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ISSN 0392-1115

20 euro Direttore Luigi Covatta Comitato di direzione mondope raio Gennaro Acquaviva, Alberto Benzoni, rivista mensile fondata da pietro nenni Luigi Capogrossi, Simona Colarizi, Antonio Funiciello, Pio Marconi, Corrado Ocone, Luciano Pero, Cesare Pinelli, Mario Ricciardi, Stefano Rolando. >>>> sommario 1nov1emb/re/1dice2mbre Segretaria di redazione Giulia Giuliani 2015 Collaborano a Paolo Allegrezza, Salvo Andò, editoriale 3 Federigo Argentieri, Domenico Argondizzo, Antonio Badini, Valentino Baldacci, Alberto Benzoni Guerra Maurizio Ballistreri, Antonio Banfi, Giovanni Bechelloni, Luciano Benadusi, saggi e dibattiti 5 Felice Besostri, Paolo Borioni, Enrico Buemi, Teddy O’Gormann-Scwartze Oggi a Beirut, domani a Parigi Giampiero Buonomo, Dario A. Caprio, Giuliano Cazzola, Stefano Ceccanti, Paolo Becchi Il disordine globale e i suoi derivati Luca Cefisi, Enzo Cheli, Zeffiro Ciuffoletti, Tommaso Nannicini Appunti per i gufi Luigi Compagna, Carlo Correr, Piero Craveri, Giampiero Buonomo I numeri al lotto Bobo Craxi, Biagio de Giovanni, Edoardo Crisafulli, , Giuseppe Giuliano Cazzola La legge Boeri De Rita, Mauro Del Bue, Danilo Di Matteo, Emmanuele Emanuele, Marcello Fedele, sigonella 21 Aldo Forbice, Federico Fornaro, Francesca Gennaro Acquaviva La trappola per Craxi Franco, Valerio Francola, Ernesto Galli della Loggia, Vito Gamberale, Tommaso Antonio Badini La scelta di uno statista Gazzolo, Marco Gervasoni, Gustavo Ghidini, Ugo Intini, Massimo Lo Cicero, giannini 1915/215 29 Emanuele Macaluso, Gianpiero Magnani, Sabino Cassese Il politico, il riformatore, lo studioso Bruno Manghi, Michele Marchi, Pietro Merli Brandini, Matteo Lo Presti, Cesare Pinelli Lavare la testa all’asino Matteo Monaco, Enrico Morando, Riccardo Aldo Sandulli Al lavoro con Morandi Nencini, Piero Pagnotta, Giuliano Parodi, Marco D’Alberti Il giurista innovatore Gianfranco Pasquino, Claudio Petruccioli, Giovanni Pieraccini, Carmine Pinto, aporie 50 Gianfranco Polillo, Paolo Pombeni, Marco Preioni, Mario Raffaelli, Paolo Raffone, Antonio Romano La lingua dei doppiatori Giorgio Rebuffa, Giuseppe Roma, Gianfranco Sabattini, Antonio Salvatore, memoria 53 Giulio Sapelli, Giovanni Scirocco, Luigi Scoppola Iacopini, Carlo Sorrentino, Helmut Schmidt Chiari e fiduciosi Celestino Spada, Giuseppe Tamburrano, Luciano Gallino Il lavoro e la società Giulia Velotti, Tommaso Visone, Bruno Zanardi, Nicola Zoller. sylos labini 59 Direzione, redazione, amministrazione, Carlo D’Ippoliti L’economista multidisciplinare diffusione e pubblicità 00186 Roma - Via di Santa Caterina da Siena, 57 cambiando 63 tel. 06/68307666 - fax 06/68307659 [email protected] Luigi Covatta Governare il cambiamento www.mondoperaio.net Mauro Del Bue Il c oraggio delle idee Le immagini di questo numero sono tratte Carlo Vizzini Costruire il futuro dalla filmografia di Pier Paolo Pasolini Ugo Intini Il ventennio perduto Impaginazione e stampa Roberto Sajeva Ordine nel disordine Ponte Sisto - Via delle Zoccolette, 25 - 00186 Roma Maria Pisani Fare politica © Mondoperaio Nuova Editrice Mondoperaio Srl Enrico Buemi Una nuova stagione costituente Presidente del Consiglio di Amministrazione Oreste Pastorelli Unificare le politiche del territorio Oreste Pastorelli Elisa Sassoli L’alleanza fra merito e bisogno Riproduzione vietata senza l’autorizzazione Gianpiero Magnani Lavorare meglio lavorare tutti dell’editore. Il materiale ricevuto anche se non pubblicato non si restituisce. Bobo Craxi La tempesta perfetta Pia Locatelli Liberi e uguali Ufficio abbonamenti Roberto Rossi Raffaello De Ruggieri Un meridionalismo vincente Abbonamento cartaceo annuale € 50 Abbonamento cartaceo sostenitore € 150 Elisabetta Cianfanelli Start up Italia Abbonamento in