MINISTERO PER I BENI PREFETTURA DI DI MACERATA E LE ATTIVITA’ CULTURALI UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO ARCHIVIO DI STATO DI MACERATA

RICORDARE CONOSCERE

segregazione e internamento nella provincia di Macerata 1940 - 1944

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Guida alla mostra documentaria

27 gennaio – 1 febbraio 2009

Galleria Antichi Forni

MACERATA

Coordinamento Maria Grazia Pancaldi Archivio di Stato di Macerata

Con la collaborazione di Nadia Capozucca Archivio di Stato di Macerata

Ricerca, analisi e regestazione Nadia Capozucca dei documenti Isabella Cervellini Emanuela Liberti Archivio di Stato di Macerata

Progetto grafico e composizione Fausta Pennesi computerizzata Archivio di Stato di Macerata

Allestimento mostra Nadia Capozucca Isabella Cervellini Emanuela Liberti Fausta Pennesi

Cura del catalogo Maria Grazia Pancaldi

Istituto Storico della Resistenza Si ringrazia e dell’ Età Contemporanea “Mario Morbiducci” Macerata l giorno della memoria, istituito con legge n. 211 del 2000, in adesio- ne alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio, data del- l'apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, come gior- nata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, è il risultato di una profonda espressione di condivisione.

Negli anni che videro eventi tanto dolorosi della storia dell’umanità in Europa, quali la Shoa, come eliminazione di un popolo, e che ebbe la guerra come tragico epilogo portando con sé distruzioni profonde e radicali, l’Italia nel sofferto e complesso percorso della storia di quel periodo, ci chiede di ricordare.

La memoria è una domanda ai cuori e alle menti. E’ riportare dinanzi ai nostri occhi “lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i per- seguitati” (art. 1 legge 211/2000).

E’ un ricordo all’umanità, alla vita, alla tolleranza. Ed è una celebra- zione non solo rivolta alle Istituzioni.

E’ anche e soprattutto un evento culturale e didattico che vuole rappre- sentare un monito alle future generazioni perché mai più si ripeta che l'Italia, in aperta contraddizione con le sue tradizioni di libertà e di umanità, si trasformi, come è avvenuto dal 1938 al 1945, in uno Stato persecutore di quei suoi stessi figli che coraggiosamente, lealmente, con dedizione e con altruismo avevano versato il proprio sangue sia nelle guerre d'Indipendenza che nel Primo conflitto mondiale. E’ una riflessione sui diritti umani, sulla capacità di una società di rendere effettivi questi diritti e non virtuali.

7 E le nostre coscienze devono essere concentrate sull’impegno duratu- ro, perenne contro ogni persecuzione e ogni offesa alla dignità umana.

E ricordare attraverso le immagini e i documenti di ciò che è accadu- to ci aiuta nella volontà di comprendere il valore della dignità umana spingendoci alla solidarietà, all’eguaglianza e al riconoscimento dei pari diritti.

E’ con questa disposizione d’animo che possiamo davvero esprimere la nostra vicinanza al dolore di chi ha vissuto l’offesa nel corpo e nello spirito ed essere partecipi della storia attraverso la condivisione.

Sentiti ringraziamenti per la sensibilità dimostrata alla Giornata della Memoria 2009 con la presente iniziativa al Comune di Macerata, alla Provincia di Macerata, all’Archivio di Stato di Macerata, all’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea “Mario Morbiducci” di Macerata.

VITTORIO PISCITELLI Prefetto di Macerata

8 La Presidenza del Consiglio provinciale di Macerata, nel rispetto della legge che ha proclamato quale Giorno della Memoria il 27 Gennaio (data coincidente con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz) per ricordare e conoscere i tragici eventi storici della Shoah e di tutti i cri- mini contro l’umanità, da alcuni anni sviluppa iniziative coordinando le varie attività Istituzionali sul tema. Nel programma delle celebrazioni 2009 dedicate al “Giorno della Memoria”, predisposto in collaborazione con la Prefettura, l’Archivio di Stato di Macerata, il Comune di Macerata ed altre Istituzioni è stata inserita una mostra documentaria sulla segregazione e sull’internamen- to in provincia di Macerata, che permette di ricordare e di far cono- scere in modo più pregnante eventi dei quali, fino a poco tempo fa, sembrava essersi persa ogni memoria, rendendo quindi pubbliche documentazioni storiche del maceratese. Si vuol far conoscere i tragici eventi che hanno riguardato il nostro ter- ritorio al fine di contribuire alla rimozione di ogni causa di ingiustizia, rafforzando nelle future generazioni un impegno sociale e politico per promuovere la pace e la convivenza civile. Ringrazio le Istituzioni e quanti hanno collaborato alla buona riuscita delle iniziative programmate.

