Parrocchia di San Martino in Cavizzana. Inventario dell'archivio (1480-1953) e degli archivi aggregati (1683-1970)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i Beni librari e archivistici 2004

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2003. La regestazione delle pergamene è stata realizzata, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura di Cristian Datres; il lavoro è stato ultimato nel 2004. L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesco Antoniol (Studio Virginia) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

2

Albero delle strutture

Parrocchia di San Martino in Cavizzana, 1480 - 2003 Ufficio Curaziale di San Martino in Cavizzana, 1723 - 2003 Registri dei nati e battezzati, 1735 - 1993 Registri dei matrimoni, 1817 - 1968 Registri dei morti, 1815 - 2003 Registri dei cresimati, 1894 - 1997 Stati delle anime, 1899 - 1899 Registri degli sponsali, 1908 - 1927 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1915 - 1962 Atti matrimoniali, 1836 - 1953 Diari delle messe avventizie, 1873 - 1955 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1920 - 1977 Direttori delle sacre funzioni, 1901 - 2000 Registri delle elemosine, 1924 - 1955 Registri degli iscritti all'Apostolato della Preghiera, 1915 - 1915 Protocolli degli esibiti, 1877 - 1941 Carteggio e atti, 1723 - 1953 Chiesa di San Martino in Cavizzana, 1637 - 1960 Urbari, 1679 - 1679 Partitari, 1919 - 1955 Registri di cassa, 1917 - 1960 Registri degli interessi, 1941 - 1954 Resoconti, 1874 - 1953 Carteggio e atti, 1637 - 1953 Beneficio primissariale di Cavizzana, 1666 - 1955 Registri di cassa, 1915 - 1952 Resoconti, 1873 - 1953 Carteggio e atti, 1666 - 1955 Legato Paternoster, 1899 - 1953 Registri di cassa, 1899 - 1952 Carteggio e atti, 1899 - 1953 Confraternita del Santissimo Sacramento di Cavizzana, 1915 - 1955 Registri degli iscritti, 1915 - 1955 Registri di cassa, 1951 - 1955 Congregazione del Terz'ordine di San Francesco di Cavizzana, 1890 - 1960 Registri degli iscritti, 1891 - 1952 Registri di cassa, 1913 - 1960

3

Carteggio e atti, 1890 - 1930 Documentazione dell'Azione Cattolica di Cavizzana, 1944 - 1954 Registri di cassa, 1944 - 1954 pergamenaceo, 1480 - 1699 Pergamene, 1480 - 1701

4

Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Martino, Cavizzana, 1735 aprile 3 - 1959 settembre 28 Successori: Parrocchia di San Martino, Cavizzana, 1959 settembre 29 -

Parrocchia di San Martino, Cavizzana, 1959 settembre 29 - Predecessori: Curazia di San Martino, Cavizzana, 1735 aprile 3 - 1959 settembre 28

Chiesa di San Martino, Cavizzana, 1402 - 1987 gennaio 24

Beneficio primissariale di Cavizzana, Cavizzana, 1666 aprile 19 - 1987 gennaio 24

Legato Paternoster, Cavizzana, 1899 ottobre 16 - 1952

Confraternita del Santissimo Sacramento, Cavizzana, 1865 - sec. XX seconda metà

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, Cavizzana, 1891 gennaio 6 - sec. XX seconda metà

Azione Cattolica, Cavizzana, 1944 - 1954

5 superfondo Parrocchia di San Martino in Cavizzana, 1480 - 2003

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico. Per la precisione il can. 535 del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, nei paragrafi 1-5 regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice di diritto canonico stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. L'archivio storico della parrocchia di Cavizzana si trovava, al momento del riordino, conservato in un armadio di ferro al primo piano della canonica disabitata del paese. Il parroco di S. Giacomo, in quanto responsabile della cura d'anime di entrambe le comunità, conservava nel suo ufficio i registri più recenti relativi all'anagrafe (nati, matrimoni e morti). La documentazione rinvenuta non presentava una precisa e volontaria traccia di organizzazione, tuttavia parte della stessa era riunita sommariamente in fascicoli divisi per argomento (ad esempio i certificati di nascite, matrimoni e decessi avvenuti fuori parrocchia, le circolari provenienti dalle autorità civili ed ecclesiastiche). I resoconti erano conservati in mazzi e gli atti matrimoniali si trovavano in buste ordinate per anno. La quantità della documentazione sembra esigua vista la relativa antichità della chiesa; alcuni eventi esterni possono certamente aver influito alla dispersione delle carte, basti solo ricordare il furioso incendio che nel 1906 ridusse in cenere parte del paese. Si ha pure notizia di una "pulizia" effettuata all'inizio del 1900 dal curato don Giuseppe Maurina che distrusse "molte carte vecchie che ingombravano tutto l'armadio archiviale" e tra queste anche molte pergamene riguardanti compravendite della chiesa nel 1400.(1) Si sono dispersi nel tempo anche dei registri che erano stati segnalati nelle visite pastorali effettuate dai vari vescovi: nel 1672 si notava infatti la presenza di un urbario del 1604 "ob propterea renovandum"(2), nel 1722 il primissario Francesco Bonomi mostrava i "libros reddituum et expensam nec non urbarium"(3). In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un discreto stato di conservazione. La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. La maggior parte della documentazione presente nell'archivo parrocchiale della parrocchia di Cavizzana è redatta in lingua italiana, alcuni pezzi sono in latino.

6

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 2 maggio 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Cavizzana ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando, dove possibile, le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'archivio storico, poiché non è stato possibile ricostruire una struttura preesistente, su esempio di altri archivi parrocchiali è stata formulata una struttura suddivisa secondo le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano tridentino e con il referente del Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma History- Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia di Trento, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1953, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 2 maggio 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1953.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" e all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992, la

7 consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato (D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 "Norme relative all'ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato"), modificata e integrata con D.P.R. 30 luglio 1999 n. 281 "Disposizioni in materia di trattamento di dati personali per finalità storiche, statistiche e di ricerca scientifica", sfociato con la pubblicazione del provvedimento del garante per la protezione dei dati personali n. 8/P/2001 del 14 marzo 2001 'Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici'. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BEZZI Q., La Val di Sole, Centro studi per la Val di Sole, Malé, 1975 BEZZI Q., COVI I., SCAGLIA A., Valle di Sole, Trento, 1984 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, Vol. II, La Pieve di Malé Codice di diritto canonico, Roma, 1984 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41)

8

GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino occidentale, Calliano, Arti grafiche Manfrini, 1977 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932 WEBER S., Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, Trento, 1936

Note (1) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Anagrafe", reg. 1. (2) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1672 b.16, c. 114. (3) Ibidem, 1722 b. 35, c. 76.

9

Ente Curazia di San Martino 1735 aprile 3 - 1959 settembre 28

Luoghi Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Ufficio Curaziale di San Martino in Cavizzana, 01/01/1723 - 31/12/2003

Storia Non esistono notizie certe e documentate sulla data in cui fu costruita una chiesa a Cavizzana e di conseguenza quando la popolazione potè godere di un sacerdote che celebrasse gli uffici sacri in loco invece di recarsi a Malè, sede ecclesiastica matrice. Nella cronaca scritta da don Giuseppe Maurina, curato di Cavizzana nei primi anni del 1900, si cita un passo di un registro dei conti, purtroppo perduto, dove il curato don Mattia Bottea, rimasto a Cavizzana dal 1817 al 1822, notava che la chiesa di S. Martino venne costruita nel 1402.(1) Più avanti nella stessa cronaca l'autore sostiene tale data credibile poiché confermata da molte pergamene del 1400 contenenti atti di compravendita nei quali compariva la chiesa; queste pergamene purtroppo vennero bruciate dallo stesso Maurina "come ingombranti".(2) Un edificio adibito al culto nella località di Cavizzana è nominato in una pergamena del 1480, a noi pervenuta, sulla quale viene documentato un accordo tra i sindaci della chiesa di S. Maria di Malé e i rappresentanti della comunità di Cavizzana in merito al contributo per l'olio che la suddetta comunità doveva offrire alla chiesa di S. Martino situata a Cavizzana.(3) Alcuni anni più avanti, nel 1508, in un'altra pergamena si documenta la presenza di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana che intervengono in una causa per il pagamento di un debito.(4) Come si legge negli atti prodotti dopo la visita pastorale compiuta nella zona dal vescovo di Trento Bernardo , nel 1537 a Cavizzana esisteva una cappella dipendente dalla pieve di Malé ("habet et dicta plebs plures capellas: (...) item in villa Cavizzanae capellam Sancti Martini").(5) Tale chiesa probabilmente non veniva officiata con regolarità, anche perché anticamente era il curato di Cades che provvedeva alle funzioni spirituali di Cavizzana. Infatti in un documento esistente nell'archivio parrocchiale di datato 26 novembre 1608 si legge che, in seguito a dei problemi sorti fra le comunità di Cavizzana e di Caldes circa la quota da versare per il sostentamento del curato, il vescovo decideva che Cavizzana dovesse contribuire con una quota pari a un quarto e, di contro, obbligava il curato a celebrare a Cavizzana due volte in settimana, ad amministrarvi i Sacramenti ed ad assistere i moribondi.(6) Finalmente nel 1666 i coniugi Matteo e Domenica Ceschi da Cavizzana disposero nel loro testamento la volontà di erigere nella chiesa di Cavizzana un beneficio semplice di tre messe alla settimana per garantire alla popolazione del luogo la prima funzione nelle domeniche e nei giorni festivi. Lasciarono a tale scopo una somma in beni immobili a condizione che il sacerdote beneficiato risiedesse in paese. Il primo primissario fu don Francesco Ceschi (o Cescati). Nel 1695 il primissario don Domenico Lorengo descriveva al vescovo in visita pastorale le funzioni ecclesiastiche che svolgeva nel paese: egli era autorizzato dall'arciprete di Malé ad amministrare, a seconda delle necessità, i Sacramenti della Confessione, dell'Estrema Unzione e del Sacro Viatico, inoltre insegnava ai giovani la dottrina cristiana. Il suo sostentamento era formato da 102 ragnesi provenienti dalle rendite del beneficio Ceschi e da 30 ragnesi versatigli dalla

10 comunità di Cavizzana in cambio del pagamento di due pasti ai predicatori e della tenuta della cura. La comunità gli forniva anche la casa dove abitava.(7) Nel 1735 gli uomini della comunità si accordarono con l'arciprete di Malé don Stefano Aliprandini stendendo dei capitoli per regolare le funzioni di un futuro curato di Cavizzana del quale la popolazione ormai sentiva l'impellente necessità, visto anche che il paese era lontano dalla pieve di Malé e in inverno veniva spesso isolato e lasciato senza supporto spirituale. In questi capitoli, formati il 17 marzo 1735 e presentati a Trento all'Ufficio Spirituale il 21 marzo, fatti salvi i diritti della matrice, la comunità si impegnava a investire 250 ragnesi per il mantenimento del sacerdote il quale, comunque, non era autorizzato ad esercitare funzioni parrocchiali o a fare processioni senza la licenza del parroco di Malé; inoltre, nell'eventualità che venisse concesso il Battistero a Cavizzana, la comunità si obbligava ad andare il Sabato Santo di ogni anno a Malé per ricevere l'acqua benedetta. L'obbligo del versamento del contributo di tre troni all'anno per il parroco pro tempore era garantito da questo accordo.(8) Il 3 aprile 1735 il vicario generale di Trento Francesco Martini concesse a Cavizzana il Tabernacolo e il Fonte battesimale.(9) La comunità elesse quale suo primo curato don Antonio Ceschi. I compiti del curato erano di amministrare i Sacramenti, di celebrare le messe stabilite nella chiesa di S. Martino, di istruire la gioventù e il popolo nella dottrina cristiana, di fare nei giorni stabiliti le processioni del SS. Rosario e della SS. Trinità, di fare scuola ai ragazzi in inverno, di preparare due pranzi ai predicatori in tempo di Quaresima e di intervenire con diligenza alle processioni organizzate dalla chiesa di Malé. In cambio la comunità era obbligata a fornirgli la canonica nella quale il sacerdote era tenuto ad abitare e a versare come contributo annuo l'onorario di 55 ragnesi, metà in denaro e metà in segale e miglio alla quale somma venivano aggiunti 30 ragnesi versati dal sindaco della chiesa. Inoltre ogni vicino della comunità era obbligato a condurre alla canonica un quantitativo stabilito di legna.(10) Il curato venne sempre mantenuto, nel corso del tempo, dalla comunità e dai vari contributi che si aggiunsero forniti dai governi; il beneficio curaziale non possedette mai quindi beni patrimoniali o capitali di sorta. Nel 1925 fu fatto un tentativo di elevare la cura di Cavizzana a parrocchia con la proposta di aggregare il beneficio primissariale al futuro beneficio parrocchiale allo scopo di assicurare la congrua del futuro parroco, ma il parere negativo della curia di Trento che riteneva insufficiente l'importo per il dignitoso sostentamento di un parroco frenò l'iniziativa.(11)

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. Nel linguaggio canonico quindi il curato era un sacerdote che, dentro i confini di una parrocchia, aveva una chiesa propria e un territorio determinato dove esercitava la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. La Luogotenenza del Tirolo e Voralberg riconobbe come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. Esse dovevano, per l'acquisto del beneficio, aver subito gli esami di concorso; inoltre il possessore del beneficio doveva celebrare la messa "pro populo" e essere autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Il curato doveva inoltre per quanto concerneva i diritti spirituali essere indipendente da ogni altro curatore d'anime. Nel territorio del Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra.

