Conoscere Ri Co Rd

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MINISTERO PER I BENI PREFETTURA DI MACERATA COMUNE DI MACERATA E LE ATTIVITA’ CULTURALI UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO ARCHIVIO DI STATO DI MACERATA RICORDARE CONOSCERE segregazione e internamento nella provincia di Macerata 1940 - 1944 Stampa: Digistampa Prefettura Archivio di Stato Provincia Comune di Macerata di Macerata di Macerata di Macerata Ufficio Territoriale del Governo Guida alla mostra documentaria 27 gennaio – 1 febbraio 2009 Galleria Antichi Forni MACERATA Coordinamento Maria Grazia Pancaldi Archivio di Stato di Macerata Con la collaborazione di Nadia Capozucca Archivio di Stato di Macerata Ricerca, analisi e regestazione Nadia Capozucca dei documenti Isabella Cervellini Emanuela Liberti Archivio di Stato di Macerata Progetto grafico e composizione Fausta Pennesi computerizzata Archivio di Stato di Macerata Allestimento mostra Nadia Capozucca Isabella Cervellini Emanuela Liberti Fausta Pennesi Cura del catalogo Maria Grazia Pancaldi Istituto Storico della Resistenza Si ringrazia e dell’ Età Contemporanea “Mario Morbiducci” Macerata l giorno della memoria, istituito con legge n. 211 del 2000, in adesio- ne alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio, data del- l'apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, come gior- nata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, è il risultato di una profonda espressione di condivisione. Negli anni che videro eventi tanto dolorosi della storia dell’umanità in Europa, quali la Shoa, come eliminazione di un popolo, e che ebbe la guerra come tragico epilogo portando con sé distruzioni profonde e radicali, l’Italia nel sofferto e complesso percorso della storia di quel periodo, ci chiede di ricordare. La memoria è una domanda ai cuori e alle menti. E’ riportare dinanzi ai nostri occhi “lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i per- seguitati” (art. 1 legge 211/2000). E’ un ricordo all’umanità, alla vita, alla tolleranza. Ed è una celebra- zione non solo rivolta alle Istituzioni. E’ anche e soprattutto un evento culturale e didattico che vuole rappre- sentare un monito alle future generazioni perché mai più si ripeta che l'Italia, in aperta contraddizione con le sue tradizioni di libertà e di umanità, si trasformi, come è avvenuto dal 1938 al 1945, in uno Stato persecutore di quei suoi stessi figli che coraggiosamente, lealmente, con dedizione e con altruismo avevano versato il proprio sangue sia nelle guerre d'Indipendenza che nel Primo conflitto mondiale. E’ una riflessione sui diritti umani, sulla capacità di una società di rendere effettivi questi diritti e non virtuali. 7 E le nostre coscienze devono essere concentrate sull’impegno duratu- ro, perenne contro ogni persecuzione e ogni offesa alla dignità umana. E ricordare attraverso le immagini e i documenti di ciò che è accadu- to ci aiuta nella volontà di comprendere il valore della dignità umana spingendoci alla solidarietà, all’eguaglianza e al riconoscimento dei pari diritti. E’ con questa disposizione d’animo che possiamo davvero esprimere la nostra vicinanza al dolore di chi ha vissuto l’offesa nel corpo e nello spirito ed essere partecipi della storia attraverso la condivisione. Sentiti ringraziamenti per la sensibilità dimostrata alla Giornata della Memoria 2009 con la presente iniziativa al Comune di Macerata, alla Provincia di Macerata, all’Archivio di Stato di Macerata, all’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea “Mario Morbiducci” di Macerata. VITTORIO PISCITELLI Prefetto di Macerata 8 La Presidenza del Consiglio provinciale di Macerata, nel rispetto della legge che ha proclamato quale Giorno della Memoria il 27 Gennaio (data coincidente con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz) per ricordare e conoscere i tragici eventi storici della Shoah e di tutti i cri- mini contro l’umanità, da alcuni anni sviluppa iniziative coordinando le varie attività Istituzionali sul tema. Nel programma delle celebrazioni 2009 dedicate al “Giorno della Memoria”, predisposto in collaborazione con la Prefettura, l’Archivio di Stato di Macerata, il Comune di Macerata ed altre Istituzioni è stata inserita una mostra documentaria sulla segregazione e sull’internamen- to in provincia di Macerata, che permette di ricordare e di far cono- scere in modo più pregnante eventi dei quali, fino a poco tempo fa, sembrava essersi persa ogni memoria, rendendo quindi pubbliche documentazioni storiche del maceratese. Si vuol far conoscere i tragici eventi che hanno riguardato il nostro ter- ritorio al fine di contribuire alla rimozione di ogni causa di