COMUNE DI FLUMINIMAGGIORE

ADEGUAMENTO DEL P.U.C. AL P.P.R.

RELAZIONE ASSETTO STORICO-CULTURALE

Dott. Gianfrancesco Canino

Dott. Fabrizio Fanari

1 Introduzione

In sede di redazione del PPR istituito con L.R. 25 novembre 2004, n. 8, in conformità con il “Codice Urbani”, volto a tutelare, salvaguardare e valorizzare i beni paesaggistici e culturali furono individuati ed inseriti nel “Database Beni Culturali” 41 beni che componevano il paesaggio culturale del territorio in esame, dei quali però soltanto una piccola parte sono presenti anche nella cartografia allegata al P.P.R. (vedi le tavole in formato PDF dell'Ambito 7 – Bacino metallifero - nn. A7_5462, A7_5463, A7_5551 e A7_5554). A seguito dell’applicazione della L.R. 13 del 4 agosto 2008, con l’istituzione dello staff di esperti incaricati dell’adeguamento del PUC al PPR, secondo le indicazioni contenute nelle linee guida, sulla base delle fonti storiche, storiografiche, bibliografiche ed archeologiche, dei dati di archivio (in particolare quello della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Provincia di ) ed in seguito ad accurate indagini e sopralluoghi nel territorio del Comune di Fluminimaggiore, sono stati identificati, definiti e perimetrati i beni paesaggistici archeologici ed architettonici, compresi quelli “identitari”, rispondenti alle caratteristiche richieste. Tutti questi sono pertinenti alle fasi culturali che si susseguono dal periodo preistorico all’Età contemporanea e, in base alla loro tipologia e alle loro caratteristiche, ne sono stati indicati i criteri di salvaguardia. Questa attività ha inoltre consentito sia di individuare nuovi beni non presenti nella cartografia del P.P.R. e nel “Database Beni Culturali”, sia di constatare l’incongruità di alcuni di quelli già rilevati nella documentazione citata.

In via preliminare e provvisoria, in sede di riordino delle conoscenze, sono stati distinti con diversi colori i vari beni sia nella cartografia allegata (Carta_Flumini_CTR_BBCC_2012.dwg ) che nel testo della presente relazione. Si tratta di 4 categorie di beni:

1. beni storici ed “identitari” presenti nella cartografia del P.P.R. e/o nel “Database Beni Culturali” da sottoporre a particolari norme di tutela ; 2. nuovi beni non presenti nella cartografia del P.P.R. e/o nel “Database Beni Culturali” di cui si propone l'inserimento come beni da tutelare ; 3. beni storico - archeologici presenti nella cartografia del P.P.R. e/o nel “Database Beni Culturali” non più visibili o individuabili con precisione, da inserire in una lista separata dal P.P.R. di siti da sottoporre a particolare attenzione archeologica (perimetro “arancione”) nell'eventualità di interventi edilizi che comportino attività di scavo o simili, in conformità a quanto eventualmente richiesto dalla Soprintendenza Archeologica ; 4. beni presenti nella cartografia del P.P.R. e/o nel “Database Beni Culturali” per i quali si propone l'eliminazione da questi in quanto non individuabili, errati dal punto di vista topografico, irrilevanti dal punto di vista storico e paesaggistico (per esempio vecchi medaus completamente ristrutturati) o semplicemente perché ripetizioni sotto nome diverso di uno stesso bene.

La simbologia adottata è la seguente: colore blu : beni presenti nel P.P.R. (Database e/o cartografia) sottoposti a tutela ; colore rosso : beni di cui si propone l'inserimento nel P.P.R. ; colore arancione : beni di cui si propone un perimetro generico di attenzione nel caso di interventi edilizi ; colore verde : beni di cui si propone l'eliminazione dal P.P.R. o dal “Database Beni Culturali”.

2 In particolare si segnala che i seguenti beni paesaggistici pertinenti all’Assetto storico –culturale del Comune di Fluminimaggiore, ubicati topograficamente soltanto nella cartografia del P.P.R. ma non catalogati nel Database Beni Culturali , non sono stati riconosciuti oppure non è stato possibile individuare alcuna struttura pertinente:

- due nuraghi al confine settentrionale con Arbus: Nuraghe Punta sa Guardia de is Turcus e Nuraghe Punta su Nuraxi (vedi Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 ) ;

- un sito indicato con un simbolo riferibile ad una “cappella religiosa” presso Portixeddu (Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 );

- “porto storico” presso Portixeddu (Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 );

- che i seguenti beni archeologici catalogati nel Database Beni Culturali non sono stati individuati, in quanto probabilmente non più esistenti, o forse frutto di generiche ed errate interpretazioni topografiche e toponomastiche:

2129 Grotta Campu Crabas (presente anche nella cartografia del P.P.R. Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 )

3282 Nuraghe Sa Truba de is Paras

3981 Area Portixeddu - Rinvenimento di superficie

5470 Necropoli presso Antas

5484 Chiesa Punta Santa Vittoria

5485 Chiesa S. Antonio di Mairu

5494 Tomba presso il bivio S.S. 126 - Strada Provinciale per Portixeddu

5495 Tomba presso il bivio S.S. 126 - Strada Provinciale per Portixeddu

5500 Nuraghe di Punta su Nuraxi (presso S’Oreri)

- che il bene n. 5479 Area di frequentazione antropica antica Arenas non è stato individuato (forse corrisponde a 95059538 Grotta di Punta Pilocca ?).

