CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

*** RASSEGNA STAMPA 24 ottobre 2007

Titoli dei quotidiani

Il Sole 24 Ore

Associazioni con timbro Ue

Vendite all’asta, procedure sprint

Italia Oggi

Imprese: dalla mafia ai tribunali

Scatta la confisca per l'impresa

I ddl in pillole

Associazioni, c'è il riconoscimento

Professioni con e senza ordine in attesa

GIURISPRUDENZA

Il Sole 24 Ore

Violenze sui minori, risarciti i genitori

Reintegro senza collocamento

Italia Oggi

Reati, indennizzo Ue

La banca risponde del danno morale

Risarcita la serenità familiare

Spa, la lista sindaci non è tutta del cda

FLASH

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - *** Associazioni con timbro Ue

Hanno ottenuto il riconoscimento, ma dovranno osservare due divieti e non sanno ancora se potranno rilasciare attestati di competenza. I professionisti senza Albo sorridono: non solo perché il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulle qualifiche che permette alle associazioni riconosciute di partecipare ai tavoli di negoziazione Ue, ma anche perché il testo anticipa i principi su cui si baserà la proposta di riforma che il relatore Pierluigi Mantini presenterà nel pomeriggio alla Camera, in commissione Giustizia. E dunque: le associazioni dovranno avere un’organizzazione ramificata a livello nazionale e assicurare l’affidabilità degli iscritti, con il rispetto di un codice deontologico e con l’obbligo di formazione continua. Mantini nella sua proposta cerca di risolvere il problema delle possibili sovrapposizioni con gli Ordini. Le associazioni dei senza albo non potranno esercitare competenze riservate né fare uso di denominazioni professionali utilizzati da Ordini e Collegi. Resta il nodo degli attestati di competenza. Se e come le associazioni li potranno rilasciare, si dovrebbe decidere oggi in riunione tra i tecnici delle Politiche comunitarie e della Giustizia. Le reazioni sono di segno opposto: Per Raffaele Sirica, presidente del Cup il riconoscimento è “una vergogna” mentre Roberto Falcone di Assoprofessioni parla di “voto epocale”. D’ora in poi le associazioni ammesse ai tavoli in sede comunitaria, potranno essere riconosciute con decreto del ministro della Giustizia, di concerto con le Politiche comunitarie, su parere del Cnel. Per essere ammesse occorrono diversi requisiti (oltre alla deontologia e alla cura per la formazione): costituzione da almeno quattro anni per atto pubblico o scrittura privata autenticata o registrata presso l’ufficio del registro; adozione di uno statuto che assicuri ordinamento s base democratica, l’assenza di scopi di lucro, l’identificazione delle attività professionali cui l’associazione si riferisce e dei titoli professionali o di studio necessari per farne parte. Ancora: si chiede rappresentatività elettiva delle cariche interne e assenza di situazioni di conflitto d’interesse o di incompatibilità, trasparenza degli assetti organizzativi adeguati al raggiungimento delle finalità dell’associazione, tenuta di un elenco degli iscritti, aggiornato annualmente. Angela Manganaro, Il Sole 24 Ore pag. 31

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Vendite all’asta, procedure sprint

Ci sono voluti anni di lavoro, una minirivoluzione organizzativa e una riforma, ma alla fine il tribunale di Roma ha vinto la sfida: far uscire le esecuzioni immobiliari dalla paralisi degli anni ’90 e rimettere in moto le vendite delle aste giudiziarie annullando la frattura tra quel circuito e il mercato immobiliare. Dimezzando anche i tempi del processo. Le vendite sono passate da poco più di 200 in cinque anni (1997-2001) a oltre 1.300 nel 2006. Attualmente nella sola provincia di Roma gli immobili sul mercato sono quasi 2mila, oltre 4 mila su tutto il territorio del Lazio. Il percorso per ridisegnare il procedimento esecutivo, che ha consentito di ridurne la durata complessiva da 7 anni a 36 mesi, parte nel 2001. I giudici della quarta sezione civile sono destinati a occuparsi in maniera esclusiva della materia, gli oltre 30 mila fascicoli pendenti, per almeno un terzo mai esaminati, vengono informatizzati, le udienze calendarizzate con un ritmo di quattro a settimana. Alla prassi virtuosa degli uffici romani si aggiunge la riforma del processo esecutivo. Le vendite, in una prima fase affidate ai notai, tornano in tribunale. E diventa centrale la figura del custode, scelto prevalentemente tra avvocati e commercialisti, come traghettatore designato dal giudice a svolgere una serie di adempimenti cha vanno dalla verifica della completezza del fascicolo dell’esecuzione alla predisposizione del piano di riparto ai creditori. Una riforma in agrodolce per i professionisti coinvolti. Lo scontento dei notai,fa il palo con la soddisfazione per il coinvolgimento da parte di avvocati e commercialisti, che però non nascondono i problemi esistenti. Domenico Scimbata, componete del Consiglio notarile dei distretti di Roma, Velletri e Civitavecchia sottolinea che la nuova prassi istaurata a Roma “ha penalizzato la categoria e creato grossi problemi”. La sezione competente per le esecuzioni immobiliari del tribunale di Roma, sette giudici delegati e un presidente, Tommaso Sebastiano Sciascia, ha scelto di non affidare più in esterno la vendita degli immobili anche per mantenere un controllo costante e più diretto su tutto l’iter della procedura. Con la prassi inaugurata tutto grava sul custode. Un lavoro che richiede molto impegno, piega l’avvocato Gianluca Sposato, e “il tribunale prevede anche la partecipazione alle assemblee condominiali eventualmente convocate”. I punti critici da sciogliere sono legati ai compensi e alla necessità avvertita dai professionisti di una drastica riduzione dei tempi burocratici. In attesa che venga emanato il decreto ministeriale, la sezione esecutiva della Capitale ha disposto una tabella dei corrispettivi”. “ci può essere anche un vantaggio economici su grosse procedure – aggiunge Sposato – ma non nel caso in cui ci sia la vendita”.

