CITTÁ DI ROCCADASPIDE Provincia di

PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE

(VALIDITÀ 2016-2025)

Il Tecnico Dott. Agr. Carmelo Romanelli Indice

Introduzione...... 4 1 Inquadramento geografico...... 6 1.1 Ripartizione della superficie territoriale ...... 7 1.2 Riferimenti catastali ...... 10 1.3 Vincoli ...... 11 2 Ambiente Fisico ...... 13 2.1 Aspetti climatici ...... 13 2.2 Aspetti geopedologici ...... 16 2.3 Idrografia ...... 20 3 Rete Natura2000 ...... 22 3.1 Premessa ...... 22 3.2 SIC e ZPS ...... 22 4 I boschi di Roccadaspide ...... 28 4.1 Descrizione delle tipologie forestali ...... 28 4.2 Le utilizzazioni boschive del passato ...... 30 4.3 Le condizioni fitosanitarie ...... 31 5 Le Classi Economiche ...... 33 6 Rilievo topografico e formazione del particellare ...... 35 6.1 Materiali ...... 35 6.2 Il Particellare ...... 35 7 Rilievi dendrometrici ...... 39 7.1 Generalità ...... 39 7.2 Le curve ipsometriche ...... 39 7.3 Stima della provvigione reale ...... 44 8 Classe Economica A: Boschi a dominanza di cerro ...... 46 8.1 Generalità ...... 46 8.2 Dati quantitativi...... 48 8.3 Forma di trattamento proposta ...... 51 8.3.1 Premessa ...... 51 8.3.2 Modalità applicative ...... 52 8.4 Ripresa e Piano dei tagli ...... 55

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9 Classe Economica B: Boschi misti di latifoglie ...... 57 9.1 Generalità ...... 57 9.2 Dati quantitativi...... 59 9.3 Forma di trattamento proposta ...... 61 9.3.1 Premessa ...... 61 9.3.2 Modalità applicative ...... 62 9.3.3 Ripresa e Piano dei tagli ...... 64 10 Classe Economica C: Castagneti da frutto ...... 67 10.1 Generalità ...... 67 10.2 Gestione dei castagneti ...... 69 11 Classe Economica D: Rimboschimenti ...... 72 11.1 Generalità ...... 72 11.2 Rilievo del soprassuolo ...... 73 11.3 Trattamento e piano dei tagli ...... 74 12 Classe Economica E: Pascoli ...... 76 12.1 Generalità ...... 76 12.2 Determinazione del carico...... 78 12.3 Esercizio del pascolo...... 79 13 Infrastrutture ...... 80 13.1 Viabilità ...... 80 13.1.1 Rete primaria ...... 80 13.1.2 Strade forestali ...... 81 13.1.3 Sentieri e mulattiere ...... 84 13.2 Manufatti ...... 86 14 Miglioramenti fondiari ...... 87 14.1 Premessa ...... 87 14.2 Viabilità ...... 87 14.3 Pascoli ...... 89 14.4 Rimboschimenti ...... 91 14.5 Sistemazioni idraulico-forestali ...... 92 14.6 Incendi boschivi ...... 92 14.7 Valorizzazione agro-turistica ...... 93 15 Usi civici ...... 95 15.1 Premessa ...... 95 15.2 Regolamento degli usi civici ...... 95

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15.2.1 Generalità ...... 95 15.2.2 Uso civico di legnatico ...... 96 15.2.3 Uso civico di pascolo...... 97 15.2.4 Prodotti secondari del bosco ...... 98 16 Libro Economico ...... 101 17 Piano dei tagli ...... 104 Conclusioni ...... 105 Bibliografia ...... 107 Allegati ...... 109

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Introduzione

Tutti i Comuni, in base alla Legge Regionale n. 13 del 28/2/1987 e successive modifiche con la Legge Regionale n. 11 del 7/5/1996, sono obbligati ad utilizzare i propri beni silvo-pastorali in conformità di appositi Piani di Assestamento di validità decennale. Già il Regio Decreto n. 3267 del 1923, la cosiddetta Legge Serpieri, individuava nel piano economico o di assestamento lo strumento di gestione pluriennale dei complessi boschivi, rendendolo obbligatorio per le proprietà pubbliche. Dopo oltre mezzo secolo il piano di assestamento forestale rappresenta l'eccezione piuttosto che la regola. Eppure questo tipo di pianificazione resta l'unico strumento valido per la gestione di beni forestali, in grado anche di concretizzare quella selvicoltura su basi naturalistiche che concilia le esigenze produttive col miglioramento degli ecosistemi forestali.

Il di Roccadaspide, con Determina del Responsabile del Servizio Ing. Tommaso Maria Giuliani n. 226 del 17/4/2014, ha conferito al sottoscritto Dott. Agronomo Carmelo Romanelli, iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Salerno al n. 593, l’incarico di redigere il primo Piano di Assestamento Forestale (di seguito indicato PAF) dei beni silvo- pastorali del Comune. Per la redazione di detto Piano è stato concesso al Comune di Roccadaspide il finanziamento di cui ai fondi PSR , Misura 227 – Investimenti non produttivi – Azione b), tipologia “o” (giusta D.I.C.A. emessa dall’U.O.D. Servizio Provinciale Territoriale di Salerno del 16/12/2013 n. 862506) per Euro 34.899,43. Il verbale di inizio lavori è stato firmato in data 26/6/2014.

Il presente Piano è stato redatto secondo i principi della Gestione Forestale Sostenibile seguendo le indicazioni del Piano Forestale Generale 2009-2013 della Regione Campania che si propone di implementare a livello locale la gestione forestale sostenibile in base ai “Criteri generali di intervento” indicati nel Decreto Ministeriale 16/06/2005.

Il concetto di sostenibilità della gestione forestale è stato codificato nella definizione MCPFE (Corona et al., 2006): “governo e uso delle foreste e dei terreni boscati secondo modalità e ritmi tali da mantenere la loro diversità biologica, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale e al fine di adempiere, nell’attualità e in futuro, alle funzioni economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale, e che non causino danno ad altri ecosistemi”. La Gestione Forestale Sostenibile (GFS) si realizza quindi attraverso il mantenimento della rinnovabilità biologica e dell’efficienza funzionale dei sistemi forestali, condizione essenziale per garantire possibilità di soddisfacimento di bisogni delle generazioni presenti e

4 future connessi a tale risorse. Fra gli ecosistemi terrestri, infatti, sono proprio le foreste che svolgono le più importanti funzioni ecosistemiche e offrono il maggior numero di servizi fondamentali per l’uomo, come la produzione di biomassa legnosa e non legnosa, l’assorbimento del carbonio, la produzione di ossigeno e la regolazione del clima in generale, l’azione difensiva contro l’erosione e la perdita di fertilità dei suoli, la depurazione delle acque, ed infine il sempre più importante ruolo sociale e ricreativo.

Con il presente Piano si è cercato di leggere e capire gli ecosistemi forestali (bosco e pascolo), di coglierne i mutamenti e di adottare gli indirizzi di gestione che portino all’ottenimento delle molteplici utilità che possono fornire. A tal fine, il Piano si propone il raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:

1. tutela, conservazione e miglioramento degli ecosistemi e delle risorse forestali;

2. miglioramento dell’assetto idrogeologico e conservazione del suolo;

3. conservazione e miglioramento dei pascoli montani;

4. conservazione e adeguato sviluppo delle attività produttive;

5. conservazione e adeguato sviluppo delle condizioni socio-economiche.

La gestione dei boschi sarà orientata al perseguimento dei suddetti obiettivi attraverso una serie di azioni individuate anche sulla base di quanto indicato nell’Art. 2 della L.R. 7 maggio 1996 n. 11, e nel rispetto delle Prescrizioni di Massima e Polizia Forestale (allegato C della L.R. 7 maggio 1996 n. 11).

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1 Inquadramento geografico

Il territorio del Comune di Rocca d’Aspide, ubicato per la maggior parte nell’area della Valle del fiume Calore ed in minor misura proteso verso la Piana di o del Sele, si estende per 64,32 kmq e confina con i territori dei Comuni di , (mediante il fiume Calore), , , Monteforte , , Capaccio e . La posizione altimetrica del territorio è compresa tra i 47 metri s.l.m., in località Fonte, ed i 1201 metri s.l.m. in prossimità della cima del Monte Vesole. La circoscrizione del territorio comunale è costituita dal Capoluogo, da Contrade e case più o meno sparse nelle zone rurali. Tra le Contrade (o Località), per estensione ed importanza storica, demografica e socio economica attuale, sono riconosciute:  le contrade, elevabili a frazioni, denominate Serra, Fonte, Tempalta, Doglie e Carretiello;  le contrade minori denominate Tuoro, Casalotti, Verna, Seude, Terzerie, Massano e Isca. Roccadaspide ha origini antichissime in quanto già intorno all’anno 1000 si faceva menzione di un maniero nel borgo originario. Come per quasi la totalità dei nostri paesi, il suo nome ha avuto nel corso dei secoli diversi cambiamenti: nel ‘900 era denominato Casavetere di Capaccio, poi San Nicola de Aspro nel 1100, per poi chiamarsi Rocca de Aspro e successivamente Rocca de Aspris, nel 1700 si appellò Rocca dell’Aspide per acquisire la denominazione attuale di Roccadaspide nel 1850. Il nome del Comune, come risulta dall’antico Statuto comunale del 1773, è Rocca d’Aspide. Infatti, mentre negli atti e nel sigillo si identifica con il nome di COMUNE DI ROCCA D’ASPIDE, per “esigenze di correntezza” (Titolo I, art. 4 dello Statuto approvato con delibera n. 27 del 23/5/2000) è tollerato l’uso unito di espressione del toponimo. Il 26 giugno 2008, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con apposito decreto, ha conferito al Comune il titolo onorifico di “Città di Roccadaspide”. Il suo territorio è stato possedimento delle varie famiglie nobiliari che si sono succedute nel corso dei secoli, tra cui citiamo i Fasanella e i Sanseverino, per poi passare nel 1465 ai Principi Filomarino di Napoli, e da allora nacque il casato dei “Filomarino della Rocca” in virtù del possedimento di tale contea. Il centro della vita del borgo prima e della cittadina attuale è senz’altro il maestoso castello medievale, che nel centro del paese si staglia imponente sulla Valle del Calore, quasi a reclamare la podestà sul territorio circostante. Si ritiene che la sua costruzione risalga al 1245 quando Federico II pose l’assedio a Capaccio. A seguito di numerose modifiche succedutesi nel

6 tempo, oggi il Castello ha il tipico aspetto delle costruzioni militari Quattrocentesche. Attualmente la proprietà del castello è detenuta dalla Famiglia Giuliani, imparentata con i Principi di Pescolanciano, che nel corso del 1800 lo rilevò dalla famiglia dei Principi Filomarino della Rocca. Il Borgo fu fiorente alla fine nel 1500 e per la prima metà del seicento, contava circa 251 fuochi (nuclei familiari) che assommavano a 1255 anime (abitanti). Lo sviluppo si arrestò nel 1656 quando la Peste dimezzò la popolazione. L’antico Borgo si riprese tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700: in pochi decenni ebbe un rapido sviluppo, tanto che al censimento del 1750 – con il Curato don Luca Crescella – furono contate 2892 anime. Fattore di notevole progresso fu anche la nuova strada per Capaccio, tagliata nella roccia scoscesa della Difesa S. Maria. Il proseguimento della strada verso l’interno del Cilento diede a Roccadaspide un ruolo importante, quale via di transito per i Paesi dell’interno e il conseguente disboscamento della difesa San Paolo dischiuse la via allo sviluppo del nucleo abitato in direzione Sud-Est.

Nel 1881, Roccadaspide risultava il comune più popoloso del Cilento con 5.620 abitanti mentre oggi conta circa 7.700 abitanti (Figura 1).

Figura 1: Andamento demografico del comune di Roccadaspide dal 1861 al 2011 (fonte Istat - elaborazione grafica a cura di Wikipedia).

1.1 Ripartizione della superficie territoriale

La superficie territoriale del Comune di Roccadaspide è di 6432 ettari. Secondo i Censimenti Generali dell'Agricoltura del 2000 e del 2010, la Superficie Agricola Totale (S.A.T.)

7 risulta aumentata del 13,5% passando da 3.956,49 ha a 4.574,21 ha. Più significativo è l’incremento (25%) della Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) con 3.822,06 ha censiti nel 2010 rispetto a 2.864, 45 ha del 2000 (Figura 2).

Figura 2: Roccadaspide. Confronto tra S.A.T. e S.A.U. negli anni 2000 e 2010.

Secondo i dati statistici del decennio considerato (2000-2010) la S.A.U. passa dal 42 al 46% ed è così distinta (Tabella 1): Tabella 1: Roccadaspide. Confronto tra le principali forme di utilizzazione del terreno, Censimenti Generali dell’Agricoltura 2000 e 2010.

CENSIMENTO QUALITA' COLTURALE 2000 2010 ha ha Seminativi 905,56 1019,96 Legnose agrarie 1373,36 2211,97 Orti familiari 31,2 30,91 Prati permanenti e pascoli 554,33 559,22 Totale 2864,45 3822,06

L’incremento più significativo si è registrato per le legnose agrarie che nel 2010 occupano una superficie di 2.211,97 ha con 1.358 aziende. Tra le colture legnose specializzate domina l’olivo con il 67% della S.A.U. nel 2010. A seguire la coltura del castagno con 536,87 ha (24% della S.A.U.) ai quali si deve la produzione del famoso “Marrone di Roccadaspide” che da diversi anni può fregiarsi del marchio IGP (Protezione transitoria nazionale riconosciuta con D.M. 14 febbraio 2005, pubblicato sulla G.U. n. 53 del 5/03/05) che garantisce qualità e tipicità uniche del prodotto locale nel panorama castanicolo italiano e mondiale. Alla coltura del castagno segue quella della vite che passa da 168,82 ha nel 2000 a 177,35 nel 2010. Il territorio di Roccadaspide rientra nell’area di produzione di vini D.O.C. (il Cilento e il Castel San Lorenzo) e I.G.T. (Colli di Salerno).

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Al crescere della S.A.U. corrisponde l’aumento del numero di aziende (Figura 3) con 1382 aziende censite nel 2010. Rispetto alla forma di conduzione dell’azienda prevale quella diretta del coltivatore con fondi per lo più di proprietà. Inoltre si contano altre 24 aziende la cui attività remunerativa è connessa all’azienda e distinta secondo la Figura 4.

Figura 3: Roccadaspide. Aziende censite nel 2000 e 2010.

Figura 4

L’evoluzione dell’allevamento zootecnico è riportato in Tabella 2. Tabella 2: Roccadaspide. Consistenza dell’allevamento zootecnico secondo i censimenti 2000 e 2010.

CENSIMENTO SPECIE 2000 2010 n. capi Bovini 1004 1001 Bufalini 240 1708 Equini 22 13 Ovini 396 716 Caprini 473 285 Suini 513 227 Totale 2648 3950

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Si noti come rispetto al 2000 si sia verificato l’incremento dei bufalini e degli ovini rispettivamente del 86% e del 45%. Stabile il numero dei capi bovini. Questi ultimi, insieme agli ovini e caprini, vengono attualmente allevati a carico del demanio comunale mentre per i bufalini il tipo di allevamento adottato è quello stanziale.

1.2 Riferimenti catastali

Secondo il Catasto, la superficie del Comune di Roccadaspide oggetto del presente Piano risulta essere di ha 1.245,522 ed è ripartita secondo le qualità colturali riportate in Tabella 3.

Tabella 3: Ordinamento colturale secondo il Catasto della superficie rientrante nel Piano di Assestamento Forestale del Comune di Roccadaspide.

Qualità colturale Superficie ha are ca Pascolo arborato 684 54 70 Pascolo 369 10 50 Incolto produttivo 102 24 81 Bosco ceduo 56 80 53 Seminativo 13 0 21 Castagneto da frutto 12 12 29 Incolto sterile 7 69 16 Totale (ha) 1.245,522

Dalle elaborazioni cartografiche eseguite per la redazione del Piano in ambiente GIS con software open source QGIS v. 2.6.1 risulta che la superficie demaniale interessata ammonta ad ha 1.214,259 suddivisa in quattro categorie colturali principali (Tabella 4).

Tabella 4: Roccadaspide. Ripartizione della superficie comunale assestata.

Tipologia colturale assestamentale Superficie ha Boschi di latifoglie 674,238 Castagneto da frutto 176,195 Rimboschimenti 7,078 Superficie non coperta 356,748 Totale 1.214,259

Per l’attribuzione delle superfici alla categoria Boschi di latifoglie si è ritenuto opportuno adottare la definizione di bosco individuata dalla FAO nel suo Forest Resouces Assessment del 2000 (UN/FAO 2001), più dettagliata rispetto a quella fornita dalla legge 11/96 della Regione

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Campania. Secondo tale definizione, la FAO ha esplicitato il concetto d’uso delle terre prevalente, “…..con copertura arborea maggiore del 10% su un’estensione maggiore di 0.5 ha e gli alberi devono raggiungere un’altezza minima di 5 metri in situ”. Nella categoria Superficie non coperta rientrano i pascoli, pascoli cespugliati ed arborati, arbusteti in evoluzione, gli improduttivi (cave, sedimi di piste e strade forestali) nonché tutte le chiarie e radure facilmente individuate mediante fotointerpretazione la cui estensione è stata sottratta alla superficie lorda delle particelle forestali boscate.

Tra la superficie catastale e quella elaborata graficamente sussiste una differenza di ha 31,2630 pari al 2,5% della superficie catastale rientrante nel PAF. Si precisa che nel Piano si fa esclusivo riferimento alle superfici dedotte dalla elaborazione cartografica.

1.3 Vincoli La proprietà silvo-pastorale della Città di Roccadaspide è sottoposta a vincolo idrogeologico in applicazione degli art. 1 e seguenti del R.D. 30-12-1923, n. 3267. L’Autorità di Bacino competente per il territorio di Roccadaspide era l’Autorità interregionale del fiume Sele. Quest’ultima, insieme alle Autorità di bacino regionali in Destra Sele e in Sinistra Sele, dal 15 maggio 2012 sono state accorpate nell’unica Autorità di bacino regionale Campania Sud ed interregionale per il bacino idrografico del fiume Sele (DPGR n. 142 del 15/05/2012, in attuazione della L.R. 4/2011 art. 1 c.255). Tutte le particelle forestali rientrano nella zona B1 del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni istituito con D.P.R. 5 giugno 1995. Parte della superficie di alcune particelle forestali poste alle quote inferiori rientra nella zona C2 della suddetta perimetrazione.

Tutte le particelle forestali sono soggette al Codice dei beni culturali e del paesaggio (L. 1497/1939 transitata nel d.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004).

I beni silvo-pastorali sono interamente compresi nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) (Direttiva habitat 92/43/CEE, D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 e D.P.R. 120 del 12 marzo 2003) codice IT8050031, inserito nel IV elenco aggiornato dei SIC per la regione biogeografia mediterranea, approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente in data 14 marzo 2011 (G.U. della Repubblica Italiana n.77 del 4 aprile 2011), con il nome Monte Soprano e Monte Vesole, della superficie totale di ha 5674. Inoltre, gli stessi beni rientrano interamente nel perimetro della Zona di Protezione Speciale (ZPS) (Direttiva 79/409/CEE Uccelli) codice IT8050053

11 denominata Monti Soprano, Monte Vesole e Gole del fiume Calore Salernitano avente un’estensione totale di 5974 ha. Per l’identificazione e per le informazioni ecologiche dei Siti si è fatto riferimento alle Schede Informative pubblicate per ciascun SIC e ZPS dalla Regione Campania e al D.M. del 20-01-99 (Modificazioni degli allegati A e B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357).

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2 Ambiente Fisico

2.1 Aspetti climatici

L’analisi climatica è stata svolta elaborando i dati della vicina stazione termo- pluviometrica di Capaccio (430 m s.l.m.). Infatti, nel territorio di Roccadaspide non è presente una stazione metereologica completa. Per la stazione in oggetto, il periodo di osservazione è stato di 30 anni, dal 1956 al 1986. Lo studio si è basato sulla costruzione del diagramma climatico di Walter e Lieth (1967) secondo la convenzione di Bagnouls e Gaussen (1953) e sul calcolo di alcuni indici climatici maggiormente utilizzati ai fini vegetazionali come l’indice di aridità proposto da De Martonne e gli indici di stress di Mitrakos (1982). Le precipitazioni annue medie riferite al trentennio 1956-1986 assommano a 1317 mm di pioggia con massimi autunno- invernali ed un prolungarsi della piovosità in primavera (Tabella 5).

Tabella 5: Valori mensili della temperatura (T) e delle precipitazioni (P) nel periodo di riferimento (1956-1986) rilevati presso la stazione termopluviometrica di Capaccio (430 m s.l.m.).

Dalla distribuzione mensile delle piogge si evince che il periodo di massima vegetazione, convenientemente indicato nei mesi di aprile, maggio e giugno, si riscontrano precipitazioni in media prossime a 237 mm. Novembre e dicembre rappresentano i mesi più piovosi (circa 400 mm) mentre Luglio rappresenta quello in cui le precipitazioni raggiungono il minimo annuale (22

13 mm). La piovosità, riferita alla stazione di riferimento (430 m s.l.m.), presenta il tipico andamento del clima mediterraneo con il periodo secco concentrato in Giugno, Luglio e Agosto. Infatti Bagnouls e Gaussen considerano arido il mese in cui il valore medio della precipitazione piovosa totale (P) è minore rispetto al doppio del valore medio della temperatura (T). Il periodo secco viene dunque definito come numero di mesi aridi, in cui P≤2T. Nel diagramma ombrotermico si evidenzia il periodo arido valido per la stazione in esame (Figura 5).

Figura 5: Diagramma climatico di Walter e Lieth. In alto sono riportati i seguenti dati, da sinistra a destra: stazione e, al di sotto di essa, numero degli anni a cui si riferiscono le osservazioni; altitudine della stazione; temperatura media annua (°C); media delle precipitazioni annue (mm). I valori delle temperature sono riportati a scala doppia di quelli delle precipitazioni (1 °C= 2 mm). L’area punteggiata creata dall’intersezione delle due curve corrisponde al periodo di aridità. Le aree in nero rappresentano il periodo piovoso con oltre con valori mensili delle precipitazioni superiori a 100 mm.

In relazione al numero di mesi aridi, il clima ha carattere mesomediterraneo. La temperatura media annua è di 14,9 °C, quella media delle massime (T max) 18,4 °C e quella media delle minime (T min) 11,5°C. In inverno la temperatura si abbassa raggiungendo il minimo valore annuale in Gennaio e Febbraio (7,6 °C): entrambi i mesi presentano omogeneità termica. In primavera la temperatura si innalza in modo costante fino a raggiungere il massimo in Agosto (23,6 °C) per poi decrescere. L’escursione termica annua (differenza tra la temperatura del mese più caldo e quella del mese più freddo) è di circa 16 °C. Analizzando i valori medi annui delle temperature e precipitazioni con l’indice proposto da De Martonne, il clima rientra nel tipo umido (valore compreso tra 30 e 60). Gli indici climatici di Mitrakos sono d’aiuto per individuare due tipi di stress, uno termico invernale e uno xerico estivo, che le piante possono subire nel corso dell’anno. Il primo, summer drought stress index (SDS), definisce l’intensità e la durata

14 dell’aridità estiva sulla base dei valori di precipitazione mensile, il secondo, winter cold stress (WCS), quantifica lo stress da freddo sulla base dei valori di temperatura media mesile (la temperatura media mensile fornisce risultati più verosimili rispetto all’uso dei valori di temperatura minima mensile). Gli indici sono stati calcolati secondo le seguenti formule:

푆퐷푆 = 2(50 − 푃) e 푊퐶푆 = 8(10 − 푇) dove:

SDS= indice di stress arido estivo;

WCS= indice di stress freddo invernale;

P= precipitazione media mensile;

T= temperatura media mensile.

Pertanto, dallo studio dei dati pluviometrici sia secondo Mitrakos (Tabella 6) che secondo Walter e Lieth, si evince come in estate si concentri il periodo arido. Inoltre il territorio è soggetto a stress da freddo nei mesi di Dicembre, Gennaio, Febbraio e, in modo appena accennato, in Marzo.

Tabella 6: Stazione di Capaccio. Dati termopluviometrici per la costruzione del diagramma di Mitrakos.

T media P media MESE WCS SDS (°C) (mm)

G 7,63 153,89 18,99 0 F 7,66 119,49 18,75 0 M 9,46 115,90 4,32 0 A 12,15 107,99 0 0 M 16,15 79,62 0 0 G 19,73 49,69 0 1 L 22,76 21,87 0 56,26 A 23,65 48,54 0 3 S 20,67 80,57 0 0 O 16,69 148,35 0 0 N 12,75 199,15 0 0 D 9,19 192,88 6,45 0

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Figura 6: Diagramma di Mitrakos. Le piante risentono dello stress arido (in azzurro) soprattutto nel mese di Luglio mentre lo stress da freddo (in rosso) è appenna accennato in Marzo.

In base ai dati climatici analizzati, alla vegetazione esistente e considerato che il demanio forestale è compreso tra 200 e 1210 metri di altitudine (Monte Vesole), i boschi rientrano nelle zone fitoclimatiche di Mayr-Pavari (1916; 1957) dal Lauretum – sottozona calda al Fagetum – sottozona calda secondo la classificazione di Pavari. La fascia basale (il Castanetum di Pavari) è quella in cui rientra la maggior parte della superficie forestale in cui il limite superiore può essere fissato intorno ai 1000 m (Bernetti, 1995). In essa prevalgono le specie del genere Quercus (in particolare cerro) con le altre latifoglie ad esse correlate: carpini, acero campestre, orniello. Non sono rare le risalite del leccio. A questo spiccato carattere sopramediterraneo si aggiunga la presenza di alcuni endemismi come l’acero di Lobelius e l’ontano napoletano tipiche della fascia sannita di Pignatti (1982). Inoltre, importante in questa fascia è la presenza del castagno (da frutto) che rappresenta un chiaro esempio di derivazione dalla sostituzione antropica dei querceti.

2.2 Aspetti geopedologici

Il territorio del Comune di Roccadaspide ricade nel Foglio 198 - - della Carta Geologica d’Italia in Scala 1:100.000 (Figura 7) (Cestari, 1971). La maggior parte delle superfici forestali e pascolive oggetto del presente Piano si estendono lungo l’unità carbonatica denominata Dorsale dei Monti Soprano e Chianello che costituisce l’estrema parte settentrionale del sistema montuoso del Cilento. Questa unità comprende un insieme di dorsali allungate in direzione WNW e culminanti nel M. Soprano (1083 m), nel M. Vesole (1210 m) e nel M. Chianello (1314 m). Esse sono caratterizzate da versanti scoscesi sul lato sud-occidentale e, sul lato nord- orientale, da versanti che degradano dolcemente verso la Valle del fiume Calore. I massicci del

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M. Soprano e del M. Vesole sono costituiti principalmente da formazioni dolomitiche- carbonatiche dell’intervallo tra il Cretacico superiore (SENONIANO-TURONIANO) e il Miocene. A quest’ultima epoca, la più “giovane”, ed in particolare all’AQUITANIANO (23 milioni di anni fa), risale la formazione calcarenitica indicata come Formazione di Roccadaspide che raggiunge uno spessore massimo di 25-30 metri proprio presso Roccadaspide. In una visione strutturale più vasta si può ritenere che la fascia carbonatica prevalentemente mesozoica (M. Soprano e M. Chianello) rappresenti i resti di una anticlinale allungata in direzione WNW-ESE. Lungo l’asse di questa anticlinale e parallelamente ad essa, si sarebbe impostata la grande faglia che costituisce il limite nord-orientale della coltre flyshoide cilentina. Di seguito (Figura 7) vengono descritte le diverse formazioni che caratterizzano le superfici assestate con il presente Piano procedendo dalla sommità della dorsale M. Soprano – M. Vesole verso la S.S.degli Alburni n. 166.

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Figura 7: Stralcio della Carta Geologica d’Italia Foglio 198 Eboli in Scala 1:100.000 in cui ricadono i beni silvo-pastorali del Comune di Roccadaspide.

C10-7 Calcari micritici, detritici, subcristallini, talora pseudolitici, di colore bianco o avana, spesso bituminosi, con qualche intercalazione di dolomie cristalline biancastre. Aluoghi si rinvengono livelli di calciduriti e qualche lente di argilla bauxitica. Nei livelli inferiori si osservano Diceratiti mentre nella parte superiore sono diffuse le Rudistacee. SENONIANO- TURONIANO E1-PC4 Calcari biancastri, con chiazze rossastre ed avana, prevalenti nella parte inferiore, e di calcareniti grige ed avana prevalenti nella parte superiore; si osservano numerose intercalazioni di puddinghe e brecce intraformazionali monogeniche, con rari elementi calcari cretacici; il cemento, più o meno abbondante, è costituito da argille verdoline e rossicce. Frequenti, inoltre, i livelli di marne argillose verdolino-giallastre. Presenti livelli di argille bauxitiche. Questa formazione viene indicata come Formazione di Trentinara . EOCENE INFERIORE - PALEOCENE SUPERIORE M1 Calcareniti a grana più o meno grossolana, ben stratificate, di colore grigio acciaio o avana, spesso bituminose, talvolta glauconitiche; frequenti le intercalazione marnose e siltose dello spessore da pochi millimetri a qualche decimetro di spessore. Le calcareniti passano talora a litotipi essenzialmente arenacei (Trentinara); a luoghi si notano livelli di conglomerato poco cementato ad elementi di calcari marnosi grigi e verdolini e di quarzoreniti. La formazione prende il nome di Formazione di Roccadaspide. AQUITANIANO M2 Argille e siltiti grigie, talora verdoline e rossicce o manganesifere, con frequenti intercalazioni calcarenitiche, brecciole con macroforaminiferi quarzoareniti spesso lastriformi, arenarie del tipo molassico; subordinatamente si notano strati di calcari del tipo alberese e livelli di marne bianchicce. Passaggi graduali fra i vari litotipi. L'abbondanza di brecciole e calcareniti a macroforaminiferi semplifica il riconoscimento di questa formazione (Formazione di Capaccio ). LANGHIANO

Calcari detritici e calcareniti sono stati oggetto di attività estrattive come testimoniato dalla presenza di cave lungo la S.S. degli Alburni a valle delle particelle forestali n. 38, 39 e 40 in

18 località "Scanno-Difesa", dove si svolge la maggior parte dell'attività estrattiva. La “Pietra dello Scanno”, il cui nome deriva dalla omonima località dalla quale viene estratta, è molto usata come pietra da costruzione (i fabbricati del Centro Storico sono in gran parte realizzati con questa Pietra). Infatti l’elevata compattezza e colorazione policroma l’hanno resa adatta alla lavorazione e talvolta anche alla lucidatura. Tuttavia la limitatezza degli affioramenti di queste calcareniti non ne ha consentito uno sfruttamento a scala industriale. Nell’area oggetto di studio è notevolmente sviluppato il carsismo specialmente in corrispondenza delle formazioni carbonatiche cretaciche (SENONIANO-TURONIANO) con un’ampia casistica di tipi carsici caratteristici: doline, grotte, inghiottitoi (quest’ultimo è il tipo di cavità più frequente). Nelle aree pascolive, e talvolta anche sotto copertura arborea, si rinvengono karren, vaschette di corrosione, docce ed altre microforme superficiali di dissoluzione. La notevole presenza di grotte ed inghiottitoi lungo la dorsale dei monti Soprano e Vesole (fino al Monte Cervati) ha da sempre suscitato interesse da parte di numerose associazioni speleologiche nazionali (Mecchia et al., 1991). Le più importanti sono la Grava della Femmina (Figura 8) e Grava Germanito, pozzi unici rispettivamente di 78 e 83 metri, impostati su diaclasi presso le linee di cresta.

Figura 8: Grava della Femmina (CP915). Il nome sembra dovuto ad un fatto successo nel secolo scorso: una donna che trasportava una fascina di legna sulla testa, non accorgendosi dell’imbocco del pozzo vi cadde all’interno. Si racconta che nei pressi vi sia una croce incisa nella roccia.

Secondo la carta de I Sistemi delle Terre della Regione Campania (2002), la parte sommitale della dorsale M. Soprano e M. Vesole è classificata come Alta montagna calcarea con coperture piroclastiche (Sottosistema A1.1) dove sulle pendici ripide o molto ripide, si rinvengono suoli da moderatamente profondi a profondi, su depositi da caduta di ceneri, a tessitura media, con buona disponibilità di ossigeno (Molli-Eutrisilic Andosols, Molli-Vitric

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Andosols,). Sulle pendici ripide o molto ripide, si rinvengono suoli da superficiali a moderatamente profondi, rocciosi, pietrosi, su depositi da caduta di ceneri ricoprenti la roccia calcarea, a tessitura media, con buona disponibilità di ossigeno, ciottolosi (Molli-Eutrisilic Andosols (Epileptic), MolliEutrisilic Andosols (Endoleptic)). L’uso prevalente è forestale e zootecnico-pascolativo con boschi misti di faggio, acero, ontano e carpino, prateria di vetta, prati-pascoli dei campi carsici. L’altro sottosistema, che rappresenta la maggioranza della superficie forestale demaniale, è il sottosistema B4.2 (Rilievi preappenninici meridionali, ad energia da moderata ad elevata, con coperture piroclastiche). In esso si possono distinguere:

 Suoli ripidi o molto ripidi, da moderatamente profondi a sottili, rocciosi, pietrosi, su depositi da caduta di ceneri ricoprenti la roccia calcarea, a tessitura moderatamente grossolana o media, con buona disponibilità di ossigeno, ghiaiosi (Epilepti-Eutrisilic Andosols, Molli-Eutrisilic Andosols (Endoleptic)).  Suoli moderatamente ripidi o ripidi, profondi, su depositi da caduta di ceneri, a tessitura media, con buona disponibilità di ossigeno (Molli-Eutrisilic Andosols).  Suoli moderatamente ripidi o ripidi, profondi, su depositi da caduta di ceneri, con orizzonti profondi ad accumulo di argilla illuviale, a tessitura moderatamente fine o fine, con buona disponibilità di ossigeno (Andic Luvisols).

Alle quote superiori prevalgono gli usi forestali e zootecnici-pascolativi (boschi misti di latifoglie, cespuglieti, praterie). Sui versanti più assolati denudati si osservano boscaglie di latifoglie decidue e leccio, cespuglieti, praterie xerofile. Tipici sui versanti settentrionali di Monte Soprano e Monte Vesole sono i castagneti da frutto. Sui versanti medi e bassi con sistemazioni antropiche (terrazzamenti) l’uso prevalente è agricolo con oliveti, vigneti, orti arborati e colture foraggere (da I sistemi di terre della Regione Campania, 2002).

2.3 Idrografia

Il territorio di Roccadaspide presenta una notevole eterogeneità morfologica dove aree pianeggianti degradano verso incisioni più o meno profonde in alcuni casi ed appena accennate in altri. A volte il rapido succedersi di queste incisioni dona un aspetto piuttosto accidentato. Sulla dorsale Monte Soprano-Monte Vesole, monoclinale con asse in direzione ONO-ESE con il versante NE a franapoggio, lo scorrimento d’acqua superficiale è legato esclusivamente agli eventi piovosi invernali.

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Dal punto di visto idrografico, il territorio può essere suddiviso in due macroaree indipendenti che interessano rispettivamente una parte occidentale ed una orientale del demanio. Nella parte occidentale si nota un’intensa rete di acquiferi minori che si innestano nei valloni più importanti: Vallone di Verna, Vallone Cotruzzo, Fosso Scanno del Corvo, Vallone Macchia della Chiesa, Valle Pietra Cupa. Questi valloni a tempo convogliano le acque nel Torrente Fonte le quali, anche se non direttamente, si riverseranno nel fiume Calore.

Ad Est, invece, ritroviamo un numero minore di valloni: Vallone Terra Forte, Vallone Santa Maria, Vallone Caretiello, Vallone Volparo. Quest’ultimo interseca il fiume Calore che, proprio in questo punto, lambisce un’esigua porzione di territorio comunale. L’estrema parte settentrionale del territorio comunale è attraversata dal Torrente La Cosa.

A causa del fenomeno carsico molto sviluppato non è da scartare l’ipotesi di infiltrazioni profonde che vanno ad alimentare falde basali profonde.

Si segnalano inoltre le fonti dislocate nel territorio: la Fonte di Germanito (posta alla quota più elevata di 982 m), Sorgente della Forma, Fonte dell’Acero, Fontana Covotta.

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3 Rete Natura2000

3.1 Premessa

Natura2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli". I beni silvo-pastorali del Comune di Roccadaspide sono compresi interamente nell’area SIC - IT8050031 e nell’area ZPS - IT8050053. Per l’identificazione e per le informazioni ecologiche dei Siti si è fatto riferimento alle Schede Informative pubblicate per ciascun SIC e ZPS dalla Regione Campania e al D.M. del 20-01-99 (Modificazioni degli allegati A e B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357).

3.2 SIC e ZPS

Il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) n. IT8050031, inserito nel IV elenco aggiornato dei SIC per la regione biogeografia mediterranea, approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente in data 14 marzo 2011 (G.U. della Repubblica Italiana n.77 del 4 aprile 2011), con il nome MONTE SOPRANO E MONTE VESOLE, ha una superficie totale di ha 5.674. Le caratteristiche del sito sono riportate nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..

Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.

La Zona di Protezione Speciale (ZPS) n. IT8050053, all’interno della quale ricade la proprietà silvo-pastorale del Comune di Roccadaspide, è denominata MONTI SOPRANO, MONTE VESOLE E GOLE DEL FIUME CALORE SALERNITANO avente un’estensione totale di 5.974 ha. Le caratteristiche del sito sono riportate nella Tabella 7:

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Tabella 7: Caratteristiche della ZPS – MONTI SOPRANO, MONTE VESOLE E GOLE DEL FIUME CALORE SALERNITANO.

Massiccio appenninico carbonatico interessato da Altre caratteristiche notevole carsismo; presenza di ampi pianori d'altura. Profonde gole scavate dal Fiume Calore Salernitano. Vegetazione rappresentata da boschi di sempreverdi e di caducufoglie. Presenza di praterie xerofile, miste a Qualità ed importanza coltivazioni. Importante l'avifauna. Interessanti comunità di anfibi, rettili e pesci. Proprietà Pubblica: 70%; Privata: 30% AAVV 2011. I Rapaci diurni della Campania. Monografia n. 10 ASOIM, Napoli. Documentazione LA VALVA V., RICCIARDI M. e CAPUTO G., 1985 - La tutela dell'ambiente in Campania: situazione attuale e proposte.

Inf. Bot. Ital., 17 (1-2-3): 144-154.

Gli habitat e le specie presenti nel SIC e ZPS sono riportati nelle seguenti tabelle.

Tabella 8: Habitat presenti nel SIC - MONTE SOPRANO E MONTE VESOLE e nella ZPS – MONTI SOPRANO, MONTE VESOLE E GOLE DEL FIUME CALORE SALERNITANO.

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Tabella 9: SIC – MONTE SOPRANO E MONTE VESOLE. Specie riferite all’art. 4 della Direttiva 2009/147/EC ed elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/EEC. (A= Anfibi; I= Insetti; M= Mammiferi; R= Rettili; U= Uccelli). Specie Dimensione/densità Gruppo Codice Legami con il sito Nome scientifico Nome comune della popolazione A 5357 Bombina pachipus residenza comune M 1352 Canis lupus Lupo residenza presente I 1088 Cerambyx cerdo Cerambice residenza presente U A084 Circus pygargus Albanella minore tappa presente U A208 Columba palumbus Colombaccio tappa presente U A208 Columba palumbus Colombaccio residenza presente U A113 Coturnix coturnix Quaglia tappa comune R 1279 Elaphe quatuorlineata Cervone residenza molto raro U A103 Falco peregrinus Falco pellegrino residenza 1 coppia U A338 Lanius collurio Averla piccola riproduzione 11-50 coppie M 1310 Miniopterus schreibersii Miniottero riproduzione presente M 1307 Myotis blythii Vespertilio minore residenza presente M 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato residenza molto raro M 1324 Myotis myotis Vespertillo maggiore residenza presente U A077 Neophron percnopterus Capovaccaio riproduzione 1 coppia U A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo tappa comune M 1305 Rhinolophus euryale Ferro di cavallo euriale residenza raro M 1304 Rhinolophus ferrumequinum Rinofolo maggiore residenza presente M 1303 Rhinolophus hipposideros Rinofolo minore residenza raro A 1175 Salamandrina terdigitata Salamandrina dagli occhiali residenza raro U A155 Scolopax rusticola Beccaccia svernamento comune U A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio svernamento comune

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Tabella 10: SIC – MONTE SOPRANO E MONTE VESOLE. Altre specie importanti di flora e fauna. (A= Anfibi; I= Insetti; M= Mammiferi; P= Piante; R= Rettili) Nome Nome Gruppo Densità Gruppo Densità scientifico comune scientifico comune Ontano Ramarro P Alnus cordata presente R Lacerta bilineata comune napoletano occidentale P Armeria macropoda presente I Lestes dryas presente P Asperula calabra presente I Lucanus tetraodon presente Onychogomphus I Boyeria irene presente I presente forcipatus Ceriagrion Lucertola I presente R Podarcis muralis rara tenellum muraiola R Chalcides chalcides Luscengola rara R Podarcis sicula Lucertola italiana comune Coenagrion I presente A Rana dalmatina Rana agile rara caerulescens R Coluber viridiflavus Biacco comune A Rana italica Rana appeninica comune Cordulegaster Salamandra I presente A Salamandra rara boltoni salamandra M Felis silvestris Gatto selvatico presente A Triturus italicus Tritone italiano comune A Hyla italica Raganella italica rara

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Tabella 11: ZPS – MONTI SOPRANO, MONTE VESOLE E GOLE DEL FIUME CALORE SALERNITANO. Specie riferite all’art. 4 della Direttiva 2009/147/EC ed elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/EEC. (A= Anfibi; I= Insetti; M= Mammiferi; P= Pesci; R= Rettili; U= Uccelli) Specie Dimensione/densità Gruppo Codice Legami con il sito Nome scientifico Nome comune della popolazione U A293 Acrocephalus melanopogon Forapaglie castagnolo riproduzione 1-5 coppie U A229 Alcedo atthis Martin pescatore residenza 6-10 coppie A 5357 Bombina pachipus residenza comune U A215 Bubo bubo Gufo reale residenza 1 coppia M 1352 Canis lupus Lupo residenza presente U A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre riproduzione 1-5 coppie U A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre tappa rara I 1088 Cerambyx cerdo Cerambice residenza presente U A080 Circaetus gallicus Biancone riproduzione 1 coppia U A081 Circus aeruginosus Falco di palude tappa comune I 1044 Coenagrion mercuriale Agrion di mercurio residenza presente U A208 Columba palumbus Colombaccio residenza presente U A208 Columba palumbus Colombaccio tappa rara U A208 Columba palumbus Colombaccio riproduzione presente U A231 Coracias garrulus Ghiandaia marina riproduzione 1-5 coppie U A113 Coturnix coturnix Quaglia tappa comune U A113 Coturnix coturnix Quaglia svernamento rara U A113 Coturnix coturnix Quaglia riproduzione presente R 1279 Elaphe quatuorlineata Cervone residenza molto rara U A101 Falco biarmicus Lanario residenza 1 coppia U A095 Falco naumanni Grillaio tappa comune U A103 Falco peregrinus Falco pellegrino residenza 3 coppie U A125 Fulica atra Folaga svernamento comune U A125 Fulica atra Folaga residenza presente P 1099 Lampetra fluviatilis Lampreda di fiume tappa molto rara P 1096 Lampetra planeri Lampreda minore residenza comune U A338 Lanius collurio Averla piccola riproduzione 51-100 coppie M 1355 Lutra lutra Lontra residenza rara U A073 Milvus migrans Nibbio bruno riproduzione 2 coppie U A073 Milvus migrans Nibbio bruno tappa comune U A074 Milvus milvus Nibbio reale tappa comune U A074 Milvus milvus Nibbio reale svernamento 1 - 5 individui U A074 Milvus milvus Nibbio reale riproduzione 2 coppie M 1310 Miniopterus schreibersii Miniottero riproduzione presente M 1307 Myotis blythii Vespertilio minore residenza presente M 1316 Myotis capaccinii Vespertilio di Capaccini residenza presente M 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato residenza molto rara M 1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore residenza presente U A077 Neophron percnopterus Capovaccaio tappa molto rara U A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo tappa comune U A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo riproduzione 1 coppia P 1095 Petromyzon marinus Lampreda di mare tappa molto rara M 1305 Rhinolophus euryale Ferro di cavallo euriale residenza rara M 1304 Rhinolophus ferrumequinum Rinofolo maggiore residenza rara M 1303 Rhinolophus hipposideros Rinofolo minore residenza rara P 1136 Rutilus rubilio Triotto residenza comune A 1175 Salamandrina terdigitata Salamandrina dagli occhiali residenza rara P 6135 Salmo trutta macrostigma Trota macrostigma residenza rara U A155 Scolopax rusticola Beccaccia svernamento comune U A210 Streptopelia turtur Tortora riproduzione presente U A210 Streptopelia turtur Tortora tappa presente P 5331 Telestes multicellus residenza rara U A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio tappa comune U A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio svernamento comune U A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio riproduzione presente U A287 Turdus viscivorus Tordela riproduzione presente U A287 Turdus viscivorus Tordela tappa rara

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Tabella 12: ZPS – MONTI SOPRANO, MONTE VESOLE E GOLE DEL FIUME CALORE SALERNITANO. Altre specie importanti di flora e fauna. (A= Anfibi; I= Insetti; M= Mammiferi; P= Piante; R= Rettili) Nome Nome Gruppo Densità Gruppo Densità scientifico comune scientifico comune Ontano P Alnus cordata presente A Hyla italica Raganella italica rara napoletano Ramarro P Armeria macropoda presente R Lacerta bilineata comune occidentale P Asperula calabra presente I Lestes dryas presente Natrice tessellata I Boyeria irene presente R Natrix tessellata rara Onychogomphus R Chalcides chalcides Luscengola rara I presente forcipatus Coenagrion Lucertola I presente R Podarcis muralis rara caerulescens muraiola Coenagrion I presente R Podarcis sicula Lucertola italiana comune tenellum

R Coluber viridiflavus Biacco comune A Rana dalmatina Rana agile rara

Cordulegaster I presente A Rana italica Rana appeninica comune boltoni Colubro Salamandra R Elaphe longissima rara A Salamandra rara d'Esculapio salamandra M Felis silvestris Gatto selvatico rara A Triturus italicus Tritone italiano comune A Hyla intermedia molto rara

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4 I boschi di Roccadaspide

4.1 Descrizione delle tipologie forestali

La proprietà silvo-pastorale della città di Roccadaspide è compresa tra una quota minima di circa 200 m s.l.m. fino a raggiungere l’altitudine maggiore di 1210 m s.l.m. (Monte Vesole). La superficie occupata, inoltre, è molto variabile dal punto di vista morfologico caratterizzata da una rapida successione di impluvi e displuvi. Nonostante la notevole variabilità, l’esposizione prevalente è quella settentrionale che si riflette in temperature più fresche e regimi udometrici più elevati. La differenziazione di esposizione, quota e pendenza crea condizioni ecologiche differenti per cui si assiste al graduale succedersi di diverse tipologie forestali influenzate o meno dalla presenza di disturbi (uomo e pascolo). Fanno eccezione i rimboschimenti di Douglasia (particelle forestali 54 e 55 per una estensione complessiva di 7,29 ettari) che rivestono un’importanza marginale rispetto all’intero complesso boscato.

Alle quote più basse sono presenti formazioni di sempreverdi mediterranee nonché boschi misti di latifoglie decidue a temperamento xerico come la roverella (Quercus pubescens), l’orniello (Fraxinus ornus). Non manca il leccio (Quercus ilex) che si rinviene in formazioni quasi pure collocandosi tra i 200 e 700 m s.l.m.. La maggior parte dei boschi da assestare presentano una struttura pluristratificata con presenza di Quercus cerris (cerro), Alnus cordata (ontano napoletano), Acer sp. (acero) i quali si alternano nella formazione del piano dominante. Le tipologie forestali frequenti sono la cerreta mesofila, l’ontaneto e l’acereto. Piuttosto rare sono le formazioni ad orno-ostrieto. Infatti questa formazione diviene più varia in quanto soffre la competizione di altre specie come l’acero soprattutto nei bassi versanti o lungo pendici non troppo acclivi.

Questi consorzi tipici dei suoli mesici caratterizzano la vegetazione forestale a partire dai 600 m di quota dove la coltivazione del castagno da frutto dona un aspetto frammentato del bosco. Infatti si rinvengono aree, a volte anche di poche centinaia di metri quadrati, in cui il castagno è stato impiantato artificialmente rompendo la continuità del bosco. Dal Regolamento degli usi civici approvato con D.C.C. del 30/5/1889 si evince come nel demanio Montagna i cittadini avessero apportato migliorie piantandovi il castagno negli anni precedenti il 1835. Comunque i castagneti da frutto privati occupano una superficie di gran lunga superiore a quelli su suolo di proprietà comunale e sono serviti da una strada asfaltata che da essi prende il nome (Strada panoramica dei castagneti).

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Salendo di quota il cerro diviene più sporadico fino a lasciare il posto all’acero, ontano napoletano, carpino nero. Intorno a 1000 m di quota, nelle aree scarsamente acclivi in cui le condizioni edafiche sono favorevoli (suoli freschi e profondi, strato humifico abbondante, pietrosità e rocciosità scarse) si sviluppa il faggio costituendo nuclei puri (ad esempio presso la Fonte di Germanito). Non è raro trovare esemplari isolati di faggio in forre o depressioni dove l’elevato tasso di umidità ne garantisce lo sviluppo. Tali piante, nonché i nuclei isolati di faggio all’interno delle particelle forestali, devono essere protetti e salvaguardati. A contatto con il faggio, lungo le pendici più acclivi, troviamo formazioni di orno-ostrieti nella forma meno ferace che si spingono fino a 1100 metri di altitudine.

La presenza di fruttiferi (melastro, perastro, ciliegio), insieme a ciò che resta di terrazzamenti con muretti a secco e ruderi di ricoveri in pietra, testimonia come negli anni passati il demanio fosse sfruttato dall’uomo per scopi agricoli e pastorali.

