COMUNE DI Provincia di Lodi

P.G.T. Piano di Governo del Territorio

DOCUMENTO DI PIANO

Marzo 2012

V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica AI SENSI DELLA LR 12/200

RAPPORTO AMBIENTALE AI SENSI DELLA LR 12/2005

ALLEGATO 1

QUADRO AMBIENTALE

P.G.T COMUNE DI LODI VECCHIO (LO) V.A.S.

a cura di

Giovanna Fontana, referente

Gruppo di lavoro

Gianmarco Paris, applicazione GIS Maria Grazia Pizzoni, raccolta e gestione dati ambientali

Allegato 1 – Rapporto Ambientale

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Il presente documento è stato aggiornato a seguito delle indicazioni e contributi dei soggetti competenti in sede di conferenza di VAS

Indice

QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO ...... 3 Note introduttive ...... 3 1 QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELLE COMPONENTI E RISORSE AMBIENTALI .. 4

1.1 Acque superficiali ...... 4

1.2 Acque sotterranee ...... 7

1.3 Suolo e sottuosuolo ...... 11 1.3.1 Valore ai fini agronomici (da relazione agro-forestale 2011) ...... 11 1.3.2 Fattibilità geologica e sismica (dallo ‘studio geologico’ 2004, non aggornato) ... 15

1.4 Aria ...... 17

1.5 Rumore: zonizzazione acustica comunale ...... 36

1.6 Aspetti ecosistemici ...... 40

1.7 Paesaggio e beni architettonici - archeologici ...... 42 2 FATTORI SPECIFICI DI PRESSIONE AMBIENTALE ...... 44

2.1 Energia ...... 44

2.2 Viabilità e traffico ...... 46

2.3 Rifiuti ...... 48

2.4 Industrie impattanti e aziende RIR ...... 49

2.5 Siti contaminati e da bonificare ...... 49

2.6 Agricoltura e zootecnia ...... 50

2.7 Reti Tecnologiche ...... 53 3 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE CRITICITÀ ATTUALI SPECIFICHE ...... 54

Allegato 1 – Rapporto Ambientale

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QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

Note introduttive

Come anticipato nel paragrafo 1.2 del Rapporto Ambientale – Contenuto e struttura del R.A . – tra i punti sviluppati nel lavoro di VAS, vi è la sintesi degli aspetti relativi allo stato attuale dell’ambiente, individuando le sensibilità, le pressioni e le criticità risultante presenti e attese dall’evoluzione in corso. Si è fatto riferimento ai fattori esplicitamente citati dalla direttiva VAS: acqua; suolo; aria; flora, fauna e biodiversità; paesaggio e beni culturali; popolazione e salute umana , ai fattori di interrelazione (ad es. rumore ) e ai settori che costituiscono potenziali fonti di pressione (es. rifiuti ). Sono state inoltre individuate integrazioni necessarie relative ai dati e azioni da intraprendere. Il quadro conoscitivo illustrato nei seguenti paragrafi, relativo allo stato delle componenti ambientali e alla disponibilità delle risorse ambientali sul territorio comunale, è stato definito sulla base dei dati relative alle matrici ambientali disponibili nei rapporti e banche dati provinciali e regionali, in riferimento agli studi specialistici propedeutici al PGT in oggetto, e a rapporti specifici di gestori di impianti (civili, es. depuratore). A tali studi, relazioni e allegati cartografici, si fa riferimento specifico nel presente paragrafo, anche per le caratteristiche fisiche del territorio.

Nei paragrafi successivi sono analizzate e descritte le caratteristiche qualitative delle matrici ambientali e allo stato dei fattori generatori di pressioni documentate da stralci, documenti e piani relativi consultati ai fini dell’analisi e valutazione:

Componenti e risorse ambientali Fattori di Pressione

ACQUE SUPERFICIALI ENERGIA ACQUE SOTTERRANEE RIFIUTI SUOLO RETI INFRASTRUTTURALI ARIA RETI TECNOLOGICHE ECOSISTEMI POLO INDUSTRIALE PAESAGGIO E BENI CULTURALI INDUSTRIE RIR RUMORE POPOLAZIONE E SALUTE UMANA

Per le componenti sono stati verificate le condizioni attuali e gli obiettivi dei piani/programma di settore, dove disponibili.

Sono stati utilizzati oltre ai dati dalla banche provinciali, e regionali e di ARPA, gli studi specialistici disponibili (Acustica 2011; Reazione Agro-forestale 2011; RIM 2011; Studio Geologico 2004) e lo Studio di Impatto Ambientale per l’ampliamento IV corsia della A1 – Autostrade per l’Italia 2011.

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1 QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELLE COMPONENTI E RISORSE AMBIENTALI

1.1 Acque superficiali

Il reticolo idrografico sul territorio del Comune di Lodi Vecchio risulta costituito da rete artificiale di rogge di irrigazione e di colo; il corso d’acqua principale è il fiume Lambro che come in tutto il suo percorso si trova in pessime condizioni idroqualitative e per la rete idrica secondaria il Cavo Sillaro. Nel 2011 è stato individuato il reticolo idrico minore. Il fiume Lambro tocca marginalmente il territorio comunale di Lodi Vecchio.

Sillaro e Muzza sono i due corsi d’acqua di competenza regionale; una trentina tra canali di irrigazione e di colo sono di competenza del Consorzio Muzza; solo 4 sono i corsi di competenza comunale: Cavetto Gualdane Cavo Lodi Vecchio o Sillaretto Dentina Roggia Bargana Di seguito si riportano stralci delle tavole del Reticolo Idrico Minore, con le fasce di competenza.

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Le principali informazioni sul Cavo Sillaro sono brevemente descritte con le informazioni reperibili dal Piano ittico provinciale (vedi riquadro).

Informazioni ecologico – ambientali

Il cavo Sillaro origina al confine tra i comuni di (LO) e (MI) come derivazione della roggia Ospitala. Dopo qualche centinaio di metri abbandona il territorio milanese per scorrere completamente nelle campagne lodigiane. Durante il suo percorso dal carattere in alcuni casi meandriforme e della lunghezza complessiva di circa 16 km, il Sillaro tocca i territori comunali di Mulazzano, Tavazzano e Lodivecchio per poi immettersi nel fiume Lambro nei pressi di Salerano al Lambro. Le pressioni antropiche che insistono sul corso d’acqua sono legate sia alle pratiche agricole, sia alle attività civili e industriali; in relazione a queste ultime, è nota la presenza di inquinamento nei sedimenti di fondo di alcuni tratti del corso d’acqua. Particolarmente gravi risultano poi gli episodi di inquinamento acuto, che tendono ad azzerare o compromettere fortemente le cenosi acquatiche, pesci in primo luogo.

