COMUNE DI Provincia di V.A.S.

Elaborato d06 01

Rapporto Ambientale

PROVINCIA DI VICENZA Settore Urbanistica

COMUNE DI MONTICELLO CONTE OTTO Il Sindaco Claudio Benincà

ATP Marisa Fantin, Archistudio Francesco Sbetti, Sistema Snc

INDAGINI SPECIALISTICHE Indagine geologica dott.geol. Simone Barbieri Indagini agronomiche dott. agr. Ruggero Giorio

Adeguato al Parere Comitato Tecnico Intersettoriale e Valutazione Tecnica Provinciale Urbanistica del 14/12/2017 DATA gennaio 2018

INDICE

1. IL CONCETTO ED IL PROCESSO DI VAS ...... 6 1.1 La Direttiva 2001/42/CE: ruolo della VAS e contenuti sintetici ...... 6 1.1.1 La VAS nella normativa nazionale ...... 7 1.1.2 La VAS nella normativa regionale ...... 8 1.2 Linee guida sulla V.A.S...... 9 1.2.1 Rapporto Ambientale ...... 12 1.2.2 Sintesi non Tecnica ...... 12 1.2.3 Dichiarazione di Sintesi ...... 12 1.3 Scelta degli indicatori ...... 13 1.3.1 Definizione di indicatore ...... 13 1.3.2 Criteri di scelta ...... 14 1.4 Impronta ecologica, impatti e valutazioni di sostenibilità ...... 18 1.4.1 Calcolo dell’impronta ecologica e della capacità ecologica ...... 19 1.4.2 Capacità e deficit ecologico ...... 20 1.4.3 Impronta ecologica, monitoraggio e strategie ...... 21 2. LA CONSULTAZIONE ...... 23 2.1 Concertazione e Partecipazione ...... 23 2.2 Percorso delle consultazioni ...... 24 2.3 La partecipazione esplicita ...... 26 2.4 Mappatura degli stakeholders ...... 35 3. GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ ...... 37 3.1 Gli obiettivi generali di protezione ambientale dell’Unione Europea ...... 37 3.2 Gli obiettivi di sostenibilità sociale, economica ed ambientale del PAT ...... 38 4. QUADRO AMBIENTALE DEL COMUNE DI MONTICELLO CONTE OTTO ...... 41 4.1 Fonte dei dati ...... 41 4.2 Inquadramento territoriale ...... 43 4.3 Rapporto con la pianificazione sovraordinata ...... 43 4.4 Coerenza esterna del PAT con la pianificazione sovraordinata ...... 50 4.5 Rapporto con la pianificazione comunale e dei comuni contermini ...... 53 4.6 Lo stato dell’ambiente ...... 58 4.6.1 Aria ...... 58 4.6.2 Clima ...... 72 4.6.3 Acqua ...... 76 4.6.4 Suolo e sottosuolo...... 94 4.6.5 Inquinanti fisici ...... 108 4.6.6 Biodiversità, flora e fauna ...... 118 4.6.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico ...... 119 4.6.8 Popolazione ...... 126 4.6.9 Il sistema socio-economico ...... 129 4.6.10 Il sistema dei vincoli e delle tutele ...... 143 4.6.11 Quadro di sintesi delle criticità ambientali di Adria ...... 145 4.6.12 Quadro di coerenza tra gli obiettivi di Piano e criticità ambientali ...... 150 5. METODOLOGIA DI VALUTAZIONE ...... 152 5.1 Individuazione delle condizioni di trasformabilità del territorio ...... 153 5.2 Valutazione qualitativa ...... 157 6. DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI SCENARI RISPETTO ALLE MATRICI AMBIENTALI ...... 158 6.1 Le alternative per la costruzione del PAT ...... 158 6.2 Valutazione finale e scelta dello scenario...... 180 6.3 Le scelte strategiche del PAT ...... 184 6.3.1 La definizione degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) ...... 184 6.3.2 La descrizione degli ATO: caratteri, criticità, fragilità e temi progettuali ...... 185 7. LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E SOCIALE ...... 188 7.1 Impatti e compatibilità socioeconomiche e ambientali ...... 188 7.2 Il dimensionamento ...... 189 7.3 La SAU trasformabile e la tutela del consumo di suolo ...... 190

3 8. LE SCELTE CHE GENERANO IMPATTI POSITIVI SULL’AMBIENTE ...... 192 9. LE SCELTE PUNTUALI DA SOTTOPORRE A VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SUL SISTEMA AMBIENTALE ...... 194 9.1 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 1 ...... 196 9.2 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 2 ...... 199 9.3 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 3 ...... 201 9.5 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 5 ...... 205 9.6 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 6 ...... 207 9.7 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 7 ...... 210 9.8 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 8 ...... 213 9.9 ATO 1 – Zona Agricola – Scheda valutativa 9 ...... 215 9.10 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 10 ...... 216 9.11 Sintesi delle valutazioni ...... 218 9.12 Il sistema infrastrutturale ...... 220 10. LE MISURE DI MITIGAZIONE ...... 221 11. IL MONITORAGGIO ...... 229

ALLEGATI CARTOGRAFICI AL RAPPORTO AMBIENTALE

Tavola d0601A – Carta dello stato di utilizzo del territorio e dei vincoli e tutele (scala 1:10.000) Tavola d0601B – Mosaicatura dei P.R.G.C. dei Comuni limitrofi (scala 1:10.000) Tavola d0601C – Mosaicatura dei P.R.G.C. dei Comuni limitrofi e della Trasformabilità (scala 1:10.000) Tavola d0601D – Carta della suscettibilità alla trasformazione insediativa (scala 1:10.000)

4 PREMESSA

L’attenzione nei confronti del problema della protezione dell’ambiente è andata decisamente aumentando negli ultimi trenta anni ed è sfociata nella previsione di diversi strumenti di tutela, la cui diffusione ed implementazione testimonia l’esistenza di un impegno serio e concreto per individuare i problemi e cercare di risolverli all’origine. L’obiettivo di questo tipo di approccio è di assicurare nel contempo l’impiego delle risorse naturali disponibili e la loro trasmissione alle generazioni future, in modo da garantire il mantenimento delle condizioni che garantiscono lo sviluppo economico e sociale e la qualità della vita. Tra gli strumenti finalizzati al perseguimento della sostenibilità ed ispirati al principio di integrazione una posizione di rilievo spetta alle diverse forme di Valutazione Ambientale. In particolare, il più recente strumento di valutazione ambientale delle scelte di pianificazione territoriale è la cosiddetta VAS, ossia Valutazione Ambientale Strategica, introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”. La nuova legge regionale del 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio”, prevede, all’art. 4 che “al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, i comuni, le province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, provvedono alla valutazione ambientale strategica (VAS) degli effetti derivanti dalla attuazione degli stessi. Per rispondere alla necessità di costruire il nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT) a partire dagli aspetti ambientali, correlando e verificando le scelte infrastrutturali, insediative, produttive, sotto il profilo dello sviluppo sostenibile, l’Amministrazione Comunale di Monticello Conte Otto (VI), ha dato avvio, in parallelo all’elaborazione del piano, al processo di VAS. La scelta di collocare il procedimento di VAS all’interno dell’iter decisionale1 piuttosto che in fase conclusiva, quando il piano è stato già predisposto, ha permesso alle Amministrazione comunale di individuare preventivamente limiti, opportunità, alternative e di precisare i criteri e le possibili opzioni di trasformazione territoriale in direzione di un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse ambientali e territoriali a disposizione. In quest’ottica, il Rapporto Ambientale, presentato nel seguito, è il risultato della sinergia tecnico-operativa e di coordinamento delle attività di valutazione congiunte alle attività di pianificazione, nonché la conclusione di un percorso condiviso e partecipato.

1 Tale scelta corrisponde al modello “B” tra quelli proposti dal Ministero dell’Ambiente nel testo “documenti e linee guida; possibili collocazioni della valutazione ambientale strategica nell’iter decisionale” e visualizzabili sul sito internet del Ministero dell’Ambiente.

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1. IL CONCETTO ED IL PROCESSO DI VAS

1.1 La Direttiva 2001/42/CE: ruolo della VAS e contenuti sintetici

L’entrata in vigore della Direttiva 2001/42/CE, che ha introdotto la Strategic Environmental Assessment SEA (Valutazione Ambientale Strategica – VAS), ha focalizzato l’attenzione su due importanti aspetti: il primo relativo alla verifica della sostenibilità territoriale ed ambientale dei piani e dei programmi; il secondo relativo alle ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi di sostenibilità e dell’ambito territoriale di riferimento del piano/programma. Il processo di valutazione ha l’obiettivo di integrare le considerazioni ambientali all’atto di elaborazione e adozione di piani e programmi, così da garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente; non giustificando a posteriori scelte già fatte. Per comprendere meglio la finalità, le modalità di applicazione e le implicazioni della VAS sulle procedure di pianificazione, vengono brevemente richiamati alcuni aspetti generali della Direttiva 2001/42/CE. L’obiettivo principale della Direttiva comunitaria, come si evince dall’art. 1, è di garantire un livello elevato di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di determinati piani al fine di attuare e promuovere lo Sviluppo Sostenibile2. L’ambito di applicazione è quello dei piani3 e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente, distinguendo tra quelli che devono obbligatoriamente essere sottoposti a valutazione e quelli per cui, invece, sono gli Stati membri a determinarne la necessarietà. La Regione , nei primi indirizzi operativi per la VAS, stabiliti con Deliberazione n. 2988 del 1 ottobre 2004, pubblicata nel Bur n. 107 del 26 ottobre 2004, elenca i singoli piani esistenti che devono essere sottoposti obbligatoriamente a VAS. Ai fini di una corretta realizzazione di VAS, la Direttiva prevede: - la realizzazione “a monte” del processo decisionale di stesura del piano, ovvero nella fase preparatoria del piano ed anteriormente alla sua adozione4; in altri termini, per essere efficace, la VAS deve essere avviata fin dai primissimi stadi dell’iter del piano/programma. - la consultazione di autorità ambientali e del pubblico5; - la stesura del rapporto ambientale6, un’analisi che tiene conto dello stato dell’ambiente con e senza attuazione del piano proposto, degli obiettivi di tutela ambientale, della compatibilità ambientale complessiva e delle possibili alternative. Le informazioni necessarie alla stesura del Rapporto Ambientale sono contenute nell’Allegato I della Direttiva comunitaria; - la valutazione degli impatti ambientali e del processo decisionale7 - il monitoraggio8 dell’attuazione del piano e delle risposte ambientali al fine di individuare gli effetti negativi imprevisti e di adottare opportune misure correttive.

2 Nella Conferenza delle Nazioni Unite per l’ambiente e lo sviluppo (UNCED), 1987 venne presentato il rapporto “Il futuro di tutti noi” (Rapporto Brundtland) nel quale venne definito il concetto di sviluppo Sostenibile: “…Lo Sviluppo Sostenibile è quello sviluppo che risponde alla necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze”. 3 Riferimento normativo: art. 3 della Direttiva 2001/42/CE (tra cui “della pianificazione territoriale o della destinazione del suolo”) 4 Riferimento normativo: art. 4 della Direttiva 2001/42/CE 5 Riferimento normativo: art. 6 della Direttiva 2001/42/CE 6 Riferimento normativo: art. 5 della Direttiva 2001/42/CE: per “rapporto ambientale” si intende la parte della documentazione del piano o programma “…in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o programma”. 7 Riferimento Normativo: dall’art. 4 all’art.9 della Direttiva 2001/42/CE 8 Riferimento normativo: art. 10 della Direttiva 2001/42/CE

6 Pertanto, in fase di approvazione del Piano, l’Amministrazione competente deve considerare il Rapporto Ambientale, i pareri espressi dalle autorità consultate e dal pubblico coinvolto.

1.1.1 La VAS nella normativa nazionale9 A livello nazionale il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo recante “Norme in materia ambientale” (D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006, pubblicato sulla GU n. 88 del 14 aprile 2006, suppl. ord. N. 96), entrato in vigore lo scorso 1 agosto 2007 per la parte II relativa alla VAS, alla VIA e all’IPPC. Il testo del decreto legislativo riporta agli artt. da 4 a 14 le indicazioni generali per la VAS, e agli artt. 21, 22 le indicazioni per la VAS in sede regionale o provinciale. Alla luce delle diverse incongruenze con la Direttiva VAS, a febbraio 2007 il Ministero dell’Ambiente ha inviato alla consultazione delle Regioni e delle Associazioni una proposta di revisione della parte II del D.lgs. 152/06 su VAS e VIA. Su tale testo si è avviato, un confronto, soprattutto con le Regioni che ha portato alla definizione degli elementi fondamentali del testo che è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 21 dicembre 2007. Il D.lgs. Correttivo della parte seconda del D.Lgs.152/06 ha apportato molti miglioramenti al testo originario del D.lgs. 152/06, soprattutto per quanto riguarda ruolo e funzionamento della VAS e della VIA e definizione delle competenze. Per quanto riguarda la VAS le proposte di revisione della parte II del D.lgs. 152/06 vedono un superamento della previsione della erronea assimilazione della VAS alla VIA e quindi della previsione di un ulteriore procedimento autorizzativo per piani e programmi. La VAS, infatti, non riguarda un iter autorizzativo, ma concerne un processo decisionale della pubblica amministrazione che, partendo da un determinato quadro normativo, da un certo contesto socio-economico, territoriale ed ambientale e confrontandosi con la società, compie scelte ed assume decisioni.

Infatti è previsto che l’autorità competente per la VAS e l’autorità procedente (che predispone il piano o programma) collaborano in ogni momento per assicurare l’integrazione delle valutazioni.

E’ inoltre previsto che la VAS sia effettuata durante la fase preparatoria del piano o programma ed anteriormente alla loro approvazione. La VAS è quindi preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente siano presi in considerazione durante l’elaborazione di piani e programmi ed anteriormente alla loro approvazione. E’ inoltre stabilito che la VAS costituisce per i piani e programmi parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. Viene così data attuazione alle previsioni della Direttiva 2001/42/CE sulla fortissima integrazione tra tematiche (ed autorità) ambientali e tematiche (ed autorità) dei settori interessati. Altri aspetti rilevanti riguardano la fase di consultazione secondo cui per la VAS è sempre previsto un procedimento ad evidenza pubblica, e la fase di valutazione secondo cui l’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, valuta tutta la documentazione e le osservazioni ed esprime il proprio parere motivato sulla VAS. L’autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente, provvede, ove necessario, alla revisione del piano o programma, alla luce del parere motivato.

9 Atti del XX° Convegno annuale AAA “La valutazione ambientale dei piani in Italia: dal dire al fare”, Intervento di Alessandro Maria di Stefano, Regione Emilia-Romagna, 24-25 gennaio 2008, Milano.

7 E’ importante sottolineare che il modello prescelto per la VAS prevede una piena responsabilizzazione dell’autorità che ha la responsabilità del piano o programma (autorità procedente) eliminando l’ulteriore procedimento autorizzativo previsto dal vecchio 152/06. L’efficacia della VAS è quindi affidata: - alla qualità ed autorevolezza del parere motivato sulla VAS; - all’obbligo di motivazione di ogni decisione assunta dall’autorità procedente in particolare in relazione al parere motivato sulla VAS; - alla trasparenza e pubblicità di ogni atto e passaggio del procedimento di VAS. Le Regioni dovranno adeguarsi a quanto previsto dal Correttivo 27/12/07 entro 12 mesi dall’entrata in vigore (art. 35).

1.1.2 La VAS nella normativa regionale La Regione Veneto, ha introdotto nel proprio ordinamento legislativo lo strumento della Valutazione Ambientale Strategica con l'articolo 4 “Valutazione ambientale strategica (VAS) degli strumenti di pianificazione territoriale” della nuova legge regionale per il governo del territorio n. 11 del 23 aprile 2004, secondo cui, al comma 1 “Al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, i comuni, le province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, provvedono alla valutazione ambientale strategica (VAS) degli effetti derivanti dalla attuazione degli stessi ai sensi della direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”.

Il comma 2 dell’art. 4 specifica l’obbligatorietà della procedura di VAS del Piano di Assetto del Territorio (PAT): “Sono sottoposti alla VAS il piano territoriale regionale di coordinamento, i piani territoriali di coordinamento provinciali, i piani di assetto del territorio comunali e intercomunali”.

Il comma 3 del medesimo articolo fornisce una descrizione sintetica dei contenuti della valutazione: “La VAS evidenzia la congruità delle scelte degli strumenti di pianificazione di cui al comma 2 rispetto agli obiettivi di sostenibilità degli stessi, alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano”.

La Giunta Regionale con Deliberazione n. 2988 del 1 ottobre 2004, ha adottato i “Primi indirizzi operativi per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi della Regione Veneto”. Questi primi indirizzi, pur adottati per i piani e i programmi di competenza dell’Amministrazione regionale e validi anche per i piani e i programmi di competenza degli enti strumentali della Regione del Veneto, costituiscono un riferimento utile anche per gli enti locali. Per applicare la Direttiva comunitaria, con Deliberazione n. 3262 del 24 ottobre 2006, la Giunta Regionale ha costituito l’Autorità competente per la VAS, conformemente all’art. 8 della Direttiva 42/2001/CE, individuata in un’apposita Commissione Regionale VAS che ha il compito di valutare:

8 - la relazione ambientale, in fase di preparazione del piano; - il rapporto ambientale, redatto ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 42/2001/CE, le osservazioni e le controdeduzioni, prima dell’adozione del piano. Inoltre, è stata definita una guida metodologica dei piani e programmi; nello specifico, l’Allegato C alla DGR n. 3262 del 24/10/2006 contiene le “Procedure per il Piano di assetto territoriale comunale o intercomunale di cui agli artt. 14/16 della Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11, redatto con accordo di pianificazione concertata”.

1.2 Linee guida sulla V.A.S.

Il decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4 (Art. 5, lettera a), definisce la VAS: il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo II della seconda parte del presente decreto, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio”.

La VAS, attraverso l’individuazione degli effetti ambientali delle scelte urbanistico-territoriali, predisposte dal PAT, consente di valutare le conseguenze di tali scelte sull’ambiente, di indicare gli obiettivi di qualità ambientale che si intende perseguire, di avviare il monitoraggio degli effetti attraverso la scelta e la misura di precisi indicatori descrittivi e prestazionali.

La VAS è uno strumento di supporto alle scelte di piano rispetto alla definizione degli obiettivi e delle strategie di intervento. Nello Schema riportato di seguito è indicato l’iter procedurale del processo di VAS, che comprende diverse fasi tra cui l’elaborazione della Relazione Ambientale, la successiva stesura del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica del rapporto ambientale stesso e la fase finale di elaborazione della Dichiarazione di Sintesi, evidenziando inoltre la relazione tra le attività di valutazione e le attività di pianificazione.

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Tabella 1.1 - Cronoprogramma delle attività congiunte per la valutazione e la pianificazione VAS (art. 4 della L.R. 11/04 PAT concertato (art. 15 della L.R. 11/04) e DGR 3262 del 24/10/2006) Rapporto Ambientale Preliminare sottoposto al parere della Commissione Regionale per la VAS. Il documento contiene l’elenco e degli enti interessati all’adozione del Piano, delle Autorità che hanno competenze in materia ambientale e paesaggistica, delle associazioni ambientaliste, nonché delle associazioni di Documento preliminare del PAT e proposta di accordo di categoria eventualmente interessate all’adozione del copianificazione Piano.

VAS (art. 4 della L.R. 11/04 PAT concertato (art. 15 della L.R. 11/04) e DGR 3262 del 24/10/2006) Adozione del documento preliminare da parte della Giunta Comunale, a cui si allegano la rapporto ambientale Avvio della procedura di VAS e contestuale avvio della preliminare e lo schema di accordo di pianificazione. fase di partecipazione e di concertazione

Sottoscrizione dell'accordo di copianificazione con contestuale recepimento del Documento Preliminare e della rapporto ambientale preliminare. Concertazione e partecipazione (art. 5 della L.R. 11/04) Elaborazione della proposta di progetto del PAT e successiva acquisizione dei pareri: - Valutazione di compatibilità idraulica (Genio Civile – Unità periferica della provincia di appartenenza) - Parere sismico (Genio Civile – Unità periferica della provincia di appartenenza) - Valutazione di Incidenza Ambientale (Direzione Regionale Pianificazione Territoriale e Parchi) - Conformità del Quadro Conoscitivo (Direzione urbanistica) - Parere geologico (Direzione Geologia ed Attività Elaborazione della Proposta del Rapporto Ambientale e Estrattive) della Sintesi non tecnica (art. 5 Direttiva 2001/42/CE) - Altri Pareri (Ente Parco, ecc.)

Adozione del PAT e contestuale adozione del Rapporto Ambientale (RA) in Consiglio Comunale Consultazione (art. 14 della LR 11/2004) Consultazione (art. 6 della Direttiva 2001/42/CE) (art. 14 Pubblicazione di avvenuto deposito presso del D.lgs. 4/2008) l’Amministrazione comunale, provinciale regionale del Coinvolgimento delle autorità di cui alla DGR 2988/04 piano La durata di consultazione e di presentazione delle 30 giorni dalla data di pubblicazione le consultazioni osservazioni si fa coincidere con i tempi previsti per il 30 giorni dalla scadenza del termine per la pubblicazione, piano a cui è da allegare il rapporto ambientale ed è più per le osservazioni di 60 gg Definizione del PAT per l’approvazione da parte della Analisi delle osservazioni con valenza ambientale e Provincia alla luce delle risultanze delle consultazioni predisposizione delle controdeduzioni Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica e Piano per PAT definitivo il monitoraggio

Dichiarazione di sintesi (art. 9, par. 1.b) della Direttiva 2001/42/CE) Approvazione del PAT da parte della Provincia (art. 17 del D.lgs. 4/2008) Approvazione definitiva del PAT Informazione delle autorità con competenza ambientale e del pubblico Pubblicazione del PAT definitivo, della dichiarazione di sintesi e del piano per il monitoraggio Pubblicazione Pubblicazione del PAT definitivo, della dichiarazione di sintesi e del piano per il monitoraggio

La VAS non si esaurisce nella fase preparatoria del piano, ma perdura anche durante e dopo la sua attuazione al fine di verificare la correttezza delle previsioni contenute nel piano stesso, con l’implementazione del Piano di Monitoraggio. Il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 prevede (Art. 17, comma 1) la predisposizione di un piano di monitoraggio, che ha il compito di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano approvato e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive.

10 In letteratura, il monitoraggio, svolto in maniera continuativa durante l'attuazione del piano, è un’attività di aggiornamento e verifica anche in termini quantitativi dello scostamento delle azioni di piano rispetto agli obiettivi prefissati. In via preliminare è opportuno distinguere tra il monitoraggio dello stato dell’ambiente e il monitoraggio degli effetti dell’attuazione del piano. Il primo è quello che tipicamente serve per la stesura dei rapporti sullo stato dell’ambiente. Di norma esso tiene sotto osservazione l’andamento di indicatori appartenenti ad insiemi generali consigliati dalle varie agenzie internazionali per rendere confrontabili le diverse situazioni. In questo caso, gli indicatori devono permettere di misurare nel tempo lo stato di qualità delle risorse o delle componenti ambientali al fine di verificare se le azioni di piano hanno contribuito al miglioramento del livello qualitativo o meno. Il secondo tipo di monitoraggio ha lo scopo di valutare l’efficacia ambientale delle misure del piano, tenendo presente che è comunque possibile che alcuni indicatori utilizzati per verificare lo stato dell’ambiente si dimostrino utili per valutare le azioni di piano.

Gli indicatori necessari per il primo tipo di monitoraggio si definiscono “indicatori descrittivi” e faranno riferimento al set di indicatori utilizzati nell’elaborazione del Quadro Conoscitivo, messi a disposizione dalla Regione Veneto. Nello specifico, gli indicatori che verificano l’evoluzione dello stato di qualità dell’ambiente sono, all’interno del quadro conoscitivo, quelli resi disponibili da ARPAV.

A questi si aggiungono gli indicatori necessari per il secondo tipo di monitoraggio, ovvero gli “indicatori prestazionali” o “di controllo”. Questi indicatori hanno l’obiettivo di verificare lo stato di attuazione degli interventi strategici rispetto alle priorità stabilite nel piano. Perché gli interventi strategici siano concreti è importante: - stabilire il livello di coinvolgimento dei vari attori (Enti territoriali, soggetti privati, associazioni di categoria, ecc.) alle azioni previste dal piano; - verificare le modalità di raggiungimento delle azioni previste negli strumenti sottoscritti tra gli Enti pubblici e i soggetti privati interessati all’attuazione degli interventi (accordi, intese, ecc.); incentivi messi in atto dalle Amministrazioni coinvolte; risorse finanziarie attivate o attivabili nei tempi previsti di attuazione dell’intervento, etc. In questo caso il raggiungimento di certi valori non dipende esclusivamente dalle azioni di piano, ma anche da variabili esogene non controllabili dal piano. Pertanto per la valutazione di efficacia, in questa fase di sperimentazione non è verosimile pensare di raggiungere un preciso valore soglia, ma è importante andare nella direzione ricercata, per il raggiungimento delle scelte strategiche.

11 1.2.1 Rapporto Ambientale Il Rapporto Ambientale, come previsto dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4 - Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (GU n. 24 del 29-1-2008- Suppl. Ordinario n.24) contiene (Allegato VI, richiamato dall’art. 13): 1. l’illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano urbanistico che si intende valutare e del suo rapporto con altri strumenti di pianificazione sovraordinata (piano regionale, provinciale o piano d’area) o settoriale (piani ambientali, piani di gestione delle risorse, piani del traffico, ecc.); 2. la caratterizzazione dello stato attuale dell’ambiente e della sua evoluzione probabile in assenza del piano urbanistico oggetto della valutazione, con particolare riguardo alle caratteristiche ambientali delle aree significativamente interessate dal piano stesso; 3. la descrizione di qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE, 2009/147/CEE e 92/43/CEE (Rete Natura 2000, aree SIC e ZPS soggette a VINCA, ossia valutazione di incidenza ambientale); 4. gli obiettivi di protezione ambientale assunti, scelti tra quelli stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano urbanistico da valutare, e il modo in cui tali obiettivi sono stati considerati nella redazione del piano stesso; 5. l’analisi dei possibili effetti significativi sull’ambiente, con riguardo alla biodiversità, alla popolazione, alla salute umana, alla flora e alla fauna, al suolo, all’acqua, all’aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, al patrimonio culturale, al paesaggio e all’interrelazione tra tali fattori, conseguenti alla realizzazione del piano oggetto di valutazione; 6. le misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano urbanistico oggetto della VAS; 7. una sintesi delle ragioni delle scelte fatte rispetto alle possibili alternative e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché la descrizione delle eventuali difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richieste; 8. la descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio degli effetti, con particolare riguardo all’individuazione degli indicatori utilizzati per la lettura dello stato attuale dell’ambiente e della sua evoluzione. Il Rapporto Ambientale, unitamente agli elaborati di Piano, è messo a disposizione dei cittadini per le osservazioni, analogamente alla procedura normalmente seguita per gli strumenti urbanistici, e verrà integrato in base alle indicazioni emerse dai contributi derivanti da tale fase partecipativa.

1.2.2 Sintesi non Tecnica Si tratta di una sintesi del rapporto ambientale redatta in linguaggio non tecnico, al fine di assicurare e facilitare la partecipazione della popolazione, in forma individuale o associata.

1.2.3 Dichiarazione di Sintesi Il citato Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4, riprendendo quanto stabilito dall’art. 9, comma 1, lettera b della Direttiva 2001/42/CE, prevede (Art. 16, comma 1, lettera b) la redazione di una dichiarazione di sintesi, che illustra in quale modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi in fase di partecipazione e dei risultati delle consultazioni, nonché le ragioni

12 per le quali è stato scelto il Piano adottato. Infine tale documento riassume i risultati del processo, degli obiettivi ambientali del Piano, dei potenziali effetti significativi sull’ambiente e delle misure di integrazione e varianti nonché delle mitigazioni ambientali (monitoraggio ambientale e relativi accordi per periodici report e tavoli tecnici di Autorità ambientali).

1.3 Scelta degli indicatori

1.3.1 Definizione di indicatore Una corretta pianificazione del territorio deve nascere da un’attenta analisi della situazione di partenza. Le informazioni raccolte in fase di analisi iniziale possono essere rappresentate mediante indicatori ambientali significativi, che andranno a costituire la base analitica per gestire il territorio in modo sostenibile. Gli indicatori ambientali vengono quindi utilizzati in diverse fasi della procedura di VAS: - nella fase preliminare di redazione del PAT, per descrivere lo stato attuale dell’ambiente del territorio comunale; - nella fase progettuale del PAT, per valutare gli effetti ambientali conseguenti le scelte di piano; - nella fase di attuazione del PAT, per predisporre il programma di monitoraggio. Gli indicatori sono gli attrezzi indispensabili per fare diagnosi e comunicazione: essi forniscono la rappresentazione sintetica del territorio e contribuiscono a rendere più comprensibili ai portatori d’interesse i miglioramenti conseguenti all’applicazione di norme altrimenti non prontamente percepibili. Tali indicatori dovranno essere capaci di descrivere l’ambiente, individuare, misurare e contribuire a valutare, nelle successive fasi di verifica e programmazione, l’impatto dell’azione strategica. È necessario che gli indicatori ambientali soddisfino alcuni requisiti, ovvero siano:

. rappresentativi della realtà; . validi dal punto di vista scientifico; . semplici e di agevole interpretazione; . capaci di indicare la tendenza nel tempo; . ove possibile, capaci di fornire un’indicazione precoce sulle tendenze irreversibili; . sensibili ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente o nell’economia che devono contribuire a indicare; . basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli; . basati su dati adeguatamente documentati e di qualità certa; . aggiornabili periodicamente.

13 1.3.2 Criteri di scelta La scelta degli indicatori è avvenuta seguendo tre macro categorie: A. Indicatori quantitativi con standard di legge: fanno riferimento ai dati quantitativi confrontabili con una soglia definita per legge, con possibilità di calcolare il grado di sostenibilità. B. Indicatori quantitativi senza standard di legge: sono privi di una soglia di legge capace di delimitare gli ambiti della sostenibilità e insostenibilità, ma è comunque possibile effettuare una valutazione quantitativa sulla base di specifici criteri, quali una soglia fisica definita ad hoc (ad esempio il consumo di suolo, la portata di acqua potabile, la capacità di depurazione dei reflui, ecc…). C. Indicatori cartografici (Map Overlay): Si definiscono attraverso la tecnica della Map Overlay, ovvero la sovrapposizione di più carte tematiche. Incrociando i vari tematismi è possibile avere subito un riscontro delle criticità che emergono sul territorio.

Nelle tabelle successive viene riportato l’elenco degli indicatori, le relative unità di misura e le fonti dalle quali si sono attinti i dati.

14 Tabella 1.2 - Indicatori di stato o di impatto

Tema Indicatori di stato/impatto Unità di misura Scala Fonte Emissioni di azoto t/a Comune ARPAV, CORINAIR Emissioni di monossido di carbonio t/a Comune ARPAV, CORINAIR Aria Emissioni di particolato sospeso t/a Comune ARPAV, CORINAIR Emissioni di ossidi di zolfo t/a Comune ARPAV, CORINAIR Emissioni di benzene t/a Comune ARPAV, CORINAIR Emissioni di anidride carbonica t/a Comune ARPAV, CORINAIR Clima Emissioni di metano t/a Comune ARPAV, CORINAIR Emissioni di ammoniaca t/a Comune ARPAV, CORINAIR

Stato biologico dei corsi d'acqua classe di qualità Regione ARPAV, Regione Veneto superficiali - IBE Stato chimico acqua sotterranee - SCAS classe di qualità Regione ARPAV, Regione Veneto ARPAV, classi di qualità - Autorità di Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) Amministrazioni giudizio Bacino Provinciali Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua classi di qualità - Autorità di ARPAV, Provincia (SACA) giudizio Bacino Livello di inquinamento da Giudizio di Autorità di ARPAV, Regione Veneto macrodescrittori L.I.M./L.I.M.eco livello Bacino Carichi organici potenziali AE Comune ARPAV, Regione Veneto Carichi organici trofici - azoto t/a Comune ARPAV, Regione Veneto Carichi organici trofici - fosforo t/a Comune ARPAV, Regione Veneto

Acqua Abitanti serviti dalla rete acquedottistica % Comune Polesine Acque

Portate idrica erogata all'utenza l/s Comune Polesine Acque l/s; l/ab/g; Portate idrica erogata all'utenza Comune Polesine Acque mc/anno Qualità delle acque potabili mg/l NO3 Comune ARPAV Centro idrico di Caratteristiche dell’acqua potabile Mg/l; µg/l; f Comune Novoledo Presenza di depuratori numero Comune Comune Capacità di depurazione Percentuale (%) Comune Comune, enti gestori Volumi degli scarichi in acque ARPAV e superficiali Percentuale (%) Provincia Amministrazioni per tipologia di attività produttiva Provinciali Utenti allacciati alla rete fognaria % Comune Polesine Servizi Superamento dei prelievi di acqua n./a Provincia ARPAV potabile Superficie urbanizzata/Superficie ATO % Comune Comune Superficie agricola utilizzata/ATO % Comune Comune Superficie discarica mq Comune Comune Aree a rischio di esondazione (PAI) mq Comune Autorità di Bacino Rischio sismico classe Comune Regione Veneto numero di capi, Suolo e t N/anno, kg Allevamenti ed effluenti zootecnici Comune Regione del Veneto sottosuolo azoto(N)/ettaro (ha) Siti potenzialmente contaminati numero Provincia Comunale numero di Numero di aziende zootecniche intensive Comune Comunale aziende Tipologia delle aziende zootecniche numero di Comune Comunale intensive aziende

15 Tabella 1.2 - Indicatori di stato o di impatto (... segue)

Tema Indicatori di stato/impatto Unità di misura Scala Fonte Numero di impianti radio base numero Comune ARPAV Popolazione esposta al CEM % Comune ARPAV, Regione Veneto (B > 0,2 µt) Popolazione esposta al CEM (B > 3 µt) % Comune ARPAV, Regione Veneto Popolazione esposta al CEM % Comune ARPAV, Regione Veneto (B > 10 µt) Rischio esposizione radon % Comune ARPAV, Regione Veneto Livelli sonori rete stradale - diurno dBA Comune ARPAV, Regione Veneto Livelli sonori rete stradale - notturno dBA Comune ARPAV, Regione Veneto Popolazione esposta all’induzione Agenti fisici numero abitanti; magnetica prodotta da elettrodotti di Comune ARPAV % di abitanti alta tensione Sviluppo della rete di elettrodotti m/Kmq Provincia Regione Veneto Numero di SRB controllate mediante la numero di rete campagne; % Comune ARPAV di monitoraggio dei campi SRB elettromagnetici Superamenti rilievi fonometrici numero Comune ARPAV Aumento della brillanza totale rispetto la % Regione Regione Veneto naturale

Estensione aree naturali % Comune Comune minori/superficie ATO Biodiversità, Estensione siti Natura 2000/superficie % Regione Regione Veneto flora e fauna comunale Estensione area di riserva/superficie siti Comune, Regione % Comune Natura 2000 Veneto

Superficie centri storici/superficie % Comune Comune urbanizzata Sovrintenden Zone archeologiche vincolate D.Lgs Patrimonio numero za, Regione Comunale 42/2004 CAA e Veneto paesaggistico Regione Vincolo boschivo D.Lgs 42/2004 Numero, mq Comunale Veneto Edifici vincolati D.Lgs 42/2004 numero Comune Sovrintendenza Densità della popolazione n/kmq Comune ISTAT Saldo naturale variazione Comune ISTAT Saldo sociale variazione Comune ISTAT Saldo totale variazione Comune ISTAT Indice di vecchiaia % Comune ISTAT Popolazione Indice di dipendenza % Comune ISTAT Indice di ricambio % Comune ISTAT Occupati nel settore secondario numero Comune ISTAT Occupati nel settore terziario numero Comune ISTAT Numero abitanti, Dinamica della popolazione residente Variazione Comune ISTAT percentuale

16 Tabella 1.2 - Indicatori di stato o di impatto (... segue)

Tema Indicatori di stato/impatto Unità di misura Scala Fonte Incidenza popolazione straniera Percentuale (%) Comune ISTAT Numero, Addetti per settore di unità economica Variazione Comune ISTAT percentuale Numero, Unità locali per settore Variazione Comune ISTAT percentuale Dimensione media unità locali numero Comune ISTAT Aziende agricole per forma di conduzione numero Comune ISTAT Popolazione Numero, Aziende agricole per classi di superficie Percentuale (%), Comune ISTAT ettari (ha) Indice di pressione turistica Percentuale (%) Comune ISTAT, Provincia Numero medio annua, Indice di mortalità Comune ISTAT Variazione percentuale Incidenti di istruzione numero Comune ISTAT Sviluppo dei precorsi ciclabili m/Kmq Comune Comune Verde pubblico Mq pro capite Comune Comune Densità degli allevamenti n./kmq Provincia ISTAT Dotazione di servizi Mq, numero Comune Comune Destinazione agricola mq Comune Comune Destinazione residenziale mq Comune Comune Superficie utilizzata a produttivo mq Comune Comune Superficie programmata a produttivo mq Comune Comune Abitazioni non occupate/totale % Comune ISTAT 2001 abitazioni Sistema socio Saldo imprenditoriale medio % Comune Regione Veneto economico Produzione di rifiuti urbani pro capite Kg/a*res Comune ARPAV, Regione Veneto Raccolta differenziata % Comune ARPAV, Regione Veneto

Consumo di energia elettrica in GWh/a Provincia ENEL agricoltura Consumo di energia elettrica GWh/a Provincia ENEL nell'industria Consumo di energia elettrica nel GWh/a Provincia ENEL terziario Consumo di energia elettrica domestico GWh/a Provincia ENEL Offerta trasporto pubblico Numero corse Comune ISTAT

17 1.4 Impronta ecologica, impatti e valutazioni di sostenibilità

In base alla Direttiva 2001/42/CE, la VAS ha lo scopo di indirizzare le scelte di piano verso il perseguimento di obiettivi coerenti ai principi dello Sviluppo Sostenibile10. In altre parole, il raggiungimento di obiettivi di piano sostenibili, dipenderà dal peso attribuito ad ognuna delle tre variabili che concorrono alla sostenibilità:

- Equità sociale; - Sostenibilità economica; - Ecocompatibilità ambientale.

Recentemente si è sviluppato un intenso dibattito inerente a concetti e strumenti che possono essere impiegati al fine di valutare l’impatto dell’attività umana sull’ambiente e/o determinare il livello di cambiamento tollerabile indotto a livello locale. A tal proposito, il concetto di impronta ecologica può essere considerato uno strumento utile e innovativo (anche se di difficile applicazione) per una progettazione e una gestione territoriale sostenibili.

L’impronta ecologica è un indicatore aggregato e sintetico di sostenibilità ambientale ed è relativo allo stato di pressione umana sui sistemi naturali concettualmente semplice e ad elevato contenuto comunicativo. L’impronta ecologica misura, infatti, il consumo alimentare, materiale ed energetico della popolazione umana sulla superficie terrestre o marina necessaria per produrre le risorse naturali o, nel caso dell’energia, sulla superficie terrestre necessaria ad assorbire le emissioni di anidride carbonica. In altri termini, si tratterebbe di misurare il carico umano non solo in relazione alla quantità di popolazione, ma anche ai consumi pro-capite e ai rifiuti prodotti.

L’analisi dell’impronta ecologica permette di valutare la sostenibilità di un territorio in quanto da indicazioni relative al livello soglia di attività antropiche che una determinata area è in grado di sostenere. Laddove vengano superati i limiti di capacità di carico di un territorio, siano essi ambientali, sociali o economici, un ulteriore intensificazione di attività umane risulta insostenibile e di conseguenza non conforme ai principi della Direttiva VAS. L’analisi dell’impronta ecologica rovescia, in un certo qual senso, il concetto di capacità di carico (Carrying Capacity): l’attenzione infatti non viene posta sulla determinazione della massima popolazione umana che un’area può supportare, bensì sul computo del territorio produttivo effettivamente utilizzato dalla popolazione, indipendentemente dal fatto che questa superficie coincida con il territorio su cui la popolazione stessa vive. Da queste prime considerazioni, è possibile dedurre che misurare l’impronta ecologica di un’area significa prevedere quali possono essere le strategie di piano che assicurano un accettabile grado di sostenibilità. Ovviamente se lo stile di vita dei cittadini e le scelte di governo e gestione del territorio sono più congruenti con la logica dello sviluppo sostenibile, minore sarà l’impronta ecologica del singolo cittadino e, quindi, del territorio in cui vive. Purtroppo a questa crescita di popolarità dell’impronta ecologica non sempre corrisponde un adeguato bagaglio di conoscenze e di dati tali da poter eseguire stime assolutamente certe, soprattutto quando l’oggetto della stima è la pressione esercitata da comunità sub-nazionali (regioni, province, comuni). Ciò dipende principalmente da due fattori:

10 Secondo il Rapporto di Brundtland, “…Lo Sviluppo Sostenibile è quello sviluppo che risponde alla necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze”.

18  il dato di input, rappresentato dalla stima dei consumi della popolazione in tutte le diverse forme (alimentari, energetiche, materiali e immateriali), a livello di comunità nazionali, è relativamente facile da ricavare (dati quali il saldo fra produzione, importazione ed esportazione, il bilancio energetico ed altre statistiche sono disponibili), ma a livello locale non è reperibile per cui bisogna ricorrere a deduzioni indirette;  sul piano metodologico l’impronta ecologica subisce continui aggiornamenti che rendono poco agevole la confrontabilità dei dati.

1.4.1 Calcolo dell’impronta ecologica e della capacità ecologica L’impronta ecologica stima l’impatto che una data popolazione, attraverso i propri consumi, esercita su una certa area, quantificando la superficie totale di ecosistemi ecologicamente produttivi - terrestri ed acquatici - che è necessaria per fornire, in modo sostenibile, tutte le risorse utilizzate e per assorbire, sempre in modo sostenibile, tutte le emissioni prodotte. La sua unità di misura è ettari di territorio biologicamente produttivo o ettari equivalenti (ha eq).

Il calcolo dell’impronta ecologica parte dai consumi medi di beni e servizi economici della popolazione, e ricava quanti servizi naturali sono stati utilizzati per la produzione di quel bene o servizio economico, calcolando l’estensione di territorio che garantisce il relativo apporto di risorse per il consumo e/o per l’assorbimento delle emissioni.

Le categorie di consumo considerate sono: Alimenti, Abitazioni e Infrastrutture, Trasporti, Beni di consumo, Servizi e Rifiuti.

Riprendendo la classificazione proposta dall’Unione Mondiale per la Conservazione, sono state distinte 6 differenti tipologie di territorio biologicamente produttivo in base all’utilizzo che ne viene fatto:

1. terreno agricolo: superficie utilizzata per le produzioni agricole (alimenti, cotone, tabacco, ecc.) 2. pascoli: superficie dedicata all’allevamento e, conseguentemente, alla produzione di carne, latticini, uova, lana e, in generale, di tutti i prodotti derivati dall’allevamento; 3. foreste: aree dedicate alla produzione di legname; 4. mare: superficie marina necessaria alla crescita delle risorse ittiche consumate; 5. superficie urbanizzata: superficie di terra necessaria ad ospitare le infrastrutture edilizie quali strade, abitazioni, ecc. (superficie degradata, costruita o comunque non ecologicamente produttiva); 6. territorio per l’energia: superficie necessaria per produrre, con modalità sostenibili (es. coltivazione di biomassa) la quantità di energia utilizzata. In realtà alcuni autori applicano una definizione leggermente differente, che calcola la superficie forestale destinata all’assorbimento di tutte le emissioni di anidride carbonica (CO2) risultanti dal consumo di energia da parte della popolazione. I due approcci portano a risultati simili, però il secondo consente di focalizzare l’attenzione sulla componente energetica e tenere in considerazione il problema dell’effetto serra. Nella tabella seguente sono evidenziate le relazioni tra le categorie di consumo e le tipologie di territorio.

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Tabella 1.3 – Dalle sei categorie di consumo alle sei tipologie di territorio

TIPOLOGIE DI TERRITORIO

CATEGORIE DI Territorio Terreno Pascoli Foreste Superficie Mare TOTALE CONSUMO per energia agricolo urbanizzata

Alimenti

Abitazioni e infrastrutture

Trasporti

Beni di consumo

Servizi

Rifiuti

TOTALE IE (*) (*) IE: Impronta ecologica

1.4.2 Capacità e deficit ecologico Una parte integrante dell’analisi della sostenibilità di un territorio attraverso l’impronta ecologica è rappresentata dal calcolo della capacità ecologica o biocapacità che è definita come la superficie di terreni ecologicamente produttivi che sono presenti all’interno del territorio in esame. La biocapacità rappresenta quindi l’estensione totale di superfici ecologicamente produttive presente nel territorio considerato, ossia la capacità di erogazione di servizi naturali a partire dagli ecosistemi locali. Per il principio di equità ogni abitante della Terra ha diritto di accesso ad uno stesso quantitativo di spazio bioproduttivo. Gli autori del Living Planet Report (LPR-2002, a cura del WWF) hanno stimato che attualmente sono disponibili 1,9 ha eq. di territorio biologicamente produttivo per ogni abitante del pianeta. In realtà questo valore non rappresenta la vera disponibilità, ma solo l’88% di quest’ultima, in quanto il 12% della biocapacità mondiale viene conservata come quota minima necessaria per mantenere la biodiversità e quindi la vita sulla Terra. La biocapacità viene quindi comparata con l’impronta ecologica, che stima l’ammontare della richiesta di servizi naturali da parte della popolazione locale. È possibile definire un vero e proprio bilancio ambientale sottraendo all’offerta locale di superficie ecologica (la biocapacità) la domanda di superficie da parte della popolazione locale (l’impronta ecologica). Ad un valore negativo (positivo) del bilancio corrisponde una situazione di deficit (surplus) ecologico: questo sta ad indicare una situazione di potenziale insostenibilità (o di sostenibilità) ambientale in cui i consumi di risorse naturali sono superiori (o inferiori) ai livelli di rigenerazione che si hanno partendo dagli ecosistemi locali. L’impronta ecologica viene confrontata con la capacità ecologica pro-capite disponibile nel territorio comunale secondo la seguente formula:

Deficit ecologico = Capacità ecologica – Impronta ecologica/88%

20

Dove l’impronta ecologica viene incrementata (dividendola per l’88%) per tener conto delle responsabilità per la preservazione della diversità biologica. La capacità ecologica è calcolata secondo la seguente formula:

Capacità ecologica = Area * Fattore di rendimento * Fattore di equivalenza

Dove il fattore di rendimento è un fattore correttivo che rappresenta la maggiore o minore produttività del paese (nel nostro caso l’Italia) rispetto alla media mondiale, per ognuna delle sei categorie, mentre il fattore di equivalenza rappresenta la capacità di produrre biomassa di una singola categoria ecologica di terreno rispetto alla media mondiale e serve per rendere confrontabile il valore della capacità ecologica con quello dell’impronta e riportare entrambe le grandezze in unità di superficie. I numeri testimoniano che, mentre l’impronta ecologica globale sta progressivamente aumentando, la biocapacità complessiva del pianeta Terra è in progressiva diminuzione, al punto che alcuni ricercatori sostengono che, per mantenere il modello di consumo attuale sono richiesti, paradossalmente, 1,2 pianeti Terra. In altre parole, siamo oggi in una situazione di sovraccarico del pianeta e questo implica che il modello di consumo attualmente in vigore nei paesi OCSE va ad intaccare il preziosissimo stock di risorse naturali, che sono lentamente rinnovabili, ad un ritmo molto più veloce rispetto a quello di rigenerazione.

1.4.3 Impronta ecologica, monitoraggio e strategie Il calcolo dell’Impronta ecologica di un dato territorio può essere utilizzato per fotografare il comportamento degli abitanti e degli altri fruitori del territorio, ma anche per valutare e verificare nel tempo l’attività dell’Amministrazione locale nel governo del territorio di competenza. In questo senso è quindi utile inserire l’impronta ecologica come indicatore di sostenibilità nella fase successiva all’implementazione del piano, ovvero nella fase di monitoraggio. Pur essendo un indicatore sintetico e non risolutivo, l’impronta ecologica aiuta infatti a capire quali possono essere le strategie che l’Amministrazione ma anche il singolo cittadino possono mettere in atto per ridurla e quindi per migliorare la qualità dell’ambiente. A titolo esemplificativo, di seguito si individuano una serie di strategie/azioni che possono essere realizzate dal singolo cittadino, da chi amministra il territorio, e quindi dalla Pubblica Amministrazione, oppure da entrambe le parti interessate.

Strategie/comportamento del cittadino Ridurre gli sprechi e i consumi in generale Si fa riferimento in questa categoria in particolare agli sprechi alimentari e quelli energetici che producono sempre delle impronte elevate. Dovrebbero essere fatti degli acquisti consapevoli scegliendo beni confezionati senza imballaggi, valorizzando i prodotti tipici del luogo e con marchi ECOLABEL che garantiscono la qualità e il rispetto dell’ambiente. Indispensabile è anche la riduzione degli altissimi consumi energetici, soprattutto nelle abitazioni (ad esempio per il riscaldamento o per l’impianto di condizionamento) e nei trasporti, attraverso l’adozione di politiche di risparmio energetico. • Limitare il trasporto privato Il trasporto è una delle voci a maggiore impronta. Grazie anche all’aiuto della Pubblica Amministrazione, il cittadino deve convertirsi ad un tipo di trasporto più sostenibile che

21 prevede l’incentivazione del mezzo pubblico, del treno, della bicicletta, del motorino, ecc... a discapito del mezzo privato. • Limitare la produzione dei rifiuti Il cittadino dovrebbe limitare a monte la produzione del rifiuto solido urbano e privilegiare a valle, il recupero, la raccolta differenziata e il riciclo dei materiali.

Strategie/azioni della pubblica amministrazione . Garantire un sistema di trasporti quanto più efficiente possibile e rispondente alle necessità del cittadino; . Favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili; . Incentivare, attraverso politiche di sensibilizzazione della comunità, la riduzione della produzione dei rifiuti, l’importanza del riuso, della raccolta differenziata e del riciclo; . Incentivare metodi di coltivazione biologica più rispettosi dell’ambiente rispetto alle pratiche agricole tradizionali che utilizzano concimi e fertilizzanti in dosi massicce; . Valorizzare i prodotti tipici locali e incentivare l’acquisto di beni prodotti in loco; . Promuovere azioni di tutela delle aree verdi (boschi e foreste) e di rimboschimento così da aumentare la biomassa totale, la biodiversità e la biocapacità complessiva del territorio; . Incentivare il ripristino architettonico di vecchi edifici abbandonati piuttosto che la costruzione ex-novo; . Ridurre gli sprechi di energia nelle strutture pubbliche.

Calcolo dell’impronta ecologica del territorio comunale

L’impronta ecologica è un indicatore di sostenibilità che misura la “porzione di territorio” (sia essa terra o acqua) di cui un individuo, una famiglia, una comunità, una città, una popolazione necessita per produrre in maniera sostenibile tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti. L’impronta ecologica si basa sul concetto di capacità di carico (Carrying Capacity), definita in ecologia come il massimo di popolazione di una qualsiasi specie che un determinato habitat può sostenere senza che venga permanentemente compromessa la produttività dell’habitat stesso. L’impronta ecologica ribalta questo concetto non chiedendosi più quante persone possono sopportare la terra ma quanta terra ciascuna persona necessita per essere supportata. Come ogni indicatore l’impronta ecologica fa uso di un modello semplificato della realtà, considerando che la produzione di beni e servizi avviene sfruttando una certa quantità di terreno. L’impronta ecologica permette di valutare quanto un cittadino sia sostenibile, nel caso il bilancio ecologico sia positivo (ovvero vi sia un surplus di risorse ambientali rispetto ai consumi), o insostenibile, nel caso il bilancio ecologico sia negativo (ovvero vi sia un deficit di risorse ambientali rispetto ai consumi). L’applicazione della procedura di calcolo dell’impronta ecologica richiede una notevole quantità di informazioni relative ai consumi di risorse e di beni, all’efficienza tecnologica ed energetica dei processi industriali, alla produttività agricola. Questi dati, mentre sono generalmente presenti a livello nazionale, sono difficilmente reperibili a livello regionale e locale. Ciò significa che per l’applicazione a scala regionale e locale (dettaglio provinciale e comunale) è necessario ricorrere ad ipotesi e ad un certo grado di approssimazione. Per quanto concerne il comune di Monticello Conte Otto, si assume il valore relativo al consumo di suolo, derivante dalle scelte del PAT, in merito alle nuove aree di sviluppo insediativo previste (nuove superfici residenziali e a servizi). Tale valore è pari a circa 500.000 mq, equivalente a circa il 6% della Superficie Agricola Utilizzabile comunale.

22 2. LA CONSULTAZIONE

2.1 Concertazione e Partecipazione

Il Piano di assetto del Territorio, previsto dalla legge regionale 11/04, si configura come strumento di elaborazione partecipata della prospettiva di organizzazione del territorio sul medio-lungo periodo.

La concertazione, per introdurre una logica di co-pianificazione tra gli Enti deputati al governo del territorio, e la partecipazione, per raccogliere le opinioni diffuse e agevolare il dibattito sulle intenzioni strategiche, necessitano di un processo di relazioni tra parte tecnica, soggetto politico-amministrativo e cittadini che si snoda lungo tutto l’arco dell’elaborazione del piano, dal Documento Preliminare al Progetto vero e proprio.

L’art. 6 della Direttiva 42/2001/CE, stabilisce che per dare maggiore trasparenza all’iter decisionale, la proposta di piano ed il rapporto ambientale devono essere messi a disposizione sia delle autorità competenti, che per le loro specifiche competenze ambientali possono essere interessate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani11, sia dei settori del pubblico che sono interessati dall’iter decisionale, includendo le pertinenti organizzazioni non governative che promuovono la tutela dell’ambiente ed altre organizzazioni interessate12. Le autorità competenti ed il pubblico devono disporre tempestivamente di un'effettiva opportunità di esprimere in termini congrui il proprio parere sulla proposta di piano o di programma e sul rapporto ambientale che la accompagna, prima dell'adozione del piano o del programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa13.

La stessa legge urbanistica regionale n. 11/2004, ai sensi dell’art. 5, prevede che:  I comuni, le province e la Regione nella formazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, conformano la propria attività al metodo del confronto e della concertazione con gli altri enti pubblici territoriali e con le altre amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti.  L’amministrazione procedente assicura, altresì, il confronto con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, nonché con i gestori di servizi pubblici e di uso pubblico invitandoli a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche individuate dagli strumenti di pianificazione.

Il coinvolgimento del pubblico nel processo decisionale del Piano di Assetto del Territorio (PAT) e all’interno del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è considerato quindi, anche dalla normativa in vigore, un requisito fondamentale del processo stesso, sia perché consente alle parti che intervengono di ritenersi partecipi alla definizione delle strategie che verranno adottate, sia perché in questo modo si assicura il sostegno delle diverse istituzioni che devono recare un contributo alle scelte strategiche in questione. I tradizionali meccanismi di partecipazione pubblica, che consentono ai cittadini l’accesso e le osservazioni al piano in un momento in cui di fatto le scelte strategiche di sviluppo sono già state effettuate, si sono rivelati limitati. Invece, con la nuova legge urbanistica regionale, si

11 Riferimento normativo: art. 6, comma 3 della Direttiva 42/2001/CE; 12 Riferimento normativo: art. 6, comma 4 della Direttiva 42/2001/CE 13 Riferimento normativo: art. 6, comma 2 della Direttiva 42/2001/CE

23 rende obbligatorio il momento del confronto tra amministrazione comunale ed i soggetti pubblici e privati, sulle decisioni strategiche dell’assetto del territorio che, per essere effettive, devono essere verificate lungo tutto l’arco di elaborazione del Piano.

Molteplici sono i vantaggi derivanti da questo approccio, in particolare:  la costruzione condivisa e trasparente del PAT;  l’opportunità di prendere decisioni con maggiore consapevolezza e conoscenza del problema;  la possibilità di raggiungere in minor tempo la condivisione e l’accordo sui temi di sviluppo del territorio evitando il rallentamento del processo strutturale nelle successive fasi di attuazione;  la possibilità di dialogare con chi vive il territorio: la partecipazione pubblica può fornire ai progettisti contributi importanti ed una visione più articolata su aspetti particolarmente critici;  l’occasione per la cittadinanza di essere parte attiva nel delineare le linee di sviluppo che l’Amministrazione comunale propone.

2.2 Percorso delle consultazioni

Il metodo di lavoro è basato sull'intendere l'Amministrazione Pubblica non tanto un soggetto decisionale quanto piuttosto un soggetto che dialoga continuamente e costruttivamente con la realtà locale, svolgendo anche ruolo di interazione e aggregazione sociale. Il percorso partecipativo si è sviluppato in due livelli. Da una parte il coinvolgimento e l'ascolto dei cittadini, sia come singoli che come gruppi di interesse o associazioni, per determinare un quadro dei "desiderata" delle persone che vivono il territorio. Dall'altra parte la consultazione di enti istituzionali e non, con l'obiettivo di intessere rapporti che possano sia far emergere problematiche legate alla gestione dei servizi che favorire lo scambio di materiali tra Comune ed enti. Le fasi del processo di partecipazione sono schematizzabili in 5 step fondamentali: a) individuazione dei principali stakeholders da coinvolgere e loro aggregazione in gruppi di interesse; b) comunicazione e pubblicizzazione dell'avvio del processo partecipativo; c) ascolto e raccolta delle esigenze e dei suggerimenti espresse dagli abitanti e dagli enti che lavorano sul territorio; d) confronto dei dati emersi con gli organi tecnici e politici; e) restituzione agli attori coinvolti del quadro emerso e delle scelte intraprese.