Marta Paris, Giovanni Parente, Il Sole 24 Ore Roma, pag. 17

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Imprese: dalla mafia ai tribunali

Mastella prova a strappare le aziende siciliane e non alla mafia. Affidandole ai tribunali. Con un sistema nuovo di zecca, dettagliatamente disciplinato da uno dei tre disegni di legge presentati dal guardasigilli ieri in consiglio dei ministri, oltre quello sulla sicurezza urbana Una idea, quelle trovata dal ministero di via Arenula che da una parte cavalca la intenzione delle imprese, ormai dichiarata dalla Confindustria, di liberarsi dal giogo delle criminalità organizzata e che dall'altra però mette in campo una soluzione la cui percorribilità da parte delle imprese è tutta da verificare. Il ddl in questione è quello dedicato alle misure di contrasto alla criminalità organizzata, alla delega per la emanazione di un testo unico in materia di misure di prevenzione e disposizioni sui magistrati delle sedi disagiate e del patrocinio a spese dello stato. Tutto ruota a una «dichiarazione di assoggettamento» che l'imprenditore insidiato dalla mafia può fare all'autorità giudiziaria o alle forze di polizia. Le società interessate sono quelle che versano in una condizione di intimidazione o assoggettamento perché, per esempio, costrette ad assumere personale indicato dai bosso mafiosi o a stipulare contratti di forniture con imprese mafiose o vicine ai boss. La dichiarazione di assoggettamento fa scattare alcune misure di tutela, per così dire, che però comportano l'ingerenza del tribunale nella gestione delle impresa. La prima misura che può essere disposta è quella del controllo giudiziario che comporterà una serie di obblighi per il titolare della impresa tipo il divieto di cambiare sede o oggetto sociale, compiere fusioni o trasformazioni, fornire al tribunale un resoconto periodico delle operazioni compiute di valore superiore alla soglia determinata dal tribunale. La denuncia comporta anche la facoltà per gli ufficiali di polizia, su autorizzazione del tribunale, di accedere presso i suoi uffici o uffici pubblici, studi professionali, banche ecc. per acquisire informazioni e documentazioni utili. Se alla fine del periodo prestabilito permane la impossibilità di gestire normalmente la società il tribunale può applicare la più invasiva misura dell'amministrazione giudiziaria. Questa comporta la revoca di amministratori e sindaci, con la nomina di parte del tribunale di uno o più amministratori che provvedono all la gestione delle società curandone se necessario il riassetto organizzativo e contabile. È possibile che il tribunale provveda al sequestro delle quote e delle azioni con le forme dell'amministrazione giudiziaria. Se la gestione non torna ad essere normalizzata il tribunale può spingersi fino a sequestrare i beni aziendali e a confiscarli. Ovviamente l'imprenditore volenteroso dovrebbe poter contare su «adeguate forme di ristoro» attraverso l'utilizzo del fondo di rotazione, sempre ché sia provato che ogni legame con la organizzazione criminale sia reciso. Questa innovativa misura che mira a consentire all'imprenditore di dare un forte segnale di rottura rispetto al tessuto mafioso è inserita in un più ampio provvedimento dedicato alla razionalizzazione delle misure di prevenzione. Per esempio la confisca del bene mafioso potrà prescindere dalla applicazione al boss di una misure di prevenzione personale e potrà essere disposta anche sui bene di una persona defunta o riguardare una società a prescindere dalla pericolosità dei loro amministratori. Tutto questo per sottrarre il più possibile il polmone finanziario alle organizzazioni criminali. Il bene confiscato viene acquisito al patrimonio indisponibile dello stato salvi i casi in cui il futuro testo unico preveda espressamente destinazioni pubbliche o possibilità di alienazione, garantendo però che i beni non possono essere riacquistati da soggetti che appartengono alle organizzazioni criminali. Altra novità del ddl risiede nelle delega a disciplinare i casi in cui la polizia giudiziaria debba obbligatoriamente effettuare investigazioni patrimoniali, i cui risultati sono trasmessi al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza a fini fiscali. Il ddl, poi, stanzia circa 7 milioni di euro per l'adeguamento delle indennità dovute ai magistrati che prestano servizio nelle sedi disagiate. Per i testimoni di giustizia in difficoltà è prevista la possibilità di assunzione nella pubblica amministrazione per chiamata diretta.