ingiustizia, rafforzando nelle future generazioni un impegno sociale e politico per promuovere la pace e la convivenza civile. Ringrazio le Istituzioni e quanti hanno collaborato alla buona riuscita delle iniziative programmate. SILVANO RAMADORI Presidente del Consiglio Provincia di Macerata 9 “Territorio strategico per il collocamento dei campi di internamento”. Questa, per il Gran Consiglio fascista, era la collocazione delle Marche, e di altre zone dell’Italia centrale, nell’ambito della politica razziale del regime. I campi di internamento “ospitavano” cittadini ita- liani con le loro famiglie, accanto ad altri provenienti da Paesi esteri. Uomini, con le loro famiglie, considerati “pericolosi” sulla base in par- ticolare delle infami Leggi per la difesa della razza. Diversi di questi campi, la cui istituzione a distanza di settanta anni continua a rappre- sentare un monito per tutti coloro che vorrebbero riabilitare il regime fascista, si trovavano nella zona di Macerata, a Sforzacosta, Pollenza, Treia e in altre località. Sulla base delle testimonianze la generosità della nostra gente, prima e dopo l’8 settembre, fu di conforto per que- gli sventurati e tuttavia ogni iniziativa dedicata alla memoria di quei fatti tragici è la benvenuta proprio “per ricordare e conoscere”. Appunto la mostra documentaria “Ricordare Conoscere: segregazione e internamento in provincia di Macerata 1940-1944”, che si tiene nella nostra Galleria degli Antichi Forni in coincidenza con le celebra- zioni della Giornata della memoria, svolge egregiamente il compito di rievocare, anche sulla base di freddi documenti burocratici, il destino di tanti innocenti esseri umani che magari provenienti da terre lontane incrociarono la loro sorte nella nostra terra. Desidero ricordare una persona in particolare: Ruth Wartski, ebrea tedesca proveniente da Danzica e internata nel maceratese, dopo l’8 settembre finì nella Resistenza con il Gruppo bande Nicolò ove conobbe il suo futuro mari- to, Augusto Pantanetti, nostro onorato concittadino. Ora sono ambe- due scomparsi ma la loro parabola umana è legata proprio a quelle prigioni di guerra istituite dal fascismo. Voglio quindi ringraziare gli enti che hanno collaborato a questa ini- ziativa, accanto al nostro Comune: Archivio di Stato di Macerata, Prefettura, Provincia e Istituto storico della Resistenza e dell’ Età Contemporanea “Mario Morbiducci” di Macerata. GIORGIO MESCHINI Sindaco del Comune di Macerata 10 INTRODUZIONE Volentieri l’Archivio di Stato di Macerata ha accolto l’invito della Prefettura ad organizzare una mostra documentaria in concomitanza con la cerimonia di consegna di medaglie d’onore, prevista per il 27 gennaio 2009, a cittadini italiani, militari e civili, deportati ed interna- ti nei lager nazisti per il lavoro coatto ai fini dell’economia di guerra ed ai familiari di quelli deceduti. Gli eventi da trattare che fossero in sintonia con questo evento e con le celebrazioni della “Giornata della memoria”, programmate per lo stesso giorno, quelli cioè accaduti fra il 1940, l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia, ed il 1945, l’anno della liberazione, sono stati oggetto, soprattutto negli ultimi anni, di studi e di ricerche: numerose sono infatti le pubblicazioni e, attualmente, anche i siti web che pro- pongono memoriali, saggi e contributi basati su fonti d’archivio, ma anche e soprattutto su testimonianze tramandate oralmente. Ma l’argo- mento, lungi dall’essere esaurito, è ancora oggi oggetto di acceso dibattito sia storiografico che politico. I limiti posti alla libertà di ricerca dal diritto alla privacy, riserva- to ad ogni essere umano e quindi tutelato da una fitta legislazione e la conseguente riservatezza di alcune tipologie di fonti documentarie, hanno infatti determinato la convinzione che su un momento cruciale della nostra storia, come quello della seconda guerra mondiale (che per l’Italia si concentra soprattutto sullo scontro fra fascismo e antifasci- smo, fra regime e dissidenza, fra repubblica sociale e resistenza o liberazione), non sia stata fatta ancora completa chiarezza. L’idea che relativamente a quel periodo qualcosa sia stata taciuta o sia ancora da scoprire, è una ulteriore prova di un dato innegabile e cioè che quel periodo non è mai stato “archiviato” del tutto, non è mai stato definitivamente superato. E questa attenzione verso quegli avvenimen- ti si traduce ancora in un confronto che si potrebbe quasi definire freu- diano, nell’idea che all’origine ci sia stato un qualcosa che va riporta- to alla luce, un segreto che deve essere sciolto, un represso che va libe- rato; e non a caso

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