- che il bene n. 3928 Cave romane di Canale Bingias (Antas) è stato incorporato, come Bene componente, nel bene n. 4542 Tempio punico-romano di Antas , in quanti entrambi facenti parte dello stesso decreto ministeriale di vincolo archeologico, ed essendo inoltre strettamente collegati dal punto di vista storico ed architettonico.

3 - che i beni seguenti, indicati sia nella cartografia del P.P.R. sia nel Database Beni Culturali quali elementi dell’insediamento rurale sparso, sono da considerare irrilevanti dal punto di vista storico e paesaggistico, in quanto aziende agricole ristrutturate oppure ridotte allo stato di rudere:

8375 Medau Licheri (P.P.R.: Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5462 );

8376 Medau Ganoppi (P.P.R.: Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5462 );

8397 Medau Riu Savoi (P.P.R.: Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 );

8398 Medau Murtas (P.P.R.: Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5462 );

- che il bene seguente, indicato nel P.P.R. quale elemento identitario delle architetture specialistiche civili storiche, è da considerare irrilevante dal punto di vista architettonico:

220 Punto di accoglienza (presente nella cartografia P.P.R. come Scuola: vedi Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 )

- che i seguenti beni paesaggistici individuati dal P.P.R. e presenti nel DBBC coincidono con altri beni già schedati:

6054 Insediamenti nuragici = 2086 Nuraghe Conca Muscioni

5477 Grotta Genna Suergiu = 95059515 Anfratto Su Brabaraxinu (Comune di )

- che non è stato possibile individuare e delimitare con certezza il seguente bene presente nella cartografia P.P.R. come Insediamento archeologico (vedi P.P.R. Ambito 7 – Bacino metallifero – A7_5463 ) e nel DBBC, noto soltanto in bibliografia, per il quale si indica genericamente un perimetro di attenzione in caso di interventi edilizi che prevedano attività di scavo nella presunta area di pertinenza:

3986 Insediamento Fighezia

- che non è stato possibile individuare e delimitare con certezza i seguenti beni archeologici, storici ed architettonici catalogati nel Database Beni Culturali ma assenti nella cartografia del P.P.R. , noti soltanto in bibliografia, per i quali si indica genericamente un perimetro di attenzione in caso di interventi edilizi che prevedano attività di scavo nella presunta area di pertinenza:

5486 San Giorgio

5496 Necropoli presso chiesa di S. Giovanni - Fluminimaggiore

5497 Tomba presso chiesa di S. Giovanni - Fluminimaggiore

5498 Chiesa di S. Giovanni – Fluminimaggiore

5499 Necropoli presso chiesa di S. Maria - Fluminimaggiore

4 - si propone l'inserimento di nuovi siti, ripartiti nelle seguenti categorie:

1. insediamenti e luoghi di culto dall'età preistorica a quella moderna:

95059516 Chiesa di S. Lucia - S'Oreri bene componente di 95059516 Postazioni militari della II Guerra Mondiale – Chiesa di S. Lucia - S'Oreri

95059538 Grotta di Punta Pilocca

2. beni immobili di Archeologia industriale (dei quali si segnala la completa assenza nel P.P.R. e nel DBBC del comune di Fluminimaggiore, mentre nel caso, per esempio, del comune confinante di Arbus, erano stati inseriti nel DBBC quasi tutti gli immobili minerari tuttora esistenti):

5479 Miniera di Arenas

95059517 Miniera di Candiazzus

95059518 Miniera di Baueddu

95059519 Miniera di Genn'e Carru

95059520 Miniera di Arenas -Tiny

95059521 Forno di calcinazione di Santa Maria – Miniera di Antas

95059522 Sa Palazzina – ex Ospedale minerario (centro abitato di Fluminimaggiore)

95059524 Miniera di Su Zurfuru

95059525 Miniera S’Acqua Bona

95059526 Sa Mena de S'Oreri - S. Lucia

95059527 Miniera di Gutturu Pala

95059528 Miniera di Pubusinu

95059540 Miniera di Genna Movexi

- altri siti di archeologia industriale dei quali si propone, da parte del Comune di Fluminimaggiore, l’inserimento nel P.P.R. (alcuni di questi sono compresi, in qualità di beni componenti, all’interno di un perimetro di tutela più ampio relativo al cantiere minerario di appartenenza) :

- Forni di calcinazione della Calamina:

95059528_22 Forno di calamina di Pubusinu (n. 2 della schedatura effettuata dal Comune) = bene componente di 95059528 Miniera di Pubusinu

5 95059528_23 Forno di calamina di Pubusinu (n. 3) = bene componente di 95059528 Miniera di Pubusinu

95059539 Forno di calamina di Santa Lucia (n. 4)

95059517_20 Forno di calamina di Candiazzus (n. 5) = bene componente di 95059517 Miniera di Candiazzus

95059517_21 Forno di calamina di Candiazzus (n. 6) = bene componente di 95059517 Miniera di Candiazzus

95059518_6 Forni di calamina di Baueddu (nn. 7-8-9) = bene componente di 95059518 Miniera di Baueddu

95059518_10 Fumaiolo di Baueddu (n.11) = bene componente di 95059518 Miniera di Baueddu

95059521 Forno di calamina di Antas (n. 10) = 95059521 Forno di calcinazione di Santa Maria – Miniera di Antas

95059531 Forno di calamina di Terras Nieddas – Su Mannau (n. 1)

- Forni di calcinazione:

+ Forno di calcinazione di Nicola Circus (n. 1)

+ Forni di calcinazione di Santa Lucia (nn. 2-3)

+ Forni di calcinazione di Campu Cabras (nn. 4-5-6)

+ Forno di calcinazione (n. 7)

+ Forno di calcinazione di Pala su Sciusciu (n. 8)

+ Forni di calcinazione (nn. 9-10)

+ Forno di calcinazione di Terras Nieddas (n. 11)

- Altri edifici industriali:

95059532 Gora di Gutturu Pala

95059533 Argano di Canali Bingias

6 3. architetture militari storiche:

95059516 Postazioni militari della II Guerra Mondiale e Chiesa di S. Lucia - S'Oreri

95059529 Fortini della II Guerra Mondiale – Strada di Perdas Albas (nn. 4-5-6-10)

95059534 Fortino della II Guerra Mondiale – Spiaggia di Portixeddu (Fortino n. 1)

95059535 Fortino della II Guerra Mondiale – Strada di Portixeddu (Fortino n. 2)

95059536 Fortino della II Guerra Mondiale – Mitza Zuvada (Fortino n. 3)

95059537 Fortini della II Guerra Mondiale – Su Au S'Arangiu (Fortini nn. 7-8)

95059541 Fortino della II Guerra Mondiale – Pineta di Portixeddu (Fortino n. 9)

4. insediamento rurale sparso :

95059530 Medau Su Zenneru

5. Rete infrastrutturale storica :

95059523 Cantoniera ANAS Fluminimaggiore

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Le categorie tassonomiche dei Beni paesaggistici e identitari del territorio del Comune di Fluminimaggiore

Nell’attività di ricerca, analisi e individuazione dei beni culturali del territorio comunale sono state rispettate le indicazioni contenute nelle linee guida per l’adeguamento dei PUC al Piano Paesaggistico Regionale che suddivide i beni storico-culturali in Paesaggistici ed Identitari .

Sono categorie di beni paesaggistici :

a) gli immobili e aree di notevole interesse pubblico , tutelati ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 22.1.04, n. 42 e successive modificazioni.

Rientrano in questa categoria i seguenti beni:

250 Monte Granatico b) zone di interesse archeologico tutelate ai sensi dell’art. 142, comma 1, lett. m, del D.Lgs. 22.1.04, n. 42 e successive modificazioni.

Rientrano in questa categoria i seguenti beni:

2086 Nuraghe Conca Muscioni (cartografia P.P.R.: nuraghe)

5493 Protonuraghe e grotta S'Oreri

4542 Tempio punico-romano di Antas + Necropoli, Villaggio nuragico ed Edifico non identificato (simbolo Vincolo archeologico nella cartografia P.P.R.) + ( ex 3928) Cave romane di Canale Bingias (Antas)

c) immobili e aree tipizzati individuati e sottoposti a tutela dal Piano Paesaggistico, ai sensi lett. i, del D.Lgs. 22.1.04, n. 42 e successive modificazioni:

1. Aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico culturale:

1.1. Beni d’interesse paleontologico

Non individuati nel territorio in esame

8 1.2. Luoghi di culto dal preistorico all’alto medioevo .

5473 Grotta Su Mannau

1.3. Aree funerarie dal preistorico all’alto medioevo :

5493 Grotta S'Oreri

1.4. Insediamenti archeologici dal prenuragico all’età moderna, comprendenti sia insediamenti di tipo villaggio e di tipo urbano, sia insediamenti rurali :

5469 Nuraghe Su Pitzu Tundu

5472 Grotta Su Estiu + beni componenti

5474 Resti romani Santa Maria

5478 Riparo sotto roccia Riu Perdu Marras

5493 Protonuraghe S'Oreri

95059538 Grotta di Punta Pilocca

1.5. Architetture religiose medioevali, moderne e contemporanee

247 Chiesa di S. Antonio da Padova - Centro Urbano (cartografia P.P.R.: Chiesa)

251 Chiesa degli Angeli Custodi – Sant'Angelo (cartografia P.P.R.: Chiesa)

5471 Chiesa dello Spirito Santo – Baueddu

7292 Cimitero - Galemmu

95059516 Chiesa di S. Lucia - S'Oreri

1.6. Architetture militari storiche sino alla II a guerra mondiale

95059516 Postazioni militari della II Guerra Mondiale e Chiesa di S. Lucia - S'Oreri

95059529 Fortini della II Guerra Mondiale – Strada di Perdas Albas (nn. 4-5-6-10)

9 95059534 Fortino della II Guerra Mondiale – Spiaggia di Portixeddu (Fortino n. 1)

95059535 Fortino della II Guerra Mondiale – Strada di Portixeddu (Fortino n. 2)

95059536 Fortino della II Guerra Mondiale – Mitza Zuvada (Fortino n. 3)

95059537 Fortini della II Guerra Mondiale – Su Au S'Arangiu (Fortini nn. 7-8)

95059541 Fortino della II Guerra Mondiale – Pineta di Portixeddu (Fortino n. 9)

2. Aree caratterizzate da insediamenti storici:

2.1. Le matrici di sviluppo dei centri di antica e prima formazione, letti dalla cartografia storica, comprensivi anche dei centri di fondazione moderni e contemporanei, i nuclei specializzati del lavoro e l’insediamento sparso:

Non individuate

2.2. Gli elementi dell’insediamento rurale sparso :

95059530 Medau Su Zenneru

Sono categorie di beni identitari :

a) immobili e aree tutelati ai sensi dell’art. 5 comma 5 e dell’art. 9 delle N.T.A.

