SPECIALE UTMB®

UTMB®2017

171 km & 10 000 m D+ 101 km & 6 100 m D+ 119 km & 7 200 m D+ 56 km & 3 500 m D+ 290km & 26 500 m D+ 2 300 concorrenti 1 900 concorrenti 1 600 concorrenti 1 200 concorrenti 300 concorrenti Partenza venerdì Partenza venerdì Partenza mercoledì Partenza giovedì Partenza lunedì 01/09/2017 alle 18:00 01/09/2017 alle 9:00 30/08/2017 alle 6:00 31/08/2017 alle 8:15 28/08/2017 alle 9:00 da Chamonix da Courmayeur da Courmayeur da Orsières da Chamonix max 46:30 ore max 26:30 ore max 33 ore max 14:30 ore max 151:30 ore

16 | SPIRITOTRAIL | ottobre 2017 © UTMB® - ph Pascal Tournaire TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal SPECIALE Testo di Leonardo Soresi UTMB®

accio sempre più fatica a D’Haene. Femozionarmi per le prestazioni Il mio UTMB è stato vissuto così: dei campioni, per le classifiche, per aggrappandomi alle parole degli amici le foto a braccia alzate sui traguardi con cui da otto anni condivido questa di tutto il mondo. Non è cambiato il magnifica avventura che è Spirito Trail. mondo del trail, sono cambiato io. Un L’unico modo in cui quest’anno potevo tempo scrivevo le interviste a Scott farmi stregare da questa gara cui anno Jurek o Marco Olmo e pendevo dalle dopo anno continuiamo a dedicare uno loro labbra. Oggi non riesco a non speciale, pensando “il prossimo anno vedere le loro debolezze, umane, così lo dedichiamo ad altre gare”. Eppure come sono umano anche io con tutti i ogni anno il Monte Bianco ci frega, con miei difetti. nuove storie da raccontare. Durante il fine settimane del Monte Ed eccole tre storie in tre fotografie. Bianco ero lontano dall’Italia, senza Tre fotografie che rimangono nella voglia di connettermi ai live-race che mia testa con il passare dei giorni. inondavano di notizie internet con i Kilian al traguardo che alza le braccia passaggi fuorilegge di Jim Walmsley di François. A Kilian non piace perdere che si lamentava del ritmo e il suo spirito competitivo è indomito: troppo lento, con la diretta su ma in questa foto c’è la gioia del Re che Facebook di Kilian che superava per un giorno o un anno cede lo scettro le 600.000 visualizzazioni. Non al nuovo cavaliere. Un sorriso che non ne sapevo niente e non volevo lascia spazio nemmeno a un briciolo di saperne niente. invidia. Pura gioia nel riconoscere che L’unico contatto erano i qualcun altro è stato più forte oggi. messaggi che mi arrivavano Poi c’è Francesca, con le sue unghie dalla redazione di Spirito rosse a coprirsi il viso. “Oddio cosa Trail. Ecco, ho seguito così la ho combinato! Davvero ce l’ho fatta?” gara più importante dell’anno, Incredulità splendida. Gioia che rompe STORIE forse la più incredibile della gli schemi e la fa tornare una bambina storia del trail. Uno squillo che ha imparato a camminare. Sei del cellulare per segnalare bellissima qui Fra. Chissà quando farai l’arrivo di un messaggio: era vedere questa immagina a tua figlia, 3 Davide Grazielli sul percorso scoprirà una madre che non sapeva di che fotografava i primi. Altro avere. squillo: Diego Trabucchi al E infine, ancora Kilian, questa volta in Bonhomme che ci mostra camera prima di partire. Con il sorriso la visibilità pressoché nulla. di Emelie che illumina la stanza e che Ancora: Maurizio Scilla al ci ricorda che va bene che stai partendo Lac Combal a seguire la sua per fare 170 km tra pioggia e montagne, Alessandra alle prese con il che sei l’atleta più atteso che ha tutto freddo della notte. Ancora: da perdere, che sei teso e hai già steso sono Simone Brogioni e sul pavimento tutta l’attrezzatura da Cristina Murgia che cercano portarti dietro… ma l’amore, quello è il di interpretare la stanchezza trionfo più importante della vita di ogni di Kilian all’inseguimento di uomo. n © Jordi Saragossa © Jordi 16 | SPIRITOTRAIL | ottobre 2017 SPECIALE Testo di Diego Trabucchi UTMB®

