DI REPUBBLICA laDOMENICA 22 MARZO 2015 NUMERO 524 domenica

La copertina. Videogiochi, addio vecchi eroi Straparlando. Andrea Carandini: “ Così scavo in me stesso” Cult Mondovisioni. Un trampolino a Oslo

Il primo aprile 1965 nasceva la rivista che rivoluzionò il fumetto (e un po’ anche l’Italia) 50 anni di 1 APRILE 1965, LA PRIMA COPERTINA DI “LINUS”. PER GENTILE CONCESSIONE DELL’EDITORE BALDINI&CASTOLDI

NATALIA ASPESI gezione, con i libri esposti sui tavoli in modo L’attualità UMBERTO ECO dopo la New York Review of Books ha voluto che si possano prendere in mano e leggere: “Vi aspetto” pubblicare quel saggetto come se fosse una MPROVVISAMENTE, IN QUEL LUMINOSO 1965, Feltrinelli ha addirittura avuto il coraggio di E NON VADO ERRATO siamo rimasti inedita riscoperta di Schulz. Nemo profeta in i fumetti diventarono chic, preziose metterci un juke-box in libreria. Le signore Zineb sfida solo in quattro, testimoni viventi patria, si vede. Eppure avevo appreso pro- opere di contenuto artistico, sociale, po- della MilanoLibri viaggiano, e tornano a Mi- gli dei mirabili eventi che hanno por- prio da saggisti americani che i fumetti do- litico, letterario, che richiedevano l’at- lano cariche di tomi stranieri illustrati e cu- integralisti tato alla nascita di Linus: Anna vevano essere considerati con attenzione Itenzione degli intellettuali più brillan- riosi. Cominciano a importare dagli Stati L’immagine SMaria Gandini, Bruno Cavallone, critica. Di quei tempi ricordo con nostalgia le ti, in quel tempo una vera folla di giovani e Uniti, con crescente successo, i libri a strisce Vittorio Spinazzola ed io. Allora credevamo serate passate al bar Oreste di piazza Mira- giovanilisti combattivi, più o meno comuni- disegnati da Charles M. Schulz, con le storie A Ellis solo di divertirci e, leggendo anche il bel libro bello (che poi nel mio Pendolo di Foucaultho sti o socialisti e superbamente nazionalpo- dei Peanuts. Sono in lingua originale, ma pa- Island di Paolo Interdonato, (che dice tutto, vera- fatto diventare il bar Pilade sui Navigli). polari, appassionati alla cultura accademica re che anche chi l’inglese lo balbetta non ri- i fantasmi mente tutto, sulla storia di Linus), mi accor- Gandini ci portava tanti suoi amici, tra i qua- e a quella di massa. Era un gioco, un piacere, nunci alle avventure infantili di Charlie go che stavamo facendo storia. Storia mino- li ricordo (dati i recenti eventi) Wolinski (mi un divertimento, però sottoposto all’ap- Brown, di Lucy, di Linus, del cane Snoopy. di JR re, certo, ma indubbiamente Linus ha con- aveva regalato una mia caricatura, che ho ri- profondimento di una curiosità colta e im- Attorno ai Peanuts si riunisce un gruppo di Next tato molto per più di una generazione. Ri- scoperto con commozione proprio nei giorni paziente. Questi coraggiosi innovatori era- amici mai sazi di cultura, novità, cazzeggio e Noi, traditi cordo solo il mio disappunto quando avevo del massacro a ). Ma veniva- no tutti uomini, ma il luogo in cui l’idea di Li- bevute al bar. E l’animatore è Giovanni Gan- da internet cercato di avere i diritti per Charlie Brown da no anche Topor, Copi e altri. Il bar Oreste era nus era nata, era in mano alle donne. Era la dini, marito di Anna Maria, che lavora alla pubblicare presso la Bompiani, e invece Gio- una sorta di osteria galattica alla Star Wars, MilanoLibri, di fianco alla Scala, quindi nel casa editrice Ricordi nel settore audiovisivo, L’incontro vanni Gandini mi aveva detto che li aveva già dove apparivano sessantottini, giornalisti centro più solenne della città e le intrapren- con Nanni Ricordi, e che Paolo Interdonato, Chi ha ottenuti lui. Poco male, e la soddisfazione ha rappresentanti del sistema ormai in eschi- denti signore erano Anna Maria Gandini, autore della memorabile biografia dedicata paura vinto il disappunto: mi interessava più che mo, belle ragazze che battevano soavemen- Laura Lepetit e Vanna Vettori (presto riti- a Linus, definisce “un funambolo capace di di Mr. Charlie Brown apparisse in italiano che non te il pube contro il flipper senza farlo andare ratasi) che la rilevano nell’aprile del 1962. E rimanere in bilico per un tempo apparente- che apparisse presso l’editore per cui lavo- in tilt, e un venditore di cravatte che tutti ri- che organizzano, con il metodo lanciato da mente infinito, sull’effimero e sul bello”. Deaver? ravo. E così ho scritto la prefazione, creden- conoscevano come una spia della polizia. Feltrinelli, una libreria che non faccia sog- SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE do di dire cose scontate e invece trent’anni SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 32 Le copertine. 1965 - 2015

BARBARELLA LI’L ABNER VALENTINA DICK TRACY CORTO MALTESE (CHESTER GOULD) OTTOBRE 1967 (AL CAPP) FEBBRAIO 1968 (GUIDO CREPAX) GENNAIO 1969 (CHESTER GOULD) LUGLIO 1970 (HUGO PRATT) GIUGNO 1974 Le signore della MilanoLibri, Odb, Eco e poi i Peanuts, Popeye, Doonesbury Storia di una rivista nata col pollice in bocca

LA PROSSIMA - 1 APRILE 2015 WOLINUS CUL DE SAC LABIRINTI ERITREO CAZZULATI 50 ANNI DI PERSONAGGI (S. PONCHIONE) (GEORGES WOLINSKI) FEBBRAIO 2015 (RICHARD THOMPSON) DICEMBRE 2008 (LORENZO MATTOTTI) LUGLIO 1997 (ENZO LUNARI) NOVEMBRE 1996 la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 33

POGO LUCY E SNOOPY B.C. IL DR RIGOLO GIRAFFE (WALT KELLY) NOVEMBRE 1974 (CHARLES SCHULZ) SETTEMBRE 1975 (JOHNNY HART) OTTOBRE 1976 (PERICOLI E PIRELLA) NOVEMBRE 1976 (MORDILLO) DICEMBRE 1978

I LIBRI “LINUS - STORIA DI UNA RIVOLUZIONE NATA Folgorato Ma nella Milano PER GIOCO” DI PAOLO INTERDONATO (RIZZOLI LIZARD, 256 PAGINE, 20 EURO) IN USCITA AD APRILE, VERRÀ PRESENTATO A MILANO ALLA LIBRERIA UTOPIA MARTEDÌ PROSSIMO sulla via del bar Oreste ALLE 18. “LE SEICENTO COPERTINE DI LINUS” (BALDINI&CASTOLDI, 608 PAGINE, 50 EURO) SARÀ INVECE IN LIBRERIA I PRIMI DI MAGGIO di Charlie Brown splendeva il sole

Oreste del Buono che nel 1972 aveva rilevato la ORESTE DEL BUONO

© RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ASPESI RACCONTA LA MILANO DI LINUS

KRAZY KAT CALVIN & HOBBS I PEANUTS MAUS DOONESBURY (GEORGE HERRIMAN) GIUGNO 1996 (BILL WATTERSON) SETTEMBRE 1995 (CHARLES SHULZ) APRILE 1995 (ART SPIEGELMAN) MARZO 1991 (GARRY TRUDEAU) NOVEMBRE 1990 la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 34 L’attualità. Sotto tiro Il giorno dell’agguato a “Charlie Hebdo” non era andata in redazione La sua colpa è di aver scritto, insieme a , “La vita di Maometto” Ma soprattutto è quella di essere donna, marocchina e atea: “Tutte cose insopportabili per gli integralisti”. Che ora l’hanno condannata a morte