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 -

Claudia Morelli, Italia Oggi pag. 5 Scatta la confisca per l'impresa

Sequestro preventivo dei beni di provenienza illecita a carico delle società e degli enti di diritto privato collegati, anche indirettamente, a organizzazioni malavitose. Questa una delle principali novità contenute nel pacchetto sicurezza esaminato ieri dal consiglio dei ministri (l'approvazione è slittata a martedì prossimo) con un ventaglio di provvedimenti destinato a incidere su settori molto eterogenei tra loro ma con l'unico obiettivo di porre un argine al diffondersi dell'illegalità. La riforma che ora passa all'esame delle camere poggia le basi su diversi pilastri. Le norme che puntano a dare maggiore efficienza agli uffici dei Gip e delle procure della repubblica, quelle sulla tutela dell'ordine pubblico e del decoro dei centri urbani oltre che per l'inasprimento delle pene previste nei confronti di chi falsifica merci o vende prodotti contraffatti e quelle, infine, che disciplinano l'istituzione di una banca dati nazionale del Dna per rendere più facile l'identificazione dei responsabili dei reati più gravi. Proprio in considerazione della complessità della materia il governo ha deciso di scorporare in quattro distinti disegni di legge lo schema di articolato messo a punto e più volte modificato nelle ultime due settimane dal ministro guardasigilli, , e da quello dell'interno, . Le norme, confluite in tre ddl della Giustizia e in uno specificamente dedicato alla sicurezza urbana predisposto dal Viminale, restano sostanzialmente immutate ma con alcune rilevanti integrazioni. Misure patrimoniali di prevenzione estese alle società: Il ddl assorbe le disposizioni in materia di uffici requirenti e giudicanti e di patrocinio a spese dello stato. Completamente nuova, invece, la parte contenente i principi e i criteri direttivi per l'emanazione, entro un anno dall'entrata in vigore della riforma, di un testo unico delle disposizioni in materia di misure di prevenzione. L'obiettivo è, tra l'altro, quello di semplificare l'iter dei procedimenti di confisca dei beni e dei proventi delle attività criminali. A questo scopo il decreto delegato di attuazione della riforma dovrà estendere la possibilità di applicare gli stessi provvedimenti cautelari di confisca già previsti dall'ordinamento nei confronti delle persone fisiche anche alle società e agli altri enti privati. Purché sussista il fondato motivo, «desunto da elementi di fatto», che la struttura sia finanziata, anche attraverso fiduciari o altri soggetti interposti, da elementi collegati alle organizzazioni malavitose. Nel ddl è stato poi inserito anche l'articolo che amplia la gamma dei benefici già previsti dalla legislazione antimafia a favore dei testimoni di giustizia che abbiano fornito indicazioni fondamentali per l'esito di un processo. Questi ultimi saranno infatti reclutati dalla p.a. per chiamata diretta nominativa e avranno diritto ad un posto «con qualifica e funzioni corrispondenti al titolo di studio e alle professionalità possedute». E tutto ciò in deroga alla disciplina sui concorsi pubblici e a meno che non si tratti di attività per le quali sia richiesto il “possesso di specifici requisiti”. Contraffazione di marchi: Il provvedimento predisposto dal dicastero di Via Arenula recepisce le modifiche del pacchetto sicurezza destinate a inasprire e a blindare l'applicazione delle sanzioni previste nei confronti di chi commetta reati di grave allarme sociale. Però con uno «sconto» rispetto alle misure inizialmente delineate a carico di chi si dedica alla contraffazione o alterazione di marchi e segni distintivi. La pena massima della reclusione fissata in un primo momento a sei anni scende infatti a cinque (attualmente è di tre) ferma restando l'irrogazione di una sanzione pecuniaria compresa tra 1.000 e 6.000 euro (ora 2.065). Lo stesso trattamento sarà riservato anche a carico di chi abbia usurpato le privative industriali protette da brevetti, disegni o modelli. Il meccanismo di tutela penale posto a salvaguardia di chi ha inventato o progettato marchi e opere dell'ingegno viene inoltre anticipata e scatterà sin dal momento del deposito della domanda di registrazione. Marco Gasparini, Italia Oggi pag. 32

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - I ddl in pillole

1. Disposizioni in materia di sicurezza urbana (Interno:) Si delinea una nuova fattispecie di reato, l'impiego di minori nell'accattonaggio, che punisce con la reclusione fino a tre anni chi si avvale per mendicare di una persona minore degli anni quattordici. La possibilità già oggi attribuita al sindaco di adottare provvedimenti contingibili e urgenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli all'incolumità pubblica viene estesa anche ai pericoli per la sicurezza urbana. Rafforzata la collaborazione tra sindaco e prefetto: Estesa la facoltà di accesso diretto dei vigili urbani alla banca dati dei veicoli rinvenuti ed a quella dei documenti di identità rubati o smarriti. Attribuito al prefetto il potere di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di pubblica sicurezza; la violazione del divieto di reingresso in Italia viene trasformata da contravvenzione in delitto, punito con la reclusione fino a tre anni. Si aggrava la pena stabilita per i reati di danneggiamento e di deturpamento e imbrattamento di cose altrui nel caso in cui la condotta criminosa sia commessa su immobili sottoposti a risanamento edilizio o ambientale o su ogni altro immobile, quando al fatto consegue un pregiudizio al decoro urbano. Si prevede che il sindaco (o il prefetto sulle strade extraurbane) possa disporre l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti abusivi e la chiusura dell'esercizio fino all'adempimento dell'ordine 2. Disposizioni in tema di reati di grave allarme sociale e di certezza della pena: Sospensione condizionale: si prevede che il giudice, nel valutare la possibilità che l'imputato si astenga in futuro dal commettere ulteriori reati, possa tener conto non solo dei precedenti penali e giudiziari, ma anche delle eventuali ulteriori informazioni desunte dal servizio informatico delle misure cautelari. Omicidio e lesioni colpose: inasprimento delle pene qualora il fatto sia stato commesso da persona in rilevante stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe. Tra le conseguenze accessorie amministrative la revoca della patente di guida. Reati a sfondo sessuale: si introduce un autonomo reato per punire chi, allo scopo di sfruttare o abusare sessualmente un minore di anni 16, intrattiene relazioni anche a mezzo internet. Riciclaggio ed impiego di beni di provenienza illecita: si consente la possibilità di incriminare il cosiddetto autoriciclaggio o il cosiddetto autoreimpiego. Per le fattispecie di maggiore gravità, o comunque di maggiore incidenza sulla sicurezza dei cittadini (omicidio, rapina, violenza sessuale aggravata, spaccio etc) si prevede l'applicazione della sola misura custodiale in carcere. Patteggiamento in appello: viene abrogata la possibilità che le parti, durante il giudizio di appello, si accordino per l'accoglimento dei motivi di impugnazione proposti contro la sentenza di primo grado. Sospensione dell'esecuzione della pena irrogata: si prevede che, per tutti i reati di massimo allarme sia esclusa la possibilità di sospensione ex lege della esecuzione. Contraffazione: innalzamento delle pene per le condotte più rilevanti, come: contraffazione o alterazione dei marchi, brevetti ecc., uso degli stessi attraverso riproduzione dei marchi, usurpazione delle privative protette dai brevetti ecc. Inasprimento per le norme a tutela del made in Italy e delle altre denominazioni di origine. La possibilità di condanna delle persone giuridiche viene estesa anche all'accertamento dei reati in questione, se commessi nel suo interesse o a suo vantaggio 3. Adesione al trattato di Prum.- Istituzione della banca dati nazionale del dna e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del Dna: Istituiti la banca dati nazionale del dna a carattere interforze, collocata nell'ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno e il Laboratorio centrale della banca dati, presso il ministero della giustizia. La Banca dati svolge le attività di raccolta dei dati relativi ai profili del dna (per esempio di soggetti che hanno commesso particolari fattispecie di reato, di persone scomparse o di cadaveri non identificati) e raffronto dei profili di dna raccolti, ai fini dell'identificazione dell'autore di un reato. Il Laboratorio provvede alla estrazione (tipizzazione) dei profili del dna e alla conservazione dei reperti biologici. Il dna

