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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA Sabato, 09 agosto 2014 Sabato, 09 agosto 2014

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09/08/2014 Prima Pagina Il Sole 24 Ore 1 09/08/2014 Prima Pagina Italia Oggi 2 09/08/2014 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 3 09/08/2014 Prima Pagina La Voce di Romagna 4 Enti locali

09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 ADRIANA CERRETELLI Il suicidio collettivo che l' Italia non può permettersi 5 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 Nessuna lettera Bce ma le parole pesano 7 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 ROBERTO D' ALIMONTE Più vicini all' Europa, il nodo delle Regioni 9 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 STEFANO FOLLI Una vittoria simbolica e i suoi risvolti 11 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 LA COMPOSIZIONE 13 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Leggi costituzionali e trattati: ecco le funzioni 14 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 GIANNI TROVATI Oltre 20 materie tornano allo Stato centrale 16 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Primo sì al nuovo Senato: 183 a favore 18 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 DAVIDE COLOMBO Crescita, riforme al rallentatore 20 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 In ritardo 22 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 LINA PALMERINI Pil, mercati e Ue: i «fronti» del test d' autunno 23 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Tabella 25 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 CARMINE FOTINA Un mix di misure che non fanno la nuova politica industriale 27 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 GIORGIO SANTILLI «Un ambiente che aiuti la crescita» 29 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 ISABELLA BUFACCHI Al via i fondi Invimit: in portafoglio immobili per un miliardo 32 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 UGO TRAMBALLI Il Medio Evo islamico e Putin riportano Obama nel passato 34 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 MARCO VALSANIA L' Onu dichiara Ebola «emergenza mondiale» 36 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 ALFONSO RUFFO «Se il Pil cede lo 0,1% nel Mezzogiorno crolla dell' 1 per... 38 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 VERA VIOLA La Campania gioca la carta degli incentivi 40 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Daspo di gruppo: fino a otto anni per i recidivi 42 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 ALESSANDRO SACRESTANO Bonus impianti in cinque anni 44 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 DA MARTEDÌ LA GUIDA DEL SOLE 24 ORE 46 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 L' eccedenza Ace utilizzabile come credito Irap 47 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 MARCO PIAZZA Più verifiche finanziarie sulle società di capitali 49 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 GIANNI TROVATI Bilanci locali «blindati» dal rischio... 51 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Fondi bilaterali, verifica mensile 53 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Le nuove regole e il «correttivo» 55 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 La disponibilità della Bce sul Qe e i mini­bond delle Pmi 56 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 GIACOMO VACIAGO Risposte comuni contro la crisi 58 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Unire al pragmatismo delle riforme la forza dei principi 60 09/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Etihad conquista il 49% di Alitalia 62 09/08/2014 Il Sole 24 Ore (Plus) Pagina 4 Per gli Etf la raccolta non conosce crisi 64 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 1 PIERLUIGI MAGNASCHI L' approvazione della riforma costituzionale del Senato è una... 65 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 1 PAOLO PANERAI ORSI & TORI 67 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 2 MASSIMO TOSTI La mala bestia s' è ridotta a un animale domestico 71 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 3 ALESSANDRA RICCIARDI Riforma del senato, il primo sì c' è 72 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 4 CESARE MAFFI Calderoli, un oppositore prezioso 75 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 6 GOFFREO PISTELLI Tutti suonano la tromba di Rodotà 77 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 8 FABIO FRANCHINI Il ­0,2% è un attacco dell' Istat 81 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 9 STEFANO CINGOLANI Gli errori di Renzi e degli altri 83 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 19 Chessidice in viale dell' Editoria 85 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 21 PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO Primo sì per il senato dei 100 86 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 22 FRANCESCO CERISANO Dal 2015 i bilanci locali parleranno una... 87 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 22 GIOVANNI GALLI Il Daspo sarà a tutto campo 89 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 22 MATTEO BARBERO La spending di Renzi presenta il conto agli enti 91 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 23 MARCO CRISTOFORONI E FRANCESCO LEONE Minibond, spese di emissioni subito deducibili 93 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 24 FRANCO RICCA Expo, non sempre si versa l' Iva 95 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 24 FABRIZIO G. POGGIANI Fattura elettronica onerosa per le pmi 97 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 24 CRISTINA BARTELLI Fisco provinciale, intesa sui lavoratori 99 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 25 CINZIA DE STEFANIS Agricoltura, crediti d' imposta doppi 100 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 27 Adepp, appello ad Alfano: regole chiare per gli enti 102 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 27 Casse, nessun prelievo forzoso sui patrimoni 103 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 27 scadenze 105 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 28 CARLA DE LELLIS Liquidazione tfr compensabile 106 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 28 DANIELE CIRIOLI Niente cig se mancano i soldi 107 09/08/2014 Italia Oggi Pagina 31 Il matrimonio è stato celebrato 109 Web

09/08/2014 PavaglioneLugo.net Primarie per la scelta dei consiglieri regionali 111 09/08/2014 PavaglioneLugo.net Elezioni regionali. Le Primarie del PD il 28 settembre 112 09/08/2014 PavaglioneLugo.net Devo ringraziare lei e la sua indiretta opera di mediazione 113 09/08/2014 PavaglioneLugo.net Andiamo al cinema nella assa Romagna 114 09/08/2014 PavaglioneLugo.net Fusignano: Mordraud conquista anche gli States 115 09/08/2014 PavaglioneLugo.net L'intramontabile fascino del cinema 116 09/08/2014 lugonotizie.it LUGdlaRumàgna porta le birre artigianali in trasferta a Marina di... 117 09/08/2014 lugonotizie.it Viabilità, via Tellarini chiusa al traffico da lunedì 11 119 09/08/2014 lugonotizie.it Fusignano: "Mordraud" conquista anche gli States 120 09/08/2014 lugonotizie Lugo cinema estate, la programmazione del fine settimana 121 08/08/2014 Ansa C' è Super Luna,a rischio spettacolo stelle cadenti S.Lorenzo 123 08/08/2014 Ravenna24Ore.it A Cervia la notte di San Lorenzo tra... 124 08/08/2014 Ravenna24Ore.it Fusignano, Mordraud conquista "Hollywood" 125 Il Resto del Carlino Ravenna

09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 5 SCARDOVI LUIGI «A volte i risarcimenti sono solo parziali» 126 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19 LUNEDÌ VIA TELLARINI SARÀ CHIUSA PER LAVORI 127 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19 MONTANARI LORENZA «Con i cani educati e le biciclette il parco del Tondo è... 128 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19 Concorso, l' Asp cerca 54 assistenti di base 130 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19 Con Rifondazione dibattito su lavoro e democrazia 131 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 21 Dolomiti, isole greche e Spagna le mete preferite dai lughesi 132 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 21 FILIPPI DANIELE Suggestiva passeggiata con il cinema 134 09/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 31 "Mordraud', un fantasy che in California piace 135 Corriere di Romagna Ravenna

09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Eventi e mercatini per passare il giorno di Ferragosto in città 136 09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Corto di Fusignano premiato negli States 137 09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Bagnacavallo, quasi duecento persone alla proiezione itinerante di... 138 09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Sagra patronale 139 09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Film e buoni sconto 140 09/08/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13 Festa di Rc e Ci 141 La Voce di Romagna Ravenna

09/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 11 Il cinema all' aperto diventa ristorante d' eccezione 142 09/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 33 Il corto 'made in Fusignano' strega gli Usa 144 09/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 33 Il cinema itinerante conquista la città Quasi duecento persone.alla... 145 9 agosto 2014 Il Sole 24 Ore

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ULTIMO APPELLO. Il suicidio collettivo che l' Italia non può permettersi

Adriana Cerretelli E tre. Mario Draghi si ripete, purtroppo finora invano, per richiamare l' Italia insieme a tutti i ritardatari dell' Eurozona all' urgenza delle riforme strutturali per tornare a crescere. Per il nostro Paese di nuovo in recessione conclamata e comunque da troppo tempo in forte affanno rispetto ai partner, con tassi di sviluppo dell' 1% circa sotto la media europea nell' ultimo decennio, le parole del presidente della Bce suonano come una sorta di ultimo appello in nome e per conto delle ragioni dell' economia, la terza dell' euro, che non può permettersi di far male a sé e agli altri perseverando nella politica degli annunci regolarmente seguita dalla strategia dei rinvii. Non può perché non crescere significa distruggere imprese e benessere, moltiplicare i disoccupati, rendere insostenibile il debito, violare i patti europei, avviarsi al commissariamento ufficiale Ue, visto che l' uscita dall' euro sarebbe un disastro ancora maggiore dei mali da curare. Che non sono incurabili. Il primo avvertimento a uscire dalla palude dei veti incrociati per attuare una precisa serie di riforme con allegato calendario era arrivato a Roma nell' estate del 2011: allora Mario Draghi, governatore della Banca d' Italia, e Jean­ Claude Trichet, presidente della Bce, avevano scritto una severa lettera a quattro mani consegnata agli archivi senza grandi risultati concreti, caduta del governo Berlusconi a parte. L' anno dopo, nel corso di un' altra estate ancora più bollente con l' euro sull' orlo del baratro, Draghi ormai a Francoforte aveva fermato la tempesta sui mercati comunicando ai medesimi che avrebbe preso «tutte le misure necessarie» a garantire la tenuta della moneta unica. In breve, la Bce avrebbe fatto la sua parte fino in fondo ma i governi avrebbero dovuto fare la loro, risanando i conti pubblici e facendo le riforme strutturali. Ancora una volta l' Italia ha sprecato i due anni di tregua sui mercati guadagnati dalle iniziative di Draghi. Tra l' altro proprio mentre Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, i Paesi finiti sotto i rigori della "troika" per aver chiesto gli aiuti europei, si auto­riformavano per forza ma ora sono quasi tutti tornati sui mercati e ricominciano a crescere. L' Italia ha evitato gli aiuti e quindi la troika ma ha anche evitato di fare le riforme: in questo modo non è uscita dal tunnel del commissariamento futuro né è tornata a crescere. Cioè ha fatto la scelta peggiore,

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la più pericolosa e nefasta. Come cifre e previsioni di Istat, Eurostat, Commissione Ue, Ocse e Fmi continuano a dimostrare. Ora Draghi ha lanciato il terzo allarme: ignorarlo ancora una volta signif icherebbe avviarsi al suicidio collettivo. E non perché si debba obbligatoriamente ottemperare a tutte le sollecitazioni in arrivo da Francoforte e Bruxelles ma perché senza riforme, è ampiamente provato, l' economia italiana è condannata a recedere anziché avanzare. Immobilizzata, come Gulliver, dai mille lacci e lacciuoli cui la inchiodano i troppi "lillipuziani" che le girano intorno: politici, burocrati di più o meno alto rango, magistrati più o meno efficienti e illuminati, corpor azioni più o meno potenti e determinate... Riuscirà il governo Renzi dove i suoi predecessori hanno fallito? Non ci sono scorciatoie possibili. La politica degli annunci che si fermano alle parole comincia a innervosire i mercati e i nostri p artner europei, ansiosi di vedere i fatti. In fondo non c' è proprio niente da inventare: la crisi del Pil italiano deriva in larga parte dalla crisi degli investimenti, che a sua volta dipende dalla mancanza di fiducia, e quindi di aspettative positive, in un Paese bloccato da una lunga e pesantissima c risi strutturale. Molto più che debitoria. Vanno quindi rimossi al più presto tutti gli ostacoli che soffocano o scoraggiano chi fa business in Italia: che si chiamino pubblica amministrazione elefantiaca, leguleia o comunque ostativa, giustizia dai tempi biblici, mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi sclerotici e privi della flessibilità indispensabile per competere su scala europea e globale. E per resti tuire alle imprese la voglia di rischiare. La diagnosi è arcinota, la terapia anche: la ripete da anni, inascoltata, la Commissione europea. L' ha ribadita Draghi l' altro ieri. È stata sottolineata con forza tre giorni fa in un ed itoriale del direttore di questo giornale. Non c' è più tempo da perdere: non solo perché sulla nostra testa pende il rischio concreto dell' apertura entro l' anno di una procedura Ue per mancato rispetto degli impegni presi sui fronti del debito e delle riforme. Non solo perché la nuova Commissione Juncker non si an nuncia certo più tenera di quella Barroso. Non solo perché la Germania della Merkel ha per l' ennesima volta appena risposto picche alla Francia di Hollande che le chiedeva di fare più crescita in Europa: «La Germania è già un motore importante, il più importante, per la crescita dell' Eurozona» ha puntualizzato il suo portavoce. Ma anche e soprattutto perché, se non ricomincia ad auto­generare crescita con le riforme e a recuperare fiducia all' interno e all' estero, l' Italia a poco a poco si auto­distrugge. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ADRIANA CERRETELLI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 6 9 agosto 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore

Enti locali

L' altalena del differenziale BTp­Bund. Nessuna lettera Bce ma le parole pesano

Da quando ha assunto la presidenza della Banca centrale europea, poco meno di tre anni fa, Mario Draghi è stato sempre estremamente cauto nell' esprimere giudizi sulla situazione italiana. Alessandro Merli Più volte, nelle sue conferenze stampa mensili, ha opposto un fermo "no comment" alle domande dei giornalisti, italiani e stranieri, sull' Italia. La ragione principale, secondo diversi suoi interlocutori abituali, è il tentativo di evitare strumentalizzazioni politiche delle sue parole. Le polemiche di queste ore sembrano in un certo senso dargli ra gione. Alla conferenza stampa di giovedì, Draghi ha però scelto di rispondere non a una, ma a due domande sull' Italia, da parte del "Financial Times" e del "Sole 24 Ore", e lo ha fatto in modo molto netto. Partendo da una considerazione generale sul tema delle riforme strutturali: i Paesi dell' eurozona che hanno intrapreso «un programma convincente» di riforme, stanno andando meglio, «molto meglio», di quelli che non lo hanno fatto o lo hanno fatto solo in modo limitato. Dalle risposte alle due domande si è capito chiaramente che Draghi inserisce l' Italia, non sorprendentemente, nel secondo gruppo di Paesi (con la Francia, alla quale il riferimento è stato meno dir etto). La recessione italiana non è, secondo il presidente della Bce, una questione di questo o quel trimestre, ma un problema di lunga data, in cui la mancanza di investimenti pesa sulla crescita. E sua volta dipende dalle mancate riforme: burocrazia, mercato del lavoro, liberalizzazioni, giustizia, oltre a tasse tropppo alte (la loro riduzione, e così lo spazio in bilancio per gli investimenti pubblici, deve venire dal taglio della spesa corr ente). L' elenco è noto: sono tasti sui quali Draghi batte da quando era governatore della Banca d' Italia. «Ripeto sempre le stesse cose», ha riconosciuto lui stesso giovedì. Ma lo fa perché le riforme su tutti questi fronti restano incompiute, o mai avviate. Sono temi, a ben vedere, già contenuti nella famigerata lettera che, giusto tre anni fa, scrisse insieme all' allora presidente della Bce, Jean­Claude Trichet, al Governo italiano dell' epoca. Il che non significa affatto ­ a Francoforte questo è chiarissimo a tutti ­ che ci sarà un' altra lettera. Ma il messaggio è stato insolitamente espl icito. L' altro punto sul quale il banchiere centrale è sembrato fare un richiamo all' Italia è la richiesta di allentamento dei vincoli di disciplina fiscale, contenuti nel Patto di Stabilità. Anche questa è una

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 7 9 agosto 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore

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posizione su cui Draghi ha insistito ripetutamente, da ben prima che si insediasse il Governo Renzi: non bisogna disfare i progressi ottenuti sul risanamento dei conti pubblici. Draghi ritiene che parte di questi progressi siano stati conseguiti anche grazie alla governance europea della disciplina fiscale e alla pressione reciproca fra i Paesi dell' eurozona. Uno schema che ora vorrebbe vedere replicato sulle riforme strutt urali. Una «condivisione» (non una cessione, come ha sostenuto qualcuno) di sovranità: sottoporre le riforme, che con la crisi degli ultimi anni secondo Draghi hanno acquisito maggiore importanza, a una disciplina comune. È la proposta che aveva lanciato il mese scorso a Londra, in un discorso in memoria di Tommaso Padoa­Schioppa, e che aveva suscitato nell' occasione assai meno controv ersie. Non è certo una troika la soluzione ipotizzata da Draghi, osservano fonti mone tarie. Ma nel richiamo alle riforme strutturali, che riguarda non solo l' Italia, ma tutti i Paesi rimasti indietro su questo fronte, c' è un altro messaggio. A fronte di una ripresa europea che resta «modesta e diseguale» (e ora è sottoposta al rischio aggiuntivo della crisi russo­ucraina), la Bce ha agito con le sue decisioni di giugno, che hanno allentato e allenteranno le condizioni monetarie, ha creato le condizioni per l' inovocata discesa dell' euro ed è pronta, se necessario, a ulteriori interventi, compreso l' acquisto di titoli pubblici (ipotesi che peraltro resta non immin ente). Si può discutere se lo abbia fatto in misura sufficiente o con sufficente tempestività. Ma non può essere l' unico attore sulla scena. Anzi, la sua azione non può essere un alibi per evitare o ritardare le riforme, tema caro alla Bundesbank, che su questo punta l' indice anche contro il Governo tedesco. Tocca ora ai Governi muoversi se vogliono vedere il ritorno della cre scita. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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IL COMMENTO/2. Più vicini all' Europa, il nodo delle Regioni

Roberto D' Alimonte Ifesteggiamenti sono ancora prematuri. L' approvazione del disegno di legge di riforma costituzionale in prima lettura al Senato è solo la prima tappa di un percorso ancora lungo. Ma da ieri si può dire che l' Italia ha fatto un primo importante passo verso l' Europa. Roberto D' Alimonte Le polemiche ­ spesso pretestuose ­ che hanno accompagnato l' iniziativa del governo non hanno permesso di valutare con serenità la portata delle innovazioni introdotte. L' opinione pubblica è ancora confusa. Le accuse di autoritarismo hanno seminato dubbi e impedito una attenta valutazione dei fatti. In realtà, la riforma proposta razionalizza molti aspetti del nostro assetto costituzionale in tema di rapporti tra esecutivo e legislativo, tra cittadini e istituzioni rappresentative, tra Stato e Regioni. Il Senato perderà i poteri che ha oggi e non sarà più eletto direttamente dai cittadini. Non darà la fiducia e non avrà un potere di veto su gran parte della legislazione. Ma questo è quello che avviene nella grande maggioranza dei Paesi europei in cui da anni il processo legislativo è imperniato sulla supremazia della camera bassa. Ma il nuovo Senato non sarà del tutto ininfluente. Conserva competenze importanti su alcune materie mentre su altre potrà costringere la Camera a decidere a maggioranza assoluta e non a maggioranza semplice. La ripartizione delle competenze avrebbe potuto essere diversa, ma non è questo il punto veramente importante. Ciò che conta è il superamento del bicameralismo paritario e la conseguente razionalizzazione del processo legislativo. In questa direzione si muovono anche una serie di norme che da una parte limitano drasticamente l' uso dei decreti legge e dei decreti omnibus e dall' altra garantiscono al governo una corsia preferenziale per l' approvazione dei provvedimenti prioritari del suo programma. Sarebbe questa la deriva autoritaria? Oppure lo è il fatto che i senatori siano eletti indirettamente? Ma non è forse vero che nei Paesi della Unione Europea il Senato o non esiste del tutto o ­ se esiste­ è nella stragrande maggioranza dei casi eletto indirettamente? Sono solo 5 su 28 i Paesi in cui i cittadini scelgono i senatori. E che dire del referendum ? Si è parlato anche in questo caso di attentato alla democrazia. Eppure la riforma introduce per la prima volta il referendum propositivo dando ai cittadini uno strumento in più di democrazia diretta. E quanto al referendum abrogativo è vero che sono state alzate a 800.000

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le firme richieste per proporlo ma è stato abbassato drasticamente il quorum per la sua validità. Non più il 50% degli aventi diritto, ma il 50% dei votanti alle elezioni politiche precedenti. In base ai dati delle ultime politiche vuol dire meno del 38%. Con questo quorum uno strumento di democrazia diretta che era diventato inservibile torna ad essere un' arma utile nelle mani dei cittadini. In più resta in piedi anche il vecchio referendum abrogativo, con le sue 500.000 firme e il suo qu orum al 50%. Molto ci sarebbe da dire anche sulla razionalizzazione del rapporto Stato­Regioni. Anche in questo campo ci sono parecchie innovazioni positive accanto ad altre che suscitano qualche interrogativo. Ma il tema è troppo complesso per una trattazione sbrigativa. Chiudiamo con un rilievo su un punto critico. Si tratta dell' elezione del capo dello Stato che deve essere rimodulata alla luce del nuovo sistema elettorale. Una minoranza non deve poter eleggere da sola sia il presidente del Consiglio che il presidente della Repubblica. Pare che su questo il governo sia disposto a modifiche. Sarebbe cosa buo na e giusta. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ROBERTO D' ALIMONTE

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IL COMMENTO/1. Una vittoria simbolica e i suoi risvolti

Stefano Folli È giusto che il presidente del Consiglio si goda la sua vittoria insieme alla tenace Maria Elena Boschi e ai 183 senatori della maggioranza trasversale che hanno votato "sì" alla riforma. Molti altri si sono astenuti, anche nel Pd e Forza Italia, così da rendere il traguardo dei due terzi dell' assemblea un miraggio remoto. Stefano Folli Tuttavia di vittoria si tratta, perseguita con determinazione da Renzi fin dal primo giorno a Palazzo Chigi. Qualcuno dice: una determinazione degna di miglior causa. In ogni caso ci sarà tempo per valutare pregi e difetti di questa controversa e cruciale riforma costituzionale che istituisce una sorta di Camera delle autonomie non elettiva. Siamo solo alla prima lettura, ne mancano altre tre fra Montecitorio e di nuovo Palazzo Madama: se il nuovo assetto presenta i sintomi di qualche stortura, ci sarà tempo per provvedere. Almeno questa è la speranza degli scettici. Che sono numerosi e non tutti meritano di essere qualificati come irriducibili conservatori attaccati alla poltrona. Alcuni hanno presentato emendamenti migliorativi che sono stati accolti in misura molto avara; il che è stato un errore che potrebbe comportare conseg uenze. In ogni caso per Renzi è un giorno di sole da segnare sul calendario dopo tanta pioggia. Inutile sottolineare adesso, per l' ennesima volta, la centralità delle riforme economiche ­ e potremmo aggiungere la giustizia ­ rispetto a questi interventi istituzionali che forse appassionano noi italiani ma lasciano indifferenti gli osservatori appena passate le Alpi. È un argomento molto serio ma ormai assai dibattuto, dopo le cifre crudeli della recessione e le parole di Draghi. Meglio afferrare il senso profondo del voto di ieri: la riforma ha un valore simbolico che non può essere sottoval utato. Renzi la considera una spinta decisiva verso il mitico "cambiamento". Il premier concede che ci possano essere "intoppi" lungo la strada, ma è chiaro che nella sua idea spettacolare della politica contano soprattutto i simboli. E il risultato del voto senza dubbio contiene una carica innov ativa. Naturalmente l' aspetto simbolico è importante, ma non è tutto. Serve a creare uno stato d' animo nell' opinione pubblica, e tuttavia l' effetto sarebbe stato assai maggiore se le cifre dell' economia non fossero quelle che sap piamo. Ragion per cui il presidente del Consiglio non dovrà attendersi un tappeto di fiori. Gli si chiederà

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­ anzi, già tutti glielo chiedono ­ di non accontentarsi dei simboli e di procedere sulla via dei fatti. Con o senza Senato, la luna di miele con gli italiani è finita, come riconosce anche la stampa internazionale. E quei 183 senatori in festa, quegli abbracci fra i ministri renziani e gli esponenti di Forza Italia, non possono far dimenticare che esiste un' area di disagio calcolata in quasi cinquanta voti mancanti. Per cui il referendum finale non sarà una concessione del governo per andare incontro al popolo, come parrebbe a sentire certe affermazioni, bensì un obbligo costituzionale imposto dal venir meno della maggioranza dei due terzi. Comunque sia, è consigliabile vedere il bicchiere mezzo pieno. La trasformazione del Senato inaugura, almeno questo è l' auspicio, una stagione di riforme rilevanti. Ora si attendono quelle che riguardano il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione, la spesa pubblica, la gius tizia. A voler essere ottimisti, il voto simbolico di ieri dovrebbe equivalere al colpo di pistola dello "starter". Un' iniezione di fiducia, un messaggio corroborante. Ma è bene che Renzi e i suoi non esagerino con i festeggiamenti. In definitiva, al di fuori della cittadella della politica, non c' è quasi nessuno che ha voglia di condividere tanto entus iasmo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

STEFANO FOLLI

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I contenuti. LA COMPOSIZIONE

L' IDENTIKIT DEL NUOVO SENATO I senatori sono 100: 95 rappresentativi delle istituzioni territoriali (74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e 5 nominati dal presidente della Repubblica tra i cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti. A questi senatori si aggiungeranno gli attuali senatori a vita. I prossimi senatori a vita saranno solo gli ex capi dello Stato L' ELEZIONE Si sancisce il superamento dell' elezione diretta. Il Senato verrà eletto dai consigli regionali e dalle province autonome di Trento e Bolzano fra i propri componenti e fra i sindaci dei rispettivi territori nella misura di uno per ciascuno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni sarà proporzionale alla popolazione L' INDENNITÀ I nuovi senatori (a differenza dei deputati) non avranno un' indennità ma percepiranno solo l' emolumento che gli è dovuto per la carica di consiglieri regionali o di sindaci. I senatori a vita attualmente in carica non perderanno l' indennità di cui godono, dopo l' entrata in vigore della riforma costituzionale L' IMMUNITÀ Ai senatori resterà l' immunità parlamentare come ai deputati. Si tratta dell' autorizzazione della Camera di appartenenza in caso di richiesta di arresto da parte del giudice o in caso di uso delle intercettazioni telefoniche. Il governo però si è detto favorevole a rivedere questa norma alla Camera se ci saranno le condizioni LE NUOVE FUNZIONI RACCORDO CON ENTI LOCALI Il Senato della Repubblica, nella nuova formulazione, rappresenta le istituzioni territoriali. La riforma dice che esso concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra l' Unione europea, lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica COMPETENZE LEGISLATIVE La competenza legislativa del Senato resta per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare, le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all' appartenenza dell' Italia all' Ue e le leggi che toccano alcuni punti dell' articolo 117 PROCEDURA RAFFORZATA In alcuni casi la Camera può respingere le proposte di modifica del Senato pronunciandosi nella votazione finale solo a maggioranza assoluta dei suoi componenti e non a maggioranza semplice come in tutti gli altri casi: succede quando le leggi impattano su Regioni e Comuni (Roma Capitale, funzioni dei Comuni, la clausola di supremazia dello Stato, ecc. ) LE NOMINE I senatori continueranno a partecipare all' elezione del presidente della Repubblica, dei membri del Csm e della Consulta. Valuteranno l' attività delle Pa, verificheranno l' attuazione delle leggi dello Stato, controlleranno e valuteranno le politiche pubbliche, concorreranno a esprimere pareri sulle nomine del governo.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 13 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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Le competenze. Nel testo approvato un ruolo più forte di quello immaginato dal governo. Leggi costituzionali e trattati: ecco le funzioni

ROMA La fine del Senato elettivo è la novità politicamente più dirompente del Ddl costituzionale approvato ieri in prima lettura, e non a caso è l' aspetto su cui si sono maggiormente concentrate le critiche dei cosiddetti dissidenti di Pd e Fi. Il futuro Senato sarà infatti composto da 100 membri, tutti non eletti direttamente dai cittadini e tutti senza indennità propria: 95 rappresentanti dei territori ­ 21 sindaci, uno per regione considerando le due Province autonome di Trento e di Bolzano, e 75 scelti dai consigli regionali tra i propri componenti in proporzione alla popolazione della Regione ­ e 5 senatori che possono essere nominati dal presidente della Repubblica e che durano in carica sette anni senza possibilità di rinomina. A questi 100 si aggiungono ­ è una novità introdotta dall' Aula ­ gli attuali quattro senatori a vita, che mantengono la loro indennità, e i presidenti emeriti della Repubblica (attualmente solo Carlo Azeglio Ciampi). La scelta di non far eleggere i nuovi senatori è legata al superamento del bicameralismo perfetto: sarà la sola Camera dei deputati la depositaria del rapporto di fiducia con il governo, e sarà la sola Camera dei deputati la depositaria del potere legislativo ordinario. «La Camera dei deputati è titolare del rapporto di fiducia con il governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell' operato del governo», è scritto nel testo approvato ieri. Mentre «il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra l' Unione europea, lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica». In quali casi resta il bicamerismo, ossia la necessità che una legge sia approvata da entrambe le Camere nell' identico testo? Il testo originario presentato dal governo a marzo prevedeva solo il caso delle leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali. Durante i lavori sono stati aggiunti altri casi: le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare, le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all' appartenenza dell' Italia all' Ue e le leggi che toccano alcuni punti dell' articolo 117 della Costituzione. Il testo consegna dunque al nuovo Senato più competenze, anche se resta il monocameralismo per la legislazione ordinaria a cominciare dalle leggi di bilancio. Tuttavia è prevista una procedura "rafforzata" ­ la Camera può respingere le proposte di modifica del Senato pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti ­ per una serie di casi che impattano su Regioni e Comuni (Roma Capitale, funzioni dei

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 14 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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Comuni, la clausola di supremazia dello Stato, i poteri sostitutivi del governo). I nuovi senatori continueranno a partecipare inoltre all' elezione del presidente della Repubblica e di alcuni membri del Csm e della Corte costituzionale. Em. Pa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 15 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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Titolo V. La redistribuzione delle competenze dopo l' intasamento della Consulta per i contenziosi tra centro e periferie. Oltre 20 materie tornano allo Stato centrale

Gianni Trovati MILANO Più di venti materie che abbandonano il terreno scivoloso delle «competenze concorrenti» fra Stato e Regioni e tornano nella responsabilità esclusiva dello Stato, per provare a superare la griglia di veti incrociati e di variabili territoriali che in questi anni hanno bloccato molti settori e intasato di ricorsi la Corte costituzionale. Messa in ombra nel dibattito politico dalla querelle su Senato delle Regioni, indennità e dissidenze varie all' interno dei partiti, la riforma del Titolo V contenuta nel disegno di legge costituzionale approvato ieri in prima lettura al Senato ha almeno lo stesso valore economico del ridisegno delle istituzioni. Anzi, sul piano dei conti il capitolo più importante del progetto costituzionale è rappresentato proprio dalla redistribuzione delle competenze fra Stato e Regioni. A suggerirlo sono i costi del "federalismo frettoloso" approvato nel 2001, che in questi anni ha moltiplicato le spese (+57% dal 2002 al 2013) e le entrate fiscali (+81,4% nello stesso periodo) senza però attenuare il peso del bilancio statale. Nel tentativo di migliorare le performance dei conti pubblici territoriali, la riforma mette in Costituzione i «costi standard», parametri di riferimento per fare in modo che a ogni territorio siano garantite solo le risorse necessarie a svolgere le funzioni fondamentali al "giusto prezzo", e scaricare sugli amministratori locali la responsabilità di chiedere tasse in aggiunta per finanziare le spese in più. L' idea era già contenuta nella legge delega sul federalismo fiscale del 2009, ma è stata travolta dalla crisi e dalle tante resistenze incontrate sulla strada della trasparenza. Se i costi standard, anche se "costituzionalizzati", restano allo stadio di promessa, la centralizzazione di molte competenze rappresenta una delle pre­condizioni indispensabili per far ripartire la nostra economia in affanno. A tornare al centro, prima di tutto, è un gruppo di materie la cui attribuzione alla «competenza concorrente» con le Regioni era apparsa irrazionale fin dal 2001. Tra queste ci sono senza dubbio il «commercio con l' estero», le «infrastrutture strategiche», le «grandi reti di trasporto», i porti e gli aeroporti oppure l' energia, tutti ambiti che hanno naturalmente bisogno di una regia forte a livello nazionale. Per un inciampo in commissione, che aveva diviso in modo confuso fra Stato e Regioni le competenze ambientali, questa evoluzione ha rischiato di deragliare proprio su una materia strategica, perché l' ambiente ovviamente si incrocia con le decisioni in materia di energia, trasporti e infrastrutture

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 16 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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in genere. Un emendamento firmato dalla relatrice Anna Finocchiaro (Pd) e votato dall' Aula di Palazzo Madama ha però rimediato al problema. Tutta la riforma, però, si ferma ai confini delle Regioni a Statuto speciale. Le norme transitorie del Ddl prevedono infatti che le nuove regole «non si applicano alle regioni a Statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano sino all' adeguamento dei rispettivi statuti»: una clausola che può lasciare per sempre le cose come stanno. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANNI TROVATI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 17 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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La lunga crisi. Primo sì al nuovo Senato: 183 a favore Renzi: ora nessuno fermerà il cambiamento ­ Berlusconi: siamo tornati protagonisti.

Emilia Patta ROMA «Ci vorrà tempo, sarà difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potrà più fermare il cambiamento iniziato oggi». Matteo Renzi sceglie il low profile di un tweet nel giorno del sì dell' Aula di Palazzo Madama alla "sua" riforma, quella che abolisce il Senato elettivo, le province e il Cnel e riforma il Titolo V della Costituzione riportando in capo allo Stato importanti funzioni che erano passate alle Regioni nel 2001. Il premier non va al Senato ­ dove pure nei giorni scorsi aveva pensato di tenere un discorso per rivendicare l' importanza della riforma e la vittoria su chi scommetteva che non ce l' avrebbe fatta ­ né scende nella sala stampa di Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri come fa di solito, lasciando ad Angelino Alfano l' onore di descrivere le misure adottate sugli stadi. «L' importanza di questa giornata va lasciata intera ai senatori», è stato il suo ragionamento. Senatori­eroi che per la prima volta nella storia si auto­aboliscono. Insomma, il premier alla fine ha dato ascolto a chi tra i suoi gli consigliava di non soffiare sul fuoco di un passaggio che per i senatori è stato comunque difficile e di non dare il destro all' opposizione grillina, con la sua presenza, di inscenare qualche clamorosa ultima forma di protesta. Le dichiarazioni finali e il voto Renzi le segue dunque da Palazzo Chigi. Lasciando alla ministra per le Riforme Maria Elena Boschi la ribalta mediatica e il compito di ringraziare i senatori­eroi e anche il presidente Pietro Grasso, che pure nei giorni scorsi era stato criticato dal premier, «per l' equilibrio che ha sempre cercato, mantenendo l' imparzialità e il ruolo di garante nell' aula». Alla fine il tabellone segna 183 voti a favore, 4 astenuti e 0 contrari (le opposizioni ­ M5S, Lega e Sel ­ non hanno partecipato al voto finale). I dissidenti democratici che non hanno partecipato al voto sono 15, più due astenuti. Assenze, 8, anche tra gli alfaniani. Mentre tra le file di Forza Italia tra dissidenti e assenti vari i voti che sono venuti a mancare sono stati 19. Astenuti anche il relatore Roberto Calderoli e la senatrice a vita Elena Cattaneo. Un rapido calcolo chiarisce che, oltre a non raggiungere la maggioranza dei due terzi che pure con Forza Italia sulla carta ci sarebbe stata, i voti azzurri sono stati determinanti. Senza la pattuglia dei berlusconiani il progetto non sarebbe andato in porto. Solo questo dato, al netto delle considerazioni più generali sulla necessità di scrivere insieme all' opposizione le regole, dimostra che la volontà tenacemente perseguita dal premier di tenere Silvio Berlusconi al tavolo delle riforme e della legge elettorale aveva ed ha una ragione numerica. Questo l' ex premier lo sa bene, e ieri è stato il

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 18 9 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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giorno della vittoria anche per lui: «Grazie al vostro impegno e alla vostra lealtà ­ scriveva Berlusconi in una lettera inviata ai suoi senatori ­. Dopo mesi tormentati, Forza Italia è tornata ad essere protagonista». Per Renzi, al momento, quello che conta è il goal segnato con un risultato su cui pochi qualche mese fa avrebbero scommesso. Vero che le funzioni del futuro Senato sono cresciute rispetto all' idea che originariamente ne aveva il premier (si veda l' articolo in pagina), ma i punti cardine del progetto sono stati portati a casa: il Senato è trasformato in una Camera non elettiva in rappresentanza dei territori, composta da soli 100 membri rigorosamente senza indennità propria scelti Regione per Regione tra i sindaci e i consiglieri regionali, e il bicameralismo perfetto è superato ponendo fine al "ping pong" delle leggi tra una Camera e l' altra. Ora la strada è indubbiamente in discesa: la Camera farà sì qualche modifica ma approverà il testo senza fatica, visti gli ampi numeri della maggioranza a Montecitorio e considerando il fatto che i deputati non si dovranno auto­abolire. Poi, dopo un ulteriore passaggio in Senato per mettere il sigillo alle modifiche che saranno introdotte alla Camera, si attenderanno i tre mesi previsti dalla Costituzione per il secondo doppio passaggio. Il referendum confermativo da parte dei cittadini è previsto dal governo in ogni caso, anche se in seconda doppia lettura si dovesse raggiungere la quota dei due terzi dei voti. «Sarà la riforma dei cittadini», ripete Renzi pensando forse già alla futura campagna elettorale per il referendum. Goal segnato, dunque. Anche per concentrarsi sui file caldi dell' autunno. «L' obiettivo dell' approvazione entro l' 8 agosto non era tanto una necessità mediatica quanto una necessità reale ­ dice il capogruppo del Pd in Senato Luigi Zanda al termine della lunga maratona ­. Da settembre ci sono le emergenze dell' economia e le altre riforme strutturali da affrontare: il lavoro, la politica industriale, la giustizia civile, la pubblica amministrazione». Non è un caso che proprio ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha deciso di dare la priorità, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, al Ddl delega sulla pubblica amministrazione rispetto all' Italicum. Senza contare che per Renzi aver centrato l' obiettivo della riforma del Senato e del Titolo V significa avere credibilità e carte in più di fronte a Bruxelles per giocare la difficile partita volta ad avere più flessibilità e margini sugli investimenti: «Se siamo riusciti a far votare ai senatori la loro abolizione, possiamo modernizzare lo Stato e mettere in campo misure per la crescita». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 19 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore

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Crescita, riforme al rallentatore Renzi vede Padoan: acceleriamo su jobs act, delega Pa e giustizia civile ­ Sblocca Italia a fine mese.