SILVANO RAMADORI Presidente del Consiglio Provincia di Macerata

9 “Territorio strategico per il collocamento dei campi di internamento”. Questa, per il Gran Consiglio fascista, era la collocazione delle , e di altre zone dell’Italia centrale, nell’ambito della politica razziale del regime. I campi di internamento “ospitavano” cittadini ita- liani con le loro famiglie, accanto ad altri provenienti da Paesi esteri. Uomini, con le loro famiglie, considerati “pericolosi” sulla base in par- ticolare delle infami Leggi per la difesa della razza. Diversi di questi campi, la cui istituzione a distanza di settanta anni continua a rappre- sentare un monito per tutti coloro che vorrebbero riabilitare il regime fascista, si trovavano nella zona di Macerata, a Sforzacosta, , e in altre località. Sulla base delle testimonianze la generosità della nostra gente, prima e dopo l’8 settembre, fu di conforto per que- gli sventurati e tuttavia ogni iniziativa dedicata alla memoria di quei fatti tragici è la benvenuta proprio “per ricordare e conoscere”. Appunto la mostra documentaria “Ricordare Conoscere: segregazione e internamento in provincia di Macerata 1940-1944”, che si tiene nella nostra Galleria degli Antichi Forni in coincidenza con le celebra- zioni della Giornata della memoria, svolge egregiamente il compito di rievocare, anche sulla base di freddi documenti burocratici, il destino di tanti innocenti esseri umani che magari provenienti da terre lontane incrociarono la loro sorte nella nostra terra. Desidero ricordare una persona in particolare: Ruth Wartski, ebrea tedesca proveniente da Danzica e internata nel maceratese, dopo l’8 settembre finì nella Resistenza con il Gruppo bande Nicolò ove conobbe il suo futuro mari- to, Augusto Pantanetti, nostro onorato concittadino. Ora sono ambe- due scomparsi ma la loro parabola umana è legata proprio a quelle prigioni di guerra istituite dal fascismo. Voglio quindi ringraziare gli enti che hanno collaborato a questa ini- ziativa, accanto al nostro Comune: Archivio di Stato di Macerata, Prefettura, Provincia e Istituto storico della Resistenza e dell’ Età Contemporanea “Mario Morbiducci” di Macerata.

GIORGIO MESCHINI Sindaco del Comune di Macerata

10 INTRODUZIONE

Volentieri l’Archivio di Stato di Macerata ha accolto l’invito della Prefettura ad organizzare una mostra documentaria in concomitanza con la cerimonia di consegna di medaglie d’onore, prevista per il 27 gennaio 2009, a cittadini italiani, militari e civili, deportati ed interna- ti nei lager nazisti per il lavoro coatto ai fini dell’economia di guerra ed ai familiari di quelli deceduti. Gli eventi da trattare che fossero in sintonia con questo evento e con le celebrazioni della “Giornata della memoria”, programmate per lo stesso giorno, quelli cioè accaduti fra il 1940, l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia, ed il 1945, l’anno della liberazione, sono stati oggetto, soprattutto negli ultimi anni, di studi e di ricerche: numerose sono infatti le pubblicazioni e, attualmente, anche i siti web che pro- pongono memoriali, saggi e contributi basati su fonti d’archivio, ma anche e soprattutto su testimonianze tramandate oralmente. Ma l’argo- mento, lungi dall’essere esaurito, è ancora oggi oggetto di acceso dibattito sia storiografico che politico. I limiti posti alla libertà di ricerca dal diritto alla privacy, riserva- to ad ogni essere umano e quindi tutelato da una fitta legislazione e la conseguente riservatezza di alcune tipologie di fonti documentarie, hanno infatti determinato la convinzione che su un momento cruciale della nostra storia, come quello della seconda guerra mondiale (che per l’Italia si concentra soprattutto sullo scontro fra fascismo e antifasci- smo, fra regime e dissidenza, fra repubblica sociale e resistenza o liberazione), non sia stata fatta ancora completa chiarezza. L’idea che relativamente a quel periodo qualcosa sia stata taciuta o sia ancora da scoprire, è una ulteriore prova di un dato innegabile e cioè che quel periodo non è mai stato “archiviato” del tutto, non è mai stato definitivamente superato. E questa attenzione verso quegli avvenimen- ti si traduce ancora in un confronto che si potrebbe quasi definire freu- diano, nell’idea che all’origine ci sia stato un qualcosa che va riporta- to alla luce, un segreto che deve essere sciolto, un represso che va libe- rato; e non a caso Freud usava per l’inconscio la metafora del magaz- zino, dell’antro, del luogo di raccolta. Non a caso questo segreto lo si cerca negli archivi. Dall’esame dei fondi conservati nell’Archivio di Stato, l’unico rive-