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - può essere prelevato a: soggetti in carcere o agli arresti domiciliari; chi è stato arrestato in flagranza di reato o è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto; i detenuti o destinatari di misura alternativa alla detenzione in seguito a sentenza irrevocabile per delitto non colposo; i soggetti nei cui confronti è applicata un misura di sicurezza detentiva, provvisoria o definitiva. Individuati un termine massimo di 40 anni per la conservazione dei profili e un termine massimo di 20 anni per la conservazione dei campioni biologici 4. Misure di contrasto alla criminalità organizzata: Delega al governo per l'emanazione di un testo unico delle disposizioni in materia di misure di prevenzione. Disposizioni in materia di ordinamento giudiziario e patrocinio a spese dello Stato. Introdotta una tutela per gli imprenditori e le imprese sotto il ricatto della mafia che denunciano l'interferenza della criminalità organizzata: avranno l'accesso a misure di controllo e sostegno nonché a contributi specificamente stanziati. La mancata denuncia comporterà il sequestro e la confisca di prevenzione. Le investigazioni patrimoniali e l'azione di prevenzione diventano obbligatori dopo l'esercizio dell'azione penale per i reati di particolare gravità, salvo che ciò possa pregiudicare significativamente le investigazioni. Sequestro e confisca: ora potranno essere richiesti anche nei confronti di persone giuridiche ed enti, in modo simmetrico a quanto previsto per le persone fisiche. Attribuita alle direzioni distrettuali antimafia la competenza ad indagare ed a proporre le misure di prevenzione patrimoniali. Si introduce e si disciplina la revisione della confisca di prevenzione per accelerare e semplificare l'utilizzo, in specie da parte dei comuni, dei beni confiscati. Rafforzati gli uffici giudiziari collocati in zone maggiormente esposte alla criminalità organizzata: istituito presso i maggiori tribunali sedi di corte d'appello un posto di presidente di sezione Gip; prevista l'istituzione di un posto di procuratore aggiunto ogni otto sostituti addetti all'ufficio; incentivi per i magistrati che accettano di esercitare le proprie funzioni in zone ad alto tasso di criminalità Modifiche alla disciplina in materia di patrocinio a spese dello Stato: Vengono esclusi da questo beneficio tutti i soggetti condannati per gravi reati (associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione a fine di spaccio di stupefacenti eccetera). Italia Oggi pag. 32

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Associazioni, c'è il riconoscimento

Ok al riconoscimento delle associazioni. Rimandati gli attestati di competenza da rilasciare ai professionisti non iscritti a un albo. Il consiglio dei ministri ieri ha approvato «salvo intese» il decreto legislativo di recepimento della direttiva qualifiche (2005/36/Ce), che vuol dire che oggi a Palazzo Chigi gli uffici legislativi interessati alla questione cercheranno di capire se ci sono margini, senza uscire dalla delega, per definire meglio questo aspetto. Che per Pierluigi Mantini (il relatore alla riforma delle professioni che a breve presenterà insieme al collega Giuseppe Chicchi un testo di riforma delle professioni), però, non pregiudica l'importanza della conquista del riconoscimento. Ritornando al consiglio dei ministri, i lavori del cdm, che sono durati quasi cinque ore, hanno visto riproporsi un nodo che sembrava essere stato sciolto il giorno prima in preconsiglio: la possibilità per le organizzazioni riconosciute di certificare le competenze degli iscritti, anticipando così un pezzo di riforma delle professioni. Una scelta netta, quella del ministro delle politiche comunitarie , di portare avanti un discorso liberista in materia di professioni. Approccio che ieri, però, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ha dovuto fare i conti con l'opposizione del ministero della giustizia guidato da Clemente Mastella. Il quale nei giorni scorsi aveva lamentato senza successo la possibilità di un «eccesso di delega» del provvedimento dato che la finalità della direttiva è quella di «dare garanzia a coloro che hanno acquisito una qualifica professionale in uno stato membro di accedere alla stessa professione e di esercitarla in altro stato membro con gli stessi diritti». Altro discorso, invece, è la possibilità per le associazioni di partecipare alle piattaforme comuni per definire e uniformare i curricula professionali insieme agli ordini, agli albi e ai collegi. Le organizzazioni interessate a ricevere la «legittimazione» dovranno dimostrare di essere diffuse sul territorio, l'avvenuta costituzione per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura registrata presso l'ufficio del registro (da almeno quattro anni), di aver un ordinamento a base democratica e tutta una serie di condizioni che garantiscano la diffusione territoriale e l'onorabilità dei rappresentanti. E ancora un sistema di deontologia con relative sanzioni e la previsione della formazione obbligatoria. Le associazioni in possesso di tali requisiti saranno individuate, previo parere del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, con decreto del ministro della giustizia di concerto con il ministero delle politiche comunitarie e del ministero competente per materia. Per i professioni già regolamentate, il recepimento della direttiva permetterà una più facile circolazione in Europa. Per alcune professioni sensibili (salute e sicurezza pubblica) è prevista la possibilità di effettuare, da parte dello stato ospitante, una verifica preventiva delle qualifiche professionali in possesso del prestatore che potrebbe anche concludersi con la necessità di altre prove attitudinali per colmare le differenze sostanziali riscontrate. Tra le novità introdotte dalla nuova normativa vi è anche la facoltà per le ostetriche di prescrivere gli esami utili per seguire la gravidanza fisiologica oggi individuati da un decreto ministeriale (dm 10/09/1998). Ignazio Marino, Italia Oggi pag. 40

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Professioni con e senza ordine in attesa

