ottobre 2014

Emanuele Rolando

I Losa, da 41 al Piazzo

preso dalla Fondazione, il cui primo impor- Traendo spunto dal re- tante lotto è stato presentato al pubblico nel cente restauro di Palazzo settembre 2012,1 e il giardino “all’italiana” realizzato grazie al mecenatismo dell’impren- Gromo Losa operato dalla ditore Emanuele Rosa hanno dato nuova vita Fondazione CRB, viene trat- a questo edificio, il quale – forse vittima di un “complesso di inferiorità” nei confronti del teggiata la figura di Maurizio più titolato Palazzo La Marmora, suo dirim- Losa (1727-1796). Militare in pettaio – pareva dimenticato dietro la sua au- stera facciata neogotica. carriera, dopo il matrimonio Incuriositi dal silenzio bibliografico che con Giulia Gromo di avvolgeva il palazzo2 io e l’amico Marco Chia- acquistò in città la dimora di rato abbiamo avviato alcune ricerche archivi- stiche, i cui risultati contiamo di condividere proprietà dei Lascaris. Il pre- con i lettori nei prossimi anni. Nostra ambi- stigio ottenuto gli valse nume- zione è far luce su un edificio la cui impor- tanza sembra essere suggerita già dalla sua rosi incarichi pubblici ubicazione, nell’antichissimo quartiere di Co- decapra, in una posizione non certo anonima, di fronte a Palazzo La Marmora e a pochi Grazie all’azione di valorizzazione pro- passi dal luogo in cui fino a due secoli or sono mossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio si ergeva il convento di San Domenico. di , dal 2004 proprietaria dell’immobile, Le vicende che hanno interessato il com- negli ultimi anni i biellesi hanno potuto risco- plesso nei secoli antecedenti l’arrivo delle prire Palazzo Gromo Losa al Piazzo, meglio Suore sembrano d’altronde intravedersi dai noto come Istituto Beata Vergine d’Oropa (B. pochi, per questo importantissimi, reperti V. O.) dal nome che le Suore Rosminiane die- giunti fino a noi. Durante i lavori di restauro dero allo stabile nel 1896. Il restauro intra- nelle cantine del palazzo è per esempio stata Rivista Biellese Palazzo Gromo Losa (foto Paola Rosetta - archivio Fondazione CRB)

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rinvenuta una lastra in pietra – già pubblicata dedicata una lapide collocata all’ingresso del da Claudia Ghiraldello, secondo la quale pro- giardino, sulla quale torneremo più avanti: il verrebbe da un camino – con scolpita in bas- conte Maurizio Losa di Prarolo. sorilievo l’arma dei Losa: «D’azzurro a tre Sulla scia di Antonio Manno siamo andati pesci aloses (cheppie) d’argento, uno sull’al- a ricercare le sue origini a Salussola, dove, tro, col capo di rosso, cucito, carico di tre secondo lo storico torinese, Maurizio sarebbe stelle d’oro ordinate in fascia»,3 il tutto «in nato nel febbraio 1727.5 Il padre era il «Vas- uno scudo di forma ovale cartocciato, sor- salo» Giovanni Alessandro Losa (1668-1734), montato da corona a sette perle e accollato il quale offrendo «la somma di livre cinque alla croce mauriziana».4 milla» aveva ottenuto con Regie Patenti del 4 Ma chi erano i Losa? E come sono diven- marzo 1722 «l’infeudazione del Luogo, e Giu- tati Gromo Losa? risdizione di Prarolo situato nella Provincia Per far luce sulla questione abbiamo scelto di con [...] titolo Comitale»,6 mentre di dedicare questo primo contributo a uno la madre era Mariana Cauda Caselette delle dei personaggi-chiave di questa storia, cui è Gravere (1698-1753). Di origine avignonese, i ottobre 2014 Palazzo Gromo Losa, facciata (foto Paola Rosetta - archivio Fondazione CRB)

