DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LADI REPUBBLICA DOMENICANUMERO 447 CU LT

All’interno

La copertina No social! Apocalittici e integrati Simenon versione 2.0 MAURIZIO FERRARIS e VITTORIO ZUCCONI

Il libro Gli zombie on the di Whitehead dopo la caduta di New York MASSIMO VINCENZI

road Straparlando Luca Canali “Nella vita non ho fatto altro “Voglio sapere cosa mangiano a colazione che barare” come arredano casa e quanto costa un pieno” ANTONIO GNOLI L’inedito diario di viaggio del papà di Maigret alla scoperta dell’America DISEGNO DI MASSIMO JATOSTI

Il teatro Il nuovo GEORGES SIMENON ANAIS GINORI L’immagine Paolo Rossi La grande bellezza PARIGI dal Carso ualche anno fa, quando passavo la maggior parte del uando parte è deciso a incontrare l’uomo qualunque. della Roma segreta tempo nella campagna francese, venivano spesso dei Questa è la volta buona, ne è sicuro. Quella terra a lui all’Italietta giornalisti per intervistarmi e mio figlio, che aveva po- quasi sconosciuta sarà l’ultima tappa del suo viaggio in- ANNA BANDETTINI fotografata dall’alto Qco più di tre anni, aveva un fiuto straordinario nell’“in- Qtorno alla gente comune, la più decisiva. L’Amérique en CORRADO AUGIAS dividuarli”. «Mi metta la salopette, presto», correva a dire alla sua go- autoè l’ultimo grande reportage firmato da Georges Simenon. Con- vernante. «Ha la macchina fotografica». Poi si precipitava nel pollaio clude il ciclo iniziato con i racconti di Une France inconnue ou l’a- a prendere un tacchino grosso quasi quanto lui, sapendo già che era venture entre deux berges, quando aveva navigato per sei mesi sui ca- la foto tipica, la foto pittoresca che i giornalisti volevano da lui. nali francesi. Al posto della barca Ginette c’è una Chevrolet, con la L’arte Spettacoli Mi ricordo anche di quell’epoca, più remota, in cui passavo la quale percorrerà oltre cinquemila chilometri, lungo la Route 1, dal maggior parte del tempo a girare per il mondo. Arrivavo a Istanbul, Maine alla Florida. Lo stile rimane quello usato nelle cronache degli Il Museo Quando Cuba a Bombay, a Tahiti, e invariabilmente, appena sbarcato, incontravo anni Trenta, ovvero l’attenzione verso le petites gens, l’uomo qua- uno di quei personaggi deliziosi che sembrano avere come unica lunque, Monsieur Tout-Le-Monde. Si intitolava così la serie a punta- del mondo trasformava i film funzione quella di pilotare i francesi di passaggio. «Sì, la settimana te su France Soir tra il 5 e il 22 novembre 1946, ora raccolta in un vo- passata avevamo Kessel… Otto giorni prima ho portato Montaron lume da Le livre de poche. le donne riscattate in arte grafica in quel piccolo bistrot dove siamo passati un attimo fa… Vedrà, han- Un viaggio che segna una nuova vita per Simenon, immigrato OMERO CIAI no tutti firmato l’albo d’onore dell’albergo dove alloggia lei…». l’anno prima nel New Brunswick, in Québec. da Susanna e LEONARDO PADURA FUENTES (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) MELANIA MAZZUCCO

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La copertina Nel 1946 Georges Simenon percorse cinquemila chilometri dal Maine alla Florida On the road per raccontare “il paese del sorriso e delle libertà” Insieme alle fotografie di quegli anni conservate dal figlio John ecco alcuni stralci del suo reportage. Ora pubblicato in Francia per la prima volta in versione integrale FOTO HENRY DAUMAN © SIMENON.TM © SIMENON.TM Sono partito da lassù La benzina più costosa viene 19 cents In America le case sono circondate a bordo di una Chevrolet a gallone, compresi acqua, olio dai prati, e nient’altro le separa dai vicini Sono partito dal paese delle foche, e lavaggio del vetro. Dietro alla pompa o dal marciapiede: si ha sempre dallo stato del Maine troverete i Wc, Coca Cola, gelati, l’impressione di trovarsi in un parco Qui le campagne sono coperte cioccolato. E dolciumi: Le stesse abitazioni assomigliano di neve per cinque mesi all’anno... tutti con lo stesso sapore di dentifricio più a dei giocattoli che a delle vere case ‘‘MAINE NEW HAMPSHIRE RHODE ISLAND CONNECTICUT MASSACHUSSETS NEW YORK NEW JERSEY PENNSYLVANIA DC MARYLAND © SIMENON.TM © SIMENON.TM © SIMENON.TM Canadesi? No, francesi... Ah! Parigi... Sto parlando di uno stato particolare, Ci sono spesso, sotto i tavoli dei ristoranti, Per tutto il viaggio ritroveremo, quasi permanente: sia che abbiate appena delle palline di chewing-gum, che i clienti alla parola “Parigi”, la stessa aria bevuto, sia che aspettiate con impazienza appiccicano al loro arrivo di complicità allegra. Cosa che offende il momento di bere Per mio figlio sono fonte di disperazione la mia segretaria, canadese. I canadesi Se non conoscete questa sensazione “Non andiamoci! - esclama- qui li trattano come i parenti poveri... vi sarà più difficile capire la vita americana ci sarà del chewing-gum!” La mia indagine più bella alla scoperta dell’America

GEORGES SIMENON ogni volta che leggo uno studio su un letteratura, con grande semplicità. Per china nuova e siete forniti al tempo ticate che sono le sette e trenta in punto paese che non conosco, mi dico: «Tutto la prima volta in vita mia mi sono anche stesso di astuzia, pazienza e sprezzo e che avete diritto al vostro breakfast… (segue dalla copertina) molto interessante. Ma com’è l’antica- imposto di prendere degli appunti, della forza pubblica, cosa che qui è più Sì, le sette e trenta, giusto in tempo, ca- mera, la cucina, la sala da pranzo? Cosa compreso il prezzo della benzina, di pericolosa che da noi, potete trovare da re signore, per preparare il caffè X che olenti o nolenti, segui- mangia la gente a colazione? Che aspet- una colazione o di una camera. E tanto comprare una “priorità”, cioè un buo- farà sparire il malumore mattutino di vamo tutti la guida, uno to ha il tram che li conduce al lavoro?...». peggio se ci sono dettagli strambi! Sono no d’acquisto che viene distribuito agli vostro marito. Non è un doposbornia, dopo l’altro. Ci mostra- Forse è una cosa un po’ ingenua, ma il quelli che io avrei voluto conoscere se ex combattenti, ai medici e a certi per- speriamo. Su, coraggio! L’aroma del vano la stessa cosa, ci fa- più delle volte mi mancano questi pic- non fossi venuto qui. sonaggi importanti. L’ottanta per cen- caffè X arriverà fin nel vostro bagno, do- cevano mangiare gli coli dettagli della vita di tutti i giorni per Vi presento anche i personaggi della to circa di questi buoni di priorità viene ve, se siete un uomo attento al vostro stessi piatti nazionali, ci immaginarmi come vivono. Quanto scorribanda, per potervi parlare in mo- rivenduto sottobanco. A mille dollari il aspetto, vi state radendo in questo mo- presentavanoV le stesse donne. Insom- guadagnano? Quanto pagano un chilo do più familiare. Due automobili. In buono in media, vi potete comprare la mento con la crema da barba Y… Sono ma, il tacchino di mio figlio. di patate o un bicchiere di birra? Ora, una, una Oldsmobile a cambio auto- Ford nuova a duecentocinquantamila le sette e trentadue minuti e non dove- Ora è un po’ più di un anno che sono dopo un anno di vita negli Stati Uniti e matico, mia moglie e l’istitutrice di mio franchi e una macchina di gran marca a te perdere l’autobus delle otto e quindi- arrivato in America. E fin dall’inizio del in Canada, ho avuto l’occasione di fare, figlio. Nell’altra, una più modesta Che- quattro-cinquecentomila. Dal mo- ci… Avrete giusto il tempo di mandar mio soggiorno, France Soir ha pubbli- in auto e a piccole tappe, la traversata vrolet, la mia segretaria, che è franco- mento che l’afflusso di nuove vetture è giù il cereale Z… il più efficiente dei ce- cato alcuni articoli in cui riassumevo le degli Stati Uniti da nord a sud. Tremila canadese, mio figlio, che adesso ha set- costantemente ritardato dagli scioperi, reali, vitaminizzato appositamente per mie impressioni. Non ero il primo a rac- miglia circa, ossia più di cinquemila te anni, e io. Le due macchine, natural- il prezzo delle “priorità” e delle auto di darvi il massimo di efficienza. Forza! contare la mia “scoperta dell’America”, chilometri. Partendo, su in alto, dal pae- mente, sono state acquistate al merca- seconda mano sale di giorno in giorno. Forza! Un po’ di grinta… E per mettervi e dopo di me lo hanno fatto altri: gior- se delle foche, dal Maine dove le cam- to nero. Tutte le macchine o quasi, sia in Radio a bordo, beninteso. Qui non è di buon umore, l’orchestra della stazio- nalisti, scrivani, conferenzieri hanno pagne sono ricoperte di neve cinque Canada che negli Stati Uniti, si acqui- immaginabile una casa senza radio, ne vi suonerà la popolare ballata Oh, intrapreso lo stesso viaggio, hanno in- mesi all’anno, e arrivando in una Flori- stano al mercato nero. Una buona vet- una macchina senza radio, un negozio What a Beautiful Morning…». contrato le stesse persone, mangiato al- da quasi tropicale, dove le palme di coc- tura di seconda mano, come vengono senza radio. Ed è accesa tutto il giorno, La cosa più incredibile è che poi vai le stesse tavole degli stessi ristoranti. co ciondolano intorno a casa mia men- chiamate qui le auto usate, vale teorica- dappertutto, a tutti i livelli e su tutte le nelle cucine, nei bagni… Ma sì, ecco il Oggi quindi ho deciso di smettere di tre scrivo queste righe, e dove magari mente circa mille dollari. Il venditore vi strade. Partiamo il mattino presto: è la caffè X… la crema da barba Y… i cerea- fornire le mie impressioni, pronuncia- nel giardino ci sono i serpenti a sonagli. fa una ricevuta per questa somma e radio che ci saluta, con tono allegro. li Z… Il signore che si affretta… re giudizi, elaborare idee più o meno È un viaggio banalissimo, che ho fat- gliene versate duemila. Le bustarelle Suona più o meno così: «Good mor- Le nostre due macchine sono ferme perentorie sull’America o sugli ameri- to così. E tuttavia è questo che vorrei non sono un’invenzione francese. ning… Allora, spero che abbiate passa- al posto di frontiera di Calais, estremo cani. Non so se reagite come me. Ma raccontare, giorno per giorno, senza Ora, se ci tenete ad avere una mac- to una buona nottata… Non vi dimen- nord degli Stati Uniti. Altre automobili