pdf annuale € 25 Ernesto Galli della Loggia Difendere il legame sociale Singolo numero in pdf € 5 Jozsef Tobias Riflessioni sull’Europa Per sottoscrivere o rinnovare l'abbonamento con carta di credito o prepagata sul sito: Riccardo Nencini Non reduci ma pionieri mondoperaio.net oppure tramite c/c postale n. 87291001 pasolini 110 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl Via di Santa Caterina da Siena, 57 - 00186 Roma Andrea Di Consoli Un germe di riformismo oppure bonifico bancario codice IBAN IT46 Z076 0103 2000 0008 7291 001 intestato a Pier Paolo Pasolini A Nenni Nuova Editrice Mondoperaio Srl Aut. Trib. Roma 279/95 del 31/05/95 Questo numero è stato chiuso in tipografia il 30/11/2015 www.mondoperaio.net

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>>>> giannini 1915-2015

Il politico, il riformatore, lo studioso

>>>> Sabino Cassese

quindici anni dalla sua morte l’insegnamento di Massimo inducevano a ritenere importante la stabilità degli esecutivi Severo Giannini è ancora molto attuale e vivo. Mi non per premiare la durata dell’organo, ma per assicurare la Ariferisco sia al suo insegnamento di politico, sia a quello di ri - continuità delle politiche. E la continuità delle politiche era da formatore, sia a quello di studioso: tre ruoli che Giannini ha lui considerata importante perché considerava lo Stato moderno svolto con grande coerenza e continuità, e ai quali è dedicato organismo troppo complesso per non doverne continuamente questo scritto 1. assicurare la manutenzione, che a sua volta richiedeva continuità Comincio da quello di Giannini politico. Ciò potrà stupire chi e costanza di linee direttrici. Per lo stesso motivo riteneva abbia conosciuto la sua critica severa della politica e la fondamentale disporre di una buona amministrazione, che distanza da lui stabilita fin dal 1949, dopo l’impegno degli equilibrasse l’impulso politico proveniente dal vertice, lo li - anni ’40 con il partito socialista. Ma Giannini distingueva net - mitasse e contenesse, ma anche lo portasse ad esecuzione. tamente la politica dalla politica dei partiti. Riteneva che la Apprezzava, infine, l’autogoverno piuttosto che l’autonomia. prima non si esaurisse nella seconda. Esprimeva un giudizio molto critico verso la politica dei partiti. Non ne faceva di - Compito della Assemblea costituente doveva scendere un disimpegno politico tout court . essere “quella permeazione tra popolo e Stato in Era critico di De Gasperi, che impose ai democristiani della cui consiste l’intima struttura della democrazia” Assemblea Costituente la scelta di istituzioni deboli, mentre persone come Dossetti e come Mortati (con quest’ultimo Questo disegno era nella mente di Giannini fin dal periodo Giannini, nonostante la diversità d’età, aveva stretto un rapporto precedente alla Costituente. Ne sono testimonianza la relazione di stima e apprezzamento reciproco, condividendone le idee) che presentò al congresso fiorentino del partito socialista del - avversavano il sistema parlamentare puro. Fu molto critico l’aprile 1946, e la conseguente mozione, anche questa da lui del suo partito, come scrisse in un lettera a Nenni e ripetette redatta: due atti con cui si definiva la linea del partito all’As - più volte: riteneva il partito socialista impreparato, approssi - semblea Costituente. mativo, incostante, declamatorio. La relazione partiva dal distacco tra popolo e Stato-apparato, Se si mettono insieme i vari interventi di Giannini – quelli del e dal contrasto tra i principi e la realtà. La mozione dichiarava riformatore e quelli dello studioso – ci si rende conto che lo che compito della Assemblea costituente doveva essere “quella muovevano idee proprie della cultura inglese. Riteneva che il permeazione tra popolo e Stato in cui consiste l’intima