ESCURSIONE A E , Abbazia di Sassovivo, Fonti del Clitunno, Trevi e Grotta di Pale,

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CONSIGLI UTILI

Raggiungere questa zona dell‟ è molto semplice poiché è collegata agevolmente dalla SS75 (ingresso a Santa Maria degli Angeli) direzione Foligno- Spoleto. Per raggiungere i vari punti dell‟escursione (sono circa 85 Km dall‟agriturismo) occorrono in macchina circa un‟ora e trenta minuti.

E‟ un percorso che si può effettuare tutto l‟anno (specie quello urbano) ma è molto più gradevole in primavera ed estate.

La zona è particolarmente vocata alla produzione dell‟olio (specialmente Trevi e la zona del Clitunno).

Si raccomanda una visita al mercatino dell‟antiquariato di Pissignano.

Alle fonti del Clitunno e in tutto il parco limitrofo si possono fare bellissime passeggiate nel verde e, per chi è appassionato, anche la pesca alla trota.

Dove mangiare: DA ANGELO: Ponte Santa Lucia, 46 - 06030 - Foligno (PG) 0742 - 311515 DEL LAGO: V. Del Lago 9 - 06030 - Foligno (PG) 0742 681326 LE MURA : V. Mentana 25 - 06034 - Foligno (PG) 0742-354648 BENEDETTI : Via G. Verdi n° 32 Loc. Settecamini - 06042 - (PG) 0743 - 520045 - 520080 CAMESENA: Via del castello 3 Pissignano Alto Borgo S. Benedetto - 06042 - Campello sul Clitunno (PG) 0743 520340 FONTANELLE: Loc. Fontanelle 9 - 06042 - Campello sul Clitunno 0743 275052 FONTI DEL CLITUNNO: Via Flaminia 9 Loc. Fonti del Clitunno - 06042 - Campello sul Clitunno (PG) 0743 - 275057 - 521141 DELLA TORRE: S.S. Flaminia Km 147 - 06039 - Trevi (PG) 0742 - 3971 IL NUOVO FIENILE : V. Cannaiola 1 - 06032 - Trevi (PG) 0742 381890 L'ULIVO: V. Monte Bianco 23 - 06039 - Trevi (PG) 0742 78969 ANTICA POSTA: Loc. Fabbreria 16 - 06049 - Spoleto (PG) 0743 - 224585 DEI DUCHI: Viale G. Matteotti 4 - 06049 - Spoleto (PG) 0743 44541 LA MACCHIA: Loc. Licina 11 - 06049 - Spoleto (PG) 0743 49059 LOCANDA DEL SOLE: Fraz. Ocenelli 16 - 06049 - Spoleto (PG) 0743 64259 PARADISO: Loc. Monteluco 19 - 06049 - Spoleto (PG) 0743 223427

Pag. 3 FOLIGNO

Foligno è uno dei rari centri storici dell'Umbria edificato in pianura, sorto come è sulle rive del là dove il fiume sbocca nella valle. La zona vide prosciugare grandi aree paludose con interventi successivi, prima in epoca romana, poi nel XV e XVI secolo fino a quelli definitivi nell' 800. Il momento più significativo di una visita a Foligno è probabilmente rappresentato dalla visita a Piazza della Repubblica e all'attigua Piazza Duomo. La prima, nel suo attuale assetto, con sagoma allungata e l'innesto di quattro strade agli angoli, risponde ai canoni più generali con cui tra il XII e il XIII secolo venivano progettate molte piazze comunali umbre; su di essa si affacciano il Duomo, il Palazzo Comunale eretto fra il 1262 e il 1265, il Palazzo Pretorio, il Palazzo Orfini del 1515 e il Palazzo Trinci, che conserva tracce delle belle decorazioni e alcune sale pregevolmente affrescate. I turisti più attenti non dovrebbero lasciare Foligno senza aver visitato la chiesa romanica di Santa Maria Infraportas ed a soli 6 km dal centro l'abbazia di Sassovivo (in questo momento in parziale restauro). La prima è caratterizzata, oltre che dagli affreschi del 400 e del 500, dalla bella torre campanaria e da un portico del XI secolo, la seconda invece si ricorderà per il chiostro romanico duecentesco su 128 esili colonne e per l'atmosfera mistica che si respira negli ambienti benedettini. Fra le più importanti manifestazioni organizzate nella città merita senza dubbio una nota particolare la Giostra della Quintana.