I campionamenti ittici sono stati condotti, nel corso del 2005, in 2 differenti punti (cascina Bolenzano e Lodivecchio) e hanno evidenziato in entrambi i casi un elevato grado di alterazione (con addirittura l’assenza di ittiofauna nella porzione più a monte). Durante tale rilievo è stato possibile confermare la presenza del gobione e del ghiozzo padano. La situazione di compromissione delle ittiocenosi, unitamente alle periodiche situazioni di alterazione idroqualitativa, obbligano a considerare il cavo Sillaro come “Acqua di non rilevante interesse ittico”.

Il corso d’acqua è contraddistinto, nel tratto terminale (comune di Salerano al L.), da un dislivello complessivamente superiore a 10 m che ha comportato la passata realizzazione di opere trasversali tuttora invalicabili per l’ittiofauna. Al fine di sfruttare l’energia potenzialmente prodotta dal salto idraulico descritto, è in fase di istruttoria la proposta di realizzazione di un piccolo impianto idroelettrico.

Il percorso risulta poco diversificato, anche se le pozze sono discretamente presenti. I rifugi sono costituiti da sottosponda, buche e vegetazione acquatica. Si riscontrano anossia sul fondo e comunità macrobentonica molto alterata. La vegetazione perifluviale arborea o arbustiva è assente e di conseguenza l’ombreggiatura è nulla. Il territorio circostante è costituito da coltivazioni intensive a sinistra e da urbanizzazione rada a destra. La comunità ittica risulta estremamente povera ed è costituita da 5 specie, tutte con rinvenimento sporadico. Tale dato, in analogia a quanto emerso per la stazione di Cascina Bolenzana, è da ricondursi all’alterazione qualitativa del corpo idrico; a tal proposito, si ricorda un recente episodio di inquinamento acuto (marzo 2005) nei pressi di Lodivecchio con relativa moria di pesci. L’Indice Ittico, data l’esiguità dei pesci catturati, non risulta applicabile. Da ‘Allegato A - Carta ittica Provinciale’

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1.2 Acque sotterranee

Per l’analisi delle caratteristiche delle componente acque sotterranee per l’area di lodi Vecchio, si sono utilizzate e sintetizzate le informazioni elaborate da alcuni importanti Piani per la tutela e la gestione del territorio: il PTUA (Piano Tutela Acque Lombardia, 2006) e il Piano D’Ambito Provinciale. Si sono utilizzati i seguenti elaborati cartografici: • Aree vulnerabili ai sensi della DGR VIII/003297 dell’11 ottobre 2006 • Zone di attenzione – Vulnerabilità integrata (PTUA) • Carta della vulnerabilità idrogeologica (PAP)

Aree vulnerabili ai sensi della DGR VIII/003297 dell’11 ottobre 2006

In seguito alla DGR 3297 del 11 ottobre 2006, vengono individuate le nuove aree vulnerabili ai sensi del D.Lgs. 152/06. Il comune di Lodi Vecchio NON è incluso tra i comuni compresi in aree vulnerabili. L’individuazione delle zone vulnerabili viene effettuata tenendo conto dei carichi (specie animali allevate, intensità degli allevamenti e loro tipologia, tipologia dei reflui che ne derivano e modalità di applicazione al terreno, coltivazioni e fertilizzazioni in uso) nonchè dei fattori ambientali che possono concorrere a determinare uno stato di contaminazione.

Figura 2 - Stralcio “Aree vulnerabili ai sensi della DGR VIII/003297 dell’11 ott. 2006” – Provincia di Lodi.

Zone di attenzione – Vulnerabilità integrata

Strettamente collegata alla vulnerabilità delle aree da nitrati di origine agricola vi è la definizione della vulnerabilità integrata; le elaborazioni cartografiche relative alla vulnerabilità potenziale da fonte agricola con i casi di inquinamento da nitrati nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali ha evidenziato la presenza di un’area nella quale il carico di provenienza civile – industriale si ritiene essere determinante rispetto a quello di origine agro – zootecnica. In considerazione di quanto sopra, nella definizione delle vulnerabilità integrate, il territorio è stato articolato in quattro classi: • zone vulnerabili da carichi di provenienza francamente agro – zootecnica, • zone vulnerabili da carichi anche di provenienza civile – industriale, • zone di attenzione, • zone non vulnerabili.

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Il comune di Lodi Vecchio ricade nelle Zone non vulnerabili (zona verde).

Figura 3 - Zone di attenzione (tavola_08_zone_attenzione – piano tutela)

Carta della vulnerabilità idrogeologica

La carta della vulnerabilità idrogeologica,come illustrato della figura seguente, tratta dal Piano d’Ambito - ATO Provincia Di Lodi, 2006: classifica il comune di Lodi Vecchio in aree a vulnerabilità elevata in tutto il suo territorio, ad eccezione di una piccola area occidentale del territorio in cui presenta aree con vulnerabilità molto elevata .

Figura 4 - Stralcio della Carta della vulnerabilità idrogeologica

da: Piano d’Ambito - ATO PROVINCIA DI LODI, 2006 – Tavola 5

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Dallo Studio Geologico

Si riportano di seguito stralci delle carte tematiche e di sintesi dallo studio geologico del 2004, parzialmente aggiornato al 2005.

Tavola 7 – stralcio carta della vulnerabilità e dei vincoli – da studio geologico 2004

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Classificazione delle acque sotterranee

Ai sensi del D.Lgs.152/99, la definizione dello stato quantitativo delle acque sotterranee deve tenere conto sia delle caratteristiche dell’acquifero sia del relativo sfruttamento su un periodo abbastanza lungo (almeno una decina di anni). Le misure quantitative si basano sulla valutazione del grado di sfruttamento della risorsa idrica; per la classificazione quantitativa vengono considerati due indicatori: la portata delle sorgenti o delle emergenze idriche naturali e il livello piezometrico. La valutazione delle misure quantitative definisce lo Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee - indice SQuAS - che viene ripartito in quattro classi (si veda figura 4).