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L’ALBUM Le foto qui pubblicate provengono dall’archivio di John Simenon: è lui il bambino, qui sotto, con papà Georges in bagno e davanti casa in Minnesota (nell’altra pagina): “Sono quello a destra sulle sue spalle; al centro, in piedi, dietro mia madre,c’è il mio padrino Jean Renoir” Le altre foto, da sinistra in senso orario: lo scrittore in auto; davanti a una pompa di benzina; a cavallo in Arizona con l’altro figlio, Marc; ancora con Marc a Tucson; in Canada con la segretaria e futura seconda moglie Denyse Ouimet FOTO NICK DE MORGOLI

È solo il giorno in cui si accorgono di non avere più bisogno di lui che i figli capiscono per la prima volta che il loro migliore amico alla fin fine è il loro papà

CAROLINA GEORGIA FLORIDA © SIMENON.TM Anche se vivono qui da dieci anni appena alla domanda “di dove siete” vi risponderanno “Americani!” Perché hanno assaporato uno stile di vita in cui ci si sente liberi. Veramente liberi, nel senso più ampio del termine

IL LIBRO La copertina di Des phoques aux cocotiers et aux serpents à sonnette. L’Amérique en auto: uscito nel 1946 con il titolo L’Amérique en auto, Le Livre de Poche l’ha pubblicato integralmente per la prima volta in Francia In Italia il reportage americano di Simenon non è stato mai tradotto, mentre gli altri suoi racconti e romanzi sono pubblicati da Adelphi FOTO RUE DES ARCHIVES/TIPS

trepidano davanti e dietro di noi, e in tutte c’è la radio che manda Oh What a Beautiful Morning, mentre passiamo Quella strana comitiva tra motel e uragani dagli uffici luminosi e confortevoli del- l’Immigrazione. ANAIS GINORI «Canadesi?». «No, francesi». «Ah! Pa- rigi...». Strizzata d’occhio rituale. Ci so- (segue dalla copertina) le altre». Il figlio Marc frequenta per qualche giorno una scuola pub- no stati tutti, i vecchi nell’altra guerra, i blica e Simenon osserva il principale insegnamento impartito: «Il giovani in quest’ultima. Lungo tutta la onostante il successo letterario il papà di Maigret vuole la- concetto d’inferiorità è il nemico numero uno. Viene estirpato strada, alla parola Parigi ci sarà sempre sciarsi alle spalle i postumi della guerra. L’America è un nuo- scientificamente come un dente malato che contaminerebbe poi lo la stessa aria di complicità gioiosa, per- Nvo inizio anche dal punto di vista personale. Insieme a lui, ci stomaco, l’intestino, il fegato. Il concetto d’inferiorità produce solo fino con i servitori neri della Virginia e sono la moglie Tigy e il figlio Marc, sette anni. Ma c’è anche Denyse gente inacidita, inadeguata, infelice». della Georgia. Cosa che indispettisce la Ouimet, la giovane segretaria conosciuta a New York un anno pri- A poco a poco è conquistato, riconosce una civiltà in qualche mo- mia segretaria canadese, vicina troppo ma. Tra loro c’è già una relazione che porterà alla nascita di John e al do superiore. Elogia i valori degli Stati Uniti: l’individualismo, la tol- vicina perché gli americani non la trat- nuovo matrimonio, nel 1950. Questo strano triangolo amoroso si leranza, persino la diffidenza verso lo Stato. Simenon scopre un pae- tino da parente povera. Quanti funzio- lancia dunque alla conquista del «paese delle libertà». Dorme in una se di «uomini senza incubi» così lontano dalla cupa Europa. «Qual- nari ho visto interrompersi mentre mobile home, ammira le villette a schiera e i prati perfettamente to- che verità stabilita una volta per tutte e una fiducia illimitata nel de- compilavano i loro moduli per tirare sati, mangia in un drive in, si nasconde in un rifugio mentre passa un stino dell’uomo e in quell’America». Una società aperta dove fuori dal portafogli la loro foto ai piedi uragano. Nel suo taccuino, Simenon annota prezzi, nomi, luoghi. «ognuno ha il diritto di pensare altrimenti», «la contraddizione è sa- dell’Arco di Trionfo o davanti al castel- Ogni dettaglio. Si commuove a Cape Cod, ricordando il naufragio lutare», e dove vanno bene anche le risse «perché è così s’impara a lo di Versailles e porgermela con orgo- del Mayflower. «Il popolo americano non è un’entità, ma una fami- vivere». Nel decennio trascorso in America, scriverà la bellezza di glio! In marcia! glia in cui ognuno ritrova il suo pedigree». Passando nel Bronx, vede quarantotto libri. Ma alla fine, anche l’entusiasta Simenon tornerà (Traduzione di Fabio Galimberti) la «spaventosa miseria» del quartiere. A Washington ha l’impressio- nella sua vecchia Europa, portando con sé l’insanabile nostalgia per Da “Des phoques aux cocotiers et aux ne di entrare in una corte, ma «una Corte democratica, in cui l’onni- la «terra del sorriso». serpents à sonnette - L’Amérique en auto”

potente Presidente abita una casa bianca non molto più grande del- © RIPRODUZIONE RISERVATA - Le Livre de Poche, 2013. © 1931 by simenon.tm (tutti i diritti riservati)

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Repubblica Nazionale DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA DOMENICA ■ 32 L’immagine Da Oscar

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Verde, razionale, geniale, deserta, pulita: vista dall’alto Roma ritrova tutta la sua nobiltà oltraggiata dai tempi e dall’incuria. Un libro fotografico ne svela il volto segreto a uno scrittore che la conosce molto bene GrandeLa

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REPUBBLICA.IT Sul nostro sito la galleria fotografica bellezza con le immagini di Roma dall’alto CORRADO AUGIAS a cura di Bams photo Rodella

omavista dall’alto si nobilita. Si vedono le for- magine ne chiama un’altra, la parola Campidoglio evoca me, le aree, i monumenti, le vestigia, in ter- l’altra immagine, perfetta anche questa, dell’antica altura mini enfatici si potrebbe dire la gloria, men- dove la città ebbe origine. Qui la foto dall’elicottero mostra tre la distanza attenua o cancella i segni del con una chiarezza che nessuna osservazione da terra potrà tempo, compreso il tempo scandito non dai mai raggiungere, la genialità del disegno michelangiolesco secoli ma dall’incuria delle amministrazioni, per il pavimento della piazza, giustamente evidenziata nel- Rdagli oltraggi che ogni giorno le infliggono i suoi abitanti. la stessa copertina del volume. L’andamento delle linee se- Del resto queste due facce, quella aulica e monumentale e gnate dalla pietra dà un’idea di molla compressa quasi che quella trascurata e plebea, la Città Eterna le ha sempre avu- l’energia, culturale, politica, lì accumulata fosse caricata e te. Sarebbe un esercizio futile rimpiangere una Roma ordi- pronta a espandersi per il pianeta. nata e pulita, diciamo “nordica”, che non c’è mai stata. Roma, unica al mondo insieme a Gerusalemme, è rima- Il bellissimo volume edito da Jaca Book, Roma dall’alto, sta ininterrottamente città dall’epoca arcaica ai nostri gior- è nello stesso tempo un’opera di docu- ni. Giustamente il suo territorio può es- mentazione e di falsificazione, una me- sere considerato un palinsesto, non nel moria, un’illustrazione e un auspicio. senso televisivo che ormai la parola ha L’idea è geniale. Sorvolare in un giorno acquisito ma in quello originale: un ter- e in un’ora di luce perfetta la città stori- ritorio sul quale la storia ha scritto e ri- ca fino ai suoi confini con la modernità. scritto, ogni volta cancellando in gran Fotografarne i singoli monumenti, dal parte ciò che preesisteva o affiancando- più celebre e antico, il Colosseo, fino al gli il nuovo. Stratificazioni. Le mura di gioiello contemporaneo dell’Audito- cinta del III secolo accanto alle abita- rium. Fotografarli sia isolati in se stessi, zioni moderne, le basiliche protocri- sia inserendoli nel contesto che li cir- stiane spesso erette o adattate ricavan- conda. Si scoprono dettagli e contesti IL LIBRO dole da templi delle più antiche religio- che nessuna esplorazione a piedi potrà Le foto di queste pagine ni, un porto come quello di Ostia che or- mai mostrare. Faccio due esempi. Il più sono tratte dal volume mai l’accrescimento della linea di costa clamoroso è l’abbondanza di verde. Ro- Roma dall’alto - Forme ha allontanato di ben quattro chilome- ma, che spesso appare segnata dalla pe- della città nella Storia tri dal mare. Questa fiorente cittadina sante presenza del cemento è invece, (320 pagine, 120 euro) che arrivò ad avere una popolazione di tra le altre cose, una città di giardini se- edito da Jaca Book cinquantamila abitanti, è stata depre- 7 greti, cioè di proprietà privata, quindi in e dalla Fondazione data per secoli dei suoi manufatti. La- 8 genere inaccessibili. Le foto aeree ne Roma-Arte e Musei stre e decorazioni di Ostia sono arrivate mostrano l’abbondanza, il rigoglio. per un riciclo a Roma ma anche più lon- Mostrano la cura con la quale sono te- tano, fino a Orvieto e Pisa. Si può vede- nuti con le loro perfette decorazioni vegetali. Non solo i giar- re il venerando edificio dell’Ara Coeli saldato al novecente- dini privati, del resto. Non sfigurano al confronto quelli sco Vittoriano, la terracotta degli antichi mattoni affianca- adiacenti alla Galleria Borghese. Chiunque può visitarli, ma ta al candore abbagliante del marmo botticino. Oppure: solo dall’alto se ne può ammirare l’estensione e l’accurata l’audace rotondità della cupola del Pantheon con il suo fo- tessitura di decori e ornamenti. Nel Circo Massimo, visto a ro (oculus) al centro di ben nove metri di diametro non lon- livello del suolo, prevale l’aspetto polveroso di una spiana- tana dall’aguzza, folle, tortuosità del campanile a spirale di ta spoglia per la quale — detto per inciso — non si è mai tro- Sant’Ivo alla Sapienza quale solo la genialità del Borromini vata una sistemazione adeguata. Dall’alto, anche qui, la poteva concepire. O ancora: la razionalità metafisica della scena cambia completamente. Si distingue netta la forma topografia dell’Eur, con le sue intersezioni reticolari, l’al- dell’antico stadio con la spina al centro, si nota la sua collo- ternanza di linee rette e curve, la perfezione quasi astratta cazione sotto il palazzo imperiale fatto costruire da Domi- dei suoi edifici monumentali. Un’avventura, quella di Ro- ziano che consentiva agli augusti spettatori una perfetta vi- ma, continuata ininterrottamente per ventisette secoli. sione delle gare senza scendere a mescolarsi con la folla dei Chiudo con un ricordo personale. La foto della basilica di tifosi, caotica allora (s’immagina) quanto quella attuale. Un San Giovanni mostra anche la contigua via Tasso e un adia- altro esempio, ancora più illustre, è quello rappresentato cente spazio aperto arricchito da alberi. Ho riconosciuto dalle riprese dei Fori. Uno degli elementi che colpisce con l’edificio dov’era la prigione della Gestapo durante l’occu- più forza è constatare l’allineamento dei due archi di Tito e pazione, il cortile dove noi bambini facevamo ricreazione. di Settimio Severo che tracciano idealmente il percorso dei Spesso nel silenzio della notte giungevano fin nelle came- cortei trionfali che li attraversavano, prima di ascendere al rate le urla dei torturati.