11

Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchi e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Note (1) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Anagrafe", reg. 1. (2) Ibidem. (3) Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, a cura di Giovanni Ciccolini, Trento, 1939, Vol. II: La pieve di Malé, p. 320, perg. n. 311. (4) Ibidem, p. 322, perg. n. 314. (5) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1537 b. 1, p. 86. (6) Inventari (...) op. cit., p. 239. (7) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1695 b. 22, c. 229. (8) "Archivio diocesano tridentino", "Miscellanea", I, n. 13. (9) Ibidem. (10) "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 19, n. 2.A. (11) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 5, cc. 53-54.

12

Ente Parrocchia di San Martino 1959 settembre 29 -

Luoghi Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Ufficio Curaziale di San Martino in Cavizzana, 01/01/1723 - 31/12/2003

Storia Cavizzana fu eretta a parrocchia solo il 29 settembre 1959. Attualmente è compresa nel decanato di Malé.

Condizione giuridica Con D.M. 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987 la parrocchia è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Reg. Pers. Giur. n. 262).

Funzioni, occupazioni e attività Dal punto di vista etimologico il termine "parrocchia" deriva dal greco e serviva ad indicare nel linguaggio classico qualsiasi circoscrizione territoriale. ll sistema di ripartire il territorio diocesano in circoscrizioni territoriali minori si sviluppò nei secoli fino al basso medioevo anche in conseguenza del moltiplicarsi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del sistema parrocchiale si ebbe però con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. Il Concilio prescrisse che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse si assegnasse un parroco proprio e perpetuo, dal quale soltanto si potessero ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). In conseguenza il Concilio ordinò che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e stabilì delle norme per assicurare ai parroci in ogni caso il minimo reddito. Al parroco era richiesto l'impegno della residenza, era raccomandata la conoscenza del popolo attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali, egli inoltre doveva di partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento, e successivamente ribaditi nella normativa pontificia, sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917 che nel can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". Dunque l'istituzione parrocchiale risulta costituita, oltre all'elemento territoriale, da altri tre elementi, ossia un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie

13 acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

14 fondo Ufficio Curaziale di San Martino in Cavizzana, 1723 - 2003

regg. 19, quadd. 6, bb. 2, fascc. 8

Soggetti produttori Curazia di San Martino, 1735 aprile 3 - 1959 settembre 28 Parrocchia di San Martino, 1959 settembre 29 -

15 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1735 - 1993

Contenuto I registri di battesimo insieme ai registri di matrimonio furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri del battesimo vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie si compone di quattro registri sui quali venivano annotati i nati e battezzati di Cavizzana a partire dal 1735, anno in cui venne eretta a curazia della pieve di Malé. Le registrazioni del primo volume sono redatte in latino in forma discorsiva, il curato attestava di aver impartito il sacramento al nuovo nato di cui riportava il nome assieme al nome e al cognome dei genitori e dei padrini. Dal secondo registro viene introdotto l'uso della tabella prestampata che riporta la data di nascita, compresa l'ora, e quella del battesimo, l'indirizzo, il nome e cognome del battezzato e della levatrice, note circa la religione, il sesso, la condizione legittima o illegittima, le generalità dei genitori, del ministro battezzante, dei padrini e la loro condizione sociale. Sui registri si trovano annotazioni posteriori in corrispondenza del registrato riguardanti, ad esempio, le date del matrimonio o dell'avvenuto decesso.

A. 1. 1 "I° libro dei battezzati ab anno 1735 - 1822" 1735 luglio 22 - 1822 agosto 10 Alle cc. 1-8: "Registro nel quale si contiene il consenso dato da genitori a figli o figlie prima della celebrazione del matrimonio (...)", registro dei consensi paterni, 1822 mag. 10 - 1861 gen. 6; a c. 56v: nota del curato Giuseppe Maurina circa le pagine mancanti del registro, 1905 lug. 28. Italiano, latino Registro, legatura in carta, con appiglio, cc. 56, 8

16

A. 1. 2 "II° registro dei nati in Cavizzana dall'anno 1815 fino al giorno 4 luglio inclusive del 1893" 1815 gennaio 1 - 1893 luglio 4 Le registrazioni dal 1 gennaio 1815 al 10 agosto 1822 sono copie del registro precedente. A c. sd 77 annotazione relativa alla benedizione della campana, 1885 set. 25. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 85 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 1. 3 "III° registro dei nati in Cavizzana dal 1893 - 1921 inclusive" 1893 agosto 7 - 1921 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 49 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 1. 4 "IV° registro nati e battezzati di Cavizzana dal 1922" 1922 gennaio 3 - 1993 agosto 8 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 75 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

17 serie 2 Registri dei matrimoni, 1817 - 1968

Contenuto I registri di matrimonio, insieme a quelli di battesimo, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri del matrimonio infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al , per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie si compone di due registri recanti le registrazioni dei matrimoni celebrati a Cavizzana dal 1817. Il primo registro porta l'antica segnatura "II" ma non si hanno notizie di un eventuale primo volume. I registri sono impostati a tabella prestampata, essi riportano, in italiano, la data del matrimonio, i nomi, la religione, l'età e lo stato civile degli sposi, il nome del ministro celebrante, i nomi e la condizione sociale dei testimoni.

A. 2. 1 "II° registro dei matrimoni dall'anno 1817 fino all'anno 1909 inclusive" 1817 marzo 18 - 1910 aprile 23 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 49 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 2. 2 18

"Matrimoni" 1910 luglio 9 - 1968 maggio 26 Dal 17 ottobre 1959 le registrazioni sono su fogli prestampati incollati sulle cc. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 53 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

19 serie 3 Registri dei morti, 1815 - 2003

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli stati delle anime dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è composta da due registri recanti le registrazioni dei decessi avvenuti a Cavizzana a partire dal 1815. Come per i registri dei matrimoni molto probabilmente esisteva un registro precedente, forse andato perduto, poiché in un decreto visitale del 1751 il visitatore consigliava al primissario di Cavizzana di provvedere all'acquisto di un "altro libro per registrare i morti".(1) I registri sono strutturati a tabella prestampata che riporta, in italiano, la data della morte, le generalità del defunto, la sua religione, il sesso, l'età e la causa di morte.

Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1751 b. 62, c. 185.

A. 3. 1 "I° registro dei morti dall'anno 1815 fino al ***" 1815 gennaio 21 - 1946 novembre 13 Sulla c. di guardia annotazione del curato: "Dove non si dice patria, luogo di morte e sepoltura s'intende sempre Cavizzana". Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 132 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 3. 2 "Vol. II registro dei morti 1947 - ***" 1947 aprile 3 - 2003 giugno 13

20

Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 75 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

21 serie 4 Registri dei cresimati, 1894 - 1997

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal sec. XIX.

La serie si compone di un registro.

A. 4. 1 "Libro dei cresimati di Cavizzana ab anno 1894 - ***" 1894 agosto 30 - 1997 maggio 25 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 28

22 serie 5 Stati delle anime, 1899

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al curatore d'anime di conoscere in modo esatto la composizione del suo "gregge", la situazione anagrafica e quella dell'impartizione dei Sacramenti al fine di facilitare il suo compito pastorale e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi Concilii e Sinodi ordinarono che in ciascun anno durante la Quaresima, o in altra epoca, si rinnovassero questi libri(1). Queste disposizioni tuttavia non furono seguite diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: anteriormente al XIX secolo infatti sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Sono molti i vescovi che negli atti delle visite pastorali richiamavano l'attenzione su questa lacuna, ma fu il vescovo Celestino Endrici che stilò per la sua prima visita pastorale nella diocesi un formulario in cui si richiedevano, per la prima volta in forma esplicita, gli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di Diritto Canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).

La serie si compone di un registro, compilato dal curato don Giuseppe Maurina e integrato poi dai curati successori, comprendente lo stato delle famiglie dimoranti a Cavizzana e/o temporaneamente all'estero. Il volume contiene anche una cronaca di Cavizzana con notizie toponomastiche e glottologiche, genealogie delle famiglie di Cavizzana e una serie di poesie della maestra Angelina Bonomi (morta il 20 novembre 1910).

A. 5. 1 "Anagrafe di Cavizzana fatta nel 1899 (fine del secolo XIX)" 1899 con integrazioni fino al 1959 Anagrafe della popolazione di Cavizzana. Sulla c. di guardia: avvertenze per la consultazione ed elenco dei curati di Cavizzana, s.d.; in mezzo: "Notiziario alla buona su Cavizzana", cronache e memorie scritte da don Giuseppe Maurina, sec. XX. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 54 n.n. con indice alfabetico delle famiglie alla fine n.n.

23 serie 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1927

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire questioni che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco dove si stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre matrimonio nè a dare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

La serie si compone di un registro.

A. 6. 1 "Sponsali 1908 - ***" 1908 giugno 8 - 1927 aprile 27 Capovolgendo il registro: elenco di aspiranti a una confraternita (1), 1913 gen. 26 - 1913 gen. 28. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 22 Note (1) Forse del Tez'Ordine.

24 serie 7 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1915 - 1962

Contenuto La serie si compone di un registro.

A. 7. 1 "Pubblicazioni matrimoniali" 1915 aprile 18 - 1962 luglio 1 Registro delle pubblicazioni matrimoniali con indicazione delle tre date di pubblicazione e della data dell'avvenuta celebrazione. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 23 n.n.

25 serie 8 Atti matrimoniali, 1836 - 1953

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Dal 1820 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico. Tale attestazione, introdotta nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciata dal comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera. In seguito alla legge n.847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nella domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie si compone di due buste contenenti i fascicoli annuali delle pratiche di matrimoni celebrati a Cavizzana a partire dal 1836.

A. 8. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1836 - 1909 Busta, cc. 465 n.n.

A. 8. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1910 - 1953 Busta, cc. 825 n.n.

26 serie 9 Diari delle messe avventizie, 1873 - 1955

Contenuto L'autorità ecclesiastica ordinò l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote. I primi due dovevano trovarsi in sacrestia, come si può leggere in una comunicazione ai decani del vicario episcopale Zambaiti del 14 agosto 1804: "Hac occasionem tibi iterum praecipimus, quae in enciclica 'Quamvis iterato' diei 4 ianuarii 1774 demandata fuerunt, in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber, in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". Tali disposizioni vennero riconfermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero delle messe da celebrarsi, la data della celebrazione, il luogo, la chiesa, l'intenzione; nei diari delle messe legatarie, invece, si segnavano la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione. Il diario personale doveva essere tenuto da ogni sacerdote presso di sè per annotarvi tutte le messe da celebrarsi e celebrate, come ingiungeva anche la legge diocesana del 1825. In seguito altre circolari rinnovarono le disposizioni della legge e in più ordinarono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario l'obbligo dei suoi eredi di far celebrare le messe di cui egli si fosse incaricato e che alla sua morte non fossero state ancora soddisfatte. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

La serie si compone di quattro registri.