Il Comune di Lodi Vecchio, come si osserva dalla Figura 6, rientra nella classe B: dove l’impatto antropico è ridotto con moderate condizioni di squilibrio del bilancio idrico senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo tempo.

Figura 6 - Classificazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei

Fonte: Piano tutela acque - Parte 5 - Capitolo 4

L’Indice SCAS esprime sinteticamente la qualità chimica delle acque di falda, mediante l’attribuzione di “classi di qualità” a ciascun punto di monitoraggio campionato (pozzo o piezometro) e quindi all’acquifero. In particolare il D.Lgs. 152/99 prevede 4 classi di qualità: dalla classe 1, indice di assenza di inquinamento antropico, alla classe 4 (marcata contaminazione delle acque di falda).

Dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia 2008 - Resoconto dati ambientali, per le Acque Sotterranee: nel comune di Lodi Vecchio non sono presenti punti di monitoraggio. Pozzi della rete di monitoraggio si trovano nei comuni limitrofi: Tavazzano che si trova anord di Lodi vecchio presenta indice SCAS pari a 2 e che si trova a sud presenta indice SCAS pari a 0.

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1.3 Suolo e sottuosuolo

1.3.1 VALORE AI FINI AGRONOMICI (DA RELAZIONE AGRO-FORESTALE 2011)

Per quanto riguarda le indicazioni relative agli aspetti pedologici, si fa riferimento alla Relazione agro- forestale redatta a supporto del PGT. Ad essa si rimanda al fine di definire un quadro di riferimento per la valutazione del valore agronomico dell’area interessata, considerata l’importanza dell’aspetto in relazione alla funzione agricola caratterizzante il lodigiano.

Sono state consultate le carte tematiche ERSAL, per aspetti generali.

Figura 8 – Classi di uso del suolo

Dalla Relazione agro-forestale non sono desumibili informazioni relativi all’utilizzo effettivo dei suoli nel territorio comunale ai fini dello spandimento liquami. Si riportano dalla relazione agronomica la tavola relativa alla classe d’uso del suolo agricolo e la tavola relativa alla attitudine allo spandimento spandimento. Alle pagine seguenti se ne riportano stralci.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 11

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Stralci dalla Relazione Agro-Forestale 2011

Per la definizione della capacità d’uso dei suoli, si è fatto riferimento alla metodologia adottata (ed alle pubblicazioni derivate) dall’Ersal (ora ERSAF). Detta metodologia, prevede l’uso di otto classi, le prime quattro identificano i territori adatti all’uso agricolo, dalla quinta all’ottava, vengono invece identificati i territori meno adatti (pascolo, forestazione oppure scopo naturalistico e ricreativo). Come evidenziato nella tavola, il territorio comunale di Lodi Vecchio è caratterizzato da suoli di I,II,II,IV classe, quindi – seppur in misura diversa – adatti all’agricoltura. La principali limitazioni sono ascrivibili a fenomeni legati a caratteristiche del suolo. Come scarsa profondità, tessitura sfavorevole o permeabilità ridotta.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 12

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Nella successiva tavola, si riporta la zonizazione comunale sulla base dell’attitudine allo spandimento degli e.a. Detta tavola viene integrata con quanto desumibile dalla banca dati “Reflui” della Regione Lombardia (Basi informativa dei suoli)

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L’effettiva adozione, ai sensi della DGR VIII_3297 11 ottobre 2006, delle tavole d’individuazione zone vulnerabili,

rende inutile altre tavole di riferimento a suo tempo definite dall’Ersal (oggi Ersaf), in particolare: • Capacità protettiva delle acque sotterranee. • Capacità protettiva delle acque superficiali.

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1.3.2 FATTIBILITÀ GEOLOGICA E SISMICA (DALLO ‘STUDIO GEOLOGICO’ 2004, NON AGGORNATO)

E’ in fase di elaborazione l’aggiornamento - Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12; D.G.R. 28 maggio 2008, n. 8/7374, relativo anche alla componente sismica e fattibilità geologica. Ai fini della valutazione sono stati considerati, gli elaborati dello Studio geologico, 2004 del PRG, aggiornato per la fattibilità geologica al 2005, al quale si rimanda per gli aspetti analitici.

Fattibilità geologica

Figura 9 - stralcio tav.08 ‘Fattibilità geologica ‘ –studio geologico aggiornamento 2005

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Sismica

Non è disponibile alcuna elaborato di adeguamento alla normativa.

Si riporta, al solo titolo di inquadramento, stralcio tratto della studio geologico 2004, relativo al tema sismicità.

Dallo studio geologico 2004

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 16

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1.4 Aria

La qualità dell’aria è direttamente influenzata dalle emissioni di inquinanti in atmosfera. I settori che hanno maggiore impatto su questa componente nella pianura lombarda sono il traffico veicolare, le combustioni legate agli impianti di riscaldamento e alle attività produttive, anche se la normativa e il ricorso alle tecnologie più avanzate riducono sempre più il contributo di quest’ultima componente, e l’agricoltura. La concentrazione degli inquinanti in atmosfera poi è legata anche alle condizioni climatiche tipiche di una determinata area. La regione Lombardia ha ritenuto necessario revisionare i criteri e di conseguenza la precedente individuazione della zonizzazione del suo territorio, per consentire un migliori l’adeguamento ai criteri indicati dal D..Lgs 155/2010, cioè stabilisce nuovi provvedimenti per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera e migliore la qualità dell’aria ai fini della protezione della salute e dell’ambiente. Considerando la struttura della nuova normativa, emerge i seguenti punti: a) che risulta basata: sull’individuazione di agglomerati; sull’individuazione delle zone; sulla possibilità di distinguere aree tra loro non contigue purché omogenee per la presenza delle medesime caratteristiche predominanti, responsabili dei livelli degli inquinanti; b) che individua la zonizzazione per tutti gli inquinanti tranne l’ozono per il quale viene prevista una specifica zonizzazione; c) che presenta la ripartizione del territorio regionale nelle seguenti zone e agglomerati:

Agglomerato di Bergamo Agglomerato di Brescia Agglomerato di Milano

Zona A - pianura ad elevata urbanizzazione; Zona B – pianura Zona C – montagna o zone C1 (area prealpina e appenninica) e C2 (area alpina) per la zonizzazione relativa all’ozono Zona D – fondovalle Come da cartografie sotto riportate, la nuova DGR n. IX/2605 individua nella provincia di Lodi 8 comuni rientranti in zona A “zona di pianura ad elevata urbanizzazione”, tra questi il comune di Lodi Vecchio e perciò caratterizzati dai seguenti parametri: – più elevata quantità di emissioni di PM10 primario, NOX e COV; – situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di stabilità atmosferica caratterizzata da alta pressione); – alta densità abitativa, di attività industriali e di traffico;

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Figura 1 - Mappa della zonizzazione del territorio regionale per tutti gli inquinanti ad esclusione dell’ozono

Figura 2 - Mappa della zonizzazione del territorio regionale per l’ozono

Fonte: Bollettino Ufficiale Regione Lombardia - Serie Ordinaria n. 49 - Martedì 06 dicembre 2011

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Come si evidenzia nelle tabelle sopra riportate, nella Provincia di Lodi risultano presenti dieci stazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria dell’ARPA Lombardia. Gli inquinanti monitorati per l’anno 2008 sono stati: O3, NOx, PM10. Sul sito web di ARPA Lombardia è possibile consultare quotidianamente i dati sulla qualità dell’aria delle centraline, di cui quelle di Tavazzano e Lodi città, risultano le più vicine. Di seguito si riportano i dati relativi agli andamenti degli inquinanti desunti da Rapporto annuale sulla qualità dell’aria di Lodi e Provincia 2010’ a cura di ARPA a cui si rimanda per approfondimenti. Figura 3: localizzazione delle stazioni fisse di misura

FonteRapporto qualità dell’aria 2010

Fonte Rapporto qualità dell’aria 2010

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 19

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Di seguito si riporta tabella con valori limite, valore obbiettivo e livelli critici dei inquinanti:

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Inquinante SO2 (Biossido di Zolfo)

Nella Provincia di Lodi le concentrazioni di SO 2 non hanno mai superato la soglia di allarme, né i valori limite per la protezione della salute umana, sia quello orario, sia quello sulle 24 ore, e neppure quello annuale ed invernale per la protezione degli ecosistemi. I valori registrati nelle diverse stazioni sono al di sotto dei limiti di legge, attorno al limite della soglia di rilevabilità strumentale, con valori massimi mensili che oscillano fra 6 e i 10µg/m 3 e valori minimi mensili che non superano gli 8µg/m 3

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 22

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Inquinanti NO2,NOx (Ossidi di Azoto)

La figura sopra mostra il trend annuale di questo inquinante in particolare riferimento ai comuni di Lodi, Montanaso e Tavazzano, inseriti in zona critica con la dgr 5290.

Dalla tabella sopra, si evidenzia che nel periodo primaverile-estivo i valori minimi sono attorno al 20µg/m3 e per i valori massimi sono attorno a 30µg/m3; invece nei mesi invernali i valori minimi sono tra 30-40µg/m3 e i valori massimi di 50-608µg/m3. Il trend annuale di crescita nei periodi invernali è da considerare tipico, dovuto il maggiore utilizzo di processi di combustione (riscaldamento, produzione di energia, maggiore attività industriale e traffico).

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 23

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Si riportano stralci dei dati sintetici dal Rapporto Qualità dell’Aria Arpa 2010, relativi alla zona nella quale Lodivecchio è sita, ritenendo che la tematica sull’aria non possa essere affrontata se non in termini territoriali.

Stralci da Rapporto Qualità dell’Aria 2010 – ARPA Lombardia

Inquinante O3 (Ozono)

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 24

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Per quanto riguarda il limite per la protezione della salute umana, è stato superato 60 volte a Montanaso e 56 volte ad . Di seguito riportiamo le figure che mostrano le concentrazioni annuali e mensile registrate dalle centraline.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 25

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Inquinante PM Di seguito riportiamo le tabelle con i valori limite e quello obbiettivo stabiliti dalla legislazione vigente e le concentrazioni ed i trend del inquinante PM10

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 26

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Nel confronto con i valori limite della tabella si evidenzia che ad eccezione di , il limite di concentrazione media annuale per tutte le altre stazioni non ha stato superato i limiti stabiliti dalla legge. mentre il limite sulle 24 ore per la protezione della salute umana è stato superato ovunque.

Inquinante PM 10

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 27

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Dallo studio di impatto ambientale per l’ampliamento quarta corsia dellA1, sono presi i seguenti dati da campagna con mezzo mobile effettuata a cavallo tra il 2009 ed il 2010, relativi al tratto che include il territorio di Lodivecchio.

Stralci da SIA - ampliamento IV corsia A1 – Autostrade per l’Italia – 2011

Relativamente ai dati da stazioni fisse sopra analizzate) si legge:

Relativamente ai dati da mezzo mobile:

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 28

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Allegato 1 – Rapporto Ambientale 29

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Allegato 1 – Rapporto Ambientale 30

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Lo studio riporta una serie di carte che illustrano la distribuzione degli inquinanti in aria, simulazioni dal 2005 al 2015. Se ne riportano alcune alle pagine seguenti, rimandando allo SIA citato per approfondimenti.

Si riassume la posizione d Lodivecchio riportando giudizio in riferimento alla scale di concentrazione riportata nei grafi :

inquinante anno NO2 PM10 PM 2.5 CO2 benzene 2005 elevata elevata molto elevata media medio/alta 2015 medio/bassa media molto elevata medio/bassa media

Per tutti gli inquinanti è atteso un miglioramento che corrisponde ad un salto di scala in diminuzione, tranne per PM2.5.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 31

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Allegato 1 – Rapporto Ambientale 32

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Allegato 1 – Rapporto Ambientale 33

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Lo stesso SIA ha definito 7 scenari relativi al quadro delle emissioni attese con l’ampliamento autostradale. Se ne riportano stralci relativi alla sintesi, ritenuti significativi ai fini del presente lavoro.

Le attese sono di una diminuzione delle emissione nei diversi scenari.

Lodivecchio

Su Lodivecchio non sono stati rilevati recettori sensibili

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 34

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Le variazioni di esposizione della popolazione rispetto allo scenario attuale (2009) stimate negli scenari programmatici 2015 , 2025 e scenari progettuali 2015, 2025. Per Lodivecchio si conferma la situazione generale così sintetizzata:

Relativamente agli impatti stimati per la fase di cantiere , della durata di due anni, nello SIA sono indicate mitigazioni , per le quali si attende una situazione non preoccupante. Al riguardo il comune di Lodivecchio nelle proprie osservazioni allo studio, suggerisce cascina Gualdane, ad ovest dell’autostrada, sia come area di cantiere che come sito di cava.