11 latosi particolarmente significativo ai fini delle iniziative programmate, è stato quello dell’ufficio di Gabinetto della Questura. In particolare sono state enucleate e scelte quattro buste contenenti documentazione relativa ai campi di concentramento femminili e maschili operanti dal 1940 al 1944 (quando tutti gli internati furono trasferiti a Carpi, in provincia di Modena, in previsione della successiva deportazione nei lager nazisti) ad , Treia, e Pollenza, al campo per prigionieri di guerra di Sforzacosta, al sistema dell’internamento “libe- ro” attuato a , così come in altri comuni della provincia. Il materiale non è quindi quantitativamente considerevole; in par- ticolare, per il campo di Sforzacosta è costituito prevalentemente da elenchi di internati e cronologicamente inizia soltanto nel 1943, quan- do, oltre ai prigionieri di guerra, la struttura ospitò anche i civili prove- nienti dai campi di concentramento della provincia nel frattempo chiu- si. Documentazione relativa al periodo precedente, nonostante le ricer- che compiute capillarmente anche su altri fondi, non è stata rinvenuta. Gli ottantuno documenti selezionati non rivelano niente di ecla- tante o che ancora non sia noto: quello che se ne ricava è infatti un semplice spaccato delle attività quotidiane che, sulla base delle dispo- sizioni e direttive ministeriali, si svolgevano all’interno di ogni struttura, dalla istituzione alla chiusura: si tratta soprattutto di corrispondenza fra la direzione del campo e la Prefettura in merito alla requisizione delle ville e al fitto dei locali, alla consegna degli oggetti di casermaggio, alle richieste di brande e materassi, alla contabilità svolta per la liqui- dazione di compensi spettanti al personale sanitario e ausiliario, per le spese telefoniche, per le forniture di medicinali e di generi alimenta- ri, per la creazione di bagni e docce. Numerosi anche i fascicoli con- tenenti gli elenchi degli internati o relativi ai loro movimenti quindici- nali. Compaiono inoltre richieste di assegnazioni ulteriori di militari per lo svolgimento del servizio di vigilanza. Documentate anche alcu- ne manifestazioni di solidarietà fra le internate: è il caso ad esempio delle inglesi di Treia che chiedono alla direzione del campo che i pac- chi viveri loro destinati dalla Croce Rossa Britannica vengano estratti a sorte fra tutte, attraverso una “piccola lotteria”. Riguardo agli internati nel territorio del comune di Camerino, soprattutto ebrei di nazionalità inglese, oltre agli elenchi è presente anche la corrispondenza con il Ministero dell’Interno in merito alle loro

12 condizioni igieniche e alimentari. Altro la documentazione in nostro possesso non dice, forse di più non ci si poteva aspettare e comunque niente di diverso rispetto alla rappresentazione delle tipiche, abituali attività quotidiane che si svol- gono all’interno di un qualsiasi istituto, coercitivo o meno, che ospiti esseri umani. Ma forse è proprio in questa apparente “normalità” che sta il significato più vero e profondo dei documenti. Ad una prima let- tura, l’impressione che si ricava è quella che si può desumere dallo stu- dio di strutture come collegi, ospedali, caserme, tutt’al più, carceri: ordine, disciplina, rigore; si può perdere di vista il principio aberran- te che stava alla base della loro creazione, quello delle leggi razziali; anzi si può apprezzare la sollecitudine con cui venivano avanzate le richieste di manutenzioni e di riparazioni, la solerzia con cui si chie- deva l’autorizzazione a creare bagni, docce calde per gli internati e servizi igienici per i loro parenti in visita, l’impegno con cui venivano richiesti accreditamenti di fondi per la loro corrispondenza, la preoc- cupazione manifestata per le loro condizioni igienico-sanitarie, per il loro vitto e vestiario. Ma quella solerzia e quella alacrità risultano grot- tesche nel momento in cui si torna ad essere consapevoli del fatto che ci troviamo di fronte a un sistema creato allo scopo di accogliere per- sone colpevoli soltanto di avere una fede politica diversa, di apparte- nere ad un’altra etnia, o nazionalità, di professare un’altra religione, la cui destinazione finale, nella maggior parte dei casi, sarebbe stata a breve quella della deportazione nei campi di lavoro o di sterminio. Subentra allora lo sgomento per la laconicità, la semplicità, la natura- lezza con cui quelle attività vengono descritte, quella stessa alacrità, operosità e solerzia acquistano un significato sinistro, perturbante. È questo il senso più profondo che la mostra, pur con i suoi limi- ti, vuole avere, le impressioni che si propone di suscitare, l’obiettivo che vuole raggiungere: testimoniare come a volte la cosiddetta “bana- lità del male”, la sua “normalità”, quale noi crediamo si ravvisi in que- sti documenti, possa risultare efficace quanto le testimonianze più diret- te e immediate.