ANAIS GINORI LE IMMAGINI a Charlie Hebdoè l’unica a parlare arabo, ha , fatto l’esegesi di libri antichi e riservati agli PARIGI 33 ANNI, specialisti dell’Islam. «Sono la prova vivente HARLIEÈUNADONNAche cammina stretta tra due guardie del cor- SOCIOLOGA che non esiste lo scontro di civiltà, ma la scon- po, mentre altri poliziotti bloccano al traffico un’intera strada DELLE RELIGIONI tro tra una barbarie e la civiltà». Come tante per isolare e proteggere la macchina sulla quale deve salire. E GIORNALISTA bambine marocchine, Zineb è cresciuta se- «Adesso faccio parte del piccolo e maledetto club di persone DI “CHARLIE guendo l’educazione islamica obbligatoria a da abbattere solo per quello che dicono o scrivono». Per lei non HEBDO”, scuola. «Ma non eravamo costrette a mette- c’è stato neppure bisogno di una fatwa, un editto religioso. È QUI SOPRA, re il velo, né c’erano classi separate tra ma- bastato un hashtag, diventato in poche ore il più popolare sui AL CENTRO schi e femmine, come vorrebbero fare gli in- siti jihadisti: #obligation de tuer zineb el rhazoui pour venger DELLA FOTO, tegralisti oggi». A diciotto anni è arrivata a le prophète, “obbligo di ucciderla per vendicare il Profeta”: DURANTE Parigi per fare l’università, si è iscritta al ma- «Non è un’opzione ma proprio un obbligo». Zineb El Rhazoui IL CORTEO ster di sociologia delle religioni all’Ehess, la arriva scortata nella sede di Libération, dietro place de la Ré- PARIGINO scuola di scienze sociali dove sono passati Lé- publique. Sale all’ultimo piano, entra nella stanza hublot, co- DELL’11 GENNAIO vi-Strauss, Bourdieu, Foucault. Ha vissuto ERO A CASABLANCA. me l’oblò dal quale si vede tutta Parigi, in quella che da un paio di mesi è la redazione prov- SCORSO. due anni in Egitto, insegnando all’univer- MANDAI IL MIO Cvisoria di Charlie Hebdo. Il giorno prima è stata costretta ad annullare l’incontro con Re- IN BASSO sità del Cairo, prima di decidere di tornare in ARTICOLO, MA NON pubblica, le autorità le hanno chiesto di abbandonare in poche ore il suo domicilio per tra- A SINISTRA Marocco, nel 2007. «Sentivo che era lì che do- RICEVETTI RISPOSTA... sferirsi in un luogo segreto e sicuro. «Devo risolvere una serie infinita di piccoli e grandi pro- UN SUO RITRATTO vevo fare le mie battaglie». Zineb scrive su ORA PER GLI JIHADISTI blemi. Non sono preoccupata per me, ma per chi mi sta accanto». Nei siti jihadisti è citato an- Le Journal Hebdomadaire, giornale fran- UCCIDERMI che suo marito, lo scrittore marocchino Jaouad Benaissi. «Non lavora a Charlie, non è un cofono e indipendente. Insieme a un gruppo NON È UN’OPZIONE personaggio pubblico ma si ritrova suo malgrado travolto da questa shit storm». di amici fonda “Mali”, acronimo di Mouve- MA UN OBBLIGO. Prima di riuscire a parlare con Zineb ci sono vari filtri, perquisizioni. Fino a qualche setti- ment alternatif pour les libertés individuel- CAPITOLARE SAREBBE mana fa, nessuno o quasi conosceva il suo volto. Ora la sua foto accompagna le minacce di les, che in arabo marocchino significa anche DA VIGLIACCHI morte che circolano in Rete. Sono appelli precisi, dettagliati. «In mancanza di una pallotto- “Cosa c’è che non va?”. Nel 2009 il Mali or- E POI NON SERVIREBBE la o di esplosivo, viene suggerito di isolarmi e schiacciarmi la testa con dei sassi, sgozzarmi, ganizza un picnic all’aperto durante il perio- A NIENTE. E ALLORA darmi fuoco. E se proprio non c’è altro da fare, bruciare la mia casa». Snocciola le diverse pos- do di Ramadan per protestare contro l’arti- ECCOMI: VI ASPETTO sibilità come se parlasse di un’altra persona, con un misto di ironia e sfida. «Bene, stronzi, vi colo 222 del codice penale che mette in pri- aspetto» ha reagito in televisione, subito do- po la notizia dell’hashtag minatorio, a feb- braio. Ora tutto è diventato meno virtuale. La convivenza forzata con gli agenti, i tra- slochi imposti nella notte, qualsiasi movi- mento, incontro, sottoposto a verifiche. La li- bertà non è più quella di prima. Zineb con- trolla ogni parola. «Ok, ho sbagliato a dire stronzi. Non bisogna insultare. Diciamo in- tegralisti, ok?». Alle undici del mattino ha già finito il primo pacchetto di sigarette slim Je suis alla menta. «Per gli integralisti rap- presento una visione insopportabi- le». È donna, giovane, nata a Casa- blanca il 19 gennaio 1982, è una musul- mana atea, una sociologa delle religioni che ha deciso di lavorare in un settima- nale satirico, laico e anarchico. Dentro Zineb la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 35

gione chiunque mangi pubblicamente du- Charb, anche se ormai sapeva che era mor- rante il digiuno religioso. Zineb e gli altri mi- to. Non voleva crederci. Era lui il più corag- litanti vengono arrestati, poi rilasciati. L’an- gioso di tutti. Ogni volta che si trovava da- no dopo, la polizia entra nella redazione de vanti a un problema, gridava ai colleghi «Al- riconoscermi. Le Journal Hebdomadaire, mette i sigilli. lah Akbar!». Un giorno Zineb gli chiese di Non aveva mai disegnato Maometto. Le Nel 2011, con le primavere arabe, diventa smetterla. «Quando verranno per ucciderti Il mio Georges sue vignette erano più a tema politico o portavoce del “movimento del 20 febbraio”, non sapremo se è uno scherzo» gli aveva det- data della prima di una serie di manifesta- to. A dicembre, avevano pranzato insieme sessuale, perciò almeno io non avevo la zioni per chiedere riforme democratiche. prima delle vacanze. Il vignettista-direttore mi dà ancora minima idea che ci fosse un pericolo in Presto i contestatori si dividono, la repres- ironizzava sulle difficoltà finanziarie del agguato. E invece in un recente numero sione si fa più dura. Zineb decide di lasciare giornale, sulle questue cui era costretto di Charlie Hebdo , il nuovo direttore, Casablanca per la Slovenia dov’è stata inse- presso le istituzioni per sopravvivere. «Mi ri- la buonanotte ha parlato dei dubbi di Georges. Pare che rita nel programma “Icorn”, l’International trovo a battere come una puttana» le aveva Cities of Refuge Network, che dà rifugio a detto. La redazione è sempre stata molto facesse domande tipo «stiamo mettendo scrittori e giornalisti perseguitati. «Se fossi maschile, osserva Zineb, «ma col tempo in pericolo la nostra vita?». rimasta in Marocco sarei davvero finita nei Charlie ha imparato a essere femminista. MARYSE WOLINSKI Georges è rimasto innamorato fino alla guai» ricorda fumando un’altra sigaretta. Noi ragazze siamo riuscite a farci rispetta- fine. C’era in particolare una cosa che È durante la sua fuga che incontra la ban- re». Qualche settimana fa sono venute a Pa- ONOBBI GEORGES nel maggio faceva che mi strappava sempre un da di Charlie Hebdo. Una giornalista del set- rigi delle guerrigliere curde che combattono del 1968. Fu amore a prima sorriso. Nei giorni in cui non ci timanale la intervista a Parigi sulle prima- l’Is. «Gli integralisti le temono più degli uo- vista. Lui era praticamente vere arabe. Due giorni dopo è a pranzo con i mini. Sono convinti che se vengono uccisi da vedevamo, o se la sera dovevo uscire, mi vignettisti Charb e Riss. Zineb comincia a una donna non avranno lo statuto di martiri l’opposto di tutti gli altri lasciava dei piccoli bigliettini, dei post-it. mandare articoli sul mondo arabo, su quella e quindi niente Paradiso, niente vergini: una Cuomini che avevo Poteva esserci scritto “Oggi ho fatto che chiama «decostruzione dell’ideologia fregatura, insomma». conosciuto, ed era l’opposto di tutto questo o quello”, oppure se quella sera IL LIBRO integralista», offre una sponda erudita per Ogni tanto vede o Charb all’an- quello che i miei genitori avrebbero avevo una riunione difficile magari mi rispondere alle critiche che il giornale riceve golo della strada, in mezzo alla folla. Alluci- ZINEB HA SCRITTO desiderato per me. Ero cresciuta in una scriveva una cosa come «Un bacio al tuo dal 2006, quando pubblicò le vignette dane- nazioni. «Non abbiamo avuto il tempo di ela- I TESTI PER LA “VITA si su Maometto. Una mattina il direttore borare il lutto». Della paura non vuole parla- famiglia cattolicissima, severissima: bellissimo sorriso». Quello che ho fatto — DI MAOMETTO” ridere e scherzare era qualcosa che Charb chiama Zineb in Slovenia: «E se rac- re. «Sono finita in mezzo a una guerra, sa- DISEGNATA perché come potete immaginare, dopo contassimo chi era davvero Maometto? Tut- rebbe da vigliacchi capitolare per salvare la DA CHARB, semplicemente non si faceva, da noi. quarantasette anni, ora che se ne è ti conoscono la vita di Gesù o Mosè, nessuno pelle. E comunque non servirebbe». Sta pre- IL DIRETTORE Georges mi faceva ridere. andato è un momento difficilissimo per quella del messaggero di Allah». Lei scrive i parando il prossimo articolo. La traduzione DI “CHARLIE Avevamo gli stessi valori — tolleranza, me — è stato attaccare tutti questi post- testi, lui disegna. Una cosa seria, senza cari- commentata di un questionario dell’Is a HEBDO” UCCISO cature né battute. La biografia a fumetti, al- proposito della vendita di donne. Ne raccon- libertà, pace, uguaglianza — ma non it, uno dopo l’altro, in giro per DA DUE TERRORISTI avevamo necessariamente le stesse idee. legata al giornale, diventa un libro, con note ta qualche estratto. «”Se compro due sorelle INSIEME AD ALTRE l’appartamento. L’ultimo che vedo prima bibliografiche in cui l’autrice rimanda agli posso fare sesso con tutte e due?”. Risposta UNDICI PERSONE A volte, quando ero seduta alla scrivania, di andare in camera da letto dice: antichi racconti sulla vita del Profeta. «Non del Califfato: “No, una può essere compagna, IL 7 GENNAIO a casa, lui veniva, si sedeva accanto a me «Buonanotte tesoro». abbiamo inventato nulla, anche perché la vi- l’altra domestica”. “Se una delle mie schiave SCORSO DURANTE e cominciava a disegnarmi. In molte ta di Maometto è già abbastanza straordi- ha un bambino, posso rivenderlo?”. “Sì”. (Traduzione di Fabio Galimberti) L’ATTACCO delle sue vignette c’era una donnina Maryse Wolinski è la moglie di Georges naria così». Il Profeta è rappresentato con l’o- “Quando compro una donna posso fare l’a- ALLA RIVISTA bionda: quella ero io. I suoi colleghi mi Wolinski, ucciso nella redazione mino giallo, feticcio di Charb. more subito?”, “Se non è vergine bisogna SATIRICA Il 7 gennaio scorso Zineb era nella casa di aspettare che abbia il ciclo per essere sicuri dicevano: «Ah! Eccoti di nuovo Maryse! Ti di Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015. famiglia in Marocco. Aveva messo la sveglia che non sia incinta”». L’articolo di Zineb ha messa di nuovo in un suo disegno!». Questo testo è tratto da un’intervista presto, doveva mandare una proposta di ar- uscirà presto su Charlie Hebdo. Era la pro- Ma se pensava che il disegno non mi a ©BBC World Service ed è pubblicato ticolo prima della riunione di redazione. La posta che aveva mandato a Charb il 7 gen- sarebbe piaciuto, allora disegnava una sua email è rimasta senza risposta. Zineb ha naio. «Ho interpretato il silenzio come un sì». per gentile concessione dell’autrice donnina mora, così non avrei potuto continuato per tutto il giorno a chiamare © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 36 L’immagine. Parlare al muro

