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INUTILE aprile 2013, numero 53 Supplemento al #4205 di PressItalia.net, registrazione presso il Tribunale di Perugia #33 del 5 maggio 2006, pubblicazione trimestrale a cura di INUTILE » ASSOCIAZIONE CULTURALE la redazione leonardo azzolini, marco montanaro, nicolò porcelluzzi, alessandro romeo, matteo scandolin, tamara viola hanno collaborato francesca ballarini, fabio deotto, andrea maggiolo, gianluca nativo, andrea pomella correzioni elisa sottana copertina yuanyuan yang {yuanyuanyang.com} layout leonardo azzolini {leonardoazzolini.com} stampa Le Colibrì - Agenzia di stampa, Gubbio {[email protected]} abbonamenti rivistainutile.it/abbonarsi wild wild web rivistainutile.it twitter.com/inutileonline vimeo.com/inutile Il presente opuscolo è diffuso sotto la disciplina della licenza CREATIVE COMMONS Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia. La licenza integrale è disponibile a questo url: http://tinyurl.com/8g7sw5 3 editoriale 4 counselling gianluca nativo 7 via rinaldi 46, ninopoli francesca ballarini 10 quelli che sanno si salvano marco montanaro 16 the mars volta: una storia di confini fabio deotto 24 micronarrativa andrea maggiolo editoriale C’è Gianluca Nativo col suo racconto in grado di sal- la redazione tare da qui a là senza farti mai fermare; c’è Francesca Ballarini con la sua Ninopoli, che c’ha fatto innamo- La copertina di questo numero è un arcobaleno per rare; c’è Marco Montanaro che ci ha fatto riflettere, noi e per voi: per quelli che sono stanchi e abbat- come sempre fa lui; c’è Fabio Deotto che cerca di tuti, la siamo andati a recuperare direttamente da metabolizzare lo scioglimento dei Mars Volta; c’è la Yuanyuan Yang, artista cinese che lavora a New York. Micronarrativa di Andrea Maggiolo, come sempre; L’abbiamo scelta perché abbiamo bisogno di quell’ar- c’è Andrea Pomella che si fa torturare dalle nostre cobaleno, noi e voi: e perché per racchiudere i pezzi domande riguardo quell’argomento tabù che sono i di questo numero nient’altro ci è sembrato migliore. soldi nel mondo editoriale. E c’è l’arcobaleno. Di altro, non avete bisogno. E neanche noi. 3 counselling annoiati, come me, e invece niente. di gianluca nativo Avevo pensato di cambiare aria ma mi stancava l’i- dea di girare da solo. Bastava che mi mettessi in un angolo, loro avrebbero fatto i loro giochi. Come erano ingenui. Era bastata quell’aria da biri- Ci avevo fatto una certa abitudine. chino a fargli perdere la testa. Come si fa a entusia- A casa mia, a pranzo e a cena, mi metto a capotavola smarsi per un tipo così? Prendeva in giro, era ovvio. di fronte a mio padre e li lascio ricoprirsi di tutte Quel Valerio non mi ha mai suggerito niente, se non le loro chiacchiere, insieme al notiziario delle otto; che voleva fare il furbetto. In fondo nella comitiva di mangiamo puntuali noi. Veronica eravamo tutti bravi ragazzi di provincia ed E se mia madre ogni tanto mi chiede qualcosa era facile fare l’uomo di mondo. Raccontava di una rispondo sbrigativo, con la testa. scopata fatta su un campanile in Puglia, e Veronica Quanto la odio quando mi chiede se qualcosa non va. subito a dargli una spinta sulla spalla, maliziosa e Non ci mette il giusto impegno, sottolinea lo sforzo felice, ché in fondo era contenta che un tipo così si della domanda. È debole lei. Vorrebbe fare la madre fosse aggiunto alla sua cerchia. comprensiva ma chissà perché non ci riesce e allora Inutile dirlo, tra me e Valerio non è che ci fosse tanto diventa brusca, cattiva. Ma le mamme sono sem- feeling. Lui sapeva che non avrei fatto il suo gioco. E pre innamorate un po’ dei loro figli, e lo vedo ogni sono convinto che mi temeva, potevo smentire le sue volta che fa finta di non guardarmi quando sta per pagliacciate quando volevo. affrontare una discussione – s’imbarazza – o quando Per non parlare della sua Punto tutta impolverata è felice nel vedermi ridere. che faceva tanto on the road... ci aveva girato il Ma non la rimprovero. Non mi piace dare lezioni ai mondo a sentirlo. miei, però so come prenderla. Un giorno mi ringra- Eppure a infastidirmi era il modo in cui tutti si zierà. facevano prendere in giro. Prima o poi si sarebbero Mi annoio, ultimamente. Non riesco a stare al passo 4 con il tempo. Quest’anno non posso credere che dopo è iscritta a medicina, e ogni volta che torna è sia già ricominciato il campionato. Non è possibile. sempre più felice di prima. Senza troppo scalpore, È stressante. Senza che me ne accorgessi la domenica come una cosa naturale. già è tutto un clima pre-partita, coprifuoco e urla a Così bisognerebbe fare. Meno chiacchiere. squarciare