Sale l'attesa, tra ordini e associazioni, sulla decisione finale del governo in merito agli attestati di competenza della direttiva qualifiche. I primi, infatti, sono pronti a una durissima protesta, qualora il comitato tecnico di oggi si concludesse con un nulla di fatto. Mentre i secondi si stanno già preparando a festeggiare un risultato storico. Con il fiato in gola, però. Tra gli insoddisfatti anche le professioni sanitarie senza albo che, in attesa della regolamentazione da parte del governo, speravano comunque di potersi sedere ai tavoli europei. Ma il ministero della salute ha deciso di non intervenire nel merito. Ma andiamo con ordine. A partire dal Forum delle professioni del Nord-Italia che, in assemblea, ha denunciato, all'unanimità, «come improprio e illegittimo l'inserimento di un surrettizio riconoscimento delle professioni non regolamentate nell'attuale formulazione dello schema di decreto legislativo». Giudicando, «l'attuale formulazione dello schema di decreto legislativo e il parere espresso dalle Commissioni permanenti riunite IIa (Giustizia) e Xa (Attività produttive, Commercio e Turismo) un attacco illegittimo e subdolo al sistema delle professioni intellettuali riconosciute». E, se il dlgs dovesse restare immutato, il Forum organizzerà martedì prossimo, 30 ottobre, in collaborazione con il presidente del Cup nazionale, Raffaele Sirica, una conferenza stampa «in tutti i capoluoghi di provincia sedi dei Cup territoriali aderenti alla Conferenza dei Cup». «Per divulgare capillarmente all'opinione pubblica, anche a livello territoriale, le azioni che il Cup, sinergicamente nelle sue componenti nazionale e territoriali, intraprenderà da subito a tutela dell'interesse pubblico connesso con l'esercizio delle professioni intellettuali regolamentate». Di tutt'altro umore, come detto, le libere associazioni. Per i tributaristi della Lapet, infatti, il dlgs di recepimento della direttiva qualifiche, così come uscito dal Parlamento, rappresenta «un momento epocale». «Ma, visto come è andato il Consiglio dei ministri di oggi (ieri ndr)», ha spiegato Falcone, «ci auguriamo che domani prevalga il buon senso, e il riconoscimento delle associazioni resti nel testo della direttiva. Solo così, infatti, l'iter della riforma delle professioni potrà proseguire dall'effettiva presa d'atto di un sistema delle professioni duale, nell'ambito del quale devono esistere tanto gli ordini regolamentati quanto le associazioni riconosciute». Prende posizione, sulla direttiva qualifiche, anche Assoconsumatori. Il presidente, Niccolò Eusepi, si è infatti dichiarato «preoccupato per le sorti dei consumatori, perché questo decreto autorizza semplici associazioni ad emettere qualifiche ed attestati». «Così facendo», ha proseguito Eusepi, «si confondono le rappresentanze sindacali delle professioni con gli ordini e collegi. Da anni chiediamo una lista nazionale delle associazioni e degli sicritti, perché almeno siano noti».

Gabriele Ventura, Italia Oggi pag. 40

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - GIURISPRUDENZA

Violenze sui minori, risarciti i genitori

Ha diritto al risarcimento del danno il genitore di un minorenne che ha subito abusi sessuali. Lo ha stabilito la Cassazione con sentenza n. 38952 della Terza sezione penale.

Il Sole 24 Ore pag. 38 Reintegro senza collocamento

Anche in caso di esaustive giustificazioni c’è l’obbligo di ascoltare il lavoratore destinatario di provvedimento disciplinare, né in capo al lavoratore, impugnato il licenziamento e proposta la domanda giudiziale, incombe alcun ulteriore onere, come la ricerca di un nuovo lavoro. In tal senso si è espressa la Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza 21066 del 9 ottobre 2007. Il Sole 24 Ore pag. 39 Reati, indennizzo Ue

Anche in Italia diventa operativo il sistema europeo per l'indennizzo delle vittime di reato. Il consiglio dei ministri di ieri ha dato il via libera definitivo allo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 80/2004 relativa alla collaborazione transfrontaliera tra i vari stati europei a favore delle vittime di reati come il terrorismo, la criminalità organizzata, le richieste estorsive e l'usura. La normativa comunitaria garantisce l'intervento economico dello stato a fronte di specifici delitti commessi sul territorio nazionale (disciplinati da leggi ad hoc) a favore di vittime italiane o straniere e sarà applicabile a tutti i reati commessi dopo il 30 giugno 2005. Nel primo caso, quando la vittima è residente in Italia ma il reato è stato commesso all'estero, a fungere da «autorità di assistenza» sarà la procura della repubblica presso la Corte d'appello del luogo in cui risiede la vittima. Essa quindi dovrà dare all'interessato le informazioni essenziali relative al sistema di indennizzo previsto dallo stato in cui è stato commesso il reato, dovrà occuparsi di ricevere e trasmettere le domande di indennizzo e predisporre quanto necessario affinché l'autorità di decisione straniera proceda all'audizione della vittima. Se invece il reato è stato commesso in Italia e la vittima risiede in un altro paese dell'Unione europea, l'attuazione della direttiva gli consentirà di presentare la domanda di indennizzo tramite l'autorità di indennizzo dello stato dove risiede. Tutte le comunicazioni tra le autorità di assistenza degli stati europei dovranno svolgersi in una delle lingue ufficiale dell'Unione. In Italia sarà il ministero della giustizia a fungere da punto di contatto centrale per l'attuazione della direttiva. Secondo la relazione illustrativa del provvedimento, l'applicazione della direttiva riguarderà al massimo 20 casi l'anno (dieci vittime italiane e dieci straniere) per ciascuno dei quali è stimato un costo di assistenza di circa 2.800 euro. Chiara Cinti, Italia Oggi pag. 33

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - La banca risponde del danno morale

Denuncia il furto del libretto degli assegni e, mesi dopo, scopre di essere protestato: il danno morale e quello patrimoniale gli vanno risarciti dalla banca. La Cassazione con sentenza n.18316/07, prima sezione civile, ha separato la responsabilità della banca da quella del segretario comunale. Il pubblico ufficiale, procedendo alla levata del protesto, si era infatti accorto della falsità della firma e aveva effettuato la pubblicazione con la causale «firma falsa», in sigla «F.F.». Per l'istituto di credito, chiamato a rispondere in via autonoma, la diligenza era diversa e maggiore, potendo effettuare un confronto tra la firma rinvenuta sui titoli e quella del cliente. Si sarebbe così accorto che le due sottoscrizioni non corrispondevano e dunque gli assegni, presentati per il protesto, non potevano dirsi tratti sul conto di traenza del cliente. Nel caso trattato, non era infatti riconoscibile con sicurezza proprio la firma di quest'ultimo e, se un qualche nome diverso risultava dal titolo, doveva essere chiarito direttamente dalla banca che quel nominativo non era titolare di alcun conto bancario. La Cassazione ha chiarito che in caso di protesto illegittimo la rivelazione automatica e improvvisa ai terzi di una situazione di insolvenza produce un danno da discredito. La lesione riguarda così la personalità del correntista ingiustamente protestato, in un'ottica di danno alla reputazione e all'onore, a prescindere dagli interessi commerciali. Massimo Ferro, Italia Oggi pag. 33 Risarcita la serenità familiare