TREVI

Fra Foligno e Spoleto, Trevi sorge, come la maggior parte dei borghi medioevali della zona, su un colle in posizione dominante rispetto alla pianura dove scorre il Clitunno. Uno dei momenti artistici più interessanti per chi visiterà questa cittadina è sicuramente la chiesa di San Emiliano del XII secolo, con tre absidi ornate da lesene e archetti su mensole. All' interno troviamo invece l'altare del Sacramento, opera di gusto raffinato attribuito a Rocco da Vicenza (1522). Oltre alla chiesa di San Francesco, gotica del 1200, che ospita affreschi del XIV e XV secolo, è bene visitare anche nel quattrocentesco palazzo comunale la Pinacoteca dove si possono ammirare una Madonna del Pinturicchio e un ' Incoronazione di Maria dello Spagna. Poco fuori dal paese si raggiungono in breve la Madonna delle Lacrime (1487) con un bell' affresco del Perugino e la chiesa romanica di San Pietro a Bovara. Pag. 4

ABBAZIA DI SASSOVIVO

Il monastero sorge ad una quota di 520 m s.l.m. L‟abbazia di S. Croce di Sassovivo fu fondta intorno all‟anno 1070 da Mainardo, monaco benedettino, che entrò in possesso del luogo a seguito della donazione del conte Ugolino di Uppello. Era un‟abbazia di Minori benedettini, autonoma. Alquanto rapidamente estese la sua giurisdizione a molte chiese della diocesi di Foligno, Spoleto ed altre dell‟Umbria, delle Marche e persino di Roma (SS. Quattro Coronati). La decadenza ebbe inizio nei primi del ‟400 e nel 1586: soppressa la congregazione, l‟abbazia passò in mano ai Monaci benedettini olivetani, che successivamente si trasferirono in S. Maria in Campis. Le parti più interessanti del complesso monumentale sono la chiesa, rinnovata varie volte e restaurata nel 1856, un locale a volta che presentava affreschi profani del secolo XIV, ora trasportati a Perugia dalla Soprintendenza ai Monumenti e, pezzo pregevole, il chiostro. È questo un raro esempio di architettura romanica del XIII secolo che fu fatto realizzare dall‟abate Angelo nel 1229. Il chiostro è composto da 128 colonnine binate tortili, di superficie liscia, che sorreggono 58 archi a tutto sesto di marmo bianco. La trabeazione è composta da una fascia di marmi colorati e da due listelli ornati di mosaici policromi, di smalti ed oro. Questi vennero realizzati a Roma e successivamente posti in opera sotto la direzione dello stesso maestro Pietro. Il lato orientale del chiostro presenta una sopraelevazione che fa mostra di un‟elegante decorazione di terracotta; costituita da una serie di colonnine ed archetti multiformi, aggiunta nel 1314. Gli stemmi posti quasi al centro sono: a sinistra quello del monastero (la Croce), al centro quello dell‟abate (Filippo Bigazzini: una colonna tra due gatti), a destra quello della chiesa (le Chiavi). La cisternache occupa lo spazio centrale del chiostro, venne aperta nel 1340; l‟armatura in ferro battuto è del 1625. Nei pressi del monastero, proseguendo lungo la strada, vi sono resti della primitiva chiesa monastica (Nessi) che racchiudeva la Cappella del Beato Alano (1263-1313), abate del monastero di Sassovivo, e la cripta del secolo XI o XII, anch‟essa diruta e nel più complesso abbandono.