Davide Colombo ROMA. Il governo continua con il suo cronoprogramma e, per ora, non ha impresso nessuna svolta né dopo il brutto dato del Pil che ci riporta in recessione né dopo il monito di Mario Draghi sulla necessità di fare le riforme. Il premier Matto Renzi, incassato il primo voto sulla riforma costituzionale, dice però che la missione è di accelerare, in particolare su lavoro, Pa e giustizia, ovvero i dossier che sono in cima alle priorità dell' Europa. E ieri ha avuto un nuovo incontro con il ministro Pier Carlo Padoan e il direttore dell' Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. La linea condivisa è che non bisogna dare risposte scomposte e che a settembre, con la legge di stabilità, bisognerà affrontare tutti i nodi che si accavallano: le politiche per la crescita, la spending review, la messa a punto dei conti pubblici, gli interventi fiscali per il prossimo anno. I tecnici sono al lavoro da tempo ma sul tavolo ci sono opzioni del tutto astratte. Per il taglio dell' Irap, per esempio: anche i collaboratori di Renzi sostengono che sarebbe una misura che aiuterebbe a far ripartire gli investimenti e, sul piano tecnico, si ipotizza di raddoppiare l' attuale taglio per 2,5 miliardi a 5. Ma le risorse andranno divise con le altre esigenze e la conferma del bonus da 80 euro è una priorità. Il premier giovedì, peraltro, non si è mostrato entusiasta dell' ipotesi del taglio dell' Irap. «Da sola non basterebbe a far ripartire gli investimenti», ha detto freddamente. Per non parlare della spending review. Giovedì il commissario Cottarelli ha messo un altro tassello al suo lavoro, calcolando che sono possibili risparmi per 2­3 miliardi dai tagli sulle società partecipate. Ma Renzi ha già detto che la spending review è affare da politica e non da tecnici. Oltre a finanziare la stabilizzazione del bonus e l' eventuale taglio all' Irap, dovrà anche evitare che a gennaio scattino il prossimo gennaio le clausole di salvaguardia con i tagli sulle agevolazioni fiscali. Ad agosto la priorità resta lo Sblocca­Italia, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri per l' approvazione il 29 agosto. Ieri si è svolta a Palazzo Chigi la prima riunione tecnica tra i ministeri per condividere l' indice degli interventi. L' altro provvedimento atteso a fine agosto è quello sulla giustizia civile cui sta lavorando il ministro Orlando. Lungi dal poter tradurre in realtà i 43 miliardi di interventi infrastrutturali di cui ha parlato il premier, per ora nello Sblocca­Italia ci sono soltanto 1,2 miliardi del fondo revoche che toglie da opere ferme e

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 20 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore

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ridestina a opere in corso o cantierabili. Altri 2 miliardi di euro a valere sul 2015 ma subito impegnabili potrebbero arrivare dal fondo sviluppo coesione. Il resto delle risorse è un' incognita lasciata al Mef e alla legge di stabilità, ma riguarderà il 2015. Matteo Renzi ha anche parlato di risorse per un miliardo da destinare alla scuola. Ma la coperta è corta e le esigenze che, almeno sulla carta, il decreto vorrebbe coprire sono a 360 gradi. Tutto confluisce sulla legge di stabilità. Il Governo la deve presentare a metà ottobre ma, data la situazione critica, potrebbe anticipare i tempi e vararla subito dopo la Nota di aggiornamento del Def che conterrà il nuovo quadro macroeconomico di riferimento. Siamo nella nuova prospettiva dei mille giorni evocata dal premier, partono l' 1 settembre e terminano l' 1 maggio 2017: «Se tra "mille giorni" l' Italia avrà un sistema di giustizia civile efficiente come i migliori Paesi europei, un fisco più semplice e meno esoso, una pubblica amministrazione digitalizzata e efficiente, un mercato del lavoro più chiaro e meno ideologizzato l' Italia potrà tornare a crescere» ha scritto Renzi. Ma l' economia italiana ha tempo di aspettare quei risultati di medio­lungo termine? Per far ripartire gli investimenti basterà il credito d' imposta promesso nel dl competitività approvato l' altro ieri sul 15% degli acquisti di macchinari? L' impatto previsto è di 8,2 miliardi di beni agevolabili: la metà entro il 2014 e l' altra metà entro primo semestre 2015. Per sostenere la ripresa (o ripresina) attesa nel 2015 si dovrà correre con i nuovi provvedimenti e l' attuazione di quelli già varati che però hanno avuto una partenza al ralenti. Un esempio chiaro di rallentamento viene dal Jobs Act, sempre evocato come strategico dal premier. Arriverà solo a fine anno. L' esame in commissione Lavoro al Senato è fermo all' articolo 4, quello sul contratto a tutele crescenti. Il nodo è politico: Ncd vuole la cancellazione dell' articolo 18 per i neoassunti e chiede di farlo nello Sblocca­Italia, il Pd non ha espresso una posizione univoca in merito e più volte in passato si è spaccato sul punto. Il testo è in ritardo: la prima lettura doveva finire in luglio. Ora dovrebbe uscire dal Senato entro settembre. Altro provvedimento strategico è la delega Pa: ieri s' è deciso che il suo esame partirà il 3 settembre in Commissione Affari costituzionali del Senato in contemporanea con l' Italicum. Complicazione non da poco che peserà sull' iter. Riforma della giustizia: sono in corso le consultazioni politiche sulle linee guida del Governo. Si aspetta il testo ma è difficile fare previsioni e costruire aspettative ora su questo fronte. Intanto il Governo dovrebbe cominciare a spingere con più lena anche sull' attuazione della delega fiscale. Dei circa 15 decreti attuativi solo quelli sulla composizione delle commissioni censuarie per il nuovo catasto e quello sulla dichiarazione precompilata e le semplificazioni fiscali hanno ottenuto il parere del Parlamento e devono tornare a Palazzo Chigi per il varo definitivo. I capitoli più importanti della delega arriveranno solo dopo la pausa estiva. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

DAVIDE COLOMBO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 21 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore

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In ritardo

In ritardo JOBS ACT BONUS FISCALI SPENDING REVIEW DELEGA PA SBLOCCA ITALIA GIUSTIZIA Ritardo in Senato Il ddl è ancora in Commissione Lavoro, l' esame fermo all' articolo 4 sui contratti a tutele crescenti. Doveva essere approvato in prima lettura a luglio, ora si punta su fine settembre Legge di stabilità Il Governo ha promesso di rendere strutturali gli 80 euro Irpef mentre si discute su un ulteriore taglio all' Irap. Il varo del provvedimento potrebbe essere anticipato La scelta politica Il commissario Cottarelli parla di possibili risparmi per 2­3 miliardi dai tagli sulle partecipate. Dai risultati della spending dipende anche il taglio o meno degli sgravi fiscali da fare a gennaio Avvio esame Il 3 settembre parte l' esame in commissione Affari costituzionali del Ddl delega Pa. Si procederà in tandem con l' Italicum: una scelta che rischia di allungarne l' iter Consiglio di fine agosto Il decreto dovrebbe essere varato il 29 agosto per sbloccare interventi infrastrutturali, ma c' è incertezza sulle risorse che saranno rese disponibili prima del varo della legge di stabilità Esame sulle linee guida Il 29 agosto i testi sulla giustizia civile saranno portati al Consiglio dei ministri. Gli altri testi di riforma sono invece in corso di elaborazione e al vaglio delle forze di maggioranza.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 22 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore

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Strategia. Dopo le parole di Draghi, l' attesa dell' Europa e della finanza su Renzi si fa più alta: senza riforme si complica il negoziato Ue sulla flessibilità e si rischia una nuova contrazione dell' economia. Pil, mercati e Ue: i «fronti» del test d' autunno

Lina Palmerini Raccontano ormai in molti che il premier sia disposto a sforare il tetto del 3% pur di non fare la manovra correttiva. E raccontano che nemmeno il dato dell' Istat sul ­0,2% del Pil lo abbia convinto a una marcia indietro e che le parole di Mario Draghi sull' urgenza delle riforme siano dentro questo contesto di rischio. Un rischio che senza un piano concreto di riforme è destinato a riprodursi non solo sul fronte europeo ma su quello dei mercati finanziari e ­ di nuovo ­ sulla crescita. Un rischio accettabile solo in parte, secondo Guido Tabellini, economista, docente alla Bocconi, che concorda sulla decisione di non fare una correzione per il 2014. «Giusto, avrebbe un ulteriore impatto negativo sull' economia, meglio rischiare la procedura di disavanzo eccessivo ma, aggiungo, questo può essere un rischio accettabile solo se a settembre c' è un avvio concreto delle riforme: lavoro e taglio della spesa, innanzitutto. Gestire un negoziato con la Ue è inimmaginabile se l' Italia non affronta i nodi della politica dell' offerta». Dunque, il richiamo del Governatore Bce, al di là dello sforamento del 3%, suona come l' ultimo avviso al Governo e come il segnale chiaro che non verrà tollerata una nuova dilazione. «Da tre anni, dal rischio default italiano, la risposta dei governi è stata largamente inadeguata. Una delle accuse fatte a Draghi dai suoi detrattori è che l' aver messo una safety net sull' euro, abbia però portato alcuni Paesi come l' Italia a ulteriori pigrizie sulle riforme. Credo quindi che la Bce non mollerà la presa sull' Italia né darà aiuti proprio per evitare critiche e nuove pigrizie e che questa pressione della Bce trascinerà l' Ue e i mercati finanziari». A parlare è Riccardo Barbieri, chief european economist della banca d' investimento Mizuho, che incalza il premier soprattutto sui tempi. «Mille giorni? Ma è un tempo inaccettabile. Renzi ora ha promesso un cambio di passo a settembre, è una prova di leadership con cui protegge l' Italia alzando l' asticella sulle riforme ma mi chiedo, perché la riforma del lavoro si fa con legge delega? Cioè con uno strumento che allunga i tempi e non li accorcia?». Domanda che raccoglie subito Guido Tabellini che però precisa: «La nostra è una crisi della domanda, non dell' offerta. Dunque, il fare le riforme ha un impatto sulla credibilità dell' Italia nel negoziato con l' Ue perché la domanda si può stimolare solo con una politica europea. Detto questo, è vero che sulle

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 23 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore

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priorità bisogna fare in fretta. Penso al mercato del lavoro con l' inserimento del contratto unico (modello Ichino) e alla revisione della contrattazione spostando il peso sugli accordi aziendali; l' altro test è il taglio della spesa senza il quale non sarà possibile alleggerire il carico fiscale che dal mio punto di vista deve privilegiare i contributi sociali più che l' Irap perché l' effetto è più rapido». Il punto è che sono riforme con altissimi costi politici, soprattutto per il Pd che ha l' 80% del suo elettorato fatto di pensionati, impegati pubblici, insegnanti, senza contare la reazione sindacale. E dunque se le riforme non vengono fatte cosa potrebbe accadere? «Già si è visto in questi giorni con i dati di Borsa e i movimenti dello spread: gli investitori andranno via dall' Italia», risponde Alberto Gallo, economista della Royal Bank of Scotland. «Il nostro questionario agli investitori lo ha espresso con chiarezza: alla domanda cosa ti indurrebbe a vendere, il 67% ha risposto la mancanza di un piano di riforme. È, quindi, una partita cruciale per gli investimenti perché i conti si fanno sulle potenzialità di un Paese che se ha tassi di crescita bassi e colli di bottiglia, come lavoro o burocrazia e giustizia, smette di convincere. È chiaro che a marzo c' era un' apertura di credito verso Renzi, ora c' è la prova dei fatti». Una prova che non ammette rinvii anche se nessuno considera il "commissariamento" dell' Italia l' opzione già in campo. «È un rischio», dice Gallo che ritiene però prematuro proiettarlo sin d' ora. «Se ci saranno dilazioni dovremo aspettarci una maggiore rigidità dell' Ue nel tollerare il nostro disavanzi, non so ­ dice Tabellini ­ quali reazioni avranno i mercati ma tutto questo renderebbe più complicato il cammino di Renzi. Credo però che, ora, il premier non possa essere criticato: aver messo davanti la riforma del Senato è stato importante nell' ottica di velocizzare i tempi delle decisioni pubbliche. Mi aspetto che in autunno riprenda in mano, con la sua aggressività, i temi economici». Chi invece fa una proposta concreta è Riccardo Barbieri: «Il punto critico è il rapporto con l' Ue sul deficit: Renzi potrebbe proporre un nuovo meccanismo in cui venga calcolato il potenziale di crescita legato a un piano concreto di riforme. Può essere una di quelle proposte nuove da fare nel semestre Ue che finora sono mancate». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

LINA PALMERINI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 24 9 agosto 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore

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Tabella

INVESTIMENTI Credito d' imposta del 15% per acquistare macchinari Credito d' imposta alle imprese sugli investimenti in nuovi beni strumentali. Il bonus fiscale ­ che non vale per importi unitari inferiori ai 10 mila euro ­ scatterà per le spese effettuate entro il 30 giugno 2015 e sarà concesso nella misura del 15% dell' incremento dei costi sostenuti rispetto alla media degli investimenti realizzati nei 5 periodi di imposta precedenti. Corsia veloce, poi, per la "nuova Sabatini" per l' acquisto di nuovi macchinari: la valutazione del merito di credito delle Pmi per i finanziamenti agevolati, sarà fatta direttamente dalle banche EFFICACIA ALTA ENERGIA Bollette Pmi più leggere con lo «spalma­incentivi» È una delle misure simbolo del decreto: tagliare la bolletta delle Pmi del 10%. Un' operazione possibile recuperando le risorse, almeno in buona parte, dal meccanismo "spalma­incentivi". Che rimodula gli aiuti al fotovoltaico in base a tre opzioni: allungamento del periodo incentivato a 24 anni; riduzione subito e aumento da stabilire in una fase successiva; riduzioni su tre scaglioni di potenza (6% per gli impianti da 200 kW a 500 kW; 7% tra 500 kW fino a 900 kW; 8% per gli impianti superiori a 900 kW). Infine l' ultima strada: un sistema di aste per cedere fino all' 80% di incentivi EFFICACIA MEDIA ACE Aiuti per chi rafforza il capitale e va in Borsa Viene esteso il raggio d' azione dell' Aiuto alla crescita economica introdotto nel 2011 dal Salva­Italia per favorire la patrimonializzazione delle imprese. Nel caso di soggetti incapienti Ires, l' Ace potrà essere trasformata in un credito d' imposta sull' Irap. Quanto al rafforzamento dell' entità fiscale del beneficio, scatterà (per 3 anni) solo per le società che si quotano: un "super Ace" mediante incremento del 40% della variazione in aumento del capitale. Potranno usufruire dell' Ace rafforzata anche le società quotate in «sistemi multilaterali di negoziazione». EFFICACIA ALTA CREDITO Al via canale extra banca per mobilitare 20 miliardi Tra le misure più importanti c' è la liberalizzazione del credito con la possibilità per assicurazioni e società di cartolarizzazioni di finanziare direttamente le imprese (per l' operatività sono attesi i chiarimenti di Bakitalia mentre l' Ivass dovrà stabilire condizioni e limiti). Per dare più liquidità alle imprese si incentiva anche l' emissione dei corporate bond rimuovendo i vincoli fiscali per l' accesso al mercato dei capitali e ampliando il perimetro per la loro quotazione fuori dai mercati regolamentati. Queste misure dovrebbe mobilitare crediti per circa 20 miliardi EFFICACIA MEDIA OPA In arrivo seconda soglia e azioni con voti plurimo Nuove soglie per l' Opa obbligatoria per le società quotate. Le Pmi (con fatturato inferiore a 300 milioni o una capitalizzazione inferiore a 500), possono prevedere nei propri statuti una soglia diversa da quella del 30%, comunque «non inferiore al 20% né superiore al 40%» per far scattare l' offerta pubblica. Nelle società diverse dalle Pmi l' Opa «è promossa anche da chiunque, a seguito di acquisti, venga a detenere una partecipazione superiore al 25% in assenza di altro socio che detenga una partecipazione più elevata». Arrivano le azioni con voto plurimo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 25 9 agosto 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore

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EFFICACIA MEDIA SEMPLIFICAZIONI Salta la «super Scia» per le attività di impresa Nel decreto c' è anche un "assaggio" di semplificazioni. Si prevede un potenziamento delle Agenzie per le imprese la cui attività potrà sostituire a tutti gli effetti i controlli e le attività delle Pa. Le stesse Agenzie potranno intervenire per velocizzare la conferenza di servizi. Il Governo però ha cancellato nel passaggio alla Camera un' ambiziosa semplificazione introdotta al Senato per l' apertura di qualsiasi attività: una deregulation secondo la quale sarebbe bastata la Scia o l' autocertificazione con controlli ex post per tutte le attività dal 1° gennaio 2015 EFFICACIA BASSA PAGAMENTI PA C' è tempo fino a ottobre per certificare i crediti Più tempo alle imprese per recuperare i crediti vantati verso la Pa. Il Dl competitività proroga al 31 ottobre 2014 il termine per la presentazione dell' istanza di certificazione da parte dei soggetti creditori, fissato al 23 agosto 2014. La scadenza vale per poter beneficiare della garanzia dello Stato nelle operazioni di cessioni dei credito. Durante il passaggio alla Camera è stata cancellata la norma che toglieva 410 milioni dalla dote di 6 miliardi per pagare i debiti Pa ­ inserita nel Dl Irpef ­ da destinare al pagamento di 535 milioni di euro di crediti alle Poste italiane EFFICACIA MEDIA AGRICOLTURA Bonus per i giovani e sconti per chi innova Nel pacchetto «campo libero» ci sono diverse misure a favore dei giovani, come i mutui a tasso zero, la detrazione al 19% per affitto dei terreni a under 35 e lo sgravio di un terzo della retribuzione lorda per assunzioni più stabili. Introdotte anche deduzioni Irap (fino a 10.500 euro) per lavoro a giovani e donne nelle Regioni del Sud. Via libera anche al registro unico dei controlli. Per le imprese infine tre crediti d' imposta: due al 40% per investimenti fino a 400mila euro per innovazione e per reti d' impresa e uno al 40% fino a 50mila euro per e­commerce EFFICACIA ALTA ILVA Arriva il prestito ponte per il polo siderurgico EFFICACIA ALTA Il decreto sull' Ilva approvato dal Governo l' 11 luglio scorso con gli interventi ambientali per il polo siderurgico di Taranto è stato inserito durante l' esame in Parlamento nella competitività, ma con alcune modifiche di peso. Si introduce il prestito ponte per il grande polo siderurgico jonico, ma dall' altro lato viene rafforzato il ruolo del subcommissario ad hoc per il Piano di risanamento e si sbloccano le risorse della famiglia Riva sotto sequestro che potranno essere impiegate, non oltre il 2014, sotto forma di aumento di capitale BONIFICHE Siti inquinati: recupero più semplice e veloce Al via una serie di norme per rendere le bonifiche più veloci e più semplici. La novità più importante riguarda l' inversione della procedura ordinaria: in caso di bonifica di un sito contaminato, il soggetto interessato, volendo procedere rapidamente al recupero ambientale potrà direttamente presentare agli enti un progetto di intervento. Previsti tempi stringenti per la procedura: la Conferenza di servizi per valutare il progetto di bonifica dovrà essere convocata entro 30 giorni e il progetto dovrà essere approvato nei successivi 90 giorni EFFICACIA ALTA DISSESTO IDROGEOLOGICO Interventi fuori dal patto e Regioni più responsabili Il decreto competitività punta ad accelerare il piano contro il dissesto idrogeologico attraverso la parziale esclusione degli investimenti dal «patto di stabilità» per almeno un miliardo di euro e all' attribuzione della qualifica di commissario straordinario del governo al presidente della Regione. Una misura, questa, che punta a dare più peso ai governi regionali che saranno pienamente responsabili del piano operativo degli interventi, sia pure sotto la regìa della task force di Palazzo Chigi EFFICACIA MEDIA RIFIUTI A giugno 2015 una gara per rivedere il «Sistri» Il Governo ha deciso di allungare il Sistri fino alla fine del 2015 e di bandire una gara europea per rifarlo, pagando l' indennizzo dei costi di produzione consuntivati al 31 dicembre 2015 alla Selex, quando il contratto decadrà, con i contributi versati dalle imprese a quella data. Slitta, poi, dal 3 marzo al 31 dicembre 2014 il termine entro il quale il ministro semplificherà e ottimizzerà il Sistri. Sempre sul fronte rifiuti il decreto prevede poteri per forme speciali di gestione dei rifiuti al governatore del Lazio e al sindaco di uno dei comuni del territorio regionale. EFFICACIA ALTA.

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L' ANALISI. Un mix di misure che non fanno la nuova politica industriale

Carmine Fotina Alcuni interventi mirati per la competitività ma anche un mix di norme, a volte di impatto micro, che ha reso spiccato il carattere eterogeneo del provvedimento. Il decreto preparato dai ministri Pier Carlo Padoan (Economia) e Federica Guidi (Sviluppo economico), e via via ampliatosi con interventi di altri ministeri, ha assunto l' aspetto di un nuovo "omnibus" mentre avrebbe potuto diventare una vera piattaforma di politica industriale, anche in vista del semestre di presidenza italiana della Ue. Si evince invece la necessità per il governo di mediare con forze trasversali e, nondimeno, di resistere a un confronto non facile con la maggioranza. Soffermandoci ai temi di impresa e industria in senso stretto, sono senz' altro meritevoli l' istituzione di un bonus sugli investimenti in beni strumentali e l' ampliamento del raggio d' azione dell' Ace (aiuto alla crescita economica per la capitalizzazione di impresa). Ma in Parlamento, complice anche stavolta il nodo coperture, si è persa l' occasione per rafforzare entrambe le misure. Soprattutto la prima, va detto, appare un po' labile perché limitata ad investimenti di tipo incrementale e perché il beneficio fiscale scatta solo a partire dall' anno successivo a quello della spesa effettuata. Positiva l' intenzione di liberalizzare il credito non bancario aprendo ai finanziamenti diretti alle imprese da parte di assicurazioni e fondi di credito (sebbene sarà il caso di vigilare su più di un aspetto tecnico). Gli operatori di mercato ripongono grandi aspettative nella doppia soglia Opa introdotta, non senza tensioni, al Senato. Apprezzati dalla maggior parte degli addetti ai lavori anche i pacchetti su agricoltura e ambiente. Ambivalente il disegno in campo energetico, con l' agognato sconto in bolletta per le Pmi che in buona parte graverà su altre categorie del sistema produttivo. Non sarà inoltre senza strascichi la contestatissima norma sullo "spalma incentivi" vista l' intenzione degli operatori del fotovoltaico di ricorrere alla Ue per chiedere l' apertura di una procedura d' infrazione. Intorno a tutto l' iter del provvedimento in Parlamento, del resto, si è respirato un clima piuttosto teso, culminato con un corposo pacchetto di emendamenti soppressivi presentati dal Governo e un iter di approvazione confuso e faticoso, con tanto di rilievi della commissione Bilancio e della Ragioneria e

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 27 9 agosto 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore

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correzioni in corsa. Il governo ha avuto il merito di utilizzare questo decreto come corsia preferenziale per l' approvazione delle ultime norme salva­Ilva, opportunamente rafforzate. Resta al contrario un pasticcio il tentativo, poi saltato, di utilizzare i fondi destinati ai pagamenti della Pa per saldare un onere nei confronti di Poste Italiane emerso in seguito a una sentenza europea sugli aiuti di Stato. E colpisce, non certo in positivo, la scelta di cancellare in tutta fretta un emendamento che avrebbe consentito di ridurre le barriere burocratiche all' attività di impresa mediante Scia o autocertificazioni con controlli ex post. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

CARMINE FOTINA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 28 9 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore

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La lunga crisi. «Un ambiente che aiuti la crescita» Galletti: sul Sistri si cambia, gara europea per un nuovo sistema tecnologicamente adatto.

Giorgio Santilli Un' innovazione profonda per il Sistri «con la scelta di un nuovo gestore dal 2016 e una riflessione su ulteriori semplificazioni da introdurre subito», le norme per far partire le bonifiche «e soprattutto le piccole bonifiche», i 350 milioni per il piano di efficientamento energetico di scuole ed edifici pubblici, il piano per il dissesto idrogeologico, il recepimento delle direttive europee sugli scarichi a mare «senza andare oltre le prescrizioni che vi sono contenute», i chiarimenti sul perimetro di azione del consorzio obbligatorio per il polietilene, lo sblocco delle risorse dei Riva per finanziare il piano ambientale dell' Ilva: sono tutte misure «per uscire dalla trappola della green economy e dimostrare che con l' ambiente si può fare sviluppo, aiutando le imprese ad andare verso la strada ormai inevitabile di una crescita rispettosa dell' ambiente». Il ministro dell' Ambiente, Gian Luca Galletti, è convinto che con la conversione del decreto legge competitività si sia imboccata la strada giusta per un rapporto nuovo fra ambiente, impresa e crescita.

Ministro Galletti, in che senso bisogna uscire dalla trappola della green economy? Avanza la consapevolezza in tutti, famiglie e aziende, che non abbiamo futuro senza rispetto per l' ambiente. L' ambiente non è una riserva di qualcuno, oggi è un elemento determinante per raggiungere gli obiettivi della crescita e dell' occupazione. Basta con l' idea che molte imprese inquinano e poche fanno un' attività ambientalmente virtuosa? Il nostro ruolo è spingere sempre più imprese al rispetto dell' ambiente, nel loro interesse e nell' interesse del Paese. Ma, ripeto, è una consapevolezza che si va facendo strada. Da parte nostra, dobbiamo semplificare le norme per favorire questo cambiamento culturale e per consentire alle imprese di andare più rapidamente in questa direzione. Io non sono e non sarò il ministro del "no": semmai posso aiutare i miei colleghi dello Sviluppo economico, dell' Agricoltura e delle Infrastrutture a raggiungere i loro obiettivi. La mia impressione è che se vogliamo tornare a crescere, non dobbiamo sbagliare nulla delle politiche ambientali. C' è una forte sensibilità europea su questo tema.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 29 9 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore

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Il decreto competitività va già in questa direzione? È un primo passo importante in questa direzione. Prendo ad esempio i 350 milioni per il piano di efficientamento economico di scuole ed edifici pubblici: facciamo politica ambientale perché risparmiamo energia, facciamo spending review cominciando a ridurre una bolletta energetica pubblica che è di 5 miliardi e si può tagliare rapidamente del 40%, favoriamo la riconversione di imprese piccole verso un' attività non particolarmente complessa, ma che ha certamente un futuro.

Ci fa un esempio di come coniugare rispetto dell' ambiente e semplificazione? C' è tutto il tema del recepimento delle direttive Ue. È un grosso tema perché noi abbiamo molte procedure di infrazione e la linea del governo è di chiuderle. E questo decreto già lo fa. Qual è la sua linea? Le direttive in campo ambientale vanno recepite perché corrispondono anche a nostri obiettivi. Dobbiamo farlo però rispettando i limiti previsti nelle direttive senza porre limiti più stringenti. Per due ragioni: la prima è che quei limiti hanno una base scientifica e rispondono già a un criterio di prudenza; la seconda è che se poniamo limiti più stringenti rinunciamo a svolgere certe attività in Italia perché i nostri concorrenti saranno più concorrenziali. Quindi la linea è: recepiamo le direttive perché fanno bene all' ambiente e contribuiscono a orientare la produzione delle imprese all' ambiente, ma non andiamo oltre i parametri previsti, altrimenti assumeremmo la decisione, tutta politica, di rinunciare a certe attività.

Parliamo del Sistri. Lei ha introdotto un elemento di grande novità con il decreto competitività. Ce lo spiega? Dico anzitutto che io condivido in pieno l' obiettivo di una piena tracciabilità dei rifiuti, soprattutto pericolosi, perché arriva dalle direttive Ue e perché in un Paese come il nostro, che ha la Terra dei fuochi, non si può fare diversamente. Questo obiettivo va centrato con un sistema tecnologicamente adatto a perseguirlo: l' attuale contratto non ci garantisce in pieno su questo punto. Quindi abbiamo deciso di chiuderlo a fine 2015 e intanto di avviare una nuova gara pubblica europea per scegliere il sistema più adatto tecnologicamente.

Intanto il 1° gennaio 2015 il Sistri diventa obbligatorio per le imprese. Ha in mente altre modifiche per semplificare? Anzitutto diciamo che abbiamo già semplificato eliminando l' obbligo per le imprese con meno di dieci addetti. Ora abbiamo in corso una riflessione per capire se un' ulteriore semplificazione sia possibile. Semplificare è però anche qui un obiettivo strategico. Anche per le bonifiche avete introdotto novità rilevanti sul piano delle semplificazioni. Abbiamo velocizzato le procedure per i privati che decidono di intervenire senza intaccare la sicurezza ambientale. Questo avrà un grande impatto soprattutto per le piccole bonifiche. In sostanza abbiamo spostato le competenze del ministero dell' Ambiente alla fine del periodo, con verifiche ex post. Partiamo dal presupposto che gli imprenditori non sono inquinatori e garantiamo che possono fare tutto senza autorizzazione se restano nella fascia di massima caratterizzazione, se accettano, cioè, i parametri più rigorosi possibili. Dovranno invece chiedere le autorizzazioni se scelgono parametri meno rigorosi dei massimi. Infine c' è l' Ilva. Andiamo sempre sulla stessa linea. Abbiamo dato la possibilità al commissario Gnudi di sottoscrivere il prestito ponte e anche di accedere ai fondi sequestrati ai Riva per finanziare il piano ambientale. Ilva avrà ancora un futuro industriale se porrà rimedio ai danni ambientali che ha creato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 30 9 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore

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GIORGIO SANTILLI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 31 9 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore

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Gli obiettivi. Gestione, vendite e taglio del debito. Al via i fondi Invimit: in portafoglio immobili per un miliardo

Isabella Bufacchi ROMA Sarà un autunno caldo per Invimit, la Sgr costituita dal Tesoro ­ azionista unico ­ per valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico tramite l' istituzione e la gestione di strumenti operativi di mercato, e cioè i fondi di fondi immobiliari e i fondi immobiliari diretti. Il fondo di fondi "i3­Core" di Invimit, un prodotto cosiddetto multicomparto, è stato sottoscritto di recente con un primo versamento dell' Inail per 440 milioni (su un totale atteso di 1,3 miliardi) ed è pronto a investire in fondi immobiliari promossi da Regioni, Province e Comuni e da altri enti pubblici e ad attivare suoi fondi dedicati a portafogli di immobili dello Stato. Entro la fine dell' anno, inoltre, Invimit sotto la guida dell' architetto Elisabetta Spitz decollerà con una serie di fondi diretti: tra settembre e novembre sarà selezionato a tal fine il portafoglio di immobili Inail, Inps, Regione Lazio e Università. Una preselezione è già scattata su 1 miliardo di euro di unità immobiliari: 116 dell' Inps e 40 dell' Inail (totale 156) per un controvalore di 700 milioni mentre i primi conferimenti dallo Stato riguarderebbero per ora 25 immobili, di cui 17 dall' Agenzia del Demanio e 8 dalla Difesa per un controvalore di 260 milioni. Tra gennaio e marzo del 2015 scatterà la selezione dei portafogli di fondi diretti dedicati alle locazioni passive e alla Difesa. Il fondo di fondi "i3­Core" inizia intanto a muovere i primi passi su alcune iniziative «prioritarie di rigenerazione di patrimoni immobiliari pubblici», tra le quali risulta in pole position l' edilizia scolastica, settore sul quale Matteo Renzi ha "messo la faccia" concentrandovi l' azione governativa. Invimit, fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, è un investitore che si muove con le logiche del mercato, che entra solo in operazioni a reddito e questi principii si applicheranno anche alle scuole. Nel caso dell' edilizia scolastica, è prevedibile che il ruolo di Invimit passerà attraverso l' istituzione di fondi target nei quali verranno conferiti vecchie scuole e terreni dello Stato sui quali costruire le nuove scuole. Attraverso i fondi di fondi immobiliari Invimit, i Comuni velocizzeranno la valorizzazione delle vecchie scuole, destinando gli edifici ai privati e trasformandoli in alberghi, centri commerciali, residenze per anziani con il cambio di destinazione d' uso e le autorizzazioni necessarie; i terreni verranno messi a reddito con la costruzione di nuove scuole che verranno date in locazione ai Comuni generando così

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 32 9 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore

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reddito per tutta la durata dei fondi immobiliari coinvolti. Il fondo "i3­Core" porterà avanti il processo della valorizzazione anche attraverso l' efficientamento energetico, la razionalizzazione degli spazi e degli utilizzi di immobili e le locazioni passive. Invimit Sgr ha l' obiettivo di velocizzare e snellire il processo di valorizzazione, dismissione e privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Per questo lavorerà in stretto contatto con il Tesoro, la Difesa, gli enti pubblici territoriali e locali, e l' Agenzia del Demanio. L' AdD, guidata da Stefano Scalera, è l' istituto rappresentante della proprietà dello Stato degli immobili, come per esempio le caserme non più in uso alla Difesa. Il Demanio definisce il percorso di valorizzazione urbanistica e la finalità per poi poter conferire i beni ai fondi gestiti dalla Sgr. Invimit a sua volta ha l' obiettivo di valorizzare "il mattone dello Stato" attraverso un processo di ottimizzazione e di coinvolgimento dei privati, attraendo capitali in prima battuta dagli investitori istituzionali, come i fondi pensione e le compagnie di assicurazione. Non è escluso che in un secondo momento, attraverso intermediari come le banche, i fondi immobiliari specializzati nella valorizzazione del patrimonio dello Stato (con la messa a reddito o con la dismissione di immobili) non possano essere collocati anche presso gli investitori privati, risparmiatori a caccia di rendimenti più elevati rispetto ai titoli di Stato. L' impatto dell' operatività di Invimit sui conti pubblici sarà triplice: la migliore gestione del patrimonio immobiliare dello Stato, che sarà guidata da logiche di mercato, dovrà portare prima di tutto a un risparmio della spesa pubblica, in secondo luogo ad incassi con la messa a reddito degli immobili (per esempio tramite concessioni e locazioni) e infine all' abbattimento del debito pubblico tramite la vendita a privati degli immobili pubblici non utilizzati. [email protected] @isa_bufacchi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ISABELLA BUFACCHI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 33 9 agosto 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore

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L' ANALISI. Il Medio Evo islamico e Putin riportano Obama nel passato

Ugo Tramballi Un libro uscito da poco (A.J.Baime, "The Arsenal of Democracy") racconta che fra il 1940 e il '45, l' industria americana produsse 1.556 navi da guerra, 5.777 mercantili, 88.410 jeep, due milioni 383.311 camion, 299.293 aerei, sei milioni e mezzo di fucili e 40 miliardi di pallottole. I tempi sono cambiati, le priorità anche, ma non quel senso di grande potenza che trasformò da un giorno all' altro la produzione americana. Non l' ha cambiata nemmeno Barack Obama. Questa amministrazione, un giorno, non sarà ricordata per i suoi successi diplomatici, ma bisogna riconoscere che la sua politica estera sia stata male interpretata: Obama non ha mai pensato di rinunciare al ruolo americano di superpotenza. Ha solo modernizzato il concetto e stabilito priorità alla definizione troppo ampia di "interesse nazionale". Sono Vladimir Putin con un' idea di Russia a cavallo fra il XIX e il XX secolo, e l' Isil con un concetto medievale di governance religiosa, che in Ucraina e Iraq spingono Obama a un uso più tradizionale della potenza americana: muscoli e cannoni. Limitatissimo uso della forza militare, adattamento alle dinamiche interne regionali, regioni più decisive di altre, anche sulla base delle loro prospettive economiche. Questa è la "rivoluzione" di Obama. La decisione di guardare con più interesse a Cina ed Estremo Oriente, ha terrorizzato i sauditi. Ma il futuro dell' America è più in gioco laggiù che nel processo di pace fra israeliani e palestinesi o nella soluzione della guerra civile siriana. Nel 2020 la produzione di petrolio e gas naturale dei Paesi del Golfo salirà al 33% di quella globale. Ma per allora lo shale gas e oil garantiranno all' America l' autosufficienza e il rilancio delle sue esportazioni. Il vero impegno americano nella regione oggi è il negoziato sul nucleare iraniano, al quale si oppongono Israele e Arabia Saudita: i principali conservatori dello status quo mediorientale. Bombardare le armate di un nuovo califfo iracheno è come tornare sul luogo del delitto: sono stati gli americani a destabilizzare il Paese. Ma era infatti quell' America che Obama vorrebbe cambiare, ad averlo fatto. L' intervento militare di oggi è a furor di popolo, sostenuto anche dai regni ed emirati del Golfo, i principali responsabili del caos in Libia, in Siria, e dell' affermarsi dell' estremismo sunnita. Un sondaggio pubblicato dal Wall Street Journal mostra lo scarso sostegno dell' opinione pubblica