A. 9. 1 "Diarium missarum" 1873 novembre 30 - 1906 settembre 30 Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 117 n.n.

A. 9. 2 "Diarium missarum" 1915 gennaio 1 - 1931 febbraio 28 Latino Registro, legatura in tela, cc. 122 n.n.

A. 9. 3 "Diarium missarum" 1931 marzo 1 - 1946 dicembre 31

27

Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 98 n.n., cc. 22 n.n. sciolte

A. 9. 4 "Diarium missarum" 1947 gennaio 1 - 1955 ottobre 15 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n.

28 serie 10 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1920 - 1977

Contenuto La serie è composta da un registro sul quale venivano annotate le soddisfazioni degli oneri delle messe fondate nella chiesa, specificando anche la data di accettazione, l'intenzione e l'elemosina.

A. 10. 1 "S. Messe legatarie chiesa e beneficio" 1920 febbraio 3 - 1977 gennaio 10 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n.

29 serie 11 Direttori delle sacre funzioni, sec. XX

Contenuto Il "Manuale d'ufficio per il clero curato"(1) consigliava ai curatori d'anime la compilazione di un registro chiamato "Direttorio per le funzioni parrocchiali" sul quale annotare e fissare l'ordine da mantenere nelle sacre funzioni stabilito da prescrizioni o da consuetudini locali. Con tale registro il sacerdote aveva a disposizione una guida sicura per sè e per i suoi successori relativa alle funzioni quotidiane (in uso nei paesi con i rispettivi orari), settimanali, mensili ed annuali, nonchè a quelle straordinarie. Egli era così in grado di avere ben chiaro l'ordine delle funzioni nell'arco dell'anno con l'orario, le prediche che si usavano tenere, le preghiere d'uso, i canti, le processioni, le devozioni della comunità, ecc.

La serie si compone di un quaderno.

Note (1) BAZZANELLA, Manuale del clero curato, Trento, 1888, p. 62.

A. 11. 1 "Funzioni sacre Cavizzana" sec. XX Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. 16 n.n.

30 serie 12 Registri delle elemosine, 1924 - 1955

Contenuto La serie si compone di un registro e quattro quaderni.

A. 12. 1 "Elemosine messe per le anime" 1924 gennaio 6 - 1955 gennaio 1 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 18 n.n.

A. 12. 2 "Fondo missioni al popolo 1939 Cavizzana" 1939 gennaio 1 - 1955 gennaio 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 4 n.n.

A. 12. 3 "Elemosine straordinarie chiesa S. Martino Cavizzana" 1947 dicembre 31 - 1955 gennaio 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 14 n.n.

A. 12. 4 "Opere missionarie 1.1.1949" 1949 gennaio 1 - 1954 dicembre 27 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 3 n.n.

A. 12. 5 "Collette per ordine dell'Ordinariato" 1953 gennaio 6 - 1954 dicembre 10 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 2 n.n.

31 serie 13 Registri degli iscritti all'Apostolato della Preghiera, [1915]

Contenuto La serie si compone di un quaderno. Il 24 gennaio 1915 a Cavizzana fu fatta la consacrazione dei fedeli al S. Cuore. Il 2 maggio 1915 l'opera pia venne aggregata all'associazione primaria di Roma e iniziò vita regolare dal 23 maggio dello stesso anno.

A. 13. 1 "Apostolato della Preghiera" [1915] Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. 7 n.n.

32 serie 14 Protocolli degli esibiti, 1877 - 1941

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere scritti, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza, specificandone la data e il contenuto. La tenuta di questi libri da parte dei parroci venne prescritta dall'autorità politica (cfr. "Raccolta delle leggi provinciali", 19.12.1816) e da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887).

La serie si compone di un registro.

A. 14. 1 "Protocollo dell'uffizio curaziale di Cavizzana" 1877 gennaio 1 - 1941 settembre 1 (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 56 n.n. (alcune cc. staccate) Note (1) Le registrazioni del 1941 sono scritte su un foglio e non sul registro.

33 serie 15 Carteggio e atti, 1723 - 1953

Contenuto La serie si compone di otto fascicoli comprendenti tutta quella documentazione prodotta e/o ricevuta dal curato nell'espletamento della sua attività pastorale.

A. 15. 1. b. 1 Autentiche di reliquie 1723 - 1891 N. 4 autentiche di reliquie: S. Filippo e S. Martino (1723), B. Vergine, S. Filippo, S. Giacomo e S. Martino (1860), S. Lodovico e S. Elisabetta (1889), S. Sepolcro e S. Francesco d'Assisi (1891). Fascicolo, cc. 5

A. 15. 2. b. 1 Circolari civili 1838 - 1927 Circolari, avvisi, comunicazioni provenienti da varie autorità civili. Fascicolo, cc. 297

A. 15. 3. b. 1 Circolari ecclesiastiche 1852 - 1929 Circolari, avvisi, comunicazioni provenienti dall'Ordinariato vescovile di Trento e da varie autorità ecclesiastiche. Fascicolo, cc. 51

A. 15. 4. b. 1 Carteggio anagrafico 1859 - 1953 Notificazioni, certificati, comunicazioni di nascite, matrimoni e decessi avvenuti fuori parrocchia, permessi di seppellimento, certificati di professione religiosa. Fascicolo, cc. 139

A. 15. 5. b. 1 Carteggio e atti 1871 - 1953 Concessione della Via Crucis, carteggio ricevuto e spedito dal curato relativo a richieste anagrafiche, comunicazioni dell'autorità civile di disposizioni testamentarie, promessa del comune di Cavizzana di contribuire alla costruzione di una nuova chiesa, richieste di binazione di messe, benedizione di statue, del tabernacolo, ecc. Fascicolo, cc. 130

34

A. 15. 6. b. 1 Atti visitali 1885 - 1947 Decreti visitali (1885, 1909, 1927, 1947), questionari preparatori alla visita pastorale (1924, 1936, 1947). Fascicolo, cc. 24

A. 15. 7. b. 1 Congrua 1896 - 1953 Documentazione relativa al contributo del Comune al mantenimento del curato, presentazione delle fassioni, prospetti di rettificazioine, ecc. Fascicolo, cc. 59

A. 15. 8. b. 1 Atti di consegna 1905 - 1914 Atti di consegna di don Giuseppe Maurina (1905, 1908), di don Faustino Coser (1909, 1913) e di don Francesco Dal Rì (1914). Fascicolo, cc. 28

35

Ente Chiesa di San Martino 1402 - 1987 gennaio 24

Luoghi Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Martino in Cavizzana, 01/01/1637 - 31/12/1960

Storia Stando alle notizie riportate da don Giuseppe Maurina in una sua cronaca, sembra che nel 1402 si incominciò a costruire una nuova chiesa a Cavizzana e che questi lavori durarono 25 anni "computandosi la fabrica della torre ossia campanillo".(1) Negli atti della visita che il vescovo Ludovico Madruzzo compì nella zona nel 1579 si apprende che la chiesetta possedeva due altari consacrati, uno, quello maggiore, intitolato da S. Martino, l'altro dedicato ai Ss. Filippo e Giacomo.(2) Nel decreto visitale dello stesso anno si consigliava alla comunità di fare una finestrella nella sacrestia "ut ventus ingredi" poiché l'umidità del luogo rovinava i libri, i paramenti e le altre cose. L'edificio era probabilmente ornato di affreschi, infatti la visita del 1617 ordinò di "rifare le pitture che erano sopra li muri o di cancellarle" e di "allontanare anche le figure vecchie ch'erano sugli altari", che per il loro stato di degrado e di cattiva fattura non aiutavano la devozione.(3) Nel 1618 l' "ecclesiola" venne ampliata e ricostruita per circa i due terzi.(4) E' di quell'anno il tabernacolo che rappresenta uno degli esempi più notevoli nella valle per intaglio, doratura e figurazioni. Don Maurina sostiene che l'edificio "da principio (secondo la tradizione e secondo la posizione di un interno contrafforte che stava nell'interno sopra la colonna della portina laterale, contrafforte che era certo un antico rimasuglio e da me fu soppresso come contrario all'estetica) andava dalla portina alla cappella e il resto fu un'aggiunta posteriore. Tale aggiunta credo sia stata fatta verso il 1724 quando fu eretta la Confraternita della SS. Trinità".(5) Infatti nella visita pastorale effettuata nel 1742 risultava che ai due altari del 1500 se ne erano aggiunti altri due, dedicati al Rosario e alla SS. Trinità, questo probabilmente quindi fatto edificare dai fondatori della Confraternita che, allo scopo di collocarlo, promossero l'ingrandimento della chiesa.(6) L'interno dell'edificio andò soggetto a tali alterazioni da far sparire l'antica forma del Quattrocento. Ora la chiesa è a due campate a crociera cordonata. Nella prima campata si apre una cappella, che probabilmente era l'abside dell'antica chiesa. Il presbiterio è pentagonale con una volta a stella. L'ultimo restauro risale al 1972. Il patrimonio della chiesa, costituito nel corso degli anni da campi, prati e capitali, veniva amministrato dai sindaci che duravano in carica due anni. Allo scadere del mandato ognuno di essi presentava, per la propria sostituzione, due persone di fiducia all'arciprete di Malé che ne sceglieva due.(7) Nel 1637 la chiesa aveva in dotazione per la celebrazione del culto delle tovaglie di varia fattura e materiale, dei camici, dei fazzoletti, due calici uno d'argento e uno di rame dorati, dei messali, dei "rituali", dei candelieri e dei corporali.(8) Col passare del tempo altri arredi sacri si aggiunsero in seguito a lasciti e a acquisti.(9)

Funzioni, occupazioni e attività 36

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(10). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione, decereto 13 febbraio 1987, n.33, in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Note (1) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Anagrafe", reg. 1. (2) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1579 b. 3, c. 97. (3) Weber S., Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, vol. I, Trento, 1936, p. 145. (4) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1672 b. 16, c. 69. (5) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Anagrafe", reg. 1. (6) "Archivio diocesano tridentino", "Atti Visitali", 1742 b. 42, c. 306. (7) Ibidem, 1751 b. 62. (8) "Archivio della chiesa di S. Martino in Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 1. cc. 1-2.

37

(9) Ibidem, cfr. inventario del 1867 e la serie "Resoconti". (10) Cfr. Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento, 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

38 fondo Chiesa di San Martino in Cavizzana, 1637 - 1960

regg. 2, quadd. 3, b. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Chiesa di San Martino, 1402 - 1987 gennaio 24

39 serie 1 Urbari, 1679

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa è necessario tenere aggiornati dei "libri contabili" per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio. Un particolare tipo di registro atto a questo scopo è l'urbario. In esso si registrano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di un quaderno, redatto dai sindaci della chiesa di S. Martino, attestante le proprietà della stessa nella seconda metà del XVII secolo.

B. 1. 1 "Inventarium bonorum stabilium, legatorum, affictuum ac iurium quorumcumque venerabilis ecclesiae Sancti Martini Cavizzanae" (tit. int.) 1679 settembre 5 Italiano, latino Quaderno, legatura in cartoncino rustico, pp. 21

40 serie 2 Partitari, [1919 - 1955]

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore. La serie è composta da un registro.

B. 2. 1 "Partitario chiesa e beneficio primissariale" [1919] - [1955] - Partitario dei fondi locati della chiesa. - Partitario dei fondi locati del beneficio primissariale. All'inizio di ogni parte, elenco dei capitali. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 60 n.n., cc. sd 3 n.n. (sciolte)

41 serie 3 Registri di cassa, 1917 - 1960

Contenuto La serie si compone di un quaderno e di un registro.