MARIA GRAZIA PANCALDI Direttore dell’Archivio di Stato di Macerata

13 1 1940 maggio 6, Macerata L'ispettore generale di Pubblica sicurezza di Macerata, G. Lo Spinoso, invia al capo della Polizia di Roma una relazione sulle abitazioni e luoghi della provincia individuati come ido- nei per installarvi campi di concentramento per confinati poli- tici ed internati stranieri.

Questura di Macerata, b. 3

2 1940 maggio 31, Roma Il Ministero dell'Interno sollecita l'occupazione degli stabili indi viduati come campi di concentramento e l'apertura dei campi stessi.

Questura di Macerata, b. 3

3 1940 luglio 5, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, trasmette ai sinda- ci della provincia le direttive, impartite dal Ministero dell'Interno, circa le regole cui dovranno sottostare i confina- ti politici e gli internati stranieri.

Questura di Macerata, b. 3

14 CAMPO DI CONCENTRAMENTO “ABBADIA DI ” DI URBISAGLIA

4 1940 maggio 11, Roma Il Mistero dell'Interno informa il prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], di voler stabilire un campo di concentramento per confinati od internati" presso i locali della villa dell'Abbadi di Fiastra, situata nei "comuni di Urbisaglia e , di pro- prietà privata, della capienza di 250 persone".

Questura di Macerata, b. 2

5 1940 maggio 21, Macerata Il prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], comunica al Ministero dell'Interno che il principe Don Carlo Giustiniani Bandini preferisce non cedere in affitto i locali della villa dell'Abbadia di Fiastra, da adibire a campo di concentra- mento.

Questura di Macerata, b. 2

6 1940 maggio 31, Abbadia di Fiastra Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, per ordine del pre- fetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], prende possesso di parte dei locali della villa dell'Abbadia di Fiastra.

Questura di Macerata, b. 2

15 *7 1940 giugno 5, Tolentino Ida Moroni Valeri di Tolentino invia al prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], un'offerta per la fornitura di vitto giorna- liero agli internati indigenti del campo di Urbisaglia.

Questura di Macerata, b. 2

8 1940 giugno 6, Urbisaglia Bonservizi Il barbiere Arturo Ridolfi di Urbisaglia chiede alla Questura di Macerata di poter svolgere la sua attivià presso il campo dell'Abbadia di Fiastra.

Questura di Macerata, b. 2

9 1940 giugno 14, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, invia al campo dell'Abbadia di Fiastra le "Prescrizioni per i campi di concen- tramento" .

Questura di Macerata, b. 2

10 1940 giugno 24 , Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, informa il commis- sario di Pubblica sicurezza del campo di Urbisaglia che il pre- fetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], ha stabilito che il sussi- dio di £ 6,50, concesso dal Ministero dell'Interno per gli inter- nati indigenti nei campi di concentramento di Urbisaglia e di Pollenza, sia anticipato dai suddetti comuni.

Questura di Macerata, b. 2

16 Doc. n. 7 17 11 1940 giugno 27, Abbadia di Fiastra Il commissario aggiunto di Pubblica sicurezza, Mario Bitossi, riceve in consegna dal maresciallo di Pubblica sicurezza, Ildebrando Bancalari, il materiale di casermaggio per il campo dell'Abbadia di Fiastra.

Questura di Macerata, b. 2

12 1940 luglio 25, Urbisaglia Il commissario aggiunto di Pubblica sicurezza del campo di Urbisaglia, Mario Bitossi, informa la Questura di Macerata dell'arrivo di quarantuno ebrei di nazionalità tedesca prove- nienti da Milano.

Questura di Macerata, b. 2

13 1940 agosto 6, Macerata Il prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], chiede al Ministero dell'Interno di poter integrare la vigilanza del campo di Urbisaglia, composta attualmente da tre carabinieri e da due agenti di Pubblica sicurezza, con altri due carabinieri, in quanto nel campo vi sono centoventitré internati, alcuni dei quali "irrequieti e turbolenti".

Questura di Macerata, b. 2

18 14 1940 ottobre 26, Urbisaglia Il commissario di Pubblica sicurezza del campo di di Urbisaglia, Giuseppe Franco, prende in consegna dal com- missario aggiunto di Pubblica sicurezza, Mario Bitossi, venti- sette libretti postali ed uno della Cassa di Risparmio di Urbisaglia, appartenenti agli internati del campo stesso.

Questura di Macerata, b. 2

15 1940 novembre 30, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, e l'avvocato Lorenzo Romanelli, procuratore del principe Giustiniani Bandini, stipulano un contratto di affitto mensile di £ 4.000 per la Villa dell'Abbadia di Fiastra di Urbisaglia, da adibire in parte a campo di concentramento per internati politici.