Mercoledì 30.08, TDS – Sur les Traces des Ducs de Emelie Forsberg (Team Salomon 6:20:01) che rientra su progressivamente allunga, D’Haene che lo segue a Savoie un grande palcoscenico dopo il grave infortunio con gli sci; pochi minuti e Kilian a ruota con un piccolo distacco che completa il podio la francese Amandine Ferrato (6:29:50). gradualmente aumenta. Dopo la vittoria del 2016 nella CCC, è il trentatreenne Dopo il Grand Col Ferret le cose cambiano, Jim inizia a francese Michel Lanne (Team Salomon) a condurre Venerdì 01.09, CCC – Courmayeur Champex perdere terreno, a fermarsi a lungo ai ristori, finendo i giochi per quasi tutta la gara, vincendola in 14:33:09. Chamonix per perdere diverse posizioni; finirà quinto, arrivando al Alle sue spalle, di pochi minuti, arrivano in coppia Antoine traguardo sfinito, ma ancora grintoso. Guillon (Team Globetrailers) e Sylvain Camus (Team Garmin Partita sotto la minaccia del maltempo, che D’Haene intanto allunga in modo regolare su Kilian, il - 14:36:14); per Guillon, già autore di piazzamenti di prestigio porta gli organizzatori a una piccola modifica di distacco sale a dieci, poi quindici, fino a toccare i venti minuti, anche nella gara regina è il quarto podio alla TDS in cinque percorso, la CCC 2017 è estremamente veloce. il catalano cerca l’inseguimento ed entrambi spingono al anni! Durante la gara ci fa sognare l’altoatesino Daniel Jung, A condurre le danze dal Rifugio Bonatti fino al massimo, ma è Francois a spuntarla: dopo diciannove ore di che rimane alle spalle di Lanne mettendogli pressione per traguardo è l’americano Hayden Hawks (Team Hoka gara è lui a tagliare per primo il traguardo di Chamonix; alle più di metà gara per poi cedere un po’ nel finale e concludere One One - 10:24:30), ventiseienne che si è fatto notare lo sue spalle Kilian Jornet e, dopo mezz’ora scarsa, l’americano con un buon sesto posto. Tra le donne è la svedese Mimmi scorso anno per alcuni risultati notevoli (vincitore alla Tim Tollefson già terzo lo scorso anno e autore di una gara Kotka (Team Salomon - 15:47:07) a vincere la arrivando 50k e secondo alla TNF Endurance Challenge magistrale. Quarto Thevenard, che dopo un po’ di impasse decima assoluta. Mimmi aveva vinto la CCC lo scorso anno, dopo una lotta all’ultimo sangue con Zach Miller); alle sue iniziale ha progressivamente accelerato, quinto Walmsley proprio come Michel Lanne; alle sue spalle Maud Gobert spalle si danno battaglia il polacco Marcin Swierc (Salomon davanti ad un felicissimo Pau Capell, catalano vincitore (UA MAurienne - 18:11:54) e Idiko Wermescher (Mammut Suunto Team Poland) che chiude secondo (10:42:49) davanti della TDS 2016, e all’altro americano Dylan Bowman. Pro Team - 18:20:05); straordinaria quarta la piemontese all’inossidabile Ludovic Pommeret (Team Hoka One One In campo femminile è la catalana Nuria Picas a dominare Chiara Bertino! - 10:50:47), che si era permesso il lusso di condurre le la scena dal primo all’ultimo metro; Nuria appare sempre fasi iniziali della gara. Da segnalare che nei primi trenta piuttosto rilassata, specialmente dopo il ritiro della favorita Mercoledì 30.08, YCC - Youth Chamonix Courmayeur troviamo anche grandissimi nomi come Erik Clavery, Ryan Caroline Chaverot, tuttavia deve guardarsi le spalle nel Sandes, Rachid El Morabity, Jorge Maravilla, Tom Owens, finale dal recupero della svizzera Andrea Huser, che arriva i fatti La gara per i giovani tra i 16 e i 22 anni, costituita da una nonché Giulio Piana e il nostro Francesco Rigodanza, che ci sul traguardo a pochissimi minuti di distanza. Il podio prima parte, il Prologo da 2 km circa in paese a Chamonix racconta di suo pugno la sua CCC: non male. femminile è completato dalla francese Christelle Bard. e un trail da 15 km a Courmayeur il giorno successivo, è L’americana Clare Gallagher (Team The North Face stata nettamente dominata dalla giovane promessa italiana - 12:13:57) riesce a vincere il duello a distanza con Primo degli italiani Giulio Ornati, in ventunesima posizione. gni anno si aggiunge Davide Magnini (RAS Courmayeur-Team Salomon 1:32:02), l’inseguitrice, la basca Maite Maiora (La Sportiva Team 1. Francois D’Haene (Salomon) 19:01:32 sì proprio quel ragazzo di vent’anni che si sta facendo notare - 12:26:4); alle loro spalle un’altra spagnola, Laia Canes 2. Kilian Jornet (Salomon) 19:16:38 una gara, con distanza, nelle più importanti gare “da grandi”, già campione mondiale (Team Sporthg-Amlsport - 12:47:39). 3. Tim Tollefson (Hoka One One) 19:53:00 dislivello e peculiarità di corsa in montagna under 18. A completare il podio i 4. Xavier Thevenard (Asics) 20:03:14 O francesi Mathieu Jacquet (Entente Athletique De Grenoble Venerdì 01.09, UTMB – Ultra Trail du Mont 5. Jim Walmsley (Hoka One One) 20:11:38 tecniche diverse; nate forse 1:38:05) e Alexandre Fine (CS Serre Chevalier 1:38:56), ma Blanc come manifestazioni di contorno segnaliamo anche l’ottimo 6° posto del trentino Davide 1. Nuria Picas (Buff Pro Team) 25:46:43 o di ripiego, queste gare sorelle Scalet. Tra le ragazze è la spagnola Leire Fernandez-Abete Parterre de roi all’appuntamento principale 2. Andrea Huser (Mammut Pro Team) 25:49:18 (2:07:20) a guastare il dominio francese di Nolwenn Burcklé della stagione trail. Graziati momentaneamente 3. Christelle Bard 26:39:03 sono maturate, diventando 2:17:41 e Laury Eloy (2:21:08) e compagne. Bene però anche dalla pioggia, gli atleti partono a un ritmo elevato: 4. Kaori Niwa (Salomon) 27:31:39 ciascuna un riferimento la nostra Andree Merli che chiude in decima posizione. Kilian Jornet gioca e scherza, permettendosi di fare 5. Kellie Emmerson 28:13:06 filmati e diretta video con il telefonino, mentre i watussiJim nella propria categoria, con i Giovedì 31.08, OCC - Orsières Champex Chamonix Walmsley e Francois D’Haene muovono le lunghe leve e migliori atleti di ogni distanza a iniziano a fare selezione già dal falsopiano che porta a Les Lunedì 28.08, PTL – Petite Trotte à Leon cimentarsi giorno dopo giorno. Livello elevato anche per la più corta delle competizioni Houches. “dei grandi”; vince lo svizzero Marc Lauenstein (Team Alla prima salita Walmsley spinge, Kilian lo segue L’avventura più lunga, per cui quella che inizia È per questo che vale la pena Salomon 5:19:34), che si mantiene nelle posizioni di accompagnato dall’americano Zach Miller che poi perderà prima. Trecento chilometri senza un tracciato, elencarle tutte e di ricordare testa fin dall’inizio e stacca tutti da metà gara circa. terreno, ma farà una gara regolare per concludere ottavo. talvolta senza i sentieri, una squadra di tre Lo seguono il francese Thibaut Baronian (5:23:58) e lo Jim addirittura allunga e semina Kilian sulla prima discesa concorrenti e la montagna; una prova di resistenza, i principali protagonisti di spagnolo Ivan Camps (Mountain Runners Del Bergueda - verso St. Gervais, concedendosi il lusso di aspettarlo al forza mentale, orientamento, affiatamento, tenacia, questa straordinaria edizione, 5:27:14). Quinta posizione a una manciata di minuti dal podio ristoro e commentando che stanno andando tutti troppo capacità di autonomia anche nelle intemperie. Non ha una che ha calamitato l’attenzione per Davide Cheraz (5:28:57)! piano, mentre D’Haene arriva con qualche minuto di scarto, vera e propria classifica, lo scopo è arrivare in fondo, come In campo femminile la spagnola Eli Gordon Rodriguez (Team accompagnato da Xavier Thevenard. sono riusciti a fare ad esempio i nostri connazionali e amici del mondo trail per quasi una Segurartic Catalana Occidente 6:12:16) vince davanti a una Da questo punto inizia la gara vera, Walmsley che Roberto “Fluido” Beretta e Filippo “Remador” Cesario. settimana. © UTMB® - ph Pascal Tournaire TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal SPECIALE Interviste a cura della Redazione UTMB® piace essere davanti tutto solo! Ma ho avuto anche momenti di difficoltà, come nella lunga salita del Passeur de Pralognan (2.000 m+), quando Daniel Jung stava recuperando, ma non mi sono preoccupato perché sapevo che questo momento

sarebbe passato. E così è stato. Son contento di essere Girbal UTMB © UTMB® - ph Alexandre sempre rimasto lucido e non aver ceduto alla pressione degli altri atleti che non erano lontani. A partire da Les Contamines ho accelerato per aumentare il vantaggio, perché sapevo che Antoine Guillon finisce sempre molto forte; a Les Houches avevo 12’ e allora ho approfittato degli ultimi chilometri per godermi ogni singolo istante. L’arrivo nelle vie di Chamonix è stato incredibile, tutta tête de la quella gente, una gioia infinita! Sono sempre stato attirato dalle ultra, ma dopo qualche tentativo nel 2012 e 2103, avevo dei dubbi di essere portato per quelle distanze. Ho ridotto i chilometri nel 2014 e 2015, ma dopo la vittoria dell’anno scorso alla CCC, ho voluto ritentare l’esperienza. Ora non penso che all’UTMB, che proverò il prossimo anno. Magari non ho le qualità di un D’Haene, Jornet o Thévenard, ma sarà course una nuova esperienza di vita e quando si ha la chance, bisogna lanciarsi e approfittarne!