12 tempio di Giove sull’alto del Campidoglio. E poiché un’im- © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE FOTOGRAFIE 1. Una veduta panoramica del centro di Roma dominato da Villa Borghese 2. Il Colosseo 3. La Piramide Cestia, Porta San Paolo e il Palazzo delle Poste 4. Il Campidoglio 5. Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro 6. La Basilica di San Giovanni in Laterano 7. L’Altare della Patria e Piazza Venezia 8. La Basilica di Santa Maria Maggiore 9. Piazza Navona 10. Piazza del Popolo e il Tridente (via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta) 11. La Galleria Borghese 12. Altra panoramica sulla zona del Pantheon

9 10 11 © CAMPAGNA FOTOGRAFICA BAMS PHOTO RODELLA

Repubblica Nazionale DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA DOMENICA ■ 34 La libreria Giochi di parole

PAOLO MAURI Londra e mappe letterarie presuppongono un animo piuttosto ma- Se volete vivere nel mondo, niacale. Ci muoviamo nell’ambito della creazione immagina- ‘‘ ria ma non ci dispiace verificare quanto l’immaginazione si questo è il posto giusto, fondi su dati reali o per lo meno incroci una certa dose di realtà. Il progetto di Edgar Barbosa, per esempio, di cui riproducia- l’unico da cui si gode mo in queste pagine l’infografica essenziale, intende scruti- di una visione complessiva Lnare la presenza di dieci importanti città del mondo nella letteratura di lin- gua inglese prodotta tra il 1800 e il 2000. Le città sono: Londra, New York, dell’universo intero Roma, Parigi, Chicago, Tokyo, Madrid, Pechino, Mumbai e il Cairo. Se guar- Qualsiasi cosa accada diamo la realizzazione grafica di questa ricerca possiamo immaginare di trovarci davanti a un edificio con le finestre che dal piano terra (il 1800) al in qualsiasi paese, tetto (il 2000) sono più o meno illuminate (in arancione): le “finestre” lon- dinesi lo sono quasi a ogni piano, e così anche quelle newyorchesi a fianco. a Londra ne venite da London Calling Il che significa, ovviamente, che la letteratura in lingua inglese ha forte- di Barry Miles a conoscenza. Ogni casa, mente privilegiato le due città. Scorrendo verso destra abbiamo Roma, e qui (2010) essere umano, ogni graffito assistiamo a una rarefazione delle luci: c’è molto interesse per Roma nei pri- scelto da mi decenni dell’Ottocento e poi un assottigliarsi costante nel Novecento e Enrico su un albero, è globale, fino al Duemila. L’interesse per Pechino è, invece, in ascesa dopo la metà Franceschini del Novecento, appare ridottissimo quello per Mumbai che diventa visibi- perché questo è uno dei posti le solo di recente mentre è costante la presenza del Cairo e in crescita negli più moderni al mondo ultimi decenni del secolo scorso. La letteratura in lingua inglese disegna dunque il mondo che più le appartiene per le più varie ragioni, culturali, ma anche economiche e politiche. Il compilatore di questa indagine ha scelto dieci città fortemente rap- presentative, lasciandone in ombra mille altre non meno ricche di appeal New York letterario e citiamo almeno Firenze che la tradizione inglese ha lungamen- te frequentato come testimonia, per esempio, Camera con vistadi E. M. For- È la città ster. E naturalmente dobbiamo aggiungere che la cultura di chi scrive con- dove i ricchi vanno a piedi, ta molto anche nel disegnare una città molto nota, nel senso che ognuno la vede con occhi propri, la interpreta e la fa sua. Il fauno di marmo, ultimo ro- i poveri guidano le automobili manzo dell’americano Nathaniel Hawthorne, risale agli anni Sessanta del- e i senzatetto l’Ottocento. Hawthorne è l’autore della Lettera scarlatta (1850) che è inve- ce ambientata a Boston. Una Boston puritana dove una adultera viene pu- muoiono di freddo nita pubblicamente e costretta a ostentare la lettera “A” che sancisce il suo peccato. Nel Fauno il protagonista Donatello che assomiglia al fauno di con migliaia di dollari Prassitele ama Miriam. Per lei arriverà a uccidere lottando poi con il Male nascosti nel materasso che ormai tragicamente lo assilla. La Roma che fa da sfondo sublime alla tormentata vicenda è una Roma monumentale. Più o meno negli stessi an- da Il falo ni si pubblicano postumi i Sonetti del Belli che naturalmente raccontano delle vanità un’altra Roma, sfacciata e violenta. di Tom Wolfe Potremmo riproporre lo schema di Barbosa per i libri scritti in italiano? (1987) Certamente no: le dieci città internazionali prima elencate dovrebbero es- scelto da sere sostituite da dieci città o località quasi tutte italiane, perché la nostra Vittorio Zucconi letteratura ha trafficato poco con il mondo ed essendo molte le nostre pic- cole patrie ecco che avremmo una pluralità di luoghi da citare, dalla Mila- no di Manzoni e Gadda, alla Napoli della Serao e della Ortese, dalla Torino di De Amicis, alla Trieste di Svevo, dalla Roma di Moravia e Pasolini alla Fi- renze di Palazzeschi e di Pratolini alla Langa di Fenoglio… In America i nostri due maggiori americanisti novecente- Roma schi, Pavese e Vittorini, non misero mai piede e per avere ritratti e racconti americani bisogna rivolgersi a Cecchi e a Roma era un sogno, Londra e New York Soldati. Molta India ma per lo più nel genere reportage, un inconcludente po’ di Unione Sovietica condizionata dal credo politico e le più raccontate dunque da ciò che si doveva vedere, tranne nel caso della come tutti i sogni Ortese che temendo l’aereo fece un viaggio in treno di tre L’Ottocento secolo d’oro giorni e raccontò quel che davvero vedeva. Bisogna aspet- che non siano rivelatori per Parigi e Madrid tare Tabucchi per avere (Notturno indiano) un’India dav- La sua dolcezza carnale vero narrata e naturalmente Lisbona, fulcro di tanti rac- premuniva i giovani Mentre soltanto ora conti e romanzi tra cui Requiem e Sostiene Pereira. In buo- na sostanza la letteratura italiana riflette in pieno la sua sto- contro il panico del vuoto gli editori occidentali ria (ragioniamo sempre nell’ambito dei due secoli presi in esame da Barbosa). Una storia plurale che sopravvive per che assale chi si sporga scoprono il fascino molti decenni anche dopo l’Unità. Diverso è invece il caso da La civiltà della Francia, da molti secoli unita e con una città-capitale del malumore. troppo sul gran buco di Pechino e Mumbai come Parigi da tutti accettata. Parigi è un mito per molti, Roma e l’eterno del tempo a venire... francesi e non: da Balzac a Proust, da Simenon a Modiano, conformismo italiano Questa è la mappa è il centro verso il quale tutto converge. Ciò non impedisce di Edgardo Bartoli che, per esempio nel caso di Simenon (Tre camere a (2013) delle città Manhattan) compaiano le grandi capitali straniere. E an- scelto da che un semplice sguardo alla letteratura tedesca ci dirà del- Filippo Ceccarelli su cui sono stati la passione per molte città straniere, da Goethe a Thomas scritti più libri Mann di cui tutti ricordano Morte a Venezia. Se ragioniamo in termini puramente quantitativi ri- Parigi schiamo comunque di perdere di vista il complesso signi- ficato che la città e ancor di più la metropoli moderna ha Ma Parigi è un vero oceano nella narrativa. È stato Franco Moretti, se non ricordo ma- Gettaci la sonda le, a citare la “newyorkite”, una forma di nevrosi descritta da un medico agli inizi del Novecento e certo le città fini- e non saprai scono col riflettere tensioni e desideri di chi le abita, sia pu- mai la profondità re sotto forma di personaggi romanzeschi. Possiamo ri- nunciare a Dublino? Possiamo rinunciare a Praga o a Vienna? Possiamo di- Si troverà sempre menticare Berlino? Non sono solo luoghi, ma immani depositi di vita che la letteratura si incarica di descrivere, tramandare e rendere, quando è possi- un luogo vergine, bile, immortali. Da quando gli scrittori orientali hanno preso a frequenta- un antro sconosciuto, re molto le nostre letterature ecco che si sono aperti altri fronti e cito per tut- ti il caso di Murakami Haruki, appassionato lettore di Dickens e Orwell, che fiori, perle, mostri, ci apre le porte di una Tokyo postmoderna e in parte del tutto fantastica. È da Papà Goriot qualcosa d’inaudito, difficile dimenticare l’inizio di 1Q84, quando Aomame, la ragazza assassi- di Honoré na, lascia il taxi bloccato da un ingorgo e scende dal viadotto attraverso una de Balzac (1834) dimenticato scaletta che vale quasi l’ingresso in una realtà parallela. scelto da dai palombari letterari Ma non potrei chiudere questa divagazione sulle città in letteratura sen- Giampiero za ricordare che spesso gli scrittori inventano i luoghi, creando appunto Martinotti città fantastiche e non per questo meno “vere”. Esiste Macondo? È difficile negarlo dopo aver letto Márquez. Italo Calvino ha scritto un libro intero per descrivere puntigliosamente Le città invisibili.