24 Con la delibera della Giunta Comunale n°111 del 15/09/2010 il Comune di Monticello Conte Otto ha preso atto del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare. Al fine di raggiungere uno scenario di piano ampiamente condiviso fondato sull’informazione, concertazione e trasparenza, l’Amministrazione comunale ha organizzato quattro giornate dedicate a successivi incontri con gli Enti interessati e con gli altri stakeholders nelle quali sono stati illustrati il Documento Preliminare e il Rapporto Ambientale Preliminare. L'obiettivo di questa fase è quello di determinare il quadro delle necessità espresse da chi vive il territorio. Gli incontri sono stati articolati nel mese di Maggio 2011 e si sono svolti in municipio o presso i principali siti di aggregazione pubblica comunale.

CALENDARIO DELL’ATTIVITÀ DI PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE Data e luogo Tipologia incontro Soggetti presenti Partecipanti Incontro

10/07/2009 Rappresentanti Provincia e TAVOLO TECNICO Provincia Comune

18/05/2011 CONSIGLIO Consiglieri del Comune di

Municipio COMUNALE Monticello Conte Otto

18/05/2011 ENTI E GESTORI DI Rappresentanti Enti

Municipio PUBBLICI SERVIZi gestori di servizi pubblici

ASSOCIAZIONI DI Rappresentanti CATEGORIA, 23/05/2011 Associazioni di categoria, CULTURALI E NO Sala Bressan culturali e no profit, PROFIT, ambientaliste AMBIENTALISTE

26/05/2011 Aula Magna Scuole CITTADINANZA Cittadinanza Medie

20/07/2011 Rappresentanti Regione e TAVOLO TECNICO Regione Veneto Comune

INCONTRO SULLA BOZZA DEFINITIVA DI PAT

Enti/ 15/11/2015 INCONTRO SU BOZZA Associazioni/ 15 Sala Consigliare DEFINITIVA DI PAT Cittadinanza

25 2.3 La partecipazione esplicita

A seguito della pubblicazione del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare, sono pervenuti 20 contributi di cui 10 da Enti, 3 da rappresentanti delle categorie economiche, 4 da Associazioni nazionali e locali, 3 da privati cittadini. Tutti i contributi sono stati valutati formulando un parere che è stato, quindi, recepito nel PAT.

Contributi / Pareri Enti

––– DATA PROT. SOGGETTO SINTESI DEL CONTENUTO VALUTAZIONE N° 1 10- 7399 AATO Non si ritiene di formulare particolari Si prende atto della documentazione mag- Bacchiglione osservazioni. Si ricorda di tenere conto pervenuta che verrà recepita nel 11 dello stato delle opere del Servizio quadro conoscitivo del PAT Tecnico Integrato e di quanto previsto negli obiettivi di pianificazione dell'Autorità d'Ambito 2 11- 7482 ARPAV L'Ente prende atto di quanto Si prende atto della documentazione mag- pervenuto e ribadisce una nota pervenuta che verrà recepita nel 11 precedente prot.16762 del 11/02/2011 quadro conoscitivo del PAT 3 20- 8220 Acque Vicentine Trasmettono le planimetrie con Si prende atto della documentazione mag- indicazione delle aree di rispetto da pervenuta che verrà recepita nel 11 pozzi acquedotto e impianti di quadro conoscitivo del PAT depurazione 4 26- 8483 Alta Pianura Si ricorda che il PAT deve contenere Si prende atto mag- Veneta, uno studio di compatibilità idraulica e 11 Consorzio di precisa le modalità con cui deve Bonifica essere redatto. 5 03- 9073 Genio Civile di Si sottolinea la necessità di porre Si prende atto giu- Vicenza attenzione ad ogni aspetto idraulico e 11 idrogeologico, con riferimento all'intero territorio comunale, al PAI, ai vincoli e alle trasformazioni territoriali. 6 06- 8916 Ministero per i Si segnala: a. si prende atto; giu- Beni e le Attività a. che non esistono all'interno del 11 Culturali - territorio comunale vincoli di natura b. si acquisisce l'informazione che Soprintendenza archeologica; verrà riportata nel quadro conoscitivo per i Beni del PAT; Archeologici. b. si hanno notizie generiche di rinvenimento di materiale fittile per le c. si prende atto e si rinvia alla quali si allega l'individuazione; stesura delle norme del PAT;

c. si ritiene opportuno richiamare la d. si prende atto e si rinvia alla normativa in merito all'obbligo di stesura delle norme del PAT. valutazioni di rischio archeologico - di cui al DLgs163/06 - nel PAT;

d. si ritiene opportuno richiamare l'art.90 del DLgs42/04 nel PAT. 7 17- 9607 Consorzio di Si richiama la nota già inviata in data Si prende atto. giu- Bonifica Alta 26 maggio 2011, vedi punto 5. 11 Pianura Veneta 8 11- 11235 Comune di a. in merito alla zona produttiva a a. si concorda con quanto suggerito. lug- confine tra i due Comuni si propone di Le due Amministrazioni comunali 11 coordinare le scelte viabilistiche allo hanno già avviato un percorso comune scopo di limitare gli accessi su strada su tale ipotesi, che potrebbe trovare Marosticana; soluzione anche con specifico Accordo di Programma; b. si propone di coordinare la definizione dei tracciati ciclabili che b. si concorda. Il PAT tiene conto interessano i due Comuni, in nella previsione della rete ciclabile di particolare quello lungo la ferrovia; quanto avviene nei Comuni contermini, per gli opportuni c. si segnala la disponibilità ad aderire raccordi; alla realizzazione della SFMR; c. si concorda, con riferimento anche

26 ––– DATA PROT. SOGGETTO SINTESI DEL CONTENUTO VALUTAZIONE N° d. si segnala la disponibilità ad aderire alle previsioni dei piani regionali e alla realizzazione del parco provinciali; dell'Astichello. d. si concorda e si richiama quanto espresso in risposta al contributo n. 10 punto e. 9 13- 11014 RFI rete a. si chiede che le fasce di rispetto a. si prende atto. Nella stesura lug- ferroviaria ferroviario siano estese per tutta la definitiva della Tavola 1 del PAT 11 italiana lunghezza del tracciato su entrambi i verranno indicate le fasce di rispetto, lati; in modo completo;

b. si concorda con l'ipotesi di un b. la chiusura dei passaggi a livello attraversamento della linea ferroviaria nella zona del centro è al momento a nord della stazione che potrebbe un'ipotesi difficilmente percorribile: essere più efficace se fossero nulla vieta che sia affrontata anche soppressi i passaggi a livello. indipendentemente dal PAT, con uno specifico studio del traffico che individui le soluzioni alternative ed espliciti anche i costi delle operazioni previste. All'interno di tale studio dovrebbe essere inserita anche l'ipotesi di un allargamento del passaggio a livello di via Caselle. Trattandosi di operazioni legate a opere pubbliche, si ricorda che queste possono avere un percorso autonomo rispetto allo strumento urbanistico comunale generale. 10 14- 15670 SNAM rete gas si informa della presenza di condotte Si prende atto della documentazione ott- trasportanti gas naturale di cui si dà pervenuta che verrà recepita nel 11 disponibilità a fornire documentazione quadro conoscitivo del PAT. affinché ne sia tenuto conto nel PAT

Contributi / Rappresentati delle categorie economiche 11 18- 8349 Conf-Commercio a. chiede che non siano previsti nuovi Compatibilmente con il quadro e le mag- insediamenti commerciali della grande direttive contenute nella LR 50/12 in 11 distribuzione, allo scopo di tutelare la materia di programmazione rete minore dei centri storici e delle commerciale: zone residenziali; a. si concorda con l'obiettivo della tutela della rete commerciale di b. chiede di tenere conto, prima di vicinato e, come già riportato nel avviare operazioni di potenziamento di Documento Preliminare (pag. 24) si nuove zone commerciali, della rete conferma che non saranno previste distributiva esistente anche in all'interno del territorio comunale relazione ai poli esterni al territorio nuove aree per l'insediamento di comunale; grandi strutture di vendita; c. chiede che siano mantenuti all'interno della zona centrale un b. gli obiettivi del PAT non prevedono numero adeguato di parcheggi. nuove aree commerciali ma solo, eventualmente, il completamento della rete esistente con riferimento all'utenza locale o come destinazione integrativa - nel caso di espansioni insediative - al fine di assicurare un equilibrato rapporto di funzioni compatibili;

c. il dimensionamento dei parcheggi all'interno del tessuto consolidato è compito del Piano degli Interventi. Il PAT riporterà nei propri indirizzi e obiettivi strategici l'impegno a verificare la dotazione di posti auto anche all'interno delle zone già edificate. 12 29- 10239 Confartigianato a. Si concorda con il PTCP che a. Il PTCP approvato ammette la giu- Provincia di concede la possibilità di ampliamento possibilità di ampliamento per le sole 11 Vicenza di zone produttive e commerciali solo aree attestate lungo via Capitello. Si per le aree in via del Progresso e via conferma che l'obiettivo del PAT non Chiuppese; è tanto l'espansione delle zone produttive quanto la riqualificazione b. aree ex-produttive Barausse e GE di quelle esistenti (pag 24 del DP);

27 Lighting: si ritiene necessaria la loro riqualificazione anche tramite cambio b. le aree citate costituiscono uno dei di destinazione, ponendo attenzione temi centrali del PAT e agli impatti sul contesto agricolo ed successivamente del PI. Si concorda evitando la realizzazione di grandi con i criteri esposti e, in particolare, centri commerciali. Si suggerisce di con la necessità che la promuovere a tal fine un concorso di riqualificazione si accompagni a un idee coinvolgendo le categorie mutamento della destinazione d'uso interessate; di entrambi gli ambiti. La funzione produttiva oggi, infatti, contrasta con c. si propone per le zone produttive la il contesto insediativo e con possibilità di usi diversi (direzionale e l'ambiente in cui tali aree sono terziario) per renderle più adeguate collocate. Non si ritiene opportuno, alle mutate esigenze imprenditoriali come del resto affermato nel DP, che la conversione preveda l'insediamento d. si rileva che il Documento di grandi strutture di vendita, per le Preliminare non propone strutture quali non esistono né le condizioni di turistico-ricreative; accessibilità né la domanda di mercato. L'indicazione di ricorrere al e. si suggerisce di favorire nuove concorso di idee per la strutture per la comunità: centri di riqualificazione delle aree produttive aggregazione, spazi museali, orti dismesse appare coerente con gli comunali ecc. obiettivi di condivisione e verifica delle possibili soluzioni che f. si propone di monitorare e l'Amministrazione intende perseguire. riqualificare le aree verdi esistenti. Tale suggerimento verrà valutato in sede di PI, in particolare per l'area GE Lighting che presenta caratteristiche di complessità e di relazione con il centro tali da giustificare un concorso di idee. Sarà compito della fase operativa concordare la fattibilità del concorso con i privati proprietari dell’area. Diverso il caso dell'area ex Barausse dove il tema progettuale appare più circoscritto e potrebbe essere risolto attraverso la procedura dell'accordo pubblico-privato, nel quadro degli obiettivi generali fissati dal PAT (vedi pag. 24 del DP);

c. il PAT prenderà in esame l'evoluzione delle aree produttive così come si va configurando - aree non più monofunzionali - ma nelle quali sussista una compresenza di attività diverse. Naturalmente tale ipotesi dovrà essere confrontata con il tessuto insediativo adiacente, con l'accessibilità dei luoghi, con la tutela della multifunzionalità delle aree residenziali, collocando in quelle produttive le funzioni che, per dimensione e destinazione d'uso, sono poco compatibili con la residenza;

d. le attività turistico-ricreative non costituiscono una caratteristica peculiare del territorio di Monticello Conte Otto: tuttavia sono citate a pag. 24 del DP con particolare riferimento alla valorizzazione del turismo rurale;

e. si concorda: il potenziamento della dotazione di servizi nelle aree residenziali e nei centri abitati è uno degli obiettivi del PAT così come riportato a pag. 25 del DP;

f. si concorda con tale esigenza: tuttavia si ritiene che possa essere individuata dal PAT solo come obiettivo, rinviandone l'attuazione al PI e alla gestione delle aree

28 pubbliche.

13 29- 11846 Federazione Si chiede di: a. il PAT e il PI - per definire la lug- Provinciale a. togliere gli ambiti delle aziende normativa sulle aree agricole - 11 Coldiretti di agricole; faranno riferimento alla LR 11/04 e Vicenza alle analisi agronomiche svolte. Tale b. non fare un uso improprio delle norma non prevede l'obbligo di zone E4; individuare gli ambiti come avveniva per il PRG vigente. Tale scelta potrà c. fare una schedatura delle aziende essere giustificata non come norma agricole; generale ma solo in presenza di particolari e specifiche esigenze di d. utilizzare il più possibile i sedimi tutela che saranno comunque esistenti nell'individuare nuovi precisate dal PI; tracciati viari e piste ciclabili o pedonali; b. si concorda con il principio espresso. Se del caso, il PAT potrà e. adottare per gli Imprenditori riconoscere alcuni ambiti come Agricoli Professionali la L.R. 11/04 e il edificazione diffusa, verificando che Piano Casa senza restrizioni; non ci siano legami con l'attività agricola, o interferenze con le f. le aree di tutela, i parchi e le fasce aziende esistenti e che siano di rispetto siano individuati rispettati i caratteri di densità rispettando le aziende agricole e il minima e tipologia edilizia che li loro sviluppo. fanno riconoscere come tali;

c. l'indagine agronomica del PAT contiene una ricognizione delle aziende agricole principali;

d. si concorda.

e. per quanto riguarda la legge 11/04, essa costituisce un riferimento obbligatorio per il PAT; eventuali restrizioni potranno essere previste solo in caso di condizioni di tutela e salvaguardia di elementi particolarmente significativi e comunque ben individuati e circoscritti. L'applicazione del piano- casa non è oggetto del PAT; f. si concorda con le precisazioni di cui al precedente punto

Contributi / Pareri Associazioni Nazionali e Locali 14 04- 10441 Italia Nostra a. Si ritiene che il territorio agricolo di a. Si concorda: a partire dagli esiti lug- Monticello Conte Otto debba essere delle indagini agronomiche e 11 conservato nella sua integrità; paesaggistiche, verranno indicate le azioni di tutela e valorizzazione del b. si ritiene che debbano essere paesaggio agrario (vedi pag. 22 del salvaguardati, oltre agli edifici di DP); elevata valenza storico-architettonica, anche le testimonianze b. il PRG contiene già una schedatura dell'architettura spontanea; dei beni architettonici e ambientali presenti sul territorio: che analizza c. si ritiene che vadano monitorati i non solo le ville e i complessi dati rispetto all'inquinamento monumentali, ma anche gli edifici di atmosferico e allo stato ecologico dei pregio ad essi relazionati. Inoltre sono corsi d'acqua. individuati i Centri Storici di Monticello Conte Otto e di Cavazzale d. si chiede che il PAT non preveda come soggetti a tutela. Oltre queste nuove zone di ampliamento testimonianze, il rilievo puntuale residenziale avendo alle spalle il degli edifici effettuato con il PAT non residuo del PRG vigente e che non ha evidenziato particolari carenze, venga, quindi, utilizzata la Superficie trattandosi di un tessuto edificato Agricola Trasformabile residua; realizzato prevalentemente in epoca recente. Il PAT prenderà atto anche e. si sottolinea l'importanza di delle componenti paesaggistiche realizzare un parco fluviale lungo (strade rurali, elementi vegetazionali, l'Astichello coinvolgendo anche il visuali panoramiche) che Comune di Vicenza; emergeranno dalle indagini. In ogni

29 caso il PAT conterrà criteri e f. si chiede di acquisire l'area dismessa parametri per il PI, in modo che siano GE Lighting, si ritiene che si debbano sempre verificate le componenti coinvolgere i cittadini e le associazioni ambientali, paesaggistiche e nelle scelte relative alle architettoniche, preliminarmente ad trasformazioni possibili e di non ogni trasformazione e perché possa consentire alcun cambio di sempre essere completata e integrata destinazione d'uso in assenza di una tale rilevazione soluzione condivisa. c. si concorda: il RAP ha riportato i dati reperibili dagli Enti competenti e conterrà una serie di indicatori per il loro monitoraggio, che ne garantiscano il controllo nel tempo, ed altri elementi significativi per la valutazione ambientale. Gli indicatori di monitoraggio saranno calibrati anche nella periodicità della rilevazione a garanzia di una corretta gestione

d. il monitoraggio del PRG vigente e la quantificazione delle parti non attuate del piano costituirà un punto di partenza per valutare eventuali trasformazioni (vedi pag.23 del DP). La crescita residenziale non costituisce l'obiettivo principale del PAT; ciò non toglie che possano essere individuate operazioni di dimensioni limitate o di ridisegno dei margini del tessuto edificato. Va comunque ricordato che il PAT non trasforma le zone agricole, questo è compito del PI, così come il monitoraggio del consumo di SAU. Del resto la SAU trasformabile non viene sottratta solo dalle espansioni residenziali, ma anche da altre trasformazioni della zona agricola in usi diversi, così come riportato negli atti di indirizzo della LR 11/04;

e. si concorda: il progetto del parco fluviale dell'Astichello è un tema centrale del PAT (vedi pag. 22 del DP) e risulta in parte già avviato. Naturalmente è importante che siano stabilite relazioni con i Comuni contermini, in modo da garantire la continuità del parco stesso con le realtà confinanti. A questo proposito il PTCP costituisce un importante elemento di riferimento, in quanto contiene e demanda ai piani comunali la realizzazione del parco come progetto strategico, garantendo nel contempo conformità di indirizzo tra i diversi Comuni interessati;

f. si richiama quanto riportato in risposta al contributo n. 9 punto b. Si concorda con l'importanza della trasformazione dell'area GE Lighting e con l'opportunità di una efficace partecipazione e condivisione delle scelte. La suggerita acquisizione non è tuttavia materia di piano urbanistico, ma delle scelte amministrative. 15 28- 11787 Legambiente, propone di: lug- circolo Airone a. non aumentare la densità abitativa a. si richiama quanto esposto al 11 del comune; contributo n. 10 punto d; b. si richiama quanto esposto al b. curare i punti di incontro contributo n. 9 punto e; pubblici:in particolare la piazza di

30 Cavazzale; c. si concorda: il completamento della rete ciclabile è uno degli c. mettere in rete le frazioni obiettivi del sistema infrastrutturale sviluppando e incrementando i del PAT (vedi pag 25 del DP). Tale percorsi ciclopedonali con particolare previsione all'interno del PAT attenzione a Vigardolo; costituisce un indirizzo che dovrà essere reso concreto dal PI o da altri d. istituire il pedibus; provvedimenti idonei alla realizzazione delle opere pubbliche che l'Amministrazione può comunque e. favorire i servizi commerciali locali e altrimenti attivare; evitando la media e grande distribuzione; d. si tratta di una iniziativa che non ha relazioni con il PAT, ma che può f. incrementare gli spazi pubblici per essere attivata dall'Amministrazione lo sport e per le attività ricreative; comunale in qualunque momento;

g. attuare interventi di risparmio e. si richiama quanto esposto al energetico e utilizzo di fonti contributo n. 4, punto a; rinnovabili negli edifici pubblici. f. il PAT eredita dal PRG la previsione di un'area per i nuovi impianti sportivi a completamento della dotazione esistente. A questo vanno aggiunte le possibilità di recupero di aree dedicate al tempo libero e contemporaneamente alla tutela e valorizzazione ambientale dei luoghi che deriveranno dal parco fluviale dell'Astichello e dal recupero delle aree dismesse;

g. si concorda con l'importanza del risparmio energetico e dell'utilizzo di fonti rinnovabili: aspetti che verranno inseriti nelle norme del PAT e tra gli obiettivi della VAS. Si tratta comunque di una scelta già intrapresa dall'Amministrazione comunale, anche indipendentemente dallo strumento urbanistico in itinere: infatti, il Comune di Monticello Conte Otto si è già in parte adeguato attraverso l'adozione di uno specifico Regolamento Edilizio, associandosi con il Consorzio CEV per la fornitura di Energia Verde, partecipando al progetto CONURBAN tramite il Patto dei Sindaci. 16 29- 11838 Cedrus Si chiede: a. la schedatura del patrimonio lug- a. di acquisire i dati relativi a: edilizio, la verifica delle aree a 11 censimento di tutte le edificazioni, servizi, il controllo dello stato di dimensionamento delle aree a servizi attuazione del PRG e dei fattori pubblici, elenco delle zone di inquinanti fanno parte delle indagini espansione residenziale previste dal che sono connesse alla costruzione PRG - attuate e non - e relativo del quadro conoscitivo del PAT. Tali dimensionamento, quantificazione indagini sono state già avviate e della volumetria aggiuntiva in zone B e saranno concluse preliminarmente C1, dati relativi agli inquinanti alla formulazione delle scelte di dell'aria e delle acque di superficie; trasformazione del PAT stesso;

b. coinvolgere i cittadini sulle scelte del PAT attraverso il periodico b. la partecipazione e la diffusione comunale, un questionario e tre delle scelte sono una componente assemblee, una per frazione; fondamentale del percorso del PAT e c. riscrivere i documenti preliminari della VAS. Le modalità con cui alla luce degli esiti dei punti a. e b.; attuarla sono di competenza dell'Amministrazione comunale che d. riguardo al sistema fluviale stabilisce i canali di informazione e il dell'Astichello si ritiene di partire dalla numero e tipologia degli incontri nel visione di un parco fluviale da rispetto della normativa vigente; realizzare attraverso un PATI tra i tre comuni interessati da estendere fino al SIC del Bosco di Dueville e che tenga conto della riqualificazione c. il DP è un Documento di indirizzi dell'area delle Peschiere e dello che l'Amministrazione propone per la definizione del PAT. Tali indirizzi, che

31 stabilimento ex SIVI; sono di natura generale, nascono comunque dalla conoscenza del e. l'Amministrazione deve opporsi alla territorio e degli strumenti urbanistici realizzazione della nuova bretella vigenti. Allo stato attuale tali indirizzi della strada Marosticana che non sono contraddetti dalle analisi in comprometterebbe la realizzazione corso: se queste ultime dovessero del parco dell'Astichello; portare a un quadro complessivo dello stato del territorio in contraddizione f. la tutela degli altri corsi d'acqua e con i contenuti del DP, quest'ultimo la progettazione di percorsi potrà sempre essere rivisto; esclusivamente pedonali; d. si richiama quanto esposto al g. di opporsi alla proliferazione di contributo n° 10 punto e; annessi rustici; e. non pertinente con il PAT h. disciplinare la collocazione di pannelli fotovoltaici; f. si concorda con l'obiettivo di tutela dei corsi d'acqua e con il i. bandire la realizzazione di potenziamento della rete della aviosuperfici; mobilità debole (vedi pag. 25 del DP); l. ottenere dall'ENEL l'interramento g. l'edificabilità in zona agricola è dei due elettrodotti ad alta tensione; definita dalla Lr 11/04 che limita l'edificazione di nuovi annessi rustici m. rispetto alla nuova viabilità si agli imprenditori agricoli e alle esprime contrarietà: alla nuova strada effettive esigenze delle aziende; di collegamento tra via S. Gaetano e via Bosco, nuova strada tra via A. Moro h. il PAT definisce gli indirizzi, il e strada Nicolosi, nuova strada tra via recepimento della normativa è Verdi e via Parmesana, fascia di competenza del PI e dei regolamenti rispetto a est di Vigardolo; comunali in materia; n. si chiede di non prevedere nuove i. tale tematica al momento non è espansioni residenziali alla luce di presente nel territorio di Monticello quanto rimane nel residuo del PRG; Conte Otto. Nel caso si dovesse presentare nel corso della o. per l'area GE Lighting si chiede di elaborazione del PAT verrà acquisire l'area o, in alternativa, attentamente valutata nel rispetto prevedere una limitata potenzialità dei criteri di tutela e valorizzazione edificatoria e l'inserimento di paesaggistica del territorio comunale; strutture per il parco dell'Astichello; p. si condivide il riutilizzo residenziale l. non pertinente con il PAT; dell'area ex Barausse; m. il PAT verificherà le previsioni q. il controllo delle emissioni della viabilistiche contenute nel PRG fonderia Cestaro vigente alla luce degli obiettivi e delle finalità espresse nel DP e nel r. la necessità di riqualificazione RAP. In ogni caso le strade sono opere dell'area produttiva in via Astico; pubbliche che possono essere realizzate con procedura anche s. non si condivide l'ipotesi di una indipendente dallo strumento nuova piazza in via Nicolosi urbanistico comunale; preferendo come localizzazione il centro storico di Monticello; n. il monitoraggio del PRG vigente e la quantificazione delle parti non t. non si condivide la previsione di attuate del piano costituirà il punto di nuovi impianti sportivi vicino al partenza per valutare eventuali cimitero preferendo la realizzazione di trasformazioni (vedi pag.23 del DP). un parco diffuso. La crescita residenziale non costituisce l'obiettivo principale del PAT; ciò non toglie che possano essere individuate operazioni di dimensioni limitate o di ridisegno dei margini del tessuto edificato;

o. si richiama quanto esposto al contributo n° 9 punto b;

p. si concorda compatibilmente con il corretto inserimento dell'area nel contesto in particolare rispetto alla viabilità;

q. si concorda con tale necessità che non è però compito del PAT; r. il PAT si propone (vedi pag. 24 del

32 DP) di verificare lo stato delle aree produttive introducendo in normativa, criteri ed obiettivi per la riqualificazione, quando necessaria; s. si tratta di una previsione di dettaglio contenuta nel PRG e che fa riferimento a un ambito di tessuto consolidato. Il PAT valuterà le previsioni del PRG non attuate e si propone (vedi pag. 23 del DP) di rivalutare i centri storici. In tale contesto potrà anche indicare i criteri e gli obiettivi da perseguire per la realizzazione degli spazi pubblici rimanendo però competenza del PI la definizione delle previsioni urbanistiche sul tessuto consolidato; t. la modalità di realizzazione degli impianti sportivi è compito del PI o del progetto dell'opera pubblica. Va tenuto conto di quanto esposto al contributo n. 13 punto f;

17 29- 13151 Monticello Viva a. in generale si esprime parere a. si richiama quanto esposto al ago- contrario al consumo di territorio contributo n° 10 punto d; 11 agricolo ritenendo di limitare le previsioni di espansione alle aree di b. si richiama quanto esposto al riqualificazione; contributo n° 9 punto b. Si concorda, inoltre, con la necessità di una b. si propone la realizzazione del attenzione specifica al riuso dell'area parco Astichello anche in relazione delle Peschiere con particolare alle aree ex SIVI e Peschiere. per riferimento alla costituzione del l'area ex SIVI si propone un utilizzo parco fluviale; connesso al sistema Astichello con una limitata edificazione legata al social c. si richiama quanto esposto al housing. Per le Peschiere si contributo n° 9 punto e., al suggeriscono solo usi legati al sistema contributo n° 15 punto s; fluviale o alla produzione di energie rinnovabili; d. si richiama quanto esposto al contributo n° 15 punto t; c. la riqualificazione e il rinforzo delle centralità esistenti attraverso la e. si concorda con la necessità di manutenzione dei luoghi e il favorire la conservazione e lo sviluppo miglioramento delle connessioni della rete ecologica. Se del caso la Lr pedonali e ciclabili; 11/04 prevede l'istituto del credito edilizio per l'eliminazione degli d. la realizzazione di collegamenti tra elementi detrattori. Tale applicazione i poli urbani attraverso percorsi verrà verificata dal PAT in presenza di protetti e la centralità degli impianti situazioni specifiche; sportivi destinati a strutture leggere non agonistiche; f. si concorda con il principio di riduzione degli impatti delle e. lo sviluppo di connessioni infrastrutture sul paesaggio e sul ecologiche attraverso i corridoi fluviali sistema insediativo e sul favorire la anche attraverso la ricollocazione mobilità alternativa. La definizione delle espansioni residenziali previste specifica di tali misure rappresenta dal PRG utilizzando la perequazione; un obiettivo del PAT, ma dipende anche dalla attuazione delle stesse, dalle previsioni degli Enti competenti f. la problematica infrastrutturale: e degli strumenti sovraordinati; tangenziale nord, linea ferroviaria. Riduzione degli impatti sul territorio. g. si concorda con la valorizzazione dei nuclei centrali delle frazioni. Il g. per Cavazzale si propongono una PAT non entra però nello specifico serie di azioni di riqualificazione degli delle previsioni che saranno oggetto spazi centrali, valorizzazione dei beni dello strumento operativo (PI); monumentali, riqualificazione dei percorsi interni, realizzazione di spazi h. vedi precedente punto g; per l'aggregazione giovanile; i. Si concorda con l'obiettivo della h. per Monticello si propone la riqualificazione dell'area ex Barausse, riqualificazione del centro storico e la con la definizione degli obiettivi e creazione di ZTL; la realizzazione criteri per l'area Cestaro e con la della nuova piazza attraverso la tutela della rete commerciale connessione degli spazi esistenti; minore, vedi anche contributo n. 4 punto a;

33 i. per Vigardolo: la riqualificazione del centro e del parco dei Cedri, la realizzazione di piste ciclabili, l'opposizione alla costruzione di nuove strade, la trasformazione delle aree exBarausse e Cestaro, lo sviluppo della rete commerciale.

Contributi / Pareri Privati cittadini 18 01- 11940 Daniele Zanella chiede che siano previste strutture si richiama quanto esposto al ago- destinate alla produzione di contributo n.13 punto g. 11 bioenergie mediante biomasse e utilizzo di fonti rinnovabili

19 16- 14052 Studio Legale ci si oppone alla realizzazione di vedi contributo n. 15 punto i. set- avv. Francesca un'aviosuperficie sui terreni adiacenti 11 Gallio a nome in quanto distruggerebbe l'aviofauna Azienda Agricola fondamentale per il controllo biologico Albaspina degli insetti. Si allega perizia tecnica al riguardo. 20 17- 15731 Sarolo Agnese chiede la modifica di destinazione del Si tratta di una modifica del tessuto ott- lotto in proprietà da verde pubblico a consolidato che è competenza del PI 11 verde privato e si dichiara disponibile e non del PAT. a cedere 5 metri sul fronte strada per ricavare posti auto.

34 2.4 Mappatura degli stakeholders

Per ottenere un processo decisionale condiviso e trasparente e per organizzare il processo di concertazione e coinvolgimento del pubblico è necessario effettuare una mappatura degli stakeholders. Quest’attività consiste nell’identificare i potenziali attori aventi interessi coinvolti dalle scelte strategiche del PAT e di farne un elenco in modo tale che la lista che ne deriva sia la più completa possibile e che ricomprenda le categorie di tutti i portatori d’interessi. In conformità con quanto stabilito nella DGR n. 3262 del 24 ottobre 2006, allegato C “Procedure per il Piano di Assetto del Territorio comunale o intercomunale di cui agli artt. 14 e 16 della L.R. n. 11/2004, redatto con accordo di pianificazione concertata”, si riporta l’elenco di tutti gli stakeholders coinvolti nel processo concertativo e partecipativo che include le autorità ambientali che per le loro specifiche competenze ambientali possono essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione dei piani, contattati per gli specifici temi trattati dal PAT, per l’acquisizione dei pareri e per la copianificazione.

Elenco delle Autorità competenti in materia ambientale - ARPAV Regione Veneto - Provincia di Vicenza - AATO Bacchiglione - Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta - Acque Vicentine - Provincia di Vicenza Protezione Civile - Regione Veneto Ufficio del Genio Civile di Vicenza - Regione Veneto servizio Forestale Regionale - Soprintendenza per i BBAA - Soprintendenza Archeologica per il Veneto - ULSS 6 di Vicenza - Ispettorato Regionale per l’Agricoltura

Mappa degli stakeholders - Comune di Dueville - Comune di - Comune di Vicenza - Comune di - Prefettura di Vicenza - Vigile del Fuoco comando provinciale di Vicenza - Carabinieri - Polizia Stradale - Polizia Provinciale - Wwf Italia sezione di Vicenza - Italia Nostra sezione di Vicenza - Lega Ambiente - Lega Italiana Protezione Uccelli - Associazione Cacciatori Veneti - A.N.C.I. Veneto - Federazione provinciale coltivatori diretti di Vicenza - ConfCooperative Unione Provinciale di Vicenza

35 - C.G.I.L. - C.I.S.L. - U.I.L. - Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggistici e Conservatori - Ordine degli Ingegneri - Ordine degli Agronomi e Forestali - Ordine dei Geologi - Ordine degli Avvocati - Collegio dei Geometri - Collegio dei Periti Industriali - I.P.A.B. - Camera di commercio industria e artigianato - Associazione industriali Provincia di Vicenza - Associazione Piccoli Industriali Provincia di Vicenza - Associazione artigiani della Provincia di Vicenza - Confederazione nazionale dell’artigianato - Federazione artigiani imprenditori vicentini - Camera di commercio industria e artigianato - Confcommercio - Confesercenti - Faicl-federdistribuzione - Unione Regionale Veneta Commercio Turismo e Servizi - Adiconsum - Federcom - Associazione Provinciale Pro loco Provincia di Vicenza - Federconsumatori - Lega consumatori - Movimento dei consumatori - Veneto strade s.p.a. - Vi.abilità s.p.a. - RFI Ferrovie dello Stato - Anas Compartimento di Venezia - AIM Vicenza spa - ENEL s.p.a. - SNAM rete gas s.p.a. - Terna - Telecom Italia s.p.a. - Tim Italia s.p.a. - Fald-federdistribuzione - Agenzia del Territorio Edilizia Residenziale ATER - H3G - Vodafone Omnitel - Telecom Italia - Wind telecomunicazioni s.p.a. - R.T.I. s.p.a. - Rai-Radio Televisione Italiana - Monticello Viva - Cedrus

36 3. GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ

3.1 Gli obiettivi generali di protezione ambientale dell’Unione Europea

Finalità ultima della valutazione ambientale strategica è la verifica della rispondenza delle scelte strategiche di piano con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, verificandone il complessivo impatto ambientale, ovvero la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente. L’Unione Europea, nel “Manuale per la valutazione ambientale dei piani di sviluppo regionali e dei programmi dei fondi strutturali dell’Unione europea”, ha fissato 10 criteri di sostenibilità: 1. minimizzare l’utilizzo di risorse non rinnovabili; 2. impiegare le risorse rinnovabili entro i limiti delle capacità di rigenerazione; 3. utilizzare e gestire in maniera valida sotto il profilo ambientale sostanze e rifiuti anche pericolosi o inquinanti; 4. preservare e migliorare lo stato della flora e fauna selvatica, degli habitat e dei paesaggi; 5. mantenere e migliorare il suolo e le risorse idriche; 6. mantenere e migliorare il patrimonio storico - culturale; 7. mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale; 8. tutelare l’atmosfera; 9. sviluppare la sensibilità, l’istruzione e la formazione in campo ambientale; 10. promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

Il Manuale afferma che i criteri devono essere considerati in modo flessibile, in quanto le autorità competenti potranno utilizzare i criteri di sostenibilità che risultino attinenti al territorio di cui sono competenti e alle rispettive politiche ambientali per definire obiettivi e priorità indirizzati verso uno sviluppo futuro sostenibile del territorio.

Gli obiettivi sopra elencati costituiscono quindi orientamenti utili per l’individuazione, anche sulla base dell’analisi della situazione ambientale, di specifici obiettivi ambientali da perseguire per definire le corrette politiche di sviluppo sostenibile a livello locale, pertinenti con il contesto e la scala territoriale.

37 3.2 Gli obiettivi di sostenibilità sociale, economica ed ambientale del PAT

La nuova legge regionale veneta nell’indicare il PAT quale strumento, assieme al PI, per la pianificazione comunale intende rispondere all’esigenza di costruire un quadro entro cui i diversi attori possano sviluppare un processo di piano capace di selezionare rigorosamente le priorità e di costruire le concrete condizioni attuative, quanto a tecniche, tempi, risorse, soggetti e ruoli. In questo quadro, il metodo e gli obbiettivi generali che l’Amministrazione di Monticello Conte Otto si è data, risultano così articolati: • fondare il Piano su una conoscenza approfondita del territorio, con un metodo di analisi interdisciplinare: il quadro conoscitivo costituisce parte integrante e non separata del percorso di redazione del progetto di piano; • realizzare un Piano condiviso, attraverso la partecipazione della cittadinanza e delle forze sociali alla individuazione e alla discussione degli obbiettivi generali e specifici, in particolare per quanto attiene alle scelte strutturali e strategiche; • costruire il Piano a partire dagli aspetti ambientali, correlando e verificando le scelte infrastrutturali, insediative e produttive, sotto il profilo dello sviluppo sostenibile; • contenere il consumo di suolo prevedendo l’insediamento di nuove aree nei limiti di un corretto dimensionamento, basato su previsioni realistiche e conseguenti agli obiettivi del Piano e alle necessarie azioni di tutela; • rispondere alla generale domanda di qualità, verificando e ottimizzando gli interventi e la distribuzione dei servizi.

Il primo atto della redazione del Piano di Assetto del Territorio è rappresentato dal Documento Preliminare che, ai sensi della Lr 11/04, contiene “gli obiettivi generali che si intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del territorio anche in relazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato”.

Le finalità generali del Documento Preliminare sono quindi sviluppate nei seguenti obiettivi specifici di sostenibilità socio-economica e ambientale: • la difesa del suolo, per la prevenzione dei rischi ordinari e delle calamità naturali, accertando la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse naturali, individuando la disciplina per la loro salvaguardia; • la salvaguardia del paesaggio agrario mediante la tutela del patrimonio di biodiversità delle singole specie animali o vegetali, degli aspetti storico-culturali delle attività tradizionali ed attuando politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili; • la rivitalizzazione dei centri storici favorendo il mantenimento delle tradizionali funzioni residenziali e la loro integrazione con funzioni commerciali ed artigianali compatibili con la residenza integrando politiche di salvaguardia e riqualificazione delle attività commerciali e artigianali; • l’incentivazione dell’edilizia sostenibile mediante il ricorso a fonti di energia alternative e soluzioni finalizzate al contenimento dei consumi energetici; • il recupero degli insediamenti produttivi dismessi definendo criteri e modalità di riconversione; trasferimento delle attività non più compatibili con la residenza individuando nuove aree di sviluppo condiviso; • lo sviluppo del settore turistico-ricettivo;

38 • la riorganizzazione della viabilità comunale; • il potenziamento delle infrastrutture esistenti e sviluppo della rete degli spazi pubblici.

Il Documento Preliminare fa proprio il principio del risparmio di suolo espresso dalla Lr 11/04 che si propone di utilizzare “nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente”. Sulla base di questo criterio le trasformazioni urbanistiche sono indirizzate al consolidamento, recupero, riordino e riqualificazione dell’esistente a partire dalle scelte effettuate dalla pianificazione urbanistica vigente, prevedendo solo limitate espansioni.

Il Documento Preliminare articola gli obiettivi generali in azioni strategiche riferite a diversi temi e ambiti di intervento.

Scheda 3.1 - Articolazione degli obiettivi

TEMI/ AZIONI DI PIANO AMBITI DI INTERVENTO Risorse naturalistiche A1 tutela degli ambiti del Parco dell'Astichello e ambientali

Difesa del suolo A2 provvede alla difesa del suolo attraverso l’individuazione e la messa in sicurezza delle aree soggette a rischio idraulico ed attraverso gli interventi di risanamento ambientale delle zone soggette a fenomeni di degrado A3 prevede la realizzazione di idonee misure che abbiano funzioni compensative dell'alterazione provocata dalle nuove previsioni urbanistiche, al fine di evitare l'aggravio delle condizioni del regime idraulico A4 verifica l'assenza di interferenze con i fenomeni di degrado idraulico indagati dai PAI predisposti dalle competenti Autorità di Bacino

A5 tutela dei suoli a vocazione agricola

Paesaggio agrario A6 valorizzazione del territorio rurale, stabilendo criteri per disciplinare interventi insediativi A7 riconoscimento e tutela delle aziende agricole vitali

A8 interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione dei corsi d’acqua

A9 promuovere e incentivare l’utilizzo di biomasse A10 promozione e recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso il riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola e di quelli abbandonati, valutando l’opportunità di inserire destinazioni residenziali o turistiche ricettive, in funzione alla loro localizzazione sempre nel rispetto delle leggi regionali 11/04, 33/02 e 9/97 A11 individuazione e potenziamento dei percorsi ciclopedonali che mettano in relazione le parti significative del territorio. Centri Storici e A12 riconoscimento e perimetrazione dei centri storici individuati dall’Atlante paesaggio di Regionale

39 interesse storico A13 ricognizione delle ville venete, degli edifici di valore storico–ambientale e monumentale-testimoniale al fine di valutare la necessità e la modalità di tutela e valorizzazione Sistema B1 verifica dell’assetto degli insediamenti esistenti insediativo B2 individua le opportunità di sviluppo residenziale in termini quantitativi e localizzativi, definendo gli ambiti preferenziali di sviluppo insediativo, in relazione al modello evolutivo storico dell’insediamento, all’assetto infrastrutturale ed alla dotazione di servizi, secondo standard abitativi e funzionali condivisi definendo come possibili aree di nuova edificazione quelle prossime al centro B3 stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per ATO, con riferimento ai fabbisogni localI B4 definisce le dotazioni urbanistiche, le infrastrutture e i servizi necessari agli insediamenti esistenti e di nuova previsione, precisando gli standard di qualità urbana e gli standard di qualità ecologico-ambientale B5 individuazione delle parti del territorio caratterizzate dalla presenza di aree produttive Attività turistiche, B6 salvaguardia degli aspetti storico-culturali delle attività tradizionali, e commerciali e attuazione di politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili produttive attraverso la promozione di specifiche opportunità B7 definizione delle opportunità di sviluppo condiviso (dimensionamento e localizzazione) di nuove attività produttive (prioritariamente in adiacenza della zona artigianale esistente), commerciali e direzionali, con riferimento alle caratteristiche locali e alle previsioni infrastrutturali a scala territoriale; tutte le scelte saranno comunque rispettose delle previsioni del P.T.C.P B8 definizione di criteri e modalità di riconversione degli insediamenti produttivi dismessi B9 precisare gli standard di qualità che si intendono perseguire per ottimizzare il rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici, qualità dell’ambiente e del luogo di lavoro B10 definire i criteri con i quali il PI procederà alla classificazione delle attività produttive in zona impropria, precisandone la disciplina Servizi B11 definire la funzionalità delle strutture esistenti, pubbliche e private, sia in relazione alla localizzazione delle zone a servizi per come sono attualmente previste, anche ipotizzando nuove e più consone localizzazioni da acquisire mediante lo strumento perequativo, sia allo stato di conservazione ed efficienza dei manufatti come ambito pubblico B12 valutare la necessità di creare spazi per iniziative culturali e di divertimento per i giovani e di accoglienza e assistenza per gli anziani, anche in collaborazione-cooperazione con gli altri comuni Sistema C1 migliore integrazione della viabilità locale con quella sovracomunale e per la infrastrutturale sistemazione della viabilità interna, con l’obiettivo di rendere il sistema viario più sicuro per la mobilità automobilistica e ciclo-pedonale

Fonte: elaborazione Sistema snc

40 4. QUADRO AMBIENTALE DEL COMUNE DI MONTICELLO CONTE OTTO

La prima fase di valutazione viene effettuata durante la costruzione del Quadro Conoscitivo, che “prevede la propedeutica elaborazione delle basi informative, le quali, in rapporto allo strumento di pianificazione, vengono opportunamente organizzate e sistematizzate, in modo da garantire un quadro esaustivo delle informazioni in merito alle condizioni naturali ed ambientali del territorio, del sistema insediativo ed infrastrutturale, delle valenze storico- culturali e paesaggistiche e delle problematiche economiche e sociali” (atti di indirizzo della L.R. 11/2004, lett. f). Nella procedura di VAS, quest’attività coincide con l’analisi sullo stato dell’ambiente del territorio intercomunale che analizza tutti i dati disponibili per la lettura trasversale del territorio.

4.1 Fonte dei dati

INQUADRAMENTO TERRITORIALE - Centro Interregionale per la cartografia e le informazioni territoriali; - Quadro Conoscitivo Regionale; - Istituto Nazionale Statistica ISTAT; - Zonizzazione Amministrativa approvata con DGRV 3195/17-10-2006, Regione Veneto.

SISTEMA ARIA - Progetto Regionale SIMAGE – Stima delle emissioni per macrosettore (Quadro Conoscitivo Regionale); - Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA) e successivi aggiornamenti; - Relazione Regionale della Qualità dell’Aria ai sensi della L.R. n° 11/2001 art 81, anno 2014.

SISTEMA CLIMA - Quadro Conoscitivo Regionale (dati pluviometrici, temperatura, umidità, radiazione solare e anemologia); - ARPAV (sito).

SISTEMA ACQUA - Piano Regionale di Tutela delle Acque (Bacini di appartenenza, cartografia di Vulnerabilità della falda acquifera); - ARPAV – Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013; - Quadro Conoscitivo Regionale (rischio di percolamento dell’azoto nella falda idrica profonda e superficiale, stima dei carichi inquinanti potenziali); - Indagine geologica per la redazione del PAT – Studio; - Analisi Agronomica per la redazione del PAT – Studio; - Il Piano d’Ambito ATO Brenta, approvato dall’Assemblea dell'Ente con Delibera n. 17 del 22/12/2003 e successivamente riapprovato dall’assemblea con del. n.19 del 14/12/2007; - Stato delle acque sotterranee – rapporto tecnico, ARPAV, 2014; - Rapporto sulle attività di collettamento e di depurazione delle acque reflue urbane del Veneto – ARPAV, dicembre 2011.

41 SISTEMA SUOLO E SOTTOSUOLO - Quadro Conoscitivo Regionale (matrice suolo e sottosuolo); - Indagine geologica per la redazione del PAT; - PRG vigente (uso del suolo), Comune di Monticello Conte Otto; - P.A.I. – Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico dei Fiumi Brenta- Bacchiglione; - Consorzio di bonifica: zone a rischio idraulico; - Analisi Agronomica per la redazione del PAT – Studio.

SISTEMA AGENTI FISICI - Quadro Conoscitivo Regionale e ARPAV (cartografia e dati sulle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, inquinamento luminoso); - Piano di zonizzazione acustica del territorio comunale, anno 2002; - ARPAV (sito); - ARPAV – “Rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media”.

SISTEMA BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA - PTCP della Provincia di Vicenza; - ARPAV da “Aree naturali minori”, Programmazione IN.F.E.A.; - Regione Veneto – “Rete Natura 2000” (sito internet).

SISTEMA PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO - PTCP della provincia di Vicenza; - Quadro Conoscitivo Regionale e dati comunali (vincoli paesaggistici D.Lgs 42/2004 e monumentali); - Atlante dei centri storici della Regione Veneto; - Dati comunali (centri storici, edifici di interesse storico-culturale); - Analisi Agronomica per la redazione del PAT – Studio; - PRG vigente di Monticello Conte Otto.

SISTEMA POPOLAZIONE - Istituto nazionale Statistica ISTAT; - Regione Veneto, Direzione Statistica – Rapporto Statistico 2014; - Quadro Conoscitivo Regionale; - PRG vigente di Monticello Conte Otto.

SISTEMA SOCIO-ECONOMICO - Istituto nazionale Statistica ISTAT; - Regione Veneto, Direzione Statistica – Rapporto Statistico 2014; - Quadro Conoscitivo Regionale e ARPAV; - PRG vigente di Monticello Conte Otto; - Dati comunali (centri storici, edifici di interesse storico-culturale); - PTCP della provincia di Vicenza; - ARPAV, Servizio Osservatorio Regionale sui rifiuti (sito); - Rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nel Veneto Anno 2013 - Analisi Agronomica per il PAT; - Camera di Commercio di Vicenza.

42 4.2 Inquadramento territoriale

La predisposizione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) si pone l’obiettivo di valutare sistematicamente gli effetti e le conseguenze ambientali delle azioni del PAT. L’inquadramento territoriale punto di partenza per effettuare una buona analisi del territorio comunale, ha lo scopo di localizzare l’area comunale in un’area più vasta dal punto di vista geografico, ambientale, economico-sociale ed infrastrutturale. Il Comune di Monticello Conte Otto si estende su un territorio di 10,2 Kmq, a Nord del capoluogo Vicenza. Il suo territorio, prevalentemente pianeggiante, confina a Nord con i comuni di Dueville e Sandrigo, a Sud con il Comune di Vicenza, ad Est con il comune di Bolzano Vicentino e ad Ovest ancora con i comuni di Vicenza e Dueville. Fa parte della prima cintura dell’area metropolitana di Vicenza ed è prossimo al casello autostradale di Vicenza Nord sull’autostrada A31. Monticello Conte Otto appartiene all’area geografica del Bacino Idrografico dei Fiumi Brenta e Bacchiglione, bacino di rilievo nazionale, ed è interessato dall’attraversamento del Fiume Astichello.

Figura 4.1– Inquadramento territoriale

Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo

43 4.3 Rapporto con la pianificazione sovraordinata

Per avere una conoscenza approfondita della realtà del territorio, in tutte le sue componenti e nelle loro reciproche interrelazioni, è necessario raccogliere e sistematizzare tutte le informazioni disponibili. Una delle attività da compiere per l’ottenimento dei dati che caratterizzano il territorio comunale ha riguardato l’analisi degli strumenti vigenti di pianificazione sovraordinata e di settore. Le informazioni contenute in questi piani rispondono a due finalità consequenziali:  costruire un progetto di assetto del territorio che tiene conto delle direttive, delle prescrizioni e dei vincoli di livello gerarchico superiore;  fondare il Piano partendo dal presupposto che gli obbiettivi e le strategie proposte siano coerenti con la pianificazione sovraordinata. Ulteriori informazioni possono essere acquisite anche esaminando documenti prodotti dall’elaborazione di strumenti non ancora approvati, ma che si rivelano utili nel fornire indicazioni verso cui indirizzare il processo di formazione di Piano.

I piani che interessano il territorio comunale sono: - PTRC vigente, approvato con DCR 28 maggio 1992; - PTRC adottato, DGR n. 372 del 17/02/09 pubblicato sul BUR n. 22 del 13/03/09; - PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza, approvato con deliberazione regionale n.708 del 02/05/2012; - Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, approvato con DCR n. 57 dell’11 novembre 2004; - PTA – Piano Regionale di Tutela delle Acque, approvato con DCR n. 107 del 5 novembre 2009; - PRAC – Piano Regionale Attività di Cava, adottato con DGR n. 3121 del 23 ottobre 2003, e successivamente modificato con DGR n. 135/CR del 21/10/08; - PRT – Piano regionale dei Trasporti, il 1° PRT è stato approvato nel 1990; - PRT – (2° PRT) adottato con DGR n. 1671 del 5 giugno 2005; - Piano di Sviluppo Rurale Regionale approvato con decisione della Commissione Europea n. 3482 del 26 maggio 2015 e ratificato dalla Regione del Veneto con la deliberazione della Giunta Regionale n. 947 del 28 luglio 2015; - PAI - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico dei fiumi Brenta- Bacchiglione, Approvato con DPCM 21 novembre 2013 (G.U. n.97 del 28.04.2014); - Piano d’Ambito dell’ATO Brenta approvato dall’Assemblea dell'Ente con Delibera n. 17 del 22/12/2003 e successivamente riapprovato dall’assemblea con del. n.19 del 14/12/2007.

44 Di seguito vengono indicate le norme, le prescrizioni, le azioni e gli indirizzi previsti nel Comune di Monticello Conte Otto dagli strumenti di pianificazione sovraordinata di carattere generale e settoriale.

Per avere una conoscenza approfondita della realtà del territorio, in tutte le sue componenti e nelle loro reciproche interrelazioni, è necessario raccogliere e sistematizzare tutte le informazioni disponibili. Una delle attività da compiere per l’ottenimento dei dati che caratterizzano il territorio comunale ha riguardato l’analisi degli strumenti vigenti di pianificazione sovraordinata e di settore. Le informazioni contenute in questi piani rispondono a due finalità consequenziali: - costruire un progetto di assetto del territorio che tiene conto delle direttive, delle prescrizioni e dei vincoli di livello gerarchico superiore; - fondare il piano partendo dal presupposto che gli obbiettivi e le strategie proposte siano coerenti con la pianificazione sovraordinata. Ulteriori informazioni possono essere acquisite anche esaminando documenti prodotti dall’elaborazione di strumenti non ancora approvati ma che si rivelano utili nel fornire indicazioni verso cui indirizzare il processo di formazione di Piano.

Di seguito vengono indicate le norme, le prescrizioni, le azioni e gli indirizzi previsti nel comune di Monticello Conte Otto dagli strumenti di pianificazione sovraordinata di carattere generale e settoriale.

Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.), in vigore dal 1992, rappresenta lo strumento regionale di governo del territorio. Ai sensi dell’art. 24, comma 1 della L.R. n. 11/2004, “Il PTRC, in coerenza con il programma regionale di sviluppo (PRS) di cui alla legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 –Nuove norme sulla programmazione-, indica gli obiettivi e le linee principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione”. Dal punto di vista del sistema economico produttivo, Monticello Conte Otto, essendo confinante con la città capoluogo, fa parte dell'ambito individuato dal PTRC come "Territori urbani complessi- Vicenza". Secondo il PTRC "sono territori urbani complessi gli ambiti metropolitani caratterizzati dalla presenza di un insieme di aree produttive organizzate e dotate di un insieme di servizi rari quali strutture logistiche, centri ricerca, sedi universitarie, reti informatiche e telematiche, strutture consortili per lo smaltimento dei rifiuti, enti gestori organizzati, autorità portuali, assumendo, con i centri urbani di cui fanno parte, il ruolo di elementi polarizzatori dei territori contermini".

45 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Il PAT aderisce agli obiettivi indicati dal PTCP relativi ai seguenti ambiti ed insiemi.

Area progetto VI.VER. L’ambito complesso definito dall’area progetto VI.VER. (art. 90 del PTCP) è fondato sui seguenti criteri: - Garantire la complessità urbana tramite l’insediamento di un mix di funzioni diverse che comprenda, oltre alla riqualificazione degli spazi produttivi commerciali e direzionali, anche una quota significativa di residenza e di servizi alla persona. - Prevedere spazi pubblici di qualità (piazze, parchi…) in corrispondenza delle fermate del trasporto pubblico e dei principali edifici pubblici (chiese, scuole…). - Progettare fronti strada compatti e spazi aperti aventi carattere urbano; - Definire un sistema della mobilità integrato, che consenta la migliore accessibilità ai principali recapiti degli spostamenti che interessano il territorio (fermate e stazioni SFMR e TPL, principali luoghi pubblici…), con la previsione di parcheggi destinati all’interscambio modale passeggeri, l’innesto di piste ciclabili e percorsi pedonali dedicati e sicuri. - Realizzare attrezzature di carattere pubblico legate alla fruizione pedonale: marciapiedi, aree a verde attrezzato, spazi pedonali pavimentati.

Le principali azioni del piano provinciale che interessano Monticello Conte Otto sono:

Il sistema dei valori storico paesaggistici La Provincia ha individuato un elenco delle Ville Palladiane (art. 47 Norme del PTCP) nel quale è compresa ) Villa Valmarana, Bressan a Vigardolo. L’allegato B “Le ville Palladiane” definisce i contesti figurativi, i coni visuali e la schedatura riportante anche la descrizione dell’edificio e del contesto figurativo/paesaggistico. Nessuna segnalazione, invece, per quanto riguarda le Ville Venete di particolare interesse provinciale.

Prodotti DE.CO. “denominazioni comunali” Rappresenta un riconoscimento concesso dall'Amministrazione Comunale ad un prodotto che è strettamente collegato al proprio territorio e alla sua collettività, senza sovrapposizione alcuna con le denominazioni d'origine. Si configura quale un efficace strumento di promozione del territorio, importante sia per la salvaguardia delle produzioni locali sia per la valorizzazione della identità di un luogo. Nel caso di Monticello Conte Otto è stato attribuito tale riconoscimento alla carota bianca.

IPA delle Risorgive Il PTCP recepisce priorità e obiettivi definiti nel protocollo d'intesa per la costituzione dell’ IPA delle Risorgive, che vede come soggetto responsabile la Provincia di Vicenza e del quale fanno parte i Comuni di , Bolzano Vicentino, , , , Costanbissara, Dueville, , Grumolo delle Abbadesse, Monticello Conte Otto, , , Sandrigo, , Vicenza e . Tali obiettivi consistono in: - Progetto di mobilità sostenibile tradotto nel raccordo sistematico detto “l’anello delle Risorgive” delle piste ciclabili di rilevanza sovra comunale

46 - Azioni per le energie rinnovabili, il risparmio energetico, i servizi a rete (telecomunicazioni, rifiuti e sicurezza) e la bioedilizia; - Circuiti turistici, ambientali e enogastronomici del territorio delle Risorgive, con la possibilità, attraverso la mobilita sostenibile, di raggiungere i siti di interesse ambientale, le Ville storiche, le ristorazioni, i siti di pregio paesaggistico.

Progetto Astichello. Nel territorio del comune di Monticello Conte Otto e prevista la realizzazione di un parco fluviale lungo il Fiume Astichello, con la realizzazione di un percorso natura e di una pista ciclabile che partendo dell’ingresso della villa del poeta Giacomo Zanella e costeggiando il corso dell’Astichello, si ferma in prossimità di Villa Bassanese, dove e previsto il recupero di una risorgiva. L’intervento, voluto dal Comune di Monticello Conte Otto, ha lo scopo di valorizzare e rendere fruibili le risorse ambientali presenti nel territorio comunale, caratterizzato dalla ricchezza di corsi d’acqua e dalla presenza di edifici di pregio storico/artistico anche lungo il Fiume.