Losa si erano da secoli trasferiti in Piemonte, dove con Nicolò (1564 ca.-1642), bisnonno di 43 Giovanni Alessandro, avevano già posseduto il feudo di Crissolo alla testata della Valle Po (1621). A partire dal Seicento un ramo di que- sta nobile famiglia è documentato a Salussola, dove vivevano Carlo Francesco Maria (1634- 1687) e la moglie Barbara Maria Avogadro di (1649 ca.-1707), genitori di Giovanni Alessandro. Nel Cattastro della Molto Illustre Commu- nità di Saluzola, databile alla fine del XVII secolo, Giovanni Alessandro compare tra i maggiori possidenti del paese:7 nel suo «Re- gistro» sono elencati tra gli altri un palazzo con giardino «sul Monte» e decine di immo- bili e terreni sparsi per tutto il territorio co- munale. Stando ai dati riportati nei registri parrocchiali ebbe otto figli. Maurizio era l’ul- timo, preceduto dal primogenito Giuseppe (nato nel 1708), da cinque sorelle e da un se- condo fratello, Giovanni Agostino. Alla morte del padre il titolo comitale pervenne a Giu- seppe, il quale si sposò con Irene Vagnone di Trofarello ed ebbe a sua volta cinque figli, di luzzo fece parte della spedizione austro-sarda cui due maschi. A Maurizio si prospettava il che inseguì l’esercito franco-ispanico fino in destino a tanti giovani cadetti dell’ari- Provenza, oltre il fiume Varo, che segnava il stocrazia subalpina, i quali si avviavano alla confine tra la Contea di Nizza e la Francia. carriera militare o a quella religiosa. Nell’anno nuovo, alla notizia che gli avversari Il giovane salussolese optò per la prima, stavano riorganizzandosi, il comando ordinò tanto che intorno al 17448 lo troviamo «Al- il ritiro verso Nizza; il 3 febbraio 1747 l’ar- fiere»9 nel reggimento di Saluzzo, impegnato mata in fuga, ripassato il Varo, decise di far come tutto l’esercito sabaudo nella guerra di saltare il ponte nei pressi di Saint-Laurent per successione austriaca, nella quale Carlo Ema- tagliar la via agli inseguitori, ma l’audace ten- nuele III aveva scelto di allearsi con l’ tativo fallì a causa dell’attacco dell’avanguar- contro la Francia, la Prussia e la Spagna. dia borbonica, i cui cannoni provocarono Nell’autunno del 1746, dopo la liberazione gravi perdite tra le file austriache e piemon- del territorio piemontese, caduto in gran parte tesi.10 Tra i feriti è documentato il nostro in mano nemica negli anni precedenti, il Sa- Maurizio, il quale, stando alle patenti di no- Rivista Biellese Lastra in pietra con l’arma dei Losa (foto Paola Rosetta - archivio Fondazione CRB)

Giovanni Ercole. Nei Capitoli matrimoniali 44 datati 19 aprile, nei quali Maurizio risulta an- cora «nel Luogo di Saluzzola residente», il futuro suocero «constituisce [...] a nome di Dote di detta Damigella [Giulia] sua dilettis- sima figlia la somma di lire ventimila Reali di Piemonte».12 La dote di Giulia, istituita ufficialmente con «Instromento» del 12 luglio 1755 rogato Antonio Francesco Gromo,13 si rivelò cruciale per l’acquisto della dimora della nuova cop- pia, sancito con «Instromento» del 15 giugno 1757 rogato Moglia14 mediante il quale Mau- rizio comprò da Giuseppe Vincenzo France- sco Maria Lascaris conte di Castellar un pa- lazzo sito al Piazzo, che è stato possibile con certezza identificare nell’attuale Palazzo Gromo Losa. Il Lascaris,15 nato a Casale nel 1729 e pressoché coetaneo di Maurizio, era un personaggio di rilevanza internazionale, in quegli anni «Ministro di Sua Maestà presso mina militare dei decenni successivi, proprio li Generali Stati della Republica d’Ollanda». su quell’incidente «al Capo»11 sembra aver I suoi legami con Biella e gli eventuali rap- fondato la sua invidiabile carriera nell’eser- porti con Losa sono del tutto inesplorati e cito di Sua Maestà. meriterà ritornarvi alla luce di ricerche più Nel maggio del 1747, pochi mesi dopo puntuali. quel terribile incidente, morì prematuramente Chiave di volta del presente studio ed ele- il fratello Giuseppe e, vista l’assenza di altri mento che ha permesso di risalire inequivo- eredi (i due figli maschi di Giuseppe erano cabilmente alla figura del Lascaris è stato un morti in giovanissima età, mentre dell’altro atto siglato il 1° maggio 1787 «in Biella, e nel fratello, il citato Giovanni Agostino, non si Palazzo di detto Signor Conte Losa, situato hanno tracce, ma doveva in ogni caso essere sul Piazzo di questa Città, Contrada di S. Do- deceduto in precedenza), la corona comitale menico» e conservato nel fondo del notaio e l’ancor più ambita eredità paterna giunsero biellese Giuseppe Ludovico Mussa,16 nel inaspettate a Maurizio. quale si rivelano tutte le intricate vicende eco- Forte del nuovo corso che la sua vita aveva nomiche e familiari che hanno consentito a preso, nel 1755 Losa si unì in matrimonio con Maurizio di acquistare il palazzo. Da un’at- una delle più blasonate fanciulle del Piazzo: tenta lettura del documento – una «Quittanza Giulia Gromo di Ternengo, figlia del conte reciproca» tra Maurizio e Giuseppe Tommaso ottobre 2014 Discendenza di Giovanni Alessandro Losa