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Repubblica Nazionale

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 ■ 35 LONDRA NEW YORK ROMA PARIGI CHICAGO TOKYO MADRID PECHINO MUMBAI IL CAIRO ‘‘ 2000

Il Cairo Vicolo del mortaio è stato una delle meraviglie dei secoli passati e un tempo brillava come un astro fulgente nella storia del Cairo Ora è tutto diroccato 1950 e in rovina... I forti aromi da Vicolo del mortaio delle erbe medicinali di Nagib Mahfuz hanno lasciato il posto (1947) scelto da ai profumi d’oggi... Bernardo Valli

Mumbai Durante il giorno, nel turbine di folla e attività, 1900 sembrava difficile immaginare quelle distese immerse nel silenzio Eppure ogni notte il miracolo si ripeteva: Bombay diventava silenziosa, affascinante da Shantaram di Gregory David e sinistra come una casa Roberts (2003) infestata dai fantasmi scelto da Raimondo Bultrini

1850

Pechino Tu, tu non tornerai mai più Mai più? No, non è più il tuo Paese, Pechino non è più la tua città Essi sono nella memoria, una sorgente nelle tenebre da dove sgorgano sentimenti difficili da Il Libro 1800 di un uomo solo da esprimere. È una Cina LONDRA NEW YORK ROMA PARIGI CHICAGO TOKYO MADRID PECHINO MUMBAI IL CAIRO di Gao Xingjian che appartiene soltanto a te, L’INFOGRAFICA (1998) Basandosi su una ricerca effettuata utilizzando Google’s N-Gram Viewer (per la Florida Atlantic University), scelto da e tu non hai più Edgar Barbosa ha elaborato “Books of cities”: un’infografica per misurare la quantità di libri Giampaolo Visetti (scritti in lingua inglese) che parlano di dieci tra le più celebri città del mondo tra il 1800 e il 2000 nessuna relazione con quell’altra L’arancione indica le pubblicazioni del periodo corrispondente indicato sul margine sinistro

Chicago Tokyo Madrid Mattatoio mondiale Dopo il tramonto, E pure, a conoscerla, di maiali, appena il cielo è la città più spagnola di tutte, fabbricante di utensili, comincia a scolorire, la migliore in cui vivere, raccoglitrice di grano, Tokyo la brutta, la gente più simpatica, giocatrice coi treni, la mostruosa, la sciatta, il clima più bello trasportatrice la provvisoria, la caotica, in qualunque mese dell’anno delle merci nazionali, comincia a vestirsi di luci e, mentre le altre grandi città tempestosa, e di sogni; sapendo simboleggiano tutte da Chicago rauca, rissosa, da Ore giapponesi di non essere bella da Morte la provincia in cui sitrovano, di Carl Sandburg di Fosco Maraini nel pomeriggio (1914) la Città dalle Spalle Larghe (1957) vuole essere di Ernest soltanto Madrid scelto da scelto da Hemingway Federico Rampini Renata Pisu almeno fantastica (1932) può darvi l’essenza scelto da Omero Ciai

Repubblica Nazionale DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 ■ 36 Spettacoli Segni dei tempi

Non solo pellicole supermilitanti. Da Truffaut a Kurosawa, ci sono stati anni in cui a Cuba passava il meglio del cinema da tutto il mondo Come ci confermano questi meravigliosi manifesti ora esposti in una mostra italiana

OMERO CIAI a Rivoluzione, ma soprattutto l’em- bargo statunitense, cambiarono an- che la storia delle arti grafiche a Cu- ba. Dopo il 1962 le pellicole di Hol- lywood non arrivavano più nell’iso- la se non grazie a singoli registi che le regalavanoL alla revolución o grazie al contrab- bando (venendo poi ristampate e distribuite so- lo in bianco e nero). Questo favorì sia la nascita di un cinema nazionale — la fondazione dell’Icaic, l’istituto per il cinema, seguì di appena tre mesi il trionfo della guerriglia castrista — sia l’importa- zione di film di altre cinematografie: prima le eu- ropee e, più tardi, quelle dell’Est. Ma mutò anche la cartellonista legata al lancio pubblicitario. Una vicenda emblematica è quella di Eladio Rivadul- la, stampatore, pittore e grafico, che fu l’invento- re del primo poster di Fidel Castro, da lui perso- nalmente affisso il primo gennaio del ’59 sulle strade dell’Avana per salutare la fuga del dittato- re Fulgencio Batista. Rivadulla, che prima si de- Erano stampati in serigrafia dicava soprattutto a riadattare, modificando le parti scritte in inglese, le affiches che arrivavano e più che‘‘ il titolo del film con la pellicola dagli Usa — era sua quella di Tar- zan — , divenne il factotum dell’Icaic, disegnan- avevano una veste grafica do ex novo e stampando nel taller di serigrafia i poster tutti fatti in casa dei film da lanciare. E al- quella sì davvero l’Icaic crebbero, tra mille difficoltà per la scarsez- rivoluzionaria... za dei mezzi, alcuni dei migliori grafici della scuo- la cubana. Da René Azcuy, magnifico autore tra l’altro del manifesto di Baci rubati di Truffaut, a Eduardo Muñoz che realizzò quello de La dolce vita di Fellini. Purtroppo la vena fantastica e l’epopea creati- va non durarono troppo a lungo. Stretta nella morsa della Guerra Fredda la revolución si con- segnò presto tutta intera all’Urss. Che Guevara se ne andò a morire in Bolivia e già quell’anno, era il 1967, Fidel Castro dichiarò che i Beatles erano «controrivoluzionari» fra l’incredulità dei giova- ni più anticonformisti. Silvio Rodriguez, poi grande cantautore della Nueva Trova, che allora presentava in tv il programma Mientras tanto (“Nel frattempo”) venne licenziato per essersi schierato dalla parte di Lennon e McCartney. Ini- ziarono i pogrom contro gli omosessuali, gli anarchici e gli strambi. Norberto Fuentes, giova- nissimo autore di Condenados del Condado, libro tradotto in italiano da Einaudi grazie a Italo Cal- vino, venne spedito in campagna a mungere vac- che. Il poeta Heberto Padilla (Fuera de juego) fu costretto all’abiura e poi all’esilio. Raramente la censura cubana venne rivolta contro la cinematografia occidentale. Fu, soprat- tutto, una censura interna diretta da Alfredo Gue- vara che fu per anni il padre padrone, “l’apparat- chik”, dell’Icaic. Nonostante l’embargo il cinema hollywoodiano piacque sempre e sviluppò, pri- ma delle parabole satellitari, l’ingegno dell’isola. Noto è l’episodio del primo viaggio di Ted Turner, il tycoon della Cnn, a Cuba quando regalò a Fidel tutte le apparecchiature video per piratare e di- stribuire cassette dei film americani. Tra i meriti di Alfredo Guevara quello di aver difeso appas- sionatamente La dolce vita, film considerato “de- cadente” dal regime. Lo stesso però non mosse un dito per Nicolasito Guillén, nipote del poeta nazionale di Cuba, spedito in galera nel ’67 per- ché colpevole di un sacrilegio. Aveva messo la canzone The Fool on the Hill dei Beatles nella co- lonna sonora del suo — primo e ultimo — docu- mentario: Café Arábiga. Il pezzo incriminato ac- compagnava un primo piano degli scarponi mi- litari di Fidel Castro mentre saliva su un palco.