SBARCO. L’ARRIVO DEI MIGRANTI A ELLIS ISLAND IN UNA FOTO D’ARCHIVIO. ACCANTO, GRANDE, LA STESSA FOTO RIVISITA DA JR ©JR / FOTO ARCHIOVIO: NATIONAL PARK SERVICE, STATUE OF LIBERTY INDESIDERABILI. UNA DONNA ATTENDE SDRAIATA SU UNA PANCA LA NAVE CHE LA RIPORTERÀ INDIETRO. QUI SOPRA COME LA RICORDA JR ©JR / FOTO ARCHIOVIO: NATIONAL PARK SERVICE, STATUE OF LIBERTY NONNA. ARRIVATA A NEW YORK DALLA CECOSLOVACCHIA. A DESTRA, LA SUA GIGANTOGRAFIA NELL’OSPEDALE ABBANDONATO I fantasmi di Ellis Island la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 37

“All’inizio ci chiamavano vandali, oggi artisti. Almeno è più facile spiegare a mia madre quello che faccio” ©JR

IL LIBRO E LA MOSTRA “THE GHOST OF ELLIS ISLAND” (DAMIANI, 120 PAGINE, 29 EURO) SARÀ IN LIBRERIA IN LINGUA INGLESE ALL’INIZIO DI APRILE. PER VISITARE IL PROGETTO “UNFRAMED ELLIS ISLAND”: WWW.SAVEELLISISLAND.ORG. QUI SOPRA JR AL LAVORO

DARIO PAPPALARDO

UTTO NASCE DA UNA MACCHINA FOTOGRAFICA abbandonata sul metrò di Pa- rigi. Un ragazzo di diciassette anni la trova, la accende e, da quel mo- mento, smette di essere un graffitaro come tanti e diventa JR. Scatta ritratti di giovani delle banlieue, li lascia in giro per Parigi: diventano la serie Portrait of a Generation e sollevano l’attenzione sulle perife- rie, ancora prima dei tumulti del 2005. Quel ragazzo continua a fare lo stesso negli slum di Nairobi, nelle favelas di Rio. Tra degrado e spaz- zatura dispone gli occhi enormi degli ultimi: poveri, donne, bambini, quelli che non entrano nelle gallerie dello star system. Oggi, a trenta- due anni, quello che ormai è uno street artist solo fino a un certo pun- to, è conteso da musei e collezionisti di tutto il mondo, ha esposto alla Tate e alla Biennale di Venezia: in questi giorni è protagonista di una grande retrospettiva a Hong Kong, l’editore Phaidon gli dedica la prima importante monogra- Tfia, mentre il mese prossimo presenterà al Tribeca Film Festival il cortometraggio Les Bosquets. Ma, soprattutto, JR ha riaperto gli spazi storici dell’ospedale di Ellis Island, New York, firmando un progetto che ha riattivato un’area rimasta chiusa per sessant’anni. Era lì che si decideva il de- stino di tanti migranti in cerca del sogno americano. Circa un milione e duecentomila persone (il dieci per cento dei dodici milioni sbarcati a Ellis Island), dagli inizi del Novecento agli anni Trenta, hanno vissuto in quelle stanze: tremilacinquecento hanno concluso lì la loro vita; tre- centocinquanta vi sono nati. Dai loro letti si poteva vedere la Statua della libertà. Come raccon- ta con spettacolari immagini il volume in uscita all’inizio di aprile da Damiani, The Ghosts of El- lis Island (ci sono anche i disegni di Art Spiegelman), JR ha ritrovato quei fantasmi negli archi- vi. Ha selezionato, ristampato e ingigantito fotografie dell’epoca. Quelle persone — pazienti, me- dici, infermieri — ora si riaffacciano negli stessi ambienti dove hanno vissuto. Sulle pareti, sulle finestre, sui pavimenti campeggiano i loro ritratti a ritrovare il tempo perduto. A Ellis Island, JR ha dedicato anche un cortometraggio con Robert De Niro, che ha appena finito di girare. Men- tre vola verso Hong Kong, l’artista che, sulla scia di Banksy, da quindici anni riesce a mantene- re segreto il suo nome, risponde alle domande. Come descriverebbe quello che fa? «Il mio lavoro mette insieme fotografia, col- Quando ho iniziato, quello che facevo veniva lage e… persone. È soprattutto un’impresa di chiamato semplicemente “vandalismo”. Ma gruppo. Amo coinvolgere gente da ogni parte appena ho capito di poter dire di essere un ar- del pianeta. Da ragazzo, partecipando alla cul- tista mi è riuscito più facile spiegare a mia ma- tura dei graffiti, ammiravo ogni writer che dre che cosa faccio». aveva il coraggio di scalare i palazzi solo per la- Perché ha scelto di restare ancora anoni- sciare il proprio nome. In seguito, ho adattato mo? questo tipo di filosofia a un lavoro un po’ diver- «Perché in tanti paesi gran parte del mio la- so: abbandonare negli spazi aperti, non il mio voro è tuttora illegale. E comunque, proprio nome, ma fotografie di persone». perché ho iniziato nell’anonimato non vedo Qual è l’origine del progetto per Ellis perché ora debba far sapere di più di me». Island? Non pensa che la Street Art sia ormai di- «Quattro anni fa la mia produttrice, Jane Ro- ventata un fenomeno di mercato? senthal, mi regalò un libro dedicato all’ospe- «Sì, è completamente cambiata negli ultimi dale dimenticato di Ellis Island: lo trovai molto dieci anni. Ma la trovo sempre interessante e, affascinante. Avrei voluto subito andare lì e la- comunque, gli artisti che hanno una visione vorarci, ma c’è voluto qualche anno prima che più ampia degli altri resistono». potessi iniziare. Adesso che quello spazio è Che rapporti ha con il re della Street Art, aperto al pubblico, la gente può di nuovo cam- Banksy? minare nelle stanze dell’ospedale rimaste co- «Ottimi. Ho sempre amato il suo lavoro, è sì, con tutti i segni del tempo, e guardare le im- stato lui il primo a segnalarmi attraverso la La- magini sui muri messe da me e che, a loro vol- zarides Gallery di Londra, quando avevo ven- ta, lentamente vanno in rovina». titré anni». Come ha realizzato praticamente l’instal- Quali altri artisti segue? lazione? «Tanti. Blu è uno dei miei preferiti. Poi amo «Ho incollato alle pareti le foto che ho tro- molto il lavoro di Prune Nourry, Vik Muniz, Oli- vato negli archivi della biblioteca di Ellis ver Jeffers…». Island. Questa iniziativa si inserisce all’in- Dove vive? Com’è casa sua? terno di un progetto più ampio che ho chia- «Vivo per lo più a New York, ma viaggio per mato Unframed e che ho inaugurato cinque dieci mesi all’anno con i miei amici e il mio anni fa usando fotografie ritrovate negli ar- team. Instagram è il posto più facile per tro- chivi dei musei». varmi». Ha appena finito di girare un corto con De Che cos’ha sul suo comodino? Niro. Ha intenzione di passare al cinema? «Ecco, a proposito, dovrei proprio procurar- «Ho iniziato a girare brevi film quando ave- mi un comodino». vo vent’anni. Nel 2010 è uscito nelle sale un do- Ma uno street artist è ispirato anche dalle ©JR / FOTO ARCHIOVIO: LIBRARY OF CONGRESS cumentario intitolato Women Are Heroes. letture? Questo con De Niro è il mio primo film di fiction: «In questi giorni leggo Jiro Taniguchi, l’au- Vecchie foto di migranti tappezzano le stanze vuote volevo parlare di immigrazione, mettendo in tore giapponese di graphic novel». parallelo storie legate a Ellis Island con altre di Qual è il suo prossimo progetto? oggi. Lo sto montando adesso. Vedremo». «Adoro non conoscere quale sarà il prossimo dell’ospedale sull’isola “delle lacrime”, a New York Come è diventato un artista? passo che farò. Mi rassicura sapere che tutto ri- «Non ho mai capito veramente di essere di- mane sempre così precario». ventato un artista… È la gente che me lo dice. L’autore è JR, inafferrabile star della Street Art © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 38 Spettacoli. Grandi dittatori

