Rivista di approfondimento e dibattito della Provincia di 01/2008

• Editoriale • For. • Attualità • Viaggio nello sport umbro • Comuni comunicazioni Ri-formare • Itinerando • Presidenti • Patrimonio s(conosciuto) • Invito alla lettura il lavoro • Appuntamenti Percorsi orientativi Servizi alle persone

Servizi ad Enti e Imprese piano.forte 1/2008 Sommario

PIANO.FORTE piano.forte 4 Editoriale rivista trimestrale della Provincia di Perugia For.Umbria Anno II n. 1 - Giugno 2008 Aurelio Forcignanò 5 Ri-formare il lavoro. Aut. Tribunale di Perugia 34 del 09/05/2006 Paolo Annetti Precarietà, flessibilità, nuova stabilità Manlio Mariotti sullo sfondo delle politiche attive per la Direttore Responsabile Guido Perosino formazione Alberto Giovagnoni Giuliano Granocchia Direttore Editoriale Attualità Marinella Ambrogi Stella Carnevali 21 Migrazioni Direttore Organizzativo del progetto Stefano Mazzoni Marinella Ambrogi 25 Stefano Zuccarini: le ali della vita Giovanna Corbucci 30 Il mondo dorato di Pupi Coordinatore di redazione Giovanna Corbucci Viaggio nello sport umbro Hanno collaborato a questo numero Francesco Felici 33 Volley, promosse in C-ollaborazione Stella Carnevali Francesco Felici Comuni comunicazioni Enrico Mezzasoma Maurizio Terzetti Maurizio Terzetti 35 . Sulla porta di “casa Umbria” Laura Zazzerini Itinerando

Segreteria e Redazione Francesco Felici 41 Uselle infra Montes Loredana Baciarelli Falini Enrico Mezzasoma 43 San Giustino Marta Bazzucchi Dagli Umbri ai Romani Marusca Bellini Vincenzo Billo attraverso il Medioevo e lo splendido Giancarlo Castrini Rinascimento, fino a Napoleone, Garibaldi e il Regno d’Italia Fotografie Archivio Provincia di Perugia Presidenti Progetto grafico e impaginazione Maurizio Terzetti 50 Mario Angelucci Simone Caligiana Giancarlo Mosconi Patrimonio s(conosciuto)

Pubblicazione e comunicazione internet Laura Zazzerini 54 Il giardino dell’amore: Ferdinando Luciani Parco Ranghiasci Brancaleoni di Gubbio

Stampa: Invito alla lettura Graphic Masters - Perugia 56 Le ultime uscite in libreria Appuntamenti 59 Da segnare in agenda 65 Dal territorio segnaliamo

3 piano.forte 1/2008 Editoriale Per non far finta di niente

Al lettore

Con questo numero, “piano.forte” giorni, peraltro, mentre andiamo e “Corrispondenze dall’800” entra- in stampa con questo numero, no nel loro secondo anno di vita. in continua evoluzione. Per entrambe le riviste, il passag- Per ora, nel rispetto dei nostri piani gio avviene sulla scia di un grande editoriali per il 2008, già per tem- interesse manifestato dai lettori in po individuati, fissati e condivisi, forme diverse: con un’attenzione non possiamo fare altro, specie, particolare verso gli approfondi- ovviamente, per “piano.forte”, menti e l’”insolito” contenuto in che proporre i contenuti sui quali “piano.forte”, con uno specifico già eravamo abbondantemente al senso di ricerca delle radici nel lavoro (addirittura in ritardo) nel caso di “Corrispondenze”. momento in cui si sono avute le E c’è di più. Abbiamo assistito a prime avvisaglie della tempesta. un fenomeno che non ci aspetta- Crediamo, con ciò, di avere ri- vamo, quello dell’interesse per en- spettato i nostri impegni con i trambe le riviste, come se un pub- lettori, di avere opportunamente blico “erudito”, che gusta l’800 rifiutato, cioè, tanto l’ipotesi di come l’aria vitale, avesse trovato sospendere o rimandare la pub- piacevole fermarsi sull’attualità blicazione quanto quella di con- della Provincia, e viceversa. taminarla, in qualche modo, con La gradita sorpresa di avere dei un presente che non ci compete, riscontri positivi per l’insieme del ancora, di “approfondire”. pacchetto trimestrale ci spinge a Certo è, però, che quando la situa- qualche riflessione in più, specie zione si sarà completamente de- in questo particolarissimo mo- cantata, soprattutto con “piano. mento della vita dell’Ente. forte”, ma anche con “Corrispon- Sono, in ogni caso, riflessioni che denze”, troveremo il modo giorna- riguardano il modo di procedere listico adeguato per testimoniare, verso il nostro pubblico e nient’al- sul piano della storia e non solo tro, la “coscienza redazionale” di della cronaca, gli eventi che in que- dover mantenere fede agli impegni sti giorni tanto ci colpiscono e, per- giornalistici presi con i lettori anche mettetecelo, tanto ci addolorano. nel mezzo di una bufera ammini- (La direzione) strativa che non ha precedenti nel- la storia della Provincia di Perugia. Noi ci ripromettiamo, in realtà, di chiedere all’amministrazione, appena sarà possibile, di “ap- profondire” la cronaca di questi

4 piano.forte 1/2008 Ri-formare il lavoro

Precarietà, flessibilità, nuova stabilità sullo sfondo delle politiche attive per la formazione

Ne parleremo con i principali protagonisti: Aurelio Forcignanò Direttore Confindustria Paolo Annetti Direttore CNA Manlio Mariotti Segretario Generale CGIL Umbria Guido Perosino Direttore CONFAPI Giuliano Granocchia Assessore Provinciale alla Formazione e alle Politiche del Lavoro Le domande saranno poste da: Sandro Petrollini Direttore dell’Edizione Umbra de “Il Messaggero” Cristina Belvedere Redattrice de “La Nazione Umbra” Marina Rosati Responsabile delle Pagine Economiche de “Il Corriere dell’Umbria” Giuseppe Castellini Direttore del Giornale dell’Umbria Alberto Giovagnoni Moderatore

A. GIOVAGNONI I dati sembrano positivi, ma ci Iniziamo con un argomento che sono criticità da esaminare che può essere cambiato dai colleghi sono in particolare la disoccupa- e che è quello dei nodi della di- zione intellettuale femminile e soccupazione in Umbria. gli effetti della Legge Biagi e ciò che questi producono sul merca- to del lavoro, più comunemente chiamato precariato. Do la parola ai colleghi per ini- ziare con le domande.

G. CASTELLINI I dati sulla disoccupazione, come è noto, sia per il 2006 che so- prattutto per il 2007 sono buo- ni. Ci sarebbe da fare però un discorso sulla produttività del lavoro, perché il tasso di disoc- cupazione è il tasso più fallace che ci sia, perché certifica, in base ad un’indagine campiona- ria dell’ISTAT, solo le persone che hanno precisi requisiti: a) non hanno un lavoro; b) lo hanno cercato attivamente nei due mesi precedenti. Cioè For.Umbria hanno fatto domande, sono

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andati da qualcuno e si sono in Umbria mi pare che stiamo mossi ma nonostante si siano andando bene; il dato oscilla da mossi non l’hanno trovato; 63 a 66 ed è in crescita. Effet- c) sono disposti a fare qualsia- tivamente il lavoro è aumentato si tipo di lavoro, qualora gli (per l’ISTAT è occupato anche venga offerto. Ma ad esem- colui che fa poche ore la setti- pio se ad un laureato gli si mana). Il dato vero che sarebbe dice – domani devi andare a da capire e che non è uscito per fare lo spazzino al di l’anno 2007, quante sono le Perugia – e lui dice di no, non ore lavorate. Perché se ci sono è disoccupato ma rientra tra tre persone che lavorano 2 ore le non forze di lavoro; e mezza per ciascuno fanno un d) non pone condizioni né di occupato a tempo pieno ma per orario né di distanza ma se l’ISTAT sono tre occupati. gli viene proposto di fare lo Primo problema: quanto, effetti- spazzino al Comune di Mila- vamente, dal vostro punto di vista no rifiuta perché ha la laurea è aumentato il lavoro in Umbria? in ingegneria. Secondo problema: è quello dei Se uno non ha tutti questi requi- disoccupati intellettuali. Perché se siti l’ISTAT non lo considera disoc- andiamo a vedere il tasso di disoc- cupato, rientra tra le non forze di cupazione i disoccupati laureati e lavoro. Chi sono i disoccupati che diplomati sono pochissimi, ma in certifica l’ISTAT? Sono i casi di- realtà ci sono. Proprio perché non sperati, quelli che effettivamente sono disposti ad accettare qual- hanno bisogno assoluto di lavoro siasi tipo di lavoro spariscono sta- e quindi accettano qualsiasi tipo tisticamente, ma ci sono. di impiego gli viene offerto. Terzo problema: la produttività Chiarito questo, il mercato del la- del lavoro, che mi sembra sia il voro si vede da un altro tasso che nodo centrale. in Umbria sta andando bene: il C’è un anomalia che vorrei ca- tasso di occupazione, che ci dice pire, in Umbria il P.I.L. cresce quanta gente lavora nella fascia poco, da giugno, probabilmen- in età da lavoro, 15-64 anni. te siamo in recessione; secondo Questo è l’indice che va visto, alcuni indicatori ancora tutti da cioè su 100 persone di quella confermare, ma in linea con la fascia di età quante lavorano? tendenza nazionale da marzo siamo in discesa. Ce lo dice un indicatore che si chiama regius. Significa che aumentano i posti, ma la ricchezza prodotta non aumenta altrettanto e quindi la produttività del lavoro cala. Questo è un guaio, perché anche in termini di crescita dei salari e degli stipendi, io non conosco un’economia al mondo che au- menta le retribuzioni in assenza di un aumento della produttivi- tà perché questo, chiaramente, significherebbe mandare fuori mercato le aziende. Su questo vorrei una valutazione genera- le. Ultima cosa, sul tasso di di- soccupazione, cioè sul cosidetto “zoccolo duro”, che io chiame- rei tasso della disperazione, ho For.Umbria visto che ci sono stati dei miglio-

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ramenti, soprattutto sulla disoc- assoluto del numero degli occu- cupazione di lunga durata. pati. Quindi c’è un trend da que- Parlo di quelli che non trovano sto punto di vista per quanto ri- lavoro e ne hanno assoluto bi- guarda una mera lettura dei dati sogno, parlo di quelli che sono quantitativi positivo. disoccupati per periodi superiori Naturalmente è necessario fare all’anno o addirittura da 3 anni: però un’analisi approfondita su io ho visto che questo ”zoccolo quale tipo di lavoro è stato co- duro” si è ridotto, sono meno le struito e realizzato nella nostra disoccupazioni di lunga durata. Provincia. Su questo hanno inciso le politi- Credo ci sia un nodo nel merca- che che hanno fatto gli Enti pub- to del lavoro umbro che è quello blici e la Provincia? che veniva ricordato, cioè quel- lo della produttività. Non siamo A. GIOVAGNONI noi a dirlo, è il rapporto della Altre domande? Agenzia Umbria Ricerche che ci dice che, purtroppo, in Umbria S. PETROLLINI non si riesce sufficientemente Una domanda brevissima. Al di là ad affrontare la questione della della disquisizione sui disoccupati produttività del lavoro. Natural- e occupati ISTAT, il termometro, mente questo è un nodo dovu- probabilmente si vede nel disagio to ad una serie di fattori come della popolazione, se lavorassero il dimensionamento delle nostre tutti tante ore e stessero bene, imprese, il tipo di attività e di credo che il disagio sarebbe mi- produzione manifatturiera sulla nore anche in questa regione. quale si regge una parte signi- ficativa del nostro sistema indu- A. GIOVAGNONI striale e altri fattori strettamente Facciamo un giro di risposte, per legati al territorio. Detto ciò noi cortesia brevi. abbiamo cercato in questi anni di aggredire alcune questioni che G. GRANOCCHIA costantemente emergono dal Innanzitutto una precisazione: mercato del lavoro e abbiamo Giuliano Granocchia il tasso di disoccupazione, in messo un’attenzione particola- Assessore alla Formazione e Politiche calo nel 2007, rispetto al 2006 re sulla disoccupazione over 40, del Lavoro della Provincia di Perugia ci consegna anche un aumento che abbiamo affrontato in modo innovativo. Abbiamo fatto sì che l’utilizzo delle risorse comunita- rie fosse finalizzato alla costru- zione di strumenti che unissero le politiche formative alle finali- tà occupazionali: tutto questo è contenuto nei due Piani Provin- ciali per il Lavoro che sono stati prodotti in questi anni. I dati che abbiamo raccolto ri- spetto al primo piano ci dicono che circa il 75% dei progetti mes- si in campo hanno dato occupa- zione a tempo indeterminato. Un risultato credo significativo. Una risposta positiva è arrivata anche da altri strumenti che cercano di tenere insieme formazione e po- litiche attive del lavoro. Naturalmente rispetto al nume- For.Umbria ro di disoccupati che si rivolgo-

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no ai nostri Centri per l’Impie- tutto femminile, è un dato di go, questi strumenti toccano qualità molto importante. Ciò una percentuale minima perché denuncia una certa incapacità non abbiamo le risorse per poter della nostra imprenditoria, so- parlare ai 30 mila iscritti. Quin- prattutto piccoli e medi impren- di, istituzionalmente, abbiamo ditori, a cercare di avere una vi- cercato di ottimizzare l’uso di sione più alta della propria pro- queste risorse e alcuni risultati duzione, del proprio business e ottenuti ce lo confermano. Al- quindi di evolversi. tra cosa è naturalmente parlare Sarebbe interessante avere an- della complessità del problema che – prima l’assessore ha detto dello sviluppo e quindi delle po- una parola che per me è magica litiche attive del lavoro nel com- “trend” – avere i dati di tenden- plesso della provincia di Perugia. za soprattutto a livello locale. La risposta alla domanda che G. PEROSINO faceva il Direttore de “Il Mes- Innanzitutto i dati che sono stati saggero”, sull’incidenza delle citati prima, dati sostanzialmen- politiche pubbliche, credo che Guido Perosino, Direttore CONFAPI te qualitativi, andrebbero visti in questa sia stata positiva. In un quadro più generale che ci questa regione e in questa pro- consentirebbe di capire come vincia c’è stata una forte inte- va in Umbria rispetto al resto grazione tra le politiche attive del Paese. del lavoro che venivano propo- Sono d’accordo che sono dati ste dalla pubblica amministra- estremamente limitanti e che è zione. Le forme e le attività, assolutamente necessario andare che le nostre associazioni por- verso una nuova qualità del dato tano avanti, specialmente nel che ci parla di lavoro. Il mondo del campo della formazione hanno lavoro, il mercato del lavoro è in dato risultati tangibili e che po- forte cambiamento, perché è in tremmo tranquillamente enu- forte cambiamento, in generale, merare. Infatti, al dato fornito l’economia del Paese. Io mi occu- prima dall’assessore Granoc- po di piccole e medie imprese e chia, se ne possono aggiunge- vedo come il mercato del lavoro re altri sempre molto positivi e è veramente in forte evoluzione, che riguardano, in parte, l’oc- segue in parallelo l’evoluzione cupazione intellettuale. che deve avere l’impresa per po- ter stare sul mercato. Quando si M. MARIOTTI parla di produttività è chiaro che Io considero sempre i dati sul io la vedo molto in questo senso, mercato del lavoro come un così come vedo in questo senso punto di osservazione di una la flessibilità. Per me la flessibilità realtà molto più complessa di è un dato di qualità e voglio dis- quella che si può, in qualche sociarlo dal tema della precarietà, maniera valutare, da un solo perché precarietà è non qualità angolo di osservazione. del lavoro, mentre la flessibilità La questione che a me sembra è qualità del lavoro. Questi sono fondamentale è comunque par- temi che a mio parere dovreb- tire dai numeri che abbiamo a bero essere meglio approfonditi, disposizione, analizzarli, e capi- proprio per capire dall’interno re che oltre ai numeri esiste una come si sta evolvendo il mercato realtà sociale, quel termometro del lavoro. cui faceva riferimento Petrollini L’esempio citato della scarsa oc- e che in effetti rappresenta una cupazione intellettuale, soprat- condizione diversa da quella che i numeri ci propongono. Questo è un elemento di con- For.Umbria traddizione e di analisi che dob-

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biamo effettivamente indagare te capace di innovare se stesso per cercare di proporre politi- e quindi di utilizzare al meglio che, interventi, strumenti che quelle che sono le risorse intel- in qualche maniera avvicinino il lettualmente più evolute. trend dei numeri agli effetti so- Badate, anche la stessa que- ciali che poi si determinano. Il stione dei giovani e delle don- punto qual è? A mio modo di ne, pone un problema di un vedere, noi abbiamo sicuramen- sistema che molto spesso, non te un sistema che è in grado di riesce a utilizzare le risorse che intercettare, in termini positivi, sono più e meglio disponibili le fasi di andamento congiuntu- alla flessibilità. rale dell’economia. Noi oggi sia- Dentro il mondo del lavoro, chi mo di fronte a un dato sull’oc- è meno flessibile è soprattutto cupazione, ma anche ad un tas- chi ha una cultura standardiz- so di attività che ci pone nella zata del modo di lavorare come media alta del paese. Il nostro l’over 40 che in qualche modo tasso di disoccupazione, ormai ha lavorato sempre dentro un arrivato ad un livello fisiologico, sistema fordista o taylorista. Le si attesta al 4,5%. donne, che devono conciliare Tuttavia, al di là di questi nume- il lavoro con la famiglia o gli ri, ci sono quei nodi che dice- stessi giovani sono molto più vamo prima: c’è una disoccupa- disponibili alla flessibilità. zione o comunque una difficol- C’è poi un sistema che genera tà all’ingresso nel mercato del e bassi salari. lavoro che si concentra soprat- Il tema di fondo non è tanto la tutto sulle donne (7,5% contro quantità di lavoro, il punto vero è il 2,5% degli uomini) e c’è poca che ci troviamo di fronte a qual- occupazione, non solo intellet- cosa che appare in contraddizio- tuale, ma anche giovanile. ne, ma che in realtà è la rappre- È chiaro che le difficoltà a en- sentazione della necessità di leg- trare nel mercato del lavoro di gere dentro i numeri. Aumenta queste categorie ben individua- l’occupazione, non aumenta la te non concentra solo il disagio produttività il che significa che ma accentua e le possibili solu- produciamo con più persone zioni. Per cui ci sono soggetti la stessa quantità o poco più di sociali che oggi, anche di fronte prodotto interno lordo (P.I.L.). Manlio Mariotti, Segretario Generale ad un andamento che può es- Quindi c’è un problema struttu- CGIL Umbria sere complessivamente inteso rale del nostro sistema produtti- in modo positivo, sui quali si vo e questo genera anche bassi concentra un disagio particolar- salari, disagio. Un sistema, che mente rilevante. Perché questo soffre di questi limiti è un siste- succede? Secondo me perché ma che vive nell’incertezza e che abbiamo sostanzialmente la ne- non è in grado di strutturarsi in cessità, oltre i numeri, di inda- forma stabile per affrontare le gare quali sono le caratteristi- sfide future. che strutturali del nostro siste- È un sistema che non ha i fon- ma produttivo che se analizzato damentali buoni e quando un potrebbe far emergere gli ele- sistema non ha i fondamentali menti sui quali dover lavorare. buoni cos’altro genera se non Ripeto, noi abbiamo il sistema precarietà? badate precarie- produttivo che da poca occupa- tà non solo nella forza lavoro zione ai giovani, alle donne, a ma precarietà avvertita dall’im- chi ha una formazione elevata, prenditoria. Se c’è un dato che perché è un sistema scarsamen- mi preoccupa molto di questi ultimi sei, sette mesi, che ho percepito parlando con molti For.Umbria lavoratori, ma anche con molti

