Rocca Calascio E Spinsero Gli Abitanti a Preferire Una Posizione Meno Al Sicuro Dalle Incursioni Militari Ma Più Al Riparo Dai Capricci Della Natura
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PREFAZIONE Gentile ospite, l’idea di questa piccola guida nasce dall’esperienza di circa quindici anni di attività del Residence Belvedere, dalle domande e dalle richieste che ci sono state rivolte dai nostri ospiti ma soprattutto dalla speranza di offrirvi un sempre migliore servizio di accoglienza. Pertanto, sempre lieti di fornirvi tutte le informazioni che ci chiederete e tutto l’aiuto possibile in caso di piccole difficoltà, abbiamo realizzato questa guida che vuole essere solo un servizio a vostra disposizione per consentirvi un buon soggiorno e di dimenticare per qualche tempo il lavoro,lo stress cittadino e il covid 19; Nella stessa abbiamo riportato informazioni e notizie: - sulla storia e configurazione architettonica di S. Stefano di Sessanio; - sui borghi vicini (Calascio, Castel del Monte, ecc.); - sulle passeggiate ed escursioni a piedi, in bicicletta e a cavallo; - sui punti di interesse nelle vicinanze (Grotte di Stiffe, Bominaco, ecc.); - sui servizi offerti dal nostro piccolo borgo(ristoranti, botteghe artigiane, ecc.) - sulla localizzazione dei servizi per soddisfare le minime esigenze quotidiane (distributori di carburanti, supermercati, banche, ecc.) Nella speranza di aver realizzato qualche cosa di utile,vi auguriamo una splendida vacanza nel nostro borgo e nel territorio circostante. Lo staff del Residence Belvedere Residence Belvedere – S.Stefano di Sessanio Pagina 1 Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli d’Italia Uno dei più famosi architetti italiani, noto anche per voluminosi trattati di storia dell’arte, mentre percorreva una delle tante viuzze (rue) ebbe a dire: “ Santo Stefano non si può descrivere, si deve visitare ….. per respirare la magia del tempo, per sentire le pietre narrare storie di vita, per sentire i passi e le voci, in una atmosfera notturna da fiaba, di contadini e pastori che nei secoli ………”. La strada provinciale che collega la statale 17 all’altipiano di Campo Imperatore, mentre si snoda lenta tra crinali pietrosi e rari campi coltivati, offre al viaggiatore panorami di incomparabile bellezza: la valle dell’Aterno, la catena del Sirente e in lontananza la Maiella. Improvvisamente, mentre la nostra automobile sembra respirare dopo l’erta salita, appare, raccolto su una ripida altura fra due valli chiuse, il borgo medioevale di S. Stefano di Sessanio, uno dei centri più belli d’Abruzzo e d’Italia per integri valori ambientali, decoro architettonico ed omogeneità stilistica. Incerte ma remote le origini del borgo. La prima citazione documentata risale al 760: tra le terre di Carapelle donate dal re longobardo Desiderio, al monastero di S. Vincenzo al Volturno. È discretamente accertata la presenza umana dell’epoca del Rame o dell’Eneolitico, circa 4.000 mila anni fa, presso il laghetto del paese, dove è stata rinvenuta una particolare ceramica detta a “squame” o di stile Spilamberto. Il borgo medioevale affonda le sue radici tra l’XI e il XII secolo, sorto sui ruderi di un pago romano chiamato Sextantio. Le prime fonti che identificano come borgo risalgono al 1308; fu possedimento, tra gli altri, dei Conti Piccolomini e successivamente della famiglia dei Medici Residence Belvedere – S.Stefano di Sessanio Pagina 2 (1579 – 1743). Fu il periodo di massimo splendore per S.Stefano, centro di produzione e commercio della lana carfagna prevalentemente usata per le uniformi militari e per il saio dei monaci, prodotta nel borgo e lavorata a Firenze. I legami con la Toscana e, in particolare con il suo capoluogo si sono risaldati subito dopo il terremoto del 2009 con l’organizzazione nel borgo di due mostre (2011 e 2012) di quadri della Galleria degli Uffizi. Il Comune di S. Stefano di Sessanio può fregiarsi del riconoscimento di Città degli Uffizi, onorificenza concessa a poche città del mondo. Nel 1800 appartenne al Regno di Napoli e successivamente ha vissuto tutte le traversie di un piccolo borgo dell’Italia meridionale. All’epoca medicea appartengono i piccoli loggiati che conferiscono a case e palazzetti una nota gentile, imprevedibile o almeno inconsueta in paesi di alta montagna, con clima rigido, come S. Stefano, a 1251 metri sul livello del mare. Più che alle singole opere, e ve ne sono alcune di notevole pregio, il fascino del borgo è da ricercare in quell’armonia architettonica ed urbanistica nella quale coesistono case austere e palazzetti con loggiati, strade curve collegate fra loro da anguste gradinate, strade coperte per ripararsi dal freddo e dalla neve, archi ed angiporti Il sistema viario presenta un assetto anulare, con strade quasi a spirale fiancheggiate, le più esterne, da una corona di “case-mura”, alte ed imponenti, con rare e piccole finestre, autentiche fortificazioni in luogo della tradizionale cinta muraria. Nell’aria limpidissima, tra giochi di luci ed ombre, appaiono logge dalla linea elegante, portali con formelle fiorite, bifore, finestre ornate e minuscole aperture negli alti muri delle case posizionate in modo che “ .. ognun abbia a goder della luce e del calore….”