B. 3. 1 "Fondo nuova chiesa" 1917 gennaio 1 - 1955 gennaio 1 Registro di cassa del fondo per la costruzione della nuova chiesa. Sul verso del piatto anteriore della coperta: rendiconto del fondo campane, 1917 giu. 13 - 1917 nov. 28. Italiano Quaderno, legatura in carta, pp. 17

B. 3. 2 Registro di cassa 1933 gennaio 1 - 1960 settembre 22 (con annotazione del 1969 aprile 4) Italiano Registro, legatura in tela, cc. 68 n.n.

42 serie 4 Registri degli interessi, 1941 - 1954

Contenuto La serie si compone di un quaderno.

B. 4. 1 "Urbario capitali chiesa e beneficio primissariale Cavizzana" 1941 gennaio 1 - 1954 luglio 3 Registro degli interessi sui capitali investiti su libretti di deposito e in azioni a favore della chiesa, del Fondo missioni, del Fondo nuova chiesa, del Fondo di Azione Cattolica locale e del beneficio primissariale. Italiano Quaderno, legatura in carta, pp. 32 con indice delle parti all'inizio n.n.

43 serie 5 Resoconti, 1874 - 1953

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare che cominciava il 1. novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

La serie si compone di una busta.

B. 5. 1. b. 1 Resoconti della chiesa di S. Martino 1874 - 1953 Nn. 1-48 Busta, cc. 610 n.n.

44 serie 6 Carteggio e atti, 1637 - 1953

Contenuto La serie si compone di due fascicoli.

B. 6. 1. b. 1 Carteggio e atti(1) 1637 - 1953 Inventari della chiesa (1637; 1867), vecchi contratti, documentazione relativa a: lavori effettuati in chiesa (tetto e sacrestia), acquisto di arredi sacri, permuta di terreni, affitti dei fondi della chiesa e del beneficio primissariale, fassioni, fondo campane, salario al sacrestano, luce elettrica, polizze d'assicurazione, ecc. Fascicolo, cc. 378 Note (1) I documenti datati 1666 gen. 17, 1679 mag. 18, 1707 mar. 8, 1717 lug. 23 e 1732 sono regestati in: "Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole", a cura di Giovanni Ciccolini, Trento, 1939, vol. II; La pieve di Malè, pp. 335-336, cc. nn. 492- 494, 496 e 497.

B. 6. 2. b. 1 Legati missari(1) 1713 - 1947 Documentazione relativa ai legati missari fondati a favore della chiesa da Biagio Zanon, don Giandomenico Gaspar, don Domenico Gaspar, prospetti delle messe legatarie, affrancazioni e richieste di riduzioni. Fascicolo, cc. 21 Note (1) Il documento datato 1713 dic. 15 è regestato in: "Inventari (...)" op. cit., p. 335, c. n. 495.

45

Ente Beneficio primissariale di Cavizzana 1666 aprile 19 - 1987 gennaio 24

Luoghi Cavizzana

Altre forme del nome Beneficio Ceschi di Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale di Cavizzana, 01/01/1666 - 31/12/1955

Storia I coniugi Matteo e Domenica Ceschi da Cavizzana nel loro testamento redatto il 19 aprile 1666 espressero la volontà di erigere un beneficio semplice con l'onere della celebrazione di tre messe alla settimana nella chiesa di S. Martino di Cavizzana. A tale scopo lasciarono in dote dei censi e dei fondi. Il diritto di patronato di tale beneficio venne assegnato agli eredi in linea maschile dei suddetti fondatori o, in mancanza di tali, alla comunità di Cavizzana. Il sacerdote che fosse stato eletto, secondo la volontà dei testatori, avrebbe dovuto risiedere a Cavizzana allo scopo quindi di fornire alla popolazione un sostegno spirituale stabile.(1) Il 26 settembre 1705 l'autorità vescovile di Trento approvò l'erezione del beneficio.(2) Il capitale posto in dotazione del beneficio, che veniva denominato anche "Beneficio Ceschi", si era, nel corso degli anni, in parte svalutato così nel dicembre 1830 fu fatto un accordo con il patrono Federico Ceschi mediante il quale il beneficio venne integrato di altri fondi; e così "per rendere adeguati i carichi del beneficio all'entrata si propose che dovesse essere per intero esaurita nella celebrazione di tante messe prime festive nei mesi di maggio al settembre di ciascun anno".(3) Il 18 dicembre 1830 moriva a Cavizzana Giovanni fu Giovanni Antonio Gaspar il quale aveva disposto nelle sue ultime volontà di nominare erede universale delle sue facoltà, alla morte della moglie Maria, il pio legato della messa prima di Cavizzana. Nel 1835 tale facoltà fu assegnata ufficialmente al beneficio che vide aumentare le sue sostanze.(4) In seguito le due fondazioni si fusero insieme con un'unica amministrazione. Nel 1908 nella relazione di preparazione per la visita pastorale il curato annotava che la primissaria era vacante dal 1859(5) gli oneri missari erano soddisfatti dai frati.

Note (1) "Archivio del beneficio primissariale di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 1. cc. 1-4. (2) "Archivio diocesano tridentino", "Investiture", 7, cc. 424-426. (3) "Archivio del beneficio primissariale di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 1, cc. 40-42. (4) Ibidem. cc. 44-53. (5) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1908 b. 98.

46 fondo Beneficio primissariale di Cavizzana, 1666 - 1955

reg. 1, b. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Beneficio primissariale di Cavizzana, 1666 aprile 19 - 1987 gennaio 24

47 serie 1 Registri di cassa, 1915 - 1952

Contenuto La serie si compone di un registro.

C. 1. 1 "Cassa beneficio" 1915 maggio 29 - 1952 dicembre 31 (con annotazione del 1953 novembre 30) Italiano Registro, legatura in tela, cc. 57 n.n.

48 serie 2 Resoconti, 1873 - 1953

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Archivio della chiesa di S. Martino in Cavizzana", "Resoconti".

La serie si compone di una busta.

C. 2. 1. b. 1 Resoconti del beneficio primissariale 1873 - 1953 Nn. 1-48 Per l'anno 1873 solo lettera di liquidazione. Busta, cc. 442 n.n.

49 serie 3 Carteggio e atti, 1666 - 1955

Contenuto La serie si compone di un fascicolo.

C. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1666 - 1955 Testamento dei fondatori Matteo e Domenica Ceschi (1666), questione tra il primissario e la comunità per la celebrazione della messa (1795-1796), documento di integrazione del patrimonio, documentazione relativa al legato di Giovanni Antonio Gaspar unito alla primissaria, inventario dei beni (1846), diffide di pagamento, repertorio degli atti ricevuti, contratti di affitto, riduzione messe, ecc. Fascicolo, cc. 137

50

Ente Legato Paternoster 1899 ottobre 16 - 1952

Luoghi Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Legato Paternoster, 01/01/1899 - 31/12/1953

Storia Il 16 ottobre 1899 fu eretta a Cavizzana, alla presenza del curato e dei sindaci della chiesa di S. Martino e del capocomune, la fondazione disposta dal fu Pietro Paternoster, e confermata da sua moglie Teresa, a favore del beneficio primissariale di Cavizzana e del fondo poveri dello stesso luogo. Il patrimonio di questa fondazione consisteva in una obbligazione di stato austriaco del valore di 1800 corone. La rendita di tale patrimonio doveva essere impiegata, in parte, per fare celebrare ogni anno cinque messe in suffragio dell'anima del benefattore e in parte per il pagamento del primissario di Cavizzana. Nel caso in cui a Cavizzana non risiedesse alcun primissario la rendita doveva essere distribuita ai poveri bisognosi di Cavizzana con speciale occhio di riguardo nei confronti degli ammalati. La fondazione doveva essere amministrata dalla fabbriceria della chiesa di Cavizzana. Tanto al capocomune che al curato pro tempore spettava l'obbligo di sorvegliare sulla conservazione del patrimonio.(1) L'obbligazione austriaca con i relativi interessi non incassati dopo il novembre 1918 venne commutata in certificato rendita del debito pubblico del Regno d'Italia nel 1926. Nel 1934 tale certificato fu convertito in rendita al 3.50%. L'onere missario fu affrancato dalla Curia arcivescovile di Trento, dove era stato depositato il capitale, nel 1952. Con decreto del 7 gennaio 1954 la Curia partecipava l'avvenuta affrancazione dell'onere missario del legato e autorizzava a trasferire il certificato al fondo piccoli legati per erogare il reddito cumulato in messe per i pii fondatori.(2)

Note (1) "Archivio del legato Paternoster di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 1, cc. 1-4. (2) Ibidem.

51 fondo Legato Paternoster, 1899 - 1953

regg. 2, quad. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Legato Paternoster, 1899 ottobre 16 - 1952

52 serie 1 Registri di cassa, 1899 - 1952

Contenuto La serie si compone di due registri e un quaderno.

D. 1. 1 "Libretto di annotazioni sui denari della chiesa [...]" 1899 - 1908 novembre 27 Alla fine: registro degli iscritti alla confraternita del SS. Sacramento con annotazione dei pagamenti delle tasse annuali e liquidazioni dei conti per gli anni 1905-1908, 1903-1910; registro delle elemosine, 1900 ago. 31 - 1906 nov. 22. Capovolgendo il registro: annotazioni, cassate, relative all'amministrazione della confraternita del Santissimo, 1911 apr. 23 - [1911] mag. 20. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 26 n.n. (alcune cc. strappate) con indice delle parti sulla c. di guardia

D. 1. 2 "[Leg]ato Paternoster" 1909 marzo - 1938 gennaio 1 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 32 n.n.

D. 1. 3 "Legato Paternoster per ammalati poveri e poveri. Elemosine (...)" 1938 gennaio 1 - 1952 marzo 27 pp. 1-6: registro di cassa del legato Paternoster, 1938 gen. 1 - 1952 mar. 27. Alle pp. 1-3: registro delle elemosine raccolte nei capitelli della Madonna di Lourdes, del S. Cuore e di S. Teresa, 1947 nov. 1 - 1954 dic. 18. Italiano Quaderno, legatura in carta, pp. 6, 3

53 serie 2 Carteggio e atti, 1899 - 1953

Contenuto La serie si compone di un fascicolo.

D. 2. 1. b. 1 Carteggio e atti 1899 - 1953 Documento di fondazione, rese di conto (1899, 1905-1907), fogli di pagamento, ecc. Fascicolo, cc. 20

54

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1865 - sec. XX seconda metà

Luoghi Cavizzana, Malé

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Cavizzana, 01/01/1915 - 31/12/1955

Storia La confraternita del SS. Sacramento di Cavizzana era sicuramente una filiale della confraternita eretta a Malé. Nella documentazione presente in archivio non ci sono notizie riguardanti la sua storia; viene solo nominata nella visita pastorale del 1865.(1) Nel questionario di preparazione alla visita pastorale del 1947 si apprende che tale sodalizio contava in quell'anno 71 confratelli e 69 consorelle.(2) Nel 1955 era ancora attiva.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla Quaecumque a Sede Apostolica del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Note 55

(1) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1865 b. 91, c. 174. (2) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 8, c. 19.

56 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Cavizzana, 1915 - 1955

regg. 2, quad. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1865 - sec. XX seconda metà

57 serie 1 Registri degli iscritti, 1915 - 1955

Contenuto La serie di compone di due registri. Registrazioni di iscritti per gli anni 1903-1910 e liquidazione dei conti per il 1905-1908 si trovano in "Archivio del Legato Paternoster", "Registri di cassa", reg. 1.

E. 1. 1 "Elenco e registro de' confratelli as[cri]tti [alla] [C]ompa[gnia] del Santissimo [...] Cavizzana" 1915 - 1937 (con annotazione del 1939 aprile 27) Capovolgendo il registro: rese di conto della Confraternita, 1915-1937. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 22, cc. 12

E. 1. 2 "Elenco confratelli del Santissimo Malé - sezione Cavizzana" 1938 - 1955 Capovolgendo il registro: rese di conto della Confraternita, 1938 - 1954 dic. 19. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 26 n.n.