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ROSI E DE SICA Da sinistra: Mizuumi no Kin (Lacrime nel lago); Il caso Mattei di Francesco Rosi, mistero che solo un supereroe può risolvere; Ladrones de bicicletas di De Sica; La ragazza dell’ungherese Màrta Mészàros; Moby Dick con Gregory Peck. Baci rubati di Truffaut e Fumo di Londra con Sordi Noi che al “Mantilla” sognavamo baci rubati

LEONARDO PADURA FUENTES

ome tutti i quartieri dell’Avana, anche il mio ave- vampiresco — a quello di una liberissima interpretazione arti- va il suo cinema. L’avevano aperto negli anni Qua- stica di un’opera d’arte plasmata in un’altra opera d’arte, vale a ranta e, per essere al passo con i tempi, l’avevano dire nel manifesto stampato quasi sempre con metodi serigrafi- battezzato con l’ultimo vocabolo di moda in quel- ci, si rivelò il territorio più innovativo e libero della propaganda la remota modernità: cinema “Chic”. Trascorsi cubana dell’epoca, così come la si concepiva (o doveva essere venticinque anni, dopo una necessaria ristruttu- concepita) in un paese che faceva parte del sistema socialista. razioneC in cui purtroppo aveva perso la balconata da dove si lan- In una società che correva in fretta verso l’omogeneità, l’isti- KUBRICK ciavano carte di caramelle e addirittura si sputava sugli spetta- tuzionalizzazione e il controllo assoluto dei mezzi di diffusione In alto da sinistra: tori in platea, i venti rivoluzionari che a partire dal 1959 percor- da parte dello Stato, risulta curioso che il manifesto cinemato- la locandina di Petulia; revano tutta la società cubana fecero ribattezzare il nostro cine- grafico sia riuscito a crearsi una specie di isola propria in cui com- Deserto rosso di Antonioni; ma. E così a quel nome troppo nordamericano venne sostituto piere scorrerie con insolita libertà formale e concettuale. È per un retrospettiva su Chaplin quello del quartiere: “Mantilla”… questo motivo che oggi si può parlare di un periodo d’oro del ma- Grande, il capolavoro Quella piccola sala, che poteva accogliere circa trecento per- nifesto cinematografico cubano, alla cui gestazione e realizza- di Kubrick del 1971, sone, è stata per tre generazioni di mantilleros il nostro Cinema zione parteciparono perfino alcuni dei più importanti artisti pla- Arancia meccanica, Paradiso: una fonte di piacere, conoscenza, scoperta di realtà e stici del momento — Servando Cabrera Moreno, Raúl Martínez, in versione cubana fantasie, oltre che luogo di incontro di amici, nemici e primi stigmatizzati pochissimo tempo dopo dall’ortodossia politica amori. Intendo dire che il nostro cinema veniva usato per tutto — e altri che fecero proprio del manifesto la loro forma di espres- ciò per cui a quell’epoca di solito veniva usato un cinema. Lì den- sione artistica con alti valori estetici, come nei casi, soprattutto, tro la generazione dei miei genitori vide molti western e classici del maestro Eduardo Muñoz Bachs, e dei non meno creativi e co- come Il ponte sul fiume Kwaie Via col vento, oltre all’abbondan- raggiosi Ñiko (Antonio Pérez González), René Azcuy, Antonio te cinematografia argentina e messicana dell’epoca. Invece la Fernández Reboiro, Rafael Morante e di un’altra mezza dozzina generazione venuta dopo la mia, ormai negli anni Settanta e in di importanti artisti grafici… parte degli Ottanta — quando restammo senza cinema perché Ancora oggi — mezzo secolo dopo — nella mia memoria visi- il tetto del palazzo crollò, come un avvertimento di altri collassi va restano incisi alcuni di quei manifesti con le loro suggestive sociali e politici che si approssimavano — vide in quell’istituzio- immagini: le labbra rosse su sfondo bianco di Baci rubati, la feri- LA MOSTRA E L’AUTORE ne le ondate di cinema bellico sovietico (T-34, La grande guerra ta rossa a forma di stella a quattro punte che annunciò la prima Le locandine dei film sono esposte patriottica) o favole profondamente slave come Il principe di Harakiri, i tre volti femminili, pletorici di colorito pop, del film insieme a molte altre a Pordenone Bajaja, il preferito di mio fratello minore. Insomma, quella allu- cubano Lucía, o lo Charlot creato da Muñoz Bachs. Forse quel nell’ambito di “Mira Cuba!” vione che dalla Mosfilm ci invase senza misura né clemenza. gruppo di artisti — illustratori, pittori, incisori — che partecipò (www.miracuba.it) Tra una generazione e l’altra poi c’eravamo noi, che negli an- alla rivoluzione del manifesto cinematografico a Cuba raggiun- fino al 12 gennaio 2014 ni Sessanta facemmo la rara esperienza di vedere sullo scher- se il suo scopo per due ragioni in apparenza distanti e distinte: da Leonardo Padura Fuentes, mo di quel cinema qualche produzione nordamericana, non una parte, l’esistenza di una tendenza molto innovativa nel lin- autore di questo articolo, troppe pellicole sovietiche ma, soprattutto, a un ritmo di due guaggio del manifesto che giungeva fino a loro dalla lontana ma è uno scrittore cubano film alla settimana, strane proposte dirette da Akira Kurosawa, socialista Polonia (dove quest’arte raggiunse elevatissimi livelli In Italia i suoi romanzi, Andrzej Wajda, Vittorio De Sica, François Truffaut, Alain Re- qualitativi), e dall’altra la libertà di cui godettero questi artisti nel che hanno come protagonista snais. Anche se il massimo godimento ce lo offrivano alcune realizzare il loro specifico lavoro, più lontano dal discorso poli- il tenente Mario Conde, commedie italo-francesi, il cui protagonista era quasi sempre tico, rispetto allo spazio che ebbero quando essi stessi o altri col- sono pubblicati da Marco Tropea Alberto Sordi, di solito accompagnato da bionde bellezze che leghi operarono in altre manifestazioni della propaganda grafi- facevano volare la nostra immaginazione e altro. Così, tra un ca, in particolare quella di carattere politico, molto praticata in samurai coraggioso, il tragico Accattone (che impose la moda quegli anni iniziali di un processo rivoluzionario che diventava di un particolare taglio di capelli) e le avventure di Alain Delon sempre più radicale e socialista. in Delitto in pieno sole e di Jean-Paul Belmondo in Cartouche, Così, mentre in molte occasioni l’abbondante propaganda ci forgiammo a poco a poco una parte di un’educazione senti- politica e sociale assimilava linguaggi e soluzioni vicini al reali- mentale che venne integrata da un’altra forma di rapporto con smo socialista, nell’isola rivoluzionaria dell’affiche cinemato- il cinema: quei manifesti grandi poco più di un metro per 70 grafica si praticavano il pop, l’astrazione, il figurativo naïf, i gio- centimetri, stampati in serigrafia, nei quali, oltre al titolo del chi con i colori o con la loro assenza, con una creatività che mol- film, c’era sempre una scioccante proposta grafica che a volte te volte riuscì addirittura a superare la frontiera epocale che fu riusciva perfino a sconcertarci. marcata nel 1971 dal Congreso de Educación y Cultura, quello La prima legge rivoluzionaria sulla cultura, approvata agli al- che diede avvio a ciò che oggi a Cuba tutti conoscono come il bori del 1959, stabiliva la creazione di un Instituto Cubano del Ar- “quinquennio grigio” o come il “decennio nero” della cultura te y la Industria Cinematográfica (Icaic), che non solo si sarebbe cubana (epoca di intransigenze e di emarginazioni). E così, an- assunto il compito di stimolare la produzione cinematografica cora oggi, grazie a quegli artisti ispirati, una parte importante FELLINI nel paese — con un senso estetico più accentuato — ma anche della memoria visiva dei cubani è segnata dalle loro audaci pro- Dall’alto: Giulietta di uniformare la programmazione nelle sale e di promuovere la poste grafiche. In gran parte realizzate in funzione dell’arte ci- degli spiriti di Fellini; partecipazione degli spettatori. Per quest’ultimo scopo si fece ri- nematografica, sebbene a volte furono utilizzate anche per altri il film di Tadashi Imai corso, come era da attendersi, a manifesti allusivi alle opere da scopi, artistici o perfino politici (come il manifesto di Alfredo Ro- Adauchi; I ragazzi proiettare. Solo che quei poster, più che realizzare una semplice stgaard per il Festival de la Canción Protesta e i disegni di Um- della via Paal; promozione commerciale, molte volte si proclamavano in ri- berto Peña nella Casa de las Américas). Una forma di pubblicità Ro.Go.Pa.G. (Rossellini, bellione propagandistica e si lanciavano alla ricerca della pro- che andando al di là della sua funzione di servizio si eresse ad ar- Godard, Pasolini pria identità estetica, fino a trasformarsi in opere d’arte dal valo- te, con una dignità e una statura estetica che hanno reso l’utili- e Gregoretti) e il film re indipendente e duraturo. tario manifesto una pietra miliare della storia culturale cubana cecoslovacco Sul carro Il passaggio improvviso dal tipico manifesto promozionale — della seconda metà del Ventesimo secolo. di battaglia di Zizka il cowboy con la pistola fumante o la bella ragazza dallo sguardo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Next Domenica prossima al via la gara più folle del mondo: Velocità della luce oltre tremila chilometri in auto per attraversare il deserto australiano con un pieno di sole Le Sarà in pista anche l’ultimissima Ferrari a energia fotovoltaica tappe Proverà a vincere una corsa che parte da molto lontano 1955 E che punta a arrivare ancora più lontano

SUN MOBILE Modellino lungo 40 cm, costruito BOXEL da General Motors L’architetto in legno di balsa Paolo Pasquini alimentato da 12 omologa celle fotovoltaiche a Bologna 1987 il primo veicolo elettrico italiano

BLUEBIRD Ed Passerini dell’Alabama University crea 1977 la prima

QUIET ACHIEVER Hans Tholstrup e Larry Perkins attraversano 1983 l’Australia su questa auto solare

IBRIDO L’International Rectifier Company monta diecimila celle solari 1960 sul tettuccio di un’auto d’epoca