Questura di Macerata, b. 2

16 1941 dicembre 4, Macerata Il prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], chiede al Ministero dell'Interno di poter fornire il campo di Urbisaglia di docce calde, così come nei campi di Pollenza e di Treia, non solo per motivi igienici ma anche per evitare che gli internati, per fare il bagno, si rechino a Macerata. Chiede inoltre un "gabi- netto di decenza" per i loro familiari che si recano in visita.

Questura di Macerata, b. 2

19 17 1941 ottobre 28, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, informa il direttore del Consiglio provinciale delle corporazioni circa la mancata fornitura di sapone per gli internati del campo di Urbisaglia da parte della ditta Salac e della necessità di aumentarne l'assegnazione mensile da 2 Kg a 4 Kg.

Questura di Macerata, b. 2

18 1941 dicembre 31, Urbisaglia Presenze degli internati nel campo di Urbisaglia nel trimestre ottobre-dicembre 1941.

Questura di Macerata, b. 2

19 [1942 luglio 21, Urbisaglia] Elenco del materiale sanitario e delle attrezzature necessari per un ambulatorio medico-chirurgico del campo di Urbisaglia, richesto alla Questura di Macerata, dal direttore e dal medico del campo stesso, Paolo Pollak.

Questura di Macerata, b. 2

20 1943 luglio 2, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, chiede al direttore dell'Ufficio provinciale delle corporazioni l'assegnazione mensile di 1/2 Kg di ritagli di cuoio per la riparazione delle scarpe degli internati del campo di Urbisaglia.

Questura di Macerata, b. 2

20 21 1944 febbraio 20, Abbadia di Fiastra Verbale di riconsegna ai proprietari della villa dell'Abbadia di Fiastra, adibita a campo di concentramento, nel quale ven- gono constatati i danni ai locali e la necessità di riparazioni.

Questura di Macerata, b. 2

CAMPO DI CONCENTRAMENTO “VILLA LA QUIETE” O “VILLA SPADA” DI TREIA

*22 1940 maggio 31, Treia Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, su ordine del prefet- to, Arturo Vendittelli, prende possesso dei locali di villa "La Quiete" di Treia (detta anche villa Spada) di proprietà degli eredi di Galileo Vannutelli, da adibire a campo di concentra- mento.

Questura di Macerata, b. 1

23 1040 giugno 3, Macerata Filippo Buldorini di Macerata, [futuro appaltatore della mensa del campo di Treia], invia al prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, una tabella relativa alla fornitura quotidiana di vitto, per un periodo di due mesi, per gli internati del campo di Treia.

Questura di Macerata, b. 1

25 24 1940 giugno 7, Macerata "Elenco del casermaggio esistente a villa Spada di Treia" rice- vuto dal brigadiere di Pubblica sicurezza, Enrico Zecchino.

Questura di Macerata, b. 1

25 1940 giugno 16, Macerata L'ispettore generale di Pubblica sicurezza, Francesco Ciancaglini, invia alla Questura di Macerata una nota sul campo di Treia, descrivendone le caratteristiche e sottolinean- do che alla sorveglianza dello stesso è preposto un funziona- rio di Pubblica sicurezza con giurisdizione anche sul campo di Pollenza, con due carabinieri alle dipendenze.

Questura di Macerata, b. 1

26 !941 liglio 21,Treia Il direttore del campo di Treia, Carmine Ferrigno, trasmette al questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, una nota con la descrizione dei locali occupati ed in uso al campo stesso.

Questura di Macerata, b. 1

27 [1941, Treia] "Elenco delle internate giunte al campo di Treia dal 25 marzo al 15 giugno 1941".

Questura di Macerata, b. 1

26 28 1941 novembre 8, Treia (MC) Le internate inglesi inviano al direttore del campo di Treia, [Carmine Ferrigno], una lettera nella quale chiedono che i pacchi ricevuti [dalla Croce Rossa britannica] siano numerati ed estratti a sorte tra tutte le internate, facendo una "piccola lotteria".

Questura di Macerata, b. 1

29 [1941, Treia] Elenco " degli oggetti e mobili" distribuiti nei trentasette vani di villa "La Quiete" di Treia, affidati alla Direzione del campo stesso.

Questura di Macerata, b. 1

30 1942 aprile 15, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, invia al Ministro dell'Interno, Direzione generale della pubblica sicurezza di Roma, una nota sul cattivo stato del campo di Treia.

Questura di Macerata, b. 1

31 1942 aprile 15, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, nel comunicare al Ministero dell'Interno che la cucina esistente nel campo di Treia deve essere sostituita, chiede se la spesa debba essere sostenuta dal locatore. Allegata foto di modello di stufa).