Anna Sabina Felice / Anna Maria Elisabetta 45 (1739-1751) Giuseppe Giorgio Francesco Maria (1708-1747) Giovanni Francesco Fabrizio sp. Irene Vagnone (1741-1743)

Paola Teresa Maria Clara Francesca Paola Vittoria (1711 ca.-1721) (1743-post 1795) sp. Francesco De Rossi di Ceva Maria Gabriella (1713-1717) maschio s. n. (1744)

Anna Margherita Maria Giovanna Gabriella (1714 ca.*-1738*) (1745-1746) sp. Paolo Felice Mola di Larissé

Rosa Caterina Barbara Giovanni Alessandro (morta minorenne nel 1721) Losa (1668-1734) Domenica Maddalena sp. Mariana Cauda (1720-?) Caselette delle Gravere (1698*-1753) Giovanni Agostino (1721-?)

Maurizio (1727-1796) sp. Giulia Gromo di Ternengo * A. Manno, Il Patriziato subal- (1739 ca.-1791) pino: dizionario genealogico

Renato Gromo di Ternengo (figlio primoge- sima Città di Biella formato in dipendenza della nito e quindi erede del defunto Giovanni Er- Misura Generale l’anno 1788, custodito presso cole nonché fratello di Giulia) che poneva l’Archivio di Stato di Biella, al conte Losa sono fine a un “giro di soldi” che durava da oltre infatti attribuite le seguenti parcelle, tutte si- trent’anni – apprendiamo infatti come Losa tuate «nel Quartiere di Codecapra»: 5728 abbia potuto acquistare il palazzo dal Lasca- («Prato»), 6857 («Giardino»), 6858 («Casa», ris solo grazie al economico della cioè il palazzo), 6859 («Corte»), 6860 («Giar- famiglia della moglie. dino»), 6861 («Chioso», ossia un chiuso, È opportuno precisare che la proprietà di un’area cintata), 6862 («Ripa Boschiva») e Maurizio non corrispondeva esattamente al 6863 («Prato»), per un totale di oltre tre gior- complesso attuale. Nel Catastro dell’Illustris- nate. Osservando il libro figurato o campa- Rivista Biellese La proprietà di Maurizio Losa di Prarolo nel 1790