. Il centro abitato è dominato dall’alta e cilindrica torre merlata, di epoca trecentesca, impropriamente detta medicea; il terremoto del 2009 ne ha causato il crollo ed ora è in via di conclusione la sua ricostruzione. Non appena saranno ultimati i lavori sarà riaperta al pubblico. Dall’alto della torre si gode di un paesaggio meraviglioso ma, spesso l’occhio del visitatore viene attratto dalla poca terra coltivata, tra rocce e declivi pietrosi, opera, durante i secoli, del duro lavoro di spietratura di contadini e pastori. Le pietre venivano raccolte in cestoni e trasportate, spesso senza l’ausilio di pazienti animali, a costituire dei mucchi (macere) ai bordi dei campi dove non era possibile nessuna coltivazione. L’occhio viene anche attratto dai cosiddetti campi aperti : lineamenti paesistici che più direttamente rispecchiano i rapporti e le tecniche di produzione agricola di origine medioevale. Si tratta di campi aperti perché sprovvisti di qualsiasi recinzione e nastriformi in quanto la loro larghezza è notevolmente inferiore alla loro lunghezza. I singoli apprezzamenti si sviluppano perpendicolarmente alle curve di livello e raramente la loro estensione supera i 1000-1500 metri quadrati. Le origini sono da ricercare nella necessità di assicurare che ad ogni membro della “universitas civum “ toccasse, se non l’identica quantità, almeno un poco di tutte le qualità del terreno comunale. Da qui la dispersione dei singoli possessi, spesso composti da un numero notevole di “terre”, sparsi sull’intero territorio comunale. I campi sono privi di recinzione per necessità della pastorizia legate con la rotazione obbligatoria delle colture e con il “pasci-pascolo” delle pecore sui terreni a riposo. Per secoli, fu l’economia basata sulla pastorizia e sulla transumanza ad assicurare a questa zona poverissima la prosperità; fino a quando l’avvento della rivoluzione industriale e diverse politiche Residence Belvedere – S.Stefano di Sessanio Pagina 3 agrarie nel Tavoliere delle Puglie non misero in crisi tutto il sistema. Venuti meno i mezzi di sussistenza, con una terra avara a 1251 metri di altitudine, l’unica soluzione era l’emigrazione. Per S. Stefano di Sessanio, fu una emigrazione di lunga durata verso terre lontane (Nord America) che determinarono lo spopolamento e un destino di marginalità ma, lasciando inalterato il patrimonio storico architettonico perfettamente fuso con l’ambiente naturale. Accurati restauri conservativi, iniziati negli anni settanta del secolo scorso, la passione e la testardaggine dei pochi abitanti rimasti ed oculati investimenti privati e pubblici, ci consentono oggi di ammirare il meraviglioso paese di S.Stefano di Sessanio, uno dei Borghi più belli d’Italia. Passeggiando nel borgo di S. Stefano Vi proponiamo due passeggiate nel borgo di S. Stefano ma, il nostro consiglio è di perdersi, senza guardare l’orologio, nelle stradine del borgo per scoprire ed ammirare la bellezza di ogni angolo. Ripetete l’esperienza di notte, alla luce della luna, per scoprire la magia del borgo e udire nel silenzio le voci dei pastori e dei contadini che nei secoli …… Vi invitiamo gentilmente a lasciare le automobili nei parcheggi pubblici fuori del centro abitato. Dall’Aia di Borgonuovo alla Torre – Dal parcheggio dell’Aia di Borgonuovo tornate a piedi sulla Strada Provinciale e percorrete la strada in salita sulla vostra sinistra. Percorrendo la strada verso La Giudea potete ammirare in lontananza i campi aperti di Presuta, il Laghetto e la Chiesa della Madonna del Lago (o delle Grazie – XVII secolo) . Quest’ultima fortemente danneggiata dal terremoto del 2009 e non ancora stata restaurata Residence Belvedere – S.Stefano di Sessanio Pagina 4 Dalla Giudea entrate nel borgo e immediatamente potete ammirare sulla vostra destra il magnifico portale in pietra della Casa Giudiziaria e sulla sinistra la Buscella, un piccolo vicolo, posto al disotto di un arco, che termina con una strettoia. Il passaggio è consentito ad una sola persona per volta che si muova lateralmente ; non sono note le motivazioni che hanno portato alla realizzazione della strettoia, si possono fare solo delle ipotesi non sempre sostenute da concrete argomentazioni. La Buscella è anche detta il Vicolo dei baci in quanto, una voce popolare, narra che i fidanzati di altri tempi si scambiavano casti baci posti ai due lati della strettoia. Superata la strettoia, si sbuca in uno slargo (Fonte di Capo Castello) dove si può ammirare un magnifico cortile e Porta Lorda; percorrendo, senza fretta, la strada alla nostra