EMILIA III E’ l’ultima creatura della Scuola Ferrari, 2013 qui nella foto grande

S lar RICCARDO LUNA a (quattromila chilometri, mica una passeggiata). Aldilà del folklore, l’evento au- l 12 settembre nel porto di Melbourne è straliano è diventato un appuntamento mon- arrivata una nave partita da molto lonta- diale per fare esperimenti che preparano la mo- no. Il container è stato sbarcato con una bilità del futuro: un mondo senza benzina, elet- certa trepidazione. Dentro c’era uno trico e possibilmente con l’elettricità prodotta strano oggetto, che serve molta immagi- dal sole. Insomma, Emilia III e le altre quarantu- nazione per definire “automobile” giac- no navicelle spaziali con le ruote iscritte alla Iché è più simile a una astronave con le ruote: è competizione da ventiquattro paesi, non corro- una Ferrari a energia solare. Il veicolo si chiama no solo verso il prestigioso traguardo, ma piut- Emilia III e in questo momento lo stanno por- tosto verso una nuova frontiera dell’umanità tando nella città di Darwin dove domenica pros- che nessuno oggi sa dire con esattezza quanto Car sima partirà una delle competizioni più folli e af- sia lontana. Per intenderci, i rapidi progressi del- fascinanti che ci siano: il . l’auto elettrica sono ormai all’ordine del giorno Tremilaventuno chilometri nel deserto austra- grazie ai continui rilanci di Elon Musk, il pionie- liano, a più di cento all’ora di media, fino ad Ade- re del web che ha fondato la Tesla Motors: le sue laide senza usare una goccia di benzina. Solo vetture prima sono diventate uno status symbol energia solare, appunto. Severissime le regole: si per le star milionarie di Hollywood e della Silicon Niente paura guida alle 8 alle 17, poi si tira una linea rossa sul- Valley, ora si preparano a invadere il mercato di la strada e ci si accampa per la notte; è possibile massa sfidando uno dei pregiudizi più duri a cambiare corsia dopo mezzogiorno, quando il morire. Ovvero il fatto che con un’auto elettrica sole passa a ovest, per catturare più energia, ma sia complicato fare rifornimento. Lo scorso 5 siamo rimasti solo se non arrivano auto in senso contrario vi- settembre Musk ha annunciato con un tweet sto che si guida su strade pubbliche. che porterà tutta la sua famiglia da Los Angeles a È la dodicesima edizione di questa rocambo- New York in sei giorni con appena nove ore de- lesca gara inventata nel 1987 dall’esploratore dicate alla ricarica delle batterie. danese Hans Tholstrup che in venti giorni guidò Ma il solare sarebbe tutta un’altra cosa. Le ca- senza benzina personalmente la prima auto solare della storia, se automobilistiche lo hanno ben chiaro come The Quiet Achiever, da lui stesso progettata, da fu evidente nel 1997 quando la Honda, per il lan-

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OXIANA 2 PINOCCHIO MARANELLO veicolo-laboratorio Così la scuola L’auto elettrica energetico, Ferrari battezza così chiamata, viaggia da Modena il veicolo elettrico creata da EnerBlu, fino al confine a due ruote in balsa 2005 percorre 4365 km fra Afghanistan al World Solar da Maranello e Uzbekistan Cycle Challenge a Capo Nord

COME FUNZIONA 1996

2006

MULOSYSTEM EMILIA III Una carovana Ecco le principali di veicoli caratteristiche elettrico-solari tecniche da Roma del prototipo Ferrari a Maranello

EMILIA II Il team SenzaBenza e la scuola Ferrari realizzano 2011 l’unica italiana al World Solar Challenge INFOGRAFICA DI ANNALISA VARLOTTA

Lunga 4,50 m che per le vie di Bologna ro che sono in tanti, tantissimi a darsi da fare su ALTRE APPLICAZIONI Larga 1,5 m ogni tanto se ne veda anco- questo terreno. Soprattutto sulla via Emilia, ma Alta 1,1 m ra qualcuno). non solo. Le università limitrofe, decine di pic- Bici Da lì la trama si sposta, com’e- cole e grandi ditte emiliane di solida tradizione Pesa 180 kg Nel 1998 vengono ra probabilmente ovvio, a Maranel- automobilistica, singoli appassionati. La prima lanciati la bicicletta Può raggiungere lo. Ma non alla Ferrari, bensì nella auto italiana al World Solar Challenge per i 110 km/h scuola professionale che Enzo Ferrari aveva esempio si chiamava Futura, ed era stata realiz- solare Grasparossa A una media voluto negli anni Sessanta per formare i suoi fu- zata a Pescara (nello stesso anno, il 1996, da Ma- e il progetto Speed Bike, di 70 km/h turi dipendenti. Maghi dei motori. Qui era ap- ranello uscì Pinocchio, un bizzarro, e pericolo- 40 velocipedi elettrici ha un'autonomia di 350 km prodato un filosofo mancato che a parlarci og- sissimo, due ruote solare, a pedali e in legno). che faranno 50 mila km Consuma 14Wh/km gi sembra Archimede Pitagorico oppure, visto Poi è arrivata Emilia II, «molto artigianale», che (equivalente a 0,15 litri al km) il tema, ricorda Doc, il professore matto di Ri- nel 2011 sbagliò strategia di gara arrivando Triciclo Il telaio è in fibra di carbonio, torno al Futuro. Si chiama Filippo Sala, ha ses- 19esima su 21 iscritti. Ora tocca a Emilia III, che Nel 2000 grazie all’uso il pannello solare è composto sant’anni, ha scalato più volte il K2 e l’Everest non solo è frutto di un lavoro collettivo di pro- per sperimentare il funzionamento di forni e gettazione con gli atenei, ma è un’auto-puzzle, della fibra di carbonio da 391 celle, copre una superficie e dell’alluminio di 6mq e può estrarre 1200 W docce solari; ha progettato un’auto a idrogeno dove ogni componente di altissima tecnologia che ha fatto settanta chilometri con un bicchie- è stato donato da qualcuno. Solo i soldi per il nasce Fuel Buster re d’acqua; ha brevettato un tram senza fili e ro- viaggio non erano previsti e allora il progetto è Poi avrà una versione taie con un biberonaggio intelligente (pensato stato messo in Rete per trovare i diecimila euro solare-idrogeno cio della Civic, utilizzò un’immagine della loro per la città di Roma ma poi venduto ai francesi); necessari a portare alcuni ragazzi in Australia Dream — che aveva appena vinto il Solar Chal- ha guidato un’auto solare, la Oxiana, fino al con il crowdfunding (sono già arrivati a quota Sidecar lenge — con uno slogan che diceva più o meno confine dell’Afghanistan in guerra; e, soprat- 1.500). E la Ferrari? La Ferrari per tradizione “pensiamo a quelli che devono ancora venire al- tutto, dal 1996 è il professore coordinatore del non fa sponsorizzazioni ma uno scambio c’è, In collaborazione la luce”. Sono trascorsi quindici anni e di passi corso-laboratorio “prototipi” della scuola di soprattutto di tecnologia. Quando il 13 novem- con alcune scuole avanti ne sono stati fatti tanti. Anche in Italia, che Maranello. È lui quello che fomenta gli otto- bre 2014 in Brasile partirà la prima gara della elementari e medie ha una storia di veicoli solari fatta da pionieri, in- cento studenti che sognano di diventare mec- Formula E, la Formula Uno elettrica, se la Ros- del modenese, ventori, autentici visionari. Come l’architetto canici Ferrari. sa di Maranello farà la sua figura lo dovrà anche nel 2001 nasce Paolo Pasquini che nel 1987 riuscì a farsi omolo- «Siamo una setta solare» dice il professor Sa- ai sogni solari di alcuni pionieri. il Side-car elettrico gare il primo veicolo solare italico, il Boxel (pare la con molta autoironia mettendo bene in chia- © RIPRODUZIONE RISERVATA

Repubblica Nazionale DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA DOMENICA ■ 42 L’incontro Mostri sacri È stato Frankenstein e Dracula e oggi è il malvagio Saruman del “Signore degli anelli”: “Non capisco cosa abbiano di così spaventoso i miei personaggi. A me al cinema fanno paura solo le porte aperte” Passati ormai i novanta (festeggiati con un disco heavy metal) il grande Cristopher Lee attore racconta una vita ricca di tutto: “A ogni compleanno mi auguro solo di poter vedere in sala l’ultimo film che ho girato”

