Storia Culturale Della Musica Americana
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1 Prof. Francesco Meli STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA Premessa La parte riguardante la storia culturale della musica americana è preceduta dalle nozioni propedeutiche sulla formazione dell’identità americana, essenziali per comprendere l’unicità, la complessità del paese e le sue diverse espressioni artistiche, delle quali la musica è forse la più conosciuta ed amata nel mondo. Conoscere le origini della formazione culturale del paese implica comprendere meglio le strutture portanti di un immaginario che continua ad essere il motore privilegiato della superpotenza americana. 2 FORMAZIONE DELL’IDENTITA’ AMERICANA Gli studiosi sono concordi nel sostenere che tre sono i fattori principali nella formazione del mondo moderno: invenzione della stampa, nascita e sviluppo del protestantesimo, “scoperta” dell’America. Quest’ultima è un affascinante intreccio di realtà e retorica, ossia c’è il fatto, l’evento ma anche l’interpretazione dell’evento che a sua volta diviene parte integrante dell’evento stesso. Questo particolare processo interpretativo non avviene in altre comunità analoghe: ad esempio non avviene né in Canada né in Australia, la cui colonizzazione ha elementi in comune con quella degli Stati Uniti. L’America non è stata solo “scoperta” e conquistata ma è stata inventata, resa mitica e simbolica. Si tratta di una terra dove non esistono, se si escludono quelle dei nativi americani, erroneamente definiti “indiani”, radici autoctone bensì radici artificiali, ossia “create” e quindi i simboli hanno un valore sostitutivo particolarmente pregnante. Non va di certo dimenticato che le colonie americane sono state abitate da esuli, uomini in fuga da un altro continente, fuggitivi dall’ingiustizia e dalla giustizia. Alcuni, come i Padri Pellegrini, erano persone di cultura, di alta moralità e religiosità; altri erano soprattutto animati da un profondo spirito di acquisizione ed erano alla ricerca di un immediato vantaggio, di uno sfruttamento qualsiasi di risorse umane e naturali. La matrice della dominante cultura americana, nota anche come mainstream , è la visione puritana. I Puritani erano perseguitati alla ricerca di una liberazione da tirannie religiose e politiche e questo elemento si è come solidificato nella loro coscienza e in quella del paese. Non deve quindi sorprendere che nelle forme espressive americane – sia popolari che colte – sia spesso latente un elogio, più o meno esplicito, dell’esilio, della sradicamento, della nomadicità. 3 Il nucleo centrale dell’ “invenzione” puritana dell’America consiste nella “scoperta” di questa terra nella profezia biblica. Su questa “scoperta” o “lettura” modella i fatti fondanti della sua storia e li giustifica come tali: insediamento coloniale, guerre indiane, Guerra d’Indipendenza dal Vecchio Mondo, Guerra Civile, ecc.). Se l’America, come è ovvio, rappresenta il trionfo dell’imperialismo europeo, l’interpretazione puritana dei “fatti” promette opportunità e ricchezze inimmaginabili per attuare l’utopia, ossia per effettuare progetti di miglioramento sociale e morale. E’ di rilevante importanza culturale il fatto che i Puritani si sono appropriati il nome dell’ intero continente, cioè hanno per primi usato il termine “American” in riferimento a se stessi, poi esteso agli immigrati europei, piuttosto che in riferimento agli abitanti originari delle terre da loro occupate. E su quelle terre hanno inteso compiere immediatamente una “missione” di proporzioni imponenti. Il New England doveva cioè essere un modello, un esempio per tutti gli altri cristiani, ovviamente in particolare per quelli che erano rimasti nel Vecchio Mondo. John Winthrop, primo Governatore di quell’area su cui sorgerà Boston, sosteneva che “gli occhi di tutte le genti sono puntati su di noi”. L’esperimento del New England viene così posto all’apice del mondo e della storia. Da qui il senso di estrema importanza di “quel” popolo, in “quello” spazio geografico. I Puritani si consideravano un’avanguardia isolata, esiliata, impegnata in una missione già tentata a suo tempo nel Vecchio Mondo ma fallita: a loro spettava finalmente il compito gravoso ma eccezionale di realizzarla, facendo progredire la storia dell’umanità. In questo senso l’America è concepita come “ultima speranza”: scelta finale e decisiva, ultima occasione per redimere l’umanità intera. E’ stata anche definita l’ultima rivoluzione per porre fine a tutte le rivoluzioni. In caso di fallimento, sarà un fallimento finale in quanto non vengono concepiti altri nuovi mondi da scoprire. La storia culturale del paese mette in evidenza che la prospettiva del fallimento finale è, tendenzialmente, troppo dolorosa da sostenere: l’intera costruzione dell’identità verrebbe frantumata. L’America