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imprenditori, è che oggi è molto Ci sono, però, senza dubbio, le difficile fare impresa. criticità cui si faceva riferimento. Ci sono tanti imprenditori che Su di esse dobbiamo concen- cominciano a pensare di molla- trarci: i problemi legati all’occu- re. Ripeto un sistema che genera pazione femminile e all’occupa- incertezza, sia sugli imprenditori zione dei giovani laureati sono che sui lavoratori. Ormai c’è un emersi, anche per noi, proprio in 15% di lavoro precario, che evi- questi giorni da un’analisi com- dentemente è una soglia assolu- piuta all’interno di una indagine tamente non fisiologica per un complessiva sul mercato del la- sistema produttivo. voro che ha svolto Confindustria, a livello nazionale, attraverso le P. ANNETTI proprie sedi territoriali. Abbiamo Brevemente cercherò di rispon- riscontrato ancora una volta, se dere alle considerazioni che mai ve ne fosse bisogno, la con- Castellini faceva. In effetti, se ferma di queste criticità. Senza Paolo Annetti, Direttore CNA cerchiamo di interpretare il dato entrare nel dettaglio, l’occupa- che enunciava cioè l’aumento zione femminile ha delle carat- dell’occupazione e ma non del- teristiche proprie, legate a consi- la produttività. La risposta che derazioni storiche, a motivazioni viene spontanea è che in questo sul ruolo che la donna ha oggi contesto regionale c’è un tipo di nella società. occupazione rivolta per la mag- Credo comunque che siamo di gior parte al pubblico e questo fronte a un’evoluzione positi- è sicuramente un elemento che va della presenza femminile nel crea un forte disagio. mondo del lavoro perché evi- dentemente le donne stanno re- A. FORCIGNANò cuperando un gap che negli anni Credo che al di là delle disquisizio- e nei decenni le ha viste sempre ni su come poi i singoli dati per- indietro rispetto a certi numeri. centuali sono comunque il risul- Se devo dire la verità, oggi posso tato di analisi e di considerazioni affermare senza timore di smen- diverse, i dati sulla occupazione in tita che le donne comunque Umbria sono certamente un ele- stanno cercando di affermarsi mento positivo da cui partire. Solo in modo molto più deciso e de- dopo scinderemo i dati cercando terminato rispetto agli uomini. di capire come possiamo muover- A noi capita, nel lavoro che fac- ci per migliorare il risultato. Que- ciamo, di verificare, di analizzare sto è un obiettivo di tutti, perché richieste di occupazione femmi- in questo caso credo che non si nile tanto per le organizzazioni possa mai parlare di traguardi da che rappresentiamo quanto per raggiungere, ma di successive fasi le aziende che rappresentiamo: di miglioramento. Non dobbiamo un dato che personalmente regi- poi dimenticare che oggi, se c’è stro ogni giorno in maniera forte un risultato positivo, è il frutto di è che c’è una crescente attenzio- un impegno che nel tempo si è ne sulla tipologia del lavoro fem- manifestato da parte delle istitu- minile, sulla capacità delle don- zioni attraverso le loro azioni e da ne di essere più determinate. parte delle aziende nei vari campi Per quanto riguarda invece l’al- del mondo produttivo. Tanto le tro punto di criticità, legato une che le altre hanno cercato di all’occupazione dei giovani lau- essere esse stesse soggetti capaci reati triennali o con laurea ma- di tradurre in elementi di positivi- gistrale, credo che lì dovremmo tà queste azioni. fare un’analisi più approfondita. Bisogna sempre più guardare ad un elemento contenutistico e For.Umbria da questo punto di vista la for-

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mazione (non soltanto quella del lavoro. La formazione finale che si ha nel mondo scolastico sarà una formazione importan- ma anche quella post laurea) te, qualitativamente elevata ma può dare delle risposte positive: spesso, troppo spesso, è invece l’assessore Granocchia ha evi- distante dalla preparazione che denziato il nodo fondamentale, le aziende chiedono. Per que- cioè come stia crescendo anche sto stiamo agendo attraverso in questo l’impegno della Pro- comitati di indirizzo, che abbia- vincia, in particolare per andare mo costituito con alcune facol- verso un sistema di formazione tà dell’Università di Perugia, per che avvicini sempre più le perso- far sì che gli studenti conoscano ne alle esigenze delle aziende. ben prima della laurea cos’è il Notiamo che c’è un divario, a mondo del lavoro. Lo facciamo volte eccessivo, tra la necessità, non solo attraverso visite azien- che le aziende manifestano, di dali ma con testimonianze di una qualità della preparazione uomini d’impresa, manager e adeguata alla sue caratteristiche imprenditori; cerchiamo, cioè, di e quello che la scuola e l’Univer- far respirare cos’è il lavoro, cos’è sità danno. l’economia, cos’è il mondo del Credo che lo sforzo debba esse- lavoro nel quale, raggiunta la re uno sforzo corale: da un lato laurea, gli studenti desiderano la Regione, la Provincia, attra- impegnarsi in qualche modo. verso le varie azioni che compio- no in questa materia, dall’altro A. GIOVAGNONI cercare di interpretare sempre Possiamo proseguire con alcune più le esigenze delle aziende per domande dei giornalisti, comin- far sì che ci sia sempre una mag- ciando dalle signore. giore saldatura tra l’offerta e la domanda. M. ROSATI La formazione, attraverso i tiro- Sono state due le parole fonda- cini, sta dando risultati straor- mentali che tutti i nostri relato- dinari, come diceva l’assessore; ri hanno toccato: produttività e noi stessi abbiamo stipulato con flessibilità. Vorrei capire, metten- l’amministrazione provinciale al- do a confronto gli imprenditori e cuni protocolli che stanno dando il sindacato, se siete sulla stessa risultati veramente importanti lunghezza d’onda quando par- Aurelio Forcignanò soprattutto per raggiungere l’ob- liamo di flessibilità. Flessibilità mi Direttore Confindustria biettivo finale di assicurare una sembra una parola che il sinda- maggiore occupazione e una at- cato, a questo punto, deve dige- trattività, se posso usare questo rire o ha digerito per aumentare termine, del soggetto in cerca la produttività e anche il presi- di lavoro rispetto alle esigenze dente di Confindustria Umbria delle aziende. Tornando a quella recentemente ha rilanciato l’at- criticità che dicevamo legata alla tivazione di forme di flessibilità formazione universitaria, anche per aumentare la produttività. se non ci sono grandi margini E poi un’altra cosa relativamen- di operatività la nostra organiz- te a quello che diceva il segreta- zazione si sta impegnando da rio generale della Cgil in merito diversi anni ormai a cercare di all’incertezza che si percepisce sia entrare nell’Università incidendo nei lavoratori che nelle imprese: per quanto possibile nel proces- credo che essa sia molto legata so di formazione, creando cioè al non-contratto, perché in Um- negli studenti universitari una bria abbiamo categorie – come i maggior conoscenza del mondo commercianti, il terziario, 35.000 addetti più o meno, come gli edi- li (settore peraltro toccato dalle For.Umbria morti bianche, dagli incidenti sul

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lavoro particolarmente nell’occhio adeguata ai tempi? C’è qualcosa del ciclone in questo momento) da rivedere? Ci sono molti fondi 20.000 addetti, anche noi giorna- per la formazione – poi l’asses- listi, anche se siamo di un’altra ca- sore ce lo dirà e sicuramente ci tegoria) – che stanno aspettando dirà che finora è stata gestita al il contratto scaduto da tempo. meglio – però c’è la solita distri- buzione dei pani e dei pesci? Si A. GIOVAGNONI è in ritardo nell’organizzare que- Dò la parola a Cristina Belvedere. sti corsi rispetto alle attese delle aziende, oppure, qualche volta, C. BELVEDERE non è il caso di anticipare quello Abbiamo parlato di precarietà, di che faranno le aziende? Perché flessibilità, però la parola magica sono in ritardo ad organizzare che credo molti vedano come il delle nuove figure professionali? sogno irraggiungibile è la stabi- lità, cioè un contratto a tempo G. GRANOCCHIA indeterminato. È veramente un Nel mio intervento ho parlato sogno irraggiungibile al giorno dello sforzo che come Provincia d’oggi, oppure c’è qualche spe- di Perugia abbiamo fatto in que- ranza? sti anni, anche in controtenden- za rispetto alle scelte maturate S. PETROLLINI a livello nazionale, di costruire Per chiudere, facciamo doman- delle opportunità per i nostri di- de alle quali possono rispondere. soccupati e per le imprese, per Vorrei tornare al problema della la creazione di lavoro a tempo formazione. Parlare dell’Univer- indeterminato, sapendo che in sità è anche abbastanza facile, Umbria abbiamo un dato ano- però l’Università non c’è, sappia- malo anche rispetto alla media mo tutti la criticità dell’Università nazionale, nella quale più del italiana e come siamo messi nel- 50% dei contratti sono a tempo la classifica europea. Però la for- determinato, mentre noi abbia- mazione professionale, chiedo, è mo 8 punti percentuali in più. Come succede negli altri paesi europei, sarebbe opportuno che si rifacesse una legge sul merca- to del lavoro capace di definire due grandi famiglie contrattuali: il tempo determinato e il tempo indeterminato e là dentro, natu- ralmente, articolare le necessi- tà dei vari settori produttivi del nostro paese. Credo, però, che l’attuale fase politica vada pur- troppo in tutt’altra direzione. Ri- tengo, invece, che, comunque, la flessibilità inevitabilmente im- metta percentuali anche alte di insicurezza sociale, tanto di più in Italia, paese nel quale abbia- mo un sistema del welfare che non è quello dei paesi del nord Europa, ma è costruito su altri modelli contrattuali. Per tornare alle sollecitazioni del direttore Petrollini, penso che in Umbria abbiamo, come nel resto For.Umbria del paese, alcuni elementi strut-

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turali che è difficilissimo aggredi- sentazione dell’ultimo rapporto re. Non abbiamo solo un proble- Excelsior. Vi leggo questi dati: ma di lauree deboli, credo che le richieste previste di nuove as- siamo di fronte a lauree inutili sunzioni ci parlano di un 46% nel sistema universitario anche che riguardano la scuola… nella nostra Regione e quindi su questa grande questione anche A.GIOVAGNONI le istituzioni pubbliche, insieme In Italia o in Umbria? appunto alle rappresentanze di categoria, dovrebbero alzare il G. GRANOCCHIA velo. Utilizziamo molte risorse In Umbria. La formazione profes- del nostro sistema universitario sionale è presente con il 17% e per far laureare i ragazzi che poi appena il 31% di richieste riguar- non entreranno nel mercato del dano le scuole superiori; se poi lavoro rispetto al loro titolo uni- parliamo di professioni legate al versitario. Superare questa con- ciclo universitario, ci attestiamo a traddizione spetta alla politica, un misero 4,4%. Questa è la situa- alle organizzazioni di categoria, zione del nostro mercato del lavo- spetta anche ai sindacati, con il ro. Ripeto: è anche materia di po- ruolo di sollecitazione che devo- litiche industriali e non solamente no avere rispetto alla questione. di formazione professionale. Sulla formazione professionale, Sulla velocità anche di adatta- voglio aggiungere che, certo, re l’offerta formativa, dentro la se dovessimo guidare le nostre prossima programmazione co- azioni unicamente sugli stru- munitaria, che inizierà a partire menti di analisi del mercato del dal mese di settembre, dobbia- lavoro e delle richieste che pro- mo certo velocizzare molto la vengono dal sistema delle im- nostra capacità di risposta e per prese, ci troveremmo di fronte questo stiamo mettendo a pun- to degli strumenti definiti “a a una questione grandissima. sportello”. Sono stato – c’era anche Manlio A me non piace molto il tema Mariotti – al dibattito per la pre- della formazione individualizza- ta, un tema così importante da dedicargli una apposita trasmis- sione. Penso, invece, molto più a risposte veloci che non riguar- dano la singola persona, ma che si indirizzano, appunto, anche a processi produttivi, reali, a inve- stimenti sul capitale umano veri rispetto alle esigenze del nostro mercato del lavoro. Su questo punto, come Provincia, abbiamo stimolato una riflessione e siamo in grado di presentarci con le carte a posto all’appuntamento legato alle nuove direttive co- munitarie. Voglio ricordare che in questi anni siamo sempre stati in linea con gli obbiettivi che la Commissione Europea ha dato: la Provincia di Perugia, insieme al sistema umbro, ha avuto an- che risorse aggiuntive per la ca- pacità di spesa, a fronte del fat- For.Umbria to che, soprattutto negli ultimi

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anni, i controlli comunitari sono si capisce più di cosa parliamo. stati così incisivi da trovare il pelo Sono più categorie economiche nell’uovo rispetto all’utilizzo delle i giovani e gli over 40 in qualche risorse. Il sistema, nel suo com- modo: a mio parere, nei giovani plesso – fatto di intervento pub- bisogna agire per una formazio- blico, di politiche attive del lavo- ne interessante per il mondo del ro, di Centri di Formazione privati lavoro, gli over 40 a volte sono – è un modello che ha funziona- troppo conservatori, quando c’è to, anche se siamo fortemente invece necessità di forte atteg- impegnati a riflettere su ciò che giamento di flessibilità e quindi può non avere funzionato. lì c’è tutta una sfida, secondo me, da mettere in campo, per- A. GIOVAGNONI ché hanno delle competenze Dò la parola a Perosino. che non debbono andare perse, perché magari manca un filo di G. PEROSINO flessibilità. Volevo tornare, anche se solo Chiarito ciò, per quanto riguarda con un accenno, sul discorso le altre parole, prima è stata detta delle donne, che si faceva prima dalla giornalista una ulteriore pa- con le nostre amiche dei giorna- rola magica: “stabilità”. Io vorrei li. Sembra una banalità, ma la aggiungere un’altra parola magi- donna è una categoria sociale, ca “salari”. non una categoria economica, Mentre flessibilità non si declina e anche se oggi, sempre di più, le non va appaiata a precarietà, cosa donne, con i nuovi modelli lavo- che invece è stata fatta fin dall’ini- rativi, hanno forse potenzialità zio, flessibilità si deve appaiare a economiche superiori e per certi competitività, competitività si può versi più interessanti – come ri- tranquillamente appaiare a stabi- lità e a salari. È questo il processo cordava anche Mariotti. virtuoso attraverso il quale dobbia- Quando, poi, un mondo del mo camminare tutti insieme, altri- lavoro moderno la usa a volte menti si rischia di fare una grande come categoria economica, non demagogia, del gran parlare, ma non si risolvono poi i problemi di una migliore qualità del mercato e del mondo del lavoro. Si è parlato di formazione: il dr. Petrollini la ricordava, giu- stamente, e l’assessore è stato perfetto nella sua esposizione. Volevo chiarire che, se è vero che da un lato la formazione ha migliorato le proprie performan- ce per quanto riguarda quelle aree che a volte in passato sono state grigie; se è vero che i con- trolli oggi sono assolutamente perfetti e importanti, mettono tutti al riparo, torniamo ad in- vestire sulla formazione. Magari facciano attenzione: ci vuole più efficienza, meno sovrapposizio- ni, meno associazioni che fanno tutte la stessa cosa; anche i fon- di interprofessionali andrebbero messi a regime e dare maggiore For.Umbria importanza alla formazione.

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Vorrei ricordare che la mia asso- dr. Mariotti, segretario generale ciazione sta facendo un lavoro, della Cgil umbra, perché ha par- secondo me interessante, intor- lato anche, in qualche modo, tra no a due temi: gli stages e le lau- virgolette, a nome dell’impresa. ree inutili. Ha detto: parlo con gli impren- Gli stages che non debbono e ditori, che sono a disagio, e que- non possono più essere dei mo- sto è abbastanza raro sentirlo da menti di parcheggio in cui siamo un sindacalista. Vorrei ricordare tutti portati a vedere lo stagista proprio ai sindacati che anche come uno che fa le fotocopie; nell’interlocuzione tra impresa questo deve finire, non interessa e sindacato dobbiamo un po’ nessuno, tanto meno l’impren- modificare il modello del rap- ditore, che deve invece approfit- porto. Se gli imprenditori han- tare di quel periodo per formarsi no una difficoltà a rapportarsi una competenza interessante. con il mondo del lavoro, questa Le lauree inutili, che a me fan- difficoltà deve essere superata. no molta paura, lo ricordava Quel disagio di cui parlava prima prima l’assessore, perché viene Mariotti è anche dovuto ad una fuori quello scollamento, che certa difficoltà a rapportarsi con vorrei chiamare tradizionale il mondo del lavoro, a fare scelte ormai, ma che deve finire, tra imprenditoriali che non saranno mondo dell’Università e mon- osteggiate e troppo diluite. do dell’impresa. Se ci sono dei Insomma, la qualità dell’interlo- laureati inutili, è evidente che cuzione con i sindacati deve es- questo scollamento ha un peso sere messa anch’essa in discus- socio-economico importante, sione e migliorata, resa perfor- che va quindi messo a regime, mante rispetto a questo nuovo altrimenti rischia di diminuire scenario. appunto la competitività e tutte quelle parole magiche che ab- M. ROSATI biamo detto prima. A me veniva in mente il colloquio, Concludo dicendo che mi ha il confronto tra sindacato e im- fatto piacere l’intervento del presa. Ma c’è questo confronto, soprattutto in una regione dove abbiamo tante, piccole, piccolis- sime imprese in cui il sindacato non è presente? Qui ritorniamo al mio riferimento di prima: i no- stri salari sono i più bassi d’Italia, non c’è il rinnovo contrattuale che ci vorrebbe, a livello nazio- nale, non parliamo poi del tema della contrattazione di secondo livello. Queste sono le tematiche su cui si dovrebbero confronta- re sindacato e impresa, perché il problema è quanto si porta a casa l’operaio.