Ciclopista delle risorgive Il percorso si estende su un tracciato lineare di circa 250 chilometri, quasi interamente su sede propria, e prevalentemente su tratti ricavati sulle sommità arginali o attigue a vie lungo i corsi d’acqua, ed attraversa 16 Comuni della Provincia di Vicenza: Altavilla Vicentina, Bolzano Vicentino, Bressanvido, Caldogno, Camisano Vicentino, , Dueville, Grisignano di Zocco, Grumolo delle Abbadesse, Monticello Conte Otto, Pozzoleone, Torri di Quartesolo, Quinto Vicentino, Sandrigo, Vicenza e Villaverla. Il tracciato percorre un’area ricca di un patrimonio storico, culturale e paesaggistico non comune e di notevole interesse che si propone come ideale per la realizzazione di un itinerario cicloturistico che unisca alla percorribilità attraverso mezzi eco-sostenibili l’occasione di conoscere percorsi culturali, turistici, enogastronomici, ecc. oltre al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni residenti. La Provincia di Vicenza e impegnata nell’azione di promozione e riqualificazione degli itinerari ciclabili di livello provinciale e inter-regionale, per la valorizzazione dell’attività ciclo-turistica, la riscoperta ed il recupero ambientale e l’educazione ad una mobilita ciclabile alternativa all’automobile.

Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico Il territorio comunale di Monticello Conte Otto è interessato dal progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico dei fiumi Brenta-Bacchiglione. Ai sensi dell’art. 4 delle Norme di Attuazione “il Piano, sulla base delle conoscenze acquisite e dei principi generali contenuti nella normativa vigente, classifica i territori in funzione delle diverse condizioni di pericolosità, nonché classifica gli elementi a rischio, …”. Le aree di pericolosità individuate si localizzano tutte al di fuori dei confini comunali di Monticello Conte Otto, ma nella immediata adiacenza del confine comunale. Tali aree di pericolosità di tipo 1 “aree di moderata pericolosità” si localizzano sulla riva ovest del fiume Astichello nel territorio di Vicenza e lungo la Roggia Tribolo in Vicenza in aderenza al confine sud del comune considerato.

47 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera Questo strumento a supporto delle politiche strutturali regionali in materia di qualità della risorsa aria è stato adottato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 902 del 4 aprile 2003 e successivamente approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 57 dell’11 novembre 2004. Secondo il piano il comune di Monticello Conte Otto ricade all’interno della zona C poiché i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi.

Piano regionale di Tutela delle Acque Il Piano Regionale di tutela delle acque, “Piano stralcio di settore del piano di bacino” ai sensi dell’art. 17 della L. 18/05/1989 n.183, è stato adottato con delibera della Giunta Regionale n. 4453 del 29/12/2004 e approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n.107 del 5 novembre 2009. Il principale corso d’acqua che attraversa il territorio comunale è il fiume Astichello. Complessivamente per il bacino del Brenta il piano si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: - Razionalizzazione dei prelievi per i diversi usi. - Salvaguardia dell’area di ricarica delle falde; ripristino della capacità di ricarica stessa. - Incremento della capacità di invaso. - Inversione della tendenza all’incisione dell’alveo. - Contrasto dell’avanzata del cuneo salino.

Piano Regionale di Attività di Cava Il Piano Regionale Attività di Cava (PRAC), Legge regionale 44 del 7/9/1982 “Norme per la disciplina dell’attività di cava”, è stato adottato con Deliberazione 23 ottobre 2003, n° 3121 e la Giunta Regionale con D.G.R. n. 135/CR del 21.10.2008 ha preso atto del PRAC, così come modificato a seguito delle controdeduzioni alle osservazioni e ai quesiti pervenuti. Nel territorio comunale non ci sono cave attive ed estinte.

Piano Regionale dei Trasporti La Regione Veneto ha istituito, con L.R. 30 ottobre 1998, n. 25 la “Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale”, l’”Osservatorio permanente della Mobilità” e successivamente ha elaborato il 1° Piano Regionale dei Trasporti approvato con delibera della Giunta Regionale nel 1990. Il 2° PRT, non ancora in vigore, è stato adottato dalla Giunta Regionale con provvedimento n. 1671 del 5 luglio 2005 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) n. 73 del 2 agosto 2005. Nel territorio comunale il Piano non presenta nessuna linea strategica o potenziamento di tracciati esistenti.

Piano di Sviluppo Rurale Regionale Il Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014-2020 è stato approvato con decisione della Commissione Europea n. 3482 del 26 maggio 2015 e ratificato dalla Regione del Veneto con la deliberazione della Giunta Regionale n. 947 del 28 luglio 2015. Il Psr Veneto 2014-2020 costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale che concorre,

48 assieme agli altri fondi strutturali e di investimento europei (SIE), alla realizzazione delle priorità della strategia “Europa 2020”, nel quadro dell’Accordo di partenariato tra lo Stato Italiano e l’Unione Europea. Il territorio di Monticello Conte Otto è classificato in zona B2 - Aree rurali ad agricoltura intensiva - Urbanizzato. Le aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (B) rappresentano il 63,9% dei comuni della regione, il 62,5% della popolazione ed il 51,4% della superficie territoriale. Viene riconosciuta a livello regionale una specifica articolazione di questa macrotipologia nelle due subaree classificate come B1-a carattere prevalente rurale-urbanizzata e B2-a carattere prevalentemente urbanizzata. Le aree “B2-urbanizzata” comprendono il 17,9% circa dei comuni della regione, il 29,3% della popolazione ed il 12% della superficie territoriale. In ragione della maggiore densità abitativa (631 abitanti/km2), la disponibilità media di territorio per abitante è piuttosto ridotta. In generale, l’agricoltura praticata in tali aree non è dissimile da quella descritta nelle aree rurali-urbanizzate dove l’agricoltura continua a giocare un ruolo importante in termini economici, di crescita del settore primario, nonché di sviluppo del territorio; il suo ruolo è ancora significativo per talune produzioni di tipo estensivo.

Piano d’Ambito ATO Brenta Il Piano d’Ambito ATO Brenta, previsto dall'art. 11, comma 3 della legge 36/1994, sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalla Regione DD.G.R.V. n. 1685 del 16.6.2000 e n. 61 del 19.01.2001, è stato approvato dall’Assemblea dell'Ente con Delibera n. 17 del 22/12/2003 e successivamente riapprovato dall’assemblea con del. n.19 del 14/12/2007. Il Piano d’ Ambito include tutte le informazioni sulle strutture esistenti e relativo stato di conservazione, le misure di intervento da adottare a seconda delle criticità infrastrutturali e gestionali di ogni comune.

49 4.4 Coerenza esterna del PAT con la pianificazione sovraordinata

La pianificazione urbanistica e ambientale non si esaurisce nell’ambito intercomunale, ma anzi in molti casi è il comune stesso che si deve adeguare agli strumenti predisposti da altri enti. Il PTRC è lo strumento che la Regione del Veneto si è data, fin dagli anni ’90, come quadro di riferimento costituito da direttive e indirizzi per guidare e armonizzare la pianificazione, generale e di settore, provinciale e comunale. Direttive ed indirizzi che in alcuni casi, come quello delle aree produttive e delle tutele paesaggistiche sono stati, nel corso degli ultimi anni, sicuramente influenti. Le direttive e gli indirizzi del PTCP di Vicenza, approvato con delibera n.708 del 2 Maggio 2012, sono stati recepiti nel PAT. Gli altri strumenti sovraordinati di pianificazione territoriale e di settore definiscono interventi, ma soprattutto vincoli alla edificazione che vengono considerati nella costruzione del quadro conoscitivo e quindi nella relativa carta dei vincoli e della pianificazione territoriale. Le scelte del PAT assumono quindi al loro interno gli obiettivi e le direttive degli strumenti sovraordinati, i quali risultano così direttamente coerenti con il PAT stesso. Una volta definiti gli obiettivi del PAT occorre predisporre una valutazione di coerenza esterna che garantisce l’armonizzazione degli obiettivi del piano con gli obiettivi della pianificazione sovraordinata. A tal fine sono state elaborate due matrici di confronto: - obiettivi del PAT – obiettivi del PTRC; - obiettivi del PAT – obiettivi del PTCP. Le matrici riportano in colonna gli obiettivi della pianificazione sovraordinata, mentre in riga sono indicati gli obiettivi del PAT. L’incrocio determina la coerenza (evidenziata in verde) degli obiettivi di Piano con quelli della programmazione sovraordinata. Le caselle “in bianco” indicano che non vi è relazione tra gli obiettivi del PAT e quelli della pianificazione sovraordinata. All’interno di ciascuna casella evidenziata in verde vengono indicate le linee strategiche/azioni del PAT in riferimento all’obiettivo generale secondo la codifica riportata nel paragrafo 3.2 del presente rapporto ambientale (cfr. Scheda 3.1).

50

MATRICE DI COERENZA ESTERNA PAT / PTRC OBIETTIVI PTRC

zazione zazione

dell’agricoltura tà

sviluppo policentrico sviluppo

suolo risorsa della utilizzo

l’offerta integrata di funzioni funzioni di integrata l’offerta

ricettive

-

e l’uso del suolo in funzione dei dei funzione in suolo del l’uso e

nalizzare l’ nalizzare

OBIETTIVI PAT Razio Adattar atto in climatici cambiamenti urbano/rurale rapporto il Gestire della quantità la e la qualità Preservare idrica risorsa ecosistemi tra equilibrio un Assicurare antropiche attività ed ambientali multifunzionali la Favorire degli sostenibilità maggiore una Perseguire insediamenti e energetica l’efficienza Promuovere rinnovabili risorse di l’utilizzo inquinamento di i livelli ridurre e Prevenire ambientali matrici nelle organiz di coerenti sistemi Stabilire mobilità della delle rete la potenziare e Razionalizzare infrastrutture al ed città alla l’accessibilità Migliorare territorio regionale logistico sistema il Sviluppare slow la mobilità Valorizzare produttiva la competitività Migliorare Promuovere turistico valorizzando sociale l’inclusività Promuovere venete le identità politiche alle supporto di azioni Favorire sociali convenzione della l’applicazione Promuovere paesaggio del europea lo efficiente Rendere città nelle l’abitare Migliorare

A3 A1 A – RISORSE NATURALISTICHE E A3 A6 A1 A5 A2 A3 AMBIENTALI – DIFESA DEL SUOLO A5 A5 A9 A6 A11 A6 A10 A7 A3 A6 A9 A11 A11 A11 A10 – PAESAGGIO AGRARIO – CENTRI A6 A7 A10 A9 A13 A12 A12 A10 A4 A11 STORICI E PAESAGGIO DI A10 A13 INTERESSE STORICO A8

B1 B1 B - SISTEMA INSEDIATIVO – B2 B1 B4 ATTIVITÀ TURISTICHE, B1 B1 B1 B3 B2 B1 B8 COMMERCIALI E PRODUTTIVE - B2 B4 B8 B6 B6 B2 B6 B3 B4 B4 B4 B4 B7 B12 B6 B4 B9 SERVIZI B3 B6 B9 B12 B12 B3 B9 B6 B9 B11 B10 B6 B9 B10 B11 B11 B12

C - SISTEMA INFRASTRUTTURALE C1 C1 C1 C1 C1 C1 C1 C1 C1

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MATRICE DI COERENZA ESTERNA PAT / PTCP OBIETTIVI PTCP

le e le e

specifici i

o ecologico e difesa della biodiversità della difesa e o ecologico

OBIETTIVI PAT cultura patrimonio valorizzazione e Tutela valenze delle recupero territoriale, monumentali insediativo sistema del Riorganizzazione in infrastrutturali progetti dei Qualificazione e territorio di complessivo del progetto funzione qualità sue delle insediamenti per aree delle Razionalizzazione produttivi multifunzionale ruolo del Valorizzazione ambientale, culturale, campo in dell’agricoltura turistico economico, paesistico, commercio piccolo del riqualificazione e Difesa dei commercializzazione di corte reti delle e locali prodotti Riequilibri vicentino territorio del ruolo del Qualificazione dalle partire a veneto metropolitano sistema nel in valorizzazione loro dalla e eccellenze proprie sui fondate e territorio nel radicate filiere territorial patrimoni suolo del Difesa inquinamento da difesa e Prevenzione energetico Risparmio turistico Sviluppo

A5 A – RISORSE NATURALISTICHE E A2 A10 A1 A6 AMBIENTALI – DIFESA DEL A6 A5 A3 A8 A10 A12 A11 A10 A6 A7 SUOLO – PAESAGGIO AGRARIO – A10 A7 A4 A11 A11 A13 A10 CENTRI STORICI E PAESAGGIO DI A5 INTERESSE STORICO A11

B1 B - SISTEMA INSEDIATIVO – B2 ATTIVITÀ TURISTICHE, B1 B5 B7 B5 B4 B6 B6 COMMERCIALI E PRODUTTIVE - B6 B4 B2 B9 B9 B8 B7 B6 B7 B7 SERVIZI B8 B10 B10 B11

C - SISTEMA C1 INFRASTRUTTURALE

52 Dall’analisi di coerenza tra gli obiettivi del PAT e del PTRC è possibile dedurre come alcuni obiettivi di scala regionale non sempre siano direttamente confrontabili con quelli del PAT, anche in riferimento alla diversa dimensione dei fenomeni presenti ai due livelli territoriali. Tuttavia la matrice di coerenza esterna PAT/PTRC evidenzia come la maggior parte degli di obiettivi di scala regionale interessi anche la realtà comunale, nel sono un esempio la difesa del suolo dal rischio idraulico, multifunzionalità dell'agricoltura, sostenibilità degli insediamenti, ecc. Nel caso del PTCP della provincia di Vicenza i punti di convergenza con gli obiettivi del PAT si sostanziano in tematiche di maggior dettaglio quali: la razionalizzazione dell’uso del suolo e la sua difesa anche attraverso azioni di recupero e riconversione, la salvaguardia dei sistemi ecologici ed ambientali e la gestione del rischio idrogeologico, il perseguimento di una maggiore sostenibilità degli insediamenti, la promozione dell’efficienza energetica e la riduzione delle forme di inquinamento, il miglioramento dell’accessibilità alla città ed al territorio e la razionalizzazione/potenziamento della rete infrastrutturale e della mobilità lenta, il miglioramento dell’abitare nelle città, la valorizzazione del territorio rurale, la tutela del patrimonio storico-culturale e la riqualificazione del sistema insediativo, relazionale e produttivo.

4.5 Rapporto con la pianificazione comunale e dei comuni contermini La valutazione territoriale delle scelte del PAT analizzate nel quadro della pianificazione urbanistica sviluppata dai comuni contermini attraverso le indicazioni che emergono dalla lettura dei Piani Regolatori Generali vigenti, consente di sviluppare, pur con le diversità (anche grafiche) dei nuovi strumenti urbanistici strutturali (PAT) rispetto ai tradizionali PRG, una originale lettura degli impatti e delle compatibilità ambientali sviluppate sul territorio comunale. Una premessa, che vuole essere solo un richiamo interpretativo, risulta necessaria in quanto con la Legge Regionale n. 11 del 2004 e con la definizione dei due livelli della pianificazione locale sono stati introdotti: il Piano di Assetto del Territorio comunale, che è uno strumento che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo del territorio comunale, e il Piano degli Interventi, che disciplina gli interventi di organizzazione e trasformazione del territorio da realizzare nell’arco temporale di cinque anni. Si tratta, come ormai è conosciuto e sperimentato di un modello significativamente diverso dal PRG che prefigurava e conformava gli assetti ed i diritti in un unico documento di piano. Dall’analisi dell’assemblaggio dei PRG vigenti è emerso che il territorio urbano di Monticello Conte Otto e dei Comuni contermini, soprattutto per quel che riguarda le aree produttive esistenti, si sviluppa in prevalenza lungo l’asse ferroviario che da Vicenza porta a . Ad entrambi i margini del fascio ferroviario, con il limite fisico dettato dal Fiume Astichello, si concentrano i principali insediamenti residenziali e produttivi del Comune. Esso prosegue a Sud le frange urbane di Vicenza ed a Nord gli insediamenti produttivi e residenziali connessi a Dueville. Nella porzione ad Est del territorio comunale, delimitata dall’asse dell’Autostrada A31, sono presenti due nuclei urbani che danno vita alla frazione capoluogo e a quella di Vigardolo, sono inoltre presenti alcune aggregazioni di case sparse, alcune delle quali direttamente funzionali all’attività agricola. Nel Comune di Monticello Conte Otto sono presenti due insediamenti riconosciuti come centri storici, un primo facente capo al capoluogo, un secondo relazionato alla frazione urbanisticamente più sviluppata, ossia Cavazzale. Nei nuclei minori, ad eccezione di alcuni casi dati dalle frazioni più rilevanti, si evidenzia la carenza di un disegno urbanistico ben definito e cioè una chiara forma di organizzazione degli spazi pubblici e privati e una razionale distribuzione delle funzioni.

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Figura 4.3 – Sistema insediativo del territorio comunale

Fonte: elaborazione Sistema su dati PRG vigente

L’analisi della Mosaicatura del Piano Regolatore Generale di Monticello Conte Otto, (realizzata elaborando i dati del Quadro Conoscitivo del P.T.C.P. della Provincia di Vicenza attraverso una riclassificazione delle Zone Territoriali Omogenee) è così articolata: . ZTO A - Aree storiche; . ZTO B e C - Aree residenziali (zone urbane consolidate di completamento e di espansione); . ZTO D - Aree produttive; . ZTO E - Aree agricole . ZTO F - Aree a servizi; L’analisi consente di leggere il territorio secondo due chiavi interpretative: - la struttura morfologica e la sua organizzazione funzionale; - il modello evolutivo determinato e contemporaneamente prefigurato dalla progettazione e pianificazione urbanistica.

In allegato al R.A. è riportata la Mosaicatura dei P.R.G.C. dei comuni limitrofi (TAV d0601B, scala 1:10.000). 54

La pianificazione comunale Il primo strumento del Comune di Monticello Conte Otto è rappresentato dal programma di Fabbricazione approvato con DGR n. 2190 in data 22.12.1972. Una prima variante è stata approvata con DGR n. 552 in data 04.03.1975. Una seconda variante è stata approvata con DGR n. 1806 in data 1976; il Consiglio comunale di Monticello Conte Otto ha adottato ulteriori varianti al suddetto strumento con DCC n. 15 in data 12.03.1976 e con DCC n. 34 in data 04.06.1976. Il Consiglio comunale di Monticello Conte Otto ha adottato con DCC n. 38 in data 27.07.1976 un Piano Regolatore Generale, approvato con DGR n. 4924 in data 10.10.1978. Una prima variante al PRG (progettista arch. Renzo Toffolutti) è stata approvata con DGR 636 in data 01.02.1991. Una seconda variante al PRG è stata approvata con DGR n. 3500 in data 30.10.1998. Successivamente è stata approvata una variante al PRG (progettista arch. Augusto Avitabile) con DGR n. 1106 in data 02.05.2001.

VARIANTE AL PRG AI SENSI DELLA LR 24/85: - adottata in Consiglio comunale in data 26.07.2002; - pubblicata all’albo pretorio del comune dal 05.08.2002 al 04.09.2002; - esaminate le osservazioni in consiglio comunale in data 23.11.2002; - approvata con DGR n. 2379 in data 09.08.2005.

VARIANTE 1/2003 (EX DOPO LAVORO ROI) - adottata in consiglio comunale in data 27 in data 30.05.2003 - pubblicata all’albo pretorio dal 12.06.2003 al 12.07.2003; - esaminate le osservazioni in consiglio comunale in data 30.09.2003; - approvata con DGR n. 2945 in data 17.09.2004.

VARIANTE N.2/2004 (NORME TECNICHE E REGOLAMENTO EDILIZIO): - adottata in consiglio comunale in data 22.12.2004; - pubblicata all’albo pretorio dal 27.12.2004 al 25.01.2005; - approvata in consiglio comunale in data 27.04.2005; - pubblicata all’albo pretorio del comune dal 29.04.2005 fino al 29.05.2005; Dal 30.05.2005 la variante n.2/2004 è vigente.

VARIANTE N. 3/2004 (VIABILITÀ): adottata in consiglio comunale in data 22.12.2004; pubblicata all’albo pretorio dal 27.12.2004 al 25.01.2005; approvata in consiglio comunale in data 30.06.2005; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 08.07.2005 fino al 07.08.2005; Dal 08.08.2005 la variante n.3/2004 è vigente.

VARIANTE N. 4/2004 (AMPLIAMENTO AREE EDIFICABILI ENTRO IL 3%): adottata in consiglio comunale in data 22.12.2004; pubblicata all’albo pretorio dal 27.12.2004 al 25.01.2005; esaminate le osservazioni in consiglio comunale il 30.06.2005; inviata in Regione in data 12.11.2005; in data 05.09.2005 è pervenuto parere favorevole da parte del competente dirigente regionale; Dal 10.11.2005 la variante n.4/2004 è vigente, con esclusione del punto 1.

CONTRODEDUZIONI ALLA REGIONE – VARIANTE 2002: Esaminate in consiglio comunale in data 31.01.2005 Dallo 08.09.2005 la variante 2002 è vigente, come approvata dalla Regione Veneto con DGRV n.2379 del 09.08.2005 pubblicato sul BUR del 13.12.2005.

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VARIANTE N.5/2005 (CARTOGRAFICA): adottata in consiglio comunale in data 28.02.2005; pubblicata all’albo pretorio dal 08.03.2005 al 07.04.2005; approvata in consiglio comunale in data 16.09.2005; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 20.09.2005 fino al 20.10.2005; Dal 21.10.2005 la variante n.5/2005 è vigente.

VARIANTE N.6/2005 (VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 3 ART. 50 DELLA L.R.61/85): adottata in consiglio comunale in data 28.02.2005; pubblicata all’albo pretorio dal 08.03.2005 al 09.05.2005; esaminate le osservazioni in consiglio comunale in data 14.12.2005; Approvata ai sensi art.45-46 con DGRV n.3238 del 17.10.2006 BUR 96 del 07.11.2006 e con DGRV n.1702del 06.05.2008 pubblicata sul BUR n.44 del 27.05.2008; Dal 12.06.2008 la variante n.6/2005 è vigente.

VARIANTE N.7/2005 (ZONA C2/B EX PEEP): adottata in consiglio comunale in data 28.02.2005; pubblicata all’albo pretorio dal 08.03.2005 al 09.05.2005; esaminate le osservazioni in consiglio comunale in data 30.06.2005 approvata ai sensi art.45 con DGRV n.2829 del 12.09.2006; Dal 29.09.2006 la variante n.7/2005 è vigente.

VARIANTE N.8/2006 (NORME TECNICHE E REGOLAMENTO EDILIZIO): adottata in consiglio comunale in data 30.01.2006 con delibera n.5; approvata in consiglio comunale in data 11.04.2006 con delibera n.15; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 21.04.2006

VARIANTE N.15/2008 (MODIFICA ALLA ZONA C2/E): adottata in consiglio comunale in data 27.02.2008 con delibera n.18; approvata in consiglio comunale in data 19.05.2008 con delibera n.37; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 26.05.2008 fino al 25.06.2008; Dal 25.06.2008 la variante n.15/2008 è vigente.

VARIANTE N.16/2008 (NORME TECNICHE E REGOLAMENTO EDILIZIO): adottata in consiglio comunale in data 19.05.2008 con delibera n.38; approvata in consiglio comunale in data 16.07.2008 con delibera n.45; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 24.07.2008 al 23.08.2008; Dal 23.08.2008 la variante n.16/2008 è vigente.

VARIANTE N.17/2008 (MODIFICA AL PERIMETRO DELLA ZONA C2/G): adottata in consiglio comunale in data 08.10.2008 con delibera n.58; approvata in consiglio comunale in data 22.12.2008 con delibera n.77; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 29.12.2008 al 28.01.2009; Dal 28.01.2009 la variante n.17/2008 è vigente.

VARIANTE N.18/2008 (NORME TECNICHE E REGOLAMENTO EDILIZIO): adottata in consiglio comunale in data 22.04.2009 con delibera n.28; approvata in consiglio comunale in data 29.06.2009 con delibera n.41; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 02.07.2009 al 01.08.2009; Dal 02.08.2009 la variante n.18/2008 è vigente.

VARIANTE N.20/2008 (INDIVIDUAZIONE DI UN’AREA PER ATTREZZATURE PUBBLICHE, CON SUPERFICIE INFERIORE AI 10.000 MQ): adottata in consiglio comunale in data 22.04.2009 con delibera n.29; approvata in consiglio comunale in data 09.09.2009 con delibera n.56; La variante n.20/2008 è in pubblicazione.

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VARIANTE N.21/2009 (MODIFICA AL PERIMETRO C2/L): adottata in consiglio comunale in data 22.04.2009 con delibera n.30; approvata in consiglio comunale in data 29.06.2009 con delibera n.42; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 02.07.2009 al 02.08.2009; Dal 02.08.2009 la variante n.21/2009 è vigente.

VARIANTE N.22/2009 (MODIFICA ZTO F3/1): adottata in consiglio comunale in data 29.06.2009 con delibera n.43; approvata in consiglio comunale in data 09.09.2009 con delibera n. 57; pubblicata all’albo pretorio del comune dal 02.07.2009 al 02.08.2009; Dal 02.08.2009 la variante n.21/2009 è vigente.

L’obiettivo dichiarato dal PRG e dalle varianti più recenti è quello di consolidare la funzione residenziale, attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente e il completamento, in particolare, del nucleo urbano di Monticello. Parallelamente allo sviluppo residenziale le varianti più recenti hanno individuato interventi di completamento delle infrastrutture viarie con l’intento di migliorare soprattutto i collegamenti interni all’edificato. Il PRG vigente contiene considerevoli previsioni di sviluppo residenziale, a servizi e produttive che ancora non sono completate. Si tratta di aree di nuova edificazione che sono inserite in un progetto generale di assetto della viabilità e di distribuzione delle dotazioni di servizi, programmate nella prospettiva di un disegno generale di sviluppo da attuarsi nel tempo. Una buona parte delle aree programmate, per ragioni diverse ma soprattutto a causa di una situazione di crisi del mercato edilizio, attualmente sono ancora libere da edificazioni.

Il Piano di Assetto del Territorio del comune di Vicenza Anche la città capoluogo di Vicenza, confinante con Monticello Conte Otto, nel disegnare l’assetto strutturale del proprio territorio ha fatto riferimento ai comuni della cintura per alcune questioni. In particolare con riferimento alla formazione dei parchi fluviali agricoli, il PAT prevede, lungo l’asse dell’Astichello la messa a sistema delle aree per servizi e a verde in modo da garantire una maggiore funzionalità delle stesse, una migliore qualità del tessuto urbano in cui i servizi si integrano, il consolidamento- di una rete di aree a verde connessa con il territorio aperto esterno agli insediamenti.

Fonte: PAT Comune di Vicenza

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4.6 Lo stato dell’ambiente

La predisposizione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) si pone l’obiettivo di valutare sistematicamente gli effetti e le conseguenze ambientali delle azioni del PAT. Tra le attività propedeutiche all’avvio del processo di VAS è necessario predisporre l’analisi sullo stato dell’ambiente del territorio comunale. Di seguito è riportato l’elenco delle componenti ambientali prese in esame facendo riferimento alle matrici ambientali che fanno parte del quadro conoscitivo: . ARIA . CLIMA . ACQUA . SUOLO E SOTTOSUOLO . AGENTI FISICI . BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA . PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E PAESAGGISTICO . POPOLAZIONE . SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

4.6.1 Aria

Qualità dell’aria La qualità dell’aria dipende dalla concentrazione di inquinanti emessi in atmosfera, dalle condizioni meteorologiche e conformazionali del territorio. Le sorgenti principali sono le emissioni derivanti dall’attività industriali, dal traffico e dal riscaldamento degli edifici residenziali e produttivi. Gli interventi di riduzione delle emissioni si definiscono in funzione della tipologia di sorgenti e dei superamenti dei valori limite o di allarme, conformemente alla normativa vigente in materia. I dati sulla qualità dell’aria del territorio comunale si riferiscono: . alla “Relazione regionale della qualità dell’aria” ai sensi della L.R. n. 11/2001 art.81 effettuate dall’ARPAV, come richiesto dalla Legge Regionale n.11/2001; . alla stima delle emissioni per sorgente effettuate nell’ambito del progetto SIMAGE, i cui dati sono contenuti nel Quadro Conoscitivo fornito dalla Regione Veneto.

Rete regionale di monitoraggio dell'aria (2014)

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014) 58

L’ARPAV (Osservatorio Regionale Aria) si è occupato dell’aggiornamento dell'elenco regionale delle fonti di emissione, e della predisposizione della Relazione Annuale sulla qualità dell'aria che deve essere trasmessa alla Regione e alle Province. L’anno al quale si riferiscono le elaborazioni è il 2014, tutti i dati presentati sono stati forniti dai Dipartimenti ARPAV Provinciali. Nella Provincia di Vicenza sono state utilizzate sette stazioni, che hanno coperto complessivamente gli inquinanti analizzati (PM10, biossido di azoto e ozono) per cinque comuni. Per il Comune di Monticello Conte Otto sono stati assunti i dati forniti dalla stazione di fondo urbano di Vicenza-Quartiere Italia, situata nella porzione nord della città in prossimità del territorio comunale di Monticello. I dati forniti da tale punto di rilevazione riguardano: NO2, NOx, O3, PM10, PM2.5, B(a)P, Metalli pesanti.

Ossidi di azoto Gli ossidi di azoto NOx, prodotti dalle reazioni di combustione principalmente da sorgenti industriali, da traffico e da riscaldamento, costituiscono un parametro da tenere sotto stretto controllo per tutelare la salute umana e gli ecosistemi. Il valore limite degli ossidi di azoto (intesi come somma di NO e NO2), per la protezione della vegetazione è pari a 30 μg/m3, calcolato come media delle concentrazioni orarie dal 1° gennaio al 31 dicembre. Il biossido di azoto è un gas caratterizzato da alte concentrazioni e da un odore pungente e le principali fonti di emissione antropiche riguardano tutte le reazioni di combustione quindi gli autoveicoli, le centrali termoelettriche e, non da meno, il riscaldamento domestico. Gli effetti dovuti all’inalazione sono infiammazione delle mucose e diminuzione della funzionalità polmonare comportando, a lungo termine, malattie respiratorie e la maggiore suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e virali.

Rispetto alla valutazione dei parametri a lungo termine il monitoraggio ha evidenziato una concentrazione media di 29 µg/m³ per la stazione di Vicenza, inferiori al valore limite annuale di protezione della salute umana fissato a 40 µg/m³ (DM 60/02). Nel periodo 2010-2014 non si registrano superamenti della soglia limite di 40 µg/m³.

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Ozono O3 L’ozono, presente negli strati alti dell'atmosfera, si forma mediante processi naturali ed è indispensabile per l'assorbimento dei raggi ultravioletti, quello che si forma in prossimità del suolo è di origine antropica ed è estremamente dannoso. L'ozono è un composto fondamentale nel meccanismo di formazione dello smog fotochimico. La concentrazione di ozono è legata all’intensità della radiazione solare e risulta particolarmente elevata nel periodo estivo. L’analisi dei dati di ozono parte dall’esame delle informazioni sui superamenti della soglia di allarme di 240 µg/m3, definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata (D.lgs. 155/2010, art.2, comma 1). La soglia di informazione, stabilita a 180 µg/m3 viene definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana, in caso di esposizione di breve durata e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione. Si segnala che nella stazione in oggetto sono stati registrati 10 superamenti della soglia di informazione oraria nel corso dell’anno 2014.

Fonte: ARPAV - Relazione Regionale della qualità dell’aria – anno 2014

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Il Decreto Legislativo 155/2010, in continuità con il D.Lgs.183/2004, oltre alle soglie di informazione e allarme, fissa anche gli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione. Tali obiettivi rappresentano la concentrazione di ozono al di sotto della quale si ritengono improbabili effetti nocivi diretti sulla salute umana o sulla vegetazione e devono essere conseguiti nel lungo periodo, al fine di fornire un’efficace protezione della popolazione e dell’ambiente. L’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana si considera superato quando la massima media mobile giornaliera su otto ore supera 120 µg/m3; il conteggio viene effettuato su base annuale. Nella stazione di Vicenza si registra rispettivamente 25 giorni di superamento.

Fonte: ARPAV - Relazione Regionale della qualità dell’aria – anno 2014

Analizzando il periodo 2012-2014 si osserva che per quanto riguarda il numero di superamenti della soglia di informazione, nella stazione di VI Quartiere Italia la situazione tende nel tempo a peggiorare.

Fonte: ARPAV - Relazione Regionale della qualità dell’aria – anno 2014

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Particolato PM10

Il problema delle polveri sottili PM10 è attualmente al centro dell’attenzione poiché i valori previsti dal Decreto n. 60/2002, con i relativi margini di tolleranza iniziali che andranno progressivamente a diminuire negli anni fino a raggiungere valori limite più restrittivi, sono superati nella maggior parte dei siti monitorati dalla rete regionale. Dall’analisi dei valori si mette in evidenza che a Monticello Conte Otto si assiste al superamento dei parametri dati dal limite giornaliero di 50 µg/m3 per 77 giorni all’anno, in tendenziale decremento nel periodo 2010-2014. Per quanto riguarda la media annuale di PM10, nella stazione di Vicenza si rileva un valore di 36 µg/m³, inferiore alla soglia di 40 µg/m³.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

In conformità a quanto indicato dal DM n. 60/02 e del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTA), il territorio comunale di Monticello è stato inizialmente inserito in zona C. In seguito, come approvato nella riunione del “Tavolo Tecnico Zonale” della Provincia di Vicenza del

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28/09/2006 e nella DGRV n.3195 del 17/10/2006, è stato fornito l’aggiornamento di tale zonizzazione. Con essa il Comune di Monticello Conte Otto rientra in zona A1 Agglomerato.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

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Particolato PM2.5 Il particolato PM2.5 è costituito dalla frazione delle polveri di diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm. Tale parametro ha acquisito, negli ultimi anni, una notevole importanza nella valutazione della qualità dell’aria, soprattutto in relazione agli aspetti sanitari legati a questa frazione di aerosol, in grado di giungere fino al tratto inferiore dell’apparato respiratorio (trachea e polmoni). Con l’emanazione del D.Lgs.155/2010 il PM2.5 si inserisce tra gli inquinanti per i quali è previsto un valore limite, calcolato come media annua per la protezione della salute umana, tale valore è fissato dal 2015 in 25 µg/m3. Per quanto riguarda la media annuale nella stazione di Vicenza Quartiere Italia si è rivelato un valore di 22 µg/m3, in progressivo decremento dal 2011.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

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Benzo(a)pirene (IPA) Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono una classe di idrocarburi la cui composizione è data da due o più anelli benzenici condensati. Gli IPA derivano principalmente dai processi di combustione incompleta dei combustibili fossili, e si ritrovano quindi nei gas di scarico degli autoveicoli e nelle emissioni degli impianti termici, delle centrali termoelettriche e degli inceneritori. Tutti gli IPA e tra questi anche del benzo(a)pirene hanno un alto potere cancerogeno sull’uomo a carico delle cellule del polmone; tant’è che il benzo(a)pirene è inserito nel gruppo 1 della classificazione IARC - International Association of Research on Cancer. È stato evidenziato che la relazione tra benzo(a)pirene e gli altri IPA è presso che stabile nell'aria delle diverse città quindi, la concentrazione di benzo(a)pirene viene spesso utilizzata come indice del potenziale cancerogeno degli IPA totali. Il benzo(a)pirene (IPA) ha evidenziato un valore medio di concentrazione uguale 0.7 ng/m³ e, quindi, di poco inferiore al limite annuale di 1 ng/m³ stabilito dal DM 25/11/94. Il valore registrato nel 2014 è il più basso nel periodo 2010-2014.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014) 65

Metalli pesanti – Piombo (Pb), Arsenico (As), Nichel (Nh), Cadmio (Cd), Mercurio (Mg) I metalli pesanti presenti in tracce nel particolato, rappresentano degli elementi determinanti per definire la qualità dell’aria. Il volume di campionamento si riferisce alle condizioni ambiente in termini di temperatura e di pressione atmosferica alla data delle misurazioni.

I valori rilevati per la componente piombo sono al di sotto del valore limite di 0.5 μg/m3. Nella stazione di Vicenza Quartiere Italia, come nel resto della Regione, si notano generalmente livelli stabili nel tempo ed inferiori di un ordine di grandezza rispetto al riferimento normativo, evidenziando l’assenza di problematiche legate a questo inquinante.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

Per quanto riguarda l’arsenico le concentrazioni medie annue tra il 2010 e il 2014 evidenziano come i dati rilevati nella stazione di riferimento, per il Comune di Monticello Conte Otto, siano nettamente al di sotto del valore obiettivo, fissato in 6 ng/m3. I parametri registrati sono inoltre inferiori alle soglie di valutazione superiore 3.6 ng/m3 ed inferiore 2.4 ng/m3. Le medie annuali, oltre a risultare inferiori al valore obiettivo fissato dalla normativa, restituiscono una sostanziale stazionarietà dei livelli di questo inquinante.

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Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

Le concentrazioni medie annue di nichel, tra il 2010 ed il 2014, evidenziano il valore obiettivo di 20.0 ng/m3, con soglie di valutazione superiore fissate a 14.0 ng/m3 ed inferiore a 10.0 ng/m3. Nella stazione di Vicenza Quartiere Italia la concentrazione di nichel nel quinquennio considerato non ha mai superato il valore obiettivo ed i livelli registrati nel 2014 risultano inferiori o pressoché stabili rispetto a quelli del 2013. Nel 2012 la stazione di riferimento per Monticello Conte Otto ha superato la concentrazione indicata come soglia di valutazione inferiore, facendo registrare negli anni successivi valori inferiori.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014) 67

Per il cadmio viene evidenziato il valore obiettivo 5.0 ng/m3, con soglie di valutazione superiore di 3.0 ng/m3 ed inferiore di 2.0 ng/m3. Nella stazione di Vicenza Quartiere Italia le concentrazioni nel quinquennio 2010-2014 non hanno mai superato il valore obiettivo, né la soglia di valutazione superiore.

Fonte: ARPAV – Relazione della qualità dell’aria (2014)

Per il mercurio il D.Lgs. 155/2010 non definisce alcun valore obiettivo. Il monitoraggio effettuato nel quinquennio 2010-2014 ha evidenziato in tutta la Regione concentrazioni medie annue sempre inferiori o uguali a 1.0 ng/m3, senza variazioni importanti eventualmente riconducibili a particolari fenomeni di inquinamento.

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Emissioni

Nell’ambito del Progetto Regionale SIMAGE, l’Osservatorio Regionale Aria, ha prodotto una stima preliminare delle emissioni su tutto il territorio regionale, elaborando i dati di emissione forniti con dettaglio provinciale da APAT – CTN per l’anno di riferimento 2000. L’elaborazione è stata realizzata attuando una “disaggregazione spaziale” dell’emissione, ovvero una ripartizione delle emissioni calcolate per una realtà territoriale più ampia (Provincia), al livello territoriale richiesto (Comune). In altre parole, la stima delle emissioni degli inquinanti su base comunale è stata calcolata assegnando una quota dell’emissione annuale provinciale a ciascun comune, in ragione di alcune variabili socio-economico-ambientali note. Questo tipo di metodologia, denominata procedura top-down (“dall’alto verso il basso”), si basa pertanto su risultati di elaborazioni statistiche di dati, che riguardano generalmente porzioni di territorio più vaste rispetto alla scala spaziale di interesse, consentendo una misura indiretta dell’emissione associata a ciascuna tipologia di sorgente. Ne consegue che all’aumentare del grado di disaggregazione aumenta parimenti l’incertezza associata alle stime e questa è una limitazione da tenere presente nell’interpretazione e nella lettura dei risultati. L’emissione totale annua di ciascun inquinante è data dalla sommatoria delle emissioni stimate per ogni macrosettore indicato nell’elenco proposto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente:

Tabella 4.2- Macrosettore

Macrosettore Descrizione

1 Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 2 Impianti di combustione non industriale 3 Combustione nell’industria manifatturiera 4 Processi produttivi (combustione senza contatto) 5 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica 6 Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 7 Trasporto su strada 8 Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 9 Trattamento e smaltimento rifiuti 10 Agricoltura 11 Altre emissioni ed assorbimenti

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Tabella 4.3 – Principali tipologie di fonti emissive in Provincia di Vicenza (2010): i Macrodescrittori Inquinante Macrosettore TOT. - unità di misura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

CH4 - t/a 0,0 1.699 25 13 7.162 0,0 156 3 4.841 11.954 16 25.869,00

CO - t/a 14 21.863 540 1.785 0,0 0,0 12.000 524 15 0 104 36.845,00

CO2 - t/a 18 1.139 1.171 209 0,0 0,0 1.691 131 94 0,0 -672 3.781,00

COV - t/a 10 1.943 70 924 648 16.395 2.911 171 13 4.147 5.692 32.924,00

N2O - t/a 0,03 95 21 5 0,0 0,0 51 9 70 881 0,1 1.132,13

NH3 - t/a 0,0 52 0,0 26 0,0 0,0 130 0,3 5 6.731 0,3 6.944,60

NOx - t/a 43 1.258 1.827 200 0,0 7 7.969 1.437 141 22 4 12.908,00

PM10 - t/a 0,3 2.236 46 91 0,0 7 517 83 2 93 45 3.120,30

PM2.5 - t/a 0,3 2.166 23 34 0,0 4 448 82 2 44 44 2.847,30

PTS - t/a 0,3 2.329 78 105 0,0 10 637 83 2 150 46 3.440,30

SO2 - t/a 0,1 101 888 118 0,0 2 7 5 1 0,0 1 1.123,10

TOT. 86 34.881 4.689 3.510 7.810 16.425 26.517 2.528 5.186 24.022 5.280

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo della Regione

Per capire i dati che seguono può essere utile rapportare la superficie territoriale di Adria a quella provinciale: il Comune rappresenta il 0,38% dell’intera provincia. Le emissioni stimate per il Comune diventano significative se il rapporto tra le emissioni comunali e provinciali supera di molto il rapporto esistente tra la superficie del Comune e della Provincia.

Tabella 4.3 – Principali tipologie di fonti emissive a Monticello Conte Otto: i Macrodescrittori Inquinante Macrosettore TOT. E. Com / E. Prov - unità di % misura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

CH4 - t/a 0 7,3 0,2 0 55,2 0 1,2 0 1,4 121,6 0 186,9 0,72

CO - t/a 0 113,5 1,8 0 0 0 108,5 4,6 0 0 0,7 229,1 0,62

CO2 - t/a 0 12,8 3,8 0 0 0 9 1,1 0 0 0 26,7 0,71

COV - t/a 0 26,1 0,2 2,8 3,4 107 29,3 1,6 0 42,4 0 212,8 0,65

N2O - t/a 0 1 0,3 0 0 0 0,1 0 0,1 9 0 10,5 0,93

NH3 - t/a 0 0,2 0 0 0 0 0,8 0 0 72,7 0 73,7 1,06

NOx - t/a 0 10,4 4,3 0 0 0 42,8 12,1 0 1,2 0 70,8 0,55

PM10 - t/a 0 4,6 0,7 0 0 0 2,9 0,8 0 0,2 0,4 9,6 0,31

PM2.5 - t/a 0 4,2 0,2 0 0 0 2,5 0,7 0 0 0,4 8 0,28

PTS - t/a 0 4,6 1,3 0 0 0 2,9 0,8 0 0,3 0,4 10,3 0,30

SO2 - t/a 0 0,5 3,4 0 0 0 0 0 0 0 0 3,9 0,35

TOT. 185,2 16,2 2,8 58,6 107 200 21,7 1,5 247,4 1,9

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo della Regione

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Le fonti maggiormente responsabili dell’emissione stimata per il Comune in esame sono attinenti al macrosettore 10 (agricoltura), seguono il 7 (trasporto su strada), i macrosettori 2 (impianti di combustione non industriale) e 6 (uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi).

Ossido di Azoto (NOx) Il carico emissivo totale di ossidi di azoto nel territorio considerato è 70,8 t/anno. La maggiore fonte di emissione è il “trasporto su strada” l’uso di solventi con il 60% (42,8 t/a), seguita da “altre sorgenti e macchinari mobili (off-road)” con il 17% (12,1 t/a).

Monossido di carbonio (CO) Il carico emissivo totale di CO è pari a 229,1 t/anno, valore superiore al rapporto con i valori della Provincia di Vicenza. Si rileva che la principale fonte sono “impianti di combustione non industriale” con il 49% (113,5 t/a), seguiti dal “trasporto su strada” con il 47% (108,5 t/a).

Particolato sospeso (PM10) Il carico emissivo totale di PM10 è di 9,6 t/anno. La fonte primaria di emissioni da PM10 sono “impianti di combustione non industriale” con il 50% (4,6 t/a), seguita dal “trasporto su strada” con il 30% (2,9 t/a) e da “altre sorgenti e macchinari mobili (off-road)” con l’8% (0,8 t/a).

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4.6.2 Clima

La rete di rilevazione meteorologica della Regione Veneto è divenuta operativa inizialmente in montagna fin dal 1984 poi è stata estesa dal 1992 con l’istallazione di centrali agrometeorologiche in pianura. In Provincia di Vicenza la rete di monitoraggio è costituita da 31 stazioni distribuite in maniera omogenea sul territorio. Le centrali, in generale, si occupano di monitorare le principali grandezze meteorologiche: la temperatura, l’umidità e il vento. Per Monticello Conte Otto, non essendo presente una stazione in territorio comunale, i dati di riferimento del ventennio 1994-2014 sono stati desunti dalle stazioni della rete di monitoraggio del Centro Meteorologico di Teolo dell’ARPAV con particolare riferimento per quanto rilevato dalla stazione di Quinto Vicentino. Le caratteristiche pluviometriche e termometriche regionali sono rappresentate da cartogrammi di distribuzione delle piogge e delle temperature, validi per il territorio provinciale e basati sul calcolo dei valori di interesse a livello puntuale, con successiva spazializzazione mediante interpolazione e visualizzazione dei risultati.

Pluviometria La Provincia di Vicenza, come viene messo in evidenza nel documento “Precipitazioni sul Veneto – anno 2013”, prodotto da ARPAV, ha una precipitazione media annuale elevata tipica della fascia prealpina con un apporto idrico attorno ai 1700 mm/anno. In particolare si evidenza sul territorio provinciale come la zona di pianura sia meno piovosa rispetto agli ambiti pedemontani e montani: oltre i 1300 mm, mentre le zone più piovose sono quelle dell’alto vicentino (più di 1500 mm/anno) e specialmente l’estremità nord- occidentale in cui cadono oltre di 2000 mm/anno. La quantità annua di precipitazioni nella Provincia di Vicenza decresce in maniera complessivamente uniforme dall’estremità nord-ovest a quella sud-ovest. La stazione di “Quinto Vicentino” ha registrato nel 2014 il valore di 1705,8 mm/anno, valore record rispetto al ventennio precedente. In relazione ai dati rilevati dalla stazione di riferimento, nel 2014 si è assistito ad un inverno piovoso in particolare nei mesi di Gennaio e Febbraio con una media di circa 300 mm/mese. I mesi di Aprile e Maggio 2014 sono risultati decisamente più siccitosi con 60 – 90 mm/mese. È seguita un’estate piovosa, specialmente nel mese di Luglio, con oltre 220 mm/mese, seguita da un autunno inizialmente poco piovoso e successivamente superiore ai valori medi registrati localmente.

Tabella 4.4 – Stazione di Quinto Vicentino - Precipitazione (mm) somma dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 2014

Somma Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC annuale

1994 47.4 34 3.6 139.6 75.6 45.6 97 22.6 272 87.6 87.6 39 951.6

1995 55.2 95.6 45.8 65.6 220.2 161.8 58.2 121.8 178.8 10.2 57.6 221.2 1292

1996 123.6 56.6 18.8 122.8 118 62.2 63.8 129 54.2 198.6 162.2 142.6 1252.4

1997 110.4 4.8 10.2 63.4 50.8 76.6 91 78.6 22.8 6.8 121 158.2 794.6

1998 48.6 34.4 7 198.8 53.4 54.8 6.4 5 202.6 204.6 18.2 19.2 853

1999 51.4 11.8 57.8 147.4 111.8 127.2 108.2 84.6 83.2 130.8 119.2 55 1088.4

2000 3 3.8 95.4 70.4 84.8 34.4 45.4 53.6 88.8 163.4 244.6 66.6 954.2

2001 106.4 13.2 162.4 80.2 30.4 13.4 97.8 68.2 84.2 41.6 57.6 2.4 757.8

2002 42.2 111.8 13.4 200.2 211.6 114.4 101.8 182 81.6 81.6 149.4 88.8 1378.8

2003 60 5.2 2.2 129.6 15.8 70.8 35.2 23.2 75.2 123.2 178 164 882.4

2004 48.8 221.4 93.6 101.2 146.4 106 72.2 63.8 128.4 155.4 122.6 102.2 1362

2005 4.2 2.4 28.6 186 103.2 106.4 194 114.2 90.8 168.2 169.2 77 1244.2 72

2006 44.8 47.4 35.4 123.6 113.2 33 30.2 189.4 166.6 19.2 37.2 60 900

2007 30.6 49 84 12.6 162.6 41.8 64 77.2 87.4 61.8 54.6 13.2 738.8

2008 97.6 42.6 54.8 130.6 124.2 127.6 99.8 53.6 89.6 66.8 201.2 240.4 1328.8

2009 105 79.4 155.6 169 9 44.2 75.2 81.2 147.8 56.6 145.8 93.2 1162

2010 62.8 158.4 51.6 31.6 120.6 105.6 136 79.2 210.8 211.2 270.2 226.6 1664.6

2011 44.2 64.8 105.4 16.2 43.2 119.2 108 10.2 61.4 137 100.8 45.8 856.2

2012 12.6 19.4 7 100.2 117.6 23 43.4 61.4 94.8 140.2 234.8 57.8 912.2

2013 108 83.6 264 106.2 222.4 31.6 64.4 113 41.4 94.6 139.2 52.4 1320.8

2014 320 271.2 80.8 88.8 68.6 116.4 220.4 98.8 105.2 66.8 185.6 83.2 1705.8

Medio 72.7 67.2 65.6 108.8 104.9 77 86.3 81.5 112.7 106 136 95.7 1114.3 mensile

Il valore mensile è la somma valori giornalieri. Il valore somma annuale è la somma dei valori mensili. Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili degli anni. Con valore >> il dato non è disponibile Fonte: dati Quadro Conoscitivo Regionale

Tabella 4.5 – Stazione di Quinto Vicentino - Giorni piovosi dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 2014

Somma Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC annuale

1994 6 4 1 11 8 6 4 1 10 7 4 4 66

1995 6 12 11 8 13 11 5 12 9 1 6 14 108

1996 11 6 4 10 12 7 5 10 10 12 14 12 113

1997 10 2 2 3 7 10 9 5 3 2 10 8 71

1998 7 2 2 15 11 6 4 3 11 9 3 2 75

1999 6 1 4 12 8 9 7 7 7 8 8 8 85

2000 0 1 7 5 8 6 8 5 9 16 15 11 91

2001 16 4 14 10 5 5 9 6 12 5 6 0 92

2002 1 7 4 15 16 9 13 8 7 4 14 10 108

2003 7 1 0 7 3 10 5 1 6 10 7 9 66

2004 4 9 6 12 13 9 6 6 2 12 9 11 99

2005 0 1 3 11 8 6 10 11 9 8 7 11 85

2006 5 9 5 7 5 4 3 14 5 4 4 5 70

2007 2 7 7 1 6 9 5 9 7 5 3 3 64

2008 10 4 7 10 11 14 9 6 6 4 12 12 105

2009 11 7 11 12 3 7 6 5 5 5 15 6 93

2010 7 10 8 8 9 6 7 6 10 7 13 14 105

2011 6 5 6 5 5 11 9 1 5 6 5 4 68

2012 2 2 1 13 8 4 4 3 10 7 11 7 72

2013 12 7 20 11 16 8 3 9 6 9 10 7 118

2014 16 18 4 6 6 12 14 9 8 6 16 8 123

Medio 7 6 6 9 9 8 7 7 7 7 9 8 89 mensile

Si considera giorno piovoso quando il valore di pioggia giornaliero è >= 1 mm. Il valore somma annuale è la somma dei valori mensili. Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili degli anni.Con valore >> il dato non è disponibile Fonte: dati Quadro Conoscitivo Regionale 73

Tabella 4.6 – Stazione di Quinto Vicentino - Dati pluviometrici Somma Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC annuale Medio mensile 72.7 67.2 65.6 108.8 104.9 77 86.3 81.5 112.7 106 136 95.7 1114.3 Medio mensile 7 6 6 9 9 8 7 7 7 7 9 8 89 Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo Regionale

Radiazione solare La radiazione solare è l'energia radiante emessa dal Sole a partire dalle reazioni termonucleari di fusione che avvengono nel nucleo solare e producono reazioni elettromagnetiche. Ogni forma di vita sulla terra viene mantenuta dal flusso energetico solare che penetra nella biosfera; l'energia utilizzata per la formazione ed il mantenimento della biomassa è l'1% della radiazione totale in arrivo. La radiazione ha un'influenza diretta sulla temperatura dell'aria e del terreno e sul processo di evapotraspirazione, ed indiretta sul valore dell'umidità atmosferica, sul movimento delle masse d'aria e sulle precipitazioni. Solo una frazione dell’energia solare incidente ai limiti dell’atmosfera riesce a raggiungere la superficie terrestre. Diversi sono, infatti, i processi di assorbimento e di diffusione della radiazione da parte dei gas, delle particelle disperse in aria (aerosol) e in speciale modo dal vapore d’acqua. La formazione delle nubi e la presenza della nebbia sono causa dell’intercettazione di una parte variabile della radiazione solare che raggiunge il suolo e le diverse condizioni meteorologiche determinano diversi gradi di intercettazione. Per questo motivo lo studio della radiazione media che raggiunge una data località fornisce diverse indicazioni sul suo clima. Dall'analisi dei dati di radiazione solare si può notare come il valore più elevato assumibile per Monticello Conte Otto, considerando la media annuale per la stazione di riferimento, si è registrato nell’anno tra i più siccitosi del ventennio, ossia il 2003.

Temperatura Per determinare un quadro dell’andamento stagionale della temperatura vengono riportati i valori medi delle temperature massime, minime e la media delle medie.

Tabella 4.7 – Stazione di Quinto Vicentino – Andamento termico, 2014 Medio Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC annuale Medio 3.6 4.6 5.3 9.2 12 16.1 17.1 15.9 13.6 11.3 8.4 3.1 10 minime Medio -0.9 -0.6 3 6.9 11.7 15.4 16.9 16.4 12.6 8.8 4.4 -0.1 7.9 ‘94-‘14 Medio 6 7.8 10.8 14.7 17.6 22.2 22.3 21.5 18.7 15.7 11.4 5.9 14.6 medie Medio 2.7 4.1 8.6 12.8 18 21.8 23.6 23 18.4 13.5 8.1 3.5 13.2 ‘94-‘14 Medio 8.8 11.4 16.5 20.2 23.3 28.1 27.8 27.3 25 21.4 15 9.4 19.5 massime Medio 7.7 9.9 14.7 18.9 24.3 28.2 30.3 30 25.3 19.5 13.1 8.3 19.2 ‘94-‘14 Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo Regionale

Le temperature annue relative al 2014 sono state superiori alla media del periodo di riferimento 1994 – 2014 di circa 1,4 °C. Le temperature massime sono state leggermente sopra la media con circa 0,3 °C mentre le temperature minime sono state mediamente superiori di 2,1 °C.

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Umidità Per quanto concerne l’umidità il valore medio delle minime, considerando i vent’anni (1994-2014), è del 53%, mentre il valore medio delle massime è del 97%, il valore medio delle medie è pari al 79%. Si può notare come, nei mesi più freddi di Gennaio, Febbraio, Novembre e Dicembre il valore di umidità relativo sia più elevato. L’ARPAV ha individuato l’Indice SPI (Standardized Precipitation Index)14 per determinare il grado pluviometrico e quindi la presenza di umidità rilevata nel territorio Veneto. Dall’esame dello SPI annuale del 2013 rispetto al periodo 1994-2013, emerge una situazione di generale normalità nei periodi invernali ed autunnali, mentre si evidenzia un surplus pluviometrico primaverile su tutta la regione, seguito da fenomeni di siccità estiva nel Veneto orientale.

Tabella 4.7 – Stazione di Quinto Vicentino – Andamento umidità relativa a 2m (%), 2014 Medio Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC annuale Medio 75 64 41 41 36 37 47 47 45 48 67 62 51 minime Medio 66 55 48 48 44 44 43 44 48 58 66 68 53 ‘94-‘14 Medio 93 87 69 67 64 65 76 77 81 80 90 87 78 medie Medio 88 81 75 75 72 73 73 75 79 85 88 89 79 ‘94-‘14 Medio 100 99 92 93 95 96 100 100 100 100 99 99 98 massime Medio 98 96 95 96 97 97 98 98 99 99 98 98 97 ‘94-‘14 Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo Regionale

Evapotraspirazione di riferimento Il BIC è un primo indice per la valutazione del contenuto idrico dei suoli, quale saldo tra i mm in entrata (precipitazioni) e quelli in uscita ET015. Nelle carte del bilancio idrico climatico i valori positivi indicano condizioni di surplus idrico mentre quelli negativi rappresentano condizioni di deficit idrico e condizioni siccitose. Il BIC rappresentato spazialmente consente di individuare le aree soggette a eventuali condizioni siccitose che hanno caratterizzato la Regione. L’evapotraspirazione di riferimento è determinata soprattutto dall’andamento meteorologico dei mesi caldi primaverili-estivi. Nel 2011 l’ET0, è risultata compresa tra i 300 ed i 700 mm. I valori più bassi sono stati stimati in montagna e nella zona pedemontana; in pianura, al contrario, dove le temperature risultano maggiori, il valore di ET0 è risultato più elevato, e generalmente compreso tra i 550 ed i 700 mm. I valori di ET0 del semestre marzo-agosto 2011 si collocano, generalmente, vicino alla media di riferimento 1994-2010 o di 10-40 millimetri sopra di essa in gran parte della Regione. A Monticello Conte Otto la quantità di acqua evapotraspirata è stimata tra 600 e 650 mm, sia nel 2010 che nel 2011, il BIC è risultato invece in diminuzione passando da -100 mm nel 2010, a -200 mm nel 2011.