I genitori dei bambini vittime di un reato devono essere risarciti dei danni morali e di quelli patrimoniali: la serenità della famiglia, infatti, è un diritto di rango costituzionale e al quale va riconosciuta una tutela ampia. Lo ha affermato la Cassazione che, con sentenza 38952 del 22/10/07, ha esteso questo principio ai parenti dei minori, vittime di abusi sessuali. «L'abuso sessuale patito da un minore crea indubbiamente un danno anche ai suoi genitori, il quale danno può essere di natura patrimoniale, allorché ad esempio i genitori devono sostenere spese per terapie psicologiche in favore della vittima, o di natura non patrimoniale per le apprensioni o dolori causati dall'illecito». Non è ancora tutto. «Ai prossimi congiunti della vittima di un reato spetta iure proprio il diritto al risarcimento del danno, avuto riguardo al rapporto affettivo che lega il prossimo congiunto alla vittima, non essendo ostativi ai fini del riconoscimento di tale diritto né il disposto dell'articolo 1223 del codice civile né quello di cui all'articolo 185 del codice penale, in quanto anche tale danno trova causa diretta e immediata nel fatto illecito». Debora Alberici, Italia Oggi pag. 35

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Spa, la lista sindaci non è tutta del cda

Il consiglio di amministrazione di una società per azioni assoggettata a vigilanza non può presentare una sua lista di candidati sindaci se ciò può comportare il rischio di un'integrale copertura dei seggi disponibili. La Cassazione, sezione prima, 13 settembre 2007, n.19160, interviene a tutela delle minoranze: la semplice possibilità astratta che, per effetto della elezione della lista preparata dall'organo amministrativo, non ci siano più posti per i candidati dei soci di minoranza, rende illegittima una tale modifica dello statuto. Così i giudici di legittimità, facendo applicazione per la prima volta dell'art.148 del testo unico in materia di intermediazione finanziaria (Tuif), salvaguardando il diritto dei soci di ottenere almeno l'elezione di un membro effettivo indipendente nel collegio di sindaci, come stabilito dalla norma. La pronuncia conferma la sanzione dell'illegittimità, già fissata dalla Corte d'appello di Trieste, della delibera assembleare con cui la maggioranza dei soci aveva modificato lo statuto, definendo espressamente un'anomalia che il collegio controllante potesse essere controllato dall'organo a sua volta controllato. A poco è servito che nel frattempo la società si fosse adeguata, ritirando la delibera dell'assemblea straordinaria, sostituita secondo l'art.2377 codice civile in conformità alla censura coltivata in giudizio dal socio dissenziente. Ciò non è bastato infatti per evitare la condanna alle spese, sulla base della cosiddetta soccombenza virtuale, una valutazione ipotetica delle ragioni dei contendenti che i giudici di legittimità sono tenuti a compiere quanto la lite prosegua per la definizione di tale residuo aspetto patrimoniale.

Massimo Ferro, Italia Oggi pag. 37 FLASH Il Sole 24 Ore pag. 31

Governo diviso, slitta il “pacchetto sicurezza” Slitta il via libera al “pacchetto sicurezza”. Lo scontro di ieri, durante il Consiglio dei ministri è stato molto duro. Sono insorti (Solidarietà sociale), (Università), Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente), (Famiglia) e (Pari Opportunità). La discussione sui quattro disegni di legge – sicurezza urbana, testo unico sulle norme sulla prevenzione, certezza della pena, banca dati Dna – è così rinviata perlomeno a martedì prossimo o secondo fonti del Governo entro il 9 novembre. Nella lite in consiglio dei ministri sono finite innanzitutto le norme sull’arresto di coloro che commerciano prodotti contraffatti ma anche il meccanismo di espulsione dei cittadini comunitari con poteri affidati ai prefetti. Tra gli altri punti contestati ci sono il giro di vite sulla custodia cautelare; l’estensione del prelievo del Dna; l’ipotesi di concedere al prefetto il potere di espellere i cittadini comunitari per motivi di sicurezza pubblica; l’inasprimento delle pene anti-accattonaggio minorile. Consenso unanime invece sulle misure contro la criminalità organizzata.

Denuncia Dap: ogni mese in carcere 600 detenuti in più A 15 mesi dall’indulto le 205 carceri italiane tornano ad affollarsi ad un ritmo sostenuto: dal 31l luglio 2006 a oggi è stato registrato un aumento di oltre 9 mila detenuti, pari a una media di 600 unità al mese. A precisarlo è il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, nel corso di un’audizione in commissione Giustizia al Senato. “L’indulto ha evitato che si realizzasse una situazione assolutamente drammatica”, il capo del Dap indica in altre cause l’aumento della popolazione carceraria di questi ultimi 15 mesi: “Su un flusso di 100 mila unità, la seconda causa di carcerazione (18,5% dei casi) è costituita dalla violazione della legge sugli stupefacenti, mente il 6,4% dei detenuti del periodo post-indulto è rappresentato da immigrati che hanno violato la legge Bossi-Fini”

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Corriere della Sera pag. 8

Ministri divisi, salta il piano sicurezza Salta l’approvazione del “pacchetto sicurezza”. Il governo non trova l’accordo sulle misure che inaspriscono le pene per i reati di allarme sociale e sulla concessione di maggiori poteri a prefetti a sindaci. E alla fine in consiglio dei ministri si decide di rinviare l’esame “in attesa di aggiornamenti”. Determinante si rivela ma minaccia di astensione dei ministri Bonino, Ferrero, Mussi e Pecoraro contrari ad alcune norme studiate dall’Interno e dal ministero della Giustizia che riscrivono il codice penale e le norme sui poteri degli amministratori locali. Il ministro dell’Interno, Antonio Amato, ai colleghi della sinistra radicale che chiedono di eliminare la pena prevista per chi vende merce contraffatta, ha chiarito che “si può discutere sull’entità, ma un deterrente deve esserci”. Più dura invece la reazione alle critiche sulle norme per l’espulsione dei cittadini comunitari: “in caso di provvedimento – ha detto Amato – deve essere previsto il trattamento nei centri di permanenza temporanea, altrimenti diventa tutta una finzione”.