Pag. 5 LE FONTI DEL CLITUNNO

Uno specchio d'acqua con un perimetro poco più lungo di 400 metri per una superficie di quasi diecimila metri quadrati. In questo piccolo laghetto numerosissime specie vegetali contribuiscono a dare quella caratteristica per cui le Fonti del Clitunno sono note. Il muschio, le fanerogame, la coda di cavallo acquatica, la mestolaccia, la brosca increspata, la gamberaja maggiore, il nontiscordardimè delle paludi, il nasturzio acquatico, detto anche crescione sono solo alcune delle piante che si trovano all'interno del laghetto. Intorno alle rive sono gli alberi a caratterizzare l'ambiente, in primo luogo il pioppo cipressino, che d'estate si riveste di un fitto fogliame. Poi, i salici piangentila cui diffusione viene fatta risalire alla moda che si diffuse a Parigi negli anni '40 del secolo diciannovesimo di questa pianta che, si dice, dava ombra alla tomba di Napoleone a Sant'Elena.

Hai mai veduto le Fonti del Clitunno? Se non ancora, e credo di no, altrimenti me ne avresti parlato, valle a vedere. "Io l'ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi".

Così scriveva Plinio il Giovane a un amico e il suo consiglio è valido ancora oggi.

Le Fonti del Clitunno come le vediamo oggi sono diverse da quelle del Primo secolo, ai tempi di Plinio. Un violento terremoto, nel 444 cambiò la faccia della zona e, probabilmente, fu la causa del ridimensionamento del fiume Clitunno, fino ad allora navigabile. La sistemazione delle Fonti del Clitunno come le vediamo oggi è dovuta all'opera paziente di Paolo Campello della Spina che tra il 1860 e il 1865 tolse la terra per creare lo spazio per il laghetto e provvide a far crescere la vegetazione che ancora oggi caratterizza le Fonti del Clitunno, qualche anno dopo Giosue Carducci scrisse l'ode barbara Alle Fonti del Clitunno. Il passaggio del poeta è ricordato oggi da una stele dello scultore torinese Leonardo Bistolfi con uno scritto di Ugo Ojetti. Ma già qualche anno prima George Byron, in pellegrinaggio in Italia, era passato sulle rive del Clitunno e vi aveva lasciato traccia della sua vena poetica. E sempre ai tempi di Augusto il poeta imperiale per eccellenza, Virgilio, aveva riportato a proposito del parco la curiosa leggenda dei buoi che, immergendovisi, sarebbero diventati ancora più candidi. Pag. 6

Una leggenda che ha a che fare con il mito del dio Clitunno, divinità che affonda le sue radici nella religiosità preromana e forse ha origini autoctone. Quel che è certo è che fu celebrato in epoca imperiale e ci sono testimonianze della presenza dell'imperatore Caligola che avrebbe frequentato i “clitunnali” feste in onore del Dio che si tenevano in primavera. Più a valle, a circa un chilometro, si trova il Tempietto del Clitunno, opera a cavallo tra la fine dell'impero e gli albori dell'epoca cristiana. Nei secoli sono rimaste le testimonianze, su questo piccolo anomalo capolavoro di architettura, del Palladio, del Piranesi e del Vanvitelli.

Parco Storico Fonti del Clitunno Via Flaminia, 7 Località Fonti del Clitunno 06042 Campello sul Clitunno (PG) Tel. 0743 521141 Fax 0743 270490 [email protected] Skype Name: fontidelclitunno

I MERCATINI D’ANTIQUARIATO A PISSIGNANO

L'Umbria è senz'altro uno dei luoghi più vivaci d'Italia per quanto riguarda l'antiquariato, sia dal punto di vista della copiosa presenza di operatori sparsi sul territorio che per lo svolgimento di importanti Mostre e Rassegne Antiquarie a carattere Nazionale.