14 SPI: L'indice SPI (Standardized Precipitation Index - Mc Kee et al. 1993), consente di definire il deficit o surplus di precipitazione a diverse scale temporali e territoriali. L'umidità del suolo e l’andamento della stagione agraria rispondono alle anomalie di precipitazione su scale temporali brevi (1-3-6 mesi), mentre la disponibilità dell'acqua nel sottosuolo, in fiumi e bacini, rispondono a scale temporali più lunghe (6-12 mesi). 15 Il calcolo dell’evapotraspirazione è basato sull’equazione di Hargreaves (radiazione solare stimata) e Samani (1982, 1985). Suggerirono di stimare la Rg a partire dalla radiazione solare extraterrestre (vale a dire quella che giunge su una ipotetica superficie posta al di fuori dell’atmosfera) e dall’escursione termica del mese considerato (differenza tra la temperatura massima media e quella minima media del mese). 75

4.6.3 Acqua

Acque superficiali

Il bacino del Bacchiglione ha un’estensione di circa 1.940 km2, con un’altitudine massima di 2.334 m s.l.m. Viene considerato come bacino a sé stante e non come affluente del Brenta, a motivo del fatto che la confluenza con il Brenta si trova molto vicina al mare (a 5 km da esso). Considerando separatamente il bacino dell’Astico-Tesina, la superficie del bacino del Bacchiglione è pari a circa 1.177 km2. Il bacino del Bacchiglione è un sistema idrografico complesso, formato da corsi d’acqua superficiali che convogliano le acque montane e da rivi perenni originati da risorgive. Il bacino di raccolta della rete idrografica che lo alimenta comprende due sezioni principali, ciascuna con caratteristiche morfologiche e geotettoniche ben distinte: il bacino dell’Astico ad oriente e quello del Leogra ad occidente, cui contribuiscono, ai margini sud-occidentali, i piccoli bacini inferiori e secondari del Timonchio, dell’Orolo e del Retrone. La regione montuosa che costituisce il bacino imbrifero del Bacchiglione confina a Sud-Ovest col bacino tributario dell’Agno-Guà, ad Ovest con quello dell’Adige ed a Nord-Est con quello del Brenta. Le acque convogliate dalle aste dell’Astico-Tesina e del Leogra si uniscono a quelle dei numerosi corsi perenni, alimentati da risorgive della zona alluvionale pedemontana e a quelle dei torrenti che discendono dalle colline delimitanti, ad Ovest, la parte inferiore del bacino montano e precisamente dell’Orolo e del Retrone.

Figura 4.3 – Individuazione del Bacino Idrografico e Sottobacino di

Monticello Conte Otto

Fonte: dati PRTA (Pian Regionale di Tutela delle Acque)

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Figura 4.4 – Risorsa acqua: idrografia principale che attraversa il territorio intercomunale

Fonte: elaborazione Sistema su Quadro Conoscitivo Regionale

Qualità delle acque superficiali Con riferimento al Piano di rilevamento della qualità delle acque interne, approvato con D.G.R. n. 1525 dell’11/04/2000 e redatto in conformità alle disposizioni del ex D.Lgs 152/99 e s.m.i., ARPAV, Regione e Province venete, a partire dall’anno 2000, hanno avviato un programma sistematico di monitoraggio e riclassificazione dei corsi d’acqua superficiali regionali, in osservanza alle nuove disposizioni di legge comunitarie e nazionali. Per quanto riguarda la valutazione dello stato qualitativo del tratto di Fiume Astichiello, che attraversa il territorio comunale di Monticello Conte Otto, viene considerata la stazione di monitoraggio ARPAV n. 96 (Comune di Vicenza, località, Ponte Viale Cricoli) in relazione ai dati presenti nel rapporto "Stato delle acque superficiali del Veneto del 2013".

Tabella 4.8 – Le stazioni di monitoraggio dell’ARPAV

Stazione Corpo idrico Prov. Località n. campioni Pannelli analitici Destinazione Ponte Viale 96 Astichello VI 4 AC IPA MICRO PEST AC Cricoli AC = controllo ambientale; ERB = controllo degli erbicidi; IPA = Idrocarburi Policiclici Aromatici; MICRO = comprende i microinquinanti organici di origine prevalentemente industriale; PEST = Erbicidi, biocidi, fungicidi; IR = Irrigazione.

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

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Figura 4.11 - Mappa dei punti di monitoraggio 2013 – bacino del Fiume Bacchiglione

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

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Parametri analizzati

Il livello di inquinamento dei macrodescrittori (LIM) Con riferimento alla tabella seguente il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori (LIM), viene determinato seguendo il processo indicato: - sull'insieme dei risultati ottenuti durante la fase di monitoraggio (almeno il 75% dei risultati delle misure eseguibili nel periodo considerato) si calcola, per ciascuno dei parametri riportati, il 75° percentile (per quanto riguarda il primo indicatore, il dato è riferito al valore assoluto della differenza dal 100%); - si individua sulla citata tabella la colonna in cui ricade il risultato ottenuto, determinando così il corrispondente livello di inquinamento da attribuire a ciascun parametro e, conseguentemente, il relativo punteggio; - si ripete tale operazione di calcolo per ciascun parametro di interesse e quindi si sommano tutti i punteggi ottenuti; - si individua il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori, cercando l’intervallo in cui ricade il valore somma dei livelli ottenuti dai diversi parametri (prima e ultima riga rispettivamente della tabella seguente).

Tabella 4.9 - Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori

LIM -PARAMETRO LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 3 LIVELLO 4 LIVELLO 5

100-OD (% sat.) (*) ≤|10| (#) ≤|20| ≤|30| ≤|50| >|50|

BOD5 (O2 mg/L) < 2,5 ≤ 4 ≤ 8 ≤ 15 > 15

COD (O2 mg/L) < 5 ≤ 10 ≤ 15 ≤ 25 > 25

NH4 (N mg/L) < 0,03 ≤ 0,10 ≤ 0,50 ≤ 1,50 > 1,50

NO3 (N mg/L) < 0,3 ≤ 1,5 ≤ 5,0 ≤ 10,0 > 10,0

Fosforo totale (P mg/L) < 0,07 ≤ 0,15 ≤ 0,30 ≤ 0,60 > 0,60

Escherichia coli (UFC/100 mL) < 100 ≤ 1.000 ≤ 5.000 ≤ 20.000 > 20.000

Punteggio da attribuire per ogni parametro analizzato 80 40 20 10 5 (75° percentile del periodo di rilevamento)

LIVELLO DI INQUINAMENTO DAI MACRODESCRITTORI 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

Lo stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) I corsi d’acqua sono classificati ai sensi del D.lgs. 152/99 per il loro Stato Ecologico (SECA) e per il loro Stato Ambientale (SACA). La classificazione dello Stato Ecologico viene effettuata incrociando il dato risultante dai 7 parametri macrodescrittori (azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale, percentuale di saturazione dell’ossigeno, BOD5, COD ed Escherichia coli) con il risultato dell’IBE, attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad IBE e macrodescrittori.

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Stato ecologico dei corsi d’acqua

SECA CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5

I.B.E. 10 8 – 9 6 – 7 4 – 5 1 , 2 , 3

LIVELLO DI INQUINAMENTO 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60 MACRODESCRITTORI

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

L’Indice Biotico Esteso (IBE) Per valutare gli effetti degli impatti ambientali e per la classificazione dello stato di qualità delle acque, viene utilizzato l’Extended Biotic Index (Indice Biotico Esteso), che consente di analizzare la qualità biologica dei corsi d’acqua correnti. I valori di IBE sono raggruppati in 5 Classi di Qualità, come si può vedere nella tabella successiva.

Tabella 4.10 - Tabella di conversione dei valori IBE Classe di qualità Valore di I.B.E. Giudizio di qualità Colore tematico Ambiente non alterato in I 10-11-12 Azzurro modo sensibile Ambiente con moderati II 8-9 Verde sintomi di alterazione III 6-7 Ambiente alterato Giallo IV 4-5 Ambiente molto alterato Arancione Ambiente fortemente V 1-2-3 Rosso degradato

Lo stato ambientale dei corsi d’acqua (SACA) Lo Stato Ambientale si calcola confrontando i dati relativi allo Stato Ecologico con i dati relativi alle concentrazioni dei principali microinquinanti chimici, secondo lo schema riportato in Tabella; le metodologie di calcolo e i valori-soglia utilizzati sono quelli previsti dalla tabella 1/A allegato 1 alla parte terza del D.Lgs 152/06.

Tabella 4.11 - SACA - Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua Concentrazione CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 inquinanti

Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO

> Valore Soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

Nel 2010, l'Indice Biotico Esteso (IBE) è stato sostituito dagli Elementi di Qualità Biologica (EQB) previsti dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006. Il piano di monitoraggio di EQB e parametri a sostegno (chimica di base e idro-morfologia) è stato impostato nel 2010 e ha durata triennale. Il primo quadro complessivo dello stato dei corpi idrici si avrà quindi solo al termine dei tre anni di monitoraggio, quando si sarà completato anche il primo ciclo di monitoraggio degli elementi fisici a sostegno e della chimica. Il Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori per lo stato ecologico (LIMeco) ai sensi del D.lgs. 152/06 e del successivo D.M. 260/10 è un descrittore che considera i nutrienti e il livello di Ossigeno disciolto espresso come percentuale di saturazione.

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La procedura prevede le seguenti fasi: 1. attribuzione di un punteggio alla singola concentrazione sulla base della Tabella 4.12; 2. calcolo del LIMeco di ciascun campionamento come media dei punteggi attribuiti ai singoli parametri; 3. calcolo del LIMeco del sito nell’anno in esame come media dei singoli LIMeco di ciascun campionamento; 4. calcolo del LIMeco da attribuire al sito come media dei valori ottenuti per il periodo pluriennale di campionamento considerato; 5. attribuzione della classe di qualità al sito secondo i limiti indicati nella Tabella 4.13.

Tabella 4.12. Soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il punteggio LIMeco

PARAMETRO LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 3 LIVELLO 4 LIVELLO 5

100-OD (% sat.) ≤|10| (#) ≤|20| ≤|40| ≤|80| >|80|

NO3 (N mg/L) <0,6 ≤1,2 ≤2,4 ≤4,8 >4,8

Fosforo totale (P μg/L) <50 ≤100 ≤200 ≤400 >400

NH4 (N mg/L) <0,03 ≤0,06 ≤0,12 ≤0,24 >0,24

Soglie di concentrazione di Soglie

PUNTEGGIO 1 0,5 0,25 0,125 0

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

Tabella 4.13 Classificazione di qualità secondo i valori di LIMeco

STATO LIMeco

Elevato ≥ 0,66

Buono ≥ 0,50

Sufficiente ≥ 0,33

Scarso ≥ 0,17

Cattivo < 0,17

Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013

Di seguito si riportano i dati relativi al corso d’acqua che interessa il territorio comunale, facendo riferimento ai dati ARPAV raccolti nei rapporti tecnici (anno 2000 – 2013) sullo “Stato superficiale delle acque del Veneto”, al PTA (Piano Regionale di Tutela delle Acque) approvato con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5/11/2009 e ai dati aggiornati presenti nel Quadro Conoscitivo della Regione. Esclusivamente a titolo indicativo è riportato per il 2010 il i valore del nuovo indice per i corsi d’acqua LIMeco calcolato ai sensi del DM 260/10. Nella tabella seguente è indicato l’andamento degli indicatori di qualità dell’acqua in corrispondenza delle della stazione 96 nell’arco temporale disponibile: periodo 2000 – 2013.

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Tabella 4.14 - Classificazione 2000 – 2013. Astichello (stazione 96)

NH4

NO3

-

-

O2

IBE

Anno

ECOL.

STATO

punti P punti

punti COD punti

CLASSE IBE CLASSE

punti BOD5 punti CLASSE LIM

v. soglia (*) v. soglia

punti % sat.% punti

Conc. Inq. > > Inq. Conc.

punti N punti E. coli punti AMB. STATO

punti N punti

SOMME (LIM) SOMME

2000 ------135 4 5 IV - - SCADENTE

2001 ------220 3 6 III - - SUFFICIENTE

2002 ------250 3 6 III - - SUFFICIENTE

2003 ------210 3 6 III - - SUFFICIENTE

2004 ------230 3 6 III - - SUFFICIENTE

2005 ------190 3 6 III - - SUFFICIENTE

2006 ------150 3 6 III - - SUFFICIENTE

2007 20 20 20 40 20 40 10 170 3 6 III 3 NO SUFFICIENTE

2008 40 20 40 80 40 40 20 280 2 6 III 3 NO SUFFICIENTE

2009 40 20 40 80 20 40 10 250 2 8 II - - BUONO

2010 40 20 40 80 40 40 10 270 2 8 II - - BUONO

2011 40 20 20 80 40 40 20 260 2 8 II - BUONO

2012 20 20 20 80 40 20 10 210 3 6 III - - SUFFICIENTE

2013 20 20 20 80 40 40 10 230 3 6 III SUFFICIENTE

(*) Confronto della concentrazione media annua con gli standard di qualità della tab. 1/A parte III D.Lgs 152/06 Fonte: ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013 e dati Quadro Conoscitivo Regionale

Il valore del LIM per quanto riguarda la stazione 96 “Astichello” al 2013 è risultato “3”. Ciò significa che la qualità delle acque è sufficiente e che l’ambiente risulta inquinato, ma non con livelli significativi. La qualità delle acque è influenzata dalle condizioni del bacino di monte e si rileva la presenza di inquinanti di sintesi di origine agricola. La stazione ha registrato valori dei macrodescrittori in miglioramento tra 2012 e 2013, mentre l’analisi dell’indice LIMeco evidenzia una condizione sufficiente dello stato ecologico delle acque superficiali dell’Astichello: lo stato ecologico era “sufficiente” nell’anno 2012 ed è ancora “sufficiente” nell’anno 2013.

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Monitoraggio delle sostanze pericolose Nelle due tabelle che seguono si riportano i risultati del monitoraggio dei microinquinanti previsti dal Decreto Ministeriale 260/10 nel bacino del Bacchiglione, in corrispondenza della stazione n. 96 nell’anno 2013. Nella prima tabella sono riportate le sostanze dell’elenco di priorità indicate dalla tabella 1/A, allegato 1 del D.M. 260/10, mentre nella seconda tabella sono indicati i principali inquinanti non appartenenti all’elenco di priorità indicati dalla tabella 1/B. I risultati sono stati ricavati dal documento ARPAV - Stato delle acque superficiali del Veneto, anno 2013.

Tabella 4.17 – Monitoraggio delle sostanze prioritarie Bacino del Bacchiglione – stazione n. 96

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Attraverso la colorazione delle celle, che segue i criteri riportati in calce alla tabella, sono evidenziati i casi in cui è stata riscontrata la presenza al di sopra del limite di rivelabilità per le sostanze considerate o il superamento degli standard di qualità.

Tabella 4.18 – Monitoraggio delle sostanze non prioritarie Bacino del Bacchiglione – stazione n. 96

84

Le acque sotterranee Un ulteriore elemento che caratterizza il territorio comunale è costituito dal fatto di localizzarsi a cavallo del limite inferiore della “fascia delle risorgive”. Si tratta di emergenze delle acque della falda freatica legate, nell’ambito del territorio comunale, all’intersezione tra la superficie dell’acquifero indifferenziato e quella topografica (risorgive di "emergenza"). Costituiscono una fascia praticamente continua che si sviluppa nella pianura veneta con una larghezza compresa tra 2 e 10 km e danno origine ad un proprio reticolo idrografico. In questo settore della pianura alluvionale si è già in gran parte realizzata la differenziazione dell’acquifero freatico, alloggiato nel materasso alluvionale dell’Alta Pianura, in un sistema multifalde costituito da acquiferi sovrapposti, alloggiati in orizzonti granulari permeabili e separati da livelli di terreni più fini, praticamente impermeabili. Tale differenziazione inizia già qualche chilometro a monte del limite superiore della fascia delle risorgive per la presenza di un livello argilloso sufficientemente continuo ed esteso, posto a circa 35 m di profondità. Si è quindi in presenza di una serie di acquiferi sovrapposti (in pressione – artesiani o risalenti) di cui il più superficiale (freatico o risalente) si colloca a una profondità limitata dal piano campagna. Si tratta comunque di un serbatoio idrico unitario, in cui la falda libera dell’alta pianura regola dal punto di vista idraulico le variazioni delle riserve idriche più a valle mentre le risorgive ne costituiscono lo sfioratore. La sua alimentazione deriva principalmente dalle dispersioni dei corsi d’acqua, naturali o artificiali, dagli apporti diretti dell’irrigazione e, subordinatamente, dalle precipitazioni. Molto meno rilevanti sono gli apporti superficiali e/o sotterranei provenienti dai versanti. Per tale caratterizzazione dell’acquifero superficiale (direttamente interessato dagli interventi urbanistici) si è utilizzata l’analisi geologica effettuata con il PRG del 2005. Tali valori si basano sui dati riportati nel P.R.G. 1988, relativi a misure freatimetriche effettuate nei mesi di maggio-giugno 1988. Lo studio geologico redatto per il PAT ha ritenuto opportuno utilizzare tali valori poiché le misure effettuate nei mesi di gennaio e marzo 2005 coprono solo un settore molto limitato del territorio comunale in quanto nella rimanente parte del Comune non si sono individuati pozzi misurabili.

Qualità delle acque sotterranee Per i dati recenti sulla qualità delle acque sotterranee è stato fatto riferimento ai punti di monitoraggio ARPAV posti nei comuni limitrofi a Monticello, in quanto non sono presenti punti di monitoraggio interni al territorio comunale. In questi termini sono stati considerati i pozzi di Sandrigo (140) e Dueville (38). Lo stato chimico delle Acque Sotterranee che emerge dal monitoraggio 2014 dei due punti è buono, con impatto antropico ridotto, sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche.

Numero Profondità Comune Acquifero X_GBO Y GBO QUOTA P.R. QUOTA P.C. pozzo (m) SANDRIGO 140 falda libera 22,25 1700766 5060877 89,03 88,24

Numero Profondità Comune Acquifero X_GBO Y GBO QUOTA P.R. QUOTA P.C. pozzo (m) DUEVILLE 38 falda libera 10,5 1.699.828 5.058.021 67,61 66,75

Fonte: dati ARPAV

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I dati ARPAV forniscono i valori circa il livello statico ed il livello da piani di riferimento relativi.

COMUNE N. POZZO DATA RILEVAZIONE LIVELLO STATICO m.s.l.m. LIVELLO DA PR SANDRIGO 140 24/01/2000 69,48 -19,55 SANDRIGO 140 17/04/2000 69,98 -19,05 SANDRIGO 140 11/07/2000 68,73 -20,3 SANDRIGO 140 07/11/2000 72,83 -16,2 SANDRIGO 140 12/02/2001 73,33 -15,7 SANDRIGO 140 17/04/2001 73,16 -15,87 SANDRIGO 140 31/07/2001 68,98 -20,05 SANDRIGO 140 26/11/2001 67,11 -21,92 SANDRIGO 140 28/01/2002 - - SANDRIGO 140 22/04/2002 69,23 -19,8 SANDRIGO 140 22/07/2002 72,88 -16,15 SANDRIGO 140 04/11/2002 71,73 -17,3 SANDRIGO 140 29/01/2003 72,16 -16,87 SANDRIGO 140 06/05/2003 68,16 -20,87 SANDRIGO 140 21/07/2003 - - SANDRIGO 140 03/11/2003 - - SANDRIGO 140 26/01/2004 70,67 -18,36 SANDRIGO 140 04/05/2004 74,35 -14,68 SANDRIGO 140 03/08/2004 70,1 -18,93 SANDRIGO 140 08/11/2004 69,23 -19,8 SANDRIGO 140 03/02/2005 - - SANDRIGO 140 03/05/2005 - - SANDRIGO 140 02/08/2005 67,68 -21,35 SANDRIGO 140 03/11/2005 72,03 -17 SANDRIGO 140 27/04/2006 72,75 -16,28 SANDRIGO 140 01/08/2006 67,57 -21,46 SANDRIGO 140 23/11/2006 - - SANDRIGO 140 23/02/2007 - - SANDRIGO 140 09/05/2007 67,43 -21,6 SANDRIGO 140 23/07/2007 68,91 -20,12 SANDRIGO 140 12/11/2007 - - SANDRIGO 140 04/02/2008 69,68 -19,35 SANDRIGO 140 05/05/2008 72,05 -16,98 SANDRIGO 140 21/07/2008 72,63 -16,4 SANDRIGO 140 18/11/2008 71,23 -17,8 SANDRIGO 140 09/02/2009 73,92 -15,11 SANDRIGO 140 20/04/2009 75,03 -14 SANDRIGO 140 09/11/2009 68,43 -20,6 SANDRIGO 140 01/02/2010 71,43 -17,6 SANDRIGO 140 20/04/2010 72,03 -17 SANDRIGO 140 21/08/2010 71,03 -18 SANDRIGO 140 18/11/2010 75,13 -13,9 SANDRIGO 140 09/02/2011 74,03 -15 SANDRIGO 140 27/04/2011 72,73 -16,3 SANDRIGO 140 26/07/2011 69,63 -19,4 SANDRIGO 140 02/11/2011 76,73 -12,3 SANDRIGO 140 03/02/2012 - - SANDRIGO 140 17/04/2012 - - SANDRIGO 140 16/07/2012 69,63 -19,4 SANDRIGO 140 31/10/2012 68,43 -20,6

86

SANDRIGO 140 30/01/2013 71,73 -17,3 SANDRIGO 140 16/04/2013 75,3 -13,73 SANDRIGO 140 15/07/2013 73,68 -15,35 SANDRIGO 140 05/11/2013 69,13 -19,9 P.R.= punto di riferimento. E' un punto fisso, quotato (m. s.l.m.), che può o meno coincidere col piano campagna (P.C.), dal quale vengono effettuate le misure freatimetriche e piezometriche.

Di seguito si riporta il diagramma piezometrico per gli anni compresi tra il 2000 e il 2013. In questo modo è possibile osservare il livello statico relativo anche a soglie storiche più recenti.

COMUNE N. POZZO DATA RILEVAZIONE LIVELLO STATICO m.s.l.m. LIVELLO DA PR DUEVILLE 38 24/01/2000 58,14 -9,47 DUEVILLE 38 17/04/2000 58,14 -9,47 DUEVILLE 38 12/07/2000 57,21 -10,4 DUEVILLE 38 07/11/2000 59,39 -8,22 DUEVILLE 38 12/02/2001 59,61 -8 DUEVILLE 38 17/04/2001 59,36 -8,25 DUEVILLE 38 31/07/2001 57,91 -9,7 DUEVILLE 38 26/11/2001 - - DUEVILLE 38 28/01/2002 - - DUEVILLE 38 22/04/2002 58,31 -9,3 DUEVILLE 38 22/07/2002 59,36 -8,25 DUEVILLE 38 04/11/2002 58,71 -8,9 DUEVILLE 38 29/01/2003 59,41 -8,2 DUEVILLE 38 06/05/2003 - - DUEVILLE 38 21/07/2003 - - DUEVILLE 38 03/11/2003 - - DUEVILLE 38 26/01/2004 58,34 -9,27 DUEVILLE 38 04/05/2004 59,86 -7,75 DUEVILLE 38 03/08/2004 58,29 -9,32 DUEVILLE 38 08/11/2004 58,36 -9,25 DUEVILLE 38 03/02/2005 58,31 -9,3 DUEVILLE 38 03/05/2005 58,41 -9,2 DUEVILLE 38 02/08/2005 - - DUEVILLE 38 03/11/2005 58,66 -8,95 DUEVILLE 38 17/02/2006 57,6 -10,01 DUEVILLE 38 02/05/2006 59,83 -7,78 DUEVILLE 38 01/08/2006 - - DUEVILLE 38 23/11/2006 - - DUEVILLE 38 23/02/2007 - - DUEVILLE 38 09/05/2007 - - DUEVILLE 38 23/07/2007 57,59 -10,02 87

DUEVILLE 38 12/11/2007 - - DUEVILLE 38 11/02/2008 58,01 -9,6 DUEVILLE 38 29/04/2008 59,36 -8,25 DUEVILLE 38 29/07/2008 58,91 -8,7 DUEVILLE 38 12/11/2008 58,58 -9,03 DUEVILLE 38 09/02/2009 59,86 -7,75 DUEVILLE 38 20/04/2009 59,81 -7,8 DUEVILLE 38 27/07/2009 58,21 -9,4 DUEVILLE 38 02/11/2009 - - DUEVILLE 38 01/02/2010 58,91 -8,7 DUEVILLE 38 21/04/2010 58,61 -9 DUEVILLE 38 26/07/2010 58,41 -9,2 DUEVILLE 38 18/11/2010 60,01 -7,6 DUEVILLE 38 10/02/2011 59,21 -8,4 DUEVILLE 38 27/04/2011 58,71 -8,9 DUEVILLE 38 26/07/2011 59,11 -8,5 DUEVILLE 38 31/10/2011 61,51 -6,1 DUEVILLE 38 31/01/2012 - - DUEVILLE 38 20/04/2012 - - DUEVILLE 38 24/07/2012 58,81 -8,8 DUEVILLE 38 29/10/2012 - - DUEVILLE 38 30/01/2013 58,71 -8,9 DUEVILLE 38 16/04/2013 59,96 -7,65 DUEVILLE 38 15/07/2013 59,05 -8,56 DUEVILLE 38 06/11/2013 58,8 -8,81 P.R.= punto di riferimento. E' un punto fisso, quotato (m. s.l.m.), che può o meno coincidere col piano campagna (P.C.), dal quale vengono effettuate le misure freatimetriche e piezometriche.

Di seguito si riporta il diagramma piezometrico per gli anni compresi tra il 2000 e il 2013. In questo modo è possibile osservare il livello statico relativo anche a soglie storiche più recenti.

Si riportano di seguito i valori degli indici SCAS. L’indicatore dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) esprime in maniera sintetica la qualità chimica delle acque di falda, a partire dalla determinazione di sette parametri di base (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati e ione ammonio) e di altri inquinanti organici e inorganici, detti addizionali, scelti in relazione all'uso del suolo e alle attività antropiche presenti sul territorio. Nel territorio comunale di Monticello Conte Otto, a poche centinaia di metri dai pozzi dell’acquedotto, è ubicato un pozzo artesiano della rete di monitoraggio, profondo 95 metri, e captante la stessa falda utilizzata a scopi idropotabili, con caratteristiche chimiche in classe 2 (le concentrazioni di nitrati in tale area variano da 5 a 7 mg/L). I parametri forniti da ARPAV sono riferiti al pozzo appena descritto.

Comune N. Pozzo Acquifero Profondità (m) X_GBO Y_GBO MONTICELLO CONTE OTTO 164 artesiano 95 1700796,19 5054071,26

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Tali dati si riferiscono ad analisi svolte prima dell'entrata in vigore del D.lgs. n. 152 del 3 aprile 2006, pertanto i valori misurati vanno rapportati ai limiti del DL 152/99. Alla concentrazione ritrovata nel campione d'acqua, per ciascun parametro, è associata una delle 4 classi di qualità: la classe 1 è la migliore (nessuna evidenza di impatto antropico), la 4 la peggiore; la classe 0 è utilizzata in caso di inquinamento naturale nelle acque sotterranee. Al punto di misura è attribuita la classe peggiore ritrovata, tra tutti i parametri chimici esaminati.

Prov. ISTAT Comune Comune Cod. Stazione Profondità (m) Acquifero Anno SCAS Base Addizionali RO 029041 ROVIGO 164 95 artesiano 2000 2 NO3 - RO 029041 ROVIGO 164 95 artesiano 2001 2 NO3 -

Fonte: dati ARPAV

I dati riportati evidenziano un valore dell'indice SCAS pari a 2 che sta ad indicare un impatto antropico ridotto o sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche. Tali analisi sono utili per evidenziare la presenza di inquinamento di origine antropica (civile o produttiva) o di origine naturale. Per esempio la presenza di azoto ammoniacale può derivare da un inquinamento di origine civile, dall'uso di concimi di sintesi a base di urea, essere un inquinante naturale in acquiferi specifici; la presenza di azoto nitrico è indicatore di inquinamento organico (civile ed industriale) ed agricolo (fertilizzanti, zootecnia, dilavamento); i cloruri sono indicatori del fenomeno della salinizzazione, infatti sono abbastanza comuni nelle zone costiere dove le falde di acqua dolce possono venire a contatto con quelle marine; la presenza di metalli o di composti organoalogenati rappresenta un segnale della presenza di immissioni, da parte di sorgenti e processi differenti, di sostanze inquinanti tossiche; i pesticidi provengono principalmente da attività agricole o zootecniche.

Rischio di percolamento dell’azoto La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli, effettuata attraverso lo spandimento degli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e delle piccole aziende agroalimentari, è oggetto di una specifica regolamentazione volta a salvaguardare le acque sotterranee e superficiali dall'inquinamento causato, in primo luogo, dai nitrati presenti nei reflui. La direttiva comunitaria 91/676/CEE ha dettato i principi fondamentali a cui si è uniformata la successiva normativa nazionale, ovverosia il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e il decreto ministeriale 7 Aprile 2006. La direttiva comunitaria ha previsto: - una designazione di "Zone Vulnerabili da Nitrati" di origine agricola (ZVN)", nelle quali vi è il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari, fino un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro; - la regolamentazione dell'utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e dei reflui aziendali, con definizione dei "Programmi d'Azione", che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali spandimenti. La prima designazione delle ZVN del Veneto è stata effettuata con il decreto legislativo n. 152/99. Alla prima designazione sono seguiti ulteriori provvedimenti per il completamento dell'individuazione di tali zone. In relazione all’allegato A al Decreto n.8 del 10/07/2012, il territorio comunale di Monticello Conte Otto non è stato inserito nelle zone vulnerabili.

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Le disposizioni contenute nel Titolo V della DGR 2495/2006, (in seguito completata ed integrata dalla DGR 2439/2007), regolamentano l'utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici, delle acque reflue e dei concimi azotati e ammendanti organici di cui al D.lgs. 217/2006, nelle zone designate vulnerabili da nitrati di origine agricola e sono volte in particolare a:

a) proteggere e risanare le zone vulnerabili dall'inquinamento provocato da nitrati di origine agricola;

b) limitare l'applicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dell'equilibrio tra il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e l'apporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla fertilizzazione, in coerenza anche con il CBPA di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 152 del 1999;

c) promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto agricoltura-ambiente, tra cui l'adozione di modalità di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere, già nella fase di produzione, le escrezioni di azoto.

Fonte: Elaborazione Sistema s.n.c su dati quadro conoscitivo

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Acquedotti e fognature

Acque potabili e sistema acquedottistico Monticello Conte Otto appartiene all’AATO Bacchiglione; la gestione del ciclo integrato dell’acqua è affidato ad Acque Vicentine S.p.A., a cui compete, tra l’altro, la gestione delle fonti di approvvigionamento idropotabile. Il territorio comunale presenta il 98% della popolazione connesso alla rete acquedottistica, con un valore di perdite della rete stimato al 32,9%. La parziale mancanza di acquedotto è dovuta all’utilizzo da parte dei cittadini di pozzi privati. Monticello Conte Otto insieme ai Comuni di , Caldogno, Quinto Vicentino e Sandrigo fa parte delle aree della provincia di Vicenza dove è più accentuata la consuetudine da parte dei cittadini di attingere autonomamente l’acqua della falda freatica. Per migliorare la qualità dell'acqua a servizio degli utenti e per aumentare l'affidabilità del sistema, Acque Vicentine nell’ambito del piano operativo degli investimenti 2009-2011, ha avviato il collegamento della rete dell’acquedotto di Vicenza con l'impianto Molino dell'Abbadia di Monticello Conte Otto.

Caratteristiche medie dell’acqua distribuita a Monticello Conte Otto parametro u.m. valore V.d.P. Torbidità NTU 0,3 (1) Attività ioni idrogeno pH 7,5 (6.5 ÷ 9.5) Conduc. elettrica specifica a 20 °C µS/cm 485 (2500) Durezza totale in gradi francesi 28,0 (15 ÷ 50) Residuo conduttometrico mg/l 330 -- Ossidabilità secondo Kübel mg/l < 0.5 (5.0) Calcio mg/l 69,1 - Magnesio mg/l 26,0 - Sodio mg/l 3 (200) Potassio mg/l 0,5 - Bicarbonati mg/l 285 - Cloruri mg/l 11 (250) Nitrati mg/l 19 50 Solfati mg/l 22 (250) Ammoniaca mg/l < 0.05 (0.50) Nitriti mg/l < 0.02 0.50 Fluoruri mg/l < 0.1 (1.50) Cloro residuo mg/l < 0,1 (0.2) Arsenico ug/l 1 10 Ferro totale ug/l 5 (200) Manganese ug/l < 1 (50) Coliformi totali in 100 ml 0 (0) Escherichia coli in 100 ml 0 0 Enterococchi in 100 ml 0 0 Carica batterica a 37 °C In 1 ml 4 - Carica batterica a 22 °C In 1 ml 7 -

Fonte: Acque Vicentine S.p.A. (2015)

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Sistema fognario La fognatura comunale fa parte dello schema intercomunale di Vicenza-Monticello Conte Otto che fa capo all’impianto di depurazione “Città di Vicenza” sito in via Casale nel Comune di Vicenza. In quest’ultimo impianto, in particolare, viene svolta l’attività di depurazione dei reflui urbani della parte est della città di Vicenza e di parte dei reflui dei Comuni di Dueville, e Monticello Conte Otto convogliati a mezzo fognature, nonché le attività di trattamento di rifiuti liquidi e fanghi per il conferimento finale ad impianti di smaltimento. La rete di raccolta è di tipo prevalentemente separato, si sviluppa per complessivi 45,5 km circa tra collettori principali e rete secondaria. La rete è stata realizzata utilizzando condotte in cemento (45%), gres (29%), PVC (13%) e ghisa (13%). La percentuale della popolazione allacciata alla rete di fognatura è pari all’ 97,1%. La rete delle “acque nere”, convoglia gli scarichi a due depuratori: uno nella zona industriale di Cavazzale, a servizio esclusivo della stessa, un secondo a Vicenza in località Casale che raccoglie tutto il resto dei reflui comunali. L’utilizzo dell’impianto di strada di Casale nel Comune di Vicenza è seguito alla razionalizzazione delle rete di Monticello Conte Otto, attraverso la dismissione dei depuratori siti nelle località “Maglio” e “Saviabona”.

Indirizzo AE Classificazione dep. Tipo impianto Ricettore Via Progresso – Monticello Conte 2° CAT. TIPO C FINO C FINO 300 - Fiume Astichello Otto 1000AE Fiume Strada di Casale - Vicenza 252.000 1^ CATEGORIA >13.000 AE Bacchiglione

Fonte: Quadro conoscitivo della Regione Veneto e Comune di Monticello Conte Otto

Valutazione dei carichi inquinanti potenziali

Il "carico organico potenziale" indica la stima dei carichi totali organici prodotti nell'area geografica di riferimento espressi come abitanti equivalenti (AE). L'abitante equivalente corrisponde, per definizione di Legge, al carico organico biodegradabile che ha una richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi/giorno (art 2 D.lgs. 152/1999). Il carico organico è immesso nelle matrici ambientali sia attraverso sorgenti puntuali sia attraverso sorgenti diffuse ed ha l'effetto di ridurre l'ossigeno disciolto. Sono fonti di carico organico i settori: civile (popolazione residente e fluttuante) per le deiezioni del metabolismo umano, industriale in relazione al contenuto organico dei reflui finali e zootecnico per effetto delle deiezioni animali. Il "carico trofico potenziale" è la stima dei carichi totali di sostanze eutrofizzanti di Azoto e Fosforo, potenzialmente immesse nell'ambiente idrico di riferimento. I carichi suddetti possono giungere ai corpi idrici sia attraverso sorgenti puntuali (scarichi civili e industriali) sia diffuse, soprattutto per effetto del dilavamento delle superfici agricole da park delle acque meteoriche o irrigue. Le principali fonti di sostanze eutrofizzanti sono il settore zootecnico, quello agricolo, gli scarichi civili ed alcuni settori industriali. I carichi civili totali sono dati dalla somma dei carichi della popolazione residente e della popolazione fluttuante (composta principalmente dagli afflussi turistici), e rappresentano i contributi potenzialmente immessi nei corpi idrici (carichi organici espressi come BOD5 e COD ed i carichi di nutrienti espressi come Azoto e Fosforo), a prescindere dalle quantità rimosse con i sistemi di depurazione. I carichi industriali vengono calcolati a partire dagli elenchi delle aziende autorizzate allo scarico in corpo idrico superficiale o sul suolo. L'attività agricola utilizza l'Azoto ed il Fosforo dei fertilizzanti come elementi nutritivi fondamentali per soddisfare i fabbisogni delle piante coltivate. La loro applicazione ai terreni varia in relazione a fattori ambientali (suolo e clima) e agronomici (tipo di coltura, produzione attese, pratiche agricole, etc.). L'Azoto e il Fosforo utilizzati per la concimazione delle colture possono essere di due tipi in funzione della provenienza: - Azoto e Fosforo da concimi minerali od organici acquistati sul mercato;

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- Azoto e Fosforo da deiezioni zootecniche, cioè letami o liquami provenienti dall'allevamento aziendale o da allevamenti terzi.

Sia i concimi di sintesi che quelli naturali concorrono a determinare le quantità di Azoto e Fosforo applicate a terreno; insieme contribuiscono, in funzione del tipo di coltura e di pratiche colturali, di suolo e condizioni meteorologiche, ai rilasci verso i corpi idrici sotterranei per effetto dei fenomeni di percolazione, e superficiali per effetto dei processi di ruscellamento. Il calcolo dell'Azoto e Fosforo in eccesso (surplus) è dato dalla differenza tra Azoto e Fosforo totali apportati e rispettive asportazioni in funzione delle colture e delle superfici relative. Per ogni Comune, il Piano di Tutela delle Acque ha calcolato il totale di abitanti equivalenti di origine civile ed industriale che deriva dalle attività economiche presenti nel suo territorio. Ipotizzando una distribuzione omogenea delle attività nel territorio comunale; i dati sono stati ripartiti per bacino secondo la percentuale di appartenenza del territorio comunale ad uno o più bacini idrografici. I carichi totali potenziali per bacino, derivanti dai settori civile, industriale e agro-zootecnico espressi in tonnellate/anno sono riportati in seguito.

Popolaz. Bacino Popolaz. residente Popolaz. fluttuante residente + idrografico (AE) media annua (AE) BOD5 (t/a) COD (t/a) N (t/a) P (t/a) fluttuante (AE)

BRENTA 1.451.465 62.621 1.514.086 33.158 71.313 6.813 908

TOTALE 4.527.352 339.346 4.866.698 106.581 229.221 21.900 2.920

Settore Settore industriale Bacino industriale in BOD5 in fognatura (AE) BOD5 (t/a) N (t/a) P (t/a) N (t/a) P (t/a) Idrografico corpo idrico (AE) (t/a)

BRENTA 3.313.998 72.577 19.711 2.023 868.642 19.023 2.422 382 TOTALE 16.247.826 355.827 114.934 10.539 3.817.236 83.597 12.145 2.354 Fonte: dati Piano di Tutela delle acque del Veneto

La tabella seguente evidenzia il carico potenziale organico ed industriale per Monticello Conte Otto in relazione ad i dati Forniti dal Quadro Conoscitivo regionale.

Popolazione Popolazione Carico Carico Superficie Cod. Residente Fluttuante mecca potenziale organico Prov Anno NOME SAU da Comune ISTAT 2001 media annua organico Industriale ISTAT (abitanti) (presenze/365) Civile AE AE Monticello VI 2001 024067 Conte 8.790 9 740,71 8.799 15.714 Otto

Si riportano di seguito il calcolo del Carico potenziale trofico Civile, agro-zootecnico ed industriale di azoto e fosforo, specifico per il Comune di Monticello Conte Otto, così come riportato dal QC regionale.

Carico Carico Carico Carico Carico Potenziale Carico Potenziale Potenziale Potenziale Potenziale Agro- Potenziale Agro- Trofico Trofico Industriale Trofico Trofico Zootecnico Zootecrico Industriale FOSFORO Civile Civile AZOTO FOSFORO AZOTO t/a AZOTO t/a FOSFORO t/a t/a t/a t/a 39,6 5,3 221,3 100,6 86,6 7,7 Fonte: dati Quadro Conoscitivo Regione Veneto

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4.6.4 Suolo e sottosuolo

Inquadramento geomorfologico Da un punto di vista geomorfologico, trattandosi di un territorio completamente pianeggiante, le forme morfologiche si presentano nel complesso limitate e la maggior parte di esse risulta più o meno direttamente connessa al particolare contesto idrogeologico-idraulico locale e consiste prevalentemente in forme ricollegabili alla dinamica fluviale.

Vengono individuati in particolare i seguenti elementi: - Forme strutturali - Forme fluviali - Forme antropiche

Forme strutturali Dall’analisi dell’andamento della superficie topografica, pur con frequenti irregolarità dovute a depressioni e contropendenze, si evidenzia una diminuzione dell’altimetrica complessiva da nord verso sud con un gradiente topografico piuttosto variabile e fortemente condizionato dall’assetto morfologico locale. Si passa, infatti, da valori minimi di poco superiori ad 1% a valori massimi anche superiori a 2.5%, fino a pendenze estremamente elevate in corrispondenza del gradino morfologico verso l’Astichello. Dall’esame della tavola della geomorfologia risulta ben visibile la presenza di tre zone altimetricamente diverse, sviluppate secondo un andamento meridiano. Si individuano, in particolare, due zone “ribassate”, ad ovest e ad est, la cui presenza concorre a formare nel settore centrale una zona rilevata che si estende dal limite settentrionale del territorio comunale fino alle località di Cavazzale e di Monticello, proseguendo poi fino all’estremità meridionale.

Forme fluviali Tali elementi costituiscono le forme morfologiche più caratterizzanti e risultano ben individuabili dall’andamento della superficie topografica. Alcuni elementi interessano ampie porzioni del territorio comunale, altri risultano più localizzati. Elementi morfologici che danno un’impronta peculiare al territorio comunale sono dati dalle tracce di corsi fluviali estinti (paleoalvei): - una prima, del T. Astico, che attraversa l’intero settore orientale del territorio comunale interessando la frazione di Vigardolo, è evidenziata da una fascia di larghezza compresa tra 500 m e 1.200 m e depressa di circa 2 m rispetto al settore centrale; essa rappresenta un ramo delle ultime divagazioni dell’Astico; - una seconda, è localizzata al limite occidentale del Comune, in corrispondenza dell’alveo attuale del F. Astichello, in cui il piano campagna risulta ribassato mediamente di circa 5-7 m rispetto al settore centrale; l’andamento sembra corrispondere ad un antico corso del Brenta.

Tra le forme localizzate sono stati individuati: - il ciglio fluviale attuale del fiume Astichello ed un breve tratto di quelli del Rio Storto di Cavazzale; - le aree depresse in pianura alluvionale, forme originate in prevalenza dalle diverse modalità deposizionali dei terreni alluvionali, ma talora legate anche ad interventi di urbanizzazione. In particolari condizioni idrogeologiche-idrauliche, tali aree possono essere soggette a condizioni di drenaggio superficiale difficoltoso.

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Forme antropiche Con tale elemento si individuano gli interventi dell’uomo sul territorio che riguardano essenzialmente opere di difesa o di regimazione idrauliche o inerenti alla viabilità. Si rilevano, in particolare: - alcuni brevi tratti di argine lungo l’Astichello ed il Rio Pila; - opere di difesa fluviale; - briglie e chiuse, talora associate; - chiuse; - rilevati stradali o ferroviari. Questi ultimi, in particolare, rappresentano elementi non trascurabili nei riguardi del deflusso delle acque superficiali in quanto ne possono modificare, almeno in parte, il normale andamento.

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Figura 4.12 – Carta geomorfologica

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Inquadramento litologico

I terreni quaternari della pianura a nord di Vicenza sono costituiti da materiali detritici continentali di deposito alluvionale, molto variabili dal punto di vista granulometrico e tessiturale, geneticamente legati alla sovrapposizione ed interdigitazione delle conoidi dei corsi d’acqua principali, in particolare del Fiume Brenta e del torrente Astico-Tesina. Il loro spessore, nell’ambito del territorio comunale, raggiunge valori anche superiore ai 200 m. Sulla base della caratteristiche granulometriche e tessiturali dei depositi è possibile distinguere tre diverse zone che si succedono in senso meridiano - a nord, in corrispondenza dell'Alta Pianura (in prossimità dei rilievi), è presente un materasso alluvionale indifferenziato di natura prevalentemente ghiaiosa e ghiaioso-sabbiosa. - procedendo verso sud, all'interno dei materiali granulari si iniziano a delineare lenti e livelli di terreni più fini da sabbioso-limosi a limoso-argillosi che assumono sempre più consistenza e continuità spaziale. Tale differenziazione inizia qualche chilometro a monte del limite settentrionale della fascia delle risorgive per la presenza di un livello argilloso sufficientemente continuo ed esteso, posto a circa 35 m di profondità. - a sud della fascia delle risorgive (Bassa Pianura) le alluvioni più grossolane tendono progressivamente a ridursi o a scomparire, sostituite da terreni granulari più fini, sabbioso-limosi e da materiali limoso-argillosi.

Dal momento che il territorio comunale di Monticello Conte Otto si colloca a cavallo del limite inferiore della fascia delle risorgive, il sottosuolo è caratterizzato da un’alternanza di materiali coesivi e granulari, con passaggi graduali tra i diversi litotipi e contatti normalmente eteropici, legati a fenomeni di interdigitazione dei depositi dei corsi d’acqua principali ed alle divagazioni e/o esondazioni succedutesi nel tempo; la presenza di due “paleoalvei” concorre poi ad aumentare la variabilità litologica. La presenza di queste due “strutture”, ipotizzata sulla base dell’andamento del terreno è confermata dall’analisi delle caratteristiche granulometriche e tessiturali dei depositi. In considerazione del fatto che, nella maggior parte degli interventi, i fenomeni di interazione terreno- struttura si sviluppano principalmente nella porzione superficiale del terreno, la Carta Geolitologica fa riferimento ad una profondità di indagine pari a 7 metri dal piano campagna. La zonizzazione geologico- tecnica delle aree prive di dati geognostici significativi risulta basata su considerazioni di carattere morfologico. I diversi litotipi sono stati raggruppati in funzione di: - processo di messa in posto; - natura litologica; - stato di aggregazione; - comportamento meccanico.

Escludendo i depositi di origine antropica (rilevati, terrapieni), tutti i terreni presenti ricadono nel sotto- tema "materiali alluvionali, morenici, fluvioglaciali, lacustri, paludosi e litorali" e sono costituiti essenzialmente da depositi alluvionali e fluvioglaciali. Il passaggio tra i diversi litotipi è graduale, legato com’è a fenomeni di interdigitazione dei depositi dei corsi d’acqua principali ed alle divagazioni e/o esondazioni succedutesi nel tempo; la Carta Geolitologica distingue comunque le seguenti tipologie: - materiali granulari più o meno addensati dei depositi fluviali e/o fluvioglaciali antichi, - a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa (L-ALL-01); - materiali alluvionali e fluvioglaciali a tessitura prevalentemente limo-argillosa (LALL-05); - materiali alluvionali e fluvioglaciali a tessitura prevalentemente sabbiosa (L-ALL-06); - materiali di deposito superficiale di limitato spessore su vaste aree (L-ALL-10). 97

Figura 4.13 – Carta litologica

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Inquadramento idrogeologico

Nell'ambito del territorio comunale, la rete idrografica si presenta ben sviluppata, l’elevata urbanizzazione di alcuni settori del territorio comunale ha comportato interventi anche consistenti (tombamenti, deviazioni), talora non del tutto adeguati, che possono localmente dar luogo a criticità di natura idraulica. Gli elementi principali (Fiume Astichello e corsi d’acqua di competenza consortile) sono in prevalenza di risorgiva e presentano un regime di tipo perenne. Esiste poi una fitta rete di fossati e scoli agricoli, con funzioni di drenaggio e/o di irrigazione, individuati sulla base di rilievi di campagna ed ulteriormente verificati ed integrati con appositi sopralluoghi: in questi casi il regime risulta invece temporaneo.

Fiume Astichello Scorre con andamento meandriforme al limite occidentale del territorio comunale, segnando il confine con i Comuni di Dueville e Vicenza. Trae origine da risorgive localizzate a sud dell’allineamento Dueville- Povolaro e prosegue poi, con apporti diversi (di risorgiva o scolo), fino a Vicenza dove confluisce nel Bacchiglione.

Corsi d’acqua di competenza consortile Si tratta di un reticolo idrografico variamente sviluppato che interessa l’intero territorio comunale. I corsi d'acqua di competenza consortile con la relativa denominazione, fornita dal Consorzio sono: - la Roggia Lariolo ed il Ramo Lariolo; - la Roggia Tribolo e la Diramazione Tribolo; - la Roggia Degora; - la Roggia Degoretta; - la Roggia dei Gargalini; - il Rio Pila; - il Rio della Pila Vecchia; - il Rio Storto; - il Rio Storto di Cavazzale; - lo Scolo Via Venezia; - lo Scolo Saviabona; - lo Scolo Saviabona Alta 1; - lo Scolo Saviabona Alta 2.

I corsi d’acqua principali (Rogge Lariolo, Tribolo, Degora, ecc.) sono alimentati da risorgive e sono caratterizzati da un regime di deflusso permanente; gli altri presentano invece carattere temporaneo. Sulla base dei rilievi di campagna, integrati dai dati disponibili, i sistemi idrografici afferenti ai principali recettori superficiali; sono così distinti: - il sistema del Fiume Astichello, comprendente oltre all’Astichello, il Rio Pila, l’Affluente Rio Pila, il Rio della Pila Vecchia, il Rio Storto di Cavazzale, lo Scolo Via Venezia, lo Scolo Saviabona, lo Scolo Saviabona Alta 1, lo Scolo Saviabona Alta 2, nonché altri elementi idrografici minori; - il sistema della Roggia Lariolo, comprendente alcuni elementi idrografici minori; - il sistema della Roggia Tribolo, comprendente il Ramo Lariolo e la Diramazione Tribolo, oltre a numerosi altri elementi idrografici minori; - il sistema del Rio Storto, all’estremità meridionale del territorio comunale, comprendente alcuni elementi idrografici minori; il sistema delle Rogge Degora e Degoretta, comprendente oltre alla Roggia dei Gargalini, numerosi altri elementi idrografici minori. 99

Per quanto riguarda l’aspetto idraulico, si riportano alcuni valori di portata dei corsi d'acqua di risorgiva, riportati in tabella.

Tabella 1 - Valori di portata dei corsi d'acqua di risorgiva (in mc/sec)

UBICAZIONE STAZIONE PORTATA MEDIA SISTEMA IDROGRAFICO PORTATA (I.R.S.A.) DI MISURA (A.I.M.– C.N.R.)

Fiume Astichello (comprendente tutti gli Vicenza 3.81 affluenti) Fiume Astichello 1.02 (comprende il Rio Pila e Via Chiuppese (di cui 0.56 di risorgiva) l’Affluente del Rio Pila) Roggia Riello (comprende il Rio Storto e la Roggia Lariolo Vicenza 0.04 p.p.) Roggia Caveggiara (comprende A valle della S.S. Vicenza- 0.02 la Roggia Lariolo p.p.) Cittadella Roggia Lariolo Via Parmesana 0.10 Roggia Tribolo Vigardolo 0.41 Roggia Degora (comprendente la Roggia Vigardolo 0.17 Degoretta p.p.) Roggia Tribolo (comprende la Roggia Degora A nord di Bertesinella 0.77 e la Roggia Degoretta p.p.) Fonte: Relazione Geologica 2012 dati A.I.M. – C.N.R. (1976-1980) e Quaderni I.R.S.A. (autunno-inverno 1975-76)

Dalla tabella emerge come il maggior contributo idrico provenga dal F. Astichello mentre sono molto limitati gli apporti dei sistemi Lariolo – Rio Storto – Degora e Degoretta, che svolgono prevalentemente funzione di scolo. I valori in tabella sono comunque da ritenersi puramente indicativi per il fatto di comprendere elementi idrografici diversi, essere riferiti a differenti periodi di misurazione nonché a stazioni di misura ubicate diversamente. Riferendosi, inoltre, alle normali oscillazioni delle portate in funzione del regime della falda; essi possono aumentare considerevolmente in caso di episodi di piena particolarmente rilevanti; in questi casi il contributo delle acque di scolo diventa rilevante comportando notevoli incrementi delle portate dei corsi d’acqua, in particolare del F. Astichello, con possibili esondazioni. In relazione alla dinamica delle acque superficiali, anche in rapporto alle condizioni geologiche e morfologiche del territorio, si individuano nel territorio comunale e nella carta idrogeologica: - aree a deflusso difficoltoso; - aree soggette ad inondazioni periodiche.

Le aree a deflusso difficoltoso sono costituite da porzioni di territorio in cui le condizioni morfologiche (zone altimetricamente depresse) unitamente a quelle idrogeologiche (presenza in superficie di terreni a permeabilità da scarsa a nulla) e/o idrauliche (inadeguatezza della rete di scolo) comportano difficoltà di deflusso delle acque superficiali e fenomeni di ristagno idrico. Le aree soggette ad inondazioni periodiche corrispondono all'incirca alla metà del territorio comunale e possono essere ricondotte essenzialmente a due diverse dinamiche: − esondazione dell’Astichello; − esondazione della rete di bonifica e di quella locale (rogge, fossati, scoli);

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Dal punto di vista idrogeologia sotterranea il Comune di Monticello Conte Otto si colloca a cavallo del limite inferiore della fascia delle risorgive, in una zona di transizione tra l'Alta e la Bassa Pianura alluvionale, caratterizzata dalla comparsa di livelli argillosi impermeabili sufficientemente continui ed estesi all’interno dei depositi permeabili. In questo settore della pianura alluvionale si è già in gran parte realizzata la differenziazione tra l’acquifero indifferenziato dell’alta pianura, costituito dal materasso alluvionale ghiaioso/ghiaioso- sabbioso, contenente al suo interno una falda di tipo freatico ed il sistema multifalde, a sud della fascia delle risorgive, ad acquiferi sovrapposti e separati tra loro da orizzonti argillosi; l’acquifero più superficiale (freatico o risaliente) si colloca a profondità limitata dal piano campagna. Si tratta comunque di un serbatoio idrico unitario, in cui la falda libera dell’alta pianura regola dal punto di vista idraulico le variazioni delle riserve idriche più a valle mentre le risorgive ne costituiscono lo sfioratore. La sua alimentazione deriva principalmente dalle dispersioni dei corsi d’acqua, naturali o artificiali, dagli apporti diretti dell’irrigazione e, subordinatamente, dalle precipitazioni. Per quanto riguarda più direttamente il territorio comunale, si è già in condizioni di acquifero multifalde, con una falda superficiale (freatica o debolmente risaliente) a limitata profondità dal piano campagna (talora assente) cui seguono, verso il basso, più falde in pressione (risalienti o artesiane), alloggiate nei livelli più permeabili. Questo contesto è determinato dall’alternanza in senso verticale e da eteropie laterali tra terreni fini limoso-argillosi, a bassa conducibilità idraulica, e terreni granulari permeabili prevalentemente sabbioso-limosi, a tratti con ghiaia. Sulla base dei dati freatimetrici del 1988, le linee isofreatiche. evidenziano la presenza di due marcati assi di drenaggio ad est e ad ovest, in corrispondenza dei paleoalvei, verso cui convergono le direzioni di flusso della falda. Resta così definita, al centro, una fascia rialzata a sviluppo meridiano, che svolge funzione di spartiacque sotterraneo (idrogeologico) e definisce due sottobacini idrogeologici distinti. Per quanto riguarda gli acquiferi profondi risultano individuate almeno sei fasce preferenziali di attingimento sovrapposte, separate da livelli impermeabili o semipermeabili, di spessore variabile tra qualche metro e qualche decina di metri, e localizzate a profondità medie di 30, 50, 90, 120, 160 e 210 m; quelle sui 90, 120 e 160 m sono le più produttive nel vicentino. Gli acquiferi più superficiali (30 e 50 m) sembrano essere in comunicazione idraulica tra loro attraverso strati semipermeabili, tra quelli più profondi la separazione sembra più netta. Dai dati disponibili emerge come l’acquifero soggetto ai maggiori attingimenti risulti ad una profondità compresa tra 107 e 145 m s.l.m.; si tratta della falda più ricca, alloggiata in un livello ghiaioso-sabbioso esteso su tutto il territorio comunale. Per i pozzi più superficiali, i livelli produttivi principali si collocano invece ad una profondità compresa tra 25 ÷ 35 m e 40 ÷ 50 dal p.c., con uno spessore compreso tra 4 e 8 m. Data la potenzialità delle falde, da esse attingono numerosi pozzi sia privati che ad uso di acquedotto pubblico (n.11 pozzi AceGas-APS e n.1 pozzo comunale - “Molino dell’Abbadia”). Mentre i pozzi privati sfruttano tutti gli acquiferi, anche quelli più superficiali, i pozzi pubblici hanno profondità di attingimento comprese in prevalenza tra 108 e 185 m s.l.m.; quella del pozzo comunale “Molino dell’Abbadia” è tra 100 e 110 metri.