MARIA PIA FUSCO essenziale della mia vita, ha sempre ac- grande interprete dei cattivi. «Ma la preti di Bond l’attore più vicino ai libri è un cognome gipsy, zingaro. Ne ho in- compagnato le mie emozioni e i miei maggior parte dei miei cattivi sono nati Pierce Brosnan, ha l’eleganza e la legge- contrati parecchi nella vita di zingari, e ROMA stati d’animo. Non c’è niente di meglio dalla fantasia, davvero non capisco per- rezza che piaceva a Ian. Ho conosciuto forse da lì viene la parte selvaggia del per superare i momenti negativi». Tut- ché facciano così tanta paura. Diverso il bene anche Tolkien. Forse sono l’unico mio carattere». E poi c’è l’Italia, a cui n tal baccano in ta la musica, visto che oltre ad aver inci- discorso per i personaggi realmente attore ad avere approfondito in modo l’attore è molto legato per via del cine- chiesa, bel ri- so brani lirici, Lee appare in un video esistiti, e ne ho interpretati alcuni. Ra- sistematico tutta la sua letteratura. Bat- ma — ha lavorato tra gli altri con Alber- spetto!». Co- con Paul McCartney, ha inciso un disco sputin è uno di questi, e forse neppure il to ogni record». Per esempio il record di to Sordi ne L’avaro — ma soprattutto mincia così, con con canzoni come O sole mio, My Way, peggiore. Ma non mi piace chiamarli interpretazioni di Dracula: dieci volte. per via della madre: «È una Carandini, «uno deiU più celebri brani da Toscail no- What a Beautiful Morning e l’anno “cattivi”, preferisco la definizione dei «O anche quello di attore più alto. Du- famiglia aristocratica, le origini risalgo- stro incontro con Christopher Lee. Con scorso ha festeggiato i novant’anni re- francesi: “eroi negativi”». E alla doman- bito però che quest’ultimo sia ancora no al primo secolo, una delle più anti- la sua possente voce baritonale canta gistrando un cd di heavy metal. da su cosa faccia paura a lui sul grande valido, mi sono reso conto che negli ul- che». Ne parla con orgoglio, descrive lo l’indignazione di Scarpia, e l’espressio- A maggio ne ha compiuti novantuno schermo, la risposta è senza tentenna- timi anni ho perso qualche centimetro. stemma di famiglia — «Due corone, ne del suo viso è minacciosa e severa an- di anni e stavolta ha spento le candeline menti: «Una porta aperta». Resto però l’attore che ha fatto più film, una del Papa e una dell’Imperatore, che che quando si scioglie in un sorriso. Mai lavorando in Nuova Zelanda con il regi- Uscendo dall’horror, Christopher 230 secondo alcuni, quasi 280 secondo si intrecciano come bicipiti» — e ricor- del tutto rassicurante: il suo resterà per sta Peter Jackson sul set de Lo Hobbit, la Lee partecipa poi a grandi film interna- altri. Io non lo so, non voglio saperlo: al- da «la cittadinanza onoraria e le chiavi sempre il volto prestato a personaggi desolazione di Smaug, l’ultimo film del- zionali: è Rochefort ne I tre moschettie- cuni li ho dimenticati altri, quelli fatti della città che ho ricevuto a Modena, come Dracula e Frankenstein. la saga da Tolkien in cui interpreta an- ri e in altri due titoli da Dumas. Quindi, solo per soldi, non voglio ricordarli». dove c’è Palazzo Carandini. Con mia C’è però una ragione che giustifica la cora una volta il personaggio di Saru- accolto a Hollywood, è nel cast di tre Sarà forse perché gli eroi negativi non moglie ho visitato il vecchio castello a citazione da Puccini. Lee, anzi sir Chri- man. «A ogni mio compleanno auguro film di 007 in cui, anche qui, i suoi per- tramontano mai, ma effettivamente la Sarzana, che era di mio nonno, France- stopher Lee (è baronetto dal 2009) ha fi- a me stesso soltanto una cosa, di aver il sonaggi non sono proprio brave perso- carriera di Christopher Lee non cono- sco Giacomo Carandini, marchese. nito non da tantissimo di lavorare sulla tempo di vedere l’ultimo film che ho fat- ne. «Su James Bond so tutto, sono pre- sce crisi. E incrocia diverse generazioni Mia madre, essendo donna, ha soltan- interpretazione di Pinkerton nel film to. La vita che mi resta è tutta un regalo, paratissimo, praticamente l’ho visto di autori: George Lucas gli affida il con- to il titolo di contessa». The Girl of Nagasaki, versione molto li- no ho già vissuta tanta». Una vita inten- nascere essendo stato Ian Fleming mio te Dooku in Star Wars, Peter Jackson il Prima di congedarsi sir Lee riemerge bera da Madama Butterflygirato in par- sa di incontri e di esperienze, che ha rac- cugino. Stavamo spesso insieme, gio- Saruman de Il signore degli anelli, Mar- dai fasti del passato e guarda all’oggi te a Roma, al Teatro Valle occupato. contato in un’autobiografia pubblicata cavamo a golf e parlavamo del suo lavo- tin Scorsese lo vuole nel cast di Hugo con lieve irritazione: «Non so da voi in «Conosco tutte le opere di Puccini, ma nel 1977 con il titolo Alto, oscuro, spa- ro e del mio. Secondo me, tra gli inter- Cabret, Tim Burton — «il mio preferito» Italia, ma in Inghilterra le persone nate Toscae Il Tabarro sono le mie preferite. ventoso e poi uscita in versione aggior- — identifica in lui l’espressione perfet- con un certo nome e che hanno fre- Sa cosa disse Puccini la prima volta che nata trent’anni dopo, nel 2007, con di- ta del suo cinema visionario e da Il mi- quentato certe scuole e che apparten- incontrò Enrico Caruso e ne ascoltò la verso titolo, Il signore delle sregolatezze. Mai avuto ruoli stero di Sleepy Hollow in poi trova sem- gono all’upperclass sono definite con voce? “Chi ti ha mandato da me? Dio?”. Sregolatezze, sir Lee? «Sì perché se il pre un ruolo adatto a sir Lee. In tanta va- disprezzo “posh”. Io sono un conserva- Del resto Caruso stesso di Toscanini mio passo è diventato più lento non è da eroe romantico sta filmografia neppure una commedia tore, è vero, tuttavia ritengo che tutti aveva detto “Quest’uomo ha imperti- affatto vero che con il tempo si diventi romantica. «Falso! Un eroe romantico siamo ciò che diventiamo prescinden- nenza nella voce”: un’espressione che più saggi, anzi». Forse per via l’ho interpretato eccome, in Jinnahero do dalla nostra nascita. Quando però ho sempre trovato meravigliosa. Ho Tra i tanti capitoli della sua vita quel- del mio metro Muhammad Ali Jinnah, fondatore del mi sento dire che io sono “posh” e che la imparato ad amare la lirica durante la lo intitolato al cinema comincia subito Pakistan. Ma è vero che nessuno mi ha mia casa a Chelsea è “posh”, beh mi guerra. Ho visto la prima opera in una dopo la guerra. Christopher Lee era nel- e novantacinque: mai proposto un ruolo da innamorato monta una grande tristezza». La stessa Napoli appena liberata, al Teatro San la Royal Force, secondo alcune crona- in una storia sentimentale. Si vede che con cui guarda anche al mondo del ci- Carlo. Era Il barbiere di Siviglia: bella che nello spionaggio. E qui interviene difficile non ho il fisico e forse neppure la faccia» nema: «Oggi molti giovani, ragazze e ra-

musica, storia divertente, buffi perso- una sonora risata: «Sciocchezze! Non — poi aggiunge con un mezzo sorriso: gazzi, arrivano al successo e a guadagni naggi. Mi conquistò. È l’opera perfetta potevo essere una spia, come avrei fat- trovare attrici «O forse non c’è mai stata un’attrice al- milionari con pochissima esperienza per iniziare ad apprezzare il genere» — to a passare inosservato con questo me- la mia altezza». alle spalle. Non voglio fare il vecchio e non resiste ad accennare La calunnia tro e 95 di altezza che mi porto appres- alla mia altezza Nella vita reale invece, con il suo fisi- rabbioso o invidioso, ma trovo che non è un venticello… so? Ero semplicemente nelle Forze Spe- co slanciato, sempre elegantissimo, gli sia giusto, carriere troppo facili non so-

Non è piuttosto strano incontrare ciali e tutti noi in un modo o nell’altro fa- occhi scuri e lo sguardo malandrino, di no destinate a durare a lungo. Per me una leggenda del cinema che ha attra- cevamo parte dell’Intelligence: il no- tentazioni ne avrà avute. «Da giovane niente è stato facile, nessuno mi ha da- versato tre generazioni di registi e par- stro lavoro non era quello di spie, dove- forse, come tutti gli uomini devo aver to nulla e ho imparato tutto quello che lare così tanto di musica? «Affatto, e le vamo solo passare informazioni». colto qualche occasione, ovviamente so soltanto guardando e ascoltando».

spiego perché. La musica è una parte Troppo alto per fare la spia, troppo alto sempre con il massimo rispetto per il © RIPRODUZIONE RISERVATA per un ruolo da protagonista nel cine- gentil sesso. Ma nel 1961 mi sono spo- ‘‘ ma. Dal 1948, dall’esordio ne Il mistero sato e da allora non ho mai voluto avere degli specchi, colleziona una lunga serie problemi. Sono stato fortunato, mia di ruoli secondari sul grande schermo e moglie Gitte è una donna meravigliosa, in tv. La popolarità arriva solo dieci an- bellissima, non avrei mai potuto man- ni più tardi, nel 1957, quando esce La dare in rovina il mio matrimonio. La maschera di Frankenstein, seguito l’an- mia vita privata è la cosa più importan- no dopo da Dracula il vampiro, prodot- te che ho, insieme alla rispettabilità e al- ti entrambi dalla Hammer, la casa di l’onore naturalmente, entrambi eredi- produzione inglese di cinema horror tati dalla mia famiglia». Le radici di Ch- con cui Lee ha lavorato fino all’inizio ristopher Lee sono estremamente va- degli anni Settanta nei panni ora de La riegate. «Andando indietro nel tempo mummiaora de Il mostro di Londra. Di- da parte di mio padre siamo di origini venta una star del cinema “di paura”, inglesi, francesi e americane. Ma Lee è FOTO REX ‘‘ Repubblica Nazionale DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 ■ 41

DOVE DORMIRE DOVE MANGIARE DOVE COMPRARE MASSERIA BAGNARA MASSERIA PETRINO ENOTECA GIRO DI VITE Strada Provinciale 125 Lizzano (TA) Zona Petrino Palagianello (TA). Tel. 099-8434065 Corso Umberto I 162, Crispiano (TA) Tel. 099-9558337. Camera doppia da 120 euro Chiuso domenica sera e lunedì, menù da 35 euro Tel. 099-616087

RELAIS HISTÓ AL GATTO ROSSO ENOTECA ARENTI Via S. Circummarpiccolo. S.Pietro sul Mar Piccolo (TA) Via Cavour 2, Taranto. Tel. 099-4529875 Via Papa Leone XIII 17, Martina Franca (TA) Tel. 099-4721188. Camera doppia da 100 euro Chiuso lunedì, menù da 27 euro Tel. 080-4838367

CASINA METRANO MASSERIA BOSCO (con camere) ENOTECA CARONE Gli indirizzi Contrada Monaci Salice Salentino (LE) Via per Erchie, Avetrana (TA). Tel. 099-9704099 Via Berardi 71, Taranto Tel. 0831-66607. Camera doppia da 70 euro Senza chiusura, menù da 25 euro Tel. 099-4596218