RAMBO UNO DEI PERSONAGGI DI HOLLYWOOD PIÙ AMATI DA KIM JONG-IL, CHE ADORAVA ANCHE MUSICAL, WESTERN IL DVD E THRILLER USCITO NEGLI USA A DICEMBRE TRA LE MINACCE , “THE INTERVIEW”, SHIN E CHOI SU KIM JONG-UN ERANO DIVORZIATI CON JAMES FRANCO, QUANDO FURONO SARÀ DISTRIBUITO IN DVD RAPITI DA KIM JONG-IL IN ITALIA DAL 25 MARZO TUTTI INSIEME (QUI SOTTO). KIM JONG-IL TRA CHOI SI RISPOSARONO E SHIN AL PARTY DOPO LA FUGA ORGANIZZATO DA PYONGYANG PER LA COPPIA SUDCOREANA IL LIBRO NEL MARZO 1983 “A KIM JONG-IL PRODUCTION” DI PAUL FISCHER (VIKING, 368 PAGINE) USCIRÀ IN ITALIA A SETTEMBRE PER BOMPIANI

CHOI EUN-HEE 007 DIVA IN COREA TRA I FILM PREFERITI DEL SUD FU FATTA DA KIM JONG-IL RAPIRE DA KIM ANCHE LA SAGA JONG-IL. OGGI HA DI JAMES BOND QUASI NOVANTA ANNI

Il Godzilla comunista La storia incredibilmente vera di Kim Jong-il che per un buon film avrebbe fatto qualunque cosa la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 39

CINEFILO PADRE DELL’ATTUALE THE FLOWER GIRL DITTATORE KIM JONG-UN, IL FILM E FIGLIO DI KIM IL-SUNG, ostaggi avrebbero dovuto porre rimedio. PIÙ IMPORTANTE KIM JONG-IL FU UN GRANDE Sbigottiti, Shin e Choi si ritrovarono una DELLA CARRIERA APPASSIONATO DI CINEMA: sera l’uno di fronte all’altra nel palazzo del lo- CINEMATOGRAFICA SI VANTAVA DI POSSEDERE ro carceriere-mecenate, scoprendo solo allo- DI KIM JONG-IL: UNA COLLEZIONE FATTA ra che da cinque anni vivevano entrambi — FU UN SUCCESSO DI OLTRE VENTIMILA PELLICOLE lei nella reggia, lui nel gulag — in Corea del IN TUTTA L’ASIA Nord. La proposta del futuro dittatore fu di quelle che non si possono rifiutare: produrre film da esportare, o fare una pessima fine. A loro disposizione fu messa una bizzarra Ci- necittà: la scuola delle spie. Il luogo in cui il Amava Hollywood, regime preparava agenti maschi e femmine da inviare nel mondo e insegnava loro come truccarsi, travestirsi, posare. Dunque, come i suoi 007, Rambo recitare. Dal lavoro del regista, e della ex mo- glie tornata primadonna, nacquero sette PULGASARI memorabili produzioni. Film di spionaggio, e tutte le Love story come Emissario senza ritorno e Fuggitivo, È IL GODZILLA con immancabile lieto fine: la cattura e l’e- COMUNISTA: IL FILM Al “Caro Leader” secuzione degli agenti imperialisti. Dram- PIÙ FAMOSO DEI SETTE moni di forte contenuto rivoluzionario come GIRATI DA SHIN SANG-OK Sale, esibito e premiato al Festival di Mosca IN COREA DEL NORD nordcoreano nel quale Choi vinse una sorta di Oscaroski dentro l’ossessione maniacale per il cinema sovietico come migliore attrice. Quindi, per del padre dell’attuale dittatore. commuovere e allietare le masse nordco- Era il 1978 quando Shin Sang-ok, regista mancavano solo reane, interrompendo la sequela di mattoni ormai avviato sul viale del tramonto, e la propagandistici, Kim volle concedere una SHIN SANG-OK donna dalla quale era da tempo divorziato, regista e diva versione sentimentale delle sue amate com- ERA IL PIÙ FAMOSO la stella un po’ cadente Choi Eun-hee, accet- medie musicali, intitolata, per non lasciare REGISTA DI SEUL tarono uno dei non più frequenti inviti a un dubbi sul contenuto, Amore, Amore, Amore festival cinematografico, a Hong Kong. Nes- Mio. Un successo enorme. Che non gli bastò. QUANDO NEL 1978 Nessun problema: VENNE FATTO RAPIRE suno dei due sapeva che l’altro sarebbe sta- Invidioso dei successi giapponesi nella fan- DA KIM JONG-IL. to presente e ancora meno poteva immagi- tascienza, il giovane Kim, figlio di Kim e pa- È MORTO NEL 2006 nare che oltre il trentottesimo parallelo, li fece rapire dre dell’attuale Kim, tentò la carta dei filone VITTORIO ZUCCONI Kim Jong-il, l’allora figlio del dittatore co- Godzilla, facendo creare ai due il mostro Pul- munista in carica Kim Il-sung e padre del- gasari, un mostruoso Pinocchione vendica- HIN SI SVEGLIÒ l’attuale Kim Jong-un (i Kim sono come i Bu- e li costrinse poi tore scolpito da un umile falegname e cre- dentro un sacco sh, ce n’è sempre uno al potere) aveva mes- sciuto a dismisura per diventare il protetto- di quelli per i ca- so gli occhi e i propri agenti su di loro. Furo- re degli umili e il castigatore dei ricchi si- daveri, forato no rapiti in albergo. Lui chiuso in quella bara a lavorare per lui gnorotti feudali. È diventato un film di culto giusto per la- di tela cerata e poi trasportato in nave, lei per il pubblico americano sofferente di in- sciarlo respira- messa in barella come una malata grave e Cominciò così sonnia, trasmesso alle ore piccole da canali re nella stiva poi fatta volare su un aereo privato. Per i cin- locali come oggetto di spasso e di ridicolo. puzzolente di que anni a venire Shin e Choi avrebbero vis- Fu il successo a tradire Kim, ormai dive- una nave. Choi, suto le loro vite da separati in Corea del Nord. l’avventura nuto “Caro Leader”. Convinto che Choi e sua moglie, ri- Lei, ancora affascinante a cinquant’anni, Shin si fossero convertiti al socialismo co- prese i sensi in adorata dal figlio del “Grande Leader” che reano, permise loro di viaggiare in Europa un’alcova con ne aveva assaporato tutti i film, era ospite di Shin e Choi, per diffondere i prodotti della Hollywood baldacchino, fra lenzuola di seta e tende di prigioniera nel suo faraonico appartamento Rossa. Ma a Vienna, i due dopo la proiezio- Sbroccato, dentro un castello da ultimo im- dal quale poteva uscire soltanto per parteci- star del cinema ne di un loro film tentarono la fuga pur sa- peratore. «Dev’essere un incubo» pensò pare alle cene eleganti del divino rampollo, pendo che niente avrebbe salvato il loro Shin, scrocchiando la tela cerata della sua guardare film con lui, ascoltare le ribalde av- collo se li avessero ripresi. Con una corsa in bara. «Sono finita sul set di un film» pensò venture della sua corte. Lui, Shin, era meno nella Seul anni ’70 auto per le vie della capitale austriaca, in- Choi accarezzando con le dita la morbidez- coccolato: dopo un tentativo di fuga, fu rin- seguiti dai loro carcerieri e dalla polizia, za squisita delle sete. Tutti e due, senza sa- chiuso in un gulag e tenuto in vita dentro una riuscirono a raggiungere l’ambasciata perlo, avevano ragione. Lui, il più famoso re- cella di un metro e mezzo per un metro nu- Mentre arriva in dvd americana e a chiedere asilo politico. Nes- gista cinematografico sudcoreano con tre- trito con una dieta a base di riso, mais e fa- suno filmò o raccontò per il cinema quel- cento titoli alle spalle, e lei, la più luminosa gioli — non molto peggiore di quella di un l’ultima avventura che sarebbe stato il mi- delle dive di Seul, erano stati drogati e rapi- nordcoreano medio. Ebbe però uno straor- “The Interview” glior thriller della loro vita, ora finalmente ti per conto del futuro despota nordcoreano dinario privilegio: quello di non essere giu- narrata nel libro da Fisher. Kim Jong-il per costuire una Hollywood a stiziato come i suoi compagni di prigionia. A (minacciato Come nella più cinematografica delle lo- Pyongyang e trasformare il tragico “Regno salvarlo fu, appunto, la divorante passione ve story Choi e Shin si risposarono e tenta- dell’Eremita Rosso” in una superpotenza per il cinema di Kim Jong-il. Il papà gli aveva rono di ricominciare a lavorare. Prima a Be- del grande schermo. regalato la direzione dell’Agenzia di Stato dagli hacker verly Hills, dove lui diresse Il racconto del- Poco conosciuta fuori dalle Coree, dove le per il Cinema e la Propaganda e lui aveva già l’inverno con lo pseudonimo di Simon novecento pagine delle memorie del regista accumulato una collezione fatta di ventimi- Sheen, e poi in patria, a Seul, dove lei anco- non erano mai state tradotte, l’incredibile la film. Adorava tutta la serie degli 007, i we- di Pyongyang) ra vive, prossima ai novant’anni. Prima di avventura di Shin e Choi è ora diventata un stern, i vari Rambo, i Venerdì 13 e i musical. morire, Shin ricevette la medaglia di Eroe libro, A Kim Jong-il Production (Viking). Un genere, quest’ultimo, che aveva onorato della cultura dal presidente sudcoreano Fortuita coincidenza, il libro scritto da Paul producendo un marmoreo polpettone pa- per la prima volta che gli confessò, a bassa voce, di avere più Fisher usciva negli Usa proprio nei giorni in triottico di duecentoquaranta minuti, quat- volte visto Pulgasari. tro ore, dall’accattivamete titolo di Mare di cui esplodeva il caso del film, The Interview, un libro la racconta © RIPRODUZIONE RISERVATA il rozzo polpettone satirico sul dittatore Sangue sull’occupazione giapponese. Ma nordcoreano (il 25 marzo il dvd arriva anche nonostante tutto ciò il resto del mondo con- in Italia) che, secondo l’Fbi, ha provocato la tinuava a ignorare la cinematografia nord- rappresaglia informatica contro i computer coreana. Un vuoto insopportabile per l’ere- della casa di produzione costringendo poi la de al trono di Pyongyang, al quale i due Sony a cancellarne la distribuzione nei nor- mali circuiti. E se leggere la storia di Shin e Choi somiglia alla sceneggiatura di un film è perché tutto, dalla loro vita, al rapimento, al- le torture, alla fuga verso la libertà si muove la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 40 Next. Distopie