Italia Oggi pag. 4-35

Sicurezza, un'emergenza lenta Dopo i veti incrociati della sinistra radicale, della Rosa nel pugno e dei Verdi, ma anche delle indirette indicazioni del capo dello Stato a non intervenire in materie così delicate con provvedimenti d'urgenza, il governo non ha partorito neppure ieri il suo pacchetto sicurezza. Secondo la versione ufficiale, infatti, il governo Prodi avrebbe deciso di procedere ad alcuni ulteriori affinamenti di tutte le misure per consentire «la più larga convergenza sui testi su cui ci sarà il voto definitivo martedì prossimo». Di fatto si sono messi di traverso ben 6 ministri: quello per la solidarietà sociale, Paolo Ferrero, quello dell'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, quello del commercio estero, Emma Bonino, quello della famiglia, Rosy Bindi, quello dell'università, Fabio Mussi e quello per le pari opportunità, Barbara Pollastrini. Una debacle, per , che è stato costretto così a far slittare una seconda volta un pacchetto che dovrebbe servire a gestire un'emergenza, quella sicurezza appunto. Al consiglio dei ministri di ieri infatti, ci sono state le prove tecniche di conflitto. I ministri della sinistra radicale, infatti si sono astenuti dal voto, chiedendo e ottenendo un'altra settimana di tempo per limare i 4 ddl. E, dalle prime dichiarazioni dei colleghi di partito, anche in parlamento pare proprio che verrà dato filo da torcere alle misure che portano le firme del guardasigilli Clemente Mastella e del ministro degli interni, Giuliano Amato. «Il fatto che il pacchetto sicurezza sia stato approvato scontando l'astensione di ben quattro ministri dimostra in modo inequivocabile che il testo deve essere rivisto e migliorato, in modo da salvaguardare quel che c'e' di buono, in particolare le misure antimafia, ed evitare invece torsioni emergenziali, ingiuste, ingiustificate e per di più inefficaci, negli altri punti», ha commentato il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena. Insomma, al momento solo un miracolo sembra poter consentire ai 4 provvedimenti del governo, intitolati «Disposizioni in materia di illegalità diffusa e di sicurezza dei cittadini»; «Disposizioni in materia di reati di grave allarme sociale e di certezza della pena»; «Misure di contrasto alla criminalità organizzata» e «Adesione dell'Italia al Trattato di Prum ed istituzione della banca dati nazionale del dna», di poter essere approvati.

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Amato vara il ddl città «pulite» Città al riparo dai vandalismi della microcriminalità, ma anche più poteri ai sindaci in materia di ordine pubblico. Dall'esame del consiglio dei ministri di ieri sono state confermate tutte le disposizioni del ddl Amato sulla sicurezza urbana. Anche quella che sanziona con la chiusura del negozio la mancata osservanza dell'obbligo di tenere pulito il marciapiede antistante. Viene disciplinata una nuova fattispecie di reato che è quella che sanzione con la reclusione fino a tre anni l'impiego di minori nell'accattonaggio. La polizia municipale potrà accedere alla banca dati della polizia che riguarda i veicoli rubati e le carte di identità sottratte. Al sindaco sono attribuite alcune competenza statali, come per esempio la emanazione di ordinanze in materia di ordine pubblico. Il prefetto, da parte sua, si vede riconosciuto il potere di disporre l'allontanamento per gravi motivi di ordine pubblico mentre chi viola il divieto di reingresso sarà punito con la reclusione fino a tre anni.

Carcere preventivo per i micro-criminali Carcere obbligatorio per reati di microcriminalità. Il giudice dovrà disporre la custodia cautelare in via obbligatoria per i reati come rapina, estorsione, scippo, furto, incendio boschivo, ma anche per sfruttamento della prostituzione minorile, pornografia minorile, tratta di persone etc. E' dedicato tutto alla certezza della pena uno dei ddl presentati ieri dal ministro guardasigilli Clemente Mastella in consiglio dei ministri. Il provvedimento, oltre alle norme sulla custodia cautelare che scatta automaticamente anche in caso di condanna di primo grado, interviene sulla sospensione condizionale della pena limitandola e stabilendo che per la sua applicazione dovrà interrogarsi non solo la banca dati del casellario giudiziale dei carichi pendenti ma anche quella sulle misure di prevenzione in corso di esecuzione. Il ddl inasprisce di gran lunga le pene per omicidio e lesioni colpose commessi nella circolazione di autoveicoli con particolare riferimento ai soggetti che guidano in stato di ebbrezza. Viene introdotto nel codice penale il reato di adescamento del minore.

In arrivo la banca dati del Dna Per facilitare la identificazione degli autori di delitti il terzo ddl Mastella istituisce la banca dati del Dna presso il ministero dell'interno. Presso il ministero della giustizia sarà invece istituito il laboratorio nazionale. Ai fini dell'inserimento del profilo del Dna nella banca dati sono sottoposti a prelievo di campioni biologici i soggetti ai quali è applicata la custodia cautelare, i soggetti arrestati in flagranza di reato o con fermo indiziario, i detenuti a seguito di sentenza irrevocabile. L'accesso alla banca dati sarà consentito alla polizia giudiziaria o all'autorità giudiziaria esclusivamente per fini di identificazione personale o per collaborazione transfrontaliera. I profili di Dna sono cancellati a seguito di assoluzione con sentenza definitiva. Sulla banca dati vigilerà il garante per la privacy. Tra le norme che disciplinano lo scambio di informazioni o altre forme di cooperazione figura anche quella che dispone l'utilizzo di guardie armate a bordo degli aerei. Il ddl contiene anche norme per la ratifica del trattato di Prum che intende migliorare e rendere efficace lo scambio di informazioni.