La situazione descritta da dati INEMAR 2009 , conferma che le fonti maggiori di emissione per Lodivecchio sono il traffico e, secondariamente, industria.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 35

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1.5 Rumore: zonizzazione acustica comunale

Con delibera di Consiglio Comunale del 29/11/2011 il Comune di Lodivecchio ha adottato il piano di zonizzazione acustica. Rimandiamo eventuali approfondimenti allo studio acustico in elaborazione. Figura 14 – Zonizzazione acustica del Comune e legenda

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 36

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Sono state effettuate alcune prove fonometriche a ridosso della ferrovia, alle quali si fa riferimento per la valutazione delle trasformazioni proposte dal piano. Si riportano stralci della relazione relativi alle criticità evidenziate.

Stralci da relazione di ZAC 2011

Stralci da relazione di ZAC 2011

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 37

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Allegato 1 – Rapporto Ambientale 38

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Lo studio ai fini della ZAC ha tenuto conto anche delle analisi riportate nello SIA per ampliamento autostradale.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 39

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1.6 Aspetti ecosistemici

Per la descrizione dei caratteri naturalistici del territorio, in particolare per l’individuazione della rete ecologica comunale, REC, è importante estendere l’analisi al territorio limitrofo i confini comunali. Il comune di Lodi Vecchio è tra gli attori coinvolti, insieme a Province di Milano, Pavia, Lodi; i comuni di , Saleranno sul Lambro, , Pieve Fissiraga, , Sant’Angelo Lodigiano, , , , , , , alla creazione del PLIS Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Valle Meridionale del Lambro.

A scala provinciale, nella Rete dei Valori Ambientali individuata dal PTCP come sistema di aree e ambienti con valenza ecologica e/o interesse della tradizione agrario/ambientale, costituito da elementi a 4 livelli di importanza: “corridoi ambientali sovrasistemici di importanza regionale” (elementi del I livello) e provinciale (elementi del II livello); “aree di protezione dei valori ambientali” (elementi del III livello) e “aree di conservazione o ripristino dei valori di naturalità dei territori agricoli” (elementi del IV livello). Lodi Vecchio è interessato dai corridoio di terzo livello costituiti dal sistema delle greenway intorno a Lodi, in particolare riveste un ruolo strategico la pista ciclabile di collegamento tra Lodi e Lodi Vecchio.

Sono stati approvati gli elaborati riguardanti la ‘Rete Ecologica Regionale’ della Regione Lombardia, da cui sono state prese alcune informazioni per l’inquadramento degli aspetti ecologici come aggiornamento dei dati raccolti nella Relazione illustrativa del DdP. Il territorio in esame è inserito nel contesto omogeneo dell’agroecosistema tipico della campagna lodigiana fortemente antropizzata in cui gli unici elementi di diversità sono da attribuire al reticolo idrico secondario. Il Comune di Lodi Vecchio non è interessato da siti del sistema Rete Natura 2000 e non vi sono aree tutelate; elementi di relativo interesse ambientale è il cavo Sillaro, che si trova comunque in pessime condizioni, il cui corso interessa una parte il territorio comunale a ovest. L’elaborato ‘Rete Ecologica Regionale’ di recente approvato suddivide il territorio lombardo in Settori, ognuno dei quali viene descritto attraverso una carta in scala 1:25.000 ed una scheda descrittiva ed orientativa ai fini dell’attuazione della Rete Ecologica; Lodi Vecchio rientra nel settore n. 74 ‘Lodi’, i cui stralci si riportano nelle pagine successive. Il territorio in esame non è interessato da corridoi ecologici di primo livello; è interessato da elementi di secondo livello della RER lungo il reticolo idrografico secondario e le aree agricole tra il fiume Lambro e Lodi Vecchio. Con tratto giallo vengono indicati due varchi da de frammentare, a monte e a valle di Lodi Vecchio lungo l’autostrada.

I varchi rappresentano situazioni particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne ad elementi della Rete Ecologica Regionale (o ad essi contigue) viene minacciata o compromessa da interventi antropici, quali urbanizzazione, realizzazione di importanti infrastrutture, creazione di ostacoli allo spostamento delle specie biologiche. I varchi sono pertanto identificabili con i principali restringimenti interni ad elementi della rete oppure con la presenza di infrastrutture medie e grandi all’interno degli elementi stessi, dove è necessario mantenere (evitando ulteriori restringimenti della sezione permeabile presso le ‘strozzature’), nel primo caso, o ripristinare (nel caso di barriere antropiche non attraversabili), nel secondo, la permeabilità ecologica. Di conseguenza, nella cartografia vengono presentati:

4a) Varchi ‘da mantenere’, ovvero aree dove si deve limitare ulteriore consumo di suolo o alterazione dell’habitat perchè l’area conservi la sua potenzialità di ‘punto di passaggio’ per la biodiversità;

4b) Varchi ‘da deframmentare’, ovvero dove sono necessari interventi per mitigare gli effetti della presenza di infrastrutture o insediamenti che interrompono la continuità ecologica e costituiscono ostacoli non attraversabili;

4c) Varchi ‘da mantenere e deframmentare’ al tempo stesso, ovvero dove è necessario preservare l’area da ulteriore consumo del suolo e simultaneamente intervenire per ripristinare la continuità ecologica presso interruzioni antropiche già esistenti. da RER

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1.7 Paesaggio e beni architettonici - archeologici

Per quanto riguarda gli aspetti legati al paesaggio rurale tipico della campagna lodigiana, questo è formato da estesi appezzamenti agricoli, occupati da prati e seminativi, intervallati da qualche filare o siepe e dalla fitta rete artificiale di irrigazione e di colo su tutto il territorio. Le aree agricole rappresentano l’elemento fondamentale per il paesaggio di Lodi Vecchio. Dal sito web della Regione Lombardia www.lombardiabeniculturali.it è possibile individuare i beni architettonici presenti nel comune di Lodivecchio; la sezione Architetture consente infatti l'accesso ai dati descrittivi e alle immagini di una selezione del patrimonio architettonico della Lombardia: complessi monumentali, edifici pubblici e di culto, edilizia rurale di interesse storico, dimore gentilizie, architetture fortificate, residenze private, fabbricati di archeologia industriale. Per il comune di Lodi Vecchio sono stati individuati circa 20 beni architettonici distribuiti sul territorio, tra cui la chiesa di San Bassiano di particolare rilevanza pesistica, ed ognuno di questi è descritto dalle relative schede SIRBEC http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede-complete. Il territorio di Lodi Vecchio è interessato da un ARSP Ambiti ed elementi Rilevanti del Sistema Paesistico (ARSP) per cui prevedere interventi di tutela: ARSP G5 - Salvaguardia del bene storico architettonico in ambito extra-urbano della Villa Bracca lungo la greenway Lodi – Lodi Vecchio.