Nel demanio non sono stati censiti e segnalati alberi monumentali in quanto nessun esemplare presente soddisfa i requisiti richiesti dalla legge n. 10 del 14/1/2013.

I soprassuoli forestali erano governati prevalentemente a ceduo. Dalle utilizzazioni si ricavava legna da ardere e carbone come testimoniato dalla presenza di aie carbonili. Sono stati rinvenuti segni di capitozzatura su esemplari di acero, pratica effettuata per la produzione di frasca da foraggio. La cessazione delle utilizzazioni ha determinato l’invecchiamento dei soprassuoli dove, nei casi più avanzati di avviamento naturale all’alto fusto, si assiste alla presenza di soprassuoli transitori (di origine agamica) a densità disforme dove le condizioni stazionali (microclima, esposizione, suolo) hanno selezionato la specie più competitiva. Nei soprassuoli in cui è in atto la selezione naturale si osserva un intricato piano dominato in avanzata fase di senescenza con piante malformate, seccagginose, troncate, marcescenti. Il piano arboreo principale è costituito da polloni ormai affrancati insieme alle matricine risparmiate dalle passate utilizzazioni. Inoltre la presenza di un piano dominato e uno dominante senza soluzione di continuità può costituire pericoloso combustibile in caso di incendio. Il taglio incontrollato (abusivo) praticato senza alcun presupposto ecologico ed il carico eccessivo di bestiame (bovini) rischiano di compromettere la rinnovazione di alcune specie (cerro in particolare) a vantaggio di altre a carattere meno esigente.

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4.2 Le utilizzazioni boschive del passato Il Comune di Roccadaspide non è mai stato dotato di un Piano di Assestamento per la gestione del proprio patrimonio silvo-pastorale. Pertanto si è cercato di ricostruire le utilizzazioni boschive (epoca e forma di trattamento) effettuate negli anni addietro attraverso la consultazione di documenti presso l’archivio del Comune e della locale stazione del Corpo Forestale. Dai dati e dalle testimonianze raccolte, dai rilievi effettuati e dall’osservazione dell’attuale struttura dei popolamenti boscati da assestare emerge come il ceduo matricinato fosse stata la forma di governo maggiormente utilizzata. Questo tipo di utilizzazione ha determinato la coetaneizzazione dei soprassuoli. I prelievi legnosi si succedevano nel tempo con notevole intensità (forse per soddisfare i fabbisogni della sempre crescente popolazione) interessando ampie superfici (Tabella 13). A testimonianza dell’utilizzazione intensa di questi soprassuoli negli anni ’40-50 del secolo scorso sono le aie carbonili sparse su tutto il demanio. Dai sopralluoghi effettuati in campo, sebbene non ci sia stato riscontro in documenti ufficiali, alcuni soprassuoli sembrano essere stati utilizzati in tempi non molto lontani (sono più “giovani” di altri) probabilmente perché le ceduazioni, interessando ampie superfici, si protraevano per più anni generando soprassuoli di età differente. La mancanza del Libro Economico o di un adeguato registro delle utilizzazioni annuali delle particelle presso il Comune ha reso difficoltosa la ricostruzione dei prelievi legnosi. Questi boschi cedui hanno superato il turno consuetudinario e attualmente costituiscono soprassuoli transitori in conversione naturale a fustaia. Tabella 13: Prospetto delle superfici utilizzate e relativo anno di utilizzazione del complesso boscato del Comune di Roccadaspide.

Descrizione passati interventi Anno di Estensione Foglio Particella catastale e/o utilizzazioni boschive utilizzazione (ha) Ceduazione 44 Non riportata 1939/1941 232,7309 Ceduazione 45 Non riportata 1939/1941 180,4612 1930/1931 e Ceduazione 46 Non riportata 75 1951/1952 Ceduazione 54 Non riportata 1946/1947 316,2906 Ceduazione 57 Non riportata 1946/1947 230,8951 Taglio colturale 57 Non riportata 1951/1952 10 Taglio colturale 57 Non riportata 1940/1941 12 Ceduazione 57 Non riportata 1939/1941 100,85

I soprassuoli di origine agamica si presentano con polloni ormai affrancati e notevole è la presenza di piante aduggiate e secche e in piedi. Le condizioni stazionali in cui questi

30 soprassuoli vegetano, sono ottimali tali da creare i presupposti per costituire una fustaia con buone caratteristiche morfologiche, produttive e paesaggistiche.

Gli interventi di rimboschimento risalgono agli anni ’60 ed hanno interessato una superficie di circa 7 ettari. La conifera maggiormente impiegata è stata la douglasia (Pseudotsuga menziesii). Scarso l’utilizzo di latifoglie tra le quali si segnala il ciliegio (Prunus avium) e il castagno (Castanea sativa). Tali soprassuoli non sono mai stati sottoposti a spalcature e diradamenti finalizzati a migliorarne la stabilità meccanica e le condizioni fitosanitarie. La mancanza di interventi selvicolturali ha innescato i processi di auto-potatura e auto-diradamento con il conseguente aumento di piante morte in piedi e di schianti. Inoltre la soppressione delle normali cure colturali non ha fatto altro che ritardare il processo di rinaturalizzazione.

4.3 Le condizioni fitosanitarie

Nel complesso lo stato fitosanitario del bosco è soddisfacente. Su piante di cerro (Quercus cerris) che non si trovano in condizioni vegetative ottimali (suolo poco profondo con pietrosità/rocciosità elevata, densità eccessiva) si osservano i sintomi di infezione del fungo agente del cancro carbonioso (Hypoxylon mediterraneum = Biscogniauxia mediterranea): colature di liquido nerastro lungo i fusti per lo più accompagnate da ricacci epicormici. Questi sintomi sono localizzati nelle zone di penetrazione del fungo in corrispondenza delle quali la pianta reagisce con l’emissione di essudati costituiti da sostanze tanniche che, disseccandosi all’aria, assumono un aspetto catramoso. Se le condizioni di stress permangono a lungo le piante infette vanno sicuramente incontro ad un progressivo deperimento con esito letale (Anselmi e Govi, 1996).

A carico dell’ontano napoletano (Alnus cordata) si è riscontrata la presenza del cancro batterico da Erwinia alni. Esemplari più adulti mostrano evidenti segni di deperimento dovuti soprattutto alla scarsa longevità che caratterizza la specie (Gellini e Grossoni, 1997).

I castagneti da frutto non si presentano in condizioni fitosanitarie ottime. Il castagno, sebbene sia stato introdotto dall’uomo in sostituzione del bosco, si è facilmente adattato dimostrando attualmente evidenti segni di senescenza e deperimento. Si stima che tali castagneti abbiano un’età superiore ai due secoli. Le piante presentano la chioma poco espansa e i rami protesi verso l’alto, forse, a causa delle operazioni di potatura non svolte con regolarità. Molti fusti presentano i sintomi tipici di attacchi di agenti cariogeni (cavità) facilmente riconosciuti per la presenza dei corpi fruttiferi (Fistulina hepatica, Laetiporus sulphureus,

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Ganoderma sp.). Poco frequente è il cancro del castagno (Cryphonectria parasitica). I danni maggiori ai castagneti sono tuttora inferti da Dryocosmus kuriphilus detto il cinipide del castagno. Originario della Cina, è l’insetto più dannoso nei confronti del genere Castanea. Il danno consiste alla ripresa vegetativa nella formazione di galle causate dalle larve nelle quali vi trovano riparo e nutrimento fino all’impupamento e sfarfallamento. Ciò determina la riduzione della produzione sia per la compromissione delle gemme a fiore, sia per una generale ridotta capacità fotosintetica. Una forte infestazione comporta il complessivo indebolimento della pianta che diventa più suscettibile ad altre patologie come il cancro della corteccia.

Sulle ceppaie oggetto delle passate ceduazioni, il taglio, non eseguito a regola d’arte, determina ristagni d’acqua in incavi favorendo il potenziale sviluppo di marciumi radicali. L’apertura delle strade di servizio con il conseguente rotolamento di massi, ha causato alle piante poste a valle delle stesse strade, lacerazioni del ritidoma alla base del fusto che hanno messo allo scoperto la porzione esterna del legno. Sulle piante a corteccia liscia (acero e faggio) poste alle quote più elevate si notano cretti da gelo. Diffusi sono i danni al suolo ed alla rinnovazione da pascolamento eccessivo. Si segnala inoltre la presenza di cinghiali i quali, essendo molto ghiotti di castagne, incidono negativamente sulla produzione castanicola locale.

Si segnala inoltre la realizzazione di veri e propri atti vandalici quali la cercinatura e il fuoco localizzato alla base delle piante. Tali espedienti vengono attuati con il preciso scopo di indurre la morte della pianta per poi tagliarla e ricavarci legna da ardere. Questa pratica non solo è illegale ma facilita la predisposizione della pianta all’attacco di agenti di biodegradazione (batteri, funghi lignivori, insetti xilofagi) che si possono diffondere a tutto il popolamento arrecando gravi danni (ad esempio su pianta di cerro vandalizzata è stata riscontrata la presenza di Fomes fomentarius).

La scarsa attenzione che l’ente proprietario ha rivolto verso il proprio patrimonio forestale, sia in termini di gestione che di vigilanza, ha fatto sì che, con il tempo, si sia instaurato un uso del tutto improprio del bosco comunale. A questo riguardo il castagno è stato diffuso in ambienti non idonei per la sua coltivazione (pendici molto acclivi, suoli poco profondi con diffusi affioramenti rocciosi, luoghi non serviti da idonea viabilità, etc.); sono, altresì, praticati tagli abusivi allo scopo di favorirne la sua diffusione nella proprietà comunale e i prelievi legnosi non autorizzati hanno assunto carattere sistematico.

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5 Le Classi Economiche

Il demanio di Roccadaspide, della superficie complessiva di 1.214,25 ha, è stato diviso in cinque unità fondamentali, denominate, per semplicità, con il termine generico di Classe Economica:

 Classe Economica A: boschi a dominanza di cerro consociato ad altre latifoglie (acero, ontano, carpino nero) suddivisi in 13 particelle forestali per una superficie complessiva di 266,01 ha;  Classe Economica B: boschi misti di latifoglie (acero, ontano, carpino nero, leccio, orniello, cerro roverella) suddivisi in 27 particelle forestali per una superficie complessiva di 428,57 ha;  Classe Economica C: castagneti da frutto suddivisi in 13 particelle forestali per una superficie complessiva di 205,37 ha;  Classe Economica D: rimboschimenti di conifere suddivisi in 2 particelle forestali con una superficie complessiva di 7,28 ha;  Classe Economica E: pascoli, pascoli cespugliati e arborati, soprassuoli in evoluzione suddivisi in 14 particelle forestali (comparti) con una superficie complessiva di 307,02 ha.

Tabella 14: Roccadaspide. Compartimentazione della proprietà silvo-pastorale. Classe Superficie Qualità di coltura Economica (ha) A Boschi a dominanza di cerro 266,01 B Boschi misti di latifoglie 428,57 C Castagneti da frutto 205,37 D Rimboschimenti 7,28 E Pascoli 307,02 Totale superficie oggetto del PAF 1.214,25

La suddivisione in “Classi Economiche” non si è basata sulla sola capacità produttiva dei soprassuoli come il termine lascerebbe intendere. Infatti si è tenuto conto della multifunzionalità degli ecosistemi forestali riconosciuta in campo nazionale ed internazionale (Dichiarazione di Rio, giugno 1992; programma di azione Agenda 21; FCCC, Convenzione quadro sui Cambiamenti climatici; CBD, Convenzione sulla Biodiversità; CCD, Convenzione per la lotta alla desertificazione). Pertanto con il presente piano si intende implementare la Gestione

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Forestale Sostenibile in base ai “Criteri generali di intervento” indicati nel Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16/06/2005:

 mantenimento e appropriato sviluppo delle risorse forestali e loro contributo al ciclo globale del carbonio;  mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale;  mantenimento e promozione delle funzioni produttive delle foreste (prodotti legnosi e non);  mantenimento, conservazione e adeguato sviluppo della diversità biologica negli ecosistemi forestali;  mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive nella gestione forestale (in particolare suolo e acqua);  mantenimento di altre funzioni e condizioni socio-economiche.

Tali obiettivi sono perseguibili attraverso i “Criteri e buone pratiche di gestione forestale – Baseline per l’attuazione della misura silvo-ambientale”, documento redatto ai sensi delle disposizioni nazionali e regionali vigenti e nel rispetto delle competenze istituzionali, da un gruppo di lavoro tecnico designato per la stesura del Programma Quadro per il Settore Forestale (PQSF) costituito presso il MIPAAF al quale hanno partecipato il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed una rappresentanza delle amministrazioni regionali nominata dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Questi criteri non sostituiscono i criteri di gestione obbligatori fissati dalle norme nazionali e regionali già esistenti, ma rappresentano gli standard minimi di buon governo e trattamento secondo i principi internazionali di gestione forestale sostenibile, multifunzionalità e miglioramento degli ecosistemi forestali.

I presenti Criteri minimi e buone pratiche di gestione forestale interessano:  i territori sottoposti a vincolo idrogeologico, ai sensi della normativa regionale in materia o, in assenza di questa, ai sensi del R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267 e del R.D.L. 16 maggio 1926, n. 1126;  le "aree forestali" definite nelle normative regionali nei piani o programmi forestali regionali di cui all’art. 3 del D. Lgs 227 del 2001 e nei "Piani regionali antincendi boschivi" redatti ed approvato ai sensi della L. 353 del 2000;  le "aree forestali" oggetto di interventi a finanziamento pubblico di qualsiasi origine e sottoposte o non a pianificazione particolareggiata (compreso il PSR 2007-2013).

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6 Rilievo topografico e formazione del particellare

6.1 Materiali

Il rilievo topografico è stato eseguito prendendo a base la carta alla scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano (IGMI) per l'inquadramento forestale, quella catastale alla scala 1:10.000 e la Carta Tecnica Numerica della Regione Campania alla Scala 1:5.000 aggiornata al 2004; la Carta è stata poi ridotta alla Scala 1:10.000. Inoltre per l’interpretazione aerea sono state utilizzate le ortofoto 2012.

6.2 Il Particellare

Il particellare forestale è stato redatto ex novo in quanto trattasi di un Piano di Assestamento Forestale di primo impianto. Date le caratteristiche stazionali del complesso boscato e per caratteri di ordine pratico ai fini gestionali si è ritenuto opportuno adottare un particellare di tipo fisiografico. Adottando questo criterio di compartimentazione del bosco, in una stessa particella forestale è capitato di includere soprassuoli differenti per struttura, stadio evolutivo e, talvolta, anche per forma di governo (coesistenza di soprassuoli di origine gamica e agamica). Pertanto l’assegnazione ad una Classe Economica è stata guidata dall’individuazione della tipologia forestale prevalente della particella.

I confini delle particelle forestali, riportati fedelmente in cartografia, sono facilmente individuabili sul terreno in quanto coincidono con linee naturali (canaloni, valloni, crinali) o con linee artificiali (strade, sentieri o piste di esbosco). Sul terreno i limiti delle particelle sono stati contrassegnati con vernice in tinta rossa con simbologia differente: i segni che delimitano i confini di proprietà comunali (, Capaccio, Trentinara) sono stati realizzati con doppie linee, mentre i confini tra particelle con linee singole. Alle particelle forestali che compongono le Classi Economiche A, B, C e D è stato assegnato un numero arabo mentre a quelle rientranti nella Classe Economica E sono state contrassegnate con lettere dell’alfabeto. Nelle tabelle che seguono sono riportate le particelle assestamentali e le corrispondenti particelle catastali, o porzioni di esse, che le compongono.

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Tabella 15: Raffronto fra le particelle forestali e quelle catastali. Il pedice “p” posto di fianco al numero della particella catastale indica che solo una porzione di essa contribuisce alla composizione della particella forestale. La superficie assestamentale si riferisce a quella elaborata cartograficamente.

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Tabella 16 (seguito)

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Tabella 16: Raffronto fra le particelle forestali che compongono la Classe Economica E e quelle catastali. Il pedice “p” posto di fianco al numero della particella catastale indica che solo una porzione di essa contribuisce alla composizione della particella forestale. La superficie assestamentale si riferisce a quella elaborata cartograficamente.

Particella Riferimento catastale Superficie forestale Foglio Particella assestamentale (ha) 69 , 72, 73, 85 , 87, 89, 90, 92, a 54 p p 58,352 93, 94, 95, 97, 98

b 54 69p, 41p 8,661

c 54 69p, 104p 9,189 50 134 d 15,031 57 11

44 19p

e 45 78p 9,556

54 69p f 45 38 3,217 39 296 g 40 227, 228 22,086

45 28p, 567

h 45 7p, 598 19,507 39 1 i p 16,421 45 714p 36 1 , 3, 4 l p 40,258 44 11, 19p 35 2 , 3 m p 50,719 44 3, 4, 321, 322, 323, 324, 325

n 44 19p 26,527

o 57 127p, 129p 16,636 45 768 p p 10,859 54 15, 18, 69p Totale 307,019

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7 Rilievi dendrometrici

7.1 Generalità

Per ogni particella sono stati rilevati i dati relativi ai fattori ambientali e di gestione: a) caratteri stazionali: altitudine minima e massima, pendenza media, esposizione, suolo, ecc.; b) specie legnose principali; c) copertura arbustiva ed erbacea; d) parametri dendrologici; e) età del soprassuolo, mediante l’estrazione e lettura di carotine con succhiello di Pressler e attraverso la lettura di alcune ceppaie recentemente abbattute.

I rilievi in campo sono stati eseguiti nel 2014 mediante 119 aree di saggio circolari di 400 m2 (raggio 11,28 m). Ciascuna AdS è stata georeferenziata ed opportunamente delimitata con segni di colore rosso. Ad ogni area di saggio è stato attribuito un numero arabo progressivo dipinto in tinta rossa su albero o pietra posti in prossimità del centro accompagnato dalla sigla “ADS”. Al loro interno è stato effettuato il cavallettamento totale con impiego del cavalletto dendrometrico (soglia di cavallettamento a 1,30 metri dal suolo: 2,5 cm). Le piante cavallettate sono state suddivise per specie e classificate in classi di diametro di 5 cm. Dal cavallettamento sono rimaste escluse le piante secche in piedi e i monconi.

7.2 Le curve ipsometriche

Per le specie più rappresentative si è provveduto alla costruzione della curva ipsometrica con il rilievo di un congruo numero di altezze misurate con l’ipsometro ad ultrasuoni Vertex IV Haglöf. Tali rilievi sono stati eseguiti in aree rappresentative del soprassuolo. Con i valori di diametro a 1,3 m dal suolo e corrispondente altezza totale, sono state costruite 6 curve ipsometriche: 5 per le specie di maggior rilevanza (cerro, ontano napoletano, acero, leccio e douglasia) ed una per le specie minori come carpino nero, orniello, roverella che raramente costituiscono cenosi pure all’interno del demanio. La curva ipsometrica della douglasia sarà trattata nel capitolo relativo ai Rimboschimenti. Per la compensazione della curva ipsometrica, è stato utilizzato sia il modello semilogaritmico che quello polinomiale. Tra i due modelli si è preferito quello che, a secondo dei casi, offriva risultati migliori per la spiegazione dei dati (R2

39 prossimo a 1). Per la costruzione della curva ipsometrica sono state rilevate complessivamente 317 altezze ripartite tra le diverse specie secondo la Tabella 17:

Tabella 17: Numero di alberi modello delle altezze ripartiti per specie.

Numero Specie campione cerro 85 acero 50 ontano 53 leccio 41 misto 53 douglasia 35 Tot. 317

Per il cerro (Figura 9) sono state rilevate 85 altezze e nella compensazione dei dati il modello polinomiale ha offerto i migliori risultati (R2= 0,63). La curva perequata ha equazione:

H  0,0059d 2  0,721d  2,2361 dove: H è l’altezza totale compensata della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

Figura 9: Curva ipsometrica compensata del cerro. Il modello polinomiale meglio esprime i valori di altezza compensata soprattutto in corrispondenza dei diametri maggiori.

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La curva ipsometrica dell’acero (Figura 10) è stata costruita sulla base di 50 rilievi delle altezze. La curva perequata (R2= 0,47) ha equazione: H  7,118log d 5,3853 dove: H è l’altezza totale della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

Figura 10: Curva ipsometrica valida per l’acero costruita con 50 alberi modello delle altezze.

L’ontano napoletano è un’altra delle specie più rappresentative dei soprassuoli in esame. La curva ipsometrica reale è stata costruita con 53 rilievi delle altezze (Figura 11). La curva è di tipo polinomiale (R2= 0,37) con equazione:

H  0,0114d 2  0,9294d  3,0794 dove: H è l’altezza totale compensata della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

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Figura 11: Curva ipsometrica dell’ontano napoletano.

Il leccio, in due particelle forestali (44 e 50), è presente in formazioni quasi pure per cui si è ritenuto opportuno costruire l’apposita curva ipsometrica (Figura 12). Sono stati eseguiti 41 rilievi perequati con la seguente equazione (R2= 0,57):

H  0,0133d 2  0,8959d 1,6806 dove: H è l’altezza totale compensata della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

Figura 12: Curva ipsometrica costruita con i rilievi eseguiti nei popolamenti quasi puri di leccio (particelle forestali 44 e 50).

Per le specie la cui presenza è minoritaria e relegata in situazioni particolari (versanti molto acclivi, diffusi affioramenti rocciosi e suolo poco profondo) è stata costruita un’unica curva ipsometrica valida per l’orniello, il carpino nero, perastro, melastro, sorbo, ciliegio

42 selvatico (Figura 13). I rilievi sono stati eseguiti su 53 alberi modello delle altezze equamente ripartiti. La curva (R2= 0,41) ha equazione: H  5,2311log d 1,7161 dove: H è l’altezza totale della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

Figura 13: Curva ipsometrica valida per le specie di corteggio minori come orniello, carpino nero, roverella, e fruttiferi (perastro, melastro, ciliegio selvatico).

Tabella 18: Valori di altezza reale ripartiti per specie ottenuta dalla lettura sulle rispettive curve ipsometriche.

Classe Altezza compensata Altre Ontano Cerro Acero Leccio diametrica latifoglie cm m 5 7,4 5,7 6,1 5,8 6,7 10 11,2 8,9 11,0 9,3 10,3 15 14,5 11,7 13,9 12,1 12,4 20 17,1 14,3 15,9 14,3 14,0 25 19,2 16,6 17,5 15,8 15,1 30 20,7 18,6 18,8 16,6 16,1 35 21,6 20,2 19,9 16,7 16,9 40 22,0 21,6 20,9 16,2 17,6 45 21,8 22,7 21,7 15,1 18,2 50 21,0 23,5 22,5 13,2 18,7 55 19,7 24,0 23,1 10,7 19,2 60 17,8 24,3 23,8 7,6 19,7 65 15,3 24,2 24,3 3,7 20,1

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7.3 Stima della provvigione reale

La provvigione è stata calcolata mediante l’applicazione dei modelli di previsione per la stima del volume messi a punto per la realizzazione dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC, 2005). Le equazioni di previsione, a valenza nazionale, permettono la stima del volume di fusto (svettato a 5 cm, sopra corteccia e al netto della ceppaia) e rami grossi (anch’essi svettati a 5 cm di diametro in punta) per singola specie o gruppi di specie. Esse, a partire dai valori di diametro a 1,30 metri dal suolo e di altezza, restituiscono il valore in dm3 opportunamente trasformato in m3. Per le specie di minore importanza, il cui contributo è irrilevante ai fini assestamentali (perastro, melastro, ciliegio, sorbo), è stata utilizzata la Tavola generale a doppia entrata delle altre latifoglie allevate a ceduo della raccolta Castellani (1984). Questa tavola è stata costruita su un campione di 698 polloni, sui quali sono stati rilevati il diametro ad 1,3 m dal suolo e l’altezza totale ed è stato poi determinato il volume dendrometrico ad esclusione della fascina. Si precisa che le tavole a doppia entrata rappresentano lo strumento di cubatura più esatto che si conosca (La Marca, 2004).

Il faggio, che vegeta nelle stazioni poste a quote più elevate (particelle forestali n. 16, 17, 23, 26 e 31 – località Fonte di Germanito, Valico di Vesole), forma piccoli nuclei puri o in consociazione all’ontano napoletano, acero e carpino nero. Per tale specie, si è ritenuto opportuno adottare in modo speditivo la tavola dendrometrica ad una entrata del faggio dell’Irpinia cresciuto in fustaia coetanea (Cantiani, 1957). La curva stereometrica corrispondente alla tavola utilizzata ha equazione:

2 V  0,0016d  0,023d  0,1727 dove: V è il volume, espresso in metri cubi (m3); d è il diametro espresso in centimetri (cm).

Discorso a parte merita il metodo di stima del volume delle piante di ontano napoletano. Alnus cordata è una specie ad areale molto ristretto e gravitante sul versante tirrenico della Campania e Lucania. Bezzi et al. (1989) hanno ampiamente analizzato i caratteri vegetazionali e selvicolturali dei popolamenti di ontano napoletano nel Cilento allestendo modelli di previsione stereometrica fino ad allora inesistenti per questa specie. La curva ipsometrica reale è stata confrontata con la curva delle altezze indicative della tavola di cubatura ad una entrata (volume del fusto e dei rami fino a 3 cm). Il confronto (Figura 14) ha

44 messo in evidenza come la curva ipsometrica reale dell’ontano napoletano dei boschi di Roccadaspide si discosta di poco da quella indicativa della tavola dendrometrica dei boschi di ontano nel Cilento elaborata da Bezzi et al. (1989). Il volume legnoso dell’ontano è stato perciò stimato con l’uso di detta tavola la cui espressione funzionale è:

V  0,82364  0,16412d 2  2,26523102 d 3 dove: V è il volume, dm3 (opportunamente convertito in m3) d è il diametro a 1,30 m espresso in centimetri (cm).

Figura 14: Confronto tra la curva ipsometrica reale dell’ontano nei boschi di Roccadaspide e quella dei boschi puri e densi di ontano del Cilento (Bezzi et al., 1989).

Le espressioni funzionali utilizzate per il calcolo della provvigione relativa a ciascuna specie sono riportate in Tabella 19. Comunque, ai fini di compravendita del materiale legnoso si dovranno adottare metodi di cubatura esatti come il metodo degli alberi modello.

Tabella 19: Riepilogo delle espressioni funzionali utilizzate per il calcolo della provvigione ed equazioni delle curve ipsometriche reali ripartite per singola specie.

Volume Specie Equazione curva ipsometrica Eqazione funzionale Fonte Cerro v= -4,3221 ∙10 -2 + 3,8079 ∙10 -2 d 2 h Tabacchi et al ., h= -0,0059d 2 + 0,721d + 2,2361 Acero v= 1,6905 + 3,7082∙10 -2 d 2 h h= 7,118 ∙ log d - 5,3853 Leccio v= -2,2219 + 3,9685 ∙10 -2 d 2 h + 6,2762 ∙10 -1 d h= -0,0133d 2 + 0,8959d + 1,6806 Orniello v= -1,1137 ∙10 -1 + 3,9108 ∙10 -2 d 2 h Carpino nero, v= -1,4983 + 3,8828∙10 -2 d 2 h Carpinella Roverella v= 5,1025 ∙10 -1 + 4,5184 ∙10 -2 d 2 h - 3,6026 ∙10 -1 d 2005 h= 5,2311 ∙ log d - 1,7161 Perastro, v= -0,001614 + 0,372428 ∙10 -4 d 2 h + 0,959885∙10 -3 d - Castellani et al ., Melastro, Sorbo 0,240608∙10 -3 h 1984 Faggio v= 0,0016d 2 - 0,023d + 0,1727 Cantiani, 1957 non rilevata Ontano v= -0,82364 + 0,16412 d 2 + 2,26523∙10 -2 d 3 Bezzi et al., 1989 h= -0,0114d 2 + 0,9294d + 3,0794 napoletano

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8 Classe Economica A: Boschi a dominanza di cerro

8.1 Generalità

Questa classe economica occupa una superficie complessiva di 266,01 ha (circa il 22% della superficie totale) mentre quella utile è di 230,07 ha ed è suddivisa in 13 particelle forestali (5, 12, 13, 15, 18, 29, 33, 36, 37, 38, 39, 52, 53). Sono state assegnate a questa classe economica le particelle i cui soprassuoli sono caratterizzati dalla presenza prevalente del cerro rispetto ad altre specie per area basimetrica e densità specifica. Le particelle non formano un corpo unico ma sono dislocate nelle varie località del demanio. Il cerro infatti si rinviene dalle quote più basse fino alla fascia montana inferiore collocandosi soprattutto nelle esposizioni più calde. Si tratta di soprassuoli di origine agamica derivanti da invecchiamento di cedui semplici e cedui semplici scarsamente matricinati (circa 45 matricine per ettaro), e a tratti di giovani fustaie di origine agamica ed in parte gamica (particella forestale 33) dove la dominanza del cerro è netta rispetto ad altre latifoglie che edificano il soprassuolo. L’interpretazione di questa eterogeneità è alquanto problematica ma sicuramente riconducibile alle forme di utilizzazione del passato e al disturbo operato dal pascolo e dall’uomo. L’età dei soprassuoli è compresa tra 30 e 75 anni circa (vedi Tabella 21). La sospensione dei tagli ha favorito non solo una naturale e progressiva evoluzione del soprassuolo ma anche del suolo. Infatti la cessazione delle utilizzazioni ha determinato maggiore accumulo di sostanza organica nel suolo migliorandone la struttura con conseguenze positive sull’assetto idrogeologico dei terreni (minore destrutturazione degli aggregati del suolo). Inoltre l’assenza di disturbi ha esaltato la capacità di stoccaggio del carbonio nel pool forestale suolo (IPCC, 2005).

A queste formazioni partecipano in modo subordinato e alternandosi in funzione delle condizioni stazionali, ontano napoletano (Alnus cordata), l’acero opalo (Acer opalus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), roverella (Quercus pubescens). Alle quote inferiori si rinviene anche la presenza del leccio (Quercus ilex). Sparsi un po’ ovunque sono il melastro (Malus sylvestris), il perastro (Pyrus pyraster) e il ciavardello (Sorbus torminalis). Per semplicità si è indicato il termine generico di "acero opalo", per le difficoltà e per i noti dubbi per discriminare l'Acer obtusatum da Acer neapolitanum; date le condizioni ecologiche deve presumersi presente nella classe (A) l'Acer obtusatum W. et K. (Pignatti, 1982).

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Nelle particelle forestali 5, 13, 15, 18, 29, 52 sono state individuate aree a castagneto da frutto (Castanea sativa). Poiché trattasi di più appezzamenti di ridotte dimensioni si è ritenuto opportuno non cartografarli né attribuire loro uno specifico numero di particella o di sub-particella (nelle scale di riproduzione 1:10.000 e 1:25.000 le piccole superfici sono difficilmente distinguibili). Tuttavia le aree intercluse a castagneto da frutto sono state considerate tare e come tali sottratte alla superficie lorda totale della particella forestale. L’eterogeneità delle condizioni stazionali (microclima, esposizione, pendenza, caratteristiche del suolo) determinano la variabilità tipologica di questi soprassuoli di cerro. Tra le tipologie di querceti di cerro proposte da Del Favero (2008), nei soprassuoli in esame possiamo distinguere: il querceto di cerro dei suoli mesici e il querceto di cerro dei suoli mesoxerici tipico. Il primo è presente su suoli mesici con buona disponibilità di acqua in corrispondenza di impluvi o vallecole (infatti il cerro è esigente in termini di disponibilità idrica). In questi ambienti il cerro subisce la competizione di specie “aggressive” come l’acero e l’ontano napoletano. La struttura è biplana con un piano dominante costituito dal cerro ed uno dominato costituito dalle altre specie. La particella forestale 18 rappresenta un esempio di questa formazione in cui la nuova generazione “di sostituzione” diversa dal cerro cresce. Dove la disponibilità idrica è inferiore (suoli mesoxerici) il cerro ha il suo optimum e si assiste alla rarefazione o assenza delle specie competitive dei suoli mesici. Su tali suoli si forma il querceto di cerro dei suoli mesoxerici tipico per lo più puro con struttura monoplana (particella forestale 15).

In genere la densità di questi soprassuoli è disforme e le piante risultano di buon portamento. Non si osservano fenomeni di deperimento in atto se non evidenti segni di stress in stazioni in cui la densità è elevata e le condizioni edafiche non ottimali. La rinnovazione del cerro, come delle altre specie, si insedia nei piccoli gap che si creano al di sotto della copertura delle chiome in cui penetra una maggiore radianza. La rinnovazione è scarsa o comunque soggetta a danneggiamento da pascolo.

Lo strato arbustivo è costituito da biancospino (Crataegus monogyna), rosa canina (Rosa canina), coronilla (Coronilla emerus), ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), ginestra odorosa (Spartium junceum), erica (Erica arborea) negli ambienti più caldi (particella forestale 53), ligustro (Ligustrum vulgare), vitalba (Clematis vitalba). Nelle particelle forestali 38 e 39 la carpinella (Carpinus orientalis), è la specie d’accompagnamento molto frequente nel piano arbustivo.

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Da segnalare in località Balvarie (particella forestale n. 18), la presenza dell’agrifoglio (Ilex aquifolium), essenza molto rara nell’intero demanio forestale, indice di maggiore umidità atmosferica tipica dei versanti esposti a nord. Lo stato erbaceo è costituito da Rubia peregrina, Festuca drymeia, Smilax aspera, Pteridium aquilinum, Asplenium onopteris, Luzula forsteri, rovo (Rubus ulmifolius), edera (Hedera helix), asparago (Asparagus acutifolius), fragola (Fragaria vesca), Helleborus foetidus, pungitopo (Ruscus aculeatus), Geranium robertianum, Cyclamen hederifolium, Sanicula europaea, Lathyrus vernus, Melica uniflora, Polistychum sp., Viola alba, Viola reichenbachiana, Stellaria media, Digitalis micrantha, Cistus salvifolius, Lilium bulbiferum subsp. croceum, Daphne sericea, origano (Origanum vulgare), timo (Timus sp.).

Infine, occorre rimarcare che sono molto frequenti i tagli abusivi praticati senza distinzione di specie e classe diametrica. Questi prelievi indiscriminati rappresentano un serio ostacolo alla gestione sostenibile dei soprassuoli, perché costituiscono un reale impedimento alla loro gestione pianificata. Le particelle forestali, inoltre, includono o confinano con proprietà private che praticano la coltivazione del castagno per la produzione del frutto. I tagli abusivi sono finalizzati a fare spazio o liberare piante di castagno che ci si ostina a diffondere anche in ambienti inidonei sotto il profilo edafico. Una delle pratiche utilizzate è la cercinatura delle piante, anche di grosse dimensioni diametriche, e il loro successivo abbattimento a morte conseguita. Ai sensi del disposto dell’art.25 della L. R. 11/96, è fatto divieto assoluto cercinare le piante o arrecare loro qualsiasi tipo di danno che possa determinarne la morte. I trasgressori saranno puniti con la sanzione amministrativa pari al quadruplo del valore della pianta danneggiata o tagliata prendendo per base il valore di mercato del legname ritraibile da piante della stessa specie e dimensione di quelle tagliate o danneggiate senza alcuna deduzione per spese di abbattimento e trasporto.

8.2 Dati quantitativi

In questa Classe Economica sono state effettuate complessivamente 33 aree di saggio di 400 m2. Dal raggruppamento e tabulazione dei dati del cavallettamento risulta che il popolamento è coetaneiforme con campo di variabilità ampio a dimostrazione dell’età avanzata di questi soprassuoli.

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Figura 15: Classe Economica A. Distribuzione del numero di piante ad ettaro per classe diametrica. Le piante presenti nelle classi 50 ÷ 60 rappresentano le matricine delle passate ceduazioni. Tale dato lascia presupporre che il popolamento attuale sia prevalentemente di origine agamica.

Il cerro è la specie più rappresentata sia in termini di assi che di area basimetrica. Infatti, a livello di Classe, si contano 364 piante ad ettaro che rappresentano il 35% delle piante totali ad ettaro. La carpinella (21%) è molto frequente. Le altre specie sono presenti in percentuale compresa tra il 7 e 9% (acero: 7%; ontano: 8%; carpino nero: 9%; orniello: 8%; roverella: 9%; perastro/melastro: 2%; leccio: 0,05%).

Figura 16: Classe Economica A. Ripartizione specifica del numero di piante ad ettaro.

Anche in termini di area basimetrica (m2/ha) il cerro è la specie più rappresentata (58%), a seguire l’ontano e l’acero (rispettivamente 11 e 7%). In media l’area basimetrica ad ettaro è di 31,54 m2/ha calcolata sulla superficie boscata della Classe di 230,07 ettari.

L’ammontare della provvigione reale è di 60.642,70 m3 pari a 270,34 m3/ha.

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L’età media (calcolata eseguendo la media delle età stimate per singola particella forestale che compongono la Classe Economica, Tabella 21) è di 55 anni, conseguentemente l’incremento medio è di 4,87 m3/ha.

Figura 17: Classe Economica A. Ripartizione specifica percentuale dell’area basimetrica ad ettaro (m2/ha).

I parametri dendrometrici fondamentali relativi alla Classe Economica A sono riportati in Tabella 20.

Tabella 20: Classe Economica A. Parametri dendrometrici riferiti a ciascuna particella forestale. I valori di area basimetrica e provvigione si riferiscono alla superficie boscata.

Particella Superficie Età Area basimetrica Provvigione Incremento Località forestale totale boscata (2014) ettaro totale ettaro totale medio n. ha ha anni m2/ha m2 m3/ha m3 m3/ha * anno Fonte dell'Acero 5 22,199 20,229 65 39,76 804,32 332,14 6.718,87 5,11 Balvarie 12 10,341 9,887 65 41,50 410,34 362,42 3.583,25 5,58 Matadduni 13 25,777 20,548 75 39,85 818,77 386,58 7.943,46 5,15 Balvarie 15 22,233 20,646 50 31,56 651,65 284,23 5.868,13 5,68 Balvarie 18 23,712 20,415 75 43,69 891,89 451,34 9.214,09 6,02 Valico di Vesole 29 15,945 14,153 60 28,42 402,25 220,16 3.115,95 3,67 Tempone Li Gritti 33 23,589 21,519 58 29,82 641,71 293,12 6.307,72 5,05 Tempone Valdicioffo 36 23,862 20,972 35 25,77 540,47 179,63 3.767,11 5,13 Covotta 37 3,208 3,208 60 30,63 98,26 283,36 909,01 4,72 Difesa di Chiaramonte 38 21,391 16,201 60 32,87 532,51 237,14 3.841,92 3,95 Difesa di Chiaramonte 39 18,075 18,075 50 34,51 623,74 293,54 5.305,67 5,87 Piano delle Mandrie 52 13,148 11,378 33 16,69 189,90 102,47 1.165,92 3,11 Tempone Cotruzzo 53 42,53 32,84 30 14,91 489,52 88,36 2.901,59 2,95

Totale 266,01 230,07 55 31,54 7.095,33 270,34 60.642,70 4,91

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8.3 Forma di trattamento proposta

8.3.1 Premessa

Questi soprassuoli non sono stati più ordinariamente gestiti da decenni (interruzione delle ceduazioni e, in alcuni casi, dei tagli di avviamenti ad alto fusto) e hanno assunto naturalmente nuovi equilibri strutturali. I cambiamenti avvenuti con l’interruzione delle utilizzazioni riguardano, oltre alla struttura, anche la composizione. Infatti, come spesso capita per i boschi di cerro, si osserva un arricchimento di nuove specie (acero, ontano, carpino nero) che in alcuni casi potrebbero prendere il sopravvento dando origine a formazioni diverse dal querceto come gli acereti e i carpineti (Del Favero, 2008). Questi soprassuoli sono suscettibili di essere valorizzati attraverso modelli colturali di conversione all’alto fusto aderenti alla dinamica naturale e sono capaci di accelerare l’acquisizione dei caratteri bio-ecologici e strutturali utili a preparare la futura rinnovazione da seme, già in atto in molte aree del demanio. Per tali ragioni, per la durata del presente Piano, si è ritenuto opportuno assecondare la conversione all’alto fusto avviata naturalmente (e, forse, anche dall’uomo) mediante interventi selvicolturali che non intaccheranno la massa legnosa principale. Almeno in questa prima fase dell’assestamento non si ritiene opportuno pronunciarsi sul tipo di fustaia (coetanea o disetanea) che si otterrà a conclusione del periodo di conversione (che potrebbe durare anche decenni). Lo scopo è quello di ottenere un soprassuolo di origine gamica che solo con le successive revisioni del Piano si potrà decidere se tendere verso la coetaneizzazione o disetaneizzazione dei soprassuoli secondo modelli colturali normali più idonei e sostenibili. In questa sede si può supporre che, poiché i soprassuoli in esame sono eterogenei per densità, distribuzione in classi diametriche, struttura, in base alla forma di trattamento proposta si otterranno soprassuoli transitori coetanei a gruppi ma disetanei a livello di classe economica. Inoltre, essendo il bosco eterogeneo per forma di governo, struttura, composizione specifica, non si è ritenuto opportuno eseguire il confronto tra la provvigione reale e la provvigione di un modello colturale normale ben definito (art. 5, comma 3, lettera “a” dell’Allegato A della L. R. 11/96). Inoltre, la forma di trattamento proposta è conforme alle prescrizioni previste dal Piano del Parco Nazionale del Cilento per la Zona B1 all’interno della quale questi boschi sono compresi. Gli obiettivi dell’avviamento ad alto fusto sono di ricostituire o aumentare, a scala di popolamento, la diversità fisionomico- strutturale, funzionale e compositiva del soprassuolo. I vantaggi dell’avviamento all’alto fusto sono:

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 incremento positivo di volume;  maggiori risorse disponibili per la crescita diametrica e radicale delle piante rilasciate grazie alla riduzione della densità e del livello di competizione;  riduzione dell’autopotatura del fusto assumendo così una maggiore stabilità meccanica;  il progressivo innalzamento del piano delle chiome che crea condizioni di illuminazione laterale, utili nel piano di rinnovazione;  distribuzione omogenea delle piante nelle diverse classi diametriche;  maggiore velocità di affrancamento dei polloni per la dismissione precoce delle branche radicali e dei collegamenti non più utilizzati e la contemporanea emissione di nuove radici, connessa alle esigenze fisiologiche e di stabilità meccanica (maggiore superficie fogliare e massa fuori terra).  incremento dello stock di carbonio;  regolazione della composizione specifica al fine di conservare la biodiversità;  la periodica regolazione della densità migliora in modo permanente la risposta funzionale in efficienza di uso idrico (questo aspetto è di rilevante interesse per gli ambienti più sensibili ai cambiamenti ambientali in atto).

8.3.2 Modalità applicative

L’area di applicazione è soprattutto caratterizzata da situazioni omogenee per fertilità ed accessibilità, giacitura favorevole mentre le aree meno accessibili (terreni troppo acclivi o rocciosi) saranno lasciate alla libera evoluzione naturale al fine di evitare fenomeni di erosione e di asportazione della lettiera. Ove necessario saranno aperte idonee piste di servizio al fine di esaltare le funzioni protettive e paesaggistiche che il bosco è demandato a svolgere.

L'avviamento dovrà essere effettuato con diradamenti dal basso di grado moderato che diano più spazio ai soggetti promettenti in modo da migliorare la qualità complessiva del bosco. In corrispondenza di piccoli gap che si creano a causa dell’eliminazione di qualche soggetto può insediarsi la rinnovazione del cerro. Il trattamento sarà condotto in modo uniforme su tutta la superficie. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla

52 saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Infatti, l’eccessivo aumento del clima luminoso sotto copertura favorirebbe lo sviluppo di uno strato di flora infestante (Piussi, 1994). Le chiome delle piante non interessate dal taglio dovranno mantenere il contatto fra loro o quasi (L. R. 11/96). Pertanto il criterio di scelta delle piante da abbattere prescinde dalla distinzione per classi diametriche mentre dovrà essere valutata, in sede di martellata, l’incidenza di ciascuna pianta sulla copertura del suolo e la possibilità di consentire agli alberi restanti di ampliare in ogni direzione la chioma senza tuttavia che l’interruzione della copertura sia durevole.

Si dovrà favorire lo sviluppo e la rinnovazione delle altre latifoglie del cingolo Quercus- Tilia-Acer ove queste risultano in via di affermazione ma ostacolate dalla concorrenza del cerro. I soggetti appartenenti sia al soprassuolo “principale” (cerro) sia a quello “secondario” (altre latifoglie) debbono essere posti nelle migliori condizioni per svolgere al massimo livello tutte le funzioni biologiche. L’entità del prelievo è commisurata alla frequenza tra un intervento e il successivo (Bernetti et al., 2012). Al fine di agire con maggiore attenzione ai cambiamenti che avvengono man mano che il soprassuolo cresce e per assicurare una maggiore sorveglianza del patrimonio boschivo da parte dell’ente proprietario, si è optato per prelievi di limitata entità (inferiore al 20% della provvigione reale) da ripetersi a brevi intervalli temporali (ogni 10 anni). I successivi diradamenti, da definirsi con il successivo PAF, si prevede possano, entro 10-15 anni, completare il modellamento del soprassuolo fino all’inizio della fase di rinnovazione.

In sede di martellata si escluderanno dal taglio delle fasce di rispetto di 20-30 a ridosso dei valloni interni (10 m di larghezza per ciascuna sponda). Tali fasce costituiranno delle porzioni di bosco indisturbato ad evoluzione naturale per garantire una maggiore protezione dei versanti e per facilitare la diffusione della fauna, in accordo con la gestione forestale sostenibile secondo gli indirizzi del D. Lgs. 227/2001 (art.6, comma3). Lungo gli impluvi e le strade, dove si prevede il rilascio di fasce di rispetto, è comunque prevista la necessaria manutenzione delle stesse al fine di alleggerire il carico della massa legnosa e l’eliminazione di eventuali pericoli e/o situazioni di potenziale dissesto. Verranno rilasciate sul posto almeno 7 piante ad ettaro, morte o seccagginose, in piedi o a terra, di dimensioni diametriche almeno pari alla media del soprassuolo della particella; in mancanza verranno rilasciate più piante di volume almeno pari a quello dato da 7 piante di dimensioni medie.

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Saranno conservate eventuali specie rare nonché tutte le specie fruttifere e le piante di particolare pregio naturale con funzione di microhabitat (alberi con cavità). Sulle ceppaie di carpinella, ove presenti, dovranno essere rilasciati 1-2 polloni tirasucchio al fine di attenuare l’elevata capacità pollonifera a seguito del taglio.

Per quanto riguarda la ripulitura della tagliata dai residui della lavorazione, il periodo di tempo entro il quale essa dovrà effettuarsi è quello stabilito in merito dalle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale vigenti. Il materiale suddetto non potrà essere bruciato e l’esbosco dovrà essere fatto in conformità a quanto prevede l’art.17, comma 2bis della L. R. 11/1996, modificata dalla L. R. 14/2006. In particolare, secondo le linee guida per l’applicazione della L. R. 14/2006, approvate con Deliberazione della Giunta Regionale n.2005 in data 30/11/2006, per “materiale di risulta da esboscare” deve intendersi la ramaglia di diametro superiore a 2 cm di diametro, mentre quello inferiore può essere lasciato in situ, e più precisamente dovrà essere sparso sulla superficie in modo frammentario e più dispersivo possibile, in pezzature che non superiori ai 100 cm di lunghezza evitando la formazione di cumuli o materassi o di altri manufatti, di spessore tal quale non superiore a cm 20. Il materiale di risulta verrà destinato a soddisfare le esigenze di uso civico della popolazione e in parte riutilizzato per le opere di ingegneria naturalistica necessarie alla messa in sicurezza delle pendici. Il materiale di risulta potrà essere sparso su tutta o parte della superficie sotto forma di cippato, evitando la formazione di cumuli o materassi o altri manufatti di spessore superiore a cm 5. Lo spargimento dei residui di lavorazione non sarà consentito nei valloni, nelle piste di esbosco, nelle mulattiere o sentieri, nelle aree laterali alla viabilità rotabile pubblica per una fascia non inferiore alla larghezza di m 10. La durata delle attività selvicolturali e di raccolta di legname non dovrà interferire con la stagione riproduttiva di specie animali sensibili, in particolare la nidificazione primaverile e la riproduzione degli uccelli tipici dell’ambiente boschivo.

L’attuazione degli interventi così impostati, solitamente a macchiatico negativo, dovrà prendere in considerazione eventuali risorse che potranno essere messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione (es. nuova programmazione PSR 2014-2010).

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8.4 Ripresa e Piano dei tagli

La scelta delle particelle forestali da assoggettare ad utilizzazione nel periodo di validità del presente PAF è stata dettata da motivazioni di carattere selvicolturale e strutturale. Si è deciso di intervenire dapprima sulle particelle ritenute maggiormente bisognose di interventi. Inoltre si è tenuto conto di altri fattori come l’età, la superficie, e la viabilità delle singole particelle che consentirà di ottenere prezzi di macchiatico maggiori. Nella compilazione del Piano dei Tagli si è tenuto conto di una adeguata distribuzione spaziale e temporale delle superfici oggetto di interventi in modo tale da evitare utilizzazioni su particelle contigue (intervallo di 2 anni) e che le superfici cadenti al taglio in ogni annualità siano all’incirca equivalenti. Si fa presente che solo nell’anno 2024 verrà utilizzata una superficie utile di circa 30 ettari (particelle forestali 29 e 38) mentre la superficie da utilizzare annualmente per normalizzare la Classe Economica è di circa 20 ettari. Questa scelta è stata adottata sia per la collocazione spaziale delle stesse (non contigue) sia per garantire una produzione annuale quanto meno costante nel decennio di validità del Piano. Nel corso del decennio di validità del presente Piano di Assestamento si interverrà a carico delle particelle forestali n. 5, 12, 13, 15, 18, 29, 33, 36, 37, 38, 39, 52. Complessivamente verrà interessata da utilizzazioni boschive una superficie utile pari a 197,23 ha che corrisponde al 74% della superficie totale della Classe. La massa prelevabile prevista nel decennio è di 8.447,46 m3 pari all’ 14% della provvigione totale della Classe. Di seguito si riporta lo schema del Piano dei Tagli previsto per questa Classe (Tabella 21).