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 34 9 agosto 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore

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americana per la politica estera di Obama. Ma i contrari non superano mai il 30%. L' insieme dei "soddisfatti", dei "non sono sicuro" e di chi pensa ci sia ancora un impegno eccessivo, è la larga maggioranza. «Non è chiaro in molti casi cosa voglia ottenere», dice di Obama Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations di Washington. Haass è il gran sacerdote dell' internazionalismo repubblicano tradizionale: quello che aprì alla Cina di Mao, uscì dal Vietnam, vinse senza combattere la Guerra fredda, liberò il Kuwait senza invadere l' Iraq, costrinse gli israeliani a negoziare con i palestinesi. Ma quella era un' altra America e anche il mondo oggi è diverso. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

UGO TRAMBALLI

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L' epidemia in Africa. Preoccupa la velocità del contagio. L' Onu dichiara Ebola «emergenza mondiale»

Marco Valsania NEW YORK L' epidemia di Ebola esplosa in Africa occidentale, la più grave in almeno 40 anni che ad oggi ha fatto almeno 960 vittime, è diventata ufficialmente una nuova emergenza internazionale di salute pubblica. L' allarme è stato lanciato dalla World Health Organization: «L' epidemia si sta sviluppando più rapidamente di quanto siamo in grado di controllarla ­ ha dichiarato Margaret Chen, direttore generale dell' Organizzazione mondiale della sanità ­ Prevediamo nuovi casi e crediamo che già oggi ne esistano di più di quelli riportati». L' epicentro della crisi è stato finora in quattro Paesi, Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria. Al momento l' Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato solo restrizioni nei viaggi per la regione considerata il focolaio dell' epidemia, al confine tra Guinea, Sierra Leone e Liberia. Nessun divieto generale, invece, per viaggi e commercio. Anche l' Unione Europea ha cercato di tenere a bada ogni allarmismo: il rischio di un contagio è «estremamente basso», ha detto il commissario alla Sanità Tonio Borg, citando sia i pochi passeggeri in arrivo dall' area che le modalità di trasmissione del virus, attraverso contatto diretto con liquidi corporei di persone infette. Il Center for disease control and prevention americano ha tuttavia emesso una raccomandazione a non recarsi nella regione e il Dipartimento di Stato ha invitato a evitare viaggi non indispensabili in Liberia, ordinando l' immediato rientro dei familiari dei dipendenti dell' ambasciata a Monrovia. Contro l' Ebola non esistono cure accertate né vaccini e il tasso di decessi è stato sopra il 50 per cento. L' aggravarsi dell' epidemia ha avviato così una corsa contro il tempo per una cura che ha il suo epicentro negli Stati Uniti, spesso in una fitta rete di società biotecnologiche e programmi pubblici e della Difesa. Tra i protagonisti c' è una minuscola società della California vicina al Pentagono, la Mapp Biopharmaceuticals nata nel 2003 da ricercatori universitari e sostenuta da contratti e aiuti federali, oltre alla Profectus BioSciences di New York e alla canadese Tekmira Pharmaceuticals. Mapp ha sviluppato un siero sperimentale ­ ZMapp ­ al quale starebbero rispondendo positivamente due pazienti americani fatti rientrare dall' Africa. Il co­fondatore Larry Zeitlin ha allo studio con le autorità studi clinici più ampi, con la collaborazione della texana Caliber Biotherapeutics a sua volta nata con fondi del Pentagono per rispondere al terrorismo batteriologico. Accelerare ricerca e produzione non è facile dagli stadi tuttora iniziali, nonostante una collaborazione

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 36 9 agosto 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore

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decennale tra industria e governo che comprende Darpa, la divisione del Pentagono che investe in start up, l' Istituto nazionale della Sanità e la Dtra, l' agenzia predisposta a contrastare armi di distruzione di massa. Mapp ha solo nove dipendenti. Ma passi avanti sono stati compiuti: lo Us Army Medical Research Institute of Infectious Diseases annunciò già l' anno scorso il successo di test su primati con un cocktail di anticorpi, l' MB­003. Mapp era al fianco del progetto e Zeitlin rese allora nota un' alleanza con la canadese Defyrus per consolidare i progetti sugli anticorpi. L' approccio è definito «immunoterapia passiva», perché si limita a fornire anticorpi al paziente, tre plantibodies (dalla loro origine nelle piante) combinati assieme per il trattamento dell' Ebola. Il siero, la cui efficacia resta da dimostrare adeguatamente sugli esseri umani, viene ottenuto esponendo cavie a una proteina dell' Ebola ed estraendo anticorpi, poi geneticamente modificati per renderli più simili agli anticorpi umani. Il gene di ciascuno è introdotto in foglie di tabacco grazie a una tecnologia sviluppata dalla società tedesca Icon Genetics. Sono le foglie, a questo punto, a generare l' anticorpo finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

MARCO VALSANIA

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INTERVISTAAdriano Giannola. «Se il Pil cede lo 0,1% nel Mezzogiorno crolla dell' 1 per cento» «C' è il rischio che la situazione degeneri e ci si avvicini alla rivolta sociale»

Alfonso Ruffo NAPOLI «Adesso mi aspetto il commissariamento dell' Italia da parte dell' Europa».

Addirittura? Non potrebbe essere diversamente dopo quello che Draghi (presidente della Bce, ndr) ha detto.

Parlava al nostro Paese? A chi altri sennò? Chi ha bisogno di fare riforme strutturali, recuperare certezze, attirare investimenti? Adriano Giannola, presidente della Svimez ed economista di lungo corso, si mostra pessimista. I dati forniti qualche giorno fa dalla sua Associazione in Parlamento confermati dalla caduta del prodotto interno lordo certificata dall' Istat per il secondo trimestre consecutivo non lasciano spazio a fantasie. La situazione è assai più grave di quella che si vuol mostrare. Ripartiamo dal commissariamento. Secondo me è inevitabile.

Nonostante la fiducia ostentata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi? Nonostante e forse anche a causa di quella. Che cosa significa? Non sembra esserci consapevolezza che siamo a fine corsa. Con l' assetto attuale non possiamo andare da nessuna parte.

Sarebbe uno smacco pazzesco. Non crede? È la logica conseguenza di un ragionamento che l' Europa non ha mai interrotto: chi non è in grado di provvedere a se stesso sarà aiutato dall' esterno.

È un caso che in questi giorni cadano tre anni dalla famosa lettera a Berlusconi sui cambiamenti richiesti? Che sia un caso o no, che cosa si è fatto da allora? Che cosa? Nei fatti, poco o niente. Non c' è uno straccio di strategia sull' economia.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 38 9 agosto 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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Il Mezzogiorno in tutto questo? È praticamente morto. Nel senso? Se il Pil del Paese cede dello 0,1 per cento vuol dire che il crollo al Sud è almeno dell' 1 per cento.

Con quali conseguenze? Lo stock di capitale crolla, scompare la base produttiva, l' occupazione è un lusso per pochi.

Siamo alla rivolta sociale? Ci stiamo avvicinando. Se non è scoppiata la rivoluzione è perché il nero continua a svolgere il suo ruolo di cuscinetto tra illegalità e criminalità. Ma il Nord non sta molto meglio. Che cosa vuol dire? La caduta della domanda interna che ha messo in ginocchio il Mezzogiorno sta colpendo con forza anche le regioni settentrionali. Il Paese è più collegato di quanto si creda.

Gli 80 euro concessi dal governo ai redditi bassi? Non sono serviti. Che cosa fare, allora? Ripeto, a questo punto ci penserà l' Europa. Occorre smantellare e ricostruire l' intero sistema a partire dal mercato del lavoro. I fondi strutturali? Andrebbero usati centralmente, sottraendoli alla frammentazione delle Regioni e degli enti locali. Usati come? Per grandi progetti di lungo periodo che restituiscano un minimo di strumentazione competitiva al servizio di venti milioni di persone ormai alla deriva. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ALFONSO RUFFO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 39 9 agosto 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Il caso. Disponibili 130 milioni tra fondi statali e regionali per promuovere gli investimenti industriali in cinque aree di crisi: Acerra, Airola, Avellino, Castellammare di Stabia e Caserta. La Campania gioca la carta degli incentivi

Vera Viola NAPOLI Ancora una chance per le aree di crisi della Campania, le cinque aree industriali, più volte nel corso dell' ultimo cinquantennio industrializzate e poi inevitabilmente dismesse: Acerra, Airola, Avellino, Castellammare di Stabia e Caserta. Stato e Regione Campania hanno racimolato ben 130 milioni per nuovi investimenti e, dopo anni in cui le casse degli incentivi alle imprese, specie piccole e medie, sono rimaste vuote, hanno riaperto i cordoni della borsa. Significativa, anche oltre le previsioni, la risposta delle imprese. Al primo bando, relativo agli incentivi per programmi di investimento innovativi, scaduto il 30 giugno 2014, con una dotazione finanziaria di 53,40 milioni, hanno risposto 135 imprese (tre delle quali in associazione) con 132 progetti di investimento e relative domande di finanziamento. E questo è solo il primo strumento ormai operativo del Piano di interventi nelle Aree di crisi della Campania che rientra nel Pac (Piano di azione e coesione), promosso dal ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con la Regione Campania, attraverso Invitalia, l' agenzia nazionale per l' attrazione degli investimenti, soggetto gestore della misura. La seconda gamba del piano è rappresentata da progetti strategici da realizzare attraverso il ricorso a contratti di sviluppo. Questo secondo bando, con una dote finanziaria di 80,10 milioni, è già scaduto il 16 aprile: è rivolto ad imprese di maggiori dimensioni o raggruppamenti di imprese per programmi di sviluppo industriale, progetti di ricerca e sviluppo sperimentale. Invitalia, in questo caso, ha selezionato quattro progetti (su 15 presentati) ­ dei consorzi Cansar, San Giorgio, Sica e Poema ­ e conta entro l' estate di stipulare i contratti di sviluppo. Su entrambi i filoni le proposte avanzate, superano e non di poco, le risorse finanziate. Sorprende positivamente la voglia di investire dimostrata, in una regione in cui invece, secondo Banca d' Italia, la spesa per investimenti è calata del 44,7% dal 2007 al 2013 e il Pil del 13,4 nello stesso periodo. «Abbiamo lanciato una sfida alle imprese e questa sfida è stata raccolta ­ commenta Fulvio Martusciello, fino a due mesi fa assessore alle Attività produttive e oggi parlamentare europeo e consigliere del presidente della Regione con delega allo sviluppo ­ grazie a un' intensa collaborazione,

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 40 9 agosto 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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comunicazione e condivisione con sindacati e industriali». In realtà gli incentivi in palio sono attraenti: un mutuo agevolato pari al 30% degli investimenti ammissibili e un contributo a fondo perduto, nei limiti delle intensità massime di aiuto previste dalla disciplina europea. La Carta europea fino a fine giugno ha consentito una gradualità di aiuti a fondo perduto pari al 30% per le grandi imprese, 40 per le medie, e 50 per le pmi. Si prevedono variazioni. Intanto, in attesa della nuova Carta le erogazioni dovranno attendere. Ma basteranno gli aiuti statali a garantire, almeno questa volta dopo i numerosi tentativi falliti in passato (con contratti d' area, contratti di programma) una vita lunga alle imprese che si insedieranno nelle aree di crisi e lo sviluppo di queste ultime? O allo scadere dei cinque anni dall' avvio, necessari per non vedersi revocare i fondi pubblici, i capannoni delle cinque aree verranno ancora una volta abbandonati? Ci sarà sviluppo laddove le aree industriali restano carenti di strade, manutenzione ordinaria, energia, strutture di servizio, banda larga? Un recente studio sull' area Asi di Napoli, curato da Francesco Izzo della Seconda Università di Napoli su commissione di Camera di commercio e Unione industriali, considera la condizione attuale degli agglomerati una delle cause della desertificazione industriale verificatasi negli ultimi dieci anni. E quando Izzo tenta, con un punteggio, di misurare e confrontare l' efficienza di due imprese, una friulana e l' altra partenopea, non può che concludere con un +32 a ­24. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

VERA VIOLA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 41 9 agosto 2014 Pagina 12 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Cdm. Decreto contro la violenza negli stadi. Daspo di gruppo: fino a otto anni per i recidivi

ROMA «Lo Stato ha perso la pazienza contro chi vuole rovinare la domenica agli amanti del calcio». È il ministro dell' Interno, Angelino Alfano, al termine dell' ultimo Consiglio dei ministri prima dell' estate, ad annunciare il pacchetto di misure messo a punto dal Viminale in questi mesi. E arriva l' ok dal mondo del calcio: «Con questi provvedimenti ­ dice il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta ­ si va nella giusta direzione, si accentua l' efficacia della repressione sui facinorosi e si attenua la pressione sui tifosi per bene». Le norme riguardano innanzitutto il Daspo, il provvedimento di allontanamento dagli stadi per chi commette, anche all' estero, atti di violenza, minacce, intimidazioni o espone striscioni inneggianti alla violenza. Il divieto di accesso arriva fino a 8 anni per i recidivi; si introduce il Daspo di gruppo (con un minimo di 3 anni per i leader violenti); scatta l' arresto differito per coloro che fanno cori o innalzano striscioni che istigano alla discriminazione razziale; si estende il Daspo a tutti coloro che sono stati denunciati o condannati per delitti contro l' ordine pubblico (devastazione e saccheggio) e per i delitti di comune pericolo mediante violenza (attentato alla sicurezza dei trasporti, fabbricazione e detenzione di materiali esplodenti), ma anche per rapina, estorsione e spaccio di droga. Rilanciato, poi, il potere al ministro dell' Interno di impedire le trasferte fino a due anni alle tifoserie protagoniste di gravi episodi di violenza e la sorveglianza speciale di polizia per chi è stato più volte colpito dal Daspo o è spesso coinvolto negli scontri. Nel capitolo sulle frodi sportive si stabilisce che chiunque offre, o riceve, denaro o altre utilità per alterare il risultato di una competizione sportiva è punito con una pena che va da due a sei anni di carcere; se la frode altera le scommesse sportive, la pena arriva fino a 9 anni e la multa fino a centomila euro. Il decreto legge poi stabilisce che non possono esserci né rapporti commerciali tra tifosi e club né agevolazioni di qualsiasi tipo da parte delle società a ultrà condannati per reati in materia di vendita e contraffazione di prodotti. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri affronta anche l' emergenza immigrazione: le commissioni territoriali che devono vagliare le domande di asilo dei rifugiati passano da 10 a 20, «con possibilità di arrivare a 30 se necessario» ha spiegato Alfano. «Abbiamo rilevato che con l' afflusso dei richiedenti asilo la permanenza nei centri si è fatta troppo lunga, perché lo Stato non era in grado di dire un sì o un no così abbiamo semplificato il giudizio in modo tale che non ci sia una procedura lenta». Alfano ha poi annunciato un nuovo «patto con comuni e regioni» per aumentare i posti a disposizione

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 42 9 agosto 2014 Pagina 12 Il Sole 24 Ore

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nel sistema Sprar «in modo da non far gravare sui singoli territori un peso eccessivo». In arrivo anche novità per i comuni più interessati dall' arrivo dei migranti: «Per 13 comuni siciliani, colpiti dagli sbarchi, si è decisa la deroga e si alleggerisce il patto di stabilità» ha spiegato Alfano. M. Lud. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 43 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Dl competitività. Gli effetti del provvedimento che introduce le agevolazioni per gli acquisti di macchinari da parte delle imprese. Bonus impianti in cinque anni Beneficio in tre scaglioni annuali dal secondo periodo d' imposta dopo l' operazione.

Alessandro Sacrestano Con la conversione in legge del decreto 91/2014 sulla competitività diventa pienamente operativo il nuovo bonus investimenti, dedicato all' acquisto agevolato di impianti e macchinari, così come descritti nella divisione 28 della tabella Ateco. Dalla conversione, come previsto, non emerge nessuna novità di rilievo rispetto al testo già disponibile. Sfuma, quindi, la possibilità di ottenere un "avvicinamento" nei tempi di utilizzo dell' agevolazione, così come invocato da più fronti. Sotto il profilo soggettivo, la norma appena convertita individua nei «soggetti titolari di reddito d' impresa» i beneficiari dell' incentivo. Si tratta di una locuzione piuttosto ampia che non lascia dubbi interpretativi sull' estensione generalizzata a tutti gli imprenditori. Venendo ai limiti temporali di applicazione del bonus, lo stesso è operativo per tutti gli acquisti realizzati fino al 30 giugno 2015. I beni acquisiti, precisa il testo di legge, dovranno avere valore unitario non inferiore a 10mila euro e devono consistere in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Come detto, però, ci si riferisce ai soli beni compresi nella divisione 28 della tabella Ateco. Si tratta, quindi, esclusivamente di impianti e macchinari (ma anche di attrezzature), con esclusione dei beni immateriali, ad esempio i software, e degli immobili. L' agevolazione è un credito d' imposta del 15 per cento. Per il calcolo del credito fruibile, però, l' imprenditore dovrà, prima di tutto, conteggiare la media degli investimenti in beni analoghi sostenuti nei cinque esercizi antecedenti a quelli di realizzazione dei nuovi investimenti. Dal calcolo della media potrà escludersi l' anno, fra i cinque presi in considerazione, nel quale l' investimento sostenuto è più alto. Insomma, la media finale può anche calcolarsi su quattro esercizi invece che su cinque. Il credito d' imposta del 15%, quindi, si applicherà sull' importo delle spese realizzate che siano in eccedenza rispetto alla media calcolata. Ovviamente, nel caso di imprese che abbiano una storicizzazione inferiore ai cinque anni, la media andrà calcolata con riferimento a tutti i periodi antecedenti a quelli di sostenimento dei nuovi

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 44 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

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investimenti, conservando il diritto a escludere dal computo l' annualità con investimenti maggiori. Quanto alla modalità di utilizzo del bonus così calcolato, essa è scaglionata in tre rate annuali di pari importo, da utilizzarsi esclusivamente in compensazione nel modello F24 ­ dal 1° gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello di effettuazione dell' investimento ­ senza applicazione dei limiti previsti dall' articolo 1, comma 53, della Finanziaria 2008 (legge 244/2007). Si tratta, come accennato, di una previsione non del tutto soddisfacente, non solo per l' eccessivo posticipo nella fruizione dell' incentivo, ma anche e soprattutto per il timore di "ripensamenti", ricordando le esperienze passate di bonus analoghi quando, per esigenze sopravvenute, il diritto alla fruizione fu sospeso e, in alcuni casi, eliminato. L' agevolazione va indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d' imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi nei quali il credito è utilizzato, non concorrendo però né alla formazione del reddito d' impresa Irpef/Ires, né alla determinazione della base imponibile Irap. È, infine, stabilita la revoca del credito maturato qualora i beni siano ceduti (o destinati a finalità estranee all' esercizio dell' impresa) prima del secondo esercizio successivo a quello di realizzazione dell' investimento, ma anche se vengono trasferite al di fuori dei confini del nostro Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ALESSANDRO SACRESTANO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 45 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

Enti locali

DA MARTEDÌ LA GUIDA DEL SOLE 24 ORE

DA MARTEDÌ LA GUIDA DEL SOLE 24 ORE MARTEDÌ 12 AGOSTO Il bonus sugli investimenti La guida del Sole 24 Ore dedicata alle novità contenute nei decreti legge estivi convertiti dal Parlamento parte con un approfondimento dedicato al bonus per gli investimenti MERCOLEDÌ 13 AGOSTO Gli interventi fiscali Il secondo appuntamento prenderà in esame le altre misure fiscali del Dl compettività: si va dall' Ace agli interventi per l' agricoltura, alle regole per le coop al fotovoltaico GIOVEDÌ 14 AGOSTO Il diritto societario Terzo appuntamento con le regole che cambiano il diritto societario. A partire dal taglio ai controlli per le società a reponsabilità limitate per arrivare al voto plurimo VENERDÌ 15 AGOSTO Il decreto sulla Pa Il focus va dalle nuove regole per i dipendenti pubblici alla riforma dei controlli sugli appalti, dalle disposizioni sulla trasparenza alle misure per le Camere di commercio.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 46 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

Enti locali

L' alternativa al riporto. Da Unico 2015. L' eccedenza Ace utilizzabile come credito Irap

Emanuele Reich Franco Vernassa Nuova opportunità di utilizzo delle eccedenze Ace per le società in perdita e potenziamento dell' Ace per le società che si quotano, anche al mercato alternativo del capitale: sono queste le novità apportate dal Dl 91/2014, convertito in legge, all' incentivo alla capitalizzazione delle imprese previsto dall' articolo 1 del Dl 201/2011. In linea generale, l' incentivo Ace per i soggetti Ires comporta la deduzione dal reddito imponibile del rendimento nozionale degli incrementi netti di capitale proprio effettuati a partire dal 1° gennaio 2011. Per i soggetti Irpef la deduzione è invece calcolata applicando il rendimento nozionale all' intero patrimonio netto risultante dal bilancio al termine di ciascun esercizio. In caso di incapienza del reddito, in base alla disciplina vigente prima del Dl 91/2014 l' Ace non utilizzata è solo riportabile a nuovo negli esercizi successivi, senza limiti temporali e quantitativi. Il Dl 91/2014 è intervenuto su questo aspetto per stabilire che, in alternativa al riporto a nuovo, dal periodo d' imposta in corso al 31 dicembre 2014 è possibile convertire l' eccedenza Ace non sfruttata nell' esercizio in credito d' imposta da utilizzare in diminuzione dei versamenti Irap, in cinque quote annuali di pari importo. Il credito è calcolato con l' aliquota Ires del 27,5% o con quelle Irpef per scaglioni. Pertanto, ad esempio, l' Ace non utilizzata in Unico 2015 per 10mila euro potrà essere convertita in un credito Ires di 2.750, da scomputare ogni anno per 550 euro dai versamenti Irap degli anni 2015­2019. Si ritiene che questa opportunità possa riguardare anche la parte di eccedenza Ace generata in Unico 2014, che viene "rigenerata" in Unico 2015, e che sia possibile convertire anche solo una parte dell' eccedenza. La seconda novità riguarda solo le società ammesse a quotazione le cui azioni sono negoziate dal 25 giugno 2014 in mercati regolamentati di Stati Ue o aderenti al See, e comporta che, nel periodo di imposta di quotazione e nei due successivi, la variazione in aumento del capitale proprio rispetto a quello esistente alla chiusura di ciascun esercizio precedente a quelli in corso nei suddetti periodi d' imposta sia incrementata del 40 per cento. Resta comunque fermo il limite costituito dal patrimonio netto quale importo massimo della base Ace dell' esercizio. L' efficacia della modifica è subordinata all' autorizzazione della Commissione europea. Nella circolare 12/E/2014 l' Agenzia ha affermato che, in considerazione delle analogie che caratterizzano alcuni aspetti dell' Ace con le disposizioni già previste per la Dit, si devono ritenere

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 47 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

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ancora attuali i chiarimenti suo tempo forniti in merito alle fattispecie che risultino assimilabili per le due discipline di riferimento. Pertanto, pare ragionevole che, così come fu chiarito quando fu analogamente introdotto un moltiplicatore degli incrementi Dit, il parametro al quale applicare il nuovo moltiplicatore sia costituito dagli incrementi netti di patrimonio, prima però dell' applicazione delle norme "antiabuso". Infine, si deve sottolineare che, in sede di conversione, è stato precisato che la maggiorazione del 40% spetta anche alle società che si quotano nei sistemi multilaterali di negoziazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 48 9 agosto 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Lotta all' evasione. Firmato il decreto sull' obbligo di risposta degli intermediari a Gdf ed Entrate su movimenti da e per l' estero. Più verifiche finanziarie sulle società di capitali

Marco Piazza Pubblicate sul sito dell' agenzia delle Entrate le disposizioni attuative dei nuovi obblighi di risposta, via Pec, alle richieste di informazioni che l' Ucifi e i reparti speciali della Guardia di finanza possono inviare agli intermediari finanziari, ai professionisti ai revisori contabili e agli altri soggetti alla disciplina dell' antiriciclaggio (provvedimento del direttore delle Entrate e del comandante generale della Guardia di finanza, 2014/105953 dell' 8 agosto 2014). Questa tipologia di monitoraggio è prevista dall' articolo 2 del Dl 167 del 1990 come sostituito dalla legge 97 del 2013 e si affianca: ­ alla comunicazione annuale ­ posta a carico degli operatori finanziari ­ dei trasferimenti da o verso l' estero di mezzi di pagamento per conto di persone fisiche, società semplici ed equiparate ed enti non commerciali residenti e non residenti, prevista dall' articolo 1 del Dl 167 del 1990 ("monitoraggio bancario") e dal provvedimento del direttore delle Entrate 2014/58231; comunicazione i cui tracciati record dovrebbero essere pronti entro la fine dell' anno; ­ alle comunicazioni mensili e alle comunicazioni integrative annuali all' Archivio dei rapporti finanziari dei rapporti intrattenuti dalla clientela e dei relativi saldi e movimenti, che gli intermediari finanziari devono effettuare in base ai provvedimenti del direttore delle Entrate 2010/174173 e 2013/37561; ­ al collaudato meccanismo delle indagini finanziarie in base al quale gli operatori finanziari devono rispondere alle richieste di informazione degli Uffici e della Guardia di finanza inviate per posta elettronica certificata con riferimento alla posizione di specifici clienti sottoposti a controllo fiscale (articolo 32, comma 1, numero 7 del Dpr 600/73 e provvedimenti del direttore delle Entrate del 22 dicembre 2005 e del 6 dicembre 2011 e successive modificazioni). La nuova tipologia di richiesta può essere effettuata anche "per masse" e riguarda sia le operazioni intercorse con l' estero e i rapporti collegati sia i titolari effettivi dei rapporti ai sensi della normativa antiriciclaggio. Le richieste di informazioni sulle operazioni con l' estero saranno inviate solo agli intermediari finanziari di cui all' articolo 11, commi 1 e 2 del DLgs 231 del 2007 (banche, Sim, Sgr, Sicav, fiduciarie) e solo attraverso il mezzo della Pec con un tracciato non ancora pubblicato. Riguarderanno le operazioni eseguite per conto dei soggetti diversi da quelli per cui già opera il "monitoraggio bancario" dei trasferimenti da e verso l' estero: quindi le operazioni eseguite per conto di

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società di capitali, enti commerciali e società di persone commerciali residenti e non residenti. Riguarderanno solo le operazioni, anche frazionate, di importo non inferiore a 15mila euro. La richiesta dovrà specificare il periodo di riferimento limitato (non oltre 12 mesi); la causale analitica dell' operazione (non è chiaro se solo i bonifici da e per l' estero e gli accrediti o addebiti relativi a crediti documentari, indicati nell' allegato 1 al provvedimento, o anche le altre causali presenti nell' archivio unico informatico); il paese estero di riferimento e ­ nelle ipotesi di richieste nominative ­ i dati anagrafici, compreso il codice fiscale, del soggetto in relazione al quale viene effettuata la richiesta. I dati da fornire in risposta ricalcano quelli già previsti dal provvedimento 2014/58231 per il monitoraggio bancario dei trasferimenti da o verso l' estero. Certo è che gli intermediari ­ per poter far fronte tempestivamente ad eventuali richieste "per masse" ­ dovranno tenere in archivio non solo i dati delle persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali, ma di ogni altra tipologia di clientela residente e non residente. Le richieste di informazioni sull' identità dei titolari effettivi in base alla legislazione antiriciclaggio potrà essere fatta non solo agli intermediari finanziari già citati, ma anche agli altri intermediari (esempio, i promotori finanziari), nonché ai professionisti, revisori contabili ed altri soggetti tenuti agli obblighi di antiriciclaggio. Siccome le richieste e le risposte avverranno tramite Pec, è previsto che, entro il 31 ottobre, questi soggetti comunichino il proprio indirizzo Pec all' Anagrafe utilizzando il tracciato di cui all' allegato 5 del provvedimento del Direttore dell' Agenzia del 22 dicembre 2005, utilizzando il servizio Entratel o Fisconline. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

MARCO PIAZZA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 50 9 agosto 2014 Pagina 14 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Consiglio dei ministri. Approvato il decreto legislativo sull' armonizzazione. Bilanci locali «blindati» dal rischio riscossione Dal 2015 Fondo di garanzia per coprire i mancati incassi.

Gianni Trovati MILANO Molti Comuni devono ancora chiudere i loro bilanci preventivi di quest' anno, ma la sfida contabile in programma per il prossimo anno sarà ancora più difficile. Politici, ragionieri e revisori dei conti dovranno infatti gestire i nuovi bilanci, che entreranno in vigore dall' anno prossimo in base al decreto correttivo dell' armonizzazione approvato ieri dal Consiglio dei ministri (come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri). Per il primo anno, i vecchi schemi contabili sopravviveranno, affiancandosi ai nuovi per non perdere il controllo sulle dinamiche dei conti. Tecnicismi (parecchi) a parte, le nuove regole puntano alla costruzione di bilanci regionali e locali più trasparenti e soprattutto più aderenti alla realtà economica del singolo ente locale. Per centrare questo obiettivo, la riforma prima di tutto impone agli amministratori di passare al setaccio tutte le vecchie entrate non riscosse («residui attivi»), per stralciare dai conti quelle che non hanno più una ragionevole speranza di essere incassate. Questo «riaccertamento straordinario» promette di scavare buchi profondi nei bilanci di molti Comuni, anche grandi, dal momento che la Corte dei conti ha calcolato 33 miliardi di residui attivi nei bilanci locali. Proprio qui interviene un primo correttivo importante: i disavanzi che si creeranno con l' operazione di pulitura dei conti potranno essere recuperati in dieci anni, al ritmo del 10% all' anno. Oltre a guardare al passato, però, la riforma naturalmente costruisce una nuova architettura per evitare che si crei una nuova mole di residui. Per questa ragione introduce il nuovo meccanismo della «competenza rafforzata», in base al quale le entrate e le uscite vanno imputate nell' esercizio in cui arrivano alla scadenza. I nuovi bilanci dovranno essere blindati dai rischi legati ai mancati incassi, con un «Fondo crediti di dubbia esigibilità» che andrà misurato in base all' andamento di accertamenti e incassi degli ultimi cinque anni. In pratica, più è basso il tasso di riscossione registrato dal Comune, più saranno consistenti le risorse da congelare nel paracadute del fondo: più è grande il fondo, quindi, più pressante sarà l' esigenza di raccogliere entrate aggiuntive per la gestione ordinaria. In questi casi, dell' entrata in vigore della nuova contabilità locale si accorgeranno anche i contribuenti. L' altro grande capitolo della riforma è il bilancio consolidato, da varare entro il 30 luglio (data spostata dal correttivo; il decreto originario prevedeva il 30 giugno) per calcolare le performance del Comune insieme a quelle delle partecipate (fino al 20%). In virtù del decreto correttivo approvato ieri, però, le

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quotate per il momento escono dal bilancio consolidato, dove debutteranno dal 2018. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANNI TROVATI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 52 9 agosto 2014 Pagina 14 Il Sole 24 Ore

Enti locali

Welfare. Come calcolare il numero di addetti. Fondi bilaterali, verifica mensile

Maria Rosa Gheido Con la circolare 99 di ieri, l' Inps fa il punto sulle modifiche introdotte dalla legge di stabilità 2014 alla normativa riguardante i fondi di solidarietà bilaterali introdotti dalla legge 92/2012. Per i settori produttivi non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale, ordinaria o straordinaria, la "legge Fornero" ha istituito i fondi di solidarietà bilaterali, destinati alle imprese che occupano mediamente più di 15 dipendenti, con la finalità di fornire ai lavoratori una tutela in caso di sospensione o riduzione dell' attività lavorativa per cause previste dalla vigente normativa in materia di Cigo e Cigs. I fondi sono costituiti con decreto interministeriale Lavoro­Finanze a seguito di accordi e contratti collettivi, anche intersettoriali, per i privi di ammortizzatori sociali. Nei settori dove gli enti bilaterali sono consolidati, le parti sociali possono adeguare le fonti istitutive di questi ultimi. Per i settori che non si adeguano interviene il fondo di solidarietà residuale, istituito con decreto non regolamentare del ministro del Lavoro, cui contribuiscono i datori di lavoro dei settori non coperti da fondi bilaterali e che occupano in media più di quindici dipendenti. A questo proposito l' Inps precisa che il mantenimento della soglia dimensionale che consente la partecipazione al fondo si verifica mensilmente, con riferimento alla media del semestre precedente. Nella sommatoria entrano i dipendenti comunque qualificati, compresi i lavoratori a domicilio e i dirigenti. Ne sono esclusi, secondo le regole comuni di determinazione della base occupazionale, gli apprendisti, gli assunti con contratto di inserimento e di reinserimento lavorativo. Si computano i dipendenti assenti per gravidanza e puerperio o altre cause legali di assenza, salvo siano stati sostituiti nel qual caso si conta, ovviamente, il solo lavoratore assunto in sostituzione. L' istituto precisa, inoltre, che nel semestre di riferimento sono compresi i periodi di sosta di attività e di sospensioni stagionali mentre per le aziende di nuova costituzione il requisito si verifica tenendo conto dei mesi di attività, se inferiori al semestre. I fondi sono finanziati con tre tipi di contribuzione: ordinaria, addizionale e straordinaria. La contribuzione ordinaria è posta per 2/3 a carico del datore di lavoro e per 1/3 a carico del lavoratore; l' addizionale non può essere inferiore all' 1,5% ed è dovuta sull' importo delle prestazioni; il contributo straordinario serve a coprire l' eventuale erogazione di assegni straordinari per il sostegno al reddito. Peraltro, vige per i fondi l' obbligo di bilancio in pareggio e l' impossibilità di erogare prestazioni in

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mancanza di risorse. È pertanto possibile modificare le aliquote di contribuzione anche in corso d' anno per garantire il pareggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Enti locali

Le nuove regole e il «correttivo»

Le nuove regole e il «correttivo» 01|COMPETENZA FORTE La riforma della contabilità sarà in vigore per tutti gli enti locali e le Regioni dal 1° gennaio 2015. Il correttivo introduce, però, alcune regole «di accompagnamento» per facilitare il debutto dei nuovi bilanci 02|DISAVANZI Con la riforma, in base al principio della «competenza potenziata», entrate e uscite vanno imputate nell' esercizio nel quale l' obbligazione giuridica viene a scadenza. Il passaggio impone di cancellare dai bilanci le vecchie entrate che non sono state riscosse e non potranno esserlo. I disavanzi che si creano in questo modo possono essere recuperati in 10 anni, al ritmo del 10% all' anno 03|SCHEMI CONTABILI Nel primo anno di applicazione, accanto ai nuovi prospetti sopravviveranno i vecchi schemi contabili, «con funzione conoscitiva». Anche il Def delle Regioni debutterà solo nel 2016 04|BILANCI CONSOLIDATI Gli enti con più di 5mila abitanti dovranno consolidare i conti con le controllate. Le società quotate entreranno nel consolidato solo dal 2018.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 55 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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RISORSE PER LE IMPRESE. La disponibilità della Bce sul Qe e i mini­bond delle Pmi

Il Governo è di nuovo nel mirino della burocrazia europea per via dei conti pubblici. Il basso tasso di crescita del Pil e gli alti tassi di interesse reali come ricordava qualche giorno fa Luigi Zingales rendono difficilmente sostenibile il debito pubblico. Come attendersi quindi quelle indispensabili misure strutturali di sostegno alle imprese per il rilancio dell' economia reale? Una chance è offerta dalla recente disponibilità della Bce ad un Quantitative easing (Qe) cioè ad acquistare titoli di debito privati ad elevato rating. Questa misura sicuramente contribuirà ad alleggerire i bilanci delle banche da crediti in bonis che la Bce si impegnerebbe a rilevare, anche come garanzia a fronte di finanziamenti, sotto forma di titoli nei quali i crediti vengono reimpacchettati (cioè titoli del tipo Asset Backed Securities o Abs che cartolarizzano crediti). Detta così è evidente che questo strumento rischia di non funzionare al meglio per le banche italiane che se confrontate con le banche tedesche presentano relativamente più sofferenze che crediti in bonis. Il rischio che il Qe in Italia non arrivi all' economia reale è quindi concreto. Come se l' esperienza dei prestiti agevolati (gli Ltro) che la Bce ha erogato alle nostre banche all' apice della crisi non fosse ancora fresca nella memoria: dei 270 miliardi di euro di Ltro erogati, 220 sono stati utilizzati per acquistare titoli di Stato e 50 per ripagare i debiti assunti verso le banche europee, principalmente tedesche; il grande assente: il finanziamento alle imprese. Con un po' di finanza strutturata "sana" si può evitare di ripetere l' errore per il Qe. Banche, assicurazioni e fondi comuni/previdenziali hanno investito quote rilevanti dei loro attivi in titoli di stato italiani. Ipotizziamo di poter "gestire" una ventina di miliardi di tali investimenti, cifra più che ragionevole se si pensa che solo i fondi pensione negoziali ne hanno 15 investiti in titoli di Stato. Oggi i titoli di Stato non sono risk­free; ad esempio investire in un Btp a 5 anni sottende per gli operatori una probabilità del 10% di perdere più o meno metà del capitale investito. Questa maggiore rischiosità determina paradossalmente un' opportunità in quanto allarga il novero degli investimenti ammissibili, dato che per un investitore diviene sostanzialmente indifferente scegliere un BTP o un prodotto strutturato che ha le stesse probabilità di perdita.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 56 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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Anche le piccole e medie imprese (Pmi) non sono risk­free quando emettono obbligazioni cioè i mini­ bond. Nella nostra ipotesi di lavoro con 20 miliardi di euro da gestire è plausibile che almeno 4mila Pmi emetterebbero mini­bond per tagli fino a 5 milioni di euro. I mini­bond dovrebbero presentare durate compatibili con quella dei titoli di Stato attualmente già presenti nei portafogli degli investitori istituzionali; verrebbero quindi opportunamente selezionati e compattati in portafogli diventando patrimoni di società­veicolo (Spv) che ne finanzierebbero l' acquisto attraverso l' emissione di titoli (Abs) divisi per classi di rischio (tranche di Abs). Le tranche di Abs con le classi di rischio compatibili con quella dei titoli di Stato verrebbero acquistate dagli investitori istituzionali in luogo di questi ultimi. Gli incentivi per il sistema finanziario a partecipare a questa sostituzione di attivi scaturirebbero anche dalla possibilità che parte di questi mini­bond sostituirebbe precedenti finanziamenti diretti o indiretti forniti alle Pmi e dal fatto che gli Abs avrebbero i requisiti per partecipare al Qe della Bce generando quindi ulteriori margini da intermediazione. La strutturazione, il collocamento di questi titoli e la sostituzione dei titoli di Stato dovrebbero avvenire attraverso un' operatività bancaria di matrice pubblica per fornire i supporti di garanzia del caso, non interferire con il mercato secondario dei titoli di Stato e sollevare gli investitori istituzionali dall' onere della misurazione dei rischi delle singole Pmi. Un recente report di Fitchratings mostra come simili forme di cartolarizzazione hanno prodotto in Europa bassi tassi di perdita, in Italia inferiori all' 1%. Se 20 miliardi di euro aiutano 4000 imprese, per l' Italia accedere al Qe con questa ingegneria finanziaria per 100­200 miliardi rappresenterebbe una svolta strutturale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 57 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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LE SFIDE DELL' UNIONE. Risposte comuni contro la crisi Italia ed Europa hanno problemi di crescita: la sindrome è la stessa.