58 serie 2 Registri di cassa, 1951 - 1955

Contenuto La serie si compone di un quaderno.

E. 2. 1 "Confraternita del Santissimo Malé - sezione locale" 1951 gennaio 1 - 1955 gennaio 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 2 n.n.

59

Ente Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco 1891 gennaio 6 - sec. XX seconda metà

Luoghi Cavizzana, Trento

Archivi prodotti Fondo Congregazione del Terz'ordine di San Francesco di Cavizzana, 01/01/1890 - 31/12/1960

Storia La Congregazione del Terz'Ordine di S. Francesco fu eretta a Cavizzana il 6 gennaio 1891 da padre Costantino Maria Pontara, delegato del padre Bernardino ministro provinciale dei cappuccini di Trento. Tale sodalizio non possedeva beni, i suoi adepti beneficiavano delle preghiere e delle indulgenze concesse all'Ordine. Era governata dal curatore d'anime che ne era anche direttore. Le Conferenze si svolgevano ogni quarta domenica del mese in chiesa e nella chiesa si raccoglievano le elemosine, tutte devolute a fini di culto.(1) Nel questionario di preparazione alla visita pastorale del 1947 veniva notato che i terziari erano 69 e le terziarie 128.(2) Nel 1960 la congregazione era ancora attiva.

Funzioni, occupazioni e attività La data esatta di origine della congregazione non è conosciuta: gli studiosi la pongono dal 1215 al 1221 data, questa, della prima Regola di "poenitentes de Assisio". Come istituzione organizzata, avente il nome di "Terz'Ordine" risale al 18 agosto 1289 (Bolla "Supra montem" di papa Nicolò IV). "L'Ordine francescano secolare (Terz'Ordine) si configura come unione di tutte le fraternità sparse nel mondo e aperte a ogni ceto di persone cattoliche, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione nella carità nel proprio stato secolare, con la professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco d'Assisi, attraverso l'osservanza della Regola autenticata dalla Chiesa" (dalla Regola, capo I, n.2). Il Terz'Ordine secolare seguì la Regola di Nicolò IV, con alcuni commenti o ritocchi di vari papi, fino a Leone XIII il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo, fra i molti documenti in merito, emanò la bolla "Misericors Dei Filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica Regola. La Santa Sede può concedere il privilegio di aggregazione al Terz'Ordine, concesso il privilegio i superiori (generale dei Francescani, i provinciali, i superiori locali) possono erigere la congregazione in una chiesa o oratorio pubblico o in qualche altare con il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi, il decreto scritto e il registro. Per l'ammissione si esigono: la fede cattolica, almeno 14 anni d'età, l'assenza di voti pubblici. I Terziari godono dei privilegi concessi al relativo Terz'Ordine che in genere comprendono indulgenze, assoluzioni e benedizioni papali, privilegi per la messa e il divino ufficio, diritto di intervento alle funzioni sacre con la precedenza sulle confraternite e pie unioni, diritto di avere e amministrare beni, di eleggere ufficiali interni, di tenere adunanze e di darsi statuti. Il Terz'Odine dipende dal vescovo per l'erezione dei sodalizi, per la nomina o revoca del direttore o cappellano, per il controllo annuale dell'amministrazione e la raccolta delle elemosine e per la visita canonica. Dipende invece dall'Ordine per la facoltà di erezione, per la proposta o nomina del direttore e concessione delle facoltà e per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio (presiede adunanze, ascrizione, dimissione ecc.). Infine il direttore ha i doveri e 60 i diritti necessari all'ufficio (ammissione, conferenze, assoluzioni ecc.); non ha il diritto di nominare gli ufficiali, di riservarsi l'amministrazione dei beni, di esigere i versamenti.(3) Nel Trentino il Terz'Ordine dell'obbedienza sorse ufficialmente (terziari ne esistevano ab immemorabili) a il 26 dicembre 1870 nel convento di S. Caterina.(4)

Note (1) "Archivio della congregazione del Terz'Ordine di S. Francesco di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) "Archivio dell'ufficio curaziale di Cavizzana", "Carteggio e atti", fasc. 8, c. 20. (3) Cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. XI, sub voce "Terz'Ordine". (4) Cfr. A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986, p. 753.

61 fondo Congregazione del Terz'ordine di San Francesco di Cavizzana, 1890 - 1960

reg. 1, quadd. 2, fasc. 1

Soggetti produttori Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, 1891 gennaio 6 - sec. XX seconda metà

62 serie 1 Registri degli iscritti, 1891 - 1952

Contenuto La serie si compone di un quaderno.

F. 1. 1 "Terz'Ordine Uomini" 1891 gennaio 1 - 1952 novembre 30 (1) Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. sd 4 n.n. Note (1) La prima data si riferisce all'epoca della vestizione e la seconda all'epoca della professione.

63 serie 2 Registri di cassa, 1913 - 1960

Contenuto La serie si compone di un registro e di un quaderno.

F. 2. 1 Registro di cassa 1913 gennaio 24 - 1960 marzo 6 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 55 n.n.

F. 2. 2 "Congregazione III° Ordine" 1952 marzo 9 - 1954 dicembre Italiano Quaderno, legatura in carta, c. 1 n.n.

64 serie 3 Carteggio e atti, 1890 - 1930

Contenuto La serie si compone di un fascicolo.

F. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1890 - 1930 Concessione della facoltà di erigere la congregazione, atto di erezione (1891), facoltà di benedire il crocefisso, carteggio con il comune di Caldes. Fascicolo, cc. 7

65

Ente Azione Cattolica 1944 - 1954

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'Azione Cattolica di Cavizzana, 01/01/1944 - 31/12/1954

66 fondo Documentazione dell'Azione Cattolica di Cavizzana, 1944 - 1954

quadd. 2

Soggetti produttori Azione Cattolica, 1944 - 1954

67 serie 1 Registri di cassa, 1944 - 1954

Contenuto La serie si compone di due quaderni.

G. 1. 1 "Gioventù femminile di A.C. 1944" 1944 gennaio 1 - 1954 gennaio 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 4 n.n.

G. 1. 2 "Cassa fondo pro Azione Cattolica Cavizzana" 1944 gennaio 1 - 1954 gennaio 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 3 n.n.

68 fondo Fondo pergamenaceo, 1480 dicembre 17 - 1699

Contenuto Il fondo raccoglie 31 pergamene appartenenti all'archivio storico della parrocchia di Cavizzana.Tutte le pergamene sono state studiate da Giovanni Ciccolini (1), il quale ne ha pubblicato i regesti nel terzo volume della sua indagine sugli archivi parrocchiali della Val di Sole: fanno eccezione le pergamene 25 e 31. La pergamena 25 è un contratto di compravendita, stipulato in area veneta, per provvedere al pagamento di una dote. Non essendo stato schedato dallo studioso solandro, pare verosimile che sia pervenuta alla parrocchia di Cavizzana in maniera fortuita. La pergamena 31, in pessimo stato di conservazione, è una concessione di indulgenza, del XVII secolo, ad una non meglio identificata confraternita eretta presso la chiesa di San Giacomo. Le pergamene originariamente appartenenti a questo fondo sono dunque 29 (2): don Simone Weber ha tramandato la notizia che diverse altre pergamene vennero distrutte (3). Alcune di queste furono però utilizzate dal curato don Giuseppe Maurina, per la redazione di una cronaca di Cavizzana (4). I documenti presenti in questo fondo spaziano dal 1480 al 1610 e nella maggior parte dei casi riguardano contratti stipulati con i sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana. Un consistente nucleo di pergamene riguarda i rapporti dell'antica comunità di Cavizzana con le comunità di Arnago, Cles, Menas, Ortisè: si tratta delle pergamene 2, 3, 13, 17, 19, 21, 22, 26, 27 e 30. Inoltre sono presenti alcuni documenti 'privati', cioè atti intercorsi tra persone non necessariamente legate alla chiesa o alla comunità. Essi sono presenti in archivio per deposito (si riteneva infatti la chiesa luogo sicuro per la conservazione) oppure perché con l'andare del tempo alcuni contratti sono venuti ad essere di sua proprietà. Di questo nucleo fanno parte, oltre alla già citata pergamena 25, le pergamene 16, 18, 23, 24, 28, 29. Le pergamene sono accompagnate da due carte manoscritte da don Tommaso Bottea nel marzo 1881, intitolate rispettivamente "Estratto delle carte pergamene spettanti alla Chiesa di Cavizzana" e "Estratto delle carte pergamene del Comune di Cavizzana". Il sacerdote ha poi provveduto a numerare in maniera cronologica queste due sezioni. Per i documenti privati non disponiamo di un elenco analogo: il sacerdote si è limitato ad apporre sul loro verso la dicitura "Privato". Le pergamene sono descritte ed inserite in ordine cronologico, non avendo rilevato in fase di inventariazione altro criterio preesistente di conservazione. La pergamene presentano sul verso una segnatura a matita blu (di mano del Ciccolini) ed una a china accompagnata generalmente dalla datazione (di mano di don Bottea); in maniera sporadica è presente la segnatura coeva. I regesti sono stati redatti secondo fini inventariali, sulla base delle direttive impartite dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione Generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari"(5). Si è fatto inoltre riferimento alle istruzioni proposte dalla "Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici locali", curata dalla Regione Lombardia, Milano 1992 e dalla "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari", dattiloscritto a cura di F. Baldo, S. Devigili, S. Franzoi, P. Tavelli, Trento 2003, alle quali si rimanda per ogni approfondimento. In questa sede si tengano presenti i seguenti criteri: - ogni unità è identificata da un numero assegnato in ordine cronologico, facendo seguire i documenti con data cronica incompleta o ipotizzata a quelli con la stessa data completa; - alla numerazione segue il titolo in italiano, che individua l'azione giuridica posta in essere; 69

- si sono riportate data cronica e topica, quest'ultima espressa con toponimo moderno; - nel regesto propriamente detto si sono segnalati: la natura dell'atto giuridico; i nomi delle parti contraenti, con relativa indicazione di patronimico, provenienza e qualifica principale (d. = "dominus/a" ovvero "donna", in relazione alla condizione sociale; "ser"), menzionati singolarmente fino a un massimo di quattro persone; l'oggetto dell'atto stesso, con le clausole ritenute di volta in volta più significative; - i termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso; - si è riportato il nome del notaio rogatario, con relativo patronimico e provenienza; la scelta di porre il cognome dopo il nome del padre o del figlio deriva dall'ordine del documento. - riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra originale, considerando tale anche il documento tratto da protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogatario, che in molti casi si limita a sottoscrivere il testo esteso da altri (in generale "per fidelem scriptorem": in tal caso lo si è definito 'originale da imbreviature'); e la copia autentica, della quale si è approssimativamente segnalata la data, a meno che non sia dovuta a figlio o a nipote del notaio rogatario stesso; - si sono fornite le dimensioni del supporto, espresse in millimetri, segnalando prima l'altezza e poi la base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi, da quella minore); si è fatto inoltre cenno allo stato di conservazione o a qualche caratteristica particolare della pergamena; si è segnalato la presenza sul verso di note di contenuto e/o archivistiche, sia coeve sia posteriori; - tra parentesi uncinate si sono riportate le necessarie integrazioni di contenuto. Sigle adottate nella descrizione delle pergamene: ST Signum tabellionis Segno del notaio

Bibliografia GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991

Note (1) G. CICCOLINI, "Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole. La Pieve di Livo", Trento, 1965, pp. 317-336. (2) A. CASETTI, "Guida storico-archivistica del Trentino", Trento, 1961, p. 197. (3) S. WEBER, "Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte", Trento, 1936, p. 144. (4) CICCOLINI, p. 317.