LUDOVIC POMMERET (Terzo CCC) Sono due anni e mezzo che mi alleno seriamente e questo mi ha fatto migliorare. A 42 anni passati, mantengo le motivazioni perché ho ancora tante corse da scoprire FRANCOIS D’HAENE (Primo UTMB) e fare. Quindi nessun segreto particolare anche se può È stata una gara divertente, c’erano tanti campioni, dopo darsi che la stagione invernale sugli sci mi preservi un 10 km eravamo in cinque. Dopo 25 km eravamo ancora po’. in quattro al comando, un gruppo ideale per passare la Sono contento di questo risultato, ma non della gestione. notte insieme, poi sulla salita al Bonhomme Xavier era Ho “giocato” con Hayden Hawks, che però non è saltato, in difficoltà, così siamo rimasti in tre (Kilian, Jim e io), e quindi ho perso io, ma fa parte del gioco. Hayden era al ma non eravamo “impiccati”, così abbiamo parlato fino a di fuori della mia portata! Courmayeur. Notte e ritmo perfetti! Nella discesa che porta a La Fouly ho preso la testa della corsa e sentirsi dire “sei davanti a Kilian” fa un certo MIMMI KOTKA (Prima TDS) effetto, ma non pensavo a quanto vantaggio avevo su di L’anno scorso ho vinto la CCC, ma questa della TDS è lui, mi son concentrato piuttosto sul distacco che avevo venuta in una giornata ancora migliore, mi sentivo sugli altri. Pensavo che avremmo potuto finire primo e veramente bene. È una gara spettacolare. Mi piacerebbe secondo insieme. rifare entrambe, ma voglio fare così tante gare, e ho Sulla salita che dal Col des Montets porta a La Flegere previsto di crescere verso l’obiettivo delle 100 miglia. Se (1h03’07”), ho dato tutto quello che mi rimaneva per tutto va come deve, l’UTMB è nei miei piani per il 2018. gestire poi la discesa dove sapevo che avrei perso un po’. A livello mentale ero al top, ma i quadricipiti erano doloranti. Ho fatto comunque due minuti meglio di CHIARA BERTINO (Quarta TDS) Kilian. Non mi aspettavo questo quarto posto. In partenza mi Il finale è stato incredibile, emozionante. Se penso a sento sempre un po’ spaesata, vedo un mondo di atleti quanti trailer e a quanti top alla erano partenza e io più forti (forse perché ho iniziato a correre a 39 anni!). sono stato il primo a passare sotto l’arco a Chamonix, è E poi tra lavoro e famiglia è un po’ come completare un semplicemente incredibile! sudoku. In base a turni di lavoro, impegni dei figli, e varie, con il calendario alla mano. Sono medico e mi sono interessata al tema della CAROLINE CHAVEROT (ritirata UTMB) nutrizione qualche anno fa, in seguito anche ad eventi Ho avuto problemi alla tiroide durante l’inverno e anche familiari. Poi mi sono appassionata a studiare a fondo la se ho vinto ad Annecy, LUT e Hard Rock, i medicinali scienza nutrizionale nell’atleta, che significa capire come mi hanno distrutto i globuli bianchi, rossi e piastrine. Il funzionano i sistemi energetici, gli organi, il cervello, medico me l’ha detto che era come correre l’UTMB con sollecitati da sforzi e allenamenti intensi, e comprendere 20 kg di pietre nello zaino. anche come interagire al meglio tra allenamento/gara Ni prossimi mesi mi seguirà Patrick Basset, medico e salute/infortuni/alimentazione. Insomma, abbiamo il dell’ITRA. Con le sue cure spero di potermi riprendere dovere di conoscere la macchina a cui chiediamo certe rapidamente. La mia tiroide è in via di guarigione, quindi prestazioni. Credo che un’alimentazione equilibrata, nonostante la grande delusione che ho avuto all’UTMB, basata sulla qualità delle materie prime, personalizzata penso al futuro e sono ottimista. e periodizzata in base ai carichi di lavoro, possa ricoprire tutti i nostri fabbisogni energetici senza dover assumere inutili e costosi integratori, tranne in casi selezionati. MICHEL LANNE (Primo TDS) Proprio in questi mesi ho preso la decisione di fare di Sin dai primi chilometri ho avuto la sensazione di avere questa passione un lavoro, continuo a fare l’anestesista, buone gambe. Con il passare delle ore le sensazioni ma come libera professione, in modo da poter dedicare il erano ancora buone, al Colle del Piccolo San Bernardo mio tempo e i miei studi agli atleti che sto già seguendo, avevo voglia di correre solo e ho accelerato un po’: mi e spero a tutti quelli che vogliano conoscersi un po’ più SPECIALE UTMB®

a fondo, e poi siccome mi rimaneva qualche casella vuota nel sudoku ho pensato bene di ricominciare l’università, per cui a gennaio inizierò il Master in Psicologia dello Sport e della prestazione!

DAVIDE MAGNINI (primo

YCC) Oddoux UTMB © UTMB® - ph Franck È vero sono arrivato primo con un bel vantaggio, però vincere non è mai facile. I due ragazzi francesi che hanno chiuso secondo e terzo sono molto forti. Avevo già corso contro di loro gli scorsi la gente che si riversa lungo il percorso a incitare gli atleti, recuperare. Dopo un paio d’ore il mio stomaco stava meglio, anni agli appuntamenti iridati con la una mezza idea di buttarmi anch’io in questa famosa gara e ho ripreso energia. Quando mi hanno comunicato che i nazionale di corsa in montagna, nella mi è passata per la testa, ma per ora penso che sia un po’ primi non erano poi così lontani, mi è “tornata la fame” e la prima parte di gara hanno impostato troppo impegnativa. voglia di raggiungere alcuni atleti che mi avevano sorpassato. un ritmo abbastanza alto. Quando poi Ho cambiato marcia e ho preso Pau, poi Dylan e Xavier. Con è iniziata la salita più ripida ho provato quest’ultimo è iniziata una vera e propria battaglia, che poi ad aumentare e prendere vantaggio JIM WALMSLEY (Quinto UTMB) ha vinto lui uscendo prima di me dal ristoro di Vallorcine. andando a finire la gara in solitaria. Mi sentivo in una forma eccezionale. La mia strategia era Alla fine sono soddisfatto del 5° posto, ma non era certo A chi mi paragona a Kilian dico che la quella di non correre da solo, ma con François, Kilian e quello che volevo. Ho passato un momento troppo brutto sua prima vittoria all’UTMB quando Xavier, che hanno già vinto questa gara e che ben sanno che mi è costato un sacco di tempo e di posizioni. Forse aveva solo 21 anni, non è che uno come affrontarla. Inoltre, viste le condizioni metereologiche avrei potuto correre in maniera più intelligente, e non dei tanti risultati impressionanti che avverse e la mia mancanza di esperienza in questo tipo condizionata da François e Kilian, ma loro sono i ragazzi con ha raggiunto fin da giovanissimo di corse in montagna, non ho voluto rischiare. Per questo i quali voglio confrontarmi e correre per batterli. In definitiva ed è sicuramente un’ulteriore all’inizio li ho un po’ aspettati all’inizio. sono soddisfatto del modo in cui ho corso e degli avversari testimonianza del talento e della forza Ho acquistato fiducia a poco a poco, sul ritmo che avevo con cui ho combattuto. Imparo sempre di più quando la di questo atleta. Vincere una gara impostato e vedendo anche la reazione di François e Kilian. lezione è dura! così lunga e impegnativa a quell’età François è stato molto coerente con il ritmo impostato Sto iniziando a imparare a gestire i viaggi più lunghi. E devo penso che sia qualcosa di incredibile, e molto forte per tutta la notte. Ho copiato il loro ritmo sicuramente migliorare nella gestione delle crisi, in gare soprattutto per la determinazione anche quando non mi sono sentito bene, ho guardato quello che non conosco.Anche la lunghezza del tempo di gara è e la concentrazione che ci vogliono. che facevano in gara e quando lo facevano, per cercare di una nuova sfida. Le 100 miglia sono ancora tutte da scoprire Sicuramente ora come ora non sono imparare da loro. Questa gara è stata molto istruttiva per per me e ho ancora molto da imparare su come gestire il e non mi sento pronto per correre me. ritmo o l’alimentazione per tempi molto lunghi. All’UTMB è l’UTMB, anche se è un’esperienza che Quando sono arrivato a Champex-Lac in terza posizione, non stato solo il mio terzo tentativo su questa distanza: gli altri mi piacerebbe molto provare. Durante ero affatto in buona forma e ho dovuto affrontare un sacco due erano entrambi alla Western States nel 2016 e nel 2017, la settimana UTMB a Chamonix, di problemi. È a quel punto che da terzo, sono scivolato fino quest’ultima completamente diversa. vedendo l’atmosfera eccitante e tutta alla settima posizione da cui, molto lentamente, ho provato a Mi piacciono queste gare e continuerò a tornare in Europa © UTMB® - ph Pascal Tournaire TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal SPECIALE ® per sfidarmi ancora, in questo modo. Credo in me stesso e saremmo potute arrivare assieme. UTMB sono convinto di poter presto dire la mia in queste lunghe gare di montagna! NURIA PICAS (Prima UTMB) Sono partita ben riposata e la gara è andata come avevo TIM TOLLEFSON (Terzo UTMB) pianificato, almeno fino al km 150, quando ho iniziato ad Dopo il terzo posto dello scorso anno, per tutto l’anno ho avere qualche problema respiratorio dovuto agli strascichi sognato di vincere questa edizione dell’UTMB e mi sono di una polmonite che ho preso sul Makalu a maggio; allenato con la speranza di realizzare questo sogno. Tuttavia, erano passati solo tre mesi e il freddo che abbiamo visto l’incredibile numero di élite presenti in gara, devo patito sui colli più alti mi ha riproposto sintomi dolorosi. ringraziare per aver ottenuto quest’ottimo piazzamento In ogni caso sapevo che la Huser si stava avvicinando, e per aver condiviso la testa della corsa con i più grandi: ma avevo un vantaggio di 45’ da gestire ed ero tranquilla; François, Kilian e Xavier. osservando i tempi a mente fredda, ammetto che forse A -20 dalla fine ho iniziato a spingere tantissimo! Stavo ho rischiato un po’ troppo nel finale. guadagnando terreno su Kilian, ma sfortunatamente, ho Sono atleta, vigile del fuoco e mamma di due gemelli, sbagliato i tempi, come lo scorso anno. Forse la terza volta, a volte la cosa più difficile è la gestione quotidiana! il prossimo anno, sarà quella buona? Occorre avere il supporto dei familiari e rispettare gli Mi piace molto correre in Europa... Negli Stati Uniti i ristori orari in modo rigido, ma è gratificante riuscire a stare sembrano dei distributori automatici rispetto all’ampia con i miei figli e fare l’atleta professionista. Di fatto sono varietà di cibo (carne, formaggi e pane) che ho trovato qui. E in aspettativa dai vigili del fuoco per dedicarmi al 100% poi un’altra evidente differenza è data dal tifo sul percorso. allo sport. In Europa il è considerato uno sport principale Dopo questa importante vittoria sono più entusiasta mentre dalle nostre parti sta ancora crescendo in popolarità e motivata che mai. Ho una buona squadra, con e partecipazione. preparatore, dietista e coach, e se lavoriamo bene insieme possiamo andare avanti ancora tanti anni. Per il 2017 ho in programma la Ultra Pirineu a settembre e la ANDREA HUSER (Seconda UTMB) Jungle Trail a Cuba a novembre. Per l’anno prossimo ci Sono molto felice di questo secondo posto, per il secondo sono tante idee, ma sto valutando di ripetere l’UTMB. anno di seguito, ci avrei messo la firma prima di partire! Ho impiegato molto tempo per entrare in gara, perché le sensazioni iniziali non erano buone, ma ormai mi conosco, PAU CAPELL (sesto UTMB) so che ci metto delle ore prima di ingranare e infatti, a circa Sono molto felice del mio piazzamento poiché il livello 8 km dalla fine, ero di nuovo sotto a Nuria. I dieci minuti di degli avversari era davvero alto e tutti hanno finito la svantaggio mi parevano incolmabili e credevo proprio di non gara, per cui la competizione, in gara, è stata molto dura. poterla raggiungere, ma a due chilometri dal traguardo mi Io mi son divertito tanto a correre contro gli altri atleti hanno detto che il distacco era di soli due minuti, così mi sono e questo è molto importante. Non credevo di riuscire a chiesta se dovevo provare a dare pieno gas. In realtà, non spingere così forte nell’ultima discesa, dopo aver corso volevo superarla a qualche centinaio di metri dall’arrivo. Ma per 165 km, invece l’ho fatto! ho corso a un ritmo veloce in modo che se l’avessi raggiunta In gara non ho mai pensato alla posizione di classifica ma correvo cercando di mantenere la concentrazione sul momento di gara che stavo vivendo. Il podio non era lontano, ma dovevo correre con la testa, non con il cuore. Ho voluto correre questa gara proprio per l’incredibile lista di nomi in partenza. È stata l’edizione più partecipata della storia dell’UTMB per cui non so se mi ricapiterà più una opportunità simile, ecco perché il mio piazzamento quest’anno è ancora più importante. n © UTMB® - ph Pascal Tournaire TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal SPECIALE Testo di Francesco Rigodanza ® sbacchetto e la prima va via facile. In cima inizia a piovere UTMB e fa freddo, fortunatamente sono condizioni che adoro. In discesa prendo Christian Pizzati, chiacchieriamo un po’ e tra una battuta e l’altra gli esce una descrizione perfetta del nostro stato fisico attuale: “siamo una costante alternarsi di crisi!”. È vero, un momento ti senti Dio, un momento dopo cala la stanchezza. Basta ignorare la fase giusta e il gioco