gnolo relativo al Catastro, conser- 46 vato presso la Biblioteca Civica, si evince quindi come Losa non pos- C ors sedesse la parte orientale dell’odierna o d 6858 el P proprietà, attualmente un giardino 6863 iaz zo ma all’epoca un’area frammentata in 6859 una decina di parcelle con vari fab- 6857 6860 bricati di piccole dimensioni per sei 6862 proprietari diversi, tra cui il prin- cipe di che vi possedeva 6861 un forno. 5726 4) Per ciò che riguarda invece il 76 (1 a resto del complesso, le varie aree re Iv er 5728 a p corrispondono di fatto alla situa- ov nu ada zione presente. Il palazzo – più pic- Str colo dell’attuale nella sua parte 5727 sudorientale, dato che mancavano la palestra (il nuovo auditorium) e il suo prolungamento realizzati dalle Suore nel secolo scorso – si affacciava tende a quella d’Ivrea» (l’attuale via Guido su una «Corte» attraverso il portico in co- Mentegazzi), che nel 1790 Maurizio comple- lonne di serizzo chiuso nel Novecento per terà acquistando da Giuseppe Belguardi le creare la citata palestra e la veranda.17 Esi- parcelle 5726 («Bosco») e 5727 («Cascina»).18 steva anche un ingresso nobile per le car- Possedeva infine anche un «prato» al di là rozze, situato nella parte occidentale, proba- della strada, che oggi non fa più parte della bilmente chiuso dal portale secentesco in proprietà. noce ricollocato nel giugno scorso dalla Fon- Grazie al prestigio apportatogli dalla dazione Cassa di Risparmio di Biella dopo nuova residenza e dall’unione con una delle un accurato restauro. Si accedeva poi a un più nobili famiglie del Piazzo, Losa trovò «Giardino», corrispondente alla corte inter- presto il proprio spazio nella vita civica biel- media di oggi, mentre la vasta area che dal lese del secondo Settecento. Il 30 dicembre 2012 ospita il giardino “all’italiana” era un 1760 fu nominato consigliere comunale in semplice «Chioso», un’area cintata, utilizzata surrogazione del sindaco uscente Giovanni per gli scopi più vari. Completavano la tenuta Battista Villani, entrando ufficialmente in un «Prato» che costeggiava il fabbricato oc- carica l’8 gennaio seguente con il consueto cidentale, un piccolo «Giardino», tuttora giuramento davanti ai colleghi.19 Com’era presente, che separava a est il palazzo dalle nella prassi dell’epoca, alla fine del suo man- altre proprietà, e la «Ripa Boschiva» verso la dato diventò sindaco, carica che ricoprì nel «strada nuova, che dal Piazzo di questa Città primo semestre del 1764 dovendo affrontare ottobre 2014

la spinosa questione della citata «strada sto in modo, che nel rimanere abilitato ad nuova per Ivrea», realizzata proprio in quei attendere a se medesimo» potesse ancora con- 47 mesi tra le proteste degli abitanti del Vernato, siderarsi al suo servizio, «in cui ha viva brama i quali paventavano «gravissimi danni, e pre- di mantenersi», un’aspirazione cui non era giudizi [...] per la privazione del passaggio, certamente estraneo il lauto stipendio con- trafico, e comercio» nel loro «Cantone».20 