirando la torre pendente al chiaro di luna, pensò: primo piano. Lontano, le adorate montagne di Carrara che di presenze. Ma con Giuseppe Viviani - talmente legato “Ah, come sono belle, certe volte, le cose sbagliate!”. I lun- digradano verso la città. Talmente bello, quel paesaggio, da a Marina di Pisa da volere alla morte le sue lastre-matrici garni pisani sono più che un passeggio opzionale: luogo di accogliere degnamente gli amori di Giove, e trasfigurarsi nel gettate in mare, al largo, ingoiate da quel paesaggio che ritrovo attorno al passaggio obbligato di Ponte di Mezzo, mito (Leda col cigno, 1900). era la sua casa - il mutamento è in atto, e lucidamente panorama privilegiato per i tramonti ‘sul mare’ e sui colli che Tutto lentamente muta quando Boccadarno prende il nome annotato. In Macerie a Boccadarno e cane (1959), il pittore aveva disegnato Leonardo, scenografia preferita al sagrato Leonardo da Vinci, Monti Pisani e la Verruca con punto d’osservazione presso Cascina, 1503-04, Codice di Madrid, II, 7v, di Marina di Pisa, località di villeggiatura presto frequentata riporta lucido l’aria da dismissione e da abbandono della di qualsiasi chiesa per la festa di san Ranieri. A Pisa l’Ar- Madrid, Biblioteca Nazionale (particolare) zona industriale (nel 1917 la Gallinari, poi Cmasa, aveva no sembra già mare, e la città è luminosa, ventosa, chiara cominciato a costruirvi i futuribili idrovolanti): degrado che come nessun’altra bagnata dallo stesso fiume. Leopardi la sarà funzionale alla graduale disaffezione verso quel luogo preferiva a Firenze, per l’aspetto “così gaio, così ridente che e alla sua svendita finale. Boccadarno, dove Costa s’ine- innamora”. Per Piovene “è l’antitesi toscana di Siena, città briava di natura e D’Annunzio di donne (incontrava la Duse […] dalle vie buie, chiuse l’una sull’altra come le scaglie di nella Casa delle Rondini e la marchesa di Rudinì nella villa una pigna”. Pisa è insomma una città “felice, in cui entrano delle Tempeste), oggi non esiste più: ne resta solo il nome, col vento il sapore del mare, il verde e la frescura delle pi- acquisito dal nuovo colossale porto turistico di Pisa. Nella nete”. Le pinete vicine del parco di Migliarino, San Rossore e casa delle Rondini ci saranno alcuni uffici. E dire che per Massaciuccoli, nel bel mezzo del quale si piazza il neo porto Guido Piovene, che negli anni Cinquanta girò in lungo e in turistico. largo l’Italia, il più bel viale d’Italia era quello di platani che Pinete che, dalla Versilia a Orbetello, domestiche e selvati- seguiva il fiume da Pisa a Boccadarno. che, registrano, dall’inizio del Novecento, una solida fortuna Leonardo da Vinci, Monti Pisani con la Verruca e Vico Pisano, 1503-04, Aldo Carpi, Sera a Marina di Pisa, 1924 (particolare) visiva, manifesta nell’impennata delle cartoline viaggiate e Codice di Madrid, II, 8r, Madrid, Biblioteca Nazionale anche nello sguardo sul soggetto che muta vistosamente. Le prime, rare, cartoline sulle pinete litoranee seguono la linea macchiaiola e ‘socialista’: le chiome scure e i tronchi nudi disegnati controcielo, ai piedi il cacciatore, il buttero, il cavallo in corsa, la mandria alla fonte, e il meriggio come collante. È difficile non intravedere nella cartolina con i Sa- luti da San Rossore la grande tela di Francesco Gioli con Le boscaiole di San Rossore (1886-87): nella cartolina la didascalia stride con il sentimento della pineta come luogo di fatica e di sfruttamento piuttosto che di passeggio e di bellezza (nel quadrone persino le Apuane si fanno più basse e lontane). La pineta è una massa cupa e impenetrabile sul-

lo sfondo. Altre visioni, intanto, si fanno strada. Come ninfe Saluti da San Rossore, cartolina viaggiata sognanti nel sole dipinge Plinio Nomellini le sue Figure Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia a San Rossore (1900.ca). La pineta è magica promessa di estatici piaceri, e da massa cupa diventa, nelle cartoline a ridosso della prima decade, selva disabitata e cangiante, magari con didascalie del tipo Marina di Grosseto. Ombre e luci in pineta o Marina di Massa. Tramonto in pineta. Lo 2.4 sguardo diffuso sulla pineta è cambiato. Non sarà stato per Nomellini, certo, e non erano i tempi perché si supportasse con una campagna fotografica la battaglia per la tutela delle pinete in quegli anni viva in parlamento (faccenda che rivela l’intuizione geniale e tutta nostrana del legame tra patrimo- nio storico-artistico e paesaggio che finirà molti anni dopo tra i principi fondamentali della Repubblica Italiana). Quello Giuseppe Viviani, Macerie a Boccadarno e cane, 1959 Francesco Gioli, Le boscaiole di San Rossore, 1886-87, collezione privata p. 19 piana livorno-pisa-pontedera

Telemaco Signorini, Pascoli a Castiglioncello, 1861, collezione privata Piero Dini Giovanni Fattori, La libecciata, 1880-85, Firenze, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti

sguardo si deve all’opera letteraria ‘di massa’ di D’Annunzio, mondo “folgorato di allegrezza” che Emilio Cecchi ritrovava popolarissimo amante sotto la pioggia nel pineto. in queste vedute quando il sole ‘schiarisce’ cose e persone. Tutta un’altra storia, e un’altra luce, proprio in rapporto a Ma deriva anche dalle dune malmenate dai venti e dalle ta- questo pisano languore in chiaro, si vive ritornando a Ca- merici semidivelte da Fattori riportate nelle sue libecciate, lafuria, a Quercianella, a Castiglioncello. I macchiaioli ne dalle colline verdi del Gabbro, punteggiate di cipressi e pa- fecero campo d’indagine di una vita intera, e ancora oggi gliai in cui Silvestro Lega voleva lenire lutti e dolori, dalla la nostra percezione di quel paesaggio deriva dalle masse solitudine ariosa e dagli spazi immensi che questa parte di luminose e dai colori vividi e dai formati lunghi usati da quei Toscana a lungo garantì ai suoi innamorati. pittori morti squattrinati. Deriva dalle ‘frittate di luce’ di Te- lemaco Signorini: il suo Pascoli a Castiglioncello, dipinto nell’agosto 1861, durante il primo soggiorno da Diego Mar- telli, fu detto “una frittata, ripiena di vacche in gelatina” per la pressoché unica preminenza del giallo abbagliante, che tutto mangia e spariglia (senza che però si sfaldi la tenuta neoquattrocentesca delle case Martelli sul filo dell’orizzon- te). Deriva dalla marina intensa come smalto “in un cerchio di arse tamerici, d’erbe saline e bianchi massi, porosi come le ossa che calcinano al solleone”, ne La punta del Romito veduta da Castiglioncello o anche nella lunghissima e sottile Veduta di Castiglioncello di Giuseppe Abbati. Deriva dal Silvestro Lega, Paesaggio del Gabbro, 1889-90 (particolare) Giovanni Zannacchini, Uomo e tamerice, 1928

p. 20 Giuseppe Abbati, Veduta di Castiglioncello, 1863-68, Firenze, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti (particolare) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 08 livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

Invarianti strutturali 3 piana livorno-pisa-pontedera Descrizione strutturale La Pianura bonificata per diversione e colmata, a sud, ha stiche particolari, critiche, sono la presenza di suoli salini e 3.1 I caratteri L’ambito è una composizione di strutture e paesaggi geo- caratteri intermedi tra i Bacini di esondazione e la Pianura soprattutto di suoli con orizzonti profondi contenenti solfuri idro-geo-morfologici logici diversi; comprende quindi un campione molto esteso pensile. I suoli sono più argillosi, quindi più resistenti alla (suoli Coltano della banca dati regionale). dei sistemi morfogenetici della Toscana ed è quindi molto compattazione, di quanto tipico del sistema; si deve presu- Specifica dell’ambito, tra la costa e la pianura, una duna dei bacini idrografici e dei rappresentativo della diversità geo-strutturale e geomorfo- mere che gli insediamenti, insolitamente estesi per questo antica stabilizzata si estende nella zona di Coltano. Data sistemi morfogenetici logica che è carattere saliente del paesaggio toscano. sistema, abbiano occupato aree meglio drenate. la rarità di forme simili in Toscana, l’area è rappresenta- Il baricentro dell’ambito è rappresentato dalla piana di Pisa. La Depressione umida, a nord, si estende su depositi palu- ta, per analogia fisiografica e pedologica, nell’ambito delle Antica di età cronologica ma giovane di dinamica, la piana di stri e lacustri con abbondante presenza di torbiere, molto superfici del Margine inferiore. Rispetto alle specifiche di Pisa è una pianura alluvionale in senso stretto, contenente acide e vulnerabili alla subsidenza; i suoli minerali sono tut- questo sistema morfogenetico, l’area di Coltano diverge per le articolazioni classiche di questi ambienti. Una caratteri- tavia la maggioranza. la tessitura sabbiosa dei suoli, che induce scarsa sensibilità stica specifica è l’alto tasso di aggradazione, cioè di deposi- Verso mare, la pianura lascia il posto ai sistemi morfoge- alla degradazione ed all’erosione ma anche una minore pro- zione di sedimenti e conseguente innalzamento della quota. netici dell’ambiente costiero. La Pianura pensile si restringe tezione delle falde acquifere. criteri metodologici (LINK) Ancora in epoca storica, questa caratteristica ha determi- al corso dei fiumi, che attraversano la barriera di dune e Mentre sulla destra idrografica dell’Arno le alluvioni attuali nato l’evoluzione da tratti vallivi a depressioni impaludate cordoni. I Bacini di esondazione sfumano nelle aree umide sono a diretto contatto con i rilievi, altro effetto della rapida dei “paduli” di Bientina e Fucecchio. Ha causato anche un retrodunali. aggradazione, sulla sinistra esiste una consistente fascia di evento, recente, di avulsione, che ha portato l’Arno sul per- La Costa a dune e cordoni si estende da Livorno verso nord Margine, indicando come il sollevamento dei rilievi collina- corso attuale, da un percorso antico molto vicino all’attuale su una fascia piuttosto profonda I suoli delle depressioni in- ri avvenga ad un ritmo superiore rispetto all’aggradazione canale scolmatore. Il percorso attuale è fortemente sposta- terdunali sono meglio drenati e più sabbiosi di quanto tipico della pianura. to sulla destra idrografica, è determinato dagli interventi per il sistema. L’area è occupata da estese piantagioni fore- Il Margine comprende la parte conservata dei terrazzi alti in antropici ed è presumibilmente stabile solo in conseguenza stali, in buona parte comprese nel parco di Migliarino-San sinistra Arno, costituita da superfici sommitali allungate in degli interventi stessi, compresa la costruzione dello scol- Rossore, e da insediamenti turistici. senso S-N e circondate da versanti brevi e ripidi; inoltre, a matore stesso. Aggradazione ed avulsione a destra hanno Le Depressioni retrodunali sono abbastanza estese; in gran monte di Livorno, si estende una serie di conoidi terrazzate, condizionato le peregrinazioni del Serchio che, seppure vi- parte bonificate, vengono mantenute drenate dalla stessa coalescenti a formare una fascia interrotta solo dai solchi vace nell’aggradazione, non ha potuto tenere il passo, e si vasta rete idraulica che presiede ai Bacini di esondazione dei torrenti. I suoli sono in genere meno grossolani di quan- è dovuto quindi evolvere dalla condizione di affluente alla e sono occupate da colture seminative. Alcune aree non to tipico, e offrono una protezione della falda superiore. La pianura di Pisa vista dai Monti Pisani (Foto M. Conti - licenza CC BY-NY) condizione di fiume indipendente, con un corso terminale drenate sono soggette a protezione naturalistica. Caratteri- L’espansione dei vigneti specializzati è notevole. All’estre- nella posizione più lontana possibile dall’Arno. La pianura pisana vera e propria, luogo di concentrazione di insediamenti storici e moderni, si struttura nei due sistemi morfogenetici classici delle pianure alluvionali. La Pianura pensile si stende lungo il corso attuale dell’Arno, con i suoi argini naturali e artificiali; lungo il dosso forma- to dalla parte più a monte dell’antico corso abbandonato, lungo il corso del Serchio, che comprende un meandro ab- bandonato per azione antropica in era moderna. I suoli del sistema morfogenetico si presentano, in questo ambito, con tessiture insolitamente fini. I Bacini di esondazione formano la “bassa pianura” che, in Campi allagati nell’ex-alveo del Padule di Bientina (Foto B. Baldi) condizioni naturali, si riempirebbe ad ogni piena di acqua Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri stagnante. L’area più vasta si trova in sinistra idrografica, tra l’Arno e le colline a sud; significativo il fatto che, al pre- sente, anche la parte verso mare del dosso dell’antico cor- so dell’Arno rientri, oggi, in questo sistema, indicazione di quanto sia veloce l’aggradazione. Una seconda area di Baci- ni di esondazione si estende tra il Serchio e l’Arno, e include una depressione ai piedi dei Monti Pisani, usata come cassa di espansione del Serchio prima delle ultime grandi sistema- zioni. I suoli sono prevalentemente Vertisuoli, molto fertili, con drenaggio che peggiora in direzione del mare. Sulla destra idrografica, la depressione di Bientina, antica valle del Serchio impaludata e artificialmente abbandonata, Il lago di Santa Luce e le colline circostanti presenta due sistemi morfogenetici: Foce del Serchio e Macchia di Migliarino (photo © Andrea Barghi/VARDA) p. 22 (Foto F. Angius - licenza BY-SA-ND) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera mità orientale, l’ambito comprende una parte delle colline delle Cerbaie, antichissimo terrazzo con suoli caratterizzati da gravissime limitazioni di fertilità. Il Margine inferiore è costituito da un secondo ordine di terrazzi, formati da depositi più fini e coperti da caratteri- stici suoli franchi con orizzonti impervi a fragipan, soggetti a compattazione e limitanti la radicazione, ma protettivi nei confronti della falda acquifera. La fascia a valle di Rosignano comprende invece suoli più argillosi, ma ricchi di scheletro in profondità. Il paesaggio collinare in sinistra idrografica dell’Arno si strut- tura per fasce successive, orientate in senso N-S, cioè ap- Campagna nei pressi di Lari: scorcio della valle della Lorenzana (Foto G. Bartalesi - licenza CC BY-NC-SA) penninico. A sud di Livorno, i rilievi dei Monti Livornesi si spingono fino al mare. La Collina a versanti ripidi sulle Unità Liguri è il si- stema morfogenetico dominante, con la specificità dell’alta frequenza degli affioramenti di Ofioliti e di altre rocce vulca- niche. Il Monte Gabbro è all’origine del nome internazionale di un tipo fondamentale di roccia magmatica intrusiva. Que- sto sistema presenta evidenze di sollevamento recente e di alta dinamica geomorfologica. La costa a S di Livorno ha una morfologia altamente spe- cifica. Tra Castiglioncello e Livorno si distingue infatti una superficie di abrasione marina sollevata, delimitata a monte dall’antica falesia e a valle dalla falesia attuale. La spianata,

Rilievi calcarei nei pressi di Vecchiano (Foto B. Baldi) fortemente interessata dalle dinamiche insediative, è coper- Costa livornese (photo © Andrea Barghi/VARDA) ta da depositi sabbiosi e declina progressivamente verso nord. La parte meridionale, rialzata e frammentata, è in- la Collina dei bacini neo-quaternari a litologie alternate al (sistema della Collina calcarea). clusa nel sistema collinare adiacente, mentre la parte set- margine orientale dei Monti Livornesi e nell’angolo sudocci- All’ambito appartengono anche due delle isole minori dell’Ar- tentrionale dà luogo ad una fascia cartografabile alla scala dentale nell’ambito, quello della Collina dei bacini neo-qua- cipelago Toscano: Gorgona e Capraia, due isole con origini 1:50.000. ternari a argille dominanti nel centro dei bacini. Ai margini geologiche molto diverse. La Gorgona, presenta rilievi pre- Tra Quercianella e Livorno appare così una fascia di Costa dei rilievi collinari, livelli di conglomerati plio-pleistocenici valentemente collinari costituiti da formazioni appartenenti alta, formata dalla spiaggia e dalla falesia attuale, dove af- determinano occorrenze del sistema della Collina su deposi- all’Unità con metamorfismo di alta pressione di Cala Piatti fiorano anche le tipiche calcareniti di spiaggia pleistoceniche ti neo-quaternari a livelli resistenti. (sistema della Collina su terreni silicei del basamento) e roc- note localmente come “panchina”. Alle spalle della costa La distesa della Collina dei bacini neo-quaternari è interrotta ce ofiolitiche ed effusive dell’Unità ad affinità oceanica di alta, la spianata è definibile come Alta pianura, caratteriz- dalle colline di Casciana Terme – Santa Luce, che apparten- Cala Grande che costituiscono il promontorio settentrionale zata da depositi e suoli sabbiosi, con a monte la fascia di gono prevalentemente al sistema della Collina a versanti (Punta di Cala Maestra, sistema della Collina a versanti ripidi Margine. ripidi sulle Unità Liguri, con affioramenti significativi, ma su- sulle Unità Liguri). La costa, rocciosa con falesie attive alte

Conca di Calci e Monti Pisani (Foto B. Baldi) Verso Est, ai Monti Livornesi segue la depressione di Col- bordinati, di ofioliti; sul bordo orientale sono presenti aree fino a 50 m, è frutto dell’erosione selettiva del moto ondoso lesalvetti, dominata dal sistema morfogenetico della Col- di Collina a versanti dolci sulle Unità Toscane. e dei fenomeni gravitativi (frane di crollo e distacchi di mas- Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri lina dei bacini neo-quaternari a argille dominanti. Questa Sulla destra idrografica dell’Arno, il rilievo ha caratteristi- si), che hanno creato un’alternanza di promontori e inse- depressione è l’avanguardia delle distese di depositi plio- che assai diverse, essendo formato da porzioni residuali, nature. L’isola di Capraia, rappresenta il relitto del versante quaternari, sollevati in misura crescente da N verso S e da fortemente erose e frammentate dall’aggradazione fluviale, orientale di un vulcano ed è montuosa (Montagna ignea). ovest verso est, sempre con minima deformazione. Questi dell’antica catena nota come Dorsale Medio-Toscana. Affio- A causa dell’assetto strutturale delle rocce effusive e dei depositi si estendono su un’ampia area la cui conformazio- rano rocce dure, tra le più antiche della Toscana, e il rilie- depositi piroclastici, i versanti occidentale e orientale pre- ne specifica, povera di ripiani sommitali, con versanti ripidi vo, sebbene fortemente eroso, mantiene versanti ripidi e sentano una forte asimmetria tra est e ovest: si presentano aspetti poco favorevoli all’insediamento. Il nucleo dei Monti più acclivi nel settore occidentale, mentre i versanti orientali anche se brevi o con grande prevalenza di argille, ha offerto .1 scarse opportunità allo sviluppo di insediamenti storici e di Pisani, formati da unità metamorfiche del basamento, ha degradano verso il mare più dolcemente. 3 sistemi agricoli complessi. L’entità del sollevamento e della caratteristiche montane (sistema della Montagna antica sui risultante erosione determinano le formazioni affioranti e terreni silicei del basamento), ed è circondato da una fascia le forme. Il sistema della Collina dei bacini neo-quaternari collinare che appartiene alla Collina a versanti dolci sulle Rilievi calcarei nei pressi di San Giuliano Terme (Foto B. Baldi) a sabbie dominanti prevale quindi verso nord, quello del- Unità Toscane. Verso nord-ovest, dominano invece i calcari p. 23 piana livorno-pisa-pontedera

Sistemi morfogenetici Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB08-3I_morfo.pdf

p. 24 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

COSTA Collina dei bacini neo- COLLINA Pianura bonificata per quaternari, litologie Costa alta (CAL) Fondovalle (FON) diversione e colmate (PBC) Alta pianura (ALP) Margine (MAR) alternate (CBAt)

Collina sui depositi neo- quaternari con livelli Costa a dune e Cordoni resistenti (CBLr) (CDC)

Forme: Spiagge e falesie Forme: Piane di fondovalle Forme: Pianura da avulsione Forme: Conoidi attive, terrazzi Forme: Conoidi e terrazzi Forme: Modellamento erosivo attive Litologia: Depositi alluvionali artificiale e colmata, basso fluviali bassi fluviali alti, con scarpate intenso, rari ripiani sommitali Litologia: Depositi marini, vari terrazzo antropogenico Litologia: Alluvioni recenti; rilevanti residuali, versanti ripidi con detriti e varie litologie Suoli: Suoli poco evoluti, ge- Litologia: Depositi alluvionali travertini olocenici Litologia: Depositi movimenti di massa (balze e resistenti neralmente calcarei, profondi, fini Suoli: Suoli a tessiture pleistocenici terrazzati, da calanchi) Forme: Ripiani sommitali, Forme: Cordoni e dune Suoli: Non suolo spesso con limitato drenaggio Suoli: Suoli poco evoluti, mal sabbiose, o ricchi di scheletro, medi a grossolani Litologia: Alternanze di depo- versanti con tratti ripidi alternati a depressioni drenati in profondità, tessitura calcarei Suoli: Suoli molto evoluti, siti neo-quaternari diversi e andamenti complessi Litologia: Sabbie e materiali fine, spesso limosa granulometria da media a Suoli: Suoli dei sistemi a sab- controllati dalla litologia più fini, in fasce parallele alla grossolana, acidi bie e argille dominanti Litologia: Depositi neo- costa quaternari con presenza di Suoli: Suoli sabbiosi, calcarei, litologie resistenti (calcareniti, asciutti o talvolta con ristagni conglomerati, calcari profondi continentali, piroclastiti) Suoli: Suoli profondi, ben drenati, con tessiture e composizione controllati dalla litologia, spesso molto evoluti sui ripiani sommitali

PIANURE e COLLINA DEI BACINI MARGINE Collina dei bacini neo- Collina calcarea (Cca) Depressioni retrodunali FONDOVALLE Bacini di esondazione NEO-QUATERNARI quaternari, sabbie (DER) (BES) Pianura pensile (PPE) dominanti (CBSa)

Collina dei bacini neo- quaternari, argille Depressioni umide (DEU) Margine Inferiore (MARi) dominanti (CBAg)