è fatto. TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal Altra salita, questa volta la compagnia la scelgo ancora meglio. Sto con Clare Gallagher (la vincitrice femminile). Dopo essermi presentato come “amico di Paco”, chiacchieriamo di tutto, la convinco a coprirsi che in cima fa freddo e, in cambio di una maglietta ST, rimedio anche un invito negli States. Starei con lei per sempre ma… io ho una discesa di fango da sciare e lei una Mate Maiora che la insegue quindi Stracazzutissimo io mi avvantaggio qui, baci e abbracci passato l’ultima base vita e la lascio andare a Chamonix sola soletta in cerca di gloria. Io so che qua manca una salita e una discesa e sono arrivato. Ultratrailer Beh più o meno, perché hanno cambiato il percorso. Però dai mancano solo 20 km. Ormai è fatta. A pensarci mi commuovo già un po’. Per fortuna che sono quasi sempre da solo… Arrivo a la Flégère. Da qua il cartello recita 0m+. Io e il ono arrivato a Chamonix con le gambe distrutte e la salgo al Col Ferret, su a 2500m, mi trovo due atleti più lenti giapponese che ho appena raggiunto festeggiamo brindando voglia di correre zero. Volevo tanto essere qui, questa di me, per non disturbarli, come capita spesso quando il con due o tre bicchieri di the caldo. È fatta. Devo solo cercare Ssettimana, i sette giorni più importanti del Trai. Tifo, sentiero è troppo stretto, taglio sulla erba un tornantino e li di non perdermi in mezzo a questa nebbia fitta fitta e non super atleti, montagne mitiche… c’è tutto. sorpasso. Urlando qualcosa di incomprensibile in francese farmi male con qualche stupida storta e Chamonix è dietro Ma non volevo correre sul serio. Dicembre era tanto tempo fa il primo dei due superati mi tira un bastoncino in testa. Sono l’angolo. Basta risparmiarsi ora, si possono finalmente e 9 mesi sono un periodo di tempo sufficiente a rimpiangere stato scorretto secondo lui. Alimentato da un motore a odio sbrigliare le gambe e correre la prima discesa come si vede. i propri errori. Ho già fallito la 100 miglia d’Istria, i 100 su potentissimo lo invito a infilare i bastoncini in altri posti e Sto stranamente così bene. e giù per il Teide e la dannatissima Transdhavet. Chi voglio dopo averlo rassicurato con un “e ora prova a prendermi Arrivo in città. Trovo Paco e Davide (che aspettavano Clare, prendere in giro? Le Ultra non sono cosa per me. Ancora stronzo” parto in un lungo scatto fino alla cima della salita. mica me). Corro, corro ancora forte, inizio a sentire la mi manca un arrivo che non sia un semplice “walk it to the Al diavolo i propositi di ritmo tranquillo. gente che urla, che batte sui cartelloni, i bimbi che danno end”. Poi mi calmo, e torno a scendere dolcemente. Per fortuna il cinque, quelli che non fanno in tempo, quello che sono Alla partenza siamo in più di 2000 persone. Numeri enormi. nessun’altro mi tira in testa dei bastoncini altrimenti sarei tornato indietro di 10 metri per farmelo dare meglio. Finché E per fortuna che parto davanti perché alla prima curva sono imploso in pochi chilometri. Arrivato a La Fouly mi rendo arrivano gli ultimi 50 metri, il rettilineo d’arrivo sotto lo già inglobato al centro della folla. Solite partenze veloci, ma conto che i primi 40 km sono volati senza grossi intoppi. Vuoi striscione. Mi fermo, li cammino tutti, lentamente, con capisco, qua si respira ossigeno misto ad adrenalina. mai che sia la volta giusta che divento “finisher”? gusto, emozionato. Mentre il serpentone si dilunga fuori da Courmayeur Beh eccolo il primo imprevisto, ero tutto concentrato su Stasera, nella gara più impensata, sono diventato anche io riprendo un ritmo dignitoso e una posizione più avanzata. quei sentierini facili nei boschi, non mi aspettavo l’asfalto. uno stracazzutissimo Ultratrailer. n La prima salita è la più lunga e la più dura ma la si fa da Tanto asfalto. 10 km di strada provinciale dritta per dritta. freschi e tutti in coda e quindi c’è poco da preoccuparsi. Io Non sono pronto. I primi tratti sono drammatici, poi vedo mi aggancio al compagno di Team Daniele, senatore della in lontananza l’altro vicentino Roby Mastrotto e decido di competizione, che mi snocciola rapidamente tutti i segreti andare a prenderlo perché da solo mi viene da vomitare. della CCC. Che in barba alle previsioni, al momento, splende Detto fatto, per sconfiggere la noia buttiamo dentro 5-6 un bel sole e riesco ad ammirare questa cosa enorme che chilometri tra i 3’30” e i 3’50” al km. C’è tutta la voglia di è il Monte Bianco, così enorme e imponente se confrontato arrivare al ristoro di Champex-Lac il prima possibile, che alle montagne a cui sono abituato. ci attende la prima base vita con l’assistenza e io ho una Al passaggio al Bertone sono trascorse neanche due ore di madre premurosa con tortillia, yogurt da bere e succo di gara e sono sessantesimo. Corro con la leggerezza di chi non mela. Altro che dolcissimi gel! ha nulla di perdere e poco da competere contro quei mostri E sono 55. Altro pensierino che forse, forse… Ma manca là davanti. Che bello. Cerco solo di trovare un ritmo sciolto ancora tanto, più o meno tre volte 1000 m su e tre volte 1000 per le gambe e via. Che questi sentieri sono delle autostrade m giù. Scalo una marcia. Passato lo sconsolamento iniziale e si può lasciare vagar la mente dove si vuole. Ma mentre adesso voglio davvero arrivare senza star male. Sbacchetto, U come Umano SPECIALE Testo di Francesca Costa UTMB® © UTMB® - ph Pascal Tournaire UTMB Tournaire Pascal ph - UTMB® ©