I guru delusi Connessi

SECONDO LE ULTIME PROIEZIONI FORNITE DALLE NAZIONI UNITE ENTRO IL 2018 OLTRE IL 60 % DEGLI ABITANTI DEL MONDO (SU 7 MILIARDI DI PERSONE) SARÀ ONLINE

EVGENY MOROZOV GEERT LOVINK JARON LANIER L’ESPERTO BIELORUSSO TRASFORMARE SVILUPPATORE DI SOFTWARE AFFRONTA IL TEMA I SOCIAL MEDIA E “PADRE” DELLA REALTÀ DELLE PROMESSE MANCATE PRIMA CHE SIANO LORO VIRTUALE, NE “LA DIGNITÀ NEL LIBRO “L’INGENUITÀ A CAMBIARE NOI: AI TEMPI DI INTERNET” DELLA RETE. “OSSESSIONI COLLETTIVE” (IL SAGGIATORE, 2014) IL LATO OSCURO (UBE, 2012) SI INTITOLAVA METTE IN LUCE DELLA LIBERTÀ IL LIBRO DEL TEORICO LE DISEGUAGLIANZE DI INTERNET” (CODICE, 2011) OLANDESE NATE CON LA RETE

FRANCESCA DE BENEDETTI trollo basteranno le macchine che si guida- lescenza, le voci critiche si addensano. Un co- no da sole, come la Google car, a tracciare ro di “traditi” la cui delusione è palpabile, NTERNET CI RENDE PIÙ LIBERI? UN’ILLUSIONE. Più uguali? Una falsa promessa. Più ric- ogni nostro spostamento, e dunque grandi quasi toccante: «Quanto abbiamo perduto la chi? Sì, non tutti però: pochi, anzi pochissimi. Così parla chi di internet è consi- fabbriche che fanno soldi con i nostri dati ci via, fratelli e sorelle!», scrivono Doc Searls e derato la coscienza critica, «un outsider che viene dall’interno» come si defini- costringeranno in una repubblica di cristal- David Weinberger nelle loro nuove tesi sul- sce lui stesso. Se vent’anni fa, infatti, Andrew Keen avviava una sua impresa lo. L’incubo non è nuovo: somiglia al distopi- la Rete. Sono tesi e sentimenti della matu- proprio nella Silicon Valley oggi è un noto autore e pubblica (in Italia con Egea) co Cerchio di Dave Eggers. «L’ho letto — di- rità: forse è la stessa «nostalgia dell’ottimi- un libro intitolato Internet non è la risposta. Quasi la terza puntata di una tri- ce Keen — e mi è piaciuto. Quella sì che è una smo» di cui parla Keen. Per lui internet non logia: nel 2007 ci fu The Cult of the Amateur, una critica dei contenuti genera- distopia. E io, ci tengo a dirlo, non sono né di- è la risposta, ma si ostina a credere che sia ti dagli utenti del web e della cultura libera. Nel 2012 fu la volta di Digital Ver- stopico né luddista: negli Stati Uniti quando «ancora un’ottima domanda». Come salvar- tigo, un’analisi sferzante dei social media. La terza puntata chiude il cerchio: critichi questo sistema vieni subito etichet- la, la forza dirompente di quel punto inter- con The Internet Is Not The Answer, Keen ci sbatte in faccia tutte le contrad- tato così. Io non faccio altro che puntare il di- rogativo? Secondo Keen, con nuove regole: dizioni dell’era digitale. Siamo impigliati in una Rete degli ideali traditi: «Nes- to su problemi reali. Ma in effetti anche nel- «L’Europa è stata d’esempio quando ha cer- suno meglio di voi italiani, figli del realismo politico alla Machiavelli, può dav- la finzione di Eggers c’è molto di reale. Se cato di frenare le concentrazioni monopoli- vero capirmi», dice Keen aRepubblica. «Internet non è più quel bene pubblico che era quan- guardiamo oltre il falso dogma libertario, ci stiche come Microsoft, e lo è tuttora occu- Ido nacque, ai tempi di Tim Berners-Lee. Quella che ci hanno presentato come una rivolu- accorgeremo che più usiamo internet meno pandosi del diritto all’oblìo. Dai governi dob- zione democratica, una svolta verso una maggiore uguaglianza, ora è ricchezza e potere in valore ci porta». biamo pretendere regole compatibili con mano a pochi. Un sistema sempre più distante dalle persone». Ma come, lei sostiene seria- Una critica al tipo di società nato con la Re- l’innovazione, ma che al contempo limitino mente che la Rete non ha reso più democratico l’accesso alla conoscenza? «Se è per questo te che si avvicina molto a quella del papà del- i trust, ci tutelino dal controllo dei dati e dal nel mare di contenuti online si trova di tutto, anche propaganda di aziende, governi e — per la realtà virtuale, Jaron Lanier, di cui non a loro uso sfrenato. Io non sono contro il mer- dire — dell’Is. Voglio dire che trovare di tutto sul web non ci aiuta di per sé a conoscere e com- caso Keen ammette di essere «un grande cato: io sono contro il mercato sregolato». prendere la complessità del reale, anzi. E poi ovviamente non dico che bisogna fare a meno fan». Anche Lanier è un “outsider da den- Non è contro internet, è contro un internet di internet: ho qui con me un cellulare ultimo modello e un pc...». tro”, anche lui reclama più equità scaglian- senza regole. L’illusione del web come pra- La critica di Keen si spinge dunque oltre, e investe la società frutto dell’era digitale nel suo dosi contro il sistema perverso in cui cedia- teria libera e selvaggia ormai lascia l’amaro complesso. L’economia decentralizzata della condivisione, tanto per cominciare, quella che mo gratis dati e dignità a vantaggio di pochi in bocca. Come dicevano Deleuze e Guattari avrebbe dovuto abbattere ogni gerarchia, è diventata di fatto una «economia a ciambella»: colossi. Sembra proprio, come direbbe Ev- “non credere mai che uno spazio nomade sia poche grandi aziende come Google, Facebook e Amazon monopolizzano il business del- geny Morozov, che internet stia «perdendo sufficiente a salvarci”.

l’informazione. E dunque Keen punta il dito contro il «sistema del “chi vince piglia tutto” in la sua ingenuità»: mentre esce dalla sua ado- © RIPRODUZIONE RISERVATA cui solo l’uno per cento gode di grandi pro- fitti» mentre il restante novantanove frana, illusioni comprese. Un caso esemplare si tro- va proprio nella Silicon Valley: nel cuore pul- Ci aveva promesso sante della Rete in dodici anni sono andati perduti quarantamila posti di lavoro, in due libertà, eguaglianza i senzatetto sono aumentati del venti. È la “distopia della Baia”, come la chiama Ti- mothy Egan. Quanto al futuro, il divario eco- e ricchezza. E invece nomico-sociale tra ineguali legato a internet diventerà ancora più profondo. Spiega Keen che con il diffondersi dell’internet delle cose, l’era digitale crea dei big data, dell’intelligenza artificiale, del- l’automazione, aumenteranno sia i proble- disoccupazione, mi che i disoccupati. Se non bastassero le proteste “anti robot” che già presidiano l’A- merica o l’allarme lanciato dal premio Nobel controllo e povertà Paul Krugman, allora ecco i numeri: l’Uni- versità di Oxford prevede che l’informatiz- zazione costerà il posto di lavoro a cento- È quanto sostengono quaranta milioni di lavoratori della cono- scenza. Il quarantasette per cento dei lavori svolti oggi dagli americani potrebbe scom- sempre più guru parire nei prossimi venti anni. «Pensi a come verrà travolto il settore della moda e del de- della prima ora sign: un campo in cui l’Italia ora eccelle. Tut- to cambierà: neanche i ristoranti saranno più gli stessi». Quanto alla privacy e al con- Come Andrew Keen Traditi da internet la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 41