A. GIOVAGNONI Mariotti. Chi meglio del segreta- rio generale della Cgil?

M. MARIOTTI Troppo cose per rispondere in pochi minuti. Avremo modo For.Umbria di tornarci sopra. Naturalmen-

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te non volevo parlare a nome quando siamo stati posti di fron- dell’impresa, mi sembrava solo te al problema della flessibilità intellettualmente onesto rico- come elemento necessario per noscere che oltre il disagio del rispondere ad esigenze produtti- lavoro c’è il disagio dell’impresa ve dell’impresa, il sindacato non e degli imprenditori. Questo è il si è mai sottratto. segno, il clima di un malessere Due cose, però, non mi convin- del Paese, che se non l’affron- cono. tiamo per quello che è, rischia La prima: l’idea che la flessibilità alla fine di travolgerci tutti, sia può essere uno strumento uni- chi cerca di rappresentare le ra- lateralmente in mano al datore gioni dei lavoratori, sia chi cerca di lavoro, di governo dei pro- di fare impresa in un paese nel cessi produttivi che prescindono quale diventa sempre più dif- dal confronto con il sindacato. ficile purtroppo fare impresa. Quando dico questo, dico una Quando manca l’impresa, man- cosa che naturalmente non indi- ca lo sviluppo e manca anche il ca gli imprenditori come un’uni- lavoro, quindi come dire è il se- ca cosa dietro un concetto: gli gno di una riflessione più gene- imprenditori sono tante cose, rale rispetto alla quale dobbia- questo è il paese dei 4 milioni e mo sentirci tutti più impegnati, mezzo di imprenditori e quindi ognuno nel proprio ruolo, nel ci sono imprenditori che hanno rispetto della propria autono- un approccio corretto e ci sono mia e degli interessi diversi che imprenditori che hanno un ap- rappresentiamo. proccio unilaterale, ai miei occhi Detto questo, torno alla flessibi- non convincente. lità e alla produttività. Penso che La seconda: la flessibilità è uno il sindacato non abbia mai avuto degli strumenti che possono ri- una pregiudiziale nei confronti lanciare la produttività, perché della flessibilità. Certo, è vero che produttività è cosa più com- la flessibilità ci pone dei problemi plessa, è innovazione tecnolo- e ce li pone perché, mettiamo, gica, è capacità di commercia- modificare il regime di orari di un lizzazione, di aggredire i mer- lavoratore che per 20 anni lavora cati esterni, è competitività di dalle 8 di mattina alle 14 e dal- sistema, infrastrutture, credito. le 15. 30 alle 19.00 e fargli fare Se la produttività si scarica solo altri ritmi non è una questione sulla flessibilità, questo significa semplicissima. Porto ad esempio inevitabilmente un sistema che la vicenda della Perugina: l’in- non riesce a guardare le sfide troduzione del 6 per 6, vista in dell’innovazione che ha davanti termini distaccati, sembra essere e pensa solo a comprimere il fat- una cosa da niente, ma vista dal- tore lavoro come elemento per la prospettiva di chi quella mo- sopravvivere. Questo è un punto difica dell’organizzazione degli che non deve stare a cuore solo orari l’ha vissuta assume l’effetto al sindacato, ma anche alle im- di una modificazione radicale dei prese; al contrario, si sopravvive, propri stili di vita, dei propri ritmi non si vince la sfida della com- di vita, del proprio rapporto tra petizione globale e della globa- tempi di vita e tempi di lavoro. lizzazione. Qualche volta, insomma, le di- Questi sono i temi sui quali noi scussioni non sono fatte solo per siamo disponibili a ragionare. cercare di buttare la palla fuori Ripeto: quando c’è stato da au- campo e non giocare la partita. I processi vanno accompagnati mentare, differire e differenziare anche culturalmente e, tuttavia, i regimi di orario, il sindacato a partire, lo ricordo sempre, dalla vicenda Perugina, non si è mai For.Umbria sottratto.

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La stabilità è un sogno? Io non bisogno di ammortizzatori sociali so come saranno disegnati gli che non abbiamo. scenari del futuro, però penso Un grande sociologo del lavoro che non possiamo rispondere francese diceva, giustamente: alle esigenze dell’oggi ripropo- non più la stabilità del lavoro, ma nendo cose che non esistono più la stabilità nel percorso del lavoro, nel modo di produrre e di riorga- nel senso che si può essere anche nizzare la società. relativamente sicuri se uno, per- Ci sono vecchie formule che non dendo un lavoro, poi ha un am- sono riproponibili. Detto questo mortizzatore sociale che l’aiuta c’è un primo problema: il rap- e ha un sistema di formazione e porto di lavoro a tempo indeter- di riqualificazione che aiuta a ri- minato, come ci chiede la Co- ammetterlo nel lavoro. Il punto è munità Europea, può ridiventare sempre quello di come si trova il la forma ordinaria e deve essere giusto equilibrio degli strumenti considerata la forma ordinaria di che il mercato del lavoro mette a assunzione al lavoro. Partiamo da disposizione. questo concetto, perché, se sia- Ripeto: se noi torniamo a con- mo tutti d’accordo che l’ordina- siderare come ordinario l’avvia- rietà è un lavoro stabile a tempo mento al lavoro a tempo inde- indeterminato, poi affrontiamo terminato e insieme costruiamo le altre questioni, che non pos- un moderno sistema di welfare, siamo negare né esorcizzare. A fatto di formazione, formazio- quel punto, la non stabilità, quel ne continua e di ammortizzatori pezzo fisiologico che non può sociali, il tutto, secondo me, de- essere come oggi che il 60% di linea un quadro che ci può far avviamenti al lavoro vengono uscire dalle contraddizioni e dai fatti con forme di lavoro non a problemi dell’oggi. tempo indeterminato, quella for- Solo una battuta sulla formazio- ma fisiologica di non stabilità si ne. Penso che abbiamo utilizzato può affrontare in molti modi. C’è in modo abbastanza positivo gli ingenti finanziamenti europei che fanno vivere questo settore da molto tempo. Tuttavia, dobbiamo fare i conti con risorse che potran- no nel tempo diminuire, e c’è – mi rendo conto – un problema di ef- ficienza e di efficacia che - riguar da anche le risorse comunitarie che vengono spese. Se guardo al panorama nazionale, noi siamo sicuramente fra le eccellenze di questo Paese. Perciò soprattutto noi dobbiamo cominciare a razio- nalizzare e mettere più a sistema le tante cose che abbiamo. Ci sono troppe soggettività dentro questo sistema, in più dobbiamo cominciare ad assecondare meno le mode, le tendenze e più a re- cuperare una capacità program- matoria, penso soprattutto alla questione dell’Università. Sono titubante sulle lauree inutili, perché il sapere non è mai inutile, a mio modo di vedere. Non dob- For.Umbria biamo nemmeno avere una con-

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cezione autoctona, si può forma- periore a quello dei contratti a re qualcuno qui in Umbria e ma- tempo determinato. Non è così gari dargli la possibilità di andare nel 2007, dove c’è un leggero a lavorare in Germania piuttosto aumento di questi ultimi. Questo che in Danimarca. Però c’è il pro- per dire che vanno visti un po’ blema di come il nostro sistema tutti e due, altrimenti facciamo formativo si mette in correlazio- come le minoranze organizzate, ne con la capacità di offerta del nel senso che urlano e sembra nostro mercato del lavoro. Qui che siano la realtà di un Paese, non ci siamo. Abbiamo istituzio- poi vai a vedere le cose e non è ni che non riescono a dialogare quella la realtà. La realtà è che ci e confrontarsi fra di loro; c’è una sono tanti avviamenti ad ingres- sorta di autonomia che è sepa- so a tempo indeterminato, e ci ratezza, non va bene, dobbiamo sono tanti ex contratti a tempo recuperare una idea complessiva determinato che diventano a di sistema, perché il sapere e la tempo indeterminato. Poi a livel- formazione sono gli elementi sui lo sociale, mediatico la foresta quali si gioca il futuro del nostro che cresce non fa rumore, l’al- sistema economico produttivo e bero che cade fa rumore. Però, la nostra capacità di sviluppo. proprio per rimanere con i piedi per terra, questa è la realtà. G. CASTELLINI Un flash su una cosa che dice- M. MARIOTTI va Mariotti. Sembra quasi che Hai ragione, ci sono alcuni dati qui, in Umbria – che ha un tasso che a me sconcertano. In quel- storico di contratti a tempo de- la rilevazione fatta da Excelsior terminato più alto della media è venuto fuori un dato che ho nazionale – ci sia un dilagare del ritenuto sorprendente, perché precariato. Nel 2006 il numero le assunzioni a tempo determi- dei contratti a tempo indeter- nato avvengono più nelle grandi minato, cioè il saldo, è stato su- imprese che nelle piccole e c’è un utilizzo che non è in relazio- ne né con le esigenze né con le capacità del sistema delle impre- se di supportare certe cose. C’è una tendenza a utilizzare, anche quando non serve, l’assunzione a tempo determinato.

A. GIOVAGNONI Penso che Forcignanò potrà ri- spondere a questa osservazione.

A. FORCIGNANÒ Non si possono mai, in alcun modo, canalizzare tutti i fatti all’interno di schede, ci sono si- tuazioni oggettivamente diverse quando parliamo di un nume- ro di soggetti che affrontano in modo diverso la propria attività. Ma vorrei tornare sui tre temi che sono stati posti: flessibilità, stabilità e formazione. Alcune cose sono state dette dal collega Perusino, che condivido For.Umbria pienamente, però mi collego

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a quanto ha detto il segretario ze che il mercato impone e non Mariotti. da qui a 12 mesi, ma, come si In più occasioni, la confusione tra dice, “da qui a ieri”. Allora, il precariato e flessibilità sta -por governo di questi processi deve tando ad una distorsione delle essere accompagnato dalle as- considerazioni finali e del proble- sociazioni imprenditoriali, dalle ma in sé. Mariotti ha citato un organizzazioni sindacali attra- Convegno, mi pare, di due anni verso un modulo, diceva Pero- fa, quando mi sorprese invitan- sino in grado di modificare il do gli imprenditori, in quel caso livello, la qualità dell’interlocu- la Confindustria, chiedendo pro- zione sindacale. vocazione, sottolineando il fatto Egli ha fatto riferimento ad al- che, comunque, quando si parla cuni casi, ma ce ne sono tanti di queste cose bisogna anche ac- altri, vi assicuro, come quelli di compagnare processi di muta- alcune aziende meccaniche che mento culturale del lavoratore. hanno tentato di applicare nel- Mi fece l’esempio del lavoratore la loro azienda istituti innovativi, che la domenica mattina, per ri- introdotti all’interno del contrat- posarsi, è abituato, giustamente, to della metalmeccanica, per ri- ad andare a svolgere attività spor- spondere a importanti, insoppri- tiva, piuttosto che a uscire con mibili esigenze produttive. Eb- la famiglia. Su questo dobbiamo bene, non ci sono riusciti per la concentraci tutti: la flessibilità è ostilità manifestata alle organiz- un’esigenza del mondo produtti- zazioni sindacali. Penso, perciò, vo, è un esigenza insopprimibile che dobbiamo trovare un punto soprattutto nel momento in cui di equilibrio, perché siamo un l’evoluzione dei mercati, la cosid- Paese che sta scendendo, sotto detta globalizzazione – che è sot- tanti punti di vista e non è bel- to gli occhi di tutti per gli effetti lo per nessuno di noi guardare positivi, ma anche per quelli mol- le statistiche, le tendenze in cui to negativi che sta producendo – l’Italia, il nostro Paese, è sempre impone alle aziende di adeguarsi dietro a tutti, il fanalino di coda continuamente per restare sul su tante, troppe cose. mercato. Non dimentichiamo che Concludo dicendo che l’utilizzo alcuni risultati positivi raggiun- dei contratti cosiddetti flessibili, ti dal nostro sistema produttivo, previsti dalla legge Biagi, non soprattutto negli ultimi due anni, deve essere demonizzato, per- sono frutto della capacità dell’im- ché contiene delle cose innova- prenditore di sapersi adeguare tive, importanti, che in qualche tempestivamente ai mutamenti di caso, addirittura, già esistevano mercato. Il cosiddetto “piccolo” anni prima. Il contratto flessibile ha fatto sì che ci fosse una modu- per l’ingresso, guardiamo come larità nell’approccio con il mercato viene stabilizzato, dai dati in no- che ha portato a quei risultati, fra stro possesso il 50% viene sta- cui l’esportazione, che sono ele- bilizzato immediatamente, dopo menti positivi e di cui dobbiamo 36 mesi rimane una percentuale tutti essere orgogliosi. modesta, all’incirca il 20-21%, Quando, perciò, si parla di fles- che non viene stabilizzato. sibilità, si parla di flessibilità dei Stabilità è un desiderio, è un contratti che deve dare garan- obiettivo e credo che sarebbe zie e tutele. Non deve esserci il massimo considerare il lavoro un approccio unilaterale, ma stabile come regola, però que- la scelta non può che essere dell’imprenditore, là dove egli sto, evidentemente, non può deve rispondere a delle esigen- sposarsi con le esigenze che le aziende hanno nel continuare ad operare in un mercato così dina- For.Umbria mico che se non cogli, non solo

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i cambiamenti, ma le sfumature A. FORCIGNANò di cambiamento, rischi di essere In questa logica, sono state crea- tagliato fuori. te delle sirene per i giovani, cioè I dati, oggi, ci dicono che in Um- delle lauree che lì per lì hanno bria ogni 5 occupati a tempo affascinato. indeterminato solo 1 resta. Nel 2007 i dati in nostro possesso sul A. GIOVAGNONI saldo positivo in termini di nuove Scienza della Comunicazione, la assunzioni ci dicono che, di 17 prima. mila, ben 13 mila sono contratti a tempo indeterminato. Allora, A. FORCIGNANò partiamo da questi per cercare di Stavo per dire proprio questa. arrivare all’obiettivo ottimale, alla Scienza della Comunicazione, regola che invocava Mariotti. l’anno scorso, contava 2.540 Consentitemi una riflessione breve iscritti a fronte di corsi di lau- sulla formazione, perché al di là rea, soprattutto quelli scientifici del termine forte, ma che condivi- di cui si sente un gran bisogno, do, sulle lauree inutili, le aziende, che hanno molti meno iscritti. come dicevo prima, hanno biso- E adesso è stata creata anche gno di persone che siano formate. Scienza della Investigazione. L’ho detto all’inizio e lo confer- G. GRANOCCHIA mo che bisogna creare una sal- Per lauree inutili intendevo dire datura maggiore tra le esigenze lauree che creano una aspetta- delle imprese e la formazione e tiva forte, dal punto di vista la- questo vale sia per l’Università, vorativo, e poi non riescono a che per gli Istituti Superiori. In rispondere a quella aspettativa. Umbria si stanno facendo degli sforzi, ma siamo ancora lontani. Il riferimento che si faceva prima agli stages aziendali, ai tirocini, alle intese con gli Istituti Tecni- ci e Superiori da parte dei due poli del tessile e della meccanica, stanno dando risultati importanti perché a monte prevedono che ci sia una lettura delle esigenze. Qui in Umbria, soprattutto negli anni del recente passato, c’è sta- ta purtroppo una tendenza a cre- dere in quelle sirene che chiama- vamo corsi di laurea, premiando i corsi più originali. Addirittura in questa piccola regione c’erano, fino a poco tempo fa, un numero incredibile di soggetti (oltre 390) accreditati a fare formazione. Non è possibile. Ancora oggi, che siamo arrivati forse a 320, siamo troppo lontani: ci sono regioni, senza citarle, che ne hanno 40- 50. Ci vuole una qualità dei for- matori essenziale per evitare di spendere risorse in modo inutile, soltanto per soddisfare percorsi che non daranno mai una rispo- For.Umbria sta alle attese dei giovani.

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di Stella Carnevali

Gli uccelli migratori Il titolo nasce dall’abitudine che nel mondo sempre più seguen- non hanno permesso hanno alcuni uccelli migrato- do questa logica: perché caccia- ri di andare a cercare all’arrivo ti dalle guerre, dalle carestie, dai di soggiorno dell’autunno cibo e clima caldo regimi totalitari. E il ricco nord in un altro Paese per poi fare ri- del mondo potrà inventarsi di torno in primavera. Dunque uno tutto contro questo fenomeno, scambio, un vivere in due luo- anche il reato di immigrazione ghi tanto diversi tra loro come clandestina che in forma così se le gru, le rondini, le tortore, forte esiste da sempre negli le quaglie, le averle, i gruccioni, Usa come ingresso illegale, ma le upupe e le allodole vivessero dovrà conviverci suo malgrado Belgio, anni ‘50. Minatori italiani da sempre in modo globalizzato avendone tra l’altro bisogno. che portano in processione la statua alla continua ricerca di un clima di Santa Barbara, loro protettrice mite e di un cibo migliore. Non (Archivio Museo Regionale Migrazioni in Umbria: i numeri dell’Emigrazione “Pietro Conti”, hanno permesso di soggiorno. Gualdo Tadino) Anche gli uomini si muoveranno L’Umbria ha una popolazione di 850.000 abitanti e, di questi, il 23% sono anziani e, di questi, il 7,4% sono anziani non auto- sufficienti con un incremento di previsione rispetto alla speranza di vita del 5,5% per gli anziani in generale e del 16% per quelli non autonomi. Dunque una re- gione, come anche la Liguria, anziana e in futuro sempre più anziana. In Umbria si vive meglio e si campa di più, ma in Umbria come in tutti i paesi sviluppati è profondamente cambiata la struttura di coesione sociale ol- tre alla crescita demografica che potrebbe essere definita decre- scita. Si fa al massimo un figlio, mediamente s’intende, il quale non appena forma la sua nuova famiglia deve trovare una nuova casa in cui vivere. Se per remota Attualità ipotesi si tornasse a fare quattro

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figli l’edilizia non soffrirebbe i di cui 49.989 nella provincia di suoi cronici cicli di crisi. Ma que- Perugia di cui: 7.254 di naziona- sta, ad oggi, è la nostra realtà. lità albanese, 5.035 marocchina, Il cambiamento è anche conse- 4.093 romena. L’Umbria risul- guenza diretta della mutata tra- ta al primo posto tra le regioni ma economica o meglio dell’or- che hanno il maggior numero di dito che regola in base al mer- studenti non italiani nelle scuole cato globale i rapporti di lavoro: d’infanzia. I lavoratori immigra- negli ultimi cinquant’anni le ti sono impiegati in professioni tipologie lavorative sono radical- di bassa e bassissima qualifica- Siamo tutti mente cambiate. Siamo passati zione: collaboratori domestici, dei sans papier? dalla concentrazione della pro- generici nei servizi, addetti alle duzione in serie nelle grandi fab- pulizie, manovali, edili, facchini briche all’utilizzo di manodope- anche se si affacciano qualifiche ra dei paesi orientali e del terzo come quelle di muratore, sal- mondo. Sono quasi scomparsi i datore, operatore di macchine mestieri artigiani, la scolarizza- nelle confezioni. E per coerenza zione di massa non ha prodot- con gli indici nazionali vengono to un conseguente inserimento assunti più uomini che donne le lavorativo. Siamo più diplomati, quali restano prevalentemente più disoccupati e più anziani. impegnate nell’opera di assi- È su questa realtà che lentamen- stenza agli anziani, come badan- te sono stati assorbiti lavoratori ti insomma. Questi dati tuttavia Francia, Grasse, 1900 ca. gruppo di e lavoratrici immigrati da paesi sono riferiti solo ai regolari, non donne italiane intente alla lavorazione comunitari ed extra comunitari. comprendono i Sans Papier. delle mimose in una fabbrica di profumi (Archivio Museo Regionale Persone non italiane regolarmen- Sebbene un non recente pensie- dell’Emigrazione “Pietro Conti”, te soggiornanti in Umbria erano ro semplificatore punti il dito sul Gualdo Tadino) fino all’anno scorso fa 62.141 tema della Sicurezza per tratta-

Attualità

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re tutta la problematica, in re- Memorie umbre altà quello che accade o è già accaduto in modo irreversibile Il secolo breve ha visto forti flus- è una convivenza multicultura- si migratori in particolare verso le e multireligiosa a vari livelli le Americhe. Negli anni Cin- La diversità è democrazia di integrazione con incompren- quanta a seguito della grande sioni e arricchimenti reciproci. Il emigrazione italiana verso gli titolo di delinquente o mascal- stati del nord dell’Europa, dopo zone non è certo appannaggio la seconda guerra mondiale, si di una nazionalità piuttosto che sono create le circostanze per di un’altra a partire dalla nostra, cui oggi circa 600.000 italiani Lussemburgo, Dudelange, 1953 ma è sempre il prodotto trasver- di quarta generazione vivono in muratori italiani emigrati al lavoro per la sale delle condizioni di vita che Germania e almeno 500.000 in costruzione dello stadio Kennedy una comunità offre. La genera- (Archivio Museo Regionale Svizzera tanto per fare un paio dell’Emigrazione “Pietro Conti”, lizzazione è sempre il terreno di di esempi. Gualdo Tadino) coltura del razzismo. Ma se i numeri rendono l’idea di un fenomeno, l’approccio al singolo caso permette un’im- medesimazione emotiva che è indispensabile alla conoscenza. È il 6 giugno del 1944 a Colle- mancio di Cannara, un pugno di case sulla montagna, arriva un manipolo di fascisti in ritira- ta verso la Repubblica di Salò a sistemare, prima della partenza, dei conti in sospeso. Uccidono a fucilate due padri di famiglia. Uno di questi viene prima tor- turato appeso ad una finestra della scuola con la faccia rivol- ta verso la sua casa in fiamme. Non dirà niente, non dirà come riforniva i partigiani di cibo e di notizie. Verrà portato prima a Cannara, poi riportato verso casa e lungo la strada in salita tra i campi verrà fatto scendere per sparargli alle spalle, lì dove oggi c’è una lapide per non di- menticare. Lasciava cinque figli, la più piccola di nove anni. Tut- ti senza casa, ormai un rudere bruciato. Documenti d’archivio attestano dell’appello alla Pre- fettura dell’allora sindaco per provvedere a questa vedova con cinque figli che viveva in una caverna tra le montagne, poi in una stalla grazie alla benevo- lenza di una famiglia benestan- te. Tutti i figli emigrarono chi in Belgio, chi in Germania, chi in Francia. Tutti a scavar carbone nelle miniere. Dei loro dieci figli, Attualità solo due sono tornati a vivere in

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Italia. Chi oserebbe oggi parlare della pace, o forse perché im- di loro come una minaccia alla mersi nelle nostre campagne, sicurezza. E soprattutto che vita nei nostri borghi, nelle nostre avrebbero avuto se invece fosse- tradizioni siamo rimasti più im- ro rimasti a fare i contadini nella permeabili, più lenti o pigri nel casa di loro proprietà coltivando recepire l’insicurezza del benes- la loro splendida terra? Nessuno sere virtuale. In fondo i perugini La pace è una lotta ha mai potuto restituire a queste fecero a meno anche del sale in logorante che dura sette persone il futuro spezzato altri tempi. Speriamo di restare tutta la vita per sempre. molto a lungo così in ritardo. I non italiani che vivono in Um- bria sono fuggiti dalla loro ter- ra per le stesse ragioni per cui gli italiani emigravano ai primi del Novecento o dopo la Se- conda guerra mondiale: fame e guerra. Pure l’Umbria resta in propor- zione una terra di accoglienza forse perché da san Francesco in poi gli uomini sono più ugua- li, forse perché dopo Aldo Ca- pitini è più credibile una cultura

Una rondine perduta

Le rondini lasciano i nidi E tornano nella bella stagione. Ed ho lasciato il mio Ma non so quando tornare. Sono passati tanti anni E non mi sono dimenticata di lui. Domando con nostalgia Alle rondini appena arrivate, ma garantiscono e dicono che il mio nido è al sicuro. Quanto era bello e caldo E ci dormivo fino a tardi. Mi svegliava il cinguettio degli uccelli Che stanno godendo il sole l’altezza delle palme e la bellezza del mare. Oh nido mio! Sapessi quanto mi manchi Ti trovi molto lontano Tra il mare e l’oceano Il Mediterraneo e l’Atlantico.