U come Umano “Perché Cham è Cham, e l’utiemmebì è mi dice di andare piano. In effetti si sale un bel po’ prima di Col Checrouit, giusto per dimenticare le bacchette e tornare arrivare a La Balme: qui un bambino mi dà il lieto annuncio: a prenderle in salita nominando divinità a caso, e giù per la l’utiemmebì” (Cit.) mancano ancora 700 m di D+ alla cima, su fa un freddo discesa che si fa tecnica: passo un sacco di persone, ululo E alla fine, circo o non circo, siamo tutti qui con il cuore in gola disumano, e partorirò con dolore. Mentre tutti indossano di gioia, il dolore non esiste e io sono a metà gara con la mia in quest’atmosfera assurda da impresa epica, da Reame del la doppia maglia di lana, io metto un antivento leggero e fedele sacca del cambio in mano. Fino a qui tutto bene. trail, da unico posto al mondo in cui essere oggi. L’ho vista via. #voinonfateloacasa, ma io soffro il caldo come gli orsi Riparto dalla base vita dopo meno di un’ora: dormire era da fuori, due anni fa, questa partenza: ricordo un esercito di polari. impensabile, non ho assistenza, così mi sono cambiata facce ognuna con la sua emozione stampata negli occhi, un Così, tra buio, nebbia e gente che cade nel fango, intuisco dal meticolosamente, ho rimesso la pasta di fissan, mangiato esercito che proprio come in una guerra vera sarebbe stato cambio di pendenza che abbiamo scollinato il Bonhomme. Fa TUTTO e rifornito le provviste. Caffè triplo e via, verso il decimato. Ma tutti partivano per provare a farcela. freddo e tira un vento infame: ho le mani congelate, ma ora salitone al Bertone che tutti temono. Il cibo sullo stomaco È stato l’anno dei ritiri, per me. Così non ho nemmeno fatto parte una discesa favolosa per scaldarle. Continuo a stare mi costringe a un passo lento, perfetto per non soffrire. i lunghi che dovevo. Ma soprattutto ho paura di non farcela, benissimo, e quando al ristoro di Les Chapieux qualcuno Al Bertone mangio un brodino formidabile, passo dieci che la mia convinzione di essere fatta per le gare lunghe mi ricorda che abbiamo già fatto 50 km lo guardo a bocca minuti in bagno a chiacchierare con degli sconosciuti e sia una sciocchezza. Sono arrivata qui piena di dubbi. aperta: mi sembra incredibile. Sono felice. Un pit-stop in riparto verso il Bonatti. Ci arrivo un pelo stanca, ho corso Eppure siedo in mezzo agli altri, e una strana pace potente bagno (il cagotto auguratomi da Francesco Rigodanza e che poco e il tempo è peggiorato. Mi fermo per rifiatare, faccio si impossessa di me. Sono circondata da Giapponesi. Sarà mi aspettavo da un momento all’altro) e riparto. Non piove. definitivamente squadra con un altro corridore con cui ho questo lo Zen? Fino a qui tutto bene. già condiviso dei tratti e che ho incrociato a quasi tutti i Niente lunghi, prima esperienza su questa distanza: quindi Col de La Seigne: mi aspettavo sofferenza e morte, a questo ristori. Mi spaventa in una gara così correre con qualcuno l’unico modo per arrivare in fondo è andare pianissimo. E punto della gara e vedendo l’altimetria. Invece il mio passo rischiando di dovermi adattare al suo ritmo, però ha tenuto mangiare scrupolosamente. E seguire il piano: correre, lento e i miei continui spuntini mi portano su indenne, altri un passo davvero simile al mio finora, e da qui in poi avere camminare, strisciare, ma NON fermarsi. Al briefing ci mille metri di dislivello verso uno dei momenti magici un compagno di viaggio sarà preziosissimo. dicono che farà un freddo disumano e che beccheremo della gara: nevica piano, a fiocchi minimi, quasi senza Si riparte verso Arnouva: inizia il diluvio. La discesa di l’Armageddon. Perfetto. A me basta partire asciutta, è già vento. Ho messo il guscio ma l’aria è tiepida in confronto al fango è una palestra per incoscienti, noi voliamo giù quasi tanta roba. In piedi, si parte! Bonhomme. Scollino con il cielo che prende luce piano da indenni tra numeri da circo. Nel tendone i corridori sono Verso Les Houches, sembra di essere finiti in una gigantesca Est. Tutti sanno quanto ami l’alba: qui in cima è perfezione ammassati e infreddoliti, i volontari avvisano tutti che non campestre sfuggita di mano agli organizzatori. otto chilometri pura. L’istante perfetto. Ho il cuore in mano. Poi qualcuno si esce da qui senza guscio e sovra pantaloni impermeabili, di falsopiano corribile nel bosco: testa bassa, correre senza vomita di fianco a me, e mi ricorda che siamo venuti qui dato che qui diluvia, ma sul Ferret c’è la tormenta di neve. farsi prendere la mano. Duemilaseicento persone pregano per soffrire: dai che il Lac Combal ci aspetta! Già, perché Niente posto per sedersi: in piedi, infangata fino agli occhi, gli dèi di non rovesciarci in testa il contenuto di quelle per quest’anno l’organizzazione ci risparmia le Pyramides cambio la gonna con i pantaloni lunghi, indosso il materiale nuvole. Poi parte la salita a Le Délevret. 800 m di D+, che Calcaires: bellissime da vedere ma pericolosette con il obbligatorio e guardo il mio amico: inutile fermarsi e volano tra i “Bravò” della folla: a quanto pare ho un nome maltempo. Ed ecco il ristoro di Lac Combal, nella prima raffreddarsi, andiamo a farci prendere a cazzotti dal Col molto popolare, e devo dire che sentirmi incoraggiare per luce del mattino. Mangio come un orco, trovo la faccia amica Ferret. Fino a qui tutto bene. O quasi. nome aiuta. Sbacchetto, sorrido, salgo: la discesa vola, mi di un compatriota ligure. Guarda i tre quintali di fango da Il Col Ferret, peraltro, ha un gancio micidiale. Mi strozza diverto come una matta, supero un sacco di gente e arrivo a cui spunta il mio radioso sorriso insonne e dichiara: ti vedo con la salita e colpisce dritto allo stomaco: arrivo in cima Saint Gervais più entusiasta che mai. Mangio, ballo al suono bene Fra! Sei un fiorellino! arrancando, lo stomaco serrato in una morsa dolorosa dal dei tamburi e riparto. Non piove e la temperatura è perfetta. Il fiorellino riparte tutto contento e, ricordando che bisogna freddo, mentre un ibrido tra la neve e la grandine ci massacra. Fino a qui tutto bene. arrivare in fondo e quindi andare piano, si rifiuta di correre Sono costretta a camminare in discesa, il mio compagno di A Les Contamines mi sembra di arrivare in un attimo: 10 se non per brevi tratti fino all’attacco dell’Arète du Mont- viaggio decide di aspettarmi e non lasciarmi sola in questo km, poi A Notre Dame De La Gorge parte la prima vera Favre. Qui i ricordi della TDS si mescolano alla prima vera stato. Gli sono molto grata, e dopo un tempo infinito su un salita dell’UTMB. Mi hanno avvisato: le salite dell’UTMB stanchezza e, quando scollino, a un bel dolore alle ginocchia. sentiero che divorerei, se stessi bene, finalmente riesco sono lunghe. Tanto lunghe. Cammino, cercando di mediare Ma c’è un mezzo sole, passa l’elicottero per le riprese, di nuovo a mangiare qualcosa e a corricchiare. Ha perfino tra la voglia di spingere perché sto bene e il buonsenso che Courmayeur è vicina e il dolore non esiste. Una breve sosta al smesso di piovere e ormai siamo a La Fouly. Speravo in un micro sonno, ma qui non si può: a Champex- SPECIALE UTMB®