Forme: Versanti convessi e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri forme carsiche, comprendenti Forme: Depressioni palustri e Forme: Bacini di esondazione Forme: Dossi, argini naturali, Forme: Rari ripiani sommi- ampie conche bonificate e bonificati alvei abbandonati tali, versanti brevi, ripidi, valli Litologia: Calcari delle Unità Litologia: Depositi fini e Litologia: Depositi alluvionali Litologia: Depositi alluvionali minori a fondo piatto Toscane, e delle Unità Liguri organici fini medi Litologia: Sabbie neo-quater- quando dominanti; inclusioni di Suoli: Suoli mal drenati, Suoli: Vertisuoli, talvolta mal Suoli: Suoli poco evoluti, con narie dominanti diaspri e radiolariti della Falda organici o argillosi, salini o Forme: Laghi e paludi bonifi- drenati tessiture da medie a sabbiose Forme: Conoidi e terrazzi flu- Forme: Modellamento erosivo Suoli: Suoli a tessiture Toscana contenenti solfuri in profondità cate dell’entroterra viali intermedi, dune antiche intenso; movimenti di massa, sabbioso-fini; ben drenati, Suoli: Suoli argillosi, ben Litologia: Depositi lacustri e Litologia: Depositi tardo- calanchi e biancane spesso calcarei drenati; profondi e acidi sulle palustri pleistocenici terrazzati Litologia: Argille neo- grandi forme carsiche, sottili e Suoli: Suoli mal drenati a Suoli: Suoli evoluti, tessiture quaternarie dominanti pietrosi sui versanti, profondi e tessitura fine o suoli organici varie Suoli: Suoli argillosi poco ricchi di scheletro alla base dei .1 molto umidi evoluti e Vertisuoli versanti 3

Depressioni tettono- carsiche

p. 25 piana livorno-pisa-pontedera

MONTAGNA Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci Collina su terreni neogenici sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd) deformati (CND)

Montagna antica su terreni silicei del basamento (MASb)

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti complessi, intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente lunghi residuali, versanti ripidi con antropizzati Litologia: Depositi miocenici movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda e secondariamente pliocenici, calanchi) Toscana, miste o a dominante con presenza significativa di Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica sabbie, conglomerati e rocce Forme: Forme da siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a coerenti sollevamento antico; versanti Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, Suoli: Dati scarsi convessi, ripidi con crinali bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a arrotondati tessiture sabbioso-fini Litologia: Basamento metamorfico toscano Suoli: Suoli sabbiosi, acidi e poco profondi

Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi Collina su terreni silicei del sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) basamento (CSB) Montagna ignea (MOI) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti convessi, Forme: Espansioni intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e ripidi, valli non aggradate o piroclastiche, colate laviche, residuali, versanti ripidi con aggradati sospese batoliti esumati movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni Litologia: Basamento Litologia: Rocce ignee in situ calanchi) arenacee della Falda Toscana, metamorfico toscano Suoli: Andosuoli profondi, Litologia: Alternanze di depo- dominanti Suoli: Suoli acidi a fertilità suoli sottili su rocce ignee dure siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite limitata, spesso poco profondi Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli profondi, sabbiosi, acidi

Affioramenti di rocce Ofiolitiche link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici p. 26 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Dinamiche di trasformazione colture seminative con la pastorizia ha portato effetti positi- a rischio elevato di esondazioni, anche a breve tempo di Le aree di pianura dell’ambito sono un risultato della coevo- vi dal punto di vista idrogeologico. La tendenza alla riforma ritorno per certi insediamenti recenti; gli insediamenti più luzione dei sistemi alluvionali e dell’azione dell’uomo. Come meccanica dei versanti si è in massima parte esaurita, ma vecchi sono meglio situati o protetti da estese arginature tali, sono strutturalmente in perenne ricerca dell’equilibrio. non si possono escludere nuove intenzioni di intervento, in ma, data la dinamica della pianura, resta la sensibilità agli Le aree di Pianura pensile sono interessate da una pressio- relazione alla dinamica dei prezzi agricoli; quest’ultima po- eventi a lungo tempo di ritorno. ne insediativa concentrata, mentre le aree di Pianura bonifi- trebbe provocare un movimento di nuova espansione dei I suoli con tessiture insolitamente fini sono suscettibili alla cata per diversione e colmata, il Margine inferiore delle aree seminativi, da sorvegliare per le possibili conseguenze idro- degradazione superficiale; la falda ne riceve un’alimentazio- costiere, la Costa alta e i Fondovalle sono interessati da una geologiche. ne ridotta ma una maggiore protezione, peraltro a scapito pressione insediativa diffusa, che si traduce in un consumo di un possibile trasferimento di inquinanti alle acque super- di suolo complessivo piuttosto elevato in proporzione agli Valori ficiali, drenate dai sistemi di bonifica verso le aree più basse effetti percettivi. L’area presenta notevoli valori geomorfologici e paesaggisti- e più umide. Le superfici del sistema del Margine, tradizionalmente utiliz- ci. Gran parte del territorio è tutelata da aree naturali pro- Questo ambito ha risorse idriche piuttosto limitate. È quin- Zone umide nel Parco di Migliarino - San Rossore (Foto B. Baldi) zate in modo estensivo e poco insediate, sono interessate tette di livello nazionale e locale che comprendono ambienti di critica la tendenza ad impermeabilizzare aree di ricarica dalla pressione insediativa intorno a Livorno e Rosignano, diversi, dai rilievi montani alle paludi costiere. Le isole sono delle falde, come la Pianura pensile e il Margine. L’applica- mentre altrove sono coinvolte in un intenso movimento di comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. zione di metodi di valutazione della vulnerabilità intrinseca impianto di vigneti specializzati, significativo dal punto di I rilievi calcarei da Vecchiano a Uliveto Terme, ed i gessi delle falde acquifere mette in evidenza aree a pericolosità vista idrogeologico. miocenici della piccola area carsica di La Querce presen- da media ad elevata in presenza di litologie permeabili e Nei sistemi della Collina dei bacini neo-quaternari, esistono tano forme carsiche epigee ed ipogee di notevole valore bassa soggiacenza. In alcune aree costiere si registra una significative superfici a calanchi e forme erosive correlate. naturalistico, geologico e archeo-preistorico. L’area carsica tendenza all’ingressione salina, che condiziona la disponibi- Le superfici oggi osservabili sono il risultato di una storia costituisce la zona di ricarica di un importante acquifero, lità di risorse idriche. evolutiva che parte dalla prima colonizzazione agricola, che alimentante pozzi captati a scopi idropotabili e sorgenti di Le vaste aree di Bacini di esondazione e Depressioni re- ha innescato le dinamiche di erosione accelerata in epoche buona portata, anche con caratteristiche di termalità. I fe- trodunali, oggetto di bonifica idraulica, sono dipendenti dal storiche anche recenti, e attraversa un periodo contem- nomeni geotermali sono diffusi principalmente nelle aree di mantenimento dei sistemi idraulici, ma non soggette alla poraneo di intenso “recupero” delle forme erosive, basato San Giuliano, Uliveto e Casciana Terme. forte pressione insediativa che esiste in altri ambiti. I suoli sull’uso di mezzi pesanti nella riforma meccanica dei versan- Sui rilievi della Montagna antica sui terreni silicei del ba- sono spesso altamente vulnerabili, ed esiste un rischio de- “Sassaie” nei pressi di Agnano (Foto B. Baldi) ti. Negli ultimi decenni, una tendenza alla sostituzione delle samento, nei Monti Pisani, sono presenti colate detritiche, gradazione anche a situazione invariata. Questo rischio è dette “Sassaie”, visibili a grande distanza. Si tratta di colate di origine periglaciale (block stream), tipiche di queste for- mazioni geologiche ma uniche in Toscana. Sui rilievi dei Monti Livornesi si ritrovano frequenti affiora- menti di rocce ofiolitiche e vulcaniche: il toponimo Gabbro ha dato il nome ad un tipo di roccia magmatica intrusiva. Siti di interesse paleontologico e mineralogico, anche di ele- vato valore scientifico, sono ubicati lungo i rilievi montuosi, collinari e lungo i versanti dei depositi plio-quaternari. Nelle isole la presenza di forme rilevanti (guglie, grotte e falesie e altre forme modellate dal vento e dal mare) in aree incontaminate rappresenta un valore specifico. A Capraia, la

presenza di depositi di scorie e di rocce di origine vulcanica Effetti dell’attività estrattiva a (Foto B. Baldi) creano contrasti paesaggistici di particolare suggestione (ad Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri es. Punta dello Zenobito e Cala Rossa).

Criticità Le maggiori criticità dell’ambito si esprimono nelle aree di pianura e costiere. Le pianure dell’Arno, del Serchio e dell’Era sono naturalmente esondabili; la loro condizione at- tuale è il risultato di un prolungato sforzo di adattamento .1 alle esigenze dell’uomo, sforzo che non può mai essere dato 3 per compiuto. Esempio classico, la storia degli argini di Pisa, innalzati nel XIX secolo e poi di nuovo abbassati in quanto trovati incompatibili con la vita urbana. La Pianura pensile dell’Arno e del Serchio è da considerare Isola di Capraia: Cala Rossa e Punta dello Zenobito (Foto jeffwarder - Licenza CC BY - SA) Effetti dell’attività estrattiva presso Caprona (Foto B. Baldi) p. 27 piana livorno-pisa-pontedera Sintesi dei valori idro-geo-morfologici Sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Supporto di paesaggi naturali, agrari e insediativi di Consumo di suolo con rischio di impoverimento e Ricarica di acquiferi critici Produzione di deflussi valore inquinamento degli acquiferi

Supporto di paesaggi naturali di valore e Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Alta produttività agricola e ricarica di acquiferi critici Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti assorbimento di deflussi superficiali acquiferi sensibili

Supporto di paesaggi naturali di grande valore e di Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Alta produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Rischio di impoverimento e contaminazione di paesaggi storici della bonifica assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Supporto di paesaggi naturali di valore; Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore assorbimento dei deflussi superficiali suolo acquiferi sensibili e rischio di erosione del suolo Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Supporto di paesaggi naturali di valore Elevato consumo di suolo Rischio di erosione del suolo ricarica di acquiferi critici

Supporto di paesaggi naturali di valore; ricarica di Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di Aree bonificate soggette a rischio di esondazione e acquiferi critici esondazione ad importazione di inquinanti dal bacino

Elevato consumo di suolo su ambienti di alto valore Aree umide soggette ad importazione di inquinanti ecologico e critici per i sistemi costieri dal bacino e a fenomeni di subsidenza

Rischio strutturale di esondazione, consumo di suolo con rischio di impoverimento e inquinamento degli Versanti instabili acquiferi

Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di p. 28 esondazione da eventi rari piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera di aree di pascolo controllato lungo gli allineamenti originali degli impluvi, debbono essere considerate. Le forme erosive residue sono da considerare come parte del patrimonio pa- esaggistico e da conservare, anche per non aggravare ulte- riormente i problemi di equilibrio idrogeologico. Le aree re- sidue di calanchi e simili dovrebbero quindi vedere il rispetto delle dinamiche naturali, anche attraverso la creazione di fasce tampone accessibili solo ad attività a basso impatto quale il pascolo. Fondamentale l’interdizione di ogni attività di discarica, liquida o solida, e di interventi infrastrutturali ed edilizi; eventuali interventi sulla forma dei versanti do- vrebbero essere considerati come movimenti terra, e non ammessi a sostegno finanziario. Gli affioramenti di ofioliti sono un elemento tipico del pa- esaggio, da tutelare anche in considerazione dello scarso valore per ogni altro uso; la tutela deve comprendere la pre- venzione del dissesto idrogeologico, secondo le indicazioni generali per il sistema della Collina a versanti ripidi sulle Unità Liguri. Fa eccezione un eventuale uso insediativo, allo scopo di alleviare la pressione su aree critiche limitrofe, del- la Collina dei bacini neo-quaternari e del Margine.

Impianti eolici sui crinali della Val di Luce (Foto L. Cadrezzati) dovuto alla subsidenza e al rischio di ulteriori abbassamenti Indirizzi per le politiche falda, fino a scoprire i livelli a solfuri presenti nei suoli con I problemi della sicurezza idraulica degli insediamenti di pia- conseguenti rischi di eventi di acidificazione catastrofica, -di nura, dell’equilibrio delle falde acquifere e della stabilità dei struttivi per le faune acquatiche e tali da rendere inutilizza- sistemi bonificati e retrodunali richiedono una progettazione bili vaste aree di suoli e acque superficiali. integrata. Si hanno infatti eccessi di acqua in alcune aree e L’erosione marina è presente in alcuni tratti di costa sia bas- serie carenze in altre; nuovi equilibri sono necessari per la sa che alta, anche nel settore insulare. sostenibilità. Il problema del sovralluvionamento degli alvei La tendenza all’espansione del vigneto specializzato sulle dell’Arno e del Serchio deve essere affrontato. aree di margine potrebbe creare problemi per la protezione È necessario curare un’adeguata ricarica delle falde acquife- delle falde acquifere, dato lo scarso potere tampone dei re, prevenendo sia eccessive impermeabilizzazioni di suolo suoli. nella Pianura pensile, nel Margine e nelle zone di Margine Le aree collinari sono soggette alle criticità tipiche dei re- inferiore e a ovest di Pisa e lungo la costa, sia i rischi di Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri lativi sistemi morfogenetici, non particolarmente aggravate inquinamento legati alle utilizzazioni agricole intensive, in dalla scarsa densità insediativa ed agraria. In particolare, si particolare i vigneti. rileva la presenza di significative superfici a calanchi e forme I suoli dei sistemi della Collina dei bacini neo-quaternari erosive correlate. Nei settori collinari, del margine, nei fon- sono soggetti a serio rischio di erosione, secondo le criticità dovalle e nella pianura pensile sono presenti siti estrattivi, in descritte nella legenda regionale dei sistemi morfogenetici. gran parte dismessi, che compromettono, se non recuperati, Per conservare la risorsa suolo e ridurre l’afflusso di carico la continuità geomorfologica del territorio ed i suoi aspetti solido all’Arno, la gestione agricola deve essere indirizzata estetico – percettivi. Alcune cave, tuttavia, sono annoverate verso metodi come la riduzione dell’estensione delle unità 3.1 nell’elenco di siti estrattivi storici di materiali ornamentali, colturali, un’infrastrutturazione agraria compatibile con il utilizzati all’occorrenza nel restauro di beni architettonici e paesaggio e l’adozione di cicli produttivi ad elevata coper- culturali. Nel caso di cave in pianura, a contatto con la falda tura del suolo. acquifera, le criticità coinvolgono anche la potenziale degra- I calanchi bonificati non possono essere dati per stabili sen- dazione della medesima per inquinamento. za manutenzione, e soluzioni preventive, come l’istituzione p. 29 piana livorno-pisa-pontedera Descrizione strutturale particolare riferimento alla costa tra Calambrone e Marina 3.2 I caratteri ecosistemici Ambito estremamente eterogeneo comprendente paesaggi di Pisa, a quella tra Livorno e Antignano, al tratto tra Quer- del paesaggio ed ecosistemi assai diversificati, dalla costa livornese e pi- cianella e Rosignano Solvay (anche con la presenza di rile- sana ad alcune isole dell’Arcipelago Toscano, dalle pianure vanti attività industriali) e, infine, a quella tra Rosignano S. e interne e costiere ai sistemi collinari e montani. Mazzanta. Nella fascia costiera sabbiosa rilevanti sono stati La pianura alluvionale del basso valdarno costituisce l’ele- i fenomeni di erosione, in parte contrastati dalle opere di mento caratterizzante la porzione settentrionale dell’ambi- difesa a mare e dagli interventi di ripascimento. to, con agricoltura intensiva, elevata urbanizzazione con- Le colline della Valle del Torrente Fine e della Valdera sono centrata e diffusa, presenza di aree umide relittuali e un state in parte interessate dallo sviluppo di una agricoltura ricco reticolo idrografico principale (Fiumi Arno e Serchio) e intensiva, a dominanza di seminativi, a costituire un pa- secondario. Tale pianura si completa verso ovest con l’im- esaggio agricolo omogeneo e con scarse dotazioni ecolo- portante sistema costiero sabbioso del Parco Regionale di giche. Rapidi processi di abbandono degli ambienti agro- criteri metodologici (LINK) Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli. La fascia costiera silvo-pastorali hanno invece interessato l’alta collina e la comprende sia le coste sabbiose tra Livorno e Marina di montagna, con particolare riferimento ai Monti Livornesi, al Torre del Lago e tra Castiglioncello e Cecina, che la costa Monte Pisano e all’alta valle dell’Era e agli ambienti insulari rocciosa tra Livorno e Castiglioncello, a cui si aggiungono gli (rilevante è l’abbandono del sistema di terrazzamenti pre- ambienti insulari delle Isole di Capraia e Gorgona. Un siste- senti all’interno della ex colonia penale all’Isola di Capraia). ma costiero di elevata importanza naturalistica e paesaggi- In controtendenza risulta la riapertura, mediante l’interven- stica interessato dalla presenza di numerose Aree protette to dell’Ente Parco, dell’unico specchio d’acqua semi-perma- e Siti Natura 2000. mente dell’Arcipelago Toscano, “Lo Stagnone” di Capraia, A sud del Fiume Arno il sistema collinare si sviluppa attra- soggetto ad un rapido e progressivo interrimento causato verso i rilievi delle Colline Livornesi, caratterizzati da una do- dalla propagazione di specie vegetali alloctone che ne mi- minante matrice forestale (pinete, macchie costiere, boschi nacciavano la totale scomparsa. di latifoglie), e delle colline tra la valle del Fine e il bacino del In ambito forestale le dinamiche più importanti sono legate Bosco planiziale costiero a dominanza di farnia Quercus robur nella Riser- Castagneti, rimboschimenti di conifere e lande di degradazione fiume Era, a comprendere un vasto territorio caratterizzato all’azione degli incendi estivi (con particolare riferimento al va del Paduletto (Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuc- da incendi nei versanti meridionali del Monte Pisano coli), nodo primario della rete ecologica forestale (foto L. Lombardi, archivio NEMO) da mosaici agro-silvo-pastorali in gran parte originati dal M.te Pisano, alle Colline delle Cerbaie e ai Monti Livornesi), (foto L. Lombardi, archivio NEMO) paesaggio storico della mezzadria. La porzione settentrionale dell’ambito è caratterizzata dalla presenza dominante del rilievo del Monte Pisano, con mo- saici di agroecosistemi, macchie e garighe di degradazione, boschi di conifere e un articolato reticolo idrografico minore a costituire un unicum di particolare interesse naturalistico, riconosciuto dalla presenza di uno sviluppato sistema di AN- PIL e di Siti Natura 2000.

Dinamiche di trasformazione Boschi palustri di Tanali, nella pianura dell’ex lago di Bientina (ANPIL Le dinamiche di trasformazione più significative sono re- Bosco di Tanali), a dominanza di ontano nero Alnus glutinosa e frassino lative ai processi di artificializzazione e di urbanizzazione ossifilloFraxinus oxycarpa. Relittuale testimonianza degli originari boschi planiziali delle pianure interne (foto M. Giunti, archivio NEMO) delle pianure alluvionali, con particolare riferimento al basso Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri valdarno, agli assi infrastrutturali Pisa-Pontedera e Livorno- Pontedera ed alla zona dell’Interporto di Guasticce. Tali aree presentano un elevato grado di urbanizzazione, con edifi- cato residenziale, commerciale e industriale, concentrato o diffuso, una elevata densità delle infrastrutture lineari di trasporto ed energetiche e una matrice agricola intensiva. La presenza di densi corridoi infrastrutturali ha costituito un elemento attrattivo per nuovi processi di urbanizzazione e di consumo di suolo, con particolare riferimento alla SS Aurelia, all’autostrada A12, alla ferrovia PI-LI lungo il Canale dei Navicelli. A tali dinamiche si associano paralleli fenomeni di urba- Mosaici di boschi di sclerofille (leccete), macchie e garighe su ofioliti nei Agroecosistemi della pianura alluvionale, tra Pisa e il Lago di Massaciuccoli, e oliveti sulle colline calcaree di Vecchiano nizzazione ed elevato carico turistico in aree costiere, con p. 30 versanti marini dei Monti Livornesi (foto L. Lombardi, archivio NEMO) (foto L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera boschi planiziali e palustri e dalle importanti pinete costiere te agli elementi di matrice agroecosistemica collinare e di a pino domestico e marittimo. Il valore ecologico di questa pianura della rete ecologica. area è estremamente rilevante, essendo una delle zone fo- Gran parte delle aree di margine di tali sistemi agricoli in- restali planiziali più importanti dal punto di vista faunistico e tensivi, o comunque omogenei, al confine con le matrici floristico a scala regionale. forestali collinari, ospitano agroecosistemi tradizionali, con I boschi planiziali rappresentano una importante emergenza oliveti, colture promiscue, residuali aree di pascolo, più ric- naturalistica dell’ambito, in quanto rappresentano habitat chi di dotazioni ecologiche ed attribuiti ai nodi della rete sempre più rari e vulnerabili a livello regionale e nazionale. ecologica. Tale elemento viene completato dai nodi della Tali formazioni, caratterizzate da farnia, ontano nero e fras- rete degli agroecosistemi situati in ambito di pianura allu- sino ossifillo, trovano in particolare nelle lame di San Rosso- vionale, con particolare riferimento alle bonifiche di Coltano, re, del Tombolo e di Migliarino alcuni dei migliori esempi di di Cascina e Bientina. Si tratta di zone agricole di pianura di boschi planiziali della Toscana (già fitocenosi Boschi plani- elevato valore naturalistico, benché coltivate intensivamen- Pascoli bovini nelle matrici agricole di pianura all’interno della Tenuta di ziali di farnia di San Rossore del Repertorio Naturalistico To- te, perché periodicamente soggette a sommersione idrica San Rossore (Foto L. Lombardi, archivio NEMO) scano). Relittuali boschi palustri sono presenti anche nella oppure arricchite da un reticolo idrografico minore e da pianura di Bientina, all’interno dell’ANPIL Bosco di Tanali, e specchi d’acqua artificiali, con importanti presenze avifau- nelle anse del Lago di Santa Luce, all’interno della omonima nistiche e relittuale flora igrofila. A Capraia il processo ine- Riserva Naturale. sorabile di colonizzazione arbustiva dei terreni abbandonati, Altri importanti nodi forestali si localizzano nei versanti del sia all’interno della ex colonia penale che nelle aree poste M.te Pisano (nodo primario con castagneti e pinete), nei attorno al Paese, ha portato ormai alla quasi totale scom- versanti settentrionali dei Monti Livornesi e nelle colline ad parsa del paesaggio agricolo dall’isola. Alla Gorgona, unico est di Palaia (nodi secondari), questi ultimi in gran parte caso tra le isole minori dell’Arcipelago, sopravvivono ancora costituiti da boschi mesofili di cerro di buona maturità e aree agricole e pascolate gestite e mantenute nelle forme idoneità attribuibili al target regionale dei boschi di latifoglie tradizionali, grazie alla presenza della colonia penale.