Dal Portale umbro sull’Immigrazione una poesia di Nadia Acharki di origine marocchina, laureata in Lingua e letteratura inglese all’università di Rabat. Insegna lingua e cultura araba presso le due Università italiane per stranieri di Perugia e Siena.

Attualità

24 piano.forte 1/2008 Stefano Zuccarini: le ali della vita

di Marinella Ambrogi

Tutte le metafore che poteva- ne …poi un volto bello e orgo- no nascere nel racconto di una glioso, una voce ferma e serena, vita ricominciata a molti metri l’amicizia spontanea che nasce di altezza sulla realtà del dolore quando ti trovi di fronte ad una sono presenti nel mio incontro persona che senti di aver cono- con Stefano Zuccarini. sciuto da sempre, tutto viene af- Tante sono quelle metafore che fidato al racconto e alla lettura nello scrivere mi sono trovata di esso. in grande imbarazzo: scegliere Qualunque sia però la chiave di un’immagine e sacrificarne altre lettura che di questa vicenda si di uguale impatto, riportare in- vorrà o potrà dare, rimane inne- tegralmente il colloquio o adat- gabile che la forza del suo pro- tarlo agli spazi a mia disposizio- tagonista viene da un autenti- co atto d’amore: l’amore di un ragazzo gettato a terra mentre Attualità bussava alle porte del suo fu-

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turo, lo stesso ragazzo che, da del 1993, Stefano oltrepassa il quelle porte spalancate, oggi in- cancello dell’aeroporto della sua vita tutti noi ad amare la vita. città, è atteso dall’amico e da Una vita di quelle vissute inten- un ragazzo con un cappellino in samente, attimo dopo attimo: testa; gli fanno indossare un pa- studi brillanti, obiettivi profes- racadute perché, gli viene detto, sionali importanti, impegno po- è obbligatorio sull’aliante. Solo litico serio e una intensa attività nel momento in cui gli allaccia- sportiva praticata con rigore e no le cinture di sicurezza si rende responsabilità. conto che sarà proprio quell’ele- Poi, una mattina di settembre gante ed affusolato gabbiano di del 1991, una curva e quei po- fibra di vetro sul quale è salito a chi istanti quando la sua moto lo portarlo in cielo: tradisce: “Ricordo lo strattone al mo- “Un colpo violentissimo con- mento dello sgancio, il sor- tro una recinzione che mi riso rassicurante di Dante, il toglie il respiro e mi piomba ragazzo col cappellino, poi il sull’asfalto freddo. rumore leggero del vento, il Qualche settimana dopo viso accarezzato dal sole e il ascolto la sentenza più dura. paesaggio che scorre sotto di Il mio corpo abituato a mi- me, intorno a me.” surarsi con pareti rocciose e Da quel volo nasce l’idea che da tortuose piste da motocross semplice passeggero poteva di- ora deve arrendersi ad una ventare pilota e decide di conse- sedia a rotelle. Lo spazio in- guire il brevetto, possibilità allo- torno a me diventa un nemi- ra esistente in altre nazioni, ma co invincibile”. non in Italia. È grazie ad un amico freeclim- Inizia da qui la sua faticosa e lun- ber, Claudio, che un pomeriggio ga battaglia per vincere gli osta-

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coli di tipo legale e burocratico, lì quel ragazzo su di una sedia tutte le sue speranze sono legate a rotelle. all’art. 37 del d.p.r. 18/11/88 n. Sono le 16.30, l’Istituto è vuo- 566, la c.d. “Clausola di flessibili- to, sono l’unico rimasto, mi tà per le deficienze psicofisiche” hanno sottoposto a visite di che lui ha studiato e ristudiato. ogni tipo e genere dalle sette “1994 - prosegue Stefano - della mattina. sono all’ Istituto di Medicina Nell’ufficio del Direttore c’è Legale dell’Aeronautica Mili- tutto lo staff medico al com- tare di Roma, sento addosso pleto, sono tutti intorno a lo sguardo incuriosito delle me e sento fortissimo il loro persone in attesa: piloti mi- ‘tifo’ silenzioso. ‘Fisicamente litari, civili, da turismo, com- perfetto’, dice il Colonnello merciali, chiunque mi passa Dr. Alberto Vincenti, guar- davanti nel vedermi si inter- dandomi con affetto, ‘a par- roga su che cosa stia facendo te l’uso delle gambe’, ora ci vorrà un aliante opportuna- mente modificato e dovrai dimostrare in missione di ga- rantire comunque la sicurez- za del volo: ‘Idoneo’. Il Colonnello aveva compreso l’immensa passione, il signifi- cato profondo e particolare che il brevetto aveva per me. Lui ed il suo staff avevano ab- battuto un muro che sembra- va invalicabile: potevo final- mente sedere sul seggiolino anteriore di un aliante come allievo pilota. Nell’Aprile del 1994 Stefano fonda l’E.F.A (European Flight Association) che si propone di diffondere il volo in aliante, in particolar modo nei confronti di persone con disabilità; tra i soci promotori c’è anche Pie- tro Filippini, pilota acrobatico, molte volte campione italiano e suo istruttore. L’Aeroclub di Viterbo mette a di- sposizione il suo migliore alian- te opportunamente modificato. L’aereo è un “aliante veleggiato- re”, una tra le macchine più diffi- coltose e impegnative dal punto di vista del coordinamento mo- torio. Dopo l’ordinario periodo di addestramento, nel giugno del 1996, supera l’esame e ottie- ne la licenza di pilota di aliante presso lo stesso Aeroclub: “Giugno 1996 - Torre Alfina. Decollo solista. Stavo per di- Attualità ventare il primo disabile a

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A luglio dello stesso anno parte- cipa al V Campionato Italiano di Acrobazia in aliante, categoria promozione: ‘Victor-Papa in sottovento destro per pista 18’, dico al microfono al direttore di gara per avvisarlo che sto entran- do in circuito. Più di così pro- prio non potevo fare, penso mentre lascio correre l’alian- te sull’erba. Gli avversari sono tutti intorno a me, dalle loro facce rassegnate capisco che quello è il mio giorno”. Da allora partecipa a numerosi conseguire un brevetto di campionati e sale più volte sul volo... ‘Victor-Papa pronto podio. al decollo’, sono immerso in Nel 2007 è Campione Italiano di una nuvola di polvere alzata Acrobazia in Aliante a Squadre dall’elica del traino. Altimetro in qualità di Caposquadra. 1.200. Sgancio! Ero di nuo- La sua attività agonistica in que- vo padrone del mio destino, sta difficile disciplina fatta di finalmente in armonia con il sangue freddo, determinazione mondo intorno a me.” e precisione di pilotaggio, prose- Da quel momento in poi Stefano gue con impegno e tenacia per vola sempre più in alto. A questo raggiungere un preciso obietti- primato aggiunge nel 1998, dopo vo: diventare un pilota acrobati- una dura e specifica preparazio- co “illimitato”, cioè un pilota ai ne, l’abilitazione all’acrobazia in massimi livelli e prendere parte aliante e all’acrobazia aerea in ge- ai Campionati Mondiali e alle nerale: unico pilota al mondo. Olimpiadi dell’Aria. È medaglia d’onore della Fede- “Quando sono a bordo razione Aeronautica Internazio- dell’aliante e vedo l’orizzon- nale (F.A.I.). te roteare silenziosamente intorno a me mi riapproprio dello spazio che mi circonda e, abbracciando il cielo, fac- cio pace con la terra”. Domenica 25 maggio, Stefano ha partecipato con il suo alian- te ASK21 messo a disposizione dall’Aeroclub di Reggio Emilia alla “Giornata Azzurra 2008”, la più importante manifestazio- ne aerea italiana organizzata dall’Aeronautica Militare, che ha visto protagonisti i più gran- di team e pattuglie acrobatiche del mondo. Nell’Aeroporto mi- litare di Pratica di Mare, uno dei maggiori d’Europa, oltre trecentomila persone con gli occhi puntati verso l’alto per sei ore di puro spettacolo. La scia Attualità arancione dipinta dalle acroba-

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zie di Stefano ha passato il te- Stefano Zuccarini è nato a Foli- stimone alla Pattuglia Acroba- gno il 27 ottobre 1963. Ha con- tica Nazionale che ha concluso seguito la laurea in Giurispru- la manifestazione disegnando denza nel 1987. È iscritto all’Or- il tricolore nel cielo. dine degli Avvocati di Perugia Se per Stefano superare i propri dal 1996. limiti ha coinciso con l’acquisizio- Nelle legislature 1995/1999 e ne del brevetto di volo, per altre 1999/2004 viene eletto Consi- persone disabili “conquistare le gliere Comunale a Foligno, nel- ali” oggi, grazie a lui, può essere le liste di Forza Italia. In questo un atto molto più semplice. consesso ricopre numerosi inca- Per il futuro: la sua professio- richi istituzionali. ne, il suo impegno politico e Nel 2004 viene eletto Consi- un nuovo aliante modificato, gliere provinciale e nominato ma anche sponsor che creda- Presidente della Commissio- no in lui, perché nelle prossime ne Permanente di Controllo e competizioni internazionali ad Garanzia, membro della Prima alti livelli possa esserci questo Commissione consiliare e della giovane e brillante avvocato Commissione Permanente Sta- “con le ali”. tuto e Regolamenti.

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29 piano.forte 1/2008 Il mondo dorato di Pupi Sportello a 4 zampe

di Giovanna Corbucci

Si chiamava Pupi. Era un bellissi- va, osservandone con attenzio- mo gatto: occhi verdi e profon- ne e interesse ogni movimento. di, pelo lungo e morbido dalle La sua vita era piena di gioia e sfumature salmone. Appena Pupi la spendeva giocando nella otto mesi di vita. Amatissimo sua bella casa con giardino vici- dalla sua padrona che lui adora- no a Perugia, appena fuori dalla città. In un paese che si sta tra- sformando piano piano in città anch’esso. Pupi era anche molto curioso, come tutti i gattini. E un giorno, all’insaputa della sua pa- drona, ha attraversato le sbarre della recinzione e si è avventu- rato per le strade del paese. Il grande pericolo, le auto, Pupi lo evitava. Aveva capito che doveva starne alla larga. Ma non aveva capito che c’era un altro grande pericolo per lui: l’uomo. Non po- teva capirlo. Aveva molta fiducia nel genere umano, fin troppo coccolato dalla sua padrona. E, così, una zampina di Pupi è finita stritolata da una terribile tagliola posizionata all’interno di un orto con lo scopo evidente di colpire pesantemente l’ignaro e sfortu- nato animale che si fosse avvi- cinato un po’ troppo. E’ comin- ciato da quella tagliola il calvario di Pupi, curato con affetto, ma senza poter evitare le numerose infezioni che si sono susseguite una dopo l’altra, senza tregua, e che hanno costretto il suo veteri- nario a proporre alla padrona di sopprimerlo. Non c’era più nien- te da fare. Le sofferenze erano Attualità terribili e il gattino non riusciva

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più a sopportarle. La padrona in offrendo informazioni, orienta- lacrime ha dato l’ok al veterina- mento e azioni di primo interven- rio e Pupi ha lasciato il suo mon- to in loro sostegno, oltrechè fun- do dorato, dopo avere scoperto zionare da raccordo tra soggetti quanto poteva essere infido e pubblici e privati nell’interesse cattivo. Il caso di Pupi non è iso- degli amici a 4 zampe. Anche lo lato. Nella civilissima Perugia, ma Sportello Web è vivacissimo con anche in molte altre località del novità, curiosità, gli appelli per le nostro territorio, sono stati regi- adozioni o per gli smarrimenti, strati dallo Sportello a 4 Zampe gli eventi, tutto sulla normativa, (e anche da altre organizzazioni) sui canili umbri e sulle associa- tantissimi casi di maltrattamenti zioni animaliste, tutto sulle va- e violenze sugli animali: polpette canze con gli animali. E’ proprio avvelenate, abbandoni, animali nell’ambito della Campagna Ab- uccisi a sprangate e seviziati. Una bandoni 2008 dell’Ente, sempre vera piaga, un’escalation di bru- all’insegna dello slogan “Un ami- talità e di barbarie che farebbe co non si abbandona mai”, che inorridire chiunque. Ma eviden- è stata lanciata la nuova guida temente esiste chi ha coraggio informativa “In viaggio con gli di fare queste cose, spesso con amici a 4 zampe” destinata a chi la consapevolezza dell’impunità. è in partenza per le vacanze con La Provincia di Perugia, con il suo il proprio animale. Una nuova Sportello, svolge da anni il ruolo Campagna che si affianca a tut- di importante punto di riferimen- te le altre e che vuole far crescere to per tutti coloro che hanno a l’amore per gli animali e l’atten- cuore la tutela dei diritti degli zione della società e delle istitu- animali. Da anni cerca di sensibi- zioni a una convivenza rispettosa lizzare i cittadini in particolare sui dei loro diritti e favorevole al loro temi scottanti dell’abbandono e benessere perchè “un animale ci della crudeltà verso gli animali, regala emozioni importanti, ma

Attualità

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dobbiamo essere consapevoli ti in anagrafe e registrati dalle degli obblighi, delle responsabili- quattro aziende sanitarie loca- tà e dell’impegno costante”. li, 24mila 989 sono i cani con La nuova guida per le vacanze con microchip. I canili esistenti in i nostri amici è un valido conteni- Umbria sono 21, con 848 cani tore di preziosi consigli e utili in- presenti ed una capacità com- formazioni. Infatti quando si pro- plessiva di 1239 soggetti, men- gramma un viaggio e si parte con tre 11 sono i rifugi, con 2201 il proprio amatissimo gatto o con cani presenti ed una capacità il fedele cagnolino compagno di complessiva di 2214. Nell’ulti- giochi e di vita, è bene organizzarsi mo anno, sono stati 5464 i cani almeno due mesi prima per poter catturati, 1144 quelli restituiti ai adempiere agli obblighi previsti proprietari, 905 quelli affidati, dalla regolamentazione sanitaria 752 i cani “morsicatori” e 105 e procedere alle eventuali vaccina- gli abbattuti, mentre nessun zioni. Bisogna conoscere gli obbli- cane è risultato affetto da rab- ghi sanitari richiesti nella nazione o bia. In Umbria esistono anche anche nella regione italiana dove si 4 gattili con la presenza di 280 ha intenzione di andare, nonché i gatti, mentre sono state censi- regolamenti delle varie compagnie te 332 oasi o colonie, per una aeree, marittime e ferroviarie che si consistenza stimata di 3691 utilizzeranno. Nella guida c’è tutto gatti. In questo ultimo anno, le sui passaporti per gli animali e sulle sterilizzazioni eseguite su cani particolari disposizioni per l’ingres- catturati maschi sono state 179 so in alcuni paesi, tutto sulle vacci- e 585 sulle femmine, mentre nazioni e sui trasporti in aereo, in 1182 sono state le sterilizzazio- treno, in nave o traghetto. ni sui gatti. Nello stesso periodo, A questo punto Fido non si può le profilassi eseguite sugli ani- davvero abbandonare! mali hanno riguardato, in par- ticolare, cure antiparassitarie, Cani e gatti – I numeri trattamenti per echinococcosi e Ad oggi, in Umbria, la stima dei filaria, parvovirosi, cimurro, lep- cani presenti è di 273mila uni- tospirosi e tosse canile. (Fonte tà, di cui quasi 135mila esisten- Regione dell’Umbria).