Lac, ci dicono. Stufa di brodino, inauguro di morire nel sonno. Mi conosco Cos’è il sonno, cos’è il dolore? Salgo

il nuovo trend: biscotti inzuppati nel tè. troppo bene e so che non mi lascerò piena di energia e gioia. Nemmeno la Oddoux TDS © UTMB® - ph Franck Ne mangio quaranta, si decide di tenere mollare per nessun motivo stavolta: distesa di cacca di mucca a Bovine mi su i pantaloni impermeabili anche per cui l’unico modo di scampare turba: rido, e percorro mentalmente i se non piove, e si riparte. Riprende a alle sofferenze dei prossimi 48 km è chuilometri che mancano. Giù di corsa piovere dopo sessanta secondi netti. Io lasciare questa valle di lacrime. Mi a Trient, cambio la batteria della mia non mi muovo di un millimetro dalla infilo nel lazzaretto dove si dorme, frontale e ripartiamo veloci. Ma quale mia gratitudine per la prima notte pregando il Signore di chiamarmi a agonia finale all’UTMB? Sono una asciutta, e ora che sta scendendo la sé. Lancio i vestiti bagnati, metto una fenice: fino a qui tutto bene. seconda mi dico che in fondo un po’ maglia termica asciutta e mi accoccolo Catogne. Siamo saliti insieme alla luce d’acqua la si sopporta. tra le braccia di Morfeo: un sonno che spuntava lenta dalle montagne. 11 km di asfalto e di diluvio dopo, la mia breve, interrotto, scosso dai tremiti, Quella di ieri è stata un’alba di gioia, come sopportazione è scesa ai minimi storici. disturbato dai lamenti intorno. Ma questa è gloria pura. Scollinando, Ho corso a pezzi cercando di contrattare un sonno meraviglioso. Emanuele mi ci accorgiamo che le 40 ore sono con Emanuele: iniziamo a correre da sveglia: sono calda e asciutta. Indosso impossibili da fare. Ma ci accorgiamo quel lampione laggiù; alla casetta scrupolosamente tutti i vestiti che ho anche che vale la pena provarci lo T rossa smettiamo di correre. Un’agonia. nello zaino, pur sapendo che dopo stesso, per il gusto di farlo. Pronti a Tecnologico: Siamo fradici e quando inizia la salita creperò di caldo. Ma chissenefrega: tirare come pazzi? Voliamo giù nel fango nel bosco verso Champex-Lac sono in dopo il freddo tremendo di prima come divinità montane, sgolandoci per crisi di sonno e non riesco a mangiare. preferisco sudare. Ancora un brodino e chiedere strada da lontano. Quante Mi addormento al primo tornante e mi via. Sono semplicemente rinata. persone sto superando? Non importa. riscuoto dopo pochissimo, convinta di Come volevasi dimostrare, dopo dieci Importa solo la meravigliosa bellezza di le innovazioni. aver fatto un sacco di strada. Vengo passi inizio a sudare come un cavallo. queste cime, la velocità della discesa. Testo di Simone Brogioni diplomaticamente riportata alla realtà Normalmente mi maledirei e soffrirei Le ginocchia fanno un male d’inferno, e dai qui mi trascino sprofondata in orrendamente, ora sto talmente ma riesco a non sentirle. È tutto troppo deliri suicidi. Il brutto è che credo di bene che semplicemente mi spoglio bello e il dolore non esiste. parlare anche, nel frattempo. Non ho un po’ camminando e poi corricchio A Vallorcine mi spoglio: ho troppa avuto pensieri di morte tanto ossessivi fino a Plan De l’Au cantando come un roba addosso, è mattina e forse esce nemmeno in Val Travenanzes alla LUT. merlo e incitando con urla guerriere il sole, non ho più voglia di avere caldo. Va malissimo. gli altri corridori. Nonostante la sosta Con un pit-stop degno della Formula E poi arriviamo a Champex. Catatonica, lunghissima a Champex, in un attimo Uno esco dal ristoro in sei minuti in infreddolita, stanchissima, ingoio della riprendiamo vantaggio sui cancelli. gonnella e maniche corte. Ci sono pasta calda con un unico obiettivo: Attacca la salita per la Giète, con calma, tre gradi e Rigodanza che mi corre a infilarmi a dormire in un buco sperando ma in splendida forma: cos’è la fatica? fianco un pezzo spiegandomi come hanno cambiato il percorso. In effetti, sapere cosa mi aspetta di preciso dopo il taglio della Tete aux vents non è male: si sale a 1.700, si riscende a 1.400 con una discesa che apita ogni tanto di leggere sui social dei messaggi regolamento UTMB con il materiale obbligatorio, oggetto di più tecnica non si può, si risale a 1.900 nostalgici da parte di qualche amico “della vecchia battute ed interpretazioni fantasiose, è stato per anni uno a La Flégère. Nel mio stato di euforia e Cguardia”, quelli che hanno vissuto la nascita del trail standard che tanti organizzatori hanno adottato in modo nella bolla magica in cui mi trovo, non in Italia, quando ci si conosceva tutti e ogni domenica si pedissequo, trovandolo applicabile per ogni occasione. potrei chiedere di meglio. Non so come, facevano centinaia di chilometri in auto per partecipare ai Solo negli ultimi 2/3 anni si è assistito anche all’incremento ma abbiamo un passo da gente che è trail autogestiti. Non si parla di secoli fa ma solo di una di investimenti nel campo del “Live Trail”, strumento ormai partita da 50 km, non da 150. La prima decina d’anni, eppure il mondo del trail è radicalmente imprescindibile per gli organizzatori. Inutile ricordare la salita va via in un attimo, la discesa cambiato da allora. Pur ricordando con piacere decine notevole dose di narcisismo che permea l’approccio di noi tecnica è un inno alla gioia, la risalita di aneddoti, esperienze, amicizie e gare “casarecce”, è trail runners al nostro sport e alle nostre gare: soffrire un momento di gloria. Fatica, certo, ma oggettivo il miglioramento qualitativo degli eventi sia in per ore, conquistare la meta, concludere la fatica merita nessuna crisi. Penso che ormai è fatta, Italia sia all’estero. Complice la sempre maggior offerta di un riconoscimento condiviso con amici reali o social. Su penso che è da quando sono partita gare e la crescente esperienza dei trail runners, gli standard questo aspetto fonda le sue basi il Live Trail: comodamente che è fatta, che questa gara era mia, si sono alzati per far fronte alle richieste e alle esigenze dei seduti da casa, possiamo seguire in diretta le gesta non che l’avrei portata a casa nonostante partecipanti. solo dei grandi campioni che si giocano la vittoria, ma tutto. Ma pensavo di soffrire, e invece… Non basta più qualche freccia ai bivi, ma le “balise” devono anche del fidanzato, della moglie, dell’amico. E se prima ci e invece siamo a La Flégère. essere poste su tutto il tracciato, a distanze sempre più brevi; accontentavamo dei tempi ai vari punti di passaggio, adesso L’ultimo dannato strappo, tre bicchieri ai ristori non sono più sufficienti crostatine e acqua, ma sono siamo passati ad animazioni grafiche con omini stilizzati che di coca-cola, e giù come pazzi per la indispensabili cibi salati, coca-cola, cibi vegani e per celiaci; si muovono in tempo reale sull’altimetria di gara, a previsioni discesa, verso Chamonix che sembra all’arrivo non basta la stretta di mano del direttore di gara, di passaggio al punto successivo, ad immagini catturate con non arrivare mai e all’improvviso ci ma ci si attende musica epica, speaker carichi e pubblico le webcam. Ma l’UTMB va ancora oltre, e crea una web TV sei dentro, dura un secondo, capire festante. Sono solo alcuni dei cambiamenti ai quali abbiamo interamente dedicata all’evento, che trasmette in diretta dove sei, passare di fianco all’expo, assistito negli ultimi tempi, ma il trail viaggia sempre a 100 con telecamere piazzate in vari punti del percorso e speaker attraversare la strada, iniziare a gridare all’ora, e l’UTMB è l’evento che è in grado di proporre in che commentano ininterrottamente in francese, inglese perché hai talmente tanta roba dentro anteprima innovazioni e nuovi trend. e spagnolo. Uno show nello show, seguito da migliaia di che se non gridi scoppi, avercela fatta, A partire dal sistema dei punteggi qualificanti, adottato già persone, sfruttando la condivisione sui social. avercela fatta davvero, la corsa matta da diversi anni, che permette una selezione degli atleti in Questo sarà probabilmente il settore che conoscerà ancora su quell’ultimo rettilineo che si mangia base alla loro esperienza; ITRA (International Trail Running nei prossimi anni la maggiore espansione, assieme alla ogni cosa, e quel traguardo che ha un Association) ha fatto suo questo sistema, catalogando le ricerca di atleti élite da invitare agli eventi. Con una gara significato diverso per ognuno che ci gare trail con un punteggio basato su distanza e dislivello, e dall’organizzazione ormai rodata, un parterre internazionale passa sopra, ma che ci unisce tutti. creando così un database internazionale prima inesistente. di alto livello e un sistema di Live Trail in grado di far vivere L’UTMB è quello che ciascuno di noi ci E ancora prima gli obblighi e i consigli sul materiale di gara, l’evento in diretta, il successo è assicurato. E la nostalgia mette dentro. sempre più dettagliati e volti a migliorare la sicurezza dei dei tempi passati rimarrà un piacevole ricordo, ma non un © UTMB® - ph Pascal Tournaire TDS Tournaire © UTMB® - ph Pascal Fino a qui tutto bene. n partecipanti, specie in caso di meteo avverso; il famigerato rimpianto. n