Pinete a pino marittimo Pinus pinaster su dune fisse nell’ambito della mesofile. I nodi della rete ecologica e gli agroecosistemi frammentati Paesaggio agricolo della pianura livornese tra Guasticce e il Canale Scol- Macchia di Migliarino (Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Mas- Le restanti superfici forestali sono costituite da boschi ter- attivi, presenti soprattutto in ambito alto collinare e mon- matore, con elevata densità del reticolo idrografico. Limite meridionale saciuccoli), nodo secondario della rete ecologica forestale del vasto nodo degli agroecosistemi nella pianura tra Pisa e Livorno (foto L. Lombardi, archivio NEMO) mofili di latifoglie e/o sclerofille quale matrice dominante del tano (alta Valle del T. Sterza, Colline delle Cerbaie, ecc.), (foto L. Lombardi, archivio NEMO) paesaggio forestale collinare, con particolare riferimento ai costituiscono gran parte delle aree agricole ad alto valore all’azione frammentante dell’agricoltura intensiva collinare Monti Livornesi, ai rilievi collinari di Santa Luce e della Val naturale (HNVF) quali importanti target di conservazione (Valdera e valle del T. Fine), alla diffusione del bosco nelle d’Era, con leccete, boschi di roverella e/o cerro, rimboschi- della Strategia regionale per la biodiversità. aree alto collinari e montane per abbandono degli agroeco- menti di conifere, e interessanti nuclei di rovere (Val d’Era), Completano gli elementi della rete ecologica gli agroecosi- sistemi, alla diffusione di fitopatologie (soprattutto a carico in gran parte attribuibili al target regionale delle Foreste stemi frammentati in abbandono, prevalentemente presenti delle pinete) e ai fenomeni di erosione costiera con interes- e macchie alte a dominanza di sclerofille sempreverdi, e nei versanti interni dei Monti Livornese e del Monte Pisa- samento diretto delle storiche pinete di impianto su dune latifoglie termofile. Boschi di sclerofille (leccete) e macchie no, e gli agroecosistemi intensivi (ad esempio nella pianura fisse (ad es. ai Tomboli di Cecina). mediterranee caratterizzano rispettivamente le isole di Gor- presso ). Particolarmente significativa è la diffusione di attività estrat- gona e di Capraia. tive nelle colline calcaree di Vecchiano, lungo i bassi ver- Parte di tali boschi di latifoglie risultano assai frammentati Ecosistemi palustri e fluviali santi del Monte Pisano, nella Valle del T. Sterza e nei Monti nel paesaggio agricolo collinare o di pianura svolgendo fun- Il reticolo idrografico, la vegetazione ripariale, le aree umi- Livornesi, così come lo sviluppo di un importante settore zioni di nuclei di connessione o di elementi forestali isolati de e gli ecosistemi palustri costituiscono elementi di una Mosaico di oliveti, ex prati pascolo, vigneti e nuclei boscati nei versanti nell’ambito della rete ecologica. complessiva rete ecologica di elevato valore naturalistico e dei Poggetti di Rosignano M.mo. Nodo degli agroecosistemi interno al legato al trattamento dei rifiuti, particolarmente concentra- Parco Provinciale dei Monti Livornesi (foto L. Lombardi, archivio NEMO) to nelle colline argillose. Tra le formazioni forestali di conifere sono da segnalare, funzionale e due importanti target della Strategia regionale Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri oltre alle storiche pinete costiere delle Tenute pisane, an- per la biodiversità. Valori che le pinete del Monte Pisano, con l’importante stazione Il vasto sistema di pianure alluvionali del Fiume Arno e dei Ecosistemi forestali di pino laricio autoctono (già ANPIL Stazione relitta di pino principali affluenti caratterizza fortemente il presente am- Il territorio dell’ambito presenta estese aree forestali preva- laricio sul Monte Pisano), e le pinete a pino d’Aleppo Pinus bito. In tale contesto sono presenti importanti aree umide lentemente localizzate nella fascia costiera e nei rilievi colli- halepensis di Calafuria, con formazioni ritenute in parte au- con particolare riferimento al territorio interno al Parco re- nari e montani interni. toctone. gionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, ove si Le foreste costiere delle Tenute interne al Parco di Migliari- localizzano lame umide interdunali o costiere (di estremo .2 no, San Rossore e Massaciuccoli ospitano i boschi di mag- Ecosistemi agropastorali valore le Lame di San Rossore), le aree umide del Paduletto 3 giore valore naturalistico dell’ambito rappresentando un Il fondovalle e le colline argillose della Valle del T. Fine e e del Palazzetto lungo il corso del Fiume Morto Vecchio (con della Valdera presentano un paesaggio agricolo omogeneo, importanti habitat e specie vegetali igrofile qualiHypericum vasto nodo primario (Tenute di Migliarino e San Rossore) Boschi ripariali e palustri a dominanza di ontani, frassino ossifillo e farnie, e secondario (Tenuta del Tombolo) della rete ecologica e prevalentemente costituito da seminativi, con scarsa pre- elodes) e numerose altre in gran parte tutelate dalle riser- in mosaico con canneti e vegetazione erbacea palustre, lungo le sponde senza di dotazioni ecologiche, ed attribuito prevalentemen- ve del Parco regionale (Fiumaccio, Ugnone, Cornacchiaia, del Fiume Morto Vecchio, nella Riserva Il Paduletto del Parco regionale di risultando in gran parte costituite dal target regionale dei Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 piana livorno-pisa-pontedera Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Habitat palustri dulcacquicoli e salmastri lungo il Fosso della Pineta, pres- so Mazzanta, nell’ambito della Riserva Statale Tomboli di Cecina (Foto L. Lombardi, archivio NEMO)

ecc.). SIR/SIC, e l’area umida dello Stagnone dell’Isola di Capraia stemi dunali integri o parzialmente alterati, questo risulta Ecosistemi arbustivi e macchie La restante pianura alluvionale a sud del Fiume Arno pre- completano il quadro delle principali aree umide di interesse presente in particolare lungo la costa di Migliarino e in parte A livello di rete ecologica gli arbusteti di ricolonizzazione senta un paesaggio agricolo irriguo caratterizzato da un conservazionistico dell’ambito. Per lo stagnone di Capraia di quella di San Rossore (con la porzione meridionale inte- su ex coltivi e pascoli e le macchie di degradazione della denso reticolo idrografico, da numerosi piccoli laghetti ar- è da segnalare l’importante fitocenosi delle Formazioni di ressata da intensi processi di erosione costiera), ove sono vegetazione sempreverde, risultano interne rispettivamente tificiali, da ex cave (ad es. Lago Braccini, Lago di Ponsacco, idrofite radicanti con Ranunculus baudotii (unica stazione presenti importanti sistemi di anteduna, duna mobile e duna alla rete degli ecosistemi agropastorali, per evidenziare le Laghi di Campo, ecc.), da aree allagate stagionalmente e da della specie in Toscana). fissa con la caratteristica sequenza di habitat psammofili e dinamiche in atto di abbandono, e della rete forestale, per aree umide relitte (ad esempio SIR/SIC/ZPS Padule Suese Il target degli ambienti fluviali comprende il basso corso e le relative specie vegetali e animali (ad es. Solidago litoralis, evidenziare stadi di degradazione post incendio. e Biscottino, la Riserva Naturale Provinciale Oasi della Con- foci dei fiumi Arno e Serchio, gran parte del corso del Fiume specie vegetale endemica della costa Toscana settentriona- Complessivamente tali elementi della rete ecologica sono tessa) a rappresentare un complesso sistema di interesse Era e dei suoi affluenti principali (Torrenti Sterza, Roglio, le). Relittuali elementi dunali sono presenti anche in tratti attribuibili al target regionale delle Macchie basse, stadi di naturalistico. ecc.) e del Torrente Fine, e un reticolo idrografico minore della costa di Calambrone e nei dintorni di Vada, anche se degradazione arbustiva, garighe e prati xerici e temporanei. Verso nord il sistema trova continuità ecosistemica con la di pianura e di collina di particolare interesse (ad esempio caratterizzata soprattutto dall’elemento delle coste sabbiose Nel contesto del presente ambito tali elementi assumono pianura dell’ex lago del Bientina, con importanti aree umide interno al sistema dei Monti Livornesi). prive di sistemi dunali. un rilevante valore naturalistico soprattutto con riferimento riconosciute dalla istituzione dell’ANPIL Bosco di Tanali e del Pur in presenza di forti pressioni antropiche, gli ambienti Gli ambienti costieri rocciosi caratterizzano fortemente il alle lande e brughiere acidofile dei versanti meridionali del SIR/SIC Ex alveo del Lago di Bientina, oltre alla presenza, fluviali ospitano ancora ecosistemi di interesse naturalistico, tratto centrale della costa dell’ambito, sviluppandosi tra An- Monte Pisano (uliceti ed ericeti) quali formazioni vegetali, più a sud. di ex cave allagate (Laghi di Calcinaia). con tratti relittuali di vegetazione ripariale, particolarmente tignano e Castiglioncello, con un sistema di coste roccio- favorite dall’azione degli incendi, classificabili come habi- Il Lago di Santa Luce, già Riserva Naturale Provinciale e presenti lungo il medio e alto corso del Fiume Era e dei suoi se, falesie, piccole calette, in parte alterato dallo sviluppo tat di interesse comunitario e caratterizzati da un elevato affluenti (ad es. con importanti habitat ripariali su terraz- urbanistico e infrastrutturale costiero, ma caratterizzandosi interesse avifaunistico. Particolare valore conservazionistico zi alluvionali ghiaiosi del T. Sterza), lungo i torrenti Fine e comunque da elevati valori naturalistici, con presenza di ha- assumono le macchie costiere tra Calafuria e Castiglioncel- Chioma (di particolare interesse nell’attraversamento degli bitat e specie vegetali e animali di interesse conservazionisti- lo, e i mosaici di macchie, garighe e prati aridi delle isole di ambienti rocciosi ofiolitici) e nei tratti fluviali e di foce interni co. Il tratto continentale di maggiore interesse naturalistico, Gorgona e Capraia, caratterizzate dalla elevata presenza di al Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli. In tale in loc. Calafuria, risulta interno alla omonima Riserva Statale habitat e specie vegetali ed animali di interesse comunitario Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri contesto risultano di elevato interesse le formazioni arboree e SIR Calafuria. Le coste rocciose delle isole di Gorgona e e/o regionale (ad es. tra gli uccelli magnanina sarda e ster- ripariali e planiziali presenti lungo le sponde di Fiumi Morto Capraia, all’interno del Parco Nazionale Arcipelago Toscano pazzola di sardegna). I mosaici di macchie e garighe delle Vecchio e Nuovo. L’Isola di Capraia ospita, lungo il corso e dalla locale Rete Natura 2000, costituiscono le eccellenze isole ospitano prati temporanei mediterranei il cui interesse torrentizio del Vado del Porto, l’unica stazione di oleandreti del target, con la presenza di coste ad elevata naturalità è segnalato dalla presenza a Capraia della fitocenosi dei ripariali presenti in Toscana, già inserita tra le fitocenosi del e valore naturalistico, con numerosi habitat e specie rare, Pratelli vernali oligotrofici con Romulea insularis e Isoetes Repertorio naturalistico toscano. vulnerabili ed endemiche, oltre ad importanti colonie di uc- duriei a nord del M. Pontica. celli marini (in particolare gabbiano corso, berta minore e Ecosistemi costieri marangone dal ciuffo). L’elevata importanza naturalistica di Ecosistemi rupestri e calanchivi La rete ecologica delle coste è presente nell’ambito con gli Capraia e delle sue coste rocciose è testimoniata anche dal- Presenza sporadica nel territorio dell’ambito, gli ecosistemi ecosistemi delle coste sabbiose e rocciose, in gran parte la presenza di due fitocenosi delle piattaforme e delle fale- rupestri caratterizzano esclusivamente i rilievi calcarei del attribuibili ai due target costieri della strategia regionale per sie costiere: i Fruticeti a Helichrysum litoreum e Thymelaea Monte San Giuliano, i versanti meridionali del M.te Pisano, Caratteristico paesaggio agricolo dei versanti meridionali del Monte la biodiversità. hirsuta di Cala Rossa e i Popolamenti casmofili costieri con alcuni rilievi ofiolitici dei Monti Livornesi e i versanti granitici Pisano attorno a Montemagno, con oliveti e terrazzamenti. Nodo della p. 32 rete ecologica degli agroecosistemi (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Relativamente all’elemento delle coste sabbiose con ecosi- Silene tyrrhenia, Galium caprarium e Linaria capraria. interni dell’Isola di Capraia. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera I versanti del Monte San Giuliano e le colline calcaree di Vec- Capraia, da specie endemiche o di interesse fitogeografico, to al basso Valdarno, agli assi Pisa-Pontedera e Livorno- chiano ospitano interessanti formazioni rupestri, ex fronti da nonché dalla presenza di colonie di uccelli marini e impor- Pontedera e alla zona di Guasticce. Tali aree presentano un cava abbandonati, praterie rade su litosuoli e garighe, ricche tanti aree di sosta per uccelli migratori. elevato grado di urbanizzazione, con edificato residenziale, di specie vegetali e animali di interesse conservazionistico e In ambito costiero emerge il complessivo sistema dei Monti commerciale e industriale, concentrato o diffuso, elevata habitat di interesse comunitario, in parte inserite nell’ANPIL Livornesi, con un lungo tratto di costa rocciosa di elevato in- densità delle infrastrutture lineari di trasporto ed energeti- Monte Castellare. Più a est vaste aree detritiche (Sassaie) teresse naturalistico tra Calafuria e Castiglioncello (in parte che e presenza di agricoltura intensiva. di origine pleriglaciale interessano i versanti meridionali del Riserva Statale e SIR Calafuria) e con i caratteristici rilievi La presenza di densi corridoi infrastrutturali costituisce un M.te Pisano, all’interno dell’ANPIL Serra Bassa. ofiolitici con vegetazione e flora serpentinicola endemica del elemento attrattivo per nuovi processi di urbanizzazione e Per tali ecosistemi di elevato interesse risultano i Monti Li- Monte Pelato (SIR Monte Pelato), dei rilievi del M.te Mag- consumo di suolo, particolarmente significativi se realizzati vornesi, ove sono presenti caratteristici affioramenti ofioliti- giore e Poggio Ginepraia e alta Valle del Chioma (in gran nell’ambito di aree di interesse naturalistico (ad es. lungo il ci, habitat ideale per associazioni vegetali di serpentinofite parte interni al Parco provinciale e al sistema di ANPIL dei Canale dei Navicelli nell’ambito del Parco regionale Migliari- in grado di ospitare specie vegetali endemiche e/o rare quali Monti Livornesi). no San Rossore e Massaciuccoli). Rilevante risulta l’effetto ad esempio gli endemismi toscani Euphorbia nicaeensis ssp. Ai confini settentrionali dell’ambito emerge il complesso del barriera legato ad assi stradali quali la SP n.3, in attraver- prostrata e Thymus acicularis var. ophioliticus (località M.te Monte Pisano, già Sito Natura 2000, con importanti habi- samento della pianura di Bientina, le strade SS n.67bis e SR Pelato, Gabbro, Poggio Ginepraia). Quest’ultime aree risul- tat forestali (nodo primario della rete ecologica forestale) e n.206, in attraversamento della pianura tra Pontedera e Col-

Area umida dulcacquicola del Paduletto, con canneti, specchi d’acqua tano interne al Parco Provinciale dei Monti Livornesi e al lande, impluvi con habitat torrentizi, caratteristici ambienti tano, e degli assi autostradali A11 e A 12 nella zona a nord semipermanenti e boschi igrofili, nel Parco regionale di Migliarino, San SIR/SIC del Monte Pelato. rupestri con garighe e prati aridi e un importante sistema di Pisa (con effetto barriera tra il Monte Pisano e le colline Rossore e Massaciuccoli (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Gli ambienti rupestri interni di Capraia presentano una ele- ipogeo di grotte e cavità carsiche. Un vasto sistema in gran vata ricchezza di habitat e specie di interesse conservazio- parte interno ad una articolata rete di aree protette locali nistico oltre alla fitocenosi delle Rupi stillicidiose a Mentha (ANPIL). requienii e Cymbalaria aequitriloba delle parti alte del Vado Le vaste pianure alluvionali ospitano importanti emergen- del Fondo. ze naturalistiche puntuali o areali, con relittuali aree umide Gli ambienti rupestri e i relativi complessi carsici ipogei sono in gran parte interne al sistema delle aree protette, qua- associabili ai target regionali degli Ambienti rocciosi monta- li l’ANPIL “Bosco di Tanali”, la Riserva Provinciale “Oasi di ni e collinari e agli Ambienti ipogei, grotte e cavità artificiali, Contessa”, i Siti Natura 2000 “Ex alveo del Lago di Bientina” quest’ultimo target particolarmente significativo nell’area e “Padule di Suese e Biscottino” e le aree umide interne al del Monte Pisano e M.te Castellare, ma associato anche ai Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli siti estrattivi e alle miniere abbandonate dei Monti Livornesi (Chiuso del Lago, Bozzone, Fiumaccio, Ugnone, Paduletto, e agli estesi sistemi delle falde sotterranee e degli acquiferi Palazzetto e Lame di Fuori). Nel territorio del Parco Regio- delle pianure alluvionali e costiere. nale risulta di elevato interesse anche l’area agricola della Presso Toiano, nell’alta Valle del Torrente Roglio, significati- Pianura di Coltano, già nodo degli agroecosistemi. va risulta la presenza di residuali ecosistemi calanchivi im- Completano il quadro delle zone di interesse l’area del Lago Stagnone dell’Isola di Capraia (recentemente interessato da un progetto mersi nella matrice agricola collinare. di Santa Luce, già Riserva provinciale, con habitat palustri Isola di Pianosa (Arcipelago Toscano): habitat di interesse comunitario dei di riqualificazione) con fioritura diRanunculus peltatus ssp. baudotii, uni- e ripariali, e i rilievi collinari delle Cerbaie, con interessante ginepreti costieri a ginepro fenicio Juniperus phoenicea e coste rocciose co specchio d’acqua naturale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di elevata importanza come sito di nidificazione per importanti colonie di (foto M. Giunti, archivio NEMO) Aree di valore conservazionistico presenza di lande acidofile e vallini con boschi planiziali. uccelli marini (foto P. Sposimo, archivio NEMO) Gli ecosistemi costieri (coste sabbiose e rocciose), i mosaici La rete delle aree di eccellenza naturalistica, individuata di ecosistemi insulari (Capraia e Gorgona), i boschi plani- sulla base della concentrazione delle segnalazioni cono- ziali, le aree umide e gli habitat rocciosi calcarei e ofiolitici sciute di specie e habitat di interesse conservazionistico, costituiscono le principali emergenze naturalistiche dell’am- individua inoltre elementi aggiuntivi al sistema delle aree bito. protette nella Valle dell’Era, per la presenza di ecosistemi Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Tra le aree di maggiore valore conservazionistico risultano fluviali di alto corso (ad esempio torrente Sterza) e agroe- particolarmente significative l’area costiera pisana, compre- cosistemi di particolare interesse conservazionistico, nelle sa nel Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massa- colline calcaree di Vecchiano (habitat rupestri e mosaici di ciuccoli e nel Sito Natura 2000 “Selva Pisana”, e le isole di praterie e garighe calcaree) e nei boschi maturi di latifoglie Gorgona e Capraia, comprese nel Parco nazionale dell’Ar- (in prevalenza cerro) della porzione settentrionale dei Monti cipelago Toscano e nei Siti Natura 2000 terrestri e marini. Livornesi (nodo forestale secondario). La prima area è caratterizzata da importanti habitat costieri .2 dunali, pinete su dune fossili, mosaici di boschi planiziali, Criticità 3 aree umide e importanti agroecosistemi di pianura alluvio- Gli elementi di criticità più significativi sono relativi ai pro- nale (area contigua di Coltano); le due isole sono invece cessi di artificializzazione e urbanizzazione delle pianure al- Versanti calcarei del Monte Calvi (in primo piano la Rocca di San Macchie basse e garighe, in mosaico con oliveti abbandonati, caratterizzate da habitat costieri rocciosi, da mosaici di mac- luvionali (con perdita e/o frammentazione di aree umide, Silvestro) con importanti mosaici di habitat rupestri, garighe, prati aridi e nei versanti calcarei dei Monti di Vecchiano chie e garighe, dall’importante presenza dello Stagnone di agroecosistemi, boschi planiziali), con particolare riferimen- macchie e vasti complessi carsici ipogei ed epigei - ANPIL San Silvestro e (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Sito Natura 2000 (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 33 piana livorno-pisa-pontedera Gli ambiti costieri sabbiosi risultano interessati anche da Significativa risulta la presenza di attività estrattive in atto o negativi processi di erosione costiera, con particolare rife- abbandonate a interessare le colline calcaree di Vecchiano, rimento alla Tenuta di San Rossore (con forti impatti anche i bassi versanti del Monte Pisano, la Valle del T. Sterza, i sulle retrostanti aree umide delle Lame) e alla costa di Ce- rilievi di Castellina M.ma ed i Monti Livornesi o la presenza cina. di discariche in ambito collinare argilloso con consumo di La scarsa qualità delle acque e l’alterazione della vegeta- suolo agricolo. zione ripariale e del continuum trasversale e longitudinale Per l’Isola di Capraia le criticità sono legate a possibili svilup- (anche per eccessivi interventi di “ripulitura” delle sponde) pi urbanistici turistico/residenziali, alla perdita di ambienti costituiscono le principali criticità per gli ecosistemi fluviali, agropastorali e di aree terrazzate di versante, con chiusu- con particolare riferimento ai fiumi Arno e Serchio, ma an- ra della vegetazione a macchia mediterranea e perdita di che per gran parte degli affluenti (ad esempio su gran parte eterogeneità ambientale, alla diffusione di specie vegetali e Macchie e garighe di ricolonizzazione delle ex aree agricole terrazzate del corso del Torrente Fine e sul medio e basso corso del animali aliene (anche all’Isola di Gorgona), e al disturbo del Urbanizzazione costiera continua tra Castiglioncello e all’interno dell’area dell’ex-penitenziario dell’Isola di Capraia Rosignano Solvay con perdita di ambienti di costa rocciosa (foto M. Giunti, archivio NEMO) Fiume Era). turismo da diporto. (foto L. Lombardi, archivio NEMO) La qualità/quantità degli apporti idrici costituisce una cri- Tra le principali aree critiche per la funzionalità della rete ticità anche per il target delle aree umide, assieme ai pro- sono da segnalare l’area del Lago di Massaciuccoli e imme- cessi di isolamento dei biotopi umidi per urbanizzazione e diati dintorni (agricoltura intensiva in adiacenza al Lago), artificializzazione o per presenza di aree agricole intensive alcuni tratti di ambienti costieri soggetti ad erosione e/o (particolarmente rilevante per il Lago di Santa Luce), alla elevato carico turistico (costa di San Rossore, Calambrone, diffusione di specie aliene (in particolare nutria, gambero costa tra Rosignano M.mo e Mazzanta), le pianure allu- della Louisiana e amorfa) e ai fenomeni di interrimento. vionali con dinamiche di elevato consumo di suolo e infra- L’ambito confina a nord con il Lago di Massaciuccoli, già strutturazione (pianura tra Vicarello e Guasticce; pianura zona di criticità ambientale del Piano Regionale di Azione adiacente il canale dei Navicelli, pianura adiacente la SS Ambientale, con particolare riferimento all’inquinamento 206; triangolo Bientina-Cascina-Pontedera; asse Pontede-

