Scheda Progetto Per L'impiego Di Volontari in Servizio Civile in Italia Ente
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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia 2) Codice di accreditamento: NZ00042 2) Albo e classe di iscrizione: Nazionale 1° CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: S.O.S. Siena Orienta al Soccorso 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza (riferita alla tutela dei diritti sociali e ai servizi alla persona) Area di intervento: Pazienti affetti da patologie temporaneamente e/o permanentemente invalidanti e/o in fase terminale; Disabili; Anziani Codifica: A08; A06; A01 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: S.O.S. Siena Orienta al Soccorso non è solo un titolo per un progetto che deve anzitutto destare interesse in giovani candidati volontari durante l’attività promozionale, ma un obiettivo che Siena, o meglio le Misericordie della provincia di Siena, intendono perseguire con il presente progetto sull’intero territorio provinciale. L’orientamento al soccorso è un percorso di comunità, investe non solo il funzionamento ordinario dei servizi di trasporto socio-sanitari e di emergenza, ma una consapevolezza della comunità locale, delle persone che vivono un territorio a fronteggiare i problemi sanitari adottando comportamenti individuali e collettivi appropriati, modalità di auto- organizzazione adeguati. Non è insomma sufficiente un sistema di soccorso efficiente per assicurare che il soccorso stesso sia anche efficace. Occorre che l’intera comunità sia portata a partecipare attivamente al sistema di soccorso, che conosca ad esempio come attivare prontamente i servizi, cosa fare in caso di emergenza ecc. Come? E’ ciò che si propone di fare il presente progetto, attraverso azioni concrete di assistenza e di promozione della salute. Il progetto prende spunto dall’esperienza maturata dalle Misericordie partecipanti al progetto sia nell’ambito delle attività istituzionali ordinarie, sia specificamente in precedenti progetti di servizio civile, dove la partecipazione di giovani volontari è stato un elemento utile a favorire, ad esempio, una più ampia presenza giovanile e con essa una diffusione tra i giovani della cultura del soccorso, ma anche un elemento di congiunzione all’interno dei contesti familiari, dei punti di aggregazione ecc. L’idea di fondo è intervenire con un’operazione che valorizzi i risultati conseguiti in passato e, rispetto al servizio di soccorso sanitario già presente sul territorio, stante un’esigenza di qualificazione e di miglioramento del servizio per la popolazione, attraverso il rafforzamento dei punti di emergenza territoriale e le competenze di presa in carico dei soggetti per la mobilità socio-sanitaria e sociale in senso stretto, oltre che di rafforzamento delle conoscenze e della partecipazione attiva delle persone al sistema di soccorso. Nel corso dei progetti precedenti infatti si è potuto notare come, ad esempio, i nuovi cittadini (cittadini stranieri soggiornanti, richiedenti asilo ecc.) non sono contestualizzati rispetto al funzionamento e all’accesso ai servizi di soccorso e, per questo gap, tendono a ricorrere in misura inferiore a tali prestazioni. Così, per fare un ulteriore caso, anziani che vivono soli o con assistenti familiari, hanno difficoltà ad attivare soccorsi o a gestire situazioni di emergenza nelle quali ad esempio gli operatori sanitari richiedono informazioni su parametri, stato di salute ecc. I servizi di trasporto socio-sanitario non costituiscono una novità per le Misericordie, anzi, si tratta della loro attività ovunque presente e capace di dare risposta sia in situazioni di emergenza urgenza, mediante il servizio svolto nell’ambito del 118, sia in situazioni ordinarie ovvero per i cosiddetti trasporti sociali, rivolti a soggetti con ridotta autonomia o con difficoltà neuromotorie ancorché queste non debbano recarsi presso presidi sanitari, ma ad esempio, a lavoro, a scuola, presso strutture di accoglienza o assistenziali. L’elemento di novità rispetto al contesto di riferimento è rappresentato appunto da questo gap conoscitivo e di consapevolezza rispetto al servizio socio-sanitario. L’analisi di contesto e del problema di partenza: a) acquisisce questa dimensione valutativa in continuità dell’esperienza precedente che si diceva poco sopra; b) pone l’accento su questa esigenza di ampliamento di conoscenza e consapevolezza sull’accesso ai servizi socio-sanitari e di emergenza nella cittadinanza e soprattutto in particolari fasce della popolazione (immigrati, anziani, famiglie con