Giacomo Vaciago La recente, ennesima, "predica" del presidente della Bce Mario Draghi, che a Francoforte sta facendo ciò che ha fatto benissimo per sei anni a Roma, alla guida della Banca d' Italia, ci fa capire due cose: la ripresa richiede investimenti (privati e pubblici) e le riforme sono da fare assieme. Dopo aver discusso a lungo di "mancata ripresa" e di "scarsa crescita" dell' Italia, abbiamo finalmente scoperto che la stessa sindrome riguarda in realtà tutta l' Europa, in particolare quella che condivide la stessa moneta, cioè l' Euro. È difficile che il nostro Paese ­ da solo ­ riesca a risolvere un problema dovuto a ciò che ci accomuna. Forse, potremmo però smettere di dare la colpa alla Germania dei nostri guai, ed aiutare gli amici tedeschi a capire i problemi comuni, e quindi anche i guai loro... Incominciamo dall' Italia, visto che è ciò che conosciamo meglio. Cos' è successo negli ultimi cinque anni? Il Centro Studi di Confindustria ce l' ha spiegato tante volte: il manifatturiero si è "ristretto", cioè si è verificata una micidiale "selezione darwiniana" che ha inesorabilmente portato alla chiusura tutte quelle aziende che non si erano adeguate alle nuove condizioni dettate dalla "crescita­altrove" : per avere successo, o esporti quote significative di ciò che produci qui; oppure, cresci con una strategia "multinazionale", cioè passi a produrre anche in altri Paesi. Le imprese sopravissute hanno tutte almeno una di queste due caratteristiche, e molte di loro non sono mai andate così bene come in questi anni. Per inciso, ciò aiuta a capire perché sia improprio parlare di recessione (che è un concetto macroeconomico, riferito a tutti e ciascuno) e perché nei questionari (ormai da un anno!) gli imprenditori risultino sempre più ottimisti di quanto poi i dati confermino (le imprese che hanno chiuso non rispondono ai questionari!). Riprendere presto e poi tornare a crescere significano dunque molte cose: anzitutto, far funzionare meglio il Paese (sia dal punto di vista politico: "chi­decide­come"; sia dal punto di vista della pubblica amministrazione: "chi­fa­cosa"), per renderlo attraente e attirare altrui investimenti. Ma anche realizzare investimenti, pubblici e privati, per modernizzare il Paese e per ricostruire la capacità produttiva che è andata perduta. E così via. Il Programma economico dell' attuale Governo già promette molte di queste cose. Basterebbe che alle promesse seguissero i fatti. Senza sottovalutare le difficoltà che però ogni giorno si incontrano, soprattutto se hai tante (troppe?) priorità, e dimentichi che

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 58 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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"ricostruire" è sempre più difficile che "rottamare". Da un punto di vista economico, le riforme volte a rendere più flessibile l' economia sono utili in presenza di una attesa maggior domanda effettiva, perché consentono e rendono meno costoso da un punto di vista sociale quello spostamento di risorse che è al cuore di ogni processo di crescita (Schumpeter insegna). Può l' Italia ­ da sola ­ garantirsi una maggior domanda effettiva, che sia solo italiana? Tutto il dibattito sulla "flessibilità" del Patto di stabilità è a guardar bene un problema di sovranità economica: siamo ancora in grado di avere una nostra "domanda interna" solo italiana ? Oppure, la macroeconomia essendo comune, solo Bruxelles può far qualcosa, cioè la domanda interna è da riferire a quello che ­ non a caso ­ chiamiamo "mercato interno", cioè comune agli altri Paesi europei? Problema: quanto ci metteremo a farlo capire ai nostri amici tedeschi, che a ben guardare hanno lo stesso nostro problema? Se andiamo a vedere cosa sta succedendo da anni in Germania, anche da loro è vero che la crescita avviene soprattutto "altrove". Nella Germania post­tedesca di cui scrive Bolaffi, vediamo che sempre più imprese tedesche (l' ultima ad annunciarlo è stata l' Audi) producono più altrove che in casa. E chi gira in Polonia o in Ungheria o nell' ex Cecoslovacchia, vede che l' industria è ormai saldamente in mano a quella che una volta chiamavamo la Germania. Le riforme del mercato del lavoro di dieci anni fa, che hanno mantenuto bassi i salari dei giovani in Germania, hanno contribuito a mantenere in casa delle produzioni che sarebbero altrimenti state spostate altrove (un vero e proprio sussidio all' export di cui nessuno di noi ha protestato, come lo è stato l' aumento dell' Iva con cui la Merkel ha iniziato la sua poltica economica, senza che nessuno di noi lo giudicasse per quello che era: una vera e propria svalutazione competitiva...). Ma anche la Germania, se vuole tornare a crescere, ha molto da fare in casa sua, in termini di investimenti pubblici e privati e quindi di maggior domanda effettiva. Può farlo da sola? Avendo meno debiti di noi, forse sì. Ma a ben guardare, è la sindrome comune quella che ci riguarda tutti e che solo assieme riusciremo ad affrontare, se torniamo a ragionare che è il futuro quello che ci interessa, e che ­ assieme ­ ne meritiamo uno migliore. Alla fine, è ancora un problema di sovranità ­ che se non è condivisa, proprio non c' è. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIACOMO VACIAGO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 59 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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Lettere. Unire al pragmatismo delle riforme la forza dei principi

Luigi Einaudi, convinto europeista, sosteneva che, per cambiare il Paese, serviva una macchina fiscale semplice a misura di cittadini. Circa l' Europa unita e la crisi attuale vorrei ricordare agli euroscettici, disfattisti e altri che vorrebbero il ritorno alle monete nazionali al posto dell' euro o, addirittura, l' uscita dell' Italia dall' Unione i nomi di illustri personaggi (Adenauer e Schumann) che diedero vita al trattato istitutivo della Ceca (Comunità economica del carbone e dell' acciaio) dal quale deriva l' odierna Ue. Riuscirà l' Europa di oggi a esprimere altri politici capaci di risolvere tanti problemi per fortuna incruenti ma non per questo meno pressanti? Adesso è la volta di Renzi: ieri è stata di Letta, Monti e prima ancora di Berlusconi. Tutti dall' aria disinvolta e sicura. Poi quando arriva il successore si scopre che non avevano concluso nulla. Ora Renzi ci mette la faccia: bisogna augurargli di non perderla, perché, ove mai lui la perdesse, noi perderemmo ben altro. Bruno Moltedo Milano Su Renzi, e sulle attese che sta suscitando, mi sono già espresso: l' importante, per il presidente del Consiglio, è che adesso egli mantenga il ritmo, non solo degli annunci, e dimostri che cambiare si può, provocando la scossa di cui il clima psicologico collettivo ha urgente bisogno. Ma dalle considerazioni del lettore colgo due elementi: il primo riguarda il degrado complessivo, e collettivo, della classe dirigente, non solo politica, nel mondo. Ed è curioso che il fenomeno si manifesti in un' epoca in cui il propagarsi delle nuove tecnologie dell' informazione dovrebbe rendere più responsabile la società nel suo complesso. Sembra invece che l' enorme, incessante borbottio virtuale determini un incattivimento complessivo di qualunque dibattito, la riduzione di ogni spazio di dissenso e discussione, la valutazione ridotta al brevissimo periodo, l' esclusione di qualsivoglia analisi fattuale. Altro che Einaudi! Se ci fossero stati i social network, non avremmo avuto Ceca, Mec, Euratom ed Europa, col conseguente periodo di lunghissima pace che ha fatto del nostro vecchio continente un' isola felice (fino a quando non si è accorta che non si vive di solo welfare). L' altra considerazione riguarda il richiamo, appunto, a Einaudi e la base ideologica, se ce n' è una, dell' azione di Renzi. Che cos' è il premier, al contempo leader del maggiore partito della sinistra europea: un socialista? Un cattolico di sinistra? Un cattolico­liberale? Un lib­lab? Un liberal?

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 60 9 agosto 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore

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Un liberale? Credo che a Renzi la domanda non interessi. Per la prima volta, abbiamo al potere l' esponente di una generazione, appunto, iper­connessa e ipo­ideologizzata, espressione di un riformismo pragmatico desideroso di misurarsi coi grandi problemi che abbiamo accumulato. Di questo bagno di pragmatismo l' Italia ha un disperato bisogno; purché non si dimentichi che i principi contano ancora, proprio per avere la forza di difendersi sulle vocianti piazze virtuali. Il confronto Draghi­Renzi Draghi scopre il bluff di Renzi e dice che vanno fatte le riforme, quelle immediatamente applicabili, come in Spagna (la cui economia sta riprendendosi). L' unica riforma di Renzi, cioè iniziata a fare, è la controriforma del Senato che potrà essere applicata minimo tra 18 mesi. Ma questa riforma non tocca il tema di Draghi, non è immediata e, ammesso che lo fosse, non darà i frutti che si aspetta il premier, per cui Draghi prevede una cessione di sovranità per le riforme vere. Ma Renzi risponde: Draghi ha ragione sto qui per questo, continuando nel bluff. L' importante è che non mi disturbino gufi e sciacalli. Intanto sono stati persi tre mesi per la controriforma costituzionale, spaccando il Paese, disorientando gli imprenditori, penalizzando il Pil. Lettera firmata Tasse e ripresa economica Troppo spesso, in questi anni, rivedere il costo dell' apparato statale ha portato a un incremento della contribuzione collettiva. Da un lato si riducono gli stanziamenti pubblici in un determinato settore, in vista di un' auspicata razionalizzazione, dall' altro si compensa chiedendo nuove compartecipazioni ai cittadini. Si ottimizza il trasporto pubblico locale, ma il gestore del servizio aumenta il biglietto perché con i minori trasferimenti non ce la fa. Lo stesso in tanti altri settori. Varrebbe la pena ammettere che una tassazione realmente progressiva, vale a dire che colpisca le ricchezze effettive e non quelle dichiarate, sarebbe un incentivo alla ripresa economica ben più efficace che una pioggia di indiscriminate forme di compensazione collettiva a una mammella statale che non ha più denari da mungere. M.L.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 61 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Sole 24 Ore

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Trasporto aereo. Firmato ieri l' accordo che porterà il gruppo di Abu Dhabi a entrare nella nuova compagnia priva di debiti. Etihad conquista il 49% di Alitalia Il Ceo Hogan: «Abbiamo un piano triennale per raggiungere l' utile nel 2017»

Gianni Dragoni ROMA «Vogliamo un' Alitalia più sexy, con i migliori servizi possibili». James Hogan, l' amministratore delegato australiano di Etihad Airways, ieri sembrava un uomo felice per aver conquistato una donna molto bella. Hogan è riuscito a conquistare l' Alitalia, imponendo condizioni accettate dai soci italiani, dalle banche, dai sindacati e dal governo che rendono l' operazione un affare per gli emiratini. Alitalia è «un grande marchio», ma un «poor business», cioè «un' azienda dai risultati scadenti», ha spiegato Hogan, raggiante, nella conferenza stampa alle 4 del pomeriggio. «Alitalia ha bisogno di un cambiamento strutturale immediato. Perde soldi, non si può riparare rapidamente. Abbiamo un piano triennale per raggiungere l' utile nel 2017. Dovremo prendere decisioni dure. Nella prima settimana di settembre torneremo per parlare con il personale», ha detto. Alle 15,45 Hogan e l' a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, hanno firmato il Tia, «Transaction implementation agrrement», l' accordo di investimento per la cessione agli emiratini del 49% di Alitalia, non la malconcia Alitalia­Cai ma la nuova compagnia che nascerà senza debiti. Prima l' assemblea di Alitalia aveva approvato la ricapitalizzazione per 300 milioni di euro. L' accordo si chiama Tia, «Transaction implementation agreement». La conquista dell' Alitalia corona un corteggiamento «durato quasi 12 mesi», ha detto Del Torchio. «Sono andato la prima volta ad Abu Dhabi, a chiedere se Etihad era interessata ad Alitalia, il 14 agosto dell' anno scorso». Il perfezionamento, il «closing» del contratto, è previsto entro fine anno. Allora Etihad acquisirà con un aumento di capitale il 49% di una nuova Alitalia, senza debiti (le banche rinunceranno a 598 milioni di crediti) e senza i 2.251 esuberi accettati dai sindacati (tranne la Cgil). Il 51% della compagnia sarà detenuto dalla nuova Spa, creata per far partecipare alla ricapitalizzazione Alitalia le Poste, il cui a.d., Francesco Caio, non ha voluto investire altri soldi pubblici nella «fornace» Cai. Il «closing» del contratto con Etihad è sottoposto a tre condizioni, la più importante è l' autorizzazione dell' Antitrust Ue. Il passaggio più delicato sarà il rispetto del regolamento Ue sul controllo: deve essere in mano a soggetti Ue.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 62 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Sole 24 Ore

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Secondo Del Torchio «la maggioranza dell' azionariato di Alitalia è e sarà saldamente in mano a investitori europei». Etihad, per la forza finanziaria e industriale, avrà però un' influenza notevole. Alla domanda del Sole 24 Ore su chi avrà il controllo, Hogan ha risposto: «Il controllo ce l' ha il management team. Io gestisco Etihad». Etihad sborserà 560 milioni, così ripartiti: 387,5 milioni per il 49% della nuova compagnia; 60 milioni per comprare da Alitalia 5 coppie di slot a Londra Heathrow che saranno affittati ad Alitalia; 112,5 milioni per comprare da Cai il 75% di Alitalia Loyalty, la società del Millemiglia. Con l' acquisto di slot e del Millemiglia Etihad rafforza la presa su Alitalia ma evita di sfondare la soglia proibita del 50% del capitale. Hogan ha eluso la domanda sul perché compra slot a Heathrow: «Lo abbiamo fatto anche con Jet Airways. Abbiamo avuto l' opportunità». Hogan ha detto che Alitalia svilupperà il lungo raggio, «10 nuove rotte a lungo raggio in 5 anni», Fiumicino sarà rafforzato come «hub intercontinentale», saranno intensificati i collegamenti tra Italia e Abu Dhabi. Il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, ha osservato che fare l' operazione è stato «difficile ma non impossibile. Siamo riusciti a raggiungere il primo livello. Adesso dobbiamo arrivare al secondo, terzo, quarto livello, crescere insieme. Questa alleanza sarà difficile, ma non impossibile». Confermato il «lock up», il divieto di vendere le azioni per cinque anni. Tra gli advisor Jp Morgan e Dla Piper per Etihad, Citi e Bonelli Erede per Alitalia, Credit Suisse e Gianni Origoni per Poste. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 63 9 agosto 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore (Plus)

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Per gli Etf la raccolta non conosce crisi

Il mercato degli Etf alla Borsa di Milano procede a gonfie vele. Gli exchange traded fund (Etf), ovvero gli strumenti "clone" che replicano le performance di indici sottostanti, hanno raggiunto a fine giugno una raccolta record di 29,4 miliardi di euro, con un aumento del 41% circa rispetto a un anno prima. L' ultimo rapporto rilasciato dall' Osservatorio Etf di Borsa Italiana evidenzia un segmento in costante crescita e che posiziona la piazza italiana al vertice in Europa con una quota di mercato del 29 per cento. «È ragionevole ipotizzare ­ spiega Matteo Bussa, analista di Consultique ­ che l' aumento delle masse gestite sia legato alla grande mole di liquidità presente sul mercato dovuta alle politiche monetarie espansive delle banche centrali. Probabilmente una volta che le banche centrali inizieranno a ritirare la liquidità immessa, la crescita delle masse si attesterà su percentuali inferiori». Gli strumenti, compresi gli Etc/Etn (che replicano commodity o indici ma non sono fondi con un patrimonio separato come gli Etf) hanno raggiunto complessivamente quota 857 sempre alla fine dello scorso giugno e nella prima metà dell' anno sono sbarcati 57 nuovo strumenti compresi gli Etc/Etn. Oramai, attraverso gli strumenti quotati a Piazza Affari in Borsa, si possono oramai raggiungere tutti i principali mercati mondiali (dalle valute, alle commodity alle azioni passando per i bond) con un buon livello di efficienza, visto che gli spread (la differenza tra proposte di acquisto e vendita) si è assottigliata. Ci sono Etf a peplica semplice o a leva, al rialzo e al ribasso ma anche Etf "intelligenti", con costruzioni più complesse. Il risparmiatore deve quindi sapersi destreggiare scegliendo lo strumento più opportuno alle proprie strategie e al proprio profilo, valutando costi e opportunità e soprattutto evitando operazioni troppo frequenti o eccessive frammentazioni di portafoglio. Ed è interessante notare, per quanto riguarda gli Etf si registra una particolarità sul lato degli scambi: i contratti infatti sono diminuti del 19,9% su base annua mentre i controvalori hanno limitato il calo al 6,4%. «La stabilità del mercato ­ commenta ancora Bussa ­ ha probabilmente favorito operazioni di investimento per le asset allocation con ottica di posizionamento e non speculative». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 64 9 agosto 2014 Pagina 1 Italia Oggi

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L' approvazione della riforma costituzionale del Senato è una svolta storica nella politica

La riforma del Senato non mi piace. L' ho scritto fin dal giorno stesso in cui essa è stata presentata. Avrei di gran lunga preferito che il Senato, in quanto inutile doppione, venisse abolito. Ma le cose sono andate diversamente. E la versione adesso approvata ha subito alcune modificazioni decisamente migliorative. Ma l' interrogativo che ci si deve adesso porre è: il Senato di oggi è meglio o peggio di quello del passato? Senza dubbio è meglio. E Renzi è riuscito a fare approvare questa riforma in tre mesi, nel paese, non bisogna mai dimenticarlo, dove (come opportunamente ricorda, a pag.6, Giorgio Dell' Arti nella bella intervista che gli ha fatto Goffredo Pistelli) ci sono voluti ben 11 anni per approvare la riforma della legge sul condominio senza che nessuno si scusasse. Il ciclone Renzi, con tutti i suoi difetti, con la sua squadra di ministri e di collaboratori che spesso non è assolutamente all' altezza dei suoi compiti (speriamo in un rimpasto vigoroso) è un ciclone provvidenziale per il paese. Renzi non riuscirà certo a cambiare completamente, in pochi mesi (e nemmeno in mille giorni), un paese gravemente canceroso, avviluppato su se stesso, con una legislazione aggrovigliata in difesa degli interessi esistenti, grandi ma anche piccoli, che si difendono (e lo si vede ogni giorno) non cambiando nulla. La novità di Renzi non è la riforma del Senato, quanto il cambio del paradigma politico che questa riforma evidenzia. Con lui, per la prima volta, non va al potere una sinistra da guerra civile, che cerca il consenso dividendo il paese. Renzi invece propone soluzioni o anche solo speranze. Un paese ha bisogno di pensare che ce la si può fare. Un paese come l' Italia, per malconcio che esso sia, ha risorse enormi che attendono di essere mobilizzate, aiutate, stimolate. Hanno fatto il loro tempo, grazie a Renzi, i politici dispeptici, sempre intenti a potenziare i freni, volutamente servi di un qualsiasi giurista abituato a spaccare i capelli in quattro affinché niente si muova, ancora legati, di fatto, a impresentabili concetti e parole d' ordine del secolo scorso, che non osano più pronunciare ma alle quali, per una sorta di inguaribile effetto pavloviano, sono sempre disposti ad obbedire. Renzi porta al governo una sinistra moderna, non prigioniera della antiche riverenze, che sa, ad esempio, che non ci si può lamentare della disoccupazione e poi impedire che una fabbrica sorga o si allarghi, che una pista aeroportuale strategica venga costruita, che un rigassificatore a costo zero per l' erario venga realizzato, o che tolleri che le valige dei passeggeri

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 65 9 agosto 2014 Pagina 1 Italia Oggi

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vengano impunemente abbandonate sulle piste degli aeroporti. Questi comportamenti non sono certamente di sinistra, se per sinistra si intende un movimento che sta dalla parte dei meno tutelati. E chi c' è di meno tutelato di un disoccupato? Ma le scelte e i comportamenti che abbiamo poc' anzi deprecato (assieme a tanti altri dello stesso tipo, altrettanto venefici) sono i comportamenti che la sinistra burocratica (che era la sinistra che aveva tutte le leve del potere ma che oggi è stata sconfitta da Renzi) ha considerato normali per più di 40 anni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere. Certo, c' è da scontare il giovanilismo e l' arroganza. Del primo, con alcune correzioni, si può guarire. La seconda invece è necessaria per rompere la spessissima crosta degli interessi che strozzano gli italiani che, purtroppo in sempre minor numero, ogni giorno vanno a lavorare, battendosi, direttamente o indirettamente, con la concorrenza di tutto il mondo. La sinistra di Renzi ritiene, finalmente, che le Ferrovie non siano un problema dei ferrovieri, la polizia dei poliziotti, le tasse del fisco, la sanità dei medici, la scuola degli insegnanti. Non so che cosa combinerà, ma è grandioso che Renzi, tutto questo, non solo lo pensi, ma anche lo dica. Usciamo dalla glaciazione, lasciamo a terra i mandarini della nomenclatura rossa (ma non solo) malconci e rancorosi, mentre brontolano i loro soliti esorcismi, diventati improvvisamente incomprensibili ai più. Finalmente uno che dica, da un altissimo scranno, che il re è nudo. Sono sempre più infatti coloro che attendevano di sentirselo dire, visto che tutti i maître à penser, prezzolati nell' animo anche se non nei portafogli, non si erano mai permessi di dirlo. Ciò non vuol dire, ovviamente, che ItaliaOggi, come ha sempre fatto, anche in questo stesso numero, farà sconti a Renzi e al suo governo. Vuol solo dire che, con Renzi, sta avvenendo una svolta storica nella vita politica italiana. Il paese era pronto a questa svolta e il 40% dei voti che lui ha preso alle europee vorrà pur dire qualche cosa. I politici oggi sul pack invece, nella loro supponenza autoreferenziale, e nella loro povertà culturale, ritenevano che questa svolta non fosse possibile, avendo in mano il giocattolo propagandistico che attribuiva tutta la responsabilità della crisi a Berlusconi o alla Merkel. Dalle loro auto blu e dai convegni ammuffiti fra gente della stessa risma (che solo la Rai, non a caso, enfatizza) non arrivava la sofferenza della gente. E così il giocattolo logoro della vecchia propaganda, usato per troppo tempo, è andato in frantumi. Speriamo che duri. Il paese ha bisogno di respirare.

PIERLUIGI MAGNASCHI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 66 9 agosto 2014 Pagina 1 Italia Oggi

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ORSI & TORI

«Si fa, si fa». Chi ha accesso alle informazioni riservate di Palazzo Chigi non ha dubbi. Il Tagliadebito è in rampa di lancio con la costituzione del Fondo degli Italiani, come proposto da oltre quattro anni da questo giornale, dagli altri media di Class Editori assieme agli economisti de L' Italia C' è, da Andrea Monorchio a Guido Salerno Aletta, e poi Roberto Poli, che sul Corriere di lunedì 4 ha sciorinato numeri decisivi per spiegare come negli ultimi 20 anni l' Italia è stato l' unico Paese europeo con un sostanzioso avanzo primario cannibalizzato dal costo eccessivo dell' enorme debito: oltre 1.500 miliardi contro circa mille della Germania, spiegando che se questi 500 miliardi di differenza fossero stati disponibili per investimenti o per minori tasse, l' Italia non sarebbe oggi nella miseranda situazione in cui si trova. Il Tagliadebito si fa (grazie anche alla spinta dell' articolo pubblicato recentemente su ItaliaOggi a firma di Marco Carrai, il cui legame con l' ex sindaco Matteo Renzi è ben noto), si fa perché non esiste azienda (e che cos' è uno Stato, se non anche una grandissima azienda?) che possa resistere e svilupparsi se il suo debito supera di gran lunga il suo fatturato. Ma si fa anche perché il presidente del Consiglio, Renzi, si è convinto, già prima dei dati che portano l' Italia di nuovo in recessione tecnica, che solo con un colpo secco, con una mossa radicale, il Paese può uscire dalla crisi in tempi brevi, può riconquistare potere in Europa, consentendo alla sua presidenza semestrale della Ue non solo di chiedere ma di ottenere e di affrancarsi dal giogo (sia pure con il sorriso) della cancelliera Angela Merkel e di tutti coloro che hanno già ripreso a speculare sui titoli di Stato italiani. La strada delle riforme è sacrosanta. Il presidente Renzi ha ragione a insistere pubblicamente che in mille giorni devono essere fatte dieci riforme, ma il Paese non può reggere tanto tempo, anche dal lato dell' ordine pubblico, per vedere gli effetti delle prime riforme e aspettare mille giorni per vedere completato il progetto. Occorre un intervento immediato, appunto come un colpo secco che rimetta immediatamente in linea l' economia del Paese, eriga una barriera contro gli speculatori già pronti a ricominciare i giochi, metta a tacere la pletora di burocrati di Bruxelles e i loro sofismi se il deficit giusto di bilancio sia meno del 3% oppure se si possa superarlo anche di uno 0,5 senza che cada il mondo. Di sacro in economia non c' è niente. Se qualche anno fa non avessero potuto violare i parametri di deficit stabiliti dal Trattato di Maastricht, Germania e Francia oggi starebbero peggio dell' Italia. Ma la deroga fu concessa perché i due principali Paesi della Ue avevano gli altri parametri a posto, in primo luogo il debito pubblico ben sotto il 100% del prodotto interno lordo (pil). Oggi, invece, qualsiasi richiesta faccia l' Italia diventa quasi scandalosa, considerato l' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 67 9 agosto 2014 Pagina 1 Italia Oggi

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enorme debito che l' affligge: il secondo trimestre è stato, in termini di pil, negativo (anche se non da recessione) anche per la Germania ma i cori si sono alzati solo nei confronti dell' Italia con tanto di sberleffi: ma quale flessibilità, che l' Italia pensi a fare le riforme. Tutto per quel maledetto stock di debito che fa essere l' Italia fragilissima rispetto alle forze speculative che non aspettano altro di poter veder tornare il rendimento dei titoli di Stato italiani ai livelli di tre anni e mezzo fa, quando per hedge fund, fondi comuni, capitalisti miliardari, banche d' affari straniere è stata una vera vendemmia comprare Btp con uno spread di 300 punti; tanto sapevano che l' Italia non sarebbe fallita e avrebbero potuto contare sulla necessità del Paese di essere permanentemente sul mercato a collocare titoli di debito, e quindi con la possibilità di arricchirsi. Non si è notato l' andazzo: è bastato che invece dello 0,1% previsto dal consensus, la caduta del pil del secondo semestre fosse lo 0,2% perché ripartissero le vendite in borsa con perdite in pochi giorni del 6% o più, e che lo spread tornasse a salire inducendo a pensare che il rendimento dei Btp a 10 anni possa tornare sopra il 3%. Su quello 0,1% in più che magari risente anche della difficoltà di calcolo su numeri così sottili perché partisse l' attacco al presidente del Consiglio. Con il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan che è stato costretto ad andare prima in televisione e poi in Parlamento per dire che la linea non cambia, che sarà il controllo della spesa pubblica a far evitare una manovra correttiva e che a lungo termine funzioneranno le riforme; e con il bravo sottosegretario Graziano Delrio che si è affannato a smentire il progetto di mettere una tassa patrimoniale, come se il patrimonio degli italiani, sicuramente consistente come pochi altri in Europa, non fosse già stato subdolamente tassato prima dal governo di Mario Monti e poi da quello di Enrico Letta con parecchi giri di vite alla pressione fiscale su immobili, transazioni finanziarie, bolli, revisioni del catasto e via dicendo. In un lucidissimo articolo pubblicato su ItaliaOggi di giovedì 7, Paolo Savona ha spiegato urbi et orbi come la tassazione appesantita enormemente sugli immobili abbia fatto perdere circa 1.300 miliardi di valore al patrimonio immobiliare italiano. Ma non solo: ha spiegato anche la teoria più moderna della distribuzione dei redditi (come quella di John Rowels), secondo cui l' attività pubblica (cioè dei governi) di ridistribuzione dei redditi e della ricchezza deve distinguere fra redditi meritati per impegno produttivo e volontà di risparmio e risorse immeritate, come le ricchezze e le rendite ereditate se non sono aziende produttive. Secondo Savona il Governo, che persegue l' equità sociale, non ha finora distinto fra le differenti tipologie e con ciò non solo non incentiva la produttività e il risparmio ma finisce per generare iniquità in quanto senza sviluppo i primi a essere puniti sono coloro che non hanno reddito. Da un punto di vista di analisi economica questa è la realtà, ma gli attacchi al Governo sugli 80 euro sono eccessivi, anche se sicuramente al momento non si sono visti i frutti di questo maggior reddito attribuito ai lavoratori con salari più bassi e non si sono visti gli effetti positivi sulla ripresa anche minima dei consumi. E non essendoci ripresa, appunto, l' equità verso i redditi più bassi diventa iniquità verso chi non ha reddito, cioè i milioni di disoccupati, soprattutto giovani. Tutto ciò dimostra una sola cosa: che appunto, nella condizione in cui l' Italia è con «scarsa produttività, super tasse, 3 mila giorni per una causa civile...», come ha titolato efficacemente Repubblica, il declino italiano non si combatte altro che con scelte assai più coraggiose, più profonde, più choccanti (in positivo) per i mercati finanziari. E come farebbe qualsiasi grande manager che viene chiamato a raddrizzare un' azienda quasi affondata dai debiti, il presidente Renzi non ha che una carta fondamentale da giocare: richiamare in un Fondo degli Italiani i 400 miliardi di immobili che lo Stato ha passato agli enti locali per la sciagurata devoluzione conseguente al ridicolo federalismo e incentivando gli italiani sul piano fiscale offrire la sottoscrizione di quote del Fondo da pagare con titoli di Stato sottoscritti quando il rendimento era diventato basso. È la ricetta di questo giornale, ma all' interno del numero odierno di Milano Finanza vengono descritte le differenti varianti concepite da tutti coloro che con convinzione ritengano valida la teoria seguita per le aziende super indebitate: se c' è patrimonio, usarne una parte per ridurre i debiti. L' importante è che si parta; e tutto sembra finalmente vicino a essere pronto. Naturalmente se verrà annunciata una manovra di tale importanza occorrerà attuarla in tempi brevi, ma è sicuro che anche solo il suo annuncio, anche se operativo in più anni, farà sì che lo

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spread cali ben al di sotto del livello minimo storico, che il risparmio sul costo del debito sia disponibile per ridurre le tasse e fare investimenti, ma soprattutto ridarà fiducia agli italiani, perché oggi è la fiducia che manca, oltre a tappare la bocca a chi parla interessatamente da Berlino, da Francoforte, da Bruxelles... Perché con un tale taglio finirà l' anomalia italiana. E con la ripresa inevitabile, Renzi avrà la possibilità di imporsi a Bruxelles e avrà il tempo per attuare le riforme, che sono i provvedimenti omologhi a quelli che in un' azienda si attuano per recuperare efficienza e contenere i costi. * * * Non è del tutto casuale e tantomeno insignificante che una importante riforma politica come quella riguardante il Senato, buona o meno buona che sia, venga approvata proprio nel giorno in cui avviene anche la firma dell' accordo con Ethiad per Alitalia. Il valore simbolico e pratico dei due risultati è enorme. Ha ragione Renzi quando dice che è la prima volta che la struttura del Parlamento viene modificata nella direzione della semplificazione e della possibilità di accelerazione dei tempi degli iter legislativi, con il conseguente risparmio anche sul piano economico. Ma ha ragione anche il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi a dire che l' investimento in Alitalia della compagnia aerea di Abu Dhabi non è soltanto la premessa di uno sviluppo dei collegamenti dell' Italia con il mondo per business e turismo ma anche il segno che il Paese, nonostante tutto, gode ancora di una residua credibilità e capacità di attrazione. Non solo: l' essere riusciti a far mantenere la decisione di investire all' amministratore delegato di Ethiad, James Hogan, anche dopo l' immondo comportamento degli addetti ai bagagli di Fiumicino e l' immonda dichiarazione dei sindacati di boicottare l' accordo con l' assenza dal lavoro attraverso l' invio di certificati medici in massa, è una straordinaria occasione anche per poter dare una lezione definitiva a chi conserva la mentalità che tutto sia dovuto e che chi ha il posto di lavoro ha comunque diritto a conservarlo. Se il Governo non si piegherà e con esso i manager di Alitalia e degli Aeroporti di Roma sarà come se l' arcaico articolo 18 sia stato di fatto abolito. Sono molti che hanno merito nella conclusione dell' accordo: gli azionisti di Cai, che hanno accettato, inevitabilmente, di veder persa larga parte dei soldi investiti; il presidente Roberto Colaninno, che con dignità ha mantenuto l' impegno a investire ancora attraverso Immsi; le banche, con in prima fila Intesa e poi Unicredito nonostante l' ultimo tentativo, un po' miope, di mercoledì 6 di risparmiare 3 milioni, cioè di versarne 3 in meno rispetto ai 63 che gli venivano richiesti; dell' amministratore delegato Gabriele Dal Torchio, anche se è probabile che debba lasciare il posto; perfino Francesco Caio, che ha fatto quasi saltare la trattativa per volersi distinguere dagli altri investitori italiani salvo poi, con Poste, accettare un onorevole compromesso. Tutti meritano riconoscenza, ma senza il rapporto straordinario di fiducia di cui gode Luca Montezemolo presso lo sceicco di Abu Dhabi a capo degli Emirati Arabi Uniti l' operazione non si sarebbe mai conclusa. Montezemolo rappresenta Abu Dhabi anche nel loro maggior investimento in Italia, la quota di maggioranza relativa in Unicredit, di cui per questo il presidente (pro tempore) di Ferrari è vicepresidente ascoltatissimo da tutto il consiglio d' amministrazione. Se non fosse stato per la decisione di Montezemolo di avere un impegno diretto in Alitalia come presidente (al posto di Roberto Colaninno) appena saranno conclusi tutti gli adempimenti burocratici legati al nuovo assetto, certamente Etihad non avrebbe investito, accettando una trattativa estenuante e passando sopra alla prospettiva della guerriglia sindacale a Fiumicino. Non è escluso che ci sia anche un cambio dell' amministratore delegato, nonostante il buon lavoro fatto da Dal Torchio. In particolare è Atlantia, controllata dai Benetton e che controlla l' aeroporto di Fiumicino, a spingere la candidatura di Silvano Cassano, che è stato amministratore delegato di Benetton Group dal 2003 al 2006. Oltre a essere il quinto investitore in Alitalia, Atlantia, ben guidata da Giovanni Castellucci, deve curare con attenzione lo sviluppo del rapporto fra la nuova Alitalia e AdR, dove non è escluso che Abu Dhabi possa investire. Non vi è dubbio che il buon funzionamento di Alitalia dipenderà anche dalla sintonia con il suo hub principale, appunto l' aeroporto di Roma, destinato a diventare l' hub di Etihad in Europa. Da questa sintonia dipende molto anche il recupero del turismo italiano, la prima industria del Paese da rilanciare se si vuole tornare allo sviluppo del pil. Basta guardare gli articoli dei giornali spagnoli di pochi giorni fa: il buon recupero di crescita della Spagna è dovuto principalmente al ritorno dello sviluppo del turismo. Quindi Tagliadebito

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e sviluppo del turismo per far ripartire l' Italia. Per il Tagliadebito deve pensarci da solo il Governo, per il recupero del turismo potrà dare un contributo significativo lo stesso Montezemolo, che per la sua storia al vertice della Ferrari è in tutto il mondo una delle immagini più qualificate del made in Italy e della qualità italiana. Se poi decolla il progetto del Fondo strategico guidato da Maurizio Tamagnini, di costituire una grande catena alberghiera orientata all' Italia e un fondo immobiliare per aggregare attraverso la proprietà degli edifici i numerosi imprenditori familiari che operano nel turismo, forse è legittimo avere speranza che l' Italia si possa riprendere. Tamagnini è vicino alla meta della grande catena con il coinvolgimento di un nome italiano ma con radici internazionali. È solo questione di poche settimane per la firma dell' operazione, se il soggetto individuato non farà i capricci. Chi può avere dubbi che con nuove infrastrutture il turismo italiano possa ritornare in prima posizione? Specialmente nelle regioni del Sud che dopo le cattedrali nel deserto devono sempre più puntare su agricoltura di qualità, grazie al sole e alla terra di cui godono, e appunto valorizzazione del paesaggio, del mare, dei monumenti, della gastronomia. Solo chi non conosce la Puglia, la Campania, la Sicilia può essere scettico sull' enorme potenzialità di generare un forte pil con il turismo in queste regioni. Ma ci vogliono infrastrutture e professionalità, quindi alberghi, mezzi di trasporto e scuole di formazione. La notizia non ha avuto il risalto che merita, ma la scelta di Google di tenere una sorta di summit globale a Verdura, l' albergo con golf realizzato da Rocco Forte fra mille difficoltà burocratiche e ambientali (alcune delle quali permangono) vicino a Sciacca, è dovuta non solo alla qualità architettonica del complesso (progetto di Flavio Albanese), al sito e allo stile di Rocco Forte Collection, ma anche alle straordinarie capacità culinarie di Fulvio Pierangelini, il fondatore del tre stelle Gambero Rosso di S. Vincenzo in Maremma: è stato lui, con la sua cucina, a far pendere la scelta sul Verdura in gara nei mesi scorsi con altri siti nel mondo. Cibo e vino (una cena si è tenuta all' Ulmo, una delle aziende vinicole dei Baroni Planeta) hanno conquistato tutte le teste d' uovo e i super ricchi presenti al summit. Anche se può essere una pura combinazione temporale, visto che era in ballo da qualche anno, ma il quadro viene completato dall' investimento da 100 milioni ad Acireale di uno sceicco di Abu Dhabi per l' acquisto e la trasformazione del complesso la Perla Jonica. Il complesso finora in amministrazione straordinaria ha oltre 400 camere, quindi per ora un complesso di livello medio. Ma lo sceicco vuole trasformarlo in un complesso super lusso, come è ormai la tendenza nelle varie parti del mondo che ragionano per intercettare i flussi turistici dei super ricchi, il cui numero cresce in continuazione. Basti pensare a cosa sta avvenendo a Parigi con il Peninsula, un albergo da sette stelle. L' Italia ha tutto, anzi di più del resto del mondo, per intercettare questi flussi: nei primi giorni di agosto ha a lungo sostato alle Isole Eolie il super yacht (una nave) da 140 metri battezzato Topas e di proprietà di uno sceicco di Abu Dhabi, forse lo stesso che ha acquistato Perla Jonica. Bene, nelle Eolie per giorni è mancata la benzina e il gasolio e comunque non c' è nessun approdo che possa rifornire super yacht. Si ha idea di quanto valga un pieno di Topas? Ma si ha idea anche del disagio che la mancanza di carburante crea anche a barche ben più piccole con a bordo però gente ricca che spende? Si vuol capire che lo sviluppo di un Paese passa attraverso la capacità di attrarre capitali per gli investimenti ma anche per soddisfare la volontà di piacere dei ricchi e super ricchi? (riproduzione riservata) Paolo Panerai.