La pubblicazione ‘Alberi monumentali in Provincia di Lodi – Guida 2004 Provincia di Lodi Regione Lombardia’ segnala la presenza di una magnolia stellata presso cascina Gallinazza. Nel quadro conoscitivo del DdP sono riportate informazioni e dati sui singoli beni. Si ritiene di sottolineare che il Comune di Lodivecchio è dotato di Piano del Verde; nel piano sono censite le aree verdi comunali, gli elementi vegetati di interesse, è riportata il Regolamento del Verde ed indicazioni progettuali per gli scenari futuri. Tav, 2 a/b “Previsioni urbanistiche rilevanti per il verde publico” – scala 1:2000 e 1:6000 Tav, 3 a/b “Sistema del verde pubblico e del verde territoriale di progetto” – scala 1:2000 e 1:6000

Nell’ambito dello studio di impatto ambientale per l’ampliamento della quarta corsia A1 (Autostrade per l’Italia SRL), sono stati effettuati rilievi sulla vegetazione, due di quali in comune di Lodivecchio, a ridosso di corsi d’acqua. Se ne riportano gli stralci

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2 FATTORI SPECIFICI DI PRESSIONE AMBIENTALE

2.1 Energia

Secondo il più aggiornato bilancio energetico regionale (2004), i consumi finali della Regione Lombardia ammontavano ad oltre 25.000 ktep, generati per la maggior parte dal settore civile, oltre che dall’industria e dai trasporti. Le fonti di energie sono più utilizzate sono il gas metano, seguito da prodotti petroliferi e dall’energia elettrica. Per quanto riguarda i consumi elettrici, che sono il 21% dei consumi finali, sono aumentati del 31%. In particolar anche i consumi domestici sono in crescita in quanto aumentano i nuclei familiari indipendenti e perché aumentano le tipologie di elettrodomestici presenti nelle abitazioni (fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Lombardia 2007).

Inquinamento luminoso: PRIC

Il flusso luminoso disperso dagli impianti di illuminazione, definito inquinamento luminoso, è un fenomeno che interessa molti centri urbani. Esso deriva dagli impianti di illuminazione artificiale in esterni che, causa un "velo luminoso" nella volta celeste. La pubblica illuminazione è un servizio primario per le città, ma succede spesso che la luce sia un elemento disorganico ed eterogeneo (fonte http://www.enel.it/enelsole/cittasicura/piano_urbano/pianourbano.as ).

Per eliminare questa criticità e risolvere economicamente e ambientalmente l'esigenza di ottimizzare gli interventi sulla pubblica illuminazione i Piani Urbani della Luce. Il Piano Urbano della Luce (P.R.I.C.) è redatto con l'obiettivo di produrre, attraverso l'illuminazione, sensibili miglioramenti per la sicurezza del traffico e pedonale, per l'arredo urbano e per l'economia della gestione degli impianti. Il PRIC è divenuto obbligatorio in Lombardia con la Legge Regionale n.17 del 27/03/00 "Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso". Secondo la legge entro il 2003 tutti i comuni dovranno adottare questo strumento urbanistico. Rispettare la LR. 17/00 significa aumentare la sicurezza stradale, salvaguardare gli equilibri ecologici di flora e fauna e la salute del cittadino, nonché favorire il risparmio energetico. Altri riferimenti di legge per la Regione Lombardia sono : Delibera della G.R. n. 7/2611 del 11/12/2000 “Aggiornamento elenco degli osservatori astronomici in Lombardia, determinazione delle fasce di rispetto”, Delibera della G.R. n. 7/6162 del 20/9/2001 “Criteri di applicazione della L.r. n. 17 de 17/03/01” ed inoltre: Legge n. 38 del 31/12/2004, Legge n. 19 del 20/12/2005, Legge n. 5 del 27/02/2007 D.d.g. n. 8950 del 3/08/2007 (Fonte www.cielobuio.org ).

Il Comune di Lodi Vecchio è dotato di PRIC da ottobre 2008 ; il Piano Regolatore di illuminazione pubblica: • pianifica l'illuminazione dell'intero territorio comunale; • individua li interventi di aggiornamento degli impianti e la loro manutenzione; • permette di programmare anticipatamente gli interventi e di gestire razionalmente i costi, con un considerevole risparmio energetico.

Dal sito web del Comune di Lodi Vecchio Il PRIC è stato sviluppato in diverse fasi. Innanzi tutto si sono prese in considerazione le previsioni di sviluppo urbanistico programmate dal PRG per il territorio comunale. Particolarmente importanti sono le previsioni relative all'espansione residenziale, industriale, commerciale e l'analisi della struttura dei servizi esistenti, in particolar modo: la previsione di nuovi parcheggi e spazi da destinarsi ad uso della collettività, come spazi giochi, verde attrezzato e sport. Infatti, solo tramite il confronto con questo strumento urbanistico si possono elaborare delle proposte progettuali in sintonia con le linee di sviluppo del Comune. Successivamente, si è proceduto a suddividere il Territorio comunale in Aree omogenee: in quartieri, centro storico, zona industriale, parchi, aree residenziali, tenendo conto dei vincoli ambientali che possono influenzare l‘integrità dell'impianto, come la viabilità e la visibilità.Il Piano si compone anche di un Rilievo degli impianti esistenti.

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2.2 Viabilità e traffico

Monitoraggio traffico La Provincia di Lodi ha istituito, con inizio nel periodo settembre-dicembre 2003, un servizio di rilevamento dei flussi di traffico veicolare in forma sperimentale Dal sito web della Provincia di Lodi è possibile scaricare l’andamento del flusso di traffico per le varie sezioni di rilevamento.

Sul comune di Lodivecchio è presente una postazione, lungo la SP115, per la quale si riportano i dati.