cesso agli alti ufficiali dell’esercito. Fu presto Peraltro, dato che il nuovo tracciato andava accontentato e nel 1789 divenne «Governa- ad attraversare proprio la sua proprietà, pos- tore del Castello d’Asti senz’obbligo di resi- siamo immaginare il coinvolgimento anche denza [...] coll’annua paga di Lire due mila personale dell’allora primo cittadino. trecento di Piemonte». Una carica prestigiosa, Il ruolo di primo piano nell’élite cittadina cui si sommò l’anno seguente «un nuovo fre- andò evidentemente consolidandosi se il 30 gio», la nomina a «Brigadiere di Fanteria nelle dicembre 1771 fu nuovamente eletto consi- Regie Armate», coronamento di un curricu- gliere su proposta del sindaco uscente Gio- lum militare di altissimo livello.22 vanni Giacomo Bonino di , con Nel Piemonte dell’ancien régime la carriera giuramento il 15 gennaio successivo. Erano i militare era strettamente legata a quella di mesi febbrili che precedettero la tanto ago- corte e Losa non fece eccezione. Memore gnata erezione della diocesi di Biella, istituita della «Servitù» resagli fin «da’ suoi più teneri il 1° giugno 1772 da Clemente XIV, e il 30 anni nella qualità di Paggio», nel 1758 Luigi luglio fu proprio Losa a essere incaricato in- Vittorio di Savoia, quarto principe di Cari- sieme a Giovanni Tommaso Teccio, dato che gnano, lo nominò suo «Scudiere [...] coll’an- entrambi si trovavano a Torino, di «inchinare» nuo Stipendio di Lire 600 d’argento», ruolo il vescovo Giulio Cesare Viancini al suo arrivo che il giovane Maurizio mantenne fino al nella capitale sabauda. Anche questa volta il 1775. 23 Dal 1776 compare invece come «Gen- suo mandato si concluse con la nomina a sin- tiluomo di Camera», con la medesima paga, 24 daco (primo semestre del 1775). carica che conservò anche con i successivi Parallelamente alle vicende biellesi Mau- principi di Carignano. Gli impegni di corte rizio continuò la propria carriera nell’esercito comportavano per Losa lunghi periodi di as- sardo. Nel 1752 divenne «Tenente» nel reggi- senza da Biella, in particolare nei mesi estivi. mento provinciale di Aosta21 (nel 1774 ribat- Sfogliando gli Ordinati del Comune di Biella tezzato “di Ivrea”), dove nel 1781 fu nominato negli anni in cui Maurizio era consigliere si «Luogotenente Colonnello» di fanteria. Fu nota come fosse spesso assente. Nel maggio quindi spostato in quello di Novara, nel quale del 1764, da sindaco, dovendo «in breve por- fu prima «Luogotenente Colonnello» (1784) tarsi in qualità di Scudiere di S. A. S. il Signor e poi «Colonnello» (1787). Ma di lì a poco «le Prencipe di Carignano in Raccuniggi, e non domestiche circostanze, e lo stato di salute» trovandosi poi in caso di restituirsi nella pre- (era ormai sessantenne) gli fecero «desiderare sente Città per la nomina del novo Consigliere di venir sollevato dalla carica», non senza pre- stante la scadenza del suo Sindacato per tutto gare Vittorio Amedeo III «ond’essere provvi- il prossimo Giugno», si vide addirittura co- Rivista Biellese