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32 piano.forte 1/2008 Volley, promosse in C-ollaborazione

di Francesco Felici

Qualcuno ha detto o scritto che Valleceppi ci troviamo di fronte in Italia non esiste un nucleo ur- ad una vera e propria anomalia: bano senza una chiesa. Questo nell’Associazione Sportiva “con- in altri tempi. Riconducendo il vivono felicemente” calcio ma- motto all’oggi e alla nostra realtà schile e pallavolo femminile. regionale, alla chiesa possiamo La società calcistica nasce intor- aggiungere un campo di calcio. no alla metà degli anni Sessanta, In realtà, da qualche decennio ma è solo all’inizio degli Ottanta, la pratica sportiva è aumentata quando il volley femminile è an- e si è differenziata, e con essa la cora allo stato pionieristico, che richiesta di impianti diversi dal- la pallavolo si affaccia, tra scetti- lo stadio. C.V.A. e palestre sono cismo e indifferenza, nella realtà fiorite un po’ ovunque, spesso sportiva del paese. senza risolvere ma anzi acuendo, Per le due discipline è stata dualismi e rivalità tra società che un’annata da ricordare. Sia la praticano discipline differenti. squadra di calcio (militante in Nelle cittadine, nei paesi o nei prima categoria) sia quella di quartieri è raro che non vi sia volley hanno lottato lunga- questa conflittualità. A Ponte mente per la promozione nella categoria superiore, alla fine le ragazze ci sono riuscite, otte- nendo una prestigiosa promo- zione in serie C. In realtà, il vero successo ottenu- to da questa società è relativo al numero degli iscritti ai due set- tori giovanili. Roberto Macellari è il factotum della pallavolo di Ponte Valleceppi. Guardandolo mentre osserva compiaciuto la “palestra” piena di giocatrici in erba, si nota la soddisfazione di chi ha creduto nella potenzialità di questa disciplina in anni in cui la pallavolo non godeva certo della popolarità e della visibilità di oggi. Commenta: “Abbiamo un centinaio di tesserate, a parti- Viaggio nello sport umbro re dal mini-volley fino alla squa-

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dra che è stata promossa in C; relazione alle ingerenze tecniche questo ci crea qualche problema di cui sono autori in altri sport. nella gestione degli spazi che, tra Roberto sorridendo ci dice:”Non l’altro, dobbiamo dividere anche vogliono ancora fare gli allena- con il basket, tuttavia riusciamo tori come nel calcio e in partico- ancora a gestire tempi e luoghi lare in quello giovanile, tuttavia, in maniera ottimale. Le ragazze siamo sulla buona strada”. non sono tutte di Ponte Valle- Annarita Ceccarelli e Valentina ceppi, ma provengono anche da Ubaldi lo affiancano con com- paesi più o meno vicini: Colom- petenza, impegno e passione bella, Bosco, Pretola, Casaglia nella gestione tecnica e organiz- e S.Egidio. Affrontiamo varie zativa, in quanto, per coordina- competizioni per cui non pos- re in maniera ottimale sei grup- siamo prescindere dall’aiuto dei pi così numerosi, è necessario genitori, soprattutto quando si uno sforzo che va oltre l’aspetto tratta di affrontare le trasferte”. meramente tecnico. Valentina è Alla parola “genitori” esprimia- anche una delle giocatrici che mo subito qualche perplessità in hanno “vinto il campionato”, un gruppo di giovanissime atle- te che hanno fatto tutta la tra- fila del settore giovanile e che in breve tempo si sono guada- gnate il tifo di un pubblico sem- pre più numeroso, nel quale si distinguono per entusiasmo e rumorosità le “piccole leve”. Un esempio di dilettantismo puro, di collaborazione e vo- lontariato che tra calcio e volley indirizza alla pratica agonistica tantissimi giovani, con la spe- ranza che i valori educativi, ai quali dovrebbero essere avviati con lo sport: amicizia, solida- rietà, integrazione e collabora- zione, vadano di pari passo con una sana competitività e tanti Viaggio nello sport umbro successi sportivi.

34 piano.forte 1/2008 San Giustino. Sulla porta di “casa Umbria”

di Maurizio Terzetti

Panorama Ci sono “riserve” di sapere e di dal Comune nel decennio che cultura, a San Giustino, che at- abbiamo alle spalle, potremo tendono ancora di essere messe anche valutare l’estrema positi- in risalto e studiate e messe a vità di quei giacimenti turistico- profitto. La considerazione, an- culturali che San Giustino ospita ziché essere negativa, è in realtà e che ancora incidono poco o un convinto apprezzamento per nulla sul suo ambìto sviluppo: le trasformazioni che il paese, dal Castello Bufalini al Museo negli ultimi anni, è riuscito a fare che intende raccogliere gli sca- rispetto al suo tessuto urbanisti- vi di Villa Plinio e documentare co e sociale. archeologicamente il percorso Quando, anche con questo arti- colo, ci saremo spiegati il lavo- tosco-umbro-laziale del Tevere. ro sull’identità cittadina svolto L’identità, l’appartenenza. Que- sta è, è stata, la preoccupazione dominante delle amministrazio- Comuni comunicazioni: San Giustino ni comunali da quando, una de-

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cina, una quindicina d’anni fa, si na dei tabacchi, al rifacimento è cominciato a riflettere a fondo della piazza in termini di sosta e sul fatto che custodire una del- non di semplice attraversamento le porte di accesso all’Umbria e a tanti altri dettagli urbanistici – quella nord-occidentale, per immessi per far risaltare lo splen- l’esattezza – non doveva e non dore dello scenario naturale che poteva significare sentirsi abi- ci circonda». tanti di una terra di passaggio. Tutti questi elementi di valore L’orgoglio cittadino non stava poggiano su un’economia dai tanto nel prestigio antico deri- numeri molto significativi. vante dal presidiare un ingresso A dirceli è Fabio Buschi, attua- ed essere, comunque, i primi a le sindaco, succeduto a Daniela porgere e ricevere un saluto in Frullani nel 2004: «A dispetto nome dell’Umbria. Meglio la si della sua marginalità, San Giu- sarebbe potuta coltivare, quella stino è il dodicesimo comune giusta fierezza quasi autono- della Provincia di Perugia e il di- mistica, facendo un cenno più ciannovesimo dell’Umbria tutta convinto all’ospite, invitandolo intera. Rivendico il dato pensan- a fermarsi e, con lui, fermandosi do che, nella regione, solo San un po’ più, da sangiustinesi, fra Giustino e Amelia, in Provincia le ricchezze di ogni tipo presenti di Terni, hanno una popolazio- nel comune. ne che ricade nella fascia dai «San Giustino è stato a lungo 10.000 ai 15.000 abitanti. Non un comune marginale, poco so Amelia, ma per noi il dato conosciuto» dice Daniela Frul- è da “croce e delizia”, perché lani, primo sindaco a guidare indubbiamente connota una re- la riscossa e ora assessore pro- altà che non ha eguali nell’Al- vinciale al bilancio «fino ai limiti ta Valle del Tevere e vorrei dire della “sudditanza”, verso San- neppure nel Perugino, ma, e qui sepolcro, da un lato, così attiva sta la “croce”, senza eccessivi e dinamica, e Città di Castello, riconoscimenti di status. Io ho, dall’altro, a buon diritto il capo- sostanzialmente, gli stessi pro- luogo dell’Alta Valle del Tevere. blemi amministrativi di una real- Presi fra questi poli, i cittadini tà comunale più grande». del mio comune tendevano a Altri parametri, poi, che il sin- vivere il loro tempo libero quan- daco non si lascia sfuggire, con- to meno fra queste due grosse fermano, sul piano economico realtà. Perciò ci siamo dovuti im- vero e proprio, la solidità del pegnare perché a un grande im- reddito che si produce a San pegno nelle loro occupazioni la- Giustino: tre o quattro aziende vorative espresso a San Giustino, sopra i 100 dipendenti, ditte le- a Selci, a Lama, facesse riscontro ader a livello europeo nei loro un analogo attaccamento verso settori. E, infine, un parametro i caratteri distintivi, culturali e che lascia stupefatti: nel red- ideali, del paese, delle frazioni dito non incide l’occupazione da cui è composto. Il diffuso as- nel pubblico, San Giustino non sociazionismo ci ha aiutato, così gode di posti pubblici. come su un altro piano è stato Il sindaco sa che questo dato fondamentale, poiché questa è produce il suo effetto, aiuta a una porta per la regione, ornarne riflettere. l’ingresso con una cornice ade- Intanto c’è, da parte di questo guatamente ricca e accogliente: primo cittadino che della sua penso al recupero dell’ex Offici- macchina municipale conosce ogni minimo ingranaggio, un ringraziamento agli imprenditori Comuni comunicazioni: San Giustino per il ruolo di traino che eserci-

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tano. E una menzione partico- senz’altro la scena come l’acci- lare per il caso della Nardi, che gliato signore che non è. A di- ha sofferto, ma che nel giro di spetto, infatti, della mole delle poco tempo è riuscita a inverti- mura e dell’inaccessibilità che re la tendenza, passando dai 44 esse promettono, dentro, fra licenziamenti di un anno fa alle interni e esterni, il castello è un riassunzioni di oggi. susseguirsi di levità cinquecente- Ma, come nelle parole della Frul- sche, sintetizzate per l’immagine lani, così anche nell’impegno dalla loggia di evidente ispirazio- in prima fila di Buschi tornano i ne vasariana. fronti scoperti della promozione Però, in qualche modo, l’inacces- turistica e culturale, del lancio sibilità c’è, è rimasta nonostante dell’immagine del comune, del- già dal 1996 il monumento sia, in la migliore comunicazione della effetti, visitabile. Per una serie di sua “qualità della vita”. imperscrutabili misteri burocrati- Su ognuno di questi fronti, infat- ci (tutti validi, per carità!), il ca- ti, San Giustino si sente pronto a stello è aperto per lunghi periodi decollare, ma si soffre, comples- dell’anno, ma l’apertura definiti- sivamente, per i ritardi, per la va ancora non c’è: «Ogni anno concorrenza dei centri maggiori, è così» commenta amaro Buschi per le strutture pubbliche frena- «annunciamo l’apertura del ca- te dai lacci della burocrazia. stello, poi dobbiamo comunicare Quando si parla di turismo e di che la rinviamo. La storia si ripe- cultura, il pensiero è fagocitato te da un po’ troppo tempo, forse dal Castello Bufalini. quest’anno farei meglio a rinun- Se ne costeggiano le mura la- ciare all’annuncio». terali fra l’ex tabacchificio e la Il caso del castello non è un’ec- piazza, dove poi, con l’ingres- cezione. Alla sua vicenda si è so defilato rispetto al centro, la aggiunta, ancora più di recente, Tabacchificio principesca residenza domina quella di Villa Magherini Grazia-

Comuni comunicazioni: San Giustino

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ni, in località Celalba, splenden- tro aspetto. Il bello è che tutto è te dimora nobiliare dell’inizio pronto, il museo, di fatto, sareb- del XVII secolo, che il Comune be allestito, ma i materiali non ha comperato e restaurato per vengono consegnati finché non salvarla da un declino postbel- si mette in piedi un modello effi- lico al quale sembrava non ci cace di gestione. E qui non con- fosse riparo. In nessun’altra ta più solo la nostra visione delle struttura pubblica si sarebbero cose di proprietari della struttura potuti collocare meglio che qui, e di primi fautori della sua aper- per la mostra, i reperti degli sca- tura al pubblico». vi ventennali della vicina Villa di Tiene già bene il campo, invece, Plinio, magari, come si è pen- il Museo Storico e Scientifico del sato, arricchendo l’offerta con Tabacco, perfettamente funzio- una proposta culturale legata al nante e dinamico: storie, manu- corso del Tevere. fatti e ambienti antichi fanno da Ancora Daniela Frullani: «Venti sfondo a un uso molto moderno anni di scavi ci hanno permesso della struttura, in cui spesso ci si di ricostruire quella che dove- ritrova a dibattere sul possibile va essere la parte agricola della futuro della coltivazione tanto Villa, poiché la residenza vera e amata e vituperata. propria, è ormai chiaro, si trova Il potenziale di visita di San Giu- sotto la Villa sei-settecentesca stino, mettendo insieme questi più a nord. Ebbene, la loro mu- tre poli in piena attività, assume sealizzazione negli spazi della subito una consistenza notevole Magherini Graziani è quanto di per un Comune “marginale”. più istruttivo per datare lo svilup- Oggi, quel potenziale non c’è, po della mezzadria nell’antica non basta il Museo del Tabacco a civiltà romana. Troppo “di nic- confezionarne i preziosi numeri. chia”? Agli scavi abbiamo pen- Nell’attesa, senza pensare che sato di aggiungere reperti arche- stiano con le mani in mano, i san- ologici provenienti dai Comuni giustinesi comunicano con orgo- che si trovano lungo il percorso glio la loro “qualità della vita”. del Tevere, dal Monte Fumaiolo Sono numeri di spessore, rivela- Villa Magherini Graziani a Roma. La cosa prende un al- tori della concezione della vita di un corpo sociale che, per quanto distribuito in una serie di centri dallo spiccato senso dell’autonomia, si ritrova intor- no a un concetto di benessere del quale non tollererebbe mai una diminuzione in una qua- lunque delle sue parti, perché l’equilibrio complessivo – ba- sato sul lavoro, equamente di- stribuito, della comunità locale – ne sarebbe compromesso. «Abbiamo 4 o 5 zone industria- li, eredità di uno sviluppo che oggi concentreremmo mag- giormente. Ma, tant’è: funzio- nano alla grande e nei settori più disparati. L’agricoltura, per questo, non l’abbiamo dimenti- cata, come non abbiamo messo da parte le colture integrative, Comuni comunicazioni: San Giustino il tabacco di qualità. La nostra

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è una popolazione di media età spicuo archivio, alla cooperativa e festeggiamo diversi centenari. che gestisce il cinema, al circolo I giovani rimangono a lavorare fotografico, ai gruppi organizzati a San Giustino e ci fanno pub- che stanno dietro alle molte sa- blicità, attraendo coppie giova- gre estive, a quelli dediti alle ma- ni dai comuni vicini. In questo nifestazioni sportive. Il ciclismo, senso, siamo molto competitivi da noi, va forte, come dimostra rispetto a . Gli ex- la capacità di organizzare la Gran tracomunitari ci sono, e sono fondo, e siamo all’avanguardia occupati per lo più, ancora, nel- con quel Palazzetto dello sport la raccolta del tabacco e nelle un po’ esagerato, con doppia fonderie. Il vagabondaggio e al- tribuna, che ci costa, ma che tri fenomeni deteriori sono nella contribuisce non poco ad alzare, norma. Gli asili nido soddisfano a livello nazionale, la nostra già il 100% delle necessità, conti- alta percentuale del rapporto fra nuiamo a investire nelle catego- impianti sportivi e abitanti. La rie più deboli: abbiamo un cen- difficoltà più grossa è quella di tro handicap e un centro diurno far coesistere tante proposte, al- per anziani, di 50 posti…». meno in un cartellone annuale. Devo interromperlo. Buschi è un Ci stiamo provando con il coor- fiume in piena quando disegna dinamento fra le associazioni». l’immagine di un paese in cui Il discorso che analizza più da l’unica cosa che manca, a quan- vicino il territorio porta inevita- to pare, è l’ospedale: «Sì, per bilmente in superficie la pluralità nascere nasciamo a Città di Ca- dei centri dai quali è composto stello…» ammette ugualmente il comune: San Giustino, che è soddisfatto. cresciuta gravitando su Sanse- L’appartenenza a San Giustino polcro, Selci e Lama, che si sono c’è comunque, eccome. orientate verso l’area di Città di Se l’indicatore della vita associa- Castello. ta è quello giusto per misurarla, Ma il centro, dunque, un cen- qui siamo addirittura in eccesso, tro storico vero e proprio, come ci troviamo di fronte a una richie- siamo abituati a pensarlo, dov’è sta di partecipazione che la sto- a San Giustino? Pare che non rica suddivisione del comune in coincida neppure con la piazza piccoli-grandi poli non fa che en- rinnovata di San Giustino che, fatizzare, spesso a dismisura, con azzardiamo, è capoluogo solo in vantaggi indubbi e qualche costo quanto tende a essere un po’ più in più per la macchina comunale. città di Selci e di Lama, che pure «La solidarietà e la ricchezza del- hanno grossi numeri economici le iniziative associazionistiche» e sociali. riprende il sindaco «sono un bel Daniela Frullani ha trovato una costo per il comune, ma hanno bella metafora per descrivere il una ricaduta troppo importante centro storico di San Giustino: per starle a comprimere. Tutto «La zona centrale del comune ciò che si produce di cultura a è campagna, non corrisponde San Giustino, si fa attraverso le a nessuno degli edificati che co- associazioni: sono 60, comprese nosciamo. I paesi e le frazioni quelle sportive, su una popola- sono la corolla di questo centro zione di quasi undicimila abi- agreste: ecco a nord i “peta- tanti. Un campione? Si va dagli li” di San Giustino, di Cospaia, Amici del Museo, per il supporto della medievale Celalba, dell’ab- al Castello Bufalini e al suo co- bazia di Uselle, di Pitigliano e, riscendendo, quelli di Selci e di Comuni comunicazioni: San Giustino Lama, che chiudono il cerchio».

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E aggiunge che il progettato at- Trabaria provenendo dal Piceno traversamento del comune per e diretto a Roma). mezzo della costruenda E78, al Così, del resto, è stato, nell’im- quale si è opposta con forza e palpabile campo della politica, ricevendo qualche critica, costi- con una famiglia della piccola tuirebbe pur sempre la devasta- nobiltà locale, i Bufalini, che, zione di una configurazione sto- dalla seconda metà Cinquecen- rico-urbanistica così particolare to in poi, ha legato il nome di perché distruttivo non di un va- questo lembo di terra alla gran- lore qualunque, ma proprio del de diplomazia europea (Orten- centro-campagna, del nucleo sia Bufalini è la madre di Giulio del fiore. Con più rispetto per la Mazarino, scorrere l’Archivio del conformazione del territorio di castello per scoprire quali legami San Giustino, chi mai potrebbe ne sono nati fra San Giustino e opporsi a quell’arteria, conclude la Corte del Re Sole). l’ex sindaco. Così, ancora, nel mondo lettera- Problemi non mancano neppure rio rinascimentale che ha avuto nel polmone ambientale costitu- in Francesca Turina, moglie di ito dalla cerniera interregionale Giulio I Bufalini, una delle rare (Toscana, Marche e Romagna) donne scrittrici della sua epoca. di Bocca Trabaria: lassù Fabio Fra le molte componenti dell’iden- Buschi ha il suo da fare per re- tità comunale, quest’antica, quasi plicare alle posizioni degli am- perenne, dialettica di movimenti bientalisti che si oppongono alla e di sagacia potrebbe anche oggi progettazione e all’installazione finire con l’imporsi. Chissà. degli impianti eolici. Curioso come qui, a San Giu- stino, il massimo della difesa tenace di un angolo di auto- nomia (l’ex repubblica di Co- spaia) confini con il massimo di comunicazione col mondo fisico che una “porta” possa sopportare (la E 78, appunto e l’impatto delle pale eoliche, come tanti secoli fa il traffico del legname e dei materiali da Cospaia costruzioni che valicava Bocca

Questo reportage è stato reso possibile dalla collaborazione a tutto campo del Comune di San Giustino (un ringraziamento particolare Comuni comunicazioni: San Giustino va a Daniele Bistoni).