PAOLO PANERAI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 70 9 agosto 2014 Pagina 2 Italia Oggi

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L' analisi. La mala bestia s' è ridotta a un animale domestico

Si sono dimenticati (ossessionati dalla fretta: l' assemblea di palazzo Madama ha discusso per appena un mese la riforma) di porre un limite anagrafico per l' eleggibilità dei futuri senatori: un sindaco, o un consigliere regionale, potrà entrare nella camera alta anche a diciotto anni. E pensare che l' etimologia del termine senato è la stessa di senile: indica cioè un' assemblea di persone anziane. Si è trattato di una svista, ma forse non è casuale se la riforma costituzionale voluta dal giovane rottamatore abbia liquidato definitivamente l' equazione (lusinghiera) fra vecchiaia e saggezza. Renzi ha espresso la propria soddisfazione, affermando che «nessuno potrà fermare il cambiamento». Il primo passo è stato compiuto, ma ci vorrà parecchio tempo perché le norme innovative diventino legge dello stato. Le riforme costituzionali prevedono la doppia lettura: adesso toccherà alla camera approvare il testo. Poi dopo un minimo di tre mesi si tornerà al senato e poi ancora alla camera. E non è da escludere che una delle assemblee voglia introdurre qualche modifica, che richiederebbe un' ulteriore lettura. Aver ridotto a 100 il numero dei senatori e averli privati di molte delle prerogative attuali è comunque positivo, anche se in molti ritengono che sarebbe stato meglio eliminare del tutto l' assemblea degli «anziani». A frenare una riforma più netta ha certamente contribuito la lobby dei dipendenti di palazzo Madama che si sarebbero trovati senza lavoro. Lo stesso discorso vale anche per le province: abolite come istituzioni elettive, rimangono nella loro veste amministrativa. Gli unici funzionari che dovranno iscriversi nelle liste di collocamento sono quelli del Consiglio nazionale dell' economia e del lavoro, un organismo previsto dalla Costituzione che si è dimostrato totalmente inutile. Ma il risparmio è risibile nel capitolo della spending review, ostacolata proprio dalle difese corporative dei troppi dipendenti pubblici (e superflui). Viene attribuita a Marco Tullio Cicerone una definizione icastica: «Senatori boni viri, Senatus mala bestia». Oggi possiamo almeno festeggiare la trasformazione della bestia in un mansueto animale domestico, da portare a spasso al guinzaglio. © Riproduzione riservata.

MASSIMO TOSTI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 71 9 agosto 2014 Pagina 3 Italia Oggi

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Via libera con 183 voti. Renzi: ora nessuno ci ferma più. Berlusconi: pronto a tornare. Riforma del senato, il primo sì c' è Alitalia­Etihad, affare fatto. Iraq, primi attacchi Usa.

Il patto Pd­Forza Italia regge e da ieri è più forte che mai. I numeri danno ragione a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: la riforma del senato, dopo giorni di estenuanti sedute, ha ottenuto il primo via libera a Palazzo Madama con 183 voti favorevoli (non hanno partecipato al voto M5s, Lega, Sel, Gal e dissidenti Pd), ossia 14 in più rispetto a quelli raccolti dal governo il 24 febbraio al voto di fiducia per l' insediamento. Allora i sì furono 169 e comprendevano per intero Pd, Ncd, Scelta Civica, Per l' Italia e Per le Autonomie. Se gli stessi gruppi avessero votato compatti, e se anche Forza Italia avesse avuto allineati i suoi 59 senatori, il ddl sarebbe dovuto passare con 229 voti a favore. Ma sono venuti meno i dissidenti, sparsi un po' in tutti i partiti: 16 nel Pd, 19 quelli in Forza Italia, 8 in Ncd. Per i dissidenti l' ultima prova di forza, persa. Alla camera, infatti, dove il testo verrà trasferito per il secondo dei 4 passaggi parlamentari, Renzi ha una maggioranza ampia e a prova di tranelli. Alla lettura del risultato fatta dal presidente del senato, Pietro Grasso, abbraccio di gioia del ministro dei rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, con il capogruppo di Fi, Paolo Romani. Perché questo voto è una vittoria politica per il Pd di Renzi e per la Forza Italia di Berlusconi, quella che ha tenuto la barra al centro sull' accordo del Nazareno senza cedere alle sirene del rompiamo tutto. Se Renzi dice: «Ora nessuno più può fermare il cambiamento» e lancia su twitter gli immancabili hashtag (#italiariparte #lavoltabuona), l' ex Cavaliere non ha perso tempo per mettere il cappello su un' approvazione in cui gli azzurri hanno avuto un ruolo determinante. Ci ha pensato il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, a mettere subito in chiaro la situazione: «Senza Fi le riforme non si fanno. Renzi al senato si ferma a 140, mentre la maggioranza è lontana. L' Italia cambia verso solo con Forza Italia». Sulla stessa linea Maria Stella Gelmini: «Il voto sulle riforme di oggi è un monito per Renzi: senza i voti di Forza Italia sono impossibili quei cambiamenti radicali indispensabili per il rilancio del Paese». Poi è toccato allo stesso Silvio Berlusconi che con una lettera ai parlamentari ha rivendicato il risultato come proprio. Senza nessun imbarazzo ha rivestito, e vantato, il ruolo di interlocutore privilegiato di Palazzo Chigi sulle riforme e di leader dell' opposizione: «Dopo mesi tormentati, Forza

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Italia è tornata ad essere protagonista. Il nostro movimento è l' unica opposizione credibile a un governo che si è dimostrato fino qui incapace di tagliare le spese, di ridurre le tasse , di realizzare vere riforme strutturali in ambito economico. Gli ultimi del Pil sono i peggiori da 14 anni e confermano la grave recessione». Berlusconi già pensa alla «piena agibilità politica ed elettorale entro pochi mesi». La tenuta di Fi sul voto, salvo alcuni dissidenti, ha insomma ridato peso al Cav. Dice Romani: «La riforma è un passaggio storico, e porta la doppia firma Renzi­Berlusconi». Ed è facilmente prevedibile che, alla ripresa dei lavori a settembre, i fuochi di artificio si trasferiranno sulla legge elettorale. L' Italicum non è calendarizzato subito, visto che dal 3 settembre la commissione Affari costituzionali si occuperà del disegno di legge sulla Pubblica amministrazione. L' ha deciso, subito dopo il voto finale in Aula, l' ufficio di presidenza guidato da Anna Finocchiaro, su richiesta di Forza Italia e Ncd, cui il Pd si è adeguato, condividendo la necessità di lasciar «decantare» la situazione. Anche perché se alla camera sulla riforma costituzionale Renzi è più forte delle opposizioni, al senato la maggioranza è più complessa, e anche la fronda interna al Pd tornerà a dare battaglia sull' Italicum. Dice Felice Casson: «Sulla legge elettorale non siamo solo in 16 a dire no, ma molti di più. Renzi invece che inseguire Verdini, dovrebbe cercare un consenso ampio nel Pd, e poi anche nella sua maggioranza». Del resto per Renzi anche tenere insieme Ncd, che spinge per cambiamenti, e Fi, che frena, sarà una nuova scommessa. Il plenipotenziario azzurro per le riforme Denis Verdini ha infatti chiarito che certo c' è disponibilità ad apportare migliorie alla legge elettorale, ma «per noi l' Italicum prima versione resta la migliore legge possibile». Gaetano Quagliariello, Ncd, annunciando il voto favorevole sulla riforma costituzionale, ha subito rivendicato invece la necessità di modifiche su preferenze e soglie, una «battaglia di sistema, sulla quale auspichiamo la convergenza di tutte le forze interessate a costruire istituzioni che stiamo armonicamente in piedi, a cominciare dalle forze della maggioranza. Perché, a fronte di un Senato con elezione di secondo grado, sarebbe intollerabile una Camera di nominati». È però probabile, dice Loredana De Pretis, Sel, che l' esame della nuova legge elettorale slitti addirittura a novembre, «quando il parlamento sarà libero dai dossier economici». Già, da ottobre c' è da fare la legge di stabilità. Augusto Minzolini, tra i dissidenti più accessi di Forza Italia, ha comunicato che sarebbe uscito dall' aula al momento del voto sulla riforma costituizionale e ha attaccato il presidente Grasso, che «aveva cominciato come un leone, permettendo alcuni voti segreti, poi si è piegato al volere della maggioranza, come un moderno Don Abbondio. I padri costituenti si staranno rivoltando nella tomba». Quanto a Renzi, «il premier sa che la maggioranza di questa Aula non condivide questa riforma», come ha dimostrato «il voto segreto» in cui il governo è andato sotto. Il senatore della Lega Roberto Calderoli, relatore di minoranza del ddl, che pure è riuscito a far passare molte modifiche al testo targate Carroccio, ha ufficializzato la sua astensione dal voto, «che potrebbe trasformarsi in voto contrario» se nelle prossime letture del provvedimento non saranno sciolti «i molti nodi» della riforma. E ha criticato il presidente Grasso: «Oltre 1400 emendamenti saltati in un colpo solo: il suo canguro ha un jet nel sedere». È andato in scena anche l' ultimo atto di protesta dei grillini. Il capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Vito Petrocelli, ha concluso la dichiarazione di voto annunciando di consegnare parte del suo discorso contenente le mail inviate dai cittadini con le proposte di modifica al ddl riforme. E poi tutti i grillini, in fila indiana, hanno lasciato l' Aula di Palazzo Madama. Sospesi i voli commerciali sull' Iraq. L' aviazione Usa ha sferrato un attacco all' artiglieria dello Stato islamico schierata contro le forze curde impegnate nella difesa della città di Erbil in Iraq. L' attacco è stato annunciato da un comunicato del Pentagono. Due velivoli F/A­18 hanno sganciato bombe a guida laser su pezzi di artiglieria mobile in prossimità di Erbil. Il contro ammiraglio Kirby, segretario stampa del Pentagono, ha detto che i ribelli islamici stanno usando l' artiglieria per bombardare le forze curde poste a difesa di Erbil, dove si trova personale degli Stati Uniti. Il presidente Usa Barack Obama aveva

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 73 9 agosto 2014 Pagina 3 Italia Oggi

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autorizzato gli attacchi, per proteggere i cristiani e le altre minoranze religiose perseguitate, e impedire il genocidio di decine di migliaia di persone. I cristiani si sono rifugiati in massa nel deserto, per sfuggire ai combattenti dello Stato Islamico che minacciano uno sterminio. Dagli emiri in arrivo 560 milioni di euro per rilevare il 49% della compagnia aerea di bandiera. È fatta per l' accordo Alitalia­Etihad, la firma ieri. «Parlano i fatti. L' Italia sa attrarre grandi capitali, ora avanti», twitta il ministro dei trasporti Maurizio Lupi. Che poi ha aggiunto: «Il lavoro si crea consentendo di fare impresa». Sul fronte sindacale, anche la Uilt e le associazioni professionali più contrarie hanno dato l' ok al nuovo contratto nazionale del trasporto aereo e all' intesa sul costo del lavoro che consentirà 31 milioni di risparmi. Un accordo che l' ad di Alitalia Gabriele Del Torchio ha definito «decisivo» per il futuro. «Vogliamo un' azienda più sexy, con i migliori servizi possibili», ha commentato James Hogan, il numero uno della compagnia degli Emirati Arabi. Rientrata anche la protesta dei lavoratori, che avevano bloccato i bagagli a Fiumicino. A 32 giorni dall' inizio dell' offensiva israeliana a Gaza, la Farnesina ha diramato un avviso in cui «raccomanda, a causa dell' attuale situazione di sicurezza, ai cittadini italiani di evitare i viaggi nelle aree situate entro un raggio di 40 km dalla Striscia di Gaza». © Riproduzione riservata.

ALESSANDRA RICCIARDI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 74 9 agosto 2014 Pagina 4 Italia Oggi

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Renzi dovrebbe essergli grato. È lui che ha accelerato la riforma costituzionale del Senato. Calderoli, un oppositore prezioso In compenso, il presidente Grasso si è mosso in modo goffo.

Il dibattito sulla riforma costituzionale non assurgerà, nella storia parlamentare, ai livelli toccati in tempi lontani dall' ostruzionismo su temi come il Patto Atlantico, la cosiddetta legge truffa, l' introduzione delle regioni. Tuttavia sono stati ricchi di episodi, di personaggi, di equilibrismi regolamentari i giorni impegnati soprattutto in defatiganti votazioni, senza però arrivare mai a passare la mezzanotte (che resta così affidato al ricordo di sedute fiume di altri tempi). Dominante è stato lo scontro fra M5S e presidente di palazzo Madama, Pietro Grasso. Nonostante la bandiera dell' ostruzionismo fosse stata in origine assunta da Sel con il blocco di seimila emendamenti; nonostante un impegno non irrilevante speso dai leghisti; la palma dell' opposizione va senz' altro ai grillini. Hanno fatto sfoggio d' insulti e scontri, urla e proteste, interruzioni e grida. In qualche caso, è sembrato che alcuni fra loro schiumassero rabbia dalle labbra: erano come invasati dalla smania di rispettare il loro patto con i cittadini, i quali avrebbero richiesto loro d' impedire l' approvazione della riforma. Non sono mancati scontri surreali, come quello fra il pentastellato Lello Ciampolillo e il forzista antiberlusconiano, iscritto al gruppo Gal (Grandi autonomie libertà), Vincenzo D' Anna. Il grillino si lagna: «Il senatore D' Anna mi ha chiamato per dieci o quindici volte deficiente». Notarile la replica del presidente: «Ne prendiamo atto». A Ciampolillo l' ironia di Grasso non basta, perché insiste: «Voglio che risulti agli atti». Il presidente chiosa: «Ma perché vuole mettere a verbale una cosa del genere? Poi qualcuno sottoscrive il verbale». Infatti puntualmente D' Anna chiude, non solo senza scuse, ma anzi rafforzando l' offesa: «Signor presidente, per fatto personale: per dire che confermo e sottoscrivo» Grasso, l' altro duellante, è stato ampiamente sotto il livello di sufficienza. Gli è mancato spesso il polso: un don Abbondio, secondo la definizione del dissidente forzista Augusto Minzolini. Ha assunto decisioni (molto) discutibili sotto il profilo regolamentare. Si è smentito più volte. Spesso non è stato in grado di motivare scelte già assunte. Non si è certo meritato pesanti oltraggi che gli sono arrivati, quasi sempre da parte pentastellata; però si è barcamenato senza la piena consapevolezza degli strumenti regolamentari. È riuscito, in compenso, anche a scontentare il proprio gruppo: specie Luigi Zanda in alcuni momenti è

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apparso furente nei confronti del presidente del Senato, da lui in qualche occasione considerato non rispettoso delle esigenze del governo e della maggioranza. Chi, invece, ha retto bene è stato Roberto Calderoli. Nonostante un duplice ostacolo (una pesante frattura al braccio prima; la morte dell' anziana madre poi), il relatore leghista è stato abile, muovendosi fra mediazioni e proposte, competente come pochi in materia di regolamento, ingegnoso perfino (proprio nel pomeriggio con le ultime votazioni) nel presentare un ordine del giorno capace di sconvolgere l' intera riforma, salvo poi ritirarlo. Matteo Renzi dovrebbe essergli grato: se la riforma ha superato la prima lettura nella prima Camera, qualche merito va a un oppositore del governo, quale Calderoli. © Riproduzione riservata.

CESARE MAFFI

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Che, com' è noto, esalta solo i diritti e dimentica totalmente i doveri, come dice Giorgio Dell' Arti. Tutti suonano la tromba di Rodotà Abbiamo avuto governi pessimi ma gli italiani non sono meglio.

Col suo «Catalogo dei viventi», edito da Marsilio, Giorgio Dell' Arti, catanese, classe 1945, giornalista e scrittore, censisce gli Italiani «notevoli». Se l' edizione 2008 ne aveva contati 7.247, cresceranno ulteriormente l' anno prossimo, quando uscirà quella del 2015. Intanto tutte le biografie vengono aggiornate su www.cinquantamila.it, delizioso portale cronologico, dall' Unità d' Italia in avanti, con cui Dell' Arti si diverte molto. Lo stesso gli accade facendo il Foglio rosa, quello antologico del lunedì, e scrivendo editoriali sull' attualità non sportiva per la Gazzetta dello Sport. Dal 15 settembre, poi, tornerà su RadioUno, alle 7,30, con RadioUno in corpo 9: «Commentiamo i giornali con due ospiti in studio, fino alle nove. Poi, quando rientra Fiorello, gli daremo la linea alle 8,30». Domanda. Per la verità lei, caro Dell' Arti, si diverte anche a fare l' editore, essendo diventato socio di maggioranza di Clichy, una piccola ed agguerrita casa editrice fiorentina. Risposta. Alt, la fermo subito. Sono diventato azionista, di maggioranza, è vero, con la mia compagna Lauretta Colonnelli, e abbiamo anche fatto, recentemente, un aumento di capitale. Ma non faccio l' editore, sono già bravissimi da soli.

D. E quindi lei che cosa fa a Clichy? R. Io pubblico tutti i mie libri con loro. Farà eccezione il Catalogo dell' anno prossimo, per il quale avevo già un impegno con Marsilio. D. Quindi per avere il Catalogo dei viventi con Clichy bisognerà aspettare. R. Figuriamoci, se ne parlerà per il 2021, c' è da augurarsi di esserlo. Vivente (ride). D. Lei non farà l' editore ma si capisce che questa esperienza le piace... R. Certo, perché sono un gruppo di giovani appassionati e competenti. Poi, cosa rara, parlano, ma sanno anche ascoltare. D. Ci dica il titolo in uscita che le piace di più... R. Ripubblicano un libro di un economista del 1919, Ettore Lolini, sulla burocrazia. Un' analisi spietata e disperata che dimostra come i mali del pubblico impiego fossero già tutti là, allora, con soli 400mila dipendenti contro i 3,5 milioni attuali. E dimostra come il Paese sia fatto in un certo modo, non c' è verso. L' Italia ha qualcosa che la baca, e

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non c' è classe politica che tenga. La verità è che il Paese è profondamente corrotto. D. Giudizio amaro... R. Ma è così. La classe politica è quello che è, inutile rifare il piagnisteo. Ma gli Italiani non sono innocenti, nemmeno adesso. D. Spieghiamolo bene... R. Partiamo dal dato negativo del Pil, il ­0.2%. A parte penso che abbia ragione Matteo Renzi e che se fosse stato +1,5 la percezione degli Italiani sarebbe stata identica e tutte queste geremiadi sui giornali mi paiono solo patetiche. D. In effetti che il dato fosse negativo era nell' aria... R. Era prevedibile. Prendiamo atto che Silvio Berlusconi se n' è andato nel novembre 2011 e ha lasciato certi numeri, pessimi; Mario Monti, che è venuto dopo, e ne ha lasciati di peggiori, e con Enrico Letta i numeri sono ancora peggiorati. Non sappiamo Renzi cosa lascerà alla fine, anche perché è bello saldo e mi auguro che resista. Ma anche i suoi numeri, per adesso, hanno avuto il segno meno.

D. Che cosa dimostra questa serie di percentuali sul Pil? R. Che non è solo questione di personale politico. Stiamo parlando di persone molto diverse e possiamo dire di averle provate tutte, se si eccettua un Nichi Vendola, ma sono convinto che i conti non migliorerebbero neanche con lui. D. Perché? R. Perché c' è qualcosa nel profondo del Paese: un tumore inoperabile, che continua a tormentarci. Insomma, ci sono 800 decreti attuativi non ancora emanati, relativi a leggi preparate dai precedenti governi, per rilanciare l' economia, per semplificare, per migliorare. E non hanno neanche cominciato a scriverli.

D. Colpa della burocrazia, come si diceva? R. Non solo. Le faccio un altro esempio: Marco Pantani. Ora, lei mi dirà: «Mo' che c' entra». D. No, si figuri... R. Ma chi ha fatto quelle indagini? Perché tutti gli elementi che saltano fuori adesso non sono stati valutati dieci anni fa? Non dico solo i magistrati ma anche i giornalisti? Tiriamo fuori nomi e cognomi. Chi ha sbagliato, pagasse almeno il fio. Vuole un altro esempio? D. Facciamolo. R. Lo scambio embrioni dell' Ospedale Pertini di Roma, un caso mondiale, in cui due coppie innocenti sono state precipitate nella tragedia, in un problema più grande di loro. Ci volete dire i nomi e cognomi di questi medici, dei componenti del loro staff? Perché non li cacciano? Sa quel è il cancro di questo Paese? La mancanza di severità, l' indifferenza ai doveri.

D. C' entra il '68, a cui lei ha dedicato un libro? R. Il '68 fu qualcosa di complesso e poi ci sono stati i cinquanta anni successivi, in cui tanti sono passati. Insomma tutti hanno soffiato la tromba di Stefano Rodotà, dell' esaltazione dei diritti e la totale dimenticanza dei doveri. Una volta, in un' intervista, glielo ho pure chiesto: «Tu parli solo di diritti, ma i doveri dove stanno?».

D. E lui che cosa le rispose? R. Che, ovviamente, i doveri andavano intesi correlativamente: a ogni diritto, corrispondeva un dovere.

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Ma non è così che va, non è così che funziona. Lo vediamo dai genitori che menano i professori dei figli, ma anche da tutte le deroghe alla legge Fornero sulle pensioni. E anche Renzi rischia da questo punto di vista.

D. In che senso? R. Coi 4mila insegnanti di quota 96, pensionati senza copertura... D. Pare che sia stato un blitz di Francesco Boccia in commissione bilancio alla Camera, però... R. Beh, appunto, come fa Renzi a fidarsi di uno come Boccia, che è il fratello gemello di Enrico Letta? D. Ora ce l' hanno tutti col premier sull' economia, perché si attarda sulle riforme... R. Non penso che Renzi abbia sbagliato a voler partire dalle riforme istituzionali, lo dimostra la difficoltà paralizzante delle decisioni, che è sotto gli occhi di tutti e personalmente il Senato l' avrei abolito del tutto. C' è poi la legge elettorale, e va bene, e pure l' abolizione delle province ci voleva. Ci vorranno, credo, anche nuovi regolamenti parlamentari per snellire l' iter di approvazione delle leggi anche se tutti mi dicono che, quando si vuole, si riesce a fare presto. Io capisco che riformare la giustizia richieda il tempo di un paio di generazioni ma, insomma, la legge sul condominio ha richiesto undici anni!

U­n­di­i­c­i. D. Il premier ha sbagliato con gli 80 euro, come molti sostengono ora, dicendo che la mossa non ha prodotto effetti a livello di consumi? R. No, secondo me non ha sbagliato. Non capisco perché dargli addosso per quelli. Li ha dati a chi ne aveva bisogno. E a chi li doveva dare? Certo, in tre mesi non è accaduto nulla, non sono corsi subito a spenderli e che dovevano fare? Comprarsi le sigarette? D. Quindi i gufi, evocati dal presidente del consiglio, esistono davvero? R. È una cosa un po' diversa. Le faccio, un altro esempio, quello di Carlo Tavecchio.

D. Il candidato alla presidenza alla Figc? R. Lui. Non m' intendo in modo particolare di calcio, ma so che è un mondo malatissimo, marcio. Non ho notizie particolari nemmeno su Tavecchio, capisco solo che il sistema ha deciso di dargli contro a prescindere. La battuta sulle banane, infelice quanto si vuole, però è una cazzata, scusi, ci si aggrappa a quella per distruggerlo, per farne un caso planetario? Ci si sono attaccati perché vogliono il commissariamento. Ma questa non è la democrazia, questa è camarilla, è gioco delle parti, scontro di mafie. Se lo eleggeranno, è chiaro che ogni giorno Tavecchio sarà massacrato finché non se ne andrà. È la stessa cosa con Ignazio Marino.

D. Il sindaco? R. Gli dànno tutti addosso, e quando partono le campagne generalizzate contro qualcuno io mi schiero d' istinto con questo qualcuno. Non sarà così inviso a tutti perché non obbedisce ai costruttori romani? D. Anche Renzi... R. C' è tutto un movimento contro Renzi, sia di natura politica sia di natura fortemente conservativa perché qualche orto l' ha effettivamente scombinato. Siamo arrivati all' esagerazione di Eugenio Scalfari, secondo il quale sarebbe meglio avere in casa la Troika invece di Renzi. Scalfari avrebbe la ricette per risolvere la situazione? Scalfari sa come si dovre bbe fare? Ma mi facciano il piacere...

D. Perché Scalfari è così duro?

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R. Perché hanno perso gli amici suoi, Pier Luigi Bersani e compagnia. Anche se ancora non capisco perché siano amici, visto che Eugenio è un signore che s' è messo in tasca 100 mili ardi di lire, vendendo la libertà di Repubblica. D. Ma lei fu l' inventore de Il Vene rdì con Scalfari direttore... R. Sono in debito con Eugenio, ho potuto fare Il Venerdì grazie a lui, è un grande giornalista, ma su questo lo critico duramente: la troika meglio di Renzi... È ancora una volta il gioco delle parti, il sistema che si muove secondo le logiche dell' appartenenza. D. Non è che questo antirenzismo abbia a che fare con l' antiberlusconismo ben noto? R. B. non era nel giro Me diobanca, cioè era fuori dal giro di Enrico Cuccia e questo l' ha messo subito in una posizione storta. Prima del suo ingresso in poli tica non c' era sul suo conto neanche un' inchiesta. Appena sceso in campo s' è beccato 26 inda gini della magistratura. Poi lui ci ha messo del suo, ovviamente, la magistratura se l' è chiamata in casa. Non v orrei passare per il difensore di B. anche se rivendico d' essere stato uno dei primi, sulla Gazzetta, a dire che il processo di Ruby non stava in piedi. D. Renzi invece? R. Renzi ha un appoggio che B. non ha avuto: il Colle. E non credo che il vento gli giri male. D. Tutti hanno enfatizzato il ruolo de i media a favore del premier. Ora tutta questa buona stampa non si vede... R. All' inizio un po' tutta la stampa gli ha voluto bene, oggi a sostenerlo senza se e senza ma sono rimasti sono Repubbl ica e il Foglio, e qualche firma qua e là, come Marcello Sorgi su La Stampa. Lui ha stretto questo accordo con B. e ha fatto bene ma la vi a più facile, per Renzi, rimarrebbe il voto. Ha un consenso alto, 43­44%, forse farebbe bene a capitalizzarlo. D. C' è qualcuno che si sta attrezzando ad affrontare Renzi. Per esempio, Corrado Passera. R. Mi pare inesistente, politicamente. Conosce qualcuno disposto a votarlo? Anche come ministro, non ha combinato granché, mi pare, non ha lasciato un segno. D. E Beppe Grillo? R. Grillo ha creduto di guidar e una pattuglia di 150 persone, che avevano un bisogno tremendo di leadership, standosene nella sua villa di Genova e scendendo a Roma solo ogni tanto, per distribuire qualche sberla. Totale ignoranza delle tecniche di management e di leadership. D. E pure Gianroberto Casaleggio sta a casa sua, a Milano . C' è però qualche nuovo come Luigi Di Maio. Ha la stoffa del "notevole"? R. Ha tirato fuori il capino dal gruppo, senz' altro. L' uomo che mi pare davvero notevole, da quelle parti, è Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma. Sono pieno di ammirazione per lui: ha lavorato duramente, ha ereditato debiti e corruzione, ce la sta facendo. Che cosa si vuole di più da un sindaco? © Riproduzione riservata.

GOFFREO PISTELLI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 80 9 agosto 2014 Pagina 8 Italia Oggi

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Lo dice un grande economista, Francesco Forte, successore, a Torino, sulla cattedra di Luigi Einaudi. Il ­0,2% è un attacco dell' Istat La produzione industriale cresce dello 0,9% e il pil cala?

Mentre il Parlamento, da giorni, è focalizzato sulla riforma del Senato e, a breve, sulla nuova legge elettorale, sono arrivati i dati Istat, che di fatto bocciano l' Italia: è recessione tecnica, con perdita di uno 0,2% del Pil nel secondo trimestre. Renzi, Padoan ed esecutivo si auguravano notizie migliori e di opposto segno, ma il premier assicura che non arriverà alcuna manovra correttiva e che bisogna continuare, con coraggio, sulla strada imboccata, possibilmente accelerando. Abbiamo fatto il punto con Francesco Forte, ex ministro delle Finanze, che indica dove mettere, e al più presto, mano. Domanda. Dopo la riforma del Senato adesso ci sono i problemi dell' economia... R. Renzi sta prendendo tempo, ma adesso si dovrà occupare dei veri problemi. Quando lo farà, però, non avrà più tutto il consenso di cui gode attualmente. È tempo che l' esecutivo affronti di petto le sfide che sono economiche. Padoan ­ di cui non ho grande considerazione ­ è una persona di grande reputazione internazionale come economista, ma la situazione che si trova a fronteggiare ha tutte le premesse per fargli fare pessime figure. Insomma, non sarà per nulla facile. Una cosa però va detta. D. Prego. R. Renzi è anche vittima di attacchi meramente strumentali. E mi riferisco anche agli stessi dati Istat: guardandoli bene c' è qualcosa che non mi quadra. D. Si spieghi. R. Io sono imparziale e non riesco bene a capire bene come con la crescita della produzione industriale ­ dello 0.9% ­ ci sia poi questo declino del Pil aggiustato per le stagionalità chissà come. Poi questa dichiarazione che abbiamo la recessione tecnica: allora, può anche essere vero, ma è unproblema statistico diverso.

D. Quindi non stiamo andando così male?

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 81 9 agosto 2014 Pagina 8 Italia Oggi

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R. Il primo semestre, ancorché in recessione, rispetto alla crescita dell' anno scorso ha guadagnato qualcosa. Quindi non è vero che abbiamo un ­0,2% strutturale acquisito quest' anno, bensì un ­0,2% congiunturale acquisito. Io vedo dunque che nel primo semestre abbiamo ottenuto un +0,1­0,2%. L' Istat sta barando perché sta per cambiare finalmente ­ e guarda caso lo fa a partire dal secondo semestre ­ il sistema dei conti, adeguandosi a quello europei. L' establishment comunistoide che lo governa non digerisce l' accordo con Berlusconi e allora ha lanciato un chiaro segnale politico al premier.

D. Renzi dice che in autunno non arriverà comunque alcuna manovra correttiva. È così? R. È così, non ci sarà. Facciamo attenzione: dal punto di vista tecnico tutto ciò non influisce sul bilancio corretto per il ciclo, che tiene conto ­ come sconto ­ della fluttuazione ciclica. Se noi abbiamo lo 0,2% in più di peggioramento, questo viene eliminato dal calcolo del rapporto debito/Pil. Quindi dal punto di vista tecnico­giuridico della Comunità europa il nostro bilancio può anche perdere 0.2%. Tra l' altro non è detto affatto che le entrate seguano questo declino, visto che in gran parte vanno per conto proprio.

D. Il problema dove sta? R. Le dico prima dove non sta: il vero problema, ripeto, non è che noi abbiamo perso uno 0,2% o quello che è, bensì il tasso di inflazione, oltre ad avere un rapporto debito/Pil mostruoso, accumulato dal malgoverno degli ultimi anni. È qui che bisogna intervenire d' urgenza: le carte per la ricrescita le avremmo anche. D. Il presidente del Consiglio ha detto che per ripartire sono pronte cinque riforme.

Quali sono le cose da fare? R. Vado in ordine sparso. Allora, numero uno, nel campo del mercato lavoro, c' è necessità di contratti aziendali di flessibilità. Poi, riforma della Giustizia, stabilendo regole chiare per la magistratura (che vadano al di là di questa responsabilità civile delle toghe), che deve essere esautorata di alcuni potere insensati che ha.