veniva così ad assumere un significato “unico”: la terra promessa per il popolo eletto. In effetti la traversata, interpretata quale 4 esodo, adempiva alla profezia biblica, divenendo così un “evento”, una “realtà” del Nuovo Mondo. Dato che la missione deve essere realizzata, il percorso verso l’ “adempimento” ha una ricaduta fondamentale sull’identità americana: identità in svolgimento, non tanto definita dal passato quanto diretta verso il futuro. Questo spoglia prima i Puritani e poi gli americani in genere da concreti legami con il passato. In quanto ultima, suprema speranza, l’America sta ad indicare un concetto non definito, non tracciato. Soprattutto indica un’entità mai esistita prima. Questa mancanza di specificità, di un precedente storico o di un principio di delimitazione racchiude in sé potenzialità enormi. Anche il modello federale della comunità è concepito per sostituire il passato comunitario con una storia visionaria del futuro: indica una comunità in process che, in quanto libera dalle consuete limitazioni di genealogia, territorio e tradizione, si muove verso mete sconosciute, tutte da definire. Il New England viene così ad assumere il significato di “way”, di una “errand” nella sterminata “wilderness” americana e il suo successo o fallimento implica il successo o il fallimento dell’intero mondo occidentale. Questa terminologia riferita al mondo puritano necessita di un approfondimento. Per analogia con la più nota “American Way “ – modello di vita americano, ideologia americana che si sviluppa lungo linee di continuità culturale a partire dalla Nuova Inghilterra puritana – “New England Way” è espressione usata per definire il sistema e la struttura dell’ortodossia puritana della Nuova Inghilterra. Più che “modo di vita” ha il significato di “via”, ossia di strada verso il futuro. “Errand” è il “compito” da svolgere, la cui esecuzione comporta un breve viaggio o spostamento nello spazio. Nella tradizione culturale del paese viene ad assumere la portata di un vero e proprio concetto nazionale, ossia è nozione che sintetizza l’esperienza puritana americana e quindi l’origine e l’evoluzione del paese. Il termine possiede significati sacro- secolari connessi fra loro: migrazione, pellegrinaggio, progresso. “Wilderness” è termine di origine biblica e significa, in generale, “deserto”. Possiede un’ambivalenza poiché, sempre nella Bibbia, è il luogo dove Gesù è sottoposto a tentazioni ma è anche il luogo dove Dio parla ai 5 profeti. Tale ambivalenza è mantenuta nella visione puritana in America: è il luogo in cui il cristiano è in pericolo di perdersi perché è terra desolata e solitaria e quindi l’uomo è esposto alla confusione e al disordine interiore. E’ il luogo dove manca la “via”, non vi sono “sentieri” battuti, “indicazioni” che possano fornire orientamento. E’ spazio assolutamente “aperto”, privo di protezione e quindi potenzialmente molto pericoloso, sia per il corpo che per l’anima. E’ particolarmente indicativo che la psiche puritana abbia percepito l’intero continente in termini di “wilderness”, quindi di spazio nel quale si sono sentiti investiti di compiere la loro missione “redentrice” e “civilizzatrice”. La visione puritana presupponeva una fioritura simbolica ed effettiva della “wilderness”: questo era l’obiettivo della missione: missione che trova posto in uno spazio specifico, l’America appunto e trova anche un nome, New England Way che poi, con il tempo, diverrà più genericamente American Way. “Wilderness” è termine fondamentale entrato a far parte della tradizione culturale americana mantenendo sempre il significato di luogo selvaggio, privo di segni lasciati dall’uomo ma con il tempo ha però assunto anche connotati positivi, ovvero di forza e vitalità naturale della terra in opposizione alla corruzione e alla decadenza dell’insediamento coloniale o plantation , divenuto nel frattempo agglomerato urbano sempre più esteso. Nella recente visione ecologica, la “wilderness”, o meglio quel che rimane della condizione primigenia del continente, è spazio da conservare e preservare. Come è intuibile, non mancano certo grosse problematiche legate allo sradicamento e alla rapida e continua trasformazione che pone sfide (“challenge”) continue all’integrità dell’individuo e della comunità. Si è infatti sostenuto che le affermazioni retoriche dei puritani tradivano sensi di colpa e nostalgia per tutto quello che si erano lasciti alle spalle. Sensazioni che sicuramente esistono ma che vengono abilmente trasformate in inquietudini positive circa il proprio futuro e il futuro del paese nel suo insieme, ossia trasformate in incentivo verso tutto quello che c’era da realizzare. Questo tratto culturale nazionale – detto in altri termini, trasformare situazioni in apparenza negative in qualcosa di positivo – è rilevabile in molti testi canonici