1. Aree caratterizzate dalla presenza di edifici e manufatti di valenza storico culturale:

1.1. Elementi individui storico-artistici dal preistorico al contemporaneo, comprendenti rappresentazioni iconiche o aniconiche di carattere religioso, politico, militare

Non individuati nel territorio.

1.2. Archeologie industriali e aree estrattive:

95059517 Miniera di Candiazzus

95059518 Miniera di Baueddu

95059519 Miniera di Genn'e Carru

95059520 Miniera di Arenas - Tiny

10 95059521 Forno di calcinazione di Santa Maria – Miniera di Antas

95059522 Sa Palazzina – ex Ospedale minerario (centro abitato di Fluminimaggiore)

95059524 Miniera di Su Zurfuru

95059525 Miniera S’Acqua Bona

95059526 Miniera "Sa Mena de S'Oreri" - S. Lucia

95059527 Miniera di Gutturu Pala

95059528 Miniera di Pubusinu

95059531 Forno di calamina di Terras Nieddas – Su Mannau (n. 1) 95059532 Gora di Gutturu Pala

95059533 Argano di Canali Bingias

95059539 Forno di calamina di Santa Lucia (n. 4)

95059540 Miniera di Genna Movexi

1.3. Architetture e aree produttive storiche

6235 Ex Mulino Idraulico (simbolo Vincolo architettonico nella cartografia P.P.R. ?)

1.4. Architetture specialistiche civili storiche

248 Casa ex Dazio (cartografia P.P.R.: Dogana ?)

249 Municipio (cartografia P.P.R.: Municipio)

2. Reti ed elementi connettivi:

2.1. Rete infrastrutturale storica

1081Cantoniera ANAS di Sant'Angelo

95059523 Cantoniera ANAS Fluminimaggiore

11 2.2. Trame e manufatti del paesaggio agro-pastorale storico-culturale

Non individuati nel territorio

3. Aree di insediamento produttivo di interesse storico culturale

3.1. Luoghi caratterizzati da forte identità in relazione a fondamentali processi produttivi di rilevanza storica

Non individuati nel territorio

12 I beni paesaggistici e identitari nel territorio del Comune di Fluminimaggiore dalla preistoria ai giorni nostri: breve excursus storico.

( sono indicati, con colore diverso e sottolineati, i nomi dei beni paesaggistici inseriti nel P.P.R. Il numero che precede la denominazione del bene fa riferimento al Codice Identificativo Univoco attribuito nel dBase “Mosaico dei Beni Culturali” ).

L’età preistorica

La presenza di numerose grotte naturali nel territorio comunale di Fluminimaggiore ha favorito fin dalla preistoria l’insediamento umano, ed allo stesso tempo ha permesso la conservazione di reperti che invece sarebbero andati facilmente perduti in località all’aperto.

Le ricerche archeologiche hanno consentito di attribuire al periodo Neolitico le tracce più antiche della presenza umana, grazie alla scoperta di manufatti di quel periodo in località quali la 95059538 Grotta di Punta Pilocca , nei pressi dell’area mineraria di Arenas , e la 5493 Grotta di S'Oreri , utilizzata come sepoltura collettiva ed alla quale si aveva accesso dalle pendici di una collina che domina l’omonima miniera di S’Oreri , nota anche come Miniera di Santa Lucia. Il toponimo S’Oreri ha infatti origine dall’attività di ricerca di metalli preziosi in questa zona, mentre quello di Santa Lucia è dovuto al ricordo di un’antica chiesa medievale caduta in rovina, ubicata a poca distanza dalla suddetta grotta.

Nell’area circostante alla 5472 Grotta di Su Estiu , presso la miniera di Canali Bingias e non lontano da Antas , troviamo invece due muraglie a secco, pertinenti ad una fortificazione risalente forse all’età del rame, mentre ad età nuragica risalgono i ritrovamenti effettuati nel 5478 Riparo sotto roccia di Riu Perdu Marras , ubicato a circa 1.000 a sud ovest della citata grotta di Punta Pilocca..

La grotta naturale senza dubbio più nota di Fluminimaggiore è quella di 5473 Su Mannau , utilizzata come luogo di culto in età pre-nuragica, nuragica, punica e romana, l’unica del Fluminese dotata di infrastrutture turistiche adeguate ad ospitare ogni anno numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo.

Secondo Vittorio Angius, che compila la voce Flumini-Majori nel Dizionario geografico storico statistico commerciale degli stati di s. m. il re di Sardegna poco prima della metà dell’Ottocento, erano ancora visibili ai suoi tempi sei “norachi” all’interno del territorio comunale di Fluminimaggiore: Fighezzìa, Conca-muscioni , s. Lucia, Bega, sa Calcina, Su Corrazzu dessu Estiu .1

Quello che lui chiama Su Corrazzu dessu Estiu era “ grande così che il suo circuito non si misuri in meno di cento passi ordinarii, e costrutto di enormi sassi con il muro a una parte altro circa 30 palmi, all'altra la metà ; dentro e d'intorno vi è un grande ingombro di rovine ”. In realtà si tratta di una struttura megalitica di età precedente a quella nuragica, probabilmente risalente all’età del rame, che abbiamo già citato come bene 5472 Grotta di Su Estiu .