Per la particella forestale 53 non si è ritenuto opportuno prevedere un vero e proprio trattamento assestamentale nel decennio di validità del presente PAF. Tale scelta è stata adottata dopo la valutazione dei caratteri strutturali e di densità del soprassuolo e le caratteristiche morfologiche e ambientali della stazione. Sono previsti decespugliamenti localizzati a carico della componente arbustiva infestante e rinfoltimenti nelle chiarie con specie forestali idonee per aumentare la copertura vegetale forestale. Pertanto gli interventi sono da considerarsi azioni di miglioramento fondiario e per la loro realizzazione si potrà fare riferimento a quanto previsto dalla L.R. 11/96 oppure ricorrendo a specifiche risorse del PSR Campania 2014-2020.

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Tabella 21: Classe Economica A. Piano dei tagli valido nel decennio 2016-2025.

Anno Particella Superficie Età Età al Provvigione reale Ripresa Tipo di Ripresa Anno Ripresa forestale totale boscata (2014) taglio ettaro totale perc. ettaro totale intervento n. ha ha anni anni m3/ha m3 % m3/ha m3 m3 ettari

2017 18 23,71 20,42 75 78 451,34 9.214,09 14,8 66,80 1.363,69 1.363,69 20,42 di grado moderato* bassi Diradamenti 2018 5 22,20 20,23 65 69 332,14 6.718,87 14,2 47,16 954,08 954,08 20,23 2019 13 25,78 20,55 75 80 386,58 7.943,46 15,4 59,53 1.223,29 1.223,29 20,55 2020 33 23,59 21,52 58 64 293,12 6.307,72 14,8 43,38 933,54 933,54 21,52 39 18,08 18,08 50 57 293,54 5.305,67 15,0 44,03 795,85 2021 928,57 21,28 37 3,21 3,21 60 67 283,36 909,01 14,6 41,37 132,72 2022 36 23,86 20,97 35 43 179,63 3.767,11 12,7 22,81 478,42 478,42 20,97 12 10,34 9,89 65 74 362,42 3.583,25 15,7 56,90 562,57 2023 718,80 21,27 52 13,15 11,38 33 42 102,47 1.165,92 13,4 13,73 156,23 29 15,95 14,15 60 70 220,16 3.115,95 15,0 33,02 467,39 2024 966,84 30,35 38 21,39 16,20 60 70 237,14 3.841,92 13 30,83 499,45 2025 15 22,23 20,65 50 61 284,23 5.868,13 15,0 42,63 880,22 880,22 20,65

Totale 223,48 197,23 285,51 57.741,11 41,85 8.447,46 8.447,46 197,23 *= Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Devono essere riservati dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali.

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9 Classe Economica B: Boschi misti di latifoglie

9.1 Generalità

La superficie complessiva di questa Classe è di 428,57 ha (35% della superficie totale) con una superficie boscata utile di 388,47 ha. Fanno parte di questa Classe Economica 27 particelle forestali: n° 1, 2, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 14, 16, 17, 22, 23, 26, 30, 31, 32, 34, 35, 40, 41, 44, 45, 47, 49, 50, 51.

Tali particelle sono variamente distribuite su tutto il territorio e sono compresi in una fascia altitudinale ampia che va dalla quota minima di 195 m s.l.m. (particella forestale 50) alla quota massima di 1205 m s.l.m. raggiunta in prossimità della vetta del Monte Vesole (particella forestale 31). Per tale motivo presentano una notevole variabilità non solo per caratteristiche stazionali (esposizione, pendenza, quota) ma anche per composizione vegetazionale. Secondo la classificazione Mayr-Pavari, i boschi inclusi in questi Classe sono compresi in un’ampia fascia fitoclimatica che va dalla sottozona calda del Lauretum - 2° tipo (clima a siccità estiva) fino alla sottozona calda del Fagetum.

Alle quote più basse (particelle forestali 44, 45, 50 e 51) si rinviene il leccio (Quercus ilex) che forma il piano arboreo principale in consociazione con l’orniello (Fraxinus ornus), cerro (Quercus cerris), acero (Acer opalus), ontano napoletano (Alnus cordata) e dove partecipa in modo sporadico il carpino nero (Ostrya carpinifolia), e con rara presenza di roverella (Quercus pubescens) e ciavardello (Sorbus torminalis).

Oltre i 600 metri di quota, le particelle sono edificate da boschi di latifoglie del cingolo Quercus-Tilia-Acer. La Classe Economica B, a differenza della precedente, è caratterizzata da boschi in cui le specie di sostituzione (acero e ontano napoletano) si stanno affermando e sostituendo il querceto di cerro (Quercus cerris). Talvolta il cerro è presente come “residuo” della passata generazione. L’interruzione delle utilizzazioni ha creato le condizioni ottimali allo sviluppo delle specie accessorie impedendo lo sviluppo della rinnovazione del cerro che tollera male la copertura. Al limite superiore della fascia basale (1000 m) fa la comparsa il faggio (Fagus sylvatica) nelle aree di basso versante accompagnato dall’agrifoglio (Ilex aquifolium) (particelle forestali n° 16, 17, 23, 31).

I soprassuoli sono prevalentemente di origine agamica ormai invecchiati. La forma di trattamento era il ceduo semplice o scarsamente matricinato (circa 45 matricine per ettaro). Il

57 materiale ricavato dal taglio veniva utilizzato per la carbonizzazione. Questa antica pratica è testimoniata dalla presenza di aie carbonili localizzate nelle varie parti del demanio (particelle forestali 6, 44, 50, 39). Sono frequenti i soprassuoli transitori di origine agamica in cui la specie arborea principale è l’ontano (Alnus cordata) (porzione superiore della particella forestale 14, part. 26). Anche l’acero (Acer opalus) edifica formazioni quasi pure (particella forestale 17). Per quanto riguarda l'età i soprassuoli possono considerarsi invecchiati, essendo l'età variabile da 35 a 75 anni.

Le specie arboree principali che si rinvengono in questa Classe sono l’ontano napoletano (Alnus cordata), l’acero opalo (Acer opalus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), carpinella (Carpinus orientalis), roverella (Quercus pubescens). Sparsi un po’ ovunque sono il melastro (Malus sylvestris), il perastro (Pyrus pyraster), il ciliegio selvatico (Prunus avium) e il ciavardello (Sorbus torminalis). Altre specie sporadiche sono l’acero campestre (Acer campestre) e l’acero trilobo (Acer monspessulanum) localizzati per lo più a confine con le chiarie. Per semplicità si è indicato il termine generico di "acero opalo", per le difficoltà e per i noti dubbi per discriminare l'Acer obtusatum da Acer neapolitanum; date le condizioni ecologiche deve presumersi presente nella classe (A) l'Acer obtusatum W. et K. (Pignatti, 1982).

Nelle particelle forestali 8, 9, 10, 22, 30, 32, 35, 45, 47 sono state individuate aree a castagneto da frutto (Castanea sativa). Poiché trattasi di più appezzamenti di ridotte dimensioni si è ritenuto opportuno non cartografarli né attribuire loro uno specifico numero di particella o di sub-particella (nelle scale di riproduzione 1:10.000 e 1:25.000 le piccole superfici sono difficilmente distinguibili). Tuttavia le aree intercluse a castagneto da frutto sono state considerate tare e come tali sottratte alla superficie lorda totale della particella forestale. Non è raro imbattersi in castagneti da frutto abbandonati soprattutto in stazioni difficilmente raggiungibili.

In genere la densità di questi soprassuoli è disforme e le piante risultano di buon portamento. Sono strutture solitamente monoplane anche se, in presenza del cerro, permane leggermente la differenza fra altezze. Non si osservano fenomeni di deperimento in atto se non evidenti segni di stress in stazioni in cui la densità è elevata e le condizioni edafiche non ottimali. La rinnovazione del cerro, come delle altre specie, si insedia nei piccoli gap che si creano al di sotto della copertura delle chiome in cui penetra una maggiore radianza. La rinnovazione è scarsa o comunque soggetta a danneggiamento da pascolo.

58

Lo strato arbustivo è costituito da biancospino (Crataegus monogyna), rosa canina (Rosa canina), coronilla (Coronilla emerus), ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), ginestra odorosa (Spartium junceum), ligustro (Ligustrum vulgare), vitalba (Clematis vitalba), erica (Erica arborea). Alle quote più basse (particella forestale 40) nello strato arbustivo compaiono specie tipiche della macchia mediterranea: corbezzolo (Arbutus unedo), mirto (Myrtus communis), fillirea (Phillyrea angustifolia), alaterno (Rhamnus alaternus).

Lo stato erbaceo è costituito da Rubia peregrina, Festuca drymeia, Smilax aspera, Asplenium onopteris, Pteridium aquilinum, Luzula forsteri, rovo (Rubus ulmifolius), edera (Hedera helix), asparago (Asparagus acutifolius), fragola (Fragaria vesca), Helleborus foetidus, pungitopo (Ruscus aculeatus), Geranium robertianum, Cyclamen hederifolium, Sanicula europaea, Lathyrus vernus, Ranunculus lanuginosus, Melica uniflora, Polistychum sp., Viola alba, Viola reichenbachiana, Stellaria media, Digitalis micrantha, Cistus salvifolius, Lilium bulbiferum subsp. croceum, Daphne sericea, origano (Origanum vulgare), timo (Timus sp.).

Nell’intera classe economica, in seguito all’interruzione delle utilizzazioni, si è accumulata una modesta quantità di necromassa al suolo ed in piedi soprattutto in aree difficilmente raggiungibili. In corrispondenza di suoli molto acclivi si osservano piante sradicate. Alle quote più elevate piante troncate da sovraccarichi di neve.

9.2 Dati quantitativi

In questa Classe Economica sono state effettuate complessivamente 79 aree di saggio di 400 m2. Rispetto alla classe precedente, essa racchiude soprassuoli caratterizzati da elevata variabilità sia strutturale che dal punto di vista della composizione floristica. La densità media attuale, intesa come area basimetrica reale, ottenuta dal cavallettamento, è risultata di 32,79 m2/ha così ripartita tra le principali specie forestali (Figura 18):

 Acero: 27,21%;  Ontano: 24%;  Leccio: 16%;  Carpino nero: 9,41%;  Cerro: 8,16%;  Faggio: 5,13%;  Altre latifoglie: 10,1%.

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Figura 18: Classe Economica B. Ripartizione dell’area basimetrica media ad ettaro calcolata secondo i risultati ottenuti dalle aree di saggio.

La provvigione reale totale ammonta a 104.970,77 m3 cui corrisponde una provvigione unitaria reale di 282,01 m3/ha. L'età media è di 55 anni, l'incremento medio è di 5,09 m3/ha.

I parametri dendrometrici fondamentali relativi alla Classe Economica B sono riportati in Tabella 22.

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Tabella 22: Classe Economica B. Parametri dendrometrici riferiti a ciascuna particella forestale. I valori di area basimetrica e provvigione si riferiscono alla superficie boscata.

Particella Superficie Età Area basimetrica Provvigione Incremento Località forestale totale boscata (2014) ettaro totale ettaro totale medio n. ha ha anni m2/ha m2 m3/ha m3 m3/ha * anno Piano delle Mandrie 1 22,62 21,04 65 32,14 676,35 277,01 5.829,37 4,26 Monte Soprano 2 7,68 7,68 65 38,42 295,14 371,77 2.855,91 5,72 Matadduni 4 17,06 16,70 54 32,50 542,71 327,87 5.475,81 6,07 Matadduni 6 16,94 16,45 48 24,20 397,97 186,19 3.061,92 3,88 Matadduni 8 21,91 18,17 65 29,94 544,07 269,71 4.900,63 4,15 Valle Pietra Cupa 9 15,92 14,61 50 30,94 452,09 293,41 4.287,07 5,87 Valle Pietra Cupa 10 10,79 9,43 55 34,53 325,72 291,08 2.745,46 5,29 Valle Pietra Cupa 11 10,49 10,49 50 38,17 400,32 333,56 3.498,75 6,67 Balvarie 14 27,67 27,02 60 40,42 1.091,98 386,39 10.439,88 6,44 Germanito 16 14,23 11,82 75 41,14 486,38 603,81 7.139,41 8,05 Germanito 17 7,63 7,21 55 36,20 261,05 300,20 2.164,74 5,46 Balvarie 22 24,24 16,07 50 - - - - - Germanito 23 8,25 7,61 60 43,03 327,33 392,14 2.983,44 6,54 Germanito 26 17,25 15,32 60 39,05 598,23 367,45 5.629,41 6,12 Valico di Vesole 30 24,31 19,52 60 28,42 554,68 230,11 4.490,91 3,84 Monte Vesole 31 21,58 19,23 58 27,53 529,35 247,79 4.765,31 4,27 Tempone Li Gritti 32 15,55 14,55 55 23,41 340,75 177,96 2.589,84 3,24 Tempone Li Gritti 34 6,73 6,45 35 20,26 130,55 103,95 669,94 2,97 Tempone Li Gritti - 35 18,21 15,94 55 35,13 560,18 254,11 4.051,48 4,62 Tempone Valdicioffo Difesa di Chiaramonte 40 20,48 19,00 45 19,86 377,34 115,99 2.203,86 2,58 Difesa di Chiaramonte 41 10,10 10,10 47 22,01 222,36 150,40 1.519,38 3,20 Presa 44 11,90 11,01 58 50,40 555,07 369,18 4.066,12 6,37 Presa 45 7,94 7,30 61 36,28 264,88 289,68 2.115,21 4,75 Tempone Pietra Cupa 47 14,58 12,67 61 29,58 374,75 258,96 3.281,25 4,25 Valle Pietra Cupa 49 8,02 7,22 53 23,86 172,29 185,77 1.341,60 3,51 Cavallo 50 26,11 26,11 60 43,32 1.131,21 321,91 8.406,13 5,37 Verna 51 20,38 19,73 49 31,78 626,97 225,94 4.457,94 4,61

Totale 428,57 388,47 55 32,79 12.239,71 282,01 104.970,77 5,11

9.3 Forma di trattamento proposta

9.3.1 Premessa

È ormai assodato che una elevata diversità di specie arboree costituisce un punto cruciale per lo sviluppo del territorio in relazione alle sue molteplici implicazioni socio- economiche e per le elevate interconnessioni con altre importanti problematiche ambientali. Studi sperimentali hanno evidenziato come la ricchezza di specie influenzi positivamente alcuni aspetti funzionali delle comunità biologiche terrestri, sia per effetto della complementarietà di uso delle risorse naturali da parte delle varie specie, che per la stabilità da esse garantita contro eventi perturbatori esterni. Grazie ai loro multiformi tratti funzionali, infatti, le varie specie vegetali e animali che costituiscono una comunità sfruttano le risorse in modo differenziato e

61 mostrano un diverso grado di sensibilità verso i vari fattori di disturbo, mantenendo la funzionalità del sistema anche in caso di eventi perturbanti (Korner, 2004).

Nella fattispecie, la Classe Economica B è composta da boschi dotati di un corredo floristico molto vario. Per questa Classe si prevede di mantenere un equilibrato grado di mescolanza tra le varie specie e di edificare soprassuoli più stabili e duraturi nel tempo mediante interventi selvicolturali (diradamenti dal basso moderati) di conversione all’alto fusto già avviata naturalmente. Inoltre, essendo il bosco eterogeneo per forma di governo, struttura, composizione specifica, non si è ritenuto opportuno eseguire il confronto tra la provvigione reale e la provvigione di un modello colturale normale ben definito (art. 5, comma 3, lettera “a” dell’Allegato A della L. R. 11/96).

Per i vantaggi derivanti dall’avviamento all’alto fusto si rimanda al paragrafo 8.3.1.

Infine, occorre rimarcare che sono molto frequenti i tagli abusivi praticati senza distinzione di specie e classe diametrica. Questi prelievi indiscriminati rappresentano un serio ostacolo alla gestione sostenibile dei soprassuoli, perché costituiscono un reale impedimento alla loro gestione pianificata. Maggiormente colpite sono le particelle forestali che includono o confinano con i castagneti da frutto.

9.3.2 Modalità applicative

L'avviamento all’alto fusto dovrà essere effettuato con diradamenti dal basso di grado moderato favorendo i soggetti promettenti in modo da migliorare la qualità complessiva del bosco. Lo scopo è quello di assecondare l’evoluzione naturale in atto. In corrispondenza di piccoli gap che si creano a causa dell’eliminazione di qualche soggetto può insediarsi la rinnovazione del cerro la cui tolleranza all’ombra è minore delle altre specie. Il trattamento sarà condotto in modo uniforme su tutta la superficie. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Infatti, l’eccessivo aumento del clima luminoso sotto copertura favorirebbe lo sviluppo di un denso strato di specie indesiderate come carpinella, biancospino e rovo (Piussi, 1994). Le chiome delle piante non interessate dal taglio dovranno mantenere il contatto fra loro o quasi (L. R. 11/96). Pertanto il criterio di scelta delle piante da abbattere

62 prescinde dalla distinzione per classi diametriche mentre dovrà essere valutata, in sede di martellata, l’incidenza di ciascuna pianta sulla copertura del suolo e la possibilità di consentire agli alberi restanti di ampliare in ogni direzione la chioma senza tuttavia che l’interruzione della copertura sia durevole.

Si dovrà mantenere e favorire la mescolanza tra le latifoglie del cingolo Quercus-Tilia- Acer.

I prelievi non interesseranno la massa legnosa principale e si ripeteranno con un intervallo di 10 anni. L’entità del prelievo è commisurata alla frequenza tra un intervento e il successivo (Bernetti et al., 2012). I futuri diradamenti, da programmarsi con il successivo PAF, completeranno il modellamento del soprassuolo fino all’inizio della fase di rinnovazione delle future fustaie.

In sede di martellata si escluderanno dal taglio delle fasce di rispetto di 20-30 a ridosso dei valloni interni (10 m di larghezza per ciascuna sponda). Tali fasce costituiranno delle porzioni di bosco indisturbato ad evoluzione naturale per garantire una maggiore protezione dei versanti e per facilitare la diffusione della fauna, in accordo con la gestione forestale sostenibile secondo gli indirizzi del D. Lgs. 227/2001 (art.6, comma3). Lungo gli impluvi e le strade, dove si prevede il rilascio di fasce di rispetto, è comunque prevista la necessaria manutenzione delle stesse al fine di alleggerire il carico della massa legnosa e l’eliminazione di eventuali pericoli e/o situazioni di potenziale dissesto.

Verranno rilasciate sul posto almeno 7 piante ad ettaro, morte o seccagginose, in piedi o a terra, di dimensioni diametriche almeno pari alla media del soprassuolo della particella; in mancanza verranno rilasciate più piante di volume almeno pari a quello dato da 7 piante di dimensioni medie.

Saranno conservate eventuali specie rare all’interno del demanio nonché tutte le specie fruttifere e le piante di particolare pregio naturale con funzione di microhabitat (alberi con cavità).

Sulle ceppaie di carpinella, ove presenti, dovranno essere rilasciati 1-2 polloni tirasucchio al fine di attenuare l’elevata capacità pollonifera a seguito del taglio.

Per quanto riguarda la ripulitura della tagliata dai residui della lavorazione, il periodo di tempo entro il quale essa dovrà effettuarsi è quello stabilito in merito dalle Prescrizioni di

63

Massima e di Polizia Forestale vigenti. Il materiale suddetto non potrà essere bruciato e l’esbosco dovrà essere fatto in conformità a quanto prevede l’art.17, comma 2bis della L. R. 11/1996, modificata dalla L. R. 14/2006.

In particolare, secondo le linee guida per l’applicazione della L. R. 14/2006, approvate con Deliberazione della Giunta Regionale n.2005 in data 30/11/2006, per “materiale di risulta da esboscare” deve intendersi la ramaglia di diametro superiore a 2 cm di diametro, mentre quello inferiore può essere lasciato in situ, e più precisamente dovrà essere sparso sulla superficie in modo frammentario e più dispersivo possibile, in pezzature che non siano superiori ai 100 cm di lunghezza evitando la formazione di cumuli o materassi o di altri manufatti, di spessore tal quale non superiore a cm 20. Il materiale di risulta verrà destinato a soddisfare le esigenze di uso civico della popolazione e in parte riutilizzato per le opere di ingegneria naturalistica necessarie alla messa in sicurezza delle pendici.

Il materiale di risulta potrà essere sparso su tutta o parte della superficie sotto forma di cippato, evitando la formazione di cumuli o materassi o altri manufatti di spessore superiore a cm 5. Lo spargimento dei residui di lavorazione non sarà consentito nei valloni, nelle piste di esbosco, nelle mulattiere o sentieri, nelle aree laterali alla viabilità rotabile pubblica per una fascia non inferiore alla larghezza di m 10.

La durata delle attività selvicolturali e di raccolta di legname non dovrà interferire con la stagione riproduttiva di specie animali sensibili, in particolare la nidificazione primaverile e la riproduzione degli uccelli tipici dell’ambiente boschivo.

L’attuazione degli interventi così impostati, solitamente a macchiatico negativo, dovrà prendere in considerazione eventuali risorse che potranno essere messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione (es. nuova programmazione PSR 2014-2020).

9.3.3 Ripresa e Piano dei tagli

La scelta delle particelle forestali da assoggettare ad utilizzazione nel periodo di validità del presente PAF è stata dettata da motivazioni di carattere selvicolturale e strutturale. Si è deciso di intervenire dapprima sulle particelle ritenute maggiormente bisognose di interventi. Inoltre si è tenuto conto di altri fattori come l’età, la superficie, e la viabilità delle singole particelle che consentirà di ottenere prezzi di macchiatico maggiori. Nella compilazione del Piano dei Tagli si è tenuto conto di una adeguata distribuzione spaziale e temporale delle

64 superfici oggetto di interventi in modo tale da evitare utilizzazioni su particelle contigue (intervallo di 2 anni) e che le superfici cadenti al taglio in ogni annualità siano all’incirca equivalenti. Per la normalizzazione della Classe Economica si prevede l’utilizzazione di 37,27 ettari annui. Poiché la superficie delle particelle forestali non è omogenea, il Piano dei tagli è stato compilato affinché annualmente lo scarto massimo rispetto alla ripresa normale (espressa in superficie) fosse contenuto in ±4 ettari. In questo modo si è evitato di compiere laboriosi conguagli delle superfici particellari che avrebbero reso difficoltosa l’applicabilità in campo.

Nel corso del decennio di validità del presente Piano di Assestamento si interverrà a carico delle particelle forestali n. 1, 2, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 14, 16, 17, 23, 26, 30, 31, 40, 41, 44, 45, 47, 49, 50, 51. Complessivamente verrà interessata da utilizzazioni boschive una superficie utile pari a 335,46 ha che corrisponde al 78% della superficie totale della Classe. La massa prelevabile prevista nel decennio è di 14.452,43 m3 pari al 13% della provvigione totale della Classe. Di seguito si riporta lo schema del piano dei tagli previsto per la Classe Economica B (Tabella 23).

Per le particelle forestali 32, 34, 35 non si è ritenuto opportuno prevedere un vero e proprio trattamento assestamentale nel decennio di validità del presente PAF. Tale scelta è stata adottata dopo la valutazione dei caratteri strutturali e di densità del soprassuolo e le caratteristiche morfologiche e ambientali delle stazioni. Sono previsti decespugliamenti localizzati a carico della componente arbustiva infestante e rinfoltimenti nelle chiarie con specie forestali idonee per aumentare la copertura vegetale forestale nonché opere di ingegneria naturalistica per la protezione dei versanti. Pertanto gli interventi sono da considerarsi azioni di miglioramento fondiario e per la loro realizzazione si potrà fare riferimento a quanto previsto dalla L.R. 11/96 oppure ricorrendo a specifiche risorse del PSR Campania 2014-2020.

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Tabella 23: Classe Economica B. Piano dei Tagli valido per il decennio 2016-2025.

Anno Particella Superficie Età Età al Provvigione reale Ripresa Tipo di Ripresa Anno Ripresa forestale totale boscata (2014) taglio ettaro totale perc. ettaro totale intervento n. ha ha anni anni m3/ha m3 % m3/ha m3 m3 superficie 4 17,06 16,70 54 57 327,87 5.475,81 15 49,18 821,37 2017 16 14,23 11,82 75 78 603,81 7.139,41 11,4 68,83 813,89 2.160,08 39,01 11 10,49 10,49 50 53 333,56 3.498,75 15 50,03 524,81 47 14,58 12,67 61 65 258,96 3.281,25 15 38,84 492,19 Diradamenti dibassi grado moderato* 2018 2.058,17 39,69 14 27,67 27,02 60 64 386,39 10.439,88 15 57,96 1.565,98 40 20,48 19,00 45 50 115,99 2.203,86 12 13,92 264,46 2019 723,75 35,45 6 16,94 16,45 48 53 186,19 3.061,92 15 27,93 459,29 50 26,11 26,11 60 66 321,91 8.406,13 15 48,29 1.260,92 2020 2.037,78 41,43 26 17,25 15,32 60 66 367,45 5.629,41 13,8 50,71 776,86 9 15,92 14,61 50 57 293,41 4.287,07 15 44,01 643,06 2021 1.316,70 34,13 30 24,31 19,52 60 67 230,11 4.490,91 15 34,52 673,64 8 21,91 18,17 65 73 269,71 4.900,63 15 40,46 735,10 2022 44 11,90 11,01 58 66 369,18 4.066,12 23 84,91 935,21 1.987,58 36,49 45 7,94 7,30 61 69 289,68 2.115,21 15 43,45 317,28 51 20,38 19,73 49 58 225,94 4.457,94 15 33,89 668,69 2023 17 7,63 7,21 55 64 300,20 2.164,74 15 45,03 324,71 1.440,92 34,55 23 8,25 7,61 60 69 392,14 2.983,44 15 58,82 447,52 1 22,62 21,04 65 75 277,01 5.829,37 15 42,66 897,72 2024 2 7,68 7,68 65 75 371,77 2.855,91 15,7 58,37 448,38 1.543,62 38,83 41 10,10 10,10 47 57 150,40 1.519,38 13 19,55 197,52 31 21,58 19,23 58 69 247,79 4.765,31 12,4 30,73 590,90 2025 10 10,79 9,43 55 66 291,08 2.745,46 15 43,66 411,82 1.183,83 35,89 49 8,02 7,22 53 64 185,77 1.341,60 13,5 25,08 181,12

Totale 363,85 335,46 57 295,49 97.659,51 43,95 14.452,43 14.452,43 *= Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Devono essere riservati dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali.

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10 Classe Economica C: Castagneti da frutto

10.1 Generalità

I castagneti da frutto, in base al comma 3, art. 14 della L. R. 11/96, sono assimilabili a boschi e pertanto rientrano nel presente Piano. Tutte le particelle forestali, il cui uso del suolo prevalente è la coltivazione del castagno per la produzione del frutto, compongono questa Classe Economica denominata “Castagneti da frutto”. Appartengono a questa classe le particelle forestali n° 3, 7, 19, 20, 21, 24, 25, 27, 28, 42, 43, 46, 48. La superficie complessiva della classe è di 205,37 ha. Le particelle sono state delimitate secondo il criterio “fisiografico”. Pertanto sulla stessa superficie particellare coesistono aree fortemente antropizzate e residui naturali di bosco. La superficie a castagneto da frutto è di 145,45 ha che rappresenta il 71% della superficie totale. La superficie boscata, cartograficamente rilevabile mediante fotointerpretazione, è risultata di 55,70 ha cioè il 27% della superficie totale della classe. Tale consistenza è insignificante se si pensa che le aree a bosco sono rappresentate da filari di essenze forestali lungo le piste trattorabili interne, gli impluvi o da piccole tessere inserite in una matrice agricola (Paci, 2011). La Classe forma un corpo unico nelle località Balvarie, Spatoza e Tempone Gravalarga (part. n° 19, 20, 21, 24, 25, 27, 28, 42, 43, 46) mentre diversamente dislocate sono le particelle n° 3, 7 e 48 in località Piano delle Mandrie, Fonte dell’Acero, Tempone Pietra Cupa, Difesa di Chiaramonte.

Tutti i castagneti della Classe sono di origine artificiale e sono stati impiantati fino alla quota massima di circa 950 m s.l.m. (particella forestale n° 3). I suoli si presentano da sub- pianeggianti a mediamente acclivi con profondità variabile. I castagneti posti in particolari situazioni pedologiche sono sistemati con terrazzamenti e lunettamenti. Il sesto d’impianto è regolare e variabile da 8 x 8 a 10 x 10 metri. L’età stimata è di circa 200 anni. L’aspetto vegetativo non è ottimale a causa sia della massiccia presenza del cinipide del castagno che dei suoli pochi profondi scarsamente adatti a questa specie.

Il castagno (Castanea sativa) è la specie dominante mentre, solo marginalmente, trovano posto il cerro, acero, ontano, carpini. L’ontano si comporta quasi come specie invasiva nei castagneti in cui vengono svolte le normali attività agricole mentre è assente in castagneti ormai abbandonati da anni. Il cerro si rinviene su piccole superficie in strutture monoplane e

67 talvolta monospecifiche scampate al processo di sostituzione con il castagno messo in atto dall’uomo.

Lo strato arbustivo è assente sotto copertura mentre le aree di margine sono costituite da biancospino (Crataegus monogyna), rosa canina (Rosa canina), coronilla (Coronilla emerus), ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), ginestra odorosa (Spartium junceum).

Lo stato erbaceo è costituito prevalentemente da un tappeto di felce aquilina (Pteridium aquilinum) che ostacola lo sviluppo di altre specie. Fra le più comuni si annoverano rovo (Rubus ulmifolius), edera (Hedera helix), fragola (Fragaria vesca), Helleborus foetidus, Cyclamen hederifolium, Ranunculus lanuginosus, Viola alba, Viola reichenbachiana. Origano (Origanum vulgare), timo (Timus sp.) e asparago (Asparagus acutifolius) sono localizzati in aree a margine e non soggette alle sistematiche ripuliture del terreno.

Nel complesso, al pari di una qualsiasi coltura specializzata, questa Classe Economica è caratterizzata da una biodiversità relativamente scarsa. Di contro, il suo prodotto, il marrone di Roccadaspide, il cui marchio è oggi tutelato dalle normative europee, ha creato un fiorente indotto messo oggi in crisi dal cinipide. Tabella 24: Classe Economica C. Prospetto delle particelle forestali appartenenti alla Classe con la percentuale di superficie coperta da castagneti da frutto rispetto alla superficie totale di ciascuna particella.

Part. Superficie % sup. a Località Non Totale Boscata Castagneto forestale coperta castagneto n. ha % Piano delle Mandrie 3 22,42 9,20 13,22 0 58,96% Fonte dell'Acero 7 35,17 9,70 24,68 0,79 70,17% Balvarie 19 10,34 2,73 7,61 0 73,61% Balvarie 20 23,14 5,78 15,13 2,22 65,41% Spatoza 21 12,70 2,30 10,40 0 81,89% Tempone Gravalarga 24 11,22 3 8,22 0 73,26% Tempone Gravalarga 25 14,53 3,39 11,14 0 76,67% Tempone Gravalarga 27 20,14 3,69 16,45 0 81,67% Tempone Gravalarga 28 14,18 5,68 7,75 0,76 54,63% Difesa di Chiaramonte 42 2,26 0 2,26 0 100% Spatoza 43 4,22 0 4,22 0 100% Spatoza 46 19,65 2,80 16,40 0,45 83,44% Tempone Pietra Cupa 48 15,41 7,43 7,98 0,0 51,79% Totale 205,37 55,70 145,45 4,22

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10.2 Gestione dei castagneti

Ormai il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) risulta presente ed insediato in tutto l’areale del castagno. Il sintomo evidente della presenza della vespa cinese è la comparsa di galle sia sulle foglie che sui getti. Quando le infestazioni sono pesanti, le piante assumo rapidamente un aspetto sofferente, se non deperiente, anche se finora non risultano segnalate morie attribuibili al cinipide. In questo contesto però, sono comparse negli ultimi anni situazioni anomale che aumentano le preoccupazioni sull’effettivo impatto di questa nuova invasione biologica. In particolare, sono state riscontrate in diversi castagneti evidenti ed estese recrudescenze mortali causate da Cryphonectria parasitica, l’agente del cancro della corteccia. Queste sintomatologie, che si manifestano a carico soprattutto dei rametti di uno o due anni, possono limitare le future produzioni ed accentuare la sofferenza delle piante. Inoltre, nei castagneti fortemente infestati dal cinipide, a causa dello stress indotto, sta dilagando la “mummificazione bianca delle castagne”. Questo nuova emergenza è causata dal fungo patogeno Gnomoniopsis sp., già identificato come colonizzatore delle galle del cinipide capace di danneggiare pesantemente la produzione. Le ripercussioni di un deperimento generalizzato, oltre i già citati aspetti, potrebbero interessare altre componenti quali i pronubi e la microflora del suolo, con conseguenze sia sulla funzionalità ecologica che sulle produzioni di miele e funghi. D’altro canto, proprio dall’ecosistema castagneto vengono segnali positivi di reazione all’invasione: è ormai accertata la presenza di diversi parassitoidi autoctoni in grado di attaccare le larve della vespa cinese all’interno delle galle, nonché di funghi che sono risultati colonizzatori sia dei tessuti delle galle sia degli insetti in esse contenuti.

La complessità delle problematiche che si stanno delineando nei castagneti evidenzia la necessità di un approccio più completo ed integrato di quanto finora prospettato ed attuato con le metodiche di lotta biologica, impostata sull’introduzione e diffusione del parassitoide specifico Torymus sinensis. In questo contesto vengono indicati alcuni interventi finalizzati al contenimento delle problematiche fitosanitarie e al mantenimento delle potenzialità produttive dei castagneti essendo consapevoli che non ci si può attendere l’eradicazione della vespa cinese dai castagneti. Nell’attesa dei risultati della lotta biologica è importante operare scelte silvicolturali che servano a mantenere i castagneti in buone condizioni vegetative. Innanzitutto bisogna evitare potature e asportazione di materiale di risulta dalle aree oggetto di rilascio del torimide per facilitarne l’insediamento. Per lo stesso motivo è da evitare anche la lotta chimica. Nel caso di innesti si può intervenire nella scelta della marza ricordando che le gemme apicali sono spesso le meno attaccate dal cinipide. Meglio preferire l’innesto a gemma che comporta una minore superficie della ferita rispetto ad altri; inoltre, è indispensabile ricoprire il punto di

69 innesto con mastice cicatrizzante addizionato con fungicidi e utilizzare attrezzi disinfettati per evitare il propagarsi di malattie trasmissibili. In questo contesto il piano castanicolo nazionale assume grande rilevanza prevedendo una serie di interventi tecnici ed economici al fine di scongiurare l’introduzione di ibridi non autoctoni. Le concimazioni organiche sono fondamentali per il mantenimento della vigoria vegetativa. Sono utilizzabili concimi organici reperibili in loco, ammessi per la coltivazione biologica. Si può somministrare un compost di ricci e foglie di castagno integrato con pollina o letame. I prodotti devono essere distribuiti nelle zone di insidenza delle chiome, a spaglio e con modalità diverse (dalla distribuzione superficiale all’interramento) in relazione alle condizioni di declività e d’impianto. La dose somministrata è variabile in funzione delle dimensioni delle piante: per la concimazione primaverile utilizzare 6 - 10 kg per pianta, mentre nel trattamento autunnale la razione sarà di 3 kg di prodotto/pianta.

Le potature devono essere più regolari e basate su interventi di rimonda del secco e su tagli di ritorno o potature verdi per gestire la crescita dei rami dopo il termine del volo del cinipide. Effettuarle solo su piante che abbiano già mostrato segni di ripresa vegetativa, in quanto aggraverebbero l’indebolimento di piante deperienti. Inoltre, le potature verdi e quelle invernali non vanno effettuate nei comprensori dove è stato lanciato il Torymus sinensis.

I principali interventi di gestione dei castagneti da frutto sono riassunti nella seguente tabella:

Tabella 25: Interventi da realizzare nei castagneti da frutto.

Periodo Intervento

Valutazione della vitalità delle piante e PRIMAVERA concimazione organica

Valutazione della vitalità e della FINE ESTATE produzione delle piante

INVERNO Potatura di rimonda

PRIMAVERA Nuovo ciclo di concimazioni

È altresì auspicabile che la necessità di maggiori interventi nel castagneto venga supportata da opportuni contributi ad hoc che permettano agli operatori di affrontare questo periodo di emergenza. La gestione dei castagneti assume importanza prioritaria per la necessità di evitare sia l’aggravarsi dei fenomeni di deperimento sia il crollo delle produzioni, con

70 conseguente rischio di disaffezione e di abbandono della coltura in queste aree montane dove il castagno ancora rappresenta la principale fonte di reddito.

Discorso a parte meritano la aree boscate incluse nelle particelle forestali appartenenti a questa Classe Economica. I residui di bosco inseriti nella matrice agricola (il castagneto da frutto) costituiscono gli elementi fondamentali del mosaico del paesaggio che vengono definite tessere e corridoi (Paci, 2011). I corridoi ecologici incrementano la connettività: infatti collegando fra loro le tessere del mosaico paesaggistico, il corridoio ecologico mitiga gli effetti della frammentazione e rappresenta una via preferenziale di movimento per specie animali e vegetali. Le aree (o strisce) di bosco che sono sopravvissute devono essere preservate per il loro valore ecologico e per la maggiore diversità che apportano al paesaggio. Il valore ecologico di dette aree consiste nel fatto che esse sono spesso habitat di rifugio, alimentazione e riproduzione della fauna sia stanziale che migratoria. Inoltre all’interno delle stesse aree boscate può svilupparsi una maggiore ricchezza di specie vegetali e animali rispetto ad un ecosistema artificiale quale è il castagneto da frutto.

Tutte le particelle forestali sono suscettibili di miglioramento fondiario come sistemazione di muretti a secco, lunettamenti, rifugi in pietra, opere per contrastare l’erosione dei suoli, interventi manutentori e fitosanitari. Per la realizzazione degli interventi in questione si potrà fare riferimento a quanto previsto dalla L.R. 11/96 oppure ricorrendo a specifiche risorse del PSR Campania 2014-2020.

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11 Classe Economica D: Rimboschimenti

11.1 Generalità

La Classe Economica D ha una superficie complessiva di 7,28 ha suddivisa in due particelle forestali: 54 e 55. Entrambi i rimboschimenti sono collocati a poca distanza l’uno dall’altra. Il primo (part. forestale 54), il più piccolo, di appena 0,73 ha è situato presso la Sorgente della Forma. Confina con la strada asfaltata che attraversa il Valico di Vesole ed è posto ad una quota media di 875 m s.l.m.. La superficie è recintata con pali di castagno e filo spinato.

La particella forestale 55 ha una superficie di 6,55 ha e si sviluppa da quota 870 a 960 m s.l.m. in località Tempone li Gritti. A Sud confina con una proprietà privata dalla quale è delimitata con recinzione in pali di castagno e filo spinato. L’impianto insiste su gradoni realizzati mediante la costruzione di muretti a secco danneggiati da animali al pascolo e cinghiali. Posto in posizione centrale all’interno della particella, è presente un ricovero in pietra con tetto in lamiera, utilizzato, probabilmente, dagli operai all’epoca delle operazioni di rimboschimento. Il rimboschimento è collegato con la vicina particella forestale 33 per mezzo di un vecchio tracciato di pista.

I suoli si presentano mediamente profondi e con uno spesso strato di lettiera. Presenza di necromassa al suolo.

Entrambi i rimboschimenti risalgono agli anni ’60 e sono costituiti da douglasia (Pseudotsuga menziesii). Le piantine sono state messe a dimora con un sesto di impianto di circa 1,5 x 2 m. In alcuni casi, a causa della conformazione morfologica del terreno, la distanza interfila arriva anche a 5 m. Attualmente si contano circa 1200-1450 piante ad ettaro. Nella particella 55, nelle immediate vicinanze della baracca, sono state impiegate latifoglie decidue come castagno (Castanea sativa) e ciliegio (Prunus avium). Negli spazi più aperti, lo strato arbustivo ed erbaceo è composto prevalentemente da specie spinescenti come biancospino (Crataegus monogyna), rosa canina (Rosa canina), rovo (Rubus ulmifolius). Dove la copertura non è eccessiva si collocano latifoglie autoctone (cerro, acero, ontano, olmo).

Gli impianti non hanno mai subito trattamenti (diradamento, potatura). Attualmente è in corso la fase di selezione naturale con l’affermazione di un piano dominante occupato dai soggetti più vigorosi. I piani sub-dominante e dominato risentono dell’eccessiva densità che sta provocando, oltre all’autopotatura, anche il disseccamento dei soggetti più deboli della conifera.

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11.2 Rilievo del soprassuolo

Per ogni particella sono stati rilevati i dati relativi a fattori ambientali e di gestione:

a) Caratteri stazionali: altitudine minima e massima, pendenza media, esposizione, suolo, ecc.; b) Specie legnose principali; c) Copertura arbustiva ed erbacea; d) Parametri dendrologici; e) Età del soprassuolo mediante l’estrazione e lettura di carotine prelevate con succhiello di Pressler.

Per la costruzione della curva ipsometrica sono stati eseguiti 35 rilievi perequati con la seguente equazione (R2= 0,85):

2 H  0,0088d  0,9882d 1,1708 dove:

H è l’altezza totale compensata della pianta, m; d è il diametro a 1,3 metri da terra, cm.

Classe Altezza diametrica compensata cm m 5 5,9 10 10,2 15 14,0 20 17,4 25 20,4 30 22,9 35 25,0 40 26,6 45 27,8

Figura 19: Roccadaspide. Curva ipsometrica reale dei rimboschimenti di douglasia (particelle forestali 54 e 55).

La provvigione è stata calcolata mediante l’applicazione del modello di previsione, valido a livello nazionale, messo a punto per la realizzazione dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC, 2005). Esso permette la stima del volume di fusto (svettato a 5 cm, sopra corteccia e al netto della ceppaia) e rami grossi (svettati a 5 cm di diametro in punta).

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Le equazioni di previsione è:

푉 = −7,9946 + 3,3343 ∙ 10−2 푑2ℎ + 1,2186 푑 dove: V è il volume in dm3 opportunamente convertito in m3; d è il diametro a 1,30 m espresso in cm; h è l’altezza ottenuta da lettura sulla curva ipsometrica reale.

La tabella seguente (Tabella 26) riporta i parametri dendrologici ottenuti da rilievi mediante aree di saggio.

Tabella 26: Classe Economica D. Principali parametri dendrometrici.

Particella Superficie Età Area basimetrica Provvigione Località forestale totale boscata (2014) ettaro totale ettaro totale n. ha ha anni m2/ha m2 m3/ha m3 Sorgente della Forma 54 0,74 0,74 55 61,56 45,24 597,61 439,24 Tempone li Gritti 55 6,55 6,34 55 51,59 327,24 487,92 3.094,87

Totale 7,29 7,08 55 56,58 372,48 542,77 3.534,11

11.3 Trattamento e piano dei tagli

La scelta del trattamento è dettata soprattutto da esigenze di carattere ecologico. L’obiettivo che si intende raggiungere con gli interventi selvicolturali è la rinaturalizzazione dei soprassuoli di origine artificiale con la progressiva sostituzione delle conifere a favore delle latifoglie. Trattandosi di soprassuoli artificiali molto densi, in genere monoplani, si interverrà con un diradamento dal basso moderato. Le piante da abbattere dovranno essere scelte tra le dominate e parte delle codominanti nonché tutti gli esemplari morti, stroncati e deperienti. Il numero delle piante dovrà essere ridotto a circa 800-1000 piante/ha con l’asportazione del 15% circa della provvigione reale. In ogni caso non si dovrà generare una incompleta saturazione dello spazio aereo da parte delle chiome delle conifere. Infatti, se il suolo venisse scoperto eccessivamente, si svilupperà prontamente uno strato di vegetazione infestante (rovo in modo particolare) che ostacolerà l’insediamento di plantule di latifoglie. Nell’eseguire i diradamenti si dovranno rispettare, dove presenti, le latifoglie.

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I prossimi interventi saranno valutati nei successivi piani di revisione in quanto funzione del processo di rinaturalizzazione.

Date le ridotte dimensioni delle superfici rimboschite non si è ritenuto opportuno prevedere un vero e proprio trattamento assestamentale. Tuttavia è stato compilato un apposito Piano dei tagli. Dato lo scarso valore del materiale utilizzabile, gli interventi previsti, intesi come opere di miglioramento fondiario, saranno a macchiatico negativo e pertanto suscettibili dell’impiego di eventuali risorse messe a disposizione della Pubblica Amministrazione.

Tabella 27: Classe Economica D. Piano dei Tagli valido per il decennio 2016-2025.

Anno Particella Superficie Età Età al Provvigione reale Ripresa Ripresa Anno Ripresa forestale totale boscata (2014) taglio ettaro totale perc. ettaro totale n. ha ha anni anni m3/ha m3 % m3/ha m3 m3 ettari 54 0,74 0,74 55 59 597,61 439,24 15 89,64 66,33 2018 530,35 7,08 55 6,55 6,34 55 59 487,92 3.094,87 15 73,19 464,01

Totale 7,29 7,08 542,77 3.534,11 81,41 530,35 530,35 7,08 Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Non scoprire eccessivamente il suolo dalla copertura arborea al fine di evitare lo sviluppo di vegetazione infestante. Preservare dal taglio le latifoglie, dove presenti.

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12 Classe Economica E: Pascoli

12.1 Generalità

Questa Classe Economica ha un’estensione totale di 307,02 ha e comprende pascoli, pascoli arborati o cespugliati. È suddivisa in 14 comparti contraddistinti con lettere dell’alfabeto (Tabella 28).

Tabella 28: Classe Economica E. Ripartizione della superficie.

Part. Località Superficie Frestale ha Matadduni-Germanito a 58,352 Balvarie b 8,661 Tempone Gravalarga c 9,189 Tempone La Macchia d 15,031 Tempone Pietra Cupa e 9,556 Vallone Macchia della Chiesa f 3,217 Vallone Macchia della Chiesa - g 22,086 Spatola Cavallo h 19,507 Cavallo i 16,421 Verna-Valle Pietra Cupa l 40,258 Tempone Cotruzzo m 50,719 Matadduni n 26,527 Monte Vesole-Tempone Li Gritti o 16,636 Balvarie p 10,859 Totale 307,019

I comparti si distribuiscono in modo eterogeneo all’interno del territorio demaniale. Nella fascia altimetrica più bassa (da 200 a 600 m s.l.m. circa) rientrano i comparti f, g, h, i, l ed m. Sono caratterizzati dalla presenza di Ampelodesmos mauritranicus e da altre specie graminoidi, mentre la componente arborea/arbustiva è costituita da leccio, fillirea, orniello, roverella, corbezzolo, erica arborea, terebinto, lentisco, mirto, olivastro, prugnolo, ginestra odorosa, ginestra dei carbonai.

Nella fascia centrale del demanio (da 600 a 900 m s.l.m. circa), i comparti che vi fanno parte (d, e, p) sono costituiti da creste o versanti molto acclivi in cui l’ampelodesma è localizzato in piccole tasche in cui vi è accumulo di suolo. Il leccio compare nella sua forma rupestre tipica.

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Da 900 m s.l.m. circa fino al crinale della dorsale Monte Soprano-Monte Vesole trovano posto i comparti a, b, c, n, o caratterizzati da superfici da pianeggianti a moderatamente acclivi. Qualche pianta arborea di modeste dimensioni colonizza piccole superfici che un tempo, forse, erano destinate alla coltivazione. Si trovano principalmente ontano, carpino nero e fruttiferi come perastro e melastro, sporadica la presenza del cerro. Presenti cespugli di biancospino, rosa canina e carpino nero.

Tutti i pascoli del demanio sono caratterizzati da terreni superficiali, pietrosi, spesso a roccia affiorante. Soprattutto nelle località Matadduni e Germanito i pianori si contraddistinguono per lo spettacolare effetto carsico. Per tale motivo le produzioni foraggere sono povere e condizionate dalle condizioni meteoriche primaverili ed autunnali. Alle difficili situazioni stazionali si aggiunga il pascolo allo stato brado (soprattutto bovini) senza alcuna limitazione in termini di carico ammissibile, periodo di utilizzazione e superficie. L’uso irrazionale sta determinando il depauperamento del cotico erboso. Infatti, la selezione delle specie pabulari sta causando la rarefazione di queste ultime a vantaggio di altre poche appetite come l’arrestabue (Ononis spinosa) e il cardo (Dipsacus fullonum). Non meno importanti sono i danni arrecati all’apparato radicale delle specie erbacee che si riproducono per via vegetativa a causa del continuo calpestio del bestiame. Tra le pochissime leguminose e graminacee che caratterizzano i pascoli si distinguono: Trifolium spp., Lotus corniculatus, Anthyllis vulneraria, Medicago falcata, Medicago lupulina, Onobrychis viciaefolia, Dactylis sp., Lolium sp., Festuca sp., Phleum sp., Poa sp., Bromus sp.. Per soddisfare le proprie esigenze alimentari, i capi di bestiame sono costretti a muoversi. Nelle zone di maggior transito animale il suolo si compatta, divenendo asfittico e la copertura erbosa si degrada fino a scomparire. Si formano così dei sentieramenti che nei versanti più impervi seguono le curve di livello e, raccogliendo l’acqua di scorrimento superficiale, possono degenerare in veri e propri fenomeni erosivi.

Attualmente sulla superficie comunale (boscata e non) si esercita il pascolamento incontrollato di bovini, caprini ed ovini. Si tratta di razze locali (es. vacca podolica) e meticci di altri gruppi etnici impiegati prevalentemente per la produzione di formaggi e carne.

L’attività zootecnica riveste un ruolo fondamentale nel territorio di Roccadaspide (assetto funzionale del territorio, animazione del paesaggio, conservazione di razze autoctone, prodotti tipici e tecniche produttive tradizionali) e per tale motivo occorre migliorare le superfici pascolive in termini di quantità e qualità. All’uopo, nell’apposito capitolo riguardante i miglioramenti fondiari, verranno indicati gli interventi da attuare nel corso del decennio di validità del presente Piano con l’utilizzo di risorse messe a disposizioni della Pubblica

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Amministrazione. Per quanto attiene l’utilizzo dei pascoli, secondo quanto stabilito dall’art. 18, comma 3 della L.R. 11/96, il Comune di Roccadaspide si è dotato di apposito regolamento (Regolamento per la disciplina dell’esercizio degli usi civici) approvato con D.C.C. n. 4 del 30/1/2015 al quale si rimanda per la consultazione.