NEGRAMARO

Anima di Negramaro Lizzano Rosso Emera Ha misura e speziatura morbida (cannella), il rosso di Claudio Quarta, ex biologo itinerante tra Italia e Stati Uniti Abbinamento: zuppe. Prezzo: 10 euro ILLUSTRAZIONE DI CARLO STANGA

Masseria Maime Salento Igt Tormaresca Un anno in barrique e uno in bottiglia per plasmare il Negramaro tinta rubino intenso, secco, fresco, speziato In cantina Abbinamento: salumi. Prezzo: 18 euro Tradizione “Lu mieru” Orecchiette con le cime di rapa, olio extravergine, che mi fece uomo aglio e peperoncino: uno dei piatti GIANCARLO DE CATALDO della tradizione Teresa Manara Negramaro u nella cantina dello ziu Antonio, a Sava, che av- pugliese venne la mia iniziazione al Primitivo. Avevo otto Salento Igt Cantele Fo nove anni: a quel tempo, nessuna regola di cor- Affinamento in botte piccola per questo rettezza politico/alimentare vietava di organizzare Negramaro, che profuma di frutti e fiori rossi una bevutina pi lu uagnone. Era, anzi, il modo festoso Abbinamento: paste con ragù di carne per accoglierti in una comunità maschile che onora- Prezzo: 12 euro va lu mieru(il vino, in dialetto) con gaia, e molto laica, dedizione. Mamme e zie, di solito occhiute custodi della virtù infantile, chiudevano un occhio: un goc- cetto non ha mai ucciso nessuno, purché non diventi un’abitudine. La cantina era ovviamente umida e sci- volosa, a mala pena rischiarata da una fioca lampadi- na a filo. Il vino era di tre tipi: bianco, pi li signurine, amabile, per il dessert, e Primitivo. Riservato, que- st’ultimo, agli uomini veri. Lo zio sollevò il grosso tap- po di sughero che sigillava una giara dai morbidi fian- 50esima Vendemmia chi femminei e ci calò dentro un minuscolo bicchiere. Salice Salentino Poi me lo consegnò e io, con le orecchie rosse dall’e- mozione, l’accostai alle labbra. L’odore era aspro e pe- Riserva Leone de Castris netrante. Dava il capogiro. Sul quel Primitivo circola- Malvasia Nera (10%) e due anni di riposo vano leggende. Era Malvasia. Quello di certe annate per il rosso doc morbido e persistente ce ti ni faci di la sciampagna, che te ne fai dello cham- Abbinamento: agnello. Prezzo: 10 euro pagne. Calavano i mercanti piemontesi, e se lo com- pravano che era ancora uva, perché nu mierucosì i si- gnori del Nord se lo sognano. Era Ambrosia. Bevvi. Il liquido scese rapido. Bruciava e raspava. Riuscii a non tossire. Intorno a me gli adulti si scambiavano sorrisi compiaciuti. Arrivarono pacche sulla schiena. Avevo superato la prova di virilità. Quando mi dico- no, oggi, Primitivo, parlano di un altro vino. Un vino ancora robusto, ma ingentilito da mani sapienti che l’hanno saputo arricchire di aromi e di uno sfavillan- Orfeo Negramaro Salento te retrogusto un tempo impensabile. Un brand inter- nazionale che fa onore alla Puglia. Però, lu mieru di Igt Cantine Paolo Leo quella cantina... Medaglia d’oro al concorso internazionale

© RIPRODUZIONE RISERVATA Selezione del Sindaco 2013 al rosso rotondo e speziato (tabacco) Abbinamento: arrosti, brasati. Prezzo: 15 euro LA RICETTA Tagliatelle al Negramaro con ragù di coniglio

Ingredienti per 4 persone Rosolare la cipolla con zucca, salvia, acqua 200 g. di farina di grano A cottura, salare e frullare. Scaldare 2 uova olio, aglio, alloro e rosmarino, 100 ml. di Negramaro aggiungere il coniglio. Versare Cucina fra tradizione 300 g. di zucca a cubetti i funghi tagliati, cuocere 5’, e modernità 1 cipolla sfumare con metà Negramaro Teresa Buongiorno, 100 g. di coniglio disossato Portare a ebollizione con chef dello stellato 2 funghi il brodo. Lessare le tagliatelle Già Sotto L’Arco

1 spicchio di aglio impastate con l’altra metà del vino,

a Carovigno 150 ml. brodo vegetale condire col ragù. Poggiare sulla salsa ✃ 1 cucchiaio farina 00 di zucca nel piatto, aggiungendo Parmigiano

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I sapori Potente e suadente l’uno, versatile ed elegante l’altro: i due grandi vini dalle umili origini Forti sono protagonisti di una scalata irresistibile, grazie anche a uno zio d’America e a una rock band Una sfida apertissima all’ultimo calice d’autunno

PRIMITIVO LICIA GRANELLO avita è troppo breve per bere vini mediocri», so- steneva Wolfgang Goethe. E anche per produr- li. Forse per questo i viticultori pugliesi, stanchi di lavorare soprattutto per irrobustire certi pal- lidi vini del nord, hanno cominciato a produrre — e a bere — dei grandi rossi. Senza quarti di no- biltà«L con cui vestire le proprie bottiglie, ma con una materia prima da Papale Oro 2010 far invidia ai vignerons di mezzo mondo. Apprezzato dai cardinali Il derby tra Primitivo e Negramaro è nato così, impreziosito dallo zio d’America il primo, dalle canzoni della band omonima il secondo, con dell’ultimo conclave, il rosso dai sentori il risultato in bilico felice a seconda di annate e vignaioli. Il Primitivo por- di lampone della famiglia Varvaglione ta nel nome la forza della materia originaria. E poco importa se l’abate Abbinamento: arrosti Francesco Illicerti — il primo a coltivarlo a fine ’700 nella campagna di Prezzo: 25 euro Goia del Colle — lo battezzò primAtivo semplicemente perché si trat- tava di uva a maturazione precoce. Mai come in questo caso, invece, nome e destino coincidono. Nelle bottiglie migliori, ciliegia e sottobo- sco, potenza e longevità, sapidità e suadenza: quasi un archetipo del vi- no rosso. A garantirne la qualità, il successo mondiale del gemello ge- netico Zinfandel. Era il 1967 quando il fitopatologo californiano Austin Goheen, di passaggio a Bari, venne folgorato dalla somiglianza del Pri- mitivo al suo vino preferito. Ma solo nel 2001, un’altra ricercatrice ame- ricana, Carole Meredith, ha scoperto il percorso secolare che ha con- Centofuochi 2011 Soloperto Colore granata e profumi di frutta matura per il vino pieno, dall’alcolicità decisamente importante (15 % vol.) Abbinamento: selvaggina Prezzo: 15 euro Derby ES Cantina Gianfranco Fino Cioccolato e caffè firmano il miglior vino di italiano degli ultimi due anni nella summa delle cinque maggiori guide enologiche Abbinamento: formaggi Prezzo: 35 euro Puglia Primitivo o Negramaro?

Dunico Accademia dotto un vitigno croato, il Crljenak kaštekanski, sia in Puglia sia negli Stati Uniti, dando origine a Primitivo e Zinfandel. dei Racemi Il Primitivo ha dismesso i panni del vino da taglio per diventare prin- Crescono su terreni sabbiosi, le viti di questo cipe della viticoltura pugliese, capace di far rialzare la testa all’agricol- Primitivo, tra complessità e note balsamiche, tura tarantina, tanto verace quanto sfortunata. In scia al suo vino color affinato in botti grandi passione, infatti, si reintonacano le masserie e si ringiovaniscono le cu- Abbinamento: formaggi. Prezzo: 19 euro cine, mentre gli attori istituzionali della rinascita organizzano degu- stazioni itineranti, seguendo il fil rouge del Movimento Turismo del Vi- no Pugliese. Un cambio di passo e mentalità in grado di far entrare il Pri- mitivo nel gotha dei grandi vini, tanto che due anni fa l’ES di Gianfran- co Fino ha conquistato il gradino più alto, lasciandosi alle spalle ama- roni e baroli, brunelli e supertuscan. Più che rivale, il Negramaro è alternativo e diverso. Condivide la stes- sa storia di uva da taglio e per buona parte le stesse terre, tra Messapia e Salento, ma è di carattere migliore, malgrado il nome arcigno faccia sospettare spigolosità e cupezze. Tanto versatile da accettare con inso- Altemura Doc 2010 spettabile facilità la compagnia — pur minoritaria — della Malvasia Ne- ra per realizzare il Salice Salentino, intenso e avvolgente. Tanto duttile Terra rossa e pietra calcarea regalano da comprimere sentori amaricanti e di tabacco per tramutarsi in un ro- un misto di eleganza e severità sato elegante, campione dei brindisi estivi. Se il mare di Puglia abbaglia, al vino principe della Masseria Altemura la campagna vi sorprenderà. Tra una zuppa di cozze (controllatissime) Abbinamento: agnello al forno e una polpetta di pane al sugo, Primitivo e Negramaro vi faranno ama- Prezzo: 18 euro re l’autunno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA LA RICETTA Orecchiette con purè di fave e cipolla al Primitivo Ingredienti per 4 persone Cuocere le fave con acqua, patata, sedano, carota, 200 g. di orecchiette di semola pomodorini, olio, sale e pepe 300 g. di fave decorticate bianche Una volta cotte, raffreddare, 100 g. di cipolla bianca Pietro Zito dirige passare al mix e setacciare 300 ml. di vino Primitivo con maestria la cucina il purè. Affettare le cipolle 50 g. di ricotta salata dell’osteria Antichi Sapori e immergerle per un paio d’ore 1 patata pasta gialla a Montegrosso, in Primitivo e ghiaccio. Stufarle 1 costa di sedano frazione di Andria con poco olio e un bicchiere

4 pomodorini di Primitivo. Bollire le orecchiette, ✃ 1 carota gialla saltarle con il purè poi impiattarle con le cipolle, Olio, sale, pepe bianco q.b. rifinendo con ricotta ed extravergine

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