1 Angius V., Flumini-Majori , in Casalis G., Dizionario geografico storico statistico commerciale degli stati di s. m. il re di Sardegna, Torino, G. Maspero, 1833-1840.

13 Il S. Lucia altri non è che quello noto in bibliografia come 5493 Protonuraghe S'Oreri , costruzione anch’essa precedente dal punto di vista architettonico e cronologico al periodo di massima perizia costruttiva tipica dell’età nuragica “classica”, rappresentata invece dai resti del 2086 Nuraghe Conca Muscioni (l’unico ad essere ricordato con lo stesso nome attuale anche dall’Angius), parzialmente visibili sulla sommità di una collina prospiciente la strada per Portixeddu e a poca distanza dal sito precedente.

In corrispondenza del confine meridionale di Fluminimaggiore con Iglesias appare, quasi completamente interrato, il 5469 Nuraghe Su Pitzu Tundu . Quest’ultimo non è menzionato nell’elenco dell’Angius, che cita invece altri tre nuraghi non più individuabili, quelli di Bega, sa Calcina e di Fighezzìa , località quest’ultima dove abbiamo proposto la probabile esistenza di un sito archeologico denominato 3986 Insediamento di Fighezia , nel quale vengono ricordati da persone del luogo ritrovamenti di manufatti antichi non meglio precisati durante lavori agricoli.

Infine, un importante insediamento nuragico sorgeva nella valle di Antas: seppure privo del monumento simbolo di quella civiltà, il nuraghe appunto, è riconoscibile per la presenza di un villaggio di capanne in muratura e soprattutto per una necropoli ubicata a pochi passi dal luogo dove sarebbe poi sorto il 4542 Tempio punico-romano di Antas .

L’età fenicio-punica e romana

Le prime notizie letterarie sulla Sardegna antica ci informano, seppure in modo limitato e piuttosto vago, su quali potevano essere alcune caratteristiche economiche e geografiche del territorio Fluminese. Si tratta della menzione nelle fonti geografiche di un’importante arteria stradale che collegava il Sulcis con l’Oristanese, con la presenza nel tratto fluminese di un’unica stazione di sosta, ovvero di un centro abitato noto come Metalla . Sulla sua posizione si è discusso a lungo tra gli studiosi, in dubbio tra la località di Grugua (ora passata dalla giurisdizione di Fluminimaggiore a quella di Buggerru con l’autonomia raggiunta da questa frazione nel 1960) e l’insediamento antico di Antas . Lasciando da parte la precisa ubicazione di questo sito, l’aspetto più importante dal punto di vista storico ed economico è comunque l’attestazione data dal toponimo Metalla sulla rilevanza dell’attività estrattiva nel bacino metallifero del Fluminese durante l’antichità classica.

Altro tema sul quale si sono confrontati a lungo gli studiosi è quello dell’ubicazione del Tempio di Sardus Pater : sorgeva a Capo Frasca (Arbus) come sembrano indicare le coordinate geografiche riportate dai codici medievali, o ad Antas , come testimonierebbero invece i ritrovamenti epigrafici sia di età punica che romana?

L’unica cosa certa è che oggi Fluminimaggiore vanta la presenza di una delle aree archeologiche attrezzata per le visite più importanti della Sardegna, quella del 4542 Tempio punico-romano di Antas , dedicato appunto al Sardus Pater . Di notevole interesse paesaggistico oltre che storico sono le vicine 3928 Cave romane di Canale Bingias , utilizzate per la costruzione ed i successivi restauri eseguiti nel tempio di Sardus Pater durante l’età romana imperiale. Sempre nei pressi del tempio di Antas, presso il bivio con la Strada Statale 126 sono visibili i 5474 Resti romani di Santa Maria , costituiti dai ruderi di una chiesetta medievale edificata sopra un precedente edificio di età romana, dove sorgeva un villaggio abbandonato probabilmente alla fine del medioevo.

14 L’età medievale e moderna

La prima citazione del paese – In Flumine Maiori - risale al 1272, in un inventario dei beni posseduti in Sardegna dalla Chiesa e Capitolo di san Lorenzo di Genova, pubblicato dal Tola nel Codex Diplomaticus Sardiniae 2. Questo villaggio è noto da altri documenti del 1336 custoditi nell'Archivio di Aragona, mentre al 1421 risale la concessione in feudo al Visconte Gessa da parte del Re Alfonso, confermata anche nel 1444: Bisconta Gessa Villesglesianus habuit oppida Nuguis et Fluminis Maioris regionis Sulcis (vedi J. F. Fara, De rebus Sardois, IV, 156.5 [Anno 1421] ; IV, 176.14 [Anno 1444] ). Lo stesso Fara, nella In Sardiniae Chorographiam ( 215.1 ss), opera geografica che risale alla fine del 1500, non cita più Fluminimaggiore nell'elenco dei villaggi nella Diocesi di Villa di Chiesa, anzi non riporta il nome di alcun centro abitato in quel territorio che, in conseguenza alla lunga ed estenuante guerra tra gli Aragonesi ed i Giudici sardi, era allora ormai completamente spopolato. 3

Per questo motivo le età medievale e moderna sono scarsamente rappresentate nel territorio comunale di Fluminimaggiore, se si escludono i toponimi e qualche rudere di alcune chiese rurali citate da fonti successive.