12.2 Determinazione del carico

Il corretto dimensionamento del carico è fondamentale per evitare il sovrasfruttamento delle specie foraggere da un lato e i fenomeni di degrado ambientale dall’altro. Per il dimensionamento del carico di bestiame per le aree pascolabili dell’intero demanio di Roccadaspide si è fatto riferimento alla formula:

푃 ∙ 푆 퐶 = ∙ 푘 퐹 ∙ 퐷 dove:

C = numero di capi di bovini normali del peso di 500 ÷ 550 kg (Coefficienti di conversione capo/UBA ai sensi del DM MiPAAF del 7/4/06: Bovini oltre i 2 anni di età, equini = 1 UBA; Bovini con età compresa tra 6 mesi e 2 anni = 0,6 UBA; suini= 0,3 UBA; Ovini e caprini = 0,15 UBA);

P= produzione del pascolo per ettaro espressa in unità foraggere (U. F.) o in quintali di fieno normale (F. N.) (in media 1 q di F. N. = 40 U. F.);

S = superficie utile di pascolamento espressa in ettari (ha);

F= fabbisogno giornaliero animale (per i bovini adulti si è assunto indicativamente un fabbisogno giornaliero di 15 kg di s.s.);

D= giorni di pascolamento;

K= coefficiente di utilizzazione pari a 0,7.

Considerate le condizioni stazionali, la produttività media stimata in 300 U.F./ha (7,5 q s.s./ha) per i pascoli permanenti (307 ha) ed un periodo di utilizzazione di 100 giorni, il carico ammissibile nei pascoli aperti è di 107 UBA.

Nelle zone boscate, invece, il bestiame trova fonti alimentari integrative nelle piante erbacee di Festuca ovina, Festuca heterophylla, vitalba, rovo, prugnolo, rosa, biancospino, ginestre e la stessa rinnovazione di specie arboree come aceri, querce, carpini. Su queste

78 superfici, similmente alle aree pascolive propriamente dette, l’esercizio del pascolo si è svolto liberamente senza adeguate norme di razionalità. Stimata per queste aree una produttività media di 70 U.F./ha (1,75 q s.s./ha), un periodo di utilizzazione di 100 giorni, per una superficie boscata di 900 ha sono ammissibili 73 UBA. Per il calcolo del dimensionamento del carico sono stati esclusi i rimboschimenti (particelle forestali 54 e 55) all’interno dei quali il pascolo è vietato al fine di evitare rallentamenti nei processi di rinaturalizzazione.

Il carico sopportabile nel demanio di Roccadaspide per un periodo di utilizzazione di 100 giorni è di 180 UBA. Qualora il periodo di utilizzazione dovesse essere superiore a 100 giorni, il numero di capi ammissibili dovrà essere ridotto di conseguenza.

Secondo le Prescrizione di Massima e Polizia Forestale, è vietato il pascolo dei caprini nelle zone boscate.

12.3 Esercizio del pascolo

Il Regolamento del pascolo del Comune di Roccadaspide è riportato in allegato (Allegato C). Il regolamento contiene le norme che disciplinano le modalità di utilizzazione, il carico massimo di bestiame (distinto per specie animale) ed il periodo di utilizzazione. La determinazione annuale dei carichi di bestiame tiene conto dei limiti massimi individuati.

Per tutte le norme non espressamente citate, il pascolo dovrà essere esercitato secondo le modalità previste dalle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale vigenti per la Regione Campania.

Al fine di evitare immigrazioni di comodo da parte di pastori dei Comuni confinanti, è fatto divieto assoluto rilasciare la fida a cittadini non originari di Roccadaspide e/o non residenti in Roccadaspide da almeno due anni.

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13 Infrastrutture

13.1 Viabilità

La viabilità a servizio dei beni silvo-pastorali del Comune di Roccadaspide è ben sviluppata e quasi tutte le particelle forestali sono collegate alla rete primaria. Questo fenomeno è stato favorito soprattutto dall’importanza che ha assunto la coltivazione del castagno da frutto nel corso degli anni. I collegamenti all’interno del territorio sono assicurati da una rete primaria, strade forestali e sentieri/mulattiere. La viabilità forestale (strade, piste e sentieri) si trova in precarie condizioni di manutenzione ed in parte di scarsa agibilità. Sono necessari per la sua funzionalità interventi di allargamento, rettifiche, tombini, piazzole di scambio, pavimentazioni, canalette rompitratta, ecc.

13.1.1 Rete primaria

Appartengono a questa categoria le strade asfaltate o comunque camionabili. La più importante è la Strada Statale degli Alburni n. 166 dalla quale dipartono numerose diramazione che consento di raggiungere la parte bassa del demanio. Altre strade comunali si innestano su strade provinciali (SP13a, SP13b). In cartografia contraddistinte dalla sigla sc seguita da numero progressivo. Le principali sono:

- SS 166 – Difesa di Chiaramonte Lambisce il confine settentrionale delle particelle 38, 39 e 40. - sc1 – Case Cammarano-La Verna-Tempone Cotruzzo Si dirama da sc3. Uscita da Case Cammarano prende quota e la prima serie di tornanti segnano il confine tra la particella 51 ed il comparto l per la lunghezza di 711 m. A quota 400 m circa intercetta la particella 51 e prosegue nel comparto m. La strada asfaltata termina lasciando il posto alla sc2. Lunghezza totale: 3.025 m. - sc2 – Tempone Cotruzzo – Piano delle Mandrie – Valle Pietra Cupa È il prosieguo della sc1 che, attraversando il Piano delle Mandrie, giunge all’incrocio con sf9. Intercetta il comparto m. La strada è di recente sistemazione con fondo in conglomerato cementizio a basso impatto ambientale. Lunghezza totale: 2.487 m. - sc3 – Case Miani-Case Pingaro-Case Cammarano-Case Ricco-Case Cavallo-Case Tuono- Case Volparo

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Si sviluppa parallelamente alla SS166 dove si innesta nuovamente presso Case Volparo. Segna il confine settentrionale della particella 44 e comparto h. - sc4 – Case Volparo-Tempone Val di Cioffo Si dirama da sc3 e prosegue fino a Monteforte Cilento innestandosi sulla SP13b. Lambisce i comparti g e h e segna, in successione, il confine orientale della particella 30, 34 e 33, quello occidentale della particella 35. - sc5 – Case Giuliani Conduce alla particella 37. Nel 2012 ha subito interventi di ripristino secondo la Misura 226, azione d del PSR 2007/2013.

13.1.2 Strade forestali

Rientrano in questa categoria, le strade che prolungano o si innestano su quelle che costituiscono la rete primaria precedentemente descritta prive di una vera e propria massicciata stradale. Sono permanenti ed utilizzate prevalentemente per attività selvicolturali, pastorali e agricole, nonché per interventi preventivi di difesa e soccorso in emergenza. Sono state indicate con il termine “strade” anche quelle infrastrutture viarie permanenti comunemente chiamate “piste”, ad indicare la viabilità con caratteristiche costruttive semplificate.

Il fondo è in terra battuta (a tratti con roccia affiorante) e con larghezza tale da permettere, generalmente, il transito di mezzi anche pesanti. In cartografia sono indicate con la sigla sf seguita da numero progressivo. Quelle che interessano il demanio sono:

- sf1 – Case Miani-Tempone Cotruzzo Da Case Miani, dopo aver attraversato un varco ormai occluso, si intercetta la strada che segna il confine settentrionale e attraversa il comparto m fino a raggiungere un serbatoio idrico. Lunghezza totale in territorio demaniale: 981 m. - sf2 – La Verna si dirama da sc1, attraversa il comparto l per uscirvi e poi rientrarvi terminando in corrispondenza di un appezzamento coltivato. Lunghezza totale: 443 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 213 m. - sf3 – La Verna-Cavallo In località Cavallo prosegue la strada asfaltata e si innesta sulla sc1. Attraversa la particella 50 per 525 m per entrare nel comparto l all’interno del quale si sviluppa per 274 m. Lunghezza totale: 1350 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 798 m.

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- sf4 – Cavallo Si dirama da sc3 e attraversa la particella 44 (solo parzialmente il comparto h). Lunghezza totale: 398 m. - sf5 – Presa Si dirama da sc4 e attraversa il comparto h. Lunghezza totale: 638 m. - sf6 – Macchia della Chiesa-Spatola Si dirama da sc4, attraversa il comparto g e per un tratto segna il confine con proprietà privata. Termina nell’impluvio che segna il confine naturale della particella 41. Lunghezza totale: 958 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 488 m. - sf7 – Macchia della Chiesa Si dirama da sc4 e attraversa il comparto g. Lunghezza totale in territorio demaniale: 205 m. - sf8 – Macchia della Chiesa Collega la particella 43 a sc4. Si sviluppa in terreno non demaniale. - sf9 – Presa-Fonte di Germanito È la strada più importante per la viabilità interna della proprietà demaniale. Si dirama da sc4 e si sviluppa quasi interamente nel demanio fino alla Fonte di Germanito. Incontra, in successione, le particelle 45, 48, 50, 49, 10, 7, 8, 9, 13, 14, 16 ed i comparti l, b, a. Per alcune di loro funge da confine. Lunghezza totale: 5.870 m. - sf10 – Presa Si dirama da sf9. Attraversa in parte le particelle 45 e 48. Si sviluppa principalmente in terreno no demaniale. Lunghezza totale 543 m. - sf11 – Presa-Tempone Pietra Cupa Si dirama da sf9 sulla quale si innesta nuovamente a quota 815 m circa. Incontra in successione le particelle 48, 49, 10, 11, 9, 7. Lunghezza totale: 1.676 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 1.335 m. - sf12 – Piano delle Mandrie Si dirama da sf9. Serve appezzamenti privati e attraversa le particelle 7, 5 e culmina nella particella 3. Lunghezza totale: 1.151 m. - sf13 – Matadduni Deriva dalla sf12 e si sviluppa all’interno della particella 7. Serve inoltre la particella 6 della quale segna parte del confine settentrionale. Lunghezza totale: 915 m. - sf14 – Matadduni Si dirama da sf9. Per un breve tratto segna il confine tra particelle 7 e 8. Lunghezza totale: 287 m.

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- sf15 – Macchia della Chiesa-Tempone Pietra Cupa Dalla strada asfaltata sc4 si dirige in direzione Tempone Pietra Cupa. Dopo aver attraversato un tratto su suolo privato si, procedendo verso Ovest incontra le particelle 46, 18, 11, 12, 15 e i comparti e, p. Lunghezza totale: 1.481 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 1.058 m. - sf16 – Tempone Pietra Cupa È una diramazione di sf15. Incontra, da Ovest verso Est, le particelle 18, 20, 19, 22, 21 e il comparto p. Si sviluppa interamente su suolo demaniale. Lunghezza totale: 1418 m. - sf17 – Balvarie Deriva da sf15 e fa da confine alle particelle 12 e 18. Lunghezza totale: 478 m. - sf18 – Macchia della Chiesa Lasciando la sc4, procede verso il comparto p e la particella 46. Inizialmente attraversa proprietà privata. Lunghezza totale: 620 m. - sf19 – Difesa di Chiaramonte Collega sc4 con la Difesa di Chiaramonte attraversando castagneti da frutto privati. Interessa le particelle 40, 41, 42. Lunghezza totale: 1.814 m. - sf20 – Tempone La Macchia Da sc4 giunge sul limite meridionale del comparto d. Lunghezza totale: 1.701 m. - sf21 – Tempone La Macchia-Tempone Gravalarga Lascia sf20 per entrare nella particella 27. Lunghezza totale: 398 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 290 m. - sf22 – Tempone La Macchia Collega sc4 con sf20. Si sviluppa su terreno non demaniale. Lunghezza totale: 945 m. - sf23 – Levano-Tempone Gravalarga Collega con sc4 le particelle a castagneto da frutto n. 27, 24, 25 all’interno delle quali si sviluppa un buon sistema di collegamento. Lunghezza totale: 3.724 m. Lunghezza totale in territorio demaniale: 2.782 m. - sf24 – Tempone Gravalarga Si sviluppa a Sud di sf23 e attraversa le particelle 28 e 29. Lunghezza totale: 998 m. - sf25 – Tempone Gravalarga È una diramazione di sf24 e conduce all’interno della particella 26 in un’area occupata abusivamente. Lunghezza totale: 165 m. - sf26 – Covotta

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Presso la fontana Covotta, prosegue dalla sc5 ed entra nella particella 36 segnandone, per un tratto, il confine orientale con il Comune di Castel San Lorenzo. Lunghezza totale in territorio demaniale: 732 m. - sf27 – Difesa di Chiaramonte Si dirama dalla SS166, attraversa la particella 39 e si interrompe nella particella 38. Lunghezza totale: 889 m. - sf28 – Tempone Cotruzzo Prosegue da sc1 e attraversa il comparto m. Perde quota e e poi entra nel Comune di Capaccio. - sf29 – Piano delle Mandrie Si dirama da sc2 e penetra nella particella 52 dividendosi in due rami. Lunghezza totale: 1.224 m.

13.1.3 Sentieri e mulattiere

I sentieri includono i tracciati:

- ad uso esclusivo del transito animale (mulattiere) o pedonale (il transito di automezzi è ammesso solo sulla base di specifiche deroghe da stabilire in sede di pianificazione); - ad uso prevalente per le ordinarie pratiche forestali; - per il presidio attivo del territorio montano; - uso turistico-ricreativo.

Si tratta di tracciati semi-permanenti, per i quali occorre una manutenzione periodica per garantirne la transitabilità. Nei territori più vulnerabili è utile prevedere l’adozione di opere accessorie anti erosive. I sentieri svolgono un’importante funzione in contesti montani particolarmente accidentati e non percorribili con mezzi meccanici e, come tali, possono essere oggetto di programmazione da parte degli Enti Delegati.

I sentieri possono essere dotati di opere d’arte accessorie per garantire la stabilità del fondo, la regimazione delle acque e la sicurezza del transito (staccionate, aree di ricovero e di ristoro, gradonature, ecc.).

Il demanio è attraversato da numerosi sentieri e mulattiere, così come si rileva dalla cartografia IGM e dalle carte catastali. Nel presente Piano sono stati segnalati i principali percorsi per sviluppo e suscettibilità alla valorizzazione turistica della montagna. In cartografia sono

84 contraddistinte dalla sigla se seguita da numero progressivo. Sono stati individuati 12 sentieri principali elencati di seguito:

- se1 – Case Pingaro-Tempone Cotruzzo Parte da Case Pingaro a quota 162 m, costituisce per un tratto il confine settentrionale della particella 53. A quota 350 m circa entra nel comparto m e termina a quota 533 m sul versante Nord del Tempone Cotruzzo. Lunghezza totale: 1.647 m. - se2 – La Verna-Tempone Cotruzzo Si dirama dalla strada asfaltata sc1 nella particella 51, attraversa il Vallone di Verna entrando nella particella 53 fino ad intercettare se1 nel comparto m. Lunghezza totale: 1.188 m. - se3 – La Verna Si sviluppa a monte della sc1 nella particella 51. Lunghezza totale: 1.344 m. - se4 – Case Ricco-La Verna Partenza località Case Ricco. Attraversa il comparto l e si innesta sulla sf2. Lunghezza totale: 688 m. - se5 – Case Ricco-La Verna Attraversa il comparto l fino ad intercettare sf3. Lunghezza totale: 881 m. - se6 – Cavallo-Valle Pietra Cupa Attraversa la particella 50 e il pascolo l. Incontra il sentiero se5. Lunghezza totale: 493 m. - se7 – Cavallo Segna il confine tra particelle 50 e i. Si innesta su sf10. Lunghezza totale: 1.437 m. - se8 – Macchia della Chiesa Si innesta sulla sc4. Segna il confine tra particelle 43 e g. Lunghezza totale: 538 m. - se9 – Sorgente della Forma-Fonte di Germanito Prosegue il percorso della sf9 presso la fonte di Germanito incontrando in successione le particelle 16, 20, 17, 23, 28, 26, 29, 30 e i comparti c e a. Si innesta sulla sc4. Attualmente è interessata da opere di miglioramento con fondi PSR 2007/2013. Lunghezza totale: 2.893 m. - se10 – Monte Vesole-Monte Soprano Parte in corrispondenza del Valico di Vesole a quota 1.020 m circa percorrendo tutta la dorsale Monte Vesole-Monte Soprano. Prosegue nel territorio di Capaccio. Attraversa le particelle 30, 29, 26, 23, 17, 16, 6, a ed n. Lunghezza totale: 5.473 m. - se11 – Tempone Li Gritti

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Si innesta su sc4. Attraversa la particella 33 ed entra nella particella 55. Lunghezza totale: 868 m. - se12 – Difesa di Chiaramonte Si tratta di una diramazione di sf27 all’interno della particella 39 collegando castagneti da frutto a monte. Lunghezza totale: 418 m.

La lunghezza complessiva dei sentieri all’interno del demanio forestale di Roccadaspide è di 17.868 m.

13.2 Manufatti

All’interno del demanio di Roccadaspide si segnala la presenza di un ricovero in pietra nella particella forestale 55 la cui costruzione risale al periodo degli interventi di rimboschimento. Si segnala inoltre il “Rifugio Orto Botanico Vollera” in località Difesa (particella forestale 39). Trattasi di una struttura in legno lamellare realizzata con progetto P.T.T.A. 94-96 dalla Comunità Montana Calore Salernitano. Entrambe le strutture si presentano in cattivo stato di conservazione.

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14 Miglioramenti fondiari

14.1 Premessa

Le opere di miglioramento fondiario, secondo quanto riportato dall’art. 6 dell’Allegato A della L.R. 11/96, riguardano le opere di presidio per la lotta agli incendi boschivi (vasche, piccoli invasi, viali spartifuoco e piste di servizio); miglioramento dei pascoli comunali; opere di sistemazione idraulico-forestale; rimboschimenti ex-novo ed opere di ricostituzione di boschi degradati; opere finalizzate alla valorizzazione agro-turistica. Tali interventi troveranno implementazione soprattutto attraverso l’utilizzo di fondi regionali, statali o comunitari e con proventi derivanti dalle utilizzazioni boschive.

14.2 Viabilità

Le infrastrutture per la viabilità silvo-pastorale sono essenziali per la valorizzazione economica delle aree collinari e montane, sia dal punto di vista della produzione primaria, sia dal punto di vista turistico-ricreativo. Inoltre, una rete viabile efficiente consente un rapido accesso agli uomini ed ai mezzi destinati all'attività di sorveglianza, di soccorso, e nelle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi.

Oggetto di miglioramento sono le strade forestali e sentieri/mulattiere elencate nei paragrafi 13.1.2 e 13.1.3. Nella redazione del presente Piano sono state censite 29 strade forestali e piste. Il fondo di queste strade è in terra battuta o in roccia. Frequenti sono gli assolcamenti nei tratti più ripidi e, dove ormai lo strato di terreno è stato completamente dilavato, la presenza di pietre rende difficoltoso il transito di mezzi non adeguati. Non è raro imbattersi in sistemazioni di fortuna di buche e solchi effettuato con materiali inerti con conseguente impatto ambientale negativo. Pertanto, al fine di rendere più agibile la viabilità, è opportuno che il fondo stradale venga ricoperto almeno con uno strato di misto di cava o con materiali similari. Contestualmente al rifacimento della pavimentazione stradale, dovranno essere predisposte opere di drenaggio delle acque superficiali dimensionate in modo da mitigare quanto più possibile l’alterazione indotta dal piano stradale sulle dinamiche di ruscellamento superficiale di versante.

Si sottolinea la necessità di prevedere una distribuzione adeguata dei sistemi di allontanamento delle acque dalla strada (ad es. rompitratta, tombini, ecc.) in modo da favorirne una restituzione ai versanti quanto più possibile uniforme. In corrispondenza dei punti di

87 recapito dei sistemi di drenaggio, opportunamente scelti in grado di sopportare l’azione erosiva delle acque scaricate, dovranno essere realizzate le fosse di assorbimento. Queste ultime hanno il vantaggio di ridurre il ruscellamento superficiale lungo i versanti e di raccogliere i sedimenti derivanti dall’erosione del piano stradale. I sedimenti così raccolti potranno essere riutilizzati per conguagliare il manto stradale in occasione di interventi di manutenzione. Le opere di drenaggio saranno oggetto di manutenzione annuale, prima dell’inizio della stagione piovosa ed in particolare in autunno trattandosi di viabilità all’interno di boschi di caducifoglie. I sistemi di drenaggio vanno inoltre comunque ispezionati a seguito di eventi pluviometrici estremi (periodo di ritorno superiore a 10 anni).

In corrispondenza degli impluvi si dovranno predisporre opere idonee affinché l’acqua di ruscellamento non si riversi sul piano stradale creando fenomeni di dissesto. A questo scopo sono adatti tombini (tubi in calcestruzzo armato, in lamiera ondulata o in PVC pesante) o guadi se lo scavo necessario per la posa in opera dei tubi comporta difficoltà su fondo roccioso.

Al fine di migliorare la circolazione, si dovranno predisporre delle piazzole di piazzole di scambio, di piazzali di emergenza, di deposito, di posteggio e di carico, di pianali caricatori o buche di carico, di recinti e di ricoveri mobili per gli animali e per le maestranze e di varchi per attraversare eventuali fasce di rispetto. Le piazzole sono finalizzate anche a creare delle soluzioni di continuità della copertura forestale e ad apportare maggiore luce all’ambiente per favorire la presenza della fauna (vertebrati ed invertebrati) anche per motivi trofici.

Le scarpate che delimitano le strade dovranno essere dotate di opere di contenimento mediante utilizzo di palificate vive, viminate, palizzate e grate vive in legname oppure, data l’elevata disponibilità di pietrame in loco, scogliere, muri a secco e arce (Hippoliti, 2003). Dove si presentano pareti con notevole pietrosità e rocciosità, si farà ricorso ad opere realizzate con tecniche tradizionali quali cunette in calcestruzzo.

Dall’attuale rete viaria rimangono escluse le particelle forestali 1, 2 e 4. Le strade forestali sf12 e sf13 potranno servire come base per l’apertura di nuove strade o piste secondarie della larghezza massima di 2,50-3,00 m con movimenti di terra di entità inferiore in media a 1 mc/ml per l'avvicinamento ed il caricamento del materiale legnoso sui piazzali di carico, in occasione dei tagli di diradamento o di avviamento all’alto fusto e saranno autorizzate con la procedura prevista dall’art. 15 delle Norme per il taglio dei boschi, allegate alla L.R. 11/1996. Nell’eventualità che l’apertura di tali piste secondarie determini un movimento di terreno superiore a 1 mc/ml o una larghezza media superiore a m 3 o che debbano essere

88 pavimentate e che quindi determini un cambio di destinazione o d’uso per l’autorizzazione dovrà esperirsi la procedura prevista dall’art. 23 delle l.r. 11/1996 o di eventuali successive disposizioni della Regione Campania. Con tale procedura potranno essere autorizzate eventuali piste, necessarie per facilitare l’esbosco dei prodotti legnosi, interessanti terreni comunali o privati diversi da quelli in consegna all’impresa aggiudicataria.

Per i sentieri esistenti si prevede la manutenzione con ripulitura, sistemazione del fondo, rettifiche, apposizione di segnaletica, caccia acqua, piazzole di sosta, ecc.. Non è esclusa la possibilità di intervento su altri sentieri riportati e non dalle cartografie ufficiali che determinati progetti reputino meritevoli di miglioramento.

14.3 Pascoli

Il pascolo irrazionale condotto fino ad ora, non ha fatto altro che accentuare il degrado di superfici caratterizzate già da limitata capacità produttiva. Le opere di miglioramento dovranno mirare a restaurare un equilibrato rapporto fra pressione antropica e risorse pascolive. Per rilanciare la zootecnia si prevedono opere strutturali e interventi di natura agronomica. Nella Tabella 29 sono indicate le particelle forestali e le rispettive località in cui effettuare gli interventi di miglioramento.

Tabella 29: Localizzazione degli interventi di miglioramento dei pascoli.

Part. Località Superficie Forestale ha Matadduni-Germanito a 58,352 Balvarie b 8,661 Tempone Gravalarga c 9,189 Vallone Macchia della Chiesa - g 22,086 Spatola Cavallo h 19,507 Cavallo i 16,421 Verna-Valle Pietra Cupa l 40,258 Tempone Cotruzzo m 50,719 Matadduni n 26,527 Monte Vesole-Tempone Li Gritti o 16,636 Totale 268,356

Le opere strutturali che richiedono maggiore priorità sono i ricoveri del bestiame e opere per l’approvvigionamento idrico. I primi sono praticamente assenti all’interno del demanio. Per

89 quanto riguarda i punti di abbeveraggio si segnalano gli abbeveratoi in località Fonte di Germanito e Sorgente della Forma. Gli animali sono costretti a compiere lunghi tragitti per raggiungere questi punti d’acqua e per tale motivo abbandonano i pascoli troppo lontani e si concentrano in quelli più vicini agli abbeveratoi. Pertanto si rende indispensabile una ricognizione del territorio più particolareggiata al fine di individuare qualsiasi altra forma di affioramento superficiale, sorgente, pozzo dalla quale si possa attingere acqua e conservarla in pozzi o cisterne. In mancanza di tali fonti, si possono realizzare cisterne con apposita tettoia per la captazione delle acque meteoriche. Le cisterne saranno poi dotate di adeguati abbeveratoi. Le opere strutturali sono necessarie per rendere più dignitose le condizioni di vita e di lavoro del personale addetto alla conduzione degli allevamenti.

Le opere di tipo agronomico hanno lo scopo di migliorare la qualità e quantità delle specie foraggere mediante:

- Spietramento (dove possibile);

- Decespugliamento della flora inutile non pabulare ed estirpazione delle specie più invadenti (ginestra, rosa canina, rovo, pruno spinoso, felce);

- Lavorazione superficiale del terreno nelle zone dove non vi è roccia affiorante al fine di facilitare la penetrazione dell’acqua, stimolare il ricaccio delle specie pabulari, agevolare la germinazione dei semi in diffusione naturale e di quelli apportati con la trasemina;

- Trasemina con miscuglio di buone foraggere con caratteristiche ecologiche simili a quelle indigene (45% graminacee; 20% leguminose; 10% composite; 15% con plantaginacee, ombrellifere, crucifere, borraginacee ecc.);

- Concimazione azotata (100 kg/ha) e fosfo-potassica (150 kg/ha) (attraverso la concimazione viene anticipata la ripresa vegetativa – primaverile ed autunnale – e ritardata l’inizio della stasi vegetativa con conseguente aumento del periodo di pascolamento);

- Recinzioni in pali di castagno e filo spinato al fine di assicurare il buon esito degli interventi di miglioramento.

Infine si ricorda che un buon pascolo non è un dato di fatto, ma una circostanza che va cercata attraverso buone pratiche di gestione del pascolo stesso! Il rispetto delle norme riportate nel Regolamento del pascolo (Allegato C) del Comune di Roccadaspide è un buon punto di partenza per conciliare la tutela delle risorse naturali da un lato e gli interessi della popolazione locale dall’altro.

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14.4 Rimboschimenti

Le particelle forestali 54 e 55, in località Sorgente della Forma e Tempone Li Gritti rispettivamente (Classe Economica D; superficie totale 7,28 ha), costituite da rimboschimenti di douglasia effettuati negli anni ’60, vanno sottoposte a interventi di rinaturalizzazione per permettere lo sviluppo e la rinnovazione delle latifoglie autoctone. Si tratta di diradamenti dal basso a carico della conifera con ripulitura dello strato arbustivo ed erbaceo invasi da specie infestanti. Si effettuerà la potatura dei rami bassi delle piante dominanti al fine di scongiurare, in caso di incendio, il passaggio da fuoco radente a fuoco di chioma. Nella particella 55 andranno ripristinati i muretti a secco e il ricovero in pietra. Si eseguirà la riattazione delle chiudende al fine di escludere il pascolo, causa di danni alle plantule di latifoglie autoctone in via di affermazione. Non si prevedono nuovi rimboschimenti.

Tra gli altri interventi da eseguire sempre con finanziamento pubblico, rientrano:

- i tagli di avviamento ad alto fusto nelle Classi Economiche A e B per una superficie complessiva di 587,33; - mantenimento di habitat per la conservazione di specie animali nelle particelle oggetto dei piani dei tagli, nei cespuglieti e arbusteti per una superficie di 670,34 ha; - incremento della biomassa organica morta e tutela delle radure e chiarie nelle particelle oggetto dei piani dei tagli per una superficie di 670,34 ha; - ripulitura e controllo costante della vegetazione negli strati inferiori (arbustivo ed erbaceo) nelle formazioni miste, soprattutto a prevalenza di ontano, caratterizzato, spesso, da un folto strato di infestanti (rovi) e come tali più esposte al rischio d’incendio; - interventi agronomici (potature, innesti, tagli fitosanitari, concimazioni) a carico dei castagneti da frutto (Classe Economica C) per una superficie complessiva di 205,37 ha; - ripulitura delle aree boscate a contatto con i castagneti da frutto onde evitare l’eventuale propagazione di incendi; - nei boschi con scarsa densità si potrà intervenire con rinfoltimenti utilizzando latifoglie autoctone (roverella, acero campestre, ontano napoletano, carpino nero).

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14.5 Sistemazioni idraulico-forestali

Gli interventi di sistemazione idraulico-forestali dovranno interessare soprattutto quelle zone dove, a causa del terreno scosceso e del degrado del manto vegetale, si sono avuti danni alla stabilità dei versanti e perdite di suolo per erosione idrica ed eolica. Si potrà intervenire con opere di ingegneria naturalistica (viminate, graticciate, grate in legname) e, dove la copertura vegetale non è sufficiente, con rivegetazione localizzata (rimboschimento, piantumazione, inerbimento) con specie autoctone.

Le superfici a castagneto da frutto sono le aree più sensibili all’erosione superficiale soprattutto quelle poste su versanti più acclivi. Si potrà intervenire con opere di ingegneria naturalistica tra cui i lunettamenti, muretti a secco e opere di bonifica montana.

Lungo gli impluvi è frequente osservare fenomeni di dissesto delle scarpate laterali. Si potrà intervenire con opere di rinforzo delle sponde secondo i canoni dell’ingegneria naturalistica. Movimenti franosi in atto si segnalano in località Difesa di Chiaramonte. Nella Tabella 30 sono riportate località e particelle forestali in cui realizzare le opere di miglioramento. Per una localizzazione più precisa, fare riferimento alla Carta dei Miglioramenti in allegato (Tavole 3 e 4).

Tabella 30: Localizzazione degli interventi di sistemazione di versanti e impluvi.

Particella Località forestale n. Valle Pietra Cupa 10, 11, 49, 50, l Monte Vesole 31 Tempone Li Gritti - Tempone 32, 34, 35, 36 Valdicioffo Difesa di Chiaramonte 38, 39, 40, 41 Presa 44, 45, i Tempone Pietra Cupa 48, e Vallone di Verna 51, 53, m Tempone La Macchia d Vallone Macchia della Chiesa f Balvarie p

14.6 Incendi boschivi

Per svolgere un adeguato servizio di prevenzione e di lotta contro gli incendi boschivi è necessario mantenere efficiente la rete viabile all’interno del comprensorio forestale, per

92 consentire un rapido accesso agli uomini ed ai mezzi destinati all'attività di sorveglianza, di soccorso, e nelle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi.

La viabilità inoltre, costituendo un'interruzione della superficie boscata, rappresenta un ostacolo all'avanzamento del fuoco consentendo di isolare i comprensori, con conseguente riduzione dei danni. A tal proposito occorre interrompere la continuità della copertura arborea immediatamente a valle e a monte delle strade forestali che attraversano superfici boscate.

È opportuno, inoltre, realizzare fasce parafuoco lungo i confini tra i comprensori boschivi comunali e le proprietà agro-pastorali private.

In ogni caso non appare superfluo precisare che qualsiasi piano antincendio avrà effetto palliativo se la lotta agli incendi boschivi non sarà integrata da capillare opera di educazione, di prevenzione e di rimozione delle cause sociali e speculative che provocano gli incendi.

Un dettagliato piano di ristrutturazione esula dal presente lavoro ma, per rientrare nelle direttive dell’art.6 delle Norme per la Redazione dei Piani di Assestamento, allegate alla L.R. 11/1996, si ritiene utile proporre per il Comune di Roccadaspide di raccomandare di evitare in tutto il territorio comunale ed in qualsiasi stagione dell’anno l’uso, ormai arcaico, del fuoco per ripulire siepi, scarpate, fossi, oliveti, seminativi e soprattutto castagneti. L’usanza di bruciare foglie ed altri residui vegetali, per fare pulizia e per facilitare la raccolta dei prodotti agricoli, è un retaggio del passato e non risponde più a sani criteri di uso del territorio.

14.7 Valorizzazione agro-turistica

In località Difesa di Chiaramonte (particella forestale 39) è presente un’area attrezzata in condizioni fatiscenti. Essa è facilmente raggiungibile dalla vicina SS166. La struttura in legno lamellare dovrà essere sottoposta ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (verniciatura con impregnanti, rinforzamento, infissi, ecc.). L’area antistante la struttura dovrà essere ripulita e opportunamente attrezzata e sistemata affinché assolva alla funzione turistico- ricettiva per la quale era stata progettata.

Altre strutture preesistenti sulle quali si dovrà intervenire sono situate nella particella 37 (Fontana Covotta), nel comparto m (“Belvedere”, un gazebo che si affaccia sulla sottostante Piana di Paestum). Non si esclude la possibilità di ampliare tali aree. Inoltre possono essere il

93 punto di partenza per iniziative che valorizzino tutto il complesso demaniale (percorsi naturalistici, ippovia, ecc.).

I luoghi più suggestivi del demanio sono attraversati dal sentiero che percorre tutta la crinale del Monte Vesole-Monte Soprano (particelle forestali 30, 29, 26, 23, 17, 16; comparti a, n). Sarà necessario valorizzarla e fornirla di tutto quanto necessario alla ricezione turistica (aree pic-nic, segnaletica, ecc.).

Non è da escludere la realizzazione di altri interventi con finalità turistico-ricreative messi in risalto da specifici progetti purché compatibili con i vincoli del Parco, con la conservazione dei siti Rete Natura2000 e vincoli legislativi in genere.

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15 Usi civici

15.1 Premessa

A seguito dell’istruttoria espletata dal ing. Marco Guerritore, il Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici di Napoli con il decreto del 2/1/1938 ha accertato gli usi civici del pascere e del legnare in favore dei naturali del Comune che, secondo l'art.4 della legge 1766/1927, n.1766, sul riordinamento degli usi civici, sono quelli necessari per i bisogni della vita. Si assegnavano:

- Alla categoria A) dell’art. 11 della legge 16 giugno 1927 n. 1766 (terreni a permanenti destinazione bosco-pascolo), ettari 1.242,85,10; - Alla categoria B) (terreni a destinazione permanente coltura agraria), omettendosi il piano di massima, giusta autorizzazione Ministeriale data con nota 9 novembre 1936 n. 29468, ettari 49,50,28.

Il Comune di Roccadaspide ha deliberato con D.C.C. n. 4 del 30/1/2015 l’Approvazione regolamento per la disciplina dell’esercizio degli usi civici e consistenza sul demanio libero situato nel Comune di Roccadaspide.

15.2 Regolamento degli usi civici

15.2.1 Generalità

Il 30/5/1889 il Comune di Roccadaspide approvava con D.C.C. n. 36 il Regolamento degli usi civici sui beni demaniali Comunali. Con D.C.C. n. 4 del 30/1/2015 lo stesso Comune provvedeva ad approvare un nuovo regolamento per la disciplina dell’esercizio degli usi civici. Tuttavia tale regolamento non può considerarsi vigente. Infatti, ai sensi della D.G.R. n. 61 del 23/2/2015 detto regolamento approvato dal Consiglio Comunale deve essere sottoposto all’approvazione dell’Ufficio regionale competente, nella fattispecie l’U.O.D. Foreste. Le modalità per il godimento dei diritti di uso civico del legnatico, uso del pascolo e dei prodotti secondari del bosco sono riportate in allegato (Allegato B).

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All’esercizio degli usi civici del Comune di Roccadaspide hanno diritto, esclusivamente, i cittadini naturali ivi residenti stabilmente e quelli non originari che vi risiedono stabilmente da due anni, fatte salve apposite autorizzazioni rilasciate dal Sindaco.

Al fine di ottenere un maggior controllo sul territorio, il Comune di Roccadaspide deve essere a conoscenza di coloro che usufruiscono del demanio i quali dovranno munirsi di apposita autorizzazione di accesso rilasciata dal Comune stesso. I permessi potranno avere validità di due anni o inferiore, a scelta dell’Ente. Lo scopo è di contenere eventuali danni al patrimonio boschivo. Infatti l’uso civico è un diritto a servirsi del fondo purché non sia causa o occasione di danno al soprassuolo. L’autorizzazione verrà rilasciata gratuitamente ed a titolo personale e quindi non sarà cedibile. Non verrà rilasciata a coloro i quali hanno riportato condanna o siano stati rinviati a giudizio per violazione degli art. 423-424-425-449 del C.P. per incendio di boschi o di cespugliati a chiunque appartenenti, in qualsiasi Comune della Repubblica.

15.2.2 Uso civico di legnatico

L’uso civico di legnatico consiste nella raccolta della legna secca, giacente a terra, costituita da ramaglie e tronchi senza alcun vincolo con la ceppaia, idonei solo per legna da ardere, caduti naturalmente a terra per vetustà o a causa di intemperie o per altra causa naturale. Dai sopralluoghi effettuati nel demanio, risulta che la raccolta della legna secca (e non solo!!) viene esercitata regolarmente dai naturali di Roccadaspide.

L’importanza degli organismi decompositori del legno è ormai ampiamente dibattuta e accettata a livello internazionale. Gli organismi saproxilici sono fondamentali in un ecosistema forestale in quanto, con la degradazione delle sostanze organiche morte, alimentano il ciclo dei nutrienti e contribuisco all’incremento del pool di carbonio stabile nel suolo (Lal, 2005). La Raccomandazione europea R (88) 10, recepita dall’ordinamento italiano con l’indirizzo, dato alle Regioni con l’art. 6, comma 3, della legge 227/2001, di favorire il rilascio in bosco di alberi da destinare all’invecchiamento a tempo indefinito, in accordo con i principi di salvaguardia della biodiversità, con particolare riferimento alla conservazione delle specie dipendenti dalle necromasse legnose, ha posto fine alla sconsiderata raccolta della legna secca. Pertanto, per la durata del presente Piano, non sarà più consentita la raccolta della legna secca nel demanio di Roccadaspide, tenuto conto delle limitazioni poste all’esercizio dell’uso civico dall’art. 143 TU 3267/1923 (……..”renda meno grave il peso sui demani comunali”) dell’art. 45 del Regolamento 332/1927 (…..”non determini un eccessivo sfruttamento dei boschi e dei pascoli”).

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Il diritto di legnatico della legna ancora verde, giacente a terra in seguito ad intemperie o per altre cause naturali o per taglio di diradamento o colturale eseguito in economia, autorizzato dall’U.O.D. Servizio Territoriale Provinciale di Salerno, e ritenuta dalla stessa Amministrazione non necessaria quale habitat per invertebrati e per faune superiori, può essere esercitato dai cittadini, previa domanda ed autorizzazione dell’Amministrazione comunale e verbale di constatazione di un Tecnico abilitato o del Direttore dei Lavori, ai sensi dell’art.11, comma 2 delle Norme per il taglio dei boschi e per gli interventi di bonifica montana di forestazione e riforestazione, Allegato B della L.R. 11/1996.

Il diritto di legnatico sulla ramaglia ancora verde, giacente a terra in seguito a taglio di utilizzazione eseguito in appalto o in economia, di diametro ≤ cm 2 o superiore può essere esercitato dai cittadini fino a giorni 30 prima della scadenza contrattualmente fissata per lo sgombro della tagliata se ritenuto non idoneo ad usi commerciali dalla Ditta aggiudicataria o dal Direttore dei Lavori.

Nei boschi in corso di utilizzazione, il cittadino dovrà essere autorizzato dalla Ditta Aggiudicataria o dal Direttore dei Lavori per la raccolta della ramaglia verde di diametro > cm 2.

Eguale autorizzazione il cittadino dovrà ottenere per la raccolta della ramaglia verde di diametro ≤ cm 2, se l’obbligo di fare raccogliere tale ramaglia dalla popolazione non è espressamente indicato nel capitolato d’oneri allegato al contratto per l’utilizzazione del bosco.

È vietata la raccolta di legna, proveniente da piante secche o seccaginose o difettose (con cavità, con edera, sradicate, scosciate, fulminaste, ecc), marcate o non dall’Autorità Forestale o dal Tecnico incaricato, per la diffusione di invertebrati saproxilici e di vertebrati che trovano nel legno occasione di rifugio, alimentazione e riproduzione.

15.2.3 Uso civico di pascolo

Il pascolo dovrà essere esercitato secondo le modalità previste dagli art.45 e 46 delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale vigenti per la Regione Campania (Allegato C, L.R. 11/96).

Al fine di evitare immigrazioni di comodo da parte di pastori dei Comuni viciniori, la fida non dovrà essere rilasciata in modo assoluto a cittadini non originari di Roccadaspide e/o non residenti in Roccadaspide da almeno due anni.

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Gli animali non possono essere immessi nei pascoli montani (oltre 800 m di altitudine) prima del 16 maggio e la demonticazione deve avvenire entro il 30 settembre.

Il pascolamento nei terreni ad altitudine inferiore a 800 m può essere esercitata dal 1 di ottobre fino al 15 di maggio.

Il bestiame non può pascolare senza custodia. Essa deve essere affidata a pastori di età non inferiore a 14 anni compiuti. A ciascun custode non possono essere affidati più di 50 capi di bestiame grosso o più di 100 capi di bestiame minuto.

Nei pascoli e nei boschi aperti al pascolo, di superficie superiore a 100 ettari, il pascolamento può essere esercitato, salvo deroghe, su parere favorevole dell'autorità forestale, solo con il sistema a rotazione.

Il pascolo delle capre nei boschi è vietato (L.R. 11/96, Allegato C, art. 45 comma 1 lettera f).

15.2.4 Prodotti secondari del bosco

15.2.4.1 Funghi e tartufi

Per la raccolta dei funghi è obbligatorio il possesso dell’apposito tesserino rilasciato dall’Ente competente per il territorio ai sensi della L.R. n. 8 del 24 luglio 2007.

In base alla L.R. 13/2006, il raccoglitore, o cercatore, per ottenere l'autorizzazione alla raccolta dei tartufi sostiene un esame di idoneità presso la provincia competente per territorio di residenza anagrafica del richiedente.

Per le modalità di raccolta dei funghi e tartufi si fa riferimento alle norme emanate con le leggi regionali n. 8/2007 e n.13/2006.

Per la raccolta dei funghi e dei tartufi, i possessori dell’autorizzazione di cui all’art.4 della L.R. 8/2007 e/o di quella di cui all’art.9 della L.R. 13/2006, debbono essere muniti anche dell’autorizzazione di accesso di cui al paragrafo 15.2.1.

La ricerca e la raccolta dei funghi e tartufi è consentita da un'ora prima dell'alba ad un'ora dopo il tramonto. Per i funghi ipogei, la ricerca e la raccolta delle diverse specie e varietà è limitata ai periodi dell'anno stabiliti dall’apposito calendario di raccolta.

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E’ vietata la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili mediante l’uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possono danneggiare lo strato umifero del terreno, il micelio fungino o l’apparato radicale della vegetazione. E’ vietata la distruzione volontaria dei corpi fruttiferi fungini di qualsiasi specie. E’ obbligatoria la pulitura sommaria sul luogo di raccolta dei funghi riconosciuti eduli. I funghi epigei spontanei commestibili raccolti sono riposti in contenitori rigidi ed aerati o comunque idonei a consentire la diffusione delle spore. E’ vietato l’uso di contenitori di plastica non pervi. I conduttori di fondi pubblici possono interdire la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili mediante opportuna delimitazione ed apposite tabelle recanti l’esplicito divieto. Le tabelle, esenti da tassa, sono collocate ad almeno 1,80 metri da terra e poste ad una distanza non superiore ai 150 metri e visibili contiguamente. E’ in ogni caso vietata la costituzione di riserve private di raccolta di funghi epigei spontanei commestibili a pagamento. E’ vietata, nei castagneti da frutto, la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili nei periodi in cui è in atto la raccolta delle castagne, ad esclusione dei titolari di diritti personali o reali di godimento sui fondi medesimi.

Per i tartufi, la ricerca e la raccolta sono effettuate in modo da non arrecare danno alle tartufaie. Essa può avvenire solo con l'ausilio del cane a ciò addestrato. Ogni raccoglitore, detto anche cercatore, non può utilizzare contemporaneamente più di due cani e un cucciolo di età non superiore a dieci mesi. E’ fatto obbligo esibire gli estremi di identificazione dei cani da tartufo e relativa iscrizione all’anagrafe canina regionale, come previsto dalla normativa vigente. Il raccoglitore può usare esclusivamente il vanghetto con l'ausilio eventuale per lo scavo tra le pietre di piccole zappe. Lo scavo della buca nel terreno è effettuato solo dopo la localizzazione del tartufo da parte del cane ed è limitato al punto in cui il cane lo ha iniziato. Le buche aperte per l'estrazione dei tartufi devono essere subito riempite con la stessa terra rimossa. Le quantità massime giornaliere prelevabili di funghi e tartufi sono riportate in Tabella 31. 15.2.4.2 Altri prodotti secondari

Sono considerati altri prodotti secondari del bosco: fragole, muschi, lamponi, mirtilli, more di rovo, asparagi, semi di piante forestali, vischio, origano. La raccolta di altri frutti, come le more di rovo e di lampone, le bacche di mirto, fragole, origano, muschi, ecc. è subordinata al rispetto delle seguenti norme:

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o la raccolta deve essere fatta manualmente, senza danneggiare le piante; o è vietato l'uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possano danneggiare le parti aeree e ipogee delle piante arbustive; o i frutti raccolti devono essere riposti in contenitori, tipo canestro, idonei a consentirne la buona conservazione e l’identificazione; o è vietato l'uso di contenitori di plastica; o i naturali stabilmente residenti a Roccadaspide ed i residenti stabilmente a Roccadaspide da almeno due anni dovranno munirsi dell'autorizzazione di accesso al demanio di cui al paragrafo 15.2.1.

La raccolta degli asparagi in tutto il territorio comunale è consentita solo nei periodi di fine inverno e di inizio primavera. Il turione (germoglio dell’asparago) deve essere reciso approssimativamente nel tratto commestibile e non estirpato.

La flora è tutelata in linea generale dalla legge regionale n. 40 del 25/11/1994.

La raccolta dello strame (copertura morta vegetale o lettiera del bosco) è vietata in tutti i terreni di qualsiasi pendenza, in qualsiasi tipo di bosco di qualunque stadio di sviluppo. Questa pratica, anche se consentita dall’art.15 delle vigenti Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale, può determinare la diminuzione della fertilità e della stabilità del terreno.

Tabella 31: Quantitativi dei prodotti secondari del bosco che è possibile raccogliere quotidianamente nel demanio di Roccadaspide (art. 33 del Regolamento della disciplina per l’esercizio degli usi civici approvato con D.C.C. del 30/1/2015).

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16 Libro Economico

Nel Libro Economico dovrà essere accuratamente annotato:

 nella prima parte ogni evento che ha interessato ciascuna particella (utilizzazioni normali, tagli intercalari o occasionali, incendi, ricavi, prezzi di mercato, costi di utilizzazione, ecc.);  nella seconda parte ogni evento che ha interessato il miglioramento fondiario dei beni silvo-pastorali (apertura e manutenzione piste di esbosco, sistemazioni idraulico-forestali, interventi di avviamento ad alto fusto, rimboschimenti o manutenzione di rimboschimenti, ecc.).

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LIBRO ECONOMICO - UTILIZZAZIONI

TIPO DI UTILIZZAZIONE SUPERFICIE MASSA RICAVATA PREZZI DI MACCHIATICO INTROITI PARTICELLA ANNO (Ditta utilizzatrice) ettari m³ m³ m³ € € € €

N.B. Indicare in ciascuna colonna gli assortimenti ricavati ed i rispettivi prezzi di macchiatico e tra parentesi i prezzi di mercato. Indicare nella terza colonna, fra parentesi, il nome della Ditta utilizzatrice della particella.