Questura di Macerata, b. 1

27 32 1942 luglio 2, Macerata Il prefetto di Macerata Arturo Vendittelli, chiede al direttore dell'Ufficio alimentazione di Macerata di voler assegnare al campo di Treia un quintale di crusca e mangime per gli ani- mali da cortile, allevati nel campo stesso.

Questura di Macerata, b. 1

33 1942 luglio 9, Macerata L'ingegnere del Corpo reale del genio civile di Macerata, Mario Folchi Vici, trasmette alla Prefettura di Macerata la peri- zia dei lavori occorrenti per il restauro del tetto di villa "La Quiete " di Treia, andato distrutto durante un incendio verifi- catosi il 14 marzo precedente ed ammontante ad una spesa complessiva di £ 5.000.

Questura di Macerata, b. 1

34 1942 settembre 15, Roma La Direzione generale della pubblica sicurezza invita la Prefettura di Macerata ad esaminare la possibilità di effettua- re lo sgombero del campo di Treia il 1° gennaio 1943, con trasferimento delle internate stesse al campo di Petriolo.

Questura di Macerata, b. 1

28 35 1942 settembre 19, Macerata Il prefetto, presidente del Consiglio e Ufficio corporazioni di Macerata, Arturo Vendittelli, comunica al direttore del campo di Treia, Carmine Ferrigno, l'assegnazione straordinaria men- sile di 10 Kg di sapone da bucato.

Questura di Macerata, b. 1

36 1942 ottobre 4, Roma La Direzione generale della pubblica sicurezza, a seguito del trasferimento del campo di Treia in altri locali nello stesso comune, invita la Società anonima casermaggi di Roma ad inviare le sessanta forniture di casermaggio, pertinenti al campo stesso, risultanti in esubero, al nuovo campo da approntare nei locali del monastero di S.Croce, nel comune di Sassoferrato, che ha una capienza di centoquaranta posti.

Questura di Macerata, b. 1

37 [1942, Treia] Elenco delle internate del campo di Treia presenti dal 16 al 31 ottobre 1942, inviato dal direttore del campo stesso, Carmine Ferrigno, alla Questura di Macerata.

Questura di Macerata, b. 1

29 38 1942 dicembre 29, Macerata L'ingegnere capo dell'Amministrazione provinciale di Macerata, Andrea Visioli, redige una "perizia estimativa" dei lavori di ripristino dei locali di villa "La Quiete", a seguito dei danni provocati dalla destinazione dello stabile stesso a campo di concentramento per confinati ed internati.

Questura di Macerata, b. 1

39 1943 giugno 19, Treia il municipio di Treia comunica ai medici Giuseppe Grande, Remo Appignanesi e David Sori, che, sulla base di quanto disposto dalla Questura di Macerata, gli internati stranieri o italiani che fruiscono del sussidio giornaliero a carico dello Stato dovranno avvalersi, per l'assistenza sanitaria, del "sani- tario condotto".

Questura di Macerata, b. 1

CAMPO DI CONCENTRAMENTO “VILLA CASTELLETTA” O “VILLA SAVINI” DI PETRIOLO

40 1942 dicembre 1, Macerata Il prefetto di Macerata, [Giovanni Battista Alessandri], chiede alla ditta telefonica Timo un preventivo per trasferire lelinee telefoniche dal campo di villa "La Quiete" di Treia , che verrà chiuso, a quello di villa "Castelletta" di Petriolo, di proprietà di Bice Savini, vedova Brandimarte.

Questura di Macerata, b. 2

30 41 1942 dicembre 6, Macerata Il direttore del Corpo reale del genio civile di Macerata, Mario Folchi Vici, invia alla Prefettura di Macerata la fattura per lo smontaggio delle stufe di terracotta dal campo di Treia e la loro installazione a quello di Petriolo.

Questura di Macerata, b. 2

42 1942 dicembre 7, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, informa il coman- dante della Compagnia dei carabinieri reali di Macerata, Giulio Rossignoli, che il prossimo 13 dicembre si svolgerà il trasferimento delle internate dal campo di Treia a quello di Petriolo.

Questura di Macerata, b. 2

43 1942 dicembre 31, Petriolo Il direttore del campo di Petriolo, Carmine Ferrigno, invia alla Questura di Macerata l'elenco delle internate presenti dal 16 al 31 dicembre 1942.

Questura di Macerata, b. 2

44 1943 gennaio 19, Macerata Il dirigente del Corpo reale del genio civile di Macerata, Mario Folchi Vici, diffida la ditta Orbolato Giovanni di Macerata a provvedere circa il malfunzionamento della ter- mocucina installata nel campo di villa Castelletta di Petriolo.