D. Per esempio? R. Il sequestro circa l' economia di mercato. Facciano i loro processi, ma non sta a loro sequestrare i beni. D. Poi? R. Taglio delle spese. Ed è una cosa molto semplice visto che qui in Italia c' è una grandissima quantità di superfluo, in particolare nelle 8mila imprese degli enti locali (oltre a Ferrovie, Poste e privati). E ancora, ridurre le imposte sulla proprietà. Ah, e per chiudere cambino la norma sul diritto di sciopero: esiste l' ordine pubblico; è ora di finirla episodi come quelli di Fiumicino, con bagagli lasciati in mezzo alla pista

FABIO FRANCHINI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 82 9 agosto 2014 Pagina 9 Italia Oggi

Enti locali

È troppo facile scaricare tutte le responsabilità sulle spalle di questo o dei governi precedenti. Gli errori di Renzi e degli altri Per ripartire si deve ridurre sensibilmente il carico fiscale.

Facile dire come fa Beppe Grillo che il vero gufo è Matteo Renzi. Troppo facile. Altrettanto semplice ricordare che i gufi non sono uccelli del malaugurio, ma vecchi saggi. La filosofia, diceva Hegel, arriva sempre tardi come la nottola di Minerva che s' alza sul far del crepuscolo, dunque non sa prevedere, solo analizzare. Ma, prima di agire, bisogna dare ascolto a chi ha fatto della conoscenza, la propria missione. Si spera che il dato Istat sul pil a 0,2% serva a Renzi da richiamo alla realtà. Detto questo, buttare la colpa solo sul governo, come è stato fatto in tutti questi anni, diventa un alibi troppo comodo per tutti coloro i quali con il loro comportamento hanno contribuito a portare il Paese in questo stato semicomatoso. Quale immagine è più rivelatrice delle valigie abbandonate sulla pista di Fiumicino? Il prodotto lordo nel secondo trimestre è in discesa (­0,2%, ­0,3% in ragione d' anno) e il suo livello è il peggiore da quattordici anni. Il valore aggiunto si è ridotto in tutti i comparti: agricoltura, industria e servizi. L' Italia è ancora in recessione, in crescita negativa (anno su anno) dal terzo trimestre del 2011, cioè dal collasso di Berlusconi, mentre è in discesa dalla primavera dello stesso anno. Sono passati Monti, Letta e Renzi, l' economia è affondata. La disoccupazione è peggiorata del 4%, il debito di sei punti rispetto al prodotto lordo. Primo errore. Il governo attuale ci ha messo del suo e bisogna ammetterlo. Gli 80 euro potevano essere una buona idea, ma si sono rivelati un obolo elettorale, hanno avuto effetto politico, non sull' economia. Sarebbe stato meglio se invece dell' Irpef il governo avesse ridotto l' Irap come sostiene la Confindustria? No. L' esperienza di Prodi del 2006 con il suo taglio al cuneo fiscale, costoso per il bilancio pubblico e inutile per la produzione e l' occupazione, sta lì a dimostrarlo. Renzi con una mano ha dato e con due ha preso (imposte locali, patrimonialine, balzelli vari). La pressione fiscale sui redditi è rimasta invariata e in più si è aggiunta l' incertezza che grava sulla Tasi. Dunque, un chiaro errore di politica fiscale e chi lo ha addita non è un menagramo, ma fa opera di verità. Il secondo errore è stato annacquare e rinviare la riforma del mercato del lavoro.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 83 9 agosto 2014 Pagina 9 Italia Oggi

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Rendere più facile assumere e licenziare era uno dei punti fondamentali della famigerata lettera della Bce dell' agosto 2011. Non è stato fatto e non avverrà nemmeno se il ministro Poletti portasse a casa intonsa la sua riforma. Il governo ha cercato di prendere tempo, sperando di recuperare il consenso della Cgil: ebbene Susanna Camusso gli ha dato il ben servito facendo addirittura ricorso all' Unione europea per violazione dei diritti dei lavoratori. Il terzo sbaglio è inseguire la chimera della flessibilità. La lettera della Bce chiedeva al governo Berlusconi di anticipare il pareggio del bilancio. Ebbene non ci sarà neppure nel 2016. Non che sia un tabù inattaccabile (del resto nemmeno la Francia e la Spagna lo raggiungeranno prima di due anni), ma di fronte a questa situazione è davvero facile replicare, come fanno i tedeschi, che l' Italia si è rimangiata gli impegni assunti con l' Ue e con la Bce, dunque ha già goduto della flessibilità che oggi invoca. Il quarto errore (e lo si sta commettendo proprio in questi giorni) è puntare sugli investimenti pubblici e sulle mitiche grandi opere. Non perché non ce ne sia bisogno, ma perché il loro impatto sulla congiuntura sarà necessariamente spostato nel tempo, mentre occorre muovere la produzione qui e ora. L' Istat ha diffuso anche i dati sull' industria che mostrano una continua riduzione nel primo semestre con un rimbalzo a giugno (+0,4%), se corretto con i giorni lavorativi effettivi. Per le costruzioni siamo ancora maggio, ma il calo è continuo, ­ 6,5% nei primi cinque mesi, ­4,7% a maggio corretto per il calendario. Tutto ciò si aggiunge al tonfo di tutti gli anni precedenti. L' edilizia è ancor oggi il volano della ripresa, lo dimostrano gli Stati Uniti dove proprio questo comparto insieme ad auto ed energia ha guidato la crescita. In Italia attività estrattiva ed energetica sono negative, mentre i mezzi di trasporto registrano un miglioramento che però non inverte ancora il trend degli anni scorsi. In conclusione, per far ripartire l' economia occorre una spinta di breve termine, dal lato della domanda privata, di consumi e di investimenti. Lo dicono i "gufi professori" come li chiama Renzi, ma il capo del governo deve ammettere che hanno ragione. Lo strumento principale resta quello fiscale, quindi bisogna ridurre in modo significativo il carico complessivo delle imposte sulle famiglie e sulle imprese. Per far questo, vanno recuperati spazi consistenti dal lato della spesa. Il governo invece ha creato l' illusione di poter scaricare tutto sulla spending review il cui compito è razionalizzare la spesa. Ma la decisione sulla quantità di risorse pubbliche e su come ripartirle spetta al governo, è il cardine della politica economica. Adesso, insieme al commissario (non più super) viene liquidata anche la spending review, non per sostituire alle forbici l' accetta bensì, al contrario, nella speranza di stemperare le reazioni corporative che hanno impedito in questi anni di reimpostare in senso produttivo e non assistenziale il bilancio pubblico. Finora abbiamo parlato solo del governo, dopo aver detto che non è il solo colpevole. In effetti, le corporazioni portano sulle loro spalle delle colpe enormi, i sindacati del personale pubblico, come quelli privati, la Cgil che si mette di traverso sul mercato del lavoro e gli scaricatori che lottano non contro gli sceicchi di Etihad, ma contro i passeggeri dell' Alitalia, inermi e incolpevoli. Ecco, quei bagagli sulla pista di Fiumicino possono diventare la metafora dell' Italia attuale: sono pieni di belle cose e di speranze che sempre accompagnano il viaggio, ancor più quando è di piacere. Ebbene, giacciono abbandonanti, come fossero rifiuti, gettati al vento da chi non vuol cambiare nell' illusione di difendere un orticello che la talpa della crisi ha già devastato.

STEFANO CINGOLANI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 84 9 agosto 2014 Pagina 19 Italia Oggi

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Chessidice in viale dell' Editoria

Il Talk di Floris su si chiamerà diMartedi. Il nuovo talk show di Giovanni Floris in onda da settembre su La7 dovrebbe chiamarsi diMartedì, mentre la striscia che precederà il tg, sempre condotta dal giornalista, 20 alle 20. Bisio, Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli giudici di Italia' s Got Talent. Sky Uno si prepara al suo Italia' s Got Talent. I giudici saranno Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli con Vanessa Incontrada alla conduzione. Una giuria con un componente in più rispetto alle edizioni andate in onda su . Mondo Tv torna in utile. Mondo Tv archivia il primo semestre con ricavi a 9 milioni e in crescita del 14% sullo stesso periodo del 2013. La società torna in utile nel periodo con un risultato positivo di 334 mila euro rispetto alla perdita di 154 mila della prima metà del 2013. Adnkronos lancia Pa Informa. Organizzare e semplificare l' informazione per garantire un' effettiva trasparenza e un' efficace comunicazione al cittadino. Con questi propositi Adnkronos lancia Pa Informa, la banca dati sulla comunicazione della pubblica amministrazione, una nuova sezione del portale adnkronos.com che raccoglie, categorizza e organizza in tempo reale tutte le comunicazioni e le news provenienti dalla pa. , Equita Sim conferma il rating sul titolo. Per Equita Sim le azioni Mediaset meritano di essere tenute, hold, e il prezzo obiettivo è a 3,5 euro. Ieri il titolo ha chiuso a 2,862 euro, con un incremento dell' 1,06%. Equita valuta positivamente la possibilità che Vivendi sia della partita con il gruppo televisivo, sia direttamente nella pay tv che con la propria presenza in Telecom. Facebook, arriva Mentions per chattare con le celebrità. Un' applicazione che facilità ai personaggi pubblici il contatto con i propri fan. È l' obiettivo di Mentions, l' app dei vip lanciata da Facebook in Usa un mese fa e ora disponibile in 40 paesi, tra cui l' Italia. L' applicazione è disponibile solo per «attori, atleti, musicisti e altre figure pubbliche». Per usarla, infatti, non basta disporre di un profilo su Facebook ma bisogna avere una pagina verificata. La app consente di condividere aggiornamenti, foto, video e di organizzare sessioni di domande e risposte.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 85 9 agosto 2014 Pagina 21 Italia Oggi

Enti locali

Palazzo Madama ha dato il via libera alla riforma Boschi che modifica anche il titolo V. Primo sì per il senato dei 100 Addio al bicameralismo perfetto. Niente indennità.

Il nuovo senato dei 100, non elettivo e (si spera) low cost, visto che i nuovi senatori, scelti tra consiglieri regionali e sindaci, non percepiranno alcuna indennità, taglia il primo traguardo. Pur con qualche defezione tra le fila di Pd (16 dissidenti), Forza Italia (19) e Nuovo centro destra (8), il patto sulle riforme, siglato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, ha tenuto, raccogliendo a palazzo Madama 183 voti favorevoli al ddl del ministro Maria Elena Boschi che manda in pensione il bicameralismo perfetto. Camera e senato non faranno più le stesse cose, ma spetterà solo a Montecitorio approvare le leggi e votare la fiducia al governo. Questo come regola generale. Ma le eccezioni, per le quali resterà in vita l' esame congiunto da parte delle due camere, restano molte: dalle leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum, alle leggi che autorizzano la ratifica di trattati internazionali, dalle leggi in materia di ordinamento, legislazione elettorale, organi di governo e funzioni di comuni e città metropolitane, a quelle sui princìpi fondamentali della legislazione elettorale delle regioni, per finire con le leggi in materia di minoranze linguistiche. Tutti gli altri provvedimenti, come detto, saranno approvati solo dalla camera dei deputati che però dovrà trasmetterle al senato il quale opererà quale organo di seconda lettura, abilitato alla «proposta» di eventuali modifiche. I testi trasmessi a palazzo Madama saranno esaminati dal senato su richiesta, formulata entro dieci giorni, da un terzo dei suoi componenti. Qualora il senato non richieda di esaminare la legge, questa potrà essere promulgata. Cambia volto anche il titolo V con l' eliminazione delle competenze concorrenti e il ritorno allo stato di molte materie come l' ordinamento delle professioni, le grandi reti di trasporto e navigazione, l' ordinamento della comunicazione, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Scompaiono dalla Costituzione le province e viene abolito il Cnel. © Riproduzione riservata.

PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 86 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

Enti locali

Dal 2015 i bilanci locali parleranno una sola lingua

I bilanci di regioni ed enti locali parleranno una sola lingua. Già dal 2015. Il consiglio dei ministri di ieri ha approvato il dlgs correttivo del decreto sull' armonizzazione contabile (dlgs n.118/2011) che costituiva uno dei capisaldi del federalismo fiscale. Tutte le amministrazioni dovranno quindi applicare la nuova contabilità a partire dall' anno prossimo e non solo quelle (circa 400) che in questi anni hanno sperimentato il nuovo sistema contabile. Ma per i comuni che non dispongono di «risorse umane e organizzative adeguate» la transizione verso il nuovo sistema sarà soft, perché, come richiesto dalla commissione bicamerale per il federalismo fiscale nel parere licenziato a luglio (si veda ItaliaOggi del 5/7/2014), «il passaggio dalla vecchia alla nuova contabilità non deve determinare situazioni di difficile sostenibilità per i singoli enti e quindi occorre individuare una tempistica che consenta una adeguata e capillare formazione del personale e un percorso che accompagni gli enti che, entro una certa data, abbiano segnalato insormontabili difficoltà in relazione all' immediata applicazione del nuovo sistema». Nessuna proroga secca al 2016, quindi, come invece avrebbe voluto l' emendamento presentato in commissione da Simonetta Rubinato (Pd) per agevolare i molti comuni in difficoltà, ma la garanzia di un percorso graduale senza forzature. Prima bisognerà formare il personale comunale e valutare se gli enti hanno risorse umane e organizzative tali da consentire l' adozione del nuovo sistema. In caso contrario, il governo (per bocca del sottosegretario all' economia Enrico Zanetti, si veda ItaliaOggi del 10/7/2014) ha promesso che farà nuovamente il punto della situazione tra settembre e ottobre per valutare l' eventuale opportunità di uno slittamento. Del resto, com' è noto, l' applicazione della nuova contabilità potrebbe creare conseguenze disastrose nei comuni e non solo per la non sufficiente preparazione degli uffici tecnici. Le nuove regole rischiano infatti di far scoppiare la «bomba» dei residui attivi, ossia le somme di dubbia esigibilità che le amministrazioni mettono a bilancio per far quadrare i conti e che ora vanno espressamente accantonate in un fondo. I crediti incagliati, secondo le stime dell' Ifel, ammonterebbero a 17 miliardi e l' obbligo di accantonamento costringerebbe gli enti a una manovra aggiuntiva pari a oltre il 29% della spesa. Un pericolo che già in commissione i due relatori, Magda Zanoni (Pd) e Andrea Mandelli (Forza Italia) hanno voluto scongiurare proponendo un percorso graduale di ripianamento dei residui emersi. Si prevede infatti che l' eventuale maggiore disavanzo di amministrazione al 1° gennaio 2015, «determinato dal riaccertamento straordinario dei residui effettuato a seguito del primo accantonamento Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 87 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

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al fondo crediti di dubbia esigibilità» sia ripianato per una quota pari almeno al 10% l' anno. Le modalità per ripianare il disavanzo saranno definite da un decreto Mef­Viminale su cui dovrà essere raggiunta l' intesa in Conferenza unificata. Scendendo nel dettaglio, la riforma prevede l' individuazione di regole contabili uniformi e l' adozione di comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi. Alla contabilità finanziaria sarà affiancata quella economico­patrimoniale e debutterà il bilancio consolidato che dovrà essere redatto non solo nelle ipotesi di controllo societario ai sensi del codice civile. Basterà infatti una semplice partecipazione del 20% (10% per le quotate) per far scattare l' obbligo di consolidamento dei conti. Obbligo che però per le società quotate scatterà dal 2018. © Riproduzione riservata.

FRANCESCO CERISANO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 88 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

Enti locali

Il dl ad hoc licenziato dal consiglio dei ministri innalza la durata minima a tre anni. Il Daspo sarà a tutto campo Applicabile anche per delitti contro l' ordine pubblico.

Giro di vite sul Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive). La misura, la cui durata minima passerà da uno a tre anni, potrà essere applicata anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati per tutti delitti contro l' ordine pubblico, nonché per di comune pericolo mediante violenza. Ad oggi, infatti, potevano ricevere il Daspo solo coloro che erano stati denunciati o condannati per i reati da stadio. Non solo. Il provvedimento inibitorio potrà, infatti, avere una durata da un minimo di cinque a un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati destinatari di una analoga misura e potrà essere rilasciato anche a gruppi di tifosi. Queste alcune delle novità contente nel dl in materia di contrasto ai fenomeni di illegalità e violenza nelle manifestazioni sportive, licenziato, ieri, dal consiglio dei ministri che interviene, quindi, nel potenziamento degli strumenti di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di illegalità connessi agli eventi sportivi. In materia di Daspo, oltre all' inasprimento delle pene, relativamente agli striscioni negli stadi potranno essere puniti anche coloro che introdurranno negli impianti sportivi, non solo cartelli e striscioni, ma anche altre scritte o immagini che incitino alla violenza. «Sul fronte del divieto di trasferta, invece, questo potrà essere disposto, in caso di gravi episodi di violenza, attraverso la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono gli incontri di calcio individuati in relazione al pericolo di turbativa dell' ordine pubblico. Inoltre», ha spiegato il ministro dell' interno Angelino Alfano al termine della riunione dell' esecutivo, «l' arresto in flagranza differita potrà essere applicato anche nei confronti del reato di istigazione alla discriminazione raziale, etnica e religiosa». Semplificate, poi, le procedure amministrative di rilascio dei titoli abilitativi necessari per l' esecuzione di interventi che sono finalizzati ad implementare negli impianti sportivi standard di sicurezza più elevati, in attuazione anche delle indicazioni emanate dagli organismi sportivi, pure di livello internazionale. Infine, in tema di frodi nelle competizioni sportive, saranno inasprite le pene per chiunque offra o prometta denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti a una competizione sportiva organizzata da enti sportivi riconosciuti dallo stato, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 89 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

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conseguente al corretto svolgimento della competizione. La reclusione massima aumenterà da uno a sei anni mentre la multa passerà 1.032 a 4.000 euro. Se il risultato della competizione sarà influente ai fini dello svolgimento di concorsi e scommesse regolarmente esercitati, la pena della reclusione sarà aumentata fino a tre anni e la multa passerà da 25 a 100 mila euro. © Riproduzione riservata.

GIOVANNI GALLI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 90 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

Enti locali

Sul sito del Viminale tutti i tagli disposti dal decreto Irpef. La spending di Renzi presenta il conto agli enti

Arriva ai comuni il primo conto della spending review targata Matteo Renzi. Il dettaglio delle riduzioni ente per ente, nelle more del perfezionamento del decreto che lo renderà ufficiale, è consultabile sul sito del ministero dell' interno­direzione centrale per la finanza locale. In valore assoluto, il sacrificio maggiore è quello richiesto a Roma (33,8 milioni), seguono Milano (13,2 milioni) e Torino (7,1 milioni). Napoli è il comune più penalizzato per i ritardi nei pagamenti, ma i circa 300 mila euro di aggravio pensano poco su un taglio da 6,5 milioni. Per il 2014, la stretta sui sindaci vale complessivamente 375,6 milioni di euro, che vengono distribuiti in proporzione alla spesa per consumi intermedi rilevata dal sistema Siope nel triennio 2011­ 2013 sulle voci indicate nella tabella A allegata al dl 66/2014. Il legislatore, però, ha previsto delle penalizzazioni a carico degli enti che, nell' ultimo anno, hanno fatto registrare tempi medi di pagamento relativi a transazioni commerciali superiori a 90 giorni rispetto a quanto disposto dal dlgs 231/2002 e acquisti centralizzati (tramite Consip o centrale di committenza regionale) in misura inferiore al valore mediano di comparto. Per le amministrazioni fuori linea, la sforbiciata è stata incrementata di un ulteriore 5% per ciascuno dei due parametri di riferimento, con correlativa riduzione per quelle virtuose. Come prevedibile, a difettare in puntualità nel saldare le fatture sono soprattutto i comuni del Sud, in primis Napoli, il cui conto sale di 305.498 euro, seguita in questa speciale classifica da Reggio Calabria (54.473 euro) e Messina (54.585). Ciò che conta, comunque, è il dato finale, ossia l' ulteriore decurtazione del fondo di solidarietà, che per la Capitale vale poco meno di 34 milioni, poco più di 13 milioni per il capoluogo meneghino, circa 7 milioni per Torino e circa 6,5 milioni per Napoli. I conteggi sono stati effettuati applicando la clausola di salvaguardia introdotta dalla Conferenza stato­città dello scorso 5 agosto, in base alla quale il taglio imposto ad ogni comune non può superare il 20% (10% per i comuni terremotati) di quello assestato dalla revisione della spesa di Mario Monti (art. 16 del dl 95/2012). Non si tratta dell' unico correttivo introdotto in sede applicativa: la norma, infatti, prevedeva che una quota del taglio (in totale 15,6 milioni) venisse ripartita, non in base ai dati Siope, ma in relazione al numero di autovetture ed al peso della spesa per consulenze di ciascun ente. Tali tagli, ovviamente, dovranno essere assorbiti in sede di bilancio (da approvare entro il 30 settembre), ovvero (per gli enti

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 91 9 agosto 2014 Pagina 22 Italia Oggi

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che hanno già licenziato il preventivo) mediante opportune variazioni. Ai revisori dei conti toccherà certificare le misure adottate (si veda ItaliaOggi di ieri). Le decurtazioni potranno riflettersi sulle scelte di spesa di ciascun ente sulla base dell' autonomia gestionale ed organizzativa riconosciuta ai comuni dall' ordinamento vigente, tenendo conto delle risorse disponibili. In altri termini, ciascuna amministrazione è libera di decidere dove e quanto tagliare, potendo al limite anche incrementare alcune voci di costo comprese nella tabella A, purché sia garantita la salvaguardia degli equilibri contabili. Ciò è confermato dall' art. 47, comma 12, del dl 66, ai sensi del quale «i comuni possono rimodulare o adottare misure alternative di contenimento della spesa corrente, al fine di conseguire risparmi comunque non inferiori» a quelli richiesti. Una formulazione che sembra invece precludere la possibilità di compensare le riduzioni mediante incrementi delle tasse.

MATTEO BARBERO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 92 9 agosto 2014 Pagina 23 Italia Oggi

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Lo sconto ai fini Ires si calcola integralmente nell' anno di sostenimento. Minibond, spese di emissioni subito deducibili

Subito deducibili le spese di emissione dei minibond. Le commissioni da corrispondere alla banca e alle società che emettono il rating, le commissioni di advisory, di arrangement, di collocamento nonché i compensi per le prestazioni professionali godono del regime agevolativo introdotto per incoraggiare il ricorso al mercato dei capitali da parte delle pmi non quotate. Per tutte le spese di emissione il legislatore ha previsto una deducibilità per cassa con la conseguenza che, a prescindere dal trattamento in bilancio, ai fini Ires, i costi sono dedotti integralmente nell' anno di sostenimento. Con il dl 83/2012 e il dl 221/2012 è stato incoraggiato il ricorso al mercato dei capitali mediante l' emissione di prestiti obbligazioni da parte delle pmi non quotate. L' obiettivo è stato raggiunto rimuovendo i vincoli civilistici e fiscali che impedivano e/o rendevano meno appetibile l' emissione di strumenti di debito da parte di tali imprese soprattutto se confrontate con le società quotate. Per l' emittente del prestito, una prima significativa novità è rappresentata dall' eliminazione dei vincoli esistenti in tema di deducibilità degli interessi passivi. Per le imprese non quotate, infatti, gli interessi passivi erano soggetti alla preventiva verifica della condizione di deducibilità legata al livello del tasso di rendimento effettivo (art. 3, comma 115 della legge n. 549/1995). Ora, invece, tale limitazione non trova applicazione a condizione che i titoli obbligazionari emessi da società con azioni non quotate (diverse dalle banche e dalle micro­imprese) siano, alternativamente a) negoziati in mercati regolamentati ovvero in sistemi multilaterali di negoziazione di Paesi dell' Unione europea o di Paesi aderenti all' Accordo sullo spazio economico europeo inclusi nella white list; b) non negoziati/quotati ma sottoscritti da investitori qualificati diversi dai soci, diretti o indiretti, dell' emittente e che il beneficiario effettivo dei proventi sia residente in Italia o in Stati e territori che consentono un adeguato scambio di informazioni. In presenza di una di queste condizioni, gli interessi passivi maturati sui titoli obbligazionari sono soggetti ai soli (ordinari) limiti di deducibilità di cui all' art. 96 del Tuir. Si tenga conto che per la condizione sub a) la verifica della quotazione va operata solo al momento dell' emissione dei titoli; in caso di delisting, il regime di deducibilità degli interessi non muta e, quindi, continuerà a trovare applicazione il solo regime di cui all' art.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 93 9 agosto 2014 Pagina 23 Italia Oggi

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96 del Tuir. Una seconda significativa novità è rappresentata dal regime di favore accordato per la deducibilità delle spese sostenute in sede di emissione. Esse, secondo quanto previsto dall' art. 32, comma 13, del dl. 83/2012, «sono deducibili nell' esercizio in cui sono sostenute indipendentemente dal criterio di imputazione a bilancio». In particolare, quindi, il legislatore ha introdotto un regime di deducibilità per cassa, in deroga all' ordinario regime di deducibilità (per competenza), basato sulle regole civilistiche e «accettate» dall' art. 108, comma 3 del Tuir. La definizione di «spese di emissione» è mutuabile dall' Oic 19, par. 47. In tale sede, le spese di emissione del prestito obbligazionario sono identificate con tutti gli oneri accessori sostenuti dalla società per l' emissione sul mercato del prestito obbligazionario, ivi incluse le spese legali e di altra natura connesse con l' emissione del prestito stesso. In senso più ampio, oltre alla definizione sintetica dell' Oic, le spese di emissione del prestito obbligazionario possono essere identificate, a titolo esemplificativo, con le commissioni da corrispondere alla banca e alle società che emettono il rating, le commissioni di advisory, di arrangement, di collocamento e i compensi per le prestazioni professionali di avvocati, legali, commercialisti, notai. Qualche considerazione si rende necessaria con riferimento all' Irap. Si ricorda che dal 2008 la base imponibile Irap è sganciata dall' Ires (con l' irrilevanza ai fini Irap delle rettifiche Ires) ed è determinata in base alle risultanze del conto economico (principio di derivazione). Le variazioni Irap da apportare a dette risultanze di bilancio sono numericamente contenute e comunque limitate alle specifiche regole (in deroga) espressamente previste dal dlgs 446/1997,. Dato che la norma non offre spunti interpretativi particolari e non delinea l' ambito applicativo della stessa, è da ritenere che la regola della deducibilità per cassa delle spese di emissione non trovi applicazione ai fini Irap, trovando di contro piena efficacia il principio generale della derivazione dal bilancio. Le spese di emissione sarebbero quindi deducibili, ogni anno, limiti della quota di ammortamento imputata al conto economico. Sul punto è auspicabile un chiarimento da parte dell' Agenzia delle entrate.

MARCO CRISTOFORONI E FRANCESCO LEONE

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 94 9 agosto 2014 Pagina 24 Italia Oggi

Enti locali

La circolare 26/2014 precisa l' applicabilità dei due settori impositivi nell' evento 2015. Expo, non sempre si versa l' Iva Senza elemento personale l' entità si configura per l' Ires.

In mancanza dell' elemento «personale», la stabile organizzazione può configurarsi soltanto ai fini delle imposte sui redditi e non dell' Iva, poiché l' entità è definita in modo differente nei due settori impositivi. Lo sottolinea la circolare dell' agenzia delle entrate n. 26/2014, dedicata agli aspetti fiscali dell' Expo Milano 2015 (si veda ItaliaOggi di ieri). La Corte di giustizia, nel 2006, ha avuto modo di chiarire che la nozione elaborata dal commentario Ocse ai fini reddituali, ripresa nell' art. 162 del Tuir, non può essere assunta agli effetti dell' Iva, nel cui ambito la definizione, armonizzata a livello Ue, è stata introdotta solo recentemente, con l' articolo 11 del regolamento n. 282/2011. Secondo tale disposizione, per stabile organizzazione deve intendersi qualsiasi organizzazione, diversa dalla sede principale dell' attività economica, caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e da una struttura idonea in termini di mezzi umani e tecnici atti a consentirle di ricevere e utilizzare i servizi che le sono resi, oppure di fornire i servizi di cui assicura la prestazione. La circolare mette quindi in luce la differenza delle definizioni nei due settori, evidenziando che mentre ai fini delle imposte sui redditi il requisito personale non è necessario se non indispensabile al tipo di attività esercitata, ai fini Iva, invece, l' esistenza della stabile organizzazione presuppone indefettibilmente l' impiego di risorse sia umane sia materiali. In base a queste osservazioni, dovrebbe pertanto ritenersi definitivamente superata la posizione sostenuta nella risoluzione n. 327 del 30 luglio 2008 (in parte già superata dalla risoluzione n. 108/2011), secondo cui la stabile organizzazione esistente ai (soli) fini reddituali deve essere dotata del numero di partita Iva anche se non svolge alcuna attività rilevante ai fini dell' Iva perché, ai sensi dell' art. 4 del dpr n. 633/72, ai soggetti diversi dalle persone fisiche e dagli enti non commerciali la soggettività passiva Iva è attribuita indipendentemente dalla effettuazione di operazioni rilevanti per il tributo, e l' art. 35 fa comunque obbligo ai soggetti che istituiscono una stabile organizzazione in Italia di presentare la dichiarazione di inizio attività ai fini Iva. Anche la differente definizione normativa della nozione, a prescindere dall' inesistenza di operazioni rilevanti ai fini Iva, porta invece ad ammettere la possibilità di configurare una stabile organizzazione reddituale che non sia soggetto passivo dell' Iva in

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 95 9 agosto 2014 Pagina 24 Italia Oggi

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quanto mancante dell' elemento personale e la conseguente possibilità, per il soggetto estero, di accedere ai meccanismi e istituti previsti per i soggetti non stabiliti. È opportuno ricordare che, secondo il parere reso dall' avvocato generale della Corte di giustizia Ue il 15 maggio 2014 nella causa C­605/12, non è necessario che il soggetto disponga di personale dipendente e di mezzi tecnici di proprietà, potendo utilizzare anche risorse umane e materiali di terzi. Vero è che la stabile organizzazione, ai sensi dell' art. 44 della direttiva Iva e dell' art. 11 del regolamento n. 282/201, presuppone un' organizzazione caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e una struttura idonea in termini di mezzi umani e tecnici; a tal fine, però, non sono necessari mezzi umani e tecnici propri nella misura in cui l' organizzazione disponga di mezzi di terzi come se fossero propri. Per quanto riguarda il requisito della «fissità temporale» della sede, comune ad entrambi i settori tributari, la circolare osserva che, in ambito reddituale, né la norma interna né il Commentario prevedono (fatta eccezione per il cantiere) un limite temporale di permanenza al di sotto del quale può essere esclusa l' esistenza di una stabile organizzazione. Il Commentario precisa però che la sede di affari, per essere considerata stabile organizzazione, deve avere un certo grado di permanenza, nel senso che non deve avere natura puramente temporanea, ammettendo nel contempo la possibilità di ritenere sussistente il requisito temporale qualora l' attività esercitata necessita di essere svolta in un breve arco temporale. Inoltre, prosegue la circolare, la durata di sei mesi adottata da diversi stati quale termine minimo di permanenza non può essere considerata in senso assoluto, non essendovi omogeneità delle prassi nazionali. Il termine di sei mesi va quindi considerato come un' indicazione di massima, fermo restando che l' analisi caso per caso delle situazioni concrete può portare a soluzioni differenti. Per queste ragioni, quindi, l' Agenzia ritiene che il requisito temporale vada adattato, nel caso Expo, alla durata limitata dell' evento, che comunque è destinato a protrarsi per sei mesi (1° maggio­31 ottobre 2015). Ad avviso dell' agenzia, quindi, sussiste il requisito temporale necessario per configurare l' esistenza di una stabile organizzazione quando un partecipante all' Expo svolge nel territorio italiano un' attività commerciale. È da precisare che resta ovviamente ferma, ai fini Iva, la necessità dell' elemento personale.

FRANCO RICCA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 96 9 agosto 2014 Pagina 24 Italia Oggi

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Fattura elettronica onerosa per le pmi

L' operazione «fattura elettronica» rende più complicata la vita dei fornitori, soprattutto dei più piccoli, prevedendo la conservazione elettronica obbligatoria. Dal 6 giugno scorso, infatti, l' obbligo è scattato soltanto per le forniture eseguite nei confronti dei ministeri, delle agenzie e degli enti previdenziali, ma dal 31 marzo del prossimo anno l' obbligo sarà esteso a tutte le pubbliche amministrazioni. Con l' introduzione dell' obbligo della fatturazione elettronica (dm 55/2013) agli operatori privati viene chiesto di occuparsi anche di contabilità pubblica e, sul tema, la Confederazione dell' industria manifatturiera e dell' impresa privata (Cofimi Impresa) è intervenuta ieri con un comunicato, avvisando di avere inoltrato, a numerosi enti competenti (Ministero dell' economia e delle finanze, Agenzia per l' Italia digitale, Agenzia delle entrate, Unioncamere ministero delle semplificazioni), una nota (prot. 153/2014) evidenziando le criticità delle disposizioni vigenti, stante l' introduzione di una semplificazione che, per il detto ente, appare sicuramente coercitiva. Il processo di semplificazione, per la confederazione, non può essere sempre unidirezionalmente rivolto e pensato solo per le esigenze di efficientamento della PA; se le cosiddette semplificazioni sono imposte per legge, significa che per i contribuenti non sono semplificazioni. L' unica soluzione, attualmente rintracciabile dal sito dell' Agenzia per l' Italia digitale, ancorché gratuita, non è facilmente fruibile per chi non è esperto di informatica. I fornitori meno strutturati e saltuari della p.a. sono, pertanto, costretti a rivolgersi a servizi esterni, sostenendo costi che possono anche superare il corrispettivo stesso e disagi aggiuntivi pena, questo prevede la norma, il blocco del pagamento. La Confederazione insiste, pertanto, sulla necessità di fornire celermente soluzioni gratuite di facile utilizzo che consentano la generazione delle fatture nel formato XLM, così come previsto dall' art. 4, dm 55/2013 a favore delle pmi; discorso a parte vale per gli utenti «MePA» che possono godere di una piattaforma che garantisce (gratuitamente) il servizio di fatturazione, trasmissione e anche di conservazione a norma per dieci anni. Proprio la conservazione sostitutiva, obbligatoriamente prevista dal comma 209, dell' art. 1, legge 244/2007, rappresenta, secondo Confimi, il maggiore elemento di criticità dell' intera operazione; la conservazione, infatti, è fornita gratuitamente dal sistema pubblico solo per i fornitori che hanno un catalogo attivo al «MePA». Per tutti gli altri (quelli obbligati a operare tramite il «SdI») non resta, invece, che acquistare software o soluzioni in outsourcing di cui si segnala una crescente ascesa di offerte sul mercato. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 97 9 agosto 2014 Pagina 24 Italia Oggi

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Da qui la necessità di garantire per tutti un sistema di conservazione gratuita oppure di eliminare l' obbligo in capo ai fornitori, perché, secondo i tecnici della Confederazione, non si vede come una fattura elettronica, trasmessa nel formato conforme al dm 55/2013, possa essere considerata non opponibile alla p.a. (che comunque la riceve e la conserva elettronicamente), quando il fornitore (che lo dovesse ritenere più agevole) decida, invece, di stamparla e conservarla in modo tradizionale. Con riferimento al settore privato e alla produzione delle fatture in formato .pdf, trasmesse tramite e­mail (il caso è diffusissimo), l' Agenzia delle entrate (circ. 18/E/2014) ha precisato che il cessionario può decidere se conservare a norma oppure stampare il documento, mentre diverso è il trattamento per il fornitore nei confronti del quale si parla di obbligo, a prescindere dalla scelta del cliente. (riproduzione riservata)

FABRIZIO G. POGGIANI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 98 9 agosto 2014 Pagina 24 Italia Oggi

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Fisco provinciale, intesa sui lavoratori

Deleghe alle province, sottoscritto un protocollo d' intesa per il dialogo con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Trento e Bolzano. Il protocollo siglato nei giorni scorsi è il primo step per l' attuazione di un più ampio trasferimento di funzioni da parte del ministero degli affari regionali alle province autonome di Trento e Bolzano. A bocce ferme, in particolare per quanto riguarda l' Agenzia delle entrate, alla provincia di Trento e Bolzano saranno trasferiti i dipendenti dell' Agenzia delle entrate, diventando il primo caso di Agenzia delle entrate locale. Il trasferimento è previsto dalla legge di Stabilità 2014. In concreto, si prevede di trasferire alla regione la delega sulle funzioni amministrative, organizzative e di supporto riguardanti la giustizia civile, penale e minorile, con esclusione di quelle relative al personale di magistratura, mentre alle due province verranno trasferite competenze in materia fiscale e sul Parco nazionale dello Stelvio. Con il protocollo d' intesa firmato nei giorni scorsi, i tre enti si impegnano ad attivare con le organizzazioni sindacali tre distinti tavoli tecnici rispettivamente per il personale delle agenzie fiscali, per il personale della giustizia e per il personale del Parco nazionale dello Stelvio, per un confronto preventivo su eventuali problematiche relative al rapporto di lavoro del personale destinatario della delega. Sarà anche realizzata un' apposita segreteria tecnica per supportare i tre tavoli e tenere monitorato l' iter del processo legislativo. Nel protocollo d' intesa, Regione e Province si impegnano, inoltre, una volta completata la delega, ad adottare, previa concertazione, tutti i provvedimenti concernenti il conseguente inquadramento del personale, nel rispetto delle garanzie previste dai contratti collettivi di lavoro. Nel corso dell' incontro, avvenuto oggi in regione, il presidente Rossi ha comunque precisato che il presupposto delle deleghe è la definizione con lo Stato di un quadro certo delle risorse finanziarie. Successivamente le parti dovranno determinare nel dettaglio come opereranno questi trasferimenti di funzioni in particolare, per quel che riguarda le agenzie fiscali, i rapporti sulla programmazione dell' attività di controllo.