40 piano.forte 1/2008 Uselle infra Montes In silenzio per nutrire il corpo e l’anima

di Francesco Felici

Abbadia di Uselle infra Montes Esistono parole che ci fanno di Bocca Trabaria, notiamo che pensare a luoghi particolari, le case si fanno via via più rade e lontani, misteriosi e difficilmen- che ci avviciniamo ai primi rilie- te raggiungibili: isole, eremi, ce- vi dell’Appennino Umbro-Mar- nobi. Quando parliamo dell’Ab- chigiano tra boschi e ruscelli, in badia di Uselle infra Montes nel uno scenario sorprendente se comune di San Giustino, non pensiamo alle zone industriali e possiamo non pensare a uno di agli svincoli stradali che ci siamo questi luoghi. lasciati alle spalle solo pochi mi- Allontanandoci dal centro abita- nuti prima. to, percorrendo l’antico traccia- Nel momento in cui la nostra to viario che conduceva al valico guida ci avverte che stiamo per arrivare ci appare sulla destra un antico cimitero di piccolissime Itinerando: Uselle dimensioni. Questa vista ci fa su-

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qualcuno in particolare, parlano al vuoto e al silenzio. Racconta- no le storie di chi ci ha abitato, i nomi e le minime o grandi vite. La chiesa, parte integrante di un monastero del XII secolo, è a navata unica, con la facciata a capanna; il portale architra- vato è sormontato da una lu- netta di gusto monastico. Sono presenti tre altari, i cui arredi pittorici sono purtroppo spariti, tranne un quadro raffigurante la Immacolata Concezione con- servato nel Museo del Duomo di Città di Castello. Il convento vero e proprio è costituito dagli altri due corpi di fabbrica che si appoggiano alla chiesa. Il “Mo- nasterium Osellae” (1126) ospi- tava dei monaci benedettini ap- partenenti alla Congregazione Vallombrosana che rimasero nel convento fino ai primi anni del ‘500. Il prestigio e la notorietà di Uselle vennero scemando per oltre un secolo, fino a quando la confraternita dell’Immacolata Concezione venne aggregata alla confraternita omonima di Roma, con conseguente aumen- to di popolarità e importanza. Nasce in quegli anni la tradi- zione di onorare la ricorrenza Madonna con Bambino (Abbadia di bito immaginare che stiamo per dell’Immacolata Concezione (8 Uselle infra Montes) raggiungere qualcosa di unico dicembre) con il pellegrinaggio e infatti, quello che ci attende all’Abbadia. Raggiungono Usel- all’arrivo supera ampiamente le le confratelli provenienti anche nostre aspettative. dall’estero che non mancano di La prima sensazione è del tut- rievocare la tradizionale conse- to indipendente dall’edificio. Ci gna del “panetto benedetto”, troviamo in un luogo prezioso un panino di farina bianca di già solo per il paesaggio e la circa mezzo chilo che grazie ai natura che ci circonda, in un si- lasciti delle famiglie facoltose ve- lenzio assoluto, violato dalle ac- niva distribuito a coloro che par- que di un ruscello che scorre in tecipavano alla messa. Si narra una gola che delimita il cortile davanti alla chiesa. di vere e proprie file di persone Dopo qualche secondo ci giriamo che raggiungevano la chiesa per e finalmente vediamo l’Abbadia. poter prendere quanto più pane Le finestre e le porte sbarrate possibile. Era un’occasione uni- sembrano parlare, non a noi o a ca per mangiare pane bianco, in quanto, di solito il pane era fat- to di granoturco e spesso anche Itinerando: Uselle di farina di ghiande.

42 piano.forte 1/2008 San Giustino Dagli Umbri ai Romani attraverso il Medioevo e lo splendido Rinascimento, fino a Napoleone, Garibaldi e il Regno d’Italia

di Enrico Mezzasoma

Castello Bufalini Il visitatore che provenendo dalla rina, ma sparse lungo la via che Romagna entra in Umbria dalla fiancheggia la superstrada, fino valle del Tevere, appena lasciato a focalizzarsi sulla parte più anti- alle spalle il confine si troverà nei ca e sulla quattrocentesca fortifi- pressi di San Giustino, il comune cazione che la sovrasta e che la- più a nord della nostra regione . scerà nella mente un ricordo pe- Entrando nell’abitato, la sua at- renne di potenza e di armonia, il tenzione sarà attratta dalla serie Castello Bufalini. Ma il maniero di abitazioni di recente fattura costituisce solo l’aspetto più ca- o comunque ben tenute, non ratteristico ed imponente della serrate insieme in un abbraccio storia del borgo, che possiamo come in alcuni paesi della Valne- all’origine far risalire agli Umbri, e alla successiva sottomissione Itinerando: San Giustino alla dominazione romana, dove

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era già considerato un castrum. Curioso è rilevare che il paese La testimonianza più evidente si non ebbe sempre l’attuale nome ha visitando i resti della villa ru- ma in origine si chiamava Meli- stica che Plinio il Giovane intor- sciano, come risulta da diplomi no al 100 d.C., realizzata l’aspi- regi e da documenti ecclesiastici razione più alta per un senato- del 1009 e 1015, sui quali non re, quella di rivestire la carica di è possibile avanzare dubbi di au- console, fece costruire ai piedi tenticità. del colle che in seguito sarà chia- Il nome di San Giustino apparve mato, in suo onore, Plinio. citato per la prima volta nel 1027 La villa preferita del console ro- in un diploma di Corrado di Sa- mano venne distrutta, seguendo lico e la sua assunzione fu sicu- la triste sorte di Tifernum, dai ramente dovuta alla venerazione Goti di Totila ma le sue terre, del martire Giustino, un soldato che aveva fatto dissodare e col- romano giustiziato non lontano tivare con passione insolita per da città di Castello nel 303 d.C. quei tempi, rimasero a lungo, con l’accusa di diffondere il Cri- nei secoli, vitali e capaci di dare stianesimo. grande produttività e benessere. San Giustino, per la sua posizio- Dai ruderi della Villa in Tuscis, ne strategica che permetteva il inserita in un consistente inse- controllo delle principali vie di diamento romano, si possono comunicazione tra Umbria, To- individuare parti che costitui- scana e Romagna fu, nei vari vano i locali degli schiavi, quelli passaggi storici, sempre ogget- destinati a magazzino e raccolta to di desiderio, passando dalla alimentare, la cella vinearia dedi- dominazione romana a quel- cata alla produzione e fermenta- la imperiale germanica che tra zione del mosto, l’apotheca per il secondo e il terzo decennio la conservazione e l’invecchia- dell’VIII secolo, sotto il re longo- mento del vino. bardo Liutprando, estese le sue Rimangono anche i resti delle conquiste oltre Città di Castello. terme: il calidarium, il tepidarium Alla caduta del Regno Longo- e il frigidarium, adorni, in alcune bardo nelle valli intorno a San parti, di mosaici. Giustino non cessarono mai di Torrente Lama a Ripole

Itinerando: San Giustino

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risuonare il tintinnio delle armi e Adriano I comunicò l’accaduto al il fragore delle battaglie degli ar- re Carlo e, dopo nuove trattative, migeri e dei cavalieri che, al ser- rinunciando ai ducati di Tuscia e vizio di Carlo re dei Franchi e del di Spoleto, riebbe di nuovo Città papa Adriano I, si contendevano di Castello sotto il suo dominio. e spartivano territori e città. Non meno emblematica delle lot- E nei momenti in cui il re franco te che sconvolgevano il territorio e il pontefice sembrava avesse- in quei decenni fu la vicenda del ro raggiunto un precario equi- castello di Castiglione. librio con accordi e trattati, ci Con l’intensificarsi delle lotte tra pensavano principi e vescovi, la Chiesa e Carlo Magno prima non soddisfatti da quanto avu- e con le mire di espansione del- to come ricompensa per i ser- le città che si autogovernavano, vigi resi, a creare tensioni ed proclamandosi liberi Comuni poi, irrequietezze che sfociavano San Giustino fu sempre zona di spesso in dispute aperte, se non contesa e conquista, trovandosi in vere e proprie azioni militari tra due fuochi, da parte di Borgo e assedi a borghi o fortilizi nel San Sepolcro a nord e di Città di tentativo di ampliare i propri Castello a sud. Per questo, e per possedimenti sottraendoli alla il fatto che, essendo il numero parte avversa. dei suoi cittadini aumentato con- Valga per tutti un esempio. siderevolmente, nel borgo di San Nell’anno 776 uno dei seguaci di Giustino iniziò a maturare la vo- re Carlo, un nobile di nome Re- lontà di costituirsi in Comune li- ginaldo, che era stato gastaldo bero e indipendente e, pertanto, regio di Città di Castello, appena occorreva procedere alla costru- nominato duca di Tuscia, scon- zione di un castello capace di as- tento della accondiscendenza sicurare una temibile difesa dalle del re che aveva concesso al scorribande degli eserciti altrui. papa la città da lui amministra- Vinta con le buone o con le cat- ta, mosse con il proprio esercito tive la riluttanza dei signorotti alla riconquista dei territori e di locali a spostare la loro residenza quanto gli era stato sottratto, ri- nel borgo, si poté procedere alla uscendo nell’intento. costruzione del castello nel colle

Chiostro del Museo del Tabacco

Itinerando: San Giustino

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più vicino, in modo da avere un no segnato. Nel periodo della luogo sicuro in cui la popolazio- congiura dei Pazzi, il territorio fu ne potesse trovare rifugio sicuro sottoposto alle devastazioni del- alle prime avvisaglie di un attac- le truppe di Niccolò Vitelli, che co nemico. aveva il compito di conquistare Il castello, che risultava costru- Città di Castello, come rappre- ito già dal 1109, seguì la sorte saglia dei Medici contro il papa del borgo e del suo legame di loro nemico. alleanza con la città tifernate Falliti i tentativi di conquistare la passando, nelle lotte tra le fa- città, il Vitelli rivolse la sua furia zioni guelfe e ghibelline, con contro Selci, che ben difesa gli il sopravvento delle prime, di resistette, e poi contro il palaz- nuovo sotto l’egida dello Stato zo fortificato di San Giustino, in Pontificio. cui oltre alle truppe erano rifu- Ma San Sepolcro, approfittando giati anche numerosi civili, che della morte del pontefice Cle- pure oppose una accanita dife- mente IV, nel 1268, e della va- sa tanto che Niccolò lasciò che catio di tre anni al termine della i soldati dessero alle fiamme la quale verrà eletto papa Gregorio costruzione. Innumerevoli furo- X, cercò di annettersi Cospaia e no i morti asfissiati, altri si get- San Giustino devastando tutto tarono nel vuoto per sfuggire quel territorio e mettendo a fer- alle fiamme, molti infine furono ro e a fuoco anche il castello, che fatti prigionieri. fu completamente distrutto. Nel 1481 l’erede dei Dotti, stan- I cardinali della curia romana, ri- co di decenni di morti e distru- uniti in conclave a Viterbo, pre- zioni, rifiutò l’invito pressante di tesero ed ottennero dal Borgo Città di Castello a restaurare il San Sepolcro un ingente risar- palazzo e lo cedette al comune. cimento. Vistosi distruggere il Nel periodo successivo, lontano castello, che non sarà mai più da guerre, i magistrati tifernati, ricostruito, gli abitanti di San con l’assenso del Governatore Giustino vollero che accanto papale che invitò addirittura suo alle abitazioni venisse almeno fratello Mariano Savelli, valente eretto un palazzo fortificato, architetto, a fornire i progetti, che fu affidato alla famiglia deliberarono i lavori per la co- Dotti, da cui prese il nome, con struzione di un fortilizio. l’impegno che venisse custodito Doveva essere inespugnabile, e usato solo nella lotta per la di- munito di un imponente fossa- fesa di Città di Castello. Dopo alterne vicende in cui più to, per mettere davvero al sicuro volte Città di Castello si era ri- il borgo, ma chi poteva finan- bellata e di nuovo sottomessa al ziarlo, visto che il Dotti aveva Papato ed aveva lottato anche rinunciato? con Perugia, durante gli scontri Si pensò ad un facoltoso possi- tra le truppe del conte Carlo For- dente del posto, un certo Nicco- tebracci e quelle pontificie, il pa- lò di Manno Bufalini, gradito agli lazzo venne distrutto. In seguito, ultimi pontefici, il quale accettò nel 1447, venne deliberata una l’invito del comune tifernate che ricostruzione del palazzo Dotti e lo avrebbe aiutato donandogli fu avvertita l’esigenza di comple- il fondo e la costruzione con le tare l’impianto difensivo di tutto fondamenta e la prima parte l’abitato con un muro di cinta. delle mura già costruite. Ma il palazzo aveva il suo desti- Approvata la delibera della do- nazione, che porta la data del 27 aprile 1487 e liberatosi di un Itinerando: San Giustino vincolo di servitù con l’antico

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erede, il Bufalini diede il via ai dolcezza raro in quei tempi. La lavori che furono completati an- sua favola non ebbe lunga du- che con progetti del Vasari; suoi rata. Il marito, maresciallo, fu in particolare sono il loggiato in- rapidamente chiamato alle armi terno e la loggetta sopra il pon- e fu, salvo brevi periodi, sempre te levatoio. Il grande e maestoso assente; dopo alcuni anni morì castello sembrava una reggia lasciandole un dolore incolma- principesca, unendo la potenza bile, al quale si aggiunse poco militare alla grazia di decorazioni dopo la morte del suo figlio pre- e affreschi di Cristofano Gherar- diletto, colpito accidentalmente di, soprannominato Doceno, che da una fucilata sparata durante vi lavorò in un periodo di esilio una festa. Le finanze della sua forzato dalla Toscana. famiglia furono decimate da nu- Sue sono anche le pregevoli rap- merose cause legali e passò gli presentazioni di storie romane. ultimi anni di vita ritirata in una In questo meraviglioso contesto, sua casa a Città di Castello. Tor- secoli dopo, in contrasto con le nando a San Giustino, superata truci vicende d’armi e di politi- un’epidemia di peste nel 1573 e ca, si inserisce la delicata storia un’altra nel 1631, la sua storia di Francesca Turina Bufalini, nata scorse sempre sotto l’egida dello a San Sepolcro nel 1551, figlia di Stato Pontificio, visse giorni poco tranquilli durante la guerra tra il Giovanni de’ Turini, luogotenen- Papato e il duca di Parma Odoar- te di Giovanni dalle Bande Nere, do Farnese, in cui si contrappo- che andò in sposa a 22 anni al sero a difesa dei contendenti due conte Giulio Bufalini, che di anni grandi alleanze e che videro lo ne aveva 68. svolgimento di alcune battaglie Poetessa di animo gentile, ce- presso la vicina Citerna. Gli abi- lebrò il suo entusiasmo per lo tanti di San Giustino, tra le tante splendore di quella reggia e di lotte, quando potevano allentare quei giardini che l’avvolgevano un po’ la tensione, si divertivano con questi versi: a “giocare alla forma”, facen- Francesca Turina lasciò nella sto- do rotolare con una particolare ria di San Giustino un segno di tecnica una forma di formaggio, come è in uso fare ancora oggi. La peste sconvolse l’Altotevere anche nel 1656, 1689 e 1690. Ampie sale, ampie logge, ampio cortile Un secolo più tardi, nel 1798, E stanze ornate con gentil pitture a seguito dell’invasione fran- Trovai giungendo, e nobili sculture cese, che aveva proclamato la Di marmo fatte e da scalpel non vile. Repubblica Cisalpina, che com- Nobil giardin con un perpetuo aprile prendeva anche il centro Italia, Di vari fior, di frutti e di verdure, la legione bresciana occupò Cit- Ombre soavi, acque a temprar le arsure, tà di Castello. Era esautorato il E strade di beltà non dissimile governo pontificio, aboliti i titoli E non men forte ostel, che per fortezza nobiliari e, contemporaneamen- Ha il ponte e i fianchi, e lo circonda intorno te, avvenivano le spoliazioni dei Fosso profondo e di real larghezza. beni di chiese, conventi e delle Qui fei col mio Signor dolce soggiorno, opere d’arte. Alla vista di tante Con tanto amor, con somma contentezza; ruberie l’iniziale simpatia cedet- Onde ne benedico il mese e ’l giorno. te il passo alla ribellione aperta e i cittadini insorsero facendo strage di 150 soldati francesi. In questo frangente perse la vita, crivellato di colpi, anche il sena- Itinerando: San Giustino tore Giulio Bufalini, che era stato

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inviato da Roma per reprimere seguimento dell’esercito austria- gli insorti. L’anno seguente le co e francese, riuscendo per un truppe austro-ungariche, aiutate soffio a giungere a Cesenatico dai rivoltosi, occuparono Città di dove, nella pineta di Ravenna, Castello e i borghi limitrofi, cac- cessò di vivere l’amata moglie. ciando i francesi e ristabilendo il Nel 1860, liberato dalle truppe governo pontificio. guidate dal generale Manfredo Con Napoleone I, nonostante Fanti, San Giustino poté entrare Pio VII fosse partito da Roma a far parte del Regno d’Italia. per incoronarlo imperatore, la In questo breve exursus storico, sede papale fu spostata coatti- anche perché oggi fa parte del vamente prima a Grenoble, poi comune di San Giustino, meri- a Nizza e a Savona. Nel 1809 lo ta di essere ricordata la vicenda stato italiano di allora fu modifi- della ex Repubblica di Cospaia, cato in strutture amministrative una piccola frazione che fu pro- di stampo francese, dividendo il tagonista di una storia singolare territorio in dipartimenti, prefet- e paradossale. ture, sottoprefetture, cantoni e Nel 1440, quando il pontefice comuni. Risale a questo momen- Eugenio IV vendette al Gran- to il passaggio di San Giustino a ducato di Toscana il territorio di comune, che ebbe come primo Borgo San Sepolcro, si verificò sindaco Francesco Mocci. un errore sui confini e venne la- Dopo la caduta di Napoleone sciata fuori, senza che nessuno si ricostituì la situazione prece- se ne accorgesse, una striscia di dente e lo Stato Pontificio, rien- terra di 400 per 700 metri, com- trato nei suoi poteri, soppresse prendente il paese di Cospaia, i i comuni nati nel frattempo. Nel cui abitanti si dichiararono subi- 1827 papa Leone XII dichiarò il to una Repubblica indipenden- borgo comune indipendente ed te, che rimase tale per quasi 400 autonomo. anni, fino al 1826, quando, per Qualche anno dopo, nel 1849, mettere fine ad uno stato fran- San Giustino vide il passaggio di co da ogni legge, fu annessa Giuseppe Garibaldi che con Ani- allo Stato Pontificio. Conservò ta e quanto rimaneva delle sue comunque, visto che qui vi fu truppe, cercava di sfuggire all’in- la prima coltivazione di tabacco

Mannocchi su pertiche di legno (Museo del Tabacco)

Itinerando: San Giustino

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d’Italia, nel 1575, il privilegio di affiancano ad una produzione continuare tale coltura che, sen- agricola di qualità e dove anche za controlli governativi e grava- il turista può fermarsi per am- me fiscale, aveva consentito per mirare oltre il magnifico castello secoli affari d’oro. Bufalini, accanto al quale si trova Scontenti per la diminuzione la chiesa dedicata al santo patro- della produzione, imposta suc- no, che conserva una interessan- cessivamente da Roma, i Co- te cripta paleocristiana ornata spaiesi inoltrarono le loro la- con capitelli e colonne marmo- gnanze al papa, finché lo stes- ree provenienti secondo gli stu- so comune di San Giustino si diosi dalla villa di Plinio, anche fece promotore della proposta l’ottocentesco palazzo munici- di confermare la produzione di pale e la chiesetta del Santissimo Cospaia e di estenderla anche crocifisso. al proprio territorio. Nei dintorni è da non perdere La richiesta venne accettata e da l’elegante e signorile Villa Ma- quel momento, fino ai giorni no- gherini-Graziani, l’Abbadia di stri, la produzione di tabacco è Uselle, i resti della Villa in Tuscis stata una importante risorsa per di Plinio, le frazioni di Celalba, tutto il comune, tanto che si è co- con l’antico arco di accesso alla stituita nel 1997 una Fondazione cittadella fortificata, e di Cospa- che aveva come principale scopo ia, l’antica Repubblica. la realizzazione di una struttura museale, il Museo Storico Scienti- fico del Tabacco, in cui si possono ammirare antichi locali e macchi- nari per la lavorazione dei pro- dotti, oltre ad una interessante documentazione fotografica del lavoro, con particolare evidenza di quello femminile, svolto dalle “tabacchine”. San Giustino è ora un tranquil- lo e moderno centro produttivo, dove industria e artigianato si

Macchine seminatrici (Museo del Tabacco)