struttura Parlamento fosse “organo di teatro” (penso che questa espres - della democrazia”. Nella relazione Giannini sosteneva che sione, da lui usata nel corso di diritto costituzionale, sia una “nella carta costituzionale si debbano stabilire non solo delle traduzione di una analoga espressione che si trova in Bagehot): enunciazioni, ma delle disposizioni idonee a garantire il quindi che potesse ritenersi buon Parlamento un’assemblea cittadino sia contro gli arbitri del legislatore da un lato, sia capace di produrre un buon governo. contro gli arbitri dell’esecutivo dall’altro”: contro gli arbitri Quanto al governo, premiava la stabilità. I suoi studi della del legislatore la carta doveva stabilire disposizioni “più storia costituzionale inglese, comparata a quella italiana, lo precise” e prevedere il controllo della costituzionalità delle leggi; contro l’arbitrio dell’esecutivo Giannini prevedeva la 1 Questo scritto riprende osservazioni che ho svolto nella voce “Giannini” “possibilità di azionare i diritti subbiettivi”. del Dizionario biografico Treccani e nello scritto su “Giannini e la pre - parazione della Costituzione”, in corso di pubblicazione nella Rivista Sull’eguaglianza, Giannini sosteneva che non bastasse l’e - trimestrale di diritto pubblico , 2015, n. 3. nunciazione in formula generale, e che occorresse anche

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“enunciare un principio generale il quale dica che spetta all’azione dello Stato eliminare le disuguaglianze che si pro - ducono nella collettività e che siano imputabili a fatti attinenti al corpo sociale stesso”. L’azione dello Stato “si svolgerà nel senso di fornire a chiunque gli elementi base, di fornire abitazioni civili, di organizzare e assicurare un’adeguata pro - tezione sociale. In taluni casi, come per esempio l’educazione, potrebbe perfino riconoscersi al cittadino un vero e proprio diritto pubblico subbiettivo verso lo Stato ad ottenere un’adeguata prestazione”. La mozione ripeteva in termini quasi analoghi la proposta di introdurre nella Costituzione il principio di eguaglianza sostanziale. Proponeva un sistema monocamerale, notando che “in tutti i Mediante l’autogoverno si doveva ricostruire lo Stato “dal casi in cui la seconda camera non è stata rappresentativa di basso”: “È molto più importante rivolgere la nostra attenzione determinati gruppi o interessi politici, regolarmente essa ha ai problemi delle strutture amministrative minori, anziché ai fatto fallimento”, e che “d’altra parte la funzione moderatrice problemi delle strutture costituzionali essenziali, poiché è sempre che alcuni attribuiscono alla seconda camera nella maggioranza accaduto che i primi condizionano i secondi e non già viceversa, dei casi risponde più ad una affermazione che a una realtà; come si crede comunemente”. In consigli di gestione, sindacati, anzi, molto spesso è una deformazione ottica”. La mozione enti locali, partiti, occorreva affermare i principio dell’autogoverno. aggiungeva che la Camera sarebbe stata eletta a suffragio I consigli di gestione dovevano anche essere correlati agli diretto e segreto, e “almeno per un primo tempo, anche pro - organi dei ministeri, in modo che funzioni pubbliche potessero porzionale”. essere svolte da “funzionari eletti dal basso”. Il governo, secondo Giannini, doveva essere composto dal primo ministro, eletto dalla Camera, e dai ministri, nominati “La funzione moderatrice che alcuni attribuisco - dal primo ministro. “Il voto di sfiducia dovrà essere emesso no alla seconda camera risponde più ad una af - però solo con particolari cautele (maggioranza qualificata, de - fermazione che a una realtà; anzi, molto spesso posito preventivo)”. L’amministrazione doveva essere organizzata è una deformazione ottica” per servizi di