Big Data Internet delle cose

NEL 2012-2013 ABBIAMO OGGI FACEBOOK PRODOTTO TANTI DATI RACCOGLIE I DATI DI QUANTI L’UMANITÀ OLTRE 1,4 MILIARDI NEL 90 % DELLA SUA DI UTENTI E GOOGLE INTERA STORIA. NEL 2014 PROCESSA PIÙ DI 24 PETABYTE GOOGLE VALEVA 400 MILIARDI DI DATI AL GIORNO. CON L’INTERNET E CONTROLLAVA IL 65 % DELLE COSE AUMENTERANNO DELLE RICERCHE ONLINE I DATI CHE LE GRANDI AZIENDE (IN SPAGNA E ITALIA IL 90) CONTROLLANO CARLO FORMENTI “FELICI E SFRUTTATI. CAPITALISMO DIGITALE E ECLISSI DEL LAVORO” (EGEA, 2011). È IL TITOLO ESEMPLIFICATIVO DEL VOLUME IN CUI AFFRONTA LE MUTAZIONI IN CORSO

Quelli che I don’t like

RICCARDO STAGLIANÒ

SISTONO TANTI MODI di guardare alle cose. Così, quando nell’autunno Monopoli 2011 il corso di intelligenza UN’ECONOMIA IN CUI artificiale tenuto a Stanford da “CHI VINCE PIGLIA Sebastian Thrun e Peter Norvig, le TUTTO”, CON POCHI EMadonna e Lady GaGa dell’informatica, va MONOPOLI DOMINANTI, online e fa registrare 175 studenti in classe e DOVE AUMENTANO LE DISPARITÀ oltre centomila collegati via web, i più TRA L’ÉLITE (L’1 %) E TUTTI GLI ALTRI. LA CLASSE MEDIA festeggiano il record della classe più popolosa SOFFRE, POVERTÀ della storia. Mentre una minoranza di E DISEGUAGLIANZA AUMENTANO guastafeste fa notare un paio di ovvietà: perché, ERIK BRYNJOLFSSON ANDREW MCAFEE potendo seguire il numero uno al mondo, dovrei IN “THE SECOND accontentarmi del secondo, del terzo, e via MACHINE AGE” (2014) scendendo? E ancora: se due prof star possono UNA DIAGNOSI insegnare a milioni di ragazzi, chi avrà più ACCURATA bisogno delle moltitudini di docenti DELLA SOCIETÀ normodotati? È la winner takes all economy, DI INTERNET bellezza! Resa possibile da internet per cui NELL’ERA DI AUTOMAZIONE servire un cliente o un miliardo diventa solo E IPERCONNESSIONE questione di allargare la banda o aggiungere un server. Ovvero quello che, in un libro recente, Jeremy Rifkin definisce La società a costo marginale zero. Di cui “l’eclissi del capitalismo” nel sottotitolo non dovrebbe passare inosservato. Il volume di Andrew Keen, qui a fianco intervistato, non è che l’ultimo di una serie critica, un viaggio nel lato oscuro della forza internettiana. Il più rilevante dei quali è probabilmente The Second Machine Age (uscirà per Feltrinelli) in cui Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee del Mit spiegano come, dal DAVE EGGERS NICHOLAS CARR 2000, la produttività ha continuato a crescere IL SOGNO DI MAE, COME IL WEB CAMBIA LAVORARE NEL WEB, (grazie al web e all’automazione) ma per la IL NOSTRO MODO DIVENTA IL SUO INCUBO: prima volta l’occupazione non l’ha seguita DI PENSARE SI INTITOLA perché le macchine distruggono più posti di E L’ECONOMIA: “IL CERCHIO” quanti ne creino. Che è la preoccupazione che SONO I TEMI (MONDADORI, 2014) Keen — assieme a una schiera che va dal Nobel AFFRONTATI IL ROMANZO SUL NE “IL LATO OSCURO CONTROLLO TOTALE Paul Krugman all’autore di The Average is Over, DELLA RETE” (ETAS, 2008) Tyler Cowen — riprende e corrobora. Siamo passati dal sogno che tutti potessero diventare miliardari col web all’incubo di una classe media sempre più proletarizzata che, un like alla volta, costruisce le fortune di Zuckerberg, profeta della condivisione tranne quando si tratta dei suoi soldi. Ed è vero che oggi un adolescente da Canicattì può entusiasmarsi seguendo Povertà Thrun&Norvig. Magari diventa ricercatore, che Disoccupazione un tempo significava farcela. Ma era prima che i NELLA SOLA BAIA compiti li correggesse un algoritmo. E che due CON COMPUTERIZZAZIONE DI SAN FRANCISCO, prof da soli servissero una classe per cui, sino a E INTELLIGENZA CUORE PULSANTE DELLA ARTIFICIALE, 140 MILIONI SILICON VALLEY, IN 12 ANNI ieri, ne servivano un migliaio. DI LAVORATORI NEL MONDO SI È AVUTA UNA PERDITA © RIPRODUZIONE RISERVATA RISCHIANO IL POSTO. DI 40MILA POSTI DI LAVORO. IL 47 % DEI LAVORI SVOLTI TRA IL 2011 E IL 2013, I SENZATETTO OGGI DAGLI AMERICANI SONO AUMENTATI DEL 20% POTREBBE SPARIRE (FONTE: CHAPMAN UNIVERSITY) NEI PROSSIMI VENT’ANNI la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 42 Sapori. Detox

CON LA NUOVA STAGIONE È primavera. ZUPPE E BRASATI SMETTONO DI TENTARCI MENTRE ABBIAMO BISOGNO DI LEGUMI Voglia di leggerezza E CARNI BIANCHE, CEREALI INTEGRALI E VERDURE AL VAPORE. SOLO tra verdure e crudité COSÌ IL NOSTRO CORPO POTRÀ RIPARTIRE LICIA GRANELLO

VEGLIATEVI BAMBINE”, cantava melodioso e tentato- re Alberto Rabagliati pensando alla primavera. L’inverno dà gli ultimi colpi di coda, ma ormai è sconfitto dal calendario, che ieri ci ha introdotti nella stagione del risveglio. Guardinga o sfacciata, timida o splendente, la primavera non ammette indolenze da parte di nessuno: piante, animali, o umani che siano. Quel che inverno intorpidisce, primavera titilla: corpo e umore, buoni propositi e palato. Se nei mesi freddi assommiamo virus e sur- plus alimentari, l’alzarsi delle temperature provo- ca un’inversione del senso di marcia. Abbiamo vo- glia di cibi leggeri, freschi, colorati, fragranti. Nello stesso momento, quello che ci ingolo- “Ssiva tra un brivido e un cappotto, smette di tentarci, che siano zuppe o brasati, sughi cari- chi o tortellini in brodo. Mentre smaltiamo gli avanzi di panettone arrivati al passo d’addio e sbriciolature di torroni sopravvissute al Carnevale, già pensiamo al piacere di una fritta- ta d’erbette o al profumo meraviglioso del risotto con gli asparagi selvatici. Quella che scambiamo per una questione di gola, è in realtà un’esigenza specifica del cor- po, un’urgenza di detossinazione a fronte di tutti i carichi, alimentari e non, accumulati in inverno. Il nutrizionista milanese Vanni Zacchi snocciola i comandamenti del buon rapanelli e insalatine di primo taglio, da ab- mangiare marzolino: «Più frutta e verdu- binare con agnello, coniglio, pollo (a patto ra, meno cibi grassi, affettati (per via di che arrivino da allevamenti felici), qualche grassi ossidati e contenuto di sale), carni caprino fresco e pesce azzurro a go-go. rosse, formaggi e ovviamente gli zuccheri, I cuochi di nuova generazione stanno a maggior ragione quelli raffinati. Ma è im- prendendo dimestichezza con un concetto portante sapere che questo cambio di ali- storicamente estraneo all’alta cucina, ov- mentazione è funzionale all’alcalinizza- vero la liberazione degli ortaggi dal ghetto zione dei tessuti, perché riassestando il dei contorni. Pressati dal crescere lento e rapporto acido-basico facciamo stare bene inesorabile di vegetariani e vegani, risto- il nostro corpo. Abbiamo bisogno di legu- ranti piccoli e grandi hanno cominciato a mi, carni bianche, cereali integrali. Il tut- inserire nei menù piatti verdi, evoluzione to, naturalmente, scegliendo il più possi- pensata e studiata di ricette sicuramente Il concorso bile alimenti biologici». non punitive, dalla parmigiana di melan- Il borgo di Buccheri, duemila Una primavera alcalinizzante, insomma. zane al gioioso esercito delle frittate. Altra abitanti nella campagna In prima fila, il trionfo delle crudité, le cot- soluzione, aumentare in modo significati- VOL-AU-VENT ALLA CREMA DI PISELLI E FAVE di Siracusa, è la capitale ture al vapore e sotto vuoto, mentre il pas- vo la quota di verdure, scardinando la pes- mondiale dell’extravergine: saggio sulla griglia produce i coddetti ages sima tendenza che ci vede agli ultimi posti tre i Sol d’Oro (su cinque sezioni) — prodotti finali di glicazione e lipossida- nel consumo di ortaggi, effetto della crisi, conquistati nella nuova zione — che intossicano gli organi. Certo, è certo, ma soprattutto di perdita di cultura edizione del concorso più rapido tagliare un paio di fette di salame alimentare. Se poi, tra un centrifugato e internazionale, che preparare un pinzimonio di verdure. Ma una pasta integrale ai carciofi, riuscite a in- legato a Sol&Agrifood, un minimo di organizzazione domestica gollare una tazza di tè verde, il vostro fega- in programma da oggi a Verona permette di avere facilmente a disposizione to ringrazierà commosso.