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Studi di settore: Osservatori regionali al decollo I nuovi Osservatori regionali sugli studi di settore che saranno istituiti, entro il 31 dicembre 2007, presso ciascuna direzione regionale e presso le direzioni provinciali di Trento e Bolzano, dovranno predisporre una relazione sulle attività e le principali problematiche trattate entro il 31 gennaio di ciascun anno. Lo specifica il provvedimento, firmato l'8 ottobre dal direttore dell'Agenzia delle entrate (si veda ItaliaOggi del 19 settembre e del 10 ottobre), con il quale si dà il via libera all'istituzione dei 21 Osservatori che prenderanno il posto di quelli provinciali. Il provvedimento è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale n. 247. Gli Osservatori dovranno controllare l'applicazione degli studi all'interno del territorio regionale e individuare l'esistenza di specifiche condizioni di esercizio delle attività economiche svolte a livello locale.

La Repubblica pag. 10

Poteri dei sindaci, lotta ai writer, così i ministri si sono divisi

No al super potere ai prefetti e no ai sindaci «sceriffi». Il pacchetto sicurezza del ministro dell´Interno Giuliano Amato e del Guardasigilli Clemente Mastella ha spaccato, ieri, a sorpresa, il consiglio dei ministri. Sull’approvazione del Ddl ha pesato l´astensione di quattro ministri su alcuni punti, Fabio Mussi, (Università, Sd), Paolo Ferrero (Solidarietà sociale, Prc), Emma Bonino (Politiche europee, radicale), e Pecoraro Scanio. Il colpo di scena, annunciato a Palazzo Chigi ai giornalisti da Paolo Ferrero, è avvenuto alle 22. Dopo le 20, quando sembrava che fosse stato raggiunto un accordo di massima sul pacchetto sicurezza (inducendo il ministro dell´Ambiente ad annunciare la sua approvazione), l´esecutivo s´è spaccato sulla discussione relativa alle modiche del codice di procedura penale. E, soprattutto, su quegli interventi più duri e repressivi per riportare l´ordine nelle città voluti dal ministro Amato. Emma Bonino ha espresso riserve su parecchi inasprimenti di pena che – a suo dire - rischiano di produrre solo leggi manifesto. Il ministro Rosy Bindi ha avanzato numerose perplessità sulle norme contro i rom, e dunque sui poteri dati ai prefetti di espellere i cittadini comunitari. I ministri della sinistra radicale hanno chiesto a questo proposito di evitare, in caso di espulsione di comunitari, il passaggio previsto dalla legge di 15 giorni nel centro di permanenza temporaneo. A questo proposito è intervenuto con un secco no il ministro dell´Interno. I rilievi del ministro si sono appuntati, tra l´altro, sull´inasprimento delle pene per chi vende oggetti contraffatti e per i writer. Tra gli altri punti contestati da diversi ministri ci sono il giro di vite sulla custodia cautelare; l´estensione del prelievo del dna; l´ipotesi di concedere al prefetto il potere di espellere i cittadini comunitari per motivi di sicurezza pubblica; l´inasprimento delle pene anti-accattonaggio minorile. Consenso unanime, invece sulle misure contro la criminalità organizzata.

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Il Messaggero pag. 7

Poteri ai sindaci, il Governo si spacca: salta il varo del pacchetto sicurezza Lo scontro tra ministri è stato veramente duro. Il pacchetto sicurezza, ”spacchettato” in quattro disegni di legge, si è arenato a palazzo Chigi. Più di tre ore di discussione in Consiglio dei ministri non sono bastate a conquistare l’astensione dei ministri della sinistra radicale, in un primo tempo promessa.Alle 20,45, a Consiglio concluso, soltanto il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero affronta i cronisti e prova a spiegare: «C'è stata una lunga discussione e si è deciso di approfondire gli argomenti nel prossimo Consiglio dei ministri. Non si è votato nulla, vi sono stati vari pareri critici su vari elementi e varie proposte di aggiunta, penso solo ai reati di falso in bilancio e ai reati finanziari». E a chi gli fa notare che il ministro Pecoraro Scanio due ore prima aveva annunciato che le misure sui poteri dei sindaci e dei prefetti, sulla certezza della pena e sull’inasprimento di una serie di sanzioni, erano stati approvati dal governo, Ferrero risponde: «Si era fatta una prima parte della discussione...». Comunque lui si dice ”soddisfatto” e anticipa che saranno necessarie una serie di modifiche. Il ministro alle politiche comunitarie Emma Bonino, dai microfoni di Radio radicale, è molto più esplicita: «Io non so chi dia le notizie. Quello che è avvenuto è che c'è stato un lungo dibattito, con accenti molto critici da parte mia e non solo da parte mia, e non è stato approvato alcunché. Il pacchetto sicurezza sarà all’ordine del giorno della seduta di martedì».Tra gli altri punti contestati da diversi ministri ci sono il giro di vite sulla custodia cautelare; l'estensione del prelievo del dna; l'ipotesi di concedere al prefetto il potere di espellere i cittadini comunitari per motivi di sicurezza pubblica; l'inasprimento delle pene anti-accattonaggio minorile. Consenso unanime, invece, sulle misure contro la criminalità organizzata. Ai ministri che hanno espresso le loro perplessità, comprese la Bindi e la Pollastrini, Amato, padre di buona parte del pacchetto, ha replicato: «Non è così, la vostra è una posizione anacronistica che va contro gli interessi del Paese». La Bonino svela anche il mistero dell’uscita dalla riunione del ministro Mastella e del suo ritorno. «Mastella - racconta - ha fatto il suo intervento ponendo la questione su chi è il ministro della Giustizia, poi si è alzato per andare a votare al Senato con la collega Turco. Il presidente Prodi ha immediatamente chiuso il dibattito riconfermando la fiducia nel collega Mastella. Di Pietro ha chiesto di parlare per fatto personale, ma la questione è stata rinviata ad altra occasione».

( a cura di Daniele Memola )

Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 -