Itinerando: San Giustino

49 piano.forte 1/2008 Mario Angelucci Istituzioni e popolo negli atti del primo Presidente della Provincia (1952)

di Maurizio Terzetti

Il 25 maggio 1952 è il giorno mali nonostante l’importanza delle prime elezioni a suffragio del momento. universale per la formazione del Sono tali le parole di Silvio Si- Consiglio provinciale di Perugia. starelli, fondatore della Dc di Una maggioranza composta da Todi, che rivendica il lavoro Pci e Psi conquista il “Palazzo svolto come presidente della del Governo” di Piazza d’Italia Deputazione postbellica dal (il prefetto è Pietro Rizzo) e si 1948 al 1952 (prima di lui, Car- presenta alla prima riunione del lo Vischia) e mostra la “Rela- nuovo consesso per eleggere zione a stampa” che riassume Presidente e Giunta. l’attività di quell’organismo dal È il 18 giugno. È trascorso meno 1944 al 1952. di un mese dal voto: i consiglieri Sono tali i ricordi storici di Ugo Eduardo Acton, Mario Angeluc- Lupattelli, consigliere anziano. ci, Ermete Barabani, Rosimino Con essi si sconfina nell’epopea Bonfatti, Camillo Bozza, Sante socialista: “Sono trascorsi ormai Mario Angelucci (Fototeca ISUC) Brinati, Domenico Briziarelli, Ro- più di trenta anni da quando, lando Buzzao, Alcide Checconi, nel lontano 1919, si trovarono Vincenzo Ciangaretti, Luigi Con- di nuovo qui riuniti rappresen- tenti, Luigi Crocioni, Carlo Cuc- tanti del popolo inviati in que- chia, Giuseppe De Santis, Filippo sta aula dopo una clamorosa Di Filippo, Giovanna Forini Fede- vittoria socialista. Ma fu breve li, Luigi Lanna, Ugo Lupattelli, la loro permanenza, perché un Giuseppe Megni, Giorgio Men- malaugurato regime tutto scon- ghini, Fausto Minciaroni, Mario volse e disperse”. Con autenti- Monterosso, Giacomo Pasqua- ca devozione politica vengono riello, Luigi Pillitu, Giovanni Qua- ricordati “i due indimenticabili dri, Aldo Rossi, Gino Scaramuc- nostri compagni Avv. Giuseppe ci, Bruno Simonucci e Ottorino Sbaraglini e Giuseppe Guarda- Spagnesi sono presenti nell’aula bassi, grandi figure rappresen- consiliare. Manca Italo Fittaioli, il tative del Socialismo umbro, trentesimo componente, in via che furono rispettivamente gli di dimissioni perché eletto sin- ultimi due Presidenti del Consi- daco di Foligno. glio provinciale e della Deputa- Vi sono molti adempimenti, al- zione provinciale”. cuni burocratici, altri meno for- Il nuovo consesso presenta un personale politico in gran par- te giovane e inedito. Ne fanno Presidenti parte anche tre componenti

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della cessata Deputazione (Bon- condanna contro di lui da par- fatti, Contenti e Pillitu) e un te del Tribunale Speciale – nel consigliere, Checconi, la cui no- 1927 e nel 1940 – ne fanno un mina l’aula consiliare non con- perseguitato, ma il fatto che la valida, ricordandone l’iscrizione sua semplice persona non ami al Partito Repubblicano Fascista per questo mettersi un’aureola e la carica di Commissario Pre- lo rende gradito a tutti, maggio- fettizio ricoperta nel Comune di ranza e opposizione. Assisi dopo l’8 settembre 1943. Nel discorso di insediamento, Amareggiato, Checconi lascia la le sue prime parole sono per gli sala, ma un mese dopo presenta obblighi che tutti i consiglieri un ricorso che la Giunta Provin- eletti hanno contratto verso chi ciale Amministrativa accoglie, li ha votati: “Gli elettori che ci reintegrandolo nella funzione hanno dato la fiducia attendono di consigliere. da noi la realizzazione del nostro Dopo questi vivacissimi pream- programma elettorale, del pro- boli, si passa all’elezione del gramma elettorale della mag- Presidente designato: è Mario gioranza e anche di quello dei Angelucci, classe 1903, uomo colleghi della minoranza, perché del popolo, spellano, curriculum anche loro si sono presentati agli politico di tutto rispetto, che elettori con un programma”. proprio in questo inizio di Anni La vera svolta che deve attua- Cinquanta raggiunge il vertice re la nuova Provincia consiste con la segreteria del Pci umbro – per Angelucci – nel supera- e un seggio in Parlamento. mento dei limiti istituzionali in L’onorevole Angelucci, che è cui l’ente è ancora rappreso stato operaio a Ivrea ed è un nonostante i suoi progressi sul militante di gran cuore, un diri- piano democratico: “non dob- gente prima del movimento di biamo limitare la nostra opera resistenza e poi del partito di ad un’attività prettamente bu- maggioranza in Umbria, riceve rocratica e di semplice e pura Ottobre 1944 - Teatro Turreno Primo comizio a Perugia di Palmiro 18 voti e la stima incondiziona- amministrazione. Il Consiglio Togliatti dopo la Liberazione ta anche di chi non l’ha potuto Provinciale deve diventare un (Fototeca ISUC) votare: due pesanti pronunce di organo operante nella vita de- mocratica della nostra Provin- cia […]. Se i compiti specifici sono stabiliti, nessuno ci impe- disce di prendere tutte quelle iniziative necessarie a sviluppa- re l’economia della nostra Pro- vincia, a potenziare con l’eco- nomia la vita politica e sociale della Provincia”. Da molti accenni del discorso di Angelucci emerge che la realtà umbra (appare sostanziale al Presidente l’alleanza di prospet- tive con la Provincia di Terni) è rappresentata da un’infinità di risorse e di problemi: mettere mano ai secondi significa prima di tutto dotare l’ente di un suo patrimonio di studi, cioè produr- re, incentivare, rinnovare e carat- terizzare la ricerca socio-politica Presidenti sul territorio.

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Solo così gli aspetti più critici forze antidemocratiche, forze dell’ “oggetto” Umbria potran- anticostituzionali dovessero pre- no essere “affrontati con co- valere nel nostro Paese”. raggio” e non solo scalfiti dalla Mario Angelucci – che è assistito burocrazia. da una Giunta di cui fanno par- La sottolineatura delle difficoltà te Aldo Rossi, Giorgio Menghi- in cui si trova l’economia um- ni, Bruno Simonucci, Eduardo bra è molto marcata: “Vi sono Acton, Filippo di Filippo, Sante branche della nostra attività che Brinati come assessori effetti- sono trascurate; l’iniziativa pri- vi ed Ermete Barabani e Fausto vata non è sufficiente; bisogna Minciaroni come supplenti – ri- sviluppare questa attività eco- mane in carica fino al 16 dicem- nomica; occorrerà quindi l’ope- bre 1952. ra dei Consigli comunali e dei Quel giorno – preso atto con Consigli provinciali”. rammarico delle sue dimissioni, Il tono diventa espressamente date in quanto la Camera dei politico, esprime un indirizzo po- Deputati ha sancito l’incom- litico ancora fortemente condi- patibilità delle due cariche di zionato dal timore di pericoli an- Deputato e di Presidente della tidemocratici: “Il nostro compito Giunta Provinciale – il Consiglio è anche quello di dare un contri- nomina il suo successore: Gino buto politico alla nostra attività, Scaramucci. noi siamo certi che l’azione che La Presidenza Angelucci copre dobbiamo compiere deve essere un arco di tempo molto ristretto, ispirata da questo spirito; e an- durante il quale, però, non sono che i consiglieri della minoranza, mancati gli atti, i comportamen- che non sono con noi, ma che io ti, le prese di posizione, gli avvii credo animati dagli stessi nostri di dibattito coerenti con le pa- sentimenti, anche essi debbono role programmatiche contenute essere preoccupati di quello che nel discorso di insediamento del può essere lo sviluppo del nostro 18 giugno 1952. Paese, di quello che potrebbe Uno dei primi interessi di Ange- Ottobre 1944 - Corso Vannucci essere il pericolo che incombe- lucci è stato quello di stringere i Fra militanti e dirigenti (Fototeca ISUC) rebbe su tutti noi se, domani, legami con la Provincia di Terni. Nella seduta del 15 settembre 1952, il Presidente “dà per pri- mo comunicazione sul convegno tenutosi nel palazzo della sede provinciale di Perugia il giorno 3 settembre corrente fra rappre- sentanti di questa Amministra- zione e di quelli della Consorella di Terni per uno scambio di idee sui due problemi interessanti le due Provincie di Terni e Perugia e cioè: il servizio di assistenza degli infermi di mente e il Consorzio del Velino”. La volontà di inserire la Provincia nel grande dibattito socio-eco- nomico sull’Umbria ha portato Angelucci a essere presente in importanti riunioni. Nella seduta del 13 ottobre 1952, comunica all’assemblea che “nella settima- Presidenti na scorsa, e precisamente il giorno

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6 corrente, c’è stata una riunione lo Stato a farlo proprio, per ve- di amministratori e rappresentan- derlo presto realizzato”. ti di Enti economici per l’esame Nei suoi sei mesi di attività, la pre- di alcuni problemi della nostra sidenza di Angelucci si contrad- Provincia” e precisa che “detta distingue per il tono misurato e riunione è susseguente ad altra colloquiale, ma fermo e respon- che ha avuto luogo in Foligno. Si sabile, con cui vengono gestiti i tratta di ottenere il riconoscimen- lavori dell’assemblea, gli ordini to dello Stato a che l’Umbria sia del giorno in rapporto al Regola- inserita fra le zone depresse, in mento consiliare appena appro- particolare per ciò che concerne vato, i temi dell’amministrazione la sistemazione idraulico-foresta- quotidiana e quelli che, sul piano le, gli acquedotti, le fognature economico e su quello politico, e la viabilità. La Provincia non è esulano dalla gestione di routine, parte in causa, ma cerca di dare in presenza, soprattutto, di una il suo appoggio per la soluzione rinascita della dialettica fra gli di tale importante problema. Ci schieramenti politici che, a livel- sono pareri discordi per la sua lo nazionale, prevedeva ormai il soluzione: ci saranno, comun- “muro contro muro” fra la mag- que, ulteriori riunioni per trattar- gioranza e l’opposizione. Settembre 1959 lo, anche per il fatto che, com’è Festa del Molino di Castiglione del Lago Mario Angelucci con la figlia Giovanna noto, la Camera di Commercio di Un particolare ringraziamento e il Presidente della Provincia Gino Perugia ha fatto suo il problema va a Giovanna Angelucci Scaramucci (Fototeca ISUC) stesso. Noi auspichiamo che sia per la collaborazione prestata

Presidenti

53 piano.forte 1/2008 Il giardino dell’amore: Parco Ranghiasci Brancaleoni di Gubbio

di Laura Zazzerini

fratello, Byron, e dove era stata corteggiata dal Foscolo. Ugo Fo- scolo le aveva inviato anche un volume delle Rime del Petrarca con la dedica alla “Gentile gio- vine” e l’aveva chiesta in moglie nel 1824 ottenendo in risposta dal fratello un netto e indignato rifiuto perché il poeta, in esilio, squattrinato e malato, all’età di quarantasei anni aveva osato chiedere la mano di “one of the prettiest girl in England”. Sarah Matilda sposa tre anni più tardi a Roma il ventisettenne France- sco Ranghiasci Brancaleoni, gio- vane, ricco e per di più nobile. Whitton Park di Richmond Il grande giardino, oggi di pro- Nello stesso anno il marito la prietà della Provincia di Perugia, conduce a Gubbio nel momento ha dietro la sua realizzazione più festoso e bello perché possa un nome di una donna ingle- vedere la cittadina umbra sotto se e una storia: Sarah Matilda la luce migliore: durante la festa Hobhouse e l’amore che portò dei Ceri; il suo arrivo desta nella suo marito, il conte eugubino città umbra una grande curiosi- Francesco Ranghiasci Brancaleo- tà perché la bellissima inglesina ni, ad acquisire progressivamen- portava in dote l’ingente cifra di te e sapientemente i terreni e gli 60.000 scudi. Sarah Matilda do- orti per realizzare il parco asse- vette sentire immediatamente la condando i suoi desideri. Sarah mancanza dei suoi amati giardi- Matilda Hobhouse era figlia di ni, dei colori e degli odori delle sir Benjamin e sorella di John piante del parco inglese dove Cam, barone di Broughton, mi- era cresciuta e il marito fin dal nistro del Regno Unito. Era cre- dicembre 1831 cominciò ad ac- sciuta nella Duke’s House all’in- quistare vigne, case e orti e in un terno dello splendido Whitton arco di dodici anni divenne pro- Park a Richmond dove aveva prietario dei terreni e dei caseg- frequentato l’intimo amico del giati dislocati lungo grandi piani ellittici disposti nel terreno digra- dante. La realizzazione del parco Patrimonio s(conosciuto) inizia tra il settembre e l’ottobre

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del 1841. Come si apprende dal- il panorama sulla città medievale le memorie del fondo Armanni si giunge ai grandi viali che ri- “è stata demolita la chiesa di S. salgono il declivio dando vita a Luca al pian terreno de la casa un gioco ellissoidale di tornanti. Rosetti che era l’antico mona- Guardando la città dal muro di stero di S. Luca, è stato demolito cinta volutamente non coperto da cima a fondo meno la torre, di vegetazione Gubbio si rivela che resta in piedi quantunque in tutto il suo innegabile fascino. isolata”. La testimonianza è Percorrendo una serie di tornanti importante per comprendere il delimitati da piante diverse che modus operandi del conte che, in autunno creano una fantasia fedele al compito di realizzare il di rossi e di gialli, si incontra il parco tanto desiderato dalla sua villino in mattoni esemplato sul- Sarah Matilda, non risparmia lo schema del palazzo Ranghia- neppure gli edifici storici quan- sci edificato in città. Oltre, una do non sono integrabili nel pia- fontana, un tempo abbellita da no organico. I lavori per la siste- colonne marmoree, raccoglie le mazione del giardino all’inglese acque provenienti dalle cisterne continuano fino al 1848: tra il superiori e le convoglia verso il Sir Benjamin Hobhouse verde di tigli, ippocastani e aceri tornante inferiore che introduce vengono eretti edifici neoclassi- al luogo più nascosto e privile- ci e sistemate rovine medievali. giato del parco; da lì è visibile in Entrando nel parco dall’ingresso una zona sopraelevata un tem- principale, che si affaccia sull’at- pietto in stile classico al centro tuale via Gabrielli, sono ancora del timpano del quale è posto lo oggi visibili due colonne che stemma Ranghiasci con il motto avrebbero dovuto essere collo- “Virtus omnia vincit”. Al di là del cate in prossimità della statua tempietto si giunge, in un luogo di una divinità romana in terra- nascosto da alberi, alla torre di cotta oggi perduta. Attraverso il San Luca. Nel parco erano inoltre ponte coperto gettato sul Cami- state fatte sistemare alcune ser- Parco Ranghiasci Brancaleoni. Tempietto gnano dalle cui finestre si vede re nelle quali venivano coltivate piante e fiori esotici. Un con- temporaneo, Stefano Rossi, così descrive il parco appena comple- tato: “un amenissimo boschetto […] che pur piace di molto a dì nostri agli infarinati di patetica letteratura, o a quelli che amano le drammatiche sensazioni”. A Sarah Matilda non dovette bastare questo grande tributo d’amore del marito per riuscire ad amare l’Italia, a Gubbio non dovette avere una vita molto fe- lice: i due figli maschi, Edoardo Latino e Federico Latino, le mo- rirono in tenera età, sentì la ma- linconia dell’Inghilterra e gli echi della sua terra lontana. E proprio in Inghilterra ella si spense, dopo avervi fatto ritorno insieme alla figlia Anne Amelia Latina, al nu- mero 2 di Eaton Square County nel Middlesex non molto tempo dopo il 9 dicembre 1853, data Patrimonio s(conosciuto) del suo testamento.

55 piano.forte 1/2008 Le ultime uscite in libreria

ESPOSIZIONE DI ANTICA ARTE UMBRA. PERUGIA 1907 Centenario di un evento: immagini e documenti Effe, Perugia 2007

Il volume, voluto e curato dall’Associazione Numismatico-Filatelica G.B.Vermiglioli, è il frutto di una ricerca d’archivio e di fonti diverse portata avanti con competenza assoluta da Laura Zazzerini, che ha redatto testi introduttivi alle varie sezioni più ampi e motivati di semplici schede. Si trattava, infatti, di collegare fra di loro i grandi appuntamenti “fieristici” che, a partire dal 1855, hanno fatto da antecedenti all’Esposizione maggiore del 1907: un cinquantennio di storia locale non secondario per lo sviluppo della regione contemporanea passa attraverso quattro eventi che, situandosi al termine degli anni Cinquanta, Settanta e Novanta dell’Ottocento, testimoniano l’evoluzione e la staticità dei molti elementi che concorrono a formare l’immagine e la sostanza economico sociale della Provincia dell’Umbria. Così, in particolare, è interessante seguire il percorso che porta l’attenzione per “l’arte antica umbra” a emanciparsi dall’interesse complessivo e molteplice per il plesso “artistico-agricolo-industriale”, coltivato e favorito con estrema convinzione “pubblicitaria” dalle Esposizioni tardo ottocentesche. Il montaggio dei documenti e la loro eccellente resa tipografica, dovuta alla cura di un editore raffinato come “Effe”, rendono visibile ed evidente quel percorso. Capita spesso di non saper staccare gli occhi da un almanacco, un biglietto, una cartolina. In essi matura una predilezione estetica che, nel clima liberty, ingentilisce la società perugina e, per la prima volta, nel 1907, ne fa l’ospite che accoglie, quasi in ossequio a una moderna strategia di marketing, 30.000 visitatori in sei mesi, provenienti ormai da tutt’Italia. Quando, nel 2003, si è costruito l’evento del Perugino, l’Esposizione del 1907 è stata citata, non casualmente né episodicamente, come il punto di partenza della riscoperta della tradizione. E forse, in maniera inconscia, si è conteso alla memoria e alle tracce iconografiche di quell’evento “liberty” il primato nella moderna ripresa del Cinquecento umbro. Questo volume ha il grande merito di fondare l’analisi comparativa su più solide basi. Chi vuole “divertirsi” a vedere, da un secolo all’altro, i cambiamenti nell’immagine promozionale dell’Umbria, dalle sue radici alla sua maturità, non ha che da servirsi. Invito alla lettura

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Francesca Romana Lepore STORIE DI VILLE E GIARDINI Dimore private nella provincia di Perugia Edimond, Città di Castello 2008

L’idea del volume, il primo di una collana sull’argomento, nasce dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Perugia che da anni in collaborazione con Associazione Dimore Storiche Ita- liane, Sezione Umbria promuove la conoscenza del patrimonio ar- chitettonico e culturale del territorio con l’iniziativa omonima volta a far conoscere al pubblico le dimore private di particolare pregio e valore storico. Lo scopo del progetto editoriale è stato quello di do- cumentare e approfondire la conoscenza di ville e giardini valendosi della competenza e delle capacità della scrittrice, Francesca Romana Lepore, che ha organizzato i dieci capitoli con la storia della famiglia, la descrizione dell’abitazione e poi quella del giardino. Le fotogra- fie che accompagnano il volume sono state realizzate da fotografi professionisti e permettono al lettore di gustare appieno la visita dei luoghi che vanno dall’Eremo delle Grazie di Monteluco (Spoleto) alla Chiesa di San Donato e al Castello di Monte Frondoso vicino a Corciano, dal Castello dei Cavalieri di Malta a Magione alla Casa abbaziale di San Pancrazio a Collepepe, dal Castello di Solfagnano al Palazzo della Ginestrella a S. Egidio di Perugia, da Villa Monticelli di Perugia a Villa San Martinello di San Martino Delfico (Pg), da Villa di Montefreddo di Bagnaia (Pg) a Villa Aureli di Castel del Piano (Perugia).