stretto ad anticipare le procedure di fine man- cambiò inevitabilmente i piani post mortem 48 dato di oltre un mese. del conte, il quale nel primo testamento aveva Se alla vita di corte si sommano gli impe- nominato suoi eredi universali i nipoti An- gni militari non sorprende che nel 1764 Losa drea e Carlo, figli della sorella Anna Marghe- avesse costituito la moglie «in sua Procura- rita e del conte Paolo Felice Mola di Larissé, trice generale con ampia facoltà di ammini- «abitanti in Torino», pur lasciando alla mo- strare, esigere e transigere, convenire, e quit- glie la cospicua somma di 40.000 lire, un vi- tare»,25 un compito che nel suo primo testa- talizio annuale di altre 2.000 lire, «l’intiero mento datato 21 aprile 1788 Losa giudica Usufrutto» del palazzo del Piazzo e una lunga svolto «ottimamente».26 lista di oggetti «in piena sua proprietà», tra i Maurizio e Giulia non ebbero figli. Il loro quali spiccano «la di lui Carossa, Cavalli, e nucleo familiare contava però alcuni dome- Pendula» e «tutti li Sacri Arredi della Capella stici. Nel secondo testamento di Losa (17 di essa sua Casa, compreso il Calice di Ar- luglio 1795), resosi necessario dalla morte gento», precisando però «che dei sudetti Sa- della moglie, avvenuta nell’aprile del 1791, cri Arredi essa Signora Contessa sua Consorte sono menzionati per esempio Pietro Givone ne disponga a favore della Chiesa Coleggiata e Alessandro Scanzio, la «serva» Maria di Salussola». Benna e il «quoco» Giorgio Givone. Al Nel 1795 la svolta: «Nomino di propria primo, oltre a una «somma di lire trecento mia bocca in mio erede universale, e generale Piemonte [...] e tutte le vestimenta di piccola [...] il Signor Cavaliere Leopoldo Gromo di e grossa livrea destinata al suo uso», legò per- Ternengo, mio cognato», fratello minore di sino «l’uso della abitazione in mia casa [...], Giulia, mentre il nipote Andrea (Carlo nel consistente nella bottega, e camere al di so- frattempo era evidentemente deceduto) do- pra di questa, coll’ingresso della piccola veva accontentarsi di beni minori. Dalla ser- porta verso la contrada». rata corrispondenza intercorsa negli anni Negli ultimi anni di vita di Maurizio a te- precedenti tra Leopoldo, allora «Intendente nergli un po’ di compagnia nel suo palazzo per Sua Maestà nella Città, e Provincia di era però venuta ad abitare la nipote Clara, Voghera», e il fratello maggiore Renato figlia del defunto fratello Giuseppe e vedova emerge chiaramente come il primo versasse di Francesco De Rossi di Ceva, nata a Salus- in pessime condizioni economiche e ambisse sola nel 1743, cui morendo lasciò «la somma dichiaratamente all’eredità dell’anziano co- di lire settecento Piemonte da pagarsele an- gnato,27 il quale nel suo primo testamento lo nualmente vita sua naturale durante [...], oltre aveva indicato come esecutore testamentario. l’uso [...] dell’appartamento al piano supe- L’unica «obbligazione» per Leopoldo era riore» del palazzo. quella di «portare il cognome di mia fami- I due testamenti di Maurizio si rivelano glia, e far uso delle armi gentilizie di essa mia documenti cruciali per far luce sui suoi ultimi famiglia». anni di vita e sulle scelte che segneranno il Le ultime volontà di Losa includevano destino del suo nome. La morte di Giulia inoltre lasciti alle più importanti realtà reli- ottobre 2014 Lapide in onore di Maurizio Losa di Prarolo, Palazzo Gromo Losa (foto Paola Rosetta - archivio Fondazione CRB)