finocchi e carote, sedano e zenzero fresco, © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo chef-patron Marco Stabile, de “L’Ora d’Aria” di Firenze, è il nuovo presidente della sezione italiana dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, l’associazione nata nel 1974 a Parigi che riunisce 332 chef-patron La ricetta under quaranta tra i più bravi e innovativi Un timballo tiepido del continente con ricotta e tarassaco

INGREDIENTI PER 4 PERSONE 200 G. DI RICOTTA; 200 G. DI TARASSACO; 50 ML. DI EXTRAVERGINE AROMATIZZATO CON AGLIO ORSINO; 500 G. DI ASPARAGI; 1/2 LITRO DI BRODO VEGETALE; 1 PATATA; 6 G. DI LIEVITO DI BIRRA; 1/2 CUCCHIAINO DI MALTO; 1 CUCCHIAIO DI EXTRAVERGINE; FARINA INTEGRALE QB; SEMI DI SESAMO, GIRASOLE, LINO, ZUCCA; 4 UOVA DI QUAGLIA

er i cracker, in una ciotola acqua (120 ml.), lievito, malto, ex- LA CHEF travergine e farina per formare un impasto elastico. Copri- FABRIZIA MEROI re con la pellicola e far riposare un’ora. Tirare sfoglie sotti- GUIDA LA CUCINA lissime, spennellarle con un albume sbattuto e de- P DEL “LAITE” Il personaggio corare coi semini. Infornare 10’ a 180°. Per la vellutata, DI SAPPADA, tagliare a rondelle gli asparagi, tenendo da parte le pun- La food blogger americana NELLE DOLOMITI te. Versare in una casseruola olio, asparagi e la patata a Vani Hari — foodbabe.com — BELLUNESI, cubetti, coprire con il brodo, bollire 15’ e frullare. Spa- è stata inserita da “Time” DOVE PROPONE dellare il tarassaco sbollentato e strizzato con l’olio aro- tra i personaggi di internet UNA CUCINA matizzato. Quand’è tiepido, unire la ricotta. Con un più influenti del mondo LEGATA coppapasta, creare quattro timballi. Sbollentare 2’ (54 milioni di contatti AI PRODOTTI LOCALI le punte di asparagi, cuocere in camicia le uova di nel 2014). Il blog indaga COME quaglia. Adagiare i timballi nei piatti, irrorare con su etichette e composizione NELLA RICETTA la vellutata bollente, rifinendo con punte di aspa- dei cibi, promuovendo PER I LETTORI ragi, uova di quaglia e cracker. INVOLTINI RICOTTA E ASPARAGI SELVATICI petizioni online DI REPUBBLICA la Repubblica DOMENICA 22 MARZO 2015 43

La mia eterna 8 battaglia ingredienti tra la dieta per otto piatti e il frigorifero