CRISTINA BARTELLI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 99 9 agosto 2014 Pagina 25 Italia Oggi

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validi per imprese in espansione e che creano nuovi prodotti. Agricoltura, crediti d' imposta doppi

Due nuove crediti di imposta per le imprese agricole. Uno, per nuovi investimenti da parte di imprese agroalimentari e agricole che operano nel settore della pesca e dell' acquacoltura finalizzati alla realizzazione e l' ampliamento di infrastrutture informatiche per il potenziamento del commercio elettronico di prodotti agroalimentari. L' altro, per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché per la cooperazione di filiera (reti d' impresa di produzione agroalimentare), sostenute dalle imprese che producono prodotti agricoli e agroalimentari, della pesca e dell' acquacoltura. Questo è quanto previsto nel provvedimento di conversione del decreto legge competitività (91/2014), che l' assemblea di palazzo Madama, il 7 agosto scorso, ha approvato in via definitiva con 155 voti favorevoli, 27 contrari e nessun astenuto, sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Nel dettaglio, il credito di imposta per la prima tipologia è riconosciuto nel periodo d' imposta al 31 dicembre 2014 e per l' anno 2015 e 2016, nella misura del 40% delle spese e non può comunque essere superiore a 50 mila euro. Il limite di spesa per tale credito è di 500 mila euro per l' anno 2014, di 2 milioni di euro per l' anno 2015 e di 1 milione di euro per l' anno 2016. Il credito di imposta per la seconda tipologia, invece, è riconosciuto nel periodo d' imposta al 31 dicembre 2014 e per l' anno 2015 e 2016, nella misura del 40% delle spese e non può comunque essere superiore a 400 mila euro. Il limite di spesa per tale credito è 4,5 milioni di euro per l' anno 2014, di 12 milioni di euro per l' anno 2015 e di 9 milioni di euro per l' anno 2016. Fotovoltaico ­ Novità importanti per il fotovoltaico e le rinnovabili in autoconsumo con l' estensione a 500 kW del limite di potenza per accedere allo scambio sul posto. E l' esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per l' energia prodotta da impianti sotto ai 20 kW di potenza. Le eventuali rimodulazioni della quota di oneri da pagare (effettuate a cadenza biennale), varranno solo per gli impianti non ancora in esercizio al momento in cui gli aumenti verranno deliberati. Inoltre la quota da pagare non potrà salire di più di 2,5 punti percentuali per ogni aggiornamento biennale. Previste inoltre semplificazioni amministrative riguardanti la comunicazione per la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di unità di microcogenerazione. Per gli interventi già realizzabili con semplice comunicazione, viene previsto dal 1° ottobre 2014 un modello unico per l' installazione di piccoli impianti fotovoltaici approvato dal MiSe, che sostituisce i modelli adottati dai comuni, dai gestori di rete e dal Gse. Società tra professionisti ­ È stato soppresso l' articolo 33­bis, volto a estendere alle società di ingegneria previste dal codice degli appalti e costituite in forma di società di capitali la disciplina delle

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società tra professionisti introdotta dal cosiddetto decreto Bersani. La norma faceva inoltre salvi i contratti stipulati dalle società di ingegneria dall' 11 agosto 1997.

CINZIA DE STEFANIS

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 101 9 agosto 2014 Pagina 27 Italia Oggi

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Adepp, appello ad Alfano: regole chiare per gli enti

L' Adepp (l' Associazione degli enti di previdenza dei professionisti) scrive al ministro dell' interno Angelino Alfano per chiedere interventi a favore del comparto previdenziale. «Quello che si chiede», si legge su una missiva, «è un provvedimento legislativo che permetta di risolvere il problema delle povere pensioni dei nostri iscritti che, altrimenti possono avere davanti una vecchiaia che non è esagerato definire "da miserabile". Occorre, inoltre, uscire dalle pastoie burocratiche dove sono state portati gli enti con un intervento legislativo che sancisca una volta per tutte il carattere privato degli enti stessi in modo che le gestioni previdenziali (con i controlli del caso, si badi) possano operare autonomamente in favore dei propri iscritti com' è giusto che sia, per dar loro una pensione dignitosa. Siamo più che consapevoli», continua la lettera, «dello sforzo che si sta facendo per rimettere in piedi l' economia, e siamo disponibili a partecipare a tale sforzo. Come enti abbiamo investito molto nei titoli di stati italiani, e siamo disposti a investire anche e soprattutto nelle attività produttive, nelle infrastrutture, nella salvaguardia del territorio e in tutto ciò che è prodromico al rilancio dell' occupazione e del lavoro professionale».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 102 9 agosto 2014 Pagina 27 Italia Oggi

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parla il responsabile economia del Pd, filippo taddei (Pd) Casse, nessun prelievo forzoso sui patrimoni

«Non c' è in cantiere nessuna idea relativa ad un prelievo forzoso sui patrimoni delle casse dei previdenza, bensì il progetto di una maggiore sinergia affinché gli enti possano sempre più investire in Italia, ferma la libertà di movimento dei capitali». Così Filippo Taddei, responsabile economico del Pd e consigliere del premier Matteo Renzi, interviene nel dibattito avviato dalla Commissione di controllo sugli enti gestori forme di previdenza obbligatoria. La bicamerale guidata da Lello Di Gioia, infatti, qualche giorno fa ha presentato al Governo i risultati di uno studio finalizzato a riscrivere le regole per la gestione del risparmio previdenziale incentivando gli investimenti made in Italy grazie anche al supporto di Cassa depositi e prestiti. Un documento avallato dall' esecutivo, per voce del sottosegretario al ministero all' economia Pierpaolo Baretta che ha anticipato la rivisitazione della normativa con la prossima legge di stabilità (si veda ItaliaOggi del 31/7/2014). Un' attenzione per i patrimoni degli istituti pensionistici che negli ultimi anni è cresciuta costantemente, tanto che negli ambienti vicini alle casse in molti hanno visto nel documento della bicamerale una manovra di avvicinamento al risparmio previdenziale dei professionisti (almeno 60 miliardi già investiti e circa 8 di flusso contributivo ogni anno) per attingere nuove risorse, soprattutto in un momento di «recessione tecnica». L' iniziativa, del resto, non sarebbe nemmeno tanto inedita.

Domanda. Quindi le Casse possono stare tranquille? Risposta. Il prelievo forzoso non rientra nella filosofia del Governo Renzi. In questo momento di difficoltà, quello che registriamo è un calo di investimenti in Italia. Pertanto se riusciamo a creare delle sinergie con gli enti di previdenza dei professionisti ben venga. Ma tutto inevitabilmente dovrà passare da adesioni volontarie a progetti specifici. D. In passato non sono mancati i tentativi di utilizzare i patrimoni delle Casse private. Nel 2012 il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi aveva preparato un piano di svendita del patrimonio immobiliare agli inquilini. Mentre sempre sotto il governo Monti la spending review ha chiesto di risparmiare il 5/10% sulle spese intermedie e di riservare il tutto allo Stato. Insomma, son si è ancora capito quanto questi enti siano più privati o più pubblici R. Effettivamente su questo punto non c'

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è un orientamento netto da parte del governo. Siamo dell' avviso che l' autonomia di gestione sia da preservare. Ma il sistema previdenziale esige un controllo pubblico molto attento. In questo senso ben vengano tutte quelle innovazioni, vedasi la fatturazione elettronica imposta agli enti pubblici, che possono controllare meglio e più tempestivamente le spese di gestione.

D. Negli ultimi dieci anni, tutti i governi di turno hanno approvato delle liberalizzazioni delle professioni. Il governo Renzi rispetterà la tradizione? R. Al momento non ci sono liberalizzazioni in cantiere. Penso, però, che ci siano degli spazi per intervenire sul comparto. Trovo incredibile che in certi casi per correggere le prove scritte di alcune professioni, come l' avvocato o il notaio, occorra un anno e a volte anche due. Questo è inaccettabile. Bisogna accorciare questi tempi che non possono definirsi «tecnici».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 104 9 agosto 2014 Pagina 27 Italia Oggi

Enti locali

scadenze

L' Ente nazionale di previdenza dei consulenti del lavoro comunica la scadenza dei termini per la dichiarazione annuale la dichiarazione annuale e il versamento dei contributi. Entro il 16 settembre 2014 gli iscritti dovranno rendere noti all' ente il volume d' affari ai fini Iva e il reddito professionale relativi all' anno 2013. Dal 25 agosto sarà disponibile la procedura elettronica. E versare: la terza rata del contributo soggettivo minimo 2014; il conguaglio contributo soggettivo 2014, pagabile in unica soluzione o in 4 rate; il contributo integrativo 2014, il contributo di maternità 2014. Gli ingegneri e gli architetti, in possesso di partita Iva ma non iscritti Inarcassa, nonché le società di ingegneria e quelle tra professionisti (Stp) entro il 31/8/2014 devono versare il contributo integrativo eventualmente dovuto, relativo al volume d' affari 2013. Contestualmente (oppure obbligatoriamente entro il 31/10/2014) possono effettuare anche la dichiarazione relativa al reddito professionale e al volume affari 2013. Il Bollettino M.AV. deve essere generato e stampato tramite l' apposita procedura disponibile su Inarcassa On line, dalla propria pagina dedicata. Chi non avesse le credenziali per accedere, codice Pin e password, può ottenerle in pochi minuti registrandosi sulla Home del servizio telematico . L' Ente nazionale di previdenza degli psicologi avvia una chiamata alle idee per la professione. Fino al 30 novembre saranno raccolte esperienze, progetti e idee di intervento, realizzate o in corso di realizzazione, in cui sia possibile una valutazione dell' impatto sociale e dell' impatto economico. Le esperienze raccolte costituiranno il primo portafoglio di interventi del mondo psicologico da mettere a disposizione della pubblica amministrazione e della società, per realizzare un progetto all' avanguardia per il rilancio del welfare e della Psicologia.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 105 9 agosto 2014 Pagina 28 Italia Oggi

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Anticipo nei limiti dei contributi dovuti. Liquidazione tfr compensabile

L' impresa che liquida il tfr del fondo di tesoreria Inps non può metterlo a conguaglio per un importo superiore ai contributi mensili dovuti. Lo precisa l' Inps nel messaggio n. 6509/2014. La questione interessa le aziende con almeno 50 addetti che dal 2007 sono costrette a versare al fondo di tesoreria le quote di tfr dei propri dipendenti. La relativa disciplina (decreto 30 gennaio 2007) prevede che le quote così accantonate presso il predetto fondo, al momento della liquidazione al dipendente, vengano anticipate integralmente dal datore di lavoro, salvo conguaglio con le quote mensili dovute al fondo stesso «a valere prioritariamente sui contributi dovuti al Fondo riferiti al mese di erogazione della prestazione e, in caso di incapienza, sull' ammontare dei contributi dovuti complessivamente agli enti previdenziali nello stesso mese». Successivamente (circolare n. 70/2007) l' Inps ha precisato che i conguagli dei datori di lavoro non possono essere mai superiori alle somme dagli stessi versate al fondo tesoreria e ai contributi dovuti nel mese cui si riferisce l' erogazione della prestazione. Nonostante ciò e malgrado l' arco temporale trascorso, l' Inps rileva frequentemente aziende che, in difformità alle predette norme di legge e di prassi, erogano direttamente ai lavoratori anticipazioni o liquidazioni di competenza del fondo tesoreria, ponendole a conguaglio per un ammontare superiore a quello del singolo mese cui si riferisce la denuncia contributiva, così determinando una «denuncia a credito» per l' azienda. In merito, l' istituto ribadisce che, in presenza di operazioni di conguaglio di prestazioni a carico del fondo di tesoreria, l' ipotesi di denuncia a credito azienda è limitata ai soli casi di conguaglio di prestazioni ordinarie anticipate dai datori di lavoro in nome e per conto dell' Istituto (ad esempio, indennità economiche di malattia/maternità, cig, cigs ecc.) e/o di misure compensative. E aggiunge che nei casi di incapienza mensile, resta fermo l' obbligo di richiedere l' intervento diretto del fondo tesoreria, che provvederà ad erogare l' importo della prestazione per la quota di propria spettanza. © Riproduzione riservata.

CARLA DE LELLIS

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 106 9 agosto 2014 Pagina 28 Italia Oggi

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Le istruzioni dell' Inps sul nuovo regime di solidarietà introdotto dalla legge Fornero. Niente cig se mancano i soldi Le prestazioni dei fondi vincolate al pareggio di bilancio.

Stop assistenzialismo. Se scarseggiano i contributi, l' Inps non potrà più erogare prestazioni. È stata la riforma Fornero (legge n. 92/2012) a fissare il principio (si chiama obbligo di bilancio in pareggio), in relazione ai nuovi fondi di solidarietà aventi la funzione di erogare prestazioni a sostegno del reddito (i nuovi ammortizzatori sociali). Crisi o non crisi, disoccupati o meno, dunque, i lavoratori riceveranno le prestazioni solo se all' Inps risultino accantonate risorse a sufficienza. A precisarlo è lo stesso istituto previdenziale nella circolare n. 99 di ieri. Solo imprese. L' istituto illustra la normativa relativa ai c.d. fondi di solidarietà, un' invenzione della riforma Fornero (art. 3, commi 4 e seguenti, della legge n. 92/2012) con la finalità di garantire forme di sostegno al reddito per tutti i lavoratori, a cominciare da quelli non coperti dalla disciplina in materia di integrazione salariale (cig e mobilità). Tali fondi, spiega l' Inps, «hanno lo scopo di assicurare ai lavoratori delle imprese di uno o più settori, una tutela in costanza di rapporto di lavoro, nei casi di riduzione o sospensione dell' attività lavorativa». In tal modo è, dunque, confermata la precisazione del ministero del lavoro, cioè l' esclusione degli studi professionali (interpello n. 21/2014). Fondi obbligatori. In tutto sono quattro le tipologie di fondi (si veda tabella). La prima è obbligatoria per tutti i settori non coperti dalla normativa in materia d' integrazione salariale, in relazione a datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti. I fondi non hanno personalità giuridica e costituiscono gestioni dell' Inps. Le prestazioni e i relativi obblighi contributivi non si applicano al personale dirigente se non espressamente previsto. Fondi facoltativi. Come dice il nome, la loro istituzione è facoltativa, nel senso che possono essere costituiti con le stesse modalità previste per l' istituzione dei fondi obbligatori, in quei settori già coperti dalla normativa sulle integrazioni salariali. Tali fondi possono assicurare ai lavoratori le medesime prestazioni che possono perseguire i fondi obbligatori, vale a dire: a) una tutela integrativa rispetto a prestazioni connesse alla perdita del posto di lavoro o a trattamenti di integrazione salariale, previsti dalla normativa vigente; b) assegni straordinari a sostegno del reddito, quale agevolazione all' esodo, ai lavoratori che raggiungano i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata nei successivi cinque

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 107 9 agosto 2014 Pagina 28 Italia Oggi

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anni; c) contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o europei. Fondi alternativi. Il terzo genere di fondi è alternativo a quello obbligatorio e facoltativo. Si rivolgono, in particolare, ai settori in cui siano operanti consolidati sistemi di bilateralità, ad esempio quello artigianale. Le prestazioni sono le stesse degli altri fondi. Fondo residuale. L' ultima tipologia è quella attiva dal 1° gennaio, obbligatoria per i settori, i datori di lavoro e le classi dimensionali superiori a 15 dipendenti, non coperti dalla normativa sulle integrazioni salariali, per i quali non siano stati stipulati accordi o contratti collettivi volti all' attivazione di fondi obbligatori. Rubinetti chiusi. L' aspetto innovativo della disciplina è rappresentato dal vincolo del «bilancio in pareggio», che si traduce in pratica nella chiusura dei rubinetti di spesa pubblica. Il principio infatti vuole che le prestazioni erogabili dai fondi siano strettamente correlate alle contribuzioni versate dai datori di lavoro. E l' Inps non erogherà prestazioni in eccedenza rispetto alle risorse disponibili. © Riproduzione riservata.

DANIELE CIRIOLI

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ALITALIA/ Dopo mesi di trattative snervanti. Plauso anche dalle sigle sindacali. Il matrimonio è stato celebrato Intesa con Etihad: più lungo raggio e investimenti.

Dopo mesi di intense e difficili trattative, è stato firmato l' accordo tra Alitalia ed Etihad, in base al quale la compagnia emiratina entrerà nel capitale di quella italiana con una quota del 49%. La firma è avvenuta dopo il via all' accordo da parte dell' assemblea di Alitalia e dopo quello sindacale sul costo del lavoro, firmato in nottata anche da Uil e sindacati del personale di volo, che, in un primo tempo, avevano bocciato l' intesa. I contenuti dell' accordo sono stati illustrati, nel corso di una conferenza stampa, dai numeri uno delle due compagnie, Gabriele Del Torchio e James Hogan. L' accordo di investimento tra Alitalia ed Etihad, ha spiegato Hogan, «prevede 1,758 miliardi di euro per ristrutturarla. Saremo sempre partner, vogliamo collaborare, avere obiettivi comuni, creare una rete di crescita e ridurre i costi. Alitalia è un brand incredibile», che Hogan vuole rendere «più sexy». Gabriele Del Torchio ha garantito che gli azionisti di Alitalia sono «solidi e importanti, tra cui primarie banche (che hanno già espresso la volontà di uscire alla fine del lock up, tra 4 anni) e Atlantia. Il manager ha poi ribadito che l' investimento di Poste «ha una logica industriale, ci sono importanti sinergie»: anche Hogan si è detto fiducioso che l' alleanza avrà il via libera dell' Unione europea. L' investimento di Etihad airways, per 560 mln, consisterà in iniezioni di liquidità, acquisti di asset e linee di finanziamento per la ristrutturazione del bilancio. Etihad acquisirà una quota del 49%, con un investimento di 387,5 mln. Esso comprende anche 112,5 mln per una quota del 75% di Alitalia loyalty, il programma fedeltà della compagnia di bandiera e prevede l' acquisto da parte di Etihad di cinque coppie di slot nell' aeroporto londinese di Heathrow per 60 mln. Etihad punta sulla crescita proficua dei voli a lungo raggio, sia da Roma Fiumicino che da Milano Malpensa. L' investimento sarà affiancato da un aumento di capitale da 300 mln, da parte degli attuali azionisti principali di Alitalia. All' aumento parteciperanno Intesa San Paolo (88 mln), Poste italiane (75 mln), Unicredit (63,5 mln), Atlantia (51 mln), Immsi (10 mln), Pirelli (10 mln) e Gavio (2,5 mln). I punti dell'

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accordo prevedono, tra l' altro, il ritorno alla redditività del vettore italiano nel 2017, sette nuove rotte intercontinentali, 23 mln di passeggeri nel 2018 e destini diversi per gli scali di Fiumicino e di Malpensa. Finalmente rasserenato anche il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, che ha seguito passo a passo, per il governo, tutto l' evolversi della trattativa. © Riproduzione riservata.

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Primarie per la scelta dei consiglieri regionali

Un nutrito numero di esponenti del Pd imolese ha approvato un documento in cui chiede le Primarie per la scelta dei candidati al consiglio regionale delle prossime elezioni di novembre. Emanuela Giangrandi Non sarebbe del resto una grande novità considerato che nell'imolese si fecerò già per le elezioni regionali del 1994.... E nella Bassa Romagna? Il tema è all'attenzione degli iscritti? Non abbiamo ancora ricevuto comunicati in merito eppure le Primarie per l'elezione del nuovo Governatore si svolgeranno presto, il 21 o il 28 settembre. Anche Lugo del resto vanta un suo primato "democratico", quelle delle Primarie per la scelta dei candidati al consiglio comunale nelle elezioni del 1999..... Nel totoconsiglieri i nomi di Emanuela Giangrandi e di Serena Fagnocchi Arrigo Antonellini

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Elezioni regionali. Le Primarie del PD il 28 settembre

A sostegno della candidatura di Roberto Balzani A seguito della riunione costitutiva, ed in pieno accordo con lo staff di Roberto Balzani, l'associazione Ago.Ra ha costituito ieri il comitato ufficiale Ravenna per Balzani a sostegno della candidatura del prof. Roberto Balzani alle primarie del centrosinistra per la presidenza della regione Emilia Romagna previste per il 28 settembre 2014. In accordo ed in costante contatto con lo stesso Prof. Balzani, il comitato si prefigge il compito di organizzare e coordinare tutte le attività ed iniziative necessarie alla campagna elettorale sul territorio locale, avendo ricevuto numerosi ed importanti riscontri, adesioni e simpatie da molti esponenti dell'imprenditoria e della politica locali. Dopo l'impegno per il comitato Ravenna per Matteo Renzi, la scelta di appoggiare la candidatura di Balzani ha visto il consenso unanime di tutti gli iscritti e simpatizzanti all'associazione, vista come una opportunità per portare anche nella nostra regione quel cambiamento perseguito da sempre con l'appoggio a Matteo Renzi, ma purtroppo ancora non arrivato nella nostra regione. Per la figura di coordinatore del comitato è stato scelto lo stesso presidente di Ago.Ra, Avv. Giuseppe Roccafiorita, che già aveva dato il proprio contributo coordinando il comitato Ravenna per Matteo Renzi lungo tutto il percorso che portò Renzi alla segreteria del Partito Democratico. Verranno a breve comunicate le date in cui sarà presente nel nostro territorio il prof. Balzani e tutte le iniziative programmate Per eventuali chiarimenti, chiamare il 340/2662001 Giuseppe Roccafiorita Presidente ass. AGO.RA tel. 0544/408369 Fax 0544/1930313 posta el. [email protected]

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Devo ringraziare lei e la sua indiretta opera di mediazione

Egregio Direttore (egregio? perchè un direttore per definizione è egregio?!! N.d:r) L'altro ieri, 7 agosto, avevate pubblicato una mia considerazione in merito alla qualità dei lavori di segnaletica stradale, attualmente in opera in città, da parte della nostra amministrazione comunale. Bene: ieri, venerdì 8 agosto, alle ore 8,30 si è puntualmente presentata in Via Tasso una squadra di operatori per ridipingere la segnaletica di interdizione di parcheggio, non più visibile all'imbocco con Via Compagnoni. Devo ringraziare lei e la sua indiretta opera di mediazione, che (talvolta) permette l'immediata concretizzazione, a seguito dell'efficace attività mediatico­ professionale. Prima la fuga di acqua sulla strada Tasso, che è stata riparata il giorno dopo la pubblicazione della mia mail (ma riparata dopo 15 giorni dalla comunicazione all'HERA, con una presunta fuoriuscita (= perdita = chi paga ?) di più 20.000 litri d'acqua), ora la realizzazione della segnaletica di interdizione di parcheggio, il giorno dopo la pubblicazione della mia mail. Ho evidenziato l'oggetto di questa mia, con laodierna presenza di sole in Via Tasso, ma auspico che questo metaforico sole possa rimanere, in quanto se dovesse nuovamente piovere a dirotto come negli ultimi periodi, ci troveremmo ancora con i piedi nell'acqua, a causa del mal funzionamento degli scarichi fognari (come già detto, con presenza di rigogliosa vegetazione interna) che da Via Tasso versano in Via Compagnoni (comunicazione fatta ad HERA mesi addietro, ma ancora addietro nel provvedimento di realizzazione). Grazie ancora e sincere cordialità. Giancarlo Rustichelli Consigli per gli acquisti.....a costo zero: leggete a fate leggere Pavaglionelugo.net Il direttore

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Andiamo al cinema nella assa Romagna

Lugo Cinema Estate Oggi, sabato 9 agosto, NOAH di Darren Aronofsky, con Russel Crowe. Nell'intervallo del film è prevista l'estrazione fra gli spettatori di buoni sconto da 10 da utilizzare nei Supermercati CRAI di Lugo, Cotignola, Massalombarda e Voltana Noah è il prescelto dal Creatore per eseguire le sue volontà. L'uomo deve costruire un'arca capace di contenere due esemplari di tutte le specie animali per metterli in salvo dall'arrivo di un diluvio che sommergerà tutte le terre emerse per lungo tempo. Il sacrificio di Noah e la sua devozione alla "missione", però, lo mettono in aspro conflitto con la sua famiglia prima che con se stesso. DATA USCITA: 10 aprile 2014 GENERE: Biblico, Drammatico REGIA: Darren Aronofsky SCENEGGIATURA: Darren Aronofsky, John Logan ATTORI: Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, Logan Lerman, Ray Winstone, Douglas Booth, Anthony Hopkins, Kevin Durand, Sami Gayle, Marton Csokas, Dakota Goyo, Barry Sloane, Nick Nolte, Mark Margolis, Frank Langella, Don Harvey, Sophie Nyweide Domani, Domenica 10 agosto THE WOLF OF WALL STREET di Martin Scorsese, con Leonardo Di Caprio Basato su una storia vera, The Wolf of Wall Street segue l'impressionante ascesa e la caduta di Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio), il broker di New York che conquista una fortuna incredibile truffando milioni di investitori. Il film segue la folle cavalcata di Belfort, un giovane "nuovo arrivato" a Wall Street che si trasforma via via in un corrotto manipolatore dei mercati e in un cowboy della Borsa. Avendo conquistato rapidamente una ricchezza enorme, Jordan la utilizza per comprarsi un'infinita gamma di afrodisiaci: donne, cocaina, automobili, la moglie supermodella e una vita leggendaria fatta di aspirazioni e acquisti senza limiti. Ma mentre la società di Belfort, la Stratton Oakmont, è sulla cresta dell'onda e sguazza nella gratificazione edonistica più estrema, la SEC e l'FBI tengono d'occhio il suo impero contrassegnato dagli eccessi. DATA USCITA: 23 gennaio 2014 GENERE: Drammatico REGIA: Martin Scorsese SCENEGGIATURA: Terence Winter ATTORI: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler, Rob Reiner, Jon Bernthal, Jon Favreau, Jean Dujardin, Joanna Lumley, Christine Ebersole Potete trovare tutte le informazioni sulla programmazione di Lugo Cinema Estate sul sito www.lugocinema.net

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Fusignano: Mordraud conquista anche gli States

Al Comic­Con di San Diego il cortometraggio dello studio fusignanese 3pix conquista la finale Un successo a stelle e strisce la proiezione al Comic­Con International Independent Film Festival di San Diego del cortometraggio di presentazione del primo romanzo della saga fantasy Mordraud scritta da Fabio Scalini. Un meticoloso lavoro di produzione video curata dal 3pix Studio di Fusignano capitanato dal regista Riccardo Piana che conquista l'accesso tra le opere finaliste della nota kermesse tematica californiana. Un'esperienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori estremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore proveniente dall'Italia racconta Piana Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle location ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto. Una buona vetrina di presentazione nazionale ed internazionale per un processo di riscoperta di luoghi dalla significativa valenza storica, culturale ed artistica. Il cortometraggio realizzato dal 3pix Studio di Fusignano si inserisce nell'ampia progettualità focalizzata sulla produzione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il primo dei quali è Mordraud, già tradotto in lingua inglese: Scalini è un autore bravissimo, Mordraud mi ha letteralmente rapito per concezione, trama e modalità di scrittura. Un prodotto made in Romagna che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi la propria collocazione nel panorama fantasy mondiale, conclude il regista. Soddisfazione rimarcata anche dalle parole del Sindaco di Fusignano Nicola Pasi: Complimenti a Riccardo Piana ed a tutto lo staff 3pix Studio per il meritato riconoscimento internazionale. Un altro prestigioso traguardo conseguito da Mordraud, un lavoro di squadra curato nei minimi dettagli. Con professionalità e passione a Fusignano anche il "fantasy" diventa una bella realtà.

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L'intramontabile fascino del cinema

Quasi duecento persone presenti alla proiezione itinerante curata da Mario Maginot Mazzotti Un successo la proiezione itinerante Bagnacavallo: un nome, un volto nel cinema italianoa spasso per la città! curata da Mario Maginot Mazzotti. Quasi duecento persone hanno preso parte al secondo appuntamento targato Bagnacavallo Festival 2014 (5 26 agosto 2014) con tematiche cinematografiche protagoniste di un percorso itinerante partito da Piazza Nuova. Ventitré soggetti, un'ora circa di proiezione, una passeggiata notturna che ha riscoperto cinque location scenografiche cittadine inserite in produzioni per il piccolo e grande schermo sottolineandone l'evoluzione legata allo scorrere del tempo. Gli eventi della prossima settimana inseriti nel cartellone del Bagnacavallo Festival 2014: martedì 12 agosto ore 21, piazzetta del Carmine, Burattini in farsa e mercoledì 13 agosto ore 21.30, giardino di casa Brunetti a Villanova (via Petrarca, 30), viaggio nella musica del Novecento e non solo con l'attesa interpretazione NonSoloRota.

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LUGdlaRumàgna porta le birre artigianali in trasferta a Marina di Ravenna, domani e domenica

Il 9 e 10 agosto primo appuntamento nell'area ex­cinema all'aperto Dopo anni in stato di abbandono il 9 e 10 agosto sarà possibile visitare a Marina di Ravenna l'area che una volta ospitava il cinema all'aperto. Il progetto di recupero nasce dall'iniziativa dell'associazione senza scopo di lucro LUGdlaRumàgna che, anche quest'anno, ha deciso di fare rivivere per la stagione estiva un locale in disuso: il ristorante Al Porto di viale delle Nazioni n. 2 a Marina di Ravenna. L'apertura dell'area ex­ cinema (ingresso dal parcheggio privato del Ristorante Al Porto) vedrà protagonisti sette birrifici artigianali provenienti da diverse regioni italiane. Un evento comprendente uno spazio per bambini con gonfiabili, l'area ristoro e un corner per musica dal vivo oltre alla degustazione ed all'acquisto di prodotti settoriali di qualità. Un'area merceologica, quella dei microbirrifici, che registra un trend in forte ascesa con un incremento costante di consumatori per quello che poco tempo fa era considerato settore di nicchia per appassionati. Fino al prossimo settembre nell'area ex­cinema è previsto un calendario di eventi (incontri, esposizioni, spazio famiglie) che cercheranno di coinvolgere turisti e residenti di Marina di Ravenna. LUGdlaRumàgna nasce dall'esperienza portata avanti nel 2013 da alcune associazioni lughesi no­profit a Marina di Ravenna grazie a un progetto originale, innovativo, unico nel suo genere: un ristorante temporaneo senza scopo di lucro in cui l'utile di esercizio è stato reinvestito nelle attività di volontariato delle associazioni sostenitrici del progetto. L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Provincia di Ravenna, dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dei Comuni di Ravenna e Lugo e delle associazioni di categoria CNA e Confartigianato di Lugo. Oggi il progetto si apre a nuove prospettive per la valorizzazione del territorio dell'intera provincia di Ravenna ed alle associazioni no­profit che svolgono il loro importante servizio a favore della comunità. Una sorta di upgrade concernente la volontà di dare stabilità, sia fisica che temporale, all'iniziativa, creando un servizio per più realtà locali (la parola in dialetto Lug è adottata con il doppio significato sia di Lugo che di luoghi) che siano precisi punti di riferimento nel territorio, attorno ai quali fare ruotare progetti collaterali e integrativi. Le finalità rimangono le stesse del progetto originale: ­ promuovere le Terrae di Romagna e le città europee a loro gemellate; ­ coinvolgere aziende e associazioni del territorio, in veste di fornitori, promotori e sostenitori del progetto; ­ creare una risorsa economica per finanziare le attività delle associazioni no­profit

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 117 9 agosto 2014 lugonotizie.it

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sostenitrici del progetto; ­ promuovere progetti attivi di solidarietà; ­ fare risaltare il volontariato come risorsa propositiva nella condivisione di valori; ­ ridare vita a locali in disuso. Non meno importante è la collaborazione di LUGdlaRumàgna con Romagna Twin Net, il comitato delle Associazioni di Gemellaggio e Pro Loco dei diciotto Comuni della Provincia di Ravenna che hanno rapporti di amicizia con oltre 40 città europee: un grosso impegno quindi per fare conoscere le eccellenze della Romagna sia nel nostro territorio che all'estero, con lo scopo di creare una "rete" turistica e commerciale. Il primo locale affiliato al progetto non poteva che avere sede se non dove tutto ha avuto origine, cioè a Lugo di Romagna: all'interno del Pavaglione è stato aperto, con grande successo di pubblico, un negozio/birreria per la vendita e consumazione sul posto di specialità tipiche romagnole e delle città gemellate. La tradizionale piadina, il vino delle cantine del territorio e la birra dell'Alta Franconia (la regione di Kulmbach, città tedesca gemellata con Lugo) allietano l'atmosfera del locale che profuma di Europa.

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Viabilità, via Tellarini chiusa al traffico da lunedì 11

Dalle ore 8 dell'11 agosto, fino al termine dei lavori sulla rete dell'acquedotto via Tellarini sarà chiusa al traffico veicolare e vi sarà posto divieto di sosta con rimozione nel tratto fra via Marescotti e via Giordano Bruno. L'accesso ai residenti sarà garantito. In via Marescotti sarà ripristinato il senso unico di marcia, con direzione verso via Tellarini.

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Fusignano: "Mordraud" conquista anche gli States

Un successo a stelle e strisce la proiezione al Comic­Con International Independent Film Festival di San Diego del cortometraggio di presentazione del primo romanzo della saga fantasy Mordraud, scritta da Fabio Scalini. Un meticoloso lavoro di produzione video curata dal 3pix Studio di Fusignano capitanato dal regista Riccardo Piana che conquista l'accesso tra le opere finaliste della nota kermesse tematica californiana. Un'esperienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori estremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore proveniente dall'Italia racconta Piana Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle location ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto. Una buona vetrina di presentazione nazionale ed internazionale per un processo di riscoperta di luoghi dalla significativa valenza storica, culturale ed artistica. Il cortometraggio realizzato dal 3pix Studio di Fusignano si inserisce nell'ampia progettualità focalizzata sulla produzione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il primo dei quali è Mordraud, già tradotto in lingua inglese: Scalini è un autore bravissimo, Mordraud mi ha letteralmente rapito per concezione, trama e modalità di scrittura. Un prodotto made in Romagna che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi la propria collocazione nel panorama fantasy mondiale, conclude il regista. Soddisfazione rimarcata anche dalle parole del Sindaco di Fusignano Nicola Pasi: Complimenti a Riccardo Piana ed a tutto lo staff 3pix Studio per il meritato riconoscimento internazionale. Un altro prestigioso traguardo conseguito da Mordraud, un lavoro di squadra curato nei minimi dettagli. Con professionalità e passione a Fusignano anche il "fantasy" diventa una bella realtà.

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Lugo cinema estate, la programmazione del fine settimana

Continua la programmazione cinematografica al Parco del Lago, in via Quarantola a Lugo, che in questo fine settimana prevede: American Hustle. L'apparenza inganna di David O. Russel (8 agosto), Noah di Darren Aronofsky (9 agosto) e The wolf of Wall Street di di Martin Scorsese (10 agosto). Nella serata di sabato, durante l'intervallo, ci sarà l'estrazione fra gli spettatori di buoni sconto da 10 da utilizzare nei Supermercati CRAI di Lugo, Cotignola, Massalombarda e Voltana. Di seguito le trame. AMERICAN HUSTLE L'apparenza inganna di David O. Russel. Con Bradley Cooper, Christian Bale, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Amy Adams Ambientato nel seducente mondo di uno dei più sbalorditivi scandali che hanno scosso gli Stati Uniti, American Hustle racconta la storia di un brillante impostore, Irving Rosenfeld (Christian Bale), che, insieme alla sua scaltra amante britannica Sydney Prosser (Amy Adams), viene obbligato a lavorare per un agente dell'FBI fuori controllo, Richie DiMaso (Bradley Cooper). DiMaso li catapulta in un mondo di faccendieri, intermediari del potere, mafiosi un mondo tanto pericoloso quanto affascinante. Jeremy Renner è Carmine Polito, un volubile e influenzabile politico del New Jersey, stretto tra la morsa dei truffatori e dei federali, mentre l'imprevedibile moglie di Irving, Rosalyn (Jennifer Lawrence), potrebbe essere l'elemento che farà crollare il castello di finzioni. NOAH di Darren Aronofsky. Con Russel Crowe, Emma Watson, Anthony Hopkins Kevi Noah è il prescelto dal Creatore per eseguire le sue volontà. L'uomo deve costruire un'arca capace di contenere due esemplari di tutte le specie animali per metterli in salvo dall'arrivo di un diluvio che sommergerà tutte le terre emerse per lungo tempo. Il sacrificio di Noah e la sua devozione alla "missione", però, lo mettono in aspro conflitto con la sua famiglia prima che con se stesso. THE WOLF OF WALL STREET di Martin Scorsese. Con Leonardo Di Caprio Basato su una storia vera, The Wolf of Wall Street segue l'impressionante ascesa e la caduta di Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio), il broker di New York che conquista una fortuna incredibile truffando milioni di investitori. Il film segue la folle cavalcata di Belfort, un giovane "nuovo arrivato" a Wall Street che si trasforma via via in un corrotto manipolatore dei mercati e in un cowboy della Borsa. Avendo conquistato rapidamente una ricchezza enorme, Jordan la utilizza per comprarsi un'infinita gamma di afrodisiaci: donne, cocaina, automobili, la moglie supermodella e una vita leggendaria fatta di aspirazioni e acquisti senza limiti. Ma mentre la società di Belfort, la Stratton

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Oakmont, è sulla cresta dell'onda e sguazza nella gratificazione edonistica più estrema, la SEC e l'FBI tengono d'occhio il suo impero contrassegnato dagli eccessi. Spettacolo 0Commenti

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 122 8 agosto 2014 Ansa

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C' è Super Luna,a rischio spettacolo stelle cadenti S.Lorenzo Ma desideri 'garantiti' con altri sciami fino a fine mese.

