Europacorp Presenta JAMEL DEBBOUZE RIE RASMUSSEN
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EuropaCorp presenta JAMEL DEBBOUZE RIE RASMUSSEN UN FILM DI LUC BESSON www.angela-lefilm.com distribuito da Uscita : 17.03.2006 Durata : 1h30 SCHEDA ARTISTICA ANDRÉ Jamel DEBBOUZE ANGELA Rie RASMUSSEN FRANCK Gilbert MELKI PEDRO Serge RIABOUKINE CAPO DEI MALAVITOSI Akim CHIR detto COLOUR MALAVITOSO 2 Loïc PORA MALAVITOSO 3 Jérôme GUESDON PIANTONE US Michel BELLOT SEGRETARIO US Olivier CLAVERIE DONNA A ST. LAZARE Solange MILHAUD L’ADESCATORE Laurent JUMEAUCOURT ULTIMO CLIENTE Franck Olivier BONNET CAMERIERE RUMENO Grigori MANOUKOV SOMMELIER Alain ZEF UOMO ALLA RECEPTION Jean-Marco MONTALTO GUARDIA DEL CORPO Franck Eric BALLIET detto PARIGO POLIZIOTTO AL COMMISSARIATO Michel CHESNEAU CLIENTE ANGELA 1 Jil MILAN CLIENTE ANGELA 2 Tonio DESCANVELLE LA MADRE Venus BOONE PADRE TODD M. THALER 2 SCHEDA TECNICA Regia e sceneggiatura Luc Besson Primo assistente alla regia James CANAL Direttore della fotografia Thierry ARBOGAST Montaggio Frédéric THORAVAL Tecnico del Suono Jean MINONDO Missaggio Didier LOZAHIC Scenografia Jacques BUFNOIR Costumi Martine RAPIN Colonna sonora originale Anja GARBAREK Direttore di produzione Didier HOARAU 3 SINOSSI Un uomo incontra una donna a Parigi … 4 L’ABBECEDARIO DI LUC BESSON A come Attori La regia in senso stretto non mi mancava poi così tanto. Si tratta di un’autentica missione carica di responsabilità che richiede talmente tanto tempo, energie e fatica che non sempre si ha voglia di rimettersi al lavoro. E’ un po’ quello che succede ai navigatori in solitaria, che fanno il giro del mondo da soli: sicuramente avranno dei ricordi magnifici di quell’indimenticabile esperienza ma non credo che una volta messo finalmente piede sulla terra ferma abbiano voglia di ripartire subito…. Per contro, giunto sul set ho sentito immediatamente l’estremo piacere di lavorare con gli attori. Il periodo delle prove con Jamel e Rie, durato circa un mese e mezzo, è stato particolarmente entusiasmante: vedere il testo prendere vita attraverso le loro parole, essere testimoni dei primi giochi, dei primi sorrisi è stato meraviglioso. Mi ha ricordato molto il momento del risveglio dei neonati, quando cominciano a guardarti, a fare qualche gesto. Si tratta dello stesso tipo di piacere: quello che si prova assistendo alla nascita di qualche cosa…. B come Besson Ho cominciato a scrivere la sceneggiatura di questo film circa dieci anni fa. All'epoca però, ero riuscito a definire solo la struttura del film senza riuscire a far parlare i personaggi, forse perché ero troppo giovane. In poche parole, si può dire che avevo già il desiderio di trattare questo argomento ma non disponevo ancora del vocabolario adeguato per farlo. Di conseguenza, ho messo da parte quelle 15 pagine che avevo scritto e sulle quali mi sono reimbattuto quasi per caso di recente. Tornato a leggerle, le ho trovate talmente attuali che ho deciso di riprendere in mano la penna per vedere, se questa volta, sarei riuscito a finire il film. E in soli 15 giorni ho terminato la sceneggiatura! E quindi mi sento di poter dire che per scrivere questo film ci sono voluti 10 anni e 15 giorni … C come cascatori e scene d’azione Non ce ne sono affatto, o meglio ce n’é una soltanto ma visto che fino ad oggi ho realizzato film pieni di scene d’azione molto spettacolari, quella di questo film al confronto non è niente! Direi piuttosto che è un film pieno zeppo di dialoghi, ci sono fiumi di parole con i due personaggi che blaterano e ciarlano come due gallinelle! D come Décors (scenografie) Per la prima volta nella mia carriera cinematografica e solo perché lavoro sempre con gli stessi due scenografi che di conseguenza mi conoscono forse anche troppo bene, ho “raccontato le scenografie allo scenografo senza fargli leggere la sceneggiatura” e di conseguenza non aveva la minima idea di quale fosse l’argomento del film. Ero convinto che se avesse ignorato completamente la storia, avrebbe avuto idee magnifiche ed insolite perché non influenzato da essa, ed è esattamente quello che è successo: né io né lui avremmo mai potuto immaginare le scenografie che ha creato e che hanno contribuito a mettere in luce gli sviluppi della storia. E poi, visto che questo esperimento si è rivelato un successo, ho adottato lo stesso approccio anche con tutti gli altri membri del cast i quali hanno vissuto le riprese di questo film come se si trattasse di una telenovela: e poiché 5 abbiamo girato in continuità, hanno scoperto la trama del film mano a mano che andavamo avanti con le riprese, e hanno scoperto come finiva solo all’ultimo giorno di lavoro! E come Elle (lei) Poiché Rie non era molto famosa non c’era alcun bisogno di svelare un nome