Tra i comuni umbri con una buona presenza di esposizioni antiquarie permanenti, botteghe e laboratori di restauro vi è senz'altro Campello sul Clitunno, il quale ogni mese ospita due importanti Mercati, tra i quali, quello di Pissignano è di notevole qualità.

Prima Domenica del mese: Pissignano: Mercato dell'Antiquariato, dell'Usato e del Collezionismo (240 Espositori: per importanza e grandezza è la 1ª Fiera dell'Umbria e la 4ª Fiera D'Italia)

Terza Domenica del mese: Fonti del Clitunno Piazzale di San Sebastiano: Mercatino dell'Arte e del Piccolo Artigianato (30 espositori: Arte, Artigianato, piccolo Antiquariato, Prodotti biologic

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SPOLETO

Importante centro fortificato degli Umbri, fu colonia romana e poi municipio (90 a.C.). Dopo la caduta dell'Impero Romano fu presidiata prima da Teodorico, re dei Visigoti, e poi da bizantino Belisario. Espugnata da Totila fu riedificata dal bizantino Narsete. Nel periodo altomedievale fu capitale del Ducato longobardo. Nel 1155 fu conquistata e distrutta da Federico Barbarossa, e dopo una serie di lotte tra guelfi ghibellini fu riconquistata dal Cardinale Albornoz che la assicurò alla Chiesa e ne fece un importante centro dello Stato Pontificio. Il governo del Papato, salvo la parentesi napoleonica, durò fino a quando Spoleto si unì al nuovo Stato Italiano.

ARTE, CULTURA, AMBIENTE Il centro storico, accanto ad evidenti influssi di epoca romana, mantiene intatte la struttura di epoca medievale. Alle più antiche origini di Spoleto appartengono l'Arco di Druso e Germanico, arco romano che introduceva al foro (sito attuale di piazza del Mercato), presso la chiesa romanica di S. Ansano, il Teatro romano, la basilica di S. Salvatore, un interessante monumento paleocristiano le cui origini si fanno risalire fino al IV-V secolo. A poca distanza dalla duecentesca chiesa di S. Gregorio Maggiore, caratterizzata dalla suggestiva zona absidale e dal presbiterio rialzato, si trovano il Ponte Romano (o Ponte Sanguinario) a tre arcate in blocchi di travertino e l‟Anfiteatro del II sec. d.C.

Il maggiore monumento cittadino è il Duomo. Eretto in forme romaniche nel XII secolo, ha subito interventi successivi con l‟aggiunta di un portico di stile rinascimentale, sulla facciata è ornato da un grande mosaico bizantineggiante (1207): all‟interno conserva, tra le tante opere di prestigio, un affresco con Madonna e Santi del Pinturicchio, il busto in bronzo di Urbano VIII del Bernini ed uno straordinario ciclo di affreschi di Filippo Lippi. Del XII secolo la chiesa di S. Eufemia, interessante edificio romanico la cui zona absidale guarda la scalinata che porta a piazza Duomo, la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo e la chiesa di S. Ponziano, mentre del XIII secolo sono le chiese di S. Domenico e S. Nicolò ed il Palazzo Comunale. La Pinacoteca comunale ospita opere di rilievo quali un Crocefisso su tela di artista umbro (XII secolo), due affreschi dello Spagna e una Maddalena attribuita al Guercino. Di grande interesse la chiesa di S. Paolo Inter Vineas (X secolo), con un importante ciclo di affreschi del 1200, e la chiesa di S. Pietro, eretta nel V secolo, con una splendida facciata scultorea romanica ornata con straordinari bassorilievi.

Dallo spazio antistante S. Pietro si gode un‟ampia vista che abbraccia tutta Spoleto fino al possente Ponte delle Torri a dieci arcate ogivali, alto 80 metri e lungo 230, antico acquedotto romano ristrutturato nel „300, che collega la Rocca albornoziana, realizzata a partire dal 1352 per ordine del Cardinale Egidio Albornotz su progetto di Matteo Gattaponi, alle pendici del monte che domina la cittadina. Proprio Monteluco, un angolo di natura incontaminata, fu il monte e bosco sacro agli anacoreti che qui si stabilirono a partire dal VII secolo fondando il convento di S. Francesco (1218) e la chiesa di S. Giuliano.