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Figura 4.14 – Carta idrogeologica

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Pericolosità idraulica

Pericolosità Idraulica Locale Il P.A.I., a livello di pericolosità idraulica, individua una serie di porzioni a sud ovest del territorio comunale lungo il Fiume Astichello ed una porzione estremamente ridotta del territorio comunale, costituita da una stretta fascia a cavallo del tratto più meridionale della Roggia Tribolo, a sud est. Le aree evidenziate sono classificate come “P1 Area a pericolosità moderata". Il P.T.C.P., oltre alle aree derivate dal P.A.I., individua e classifica le aree a rischio idraulico per fenomeni legati alla rete idrografica di bonifica e minore risultanti dal Piano Provinciale di Emergenza. Relativamente al territorio comunale, viene inserita nella classe R1 "rischio moderato" un’ampia fascia a cavallo del settore centrale del territorio comunale ed una seconda fascia, ad andamento meridiano, lungo il Fiume Astichello. Il Consorzio ha recentemente modificato la perimetrazione delle aree a rischio idraulico, acquisendo quelle riportate nel P.T.C.P.

Nel territorio comunale le principali problematiche dal punto di vista idraulico e/o idrogeologico sono legate in particolare al Fiume Astichello, alla Roggia Lariolo ed al Rio Storto di Cavazzale.  Il Fiume Astichello, di portata normalmente modesta, può dar luogo ad esondazioni in occasione di eventi meteorologici particolarmente intensi, come verificatosi più volte negli ultimi anni.  Anche la Roggia Lariolo, sovraccaricata dagli apporti idrici provenienti da Povolaro, è in qualche punto soggetta ad esondazione. Al fine di mitigare il rischio idraulico dei centri abitati di Cavazzale e Vigardolo, è stato realizzato in loc. Molinetto (estremità settentrionale del Comune), un canale scolmatore per lo smaltimento delle portate di piena.  Le problematiche relative al Rio Storto riguardano invece difficoltà di deflusso; il corso d’acqua risulta infatti intubato in modo pressoché continuo da Via Marco Polo fino allo scarico nell’Astichello, a valle di Cavazzale, con diametri delle condotte tali da non consentire aumenti della portata; la situazione sembra essere stata, almeno in parte risolta, con la realizzazione di una “rete di gronda” con collegamento con l’Astichello;

Altre situazioni localizzate di “sofferenza idraulica” riguardano tratti circoscritti di alcuni elementi della rete idrografica, tra cui: - nodo Degora-Degoretta, all’estremità meridionale della frazione di Vigardolo; - zona industriale di Cavazzale, che scarica gran parte dei surplus idrici nei diversi rami che formano l’Astichello, soggetta a difficoltà di scolo ed a fenomeni di esondazione e per la quale si dovrà prestare particolare attenzione alla manutenzione idraulica oltre che alle caratteristiche qualitative delle acque scaricate.

Alcune di queste situazioni risultano attualmente, almeno in parte, risolte dagli interventi di sistemazione idraulica effettuati nell’ultimo decennio. Spesso la dinamica dei dissesti idraulici, in particolare dei corsi d’acqua minori, risulta legata più semplicemente alla carente manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche, oppure ad interventi idraulici non sufficientemente dimensionati (es. ostruzione degli imbocchi dei tratti intubati o delle condotte fognarie). Questo comporta la necessità di una costante manutenzione del reticolo idrografico minore, operando in modo da non impedirne il regolare deflusso verso i recettori naturali.

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Figura 4.20 - Piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Brenta- Bacchiglione, Carta della pericolosità Idraulica.

Fonte: Autorità di Bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione

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Rischio sismico

Il sisma è un processo estremamente complesso caratterizzato dalla propagazione tridimensionale nel suolo di onde, dovute principalmente ad un rilascio improvviso di energia legato a fenomeni di frattura o movimenti lungo faglie già esistenti della crosta terrestre. Per progettare un edificio antisismico è necessario conoscere il movimento del terreno, indotto dal terremoto, in prossimità dell’edificio. Per le costruzioni in zona sismica, il parametro atto a definire un terremoto viene individuato con l’accelerazione orizzontale massima ag su suolo di categoria A, espresso come frazione dell’accelerazione di gravità g, che questo produce nel substrato con probabilità di accadimento del 10% in 50 anni. A partire da questa osservazione, il territorio italiano è stato suddiviso in 4 zone sismiche aventi diversi valori di ag.

1 >0,25 0,35

2 0,15-0,25 0,25

3 0,05-0,15 0,15

4 <0,05 0,05

Con l'entrata in vigore del D.M. 14 Gennaio 2008, la stima della pericolosità sismica, intesa come accelerazione massima orizzontale su suolo rigido (Vs30>800 m/s), viene definita mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”. Ciò comporta delle non trascurabili differenze nel calcolo dell’accelerazione sismica di base rispetto alle precedenti normative. Con le precedenti normative in campo antisismico, applicando il criterio “zona dipendente” avremmo potuto stimare l’accelerazione di base (senza considerare l’incremento dovuto ad effetti locali dei terreni) in maniera automatica, poiché essa sarebbe stata direttamente correlata alla Zona sismica di appartenenza del Comune (nel caso di Monticello Conte Otto, Zona sismica 3). Con l’entrata in vigore del D.M. 14 Gennaio 2008 la classificazione sismica del territorio è scollegata dalla Zona sismica di appartenenza del Comune: riferimento che rimane solamente per la trattazione di problematiche tecnico-amministrative connesse con la stima della pericolosità sismica. Pertanto (secondo quanto riportato nell’allegato A del D.M. 14 Gennaio 2008) la stima dei parametri spettrali necessari per la definizione dell’azione sismica di progetto viene effettuata calcolandoli direttamente per il sito in esame, utilizzando come riferimento le informazioni disponibili nel reticolo di riferimento riportato nella tabella 1 nell’Allegato B del D.M. 14 Gennaio 2008. Per calare la normativa in ambito locale, va ricordato che la classificazione nazionale e la mappa di pericolosità di cui all’Ordinanza 3519 e alla D.G.R. Veneto n. 71 del 22/01/08, esprimono la sismicità di un’area sulla base dei terremoti avvenuti in epoca storica e della distanza dalle potenziali sorgenti sismogenetiche, senza considerare le caratteristiche locali del territorio che possono modificare il moto sismico atteso, soprattutto in termini di amplificazione. In questi termini le e caratteristiche idrogeologiche del territorio comunale sono: - elevata eterogeneità e scadenti caratteristiche dei terreni di fondazione - ridotta profondità della falda dal piano campagna possono modificare il moto sismico atteso, con possibili fenomeni di amplificazione sismica legati alla eterogeneità dei depositi e fenomeni di liquefazione (presenza di terreni sabbiosi poco addensati e falda superficiale).

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Uso del suolo

Dalle riprese satellitari effettuate nell’ambito del Progetto europeo CORINE-LAND COVER16, emerge che la maggior parte del territorio comunale è occupata principalmente da zone agricole (67,13%): il 77,5% a “terreni arabili in aree non irrigue; l’area rimanente è occupata da zone urbanizzate (30,15%), da infrastrutture (2,60%), da fiumi, torrenti e fossi (0,12%).

Fonte: elaborazione Sistema su dati Corine Land Cover 2012

16 La lettura della copertura del suolo è soggetta ad un certo margine d’errore che dipende dalla tecnologia e dal grado di risoluzione del satellite utilizzato (Landsat D-TM) nel processo di fotorilevazione.

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Il PRG vigente di Monticello Conte Otto, approvato con D.G.R.V. n. 3500 del 30.10.1998 ed adeguato a 31 successive Varianti urbanistiche, la cui ultima approvata è la n. 35/2012, è lo strumento che regola l’organizzazione del territorio comunale secondo la ripartizione sintetizzata nella tabella che segue.

V.A. (mq) Valori % V.A. /STC % V. A. /SAU % produttivo 535.765,21 20,05 5,25 7,70 residenziale 1.526.880,43 57,14 14,97 21,93 servizi 609.498,09 22,81 5,98 8,76 TOTALE 2.672.143,73 100,00 26,20 38,38 SAU da ISTAT 6.961.500 68,25 Altre superfici 3.238.500 31,75 STC (*) da ISTAT 10.200.000 100,00 (*) STC: superficie territoriale comunale Fonte: elaborazione Sistema su dati PRG vigente del Comune di Monticello Conte Otto

I dati presentati restituiscono gli usi del suolo come indicati dal PRG vigente, esso, suddividendo il territorio in zone omogenee per caratteristiche ed usi, permette di avere informazioni per determinare la composizione dei differenti sistemi che caratterizzano Monticello Conte Otto. Le indicazioni dello strumento urbanistico sono state organizzate per grandi categorie omogenee (produttivo, residenziale e servizi), i dati rilevano come circa il 20% delle aree urbanizzate abbia destinazione produttiva, il 57% residenziale e circa il 22% sia costituito da servizi di interesse collettivo. Quest’analisi deve inoltre tener conto delle parti del territorio con valenza naturalistico – ambientale. Esse in prima approssimazione si riferiscono al sistema idrografico, ed in particolare all’ambito del Fiume Astichello che costeggia il confine comunale ad Ovest, ed al sistema agricolo a nord-est e sud-est del centro abitato principale. In particolare si evidenzia come la superficie agricola utilizzata (dati ISTAT 2010) corrisponda al 68,25% del territorio.

Cave attive e dismesse

Nel territorio comunale non sono presenti né cave attive, né cave dismesse.

Discariche

Nel Comune di Monticello Conte Otto non sono presenti discariche.

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4.6.5 Inquinanti fisici

Radiazioni non ionizzanti: elettrodotti ed impianti radio base Le principali sorgenti artificiali nell'ambiente di campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF), ossia con frequenze tra i 100 kHz e i 300 GHz, comprendenti campi elettromagnetici a radio frequenze (100 kHz - 300 MHz) e microonde (300 MHz - 300 GHz), sono gli impianti per radio telecomunicazione. Tale denominazione raggruppa diverse tipologie di apparati tecnologici: - impianti per la telefonia mobile o cellulare, o stazioni radio base (SRB); - impianti di diffusione radiotelevisiva (RTV: radio e televisioni); - ponti radio (impianti di collegamento per telefonia fissa e mobile e radiotelevisivi).

Impianti per la telefonia mobile (Stazioni radio base) Le stazioni radio base (SRB) sono gli impianti della telefonia mobile che ricevono e ritrasmettono i segnali dei telefoni cellulari, consentendone il funzionamento. La propagazione di questi segnali avviene in bande di frequenza diverse, tra i 800 e i 2600 MHz, a seconda del sistema tecnologico utilizzato (GSM, DCS, UMTS e LTE). Una caratteristica fondamentale delle trasmissioni per telefonia cellulare, diversamente da quelle per la diffusione radiotelevisiva, è la bi-direzionalità delle comunicazioni che avvengono tra la rete radiomobile costituita dalle SRB installate in una determinata area ed i terminali mobili (telefoni cellulari) degli utenti. Gli operatori telefonici (gestori) attualmente sul mercato per il traffico pubblico sono quattro: Telecom Italia, Vodafone, Wind e Tre (H3G); i primi tre offrono servizi con tecnologia GSM, DCS, UMTS e LTE mentre l'operatore Tre è esclusivamente dedito al servizio cellulare di terza e quarta generazione (UMTS e LTE). Le SRB sono distribuite sul territorio in maniera capillare in funzione della densità di popolazione, essendo prevalentemente concentrate nelle aree urbane densamente abitate. A seconda del numero di utenti serviti, le SRB sono distanziate tra loro di poche centinaia di metri nelle grandi città fino a diversi chilometri nelle aree rurali. Ogni SRB è in grado di servire una porzione di territorio limitata, detta cella, le cui dimensioni dipendono dalla densità degli utenti da servire nell'area, dall'altezza delle installazioni, dalla potenza impiegata e dalla tipologia dell'antenna utilizzata. Le SRB hanno una diffusione capillare sul territorio in funzione del numero di utenti per far fronte al problema delle molteplici attenuazioni generalmente presenti in ambiente urbano e non (muri, vegetazione, ecc…) e per ottimizzare l'utilizzo delle risorse di frequenza disponibili. Una SRB di un determinato gestore è costituita da uno o più sistemi di diversa tecnologia (GSM, DCS, UMTS, LTE) e quindi diverso range assegnato di frequenza in trasmissione e ricezione, detti servizi. A loro volta, i vari servizi sono composti da una, due o più frequentemente, almeno in ambiente urbano, tre antenne trasmissive, dette celle, diversamente orientate nello spazio al fine di garantire la copertura del servizio nell'area circostante. Le antenne delle SRB tradizionali sono generalmente montate su tralicci o pali o sostegni di altro tipo, quali le torri di acquedotti, installati sul terreno, oppure ancora su paline fissate al tetto di edifici. Le altezze di installazione risultano di norma comprese tra 15 e 50 metri. Su una stessa struttura possono essere presenti più SRB di diversi gestori (co-siting). Le installazioni inoltre possono essere fisse o mobili; queste ultime, in genere costituite da pali cosiddetti carrellati, hanno carattere provvisorio, essendo legate ad esigenze di servizio particolari (manifestazioni, fiere, aree soggette a flusso turistico stagionale). In alcune zone dei centri urbani, alle SRB di tipo tradizionale si affiancano quelle micro e pico-cellulari, ossia sistemi a corto raggio d'azione che garantiscono la copertura del servizio nella aree a maggior 108 traffico telefonico (microcelle) e negli ambienti interni (picocelle: estensori di copertura). Tali sistemi sono caratterizzati da un minor impatto visivo rispetto alle normali SRB e dall'uso di potenze estremamente basse che permettono installazioni anche a pochi metri dal suolo (circa 3 metri), in genere sulla parete di edifici o all'interno di insegne. Nelle SRB, accanto alle antenne trasmissive sono frequentemente presenti parabole per i collegamenti punto-punto (ponti radio) al servizio delle stesse SRB. Le potenze impiegate dalle stazioni radio base variano da qualche milliwatt (nel caso delle micro e pico- celle) ad alcune decine (al massimo un centinaio) di Watt, in base al numero ed alla tipologia di servizi presenti. Questa tipologia di impianti opera con potenze in ingresso ridotte per il principio di funzionamento che li contraddistingue; essendo infatti la comunicazione bidirezionale, un aumento della potenza di trasmissione non consentirebbe di migliorare la qualità del servizio in entrambe le direzioni di comunicazione, ma soltanto in un senso (dalla SRB al cellulare e non viceversa). Il grado di copertura di una determinata area (inteso come qualità sia della trasmissione che della ricezione), oltre che dalla densità degli impianti presenti, dipende anche dalle caratteristiche tecniche delle antenne utilizzate. Tali antenne emettono onde elettromagnetiche in un fascio di irradiazione molto stretto sul piano verticale che si estende invece orizzontalmente quasi parallelamente al terreno permettendo di raggiungere anche gli utenti lontani. Per questo, nelle aree immediatamente al di sotto delle antenne, contrariamente a quanto si pensa comunemente, i livelli di campo elettromagnetico generati sono molto contenuti, così come anche in generale al livello del terreno in tutta l'area circostante. I livelli di emissione di una SRB non sono comunque costanti, ma variano nel tempo in funzione della distanza dei terminali serviti e del numero di utenti del servizio (tipicamente sono più bassi nelle ore notturne). Si rileva in genere una ciclicità giornaliera ed anche settimanale i cui andamenti dipendono anche dalla tipologia e destinazione d'uso dell'area di territorio interessata (residenziale o commerciale) In generale comunque l'altezza delle installazioni, le potenze impiegate e la tipologia delle antenne utilizzate, fanno si che nelle aree circostanti gli impianti per telefonia mobile i valori di campo elettromagnetico risultino ampiamente al di sotto dei valori di riferimento normativo.

Impianti di diffusione radiotelevisiva Gli impianti per diffusione radio e televisiva (RTV) trasmettono onde elettromagnetiche a radiofrequenza con frequenze comprese tra alcune centinaia di kHz e alcune centinaia di MHz. Diversamente dalle SRB, le RTV sono per lo più ubicate in aree collinari, al di fuori dei centri abitati e si caratterizzano generalmente, rispetto a queste ultime, per le potenze in ingresso assai più elevate, che possono raggiungere anche valori dell'ordine delle decine di chilowatt. Tali apparati non hanno infatti una diffusione capillare sul territorio, dovendo diffondere il segnale su aree mediamente estese, con bacini di utenza che spesso interessano anche il territorio di più province. La qualità del segnale e quindi l'ampiezza dell'area di copertura sono proporzionali alla potenza di trasmissione. Sul mercato opera un numero consistente di emittenti radiofoniche e televisive, sia per servizio pubblico che private; queste ultime possono avere ambito di diffusione nazionale o regionale/locale e carattere commerciale o cosiddetto comunitario (emittenti di associazioni e comunità religiose o culturali). Le frequenze di funzionamento per i sistemi analogici variano: per le radio negli intervalli 155 ÷ 26100 kHz (radio AM, a modulazione di ampiezza e 87.5 =108 MHz (radio FM, a modulazione di frequenza, banda commerciale) per le televisioni e da 50 MHz a 870. I sistemi trasmissivi radiotelevisivi possono essere costituiti da una singola antenna o più frequentemente da più antenne distribuite su schiere di elementi, dette cortine o facce, diversamente orientate nello spazio, a formare sistemi d'antenna complessi. Le antenne degli impianti televisivi sono di norma costituite da pannelli singoli o in combinazione tra loro, mentre le antenne radiofoniche sono tipicamente costituite da elementi lineari (antenne filiformi), anch'esse in genere a schiera.

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Ponti radio (Impianti di collegamento) Mentre i sistemi trasmittenti per telefonia mobile e per l'emittenza radiotelevisiva si definiscono di tipo broadcasting (di diffusione), i ponti radio sono impianti di tipo direttivo, che servono per collegare tra loro due punti distanti in visibilità ottica senza ostacoli interposti, emettendo il segnale in fasci di irradiazione molto stretti, sia orizzontalmente che verticalmente. Sono realizzati tramite antenne singole, di tipo parabolico ma non solo, ad elevato guadagno e direttivi e con potenze in ingresso ridotte, in genere inferiori a 10 Watt. Operano a frequenze tipicamente comprese tra 900 MHz e 20 GHz.

Stazioni radio base nel Comune di Monticello Conte Otto Le Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione nei centri abitati, generano maggiore preoccupazione tra i cittadini. Le SRB sono costituite da antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare e da antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest’ultimo. Le antenne possono essere installate su appositi tralicci, o su edifici in modo che il segnale venga irradiato sulla porzione limitata di territorio -cella- interessata dalla copertura. Le frequenze utilizzate sono comprese tra i 800 MHz e i 2600 MHz e le potenze in antenna possono variare tra i 25 Watt (per i sistemi GSM) e circa 70 Watt (per i sistemi TACS). Ogni SRB interessa una porzione limitata di territorio, detta comunemente cella. Al suolo, i livelli di campo elettrico che si riscontrano entro un raggio di 100-200 m da una stazione radio base sono generalmente compresi tra 0.1 e 2 V/m. All'aumentare dell'altezza da terra, il campo elettrico aumenta in quanto ci si avvicina alla direzione di massimo irraggiamento delle antenne trasmittenti (che di solito sono poste a 25-30 m da terra). I ripetitori radiotelevisivi sono spesso situati in punti elevati del territorio, come colline e montagne, perché in grado di coprire ampi bacini di utenza che interessano più province. Gli impianti possono avere potenza superiore al kW; l'intensità di campo elettrico al suolo, entro circa dieci metri dai tralicci di sostegno, può raggiungere valori dell'ordine di decine di V/m. I ripetitori sono generalmente situati lontano dai centri abitati, questo permette di realizzare installazioni conformi alle norme di sicurezza relative all'esposizione della popolazione.

La tabella seguente mostra la distribuzione delle 8 Stazioni Radio Base presenti nell'area del Comune di Monticello Conte Otto.

ID CODICE n DENOMINAZIONE IMPIANTO COMUNE GESTORE IMPIANTO IMPIANTO Monticello Conte 1 14403 VI-193A Cavazzale WIND Otto Monticello Conte 2 3569 VI-5468A Cavazzale VODAFONE Otto Monticello Conte 3 17817 VI-F5 Monticello Conte Otto TELECOM Otto Monticello Conte 4 23470 VI-0456-A FS-Cavazzale VODAFONE Otto Monticello Conte 5 18958 VI-24 Cavazzale TELECOM Otto Monticello Conte 6 5144 VI-3944B Monticello Conte Otto H3G Otto Monticello Conte 7 17356 VI-083_var2 Monticello Conte Otto WIND Otto Monticello Conte 8 23645 VI-4596-A Monticello Sud VODAFONE Otto

Fonte: Sistema Informativo Ambientale, Regione Veneto e ARPAV 110

Figura 4.17 – Stazioni radio base

Fonte: Elaborazione dati ARPAV su Quadro conoscitivo Regione Veneto

Radiazioni a bassa frequenza I campi elettromagnetici a basse frequenze, definiti ELF (extremely low frequency), hanno frequenza compresa in O ÷ 3000 Hz. Le principali sorgenti artificiali di campi ELF sono: - i sistemi di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, comunemente detti elettrodotti e costituiti da: - linee elettriche a differente grado di tensione (altissima, alta, media, bassa), nelle quali fluisce corrente elettrica alternata alla frequenza di 50 Hz; - impianti di produzione dell'energia elettrica; - stazioni e cabine di trasformazione elettrica;

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- i sistemi di utilizzo dell'energia elettrica, ossia tutti i dispositivi, ad uso domestico ed industriale, alimentati a corrente elettrica alla frequenza di 50 Hz, quali elettrodomestici. E' importante ricordare che l'intensità del campo elettrico e quella del campo magnetico, ovvero la densità di potenza del campo elettromagnetico, diminuiscono con il quadrato della distanza. L'intensità dei normali elettrodomestici non risulta elevata e quindi è sufficiente una distanza di qualche metro per uscire completamente dal campo generato. Gli elettrodotti rivestono invece grande importanza in quanto presentano intensità molto alte. E' quindi su di essi che si focalizza l'attenzione anche per la successiva analisi dei possibili rischi ed effetti.

Linee elettriche - Elettrodotti Le caratteristiche principali di una linea elettrica sono la tensione di esercizio, misurata in chilovolt (kV) e la corrente trasportata, che si esprime in Ampére (A). Le tensioni di esercizio delle linee elettriche in Italia sono 0.4 e 15 kV per la bassa e media tensione, 132, 220 e 380 kV per l'alta e altissima tensione. Dalla tensione di esercizio dipende l'intensità del campo elettrico generato, che aumenta all'aumentare della tensione della linea. La tensione di esercizio è un parametro costante all'interno della linea: quindi per una linea ad una data tensione, il campo elettrico in un determinato punto risulta costante nel tempo. Nello spazio l'intensità del campo elettrico diminuisce all'aumentare della distanza dalla linea e dell'altezza dei conduttori. Il campo elettrico ha la caratteristica di essere facilmente schermabile da oggetti quali legno, metallo, ma anche alberi ed edifici: tra l'esterno e l'interno di un edificio si ha una riduzione del campo elettrico che è in funzione del tipo di materiale e delle caratteristiche della struttura edilizia. Ad esempio se al di sotto una linea a 380 kV si possono misurare valori di campo elettrico di 4.5-5 kV/m, all'interno di edifici posti nelle vicinanze della linea si riscontrano livelli di campo di 10-100 volte inferiori, a seconda della struttura del fabbricato e del materiale usato per la costruzione. L'intensità del campo magnetico dipende invece proporzionalmente dalla corrente circolante. Tale corrente è variabile nel tempo in dipendenza dalle richieste di energia e mediamente può assumere valori da alcuni Ampere ad un migliaio di Ampere, a seconda della linea elettrica. Anche l'intensità del campo magnetico diminuisce nello spazio all'aumentare della distanza dalla linea e dell'altezza dei conduttori. A differenza del campo elettrico, però, il campo magnetico non è schermabile dalla maggior parte dei materiali di uso comune, per cui risulta praticamente invariato all'esterno e all'interno degli edifici. Le linee elettriche possono essere aeree o interrate. Le prime sono costituite da fasci di conduttori aerei sostenuti da appositi dispositivi (tralicci o pali) che formano campate con il tipico andamento a catenaria, ed a loro volta si distinguono in linee aeree in conduttori nudi e linee aeree in cavo. Le linee interrate invece sono sempre in cavo. Nelle linee aeree in conduttori nudi i conduttori sono distanziati tra loro, sospesi tramite isolatori e sorretti da opportuni sostegni. Nelle linee in cavo i conduttori sono isolati (rivestiti da una guaina isolante) e attorcigliati tra loro (cavi elicordati). I conduttori attivi (ossia sotto tensione e percorsi da corrente), costituiti da corde di rame o di alluminio- acciaio, sono normalmente in numero di tre, a formare una terna trifase in cui la tensione sui singoli conduttori è la stessa, ma risulta sfasata di 120°. A seconda della disposizione dei conduttori, si distinguono per le linee aeree una conformazione a delta ed una conformazione a pino. Alcuni elettrodotti sono costituiti da due terne, e vengono perciò chiamati a doppia terna. La doppia terna può essere ottimizzata o non ottimizzata. Si parla di doppia terna ottimizzata quando le coppie di conduttori ad eguale altezza hanno fasi diverse e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti discordi, mentre la doppia terna è non ottimizzata quando le coppie di conduttori ad eguale altezza hanno fasi uguali e correnti concordi oppure fasi diverse e correnti discordi.

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Le linee aeree ad alta tensione hanno di norma un ulteriore conduttore non attivo (a potenziale nullo) detto fune di guardia, con la funzione di parafulmine. Le linee aeree in conduttori nudi sono la tipologia più utilizzata per gli elettrodotti ad alta tensione, mentre le linee interrate, costruite frequentemente sotto le superfici stradali, ma anche sotto suolo nudo, sono usate soprattutto per la media e bassa tensione. Nelle linee interrate il campo elettrico è fortemente attenuato sia dal terreno sia dalla schermatura dei cavi, mentre lo stesso non avviene, come sopra illustrato, per il campo magnetico. In generale si può affermare che l'intensità del campo elettrico a livello del suolo immediatamente al di sopra dei cavi di una linea interrata è inferiore a quella del campo elettrico immediatamente al di sotto di una linea aerea in conduttori nudi alla medesima tensione. Ciò è dovuto soprattutto ad una maggiore compensazione delle componenti vettoriali associate alle diverse fasi, per effetto della reciproca vicinanza dei cavi, che essendo isolati, possono essere accostati l'uno all'altro. Nel territorio comunale non sono presenti linee elettriche ad alta tensione, in ogni caso appare opportuno indicare come l’ARPAV ha messo a punto un indicatore che quantifica l’esposizione complessiva della popolazione a campi elettromagnetici (CEM) di tipo RF (radiazioni ad alta frequenza) e ELF (radiazioni a bassa frequenza), generati dall’insieme delle sorgenti presenti sul territorio. La quantificazione dell’esposizione viene eseguita in modo separato per i CEM RF e ELF. Nel caso di esposizione a CEM di tipo RF, si utilizza come indicatore la popolazione esposta a determinati livelli di campo elettrico prodotto dagli impianti radio base, mentre per l’esposizione a CEM di tipo ELF, l’indicatore adottato si riferisce alla popolazione esposta a determinati livelli di campo magnetico (B) prodotto dagli elettrodotti. Gli unici dati attualmente disponibili si riferiscono alla percentuale di abitanti per classi di esposizione per CEM di tipo ELF, come indicato in tabella. I dati riportati si riferiscono alla Provincia di Vicenza in quanto non sono presti valori per il comune di Monticello Conte Otto. L’indicatore è stato elaborato per tre diverse soglie: oltre alle distanze di rispetto stabilite dalla LR 27/93 (soglia 0.2 microtesla), sono state considerate anche le soglie 3 microtesla (obiettivo di qualità – DPCM 8 luglio 2003) e 10 microtesla (valore di attenzione - DPCM 8 luglio 2003).

% popolazione esposta % popolazione % popolazione

a B > 0,2 µT esposta a B> 3 µT esposta a B > 10 µT Provincia di Vicenza 1,11 0,45 0,28

Fonte: dati ARPAV su Quadro conoscitivo Regione Veneto

Radiazioni ionizzanti: Radon Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, nella crosta terrestre. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni materiali di costruzione – tufo vulcanico – e, in qualche caso, all’acqua. Il radon fuoriesce dal terreno, dai materiali da costruzione e dall’acqua disperdendosi nell’atmosfera, ma accumulandosi negli ambienti chiusi. Il radon è pericoloso per inalazione. Il valore medio regionale di radon presente nelle abitazioni non è elevato, tuttavia, secondo un’indagine conclusasi nel 2000, alcune aree risultano più a rischio per motivi geologici, climatici e architettonici. L’ARPAV ha messo a punto un indicatore che valuta il rischio di esposizione al radon. Un’area a rischio radon è una zona in cui almeno il 10% delle abitazioni, nella configurazione di tipologia abitativa standard regionale rispetto al piano, supera il livello di riferimento17, pari ad una concentrazione media annua di 200 Bq/m3. Il territorio di Monticello Conte Otto risulta tra i Comuni veneti a rischio radon, di seguito si riporta la cartografia regionale delle aree definite a rischio.

17 Il livello di riferimento è adottato con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione dall’inquinamento da gas radon negli ambienti di vita” come livello raccomandato per le abitazioni (sia per le nuove costruzioni che per le esistenti) oltre il quale si consiglia di intraprendere azioni di bonifica. 113

Figura 4.18 – Frazioni di abitazioni (%) con livelli eccedenti 200 Bq/m3 dopo interpolazione con algoritmo commerciale

Fonte: Indagine regionale per l’individuazione delle aree ad alto potenziale di radon nel territorio Veneto

Rumore E’ ormai accertato che il rumore rappresenta una fonte di rischio per la salute umana, sia in ambito produttivo industriale, sia in ambito civile. In ambito civile, all’interno dei centri urbani, il livello equivalente (livello medio) dei rumori prodotti dalle attività umane risulta costantemente compreso nell’intervallo tra i 40 e gli 80 dB, e spesso sono presenti situazioni temporanee con valori di picco che raggiungono i 100-110 dB. Le amministrazioni comunali hanno preso atto della gravità e urgenza del problema, ed essendo oramai sostanzialmente completo il quadro normativo di riferimento, vista la LR 10 maggio 1999 n. 21, hanno ritenuto necessario provvedere alla redazione del piano di classificazione acustica18 del territorio comunale previsto dal DPCM 1 Marzo 1991 e dalla legge 447/95 classificando il territorio secondo la tabella che segue. Il Comune ha approvato il Piano di zonizzazione acustica in data 11.07.2002 con delibera di Consiglio Comunale n. 32. Successivamente il Piano Regolatore Comunale ha subito numerose modifiche tuttavia il Piano di zonizzazione acustica non è stato modificato e pertanto è tuttora vigente.

Classi di destinazione d’uso Diurno Notturno Classe I – aree particolarmente protette 50 40 Classe II – aree prevalentemente residenziali 55 45 Classe III – aree di tipo misto 60 50 Classe IV – aree di intensa attività umana 65 55 Classe V – aree prevalentemente industriali 70 60 Classe VI – aree esclusivamente industriali 70 70

Fonte: Piano di Classificazione Acustica del Comune di Monticello Conte Otto

18 Il Piano di Classificazione Acustica attribuisce ad ogni porzione del territorio comunale i limiti per l’inquinamento acustico, con riferimento alle classi definite nella Tabella A del DPCM 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”.

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Il Piano di classificazione Acustica, attraverso i rilievi fonometrici effettuati, ha consentito di evidenziare come in molte zone di confine tra aree con classi di zonizzazione diverse non sussistano problemi di transizione in quanto la rumorosità rilevata si attesta al di sotto dei valori previsti dai limiti più restrittivi di zona. In questi casi il Piano riporta come non sia necessario prevedere nessuna fascia di transizione e neppure procedere alla redazione di Piani di Bonifica; sarà invece comunque necessario porre attenzione ad eventuali nuovi insediamenti produttivi, che possano produrre aumenti del livello di rumorosità. In questi casi, prima del rilascio delle necessarie autorizzazioni, si dovrà richiedere la verifica del rispetto di quanto previsto per i valori limite di emissione ed immissione previsti dagli art.2 e 3 del DPCM 14/97. Per i punti dove viene evidenziato il superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente per la classe di appartenenza, viene stabilità puntualmente la necessità di una fascia di transizione e di un’eventuale piano di bonifica: a) zona produttiva Gaypa; b) zona produttiva Barausse; c) zona produttiva ex-Sivi (in relazione al traffico indotto dagli automezzi in ingresso all'attività produttiva); d) zona produttiva Vicentini; e) zona produttiva Zoppelletto f) zona produttiva di Cavazzale, via del Progresso. In nessun punto riportato risulta necessario procedere alla predisposizione di Piani di Risanamento Acustico. Le fasce di transizione sono così ripartite: a) fascia di transizione da applicare (pari a ml 50 verso la zona di classe 3) b) fascia di transizione da applicare (pari a ml 100 verso la zona di classe 2 e di 50 ml verso la zona di classe 3) c) fascia di transizione da applicare (pari a ml 50 verso la zona di classe 3) d) fascia di transizione da applicare (pari a ml 100 verso la zona di classe 1 e di 50 ml verso la zona di classe3) e) fascia di transizione da applicare (pari a ml 50 verso la zona di classe 3) f) fascia di transizione da applicare (pari a ml 50 verso la zona di classe 3)

Per quanto riguarda la rumorosità rilevata nelle vie principali (via Chiesa incrocio via Roi e Via Anconetta) non si supera il limite del valore di attenzione per le zone di classe IV, fissato in 75 db(A), ma sarà necessario intervenire con misure limitative del traffico per tendere ai livelli di qualità che, per le zone in classe IV, sono fissati in 62 db(A).

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Figura 4.19 – Classificazione Acustica del territorio comunale di Monticello Conte Otto

Fonte: Piano di Classificazione Acustica del Comune di Monticello Conte Otto

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Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso è causato soprattutto da un’eccessiva dispersione dell’illuminazione artificiale che altera la visione notturna del cielo, arrivando anche ad impedirne l’osservazione e a causare una modificazione degli equilibri negli ecosistemi. La LR n. 22/97 “Norme per la prevenzione dell'inquinamento luminoso” prescrive misure per la prevenzione dell'inquinamento luminoso sul territorio regionale, al fine di tutelare e migliorare l'ambiente, di conservare gli equilibri ecologici nelle aree naturali protette ai sensi della legge n. 394/91, nonché al fine di promuovere le attività di ricerca e divulgazione scientifica degli osservatori astronomici. La legge definisce: le competenze della Regione e dei Comuni; i contenuti del Piano Regionale di Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (P.R.P.I.L.) e del Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica; la tutela degli osservatori astronomici; le norme minime di protezione del territorio inserendo delle aree di particolare tutela. La legge veneta è stata la prima ad essere adottata in Italia: bisogna però sottolineare che, purtroppo, non è ancora stato predisposto il previsto Piano Regionale di Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (P.R.P.I.L.) rivolto alla disciplina dell'attività della Regione e dei Comuni in materia. Fino all’entrata in vigore del P.R.P.I.L. i Comuni devono adottare le misure contenute nell’allegato C della legge regionale. Il concetto portante della norma prevede che gli impianti di illuminazione non emettano un flusso nell’emisfero superiore eccedente il tre per cento (3 %) del flusso totale emesso dalla sorgente. Nel 2009 è entrata in vigore una nuova legge regionale (n. 17) relativa a Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici. La legge prevede che i comuni entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge si dotano del Piano dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso (PICIL). L’Amministrazione comunale ha a disposizione tre anni per adeguarsi ai nuovi adempimenti normativi. Secondo i dati del quadro conoscitivo della Regione Veneto, il territorio comunale di Monticello Conte Otto rientra in una zona che presenta un aumento della luminosità totale rispetto alla naturale tra il 300% ed il 900%. Questa situazione è sintomo di un inquinamento luminoso.

Fonte: Quadro Conoscitivo Regione Veneto 117

4.6.6 Biodiversità, flora e fauna

Nel territorio comunale non sono presenti aree protette o aree di tutela speciale (SIC, ZPS) come si vede dalla carta del sistema ambientale del PTCP della provincia di Vicenza.

Interventi per la connettività ecologica Come è possibile osservare attraverso la carta del sistema ambientale, la porzione settentrionale del territorio comunale è marginalmente interessata dall’area di rinaturalizzazione tesa alla conservazione e alla valorizzazione dell’ambiente delle risorgive. In tale ambito non vengono individuati a livello provinciale corridoi ecologici primari, viene però indicato il corridoio ecologico secondario corrispondente all’ambito del Fiume Astichello.

Fonte: PTCP Provincia Vicenza – Sistema Ambientale

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4.6.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico

Ambiti paesaggistici Monticello Conte Otto si localizza nella pianura alluvionale nord-vicentina, nella cosiddetta ‘fascia delle risorgive’, dove le acque dei torrenti montani, penetrate nel sottosuolo ghiaioso, formano un paesaggio agrario caratterizzato da polle e canali di sorgiva confluenti in corsi d’acqua via via di maggior portata. Il territorio comunale è densamente urbanizzato, si rileva, infatti, una consistente presenza di aree residenziali e di comparti produttivi per gran parte collocati in prossimità del confine ovest, verso l’Astichello, mentre nel restante territorio si individuano aree agricole che hanno una buona integrità che presenta in alcuni casi edificazioni rurali di interesse storico-architettonico, testimonianza della precedente vocazione agricola di questo territorio. Tale situazione si può rilevare, in sintesi, nella mappa seguente, risultato dall’analisi agronomica in corso di elaborazione per il PAT. Nella mappa si individua a est un’ampia zona di buona integrità identificata come paesaggio urbano di pianura, mentre a ovest si assiste alla compenetrazione tra aree agricole e aree urbane identificato come paesaggio agro-urbano di pianura.

Figura 4.21 – Analisi preliminare delle unità di paesaggio

Fonte: Indagine agronomica per il PAT

L’area agricola, in particolare, è costituita dalla presenza di un fitto sistema di appezzamenti di terreno coltivati a seminativo non irriguo (prati da sfalcio, campi di mais). Significativi, inoltre, sono lungo i corsi d’acqua, la presenza di filari di alberi e di macchie arboree specialmente lungo l’Astichello e la Roggia Tribolo. Nel PTCP della regione nella tavola 5 “Sistema del paesaggio Reti fruitive per l’utilizzo delle risorse naturalistiche, storiche e architettoniche” vengono individuate le risorse naturalistiche, storiche, culturali e architettoniche presenti nel territorio di riferimento. Si rileva in particolare la presenza delle seguenti peculiarità: - individuazione di numerosi manufatti di interesse storico e di Ville Venete. Da segnalare, in particolare, a Vigardolo, la villa Valmarana, del 1542, una delle prime opere di , inclusa nella lista dei beni del Patrimonio Mondiale dell’Unesco;

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- tra gli elementi nei caratteri del paesaggio agricolo viene individua la presenza di numerosi prati stabili (prati da sfalcio) tipici di terreni agricoli di tipo non irriguo; - aree di produzione di prodotti DOP e IGP. Si individua, in particolare, la carota bianca di Monticello Conte Otto inserita nella lista dei prodotti di Denominazione Comunale (De.Co).

Il progetto del “Parco dell’Astichello” L’iniziativa prevede la realizzazione di un percorso pedonale e ciclabile finanziato dalla Provincia e dal Comune che, partendo in località di Cavazzale dall’incrocio con via Saviabona, percorre via Zanella in direzione di Vicenza fino al Ponte dei Carri e poi segue l’andamento del corso dell’Astichello fino a Vicenza. Nel progetto risulta di grande importanza la ricostruzione del Ponte di Carri che, ricostruendo il “percorso Zanelliano”, costituisce un collegamento tra il territorio di Cavazzale e quello di Vicenza. Si realizza in questo modo un itinerario che rappresenta un’alternativa ciclabile per chi desidera recarsi a Vicenza e che nello stesso tempo valorizza l’area fluviale dell’Astichello.

Figura 4.22 – Sistema del Paesaggio - Reti fruitive per l’utilizzo delle risorse naturalistiche, storiche e architettoniche

Fonte: PTCP della provincia Vicenza

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Ambiti paesaggistici indicati D.Lgs 42/2004 La cartografia mette in evidenzia il sistema dei vincoli paesaggistici presenti nel territorio comunale ai sensi del D.Lgs 42/2004. Il territorio comunale è interessato da: - corsi d’acqua soggetti a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004 (ex L. 431/85); - vincolo monumentale ai sensi dell’art 10 del D.Lgs 42/2004 (ex L. 1089/39).

Figura 4.23 – Sistema dei vincoli paesaggistici

Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo Regionale e Prg vigente

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Vincoli paesaggistici dei corsi d’acqua superficiali I corpi idrici superficiali soggetti a vincolo paesaggistico per tutto il loro corso, ai sensi della ex L. 431/85 e successivo D.Lgs 42/2004, sono il Fiume Astichello e la Roggia Tribolo come riportato nella figura sottostante.

Figura 4.24 – Vincoli paesaggistici dei corsi d’acqua superficiali

Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo della Regione Veneto

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Patrimonio archeologico Nel territorio comunale non vi sono aree di interesse archeologico.

Patrimonio architettonico19 La storia del comune di Monticello Conte Otto inizia intorno al 1200-1300, con i lavori di disboscamento e di bonifica di un territorio del tutto coperto da boschi e interrotto da paludi e acquitrini. In quel periodo nacquero tre comuni (Monticello Conte Otto, Cavazzale e Vigardolo) con una propria organizzazione amministrativa. Tali centri corrispondono attualmente ai tre nuclei e formano il sistema insediativo del comune. La principale fonte di sostentamento nel Medio Evo e nel Rinascimento era l’agricoltura, infatti, la gente si occupava di lavorare i campi in gran a parte in proprietà dei conti di a Monticello, dei conti Valmarana a Vigardolo e dei conti Garzadori a Cavazzale. A testimonianze di quel periodo rimangono numerose ville venete presenti nel territorio tra le quali la villa Valmarana, del 1542, una delle prime opere di Andrea Palladio. Nel 1807 il governo francese soppresse i Comuni di Cavazzale e di Vigardolo, costituendo l’attuale comune di Monticello Conte Otto. All’inizio del secolo si assiste alla nascita delle prime attività industriali: la ceramica a Monticello (1830) e il canapificio a Cavazzale (1876). L’insediamento di tali attività divenne fonte di reddito per gli abitanti e determinò un aumento della popolazione. Dopo la seconda guerra mondiale si svilupparono numerose piccole industrie e botteghe artigiane e si ebbe l’istallazione di una grande industria, la SIVI, in sostituzione del canapificio. In questo periodo si costituirono i nuclei produttivi del comune e si assistette a un imponente sviluppo edilizio ed ad un aumento della popolazione.

I centri storici Gli insediamenti storici individuati nell’Atlante dei Centri Storici della Regione Veneto sono: - Monticello Conte Otto - Vigardolo

L’insediamento storico di Monticello Conte Otto viene perimetrato nell’Atlante dei centri storici, mentre quello di Vigardolo viene semplicemente indicato e corrisponde alla Villa Valmarana, del 1542, una delle prime opere di Andrea Palladio, inclusa nella lista dei beni del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Figura 4.25 – Villa Valmarana, facciata principale e vista posteriore

Fonte: Istituto Regionale delle Ville Venete

19 Sito del comune di Monticelli Conte Otto 123

Figura 4.26 – Il centro storico individuato dall’Atlante dei centri storici

Fonte: Atlante dei centri storici – Provincia di Vicenza – Regione Veneto

Il Prg vigente, invece, individua due centri storici quello di Monticello Conte Otto e quello di Cavazzale.

Figura 4.27 – Localizzazione dei centri storici in base al PRG

Fonte: elaborazione Sistema su dati del PRG di Monticello Conte Otto

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Edifici di interesse storico-culturale Nel territorio comunale sono presenti numerosi edifici vincolati di interesse storico culturale, tra cui quelli individuati come complessi monumentali e Ville Venete elencati nella seguente tabella.

n. Denominazione Località Epoca Tipo di vincoli

1 Villa Conti, Antonioni, Altissimo, Caoduro Saviabona XVII sec. Non vincolato

2 Villa Toniati, Cisco Via Saviabona XIX sec. Non vincolato

Villa Conti, Castegnaro, Furlani, Bassanese 3 Cavazzale XV sec. L.1089/1939 - Bellin Villa Zanella, del Seminario Vescovile di L.364/1909; 4 Cavazzale XIX sec. Vicenza L.1089/1939

5 Villa Thiene, Todescan, Lonati, Ronco Monticello Conte Otto XV sec. Non vincolato

Villa Guzan, Vianello, Guglielmi - Scambi, 6 Monticello Conte Otto XIX sec. Non vincolato Vesco - Scambi

7 Villa Querini Dalle Ore, Rigon Cavazzale XVIII sec. Non vincolato

L.364/1909; 8 Villa Valmarana, Magni, Cita, Bressan Vigardolo XVI sec. L.1089/1939

Figura 4.28 – Localizzazione degli edifici di interesse storico-architettonico

Fonte: elaborazione Sistema su dati del Quadro conoscitivo della Regione e PRG

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4.6.8 Popolazione

Rispetto alla distribuzione della popolazione nelle diverse zone, si registra che nel 2001 l’80% si concentra a Monticello Conte Otto e il 15% nel centro abitato di Vigardolo. In linea generale, la popolazione si concentra per il 95% nei centri (Monticello Conte Otto e Vigardolo), per l’1,7% nei nuclei e per il restante 3,3% in case sparse.

Tabella 4.17– Dinamica demografica nelle frazioni (2001) Frazioni 2001 V. a. % MONTICELLO CONTE OTTO * 7.028 80,0 VIGARDOLO 1.323 15,1 Barausse 25 0,3 Capitello 59 0,7 Maggian 25 0,3 Menin 37 0,4 Case Sparse 293 3,3

Totale 8.790 100,0 Fonte: Elaborazione Sistema su dati ISTAT

Figura 4.34 – Distribuzione della popolazione per zona censuaria (anno 2001)

Fonte: Elaborazione Sistema su dati ISTAT

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Caratteristiche demografiche ed anagrafiche

Per l’analisi dell’andamento demografico è stato considerato il periodo 1991-2011, in cui il trend è stato generalmente positivo. Alla fine del 2011 la popolazione residente nel comune di Monticello Conte Otto è di 9.145 abitanti, aumentata di circa il 9,5% rispetto al 1991, anno in cui la popolazione è pari a 8.343 abitanti. Alla fine del 2014 la popolazione residente a Monticello Conte Otto risultava essere di 9.158 abitanti sostanzialmente stabile con lo 0,14% di abitanti in più rispetto al 2011.

Figura 4.35–Andamento della popolazione residente (1991-2014)

9.400

9.200

9.000

8.800

8.600

8.400

8.200

8.000

7.800

Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Il saldo naturale della popolazione risulta sempre positivo nel decennio di riferimento 2004-2014. Rispetto al saldo naturale, quello sociale registra un andamento più altalenante, in cui si alternano saldi positivi a quelli negativi. Gli anni in cui si è registrato il saldo sociale più basso sono il 2011 ed il 2014.

150

100

50

0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 -50

-100 Saldo naturale Sdaldo sociale

Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Evoluzione e caratteristiche delle famiglie Nel decennio di riferimento 2004-2014 si è verificata una crescita costante del numero di famiglie. Si è passati, infatti, da 3.379 famiglie nel 2004 a 3.686 famiglie nel 2014. Il numero medio di componenti ha subito nel tempo un costante calo, passando dai 2,7 del 2004 ai 2,47 del 2014.

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Indicatori demografici di sintesi Al fine di restituire una rappresentazione sintetica della struttura della popolazione, sono stati presi in esame alcuni indicatori demografici: indice di vecchiaia, indice di dipendenza, indice di ricambio. Il primo indice rileva che ad Adria si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione. Infatti, si raggiunge nel 2012 il valore di 224,5, sensibilmente più elevato rispetto al 2002. Nel 2012 l’indice di dipendenza evidenzia che 100 persone attive devono farsi carico rispettivamente di 55,0 persone non attive. L’indice risulta in lieve diminuzione, evidenziando nel periodo 2000-2012 un modesto decremento della popolazione non attiva a carico di quella attiva. L’indice di ricambio mostra che nel 2012 a 100 potenziali ingressi nell’attività lavorativa corrispondono 174,5 uscite. Anche questo indice manifesta nel periodo in esame un netto aumento.

Tabella 4.18 – Indicatori demografici (31 dicembre 2014) 2001 2011 2014 vecchiaia 86,6 109,0 144,8 dipendenza 44,3 49,8 51,4 giovanile 26,2 27,0 30,4 senile 18,1 22,9 21,0 ricambio 131,3 121,6 139,2 1) quanti anziani vivono ogni 100 giovani P(65+)/P(0-14) 2) carico della popolazione non attiva su quella attiva [P(0-18)+P(65+)]/P(19-64) 3) possibilità di lavoro che derivano dai posti resi disponibili da coloro che lasciano l’attività lavorativa per il raggiungimento dell’età pensionabile P(60-64)/P(19-23) Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

2.5 Stranieri immigrati e residenti a Monticello Conte Otto Nel 2014 la popolazione straniera residente conta 554 unità, con un’incidenza percentuale sulla popolazione residente pari a poco più del 6%. Nel periodo dal 2004 al 2014 l’andamento della popolazione straniera nel Comune di Monticello Conte Otto è rimasto positivo e in crescita; si passa dalle 401 unità rilevate nel 2004 alle 554 presenti nel 2014, registrando una variazione percentuale del +38,15%. Dal 2011 al 2014 l’andamento è risultato essere altalenante con variazioni negative.

Tabella 4.19 – Popolazione straniera (2004 – 2014) Anno Stranieri Popolazione residente Incidenza (%) 2004 401 9.022 4,44 2005 429 9.053 4,74 2006 450 9.083 4,95 2007 507 9.234 5,49 2008 540 9.211 5,86 2009 570 9.252 6,16 2010 622 9.280 6,70 2011 583 9.145 6,38 2012 621 9.171 6,77 2013 603 9.212 6,55 2014 554 9.158 6,05 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Una quota consistente di stranieri viene dall’Europa extracomunitaria (45%) in particolare dalla Serbia (90-16%). Il 20% è originario dei paesi dell’Unione Europea e proviene soprattutto dalla Romania (72-13%). Dall’Africa proviene il 19% degli stranieri che risultano prevalentemente originari della Nigeria (24-4%). Gli asiatici rappresentano il 12% con una forte prevalenza di cittadini dello Sri Lanka e del Pakistan (30-6%). Infine dalle Americhe arriva il 4% degli stranieri con prevalenza di cittadini di Cuba (6-1%).

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4.6.9 Il sistema socio-economico

Il sistema insediativo La struttura insediativa è caratterizzata dalla presenza di tre località abitate: Monticello, Cavazzale e Vigardolo, caratterizzate ognuno da una particolare organizzazione funzionale e morfologica, testimonianza di un’origine autonoma. Il secondo elemento strutturale facilmente riconoscibile nell’impianto urbano è la maglia della viabilità che presenta in direzione nord-sud assi importanti di comunicazione formati dagli insiemi dei corsi d’acqua e delle strade principali. Essi, insieme al tracciato ferroviario, funzionano anche come assi di attraversamento e sono incrociati da una viabilità limitata al territorio comunale. Questo sistema di organizzazione del territorio, un tempo presidiato dal centro storico di Monticello, presente nell’Atlante regionale dei centri storici e dalle ville che governavano il tessuto agricolo, oggi è caratterizzato da una presenza di aree residenziali consistenti e da sei comparti produttivi per gran parte collocati in prossimità del confine ovest, verso l’Astichello. I servizi e le attività commerciali si localizzano soprattutto a Cavazzale. La vicinanza con la città capoluogo è l’elemento che da sempre ha condizionato l’assetto insediativo di Monticello e ancora oggi non è possibile immaginare scenari futuri senza tenere conto di questa importante presenza per ragioni: - di carattere infrastrutturale: il forte attraversamento è dovuto all’arrivo da nord del traffico diretto verso il centro di Vicenza; - di carattere residenziale: il mercato immobiliare risente fortemente della domanda edilizia prodotta da capoluogo che viene assorbita da Monticello non solo per ragioni di costi, soprattutto per la disponibilità di un modello insediativo alternativo alla densità della città; - di riferimento i servizi: i residenti del comune possono facilmente usufruire anche dell’offerta di Vicenza che è ovviamente molto più articolata; - di riferimento alle attività commerciali risentono della concorrenza dei centri commerciali che della rete di piccole attività della città che si presenta ampia e con una gamma di offerte superiore e più attraente per i residenti che spesso lavorano fuori dal territorio comunale.

Figura 4.31 – Il sistema insediativo del territorio comunale.

Fonte: Elaborazione di Sistema su dati del Quadro Conoscitivo Regione Veneto e PRG Vigente. 129

L’assetto insediativo del territorio intercomunale può essere letto anche attraverso la zonizzazione del Prg vigente, secondo la ripartizione indicata nella tabella seguente.

Tabella 4.19 – Zonizzazione del territorio comunale prevista dal PRG vigente

V.A. (mq) V.A. % produttivo 535.765,21 20,05 residenziale 1.526.880,43 57,14 servizi 609.498,09 22,81 TOTALE 2.672.143,73 100,00 SAU da ISTAT 6.961.500 68,25 Altre superfici 3.238.500 31,75 STC (*) da ISTAT 10.200.000 100,00 (*) STC: superficie territoriale comunale Elaborazione Sistema su dati Prg vigente

Consistenza e modi d’uso del patrimonio abitativo I dati relativi alle unità abitative censite nel 2011 differiscono dalle precedenti rilevazioni in quanto non risultano presenti i valori per le abitazioni occupate da persone non residenti e per le abitazioni non occupate. Su queste basi, assumendo i valori del 2011 come i più attendibili e vicini all’attualità, si propone comunque un parallelo con i valori del 2001 e con le rispettive categorizzazioni che erano presenti al 14° Censimento. Le abitazioni al censimento 2011 ammontano a 3.557 unità, segnando un aumento rispetto alle abitazioni occupate da persone residenti (+12,8%), ed un conseguente aumento in relazione al totale delle abitazioni censite (+6,8%). Con riferimento ai dati storici, si rileva come nel 2001 soltanto lo 0,6% delle abitazioni fosse occupato da cittadini non residenti, mentre le abitazioni non occupate risultavano ammontare al 4,7%. Al 2001 la maggior parte delle abitazioni occupate risultava di proprietà (77%), quelle in affitto erano il 15,9%, mentre ad altro titolo il 7,1%.

Tabella 4.21 – Abitazioni nel Comune di Monticello Conte Otto 2001 2011 var. 2001-2011 Abitazioni v.a. % v.a. % v.a. % Abitazioni occupate da persone residenti 3.152 94,7 3.557 100,0 405 12,8 Abitazioni occupate da persone non residenti 20 0,6 - - - - Abitazioni non occupate 157 4,7 - - - - TOTALE 3.329 100,0 3.557 100,0 228 6,8 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Tabella 4.22 – Abitazioni occupate per titolo di godimento Titolo di godimento 2001 v.a. % Proprietà, usufrutto o riscatto 2427 77,0 Affitto o subaffitto 500 15,9 Altro titolo 225 7,1 Totale abitazioni 3.152 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

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Il sistema dei servizi I servizi si concentrano soprattutto nella frazione di Cavazzale, mentre in località Monticello si trova la sede del comune. I principali servizi sono: - l’Istituto comprensivo statale "Don Bosco"; - la biblioteca civica "Dino Buzzati" via Don Sturzo; - numerosi impianti sportivi (Palazzetto dello Sport in Via Revoloni, Campo di calcio con accessori e pertinenze in Via Europa Campo di calcio da allenamento in Via Firenze, la pista polifunzionale e campo da tennis con accessori e pertinenze in Via San Floriano a Vigardolo); - Piscina Comunale in Via Don Sturzo 6 - Centro Anziani "Dott. G. Buratti" - l’ecocentro Cavazzale, area depuratore, in via Saviabona

Attività produttive in zona impropria Nel territorio comunale sono individuate dal PRG 12 attività fuori identificate come attività produttive da confermare-blocccare-trasferire. Di queste due da trasferire localizzate rispettivamente in località di Vigardolo e di Monticello Conte Otto. A Vigardolo inoltre si prevede di bloccare un’attività produttiva presente nel tessuto residenziale.

Figura 4.35 – Attività produttive da confermare da trasferire e da bloccare

Fonte: elaborazione Sistema su dati del PRG

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Il sistema infrastrutturale

Attualmente il comune è servito direttamente dalla linea ferroviaria Vicenza – Schio, interamente non elettrificata, ad un binario con presenza esclusiva di spostamenti di tipo locale. La viabilità interna si struttura a partire da tre assi principali, paralleli tra loro, che si sviluppano in direzione Nord-Sud, (Via Morosana-Via Thiene, Via Nicolosi-Via Bosco-Via Prati, Via Saviabona-Via Venezia-Via Europa) interconnessi trasversalmente dall’asse Via Roma-Via Roi e, più a nord dalla via Parmesana (SP 42).

Figura 4.33 – Il sistema infrastrutturale del territorio comunale

Fonte: elaborazione Sistema su dati Quadro Conoscitivo della Regionale

Il comune di Monticelli Conte Otto in base all’analisi effettuata dalla provincia di Vicenza per la VAS è caratterizzato dal notevole traffico veicolare a motore che interessa alcune strade a causa sia della sovrapposizione di traffici urbani con quelli a media e lunga percorrenza, sia delle conurbazioni sorte linearmente ai bordi delle infrastrutture. Il principale flusso di traffico di attraversamento è quello est – ovest che interessa la località abitata di Vigardolo e l’area industriale a nord della località di Cavazzale (flussi veicolari tra 4.000 e 8.000 e tra 8.000 e 1.200). Il traffico, inoltre, è particolarmente intenso all’interno degli abitati di Cavazzale e Monticello (flussi veicolari tra 4.000 e i 8.000).