Dune di Marina di Vecchiano (Parco regionale di Migliarino, San Rossore e delle acque di origine agricola e urbana (con fenomeni di ra - Pisa), le colline di Vecchiano, con elevata densità delle Massaciuccoli) con larga zona retrodunale caratterizzata eutrofizzazione), alla presenza di agricoltura intensiva e ur- attività estrattive ad interessare rilievi calcarei di interesse Interporto di Guasticce: vasta area urbanizzata nell’ambito della piana da tipica vegetazione a elicriso Helychrisum stoechas agricola situata tra le aree umide della Contessa, Riserva Provinciale, e di (foto L. Lombardi, archivio NEMO) banizzazione nelle sue aree contigue, alla gestione del re- Biscottino, Sito Natura 2000 (foto L. Lombardi, archivio NEMO) gime idrico (gestione dei livelli idrometrici e rapporto con le di Quiesa e all’interno del territorio del Parco Regionale di acque marine) e alla diffusione di specie aliene. Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli o nella fascia di pia- I rapidi processi di abbandono degli ambienti agro-silvo- nura pisana compresa tra la SR 206 e la linea ferroviaria). pastorali di alta collina e montagna, con perdita di habitat A tale fenomeno si associano parallele situazioni di elevato prativi e pascolivi e delle comunità animali e vegetali ad essi consumo di suolo e di urbanizzazione delle aree costiere, legate, costituisce una criticità comune per gli agroecosiste- con particolare riferimento alla costa di Livorno, fino ad An- mi collinari e per i mosaici di praterie secondarie e garighe, tignano, al tratto tra Quercianella e Rosignano Solvay (an- con particolare riferimento ai Monti Livornesi, al Monte Pi- che con la presenza di rilevanti attività industriali), e lungo sano e all’alta valle dell’Era. la costa tra Calambrone e Marina di Pisa. In quest’ultima Altre criticità sono legate alla matrice forestale, di elevata area i processi di alterazione del sistema costiero sabbioso estensione ma talora di scarsa qualità ecologica, con eleva- sono risultati particolarmente intensi, con edificato realizza- to carico di ungulati, perdita e frammentazione dei boschi to direttamente sul sistema dunale e intense trasformazio- planiziali, presenza di fitopatologie, di incendi (ad es. Monte Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri ni turistico/residenziali nella fascia costiera retrodunale più Pisano, Monti Livornesi), di impianti eolici (Poggio Vitalba interna (ad interessare la fascia dei boschi planiziali e delle e colline pisane), e sostituzione di formazioni autoctone di pinete costiere). Tra Vada e Mazzanta lo sviluppo dell’edifi- latifoglie con cenosi a robinia. cato turistico-residenziale, di villaggi vacanza e camping ha Per le vaste superfici forestali della Tenuta del Tombolo, ca- comportato la perdita di importanti agroecosistemi di pia- ratterizzate da un sistema dunale fossile di dune e interdu- nura costiera e in taluni casi il diretto interessamento della ne con presenza di habitat forestali di interesse comunitario fascia dunale e retrodunale. (pinete su dune e boschi planiziali), una elevata criticità è Nella fascia costiera risulta elevato l’impatto del carico tu- legata alla presenza di una vasta area militare (Camp Dar- ristico estivo (ad eccezione del tratto interno alla tenuta di by). San Rossore e al territorio insulare) e delle specie aliene Per le pinete costiere forti elementi di criticità sono lega- vegetali e animali, con significate alterazioni di habitat e ti alla presenza di incendi e fitopatologie, alla senescenza importanti stazioni di specie vegetali e animali di valore con- e scarsa rinnovazione del bosco, ai fenomeni di erosione servazionistico. costiera. Urbanizzazione diffusa della pianura agricola tra Vecchiano e Pisa, con corridoio fluviale del Fiume Serchio p. 34 (foto L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera costituire” e “aree critiche per la funzionalità della rete” in spensabili per la conservazione dei paesaggi di alto valore ambito di pianura. Tra queste sono da segnalare le direttrici naturalistico (con particolare riferimento ai Monti Livornesi, da ricostituire (mantenendo o aumentano i livelli di perme- Monte Pisano, alta valle dell’Era e isole di Capraia e Gorgo- abilità ecologica del territorio di pianura) tra i rilievi delle na) e al miglioramento della qualità ecosistemica comples- Cerbaie e le colline a sud-est di Pontedera (asse La Rotta siva degli habitat forestali, attraverso una gestione forestale – Montecavoli), tra le Cerbaie e i Monti Pisani attraverso la sostenibile, la riduzione degli impatti dell’elevato carico di bassa pianura di Bientina o tra i boschi costieri di Migliarino ungulati, il controllo degli incendi estivi e delle fitopatologie, e le colline boscate a nord di Vecchiano (migliorando le do- la tutela dei boschi classificati come nodi della rete ecologica tazioni ecologiche della pianura). e il mantenimento di direttrici di connettività tra ecosistemi L’indirizzo della riduzione del consumo di suolo risulta prio- forestali isolati nel paesaggio agricolo della Valle del T. Fine

ritario soprattutto nelle pianure adiacenti le importanti aree e in Valdera (direttrici di connettività da riqualificare). Habitat costieri rocciosi dell’Isola di Capraia, in loc. Cala Rossa e Torre Asse austradale A11 tra Lucca e Pisa, elemento lineare con funzione di umide relittuali, ad esempio nelle aree circostanti le aree La conservazione degli ecosistemi forestali costituisce l’indi- dello Zenobito, area di elevato interesse naturalistico, con garighe costieri barriera ecologica tra i boschi dei Monti di Quiesa e quelli delle Colline di a Helichrysum litoreum e Thymelaea hirsuta, all’interno del Parco Nazio- Vecchiano (foto L. Lombardi, archivio NEMO) palustri di Suese e di Biscottino, del Lago di Massaciuccoli, rizzo prioritario per le vaste tenute costiere del Tombolo e nale Arcipelago Toscano (foto M. Giunti, archivio NEMO) del Bosco di Tanali e dell’Ex alveo del Lago di Bientina (in- di San Rossore, e per le pinete del Tombolo di Cecina, con tero sistema di pianura alluvionale di Bientina attraversa- particolare attenzione al controllo delle fitopatologie, degli to dal canale Emissario), nelle pianure caratterizzate dalla incendi e del carico di ungulati (quest’ultimo prioritario e presenza di nodi degli agroecosistemi (pianura pisana tra molto urgente), e alla conservazione delle storiche pinete Coltano e Chiesanuova) e nelle pianure costiere retrodunali d’impianto. (tra Rosignano Solvay e Mazzanta, tra Marina di Pisa e Ca- Per l’area critica delle colline calcaree di Vecchiano, così lambrone). Per il Lago di Santa Luce risulta importante la come per i numerosi siti estrattivi ai piedi del M.te Pisano o mitigazione degli impatti legati alle adiacenti aree agricole nei Monti Livornesi, l’obiettivo è il miglioramento dei livelli di intensive, anche mediante individuazione di una fascia con- compatibilità delle attività estrattive e il recupero e riqualifi- finante da destinare a naturale evoluzione della vegetazione cazione dei siti estrattivi abbandonati. o alla creazione di formazioni boschive con effetto tampone Per l’Isola di Capraia gli indirizzi sono finalizzati allo sviluppo Tratto costiero tra Vada e Mazzanta ad elevato carico turistico con forte (valorizzando la fascia di territorio già interna alla Riserva di un turismo “verde” e meno concentrato alla sola stagione Ambienti rupestri calcarei delle ex cave dei Monti di Vecchiano, circondati alterazione del sistema costiero ed elevata frammentazione e riduzione da habitat di gariga, prati aridi e agroecosistemi tradizionali della vegetazione dunale (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Provinciale). balneare, con previsioni di sviluppo turistico/ricettivo nelle (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Per la fascia costiera tra Marina di Pisa e Calambrone e tra aree della ex colina penale subordinate alla gestione agrico- naturalistico, e i versanti meridionali del Monte Pisano inte- Rosignano Solvay e Mazzanta, l’obiettivo è inoltre incentrato la dei versanti terrazzati oggi in grave stato di abbandono. ressati da frequenti incendi estivi. Nel contesto insulare è sulla riduzione dei processi di urbanizzazione, sulla conser- Sempre a Capraia gli indirizzi sono finalizzati anche al con- indicata la criticità della perdita del caratteristico sistema di vazione e riqualificazione delle residuali morfologie ed eco- trollo delle specie vegetali aliene (fichi d’india, agave, ecc.) terrazzamenti agricoli presso la colonia penale della parte sistemi dunali, e sul significativo miglioramento dei livelli di e al mantenimento dell’unico specchio d’acqua naturale settentrionale dell’Isola di Capraia. sostenibilità ambientale del turismo costiero e delle strutture dell’Arcipelago Toscano, lo Stagnone di Capraia, recente- a esso collegate (obiettivo indirizzato anche al sistema delle mente interessato da un progetto di recupero. Indirizzi per le politiche coste rocciose continentali e insulari). In tale contesto sono Gli indirizzi per le politiche sono in gran parte finalizzati a da ostacolare i processi di erosione costiera e la diffusione mitigare e limitare gli effetti dei processi di urbanizzazione e di specie vegetali aliene, anche attraverso un controllo sugli consumo di suolo nelle aree di pianura (riducendo gli impat- arredi verdi, pubblici e privati, in aree costiere. ti su ecosistemi planiziali e palustri) e a ridurre gli elementi Complementare all’obiettivo di una maggiore permeabilità di pressione sugli ecosistemi costieri. ecologica del territorio di pianura è quello strategico di ri- La limitazione dei processi di consumo di suolo e di urba- qualificazione degli ecosistemi fluviali e ripariali dei Fiumi Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri nizzazione delle pianure alluvionali interne, con particola- Arno e Serchio. Per gli ambienti fluviali l’obiettivo è infatti il re riferimento al basso valdarno, agli assi Pisa-Pontedera miglioramento della qualità delle acque e della qualità eco- e Livorno-Pontedera, alla zona dell’Interporto di Guasticce, sistemica complessiva, del loro grado di continuità ecologica al triangolo Bientina-Pontedera-Cascina, e delle pianure e trasversale e longitudinale, la riduzione dei processi di fram- ambienti costieri (costa di Livorno, fino ad Antignano, tratto mentazione e artificializzazione degli alvei, delle sponde e tra Quercianella e Rosignano Solvay, costa tra Calambrone delle aree di pertinenza fluviale. Ciò con riferimento non e Marina di Pisa) costituisce il principale indirizzo per le poli- solo ai due principali fiumi, ma anche al corso del Torrente .2 tiche. Tale obiettivo è perseguibile evitando saldature tra le Fine e per quello di medio e basso corso del Fiume Era 3 aree urbanizzate e lungo gli assi infrastrutturali, mantenen- (priorità per le aree classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”). Versanti occidentali del M.te Pelato (Monti Livornesi) con caratteristiche do le attività agricole e recuperando i livelli di permeabilità formazioni di garighe, ginepreti (Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus) e ecologica del territorio di pianura, anche con riferimento Per i rilievi collinari e montani gli indirizzi sono relativi al prati aridi su litosuoli ofiolitici (Sito di Interesse Regionale). In secondo alle aree individuate come “direttrici di connettività da ri- mantenimento delle attività agro-pastorali tradizionali, indi- piano le aree agricole tradizionali (nodo degli agroecosistemi) di Castel- nuovo della Misericordia (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 35 piana livorno-pisa-pontedera

Rete degli ecosistemi Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB08-3II_eco.pdf

p. 36 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera legenda Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 37 piana livorno-pisa-pontedera Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

Panoramica di Pisa e della piana (Foto di Daniel Schreurs)

scala originale 1:250.000

Panorama di Pontedera (Photo © Alex MacLean) Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani Descrizione strutturale La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata preva- raggiera di assi in uscita, e fortemente condizionato dalla menti formente strutturanti come: l’ ampia piana alluvionale lentemente dal morfotipo insediativo n. 1 “Morfotipo inse- dimensione longitudinale del corridoio infrastrutturale sto- attraversata dall’Arno e dal Serchio, il doppio arco collinare diativo urbano policentrico delle grandi piane alluvionali” rico Firenze-Pisa (Arno, Statale Tosco Romagnola, ferrovia che la delimita a nord-est (Monti Pisani e Cerbaie) e a sud (Articolazione territoriale 1.3); si riscontra, inoltre, la pre- Leopolda), lungo il quale si è sviluppato il sistema policen- (Colline pisane e livornesi), nonchè la presenza del sistema senza del morfotipo n.3 (Articolazione territoriale 3.2 - La trico lineare Pontedera-Cascina-Pisa. Rispetto agli altri si- costiero (costa-duna-pineta e area umida retrodunale) e di piana di Rosignano-Vada) e del morfotipo n. 5 (Articolazione stemi policentrici planiziali del territorio regionale riferibili numerose aree depresse soggette ad impaludamento (aree territoriale 5.2 – Le colline Pisanae , 5.3- La Val d’Era, 5.13- al morfotipo insediativo n.1, questo sistema si differenzia a nord del Serchio, aree ai piedi dei monti pisani, area di Le Cerbaie). per la presenza del mare e di un’ampia fascia costiera, che Coltano-Stagno); permette di riconoscere altrettante molte- Si tratta del sistema insediativo di tipo prevalentemente conserva ancora numerose aree ad alta naturalità, e per la plici conformazioni della struttura insediativa. planiziale che si sviluppa nell’area terminale del val d’Arno presenza di un polo portuale importante con relazioni ma- La pianura alluvionale è dominata dalla polarità urbana di inferiore, caratterizzato dalla dominanza delle realtà urbane rittime di scala sovralocale. Pisa, che si sviluppa compatta al suo centro, come termi- p. 38 Panoramica di Peccioli e delle colline (Foto di Marinari - www.panoramio.com) di Pisa e Livorno, con il loro centro storico compatto e la La compresenza nell’ambito di paesaggi differenziati ed ele- nale storico a mare del corridoio infrastrutturale della valle piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera 1. MORFOTIPO INSEDIATIVO URBANO 3.2 - La piana di Rosignano-Vada | figure componenti POLICENTRICO DELLE GRANDI PIANE ALLUVIONALI

Sistema insediativo di tipo plani- ziale caratterizzato da un’elevata densità edilizia e infrastrutturale e dalla dominanza della cultura urbana su quella rurale che ha storicamente rivestito un ruolo di integrazione dell’economia urba- na. La posizione strategica me- diana rispetto ai principali assi di collegamento regionale ed extra- regionale colloca il sistema in- # Sistema a pettine dei sediativo al centro di una rete di pendoli costieri di Rosignano relazioni complesse in cui la sca- # Sistema radiocentrico di e Vada la locale e quella sovra-locale si Livorno # Sistema lineare delle sovrappongono. marine costiere

ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 1.3

3. MORFOTIPO INSEDIATIVO LINEARE A 5. MORFOTIPO INSEDIATIVO POLICENTRICO A DOMINANZA INFRASTRUTTURALE MULTIMODALE MAGLIA DEL PAESAGGIO STORICO COLLINARE

Sistema insediativo litorale dai Il sistema insediativo policen- # Sistema a pettine delle caratteri maggiormente urba- trico a maglia del paesaggio testate di valle dei Monti ni rispetto agli altri contesti in- storico collinare è costituito da Pisani sediativi costieri; densamente insediamenti collinari di origine abitato ed interessato da usi in- medievale che si posizionano tensivi di turismo balneare. Il si- lungo la viabilità di crinale longi- stema è costituito da una doppia tudinale che segue l’andamento sequenza di centri pedecollinari morfologico nord-ovest/sud-est e marine costiere corrispondenti, delle colline plioceniche. Questi # Sistema lineare di collegati tra loro da una viabilità centri sono relazionati tra loro pianura dell’Arno inferiore trasversale che, costeggiando i da una viabilità trasversale prin- (Pontedera-Pisa) corsi d’acqua, connette la costa cipale e da rapporti reciproci di all’entroterra. intervisibilità. Le relazioni con il sistema agrario circostante sono assicurate dal sistema delle ville fattoria.

1.3 - Piana Pisa-Livorno-Pontedera | figure componenti ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 3.2 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 5.2 - 5.3 - 5.13