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giose e assistenziali della città, tra le quali velo e borsa del calice», guarnito «di Gallone l’Ospizio di Carità, cui furono destinate 4.000 d’oro buono» e munito delle armi gentilizie lire con l’obbligo di pagare annualmente una dei Losa e dei Gromo di Ternengo, il tutto dote «ad una povera figlia» nominata dai suoi ricavato da «una veste di brocato in seta» eredi. Com’era consuetudine per i benefattori della moglie appena scomparsa.29 più munifici gli amministratori fecero anche Maurizio morì il 28 febbraio 1796 all’età realizzare un suo ritratto con tanto di iscri- di sessantanove anni «nel Palazzo di sua abi- zione biografica, al quale purtroppo non è tazione» e fu sepolto secondo le sue ultime stato possibile risalire.28 Naturalmente non fu volontà «nella Chiesa dei Padri di San Dome- dimenticata la chiesa parrocchiale di San Gia- nico [...] e nel tumulo avanti l’altare dedicato como, cui nel 1792 aveva già donato un «Pa- al glorioso San Vincenzo Ferreri, da me aqui- ramentale consistente nel contraltare, Pia- stato colla casa di mia abitazione sita nel neta, due dalmatiche, con sue stole, manipoli, Piazzo». Rivista Biellese

Leopoldo, che in una lettera a Renato del Abbreviazioni 50 4 maggio seguente si firmava già «Leopoldo Gromo Losa di Ternengo», fu quindi il capo- ASB: Archivio di Stato di Biella ASCB: Archivio Storico della Città di Biella stipite del ramo dei Gromo Losa, i quali vis- AST, SR: Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite sero nell’omonimo palazzo del Piazzo per tre generazioni fino all’ultimo quarto dell’Otto- cento, quando l’intera proprietà fu venduta Note alle Suore Rosminiane. 1 In tale occasione è stato realizzato un opuscolo divul- In segno di riconoscenza al generoso co- gativo intitolato Palazzo Gromo Losa: un gioiello per gnato, Leopoldo fece comporre una solenne la Città, ristampato con qualche variante nel lapide funebre in lingua latina, che in origine dicembre dello stesso anno. 2 La storiografia locale non ha mai prestato troppa doveva essere posta accanto alla tomba di attenzione a questo complesso. Giuseppe Maffei, Maurizio nella citata chiesa di San Domenico, che lo descrive prima del rinnovamento operato per essere rimossa pochi anni dopo in occa- dalle Suore, si limita a precisare che «è tutto eretto sione della demolizione dell’edificio e fatta a paramenti di mattoni coperti dalla veneranda pol- collocare – verosimilmente dallo stesso Leo- vere de’ secoli. Ancora serba una finestra binata da una colonnetta con capitello di pietra; sembra che poldo – su una delle pareti del piccolo fabbri- l’abbiano conservata per ricordarne lo stile antico, cato che dà sulla corte intermedia. Tradotta30 mentre le altre furono rimodernate» (G. Maffei, recita: «A MAURIZIO LOSA / CONTE DI Antichità biellesi con una appendice sopra gl’illustri PRAROLO / CAVALIERE DELLA SANTA uomini della città e circondario, Biella 1885, p. 14). Alessandro Roccavilla è invece lapidario: lo trova 31 MILIZIA SUBALPINA / COMANDANTE «completamente rinnovato» (A. Roccavilla, L’arte DELLE TRUPPE DI FANTERIA / GO- nel Biellese, Biella 1905, p. 18). Più puntuali le infor- VERNATORE DEL CASTELLO DI ASTI / mazioni lasciate nel 1976 da Angelo Stefano Bessone, UOMO ILLUSTRISSIMO / NELL’IMPE- Mariella e Mauro Vercellotti, sebbene «la rossa mole del palazzo dei conti Gromo Losa di Prarolo» non GNO CRISTIANO E MILITARE / ALTA- riesca a meritarsi nemmeno il numero identificativo MENTE MERITEVOLE / QUI SEPOLTO che nell’itinerario proposto dagli autori contraddi- / LEOPOLDO GROMO LOSA DI TER- stingue tutti gli altri monumenti del borgo (A. S. NENGO / PATRIZIO BIELLESE / CAVA- Bessone, M. e M. Vercellotti, Il Piazzo di Biella, Biella 1976, pp. 63-64). Più recentemente tra i LIER E / INTENDENTE DEL R E ALL’ECO- pochissimi a essersi occupati di Palazzo Gromo NOMIA E ALLE LETTERE / TRA I TRAN- Losa si annoverano Delmo Lebole, il quale ne SPADANI / ALL’ILLUSTRE COLLEGA / traccia la storia dell’ultimo secolo trattando la pre- COGNATO CARISSIMO / GENEROSO senza delle Suore Rosminiane nel nostro territorio BENEFATTORE [POSE] / RIPOSI IN (D. Lebole, Storia della Chiesa biellese. Ordini e con- gregazioni religiose, vol. III, 2005, pp. 32 33 PACE / VISSE ANNI 69 - GIORNI... [?] 249-250) e Claudia Ghiraldello, che si sofferma / MORÌ IL 28 FEBBRAIO 1796». soprattutto sulle eminenze decorative ancora visibili (C. Ghiraldello, Ricerche d’arte: nuovi percorsi, Biella 2007, pp. 278-282). 3 L. Borello, M. Zucchi, Blasonario biellese, Torino Ringrazio Marco Chiarato per il suo sincero entusiasmo 1929, ad vocem «Losa», p. 59. e Mario Coda per i suoi generosi suggerimenti. 4 M. Coda, Armi gentilizie al Piazzo, in «Rivista ottobre 2014

