Fire Garden(1996)
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
1 a cura di Nicola M. Spagnoli * [email protected] Steve Vai FIRE GARDEN (1996) origini italiane come il suo maestro Joe Satriani (e come Un curriculum invidiabile persino da parte di chitarristi Zappa!) con cui ogni tanto milita nei G3 in memora- molto più famosi, una cinquantina di album di cui una bili dischi e concerti, ma in ventina personali ed altrettanti con Frank Zappa a partire DquestoI album concept Steve Vai non dà il meglio di sé stesso, anche se da Tinseltown Rebellion del 1981 e per di più tante contiene autentici capolavori. Il disco, della durata di un’ora e un quarto, si collaborazioni, una anche con Eros Ramazzotti. Questo è divide nettamente in due parti, una Steve Vai, eclettico e “super veloce” chitarrista. prima esclusivamente strumentale in cui eccelle la lunga suite omonima, ed una seconda con brani anche cantati da egli stesso. E come cantante non co al tempo stesso, e non è da meno sempre considerato dai colleghi e col- è certo un Eric Clapton o un Rory la grintosa e quasi diabolica Blowfish, laboratori e perfino dal grande Frank Callaghen o Hendrix, ottima voce ma hard che più hard non si può. Nei che nei suoi dischi affidava proprio a non inquadrabile facilmente né rico- nove pezzi della Phase 2 troviamo lui le partiture più complicate ed im- noscibile come quella dei suddetti. poche eccellenze e fra queste certa- possibili; insomma il “Paganini” della Si diceva del pezzo clou al centro dei mente la psico-prog Damn You. An- chitarra che mancava e che in Vai ri- nove ottimi brani della Phase 1 del che Aching Hunger dagli accattivanti troviamo! L’artwork del disco (foto 1) disco, la Fire Garden Suite, quasi un riff non è male, così pure la corale non è da meno, un mezzo busto naive brano prog-hard-sinfonico, furioso e Genocide che molto deve ai Queen. a forma di sirena che assomiglia va- avvincente, spagnoleggiante e nordi- E di tal genere, “diabolico”, è stato gamente al nostro, sbuca da un bra- 74.