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Figura 4.34 – Estratto PTCP Vicenza Flussi veicolari equivalenti - (matrici OD stimate al 2020)

Fonte: PTCP della provincia di Vicenza

L’offerta di trasporto pubblico è garantita: - dal trasporto ferroviario. L’orario prevede 23 coppie di treni nei giorni feriali e 8 nei giorni festivi. Questa linea è interessata da un progetto di potenziamento da parte della provincia di Vicenza; - dalla linea automobilistica 11 che effettua un servizio di collegamento con il centro cittadino di Vicenza; l’orario prevede 21 coppie di mezzi nei giorni feriali e 11 nei giorni festivi. La struttura viaria è stata recentemente oggetto di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza, alcuni dei quali sono ancora in corso. I principali interventi sono: la sistemazione di via Morosana con la dotazione di una pista ciclabile, la realizzazione della rotatoria su via Saviabona e l’allargamento di via Nicolosi che è in corso. Subito fuori dal confine comunale troviamo la recente realizzazione di una rotatoria sulla Marosticana (SP 248) nel punto dove interseca via Parmesana in località Pilastroni. Si rileva, in particolare, che il comune di Monticelli Conte Otto, in questi anni, sta promuovendo attraverso il sostegno della provincia di Vicenza un vasto programma di percorsi ciclo-pedonali lungo la ferrovia Vicenza-Schio e lungo la Strada Provinciale 42 (Via Nicolosi). Lo scopo di questo programma è quello di promuovere e favorire l’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi in alternativa ai veicoli a motore per i collegamenti a breve raggio soprattutto per la mobilità lavorativa, scolastica e turistica. Tale programma si articola attraverso la realizzazione di itinerari ciclabili caratterizzati dalla continuità e dalla riconoscibilità che privilegiano percorsi brevi, diretti e sicuri in base alle indagini compiute presso l’utenza ciclistica. L’incentivazione della mobilità alternativa permette nel lungo termine di avere risparmi in termini di costi sociali dovuti alle conseguenze degli incidenti e dell’inquinamento atmosferico e acustico.

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Attività commerciali e produttive

Nel 2011 il territorio di riferimento ha una struttura economica incentrata sui settori del commercio, del manifatturiero e delle costruzioni, confermando il ruolo di Monticello Conte Otto come centro produttivo per la piccola e media impresa vicentina. Osservando i dati in dettaglio, si constata che su 793 unità locali il 22,6% appartiene al settore del commercio, il 21,8% alle attività manifatturiere, il 13,1% al settore delle costruzioni ed il 12,6% alle attività professionali, scientifiche e tecniche. Se si prende in considerazione il numero degli addetti (2.606), si rileva invece che il settore predominante è il manifatturiero (50,8%) con 1.323 addetti, seguito con uno scarto significativo dal commercio (15,9%) con 415 addetti.

Tabella 4.24 -Unità locali, addetti e dimensioni medie per settore di attività economica 2001- 2011

Dimensione Unità Locali Addetti Media Sezione economica 2001 2011 2001 2011 2001 2011

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Add/Ul Add/Ul Agricoltura, silvicoltura e pesca 3 0,4% 4 0,5% 5 0,1% 11 0,4% 1,66 2,75 Attività manifatturiere 219 27,4% 173 21,8% 2.363 62,8% 1.323 50,8% 10,80 7,65 Fornitura di energia elettrica, - - 1 0,1% - 0,0% 2 0,1% - 2 gas, vapore e aria condizionata Fornitura di acqua reti fognarie, - - 2 0,3% - 0,0% 19 0,7% - 9,50 attività di gestione dei rifiuti e risanamento Costruzioni 85 10,7% 104 13,1% 198 5,3% 257 9,9% 2,33 2,47 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di 203 25,4% 179 22,6% 383 10,2% 415 15,9% 1,89 2,32 autoveicoli e motocicli Trasporto e magazzinaggio 36 4,5% 16 2,0% 55 1,5% 32 1,2% 1,53 2,00 Attività dei servizi di alloggio e 21 2,6% 34 4,3% 190 5,0% 112 4,3% 9,05 3,29 di ristorazione Servizi di informazione e - - 17 2,1% - - 20 0,8% - 1,18 comunicazione Attività finanziarie e 16 2,0% 20 2,5% 37 1,0% 40 1,5% 2,31 2,00 assicurative Attività immobiliari 114 14,3% 55 6,9% 192 5,1% 73 2,8% 1,68 1,33 Attività professionali, - - 100 12,6% - - 137 5,3% - 1,37 scientifiche e tecniche Noleggio, agenzie di viaggio, - - 19 2,4% - - 31 1,2% - 1,63 servizi di supporto alle imprese Istruzione 10 1,3% 3 0,4% 195 5,2% 4 0,2% 19,5 1,33

Sanità e assistenza sociale 22 2,8% 29 3,7% 39 1,0% 45 1,7% 1,77 1,55 Attività artistiche, sportive, di - - 6 0,8% - - 36 1,4% - 6,00 intrattenimento e divertimento

Altre attività di servizi 69 8,6% 31 3,9% 108 2,9% 49 1,9% 1,57 1,58

Totale 798 100% 793 100% 3.765 100% 2.606 100% 4,72 3,29

Fonte: Elaborazione Sistema su dati ISTAT

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Nel periodo intercensuario 2001-2011, pur mantenendosi elevata l’incidenza dei settori principali, si assiste, per quanto riguarda le unità locali, ad una contrazione che principalmente ha coinvolto le attività manifatturiere, commerciali, di trasporto e magazzinaggio, immobiliari. Nel complesso, nonostante la unità locali siano solo lievemente diminuite si registra un’importante contrazione del numero di addetti (-30,8%). Dal punto di vista degli addetti si registra un forte calo nell’attività immobiliare: da 192 addetti del 2001 si passa ai 73 del 2011 con una variazione del -62%. I settori con la maggior crescita a livello di unità locali sono le attività alle costruzioni ed ai servizi di alloggio e ristorazione con una variazione compresa fra 20-60%. Nonostante il decennio di crisi si registra che i settori portanti dell’economia del Comune di Monticello Conte Otto, principalmente l’attività manifatturiera ed il commercio all’ingrosso, mantengono il loro ruolo all’interno del sistema economico locale pur segnando una decisa contrazione.

Indice di specializzazione L’indice di specializzazione consente di determinare se un dato territorio è più (i.s. > 1) o meno (i.s. < 1) specializzato rispetto all’area di riferimento (nel caso in esame l’intera provincia di Vicenza) in un determinato settore. Esso si ottiene confrontando gli addetti di ciascun settore con gli addetti totali dell’area di analisi e dell’area di riferimento [ISP=(IzC/IC)/(Iz/I)]. I settori nei quali il comune di Monticello Conte Otto risulta più specializzato sono: l’attività di pescicoltura, l’attività manifatturiera, la fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento, ed i servizi di informazione e comunicazione.

Tabella 4.17 – Indice di specializzazione Sezione economica 2011 Agricoltura, silvicoltura e pesca 1,54 Attività manifatturiere 1,35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,77 Fornitura di acqua reti fognarie, 1,09 attività di gestione dei rifiuti e risanamento Costruzioni 1,02 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 0,94 Trasporto e magazzinaggio 0,64 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 0,74 Servizi di informazione e comunicazione 1,02 Attività finanziarie e assicurative 0,98 Attività immobiliari 0,99 Attività professionali, scientifiche e tecniche 0,95 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 0,88 Istruzione 0,83 Sanità e assistenza sociale 0,93 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 0,91 Altre attività di servizi 0,91 Totale 1,0

Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

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Le dinamiche recenti In base ai dati del 2014 della Camera di Commercio di Vicenza, nel Comune di Monticello Conte Otto risultano insediate 917 unità locali. Di queste il 26,4% svolgono attività manifatturiere, il 22% operano nel settore del commercio, il 11,9% appartengono al settore delle costruzioni e il 7 % al settore delle attività immobiliari.

Tabella 4.25 - Unità locali per settore di attività 2014 Sezione economica U.L. v.a. % A Agricoltura, silvicoltura pesca 60 6,5% B Estrazione di minerali da cave e miniere - - C Attività manifatturiere 242 26,4% D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 1 0,1% E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 2 0,2% F Costruzioni 109 11,9% G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 202 22,0% H Trasporto e magazzinaggio 21 2,3% I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 39 4,3% J Servizi di informazione e comunicazione 15 1,6% K Attività finanziarie e assicurative 21 2,3% L Attività immobiliari 64 7,0% M Attività professionali, scientifiche e tecniche 37 4,0% N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 14 1,5% O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... - - P Istruzione 1 0,1% Q Sanità e assistenza sociale 2 0,2% R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 9 1,0% S Altre attività di servizi 39 4,3% X Imprese non classificate 39 4,3% TOTALE 917 100 %

Fonte: Camera di Commercio Provincia di Vicenza

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Rifiuti

La gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani è affidato alla ditta SORARIS S.p.A. di Sandrigo. Alla base di un buon sistema di raccolta e smaltimento deve esserci anche una certa responsabilità ed accortezza nella produzione e differenziazione del rifiuto; l’analisi delle quantità prodotte può aiutare ad individuare le eventuali criticità e, di conseguenza, le metodologie per superarle. Il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani è stradale con separazione tra frazione secca e umida. Nella tabella seguente viene specificato più chiaramente il metodo di raccolta in base alla differenziazione dei rifiuti.

Tabella 4.22 – Modalità di raccolta dei rifiuti urbani Tipo di raccolta Metodo di raccolta Bidoncino da lt. 240 posizionato nel territorio, chiuso a Umido chiave, conferimento in sacchetti P.E. chiusi Cassonetto stradale da lt. 3200. Tutti i cassonetti sono chiusi e l'immissione del rifiuto avviene tramite uno sportello apribile con chiave esclusa la frazione di Vigardolo dove in via sperimentale è attivo il servizio Secco porta a porta con bidoncino da lt. 120 munito di chip di riconoscimento, consegnato ad ogni utenza. Il bidoncino deve essere custodito all'interno della proprietà ed esposto la sera precedente il giorno di raccolta. Vengono rilevati i singoli svuotamenti dell’utenza Cassonetto da 1300-1700 o bidoncino da lt 120 -240 in uso RSAU Ditte alle singole attività produttive. Da esporre la sera precedente i giorni di servizio Ingombranti (materassi, divani, etc.) Conferimento in Ecocentro RAEE (frigo, lavatrici, tv e monitor, piccoli Conferimento in Ecocentro elettrodomestici, neon, etc.) Conferimento o in una delle vasche posizionate sul Verde e ramaglie territorio solo per il periodo marzo - novembre In una delle campane posizionate nel territorio – esclusa Vetro la frazione di Vigardolo dove in via sperimentale è attivato il servizio porta a porta In una delle campane posizionate nel territorio – esclusa Carta cartoni la frazione di Vigardolo dove in via sperimentale è il servizio porta a porta In una delle campane posizionate nel territorio – esclusa Vuoti in plastica e lattine la frazione di Vigardolo dove in via sperimentale è il servizio porta a porta Contenitori specifici posizionati nel territorio, presso le Rifiuti urbani pericolosi RUP farmacie e gli ambulatori medici Fonte: www.soraris.it

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Nel comune di Monticello Conte Otto c’è un ecocentro localizzato in Via Saviabona località Cavazzale nell’area del depuratore. In base ai dati dell’ARPAV del periodo che va dal 2003 al 2013 si osserva che il quantitativo di materiali raccolti in modo differenziato è progressivamente cresciuto con valori percentuali compresi tra il 55,50% e il 78,30%; parallelamente è scesa sia la quantità totale che quella pro-capite di rifiuti prodotti.

Tabella 4.23 – Percentuale di raccolta differenziata dal 2003 al 2013 Procapite RU Anno Popolazione Rifiuto totale % RD (kg/ab*anno) 2003 9.008 3.416.453 379,2688 59,72 2004 9.022 3.646.353 404,1624 59,73

2005 9.052 3.725.066 411,5186 58,62

2006 9.053 3.629.409 400,9068 55,50

2007 9.234 3.895.771 421,8942 58,28

2008 9.211 4.046.939 439,3594 60,74 2009 9.252 4.314.477 466,3291 65,32

2010 9.280 4.127.457 444,7691 66,90

2011 9.236 3.610.648 390,932 75,22

2012 9.208 3.689.477 400,6817 74,62

2013 9.212 3.546.620 385 78,30 Fonte: elaborazione Sistema su dati dell’ARPAV

Nel 2014 la percentuale di raccolta differenziata a Monticello Conte Otto è del 78,3%. Tale valore supera di gran lunga gli obiettivi stabiliti dalla normativa nazionale (obiettivo del 65% previsto dal art. 205 del D.lgs 152/06) e la media provinciale pari al 65,2%.

Aziende a rischio di incidente rilevante

Per quanto concerne le aziende con rischio di incidente rilevante si segnala come neò territorio comunale non ci sono aziende ricadenti in tale categoria.

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Energia

Struttura e politiche energetiche Con la DGR n. 1820 del 15 ottobre 2013, la Regione Veneto ha adottato il Piano Energetico Regionale relativo alle Fonti rinnovabili, al Risparmio Energetico e all’Efficienza Energetica. Il Piano Energetico Regionale (PER) rappresenta il più importante strumento strategico per la pianificazione territoriale in quanto fornisce il quadro energetico complessivo, esplicitando le fonti energetiche utilizzate e i consumi sostenuti nel territorio di riferimento, in un'ottica di incremento dell'efficienza energetica. Il Piano Energetico Regionale si occupa di: - delineare la situazione attuale in merito a produzione, consumo ed importazione dell’energia; - valutare le potenzialità di risparmio e di potenziamento dell’efficienza energetica; - valutare le potenzialità di produzione energetica ulteriore, tenendo conto della vocazione del territorio.

Nel Piano è contenuta anche una prima valutazione del Bilancio Energetico Regionale (BER) per gli anni 2008, 2009 e 2010, che descrive l’energia prodotta, consumata ed importata, rinnovabile e fossile. Come si può notare in tabella, nel 2009 i consumi totali sono diminuiti del 5,5% rispetto a quelli dell’anno precedente per poi risalire del 2,4 % nel 2010. Questo stesso andamento è riscontrabile nei consumi dei due vettori di energia principali: energia elettrica e gas naturale; mentre benzina e gasolio registrano consumi in calo nell’arco dei tre anni. Nella tabella sottostante vengono riportati i consumi finali lordi per vettore rilevati nel triennio 2008- 2010, il grafico evidenzia i dati rilevati alla serie storica più recente disponibile, ossia 2010.

Tabella 1.5 – Dati Bilancio Energetico Regionale (BER)

Consumi finali 2008 2009 2010 lordi vettore

ktep ktep ktep gas

naturale 5.020,06 4726,41 5.110,01

biomasse 409,40 409,40 409,40

gasolio 2.543,87 2.473,23 2.364,98

benzina 953,07 908,71 841,58 olio 99,40 119,14 112,40 combustibile gpl 242,88 261,71 281,07 energia

elettrica 2.970,12 2.675,26 2.729,20

energia termica industriale 15,39 5,44 5,44

Totale 12.254,1 11.579,31 11.854,07 8 Fonte: BER - Consumi finali lordi di energia nella Regione Veneto classificati per vettori e fonti energetiche per gli anni 2008-09-10.

I dati disponibili indicano come i consumi energetici siano prevalentemente concentrati attraverso i vettori del GAS naturale, dell’energia elettrica e del gasolio, per un totale regionale del 86% al 2010. In relazione alle componenti di consumo più consistenti a livello regionale, in particolare gas naturale ed energia elettrica, sono stati presi in esame i dati disponibili relativi ai consumi rilevati nella Provincia di Vicenza.

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Per la componente GAS i dati sono relativi al periodo 2004-2010, mentre per la rete elettrica i dati sono riferiti al periodo 2006-2012.

CONSUMI SNAM RETE GAS (Milioni di Standard metri 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 cubi da 38,1 MJ) INDUSTRIALE 384,74 387,06 359,05 297,73 264,07 195,60 217,20 TERMOELTTRICO 1.608,64 1.415,03 1.301,61 1.380,75 752,22 574,60 601,10 RETI DI DISTRIBUZIONE 710,31 737,79 677,61 626,82 657,21 647,20 715,80 2.703,69 2.539,88 2.338,27 2.305,30 1.673,50 1.417,40 1.534,10

Fonte: elaborazione Sistema su Quadro Conoscitivo Regione del Veneto

CONSUMI ELETTRICI PER 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 ATTIVITÀ (mln di KWh) AGRICOLTURA 67,8 67,4 66,2 67,6 68,5 78,0 76,7 INDUSTRIA 3.935,30 4.001,40 3.917,30 3.385,20 3.634,20 3.871,5 3.793,4 TERZIARIO 1.011,50 1.018,30 1.047,30 1.026,40 1.098,30 1.051,5 1.109,7 DOMESTICO 911,5 902,7 920,5 928 942 964,7 943,5 5.926,20 5.989,80 5.951,30 5.407,30 5.742,90 5.965,7 5.923,4

Fonte: elaborazione Sistema su Quadro Conoscitivo Regione del Veneto

Le serie storiche disponibili a scala provinciale indicano come i consumi energetici si siano generalmente contratti, con una maggiore incidenza per le adduzioni industriali, sia quanto concerne il GAS che per l’energia elettrica. In relazione ai consumi di GAS si segnala un tendenziale aumento nei prelievi della rete di distribuzione. La componente elettrica mostra invece, oltre all’industria in contrazione, un aumento dei consumi nel settore agricolo, terziario e domestico.

Per quanto riguarda il Comune di Monticello Conte Otto non sono disponibili informazioni aggiornate sui consumi energetici rilevati nell’intero territorio comunale.

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Struttura del settore agricolo

Nel 2010 le aziende agricole censite sono state 100 con una superficie totale pari a circa 696,15 ettari. Comparando i dati del 2010 con quelli del 2000, si rileva un sensibile ridimensionamento del numero di aziende agricole (-25,4%), con consistenti cali soprattutto nelle piccole piccolissime aziende (fino 10 ettari); risultano invece in aumento o stabili le oltre i 10 ettari. Mettendo a confronto le aziende per classi di superficie agricola, le più numerose al 2010 risultano essere quelle di medio piccola dimensione, a cavallo tra i 2 e i 5 ettari, le quali copro oltre il 13,9% del totale.

Tabella 4.33 – Aziende e relativa superficie agricola utilizzata (in ha) per classe di superficie agricola utilizzata(2000, 2010) 2000 2010 Classi di superficie agricola utilizzata (SAU) Aziende % Sup. % Aziende % Sup. % Senza superficie - - - - 1 1 - - Fino a 1 ettaro 29 26,13 15,76 2,75 10 10 7,24 1,04 da 1 a 2 ettari 28 25,23 41,56 7,25 20 20 29,27 4,20 da 2 a 5 ettari 35 31,53 130,29 22,72 29 29 97,21 13,96 da 5 a 10 ettari 23 20,72 167,37 29,19 18 18 122,72 17,63 da 10 a 20 ettari 13 11,71 185,84 32,41 15 15 195,15 28,03 da 20 a 50 ettari 6 5,41 199,89 34,86 6 6 163,92 23,55 da 50 a 100 ettari - - - - 1 1 80,64 11,58 oltre 100 ettari ------Totale 134 100,0 740,71 100,0 100 100,0 696,15 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Tabella 4.34 – Ripartizione della superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni (ettari), (2000, 2010)

2000 2010 Var. 2010/2000 Utilizzazione dei terreni ha % ha % v.a. % Seminativi 616,14 77,84% 556,18 74,86 -59,96 -9,73 Prati permanenti e pascoli 116,60 14,73% 132,88 17,88 16,28 13,96 Coltivazioni legnose agrarie 6,06 0,77% 5,43 0,73 -0,63 -10.39 Orti 1,91 0,24% 1,66 0,22 -0,25 13,09 Superficie agricola utilizzata 740,71 93,58% 696,15 93,70 -44,56 -6,02 Superficie a boschi 8,19 1,03% 3,32 0,45 -4,87 -40,54 Arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole 0,58 0,07% 0,1 0,01 -0,18 -68,96 Superficie agricola non utilizzata 0 0,00% 0,98 0,13 0.98 Altra superficie 42,03 5,31% 42,44 5,71 0,41 0,97 Totale 791,51 100,0 742,99 100,0 -46,11 -5,84 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

La produzione biologica Nel territorio comunale lo sviluppo dell’agricoltura biologica al 2010 era rappresentato da due aziende per una superficie totale impiegata di 9,68 ha.

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Allevamenti zootecnici Per quanto concerne le attività zootecniche, il numero totale delle aziende agricole con allevamenti è diminuito drasticamente, passando dalle 95 del 2000 alle 17 del 2010. Con riferimento alle statistiche dell’anagrafe nazionale zootecnica, confrontando i dati al 31 Gennaio dell’ultimo triennio, si segnala una live e costante diminuzione del numero di aziende ed un aumento del numero di capi.

Tabella 1.44 – Allevamenti, aziende e capi Allevamenti 2000 2010 Aziende Capi Aziende Capi Bovini e Bufalini 27 1.669 16 1.764 Suini 1 27 - - Equini 5 15 - - Ovini 11 - - - Caprini 46 10 - - Avicoli 3 1.075 1 20 Conigli 1 46 - - Struzzi 1 - - - Totale 95 2.842 17 1.784 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT

Tabella 1.45 – Allevamenti, aziende e capi (31/01) Allevamenti 2013 2014 2015 Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Bovini e Bufalini 23 1.909 20 1.995 20 2.084 Suini 9 0 8 0 7 0 Equini 5 9 5 12 5 12 Ovini / Caprini 1 0 1 6 1 6 Avicoli 0 0 0 0 0 0 Totale 38 1.918 34 2.013 33 2.102 Fonte: elaborazione Sistema su statistiche Anagrafe Nazionale Zootecnica

Turismo Il comune di Monticello Conte Otto, come viene indicato nel documento preliminare, non presenta al proprio interno una significativa dinamica nel settore turistico. Il territorio comunale, come indica il documento preliminare, presenta potenzialità per uno sviluppo sostenibile dell’attività turistica per: - la vicinanza a Vicenza importante città d’arte; - la presenza di assi di collegamento: SP 248 “Schiavonesca marosticana” (VI), la linea ferroviaria Schio-Vicenza e l’Autostrada A31 ; - la presenza nel territorio comunale di importanti complessi monumentali e di ambiti di qualità del paesaggio.

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4.6.10 Il sistema dei vincoli e delle tutele

Il sistema dei vincoli presenti nel territorio di Monticello Conte Otto restituisce l’immagine di un contesto territoriale stratificato, caratterizzato principalmente da elementi che si configurano come valenze di carattere ambientale e storico-architettonico. In relazione a questa macro distinzione, in ambito comunale appare rilevante sottolineare: da un lato i necessari gradi di tutela riferiti alla rete delle acque, attraverso i vincoli paesaggistici dei corsi d’acqua e mediante i limiti di pericolosità idraulica introdotti con il PAI vigente; dall’altro le indicazioni stabilite per i centri storici e gli ambiti sottoposti a regime di vincolo ai sensi del D.lgs. n. 42/2004. Di seguito si riportano i vincoli individuati nella redazione dei documenti presentati con il PAT:

Vincolo paesaggistico D.lgs. 42/2004 art. 142 lett. c – Corsi d’acqua Nel territorio comunale sono sottoposti a vincolo paesaggistico relativo a corsi d’acqua i seguenti corpi idrici: Fiume Astichello; Roggia Tribolo

Vincolo monumentale D.lgs., 42/2004, Ville Venete e Contesti Figurativi Nel territorio comunale sono presenti tre Ville Venete sottoposte a vincolo monumentale ai sensi dell’art. 10 del D.lgs. 42/2004 (ex 1089/39), esse sono: Villa Conti, Castegnaro, Furlani, Bassanese - Bellin (XV sec.), Villa Zanella, del Seminario Vescovile di Vicenza (XIX sec.) e Villa Valmarana, Magni, Cita, Bressan (XVI sec.). Oltre alle Ville citate sono presenti altre 5 Ville Venete censite dall’IRVV nonché, laddove presenti, i relativi contesti figurativi richiamati dal PTCP e dal PTRC.

Aree a rischio idraulico e idrogeologico in riferimento al PAI Il territorio di Monticello Conte Otto è compreso nel PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) del bacino idrografico del Fiume Brenta-Bacchiglione,. Per quanto concerne il Fiume Astichello e la Roggia Tribolo il Piano individua i limiti delle aree a rischio idraulico ed idrogeologico indicando alcune aree con pericolosità moderata (P1). In tali ambiti sono regolamentati di conseguenza gli interventi pianificatori e quindi edilizi.

Vincolo sismico OPCM 3274/2003 Il Comune di Monticello Conte Otto rientra nella classe 3 della nuova zonizzazione sismica. Si rammenta che la DCR n° 67 del 3 dicembre 2003 prescrive che “nei territori dei comuni ricadenti in zona 3 non sono necessari né il deposito dei progetti, ai sensi della […] legge n. 64/1974, né gli adempimenti successivi, fermo restando l’obbligo di progettazione antisismica. A tal fine il progettista è tenuto ad allegare al progetto l’attestazione di aver tenuto conto che le calcolazioni sono conformi alle normative sismiche vigenti”. Con successiva DGR n.71/2008, la Regione Veneto ha preso atto, tra l’altro, di quanto disposto della successiva ordinanza n.3519/2006. Con DGR n. 3308 del 4.11.2008 sono state approvate, in applicazione delle nuove norme tecniche sulle costruzioni in zona sismica, le indicazioni per la redazione e la verifica della pianificazione urbanistica, cui sono seguite le Linee Guida per i PAT/PAT emanate con Decreto n. 69/2010. Oltre alle norme contenute nella OPCM 3274/03 e nella DGR n.67, saranno da applicare le disposizioni contenute nella DGR n.71/2008 e nella DGR n. 3308 del 4.11.2008, nel DM 159/2005, nell’Ordinanza PCM n. 3519/2006 e nelle recenti NTC/08.

Centri storici All’interno del Comune di Monticello Conte Otto l’Atlante regionale dei centri storici comprende il centro abitato principale (Cavazzale) ed il nucleo storico del Capoluogo. I centri individuati sono da intendersi come definiti in conformità alla Legge Regionale 80/80 e corrispondono alle zone “A” del PRG Vigente.

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Figura 4.39 – Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

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4.6.11 Quadro di sintesi delle criticità ambientali di Adria

Dall’analisi sullo stato dell’ambiente è possibile individuare le criticità sulle componenti ambientali che risultano direttamente influenzate dalle potenziali pressioni generate dalle attività antropiche che insistono sul territorio. Di seguito si descrivono le criticità rilevate per ciascuna componente ambientale.

Aria Le fonti maggiormente responsabili dell’emissione stimata per il Comune in esame sono attinenti al macrosettore 10 (Agricoltura), seguono il 7 (trasporto su strada), i macrosettori 2 (impianti di combustione non industriale) e 6 (uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi). A seguito dell’adozione del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera e della nuova zonizzazione del territorio regionale (approvata con DGRV 3195/17-10-2006) il territorio comunale è stato inserito nella zona “A1 Agglomerato”. La tendenza rispetto ai dati delle campagne di monitoraggio effettuate nei territori limitrofi e quella di un costante miglioramento dei valori del PM10; il numero dei superamenti annui consentiti risulta maggiore del valore fissato (il più significativo rispetto alle stazioni limitrofe), ma al di sotto del valore annuo limite. Per quanto riguarda i valori di Azoto, Ozono e P2.5 le quantità risultano inferiori alle soglie limite. I livelli di idrocarburi, HC e NMC, sono al di sotto dei parametri obiettivo.

Fattori climatici Per Monticello Conte Otto, non essendo presente una stazione in territorio comunale, i dati di riferimento del ventennio 1994-2014 sono stati desunti dalle stazioni della rete di monitoraggio del Centro Meteorologico di Teolo dell’ARPAV con particolare riferimento per quanto rilevato dalla stazione di Quinto Vicentino. Il livello di precipitazioni risulta superiore rispetto alla media annuale del resto del Veneto. Le temperature annue relative al 2014 sono state superiori alla media del periodo di riferimento 1994 – 2014 di circa 1,4 °C le temperature massime sono state generalmente sopra la media di circa 0,3 °C. La quantità di acqua evapotraspirata è stimata tra 600 e 650 mm, sia nel 2010 che nel 2011, il BIC è risultato invece in diminuzione passando da -100 mm nel 2010, a -200 mm nel 2011.

Acqua Acque superficiali Il valore del LIM per quanto riguarda la stazione 96 “Astichello” al 2013 è risultato “3”. Ciò significa che la qualità delle acque è sufficiente e che l’ambiente risulta inquinato, ma non con livelli significativi. La qualità delle acque è influenzata dalle condizioni del bacino di monte e si rileva la presenza di inquinanti di sintesi di origine agricola. La stazione ha registrato valori dei macrodescrittori in miglioramento tra 2012 e 2013, mentre l’analisi dell’indice LIMeco evidenzia una condizione sufficiente dello stato ecologico delle acque superficiali dell’Astichello: lo stato ecologico era “sufficiente” nell’anno 2012 ed è ancora “sufficiente” nell’anno 2013. Per quanto concerne il monitoraggio delle sostanze pericolose, di seguito si riporta l’elenco delle sostanze per le quali è stata riscontrata almeno una presenza al di sopra del limite di quantificazione: Fluorantene, Naftalene, Nichel, Cloroformio, Tetra Cloro Etilene, Tri Cloro Etilene, Arsenico, Cromo, Terbutilazina, Metolachlor, Pesticidi.

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Acque sotterranee Per i dati recenti sulla qualità delle acque sotterranee è stato fatto riferimento ai punti di monitoraggio ARPAV posti nei comuni limitrofi a Monticello, in quanto non sono presenti punti di monitoraggio interni al territorio comunale. In questi termini sono stati considerati i pozzi di Sandrigo (140) e Dueville (38). Lo stato chimico delle Acque Sotterranee che emerge dal monitoraggio 2014 dei due punti è buono, con impatto antropico ridotto, sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche. L’indicatore dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) riporta un valore pari a 2 il quale sta ad indicare un impatto antropico ridotto o sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche. In relazione all’allegato A al Decreto n.8 del 10/07/2012, il territorio comunale di Monticello Conte Otto non è stato inserito nelle zone vulnerabili ai nitrati. Per quanto concerne al percolamento dell’azoto si registra un valore da basso a molto basso per la falda superficiale ed un valore da medio a basso per la falda profonda.

Acqua potabile, sistema acquedottistico e fognario Monticello Conte Otto appartiene all’AATO Bacchiglione; la gestione del ciclo integrato dell’acqua è affidato ad Acque Vicentine S.p.A., a cui compete, tra l’altro, la gestione delle fonti di approvvigionamento idropotabile. Il territorio comunale presenta il 98% della popolazione connesso alla rete acquedottistica, con un valore di perdite della rete stimato al 32,9%. La parziale mancanza di acquedotto è dovuta all’utilizzo da parte dei cittadini di pozzi privati. Monticello Conte Otto insieme ai Comuni di Brendola, Caldogno, Quinto Vicentino e Sandrigo fa parte delle aree della provincia di Vicenza dove è più accentuata la consuetudine da parte dei cittadini di attingere autonomamente l’acqua della falda freatica. I prelievi eseguiti da “Acque Vicentine” nel 2015, sull’acqua destinata al consumo umano, hanno rispettato i valori di parametro della normativa per le analisi chimiche e batteriologiche. La fognatura comunale fa parte dello schema intercomunale di Vicenza-Monticello Conte Otto che fa capo all’impianto di depurazione “Città di Vicenza” sito in via Casale nel Comune di Vicenza. In quest’ultimo impianto, in particolare, viene svolta l’attività di depurazione dei reflui urbani della parte est della città di Vicenza e di parte dei reflui dei Comuni di Dueville, Montecchio Precalcino e Monticello Conte Otto convogliati a mezzo fognature, nonché le attività di trattamento di rifiuti liquidi e fanghi per il conferimento finale ad impianti di smaltimento. A Monticello Conte Otto la percentuale della popolazione allacciata alla rete di fognatura è pari all’ 97,1%.

Suolo e sottosuolo Da un punto di vista geomorfologico, trattandosi di un territorio completamente pianeggiante, le forme morfologiche si presentano nel complesso limitate e la maggior parte di esse risulta più o meno direttamente connessa al particolare contesto idrogeologico-idraulico locale e consiste prevalentemente in forme ricollegabili alla dinamica fluviale. Nel territorio comunale si evidenzia la presenza di alcune aree depresse in pianura alluvionale, forme originate in prevalenza dalle diverse modalità deposizionali dei terreni alluvionali, ma talora legate anche ad interventi di urbanizzazione. In particolari condizioni idrogeologiche-idrauliche, tali aree possono essere soggette a condizioni di drenaggio superficiale difficoltoso.

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In relazione alle caratteristiche geolitologiche il territorio comunale di Monticello Conte Otto si colloca a cavallo del limite inferiore della fascia delle risorgive, il sottosuolo è caratterizzato da un’alternanza di materiali coesivi e granulari, con passaggi graduali tra i diversi litotipi e contatti normalmente eteropici, legati a fenomeni di interdigitazione dei depositi dei corsi d’acqua principali ed alle divagazioni e/o esondazioni succedutesi nel tempo; la presenza di due “paleoalvei” concorre poi ad aumentare la variabilità litologica. La rete idrografica si presenta ben sviluppata, l’elevata urbanizzazione di alcuni settori del territorio comunale ha comportato interventi anche consistenti (tombamenti, deviazioni), talora non del tutto adeguati, che possono localmente dar luogo a criticità di natura idraulica. In relazione alla dinamica delle acque superficiali si individuano nel territorio comunale aree a deflusso difficoltoso, che comportano difficoltà di deflusso delle acque superficiali e fenomeni di ristagno idrico, ed aree soggette ad inondazioni periodiche, che corrispondono all'incirca alla metà del territorio comunale. Quest’ultime possono essere ricondotte all’esondazione dell’Astichello o all’esondazione della rete di bonifica e di quella locale (rogge, fossati, scoli). Il P.A.I., a livello di pericolosità idraulica, individua una serie di porzioni a sud ovest del territorio comunale lungo il Fiume Astichello ed una porzione estremamente ridotta del territorio comunale, costituita da una stretta fascia a cavallo del tratto più meridionale della Roggia Tribolo, a sud est. Le aree evidenziate sono classificate come “P1 Area a pericolosità moderata".

Inquinanti fisici Il territorio di Monticello Conte Otto risulta tra i Comuni veneti a rischio radon. Dai dati disponibili non si rilevano criticità legate all’esposizione di radiazioni non ionizzanti (campo elettromagnetico generato da elettrodotti). Sono presenti otto Stazioni Radio Base per la telefonia mobile. Il Comune ha approvato il Piano di zonizzazione acustica in data 11.07.2002 con delibera di Consiglio Comunale n. 32. I punti dove viene evidenziato il superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente per la classe di appartenenza sono: a) zona produttiva Gaypa; b) zona produttiva Barausse; c) zona produttiva ex-Sivi (in relazione al traffico indotto dagli automezzi in ingresso all'attività produttiva); d) zona produttiva Vicentini; e) zona produttiva Zoppelletto f) zona produttiva di Cavazzale, via del Progresso.

Per quanto riguarda la rumorosità rilevata nelle vie principali (via Chiesa incrocio via Roi e Via Anconetta) non si supera il limite del valore di attenzione per le zone di classe IV, fissato in 75 db(A), il piano comunque riporta come sarà necessario intervenire con misure limitative del traffico per tendere ai livelli di qualità che, per le zone in classe IV, sono fissati in 62 db(A). Secondo i dati del quadro conoscitivo della Regione Veneto, il territorio comunale di Monticello Conte Otto rientra in una zona che presenta un aumento della luminosità totale rispetto alla naturale tra il 300% ed il 900%. Questa situazione è sintomo di un inquinamento luminoso.

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Biodiversità, flora e fauna La porzione settentrionale del territorio comunale è marginalmente interessata dall’area di rinaturalizzazione tesa alla conservazione e alla valorizzazione dell’ambiente delle risorgive. In tale ambito non vengono individuati a livello provinciale corridoi ecologici primari, viene però indicato il corridoio ecologico secondario corrispondente all’ambito del Fiume Astichello. Nel territorio comunale non sono presenti aree protette o aree di tutela speciale. Complessivamente comunque non si rilevano gravi criticità ai danni della biodiversità del territorio.

Patrimonio paesaggistico e architettonico Il territorio rurale ha subito, con una accelerazione crescente negli ultimi 50 anni, modificazioni talmente profonde negli ordinamenti fondiari e negli assetti aziendali da apparire ormai completamente diverso anche rispetto ad un recente passato. La meccanizzazione delle operazioni agricole e l'uso generalizzato dei mezzi tecnici ha prodotto una drastica semplificazione delle pratiche colturali. La conseguenza più evidente di tale processo è l'impoverimento del paesaggio agrario. Molti elementi di rilevante interesse paesaggistico sono stati ritenuti inutili o di impedimento rispetto ad ordinamenti aziendali cosiddetti “moderni” e di conseguenza soppressi. Nel centro storico di Monticello Conte Otto, buona parte degli immobili sono attualmente in disuso e alcuni di essi versano anche in uno stato di totale abbandono e di degrado fisico dovuti principalmente alla mancanza, da ormai molto tempo, di interventi di manutenzione.

Sistema socio-economico L’originaria forma di Monticello era incentrata attorno alla strada principale, ovvero la S.P.42 che taglia il paese in direzione nord/sud; le costruzioni si sono originariamente insediate lungo strada, soprattutto lungo l’asse nord/sud. In anni più recenti lo sviluppo edilizio è avvenuto invece a macchia d’olio. Nuovi quartieri si sono sviluppati soprattutto a nord, ad est e ad ovest del centro storico. Trattasi di insediamenti disegnati senza tener conto delle preesistenze e dell’impianto originario e che, spesso, hanno determinato delle “forme” urbane totalmente estranee al contesto. Nel 2011 il territorio di riferimento ha una struttura economica incentrata sui settori del commercio, del manifatturiero e delle costruzioni, confermando il ruolo di Monticello Conte Otto come centro produttivo per la piccola e media impresa vicentina. Osservando i dati in dettaglio, si constata che su 793 unità locali il 22,6% appartiene al settore del commercio, il 21,8% alle attività manifatturiere, il 13,1% al settore delle costruzioni ed il 12,6% alle attività professionali, scientifiche e tecniche. Se si prende in considerazione il numero degli addetti (2.606), si rileva invece che il settore predominante è il manifatturiero (50,8%) con 1.323 addetti, seguito con uno scarto significativo dal commercio (15,9%) con 415 addetti. Nel periodo intercensuario 2001-2011, pur mantenendosi elevata l’incidenza dei settori principali, si assiste, per quanto riguarda le unità locali, ad una contrazione che principalmente ha coinvolto le attività manifatturiere, commerciali, di trasporto e magazzinaggio, immobiliari. Nel complesso, nonostante la unità locali siano solo lievemente diminuite si registra un’importante contrazione del numero di addetti (-30,8%). Dal punto di vista degli addetti

148 si registra un forte calo nell’attività immobiliare: da 192 addetti del 2001 si passa ai 73 del 2011 con una variazione del -62%. I settori con la maggior crescita a livello di unità locali sono le attività alle costruzioni ed ai servizi di alloggio e ristorazione con una variazione compresa fra 20-60%. Nonostante il decennio di crisi si registra che i settori portanti dell’economia del Comune di Monticello Conte Otto, principalmente l’attività manifatturiera ed il commercio all’ingrosso, mantengono il loro ruolo all’interno del sistema economico locale pur segnando una decisa contrazione. In base ai dati del 2014 della Camera di Commercio di Vicenza, nel Comune di Monticello Conte Otto risultano insediate 923 unità locali. Di queste il 28,1% svolgono attività manifatturiere, il 23,4% operano nel settore del commercio, il 10,7% appartengono al settore delle costruzioni e il 9,5 % al settore delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca. Nel territorio comunale è presente un azienda classificata dalla normativa a rischio di incidente rilevante, la Cozza Gabriele srl per lo stoccaggio di prodotti chimici; dalle indagini condotte gli effetti di un eventuale incidenza sembrano limitati alle adiacenze del deposito.

SINTESI CRITICITA’ PER MATRICI

PM10: il numero dei superamenti annui consentiti risulta Aria maggiore del valore fissato

Precipitazioni annuali superiori alla media regionale

Clima Incremento delle temperature medie annuali

Presenza di sostanze pericolose nelle acque superficiali e sotterranee Acqua Presenza di inquinanti di sintesi di origine agricola Rischio percolamento azoto Presenza di aree soggette a pericolosità idraulica Suolo Presenza di aree soggette ad inondazioni periodiche e ristagno a ristagno idrico Elevato livello rumore nei centri abitati Agenti fisici Aumento inquinamento luminoso

Impoverimento del paesaggio agrario Patrimonio paesaggistico e architettonico Degrado e/o abbandono degli immobili storici Presenza di forme urbane incoerenti con il contesto Calo attività manifatturiere, commerciali, di trasporto e Sistema socio- economico magazzinaggio, immobiliari Presenza di impianto a rischio di incidente rilevante

149

4.6.12 Quadro di coerenza tra gli obiettivi di Piano e criticità ambientali

Di seguito si riporta una valutazione di coerenza tra gli obiettivi di Piano (rif. Scheda 3.1) e le criticità ambientali riscontrate per le diverse componenti ambientali, realizzata attraverso l'analisi dei seguenti temi o ambiti d’intervento: - Risorse naturalistiche e ambientali; - Difesa del suolo; - Paesaggio agrario; - Centri storici e paesaggio di interesse storico; - Sistema insediativo; - Attività turistiche, commerciali e produttive; - Servizi; - Sistema infrastrutturale.

Ogni tema o ambito d’intervento è stato inserito in una matrice di valutazione della coerenza tra obiettivi di Piano e criticità ambientali. In ascissa sono riportate le criticità, mentre in ordinata gli obiettivi del PAT. L’incrocio determina la coerenza (casella di colore grigio) degli obiettivi di Piano con le criticità ambientali. Le caselle “in bianco” indicano che non vi è relazione tra l’obiettivo e le criticità ambientali rilevate.

Tabella 4.2.1 Coerenza interna obiettivi sistema ambientale (difesa del suolo) – criticità ambientali

CRITICITA’ DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

Patrimonio Agenti paesaggistico Sistema socio- Aria Clima Acqua Suolo fisici e economico architettonico

Obiettivi

di Piano

(rif.

Scheda

3.1)

tagno idrico

di sostanze pericolose di sostanze

nza di impianto a rischio di incidente nza a rischio di impianto

PM10: il numero dei PM10: numero il superamenti annui delrisulta fissato maggiore valore consentiti annuali superiorimedia Precipitazioni alla regionale Incremento dellemedie annuali temperature Presenza e nelle sotterranee acque superficiali di origine di Presenza sintesi di inquinanti agricola percolamento azoto Rischio Presenza di aree soggette a pericolosità idraulica inondazioni Presenza di aree a soggette a e periodiche a ris nei centri abitati rumore livello Elevato luminoso Aumento inquinamento delagrario Impoverimento paesaggio deglistorici Degrado abbandono e/o immobili manifatturiere,di attività Calo commerciali, e immobiliari magazzinaggio, trasporto Prese rilevante

A1 A2 A3

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CRITICITA’ DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

Patrimonio Agenti paesaggistico Sistema socio- Aria Clima Acqua Suolo fisici e economico architettonico

Obiettivi

di Piano

cidente (rif.

Scheda

3.1)

ore ore nei centri abitati

que superficiali e que sotterranee superficiali

PM10: il numero dei PM10: numero il superamenti annui delrisulta fissato maggiore valore consentiti annuali superiorimedia Precipitazioni alla regionale Incremento dellemedie annuali temperature pericolose Presenza di sostanze nelle ac di origine di Presenza sintesi di inquinanti agricola percolamento azoto Rischio Presenza di aree soggette a pericolosità idraulica inondazioni Presenza di aree a soggette a idrico e periodiche a ristagno rum livello Elevato luminoso Aumento inquinamento delagrario Impoverimento paesaggio deglistorici Degrado abbandono e/o immobili manifatturiere,di attività Calo commerciali, e immobiliari magazzinaggio, trasporto di in a rischio Presenza di impianto rilevante

A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10 A11 A12 A13 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 B9 B10 B11 B12 C1

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5. METODOLOGIA DI VALUTAZIONE

Il processo di VAS garantisce che le questioni ambientali siano considerate fin dai primi stadi della pianificazione, assicurando che le informazioni ottenute vadano a vantaggio dei livelli di pianificazione successivi, consentendo di indirizzare le scelte strategiche di piano verso uno sviluppo socioeconomico e ambientale sostenibile. L’integrazione di considerazioni di carattere ambientale durante l’iter di formazione del PAT risponde all’esigenza di costruire un processo interattivo che si sviluppa a partire dalla valutazione preventiva del documento preliminare, per provvedere poi ad una sua integrazione nel corso delle successive fasi progettuali. Sulla base di quanto emerso dall’esame del Quadro Conoscitivo e del Quadro Ambientale è possibile avanzare una prima valutazione di sostenibilità ponendo particolare attenzione, sia alle problematiche esistenti nel territorio, con specifico riferimento ad eventuali vincoli, ad elementi di rischio, o di degrado, che agli elementi di particolare pregio ambientale da tutelare e salvaguardare. Questa prima valutazione, seguita da una disamina qualitativa dei possibili scenari di assetto del territorio, consente di prefigurare le eventuali interazioni (positive, negative, incerte) tra le strategie-azioni del futuro strumento urbanistico e gli obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale. Nei termini presentati la metodologia di valutazione proposta si compone delle seguenti fasi tra loro integrate:

1. Individuazione delle condizioni di trasformabilità del territorio (suscettibilità): a) individuazione delle condizioni di trasformabilità insediativa del territorio comunale, distinguendo tra condizioni di non trasformabilità e condizioni di possibile trasformabilità; b) rappresentazione cartografica delle condizioni di trasformabilità e individuazione dello scenario complessivo di suscettibilità alla trasformazione insediativa del territorio.

2. valutazione qualitativa degli scenari: analisi degli effetti, per ciascuno scenario prefigurato, su tutte le componenti ambientali per le quali non è stato possibile elaborare un layer informativo, per mancanza o incompletezza di dati, ma soprattutto nel caso in cui non è possibile disporre, per alcune informazioni, della necessaria disaggregazione territoriale (scale subcomunali).

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5.1 Individuazione delle condizioni di trasformabilità del territorio

In base al Quadro Conoscitivo e al Quadro Ambientale di Castelmassa sono stati individuati gli elementi e le variabili di natura ambientale, paesaggistica, storico-architettonica ed infrastrutturale che determinano due differenti condizioni di trasformabilità del territorio:

a) condizioni di non trasformabilità: sono compresi gli ambiti del territorio che presentano situazioni ambientali, storico-architettoniche e di dissesto geologico e idrogeologico tali da non consentire alcun tipo di trasformazione insediativa; b) condizioni di possibile trasformabilità: sono compresi gli ambiti del territorio che presentano situazioni ambientali, paesaggistiche ed infrastrutturali in cui sono possibili le trasformazioni insediative ma solo a determinate condizioni e nel rispetto di specifiche prescrizioni.

Per definire le condizioni di trasformabilità che misurano la suscettibilità alla trasformazione insediativa è stata messa a punto una metodologia di calcolo rispetto al peso di ciascuna condizione di trasformabilità, per la misura dell’importanza della condizione analizzata rispetto alle altre condizioni. Nel decidere se dare più importanza ad una condizione piuttosto che ad un’altra si è scelto di seguire la seguente gerarchia di principi di sostenibilità: 1. proteggere e conservare le zone di tutela; 2. minimizzare e contenere il consumo di suolo; 3. mantenere la qualità dei suoli e delle risorse idriche; 4. migliorare la qualità dell’ambiente locale e della salute dei cittadini.

Il valore del peso assegnato a ciascuna condizione cresce al crescere del suo grado di priorità. Gli aspetti da considerare prioritari sono ovviamente quelli già previsti da atti legislativi e normativi che in questo caso si riferiscono alla salvaguardia delle zone di tutela. Le condizioni ispirate al primo principio (proteggere e conservare le zone di tutela) sono quindi quelle relative ai vincoli e alle aree di tutela derivanti dalla pianificazione di settore, di tipo ambientale, paesistico e infrastrutturale. Il secondo principio di sostenibilità comprende le condizioni per il contenimento dell’utilizzo del suolo, coerentemente a quanto previsto nella L.R. n. 11/2004, privilegiando nuove espansioni in aree contigue all’urbanizzato, laddove si presentano come adeguatamente servibili infrastrutture e servizi. Il terzo principio individua le condizioni legate alla conservazione della qualità dei suoli e delle risorse idriche sia in relazione alle caratteristiche geomorfologiche geologiche e idrogeologiche del territorio che agli usi attuali del suolo agricolo. Il motivo per cui le condizioni individuate da questo principio sono subordinate alle precedenti, deriva dal fatto che il rischio idrogeologico elevato è già contemplato nel primo principio (per le aree a compatibilità geologica non idonea e a pericolosità geologica ed idrogeologica elevata), mentre la salvaguardia del territorio rurale è già parzialmente contenuta nel secondo principio.

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Le aree non idonee corrispondono agli ambiti del territorio dove sono presenti condizioni di non trasformabilità.

Condizioni di non trasformabilità Vincolo monumentale Generatori di vincolo Ville Venete Corridoi ecologici principali Corsi d'acqua Compatibilità geologica: aree non idonee

Gli altri livelli di suscettibilità alla trasformazione variano a seconda del peso assegnato a ciascuna condizione di possibile trasformabilità e al peso risultante dalla eventuale sovrapposizione di due o più condizioni di possibile trasformabilità.

Tabella 5.1 - Individuazione delle condizioni di possibile trasformabilità Condizione di possibile trasformabilità Pesi Pesi normalizzati Centri sotrici 20 0.09 Contesti figurativi dei complessi monumentali 20 0.09 Compatibilità geologica: aree idonee a condizione 10 0.04 Vincoli paesaggistici 15 0.06 Area a rischio idraulico e idrogeologico (R1) 15 0.06 Area nucleo 20 0.09 Fasce di rispetto 15 0.06 Stepping stone 15 0.06 Parco Astichello 20 0.09 Area esondabile o a ristagno idrico 15 0.06

Rappresentazione cartografica della suscettibilità alla trasformazione insediativa La suscettibilità delle aree alla trasformazione insediativa è stata conseguita attraverso la sovrapposizione delle condizioni di trasformabilità (pesi normalizzati) mediante l’utilizzo di tecniche di elaborazione GIS. Il livello di attitudine del territorio comunale alla trasformazione insediativa è rappresentato cartograficamente, applicando una scala cromatica con cinque classi di suscettibilità, come indicato nella tabella sottostante.

Tabella 5.2 - Individuazione dei livelli di suscettibilità alla trasformazione insediativa Livelli di suscettibilità alla trasformazione Classi dei pesi normalizzati insediativa Area ad alta suscettibilità 0.04-0.23 Area a medio-alta suscettibilità 0.23-0.29 Area a media suscettibilità 0.29-0.36 Area a bassa suscettibilità 0.36-0.59 Area non idonea

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La condizione ottimale alla trasformazione insediativa si verifica quando gli ambiti di intervento: - non interessano le aree di interesse naturalistico e paesaggistico da tutelare e salvaguardare; - non interferiscono con le zone di tutela di tipo infrastrutturale; - sono limitrofi a parti del territorio con funzioni affini e facilmente connessi alla rete viaria; - interessano ambiti agricoli parzialmente edificati e comunque con caratteri pedologici poco idonei alla coltivazione; - interessano suoli con caratteristiche idonee alle trasformazioni; - non creano situazioni di criticità o di vulnerabilità ambientale o possono essere risolte con misure cautelative. L’esito valutativo complessivo permette di evidenziare la presenza di alcune aree del territorio in cui la situazione ambientale presenta delle criticità e quindi le configura come non conformemente orientate ad accogliere interventi di trasformazione territoriale o ad accoglierli nel rispetto di specifiche prescrizioni.

La “Carta della suscettibilità alla trasformazione insediativa” (scala 1:10.000) è riportata in allegato al Rapporto Ambientale.

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5.2 Valutazione qualitativa L’utilizzo di variabili cartografabili costituisce uno strumento utile per rappresentare in maniera oggettiva le informazioni sul territorio, e quindi per valutare se le scelte di piano sono compatibili con gli aspetti ambientali che caratterizzano il territorio stesso. Ad esempio, un’area a rischio idraulico sarà meno suscettibile alla trasformazione di un’area che non presenta problemi da un punto di vista idrogeologico. E’ chiaro che, qualora non si abbia a disposizione un numero sufficiente di informazioni, per la costruzione di un layer informativo relativamente ad una determinata componente ambientale, la metodologia proposta risulta non completamente esaustiva. Per completare la valutazione si rende quindi necessario integrarla attraverso un’analisi qualitativa che prenda in esame tutte le componenti ambientali per le quali non è stato possibile elaborare un layer informativo alla scala sub-comunale.

La seconda fase prevede dunque la prefigurazione dei possibili scenari di sviluppo del territorio, rispetto ai quali la valutazione ha il compito di verificarne gli effetti sulle componenti ambientali e sui principali caratteri territoriali. Dal punto di vista operativo la metodologia di valutazione si compone come segue: 1. Descrizione e valutazione degli scenari rispetto alle matrici ambientali; 2. Valutazione finale e scelta dello scenario.

La valutazione degli scenari è costruita innanzitutto attraverso la descrizione delle alternative di piano e in particolare mediante l’analisi delle azioni di trasformazione e sviluppo territoriale prefigurate. Gli scenari sono quindi valutati considerando i potenziali effetti sulle seguenti matrici ambientali: aria: si analizzano i potenziali impatti sulla qualità dell’aria dovuti alle emissioni atmosferiche generate dagli interventi di nuova urbanizzazione; clima: si analizzano i potenziali effetti dello sviluppo urbano rispetto ai principali caratteri climatici e microclimatici; acqua: si esaminano i potenziali impatti sulla qualità delle acque e sui consumi idrici, in relazione al nuovo carico urbanistico previsto, all’efficienza del sistema fognario e di depurazione e all’efficienza del sistema acquedottistico; suolo e sottosuolo: si valutano il consumo di suolo generato dagli interventi di sviluppo urbano e i potenziali effetti sulla morfologia e l’assetto idrogeologico del territorio; Inquinanti fisici: si analizzano i potenziali impatti sulla popolazione dovuti alle emissioni luminose, elettromagnetiche e legate alle fonti di rumore generate dagli interventi di nuova urbanizzazione; Biodiversità, flora e fauna: si analizzano gli effetti degli scenari rispetto agli ecosistemi naturali del territorio, con particolare riferimento ai caratteri vegetazionali e faunistici; Patrimonio paesaggistico, architettonico e archeologico: si valutano gli effetti potenziali generati dalle scelte di piano sui caratteri e la struttura degli elementi/ambiti paesaggistici, architettonici e archeologici; Popolazione residente: si considerano le pressioni antropiche in genere ed in particolare l’aumento della produzione dei rifiuti e dei consumi energetici attribuibili al carico urbanistico previsto.

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6. DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI SCENARI RISPETTO ALLE MATRICI AMBIENTALI

6.1 Le alternative per la costruzione del PAT Come riportato nel paragrafo 3.2 l’Amministrazione di Monticello Conte Otto, nell’ambito della redazione del PAT, ha posto come elementi qualificanti i seguenti punti, al fine di garantire uno sviluppo sostenibile del territorio:  fondare il Piano su una conoscenza approfondita del territorio, con un metodo di analisi interdisciplinare: il quadro conoscitivo costituisce parte integrante e non separata del percorso di redazione del progetto di piano;  realizzare un Piano condiviso, attraverso la partecipazione della cittadinanza e delle forze sociali alla individuazione e alla discussione degli obbiettivi generali e specifici, in particolare per quanto attiene alle scelte strutturali e strategiche;  costruire il Piano a partire dagli aspetti ambientali, correlando e verificando le scelte infrastrutturali, insediative e produttive, sotto il profilo dello sviluppo sostenibile;  contenere il consumo di suolo prevedendo l’insediamento di nuove aree nei limiti di un corretto dimensionamento, basato su previsioni realistiche e conseguenti agli obiettivi del Piano e alle necessarie azioni di tutela;  rispondere alla generale domanda di qualità, verificando e ottimizzando gli interventi e la distribuzione dei servizi.

La valutazione delle alternative si sviluppa attraverso due scenari articolati in valutazioni sia qualitative che quantitative: - il primo concerne l’attuazione degli strumenti di pianificazione comunale vigenti, in questi termini si assume il PRG con particolare riferimento alle previsioni non ancora attuate; - il secondo, acquisendo la proposta del PRG, valuta gli elementi del progetto del PAT così come vengono delineati negli obiettivi di piano.

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SCENARIO ZERO: ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE VIGENTI

Lo scenario zero prende in esame un’ipotesi di sviluppo basata sulle indicazioni rimaste inattuate rispetto a quanto stabilito dagli strumenti di pianificazione vigenti. In particolare vengono considerate le disposizioni indicate dal PRG quali principali elementi di definizione delle trasformazioni territoriali di Monticello Conte Otto, prefigurando dunque un’alternativa “do nothing”. In questa prospettiva la non azione implica la sola attuazione delle scelte di trasformazione ereditate dagli strumenti di pianificazione precedenti al Piano di Assetto del Territorio. Rispetto a tale condizione va considerato come le disposizioni del PRG vigente definiscono la realizzazione di una serie di volumi, previsti attraverso piani urbanistici attuativi e programmati da varianti recenti, non eludibili dal disegno definitivo del PAT. In sintesi lo scenario comporta il riconoscimento di un “residuo” convenzionato e con opere di urbanizzazione realizzate, emergente in una sostanziale disponibilità di aree per la residenza ed i servizi; ad esso si affianca un tessuto programmato, definito nelle indicazioni previste dal Piano Regolatore Generale, ancora privo di specifiche convenzioni urbanistiche e dunque non ancora attuato. L’opzione in esame prevede di sottoporre a valutazione alcuni ambiti che il PRG vigente classifica come "Zona C2 – ambiti del territorio comunale destinati a nuovi insediamenti residenziali" (art. 28 delle NTA del PRG vigente), come “Zona C2/A – Zona residenziale estensiva di nuovo impianto” (art. 29 delle NTA), come “Zona D2/1 – Zona produttiva di nuovo impianto” (art. 33 delle NTA) e come “Zona F3 – Zona a verde pubblico attrezzato” (art. 50 delle NTA).