70 serie 1 Pergamene, 1480 - 1701

1 Procura e stima 1[480] dicembre 17 (1) , Malè Su istanza di Bartolomeo e Giacomo, sindaci della chiesa di S. Maria di Malè, il notaio Sigismondo Visintainer da incarica Baldassare fu Leonardo e Matteo fu Cesco, entrambi da Cavizzana, Melchiorre fu "Zomus" e Baldassarre fu Antonio "Acomo", entrambi da Magràs, Pietro fu Zanetto e Giampietro fu Girardo, entrambi da Bolentina, "ser" "Bonmartinus" di Giovanni "de Bomartinis" da , e Antonio di "Cominus" da Montés, di determinare entro tre giorni i possessi e l'olio spettanti alla fabbrica e alla "illuminaria" della chiesa di San Martino di Cavizzana. Gli incaricati fissano questo obbligo in uno staro in uno staio, ovverosia due minali d'olio. Notaio: Sigismondo Visintainer da Terzolas Copia autentica da imbreviature [B] del figlio Baldassare (ST) (1), atto notarile; latino pergamena, mm 595 x 126, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 586 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 17, perg. n. 3 e p. 320, perg. n. 311 Note (1) Datazione incompleta nell'anno. Il Bottea data erroneamente il documento al 1490. Per l'integrazione della data si è fatto riferimento ad una copia dello stesso documento presente nell'archivio parrocchiale di Malé. Cfr. AP Malè, Pergamene, nr. 12. (2) Per licenza concessa dal d. Bonifacio [Betta] da Arco, giurisperito e [assessore delle valli di Non e Sole].

2 Compromesso 1481 agosto 20 (1) , Castel Caldes Giovanni fu Antonio da Ortisè, detto "Noth", in qualità di procuratore della comunità di Ortisè e Piazza, da una parte e il notaio "ser" Antonio del fu "magister" Giovanni, in qualità di procuratore delle comunità di Cavizzana, Magras e Arnago, eleggono arbitri della controversia tra loro vertente e riguardante i confini sui monti Cercen e Tremenesca, Antonio detto "Fator", Bartolomeo detto "Brasadol" e "Thura" fu Giacomo fu Antonio, tutti da Ortisé, nonché Pellegrino fu Guidone da Cavizzana, Bartolomeo fu Nicolò, detto "de l'Agnes", da Magràs e "Tura" fu "Zanolus" fu Bonomo da Arnago. Notaio: Martino da Copia autentica [B] da imbreviature di Simone fu "ser" Giovanni Volpi da (ST) (2), atto notarile; latino pergamena, mm 360 x 264, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, pp. 197-198 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 321, perg. n. 312 Note (1) Ciccolini data il documento al 31 agosto. (2) Per licenza concessa dal d. Riccardino da Tavon, assessore del d. Pangrazio da Castel Belasi, vicario delle Valli di Non e Sole.

71

3 Lodo arbitrale 1493 febbraio 1 , Cavizzana Corradino, capitano in Mechel, per il d. Nicolò "Formianus", regolano di Cavizzana, insieme a Giovanni "Pilon", Nicolò "Rosse", Giovanni "Sone" e Giovanni "Romedi", in qualità di arbitri scelti dal predetto d. Nicolò, emettono lodo arbitrale nella controversia esistente tra la comunità di Cavizzana, da una parte, e il notaio "ser" Cristoforo da Terzolas, dall'altra, relativa alla corresponsione di una pena pecuniaria di 117 lire, comminata dal regolano e dai giurati di Cavizzana, al predetto Cristoforo perché "portavit regulam in officio et in aliis lociis" (1).Vengono confermate le pene e si stabilisce che "ser" Cristoforo paghi 10 lire al predetto d. Nicolò; le spese fatte dagli arbitri vengono divise tra le due parti. Notaio: "ser" Francesco di Cles Copia autentica [B] da imbreviature di Simone di "ser" Martino fu "ser" [...] da (ST) (2), atto notarile; latino pergamena, mm 367 x 210 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 198 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 321, perg. nr. 313 Note (1) Probabilmente Cristoforo portò con se la carta di regola. Un'edizione della carta di regola in F. GIACOMONI, "Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine", Milano, 1991, vol. 2, pp. 85-96. (2) Per licenza concessa dal d. e notaio Riccardino da Tavon, assessore del d. Pangrazio di Castel Belasi, vicario generale delle valli di Non e Sole.

4 Sentenza 1508 novembre 21 , Revò Il notaio Riccardino da Tavon, assessore delle valli di Non e Sole, a nome di Pangrazio da Castel Belasi, vicario del vescovo Giorgio Neideck, risolvendo la causa vertente tra la fabbrica della chiesa di S. Martino di Cavizzana (rappresentata dal notaio "ser" Sigismondo Visintainer da Terzolas), da una parte, e "ser" Donato fu Pietro "Benamà de Ternago", dall'altra, relativa ad un debito di 36 lire e 11 grossi e mezzo di moneta meranese, emette sentenza, condannando Donato all'estinzione del debito. Detto debito era stato contratto dal fratello di Donato, Giovanni "Ros" e viene estinto da Donato, in qualità di compratore dei beni di Giovanni. Notaio: Leonardo del d. Sigismondo Visintainer da Terzolas (ST) Originale [A] da imbreviature., atto notarile; latino pergamena, mm 530 x 245, Sul verso note archivistiche e di contenuto (Bottea). Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 198 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 322, perg. 314

5 Compravendita 1511 gennaio 21 , Cavizzana Bernardino del fu Baldassare fu Leonardo da Cavizzana vende a Stefano fu Bonomo e Bartolomeo fu Marino "Raviza", entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana, un terreno arativo esteso 7 quarte grandi di segale, nel territorio di Cavizzana, in località "Fora el Fou", per il prezzo di 54 lire e 3 grossi di moneta meranese. Notaio: Giacomo fu "ser" Savorito fu Benvenuto "ciroicus" da Preghena (ST) Originale [A], atto notarile; latino

72 pergamena, mm 490 x 150, Sul verso note archivistiche e di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 322, perg. 315

6 Compravendita 1517 novembre 15 , Cavizzana Leonardo fu Baldassare da Cavizzana, anche a nome del fratello Enrico e dei suoi eredi, vende a Giovanni fu Martino fu Zenone da Cavizzana, calzolaio, e Andrea fu Giovanni fu Antonio "Barba" da Mechel, in qualità di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana, una casa, con il cortile, un "somassum" con "spressae" (1), situata nel territorio di Cavizzana, in località "a la casa de quei de Lionart", per il prezzo di 47 lire di moneta di Merano (2). Notaio: Viviano di "ser" Michele da Ossana (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 256 (205) x 230 (182), Sul verso nota di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 322-323, perg. 316 Note (1) Cfr. QUARESIMA alle voci "somas" (pp. 433-434) e "spréuzza" (pp. 446-447), due termini per indicare la soffitta. (2) Non di 4, come scrive Ciccolini.

7 Permuta 1532 ottobre 12 , Cavizzana Giacomo fu Antonio "Ab oleo" e Giorgio fu Tomeo "Guidinus", entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di San Martino di Cavizzana, permutano con Giovanni fu Biagio fu "Menegatus" da Cavizzana e Giovannina, sua madre, una casa, situata a Cavizzana, in località "a presso a la plaza", stimata 60 lire meranesi da Federico fu Matteo Ceschi e Tommaso fu Valentino Bonomi, in cambio di un campo esteso 6 quarte, situato nel territorio di Cavizzana, in località "Somprato". Inoltre, a titolo di conguaglio, i sindaci della chiesa di Cavizzana, ricevono 15 lire (1). Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 534 (503) x 160 (150), Sul verso nota di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 323, perg. n. 317 Note (1) Non si tratta quindi del prezzo del campo, come scrive Ciccolini. Cfr., in questo stesso fondo, la perg. nr. 8 e il relativo regesto.

8 Permuta 1532 ottobre 12 , Cavizzana Giacomo "Ab oleo" e Giorgio fu Tomeo "Guidinus", entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di San Martino di Cavizzana, permutano con Giovanni fu Biagio fu "Menegatus" da Cavizzana e Giovannina, sua madre, una casa, situata a Cavizzana, in località "a la plaza", stimata 60 lire da Federico fu Matteo Ceschi e Tommaso fu Valentino Bonomi, in cambio di un campo, situato nel territorio di Cavizzana, in località "Sompra", esteso 6 quarte e stimato 7 lire e mezza 15 lire per ogni quarta. Inoltre, a titolo di conguaglio, i sindaci della chiesa di Cavizzana, ricevono 15 lire (1).

73

Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 290 (280) x 150 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 323, perg. n. 317 Note (1) Non si tratta quindi del prezzo del campo, come scrive Ciccolini. Cfr., in questo stesso fondo, la perg. nr. 7.

9 Compravendita 1533 febbraio 1 , Cavizzana Odorico fu Lorenzo da Cavizzana vende a Giacomo (2) fu Antonio "Ab oleo" e Giorgio fu Tomeo "Guidinus", entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di Cavizzana, parte di un prato situato nel territorio di Cavizzana, in località "Caslanec", del valore di 40 lire: con tale vendita entra in possesso di un prato (2) venduto da Biagio fu "Bartolomeotus" da San Giacomo prima ai sindaci della chiesa di Cavizzana, poi al detto Odorico. Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 580 x 120, Sul verso note di contenuto. Piccole lacune risarcite in fase di restauro. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 323, perg. n. 318 Note (1) Manca la localizzazione dell'immobile. (2) Secondo il Ciccolini si tratta di Bartolomeo.

10 Compravendita 1535 agosto 16 , Cavizzana Giorgio fu Tomeo fu Giacomo "Guidinus" da Cavizzana, agente anche a nome dei fratelli Giacomo e Antonio, vende a Nicolò di "ser " Bartolomeo fu "ser" Marino e a Bartolomeo fu "ser" Antonio "Ab Oleo", entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di San Martino di Cavizzana, i seguenti beni situati nel territorio di Cavizzana: a) un campo, esteso 6 quarte e un quarto e mezzo, in località "Sompra", stimato da Battista fu Antonio fu Pellegrino e Federico fu Matteo Ceschi, 8 lire a quarta; b) un campo, esteso 18 quarte, in località "el campo grando da li trozi", stimato 7 lire e 8 carantani la quarta; c) un prato, in località "A marzen", stimato 85 lire (1). Il prezzo complessivo ammonta quindi a 274 lire, che verranno pagate a rate. Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 529 (60) x 250 (160), Sul verso note archivistiche e di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 323-324, perg. n. 319 Note (1) E non 80, come secondo Ciccolini.

11 Quietanza

74

1540 novembre 21 , Caldes Giacomo detto "Faus" da Caldes, falegname, dichiara di aver avuto da Antonio "A Folono" e Nicolò fu Andrea da Mechel, in qualità di sindaci della chiesa di San Martino di Cavizzana, 112 lire di moneta meranese. Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 250 x 130, Sul verso nota di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 324, perg. n. 320

12 Compravendita 1541 giugno 12 , Cavizzana Giorgio fu Tomeo "Guidinus" da Cavizzana vende ad Antonio fu Paolo "a Folono" e Martino fu Tomeo Zanoni, entrambi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di San Martino di Cavizzana, un prato con un "ceium", situato nel territorio di Cavizzana, in località "Fora Pra", per il prezzo, fissato da "ser" Battista fu Antonio Pellegrini e Pietro fu Tomeo "Longus", di 75 lire di moneta di meranese. Notaio: Matteo di "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm 345 x 138, Sul verso note di contenuto. Piccole lacune risarcite in fase di restauro. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 324, perg. n. 321

13 Compravendita 1547 ottobre 15 , Cassana Romedio fu Andrea "de Zicheris" da Cassana vende al calzolaio Martino fu Tomeo Zanon, Nicolò fu Andrea Marinelli, Giacomo fu Antonio "Ab Oleo" da Cavizzana, in qualità di rappresentanti della comunità di Cavizzana, un terreno arativo situato nel territorio di Cassana, in località "A Sera", per il prezzo, fissato da Andrea e Paolo fu Cristoforo Valentini da Tozzaga, di 12 lire di denari meranesi la quarta. Il prezzo è quindi di 50 ragnesi. Notaio: Pellegrino di "ser" Odorico del fu d. Pellegrino Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 595 x 126 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 325, perg. n. 322

14 Compravendita 1549 febbraio 23 , Cavizzana Biagio di Romedio fu Odorico Zanon da Cavizzana vende a Bonomo fu Martino Bonomi e Biagio fu Tomeo Zanon da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana, un terreno arativo e ortivo situato nel territorio di Cavizzana, in località "Soto a la Fontana a li orti", per il prezzo, di 12 lire la quarta. Il prezzo è quindi di 50 ragnesi. Notaio: Pellegrino di "ser" Odorico del fu d. Pellegrino Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino 75 pergamena, mm 556 (500) x 148 (126), Sul verso note archivistiche e di contenuto. Lacune risarcite in fase di restauro. Segnature precedenti: 3 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 325, perg. n. 323

15 Compravendita 1552 ottobre 27 (1) , Cavizzana Simone del fu Domenico Zanon da Cavizzana vende a Marino fu Bartolomeo "Rizus", Giovanni fu Simone Bonomi da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana, un terreno in parte arativo e in parte ortivo, situato nel territorio di Cavizzana, in località "Orti soto la fontana", stimato da Francesco e fu Matteo Ceschi e Nicolò fu Andrea Marinelli, per il prezzo di 8 ragnesi e 2 lire. Notaio: Pellegrino del fu "ser" Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 402 x 146 (127), Sul verso note archivistiche e di contenuto. Segnature precedenti: 36 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 325, perg. n. 324 Note (1) Indicazione del giorno errata (venerdì in luogo di giovedì).