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LIBRO ECONOMICO – COLTIVAZIONI/MIGLIORAMENTI FONDIARI

PIANTINE, SEMI MESSI A SUPERFICIE COSTO DIMORA PARTICELLA ANNO DESCRIZIONE DELLE OPERE NOTE

ettari € (qualità, n°, kg, provenienza)

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17 Piano dei tagli

Piano dei tagli per il decennio 2016-2025

Anno Classe Particella Superficie Età Età al Provvigione Ripresa Ripresa Tipo di Ripresa Economica forestale totale boscata (2014) taglio ettaro totale perc. ettaro totale Anno intervento n. ha ha anni anni m3/ha m3 % m3/ha m3 m3 B 4 17,06 16,70 54 57 327,87 5.475,81 15 49,18 821,37 B 16 14,23 11,82 75 78 603,81 7.139,41 11,4 68,83 813,89 2017 3.523,76 B 11 10,49 10,49 50 53 333,56 3.498,75 15 50,03 524,81 A 18 23,71 20,42 75 78 451,34 9.214,09 14,8 66,80 1.363,69 B 47 14,58 12,67 61 65 258,96 3.281,25 15 38,84 492,19 B 14 27,67 27,02 60 64 386,39 10.439,88 15 57,96 1.565,98 2018 D 54 0,74 0,74 55 59 597,61 439,24 15 89,64 66,33 3.542,60 D 55 6,55 6,34 55 59 487,92 3.094,87 15 73,19 464,01 A 5 22,20 20,23 65 69 332,14 6.718,87 14,2 47,16 954,08 B 40 20,48 19,00 45 50 115,99 2.203,86 12 13,92 264,46 2019 B 6 16,94 16,45 48 53 186,19 3.061,92 15 27,93 459,29 1.947,04

Diradamenti di bassi grado moderato A 13 25,78 20,55 75 80 386,58 7.943,46 15,4 59,53 1.223,29 B 50 26,11 26,11 60 66 321,91 8.406,13 15 48,29 1.260,92 2020 B 26 17,25 15,32 60 66 367,45 5.629,41 13,8 50,71 776,86 2.971,32 A 33 23,59 21,52 58 64 293,12 6.307,72 14,8 43,38 933,54 B 9 15,92 14,61 50 57 293,41 4.287,07 15 44,01 643,06 B 30 24,31 19,52 60 67 230,11 4.490,91 15 34,52 673,64 2021 2.245,26 A 39 18,08 18,08 50 57 293,54 5.305,67 15 44,03 795,85 A 37 3,21 3,21 60 67 283,36 909,01 14,6 41,37 132,72 B 8 21,91 18,17 65 73 269,71 4.900,63 15 40,46 735,10 B 44 11,90 11,01 58 66 369,18 4.066,12 23 84,91 935,21 2022 2.466,01 B 45 7,94 7,30 61 69 289,68 2.115,21 15 43,45 317,28 A 36 23,86 20,97 35 43 179,63 3.767,11 12,7 22,81 478,42 B 51 20,38 19,73 49 58 225,94 4.457,94 15 33,89 668,69 B 17 7,63 7,21 55 64 300,20 2.164,74 15 45,03 324,71 2023 B 23 8,25 7,61 60 69 392,14 2.983,44 15 58,82 447,52 2.159,72 A 12 10,34 9,89 65 74 362,42 3.583,25 15,7 56,90 562,57 A 52 13,15 11,38 33 42 102,47 1.165,92 13,4 13,73 156,23 B 1 22,62 21,04 65 75 277,01 5.829,37 15 42,66 897,72 B 2 7,68 7,68 65 75 371,77 2.855,91 15,7 58,37 448,38 2024 B 41 10,10 10,10 47 57 150,40 1.519,38 13 19,55 197,52 2.510,46 A 29 15,95 14,15 60 70 220,16 3.115,95 15 33,02 467,39 A 38 21,39 16,20 60 70 237,14 3.841,92 13 30,83 499,45 B 10 10,79 9,43 55 66 291,08 2.745,46 15 43,66 411,82 B 49 8,02 7,22 53 64 185,77 1.341,60 13,5 25,08 181,12 2025 2.064,05 B 31 21,58 19,23 58 69 247,79 4.765,31 12,4 30,73 590,90 A 15 22,23 20,65 50 61 284,23 5.868,13 15 42,63 880,22

Totale 594,62 539,77 57 305,62 158.934,73 45,29 23.430,23 23.430,23

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Conclusioni

Il presente Piano di Assestamento è il primo Piano che viene redatto per l’inventario e per la gestione del patrimonio silvo-pastorale del Comune di Roccadaspide.

Con il piano, la cui validità è di dieci anni, si prevede di effettuare tagli di avviamento ad alto fusto su ha 587,33. La ripresa è stata calcolata valutando le reali esigenze dei soprassuoli senza intaccare la massa principale. Nel corso del decennio, si utilizzeranno mediamente circa 60 ettari all’anno. Il piano dei tagli è stato compilato facendo in modo che non venissero utilizzate particelle contigue.

Tenuto conto della presenza di aree della rete Natura2000, si sono date prescrizioni per migliorare la biodiversità con il rilascio di specie sporadiche, di piante di grosse dimensioni, di piante habitat, di fasce di rispetto o isole d'invecchiamento, del frascame e dei residui di lavorazione.

Nei rimboschimenti gli interventi mirano alla rinaturalizzazione del soprassuolo e a ridurre il rischio incendi.

Con le opere di miglioramento fondiario si prevede il miglioramento della viabilità forestale, condizione necessaria per una corretta gestione del patrimonio boschivo. Particolare attenzione è stata posta ai pascoli attraverso i quali è possibile rilanciare la zootecnia locale.

Non meno importanti sono le indicazioni fornite per la gestione dei castagneti da frutto la cui produzione è messa ormai in ginocchio dal cinipide. Pratiche comuni come la concimazione e la potatura possono quantomeno attenuare gli effetti negativi del nuovo male che ha colpito il castagno.

Infine, per quanto riguarda la disciplina degli usi civici e della raccolta dei prodotti secondari, si è ritenuto utile proporre delle regole con lo scopo di porre l'Autorità Comunale nella posizione di conoscere e di autorizzare le persone che legittimamente usufruiscono del demanio. Ciò costituirà un deterrente nelle azioni colpose o dolose a danno del bosco e nello stesso tempo faciliterà le indagini per la ricerca di eventuali responsabili. Per la raccolta dei funghi e dei tartufi si è richiamata l’applicazione delle leggi regionali n. 8/2007 (per i funghi) e n. 13/2006 con il relativo regolamento n.3/2007 (per i tartufi).

Infine, il patrimonio silvo-pastorale del Comune di Roccadaspide è di particolare interesse paesaggistico e tali aspetti possono essere incrementati ed esaltati con un’oculata gestione del patrimonio secondo le previsioni del Piano d’Assestamento. 105

Per le finalità che gli interventi si prefiggono di conseguire e per le modalità esecutive descritte, verranno salvaguardate, anche per il futuro, e migliorate in modo soddisfacente non solo la conservazione delle specie e degli habitat, ma anche la funzionalità complessiva del bosco, nei suoi aspetti economici (produzione, rinnovazione, difesa del suolo), ecologici (biodiversità, equilibrio fitosanitario, contributo al ciclo del carbonio) e sociali (tutela dei lavoratori forestali, fruizione del bosco), che sono i presupposti per una gestione sostenibile, secondo gli indirizzi del D.lgs. 227/2001.

106

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108

Allegati

 SCHEDE PARTICELLARI

 RILIEVI DI

 DECRETO DEL REGIO COMMISSARIO PER GLI USI CIVICI DEL 2/1/1938 (Allegato A)

 MODALITÁ PER IL GODIMENTO DEI DIRITTI DI USO CIVICO (Allegato B)

 REGOLAMENTO DEL PASCOLO (Allegato C)

 CARTA SILOGRAFICA IN SCALA 1:10.000 (TAVOLA 1)

 CARTA SILOGRAFICA IN SCALA 1:25.000 (TAVOLA 2)

 CARTA DEI MIGLIORAMENTI IN SCALA 1:10.000 (TAVOLA 3)

 CARTA DEI MIGLIORAMENTI IN SCALA 1:25.000 (TAVOLA 4)

 CARTA GEOLOGICA IN SCALA 1:25.000 (TAVOLA 5)

 CARTA DELLA VIABILITÁ IN SCALA 1:25.000 (TAVOLA 6)

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SCHEDE PARTICELLARI

CLASSE ECONOMICA A

BOSCHI A DOMINANZA DI CERRO Particella forestale n. 5 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 44 8, 9, 19* Fonte dell’Acero A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 22,20 min max Nord 35-40% Boscata (ha) 20,23 680 880 Castagneto da frutto (ha) 1,97 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1342 Soprassuolo in avviamento naturale ad alto fusto a Num. piante totali 27141 prevalenza di cerro e roverella. Strato inferiore di acero, Area basimetrica/ha (m2/ha) 39,76 ontano. Presenza di fruttiferi: melastro, sorbo degli Area basimetrica tot. (m2) 804,32 uccellatori. Carpinella e biancospino nello strato arbustivo. Area basimetrica media (m2) 0,03 Inclusione di castagneti da frutto. Diametro medio (cm) 19 Provvigione/ha (m3/ha) 332,14 Provvigione tot. (m3) 6.718,87 Incremento medio (m3/ha) 5,11 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 55% cerro; 22% acero; 14% roverella; 7% ontano; 2% altro. Viabilità: Servita. Area di saggio: 20, 21, 69

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2018 65 69 47,16 954,08 14,2%

PARTICELLA FORESTALE N. 5 – CLASSE ECONOMICA A

Classe SPECIE Totale Totale piante per Area basimetrica classe Cerro Ontano Acero Carpinella Melastro Roverella diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 33 75 33 0 142 2.866 0,28 5,63 10 25 75 125 42 0 58 325 6.574 2,55 51,64 15 92 75 167 0 17 58 408 8.260 7,22 145,97 20 67 8 42 0 0 67 183 3.709 5,76 116,51 25 108 0 33 0 0 0 142 2.866 6,95 140,67 30 42 8 8 0 0 0 58 1.180 4,12 83,41 35 8 0 0 0 0 0 8 169 0,80 16,22 40 33 0 8 0 0 17 58 1.180 7,33 148,29 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 55 8 0 0 0 0 0 8 169 1,98 40,05 60 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 65 8 0 0 0 0 0 8 169 2,77 55,94

Totale/ha 392 167 417 117 50 200 1.342 27.141 39,76 804,32 Totale 7.923 3.372 8.429 2.360 1.011 4.046 27.141 Area basimetrica 21,91 2,77 8,57 0,47 0,36 5,68 39,76 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 443,20 55,94 173,44 9,60 7,28 114,86 804,32 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 5 – CLASSE ECONOMICA A

PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Carpinella Melastro Roverella classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,00 0,24 0,02 0,01 0 0,27 5,45 10 0,84 2,87 5,31 0,06 0,00 2,54 11,63 235,25 15 9,20 8,44 19,60 0 0,08 7,10 44,42 898,53 20 14,51 2,05 9,92 0 0 16,37 42,85 866,88 25 42,73 0 13,60 0 0 0 56,32 1.139,36 30 26,50 6,32 5,25 0 0 0 38,07 770,04 35 7,87 0 0 0 0 0 7,87 159,18 40 43,94 0 10,33 0 0 20,95 75,22 1.521,71 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 23,08 0 0 0 0 0 23,08 466,87 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 32,41 0 0 0 0 0 32,41 655,60

Totale 201,08 19,68 64,26 0,08 0,09 46,96 332,14 6.718,87

PARTICELLA FORESTALE N. 5 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 12 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 54 69* Balvarie A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 10,34 min max Nord 30-35% Boscata (ha) 9,89 850 908 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,45

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.013 Nella parte bassa è più marcata la fisionomia di ceduo Num. piante totali 10.011 dove polloni affrancati di cerro dominano su ceppaie Area basimetrica/ha (m2/ha) 41,50 di ontano e acero. Nella parte alta, con suolo poco Area basimetrica tot. (m2) 410,34 profondo, soprassuolo transitorio di cerro con scarsa Area basimetrica media (m2) 0,04 presenza di specie meno competitive che si collocano Diametro medio (cm) 23 nei fossi. Densità irregolare. Strato arbustivo con Provvigione/ha (m3/ha) 362,42 biancospino, acero campestre, erica, rosa canina, Provvigione tot. (m3) 3.583,25 ginestra, carpinella. Strato erbaceo con rovo, Incremento medio (m3/ha) 5,58 asparago, felce, pungitopo, festuca, edera, ecc. Ripartizione specifica area basimetrica Presenza di fruttiferi. (ad ettaro): 77% cerro; 8% ontano; 6% Pietrosità e rocciosità diffuse. roverella; 5% acero; 4% altro. Viabilità: Servita. Aree di saggio: 50, 51

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2023 65 74 56,90 562,97 15,7%

PARTICELLA FORESTALE N. 12 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per classe Area basimetrica Cerro Ontano Acero Carpinella Melastro Roverella diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 25 0 0 88 0 0 113 1.112 0,22 2,18 10 38 13 13 113 0 13 188 1.854 1,47 14,56 15 100 13 13 13 13 0 150 1.483 2,65 26,21 20 100 75 13 0 0 13 200 1.977 6,28 62,12 25 113 13 13 0 0 0 138 1.359 6,75 66,73 30 88 0 13 0 0 0 100 989 7,07 69,89 35 25 0 0 0 0 0 25 247 2,41 23,78 40 38 0 0 0 0 0 38 371 4,71 46,59 45 50 0 0 0 0 13 63 618 9,94 98,28 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 575 113 63 213 13 38 1.013 10.011 41,50 410,34 totale 5.685 1.112 618 2.101 124 371 10.011 Area basimetrica 32,03 3,29 2,21 1,28 0,22 2,48 41,50 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 316,68 32,52 21,84 12,62 2,18 24,51 410,34 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 12 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Volume Cerro Ontano Acero Carpinella Melastro Roverella classe Totale diametrica diametrica cm m3/ha m3 5 0,13 0 0 0,02 0 0 0,15 1,50 10 1,26 0,48 0,53 0,17 0 0,545 2,99 29,57 15 10,04 1,41 1,47 0,05 0,06 0 13,03 128,81 20 21,77 18,45 2,98 0 0 3,069 46,27 457,47 25 44,37 5,7 5,10 0 0 0 55,16 545,41 30 55,64 0 7,87 0 0 0 63,52 627,97 35 23,61 0 0 0 0 0 23,61 233,40 40 49,43 0 0 0 0 0 49,43 488,73 45 87,65 0 0 0 0 20,616 108,26 1.070,40 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 293,90 26,03 17,95 0,24 0,06 24,23 362,42 3.583,25

PARTICELLA FORESTALE N. 12 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 13 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 44 19* Matadduni 54 69* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 25,78 min max Nord-Est 35-40% Boscata (ha) 20,55 855 1035 Castagneto da frutto (ha) 1,01 Non coperta (ha) 4,22

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 706 Soprassuolo di origine agamica con piano dominante Num. piante totali 14.512 costituito da cerro e piano codominante e dominato Area basimetrica/ha (m2/ha) 39,85 costituito da ontano. L’ontano si addensa negli impluvi Area basimetrica tot. (m2) 818,77 e/o avvallamenti. Il cerro si dimostra più competitivo Area basimetrica media (m2) 0,06 dove il suolo è meno profondo. Presenza del carpino Diametro medio (cm) 27 nero e melastro. Strato arbustivo con biancospino, rosa Provvigione/ha (m3/ha) 386,58 canina, ginestra. Strato erbaceo con rovo, pungitopo, Provvigione tot. (m3) 7.943,46 rosa canina, stracciabraghe festuca, asparago. A Nord Incremento medio (m3/ha) 5,15 inclusione di castagneto da frutto. La superficie boscata è interrotta da piccoli rilievi con roccia affiorante. Danni Ripartizione specifica area basimetrica da pascolo eccessivo. (ad ettaro): 57% cerro; 38% ontano; 5% altro. Viabilità: Servita lungo la parte di basso versante. Aree di saggio: 15, 16, 72, 73 Assenza di viabilità interna. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2019 75 80 59,53 1.223,29 15,4%

PARTICELLA FORESTALE N. 13 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Melastro classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 6 6 13 6 31 642 0,06 1,26 10 25 25 25 0 75 1.541 0,59 12,10 15 25 63 13 6 106 2.183 1,88 38,58 20 38 69 6 0 113 2.312 3,53 72,62 25 50 56 19 0 125 2.569 6,14 126,08 30 25 25 0 6 56 1.156 3,98 81,70 35 81 19 0 0 100 2.055 9,62 197,69 40 44 19 0 0 63 1.284 7,85 161,38 45 13 19 0 0 31 642 4,97 102,13 50 6 0 0 0 6 128 1,23 25,22 55 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 313 300 75 19 706 14.512 39,85 818,77 totale 6.421 6.164 1.541 385 14.512 Area basimetrica 22,58 15,14 1,56 0,56 39,85 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 463,98 311,17 32,02 11,60 818,77 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 13 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Ontano Melastro classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,03 0,04 0,0025 0 0,08 1,57 10 0,84 0,96 0,04 0 1,84 37,74 15 2,51 7,03 0,05 0,03 9,63 197,81 20 8,16 16,92 0,05 0 25,13 516,44 25 19,72 25,63 0,27 0 45,63 937,54 30 15,9 18,96 0 0,14 35,00 719,19 35 76,72 21,96 0 0 98,69 2.027,78 40 57,67 32,09 0 0 89,76 1.844,4 45 21,91 44,92 0 0 66,83 1.373,25 50 14 0 0 0 14 287,74 55 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0

Totale 217,47 168,51 0,42 0,17 386,58 7.943,46

PARTICELLA FORESTALE N. 13 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 15 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Balvarie 54 21, 69* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 22,23 min max Nord 30-35% Boscata (ha) 20,65 835 1030 Castagneto da frutto (ha) 1,23 Non coperta (ha) 0,36

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 600 Soprassuolo transitorio a dominanza di cerro e roverella. Num. piante totali 12.388 Densità irregolare. Ceppaie dominate di ontano e acero Area basimetrica/ha (m2/ha) 31,56 lungo i fossi o dove il suolo è più profondo. Rinnovazione Area basimetrica tot. (m2) 651,65 di leccio, cerro, acero. Strato arbustivo con biancospino, Area basimetrica media (m2) 0,05 erica, rosa canina, carpinella. Strato erbaceo con rovo, Diametro medio (cm) 26 asparago, felce, pungitopo, edera, ecc. Provvigione/ha (m3/ha) 284,23 Pietrosità e rocciosità diffuse. Provvigione tot. (m3) 5.868,13 Incremento medio (m3/ha) 5,68 Presenza di vecchi muretti a secco. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 88% cerro; 10% roverella; 2% altro. Aree di saggio: 52, 53 Viabilità: Servita. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2025 50 61 42,63 880,22 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 15 – CLASSE ECONOMICA A Totale Classe SPECIE Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 0 0 0 0 10 13 50 0 25 88 1.807 0,69 14,19 15 38 0 0 13 50 1.032 0,88 18,24 20 75 0 13 38 125 2.581 3,93 81,08 25 150 0 0 13 163 3.355 7,98 164,69 30 75 0 0 13 88 1.807 6,19 127,70 35 50 0 0 0 50 1.032 4,81 99,32 40 13 0 0 0 13 258 1,57 32,43 45 13 0 0 0 13 258 1,99 41,05 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 60 13 0 0 0 13 258 3,53 72,97 65 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00

totale/ha 438 50 13 100 600 12.388 31,56 651,65 totale 9.033 1.032 258 2.065 12.388 Area basimetrica 27,69 0,39 0,39 3,09 31,56 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 571,59 8,11 8,11 63,85 651,65 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 15 – CLASSE ECONOMICA A

PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0,00 0 10 0,42 1,91 0,00 1,09 3,42 70,66 15 3,77 0 0,00 1,52 5,29 109,14 20 16,33 0 2,69 9,21 28,23 582,75 25 59,16 0 0 5,23 64,39 1.329,43 30 47,69 0 0 8,04 55,74 1.150,71 35 47,21 0 0 0 47,21 974,75 40 16,48 0 0 0 16,48 340,19 45 21,91 0 0 0 21,91 452,39 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 60 41,56 0 0 0 41,56 858,12 65 0 0 0 0 0 0

Totale 254,53 1,91 2,69 25,09 284,23 5.868,13

PARTICELLA FORESTALE N. 15 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 18 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Balvarie 54 69* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 23,71 min max Nord 35-40% Boscata (ha) 20,42 823 975 Castagneto da frutto (ha) 3,30 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 663 Soprassuolo in avviamento naturale all’alto fusto con Num. piante totali 13.525 cerro nel piano dominante, talvolta presenti ontano e Area basimetrica/ha (m2/ha) 43,69 acero. Il piano inferiore è costituito da polloni di acero Area basimetrica tot. (m2) 891,89 e ontano. Densità e struttura a tratti irregolari. Area basimetrica media (m2) 0,07 Presenza di castagneti da frutto abbandonati. Strato Diametro medio (cm) 29 arbustivo con biancospino, agrifoglio (sporadico), rosa Provvigione/ha (m3/ha) 451,34 canina, ginestra, carpinella. Strato erbaceo con rovo, Provvigione tot. (m3) 9.214,09 asparago, felce, pungitopo, festuca, edera, ecc. Incremento medio (m3/ha) 5,64 Pietrosità e rocciosità diffuse. Ripartizione specifica area basimetrica Si segnalano tagli abusivi. (ad ettaro): 57% cerro; 24% ontano; 18% acero; 1% altro. Aree di saggio: 54, 55 Viabilità: Servita. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, l’agrifoglio, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2017 75 78 66,80 1.363,69 14,8%

PARTICELLA FORESTALE N. 18 – CLASSE ECONOMICA A Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica classe diametrica Cerro Ontano Acero Roverella diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 0 0 0 0 10 0 0 50 0 50 1.021 0,39 8,02 15 13 25 25 13 75 1.531 1,33 27,06 20 38 25 25 0 88 1.786 2,75 56,12 25 50 25 113 0 188 3.828 9,20 187,90 30 50 25 13 0 88 1.786 6,19 126,27 35 63 13 0 0 75 1.531 7,22 147,31 40 38 0 0 0 38 766 4,71 96,20 45 25 13 0 0 38 766 5,96 121,76 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 13 13 0 0 25 510 5,94 121,26 60 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 288 138 225 13 663 43,69 totale 5.869 2.807 4.593 255 13.525 13.525 891,89 Area basimetrica 25,06 10,38 8,03 0,22 43,69 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 511,58 211,95 163,85 4,51 891,89 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 18 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Roverella classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0 0 10 0 0 2,13 0 2,13 43,39 15 1,26 2,81 2,94 1,52 8,53 174,13 20 8,16 6,15 5,95 0 20,27 413,77 25 19,72 11,39 45,89 0 77 1.571,97 30 31,79 18,96 7,87 0 58,63 1.196,96 35 59,02 14,64 0 0 73,66 1.503,75 40 49,43 0 0 0 49,43 1.009,14 45 43,82 29,95 0 0 73,77 1.506,01 50 0 0 0 0 0 0 55 34,62 53,31 0 0 87,92 1.794,97 60 0 0 0 0 0 0

Totale 247,82 137,21 64,78 1,52 451,34 9.214,09

PARTICELLA FORESTALE N. 18 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 29 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Valico di Vesole 57 72, 77*, 127* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 15,95 min max Nord Est 30-35% Boscata (ha) 14,15 846 1025 Castagneto da frutto (ha) 1,79 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 938 Ceduo invecchiato a dominanza di cerro nella parte Num. piante totali 13.268 bassa. Nella parte alta ceppaie di acero e ontano con Area basimetrica/ha (m2/ha) 28,42 rarefazione del cerro (matricine). Copertura a tratti Area basimetrica tot. (m2) 402,25 irregolare. Sottobosco con biancospino, rovi, pungitopo, Area basimetrica media (m2) 0,02 ginestra, dafne laureola, ciclamini. Rinnovazione di Diametro medio (cm) 17 faggio nella parte alta. Provvigione/ha (m3/ha) 220,16 Provvigione tot. (m3) 3.115,95 Pietrosità e rocciosità diffuse. Incremento medio (m3/ha) 3,67 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 50% cerro; 35% acero; 8% ontano; 7% altro. Viabilità: Servita. Aree di saggio: 30, 31 Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Eventuali esemplari o nuclei isolati di faggio all’interno della particella, devono essere protetti e salvaguardati. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2024 60 70 33,02 467,39 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 29 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Melastro Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 13 38 50 708 0,10 1,39 10 88 50 50 0 50 13 250 3.538 1,96 27,79 15 100 25 50 13 50 13 250 3.538 4,42 62,53 20 125 0 13 0 0 0 138 1.946 4,32 61,14 25 100 13 13 0 0 0 125 1.769 6,14 86,84 30 25 13 13 0 0 0 50 708 3,53 50,02 35 13 0 38 0 0 0 50 708 4,81 68,08 40 0 0 25 0 0 0 25 354 3,14 44,46 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale /ha 450 100 200 13 113 63 938 13.268 28,42 402,25 totale 6.369 1.415 2.831 177 1.592 885 13.268 Area basimetrica 14,26 2,33 9,92 0,22 1,30 0,39 28,42 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 201,82 33,00 140,34 3,13 18,41 5,56 402,25 2 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 29 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Ontano Acero Melastro Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0 0,24 0,24 3,39 10 2,95 1,91 2,13 0 0,09 0,54 7,62 107,8 15 10,04 2,81 5,88 1,34 0,23 1,52 21,82 308,87 20 27,21 0 2,98 0 0 0 30,19 427,28 25 39,44 5,70 5,1 0 0 0 50,23 710,97 30 15,9 9,48 7,87 0 0 0 33,25 470,63 35 11,8 0 34 0 0 0 45,80 648,24 40 0 0 31 0 0 0 31 438,77 45 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 107,34 19,90 88,95 1,34 0,32 2,30 220,16 3.115,95

PARTICELLA FORESTALE N. 29 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 33 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 57 129* Tempone Li Gritti 59 38* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 23,59 min max Nord Est 30-35% Boscata (ha) 21,52 877 1063 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 2,07

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 481 Soprassuolo di cerro con fisionomia di fustaia. Densità Num. piante totali 10.356 colma. Procedendo verso la particella forestale 55, la Area basimetrica/ha (m2/ha) 29,82 densità e la struttura divengono irregolari con forme di Area basimetrica tot. (m2) 641,71 passaggio al ceduo. Sul versante esposto ad Est presenza del leccio. Nella parte alta, acero, carpino Area basimetrica media (m2) 0,06 nero, carpinella. Strato arbustivo con biancospino, Diametro medio (cm) 28 agrifoglio, carpinella. Strato erbaceo con rovo, felce, 3 Provvigione/ha (m /ha) 293,12 pungitopo, edera, ecc. 3 Provvigione tot. (m ) 6.307,72 Incremento medio (m3/ha) 5,05 Pietrosità e rocciosità diffuse. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 57% cerro; 23% acero; 17 carpino nero; 3% altro. Aree di saggio: Viabilità: Raggiungibile dalla strada Roccadaspide- 39, 40, 41, 92 Monteforte Cilento ma con assenza di strade interne. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Ripristinare la pista che conduce alla particella forestale 55. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2020 58 64 43,38 933,54 14,8%

PARTICELLA FORESTALE N. 33 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 6 13 0 19 403 0,04 0,79 10 0 0 6 19 6 0 31 672 0,25 5,28 15 19 13 38 31 0 6 106 2.286 1,88 40,40 20 19 25 6 6 0 0 56 1.210 1,77 38,03 25 19 19 0 19 0 0 56 1.210 2,76 59,42 30 38 31 0 13 0 0 81 1.748 5,74 123,59 35 19 19 0 6 0 0 44 941 4,21 90,58 40 31 0 0 13 0 0 44 941 5,50 118,31 45 25 6 0 0 0 0 31 672 4,97 106,95 50 6 0 0 0 0 0 6 134 1,23 26,41 55 6 0 0 0 0 0 6 134 1,48 31,95

totale /ha 181 113 50 113 19 6 481 10.356 29,82 641,71 totale 3.900 2.421 1.076 2.421 403 134 10.356 Area basimetrica 16,91 6,93 0,91 4,88 0,07 0,11 29,82 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 363,90 149,20 19,54 105,10 1,58 2,38 641,71 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 33 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0,03 0,06 0 0,09 2,02 10 0 0 0,27 0,72 0,24 0 1,23 26,49 15 1,88 1,41 4,41 3,35 0,00 0,72 11,77 253,34 20 4,08 6,15 1,49 1,35 0 0 13,07 281,18 25 7,39 8,54 0 6,85 0 0 22,79 490,46 30 23,85 23,7 0 7 0 0 54,55 1.173,92 35 17,7 21,96 0 5,01 0 0 44,68 961,44 40 41,19 0 0 13,63 0 0 54,83 1.179,81 45 43,82 14,97 0 0 0 0 58,8 1.265,25 50 14 0 0 0 0 0 14 301,34 55 17,31 0 0 0 0 0 17,31 372,48 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 171,24 76,74 6,16 37,95 0,30 0,72 293,12 6.307,72

PARTICELLA FORESTALE N. 33 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 36 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Valdicioffo 59 26, 47, 81, 85, 95 A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 23,86 min max Sud-Est 40-70% Boscata (ha) 20,97 520 872 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 2,89

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.369 Ceduo degradato di cerro con roverella, orniello, Num. piante totali 28.705 carpino nero. Strato arbustivo composto da erica, Area basimetrica/ha (m2/ha) 25,77 ginestra e carpinella. Strato erbaceo composto da Area basimetrica tot. (m2) 540,47 graminoidi. Suolo poco profondo con roccia Area basimetrica media (m2) 0,02 affiorante. Diametro medio (cm) 15 Pendenze a tratti elevate. Provvigione/ha (m3/ha) 179,63 Provvigione tot. (m3) 3.767,11 Incremento medio (m3/ha) 5,13 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 37% acero; 22% carpino nero; 21% Viabilità: Servita ma carente di strade di servizio carpinella; 9% roverella; 6% cerro; interne. La strada, per un tratto, segna il confine con il 5%orniello. comune di Castel San Lorenzo.

Aree di saggio: 112, 113, 114, 115 Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come la tramarratura a carico di ceppaie deperienti e il rinfoltimento dove la densità è scarsa. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2022 35 43 22,81 478,42 12,7%

PARTICELLA FORESTALE N. 36 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Carpinella Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 44 19 169 25 13 269 5.636 0,53 11,07 10 75 69 81 38 56 319 6.685 2,50 52,50 15 163 88 56 69 31 406 8.520 7,18 150,56 20 156 31 13 63 19 281 5.898 8,84 185,30 25 13 0 0 0 13 25 524 1,23 25,74 30 31 0 0 6 6 44 918 3,09 64,86 35 25 0 0 0 0 25 524 2,41 50,44 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 506 206 319 200 138 1.369 28.705 25,77 540,47 totale 10.617 4.325 6.685 4.194 2.884 28.705 Area basimetrica 13,68 3,10 2,36 3,96 2,66 25,77 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 286,96 65,11 49,41 83,13 55,85 540,47 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 36 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Carpinella Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,24 0,09 0,85 0,16 0,08 1,41 29,65 10 2,53 2,65 3,14 1,51 2,45 12,28 257,51 15 16,32 9,39 6,03 7,52 3,80 43,06 903,09 20 34,02 6,73 2,69 13,64 4,60 61,67 1.293,43 25 4,93 0 0 0 5,23 10,16 213,12 30 19,87 0 0 3,54 4,02 27,43 575,24 35 23,61 0 0 0 0 23,61 495,07 40 0 0 0 0 0 0 0

Totale 101,50 18,86 12,71 26,37 20,19 179,63 3.767,11

PARTICELLA FORESTALE N. 36 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 37 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 58 131, 132 Covotta 59 12 A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 3,21 min max Est 10-15% Boscata (ha) 3,21 552 613 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 975 Ceduo invecchiato di cerro a densità disforme con Num. piante totali 3.128 carpinella nello strato arbustivo. Densa copertura di Area basimetrica/ha (m2/ha) 30,63 pungitopo nello strato erbaceo. Area attrezzata nei Area basimetrica tot. (m2) 98,26 pressi della Fontana Covotta. Area basimetrica media (m2) 0,03 Diametro medio (cm) 20 Provvigione/ha (m3/ha) 283,96 Provvigione tot. (m3) 909,01 Incremento medio (m3/ha) 4,72 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 90% cerro; 10% carpinella. Aree di saggio: 111 Viabilità: Servita e facilmente raggiungibile dal centro abitato.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario per sfruttare al meglio la potenzialità turistico-attrattiva dell’area. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2021 60 67 41,37 132,72 14,6%

PARTICELLA FORESTALE N. 37 – CLASSE ECONOMICA A Totale Classe SPECIE Totale Area basimetrica PROVVIGIONE piante per Cerro Carpinella classe Classe Volume diametrica diametrica piante Cerro Carpinella classe Totale diametrica diametrica cm piante/ha n. piante m2/ha m2 cm m3/ha m3 5 0 375 375 1203 0,74 2,36 5 0 1,88 1,88 6,03 10 0 300 300 962 2,36 7,56 10 0 11,58 11,58 37,16 15 0 0 0 0 0 0 15 0 0 0 0 20 0 0 0 0 0 0 20 0 0 0 0 25 25 0 25 80 1,23 3,94 25 9,86 0 9,86 31,63 30 125 0 125 401 8,84 28,35 30 79,49 0 79,49 254,99 35 75 0 75 241 7,22 23,15 35 70,82 0 70,82 227,19 40 50 0 50 160 6,28 20,16 40 65,91 0 65,91 211,43 45 25 0 25 80 3,98 12,76 45 43,82 0 43,82 140,59 50 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 60 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0

totale/ha 300 675 975 Totale 269,90 13,46 283,36 909,01 3.128 30,63 98,26 totale 962 2.165 3.128

Area basimetrica 27,54 3,09 30,63 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 88,34 9,92 98,26 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 37 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 38 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Difesa di Chiaramonte 46 7* 47 96 A Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 21,39 min max Nord 60-85% Boscata (ha) 16,20 349 510 Non coperta (ha) 3,26 Area estrattiva (ha) 1,93 DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.525 Ceduo invecchiato a prevalenza di cerro. Tra le altre specie, Num. piante totali 24.707 sono presenti orniello, roverella, carpino nero che si Area basimetrica/ha 32,87 addensano nei tratti più acclivi. Copertura irregolare. Strato (m2/ha) arbustivo con biancospino, prugnolo, evonimo. Strato Area basimetrica tot. (m2) 532,51 erbaceo con rovo, pungitopo, stracciabraghe festuca. A Area basimetrica media 0,02 monte, passaggi verso l’altofusto. Sul versante orientale, (m2) copertura cespugliosa di carpinella, prugnolo, ginestra, Diametro medio (cm) 17 erica, biancospino. Densità irregolare. La carpinella è Provvigione/ha (m3/ha) 237,14 presente ovunque insieme a prugnolo, coronilla, ginestra, Provvigione tot. (m3) 3.841,92 biancospino. Incremento medio 3,95 Pendenze elevate. Roccia e pietrosità diffuse. (m3/ha) Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 53% cerro; 21% orniello; 14% carpinella; 10% roverella; 2% carpino nero. Viabilità: Servita per un tratto dalla pista proveniente dalla Aree di saggio: 102, 103, 104, 105 particella forestale 39. Assenza di viabilità interna. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come: tramarratura, rinfoltimento, opere di difesa dei versanti, prevenzione incendi. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2024 60 70 30,83 499,45 13%

PARTICELLA FORESTALE N. 38 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Carpinella Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 15 210 30 15 270 4374 0,53 8,59 10 15 25 145 200 40 425 6885 3,34 54,08 15 55 55 55 120 40 325 5265 5,74 93,05 20 90 90 10 65 20 275 4455 8,64 139,97 25 35 55 0 35 0 125 2025 6,14 99,41 30 40 25 0 10 0 75 1215 5,30 85,89 35 15 0 0 5 0 20 324 1,92 31,17 40 10 0 0 0 0 10 162 1,26 20,36 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 260 265 420 465 115 1.525 24.707 32,87 532,51 totale 4.212 4.293 6.804 7.533 1.863 24.707 Area basimetrica 11,16 8,49 2,84 8,70 1,68 32,87 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 180,84 137,58 45,97 140,92 27,20 532,51 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 38 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Carpinella Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,08 1,05 0,19 0,09 1,41 22,91 10 0,51 0,97 5,60 8,06 1,74 16,87 273,28 15 5,52 5,90 5,90 13,13 4,87 35,32 572,24 20 19,59 19,37 2,15 14,18 4,91 60,21 975,47 25 13,80 20,10 0 12,93 0 46,84 758,83 30 25,44 14,01 0 5,66 0 45,10 730,66 35 14,16 0 0 4,04 0 18,21 294,97 40 13,18 0 0 0 0 13,18 213,56 45 0 0 0 0 0 0 0

Totale 92,21 60,42 14,70 58,20 11,61 237,14 3.841,92

PARTICELLA FORESTALE N. 38 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 39 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Difesa di Chiaramonte 46 7* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 18,08 min max Nord 50-70% Boscata (ha) 18,08 297 527 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0 DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.181 Ceduo invecchiato a prevalenza di cerro. Nel piano Num. piante totali 21.351 codominante e dominato si alternano acero, orniello, Area basimetrica/ha (m2/ha) 34,51 roverella, carpino nero. Densità irregolare. La Area basimetrica tot. (m2) 623,74 carpinella è presente ovunque insieme a prugnolo, Area basimetrica media (m2) 0,03 coronilla, ginestra, biancospino. Nello strato erbaceo: Diametro medio (cm) 19 pungitopo, rovo, stracciabraghe. Pendenze a tratti Provvigione/ha (m3/ha) 293,54 elevate. Roccia e pietrosità diffuse. A monte confina Provvigione tot. (m3) 5.305,67 con castagneto da frutto. Incremento medio (m3/ha) 5,87 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 53% cerro; 21% orniello; 14% carpinella; 10% roverella; 2% carpino nero. Aree di saggio: 102, 103, 104, 105 Viabilità: Servita. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Favorire la giusta mescolanza di specie. La particella è inoltre suscettibile di opere di miglioramento fondiario per il recupero della viabilità interna (pista e sentiero) e dell’intera superficie per funzionalità turitico-ricreative. RIPRESA Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Età al taglio Perc. (m3/ha) (m3) 2021 50 57 44,03 795,85 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 39 – CLASSE ECONOMICA A Classe SPECIE Totale Totale Area piante per Carpino Cerro Carpinella Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante basimetrica cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 13 231 0 0 244 4.406 0,48 8,65 10 0 38 294 13 19 363 6.552 2,85 51,46 15 25 13 100 31 38 206 3.728 3,64 65,88 20 31 6 13 25 38 113 2.033 3,53 63,88 25 38 0 0 0 13 50 904 2,45 44,36 30 31 0 0 25 13 69 1.243 4,86 87,84 35 38 0 0 25 0 63 1.130 6,01 108,69 40 25 0 0 13 0 38 678 4,71 85,18 45 38 0 0 0 0 38 678 5,96 107,80 50 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00

totale/ha 225 69 638 131 119 1.181 21.351 34,51 623,74 totale 4.067 1.243 11.523 2.372 2.146 21.351 Area basimetrica 18,19 0,74 4,92 7,18 3,49 34,51 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 328,73 13,31 88,95 129,76 63,00 623,74 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 39 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Carpinella Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,06 1,16 0 0 1,22 22,07 10 0 1,45 11,34 0,50 0,82 14,11 255,02 15 2,51 1,34 10,73 3,42 4,56 22,56 407,78 20 6,80 1,35 2,69 5,45 9,21 25,50 460,93 25 14,79 0 0 0 5,23 20,02 361,89 30 19,87 0 0 14,14 8,04 42,06 760,19 35 35,41 0 0 20,22 0 55,63 1.005,45 40 32,95 0 0 13,75 0 46,70 844,17 45 65,74 0 0 0,00 0 65,74 1.188,17 50 0 0 0 0 0 0 0

Totale 178,07 4,20 25,92 57,49 27,86 293,54 5.305,67

PARTICELLA FORESTALE N. 39 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 52 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella 278, 291÷293, 296÷301, 304, Piano della Mandrie 44 306, 307, 312÷317, 327, A 329÷332

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 13,15 min max Nord 35-40% Boscata (ha) 11,38 475 740 Castagneto da frutto (ha) 1,77 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.025 Fustaia di origine agamica di cerro e roverella. Num. piante totali 11.662 Presenza sporadica di acero, ontano, carpino nero, Area basimetrica/ha (m2/ha) 16,69 melastro, ciavardello. Presenza di castagneti da Area basimetrica tot. (m2) 189,90 frutto abbandonati ed in attualità di coltura. Le Area basimetrica media (m2) 0,02 specie del sottobosco sono biancospino, rosa Diametro medio (cm) 14 canina, ginestra, rovo, carpinella, felce, festuca, Provvigione/ha (m3/ha) 102,47 edera, ecc. Rinnovazione di cerro, roverella, leccio. Provvigione tot. (m3) 1.165,92 Pietrosità e rocciosità diffuse. Incremento medio (m3/ha) 3,11 Vicinanza di castagneti da frutto. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 78% cerro; 11% roverella; 11% altro. Viabilità: Servita. Aree di saggio: 59

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Età al Ripresa unitaria Ripresa totale Anno intervento Età 2014 Perc. taglio (m3/ha) (m3) 2023 33 42 13,73 156,23 13,4%

PARTICELLA FORESTALE N. 52 – CLASSE ECONOMICA A Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica classe Cerro Carpinella Melastro Roverella diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 150 0 75 225 2.560,05 0,44 5,03 10 75 75 75 100 325 3.697,85 2,55 29,04 15 175 0 25 50 250 2.844,50 4,42 50,27 20 100 0 0 0 100 1.137,80 3,14 35,75 25 125 0 0 0 125 1.422,25 6,14 69,81 30 0 0 0 0 0 0 0 0,00 35 0 0 0 0 0 0 0 0,00

totale/ha 475 225 100 225 1.025 16,69 totale 5.405 2.560 1.138 2.560 11.662 11.662 189,90 Area basimetrica 12,96 0,88 1,03 1,82 16,69 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 147,45 10,05 11,73 20,67 189,90 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 52 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE

Volume Classe diametrica Cerro Carpinella Melastro Roverella classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,03 0 0,471 0,50 5,70 10 2,53 0,12 0,13 4,358 7,13 81,14 15 17,57 0,00 0,11 6,084 23,77 270,44 20 21,77 0 0 0 21,77 247,71 25 49,30 0 0 0 49,30 560,93 30 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0

Totale 91,17 0,15 0,25 10,91 102,47 1.165,92

PARTICELLA FORESTALE N. 52 – CLASSE ECONOMICA A Particella forestale n. 53 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone Cotruzzo 35 2* A

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 42,53 min max Nord 40-60% Boscata (ha) 32,84 165 550 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 9,69

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.367 Bosco degradato con presenza di cerro, roverella, Num. piante totali 44.881 orniello, carpino nero. A monte lo sviluppo Area basimetrica/ha (m2/ha) 14,91 vegetativo è condizionato dalla rocciosità diffusa Area basimetrica tot. (m2) 489,52 ma comunque la statura supera i 5 metri. A valle Area basimetrica media (m2) 0,01 la vegetazione ha uno sviluppo più soddisfacente. Diametro medio (cm) 12 La superficie non coperta da specie arboree è Provvigione/ha (m3/ha) 88,36 caratterizzata da erica, fillirea, carpinella, ginestra Provvigione tot. (m3) 2.901,59 e cisto nello strato erbaceo. Pendenze a tratti Incremento medio (m3/ha) 2,95 elevate soprattutto in corrispondenza degli Ripartizione specifica area basimetrica impluvi. (ad ettaro): 40% cerro; 20% orniello; 15% carpino nero; 13% carpinella; 12% Viabilità: Servita da un sentiero che la collega con roverella. le vicine Case Pingaro a Valle. Assenza di adeguata viabilità interna. Aree di saggio: 87, 88, 89

Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come: decespugliamenti localizzati a carico della componente arbustiva infestante e rinfoltimenti nelle chiarie con specie forestali idonee per aumentare la copertura vegetale forestale, opere di sistemazione idraulica, interventi per la prevenzione incendi. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici.

PARTICELLA FORESTALE N. 53 – CLASSE ECONOMICA A Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica Carpino classe Cerro Carpinella Orniello Roverella diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 75 25 275 8 67 450 14.778 0,88 29,02 10 142 58 158 58 42 458 15.052 3,60 118,22 15 108 83 8 50 50 300 9.852 5,30 174,10 20 75 8 0 50 17 150 4.926 4,71 154,75 25 8 0 0 0 0 8 274 0,41 13,43 30 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 408 175 442 167 175 1.367 44.881 14,91 489,52 totale 13.410 5.747 14.504 5.473 5.747 44.881 Area basimetrica 5,94 2,24 1,93 2,93 1,87 14,91 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 195,06 73,62 63,41 96,18 61,26 489,52 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 53 – CLASSE ECONOMICA A PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Carpinella Orniello Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,4 0,13 1,38 0,05 0,42 2,38 78,10 10 4,77 2,25 6,11 2,35 1,82 17,3 568,19 15 10,88 8,94 0,89 5,47 6,08 32,27 1.059,61 20 16,33 1,79 0 10,91 4,09 33,12 1.087,77 25 3,29 0 0 0 0 3,29 107,93 30 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0

Totale 35,67 13,11 8,38 18,78 12,41 88,36 2.901,59

PARTICELLA FORESTALE N. 53 – CLASSE ECONOMICA A

SCHEDE PARTICELLARI

CLASSE ECONOMICA B

BOSCHI MISTI DI LATIFOGLIE Particella forestale n. 1 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Piano delle Mandrie 19*, 288, 289, 44 291 B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 22,62 min max Nord 40-50% Boscata (ha) 21,04 735 995 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 1,58

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 931 Ceduo invecchiato di acero e ontano con vecchie Num. piante totali 19.597 matricine di cerro. A tratti, l’acero edifica nuclei puri. Area basimetrica/ha (m2/ha) 32,14 Strato arbustivo con biancospino, prugnolo, rosa Area basimetrica tot. (m2) 676,35 canina. Strato erbaceo con presenza di rovo, felce, Area basimetrica media (m2) 0,03 pungitopo, festuca, dafne, ecc. Diametro medio (cm) 21 Rinnovazione di acero, cerro, sorbo, orniello. Provvigione/ha (m3/ha) 277,01 Segni di pascolamento eccessivo con sentieramento Provvigione tot. (m3) 5.829,37 ed abrasione del suolo. Pietrosità e rocciosità scarse. Incremento medio (m3/ha) 4,26 Ripartizione specifica area basimetrica (ad Ad Ovest confina con il Comune di Capaccio. ettaro): 73% acero; 20% ontano; 7% cerro. Viabilità: Servita nell’estrema parte settentrionale. Assenza di viabilità interna. Aree di saggio: 23, 24, 60, 61 Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Favorire la mescolanza specifica. Utilizzare insieme alla particella forestale 2. RIPRESA Anno Età 2014 Età al taglio Ripresa unitaria Ripresa totale Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2024 65 75 42,66 897,72 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 1 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Area basimetrica classe Cerro Ontano Acero diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 106 106 2.236 0,21 4,39 10 6 44 94 144 3.025 1,13 23,76 15 13 56 150 219 4.603 3,87 81,35 20 0 25 119 144 3.025 4,52 95,04 25 19 31 100 150 3.157 7,36 154,95 30 6 6 56 69 1.447 4,86 102,27 35 6 25 56 88 1.841 8,42 177,16 40 0 0 6 6 132 0,79 16,53 45 0 0 6 6 132 0,99 20,92 50 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 50 188 694 931 19.597 32,14 676,35 totale 1.052 3.946 14.599 19.597 Area basimetrica 2,23 6,50 23,40 32,14 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 47,00 136,87 492,48 676,35 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 1 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Volume Cerro Ontano Acero classe Totale diametrica diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,78 0,78 16,38 10 0,21 1,67 3,98 5,87 123,49 15 1,26 6,33 17,64 25,23 530,84 20 0,00 6,15 28,28 34,43 724,47 25 7,39 14,24 40,79 62,43 1.313,68 30 3,97 4,74 35,43 44,15 929,07 35 5,90 29,29 51 86,19 1.813,71 40 0 0 7,75 7,75 163,10 45 0 0 10,20 10,20 214,64 50 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0

Totale 18,74 62,42 195,85 277,01 5.829,37

PARTICELLA FORESTALE N. 1 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 2 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Monte Soprano 44 19* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 7,68 min max Nord 40-50% Boscata (ha) 7,68 935 1055 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 725 Ceduo misto invecchiato di acero, ontano, Num. piante totali 5.569 carpino nero, orniello, cerro. Talvolta Area basimetrica/ha (m2/ha) 38,42 assumono la conformazione di soprassuoli Area basimetrica tot. (m2) 295,14 transitori (perticaie di origine agamica) nelle Area basimetrica media (m2) 0,05 aree meno acclivi e con suolo più profondo. Diametro medio (cm) 26 Strato arbustivo con biancospino. Strato Provvigione/ha (m3/ha) 371,77 erbaceo con presenza di rovo, Asplenium, Provvigione tot. (m3) 2.855,91 pungitopo, graminoidi, ecc. Rinnovazione di Incremento medio (m3/ha) 5,72 acero, carpino nero, ciavardello, orniello. Ripartizione specifica area basimetrica (ad Segni di pascolamento eccessivo con ettaro): 60% acero; 24% ontano; 16% cerro. sentieramento ed abrasione del suolo. Pietrosità scarsa, rocciosità localizzata verso le creste. Aree di saggio: 62, 63, 64 Ad Ovest confina con il Comune di Capaccio. Viabilità: Non servita.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Favorire la mescolanza specifica. Utilizzare insieme alla particella forestale 1. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2024 65 75 58,37 448,38 15,7%

PARTICELLA FORESTALE N. 2 – CLASSE ECONOMICA B Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica classe Cerro Ontano Acero diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 17 33 50 384 0,10 0,75 10 0 0 8 8 64 0,07 0,50 15 17 50 75 142 1.088 2,50 19,23 20 8 33 117 158 1.216 4,97 38,21 25 8 25 133 167 1.280 8,18 62,85 30 8 8 42 58 448 4,12 31,68 35 0 17 50 67 512 6,41 49,27 40 0 17 8 25 192 3,14 24,13 45 17 0 17 33 256 5,30 40,73 50 0 8 0 8 64 1,64 12,57 55 8 0 0 8 64 1,98 15,21 60 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 67 175 483 725 5.569 38,42 295,14 totale 512 1.344 3.713 5.569 Area basimetrica 6,19 9,11 23,12 38,42 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 47,51 70,01 177,61 295,14 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 2 – CLASSE ECONOMICA B

PROVVIGIONE

Volume Totale Classe diametrica Cerro Ontano Acero classe diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,10 0,24 0,35 2,66 10 0 0 0,35 0,35 2,72 15 1,67 5,63 8,82 16,12 123,84 20 1,81 8,2 27,78 37,79 290,34 25 3,29 11,39 54,39 69,07 530,56 30 5,30 6,32 26,25 37,87 290,90 35 0 19,52 45,33 64,86 498,23 40 0 28,53 10,33 38,86 298,52 45 29,22 0 27,2 56,42 433,38 50 0,00 27,01 0 27,01 207,48 55 23,08 0 0 23,08 177,30 60 0 0 0 0 0

Totale 64,37 106,7 200,7 371,77 2.855,91

PARTICELLA FORESTALE N. 2 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 4 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Matadduni 44 19* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 17,06 min max Nord-Est 30-50% Boscata (ha) 16,70 890 1050 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,35

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 825 Ceduo invecchiato di acero e ontano. Alle quote più Num. piante totali 13.778 elevate si rinviene il carpino nero. Sporadico il cerro. Area basimetrica/ha (m2/ha) 32,50 Densità irregolare. Strato arbustivo con biancospino, Area basimetrica tot. (m2) 542,71 ginestra. Strato erbaceo con presenza di rovo e felce. Area basimetrica media (m2) 0,04 Segni di pascolamento eccessivo con sentieramento Diametro medio (cm) 22 ed abrasione del suolo. Pietrosità scarsa, rocciosità Provvigione/ha (m3/ha) 327,87 quasi assente. Provvigione tot. (m3) 5.475,81 Confina a Nord con la particella forestale 3 Incremento medio (m3/ha) 6,07 (castagneto da frutto). Ripartizione specifica area basimetrica Presenza di terrazzamenti con muretti a secco e aie (ad ettaro): 52% acero; 36% ontano; 7% carbonili. ciliegio; 5% roverella. Viabilità: Non servita con assenza di viabilità interna. Aree di saggio: 47, 48, 67, 68