i quartieri. Quest’estate forse non è ser- Mio zio è morto due mesi fa. Il fratello di mia nonna, vita a un cazzo. più di ottantacinque anni e un corpo talmente pieno Fortuna che domenica prossima c’è la pausa per la di metastasi che la morte ce l’aveva scritta in fronte. Nazionale; ci vuole una certa predisposizione d’a- E lo sapeva. Era abbastanza lucido da riconoscere nimo anche per il campionato. che quella doveva essere l’ultima settimana della sua Mi devo tenere pronto per l’autunno. Belle le mezze vita. stagioni. Credo che un segno dell’armonia del mondo Ha quattro figli e parecchi nipoti, eppure davanti a sia la loro durata; quando una inizia ad abbando- tutti non si è mostrato debole, anzi, faceva il simpa- narci, l’inizio dell’altra si annuncia sempre con la tico, ci rideva su, per quanto poteva. stessa carica di sorpresa. Tutti che non vedono l’ora Mia sorella doveva seguire mio padre al ristorante di infilarsi il pulloverino di filo. Le prime piogge a e ubbidire, disse in una specie di benedizione, mio sorprenderci goffi nell’usare l’ombrello. fratello avrebbe accumulato soldi a palate, mentre Non ho ancora buoni propositi per l’inverno. Eppure io… ma non riusciva a trovarmi. Mi ero infatti quasi d’estate si è soliti farne. Ma quest’anno… non mi va nascosto dietro le spalle di mio padre. Quando mi di vedere nessuno. Peccato che non ho le palle di feci vedere credevo non mi avrebbe riconosciuto – la cercare un lavoro e andarmene così su due piedi in maggior parte dei miei parenti a stento ricorda il mio un’altra città. Perché è solo questione di palle, nulla nome – e invece fece gli occhi lucidi, gli riapparve mi trattiene. il countdown sopra la sua testa, e mi disse, con un Dovrei fare come Lucrezia. Quella sì che è in gamba. italiano forzato ma solenne. Finisce la scuola, si trova un lavoro in Spagna e l’anno “Non dargli retta. Goditi la vita”. 5 L’ho detto anche alla mia analista, quella grassona. Che poi non lo è esattamente, è una counsellor, così si fanno chiamare, una da volontariato, mi ci ha costretto Sandra ad andare. Sandra ha detto che dovrei farmi una scopata. Ma lei non si sarebbe fatta avanti stavolta. Che poi non intendeva scopata nel senso stretto, anche un gelato qualora ne avessi voglia. Un viaggio, concluse. Ieri ho trovato un volo low-cost per Oslo. Ma non so se ci vado. Non è che mi faccio dare lezioni di vita così, su due piedi. Si è da poco laureato in lettere, non in psicologia, ma ha avuto modo di avere a che fare con un counsellor. Aveva un po’ di nostalgia di quelle sedute. Al momento tenta di scrivere un romanzo. 6 via rinaldi 46, ninopoli dei fiori per-nulla-stencil, e di fuori delle foglie ver- di francesca ballarini dissime e mai finite, in un balconcino prima grigio che s’affacciava su un parcheggio altrettanto grigio. C’era passato tanto fiume d’amicizia dentro, e di 18 anni fa vivevo in questa città. gioia, pura, adolescente (“che comincia a crescere”) e Per 10 anni ho vissuto in una casa, in questa città, che pulita. E pure i dolori, che cominci a conoscere. se penso alla felicità abitata penso a quelle mura, e le Poi finì, poi dovemmo lasciarla, con le foglie lasciate mura in realtà non c’erano. Ogni volta, di fronte alle a metà, il non-stencil sulla porta, i bauli da rifare, i persone vicine a me – le presenti sempre, le andate, le poster attaccati con lo scotch dipinti da mia sorella nuove – penso se sono passate o no in quelle stanze, per scenografare il mio compleanno dei 13 anni. come fossero stanze del mio cuore ché per cono- Preso sottobraccio il gatto, siamo tornati alla casa scermi sarebbe stato bello fossero state camminate di sempre, io comunque lontana, a finire l’università da ognuno di loro. In Via Mura Occidentali 33. urbinate, e così via. Non ho voluto più parlare tanto di quella casa, per Era un porto allegro, di passaggio, senza vernice, ma quanto fitto era entrato dentro ogni istante, da cui di fiori freschi. Senza lampadari, ma coni di carta o non ci si poteva muovere, era stato come traslocare di stoffa che Grace aveva improvvisato. Un improv- dalla felicità, e questo a un cuore non si fa; anche viso fresco e infinito. fossi stata agli antipodi, il pensiero non era mai riu- Un non-lampadario in particolare – veramente scito a contenere quel distacco. Era un addio silen- brutto e per questo così amabile – era un foulard, zioso, un ritorno rimandato all’infinito. eredità degli anni ottanta, dalle stelle gialle fluore- Qualche anno fa son riuscita a passar lì sotto, senza scenti che spenzolava giù dal filo come i fantasmini cambiare strada per non vedere: sono entrata nel che si fingono ad Halloween.