dimensioni minori, alcuni riuniti in ministeri permanenti (presidenza, esteri, interni, economia, educazione, difesa, finanze - ministeri di gabinetto - oltre a lavoro, Sull’organizzazione territoriale Giannini proponeva una netta protezione sociale, lavori pubblici e urbanistica), altri riuniti separazione di funzioni locali e statali, un limite minimo di di volta in volta in unità maggiori: “Presso ogni servizio 100 mila abitanti per i comuni (definiti comunità), federazioni dovrebbe istituirsi un ufficio per la razionalizzazione del di comuni e aree metropolitane, un massimo di 12 regioni, lavoro: è il mezzo migliore per combattere gli appesantimenti unificazione di tutta l’amministrazione statale periferica “sotto burocratici”. il coordinamento di un personaggio o elettivo o di carriera, Sia la relazione sia la mozione concludevano affermando che che potrebbe avere il nome di governatore, e che sarebbe la forma di governo proposta non era né parlamentare, né pre - appunto incaricato di collegare il centro con la regione”. sidenziale, né assembleare, ma “una nuova forma di governo, Inoltre libertà statutaria e soppressione della provincia, “troppo che muove interamente dal popolo (capo dello Stato – assemblea ampia sotto certi aspetti e troppo piccola sotto certi altri”. – governo – tribunale costituzionale), il quale è raccordato Dopo aver proposto il riconoscimento giuridico dei partiti, allo Stato dagli enti locali e dall’autogoverno, dai partiti e con l’affidamento di poteri di controllo, la relazione continuava: dagli organismi di autogoverno del campo dell’economia”. “La parte che concerne l’organizzazione è assai meno importante Come riformatore ha svolto un’opera di quanto si creda, una volta che sia assicurata la vitalità di importante, che ha avuto il suo acme nel 1945 – 1947, negli anni quegli organismi intermedi tra il popolo e il potere centrale, i ’60 del XX secolo, e nel periodo in cui è stato componente dei quali costituiscono la vera anima della democrazia e il più im - governi Cossiga I e Cossiga II quale ministro senza portafoglio portante strumento per l’esercizio del potere”. per la pubblica amministrazione e le regioni (1979 – 1980). mondoperaio 11-12/2015 / / / / giannini 1915-2015 / / / / 31

Nel periodo 1945 - 1947 ha lavorato alla preparazione delle Giovanissimo, ha pubblicato due opere, l’una sull’interpretazione Costituzione, raccogliendo idee e proposte; poi suggerendo ai dell’atto amministrativo, l’altra sulla discrezionalità; e nel costituenti che gli furono più vicini (ad esempio ) 1940 il lungo saggio che conteneva una parte della prolusione proposte di norme (particolarmente importante il suo ruolo del corso che avrebbe tenuto all’università di Sassari. nella formulazione del secondo comma dell’articolo 3 della Nell’opera prima, il corposo volume sulla interpretazione Costituzione, relativo all’eguaglianza in senso sostanziale). dell’atto amministrativo, ha distinto due categorie di mezzi Nel secondo periodo, quello del cosiddetto disgelo costituzionale interpretativi, definiti intrinseci ed estrinseci. Ha osservato e dell’allargamento della base parlamentare del governo ai so - che il diritto si interessa dei secondi, non dei primi. L’uso dei cialisti, Massimo Severo Giannini ha svolto una intensa attività mezzi detti estrinseci è disciplinato in due modi: disponendone quale componente di commissioni consultive ministeriali, ma l’impiego per illustrare e chiarire il significato attribuito al anche perché molto ascoltato personalmente da alcuni ministri. testo dai mezzi intrinseci (interpretazione testuale), o consentendo che con essi tale significato si possa modificare (interpretazione L’opera del giurista consiste nel trarre extra-testuale). Giannini così distingueva le norme sull’ope - il