Nelle Zone C2 è ammessa esclusivamente l'edificazione di edifici residenziali. Solo come integrazione alle abitazioni sono eventualmente consentiti attività di vicinato come definite dalla legge, uffici, studi professionali, locali per associazioni culturali sino al conseguimento del 30% del volume edificabile nel lotto. Sono ammissibili i cambi d’uso tra diverse destinazioni secondarie, anche nel caso in cui la destinazione esistente ad attività di vicinato, uffici, studi professionali e locali per associazioni culturali superi il 30% del volume edificabile del lotto. Le attività commerciali di vicinato e artigianali di servizio, se ritenute compatibili con la residenza, sono ammesse solo qualora abbiano una superficie utile non superiore 100 mq per unità e siano compatibili con quanto prescritto dalla L.R. 37/99 e s.m.i., nonché conformi a quanto previsto in termini di standard urbanistici dal PRG. Sono escluse le seguenti destinazioni d’uso: - attività commerciali non di vicinato, cioè con superficie complessiva utile superiore a 100 mq per unità nelle zone C2; - attività commerciali all’ingrosso; - industrie; - laboratori artigianali inquinanti; - depositi e magazzini di merci, con l’eccezione di quelli che sono funzionalmente e spazialmente integrati alle attività commerciali annesse e che sono limitati all’ordinaria provvista delle scorte di vendita. La superficie di vendita e del magazzino non devono superare 150 mq; - discoteche o sale da ballo; - case di cura di nuovo impianto; - mattatoi e laboratori di lavorazione delle carni vive; - stalle, scuderie, pollai, allevamenti in genere;

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- attività insalubri di prima classe di cui agli elenchi emanati in applicazione dell’art. 216 del T.U. Leggi Sanitarie di cui al R.D. 1265/34; - attrezzature degli autotrasportatori, spedizionieri e simili; - ogni altra attività che, a giudizio del Dirigente responsabile, sentita la C.E., risulti in contrasto con il carattere della zona.

Prima dell'approvazione dei S.U.A., negli edifici eventualmente esistenti nelle zone C2 sono ammessi unicamente interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, restauro e ristrutturazione con il mantenimento delle funzioni esistenti, se residenziali. All’interno delle zone oggetto di S.U.A. deve essere prevista una superficie destinata a standard urbanistici non inferiore a mq. 26,50 per abitante convenzionale insediabile, articolata nelle quantità di cui agli artt. 25 e 26 della L.R. 61/85. Nelle zone C2 ogni lotto edificabile non può avere superficie fondiaria inferiore a mq. 400,00. In tutti i lotti liberi e nei lotti inedificati non è consentita l'edificazione se non raggiunge almeno il 75% della densità edilizia fondiaria o dell’indice di utilizzazione fondiaria prevista per il lotto di pertinenza. (art. 28 delle NTA del PRG vigente). La Z.T.O. C2 è suddivisa in 15 sottozone distinte principalmente dai parametri urbanistici ad esse applicabili, essi sono: C2-1, C2-2, C2-3, C2-4, C2-5, C2-6, C2-7, C2-C, C2-D, C2-E, C2-F, C2-G, C2-H, C2-I, C2-L, C2-M.

Nelle zone C2/A è ammessa l'esecuzione di interventi di trasformazione urbanistica e/o edilizia, aventi funzione prevalentemente residenziale. Sono ammesse funzioni diverse da quella residenziale, soltanto se compatibili con la residenza e quindi non moleste, non inquinanti e non recanti pregiudizio all'igiene e al decoro. Sono escluse le seguenti destinazioni d’uso: - attività commerciali con superficie complessiva utile superiore a mq. 100 per unità; - attività commerciali all’ingrosso; - industrie; - laboratori artigianali inquinanti; - depositi e magazzini di merci, con l’eccezione di quelli che sono funzionalmente e spazialmente integrati alle attività commerciali annesse e che sono limitati all’ordinaria provvista delle scorte di vendita. La superficie di vendita e del magazzino non devono superare 100 mq; - discoteche o sale da ballo; - case di cura di nuovo impianto; - mattatoi e laboratori di lavorazione delle carni vive; - stalle, scuderie, pollai, allevamenti in genere; - attività insalubri di prima classe, di cui agli elenchi emanati in applicazione dell’art. 216 del T.U. Leggi Sanitarie di cui al R.D. 1265/34; - ogni altra attività che, a giudizio del Dirigente responsabile, sentita la C.E., risulta in contrasto con il carattere della zona.

160

Il P.R.G. si attua previa approvazione di uno S.U.A. Piano di iniziativa privata (P.d.L.). In assenza di S.U.A. sono consentiti solo interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione, come definiti alle lettere a), b), c), d) dell’art. 31 della L. 457/78. La Z.T.O. C2/A è suddivisa in due comparti autonomi, con separati S.U.A., essi sono: C2/A1 e C2/A2. (art. 29 delle NTA del PRG vigente)

Le zone F, per attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico, comprendono le parti del territorio comunale destinate ad attrezzature di interesse collettivo, pubbliche o di uso pubblico. La Sottozona F3/1 comprende le parti piantumate del territorio comunale, allestite con attrezzature destinate al gioco dei bambini e alla ricreazione nel verde. In questa sottozona è vietata qualsiasi costruzione, fatte salve le costruzioni strettamente connesse alle funzioni della zona (impianti per il gioco, attrezzature di ristoro, ricreative e culturali, ecc.). Le attrezzature devono rispettare l'indice di fabbricabilità fondiaria di mc/mq. 0,1. La realizzazione delle Sottozone F3/1 è di competenza comunale e, in subordine, privata, se convenzionata. La gestione da parte di privati di tali zone è subordinata alla stipulazione di un'apposita convenzione con l'Ente Pubblico. L'attuazione di queste sottozone deve avvenire sulla base di progetti esecutivi, finalizzati a definirne le caratteristiche e i modi d’uso. La sottozona F3/2 comprende quella parte del territorio comunale posta lungo il corso dei canali, che assume il carattere di verde pubblico attrezzato per la sosta ed il tempo libero. L'attuazione di queste sottozone deve avvenire sulla base di progetti esecutivi, finalizzati a definirne le caratteristiche e gli eventuali modi d’uso. Tali progetti devono descrivere in modo dettagliato i tipi di piantumazioni, il loro posizionamento, il trattamento degli spazi scoperti, il posizionamento di percorsi pedonali e ciclabili nonché degli spazi di sosta e delle attrezzature. La Sottozona F3/3 comprende la parte del territorio comunale destinata all'installazione di impianti sportivi e di altre attrezzature per il tempo libero. In questa sottozona sono ammesse le attrezzature ricreative di servizio agli impianti (locali di ristoro, eventuali sedi di associazioni sportive da ricavarsi all'interno degli edifici esistenti, ivi compresi gli alloggi per il personale di custodia per un massimo di 500 mc., i locali adibiti a servizi igienici, gli spogliatoi e le docce, ecc.). La capacità edificatoria non deve mai essere superiore all'indice fondiario di mc/mq. 0,1. La superficie di riferimento per la determinazione dell'indice fondiario è riferita alla dimensione complessiva dell'area. (artt. 50, 51, 52 delle NTA del PRG vigente)

La D2 comprende le parti del territorio comunale destinate a insediamenti produttivi di nuovo impianto. Sono consentite le destinazioni d'uso di seguito indicate: - Attività produttive, industriali e artigianali e di servizio; - Uffici pubblici e privati a servizio delle attività produttive e non; - Mostre e negozi a servizio delle attività produttive e non nei limiti delle medie strutture di vendita come definite dalla legge; - Depositi e magazzini; - Impianti e attività a servizio del traffico (officine, garage, distributori, ecc.); - Attività di ristorazione e bar; 161

- Locali per l’intrattenimento e lo svago; - Attività di spedizione merci, deposito automezzi, ecc; - Abitazioni per il titolare dell'attività insediata e il personale di custodia. Tali abitazioni sono ammesse in ogni edificio destinato ad attività produttive e di servizio, indipendentemente dal numero di aziende in esso insediate, purché la loro superficie utile complessiva non sia superiore a mq. 200, con una volumetria massima di mc. 500.

In tutte le zone produttive è vietato l’insediamento delle seguenti attività produttive insalubri di prima classe, di cui al D.M. 05/09/1994 del Ministero della Sanità “Elenco delle industrie insalubri di cui all’art. 216 217 del T.U. Leggi Sanitarie”: industrie chimiche; industrie farmaceutiche; concerie; tintorie; industrie o laboratori artigianali la cui attività prevalente sia il trattamento in superficie dei metalli; attività di trattamento e/o smaltimento rifiuti conto terzi; industrie e laboratori artigianali per la produzione di circuiti stampati; industrie o laboratori artigianali per la produzione di accumulatori. Per insediamento il PRG intende il nuovo insediamento delle industrie insalubri di prima classe richiamate; non costituiscono pertanto insediamento i meri trasferimenti di attività regolarmente esistenti e operanti all’interno del territorio comunale. In questa zona il P.R.G. si attua attraverso S.U.A. con la conseguente previsione della dotazione di standard minimi. Deve essere prevista una dotazione di spazi a standard, da destinare a uso pubblico, non inferiore a mq. 100,00 per ogni mq. 100,00 di superficie utile commerciale o direzionale, qualora lo S.U.A. ne preveda l'insediamento, o qualora vengano presentate istanze di concessione edilizia per attrezzature commerciali e direzionali. La Z.T.O. D2 è suddivisa in 2 sottozone distinte principalmente dai parametri urbanistici ad esse applicabili, essi sono: D2-1, D2-3. (artt. 33, 35bis delle NTA del PRG vigente).

La tabella che segue riassume i carichi urbanistici rimasti inattuati rispetto alle disposizioni del PRG vigente. I valori riportati sono differenziati per residuo di piano, già convenzionato con opere di urbanizzazione completate, ed ambiti programmati.

Residuo PRG Famiglie Ab. Teorici Nome zona Indice Volume Insediabili Superficie Sup. Terr. (mq) (150mc/ab (mc/mq) (mc) (2,47 Servizi (mq) teorico) ab/famiglia)

C2/E 5.368 1,00 5.368 36 15 1.315

C2/I 32.203 0,50 16.102 107 43

TOTALE 37.571 21.470 143 58 1.315

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Urbanizzazione programmata Volume Carico Famiglie Aree Superficie Indice edificabile Superficie a urbanistico Insediabili Programmate ZTO Territoriale (mc/mq) massimo servizi (mq) (150mc/ab (2,47 (mq) (mc) teorico) ab/famiglia)

0 C2/C 2.514 2,50 6.285 - 42 17

1 C2/D 34.822 0,4 13.928,8 17.076 93 38

2 C2/F 41.465 0,3 12.439,5 32.592 83 34

3 C2/G 26.194 0,7 18.335,8 6.690 122 49

4 C2/H 73.236 0,7 51.265,2 29.638 342 138

5 C2/L 45.296 0,6 27.177,6 17.229 181 73

6 C2/M 6.325 0,4 2.500 3.200 17 7

7 C2/6 14.235 1,2 17.082 - 114 46

8 C2/A1 29.155 1 29.155 - 194 79

9 C2/A2 9.994 1,5 14.991 - 100 40

283.236 193.160 106.470 1.288 521

10 D2/1 50.545 RC 60% 333.597 - - -

50.545 - - - -

11 F3/18 4.330 - - 4.330 - -

12 F3/19 14.560 - - 14.560 - -

18.890 - 18.890 - -

TOTALE 352.671 526.757 125.360 1.288 521

Esaminando i valori nelle tabelle si può notare come per le aree di espansione residenziale le superfici coinvolte dal PRG non convenzionato ammontano a 283.236 mq pari a 193.160 mc, per un carico urbanistico quantificabile in un aumento di popolazione di 1.288 abitanti aggiuntivi, pari a circa 521 nuove famiglie insediabili. In relazione ai tessuti produttivi le aree non convenzionate ammontano a 50.545 mq corrispondenti a 352.671 mc insediabili. Per quanto concerne le aree destinate ai servizi pubblici e/o di uso pubblico, esse coinvolgono una superficie di 125.360 mq. Di seguito si riportano in cartografia gli ambiti del PRG vigente considerati come tessuto urbano programmato e la relativa matrice di valutazione. All’interno della matrice oltre a valutare le singole azioni di piano, è indicata una valutazione degli effetti cumulativi relativi all’insieme degli ambiti di sviluppo insediativo.

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“Opzione zero”: Attuazione del PRG vigente – ambiti di valutazione

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Valutazione “dell’Opzione zero” rispetto alle matrici ambientali

Matrici ambientali

Azioni di Patrimonio Suolo piano Inquinanti Biodiversità, paesaggistico, Popolazione e

Aria fisici flora e fauna architettonico e residente

Clima Acqua sottosuolo archeologico

0 -+ -+ -+ -+ -+ 0 0 -+

1 - -+ - - - 0 0 -

2 -+ -+ -+ - -+ 0 0 -+

3 -+ -+ -+ - -+ 0 0 -+

4 - -+ - -+ - 0 0 -

5 - -+ - -+ - 0 0 -

6 -+ -+ -+ -+ -+ 0 0 -+

7 -+ -+ -+ - -+ 0 0 -+

8 - -+ - - - 0 0 -

9 -+ -+ -+ - -+ 0 0 -+

10 - -+ - - - 0 0 -

11 -+ -+ -+ -+ -+ 0 0 -+

12 -+ -+ -+ -+ -+ 0 0 -+

Effetti cumulativi -+ -+ -+ - -+ 0 0 -+ “Opzione 0”

+ effetti positivi -+ effetti non significativi, 0 effetti assenti - effetti negativi

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Dagli elementi descritti ed individuati nell’analisi dell’opzione zero, emerge come alcune delle azioni previste potrebbero presentare potenziali criticità in relazione alle matrici aria, acqua, inquinati fisici e popolazione residente. Nel loro complesso la maggior parte di esse richiama ad un effetto negativo in termini di consumo di suolo. Per quanto riguarda la matrice aria si sottolinea il possibile esito in termini di inquinamento atmosferico. Esso va relazionato alle emissioni derivanti dagli impianti produttivi legati alla nuova zona di espansione posta a nord-ovest del territorio comunale, rimasta da completare come rafforzamento dei sistemi esistenti, ma anche in relazione alle componenti di traffico attratte dagli insediamenti residenziali più popolosi. In questi termini andrà comunque previsto un inserimento attuativo adeguato, volto a minimizzare i carichi inquinanti. La componente acqua risulta influenzata dai principali insediamenti i quali comporteranno un consistente carico antropico che si rifletterà in un sensibile aumento dei consumi idrici, oltre ad esso va considerato un incremento della produzione di acque reflue e di dilavamento. Il rumore rappresenta un’inquinante fisico potenzialmente rilevante, in relazione ad esso si evidenziano le potenziali criticità riferite: all’inserimento di nuovi insediamenti produttivi; al traffico veicolare generato dai principali comparti residenziali programmati. In tal senso, in relazione al piano di classificazione acustica vigente, si sottolinea la necessità di mitigare i possibili impatti sul territorio cittadino. La pressione antropica, generata dagli insediamenti residenziali e produttivi di maggiore entità, rappresenta un’ulteriore elemento individuato come potenziale criticità espressa dalle azioni progettate con il vigente PRG. In particolare si fa riferimento all’aumento dei consumi idrici, al carico dei rifiuti prodotti ed ai consumi energetici. Rispetto a tali insediamenti va inoltre sottolineato come cinque di essi superino la superficie di 3 ha, comportando in sede di PUA la necessità di una loro verifica ai fini di una potenziale assoggettabilità a VAS. In relazione al consumo di suolo, premettendo che gli ambiti di sviluppo residenziale e produttivo sono contigui a porzioni territoriali già urbanizzate o si collocano in aree agricole residuali, risulta comunque rilevante sottolineare la consistenza delle ipotesi di urbanizzazione. Esse rappresentano da un lato una fonte di impermeabilizzazione dei terreni, dall’altro, specialmente nei casi più periferici rispetto al centro abitato ed ai poli produttivi esistenti, l’oggetto di un’ulteriore riduzione di suolo agricolo. Tali aree di sviluppo, individuate dal PRG all’interno delle zone C2, D2 e relative sottozone, risultano già in parte definite attraverso le disposizioni normative del Piano vigente e sono rivolte al consequenziale insediamento di interventi che completino i tessuti esistenti. Dal punto di vista degli effetti cumulativi, oltre al consumo di suolo, si potrebbero verificare potenziali conseguenze negative in rapporto alla crescita delle potenziali fonti di emissione per l’inquinamento atmosferico e rispetto all’aumento dei possibili fattori di inquinamento acustico.

Tali situazioni di potenziale impatto possono tuttavia essere mitigate attraverso opportune misure (cfr. cap. 10- Le misure di mitigazione) volte in particolare: all’adozione di criteri progettuali e di realizzazione delle aree, conformemente allo scopo di limitare il consumo di suolo, anche in relazione al recepimento delle Direttive indicate dal PTCP di Vicenza;

166 a prevedere, in relazione al rumore, che le nuove zone residenziali siano protette da misure di mitigazione e dissuasione del traffico di attraversamento; in relazione all’inquinamento da Radon, a prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubblici, individuano norme incentivanti il risanamento degli edifici esistenti e la prevenzione nella nuova edificazione; alla previsione di scelte localizzative sul territorio e alla dotazione di servizi, che minimizzino l’incremento della mobilità di persone e merci; alla definizione, nelle aree interessate da nuove localizzazioni, di soluzioni volte a renderle facilmente raggiungibili con il trasporto pubblico, le piste ciclabili e i percorsi pedonali; al miglioramento e al potenziamento della rete di smaltimento delle acque reflue e di dilavamento; alla promozione di misure per l’eliminazione degli sprechi idrici, per la riduzione dei consumi, per incrementare il riciclo ed il riutilizzo dell’acqua incentivando l’utilizzazione di tecnologie per il recupero e il riutilizzo delle acque reflue; all’incremento dei livelli di raccolta differenziata; all’incentivazione del risparmi energetico e alla verifica della rispondenza degli interventi a criteri di efficienza energetica, promuovendo la copertura parziale dei fabbisogni energetici con forme di energia rinnovabile.

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IPOTESI 1 LA PROPOSTA DI PAT

Come anticipato la seconda alternativa, acquisendo la proposta consolidata del PRG, valuta come focus dello scenario ipotizzabile gli elementi di innovazione introdotti con il progetto strategico del PAT. Il piano di Assetto del territorio, strutturandosi come quadro delle strategie per Monticello Conte Otto, restituisce una visione differente rispetto all’approccio di regolazione degli insediamenti impostato dal PRG, concentrando la sua azione in una logica di governo delle trasformazioni urbane e territoriali. Il PAT è articolato tra azioni strategiche sia di tipo generale, estese a tutto il Comune, che puntuali, incoraggiando un processo di trasformazione orientato alla riqualificazione, riconversione e funzionalizzazione dei tessuti esistenti. Tra gli obiettivi espressi dalla proposta di piano vi sono: la preservazione dell’integrità dei nuclei storici, il contenimento dei possibili fenomeni di diffusione urbana, con particolare riferimento agli ambiti rurali a nord-est del centro abitato, la tutela del sistema ambientale e paesaggistico, l’ampliamento della dotazione di servizi ed infrastrutture anche in relazione all’opportunità di incentivare sistemi di mobilità a ridotto impatto ambientale. Nella proposta elaborata con il PAT vengono dunque integrate le previsioni del PRG non ancora realizzate o completate, sono accolte le indicazioni desunte dall’Amministrazione e dal percorso partecipativo (Cap. 2), vengono mutuate le indicazioni degli strumenti di pianificazione di livello superiore, con particolare riferimento a quanto previsto dal PTCP approvato nel 2012 dalla Provincia di Vicenza. A seguire sono precisate puntualmente le azioni strategiche promosse dalla proposta di Piano di Assetto del Territorio elaborata per Monticello Conte Otto. Le azioni presentate sono state suddivise in quattro macro sistemi: insediativo, infrastrutturale, paesaggistico e storico culturale, naturale e delle reti di connessione.

IL SISTEMA INSEDIATIVO Aree di urbanizzazione consolidata: gli ambiti di urbanizzazione consolidata sono costituiti dalle parti di territorio poste all’interno del limite fisico dell’edificazione, dove i processi di trasformazione sono sostanzialmente completati. Tali ambiti comprendono anche le aree non urbanizzate ma già compromesse, che possono essere utilizzate ai fini edificatori senza consumare superficie agricola, quindi senza uscire dal limite dimensionale dato dal rapporto tra SAU e STC. Il tessuto consolidato contiene i PUA convenzionati nell’ambito del PRG vigente con opere di urbanizzazione realizzate. Le questioni progettuali riconosciute attraverso questa perimetrazione attengono innanzitutto alle operazioni di consolidamento del centro storico e dei nuclei residenziali principali; riqualificando in particolare gli spazi pubblici e i sistemi di connessione con attenzione alla viabilità ciclabile. La proposta di piano evidenzia come in tali ambiti siano possibili, in relazione a quanto previsto dagli strumenti operativi, interventi diretti di nuova costruzione ristrutturazione ed ampliamento di edifici esistenti, adeguando le dotazioni territoriali e delle opere di urbanizzazione mancanti o carenti. All’interno dell’urbanizzazione consolidata sono compresi gli ambiti interessati dalla presenza di attività commerciali (esercizi di vicinato e/o medie strutture di vendita) comprensivi delle loro possibili estensioni ai sensi della L.R. n.50/2012. La proposta del PAT comprende all’interno dell’urbanizzazione consolidata gli ambiti interessati dalla presenza di attività produttive, artigianali ed industriali, comprensivi

168 delle loro possibili estensioni e delle funzioni commerciali loro connesse. Nel definire le destinazioni d’uso ammesse il piano tiene conto che l’uso delle aree produttive si va sempre più evolvendo verso un modello non monofunzionale dove sono compresenti (anche all’interno della stessa impresa) funzioni produttive e di servizio. Sono perciò favoriti gli interventi di valorizzazione dell’attività produttiva attraverso un mix funzionale che consenta l’insediamento di attività di ricerca, funzioni ricreative (palestre ecc.) e funzioni ricettive (mensa, bar, ristorazione, albergo). Sono inoltre ammesse all’interno delle zone produttive, o in ambiti adiacenti, attività di servizio di interesse pubblico quali: attività di supporto alla zona produttiva, servizi non compatibili con le zone residenziali per ragioni di funzionalità, accessibilità, impatto sul traffico, potenziale inquinamento, rumore, ecc.

Edificazione diffusa: gli ambiti ad edificazione diffusa sono individuati al fine di migliorare la qualità della struttura insediativa ed il rapporto degli insediamenti con l’ambiente rurale, con l’obiettivo di frenare la tendenza alla dispersione edilizia indifferenziata, nei nuclei residenziali in ambito agricolo. A Monticello Conte Otto Viene ricompreso in questa perimetrazione un nucleo prevalentemente residenziale in zona agricola a nord-est del territorio comunale il quale, pur non presentando caratteristiche tali da poter essere considerato come urbanizzazione consolidata, si distingue per una presenza edificata di una certa densità non in contrasto con l’uso agricolo del territorio. Gli eventuali interventi previsti contemplano: l’ampliamento degli edifici esistenti secondo i parametri e le prescrizioni stabilite dalla LR 11/04 per le zone agricole, l’eliminazione o il trasferimento delle funzioni incompatibili o incoerenti, il mantenimento accompagnato da riqualificazione e mitigazione delle funzioni che possono essere rese compatibili o il cui effetto può essere mitigato, lo sviluppo di funzioni rurali connesse all’accoglienza e valorizzazione dei prodotti tipici; lo sviluppo di strutture per il turismo rurale. In questi ambiti non sono consentiti allevamenti di tipo intensivo né destinazioni d’uso incompatibili con il carattere residenziale degli stessi.

Aree strutturali: sono porzioni di territorio soggette a strumento attuativo e/o ad accordo pubblico-privato, per le quali il PAT ritiene opportuno delimitare il perimetro e le modalità di attuazione. Le aree così identificate sono: l’ ambito di riqualificazione e riconversione “AS1 – Ex Ge Lighting”, l’ ambito “AS2 Ex Peschiere” e l’ ambito “AS3 Ex Barausse”; per ciascun’area sono stati stabiliti degli specifici obiettivi. Per l’area AS1 le indicazioni di piano riguardano: il rafforzamento del Parco dell’Astichello, anche attraverso una nuova dotazione di servizi; la realizzazione di un rapporto diretto tra il Parco e l’ambito del Centro Abitato di Cavazzale; l’incremento dell’offerta abitativa del centro con un intervento di qualità; la riduzione della superficie coperta e del volume presente, relativo alla ex zona produttiva; la contribuzione alla realizzazione della ciclabile sull’argine dell’Astichello o in prossimità di esso. Per l’area AS2 le indicazioni di piano riguardano: il rafforzamento del corridoio ecologico lungo il Fiume; la salvaguardi del contesto paesaggistico garantendo i coni visuali verso la campagna ad ovest; il rafforzamento del Parco dell’Astichello attraverso un’area specificatamente destinata a tale funzione; la contribuzione alla realizzazione della ciclabile sull’argine dell’Astichello o in prossimità di esso.

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Per l’area AS3 le indicazioni di piano riguardano un ambito complesso che al suo interno può avere diverse destinazioni: residenziale, commerciale/direzionale, artigianale, ed eventuali destinazioni complementari anche non di pertinenza di attività esistenti, come ad esempio attività ricreative o sportive. Il Piano stabilisce come l’ambito è significativo per la possibilità di realizzare una accessibilità più razionale, migliorando anche la qualità percettiva.

Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza: i servizi di interesse comune di maggiore rilevanza, presenti nel territorio comunale, sono riportati tra le azioni strategiche dalla proposta del PAT in relazione a quanto già indicato dal PRG vigente. Con essi vengono segnalati i principali ambiti a servizio ed in particolare: il potenziamento del centro riabilitativo Villa Maria a Monticello ed il possibile insediamento di un ecocentro a nord di Cavazzale. Le aree di trasformazione indicate dal PAT sono destinate ad attuare le strategie di Piano e a conseguire le dotazioni prescritte dalle disposizioni di legge vigenti, sia di rango urbano che di quartiere o di vicinato.

Linee preferenziali di sviluppo insediativo residenziale/a servizio previste dal PAT: in relazione alle scelte strategiche sostenute dal PAT vengono riportate le linee preferenziali lungo le quali dovrà essere indirizzato lo sviluppo urbanistico degli insediamenti presenti a Monticello Conte Otto; gli ambiti considerati risultano privi di contenuti progettuali specifici demandati del resto, come previsto dalla LR 11/04, ai PI e PUA. L’estensione delle aree interessate dallo sviluppo insediativo, concentrate nell’ATO 3, assieme ad i parametri per l’edificazione, verranno stabiliti dai PI in relazione al dimensionamento degli ATO. Per quanto riguarda la residenza e i servizi alla residenza sono state valutate le possibili direzioni di sviluppo tenendo conto della rete stradale esistente e delle sue necessità di riqualificazione, valorizzando quando possibile le permanenze storiche degli edifici e dell’impianto urbano. Le nuove aree residenziali e a servizi indicate dal PAT sono individuate in ambiti contigui all’edificato esistente, escludendo le localizzazioni che per motivi di carattere paesaggistico, ambientale, di salvaguardia del territorio agricolo, o di fragilità e vulnerabilità sono da salvaguardare. Gli ambiti individuati riguardano in particolare tre espansioni di insediamenti residenziali e l’espansione di un’area a servizio. La prima di queste previsioni si colloca a nord-ovest del territorio comunale, lungo il fascio ferroviario a sud di Via Parmesana, la seconda ad est lungo Via S. Gaetano, la terza a sud-ovest lungo Via Saviabona verso il rilevato arginale del Fiume Astichello. L’ampliamento relativo ai servizi riguarda invece l’area cimiteriale, al centro del territorio comunale tra Via G. Marconi e Via Bosco.

Linee preferenziali di sviluppo insediativo residenziale/a servizio previste dal PRG: in relazione alle scelte strategiche sostenute dal PAT, vengono riportate le linee preferenziali lungo le quali potranno concretizzarsi le indicazioni già previste dal previgente PRG, non urbanizzate ne convenzionate, ma per le quali si conferma la programmazione. Gli insediamenti previsti, i quali comprendono principalmente residenza e servizi, sono stati considerati in assenza di singoli contenuti progettuali specifici. Per tali

170 linee di espansione sono confermati gli indici e le modalità di edificazione del PRG, fatte salve le facoltà del PI per l’attribuzione dei parametri edificatori. Gli ambiti individuati riguardano in particolare otto aree di intervento, tra completamenti e nuove espansioni, localizzate negli ATO 1 e 3. La prima coinvolge l’espansione residenziale ad ovest di Via Nicolosi, in connessione tra le frazioni di Cavazzale e Monticello. La seconda e la terza previsione riguardano lo sviluppo residenziale e a servizi tra l’urbanizzazione a nord della SP42 e il cimitero comunale. Il quarto ed il quinto ambito, anch’essi caratterizzati dalle previsioni di residenza e servizi, si localizzano rispettivamente a nord e a sud del nucleo principale di Cavazzale. Nella porzione nord- ovest del territorio comunale si trova invece una possibile espansione produttiva, tra la linea ferroviaria e la zona industriale esistente. A sud ovest del nucleo principale di Cavazzale viene identificato il completamento del quartiere esistente. A sud-est della frazione capoluogo viene infine identificata una possibile espansione residenziale e a servizi lungo Via Morosana.

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SISTEMA INFRASTRUTTURALE Rispetto al sistema infrastrutturale sono prefigurate azioni ai fini del completamento e del potenziamento dei collegamenti che interessano il territorio comunale, con l’obiettivo di rendere il sistema viario più sicuro per la mobilità automobilistica e ciclo-pedonale, favorendo la mobilità alternativa. In questi termini la nuova proposta del PAT individua strategicamente i seguenti elementi della mobilità: - Viabilità di progetto e nodi del traffico: restituiscono la rete viaria di progetto che permette gli spostamenti interni al territorio comunale. Il progetto delle nuove infrastrutture stradali dovrà dare soluzione ai singoli nodi, verificando di volta in volta la soluzione più opportuna: incrocio a raso, rotatoria ecc. Come nuove infrastrutture di connessione locale sono state indicate le connessioni tra: Via Firenze e l’SP 42 parallela al percorso di Via Delle Caselle, la connessione precedentemente descritta e Via Aldo Moro, Via Bosco e Via S. Gaetano da Thiene, Via Marco Polo e Via del Progresso, Via Marco Polo e Via Parmesana. Si sottolineano inoltre gli interventi finalizzati alla risoluzione dei nodi in Via Tribollo e S. Gaetano da Thiene; - Percorso ciclopedonale esistente / di progetto: le scelte strategiche definite dal piano individuano e confermano i tracciati ciclabili esistenti ampliandoli con una proposta viabilistica di progetto. Il PAT attribuisce un’importanza strategica alla realizzazione di una rete di percorsi ciclabili e pedonali attrezzati e protetti secondo due modelli che potranno per alcuni tratti coincidere:  percorsi ciclabili urbani finalizzati a migliorare i collegamenti e la mobilità casa-lavoro, casa-scuola, casa-tempo libero;  percorsi ciclabili finalizzati alla fruizione del territorio, sia urbano che aperto, e delle strutture ricreative e sportive. In particolare per il secondo modello si sottolineano gli interventi prospettati: dalla frazione di Cavazzale, lungo la ferrovia in direzione Dueville; dalla frazione di Vigardolo verso Povolaro. - Varchi per le infrastrutture: restituiscono i varchi lineari e puntuali per il passaggio delle nuove infrastrutture stradali. Con essi il Piano sostiene lo scopo di salvaguardare il territorio interessato da nuove edificazioni o da altri interventi che possano in futuro compromettere la realizzazione degli incroci, degli attraversamenti, dei collegamenti con la viabilità esistente, delle nuove strade. Il piano prevede come eventuali interventi in tali ambiti dovranno essere attentamente valutati, in modo da non condizionare le scelte future. - Stazione ferroviaria esistente / di progetto: Il PAT recepisce il progetto del Servizio Ferroviario Metropolitano di Superficie previsto dal PTRC il quale riutilizza l’attuale tracciato ferroviario. L’ipotesi di Piano ritiene di mettere a confronto due opzioni per la realizzazione della stazione metropolitana: la prima, contenuta già nel PTRC, è la conferma della attuale stazione; la seconda, invece, propone di collocare la fermata più a nord in prossimità del centro di Cavazzale. L’obiettivo della seconda opzione è definire un ’ambito di interesse metropolitano posizionato nel centro urbano in modo da costituire non solo un accesso funzionale, ma l’opportunità per rivitalizzare uno spazio centrale. La fermata nel centro diviene l’opportunità per realizzare uno spazio pubblico vitale dove, oltre alle funzioni legate al trasporto, si possono trovare anche piccole attività commerciali o di servizio. 172

SISTEMA PAESAGGISTICO E STORICO CULTURALE Per quanto riguarda gli ambiti paesaggistici che caratterizzano il territorio comunale, il PAT indica una serie di azioni di tutela e valorizzazione volte a preservare gli elementi identitari e le valenze storico culturali presenti. In particolare vengono riportati i seguenti elementi: - Centro storico: Il PAT individua il perimetro dei centri e dei nuclei storici. L’obiettivo è la tutela degli elementi storici, attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente e la valorizzazione dell’insieme. - Coni Visuali: Il Piano individua i principali coni visuali che segnalano l’esigenza di tutelare vedute di elevato valore ambientale e paesaggistico, a partire da un punto di osservazione privilegiato o di immediata percezione da uno spazio pubblico (viabilità, percorsi ciclopedonali, ecc). In tali ambiti, in fase operativa, dovranno essere salvaguardate le condizioni di tutela rimuovendo gli elementi detrattori. In questi termini il Piano di Assetto impedisce l'interposizione di ostacoli che alterino negativamente la percezione tra il punto di vista e/o i percorsi panoramici ed il quadro paesaggistico tutelato; inoltre, come elementi frapposti, viene impedita l'introduzione di quinte arboree, fasce boscate, siepi perimetrali e recinzioni; - Contesti figurativi dei complessi monumentali (PTRC, PTCP): Il PAT riporta il contesto figurativo ai sensi dell’art. 47 del PTCP e del PTRC adottato, della villa palladiana Valmarana ora Bressan. Le prescrizioni del contesto figurativo sono recepite dagli strumenti urbanistici sovraordinati e sono soggette a modifica nel momento in cui questi venissero variati. - Ville Venete: Il PAT riconosce le Ville Venete individuate dall’Istituto Regionale delle Ville Venete (IRVV) e riporta l’individuazione della villa palladiana Valmarana ora Bressan. La Villa è oggetto di Progetto strategico “le Ville di Andrea Palladio”, avviato dalla Regione Veneto ai sensi dell’art. 26 della LR 11/2004. - Edifici e complessi di valore monumentale e testimoniale: Il PAT tutela le ville, le chiese, i complessi monumentali presenti nel territorio comunale anche al di fuori del centro storico, recepisce e fa propria l’individuazione delle ville venete di interesse provinciale contenuta nel PTCP. Il Piano Operativo provvederà a stabilire, per ciascuno degli edifici esistenti, le corrispondenti categorie di intervento, stabilendo le integrazioni volumetriche e/o edilizie ammesse. Con esso saranno inoltre stabiliti i gradi di vincolo per le pertinenze scoperte – parchi, giardini, viali e per i manufatti che le definiscono (recinzioni, cancelli); - Edifici e complessi di valore storico ambientale tutelati dal PRG vigente ai sensi dell’art. 10 della LR 24/85: Il PAT individua gli edifici di interesse storico- ambientale e le relative pertinenze, con riferimento al PRG vigente e al quadro conoscitivo del PTCP. In attesa degli strumenti Operativi il PAT definisce la conferma delle indicazioni del PRG quando presenti, in alternativa ammette gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sia per gli edifici che per le relative aree. Sono soggetti a tutela gli edifici pubblici con più di 70 anni per i quali si applica la normativa vigente. Oltre agli edifici il PAT prevede come il PI individuerà gli altri manufatti di interesse ambientale e culturale, che testimoniano la cultura e le tradizioni del luogo. Si tratta di capitelli, fontane, recinzioni, chiuse e manufatti idraulici ecc. 173

SISTEMA NATURALE E DELLE RETI DI CONNESSIONE Per quanto riguarda gli ambiti naturali che caratterizzano il territorio comunale, il PAT indica una serie di azioni di tutela e valorizzazione del sistema eco-relazionale. In particolare il Piano individua gli ambiti e gli elementi costituenti la rete ecologica comunale, in relazione a quanto definito dal PTCP, assegnando ad ogni elemento significativo una precisa funzione. Obiettivo primario della rete ecologica, individuata nella proposta del PAT come sistema da valorizzare e tutelare, è la preservazione dello spazio per l’evoluzione del paesaggio naturale. In questo senso viene sostenuta la salvaguardia della biodiversità, delle dinamiche ambientali e della continuità ecologica, intervenendo sulla mitigazione e sulla compensazione delle trasformazioni inerenti il paesaggio e l’ambiente, a supporto di uno sviluppo sostenibile. La rete ecologica presente a Monticello Conte Otto si articola in: - Corridoi ecologici principali: sono generalmente rappresentati da quegli elementi capaci di svolgere funzioni di collegamento per alcune specie o gruppi di specie, quest’ultime in grado di spostarsi sia autonomamente (animali), che tramite vettori (piante o parti di esse). Il corridoio principale individuato nel contesto di Monticello Conte Otto, rappresentato dall’ambito fluviale dell’Astichello, in continuità con i Comuni a nord e a sud, collega direttamente il corso d’acqua con l’area di rinaturalizzazione tesa alla conservazione e alla valorizzazione dell’ambiente delle risorgive. - Restoration area: restituisce l’area di rinaturalizzazione tesa alla conservazione e alla valorizzazione e tutela dell’ambiente delle risorgive; - Stepping stone: isole di elevata naturalità, identificate con aree agricole periurbane riconoscibili come “serbatoi di naturalità” (aree boscate, isole di naturalità…), rappresentano un elemento di collegamento non continuo della rete ecologica; - Parco dell’Astichello: Il Piano valorizza il corso del Fiume Astichello indicando la realizzazione del parco fluviale che comprende, oltre al corso delle Fiume e alle immediate pertinenze, gli ambiti adiacenti liberi da edificazione. Il PAT precisa come il progetto del Parco dovrà perseguire i seguenti obiettivi: • Il monitoraggio della qualità del corso d'acqua con la conseguente riqualificazione della fauna e della flora acquatiche e ripariali, il censimento e il controllo degli scarichi esistenti, ecc.; • Il consolidamento statico del sistema arginale con interventi di ingegneria naturalistica, dove necessario, e l'obbligo di praticare coltivazioni con tecniche ecocompatibili; • L'individuazione delle aree golenali (anse e argini) da imboschire, l’assestamento della vegetazione lineare e dei boschetti igrofili esistenti; • L'individuazione e il ripristino di sentieri, di capezzagne e di strade vicinali e rurali esistenti lungo il corso del Fiume al fine di trasformarli in percorsi naturalistici, che collegano anche i comuni contermini e tali da determinare una viabilità pedonale, ciclabile, equestre del tutto alternativa; • La creazione di aree attrezzate per la sosta e le osservazioni naturalistiche o la costituzione di ecomusei.

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DIMENSIONAMENTO A Monticello Conte Otto la combinazione delle ipotesi demografiche, incrociate con le tendenze economiche, consente di definire uno scenario demografico che può prospettare una potenziale crescita del numero di residenti nel 2025. Partendo da un trend demografico sostanzialmente stazionario nell’ultimo quinquennio, con una consistente parcellizzazione del numero di famiglie, la proposta di piano elabora un dimensionamento strategico per il prossimo decennio. Con questo presupposto viene immaginando uno scenario di assetto e sviluppo in grado di rendere il territorio comunale più accogliente, non solo in relazione alla ricerca di una migliore qualità della vita dei cittadini, ma anche per una questione legata alla necessità di attrarre interesse e investimenti dall’esterno, in un’ottica propositiva verso le possibilità di sviluppo della realtà comunale. Partendo dall’approccio evidenziato viene dunque inquadrato un dimensionamento di piano impostato con obiettivi di consolidamento del tessuto cittadino, da concretizzare attraverso: la realizzazione delle previsioni non attuate dalla pianificazione vigente e l’individuazione di nuovi possibili ambiti di sviluppo. Le azioni messe in campo intendono favorire in primo luogo il recupero dell'attuale tessuto edilizio, garantendo inoltre la possibilità di localizzare nuovi eventuali interventi, qualora emergessero le condizioni socio-economiche per una loro attuazione. Questo orientamento si pone in risposta alle necessità espresse dal territorio durante il percorso partecipativo, che ha accompagnato la definizione delle scelte strategiche qualificanti l’idea di Piano. Nei termini presentati la proposta del PAT precisa come una nuova offerta non implichi sempre nuove aree di espansione, quanto piuttosto la ristrutturazione urbanistica di aree oggi dimesse, degradate o in altri casi bisognose di ricuciture del tessuto edilizio e paesaggistico. La previsione di aree in misura maggiore rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, trova dunque ragione nella natura stessa del PAT: esso infatti, non essendo conformativo, si limita a prefigurare delle opportunità strategiche. La tabella di sintesi sottostante riassume le quantità che il PAT prevede di porre potenzialmente in gioco nel decennio di riferimento del piano (2015-2025). Ai Valori riportati andrà sommato quanto già definito come residuo e programmato del PRG vigente.

Dimensionamento “OPZIONE 1” Carico urbanistico Famiglie Superficie Superficie Volume Complessivo Insediabili Industriale Servizi residenziale (mc) (150mc/ab (2,47 artigianale (mq) (mq) teorico) ab/famiglia) 34.400 229 93 - 6.880

La proposta del PAT, comprensiva di quanto già previsto dallo “Scenario zero”, propone un volume residenziale che complessivamente ammonta a 227.560 mc per un carico urbanistico, quantificabile in un aumento di popolazione di 1.517 abitanti, corrispondenti 614 nuove famiglie insediabili. Le aree destinate all’industria ed all’artigianato, riguardano una superficie complessiva di 50.545 mq, mentre la superficie riservata ad ai servizi viene quantificata in 132.240 mq insediabili. Di seguito, analogamente all’opzione zero, si riporta la cartografia della Carta delle Trasformabilità proposta con il PAT (Tav. b0406) e la relativa matrice di valutazione elaborata sulla base degli elementi fin qui considerati.

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Scenario 1: Carta delle trasformabilità

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Valutazione “dell’OPZIONE 1” rispetto alle matrici ambientali Matrici ambientali

Patrimonio Suolo Azioni di piano Inquinanti Biodiversità, paesaggistico, Popolazione e

Aria fisici flora e fauna architettonico residente

Clima Acqua sottosuolo e archeologico

Aree di Urbanizzazione -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ consolidata Edificazione -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ diffusa Aree strutturali + -+ -+ -+ -+ -+ + -+ Linee preferenziali di sviluppo insediativo - -+ - - - 0 0 - residenziale / a servizio previste dal PRG Linee preferenziali di sviluppo insediativo - -+ - - -+ 0 0 -+ residenziale / a servizio previste dal PAT Servizi ed attrezzature di interesse comune -+ -+ -+ -+ -+ -+ 0 + di maggiore rilevanza Viabilità di progetto e nodi - -+ 0 -+ - -+ 0 + del traffico Varchi per le -+ -+ 0 -+ -+ -+ 0 -+ infrastrutture Stazione ferroviaria -+ -+ -+ -+ -+ -+ - + esistente / di progetto Percorso ciclopedonale + 0 0 -+ 0 -+ -+ + esistente / di progetto Coni visuali 0 0 0 0 0 + + + Contesto figurativo dei complessi monumentali 0 0 0 0 0 0 + + PTRC, PTCP, PTCP fuori comune Edifici e complessi di valore 0 0 0 0 0 0 + + monumentale testimoniale Ville Venete 0 0 0 0 0 0 + + Centro Storico 0 0 0 0 0 0 + + Corridoi ecologici + + + + 0 + + + principali Restoration area + + + + 0 + + + Stepping stone + + + + 0 + + + Parco + + + + + + + + dell’Astichello

Effetti cumulativi -+ -+ -+ -+ -+ + + + “Opzione 1”

+ effetti positivi -+ effetti non significativi, 0 effetti assenti - effetti negativi 177

Dagli elementi descritti ed individuati nell’analisi dell’opzione uno, emerge come alcune delle azioni previste potrebbero presentare potenziali criticità in relazione alle matrici aria, acqua, suolo e consumo di suolo, inquinati fisici e patrimonio paesaggistico. Per la componente aria si sottolinea l’effetto, in termini di inquinamento atmosferico, legato alle linee preferenziali di sviluppo, siano esse derivate dal PRG che concepite nel contesto del PAT, entrambe intese come elementi generatori di nuovo traffico specialmente per quanto concerne ai possibili nuovi insediamenti residenziali e produttivi. A tali ambiti si aggiunge l’impatto della rete viaria di progetto, assimilabile come potenziale attrattore di nuovi flussi di traffico in attraversamento e distribuzione all’interno del territorio comunale. La componente acqua risulta influenzata in particolare delle aree di nuova urbanizzazione già definite dal PRG, con esse viene ipotizzata la localizzazione della maggior parte delle superfici residenziali, a servizi e produttive previste dallo scenario del PAT. In relazione a tali ambiti va considerato il carico antropico generato, il quale si rifletterà in un sensibile aumento dei consumi idrici, ed in un incremento della produzione di acque reflue e di dilavamento. In relazione al consumo di suolo, premettendo che gli ambiti di sviluppo residenziale e produttivo sono contigui a porzioni territoriali già urbanizzate o si collocano in aree agricole residuali, risulta comunque rilevante sottolineare la consistenza delle ipotesi di urbanizzazione. Tali indicazioni di sviluppo si trovano principalmente concentrate nel carico ereditato dal PRG e rappresentano: da un lato una fonte di impermeabilizzazione dei terreni, dall’altro, specialmente nei casi più periferici rispetto al centro abitato ed ai poli produttivi esistenti, l’oggetto di un’ulteriore riduzione di suolo agricolo. Il rumore rappresenta un’inquinante fisico potenzialmente rilevante, in relazione ad esso si evidenziano le potenziali criticità riferite: all’inserimento di nuovi insediamenti produttivi; al traffico veicolare generato dai principali comparti residenziali programmati; alla viabilità di progetto e ai nuovi nodi di distribuzione programmati dal PAT. In tal senso, in relazione al piano di classificazione acustica vigente, si sottolinea la necessità di mitigare i possibili impatti sul territorio cittadino. La pressione antropica, generata dagli insediamenti residenziali e produttivi di maggiore entità, riproduce un elemento individuato come potenziale criticità espressa dalle azioni progettate con il vigente PRG. In particolare si fa riferimento al carico dei rifiuti prodotti ed ai consumi energetici. Rispetto a tali insediamenti va inoltre sottolineato come cinque di essi superino la superficie di 3 ha, comportando in sede di PUA la necessità di una loro verifica ai fini di una potenziale assoggettabilità a VAS. Per quanto concerne al patrimonio paesaggistico, in assenza di un progetto dettagliato, si segnala l’ipotesi che prevede la nuova stazione del servizio metropolitano regionale SFMR. Tale intervento, collocandosi all’interno del centro storico, dovrà essere realizzato rapportando la proposta progettuale con le necessità di tutela del nucleo individuato a Cavazzale. Dal punto di vista degli effetti cumulativi, in virtù delle azioni strategiche promosse dal PAT legate in particolare alla tutela del paesaggio, alla conservazione e salvaguardia dell’ambiente e della rete ecologica, ed ad un utilizzo sostenibile del territorio, non si segnalano particolari elementi di attenzione. In relazione alle criticità individuate nello “scenario 0”, le azioni promosse dallo “scenario uno” appaiono per ciascun sistema nel complesso come compensative rispetto alle potenziali criticità sopra indicate.

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Le situazioni puntuali di potenziale impatto descritte possono essere mitigate attraverso opportune misure (cfr. cap. 10- Le misure di mitigazione) volte in particolare: all’adozione di criteri progettuali e di realizzazione delle aree, conformemente allo scopo di limitare il consumo di suolo, anche in relazione al recepimento delle Direttive indicate dal PTCP di Vicenza; a prevedere, in relazione al rumore, che le nuove zone residenziali siano protette da misure di mitigazione e dissuasione del traffico di attraversamento; in relazione all’inquinamento da Radon, a prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubblici, individuano norme incentivanti il risanamento degli edifici esistenti e la prevenzione nella nuova edificazione; alla previsione di scelte localizzative sul territorio e alla dotazione di servizi, che minimizzino l’incremento della mobilità di persone e merci; alla definizione, nelle aree interessate da nuove localizzazioni, di soluzioni volte a renderle facilmente raggiungibili con il trasporto pubblico, le piste ciclabili e i percorsi pedonali; al miglioramento e al potenziamento della rete di smaltimento delle acque reflue e di dilavamento; alla promozione di misure per l’eliminazione degli sprechi idrici, per la riduzione dei consumi, per incrementare il riciclo ed il riutilizzo dell’acqua incentivando l’utilizzazione di tecnologie per il recupero e il riutilizzo delle acque reflue; all’incremento dei livelli di raccolta differenziata; all’incentivazione del risparmi energetico e alla verifica della rispondenza degli interventi a criteri di efficienza energetica, promuovendo la copertura parziale dei fabbisogni energetici con forme di energia rinnovabile.

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6.2 Valutazione finale e scelta dello scenario Per valutare complessivamente la proposta presentata dai due scenari è stata elaborata una tabella che riassume i potenziali effetti sulle matrici ambientali per ”l’opzione zero”, “l’opzione uno”.

Valutazione di sintesi degli Scenari 0 e 1 sulle matrici ambientali Matrici Valutazione degli effetti potenziali sulle matrici ambientali ambientali Aria In relazione alle trasformazioni territoriali attese dallo “Scenario zero”, l’incremento delle emissioni atmosferiche è dovuto principalmente al alle lavorazioni produttive insediabili nelle “zone D”, agli insediamenti residenziali di maggiore rilevanza ed al traffico veicolare ad entrambi relazionato. Nel complesso i potenziali carichi appaiono opportunamente mitigabili e, in virtù delle destinazioni previste, non tali da incidere complessivamente sulla qualità dell’aria del territorio. Per lo “Scenario 1” è possibile ipotizzare che l’effetto dell’aumento delle emissioni dovuto ai processi di densificazione previsti dal PAT, unitamente alle nuove linee preferenziali di sviluppo e alla viabilità di progetto, risulti contenuto rispetto all’opzione 0, sia per le componenti insediative, che per quanto concerne alle connessioni infrastrutturali in programmazione. Nel loro insieme i potenziali effetti in termini di inquinamento atmosferico appaiono opportunamente mitigabili. Clima L’attuazione degli scenari 0 e 1 non comporta impatti significativi sulle componenti climatiche e microclimatiche del territorio. Acqua Per gli scenari 0 e 1 le nuove aree di sviluppo insediativo non produrranno alterazioni significative della qualità delle acque in quanto tutti i reflui verranno convogliati in fognatura. L’aumento dei carichi inquinanti derivanti dai processi di densificazione e nuova espansione previsti dallo scenario 0, ossia legati alle scelte definite dal PRG, risulta potenzialmente consistente. Tuttavia esso appare come compatibile con il sistema fognario e di raccolta delle acque reflue, considerando gli interventi di completamento e miglioramento della rete esistente relazionati ai nuovi interventi. La previsione di un limitato carico aggiuntivo residenziale, presente nello scenario 1, produrrà effetti, seppur modesti, sull’aumento dei consumi idrici e quindi sullo sfruttamento della risorsa acqua.

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Suolo e Rispetto alla matrice suolo lo “Scenario 0”, nel quale viene prospettato sottosuolo il completamento del carico insediativo previsto dal PRG vigente, comporta la realizzazione di alcuni insediamenti residenziali e produttivi e a servizi in aderenza ai tessuti consolidati esistenti. Questi insediamenti determinano una quota di suolo consumato che necessiterà di opportune misure tecnico progettuali rivolte al suo contenimento. Lo “Scenario 1” prevede un carico insediativo aggiuntivo oltre a quanto previsto dallo “Scenario 0”. Le previsioni di Piano non si tradurranno necessariamente in un maggiore consumo della risorsa suolo, ma saranno rivolte ad incentivare in primo luogo operazioni di recupero e densificazione dei tessuti insediativi già presenti a Monticello Conte Otto. In questi termini, attraverso le azioni del nuovo PAT, verrà sviluppata un’opportunità strategica per lo sviluppo futuro del territorio comunale. Inquinanti fisici L’attuazione degli scenari 0 e 1 non comporta complessivamente impatti significativi rispetto all’inquinamento fisico del territorio. Rispetto alla tematica del rumore si sottolinea la necessità di mitigare i possibili ed eventuali impatti sul territorio cittadino, in relazione alle disposizioni definite dal piano di classificazione acustica vigente. In particolare andrà posta attenzione: all’inserimento di nuovi insediamenti produttivi, al traffico veicolare generato dai principali comparti residenziali programmati, alla viabilità di progetto e ai nuovi nodi di distribuzione programmati dal PAT. Biodiversità, In ciascun scenario non sono presenti ambiti insediativi che possono flora e fauna interessare direttamente gli elementi della rete ecologica. L’ipotesi 0 non prevede azioni di tutela del paesaggio e della biodiversità, flora e fauna. La proposta del PAT, invece, individua vincoli e prescrizioni di tutela e salvaguardia per l’ambiente naturale, la rete ecologica e per gli elementi che contribuiscono alla biodiversità del territorio. Tali indicazioni sono presentate con particolare riferimento all’ambito fluviale dell’Astichello, in relazione ai “serbatoi di naturalità” costituiti dalle aree agricole periurbane, rispetto alla tutela dell’ambiente delle risorgive a nord del territorio comunale.

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Componenti Valutazione degli effetti potenziali sulle matrici ambientali ambientali Patrimonio L’attuazione degli scenari 0 e 1 non comportano impatti significativi sul paesaggistico, patrimonio paesaggistico, architettonico e archeologico. architettonico e Lo scenario 1, prevede interventi di miglioramento / riqualificazione / archeologico riconversione del sistema urbano e territoriale; nonché azioni di tutela e valorizzazione degli elementi e dei tessuti di particolare pregio storico culturale. In assenza di un progetto dettagliato, si segnala l’ipotesi che prevede la nuova stazione del servizio metropolitano regionale SFMR. Tale intervento, collocandosi all’interno del centro storico, dovrà essere realizzato rapportando la proposta progettuale con le necessità di tutela del nucleo individuato a Cavazzale. Popolazione In relazione alla natura degli interventi di piano, gli scenari 0 ed 1 residente prevedono entrambi un maggior carico urbanistico. E’ probabile che i nuovi insediamenti produrranno un aumento della produzione dei rifiuti e dei consumi energetici, proporzionale al carico stesso. Tuttavia, in base al quadro ambientale, non si riscontrano particolari criticità. In particolare lo “Scenario 1” favorisce interventi edilizi volti al risparmio e all’efficienza energetica, promuovendo azioni di miglioramento e potenziamento dei servizi sul territorio, in un’ottica rivolta al miglioramento complessivo della qualità della vita dei cittadini.