16 Dote 1562 maggio 4 , Cavizzana La d. Caterina di Bartolomeo Della Rosa da Cavizzana, moglie di Biagio fu Martino Z[...] da Cavizzana, dichiara di aver ricevuto dal padre 9 marche, a titolo di dote, rinunciando contestualmente ad avanzare pretese sui beni paterni. Notaio: Aliprando del fu d. Bernardino Aliprandini da Livo (ST) Originale [A]., atto notarile; latino pergamena, mm 470 (450) x 107, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 334, perg. n. 338

17 Contratto di prestazione d'opera 1565 giugno 1 , Magras Melchiorre Ramponi, in qualità di giurato di Magras, Pietro detto "Dot (...)" e Giovanni "Carella", in qualità di rappresentanti delle comunità di Magras e Arnago, da una parte, e Martino Bonomi, in qualità di giurato di Cavizzana e Nicolò Rizzi e Giovanni Stefani addivengono ad un accordo in base al quale la comunità di Magras si impegna a costruire la malga di Cercen, un "casinellum" e "tressa idonea" (1). Da parte loro, i rappresentanti di Cavizzana si impegnano a versare a quelli di Magras la somma di 15 ragnesi: di questi, 5 vengono pagati subito, mentre 10 verranno corrisposti il 24 giugno, giorno di San Giovanni. Notaio: Pellegrino da Samoclevo Copia autentica [B] da imbreviature di Bartolomeo Panvini da Samoclevo (ST) (2), atto notarile; latino

76 pergamena, mm 290 x 145, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 326, perg. n. 325 Note (1) Recinti. Cfr. QUARESIMA, ad vocem "tres", p. 490. (2) Per licenza concessa dal d. Gervasio de' Alberti, assessore delle valli di Non e Sole.

18 Costituzione di censo 1568 novembre 21 , Caldes Maria fu Pellegrino Bertoldi da Samoclevo, moglie del fu Valentino Benedetti da Arnago, in qualità di tutrice dei figli, costituisce un censo del valore di cinque quarte di segale in favore di Pietro fu Odorico "Anna" da Caldes, e gli dà in obbligazione la sua dote, i "melioramenta" di orti situati nel territorio di Arnago in località "li horti del Valentin Bendet" e la casa contigua, sui quali beni detto censo è assicurato, per la somma di 32 lire. Detto censo viene costituito per estinguere un debito di 39 lire, parte del quale era stata condonata dal predetto Pietro. Notaio: Pietro Lorengo da Caldes Copia autentica [B] da imbreviature di Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST), atto notarile; latino pergamena, mm 475 x 110, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 326, perg. n. 326 Note (1) 39 per Ciccolini

19 Sentenza 1569 settembre 10 , Il d. Gervasio Alberti d'Enno, iuris utriusque doctor, assessore delle valli di Non e Sole, risolvendo la controversia vertente tra il notaio d. Pellegrino Bertoldi da Samoclevo, abitante a Cavizzana, da una parte, e Martino Bonomi, Nicolò Rizzi e Giovanni fu Cesco Ceschi, in qualità di procuratori della comunità di Cavizzana, dall'altra, relativa al legname di larice tagliato da Pellegrino nel "gadium" (1) della comunità di Cavizzana per ristrutturare la sua casa, emette sentenza. Si stabilisce che il legname tagliato da Pellegrino spetti alla comunità. La multa inflitta dal regolano a Pellegrino viene ridotta a 3 ragnesi, uno dei quali spetta come "regalia" alla regola di Cavizzana. Inoltre si stabilisce che ogni parte paghi le proprie spese e le "sportule" siano pagate dalle due parti a metà. Notaio: Antonio Bertolino fu "ser" Bertolino Serafini da Tuenno (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 630 x 154 (125), Sul verso note di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 327, perg. n. 327 Note (1) Bosco. Cfr. QUARESIMA, ad vocem "giac", p. 210.

77

20 Compravendita 1570 luglio 23 , Caldes Martino fu Francesco Bonomi da Cavizzana vende a Giovanni fu Marino Rizzi e Bartolomeo fu Pellegrino "de Peginis" da Cavizzana, in qualità di sindaci della chiesa di S. Martino di Cavizzana, un campo situato nel territorio di Cavizzana, in località "A Facilli", esteso 18 quarte, per il prezzo di 12 lire e 3 grossi la quarta, secondo la stima di Nicolò Ricci e Giovanni fu Cesco "de Mattio Cesco", entrambi da Cavizzana. Il prezzo pattuito è quindi di 44 ragnesi e 6 grossi. Notaio: Pietro Lorengo da Caldes Copia autentica [B] da imbreviature di Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST), atto notarile pergamena, mm 280 (270) x 145 (170), Sul verso nota archivistica e di contenuto. Segnature precedenti: 9 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 327, perg. n. 328

21 Accordo 1579 maggio 17 , Cavizzana La comunità di Cavizzana, rappresentata dai giurati Vigilio Bertoldi e Tomeo fu Martino Zanon, nonchè da altri, da una parte, e Federico fu Simone "Mathecesch" da Cavizzana, dall'altra, per risolvere la controversia tra loro vertente, relativa ad una passerella (1) costruita e recentemente ristrutturata, situata in un prato del predetto Federico, nel territorio di Cavizzana, in località "Al guat de Baldessar Rosan", addivengono ad un accordo in base al quale la comunità di Cavizzana si impegna al mantenimento del ponte, del quale può continuare a godere, pagando una somma annuale di 18 carentani. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A] da imbreviature, atto notarile; latino pergamena, mm 355 x 152 (120), Sul verso note di contenuto Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 328, perg. n. 329 Note (1) Nel testo "pons sive pigagnus". Cfr. QUARESIMA, ad vocem "pigiagn", p. 323.

22 Accordo 1580 agosto 28 , Caldes Marino fu Tomeo Zanella e Giovanni di Valentino "Moret" e "ser" Melchiorre Ramponi, in qualità di giurati e sindaco delle comunità di Magras e Arnago, da una parte, e Federico fu Antonio Fedrizzi e Federico fu Simone "de Mautoucescho", giurati di Cavizzana, nonchè Giovanni "Mautoucescus", Pietro Bonomi, Vigilio Bertoldi, Biagio fu Martino Zanon e Martino fu Francesco Bonomi, tutti da Cavizzana, si accordano per la costruzione di una nuova malga in val di Rabbi, in località "Cortinga". Convengono di servirsi dell'opera dei falegnami Lorenzo "de dona Borga" da Terzolas e Lorenzo "della Cada" da Caldes, che lavoreranno secondo le indicazione fornite da quattro persone nominate dalle . In caso di discordia i rappresentanti di Cavizzana possono a loro volta nominare altre due persone. Gli uomini di Cavizzana si impegnano a pagare ai due falegnami 5 ragnesi all'inizio del lavoro, il resto entro il giorno di San Michele dell'anno successivo. Da parte loro, gli uomini di Magras e Arnago versano un anticipo di 10 ragnesi, il resto a lavoro compiuto, per il quale viene fissato il termine del primo giugno 1581. Notaio: Giovanni Antonio del fu d. Bernardino Aliprandini da Livo (ST)

78

Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 276 x 190, Sul verso note archivistiche e di contenuto Segnature precedenti: 2 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 328, perg. n. 330

23 Compravendita 1583 dicembre 11 , Caldes Biagio fu Martino Zanon da Cavizzana vende a Marino fu Bartolomeo Gaspar da Cavizzana un "caniparium sive campetum" situato nel territorio di Cavizzana, in località "Iscla", per il prezzo di otto ragnesi e mezzo. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 350 x 148 (85) Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 329, perg. n. 331

24 Dazione in pagamento 1593 maggio 19 , Caldes Giovanni fu Michele Lorengo dà alla matrigna Maria, sposata in primo matrimonio con Pietro Pellegrini, un terreno arativo, esteso 5 quarte, situato nel territorio di Caldes, in località "Alle panche sora la strada", valutato 26 ragnesi dal d. Bernardino Malanotti e da Antonio "Cora". Di detta somma, 25 ragnesi spettavano a Maria in base al testamento del marito Michele, rogato dal notaio Giulio Pezzen. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A] da imbreviature., atto notarile pergamena, mm 248 (220) x 110, Sul verso note di contenuto. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 329, perg. n. 332

25 Compravendita - Quietanza 1596 aprile 10 - 1597 luglio 10 , Venezia - Venezia Originale [A], atto notarile; volgare pergamena, mm 602 x 362, Sul verso note archivistiche e di contenuto. Segnature precedenti: 342

25.1 Compravendita 1596 aprile 10 , Venezia Poichè il 31 luglio 1595 era stato stipulato un contratto di nozze tra Delia, figlia di Giuseppe Razzolini e Paola fu Tommaso Marchiori, e il conte Doringhel da Prodolone, con la promessa di una dote di 5.000 ducati (in ragione di l. 6.4 per ducato), per pagare questa dote Paola, facendo le veci del marito, vende a Bernardo di Andrea Gritti 27 campi e un "quarto", "piantadi et videgadi alla mensura et pertica trivisana insieme con coitivo, tezza de muro coperta de paglia et una loza de muro coperta de 79

coppi, li qual campi sono del corpo de una possessione" della predetta Paola, situata a Grassaga sotto Oderzo, "in contra dell'Arzere dell'Aba", per il prezzo di ducati 104 d. 14 (per i campi) e ducati 150 per le "fabbriche". Il prezzo totale ammonta quindi a 3.000 ducati. Bernardo versa ducati 500 in contanti, "per spender in orri et altri fornimenti et vestimenti per la detta m. s. Delia", promettendo di versare i restanti 2.500 al conte Doringhel.Giovanni Francesco di Nicolò Savorgnan, in qualità di procuratore del conte Doringhel, dichiara di aver ricevuto da Bernardo Gritti 2500 ducati, quale saldo della predetta compravendita. Notaio: Gerolamo di Battista Lurano da Venezia (ST) atto notarile

25.2 Quietanza 1597 luglio 10 , Venezia Il conte Doringhel dichiara di aver ricevuto "monilia in tot auro, argento et perlis" per il valore di 500 ducati.