# Sistema lineare di pianura del Serchio inferiore Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

# Sistema radiocentrico della pianura alluvionale di Pisa 3.3

# Sistema reticolare di pianura delle tenute storiche p. 39 piana livorno-pisa-pontedera 5.2 - Le colline pisane | figure componenti dell’Arno (Arno-Statale Tosco Romagnola-ferrovia Leopol- architettonico, riconducibili essenzialmente al periodo razio- nell’ambito negli ultimi settant’ anni si rileva che: da). Una viabilità radiale in uscita la collega alla piana agri- nalista e legati a funzioni sociali e di servizio (colonie pubbli- • lungo la Statale Tosco Romagnola, le espansioni dei cen- cola circostante e alle altre grandi polarità interne ed ester- che, strutture sanitarie e per l’assistenza sociale). tri di matrice storica si sono saldate progressivamente ne all’ambito: l’Aurelia a nord verso Viareggio e a sud verso In contrapposizione al sistema aperto della piana di Pisa, fino a formare una conurbazione lineare continua, ridu- Livorno, la via Emilia verso Collesalvetti e il corridoio tirre- a pochi chilometri a sud della foce dell’Arno e dell’antico cendo a singoli lotti di terreno libero i consistenti varchi nico per Roma, la SS12 verso Lucca (Sistema radiocentrico Porto Pisano, Livorno si sviluppa compatta intorno ad una di territorio agricolo che marcavano le discontinuità tra gli della pianura alluvionale di Pisa). Tra i due principali assi cala naturale, stretta tra il mare e l’anfiteatro delle colline insediamenti (Un’area in cui la saldatura è particolarmen- settentrionali (la Statale Aurelia e la Statale per Lucca) la boscate retrostanti (colline livornesi). Un ampio ventaglio te evidente si ritrova tra Navacchio e Cascina). Le dina- radiale si infittisce con un ventaglio di strade secondarie che radiocentrico di strade connette il centro portuale ai centri miche di espansione, oltre a seguire la direzione longitu- collegano la città ai centri rurali disposti a corona a nord, collinari a corona. dinale della viabilità principale, si sono progressivamente lungo la riva sinistra del fiume Serchio. La città conserva un A sud la piana alluvionale è delimitata dalle colline Pisa- inspessite con raddoppi longitudinali e diffuse a “pettine” centro storico ancora riconoscibile, racchiuso da mura me- ne, sulle quali si posizionano i borghi storici di Lorenzana, lungo gli assi lineari che si sviluppano in direzione nord- dievali, e uno stretto rapporto con l’Arno, testimoniato dai Fauglia, Crespina, Lari, collocati sulle sommità di modesti sud, verso le anse dell’Arno, inglobando i centri rurali e la # Sistema reticolare delle colline pisane e livornesi lungofiume su cui si affacciano palazzi signorili e si aprono rilievi collinari, circondati da un mosaico agrario misto con maglia agraria della centuriaizone e andando a saturare numerose piazze con edifici pubblici e religiosi. sistemazioni tradizionali e collegati tra loro da una maglia le aree golenali; 5.3 - La val d’Era | figure componenti Ad est della città di Pisa, lungo la Statale n. 67 Tosco-Ro- poderale molto fitta. Il sistema collinare dialoga con il si- • a questa conurbazione lineare se ne sovrappone una tra- magnola si snoda un sistema ravvicinato di piccoli e medi stema pedecollinare che si sviluppa in basso attraverso una sversale di tipo residenziale produttivo, sviluppatasi più borghi rurali a sviluppo lineare. Un fitto sistema a pettine di serie di penetranti che risalgono le pendici. recentemente lungo l’asse Ponsacco-Pontedera a sud, e assi nord sud collega i centri all’Arno e alla piana agricola Inoltrandosi verso sud, la maglia viaria si allarga e il sistema Pontedera-Calcinaia-Bientina-Buti a nord, con numerosi circostante, in cui permangono le tracce della centuriazione. insediativo si dirada progressivamente. Il mosaico agrario problemi di impatto ambientale legati all’inquinamento I recenti processi di urbanizzazioni hanno configurato un collinare si semplifica, lasciando il posto al bosco e al tipico da traffico e alla perdita di valori estetico-percettivi. sistema insediativo di tipo lineare quasi privo di soluzioni di paesaggio delle crete volterrane, punteggiato da sporadici • la città di Pisa si è accresciuta prevalentemente in dire- continuità (Sistema lineare di pianura dell’Arno Pisa-Ponte- borghi fortificati (Orciano, Pastina, , Pieve). zione est all’interno della grande ansa dell’Arno e in cor- dera). Lungo la Valdera si sviluppa il Sistema reticolare delle colline rispondenza dell’asse della SGC FI-PI-LI e del nuovo polo Alla base dei rilievi settentrionali è riconoscibile il Sistema della Val d’Era, costituito dalla strada di fondovalle principa- ospedaliero di Cisanello. I nuovi quartieri residenziali di a pettine delle testate di valle dei Monti Pisani, costituito le di impianto storico, Statale della Valdera (439), che colle- Ciasnello e Pisanova, nati come quartieri satelliti rispetto dalla viabilità pedecollinare (strada Butese, Vicarese e del ga Lucca a Volterra lungo la valle omonima, e da un sistema al centro storico, hanno assunto una nuova configurazio- Lungomonte pisano) che aggira i monti pisani da Buti a a pettine di strade secondarie che dipartono verso i centri ne funzionale con la dotazione di servizi commerciali ed il San Giuliano, intercettando tutti i nuclei e i borghi rurali collinari di origine medievale affacciati sui due versanti. trasferimento di uffici pubblici; pedecollinari, che si sviluppano tra il pedemonte e l’area Fino alla fine dell’800, la struttura insediativa era organizza- • il sistema insediativo costiero che si sviluppa tra L’Arno # Sistema reticolare delle golenale dell’Arno, lungo una linea di risorgive (San Giuliano ta in agglomerati urbani-collinari, costituiti da borghi e ca- e Livorno, inizialmente caratterizzato solo dalle colonie colline della Val d’Era Terme, Uliveto Terme, ecc.). Da questa strada si snodano stelli, a testimonianza di divisioni amministrative di origine fasciste degli inizi del Novecento, si è consolidato nelle una serie di penetranti di risalita lungo le vallecole trasver- feudale come Peccioli, Chianni, Palaia e Lajatico. Solo alla forme idonee alla ricezione di un turismo di massa, che 5.13 - Le Cerbaie | figure componenti sali che ospitano i centri più interni di Buti, Vicopisano e fine dell’800 l’abbandono della conduzione mezzadrile e il hanno profondamente e irreversibilmente modificato il Calci. Questo sistema è minacciato oggi dalle espansioni parallelo sfruttamento meccanico di vaste aree agricole di sistema ambientale costiero. Tendenzialmente l’impianto recenti dei centri pedecollinari che si sono saldate lungo la pianura, ha portato ad un’inversione di tendenza, con una è pressochè fermo, ma incombe l’ espansione sulla pi- strada pedecollinare e hanno saturato le aree golenali, e crescita degli insediamenti in pianura e lungo i percorsi val- neta del tombolo e la macchia mediterranea retrostante dalle espansioni dei centri interni che sono scivolate lungo livi e il contestuale abbandono delle zone collinari. Tra gli insediamenti costieri, Tirrenia e Calabrone, risul- le penetranti occludendo i varchi vallivi. tano essere i due centri maggiorente soggetti ad azioni Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani Lungo la fascia costiera a sud dell’Arno, a confine con il Dinamiche di trasformazione di trasformazione indotte, nel primo caso, da interventi di Parco Naturale di S.Rossore-Migliarino-Massaciuccoli, lungo Dal confronto della struttura insediativa storica con quella completamento del tessuto edilizio o da sostituzioni edi- la via litoranea che da Bocca d’Arno giunge a Livorno, si attuale (Confronto della periodizzazione dell’edificato e delle lizie, nel secondo, da interventi di recupero di strutture sviluppa il Sistema lineare delle marine costiere. I centri di infrastrutture a tre soglie: 800 –Carta Topografica della To- storiche e di nuove previsioni residenziali e turistiche; Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone presentano caratteri scana dell’ Inghirami; 1954 - IGM; 2011- CTR) emerge che • altre aree interessate da consistenti trasformazioni sono # Bientina e il sistema urbanistici ed architettonici differenziati che rispecchiano la la crescita insediativa ha investito prevalentemente la fascia quelle pedecollinari dei Monti Pisani a nord e delle colline reticolare collinare delle Cerbaie diversità della loro matrice insediativa: l’abitato storico di di pianura compresa tra il corso dell’Arno e la SGC FI-PI-LI, pisane a sud. In particolare, lungo il versante meridiona- Marina di Pisa, con la sua maglia ortogonale di strade e con una consistente conurbazione lineare che ha coinvolto le nel tratto compreso tra Caprona e San Giovanni alla isolati interrotti da ampi spazi pubblici e piazze affacciate anche le aree golenali; senza contare le espansioni residen- Vena, dove il territorio è fisicamente limitato dal monte sul mare; Tirrenia, centro turistico di più recente impianto, ziali e produttive delle due principali polarità urbane di Pisa e dall’Arno, gli insediamenti hanno determinato,con cre- caratterizzato prevalentemente da ville e piccoli condomini e Livorno e le conurbazioni costiere (tra la foce dell’Arno e il scite lineari lungo la strada provinciale Vicarese, un unico immersi nella pineta litoranea; Calambrone che si configura canale Scolmatore e nella piana di Rosignano-Vada). blocco urbanizzato che in alcuni casi ha occupato le aree come sommatoria di episodi edilizi, anche di pregio storico- Analizzando nello specifico le trasformazioni avvenute dell’antico paleoalveo dell’Arno, indebolendone la ricono- p. 40 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera scibilità; della Società Solvay a partire dal 1913 vengono realizzate • sul versante orientale, al confine con la provincia di Luc- le abitazioni per le proprie maestranze in relazione al loro ca, si colloca l’insediamento vallivo di Buti che, dopo il inquadramento lavorativo, secondo una pianificazione ur- processo di densificazione insediativa lungo gli assi vallivi banistica precisa già sperimentata nella patria madre bel- e pedemontani, sta occupando con le crescite recenti le ga: edificati isolati al centro dei lotti e viabilità pubblica aree della pianura sottostante; corredata da fasce alberate. Successivamente l’edificato • la città di Livorno, il cui nucleo originario si attesta alle si espanderà verso la costa e verso l’interno. strutture portuali storiche, si è espansa a est fino alle • La fascia insediata a sud di Castiglioncello va saturandosi infrastrutture stradali e ferroviarie che segnano il limite senza soluzione di continuità sulla costa fino a Rosignano tra l’area urbanizzata e l’entroterra (ferrovia e variante Solvay. Tale processo viene definitivamente consolidato Aurelia), limite valido ad esclusione della costruzione dei con la recente realizzazione in posizione baricentrica del nuovi quartieri residenziali tra il borgo di Salviano e le nuovo porto detto di Crepatura, che costituisce la princi- pendici di Montenero (Salviano, La Leccia, La Scopaia). pale modifica della linea di costa in questo tratto. Dalla Peccioli_da Terricciola (Foto di Zombo78- licenza CC_ND) L’espansione a nord è costituita prevalentemente da in- metà degli anni Cinquanta in poi, anche il nucleo urbaniz- sediamenti industriali (area di Stagno e di Guasticce) e zato di Vada, originariamente caratterizzato da edifici che legati alla logistica portuale con notevoli criticità paesag- si attestavano alla piazza principale, crocevia dei collega- gisitche e ambientali, mentre il tessuto urbano conso- 1830 menti con i vicini centri costieri e la cittadina di Cecina, si lidato si prolunga a sud lungo la costa e verso sud-est estende in maniera consistente verso le aree retrostanti nelle aree pianeggianti e pedecollinari raggiungendo ed e verso sud (Mazzanta). Nuovi insediamenti turistico ri- inglobando nei nuovi quartieri ville e nuclei rurali; cettivi trovano posto a ridosso della linea di costa e nella • nella valle del Tora, le principali trasformazioni riguardano pineta litoranea, che ha come asse portante il vecchio l’asse Collesalvetti-Vicarello, interessato da una urbaniz- tracciato della Strada dei Cavalleggeri. zazione residenziale continua con ampie aree artigianali • Per quanto riguarda le infrastrutture le principali trasfor- e commerciali in espansione; mazioni riguardano il raddoppio dei due corridoi infra- • nella Valdera alla fine dell’800, la struttura insediativa strutturali Roma-Genova e Firenze-Pisa, rispettivamente

era organizzata in agglomerati urbani-collinari, costituiti con il tracciato autostradale A12 e la realizzazione della Castiglioncello da borghi e castelli, a testimonianza di divisioni ammi- FI-PI-LI (realizzata tra gli anni ’70-’80’). nistrative di origine feudale come Lari, Peccioli, Chianni, Palaia e Lajatico. Solo alla fine dell’800 l’abbandono della Valori conduzione mezzadrile e il parallelo sfruttamento mecca- • “Le reti di città storiche identificate nella carta delle Figu- nico di vaste aree agricole di pianura hanno portato ad re componenti i morfotipi insediativi”: un’inversione di tendenza, con una crescita degli insedia- ◦◦ il Sistema radiocentrico della pianura alluvionale di menti in pianura e lungo i percorsi vallivi e il contestuale Pisa, con il suo centro storico medievale, i lungofiume abbandono delle zone collinari. A di Lari, il fat- 1954 e la radiale di strade in uscita di collegamento con i tore catalizzante dell’industria del mobile ha determinato centri a corona; una massiccia urbanizzazione lineare lungo la strada per ◦◦ il Sistema radiocentrico di Livorno, con il suo centro Ponsacco, con effetti di frammentazione del paesaggio e storico, il Porto Mediceo, il Lungomare ottocentesco alterazione dei caratteri identitari.L’ episodio più rilevante con il susseguirsi dei giardini e degli stabilimenti balne-

di espansione produttiva riguarda la località La Rosa in ari, e la viabilità radiale in uscita di impianto storico di La certosa di Calci (Foto di Michela Simoncini - www.panoramio.com) prossimità dell’Era , lungo la 439. La zona, prevalente- collegamento con i borghi collinari a corona; Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani mente commerciale, si espande dalla Sarzanese verso la ◦◦ il Sistema a pettine delle testate di valle dei Monti Pi- strada di Peccioli, mentre sul lato opposto, la presenza sani, con i centri termali pedecollinari di San Giuliano dell’attività produttiva ha innescato lo sviluppo di una ur- Terme e Uliveto Terme, disposti lungo la linea delle banizzazione di tipo residenziale con insediamenti abita- risorgive; e la rete delle pievi, abbazie, monasteri, con- tivi e servizi. venti, eremi che costituiscono il sistema dell’architet- • La trasformazione radicale del territorio costiero di Rosi- tura religiosa attorno alla quale si sono coagulati gli gnano (poi denominata Rosignano Solvay) ha origine a insediamenti; .3 seguito della comparsa dello stabilimento Solvay (bicar- ◦◦ il sistema a maglia fitta delle colline Pisane, con i bor- 3 bonato, soda caustica, cloro e petrolchimico per la pro- ghi storici di Lorenzana, Fauglia, Crespina, Lari e il fitto duzione di polietilene) che, specialmente nel periodo tra sistema di strade poderali di connessione con il terri- le due guerre, assolse il ruolo di polo attrattivo per gran 2011 torio agrario circostante; nonché con il sistema di ville parte delle popolazioni dei territori limitrofi. Su volere medicee che si sviluppa sulla fascia collinare nei terri- Evoluzione dell’edificato Canale di Livorno (Foto di Paolo Romoli – Archivio fotografico R. Toscana) p. 41 piana livorno-pisa-pontedera tori di Crespina e Fauglia; che scende al mare; ◦◦ degrado dei margini stradali (assenza di corredo viabi- conseguente perdita delle relazioni storiche. I centri col- ◦◦ il Sistema lineare di pianura dell’Arno tra Pontedera • le tracce della centuriazione. Nella pianura pisana l’orien- listico adeguato, presenza di spazi aperti abbandonati, linari sono caratterizzati da espansioni edilizie contempo- e Pisa, con i centri storici di Cascina e Pontedera che tamento e la successione alla medesima distanza di alcuni ecc…); ranee non controllate, di dimensione più ridotte rispetto a conservano la leggibilità dell’impianto romano sia per tratti della viabilità rurale e dei fossi oltre alla presenza di ◦◦ frammistione dei flussi e congestione viabilistica; quelle dei centri della piana, ma comunque piuttosto con- la loro forma, in genere quadrata o rettangolare, sia numerose marginette rivelano la matrice centuriate delle ◦◦ perdità di identità dei centri storici che si sviluppano sistenti e dal carattere non omogeneo rispetto ai tessuti per la loro collocazione alla convergenza dei due assi aree agricole di pianura a nord e a sud dell’Arno. Tracce lungo l’asse viario; antichi, assiepate incoerentemente lungo le direttrici via- fondamentali: il cardo ed il decumano; dell’organizzazione centuriate del territorio si riscontrano ◦◦ perdita delle relazioni trasversali con la maglia agraria rie in uscita dai centri urbani o come raddoppio del centro ◦◦ il Sistema lineare delle marine costiere , con la marina inoltre nell’area pedemontana presso S. Giuliano Terme e circostante e con il fiume; storico generatore. Le espansioni dei centri collinari, pur storica di Pisa, caratterizzata dall’ impianto ortogonale Vecchiano e di Tombolo-Coltano a sud della città di Pisa. ◦◦ saturazione delle aree golenali con occlusione dei fronti essendo di dimensioni ridotte, rappresentano un grande degli isolati, dalle residenze signorili e dal lungomare; • le tratte ferroviarie dismesse e il connesso patrimonio di fluviali e perdita delle relazioni storiche tra città e fiume; impatto paesaggistico perché più visibili e maggiormente ◦◦ il Sistema a pettine dei pendoli costieri di Rosignano stazioni e scali (tratta Pisa-Marina di Pisa, Livorno-Colle- • l’infrastrutturazione e congestione della fascia costiera percepibili dalle piane e dai principali assi di attraversa- e Vada; salvetti-Cecina; Pontedera-Lucca via Bientina); che va da Boccadarno a Livorno, con una fascia semi mento dell’ambito. ◦◦ i Sistemi reticolari delle colline pisane e livornesi, della • la rete dei canali artificiali storici (il Canale Barra-Barret- continua di edilizia residenziale-turistica sviluppatasi a • la frammentazione, destrutturazione e semplificazione del Val d’Era e delle Cerbaie; ta, il Fosso Reale, la Fossa Chiara, il canale Emissario), partire dalle marine storiche (Marina di Pisa, Tirrenia, sistema agro-ambientale storico della piana bonificata di • le ville pedecollinari settecentesche che si sviluppano tra che oltre ad essere funzionali al contenimento del rischio Calambrone), con problematiche specifiche inerenti: la Pisa-Collesalvetti, Rosignano-Vada con interclusione, at- S.Giuliano Terme e Ripafratta; idraulico, rappresentano anche un elemento costitutivo distruzione del sistema dunale, la privatizzazione dell’a- traverso urbanizzazioni continue e fasci infrastrutturali, • i mulini e i frantoi presso , Ripafratta, del paesaggio di pianura; renile e l’occlusione degli accessi al mare, l’aumento del dei sistemi di poderi e nuclei rurali storici, con perdita Calci, Buti a servizio di un’attività agricola legata princi- • il complesso delle aree di interesse archeologico e pa- carico urbano, il notevole aumento del traffico veicolare delle originarie funzioni agricole e di presidio ambientale; palmente alla coltura dell’olivo; leontologico concentrate prioritariamente nei comuni di soprattutto nei periodi estivi, la mancanza di un trasporto • l’elevato impatto ambientale e paesaggisitco delle grandi • il sistema difensivo costituito da rocche (Rocca di Ripa- san Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano; pubblico efficiente, ecc…; aree portuali e industriali in ambiti costieri (porto indu- fratta), castelli (Vicopisano) e torri di avvistamento che si • il sistema dei borghi fortificati delle colline livornesi e pi- • la polarizzazione e congestione delle infrastrutture e striale e commerciale di Livorno, Solvay di Rosignano); sviluppa sulle alture dei Monti Pisani; sane interne come Pastina, Pomaia, Pieve; dell’urbanizzazione nella piana costiera di Rosignano Sol- • l’elevato impatto ambientale e paesaggistico delle grandi • le tenute storiche di San Rossore, Tombolo e Coltano; • l’insediamento residenziale operaio della Solvay di Rosi- vay-Vada (con edilizia residenziale-turistica, piattaforme Aree produttive in ambiti fragili dal punto di vista idroge- • le ex-colonie del periodo fascista che si sviluppano ne gnano realizzato a partire dal 1914, caratterizzato dalla turistiche e produttive) e l’allentamento delle relazioni ologico (area industriale di Stagno, … tratto costiero tra Tirrenia e Calambrone; maglia ortogonale degli isolati e dalle tipologie abitative storiche con il centro collinare sub-costiero di Rosignano • l’impatto paesaggistico, territoriale e ambientale dei cor- • La viabilità storica di collegamento tra Pisa e il mare, ispirate a modelli nordici; quale importante testimonianza marittimo e le colline retrostanti. ridoi infrastrutturali A12 e SGC FI-PI-LI e delle relative spesso sottolineata da filari alberati, come la via Calce- storico-culturale. • l’addensamento delle espansioni residenziali dei centri opere. I tracciati autostradali rappresentano una barriera sana (sottolineata da filari di Pini marittimi nel tratto che pedecollinari del lungomonte pisano con tendenza alla fisica che taglia la piana e le relazioni territoriali coni solca la pianura di Calci ed in quello che costeggia il mon- Criticità saldatura, occlusione dei varchi vallivi e saturazione delle sistemi adiacenti. Tale effetto risulta amplificato, in alcuni te da Caprona a san Giovanni alla Vena) ed il viale Pisa- Nello specifico le criticità dell’ambito riguardano: aree golenali; casi, dalla contiguità di aree specialistiche scarsamente San Giuliano Terme con filari di platani. • La presenza di grandi conurbazioni lineari continue lungo • la diffusione insediativa delle espansioni delle città di Pisa permeabili o del tutto impenetrabili, (in particolare, lungo • costituiscono inoltre valori paesaggistici i castelli, il siste- la Statale Tosco Romagnola, nel tratto Pontedera-Pisa, e e Livorno nelle aree agricole circostanti con conseguente: la SGC FI-PI-LI è presente un addensamento di aree pro- ma delle torri e dei forti di avvistamento che si sviluppano lungo la Statale della Val d’Era (439), nei tratti Pontede- frammentarietà del territorio agricolo periurbano e de- duttive, logistiche e commerciali: area industriale di Pisa, lungo la costa livornese, alternato a ville, parchi e girdini ra-Ponsacco a sud e Pontedera-Buti a Nord, con conse- grado delle aree di margine; aeroporto, ecc…); (Calafuria-Castiglioncello). Il promontorio di Castiglion- guente: • la pressione insediativa delle espansioni dei principali • l’inaccessibilità di lunghi tratti di costa di alto valore pae- cello è caratterizzato dalle architetture storiche di ville e ◦◦ occlusione dei residui varchi inedificati; centri collinari di Lorenzana, Fauglia, Crespina, Lari e la saggistico, soprattutto nell’area della Base Militare Ame- residenze padronali inserite nella macchia mediterranea ◦◦ frammistione di funzioni residenziali e produttive; diffusione residenziale negli ambiti agrari circostanti, con ricana di Camp Darby. Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

p. 42 Lungarni pisani (Foto di Lucarelli - licenza CC BY-SA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Indirizzi per le politiche mi agro-ambientali di pianura, insediamenti e sistemazioni legati al mare, e le relative discese a mare, che caratterizza- Gli indirizzi per le politiche sono finalizzati prioritariamente agrarie collinari); in particolare evitando ulteriori processi no il litorale roccioso tra Antignano e Castiglioncello. ad evitare l’ulteriore consumo di suolo nelle aree costiere e di conurbazione e dispersione insediativa in corrispondenza È importante, altresì, salvaguardare e riqualificare, ove di pianura e riqualificare il carattere policentrico del sistema della viabilità storica pedecollinare (strada di Sottomonte compromesse, le relazioni visuali storicamente consolidate insediativo storico, ricostituendo, ove compromessa, la rico- dei Monti Pisani). tra la città di Livorno e il mare; nonché quelle con le colline noscibilità delle relazioni territoriali tra i centri urbani princi- Andrebbe, inoltre, salvaguardato e recuperato il patrimonio livornesi, che rappresentano una quinta scenica di grande pali di Pisa, Livorno e Pontedera e i sistemi agro-ambientali culturale costituito dagli antichi tracciati delle ferrovie di- valore paesaggistico; anche operando una riqualificazione residui, nonché con i sistemi fluviali, costieri, vallivi e colli- smesse e dalle connesse opere e stazioni; anche nell’ottica della dispersione insediativa recente. nari di riferimento (Arno, Serchio; val d’Era, Monti Pisani, di una loro integrazione, insieme alla viabilità storica, alle In collina, l’obiettivo principale riguarda la tutela dell’integri- Cerbaie, colline pisane e livornesi, costa tirrenica). alzaie dei canali, agli argini dei fiumi, alle strade campestri, tà morfologica dei centri, nuclei, aggregati storici ed emer- Più specificatamente, in pianura, è necessario arrestare ecc., in una rete della mobilità dolce per la fruizione paesag- genze storiche, dei loro intorni agricoli e degli scenari da l’ulteriore dispersione insediativa in territorio rurale, anche gistica della piana e della costa (con particolare riferimento essi percepiti; nonché delle visuali panoramiche da e verso Urbanizzazione lineare tra Pisa e Pontedera (www.panoramio.com) attraverso la definizione e riqualificazione dei margini- ur alla linea Lucca-Pontedera e alla linea Pisa-Calambrone). tali insediamenti; con particolare riferimento al sistema dei bani e la salvaguardia e valorizzazione degli spazi agricoli Per quanto riguarda il fiume Arno e Serchio, l’indirizzo prio- borghi collinari delle colline Pisane (Lorenzana, Fauglia, periurbani; con particolare attenzione all’area compresa tra ritario è la salvaguardia e riqualificazione dei contesti fluviali Crespina, Lari) e al sistema dei borghi collinari della Valde- Pisa e Vecchiano. e il recupero delle relazioni capillari tra fiume e territorio ra (Palaia, , Montecastello); contenendo le ulteriori Risulta prioritario, altresì, impedire la saldatura delle conur- circostante: evitando ulteriori urbanizzazioni e infrastruttu- espansioni e l’urbanizzazione diffusa lungo i crinali. bazioni lineari, attraverso il mantenimento e la riqualifica- razioni lungo le fasce fluviali, salvaguardando i varchi e le zione degli spazi inedificati esistenti, nonché promuovere, visuali da e verso il fiume, riqualificando i waterfront urbani anche con progetti di ricostituzione dei varchi, il recupero degradati, la viabilità rivierasca, l’accessibilità al fiume e la delle relazioni visuali e territoriali con i contesti contermi- sua riconoscibilità nel contesto urbano, nonché riqualifican- ni, laddove compromesse; con particolare riferimento alla do e valorizzando in chiave multifunzionale gli spazi aperti grande conurbazione che si sviluppa quasi senza soluzione perifluviali residui e assicurandone la continuità. Obiettivo di continuità tra Pisa e Pontedera. strategico per la riqualificazione e valorizzazione dei sistemi È necessario, inoltre, evitare ulteriori frammentazioni e in- fluviali dell’Arno e del Serchio e dei paesaggi ad essi connes- Rosignano Solvay (Foto di Genny Fabbry – Archivio fotografico R. Toscana) serimenti di infrastrutture, volumi e attrezzature fuori scala si è, tra le altre cose, il recupero e la valorizzazione del loro rispetto alla maglia territoriale e al sistema insediativo e, ruolo connettivo storico, anche in quanto luogo privilegiato nel caso delle strade di grande comunicazione e dei corri- di percezione dei paesaggi; promuovendo forme di fruizione doi infrastrutturali già esistenti (come il corridoio costituito sostenibile della via d’acqua e delle sue riviere (individua- dalla superstrada FI-PI-LI, dalla Statale Tosco-Romagnola zione dei tratti che presentano potenziale di navigabilità, e dalla ferrovia), garantire che i nuovi interventi non ne realizzazione di itinerari di mobilità dolce, punti di sosta, accentuino l’effetto barriera sia dal punto di vista visuale accessi e quant’altro) e incentivando progetti di recupero di che ecologico, assicurando la permeabilità nei confronti del manufatti di valore storico-culturale legati alla risorsa idrica. territorio circostante. Sulla costa, è prioritario limitare gli ulteriori processi di sal- Per quanto riguarda le grandi piattaforme produttive e logi- datura tra le espansioni residenziali, produttive recenti dei stiche, l’obiettivo strategico è quello di assicurare la coeren- centri costieri salvaguardando i varchi inedificati e i sistemi za anche paesaggistica degli insediamenti diffusi nella piana dunali relittuali; con particolare attenzione al tratto di costa e sulla costa (porto, retro porto e interporto di Livorno, area di Livorno fino ad Antignano, tra Quercianella e Rosignano Zona industriale Gello (Marinari - www.panoramio.com) produttiva lungo il canale dei Navicelli e area industriale di Solvay, costa tra Calambrone e Marina di Pisa. Pontedera), evitando la dispersione incrementale di ulteriori Per quanto riguarda le grandi piattaforme costiere portuali e Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani lotti. produttive, quali il porto industriale di Livorno e la Solvay di Allo stesso tempo, è importante salvaguardare e riqualifica- Rosignano, è necessario garantire la massima integrazione re gli elementi e le relazioni del sistema insediativo storico paesaggistica delle nuove trasformazioni, contenendo e urbano e rurale ancora riconoscibili ed apprezzabili nelle mitigando gli impatti sugli ecosistemi e i paesaggi costieri. aree di pianura; in particolare, la riconoscibilità e l’integrità Allo stesso tempo, è importante salvaguardare il patrimo- percettiva del profilo urbano storico di Pisa, caratterizzato nio insediativo costiero di valore storico, identitario, nonché dalla supremazia di torri, campanili e cupole di edifici civili e le relazioni figurative tra insediamenti costieri, emergenze .3 religiosi. Sono da salvaguardare, altresì, i contesti collinari e architettoniche, naturalistiche e il mare; con particolare ri- 3 i relativi sistemi insediativi pedecollinari e di medio versante ferimento all’impianto urbanistico litoraneo ottocentesco di che costituiscono con la piana un’unità morfologico-percet- Marina di Pisa, alle colonie pubbliche e alle strutture socio- tiva e funzionale storicamente ben caratterizzata e ricono- sanitarie di Calambrone, al complesso delle fortificazioni scibile nelle sue diverse componenti (città pianura e siste- costiere, delle torri di avvistamento e castelli, storicamente Grandi piattaforme produttive : Pontedera (Marinari - www.panoramio.com) p. 43 piana livorno-pisa-pontedera