Al periodo di passaggio tra la fine dell’Impero Romano e la prima età medievale potrebbero risalire le notizie di alcuni ritrovamenti di sepolture nell’area limitrofa all’attuale centro abitato di Fluminimaggiore, come la 5496 Necropoli di San Giovanni e la 5499 Necropoli presso chiesa di Santa Maria , oggi non più individuabili con precisione. All’inizio del Medioevo, probabilmente, in questi siti esistevano dei piccoli villaggi, dei quali è rimasto tuttora il ricordo nei toponimi dei rioni odierni, legati ai titolari delle chiese che vi sorgevano, come nel caso di San Giovanni o di Santa Maria.

Altro insediamento medievale di origine antichissima era senza dubbio quello che si sviluppava attorno alla 95059516 Chiesa di Santa Lucia - S'Oreri , dove nel 1942 vennero eretti dei bunker militari sopra i resti dell’edificio religioso, e fu in quella occasione che vennero scoperte alcune sepolture di cronologia non precisata. 4

In base ai toponimi, altri antichi villaggi sono ricordati dall’Angius ormai abbandonati e distrutti da tempo immemorabile, come quelli di Santa Vittoria, Sant’Antonio di Mairu o Maidu, e 5486 San Giorgio , tutti presso il confine con . 5

L'unico edificio sacro di un certo rilievo ricordato nel territorio fluminese prima della rifondazione dell’attuale centro abitato è la chiesa dedicata a San Nicolò (o Nicolao), citato a partire dal 1684, oggi però appartenente al territorio comunale di Buggerru, e che ogni anno veniva festeggiato “ con molto concorso di stranieri ”, come ricorda il Padre Angius nella prima metà dell’Ottocento.

L’attuale paese di Fluminimaggiore venne rifondato soltanto nel 1704, grazie ad alcuni coloni provenienti da Terralba, su concessione del Visconte Don Ignazio Asquer marito di Eleonora Gessa, che avevano in feudo quegli estesi territori. Del paese settecentesco non rimane quasi alcuna traccia, vista lo sviluppo edilizio avvenuto durante la seconda metà dell’Ottocento, in seguito alle trasformazioni sociali ed economiche apportate dall’incremento dell’industria estrattiva in tutto il territorio.

2 Codex Diplomaticus Sardiniae , a cura di Pasquale Tola, Torino 1861-1868. 3 Ioannis Francisci Farae Opera , a cura di Enzo Cadoni, Sassari, Gallizzi, 1992. 4 Riola R., Il Fluminese un'isola nell'isola , pp.85-86. 5 Angius V., Flumini-Majori , cit.

15 Delle infrastrutture relative al centro originario, caratterizzato da un’economia basata esclusivamente sull’agricoltura, possiamo considerare come testimonianza più emblematica quella del 250 Monte Granatico . Dopo l’abolizione dei monti frumentari ha subito numerose ristrutturazioni, dovute alle diverse destinazioni d’uso, mentre oggi viene utilizzato per attività culturali, come accade per la maggior parte di queste genere di edifici in tutta la Sardegna.

Davanti al Monte Granatico sorge la 247 Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova , la cui prima edificazione risale al 1765, ma radicali modifiche sarebbero state poi effettuate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Il sito va comunque monitorato nel caso di ulteriori opere di ristrutturazione perché, come ricorda l’Angius, all’inizio dell’Ottocento vi era ubicato anche il cimitero, poi trasferito in quello attuale di Galemmu .6

Sempre legato all’attività agricola è il Museo etnografico, ospitato nel 6235 Ex Mulino Licheri , l’unico mulino idraulico supersite dei più di venti in funzione fino all’inizio del Novecento, dei quali rimangono solo ruderi, come quelli del Mulino Vacca-Burranca, edificato nel Settecento, alla destra del Museo. Da alcuni di questi mulini distrutti provengono alcuni manufatti originali esposti nel Museo, qui ubicato dal 1998 in seguito alla ristrutturazione di questo edificio industriale.

Nella prima metà del Settecento veniva fondato anche il villaggio montano di Sant’Angelo, lungo la strada tra Fluminimaggiore ed Iglesias, circondato da rigogliosi boschi di sughere ad un’altitudine di circa 500 m s.l.m. Sebbene ristrutturata nel 1914, la 251 Chiesa degli Angeli Custodi , come ricorda un’iscrizione posta sulla facciata, venne edificato nel 1734, forse sulle fondamenta di una costruzione ancora più antica.7

Tra le chiese campestri ricordiamo infine la 5471 Chiesa dello Spirito Santo , localizzata presso la miniera di Baueddu . Edificata con pietra locale in età moderna, è ormai abbandonata dal 1942, quando si svolse l’ultima festa, alla quale accorrevano fedeli dal Sulcis-, Arbus e Gonnosfanadiga. La chiesa era molto piccolo, e le cerimonie religiose si tenevano all’aperto, nello spiazzo prospiciente la chiesetta. Oggi restano soltanto dei ruderi, dai quali si riconoscono i vari intervento di restauro apportati per tenere in piedi l’edificio. 8

L’età contemporanea

L’economia di questo centro, legata per più di un secolo a partire dalla sua rifondazione all’agricoltura ed alla pastorizia, con pochi e rari scambi quasi esclusivamente in natura con l’esterno, subì una svolta decisiva durante la seconda metà del 1800, quando lo sviluppo dell’attività mineraria cambiò radicalmente e velocemente sia la società, sia il paesaggio. Tale attività, purtroppo, non contemplava soltanto la coltivazione delle vene metallifere, ma anche il taglio incontrollato dei boschi che ricoprivano i monti e le vallate per ricavarne combustibile a basso costo.