Notaio: Gerolamo di Battista Lurano da Venezia (ST) Copia autentica [B] di data 1597 agosto 18, atto notarile

26 Compromesso - Lodo arbitrale - Terminazione - Terminazione 1602 maggio 24 - 1603 agosto 18 , Cles - Caldes - monte Faé (Cles) - Cles pergamena, mm 1823 x 356 (295), Sul verso nota archivistica e di contenuto. 3 pezzi cuciti. Segnature precedenti: 3 Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, pp. 329-333, perg. n. 333- 334

26.1 Compromesso 1602 maggio 24 , Cles 26.b Procura 1574 luglio 4, Cles Alla presenza dei dd. Ferdinando e Michele del fu Aliprando di Castel Cles, regolani maggiori, il regolano minore e i giurati di Cles, nominano loro procuratori i dd. Giovanni Pillon, Vito "Vili" e Pietro fu "ser" Giovanni "Climent" da Cles. Notaio: Michele di "ser" Lorenzo Torresani da Campo , abitante a Cles Inserto [B]

Sostituzione di procuratore 1600 febbraio 27, Cles Il d. Giovanni fu Odorico Pillon, procuratore della comunità di Cles, nomina a sostituirlo in tale ruolo i dd. Lorenzo Torresani (figlio del notaio rogante), Giacomo Giordani, Dionigi Melchiori, Tommaso Visintainer, Cristoforo Gallinaro nonché "ser" Bartolomeo Tomazzoli, "ser" Giacomo Gabos, Antonio Fondriest, Turrino Turrini, "ser" Antonio Moggio e il "magister" Giovanni Bertolasi.

80

Notaio: Michele Torresani da Cles Inserto [B]

Procura 1584 luglio 8, Cavizzana Bartolomeo fu Giovanni Zanon, Biagio fu Martino Zanon, in qualità di giurati della comunità di Cavizzana, e i vicini di Cavizzana nominano loro procuratore "ser" Biagio fu Marino Rizzi. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo Inserto [B]

Sostituzione di procuratore 1600 giugno 28, Cles "Ser" Biagio fu Marino Rizzi, procuratore della comunità di Cavizzana, nomina a sostituirlo in tale ruolo i dd. Andrea Campi, abitante a Terzolas, e Pietro Lorengo da Caldes. Notaio: Francesco Zamboni da Denno Inserto [B]

Procura 1600 settembre 30, Cavizzana I vicini di Cavizzana nominano loro procuratore "ser" Francesco fu Martino Bonomi da Cavizzana. Notaio: Pietro Lorengo da Caldes Inserto [B]

26.a Compromesso I d. Lorenzo Torresani e Giacomo Giordani, in qualità di procuratori della comunità di Cles, e i d. Francesco fu Martino Bonomi e Pietro Lorengo, in qualità di procuratori della comunità di Cavizzana, eleggono arbitro della controversia tra loro vertente e riguardante il possesso della montagna del Faè, il d. Giorgio "Sahonus" da Riva, assessore delle valli di Non e Sole. Notaio: Francesco fu "ser" Guglielmo Zamboni da Denno (ST) latino

26.2 Lodo arbitrale 1603 giugno 3 , Caldes Il d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, in qualità di arbitro della controversia vertente tra le comunità di Cles, da una parte e di Cavizzana, dall'altra, relativa a diritti (1) rivendicati sulla montagna tra Ponte Stori e il "rivum calidum", emette lodo arbitrale, delimitando il territorio in cui le predette comunità possono esercitare questi diritti. Notaio: Francesco Zamboni da Denno (ST) Originale [A] da imbreviature., atto notarile Note (1) Nel testo si parla di "iura lignandi, buschandi, et pascendi, tovezandi, vias aptandi, collectas et decimas colligendi ceterosque actus possessorios faciendi".

26.3 Terminazione 81

1603 giugno 3 , monte Faé (Cles) (1) di Cles- da una parte, nonché dei dd. Francesco Bonomi e Antonio Benevoli, rispettivamente procuratore e giurato della comunità di Cavizzana, il d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, in esecuzione del lodo arbitrale, pronunciato questo stesso giorno, indica come confine tra le comunità di Cles e Cavizzana, "quendam lapidem naturalem favarium et satis magnum". Notaio: Francesco Zamboni da Denno (ST) Originale [A], atto notarile, latino Note (1) Nel testo "in loco del Faé, subtus tovum de Nogare, in quodam plateolo penes quosdam agros versus flumen Nusii".

26.4 Terminazione 1603 agosto 18 , Cles, "sopra il Pra dal stal osia Val Mala" In esecuzione del lodo arbitrale, pronunciato il tre giugno dal d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, alla presenza del d. Lorenzo Torresani e di Baldassarre "Scalff" - rispettivamente procuratore e regolano della comunità di Cles- da una parte, nonché dei dd. Pietro Lorengo e Francesco Bonomi, procuratori della comunità di Cavizzana, vengono fissati i confini tra le comunità di Cles e di Cavizzana. Notaio: Francesco fu "ser" Guglielmo Zamboni da Denno (ST) Originale [A], atto notarile, latino

27 Compromesso - Lodo arbitrale - Terminazione - Terminazione 1602 maggio 24 - 1603 agosto 19 , Cles - Caldes - monte Faé (Cles) - Cles pergamena, mm 2080 x 336 (320), Sul verso nota di contenuto. 4 pezzi cuciti

27.1 Compromesso 1602 maggio 24 , Cles 27.b Procura 1574 luglio 4, Cles Alla presenza dei dd. Ferdinando e Michele del fu Aliprando di Castel Cles, regolani maggiori, il regolano minore e i giurati di Cles, nominano loro procuratori i dd. Giovanni Pillon, Vito "Vili" e Pietro fu "ser" Giovanni "Climent" da Cles. Notaio: Michele di "ser" Lorenzo Torresani da Campo Tassullo, abitante a Cles Inserto [B]

Sostituzione di procuratore 1600 febbraio 27, Cles Il d. Giovanni fu Odorico Pillon, procuratore della comunità di Cles, nomina a sostituirlo in tale ruolo i dd. Lorenzo Torresani (figlio del notaio rogante), Giacomo Giordani, Dionigi Melchiori, Tommaso Visintainer, Cristoforo Gallinaro nonché "ser" Bartolomeo Tomazzoli, "ser" Giacomo Gabos, Antonio Fondriest, Turrino Turrini, "ser" Antonio Moggio e il "magister" Giovanni Bertolasi. Notaio: Michele Torresani da Cles

82

Inserto [B]

Procura 1584 luglio 8, Cavizzana Bartolomeo fu Giovanni Zanon, Biagio fu Martino Zanon, in qualità di giurati della comunità di Cavizzana, e i vicini di Cavizzana nominano loro procuratore "ser" Biagio fu Marino Rizzi. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo Inserto [B]

Sostituzione di procuratore 1600 giugno 28, Cles "Ser" Biagio fu Marino Rizzi, procuratore della comunità di Cavizzana, nomina a sostituirlo in tale ruolo i dd. Andrea Campi, abitante a Terzolas, e Pietro Lorengo da Caldes. Notaio: Francesco Zamboni da Denno Inserto [B]

Procura 1600 settembre 30, Cavizzana I vicini di Cavizzana nominano loro procuratore "ser" Francesco fu Martino Bonomi da Cavizzana Notaio: Pietro Lorengo da Caldes Inserto [B]

27.a Compromesso I "domini" Lorenzo Torresani e Giacomo Giordani, in qualità di procuratori della comunità di Cles, e i "domini" Francesco fu Martino Bonomi e Pietro Lorengo, in qualità di procuratori della comunità di Cavizzana, eleggono arbitro della controversia tra loro vertente e riguardante il possesso della montagna del Faè, il "dominus" Giorgio "Sahonus" da Riva, assessore delle valli di Non e Sole. Notaio: Francesco fu "ser" Guglielmo Zamboni da Denno (ST) latino

27.2 Lodo arbitrale 1603 giugno 3 , Caldes Il d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, in qualità di arbitro della controversia vertente tra le comunità di Cles, da una parte e di Cavizzana, dall'altra, relativa a diritti (1) rivendicati sulla montagna tra Ponte Stori e il "rivum calidum", emette lodo arbitrale, delimitando il territorio in cui le predette comunità possono esercitare questi diritti. Notaio: Francesco Zamboni da Denno (ST) atto notarile, latino Note (1) Nel testo si parla di "iura lignandi, buschandi, et pascendi, tovezandi, vias aptandi, collectas et decimas colligendi ceterosque actus possessorios faciendi".

27.3 Terminazione 83

1603 giugno 3 , monte Faè (1) Alla presenza del d. Lorenzo Torresani e di Baldassarre "Scalff" - rispettivamente procuratore e regolano della comunità di Cles- da una parte, nonché dei dd. Francesco Bonomi e Antonio Benevoli, rispettivamente procuratore e giurato della comunità di Cavizzana, il d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, in esecuzione del lodo arbitrale, pronunciato questo stesso giorno, indica come confine tra le comunità di Cles e Cavizzana, "quendam lapidem naturalem favarium et satis magnum". Notaio: Francesco Zamboni da Denno (ST) atto notarile, latino Note (1) Nel testo "in loco del Faé, subtus tovum de Nogare, in quodam plateolo penes quosdam agros versus flumen Nusii".

27.4 Terminazione 1603 agosto 18 , Cles, "sopra il pra dal stal" In esecuzione del lodo arbitrale, pronunciato il tre giugno dal d. Giorgio "Sahonus", assessore delle valli di Non e Sole, alla presenza del d. Lorenzo Torresani e di Baldassarre "Scalff" - rispettivamente procuratore e regolano della comunità di Cles- da una parte, nonché dei dd. Pietro Lorengo e Francesco Bonomi, procuratori della comunità di Cavizzana, vengono fissati i confini tra le comunità di Cles e di Cavizzana. Notaio: Francesco fu "ser" Guglielmo Zamboni da Denno (ST) atto notarile, latino

28 Compravendita 1604 novembre 10 , Samoclevo Il d. Antonio "Peginus" da Cavizzana vende a Marino "del Gaspar" da Cavizzana, un terreno arativo situato nel territorio di Cavizzana, in località "Al Iscla", per il prezzo di 8 ragnesi, stabilito da Matteo Cescato. Notaio: Giovanni Odorico Bertoldi da Samoclevo (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 270 x 120 Piccole lacune risarcite in fase di restauro. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 333, perg. n. 335

29 Rinuncia 1610 gennaio 10 , Caldes Il "magister" Giovanni di Bartolomeo Zanon da Cavizzana, a nome proprio e del padre, libera i fratelli Stefano e "ser" Francesco del fu Biagio [...] da Cavizzana, in cambio di 9 lire, da qualsivoglia pretesa che poteva avanzare su un orto "duarum areolarum sive vaneziarum", situato nel territorio di Cavizzana. Giovanni sosteneva che il predetto orto fosse di sua competenza in quanto parte della dote della madre, di cui si dichiara erede. Notaio: Pietro Lorengo da [...] (ST) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 250 x 110 (100), Sul verso note di contenuto. Bibliografia

84

CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 334, perg. n. 336

30 Cessione di censo e di credito 1610 luglio 11 , Caldes Antonio fu Marino Gentilini da Pondasio, per sè e in qualità di tutore dei figli del defunto fratello Valentino, cede a Guglielmo Bertoldi e Bartolomeo fu Giovanni Bonomi, in qualità di giurati della comunità di Cavizzana, un censo del valore di 45 ragnesi, pagato da Giovanni fu Biagio Lorenzi da Cassana; detto censo è assicurato su un prato situato nel territorio di Cassana, in località "Alle Casalesse". Antonio cede inoltre un credito di 12 ragnesi, dovutigli da Antonio fu Baldassare Rosani da Caldes. Notaio: Pietro Lorengo da Caldes Originale [A] da imbreviature., atto notarile; latino pergamena, mm 328 x 150, Note di contenuto sul verso. Bibliografia CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939, p. 334, perg. n. 337

31 Concessione di indulgenza 1699, sec. XVII Documento in pessimo stato di conservazione, con inchiostro sbiadito e molte lacerazioni. Si tratta verosimilmente di una indulgenza concessa da un regolare dell'ordine degli Scalzi della SS. Trinità, da lucrarsi in determinati giorni, tra i quali il 25 novembre, festa di S. Caterina d'Alessandria. Originale [A] di cancelleria papale., documento di cancelleria papale; latino pergamena, mm 305 x 425

85