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB08-3III_insed.pdf scala originale 1:50.000

p. 44 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera legenda estratto della carta del Territorio Urbanizzato in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 45 piana livorno-pisa-pontedera Descrizione strutturale 3.4 I caratteri morfotipologici Il territorio rurale dell’ambito può essere suddiviso in tre dei sistemi agro ambientali grandi articolazioni interne: i rilievi dei Monti Pisani, che se- parano la pianura di Pisa da quella di Lucca e delimitano dei paesaggi rurali l’ambito sul confine settentrionale; un articolato sistema di colline costituito dalle propaggini meridionali delle Cerbaie, dalle Colline Pisane e dai complessi dei Monti di Castellina e dei Monti Livornesi; una vasta area pianeggiante nella quale si distinguono la pianura alluvionale del Serchio, dell’Arno e dei suoi affluenti, la pianura bonificata dell’ex Lago di Bienti- na, e la fascia costiera compresa nel Parco di Migliarino San Rossore e Massaciuccoli. criteri metodologici (LINK) I Monti Pisani sono in parte occupati da pinete di pino ma- rittimo e da boschi di transizione (castagneti alle quote più elevate, e querceto misto, roverella e leccio più in basso), in parte da oliveti terrazzati di tipo tradizionale (morfotipo 12) che si estendono con continuità nella fascia pedemontana da Ripafratta a , a nord di Buti, e sono stretta- mente relazionati al sistema insediativo storico. Alla base dei rilievi si riconosce infatti una struttura insediativa com- plessa composta da nuclei rurali e piccoli borghi sviluppatisi all’interno delle vallecole secondarie (Calci, Asciano) o sulla linea delle risorgive (San Giuliano Terme), da un rete di ville di origine medicea e granducale legate al sistema delle ville lucchesi (Villa Poschi, Villa Roncioni), da pievi e altri edifici Paesaggio della bonifica nella piana di Pisa (photo © Andrea Barghi/VARDA) religiosi (Certosa di Calci), da un sistema di opifici per la Seminativi a maglia ampia e diffusione insediativa nei pressi di San Giuliano Terme (foto L. Fastelli) lavorazione dei prodotti agricoli (mulini, frantoi) localizzati lungo i corsi d’acqua. e organizzati in una maglia tradizionalmente medio-ampia, gressivamente contratti per effetto della pressione urbana e La compagine collinare presenta una notevole articolazio- debolmente infrastrutturata dal punto di vista ecologico. appaiono come mosaici colturali complessi a maglia fitta a ne paesistica. I colli pisani di Palaia, Peccioli, Terricciola, Le fasce pedemontane dei Monti di Castellina e di quelli prevalenza di colture erbacee (morfotipo 20), strettamente Crespina, Fauglia – separati dai fondivalle dell’Era e degli Livornesi sono parzialmente occupate da associazioni tra relazionati ai tessuti edificati. altri affluenti dell’Arno – sono caratterizzati da una struttura seminativi e oliveti (morfotipo 16) e da oliveti tradizionali paesistica simile, data dall’alternanza tra tessuto dei coltivi (morfotipo 12). Dinamiche di trasformazione e bosco, che si insinua capillarmente e diffusamente al suo Nelle aree di pianura si distinguono porzioni che presentano Il paesaggio agrario dei Monti Pisani presenta condizioni interno con frange, macchie, formazioni lineari (morfotipo ancora ben leggibile una modalità di organizzazione dello apprezzabili di permanenza storica, con oliveti tradizionali 19). Il mosaico agrario è molto complesso e diversificato e spazio rurale che deriva dalla bonifica storica (morfotipo 8) disposti su sesti d’impianto molto fitti (morfotipo 12), soste- comprende oliveti – sui versanti più ripidi terrazzati -, semi- e parti in cui questa struttura è stata sensibilmente altera- nuti da terrazzamenti e gradoni. Buono, in media, lo stato nativi arborati, vigneti, seminativi semplici e pioppete nei ta dalle trasformazioni recenti (morfotipi 6 e 20). Le prime di manutenzione di colture e sistemazioni di versante, che Seminativi estensivi in Valdera (foto L. Fastelli) fondivalle. La maglia agraria è quasi ovunque fitta e fram- coincidono con il territorio dell’ex Lago di Bientina, con la appaiono in situazioni di abbandono e degrado solo nelle Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri mentata mentre si allarga in corrispondenza degli impianti pianura a sud di Cascina e con quella di Coltano, dove il parti più marginali della fascia pedemontana, efficacemente di vigneto specializzato (morfotipi 11 e 15) che occupano sistema delle opere di regimazione e scolo delle acque su- infrastrutturata da una fitta rete viaria in gran parte stori- prevalentemente le aree di Margine. Il paesaggio rurale è perficiali ha definito l’orientamento e la dimensione della ca. intensamente antropizzato, con piccoli centri storici disposti maglia fondiaria su cui si è sviluppata un’agricoltura pre- Dinamiche di trasformazione differenziate riguardano l’am- in posizione di crinale (Palaia, Lari, Crespina), e numerosi valentemente orientata alla produzione di cereali. Nell’area pia compagine collinare compresa tra il fondovalle dell’Egola nuclei minori e case sparse che occupano i supporti geo- di Coltano e San Rossore permangono fattorie medicee e e la costa livornese. Nelle aree caratterizzate dalla diffusio- morfologici secondari. Spesso l’oliveto o altre colture legno- granducali, storicamente fulcri dello sfruttamento agricolo ne del mosaico colturale e boscato (morfotipo 19), il pae- se (piccoli vigneti o relitti di coltura promiscua) corredano del territorio bonificato. Nelle aree dove la trama paesisti- saggio agrario si è modificato conservando un elevato gra- il sistema insediativo storico. Dove le morfologie collinari si ca della bonifica ha subito alterazioni strutturali, coincidenti do di complessità e articolazione morfologica ed ecologica, addolciscono (Orciano Pisano, Lajatico), in genere in corri- con gran parte della pianura, si osservano semplificazione e con le colture legnose d’impronta tradizionale (soprattutto spondenza delle formazioni di Bacino, il quadro paesistico allargamento della maglia agraria (morfotipo 6) associati a oliveti) concentrate attorno ai nuclei storici e una notevo- muta radicalmente e prevalgono seminativi estensivi e prati urbanizzazione diffusa e nastriforme. In particolare tra l’Ar- le diversificazione negli usi del suolo agricolo. Rispetto alla (morfotipo 5), relazionati a un sistema insediativo rarefatto p. 46 Seminativi estensivi in Valdera (foto L. Fastelli) no e la SGC Firenze Pisa Livorno, gli spazi rurali si sono pro- configurazione paesistica storica, le frange boscate si sono piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera estese su parti di territorio un tempo coltivate ma meno colturale e morfologico, essendo organizzati per lo più come Criticità fere dato lo scarso potere tampone dei suoli. Nel paesaggio vocate all’agricoltura e si insinuano capillarmente nel tes- tessuti a maglia fitta o medio-fitta ben equipaggiati dal pun- Il paesaggio agrario dei Monti Pisani dominato dagli olive- dei seminativi estensivi (morfotipo 5) la criticità più rilevante suto agricolo costituendo fasce di connessione ecologica. to di vista dell’infrastrutturazione rurale (viabilità poderale ti tradizionali (morfotipo 12) si presenta mediamente ben è la debole infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica, I fondivalle dell’Era e degli altri affluenti dell’Arno che se- e interpoderale, vegetazione non colturale di corredo della manutenuto, sia dal punto di vista delle colture che delle limitata a poche siepi e filari di corredo della maglia agraria parano le colline pisane, sono interessati da fenomeni di maglia agraria, sui versanti più acclivi sistemazioni idraulico- sistemazioni idraulico-agrarie. Segni di abbandono e rina- e alle formazioni riparie. La pianura è la parte di territorio semplificazione e allargamento della maglia agraria - debol- agrarie). Nelle aree di crinale permangono importanti for- turalizzazione sono visibili nelle parti più marginali del ter- interessata dalle criticità maggiori, riferibili al consumo di mente infrastrutturata sul piano paesaggistico ed ecologico mazioni forestali che scendono fino ai fondivalle in forma ritorio agricolo. suolo agricolo e all’espansione urbana, concentrate in parti- – e, in certe parti, da processi di urbanizzazione (morfotipo di lembi o frange contribuendo a definire un buon grado di Nelle Colline Pisane, in particolare in corrispondenza dei colare nella fascia compresa tra l’Arno e la SGC Firenze Pisa 6). Lungo il corso dell’Era si alternano colture a seminativo connettività ecologica. Le colture legnose o le associazio- mosaici colturali e boscati (morfotipo 19), le criticità sono Livorno e in quella a nord del Serchio, tra , Vecchiano semplice e appezzamenti coltivati a pioppete da carta di ni colturali di tipo tradizionale (oliveto/vigneto su cereali al riferibili a limitati fenomeni di scarsa manutenzione dei col- e (morfotipi 6 e 20). Ulteriore criticità per il impianto recente (Lari, Palaia). Dove i pesi insediativi sono suolo) che circondano borghi collinari come Palaia, , tivi più periferici; alla realizzazione nei fondivalle di estesi paesaggio rurale di pianura (morfotipi 6 e 8) è la semplifi- maggiori (Capannoli, Ponsacco) il tessuto coltivato tende a Colleoli, , , Treggiaia, , Mon- impianti di pioppete che possono comportare semplificazio- cazione della maglia agraria dovuta alla creazione di grandi frammentarsi in una struttura a mosaico (morfotipo 20) nel tacchita, e lambiscono la viabilità di crinale, costituiscono ne della maglia agraria tradizionale con cancellazione della monocolture cerealicole specializzate che rimuovono parti quale spazi rurali e costruiti sono strettamente intrecciati. elemento di pregio paesistico - sottolineando la struttura del rete scolante e riduzione del corredo arboreo; alla creazione della rete scolante storica, del sistema della viabilità pode- Sulle aree di Margine la dinamica di trasformazione più ri- sistema insediativo storico - e di valore ambientale, come di nuovi manufatti di servizio all’attività agricola (annessi rale e interpoderale e il relativo equipaggiamento vegetazio- levante è l’espansione dei vigneti specializzati (morfotipi 11 nodi della rete regionale degli agroecosistemi. Altre porzioni e ricoveri) di solito posti a margine di nuclei aziendali in nale. Siti estrattivi in gran parte dismessi sono presenti nei e 15), presenti soprattutto tra Castel del Bosco e Le Pinete, del territorio collinare in cui coincidono valori storico-testi- posizione di crinale. La criticità maggiore è rappresentata territori collinari, del Margine, nei fondivalle e in pianura e tra Cenaia, Ceppaiano e Le Lame, tra Mortaiolo e Nugola. moniali, percettivi e ambientali sono alcune parti della fascia dall’espansione dei vigneti specializzati (morfotipi 11 e 15), alterano gli equilibri estetico-percettivi del paesaggio. Grandi impianti viticoli specializzati si trovano anche sui colli pedemontana dei Monti di Castellina, segnatamente attorno concentrata soprattutto nelle aree di Margine (tra Castel del compresi tra Terricciola, e Casanova. a Santa Luce (morfotipo 12), tra Colle Montanino, Parla- Bosco e Le Pinete, tra Cenaia, Ceppaiano e Le Lame, tra Indirizzi per le politiche Nelle aree di pianura la dinamica di trasformazione più evi- scio, , Casciana (morfotipi 16 e 18), e nei pressi di Mortaiolo e Nugola). Grandi impianti viticoli specializzati si I principali indirizzi riguardanti il paesaggio dei Monti Pisa- dente è legata al consumo di suolo agricolo per processi Chianni (morfotipo 12). Le colline del seminativo estensivo trovano anche sui colli compresi tra Terricciola, Soiana e ni sono la manutenzione degli oliveti terrazzati d’impronta urbanizzazione (a macchia d’olio e nastriformi), particolar- appaiono come estese superfici nude a maglia medio-ampia Casanova. Aspetti di criticità derivanti da questa trasforma- tradizionale (che si distinguono per elevati valori estetico- mente accentuata nelle aree a nord del Serchio (tra No- (morfotipo 5) e contrastano nettamente con i paesaggi cir- zione possono essere allargamento della maglia agraria e percettivi, storico-testimoniali ed ecologici) e la preserva- dica e Pontasserchio) e nella fascia compresa tra il corso costanti (caratterizzati dalle colture legnose e dal bosco). semplificazione ecologica e paesaggistica, rischio erosivo e zione della relazione che lega paesaggio agrario e sistema dell’Arno e la SGC Firenze Pisa Livorno, dove gli spazi aperti Notevole il valore estetico-percettivo di questo tipo di pae- di dilavamento dei versanti, inquinamento delle falde acqui- insediativo storico, costituito da piccoli borghi sviluppatisi sono diventati fortemente residuali con perdita di qualità saggio dato dall’associazione tra morfologie addolcite, oriz- paesaggistica ed ecologica (morfotipi 6 e 20). Ad essa si zonti molto estesi coltivati a seminativo, valori luministici associa, in gran parte della piana, la banalizzazione della prodotti dal particolare cromatismo dei suoli, episodi edilizi maglia agraria dovuta alla prevalenza di grandi monocolture isolati spesso di valore storico-architettonico con il relativo cerealicole specializzate che semplificano la trama fondiaria, corredo arboreo, nuclei rurali con un piccolo coronamento la rete scolante, il sistema della viabilità poderale e rimuo- coltivato a oliveti (Lajatico, Orciatico). vono il relativo equipaggiamento vegetazionale. In pianura, i principali valori sono riferibili alle parti in cui si è conservata la trama fondiaria della bonifica, caratterizzata Valori dal reticolo infrastrutturale idraulico e viario, dalla rete dei Sui Monti Pisani gli oliveti che coprono con continuità la manufatti idraulici e rurali, dalla tessitura dei campi, soli- fascia pedemontana dei rilievi (morfotipo 12) rappresenta- tamente stretti e lunghi, che perde talvolta orientamento no elemento di grande valore storico-testimoniale sia per e scansione a causa delle semplificazioni e dagli accorpa- la presenza di colture d’impronta tradizionale mediamen- menti poderali. Questa organizzazione territoriale è leggibile te ben mantenute, sia per la relazione che lega paesaggio nell’area dell’ex Lago di Bientina, nella pianura a sud di Ca- Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri agrario e sistema insediativo storico, costituito da nuclei di scina e in quella di Coltano (morfotipo 8). Di valore storico- origine rurale (Calci, Asciano, San Giuliano Terme), ville me- culturale e paesistico sono le fattorie medicee e granducali dicee e granducali legate al sistema delle ville lucchesi (Villa presenti all’interno delle tenute di Coltano e San Rossore. Poschi, Villa Roncioni), edifici religiosi (Certosa di Calci), Nelle aree di pianura a nord e a sud dell’Arno si riscontrano mulini e frantoi localizzati lungo i corsi d’acqua. Rilevante tracce della centuriazione romana sia nell’orditura dei fondi il ruolo di presidio idrogeologico svolto dalle sistemazioni agricoli che nella maglia infrastrutturale minore. Nelle por- idraulico-agrarie che sostengono i suoli coltivati e quello di zioni di pianura più urbanizzate, gli spazi rurali residui, in .4 connessione ecologica assicurata dagli oliveti (nodi della particolare i varchi inedificati lungo la conurbazione lineare 3 rete regionale degli ecosistemi agropastorali). Pisa, Cascina, Pontedera, coincidenti con tessuti a mosaico Nelle aree collinari si concentrano numerosi elementi di va- a volte con caratteri di interlcusione (morfotipi 20 e 23), lore paesistico. I mosaici colturali e boscati (morfotipo 19) si assumono particolare valore per il ruolo di connessione eco- presentano molto complessi e diversificati dal punto di vista logica e di discontinuità morfologica rispetto al costruito. Frange di bosco tra i coltivi della Valdera (photo © Andrea Barghi/VARDA) p. 47 piana livorno-pisa-pontedera

Morfotipi rurali Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB16-3IV_morfo.pdf

p. 48 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

05. morfotipo dei 09. morfotipo dei campi 17. morfotipo complesso morfotipi delle colture seminativi semplici a 07. morfotipo dei chiusi a seminativo e 15. morfotipo del seminativo, oliveto e erbacee maglia medio-ampia di seminativi a maglia fitta di a prato di collina e di 12 morfotipo dell’associazione tra vigneto di pianura e delle 19. morfotipo del mosaico impronta tradizionale pianura o fondovalle montagna dell’olivicoltura seminativo e vigneto prime pendici collinari colturale e boscato

03. morfotipo dei seminativi tendenti alla rinaturalizzazione in contesti marginali

Questo tipo di paesaggio è ca- Il morfotipo è caratterizzato Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo copre generalmente Il morfotipo è presente su Il morfotipo si trova in aree di Il morfotipo è caratterizzato da ratterizzato dalla predominan- dalla presenza quasi esclusiva nazione tra aree a seminativo e versanti e sommità delle colline morfologie collinari addolcite o pianura o sulle prime pendi- una maglia paesaggistica fitta e za del seminativo semplice e di colture erbacee e da una a prato-pascolo in cui è leggibi- mentre, nei contesti montani, è su superfici pianeggianti ed è ci collinari ed è caratterizzato frammentata nella quale il bo- del prato da foraggio, da una maglia agraria regolare e fitta, le l’organizzazione della maglia presente solo sulle pendici delle caratterizzato dall’associazione dall’associazione tra oliveti, sco, in forma di lingue, macchie maglia agraria ampia di tipo con appezzamenti di superficie a “campi chiusi” con filari, siepi, dorsali secondarie. A seconda tra colture a seminativo e a vi- seminativi e vigneti. La maglia e isole, si insinua capillarmen- Il morfotipo è contraddistinto tradizionale e dalla presen- contenuta di forma allungata boschi poderali e alberi isolati. del tipo di impianto, i paesaggi gneto, esito di processi recenti agraria è medio-ampia o ampia, te e diffusamente nel tessuto dalla prevalenza di seminativi za di un sistema insediativo e stretta e spesso orientati se- Può essere sia espressione di dell’olivicoltura si distinguono di ristrutturazione agricola e con appezzamenti di dimensioni dei coltivi. Le colture presenti interessati da processi di rina- a maglia rada. Ha un grande condo le giaciture storiche che una modalità di utilizzazione in olivicoltura tradizionale paesaggistica. Le tessere colti- consistenti di forma regolare e possono essere mosaici agrari turalizzazione e posti in contesti valore estetico-percettivo dato consentivano un efficace smalti- agricola del territorio conso- terrazzata, olivicoltura vate si alternano in una maglia geometrica. I confini tra i campi complessi arborei ed erbacei marginali, per lo più montani e dall’associazione tra morfologie mento delle acque. Può trovarsi lidata, sia esito di fenomeni tradizionale non terrazzata di dimensione medio-ampia o appaiono piuttosto nettamente dati dall’intersezione di olive- collinari. Il paesaggio mostra i addolcite, orizzonti molto estesi associato ad assetti insediativi di rinaturalizzazione derivanti in genere caratterizzata ampia nella quale i vigneti sono definiti. Le colture specializzate ti, vigneti e seminativi, oppure segni sia dell’allargamento o coltivati a seminativo, valori lu- poco trasformati o all’interno di dall’espansione di siepi ed ele- da condizioni che rendono sempre di impianto recente e a oliveto e vigneto sono per lo prevalentemente seminativi della cancellazione della maglia ministici prodotti dal particolare contesti caratterizzati da note- menti vegetazionali su terreni possibile la meccanizzazione, e hanno rimpiazzato le colture più di impianto recente, mentre semplici. agraria preesistente sia quel- cromatismo dei suoli, episodi vole diffusione insediativa. in stato di abbandono. olivicoltura moderna intensiva. tradizionali. quelle di impronta tradizionale li di un abbandono colturale edilizi isolati. sono fortemente residuali. avanzato, riconoscibile nella presenza di alberi sparsi, ve- getazione arbustiva e boscaglia che ricolonizzano i terreni.