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Tornando nel centro abitato meritano una visita Palazzo Collicola, che ospita la Galleria Civica d’Arte Moderna, il Palazzo Arcivescovile (Museo Diocesano), Palazzo Racani-Arroni, sede del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, il Teatro Nuovo (1854-64) costruito nel luogo dove sorgeva un antico edificio termale romano, il Teatro Caio Melisso (1877-1880), il Museo Archeologico, nell'ex monastero di S. Agata, il Museo Diocesano e la Casa Romana, costruita nel I secolo d.C.

Nei dintorni, di grande interesse naturalistico e spirituale il “bosco sacro” di Monteluco, con una fitta vegetazione di leccio sempreverde. Da non dimenticare Villa Redenta, che sorge sui resti di un‟antica villa romana, con un bellissimo parco dove si trovano alberi secolari: cedri del libano, lecci e magnolie tra cui passeggiò la nobiltà spoletina tra „600 ed „800.

EVENTI E MANIFESTAZIONI Festa del Patrono S. Ponziano (gennaio) Carnevale dei ragazzi (febbraio) Settimana Internazionale della Danza (aprile) Festival pianistico di Spoleto (aprile-maggio) Vini nel Mondo (giugno) Festival dei Due Mondi (fine giugno-metà luglio) Spoletoscienza (luglio) Spoleto Estate – Musica, teatro, arte (fine luglio-fine agosto) Stagione del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” (settembre-ottobre)

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GROTTE DI PALE

Gli aspetti fisici di questa zona sono il risultato di processi di trasformazione che si sono verificati nel corso della storia geologica dell’Appennino, iniziati circa 200 milioni di anni fa quando non era emersa ancora la penisola italiana.

La storia degli eventi che hanno originato e modificato la struttura di questo posto può essere letta nelle sue rocce, nella sua composizione mineralogica e nei frammenti di organismi viventi fossilizzati.

La formazione più antica è conosciuta con il nome di 'Calcare Massiccio' e risale a circa 180 milioni di anni fa nell’era Mesozoica, all’inizio del Giurassico, quando qui c’era il mare caldo, poco profondo e lontano dalle terre emerse, che apparteneva all’antico oceano 'Telide'.

La parte centrale ed orientale del Sasso di Pale è formato da calcare massiccio per uno spessore di circa 700 metri, di cui circa 400 sono affiorati e si possono costeggiare prendendo il sentiero da Pale che porta all’Eremo.

Grotte di Pale : Le acque del fiume e quelle di infiltrazione hanno dato origine ad un interessante fenomeno carsico ipogeo: Le Grotte di Pale.

Queste grotte erano chiamate nel XII secolo 'Grotte dell’Abbadessa' e vennero visitate da Caterina si Svezia e Cosimo III di Toscana.

Esse sono divise in diverse cavità, la prima considerata un vero gioiello di architettura è detta 'Camera del laghetto', ha una forma circolare ed un’altezza di 8-9 metri; dalla volta a forma di cupola pendono stalattiti e al centro sono presenti pilastri stalagmitici che formano 4-5 colonne di forma perfetta.

Qui in epoche passate si raccoglievano le acque del fiume Menotre durante la piena . Un cunicolo porta alla 'Camera delle Colonne a Terra' dove si nota un stalagmite a forma di leone, numerose stalattiti che sembrano drappi e delle imponenti colonne centrali. Cascate di Pale: Immerse nella vegetazione, le cascate di Pale offrono un’emozione del tutto particolare grazie al fiume Menotre che dopo Pale fa un salto di circa 150 metri. Dopo il salto il Menotre attraversa Belfiore, per poi confluire nel fiume Topino.