che non avrebbe significato nulla per la maggior parte delle persone. Ma siamo fatti cosi: siamo più interessati a ciò che ci viene taciuto piuttosto che a quello che sappiamo. Quando hanno cominciato a circolare le voci su Internet senza che io avessi messo a punto una vera strategia, ho provato un sano e maligno piacere a far durare l’attesa il più possibile…. F come Fedele Generalmente sono fedele alla mia troupe, ma fedele sul lavoro non vuole certo dire cieco: e poiché spesso i tecnici con i quali lavoro sono anche i miei amici, non li scelgo in nome della nostra amicizia. Se continuo a lavorare con la stessa troupe è semplicemente perché tutti i miei collaboratori hanno l’intelligenza di crescere ad ogni film che fanno. Nel momento in cui hanno una responsabilità creativa all’interno del progetto, è importante per me che continuino a crescere, ad evolversi. Ho bisogno della loro emulazione: io non vado sul set per “servirmi” di loro ma per condividere il loro sapere. G come Gilbert Melki E’ un attore che avevo adocchiato da tempo e che era perfetto per questo ruolo. E’ il primo al quale ho pensato per interpretare Franck e lui mi ha fatto il grande favore di dire di sì. Ma neanche lui ha ricevuto il copione perché il suo personaggio, che è testimone dell’evoluzione di André, diventa più interessante se anche lui, ad ogni nuova scena, si interroga sulle ragioni dei cambiamenti di André. Penso che il fatto che non conoscesse la sceneggiatura l’abbia aiutato molto a capire fino in fondo il suo ruolo: la fame giustifica i mezzi! H come Hommage (Omaggio a) (Dopo una lunga e ponderata riflessione) Non penso che questo film contenga degli omaggi a qualcuno, o se ci sono, sono del tutto inconsapevoli e involontari. Quanto a Parigi, si tratta di una dichiarazione d’amore più che di un omaggio. Mi addolorava il fatto che Parigi non venisse esaltata o messa in evidenza come si deve nel cinema francese di oggi mentre per me è la città più bella del mondo. I come Immagine Le immagini del film alle quali avevo pensato dieci anni fa erano in bianco e nero e riguardavano essenzialmente i ponti di Parigi, più in particolare alcuni luoghi precisi di Parigi dai quali si vede l’infilata di quei ponti. J come Jamel La prima volta che l’ho visto è stato su Canal +, e mi ha fatto morire dal ridere facendo una specie di riassunto di Titanic. Mi è venuto immediatamente in mente Zébulon, ho visto in lui un personaggio attraente, carico di fascino, di vita e di cicatrici, tutte cose che rendono un attore ancora più interessante. Successivamente, ci siamo incrociati diverse volte e ci siamo sempre piaciuti a vicenda. E poi a forza di girarci intorno mi sono accorto che era maturo per passare all’azione vale a dire per assumersi la responsabilità di essere il protagonista del mio 6 film e spingersi fino in fondo nel portare allo scoperto i propri sentimenti. Per un regista, è una sfida elettrizzante: ti senti una specie di esploratore. K come Kubrick Non amo tornare sugli stessi argomenti ed è per questo che ho sempre ammirato Stanley Kubrick o Milos Forman, che hanno sempre cambiato universo ad ogni film che hanno fatto. Come loro, anche io tento di conservare quel rigore che mi impone di non fare del cinema « alla Besson », di non dirigere un Nikita 2 o un Léon 2, cosa che mi hanno chiesto spesso. Inoltre, la cosa che mi ha sempre colpito in Kubrick, è l’osmosi che c’era tra il suo stile visivo e ciò che raccontava: il suo linguaggio visivo e grafico corrispondevano sempre con una perfezione matematica al soggetto affrontato. Anche Orson Welles aveva sempre idee, inquadrature o giochi di chiaroscuri che si adattavano perfettamente alle sue intenzioni e alla storia che raccontava. E tutto questo mi ha sempre spinto a far sì che il mio modo di girare fosse conforme alla storia raccontata. L come Luce Era un elemento fondamentale poiché abbiamo girato tra luglio ed agosto – mesi nei quali a Parigi c’è molta meno gente – e ad orari piuttosto insoliti: in genere dalle 5 alle 10 del mattino e poi la sera. Tutti gli elementi del film sono stati provati prima in bianco e nero, con uno speciale trattamento della pellicola sicché il film è inguardabile a colori! Ma siamo sfuggiti alla colorazione…. M come Montaggio Considerata la grande quantità di prove che abbiamo fatto, abbiamo avuto il piacere di trovarci, al momento del montaggio, con due, tre o addirittura cinque « buone » per ogni singola scena. E questo ci ha permesso di non essere costretti a montare in campo/contro campo per recuperare una frase che era venuta particolarmente bene in una ripresa e meno in un’altra. Nel film ci sono tante scene nelle quali Jamel e Rie sono entrambi in campo, con degli autentici « momenti » da attori teatrali.