BUD SPENCER

ALLA VITA NON NE ESCI VIVO, disse qualcuno. Mi sforzai inutilmente di ricordare chi, ma la sua identità mi Deludeva tanto quanto il sonno. D’altra parte crogiolarmi in Germogli Alici domande oziose, era sempre meglio che Presenti nel “Grande Erbario Le reginette del pesce azzurro dover ammettere a me stesso la vera della Medicina Cinese” del 2700 a.C., si distinguono per salubrità a prezzi ragione della mia veglia notturna: avevo sono un’incredibile riserva di vitamine, bassi. Ricche di acidi grassi Omega Tre, fame! Ottantacinque non sono una enzimi, oligoelementi e aminoacidi, calcio, fosforo, ferro. L’ideale bazzecola, ma non lo era nemmeno quel a patto di mangiarli crudi. In insalata è mangiare anche il fegato. In tortiera concerto di orchestrali indigenti che avevo nella pancia, e i languori di GERMOGLIAMO PESCHERIA CERNAIA stomaco — ci avete mai fatto caso? — ti VIA CASALNOCETO 35 VIA CERNAIA 32 aumentano non quando sai che non c’è ROMA TORINO nulla da addentare, bensì quando sei a TEL. 320-0844751 TEL. 011-5621169 pochi metri da un frigorifero così capiente che potrebbe servire a modello per una pubblicità sui frigoriferi capienti. I rumori provenienti da quell’antro oscuro che è il mio stomaco affamato: quella era la reale causa d’insonnia, e la dieta forzata cui ero stato sottoposto costituiva l’unica controindicazione di quelle ottantacinque primavere testé menzionate. Il dietologo era stato ferreo Legumi Centrifugati sulla prescrizione della dieta, sulle dosi e le qualità di cibo da ingerire al mattino, a Piselli, fave, fagioli, ceci, lenticchie, Dallo storico antiossidante ACE – pranzo e alla sera; di conseguenza Maria soia sono la più ricca fonte di proteine arancia, carota e limone – a quello CRUDITÉ ALLA MAIONESE DI SOIA vegetali. Hanno funzione alcalinizzante depurativo (ananas, sedano e mela): s’era fatta vicario del dietologo in casa, e aiutano a ridurre la quantità di grassi i mix di frutta e verdura aromatizzati appuntandosi tutto e costringendomi ad nel sangue. Ottima la crema di ceci con erbe e oli essenziali attenermi alla promessa. “Per il mio bene”, of course. Provai allora a chiudere AZIENDA AGRICOLA MICHELE FERRANTE BIOESSERÌ gli occhi e contare le pecore , ma quando VICO DEGLI ORTI 2 VIA DE AMICIS 45 arrivavano a saltare lo steccato erano già CONTRONE (SA) MILANO diventate costolette profumate! Allora, TEL. 0828-772122 TEL. 02-36699215 mi misi a ripensare ai miei film, cosa che di solito mi concilia il sonno, ma in mente mi venivano soltanto i catering del set. Come animati da una volontà propria, i miei piedoni presero però la direzione opposta e, mentre il mio “Io” cosciente si aspettava di vedere la camera, il mio “Super-io”... o il mio stomaco, a volerla dire brutalmente, mi condusse in cucina. Accostai la porta, accesi la luce e mi strofinai le mani andando verso il frigo Ricotta Cereali integrali come se... come se... be’, diciamo che se Ricavata dalla ri-cottura del siero Riso e frumento, segale e mais, farro, quel frigo fosse stato Tokyo, io sarei stato di latte, ideale per veicolare l’olio orzo e avena: grazie alla coltivazione Godzilla: ho reso l’idea? Non c’era di semi di lino, prezioso antiossidante biologica si utilizzano i chicchi nemmeno un lucchetto — una volta i Meglio da latte di capra. Cremosa nella loro integrità bioattiva, ovvero miei famigliari giunsero anche a questo. su spaghetti con le zucchine crusca, endosperma (amidi) e germe Insomma fra me e le vivande solo il semplice gesto di allungare la mano, ed è CASERA DEL DELFINATO L’ANTICO PANE A LEGNA sorprendente come ogni buon proposito CASCINA COCCARDA 28 LOCALITÀ BRACCIO vada a farsi friggere quando la febbre del GIAVENO (TO) MONTERIGGIONI (SI) cibo ti pervade. Ma io sapevo bene che TEL. 333-1523802 TEL. 0577-594266 non era solo gola: non sono stato io a dotarmi di questo corpaccione esigente e se non ci avessi messo qualcosa dentro, non avrei potuto dormire. Non volevo spazzolare tutto, solo un pezzettino, una briciolina, ripeteva Bud a Carlo, mentendogli spudoratamente. Non ricordo quale filosofo disse che è morale ciò che, dopo averlo compiuto, ci fa stare bene, mentre è immorale ciò che ci crea Costolette di agnello Crudité pentimenti. Ma io sapevo che dopo mi La meno seriale delle carni bianche – La verdura marzolina (carciofi, carote, sarei sentito non bene, ma benissimo, e a differenza del super industrializzato rapanelli, broccoli, asparagi selvatici, che...... vuoto... VUOTO! Il filo dei miei pollo – è un’ottima risorsa di proteine valeriana, finocchi) copre il fabbisogno pensieri s’interruppe nel constatare che animali non gravate dai grassi e quindi di vitamine e sali minerali, anche non c’era niente nel frigo, a parte un più digeribile. Perfette alla scottadito in funzione depurativa. In pinzimonio foglietto con la calligrafia di Maria: “VIENI A DORMIRE!“. BIO COOPERATIVA TERRE DEL SANNIO AZIENDA AGRICOLA IO BIO VIA II TRAVERSA PAGLIARELLE 6 VIA TOGLIATTI 1/A (Da Mangio ergo sum SANTA CROCE DEL SANNIO (BN) GALLO (FE) TORTINE DI MAIS AL PROFUMO DI LIMONE Edizioni Npe, dicembre 2014) TEL. 328-1380910 TEL. 0532-820305 © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 22 MARZO 2015 44 L’incontro. 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Da bambino divorava i racconti di Poe e di Fleming: “Mi sudavano le mani, mi batteva il cuore e restavo incatenato al libro”. Studian- do giurisprudenza ha poi “imparato l’arte della precisione”. Men- tre in uno studio legale di Wall Street ha finalmente scoperto il crimine in serie: “Certo, le banche!”. Oggi, dopo trentacinque ti- toli in ventisette anni e venti milioni di copie vendute in centocin- quanta paesi, l’autore del “Col- ni e vittime. Mio richiamo costante è Bob Dylan, in particolare il suo To- morrow is a Long Time. E comunque delle canzoni sono solo un complice: mi lezionista di ossa” svela la sua limito al testo, anche se finora ne ho scritti almeno duecento». Un pericolo- sissimo paroliere seriale: «Anche qui, purtroppo, non sono diventato un ve- È VERO, ALL’INIZIO ro musicista, anche se all’università mi distraevo volentieri dai polverosi LE MIE STORIE vera passione: Bob Dylan. “Mi studi di legge con le canzoni di Joni Mitchell o Paul Simon: ah, Mrs. Robin- NON FACEVANO son, ah Il laureato! Ma, pensi, non sono diventato neppure un avvocato. Ho PER NULLA PAURA debuttato invece come giornalista, ancorché esperto in questioni legali. Poi FINO A QUANDO ho lavorato in un grande studio di Wall Street. Ed è proprio lì che ho comin- NON RACCONTAI piacerebbe, prima o poi, scrive- ciato a occuparmi di crimini seriali, cioè — ride ancora — di banche! Ma la DI UN MARITO giurisprudenza ha anche un altro merito nel mio lavoro di scrittore: no, non CHE FINGE mi ha insegnato a scrivere, ma a condurre ricerche sì. E anche a praticare la DI SALVARE re un romanzo su una chitarra. precisione». LA MOGLIE MENTRE Quanto alla vocazione a suspense e sangue sparso si era rivelata ben pri- IN REALTÀ VUOLE ma: «Infatti. Già da ragazzino ero attratto dai gialli e dai racconti di paura: FARLA FUORI. Che uccida, naturalmente” divoravo Poe, Fleming, Wilkie Collins, il pioniere del poliziesco britannico: fu UNA COSA la mia prima lettura, avevo undici anni. Sentivo che quella è la scrittura che CHE POTREBBE ti fa sudare le mani, che ti fa battere il cuore e che alla fine ti incatena al li- ACCADERE A TUTTI bro». Eppure agli inizi, mister Deaver, gli infiammati dai suoi di libri non è che fossero poi tanti: non le è mai sorto il dubbio che tra studi in legge, gior- nalismo e passione per la musica il brivido potesse non essere il suo mestie- re? «È vero, che frustrazione tremenda. I miei primi libri non facevano pau- ra a nessuno. Finché, però, non ho scritto una storia dove pareva che il mari- to volesse salvare la moglie, mentre si capiva che aveva in mente l’esatto con- trario. Mia moglie lo lesse a letto e la notte mi svegliò di colpo: “Per almeno un mese non potrò più dormire con te”. Quella notte capii che avevo centra- to il bersaglio. Poi è arrivato Il collezionista di ossa. E adesso, francamente no, non ho più paura che i miei romanzi non facciano paura». Jeffery Oggi, tradotto in venticinque lingue e pubblicato in centocinquanta Pae- si, è uno degli autori di thriller più amati al mondo. «Sono uno che semplifica e sottrae. Ogni emozione, anche il terrore, chiede l’essenziale. Se facciamo vedere laghi di sangue, non per questo avremo scritto un buon libro o girato un buon film. Prendiamo Hitchcock, maestro d’angoscia: è il contrario del ci- nema-autopsia. A guidare le sue storie è la suspense, quella di tutti i giorni, quella che fa normalmente parte della nostra vita. Non c’è nulla di più terri- ficante che trovarsi davanti a situazioni che potrebbero essere successe o Deaver succedere a chiunque di noi». Deaver scrive dappertutto, anche in treno, anche in taxi. In Italia la Bur ha appena pubblicato Il manoscritto di Chopin, mosaico di quattordici autori di thriller da lui orchestrato, ma lui è già immerso nel nuovo racconto annun- MARIO SERENELLINI ciato da noi per il 2016: «Sarà un romanzo storico ambientato proprio qui, in Italia: ci lavoro da più di un anno e mezzo. Sono molto legato al vostro Paese: COURMAYER dal ‘97, nelle mie abituali centomila miglia annuali, ci faccio sempre uno EZZOGIORNO. IL SEMINTERRATO. Doveva andare nel se- stop. Del resto è proprio all’Italia che devo i miei primi riconoscimenti. E qui minterrato. Chloe odiava quel posto…”. Prima di in- ho alcuni dei miei affetti letterari e cinematografici: Eco, Benigni e, natural- contrare Jeffery Deaver è inevitabile ripensare all’in- mente, Fellini. Inoltre da voi ci sono almeno sessanta milioni di possibili per- cipit e allo stile tagliente, a rapido bisturi, del nuovo sonaggi: non potrò metterli tutti nella mia storia, è vero, ma ne farò comun- “Mthriller, L’ombra del collezionista, come Rizzoli ha tradotto The Skin Collector. La sconvolgente sequenza iniziale del tatuag- gio velenoso, ricamo allucinato dettato dall’alto, pulsa ancora nelle tempie ABITO IN PIENA BOSCAGLIA, IN NORTH dopo una lettura a rompicollo: cinquanta pagine la prima notte, le altre quat- CAROLINA. A CASA MI ASPETTANO trocentocinquanta la seconda. Ma per fortuna col viso affilato e levigato da I MIEI SETTE CANI, FORSE OTTO, samurai occidentale, nella hall il sessantacinquenne Deaver sorride, UNO DEVE ESSERE NATO MENTRE ERO VIA. parla e sorseggia non veleno ma prosecco. Guest star dello scorso E POI CI SONO I GATTI, I CRICETI E I PESCI ventiquattresimo Noir in festival, premiato con il Raymond Chandler Award da Dario Argento, alla cerimonia ha sorpreso tutti interpretando con voce di miele una canzone da lui stesso que una grande famiglia, la più ampia possibile». scritta, Sarò la tua ombra, e disseppellendo un inatteso latino: Il suo focolare americano è oggi formato da sette cani, che l’at- «Tibi gratias agimus hoc de insigni honore» (“Ringraziamo per tendono nella sua villa in North Carolina, appena fuori Washing- questo premio illustre”). Del resto il latino ricorre nelle sue pagi- ton: «Forse adesso sono di più. C’era un parto annunciato alla mia ne in puntuali classificazioni botaniche (l’Actaea pachypoda, dai partenza. E comunque ho pure gatti, criceti, pesci. Abito in piena micidiali “occhi di bambola”…), ed è pure oggetto di scherno («Con boscaglia: l’ideale per una vita ecologica, fuori degli schemi me- il latino sembra di masticare sassi: benedetti gli italiani e i rumeni per tropolitani». Deaver pare fuori schema anche in lette- averci tolto le castagne, e la lingua, dal fuoco»). Anche la musica, da ratura. Ha prodotto negli Usa un libro esclusiva- Deaver praticata part time, è irrisa in qualche strappo hip hop dei mente “radiofonico”, The Starling Project, per il suoi thriller: Piedipiatti/sbirro in strada/ ti multa e spedisce a sito Audible: «Mi ha sempre attratto la possibi- casa/ o ti sbatte in gattabuia/ con i tuoi diritti in baia. In- le confluenza dei media. Così come mi piacereb- somma mister Deaver, dopo trentacinque titoli in venti- be, prima o poi, scrivere un libro su una chitarra sette anni e venti milioni di copie vendute, continua a sfi- che uccide. E Sarò la tua ombra, la canzone che vi ho cantato qui a Courmayer, potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Starei anche pen- PERCHÉ LINCOLN RHYME, IL MIO DETECTIVE, sando di mettere il thriller al servizio del video- È PARAPLEGICO? MA PERCHÉ ERO STUFO game. Che ne dice?». L’ideale per il suo detecti- DELLO STEREOTIPO DEL SUPERPOLIZIOTTO ve di successo, Lincoln Rhyme, la cui postazione DAGLI ATLETISMI MIRABOLANTI elettronica è già parente del videogame. Ma per- VOLEVO CONCENTRARMI SUL CERVELLO ché è tetraplegico? «Ero stanco dello stereotipo stantìo del superpoliziotto dagli atletismi mirabo- lanti: mens sana in corpore sanissimo. Mi sono con- dare sia il latino che il canto, entrambi fabbriche di centrato sul cervello: un personaggio di sola testa, suspense, per chi vi si avventura come per chi la di pura attività mentale, costretto dai limiti fisici a ascolta? «Fu il mio professore a insistere perché im- risolvere enigmi sfruttando il pensiero nelle sue do- parassi questa lingua antica: mi sarebbe stata utile, dis- ti di velocità e previsione». Proprio come un ragaz- se, nella vita come nella scrittura. E infatti lo è stata. Mi ha zino incollato al videogame: «Il thriller restituito aiutato sia nell’architettura mentale e nella struttura delle alla sua essenza, all’esercizio cerebrale». Mr Dea- frasi che nella conoscenza della vostra cultura, fin dalle sue ver, Negotium ibi terminetur. «Sì, il nostro in- radici. Non sono però, ahimè, diventato un Cicerone bis. E contro finisce qui. Ma lo ricordi, io sono sempre quanto alle canzoni, mi è sempre piaciuto combinare me- per la sintesi: factum est».

trica e musica. Molto di più — ride — che abbinare assassi- © RIPRODUZIONE RISERVATA