Questura di Macerata, b. 2

31 45 1943 settembre 30, Petriolo Il direttore del campo di Petriolo, Carmine Ferrigno, invia alla Questura di Macerata l'elenco delle internate presenti dal 16 al 30 settembre 1943.

Questura di Macerata, b. 2

46 1943 ottobre 19, Petriolo Il podestà di Petriolo informa il questore di Macerata, [Vincenzo Ceniti], che il 30 settembre precedente tutte le inter- nate dal campo di Petriolo sono state trasferite a quello di Sforzacosta.

Questura di Macerata, b. 2

*47 1943 novembre 3, Macerata Il questore di Macerata,Vincenzo Ceniti, comunica alla diret- trice del campo di Petriolo, Irma Mancini, che, a seguito del trasferimento delle internate nel campo n. 53 di Sforzacosta, avvenuto il 29 settembre precedente, il suo servizio è cessato il 1° novembre.

Questura di Macerata, b. 2

48 1944 febbraio 5, Macerata Il prefetto di Macerata, [Ferruccio Ferazzani], informa il que- store di Macerata, [Vincenzo Ceniti], di aver disposto che i locali del campo di Petriolo, riconsegnati alla proprietaria, rimangano comunque a disposizione come alloggi per gli sfollati.

Questura di Macerata, b. 2

32 CAMPO DI CONCENTRAMENTO “VILLA LAURI” DI POLLENZA

49 1940 giugno 5, Macerata La Prefettura di Macerata, nella persona del consigliere Ugo Storich, stipula un contratto di affitto di villa Lauri, sita in Pollenza in contrada S. Lucia, di proprietà della marchesa Isabella Ciccolini, vedova Costa, da adibire a campo di con- centramento, con un a corresponsione mensile di £ 2.500.

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*50 1940 giugno 16, Macerata L'Ispettore generale di Pubblica sicurezza, Francesco Ciancaglini, invia alla Questura di Macerata una nota sullo stato del campo di concentramento stabilito a villa Lauri di Pollenza, di proprietà della marchesa Isabella Ciccolini.

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51 1940 giugno 20, Macerata Il prefetto di Macerata, [Arturo Vendittelli], comunica alla Direzione generale della pubblica sicurezza di Roma, di aver affidato al commissario aggiunto di Pubblica sicurezza, Mario Bitossi, la direzione dei campi di Urbisaglia e di Pollenza.

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33 52 1940 giugno 30, Pollenza Il commissario aggiunto di Pubblica sicurezza, Mario Bitossi, attesta di ricevere in consegna il materiale di casermaggio per il campo di Pollenza.

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53 1940 luglio 16, Roma Elenco delle spese sostenute dalla Società anonima caser- maggi di Roma per il "trasporto sistemazione campi confina- ti" delle province di Chieti, Macerata,Teramo e Parma.

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54 [1941, Pollenza] "Elenco delle presenze delle internate nel campo di concen- tramento di Pollenza dal 25 giugno al 31 dicembre 1940".

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55 1941 giugno 2, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, invia al direttore provinciale per l'alimentazione di Macerata, cav. Marzetti, un pro-memoria sul mancato regolare rifornimento di carne al campo di Pollenza.

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34 56 1941 giugno 16, Pollenza "Elenco delle vivande somministrate alle internate nel campo di concentramento di Pollenza durante due settimane".

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57 1941 luglio 15, Roma La Direzione generale della pubblica sicurezza invia alle Prefetture di Macerata, di Parma e di Firenze una relazione sulle visite effettuate, nell'aprile1941, dal delegato della Croce Rossa Internazionale, rispettivamente ai campi di con- centramento di villa Lauri di Pollenza, di Montechiarugolo (PR) e di Villa Selva (Bagno a Ripoli - FI).

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58 1942 aprile 28, Pollenza La Direzione del campo di Pollenza notifica alla Questura di Macerata la necessità di adibire alla vigilanza del campo quattro militari dell'Arma, così come disposto dal Ministero dell'Interno.

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59 1942 agosto 1, Macerata Il medico provinciale presso la Prefettura di Macerata chiede al direttore del Consiglio delle corporazioni di Macerata di assegnare al campo di Pollenza, per il mese di agosto, una fornitura di 18 Kg di sapone.

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35 60 1943 giugno 24, Pollenza Il direttore del campo di Pollenza, Giulio Dandolo, informa il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, sulla variazione del pasto serale somministrato alle internate.

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61 1943 luglio 20, Pollenza Il direttore del campo di Pollenza, Giulio Dandolo, invia una nota alla Questura di Macerata per la richiesta di cancelleria.

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62 1944 aprile 30, Pollenza Il commissario aggiunto di Pubblica sicurezza del campo di Pollenza riconsegna "Villa Lauri" agli eredi di Carlo Costa, rappresentati dal loro amministratore, Matteo Scodanibio.