sistema dal reale razione interpretativa dalle norme sull’interpretazione, e di- sancorava il problema dell’interpretazione da quello della Negli anni ‘60 Giannini si impegnò – quale consulente e nei volontà e della dichiarazione. dibattiti pubblici – nella riforma regionale e in quella della Lo studio giovanile sul potere discrezionale era fondato su giustizia amministrativa, nel riordino dell’organizzazione della un’accurata analisi di alcuni casi giurisprudenziali, e prospettava ricerca scientifica, nella riforma dell’organizzazione turistica. la tesi del potere discrezionale come comparazione qualitativa Nel terzo periodo, quello della sua breve esperienza ministeriale, e quantitativa degli interessi pubblici e privati che concorrono Massimo Severo Giannini riuscì da un lato a far acquisire in una situazione sociale oggettiva. La discrezionalità è quindi consapevolezza della grande importanza politica dell’ammi - ponderazione di interessi essenziali e di interessi secondari. nistrazione e della necessità della sua riforma; dall’altra Nel saggio che sviluppava la prolusione sassarese Giannini impostò il problema della riforma come problema economico osservò che il metodo della scienza giuridica era soddisfacente, (di maggiore efficienza dei servizi amministrativi), con le mentre non lo erano le problematiche. Espose l’idea che la conseguenti necessità di razionalizzazione e di diminuzione scienza del diritto amministrativo non coglieva la realtà, dei costi. perché dedicatasi all’astrazione. Egli propose l’osservazione Nel 1990 - 1992 Giannini si impegnò direttamente nell’attività diretta dei problemi tramite l’induzione sulle singole leggi, e politica, come promotore di referendum, e poi presentandosi soprattutto sulle singole realtà. Quindi l’opera del giurista alle elezioni. Si schierò a favore di un sistema elettorale mag - consiste nel trarre il sistema dal reale. gioritario. Contribuì alla fondazione di un Comitato per la Successivamente Giannini ha esaminato criticamente la riforma democratica, agendo tra i promotori dei quesiti refe - maggiore costruzione teorica del suo maestro, quella dell’or - rendari per l’abolizione del Ministero delle partecipazioni dinamento giuridico, sostenendo che essa era rudimentale. statali, dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno e del Secondo Giannini l’ordinamento giuridico constava di tre ele - sistema delle nomine bancarie, e aderendo al referendum sul menti: la plurisoggettività, la normazione, l’organizzazione. finanziamento pubblico dei partiti promosso dai radicali. I re - Di questa visione analitica della teoria dell’ordinamento ferendum (18 aprile 1993) ebbero successo. Con altri intellettuali giuridico fece applicazione nello studio sul credito (sviluppando creò (ma con crescente scetticismo) l’associazione “Alleanza il concetto di ordinamento sezionale), e in quello sullo sport. democratica” e una lista elettorale, anche per sostenere in Par - Giannini ha inoltre studiato campi prima inesplorati, come lamento le riforme referendarie. Alle elezioni politiche del la disciplina pubblicistica del credito, le decisioni ammini - 1994 la lista ebbe pochi voti e non riuscì a conquistare alcun strative contenziose e le deliberazioni amministrative, l’au - seggio. tonomia locale, i profili pubblicistici del lavoro. Nelle L’attività di studioso di Giannini è iniziata con due libri del Lezioni del 1950 innovò la sistematica della materia, inne - 1939 e continuata con quasi seicento scritti, tra cui le opere stando il diritto amministrativo su quello costituzionale, generali sul diritto amministrativo (lezioni, corsi, istituzioni), per poi passare all’esame delle fonti, dell’organizzazione e sul diritto pubblico dell’economia e sul diritto costituzionale. dell’attività.