persone con disabilità o malati cronico-degenerativi); c) per questo mette in evidenza la necessità di orientare al soccorso la cittadinanza in ottica di integrazione con gli altri servizi territoriali e di prossimità in risposta ad un bisogno diffuso di presa in carico in situazioni di fragilità quando all’interno di un nucleo familiare (ancor più se è un nucleo composto da solo una o due persone) si possa verificare, in via non esaustiva, una situazione di ricovero, malattia, disabilità anche temporanea. Di seguito perciò vengono individuati da un lato un quadro di contesto letto attraverso alcuni indicatori demografici e alcune caratteristiche delle fasce di popolazione coinvolte come destinatari diretti del progetto, dall’altro un quadro di monitoraggio dei servizi erogati dalle Misericordie coinvolte nel progetto e una fotografia di altre organizzazioni territoriali operanti nel settore. La situazione e le tendenze demografiche generali La popolazione residente in Provincia di Siena al 01.01.2017 (fonte ISTAT) è di 269341 abitanti con un aumento di circa 3000 abitanti negli ultimi 6 anni (il censimento ISTAT 2011 contava in Provincia di Siena 266.621 abitanti). La piramide riportata qui di seguito, mostra una struttura della popolazione già oggi sbilanciata sulle fasce più adulte e anziane rispetto ai bambini e ai giovani, una tendenza che non solo si confermerà, ma che si rafforzerà molto nell’arco di 15/20 anni, con una pressione crescente sui servizi. Questi dati interrogano naturalmente tutta l’organizzazione dei servizi, tanto che la programmazione regionale (il Piano Sociale e Sanitario Integrato 2012-2015) dedica alle strategie di sanità d’iniziativa e sociale d’iniziativa uno spazio rilevante nell’ottica di puntare sulla prevenzione delle malattie croniche o delle cause di isolamento sociale. Va tuttavia considerato come l’intera comunità sarà progressivamente sollecitata sul piano del welfare e dell’accesso ai servizi socio-sanitari. In quest’ottica il progetto vuole promuovere il rafforzamento della rete dei servizi socio-sanitari e, d’altro lato, incentivare le competenze dei singoli e della collettività in ambito sanitario e di accesso ai servizi. Ciò incide maggiormente in chi è in difficoltà negli spostamenti per accedere a servizi di cura e riabilitazione, così come chi accede ai presidi ospedalieri in situazione di emergenza-urgenza e, in linea generale pesa maggiormente su chi vive in nuclei familiari monoparentali o con il coniuge o altro congiunto. In questi casi la fragilità aumenta e la necessità oltre che di tipo sanitario in senso stretto si amplia al versante assistenziale. Se vediamo i principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente in provincia di Siena, l’indice di vecchiaia – tra questi – rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. apporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2017 l'indice di vecchiaia per la provincia di Siena dice che ci sono 205,1 anziani ogni 100 giovani (3 in più su base 100 rispetto al solo anno precedente) - (Fonte dati Tuttitalia.it su dati ISTAT). Indice di Anno vecchiaia 1° gennaio 2002 221,1 2003 220,8 2004 219,4 2005 215,1 2006 213,1 2007 210,0 2008 204,6 2009 200,3 2010 197,4 2011 194,0 2012 195,0 2013 196,2 2014 198,5 2015 201,0 2016 202,7 2017 205,1 La disabilità e la non autosufficienza in provincia di Siena Secondo gli ultimi dati forniti nel rapporto della Regione Toscana sulla disabilità, stando ai dati ISTAT la popolazione di disabili al 2014 era di oltre 15000 soggetti. In questi devono essere inclusi anche i soggetti in situazione di non autosufficienza e quindi non solo propriamente le persone con disabilità fino a 65 anni. Il dato rappresenta pertanto quasi il 20% della popolazione totale della provincia. Fonte: Secondo rapporto sulla disabilità in Toscana – Regione Toscana Osservatorio Sociale Regionale – 2016 Note alla tabella: i dati riportati sono frutto di una stima realizzata applicando i tassi di limitazione funzionale per età riportati in Istat (2014). Tali tassi sono stati relativizzati al contesto toscano secondo il rapporto tra il tasso totale nazionale e quello toscano, e successivamente applicati alla popolazione residente suddivisa per classi di età nelle varie Province al 1 gennaio 2016. Il rapporto della Regione Toscana alla sua seconda edizione traccia poi un quadro descrittivo oltre che statistico della disabilità nella Regione focalizzando su alcuni aspetti l’attenzione, dai percorsi nella scuola, all’inserimento lavorativo, alle esperienze del dopo di noi fino alla non autosufficienza.