La Corte Di Margherita D'austria
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GIUSEPPE BERTINI L’INVENTARIO DI MARGHERITA D’AUSTRIA CON UN SAGGIO CRITICO DI SILVIA MANTINI UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK GIUSEPPE BERTINI L’INVENTARIO DI MARGHERITA D’AUSTRIA con un saggio critico di Silvia Mantini argherita d’Austria, governatrice prima dei Paesi Bassi poi dell’Aquila in uno dei periodi più inquieti e complessi della Mstoria italiana, lacerata tra Riforma Luterana e Controriforma Tridentina, rappresenta una personalità di rilievo che ha segnato in modo significativo la vita politica, economica e amministrativa degli antichi Abruzzi, proiettandoli nella grande sto- Pubblicazione fuori commercio in sole 250 copie promossa dalla ria nazionale ed europea. Sin dalle prime nozze, in giovanissima età, con Alessandro de Medici aveva ricevuto dal padre, l’im- peratore Carlo V, come beni dotali alcune località strategiche nella regione - il ducato di Penne, le terre di Campli, Civita Du- cale, Leonessa e Montereale - che poco più tardi giunsero a formare, assieme ad altri territori concessi all’indomani del matrimonio con Ottavio Farnese, lo Stato Farnesiano d’Abruzzo. Questa già rilevante enclave all’interno del Vicereame di Napoli è poi Anteprima del progetto 2012-2014 di mostre ed eventi dedicati a una protagonista della destinata ad espandersi a macchia di leopardo entro tutte le quattro provincie d’Abruzzo e nel reatino, in funzione delle succes- storia e della cultura europea che ha governato e vissuto in Abruzzo sive acquisizioni di Borbona, La Posta, Ortona, San Valentino, nonché dei castelli di Abbateggio e Bacucco e della terra di Comitato scientifico (in fase di costituzione) Lucia Arbace Pianella, raggiungendo una estensione di oltre 740 chilometri quadrati. Ancora oggi sontuose residenze quali Villa Madama e Franco Battistella Palazzo Madama a Roma, Castel Madama in provincia di Roma, e numerosi palazzi Farnese in Abruzzo trasmettono la me- Giuseppe Bertini Marco Ciatti moria storica degli antichi fasti, di cui tuttavia poco o nulla è rimasto in quest’ultima regione a causa del trasferimento delle col- Gisella Capponi Mauro Congeduti lezioni e dei tesori d’arte di Margherita, dopo la scomparsa nel 1586 ad Ortona. Ne parlano però le carte antiche, conservate a Elisabetta Fadda Parma e altrove, mentre nel corso degli ultimi anni molteplici aspetti della sua permanenza nei centri citati sono stati oggetto di Teresa Cinquantaquattro Ivana Di Nardo reiterati studi e ricerche che hanno contribuito ad approfondire il ruolo incisivo assunto da questa grande dama del Cinquecen- Candido Greco Fabrizio Magani to. Restano tuttavia ancora ampi spazi d’indagine che meritano l’attenzione degli studiosi, mentre la straordinaria azione pro- Silvia Mantini pulsiva da lei esercitata, in campo artistico, musicale e nell’economia del territorio a lei soggetto con investitura feudale, appare Michele Maccherini Maria Taboga degna di essere nuovamente considerata. Fabrizio Vona «L’Arte in Abruzzo al tempo di Margherita D’Austria» nel Palazzo Farnese di Ortona è la prima di una serie di mostre, che Enti invitati SCR PD Regione Abruzzo prende l’avvio la prossima estate permettendo di proporre, in collaborazione con le ditte interessate, l’I di Roma e l’O di Provincie di Chieti, Pescara, L’Aquila, Teramo, Roma, Rieti Firenze numerose opere del Museo Nazionale d’Abruzzo danneggiate dal sisma e sottoposte ad accurati restauri negli ultimi tre Comuni di Roma, L’Aquila, Penne, Campli, Ortona, San Valentino, Farindola, Pia- nella, Leonessa, Cittaducale, Castel Madama. anni. L’itinerario alla riscoperta di una pagina importante della nostra storia dovrebbe culminare a distanza di un anno o due proprio con quella, più complessa e ambiziosa, dedicata a I Tesori d’arte di Margherita d’Austria, ideata al fine di riunire e ri- Si ringrazia la Presidenza della Repubblica Italiana, per aver autorizzato portare in Abruzzo, almeno per un periodo breve, quanto resta di un patrimonio d’inestimabile valore oggi custodito in colle- la pubblicazione dell’arazzo in copertina, e in particolare il professore Louis Godart. zioni pubbliche e private di mezza Europa. La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo ha promosso questo progetto che intende sviluppare un intenso e variegato percorso di studi e iniziative, in sinergia con diverse Uni- versità e Comuni abruzzesi legati storicamente all’illustre personaggio, con gli sponsor istituzionali e privati che vorranno concor- rere. Ciò permetterà di riportare alla luce i segni della influenza di Margherita nelle arti figurative, dall’architettura alla pittura, dal costume alle arti applicate, e di valorizzare altresì le tracce appannate ma ancora oggi tangibili in tutte le località della regione che In copertina possono vantare la presenza di «Madama», una straordinaria figura femminile la quale ha attraversato la storia europea con il pas- Manifattura di Joost van Herzeele, «Festa delle Driadi». Arazzo della serie «Pergolati con so di un’autentica protagonista. La pubblicazione dell’Inventario, a cura di Giuseppe