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CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI SFORZACOSTA

63 1943 ottobre 9, Sforzacosta Il comandante del campo di Sforzacosta, Nicola Lucidi, infor- ma la Questura di Macerata dell'evasione di tre internati civi- li di nazionalità jugoslava.

Questura di Macerata, b. 2 36 64 1943 novembre 1, Macerata Il questore di Macerata, [Vincenzo Ceniti], invia alla Prefettura e al Comune di Macerata gli elenchi degli interna- ti del campo di Sforzacosta per il pagamento del sussidio di £ 9 per il vitto giornaliero.

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65 1943 novembre 15 , Sforzacosta Elenco di internati presenti nel campo di Sforzacosta dal 1 al 15 novembre 1943.

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66 1943 dicembre 15, Sforzacosta Materiale di casermaggio esistente nel campo di Sforzacosta proveniente dai campi di Urbisaglia, Pollenza e Petriolo.

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67 1944 gennaio 28, Roma Il Ministero dell'Interno informa il prefetto di Macerata, [Ferruccio Ferazzani], che il Comando germanico trasferirà gli ottanta internati civili stranieri, dal campo di Sforzacosta al campo di Carpi (MO).

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37 *68 1944 febbraio 10, Macerata Il prefetto di Macerata, [Ferruccio Ferazzani], informa il Ministero dell'Interno che il 2 e 7 febbraio 1944 gli internati del campo di Sforzacosta sono stati trasferiti al campo di Carpi.

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69 1944 febbraio 10, Modena La Prefettura di Modena comunica al Ministero dell'Interno che gli internati del campo di Sforzacosta sono giunti al campo di Fossoli di Carpi, chiedendo che gli effetti di caser- maggio esistenti nel campo di Sforzacosta siano trasferiti a quello di Carpi.

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INTERNAMENTO A CAMERINO

70 s.d. Elenco degli internati civili residenti nella provincia di Macerata.

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38 Doc. n. 68 39 71 1940 dicembre 6, Roma Il capo di gabinetto del Ministero dell'Interno chiede notizie circa la condotta di vita degli ebrei internati nella provincia ed in particolar modo di quelli residenti a Camerino.

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72 1940 dicembre 9, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, riferisce al capo di gabinetto del Ministero dell'Interno circa il comportamento degli ebrei internati a Camerino.

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73 1942 gennaio 21, Macerata Il tenente colonnello dei Carabinieri, Giuseppe Congedo, invia al prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, una relazione in cui si evidenziano le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui vivono i diciotto ebrei di nazionalità inglese, provenien- ti dalla Libia ed internati a Camerino.

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74 1942 gennaio 21, Macerata Il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, chiede al Ministero dell'Interno l'autorizzazione alla spesa per l'acquisto di vestiario necessario per i "sudditi inglesi di razza ebraica".

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40 75 1942 gennaio 25, Roma Il Ministero dell'Interno autorizza il prefetto di Macerata, Arturo Vendittelli, a sostenere le spese necessarie per gli ebrei provenienti dalla Libia, internati nel comune di Camerino.

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*76 1944 marzo 9, Camerino (MC) Iosef Nemru, ebreo internato a Camerino, chiede alla Sezione provinciale per l'alimentazione, anche a nome dei suoi correligionari internati, una razione straordinaria di olio e la possibilità di macellare un agnello secondo i dettami della religione ebraica.

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77 [1944 ,Camerino] Elenco degli internati ebrei presenti a Camerino al 24 febbra- io 1944 e trasferiti a Carpi il 20 aprile dello stesso anno.

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78 1944 maggio 4, Macerata Il prefetto di Macerata, Ferruccio Ferazzani, comunica al Comando di Valdagno (VI) che gli ebrei stranieri internati nel territorio della provincia sono stati prelevati e trasportati a Carpi per ordine del locale Comando tedesco delle SS.

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41 79 1944 maggio 10, Camerino Il commissario prefettizio del comune di Camerino si rivolge al questore di Macerata per sapere in quale campo siano stati inviati i sudditi ebrei inglesi, già internati in città, per poter inviare loro la corrispondenza ed i vaglia giacenti pres- so gli uffici comunali.

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80 1944 maggio 15, Macerata Il questore di Macerata, Vincenzo Ceniti, comunica al pode- stà di Camerino che gli ebrei inglesi, già internati a Camerino, sono stati trasportati nel campo di Fossoli di Carpi.

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81 1945 marzo 3, Serravalle del Chienti Memedovic Vojislav, ex internato civile di guerra dal 14 set- tembre 1942 al 30 giugno 1944, chiede all' Ente provincia- le assistenza che gli sia liquidato il sussidio.

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