Fluminimaggiore divenne una delle località maggiormente attive nel settore estrattivo e la sua economia è stata per oltre un secolo prevalentemente legata alle miniere, grazie alla ricchezza e

6 Angius V., Flumini-Majori , cit. 7 Riola R., Il Fluminese un'isola nell'isola , pp.105-107 8 Riola R., Il Fluminese un'isola nell'isola , pp.100-101 16 varietà dei minerali presenti nel sottosuolo, quali piombo, zinco, argento, fluorite, barite e ferro. Anche il centro il urbano risente di questa “modernizzazione”, come nel caso del 249 Municipio . La costruzione, progettata nel 1862, fu ultimata nel 1865: i locali del piano terra furono occupati dal carcere, dalle poste, dalla scuola e dalla caserma dei Carabinieri, il primo piano dalla Pretura e dagli uffici comunali. Al suo interno è da apprezzare la sala del Consiglio, edificata nel 1910, per l'arredo di fattura artigianale e per l'affresco del soffitto, opera di pittori cagliaritani, rievocante il momento della firma dell’atto di fondazione di Fluminimaggiore del 22 aprile 1704. Sono da segnalare i due lampadari ancora funzionanti che, già nel 1913, illuminavano con la corrente elettrica la sala del Consiglio e l'ufficio del Sindaco. Alcuni murales eseguiti in tempi recenti contribuiscono ad abbellire e rendere meno anonimi i muri esterni del fabbricato. Altro edificio legato all’amministrazione pubblica era, presso il Municipio, la 248 Casa ex Dazio , oggi sede dell’Ufficio turistico.

Anche la Chiesa parrocchiale, grazie a sostanziose donazioni poté fruire di radicali modifiche, come il campanile e le cappelle laterali, mentre il malsano camposanto ubicato in corrispondenza di questo luogo di culto e che, come ricorda l’Angius, creava non pochi problemi di salubrità agli abitanti del villaggio, venne finalmente spostato nel sito dove oggi sorge l’attuale 7292 Cimitero di Galemmu . Qui troviamo un cimitero più vecchio, di piccole dimensioni, trasformato oggi in un “percorso della memoria”, ed uno nuovo, più vasto, attualmente in uso, che conserva sculture del primo Novecento, tra le quali alcune del Sartorio.

Nella periferia meridionale del paese, in posizione panoramica, venne edificato all’inizio del Novecento un edificio chiamato in lingua sarda “contaminata” 95059522 Sa Palazzina , oppure “S’Ospedaleddu”, cioè una struttura ospedaliera destinata ai lavoratori delle miniere. Passato di recente alla proprietà comunale, attende di essere restaurato ed essere utilizzato per attività culturali.

L’archeologia industriale di Fluminimaggiore offre al cultore di questa materia la possibilità di osservare una grande quantità e varietà di siti minerari presenti quasi in ogni angolo del suo territorio, sempre immersi in paesaggi naturali nonostante tutto ancora incontaminati, che ne accrescono il fascino.

Delle numerose aree minerarie ormai dimesse, facilmente individuabili per la presenza di imponenti discariche, abbiamo inserito nell’elenco del P.P.R. quelle caratterizzate dalla presenza di resti, più o meno ben conservati, sia di edifici industriali, come le laverie o i forni di calcinazione delle calamine, sia di quelli “residenziali”, vedi gli uffici o le abitazioni dei dipendenti delle società concessionarie.

Partendo dal settore nord-occidentale del territorio comunale troviamo dapprima la 95059526 Miniera "Sa Mena de S'Oreri" o S. Lucia , con la caratteristica struttura metallica della laveria ed il vicino 95059539 Forno di calamina di Santa Lucia , che si affaccia sulla strada per Portixeddu , località oggi turistica dove fino a qualche decennio or sono era ancora visibile un molo destinato all’imbarco dei minerali estratti nei cantieri del Fluminese.

Al confine settentrionale con Arbus, non lontano dalla concessione di Gennamari , sorgono i ruderi della 95059525 Miniera S’Acqua Bona , quasi nascosti nel fondo di una vallata di difficile accesso, mentre presso il confine orientale con Gonnosfanadiga, ai piedi di Punta Santa Vittoria, si osservano le tracce, composte perlopiù da enormi discariche, della 95059540 Miniera di Genna Movexi.

17 Spostandoci nel settore sud orientale troviamo uno dei siti minerari più estesi del Fluminese, noto come 5479 Miniera di Arenas , nome che in realtà indica soltanto il villaggio minerario, caratterizzato dalla sua piccola chiesa. Nel lato settentrionale, invece, sorgono i resti industriali, quali la laveria ed il pozzo Lheraud, della 95059519 Miniera di Genn'e Carru , mentre in quello meridionale troviamo altri edifici, sia industriali (un’altra laveria) che abitativi della 95059520 Miniera di Tiny , questi ultimi in parte ristrutturati ed utilizzati dall’Ente Foreste. Non distante da qui, presso il confine meridionale con Iglesias, ammiriamo invece altre tipiche strutture minerarie quali i forni di calcinazione ed il fumaiolo della 95059518 Miniera di Baueddu .