Bertini, con un saggio di Silvia Mantini, scene mitologiche», Bruxelles 1559-1560. Roma, Palazzo del Quirinale, particolare. rappresenta l’avvio di un affascinante percorso alla riscoperta di tesori nascosti. oppure Manifattura di Joost van Herzeele e Franz Gheubels, «Perseo alla corte di Atalanta». Araz- LUCIA ARBACE zo della serie «Pergolati con scene mitologiche», Bruxelles 1559-1560. Roma, Palazzo del Quirinale Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo Sommario 7 La corte di Margherita d’Austria all’Aquila attraverso l’Inventario 372 del Fondo Farnesiano di Parma: vita di palazzo e feste in città «per Sua Altezza che colle sue glorie rapportava al mondo la vera luce» SILVIA MANTINI 14 Inventario dei beni di Margherita d’Austria a Ortona e all’Aquila nel 1586 GIUSEPPE BERTINI 30 «Robbe della Felice Memoria di Madama Serenissima Margherita d’Austria» (ASP, Computisteria Farnesiana di Parma e Piacenza, 372) 79 Appendice La corte di Margherita d’Austria all’Aquila attraverso l’Inventario 372 del Fondo Farnesiano di Parma: vita di palazzo e feste in città «per Sua Altezza che colle sue glorie rapportava al mondo la vera luce» SILVIA MANTINI ra la numerosissima documentazione esistente nei molti archivi d’Italia e d’Europa che ospitano carte relative alla vita di TMargherita d’Austria (1522-1586), senza dubbio il Fondo Farnesiano, custodito presso l’Archivio di Stato di Parma è uno dei più cospicui, a testimoniare il forte legame della figlia dell’imperatore Carlo V con il ducato dei Farnese, grazie al suo matrimonio con il giovanissimo Ottavio, nipote di papa Paolo III. In questo materiale e, nello specifico, nella Computisteria farnesiana, reg. 372, è raccolto l’Inventario delle robbe della fe(lice) me(mo- ria) di Mad(am)a Ser(enissi)ma, consignate al s(igno)r Conte Iacopo Piozasco, per le mani del s(igno)r Battista Car(issi)mo, compilato a Ortona dal 26 febbraio 1586, poco più di un mese dopo la morte di Madama, avvenuta a Ortona il 18 gennaio 15861. Questo manoscritto, con la sua straordinaria ricchezza di particolari, ha permesso di ricostruire, attraverso la suggestione degli oggetti e delle atmosfere, i dettagli di quella che è stata la vita nella corte di Margherita d’Austria all’Aquila tra il 16 dicembre 1572 e il 18 gennaio 1586, nel palazzo che, dopo la sua permanenza, è diventato Palazzo Margherita2. La vicenda dell’erede imperiale nel suo rapporto con l’Abruzzo inizia nel 1568, al termine di un travagliato periodo di politi- ca nelle Fiandre, quando la duchessa torna a Piacenza e, da qui, proseguirà per i suoi feudi nel Meridione d’Italia. È nelle sue terre abruzzesi, e in particolare a Cittaducale, che Margherita resterà fino al 1572, con un certo sacrificio da parte dei suoi corti- giani, che, dopo i fasti di Bruxelles e delle corti di Firenze, Roma, Parma e Piacenza, si sentivano piuttosto isolati tra le monta- gne dell’Appennino, distanti dai grandi poli culturali e politici3. Si estendevano i suoi feudi in Abruzzo come tante isole, in mezzo al territorio del Regno di Napoli, che, da una parte, erano rappresentate dai feudi che Carlo V aveva destinato in dote alla figlia già con il contratto matrimoniale siglato a Barcellona nel 1529, e, dall’altra, erano state infeudate da Carlo V, nel 1522, al defunto marito Alessandro de’ Medici, investito del titolo di duca di Penne4. Il patrimonio di Margherita andò accrescendosi di numerosi possedimenti limitrofi rispetto ai centri maggiori di Penne, Campli, Farindola, Montebello, Cittaducale, Capitignano, Montereale, Leonessa. Negli ultimi anni della sua vita, infine, la duchessa comprò Ortona, che scelse come suo ultimo luogo di residenza e che vedrà i suoi ultimi giorni di vita5. In oc- casione delle nozze di Margherita con Ottavio Farnese, nel novembre del 1538, Carlo V aveva inoltre concesso in dote alla fi- glia anche Cittaducale, Montereale e Leonessa, con le loro pertinenze territoriali. Nel corso del suo viaggio verso Montereale e Cittaducale, Margherita si fermò all’Aquila, dove viene trionfalmente accolta da tutta la cittadinanza, che da poco è a cono- scenza della decisione della duchessa di stabilire in città la sua residenza. Dal manoscritto del cronachista aquilano Francesco Ciurci possiamo ricavare la più dettagliata e ricca descrizione dell’ingresso di Margherita all’Aquila, il 18 maggio 15696. L’erede imperiale entrò in città alla vigilia della festa del protettore san Pietro Celestino: la cerimonia avrà, ciononostante, un carattere esclusivamente laico. L’apparato artistico e propagandistico è realizzato da numerosi e noti artisti del momento, quali Giovampaolo Cardone e Pompeo Cesura7, che furono eletti «alle dipinture» e ai disegni degli archi, Cesare Libraro all’inven- zione delle figure e Marino Caprucci, buon professore di belle lettere, fu deputato alle imprese e alle iscrizioni. Fu sontuosamen- te ornato per abitazione di Margherita il palazzo stato già dei conti Camponeschi8. La descrizione minuziosa, che possiamo leggere nell’opera dell’accademico velato Francesco Ciurci, rivela la trattatistica sulle 7 imprese che lo storico aquilano, con ogni probabilità, ben conosceva9.