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2017 54 57 49,18 821,37 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 4 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 50 33 83 1.392 0,16 2,73 10 0 17 25 42 83 1.392 0,65 10,93 15 8 25 92 100 225 3.758 3,98 66,40 20 8 50 67 33 158 2.644 4,97 83,07 25 17 58 50 25 150 2.505 7,36 122,97 30 8 8 8 0 25 418 1,77 29,51 35 8 17 0 0 25 418 2,41 40,17 40 0 33 8 0 42 696 5,24 87,45 45 0 17 0 8 25 418 3,98 66,40 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 8 0 0 8 139 1,98 33,07 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 50 233 300 242 825 13.778 32,50 542,71 totale 835 3.897 5.010 4.036 13.778 Area basimetrica 2,62 16,02 8,10 5,76 32,50 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 43,72 267,53 135,27 96,19 542,71 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 4 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,37 0,17 0,53 8,90 10 0 0,64 1,06 1,61 3,31 55,26 15 0,84 2,81 10,78 10,73 25,16 420,14 20 1,81 12,30 15,87 7,17 37,16 620,69 25 6,57 26,58 20,39 9,14 62,69 1.046,94 30 5,30 6,32 5,25 0,00 16,87 281,74 35 7,87 19,52 0,00 0,00 27,39 457,49 40 0 57,05 10,33 0,00 67,38 1.125,39 45 0 39,93 0 11,91 51,84 865,76 50 0 0 0 0 0 0 55 0 35,54 0 0 35,54 593,50 60 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0

Totale 22,39 200,70 64,06 40,72 327,87 5.475,81

PARTICELLA FORESTALE N. 4 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 6 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Matadduni 44 19* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 16,94 min max Nord 30-50% Boscata (ha) 16,45 868 1045 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,49

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 944 Ceduo invecchiato di acero e ontano. Densità Num. piante totali 15.520 irregolare. Strato arbustivo con biancospino. Area basimetrica/ha (m2/ha) 24,20 Strato erbaceo con presenza di rovo e felce. Area basimetrica tot. (m2) 397,97 Presenza di fruttiferi come il ciliegio. Segni di Area basimetrica media (m2) 0,03 pascolamento eccessivo con sentieramento ed Diametro medio (cm) 18 abrasione del suolo. Pietrosità scarsa, rocciosità Provvigione/ha (m3/ha) 186,19 quasi assente. Provvigione tot. (m3) 3.061,92 Incremento medio (m3/ha) 3,88 Presenza di aie carbonili. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 52% acero; 36% ontano; 7% ciliegio; 5% roverella. Viabilità: Servita a Nord lungo il confine con la particella forestale 7. Assenza di viabilità interna. Aree di saggio: 47, 48, 67, 68

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2019 48 53 27,93 459,29 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 6 – CLASSE ECONOMICA B Totale Classe SPECIE Totale piante per Area basimetrica classe Ontano Acero Ciliegio Roverella diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 150 13 0 163 2.672 0,32 5,25 10 44 181 0 6 231 3.803 1,82 29,87 15 25 138 0 0 163 2.672 2,87 47,22 20 106 119 6 6 238 3.906 7,46 122,70 25 38 6 0 6 50 822 2,45 40,36 30 31 31 0 0 63 1.028 4,42 72,65 35 6 6 0 6 19 308 1,80 29,67 40 0 13 0 0 13 206 1,57 25,83 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 6 0 6 103 1,48 24,42 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 250 644 25 25 944 15.520 24,20 397,97 totale 4.111 10.586 411 411 15.520 Area basimetrica 8,77 12,57 1,71 1,15 24,20 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 144,29 206,65 28,05 18,97 397,97 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 6 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Ontano Acero Ciliegio Roverella classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 1,10 0 0 1,10 18,13 10 1,67 7,70 0 0,27 9,65 158,68 15 2,81 16,17 0 0 18,98 312,17 20 26,14 28,28 0,06 1,53 56,01 921,04 25 17,09 2,55 0 2,62 22,25 365,96 30 23,7 19,69 0 0 43,39 713,53 35 7,32 5,67 0 5,76 18,75 308,39 40 0 15,50 0 0 15,50 254,91 45 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0,55 0 0,55 9,11 60 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0

Totale 78,74 96,65 0,61 10,19 186,19 3.061,92

PARTICELLA FORESTALE N. 6 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 8 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Matadduni 44 19* 54 69* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 21,91 min max Nord-Nord Est 40-50% Boscata (ha) 18,17 875 1030 Castagneto da frutto (ha) 1,21 Non coperta (ha) 2,53

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 863 Ceduo misto invecchiato a dominanza di acero e Num. piante totali 15.672 ontano. Dove il suolo è più profondo il bosco assume Area basimetrica/ha (m2/ha) 29,94 la fisionomia dell’alto fusto. Presenza di fruttiferi. Area basimetrica tot. (m2) 544,07 Strato arbustivo con biancospino, ginestra, Area basimetrica media (m2) 0,03 carpinella. Strato erbaceo con presenza di rovo, Diametro medio (cm) 21 felce, Asplenium, pungitopo, graminoidi, ciclamini, Provvigione/ha (m3/ha) 269,71 ecc. Provvigione tot. (m3) 4.900,63 Segni di pascolamento eccessivo con sentieramento Incremento medio (m3/ha) 4,15 ed abrasione del suolo. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 50% acero; 44% ontano; 5% Viabilità: Servita a Nord lungo il confine con la cerro; 1% altro. particella forestale 7. Assenza di viabilità di servizio interna. Aree di saggio: 70, 71

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2022 65 73 40,46 735,10 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 8 – CLASSE ECONOMICA B Totale Classe SPECIE Totale piante per Area basimetrica classe Cerro Ontano Acero Melastro diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 13 0 50 0 63 1.136 0,12 2,23 10 0 25 175 13 213 3.861 1,67 30,33 15 25 50 88 0 163 2.953 2,87 52,18 20 0 38 38 13 88 1.590 2,75 49,95 25 0 75 63 0 138 2.498 6,75 122,64 30 13 63 75 0 150 2.726 10,60 192,65 35 0 13 25 0 38 681 3,61 65,56 40 0 13 0 0 13 227 1,57 28,54 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 50 275 513 25 863 15.672 30 544,07 totale 909 4.997 9.312 454 15.672 Area basimetrica 1,35 13,13 14,97 0,49 30 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 24,53 238,59 272,03 8,92 544,07 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 8 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Melastro classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0,07 0 0,37 0 0,43 7,88 10 0 0,96 7,44 0,55 8,94 162,51 15 2,51 5,63 10,29 0 18,43 334,82 20 0 9,23 8,93 2,78 20,93 380,33 25 0 34,18 25,49 0 59,67 1.084,22 30 7,95 47,41 47,25 0 102,60 1.864,24 35 0 14,64 22,67 0 37,31 677,91 40 0 21,39 0 0 21,39 388,73 45 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0

Totale 10,53 133,43 122,43 3,33 269,71 4.900,63

PARTICELLA FORESTALE N. 8 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 9 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Valle Pietra Cupa 44 19* 54 69* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 15,92 min max Nord 35-40% Boscata (ha) 14,61 790 930 Castagneto da frutto (ha) 1,31 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 867 Soprassuolo di origine agamica a dominanza di Num. piante totali 12.663 acero e ontano. Nei tratti pianeggianti, è più Area basimetrica/ha (m2/ha) 30,94 marcato il passaggio a fustaia con le vecchie Area basimetrica tot. (m2) 452,09 matricine che occupano il piano dominante. Area basimetrica media (m2) 0,04 Biancospino nello strato arbustivo; rovo, vitalba; Diametro medio (cm) 21 felce nello strato erbaceo. Presenza di fruttiferi. Provvigione/ha (m3/ha) 293,41 Rinnovazione di cerro, leccio, acero, carpino nero. Provvigione tot. (m3) 4.287,07 Incremento medio (m3/ha) 5,87 Inclusione di castagneto da frutto. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 48% ontano; 44% acero; 6% cerro; 2% altro. Area di saggio: 9, 12, 74 Viabilità: Servita.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2021 50 57 44,01 643,06 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 9 – CLASSE ECONOMICA B Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica classe Cerro Ontano Acero Melastro diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 58 8 67 974 0,13 1,91 10 17 0 217 0 233 3.409 1,83 26,78 15 8 0 142 8 158 2.313 2,80 40,88 20 0 50 50 8 108 1.583 3,40 49,73 25 0 75 33 0 108 1.583 5,32 77,70 30 0 50 50 0 100 1.461 7,07 103,28 35 0 42 17 0 58 852 5,61 82,00 40 0 17 8 0 25 365 3,14 45,90 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 8 0 0 0 8 122 1,64 23,91 55 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 33 233 575 25 867 12.663 30,94 452,09 Totale 487 3.409 8.401 365 12.663 Area basimetrica 1,91 14,89 13,71 0,43 31 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 27,97 217,56 200,34 6,22 452,09 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 9 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Melastro classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,43 0,07 0,49 7,19 10 0,56 0 9,21 0 9,77 142,76 15 0,84 0 16,66 0,95 18,45 269,52 20 0 12,30 11,91 1,85 26,06 380,74 25 0 34,18 13,60 0 47,77 698,02 30 0 37,92 31,50 0 69,42 1.014,32 35 0 48,81 15,11 0 63,92 933,95 40 0 28,53 10,33 0 38,86 567,77 45 0 0 0 0 0 0 50 18,67 0 0 0 18,67 272,80 55 0 0 0 0 0 0

Totale 20,07 161,74 108,74 2,87 293,41 4.287,07

PARTICELLA FORESTALE N. 9 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 10 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Valle Pietra Cupa 44 19* 54 69* B Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 10,79 min max Nord 65-70% Boscata (ha) 9,43 680 880 Castagneto da frutto (ha) 1,36 Non coperta (ha) 0 DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 925 La superficie boscata è localizzata nell’incrocio Num. piante totali 8.725 degli impluvi con prevalenza di acero a densità Area basimetrica/ha (m2/ha) 34,53 irregolare. Verso la part. 49, sul versante esposto Area basimetrica tot. (m2) 325,72 a Ovest, ceppaie di leccio, orniello e carpino nero. Area basimetrica media (m2) 0,04 Densità, in genere, rada. Sui dossi, roccia Diametro medio (cm) 22 affiorante. Strato arbustivo con biancospino, Provvigione/ha (m3/ha) 291,08 rovo, ginestra; felce, graminacee, pungitopo nello Provvigione tot. (m3) 2.745,46 strato erbaceo. Rinnovazione di leccio, acero, Incremento medio (m3/ha) 5,29 carpino nero. Ripartizione specifica area basimetrica Inclusione di castagneto da frutto. (ad ettaro): 36% carpino nero; 33% acero; 14% ontano; 7% leccio; 10% altro. Aree di saggio: 10, 46 Viabilità: Servita.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Utilizzare insieme alla particella forestale 49. Consolidare i versanti con opere di ingegneria naturalistica utilizzando materiale recuperabile in loco. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2025 55 66 43,66 411,82 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 10 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Leccio Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 75 0 0 75 707 0,15 1,39 10 0 0 125 0 38 13 0 175 1.651 1,37 12,96 15 0 25 138 13 0 0 25 200 1.886 3,53 33,34 20 0 38 138 0 38 13 0 225 2.122 7,07 66,67 25 0 13 75 13 0 0 0 100 943 4,91 46,30 30 0 13 0 13 13 13 0 50 472 3,53 33,34 35 0 0 0 13 0 0 0 13 118 1,20 11,34 40 13 13 0 38 0 0 0 63 590 7,85 74,08 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 25 0 0 0 25 236 4,91 46,30 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 13 100 475 113 163 38 25 925 8.725 34,53 325,72 Totale 118 943 4.480 1.061 1.533 354 236 8.725 Area basimetrica 1,57 4,69 11,41 12,54 2,50 1,37 0,44 34,53 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 14,82 44,22 107,65 118,29 23,61 12,96 4,17 325,72 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 10 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Ontano Acero Leccio Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0,50 0 0 0,50 4,74 10 0 0 5,31 0 1,54 0,50 0 7,35 69,36 15 0 2,81 16,17 1,34 0,00 0,00 3,04 23,37 220,38 20 0 9,23 32,74 0 8,89 2,73 0 53,58 505,37 25 0 5,70 30,59 4,57 0 0 0 40,86 385,36 30 0 9,48 0 7 7,61 7,07 0 31,17 293,99 35 0 0 0 10,02 0 0 0 10,02 94,50 40 16,48 21,39 0 40,90 0 0 0 78,77 742,98 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 45,46 0 0 0 45,46 428,77 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 16,48 48,61 84,81 109,29 18,54 10,30 3,04 291,08 2.745,46

PARTICELLA FORESTALE N. 10 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 11 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Valle Pietra Cupa 44 19* 54 69* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 10,49 min max Sud Ovest 40-45% Boscata (ha) 10,49 755 870 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.113 Ceduo misto con matricine di cerro. Num. piante totali 11.669 Strato arbustivo di leccio, erica, biancospino. Area basimetrica/ha (m2/ha) 38,17 Strato erbaceo con pungitopo, festuca, rovo, Area basimetrica tot. (m2) 400,32 ciclamini, felce, edera, fragola, dafne laureola. Area basimetrica media (m2) 0,03 Rinnovazione di leccio, acero, roverella, orniello. Diametro medio (cm) 21 Presenza di fruttiferi come melastro e ciavardello. Provvigione/ha (m3/ha) 333,56 Provvigione tot. (m3) 3.498,75 Incremento medio (m3/ha) 6,67 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 31% carpino nero; 22% cerro; 20% roverella; 20% ontano; 7% altro. Area di saggio: 11, 82 Viabilità: Servita.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2017 50 53 50,03 524,81 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 11 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Leccio Melastro Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 13 13 25 0 13 63 656 0,12 1,29 10 0 0 13 38 13 38 63 163 1.704 1,28 13,39 15 25 0 13 200 0 0 63 300 3.147 5,30 55,61 20 13 0 13 150 0 13 75 263 2.753 8,25 86,50 25 50 63 0 38 0 0 75 225 2.360 11,04 115,85 30 25 0 0 0 0 0 0 25 262 1,77 18,54 35 13 0 13 0 0 0 0 25 262 2,41 25,23 40 0 0 0 13 0 0 0 13 131 1,57 16,48 45 13 13 0 0 0 0 0 25 262 3,98 41,71 50 0 13 0 0 0 0 0 13 131 2,45 25,74 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 138 88 63 450 38 50 288 1.113 11.669 38,17 400,32 Totale 1.442 918 656 4.720 393 524 3.016 11.669 Area basimetrica 8,25 7,51 1,94 11,98 0,15 0,69 7,66 38,17 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 86,50 78,78 20,34 125,63 1,54 7,21 80,32 400,32 totale (m2)

PARTICELLA FORESTALE N. 11 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Leccio Melastro Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,09 0,06 0,17 0 0,08 0,40 4,20 10 0 0 0,53 1,45 0,51 0,07 2,72 5,28 55,39 15 2,51 0 1,47 21,45 0 0 7,60 33,04 346,54 20 2,72 0 2,98 32,29 0 0,11 18,41 56,51 592,72 25 19,72 28,48 0 13,71 0 0 31,39 93,30 978,60 30 15,90 0 0 0 0 0 0 15,90 166,75 35 11,80 0 11,33 0 0 0 0 23,14 242,68 40 0 0 0 13,63 0 0 0 13,63 143,01 45 21,91 29,95 0 0 0 0 0 51,86 543,94 50 0 40,51 0 0 0 0 0 40,51 424,94 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 74,56 98,94 16,40 82,59 0,68 0,18 60,21 333,56 3.498,75

PARTICELLA FORESTALE N. 11 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 14 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Balvarie 54 20, 40, 41*, 43, 69* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 27,67 min max Nord 40-45% Boscata (ha) 27,02 802 970 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,65

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 908 Bosco misto che a tratti assume i caratteri di Num. piante totali 24.542 fustaia. Nella parte alta della particella, perticaia Area basimetrica/ha (m2/ha) 40,42 di ontano. Densità disforme. Cerro presente a Area basimetrica tot. (m2) 1.091,98 piccoli gruppi. Chiarie con roccia affiorante. Area basimetrica media (m2) 0,04 Strato arbustivo con biancospino, melastro, acero Diametro medio (cm) 24 campestre. Nello strato erbaceo, fitta copertura Provvigione/ha (m3/ha) 386,39 di rovo. Danni da sovraccarico di neve. Provvigione tot. (m3) 10.439,88 Incremento medio (m3/ha) 6,67 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 77% ontano; 10% cerro; 10% acero; 3% altro.

Aree di saggio: 13, 14, 75 Viabilità: Servita.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2018 60 64 57,96 1.565,98 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 14 – CLASSE ECONOMICA B

Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Melastro Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 17 0 0 0 17 450 0,03 0,88 10 0 17 0 17 25 8 67 1.801 0,52 14,15 15 17 83 25 0 0 17 142 3.828 2,50 67,64 20 25 117 42 8 0 0 192 5.179 6,02 162,69 25 0 258 33 0 0 8 300 8.106 14,73 397,89 30 8 117 8 0 0 0 133 3.603 9,42 254,65 35 8 17 0 0 0 0 25 675 2,41 64,99 40 0 25 0 0 0 0 25 675 3,14 84,88 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 50 8 0 0 0 0 0 8 225 1,64 44,21 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 67 633 125 25 25 33 908 40,42 Totale 1.801 17.112 3.377 675 675 901 24.542 24.542 1.091,98 Area basimetrica 4,11 30,94 4,01 0,39 0,20 0,77 40,42 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 110,97 836,01 108,31 10,61 5,31 20,78 1.091,98 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 14 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Melastro Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,12 0 0 0 0,12 3,30 10 0 0,64 0 0,64 0,04 0,36 1,69 45,61 15 1,67 9,38 2,94 0 0 2,03 16,02 432,86 20 5,44 28,70 9,92 1,79 0 0 45,86 1.239,16 25 0 117,72 13,60 0 0 3,49 134,81 3.642,31 30 5,30 88,49 5,25 0 0 0 99,04 2.675,96 35 7,87 19,52 0 0 0 0 27,39 740,13 40 0 42,79 0 0 0 0 42,79 1.156,09 45 0 0 0 0 0 0 0,00 0 50 18,67 0 0 0 0 0 18,67 504,48 55 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 38,96 307,25 31,83 2,44 0,04 5,88 386,39 10.439,88

PARTICELLA FORESTALE N. 14 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 16 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Germanito 69*, 85*, 93, 96, 99, 54 104* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 14,23 min max Nord 25-55% Boscata (ha) 11,82 985 1093 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 2,41 DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 488 Soprassuolo di origine agamica che nei tratti di Num. piante totali 5.764 basso versante assume la fisionomia di fustaia. Area basimetrica/ha (m2/ha) 41,14 Dove la densità non è colma la maggior parte dello Area basimetrica tot. (m2) 486,38 spazio aereo è saturato da piante di faggio di Area basimetrica media (m2) 0,08 grandi dimensioni. La parte bassa della particella è Diametro medio (cm) 33 occupata dal faggio e in misura minore da ontano Provvigione/ha (m3/ha) 603,81 e acero. Verso il crinale formazione dell’orno- Provvigione tot. (m3) 7.139,41 ostrieto di quota. Presenza di fruttiferi. Strato Incremento medio (m3/ha) 8,05 arbustivo con biancospino, prugnolo, rosa canina; Ripartizione specifica area basimetrica evonimo e acero campestre ai margini. Strato (ad ettaro): 78% faggio; 16% ontano; 5% erbaceo con rovo, felce, dafne, stellaria, geranium 1% altro. sp., ecc. Rinnovazione di faggio. Segni di pascolamento eccessivo con Aree di saggio: 1, 2 sentieramento ed abrasione del suolo. Presenza di un abbeveratoio con conseguente concentramento del bestiame. Danni da neve. Pietrosità e rocciosità diffuse. Viabilità: Servita. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Gli esemplari e i nuclei isolati di faggio devono essere protetti e salvaguardati. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2017 75 78 68,83 813,89 11,4%

PARTICELLA FORESTALE N. 16 – CLASSE ECONOMICA B Classe Totale Totale SPECIE piante per Area basimetrica classe Faggio Ontano Acero Melastro diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 63 0 0 0 63 739 0,12 1,45 10 50 0 0 0 50 591 0,39 4,64 15 25 0 0 13 38 443 0,66 7,84 20 25 38 13 0 75 887 2,36 27,86 25 13 0 13 0 25 296 1,23 14,51 30 25 0 0 0 25 296 1,77 20,89 35 25 0 13 0 38 443 3,61 42,66 40 63 0 0 0 63 739 7,85 92,87 45 63 13 0 0 75 887 11,93 141,04 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 60 13 13 0 0 25 296 7,07 83,58 65 13 0 0 0 13 148 4,15 49,04

totale/ha 375 63 38 13 488 5.764 41,14 486,38 totale 4.434 739 443 148 5.764 Area basimetrica 32,00 6,70 2,21 0,22 41,14 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 378,43 79,23 26,12 2,61 486,38 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 16 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Faggio Ontano Acero Melastro classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 6,11 0 0 0 6,11 72,20 10 5,14 0 0 0 5,14 60,72 15 4,69 0,00 0,00 1,43 6,12 72,35 20 8,82 9,23 2,98 0 21,02 248,55 25 7,47 0 5,10 0 12,57 148,63 30 23,07 0 0,00 0 23,07 272,75 35 33,19 0 11,33 0 44,53 526,47 40 113,29 0 0 0 113,29 1.339,59 45 148,61 29,95 0 0 178,55 2.111,21 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 60 56,91 68,54 0 0 125,45 1.483,26 65 67,97 0,00 0 0 67,97 803,69

Totale 475,26 107,71 19,41 1,43 603,81 7.139,41

PARTICELLA FORESTALE N. 16 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 17 Località Riferimenti catastali Classe Germanito Foglio Particella Economica 54 69*, 104* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 7,63 min max Nord 25-55% Boscata (ha) 7,21 945 1097 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,42

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1038 Ceduo misto invecchiato a prevalenza di acero. Tra Num. piante totali 7.481 le altre specie si trovano il faggio e carpino nero. Area basimetrica/ha (m2/ha) 36,20 Sporadico l’ontano e rari cerro e roverella che Area basimetrica tot. (m2) 261,05 occupano posizioni marginali. Le ceppaie di acero Area basimetrica media (m2) 0,03 si fanno più rade verso il crinale con rocciosità Diametro medio (cm) 21 affiorante e pietrosità più elevata. Strato arbustivo Provvigione/ha (m3/ha) 300,20 con agrifoglio, biancospino, prugnolo, rosa canina; Provvigione tot. (m3) 2.164,74 evonimo, acero trilobo e acero campestre ai Incremento medio (m3/ha) 5,46 margini. Strato erbaceo con rovo, felce, dafne, Ripartizione specifica area basimetrica stellaria, geranium sp., ecc. Rinnovazione assente. (ad ettaro): 68% acero; 28% carpino nero; Segni di pascolamento eccessivo con 4% faggio. sentieramento ed abrasione del suolo.

Aree di saggio: 3, 4 Viabilità: Servita a valle dal sentiero Germanito.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Gli esemplari e i nuclei isolati di faggio devono essere protetti e salvaguardati. Utilizzare insieme alla particella forestale 23. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2023 55 64 45,03 324,71 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 17 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Faggio Acero classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 25 0 0 25 180 0,05 0,35 10 13 0 88 100 721 0,79 5,66 15 0 75 288 363 2.614 6,41 46,19 20 0 125 125 250 1.803 7,85 56,64 25 0 150 13 163 1.172 7,98 57,52 30 0 88 0 88 631 6,19 44,60 35 13 13 0 25 180 2,41 17,34 40 0 13 0 13 90 1,57 11,33 45 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 55 0 13 0 13 90 2,97 21,42 60 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 50 475 513 1.038 7.481 36,20 261,05 totale 361 3.425 3.696 7.481 Area basimetrica 1,35 24,54 10,31 36,20 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 9,73 176,98 74,33 261,05 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 17 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Faggio Acero classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 2,44 0 0 2,44 17,61 10 1,28 0 3,38 4,66 33,62 15 0 8,82 30,84 39,66 285,98 20 0 29,76 26,90 56,67 408,63 25 0 61,18 4,57 65,75 474,15 30 0 55,12 0 55,12 397,47 35 16,60 11,33 0 27,93 201,40 40 0 15,50 0 15,50 111,78 45 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 55 0 32,47 0 32,47 234,11 60 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0

Totale 20,32 214,19 65,69 300,20 2.164,74

PARTICELLA FORESTALE N. 17 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 22 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Balvarie 31÷34, 37, 49*, 50÷52, 54 54, 62, 64, 67, 69*, 104* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 24,24 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 16,07 836 945 Castagneto da frutto (ha) 8,17 Non coperta (ha) DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha - Bosco misto di latifoglie distribuito in modo non Num. piante totali - uniforme sull’intera particella intervallato da Area basimetrica/ha (m2/ha) - superfici coperte da castagneti da frutto. Le Area basimetrica tot. (m2) - superfici boscate rappresentano tessere del Area basimetrica media (m2) - paesaggio e corridoi ecologici. Il bosco è composto Diametro medio (cm) - da acero, ontano, cerro. Presenza di fruttiferi. Provvigione/ha (m3/ha) - Strato arbustivo con biancospino, prugnolo, Provvigione tot. (m3) - ginestra, rosa canina. Strato erbaceo con rovo, Incremento medio (m3/ha) - felce, dafne, ecc. Ripartizione specifica area basimetrica I castagneti da frutto hanno sesto di impianto (ad ettaro): - variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato Aree di saggio: Nessun rilievo effettuato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Viabilità: Servita. Interventi e prescrizioni: Nessun intervento previsto nelle aree boscate che dovranno essere lasciate ad evoluzione naturale. In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario a carico dei castagneti da frutto.

PARTICELLA FORESTALE N. 16 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 23 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Germanito 54 69*, 104* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 8,25 min max Nord 25-55% Boscata (ha) 7,61 945 1096 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,64

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.013 Ceduo misto invecchiato di acero e ontano, Num. piante totali 7.703 sporadico il carpino nero. Il faggio è presente negli Area basimetrica/ha (m2/ha) 43,03 avvallamenti con suoli profondi. Strato arbustivo Area basimetrica tot. (m2) 327,33 con biancospino, prugnolo, rosa canina; acero Area basimetrica media (m2) 0,04 campestre ai margini. Strato erbaceo con rovo, Diametro medio (cm) 23 felce, dafne, ecc. Rinnovazione assente. Provvigione/ha (m3/ha) 392,14 Segni di pascolamento eccessivo con Provvigione tot. (m3) 2.983,44 sentieramento ed abrasione del suolo. Rocciosità Incremento medio (m3/ha) 6,54 e pietrosità diffuse. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 75% acero; 19% ontano; 5% Presenza di aie carbonili. faggio; 1% carpino nero. Viabilità: Servita a valle dal sentiero Germanito. Aree di saggio: 5, 6

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Gli esemplari e i nuclei isolati di faggio devono essere protetti e salvaguardati. Utilizzare insieme alla particella forestale 17. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2023 60 69 58,82 447,42 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 23 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Faggio Ontano Acero classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 10 38 0 75 0 113 856 0,88 6,72 15 13 0 250 0 263 1.997 4,64 35,29 20 0 13 175 13 200 1.522 6,28 47,80 25 0 13 163 0 175 1.331 8,59 65,35 30 0 50 113 0 163 1.236 11,49 87,39 35 0 38 25 0 63 476 6,01 45,75 40 13 0 13 0 25 190 3,14 23,90 45 0 0 13 0 13 95 1,99 15,13 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 63 113 825 13 1.013 7.703 43,03 327,33 totale 476 856 6.277 95 7.703 Area basimetrica 2,09 8,15 32,40 0,39 43,03 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 15,87 61,99 246,48 2,99 327,33 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 23 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Faggio Ontano Acero classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0 0 10 3,85 0 3,19 0 7,04 53,55 15 2,35 0 29,4 0 31,74 241,51 20 0 3,08 41,67 2,69 47,43 360,88 25 0 5,70 66,28 0 71,98 547,62 30 0 37,92 70,87 0 108,79 827,7 35 0 43,93 22,67 0 66,6 506,66 40 22,66 0 15,5 0 38,16 290,32 45 0 0 20,4 0 20,40 155,2 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0

Totale 28,86 90,63 269,97 2,69 392,14 2.983,44

PARTICELLA FORESTALE N. 23 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 26 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Germanito 54 104* 57 77* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 17,25 min max Nord Est 25-55% Boscata (ha) 15,32 950 1078 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 1,93

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.038 Ceduo misto invecchiato di acero e ontano. Il Num. piante totali 15.895 faggio è presente in prossimità del crinale Area basimetrica/ha (m2/ha) 39,05 accompagnato dalla formazione tipica dell’orno- Area basimetrica tot. (m2) 598,23 ostrieto di quota. Il cerro è presente laddove le Area basimetrica media (m2) 0,04 altre specie sono poco competitive. Strato Diametro medio (cm) 22 arbustivo con biancospino, prugnolo, ginestra, Provvigione/ha (m3/ha) 367,45 rosa canina; acero trilobo ai margini. Strato Provvigione tot. (m3) 5.629,41 erbaceo con ciclamen sp., pungitopo, felce, dafne, Incremento medio (m3/ha) 6,12 ecc. Rinnovazione di leccio, acero, cerro. Ripartizione specifica area basimetrica Rinnovazione di faggio verso il crinale. (ad ettaro): 65% ontano; 26% acero; 7% Segni di pascolamento eccessivo con faggio; 2% altro. sentieramento ed abrasione del suolo. Rocciosità e pietrosità diffuse. Aree di saggio: 7, 8 Viabilità: Servita a valle dal sentiero Germanito.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Gli esemplari e i nuclei isolati di faggio devono essere protetti e salvaguardati. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2020 60 66 50,71 776,86 13,8%

PARTICELLA FORESTALE N. 26 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Area basimetrica Faggio Ontano Acero Melastro classe diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 13 13 192 0,02 0,38 10 0 38 38 13 88 1.341 0,69 10,53 15 0 263 63 0 325 4.979 5,74 87,99 20 0 188 88 25 300 4.596 9,42 144,39 25 13 113 25 0 150 2.298 7,36 112,80 30 0 75 25 0 100 1.532 7,07 108,29 35 0 0 13 0 13 192 1,20 18,42 40 0 13 0 0 13 192 1,57 24,06 45 13 13 13 0 38 575 5,96 91,37 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 25 700 263 50 1.038 15.895 39,05 598,23 totale 383 10.724 4.022 766 15.895 Area basimetrica 2,60 25,21 10,33 0,91 39,05 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 39,86 386,16 158,30 13,91 598,23 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 26 – CLASSE ECONOMICA B

PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Faggio Ontano Acero Melastro classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0,10 0,10 1,5 10 0 1,43 1,59 0,55 3,58 54,81 15 0 29,55 7,35 0 36,9 565,23 20 0 46,13 20,83 5,55 72,52 1.111,01 25 7,47 51,27 10,2 0 68,93 1.056,07 30 0 56,89 15,75 0 72,64 1.112,78 35 0 0 11,33 0 11,33 173,62 40 0 21,39 0 0 21,39 327,76 45 29,72 29,95 20,4 0 80,07 1.226,63 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0

Totale 37,19 236,61 87,46 6,20 367,45 5.629,41

PARTICELLA FORESTALE N. 26 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 30 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Valico di Vesole 57 76, 77*, 79, 84, 127* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 24,31 min max Nord-Est 45-50% Boscata (ha) 19,52 795 1025 Castagneto da frutto (ha) 2,24 Non coperta (ha) 2,56

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.592 Soprassuolo misto a prevalenza di cerro e Num. piante totali 31.063 roverella nella parte bassa della particella. Salendo Area basimetrica/ha (m2/ha) 28,42 in direzione del Valico di Vesole, ceduo Area basimetrica tot. (m2) 554,68 invecchiato di acero e ontano, con cerro Area basimetrica media (m2) 0,02 localizzato verso gli spazi più aperti. Strato Diametro medio (cm) 15 arbustivo caratterizzato da carpinella, Provvigione/ha (m3/ha) 230,11 biancospino, ginestra, erica. Strato erbaceo con Provvigione tot. (m3) 4.490,91 rovo, graminoidi, pungitopo, rovo, ecc. Incremento medio (m3/ha) 3,84 Rinnovazione di faggio alle quote più elevate. Ripartizione specifica area basimetrica Pietrosità e rocciosità diffuse. Segni di (ad ettaro): 36% acero; 30% cerro; 11% pascolamento eccessivo. Nella particella è ontano; 9% roverella; 8% carpinella; 6% localizzato un abbeveratoio. altro. Viabilità: Servita. Attraversata da un sentiero che conduce alla Fonte di Germanito. Aree di saggio: 29, 37, 38

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Gli esemplari e i nuclei isolati di faggio devono essere protetti e salvaguardati. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2021 60 67 34,52 673,64 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 30 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Carpinella Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 700 33 0 733 14.312 1,44 28,10 10 0 0 8 100 92 67 50 317 6.180 2,49 48,54 15 42 8 8 8 0 17 50 133 2.602 2,36 45,98 20 42 8 58 0 0 0 42 150 2.927 4,71 91,97 25 67 17 50 0 0 0 0 133 2.602 6,54 127,73 30 33 8 33 0 0 0 0 75 1.464 5,30 103,46 35 8 0 25 0 0 0 0 33 651 3,21 62,59 40 0 0 8 0 0 0 0 8 163 1,05 20,44 45 0 8 0 0 0 0 0 8 163 1,33 25,87 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 192 50 192 108 792 117 142 1.592 28,42 totale 3.741 976 3.741 2.114 15.450 2.277 2.765 31.063 31.063 554,68 Area basimetrica 8,48 3,14 10,31 0,93 2,09 0,88 2,59 28,42 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 165,41 61,31 201,18 18,20 40,87 17,24 50,45 554,68 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 30 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Carpinella Orniello Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 3,51 0,21 0 3,72 72,61 10 0 0 0,35 3,86 3,54 2,69 2,18 12,62 246,26 15 4,18 0,94 0,98 0,89 0 1,82 6,08 14,90 290,85 20 9,07 2,05 13,89 0 0 0 10,23 35,24 687,77 25 26,29 7,59 20,39 0 0 0 0 54,28 1.059,39 30 21,20 6,32 21 0 0 0 0 48,52 946,82 35 7,87 0 22,67 0 0 0 0 30,53 595,92 40 0 0 10,33 0 0 0 0 10,33 201,68 45 0 19,96 0 0 0 0 0 19,96 389,62 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 68,61 36,87 89,62 4,75 7,04 4,72 18,49 230,11 4.490,91

PARTICELLA FORESTALE N. 30 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 31 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Monte Vesole 57 127*, 129* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 21,58 min max Nord-Est 65-70% Boscata (ha) 19,23 950 1205 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 2,35

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.606 Il faggio è presente nella parte di basso versante Num. piante totali 30.890 con suoli più profondi e lungo il confine Area basimetrica/ha (m2/ha) 27,53 occidentale con il comune di Trentinara. Sulle Area basimetrica tot. (m2) 529,35 pendici con roccia affiorante la formazione tipica è Area basimetrica media (m2) 0,02 quella dell’orno-ostrieto. Segni di pascolamento Diametro medio (cm) 15 eccessivo con sentieramento ed abrasione del Provvigione/ha (m3/ha) 247,79 suolo. Pendenze elevate. Rocciosità diffusa. Sulla Provvigione tot. (m3) 4.765,31 vetta, stazione meteo. Incremento medio (m3/ha) 4,27 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 45% carpino nero; 40% faggio; 8% acero; 7% orniello. Viabilità: Lambita a Nord dalla strada di Aree di saggio: 32, 33, 90, 91 collegamento Trentinara-Roccadaspide.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2025 58 69 30,73 590,90 12,4%

PARTICELLA FORESTALE N. 31 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Faggio Orniello Acero classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 13 63 0 188 263 5.048 0,52 9,91 10 69 63 56 438 625 12.019 4,91 94,40 15 25 69 81 300 475 9.135 8,39 161,42 20 25 6 6 94 131 2.524 4,12 79,3 25 44 0 0 6 50 962 2,45 47,2 30 13 0 0 0 13 240 0,88 16,99 35 25 0 0 0 25 481 2,41 46,26 40 19 0 0 0 19 361 2,36 45,31 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 6 0 0 0 6 120 1,48 28,56 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 238 200 144 1.025 1.606 30.890 27,53 529,35 totale 4.567 3.846 2.764 19.712 30.890 Area basimetrica 11,07 2,02 2,07 12,36 27,53 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 212,872 38,94 39,884 237,65188 529,35 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 31 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE

Classe Carpino Volume Faggio Orniello Acero classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 1,22 0,40 0 0,94 2,56 49,29 10 7,06 2,52 2,39 16,89 28,86 555 15 4,69 7,52 9,55 32,18 53,95 1.037,54 20 8,82 1,36 1,49 20,18 31,85 612,47 25 26,15 0 0 2,28 28,43 546,81 30 11,53 0 0 0 11,53 221,81 35 33,19 0 0 0 33,19 638,32 40 33,99 0 0 0 33,99 653,63 45 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 55 23,42 0 0 0 23,42 450,45 60 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0

Totale 150,08 11,81 13,43 72,47 247,79 4.765,31

PARTICELLA FORESTALE N. 31 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 32 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone Li Gritti 57 108, 127*, 129* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 15,55 min max Nord-Nord Est 50-85% Boscata (ha) 14,55 682 878 Castagneto da frutto (ha) 0,18 Non coperta (ha) 0,81

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 913 Ceduo misto di carpino nero, acero, ontano, Num. piante totali 13.280 faggio. Piccola fustaia di faggio nella parte basse Area basimetrica/ha (m2/ha) 23,41 del versante con piante di grosse dimensioni. Area basimetrica tot. (m2) 340,75 Fertilità scadente. Strato arbustivo con Area basimetrica media (m2) 0,03 biancospino, agrifoglio. Strato erbaceo con Diametro medio (cm) 18 festuca, ciclamini, fragola, pungitopo. Provvigione/ha (m3/ha) 177,96 Rinnovazione di orniello, carpino nero, faggio, Provvigione tot. (m3) 2.589,84 acero. Incremento medio (m3/ha) 3,24 La pietrosità e rocciosità sono diffuse. Le Ripartizione specifica area basimetrica pendenze sono elevate. Il rotolamento di massi è (ad ettaro): 49% carpino nero; 38% acero; frequente. Danni da pascolamento eccessivo. 10% ontano; 3% faggio. Viabilità: Lambita a Nord dalla strada di collegamento Trentinara-Roccadaspide. Assenza Aree di saggio:34, 35 di viabilità interna.

Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come opere di ingegneria naturalistica per la protezione dei versanti e rinfoltimento nelle chiarie. Esemplari o nuclei isolati di faggio devono essere protetti. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici.

PARTICELLA FORESTALE N. 32 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Faggio Ontano Acero classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 38 0 63 0 100 1.455 0,20 2,86 10 0 50 125 0 175 2.547 1,37 20 15 38 38 75 100 250 3.638 4,42 64,29 20 0 38 50 88 175 2.547 5,5 80,01 25 0 0 100 75 175 2.547 8,59 125,01 30 0 0 0 25 25 364 1,77 25,72 35 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 13 13 182 1,57 22,86 45 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 75 125 413 300 913 13.280 23,41 340,75 totale 1.091 1.819 6.003 4.366 13.280 Area basimetrica 0,74 2,23 8,91 11,54 23,41 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 10,72 32,50 129,66 167,88 340,75 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 32 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Faggio Ontano Acero classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 3,66 0 0,46 0 4,12 59,98 10 0 1,91 5,31 0 7,22 105,14 15 7,04 4,22 8,82 10,73 30,81 448,32 20 0 9,23 11,91 18,83 39,97 581,61 25 0 0 40,79 27,41 68,2 992,53 30 0 0 0 14,01 14,01 203,84 35 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 13,63 13,63 198,41 45 0 0 0 0 0 0

Totale 10,70 15,36 67,29 84,61 177,96 2.589,84

PARTICELLA FORESTALE N. 32 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 34 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone Li Gritti 57 127*, 129* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 6,73 min max Nord-Est 65-70% Boscata (ha) 6,45 843 975 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,28

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 3.375 Ceduo misto di cerro, roverella, carpino nero, Num. piante totali 21.786 carpinella posto su versante acclive con roccia Area basimetrica/ha (m2/ha) 20,22 affiorante. Fertilità scarsa. Presenza di rovo, Area basimetrica tot. (m2) 130,55 biancospino, ginestra, coronilla che assumono Area basimetrica media (m2) 0,01 portamento cespuglioso ed infestante. Diametro medio (cm) 9 Provvigione/ha (m3/ha) 103,95 Provvigione tot. (m3) 669,94 Incremento medio (m3/ha) 2,97 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 41% carpinella; 21% roverella; 18% cerro; 12% carpino nero; Viabilità: Lambita sul confine orientale dalla strada 8% acero. di collegamento Roccadaspide-Monteforte Aree di saggio: 43 Cilento.

Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come opere di ingegneria naturalistica per la protezione dei versanti, decespugliamento e rinfoltimento nelle chiarie. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici.

PARTICELLA FORESTALE N. 34 – CLASSE ECONOMICA B

Classe SPECIE Totale Totale Area piante per Carpino Cerro Acero Carpinella Roverella classe diametrica nero diametrica piante basimetrica cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 1.875 0 1.875 12.103 3,68 23,76 10 25 50 300 575 100 1.050 6.778 8,25 53,23 15 200 75 0 0 150 425 2.743 7,51 48,48 20 0 0 0 0 25 25 161 0,79 5,07 25 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 225 125 300 2.450 275 3.375 21.786 20,22 130,55 totale 1.452 807 1.937 15.815 1.775 21.786 Area basimetrica 3,73 1,72 2,36 8,20 4,22 20,22 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 24,08 11,09 15,21 52,92 27,25 130,55 totale (m2)

PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Acero Carpinella Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 9,39 0 9,39 60,62 10 0,84 2,13 11,58 22,20 4,36 41,11 265,34 15 20,08 8,82 0 0 18,25 47,15 304,36 20 0 0 0 0 6,14 6,14 39,62 25 0 0 0 0 0 0 0

Totale 20,92 10,94 11,58 31,59 28,75 103,79 669,94

PARTICELLA FORESTALE N. 34 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 35 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone Li Gritti – Tempone 57 115, 116, 127* Valdicioffo 59 38* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 18,21 min max Nord-Est 80-85% Boscata (ha) 15,94 682 878 Castagneto da frutto (ha) 1,19 Non coperta (ha) 1,08

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.569 Ceduo misto di acero e carpino nero. Lungo il Num. piante totali 25.012 crinale, presenza di cerro, roverella e orniello con Area basimetrica/ha (m2/ha) 35,13 erica e leccio nello strato arbustivo. Nell’impluvio Area basimetrica tot. (m2) 560,18 è presente il faggio. Tra le specie erbacee è Area basimetrica media (m2) 0,02 presente cisto, pungitopo, festuca, ecc. Diametro medio (cm) 17 Pendenze elevate con roccia affiorante. Fertilità Provvigione/ha (m3/ha) 254,11 scarsa. Provvigione tot. (m3) 4.051,48 Incremento medio (m3/ha) 4,62 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 37% acero; 22% carpino nero; 21% carpinella; 9% roverella; 6% cerro; 5%orniello. Viabilità: Lambita ad Ovest dalla strada di Aree di saggio: 44, 116 collegamento Roccadaspide-Monteforte Cilento.

Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come opere di ingegneria naturalistica per la protezione dei versanti, decespugliamento e rinfoltimento nelle chiarie per mitigare il fenomeno dell’erosione. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici.