morfotipi complessi 04. morfotipo dei morfotipi specializzati 20. morfotipo del mosaico seminativi semplificati in 06. morfotipo dei 08. morfotipo dei delle associazioni 16. Morfotipo del 18. morfotipo del mosaico colturale complesso a aree a bassa pressione seminativi semplificati di seminativi delle aree di delle colture arboree seminativo e oliveto collinare a oliveto e maglia fitta di pianura e insediativa pianura o fondovalle bonifica colturali prevalenti di collina vigneto prevalenti delle prime pendici collinari

13. morfotipo dell’associazione tra 11. morfotipo della seminativi e monocolture viticoltura arboree

Il morfotipo è contraddistinto Il morfotipo è caratterizzato da Il paesaggio è organizzato dalla Il morfotipo è tipico delle aree Il morfotipo è presente per Il morfotipo è caratterizzato Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri dalla prevalenza di seminativi una maglia agraria di dimensione maglia agraria e insediativa collinari ed è caratterizzato lo più in ambiti collinari ed è dall’associazione di colture a maglia semplificata in medio-ampia o ampia esito di impressa dalle grandi opere dall’alternanza di oliveti e caratterizzato dall’alternanza legnose ed erbacee in contesti montani e collinari operazioni di ristrutturazione di bonifica idraulica. Tratti seminativi. Talvolta vigneti tra vigneti e oliveti, variamente appezzamenti di piccola periferici rispetto alle grandi agricola. Rispetto alla maglia strutturanti il morfotipo di dimensione variabile si inframmezzati da superfici o media dimensione che trasformazioni insediative tradizionale, presenta caratteri sono l’ordine geometrico dei Si tratta di zone specializzate a Il morfotipo è presente in ambi- inframmettono tra le colture boscate. Si distinguono configurano situazioni di e paesaggistiche. Nella di semplificazione sia ecologica campi, la scansione regolare vigneto, nella quasi totalità dei ti pianeggianti e nei fondovalle prevalenti. La maglia agraria infatti situazioni in cui la mosaico agricolo. Conservano maggioranza dei casi, siamo che paesaggistica. Il livello di dell’appoderamento ritmata casi esito di recenti operazioni di alcuni corsi d’acqua ed è ca- è medio-fitta e articolata, con maglia agraria è fitta, con un’impronta tradizionale nella in presenza di un’agricoltura infrastrutturazione ecologica è da case coloniche e fattorie, di ristrutturazione fondiaria e ratterizzato dall’associazione tra campi di dimensione contenuta appezzamenti di dimensione densità della maglia che è fitta ancora vitale tipica di certi generalmente basso. È spesso la presenza di un sistema agricola. La maglia degli ap- pioppete (e altri impianti di ar- e confini tra gli appezzamenti contenuta, e situazioni in cui la o medio-fitta, mentre i coltivi contesti collinari in cui la associato a insediamenti articolato e gerarchizzato di pezzamenti è ampia e, in certi boricoltura da legno) ed estesi piuttosto morbidi. Il bosco, maglia è media o anche ampia. storici possono essere stati relativamente contenuta di recente realizzazione, regimazione e scolo delle acque casi, equipaggiata da un cor- campi a seminativo semplice, di sia in forma di macchie che di I confini tra gli appezzamenti sostituiti da colture moderne semplificazione paesaggistica localizzati in maniera incongrua superficiali, la predominanza redo vegetale. Nei casi in cui solito esito di processi di sem- formazioni lineari, diversifica sono in genere articolati e (piccoli vigneti, frutteti, colture 3.4 non si è associata, se non rispetto alle regole storiche del quasi assoluta dei seminativi, l’infrastrutturazione ecologica è plificazione paesaggistica. significativamente il tessuto dei morbidi e seguono le sinuosità orticole). I tessuti interessati da occasionalmente, a ingenti paesaggio. per lo più irrigui. assente sono presenti notevoli coltivi. del terreno. Possono essere questo morfotipo sono tra le fenomeni di diffusione criticità dal punto di vista della presenti sia appezzamenti tipologie di paesaggio agrario insediativa ed erosione dello biodiversità e della connettività condotti in maniera tradizionale che caratterizzano gli ambiti spazio rurale. ecologica, oltre che degli aspet- che sistemi colturali moderni. periurbani. ti morfologici e idrogeologici. p. 49 piana livorno-pisa-pontedera all’interno delle vallecole secondarie (Calci, Asciano) o sulla 21. morfotipo del mosaico colturale e particellare linea delle risorgive (San Giuliano Terme), da un rete di ville complesso di assetto tradizionale di collina e di di origine medicea e granducale legate al sistema delle ville montagna lucchesi (Villa Poschi, Villa Roncioni), da pievi e altri edifici religiosi (Certosa di Calci), da un sistema di opifici per la lavorazione dei prodotti agricoli (mulini, frantoi) localizzati lungo i corsi d’acqua. Tale rapporto caratterizza in buona parte anche le colline pisane di Palaia, Peccioli, Terricciola, Crespina, Fauglia e va dunque preservato evitando altera- zioni dell’integrità morfologica dei nuclei. Nelle colline pi- sane è inoltre fondamentale mantenere la diversificazione colturale data dall’alternanza tra oliveti, vigneti, seminati- vi arborati, seminativi semplici e pioppete, tratto distintivo Il morfotipo è costituito da isole di questo tipo di paesaggio. In corrispondenza delle for- di coltivi tradizionali disposte at- mazioni di Margine (soprattutto tra Castel del Bosco e Le torno ai nuclei abitati e immerse nel bosco in contesti montani o Pinete, tra Cenaia, Ceppaiano e Le Lame, tra Mortaiolo e alto-collinari. L’aspetto caratte- rizzante è la stretta connessio- Nugola, e sui colli compresi tra Terricciola, Soiana e Casa- ne tra nucleo storico insediato e nova) andrebbe limitata la realizzazione di nuovi impianti intorno coltivato che appaiono reciprocamente dimensionati viticoli privi di interruzione della continuità della pendenza, e interrompono la continuità al fine di contrastare l’erosione dei suoli. È inoltre auspica- del manto boschivo. La ma- glia agraria è fitta e articolata bile che vengano equipaggiati da una rete di infrastruttu- e spesso equipaggiata di siste- razione agraria e paesaggistica articolata e continua. Dove mazioni idraulico-agrarie. prevalgono i seminativi estensivi su morfologie addolcite è indicato tutelare il sistema insediativo storico a maglia rada link: abaco regionale dei morfotipi rurali (evitando fenomeni di dispersione insediativa nel paesag- gio agrario), favorire il mantenimento delle corone di oliveti che contornano alcuni dei nuclei storici (Lajatico, Orciatico), morfotipi frammentati mantenere la prevalenza delle colture cerealicole così for- della diffusione temente caratterizzanti l’identità dei luoghi contenendo gli insediativa effetti negativi della intensivizzazione colturale. Per il terri- 23. Morfotipo delle aree torio di pianura i principali indirizzi sono finalizzati a preser- agricole intercluse vare gli spazi agricoli residui presenti come varchi inedificati nella fascia a maggiore pressione insediativa compresa tra l’Arno e la SGC Firenze Pisa Livorno (e in particolare lun- go la SS Tosco Romagnola), mantenere la struttura della maglia agraria storica della bonifica ove presente, favorire la ricostituzione della rete di infrastrutturazione ecologica e paesaggistica in corrispondenza delle monocolture a maglia semplificata. Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

Il morfotipo descrive dei paesaggi nei quali il carattere distintivo è l’intreccio tra spazi costruiti e spa- zi aperti, coltivati e non. Si tratta di aree non edificate e non imper- meabilizzate interamente delimi- tate dal tessuto urbanizzato. Le colture prevalenti sono seminativi e prati stabili a maglia semplifica- ta derivanti da processi di modi- ficazione che hanno comportato cancellazione della rete scolante e alterazione della struttura terri- toriale storica. A essi si associano appezzamenti di maglia più minu- ta, relitti dell’organizzazione pae- sistica storica. p. 50 Mosaico agrario complesso in Valdera (foto L. Fastelli) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

uso del suolo 1960 uso del suolo 2006 Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- 3.4 ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e quelli della carta CNR/TCI

p. 51 piana livorno-pisa-pontedera piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 08 livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera

Interpretazione di sintesi 4 piana livorno-pisa-pontedera Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, e da litorali sabbiosi e centri storici disposti in posizione di crinale (Palaia, Lari, per rarità la presenza di una duna antica stabilizzata. Le 4.1 Patrimonio territoriale rocciosi, intensamente insediata e infrastrutturata e in gran Crespina) e numerosi nuclei minori e case sparse (simile componenti naturali della pianura hanno storicamente con- e paesaggistico parte occupata da un’agricoltura di tipo “industrializzato”. è il sistema a maglia fitta delle colline Pisane, con i borghi dizionato sia il sistema insediativo urbano sia i caratteri del storici di Lorenzana, Fauglia, Crespina e le fasce basse dei territorio agricolo-rurale. L’assetto urbano e viario – oggi Lungo i rilievi dei Monti Pisani gli elementi di interesse e Monti di Castellina e di quelli Livornesi). Diversificato e ric- massicciamente alterato da dinamiche di trasformazione di pregio sono ascrivibili in primo luogo ai paesaggi degli co il mosaico agrario, nel quale si trovano colture legnose recenti - si contraddistingue per un’articolazione comples- oliveti terrazzati di tipo tradizionale che su estendono con come oliveti e piccoli vigneti talvolta terrazzati alternati ad sa, riconducibile al ruolo dominante svolto da Pisa (sistema continuità nella fascia pedemontana e che rappresentano associazioni colturali di tipo tradizionale (oliveto/vigneto su radiale asimmetrico) e di Livorno (sistema radiocentrico a importanti valori percettivi, storico-testimoniali, di presidio cereali al suolo) che circondano borghi collinari come Palaia, ventaglio), al sistema policentrico lineare Pontedera-Ca- idrogeologico e naturalistici in quanto nodi della rete re- Partino, Colleoli, Villa Saletta, Legoli, Treggiaia, Montechiari, scina-Pisa con i centri storici di Cascina e Pontedera che gionale degli ecosistemi agropastorali. Strutturante questo , e lambiscono la viabilità di crinale. Notevol- conservano ancora la leggibilità dell’impianto romano, alla tessuto coltivato è la relazione con l’insediamento storico, mente strutturante la relazione tra tessuto del paesaggio dimensione longitudinale predominante del corridoio infra- criteri metodologici (LINK) articolato in piccoli borghi localizzati nelle vallecole secon- agrario e sistema insediativo storico. Il secondo sistema è strutturale storico Firenze-Pisa (Arno, Statale Tosco Roma- darie incise dai corsi d’acqua (Calci, Asciano) o in corrispon- quello caratterizzato da una maglia paesistica rada, sia sul gnola, ferrovia Leopolda). I principali elementi di eccellenza Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme denza di sorgenti (San Giuliano Terme), in una rete di ville piano insediativo che del tessuto coltivato. Verso Orciano della vasta area pianeggiante sono riferibili, in particolare, delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione di origine medicea o granducale, di edifici religiosi (Certosa Pisano e Lajatico, in genere in corrispondenza delle forma- alle parti in cui è ben conservata la trama fondiaria della bo- fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- di Calci), di opifici e manufatti protoindustriali. Nella parte zioni di bacino, il paesaggio muta nettamente e offre ampi nifica, con il reticolo infrastrutturale idraulico e viario di cui ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- superiore del Monte, pinete di pino marittimo, castagneti orizzonti percettivi dati da suoli nudi, dall’assenza di colture restano elementi strutturanti come i canali artificiali storici sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- alle quote più elevate e querceto misto, che rivestono il legnose, da episodi edilizi isolati all’interno di un sistema in- del Fosso Reale, della Fossa Chiara, il Canale Barra-Barret- renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il ruolo di nodi primari della rete ecologica forestale. Il pregio sediativo rarefatto. Alti i valori naturalistici compresi nell’ar- ta, il canale Emissario, la rete dei manufatti idraulici e rurali, supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio naturalistico di questo contesto, sottolineato dalla presenza co collinare. Tra questi: il sistema del Monte Pelato (SIR la tessitura storica dei campi (presente soprattutto nell’area agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- di un sistema di ANPIL e di Siti Natura 2000, è riconducibile Monte Pelato), del Monte Maggiore e del Poggio Ginepraia dell’ex Lago di Bientina, nella pianura a sud di Cascina e in ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- anche alla diversità geo-strutturale e geomorfologica di cui e dell’alta Valle del Chioma (in gran parte interni al Parco quella di Coltano). Nell’area di Coltano e San Rossore per- ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo sono un esempio le cosiddette “Sassaie”, (colate detritiche provinciale e al sistema di ANPIL dei Monti Livornesi). Da mangono fattorie medicee e granducali, storicamente fulcri determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- di origine periglaciale), il complesso sistema di forme car- segnalare inoltre, nel vasto territorio delle colline poste tra dello sfruttamento agricolo del territorio bonificato. ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio siche epigee ed ipogee dei rilievi calcarei (da Vecchiano a la valle del Fine ed il bacino del fiume Era, gli agroecosiste- territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli Uliveto Terme), i numerosi siti di interesse paleontologico e mi di particolare pregio conservazionistico presenti lungo le Nella fascia costiera, il carattere di maggior pregio è l’im- elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. mineralogico ubicati lungo i rilievi montuosi e lungo i ver- colline calcaree di Vecchiano (habitat rupestri e mosaici di portanza naturalistica e paesaggistica degli ecosistemi delle santi dei depositi plio-quaternari. praterie e garighe calcaree) e i rilievi collinari delle Cerbaie coste sabbiose e rocciose con sistemi dunali integri o par- Il territorio dell’ambito comprende una struttura paesaggi- (presenza di lande acidofile e vallini con boschi planiziali). zialmente alterati, confermata dalle numerose Aree protette stica complessa e articolata, nella quale sono riconoscibili All’interno dell’arco collinare che occupa la porzione meri- e Siti Natura 2000 presenti. Relativamente alle coste sab- alcune componenti caratterizzanti. La porzione settentrio- dionale dell’ambito, le masse boscate dei Monti di Castellina Scendendo dai rilievi collinari verso la pianura, il paesaggio biose, in particolare lungo l’area costiera pisana compresa nale è segnata dalla presenza dei rilievi del Monte Pisano, e dei Monti Livornesi (queste ultime di alto valore ecologico si contraddistingue per un’agricoltura intensiva, un’elevata nel Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli che separano la pianura di Pisa da quella di Lucca e costi- perché coincidenti con una matrice forestale di pinete, mac- e diffusa urbanizzazione, la presenza strutturante di un si- e al Sito Natura 2000 “Selva Pisana”, si segnalano impor- tuiscono un sistema paesistico di grande valore dal punto chie costiere e boschi di latifoglie ad alta connettività e, in stema complesso di aree umide relittuali e di un ricco reti- tanti habitat dunali, pinete su dune fossili, mosaici di boschi di vista dei valori naturalistici, storico-testimoniali, relativi parte, con un nodo secondario della rete ecologica) struttu- colo idrografico. Gli ambienti fluviali (il basso corso e le foci planiziali. Gli ambienti costieri rocciosi caratterizzano invece al paesaggio agrario e agli assetti del sistemo insediativo. rano l’orizzonte paesistico nel quale sono chiaramente rico- dei fiumi Arno e Serchio, gran parte del corso e del bacino il tratto centrale della costa dell’ambito, sviluppandosi tra Un ampio e articolato sistema collinare - i cui principali li- noscibili due sistemi. L’uno, che comprende i colli pisani di del Fiume Era e dei suoi affluenti e del torrente Fine) nono- Antignano e Castiglioncello, con un sistema di falesie e pic- neamenti sono le propaggini meridionali delle Cerbaie, le Palaia, Peccioli, Terricciola, Crespina, Fauglia, caratterizzato stante le forti pressioni antropiche, si caratterizzano ancora cole calette segnato da habitat e specie vegetali e animali di Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio Colline Pisane e i complessi dei Monti di Castellina e dei da mosaici agrari in gran parte originati dal paesaggio sto- oggi quali importanti ecosistemi di rilevante interesse natu- interesse conservazionistico. Le coste rocciose dei contesti Monti Livornesi – si estende prevalentemente sulla porzione rico della mezzadria nei quali si alternano coltivi e bosco ralistico, con tratti relittuali di vegetazione ripariale. Per ciò insulari di Capraia e Gorgona arricchiscono il quadro delle meridionale dell’ambito e definisce un territorio di mosaici organizzati per lo più come tessuti a maglia fitta o medio- che riguarda i contesti lacustri sono da segnalare una serie eccellenze, con presenza di coste a elevata naturalità, con agricoli diversificati che vedono l’alternanza di tessuti- in fitta e ben equipaggiati dal punto di vista dell’infrastruttura- di sistemi di particolare pregio paesaggistico, naturalistico numerosi habitat e specie rare. A completare il quadro pae- tensamente antropizzati, a prevalenza di colture legnose e zione rurale (viabilità poderale e interpoderale, vegetazione e conservazionistico. Tra questi: il sistema di aree umide saggistico costiero, gli elementi strutturali e valoriali di par- collegati a un sistema insediativo storico denso e ramificato non colturale di corredo della maglia agraria, sui versanti relittuali del “Bosco di Tanali” (ANPIL), la Riserva Provinciale ticolare pregio riconducibili all’assetto insediativo storico: il tipico delle aree improntate dalla diffusione della mezzadria, più acclivi sistemazioni idraulico-agrarie). L’altro è il sistema “Oasi di Contessa”, i Siti Natura 2000 “Ex alveo del Lago di “sistema lineare delle marine costiere”, con la marina storica e di paesaggi cerealicoli a maglia rada. Ai piedi dell’arco costituito dalla Collina dei bacini neo-quaternari ad argil- Bientina” e “Padule di Suese e Biscottino”, le aree umide di di Pisa caratterizzata dall’impianto ortogonale degli isolati, collinare si dispiega la vasta pianura pisana, segnata dalla le dominanti, con versanti ripidi anche se brevi, e scarse Chiuso del Lago, Bozzone, Fiumaccio, Ugnone, Paduletto, dalle residenze signorili e dal lungomare; il sistema punti- bonifica dell’ex Lago di Bientina, dalla presenza di un ric- opportunità di sviluppo di insediamenti e di sistemi agrico- Palazzetto e Lame di Fuori (interne al Parco Regionale di forme delle architetture storiche (ville e residenze padrona- co reticolo idrografico naturale (fiume Serchio, fiume Arno li complessi, e perciò contraddistinto dalla dominanza del Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli), la riserva provin- li) del promontorio di Castiglioncello; il sistema lineare delle e relativi affluenti) e artificiale, delimitata sul lato costiero seminativo nudo. All’interno del primo sistema paesistico, ciale con habitat palustri e ripariali del Lago di Santa Luce. ex-colonie di epoca fascista, tra Tirrenia e Calambrone. dall’imponente sistema naturalistico del Parco Regionale di la campagna appare intensamente antropizzata con piccoli Nella zona di Coltano, tra la pianura e la costa, si segnala p. 54 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

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Patrimonio territoriale e paesaggistico Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