Carico urbanistico complessivo previsto dagli scenari Carico Famiglie Superficie Volume urbanistico Superficie Opzione di Insediabili Industriale residenziale Complessivo Servizi riferimento (2,47 artigianale (mc) (150mc/ab (mq) ab/famiglia) (mq) teorico) Carico 193.160 1.288 521 50.545 125.360 Opzione 0 Carico 34.400 229 93 - 6.880 Opzione 1 Tot 227.560 1.517 614 50.545 132.240

Impatto complessivo degli scenari sulle matrici ambientali

SCENARI MATRICI AMBIENTALI RISULTANTE

C A A PATRIMONIO L C SUOLO BIODIVERSITA’ R INQUINANTI PAESAGGISTICO, I Q E FLORA E POPOLAZIONE I FISICI ARCHITETTONICO M U SOTTOSUOLO FAUNA A E ARCHEOLOGICO A A

Opzione 0

Opzione 1 ++ ++ ++ ++

Assente Basso Medio Alto Positivo ++ 182

Dal punto di vista degli impatti negativi gli effetti dei due scenari di piano sulle matrici ambientali risultano nel loro insieme poco significativi rispetto alla situazione attuale. In termini generali lo “scenario 0” incide in maniera più consistente rispetto a quanto previsto dallo “scenario 1”. In particolare va tenuto conto di come il possibile consumo di suolo aggiuntivo, non significativamente dissimile tra le due ipotesi, sia principalmente legato al carico previsto dal PRG Vigente, dunque ad una condizione di base che vede pressoché invariate le possibilità insediative esistenti. Ciò nonostante appare rilevante sottolineare come le previsioni della proposta del PAT siano da intendersi come indicazioni preferenziali non conformative, esse, inoltre, sono indirizzate ad una nuova offerta che non implica sempre nuove aree di espansione, quanto piuttosto la ristrutturazione urbanistica di aree oggi dimesse, degradate o in altri casi bisognose di ricuciture del tessuto edilizio e paesaggistico. Rispetto a quanto previsto dallo “scenario 1”, vanno infine segnalati gli impatti complessivamente positivi previsti per le matrici della biodiversità flora e fauna, del patrimonio paesaggistico, architettonico e archeologico e della popolazione. La valutazione dei due scenari permette di considerare l’ipotesi del PAT, ossia l’“Opzione 1”, come l’alternativa di Piano che, a fronte di alcune criticità opportunamente mitigabili, coniuga al meglio le esigenze di sostenibilità ambientale con lo sviluppo socio-economico di Monticello Conte Otto. L’approccio alla tutela e valorizzazione dei sistemi ambientali e paesaggistici, l’incentivazione degli interventi di densificazione e riqualificazione urbana, oltre al riconoscimento della rete ecologica, rappresentano, a fronte di un carico urbanistico teorico leggermente maggiore rispetto quanto definito nell’ipotesi “do nothing”, un elemento capace di rispondere alle esigenze di rilancio del territorio. In questi termini la proposta del PAT si qualifica in un’ottica di sviluppo che appare, rispetto ai primi due scenari, più razionale e sostenibile. E’ importante evidenziare come gli interventi presenti nello “Scenario 1” rispondono ad una progettazione coerente, essi appaiono infatti collimanti con quanto definito dagli strumenti di pianificazione di livello superiore, con gli obiettivi precisati dall’amministrazione comunale, e con le istanze dal basso esplicitate nel corso del processo di partecipazione avviato nell’ambito della redazione del Piano. Rispetto ai nuovi scenari demografici, economici, produttivi e infrastrutturali espressi dal territorio di Monticello Conte Otto, lo “Scenario 1”, in rapporto allo scenario 0, può essere considerato quello più adeguato ed equilibrato per lo sviluppo e per il miglioramento dell’attuale assetto urbano e per le azioni di tutela e valorizzazione ambientale.

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6.3 Le scelte strategiche del PAT

Nel suo complesso, coerentemente con il principio della tutela dal consumo di territorio agricolo, il PAT privilegia, con il disegno di assetto, la trasformazione urbanistica mediata attraverso interventi di consolidamento, recupero, riordino, riqualificazione e, solo se non sono possibili altre soluzioni, espansione, demandando la loro attuazione al Piano degli Interventi. In questi termini segue una presentazione di quanto definito dalla proposta del PAT articolato attraverso le strategie e le azioni espresse nel sistema di Ambiti Territoriali Omogenei previsto dal Piano.

6.3.1 La definizione degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

Il PAT individua nel territorio comunale 3 Ambiti Territoriali Omogenei, identificati sulla base dei caratteri insediativi, fisici, urbanistici ed ambientali riscontrati: - ATO 1 Zona agricola - ATO 2 Vigardolo - ATO 3 Monticello Cavazzale

La nomenclatura introdotta da questa suddivisione non si riduce ad una zonizzazione più o meno astratta del territorio, ma si costituisce invece come un progetto definito in termini di potenzialità e aperto ad una concreta realizzazione. Monticello Conte Otto viene quindi rappresentato per Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.), definendo prima di tutto le condizioni di analogia e omogeneità tra le diverse aree che dipendono principalmente dalla loro natura. Considerando che il concetto della tradizionale zonizzazione poneva in primo luogo l’attenzione sulla delimitazione e sulla funzione dello spazio fisico individuato, prestandosi a una disciplina di dettaglio del territorio; l’approccio strutturale, definito dalla proposta del PAT, privilegia invece aspetti più generali: stabilendo come prima condizione di appartenenza non il riconoscimento del limite cartografico, ma la rispondenza alle caratteristiche di volta in volta individuate. Il sistema così definito si presta a rettifiche e aggiornamenti, evitando che si crei discontinuità tra il momento progettuale e conoscitivo. In questi termini la proposta di Piano sottolinea come pensare il territorio in termini strutturali significhi immaginarne la trasformabilità riconoscendo ad ogni parte funzioni differenti, secondo composizioni mutevoli nel tempo. La definizione degli A.T.O. consiste nell’interpretazione e nel riconoscimento delle regole interne al sistema territoriale in esame: regole che rappresentano un vincolo da rispettare per poter dar luogo alle trasformazioni. A partire da un’articolazione di minima che riconosce i tre sistemi fondamentali: ambientale, insediativo e delle relazioni territoriali; il Piano sovrappone una suddivisione in luoghi dei diversi assetti e la traduzione di questi in termini progettuali. Le proposte presentate sono dunque intersecate con i programmi e le azioni che devono essere attivate perché gli obiettivi prefissati possano essere conseguiti, mettendo a punto le azioni strategiche che sono necessarie per innescare i processi di valorizzazione e trasformazione.

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Ambiti Territoriali Omogenei definiti dalla proposta del PAT

185

6.3.2 La descrizione degli ATO: caratteri, criticità, fragilità e temi progettuali

 ATO 1 “Zona Agricola” L’ATO comprende l’ambito agricolo meglio conservato e di maggior pregio paesaggistico tra quelli compresi nel perimetro del territorio comunale. Si tratta un contesto integro fatta eccezione per alcuni nuclei abitati di dimensioni contenute ed inseriti nel paesaggio. Le principali criticità individuate sono legate al potenziale sviluppo di insediamenti di urbanizzazione diffusa, non pertinenti con il contesto rurale. In questo senso, all’interno dell’ATO e prescritta l’attenzione nel non creare ulteriori nuclei di edilizia diffusa slegati dalle attività agricole presenti. Il PAT riconosce e tutela i caratteri agricoli e paesaggistici dell’ambito e a tale fine prescrive che i nuovi interventi eventualmente previsti dal PI, possano avvenire solo in forma di: - edifici ad uso agricolo per i quali è ammesso il recupero a fini residenziali; - ampliamenti degli edifici esistenti; - nuovi lotti edificabili nei quali è consentita la realizzazione di edifici di tipo unifamiliare all’interno degli ambiti di edificazione diffusa. Sulla scorta delle indagini agronomiche e della carta dalla Superficie Agricola Utilizzata viene individuato un ambito di edificazione diffusa, quest’ultimo finalizzato a circoscrivere i fenomeni di dispersione del nucleo insediativo frammentato esistente.

 ATO 2 “Vigardolo” L’ATO comprende il nucleo residenziale di Vigardolo e il contesto agricolo immediatamente adiacente. Il PAT considera un obiettivo primario la tutela del nucleo abitato attraverso una gestione attenta delle trasformazioni che favorisca la presenza delle attività di servizio alla residenza, sia pubbliche che private. L’Ambito Territoriale Omogeneo non presenta particolari criticità o fragilità se non per l’attenzione alla viabilità di attraversamento del centro abitato che, secondo quanto definito dal Piano, richiede uno studio specifico in modo da individuare soluzioni alternative riorganizzando la viabilità esistente e le aree libere comprese nel tessuto consolidato.

 ATO 3 “Monticello Cavazzale” L’ambito contiene la parte più rilavante del sistema insediativo, infatti comprende i centri di Monticello e Cavazzale e una parte rilevante delle aree produttive. Le situazioni di criticità sono rappresentate: - dalla presenza dell’area produttiva ex-GE-LIGHTING, che necessita di un ridisegno del sistema dei servizi, posizionato tra i due centri abitati, Monticello e Cavazzale, per il quale è previsto l’ampliamento. - dalla situazione del centro storico di Cavazzale che richiede una rivalutazione per migliorarne la tutela e l’abitabilità. - in generale dal sistema della viabilità sovracomunale ed interna. A scala sovra comunale dai possibili collegamenti con la tangenziale che dovrebbe essere realizzata a sud, prevalentemente nel territorio di Vicenza e dal

186 traffico che utilizza via Nicolosi e via Saviabona come assi di attraversamento. A scala locale dall’organizzazione della viabilità interna soprattutto in relazione alla presenza della ferrovia che costituisce una barriera fisica. Inoltre dalla presenza di alcuni nodi interni che, soprattutto nelle ore di punta, non sono in grado di sopportare il traffico.

Dal punto di vista delle potenzialità progettuali l’ambito comprende diverse tematiche, in parte già previste da PRG e in parte inserite dal PAT, nel loro complesso vengono definite come segue.

Parco dell’Astichello: per questo sito il PAT conferma il progetto già redatto a cura dell’Amministrazione comunale ed ulteriormente sviluppabile. In esso il Piano sottolinea l’importanza del recupero ambientale del Fiume, sia come forma di tutela che di valorizzazione degli argini, che sotto il profilo ricreativo e di conoscenza del territorio attraverso la previsione di percorsi pedonali e ciclabili. Il PAT richiama, inoltre, l’importanza di un progetto coordinato per il Fiume Astichello. Un progetto nel quale siano coinvolti gli Enti interessati dalla presenza del Fiume e dalla riqualificazione degli ambiti e in particolare il Comune di Vicenza e la Provincia che lo ha citato come “azione pilota”.

Riqualificazione del centro: la riqualificazione del centro di Vigardolo è legata alla soluzione del traffico di attraversamento che impedisce un collegamento sicuro tra i diversi luoghi pubblici. Per questa ragione il PAT conferma l’individuazione di un ambito lineare di salvaguardia che deve garantire la possibilità di realizzare una nuova strada, esterna al tessuto consolidato, che consenta di deviare il traffico. Analogamente sono indicati come da preservare i varchi liberi da edificazioni lungo la viabilità esistente per i necessari raccordi. In tale contesto, per consentire di avviare politiche di compensazione e accordi pubblico/privati finalizzati a dare concretezza al progetto di riordino, il Piano riserva una quota di cubatura utile da destinare a residenza e da utilizzare esclusivamente allo scopo di riqualificare l’ambito in questione.

187

7. LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E SOCIALE

7.1 Impatti e compatibilità socioeconomiche e ambientali La nuova legge urbanistica del Veneto ha sancito l’introduzione dell’istituto della perequazione urbanistica quale strumento di gestione delle trasformazioni urbane. La perequazione, fondata sul principio di distribuire la capacità edificatoria dello strumento urbanistico su tutti i terreni coinvolti da previsioni sia pubbliche che private consente di perseguire tre importanti obiettivi:  equità di trattamento per tutti i cittadini proprietari di terreni investiti da previsioni urbanistiche superando le ingiustizie del passato che non distribuivano in modo omogeneo la rendita fondiaria;  superamento del contenzioso legato alle procedure espropriative mediante accordi attuativi con i proprietari su schemi d’intervento predisposti dagli uffici pubblici;  sostanziale risparmio economico per le casse comunali che acquisiscono i terreni pianificati per standard pubblici a costo zero perché ceduti in cambio della possibilità edificatoria. Operativamente il modello della perequazione urbanistica si basa sul principio di riconoscere ai proprietari dei suoli urbani, individuati in trasformazione, dei diritti edificatori e di separare tale diritto dall’edificazione sull’area di proprietà. Si assegna per ogni terreno una quota di volume edificabile, quindi si scinde il legame tra il diritto di edificazione del terreno e la realizzazione del volume su di esso. In questo modo a tutti i proprietari di aree coinvolte nella trasformazione si riconosce un diritto teorico all’edificabilità. Il PAT assume come principio fondamentale della pianificazione urbanistica a scala comunale la perequazione urbanistica, perseguendo l’equa distribuzione, tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica e degli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali.

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7.2 Il dimensionamento

Nel costruire il dimensionamento la proposta del PAT ha tenuto conto del consistente residuo di PRG che interessa da un lato alcune aree già convenzionate, ma ancora non attuate, e dall’altro, in modo più consistente, le aree programmate per le quali non è ancora stipulata una convenzione. Queste aree costituiscono la gran parte delle previsioni e sono concentrate nella zona di Monticello e Cavazzale. Esse sono state completate tenendo conto di alcune manifestazioni di interesse provenienti dai residenti, sempre concentrate nelle zone di Monticello e Cavazzale e con una quota di nuovo volume che potrà essere utilizzata nel contesto degli ambiti diffusi individuati nella cartografia del PAT in ATO 1. La volumetria complessiva prevista dal PAT viene distribuita tra gli Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) in base ad una valutazione delle specifiche condizioni locali dell'esistente, i valori per ciascun Ambito sono esplicitati nella tabella che segue.

ATO AREE RESIDENZIALI SERVIZI SUP. PRODUTTIVA

TIPO DI ZONA SUP. MQ VOLUME AB/TEORICI SUP. MQ MQ 1 ZONA AGRICOLA URBANIZZAZIONE

PROGRAMMATA SERVIZI - - -

TOTALE PRG - - - -

ESPANSIONE - - -

T

PA AMBITI DIFFUSI - 6.000 40

TOTALE PAT - 6.000 40 - 2 VIGARDOLO URBANIZZAZIONE - PROGRAMMATA SERVIZI - - -

TOTALE PRG - - - -

ESPANSIONE - - -

PAT AMBITI DIFFUSI - - -

TOTALE PAT - - - - 3 MONTICELLO CAVAZZALE URBANIZZAZIONE 283.236 193.160 1.288 50.545 PROGRAMMATA SERVIZI - - 125.360

TOTALE PRG 283.236 193.160 1.288 125.360 50.545

ESPANSIONI 43.000 34.400 229 6.880

PAT AMBITI DIFFUSI - - -

TOTALE PAT 43.000 34.400 229 6.880 -

TOTALE GENERALE 326.236 227.560 1.517 132.240 50.545

189

7.3 La SAU trasformabile e la tutela del consumo di suolo L’art. 2 della L.R. n. 11/2004 individua, tra le finalità della legge, l’utilizzo di risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente. Con specifico atto di indirizzo, ai sensi dell’art. 50, la L.R. n. 11/2004 ha introdotto il concetto di limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazioni diverse da quella agricola, definendo la media regionale del rapporto tra la superficie agricola utilizzata SAU e la superficie territoriale comunale. L’Allegato A alla DGRV n. 3650 del 25.11.2008 stabilisce che per la determinazione della SAU comunale deve essere considerato l’effettivo uso del suolo, riferito allo stato di fatto a prescindere dalle destinazioni e classificazioni del PRG, partendo dall’interpretazione delle ortofoto e utilizzando come base cartografica la CTRN.

Superfici SAU codice mq ha

Seminativi non irrigui 21110 5.154.425,45 515,44 Tare ed incolti (terreni abbandonati) 21132 50.150,66 5,02 Colture orticole in pieno campo 21141 6.967,14 0,70 Colture orticole in serra 21142 6.254,07 0,63 Seminativi in aree irrigue 21210 85.941,64 8,59 Vigneti 22100 8.125,55 0,81 Frutteti 22200 19.581,91 1,96 Arboricoltura da legno 22410 22.132,83 2,21 Prati stabili 23100 883.176,33 88,32 Sistemi colturali e particellari complessi 24200 17.511,83 1,75 Bacini d’acqua 51200 12.029,58 1,20 Gruppo arboreo 61100 21.779,35 2,18 Filare 61200 182.779,66 18,28 Fascia tampone 61300 103.509,91 10,35 6.574.365,93 657,43

SAU Ettari (ha) %

STC (Superficie Territoriale Comunale) 1020,66 Superficie agricola utilizzata 657,43 Rapporto attuale SAU/STC 0,6441 64,44 Superficie massima trasformabile (SAU * 1,3%) 8,5466

I risultati delle elaborazioni mostrano che la superficie agricola utilizzata è pari a 657,43 ha, che corrispondono al 64,44% dell’estensione territoriale del Comune. Pertanto, poiché tale valore supera la soglia del 61,3%, fissata dalla Giunta regionale per gli ambiti di pianura, l’indice di trasformabilità da applicare alla SAU risulta pari al 40% del parametro regionale, e quindi pari a 1.30% (3.24 x 40%). Di conseguenza, la SAU comunale che può risultare soggetta a trasformazione risulta pari a: 657,43 ha x 1.30% = 8,5466 ha. 190

Superficie Agricola Utilizzata (SAU)

191

8. LE SCELTE CHE GENERANO IMPATTI POSITIVI SULL’AMBIENTE

L’analisi delle alternative di piano punta a restituire una lettura il più possibile complessiva e sistematica dei contenuti e delle finalità che il PAT si propone. È evidente che alcune delle scelte hanno ricadute positive sull’ambiente, o comunque non presentano interazioni significative con le componenti ambientali che caratterizzano il territorio. Di seguito si indicano, per ciascun ambito territoriale omogeneo, le scelte del PAT che generano impatti positivi sull’ambiente, conformemente agli obiettivi di sostenibilità ambientali.

ATO 1 Zona agricola

SISTEMA AMBIENTALE

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Salvaguardia e tutela della rete idrografica minore Sistema paesaggistico e ambientale • Tutela del paesaggio agricolo Artt. 34, 35, 36,37 • Valorizzazione della rete ecologica

SISTEMA INSEDIATIVO

Sistema di riferimento Normativa PAT • Individuazione degli edifici di valore storico-ambientale e Sistema dei valori storico- monumentale testimoniale, per le quali il PAT individua architettonici normative di tutela Artt. 27, 28, 30, 31, 32

ATO 2 Vigardolo SISTEMA AMBIENTALE

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Salvaguardia della rete idrografica e dei corsi d’acqua soggetti a vincolo paesaggistico Sistema paesaggistico e ambientale • Salvaguardia risorse ambientali e storiche con particolare Artt. 33, 34, 35, 36, 37 riguardo alle invarianti che connotano questa porzione di territorio

SISTEMA DEI SERVIZI

Sistema di riferimento Normativa PAT

Sistema insediativo • Incentivare la presenza delle attività di servizio alla residenza Artt. 16, 19, 20

SISTEMA INSEDIATIVO

Sistema di riferimento Normativa PAT • tutela del nucleo abitato attraverso una gestione attenta delle Sistema insediativo trasformazioni Art. 16, 21, 22 • Tutela e valorizzazione delle Ville Venete, degli edifici e Sistema dei valori storico- complessi di valore monumentale-testimoniale e delle relative architettonici pertinenze Artt. 28, 29, 30, 31, 32

192

SISTEMA INFRASTRUTTURALE

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Completamento e sviluppo della rete viaria comunale e dei Sistema infrastrutturale percorsi ciclopedonali Artt. 41, 43

ATO 3 Monticello Cavazzale SISTEMA AMBIENTALE

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Salvaguardia della rete idrografica e dei corsi d’acqua soggetti a Norme specifiche vincolo paesaggistico Art. 8 • Salvaguardia risorse ambientali e storiche con particolare Sistema paesaggistico e ambientale riguardo alle invarianti che connotano questa porzione di Artt. 33, 34, 35, 36, 37 territorio

SISTEMA DEI SERVIZI

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Dotazione di aree verdi e parcheggi, garantendone accessibilità in sicurezza, dotazione adeguate e di qualità • Definire la funzionalità delle strutture esistenti sia in relazione Sistema insediativo alla localizzazione delle zone a servizi, sia allo stato di Artt. 16, 20 conservazione dei manufatti come ambito pubblico

SISTEMA INSEDIATIVO

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Valorizzazione dei centri storici e dei relativi manufatti edilizi, spazi aperti e rete stradale • Tutela e valorizzazione delle Ville Venete, degli edifici e Sistema insediativo complessi di valore monumentale-testimoniale e delle relative Artt. 16, 18, 19, 21, 22, 24 pertinenze Sistema dei valori storico- • Individuazione delle espansioni edilizie in ambiti adiacenti al architettonici tessuto esistente Artt. 26, 27, 28, 30 ,31, 32 • Verificare l’assetto degli insediamenti esistenti

SISTEMA INFRASTRUTTURALE

Sistema di riferimento Normativa PAT

• Completamento e sviluppo della rete viaria comunale e dei Sistema infrastrutturale percorsi ciclopedonali Artt. 41, 43

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9. LE SCELTE PUNTUALI DA SOTTOPORRE A VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SUL SISTEMA AMBIENTALE

La sovrapposizione della suscettibilità alla trasformazione insediativa con le scelte strategiche di progetto permette di individuare le aree maggiormente vocate ad un cambiamento, verificando la sostenibilità delle scelte strutturali intraprese con il PAT ed individuate nella Carta delle Trasformabilità (Tav. 4). La VAS è un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di proposte pianificatorie, finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali. Il confronto tra la fase progettuale e quella valutativa permette di evidenziare le criticità ambientali e di analizzare gli impatti ambientali conseguenti le scelte, individuando dove possibile o necessario le opportune misure correttive. Contestualmente alla valutazione complessiva dello scenario 1 sono state considerate le singole azioni strategiche individuate nella proposta del PAT, rilevando come fattori di possibile maggiore criticità gli interventi riconducibili alle linee preferenziali di sviluppo insediativo (artt. 17, 18 NTA) e alle aree strutturali (art. 24 NTA). In questi termini, al fine di esaminare le scelte strutturali che possono incidere significativamente sulla sostenibilità del PAT, si è optato per una valutazione puntuale mirata ai soli interventi individuati come potenziali debolezze negli indirizzi strategici. In tal senso sono state escluse le restanti azioni presenti nella proposta di piano, ritenute con un basso impatto e/o con un impatto non significativo, già in sede di valutazione complessiva (§ 6.1). In sostanza le azioni strategiche escluse dalle schede valutative vengo assunte come ambientalmente sostenibili, sia rispetto al loro effetto sulle matrici ambientali, che in relazione alla loro localizzazione in contesti identificati come pienamente suscettibili di una futura trasformazione (vedi “d0601D Carta della suscettibilità alla trasformazione insediativa”); tali azioni sono: - “aree di urbanizzazione consolidata”; - “edificazione diffusa”; - “servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza”; - “varchi per infrastrutture”; - ”stazione ferroviaria”; - “percorso ciclopedonale”.

In relazione a quanto specificato, si sottopongono a valutazione le azioni di trasformazione del sistema insediativo riconducibili alle linee preferenziali di sviluppo (PRG e PAT), sia residenziali o legate alla residenza, che riferite ai servizi o al settore produttivo. A tali interventi si aggiunge quanto previsto per le aree strutturali individuate dal PAT. Con riferimento a ciascun elemento evidenziato nella cartografia che segue, sono state realizzate specifiche schede valutative. Ciascuna scheda è articolata nei successivi punti: - Descrizione dell’ambito di intervento; - Obiettivi specifici e strategie; - Valutazione ambientale; - Risultato della valutazione ambientale; - Misure di mitigazione.

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Suscettibilità alla trasformazione insediativa, azioni strategiche ed ambiti di valutazione

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9.1 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 1

SISTEMA INSEDIATIVO: AREA STRUTTURALE AD OVEST DEL CENTRO ABITATO DI MONTICELLO CONTE OTTO

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua un ambito di riqualificazione e riconversione AS1 ex-Ge Lighting ad ovest del centro abitato di Cavazzale, in cui si prevede quanto segue: - la riconversione della zona industriale richiede come precondizione la bonifica dell’area; - la salvaguardia di eventuali manufatti edilizi, testimonianze di archeologia industriale; - la definizione degli interventi e delle destinazioni d’uso ammesse; - il mantenimento di almeno il 30% dell’area a parco dell’Astichello; - con il cambio d’uso previsto con l’intervento non possono essere previsti volumi aggiuntivi; l’accordo pubblico privato deve tra l’altro stabilire la percentuale di riduzione dei volumi esistenti sulla base del corretto inserimento urbanistico dell’area; - studio della fattibilità in relazione alla viabilità e accessibilità esistente compresa la connessione e l’eventuale nuova fermata del servizio SFMR; - la valutazione dell’opportunità di applicare criteri perequativi.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa da medio-alta a media. L'ambito in corrispondenza dell'Astichello risulta invece non idoneo. Le principali criticità derivano dalla presenza del vincolo paesaggisitico-corso d'acqua e della fascia di rispetto del pozzo di prelievo per uso potabile. In linea generale, comunque, gli interventi di riqualificazione e riconversione previsti in tale ambito sono da ritenersi migliorativi rispetto all'attuale

196 situazione, ed in particolare rispetto all'obiettivo della tutela e della valorizzazione dell'Astichello. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio

Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Aree M M Strutturali

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali.

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Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

198

9.2 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 2

SISTEMA INSEDIATIVO: AREA STRUTTURALE AD NORD-OVEST DELL’ABITATO DI MONTICELLO CONTE OTTO

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua un ambito di riqualificazione e riconversione AS2 EX-PESCHIERE ad ovest del centro abitato di Cavazzale, in cui si prevede quanto segue: - realizzare una fascia tampone di mitigazione tra l’ambito produttivo e il parco; - Limitare l’eventuale insediamento residenziale in prossimità degli edifici esistenti; - il mantenimento di almeno il 30% dell’area a parco dell’Astichello; - la definizione di un limite alla nuova edificazione, la quale non potrà superare i 7000 mc.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa che va da bassa ad alta; gli ambiti in corrispondenza dei corsi d’acqua risultano non idonei. Le principali criticità derivano dalla presenza dei corsi d’'acqua e della fascia di rispetto del pozzo di prelievo per uso potabile. In linea generale, gli interventi di riqualificazione e riconversione previsti in tale ambito sono da ritenersi migliorativi rispetto all'attuale situazione, ed in particolare rispetto all'obiettivo della tutela e della valorizzazione dell'Astichello. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

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Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Aree M strutturali

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Nelle aree non idonee l’edificabilità è preclusa per l’elevatissima penalizzazione. Sono ammesse solo opere ed interventi volti alla riparazione e consolidamento dell’esistente, alla stabilizzazione della criticità ambientale ed alla tutela e gestione del territorio. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002. 200

9.3 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 3

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE/SERVIZI PREVISTE DAL PRG E LINEA PREFERENZIALE DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE PREVISTA DAL PAT

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua tre linee di sviluppo insediativo, due delle quali già definite dalle previsioni del PRG, in un ambito compreso tra Via Bellini e Via Parmesana. Si tratta di un indicazione strategica che conferma le potenzialità edificatorie previste dal PRG, rafforzando, attraverso l’ipotesi del PAT, l’omogeneità dell’intervento in direzione Ovest. Per una migliore accessibilità della nuova area residenziale il PAT prevede un intervento per il completamento e il potenziamento della viabilità esistente.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, rispetto all'area di nuova urbanizzazione, evidenzia complessivamente un livello alto, che scende a medio-alto e medio solamente in prossimità della linea ferroviaria e delle relative aree di rispetto. Nel loro insieme le previsioni di sviluppo completano l’edificato esistente, con funzioni affini al tessuto urbano, non comportando evidenti criticità di tipo ambientale. Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

201

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

202

9.4 ATO 2 – Vigardolo – Scheda valutativa 4 SISTEMA INSEDIATIVO: AREA STRUTTURALE AD EST DELL’ABITATO DI MONTICELLO CONTE OTTO E VIABILITÀ DI PROGETTO

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua un ambito di riqualificazione e riconversione AS3 EX-BARAUSSE nel centro abitato di Vigardolo, nel quale si dispone quanto segue: - sono possibili interventi di riqualificazione e rigenerazione anche programmando la demolizione e ricostruzione. - con il cambio d’uso previsto dall’intervento non possono essere realizzati volumi aggiuntivi; l’accordo pubblico privato deve tra l’altro stabilire la percentuale di riduzione dei volumi esistenti sulla base del corretto inserimento urbanistico dell’area. Per una migliore accessibilità dell'ambito di intervento il PAT prevede il completamento e il potenziamento della viabilità esistente, riqualificando i nodi lungo Via Tribollo e tra Via Tribollo e Via Goffredo Mameli.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa medio-alto. I nodi della viabilità di progetto individuati ricadono in una porzione di territorio con una suscettibilità da media a bassa, per effetto della sovrapposizione di alcune situazioni critiche ed in particolare: la presenza di contesti figurativi di complessi monumentali e di un vincolo paesaggistico-corsi d'acqua. Nel loro complesso gli interventi di riqualificazione e riconversione previsti nell'area AS3, ex-Barausse, sono da ritenersi migliorativi rispetto all'attuale situazione, in particolare in relazione all'obiettivo della tutela e della valorizzazione del centro abitato di Vigardolo.

203

Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli.

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Aree M M strutturali

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA). Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. La progettazione degli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente.

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9.5 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 5

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE/SERVIZI PREVISTE DAL PRG E LINEA PREFERENZIALE DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE PREVISTA DAL PAT

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua tre linee preferenziali di sviluppo: la prima di tipo residenziale collocata ad est, le seconde due, riferite alla residenza ed ai servizi, dove sono confermate le potenzialità edificatorie previste dal PRG, tra Via Bosco e Via S. Gaetano da Thiene.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, lungo ciascuna delle linee preferenziali di sviluppo, evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa medio-alto. Le previsioni di sviluppo completano l’edificato esistente, con funzioni affini al tessuto urbano. Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

M Effetto significativo; Effetto non significativo; Effetto mitigabile 205

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

206

9.6 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 6

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE/SERVIZI PREVISTE DAL PRG E LINEA PREFERENZIALE DI SVILUPPO INSEDIATIVO A SERVIZI PREVISTA DAL PAT

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua quattro linee preferenziali di sviluppo insediativo, due residenziali e due a servizi. Per quanto riguarda la residenza ed uno dei servizi, le linee preferenziali derivano dalle indicazioni già definite dagli strumenti di pianificazione vigenti. Si tratta infatti di urbanizzazione programmata dove sono confermate le potenzialità edificatorie del PRG, tra Via Bosco e Via Aldo Moro. La restante indicazione preferenziale a servizi, concepita nell’ambito del PAT, prefigura lo sviluppo dell’attuale area cimiteriale comunale. Per una migliore accessibilità alle nuove aree residenziali e a servizi, il PAT prevede un intervento per il completamento e il potenziamento della viabilità esistente.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

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Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa lungo le linee preferenziali di sviluppo e in corrispondenza delle aree di urbanizzazione programmata evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa alto. Le previsioni di sviluppo completano l’edificato esistente, con funzioni affini al tessuto urbano, garantendo il potenziale aumento della dotazione di servizi esistenti. Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio

Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali,

208 prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

209

9.7 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 7

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE/SERVIZI PREVISTE DAL PRG, VIABILITÀ DI PROGETTO PREVISTA DAL PAT

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua tre linee preferenziali di sviluppo insediativo, due residenziali ed una a servizi. Le linee preferenziali derivano dalle indicazioni già definite dagli strumenti di pianificazione vigenti, si tratta infatti di urbanizzazione programmata, dove sono confermate le potenzialità edificatorie del PRG. La prime due indicazioni riguardano lo sviluppo residenziale e a servizi del quartiere a Sud della frazione di Cavazzale ed in particolare di Via Concordia, ad Est della linea ferroviaria esistente. La terza indicazione riguarda il completamento residenziale del quartiere posto nuovamente a Sud della frazione di Cavazzale, in attacco su Via Firenze, ad Ovest della linea ferroviaria esistente. Per una migliore accessibilità alle nuove aree residenziali e a servizi, il PAT individua alcuni interventi per il miglioramento ed il potenziamento della viabilità esistente nel centro abitato di Cavazzale, in un ambito del territorio compreso tra la SP 42 e al linea ferroviaria.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, lungo le linee preferenziali di sviluppo programmate, evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa alto. Le previsioni di sviluppo completano l’edificato esistente, con funzioni affini al tessuto urbano, garantendo il potenziale aumento della dotazione di servizi esistenti. Le previsioni infrastrutturali sono, infine, da ritenersi migliorative rispetto all'attuale assetto viabilistico del centro abitato di Cavazzale.

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Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni.

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In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

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9.8 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 8

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEA PREFERENZIALE DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua un ambito di sviluppo residenziale lungo Via Saviabona. Si tratta del completamento di un'area residenziale esistente.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, lungo la linea preferenziale di sviluppo, evidenzia una propensione al cambiamento medio-alta. Le previsioni di crescita completano l’edificato esistente con funzioni affini al tessuto urbano; in virtù della dimensione contenuta degli interventi, esse non appaiono in contrasto con la vicina area del Parco dell’Astichello, quest’ultima oggetto di tutela dello stesso PAT. Le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi del PAT, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in aderenza ai tessuti urbani esistenti nel rispetto del sistema di vincoli. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

213

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Nelle aree non idonee l’edificabilità è preclusa per l’elevatissima penalizzazione. Sono ammesse solo opere ed interventi volti alla riparazione e consolidamento dell’esistente, alla stabilizzazione della criticità ambientale ed alla tutela e gestione del territorio. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

214

9.9 ATO 1 – Zona Agricola – Scheda valutativa 9

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE/SERVIZI PREVISTE DAL PRG VIGENTE

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua due linee preferenziali di sviluppo insediativo, la prima residenziale la seconda a servizi. Le linee preferenziali derivano dalle indicazioni già definite dagli strumenti di pianificazione vigenti, si tratta infatti di urbanizzazione programmata, dove sono confermate le potenzialità edificatorie del PRG. Le indicazioni riguardano il possibile insediamento di residenza e servizi, finalizzato a rafforzare il nucleo esistente a Sud di Via Morosana, in prossimità del confine comunale.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, lungo le linee preferenziali di sviluppo programmate, evidenzia un livello di propensione alla trasformazione insediativa alto. Le previsioni di sviluppo integrano l’edificato esistente sostenendo l’opportunità di un limitato sviluppo dell’insediamento lungo Via Morosana, garantendo inoltre il potenziale aumento della dotazione di servizi. Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

Risultato della valutazione ambientale: sostenibile I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali, le indicazioni progettuali risultano pertanto sostenibili. 215

9.10 ATO 3 – Monticello Cavazzale – Scheda valutativa 10

SISTEMA INSEDIATIVO: LINEA PREFERENZIALE DI SVILUPPO INSEDIATIVO PRODUTTIVO

Descrizione degli ambiti intervento Il PAT individua un ambito di sviluppo produttivo a Nord-Ovest del territorio comunale, intercluso tra la linea ferroviaria e la zona produttiva esistente, come possibile espansione di quest’ultima. La linea preferenziale in questione riprende le indicazioni del PRG Vigente.

Estratti Carta delle Trasformabilità e Carta della Suscettibilità alla trasformazione insediativa

Valutazione ambientale La valutazione di suscettibilità alla trasformazione insediativa, lungo la linea preferenziale di sviluppo, evidenzia una propensione al cambiamento da alta a medio-alta. Le previsioni di crescita rafforzano l’insediamento produttivo esistente, consentendo il potenziale insediamento di nuove imprese nel territorio comunale. Nei termini presentati le possibili progettualità, definite dagli strumenti attuativi, dovranno essere contenute in relazione al dimensionamento di Piano e svilupparsi in ottemperanza al sistema di vincoli presente. Di seguito si presenta, in forma schematica, la valutazione ambientale dell’ambito d’intervento oggetto della presente scheda. Per ciascuna componente ambientale viene riportato l’effetto prefigurato e le opportunità di mitigazione.

Componenti ambientali

Patrimonio Azioni di Suolo Biodiversità, paesaggistico, Salute Beni Pianificazione piano e e aspetti

Aria storico, e umana materiali e vincoli Acqua sottosuolo naturalistici culturale Linee preferenziali M M M di sviluppo insediativo

Effetto significativo; Effetto non significativo; M Effetto mitigabile

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Risultato della valutazione ambientale: sostenibile con misure di mitigazione I risultati della Valutazione confermano con ragionevole certezza l’escludersi di effetti significativi sulle componenti ambientali. Risulta comunque cautelativo prendere in considerazione eventuali misure di mitigazione, volte a prevenire l’emersione di eventuali criticità non direttamente riscontrabili.

Misure di mitigazione Il PAT definisce le opportune misure e prescrizioni atte a prevenire il rischio idrogeologico (Art. 9 delle NTA - Prevenzione del rischio e controllo per gli interventi - Fragilità). Nelle aree idonee a condizione, a seconda del grado definito, è sconsigliata o vietata la realizzazione di piani interrati e seminterrati, lo smaltimento dei reflui e delle acque meteoriche con l’adozione di sistemi di dispersione sul suolo. Gli interventi dovranno essere eseguiti con criteri per la sostenibilità in edilizia (art. 62 delle NTA) garantendo la piena tutela dei valori e dei vincoli di tipo naturalistico, paesaggistico e monumentale. Per quanto concerne l’inquinamento acustico derivante dagli interventi sopra descritti, dovranno essere rispettati i limiti di emissioni sonore conformemente alla normativa vigente e in relazione alla classificazione di zonizzazione acustica. In fase di progettazione degli interventi dovranno essere previste, ove necessario, opportune misure per evitare l’insorgere di effetti negativi sulle vicine aree residenziali, prevedendo la realizzazione di idonee fasce di filtro, con funzione di mitigare l’impatto visivo, il rumore, i fumi e le polveri durante i cantieri. Gli interventi edilizi e stradali dovranno rispettare le disposizioni in materia di prevenzione delle zone inquinate dalle emissioni sonore e di comfort acustico per le nuove edificazioni. In fase cantieristica dovranno essere messe in atto tutte le misure finalizzate ad evitare inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanze tossiche, oltre a tutte le precauzioni che possono comunque ridurre gli eventuali sversamenti accidentali. Dovrà essere controllato lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi della normativa vigente. L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”. Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

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9.11 Sintesi delle valutazioni

I risultati della valutazione puntuale di sostenibilità delle scelte di piano, effettuata utilizzando il supporto dello strumento cartografico, confluiscono in un’unica matrice di valutazione finale, che tiene conto anche della valutazione qualitativa delle componenti ambientali non cartografabili descritte nel paragrafo 5.2 e indicate nella tabella riportata di seguito.

Tabella 9.1 – Sintesi Valutazioni Effetti sulle Componenti Impatti valutati attraverso l’analisi quali - quantitativa derivante componenti ambientali dall’applicazione della matrice multicriteriale ambientali Aria In relazione alle trasformazioni territoriali, l’incremento delle Effetto non emissioni atmosferiche è dovuto al riscaldamento degli edifici. I dati significativo disponibili sui carichi emissivi comunali derivanti dalle attività residenziali e a servizi non sono tali da incidere sulla qualità dell’aria complessiva del territorio. E’ quindi possibile ipotizzare che l’effetto dell’aumento delle emissioni di origine residenziale, dovuto alle nuove espansioni, risulta marginale e quindi non è tale da incidere sulla qualità dell’aria. Acqua Le nuove aree residenziali non produrranno alterazioni significative Effetto non della qualità delle acque in quanto tutti i reflui, che sono di natura significativo civile, verranno convogliati in fognatura. Sulla base dei dati esistenti, l’aumento del carico inquinante derivante dagli ambiti preferenziali di espansione risulta compatibile con il sistema fognario, considerando gli interventi di completamento e miglioramento della rete fognaria. Suolo e Il principale fattore che contribuisce ad abbassare il livello di Effetto sottosuolo suscettibilità alla trasformazione è rappresentato dalle mitigabile problematiche di natura idraulica e di compatibilità geologica. Per le aree a compatibilità geologica idonea a condizione sono riportati gli indirizzi e criteri da seguire per gli interventi urbanistici. Per quanto concerne le problematiche legate alla rete idraulica, sono state individuate le necessarie misure che abbiano funzioni compensative dell’alterazione provocata dall’impermeabilizzazione dovuta alle nuove previsioni urbanistiche, volte a garantire l’invarianza idraulica.

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Tabella 9.1 - Sintesi Valutazioni (…segue) Effetti sulle Componenti Impatti valutati attraverso l’analisi quali - quantitativa derivante componenti ambientali dall’applicazione della matrice multicriteriale ambientali

Biodiversità e In relazione alle trasformazioni territoriali, le aree interessate non Effetto non aspetti interessano direttamente elementi della rete ecologica (corridoi significativo naturalistici ecologici) per i quali il PAT individua vincoli e prescrizioni di tutela e salvaguardia.

Patrimonio Gli ambiti di espansione non interferiscono con il patrimonio storico Effetto non paesaggistico, culturale. significativo storico, e culturale Salute umana: Il rumore può essere un fattore di disturbo, in particolare durante Effetto esposizioni a la fase di cantiere per la realizzazione delle nuove aree residenziali mitigabile fonti di e produttive. L’incremento di rumore e inquinamento luminoso per nel rispetto inquinamento le nuove aree di trasformazione è comunque circoscritto al loro della acustico, perimetro. normativa elettromagnetico Non vi sono emissioni elettromagnetiche dovute alla presenza di vigente fonti di esposizione (impianti di telecomunicazione ed elettrodotti). Beni materiali: In relazione alla natura degli interventi di piano, i rifiuti prodotti Effetto produzione di possono essere di tipo urbano e industriale. Nella fase di mitigabile rifiuti, efficienza realizzazione degli interventi, non saranno necessari particolari nel rispetto del sistema accorgimenti per il deposito di materiali che corrisponderà a quello della infrastrutturale consueto di cantiere edile. Non è previsto il deposito di materiali normativa e consumi inquinanti, inoltre si tratta di depositi temporanei di cantiere vigente energetici pertanto le aree verranno completamente liberate una volta completati gli interventi. E’ probabile un aumento della produzione dei rifiuti proporzionale al carico insediativo. Le destinazioni d’uso previste non necessitano di risorse particolari né di quantità significative delle risorse disponibili. Pianificazione e Gli ambiti di espansione non interferiscono con gli elementi di Effetto non vincoli pianificazione sovraordinata e con i vincoli, individuati nella TAV 1 significativo “Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale”, allegata al PAT.

Valutazione finale: sostenibile con opportune misure di mitigazione individuate nel capitolo 10

219

9.12 Il sistema infrastrutturale

Il piano non individua fabbisogni aggiuntivi per la viabilità ad esclusione della previsione delle infrastrutture stradali di carattere locale collegate agli ampliamenti residenziali e produttivi. Le indicazioni infrastrutturali sono state considerate in assenza di contenuti progettuali specifici demandati del resto, come previsto dalla LR 11/04, ai PI ed ai PUA. L’incremento del traffico dovuto al maggiore carico insediativo previsto dal PAT sarà di tipo locale e quindi non di entità tale da provocare effetti significativi. Per quanto concerne i trasporti, al fine di ridurre il traffico privato su gomma, il PAT incentiva la mobilità sostenibile con due tipologie d’interventi: attraverso il completamento e lo sviluppo della rete delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali, mediante lo sviluppo del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale a partire dalla razionalizzazione dell’utilizzo della linea ferroviaria esistente.

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10. LE MISURE DI MITIGAZIONE

Considerando i risultati della valutazione ambientale relativa ai possibili effetti ambientali generabili dal perseguimento della strategia complessiva del PAT, si descrivono di seguito i possibili interventi aventi la funzione di mitigare e/o compensare i probabili impatti sull’ambiente naturale/ecosistemico e antropico. Le misure di mitigazione sono considerate come l’insieme di opere capaci di migliorare lo stato dell’ambiente dopo la realizzazione dell’intervento. Tra i principi intrinseci, relativi alla scelta delle opere mitigative più opportune, figurano la necessità di garantire la funzionalità degli ecosistemi, la tutela della continuità ecologica, la conservazione delle biocenosi autoctone e la tutela dell’integrità del paesaggio agrario. Per consentire il perseguimento della qualità visiva e paesaggistica, la scelta delle misure si è ispirata ed è stata integrata dalla considerazione delle identità dei luoghi, sia con riferimento ai paesaggi preesistenti e attuali sia in relazione alle caratteristiche progettuali ed alla tipologia degli interventi proposti dal Piano. Inoltre, le misure individuate tutelano ed evidenziano le diverse identità dell’area, tutelano le riserve genetiche e cercano di conservare un tessuto naturalistico diffuso con relativa funzionalità ecosistemica, sono ispirate dal voler integrare i valori naturali e quelli storici e tradizionali.

Nella tabella seguente si elencano, per ciascuna tematica ambientale ed in relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale, le opportune misure di mitigazione individuate per ridurre gli impatti negativi sull’ambiente conseguenti le scelte del Piano, indicando puntualmente le aree interessate, la normativa di riferimento e le relative competenze.

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ARIA Obiettivo: Contenimento delle emissioni inquinanti in atmosfera ATO Riferimento normativo Sistema Misure di mitigazione interessati e competenze

Sistema Le previsioni del PAT relative ai percorsi ATO 1, 2 e 3 Artt. 17, 18, 19, 20, 41, residenziale, ciclopedonali, consentono di rafforzare la 42, 47 a servizi e mobilità urbana, mettendo in rete i servizi ambiti ad del territorio e gli ambiti di interesse edificazione paesaggistico e ambientale. diffusa Maggiore attenzione verrà rivolta alla qualità del costruire, attraverso una valutazione più rigorosa delle opere edilizie Competenza: Provincia, pubbliche e private, per quanto concerne Comune l’inserimento ambientale, l’impatto idrogeologico, l’uso di materiali innovativi ed il rispetto del verde esistente.

Il PAT individua i limiti fisici degli insediamenti oltre i quali nessuna nuova edificazione è consentita, ai fini della tutela paesaggistica e ambientale del territorio agricolo, o a causa dell’esistenza di fragilità di diversa natura.

Il PAT, per quanto concerne le aree di espansione, prescrive l’edificazione tramite interventi che non comportino l’alterazione dell’equilibrio ambientale.

222

ACQUA Obiettivi: Tutela e riqualificazione della rete idrografica principale e minore; tutela delle risorse idropotabili e promozione del risparmio idrico; Riferimento Misure di mitigazione e/o di ATO Sistema normativo e compensazione interessati competenze Artt. 17, 18, 20, 47 Tutti gli interventi insediativi previsti dal Sistema ATO 1, 2 e 3 PAT dovranno essere preceduti o affiancati residenziale, a Competenze: Comune, dalla realizzazione del collettamento alla servizi e ambiti Ente Gestore della rete fognaria per convogliare gli scarichi ad edificazione rete acquedottistica e delle acque reflue nel sistema fognario. diffusa fognaria Dovranno essere definiti gli interventi di manutenzione della rete fognaria esistente e della rete di scolo. Tutte le misure di mitigazione dovranno essere concordate con l’ente gestore del servizio idrico integrato, nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela delle acque.

Adozione di tecnologie rivolte al risparmio idrico, recupero delle acque piovane e contabilizzazione dell’acqua potabile.

Al fine del contenimento del rischio ATO 1, 2 e 3 Artt. 8, 10 idrogeologico, tutti gli interventi, le opere e le attività consentiti dal PAT devono Competenze: Comune, essere tali da: Ente Gestore della - mantenere o migliorare le rete acquedottistica e condizioni esistenti di funzionalità fognaria idraulica e le condizioni di stabilità dei suoli;

- non aumentare le condizioni di pericolo a valle o a monte dell’area interessata, in particolare non si deve ridurre i volumi invasabili delle aree interessate e favorire, se possibile, la creazione di nuove aree di libera esondazione;

- non aumentare il pericolo di carattere geologico in tutta l'area direttamente o indirettamente interessata;

- minimizzare le interferenze, anche temporanee, con le strutture di difesa idraulica, geologica e idrogeologica.

223

SUOLO E SOTTOSUOLO Obiettivo: Prevenzione e messa in sicurezza dai rischi geologici, geomorfologici e idrogeologici

Sistema Misure di mitigazione e/o di ATO interessati Riferimento normativo e compensazione competenze

Sistema Per garantire una corretta gestione ATO 1, 2 e 3 residenziale, a del territorio, volta alla servizi, ed salvaguardia del patrimonio Art 9 ambiti ad ambientale, alla sicurezza del edificazione territorio e alla tutela delle opere Competenze: Comune, diffusa edilizie e infrastrutturali, il PAT soggetti privati dispone che in relazione del grado di idoneità dell'area interessata dall'intervento saranno necessari indagini geognostiche ed idrogeologiche finalizzate a verificare l'idoneità del suolo all'edificazione.

Per le aree a compatibilità ATO 1, 2 e 3 Art. 9 geologica idonea in cui ricadono gli ambiti di trasformazione Competenze: Comune, insediativa, ciascun intervento soggetti privati edificatorio sarà corredato da un’indagine geologica specializzata finalizzata a verificare l’idoneità del suolo all’edificazione, con le prescrizioni previste.

Nell’ambito delle aree a ATO 1, 2 e 3 Art. 16 urbanizzazione consolidata il PAT prevede che, tramite il PI, gli Competenze: Comune, interventi di nuova costruzione o di soggetti privati ampliamento dell’esistente siano volti alla prevenzione e alla mitigazione di inquinamenti di varia natura

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SUOLO E SOTTOSUOLO Obiettivo: Prevenzione e messa in sicurezza dai rischi geologici, geomorfologici e idrogeologici (…segue)

Sistema Misure di mitigazione e/o di ATO interessati Riferimento normativo compensazione e competenze

Sistema Il PAT stabilisce che il PI adotterà ATO 1, 2 e 3 Artt. 17, 18 residenziale, a criteri progettuali che: servizi, ed - privilegino le aree più adatte ambiti ad all’urbanizzazione in Competenze: Comune edificazione rapporto a criteri funzionali, diffusa di raccordo con i centri abitati (aree dotate o facilmente dotabili di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e di servizi, secondo gli standard di qualità previsti dal PAT e dal PI stesso);

- siano adiacenti ad aree già edificate;

- riprendano i criteri insediativi tradizionali;

- rispettino le preesistenze di carattere naturalistico e paesaggistico.

Il PAT, per quanto concerne le aree di ATO 2 e 3 Art. 18 espansione, prescrive l’edificazione tramite interventi che non comportino Competenze: Comune l’alterazione dell’equilibrio ambientale.

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BIODIVERSITÀ, FAUNA E FLORA E PATRIMONIO PAESAGGISTICO Obiettivo: Tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche e ambientali e degli ambiti e degli elementi significativi del paesaggio agrario

Sistema Misure di mitigazione e/o di ATO interessati Riferimento compensazione normativo e competenze

Sistema Gli ambiti che ricadono in aree soggette Tutti gli ATO Artt. 33, 35 residenziale, a a vincolo paesaggistico dovranno servizi, ed rispettare le prescrizioni e vincoli di Competenze: ambiti ad tutela, ai sensi del D.Lgs 42/2004. Comune edificazione diffusa Il PAT riconosce un nucleo strutturato in ATO 1 Art. 47 territorio agricolo e demanda al PI la Competenze: definizione dell’esatto perimetro, la Comune schedatura di tutti gli edifici prevedendo un disegno urbanistico dell’ambito, il recupero degli edifici di valore storico- architettonico, culturale e testimoniale e appositi interventi per quelli non più funzionali all'esercizio dell'attività agricola.

Per tutelare gli ambiti naturalistici che Tutti gli ATO Artt. 8, 34, 36 possono essere direttamente ed indirettamente interessati dagli Competenze: interventi di trasformazione insediativa Comune previsti, il PAT individua e tutela con prescrizioni e vincoli gli elementi costituenti la rete ecologica locale.

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SALUTE UMANA Obiettivi: Garantire il benessere dei cittadini rispetto alle fonti di emissione elettromagnetiche e contenere l’inquinamento acustico e luminoso

Sistema Misure di mitigazione e/o di ATO interessati Riferimento compensazione normativo e competenze Il P.I., sulla base delle indicazioni della Sistema VAS, può prevedere la possibilità di Tutti gli ATO Artt. 39, 40 residenziale, a attuare azioni di mitigazione ai fini di servizi, ed ridurre al massimo i danni agli habitat e a LR del 07 agosto ambiti ad alle specie. Va ricordato che non sono 2009 n. 17 edificazione emerse, dal quadro ambientale, diffusa interferenze negative provocate dagli Competenza: impianti radio base esistenti e dagli Comune elettrodotti ARPAV

L’inquinamento luminoso dovrà essere controllato ai sensi della LR del 07 agosto 2009 n. 17 e ai sensi dell’Art.39 “Mitigazioni relative all’inquinamento luminoso”

Gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una riduzione dei valori di gas radon secondo le indicazioni contenute nella DGVR n. 79/2002.

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Per quanto riguarda le mitigazioni relative all'inquinamento luminoso, vanno seguite le seguenti disposizioni:  per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti;  fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre;  è fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria;  per l'illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro;  l'illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall'alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i 4500 lumen. In ogni caso, per tutte le insegne non preposte alla sicurezza, a servizi di pubblica utilità ed all'individuazione di impianti di distribuzione self service è prescritto lo spegnimento entro le ore 24 o, al più tardi, entro l'orario di chiusura dell'esercizio;  e vietato installare all'aperto apparecchi illuminanti che disperdono la luce ai di fuori degli spazi funzionalmente dedicati e in particolare, verso la volta celeste;  tutti gli impianti di illuminazione pubblica devono utilizzare lampade a ristretto spettro di emissione; allo stato attuale della tecnologia devono rispettare questi requisiti le lampade ai sodio ad alta pressione, da preferire lungo le strade urbane ed extraurbane, nelle zone industriali, nei centri storici e per l'illuminazione dei giardini pubblici e dei passaggi pedonali. Nei luoghi in cui non è essenziale un'accurata percezione dei colori, possono essere utilizzate, in alternativa, lampade al sodio a bassa pressione (ad emissione pressoché monocromatica);  è vietata l'installazione all'aperto dì apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso l'alto.

In relazione alle mitigazioni per l’inquinamento da gas radon, gli insediamenti residenziali dovranno prevedere idonee azioni finalizzate ad una significativa riduzione dei valori dell’agente inquinante secondo le indicazioni contenute nel DGRV 79/2002 e degli allegati alla stessa.

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11. IL MONITORAGGIO

Al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è redatto il Piano di Monitoraggio. Sulla base del presente Rapporto Ambientale, le componenti ambientali (con relativi indicatori) da sottoporre a monitoraggio sono di seguito indicate.

Aria

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione Rapporto tra rete di illuminazione Riduzione Riduzione pubblica dell’inquinamento Comune AR1 dell’inquinamento Numero conforme alla luminoso. 2 anni LLPP luminoso normativa L’obiettivo è un regionale e rapporto pari a 1 rete in esercizio Stima delle principali pressioni ARPAV, Monitorare ambientali e Veicoli in transito VENETO l’inquinamento antropiche che nelle Numero STRADE, atmosferico 2 anni AR2 si originano infrastrutture ANAS, dovuto al traffico dall’incremento principali Provincia veicolare del numero di veicoli circolanti Le fonti di emissioni antropiche, rappresentate da Monitorare tutte le reazioni l’inquinamento di combustione, Concentrazione di atmosferico AR3 µg/m3 ARPAV comprendono 2 anni biossidi di azoto dovuto al principalmente gli in atmosfera traffico autoveicoli, le veicolare centrali termoelettriche e il riscaldamento domestico. Viene così identificato l'insieme di tutte le particelle Monitorare solide o liquide l’inquinamento che restano in Concentrazione di atmosferico sospensione AR4 µg/m3 ARPAV 2 anni PM10 in dovuto al nell'aria. Le fonti atmosfera traffico antropiche di veicolare particolato sono essenzialmente le attività industriali ed il traffico veicolare.

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Acqua

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione La concentrazione di nitrati (NO3) nelle acque Verificare lo sotterranee Concentrazione di stato di qualità riflette A1 nitrati nelle mg/l ARPAV 2 anni delle acque l’importanza acque sotterranee sotterranee relativa e l’intensità delle attività agricole sui corpi idrici sotterranei. Verifica lo Comune - sviluppo delle LLPP, Numero di nuovi Allacciamento alla Numer reti di A2 Autorità di allacciamenti alla 3 anni rete fognaria o smaltimento Bacino, rete fognaria delle acque ETRA reflue

Suolo e sottosuolo

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo alla indicatore Periodicità misura misurazione Ridurre il più possibile l'uso di Consumo annuo suoli coltivati o di SAU consumata Comune mq di superficie prevedere 3 anni S1 per anno Urbanistica agricola l'utilizzo delle aree di minor pregio colturale Distinguere gli interventi Numero di finalizzati alla ri- Recupero aree interventi di naturalizzazione occupate da Comune demolizione di e interventi di edifici incongrui o Numero Edilizia edifici 3 anni S2 ristrutturazione elementi di Privata incongrui o urbanistica, con o degrado elementi di senza cambio di degrado destinazione d’uso

Biodiversità

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione Numero di Indice di interventi di Valorizzare gli valorizzazione Comune valorizzazione B1 Numero ambiti 2 anni degli ambiti Urbanistica della naturalità naturalistici naturalistici degli ambiti naturalistici

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Paesaggio e patrimonio culturale

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione Numero di interventi di ripristino e Salvaguardare e Indice di valorizzazione valorizzare gli salvaguardia e Comune negli ambiti ambiti valorizzazione Numero 2 anni PC1 Urbanistica che presentano paesaggistici degli ambiti caratteristiche (contesti paesaggistici di pregio figurativi) ambientale e paesaggistico Numero di interventi di recupero di edifici Indice di recupero Comune caratterizzati Salvaguardare il PC2 Numero 3 anni del centro storico Edilizia da condizioni centro storico di obsolescenza fisica e/o funzionale nei centri storici

Popolazione e salute umana

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione Nuovi edifici Adottare criteri rispondenti a di bioedilizia e di Indice di criteri di P- Comune risparmio sostenibilità degli % sostenibilità 3 anni SU1 Edilizia energetico edifici rispetto al (edifici certificati totale dei classi A e B) nuovi edifici Realizzare tratti Provincia, Esprime la in modo da P-SU Funzionalità rete Comune funzionalità dei ml formare una rete 3 anni 2 ciclopedonale (Ufficio percorsi e piste continua, quindi LLPP) ciclopedonali più funzionale Rilevazione delle Monitoraggio principali sorgenti Campo dell'inquiname che producono P- elettromagnetico Volt/m ARPAV nto prodotto radiazioni ad alta 2 anni SU3 da stazioni radio etro da stazioni frequenza (RF - base radio base Radio Frequencies)

Rifiuti

Autorità Unità preposta Descrizione Cod. Indicatore di Obiettivo Periodicità alla indicatore misura misurazione Quantità di ARPAV, Percentuale di Promuovere la R1 raccolta % Comune- raccolta sostenibilità della 2 anni differenziata Ecologia differenziata risorsa rifiuti

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