Desideri salvi nonostante la super Luna: domenica 10 la Luna raggiungerà il massimo annuale della luminosità, tanto da 'cancellare' la vista di molte delle stelle cadenti di San Lorenzo, ma lo spettacolo sarà comunque assicurato nei giorni successivi con sciami di meteore fino a fine mese. A confortare gli amanti del cielo notturno ci saranno Venere e Giove che si 'sfioreranno' all' alba del 18, diventando tanto luminosi che l' ultima volta le loro luci furono scambiate per Ufo. "La Luna particolarmente luminosa ­ Paolo Volpini dell' Unione Astrofili Italiana ­ prevista per il 10 darà certamente fastidio, ma lo spettacolo delle stelle cadenti sarà comunque assicurato". Il picco delle meteore di San Lorenzo, le cosiddette Perseidi, è infatti previsto per il 12 agosto quando la Luna avrà iniziato la fase calante e poco dopo si potrà assistere ad altri sciami di meteore, ossia le Kappa Cignidi pochi giorni dopo. Per quelli che non saranno però riusciti a soddisfare tutti i desideri si segnala la congiunzione super spettacolare dei due 'oggetti' più luminosi del cielo: Venere e Giove in congiunzione, con il massimo avvicinamento all' alba del 18. "L' ultima volta ­ ha aggiunto Volpini ­ le loro luci furono scambiate per Ufo"

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 123 8 agosto 2014 Ravenna24Ore.it

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A Cervia la notte di San Lorenzo tra fuochi d' artificio, stelle cadenti e musica

Alle 23 in spiaggia libera torna lo spettacolo pirotecnico La spiaggia di Cervia si prepara a festeggiare la notte di San Lorenzo del 10 agosto tra fuochi d' artificio, stelle cadenti, musica e delizie del palato. Accanto al prologo della rituale tombola in piazza, non mancheranno le sorprese dedicate al pubblico di tutti i tipi e, soprattutto, di tutte le età. Tutta la città sarà in festa, con musica e feste sul mare in attesa dei fuochi d' artificio, con tutti gli stabilimenti balneari aperti per questa magica notte di festa. Saranno 25 minuti di grandi emozioni con gli occhi al cielo per suggestioni di luci, colori, scie luminose, oro argento e scintille in uno spettacolo unico dove la sapiente esperienza dei maestri dell' arte pirotecnica guiderà come ogni anno con maestria una pioggia di luci composta in sorprendenti miscele di meraviglia e incanto. Dalle 23.00 sulla spiaggia di Cervia. Sul sito web dedicato alla festa www.sanlorenzoacervia.it un invito a fotografare la festa e a tornare in occasione del capodanno cervese " Metti a fuoco e ritorna a Capodanno". Le immagini più belle e suggestive saranno pubblicate proprio sul sito della festa. Il torrone delle stelle Quest' anno, sotto le stelle di San Lorenzo anche il torrone di Cremona, città che con Cervia ha stretto un solido legame di amicizia. Quest' anno il torrone che sempre di più è diventato un dolce da gustare in ogni stagione, si propone in lamine ghiacciate nella notte di San Lorenzo al Fantini Club nella iniziativa "Il Torrone delle Stelle". Qiu si potrà inoltre ammirare una spettacolare scultura gigante di torrone, realizzata da Sperlari a forma di violino (lunga 6 mt e alta 2,20) realizzata per celebrare l' arte della liuteria cremonese, che dal 2012 è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale e Immateriale UNESCO. Il programma della giornata Come ogni anno la giornata dedicata a San Lorenzo parte con la tradizionale tombola in piazza Garibaldi (ore 19.00) preceduta dal concerto della Banda Cittadina (ore 17.00). Un mercatino di dolci e giocattoli e prodotti gastronomici è attivo sul lungomare già dalle 17.00 e prosegue fino a notte in attesa dei tradizionali fuochi d' artificio. .

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 124 8 agosto 2014 Ravenna24Ore.it

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Fusignano, Mordraud conquista "Hollywood"

Al Comic­Con di San Diego il cortometraggio dello studio fusignanese 3pix arriva in finale Il romanzo della saga fantasy "Mordraud scritto dal romagnolo Fabio Scalini è diventato un cortometraggio e ha riscosso il meritato successo al prestigioso festival Comic­Con di San Diego, in California. Un meticoloso lavoro di produzione video curata dal 3pix Studio di Fusignano capitanato dal regista Riccardo Piana che conquista l' accesso tra le opere finaliste della nota kermesse tematica californiana. "Un' esperienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori estremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore proveniente dall' Italia ­ racconta Piana ­ Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle location ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto. Una buona vetrina di presentazione nazionale ed internazionale per un processo di riscoperta di luoghi dalla significativa valenza storica, culturale ed artistica". Il cortometraggio realizzato dal 3pix Studio di Fusignano si inserisce nell' ampia progettualità focalizzata sulla produzione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il primo dei quali è "Mordraud", già tradotto in lingua inglese: "Scalini è un autore bravissimo, Mordraud mi ha letteralmente rapito per concezione, trama e modalità di scrittura. Un prodotto made in Romagna che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi la propria collocazione nel panorama fantasy mondiale", conclude il regista. Soddisfazione rimarcata anche dalle parole del Sindaco di Fusignano Nicola Pasi: "Complimenti a Riccardo Piana ed a tutto lo staff 3pix Studio per il meritato riconoscimento internazionale. Un altro prestigioso traguardo conseguito da Mordraud, un lavoro di squadra curato nei minimi dettagli. Con professionalità e passione a Fusignano anche il 'fantasy' diventa una bella realtà".

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 125 9 agosto 2014 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

L' AGRICOLTORE GIORGIO FERRUZZI, IMPRENDITORE A VOLTANA. «A volte i risarcimenti sono solo parziali»

ANCHE per i coltivatori diretti della Bassa Romagna sembra proprio non esserci pace. Come se non bastassero i mille problemi che vanno dal clima ai prezzi, ci si mettono anche alcune specie di animali selvatici che, alla ricerca di cibo e per abbeverarsi, spesso arrecano danni alle colture. A spiegare i problemi quotidiani che si incontrano in campagna è Giorgio Ferruzzi, imprenditore agricolo 50enne di Voltana, contitolare di un vivaio ornamentale di svariati a Villapianta. «I danni più consistenti nel nostro vivaio li fanno le lepri ­ spiega ­. Nel periodo invernale ?rosicchiano' infatti le piantine degli alberi, compromettendole». I rimborsi non sono sempre certi, però: «La Provincia, a fronte di una richiesta specifica, negli anni scorsi ha effettuato un rimborso parziale, naturalmente solo in seguito alla perizia di un loro esperto». In estate invece arrivano ghiandaie e merli: «Nei periodo particolarmente siccitosi alcune specie di volatili, per abbeverarsi, beccano le manichette dell' irrigazione, forandole vicino agli ugelli da dove esce l' acqua. Danni che vanno riparati. Quest' anno, complici le frequenti piogge non abbiamo per fortuna ancora utilizzato l' irrigazione e quindi non sono in grado di sapere se i volatili hanno "forato'. Negli anni scorsi abbiamo ottenuto un parziale rimborso, mentre l' ultimo anno non si è ottenuto nulla. Poi ci sono gli storni che a fine estate possono danneggiare le vigne. Senza dimenticare istrici e nutrie che, a primavera inoltrata prendono di mira i bietolotti da seme». A volte però ci si mettono di mezzo pure gli esseri umani? «Ci sono certi cacciatori disonesti ­ continua ­ che entrano nel vivaio, cosa proibitissima, sparando come se niente fosse. Ho trovato piante ? impallinate' e altre spaccate. Senza contare il rischio per le persone». Passando ai danni che gli animali possono arrecare agli alberi da frutto è la già citata ghiandaia a flagellare le coltivazioni. Poco dopo l' alba va a ?beccare' a ripetizione pesche, susine, albicocche e ogni genere di frutti, meglio se quasi maturi )e anche il mais). In alcuni pescheti a est di Voltana è stato colpito fino al cinque per cento dei frutti. Luigi Scardovi.

SCARDOVI LUIGI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 126 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

LUNEDÌ VIA TELLARINI SARÀ CHIUSA PER LAVORI

Via Tellarini, in centro a Lugo, sarà chiusa dalle 8 di dopodomani, lunedì 11 agosto, per lavori alla rete dell' acquedotto. La strada sarà chiusa al traffico fino alla fine dei lavori e ci sarà anche il divieto di sosta con rimozione nel tratto fra via Marescotti e via Giordano Bruno.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 127 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

PRESA DI POSIZIONE DI UN GRUPPO DI LUGHESI CONTRO I DIVIETI NELL' AREA PUBBLICA. «Con i cani educati e le biciclette il parco del Tondo è tornato a rivivere»

NEL PERIODO estivo, il Parco del Tondo di Lugo è un punto di riferimento per molti lughesi. Ma ultimamente le opinioni dei cittadini sull' utilizzo del parco si sono "spaccate in due'. Questi i principali motivi principali del contendere: la possibilità di fare entrare nel parco i cani, ovviamente accompagnati dai padroni, e la possibilità di entrare con la bicicletta, magari pedalando "a passo d' uomo'. In entrambi i casi il regolamento di utilizzo del parco lo vieta, ovvero niente cani e niente biciclette, a meno che non siano condotte a mano. I divieti, riportati in un cartello all' ingresso del parco, sono stati rimarcati di recente in consiglio comunale dal capogruppo di Forza Italia, Donatella Donati, che in un' interpellanza ha fatto presente come queste regole «non sempre siano rispettate e nessuno fa niente per garantirne il rispetto, creando problemi di sicurezza soprattutto per i bambini e gli anziani». UNA opinione condivisa da diversi frequentatori del parco, ma c' è anche un "fronte' opposto, ovvero un folto gruppo di frequentatori che la pensa diversamente e che in questi giorni ha scritto una lettera aperta al sindaco di Lugo, Davide Ranalli, affinchè il Parco del Tondo «sia più libero per tutti». Un punto di vista appoggiato anche dal titolare del bar del parco, Matteo Zanotti, che ha avviato una raccolta di firme da allegare alla lettera e sta programmando un apposito incontro con il "primo cittadino'. LA LETTERA inizia così: «Siamo un gruppo di cittadini, di ogni età, genere e nazionalità, che frequenta abitualmente il Parco del Tondo», e prosegue facendo riferimento all' interpellanza presentata dalla Donati sul mancato rispetto delle regole. «É vero ­ continua ­ capita, talvolta, che all' interno del parco entri un cane. Capita anche che qualcuno, anziché condurre la bicicletta a mano, percorra pedalando i vialetti del parco. Capita, anche se raramente, che si sforino gli orari di chiusura del parco». Poi sottolinea: «Il Parco del Tondo è un piccolo gioiello nel centro di Lugo, che ha conosciuto un passato più triste e decadente, ma da un paio di anni ha subìto una trasformazione radicale. Grazie a una gestione giovane e innovativa, il parco è diventato il luogo meraviglioso dell' incontro delle varie etnie residenti a Lugo: laddove nessuno è riuscito nella tanto sospirata integrazione tra le diverse culture, il parco, cioè chi lo gestisce, ha operato il ?miracolo'. Nel parco si sta tutti assieme: italiani, marocchini, albanesi,

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 128 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed.

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Il Resto del Carlino Ravenna

nigeriani... tutti assieme ad assistere o partecipare alle numerose attività gratuite organizzate dalla gestione: dalle serate di tango, alle danze africane, al liscio romagnolo, alla musica del dj. Il Parco del Tondo, in sostanza, non aveva mai, in precedenza, avuto così tanta vita». QUANTO alle regole, «è vero, può capitare a volte che qualcuno entri col cane o pedalando piano in bicicletta. Ma non si crea pericolo, tra l' altro i cani sono controllatissimi, tant' è che spesso i genitori, con il proprio bimbo per mano, chiedono al proprietario del cane se l' animale può essere accarezzato. La risposta è sempre sì. Per la gioia di cane e bambino. Riteniamo dunque che, invece di concentrarsi sulla sporadica infrazione delle regole, si potrebbe vedere il parco con più ottimismo». Lorenza Montanari.

MONTANARI LORENZA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 129 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

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OCCUPAZIONE. Concorso, l' Asp cerca 54 assistenti di base

C' È TEMPO fino al 4 settembre per iscriversi al concorso pubblico per 54 posti a tempo indeterminato, per Operatori socio sanitari (Oss) addetti all' assistenza di base, indetto dall' Asp dei Comuni della Bassa Romagna insieme alle Asp di Faenza e Castel Bolognese. In particolare i posti a disposizione sono: 30 per le Asp della Bassa Romagna e Bagnacavallo, 9 per l' Asp "Prendersi cura' di Faenza e 15 per l' Asp "Solidarierà Insieme' di Castel Bolognese. Tra i requisiti richiesti ci sono un' età compresa fra i 18 e i 50 anni e l' attestato di qualifica professionale per adb (assistente dio base) oppure oss. Per chi sarà assunto è previsto poi uno stipendio tabellare annuo lordo di 17.244 euro per dodici mensilità. Possono partecipare al concorso sia candidati italiani, che stranieri comunitari e stranieri extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno. Secondo la Uil­Fpl, che organizzerà un corso di preparazione al concorso, «in tempi di crisi e disoccupazione, un concorso pubblico rappresenta una importanissima occasione di lavoro». Informazioni a Fabio Tommasoni, 392­ 9889959 o Luca Lanzillotti 392­9889867 o Irene Leoni 333­ 1050370.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 130 9 agosto 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

SANT' AGATA. Con Rifondazione dibattito su lavoro e democrazia

"DALLA democrazia e dal lavoro per un nuovo modello di sviluppo' è il tema del dibattito con cui si apre questa sera, alle 21, in piazza 25 aprile a Sant' Agata sul Santerno la Festa di Rifondazione e dei Comunisti Italiani che si chiuderà il 17 agosto. Stasera interverranno Davide Conti della segreteria provinciale Slc­Cgil, Milco Cassani della segreteria provinciale Fiom­Cgil e Vittorio Bardi dell' associazione "Sì rinnovabili, no nucleare'.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 131 9 agosto 2014 Pagina 21 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

Dolomiti, isole greche e Spagna le mete preferite dai lughesi

QUEST'ANNO vacanze di Ferragosto sottotono e all'insegna del mordi e fuggi per tanti italiani e anche per numerose fa­ miglie lughesi che in questi giorni si accin­ gono a partire con un occhio alla spesa e l'altro alla tradizione. Con strategie vacan­ ziere familiari che, in questo tempo di cri­ si, consigliano di non eccedere nelle spe­ se, limitando in molti casi le distanze e an­ che i giorni di permanenza nei luoghi di vacanza. «NELLA nostra agenzia spiega la si­ gnora Daniela della Blu Vacanze' di Lu­ go non abbiamo avuto un calo di preno­ tazioni, ma notiamo che, rispetto agli scor­ si anni, i clienti scelgono di diminuire i giorni delle loro vacanze. Cioè non si ri­ nuncia alla vacanza, ma i soggiorni sono più corti. E se parliamo di vacanza lunga, in genere si sceglie una permanenza di die­ ci giorni o al massimo due settimane. Quest'anno sono molto richieste le desti­ nazioni nazionali e per la montagna le me­ te classiche delle Dolomiti, con in pri­ mis' la Val di Fassa e poi località quali Ca­ nazei, Madonna di Campiglio e San Marti­ no di Castrozza. C'è inoltre molto interes­ se per le isole del sud Italia e i clienti cerca­ no soprattutto di sfruttare combinazioni con sconti e all inclusive'. Sem poi guar­ diamo all'estero conclude Daniela an­ che quest'anno tra le mete richieste ci so­ no Spagna, Grecia e Tunisia, le ultime due anche per i prezzi particolarmente vantaggiosi praticati da questi Paesi». I LUGHESI in genere si confermano amanti del mare, anche se non mancano gli appassionati della montagna e dei viag­ gi esotici e chi si recherà nelle città d'arte o ai laghi. Si consolida poi un fenomeno in crescita negli ultimi anni e cioè il pro­ gressivo affermarsi degli agriturismi: in tanti sli sceglieranno per il tradizionale pranzo di Ferragosto. ALLA agenzia Bob vacanze' di Massa Lombarda, alla quale si rivolgono anche numerosi lughesi, si parla di un Ferrago­ sto sottotono rispetto agli anni scorsi, per gli ovvi effetti di una crisi economica che morde ancora. «Purtroppo afferma Ro­ berto titolare dall'agenzia quest'anno dobbiamo registrare un calo importante delle prenotazioni e questo ritengo sia le­ gato ai problemi che il nostro Paese sta at­ traversando. Ci sono richieste per la mon­ tagna e per quanto riguarda il mare c'è no­ tevole interesse per la Puglia e il Salento. Per le vacanze all'estero anche quest'anno notiamo la tendenza a richiedere soggior­ ni nelle isole greche, ma tutti per lo più cercano prezzi scontati. Poi vanno bene e sono sempre richieste anche vacanze alle isole spagnole, come le Baleari e le Cana­ rie, anche se con permanenze non troppo lunghe. Quelle che invece sono mancate per questo Ferragosto conclude Rober­ to sono le prenotazioni per le mete clas­ siche europee come Londra e Parigi. A dif­ ferenza degli anni scorsi abbiamo avuto pochi clienti interessati a visitare queste grandi città e anche le crociere risultano essere meno apprezzate che nel 2013». NON si può naturalmente che un calo nel­ le agenzie viaggi è dovuto anche alla sem­ pre maggiore dimestichezza che tanti han­ no acquisito in questi anni nei confronti del computer, e che fa sì che una fascia di vacanzieri' provveda autonomamente ad organizzare la propria vacanza. In ogni ca­ so però gli effetti della crisi economica si fanno sentire e saranno tante le famiglie

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 132 9 agosto 2014 Pagina 21 Il Resto del Carlino (ed.

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Il Resto del Carlino Ravenna

lughesi che festeggeranno il Ferragosto con un classico' pranzo in spiaggia sulla nostra riviera

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Il Resto del Carlino Ravenna

BAGNACAVALLO DUECENTO PERSONE ALLA PROIEZIONE ITINERANTE. Suggestiva passeggiata con il cinema

HA riscosso giovedì sera un gran­ de successo la manifestazione, con proiezione itinerante, deno­ minata Bagnacavallo: un nome, un volto nel cinema italiano... a spasso per la città!' curata da Ma­ rio Maginot' Mazzotti. Quasi du­ ecento persone hanno partecipa­ to a questo che era il secondo ap­ puntamento targato Bagnacaval­ lo Festival 2014' (che prevede al­ tre iniziative fino al 26 agosto) e che era imperniato su tematiche cinematografiche protagoniste di un percorso itinerante in città par­ tito da Piazza Nuova. Ventitré soggetti, un'ora circa di proiezione, una passeggiata not­ turna (nella foto) che ha fatto ri­ scoprire cinque location scenogra­ fiche cittadine che sono state uti­ lizzate in produzioni per il picco­ lo e grande schermo, con Mazzot­ ti che ha sottolineato l'evoluzione legata allo scorrere del tempo. Il tutto tra gli sguardi ammirati an­ che di intere famiglie con i bambi­ ni attenti ad ascoltare le storie le­ gate ad ogni piazza, via o edificio. Gli eventi della prossima settima­ na inseriti nel cartellone del Ba­ gnacavallo Festival 2014' prevedo­ no martedì 12, alle 21 in piazzetta del Carmine, Burattini in farsa' e la sera seguente, alle 21.30, nel giardino di casa Brunetti a Villa­ nova (in via Petrarca 30), un viag­ gio nella musica del Novecento, e non solo, con l'attesa interpreta­ zione NonSoloRota'

FILIPPI DANIELE

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 134 9 agosto 2014 Pagina 31 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Il Resto del Carlino Ravenna

"Mordraud', un fantasy che in California piace Il corto curato dal 3pix Studio di Fusignano fra i finalisti a un festival di San Diego.

UN SUCCESSO a stelle e strisce la proiezione al Comic­Con International Independent Film Festival di San Diego del cortometraggio di presentazione del primo romanzo della saga fantasy "Mordraud' scritta da Fabio Scalini. Un meticoloso lavoro di produzione video curata dal 3pix Studio di Fusignano capitanato dal regista Riccardo Piana che conquista l' accesso tra le opere finaliste della kermesse tematica californiana. «Un' esperienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori estremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore proveniente dall' Italia " racconta Piana ". Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle location ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto». IL CORTOMETRAGGIO realizzato dal 3pix Studio di Fusignano si inserisce nell' ampia progettualità focalizzata sulla produzione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il primo dei quali è "Mordraud', già tradotto in lingua inglese. Soddisfazione rimarcata anche dalle parole del sindaco di Fusignano Nicola Pasi: «Complimenti a Riccardo Piana ed a tutto lo staff 3pix Studio per il meritato riconoscimento internazionale». Nelle foto: sopra un' immagine del corto, a destra in alto lo staff a San Diego.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 135 9 agosto 2014 Pagina 13 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola)

Corriere di Romagna Ravenna

Eventi e mercatini per passare il giorno di Ferragosto in città Riconoscimento a un lavoro di produzione video curata dal "3pix studio"

LUGO. Sono sempre meno i lughesi, a causa soprattutto dell ' interminabi ­ le crisi economica, a poter scegliere lontani luoghi di villeggiatura per trascorrere le proprie vacanze esti ­ ve. Diversi sono allora gli eventi or ­ ganizzati a livello locale, tra film, sa ­ gre e concerti. E per il 15 ci sarà, per il quarto anno, l ' atteso e sempre molto partecipato Ferragosto insieme .L ' evento in via di alle ­ stimento per le strade e le piazze del centro storico lughese si affianca alle tuttora in corso manife ­ stazioni di partito (Festa di Rifondazione comuni ­ sta­Pdci a S.Agata sul Santerno, Festa dell ' U n i ­ tà a Cotignola e a Conse ­ lice), alla Festa dell ' A r g i ­ nino di Voltana (in calen ­ dario fino al prossimo 16 agosto) e al Cinema al Lago nell ' area di via Quarantola. Tornando al F e r r a g o ­ sto insieme , l ' iniziativa è frutto della stretta col ­ laborazione tra l ' a s s e s s o ­ rato comunale al Turi ­ smo, la Pro loco e ad altre forze vive locali, ed è in ­ serita nel calendario di e ­ venti di Lugo città mer ­ cato . Come si è verifica ­ to nelle edizioni prece ­ denti, si sono attesi a Lu ­ go alcune migliaia di vi ­ sitatori. «Si tratta di un evento per le famiglie capace di offrire divertimento per tutti ­ spiega il presidente della Pro loco, Mauro Marchiani ­. Come per i Mercoledì sotto le stel ­ le , tutto il centro nella serata di Ferragosto o ­ spita varie iniziative». Dalle 19.30 è allestito il mercatino serale, con le bancarelle dei creativi e degli hobbisti in piazza Mazzini. Dalle 21 cocomero gra ­ tis per tutti e, in piazza Baracca, le canzoni di Marzia rallegreranno il pubblico nel suggestivo scenario fornito dai gra ­ doni del monumento de ­ dicato all ' eroe lughese. Per i piccoli ci saranno i gonfiabili e il laborato ­ rio di pasta di mais con Antonella. «E ' un esempio di come Comune e Pro loco ope ­ rando in sinergia, allo stesso modo di come si è fatto per i Mercoledì sot ­ to le stelle , quali obiet ­ tivi si possono raggiun ­ gere ­ dichiara in propo ­ sito il sindaco Davide Ra ­ nalli ­. L ' evento organiz ­ zato è un valore aggiunto rispetto alle proposte of ­ ferte alla cittadinanza, a maggior ragione consi ­ derando questo periodo in cui gran parte della nostra collettività non può o non vuole spostarsi da casa per passare le fe ­ rie. Dunque una grande opportunità per loro e u ­ na soddisfazione per noi, intesi co me organizzato ­ ri, per l ' attesa massiccia affluenza di visitatori, interessati a raggiungere Lugo non solo per le va ­ rie forme di intratteni ­ mento allestite, ma pure per via delle attrazioni turistiche, museali e cul ­ turali che la città è in gra ­ do di esprimere. Sarà mia premura intervenire alla manifestazione in compagnia dell ' a ssesso ­ re Simonetta Zalamba ­ ni». In caso di maltempo, la manifestazione si svol ­ gerà sotto le logge del Pa ­ vaglione

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 136 9 agosto 2014 Pagina 13 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola)

Corriere di Romagna Ravenna

Corto di Fusignano premiato negli States Riconoscimento a un lavoro di produzione video curata dal "3pix studio"

FUSIGNANO. E' un successo a stelle e strisce la proiezione al "Comic con international independent film festival" di San Diego del cortometraggio di presentazione del primo romanzo della saga fantasy "Mordraud" scritta da Fabio Scalini. Si tratta di un meticoloso lavoro di produzione video curata dal "3pix studio" di Fusignano capitanato dal regista Riccardo Piana che conquista l' accesso tra le opere finaliste della nota kermesse tematica californiana. «E' stata un' esperienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori estremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore proveniente dall' Italia ­ racconta Piana ­ . Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle location ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto. Una buona vetrina di presentazione nazionale ed internazionale per un processo di riscoperta di luoghi dal la significativa valenza storica, culturale ed artistica». Il cortometraggio realizzato dal "3pix studio" di Fusignano si inserisce nell' ampia progettualità focalizzata sulla produzione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il primo dei quali è "Mordraud", già tradotto in lingua inglese: «Scalini è un autore bravissimo, "Mordraud" mi ha letteralmente rapito per concezione, trama e modalità di scrittura. Un prodotto made in Romagna che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi la propria collocazione nel panorama fantasy mondiale», conclude il regista. Soddisfazione rimarcata anche dalle parole del sindaco di Fusignano Nicola Pasi: «Complimenti a Riccardo Piana e allo staff "3pix studio" per il meritato riconoscimento internazionale. Un altro prestigioso traguardo conseguito da "Mordraud", un lavoro di squadra curato nei dettagli. Con professionalità e passione a Fusignano anche il "fantasy" diventa una bella realtà».

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Bagnacavallo, quasi duecento persone alla proiezione itinerante di Mazzotti

BAGNACAVALLO. Ha riscontrato una notevole adesione di pubblico la proiezione itinerante "Bagnacavallo: un nome, un volto nel cinema italiano... a spasso per la città!" curata da Mario "Maginot" Mazzotti. Quasi duecento persone hanno preso parte al secondo appuntamento targato "Bagnacavallo festival 2014" (manifestazione in cartellone fino al 26 agosto) con tematiche cinematografiche protagoniste di un percorso itinerante partito da piazza Nuova. Ventitré soggetti, un' ora circa di proiezione, una passeggiata notturna che ha riscoperto cin que location scenografiche cittadine inserite in produzioni per il piccolo e grande schermo sotto lineandone l' evoluzione legata allo scorrere del tempo. Gli eventi della prossima set timana inseriti nel cartellone del "Bagnacavallo festival 2014" sono: martedì 12 agosto alle 21, piazzetta del Carmine, "Burattini in farsa"; mercoledì 13 agosto, alle 21.30, giardino di casa Brunetti a Villanova (via Petrarca, 30), viaggio nella musica del Novecento e non solo con l' interpretazione "NonSoloRota".

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 138 9 agosto 2014 Pagina 13 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola)

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Sagra patronale

Prosegue fino a lunedì la tradizionale Sagra di San Lorenzo al campo sportivo di San Lorenzo di Lugo organizzata dal circolo Acli Don Bosco e dalla parrocchia. Oggi, dal mattino, raduno ci ­ cloturistico 5° Memorial Giovanni Merendi a cu ­ ra della Società ciclistica lavezzolese; in serata ter ­ za edizione di S.Loren­ zo ' s got talent aperta a cantanti, ballerini, gioco ­ lieri, poeti, musicisti, ma ­ ghi ed attori presentata da Gianni Parmiani (i ­ scrizioni e regolamento www.lacompagine.it). Stand gastronomico con specialità romagnole, pe ­ sca di beneficenza, stand del libro, mostra pittura e smielatura

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PARCO DEL LAGO. Film e buoni sconto

Continua la programmazione cinematografica al Parco del Lago, in via Quarantola. Stasera è in cartellone "Noah" di Darren Aronofsky, con Russel Crowe. Nell' intervallo del film è prevista l' estrazione fra gli spettatori di buoni sconto da 10 euro da utilizzare nei Supermercati Crai di Lugo, Co tignola, Massa Lombarda e Voltana. Info: www.lugocinema.net.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 140 9 agosto 2014 Pagina 13 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola)

Corriere di Romagna Ravenna

Festa di Rc e Ci

Da oggi al 17, nel parco di piazza XXV Aprile, si tie ­ ne la Festa provinciale di Rifondazione e dei Comu ­ nisti italiani. Particolari ­ tà interessante della ker ­ messe, a parte le portate dello stand gastronomico (per Ferragosto aperto anche a mezzogiorno) e gli intrattenimenti musi ­ cali culminanti il 12 con I Da Polenta , è la ras ­ segna di incontri dibattiti ogni sera su temi di at ­ tualità e con l'intervento di relatori di primo piano (tra i tanti Ilaria Salvo, Paolo Guerrini, Bruno Papignani, Rodolfo Dal Pane, Carla Nespolo, Nando Mainardi).

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 141 9 agosto 2014 Pagina 11 La Voce di Romagna

La Voce di Romagna Ravenna

Il cinema all' aperto diventa ristorante d' eccezione MARINA DI RAVENNA Sette birrifici artigianali impegnati nella riapertura oggi e domani dello storico locale grazie a un' iniziativa dell' associazione "Lugdlarumàgna": spazio per bambini, area ristoro e corner per musica dal vivo.

Dopo anni in stato di abbandono, oggi e domani sarà possibile visitare a Marina di Ravenna l'area che una volta ospitava il cinema all'aperto. Il progetto di recupero nasce dall'iniziativa dell'associazione Lugdlarumàgna che, anche quest'anno, ha deciso di fare rivivere per la stagione estiva un locale in disuso: il ristorante Al Porto di viale delle Nazioni, 2. L'apertura dell'area ex­cinema (ingresso dal parcheggio privato del Ristorante Al Porto) vedrà protagonisti sette birrifici artigianali provenienti da diverse regioni italiane. Un evento comprendente uno spazio per bambini con gonfiabili, l'area ristoro e un corner per musica dal vivo oltre alla degustazione e all'acquisto di prodotti settoriali di qualità. Un'area merceologica, quella dei microbirrifici, che registra un trend in forte ascesa con un incremento costante di consuma­tori per quello che poco tempo fa era considerato settore di nicchia per appassionati. Fino a settembre nell'area ex­cinema è previsto un calendario di eventi (incontri, esposizioni, spazio famiglie) che cercheranno di coinvolgere turisti e residenti di Marina di Ravenna. L'associazione che ha curato l'iniziativa nasce dall'esperienza portata avanti nel 2013 da alcune associazioni lughesi no­profit a Marina di Ravenna grazie a un progetto unico nel suo genere: un ristorante temporaneo senza scopo di lucro in cui l'utile di esercizio è stato reinvestito nelle attività di volontariato delle associazioni sostenitrici. L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Provincia, dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dei Comuni di Ravenna e Lugo e delle associazioni di categoria Cna e Confartigianato di Lugo. Ora il tutto si apre a nuove prospettive per la valorizzazione del territorio dell'intera provincia e alle associazioni no­profit che svolgono il loro importante servizio a favore della comunità. Una sorta di upgrade concernente la volontà di dare stabilità, sia fisica che temporale, all'iniziativa, creando un servizio per più realtà locali (la parola in dialetto Lug è adottata con il doppio significato sia di Lugo che di luoghi) che siano precisi punti di riferimento nel territorio, attorno ai quali fare ruotare progetti collaterali e integrativi. Le finalità restano le stesse del progetto originale: promuovere le Terrae di Romagna e le città europee a loro gemellate; coinvolgere aziende e associazioni del territorio; creare una risorsa economica per finanziare le attività

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delle associazioni no­profit sostenitrici del progetto; promuovere progetti attivi di solidarietà; fare risaltare il volontariato come risorsa propositiva nella condivisione di valori; e ridare vita a lo­ Sette birrifici impegnati per la riapertura dell'ex cinema di Marina cali in disuso.

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Il corto 'made in Fusignano' strega gli Usa LA CURIOSITÀ Al "Comic­Con" di San Diego 'Mordraud', il lavoro dello studio bassoromagnolo 3pix, conquista la finale.

n successo a stelle e stri­ sce la proiezione al Co­ mic­ Con International Independent Film Festi­ val di San Diego, uno dei maggiori festival dedicati al fantasy, del corto­ metraggio di pre­ sentazione del primo romanzo della saga Mor­ draud, scritta da Fabio Scalini. Un meticoloso lavoro di produzione vi­ deo curata dal 3pix Studio di Fusi­ gnano capitanato dal regista Riccar­ do Piana che conquista l'accesso tra le opere finaliste della nota kermes­ se tematica californiana. Un'espe­ rienza fantastica al cospetto di una giura hollywoodiana di produttori, sceneggiatori ed addetti ai lavori e­ stremamente attenta e competente. Un ambiente ricettivo e stimolante che ha apprezzato la novità di un prodotto fantasy di valore prove­ niente dall'Italia racconta Piana . Ho notato un palpabile interesse legato alla valorizzazione delle lo­ cation ed ambientazioni del nostro territorio presenti nel corto. Una buona vetrina di presentazione na­ zionale ed internazionale per un processo di riscoperta di luoghi dal­ la significativa valenza storica, cul­ turale ed artistica. Il cortometrag­ gio realizzato dal 3pix Studio di Fu­ signano si inserisce nell'ampia pro­ gettualità focalizzata sulla produ­ zione editoriale di Fabio Scalini comprendente quattro libri, il pri­ mo dei quali è Mordraud, già tra­ dotto in lingua inglese: Scalini è un autore bravissimo, Mordraud mi ha letteralmente rapito per conce­ zione, trama e modalità di scrittura. U Un prodotto made in Romagna che ha tutte le carte in regola per rita­ gliarsi la propria collocazione nel panorama fantasy mondiale, con­ clude il regista. Soddisfazione ri­ marcata anche dalle parole del Sindaco di Fusi­ gnano Nicola Pa­ si: Complimenti a Riccardo Piana ed a tutto lo staff 3pix Studio per il meritato ricono­ scimento internazionale. Un altro prestigioso traguardo conseguito da Mordraud, un lavoro di squadra cu­ rato nei minimi dettagli. Con pro­ fessionalità e passione a Fusignano anche il fantasy diventa una bella realtà.

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BAGNACAVALLO Il cinema itinerante conquista la città Quasi duecento persone.alla proiezione 'on the road' curata da Mario "Maginot" Mazzotti

Un successo la proiezione itinerante "Bagnacavallo: un nome, un volto nel cinema italiano...a spasso per la città!" curata da Mario "Maginot" Mazzotti. Quasi duecento persone hanno preso parte al secondo appuntamento targato Bagna cavallo Festival 2014 (5 ­ 26 agosto 2014) con tematiche cinematografiche protagoniste di un percorso itinerante partito da Piazza Nuova. Ventitré soggetti, un' ora circa di proiezione, una passeggiata notturna che ha riscoperto cinque location scenografiche cittadine inserite in produzioni per il piccolo e grande schermo sottolineandone l' evoluzione legata allo scorrere del tempo­ Gli eventi della prossima settimana inseriti nel cartellone del Bagnacavallo Festival 2014: martedì 12 agosto ore 21, piazzetta del Carmine, "Burattini in farsa" e mercoledì 13 agosto ore 21.30, giardino di casa Brunetti a Vil lanova (via Petrarca, 30), viaggio nella musica del Novecento e non solo con l' attesa interpretazione "NonSoloRota".

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