Biellese», a. XIII, n. 3, luglio 2009, p. 37. ossia l’erezione del corpo rivolto a mezzogiorno e il 5 A. Manno, Il Patriziato subalpino: dizionario genea- prolungamento verso ovest dell’ala principale, risal- 51 logico, vol. XVI, dattiloscritto, ad vocem «Losa». gono al Seicento, è facilmente ipotizzabile come alla Purtroppo nell’Archivio Parrocchiale di Santa fine del Settecento il portico esistesse già. Maria Assunta di Salussola non è stato rinvenuto il 18 «Instromento» del 13 febbraio 1790 rogato Mussa suo atto di nascita o battesimo, mentre vi si trovano (ASB, Atti dei notai del distretto di Biella, Primo, quelli del padre e della maggior parte dei suoi fra- 2945). Cfr. anche ASB, ASCB, Serie III, Catasti, telli e sorelle. Ciononostante, in virtù delle informa- Libri delle mutazioni, vol. I. zioni anagrafiche contenute nella lapide a lui dedi- 19 Le informazioni sulla vita pubblica di Maurizio si cata possiamo ritenere affidabile l’anno 1727. trovano in ASB, ASCB, I, mz. 209-212. 6 AST, SR, Controllo Generale delle Finanze, Patenti, 20 ASB, ASCB, I, mz. 109. mz. 2. 21 Cfr. A. Manno, Il Patriziato subalpino, op. cit. 7 Archivio Storico di Salussola, I/769, Cattastro della 22 AST, SR, Controllo Generale delle Finanze, Patenti, Molto Illustre Communità di Saluzola, 1677-1701. mz. 60, 65, 71, 78 e 81. 8 Cfr. AST, SR, Controllo Generale delle Finanze, 23 AST, SR, Casa di Sua Maestà, Casa Savoia- Patenti, mz. 60, Patenti di nomina a Luogotenente Carignano, mz. 11726, 11728-11730. Colonnello di Fanteria del Reggimento provinciale 24 AST, SR, Casa di Sua Maestà, Casa Savoia- di Ivrea, 22 aprile 1781, dove Vittorio Amedeo III Carignano, mz. 11730, 11732, 11735-11738. loda i «servigi, che da poco meno di trentasette anni 25 L’«Instromento» in questione è datato 23 maggio ci presta il Conte Maurizio Losa di Prarolo». 1764 rogato Pietro Giacinto Perrino, ma non è stato 9 Cfr. A. Manno, Il Patriziato subalpino, op. cit. rinvenuto. Le informazioni qui riportate sono tratte 10 Cfr. R. Capaccio, B. Durante, Marciando per le Alpi. dalla «Liberazione, e Quittanza generale» fatta nel Il Ponente italiano durante la guerra di successione 1781 da Maurizio in favore di Giulia «dipendente- austriaca (1742-1748), Cavallermaggiore 1993. mente da Amministrazione da essa avuta» (ASB, 11 AST, SR, Controllo Generale delle Finanze, Patenti, Atti dei notai del distretto di Biella, Primo, 2943, mz. 78, Patenti di nomina a Governatore del Castello «Instromento» del 26 settembre rogato Mussa). d’Asti, 9 settembre 1789. 26 ASB, Atti dei notai del distretto di Biella, Primo, 12 ASB, Gromo di Ternengo, mz. 78. 2944. 13 ASB, Atti dei notai del distretto di Biella, Primo, 27 ASB, Gromo di Ternengo, mz. 101 e 114. 1174. 28 Cfr. C. Sormano, L’Ospizio di Carità di Biella dalle 14 L’informazione è registrata nell’Ordinato della Città origini (1718) alla restaurazione monarchica (1814), di Biella del 15 aprile 1771 (ASB, ASCB, I, mz. 209). Biella s.d. [1932], p. 150. Il «ritratto» non fa parte Purtroppo non è stato possibile risalire al docu- della serie pervenuta al Museo del Territorio mento poiché il fondo del notaio Moglia non risulta Biellese. essere conservato in alcuno degli Archivi di Stato 29 Cfr. D. Lebole, Storia della Chiesa biellese. La Pieve del Piemonte. di Biella, vol. II, Biella 1985, p. 602. 15 Sul Lascaris cfr. l’omonima voce curata da Enrico 30 Ringrazio Fulvio Conti per il suo prezioso aiuto Stumpo nel Dizionario Biografico degli Italiani nella traduzione della lapide. (1978). 31 Maurizio era cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio 16 ASB, Atti dei notai del distretto di Biella, Primo, e Lazzaro. 2944. 32 L’acronimo funebre B. Q. I. P. sta per bene quiescas 17 Non esistono documenti che permettano di datare in pace. il portico. Tuttavia, dato che gli interventi che più 33 Manca stranamente il numero dei giorni (dies). La contribuirono a trasformare l’edificio originario, lapide appare in generale incompleta, soprattutto limitato alla manica nordorientale (quella che nella sua parte superiore, dove forse trovava in ori- affaccia sul Corso del Piazzo), nel palazzo moderno, gine spazio lo stemma dei Losa.