PARTICELLA FORESTALE N. 35 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Acero Carpinella Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 38 0 88 0 0 125 1.993 0,25 3,91 10 38 88 94 125 25 63 431 6.876 3,39 54 15 25 113 113 100 75 63 488 7.773 8,61 137,35 20 31 113 50 100 13 50 356 5.680 11,19 178,44 25 6 63 13 13 0 0 94 1.495 4,60 73,37 30 0 0 38 13 0 0 50 797 3,53 56,35 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 13 0 0 0 0 13 199 1,57 25,04 45 0 13 0 0 0 0 13 199 1,99 31,7 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 100 438 306 438 113 175 1.569 25.012 35,13 560,18 totale 1.594 6.976 4.883 6.976 1.794 2.790 25.012 Area basimetrica 2,02 12,91 7,56 7,56 1,91 3,17 35,13 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 32,28 205,84 120,53 120,53 30,52 50,48 560,18 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 35 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Acero Carpinella Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0,27 0 0,44 0 0 0,71 11,37 10 1,26 3,72 3,62 4,83 1,01 2,72 17,16 273,57 15 2,51 13,23 12,07 10,73 8,21 7,60 54,35 866,5 20 6,80 26,79 10,76 21,52 2,73 12,28 80,88 1.289,54 25 2,46 25,49 4,57 4,57 0 0 37,1 591,45 30 0 0 21,01 7 0 0 28,01 446,65 35 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 15,5 0 0 0 0 15,5 247,15 45 0 20,4 0 0 0 0 20,4 325,25 50 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 13,04 105,40 52,03 49,09 11,94 22,60 254,11 4.051,48

PARTICELLA FORESTALE N. 35 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 40 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Difesa di Chiaramonte 46 7*, 9*, 10, 11 50 167, 13, 14 B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 20,48 min max Nord 50-85% Boscata (ha) 19 295 541 Castagneto da frutto (ha) 1,48 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 2.358 Ceduo misto di carpinella, orniello, leccio, cerro, Num. piante totali 44.808 roverella e ontano. Presenza di specie di macchia Area basimetrica/ha (m2/ha) 19,86 come corbezzolo, erica, mirto, alterno. Densa Area basimetrica tot. (m2) 377,34 copertura di pungitopo e stracciabraghe. Area basimetrica media (m2) 0,01 Pendenze elevate con roccia affiorante. A monte Diametro medio (cm) 10 castagneto da frutto. Presenza di aie carbonili e Provvigione/ha (m3/ha) 115,99 terrazzamenti con muretti a secco. Provvigione tot. (m3) 2.203,86 Incremento medio (m3/ha) 2,58 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 52% carpinella; 12% orniello; 10% ontano; 10% leccio; 8% roverella; 6% cerro; 2% acero. Viabilità: Servita ma con assenza di strade di Aree di saggio: 96, 99, 100, 101 servizio interne. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario per la difesa dei versanti, prevenzione incendi, recupero dei muretti a secco. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2019 45 50 13,92 264,46 12%

PARTICELLA FORESTALE N. 40 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale Area piante per Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe diametrica diametrica piante basimetrica cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 838 0 106 0 944 17.931 1,85 35,21 10 13 0 13 781 38 81 19 944 17.931 7,41 140,83 15 31 17 19 138 69 38 38 348 6.610 6,15 116,82 20 19 25 0 6 13 25 13 100 1.900 3,14 59,69 25 0 8 0 0 0 0 6 15 277 0,72 13,60 30 0 8 0 0 0 0 0 8 158 0,59 11,19 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 63 58 31 1.763 119 250 75 2.358 19,86 totale 1.188 1.108 594 33.488 2.256 4.750 1.425 44.808 44.808 377,34 Area basimetrica 1,24 2,08 0,43 10,41 1,90 2,29 1,51 19,86 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 23,55 39,48 8,16 197,72 36,14 43,60 28,68 377,34 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 40 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Volume Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe Totale diametrica diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 4,19 0 0,68 0 4,88 92,70 10 0,42 0 0,53 30,16 1,54 3,27 0,82 36,74 698,09 15 3,14 1,88 2,20 14,75 7,94 4,10 4,56 38,57 732,89 20 4,08 6,15 0 1,35 2,96 5,45 3,07 23,06 438,22 25 0 3,80 0 0 0 0 2,62 6,41 121,85 30 0 6,32 0 0 0 0 0 6,32 120,10 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 7,64 18,15 2,74 50,45 12,44 13,52 11,06 115,99 2.203,86

PARTICELLA FORESTALE N. 40 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 41 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Difesa di Chiaramonte 40 269 46 7*, 9* B 49 18 50 1

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) min max Nord 50-85% Boscata (ha) 285 534 Castagneto da frutto (ha) Non coperta (ha) DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.456 Ceduo misto di acero, carpinella, orniello, leccio, Num. piante totali 14.711 cerro, roverella e ontano. Strato arbustivo con Area basimetrica/ha (m2/ha) 22,01 biancospino, prugnolo, ginestra e coronilla negli Area basimetrica tot. (m2) 222,36 spazi più aperti. Strato erbaceo con rovo, rosa Area basimetrica media (m2) 0,02 canina, stracciabraghe, graminoidi. Pendenze Diametro medio (cm) 14 elevate con roccia affiorante. A monte la particella Provvigione/ha (m3/ha) 150,40 confina con castagneto da frutto. Provvigione tot. (m3) 1.519,38 Incremento medio (m3/ha) 3,20 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 29% acero; 18% carpinella; 16% orniello; 14% ontano; 9% cerro; 8% leccio; 6% roverella. Viabilità: Servita ad Est ed Ovest ma con assenza Aree di saggio: 94, 95, 97, 98 di strade di servizio interne. Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario come opere di sistemazione idraulica per la difesa dei versanti, prevenzione incendi. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2024 47 57 19,55 197,52 13%

PARTICELLA FORESTALE N. 41 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale Area piante per Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe diametrica diametrica piante basimetrica cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 6 156 0 50 0 213 2.147 0,42 4,21 10 31 13 63 263 69 125 31 594 5.998 4,66 47,11 15 31 17 119 75 69 56 25 392 3.957 6,92 69,92 20 31 33 69 6 0 44 13 196 1.978 6,15 62,15 25 6 8 13 0 0 0 6 33 337 1,64 16,53 30 0 17 6 0 0 0 0 23 232 1,62 16,36 35 0 0 6 0 0 0 0 6 63 0,60 6,07 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 100 88 281 500 138 275 75 1.456 22,01 totale 1.010 884 2.841 5.051 1.389 2.778 758 14.711 14.711 222,36 Area basimetrica 2,09 3,03 6,42 3,89 1,75 3,45 1,39 22,01 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 21,07 30,58 64,84 39,30 17,73 34,84 14,01 222,36 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 41 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Volume Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe Totale diametrica diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,05 0,78 0 0,32 0 1,15 11,62 10 1,05 0,48 2,66 10,13 2,82 5,04 1,362 23,54 237,77 15 3,14 1,88 13,96 8,05 7,94 6,16 3,042 44,16 446,10 20 6,80 8,20 16,37 1,35 0,00 9,55 3,069 45,33 457,97 25 2,46 3,80 5,10 0 0 0 2,616 13,98 141,20 30 0 12,64 3,94 0 0 0 0 16,58 167,48 35 0 0 5,67 0 0 0 0 5,67 57,24 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 13,46 26,99 47,74 20,31 10,76 21,06 10,09 150,40 1.519,38

PARTICELLA FORESTALE N. 41 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 44 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Presa 45 7* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 11,9 min max Nord-Nord 40-45% Boscata (ha) 11,01 308 600 Ovest Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,89

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 2.225 Ceduo invecchiato a dominanza di leccio. Densità Num. piante totali 24.506 colma. Ontano e carpino nero presenti verso gli Area basimetrica/ha (m2/ha) 50,40 impluvi. Presenza di erica, stracciabraghe, strato Area basimetrica tot. (m2) 555,07 erbaceo quasi assente. Area basimetrica media (m2) 0,02 Pietrosità e rocciosità diffuse. Diametro medio (cm) 17 Provvigione/ha (m3/ha) 369,18 Provvigione tot. (m3) 4.066,12 Incremento medio (m3/ha) 6,37 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 66% leccio; 20% orniello; 11% cerro; 3% altro. Viabilità: Servita. Mancano strade di penetrazione Aree di saggio: 17, 18, 77 interna.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Portare la densità a 1000-1200 piante/ettaro. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Utilizzare insieme alla particella forestale 45. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2022 58 66 84,91 935,21 23%

PARTICELLA FORESTALE N. 44 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Leccio Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 100 0 0 100 1.101 0,20 2,16 10 0 0 0 33 450 133 25 642 7.067 5,04 55,51 15 42 0 0 8 550 183 0 783 8.628 13,84 152,46 20 25 8 8 0 267 100 0 408 4.497 12,83 141,29 25 8 0 0 0 133 50 0 192 2.111 9,41 103,62 30 8 0 0 0 33 0 0 42 459 2,95 32,44 35 17 0 0 8 25 0 0 50 551 4,81 52,98 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 8 0 0 0 0 0 0 8 92 1,33 14,60 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 108 8 8 50 1.558 467 25 2.225 50,40 Totale 1.193 92 92 551 17.163 5.140 275 24.506 24.506 555,07 Area basimetrica 5,45 0,26 0,26 1,21 33,13 9,88 0,20 50,40 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 60,01 2,88 2,88 13,34 364,94 108,85 2,16 555,07 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 44 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Leccio Orniello Roverella classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0,67 0 0 0,67 7,38 10 0 0 0 1,29 18,45 5,37 1,09 26,20 288,54 15 4,18 0 0 0,89 63,51 20,06 0 88,65 976,40 20 5,44 2,05 1,98 0 63,20 21,82 0 94,49 1.040,75 25 3,29 0 0 0 53,93 18,48 0 75,70 833,72 30 5,30 0 0 0 20,30 0 0 25,60 281,97 35 15,74 0 0 6,68 20,84 0 0 43,26 476,48 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 14,61 0 0 0 0 0 0 14,61 160,89 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 48,56 2,05 1,98 8,86 240,91 65,73 1,09 369,18 4.066,12

PARTICELLA FORESTALE N. 44 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 45 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Presa 45 1*, 72 B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 7,94 min max Nord-Nord Est 55-60% Boscata (ha) 7,30 450 665 Castagneto da frutto (ha) 0,64 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.225 Ceduo invecchiato a dominanza di leccio. Densità Num. piante totali 8.945 colma. Ontano presente verso l’impluvio. Area basimetrica/ha (m2/ha) 36,28 Nell’interno presenza di castagneto da frutto Area basimetrica tot. (m2) 264,88 abbandonato. Sottobosco impenetrabile di rovo, Area basimetrica media (m2) 0,03 stracciabraghe, strato erbaceo quasi assente. Diametro medio (cm) 19 Provvigione/ha (m3/ha) 289,68 Inclusione di castagneto da frutto. Provvigione tot. (m3) 2.115,21 Incremento medio (m3/ha) 4,75 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 72% leccio; 15% ontano; 13% acero. Viabilità: Servita. Mancano strade di Aree di saggio: 78, 93 penetrazione interna

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 400- 600 piante/ettaro. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Utilizzare insieme alla particella forestale 44. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2022 61 69 43,45 317,28 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 45 – CLASSE ECONOMICA B Totale Classe SPECIE Totale piante per Area basimetrica Ontano Acero Leccio classe diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 88 88 639 0,17 1,25 10 0 75 238 313 2.282 2,45 17,92 15 25 38 225 288 2.099 5,08 37,1 20 38 13 88 138 1.004 4,32 31,54 25 63 38 163 263 1.917 12,89 94,09 30 13 0 75 88 639 6,19 45,16 35 0 13 25 38 274 3,61 26,35 40 0 0 13 13 91 1,57 11,47 45 0 0 0 0 0 0 0

Totale/ha 138 175 913 1.225 36,28 Totale/ha 1.004 1.278 6.663 8.945 8.945 264,88 Area basimetrica 5,57 4,69 26,02 36,28 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 40,68 34,23 189,97 264,88 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 45 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Volume Ontano Acero Leccio classe Totale diametrica diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,59 0,59 4,28 10 0 3,19 9,74 12,93 94,38 15 2,81 4,41 25,98 33,2 242,46 20 9,23 2,98 20,74 32,94 240,52 25 28,48 15,3 65,73 109,51 799,64 30 9,48 0 45,68 55,16 402,78 35 0 11,33 20,84 32,18 234,96 40 0 0 13,17 13,17 96,19 45 0 0 0 0 0

Totale 50,00 37,20 202,47 289,68 2.115,21

PARTICELLA FORESTALE N. 45 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 47 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone Pietra Cupa 45 78* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 14,58 min max Nord 25-55% Boscata (ha) 12,67 700 874 Castagneto da frutto (ha) 1,91 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 875 Ceduo misto invecchiato di acero, ontano e cerro. Num. piante totali 11.087 Densità colma nei tratti pianeggianti, rada verso le Area basimetrica/ha (m2/ha) 29,58 stazioni con roccia affiorante. Strato arbustivo con Area basimetrica tot. (m2) 374,75 biancospino, ginestra, rosa canina. Strato erbaceo Area basimetrica media (m2) 0,03 con rovo, felce, dafne, ecc. Presenza di fruttiferi. Diametro medio (cm) 21 Provvigione/ha (m3/ha) 258,96 Confina a Nord con castagneto da frutto privato. Provvigione tot. (m3) 3.281,25 Incremento medio (m3/ha) 4,25 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 51% acero; 36% ontano; 13% cerro. Viabilità: Servita. Aree di saggio:80, 81, 118

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2018 61 65 38,84 492,19 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 47 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale piante Totale per classe Area basimetrica Cerro Ontano Acero Melastro diametrica diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 50 0 50 634 0,10 1,24 10 0 25 175 13 213 2.693 1,67 21,15 15 25 50 88 0 163 2.059 2,87 36,39 20 13 38 75 0 125 1.584 3,93 49,76 25 25 50 63 0 138 1.742 6,75 85,52 30 25 63 75 0 163 2.059 11,49 145,54 35 0 0 13 0 13 158 1,20 15,24 40 0 13 0 0 13 158 1,57 19,90 45 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 88 238 538 13 875 11.087 29,58 374,75 totale 1.109 3.009 6.811 158 11.087 Area basimetrica 3,83 10,70 14,95 0,10 29,58 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 48,51 135,59 189,39 1,24 374,75 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 47 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Melastro classe Totale diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0,37 0 0,37 4,64 10 0 0,96 7,44 0,55 8,94 113,33 15 2,51 5,63 10,29 0 18,43 233,49 20 2,72 9,23 17,86 0 29,81 377,67 25 9,86 22,78 25,49 0 58,14 736,67 30 15,9 47,41 47,25 0 110,55 1.400,76 35 0 0 11,33 0 11,33 143,6 40 0 21,39 0 0 21,39 271,08 45 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0

Totale 30,99 107,40 120,02 0,55 258,96 3.281,25

PARTICELLA FORESTALE N. 47 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 49 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Valle Pietra Cupa 44 19* 45 78* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 8,02 min max Nord-Nord 60-65% Boscata (ha) 7,22 615 751 Ovest Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,80

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.475 Ceduo misto con carpino nero, leccio, acero, cerro, Num. piante totali 10.652 roverella, ontano. Strato arbustivo con Area basimetrica/ha (m2/ha) 23,86 biancospino, carpinella, erica; strato erbaceo con Area basimetrica tot. (m2) 172,29 rovo, festuca, ciclamini, ecc. Rinnovazione di Area basimetrica media (m2) 0,02 carpino nero, leccio, acero, orniello. Diametro medio (cm) 14 Pendenze elevate. Danni da pascolamento con Provvigione/ha (m3/ha) 185,77 sentieramento e abrasioni del suolo. Provvigione tot. (m3) 1.341,60 Tagli abusivi lungo il confine Nord-Est. Incremento medio (m3/ha) 3,51 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 38% cerro; 32% carpino nero; 10% acero; 9% leccio; 8% ontano; 2% roverella; 1% altro. Aree di saggio: 76, 85 Viabilità: Servita a monte lungo il confine Est.

Interventi e prescrizioni: Si interverrà con un diradamento dal basso di grado moderato. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Rilasciare 1-2 polloni tirasucchio su ceppaie di carpinella. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Utilizzare insieme alla particella forestale 10. Consolidare i versanti con opere di ingegneria naturalistica utilizzando materiale recuperabile in loco. Possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2025 53 64 25,08 181,12 13,5%

PARTICELLA FORESTALE N. 49 – CLASSE ECONOMICA B Totale Classe SPECIE Totale piante per Area basimetrica Carpino classe Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 50 0 75 263 0 175 0 75 638 4604 1,25 9,04 10 13 13 38 288 13 50 13 25 450 3250 3,53 25,52 15 0 0 0 75 0 38 0 0 113 812 1,99 14,36 20 50 13 13 13 0 0 0 13 100 722 3,14 22,69 25 13 13 0 13 0 13 0 0 50 361 2,45 17,73 30 38 13 0 0 0 0 0 0 50 361 3,53 25,52 35 25 0 0 25 0 0 0 0 50 361 4,81 34,74 40 13 0 13 0 0 0 0 0 25 181 3,14 22,69 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 200 50 138 675 13 275 13 113 1.475 totale 1.444 361 993 4.875 90 1.986 90 812 10.652 10.652 23,86 172,29 Area basimetrica 9,01 1,99 2,41 7,51 0,10 2,01 0,10 0,74 23,86 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 65,05 14,36 17,37 54,24 0,71 14,53 0,71 5,32 172,29 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 49 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE

Classe Carpino Volume Cerro Ontano Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,27 0 0,55 1,31 0 1,17 0 0,47 3,78 27,27 10 0,42 0,48 1,59 11,10 0,48 2,05 0,50 1,09 17,72 127,96 15 0 0 0 8,05 0 4,33 0 0 12,38 89,37 20 10,89 3,08 2,98 2,69 0 0 0 3,07 22,70 163,92 25 4,93 5,70 0 4,57 0 5,06 0 0 20,25 146,25 30 23,85 9,48 0 0 0 0 0 0 33,33 240,69 35 23,61 0 0 20,04 0 0 0 0 43,64 315,20 40 16,48 0 15,50 0 0 0 0 0 31,98 230,94 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 80,43 18,73 20,62 47,76 0,48 12,61 0,50 4,63 185,77 1.341,60

PARTICELLA FORESTALE N. 49 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 50 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Cavallo 39 714* 45 1* B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 26,11 min max Nord-Nord 40-45% Boscata (ha) 26,11 195 665 Ovest Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.758 Ceduo invecchiato a dominanza di leccio. Sono Num. piante totali 45.915 presenti inoltre cerro, ontano, acero e carpino Area basimetrica/ha (m2/ha) 43,32 nero. Densità colma. Sottobosco con Area basimetrica tot. (m2) 1.131,21 stracciabraghe, rovo, biancospino; strato erbaceo Area basimetrica media (m2) 0,02 quasi assente. Diametro medio (cm) 18 Pietrosità e rocciosità diffuse. Provvigione/ha (m3/ha) 321,91 Presenza di aie carbonili. Provvigione tot. (m3) 8.406,13 Incremento medio (m3/ha) 5,37 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 92% leccio; 4% cerro; 2% Viabilità: Servita a monte e nel tratto intermedio. ontano; 1% acero; 1% carpino nero. Ad Est è presente un sentiero che segna il confine Aree di saggio: 28, 83, 84 con il comparto i.

Interventi e prescrizioni: Taglio di avviamento con metodo indiretto della matricinatura intensiva. Rilascio di 1000-1200 allievi ad ettaro scelti tra le piante da seme e i migliori polloni affrancati. Cadranno al taglio i soggetti danneggiati, malformati, deformi, sottoposti, policormici, stroncati ed in evidente stato di deperimento. Dovranno essere eliminati i soggetti del piano dominato e solo eccezionalmente alcuni di quelli appartenenti al piano dominante. Saranno lasciati a dote del bosco i soggetti di origine gamica o, in alternativa, i migliori polloni sulle ceppaie. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Favorire le latifoglie decidue. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2020 60 66 48,29 1.260,92 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 50 – CLASSE ECONOMICA B Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Ontano Acero Leccio classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 0 0 0 0 50 50 1.306 0,10 2,56 10 8 25 25 38 375 471 12.295 3,70 96,56 15 8 33 8 13 542 604 15.777 10,68 278,80 20 17 0 0 0 333 350 9.140 11,00 287,13 25 0 0 0 0 208 208 5.440 10,23 267,05 30 0 0 0 0 33 33 870 2,36 61,53 35 0 0 0 0 8 8 218 0,80 20,94 40 8 0 0 0 17 25 653 3,14 82,04 45 0 0 0 0 8 8 218 1,33 34,61 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 42 58 33 50 1.575 1.758 45.915 43,32 1131,21 totale 1.088 1.523 870 1.306 41.128 45.915 Area basimetrica 1,78 0,79 0,34 0,52 39,89 43,32 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 46,57 20,51 8,97 13,46 1041,69 1131,21 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 50 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Cerro Ontano Acero Leccio classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0 0 0 0 0,33 0,33 8,75 10 0,28 0,96 1,06 1,45 15,37 19,12 499,33 15 0,84 3,75 0,98 1,34 62,55 69,46 1.813,73 20 3,63 0 0 0 79 82,62 2.157,58 25 0 0 0 0 84,27 84,27 2.200,59 30 0 0 0 0 20,30 20,30 530,14 35 0 0 0 0 6,95 6,95 181,44 40 10,98 0 0 0 17,56 28,55 745,49 45 0 0 0 0 10,3 10,3 269,09 50 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0

Totale 15,73 4,71 2,04 2,79 296,64 321,91 8.406,13

PARTICELLA FORESTALE N. 50 – CLASSE ECONOMICA B Particella forestale n. 51 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Presa 36 1*, 189 B

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 20,38 min max Nord-Nord 60-65% Boscata (ha) 19,73 205 626 Ovest Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,65

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.667 Ceduo invecchiato di leccio, orniello, carpino Num. piante totali 32.885 nero, acero, cero. Densità colma a tratti Area basimetrica/ha (m2/ha) 31,78 interrotta da vegetazione a pseudo-macchia. Area basimetrica tot. (m2) 626,97 Presenza di erica, stracciabraghe, evonimo; strato Area basimetrica media (m2) 0,02 erbaceo con pungitopo, graminacee, felce. Diametro medio (cm) 16 Rinnovazione di leccio, orniello, acero. Provvigione/ha (m3/ha) 225,94 Provvigione tot. (m3) 4.457,94 Pietrosità e rocciosità diffuse. Incremento medio (m3/ha) 4,61 Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 43% leccio; 14% orniello; 14% acero; 13% carpino nero; 11% cerro; 5% altro. Viabilità: Servita. Al suo interno, Aree di saggio: 57, 58, 86, 119 sentiero/mulattiera da ripristinare

Interventi e prescrizioni: Intervenire rilasciando 800-1000 piante ad ettaro scelte tra le piante da seme e i migliori polloni affrancati. In ogni caso dovrà essere ponderato il contributo di ciascuna pianta alla saturazione della copertura delle chiome in modo da non generare interruzioni permanenti nella copertura delle chiome. Devono essere riservate dal taglio i fruttiferi minori, le specie rare, particolarità botaniche, relitti vegetazionali. Favorire le latifoglie decidue. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2023 49 58 33,89 668,69 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 51 – CLASSE ECONOMICA B

Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Cerro Sorbo Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 8 0 0 33 33 125 92 8 300 5.919 0,59 11,62 10 8 8 8 50 75 225 100 0 475 9.372 3,73 73,61 15 42 0 17 100 25 208 42 8 442 8.715 7,80 154,00 20 33 0 17 25 0 133 25 0 233 4.604 7,33 144,64 25 33 0 33 0 0 67 25 0 158 3.124 7,77 153,35 30 0 0 17 17 0 8 0 0 42 822 2,95 58,11 35 0 0 8 0 0 0 8 0 17 329 1,60 31,64 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

totale/ha 125 8 100 225 133 767 292 17 1.667 31,78 totale 2.466 164 1.973 4.439 2.631 15.127 5.755 329 32.885 32.885 626,97 Area basimetrica 3,50 0,07 4,50 4,19 1,10 13,74 4,52 0,16 31,78 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 2 69,09 1,29 88,78 82,65 21,63 271,19 89,11 3,23 626,97 totale (m )

PARTICELLA FORESTALE N. 51 – CLASSE ECONOMICA B PROVVIGIONE Classe Carpino Volume Cerro Sorbo Acero Carpinella Leccio Orniello Roverella classe Totale diametrica nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,04 0 0 0,17 0,17 0,84 0,59 0,05 1,86 36,68 10 0,28 0,37 0,35 1,93 2,90 9,22 4,03 0 19,08 376,47 15 4,18 0 1,96 10,73 2,68 24,06 4,56 1,01 49,18 970,42 20 7,26 0 3,97 5,38 0 31,60 5,45 0 53,66 1.058,76 25 13,15 0 13,60 0 0 26,97 9,24 0 62,95 1.242,03 30 0 0 10,50 9,34 0 5,08 0,00 0 24,91 491,55 35 0 0 7,56 0 0 0 6,74 0 14,29 282,04 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00

Totale 24,91 0,37 37,93 27,54 5,74 97,76 30,61 1,07 225,94 4.457,94

PARTICELLA FORESTALE N. 51 – CLASSE ECONOMICA B

SCHEDE PARTICELLARI

CLASSE ECONOMICA C

CASTAGNETI DA FRUTTO

Particella forestale n. 3 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Piano delle Mandrie 44 19* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 22,42 min max Nord Est 25-40% Boscata (ha) 9,20 765 945 Castagneto da frutto (ha) 13,22 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 7 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Fonte dell’Acero 44 10, 18*, 19* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 35,17 min max Nord – Nord Est 25-40% Boscata (ha) 9,70 935 688 Castagneto da frutto (ha) 24,68 Non coperta (ha) 0,79 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 19 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Balvarie 54 49*, 57*, 69* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 10,34 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 2,73 838 919 Castagneto da frutto (ha) 7,61 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 20 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Balvarie 54 55, 56, 57*, 69*, 78, 85* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 23,14 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 5,78 858 986 Castagneto da frutto (ha) 15,13 Non coperta (ha) 2,22 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 21 Località Riferimenti catastali Foglio Particella Classe Economica 45 768* Spatoza 49 89, 134, 135 57 14* C

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 12,70 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 2,30 710 921 Castagneto da frutto (ha) 10,40 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 24 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Gravalarga 57 13*, 14* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 11,22 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 3 807 910 Castagneto da frutto (ha) 8,22 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 25 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Gravalarga 54 69* C 57 13*, 14*, 19, 36, 44 Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 14,53 min max Est 25-40% Boscata (ha) 3,39 903 945 Castagneto da frutto (ha) 11,14 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 27 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Gravalarga 57 14*, 22, 40 C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 20,14 min max Est 25-40% Boscata (ha) 3,69 750 885 Castagneto da frutto (ha) 16,45 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 28 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Gravalarga 54 69*, 104* C 57 52, 57, 58, 77* Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 14,18 min max Nord Est 25-40% Boscata (ha) 5,68 868 960 Castagneto da frutto (ha) 7,75 Non coperta (ha) 0,76 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 42 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Difesa di Chiaramonte 49 16 C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 2,26 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 0 490 571 Castagneto da frutto (ha) 2,26 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 43 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Spatoza 45 28 C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 4,22 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 0 580 700 Castagneto da frutto (ha) 4,22 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

Particella forestale n. 46 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Spatoza 45 91, 768* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 19,65 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 2,80 700 865 Castagneto da frutto (ha) 16,40 Non coperta (ha) 0,45 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO Particella forestale n. 48 Località Riferimenti catastali Classe Economica Foglio Particella Tempone Pietra Cupa 45 74, 78* C Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 15,41 min max Nord 25-40% Boscata (ha) 7,43 590 888 Castagneto da frutto (ha) 7,98 Non coperta (ha) 0 Descrizione: Castagneti da frutto con sesto di impianto variabile di 8x8 o 10x10 m. Ai margini, l’ontano si comporta quasi come specie infestante. Strato erbaceo composto da felce, dafne, elleboro, ciclamini, festuca sp., ecc. La superficie boscata confina con la particella forestale 49 e si sviluppa lungo il versante. Il soprassuolo è edificato da un bosco ceduo misto di ontano e acero. Presente anche il leccio. Interventi e prescrizioni: In qualsiasi anno, durante il decennio di validità del presente PAF, possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario.

CLASSE ECONOMICA C - CASTAGNETI DA FRUTTO

SCHEDE PARTICELLARI

CLASSE ECONOMICA D

RIMBOSCHIMENTI Particella forestale n. 54 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Sorgente della Forma 57 127* D

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 0,74 min max Est 0-15% Boscata (ha) 0,74 865 885 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.225 Il rimboschimento risale agli anni ’60. Il sesto di Num. piante totali 900 impianto è circa 2 x 2 m con una densità iniziale di Area basimetrica/ha (m2/ha) 61,56 impianto di circa 2.500 piantine ad ettaro. Nel Area basimetrica tot. (m2) 45,24 piano dominante svettano i soggetti più vigorosi Area basimetrica media (m2) 0,05 mentre il piano dominato è occupato da soggetti Diametro medio (cm) 25 morti in piedi o seccheggianti. Lungo i margini e Provvigione/ha (m3/ha) 597,61 dove la luce riesce a penetrare sotto la copertura Provvigione tot. (m3) 439,24 della conifera, cresce indisturbato il rovo. Le Incremento medio (m3/ha) 8,3 latifoglie si collocano ai margini. Ripartizione specifica area basimetrica (ad ettaro): 100% douglasia. Viabilità: Accessibilità buona dalla strada che Area di saggio: 36 collega Trentinara-Roccadaspide.

Interventi e prescrizioni: Favorire l’affermazione di latifoglie autoctone. Eseguire un diradamento dal basso di grado moderato con il prelievo del 15% della provvigione reale. Non creare interruzioni nella copertura per evitare il propagarsi di vegetazione infestante. Prevedere opere di prevenzione incendi. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario con possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. Escludere il pascolo. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2018 55 59 89,64 66,33 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 54 – RIMBOSCHIMENTI

RIMBOSCHIMENTO DOUGLASIA Classe Totale piante per Area basimetrica diametrica classe diametrica cm piante/ha m2/ha m2 5 0 0 0 10 25 0,20 0,14 15 200 3,53 2,60 20 425 13,35 9,81 25 200 9,82 7,22 30 200 14,14 10,39 35 50 4,81 3,54 40 125 15,71 11,55 45 0 0 0

totale/ha 1.225 61,56 totale 900 45,24

PROVVIGIONE

Classe diametrica Volume Totale

cm m3/ha m3 5 - - 10 1,0 0,70 15 23,1 16,97 20 105,7 77,67 25 89,4 65,72 30 143,1 105,20 35 52,7 38,77 40 182,6 134,21 45 0,0 0,00

Totale 597,61 439,24

PARTICELLA FORESTALE N. 54 – RIMBOSCHIMENTI Particella forestale n. 55 Località Riferimenti catastali Classe Foglio Particella Economica Tempone li Gritti 57 127*, 129* D

Superficie Altitudine Esposizione Pendenza Totale (ha) 6,55 min max Sud-SudEst 15-40% Boscata (ha) 6,34 870 960 Castagneto da frutto (ha) 0 Non coperta (ha) 0,21

DATI DENDROMETRICI DESCRIZIONE Num. piante/ha 1.450 Il rimboschimento risale agli anni ’60. Il sesto di Num. piante totali 9.197 impianto è circa 1,5 x 2 m con una densità iniziale Area basimetrica/ha (m2/ha) 51,59 di impianto di circa 3.000 piantine ad ettaro. Area basimetrica tot. (m2) 327,24 Sistemazione a gradoni con muretti a secco Area basimetrica media (m2) 0,04 danneggiati da animali al pascolo e cinghiali. Nel Diametro medio (cm) 21 piano dominante svettano i soggetti più vigorosi Provvigione/ha (m3/ha) 487,92 mentre il piano dominato è occupato da soggetti Provvigione tot. (m3) 3.094,87 morti in piedi o seccheggianti. Le latifoglie si Incremento medio (m3/ha) 8,13 collocano ai margini. Ripartizione specifica area basimetrica Pietrosità e rocciosità diffuse. (ad ettaro): 91% douglasia; 8% ontano; Viabilità: Non servita. Presenza di una pista da 1% carpino nero. ripristinare proveniente dalla confinante particella Area di saggio: 42 forestale 33.

Interventi e prescrizioni: Favorire l’affermazione di latifoglie autoctone. Eseguire un diradamento dal basso di grado moderato con il prelievo del 15% della provvigione reale. Non creare interruzioni nella copertura per evitare il propagarsi di vegetazione infestante. Prevedere opere di prevenzione incendi. Possono essere eseguiti interventi di miglioramento fondiario con possibile utilizzo di finanziamenti pubblici. Escludere il pascolo. RIPRESA Anno Ripresa unitaria Ripresa totale Età 2014 Età al taglio Perc. intervento (m3/ha) (m3) 2018 55 59 73,19 464,01 15%

PARTICELLA FORESTALE N. 55 – RIMBOSCHIMENTI

Classe SPECIE Totale Totale piante per Carpino Area basimetrica Douglasia Ontano classe diametrica nero diametrica piante cm piante/ha n. piante m2/ha m2 5 100 0 50 150 951 0,29 1,87 10 300 0 50 350 2.220 2,75 17,44 15 225 0 0 225 1.427 3,98 25,22 20 225 0 0 225 1.427 7,07 44,84 25 150 50 0 200 1.269 9,82 62,27 30 50 25 0 75 476 5,30 33,63 35 200 0 0 200 1.269 19,24 122,05 40 25 0 0 25 159 3,14 19,93 45 0 0 0 0 0 0 0 totale/ha 1.275 75 100 1.450 51,59 totale 8.087 476 634 9.197 9.197 327,24 Area basimetrica 46,88 4,22 0,49 51,59 ad ettaro (m2/ha) Area basimetrica 297,35 26,78 3,11 327,24 totale (m2)

PROVVIGIONE Carpino Volume Classe diametrica Douglasia Ontano classe Totale nero diametrica cm m3/ha m3 5 0,30 0 0,25 0,55 3,50 10 11,43 0 1,93 13,36 84,76 15 25,97 0 0 25,97 164,72 20 55,94 0 0 55,94 354,86 25 67,06 22,78 0 89,85 569,91 30 35,78 18,96 0 54,75 347,25 35 210,98 0,00 0 210,98 1.338,22 40 36,52 0,00 0 36,52 231,65 45 0 0 0 0 0

Totale 443,99 41,75 2,18 487,92 3.094,87

PARTICELLA FORESTALE N. 55 – RIMBOSCHIMENTI

RILIEVI DI CAMPAGNA PARTICELLA FORESTALE N. 5

Ø cerro ontano napoletano acero carpinella melastro, sorbo roverella

AdS 20 AdS 21 AdS 69 AdS 20 AdS 21 AdS 69 AdS 20 AdS 21 AdS 69 AdS 20 AdS 21 AdS 69 AdS 20 AdS 21 AdS 69 AdS 20 AdS 21 AdS 69 5 0 0 0 0 0 0 1 1 2 2 0 7 3 1 0 0 0 0 10 0 0 3 7 1 1 4 4 7 2 0 3 0 0 0 0 5 2 15 1 2 8 3 4 2 5 4 11 0 0 0 0 2 0 0 4 3 20 0 4 4 0 0 1 0 3 2 0 0 0 0 0 0 0 6 2 25 0 6 7 0 0 0 0 3 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 0 3 2 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 3 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 2 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 65 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N.12 Ø ontano cerro acero carpinella melastro roverella napoletano AdS 50 AdS 51 AdS 50 AdS 51 AdS 50 AdS 51 AdS 50 AdS 51 AdS 50 AdS 51 AdS 50 AdS 51 5 1 1 0 0 0 0 7 0 0 0 0 0 10 2 1 1 0 1 0 9 0 0 0 0 1 15 7 1 1 0 1 0 1 0 1 0 0 0 20 7 1 6 0 1 0 0 0 0 0 0 1 25 4 5 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 30 1 6 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 35 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A PARTICELLA FORESTALE N. 13 Ø cerro ontano napoletano carpino nero melastro AdS 15 AdS 16 AdS 72 AdS 73 AdS 15 AdS 16 AdS 72 AdS 73 AdS 15 AdS 16 AdS 72 AdS 73 AdS 15 AdS 16 AdS 72 AdS 73 5 1 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 1 10 2 0 2 0 0 0 2 2 0 0 2 2 0 0 0 0 15 0 0 3 1 0 3 3 4 0 0 2 0 0 1 0 0 20 0 0 0 6 2 3 6 0 0 0 1 0 0 0 0 0 25 2 0 4 2 5 4 0 0 0 0 2 1 0 0 0 0 30 1 0 0 3 1 1 0 2 0 0 0 0 0 1 0 0 35 4 0 5 4 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 40 2 0 2 3 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 2 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 15 Ø ontano cerro roverella carpino nero napoletano AdS 52 AdS 53 AdS 52 AdS 53 AdS 52 AdS 53 AdS 52 AdS 53 5 0 0 0 0 0 0 0 0 10 0 1 0 4 0 2 0 0 15 0 3 0 0 1 0 0 0 20 2 4 0 0 3 0 0 1 25 5 7 0 0 1 0 0 0 30 3 3 0 0 1 0 0 0 35 2 2 0 0 0 0 0 0 40 1 0 0 0 0 0 0 0 45 0 1 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 60 0 1 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A PARTICELLA FORESTALE N. 18 Ø ontano cerro acero roverella napoletano AdS 54 AdS 55 AdS 54 AdS 55 AdS 54 AdS 55 AdS 54 AdS 55 5 0 0 0 0 0 0 0 0 10 0 0 0 0 0 4 0 0 15 1 0 2 0 2 0 0 1 20 3 0 2 0 2 0 0 0 25 2 2 2 0 7 2 0 0 30 1 3 1 1 1 0 0 0 35 1 4 0 1 0 0 0 0 40 2 1 0 0 0 0 0 0 45 0 2 0 1 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 1 0 1 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 65 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 29 Ø ontano cerro acero perasto, melastro roverella carpino nero napoletano AdS 30 AdS 31 AdS 30 AdS 31 AdS 30 AdS 31 AdS 30 AdS 31 AdS 30 AdS 31 AdS 30 AdS 31 5 0 0 0 0 0 0 0 1 0 3 0 0 10 0 7 0 4 2 2 4 0 0 1 0 0 15 0 8 2 0 2 2 4 0 0 1 0 1 20 0 10 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 25 0 8 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 30 1 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 35 0 1 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A PARTICELLA FORESTALE N. 33 Ø cerro ontano napoletano acero leccio carpinella carpino nero AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 AdS 39 AdS 40 AdS 41 AdS 92 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 1 0 10 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 2 15 0 0 1 2 0 0 0 2 4 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 4 20 0 0 1 2 0 1 0 3 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 25 1 0 1 1 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 30 2 1 0 3 0 0 3 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 35 1 0 2 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 40 2 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 45 1 2 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 36 Ø cerro orniello roverella carpinella carpino nero

AdS 112 AdS 113 AdS 114 AdS 115 AdS 112 AdS 113 AdS 114 AdS 115 AdS 112 AdS 113 AdS 114 AdS 115 AdS 112 AdS 113 AdS 114 AdS 115 AdS 112 AdS 113 AdS 114 AdS 115 5 1 0 0 6 0 1 2 1 0 0 0 2 6 11 0 10 0 2 0 1 10 4 2 1 5 1 2 1 2 2 4 0 3 5 2 3 3 3 3 0 5 15 12 7 4 3 4 3 2 2 0 3 0 2 2 0 5 2 6 5 1 2 20 5 10 6 4 1 2 4 3 1 1 1 0 0 0 2 0 2 0 3 0 25 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 1 1 3 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 1 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A

PARTICELLA FORESTALE N. 38 Ø cerro orniello roverella carpinella carpino nero

AdS 106 AdS 107 AdS 108 AdS 109 AdS 110 AdS 106 AdS 107 AdS 108 AdS 109 AdS 110 AdS 106 AdS 107 AdS 108 AdS 109 AdS 110 AdS 106 AdS 107 AdS 108 AdS 109 AdS 110 AdS 106 AdS 107 AdS 108 AdS 109 AdS 110 5 0 0 0 0 0 0 1 4 0 1 0 0 0 1 2 12 11 0 9 10 0 2 0 0 1 10 0 2 1 0 0 10 12 11 5 2 2 4 0 1 1 10 2 3 11 3 0 0 0 0 5 15 3 5 3 0 0 3 3 10 6 2 1 3 0 2 2 2 0 5 2 2 3 5 1 0 2 20 5 0 5 4 4 4 1 4 1 3 0 1 0 2 1 0 0 2 0 0 2 5 9 2 0 25 0 0 1 4 2 0 4 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 2 6 0 0 30 0 1 3 0 4 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 3 1 0 35 0 2 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A

PARTICELLA FORESTALE N. 39 Ø cerro orniello roverella carpinella carpino nero AdS 102 AdS 103 AdS 104 AdS 105 AdS 102 AdS 103 AdS 104 AdS 105 AdS 102 AdS 103 AdS 104 AdS 105 AdS 102 AdS 103 AdS 104 AdS 105 AdS 102 AdS 103 AdS 104 AdS 105 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 16 11 0 10 0 2 0 0 10 0 0 0 0 0 0 0 2 1 2 0 0 25 2 13 7 3 3 0 0 15 0 4 0 0 2 1 0 2 0 4 2 0 9 0 5 2 0 1 1 0 20 0 5 0 0 1 0 2 1 2 1 1 2 0 0 2 0 0 0 1 0 25 1 3 0 2 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 30 3 0 0 2 0 2 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 4 0 2 0 0 1 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 2 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 2 1 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 52 Ø melastro, cerro carpinella roverella sorbo AdS 59 AdS 59 AdS 20 AdS 59 5 0 6 0 3 10 3 3 3 4 15 7 0 1 2 20 4 0 0 0 25 5 0 0 0 30 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A

PARTICELLA FORESTALE N. 53 Ø cerro orniello roverella carpinella carpino nero AdS 87 AdS 88 AdS 89 AdS 87 AdS 88 AdS 89 AdS 87 AdS 88 AdS 89 AdS 87 AdS 88 AdS 89 AdS 87 AdS 88 AdS 89 5 1 3 5 0 1 0 6 0 2 9 11 13 0 1 2 10 4 7 6 1 2 4 2 2 1 9 7 3 4 2 1 15 6 5 2 2 3 1 0 4 2 0 0 1 3 4 3 20 5 2 2 1 2 3 1 1 0 0 0 0 1 0 0 25 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA A PARTICELLA FORESTALE N. 1 Ø cerro ontano napoletano acero AdS 23 AdS 24 AdS 60 AdS 61 AdS 23 AdS 24 AdS 60 AdS 61 AdS 23 AdS 24 AdS 60 AdS 61 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 12 3 10 0 0 0 1 0 0 5 2 1 2 10 2 15 0 0 0 2 0 5 3 1 6 2 3 13 20 0 0 0 0 0 3 0 1 9 4 5 1 25 1 0 2 0 0 2 1 2 2 5 0 9 30 1 0 0 0 0 0 0 1 1 3 2 3 35 1 0 0 0 1 1 2 0 1 3 0 5 40 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0

PARTICELLA FORESTALE N. 2 Ø cerro ontano napoletano acero AdS 62 AdS 63 AdS 64 AdS 62 AdS 63 AdS 64 AdS 62 AdS 63 AdS 64 5 0 0 0 2 0 0 4 0 0 10 0 0 0 0 0 0 1 0 0 15 2 0 0 3 3 0 2 5 2 20 0 1 0 0 3 1 9 4 1 25 1 0 0 0 2 1 2 5 9 30 1 0 0 0 0 1 1 1 3 35 0 0 0 1 1 0 1 0 5 40 0 0 0 0 0 2 0 0 1 45 1 0 1 0 0 0 0 0 2 50 0 0 0 0 1 0 0 0 0 55 0 0 1 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 4 Ø cerro ontano napoletano acero carpino nero

AdS 49 AdS 65 AdS 66 AdS 49 AdS 65 AdS 66 AdS 49 AdS 65 AdS 66 AdS 49 AdS 65 AdS 66 5 0 0 0 0 0 0 0 4 2 0 4 0 10 0 0 0 0 2 0 0 2 1 0 2 3 15 0 1 0 0 1 2 3 3 5 0 10 2 20 0 1 0 3 3 0 3 5 0 0 4 0 25 0 0 2 7 0 0 0 6 0 0 3 0 30 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 35 0 0 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 1 2 1 0 0 1 0 0 0 45 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 1 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B

PARTICELLA FORESTALE N. 6 Ø ontano napoletano acero ciliegio roverella AdS 47 AdS 48 AdS 67 AdS 68 AdS 47 AdS 48 AdS 67 AdS 68 AdS 47 AdS 48 AdS 67 AdS 68 AdS 47 AdS 48 AdS 67 AdS 68 5 0 0 0 0 16 8 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 10 0 5 0 2 10 11 5 3 0 0 0 0 0 0 1 0 15 0 3 1 0 4 6 12 0 0 0 0 0 0 0 0 0 20 0 8 2 7 2 3 11 3 1 0 0 0 0 0 1 0 25 1 3 0 2 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 30 2 2 0 1 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 8 Ø ontano cerro acero melastro napoletano AdS 70 AdS 71 AdS 70 AdS 71 AdS 70 AdS 71 AdS 70 AdS 71 5 0 1 0 0 4 0 0 0 10 0 0 2 0 10 4 1 0 15 0 2 4 0 3 4 0 0 20 0 0 3 0 2 1 0 1 25 0 0 4 2 0 5 0 0 30 1 0 4 1 2 4 0 0 35 0 0 0 1 1 1 0 0 40 0 0 0 1 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 9 Ø cerro ontano napoletano acero perastro, melastro AdS 9 AdS 12 AdS 74 AdS 9 AdS 12 AdS 74 AdS 9 AdS 12 AdS 74 AdS 9 AdS 12 AdS 74 5 0 0 0 0 0 0 4 0 3 0 1 0 10 0 0 2 0 0 0 14 0 12 0 0 0 15 0 0 1 0 0 0 3 4 10 0 1 0 20 0 0 0 3 0 3 2 1 3 0 1 0 25 0 0 0 4 1 4 0 4 0 0 0 0 30 0 0 0 4 1 1 1 4 1 0 0 0 35 0 0 0 1 0 4 1 1 0 0 0 0 40 0 0 0 1 0 1 0 0 1 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 10 Ø ontano cerro acero leccio orniello roverella carpino nero napoletano AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 AdS 10 AdS 46 5 0 0 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 10 0 0 0 0 10 0 0 3 0 1 0 0 0 0 15 0 0 2 0 11 0 0 0 0 0 0 2 0 1 20 0 0 3 0 11 0 0 3 0 1 0 0 0 0 25 0 0 1 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 1 30 0 0 1 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 1 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 40 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1

PARTICELLA FORESTALE N. 11 Ø ontano perasto, cerro acero leccio roverella carpino nero napoletano melastro AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 AdS 11 AdS 82 5 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 1 0 1 0 10 0 0 0 0 0 1 1 0 2 1 2 3 1 2 15 0 2 0 0 1 0 0 0 0 0 5 0 11 5 20 0 1 0 0 0 1 0 0 1 0 4 2 2 10 25 2 2 2 3 0 0 0 0 0 0 2 4 1 2 30 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 45 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 16 Ø ontano faggio acero melastro napoletano AdS 1 AdS 2 AdS 1 AdS 2 AdS 1 AdS 2 AdS 1 AdS 2 5 0 5 0 0 0 0 0 0 10 1 3 0 0 0 0 0 0 15 1 1 0 0 0 0 1 0 20 0 2 3 0 0 1 0 0 25 0 1 0 0 1 0 0 0 30 0 2 0 0 0 0 0 0 35 0 2 0 0 1 0 0 0 40 1 4 0 0 0 0 0 0 45 1 4 1 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 55 0 0 0 0 0 0 0 0 60 0 1 1 0 0 0 0 0 65 1 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 17 Ø faggio acero carpino nero AdS 3 AdS 4 AdS 3 AdS 4 AdS 3 AdS 4 5 0 2 0 0 0 0 10 0 1 0 0 0 7 15 0 0 4 2 0 23 20 0 0 4 6 0 10 25 0 0 11 1 0 1 30 0 0 7 0 0 0 35 0 1 1 0 0 0 40 0 0 1 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 55 0 0 1 0 0 0 60 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 23 Ø ontano faggio acero carpino nero napoletano AdS 5 AdS 6 AdS 5 AdS 6 AdS 5 AdS 6 AdS 5 AdS 6 5 0 0 0 0 0 0 0 0 10 3 0 0 0 2 4 0 0 15 0 1 0 0 9 11 0 0 20 0 0 0 1 8 6 0 1 25 0 0 0 1 2 11 0 0 30 0 0 2 2 4 5 0 0 35 0 0 3 0 2 0 0 0 40 0 1 0 0 1 0 0 0 45 0 0 0 0 1 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 26 Ø ontano faggio acero melastro napoletano AdS 7 AdS 8 AdS 7 AdS 8 AdS 7 AdS 8 AdS 7 AdS 8 5 0 0 0 0 0 0 0 1 10 0 0 0 3 3 0 0 1 15 0 0 2 19 5 0 0 0 20 0 0 0 15 5 2 0 2 25 1 0 3 6 2 0 0 0 30 0 0 4 2 2 0 0 0 35 0 0 0 0 1 0 0 0 40 0 0 1 0 0 0 0 0 45 1 0 1 0 1 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 30 Ø cerro ontano napoletano acero orniello roverella carpinella carpino nero

AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 AdS 29 AdS 37 AdS 38 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 84 0 0 0 0 10 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 8 0 0 5 1 0 11 0 0 12 0 15 0 5 0 1 0 0 1 0 0 0 2 0 0 5 1 0 0 0 0 1 0 20 0 2 3 1 0 0 5 0 2 0 0 0 0 4 1 0 0 0 0 0 0 25 0 1 7 2 0 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 0 0 4 1 0 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 1 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 31 Ø faggio orniello acero carpino nero

AdS 32 AdS 33 AdS 90 AdS 91 AdS 32 AdS 33 AdS 90 AdS 91 AdS 32 AdS 33 AdS 90 AdS 91 AdS 32 AdS 33 AdS 90 AdS 91 5 0 0 2 0 0 8 2 0 0 0 0 0 0 6 11 13 10 4 0 5 2 0 6 4 0 0 0 2 7 0 27 15 28 15 3 0 0 1 0 2 8 1 1 1 8 3 0 18 19 11 20 4 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 4 3 8 25 3 0 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 30 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 2 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 55 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 32 Ø ontano faggio acero carpino nero napoletano AdS 34 AdS 35 AdS 34 AdS 35 AdS 34 AdS 35 AdS 34 AdS 35 5 2 1 0 0 0 5 0 0 10 0 0 2 2 1 9 0 0 15 0 3 0 3 2 4 1 7 20 0 0 1 2 1 3 4 3 25 0 0 0 0 2 6 2 4 30 0 0 0 0 0 0 0 2 35 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 1 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 34 Ø carpino cerro acero roverella carpinella nero AdS 43 AdS 43 AdS 43 AdS 43 AdS 43 5 0 0 0 75 0 10 1 2 4 23 12 15 8 3 6 0 0 20 0 0 1 0 0 25 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 35 Ø cerro acero orniello roverella carpinella carpino nero

AdS 44 AdS 116 AdS 44 AdS 116 AdS 44 AdS 116 AdS 44 AdS 116 AdS 44 AdS 116 AdS 44 AdS 116 5 0 0 3 0 0 0 0 0 0 7 0 0 10 0 3 6 1 0 2 0 5 0 10 5 3 15 0 2 6 3 0 6 0 5 0 8 5 4 20 0 3 8 1 0 1 0 4 0 8 2 2 25 0 1 4 1 0 0 0 0 0 1 1 0 30 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 40 Ø cerro ontano napoletano acero leccio orniello roverella carpinella

AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 AdS 96 AdS 99 AdS 100 AdS 101 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 7 7 0 0 0 0 0 65 18 28 23 10 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 2 0 4 2 0 2 3 5 3 0 0 3 0 78 15 17 15 15 1 2 1 1 0 0 0 2 0 0 0 3 0 7 4 0 0 2 0 4 2 1 1 2 13 9 0 0 20 1 0 0 2 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 2 0 2 0 1 1 0 1 0 1 1 0 0 0 25 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 30 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 41 Ø cerro ontano napoletano acero leccio orniello roverella carpinella

AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 AdS 94 AdS 95 AdS 97 AdS 98 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 7 0 0 0 0 0 0 0 0 17 8 10 2 1 1 1 0 0 2 0 3 0 5 2 2 2 6 1 5 6 5 4 0 1 2 2 3 14 10 15 15 1 2 1 1 0 0 0 2 3 4 7 5 4 1 2 4 0 2 0 7 0 1 3 0 4 5 0 3 20 1 2 0 2 0 0 1 3 5 2 0 4 0 0 0 0 2 1 3 1 0 2 0 0 1 0 0 0 25 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 30 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 44 Ø cerro ontano napoletano acero leccio orniello roverella carpino nero

AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 AdS 17 AdS 18 AdS 77 AdS 117 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 6 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 10 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 28 12 14 18 2 0 14 5 0 1 2 0 0 3 1 0 15 0 3 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 34 14 18 22 4 0 18 7 0 0 0 0 0 1 0 0 20 0 3 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 15 8 9 11 3 0 9 4 0 0 0 0 0 0 0 0 25 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9 2 5 5 1 0 5 2 0 0 0 0 0 0 0 0 30 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 45 Ø ontano acero leccio napoletano AdS 93 AdS 78 AdS 93 AdS 78 AdS 93 AdS 78 5 0 0 0 0 5 2 10 0 0 1 5 4 15 15 0 2 1 2 10 8 20 1 2 1 0 4 3 25 2 3 1 2 8 5 30 1 0 0 0 1 5 35 0 0 1 0 2 0 40 0 0 0 0 0 1 45 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 47 Ø cerro ontano napoletano acero melastro

AdS 80 AdS 81 AdS 118 AdS 80 AdS 81 AdS 118 AdS 80 AdS 81 AdS 118 AdS 80 AdS 81 AdS 118 5 0 0 0 0 0 0 4 0 2 0 0 0 10 0 0 0 2 0 1 10 4 7 1 0 0 15 0 2 1 4 0 2 3 4 4 0 0 0 20 1 0 1 3 0 2 2 4 3 0 0 0 25 0 2 1 2 2 2 0 5 3 0 0 0 30 1 1 1 4 1 3 2 4 3 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 40 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 49 Ø ontano cerro acero leccio orniello roverella carpinella carpino nero napoletano AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 AdS 76 AdS 85 5 4 0 0 0 6 0 14 0 0 0 6 0 0 0 21 0 10 1 0 1 0 3 0 4 0 1 0 2 0 0 1 23 0 15 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 6 0 20 4 0 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 25 0 1 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 30 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 35 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 40 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B

PARTICELLA FORESTALE N. 50 Ø cerro ontano napoletano acero leccio carpino nero

AdS 28 AdS 83 AdS 84 AdS 28 AdS 83 AdS 84 AdS 28 AdS 83 AdS 84 AdS 28 AdS 83 AdS 84 AdS 28 AdS 83 AdS 84 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 10 0 0 1 2 0 1 1 2 0 24 7 14 1 2 0 15 1 0 0 1 1 2 0 1 0 19 28 18 0 1 0 20 0 2 0 0 0 0 0 0 0 10 21 9 0 0 0 25 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 9 9 0 0 0 30 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 2 0 0 0 35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 40 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0

PARTICELLA FORESTALE N. 51 Ø cerro acero leccio orniello roverella sorbo carpinella carpino nero

AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 AdS 57 AdS 58 AdS 86 AdS 119 5 0 1 0 0 0 0 0 0 9 1 5 5 9 2 0 4 1 0 0 0 0 0 0 0 1 3 0 1 1 0 3 1 10 0 1 0 0 1 0 0 0 10 8 9 9 5 1 6 4 0 0 0 0 0 1 0 0 2 7 0 3 4 0 2 2 15 2 1 2 2 1 0 1 1 7 7 11 8 1 1 3 2 0 1 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 3 2 7 4 20 1 3 0 1 0 0 2 1 4 9 3 5 0 1 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 0 1 25 2 1 1 1 2 0 2 1 2 4 2 3 0 2 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 0 0 0 0 2 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 35 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 45 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA B PARTICELLA FORESTALE N. 54

Ø douglasia

AdS 36 5 0 10 1 15 8 20 17 25 8 30 8 35 2 40 5 45 0

PARTICELLA FORESTALE N. 55 Ø ontano carpino douglasia napoletano nero AdS 42 5 4 0 2 10 12 0 2 15 9 0 0 20 9 0 0 25 6 2 0 30 2 1 0 35 8 0 0 40 1 0 0 45 0 0 0

RILIEVI AREE DI SAGGIO – CLASSE ECONOMICA D COORDINATE AREE DI SAGGIO

Area di COORDINATE WGS84/UTM FUSO 33 Area di COORDINATE WGS84/UTM FUSO 33 Saggio EST NORD Saggio EST NORD n. m m n. m m

AdS 1 511642 4474298 AdS 47 510140 4475553 AdS 2 511912 4474326 AdS 48 510045 4475589 AdS 3 512235 4474413 AdS 49 509848 4475539 AdS 4 512407 4474376 AdS 50 511825 4475353 AdS 5 512678 4474458 AdS 51 511772 4475135 AdS 6 512764 4474453 AdS 52 511556 4475013 AdS 7 512908 4474269 AdS 53 511674 4474820 AdS 8 513145 4474125 AdS 54 511831 4474896 AdS 9 510911 4475597 AdS 55 512089 4474765 AdS 10 510983 4475708 AdS 56 512168 4474787 AdS 11 511128 4475747 AdS 57 510682 4477144 AdS 12 511142 4475542 AdS 58 510562 4476995 AdS 13 511087 4474940 AdS 59 509683 4476943 AdS 14 511121 4474736 Ads 60 509153 4475795 AdS 15 510995 4474854 Ads 61 509320 4475735 AdS 16 510830 4475078 AdS 62 509041 4475563 AdS 17 512033 4476517 AdS 63 509087 4475505 AdS 18 511997 4476376 AdS 64 509034 4475381 AdS 19 510417 4476185 AdS 65 509497 4475713 AdS 20 510292 4476101 AdS 66 509673 4475269 AdS 21 510080 4476146 AdS 67 509864 4475239 AdS 22 509659 4476323 AdS 68 510003 4475078 AdS 23 509340 4476402 AdS 69 510021 4475753 AdS 24 509434 4476255 AdS 70 510315 4475197 AdS 25 509621 4476171 AdS 71 510477 4474933 AdS 26 510555 4475830 AdS 72 510609 4474741 AdS 27 510605 4475775 AdS 73 510796 4474568 AdS 28 511112 4476396 AdS 74 511125 4475169 AdS 29 513478 4473814 AdS 75 511307 4475119 AdS 30 513510 4473927 AdS 76 510846 4476069 AdS 31 513535 4474126 AdS 77 511983 4476558 AdS 32 513515 4473666 AdS 78 511754 4476289 AdS 33 513682 4473588 AdS 79 511255 4475650 AdS 34 514123 4473082 AdS 80 511636 4475507 AdS 35 513828 4472870 AdS 81 511814 4475493 AdS 36 514117 4473187 AdS 82 511331 4475386 AdS 37 514245 4473515 AdS 83 511442 4476589 AdS 38 513989 4474030 AdS 84 511240 4476366 AdS 39 514597 4472267 AdS 85 511083 4476064 AdS 40 514440 4472303 AdS 86 510699 4477264 AdS 41 514329 4472540 AdS 87 510397 4477315 AdS 42 514408 4472696 AdS 88 510204 4477338 AdS 43 514342 4472579 AdS 89 510286 4477460 AdS 44 514755 4472583 AdS 90 513491 4473217 AdS 45 511218 4475958 AdS 91 513499 4472963 AdS 46 511024 4475876 AdS 92 513778 4472532 COORDINATE AREE DI SAGGIO

Area di COORDINATE WGS84/UTM FUSO 33 Area di COORDINATE WGS84/UTM FUSO 33 Saggio EST NORD Saggio EST NORD n. m m n. m m

AdS 93 511929 4476362 AdS 107 515122 4475852 AdS 94 513836 4476154 AdS 108 515321 4475806 AdS 95 513960 4476148 AdS 109 515163 4475762 AdS 96 514392 4476086 AdS 110 514942 4475791 AdS 97 513940 4476001 AdS 111 515659 4472806 AdS 98 513807 4476056 AdS 112 515904 4471855 AdS 99 514308 4476108 AdS 113 515744 4471725 AdS 100 514205 4476165 AdS 114 515740 4471895 AdS 101 514370 4475849 AdS 115 515536 4471777 AdS 102 514478 4476076 AdS 116 514963 4472433 AdS 103 514533 4476052 AdS 117 512060 4476773 AdS 104 514627 4475989 Ads 118 511895 4475519 AdS 105 514591 4476094 AdS 119 510556 4476775 AdS 106 514972 4475856

Allegato A

DECRETO DEL REGIO COMMISSARIO PER GLI USI CIVICI DEL 2/1/1938 ...... · ······~ .. ;~-;~

···.·.-:-.1:---:. .... ~ .• . . 't, ·~·-') ..J ~ .. . . I L.o I h .. COMUNE DI ROCCADASPIDE . 'i I .· .' 'i

I .'Il .Podestà ; ~SL COMUNE SUDEETTO I i .. J

I ...., et: e il Dn OL'•>t o del H. Comrdssario per gli Usi c iVici in :; d:. t;; 2 ::;.: "n" j_c 19J8 col quo 1-> si è proceduto a11a siste,,,ao, j i ~ "i <>n.:• ù •Ol <)._,,,Wnio ll il.o. ·o ~ ~ c:u~c>t o. Comllne :f'u pubblicato ·j J all'Albo !'n:tvl"io ct;,1 Comune per durata i la di gio1·n1 tl'ents' . . 1·~ dal 1° f lo al 2 co l'J". u, - senza che avvérso allo ···( ~l•hr" niur~o I I :: l ,. :;,;o ~Li e tu t~ p1

·,. ·' :. -~ .·. .. ·~ I•.1-· IL R. UOit'lniISSARIO l)er lo 1 1g_u1··cl a~none· de g l·i...... ,·1~i·· ~ ci·vi"ci in Na,Poli \ ======

Visti gli atti i~e1otivi alla ve:l:'ifica dei dernani nel Co=

nrune dii. ROCC.ADASPID:8 (Salerno), formati dall •istruttore :perito

Ingo. Marco Guerri tori, debitamente :pubblicati.