A cavallo del confine occidentale con Buggerru alcune strutture della 95059517 Miniera di Candiazzus , quali i forni di calcinazione ed il pozzo Paris, appartengono al comune di Fluminimaggiore. Spostandoci da qui in direzione del sito archeologico di Antas osserviamo dapprima, subito dopo il bivio con la Strada Statale 126, il 95059521 Forno di calcinazione di Santa Maria , a pochi passi dall’omonima chiesetta medievale. Superato invece il tempio di Antas, dopo circa 1.000 metri sorge la struttura costruita completamente in pietra locale del 95059533 Argano di Canali Bingias , un tempo utilizzato per caricare il materiale scavato nell’omonima miniera. Più a nord, nei pressi di un altro importante sito archeologico e naturalistico, la Grotta di su Mannau, troviamo altre testimonianze di archeologia industriale, come il 95059531 Forno di calamina di Terras Nieddas – Su Mannau .

Infine, avvicinandoci alla periferia meridionale del centro abitato di Fluminimaggiore, sono ubicate, da est ad ovest, la 95059528 Miniera di Pubusinu , la 95059527 Miniera di Gutturu Pala , e la 95059524 Miniera di Su Zurfuru . Le tre località sono collegate da una strada fiancheggiata dalla cosiddetta 95059532 Gora di Gutturu Pala , cioè un canale in muratura lungo oltre 3 km., costruito alla fine dell’ottocento, che convogliava l’acqua captata dalla fonte di Pubusinu alla miniera di Su Zurfuru , dove con una turbina veniva prodotta l’energia elettrica necessaria alla laveria Giovanni Longu . Quest’ultima è stata oggetto di restauri, e conserva ancora dei macchinari originali in loco.

In seguito al declino dell’attività mineraria e alla chiusura degli impianti avvenuta tra gli anni ‘60 e ‘70 del XX secolo, l’economia di Fluminimaggiore ha rivalutato la sua vocazione agricola, adattandola però al settore turistico e ambientale, accompagnandola alla valorizzazione di tutte le ricchezze del territorio: naturalistiche, storiche, etnografiche ed “identitarie”, accostando appunto a siti di archeologia “tradizionale” come il Tempio di Antas o su Mannau, quelli di archeologia industriale, con i suoi numerosi edifici minerari dismessi.

Altro elemento del paesaggio di valenza storica sono le case cantoniere, soprattutto in un territorio come quello di Fluminimaggiore che, per decenni, prima della costruzione della Strada Statale (oggi 126) rimase quasi isolato dal resto dell’isola. Nel suo territorio possiamo osservarne due, cioè la 1081Cantoniera ANAS di Sant'Angelo , presso l’omonimo borgo montano, e la 95059523 Cantoniera ANAS Fluminimaggiore , ormai dentro il centro urbano.

Sempre all’interno del centro urbano segnaliamo anche la presenza di alcune Croci stazionarie.

Per quanto riguarda invece l’insediamento rurale sparso, i vecchi medaus hanno subito due opposti destini: o sono stati completamente ristrutturati perdendo il loro aspetto tradizionale, o sono stati abbandonati e quindi andati in rovina. E’ stato comunque individuato, a testimonianza dell’attività agro-pastorale tradizionale, il 95059530 Medau Su Zenneru, oggi di proprietà comunale, ubicato in un’area di grande bellezza paesaggistica.

18 Ultimo elemento storico rilevabile nel territorio, dopo quelli minerari, civili e religiosi, è quello della complessa rete di fortificazioni militari realizzata durante la Seconda Guerra mondiale presso il breve tratto di costa pertinente al comune di Fluminimaggiore.

Nel giugno del 1940, il XIII Corpo d’Armata (Sardegna) fu incaricato dallo Stato Maggiore del Regio Esercito di studiare una serie di sistemi fortificati a difesa dei porti, delle coste, dei centri produttivi e delle vie di comunicazione. La costruzione dei principali elementi fortificati avvenne tra il 1942 e i primi mesi del 1943, quando la minaccia di uno sbarco degli Alleati sembrò imminente. Il litorale di Fluminimaggiore, insieme a quello di Buggerru, era tra quelli candidati ad un possibile sbarco, ed è infatti tuttora disseminato di piccoli bunker , per la maggior parte del tipo con pianta “a toppa di chiave”, dotati di vestibolo rettangolare interrato e camera di combattimento circolare e a feritoia multipla.

A difesa dell’approdo di Portixeddu sono ancora visibili undici di questi fortini in calcestruzzo, dei quali 7 “a toppa di chiave”, ubicati a partire dalla spiaggia fino alla collinetta che domina il bivio con la miniera di Santa Lucia – S’Oreri. Sono stati denominati in questo modo:

95059534 Fortino della II Guerra Mondiale – Spiaggia di Portixeddu (Fortino n. 1)

95059535 Fortino della II Guerra Mondiale – Strada di Portixeddu (Fortino n. 2)

95059536 Fortino della II Guerra Mondiale – Mitza Zuvada (Fortino n. 3)

95059529 Fortini della II Guerra Mondiale – Strada di Perdas Albas (nn. 4-5-6-10)

95059537 Fortini della II Guerra Mondiale – Su Au S'Arangiu (Fortini nn. 7-8)

95059541 Fortino della II Guerra Mondiale – Pineta di Portixeddu (Fortino n. 9)

95059516 Postazioni militari della II Guerra Mondiale e Chiesa di S. Lucia - S'Oreri

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