SPECIALE Testo di Davide Grazielli UTMB® Sono andate davvero così le cose? Andiamo a vederlo, Huser. Alla fine il terzo posto se lo portava a casa la francese analizzando un po’ le due gare. Christelle Bard con una gara accorta e lineare: nella lista ITRA era parecchio indietro, ma ha dimostrato che intorno al uesta UTMB passerà alla storia come l’edizione Tra le donne la sorpresa più grande è stata il ritiro della Bianco serve qualcosa di più che una raccolta di punti. più combattuta di sempre? favoritissima Caroline Chaverot, che è sembrata da subito lontana dalla forma devastante che alla Hardrock l’aveva Tutt’altro discorso tra gli uomini. Aspettavamo tutti di Q addirittura vista giocarsela alla pari con gli uomini per vedere se Jim avrebbe fatto la sua solita gara folle, ma Forse sì, visto lo spessore dei protagonisti. Basterebbe dire che tra parecchie miglia. Se nella prima parte rimaneva comunque l’esperienza insegna. Se fino a St.Gervais lasciava andare le D’Haene, Kilian e Thevenard c’erano al via sette vittorie (nelle ultime otto seconda dietro a una Nuria Picas partita fortissimo, ad gambe arrivando prima di tutti, aspettava poi Kilian e soci, edizioni), ma aggiungiamoci tutta l’ondata di americani che cercavano Arnouva Caroline gettava la spugna e lasciava campo libero attaccandosi, con una strategia ben studiata al duo Kilian/ la prima affermazione (in campo maschile, perché in quello femminile alla catalana. Tutto fatto e finito? Non proprio. Perché dietro Francois, sfruttando ora la spinta di uno, ora dell’altro. Rory Bosio, Nikki Kimball e Krissy Moehl hanno già lasciato il segno saltavano le americane Howe e Boulet e la francese Lecomte, Un tema che è rimasto lo stesso fino al Col Ferret. Qui è cinque volte!), più una manciata di spagnoli vecchi e nuovi (Heras, ma arrivava dalle retrovie la garanzia Huser. Al Col Ferret iniziato il declino di Jim, che nel tratto fino a Champex ha i Castanyer, Capell), qualche nordico d’assalto (Grinius, Hermansen, accusava quarantacinque minuti di ritardo che rimanevano peggiori splits del gruppo di testa. Impressionante pensare Zlabys) e i soliti padroni di casa (Camus, Pasero, Chorier e la vecchia invariati fino a Vallorcine. Poi il recupero micidiale, con che ha preso cinque minuti nel primo tratto svizzero, che volpe Chaigneau), e ecco che era facile prevedere battaglia. Sulla carta la Picas che accusava e la svizzera a spingere. Quaranta è comunque discesa poco tecnica e dunque terreno tutto meno battagliata doveva essere la gara femminile, impostata su un minuti al Col Montet, venti a La Flégeré... all’arrivo erano sommato a lui congeniale. Stop di sedici minuti a La Fouly Chaverot contro tutti e se stessa. infine solo due minuti e trentacinque secondi a separare (un eternità in confronto al minuto/minuto e mezzo degli le due. Finale emozionante, ma altro secondo posto per la altri) e poi altri dieci minuti sul groppone fino a Champex dove Jim è tracollato. Altri venti minuti di stop sdraiato sulla panca. Gara finita? Manco un po’, perché se nella salita prende altri venticinque minuti, dalle Tseppes a Vallorcine Jim segna addirittura il miglior tempo. Una resurrezione che ha dell’incredibile. Altro calo in salita verso La Flégère e poi volata finale per difendersi da Pau Capell in rimonta netta con il miglior tempo assoluto dell’ultima discesa, dopo un piccolo appannamento nella parte italiana. Ma oltre alla gara di Jim, l’analisi dei parziali ci dà altri spunti interessanti. Innanzitutto, dove D’Haene ha vinto la gara: se i suoi tempi sono sempre molto vicini a Kilian, il quarto d’ora decisivo Francois se l’è preso dopo Champex, sulla lunga salita a La Giéte. Sette minuti a Le Roy Kilian e saluti a tutti, perché da lì Francois non ha più mollato niente. Salita che aveva comunque provato al massimo nella ricognizione di inizio mese, come riferito dai presenti: niente capita per caso, a certi livelli. Un mostro di regolarità invece il buon Tim Tollefson: nessuna grossa crisi, partenza controllata ma allo stesso tempo accorta. Non ha mai mollato il gruppo che conta facendosi trovare pronto al momento giusto. L’esperienza dell’anno prima, e un training incentrato su dislivello e specificità, ha pagato. Primo degli “altri” alla fine, e una bellissima soddisfazione: il terzo posto di quest’anno vale il doppio di quello dello scorso anno, e secondo me Tim non ha ancora messo giù tutte le carte. Fa invece impressione vedere che del gruppo dei primi sei, Xavier Thevenard è quello che ha speso meno tempo ai ristori. Una vera macchina: a Les Chapieux 1:56, a Courmayeur 1:46, a La Fouly 38 secondi, a Champex 1:35, a Trient 2:32 e infine a Vallorcine 59 secondi. Nessuno meglio di lui a efficacia. Il ragazzo ha anche pestato duro nella discesa svizzera, segnando il miglior tempo tra il Col Ferret e Champex: peccato che fino Courmayeur e il Bertone fosse rimasto un po’ coperto. Forse un po’ di timore reverenziale nei confronti dei mostri sacri? Prima o poi dovrà dimostrare di potersi battere anche con quei due... La vera novità? I pochissimi ritiri tra i top. Sia tra le donne, dove le americane si sono sottoposte ad una death march estenuante, sia tra gli uomini: tolto Heras, Castaner e Pau Bartolo, gran parte dei favoriti l’ha portata a casa. A volte soffrendo come Sage Canaday, che ancora una volta non si dimostra all’altezza di una 100 miglia competitiva, o Jason Schlarb, a volte restando nei venti, ma senza mai fare davvero gara come Andy Symonds o Didrik Hermansen o David Laney, però in tanti sono arrivati. E tutto sommato è come stato bello vederli comunque felici di tagliare il traguardo. E ora? Sarà difficile rivedere tutta questa gente e così tanta aspettativa. Ma il tema Europa/America resta di gran voga m anche per il 2018. Chissà chi ci sarà a difendere i colori del Vecchio Continente... n magnifico SPECIALE Testo di Andrea Vagliengo UTMB® raccontare con grande maestria ogni momento della competizione, dai momenti pre-partenza alle interviste post-gara. I like e le visualizzazioni dei vari post sulla pagina ufficiale Facebook dell’evento si contano in decine di migliaia, numeri da capogiro per il nostro piccolo mondo del trail, che forse, a conti fatti, tanto piccolo non lo è più. Come si raggiunge un successo del genere? La ricetta dei coniugi Poletti, ideatori e organizzatori dell’UTMB fin dalla prima edizione, comprende una serie di percorsi duri e bellissimi, tutti con il Monte Bianco a fare da sfondo, abbinati a un livello qualitativo estremamente elevato per quanto riguarda tutta la logistica e l’organizzazione generale degli eventi. Oltre ai già citati 2.000 volontari, sui sentieri del Bianco ci sono 35 medici, 65 infermieri e 100 addetti al soccorso sempre pronti a supportare i concorrenti in caso di difficoltà. I punti di controllo e di ristoro sono 55 e ogni anno vengono trasportate 11.000 sacche di ricambio personali dei concorrenti. L’abbondanza dei ristori dell’UTMB è leggendaria, e i numeri lo confermano: 15.000 litri di coca- cola, 13.000 litri di zuppa calda, 1.815 litri di birra, 251 kg di TUC, 35.000 barrette ai cereali, 1.765 kg di banane, 400 kg di salame e 1.500 kg di formaggio sono stati messi a disposizione degli affamati trail runners, alla ricerca della come loro giornata perfetta sulle tracce del Tour du Mont Blanc. Personalmente, posso solo aggiungere che, dopo aver passato buona parte delle ferie estive in Val Ferret al cospetto delle Grandes Jorasses, con lo sguardo sempre Geografia: rivolto verso l’Aiguille Noire de Peuteurey e il Monte Bianco, B non c’è bisogno di fare grandi conti per capire come mai BABELE 3 nazioni l’UTMB sia entrato così tanto nel cuore degli appassionati di trail running di tutto il mondo, che ogni anno tentano la 7 valli sorte accumulando punti ITRA per accedere all’estrazione 71 ghiacciai di un pettorale: semplicemente, la bellezza dei sentieri “del 400 vette Bianco”, come la maggior parte di noi chiama questa gara, è 18 comuni un motivo più che sufficiente per lasciarsi ammaliare. 447 km di percorsi Molti di noi, è vero, sono abituati a una dimensione più I numeri del Bianco solitaria e intimista della corsa in montagna, e guardano con segnalati sospetto a una competizione durante la quale è molto raro rovate a presentarvi a una qualunque congregazione 300 km di percorsi trovarsi da soli, sia perché è facile avere sempre qualche di trail runners, che si tratti del parterre di una gara di ripiego altro concorrente a tiro, sia perché il tifo e il supporto del Pimportante o una serata di relax in birreria, e buttate pubblico sono qualcosa di inarrivabile, durante la settimana lì una frase del tipo “Certo che però, come l’UTMB…”. dell’UTMB. Quello che otterrete sarà, con ogni probabilità, un’accesa Partecipanti: Tuttavia, ogni anno l’Ultra Trail du Mont Blanc attira discussione fra i sostenitori del “Sommet mondial du nuovi partecipanti che, anche solo per semplice curiosità, trail running”, convinti che la settimana di gare intorno al scelgono di concedersi il beneficio del dubbio e si presentano Monte Bianco sia a tutti gli effetti l’evento di trail running 7.300 concorrenti a Chamonix, determinati a tornarci sulle loro gambe e solo più importante e interessante dell’anno (per lo meno qui dopo aver concluso il periplo lungo 171 km con 10.000 m nel vecchio continente), e quelli che invece “Ah no, per me è di dislivello positivo intorno al Monte Bianco: e voi, che ne un evento troppo affollato e blasonato, lontano dallo spirito dite? Anche a voi capita di chiudere gli occhi e sognare di trail delle origini”. essere ai blocchi di partenza della 100 miglia più importante Comunque la si pensi, non è affatto semplice etichettare d’Europa, ogni tanto? n l’UTMB e le sue gare satellite in maniera univoca. I numeri, infatti, sono impressionanti sotto ogni punto di vista: se, da un lato, i 7.300 concorrenti che affollano le strade di Chamonix l’ultima settimana di agosto sono effettivamente un numero che può spaventare, si può in effetti contare su una delle organizzazioni più rodate ed efficienti di tutto il panorama mondiale: 7 gare dai 13 ai 290 km, 2.000 volontari dislocati su Cibo e bevande: Organizzazione: 447 km di percorsi segnalati con 5.000 balises (con 300 km di Social media: percorsi alternativi già predisposti), attraversando 3 nazioni 15.000 litri di coca-cola 2.000 volontari e 18 comuni, godendosi un viaggio che sfiora 71 ghiacciai e 13.000 litri di zuppa calda 400 vette. Ogni anno, quando si avvicina il momento della 65 operatori al computer 110 ore di diretta su 1.815 litri di birra 35 medici partenza dell’UTMB, che rimane comunque la gara regina 251 kg di TUC UTMB TV percorsi di a tutti gli effetti, migliaia di appassionati in tutto il mondo 65 infermieri ripiego si appiccicano al monitor di un pc o di uno smartphone per 35.000 barrette ai cereali 100 addetti al soccorso seguire la partenza della gara: quella folla variopinta e 1.765 kg di banane 5.000 balise multicolore che affolla Place de l’amitié a Chamonix scalda 400 kg di salame 70 computer il cuore e fa venire un’enorme voglia di essere lì con loro, ad 1.500 kg di formaggio aspettare che la musica di Vangelis sancisca ufficialmente 20 webcam l’inizio del viaggio. 9.000 persone trasportate Grazie a uno spiegamento di forze non indifferente, con 70 55 ristori e punti di controllo computer e 65 operatori, 20 webcam e 110 ore di diretta 11000 sacche trasportate sulla pagina sulla UTMB®TV, l’organizzazione ha saputo © UTMB® - ph Alexandre Girbal UTMB © UTMB® - ph Alexandre