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Ribadì il principio della sistematicità del diritto amministrativo, parte speciale del diritto amministrativo. Il quindicennio suc - considerato come un insieme organico, retto da principi cessivo fu dominato dal problema dei beni culturali e del - ordinati gerarchicamente (principio che successivamente ha l’ambiente e da quello costituzionale, temi su cui Giannini ha abbandonato, in considerazione della “coralità” del diritto dato un contributo non solo di conoscenza, ma anche di pro - amministrativo); portò in primo piano la dialettica autorità- posta. libertà. Negli anni che seguirono Giannini ha svolto ricerche Nella Introduzione al diritto costituzionale , frutto delle sue in numerosi settori: il diritto internazionale, i sistemi costitu - lezioni romane degli anni ‘80, affermò che lo Stato è divenuto zionali, il diritto pubblico dell’economia e il diritto finanziario, un aggregato di strutture; che partiti e sindacati vanno annoverati il campo della responsabilità amministrativa e contabile. tra i poteri pubblici; che il Parlamento è sede di affluenza di interessi ordinati al dibattito pubblico, alla discussione, alla Come studioso Giannini è stato allo stesso valutazione, alla composizione, che solo eventualmente si tempo storicista e razionalista formalizza in una decisione; che l’organizzazione statale, dal modello a burocrazia compatta, è divenuta multipolare. Negli anni ’60 ha pubblicato un secondo corso di lezioni, più Questo periodo si chiuse con tre altre opere generali, il Diritto ampio e sviluppato del primo. Nel disegno seguì il corso del pubblico dell’economia , del 1977 (II edizione nel 1985), le 1950, aggiungendo beni, obbligazioni e giustizia. Non pose Istituzioni di diritto amministrativo , del 1981, e il volume su più al centro del diritto amministrativo il conflitto autorità- Il pubblico potere. Stati e amministrazioni pubbliche del 1986. libertà. Criticò l’impostazione geometrica dei diritti. Mise in Con le Istituzioni Massimo Severo Giannini ha scritto la luce la tendenza legislativa ad ampliare la parte dell’ammini - quarta opera generale di diritto amministrativo. In essa, alla strazione regolata dal diritto privato, anziché dal diritto am - fine, dedicò un lungo capitolo alle funzioni, distinguendole in ministrativo. funzioni di azienda (beni e mezzi finanziari), di indirizzo, co - Il decennio degli anni ’60 si concluse con il corso intitolato ordinamento e programmazione, e altre funzioni. Una delle Diritto amministrativo , pubblicato nel 1970, nel quale si può novità maggiori di questa opera fu costituita dalla individuazione registrare il più importante sforzo di riportare l’intera materia delle «invarianti», di cui presentò una analisi prima di ogni ad unità, abbandonando la distinzione tra parte generale e trattazione di diritto positivo. mondoperaio 11-12/2015 / / / / giannini 1915-2015 / / / / 33

Come studioso Giannini è stato allo stesso tempo storicista e diritto pubblico, come gli fu riconosciuto da Vittorio Emanuele razionalista. Ha non solo continuamente ribadito l’idea della Orlando in una lettera del 18 agosto 1951 in cui gli scriveva: storicità del diritto, ma anche dato un concreto contributo alla “Io sono il passato e lei l’avvenire”. Ha infatti sia usato, sia storicizzazione degli istituti e del pensiero giuridico, indagando sviluppato, tutti gli strumenti concettuali, i mezzi di analisi si - la storia di istituti (come il Consiglio di Stato, gli interventi stematica del diritto e le principali conclusioni della scuola nelle aree sottosviluppate, i mercati comunali, l’impiego pub - che fa capo a Vittorio Emanuele Orlando e a Santi Romano. blico), di persone (come Calamandrei, Cammeo, Zanobini), Nello stesso tempo, è stato un grande innovatore sia nella di idee (come l’idea di regione). scelta delle tematiche (nessuno più di lui ha esplorato campi A sua volta può dirsi che abbia storicizzato il suo stesso nuovi e non visitati), sia nel modo in cui le ha affrontate, pensiero, mettendo in prospettiva le idee ricostruttive fondamentali portando nell’analisi giuridica un acuto senso della realtà e registrandone il mutamento o l’abbandono. Sostenitore