Figura 22 – stralcio Tavola ‘Sezioni di rilevamento traffico

LODIVECCHIO

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Trasporto pubblico locale

È stato analizato nel Quadro conoscitivo del DdP, al quale si rimanda. I servizi risulatno soddisfacenti; buona la dotazione di piste dedicate alla mobilità dolce.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 47

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2.3 Rifiuti

La produzione di RU procapite annua nel 2006 è pari a 518 kg come media regionale; Lodi risulta, dopo Sondrio, la provincia lombarda con la minor produzione totale di rifiuti urbani (circa 2% del totale regionale e 0,3% del totale nazionale), con una media di 463 kg /ab anno.

Produzione di rifiuti urbani: Lombardia Provincia di Lodi Lodi Vecchio (Kg / ab anno) (Kg / ab anno) (Kg / ab anno) 518 463 460

% di raccolta differenziata :

Lodi Vecchio Lombardia Provincia di Lodi

44 %* 50 %* 61% *dati PPGR ottobre 2009

Per quanto riguarda la % di raccolta differenziata il comune di Lodi V. con una percentuale di raccolta differenziata di circa il 60 % è coerente con gli obiettivi fissati dal D.Lgs. 152/06 che prevede almeno il 35% di raccolta differenziata entro il 31/12/2006. Nella figura 7 sono riportati tutti dati riepilogativi ricavati dal PPGR 2009. Il sistema di raccolta adottato è del tipo "porta a porta" per i rifiuti urbani

Nel comune di Lodi Vecchio è presente una piazzola ecologica ‘Ecocentro’.

Nel comune è presente 1 impianto di smaltimento/trattamento : Impresa Fratelli Palladi, si occupa del trattamento di rifiuti da attività di costruzione/demolizione,.

Figura 24 – Rapporto produzione rifiuti per il Comune di Lodi Vecchio

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2.4 Industrie impattanti e aziende RIR

Il comune è dotato di Piano di Emergenza, che riguarda anche il rischio industriale; dai dati ARPA risulta presente una sola azienda IPPC: REEVES, LODI, Dipartimento di Lodi Nel comune di Lodi Vecchio non sono presenti industrie RIR. fonte: http://www.reti.regione.lombardia.it ‘il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio soggetto competente a programmare ed attuare le verifiche ispettive del Sistema di Gestione della Sicurezza sugli stabilimenti soggetti all’art. 8 del d.lgs 334/99 s.m.i’ elenco stabilimenti art. 8 – Marzo 2011

Considerata la vicinanza con il comune di Lodi, è stata esaminato l’elaborato ETRIR approvato nel 2010 dal comune di Lodi . Se ne riportano le conclusioni.

2.5 Siti contaminati e da bonificare

Dal Cd – Resoconto dati ambientali - Rapporto Stato Ambiente Lombardia 2008 - 2009 si riportano nel riquadro successivo le informazioni circa i SITI CONTAMINATI E BONIFICHE in PROVINCIA DI LODI, in particolare per il territorio di Lodi Vecchio sono segnalati tre siti potenzialmente contaminati. Peraltro, non sono possibili ulteriori informazioni, perciò rimandiamo allo Studio Geologico in elaborazione, di cui si attende i dovuti approfondimenti.

SITI CONTAMINATI E BONIFICHE - PROVINCIA DI LODI – Rapporto Stato Ambiente 2008 - 2009 Lombardia Allegato 1 – Rapporto Ambientale 49

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2.6 Agricoltura e zootecnia

In linea con la vocazione agricola provinciale sono presenti importanti aziende agricole e zootecniche i cui edifici rurali sono sparsi ed isolati sul territorio.

Dalla figura seguente si rileva come nel comune di Lodivecchio abbia una densità di allevamenti relativamente bassa, rispetto ai valori medi provinciali.

Figura 29 - Distribuzione degli allevamenti zootecnici con abitanti equivalenti superiori a 5.000 e densità da allevamenti per ha per comune in Provincia di Lodi (fonte: Carta Ittica Provincia di Lodi)

Gli abitanti equivalenti, in base alla definizione data dal D.Lgs 152/99, corrispondono al carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno di 5 giorni (BOD 5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno. Il carico organico potenziale è espresso in Abitanti Equivalenti (AbEq). Gli abitanti equivalenti civili coincidono, per definizione, con il numero di abitanti residenti, mentre per calcolare i carichi derivanti dal settore industriale e dalla zootecnia si utilizzano coefficienti di conversione specifici, diversi a seconda del tipo di ciclo produttivo e della materia prima utilizzata nel primo caso, e a seconda della tipologia di animale allevato nel secondo caso (si consideri ad esempio che se 1 residente corrisponde ad 1 AbEq, 1 bovino corrisponde a 8.16 AbEq, 1 suino equivale a 1.95 AbEq, 1 pollame a 0.20 AbEq).

Per l’analisi dei dati si rimanda alla Relazione Agro-Forestale 2011. Alle pagine seguenti se ne riportano stralci.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 50

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Stralci da Relazione Argo-forestale 2011

Per l’analisi del presente capitolo, si è fa riferimento ai dati derivanti dal 5° Censimento generale agricoltura (in quanto, i dati del 6° censimento, sono tuttora in elaborazione); dati, integrati con quanto desumibile dai PDN 2009_ 2010 presentati al Comune di Lodi Vecchio. All’interno del territorio comunale è possibile individuare diverse tipologie d’attività legate all’agricoltura; l’inquadramento ISTAT, consente di definire l’utilizzo del territorio. Le attività agricole presenti sono, quasi in modo esclusivo, particolarmente tecnologiche e industrializzate.

Da tavola azzonamento aree vulnerabili, redatta dalla Regione Lombardia con dati Provincia di Lodi. I puntini azzurri, individuano le varie aziende agricole sul territorio.

In realtà alcune cascine qui indicate risultano non più attive

si ha quindi che sul territorio Comunale grava un carico d’azoto zootecnico pari a: 166.085,40 Kg/N :946,77 ha = 175,42 kg/N/ ettaro /media. Ora, il territorio, come già detto, è inquadrato (se si esclude l’area golenale del fiume Lambro) come non vulnerabile ai nitrati , e il dato medio rispetta pienamente quest’analisi complessiva fatta ai sensi dell’allegato 1 della DGR VIII_3297 del 11 ottobre 2006.