RITENUTO

Che l'istruttore J;erito ing. Marco Guerritore sulla soor=

ta delle planimetrie redatte dal perito Cicatelli nel 1811 che

provvide

le ordinanze Giampaolo 16-17-21 febbraio

razione dei demoni e omU!l8li, ha proceduto alla ricostruzione ge=

nerole dei demani stessi eccert~ndp la seguente consistenza: · _:._~::;., 1°) Demonio CHliIE Uni versale identifica.te attraverso .1' ordinanza _X:j.!Ì~ del Co

es tensione cli ett. l:.S. 9 6. 09 di cui ett. 5 o 68 024 le g:i. ttimamen1ie ··.:;V

8 8 0

~- ~ :: :::::i: dc:::~ G~~::~ :x ::::::: •i denti f i e a t o da gli atti di~i= .-lii partizione e perizia antica completamente occu,Pato :per ~:a com:plea= :· .~·;.J

;•. ):~~ siva estensione di ett. 34'635o71o :·:.}t 3°) Demanio CHI.AIDMONTE universale identificato att.raverso 1' or=

dinanza del Commissario Riparti );ore e delle antiche perizie pe:r

la complessiva estensiona di ett. 128.45oll 1 di etti ett. 39.63.00

legittimamente J:'nosseduti,ett.18.12.2·.;.; ., occu1"'at1·~ ed ett • 70 o 69 • 88

liberi o .· 40) Denwnio_ MONTJ\GH1\ in parte ex feudole,in parte universale, id.en·ti.ficuto e.tt~:averso varie ordinanze delx Commissario Rip. per lo compiessiva·: estensione di ett. 2455.13.83 di cui ett.

785o0lo3:J legittimamente occu:pati,ett. 448046.94 occupati ed ett. l22~o65o50 liberi.

Com~lessivamen~~ ett. 2631090.74 legittimamente occupati ett. ff30o32o63; occupati ett. 509022.73 e libe:ri ett. 1292.35.38.

Che COI\ ordinanza 1·n data 11 luglio 1936 debitamente eppro= vata con Regio Dec~eto 7 agosto e 11 settembre 1936,approvata con con Regio Decreto 1° _pttobre stesso anno si è proceduto slls. legittimazione del Demanio occupato par ett. 509.22.73.

Che con ordinanza in data 5 agosto 1936, debi tsmente appro= v at a con Dec:reto l~:iinisteriale 9 settembre successivoa:, si è emolo= gato la e onciliazione intervenuta tra il Comune di Roccadaspide e Ca:paccio,determinandosi la nuova linea di confine.tra i demani

Montagna di entrambi i Comuni di Capra:r~ e Crispi di Roccada~pide e Polveragghio di Capaccio.

-Che non essendovi altre operazioni a compiere, nè vert·~~-e di confinazione da istruire, è necessario provvedere alln sistema= zione degli ettar:}. 1292.55~·35 castituenti il demanio libero.

Che risultando da sicuri elementi che la superficie di ett.

6 1242o85òlo sia tutta boschiva e"pascolctiva 1 per la restante pa~ in ett. 49.50028 serainativi in rnodo da rendersi "!inutile un accer:::

.· ~· ( } )

tamento tecnico,puù assegnarsi rispettivamente:

1) Alla categoria}.) de11•art,ll della legge 16 giugno 1927 n. 17 66, -pei· Ha. 1242.85.10. • 11) Ailila catego;ria B), omettendosi· il pio.no di massima, giusta

autorizzazione Ministeriale data con nota 9 novembre J.936 no

29468 per Ho. 49050.28.

Che non potendo sodd~sfare. gli ettari 49.50.28 seminativi

per la loro esigua estensione i bisogni della popolnzione a un~

no::i;.·msle quotizzazione possono progorsi per l'alienasione ai

sensi dell'art. 39 del Regolamento 26 febbraio 1928 n. 332.

Che sugli ett. 1242.85.10 assegnati alla categoria A) della

puecitsta legge sono stati accertati gli usi civici del pasce=

re e del legnare in favore dei natu.rali del Comune.

Che_ .. non esseri.dovi ulteriori operazioni a compiersi e.i sensi

di legge.nel territorio del Comune di Roccadaspide va pertanto

o:Vdina ta la chiusura delle operazioni demaniali e 1 'archi Via=

zione degli atti relativi.

tetti gli arto 11 e 14 della legge l.6-6-1927 l'.1•l.766,art 0 39,RK.Decreto 26-2-1928 n.332 e la Ministeri~.le 9-9-193'6. nume= ro 29468

ORDINA

1°) Sono assegnati alla pategoria A) del11 art.11 della .·

..~· lt ~ 4 ) \ t i legge 16-6-19"27 nol166) quali terreni destinati a bosoo e L>a=

soolo permanente ettari 1242.85.10.del demanio del Comune di

Roccadaspide o osì distinti:

A) Demanio Chiaro~~nte Ha.70.69.88 riportati in catasto al fol.40

. parto269;folo46 part?7-9-10-ll-12;:fo4r part.59-85-96. . •. B) Demani9 Montagna Ha. 1172.15.22 riportato in catasto al f•35 I part.2-3-I9 ;:f o36 1)s:rtoI-3-4-I36~J:87--I88-I89 (p.) ;f.39 pa:rt.4·6 ...... 119; :f.40 parto227-228;fo44. part.2-3-4P8-9-IO-:-II-I8-I9; ·:e •. 45

part.I~7~38-74-78-9I-II5-28; :f~49 part.~2-I4-I6-I8-I9-22-30-47- ;

5I...-69-80-89-97-III;...II9-I)4-( ~ )-~3 ~~7t: j/. 50-- p.art o I-IO-I.3-I4 ...... ·.~'J..5Ltj

I4-I5-I6-I7-I8-20-2I-22-23-2}-25-~6-27-28-29-30-3I-32-33-34-35- ...... ' ... - ...... " 36-37-38-40-41-4;2-43-44-45-4 6-47-48-49-§0-~n§2-5~-54-55-5 6-57-

58-59 -60-6I-62n.;.. 63-64-65-66-67-68-7 0-7I-7 2-7 3-7 4-7 5-7 6-77 - 7 8- 79-80-8I-82-8J-84-85-86-87-88-89-90-9I-93-94-95-96-97-98-99-92- /

1 69 ( p )-~00-IOI-I02-I03-I04-i~QI05-J;:06-I07-I08-I09 ;f. 55 :part...... - . 14 (p)-5.6-82...;98; "1:.57. part. 11-14 (p)-30 (:p)-32-3'6-50-5S-84 (p) . . . 70 (~),??p.127.129; f.58 part. 131.132; f.59 part.12.38p.47p.689.

Dichiara che sui detti demani gravano gli usi civici ~el •' . pascolo e del legnatico da esercitarsi dai naturali del c·omu.ne come dn apposito Regolamento.

2°) Provono ~er l'alienaaione nei termi~i e modi cui allo ( 5 )

a:rto3~ del R 0 Decreto 26 xx~ :febbraio 1928 n.332 dei sotto= •'. descritti oppezzara.enti della e omplessiva estensione di ettari

49~50.28,non utiliz~abili nelle forme df legge:

fol. 3 parto 61 ett~ 0.00.74; fol. 11 part.205 ett.OolS.62,part. 206 ett.0.20.10 1 pa~t.207 ett. 0.10.74; f~l.12 part.144 ett.0.02.aa>,

part.~. :a:.:t±x 148' ett. 0.03.64; fol. 15 part. 79 ett.0.00.94;fol.

26 part.32 ett. 0.86.97; !lll:it fol.27 :pa:rt.81 ett.0.26.49; fol.3'J

part. 128 ett. 0.00.71,part.1~5 ett.0.03.08,part.137 ett.0.03.98;.

fol. )6 part.189p. ett.0.40.00;fol. 39 part.296 ett.0.35.08;

fol.44 part. 9p. ett. 1.60.00,part.71 ett.0.21.49,part.19p;

ett. 6.40oOO;part.57 ett. 1.20.56; fol.J§ pa:rt.34 ett.0.88.73,

part.44 ett. 0.33o75 1 paxt.45 ett. 1.72.50,part.55 ett.0.35.74 1

part.60 ett. 0.44.08 1 pa:rt.71 ett.0.72.34,pa:rt.72 ett.1.68.68 1 part.111 ett.0.54.34,part.?p. ett.0.55.00,part.28p; ett.0.55.00,

iw1:t. 741'. ett.0.84.CO, psrt.78 p. ett. 2.05.oo,part.9lp 0 ett. 1.,60.00,parto 115p. ett.lo75.00; fol.49 :part. 160 ett.0.30.74,.

•' . fol. 39 part. 314 ett. o.o0.85 1 pa:rt~315 ett.0.04o05,~ari~3~6 ett. ~ .. O. 68 • 27 ,i)art .189 ett. O. 32 .40, pa:rt. 313p. ett .0.43, 05 part .253 1 ett.OolB.26; fol. 46 part. 3·ett. 0.12.68; fol. 54 part.35 ett.

0.29.68,part.39 ett. 0.18.87, part.19 ett. 0.20.00; fol.57 part.

154 ett. 0.34o82; :fol. 58 part.33 et·t.0.09.16,part.34 ett.0.07.27; ( 6 ~

fol 0 55 parto29 etto Oo37.00; part.14p. ett.0.04.00; fol.45 part.263 ett. Oo60.06; fol. 49 part. 134p. ett.0.40.00,part.

135P• ctt. 1.10.ÒO,part. 157 ett. 0.08.50; fol. 46 part.?p. I ett. o~o, part.9p. ett. o.so.oo; fol. 51 part.77 ett.0.03~44,

1 fol. 54 parto,3 ett. 0.45,75,part.69 P• ett. 1,60,00; fol.57 parto 30 ett. l,3lo60,part.54 ett. 0.29.09,part.69 ett.l.02o42 part.80 ett.Oo46.45,part.52 ett. 0.04.36,part,72 ett.0.11.08, partol08 ~tt. 0.78.21,pert.116 ett. 0.75.95,part.llp. ett. o.

18.00,psrt.14p. ett. 3.27.50,part.77p. ett.0.66.00,part.127p. ett. 0.15,00,~ ~ol. 59 part.22 ett.0.24.30,part.43 ett.O.

07.48,part.58 ett. 0.31.57,psrt.72 ett. p.o~.70;fol.52 part.

415 ett. 0.33o67 ;part.207 ett, Oo00,80,part.208 part.0.00.87, part.237 ett. 0.15.28; fol. 58 part~ 131 ett. 3,19.01,part. 132 etto Oo45.3lo = Totale Ha. 49050.28.

--Dichiara altresi la inesistenza di ulteriori operazioni a co111pie:rsi ai sensi di legge nel te:r:ritorio comunale di Roc= cadaspide ed ordi-"?3 pertanto la· chiusura delle operazioni dema=

'.• niali e ili' archiviazione xnc:Ìht ~ degli atti. •' .

Il presente decreto sarà comunicato al detto Comune ed af= fisso ol' albo pretorio comur.a le per ls durata di trento giorni conseoutiv:l.o Nel termine pxedetto~ potrapno essere p:pesenteta.X.et ( 7 )

· op9osizioni a questo Commissariato da 1 Comune e dai cittadini

interessati nelle forme stabiiite dall'art. 16 del Regolamento

carta bollo approvato con R.Do 26 f~bbraioI 1928 n. 332,in ~a da lire OTTO.=

1 Napoli, 2 genn.a~o 1938 XVI.

Il R.Commissario Agg:to

ié: ~·t~!.l.t;:1.... ~. ,~.. !:~ ~! ~-\'~·.:; ::;.. ~ ~- . ... -- ... ·:-..· ...

':.·· ..

.. __ /· ·~~~--~------

Allegato B

MODALITÁ PER IL GODIMENTO DEI DIRITTI DI USO CIVICO MODALITÁ PER IL GODIMENTO DEI DIRITTI DI USO CIVICO

TITOLO I NORME COMUNI

Art. 1 (Affermazione di principio) Le presenti indicazioni vengono fornite per l’esercizio dei diritti di uso civico sui terreni, convenientemente utilizzabili come bosco e come pascolo (Cat. A), individuati dal Commissario per la liquidazione degli Usi Civici di Napoli con decreto in data 2/1/1938, ai sensi della legge 15 giugno 1927, n.1766 e del regolamento 26 febbraio 1928, n.332.

Art. 2 (Riserva del diritto di uso civico) L'esercizio dell’uso civico di legnatico, di pascolo e di raccolta dei prodotti secondari è riservato in modo esclusivo ai cittadini originari stabilmente residenti del Comune di Roccadaspide ed a quelli non originari che vi risiedono stabilmente da almeno due anni, fatte salve apposite autorizzazioni rilasciate dal Sindaco.

Art. 3 (Autorizzazione di accesso) 1. Poiché per la prevenzione degli incendi boschivi è necessario che il Comune sia a conoscenza di coloro che usufruiscono del demanio per il pascolo o per la raccolta di legna o dei prodotti secondari (esclusi i funghi ed i tartufi, per i quali vige specifica normativa regionale) coloro che intendono esercitare tale diritto devono munirsi di un’autorizzazione di accesso rilasciata dal Comune di Roccadaspide a titolo gratuito della durata di anni cinque con convalida a cadenza annuale. 2. Eccezionalmente l’autorizzazione avrà la durata settimanale, salvo conferma per ciascuna settimana di validità, soltanto per il periodo di massima pericolosità degli incendi boschivi dichiarato all’inizio di ciascuna campagna annuale di lotta agli incendi boschivi con delibera del Presidente della Giunta Regionale

Art. 4 (Esclusione dal diritto) Non potrà essere rilasciata, a titolo cautelativo, l’autorizzazione di cui al precedente articolo a coloro che hanno riportato condanna o sono stati rinviati a giudizio per violazione degli art. 423, 424, 425 e 449 del CP, per incendio di boschi o di cespugliati a chiunque appartenenti, in qualsiasi Comune della Repubblica. Art. 5 (Limiti dell’esercizio del diritto) Il diritto, come definito dall’art. 4 della legge 1766/1927 e dal Decreto di liquidazione in data 2 settembre 1946, può essere esercitato a condizione che: a) sia limitato alla 1^ classe degli usi essenziali necessari per i bisogni della vita dell’utente e della sua famiglia, secondo il dettato dell’art.1021 del C.C. b) sia a titolo personale, non sia cedibile e non sia oggetto di commercio o di cessione gratuita; c) renda meno grave il peso sui demani comunali (art.143 del T.U. 3267/1923); d) non determini un eccessivo sfruttamento dei boschi e dei pascoli (art.45 del regolamento 332/1928).

Art. 6 (Conoscenza dei regolamenti) Nella domanda per ottenere l’autorizzazione di cui al precedente art. 3 il richiedente dovrà dichiarare di essere a conoscenza delle leggi nazionali e della Regione Campania, relative all’oggetto delle presenti indicazioni, delle sanzioni previste per le violazioni alle presenti indicazioni ed alle norme contenute nel presente piano di assestamento forestale per la raccolta o l’assegnazione di legna, per il pascolo, e per la raccolta dei prodotti secondari nel demanio del Comune di Roccadaspide.

TITOLO II USO CIVICO DI LEGNATICO

Art. 7 (Legna secca) 1. Il diritto di legnatico consiste nella raccolta della legna secca, giacente a terra, costituita da ramaglie e da tronchi senza alcun vincolo con la ceppaia, idonei solo per legna da ardere, caduti naturalmente a terra per vetustà o per causa di intemperie o per altra causa naturale. 2. Per la durata del presente piano non verrà più raccolta la legna secca sul demanio di Roccadaspide.

Art. 8 (Legna verde) 1. Il diritto di legnatico della legna ancora verde, giacente a terra in seguito ad intemperie o per altre cause naturali o per taglio di diradamento o colturale eseguito in economia, autorizzato dall’U.O.D. Servizio Territoriale Provinciale di Salerno, e ritenuta dalla stessa Amministrazione non necessaria quale habitat per invertebrati e per faune superiori, può essere esercitato dai cittadini, previa domanda ed autorizzazione dell’Amministrazione comunale e verbale di constatazione di un Tecnico abilitato o del Direttore dei Lavori, ai sensi dell’art.11. comma 2 delle Norme per il taglio dei boschi allegate alla L.R. 11/1996. 2. Nel caso di assegnazione di legna verde, nei limiti dei bisogni familiari del richiedente, la concessione dovrà essere comunicata dal Comune al Comando dei Vigili Urbani, all’U.O.D. Servizio Territoriale Provinciale di Salerno e al Comando Stazione del Corpo Forestale territorialmente competente. 3. Nel caso di legna verde abbattuta compresa in un lotto boschivo in corso di utilizzazione colturale o nel caso che il Comune volesse alienare il materiale di cui al precedente comma 1, per la sua entità o per altre comprovate ragioni, si seguirà la procedura prevista dall’art. 11 delle Norme per il taglio dei boschi allegate alla l.r.11/1996. 4. Il diritto di legnatico può essere esercitato sulla ramaglia ancora verde, giacente a terra in seguito a taglio di utilizzazione eseguito in appalto o in economia, di dimensione ≤ cm 2 di diametro o di dimensione superiore per il materiale non ritenuto dalla Ditta aggiudicataria o dal direttore dei lavori per eventuali utilizzazioni in economia del lotto boschivo, non idoneo ad usi commerciali, può essere esercitato dai cittadini, fino a giorni 30 prima della scadenza contrattualmente fissata per lo sgombro della tagliata. 5. Per la raccolta della ramaglia verde di diametro > cm 2, nei boschi in corso di utilizzazione, il cittadino dovrò essere autorizzato dalla Ditta Aggiudicataria o dal Direttore dei Lavori di cui al precedente comma 2. 6. Eguale autorizzazione il cittadino dovrà ottenere per la raccolta della ramaglia verde di diametro ≤ cm 2, se l’obbligo di fare raccogliere tale ramaglia dalla popolazione non è espressamente indicato nel capitolato d’oneri allegato al contratto per l’utilizzazione del bosco.

Art. 9 (Divieti) 1. E’ vietata la raccolta di legna proveniente da piante abbattute illegalmente o fatte seccare mediante cercinatura o altro mezzo fraudolento, costituendo tale materiale corpo di reato. 2. E’ vietata la raccolta di legna, proveniente da piante secche o seccaginose o difettose (con cavità, con edera, sradicate, scosciate, fulminaste, ecc), marcate o non dall’Autorità Forestale o dal Tecnico incaricato, per la diffusione di invertebrati saproxilici e di vertebrati che trovano nel legno occasione di rifugio, alimentazione e riproduzione. 3. E’ vietato l’impiego di mezzi meccanici nei boschi, nei cespugliati, nelle piste di servizio e nelle vie d’esbosco (ovvero lungo tutta la viabilità forestale principale e secondaria compresi i sentieri e mulattiere). 4. E’ vietato esercitare l’uso civico di legnatico servendosi, sia a titolo gratuito che a titolo oneroso, di collaboratori o di dipendenti.

Art. 10 (Uso civico oneroso) In alternativa a quanto previsto al comma 1. dell’art.8, nel caso di tagli di diradamento o colturali o di eventuale sgombro di notevoli quantitativi legna abbattuti per intemperie, il Comune ha la facoltà di destinare il materiale per uso civico e di affidare a ditta specializzata l’incarico per il taglio, l’allestimento dei prodotti e la consegna della legna agli utenti meno abbienti, a domicilio o all’imposto, addebitandone le spese ai singoli utenti, secondo modalità da stabilire al momento.

Art. 11 (Destinazione della legna assegnata) La legna comunque raccolta o assegnata dovrà essere impiegata esclusivamente per i bisogni familiari. E’ vietata la vendita o la cessione gratuita a cittadini residenti in Roccadaspide o in altri comuni.

Art. 12 (Sradicamento ceppaie) E’ vietato lo sradicamento di ceppaie vive o secche o marcite.

Art. 13 – (Mezzi animali e meccanici) 1. Sono consentiti per l’esbosco e per il trasporto a domicilio solo animali da soma o a trazione umana. 2. L’impiego dei mezzi meccanici è consentito esclusivamente nelle strade regolarmente aperte al traffico pubblico e nelle piste di servizio o di esbosco generalmente non aperte al traffico e non monitorate secondo il Codice della Strada, solo per motivi di servizio e alle persone autorizzate dal Comune. 3. L’impiego degli animali da soma è consentito anche al di fuori delle piste di esbosco. Art. 14 (Responsabilità) L’esercizio dell’uso civico di legnatico e l’eventuale impiego di animali o di mezzi meccanici sulle strade e sulle piste e all’interno del bosco sono eseguiti come libera scelta dell’utente ed esclusivamente a tutto suo rischio, pericolo ed utilità, restando sollevato il Comune da ogni responsabilità per eventuali danni che dovessero essere causati all’utente o a terzi, in dipendenza dell’esercizio dell’’uso civico e dell’eventuale impiego di mezzi meccanici ed animali.

Art. 15 (Pubblicazione dei boschi ove è preclusa la raccolta di legna) 1. Il Comune, dopo l’approvazione del presente regolamento, dovrà rendere pubblico con delibera della Giunta, integrata da eventuale manifesto o bando, l’elenco delle particelle boschive in cui è temporaneamente sospeso l’esercizio dell’uso civico di legnatico. 2. Analogo provvedimento verrà adottato a mano a mano che, in seguito all’esecuzione dei tagli colturali, è consentita la raccolta della legna verde per parte della popolazione ai sensi dell’art. 8 del presente regolamento. 3. I naturali stabilmente residenti in Roccadaspide ed i non naturali residenti stabilmente in Roccadaspide da almeno due anni, dovranno munirsi dell'autorizzazione di accesso di cui al precedente art. 3.

TITOLO III USO CIVICO DI PASCOLO

Art. 16 (Definizione di uso civico di pascolo) L’uso civico di pascolo è il diritto di pascolare nei boschi e nei pascoli del Comune di Roccadaspide animali domestici (vaccini, equini ed ovini), con le modalità previste dall’art.45 delle P.M.P.F (Allegato C della L.R. 11/1996) e nel rispetto delle norme sanitarie in vigore.

Art. 17 (Titolarità) All’esercizio del pascolo sul territorio del comune di Roccadaspide hanno diritto, esclusivamente, i cittadini naturali residenti del Comune e/o i loro eredi titolari del diritto di uso civico nonché i cittadini non originari che vi risiedono stabilmente da almeno due anni, fatte salve apposite autorizzazioni rilasciate dal Sindaco. Art. 18 (Regolamento del pascolo) L' esercizio del pascolo è disciplinato dal Regolamento del pascolo allegato al Piano di Assestamento Forestale (Allegato C).

TITOLO IV USO CIVICO DI RACCOLTA DI PRODOTTI SECONDARI

Art. 19 (Prodotti secondari) Assimilabile al legnatico è il diritto di raccogliere prodotti secondari nei boschi. La quantità di ciascun prodotto secondario che si può raccogliere quotidianamente è riportata nella seguente tabella:

Art. 20 (Raccolta dei funghi) La raccolta dei funghi è subordinata al rispetto delle norme emanate con legge regionale n.8 in data 24 luglio 2007 per la disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi freschi e conservati.

Art. 21 (Raccolta dei tartufi) La raccolta dei tartufi è subordinata al rispetto delle norme emanate con legge regionale n.13 in data 20 giugno 2006 per la disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo e tutela degli ecosistemi tartufigeni.

Art. 22 (Permesso di accesso per la raccolta di funghi e tartufi) Per la raccolta dei funghi e dei tartufi nel periodo nel periodo di massima pericolosità degli incendi boschivi, dichiarato all’inizio di ciascuna campagna annuale di lotta agli incendi boschivi con delibera del Presidente della Giunta Regionale, i possessori dell’autorizzazione di cui all’art.4 della l.r. 8/2007, e/o di quella di cui all’art.9 della l.r.13/2006 e all’art.9 del Regolamento 3/2007, debbono essere muniti anche dell’ autorizzazione settimanale di accesso al fondo, di cui all’art.3, comma 3. delle presenti indicazioni.

Art. 23 (Condizioni di raccolta) La raccolta di funghi, tartufi e altri prodotti secondari come le more di rovo e di lampone, le bacche di mirto, vischio, fragole, origano, muschi, asparagi, ecc. è subordinata al rispetto delle seguenti norme: a) i naturali stabilmente residenti a Roccadaspide ed i residenti stabilmente a Roccadaspide da almeno due anni dovranno munirsi dell'autorizzazione di accesso di cui al precedente art.3. Per la raccolta dei funghi e tartufi il rilascio dell’autorizzazione di accesso di cui al precedente art. 3 è subordinato alla presentazione da parte del richiedente del tesserino rilasciato dagli Enti competenti del territorio secondo la L.R. 8/2007 (art. 4) e L.R. 13/2006 (art. 9); b) la raccolta è vietata da un’ora dopo il tramonto fino ad un’ora prima della levata del sole; c) la raccolta deve essere fatta manualmente senza danneggiare le piante e, nel caso particolare di funghi e tartufi, senza arrecare danni al micelio fungino in rapporto simbiotico mutualistico con gli apparati radicali delle piante; d) è vietato l'uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possano danneggiare le parti aeree e ipogee delle piante arbustive; e) per i tartufi, la ricerca e la raccolta può avvenire solo con l'ausilio del cane a ciò addestrato. Ogni cercatore, non può utilizzare contemporaneamente più di due cani e un cucciolo di età non superiore a dieci mesi. E’ fatto obbligo esibire gli estremi di identificazione dei cani da tartufo e relativa iscrizione all’anagrafe canina regionale, come previsto dalla normativa vigente. Il raccoglitore può usare esclusivamente il vanghetto con l'ausilio eventuale per lo scavo tra le pietre di piccole zappe. Lo scavo della buca nel terreno è effettuato solo dopo la localizzazione del tartufo da parte del cane ed è limitato al punto in cui il cane lo ha iniziato. Le buche aperte per l'estrazione dei tartufi devono essere subito riempite con la stessa terra rimossa; f) è vietato danneggiare e rimuovere senza scopo di raccolta lo strato umifero o la cotica erbosa del terreno; g) i frutti raccolti devono essere riposti in contenitori forati, tipo canestro, idonei a consentirne la buona conservazione, l’identificazione e, per i funghi, la disseminazione delle spore; h) è vietato in ogni caso l'uso di contenitori di plastica; i) è vietata, nei castagneti da frutto, la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili nei periodi in cui è in atto la raccolta delle castagne, ad esclusione dei titolari di diritti personali o reali di godimento sui fondi medesimi. j) I conduttori di fondi pubblici possono interdire la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili mediante opportuna delimitazione ed apposite tabelle recanti l’esplicito divieto. Le tabelle, esenti da tassa, sono collocate ad almeno 1,80 metri da terra e poste ad una distanza non superiore ai 150 metri e visibili contiguamente;

Art. 24 (Raccolta degli asparagi) 1. La raccolta degli asparagi in tutto il territorio comunale è consentita solo nei periodi di fine inverno e di inizio primavera. 2. I naturali stabilmente residenti di Roccadaspide ed i residenti stabilmente a Roccadaspide da almeno due anni, dovranno munirsi dell'autorizzazione di accesso di cui al precedente art. 3. 3. Potrà essere raccolta una quantità non superiore a 1 kg di peso fresco al giorno e per singolo permesso. 4. Il turione (germoglio dell’asparago) deve essere reciso approssimativamente nel tratto commestibile e non estirpato

Art. 25 (Raccolta della flora) La flora è tutelata in linea generale dalla legge regionale 25-11-1994, n. 40.

Art. 26 (Terriccio e strame) 1. E’ vietata la raccolta del terriccio in tutto il demanio comunale, tenuto conto di quanto la sua raccolta sia dannosa alla fertilità ed alla stabilità del terreno. 2. E’ vietata la raccolta di strame (copertura morta vegetale o lettiera del bosco) in tutti i terreni di qualsiasi pendenza, in qualsiasi tipo di bosco di qualunque stadio di sviluppo, anche se consentita dall’art.15 delle vigenti Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale. 3. E’ consentita la raccolta della stramma (Ampelodesmos mauritanicus).

TITOLO V SANZIONI

Art. 27 (Lesione di diritti) Eventuali inosservanze a quanto stabilito dai precedenti articoli costituiscono lesione dei diritti degli altri cittadini.

Art. 28 (Sanzioni) Per le infrazioni alle condizioni di esercizio dell’uso civico di legnatico, di pascolo e di raccolta dei prodotti secondari, indicate nel presente regolamento, il trasgressore è tenuto a versare al Comune di Roccadaspide le seguenti somme, quale risarcimento danni, fatta salva l'applicazione, da parte degli organi competenti, di pene e sanzioni amministrative, previste dal Codice Penale e dalle leggi statali e regionali, ogni qualvolta ne ricorrano gli estremi. a) euro 100,00 per ciascuna infrazione relativa alla raccolta senza autorizzazione di accesso o non conforme alle Indicazioni o al danneggiamento, in qualunque modo avvenga, dei funghi, degli asparagi e degli altri prodotti secondari; b) euro 50,00 per ogni chilogrammo di prodotto prelevato in più rispetto al quantitativo massimo giornaliero e per persona, previsto per ciascuna specie; c) euro 20,00 per ogni chilogrammo di terriccio o di strame (copertura morta vegetale o lettiera dei boschi) prelevato; d) euro 100,00 per ciascuna infrazione commessa nella raccolta dei tartufi in violazione dei divieti di cui alla l.r.n.13 in data 20.6.2006. e) euro 200,00 per ogni chilogrammo di tartufi raccolti in violazione dei divieti di cui alla L.R. 13 in data 20.06.2006. f) euro 30,00 per ogni quintale o frazione di legna raccolta in violazione del presente regolamento e per ogni quintale o frazione di legna prelevata in più rispetto il quantitativo massimo giornaliero e per utente. g) euro 100,00 per l’infrazione relativa all’ingresso nel demanio di Roccadaspide senza l’autorizzazione di accesso di cui al precedente art.3. h) euro 100,00 per il transito o per l’arresto di mezzi meccanici nelle di servizio piste e di esbosco e al di fuori di esse.

Art. 29 (Calcolo del risarcimento) L’Ufficio Tecnico del Comune stabilirà la somma che il trasgressore dovrà versare al Comune di Roccadaspide quale risarcimento danni, fatta salva l'applicazione da parte degli organi competenti, ogni qualvolta ne ricorrano gli estremi, di pene e sanzioni amministrative previste dal Codice Penale e dalle leggi statali e regionali.

Art. 30 (Applicazione delle sanzioni). 1. Le sanzioni per le infrazioni alle norme contenute nel presente regolamento saranno notificate, entro 60 giorni dall’accertamento dell’infrazione, al trasgressore, il quale avrà 60 giorni di tempo per risarcire il danno o per fare appello al Giudice di Pace competente. 2. Se entro 60 giorni il trasgressore non avrà provveduto a risarcire il danno o se l’appello al Giudice di Pace si concluderà in danno del trasgressore ed il trasgressore non provvederà al pagamento della somma dovuta entro 60 giorni dalla notifica della sentenza il Comune potrà avvalersi del recupero forzato del credito secondo le vigenti disposizioni.

Art. 31 (Accertamento delle infrazioni) Le infrazioni saranno accertate dai Vigili Urbani, dal Corpo Forestale dello Stato o dal personale elencato nell'art.11 della Legge quadro 23-8-1993, n.352.

Art. 32 (Aggiornamento delle tariffe) Ogni tre anni la Giunta Municipale procederà all'aggiornamento delle somme indicate nei commi precedenti e dei quantitativi massimi giornalieri prelevabili per ciascuna specie indicata nei capitoli precedenti.

Allegato C

REGOLAMENTO DEL PASCOLO

REGOLAMENTO DEL PASCOLO

COMUNE DI ROCCADASPIDE

ART. 1 – Disciplina di riferimento

1. Il presente regolamento disciplina il pascolo il cui esercizio avviene sul territorio rientrante nel Comune di Roccadaspide, Provincia di Salerno. 2. Esso si iscrive nella normativa sancita dalla Legge del 16/6/1927, n. 1766, (Regolamento di Esecuzione approvato con R. D. del 26/2/1928, n. 332), dalle L. R. del 17/3/1981, n. 11, e L. R. del 7/5/1996, n. 11, e ss.mm.ii..

ART. 2 – Competenza territoriale

1. I soggetti di cui al successivo art. 3, nel rispetto delle Leggi Nazionali e della Regione Campania, sono titolari esclusivi ed esercitano i diritti di uso civico sui terreni pascolivi in uso civico che ne sono gravati così come individuati nel Decreto Commissariale di assegnazione a categoria del 2/1/1938.

ART. 3 – Titolarità del diritto di Pascolo

1. All’esercizio del pascolo sul territorio del comune di Roccadaspide hanno diritto, esclusivamente, i cittadini naturali residenti del Comune e/o i loro eredi titolari del diritto di uso civico nonché i cittadini non originari che vi risiedono stabilmente da almeno due anni, fatte salve apposite autorizzazioni rilasciate dal Sindaco. 2. Sono fatte salve le relative posizioni ed equiparati ai cittadini naturali residenti del comune di Roccadaspide, purché in regola dal punto di vista tecnico-fiscale e del pagamento dei canoni pregressi ed attuali di fida pascolo, esclusivamente coloro che risultano assegnatari od occupatori di suolo pascolivo gravato da uso civico e/o affitto precedentemente, per un periodo non inferiore a due anni, all’entrata in vigore del presente regolamento.

ART. 4 – Esercizio del pascolo

1. L’estensione della superficie pascoliva del comune di Roccadaspide è di complessivi ettari 1.206,97 ettari, così come individuati nel Piano di Assestamento Forestale dell’Ente, vigente per il decennio 2016/2025, tutti gravati da uso civico. 2. L’esercizio del pascolo permanente s'intende esteso anche quella parte del territorio comunale assegnata alla categoria A) degli Usi Civici dal richiamato decreto, in virtù dell’art. 11 della Legge del 16/6/1927, n. 1766, e nel rispetto dell’artt. 18 e 31 (comma 5 e 6), degli art. 45 e 46, Allegato C, e degli artt. 1, 5 e 7, Allegato D, della L. R. 11/96. 3. L’esercizio del pascolo, tramite licenza, è soggetto all’osservanza delle disposizioni contenute nelle vigenti Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale e nel Piano di Assestamento Forestale.

ART. 5 – Divieto di pascolo

1. Il pascolo è vietato: a. sulle aree eccezionalmente destinate a coltura agraria, salvo che le stesse non siano da molto tempo incolte o non siano oggetto di validi progetti di produzione e sviluppo; b. sulle aree sdemanializzate o mutate di destinazione con delibera di giunta regionale; su tutte le aree attraversate in precedenza da incendi (successivo comma 2); c. sulle aree rimboschite o in corso di rimboschimento per la durata indicata dall’autorità forestale competente; d. su tutte quelle superfici sottoposte a divieti temporanei o permanenti stabiliti da leggi statali o regionali o provvedimenti del Comune, salvo le nuove soluzioni tecnologiche di cui all’art. 5 del presente regolamento, sempre che sia intervenuta autorizzazione regionale ai sensi degli artt. n.12, della Legge 1766/1927, n. 41 del R. D. 332/1928, n. 2, 5 e 10, della L. R. 11/1981; e. sui pascoli in miglioramento o a riposo per il periodo necessario previsto dall’Amministrazione Comunale; f. sulle superfici a castagneto da frutto a partire da 15 giorni prima del naturale inizio della cascola dei frutti; g. nelle aree attrezzate per fini ricreativi; 2. Il pascolo nei boschi è regolamentato come segue: a. nei boschi cedui, il pascolo del bestiame ovino è vietato per un periodo di anni quattro dopo il taglio e quello del bestiame bovino ed equino per il periodo di sei anni dopo il taglio; b. nelle fustaie coetanee, il pascolo degli animali ovini e suini è vietato prima che il novellame abbia raggiunto l'altezza media di mt 1,50 e quello degli animali bovini ed equini prima che il novellame abbia raggiunto l'altezza media di metri tre; c. nelle fustaie disetanee e nei cedui a sterzo il pascolo è vietato; d. nei boschi distrutti o gravemente danneggiati dagli incendi o da altre cause, nei boschi troppo radi o deperienti, il pascolo è vietato fino a quando l'Ente delegato, su proposta del settore tecnico amministrativo provinciale foreste competente, non abbia adottato uno specifico provvedimento di rimozione del divieto; e. nei boschi chiusi al pascolo è vietato far transitare o comunque immettere animali; f. il pascolo delle capre nei boschi è vietato; 3. Il pascolo nei terreni pascolivi è regolamentato come segue: a. il pascolo vagante o brado, cioè senza idoneo custode, può esercitarsi solo nei terreni appartenenti al proprietario degli animali pascolanti, purché opportunamente recintati a mezzo di chiudende; b. è vietato asportare dai pascoli le deiezioni degli animali.

ART. 6 – Licenza di pascolo e tipo di fida

1. E’ ammesso l’uso dei pascoli in rapporto precario di fida. La fida è pagata dagli aventi diritto cui è riconosciuta licenza di pascolo prima dell’immissione. 2. La fida stabilita a norma del presente articolo, nel rispetto dell’art. 46 del R. D. 332/1928, deve essere considerata a solo titolo di anticipo. A fine annata agraria, sulla scorta delle spese di gestione necessarie per l’amministrazione e la sorveglianza delle aree destinate a pascolo, si effettuerà il conguaglio che sarà pagato dagli allevatori in rapporto ai capi posseduti.

ART. 7 – Pascolo abusivo

1. Per il pascolo abusivo nei boschi si deve considerare il danno arrecato all'ambiente boschivo commisurandolo all'alimento consumato dal bestiame pascolante e calcolato in fieno normale equivalente al prezzo corrente del più prossimo mercato di consumo. La quantità dell'alimento è computata per ciascun giorno e sua frazione di pascolo abusivo, come segue: a. da Kg. 10 a Kg. 20 di fieno normale per ogni capo bovino o cavallino adulto; b. da Kg. 5 a Kg. 10 di fieno normale per ogni giovenca, vitello o puledro; c. da Kg. 1,5 a Kg. 2 di fieno normale per ogni capo ovino o caprino.

ART. 8 – Tipologia capi di bestiame

1. In accordo con le prescrizioni contenute nel Piano di Assestamento Forestale gli animali che possono immettersi al pascolo sulle superfici autorizzate sono esclusivamente: a. i bovini in genere; b. gli equini in genere; c. ovini e caprini in genere. Questi ultimi esclusivamente sulle aree dove il pascolo è possibile senza che le stesse arrechino danno al patrimonio boschivo dell’ente.

ART. 9 – Fida altrui

1. E’ proibito agli aventi diritto di immettere nei propri allevamenti animali appartenenti a proprietari diversi da quelli di cui all’art. 3 del presente regolamento. 2. I cittadini che fidassero falsamente sotto il proprio nome pagheranno, a titolo di penale, il quadruplo della fida stabilita dalla giunta comunale, salvo sempre l’immediata espulsione degli animali stessi dal terreno di uso civico e il divieto di fida propria per anni due.

ART. 10 – Custodia del bestiame

1. E’ vietato ai custodi di qualsiasi specie di animali, durante il pascolo, di essere in possesso di scuri ed altri attrezzi atti a tagliare e danneggiare, così come asportare dai pascoli fieno, erba, strame, letame e legna secca. 2. Non potrà essere rilasciata licenza di pascolo a chi avrà riportato condanna definitiva per incendi di boschi o cespugliati. 3. La custodia del bestiame deve essere affidata a persone di età superiore a 16 anni nella proporzione di almeno un custode ogni 50 capi di bestiame bovino/equino o 100 capi di bestiame minuto

ART. 11 – Prescrizioni per la fida

1. I cittadini che intendono condurre al pascolo i propri animali nei terreni di uso civico destinati a pascolo devono: a. dichiarare in forma scritta, in anticipo, all’ufficio addetto dell’amministrazione comunale le specie ed il numero di animali; b. esibire il certificato sanitario veterinario del luogo di provenienza, attestante che il bestiame non è affetto da malattia alcuna con data non antecedente a tre mesi; c. aver marchiato il bestiame grosso e quello piccolo dichiarandone le iniziali e i colori; d. aver pagato la fida stabilita di volta in volta dalla Giunta comunale per l’anno in corso; e. dichiarare di pagare l’eventuale conguaglio della fida prima dell’inizio dell’esercizio dell’anno successivo.

ART. 12 – Produttività dei pascoli

1. Allo scopo di tutelare la produttività dei pascoli, in accordo con le prescrizioni contenute nel Piano di Assestamento Forestale, l’ingresso sui territori pascolivi e di quelli di uso civico è autorizzato in conformità alle Prescrizioni di Massima e Polizia Forestale vigenti. 2. Tali termini potranno eccezionalmente essere modificati dall’amministrazione comunale secondo l’andamento stagionale e della configurazione dei terreni.

ART. 13 – Carico di bestiame e durata del pascolo 1. In accordo con le prescrizioni contenute nel Piano di Assestamento Forestale 2016/2025, il carico massimo di bestiame su terreni comunali pascolivi per un periodo di utilizzazione di 100 giorni è di 180 UBA. Il carico massimo di bestiame consentito, distinto per specie è il seguente:

SPECIE UBA1/ha Capi1 complessivi Bovini/bufalini 0,15 180 Ovi-caprini 0,99 1.200 Equini 0,15 180

1 Coefficienti di conversione capo/UBA ai sensi del DM MiPAAF del 07/04/2006: Bovini da latte = 1 UBA; altri Bovini = 0,8 UBA; equini= 1 UBA; suini= 0,3 UBA; Polli da carne= 0,007 UBA; Galline di uova = 0,0014 UBA; Ovi – caprini = 0,15 UBA

2. Il pascolo tra i 400 e gli 800 mt s.l.m. può esercitarsi dal 1° ottobre al 15 maggio; al di sopra degli 800 mt s.l.m. dal 16 maggio al 30 settembre. 3. Oltre la data prestabilita per la fida gli allevatori hanno l’obbligo di portare fuori dei terreni di uso civico interessati tutti gli animali. 4. I terreni di uso civico interessati, salva diversa disposizione, sono lasciati a riposare, di norma, per il periodo invernale.

ART. 14 – Tassa di fida pascolo

1. La fida è fissata dall’Amministrazione Comunale almeno sei mesi prima dell’immissione del bestiame nelle aree di pascolo e si provvede all’aggiornamento, entro gli stessi termini, sulla base dei dati inflattivi ISTAT dell’anno precedente e sulla scorta di ordinaria e straordinaria amministrazione effettivamente sostenute sulle aree di pascolo nel rispetto dei richiamati limiti previsti dall’art. 46 del R. D. 332/1928. Essa sarà pagata anticipatamente e in ogni caso prima dell’ingresso sui luoghi di pascolo, come previsto dall’art. 6 del presente regolamento. 2. Detratte le spese necessarie per la gestione e sorveglianza delle aree di pascolo, le eventuali somme ricevute dalla fida pascolo saranno reinvestite dall’amministrazione comunale per il miglioramento dei beni di uso civico. 3. L’allevatore che non ha saldato i conguagli di fida per l’anno in corso, non ha diritto all’ingresso nelle terre di uso civico per gli anni successivi. Saranno applicati, inoltre, gli interessi di mora per i ritardati pagamenti che devono essere effettuati entro i termini stabiliti dal secondo comma del precedente art. 6. 4. L’amministrazione comunale, tramite delibera del Consiglio comunale, può aumentare i canoni dei cittadini non residenti nel Comune che risultano essere assegnatari e/o occupatori di terreni e/o pascolivi gravati da uso civico e/o affitto, fino ad un massimo del 25% della tariffa base.

ART. 15 – Eventuale graduatoria fida

1. Nella necessità di una graduatoria per l’assegnazione della fida costituiranno titoli preferenziali: a. la buona condotta morale e civile; b. l’essere capo famiglia; c. l’essere allevatore a titolo principale d. essere cittadini naturali residenti. 2. I non residenti che presenteranno eventualmente richiesta per la licenza di pascolo saranno ammessi in via eccezionale con riserva ed accodati in graduatoria con apposito atto dell’amministrazione comunale. Essi, comunque, saranno eventualmente ammessi ad usufruire del pascolo temporaneamente e solo dopo che saranno soddisfatte le esigenze dei cittadini naturali residenti e/o loro eredi. La fida pascolo che saranno obbligati a versare al Comune potrà essere determinata dall’amministrazione comunale in un importo diverso dai cittadini naturali residenti e/o loro eredi.