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p. 57 piana livorno-pisa-pontedera falde (Pianura pensile e Margine). In alcune zone costiere si pianura costiera e, in taluni casi, il diretto interessamento a “macchia d’olio” e nastriformi) sono concentrate lungo la 4.2 Criticità registra poi una tendenza all’ingressione salina, con ulteriori della fascia dunale e retrodunale. Lungo la costa insediata a fascia compresa tra l’Arno e la SGC Firenze Pisa Livorno e pesanti ripercussioni sulla disponibilità delle risorse idriche, sud di Castiglioncello emergono, altresì, pesanti saturazioni in quella a nord del Serchio, tra Nodica, Vecchiano e Pon- oltre a crescenti dinamiche di erosione marina lungo alcuni senza soluzione di continuità, definitivamente consolidate tasserchio, dove gli spazi aperti sono diventati fortemente tratti di costa bassa e alta (ad esempio, presso la Tenuta di con la realizzazione del nuovo porto. A questo quadro, già residuali con perdita di qualità paesaggistica ed ecologica. San Rossore, con impatti anche sulle retrostanti aree umide fortemente compromesso, si aggiungono alterazioni dovute delle Lame, e lungo la costa di Cecina). Costituiscono ele- all’elevato impatto ambientale, territoriale e paesaggistico Al progressivo deterioramento del patrimonio territoriale e menti aggiuntivi di criticità i rilevanti processi di isolamento delle imponenti piattaforme portuali e industriali (porto in- paesaggistico dell’ambito ha contribuito, anche se in forma dei biotopi umidi per urbanizzazione e artificializzazione o dustriale e commerciale di Livorno, Solvay di Rosignano) e minore, la pressione insediativa delle espansioni dei nuclei presenza di aree agricole intensive (particolarmente rilevan- dei corridoi infrastrutturali. I tracciati autostradali rappre- collinari- pedecollinari (diffusione residenziale negli ambiti te per il Lago di Santa Luce), la diffusione di specie aliene e sentano una barriera fisica che taglia la pianura e le relazio- agrari circostanti, compromissione delle relazioni storiche). i fenomeni di interrimento di zone umide. ni territoriali con i sistemi adiacenti. In alcuni casi, tale effet- Centri come Lorenzana, Fauglia, Crespina, Lari risultano criteri metodologici (LINK) Anche se in forme più contenute rispetto ai contesti limitro- to risulta amplificato dalla contiguità di aree specialistiche soggetti a espansioni edilizie contemporanee caotiche e di- fi, sono da rilevarsi problematiche dovute alle attività estrat- scarsamente permeabili o del tutto impenetrabili. somogenee (rispetto ai tessuti antichi), sviluppatesi princi- Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che tive dei versanti collinari, del margine, dei fondovalle e della palmente lungo le direttrici viarie in uscita dai centri urbani alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- pianura pensile. Particolarmente significativa è la diffusio- Oltre ai caratteri strutturali e valoriali della fascia costiera, le o come raddoppio del centro storico generatore. Seppur di le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante ne di tali attività nelle colline calcaree di Vecchiano, lungo dinamiche di trasformazione hanno profondamente alterato dimensioni più contenute rispetto a quelle della piana, tali l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- i bassi versanti del Monte Pisano, nella Valle del Torrente gli assetti della pianura. espansioni si caratterizzano per un notevole impatto pae- varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, Sterza e nei Monti Livornesi. Per i siti estrattivi di pianura, le Lungo la piana bonificata, tra Pisa e Collesalvetti, Rosigna- saggistico in quanto maggiormente visibili e percepibili dalla sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema criticità coinvolgono anche la potenziale degradazione della no e Vada, urbanizzazioni continue e fasce infrastrutturali pianura e dai principali assi di attraversamento dell’ambito. insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello falda acquifera per inquinamento. Di contro, va segnalato la hanno pesantemente contribuito alla frammentazione, de- In ambito forestale, le dinamiche più preoccupanti sono ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito presenza di alcune cave, all’interno dell’elenco di siti estrat- strutturazione e semplificazione del sistema agro-ambien- riconducibili all’azione degli incendi estivi (Monte Pisano, completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il tivi storici di materiali ornamentali, utilizzati all’occorrenza tale storico, con interclusione dei sistemi di poderi e nuclei Colline delle Cerbaie, Monti Livornesi), all’azione frammen- territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella nel restauro di beni architettonici e culturali. rurali storici e perdita delle originarie funzioni agricole e di tante dell’agricoltura intensiva collinare (Valdera e Valle del scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. Come già avvenuto per altri ambiti (ad esempio, la Lucche- presidio ambientale. Lungo l’asse viario della Tosco Roma- Torrente Fine), alla diffusione di fitopatologie (soprattutto a sia), le dinamiche di trasformazione cui è soggetta la Piana gnola (in particolare, tra gli abitati di Navacchio e Cascina) carico delle pinete). Sono altresì rilevabili: rapidi e frequenti “Livorno-Pisa-Pontedera” emergono, con estrema chiarez- le espansioni dei centri di matrice storica sono andate a processi di abbandono degli ambienti agro-silvo-pastorali di Così come negli ambiti confinanti della Versilia (a nord) e za, mettendo a confronto la periodizzazione dell’edificato e saldarsi progressivamente fino a formare una conurbazione alta collina e montagna (presso i Monti Livornesi, Monte della Val di Cecina (a sud) anche nel caso della Piana di delle infrastrutture a fine Ottocento e al 2011. Un comples- lineare continua, riducendo a singoli lotti di terreno libero Pisano, alta valle dell’Era), con ripercussioni dal punto di Livorno, Pisa e Pontedera le maggiori criticità si segnalano so sistema di criticità cresciuto negli ultimi sessant’anni, che i consistenti varchi di territorio agricolo che storicamente vista idrogeologico e perdita significativa di habitat prativi anzitutto lungo la costa e in pianura. ci descrive profonde e spesso irreversibili alterazioni conse- marcavano le discontinuità tra gli insediamenti. Le dinami- e pascolivi (e delle comunità animali e vegetali ad essi le- Una criticità che può definirsi “strutturale”, conseguente alla guenti al proliferare di espansioni residenziali, piattaforme che di espansione, oltre a seguire la direzione longitudinale gate); il basso livello di qualità ecologica dell’ampia matrice natura geomorfologica della piana (risultato della coevolu- produttive e pesanti conurbazioni. della viabilità principale, si sono progressivamente inspessi- forestale; la perdita e frammentazione dei boschi planiziali; zione dei sistemi alluvionali e dell’azione dell’uomo), con- Le ripercussioni negative hanno investito e messo in crisi, te con raddoppi longitudinali e diffuse a “pettine” lungo gli la sostituzione di formazioni autoctone di latifoglie con ce- testo in perenne ricerca di equilibrio. Ricerca di equilibrio in primis, i paesaggi della costa, interessati da fenomeni assi lineari che si sviluppano in direzione nord-sud, verso le nosi a robinia. Sulle aree di Margine (tra Castel del Bosco e significa, sostanzialmente, ricerca continua di adattamento crescenti di conurbazione, congestione, polarizzazione e anse dell’Arno, inglobando i centri rurali e la maglia agraria Le Pinete, tra Cenaia, Ceppaiano e Le Lame, tra Mortaiolo e dei sistemi idrografici. Arno, Serchio e fiume Era devono inaccessibilità, con forti impatti ambientali, territoriali e pa- della centuriazione e saturando pesantemente le aree gole- Nugola) la criticità di maggior peso si può invece ricondurre infatti la loro condizione attuale allo sforzo prolungato di esaggistici. Nel tratto da Boccadarno a Livorno, ad esem- nali (con occlusione dei fronti fluviali e perdita delle relazioni all’espansione dei vigneti specializzati, con corrispondente adattamento alle esigenze antropiche, sforzo che non può pio, la fascia semicontinua di edilizia residenziale-turistica, storiche tra città e fiume). A questa conurbazione lineare se semplificazione ecologica- paesaggistica e ripercussioni dal Interpretazione di sintesi Criticità considerasi a tutto oggi compiuto (una sorta di “equilibrio sviluppatasi a partire dalle marine storiche (Marina di Pisa, ne sovrappone una trasversale più recente (di tipo residen- punto di vista idrogeologico (rischio erosivo, dilavamento precario”). In questo senso, esemplare è il caso di Pisa, i Tirrenia, Calambrone), si contraddistingue per problema- ziale-produttivo) lungo l’asse Ponsacco-Pontedera a sud, e dei versanti). cui argini, innalzati nel XIX secolo, furono poi nuovamente tiche specifiche inerenti l’alterazione del sistema dunale, Pontedera-Calcinaia-Bientina-Buti a nord. abbassati in quanto ritenuti “incompatibili” con le esigen- la privatizzazione dell’arenile e l’occlusione degli accessi Fenomeni di banalizzazione e allargamento della maglia ze della comunità urbana. Ricerca di equilibrio e sforzo di al mare. Lungo la costa tra Calambrone e Marina di Pisa i agraria contraddistinguono anche i paesaggi dei fondovalle adattamento alle esigenze antropiche cui si collega, per le processi di alterazione del sistema costiero sabbioso sono (dell’Era e di altri affluenti dell’Arno), che separano le colline pianure pensili dell’Arno e del Serchio, un elevato rischio di risultati particolarmente intensi, con edificato realizzato pisane. Lungo i fondovalle sono da segnalarsi estesi impian- esondazioni, anche a breve tempo di ritorno, soprattutto direttamente sul sistema dunale e intense trasformazioni ti di pioppete, con conseguente semplificazione della maglia per gli insediamenti più recenti. turistico/residenziali nella fascia costiera retrodunale più in- agraria tradizionale, cancellazione della rete scolante e ridu- La Piana di “Livorno-Pisa-Pontedera” si differenzia inve- terna (ad interessare la fascia dei boschi planiziali e delle zione del corredo arboreo. Semplificazione e cancellazione ce dagli ambiti confinanti per una limitata disponibilità in pinete costiere). Tra Vada e Mazzanta, lo sviluppo dell’edi- anche diretta conseguenza di grandi monocolture cerealico- termini di risorse idriche, aggravata, anche e soprattutto, ficato turistico-residenziale, di villaggi vacanza e camping le specializzate. Criticità particolarmente accentuate e lega- dall’intensa impermeabilizzazione delle aree di ricarica delle ha comportato la significativa perdita di agroecosistemi di te al consumo di suolo agricolo (per processi urbanizzazione p. 58 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera Interpretazione di sintesi Criticità

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Criticità Interpretazione di sintesi Criticità

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Disciplina d’uso 5 piana livorno-pisa-pontedera 1.2 - riqualificare le grandi conurbazioni della piana, con • salvaguardando il ricco e antico sistema di manufatti le- lente specializzazione turistico-balneare presenti lungo il 5.1 Obiettivi di qualità particolare riferimento a quelle lineari tra Pisa e Pontede- gati alla navigazione fluviale e alla regimazione idraulica tratto che va da Boccadarno a Livorno e da Castiglioncello e direttive ra, Ponsacco-Pontedera, al triangolo Bientina-Pontedera- quali ponti, canali, mulini, pescaie, gore e chiuse, a testi- a Mazzanta, attraverso interventi di definizione dei margini Cascina, all’area a sud dello Scolmatore dell’Arno, alla zona monianza della vitalità degli storici insediamenti fluviali; urbani, di miglioramento degli spazi pubblici e di integrazio- dell’Interporto di Guasticce e all’area a nord del Serchio tra ne con il contesto rurale; Nodica, Vecchiano e Pontasserchio, evitare ulteriori saldatu- 1.7 - riqualificare da un punto di vista paesaggistico le gran- 2.2 - salvaguardare le aree di valore naturalistico costituite re lineari, mantenere e recuperare i varchi esistenti, nonché di piattaforme produttive e logistiche (interporto di Livorno; sia dalla costa sabbiosa pisana interna al Parco regionale promuovere progetti di ricostituzione dei varchi e delle rela- canale dei Navicelli; area industriale di Pontedera), assicu- Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli con importanti si- zioni visuali e territoriali con i contesti contermini, laddove rare la compatibilità dei nuovi interventi ed incentivare pro- stemi dunali, che dal sistema di coste rocciose, falesie, pic- assenti o compromesse; getti di recupero e riuso delle strutture industriali dismesse; cole calette dei Monti Livornesi con importanti emergenze geomorfologiche ed ecosistemiche, in particolare nel tratto 1.3 - evitare ulteriori processi di dispersione insediativa nel 1.8 - tutelare la maglia agraria storica delle zone di bonifica compreso tra Calafuria e Castiglioncello; criteri metodologici (LINK) territorio rurale (con particolare riferimento all’area compresa di Coltano, Cascina e Bientina (con particolare riferimento tra Pisa e Vecchiano), definire e riqualificare i margini urbani ai nodi della rete degli agroecosistemi, così come individuati 2.3 - conservare gli ecosistemi forestali e le storiche pinete Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tu- attraverso interventi di riordino dei tessuti costruiti e della nella carta della rete ecologica), anche attraverso il man- d’impianto, con particolare riferimento alle tenute costiere tela e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. viabilità, di riorganizzazione degli spazi pubblici, di mitiga- tenimento dei residui elementi vegetazionali, della viabilità del Tombolo e di S.Rossore e alle pinete del Tombolo di Gli obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei zione degli aspetti di disomogeneità e di integrazione con il poderale, dei manufatti della bonifica, e attraverso modalità Cecina; rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in tessuto agricolo periurbano sia in termini visuali che fruitivi; di riorganizzazione della trama agraria coerenti con il dise- linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, per- gno della pianura bonificata; garantendo, inoltre, l’efficienza 2.4 - riqualificare le residuali forme ed ecosistemi dunali ciò formulati, generalmente, come relazioni tra il sistema 1.4 - evitare ulteriori frammentazioni del territorio rurale del sistema di regimazione e scolo delle acque, e tutelando nella fascia compresa tra Marina di Pisa e Calambrone e tra insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello a opera di infrastrutture, volumi o attrezzature fuori scala la leggibilità del sistema insediativo storico (in particolare le Rosignano Solvay e Mazzanta, anche ostacolando i processi ecologico e il territorio agroforestale; completano gli obiet- rispetto alla maglia territoriale e al sistema insediativo e ga- fattorie di Coltano e S. Rossore); di erosione costiera e la diffusione di specie vegetali aliene; tivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio regio- rantire che i nuovi interventi infrastrutturali non accentuino nale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, relativi l’effetto barriera creato dal corridoio infrastrutturale SGC Fi- 1.9 - salvaguardare la riconoscibilità e l’integrità visuale del 2.5 - nelle trasformazioni delle grandi piattaforme costiere, a ciascuna invariante. Pi-Li, dalla Statale Tosco-Romagnola e dalla ferrovia sia dal profilo urbano storico della città di Pisa, con particolare at- portuali e produttive, assicurare la massima integrazione punto di vista visuale che ecologico; tenzione alla viabilità radiale in entrata, anche attraverso la paesaggistica contenendo e mitigando gli impatti sugli eco- riqualificazione degli ingressi urbani; sistemi e sui paesaggi costieri (porto industriale e commer- Obiettivo 1 1.5 - ricostituire gli ecosistemi fluviali e ripariali dei Fiumi ciale di Livorno, Solvay di Rosignano), e favorendo proces- Salvaguardare e riqualificare, evitando Arno e Serchio, del torrente Fine e del medio e basso cor- 1.10 - favorire la riqualificazione, valorizzazione e messa a si e progetti di conversione, riqualificazione e riuso delle nuovo consumo di suolo, i valori ecosiste- so del fiume Era (con priorità per le aree classificate come sistema delle risorse connettive del territorio alternative a strutture industriali dismesse o in via di dismissione; mici, idrogeomorfologici, paesaggistici e “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”, così come indi- quelle su gomma, costituite principalmente dalle ferrovie storico-testimoniali del vasto sistema delle viduate nella carta della rete ecologica), attraverso il miglio- dismesse (con relativo patrimonio di stazioni e scali), dai 2.6 - salvaguardare la riconoscibilità, l’integrità storica e vi- pianure alluvionali dell’Arno, del Serchio e ramento del loro grado di continuità ecologica trasversale e lungofiumi e dalla viabilità poderale, nonché dai principali suale di Livorno, valorizzare le relazioni storicamente conso- dei principali affluenti quali fiume Era, Tor- longitudinale, la riduzione dei processi di artificializzazione assi navigabili (Arno e canali principali). lidate tra la città e il mare, attraverso la riqualificazione degli rente Sterza, Fine, Chioma, fiume Morto degli alvei, delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale; ingressi, dei waterfront urbani e delle aree di interfaccia fra Vecchio e Nuovo la città e l’area portuale-industriale-commerciale, nonché 1.6 - salvaguardare e recuperare dal punto di vista pae- Obiettivo 2 le relazioni con il sistema insediativo delle colline livornesi, Direttive correlate sistico, storico-culturale, ecosistemico e fruitivo il corso Tutelare i caratteri paesaggistici della fascia anche operando una riqualificazione dei tessuti della disper- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della dell’Arno per il ruolo strutturante storicamente svolto nella costiera che comprende le coste sabbiose sione insediativa recente; disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani costruzione dell’identità dell’ambito, quale luogo privilegiato tra Marina di Torre del Lago e Livorno e tra di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: di fruizione dei paesaggi attraversati: Castiglioncello e Mazzanta, la città di Livor- 2.7 - Salvaguardare il patrimonio insediativo costiero di • ricostituendo le relazioni tra fiume e tessuto urbano (con no, quale elemento identitario dell’ambito, valore storico-identitario, nonché le relazioni figurative tra 1.1 - riqualificare il carattere policentrico del sistema inse- particolare riferimento alle città di Pisa e Pontedera); e la costa rocciosa fino a Castiglioncello insediamenti costieri, emergenze architettoniche, naturali- diativo della piana, ricostituendo relazioni territoriali tra i • evitando processi di urbanizzazione che aumentino l’im- stiche e il mare, in particolare: centri urbani principali e i sistemi agro-ambientali e preser- permeabilizzazione nei contesti fluviali, quali fasce di ter- Direttive correlate • l’impianto urbanistico litoraneo ottocentesco di Marina di vare gli spazi agricoli residui, potenziandone la multifunzio- ritorio che costituiscono una continuità fisica, morfologica Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della Pisa, articolato su una rigida maglia ortogonale compresa nalità e valorizzandone la prossimità alla città; recuperare, e percettiva con il corpo idrico, anche in considerazione pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani tra il mare e la pineta litoranea, e il relativo tessuto edili- altresì, i livelli di permeabilità ecologica del territorio di pia- della presenza di elementi storicamente e funzionalmen- di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: zio costituito da villini; nura con particolare riferimento alle aree individuate come te interrelati al bene medesimo; • le strutture di pregio storico-architettonico, riconducibili “direttrici di connettività da ricostituire e/o da riqualificare” • promuovendo interventi di riqualificazione paesaggistica 2.1 - evitare ulteriore carico insediativo e i processi di salda- al periodo razionalista (colonie pubbliche, strutture so- e “aree critiche per la funzionalità della rete” (individuate delle aree compromesse, anche attraverso la delocalizza- tura dei sistemi insediativi in ambito costiero e nella pianura cio-sanitarie di Calambrone); nella Carta della rete ecologica); zione di volumi incongrui; costiera retrodunale, riqualificare gli insediamenti a preva- • il complesso delle fortificazioni costiere, delle torri di avvi- p. 64 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera stamento e castelli, storicamente legati al mare, e le rela- 3.4 - favorire, nelle Colline Pisane a prevalenza di suoi ar- le colline ad est di Palaia (nodi secondari); nonché mante- tive discese a mare, che caratterizzano il litorale roccioso gillosi e di seminativi (comprese tra i Monti Livornesi e il nere le direttrici di connettività tra ecosistemi forestali isolati tra Antignano e Castiglioncello. confine orientale dell’ambito) la permanenza di colture ce- nel paesaggio agricolo della Valle del Torrente Fine ed in realicole: Valdera (direttrici di connettività da riqualificare); • migliorando l’infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica; Obiettivo 3 • promuovendo il mantenimento delle corone di colture le- 4.3 - tutelare le importanti aree umide relittuali, costituite Preservare i caratteri strutturanti il pae- gnose che contornano i nuclei storici (Lajatico, Orciatico) dalle lame interdunali e costiere di Migliarino, S. Rossore saggio della compagine collinare che com- e ne sottolineano la presenza nell’orizzonte paesistico dei e Massaciuccoli, le aree del Paduletto e Palazzetto lungo il prende sistemi rurali densamente insediati, seminativi estensivi; corso del fiume Morto Vecchio, le aree palustri di Suese e a prevalenza di colture arboree, e morfolo- • impedendo la creazione e l’ampliamento di campi da golf, Biscottino e l’ex alveo del Lago di Bientina, anche evitando gie addolcite occupate da seminativi nudi e al fine di evitare imponenti rimodellamenti che alterano il consumo di suolo nelle pianure adiacenti; salvaguardare, connotate da un sistema insediativo rado l’identità dei luoghi e gli equilibri idrogeomorfologici; inoltre, il Lago di Santa Luce, mitigando gli impatti legati alle adiacenti aree agricole intensive; Direttive correlate 3.5 - preservare i valori storico-testimoniali, percettivi ed Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della ecologici delle porzioni di territorio comprese nella fascia 4.4 - migliorare i livelli di compatibilità delle attività estrat- pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani pedemontana dei Monti di Castellina (attorno a Santa Luce, tive, presenti nelle colline calcaree di Vecchiano, nei Monti di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: tra Colle Montanino, , Ceppato, Casciana e nei Livornesi e ai piedi del Monte Pisano, in particolare recupe- pressi di Chianni) attraverso il mantenimento delle relazioni rando e riqualificando i siti estrattivi abbandonati; 3.1 - tutelare la leggibilità della relazione tra sistema inse- paesistiche tra nuclei storici e mosaici agricoli tradizionali diativo storico e paesaggio agrario del Monte Pisano attra- (nodi degli agroecosistemi nella carta della rete ecologica); 4.5 - tutelare integralmente le residue aree di calanchi, verso il mantenimento dell’integrità morfologica dei nuclei favorire, altresì, il mantenimento delle attività agro-pastorali presso Toiano nell’alta valle del Torrente Roglio, anche at- storici (sistema pedecollinare storico del lungomonte, costi- tradizionali dei Monti Livornesi, finalizzate alla conservazio- traverso la creazione di fasce tampone accessibili solo ad tuito da edifici religiosi, fortificazioni, mulini, ville di origine ne dei paesaggi di alto valore naturalistico (nodi degli agro- attività a basso impatto quale il pascolo e mantenendo i ca- medicea e granducale), la conservazione ove possibile degli ecosistemi nella carta della rete ecologica). lanchi bonificati con soluzioni preventive, come l’istituzione oliveti terrazzati (in gran parte individuati come nodi degli di aree inerbite lungo gli allineamenti originali degli impluvi; agroecosistemi nella carta della rete ecologica) e il conteni- mento dell’espansione del bosco su ex coltivi; Obiettivo 4 4.6 - salvaguardare l’elevato valore paesaggistico, geomor- Tutelare gli elementi di eccellenza natura- fologico ed ecosistemico delle isole di Capraia e Gorgona: 3.2 - salvaguardare e mantenere, nelle Colline Pisane set- listica del territorio dell’ambito, caratteriz- • tutelando le coste rocciose ricche di forme rilevanti in tentrionali a prevalenza di colture legnose, la riconoscibilità zato da paesaggi eterogenei, ricchi di di- aree incontaminate (guglie, grotte, falesie e altre forme e l’integrità dei sistemi insediativi storici (sistema dei borghi versità geo-strutturali, geomorfologiche ed modellate dal vento e dal mare) e caratterizzate da mo- collinari - Lorenzana, Fauglia, Crespina, Lari), la diversifica- ecosistemiche, comprese le isole di Capraia saici di macchie, garighe e prati, dalla presenza di sug- zione colturale data dall’alternanza tra oliveti, vigneti, semi- e Gorgona gestivi contrasti paesaggistici (scorie e rocce di origine nativi arborati, seminativi semplici e pioppete, una maglia vulcanica di Punta dello Zenobio e Cala Rossa a Capraia), agraria fitta o medio-fitta, e la continuità delle frange bosca- Direttive correlate e mantenendo l’integrità dello Stagnone di Capraia, unico te che si insinuano nel tessuto dei coltivi; mantenere, inol- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della specchio d’acqua naturale dell’Arcipelago Toscano; tre, le colture legnose o le associazioni colturali tradizionali pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani • evitando ulteriori processi di urbanizzazione e imperme- che circondano i borghi collinari di Palaia, Partino, Colleoli, di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: abilizzazione (in particolare nell’isola di Capraia), la fram- Villa Saletta, Legoli, Treggiaia, Montechiari, Montacchita (in- mentazione del territorio agricolo delle isole e la perdita dividuati come nodi degli agroecosistemi nella carta della 4.1 - Salvaguardare le emergenze geomorfologiche costi- di ambienti agropastorali e aree terrazzate di versante, disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive rete ecologica); tuite dai rilievi calcarei tra Vecchiano e Uliveto Terme, dalle nonché la diffusione di specie aliene vegetali ed animali. sorgenti termali di San Giuliano, Uliveto e Casciana Terme, 3.3 - sostenere, nelle aree di Margine delle Colline Pisane nonchè dalle colate detritiche “sassaie” e dall’importante si- (così come individuate nella carta dei sistemi morfogenetici) stema ipogeo di grotte e cavità carsiche del Monte Pisano; occupate prevalentemente da nuovi impianti o reimpianti di viticoltura specializzata, la creazione di una rete di infra- 4.2 - migliorare la qualità ecosistemica complessiva degli strutturazione continua, data dal sistema della viabilità di habitat forestali, con particolare attenzione ai nodi forestali servizio e dal corredo vegetazionale, la predisposizione di della rete ecologica costituiti dalle foreste costiere delle te- sistemi per il contenimento dei fenomeni erosivi e l’impie- nute di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli (nodo pri- go di tecniche a basso impatto di inquinamento della falda mario con boschi planiziali, palustri e pinete costiere), dai 5.1 acquifera; versanti del Monte Pisano (nodo primario con castagneti e pinete), dai versanti settentrionali dei Monti Livornesi e dal- p. 65 piana livorno-pisa-pontedera disciplina d’uso con valore indicativo) (esemplificazioni norme figurate

p. 66 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito piana livorno-pisa-pontedera legenda Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

5.3 link: SCHEDE DI VINCOLO REGIONALI

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