Allegato 1 – Rapporto Ambientale 51

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Verificando i dati (dai PDN 2009_2010 presentati dalle aziende ai sensi della DGR 5867/07) fornitoci dal Comune, si evince che, rispetto a quanto desumibile dai dati ISTAT:

• il carico di suini è praticamente annullato (circa 100 capi rispetto ai 2002 segnalati nel 5° censimento ISTAT), • il numero di bovini presenti si è ridotto (1838 capi rispetto ai 2255 segnalati nel 5° censimento ISTAT), • le aziende agricole presenti sul territorio, devono gestire oltre che l’eventuale propria produzione di e.a. (o di concime minerale), anche una quota derivante da regolari C.V.A. redati ai sensi della DGR 5868/07. Analizzando questi dati, abbiamo quindi, rispetto al dato storico, un differente quadro ambientale:

KG/N/ da e.a. Nome Cascina Ettari dichiarati in PDN 2010 aziendali KG/N7 da CVA San Marco 74,64 0 0 Cà De Racchi 12,24 1656 0 Varia 61,6 15405 0 Malgrottina 6,72 0 0 San Bassiano 76,86 17372 0 Dossena 50 0 5893 Comune di Sotto 59,79 337 0 Gabetto 2,57 866 0 Gallinazza 188 68434 0 S.Lucio 2,38 905 0 Ferrari G. 18,53 0 3053 Gualdane 31,92 0 9975 Malgrotta 45,43 0 8190 Taietta 72 0 11619 Santa Maria 25,95 9391 0

Totale 114366 38730

Carico N/medio/Ha_SAU territorio Comunale: kg/N 153.096 / 946,77/HA/SAU Comunale = 161,70 Kg/N/Ha Questo dato è indicativo ma parziale, in quanto, alcune aziende che posseggono terreni nel territorio Comunale di Lodi Vecchio, ma hanno sede in altri Comuni, presentano il PDN dove hanno la sede. Ciò nonostante, consente di poter dichiarare che il territorio non è soggetto ad un carico d’azoto da e.a. eccessivo. Allegato 1 – Rapporto Ambientale 52

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2.7 Reti Tecnologiche

Servizio idrico integrato Dal primo Gennaio 2010 SAL S.r.l. (Società Acqua Lodigiana) è diventato gestore unico dei Servizi Idrici di tutta la Provincia di Lodi. Anche Lodivecchio è servito da SAL. Per quanto riguarda la rete di raccolta reflui , da informazioni dell’ufficio tecnico comunale, non si evidenziano situazioni di particolare problematicità, alcune situazioni di sofferenza più legate alla quantità di reflui incanalati che non alle condizioni delle strutture. Una situazione puntuale è legata alla manomissione per il sottopasso autostradale e TAV. Il centro abitato è tutto servito dalla rete fognaria comunale, come pure le cascine a ridosso dell’abitato. Solo per le lottizzazioni avvenute dopo il 1995 (indicativamente) la raccolta avviene separata per reflui ed acque meteoriche, che tendenzialmente vengono ricondotte ad acque superficiali o pozzi perdenti. Le cascine sparse nella campagna hanno fossa Imhoff. Mediante una stazione di sollevamento, i reflui comunali vengono condotti all’impianto di depurazione consortile a Salerano, relativamente recente. E’ in corso un progetto di ampliamento del depuratore, anche in considerazione delle previsioni di aumento di abitanti nei comuni serviti. No sono pervenuti dati precisi sull’impianto da SAL. La distribuzione delle acque potabili è sempre curata da SAL; ad oggi sono attivi tre pozzi pubblici, uno in zona industriale a nord dell’abitato, uno dietro al municipio, uno vicino alla torre piezometrica. E’ in progetto l’apertura di un nuovo pozzo ; una delibera di giunta ha già dato la disponibilità di area sempre in zona industriale.

Elettrodotti Il territorio è toccato solo marginalmente a nord da una linea elettrica.

Impianti telefonia mobile Diverse sono le stazioni site nel territorio comunale. Dalla banca dati Castel di ARPA è stato scaricato il seguente elenco. Le centraline sono localizzate sulla tavola di Arpa; una sola ricade in centro abitato, altre in zona industriale e ai margini dell’abitato.

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3 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE CRITICITÀ ATTUALI SPECIFICHE

Le principali criticità, gli aspetti di attenzione e gli elementi di valore, sotto il profilo ambientale e territoriale, attualmente interessanti il territorio in esame, desunte dalle analisi e valutazioni effettuate nel percorso di VAS, saranno sistematizzate finalizzate alle valutazioni successive, verso le quali il PGT dovrà relazionarsi. Elementi di valore e punti di forza (+) e aspetti di criticità o fattori di debolezza (-) del comune di Lodi Vecchio saranno valutate per tema ambientale e territoriale, secondo il quadro sotto riportato.

TEMA PUNTI DI ATTENZIONE PRIORITARI

• Inquinamento da traffico - • Dati rilevati in linea con la situazione provinciale Aria

+ • Qualità delle acque superficiali pessima: fiume Lambro e Cavo sillaro Risorse - • Cascine sparse non servite dalla rete di pubblica fognatura idriche • Fitta rete di rogge e canali di scolo + • Tutela PLIS Sillaro - • Suolo e • Comune NON compreso nelle aree vulnerabili sottosuolo + • Classe di capacità di uso dei suoli: classe II, III prevalente e IV • Scenario di pericolosità sismica locale Z4a diffuso - • Zone con rara presenza di elementi della tradizione agraria Paesaggio • Ricchezza di architetture di interesse diffuse + • Buona riconoscibilità del centro storico • Comune dotato di Piano del Verde - • ambienti di rilevanza naturalistica legati solo ai corsi d’acqua Ecosistema + • Plis del Lambro in fase di realizzazione

- Rischio • Assenza industria RIR + • Comune dotato di Piani di Emergenza - • Rifiuti + • % raccolta differenziata di circa il 60 %

- • scarsa presenza di impianti da fonti rinnovabili Energia + - • vicinanza di infrastrutture viarie all’abitato (A1, TAV) Rumore + • Non si segnalano criticità Radiazioni - • non ionizzanti + •

- • Viabilità + • Lodivecchio è ben collegato alla rete provinciale ciclabile

- • Modello insediativo • Il centro storico mantiene una identità riconoscibile + • Buona separazione tra la funzione produttiva e residenziale

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