L’INDUSTRIA MECCANICA IN ALTOTEVERE Edimond, Città di Castello 2008

In un territorio di poche centinaia di chilometri quadrati e con una popolazione di circa 70.000 abitanti l’Alta Valle del Tevere esprime da anni una straordinaria vocazione all’industria meccanica, tanto che oggi le imprese e gli addetti di questo comparto sono tra il 30 e il 40% del totale manifatturiero. Questo interessante volume rin- traccia la storia della meccanica in Altotevere rifacendosi agli Statuti dei fabbri risalenti al XIV secolo, per poi mostrare la lenta evoluzione verso l’industria meccanica vera e propria, che avrà un enorme im- pulso a partire dai primi anni del secolo XX. Il libro contiene anche le descrizioni e la storia delle aziende del passato e del presente, che si stanno espandendo in tutti i mercati esteri. Conclude il volume una approfondita analisi del comparto rispetto al resto dell’Umbria e dell’Italia. Il volume evidenzia come ogni fabbrica, con la relativa struttura interna, non è solo accettata, ma anche riconosciuta come fonte di identità sociale dagli operai e proiettata come elemento di caratterizzazione del territorio, specie quando essa affonda le radici

Invito alla lettura

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in una tradizione ultracentenaria. Naturalmente gli studi condotti portano alla luce come e quanto l’avvento dell’informatizzazione e dell’innovazione tecnologica abbiano mutato la fisionomia anche dell’industria metalmeccanica dell’Atotevere con il conseguente na- scere di nuove problematiche annesse al cambiamento. Nata da una spinta propulsiva del Rotary Club di Città di Castello, quest’opera bi- lingue (italiano-inglese) che dispone di un bell’apparato fotografico è suddivisa in due capitoli storici affidati rispettivamente alla penna di Mario Tosti e di Alvaro Tacchini, in due capitoli dedicati alle figure dei protagonisti e dei testimoni nei quali Massimo Zangarelli delinea le figure che hanno segnato la storia dell’industria moderna dell’Al- totevere e in un capitolo conclusivo curato da Sergio Sacchi riservato ai dati di tipo statistico.

SCIENZA E SCIENZIATI A PERUGIA Le collezioni scientifiche dell’Università degli Studi di Perugia Skira, Milano 2008

Pubblicato a corredo della mostra tenutasi in occasione del settimo centenario della fondazione dello Studium perugino (ufficialmente costituito con Bolla di papa Clemente V l’8 settembre 1308), il ca- talogo, curato da Marco Maovaz, Antonio Pieretti e Bruno Roma- no, costituisce un ideale omaggio ai Maestri e agli allievi che hanno contribuito al prestigio plurisecolare dell’Ateneo perugino. Scienza e scienziati a Perugia si propone di offrire una guida per ricostrui- re l’evoluzione storica della ricerca scientifica all’interno dello Stu- dium e di far conoscere lo straordinario patrimonio di collezioni e di strumenti raccolto nel corso dei secoli. Si tratta di oggetti per lo più sconosciuti e che rappresentano una sorta di rarità all’interno dello stesso mondo accademico. Oltre a ripercorrere le vicende delle facoltà di medicina e farmacia, botanica, fisica, matematica, mine- ralogia, chimica e scienze della Terra, zoologia ed ecologia, scienze veterinarie e zootecniche e scienze agrarie, viene dato ampio risal- to agli studiosi e agli scienziati che, con il loro lavoro e con la loro passione, ne hanno scritto pagine significative. Il cammino percorso dall’Ateneo perugino, ordinato per settori di ricerca, rivive attraverso le biografie di illustri docenti e straordinari ricercatori, da Angelo da Camerino, che tenne i primi insegnamenti a carattere medico, a Gentile da Foligno, unanimemente considerato il fondatore della scuola medica perugina, da Antonio Nicola Mariottelli e Benedetto Virili nel campo della botanica a frate Luca Pacioli, chiamato a inse- gnare a Perugia nella seconda metà del XV secolo, a numerose altre personalità di spicco che hanno contribuito a dar lustro allo Studium e a istituire una tradizione di studi che ancora oggi costituiscono il vanto dell’Accademia in ambito nazionale e internazionale.

Invito alla lettura

58 piano.forte 1/2008 Da segnare in agenda

La sottile linea rossa sarà possibile introdursi all’in- terne di luoghi prestigiosi, ma Quest’anno si dipana in dieci poco noti al pubblico, anche fili… Così accanto alle ricon- perché in certi casi di proprie- ferme (da Ville e Giardini, ad tà privata, e visitarli assistendo Isole, da Splendidissima ad in contemporanea a spetta- Idee di Libertà), introduce for- coli musicali e di recitazione. ti elementi di novità, prima tra Da quest’anno inoltre “Ville e tutte l’antologica del M. Nino Giardini” diventa anche una Caruso, uno dei più grandi linea editoriale attraverso la scultori ceramisti al mondo. pubblicazione di monogra- Il calendario di appuntamenti fie dedicate proprio a queste per l’estate umbra, predispo- “preziose gemme” storico- sto dall’Assessorato alle Atti- architettoniche del nostro vità Culturali della Provincia territorio, ben conservate e di Perugia è ripartito in 10 valorizzate. Prosegue poi l’in- teresse de “La sottile linea diversi cartelloni. Si tratta di rossa” per l’opera lirica che un programma di iniziative oltre ad essere una espres- che abbraccia tutte le diverse sione artistica da enfatizzare, discipline: dalla musica, alla per la Provincia di Perugia è danza, dalla recitazione alle divenuta anche uno strumen- arti figurative. In questo modo to educativo. Oltre ad appog- il pubblico potrà assistere a giare le iniziative del Teatro spettacoli di qualità, raggrup- Lirico Sperimentale di Spoleto pati in molteplici contenitori per la diffusione della cono- più o meno conosciuti. Grazie scenza operistica tra i giova- infatti al consolidamento dei ni (quest’anno sono previste rapporti con l’Associazione due recite de La Cenerentola “Dimore storiche”, come evi- di Rossini per le scuole), l’En- denzia l’assessore Pier Luigi te vuole replicare l’esperienza Neri, attraverso la rassegna fatta con il carcere di massima “Storie di Ville e Giardini”, sicurezza di Maiano di Spoleto negli anni scorsi con la Bohé- Appuntamenti me. Inizierà infatti a giugno,

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Appuntamenti

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per approdare allo spettacolo Perugia che oltre al concerto del 10 settembre, lo studio del 26 agosto a Gubbio, ese- del Rigoletto di Giuseppe Ver- guiranno anche quello del 28 di, di cui gli ospiti del carcere agosto a Villa Fidelia nell’am- dovranno realizzare costumi e bito di “Splendidissima”. parti delle scenografie, men- Quest’ultima rassegna, come tre la messa in scena è appun- di consueto, propone un va- to affidata allo Sperimentale. riegato programma di spetta- Altro elemento che contrad- coli che spaziano dalla grande distingue l’estate 2008 è la musica straniera (il concerto nuova edizione della “Bien- di Nick Cave) alla musica di nale di scultura di Gubbio”, cantautore (la Pfm e Enzo Jan- curata da Giorgio Bonomi, nacci), dal balletto, al cabaret che vede la partecipazione (Maurizio Crozza), passando attiva anche dell’Accademia per il musical (High School Mu- di Belle arti di Perugia e che sical) e il teatro. Torna inoltre verrà inaugurata nel mese di il tradizionale appuntamento settembre. Ma la finestra sul- con “Isole. Approdi di suoni le arti figurative non sarà rap- e voci nelle Abbazie umbre” presentata solo dalla Biennale. con un calendario ricco di ap- Uno degli eventi cardine del puntamenti che ancora una cartellone estivo è costituito volta coniuga la bellezza di dall’omaggio a Caruso con luoghi minori dell’Umbria con l’antologica al CERP (Centro suggestioni musicali e teatrali Espositivo della Rocca Paoli- ricchi di interesse. Per quan- na), dal 7 settembre al 26 ot- to riguarda la danza Umbria tobre, dal titolo “Nino Caruso danza 2008 crea momenti di On the road”, un itinerario notevole impatto emotivo nel che ripercorre la sua lunga corso dell’estate con labora- carriera e il suo impegno rivol- tori e dimostrazioni. to allo studio, alla sperimen- tazione e all’attività didattica, essendo stato anche direttore dell’Accademia “Pietro Van- nucci” di Perugia. Di grande interesse, nell’ambito delle iniziative di cooperazione cul- turale tra la Provincia di Peru- gia e il Comune di Bucarest è rappresentato dalla “Colletti- va di Artisti Romeni” che ver- rà ospitata dal 2 al 24 agosto al CERP e che vedrà presenti opere di Cristian Ditoiu, Ga- briela Drinceanu e Elena Ha- riga. In ambito musicale sono impegnati invece gli allievi del Conservatorio di musica di

Appuntamenti

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Isole Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre

GIOVEDÌ 31 LUGLIO LUNEDÌ 1 SETTEMBRE ore 21.30 ore 21.15 Scheggia e Pascelupo Città di Castello - Piazza Santi Borgo Pascelupo Concerto -Arab Music Orchestra Concerto of Nazareth Tetraktis Percussioni in collaborazione con il “Festival (ingresso gratuito) delle Nazioni” (spettacolo a pagamento) MERCOLEDÌ 6 AGOSTO ore 21.30 VENERDÌ 5 SETTEMBRE Panicale ore 21.30 Santuario di Mongiovino Massa Martana Concerto Chiostro di S. M. della Pace Gruppo vocale Concerto - Vienna, barocco e... Armoniosoincanto hip pop “Ave Donna Santissima” Orchestra da camera Wiener in collaborazione con il festival Kammersymphonie “Musica Insieme Panicale” “Outrule” hip pop dance (ingresso gratuito) company in collaborazione con Umbria SABATO 9 AGOSTO Music Fest IX edizione ore 21.30 (spettacolo a pagamento) Cascia Chiesa di Sant’Antonio DOMENICA 7 SETTEMBRE Via Porta Leonina ore 21.15 Concerto Montefalco - Chiesa Museo di I Solisti di Perugia San Francesco (ingresso gratuito) Concerto - Romabarocca Ensemble DOMENICA 31 AGOSTO Marc’Antonio e Cleopatra ore 21.15 Serenata a due voci di Johann Foligno - Loc. Scopoli Adolph Hasse Chiesa di Santa Maria Assunta Libretto di Francesco Ricciardi Concerto La Rosa dell’Umbria Lorenzo Tozzi, concertazione e ensemble barocco con strumenti direzione originali Angelo Manzotti, sopranista, “Bach e Pasolini” Marc’Antonio Musica di Johann Sebastian Bach Alla Gof, soprano, Cleopatra nei film di Pier in collaborazione con il “Segni Paolo Pasolini Barocchi Festival” in collaborazione con il “Segni (ingresso gratuito) Barocchi Festival” Prenotazione consigliata: Prenotazione consigliata: 075 3681792 - 075 3681468 - 075 3681792 - 075 3681468 0742 379598 (ingresso gratuito) Appuntamenti

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Splendidissima 2008

GIOVEDI 24 LUGLIO DOMENICA 10 AGOSTO ore 21.15 ore 21.15 Concerto Concerto I Solisti di Perugia Ghetonia Splendidissimi motivi (ingresso gratuito) Tra cinema e tango In collaborazione con (N. Rota - A. Piazzola - AA.VV. il Festival delle Province colonne sonore di film famosi) (ingresso gratuito) SABATO 23 AGOSTO ore 21.15 VENERDI 25 LUGLIO Azione teatrale ore 21.15 “Eco e Narciso” Concerto a cura del Musiche: Franco Piva Teatro Lirico Testi: Elisa Cappelli Sperimentale di Spoleto (ingresso gratuito) “A. Belli” (ingresso gratuito) MARTEDI 26 AGOSTO ore 21.30 DOMENICA 27 LUGLIO High School Musical ore 21.15 (spettacolo a pagamento) Concerto -Tetraktis Percussioni Ingresso gratuito GIOVEDI 28 AGOSTO ore 21.15 GIOVEDI 7 AGOSTO Concerto a cura del ore 21.15 Conservatorio di Musica di Parole e Musica a Braccio Perugia di e con Enzo Jannacci (ingresso gratuito) (ingresso gratuito) In collaborazione con SABATO 30 AGOSTO il Festival delle Province ore 21.30 Maurizio Crozza VENERDI 8 AGOSTO “Mondo Crozza” ore 21.15 (spettacolo a pagamento) Solot-Compagnia Stabile di Benevento Pecorari (ingresso gratuito) In collaborazione con il Festival delle Province

SABATO 9 AGOSTO ore 21.15 Guascone Teatro - Balcanikaos (ingresso gratuito) In collaborazione con il Festival delle Province

Appuntamenti

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Storie di Ville e Giardini

Per ciascun appuntamento le prenotazioni vanno effettuate nelle due settimane precedenti ai tel. 0753682764 3357196762

Villa Redenta, Spoleto 26 luglio Borgo Monticelli, Marsciano 30 agosto S. Angelo in Panzo, Assisi 6 settembre Villa Spinola, Perugia 13 settembre

Umbria Danza 2008 15-21 settembre Perugia, Via Eugubina 11 Laboratorio Coreografico

21 settembre Perugia, Chiostro di S. Anna Rappresentazione finale

Centro Espositivo Rocca Paolina

Collettiva di artisti rumeni 2-24 agosto

Nino Caruso. On the road 7-26 ottobre

Sogni d’Oriente 21-23 novembre

Appuntamenti

64 piano.forte 1/2008 Dal territorio segnaliamo

Figuratevi – Festival una bella carrellata sull’arte del internazionale delle Novecento. Con questa mostra figure animate si conferma il ruolo di Città di (Perugia, 4-7 settembre) quale luogo d’incontro e di ini- Figuratevi un mondo di fantasia, ziativa dell’arte. di sorprese, di giochi, di allegria e di meraviglia, dove l’unico co- dice di comunicazione è il sorri- so. Figuratevi cosa può accadere se ci si lascia abbandonare all’in- Il Trasimeno si riempe di canto dei sogni, della magia, note delle fiabe. Questo è il XXI Fe- (Castiglione del Lago, Città stival Internazionale delle Figure della Pieve, Magione, Pacia- Animate che invaderà il centro no, Panicate, Passignano sul storico di Perugia nei primi gior- Trasimeno,Piegaro, Tuoro sul ni di settembre. Organizzato dal Trasimeno, dal 24 luglio al 3 Teatro di Figura Umbro (Tieffeu), agosto) sotto la direzione artistica di Ma- rio Mirabassi, e con la collabora- Nell’ultima decade di luglio ha zione di Sedicieventi e Servicetre. luogo il Festival “Trasimeno Per maggiori informazioni www. Blues”, uno dei più importanti figuratevi.it appuntamenti del genere in Ita- lia. Il Festival si svolge nei luoghi più suggestivi delle diverse loca- lità intorno al lago Trasimeno. Concerti tutte le sere, per 10 giorni, con la partecipazione di Arte del Novecento a artisti di assoluto rilievo nazio- Città di Castello nale ed internazionale, come: (Centro espositivo il Quadri- Maceo Parker, Sugar Blue, Brian latero - Palazzo Bufalini, 18 Auger, i Creedence Clearwater agosto - 30 settembre) Revived, Alex Britti, Cheryl Por- ter, Roy Roberts, The James Tay- Nello spazio espositivo il Qua- lor Quartet, Carl Palmer, Them, drilatero, appositamente inau- Sharrie Williams, Carvin Jones, gurato per l’occasione, si terrà Ten Years After, Charlie Musse- una mostra d’arte contempora- lwhite. I concerti sono tutti ad nea che s’intitola “Visitazioni”. ingresso gratuito ad eccezione L’evento è stato realizzato dal di un solo evento. Ai concerti Comune di Città di Castello in nelle piazze, seguono, dopo la collaborazione con il CAMeC di mezzanotte, altri concerti nei La Spezia, e si propone di offrire migliori locali musicali del Trasi- meno. Le calde note del Blues, unite alla visita delle bellezze ar- Appuntamenti tistiche e naturalistiche, rende-

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ranno indimenticabili le giornate bilmente, la sua celebre raccolta trascorse al Lago Trasimeno. Per di maioliche e un nucleo della informazioni e maggiori detta- sua importante pinacoteca. Il gli sul calendario www.trasime- primo confronto è tra i capola- noblues.net oppure Tel/Fax +39 vori della Collezione Phillips di 075 828489 (dal lunedì al vener- Washington (comprendente fra dì ore 10.00-13.00). l’altro Van Gogh, Modigliani, Picasso, Manet) e l’italiana Ric- ci Oddi, la maggiore raccolta di origine privata focalizzata sulla grande arte italiana dell’Otto- Arte, poesia e musica in cento e degli inizi del Novecento. piazza (Torgiano, 25-27 luglio)

La seconda edizione di “Caffe- relli Festival” si terrà dal 25 al 27 luglio 2008, a partire dal tardo pomeriggio a notte inoltrata in centro storico, e verrà dedi- cata ad autori ed artisti umbri. Quest’anno prevista una mo- stra d’arte contemporanea cu- rata dall’associazione Minerva, letture di poesie e performance musicali. Il sabato e domenica osservazione del cielo con gli astronomi. Possibilità di degu- stazioni di vini e prodotti tipici. Per informazioni: www.cafferel- li.com oppure Tel. 349.8168259

Da Corot a Picasso, Da Fattori a De Pisis (Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso, dal 15 settembre 2008 al 15 gennaio 2009)

Con questa mostra la Fondazio- ne Cassa di Risparmio di Perugia, che celebra nel 2008 i 100 anni della costituzione della Cassa, apre un nuovo filone espositivo dedicato alle grandi collezioni d’arte, proponendo un confron- to tra una collezione italiana ed una straniera. Scelta in linea con la tradizione di collezionismo della stessa Fondazione che, a Palazzo Baldeschi, espone, sta-

Appuntamenti

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L’indomani della presa di Roma, Introdotto da un’ “opinione” la società umbra con la quale si di Fabrizio Bracco (“Ripensare misura l’azione dell’amministra- l’Umbria”), si spinge entro un zione provinciale manifesta, per dibattito che comprende, da un lo più, una tendenza di fondo lato, la ricerca demografica di verso la stabilizzazione. I con- Luigi Tittarelli e, dall’altro, la fo- traccolpi del passaggio “unita- calizzazione di un personaggio rio” italiano si riassorbono len- come Gioacchino Pecci. tamente e, pare, senza subire Il tono del numero 1/2008 si ulteriori scossoni neppure dal orienta, proprio a livello di “cor- prossimo avvicendarsi della Si- rispondenze”, fra lo studio di nistra al potere. ampi fenomeni socio-culturali: Questo fascicolo di “Corrispon- l’associazionismo operaio (Fran- denze” si muove, appunto, fra i co Bozzi), l’Università (Simone due estremi del 1870 e del 1876. Slaviero), i Ricoveri di mendicità (Daniela Mori) e l’analisi di per- sonaggi che, come il prefetto Maramotti studiato da Andrea Proietti, hanno segnato la storia locale anche oltre il limite cro- nologico del 1876. Sono tutti interventi dei quali è previsto un seguito nel nu- mero 2, a dimostrazione che certe continuità incidono pro- fondamente su una società abbastanza statica, nonostan- te i suoi avanzamenti, come quella umbra. Ulteriori “specchi” in questa di- rezione sono l’articolo sui lavori del Consiglio provinciale (Mauri- zio Terzetti) e quello sulla topo- nomastica della città di Perugia. Uno spazio maggiore che in pas- sato è riservato all’illustrazione della società umbra attraverso le principali pagine di cronaca che l’hanno percorsa sotterra- neamente (Gabriele De Veris e Laura Zazzerini). Il “quadro dell’anno” è commentato da Alessandra Migliorati, mentre Francesco Felici ha intervistato Giacomina Nenci. Provincia di Perugia Piazza Italia, 11 - 06100 Perugia

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