sociale e politica e un forte interesse per la riforma del diritto. dapprima della tesi del diritto amministrativo come sistema, è Molte delle idee di Giannini sono divenute patrimonio comune. andato via via attenuando e storicizzando questa idea. Autore Sono ormai acquisite dalla cultura giuridica le sue riflessioni della tesi – che ha incontrato un grandissimo successo – del sullo Stato pluriclasse, sugli elementi degli ordinamenti diritto amministrativo come conflitto tra autorità e libertà, ha giuridici, sugli ordinamenti sezionali, sulla multifinalità dei poi abbandonato questa ricostruzione, riconoscendo che esso è poteri pubblici, sulla discrezionalità come ponderazione di in - ormai divenuto “corale”. Oppositore in un primo momento del teressi, sugli spostamenti del confine tra pubblico e privato e privatismo portato nello studio del diritto pubblico, si è poi sulla formazione di un’area comune, sulle figure giuridiche convinto della larga penetrazione del diritto privato e dei suoi soggettive ( munus , ufficio, ecc.), sulla collegialità, sugli effetti moduli nel diritto amministrativo, ciò che richiedeva ai suoi delle certezze pubbliche, sui procedimenti ablatori, sulla cultori di dotarsi della relativa strumentazione tecnica. Sempre tipologia dei contratti pubblici (ad evidenza pubblica e ad critico della pandettistica, è approdato alla tesi che esistano oggetto pubblico), sulla proprietà collettiva, sui beni culturali, soltanto invarianti, ovvero concetti che hanno maggior durata sull’ambiente, sulle imprese pubbliche. di altri, ma pur sempre tratti dall’analisi del diritto positivo. In conclusione, come larga parte della migliore cultura italiana, Giannini ha guardato al mondo anglosassone, riconoscendo Il suo lascito è un patrimonio di idee in quei paesi gli antesignani più efficaci dei regimi politico- che andrebbe periodicamente riscoperto amministrativi contemporanei. Ma non si è limitato a trasporre ed esplorato in concetti italiani la cultura anglosassone: l’ha anche sviluppata e modificata, con riferimento all’ordinamento italiano. Ha in - Come razionalizzatore del diritto amministrativo Giannini ha trodotto nel dibattito politico e culturale (in tutte e tre le vesti dato un contributo essenziale al sistema dei concetti di base e qui considerate, come politico, come riformatore e come stu - di quelle applicativi della materia, sempre sottolineandone la dioso) concetti nuovi e proposte originali. Molte volte è stato mutevolezza, ma nello stesso tempo fornendo ad essi una ar - ascoltato: si pensi soltanto all’introduzione del principio di chitettura concettuale di essenziale limpidità. eguaglianza sostanziale in Costituzione e all’idea delle impli - L’opera svolta da Giannini domina l’intera seconda metà del cazioni economiche della riforma amministrativa. Molte altre ventesimo secolo per estensione, vastità e fertilità. I suoi volte non è stato ascoltato: basti ricordare i suoi insuccessi motivi di fondo sono due: il dominio del diritto come fenomeno nell’introdurre concretezza nell’azione politica del partito so - unitario, ordinabile in scienza rigorosa secondo principii (o cialista, nel proporre la ”amministrazione per servizi” e l’au - invarianti), e l’attenzione per la realtà. L’unità del diritto ha togoverno, nella battaglia per la riforma dell’amministrazione costituito sua cura costante: prima nel ricordare agli ammini - centrale. strativisti il diritto privato, con i suoi tremila anni di vita; poi Ha contribuito sia alla conoscenza del sistema politico italiano, nel ricordare agli studiosi di diritto privato l’importanza di al - forgiando gli strumenti concettuali per intenderne natura e largare il loro studio, che si trattasse delle figure giuridiche disfunzioni, sia alla sua riforma. Ha vissuto con lo sguardo soggettive o della responsabilità e dei moduli negoziali. distaccato dello studioso e la passione del cittadino e del ri - Giannini è stato il continuatore dell’opera dei maestri della formatore. Il suo lascito è un patrimonio di idee che andrebbe prima e della seconda generazione della scuola italiana di periodicamente riscoperto ed esplorato.

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